MARTEDÌ 17 GIUGNO 2014 ANNO 139 - N. 142 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 In regalo gli ebook dei Corsivi Oggi a 1,90 euro con il Corriere della Sera di Massimo Gaggi a pagina 27 IN CHE STATO È L’ESAME DI STATO Svolta a quattro anni dal delitto della ragazza. Analisi genetiche su 18 mila persone IL PASSAGGIO DELLA MATURITÀ «Uccise Yara, tradito dal Dna» di GIAN ARTURO FERRARI Fermato il presunto assassino: sposato, 3 figli, non risponde finale, la somma di tutte le somme. È una conclusione — di un ciclo più che decennale — ed è un inizio. È una selezione, tra chi vuole e può proseguire e chi no. È un coming of age, un passaggio e un rito di passaggio, dalla adolescenza alla giovinezza, l’ingresso nella vita adulta. Tutto questo è quel che, antiquatamente ma appropriatamente, chiamiamo maturità. E siccome si tratta di un perno delicatissimo, di una cervicale, di un’anca, di un ginocchio, insomma di un’articolazione essenziale dell’intero sistema, dalle sue condizioni si può dedurre agevolmente lo stato di salute del tutto. In via preliminare occorre però decidere se l’esame di maturità, che parte domani con la prima prova, abbia ancora un senso. Se infatti singole facoltà di singole università pubbliche amministrano propri esami d’ammissione (ah che nostalgia la Camera dei Fasci e delle Corporazioni...), è chiaro che l’esame di maturità perde ogni significato. Meglio eliminarlo, con risparmio di fatica, tempo e denaro. Nessuno scandalo, gli altri grandi Paesi europei non ce l’hanno o non ce l’hanno così tardi, a diciannove anni. Se invece si eliminano gli esami di ammissione, l’intero sistema scolastico deve essere radicalmente rifatto. Non riformato, rifatto. Il motto di Blair, nuovo rasoio di Occam, non lascia scampo. Se questa è la cosa più importante, è la prima da fare. Partendo dal principio, materialistico ma lodevole, «intanto che non ci piova dentro» il governo ha per il momento affrontato l’edilizia scolastica. Sei mesi dopo SCHUMACHER APRE GLI OCCHI (NESSUNO SI ERA ARRESO) di ELISABETTA ROSASPINA «Preso l’assassino di Yara». Svolta a quattro anni dal delitto. Fermato un muratore di Bergamo, Massimo Giuseppe Bossetti, 43 anni, sposato, 3 figli. Ad accusarlo è il test del Dna: per arrivare a lui sono state compiute analisi su 18 mila persone. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. La strage nel Milanese F ALLE PAGINE 2, 3 E 5 Boncinelli, Di Stefano, Di Landro, Galli Imarisio, Paravisi, Ribaudo, Ubbiali TUTTI I SEGRETI DI UN’INCHIESTA di FIORENZA SARZANINI U na lista di 525 donne che nel corso degli anni avevano avuto almeno un contatto con Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno individuato come il padre di «Ignoto 1», l’assassino di Yara. Parte da qui l’indagine che ieri ha fatto finire in carcere Giuseppe Bossetti. ANSA / FACEBOOK uando divenne premier, ai primi di maggio del 1997, Tony Blair dichiarò che il suo governo aveva tre priorità: istruzione, istruzione, istruzione. Nei diciassette anni che sono passati da allora, quello che era nel 1997 un programma sorprendente e uno slogan ben trovato si è trasformato in una verità lapalissiana. Nessuno è oggi tanto sprovveduto da non accorgersi che la ricchezza delle nazioni, presente e futura, consiste e soprattutto consisterà nel livello culturale dei cittadini, nella loro utensileria mentale. Nel capitale umano, certo, ma in un capitale coltivato. Nessuno è oggi tanto snob da non riconoscere che dietro l’irritante retorica della «società della conoscenza» si cela un solido, persin troppo solido, nucleo di verità. Il fatto cioè, nudo e crudo, che le condizioni di vita e di sviluppo passeranno di lì, dal livello e dalla capillarità dell’istruzione. Quel che i diciassette anni trascorsi hanno dimostrato — tra diffusione delle tecnologie digitali, apertura e globalizzazione dei mercati, voracità nell’apprendimento (si pensi agli studenti asiatici in America...) — è che su questi temi siamo usciti dal quadro otto-novecentesco ispirato al progressismo umanitario. Siamo alla struggle for life, alla lotta per la sopravvivenza. E la sopravvivenza (spesso, pudicamente, chiamata occupazione...), per strano che possa parere, passa primariamente dall’istruzione. Ora, il perno del nostro sistema scolastico è lo snodo tra l’apprendimento preuniversitario e quello universitario. È un rendiconto CONTINUA A PAGINA 5 uori dal coma. Dopo 169 giorni, quasi 6 mesi. Un periodo lunghissimo che Michael Schumacher, 7 volte campione del mondo di F. 1, ha trascorso in un letto del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Nord di Grenoble. Scaraventato lì da un banale incidente sulle piste da sci il 29 dicembre scorso. Lì è stato assistito ogni giorno dai famigliari, la moglie Corinna innanzitutto. Come lui, anche loro non si sono arresi. E ora i suoi «momenti di coscienza» che gli consentono di comunicare con gli occhi sono più frequenti. Lo attende un centro di riabilitazione a Losanna. E con «tanta pazienza» forse, un giorno, la normalità. A PAGINA 23 Ripamonti Grillo si rivolge a Palazzo Chigi: facciamo sul serio, trattiamo sul «Democratellum» I paletti del Quirinale sulle riforme Incontro con Renzi: dialogo senza ripartire da zero ALDO LIVERANI / FACEBOOK Q Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Su Style I nuovi fuoriclasse delle vacanze Starbucks In dono ai dipendenti corsi di laurea online Pasini, Roncone e Sconcerti alle pagine 44 e 45 Altri servizi alle pagine 44-50 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Mondiale in Brasile Poker della Germania Travolto il Portogallo 40 6 1 7> In Italia (con “Style Magazine”) EURO 1,90 www.corriere.it La famiglia sterminata «perché era una gabbia» di CESARE GIUZZI L’ ossessione per una collega di lavoro che lo respingeva. E la stanchezza per la vita di famiglia, «una gabbia insopportabile». Così Carlo Lissi ha confessato di aver ucciso la moglie e i due figli sabato notte a Motta Visconti, nel Milanese. CONTINUA A PAGINA 40 A PAGINA 6 Del Frate, Fagnani Incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica Napolitano e il premier Renzi. Un faccia a faccia sui provvedimenti in cima all’agenda del governo e in particolare sulle riforme, dopo l’apertura dei 5 Stelle. «Quando si tratta di regole vale sempre la pena di allargare il numero degli interlocutori», è il senso del suggerimento di Napolitano al capo del governo. Grillo, da parte sua, propone un proporzionale corretto con preferenze («Democratellum»). Renzi prende atto («Fino a un mese fa avevo la peste») e intanto incassa il rientro dei 14 autosospesi. Giannelli Veneto e imprese Il premier e le ragioni di una sintonia di DARIO DI VICO L a luna di miele tra Renzi e l’imprenditoria veneta continua. Dopo il voto alle Europee arrivano gli applausi all’assemblea di Confindustria di Vicenza e Verona. Con il premier che riconosce esplicitamente il valore dell’antropologia positiva in salsa Nord Est. DA PAGINA 8 A PAGINA 11 Breda, Di Caro, M. Franco Galluzzo, Guerzoni, Trocino A PAGINA 9 I legali della pubblica amministrazione contro il governo per i tagli agli onorari Lo sciopero dei 347 avvocati d’oro di SERGIO RIZZO L o sciopero dei 347 avvocati dello Stato, crema della burocrazia italiana, un corpo d’élite con il compito di difendere le pubbliche amministrazioni e fornire loro pareri legali. Al pari del Consiglio di Stato o della Corte dei conti, rappresentano un serbatoio dal quale i governi attingono per gli incarichi fiduciari. Si fermano per tre giorni contro i tagli agli onorari. Nel decreto sulla pubblica amministrazione è infatti previsto il taglio dei bonus legati alle cause. A PAGINA 15 Iraq, il reportage Kenya, decine di morti Tra i cristiani in fuga da Mosul che rimpiangono Saddam Hussein «Fammi sentire se sai il Corano» Il massacro degli «infedeli» di LORENZO CREMONESI di ALESSANDRA MUGLIA ALLE PAGINE 16 E 17 Olimpio A PAGINA 16 Fazzoletti come racconti, messaggi, sentimenti, spunti, scarabocchi, meditazioni, aiuti, pizzini, note sovrapensiero, illuminazioni trascendentali, folgorazioni, simboli, parole delle belle canzoni, affermazioni, dichiarazioni, solenni negazioni e sublimi arrendevolezze. Boutiques Roma, via dei Coronari 203 Milano, via Brera 8 massimoalba.com 2 Primo Piano Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ❜❜ Il mistero di Brembate L’arresto Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio Angelino Alfano tweet del ministro L’urlo della folla: «Assassino» Svolta 4 anni dopo il delitto di Yara Arrestato un muratore di Bergamo che non risponde agli inquirenti L’analisi EPILOGO TECNOLOGICO DI UN GIALLO DI PAESE di PAOLO DI STEFANO È una storia a rimbalzo, di quelle che la famosa coppia di scrittori Fruttero & Lucentini preferiva per costruire i suoi intrecci romanzeschi. Ma dire che nessun maestro del noir avrebbe mai potuto inventarsi tante contorsioni e sovrapposizioni di tempi narrativi è persino superfluo, alla luce di ciò che è emerso ieri. Bisognerebbe definirla, piuttosto, una storia a rimbalzi plurimi. Una storia antica e ipermoderna, in cui sembra che si siano dati appuntamento tutti i tempi verbali, che sono anche tempi mentali: passato remoto, passato prossimo, presente e futuro. Il passato remoto cade attorno al 1970: il rapporto «corsaro» tra un uomo che ha un nome, Giuseppe Guerinoni, e una donna che non si conosce: ne nascono due gemelli, un maschio, poi definito Ignoto 1, e una femmina. Un rapporto clandestino che sembrava destinato a rimanere sepolto per sempre nelle zone più riposte dei ricordi privati e forse anche della memoria collettiva, se com’è probabile in un piccolo centro certe cose si finisce comunque per saperle (e per tramandarle). Il passato prossimo è il fuoco della storia, 26 novembre 2010, quando in quella stessa valle laterale della Bergamasca irrompe una tragedia che accende i riflettori su un angolo di mondo generalmente trascurato delle cronache: la scomparsa di una tredicenne dalla Polisportiva di Brembate alla fine di un allenamento di ginnastica. Primo rimbalzo temporale: devono passare tre mesi Passato e presente perché il corpo venga trovato, coperto dall’erba alta, in Da una storia campo. Il secondo rimbalclandestina e un figlio un zo lo compiono gli inquirensegreto all’omicidio ti, che legano il passato rerisolto con la genetica moto con il passato prossimo grazie alla mappatura (presente) del Dna degli abitanti della zona quasi a tappeto: è grazie alla ricostruzione genetica e genealogica di una intera comunità che si torna al 1999, anno della morte del Guerinoni. Ancora un balzo all’indietro: un francobollo, chissà quanto vecchio, conferma il sospetto che Ignoto 1 sia proprio un suo figlio illegittimo. Il passato più remoto rimane però quello della antropologia di una piccola collettività ex contadina (oggi semi-industriale) che, sentendosi messa a soqquadro dall’invadenza tecnologica indiscriminata, si presta ai test scientifici ma vorrebbe finalmente meritarsi il silenzio e tornare nell’ombra della propria storia laterale. Ma non c’è nulla da fare, le coordinate cronologiche (e mentali) sono ormai sconvolte, e niente potrebbe mai rimetterle al loro posto se non intervenisse la tecnologia di precisione: quella che non può permettersi di sbagliare lavorando per approssimazione, con pazienza infinitesimale. Ed eccoci finalmente arrivati all’ennesimo rimbalzo della pallina da flipper: i sospetti, le rivelazioni, gli errori, le proteste, i colpi di scena, il dolore si riassumono nel disvelamento del nome e cognome: un muratore di quarantatré anni, occhi azzurro mare, pizzetto biondiccio e filiforme, orecchino adolescenziale, due cagnetti e un micio nero sulle ginocchia. I brembatesi avranno la pace che cercano da quasi quattro anni. Ma la pallina rimbalzerà ancora chissà quante volte per due famiglie sconvolte. Quella di Massimo Bossetti (madre, tre figli, una moglie) e soprattutto quella di Yara, per cui la verità è destinata a rimanere solo un risarcimento parziale. © RIPRODUZIONE RISERVATA BERGAMO — Capelli lunghi e biondi, la felpa rosa e i pantaloni bianchi a metà polpaccio. Avrà 10 anni e si mette a saltare sul marciapiedi per riuscire a vedere oltre i giornalisti e le telecamere incollate al cancello del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo. «È lui, è lui? Esce, esce», fa un sospiro di spavento e si copre gli occhi con le mani, per poi sbirciare. Qualche secondo dopo escono tre auto e in quella di mezzo, sul sedile posteriore, tra due carabinieri c’è Massimo Giuseppe Bossetti: 43 anni, casa a Mapello, sposato è papà di due bambine e di un bambino, titolare di un’impresa individuale di carpenteria, è in stato di fermo con l’accusa di omicidio. L’omicidio. Quello di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra che la sera del 26 novembre del 2010 era uscita da casa per andare nel centro sportivo lontano solo 700 metri ed era sparita. L’avevano ritrovata tre mesi dopo, nel campo ai margini di via Bedeschi, nella zona industriale di Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri da Brembate Sopra. Per la scienza è lui il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno (Valle del Riso), morto nel 1999, a 61 anni. È lui il presunto assassino. Preso e portato in caserma, ha scelto di non parlare. Sono le 21.30 quando viene portato in carcere. È tutto il giorno che le persone arrivano La vittima Yara Gambirasio aveva 13 anni quando scomparve, appena uscita dalla palestra a Brembate di Sopra (Bergamo), il 26 novembre 2010. Il suo corpo verrà ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri da Brembate (Photo Masi) alla spicciolata. La notizia che il presunto killer della bambina è stato trovato circola con il tam tam di internet e delle televisioni. Il cancello automatico del comando si apre, esce un’auto civetta, poi la gazzella dei carabinieri e la pantera della polizia. Maglietta azzurra e jeans, nella seconda c’è lui. Clic dei fotografi all’impazzata e urla. Tante urla della gente, che svuota i polmoni: «Bastardo», «Assassino», «Crepa». Due donne si avvicinano il più possibile al finestrino, tanto che polizia e carabi- nieri tra gli applausi procedono a passo d’uomo per poter percorrere i pochi metri davanti alla caserma. Poi danno gas sull’acceleratore e imboccano la superstrada per portarlo via. Un ragazzo con la felpa bianca e il cappuccio in testa per ripararsi dalla pioggia rincorre le auto e urla anche lui, così tanto che il volto per qualche istante sembra stravolto. È la fine di una giornata in cui la fibrillazione coincide con l’arrivo dell’esito del test del Dna dal Ris di Parma, ieri nel La rabbia Decine di persone davanti alla caserma, qualcuno prova ad assalire la macchina Venerdì la prova Venerdì scorso il riscontro scientifico che elimina quasi tutti i dubbi, poi la trappola e il fermo primissimo pomeriggio: positivo. Per la genetica, questo papà è «Ignoto 1». Così è stato ribattezzato il profilo isolato dalle piccolissime macchie di sangue trovate sugli slip e sui leggings di Yara. È lui, quindi, l’uomo a cui polizia e carabinieri stavano dando la caccia da più di tre anni e mezzo. La sua saliva è rimasta intrappolata domenica, nel tubicino dell’etilometro a cui è stato sottoposto, a Seriate. Un controllo stradale non certo casuale. Era infatti nel mirino da venerdì, quando è arrivato un riscontro scientifico che ha fatto imboccare la strada maestra per arrivare a lui. La mamma. Il Dna di questa donna di 65 anni, originaria di Villa d’Ogna e che nel 1966 si era trasferita a Parre. Il pilastro di questa indagine è stata la scienza. A partire da Ignoto 1. Nel prelievo di 18.000 Dna era finito anche un ragazzo che frequentava la discoteca Sabbie Mobili, che si affaccia sul campo alla sinistra di quello in cui era stata trovata la bambina. Sottoponendo tutta la sua famiglia al test, gli investigatori sono arrivati a due cugini del giovane: i figli legittimi di Giuseppe Guerinoni. Lui, però, era morto da tempo. Per ricostruire il suo profilo, è stato utilizzato il calcolo biostatistico, vale a dire il computer. Primo risultato: è il padre di Ignoto 1. Una seconda verifica è stata fatta analizzando la marca da bollo della sua patente e alcuni francobolli a lui appartenuti. Altra conferma. L’ultima, quella della certezza, con la riesumazione. L’esito è arrivato lo scorso maggio. Giuliana Ubbiali [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA I genitori Dal 2010 solo due appelli pubblici poi il dolore vissuto in silenzio e la paura che capitasse ad altri L’attesa dei Gambirasio: speriamo, speriamo Le notizie che arrivano dalla tv e una telefonata «Abbiamo fermato una persona coinvolta» BERGAMO — Composti fino alla fine. Anche nel giorno della clamorosa svolta i genitori di Yara Gambirasio continuano a dispensare la loro lezione di normalità, che dura da più di tre anni e mezzo. Sono le 18.30 e su Brembate Sopra si addensano nuvole scure, solo da uno spicchio di cielo filtra qualche raggio di sole, che cade su un lembo di giardino della villetta di via Rampinelli 48. Il piccolo Gioele, il fratellino di Yara, gioca con un po’ di terra su un’aiuola. E da una finestra aperta si sente la televisione: «I carabinieri hanno arrestato un uomo che potrebbe essere l’assassino di Yara Gambirasio...», la giusta cautela del cronista. Ma è ancora più cauto di lui papà Fulvio, che risponde al citofono: «Stiamo ascoltando le notizie, sì, come tutti voi credo...». La comunicazione si chiude, Gioele rientra in casa con una palla e nel giro di due minuti di fronte all’abitazione arriva una pattuglia della polizia locale. C’è la privacy da preservare a Brembate Sopra, com’era già stato per un lungo periodo dopo il rapimento della ragazzina: cronisti e fotografi a distanza. Ma intanto il telefono di casa squilla e a rispondere è ancora il papà. All’altra cornetta c’è uno stretto collaboratore del sostituto procuratore Letizia Ruggeri, che ha il compito di contattare la famiglia. «Solo per confermarvi che è stato fermato un soggetto fortemente coinvolto nel caso». Una formula di cautela, per ribadire che stavolta si è arrivati davvero alla prova scientifica, al momento l’unica a carico di Massimo Giuseppe Bossetti. È Maura Panarese, la mamma di Yara, a I genitori Fulvio e Maura Gambirasio, papà e mamma di Yara Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # ❜❜ Spero che ora non prevalgano sentimenti di vendetta nei suoi confronti don Corinno Scotti parroco di Brembate di Sopra 99,99999987 La percentuale di compatibilità del Dna di Bossetti con quello trovato sul corpo di Yara La vicenda La scomparsa Il 26 novembre 2010, a Brembate di Sopra nel Bergamasco, Yara Gambirasio, di 13 anni, scompare dopo essere uscita dalla palestra che frequentava, distante poche centinaia di metri da casa Il ritrovamento Tre mesi dopo, il suo corpo viene trovato in un campo abbandonato a Chignolo d’Isola, vicino casa Gambirasio L’omicidio L’autopsia dice che Yara ha una ferita alla testa, coltellate alla schiena, al collo e ai polsi. Nessun colpo è mortale. Il decesso è arrivato quando alle ferite si è sommato il freddo. Viene inizialmente arrestato l’operaio tunisino Mohammed Fikri, poi escluso dalle indagini. Ieri la svolta La reazione Il sollievo di Fikri, primo accusato per il delitto Un incubo lungo 980 giorni. Tanto è durato quello del piastrellista tunisino Mohamed Fikri accusato di essere il «mostro» che aveva ucciso, il 26 novembre del 2010, la povera Yara Gambirasio. La vicenda giudiziaria del ventisettenne era iniziata con un rocambolesco arresto la notte del 4 dicembre del 2010 mentre si trovava in una nave che, salpata da Genova, sarebbe dovuto attraccare a Tangeri. Invece per lui si aprirono le porte del carcere. A indurre gli inquirenti ad arrestarlo era stata un’intercettazione telefonica nella quale, secondo una prima traduzione, Fikri parlando con la sua ragazza avrebbe detto la notte del delitto: «Allah mi perdoni, non l’ho uccisa io». Il maghrebino lavorava in un cantiere a Mapello, dove i cani molecolari avevano indugiato a lungo ed era sembrata agli inquirenti una svolta nell’inchiesta. Invece, ascoltate da altri interpreti, quella parole vennero ritradotte in: «Allah ti prego, fa che risponda». stringersi in un abbraccio al marito, ma il citofono suona di nuovo. È il sindaco Diego Locatelli, che ha chiesto di venire in visita. Si siede vicino ai Gambirasio per almeno una ventina di minuti. Gli dicono: «Speriamo, speriamo davvero, per tutti...». Poi riferiscono al loro primo cittadino della telefonata della Procura, sottolineando di aver apprezzato. «Li ho trovati davvero sollevati, ma sereni, come sempre», commenta Locatelli salendo in auto, prima di andarsene. Poi è lui stesso a immedesimarsi nell’atteggiamento dei genitori di Yara. «Di sicuro il fermo di una persona di cui non si era mai parlato è una notizia, che abbiamo sempre atteso — dice —. Ma bisogna stare davvero cauti e lasciare che la magistratura, i carabinieri e la polizia facciano il loro lavoro, fino in fondo». Una porzione della via di casa viene sbarrata dalle forze dell’ordine. Nessuno passa più. Dietro le tende tirate c’è tutta una famiglia. Mamma, papà, due fratellini e una sorella: forse non se ne rendono ancora conto, ma stanno iniziando a liberarsi di un peso enorme, accumulatosi per quasi quattro anni, sfidato in silenzio: solo una conferenza stampa dei genitori, un mese dopo la scomparsa di Per questo motivo fu scarcerato il 7 dicembre. L’accusa di omicidio e di occultamento di cadavere cadde definitivamente solo il 22 febbraio dello scorso anno. Lo stesso giorno però il gip avanzò l’ipotesi di favoreggiamento personale. Anche in questo caso fu disposta l’archiviazione il 12 agosto 2013. Il tunisino, del resto, ha sempre urlato la sua innocenza e avuto fiducia nella giustizia italiana. Nella sua prima intervista, rilasciata al Corriere pochi giorni dopo la scarcerazione, aveva detto: «Vorrei solo che l’Italia mi restituisse la dignità». Ieri, il suo avvocato Roberta Barbieri ha commentato: «È una notizia fantastica, sono contenta per la famiglia di Yara e per Fikri, perché così lui viene ulteriormente riabilitato: c’era qualcuno che ancora nutriva dubbi nei suoi confronti». ❜❜ La vicina adolescente Ho saputo adesso che hanno preso un uomo È una liberazione ❜❜ Il sindaco Un evento che abbiamo sempre atteso, ma serve la massima cautela Alessio Ribaudo AlessioRib © RIPRODUZIONE RISERVATA Yara, e un appello video della mamma, alla fine di novembre. «Chi sa parli, abbiamo paura che l’assassino possa ripetersi». Non hanno mai pensato solo a se stessi, ma anche agli altri, all’angoscia collettiva che circondava la loro storia. Se ne sono sempre resi conto, l’avevano detto anche ai funerali: «Yara, guarda quanti cuori hai toccato». Poche parole, in quasi quattro anni, un atteggiamento condiviso con il loro paese, Brembate Sopra. Alle sette e mezza, sotto una pioggia battente, in via Rampinelli camminano tre ragazzine. Una ha 17 anni, è nata nello stesso anno di Yara. «Hanno preso l’assassino? Non lo sapevo, ero in giro da un paio d’ore. Comunque, è una liberazione». E quasi alza le braccia per festeggiare. Ma si ferma subito e di un’intervista di fronte alle telecamere non vuole nemmeno saperne. Brembate va avanti. Don Corinno Scotti già tre anni fa l’aveva detto: «L’orco potrebbe essere tra noi». Ma sulla notizia del fermo non vuole dire nulla, rispetta il lavoro degli altri. E i genitori di Yara si stringono ai loro figli. Dietro le tende, nella normalità di ogni giorno. Armando Di Landro © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Facebook Un’immagine domestica di Massimo Giuseppe Bossetti, 43 anni, sposato e padre di tre figli Il personaggio Sarebbe lui il figlio segreto dell’autista di Gorno Massimo l’insospettabile, animalista con tre figli Ha una sorella gemella BERGAMO — A volte anche per gli insospettabili esistono delle eccezioni. Due settimane fa Massimo Giuseppe Bossetti aveva rotto la tradizionale riservatezza, così ricercata da esser diventata morbosa, così ossessiva da considerare quasi un peccato parlare dei fatti propri, e al vicino di casa aveva confessato l’attesa, forse perfino l’emozione, per la cresima del primogenito. L’unico maschio dei tre figli. Dopo di lui sono arrivate le due femminucce, «le mie majorette» come le chiama su Facebook il presunto killer. Ecco. Nell’antitesi tra le fotografie di famiglia e le volgari battute sul sesso, tra i primi piani d’una delle sue bimbe dolcemente addormentata e l’amicizia con una ragazza che si mostra in reggicalze, e ancora tra l’adorazione per i cagnolini di strada portati a casa e inni alla vita da balordo («Perdona sempre chi ti ha fatto del male... Passaci sopra»), il profilo Facebook diventa un fin troppo schematico specchio del mondo di Bos- d’Isola mentre la sorella gemella Laura abita a Parre, a pochi chilometri da Gorno, paese natale di Giuseppe Guerinoni, l’autista, il padre naturale di Laura e del presunto assassino che vive a Mapello, in una cascina ristrutturata disposta su due piani. Insieme al mistero di un omicidio, nella tragica storia di Yara ci sono i misteri di due famiglie d’improvviso venuti a galla. Secondo fonti di Mediaset Bossetti potrebbe anche essere il nipote biologico di una donna di servizio della famiglia Gambirasio e dunque potrebbe aver conosciuto Yara. Frasi contro le donne, frasi sui carabinieri, l’immagine di una ragazza in costume a bordo di una potente motocicletta; dieci anni di convivenza, mai un litigio a casa, mai un problema della ditta con le banche, mai un prestito e mai un debito, anzi una situazione finanziaria considerata stabile, qualche serata al volo al bar e qualche sabato nel centro commerciale, e al massimo, per divagare oltre misura, per togliersi lo sfizio, la trasferta fino a Bergamo. Ma chi è mai Massimo Giuseppe Bossetti? Compirà 44 anni il prossimo 28 ottobre; è un tipo attento al fisico e al look, dicono di lui, in paese, maniacale nel curare baffetti e barbetta. Metodico e devoto sul lavoro, spiegano dalle imprese edili di Mapello, e sono tante. Tacciono in parrocchia, preferiscono non mischiarsi. Piove sulla strada stretta di via Piana Sopra, civico In auto Il fermato Massimo Giuseppe Bossetti 5: dalla casa di Bossetesce dalla caserma dei carabinieri (Magni/Ansa) ti, dove raccontano sono rifugiati i figli e alsetti. Uno nato muratore ma con anti- cuni parenti ma non la moglie portata che aspirazioni da imprenditore edile in caserma, esce il lamento d’un camai svanite eppure spesso ridimen- gnolino che cercano inutilmente di sionate dalle circostanze. Qua servo- far stare zitto. Animalista convinto, no piuttosto i tuttofare, imbianchini, l’insospettabile assassino ha passato piastrellisti, elettricisti, e forte è la questi anni, gli anni successivi alconcorrenza dei romeni. Lui non ave- l’omicidio, cercando di circondarsi di va perso la speranza ma s’era adatta- normalità, di routine, di anonimi to. Aveva messo in piedi una ditta frammenti d’una vita di famiglia vasenza nemmeno sforzarsi di trovare gheggiando improbabili vie di fuga. un nome (l’ha chiamata Massimo «Ci sono due opzioni: o combatti e afGiuseppe Bossetti) e d’ingrandirla fronti le tue paure per vincerle, oppu(c’è un unico dipendente, cioè lui re le tue paure vinceranno te». È un stesso). L’ultimo fermo immagine altro dei mantra di Bossetti, pescati in dell’assassino al lavoro — e poi di giro, amati e subito postati su FaceBossetti in libertà — ci porta poco di- book. stanti, a Seriate, in via Fermi angolo Raccontano che quando l’hanno via Volta, dinanzi a una villetta in co- preso, lì, sul cantiere a Seriate, lui s’è struzione, con in evidenza la struttura passato le mani su collo e gambe, coportante e nient’altro. È qui che i cara- me per far scendere la polvere, i resti binieri del Ros sono andati a scovarlo. di malta, le gocce di vernice, ed è stato S’è detto di Seriate e del resto la ge- un attimo rapidissimo, fugace. Andrea Galli ografia di questa storia è ridotta, caliFabio Paravisi brata sulla vita di provincia. La casa © RIPRODUZIONE RISERVATA natale dei vecchi Bossetti è a Terno ✒ LE INDAGINI TORNANO AL CANTIERE di MARCO IMARISIO S ono passati 1.262 giorni e infine si torna a quella sera, quando Yara scomparve. Alle prime intuizioni, che portavano al cantiere di un centro commerciale in costruzione, diventato luogo di lavoro e punto di ritrovo dei muratori della zona. Quando il tempo incominciò a passare, senza una speranza, i cani cosiddetti molecolari che avevano puntato in quella direzione furono messi alla berlina, simboli di indagini sofisticate ma impotenti. Lo scetticismo si rafforzò negli anni. Anche se l’autopsia aveva rilevato tracce di cemento nei polmoni di Yara, nessuno osò rivalutare quell’ipotesi primordiale, ormai scartata dopo il caso del muratore Mohammed Fikri, uno dei tanti colpevoli per un giorno delle nostre cronache nere. Cominciò così l’epopea di «Ignoto 1», il profilo genetico del presunto assassino. La sua esistenza sembrava una maledizione beffarda. Faceva sembrare a portata di mano la soluzione, per rivelarsi sempre, nonostante i 18.000 Dna prelevati, un miraggio. Alzi la mano chi ci credeva ancora. Gli ultimi mesi erano stati contrassegnati da polemiche sui costi dell’indagine, 2 milioni e 800 mila euro. Adesso si scopre che quasi ogni tassello, dalla suggestione del muratore alle valli passate al setaccio alla ricerca di segreti nascosti e figli illegittimi, forse non era una chimera. Ignoto 1 esisteva davvero. Abitava a poche centinaia di metri, questa la distanza tra Mapello e Brembate Sopra. Il ritorno alla casella di partenza porta sollievo, ma non cancella l’angoscia. Sembrava impossibile che una bambina potesse sparire senza lasciare tracce in un paese da porte aperte, una vera comunità. Sembrava impossibile che l’assassino fosse uno del posto. Invece è andata così. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 # Il mistero di Brembate Le indagini Le tappe del rebus 1 3 Il 26 novembre 2010 Yara Gambirasio, ginnasta tredicenne scompare poco dopo essere uscita dalla palestra di Brembate Sopra (Bergamo). Le indagini puntano su un immigrato marocchino Mohamed Fikri: una pista inconcludente 4 2 6 Tracce di Dna maschile Il dna di un frequentatore della discoteca (vicina al campo del ritrovamento) è simile a quello del killer Ignoto 1 Sui leggings e sugli slip di Yara viene isolato il dna di «Ignoto 1»: è il presunto assassino La riesumazione I risvolti scentifici del Dna trovati sugli slip e i leggins di Yara puntano quindi su Gorno, paesino della bergamasca. Il 7 marzo 2013 viene riesumata la salma di Giuseppe Guerinoni, l’autista morto nel ‘99, che per gli inquirenti è anche il papà dell’assassino 5 Dna su un vecchio francobollo La traccia genetica trovata su Yara era stata confrontata dalla polizia scientifica di Roma e dall’universita Tor Vergata con il Dna dell’autista di Gorno ricavato da un vecchio francobollo sulla patente di guida di Guerinoni Il figlio ilegittimo Il genetista Emiliano Giardina, consulente della procura, sostiene che attraverso la comparazione dei dna, l’omicida deve essere il figlio di Guerinoni, ma i cui figli sono già stati scagionati proprio dal test biologico. Giardina ipotizza dunque che Guerinoni possa avere avuto un figlio fuori dal matrimonio L’amante degli anni Settanta e i 18 mila Dna Così hanno trovato la madre di «Ignoto 1» Contro l’arrestato le celle telefoniche. L’ultima chiamata a un’ora dalla scomparsa Migliaia di test Dna È il Dna a segnare le indagini di carabinieri e polizia dopo il ritrovamento del corpo di Yara il 26 febbraio 2011. Perché quella traccia di sangue nei suoi slip consegna un codice genetico maschile che soltanto l’assassino o un 525 Le donne che hanno avuto contatti con Giuseppe Guerinoni complice può aver lasciato. Viene identificato come «Ignoto 1» e subito dopo si decide di effettuare prelievi su tutti i possibili sospetti, partendo da chi frequenta la palestra dove la ragazzina è scomparsa, il cantiere edile dove i cani molecolari hanno individuato una traccia che inizialmente appare utile, la discoteca davanti alla quale è stato rinvenuto il cadavere. Il primo tassello va a posto il 21 ottobre 2011 quando la Scientifica scopre che Damiano Guerinoni ha un legame genetico con l’assassino. Vengono prelevati i Dna di tutti i suoi parenti e si arriva a tre cugini (due uomini e una donna) che hanno una percentuale di compatibilità ancora più alta. Si decide così di esumare il corpo del padre di questi ultimi e l’analisi fa centro: è il padre di «Ignoto 1». I test hanno però già escluso dalla lista dei possibili sospetti i suoi figli. Dunque si deve cercare un discendente «illegittimo». Ma soprattutto si deve trovare sua madre, la donna che ha avuto con Guerinoni una storia clandestina. Le ragazze della valle Amiche, conoscenti, passeggere del pullman che l’uomo guidava facendo il giro della Val Brembana, tutte le donne vengono «schedate» e sottoposte al test del Dna. Si cercano prima di tutto ragazze madri, ma senza escludere che in realtà anche «lei» fosse sposata. Si allarga il cerchio a tutti gli altri paesi della zona. Il lavoro degli investigatori del Ros e dello Sco è certosino perché anche un dettaglio apparentemente insignificante può fornire il tassello decisivo. Si fa la lista di quelle che si sono trasferite da un paese all’altro. Sono decine di nomi, di nuovi test da effettuare. Si preleva la saliva, si archivia il risultato, si procede alle - tombolini.it La svolta arriva venerdì scorso, quando il test comparativo del Dna fa «match»: Ester Arzufi, 67 anni, è la madre di «Ignoto 1». Negli anni 70 viveva a Parre, è stata l’amante segreta di Guerinoni e nel 1970 ha avuto da lui due gemelli. Al maschio ha dato lo stesso nome di battesimo di Guerinoni. La femmina l’ha invece chiamata Laura, esattamente come la moglie di Guerinoni. Un incrocio perverso che adesso aggiunge nuovi e inquietanti misteri alla vicenda. Anche perché poco prima della nascita dei bimbi la donna aveva deciso di lasciare il paese e trasferirsi nella zona dell’Isola. Ma alla fine è stato proprio questo dettaglio a fornire ai carabinieri del Ros guidati dal generale Mario Parente la traccia decisiva. Il resto lo hanno fatto le verifiche sulle celle telefoniche: alle 17.45 del 26 novembre 2010 il cellulare di Giuseppe Bossetti risulta essere nella zona della palestra. L’uomo fa una telefonata. Un’ora dopo si perdono le tracce di Yara. Il cellulare dell’uomo rimane muto fino alle 7 della mattina successiva quando effettua una nuova chiamata. Che cosa sia accaduto in quelle 13 ore adesso sarà lui a doverlo spiegare. comparazioni. Si va avanti così per giorni, settimane. Fino a venerdì scorso. Gli esperti del Ris quasi non ci credono: il codice di Ester Arzufi è perfettamente identico a quello della madre di «Ignoto 1». Scattano gli accertamenti per ricostruire la vita della donna. Si scopre così che nel 1966 ha sposato Giovanni Bossetti e con lui viveva a Parre, lo stesso paese di Guerinoni. Quando rimane incinta decide di andare via e si trasferisce a Terno d’Isola dove dà alla luce i due gemelli. È suo marito a riconoscerli, li tratta proprio come fossero suoi. Dopo qualche anno arriva anche un terzo figlio, la famiglia decide di spostarsi a Brembate. È il paese dove vivono i Gambirasio, il luogo dove Yara sembra essere stata inghiottita nel nulla. Milano - Corso Matteotti, 18 SEGUE DALLA PRIMA Gli spostamenti Il pomeriggio dell’assassinio il suo cellulare risulta nella zona della palestra Rimane poi staccato fino alla mattina dopo La calce e il telefonino È la pista giusta, ma non bisogna scoprirsi. Fondamentale è non fare un passo falso che potrebbe distruggere tutto. Gli specialisti del Ros decidono di non effettuare alcuna verifica ulteriore sulla madre, tutta l’attenzione si concentra sul figlio maggiore. E l’identikit dell’uomo sembra combaciare con quello dell’assassino. Fa il muratore, l’autopsia ha accertato che nei polmoni di Yara c’era polvere di calce proveniente da un cantiere e nelle scarpe la ragazzina aveva piccolissimi tondini come quelli usati nell’edilizia. Vengono riletti i risultati dei controlli effettuati all’epoca della scomparsa sui cellulari che avevano agganciato le celle telefoniche sulla palestra e sulla casa di Yara. È un elenco di centinaia di numeri, ma anche in La prova Le analisi scientifiche hanno convinto la procura che il killer di Yara, al 99,99999987%, è proprio il figlio illegittimo di Guerinoni 7 8 L’ultimo tassello Il confronto con il profilo genetico estratto da un femore del bergamasco dall’antropologa forense Cattaneo ha garantito lo 0,00000717% di compatibilità in più CORRIERE DELLA SERA questo caso il test è positivo: il telefonino di Bossetti era lì un’ora prima della sparizione della ragazzina. È un altro dettaglio ritenuto fondamentale dagli investigatori. Quanto basta per decidere di effettuare la controprova che può fornire la certezza scientifica. Il controllo casuale L’uomo viene tenuto sotto controllo, intercettato e pedinato. Domenica scatta il controllo casuale. Mentre transita sulla strada verso Seriate lo fermano e lo sottopongono all’alcoltest. Nessuno in realtà si preoccupa di sapere se ha bevuto. Fondamentale è avere la sua saliva, poter effettuare la comparazione sul Dna. Il reperto viene inviato ai laboratori del Ris. Bastano pochi minuti per ottenere il risultato. E l’esito è clamoroso: «match». Giuseppe Bossetti è «Ignoto 1». I carabinieri avvisano il magistrato, si decide di preparare il provvedimento di fermo. Ieri l’uomo viene prelevato dalla sua abitazione e portato in caserma. Nessuno ha il coraggio di dirlo ufficialmente, ma in realtà per gli investigatori il caso è chiuso. Le congratulazioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano e quelle del presidente del Consiglio Matteo Renzi al comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli e al capo della polizia Alessandro Pansa sembrano far intendere che nessuno abbia dubbi sull’esito dell’indagine. In realtà nuove verifiche dovranno essere fatte. Soprattutto bisognerà comprendere che cosa sia davvero accaduto quel 26 novembre di quattro anni fa, che cosa possa essere scattato nella testa dell’uomo per convincerlo a portarsi via una ragazzina, usarle violenza, colpirla alla testa e con un’arma da taglio e poi abbandonarla ancora viva in un campo. Fino a farla morire di stenti. Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Noi e le nostre famiglie nella doppia elica La prova a cui non si sfugge di EDOARDO BONCINELLI A l Dna non si sfugge. Se l’individuo che lo possiede esiste non può essere mancato. È solo questione di tempo e, ovviamente, di perseveranza. Ognuno di noi ha il suo proprio profilo di Dna, che non può essere confuso con quello di nessun altro. Se esiste qualcosa di oggettivo in questo mondo, la prova del Dna è oggettiva. Talvolta è diretta, come succede spesso nei telefilm; talvolta indiretta, come in questo caso, ma sempre rivelatrice. Il fatto è che dallo studio informato dei profili del Dna si possono anche ricavare notizie sulle parentele. Nel caso specifico è stato individuato prima un possibile padre; occorreva poi individuare una madre; dalla combinazione dei due dati si è giunti al profilo del presunto implicato. Che sembra ora sia stato trovato. La prudenza è d’obbligo, per possibili errori umani, omissioni o scambi di Dna, ma se niente di questo è accaduto, l’evidenza non può essere più schiacciante. La caccia è stata lunga e il numero di persone saggiate imponente. Dicono che sia stata la caccia al Dna più ampia e circostanziata che sia mai stata realizzata. Portata avanti nella maniera giusta non poteva però fallire. E ciò certamente consola e sprona a fare ancora meglio. Perché il futuro proporrà, purtroppo, altri casi del genere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 La strage di Motta Visconti La confessione di Lissi «Mentre l’uccidevo, lei chiedeva: perché? Il divorzio non avrebbe cancellato i figli» MILANO — «Mentre la colpivo alle gola Maria Cristina ha continuato a gridarmi “perché... perché?”». Carlo Lissi crolla alle due di notte. Un carabiniere lo guarda negli occhi, pronuncia il nome di una collega di lavoro. Il «segreto» dell’irreprensibile padre di famiglia si sgretola dopo una trentina di interrogatori. Sono stati ascoltati i parenti, gli amici, i colleghi di lavoro. In cerca di una sfumatura, un indizio da trasformare in movente, una macchia in un’esistenza immacolata. L’ultimo tassello è appunto il racconto di quella donna: «Aveva tentato degli approcci, sempre respinti. Non c’è mai stato niente». Le vittime e l’assassino A destra, Carlo Lissi, l’uomo che ha sterminato la sua famiglia. Sotto, dall’alto, Giulia, la figlia di 5 anni, e la moglie Maria Cristina assieme a Gabriele, 20 mesi Il racconto dell’omicidio Il lato oscuro del bravo ragazzo di Motta Visconti è un pettegolezzo conosciuto a pochi. S’era invaghito di quella collega fino a trasformarla in un’ossessione. Lo dice ai carabinieri appena sente quel nome. Tiene la testa tra le mani e inizia a parlare: «Voglio che mi sia dato il massimo della pena. Sono stato io a uccidere mia moglie e i miei due figli». Lo conferma mezz’ora dopo davanti al magistrato. Il padre di famiglia è un padre assassino. È lui che sabato sera ha ucciso la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, e i piccoli Giulia di quasi cinque anni e Gabriele di venti mesi appena, nella villetta di via Ungaretti. Li ha sgozzati con un coltello da cucina, poi è andato con gli amici a vedere la partita dell’Italia. Carlo Lissi è stato per un giorno intero nella caserma dei carabinieri. Fin lì, l’irreprensibile impiegato della Wolters Kluver di Il racconto della serata Gli amici che hanno visto la partita con lui «Ha esultato per Balotelli, non era agitato» Assago, non ha battuto ciglio. Non ha chiesto di tornare a casa, non s’è lamentato mentre gli investigatori gli sequestravano i vestiti e fotografavano piccole ferite sulle dita della mano destra lasciate dalla lama del coltello mentre lottava con la moglie. Non ha versato lacrime neppure dopo, al termine di quei venti minuti di confessione. Non per Maria Cristina e neppure per Giulia e Gabriele. «La famiglia era una gabbia. Non sopportavo più questa vita». S’era sposato sei anni fa con Maria Cristina di sette anni più grande. «Si volevano bene, andavano d’accordo. Non ho mai assistito a litigi particolari», racconta la madre. Prima di ster- ❜❜ Mi ero innamorato di un’altra. La famiglia per me era diventata una gabbia» «Abbiamo visto un sacco di partite assieme, ma Carlo aveva sempre voluto restare a casa sua». Strano dunque che Carlo Lissi sabato sera cominci a tempestare di sms agli amici cercando l’occasione di uscire a seguire Italia - Inghilterra in qualche bar. La testimonianza di Simone Maffi, uno degli amici contattati quella sera è finita anche nel decreto di fermo dell’omicida, a riprova del suo comportamento anomalo. Alla fine, ricevuta una serie di no, Lissi si autoinvita con un sms a casa di Carlo Caserio, un altro degli amici di Motta Visconti. «L’abbiamo visto arrivare attorno alle undici e mezza — diranno gli amici agli inquirenti — ma poi non abbiamo più notato nulla di strano. Carlo ha esultato con noi ai gol di Marchisio e Balotelli, noi eravamo impegnati a vedere la partita e non abbiamo badato a lui più di tanto. Di sicuro non ha dato segni di agitazione o nervosismo; anzi, finita la partita ci siamo fermati a chiacchierare ancora per una decina di minuti in strada e poi ci ha salutati». L’indomani tutti i presenti vengono convocati in caserma, tutti confermano la presenza di Lissi alla serata; uno di loro incrocia il padre dell’omicida — che ancora non ha confessato — e gli fa coraggio: «Stia vicino a Carlo...» (C.Del.) minare la famiglia Carlo Lissi ha fatto l’amore con la moglie. Hanno messo a letto i figli: Giulia nella sua cameretta, il piccolo Gabriele sul lettone matrimoniale. Poi sono scesi in soggiorno, sul divano di tessuto bianco accanto a un pianoforte verticale e alle foto dei bambini. Sono quasi le undici di sera. Lissi si alza, adosso ha solo gli slip grigi. Lascia che la moglie si rivesta, lui va in bagno, poi in cucina dove prende un coltello con una lama da 30 centimetri (trovato ieri in un tombino di via Mazzini). «Sono tornato in salotto e mia moglie era seduta sul divano che guardava la televisione. Da dietro l’ho colpita, credo alla gola — dice al pm di Pavia, Giovanni Benelli —. Lei si è subito alzata e ha cercato di scappare. L’ho raggiunta e l’ho colpita nuovamente all’altezza del collo. Lei a quel punto a cercato di prendermi il coltello afferrandomi la mano destra». La donna trova la forza di parlare, di chiedere i motivi di tanta, improvvisa, furia: «Inizialmente ha detto “no” e poi ha solo continuato a gridarmi “perché... perché?”. Dopo che si è accasciata a terra sono salito al piano superiore, sono andato nella camera di Giulia, la porta era aperta ma lei dormiva non aveva sentito nulla». La piccola viene colpita alla gola: «Non ha detto nulla. Poi sono entrato in camera da letto dove c’era mio figlio Gabriele. Anche lui dormiva. Era a pancia in su e anche a lui ho dato un’unica coltellata alla gola: l’ho fatto poiché non avevo il coraggio di chiedere a mia moglie di separarci, cosa che io invece volevo fare». «Ma non le bastava il divorzio?», chiede il magistrato. «No. Con il divorzio i figli restano». La finta rapina e la partita Dopo la mattanza, Lissi scende nella taverna, si fa una doccia e lava via le macchie di sangue dal corpo. Solo due piccole tracce restano sugli slip, ma non se ne accorge. Poi infila un paio di jeans e una t-shirt blu, rovescia alcuni cassetti, apre la cassaforte per simulare una rapina ed esce di casa per andare a vedere la Nazionale. Quando rientra, alle 2.10, dice di essersi spogliato nella taverna per non svegliare nessuno, di essere salito al buio, di aver trovato i corpi, di aver tentato di soccorrerli senza tuttavia macchiarsi neppure la suola delle scarpe. Il racconto non regge. «Era fondamentale risolvere il caso nel minor tempo possibile per non dare vantaggi all’assassino, per non compromettere prove importanti — dice il procuratore di Pavia, Gustavo Cioppa —. Il lavoro dei carabinieri è stato straordinario». Alle 22 i vertici del comando provinciale di Milano — il generale Maurizio Stefanizzi, i tenenti colonnelli Biagio Storniolo e Alessio Carparelli — decidono di fermare il padre assassino. Gli mettono in mano ventisei pagine piene di accuse. Quattro ore dopo inizia la confessione. Cesare Giuzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA La giovane La 24enne convive con il fidanzato, non c’è mai stata alcuna relazione La collega di cui si era invaghito: «L’ho sempre respinto» Una corte insistita, fastidiosa. «Ma lo giuro, non è mai accaduto nulla, non gli ho mai dato un filo di speranza». La ragazza del mistero lo ripete più volte agli inquirenti e questi ultimi a loro volta lo scandiscono perché non vi sia margine di dubbio: «Tra Lissi e la sua collega non c’è mai stata alcuna relazione sentimentale». Eppure tocca anche a questa ventiquattrenne la trafila delle domande di carabinieri e magistrati per arrivare a una conclusione: il piano omicida è nato e maturato solo ed esclusivamente nella mente di quel dipendente per tutti irreprensibile. Barbara, è il nome di fantasia della giovane, da due anni circa lavora alla Wolters Kluwer, l’azienda informatica di Assago (Milano) di cui era dipendente anche Carlo Lissi. La notizia della strage nella villetta di Motta Visconti si diffonde mentre Barbara sta trascorrendo un fine di settimana in montagna con il fidanzato con cui da poco è andata a convivere. La giovane è in Svizzera ma alle 11 di sera di domenica varca il cancello della caserma dei carabinieri di Pavia dove ci so- «Isolina e...» L’associazione sarà parte civile «Isolina e...», associazione nata nel 2013 per combattere la violenza sulle donne e il femminicidio, si costituirà parte civile nei confronti di Carlo Lissi, l’uomo che ha assassinato la moglie e i due figli. © RIPRODUZIONE RISERVATA no anche i pm Gustavo Cioppa e Giovanni Benelli. E lì racconta il tormento di cui era vittima da parte di Lissi, la cui autodifesa comincia a cedere. «Tutto è iniziato con qualche complimento quando ci si incrociava in corridoio o in qualche momento di pausa» è il senso di quanto detto senza tentennamenti dalla ragazza. Una testimonianza che combacia con quanto nel frattempo già emerso nei confronti di Carlo, che in molti descrivono come un «piacione», uno abituato a far galanterie. «Ma negli ultimi due mesi — prosegue il racconto di Barbara — il suo atteggiamento si era fatto più insistente, più esplicito: si è passati agli inviti a cena, alle dichiarazioni d’amore, ai paroloni: diceva di essere pazzo di me, io rispondevo che non ci pensavo nemmeno a iniziare una storia. Ma lui non si dava pace». Nonostante tutto Barbara ha sempre interpretato le avances del collega come un semplice «incapricciamento», qualcosa che non sarebbe mai andato oltre i confini del lecito. E a questo proposito vengono sottoline- ati due dettagli importanti. Nella sua testimonianza la donna riferisce di non aver mai subito molestie di tipo fisico. E che inoltre non aveva mai ritenuto indispensabile parlare con qualcuno di quel collega divenuto Simulazione L’interno della villetta di Carlo e Maria Cristina fotografato dopo la strage: l’omicida ha simulato un furto rovesciando cassetti a casaccio e spargendo oggetti in tutti i locali improvvisamente così fastidioso, né agli amici né ai superiori in azienda. «Non c’è mai stato nulla che potesse configurare un’ipotesi di stalking» confermano dalla procura di Pavia. Chi in compenso non faceva mistero di quella passione divenuta irrefrenabile era Carlo Lissi: in ufficio ai colleghi ne avrebbe parlato e nelle stanze della Wolters Kluwer in parecchi si erano resi conto che dove c’era Barbara un attimo dopo compariva Carlo, che lui la attendeva appena possibile e le «stava addosso». Forse gli echi di quella passione erano giunti anche a Cristina Omes, la moglie di Lissi. Un mese fa sulla sua pagina facebook scriveva: «Non trattare mai male una donna, non ferirla. Una donna, quando è ferita, cambia». Claudio Del Frate Giovanna Maria Fagnani © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti le scelte Riforme, Renzi si consulta con Napolitano: dialogo più ampio senza ripartire da zero Sì al confronto coinvolgendo Grillo. L’ipotesi di un intervento sulla giustizia La Nota di Massimo Franco Lo scetticismo del Pd riflette il timore di una melina di Grillo B isogna vedere se andrà a buon fine; e i dubbi già crescono. Ma sarebbe riduttivo considerare l’apertura del Movimento 5 stelle un’iniziativa limitata alla riforma elettorale. Se, come pare, Beppe Grillo ha capito che lo splendido isolamento dell’ultimo anno alla fine si è rivelato sterile e controproducente, c’è da aspettarsi altre mosse in direzione della maggioranza di governo; e soprattutto di Matteo Renzi, visto come un vincente col quale trattare: sebbene sia difficile pensare che l’obiettivo finale di Grillo sia diverso da quelle di sempre, e cioè la destabilizzazione del sistema o almeno dell’asse Pd-FI. Per questo, lo scetticismo per il momento prevale sulla voglia di accettare l’offerta. E, al di là di una trattativa sul cosiddetto Italicum, si intravede l’elezione per il nuovo presidente della Repubblica. Probabilmente non ci sarà prima di un anno o giù di lì. Giorgio Napolitano ha fatto capire più volte di voler lasciare prima del termine naturale del settennato. E la fine del semestre di presidenza europea dell’Italia, a dicembre, lascia pensare che nei mesi successivi il Quirinale possa cambiare inquilino. Il tentativo grillino sembra quello di riproporre il sistema proporzionale contro l’ipotesi maggioritaria del governo, per calamitare gli scontenti del Pd e del centrodestra; e per giocare di sponda in Parlamento adesso su legge elettorale e riforma del Senato, domani sul prossimo presidente della Repubblica. La cautela renziana e l’ostilità del Nuovo centrodestra e dei berlusconiani nascono da questa sensazione. Che Grillo abbia bisogno dell’incontro col Pd molto più che il contrario, è dimostrato dalla disponibilità a incontrare una delegazione del partito con o senza il premier. «Non ci impicchiamo alle persone», assicura Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e volto istituzionale del movimento. «La nostra non è una proposta a scatola chiuGrillo pensa sa». «Prima eravamo convinti alle riforme di far cadere il governo. Ora ma anche vogliamo evitare il limbo», dialogando su legge elettorale ai giochi e giustizia. Il cambio di tono sul Quirinale di un partito solitamente sprezzante con gli avversari, è significativo. È legittimo chiedersi se dipenda dall’esigenza di tacitare quanti, nel M5S, disapprovano l’autoesclusione decisa dal vertice. Ma anche rientrare in gioco comporta dei rischi. Gli ex grillini espulsi mesi fa proprio per avere accettato di discutere col Pd si offrono loro, come interlocutori. E puntano il dito contro Grillo e Gian Roberto Casaleggio che allora li inchiodarono a una sorta di gogna politica. Ma proprio per questo è palpabile il timore di una strategia tesa, all’interno del movimento, solo a dimostrare disponibilità; e all’esterno, a fare una «melina» al solo scopo di allungare i tempi in Parlamento nella speranza di vedere emergere la fronda antigovernativa. Simona Bonafè, neoeletta del Pd alle europee, lo dice apertamente. «Non mollo di mezzo centimetro. Andiamo avanti a testa alta», ha detto ieri il presidente del Consiglio. Parlava di riforme. E si rivolgeva naturalmente in primo luogo alla sua coalizione. Ma il messaggio è anche per Grillo. Si avverte una evidente soddisfazione, nella corsa alle riforme che sia Grillo, sia la Lega di Matteo Salvini adesso hanno deciso. E pensare che «un mese fa sembrava io avessi la peste», sottolinea Renzi. Si tratta di una corsa che le opposizioni scelgono per difendere se stesse e creare problemi al governo, sapendo quanto sia l’Italicum, sia il nuovo Senato incontrino resistenze trasversali. Lorenzo Guerrini, vicesegretario del Pd, anticipa che il proporzionale «non dà governabilità». E il coordinatore del Ncd, Gaetano Quagliariello, pone la questione di metodo di sempre. «Le decisioni», avverte, «vanno prese prima nella maggioranza». Per il premier, che ieri è stato ricevuto dal capo dello Stato alla vigilia del semestre italiano al vertice dell’Ue, i segnali positivi prevalgono. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Caro presidente, negli ultimi tempi mi è capitato di dover spiegare più volte le ragioni sulle quali si fonda l’esigenza di riformare il Senato. E ho usato pure il racconto, che mi aveva fatto lei, del travaglio vissuto dallo stesso Pci nella “Commissione dei 75”, incaricata di redigere il testo della Carta costituzionale e guidata da Meuccio Ruini, con forti ondeggiamenti verso una soluzione in grado di superare lo schema del bipolarismo. Credo di essermi destreggiato abbastanza bene. Di esser stato persuasivo, insomma. Anche se, lo confesso, non ho rivelato che il copyright di quella ricostruzione storica era suo...». È disteso il clima tra Matteo Renzi e Giorgio Napolitano, al primo faccia a faccia dopo il Consiglio dei ministri che ha varato un vasto e incisivo pacchetto di provvedimenti sulla pubblica amministrazione. E in particolare dopo le inaspettate aperture politiche registrate nelle scorse ore sulla legge elettorale (e forse non solo su quella) da parte del Movimento 5 Stelle. Un incontro — chiesto dal premier — «per un giro d’orizzonte sui temi di riforma costituzionale all’esame del Senato e del possibile coinvolgimento del più ampio arco delle forze politiche in vista della conclusione dell’iter in quel ramo del Parlamento». Così ha riassunto il colloquio l’ufficio stampa del Quirinale. Aggiungendo che ovviamente sono stati messi a punto anche certi temi internazionali da approfondire oggi, durante la colazione di lavoro con un gran numero di ministri e lo stesso Renzi, convocata sul Colle in vista del Consiglio europeo di giugno. Ma l’indice dell’esame congiunto tra presidente del Consiglio e capo dello Stato non racconta abbastanza della delicatezza di alcuni dossier squadernati ieri. Su tutti, la que- I rapporti Il gelo prima di Letta e la polemica sui tempi Dopo le elezioni del febbraio 2013, mentre si moltiplicano gli sforzi in cerca di una maggioranza parlamentare, il sindaco di Firenze Matteo Renzi invoca una svolta rapida. «Non stiamo perdendo tempo», dice Napolitano che di lì a poco nominerà Enrico Letta premier. «Napolitano è una certezza», precisa Renzi La nascita del governo e il nodo giustizia Lo scorso febbraio, dopo l’addio di Enrico Letta, Matteo Renzi accetta dal presidente Napolitano il compito di formare un governo. Una delle caselle più complicate è quella della Giustizia. Renzi avrebbe puntato sul pm Nicola Gratteri, ma la scelta alla fine cade sul pd Andrea Orlando L’intesa sulle riforme: si parte dal Senato Dopo essere diventato premier, Renzi avvia un percorso di riforme istituzionali: in cima all’agenda c’è la trasformazione del Senato. Il 26 aprile, Napolitano convoca il premier al Colle per fare il punto. Ieri l’ultimo incontro sulle riforme (specie quella della P.a.) e sul prossimo Consiglio europeo stione giustizia, che vede i magistrati in rivolta su un doppio fronte: età pensionabile e responsabilità civile. Terreno insidiosissimo, sul quale s’incrocia l’urgenza di creare una struttura anticorruzione con poteri stringenti e che impone dunque la massima prudenza e ponderazione. Cioè lo stesso calcolo di costi e benefici che si fa quando si deve camminare sulle uova. Si sa che gli uffici del Quirinale hanno già fatto conoscere a Palazzo Chigi (indirizzandole a Graziano Delrio e ad Antonella Manzione) alcune osservazioni mirate, sull’Autorità nazionale anticorruzione da affidare al giudice Raffaele Cantone. A quanto pare suggerendo, tra altre cose, la necessità di spacchettare, dividendolo in due, il decreto abbozzato adesso, che potrebbe altrimenti risultare troppo eterogeneo. E non è comunque escluso che lo stesso Napolitano, che presiede il Csm, si addentri in prima persona nel campo minato della giustizia entro poche ore. Facendosi sentire con un intervento ad hoc, per svelenire l’aria di reciproco sospetto. Altro nodo cruciale, quello delle riforme, costituzionali e non. La novità venuta nelle ultime ore da Beppe Grillo — che assicura di voler «fare sul serio», stavolta — si sovrappone con i tormenti interni al Partito democratico e il governo deve scegliere quale linea tenere. Uno scenario politico complesso di fronte al quale il suggerimento del presidente, in coerenza con quanto ha predicato per anni, è che quando si tratta di regole vale sempre la pena di allargare il numero degli interlocutori. Infatti, più si aumenta il numero degli attori in campo, meno peseranno le riserve e i veti che fatalmente vengono sollevati al momento in cui partite così complicate vanno chiuse. L’occasione non va lasciata A Nordest Il premier Matteo Renzi, 39 anni, durante il suo intervento di ieri all’assemblea di Confindustria Vicenza e Verona a Gambellara (Vicenza) (foto Cavicchi) cadere. Anche se, certo, una volta che si sarà deciso in che modo coinvolgere il Movimento 5 Stelle nel cantiere delle riforme (e in questo caso è in discussione soltanto il sistema elettorale, riformabile attraverso una legge ordinaria), non si può ricominciare da zero. Del resto difficilmente Renzi, forte del 40,8 per cento conquistato alle europee, accetterebbe che ora sia rimessa in discussione la sua proposta di partenza e frenata la corsa che ha imposto all’esecutivo. Il rimando al Pci Il premier al capo dello Stato: sul Senato ho citato un suo racconto sul travaglio del Pci Velocità, ma badando a fare bene, quindi: questa la raccomandazione del capo dello Stato. Che va estesa alla corposa serie di misure in via di perfezionamento a Palazzo Chigi (e sulle quali nei giorni scorsi si sono registrate destabilizzanti fughe di notizie di cui il premier si è assunto la responsabilità). Napolitano, si sa, preme da mesi per la correzione di alcune disfunzioni legislative, che lo mettono in imbarazzo. Ossia, l’eccessivo uso dei decreti-legge, i maxiemendamenti, il ricorso al voto di fiducia. Mentre vorrebbe anche lui che finalmente si avviasse quel processo di delegificazione senza il quale il Paese è destinato a rimanere schiacciato in una paralisi permanente. Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA Democratici Confermata la sostituzione di Mineo. Zanda: sacri libertà di mandato e principio di maggioranza Tregua nel partito: rientrano i 14 autosospesi ROMA — «È meglio che parliate con Vannino Chiti, noi siamo un gruppo bolscevico...». La battuta con cui Corradino Mineo si congeda dai giornalisti al termine dell’incontro tra i «ribelli» del Pd e il presidente dei senatori democratici, racconta al tempo stesso il sollievo e il disappunto. La tragicommedia dei senatori autosospesi è a lieto fine: salvo colpi di scena, oggi i «quattordici» si vedranno al completo e scioglieranno la riserva. L’appello di Luigi Zanda ha colpito nel segno e il loro rientro nei ranghi è pressoché scontato. Ma la sostituzione dell’ex giornalista Rai in commissione Affari costituzionali resta: Renzi non ha cambiato idea. Due ore e mezzo. Tanto è durato il «chiarimento» con il capogruppo, che ha visto anche momenti di tensione. Mineo ha minacciato l’addio: «Il premier ha enormi capacità... Io ho voluto dare un contributo al dibattito sulla riforma del Senato, ma se sono di impiccio per il Pd lascio Palazzo Madama e chiedo ai senatori di votarmi le dimissioni». Alla fine, però, un compromesso si è trovato. Zanda ha riabilitato i dissidenti a parole e il resto lo farà un documento nel quale il presidente scolpirà nero su bianco, tra i diritti e i doveri dei senatori dem, l’affermazione che l’articolo 67 della Costituzione vale sempre, sia in aula che in Commissione. Questa era la ferita da sanare, la norma in difesa della quale era scattata l’autosospensione di Chiti e compagni. E Zanda per chiudere «celermente» il caso l’ha sanata, affermando con un certo grado di solennità che «l’articolo 67 sulla libertà di mandato è sacro, così come è sacro in democrazia il principio di maggioranza». Il secondo punto su cui i ribelli hanno preteso il dietrofront è la loro agibilità politica. Uno dopo l’altro gli autosospesi hanno chiesto a Zanda di sgombrare il campo dagli epiteti con cui sono stati apostrofati. «Non siamo conservatori, né frenatori — è la formula con cui Chiti ufficializza l’avvenuta riabilitazione — Non vogliamo la palude. Non abbiamo usato il partito come un taxi e re- spingiamo il paragone con Turigliatto». Dove il riferimento è al senatore della sinistra che contribuì a minare alle fondamenta il secondo governo Prodi. Ecco, a detta degli autosospesi «Zanda si è rimangiato» questi giudizi e ha restituito al gruppetto piena dignità politica. Con tanto di dichiarazione di stima, la «più assoluta» possibile. «L’amarezza resta — confessa Chiti — Ma dobbiamo andare avanti. Il Pd è la nostra casa e non abbiamo mai pensato di lasciarla». La ten- 14 senatori si autosospendono Nel gruppo le tensioni si allentano La vicenda Scoppia il caso Mineo 1 Il 12 giugno, il Pd decide di sostituire Corradino Mineo nella commissione Affari costituzionali del Senato. Mineo era assente durante un voto nel quale la posizione del governo era stata sconfitta 2 Dopo la sostituzione (che riguarda anche Mario Mauro dei Popolari per l’Italia), 14 senatori pd si autosospendono dal proprio gruppo parlamentare per protesta contro «l’epurazione» 3 Dopo un incontro tra gli autosospesi e il presidente del gruppo pd Zanda, la situazione sembra normalizzata. La sostituzione di Mineo è confermata, ma l’assemblea prevista per oggi è stata revocata tazione era venuta a più d’uno. Claudio Micheloni, eletto all’estero, aveva evocato lo strappo e ieri con Zanda è stato tra i più duri. Con l’animo gonfio è intervenuta la lombarda Erica D’Adda: «Se mi dicono che nel Pd non devo starci più io me ne vado, tanto un lavoro ce l’ho...». Insomma, in questa vicenda la difesa della Costituzione si è incrociata talvolta con casi e umori personali. Per allentare la tensione Zanda ha sconvocato l’assemblea del gruppo in agenda per oggi e aspetta che i 14 rientrino a pieno titolo. Per Massimo Mucchetti il chiarimento è solo all’inizio: «Il principio dell’epurazione continua non è passato, ma la vicenda non è ancora del tutto finita». Quando arriverà il testo base, gli emendamenti dei dissidenti non si faranno attendere. Per Chiti resta «un elemento di contraddizione e ambiguità. Se l’articolo 67 è sacro, perché Mineo non può riprendere il suo posto?». «Logiche di funzionalità...», ha spiegato Zanda. E Chiti: «Su questo rifletteremo». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 ✒ La politica economica Il governo, le tasse e la luna di miele con gli industriali del Nordest dal nostro inviato DARIO DI VICO La strategia Appello agli imprenditori: cambiamo insieme il Paese. Lunga chiacchierata con Zaia Il premier alla «settimana decisiva»: non mollo, sono l’ultima spiaggia «M5S? Un mese fa sembrava avessi la peste, ora tutti favorevoli» ROMA — In alcuni casi li ha snobbati, non ha risposto agli inviti, ha disertato gli appuntamenti istituzionali, ma ieri pomeriggio, agli imprenditori riuniti da Confindustria in provincia di Vicenza, a Gambellara, il presidente del Consiglio ha offerto un’altra immagine di sé: «Chiedo il vostro aiuto, o lo cambiamo insieme questo Paese o non lo cambia nessuno». Mentre Beppe Grillo per la prima volta gli offre collaborazione (ma anche un modello elettorale totalmente diverso dal suo) Matteo Renzi elenca obiettivi e un approccio diverso alla platea di imprese riunite da Giorgio Squinzi, consapevole che una collaborazione può essere virtuosa, «visto che voi siete capaci di fatti e non di chiacchiere e visto che è il momento di passare ai fatti». Il passaggio politico offre spunti per considerare questi giorni come decisivi, «so che gli italiani non hanno votato me o per il partito, ma dicendo proviamo anche questo, è l’ultima spiaggia», e dunque il dialogo che si apre con il movimento di Grillo, quello a intermittenza con Berlusconi, le diverse anime di un Pd tentato da fratture interne, tutte queste dinamiche comunque non azzerano una convinzione del premier: il clima non è mai stato più positivo, «il risultato elettorale non lo lasciamo in frigo, non lo consideriamo un trofeo da esibire, dobbiamo trasformarlo in energia», e del resto «un mese fa sembrava che io avessi la peste, ora invece sono tutti favorevoli alle riforme». Insomma quella che si è appena aperta, continua il premier, «è una settimana decisiva» per le riforme istituzionali, che devono avere una prima lettura parlamentare in via prioritaria rispetto alla riforma elettorale, «anche se a voi imprenditori, e giustamente, interessano poco i dettagli, ma soprattutto che voltiamo pagina, a cominciare dal bicameralismo perfetto, ereditato da una Costituente» in cui comunisti e democristiani, «e pochi lo ricordano, non riuscirono a mettersi d’accordo sulla necessità di superarlo». Il primo a stringere la mano al premier, al momento dell’ingresso nel capannone che ospita le Confindustrie di Vicenza e Verona, è l’imprenditore vitivinicolo Vito Finato, che lo sprona a proporre l’ex ministro Paolo De Castro come commissario europeo («per noi ha sempre avuto un ruolo fondamentale»). Renzi dice semplicemente che farà «il possibile», ma non è poco. Poi una lunga sfilza di obiettivi dei prossimi mesi, una riforma della giustizia penale «in cui vai in carcere quando sei condannato in via definitiva», entro fine luglio il decreto sblocca cantieri, contro gli ingorghi della burocrazia («le Anche il Pd siciliano fa i conti con la crisi e mette in cassa integrazione per un anno i 13 dipendenti della sede regionale di Palermo: 8 amministrativi, due dei quali con funzioni dirigenziali, due giornalisti, due autisti e un addetto alle pulizie. Gli uffici di via Bentivegna restano comunque a disposizione dei parlamentari per le riunioni politiche. Per fronteggiare l’emergenza, l’ex segretario regionale Giuseppe Lupo propone di aumentare la quota che ogni deputato siciliano versa al partito, portandola a 1.500 euro al mese (ora è a quota mille). Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti cerca (a fatica) di calmare le acque: «La sede del partito non è chiusa. La decisione dolorosa di procedere con la cassa integrazione era prevista, ed è stata presa dopo un confronto con i dipendenti e sindacati. Ciò detto siamo impegnati per riassorbire quanto prima il personale». I tangenti nascono non dalle semplificazioni ma da un sistema complicato»), regole diverse per le infrastrutture in Europa, tempi certi per la giustizia civile. In questo quadro gli abboccamenti con i grillini sono soltanto sfiorati. L’incontro con i rappresentanti del movimento di Beppe Grillo potrebbe essere mercoledì prossimo, il format è ancora da decidere, ma l’unica certezza è che non ci sarà lui. Una decisione che non è una sottovalutazione, il presidente del Consiglio vuole prendere sul serio l’offerta di M5S, «non lo considero un bluff o una mossa per uscire dall’angolo», ha ragionato con i suoi. Questo non significa che passa in secondo piano l’accordo con Berlusconi, anzi: per Renzi resta fermo e centrale il patto del Nazareno, e ovviamente maggiori saranno i contributi, più ampia la platea degli attori delle riforme «meglio sarà per il Paese». Proprio ieri lunga chiacchierata con Zaia, l’auspicio che anche la Lega possa in qualche modo partecipare e offrire un contributo, nella consapevolezza che molto dipenderà dalle scelte del Cavaliere. Alla fine dell’assemblea di Confindustria Giorgio Squinzi ha paragonato il governo «a una Formula 1 che ha una potenza formidabile che però deve ancora scaricare sul terreno per competere e vincere». Da uomo di sport («Ho appena finito di discutere di calcio con Renzi», ha ironizzato Squinzi) il numero uno di viale dell’Astronomia sceglie un paragone automobilistico per descrivere come gli imprenditori italiani vedono la nuova guida politica del Paese. «Renzi non mi sembra un premier a scadenza, è difficile dare dei tempi ma certamente bisogna agire. Qualcosa è stato avviato e da oggi a fine luglio avremo un pacchetto di nuove riforme. Certo non sarà facile recuperare il ritardo ma siamo fiduciosi». Oggi Renzi sarà a Firenze, per un appuntamento con gli investitori e gli imprenditori del tessile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Galluzzo A Palermo Cassa integrazione per 13 dipendenti pd © RIPRODUZIONE RISERVATA Il calendario Semplificazione Tra le misure annunciate ieri dal premier, quella per la semplificazione fiscale è in calendario per venerdì: all’esame del Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare un primo pacchetto, con la dichiarazione dei redditi precompilata a domicilio e interventi su detrazioni e catasto Giustizia Renzi ha annunciato la riforma della giustizia in Consiglio dei ministri entro giugno. Il pacchetto del Guardasigilli Orlando è fermo da tempo a Palazzo Chigi (su autoriciclaggio, prescrizione, falso in bilancio). Il 24 giugno in calendario in Senato anche il ddl Anticorruzione, di iniziativa parlamentare Unioni civili Il premier ha indicato tra le priorità anche un provvedimento sulle unioni civili. Il ddl del governo dovrebbe arrivare a settembre: non sarà prevista la possibilità di adozioni per coppie dello stesso sesso Senato e legge elettorale In discussione anche le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale: già slittate da maggio (il calendario iniziale prevedeva il sì in prima lettura entro il mese scorso, con la nuova legge elettorale) il testo su nuovo Senato e Titolo V è in commissione a Palazzo Madama GAMBELLARA (Vicenza) — Da boy scout gli devono avere insegnato che il toro è sempre meglio prenderlo dalle corna e così Matteo Renzi, invitato alla prima assemblea congiunta degli industriali di Vicenza e Verona, non solo non ha eluso il tema-chiave del fisco ma ne ha fatto il centro del suo intervento. La frase-calembour che sarà ricordata a lungo da queste parti è: «L’Agenzia delle Entrate deve essere il consulente delle aziende. Più che Stato di polizia facciamo pulizia». Poco prima il presidente della Confindustria veronese, Giulio Pedrollo, aveva definito l’insostenibile pressione fiscale italiana come «un esproprio legalizzato». E il premier si è messo in sintonia con lui e la platea dei 3 mila industriali presenti nel grande capannone dell’azienda Perlini, portando a casa un numero imprecisato di applausi. La luna di miele tra Renzi e l’imprenditoria veneta continua, dopo il voto alle europee ieri se ne è avuta una nuova conferma, anche se è stato lo stesso premier a introdurre nel clima dei festeggiamenti un elemento di realismo: «So che molti di voi hanno votato Pd non perché ci considerate bravi, non mi illudo. L’avete fatto con l’animo di chi dice “proviamo pure questa, Renzi è l’ultima spiaggia”». Se il Pil italiano fatica a rimettersi in moto, a sentire i discorsi fatti sul palco da Pedrollo e dal suo collega vicentino Giuseppe Zigliotto, il Veneto qualche deciso passo in avanti già l’ha fatto. Le ore di cassa integrazione sono state dimezzate, a Vicenza gli indicatori della produzione nel primo trimestre 2014 hanno fatto segnare addirittura +2,5%, a Verona il tasso di disoccupazione è addirittura a livelli tedeschi ovvero sotto il 6%. «Vada avanti, presidente — ha detto Pedrollo — non ascolti le corporazioni e conti pure su Confindustria. Non si preoccupi se nel breve dovesse perdere consenso perché se farà le riforme lo riavrà con gli interessi». Per favorire il business e aiutare la ripresa gli industriali veneti vorrebbero fortemente la Tav tra Milano e Venezia e Zigliotto si è spinto a proporre a Renzi un patto: «Voi ci tagliate le tasse del 30% e noi aumentiamo gli investimenti del 50%». In un ambiente così orientato all’ottimismo Renzi è stato attentissimo a non passare il segno. A non apparire come un venditore di pentole. «Non vi posso dire che abbasserò le tasse ma posso promettervi che ne renderò più semplice il pagamento. Perché sulla Tasi ad oggi ci ho capito poco anch’io». Assieme a norme più snelle il premier ha indicato come prioritario «un rovesciamento culturale» che non porti più a considerare «il cittadino come un evasore fiscale» solo perché magari fa un errore formale compilando la dichiarazione dei redditi. Musica per le orecchie degli industriali veronesi e vicentini che non hanno avuto remore a sottolineare il proprio consenso. Sulle infrastrutture il premier ha promesso un decreto sblocca Italia entro il 30 luglio, ha invitato la platea a non contrapporre la Tav del Nord Est a quella che dovrà collegare Napoli e Bari («abbiamo bisogno di un Sud che riprenda a 37,5 25 20,3 per cento i voti al Pd in Veneto alle Europee 2014 per cento il risultato pd alle scorse Politiche per cento i voti al Pd in Veneto alle Regionali 2010 correre») e comunque ha fatto capire di essere favorevole ad investimento di modernizzazione della linea ferroviaria tra la Lombardia e il Veneto. Nelle prime file ad ascoltare Renzi c’era l’eurodeputata Alessandra Moretti indicata dalla vox populi come la carta che il Pd potrebbe giocare nel 2015 per strappare la Regione alla Lega. Il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, invece non si è fatto vedere. La politica in senso stretto però è rimasta fuori dall’assemblea e l’esplosione del caso Mose non è sembrata preoccupare più di tanto né gli speaker né la platea. La convinzione comune dei 3 mila imprenditori che hanno affollato il capannone di Gambellara è quella di rappresentare «il Veneto di mercato» che chiede allo Stato poche regole e meno tasse ed è dispostissimo a fare il suo mestiere. A far ripartire gli investimenti e a dare occupazione. Renzi lo ha captato e in un passaggio ha riconosciuto esplicitamente il valore dell’antropologia positiva in salsa Nord Est. «Voi fate impresa non solo per gli sghèi altrimenti avreste chiuso le aziende e investito nella finanza. Siete qui perché creare aziende è un elemento che trascina la vostra comunità». E così, almeno per una sera, la polemica sul ruolo dei corpi intermedi è rimasta a Roma. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le scelte Il Democratellum dei 5 Stelle «Noi facciamo sul serio» La proposta: proporzionale «corretto» e preferenze E Grillo scrive al premier. L’obiettivo: uscire dal limbo ROMA — «Facciamo sul serio». Beppe Grillo ci mette la faccia e il blog. E dà continuità all’improvvisa apertura a Matteo Renzi chiedendo ufficialmente un incontro al presidente del Consiglio per parlare di legge elettorale. Incontro che potrebbe esserci già la prossima settimana. «Vogliamo uscire dal limbo», certifica Luigi Di Maio. Qualunque siano le motivazioni, l’offerta di disponibilità smuove le acque e rimette in discussione il vecchio patto sull’Italicum, già traballante, siglato tra Renzi e Silvio Berlusconi. Sul blog Grillo pubblica una «lettera aperta» firmata «M5S Camera e Senato». Rivolgendosi a Renzi con un rispettoso «Lei» che prende il posto di sberleffi e insulti, i 5 Stelle descrivono la loro proposta di legge elettorale, definita «Democratellum». Si tratta, scrivono, di «un sistema proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sen- Il 40 per cento Il sistema, opposto all’Italicum, consente di dare la maggioranza dei seggi a chi ottiene il 40% sibilmente selettivo, consente l’accesso al Parlamento anche alle forze politiche piccole». Un sistema che «favorisce la governabilità, senza presentare profili di incostituzionalità. Il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori». Tra le novità, la possibilità di dare «preferenze negative», per penalizzare i cosiddetti «impresentabili». Il sistema è proporzionale, ma corretto e consente di dare la maggioranza dei seggi anche a un singolo partito che ottiene il 40-41 per cento dei voti. Nulla di più lontano dall’Italicum, apparentemente. Ma a partire da questo, Grillo e i suoi vogliono un confronto con Renzi, «naturalmente in streaming». Secondo i maligni, la svolta non è altro che un grimaldello per aprire una crepa nel Partito democratico e insinuarsi tra le pieghe di un già difficile accordo con Forza Italia. Comunque sia, per reale volontà politica o per mero espediente tattico, i 5 Stelle sono usciti dall’impasse nella quale erano caduti da mesi. E si sono messi a fare politica, prendendo atto del fallimento dei proclami di vittoria, #vinciamonoi, incautamente lanciati prima del voto. «Il tentativo di far cadere il governo Renzi è fallito — spiega Di Maio — La vita della legislatura si configura più lunga e la nostra vuole essere una risposta con i fatti alle Europee». Per questo, aggiunge il capogruppo alla Camera Giuseppe Brescia, «abbiamo de- WELCOME TO OUR WORLD Le motivazioni Il giudice: Grillo fu sprezzante con i carabinieri «Sprezzante». Beppe Grillo quando entrò nell’ormai famosa baita in val Clarea si dimostrò «sprezzante degli avvertimenti» ricevuti dal comandante dei carabinieri di Susa sul fatto che l’area era inviolabile in quanto sotto sequestro. Di qui, la condanna a quattro mesi di reclusione inflitta al leader stellato dal giudice del Tribunale di Torino Elena Rocci, di cui ieri sono state rese note le motivazioni. Lo stesso Grillo, nello scorso febbraio, postò sul suo blog un video sulla vicenda in cui nel finale sventolava un paio di manette: «Mi hanno invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina». Quanto al sigillo«era già portato via dal vento», come scritto nella notifica. ciso di essere più propositivi». A costo anche di prendersi le legittime ironie degli espulsi, trattati come appestati per aver chiesto proprio questo, il dialogo: «I prodi e proni capigruppo — scrive l’ex Francesco Campanella — obbediscono ai Capi Supremi e come un sol uomo dichiarano: credere, obbedire, dibattere!». Allusione al repentino cambio di parola d’ordine, accolto senza fiatare anche dai pasdaran dell’isolazionismo. Ma sia chiaro, aggiungono i dirigenti dei 5 Stelle, «questa è un’apertura di merito sui singoli provvedimenti, non sul governo». E fanno esempi di altri atteggiamenti simili: l’anticorruzione, i nomi sulla Corte costituzionale, lo stop ai vitalizi ai mafiosi. In realtà è la prima volta che, con relativo annuncio dall’alto, si decide una trattativa diretta con il presidente del Consiglio. Di Maio assicura che non si tratta di una presa in giro: «Non andiamo a vendere un prodotto a scatola chiusa. Vedremo cosa verrà e cosa ci sarà da discutere». E se viene o non viene Renzi in persona non è un problema: «A noi interessa il risultato, non ci impicchiamo su una presenza o meno». © RIPRODUZIONE RISERVATA Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Danilo Toninelli «Con questa legge potremmo valutare anche alleanze Deciderà la Rete» I principi Partner privilegiato dell’aeronautica fin dai suoi esordi, Breitling si è imposto come la marca mitica per tutti i piloti del mondo. Il nuovo Chronomat Airborne, serie speciale del Chronomat creato trent’anni or sono per l’élite degli aviatori, unisce una robustezza a tutta prova con tutte le prestazioni di un autentico strumento per professionisti. Progettato in vista delle missioni più estreme, ospita un calibro manifattura Breitling 01, certificato come cronometro dal COSC – la massima autorità ufficiale in tema di precisione e di affidabilità. Benvenuti nel mondo dell’audacia e delle grandi imprese. Benvenuti nel mondo di Breitling. B R E I TLIN G.COM ❜❜ CHRONOMAT AIRBORNE Le trattative Ci sono principi della nostra proposta che non toccheremo. Ogni 10 preferenze negative contro un candidato la lista perde un voto ROMA — In passato aveva definito l’Italicum, l’intesa sulla legge elettorale tra Pd e Forza Italia, «carta igienica» e un «obbrobrio democratico». Ora Danilo Toninelli, uno dei padri della proposta di legge del Movimento 5 Stelle, non si tira indietro. Ma spiega perché il «Democratellum» (copyright Grillo-Casaleggio) sarebbe una buona base di partenza per la trattativa della nuova fase. Come si fa a discutere, conciliando Italicum e Democratellum, che sono il giorno e la notte? «L’Italicum è schifoso, il Democratellum ottimo». Ecco, senatore Toninelli, se partiamo così, forse il dialogo finisce subito. «Sono troppo autoreferenziale? Comunque, l’Italicum è morto e sepolto. E incostituzionale. Non si può partire da lì. Ha un premio di maggioranza folle e non dà la preferenza agli elettori». Dunque si discute solo a partire dalla vostra proposta? E quanto si può cambiare Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Schede Il Movimento 5 Stelle ha presentato ieri la sua proposta di riforma della legge elettorale, definita «Democratellum», che dovrebbe essere sottoposta a Renzi durate l’incontro chiesto dagli stessi stellati. Nella foto, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il deputato Danilo Toninelli illustrano una delle due schede per il voto (LaPresse) ITALICUM Più forti CORREZIONI MAGGIORITARIE Licenziati 41 dipendenti del vecchio Pdl Meno forti L’impianto proporzionale è corretto dalla dimensione delle circoscrizioni: sono 42, di grandezza intermedia, e questo crea uno sbarramento «naturale» (ad esempio, superiore al 5% nelle 33 circoscrizioni che assegnano il 60% dei seggi) PREMIO DI MAGGIORANZA Il premio di maggioranza è assegnato al primo turno se un partito o coalizione supera il 37%: ottiene fino a 340 seggi su 630. Se nessuno raggiunge la soglia si va al ballottaggio tra i primi due (chi vince ha 321 seggi). Il resto dei seggi è diviso su base proporzionale No Forza Italia alla finestra: inutile trattare con loro, no a giochi su più tavoli DEMOCRATELLUM Il Paese è ripartito in piccole circoscrizioni (fino a 120), che assegnano fino a sei seggi. Correzioni in senso maggioritario sono: premio di maggioranza e soglie di sbarramento (8% per i partiti che corrono da soli, 4,5% per i coalizzati, 12% per le coalizioni) Sì Il centrodestra Berlusconi concentrato sul processo Ruby Non prevede premio di maggioranza. Ma, sottolineano i 5 Stelle, grazie alle correzioni (dimensioni dei collegi e sistema di attribuzione dei seggi) un partito oltre il 40% può ottenere più della metà dei seggi. Non prevede coalizioni PREFERENZE Non è previsto il voto di preferenza. In ciascun collegio i partiti presentano listini bloccati (da 3 a 6 candidati). Sarà possibile per i singoli candidati presentarsi in 8 collegi diversi No Sì Le schede sono due: una per il voto al partito l’altra per la preferenza. Si può esprimere un voto negativo contro un candidato: il partito sarà penalizzato. Vietate le candidature in più collegi C.D.S. «Sulla nostra proposta vogliamo aprire una discussione. Ci sono principi cardine diversi dall’Italicum e che non vogliamo toccare. Ma sulle tecnicalità si può discutere». È sui principi il problema. Per il pd Guerini il vostro proporzionale non garantisce governabilità. «Si sbaglia, si confonde tra governabilità sana e vittoria certa. Il Consultellum prevedeva una governabilità drogata e maggioranze fragilissime. La possibilità per i partiti di allearsi prima del voto li rendeva ricattabili». Voi come rimediate? «Riduciamo la frammentazione e il potere dei piccoli partiti. E consentiamo a un singolo partito, e questo è rivoluzionario, di andare da solo al governo con il 40 per cento dei voti». Non facilissimo. «Se non ce la fa, si allea». Ma l’elettore vuole sapere prima del voto se i 5 Stelle si alleeranno con il Pd o con la Lega. «Le alleanze fatte prima del voto sono per spartirsi le poltrone. Quelle dopo, sono programmatiche». Anche voi potreste allearvi? «Se necessario sì, ma deciderà la rete. Le alleanze dopo il voto sono l’ossatura della democrazia. Altrimenti avremmo la dittatura di un partito». Incuriosisce il meccanismo del voto disgiunto e della preferenza negativa. «Ci sono due schede. Sulla prima si mette il voto alla lista. Sulla seconda le preferenze, che si possono dare anche a candidati di un’altra lista. Si possono Chi è Attivista Danilo Toninelli, 39 anni, è nato a Soresina in provincia di Cremona. Si è laureato in giurisprudenza a Brescia e prima di essere eletto a Montecitorio faceva l’impiegato assicurativo Gli incarichi Eletto alla Camera alle politiche 2013, è stato attivista del Movimento 5 Stelle di Crema dal 2009. Nel 2010 è candidato alle Regionali lombarde. È vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali e membro della Giunta per il Regolamento ROMA — Raccontano di un Silvio Berlusconi sempre più distante dai temi che occupano la scena della politica, concentrato quasi esclusivamente sul processo d’appello sul caso Ruby che venerdì riprenderà a Milano, angosciato per la paura che domina le sue giornate da ormai due anni: «Rischio di finire in galera a lungo». Un pensiero fisso che cancella quasi tutti gli altri, gettando nello sconforto chi, nel partito, dovrebbe prendere posizione e decisioni. Invece, in Forza Italia, l’impressione è che si navighi a vista. Con alcune parole d’ordine, ma con una rotta non segnata. Sul tema delle riforme, nessuno se la sente di dire quale sarà alla fine la decisione degli azzurri. Paolo Romani assicura che «non c’è preoccupazione» per la mossa di Grillo, perché «dove vanno se propongono un sistema elettorale che è l’opposto dell’Italicum? E anche sul Senato, finora il M5S si è schierato contro il testo del governo». Detto questo «noi siamo ancora in attesa che Renzi ci dica cosa vuole fare: alle nostre obiezioni non hanno risposto». Anche per questo si cerca di rimanere sulla scena conquistandosi un po’ di centralità grazie a un tema caro all’elettorato del centrodestra. La proposta messa a punto da Renato Brunetta — che prevede una raccolta di firme sul presidenzialismo — sarà ufficialmente lanciata da Berlusconi domani in una conferenza stampa, sempre che nel leader non prevalga il malumore di ieri sera e alla fine non diserti l’incontro. Se sarà confermato, Berlusconi dovreb- mettere anche una o due preferenze negative: ogni dieci che colpiscono un candidato, la lista in media perde un voto. È un meccanismo che abbiamo preso dalla legge elettorale svizzera». E il voto disgiunto? «Aiuta a combattere il voto di scambio. Si vota una lista e si può dare la preferenza al candidato di una lista diversa. Se l’avvocato di Totò Riina, mettiamo, candidato da Forza Italia, ottiene 100 mila preferenze ed è il più votato e Forza Italia invece ottiene 10 mila voti, insufficienti ad avere dei seggi, con questo meccanismo resta fuori». In un giorno il Renzi ebetino, massone e dittatore è diventato buono per le riforme. Un po’ strano no? «Ora abbiamo una legge elettorale e Renzi è legittimato dal voto. Abbiamo preso atto di non aver vinto». I vostri dissidenti volevano discutere con il Pd: li avete irrisi e cacciati. «Non era l’unica motivazione». Sul Senato siete pronti a discutere? «Noi discutiamo su tutto. Ma la riforma di Renzi non ci piace assolutamente. È falso che riduca i costi, ed è falso che acceleri l’iter». Abbiamo visto spesso l’estenuante ping-pong tra Camera e Senato, che può durare mesi. «Grazie a Dio. Abbiamo 350 mila leggi: meglio poche e ben fatte». Il fatto che siano poche non vuol dire che siano buone. «Il fatto che siano tante, vuol dire sicuramente che non sono buone». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Lega Nord Salvini e Alfano, incontro in Sicilia «La responsabilità morale di tutto quello che avviene, anche in mare, sull’immigrazione è di Matteo Renzi». Così Matteo Salvini durante la sua visita in Sicilia (foto Ansa), dove ha anche incontrato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il punto be ripetere quello che lo stesso Brunetta sostiene in queste ore: «Per noi i temi del Senato, del Titolo V e della legge elettorale non possono essere sganciati dalla riforma delle riforme, quella del presidenzialismo». E, è l’avvertimento, Renzi «non pensi di poter giocare su 3 o 4 tavoli, con i suoi, la Lega, Grillo e infine noi. Non ci stiamo». Si vedrà se nelle prossime ore si arriverà a una stretta nella trattativa sulle riforme, magari con un faccia a faccia tra Renzi e Berlusconi che però l’ex premier non sembra affatto desiderare. Intanto, nel partito cresce la richiesta di arrivare alla scelta di un gruppo dirigente riconosciuto e legittimato: «Serve una segreteria, o lavorare è molto difficile», dice Paolo Romani. Il tutto mentre Raffaele Fitto continua il suo tour per l’Italia senza replicare direttamente a Maria Rosaria Rossi che dando voce alla rabbia di Berlusconi lo ha definito «un professionista della politica». Lui conferma la sua richiesta di primarie e avverte: «Da qui non me ne vado». Costretti a lasciare il partito sono invece 41 dipendenti del vecchio Pdl (molti di area ex An), non riassorbiti in Forza Italia, che ieri hanno ricevuto una lettera di licenziamento. Gli oltre 80 milioni di debiti — coperti da una fidejussione di Berlusconi — hanno portato a una decisione che era nell’aria ma che resta molto dolorosa: «Potevano almeno telefonarci», lo sfogo degli «epurati». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA I nodi da sciogliere nel centrodestra Le tensioni interne a Forza Italia sono tutt’altro che esaurite: Raffaele Fitto continua a girare l’Italia per lanciare la sua proposta di primarie nel partito I dubbi sul patto del Nazareno Il rapporto con Renzi, inaugurato dall’incontro al Nazareno, ha subito sorti altalenanti, con Berlusconi che ha accusato il premier di non rispettare i patti Le riforme e l’irruzione di Grillo Le trattative sulle riforme, a partire da Senato e legge elettorale, sono state scosse dalla decisione di Grillo di trattare a sua volta con Renzi Presidenzialismo, la raccolta di firme Berlusconi è deciso a lanciare una raccolta di firme per l’elezione diretta del capo dello Stato, vecchia bandiera del centrodestra 12 Primo Piano Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 I partiti Le scelte Pensionamento anticipato dei giudici I dubbi del Csm: aperto un dossier Domani il verdetto del plenum sullo scontro interno alla procura di Milano ROMA — È la vigilia del giorno cruciale per la procura di Milano. Domani il plenum del Csm dovrà valutare se le accuse mosse al capo dell’ufficio Edmondo Bruti Liberati, dal suo vice Alfredo Robledo, di aver violato le procedure nell’assegnazione delle inchieste, inclusa quella su Ruby, devono essere archiviate oppure no. La prima e la quinta commissione proporranno solo la segnalazione delle anomalie e dei comportamenti alla commissione incarichi e ai titolari delle azioni disciplinari, per entrambi. Ma si attende una relazione di minoranza più severa. Intanto però tiene banco a Palazzo Marescialli l’allarme sul pensionamento anticipato dei giudici. Un provvedimento capace di decapitare molti uffici giudiziari e collegi giudicanti. Problema non risolto dalla norma transitoria, si teme al Csm. Per questo ieri Riccardo Senato Il presidente del Senato Pietro Grasso ieri ad un convegno con il commissario antiracket Elisabetta Belgiorno Fuzio, togato di Unicost e presidente della Commissione regolamento, ha chiesto l’apertura di una «pratica urgente» affinché siano valutati i vari elementi di «inadeguatezza» della disciplina transitoria che terrebbe in servizio fino al 2015 solo quelli al vertice degli uffici. Riservare un trattamento diverso ai magistrati ultrasettantenni, a seconda che ricoprano o meno incarichi di vertice, si fa notare, è in con- trasto con il principio costituzionale per cui i magistrati si distinguono solo per diversità di funzioni. Ma preoccupa anche il possibile esodo dei magistrati 70enni (o con più di 66 anni) che non potrebbero più concorrere per gli incarichi direttivi di durata quadriennale. Con la loro uscita salterebbero i collegi giudicanti e forse i processi. Una situazione resa più tesa dalla norma sull’azione civile diretta contro i magistrati, passata alla Camera. Il ministro Orlando riceverà a breve l’Anm che protesta contro il ddl. «Non si tratta di una difesa corporativa — spiega Rodolfo Sabelli — ma pensare che chi, anche a torto, si ritiene danneggiato, potrà in qualsiasi momento intentare un’azione civile diretta contro il magistrato, senza il filtro dello Sta- to, è incostituzionale e viola l’indipendenza del giudice. Intanto scatterebbe, immediata, l’incompatibilità del giudice con l’imputato e poi è evidente la funzione di intimidazione». Ma il pasticcio è ancora più grosso. Al Senato c’è già, in commissione giustizia, una norma sulla responsabilità civile dei magistrati. E lo stesso presidente della commissione forzista, Nitto Palma, annuncia che del provvedimento passato alla Camera non si terrà conto. «In settimana — anticipa — voteremo i nostri emendamenti. Se il nostro ddl che è una disciplina organica sulla responsabilità civile dei magistrati, e non prevede l’azione diretta, dovesse passare è chiaro che quell’emendamento della Camera verrà soppresso». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso La proposta è basata sul modello tedesco: unioni, anche omosessuali, equiparate a un matrimonio, ma senza possibilità di adottare Unioni civili, il Pd si muove. Tensioni nella maggioranza Il premier: legge a settembre. Forza Italia apre, ma Quagliariello: «No a fughe in avanti» ROMA — Nell’agenda del governo Renzi le Unioni civili hanno conquistato il posto d’onore. «Le faremo a settembre», ha detto il presidente del Consiglio. E Ivan Scalfarotto, il sottosegretario del Pd alle Riforme, ha rilanciato con gioia l’hastag preferito da Matteo Renzi: «È #lavoltabuona», perché il premier ha parlato esplicitamente di un «modello alla tedesca». Ha dettato chiaramente i tempi, con i suoi modi che non ammettono deroghe. E così adesso un testo di legge vero e proprio preparato dal governo non c’è, ma le indicazioni sono state ben chiare: il modello tedesco, Le misure tradotto, vuol dire equiparare le unioni Il registro civili, anche Il governo omosessuali, lavorerà a ad un matrisettembre sulle monio a tutti unioni civili. Il gli effetti. Con modello è quello tedesco. un’unica limiUna coppia omosessuale tazione: nespotrà iscriversi nel suna possibiregistro delle unioni civili: lità di adoziodiritti e doveri saranno ne di bambicosì in linea con (ma non ni. del tutto uguali a) quelli U n’ i p o tes i del matrimonio di legge che non dovrebbe I diritti trovare ostaSaranno estesi coli all’interanche alle no del Pd, ma unioni civili che ha già un soprattutto diritti in chiaro diniemateria assistenziale ed go da un alleeconomica: la reversibilità ato del goverdella pensione o la no: di questo successione, in caso della modello tedemorte di uno dei partner; sco, che cono il riconoscimento della ferisce alle coppia nei bandi dei unioni civili servizi degli enti locali tutti i diritti del matrimoAdozioni nio, nel Ncd Le unioni civili non ne votra persone g l i o n o p ro dello stesso prio sapere. sesso non «Siamo diprevederanno la possibilità sposti a metdi adottare figli. È uno dei tere mano al temi di maggiori divisioni codice civile nella maggioranza. Non è per adeguare i escluso, però, che possa diritti. Ma essere permessa l’adozione non accettiadel figlio naturale del mo alcune coproprio compagno se. Quando è nato il governo, il tema delle unioni civili è stato messo sul tavolo », garantisce il ministro Ncd Maurizio Lupi. E spiega: «Tre cose sono state chiarite: non si dovevano equiparare le unioni civili alla famiglia, niente adozioni e niente pensione di reversibilità». Critico anche il parere del senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Ncd: «Per noi il matrimonio resta quello fra uomo e donna e la famiglia resta quella fondata sul matrimonio. Fin qui nessuno ha mai proposto questi temi a livello di governo e non accetteremo fughe in avanti. Per noi la priorità è un’altra: pro- muovere una legge d’iniziativa popolare per aiutare fiscalmente le famiglie che in questi tempi difficili hanno il coraggio di mettere al mondo i figli». Un’ipotesi di legge che trova l’ostacolo di un alleato di governo, ma trova invece una porta spalancata da parte di Forza Italia. Già nei giorni scorsi era stata Francesca Pascale e Toti La compagna dell’ex Cavaliere e il consigliere politico di Forza Italia hanno indicato che il partito è pronto a sedersi attorno a un tavolo per normare le unioni civili Pascale, la donna più vicina a Silvio Berlusconi, a proclamare una grande apertura alle unioni civili. Adesso si aggiunge, a darle manforte, l’autorevole voce dell’uomo che oggi è più vicino al leader di Forza Italia: Giovanni Toti. Non ha dubbi il consigliere politico di Silvio Berlusconi:«In un partito liberale come è Forza Italia, non possiamo non difendere la libertà di affetti anche omosessuali, così come facciamo con il censo e la religione. Penso che si possano trovare abbastanza margini di convergenza per una discussione su questi temi. L’importante è che tutti si mettano da parte gli elementi ideolo- Nel mondo gici». Giovanni Toti ragiona e Germania In Germania, le pensa alle pa«partnership» role di papa omosessuali Francesco: sono riconosciute «Anche il pondal 2001. Le unioni gay tefice ha sollegodono di tutti i diritti e i citato una ridoveri previsti per i flessione su matrimoni eterosessuali, questi temi. tranne le adozioni. Ma Penso che sia se uno dei due coniugi ha davvero arriun figlio naturale, l’altro vato il mopartner può adottarlo mento di mettere seriamente mano al diFrancia ritto per fare Un anno fa, la questa legge. Francia ha Per noi la cosa legalizzato le importante è nozze gay e le che non si facadozioni da parte delle cia una legge coppie omosessuali. «Il che leda in matrimonio — si legge qualche modo nella nuova versione del i diritti dei ficodice civile — è gli o i diritti contratto tra due persone della famiglia di sesso opposto o dello tradizionale». stesso sesso» Il consigliere politico di Usa Negli States, la Berlusconi dilegislazione ce quindi che sulle unioni gay il partito è varia da Stato a pronto a seStato: 19 quelli che dersi attorno riconoscono il matrimonio ad un tavolo omosessuale. La situazione per normare le è in evoluzione. Nel 2013 unioni civili: la Corte suprema ha abolito «Siamo pronti il Dma: la legge che ad un dibattito riconosceva il matrimonio tra le forze posolo se tra uomo e donna litiche parlamentari su un testo di legge che parli di unioni civili in senso serio, come abbiamo fatto per le riforme. L’importante è che Matteo Renzi non faccia presentare i suoi ad un dibattito con tra le mani un testo blindato». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Le tangenti in Veneto Proteste a Venezia, sospeso il Consiglio Caos dentro e fuori dal Comune. Meneguzzo: Milanese era insospettabile DALLA NOSTRA INVIATA Venezia — «Voglio dire con assoluta chiarezza che non ho intenzione di ricandidarmi, né con i partiti né senza partiti». Il sindaco dimissionario di Venezia Giorgio Orsoni stava dicendo questo, ieri, mentre altrove i pubblici ministero del caso Mose stavano interrogando due dei protagonisti dell’inchiesta (Roberto Meneguzzo e Patrizio Cuccioletta) e mentre fuori dall’aula consiliare di Mestre la tensione è salita fino a costringere i poliziotti a intervenire con i lacrimogeni per evitare contatti fra gli attivisti di Forza nuova e gruppi di ragazzi di centri sociali e associazioni di sinistra. Sono arrivati tutti assieme, sotto le finestre dell’aula consiliare, a urlare slogan anti Orsoni, anti pd, anticorruzione, a insultarsi a vicenda e a cercare lo scontro fisico che gli agenti hanno scongiurato non senza fatica. Anche all’interno del palazzo, subito dopo l’intervento dell’ormai ex sindaco (che ha deciso di lasciare perché coinvolto nell’inchiesta sul Mose e ora in attesa che il giudice decida sulla sua richiesta di patteggiamento) il Consiglio è stato sospeso per evitare disordini dopo le invettive del pubblico e dopo che qualcuno (non è chiaro chi) ha lanciato una secchiata d’acqua dal primo piano contro i Tafferugli Il lancio di un tavolino. Sotto, l’ex sindaco Orsoni sostenitori di Forza nuova fermi in un sit-in davanti all’ingresso del Comune. Alla fine la giornata politica si è chiusa con la stesura di una mozione che il centrosinistra dovrebbe votare lunedì: poche righe per chiedere al governo e al parlamento una commissione d’inchiesta parlamentare sulle attività del Consorzio Venezia Nuova (Cnv), il potentissimo ente lagunare che sta costruendo il Mose. Il documento chiede di smantellare, in sostanza, il Cnv e di verificare la tenuta tecnica, ambientale e scientifica del progetto. Sul fronte giudiziario ieri è stato il giorno di due interrogatori importanti. Quello di Roberto Meneguzzo, l’uomo che con la sua Palladio Finanziaria è il simbolo del salotto buono della finanza del Nordest, arrestato per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. E quello di Patrizio Cuccioletta, il magistrato delle acque che aveva il compito di controllare i lavori per conto Imbarazzo di Zoggia Si fa sostituire in Giunta ROMA — Con una lettera riservata, inviata al presidente dei deputati democratici, Davide Zoggia ha fatto un primo passo indietro. L’onorevole del Pd ha chiesto a Roberto Speranza di sostituirlo nella Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, i cui membri sono chiamati in questi giorni a esaminare il caso di Giancarlo Galan. Per l’ex presidente del Veneto i giudici che indagano sulle mazzette del Mose hanno chiesto la custodia cautelare ed entro luglio la Camera sarà chiamata a concedere (o negare) il via libera. E poiché il nome di Zoggia è spuntato nelle carte della stessa inchiesta, l’ex esponente della segreteria di Bersani ha deciso di togliersi dall’imbarazzo. Un gesto che nel partito è stato accolto con generale sollievo, ancor prima di essere ufficializzato. «Gesto di assoluta correttezza», approva Walter Verini. E Danilo Leva: «Per questioni di opportunità un passo indietro di Zoggia dalla Giunta ci potrebbe anche stare». Da giorni i colleghi di partito parlavano di lui con preoccupazione. Diversi renziani avevano discusso con Speranza, sia pure senza clamore, dell’opportunità di sostituirlo in Giunta. E così il già presidente della Provincia di Venezia — che gli amici descrivono «molto provato per essere stato sbattuto sui giornali» — si è deciso e ha scritto al capogruppo. Una missiva in cui ribadisce di non essere indagato e di non essere direttamente coinvolto nella vicenda: «Caro Roberto, per non mettere in difficoltà il partito di cui mi onoro di far parte...». Speranza ha apprezzato. «Davide ha fatto un bel gesto, che non era dovuto e che nessuno gli aveva chiesto — ha spiegato il capogruppo ai suoi —. Non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia, ha dimostrato di avere a cuore l’interesse generale». Zoggia, che ai tempi di Bersani segretario ha guidato gli Enti locali, sarà sostituito dalla collega Laura Garavini. Un avvicendamento pro tempore, perché lascerà il suo scranno in Giunta soltanto finché la commissio- ne non avrà concluso i lavori sul caso Galan. La mossa era nell’aria sin da sabato, da quando Matteo Renzi, all’assemblea nazionale dell’Ergife, aveva lanciato un forte monito riguardo al Mose: «Chi sa, vada dai magistrati e parli». Una moral suasion che i democratici avevano interpretato come rivolta a Zoggia, o anche a lui. A fare il suo nome ai giudici è stato il sindaco dimissionario di Venezia indagato per finanziamenti illeciti. Giorgio Orsoni ha parlato di «insistenze reiterate e pressanti del Pd, avanzate dai suoi responsabili politici e contabili, Zoggia, Deputato L’onorevole Davide Zoggia è stato eletto alla Camera lo scorso anno. È stato presidente della Provincia di Venezia dal 2004 al 2009 e responsabile organizzativo del Partito democratico per cinque mesi dal giugno al dicembre 2013 (Errebi/ Mirco Toniolo) Marchese e Mognato». Presunte pressioni per incassare i finanziamenti di Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova. Due giorni fa, riguardo alla campagna elettorale di Orsoni, gli avvocati di Zoggia hanno affermato in una nota che il loro assistito diede «indicazioni solo di natura politica» e che mai avrebbe partecipato ad alcun incontro in cui si sia parlato di finanziamenti elettorali. Ieri mattina Zoggia era alla Camera. Ma mercoledì scorso, quando la Giunta ha cominciato a compulsare le carte del caso Galan, il deputato bersaniano ha disertato la riunione. La commissione è convocata mercoledì 25 giugno per l’audizione del deputato di Forza Italia e Zoggia, anche questa volta, non ci sarà. Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA polaroideyewear.com P8443D Il caso Avrebbe dovuto decidere dell’arresto di Galan dello Stato e che invece secondo la ricostruzione della procura avrebbe intascato mazzette per centinaia di migliaia di euro. I pubblici ministeri Stefano Ancilotto, Stefano Buccini e Pa- Il sindaco dimissionario Orsoni: «Non ho alcuna intenzione di ricandidarmi, né con i partiti né senza» ola Tonini hanno chiuso i verbali dopo molte ore e hanno deciso di secretare quel che ha raccontato Cuccioletta, apparso molto provato e più disponibile a raccontare dettagli rispetto alla volta precedente quando aveva giurato che «credevo fossero regali». Meneguzzo ha negato di aver mai intascato mazzette: «Io avevo un contratto di consulenza finanziaria con il Consorzio e ho cercato le banche per avere a tassi bassi gli anticipi dei soldi del Cipe» ha spiegato. I pm hanno insistito sui suoi rapporti con Marco Milanese, braccio destro dell’ex ministro Giulio Tremonti, e con altri personaggi romani, politici e non. «I contatti erano dettati dalla mia attività professionale» è in sostanza la risposta registrata nel verbale. «Sono persone che all’epoca erano al di sopra di ogni sospetto». Di tangenti, ha ripetuto Meneguzzo, «non ho mai saputo nulla. Non ho preso un euro». Ieri mattina, il tribunale dei ministri si è riunito per la prima volta per valutare la posizione dell’ex ministro dell’Ambiente e dei Trasporti Altero Matteoli finito nell’inchiesta (lui nega ogni addebito) perché ritenuto beneficiario di 120 milioni di euro per bonificare una parte dei Marghera. Sarà sentito il 27 giugno. Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA I pm su Expo «Giudizio immediato per Rognoni» Richiesta di giudizio immediato per l’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni e altre 7 persone nell’ambito dell’inchiesta su una serie di appalti truccati per i lavori Expo. L’hanno avanzata il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e i pm Paola Pirotta e Antonio D’Alessio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Carige Berneschi, nuova accusa di aggiotaggio Una nuova accusa per Giovanni Berneschi arrestato il 22 maggio nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi truffa ai danni della Carige. L’ex presidente dell’istituto di credito è infatti indagato per aggiotaggio. La notizia emerge dal prospetto informativo relativo all’aumento di capitale dell’istituto di credito. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 italia: 51575551575557 SHOP ONLINE WWW.SUNDEK.IT Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Primo Piano 15 italia: 51575551575557 Il governo Le misure Tasi, niente sanzioni per chi paga in ritardo L’ipotesi di versamento al 30 giugno o a fine luglio. Decreto Irpef, voto di fiducia Oggi al Quirinale i decreti su burocrazia e imprese. Eurostat, il record tasse ✒ I provvedimenti di ANTONELLA BACCARO N on ci vorrà molto ormai perché il nodo venga al pettine. Sulla «voluntary disclosure», la regolarizzazione volontaria dei capitali detenuti all’estero, la discussione entra nel vivo domani con l’esame delle proposte di modifica del disegno di legge in commissione Finanze alla Camera. Qui, ieri, sono stati depositati un centinaio di subemendamenti all’emendamento del relatore Giovanni Sanga (Pd) che ha interamente sostituito l’articolo 1 sulla regolarizzazione. Com’è noto, la proposta di Sanga fa salvo il principio originario del provvedimento, nato sotto il governo Letta, quello del pagamento integrale delle tasse e delle imposte con il solo sconto sulle sanzioni e l’esclusione dei reati dichiarativi (non di frode), introducendo una semplice forfettizzazione della tassazione per i capitali minimi, cioè quelli fino a due milioni di euro. Nessun condono. Ma sul suo cammino l’emendamento Sanga ha incrociato il subemendamento Causi (Pd) che recepisce elementi che sono stati espunti dal decreto «Finanza per la crescita», disegnato dal ministero dello Sviluppo economico. Il rientro dei capitali, solo se finalizzato al conferimento all’azienda, comporterebbe un’iscrizione a bilancio come utile con pagamento di un’aliquota del 27%. Non solo. Il subemendamento esclude la perseguibilità anche dei reati di frode fiscale e falso in bilancio. In tutto questo si era inserito il tentativo di Francesco Boccia (Pd) di fare una sintesi delle posizioni, tentativo che però non si è tradotto in un subemendamento, forse per evitare di amplificare lo scontro già in corso nel partito. Tutte le posizioni finora sono apparse legittime, perché Renzi non si è mai pronunciato sul tema, al contrario del ministero dell’Economia, che ha fatto sapere di essere contrario a qualsiasi ipotesi di condono legata al rientro dei capitali dall’estero, proprio nel giorno della presentazione del subemendamento Causi. Chi volesse dilettarsi con la dietrologia aggiungerebbe al quadro anche il ruolo da consigliere del premier che l’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, si è ritagliato dopo la recente nomina a direttore dell’Agenzia delle Entrate di Rossella Orlandi. Visco si è detto fermamente contrario alla voluntary disclosure, proprio perché «il provvedimento rischia di diventare un’amnistia fiscale più estesa di quelle fatte da Tremonti ai suoi tempi». Renzi ascolterà il suo consiglio? © RIPRODUZIONE RISERVATA incertezza circa il campo di applicazione di una norma». In ogni caso il perdono riguarderà solo la Tasi e non l’Imu sulle seconde case, che sempre ieri ha visto scadere il termine per il pagamento della prima rata ma che non ha vissuto le stesse incertezze. Alcuni Comuni, in realtà, si sono portati avanti, annunciando che non applicheranno le sanzioni ai ritardatari: Vicenza, Savona e Brescia fino al 12 luglio, Torino fino al 30 giugno, come Genova che precisa di essere in attesa di «un’indicazione esplicita da parte del governo». Altri ancora hanno scelto di rinviare direttamente la scadenza, come Bergamo e Piacenza, trovando l’applauso di Confedilizia che invita tutti i sindaci italiani a seguire la stessa strada. Insomma, un’indicazione generale del governo potrebbe evitare un nuovo caos sulle scadenze. Come previsto, ieri alla Camera il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto legge che contiene il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti. Nessuna modifica, quindi, né si potrebbe visto che il provvedimento scade tra pochi giorni: il 23 giugno. Dovrebbero essere pubblicati tra oggi e domani in Gazzetta ufficiale i decreti legge sulla Pubblica amministrazione, gli incentivi alle imprese, l’ambiente e l’agricoltura approvati dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dice che l’Italia ha un Il decreto Irpef e il bonus di 80 euro 1 2 3 4 Sul decreto Irpef, che contiene tra l’altro il bonus di 80 euro in busta paga, il governo ieri ha posto la fiducia alla Camera, come già aveva fatto al Senato il 5 giugno scorso. Il provvedimento va convertito in legge entro lunedì 23 giugno. L’aula della Camera voterà la fiducia a partire da oggi e dovrebbe completare le votazioni domani. Arriva la dichiarazione precompilata Sarà il provvedimento-bandiera del nuovo decreto sulle Semplificazioni fiscali, che dovrebbe essere presentato in Consiglio dei ministri questo venerdì, come annunciato ieri dal premier Matteo Renzi. L’adozione della dichiarazione precompilata, su cui sta lavorando il viceministro Luigi Casero (Ncd), potrebbe prevedere un periodo sperimentale. L‘ingorgo dei pagamenti del 16 giugno La prima rata della Tasi negli oltre 2 mila Comuni che hanno deliberato l’aliquota, poi l’Imu su seconde e terze case e su negozi e capannoni, e poi per le imprese, Irpef, addizionali Irpef, Ires, Irap, Iva. È stato un lunedì «nero» per i contribuenti. Cui il governo potrebbe concedere la possibilità di non pagare sanzioni per l’eventuale ritardo del pagamento della prima rata Tasi. La classifica del carico fiscale in Europa ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA Rientro capitali, la battaglia dei condoni ROMA — È in arrivo il perdono per i ritardatari della Tasi. Ieri, negli oltre 2 mila Comuni che avevano deciso per tempo aliquote e detrazioni, è scaduto il termine per il pagamento della prima rata della nuova tassa sulla casa. Ma il debutto dell’imposta è stato accompagnato da una grande confusione, con il balletto sul rinvio della scadenza andato avanti per settimane e chiuso con lo slittamento al 16 ottobre nei 6 mila Comuni che non avevano adottato le relative delibere. Per questo il governo sta per imboccare la strada della clemenza. Il ministero dell’Economia ha allo studio una circolare che chiarisce come, almeno per una prima fase, i ritardatari non dovranno pagare le sanzioni aggiuntive. Lo sconto non è da poco perché la «multa» vale lo 0,2% della somma dovuta per ogni giorno di sforamento nelle prime due settimane, per poi salire progressivamente. Non è ancora deciso se il ministero indicherà una nuova scadenza valida su tutto il territorio nazionale, che potrebbe essere il 30 giugno o il 31 luglio, oppure se si limiterà a stabilire il principio lasciando poi ai sindaci la scelta della data precisa. L’orientamento era stato anticipato nei giorni scorsi dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti (Scelta civica), che aveva considerato applicabile l’articolo 10 dello Statuto del contribuente, quello che tutela il cittadino in caso di «condizioni di obbiettiva Tra il 2011 e il 2012, secondo Eurostat, l’Italia è stata il Paese che in Europa , dopo l’Ungheria, ha conosciuto l’aumento maggiore della tassazione rispetto al Pil, passando dal 42,4% al 44%. L’Italia nel 2012 si è posizionata al sesto posto nella classifica Ue dell’imposizione fiscale/Pil dopo Germania, Francia, Svezia, Finlandia e Belgio. problema di «tassazione eccessiva» e «in parte di mercato del lavoro» ma i veri problemi sono «soprattutto la trasparenza della Pubblica amministrazione, la giustizia civile che costa una marea di soldi, un sistema di certezza del diritto che non viene rispettata». Anche se con dati non proprio aggiornatissimi, relativi al 2012, proprio ieri Eurostat ci ha ricordato che l’Italia è il secondo Paese europeo in cui la pressione fiscale è salita di più: nell’anno dell’Imu introdotta dal governo Monti era arrivata al 44% del Prodotto interno lordo, contro il 42,4% dell’anno precedente. Peggio di noi, sempre nel 2012, ha fatto solo l’Ungheria mentre la media europea resta parecchi punti più in basso, al 39,4%. Intanto, forse per effetto delle nuove possibilità aperte dalla mediazione, scende il numero dei ricorsi presentati da cittadini e imprese alle commissioni tributarie. In t u t to i l 2 0 1 3 s o n o s t a t i 256.814, il 3% rispetto all’anno precedente. Ma le tasse sulla casa continuano ad avere un certo peso nelle statistiche delle irregolarità accertate dalla Guardia di Finanza: tra Imu, Tares e altre imposte dello stesso gruppo, nel biennio 2012-2013 gli evasori denunciati sono stati sono stati 3.607 per un totale di somme non versate al Fisco pari a 21 milioni di euro. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Nel decreto è prevista la riduzione del bonus legato alle cause Avvocati dello Stato, addio premi E partono tre giorni di sciopero Il nodo degli onorari d’oro per i 347 legali pubblici di SERGIO RIZZO ROMA — Il decreto sulla Pubblica amministrazione ancora fisicamente non c’è. Ma la cosa che li ha mandati letteralmente in bestia è un passaggio del quale da giorni si parla. Le versioni (e le voci) cambiano di ora in ora. La sostanza, però, quella non cambia di molto, visto che comunque si risolverà in una bella mazzata alle retribuzioni. Diciamo subito che non si tratta di stipendi esattamente modesti. E soprattutto parliamo di una categoria di persone, gli avvocati dello Stato, che fa parte della crema della nostra burocrazia. Due circostanze che rendono assolutamente clamorosa l’iniziativa di protesta presa dai loro sindacati: uno sciopero di tre giorni. I 347 avvocati dello Stato sono un corpo d’élite con il compito di patrocinare le Pubbliche amministrazioni nelle cause e fornire loro pareri legali. Al pari del Consiglio di Stato o della Corte dei conti, rappresentano un serbatoio dal quale i governi attingono per gli incarichi fiduciari. Per avere un’idea del loro peso basta il curriculum dell’attuale Avvocato generale Michele Dipace: dal 1981 al 2005 quasi ininterrottamente al fianco di ministri di ogni schieramento. Il loro costo (fonte il sito Internet dell’Avvocatura) è di 81,3 milioni l’anno: il che significa 234 mila euro mediamente l’anno a cranio. In casi come questi è sempre opportuno ricordare la famosa storia dei polli di Trilussa: anche se la media dice uno a testa, c’è chi ne mangia due e chi nessuno. In ogni caso sono retribuzioni collocate nella fascia alta del pubblico impiego. Tanto più che la busta paga ha anche una succulenta appendice. E proprio questo è il punto Una norma risalente al 1933 e poi modificata in seguito stabilisce infatti che agli avvocati dello Stato venga corrisposto anche un onorario per le cause vinte o per quelle nelle quali il giudice abbia stabilito la compensazione delle spese fra le parti (in pratica ognuno si paga i suoi legali). Quanti soldi? Negli ultimi due anni, 87 milioni e mezzo. ossia fra i 43 e i 44 milioni l’anno. Che divisi per 347 fa più di 126 mila euro l’anno per ciascuno in media. E sottolineiamo «in media». Vi domanderete: che senso ha pagare anche l’onorario a un avvocato assunto a tempo indeterminato che già prende uno stipendio non proprio trascurabile? Domanda assolutamente plausibile, che ha una risposta. Avrebbe il senso di rappresentare un incentivo per vincere le cause, come se lo stipendio non fosse incentivante a sufficienza. Ma è una tesi evidentemente non condivisa proprio a fondo dal governo di Matteo Renzi. Il decreto stabilirà dunque che quando il giudice compensa le spese, gli avvocati dipendenti dello Stato non avranno più diritto ad alcun onorario. Nel caso invece di cause vinte con liquidazione della parcella ai legali del vincitore, l’onorario dovrebbe essere ridotto in misura drastica: anche al 10 per cento. E dato che le cifre derivanti dalle compensazioni sono di gran lunga le più rilevanti (quasi 70 milioni su 87 e mezzo nel biennio L’Avvocatura dello Stato Nelle 26 sedi regionali 347 Avvocati 234 mila euro Onorari incassati nel biennio 2012-2013 Le 5 sedi principali totale ROMA Spese compensate 69.895.989 spese liquidate totale onorari 19.476.086 87.563.703 euro Stipendio medio degli avvocati NAPOLI 8.124.842 27.600.929 6.884.734 772.829 7.657.564 4.735.761 PALERMO 183.173 4.918.934 772 Personale amministrativo spese compensate Spese liquidate 17.667.714 MILANO 2.685.704 1.263.135 BARI 3.152.363 436.594 3.948.839 3.588.958 CORRIERE DELLA SERA 2012-2013), ecco che il bonus oltre lo stipendio si potrebbe rimpicciolire in modo mostruoso. Spiegano che il provvedimento riconosce per la prima volta all’Avvocatura dello Stato, una macchina che oltre ai 347 burocrati conta 772 dipendenti disseminati in 26 sedi nel territorio nazionale, «autonomia amministrativa finanziaria e contabile». Questo vuol dire che i denari delle parcelle «private» anziché passare come ora attraverso l’Erario, e arrivare spesso con il contagocce, verrebbero incassate subito e senza intermediari. Ma Il taglio Il decreto: quando il giudice compensa le spese, gli avvocati dipendenti dello Stato non avranno diritto a premi questo evidentemente non è servito a mitigare gli animi. Né servirà, probabilmente, scoprire che il giro di vite potrebbe avere effetti non soltanto sull’Avvocatura, ma su tutti gli uffici legali degli enti pubblici e magari anche degli enti locali. Dove il modello degli avvocati dello Stato è stato recepito e talvolta esaltato al punto che il reddito dei legali dipendenti pubblici è oggi decisamente superiore a quello della media di chi esercita la professione privata. In più, con la sicurezza del posto di lavoro. Come l’Inps, che stipendia più di 300 avvocati. O come il Comune di Roma, dove grazie agli onorari «privati» il compenso dei legali nel 2012 è arrivato in qualche caso a superare 300 mila euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri La vicenda L’esodo In dieci anni fuggiti due terzi dei cristiani Nel 2003 i cristiani in Iraq erano circa un milione e mezzo. Più di mezzo milione a Bagdad. Adesso il numero si aggira tra i 330 e i 450 mila. A Mosul, terza città del Paese, la Ninive dell’Antico Testamento, nell’ultima settimana molte famiglie cristiane sono fuggite. E le numerose chiese della città sono state abbandonate. Gli esuli trovano rifugio soprattutto in Giordania, Libano e Turchia Gli attentati Strage di Natale uccisi 37 fedeli in tre attacchi Sono state più di 700 le vittime cristiane dall’inizio del conflitto in Iraq. La notte dell’ultimo Natale tre attentati nel quartiere Doura, nella zona meridionale di Bagdad, hanno causato trentasette vittime. Uno degli attentati più sanguinosi dopo quello del 2010 sempre nella capitale: terroristi fanno irruzione nella chiesa di Nostra Signora uccidendo 44 fedeli e due sacerdoti. L’area protetta Piana di Ninive sfuma progetto di un’enclave Le ultime vicende stanno facendo tramontare definitivamente l’ipotesi di creare un’enclave cristiana nella zona a Nord dell’Iraq, in quella che viene chiamata la piana di Ninive. Un’area dove si trovano la città di Alqosh, da secoli uno dei principali centri del cristianesimo assiro-caldeo. Ma il progetto di un’area protetta per la popolazione cristiana è sempre stato osteggiato dal patriarcato caldeo. La crisi in Iraq Di fronte ai successi militari degli estremisti, la paura della comunità nel Nord del Paese DAL NOSTRO INVIATO KARAKOSH — Pattuglie armate ad ogni angolo. Gli uomini di guardia sono visibili dovunque: sui tetti delle case, attorno agli accessi sbarrati delle fabbriche, delle fattorie agricole, presso le cliniche, di fronte agli edifici pubblici, ma soprattutto nei pressi delle chiese e delle scuole religiose. Ai villaggi si accede solo dopo accurati controlli ai posti di blocco. Mitra e croce: fa strano vedere giovani e meno giovani civili cristiani con i Kalashnikov imbracciati, bandoliere cariche di proiettili e pistole alle cinture. «Siamo tutti volontari. Abbiamo scelto di difendere le nostre comunità e i nostri villaggi dal pericolo degli estremisti islamici. Grazie a Dio siamo aiutati dai peshmerga, le forze armate curde, che ci garantiscono sostegno e logistica. Da soli saremmo sicuramente spacciati», ammettono. Ma impera la paura. Una paura visibile, palpabile, onnipresente. Le avanguardie dei radicali sunniti, in particolare dello «Stato Islamico in Iraq e del Levante», solo lunedì scorso sembrava potessero ar- Mitra, croci e nostalgia di Saddam I cristiani in fuga da Mosul rivare anche qui da loro. Avevano preso Mosul, una trentina di chilometri più a sud. E i loro gipponi sfilavano veloci tra i campi di grano e nubi di polvere in località ancora più prossime. Ma poi sono arrivati i rinforzi curdi e la situazione si è stabilizzata. Ieri ci siamo recati in uno dei centri tradizionali del cristianesimo iracheno. Karakosh, anche conosciuto come Bakhdida o Hamdania, una regione famosa per le vigne, ma soprattutto per i resti delle chiese antiche di 1.500 anni, cimiteri dalle croci scolpite nelle pietre che precedono di uno o due secoli l’avvento dell’Islam, monasteri testimoni del primo cenobitismo. In tempi diversi sarebbe eccitante raccontare questa culla della civiltà cristiana orientale, dove le scritte sulle lapidi sono in aramaico, caldeo, greco. E i fedeli parlano dei santi con genuino fervore come di presenze immanenti. «Le nostre chiese sono state le uniche a non essere mai state sotto il controllo di un potere temporale cristiano. Più a nord, in Turchia, Palestina, Egitto e Siria, le antiche comunità cristiane vissero le parentesi della tradizione romana costantiniana e dei Viaggio nell’antica culla della religiosità orientale I giovani prendono i fucili per difendere le chiese: «Grazie a Dio ci aiutano i curdi» E gli anziani guidano l’esodo: «Profughi due volte in 10 anni» bizantini. Ma noi abbiamo sempre dovuto fare i conti con autorità ostili, a partire dai persiani, i califfati sunniti e gli stessi curdi», ricorda tra i tanti padre Paolo Thabib Habib, 37 anni, parroco nel villaggio di Karmless. Purtroppo oggi siamo costretti a ripetere un mantra ormai tristemente monotono: intere comunità che si riducono di anno in anno, chiese sempre più evanescenti, ma soprattutto il terrore della persecuzione da parte dei fondamentalisti islamici, ragazze costrette a mettere il velo, attentati e minacce continue. Un fenomeno diffuso dall’Egitto alla Siria sino all’Iraq dell’era post Saddam Hussein. Qui la svolta verso il peggio ha una data precisa: domenica 1° agosto 2004. Erano trascorsi 16 mesi dall’arrivo delle truppe Usa a Bagdad. «A noi non piace affatto la dittatura di Saddam. Ma almeno garantisce la difesa dei cristiani. Dopo di lui, per noi sarà la catastrofe», aveva predetto l’ex patriarca caldeo Emmanuel Delly nel periodo concitato precedente la guerra del 2003. E la serie di attentati contro le chiese gremite di fedeli a Mosul e Bagdad in quell’afosa giornata di agosto costituì il tragico inveramento delle sue parole. Da allora il numero dei cristiani iracheni è sceso da quasi un milione e mezzo a circa 450.000. La grande maggioranza era concentrata a Bagdad. Ma poi sono emigrati all’estero, oppure scappati qui, nella provincia di Ninive, a sud delle regioni autonome curde, presso Mosul e la fitta rete di villaggi agricoli attorno a Karakosh. Si calcola che nell’area siano oggi circa 200.000. A Mosul da tempo subiscono gravi attacchi: erano 130.000 nel 2003, scesi a 10.000 un anno fa, pare precipitati a meno di 2.000 da lunedì scorso. E sta qui un altro aspetto tragico della loro fuga nell’ultima settimana. «Siamo diventati profughi due volte. Prima da Bagdad e Africa Assalto a due alberghi e alla sede della polizia, terrore non lontano dalle spiagge dell’isola Lamu. Avvertimento agli stranieri: non venite qui «Conosci il Corano?». Il massacro di «infedeli» e turisti in Kenya Doveva essere una domenica sera leggera, di tifo e Mondiali in tv, la gente stipata nei locali per guardare FranciaHonduras. Ma il fischio d’inizio partita è stato preceduto da una sequenza sterminata di colpi che hanno portato terrore e morte in una cittadina di 25 mila abitanti sulla costa orientale del Kenya, lasciandone a terra diverse decine. Alle 20.30 locali (le nostre 19.30), una cinquantina di Shebab, gli integralisti islamici somali, sono entrati in azione. Armati fino ai denti, sventolando la loro bandiera e al grido di «Allah Akbar», hanno seminato panico e sangue a Mpeketoni, località sulla strada per l’isola di Lamu, nota meta turistica distante 30 chilometri. Ma l’obiettivo dei terroristi non erano soltanto i turisti: nell’attacco il commando ha condotto rastrellamenti casa per casa a caccia dei non musulmani, uccidendo chi non sapeva recitare versi del Corano, come già successo nell’attentato al mall di Nairobi a settembre. «Sono entrati in casa nostra e ci hanno chiesto se eravamo musulmani. Mio marito ha risposto che eravamo cristiani e gli hanno sparato alla testa e al petto» ha raccontato all’Ap Anne Gathigi. Un altro abitante del villaggio, John Waweru, ha riferito che i suoi due fratelli sono stati uccisi perché non parlavano il somalo. I terroristi hanno separato gli uomini da donne e bambini, che sono stati risparmiati. Al Breeze View Hotel hanno ordinato alle donne di guardarli mentre uccidevano i loro uomini dicendo che era quello che facevano in Somalia le Macerie Il Breeze View Hotel a Mpeketoni dopo l’attacco truppe keniote. Nella rivendicazione dell’attentato, gli Shebab lo ribadiscono: reagiamo alla «repressione brutale del governo contro i musulmani in Kenya» (dove sono una minoranza) e «all’occupazione da parte dell’esercito del Kenya delle terre musulmane in Somalia». Il riferimento è all’offensiva militare condotta da Nairobi in Somalia nel 2011 per aiutare Mogadiscio a contrastare i terroristi legati ad Al Qaeda, operazione decisa dopo una serie di rapimenti di turisti stranieri nella regione di Lamu. Quello di ieri è stato un assalto in grande stile. Primo bersaglio il commissariato, dove i miliziani si sono riforniti di armi. Poi, sparando raffiche di mitra da due minibus, hanno seminato il panico nelle strade e attaccato due alberghi, una banca e diversi uffici pubblici. Una strage: almeno 48 i morti ma i feriti sono centinaia. Dopo l’ultimo di una serie di attentati nel distretto, le autorità parlano di «sa- Il Paese ETIOPIA UGANDA Sorpresi mentre guardavano le partite Almeno 48 uccisi dalle milizie somale SOMALIA KENYA Nairobi Mpeketoni TANZANIA Isola di Lamu Mombasa Religione Il Kenya è a maggioranza cristiana con una minoranza musulmana Turisti Nel 2013 i turisti stranieri sono calati dell’11,3% (gli inglesi del 19,5%) botaggio economico» in un’area dove il turismo rappresenta un’entrata importante ma in calo sensibile in seguito ai ripetuti allarmi terrorismo diramati dalle ambasciate straniere. L’incursione è andata avanti per ore. Soltanto alle prime luci dell’alba la situazione a Mpeketoni si è calmata, i terroristi dileguati nella foresta, molti edifici ancora fumanti. «A dieci mesi dall’assalto al centro commerciale Westgate il Kenya è di nuovo sotto choc — ha riferito padre Daniel Mkado, missionario della Consolata e direttore dell’agenzia di stampa Cisa —. Il disorientamento e la paura sono alimentati dalle modalità dell’assalto: a Mpeketoni un commando composto da una cinquantina di uomini ha potuto uccidere e devastare per ore prima che le forze dell’ordine potessero reagire». Alessandra Muglia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 ❜❜ La mappa dei cristiani TURCHIA IRAN r Tig i Eu fra LEGENDA Le tre città dell’Iraq con le comunità cristiane più numerosa, insieme a Bagdad te Tal Afar La città conquistata ieri dai militanti dell’Isis ARABIA SAUDITA Bagdad I R A Q Veli Bambine irachene cristiane pregano nella chiesa della Vergine Maria nella cittadina di Bartala, a est di Mosul. Dal 2003 il numero dei cristiani iracheni è sceso da quasi un milione e mezzo a circa 450.000. A Mosul erano 130.000 nel 2003, sono scesi a 10.000 un anno fa e precipitati a meno di 2.000 da lunedì scorso (Afp/Karim Sahib) adesso da Mosul», spiega il 61enne Imad Al Din Eliah, docente all’università regionale, che da due giorni ha affittato una casetta a Karmless. «A ben vedere, anche i jihadisti più fanatici adesso cercano di rassicurarci. Ci spiegano che loro combattono contro i soldati sciiti del presidente Nouri al Maliki, che non hanno nulla contro i cristiani. Addirittura hanno posto servizi di guardie alle basiliche di Mosul. Ma chi ci assicura che non cambieranno? In passato hanno ucciso sacerdoti, minacciato le ragazze». Sua figlia Samah, una timida 25enne impiegata alla municipalità di Mosul, è molto più determinata: «Sino a qualche giorno fa ero certa che sarei morta qui, dove sono nata. Ma quel che è troppo è troppo. Questi fanatici islamici rappresentano un pericolo totale. Mi fanno sentire straniera in casa mia. Non penso più che alcuna ragazza cristiana possa avere futuro in un Paese dominato dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, o dai suoi simili». Mentre parla il padre riesce a far ripartire il generatore (nella zona elettricità ed acqua arrivano a singhiozzo) e il canale della tv curda diffonde le ul- time notizie. Ad una cinquantina di chilometri da Karakosh la guerriglia sunnita ha conquistato l’ennesima città: è Tal Afar, centro vitale per il controllo della provinciale che da Mosul porta al confine con la Siria e tra i cui 200.000 abitanti si contano numerosi sciiti. Sono paventati massacri. 2.000 Queste centinaia di esecuzioni a sangue freddo di civili, gran parte avvenute nell’area di Tikrit, rappresentano quasi certamente crimini di guerra Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani Lo scenario I negoziati sul nucleare permettono di discutere dell’avanzata jihadista Mosul Karakosh Erbil Kirkuk SIRIA Esteri 17 italia: 51575551575557 i cristiani rimasti a Mosul. Prima della guerra erano 35.000 L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha confermato ieri le notizie di centinaia di esecuzioni sommarie di civili sciiti che «quasi certamente costituiscono crimini di guerra». Per contro, il regime trasmette video dei raid aerei contro posizioni sunnite a Tikrit e ad ovest della capitale. I centri di reclutamento di Maliki segnalano lunghe code di volontari, specie nelle città sciite del sud, a Bassora, Karbala e Najaf. A Karakosh i comandi curdi hanno spostato altri mille peshmerga a sorvegliare la rete di stradine conducenti a Tal Afar. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA A Vienna prove d’intesa Usa-Iran L’America schiera navi e droni Gaffe di Kerry, poi corretto, che parla di collaborazione militare WASHINGTON — I movimenti nella crisi irachena sono talmente rapidi da non dare il tempo agli oppositori di dire «ma». E nello spazio di pochi giorni sono accadute cose impensabili. Come il dialogo Iran-Usa, un avvicinamento che può sfociare in asse per fermare gli estremisti sunniti dell’Isis. Un movimento accompagnato da molte cautele. Gli scontri sulla via per Bagdad e il negoziato sul nucleare a Vienna hanno aperto una finestra temporale eccezionale. Americani e iraniani si sono ritrovati nella capitale austriaca per discutere del possibile accordo «atomico». Resteranno quattro giorni. Teheran ha mandato il ministro degli Esteri Mohammed Zarif, Washington il sotto segretario Bill Burns. Una presenza ad alto livello che permetterebbe di discutere «a margine» di quanto sta avvenendo in Iraq. Sul come condurre la nuova politica le posizioni non sono compatte. Il segretario di Stato John Kerry ha ribadito l’apertura a contatti diretti sull’Iraq, quindi, sbilanciandosi un po’ troppo, non ha escluso una cooperazione militare. Una posizione corretta, qualche ora dopo, da Pentagono e Casa Bianca. Non consulteremo gli iraniani prima di un’eventuale azione — ha sottolineato una fonte — e non pensiamo di condurre azioni in tandem. Una precisazione inevitabile. I mullah sono dei rivali, diversi esponenti vicini ai pasdaran sono nella lista nera statunitense e alcune delle milizie filo Iran in passato hanno colpito le unità Usa in Iraq. Non c’è solo ruggine, ma anche sangue. «La strada è ancora lunga», ha dichiarato un alto funzionario. Patto pragmatico Pur con questo fardello pesante, Barack Obama vuole vedere se esistono i margini per un patto pragmatico e ha convocato di nuovo i suoi consiglieri per la sicurezza al fine di esaminare le opzioni. Gli iraniani conoscono bene l’Iraq, hanno i loro apparati clandestini in azione sul terreno, sono determinati nel contrastare la minaccia dell’Isis. Ovviamente non lo fanno per il bene comune, ma perché considerano l’Iraq il cortile di casa. Dunque vogliono tutelare l’area di influenza e questo, nel lungo termine, può riaprire le tensioni. Da qui la prudenza evidenziata anche dall’avvertimento Usa all’Iran a non accrescere le tensioni. La svolta della Casa Bianca ha trovato un insolito alleato in Lindsay Graham. Il senatore repubblicano ha randellato il presidente e la sua politica estera, però si è espresso in favore della collaborazione con Teheran. Non è poco, in quanto Graham è sempre stato duro verso i mullah. Però, in queste circostanze non ci sono molte alternative. A meno di non voler rimandare i soldati americani. La risposta militare deve essere contenuta e — chiarisce la Casa Bianca — «non sarà all’infinito». Forze militari Ieri il Pentagono ha annunciato l’arrivo nel Golfo Persico della nave d’assalto anfibio «Mesa Verde». A bordo 550 marines e velivoli da trasporto Osprey. Il reparto è in stato d’allerta nel caso ci Pattuglia Forze di sicurezza irachene perlustrano i confini tra la provincia di Karbala e quella di Anbar. Mentre i jihadisti conquistano terreno in Iraq, i due acerrimi nemici, Stati Uniti e Iran, potrebbero collaborare per aiutare il governo iracheno (Reuters/ Mushtaq Muhammed) sia da evacuare l’ambasciata-fortezza a Bagdad dove lavorano 5 mila dipendenti. Per ora parte dello staff è stato spostato a Bassora, Erbil e Amman. Sono invece stati schierati altri 100 soldati americani che dovranno aumentare le difese della rappresentanza. Sempre nella zona del Golfo è operativa la portaerei Bush con due incrociatori di scorta. Mobilitate anche forze in Turchia e Giordania. Nei cieli iracheni volano da giorni i droni statunitensi decollati dalla base turca di Incirlik. Secondo la versione ufficiale conducono solo operazioni di ricognizione per seguire l’Isis. In realtà il dispositivo attende un ordine d’attacco e Kerry ha citato proprio un probabile ricorso ai velivoli senza pilota. Un’altra opzione è quella di inviare piccoli nuclei di forze speciali. Osservatori interessati, infine, i sauditi e gli israeliani, due alleati preoccupati per il disgelo Usa-Iran. Riad ha attribuito il disastro alla «politica confessionale» del premier Maliki ed ha chiesto un governo di unità nazionale. I principi, spesso accusati di trescare con parte del movimento jihadista, temono di perdere posizioni nel lungo duello con Teheran. Kerry li ha chiamati, analoghe telefonate sono partite verso Emirati e Qatar per spiegare che anche gli Usa pretendono riforme a Bagdad. Anzi, secondo i media i raid sono subordinati ad un cambio di politica da parte dell’Iraq. Difficile credere che questi colloqui possano bastare in un teatro con attori molto dinamici. Rappresentanti del Kurdistan sono andati in Iran dove li ha ricevuti il capo del consiglio di sicurezza nazionale Alì Shamkani. Una riprova di come molte strade portino a Teheran. israeliane dove decine di palestinesi detenuti senza accuse e processi sono in sciopero della fame e che Israele vorrebbe nutrire forzatamente. Ma se Netanyahu sembra aver riunito intorno ai tre rapiti l’intero Israele, Abu Mazen è nell’angolo. Da tempo «garante» della sicurezza in Cisgiordania in coordinamento con lo Stato ebraico, anche per l’impegno assunto con Usa ed Europa, ora non può difendersi dagli attacchi di Netanyahu sottolineando la collaborazione nelle ricerche e nella repressione di Hamas, iniziata venerdì. L’opinione pubblica palestinese è ostile a tale vicinanza, la riconciliazione tra Fatah e Hamas sarebbe a rischio. E Abbas, ha rivelato ieri un leader dell’Anp all’Ap, è ora furioso: con i rapitori che non sa identificare («se fosse Hamas sarebbe inaccettabile»), con Netanyahu che «usa il rapimento per screditare il governo di unità palestinese». Furioso e in seria difficoltà. Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri ha avvertito che «ci vorrà tempo per ritrovare» i tre giovani coloni spariti giovedì notte, «l’operazione è complicata». E intanto in Cisgiordania la mobilitazione militare è già la maggiore dalla seconda Intifada nel 2005. La stretta su Hamas, accusato da Israele del rapimento in base a «fatti» ancora riservati, si è estesa oltre alla zona di Hebron, dove sarebbero stati portati almeno all’inizio gli ostaggi. Sulla Striscia di Gaza, saldamente chiusa, un nuovo raid aereo in risposta a due razzi da lì lanciati. Blocchi e irruzioni intorno a Ramallah, la «capitale» dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), dove un 19enne è stato ucciso dai militari, e molti arresti. Tra loro il presidente del Parlamento palestinese e altri deputati: sui 30 facenti capo a Hamas, 19 sono in cella. Ma questo pare solo l’inizio: il capo delle Forze armate israeliane ha dichiarato che «le operazioni saranno estese, lo scopo è riportare a casa i ragazzi e colpire Hamas il più duramente possibile». Dal governo si preannuncia una «deportazione a Gaza» dei leader del movimento islamista ora in Cisgiordania e perfino, secondo il ministro della Difesa Moshe Yaalon, la «ripresa degli omicidi mirati di capi dell’organizzazione». Raid Un militante palestinese catturato durante il raid in Cisgiordania viene bendato da un soldato israeliano. Durante il raid sono stati arrestati 80 palestinesi È in questo clima di escalation che ieri, dopo due anni, Netanyahu ha chiamato Abu Mazen, il presidente dell’Anp colpevole agli occhi di Israele di aver formato il recente governo di unità nazionale con Hamas. Dopo le recenti accuse («Abu Mazen è responsabile della sorte dei ragazzi») ieri il premier dello Stato ebraico gli ha comunicato di «aspettarsi collaborazione nelle indagini e nella cattura dei rapitori». Il presidente palestinese ha risposto di «condannare gli ultimi eventi, iniziati con il sequestro di tre israeliani e terminati con una serie di violazioni da parte di Israele». Violazioni che anche sui media e in Rete i palestinesi sottolineano con rabbia, comprese quelle nelle carceri Johnson contro Blair: gli serve lo psichiatra LONDRA — Non gli è mai piaciuto. Soprattutto adesso che cerca di difendere quello che, per lui, è indifendibile: l’intervento britannico in Iraq, undici anni fa. Boris Johnson, va giù pesante con l’ex premier Tony Blair: «E’ pazzo, gli serve uno psichiatra», scrive nella rubrica che il sindaco di Londra tiene sul Daily Telegraph. La risposta all’ennesimo tentativo del leader laburista di giustificare la guerra contro Saddam. «La verità è che abbiamo distrutto le istituzioni dell’autorità in Iraq senza avere la più pallida idea di quello che sarebbe accaduto dopo». Le cronache di questi giorni vanno nella direzione dell’analisi di Johnson. Che ha provocato malumori anche dentro il Labour. «Non ero d’accordo con Blair e non lo sono tuttora», ha commentato l’ex vice primo ministro, John Prescott. «Ci sono 100 mila morti iracheni che oggi sarebbero ancora vivi — ha aggiunto Johnson — se non fossimo andati a far la guerra al raìs». Cisgiordania Continuano le ricerche. Abu Mazen condanna il sequestro ma anche le violazioni da parte dello Stato ebraico Ragazzi rapiti a Hebron Israele vuole espellere i leader di Hamas La polemica © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Esteri 19 italia: 51575551575557 Guerra del metano Il Cremlino premia i russi che si sono distinti in Crimea Mosca taglia il gas a Kiev Anche l’Europa a rischio «Niente forniture se l’Ucraina non paga i debiti» MOSCA — La Russia ha tagliato le forniture di gas all’Ucraina e consegnerà altro metano solo se Kiev inizierà a pagare in anticipo e salderà i debiti. La nuova crisi avrà certamente conseguenze sulle forniture all’Europa, dato che metà del gas che ci viene venduto da Gazprom passa attraverso l’Ucraina. Per ora il problema non è grave, visto che siamo in estate; ma se non saranno accumulate sufficienti riserve e se poi il blocco delle forniture dovesse prolungarsi, allora il continente rischierebbe di rimanere al freddo quest’inverno. La nuova guerra del gas è l’ultimo frutto di una situazione sempre tesa tra i due Paesi, con combattimenti continui in Ucraina orientale, recriminazioni e perfino scambi di volgari insulti. Dopo nuove e infruttuose trattative sul debito pregresso Le forniture I Paesi dell’Est Europa «ostaggio» del gas Quasi il 90% del gas consumato in Bulgaria arriva dalla Russia, attraverso l’Ucraina. In Slovacchia l’83, in Ungheria l’80 % Italia, la fornitura passa tutta da Kiev L’Italia importa il 25% del suo fabbisogno di gas dalla Russia e la fornitura passa dall’Ucraina. La Germania ne importa di più ma dipende meno da Kiev Scandalo Il premier Tusk: «Tentato golpe» Cene, banchieri, spie Il complotto che scuote Varsavia Una registrazione segreta, voci di colpo di Stato, un piano per destabilizzare il bastione antirusso in Europa sullo sfondo della crisi ucraina. La spy story comincia sulla riva sinistra della Vistola, in un raffinato ristorante del quartiere finanziario di Varsavia abituale punto di ritrovo per personalità che non vogliono dare nell’occhio, «Il gufo e i suoi amici». È una sera del luglio 2013, il governatore della Banca centrale polacca Marek Belka — ex premier, ex ministro delle Finanze ed ex direttore del ramo europeo del Fondo monetario internazionale — incontra il responsabile dell’Interno Bartlomiej Sienkiewicz. Si parla di tenuta del governo e Contrattacco Il premier Tusk ombre sugli equilibri finanziari del Paese che è il motore del Centro-Est e la sesta economia Ue. Volano parole pesanti su alcuni esponenti del Consiglio di politica monetaria, l’organo della Banca centrale che fissa i tassi d’interesse ed è presieduto dallo stesso Belka. La conversazione è intercettata. Giugno 2014, il popolare settimanale Wprost pubblica stralci del colloquio dai quali emerge un’offerta di sostegno al governo avanzata da Belka in cambio del siluramento del ministro delle Finanze Jacek Rostowski, da sostituire con «una figura tecnica e apolitica». Con il maxi rimpasto dello scorso novembre il dicastero è stato affidato all’outsider Mateusz Szczurek, economista del gruppo olandese Inga. Nella conferenza stampa convocata per stroncare sul nascere il tentativo dell’opposizione di aprire una crisi, il primo ministro Donald Tusk è passato al contrattacco. Affiancato dal procuratore generale Andrzej Seremet, Tusk ha difeso Belka e Sienkiewicz escludendo qualsiasi violazione della legge e denunciando «il primo tentativo di far cadere il governo con mezzi illegali dalla fine del comunismo». L’indipendenza della Banca centrale è un principio sancito dalla Costituzione polacca, che prevede però anche l’obbligo di cooperare con il governo per sostenere la crescita economica. La Procura ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per identificare esecutori e mandanti di un’intercettazione illegale che tocca un nervo scoperto. Colpendo il ministro dell’Interno, responsabile dei servizi segreti, la fuga di notizie ha infatti evidenziato una voragine nella rete del controspionaggio. Tutto in pieno braccio di ferro sul gas tra Russia e Ucraina, nel mezzo dell’offensiva diplomatica lanciata da Tusk per convincere gli alleati europei a ridurre la dipendenza energetica da Mosca. Ieri l’autorevole quotidiano Gazeta Wyborcza avanzava il sospetto che dietro la soffiata ci fossero i servizi russi. E i mercati s’innervosiscono. La valuta polacca, lo zloty, ha perso lo 0,5% segnando il record negativo degli ultimi tre mesi. In attesa della pubblicazione dello sbobinato integrale Diritto e giustizia, il partito d’opposizione guidato da Jaroslaw Kaczynski e arrivato primo alle Europee, ha chiesto le dimissioni dell’esecutivo. Belka si è scusato, ma solo «per il linguaggio un po’ rude». Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA accumulato da Kiev nei confronti del gigante russo del gas, si è arrivati lunedì alla rottura. Da sempre l’Ucraina tira avanti solo grazie a forniture scontate da parte di Mosca: la sua economia è altamente inefficiente; gli sprechi sono enormi; i consumatori, tanto i privati che le industrie, pagano tariffe ridicole per le forniture di gas. Fino a che al potere era un «amico», vale a dire l’ex presidente Viktor Yanukovich, Mosca accettava di praticare grossi sconti: 268,5 dollari per mille metri cubi, contro un prezzo di mercato assai più alto. Caduto l’ex presidente, Gazprom (che è controllata direttamente dal Cremlino) ha chiesto 485 dollari e il pagamento di almeno due miliardi di arretrati sui quattro e mezzo dovuti. Dopo le trattative, la Russia è scesa a 385 dollari, ma Kiev non ha accettato. A casa I parenti abbracciano i soldati ucraini tornati dall’Est del Paese. Il neopresidente ucraino Petro Poroshenko propone un cessate il fuoco (Epa/Vitaly Hrabar) I due si sono già fatti causa a vicenda davanti a tribunali internazionali, mentre il presidente di Gazprom Miller assicura che farà di tutto per far arrivare da noi il metano attraverso altri due gasdotti. Sul terreno, poi, la tensione è forte, dopo che nei giorni scorsi un aereo ucraino è stato abbattuto dai ribelli. Il ministro degli Esteri di Kiev ha partecipato a una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata russa e si è lasciato andare a insulti personali contro il presidente russo Putin («È una testa di c.», ha detto). La cosa, ovviamente, non è piaciuta a Mosca, tanto che il responsabile degli Esteri Lavrov ha annunciato che non incontrerà più il suo omologo: «Non ho più nulla da dirgli». Il nuovo presidente ucraino Poroshenko tenta di far digerire ai russi il suo piano di pace che però prevede un proseguimento delle operazioni militari fino alla riconquista della linea di frontiera con la Russia oggi tenuta dagli indipendentisti: dice che altrimenti non avrebbe senso proclamare un cessate il fuoco. Mosca chiede di terminare immediatamente l’avanzata. Intanto a Mosca sono stati premiati con onorificenze centinaia di russi che hanno partecipato in qualche modo all’operazione Crimea: giornalisti, veterani delle forze armate, volontari. Il giornale d’opposizione Novaya Gazeta sostiene che tra i «benemeriti» ci sarebbero alcuni pregiudicati e un criminale ricercato dalla polizia russa. Fabrizio Dragosei © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 italia: 51575551575557 21 22 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 23 italia: 51575551575557 # Cronache Il campione Michael Schumacher è caduto mentre sciava il 29 dicembre scorso Sei mesi dopo l’incidente Fonti mediche: riconosce le voci dei familiari e lo fa capire «Apre gli occhi e comunica» Schumacher fuori dal coma 1 Durante la discesa a Méribel Schumacher tocca una roccia nascosta dalla neve fresca 2 Non riesce a mantenere il controllo degli sci e va a sbattere contro un altro masso 3 Perde l’equilibrio e cade in avanti, battendo la parte destra della testa sulla roccia L’annuncio della portavoce: ora una lunga riabilitazione Domande&risposte ? Quali sono le funzioni che può recuperare Il trasferimento di Michael Schumacher in una struttura di riabilitazione al di fuori dell’ospedale di Grenoble che indicazioni può dare in merito alle sue condizioni attuali e alle sue eventuali possibilità di recupero? «In realtà si possono fare soltanto ipotesi perché gli elementi a disposizione per giudicare sono troppo pochi» spiegano Massimo Antonelli, direttore del Centro di rianimazione del Policlinico Gemelli, di Roma e Luigi Beretta, direttore del reparto di Anestesia e rianimazione dell’Ospedale San Raffaele di Milano, che hanno risposto anche alle domande che seguono ? L’uscita dell’ex campione di Formula 1 dalla sua attuale situazione di ricovero a che cosa corrisponde in termini di condizioni vitali? «Solo al fatto che il paziente presumibilmente non ha più bisogno di cure intensive per la sua sopravvivenza e per la cura delle lesioni che ha subito, e quindi può essere avviato in una struttura specializzata nel favorire il reL’emorragia cupero di alcune funzionalità» ? Quali funzioni potrebbe recuperare Schumacher? «Le strutture di riabilitazione neurologica puntano innanzitutto al recupero parziale o totale di funzioni fondamentali come respirazione autonoma, deglutizione, stazione eretta, linguaggio. L’entità e i tempi dell’eventuale recupero nel caso specifico non possono essere ipotizzati in alcun modo» ? MILANO — Pazienza, bisogna ancora avere pazienza. «Tanta pazienza», raccomanda Sabine Kehm, la portavoce della famiglia Schumacher, di fronte all’entusiasmo scatenato tra tifosi e media dalla notizia del trasferimento dell’ex campione mondiale di Formula Uno, Michael Schumacher, 45 anni compiuti in rianimazione, dal reparto di terapia intensiva dell’ospedale Nord di Grenoble a un centro di riabilitazione in Svizzera. Vero, Schumi non è più in coma. Ma non lo era già più dall’inizio di aprile, come informava più ambiguamente il precedente comunicato della famiglia, oltre due mesi fa. La differenza fra ora e allora è che adesso quei «momenti di coscienza», che marcavano l’uscita dallo stato vegetativo, stanno diventando sempre più lunghi e più frequenti. Il pilota che ha portato la Ferrari a livelli di gloria senza precedenti, sta conquistando metro per metro l’irto cammino che potrà forse riportarlo un giorno a una vita normale, o quasi. E non recede mai di un passo. È questa la buona notizia. cranica Il trauma alla testa subito da Schumacher ha causato la rottura dei capillari che si trovano tra la membrana cerebrale e il cervello e quindi un versamento di sangue Cuoio capelluto Aracnoide Cranio Dura madre Cervello EMATOMA Versamento SUBDURALE Il sangue si è accumulato nelle meningi, Pressione in particolare tra la dura madre e l'aracnoide, sul cervello premendo sui tessuti cerebrali. Il pilota è stato operato per tre ore per ridurre la pressione intracranica C.D.S. Secondo alcuni organi di stampa Schumacher comunica in qualche misura con i familiari. Il coma è quindi definitivamente alle spalle ? «Bisogna vedere se davvero di comunicazione si tratta. Ci sono due possibili interpretazioni in questi casi: la comunicazione presunta e quella reale. Quella presunta consiste, per esempio, nell’avere deglutizione spontanea, nel tenere gli occhi aperti, nel guardarsi intorno, nel mantenere il tronco eretto. La comunicazione reale consiste invece nel rispondere in qualche modo a stimoli o ordini semplici. Solo in questo caso si può dire che ci sia un’uscita vera dal coma. In caso contrario potrebbe trattarsi di una situazione di stato vegetativo persistente» ? Che differenza c’è fra lo stato vegetativo persistente e il coma? «Nello stato vegetativo persistente non esiste un contatto ambientale: il paziente sembra vigile ma non stabilisce relazioni con il mondo esterno» ? Se il coma di Schumacher è stato indotto farmacologicamente perché si mette in dubbio che, dopo la sospensione dei farmaci che lo tenevano in tale condizione, ci possa essere o meno una vera e propria uscita dal coma? «Nel caso di Schumacher si sa che i farmaci sedativi che inducevano lo stato di coma sono stati sospesi da parecchio tempo e quindi si è presumibilmente trattato di un lento risveglio, ma non è affatto scontato che alla sospensione dei farmaci segua sempre una ripresa della coscienza. Dipende dalle lesioni e dalle conseguenze che hanno prodotto» ? Quanti tipi di coma ci sono? E come vengono classificati? «A parte il cosiddetto coma dépassé, che corrisponde alla morte cerebrale, la condizione viene classificata, almeno nella fase acuta, attraverso una scala che, in base a segni semplici, come l’apertura degli occhi, la risposta verbale, eccetera, collocano il paziente al di sopra o al di sotto di determinate soglie numeriche». ? Luigi Ripamonti © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe Il campione Michael Schumacher è nato a Hermülheim, in Germania, il 3 gennaio 1969. In Formula 1 ha vinto 7 campionati del mondo come pilota gareggiando per le scuderie Jordan, Benetton, Ferrari e Mercedes. Alla fine del 2006 si era ritirato ma poi era ritornato a correre con la squadra tedesca senza grandi acuti dal 2010 al 2012 L’incidente Il campione tedesco, lo scorso 29 dicembre, era caduto mentre sciava sulle piste di Méribel. Era stato trasportato d’urgenza nell’ospedale francese di Grenoble. A metà marzo si era accesa una fiammella di speranza quando la sua portavoce, Sabine Kehm, aveva espresso un leggero ottimismo riguardo a un lungo processo di risveglio dal coma Il risveglio Ieri, è arrivata la notizia del risveglio dal coma indotto e le conseguenti dimissioni dall’ospedale di Grenoble per affrontare la fase di riabilitazione nel centro ospedaliero universitario del Vaud, a Losanna, a due passi dalla sua abitazione di Gland, dove l’attendono la moglie Corinna e i suoi figli Quando la direzione sanitaria del centro ospedaliero universitario di Losanna, dove Michael Schumacher è stato trasferito ieri mattina, afferma di non sapere quanto tempo ci vorrà, non mente. «Molti mesi, forse più di un anno» ha stimato in un collegamento radiofonico Nicola Pohl, specialista di Formula Uno per il quotidiano tedesco Bild. Al momento, è questa l’unica prognosi disponibile. Trapelano pochissimi altri dettagli: Schumi ancora non parla, ma riconosce le voci attorno a lui, e lo fa capire. Soprattutto quando, fra le altre, distingue quella della moglie Corinna o dei figli Mick e Gina Maria, di 15 e 17 anni. Il campione tedesco apre e muove gli occhi, sempre più spesso e sempre più a lungo, ma ha tuttora pause di torpore profondo. Corinna, i ragazzi, Sabine e pochi altri fidati amici si alternano al suo capezzale e gli parlano per ore e ore, perché è questa la migliore terapia per il «risveglio». Si festeggiava la festa del Papà, l’altro ieri in Francia, quando al quinto piano dell’ospedale di Grenoble medici e infermieri si sono congedati dall’illustre C.D.S. paziente del quale hanno spiato ogni progresso, ogni battito di ciglia, per 169 giorni: da domenica 29 dicembre, quando gli sci di Michael si impennarono contro un sasso nascosto da una spolverata di neve e lui volò quattro metri più in là, picchiando la testa contro un’altra roccia, con una violenza tale da spaccare il casco. Quella sera non era neppure certo che potesse superare la notte. Due interventi chirurgici nelle ore successive avevano permesso allo staff medico di essere appena più ottimisti. Ma la vastità e la profondità degli ematomi cerebrali autorizzavano a temere un futuro spaventoso per il campione, anche se fosse sopravvissuto. Ieri, il trasferimento di buon’ora a Losanna è stata una svolta: l’inizio di una nuova fase. L’ospedale è a una quarantina di chilometri da Gland, nel cantone di Vaud, dal 2008 residenza dei Schumacher sul lago Lemano, tra Losanna e Ginevra. Secondo il Sun, Corinna avrebbe fatto allestire nella loro villa un’unità di riabilitazione da 12 milioni di euro, in vista del ritorno a casa del marito. Ma l’indiscrezione è stata smentita da Sabine Kehm. D’altra parte, la rarità dei bollettini ufficiali, in questi mesi, ha lasciato spazio a voci e dubbi, spesso pessimisti, come quelli dell’ex delegato medico per la Formula Uno della Fia (Federazione internazionale dell’automobile), lo statunitense Gary Hartstein, secondo il quale «mai più» ci sarebbero state buone notizie di Michael. Non a breve, probabilmente. Ci vorrà ancora molta pazienza. Elisabetta Rosaspina © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO MONTEVERDI # Scuola Domani lo scritto di italiano, prima prova per gli oltre 460 mila ragazzi che affrontano l’esame. I consigli per viverlo senza troppa ansia Guida alla maturità per studenti e genitori «Io dico sì alla partita: Maturità e Mondiali di calcio sono un binomio indivisibile: in tanti film e canzoni le partite della Nazionale fanno spesso da colonna sonora agli esami». Anita, mamma di Arianna, alle soglie della Maturità scientifica, non ha dubbi: «Fa bene “staccare” un po’, di sera, vedere qualche amico». Ma Pietro Trabucchi, psicologo che si occupa di prestazioni sportive, di discipline di resistenza, avverte: «Attenti a non stravolgere i ritmi naturali: è importante non fare le ore piccole, non stancarsi troppo». Tra i mille dilemmi della vigilia c’è anche questo: meglio dormire la notte e studiare al mattino, o ci si può godere una sfida dei Mondiali? La prima prova della Maturità, il tema, è in programma domani. E per qualcuno nelle ultimissime ore prima dell’esame potrebbe esserci spazio per un’ultima, frenetica sessione di studio. «Ma, attenzione, serve soltanto se mirato, è poco quello che si immagazzina nella memoria all’ultimo momento», dice lo psicologo. E poi ci sono le ansie dei genitori: come accompagnare i figli alla prima vera selezione Sì o no al calcio in tv di notte? Lo psicologo Charmet agli adulti: non rincorrete il successo o il voto pensate che è un rito di passaggio importante della vita? «Pasti in famiglia e passeggiate», consiglia Paola Vinciguerra, psicoterapeuta. «Creare un clima familiare tranquillo: aiuta la concentrazione», sostiene ancora mamma Anita. Esercizio fisico «senza esagerare e se si è abituati», dice Trabucchi. «Cibi rilassanti: come riso, latte caldo, lattuga, infusi di miele; una fetta di carne condita con un filo d’olio», suggerisce la Coldiretti. È vero: non si diventa più intelligenti a tavola, e non si memorizzano funzioni e teoremi passeggiando con gli amici. Ma tutto conta. Tutto si tiene. Meglio studiare qualche strategia per dare il massimo alle prove di Maturità. Le prove Cinque anni si condenseranno in poche ore cariche di attese, deputate a traghettare i ragazzi nell’età adulta. Se dimostreranno di padroneggiare la lingua italiana avranno conseguito l’obiettivo cui i loro antenati puntavano cacciando nella savana o cercando cibo nella foresta. Il rito di passaggio, per gli oltre 460 mila chiamati alla prova, inizierà domani, con uno scritto che, anche quest’anno, potrà essere un classico tema, un saggio breve, l’analisi di un testo o un articolo di giornale. Seconda prova, gio- D’ARCO Il calendario 18 giugno ore 8.30 Prima prova scritta Gli esaminandi (vanno aggiunti i privatisti e sottratti i non ammessi agli esami) professionale istruzione artistica 76.882 18.114 liceo classico 52.764 ore 8.30 19 Seconda giugno prova scritta (specifica per il corso di studi) scientifico 111.793 linguistico tecnico 158.438 23 giugno 3.638 pedagogico Terza prova 37.845 multiCome avviene disciplinare la valutazione I punti a disposizione Gli orali La data è stabilita da ciascuna commissione Scritti 45 Orali 35 minimo 10 minimo 22 massimo15 per prova Crediti scolastici 25 8 al terzo anno, 8 al quarto, 9 al quinto vedì, con le materie «di indirizzo». Terzo appuntamento, lunedì 23, con la prova pluridisciplinare decisa dalle commissioni: «La più impegnativa, richiede studio serio e costante per tutto il triennio», sostiene Anna Denise Alberti, insegnante di Lettere al liceo delle Scienze umane Agnesi di Milano. Diverse le tipologie possibili, ma a prevalere da qualche anno sono i «quesiti a risposta singola»: «Risposte brevi su diverse materie, basta aver studiato», rassicura Innocente Pessina, preside del liceo classico Berchet di Milano. La data degli orali è stabilita da ciascuna commissione. Ma già il primo giorno degli esami gli studenti dovranno comunicare il titolo della «tesina» che darà inizio al colloquio. «Una carta importante da giocare», continua Pessina, che in 42 anni di insegnamento, di «aspiranti maturi» ne ha visti passare tanti. «E anche di commissari annoiati», aggiunge. Nei 15 minuti a disposizione, i ragazzi hanno l’occasione di stupire. «Attenti a questo passaggio — è il consiglio —. Che gli “argomenti introduttivi” siano Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 In Francia tesine e collegamenti tra argomenti e discipline. Cibo, ventaglio e fazzoletti per il test di filosofia Il banco è «apparecchiato» per ogni evenienza. Ventaglio con il volto di Hongki Lee (cantante e attore sudcoreano, voce del gruppo rock F.T. Island), succo di frutta, biscotti, bevanda energetica, acqua, caramelle, dolcetti, astuccio con una collezione di penne e matite, fazzolettini di carta, custodia degli occhiali e orologio al centro di un braccialetto, come fosse la corona di un rosario. Sembra l’occorrente per un’escursione in campagna, mentre è «solo» la postazione di lavoro di una studentessa francese, a Strasburgo, che ha affrontato ieri il Baccalauréat — l’equivalente della nostra maturità — in filosofia. I candidati che in Francia stanno affrontando in questi giorni l’esame che chiude il liceo sono oltre 686 mila (Foto Ap/Frederick Florin). © RIPRODUZIONE RISERVATA ben preparati, e originali». Il colloquio Già, la tesina. Che sia una mappa concettuale o un trattato completo, quel filo che collega gli argomenti è la chiave per valorizzare il proprio studio. Anche per il suo peso in crediti: 30, contro i 15 delle altre prove. Il momento che «vale» di più, secondo Umberto Vairano, responsabile di «Giano», il servizio della Luiss di Roma, che risponde alle lettere (elettroniche) dei maturandi e propone un database di materiali multimediali, ordinati per temi e argomenti, da usare per Il clima in famiglia e la dieta L’esperta: «Creare un clima familiare tranquillo aiuta la concentrazione» La dieta andrebbe orientata sui cibi più rilassanti: riso, latte caldo, miele, una fetta di carne condita con un filo d’olio Rito di passaggio «Il colloquio? Un momento altissimo, creativo: la parola va finalmente agli studenti. Sarebbe bello che ne risaltasse l’individualità» sostiene Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta, secondo cui la «Maturità» ha perso la capacità di «segmentare il percorso di crescita». «Non segna più il passaggio al mondo dei grandi. Non interessa ai genitori, non fa paura ai ragazzi. L’auspicio? Che gli adulti non rincorrano il successo, il voto, la visibilità, ma avvertano l’orgoglio di essere riusciti ad accompagnare i loro figli fin lì. Che ci sia una celebrazione domestica del passaggio di categoria. Ai ragazzi bisogna chiedere di essere onesti, di chiudere una fase di dipendenza, non di prendere 100». Intanto — con qualche preoccupazione per la temporanea defaillance del cervellone che gestisce gli esami di Maturità — è partita l’operazione «plico telematico», la novità introdotta dal ministro Profumo nel 2012 per evitare i viaggi, su e giù per l’Italia, dei bustoni sigillati con la ceralacca. Quasi tutte le scuole hanno già scaricato le tracce 2.0 che, consegnate via Internet, resteranno criptate fino a mercoledì, quando viale Trastevere fornirà la chiave per «leggerle». Saranno prove «in linea con i programmi», ha rassicurato su Twitter il Miur. I favoriti per la prima prova sono Pirandello («Il fu Mattia Pascal», azzarda lo scrittore-insegnante Alessandro D’Avenia), Facebook (dieci anni dalla «nascita»), la Prima Guerra mondiale (per ragioni di centenario). Ma anche la Costituzione, i due Papi, l’Europeismo. Il «toto-tema» è un esercizio inutile, assicura però Luciano Favini, ispettore del ministero che coordina la struttura tecnica che realizza le tracce per l’esame: «La procedura è blindatissima». Antonella De Gregorio @antdegre © RIPRODUZIONE RISERVATA Papa Francesco «Padri sempre al lavoro, generazione di orfani» CITTÀ DEL VATICANO — Prima di arrivare in aula Nervi, racconta Francesco, «sono andato in cucina a prendere un caffè, e ho chiesto al cuoco: ma tu quanto ci impieghi, a venire al lavoro? Un’ora e mezzo, mi ha detto! Pensate: sei nel traffico, un’ora e mezzo ad andare e altrettanto a tornare, e a casa ci sono i figli». Il Papa alza lo sguardo, il problema non è solo il traffico di Roma. È che viviamo in quella che Bergoglio ieri ha definito «una generazione di orfani», con genitori schiacciati dalla fatica e dalla fretta: «Mi è capitato di parlare con uomini e donne, in confessione, giovani sposi ai quali chiedo sempre: tu giochi con i tuoi figli? Un papà mi diceva: quando vado a lavorare loro dormono, quando torno la sera lo stesso». E Francesco alza lo sguardo: «Ma questa non è vita, è una croce difficile, è disumano». Il Papa apre il convegno pastorale della sua diocesi e invita la Chiesa ad «essere madre, non zitella», a guardare «con accoglienza e tenerezza» alle persone. «Ricevo ogni giorno lettere di uomini e donne disorientati perché la vita è faticosa e accelerata, non se ne riesce a trovare il senso e il valore: immagino quanto sia confusa la giornata di un papà e di una mamma che si alzano presto, portano i figli a scuola e poi vanno a lavorare spesso in luoghi pieni di conflitti. Spesso capita di sentirci addosso un peso che ci schiaccia e pensare: è vita, questa?». La Chiesa si trova Disumano «Un uomo mi diceva: quando esco i figli dormono, quando ritorno lo stesso. Ma è disumano, questa non è vita» ad operare in questa società di orfani, «senza memoria di famiglia perché per esempio i nonni sono allontanati in una casa di riposo, senza affetto o con un affetto troppo frettoloso, perché papà e mamma sono stanchi...». Così le stesse parrocchie devono recuperare quella «gratuità» di chi sa «perdere tempo per giocare con i figli». La Chiesa non deve agire «come una ong», ossessionata dai «programmi». Francesco sorride: «È un po’ invecchiata, la Chiesa, non diciamo che è nonna ma dobbiamo ringiovanirla, e non portandola dal medico che fa cosmesi! La Chiesa ringiovanisce quando è madre: la sua identità e fare figli». Cioè evangelizzare con accoglienza, tenerezza, carezza: «Non si cresce con il proselitismo, ma per attrazione». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il bollettino demografico Istat Nascite ancora in calo e adesso si emigra a 50 anni ROMA — Nascono sempre meno bambini in Italia, meno 4% nel 2013 rispetto al 2012. Ma se si guarda agli ultimi cinque anni ci sono state 64 mila culle in meno. E per la prima volta sono anche meno i bambini stranieri che hanno visto la luce nel nostro Paese: in numeri assoluti nel 2013 sono nati 2 mila 189 bambini stranieri in meno. Non è tutto. Sono anche tanti quelli che vanno via dall’Italia: nel 2013 sono emigrate 82 mila persone, 14 mila in più rispetto all’anno precedente. L’Istat ha diffuso ieri il suo bollettino demografico e a scorrere tutte le cifre sembra di trovare un’unica consolazione: si muore di meno; i decessi nel 2013 sono stati 600.744, 12 mila in meno rispetto all’anno prima. Anche se questo incide sul saldo naturale della popolazione (dato dalla differenza fra i nati e i morti): nel 2013 è stato il più basso di tutti i tempi, negativo per quasi 90 mila unità (86.436). Il nostro è un Paese che si spopola. Un rapporto dell’Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero) dice che un italiano su quattro che emigra ha fra i 35 e i 49 anni. Quasi il 20% (il 19,1) ha fra i 50 e i 64 anni. Non è difficile da capire questo dato: ci sono pensioni che in Italia ti fanno passare giornate seduto sulle panchine dei giardinetti, mentre in alcuni paradisi naturali ti permettono col cambio vite da nababbi. Fortunatamente ci sono 60.782.668 Gli abitanti dell’Italia secondo il rapporto dell’Istat. Nove milioni e 200 mila persone sono concentrate in 12 grandi Comuni e due di questi, Roma e Milano, ne raccolgono 4 milioni e 200 mila anche quelli che l’Italia continuano a vederla come un grande Paese attrattivo: l’Istat ci segnala che nel 2013 sono state iscritte all’anagrafe 307.454 persone, quasi tutte straniere. Il nostro istituto di statistica ci dice che nel corso del 2013 l’incremento reale della popolazione (dovuto alla dinamica naturale e quella migratoria) registra una crescita molto modesta, pari a 30 mila unità, lo 0,1%. Oggi in Italia siamo 60.782.668 e ben 9 milioni e 200 mila persone risiedono in dodici grandi comuni. Due di questi, Roma e Milano, ne raccolgono insieme 4 milioni e 200 mila. Nella provincia di Bolzano si registra il più alto tasso di natalità: il 10,3 per mille. Nascono meno bambini in Liguria: qui il tasso di natalità non supera il 7 per mille, contro il tasso medio di natalità dell’8,5 per mille. Al. Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA belvest.com 26 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 AMBROSIANO Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Il caso italia: 51575551575557 Un «investimento sociale» che punta a un ritorno commerciale e d’immagine Cronache 27 Lavoretto estivo Laurea online? Offre Starbucks Corsi pagati per i dipendenti tà online — più a buon mercato di quella fisica, visto che ha spese minori per aule, campus, biblioteche eccetera — costa comunque circa diecimila dollari l’anno. Starbucks si assumerà tutti gli oneri per chi è già al terzo o quarto anno, mentre chi inizia da zero otterrà una borsa di studio di 6.500 dollari e, per il resto, verrà aiutato a chiedere il contributo pubblico dei Pell Grant. Alla presentazione di ieri c’erano, oltre al presidente dell’Arizona mila i dipendenti di State University, Mike Starbucks ammessi Crow, anche Arne ai corsi gratuiti Duncan, ministro della Pubblica istruzione di Obama. Una presenza che testimonia il sostegno del i corsi di studio tra cui governo a questo scegliere (e alla fine si programma ed ha anpuò cambiare lavoro) che il significato di una sorta di «incoronazione» dei corsi universitari digitali e delle lauree via Internet che puntano alla pari dignità con quelle conseguite tra le mura degli atenei. Un primo, parziale, esperimento lo aveva fatto quattro anni fa un’altra catena, quella dei supermercati Wal-Mart, che aveva dato un sostegno più limitato ai suoi dipendenti che frequentavano l’American Public University, un’altra università digitale Usa. Schultz — che vuole svolgere anche un ruolo politico — Al lavoro Dipendenti di Starbucks a Seattle, la città dove la catena di caffetterie è nata nel 1971. Oggi è presente in 58 Paesi (Ap) non nasconde ambizioni che vanno ben oltre i confini di Starbucks: ciati: ottenuta la laurea questi baristi filosofia dell’imprenditore che, trat- «L’“american dream” è andato in pezzi, L’obiettivo andranno sicuramente a cercarsi un la- tando con riguardo la forza-lavoro (ne- le diseguaglianze continuano a crescevoro più qualificato. L’imprenditore di gli anni ha offerto al personale «stock re, aumenta il numero di coloro che reSchultz: «Le diseguaglianze Seattle — che però è cresciuto a New option», oltre all’assicurazione sanita- stano indietro: cerchiamo di dare un continuano a crescere, York, in un complesso di case popolari ria), è riuscito a tenere lontani i sinda- contributo per capovolgere questa tenaumenta il numero di coloro di Brooklyn — ammette l’apparente cati. Un «investimento sociale» che si è denza». «Col ceto medio sempre più che restano indietro: daremo controsenso, ma è convinto che anche rivelato anche finanziariamente reddi- schiacciato — aggiunge Crow —, se iniziativa finirà per risolversi in tizio: il valore dell’azione Starbucks è non facciamo qualcosa vedremo il treun contributo per capovolgere questa un vantaggio d’immagine e anche aumentato di cento volte dalla quota- no della nostra società andare incontro questa tendenza» commerciale per Starbucks, benvoluta zione in Borsa, 22 anni fa. Stavolta, pe- a un inevitabile deragliamento». Massimo Gaggi dai suoi clienti e anche dai dipendenti. rò, la scommessa è molto impegnativa: © RIPRODUZIONE RISERVATA Del resto questa è stata fin dall’inizio la sul piano finanziario perché l’universi- La trovata del fondatore Schultz, imprenditore filantropo DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Howard Schultz, il fondatore di Starbucks, si è costruito l’immagine di imprenditore lungimirante, attento al sociale, generoso (per gli standard Usa) nell’offrire l’assicurazione sanitaria anche ai dipendenti stagionali e part-time e nel trasformare i suoi bar, negli anni della recessione e dei licenziamenti di massa, in uffici di collocamento o in «hub» dove artigiani e titolari di piccole aziende si incontravano per sviluppare nuove idee imprenditoriali. Stavolta l’istinto filantropico dell’industriale visionario che ha creato dal nulla la più grande catena mondiale del caffè ha, però, superato ogni limite: Schultz ha annunciato ieri che Starbucks offrirà a tutti i suoi 135 mila dipendenti la possibilità di laurearsi seguendo i corsi «online» della Arizona State University. Tutto (o quasi) a spese dell’azienda. L’imprenditore ha aggiunto di non sapere quanto tutto questo costerà all’azienda: dipenderà dal numero di dipendenti che utilizzeranno il programma. Non saranno pochi: il 70 per cento degli addetti del gruppo sono studenti che lavorano nei negozi di Starbucks mentre cercano di completare i loro corsi. Più ancora dell’impegno finanziario, a colpire di questo «bonus» senza precedenti offerto a tutto il personale è il fatto che, pagando i loro studi, Schultz finisce, di fatto, per incentivare l’esodo dei dipendenti appena benefi- 135 40 Malia Obama «debutta» a Hollywood con Spielberg WASHINGTON — Per le vacanze Malia «debutta» a Hollywood. La figlia del presidente Barack Obama, che compirà 16 anni il giorno in cui l’America festeggia la sua indipendenza, il 4 luglio, sarà sul set del nuovo show prodotto da Steven Spielberg e Halle Berry come suo primo «lavoretto» estivo dopo la scuola. Lo riporta la stampa americana che ha avvistato la ragazza sul set della Cbs accompagnata dalla First Lady, Michelle Obama. Malia lavorerà come assistente alla produzione per la prossima serie tv Extant, sulle vicende di un’astronauta che ritorna a casa dopo un anno di missioni nello spazio. Spielberg e Berry sono sostenitori di Obama: il regista ha sempre staccato pesanti assegni a favore della campagna presidenziale e Berry indossa spesso una tshirt con «Obama for Change». 28 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera FIRENZEPITTIUOMO Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Collezioni estate 2015 Apre il salone di Firenze. Stefano Ricci illumina il Ponte Vecchio Accostamenti I cotoni e i lini leggeri di Lardini si mescolano a trame grosse, per un look più giovane e versatile Gradazioni Il fit di Paoloni è decisamente asciutto, il colore protagonista è il blu: dal bluette al royal al fiordaliso La camicia Nel look di Cucinelli per la prossima estate è spesso sostituita dalla polo, a 3 o 5 bottoni, con il collo un po’ sostenuto Colori Colori naturali e neutri, come il beige e le gradazioni di marrone, si accostano a tinte forti Micro Gli abiti e le giacche da giorno vivono di tessuti microstrutturati, «falsi uniti». In alternativa, i disegni jacquard Con la pince I nuovi pantaloni hanno una piccola pince e sono più morbidi sulla gamba: il risvolto è di 4 centimetri Il club dei gentiluomini L’eleganza «sussurrata» delle nuove proporzioni Il sartoriale conquista Pitti DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Luigi Bianchi Mantova Rigore, pulizia, leggerezza Tombolini Il nuovo smoking Gli eventi Feste, mostre, performance fanno da contorno al salone che apre oggi (fino a venerdì) alla Fortezza da Basso Oggi Pucci celebra le sue stampe con «Design a dream. The bird of a Pucci Print», cocktail al Palazzo Pucci. Mentre il Museo Fondazione Capucci apre in esclusiva, al Belvedere di Firenze, per la festa delle testate di Rcs Fatto a mano Louis Vuitton nella sua boutique di via Strozzi esalta l’eccellenza del savoir-faire nella calzatura maschile con un artigiano (in arrivo dal laboratorio di Fiesso d’Artico) che mostrerà al pubblico le tecniche di lavorazione per le calzature Cronache 29 italia: 51575551575557 Altea Con il cravattino o il foulard ENN+W La linea slim del marchio giovane FIRENZE — L’uomo (ri)scopre il dettaglio e anche un pantalone, che ha sempre comprato al volo, diventa una questione di millimetri. Brunello Cucinelli intravede nel capo simbolo del guardaroba maschile il segno di un cambiamento. Se — come fanno le donne — ora anche lui incomincia a scegliere i pantaloni rigirandoseli tra le mani, facendo attenzione al tessuto, sbirciandosi le spalle davanti allo specchio, allora significa che qualcosa sta davvero cambiando. Una moda contemporanea ben radicata nella tradizione sartoriale è al centro dell’edizione 86 del Pitti Uomo, da oggi al 20 alla Fortezza da Basso di Firenze. Un’edizione che l’amministratore delegato Raffaello Napoleone definisce straordinaria, con il più alto numero di marchi mai rappresentati — 1.090, il 40 per cento delle aziende sono internazionali e 110 arrivano dall’Inghilterra — «a conferma della leadership italiana della moda uomo nella fascia alta». «La sorpresa sono i giovani: hanno barba e capelli curati, e vogliono vestire Abiti e numeri Abiti di lino destrutturati, da portare da mattina a sera Nel 2014 export in crescita del 4,7 per cento bene, con un alto tasso di artigianalità e sartorialità» sottolinea Cucinelli. Il particolare fa la differenza, a cominciare dal pantalone, appunto. Torna stirato e con una pince, piccola però. Il fondo di 18,2 cm ha il risvolto di 4 cm. L’uomo si compiace di una certa vanità e vuole poter mostrare le fatiche fatte in palestra, ma sempre con garbo ed eleganza. E allora ecco l’elogio della polo, in versione ricercata. «A 3 o 5 bottoni, la nostra ha il collo sostenuto un po’ a camicia. Si porta con il blazer, anche questo modellato sul busto come i piccoli trench». Napoleone parla di eleganza sussurrata per descrivere la moda in scena al padiglione centrale dedicato al classico contemporaneo che si rinnova al piano attico con il progetto «Just like a man». In un’atmosfera da club per gentlemen, ricreata da Patricia Urquiola, Proraso rilegge in chiave moderna il concetto di barberia italiana che è nella storia del nostro Paese. Nel club c’è anche lo spazio lustrascarpe portato da Cuoio di Toscana — marchio del consorzio che così ha voluto garantire la qualità del Made in Italy — dove oggi arriverà Luca Argentero sulle immagini di «Sciuscià» di Vittorio De Sica. Ma in primo piano restano i vestiti delle griffe che rappresentano l’eleganza tricolore. Tra gli altri la marchigiana Lardini che rilancia l’abito di lino destrutturato «sfoggiato dalla mattina alla sera», Kiton e Isaia, eccellenze napoletane, Tombolini (altra griffe marchigiana) che festeggia i 50 anni di storia con un profumo omaggio alla giacca «zero gravity». O ancora Cantarelli, altri 50 anni di stile sartoriale, e Cruciani con il patron Luca Caprai a cui sarà assegnato il premio Pitti 2014. Protagonisti dello spazio dedicato ai giovani quest’anno sono l’argentino Marcelo Burlon — County of Milan, con una performance al Parterre di Piazza della Libertà, e il duo Au jour le jour, Diego Marquez Monsalve e Mirko Fontana che lanciano la prima collezione maschile alla Dogana. La moda riaccende la città del Giglio e non è solo una metafora. Il Centro di Firenze per la Moda Italiana (associazione che include le istituzioni pubbliche e i privati a capo del Pitti Immagine) festeggia i suoi 60 anni di vita con Firenze Hometown of Fashion, una settimana di eventi (progetto realizzato con il contributo del ministero dello Sviluppo Economico e di Agenzia ICE) che si è aperta ieri sera con il concerto all’Opera di Andrea Bocelli assieme con Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino e il soprano Patrizia Orciani. Poi, prima della mezzanotte l’accensione della nuova illuminazione del Ponte Vecchio realizzata grazie al contributo dello stilista imprenditore toscano Stefano Ricci insieme con Unicredit. E per festeggiare la loro città sono arrivati anche le griffe Salvatore Ferragamo, Gucci, Emilio Pucci ed Ermanno Scervino alle prese con mostre, feste, allestimenti. La moda maschile manda segnali incoraggianti nella speranza di spegnere la luce rossa dei consumi (in calo progressivo dal 2009, fino a segnare un meno 9,3 % nel 2013). «Il 2014 si apre con un crescita dell’export del 4,7 per cento e un aumento dell’import dell’8%. La vanità maschile lascia ben sperare. Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA Classe Robert Redford nel Grande Gatsby di Jack Clayton del 1974 30 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Cronache 31 italia: 51575551575557 Idee verdi La «capsule collection» realizzata dal rapper-stilista Pharrell Williams per G-Star Raw, marchio olandese giovane del denim Bottiglie di plastica ripescate Il nuovo jeans che salva il mare DA UNO DEI NOSTRI INVIATI dra, al fotografo e regista Anton Corbijn, con testimonial controcorrente come il campione mondiale di scacchi Magnus Carlsen e lo chef Sergio Herman. Pharrell — con il titolo di «co-designer» — l’ha chiamata una «esplorazione creativa a lungo termine», capi da uomo e donna con il marchio di fabbrica molto slim di G-Star Raw, nei negozi a partire da settembre. Il denim Bionic Yarn viene stampato con una trama originale, ispirata alla mascotte del progetto, la piovra Otto: denim ricavato dalla plastica e stampato con motivi classici come il pied de poule per pantaloni ma anche soprabiti, trench, bomber, t-shirt, felpe, cappellini. Il colore? Intenso come le profondità dell’oceano: «Mazarine blue», indaco e nero. Anche prima di allearsi con Pharrell, i suoi calamari e il suo sottomarino, G-Star aveva puntato sull’ecosostenibilità: gli stili denominati «Hydrite Denim» sono realizzati con innovative tecniche di tintura e finitura che risparmiano il 95% d’acqua e sostanze chimiche rispetto alla normale produzione di denim . La collaborazione tra il marchio nato a Amsterdam nel 1989 è destinata a continuare — altrimenti Pharrell non sarebbe stato nominato «-co-designer» — e ha un obbiettivo ambizioso: studiare il denim «next generation». Con gli stessi parametri di resistenza e comodità di quello tradizionale, ma molto più rispettoso dell’ambiente. «Raw for the Oceans» a parte, il denim stretch del quale G-Star fa da sempre ampio uso è destinato, a Pitti, ad apparire in nuove declinazioni. Da uomo, e da donna: la stilista della collezione femminile Rebekka Bach anticipa che a Firenze si vedranno nuovi fit come il «super skinny» proposto in nuovi tagli, perché per lo stretch «la frontiera è la qualità, la sfida è ottenere qualità sempre più alta dal filo». A Pitti G-Star presenterà anche la nuova strategia retail: prossime aperture a Firenze (via degli Strozzi, a luglio) e Milano (via Dante, settembre) per aggiungersi al flagship romano aperto lo scorso dicembre in via Del Tritone. Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA DISEGNO DI GUIDO ROSA FIRENZE — Il sottomarino tutto matto di Pharrell Williams ingoia le bottiglie di plastica raccolte sul fondo dell’oceano da una squadra di buffi calamari, le mastica allegramente con delle ganasce molto umane, tritura la plastica e la trasforma in blue jeans tutti nuovi: sono gli «Happy Oceans», gli oceani felici studiati dal rapper-stilista americano per una nuova versione della sua canzone-simbolo, «Happy», scritta per un cartoon e diventata a sorpresa un inno di protesta e libertà in giro per il mondo, dall’Iran all’Ucraina. Gli oceani felici di Pharrell vengono rallegrati dal suo progetto di moda eco-sostenibile Bionic Yarn, che trasforma in tessuto la plastica riciclata. Ecco così «RAW for the Oceans», la capsule collection realizzata da Williams per G-Star Raw, marchio olandese molto giovane del denim. Un marchio sempre aperto a collaborazioni speciali: da Marc Newson che ha appena presentato la Reversible Tour Jacket, in vendita da ottobre, al Design Museum di Lon- FIRENZEPITTIUOMO La fibra creata dal riciclo dei rifiuti che finiscono negli oceani Acquisizioni Francesco Fila: «Alzeremo la qualità, al giusto prezzo» Stile british (fatto a Biella) La sfida del signor Brooksfield DA UNO DEI NOSTRI INVIATI FIRENZE — Calcisticamente, abbiamo appena battuto, ancora una volta, l’Inghilterra. Ma nella moda il classico match parte da decenni con l’Italia favorita. Un esempio, tra i tanti, è Brooksfield. Marchio nato nel 1971 con una fortissima identità molto inglese, di eleganza country e informale, con tanti blazer e maglioni molto british. Brooksfield è però un marchio italianissimo: appena finito, dopo alterne vicende aziendali, nelle mani dei fratelli Fila (detentori per l’Italia di licenze imMare Una regata anni ‘80 sponsorizzata da Brooksfield: il marchio ora è dei biellesi Fratelli Fila portanti come Fred Perry, del quale curano produzione e distribuzione, e di Gant, per il quale fanno la distribuzione). La nuova gestione di Brooksfield, spiega Francesco Fila, punta a incrementare presenza nel retail e aumentare il fatturato estero (obiettivo minimo 50/50 tra Italia e estero entro tre anni, attualmente siamo a 90/10). Le aperture di nuovi negozi partiranno da Milano, l’anno prossimo, con un monomarca: a seguire, le altre grandi città italiane. Nello stile, che non cambierà di molto rispetto alla tradizione, il caposaldo è mantenere alta la qualità: «Noi vorremmo difendere e utiliz- Da città Qui sotto un modello con la giacca leggera, decostruita, di Brooksfield: «City Athletic» è il tema della collezione, capi di ispirazione sportiva ma declinati in chiave cittadina e raffinata zare e proteggere il più possibile i materiali italiani e le produzioni italiane — spiega Fila — per fortuna noi abbiamo un’organizzazione produttiva basata molto con piccoli laboratori italiani che ci danno alta qualità e un buon rapporto di prezzo. Noi veniamo da Biella, una zona di know-how e grandi materie prime: questo lo manterremo. Certo, oggi, con la situazione italiana, fare in Italia uno sportswear elegante e sofisticato è una bella sfida. Perché, detto con sincerità, l’Italia parlando con agenti e clienti chiede e spinge sul prezzo. Prezzo, prezzo, prezzo. Ma se si vuole affrontare l’estero bisogna proporre un prodotto di qualità bella, curato: questo comporta prezzi più alti ma la nostra struttura, che non compra prodotto finito ma materie prime, ci facilita. La sfida del trovare il giusto prezzo della più alta qualità possibile è una bella sfida, stimolante, giusta per questo marchio nel quale crediamo molto». Il futuro? «Venderemo alla fine qualche maglietta con lo stampone in meno ai ragazzi, ma credo proprio che riusciremo a far capire che una bella camicia, di qualità, di lunga durata, è un acquisto giusto con Brooksfield. Ecco, con tutto il rispetto per coloro che scelgono di fare prodotti più economici, io credo che in Italia non siamo capaci di lavorare male». Il marketing? «Ecco, diciamo che tirare il collo al fornitore cinese per pagare le vetrine in Madison avenue a New York non è un piano che premia, oltre il brevissimo termine. Il cliente si rende conto della qualità intrinseca del made in Italy. Per fortuna». M.Per. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Economia `V `ii ÀÃi /- >L > ÃiÌÌ>> 1VÀi`Ì > ÃiÌÌ>> /Ì ` -Ì>Ì >Ì ` iÜ 9À >}}À>Ì >i Ài Óä°ää /Ì /- Ì« ä{ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÓ]{Ó Ì« Èä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £{£]Çn Ó]{Î Ì« £ä£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]£{ ä]äÎ Ì« £££xÉäÉÓÈ Î]£ää¯ ££{]Óä £]Çx Ì« £££xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]Ç ä]£ä Ì« äÎä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££]£ä Î]££ Ì« äÈ£xÉäÉ£Ç Ó]£ää¯ £äx]Çä Ì« £Î£xÉäÉ£n £]Çää¯ £äx]Î Ì« ää£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££{]£ä ä]{È £]£È Ì« äxä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £äx]Èn Ì« äÇä£ÉänÉÎ x]äää¯ ££n]È£ VÌ äÇä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]ÓÎ Î]£Ç Î]Σ ä]£ Ì« ££ä£ÉäÉÓ£ {]Çxä¯ ££Ç]{È Ì« ££ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££]ÓÇ Ì« £Îä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££{]n£ £]xn £]È Ó]Ó{ VÌ änä£ÉäÉ£x ä]Înä¯ £ää]£È VÌ ää£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ £ää]£Î VÌ £££xÉä{É£n ä]ÇÓȯ £ä£]£x ä]Î ä]{£ ä]n{ `À> È°Çx{]È{ ä]Î{¯ £ iÕÀ /- Ì° - >Ài ÓΰÎäÎ]È{ ä]nÓ¯ À>VvÀÌi °nnÎ]n ä]Ó¯ £ iÕÀ £ÎÇ]n£ää Þi /- Ì°-Ì>À £n°Îä]x ä]Îä¯ *>À} >V{ä® Ü ià £È°ÇnÈ]ÈÇ ä]äǯ e } } ÓΰÎää]ÈÇ ä]än¯ >Ã`>µ {°Î£Ç]ä£ ä]£x¯ e / i® £{°ÎÎ]Ó £]ä¯ -E* xää £°În]nn ä]£{¯ e >`À` ££°ään]Óä ä]x¯ Ó£°ÇÈ]ÓÈ ä]nȯ La lente {°x£ä]äx ä]Çί £]ÎxÎÓ `>À ä]䣯 ä]£¯ £ iÕÀ ä]ÇÇ{ ÃÌiÀi ä]äȯ £ iÕÀ £]Ó£ÇÈ vÀ° ÃÛ° £ iÕÀ ]äääx VÀ°ÃÛi° ä]Óx¯ £ iÕÀ £]{ÇÓ{ `°V>° ä]Óǯ e ä]䣯 i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £ÈäÈ iÌÌ ¯ /Ì i`° +ÕÌ° ,i`° ivv° £ÈäÈ iÌÌ ¯ Il riassetto Il gruppo spagnolo avrà il 15%, gli investitori istituzionali oltre il 50%. La società era stata creata nel 2007 UE E DEFICIT, SE LA SPD Addio Telco, Telecom public company STRIZZA L’OCCHIO A ROMA E PARIGI Mediobanca, Intesa e Generali chiedono la scissione. Telefonica primo socio G eometrie variabili, nell’Europa del dopoelezioni, con il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel che ha lanciato un messaggio a Francia e Italia, affermando che le riforme non dovrebbero essere prese in esame nel calcolo del deficit. Musica per le orecchie del ministro dell’Economia di Parigi, Arnaud Montebourg (insieme a Gabriel a Tolosa), e uno spunto positivo per le riflessioni del premier Matteo Renzi, che ha evocato uno scenario di questo tipo, senza comunque contestare direttamente i criteri del Patto europeo. Le parole del numero due socialdemocratico nella grande coalizione di Angela Merkel hanno riaperto una questione che non può essere accantonata, in un momento in cui sono in molti a guardare ad un’Europa “nuova” che parli il linguaggio dell’occupazione e della crescita. Nonostante una mezza marcia indietro dei suoi collaboratori — per i quali l’intento di Gabriel era solo quello di «puntualizzare che alcuni Stati potrebbero vedersi riconosciuto più tempo per ridurre il loro debito se porteranno avanti concrete riforme» — è chiaro che i margini di manovra sono destinati a crescere. Da Wolfgang Schäuble è venuto subito un richiamo alla necessità del «rispetto delle regole». Ma il terzo governo Merkel non è un monocolore del partito del rigore. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta fino a 704 milioni I soci di Telecom Italia L’azionariato dopo lo scioglimento di Telco Telefonica 14,8% -4,20% Ieri Un anno a Piazza Affari Privatizzazione Fincantieri Al via il collocamento Possibili 35 mila nuovi soci 0,9455 euro 0,94 Findim (Fossati) 4,9% BlackRock 4,8% Generali 4,3% Mediobanca 0,81 0,67 0,54 1,6% Intesa Sanpaolo 1,6% giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu D’ARCO Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali hanno chiesto ieri la scissione di Telco, formalizzando così nel primo giorno utile delle finestra contrattuale (che si chiude a fine mese) l’archiviazione della finanziaria e del patto parasociale che finora ha «blindato» il 22,4% di Telecom Italia. A questo punto mancano le autorizzazioni dalle autorità competenti perché l’operazione venga definita e le partecipazioni dirette in Telecom Italia siano attribuite agli ex partecipanti all’accordo. La tempistica potrebbe però non essere breve visto che è richiesto anche un «passaggio» in Brasile. Una volta tramontata Telco, l’azionariato di Telecom Italia vedrà come primo socio la spagnola Telefonica con il 14,8%, seguita dalla Findim della famiglia Fossati con il 4,9%, BlackRock che secondo le ultime indicazioni disponibili dovrebbe avere in portafoglio fra i vari fondi il 4,8%, Generali con il 4,3% e i due istituti, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, con l’1,6% a testa. Una struttura dunque più simile a quella di una public company, soprattutto pensando che oltre il INVITO A PRESENTARE OFFERTA PER IL SERVIZIO DI COPERTURA ASSICURATIVA DEI RISCHI DI RESPONSABILITA’ CIVILE TERZI E OPERAI La Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione - in Amministrazione Straordinaria ex legge 39/2004 - Procedura n.1/2013 - Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 29 marzo 2013 - con sede legale in Roma, via della Luce, n. 46, Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con R.D. 19 aprile 1937, n. 1024, codice fiscale n. 01356310589, partita IVA n.00988411005, Ente proprietario e Gestore dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IDI - IRCCS, con sede in Roma, via dei Monti di Creta, n. 104, dell’Ospedale generale di zona San Carlo di Nancy, con sede in Roma, via Aurelia, n. 275 e dell’IDI-IRCCS Villa Paola, con sede in Capranica (VT), via Padre Luigi Monti, invita a presentare offerta per il servizio di copertura assicurativa dei rischi di responsabilità civile terzi e operai per le seguenti strutture: IDI - IRCCS, con sede in Roma, via dei Monti di Creta, n. 104, Ospedale generale di zona San Carlo di Nancy, con sede in Roma, via Aurelia, n. 275 e IDI-IRCCS Villa Paola, con sede in Capranica (VT), via Padre Luigi Monti. La Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione ha interesse a valutare e selezionare la migliore offerta, sotto il profilo tecnico ed economico, per la copertura assicurativa dei rischi connessi alla responsabilità civile terzi ed operai delle strutture ad essa afferenti. La copertura assicurativa dei rischi di responsabilità civile terzi e operai deve avere decorrenza dalle ore 00:00 del 5 luglio 2014 e deve scadere alle ore 24:00 del 30 dicembre 2016. Il contratto assicurativo deve prevedere la facoltà di proroga alle medesime condizioni, inizialmente pattuite, per il tempo strettamente necessario al conseguimento di una nuova futura copertura assicurativa, per almeno ulteriori tre mesi dalla scadenza. Sul sito www.picficinas.com saranno pubblicati l’invito a presentare l’offerta in forma integrale, di cui il presente invito ne costituisce un estratto ed i questionari assuntivi. Le statistiche sinistri ed eventuali chiarimenti dovranno essere richiesti esclusivamente, in forma scritta, tramite mail a: MARSH S.p.A. - c.a. Maria Teresa Turco o Antonella Colacione, ai seguenti indirizzi: [email protected] - [email protected]. La presentazione delle offerte, che non sono da considerarsi vincolanti nell’ipotesi in cui non dovessero rispondere alle esigenze di Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione in A.S., dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 26 giugno 2014 via posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected] e/o a mezzo raccomandata A.R. e/o per corriere al seguente indirizzo: P.I.C.F.I.C. - c/o Commissari Straordinari, Via dei Monti di Creta 104 - 00167 ROMA. 50% del capitale è detenuto complessivamente da investitori istituzionali internazionali che nel corso delle ultime due assemblee hanno dimostrato una grande attenzione alle scelte di governance. In particolare in occasione del rinnovo del consiglio in aprile il voto massiccio a favore della lista di Assogestioni si è tradotto in un ribaltone, al quale ha dato il contributo decisivo a sorpresa l’allineamento di Fossati con i fondi. Uno scenario di maggioranze prestabilite appare dunque al momento difficile da tracciare. Ed è un quadro di cui Telefonica dovrà tener conto. Finisce qui, con le richieste di scissione, la «storia» della finan- ziaria fondata nel 2007 in occasione del passaggio alla cordata costituita da Telefonica, Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Sintonia (Benetton) del 23% circa di Telecom attraverso l’acquisto di Olimpia, la società con la quale Pirelli ed Edizione (Benetton) avevano rilevato nel 2001 la quota da Bell. Un esito scontato da circa un anno. Nel giugno scorso Mediobanca, in occasione della presentazione del piano strategico, aveva annunciato il disimpegno. E nel settembre 2013 i soci di Telco hanno raggiunto un accordo in base al quale Telefonica è salita al 66% e gli azionisti italiani hanno ridotto le partecipazio- L’annuncio Intesa Sanpaolo aprirà in Qatar Intesa Sanpaolo si prepara ad aprire un ufficio a Doha in Qatar. Ad anticiparlo è stato il vicepresidente del consiglio di gestione della banca, Marcello Sala, ieri mattina durante la conferenza internazionale «Changing dynamics in the Gulf» promossa da Ispi, Intesa Sanpaolo e Promos-Camera di Commercio di Milano. ni a quelle attuali, pari al 19,32% per Generali e al 7,34% sia per Piazzetta Cuccia sia per Intesa. Ieri Mediobanca nel comunicato sulla scissione ha sottolineato che da quel riassetto, che ha significato l’avvio dell’uscita da Telco, il titolo del gruppo telefonico ha registrato un incremento del 65%, contro il 13% del settore europeo e il 23% di Piazza Affari (ieri l’azione, che giovedì era tornata sopra quota un euro, ha ceduto il 4,2% a 96 centesimi). L’istituto guidato da Alberto Nagel ha poi ricordato che «l’operazione si inquadra nel più ampio processo di riduzione dell’esposizione al comparto azionario, parte integrante delle linee guida» del business plan. Nel rendere note le decisioni Mediobanca e Intesa hanno indicato le plusvalenze implicite alle quotazioni attuali, pari rispettivamente a 110 e 35 milioni, e un centinaio di milioni è stimabile anche per Generali. Per tutti però la storia in Telecom si chiude con un bilancio contabile ben diverso, visto che il titolo è stato in questi anni più volte svalutato. MILANO — Giuseppe Bono, l’amministratore delegato, l’aspettava da 8 anni. Ora Fincantieri, che fa navi da crociera e anche militari, va in Borsa con l’azionista Fintecna, che è della Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro. L’offerta, partita ieri e annunciata a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana (foto), è destinata per il 20% ai piccoli risparmiatori e si concluderà il 27 giugno. Il lotto minimo è fra 3.120 e 4 mila euro, La prua di una nave Fincantieri ieri a Piazza Affari a Milano il valore dell’offerta tra i 549 e i 704 milioni. Significa il possibile ingresso di circa 35 mila piccoli azionisti. «Non c’è intenzione di distribuire dividendi per almeno tre anni», ha detto però Bono. Terza matricola dell’anno, Fincantieri è la prima delle privatizzazioni 2014, ma all’abbattimento del debito pubblico contribuirà poco o nulla. Tolto l’aumento di capitale da 468-600 milioni, solo 81-104 milioni saranno incassati da Fintecna (che resta in maggioranza con almeno il 55,1%) e non è detto che Cdp li giri poi al Tesoro. «Un modo per ridurre il debito pubblico è far crescere l’economia — dice Franco Bassanini, presidente Cdp —. Questa operazione patrimonializza Fincantieri e migliora la finanza pubblica. Abbiamo privilegiato il rafforzamento della società. Non si può escludere un futuro aumento della quota collocata». Al 31 marzo i debiti netti di Fincantieri erano di 417 milioni su un patrimonio di 1,22 miliardi. Il prospetto sottolinea il conflitto d’interessi con le banche, collocatrici e creditrici. Alessandra Puato Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul mercato Operazione da 145 milioni, per Manes una plusvalenza di circa 42 milioni Opa di Vodafone su Cobra, per salire in auto MILANO — Vodafone lancia un’opa da 145 milioni di euro sull’italiana Cobra automotive. L’azienda di Varese — oggi attiva in Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Cina, Giappone, Corea del Sud e Brasile — offre servizi telematici ed elettronici per l’automobile. In concreto, progetta e produce le cosiddette «scatole nere» antifurto, apparati elettronici per la sicurezza dei veicoli e la geolocalizzazione, la cui istallazione comporta spesso sconti sul pagamento dei premi sulle assicurazioni Rc Auto. L’Opa è fissata a 1,49 euro per azione. Con un accordo quadro tra Vodafone global enterprise e Intek group, la 51,4% le azioni Cobra automotive che Intek si prepara a cedere a Vodafone. La multinazionale inglese vuole arrivare al 95% Vincenzo Manes di Intek stessa Intek, presieduta da Vincenzo Manes (foto), si è impegnata ad aderire all’Opa integralmente con il 51,402% oggi in portafoglio. Lo stesso ha fatto il presidente di Cobra, Serafino Memmola, che ha in mano il 22,7%del gruppo varesino. In tutto, l’accordo garantirà il conferimento a Vodafone del 74% delle azioni. Perché l’operazione vada in porto, Vodafone dovrà arrivare al 95%. Inoltre l’acquisizione dovrà essere approvata dalle autorità Antitrust competenti. Il controvalore intascato da Intek, calcolato in base al prezzo dell’offerta, sarà pari a 74,3 milioni di euro. «L’ac- cordo produrrebbe una plusvalenza sul bilancio consolidato di Intek Group di circa 42 milioni rispetto ai valori di carico al 31 marzo 2014, al lordo dell’effetto fiscale e dei costi dell’operazione», recita una nota di Intek. In questo modo il gruppo di Manes migliorerà la posizione finanziaria netta e si concentrerà sulle attività legate alla produzione di semilavorati di rame, dove è attivo con Kme e alle energie rinnovabili. L’operazione è stata bene accolta dal mercato. Ieri il valore delle azioni Intek è cresciuto del 10,56%. A Piazza Affari balzo anche per i titoli Cobra. In chiusura sono arrivate a 1,474 euro (+49,34%) avvicinandosi al valore del- l’offerta pubblica di acquisto. Vodafone punta attraverso questa operazione a potenziare il «machine-to-machine» quella tecnologia che fa dialogare apparecchiature diverse. «La combinazione di Vodafone e Cobra creerà un nuovo fornitore globale di servizi di auto collegati — ha spiegato Erik Brenneis, direttore del M2M di Vodafone —. Abbiamo in programma di investire nel business per offrire ai nostri clienti del settore automobilistico e assicurativo una gamma completa di servizi telematici». In altre parole, l’operazione dovrebbe consentire a Cobra di svilupparsi e crescere grazie alla complementarietà dei propri prodotti e mercati, soprattutto quelli esteri, con quelli di Vodafone. Rita Querzé © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Economia 33 italia: 51575551575557 A Parigi Argentina Siemens e Mitsubishi in campo per Alstom. Comincia la gara con Ge Tango bond e la sentenza boomerang DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — L’asta per il settore energia di Alstom, ex gioiello dell’industria francese, entra nel vivo con l’offerta di Siemens alleata a Mitsubishi Heavy Industries: i tedeschi comprerebbero le turbine a gas per 3,9 miliardi di euro, mentre i giapponesi sono pronti a versare 3,1 miliardi per fondare tre nuove società (turbine a vapore, centrali idroelettriche e rete). Un totale di sette miliardi, per contrastare la prima, più importante, offerta del colosso americano General Electric, pronto a pagare oltre 12 miliardi di euro per rilevare tutto il comparto. Ieri i capi di Siemens e Mitsubishi, Joe Kaeser e Shunichi Miyanaga, hanno incontrato i vertici di Alstom, e stamani alle 10 e 25 sono attesi all’Eliseo per illustrare la loro proposta al presidente François Hollande. Lo schema progettato da SiemensMitsubishi prevede anche la partecipazione dello Stato francese, che dovrebbe intervenire acquistando parte delle azioni di Bouygues in modo da permettere a quest’ultima società di disimpegnarsi totalmente (oggi è il primo azionista di Alstom con il 29%). Ma l’offerta nippo-tedesca non sembra convincente da un punto di vista politico: il governo francese si era impuntato con il presidente di Alstom Patrick Kron, fautore dell’intesa con gli americani, perché non voleva che un settore strategico come l’energia finisse fuori dall’Europa. E i tedeschi di Siemens avevano saputo approfittarne, assecondando Hollande e la sua idea di un «Airbus dell’energia». Ora, con l’ingresso dei giapponesi nella cordata Siemens, quel discorso sembra cadere. General Electric ha già annunciato che rilancerà entro il 23 giugno. Stefano Montefiori Joe Kaeser, Siemens © RIPRODUZIONE RISERVATA La vertenza Dopo la rottura sul contratto via allo stop degli straordinari negli impianti Fca. I sindacati: convocateci Il caso della fabbrica modello Maserati Fiat: «Uno sciopero incomprensibile» A Grugliasco un’ora di fermo decisa dalla Fiom Release Banco Popolare offerte in arrivo per la bad bank Entra nel vivo la gara per la cessione di Release, la bad bank del Banco Popolare, che contiene asset per circa 3 miliardi fra immobili, crediti chirografari e ipotecari e «non performing loans» immobiliari. Ieri scadeva il termine per effettuare la due diligence dopo la quale i quattro potenziali acquirenti in short list devono presentare l’offerta vincolante all’advisor Equita. In pole per le offerte, che secondo fonti vicine al dossier ieri sera non erano ancora arrivate, ci sarebbero Blackstone e la cordata Fortress-Prelios. I tavoli sarebbero ancora in corso con il terzo soggetto interessato, l’americano Lone Star. Si sarebbe invece sfilata, secondo Radiocor, la cordata fra Pimco e Gwm. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Blocco degli straordinari alla Fiat. Lo hanno deciso ieri i sindacati del sì — quelli che hanno firmato gli accordi con l’azienda — quindi esclusa la Fiom. L’agitazione è stata proclamata in seguito alla rottura delle trattative, martedì scorso, per il rinnovo del contratto che riguarda oltre 80 mila dipendenti degli stabilimenti italiani del gruppo. Alle trattative non partecipano i metalmeccanici della Cgil. Il confronto per il contratto si è arenata sull’ammontare dell’una tantum per il 2014. L’azienda propone 250 euro, i sindacati al tavolo sono scesi a 300 euro. Ora Fim, Uilm, Ugl, Fismic e associazione Quadri difendono la propria posizione. «Le proposte di mediazione da noi adottate hanno forti elementi di responsabilità — hanno scritto ieri le segreterie generali in un comunicato —. Invitiamo l’azienda a riconvocare le trattative già nel corso di questa settimana». Ovviamente la protesta tocca solo gli stabilimenti interessati dagli straordinari, tra questi Sevel, Maserati, Marelli, Iveco, Fpt di Foggia e di Torino, Cnh di Modena. Intanto oggi si è svolto anche uno sciopero di un’ora in- detto dalla Fiom nello stabilimento Maserati di Grugliasco. Le tute blu della Cgil rivendicano il successo della protesta: «All’iniziativa hanno partecipato centinaia di lavoratori. Non solo nostri iscritti — recita una nota —. In alcuni reparti siamo arrivati a punte di adesione del 30%». «Avremmo voluto indire un’assemblea per parlare dei problemi dello stabilimento di Grugliasco ma non è stato possibile — lamenta Michele De Palma, che si occupa di Fiat auto per la Fiom —. Per questo abbiamo indetto lo sciopero». Dal canto suo l’azienda presenta ragioni e numeri molto diversi. Parla di un’adesione ferma all’11%. E critica lo sciopero. «Nonostante si tratti di una percentuale piuttosto L’offerta Sarà unico partecipante, accordo con EI Towers Asta e frequenze televisive, la doppia mossa di Cairo MILANO — Cairo Communication diventa sempre di più un polo tv. Il gruppo guidato da Urbano Cairo che aveva rilevato La7 da Telecom Italia ieri ha fatto un passo avanti ulteriore su due fronti: come unico partecipante all’asta per le frequenze tv (come aveva anticipato il Corriere alla fine sia Rupert Murdoch con Sky che Carlo De Benedetti con ReteA sono rimasti talmente freddi da non partecipare nemmeno simbolicamente) ha presentato un’offerta vincolante per i L’imprenditore Urbano Cairo, editore di La7: Offerta congiunta con EI towers diritti d’uso per 20 anni del multiplex indicato come lotto L3, dove intende trasmettere i canali La7 e La7d, oggi sulle frequenze di TI Media. Nel contempo il gruppo ha stretto un accordo con EI Towers, operatore di rete controllato da Mediaset, per la realizzazione e la gestione tecnica delle frequenze che dovranno avere una copertura a regime pari a oltre il 94% della popolazione. I termini economici dell’offerta di Cairo ( che detiene il 3,67% di Rcs Mediagroup) al ministero dello Sviluppo economico saranno resi noti nel corso di una seduta pubblica il 25 giugno. La base d’asta era di 31,6 milioni di euro. Gli accordi con EI Towers prevedono una fase di messa in esercizio della rete, dal 1 gennaio 2015 a fine 2017, per un controvalore di 14 milioni sul triennio «comprensivi del corrispettivo per la messa a disposizione dei trasmettitori; un corrispettivo a regime a favore di EIT (a partire dall’anno 2018) pari a 18,3 milioni annui, comprensivi del corrispettivo per la messa a disposizione dei trasmettitori; un onere annuo per EIT a favore di Cairo Network, compreso tra 0 e massimi 4 milioni, a partire dal 2018, qualora la banda disponibile sul Mux non sia integralmente utilizzata da Cairo». Cairo avrà facoltà di recesso libero a partire dal primo gennaio 2025. La Borsa ha reagito bene e Cairo ha guadagnato il 3,21% a 6,43 euro. Di segno contrario la risposta dei sindacati. «L’ufficializzazione oggi da parte di CairoCommunication dell’offerta per la gara sui diritto d’uso delle frequenze tv e della contestuale sottoscrizione con EI Towers di un accordo pluriennale per la realizzazione e la gestione tecnica del futuro mux, rendono necessario l’avvio urgente del confronto sul piano industriale/editoriale di La7 srl, finora mai presentato dall’azienda». Lo afferma il cdr di La7, con il sostegno di Fnsi, Associazione Stampa Romana e Associazione Stampa Lombarda, rinnovando «la richiesta di un incontro con i vertici aziendali di Cairo Communication e La7 srl». M. Sid. © RIPRODUZIONE RISERVATA bassa, lo sciopero di 200 lavoratori appare assolutamente incomprensibile — recita una nota Fiat —. In un momento come questo dell’economia L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, all’inaugurazione del nuovo stabilimento Maserati a Grugliasco (Torino), il 30 gennaio 2013. Ieri la Fiat ha definito «irrazionale e incomprensibile» lo sciopero di un’ora proclamato dalla Fiom italiana dove la disoccupazione ha raggiunto punte senza precedenti, scioperare in un impianto che sta creando posti e opportunità di costruire prodotti di alta qualità che per oltre il 90% vengono esportati, è assolutamente irrazionale». Le vicende di ieri alla Maserati rinnovano lo scontro Fiat -Fiom. Ma anche la contrapposizione tra i metalmeccanici della Cgil e gli altri sindacati. «Ieri il 90% dei lavoratori di Grugliasco non ha sostenuto lo sciopero indetto dalla Fiom», attacca Maurizio Peverati, segretario generale della Uilm di Torino. E ancora: «I lavoratori hanno compreso l’importanza di un accordo che abbiamo raggiunto settimana scorsa per il rientro di 500 persone e l’indizione di un’assemblea su ferie e ampliamento dei turni». Ma la partita più importante resta quella del contratto. Rita Querzé © RIPRODUZIONE RISERVATA Stavolta la proverbiale dialettica della «presidenta» dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, sarà messa a dura prova. Ieri la borsa di Buenos Aires ha perso il 6,6% dopo che la Corte Suprema Usa aveva respinto l’appello del Paese sudamericano, intimandogli di pagare agli investitori 1,33 miliardi di dollari per i «Tango bond» in default. Ma a fare la frittata era stata proprio lei, la Kirchner, poche ore prima della sentenza, quando aveva affermato che le pretese dei fondi speculativi, denunciati come «avvoltoi» da Buenos Aires, «mettono in pericolo non solo l’Argentina, ma anche tutto il sistema finanziario ed economico internazionale». Insomma la linea di difesa — non date ragione ai fondi altrimenti rischiamo un altro default — si è trasformata in un boomerang perché ora facendo due più due il risultato è che l’Argentina è messa male. La Kirchner è attesa alla prova tv ma il margine di manovra del governo è ridotto: l’analista Gustavo Bazzan spiega su Clarin che la scelta si è ridotta al binomio «respingere la sentenza o pagare i fondi». Un bel dilemma. Massimo Sideri @massimosideri © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Il gruppo Merloni Economia 35 italia: 51575551575557 Le previsioni Milani: idee più chiare entro l’estate. Avanza Whirlpool Un piano Italia per Indesit «Produzioni di alta gamma» Investimenti per 83 milioni in attesa del partner 19 DAL NOSTRO INVIATO ALBACINA (Ancona) — Dalla pressa spunta ancora una «materia» informe. Passa su una linea di produzione appena ripensata secondo la formula del just in time: produco solo quello che vendo e alle dimensioni richieste dal cliente. Poi le ultime rifiniture sartoriali, perché il «montaggio non può essere in alcun modo automatizzato». Il forno ora è pronto per essere spedito. Con le cuffie di ordinanza per seguire la lezione improvvisata, il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, osserva incuriosito. Dietro di lui Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, discute di cuneo fiscale. A ben vedere il nuovo corso di Indesit ricomincia da qui. Con la Turchia (e la Polonia) tornate in Italia. La retromarcia si conclude a pochi chilometri da Fabriano, dove la famiglia Merloni ha legato il suo destino a quello di un’intera comunità. Le preoccupazioni sindacali per un eventuale matrimonio con Whirlpool, certo, non vengono dissipate. Mancano soltanto una decina di giorni alla presentazione delle offerte da parte dei potenziali partner della multinazionale del bianco. Alleanza che Marco Milani, amministratore delegato di Indesit, benedice. Prima, però, questi 83 milioni milioni di euro. Gli investimenti previsti per l’impianto di Albacina a Fabriano. In totale il gruppo Merloni prevede di investire 83 milioni in tre anni per rimodernare gli impianti L’interno dello storico stabilimento Indesit a Fabriano (Ancona), in fase di riammodernamento messi sul tavolo (19 per Albacina, gli altri suddivisi negli altri impianti del gruppo, Comunanza e Caserta) quasi a sottolineare che c h i u n q u e a r r i ve r à t rove r à un’azienda rinnovata. Che ha sottoscritto un accordo blindato con i sindacati per il prossimo triennio. Consapevole che quei 1,30 euro. La soglia del cambio tra euro e dollaro che il gruppo Merloni ritiene ottimale per poter potenziare il livello delle esportazioni del gruppo. Oggi il cambio è attorno a 1,35 Obiettivo 40% Più flottante per Salini Impregilo Salini Impregilo e Salini Costruttori avviano un collocamento agli investitori istituzionali di azioni Salini Impregilo così da portare il flottante al 40% del capitale. Sarà aumentato per 40 milioni di azioni, pari al 10%, il capitale sociale e saranno collocate altre 100 milioni di azioni detenute da Salini Costruttori, con possibilità di aggiunta di altre 14,7 milioni di azioni. In totale Salini scenderebbe dall’89,99% fino al 61,5% o al 58,5%. 2,7 miliardi di fatturato e una domanda domestica in leggera ripresa servono, ma fino a un certo punto. Sembra rivedere il copione dell’automotive e la selezione darwiniana ipotizzata da Sergio Marchionne qualche anno fa («Solo pochi player resteranno sul mercato alla fine della crisi»). L’unica strategia per sopravvivere sui mercati mondiali è aggregarsi, soprattutto nel settore degli elettrodomestici dove l’Europa è afflitta da una sovracapacità produttiva non più tollerabile. «Questa è una grande sfida, ora mancano solo due cose – dice Milani – avere le spalle più grosse e vendere in mercati in cui ancora non esistiamo». Il manager è d’accordo, l’azionista di controllo (Fineldo) anche. Qualche sindacalista pure, se non sussistessero i timori su Whirlpool (dato in vantaggio) e sulla sua gamma di prodotti parzialmente sovrapponibile a quella di Indesit. Lo sforzo nella riconversione verso l’alto di gamma procede comunque spedito. Nel sito casertano verranno realizzati piani cottura e frigoriferi da incasso. A Melano si è deciso di puntare sui forni di piccolo cabotaggio con tecnologia a microonde e vapore. Innovazione di prodotto e processo. Per respirare senza affanno basterebbe un euro meno forte, che ora riduce i margini e brucia qualsiasi piano di contenimento costi. «Basterebbe un valore a 1.30 tra euro e dollaro per avere un po’ più di ossigeno», dice Milani, che plaude al bonus Irpef in busta paga: «Più soldi ai dipendenti, altro che taglio dell’Irap alle imprese». Poletti annuisce. Il Fondo Monetario: crescita Usa bassa, alzare il salario minimo MILANO — Per il Fondo monetario è soprattutto una questione meteorologica, per la Banca mondiale pesano molto anche i «venti dell’Est». I tagli alle previsioni di crescita sono i protagonisti di questi ultimi giorni di statistiche macroeconomiche. Ieri è stato il turno del Fondo monetario internazionale, che ha rivisto al ribasso le stime sul Pil 2014 per gli Stati Uniti dal +2,8% al +2%. A pesare, secondo il Fmi, è l’inverno rigido che ha frenato la crescita nel primo trimestre: si tratta di «rallentamento temporaneo», ha spiegato il direttore generale, Christine Lagarde, confermando un’accelerazione nel 2015 al +3%. Qualche giorno fa era stata la Banca Mondiale ad accendere la spia rossa, tagliando le stime del Pil globale dal +3,2% calcolato a gennaio al +2,8%. La revisione al ribasso, secondo l’istituto, e’ legata al rallentamento invernale Usa, alla crisi in Ucraina e, soprattutto, alla frenata delle economie emergenti. Anche il Fmi, comunque, insiste sui rischi che pesano Costo del denaro sulla crescita, a iniziare dai tassi bassi che, pur rappresenTassi americani tando una ricetta anti-crisi, a quota zero nella possono insidiare la stabilità. seconda metà C’è poi il nodo del settore imdel 2015 mobiliare (l’analisi è sempre riferita al mercato a stelle e strisce) alle prese con il rischio-bolla e la scarsa disponibilità di mutui. E c’è la povertà: gli americani che vivono in condizioni di indigenza sono 50 milioni e quasi tutti lavorano. Per questo il Fondo sposa uno dei cavalli di battaglia del presidente Barack Obama, l’aumento del salario minimo. Quanto al rialzo dei tassi pronosticato prima o poi dal mercato, il Fondo monetario prevede che la stretta arrivi più tardi di quanto stimino gli analisti: la Federal Reserve la banca centrale statunitense - ha la possibilità di mantenere i tassi bassi fino a dopo la metà del 2015. La Fed - continua il Fondo - deve però «restare cosciente dei rischi alla stabilità finanziaria». In ogni caso, «se l’inflazione dovesse salire più rapidamente del previsto e l’economia dovesse essere ancora sotto la piena occupazione, tollerare un aumento temporaneo dell’inflazione sopra l’obiettivo di lungo termine sarebbe in linea con l’approccio bilanciato della Fed». Fabio Savelli Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 GEOMETRA site construction-project manager, offresi Africa - MedioEstremo Oriente, migliorerebbesi occupazione Nigeria +234.80.20.77.20.67 RESPONSABILE amministrativa e finanziaria, ventennale esperienza, bilancio, reporting, gestione risorse. 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Cash Overnight AZ F. Cat Bond ACC AZ F. Cat Bond DIS AZ F. CGM Opport Corp Bd AZ F. CGM Opport European AZ F. CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target AZ F. Italian Trend AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 30/05 30/05 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 30/05 30/05 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 30/05 30/05 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 12/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR ABBANDONA ansia e fatica con i nostri trattamenti benessere. 02.91.43.76.86 www.body-spring.it NUOVA apertura centro benessere. Massaggi olistici, trattamenti benessere, idromassaggio, promozioni. 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Quota/pre. 5,708 5,162 5,245 6,011 5,515 5,491 5,207 5,211 5,211 5,667 5,244 5,894 5,552 5,358 5,262 5,302 5,265 6,119 6,959 6,476 5,595 4,379 6,532 5,679 5,647 5,367 5,770 5,104 6,086 3,455 5,130 5,256 3,435 5,459 5,588 5,528 4,821 6,117 5,616 4,989 4,461 4,203 5,070 4,973 5,371 5,258 6,331 5,841 4,689 4,395 5,594 3,863 4,944 4,841 6,090 5,317 4,209 6,717 6,233 5,296 5,197 5,354 5,168 5,272 6,306 5,144 5,065 6,071 5,671 5,894 5,123 5,123 6,290 5,494 5,710 5,164 5,246 6,009 5,513 5,494 5,210 5,215 5,215 5,666 5,242 5,894 5,551 5,358 5,262 5,307 5,270 6,121 6,973 6,485 5,601 4,336 6,541 5,679 5,650 5,370 5,777 5,110 6,088 3,448 5,140 5,260 3,441 5,470 5,583 5,522 4,825 6,118 5,617 4,997 4,455 4,198 5,013 4,916 5,372 5,259 6,342 5,851 4,682 4,389 5,604 3,881 4,949 4,846 6,089 5,312 4,218 6,741 6,256 5,296 5,204 5,358 5,166 5,263 6,305 5,144 5,065 6,072 5,672 5,906 5,123 5,123 6,299 5,500 Nome Data Valuta European Equity B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Cash R1C A Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 13/06 12/06 12/06 11/06 11/06 11/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. Nome 1366,017 118,582 118,177 77,129 80,235 105,311 1365,689 118,781 118,374 76,035 79,088 105,173 Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 11/06 EUR 13/06 EUR 13/06 EUR 13/06 13/06 13/06 12/06 04/06 13/06 11/06 11/06 11/06 11/06 11/06 11/06 30/04 06/06 30/04 30/04 30/05 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR EUR 63,280 111,430 932,440 63,450 111,120 933,390 123,830 8486,350 170,950 101,520 6041,760 106,960 10458,280 124,190 8452,790 169,150 101,520 6006,730 106,830 10397,490 11,301 5,677 5,430 6,631 7,202 EUR EUR EUR EUR EUR EUR 16366,672 15709,208 5174,884 5121,012 EUR EUR 756069,144 721205,818 EUR 756069,144 721205,818 EUR 622586,663 613699,760 EUR 60323,743 61951,842 Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it 13/06 EUR Dividendo Arancio 13/06 EUR Convertibile Arancio 13/06 EUR Cedola Arancio 11/06 EUR Borsa Protetta Agosto 11/06 EUR Borsa Protetta Febbraio 11/06 EUR Borsa Protetta Maggio 11/06 EUR Borsa Protetta Novembre 13/06 EUR Inflazione Più Arancio 13/06 EUR Mattone Arancio 13/06 EUR Profilo Dinamico Arancio 13/06 EUR Profilo Equilibrato Arancio 13/06 EUR Profilo Moderato Arancio 13/06 EUR Top Italia Arancio 51,320 62,100 59,410 62,090 61,160 63,570 61,220 57,290 47,100 67,020 64,000 59,380 53,030 51,100 62,060 59,340 62,070 60,950 63,160 61,030 57,100 47,760 67,000 63,970 59,370 53,030 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 13/06 USD 1536,426 1537,161 Bluesky Global Strategy A 13/06 EUR 1244,641 1244,399 Bond Euro A 13/06 EUR 1202,842 1202,618 Bond Euro B 13/06 EUR 1460,283 1459,563 Bond Risk A 13/06 EUR 1398,245 1397,574 Bond Risk B 1673,497 1673,711 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 13/06 EUR 1610,390 1610,613 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 13/06 EUR 12/06 EUR 1081,638 1081,152 CompAM Fund - SB Bond B 12/06 EUR 1150,832 1151,159 CompAM Fund - SB Equity B 12/06 EUR 1029,000 1028,694 CompAM Fund - SB Flexible B 13/06 EUR 1443,455 1443,087 European Equity A Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M 16/06 13/06 16/06 13/06 16/06 13/06 16/06 16/06 16/06 13/06 16/06 16/06 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR 25,130 16,360 14,140 13,840 14,190 10,276 15,120 15,246 9,678 12,533 16,770 12,729 25,080 16,390 14,200 13,900 14,210 10,235 15,090 15,274 9,696 12,546 16,766 12,727 Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. B Kairos Multi-Str. I Kairos Multi-Str. P Kairos Income Kairos Selection Data Valuta 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Quota/od. Quota/pre. 10,991 5,738 5,812 62,220 15,670 11,521 41,500 10,432 13,042 11,881 46,230 31,340 3051,000 18,070 16,300 12,170 19,070 13,780 14,620 13,900 10,659 9,551 14,310 11,956 10,797 32,210 30,790 10,993 5,737 5,812 62,630 15,770 11,506 41,810 10,464 13,043 11,881 46,130 32,180 3037,000 18,280 16,500 12,260 19,100 13,800 14,760 14,040 10,608 9,518 14,380 12,004 10,841 32,350 30,930 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 30/04 EUR 867085,663 30/04 EUR 566930,929 30/04 EUR 584407,453 30/04 EUR 532831,715 13/06 EUR 6,817 13/06 EUR 10,488 873555,970 571470,686 588531,969 537043,435 6,816 10,523 KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A-USD KIS - America P KIS - America X KIS - Bond A-USD KIS - Bond D KIS - Bond P KIS - Bond Plus A Dist KIS - Bond Plus D KIS - Bond Plus P KIS - Dynamic A-USD KIS - Dynamic D KIS - Dynamic P KIS - Emerging Mkts A KIS - Emerging Mkts D KIS - Europa D KIS - Europa P KIS - Europa X KIS - Global Bond P KIS - Income D KIS - Income P KIS - Italia P KIS - Italia X KIS - Key KIS - Key X KIS - Multi-Str. UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X ASIAN OPP CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 12/06 12/06 12/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 12/06 12/06 13/06 13/06 13/06 12/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 12/06 12/06 12/06 12/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 278,610 195,930 197,170 173,010 123,690 127,910 126,850 131,910 134,010 175,450 122,190 124,490 129,090 127,430 128,810 131,110 131,720 103,970 104,170 107,720 136,520 134,970 139,710 142,580 154,290 113,390 116,260 117,120 124,820 126,870 126,310 103,280 108,230 100,310 12,385 112,708 93,496 123,801 25,819 910,349 280,790 197,460 198,710 172,930 123,640 127,860 126,850 131,920 134,020 175,320 122,100 124,390 129,230 127,560 129,710 132,030 132,640 103,840 104,160 107,720 136,620 135,050 139,550 142,410 154,360 113,440 116,310 117,160 124,950 126,990 126,410 104,330 109,330 100,300 12,316 112,916 93,373 123,980 25,886 910,478 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 13/06 EUR 102,450 102,410 13/06 EUR 104,880 104,850 13/06 EUR 147,270 147,400 13/06 EUR 1501,120 1502,420 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 13/06 EUR 192,670 192,720 NM Augustum Corp Bd A 13/06 EUR 147,050 147,000 NM Augustum High Qual Bd A 13/06 EUR 136,480 136,440 NM Balanced World Cons A 13/06 EUR 138,780 138,700 NM Euro Bonds Short Term A 13/06 EUR 49,380 49,410 NM Euro Equities A 13/06 EUR 72,970 72,890 NM Global Equities EUR hdg A 106,270 106,020 NM Inflation Linked Bond Europe A 13/06 EUR 13/06 EUR 113,620 113,690 NM Italian Diversified Bond A 13/06 EUR 116,110 116,190 NM Italian Diversified Bond I 13/06 EUR 136,480 136,440 NM Large Europe Corp A 13/06 EUR 107,340 107,460 NM Market Timing A 13/06 EUR 108,230 108,340 NM Market Timing I 13/06 EUR 63,380 63,300 NM Q7 Active Eq. Int. A 13/06 EUR 105,760 105,430 NM Q7 Globalflex A 13/06 EUR 122,570 122,850 NM Total Return Flexible A 13/06 EUR 100,620 100,350 NM VolActive A 13/06 EUR 101,100 100,840 NM VolActive I TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 •AUTOMOBILI E FUORISTRADA, Per i tuoi Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B 10/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 10/06 10/06 03/06 10/06 10/06 10/06 13/06 13/06 13/06 10/06 10/06 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. Quota/pre. 131,380 101,080 99,880 102,020 102,320 113,410 115,790 125,140 98,080 103,550 101,590 104,560 107,170 108,910 108,960 105,500 102,960 96,590 111,960 104,920 107,170 132,360 101,050 99,850 102,310 102,610 113,960 116,350 125,120 98,150 103,630 98,820 104,220 106,870 108,220 108,270 104,790 103,010 96,640 111,950 104,250 106,480 www.pegasocapitalsicav.com 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 13/06 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,380 107,530 105,920 105,960 103,990 101,810 107,400 107,560 105,940 105,980 103,930 101,750 www.sorgentegroup.com AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 13/06 EUR 13/06 EUR 13/06 EUR 112,010 115,570 153,660 112,360 115,520 153,590 Numero verde 800 124811 [email protected] 13/06 EUR 7,077 Nextam Bilanciato 13/06 EUR 7,523 Nextam Obblig. Misto 13/06 EUR 6,542 BInver International A 13/06 EUR 5,692 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 13/06 EUR 5,342 CITIC Securities China Fd A 13/06 EUR 5,544 Fidela A 13/06 EUR 5,765 Income A 13/06 EUR 7,282 International Equity A 13/06 EUR 7,255 Italian Selection A 13/06 EUR 5,343 Liquidity A 13/06 EUR 4,939 Multimanager American Eq.A 13/06 EUR 4,623 Multimanager Asia Pacific Eq.A 13/06 EUR 4,422 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 13/06 EUR 4,704 Multimanager European Eq.A 13/06 EUR 5,337 Strategic A 13/06 EUR 6,118 Usa Value Fund A 13/06 EUR 5,636 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 13/06 EUR 67,540 PS - 3P Cosmic A 13/06 CHF 66,860 PS - 3P Cosmic C 13/06 EUR 114,550 PS - Absolute Return A 13/06 EUR 120,850 PS - Absolute Return B 13/06 EUR 112,790 PS - Algo Flex A 13/06 EUR 107,690 PS - Algo Flex B 13/06 EUR 86,740 PS - BeFlexible A 13/06 USD 85,390 PS - BeFlexible C 10/06 EUR 103,190 PS - Best Global Managers A 10/06 EUR 107,070 PS - Best Global Managers B 13/06 EUR 111,210 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 13/06 EUR 164,640 PS - Bond Opportunities A 13/06 EUR 122,800 PS - Bond Opportunities B 7,081 7,512 6,572 5,684 5,325 5,544 5,761 7,263 7,265 5,342 4,938 4,636 4,435 4,708 5,337 6,102 5,635 67,340 66,700 114,590 120,880 112,490 107,400 86,800 85,460 102,850 106,700 111,420 164,610 122,780 Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 13/06 EUR Asian Equity B 13/06 USD Asian Equity B 13/06 USD Emerg Mkts Equity 13/06 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 13/06 EUR European Equity 13/06 USD European Equity B 13/06 EUR Greater China Equity B 13/06 USD Greater China Equity B 13/06 USD Growth Opportunities 13/06 EUR Growth Opportunities Hdg 13/06 JPY Japanese Equity 13/06 USD Japanese Equity B 13/06 EUR Japanese Equity Hdg 13/06 CHF Swiss Equity 13/06 EUR Swiss Equity Hdg 13/06 USD US Equity 13/06 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 97,010 136,160 459,350 448,920 287,270 354,800 108,380 154,210 73,330 80,340 132,200 131,150 171,960 136,090 103,370 173,200 190,830 97,230 136,460 461,930 451,440 289,720 357,830 108,330 154,130 72,850 79,810 131,590 130,550 171,170 136,370 103,580 172,450 190,010 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 13/06 EUR 6,384 6,409 13/06 EUR 5,217 5,234 13/06 EUR 6,022 6,032 06/06 EUR 885366,230 866272,680 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335248B Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari PERDE QUOTA POP EMILIA PASSO INDIETRO DI AZIMUT Gasdotto Tap, sul tavolo il vertice di luglio Renzi-Aliyev di GIACOMO FERRARI A parte l’improvvisa impennata di Monte Paschi (+21,34%), premiata dalla promozione di Exane Bnp Paribas, il listino di Piazza Affari ha vissuto una giornata di generale debolezza. Colpa soprattutto del clima di sfiducia determinato dall’aggravarsi dei conflitti in Ucraina e in Iraq. Il Ftse-Mib ha ceduto lo 0,86%, il calo più pesante fra i principali indici europei, anch’essi condizionati dalla situazione geopolitica mondiale. Mps a parte (anche il diritto di opzione ha recuperato l’1,61%), il comparto bancario ha sofferto in modo particolare, con la Popolare dell’Emilia Romagna in calo del 3,51% e il Banco Popolare giù del 2,77%. A perdere di più fra le blue-chips è stata tuttavia Telecom Italia (-4,20%), mentre Azimut (risparmio gestito) è scesa del 2,95% e Pirelli del 2,56% (ma in questo caso ha pesato lo stacco del dividendo). Inferiori al punto percentuale gli altri maggiori rialzi dei titoli principali: World Duty Free (+0,87%), Atlantia (+0,58%) e Saipem (+0,48%). Nel segmento Star ha brillato invece Cairo Communications (+3,21%) e nel resto del listino Cobra è schizzata di quasi il 50% dopo il lancio di un’Opa da parte del gruppo Vodafone. (s.agn.) La spinta per un incontro da tenere il 14 luglio prossimo tra Matteo Renzi e il padre-padrone dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, sarebbe arrivata dall’Unione Europea, sempre più allarmata per la piega che sta prendendo la questione delle forniture gas tra Russia e Ucraina (e quindi anche per le conseguenze che riguardano l’Europa). Non è stato un caso che il commissario all’energia di Bruxelles, Gunther Oettinger, abbia insistito nei giorni scorsi con le controparti italiane perché si acceleri sul Tap, il gasdotto proveniente dal lontano Paese caspico e che dovrebbe spuntare sulle coste pugliesi. Certo, si tratterebbe di una fornitura di soli 8-10 miliardi di metri cubi l’anno, non sufficienti a risolvere i problemi di dipendenza dei Paesi europei. E poi, particolare non tanto ininfluente, dei primi arrivi di gas naturale si potrebbe iniziare a parlare intorno al 2019, un po’ troppo in là rispetto alle urgenze immediate. Malgrado ciò, tuttavia, Oettinger (e l’Ue) potrebbero accontentarsi di incassare quanto meno un successo politico e diplomatico, un segnale che la strada per affrancare l’Ue dalla dipendenza da Mosca è segnata. Altro piccolo particolare, però: per sbloccare il Tap manca ancora l’ok alla valutazione di impatto ambientale (Via), e il vertice tra Renzi e Aliyev dovrebbe tenersi solo una volta superato l’ultimo ostacolo. Ad opporsi allo sbarco sulle coste pugliesi dell’opera è la comunità locale di Melendugno. @stefanoagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA ÀÃ> Ì>>> i /Ì /i° © RIPRODUZIONE RISERVATA Aeroporti toscani, l’offerta Eurnekian e la soglia dei due terzi dei voti cedute. Anche la provincia di Livorno sarebbe contraria alla vendita affiancando il «no» già dichiarato di quella di Pisa. [email protected] (m.ga.) Ultime ore decisive per il futuro dei due aeroporti della Toscana: quelli di Pisa e di Firenze. Alle 17.30 di oggi scade l’offerta pubblica di acquisto volontaria e totalitaria promossa da Corporacion America del magnate argentino Edoardo Eurnekian su Sat, la società che gestisce il Galileo Galilei, lo scalo internazionale di Pisa. Eurnekian è già diventato padrone dell’aeroporto fiorentino e punta adesso a una fusione delle attività con Pisa. Dopo la vendita delle quote Sat della Regione Toscana (ha ceduto l’11,9% delle azioni conservando il 5%), del Comune di Firenze e di altri enti locali e privati, Corporacion America ha messo in tasca altre adesioni e ieri sera ha annunciato di aver superato il 51% delle azioni. Una percentuale che però non sarebbe sufficiente a indire assemblee straordinarie, necessarie per arrivare alla fusione dei due aeroporti. L’operazione, infatti, ha bisogno da regolamento di almeno i due terzi dei voti dei soci. A guastare la festa la «strana alleanza» tra Pisa e Livorno (comuni e province hanno quote Sat), che temono che con la fusione l’aeroporto di Pisa perda la leadership con ricadute economiche pesanti per le due città e per tutta la costa. Il neosindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, ha annunciato pubblicamente d’essere in assoluto accordo con il collega di Pisa, Marco Filippeschi (Pd) e dunque le quote non saranno © RIPRODUZIONE RISERVATA Una donna al timone di Unicoop Firenze, parte l’era di Daniela Mori (m.ga.) Passa a una donna il timone di Unicoop Firenze, la cooperativa più grande e potente d’Italia. Si chiama Daniela Mori, 52 anni, ed è stata nominata ieri presidente del consiglio di sorveglianza e resterà in carica per i prossimi tre anni. Sostituisce dopo 41 anni Turiddo Campaini, 74 anni, il grande vecchio delle cooperative toscane e già vice presidente di Mps, nominato dai soci presidente onorario. Per farlo è stato necessario modificare una norma dello statuto. Daniela Mori è stata eletta al termine di votazioni che si sono svolte in sette assemblee separate che si sono tenute nelle province di Firenze, Arezzo, Lucca, Prato, Siena, Pisa, Pistoia. Le assemblee hanno anche approvato il bilancio 2013 della cooperativa di consumo: le vendite si sono attestate a quota 2,4 miliardi di euro, con un utile ante imposte di 67,5 milioni e un utile netto di 26,8 milioni. Il patrimonio netto ha raggiunto quota 1,44 miliardi; l’occupazione è cresciuta dell’1,4%. © RIPRODUZIONE RISERVATA +ÕÌ>â `ÀiÌÌ> ÃÕ Ìiiv\ Û> +1"/ Ã}> ÌÌ] >` iÃi«\ +1"/ > ÕiÀ {nÓÓ{Ó° ÃÌ ä]x ÕÀ «iÀ -- ÀViÛÕÌ° v ÃÕ ÜÜÜ°VÀÀiÀi°ÌÉiV> *Àiââ 6>À° 6>À° >Ý >«Ì>â ,v° ,v° äÓä£Óä£{ iÕÀ® ¯® ¯® iÕÀ® iÕÀ® ` iÕÀ® °-° ,> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-,® £]ä{ä Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°Ó® ä]nn£ Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® £ä]ä VÌi ÀÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° "® £Ç]£xä VµÕi *Ì>L °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° *® £]Óää VÃ}> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° -® £]Ó{£ `iÀ«°Àiâi °°°°°°°°°°°°°°°°°°® £Î]Óxä i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® ä]ä{ä i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°7£{® ä]ää£ ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® £]ÓxÈ ¢ ,iiÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°° ® p iÀ iÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°, ® Î]Îä LiÌ iÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°/® ä]xÇÈ «v°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°*® {]Ènn > `} °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°® {]Înä Ã>` -Ìà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°-/-® Ç]{xä ÌV *i 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Premio a Marta Morazzoni Emmanuelle de Villepin con La vita che scorre (Longanesi), Marina Mander con Nessundorma (Mondadori) e Rosella Postorino, Il corpo docile (Einaudi), sono le finaliste del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice Rapallo Carige. Le tre opere sono state selezionate dalla giuria — presidenti Leone Piccioni (onorario) ed Elvio Guagnini; membri Maria Pia Ammirati, Mario Baudino, Francesco De Nicola, Luigi Mascheroni, Ermanno Paccagnini, Mirella Serri e Pier Antonio Zannoni, ideatore del premio — tra le 84 partecipanti, per la loro capacità di fornire spunti di riflessione sul vissuto femminile in una prospettiva autentica e originale. La vincitrice sarà annunciata il 21 giugno a Rapallo (Genova): per l’occasione la giuria tecnica sarà affiancata da una popolare. Riconoscimenti anche a Marta Morazzoni (nella foto), premio «speciale della giuria» intitolato ad Anna Maria Ortese, per Il fuoco di Jeanne (Guanda) e a Giuliana Altamura Cultura (barese, classe 1984), premio «opera prima» con Corpi di Gloria (Marsilio). Per il trentennale il Rapallo Carige diventa «internazionale» con un riconoscimento all’inglese Jeanette Winterson, autrice del romanzo Il cancello del crepuscolo (Mondadori). «Con l’auspicio — ha sottolineato Zannoni — che il premio internazionale diventi stabile». Cecilia Bressanelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ilClassico Con la cura di Antonia Arslan, torna Il canto del pane, storica raccolta di poesie del grande poeta armeno Daniel Varujan (Guerini e associati, pp. 138, 14.50, traduzione di Chiara Haiganush Megighian, testo armeno a fronte). Assassinato nel 1915 durante l’olocausto ameno, Varujan aveva raccolto in questo libro le ballate della sua terra. GADE (LHASA, 1971), «NEW TIBET», 2006, COLORI MINERALI SU CARTA TIBETANA. BOULDER, COLORADO ART MUSEUM L’intervista Parla l’autore di «Vita nuda», romanzo censurato in Cina dal nostro corrispondente GUIDO SANTEVECCHI PECHINO — Succedono dei prodigi in Cina. Un mese intero può scomparire dalla memoria della gente e una regione come il Tibet può trasformarsi in un miraggio di montagne altissime, musiche melodiche e beatitudine. Ma poi arriva uno scrittore come Chan Koonchung che indaga nella coscienza della gente e smonta i miti. La prima incursione di Chan è stata Il Demone della prosperità (Longanesi), romanzo fantapolitico pubblicato nel 2009 e ambientato in un 2013 che per la Cina è l’età dell’oro della crescita economica e per l’Occidente il declino. Tutti i cinesi felici, accomunati da uno stato d’animo euforico che però ha dimenticato un mese di fatti terribili: disordini, fame, legge marziale, repressione. Abbiamo detto che Il Demone della prosperità è uscito nel 2009: in tutto il mondo, con una ventina di traduzioni. Chan ci ha dato appuntamento in una bella libreria di Pechino, ma tra gli scaffali è inutile cercare il suo romanzo di successo: proibito in Cina. Quel mese scomparso era davvero troppo simile alla protesta — e alla strage di Piazza Tienanmen, rimosse implacabilmente dalla storia ufficiale della Repubblica popolare — per poter sfuggire alla censura. Chan, 61 anni, nato a Shanghai, emigrato a Hong Kong e Taiwan, studi a Boston, ora vive a Pechino e torna con un romanzo che in cinese è intitolato Vita nuda. E naturalmente non sarà stampato in Cina. La versione inglese è L’Insostenibile mondo di sogno di Champa l’autista. Champa è un tibetano e il Tibet è un altro argomento tabù qui in Cina. Perché il Tibet? «L’idea parte dal lavoro di ricerca che feci nel 1992 per un film di Francis Ford Coppola che poi non è stato più realizzato. Da allora ho sempre voluto scrivere un romanzo anti-romantico, contro lo stereotipo del Tibet visto come Shangri-la, luogo esotico di gente semplice e pacifica. Lhasa in realtà è una città cosmopolita, metà della popolazione non è tibetana ma cinese han; molti giovani lassù sono del tutto simili a quelli di Pechino, si comportano come i loro coetanei, amano la stessa musica, gli stessi vestiti, sognano di avere una bella auto». Un libro contro lo stereotipo tutto spiri- Narratore Dimenticare Shangri-la Addio al mito del Tibet Lo scrittore cinese Chan Koonchung, (foto sotto) ha 61 anni: nato a Shanghai, è emigrato a Hong Chan, il libro proibito sulla terra dall’identità fragile tualità va bene, ma nella storia di Champa c’è parecchio sesso: riassumendo, il ragazzo di Lhasa riesce ad andare a letto con la sua ricca datrice di lavoro cinese e poi anche con la figlia di lei. «Questo ragazzo è molto diretto, non è romantico e non parla con i fiori, fa la guida per i turisti venuti dalla Cina e io ho visto che diverse signore han quando salgono a Lhasa si fanno attrarre dall’avventura con questi giovanotti che sono anche piuttosto belli. Champa diventa il mantenuto, il toy boy di questa signora; poi conosce la figlia, una ribelle, va a Pechino con lei». La vicenda tra Champa e le due donne sembra una metafora dei rapporti tra Cina e Tibet: solo sesso interessato e niente amore, un messaggio politico? «No, ho voluto scrivere un “noir” come dicono i francesi, essenzialmente la storia di un giovane uomo che cresce. Anche se mi rendo conto che per i lettori forse è una metafora, io ho voluto dire solo che non c’è una conclusio- ne univoca nelle due situazioni complicate in cui si trova Champa». Chan Koonchung ci spiega che molte famiglie tibetane a Lhasa lavorano per il governo da tre generazioni: funzionari, poliziotti, insegnanti. I giovani parlano il mandarino. Quindi in realtà sono pro-cinesi? «Direi piuttosto che non sono anti-cinesi. Si vedono come tibetani e anche cinesi, separati da un trattino. L’ingiustizia è che per la loro origine tibetana debbono affrontare una serie di problemi aggiuntivi: per esempio non possono avere un passaporto per andare all’estero, nè possono muoversi al- La realtà di oggi Lhasa non è solo un luogo fantastico ma una città cosmopolita: molti degli abitanti si esprimono in mandarino l’interno del Tibet liberamente e quando finalmente arrivano a Pechino scoprono che gli alberghi non vogliono guai e li respingono e lo stesso fanno i proprietari di case che rifiutano di affittarle a tibetani per non correre rischi. Insomma, una punizione ingiusta per essere nati in Tibet». C’è anche l’immolazione con il fuoco di un amico di Champa nel racconto: nella realtà, negli ultimi due anni ci sono stati più di centodieci uomini e donne tibetani che si sono dati fuoco per protesta contro l’oppressione del governo centrale. «Anche l’immolazione del mio romanzo non è chiara, non è sicuro come molte altre cose in Cina; io racconto che su Weibo (il Twitter cinese) corre voce di questo fatto terribile, Champa legge il post, poi cancellato dalla censura e non sa se sia vero e se sia proprio il suo amico che si è tolto la vita. Ma poi, bisogna sapere che il suicidio per protesta non è tipico della cultura tibetana, in Cina c’è una lunga tradizione di messag- Kong e Taiwan, ha studiato a Boston, e vive a Pechino Il suo ultimo libro, «Vita nuda», come il precedente, è stato censurato dal regime. La versione inglese «The Unbearable Dreamworld of Champa the Driver» è pubblicata da Doubleday (pp. 190, £ 12.99) Il romanzo «Il demone della prosperità», l’unico tradotto in italiano, è edito da Longanesi (pp. 300, 16,40) gi di dissenso, di affermazione di ideali calpestati lanciati ai potenti attraverso l’autoimmolazione». Il sogno di Champa è trasferirsi a Pechino, ci riesce e finisce a fare la guardia in un «carcere nero» dove vengono rinchiusi i piantagrane, quelli che dalle lontane province portano a Pechino le loro petizioni e vengono rastrellati dalla polizia. Alla fine il ragazzo capisce di non poter restare nella capitale. Torna a Lhasa? «Lo lascio sull’autostrada», dice Chan. Nel Demone della prosperità Vecchio Chen, lo scrittore alter ego di Chan Koonchung, aveva simpatia per il potente membro del Politburo responsabile dell’amnesia collettiva, diventava quasi amico di quel politico che aveva fatto drogare l’acqua potabile con dosi di analgesico capaci di dare euforia e felicità ai sudditi del Partito comunista. Si può avere comprensione per chi manipola la realtà con lo scopo di «mantenere la stabilità», togliendo alla gente anche la libertà di pensare? «Ho scelto un buon dirigente, non corrotto, una persona decente perché in realtà molti funzionari del partito sono brillanti, laureati, specializzati all’estero, bravi a convincere il popolo. E per cancellare quel mese nel mio libro è bastata una piccola spinta, perché la gente non aveva voglia di ricordare». Il Demone della prosperità in cinese è uscito in edizioni clandestine su Internet, inseguito dalla censura. Il viaggio di Champa l’autista circola sul web, fino a quando le forbici del regime non lo faranno sparire. guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Cultura 39 italia: 51575551575557 Controversia Un appello di sessanta intellettuali Gialli Barion pubblica il romanzo poliziesco del giornalista e scrittore, che indaga su un mistero inquietante Caso Orlandi, la verità è un thriller «Riaprire il dibattito sul Luini dell’Ambrosiana Marcinkus, Vaticano, trame e sesso: cocktail esplosivo di Pietroni tolto da Palazzo Reale» di PIERLUIGI PANZA di FRANCESCO CEVASCO «Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Giovannino» di Bernardino Luini o bottega di Luini, tavola (cm. 118 x 92) , 15351540 circa. Milano, Pinacoteca Ambrosiana. L’opera, in un primo tempo esposta alla mostra di Palazzo Reale a Milano, è stata nei giorni scorsi ritirata dalla Pinacoteca Ambrosiana, dove è visibile in sala 1. «A ttribuito a…», «di…», «attribuibile a…», «di bottega». La storia dell’arte è una storia fatta di sfumature, che trova i suoi picchi nell’assegnazione di un’opera a un maestro. Assegnazione che avviene secondo procedimenti diversi: talvolta sulla base di documenti d’archivio scoperti (e questo rende l’attribuzione abbastanza certa); talvolta sulla base di ricerche scientifiche (attendibili) e, talvolta, su attribuzioni effettuate dall’esperto sulla base della grammatica di un pittore (probabili, possibili). Si riassume in queste declinazioni la controversia insorta alla mostra Bernardino Luini e i suoi figli in corso a Palazzo Reale di Milano, tra i curatori Giovanni Agosti e Paolo Stoppa e la Pinacoteca Ambrosiana. La quale aveva prestato ai curatori la sua Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Giovannino di Bernardini Luini, che è stata esposta dai curatori — senza discuterne con gli specialisti del prestatore — come «eredi Luini». In seguito a questa riattribuzione, proposta nella scheda del catalogo e riportata sulla didascalia in mostra, due settimane fa l’Ambrosiana ha deciso di ritirare l’opera dall’esposizione in corso e di riprendersi il «suo» Luini. Ora, a seguito di questa decisione, un appello di numerosi intellettuali chiede di «riaprire il dibattito» sull’argomento non chiudendo la porta «alla circolazione delle idee», visto che l’opinione dei curatori, espressa nella scheda, è «una proposta». Nell’appello, a dire il vero, non si parla di «eredi Luini» ma di «bottega Luini», come nel catalogo. L’appello è stato predisposto dall’avvocato Fabrizio Lemme e prime firmatarie (in ordine alfabetico) sono Barbara Agosti e Rosellina Archinto. Tra gli altri nomi, più di sessanta, troviamo quelli di Massimo Bray, Inge Feltrinelli, Carlo Ginzburg, Vittorio Gregotti, Tomaso Montanari, Guido Rossi, Salvatore Settis, Corrado Stajano…, e anche quelli di Alvar Gonzales Palacios, quelli dei dirigenti Fai, come Andrea Carandini e Marco Magnifico, di Aldo Bassetti, Alain Elkann e Gabriele Mazzotta. Naturalmente monsignor Buzzi, prefetto dell’Ambrosiana, rispedisce al mittente l’appello. «La vicenda è chiusa. La tavola è tornata al suo posto, nella Sala 1 dell’Ambrosiana, quella voluta dal cardinal Federico Borromeo. È qui, ben illuminata, tutti la possono vedere e da qui non si muove più». La tavola, andata in mostra recentemente due volte come di Luini (Parigi 2012 e Tokyo 2013) è registrata per la prima volta da Federico Borromeo il 15 settembre 1607 nel foglio che integra il suo testamento come «quadro di mano del Luino…», forse su disegno di Leonardo o,comunque, ispirata a un cartone di Leonardo. L’opera, requisita da Napoleone e poi restituita, continua ad essere attribuita al Luini anche da David Passavant, Alexis François Rio e Giovanni Morelli, tra i maggiori storici dell’arte dell’Ottocento. Non sorgono perplessità nemmeno nel Novecento, sebbene la tavola venga spostata di sala, prestata e, nel 2011, restaurata. Come riporta la scheda, i curatori — per il tratto «irrigidito» e «istituzionale», e sulla base di considerazioni comparative e di grammatica pittorica — la ritengono «elaborata nel contesto della bottega del pittore». © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano Un secolo fa Caldara sindaco La città ricorda il «Barbarossa» Fu il il primo sindaco socialista di Milano, eletto il 30 giugno 1914: un secolo dopo, un incontro nella metropoli lombarda ricorda la figura di Emilio Caldara (1868 – 1942). Il dibattito, intitolato 1914-2014. Centenario dell‘elezione del socialista Caldara a Sindaco di Milano, si svolgerà martedì 24 giugno a Palazzo Marino (ore 11, piazza Scala), con gli interventi del direttore del «Corriere» Ferruccio de Bortoli, dello storico Enrico Decleva, dell’ex sindaco Carlo Tognoli e del sindaco Giuliano Pisapia. Nel corso dell’appuntamento sarà presentato anche il volume che ne ricorda il soprannome: Un Barbarossa a Palazzo Marino (Edizioni L’Ornitorinco) di Maurizio Punzo. deva, grazie papa Francesco della tua guerra contro il Male che c’è anche nella tua parrocchia), per prendere una boccata d’aria, dicevo, parliamo del libro di Pietroni come «oggetto» letterario. Un noir di 514 pagine spaventa soltanto a vederlo. Apparentemente pesa come una bistecca fiorentina; in realtà è leggero come un’ala di pollo. Pietroni (essere umano) è complicato come un labirinto, ma in questo libro scrive con l’arte di un bambino che ha perso la verginità ma non ha perso la sua ingenua capacità di guardare il mondo — e le vicende che osserva — con il desiderio e il talento di capire, di svelare agli altri e a se stesso quello che ha scoperto. Il libro, la storia che racconta: prendete una rivista, «Mystère», e il suo direttore, che investiga e si chiama Paolo come Pietroni; prendete una giornalista, Marie Gilles, che si avvicina a scoprire il mistero di Emanuela Orlandi; prendete la stessa giornalista che scompare (sequestrata? volontariamente dissolta nel nulla?); prendete i È un’emozione forte già prima di arrivare alla prima pagina; una fascetta rossa con una scritta bianca «strilla» in maiuscolo: «La verità sulla fine di Emanuela Orlandi». Un millimetro sotto c’è la copertina del nuovo romanzo di Paolo Pietroni, Io sono un angelo nero (Barion editore, pp. 514, 19). Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, è sparita, trentuno anni fa. Il manifesto incollato sui muri di Roma diceva che aveva 15 anni, era alta un metro e 60, aveva capelli lunghi neri e lisci, indossava pantaloni jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica. La verità su questa ragazzina non l’hanno scoperta (o non l’hanno voluta scoprire) la magistratura vaticana, quella italiana, i servizi segreti vaticani e quelli italiani. Ora Pietroni dà conto in questo romanzo di personali ricerche e propone una tesi molto precisa... (Pietroni è persona affidabile: a 9 anni faceva già un giornalino chiamato «il Pappagallo»; a 23 anni, diplomato all’Accademia dei Filodrammatici, faceva l’attore; poi ha capito che era meglio fare il giornalista e ha inventato dodici nuove testate; ha fatto anche uno scoop sui campi paramilitari fascisti; ha scritto svariati libri, compreso, con lo pseudonimo di Marco Parma, Sotto il vestito niente — tanto bello il libro quanto brutto il film di Carlo Vanzina — eccetera). Però è pur sempre un romanzo, dicevamo, quindi opera di fantasia. Sì, però Pietroni è ostinato e tenace: insiste che è arrivato (vicino) alla verità. E, allora, prima di parlare del suo romanzo — come sarebbe giusto in queste pagine — parliamo della sua verità. È una verità che gli ha raccontato una fonte attendibile, un uomo di Chiesa. Che gli ha testimoniato di un altro uomo di Chiesa che ha visto una foto della ragazzina insieme con un altro (si fa per dire) uomo di Chiesa (quel «galantuomo» di Paul Marcinkus, ufficialmente allora arcivescovo; in realtà più dedito a giochi finanziari, forse anche erotici; e per distrarsi da soldi e sesso anche al gioco del golf). Insomma, ci sarebbe, c’è, un padre domenicano di Santa Maria delle Grazie, a Milano, dove vive il Cenacolo di Leonardo. (Sappiamo che l’Ultima Cena ha ispirato dietrologie inaudite). Quel religioso ha rivelato — senza sve- A destra: Paolo Pietroni (Parma, 1940), già autore di «Sotto il vestito niente» (con lo pseudonimo di Marco Parma). A sinistra: manifestazione per Emanuela Orlandi (Reuters) Il volume e la trama La copertina del romanzo noir scritto dal giornalista Paolo Pietroni, «Io sono un angelo nero» (Barion, pp. 514, 19). Si tratta di un poliziesco che rievoca l’epoca della scomparsa di Emanuela Orlandi e che ambienta tra Vaticano, Roma, Milano e la Svizzera una trama di intrighi e personaggi oscuri, nella quale sono misteriosamente coinvolti investigatori, ecclesiastici, giornalisti e servizi segreti lare i segreti del Sacramento della Confessione — che la piccola Emanuela è stata vittima di un «gioco» più grande di lei; un gioco che all’inizio sembrava innocente, un’avventura da ridere, ma che alla fine è diventato una trappola (forse) mortale. Nell’intrigo entrano, anche se di tangente, organizzazioni cattoliche che in confronto la massonica P2 è un gioco da ragazzi: i Legionari di Cristo e l’Armata Bianca della Madonna. Ci sarebbe anche una fotografia (Marcinkus ed Emanuela insieme) che confermerebbe il gioco prima innocente, poi complicato, poi torbido, poi letale in cui la piccola Emanuela sarebbe caduta. Innocente nella tela del Ragno Cattivo. Ma tutto questo è un romanzo, vero? Quindi parliamo del romanzo. Per prendere una boccata d’aria fresca uscendo da quel Morbo che una certa Chiesa diffonde (o speriamo diffon- servizi segreti dei Legionari di Cristo e dell’Opus Dei; prendete un alto prelato che dalla sua ricca villa di Castel San Pietro in Svizzera muove, gioca a muovere, pedine torri cavalli alfieri regine e re, che arrivano fino in Vaticano; prendete preti venduti, laici corrotti, donne appassionate, donne alter ego di se stesse; imbroglioni travestiti da persone per bene, finti scienziati delinquenti; prendete i mitici Bonobo, le scimmie più vicine a noi esseri umani ma che vivono meglio di noi perché il loro sesso è gioia anziché complicazione; prendete marescialli carabinieri investigativi intelligenti; prendete editori interessati ai soldi ma non soltanto; prendete seminaristi che chissà che fine hanno fatto; prendete donne che amano le donne; prendete la gente che scompare: in Italia scompare una persona ogni 24 ore... Frullate e viene fuori questo noir. © RIPRODUZIONE RISERVATA Patrimonio Gli esami condotti dal Cnr sulla preziosa carta Addii L’autrice aveva 53 anni: l’ultimo libro esce oggi per Einaudi L’«Autoritratto» di Leonardo a rischio per l’ossidazione Maria Perosino, viaggiatrice che condivideva storie altrui di ARMANDO TORNO di ALESSANDRA COPPOLA G ià nel marzo 2012 il celebre Autoritratto di Leonardo, per decenni custodito nel caveau della Biblioteca Reale di Torino, dopo un’esposizione a Venaria Reale presentava patologie alla carta su cui il sommo di Vinci si tratteggiò a sanguigna. Allora il problema venne evidenziato dall’ Istituto centrale di conservazione per il patrimonio archivistico e librario. Si parlò di diffuse macchie di foxing, vale a dire bruniture di ossidazione che avevano provocato la corrosione delle fibre di cellulosa. Ora l’argomento torna al centro dell’attenzione. Un’indagine sugli spettri ottici dell’opera, eseguita con una metodologia sperimentale sviluppata dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (l’Isc-Cnr), in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata e di Cracovia, ha di nuovo rilevato l’ossidazione del disegno, dovuta anche all’ambiente umido e chiuso in cui è stato conservato. I risultati sono apparsi su Applied Physics Letters. Il ricercatore Mauro Missori dell’ Isc-Cnr ha tra l’altro notato: «L’ossidazione crea alcuni gruppi detti cromofori che assor- bono la luce principalmente nelle regioni del blu-violetto dello spettro visibile e nell’ultravioletto, dando alla carta il caratteristico colore giallognolo. Per dare una definizione misurabile e oggettiva dell’ingiallimento si ricorre a una tecnica spettroscopica non invasiva in cui le radiazioni riflesse dal campione su alcuni punti critici sul recto e sul verso sono raccolte da una sfera integratrice e misurate da un rivelatore multicanale». L’Autoritratto, del 1516 circa, alla morte di Leonardo ad Amb o i s e , ve n n e portato dal fedele Francesco Melzi, con altre carte, nella villa di Vaprio d’Adda. Dopo la dipartita del discepolo, gli eredi — a cominciare da Orazio — dispersero il patrimonio. L’opera si rivide all’inizio dell’Ottocento a Milano; poi scomparve di nuovo e nel 1839 Giovanni Volpato, che l’aveva acquisita oltralpe, la cedette a Carlo Alberto, insieme ad altri disegni di grandi. © RIPRODUZIONE RISERVATA S fanno delle scelte, nella vita, e immancabilmente qualcosa resta alle spalle. Un «49 per cento» — ipotesi iniziale per il titolo del libro — di possibilità sfumate che continua ad avanzare parallelo lungo il sentiero che abbiamo scartato, «appena qualche metro più indietro. Su altre gambe». Prima di morire, ieri mattina, a 53 anni, Maria Perosino (nella foto) ha fatto in tempo a inseguire molte delle donne che avrebbe potuto essere. Se non avesse viaggiato, traslocato, studiato Storia dell’arte, sommato mestieri diversi (è stata critica e curatrice di mostre). Se non avesse lasciato «un amore felice, per uno (forse) un po’ più felice». Se non avesse a un certo punto deciso di passare dal retropalco di una casa editrice alla scrittura, non avrebbe raccontato questa vicenda, che adesso ha anche il tono di un bilancio finale: Le scelte che non hai fatto, Einaudi (196 pagine, 16,50, oggi in libreria). «Io cercavo pezzi delle mia storia, ho incontrato altre storie. E mi sono piaciute. In una cosa credo: ognuno di noi, nel bene e nel male è la sua storia. Anzi, le sue storie, comprese quelle non vissute e solo immaginate e sognate. Questo siamo. E ora credo di aver imparato che forse siamo un po’ anche le storie delle persone che abbiamo incontrato, quelle storie cui abbiamo imparato a voler bene come fossero la nostra, ma che nostre non sono». È un epilogo, ma vitale. Nello stile di Perosino, che già nel precedente Io viaggio da sola (ancora Einaudi, 2012), più volte ristampato, reagiva al lutto per la morte del compagno Paolo tornando a fare le valigie. Meglio in due, certo, spiegava alle amiche, ma perché rinunciare a partire? Viaggi, percorsi, incontri, spesso a cena. Con un tono leggero, ironico e al tempo stesso illuminante. Che sembra distrarsi, deviare, e invece è perfettamente lucido. Dalla quarta di copertina: «La digressione è il mezzo di chi sa che stando ai bordi si vede il centro». È anche la maniera sobria e raffinata in cui si muove chi sente che la fine è vicina. E riesce a chiudere un libro con la struggente levità di una canzone: «Grazie vita». © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL NUOVO STATO ISLAMISTA IN IRAQ ✒ La Corte d’Appello di Milano negli ultimi tre anni ha «cambiato verso»: l’arretrato è stato drasticamente abbattuto (gli affari civili da 15.000 a 11.000 e gli affari penali da 18.000 a 12.600) e la durata dei processi sensibilmente ridotta, non a discapito della qualità delle decisioni attestata dal basso numero dei ricorsi e degli annullamenti. La straordinaria performance è ascrivibile, oltre che all’impegno dei giudici, alla serietà dell’analisi delle risorse e delle strategie organizzative sulla base dei programmi di gestione elaborati dal primo presidente e dai presidenti di sezione. Quasi tutti questi dirigenti (15 su 20) hanno circa 70 anni e sono autorizzati a rimanere in servizio fino a 75 anni considerate la loro sperimentata esperienza professionale e le gravi scoperture di organico. Può dirsi razionale ed efficace l’abolizione tout court («necessaria e urgente») del trattenimento in servizio con una breve fase transitoria in nome di un annunciato ricambio generazionale? L’immediato depauperamento di solide professionalità è davvero compensato dalla previsione di futuri concorsi per giovani laureati considerate le note difficoltà finanziarie e la lunghezza dei tempi? Non si contesta la scelta di abolire l’istituto. Ma non sarebbe più logico prevedere lo «scivolo» graduale da realizzarsi a partire dai magistrati più anziani nell’arco del prossimo quinquennio? Tale soluzione risponderebbe meglio alle esigenze di buon funzionamento della giustizia, consentirebbe al Csm di scandire i concorsi per i nuovi dirigenti, al ministero di indire i concorsi per i nuovi magistrati, alla Scuola della magistratura di approntarne la formazione; eviterebbe dubbi di costituzionalità e contenziosi come per i professori universitari; mostrerebbe riguardo per le legittime aspettative di persone che hanno dedicato la vita al servizio della giustizia. Il mio è un contributo alla riflessione e un appello alla ragione perché si valuti con saggezza se sia giusta e utile una misura che decapita larga parte dei quadri dirigenti della magistratura o non sia più equa ed efficace la previsione di uno «scivolo» graduale che segni in tempi certi la fine dell’istituto. Giovanni Canzio Presidente della Corte d’Appello di Milano © RIPRODUZIONE RISERVATA QUOTE LATTE, FASE DUE DELLA SANZIONE I DANNI CAUSATI DALLA TECNICA DEL RINVIO ✒ Preparare il borsellino. Fra un mesetto, ognuno di noi dovrà forse pagare all’Europa 31 euro e 60 centesimi, oltre a qualche altra decina di euro in relativi interessi. Più o meno 80 euro, l’inverso del celebre bonus. Che aumenteranno ancora in futuro se continueremo a voler essere geni, volpini, i più distratti o i più furbi del continente: cioè a non recuperare soldi mai versati; e a non scucire poi, fra multe e «mancati prelievi», il miliardo e 390 milioni che la Commissione Europa ci mette in conto per il superamento delle quote di produzione del latte, già concordate con tutti i Paesi Ue. Quote latte, trent’anni di zuffe e caos. Il calcolo, a spanne, è presto fatto: un conto Ue da un miliardo e 390 milioni suddiviso fra 44 milioni di cittadini (siamo 60,7 milioni, dice l’Istat, ma escludiamo dal conto gli stranieri e gli italiani sotto i 18 anni) dà come risultato 31 euro e 60 centesimi a testa. Ma perché pagare tutti? Perché non hanno pagato in pochi. Si può dire anche con parole più precise: l’Europa è pronta a castigare l’Italia, con la seconda fase di una procedura di infrazione e la probabile denuncia alla Corte di giustizia Ue (altri milioni di multa) perché l’Italia non ha avuto il coraggio, forse elettorale, di imporre a pochi allevatori la restituzione di quattrini che riteneva dovuti. Accadde con il centrodestra e il centrosinistra, con i ministri «tecnici» e quelli meno «tecnici», tanti governi uno dopo l’altro. Bruxelles tuonava, e i geni di Roma mostravano seri problemi di udito. Per 14 anni filati, dal 1995 al 2009, si era andati avanti con lo «sforamento» delle quote. La mucca Ercolina, i blocchi di Linate, le marce dei trattori. Fra i leader della protesta, c’è chi approdò in Parlamento e chi in tribunale. Gli allevatori sostengono naturalmente le loro ragioni. Un giudice, a Roma, ha sentenziato che le multe sono un errore contabile e che l’Italia non ha sforato i limiti Ue. Questa storia è un gomitolo di filo spinato. Ma forse, non conta neanche più tanto chi abbia ragione e chi no. Alla fine, anche il Paese dei geni e delle volpi prepara il borsellino. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PASSAGGIO DELLA MATURITÀ IN CHE STATO È L’ESAME DI STATO SEGUE DALLA PRIMA C’è ben altro. C’è un corpo insegnante umiliato, un personale non insegnante assai folto, un’università burocratica, sindacati riottosi. Ma il peggior di tutti i mali sta al centro, nella normativa, pedante sulle inezie e cieca di fronte al senso effettivo delle cose. Una normativa che negli anni si è particolarmente esercitata, con una sorta di voluttuosa insistenza, proprio sull’esame di maturità. Cambiandogli nome e connotati, azzoppandolo, lentamente sfregiandolo e sfigurandolo. In una sorta di riedizione burocratica del Principe felice (anche se la maturità a dire il vero tanto felice non era) di Oscar Wilde, dove alla statua del principe gli uccelli cavano prima ornamenti, decorazioni e gioielli e poi gli occhi. Ma anche questo tron- cone non trova pace. L’anno prossimo infatti, meraviglie d’Italia, giungerà a compimento (!) l’ultima tranche della riforma del 2010, cioè di tre governi fa. Nel frattempo gli indefessi normatori si occupano di aspetti essenziali per il futuro del Paese. Per nostra consolazione, il 19 maggio il ministero ha emanato l’Ordinanza n.37 che all’Articolo 21, «ai sensi del Decreto Ministeriale 16 dicembre 2009, n.99, articolo 3, comma 2» si preoccupa di stabilire i criteri a cui le commissioni degli esami di maturità si devono attenere per conferire il voto supremo di cento e lode. Ciò chiarito, sembra di capire, il perno su cui ruota tutto il nostro sistema scolastico tornerà all’antico splendore. Con tanti saluti a Blair e al suo istruzione, istruzione, istruzione. Gian Arturo Ferrari © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervento dell’Iran contro l’Isis I costi di una guerra di religione di FARIAN SABAHI Q uanto ha da guadagnare l’Iran, e che cosa rischia lasciandosi coinvolgere in Iraq contro i jihadisti dell’Isis (Stato islamico dell’Iraq e del Levante)? Parecchio, nell’uno e nell’altro senso. Innanzitutto, una premessa: quello lasciato in eredità dall’Ayatollah Khomeini nel 1989 è un sistema politico complesso, che non parla a voce sola: da una parte c’è il governo del presidente moderato Hassan Rohani che tesse relazioni diplomatiche e commerciali, dall’altra gli apparati di sicurezza e le Guardie rivoluzionarie (pasdaran) che rispondono al leader supremo Khamenei. Cominciamo dai vantaggi di un coinvolgimento in Iraq. In primis, è evidente che l’apertura di Washington a Teheran, giustificata dal comune obiettivo della stabilità regionale, permette ad ayatollah e pasdaran di vedersi finalmente riconosciuto un ruolo positivo in Medio Oriente. Non sarebbe la prima volta che iraniani e americani collaborano: nel giugno 1998, durante la presidenza del riformatore Khatami, il segretario di Stato Madeleine Albright definì critico il ruolo dell’Iran nella lotta contro i Talebani in Afghanistan. Gli iraniani non furono però ricompensati per la collaborazione e il 29 gennaio 2002, nel discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente George W. Bush inserì l’Iran nell’Asse del male. Un dettaglio, per molti occidentali, non per la diplomazia e l’opinione pubblica iraniana. Ora, la coincidenza è propizia, perché a Vienna è in corso (fino a venerdì) il quinto round di negoziati sul nucleare e il riavvicinamento con Washington potrebbe portare a un alleggerimento delle sanzioni entro il 2016, permettendo al presidente Rohani di ottenere consensi in patria. In secondo luogo, andando a dare manforte all’esercito iracheno contro i jihadisti dell’Isis che minacciano la moschea dell’Imam Ali a Najaf e il mausoleo dell’Imam Hossein a Kerbela, la Repubblica islamica si erge a baluardo dello sciismo. Una minoranza oppressa. Soprattutto in alcune monarchie sunnite del Golfo, in particolare in Arabia Saudita (il 15% della popolazione è sciita, vive nella regione orientale ricca di petrolio ma è discriminata) e Bahrein (la maggioranza della popolazione, sciita, si è ribellata al nepotismo e alla corruzione della dinastia regnante sunnita ma la primavera araba è CHIARA DATTOLA RICAMBIO GENERAZIONALE DEI MAGISTRATI I VANTAGGI DI UN PERCORSO GRADUALE stata repressa dai mercenari e dai carri armati inviati da Riad). Quella dell’Isis potrebbe però essere una trappola, mettere piede in Iraq potrebbe costare caro. Perché darebbe il pretesto ai jihadisti di sconfinare in territorio iraniano, obbligando i giovani iraniani ad indossare la divisa e a partire per il fronte. Un incubo per tantissime famiglie, memori della guerra scatenata da Saddam Hussein che nel settembre 1980 attaccò l’Iran approfittando della presunta debolezza di Teheran all’indomani della Rivoluzione islamica. Una guerra imposta, durata otto anni e costata, da parte iraniana, un milione di vite. I pericoli di un coinvolgimento non si fermano qui, perché si rischia di mandare a monte il lavoro della diplomazia di Teheran che da anni cerca di smorzare le differenze settarie tra sunniti e sciiti, tessendo legami anche commerciali. Soprattutto con le monarchie sunnite del Golfo che, spaventate dal successo rivoluzionario dell’Ayatollah Khomeini nel 1979, due anni dopo costituirono il Consiglio di Cooperazione del Golfo proprio in chiave anti-iraniana. Per attenuare i toni, per esempio, lo scorso dicembre il ministro degli Esteri iraniano Zarif si era recato in Kuwait, negli Emirati, in Oman e in Qatar (ma non in Bahrein e Arabia Saudita). Ricambiato, a fine maggio, dalla visita ufficiale dell’emiro del Kuwait, a cui i media hanno dato molta enfasi anche perché ripreso dalle televisioni mentre barcollava, ubriaco. Anche se Teheran non dovesse lasciarsi troppo coinvolgere, la crisi irachena costerà comunque parecchio perché gli iraniani esportano miliardi di dollari in beni di consumo a Bagdad e, secondo l’emittente iraniana Press Tv, a partire da questa estate dovrebbe iniziare la vendita di 3-4 milioni di metri cubi di gas al giorno, per un valore di 3,7 miliardi di dollari l’anno. Infine, una domanda: perché gli estremisti sunniti ce l’hanno a morte con gli sciiti? Certo, il premier iracheno Nouri al-Maliki ha sbagliato escludendo dalla politica i sunniti. Che questo serva da lezione: solo un processo di riconciliazione nazionale e l’inclusione garantiranno la stabilità necessaria. Ad avere un ruolo non irrilevante sono però anche le questioni squisitamente dottrinali: gli sciiti credono in un solo Dio e considerano Maometto profeta, ma a lui associano gli Imam, suoi legittimi successori. Non semplici essere umani, com’era Maometto, ma individui infallibili. Venerati, al punto che gli sciiti si recano in pellegrinaggio ai loro mausolei. Venendo così meno, agli occhi degli integralisti, al vero monoteismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL MOVIMENTO 5 STELLE AL PD L’illusione democratica dello streaming di GOFFREDO BUCCINI A ll’origine è difficile non cogliere almeno un tratto di generosa puerilità. L’idea che ciò che è in streaming sia trasparente — e soprattutto che tutto ciò che davvero avviene sia in streaming — ha un facile retrogusto salvifico: tanto più consolatorio quanto più la politica politicante ha convinto negli ultimi anni tanti italiani dell’inaffidabilità dei colloqui segreti tra leader, capi di corrente, ras di partito. E tuttavia, nella nebbiosa alba della nostra Terza Repubblica, il ricorso al flusso diretto in Rete, con la richiesta di aprire una finestra dal cortile sul Palazzo, somiglia sempre più a uno squillo di tromba. Fateci caso: chiede o invoca lo streaming chi sa, o presume, di avere il vento in poppa, di poter contare sull’appoggio popolare. Lo streaming fu l’autentico termometro della sintonia grillina con gli italiani dopo le elezioni del 2013, l’amaro calice trangugiato da un Bersani non vincitore, e dunque perdente, quasi inginocchiato al tavolo dei colloqui davanti all’arroganza dei messi di Grillo, i capi dei gruppi parlamentari pentastellati. Ora, e per la prima volta, il meccanismo si rovescia: i grillini per uscire dall’angolo provano a intavolare una trattativa sulla legge elettorale e, diciamolo, non smaniano affatto per avere lo streaming, anzi lo subiscono, «non sarebbe essenziale» dicono sulle prime, salvo cedere alla richiesta di Renzi. Qui non si tratta di boomerang o nemesi: la politica non prevede vendette, solo utilità. Il premier, che dalla tribuna del suo partito ha usato la diretta streaming per sloggiare Enrico Letta da Palazzo Chigi (e prima aveva usato Twitter per ingannarlo, con l’hashtag virale #Enricostaisereno), ricorre adesso al medesimo strumento per affondare nei punti deboli di Grillo. La sconfitta alle Europee pesa e molto in casa pentastellata, ma forse pesano più ancora l’abbraccio allo xenofobo inglese Farage, avallato da una consultazione molto contestata dalla base, e la guerriglia ormai permanente con il sindaco Pizzarotti e magari col «pizzarottismo», ovvero con l’idea stessa che si possa ben governare fuori dal cono di luce della Casaleggio associati. Non solo: al tavolo dell’eventuale trattativa tra le diplomazie Pd e M5S, i grillini porteranno un modello di legge elettorale fortemente proporzionale, dunque assai carente quanto a governabilità (checché ne dicano); per un propagandista bravo come Renzi, quel modello può facilmente diventare agli occhi degli italiani un tentativo di ritorno alla vituperata Prima Repubblica, a quelle elezioni dopo le quali non si capiva mai chi aveva vinto e chi perso, a quei governi che duravano sei mesi. Non da ultimo, Renzi userà lo streaming a beneficio di Berlusconi, finora suo alleato nelle riforme, mostrandogli ciò che lui in fondo vorrà — che il Pd non vagheggia la politica dei due forni — e tuttavia spaventandolo quanto basta per renderlo sempre più accondiscendente. Anziché strumento di democrazia diretta, lo streaming potrebbe rivelarsi spot nelle mani d’un vincitore un po’ smargiasso. Certo, se la Svolta di Salerno o le trattative della Costituente fossero andate in streaming, la guerra civile italiana sarebbe durata un decennio in più. Ma questo è lo spirito dei tempi, questa è la Rete: se non sai usarla, ti abusa. A non capirlo si rischia di finire come il povero Gasparri che, scambiando Twitter per un videogioco, ha quasi dichiarato guerra alla perfida Albione, insultando gli inglesi dopo la nostra vittoria al Mondiale. Venti o trent’anni meno dei rivali — Grillo incluso — sembrano per ora un hashtag aureo per Renzi: #tipiacevincerefacile. @GoffredoB © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 41 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere CONTRADDIZIONI DI NAPOLEONE IL MODERNIZZATORE FAMILISTA Risponde Sergio Romano Com’è possibile che durante la campagna di Russia Napoleone abbia potuto occuparsi delle vicende della madrepatria e addirittura emanare decreti quando era a Mosca? I messaggeri francesi come riuscivano a percorrere migliaia di chilometri e ad attraversare anche territori ostili? Lucia Massari Monza Cara Signora, l decreto sulla organizzaz i o n e d e l l a Co m é d i e Française, a cui abbiamo accennato in una risposta precedente, non è il solo che l’imperatore dei francesi firmò al Cremlino prima del- I CHRISTIAN WULFF Quelle dimissioni Caro Romano, l’ex-presidente della Repubblica tedesca, Christian Wulff (che fu costretto alle dimissioni dopo una vergognosa campagna di stampa), è stato assolto da tutte le accuse. Chi pagherà per i tanti danni causati all’ex presidente tedesco ? Virgilio Avato [email protected] Christian Wulff non si dimise perché aveva commesso un reato. Si dimise perché agli occhi dei suoi connazionali il prestito a tasso agevolato ottenuto da un imprenditore e le pressioni esercitate sul direttore di un giornale perché smettesse di pubblicare articoli sull’argomento, lo rendevano inadatto all’incarico. Evidentemente la Germania è un Paese in cui non è necessario attendere l’intervento della magistratura per risolvere un problema politico. PARTITI E DEMOCRAZIA Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 l’inizio della ritirata. Anzi potrebbe essere il solo, fra quelli firmati allora, che si fregia di un titolo immeritato. Secondo alcuni studiosi, Napoleone voleva che il documento passasse alla storia come il «decreto di Mosca», ma la sua firma risalirebbe a una fase precedente. È vero, tuttavia, che l’imperatore non smetteva mai, durante le sue campagne, di trattare gli affari di Stato. Il viaggio da Parigi a Mosca era lungo e pericoloso, ma la Grande Armée si era lasciata alle spalle, avanzando verso la capitale dell’Impero zarista, stazioni di posta, presidiate da distaccamenti militari, dove i corrieri potevano è sempre stata una pratica molto seguita: infatti quasi mai le maggioranze sono riuscite ad attuare i loro programmi. Ora il mondo è cambiato e gli estimatori italiani del diritto di veto se ne devono fare una ragione! Sergio Guadagnolo [email protected] AMMINISTRATORI PUBBLICI Riconoscere gli errori Quando un amministratore pubblico ammetterà d’aver sbagliato nell’adempimento di una sua funzione, quello sarà l’indizio che la gestione della cosa pubblica potrebbe migliorare! La copertura Il ministro dell’Economia Padoan afferma che con gli 80 In Italia abbiamo uno strano concetto di democrazia. Quando in un partito uno è in minoranza, fa di tutto per bloccare i deliberati della maggioranza. Il diritto di veto Meno permessi sindacali e più trasferimenti obbligatori per gli statali. Concordate? avesse l’abitudine di dettare tre lettere contemporaneamente passando dall’una all’altra. Neppure l’esilio all’Elba interruppe il suo iperattivismo. In dieci mesi fece per l’isola molto più di quanto i Signori della Toscana avessero fatto nei secoli precedenti. Ma il suo grande merito fu quello di dare alla Francia una società moderna in cui il criterio del merito prevale su ogni altra considerazione. Nella nuova edizione di un libro apparso nel 2002 presso Mondadori (Lezioni Napoleoniche), un appassionato studioso di Napoleone, Ernesto Ferrero, scrive che «premiare il meri- to» era «una delle sue ossessioni». Credeva fermamente che nessuno avesse interesse a “rovesciare un governo in cui tutto quel che ha merito trova il suo posto”. Qualcuno potrebbe chiedere a questo punto come questa politica meritocratica fosse compatibile con i favori (regni e ducati) accordati ai membri della sua famiglia. Risponderei che Napoleone aveva due volti. Poteva essere contemporaneamente il creatore della Francia moderna e il capo di una gens corsa governata dalle regole di quello che un sociologo avrebbe definito, molti anni dopo, «familismo amorale». l’evasione fiscale si useranno le nuove tecnologie, una senatrice critica il metodo. Dato che l’evasione è un dato di fatto inconfutabile potrebbe la senatrice suggerire il modo che riterrebbe più efficace per vincere questa annosa battaglia usando pure un volto più...umano? anche loro? Ormai in questa nostra povera nazione non ci si deve meravigliare più di nulla! Giorgio Tescari, Milano MASERATI Sciopero degli operai Il 13 giugno gli operai della Maserati hanno fatto quattro ore di sciopero per protestare contro la decisione dell’azienda di consentire «solo» due settimane di ferie in agosto, contro le tre richieste. Mi domando: venerdì, durante questo sciopero, qualche lavoratore si sarà vergognato, pensando a quei milioni di lavoratori in «ferie» 365 giorni l’anno? E i sindacati non si vergognano LOTTA ALL’EVASIONE BONUS DI 80 EURO La tua opinione su sonar.corriere.it euro si esce prima dalla crisi, ma io sono molto perplesso perché il ministro dimentica di dirci che le coperture sono a carico dei cittadini, pagate cioè con l’aumento di bolli, rinnovi dei passaporti, bolli auto, tagli di contributi alla sanità e altro ancora. A conti fatti ,tutti i cittadini pagheranno molto di più in termini di tasse. Nini Jonas, Asolo (Tv) Umberto Gaburro Guidizzolo (MN) Diritto di veto cambiare i cavalli e riposare per qualche ora. Questa abitudine rispondeva alla sua natura. Il grande generale era un riformatore instancabile. La storia ricorda molto le sue battaglie e le sue ambizioni politiche, ma trascura talora la sua inestinguibile passione per la modernizzazione della Francia. Progettava scuole, strade, ponti, industrie. Creava nuove istituzioni e ne scriveva gli statuti. Concepiva, controllava, correggeva. Dicono che Come va combattuta? Quando nel 2012 la Guardia di finanza compì i famosi blitz in alcune località turistiche, ci fu molto clamore per il metodo giudicato sbagliato. Oggi che il ministro Padoan afferma che per combattere SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Il ministro Alfano: senza un intervento dell’Europa non è più possibile l’operazione Mare Nostrum. Giusto? 95 No 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA+ Fausta Allievi [email protected] PREZZI DEL CARBURANTE Riflessi dei petrolieri I nostro petrolieri mostrano un’eccezionale prontezza di riflessi quando si tratta di aumentare i prezzi dei carburanti alla pompa. Lo constatiamo in questi giorni: i prezzi di benzina e gasolio hanno raggiunto il massimo dell’anno, a causa delle preoccupanti notizie che provengono dalle zone petrolifere del Medio Oriente. Ugo Revello, Neive (Cn) AUSPICIO PER I MONDIALI Vittoria degli Azzurri Nel 1982 e nel 2006 la Juventus fu prima in Italia e l’Italia nel mondo. Quest’anno, intanto, i bianconeri hanno già vinto lo scudetto. Domanda d’obbligo: evitando di diventare l’eccezione che la conferma, riusciranno gli azzurri a confermare la regola del non c’è due senza tre? Leone Pantaleoni [email protected] Interventi & Repliche Il turismo nel nostro Paese Mi riferisco alla lettera «Turismo: opinione ottimistica» (Corriere, 15 giugno) in cui si colloca l’Italia al quinto posto al mondo tra i Paesi più visitati, dopo la Francia e la Spagna. La classifica si riferisce agli arrivi internazionali che comprendono anche i transiti aeroportuali. Per intenderci, se vado in vacanza alle Seychelles e faccio scalo al Charles De Gaulle, i francesi mi contano tra i turisti arrivati a Parigi e il prezzo del biglietto pagato ad Air France entra a far parte della bilancia valutaria turistica francese. In verità la classifica cambia, e noi passiamo al secondo posto, se consideriamo le presenze dei turisti stranieri negli alberghi: 281 milioni in Spagna, 256 milioni in Italia e la Francia al quarto posto, superata anche dalla Germania. E torniamo primi se consideriamo i turisti extraeuropei, con 43 milioni di pernottamenti negli hotel italiani nel 2012 rispetto ai 37 milioni nel Regno Unito, i 31 milioni in Spagna e i 28 milioni in Francia. Il dato va letto senza trionfalismi, anche in considerazione del fatto che alcuni concorrenti crescono più velocemente di noi. Ma ciò non significa che l’Italia turistica sia una Cenerentola. Tutt’altro. E molto di più potrebbe essere se il Paese decidesse di investire seriamente su questo settore. Alessandro Nucara [email protected] Energia: basta sconti a ex dipendenti Riguardo all’articolo «Via le bollette gratis ai dipendenti Enel» (Corriere, 15 giugno), preciso che ai dipendenti Enel in servizio non è più corrisposto alcuno sconto, a prescindere dalla data di assunzione. Per quanto riguarda i pensionati, sullo sconto praticato viene applicata l’Irpef ad aliquota marginale: ben lontano, quindi, dal definire — come riportato — bolletta zero. Anna Mocco, [email protected] Sconti e agevolazioni per ex dipendenti e dipendenti assunti fino a una certa data variano a seconda delle singole società elettriche. Nel decreto di cui parlava l’articolo il governo prevede che, con © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. 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Idea che condivido e di cui ho scritto tante volte negli anni. Lo stupro non ha niente di naturale. Infatti gli animali non stuprano. La violenza sessuale è un’arma, di invenzione umana, usata per intimidire e terrorizzare il nemico in guerra. Ma allora, dirà qualcuno, dobbiamo pensare che molti uomini vedono il corpo delle donne come nemico? In effetti, coloro (per fortuna sono una minoranza ma una minoranza aggressiva e pericolosa) che si arroccano dentro una identità virile basata sul possesso, sono terrorizzati dalla crescente autonomia delle donne, soprattutto delle donne che considerano «di loro proprietà», ovvero mogli, fidanzate, amanti, figlie ecc. E quando lei dice: me ne vado! quest’uomo dalla fragile identità virile, viene preso da una tale paura e da una tale rabbia, che può trasformasi in assassino della donna che dice di amare, ma a volte anche di se stesso. Riflettiamo: cosa c’entra il desiderio, che è una cosa bella e vitale, con lo stupro collettivo di due quindicenni che poi vengono impiccate a un albero? Piuttosto appare come una terribile punizione. Una punizione contro il fatto stesso di essere donna e di circolare liberamente, anziché Partire dalle starsene chiusa in casa a legittiscuole mare un principio di proprietà. Nell’atto dello stupro, che tropper combattere po spesso viene chiamato con inla cultura dulgenza «delitto passionale», io ci vedo anche una idea di dissadello stupro crazione: sporcare il ventre femminile nel luogo sacro della nascita, umiliarlo e lacerarlo, fa parte della strategia di dominio. Ma poiché oggi la guerra fra i sessi non è ammessa — almeno nel mondo libero dal fanatismo religioso — anzi si opera in nome della parità di diritti, le tecniche di sottomissione si spostano dalla prigionia familiare, dall’uso delle punizioni corporali, alla continua e insistita svalutazione del pensiero e dell’autonomia femminile. Nel momento che si dichiara libero il suo corpo, lo si relega alla mercificazione: sei libera ragazza mia, di spogliarti, di agghindarti, di sedurre, di venderti, ma non di camminare tranquillamente per strada di notte. Per quanto mi riguarda, non credo ai metodi coercitivi, anche se le punizioni sono necessarie. Ma è essenziale cominciare a denunciare, non legalmente ma culturalmente, certi fumetti, certi film, certi programmi televisivi che sono un implicito invito alla violenza. E bisogna insistere nelle scuole per una educazione al rispetto dell’altro, donna o uomo che sia. Un dovere primario, fondamentale, irrinunciabile, anche quando l’altro ci fa soffrire, ci pianta in asso, ci tradisce. Possedere una persona, anche se ci sentiamo giustificati dall’amore, significa semplicemente renderla schiava. E la schiavitù è perversa e antistorica. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Nidasio FONDATO NEL 1876 CONDIRETTORE @ PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Carla Nipoti, [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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L’annuncio sulla pagina Facebook della band. Il docufilm ripercorrerà la storia del gruppo, «accanto a materiale inedito di archivio». Non si conosce ancora la data di programmazione. L’intervista La diva a Spoleto con un testo del Marchese. «La gente mi confonde con i miei personaggi, se fosse vero avrei una vita d’inferno» In posa Isabelle Huppert è nata a Parigi il 16 marzo 1953 Huppert: non sono una dark lady ma voglio provocare con de Sade «Esploro i limiti tra vizio e virtù, mi piacciono le commedie» «A Spoleto sarà la mia prima volta. Non vedo l’ora, so che ci sono tante cose da vedere. Purtroppo resterò soltanto due giorni. È un peccato». Isabelle Huppert è il volto di donne disperate, appassionate, fragili, raramente felici. È un’attrice esigente che va all’essenza delle cose. A teatro passa da Marivaux a Tennessee Williams, ma la sua bevanda quotidiana è tinta nel dramma. Il Festival di Spoleto interromperà la sua sofferenza, offrendole la possibilità di trovare momenti di umorismo con le parole del marchese de Sade, senza per questo trascurare il fascino del lato oscuro: «Sì, mi piace esplorare il confine tra bene e male». Al Festival di Spoleto il 28 giugno, secondo lo schema della lettura scenica a cui si sono prestate in anni recenti anche Fanny Ardant e Jeanne Moreau, la Huppert porta il «divin marchese». Lo fa attraverso due sorelle che chiari- scono già tutto nel titolo dello spettacolo: Juliette e Justine, il vizio e la virtù. Come si caratterizzano le due protagoniste? «Queste sorelle dai destini opposti rappresentano l’antagonismo dell’umanità, l’una perduta a causa della virtù, l’altra trionfatrice per via del vizio. Justine combatte per il bene e Juliette per il male, ma forse entrambe commettono errori. Justine incontra una serie di ostacoli lungo il suo cammino positivo, senza arrendersi mai, anzi più ostacoli trova e più crede nel trionfo del bene». Che suono ha oggi la prosa di de Sade, con tutti i suoi eccessi? «È un bel pezzo di letteratura, così ben scritto e divertente. De Sade prende piacere nello spingere i limiti, soprattutto in Justine, che è così naïf da non aspettarsi mai il male dal prossimo. Eppure improvvisamente deve vedersela con la gente peggiore. Ju- liette dall’altra parte è molto più sofisticata, ha una mente filosofica, è cinica». Al cinema ha costruito la sua carriera su ruoli estremi... «Sono semplicemente grandi ruoli, i quali per definizione contengono la ricchezza dell’animo umano. Un personaggio in genere è interessante per la sua complessità, ciò non attribuisce necessariamente una connotazione triste». Lei ha detto che interpretando donne controverse le è capitato di Sciopero in Francia Pennac protesta tra gli artisti precari In migliaia si sono dati appuntamento a Parigi, Montpellier, Marsiglia, Bordeaux, Tolosa e nelle più importanti città francesi. E a manifestare loro sostegno e solidarietà c’erano anche lo scrittore Daniel Pennac e l’ex ministro della Cultura Jack Lang. I lavoratori dello spettacolo, artisti e tecnici, che da giorni scioperano in Francia mettendo a rischio i festival estivi (inclusa la prestigiosa rassegna teatrale di Avignone), ieri hanno protestato con sfilate e slogan contro la riforma del regime di disoccupazione proposta il 22 marzo scorso con l’accordo di alcuni sindacati, e chiedono che il testo venga rinegoziato. Ma il governo ha confermato che la controversa riforma verrà approvata. essere fraintesa. «La gente spesso è pigra, confondono gli attori con i loro personaggi. Questo mi fa ridere, e non mi annoia. Se fosse vero, la mia vita sarebbe un inferno e le persone accanto a me vivrebbero in un incubo. Diciamo che prendo il fraintendimento come un complimento». Avrebbe voglia di fare più commedie? «Il mio nuovo film è una commedia di Marc Fitoussi, si intitola La ritournelle e spero che si vedrà in Italia, anche se la commedia italiana ha un tono così specifico. I protagonisti sono allevatori di bovini in Normandia, lei è una sognatrice, ha la testa tra le stelle, lui i piedi ancorati a terra e vive per il suo mestiere. Con la partenza dei figli, la routine della loro coppia pesa su di lei. Un giorno avrà un colpo di follia e partirà per Parigi, il marito pensa che potrebbe perderla. Come reinventarsi dopo tutti quegli anni? La riconquista non è sempre una strada dritta». Doveva girare «Body Art» di Luca Guadagnino, un thriller visionario dal romanzo di Don DeLillo. «Non l’ho più fatto e non lo farò, dunque non ne parlo». Lei ha recitato a teatro a Sydney «Le serve» di Genet con Cate Blanchett. «Riprenderemo lo spettacolo in agosto a New York. È la seconda volta che recito a teatro in inglese, dopo Maria Stuarda al National Theatre di Londra. Al cinema mi è più semplice, ma è una piéce francese così in un certo senso è più facile per me. Le serve è un gioco violento di vita e di morte, può essere realistico e divertente, ma alla fine è un gioco mortale quello delle due cameriere che inscenano fantasie sadomaso sulla loro padrona e alla fine la uccidono. È ispirato a un fatto di cronaca, nella Francia degli Anni 30, e mette in campo una relazione tra schiavi e padroni, io la vedo come una piéce politica molto attuale». È stato Chabrol il suo regista preferito? «Uno dei miei favoriti. Ho girato sei o sette film con lui, dovevamo farne un altro ma non cè stato tempo per la sua scomparsa. Lavoro solo con grandi registi, grandi abbastanza per me. E non ho rimpianti». L’8 luglio Villa Medici a Roma le dedicherà una retrospettiva. «Non di tutti i miei film. È un onore, il vostro Paese mi riporta a Bolognini e Ferreri, i fratelli Taviani e Bellocchio. La considero una rimpatriata, è così che si dice in Italia?». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Estrema Madame Bovary (1991) Diretta da Claude Chabrol, l’attrice francese regala con la sua interpretazione un intenso ritratto di Emma Bovary, l’eroina del romanzo di Flaubert Gabrielle (2005) Isabelle Huppert e Pascal Greggory nel film di Patrice Chéreau tratto da un racconto di Joseph Conrad La pianista (2001) Nel film di Haneke la diva interpreta una gelida insegnante di piano che nasconde, dietro la cerebralità, un lato dark La religiosa (2013) Nel film di Guillaume Nicloux, Huppert è una madre superiore travolta dai sentimenti. Da un racconto di Diderot Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Personaggi Spettacoli 43 italia: 51575551575557 Pau Dones, leader della band spagnola: oggi nel pop prevale solo la logica degli affari, mi piace il rap italiano Jarabedepalo, passione e duetti: con Kekko lo spirito napoletano Da «La flaca» a «Somos»: nel disco la voce dei Modà «L a flaca» quindici anni dopo. La canzone tormentone dell’estate 1999 è tornata a nuova vita grazie a Carlos Santana che, con la voce di Juanes, l’ha scelta come singolo per lanciare il nuovo album «Corazon». Quindici anni dopo «La flaca». Il suo autore Pau Dones, mente, cuore e titolare del progetto Jarabedepalo, si guarda indietro soddisfatto. «Sono onorato che Santana abbia fatto questo omaggio alla canzone che ci ha aperto le porte del mondo. In Italia è arrivata nel ’99, tre anni dopo l’uscita, la scoprì Linus di Radio Deejay in vacanza — ricorda il 47enne spagnolo —. Dicevano che saremmo stati una meteora, una one hit wonder, poi sono arrivate “Depende”, “Bonito” e altre canzoni che sono nella colonna sonora di tanta gente». Ora in questa playlist Pau spera di infilarci «Dove è sempre sole», collaborazione con Kekko Silvestre dei Modà. La canzone fa parte di «Somos», il nuovo album degli Jarabedepalo (da qualche tempo si scrive come fosse una parola sola). «L’ho composto in questi ultimi 3 anni, un periodo di particolare confusione per l’umanità. Siamo una società che pensa di avere tutto, la casa, l’auto... e crediamo di essere felici per questo. Ma non è così. La mia riflessione è questa: siamo quello che siamo, non quello che vogliamo», racconta. Si sente in controtendenza, felice. «Sono nato con la vocazione da musicista e, dopo la laurea in Economia presa per tranquillizzare la mia fami- Spagnolo Pau Dones, 47 anni, leader dei Jarabedepalo. Nel 1996 pubblica «La flaca», che diventa una hit mondiale. In Italia la canzone arriva nel ’99 glia, mi sono dato alla mia passione senza pensare ai soldi — spiega —. Sono arrivati anche quelli, ma la felicità l’ho trovata nella parte spirituale e non in quella materiale». Di questa ricerca fa parte anche la fuga da Barcellona, la città dove è cresciuto. «Vivo in montagna, in un paesino di 300 persone. Lì sono completamente staccato dal resto del mondo. Non ho internet», dice. Le sue canzoni viaggiano fra pop e rock, spizzicando qua e là fra funk, rap e altro. «Il panorama musicale è dominato da un pop mediocre. Il business è più importante dell’arte. In Italia vedo segnali interessanti dal rap, ma in Spagna... Per questo da 6 anni ho una mia etichetta e un mio management indipendenti». La carriera degli Jarabede- palo è punteggiata di duetti e collaborazioni. Ce ne sono quattro con artisti latini in «Somos» e in passato ci sono state quelle con Alanis Morissette, Chrissie Hynde dei Pretenders, Ricky Martin... «La possibilità di condividere la musica è un regalo», sintetizza. La collezione italiana è la più estesa. Partendo dai Modà (sarà loro ospite nei concerti di Milano e Roma) che gli hanno restituto il favore del duettò su «Co- Insieme me un pittore» e «Dove è sempre sole»: «Kekko scrive canzoni napoletane di una volta, ma con un taglio poprock». Jovanotti, con cui fece «DipenKekko e Jova de/ DepenAll’interno di de», firma i te«Somos» c’è sti di «Siamo» «Oggi non sono e «Oggi non io» un duetto sono io»: «Se con Kekko ci vedete a un Silvestre (foto) bar a bere una dei Modà. Il testo birra sembriadi quella mo due fratelcanzone è stato li. Le sue paroadattato in le hanno una italiano da forza speciaJovanotti che ha le». Andando lavorato anche al indietro nel testo di «Siamo» tempo... «Francesco Renga è un interprete fantastico, quando ho sentito la sua voce ho detto “wow”. Fabrizio Moro mi invitò a Sanremo per “Non è una canzone”, accettai perché portava su quel palco un testo impegnato. Con Niccolo Fabì scattò l’intesa perché cerco sempre la qualità musicale, ma in quel caso trovai anche quella umana». Festival di Taormina Pamela Anderson: pronta per fare l’attrice DAL NOSTRO INVIATO TAORMINA — Quella bionda a bordo di una fuoriserie rossa, a passo d’uomo, seguita da una coda di fan e paparazzi, è Pamela Anderson, i capelli corti come le donne costrette a lasciare la gioventù: l’ex bagnina della serie tv «Baywatch» si racconta al Festival di Taormina. Ha 47 anni, tre matrimoni, due figli e dodici copertine di Playboy alle spalle. È la pioniera del seno più che ritoccato trasformato in un’arma da guerra: «L’ho usato per la mia carriera». È un’icona planetaria (ha interpretato se stessa in tre film) diventata famosa ancora minorenne, «quando il maxischermo mi inquadrò durante una partita di football. Da lì mi offrirono lo spot e tutto il resto. Sono una donna fortunata, non mi sono mai considerata un’attrice. Tutti hanno creduto in me anche se non ero preparata. “Baywatch” è una serie innocente, semplice, sensuale. Oggi è più complicato divertire il prossimo». Come bagnina ha salvato tante vite. Se oggi volesse affogare qualcuno: «Un tempo amavo più gli animali delle persone e avrei risposto a questa domanda». In tv David Letterman la accolse così: «Con due libri scritti hai superato quelli letti». Ma è tutt’altro che stupida, si presenta con semplicità e umiltà: «Mi sento pronta per cominciare a fare davvero l’attrice. Il mio sogno? Lavorare con Fellini. Forse sono arrivata tardi». In futuro due film: tenutaria di un bordello nel ’600 per Steve Antin e per Herzog (accanto a Mike Tyson) ex star di spettacoli per adulti. Andrea Laffranchi V. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il concerto La musica dell’Orchestra Verdi per l’omaggio al futurista Depero di PAOLO ISOTTA N ato nel 1892 e morto nel 1960, Fortunato Depero è uno dei genî della pittura del Novecento. Si trasferì a Roma dalla natia Rovereto molto giovane e nella Capitale visse coinvolto sin dagli anni della Prima guerra mondiale nelle vicende dell’Avanguardia: parola che allora non andava pronunciata con schifo e dileggio come oggi quella che tale si qualifica ci costringe a fare. Egli faceva parte del movimento futurista, vitalissimo a onta dei suoi evidenti difetti; ma in lui difetti non vi sono. La sua pittura vividamente antinaturalista si qualifica per figure a forti colori, squadrate, a modo loro marionettistiche; e dal momento che la Sul podio Giuseppe Grazioli è tra i direttori d’orchestra stabili della Verdi. Sua l’idea del concerto in memoria di Depero Marionetta come (vorrei dire) idea platonica è una delle predilezioni delle Avanguardie dell’inizio secolo e tra le due guerre, ecco Depero situarsi al centro delle poetiche non solo pittoriche, sì anche musicali. Fascistissimo come tutti i Futuristi, comprese meglio di ogni altro l’importanza della pubblicità nella civiltà attuale; fu il più grande cartellonista per decennî e, tanto per darne un’idea, disegnò la bottiglietta del Campari soda ancor oggi in uso. Giuseppe Grazioli, il coltissimo e bravissimo direttore d’orchestra tra gli stabili della milanese Verdi, ha inserito nella porzione di stagione sotto la sua responsabilità e chiamata Made in Italy un concerto tanto istruttivo quanto godibile appunto alla memoria di Depero dedicato. Egli ha effettuato uno studio storico sul grande marionettista Vittorio Podrecca e, in una piccola conferenza tenuta prima del concerto con garbo e dottrina, ha spiegato come in quegli anni gli spettacoli di Podrecca non avessero quali destinatarî i soli infanti. Marionette disegnate da Depero e molto grandi (l’altezza era un metro e settanta), non vestite ma dipinte direttamente dall’artista, furono le protagoniste di spettacoli con musica di compositori di prima sfera. Il concerto era dedicato a quattro di essi: tre con composizioni pianistiche orchestrate per un piccolo complesso e una scritta espressamente per la circostanza. La prima è di Alfredo Casella che dell’Avanguardia romana fu uno dei principali motori. Ben nota è la piccola opera pianistica Pupazzetti, influenzata da Stravinski: non mi è mai piaciuta: ma adesso, divenuta Pagliacci, è strumentata con tale ispirazione da diventar bellissima. La seconda è di un autore del quale fino a domenica mattina non conoscevo nemmeno il nome. Si tratta di Gerald Hugh Tyrwhitt, poi Lord Berners (1883-1950), che frequentò Roma in quegli anni: la sua Suite L’uomo dai baffi è irriverente e geniale. La terza si chiama L’orso azzurro ed è ricavata da pezzi di Bela Bartok orchestrati a sua insaputa. La quarta è di Gian Francesco Malipiero e, intitolata I selvaggi, è l’unica scritta per la circostanza: è organica e geniale, forse al di sopra delle media stessa della produzione malipieriana, scaturita dall’invenzione di un autore del quale solo adesso incomincio a capire la grandezza. Tutte le opere vennero eseguite sotto la direzione di Casella il 15 aprile 1918, a guerra ancor in corso. Il concerto è stato seguito con attenzione e consenso; i bravissimi solisti della Verdi hanno applaudito il loro direttore; di essi ricorderò per un magico intervento il violoncellista Tobia Scarpolini. È stato in questi giorni presentato il programma della Verdi per il 2015 e quindi per l’Expo: è ricchissimo e interessante. Il suo fiore più prezioso è costituito da laBarocca sotto la direzione di Ruben Jais: che si apre con una delle opere più importanti della storia, eseguita una volta sola in epoca contemporanea a Napoli nel 1968 (io c’ero!), l’Oratorio di Alessandro Scarlatti Davidis pugna et victoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1SHIVRE SJJIVXE %PP -RGPYWMZI RIP TEVGS REXYVEPI HM 9KIRXS (MVIXXEQIRXI WYP QEVI 6IPE\ WSXXS KPM EPFIVM HqYPMZS -FIVSXIP 7TE SEWM HM FIRIWWIVI -P TMÖ KVERHI TEIWEKKMS HM TMWGMRI HIP 7YH -XEPME 'SQJSVX I VIPE\ RIPPE XVERUYMPPMX½ HIPPE RSWXVE TMRIXE EXXMZMX½ %PP -RGPYWMZI TIV EHYPXM I FEQFMRM 4IVGSVWM EZZIRXYVE WYKPM EPFIVM (VEKSR &SEXW )GS +SPJ %GEHIQ] %HZIRXYVI +SPJ 4VSKVEQQE %RXMWXVIWW 4IVWSREPM^^EXS ,GHDOH SHU HYHQWL PHHWLQJV LQFHQWLYHV H WHDP EXLOGLQJ <RXU H[FOXVLYH DOO LQFOXVLYH DQWLVWUHVV UHVRUW LQ 6DOHQWR &RQWDWWDWHFL SHU OD YRVWUD RIIHUWD SHUVRQDOL]]DWD ZZZLEHURWHODSXOLDFRP -FIVSXIP %TYPME :ME :MGMREPI *SRXERIPPI 1EVMRE HM 9KIRXS 0) 8 * IQEMP MRJS$MFIVSXIPETYPMEGSQ 44 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 MondialiBrasile Un tweet al giorno Franco Baresi @FBaresi Muller #WorldCup #Germany VsPortugal ✒ L'analisi I TEDESCHI TANTO SIMILI AGLI ITALIANI di MARIO SCONCERTI L a Germania ha la solita grande facilità di giocare bene portatale dai figli della terza generazione di emigranti. Quella che però 4 anni fa è stata una nazionale giovane, ora sembra una squadra completa. Importante il lavoro compiuto da Low che ha proseguito la piccola rivoluzione di Klinsmann in panchina. Come l’Italia, anche la Germania ha un suo gioco particolare, da squadra di club. Occhieggia al Bayern di Guardiola, ma mantenendo impostazioni e giocatori che erano già stati inventati in altre storie. Personalmente vedo nella Germania molte altre analogie con l’Italia. Lasciamo da parte il risultato finale, ma sono entrambe le meglio impostate, non hanno un solo gioco, si adattano all’avversario e lo studiano. Abbiamo una specie d’intelligenza tecnica molto vicina. C’è una vecchia abitudine portata dalle guerre a considerare i tedeschi profondamente diversi da noi. In realtà la storia ci dice che per oltre mille anni, da Carlo Magno a Napoleone, siamo stati una stessa nazione, guidati dallo stesso imperatore, che spesso stava in Italia, e dallo stesso Papa, che era sempre italiano. Abbiamo avuto le stesse leggi, le stesse regole, anche se non identici stili di vita. Ma chi pensava al suo mondo, per almeno mille anni ha dovuto farlo alla stessa maniera in Sicilia e in Sassonia. Il calcio è sempre il riassunto della gente. La Germania gioca da tempo in modo nettamente più vicino alla flessibilità italiana di quanto non sia vicino alla finta modernità inglese o alle tentazioni africane della Francia. Detto questo Muller sta diventando la sintesi europea di Messi, un attaccante universale, inappariscente, ma vivo, moderno. E Lahm sta avendo adesso nel nuovo ruolo quella visibilità che ai terzini è negata per principio. Una grande squadra, solo troppo spontanea. La differenza con l’Italia è la stessa che è trascorsa nei mille anni in comune: loro giocano da vincitori eterni, noi da oppressi con idee. Infatti li battiamo spesso in una partita unica. Il tempo di una rivolta contadina. Il Portogallo paga il suo vantaggio. È l’unico campionato europeo a poter tesserare i brasiliani come fossero portoghesi. È un altro campionato brasiliano che si ritrova da solo quando arriva alla nazionale. E un Ronaldo dimezzato non basta a rendere equilibrio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gestaccio Meireles medio (o indice?) verso l’arbitro Mazic DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SALVADOR — Come cadono gli dei qui all’Arena Fonte Nova non cadono da nessuna parte. Dopo la Spagna è toccato a Cristiano Ronaldo, e anche stavolta il tremendo crash non ha una causa sola. La Germania, va da sé, è stata notevole, in forma, ben organizzata intorno al favoloso triplettista Thomas Muller e abile a fondere la filosofia del Bayern Monaco con quella del Borussia Dortmund. Della prima l’intelligente Loew prende il modulo, l’idea del possesso palla, di Lahm schermo centrale supportato alla grande da Kroos e dal rigenerato Khedira, della variazione dei ruoli in attacco che non dà punti di riferimento ai difensori avversari: il tecnico parte con Muller centravanti, Ozil a destra e Goetze a sinistra, ma in corso d’opera li sposta come le tre carte. Quando Rosso a Pepe L’espulsione di Pepe per una testata fa saltare i nervi ai lusitani poi Ozil esce e entra turboSchurrle, o quando esce Muller e entra Podolski, capisci che il potenziale della Nationalmannschaft è devastante anche se Reus, forse il più bravo di tutti, è rimasto in Germania. La griffe Bayern, in particolare, si è vista bene sull’azione che al 12’ ha portato al rigore dell’1-0, un perfetto scambio Ozil-Muller per liberare Gotze al tiro in area; Pereira ha trattenuto il piccolo Mario e a trasformare dal dischetto ci ha pensato Muller. Del Borussia Dortmund c’è, benché più rara, la verticalizzazione letale: è quella che, negli spazi assurdi lasciati dal Portogallo in ansia, ha permesso a Lahm di sventagliare sulla destra per Ozil, il quale ha servito a Goetze l’assist per il 2-0. Bravo stavolta Pereira a recuperare, ma sul corner che ne è nato, Kroos ha battuto ed ecco l’altro acuto borussiano: Mats Hummels, gran difensore troppo spesso sottovalutato, scherza Pepe, saltato con la pietra al collo, e inzucca il 2-0. I tedeschi che hanno fatto sorridere Angela Merkel Germania Portogallo 4 0 Marcatori: Muller (rigore) 12’, Hummels 32’, Muller 46’ p.t. e 33’ s.t. GERMANIA (4-1-4-1): Neuer 6,5; Boateng 6, Mertesacker 6, Hummels 7 (Mustafi 6 28’ s.t.), Hoewedes 6; Lahm 6,5; Ozil 6 (Schurrle 6,5 18’ s.t.), Khedira 7, Kroos 7, Gotze 6,5, Muller 8 (Podolski s.v. 37’ s.t.). C.t.: Loew 7 PORTOGALLO (4-3-3): Patricio 5; Pereira 5, Alves 4, Pepe 3, Coentrao 4 (A. Almeida 5,5 20’ s.t.); Moutinho 5,5, Veloso 5 (Ricardo Costa 5 s.t.), Meireles 5; Nani 5, H.Almeida 5 (Eder 6 28’ p.t.), Ronaldo 5. C.t.: Bento 5 Arbitro: Mazic (Serbia) 6 Espulso: Pepe 37’ p.t. Ammonito: Pereira Recuperi: 2’ più 2’ Gioia vera L’esultanza dei tedeschi dopo uno dei 4 gol al Portogallo (Afp) Prova di forza La Germania incenerisce il Portogallo Muller ne fa 3, Ronaldo è un fantasma Testa bassa Ronaldo, 29 anni, ha iniziato malissimo il Mondiale (Afp) rosso vestita in tribuna non sono perfetti: a volte hanno sofferto il pressing, si sono esposti troppo al contropiede e i terzini Boateng e Hoewedes sono centrali adattati. Però possiedono un’altra qualità, che non è né solo del Bayern o del Borussia ma di tutti i bravi giocatori: il fiuto del gol. È la qualità che ha portato Muller a segnare il 3-0 (tiro imparabile dopo inserimento felino che vince l’imbarazzante mollezza di Bruno Alves) e, nella accademica ripresa, il 4-0 con una zampata alla Gerd Muller da due metri su respinta del goffo Patricio. Come non bastasse, super Muller (Thomas) ha pure procurato, al 37’ sul 2-0, l’espulsione di Pepe, e qui si passa alla seconda ragione della caduta del dio Ronaldo: la tragica performance del suo Portogallo. Bento ci aveva prova- to con pressing e contropiede e all’8 il piano sembrava funzionare. Veloso sradica palla a Lahm, la serve a Ronaldo e tutti pensano: ora segna. Invece Neuer gli ha chiuso lo specchio e qui si è capito che le cose per il Portogallo si mettevano male: difesa horror; reparti slegati; corsa lenta e impacciata; l’irriconoscibile Coentrao che, liberissimo, passa a CR7 anziché tirare; Nani fumoso; Cristiano isolato; e, come da co- Il grande sconfitto DA UNO DEI NOSTRI INVIATI La solitudine del Fenomeno Ha tutto ma gli manca una squadra SALVADOR — La folla ti fischia. Ti urla addosso. I tedeschi che non hanno più paura. I portoghesi che speravano potessi vincere da solo. Tu sei Cristiano Ronaldo. Non puoi farci niente. Mezz’ora dopo la fine della partita. Mix zone. Gran caldo, umidità, tanfo di chiuso, luci al neon. Il primo a uscire è Nani. Ha giocato in modo imbarazzante, un ex calciatore. Cammina a capo chino, giustamente mesto. Dietro Nani ecco Pepe. Si è fatto buttare fuori per aver dato una mezza testata, gesto più mimato che reale, a Thomas Muller. Pepe cammina invece con l’aria un po’ sfrontata. Vorreste farmi domande? Dirmi che ho sbagliato? Poi, in fila, Joao Moutinho, Joao Pereira, Hugo Almeida, e tutti gli altri. Manca solo Cristiano Ronaldo. Dov’è? Sta uscendo adesso. Nonostante l’aria appiccicosa, non una goccia di sudore sul viso. Liscio, lucido, perfettamente incremato. Le sopracciglia come disegnate. Un ciuffo di capelli te- Fischiatissimo Fischiato dai tedeschi ma anche dai portoghesi infuriati con lui Citazione Prima della partita cita il Papa: «Non si può vincere da soli» pione, Pepe impazzito. Non pago dell’errore compiuto sullo 0-2, il noto psycho-stopper del Real Madrid ha infatti mollato una testata a Muller reo, secondo lui, di fare la scena dopo un contatto. Non un colpo alla Zidane con Materazzi, ma un gesto sufficiente per farsi cacciare. Di lì in poi allo sbarellatissimo Portogallo sono rimasti solo il nervo scoperto, il reclamo per un rigore nella ripresa (contatto Eder- nuto dal gel. Sotto il braccio, un borsello (si suppone pieno di lozioni e unguenti). Viene avanti con passi corti e lenti (ginocchio sinistro dolente con benda elastica). Ha messo su lo sguardo immobile del divo offeso. Una cronista della tivù portoghese prende coraggio: «Come ti senti, Cristiano?». E lui, rallentando, non fermandosi, a voce bassa: «Sto male. Sono dispiaciuto… ». Ha vinto due Palloni d’oro e numerosi esperti sostengono potrebbe vincere il terzo. Ha avuto tutto, dal calcio. Guadagna 13 milioni di euro l’anno e gioca, magnificamente, nel Real Madrid. Possiede una villa che nemmeno un emiro e ha una fidanzata di bellezza definitiva. Quando esce in macchina può scegliere: prendo la Ferrari o la Bugatti? Vive lassù, nel cielo dei fortunati. Ma la sua nazionale è quella del Portogallo. Il suo vero, unico, tremendo problema è questo. Lo sa. L’ha sempre saputo. E a due ore dall’inizio non ha resistito. Era sul pullman, con la squadra, e stavano venendo qui, allo stadio Arena Fonte Nova. Ha acceso l’Ipad, è andato sul suo profilo Facebook. E ha provato a fare il furbetto. in tv Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Le partite di ieri Le quote Snai Le partite di oggi SALVADOR Girone G CURITIBA Girone F GERMANIA PORTOGALLO Sport 45 italia: 51575551575557 4 0 IRAN NIGERIA 0 0 1 NATAL Girone G BELO HORIZONTE Girone H FORTALEZA Girone A CUIABA Girone H GHANA USA BELGIO ALGERIA ore 18 Sky Mondiale 1 BRASILE MESSICO ore 21 Raiuno, Sky Mondiale 1 RUSSIA COREA DEL SUD ore 24 Sky Mondiale 1 Il protagonista 1,40 Brasile – Messico 1,27 Russia – Corea del Sud In Brasile vuole cancellare il Mondiale sudafricano da uno dei nostri inviati ALDO CAZZULLO RIO DE JANEIRO — Stavolta non ha vomitato, come gli succedeva sempre nelle ultime partite. E ha segnato, come ai Mondiali in Sudafrica non gli era successo mai. In Sudafrica, Messi correva, si agitava, dribblava, tirava da tutte le posizioni, di destro di sinistro pure di testa; e non segnava mai. L’altra sera con la Bosnia ha trotterellato per 89 minuti più recuperi, spaurito, quasi indolente; ma ha trovato l’attimo che finora gli era sfuggito. Il più grande calciatore degli ultimi trent’anni ai Mondiali aveva segnato una sola volta: Gelsenkirchen, Argentina-Serbia 6-0. Il suo gol fu il sesto. Poi, più nulla. Va detto che quattro anni fa a Johannesburg Leo aveva un problema: Maradona. Fu il padre, Jorge, a dirlo: «Mio figlio è a disagio. Nel Barcellona Guardiola gli spiega la partita mossa per mossa. Diego gli dice soltanto: gioca bene e fai gol». (Il Maradona allenatore è già nella leggenda. Esordì con un discorso sobrio: «Avete di fronte uno che è tornato dall’inferno». Poi portò la squadra a giocare ai 3 mila metri di La Paz direttamente dal livello del mare: 6-1 per la Bolivia. Per un’amichevole con la Giamaica arrivò a convocare cinque infortunati. In due anni chiamò un centinaio di calciatori. Allenamenti sempre il pomeriggio e la sera: la mattina dormiva. In conferenza stampa invitò i giornalisti a praticargli un rapporto orale: «Que la chupen!». Mise sotto un cameraman con la macchina). Diego però sovrastava Messi per personalità. Anche qui in Brasile ha già iniziato a provocare: «Neymar sta a Messi come Pelé sta a Maradona». (Con Pelé, Maradona litiga a ogni Mondiale, stavolta in modo defiPrima tifosa La Germania segna (in alto) e Angela Merkel, la Cancelliera, esulta nella tribuna dello stadio di Salvador (Afp, Epa) Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Leggete. «Oggi che comincia la nostra avventura saremo molti di più di 10 milioni. Saremo passione, emozione, voglia, determinazione e perseveranza. Tutti insieme, mano nella mano e con i cuori uniti, una voce sola. Perché, come dice Papa Francesco, nessuno vince da solo». Lo dice Papa Francesco, dovete farvene una ragione anche voi. Non posso vincere da solo. E non è colpa mia se sono costretto a giocare con Nani, con Raul Meireles, se il nostro centravanti si chiama Hugo Almeida. Non è stato elegante sottolinearlo, ma certo restano immagini desolanti di lui, Ronaldo, solo tra i tedeschi che lo tengono in mezzo come dentro un «torello» d’allenamento. In una sola occasione ha provato a fare un numero dei suoi, ma più per istinto, che per altro. A due minuti dal fischio finale. Una legnata, bellissima, su punizione. Ora va via. Due hostess brasiliane si fanno avanti, gli chiedono un autografo. Lui le evita. L’unico dribbling di questo pomeriggio. Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA 2,00 2 4,50 8,00 5,50 3,30 11,00 3,80 Il fuoriclasse ha cominciato bene e ha subito avvisato i rivali verdeoro: «Vi conviene evitare l’Argentina» Messi, la fatica del numero 1 Solo il gol lo rende felice Hoewedes sul 3-0, il fischio poteva starci) e, beffa somma, l’attesa apparizione di Ronaldo al 92’, quando già nello spogliatoio avevano aperto le docce: una punizione fantastica, che Neuer ha parato senza alcuna pietà. Bento alla fine ha annunciato: «L’arbitro? Ne parlerò più in là». Meglio mai. Non è stato lui, ieri, il killer del Portogallo. X Belgio – Algeria nitivo: gli ha detto che dovrebbe stare in un museo e non rompere più le scatole). Qui in panchina c’è Alejandro Sabella. Non un genio; una persona normale. Quella che serviva. Il c.t. non sprona Messi; lo protegge. Ha rintuzzato chi vedeva dietro i conati di vomito una malattia grave: «Ma no, è solo un fatto nervoso». E nel secondo tempo contro la Bosnia gli ha messo al fianco Higuain. Dopo il gol, il volto di Messi è apparso come trasfigurato, per una volta libero da quell’espressione vaga, quasi spaventata, che spesso viene confusa con mancanza di personalità. «Voi non mi conoscete — ha detto l’altro giorno Leo —. Io quando sono in campo mi trasformo. Non sono il bravo ragazzo che sono a casa. Penso soltanto a vincere, e sono determinatissimo a farlo». In effetti, non si diventa il numero uno solo per il talento. Vedere le foto di Messi da giovane calciatore è impressionante. Dieci ragazzoni, quasi uomini. E un bambino con il volto nascosto da una maschera per proteggersi dai colpi. Dal campetto del Grandoli, in Argentina, tutto buche, sassi e pezzi di vetro, alla cantera del Barcellona, ma tutto solo. Si cambiava in un angolo dello spogliatoio. Nella pausa dell’allenamento gli altri uscivano dal campo gridando e ridendo; lui restava ad aspettare in piedi, con il pallone sottobraccio. Divenne un campione anche di play-station. Per avere qualcuno con cui parlare si comprò un cane, un boxer di nome Facha. I compagni lo chiamavano «Enano», il nano, ricevendo incomprensibili insulti in argentino, e gli facevano scherzi feroci. Un giorno, in un albergo di Pisa dove il Barcellona Juniores giocava un torneo, Piqué gli portò via tutto dalla stanza, anche il telefonino e appunto la play. Lui scappò via e si mise a piangere disperatamente. Piqué lo inseguì e riprese la scena con il telefonino. Gliela mostrarono. Un compagno più pietoso dovette riportarlo in camera a braccia. Poi però, quando vide che gli avversari del Damm si accanivano sul «nano», Piqué fece a pugni per difenderlo. Da allora Messi fu coinvolto negli scherzi, e ancora adesso in ritiro si diverte e fare giochi infantili, tipo nascondere la forchetta o il bicchiere. Talvolta ha ancora crisi di pianto: si siede per terra e non vuole vedere nessuno. Quando succede negli spogliatoi, si mette un asciugamano in testa, come i bambini che si coprono gli occhi nella speranza di diventare invisibili. In Brasile non gli è ancora successo. Non ne avrebbe motivo: i brasiliani lo amano, o almeno lo rispettano. In tv danno di conti- Protetto Soffriva la personalità del c.t. Maradona, con Sabella, che lo protegge, si trova meglio Bomber Leo Messi, 27 anni tra una settimana, ha segnato alla Bosnia il suo secondo gol mondiale (Afp) nuo lo spot dell’Adidas, dove è protagonista con Dani Alves, e quello del Gatorade, in cui fa coppia con David Luiz. Al Maracanà contro la Bosnia l’hanno applaudito non solo gli argentini (erano in 40 mila a profanare il tempio). C’è pure un calciatore soprannominato Messi, il portiere dell’Arena das Dunas, gay dichiarato (la sua passione però è Buffon). Questo Mondiale segna per Leo la possibile consacrazione e l’ingresso nella maturità: il bambino che toccava la palla come un dio ma non cresceva, che pensava da adulto ma non lo diventava, tra una settimana compie 27 anni. Infatti ha preso sicurezza, e dopo la modesta prova contro la Croazia ha twittato ai brasiliani: «Vi conviene evitare l’Argentina». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal Mondiale al mercato Per gli spagnoli la coppia si riformerà al Barcellona. Ma il Napoli smentisce ogni trattativa Higuain e la tentazione: «Com’è bello giocare con Leo» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIO DE JANEIRO — La coppia ha funzionato talmente bene che il Barcellona si è messo in testa di trasportarla dalla nazionale argentina al Camp Nou. O almeno così dice il quotidiano Marca, per la preoccupazione dei tifosi del Napoli anche se la società partenopea, forte di un contratto fino a giugno 2018, ha smentito sdegnata ogni trattativa in corso. Marca ha dato per quasi concluso il trasferimento di Gonzalo Higuain in blaugrana. Da Barcellona fanno filtrare che costa troppo, ma intanto l’amo è stato lanciato e chi vivrà vedrà. Indiscrezione? Vera trattativa? Interrogato dopo Argentina-Bosnia, il Pipita ha fatto un po’ il pesce in barile: «Sarebbe un grande piacere giocare nella stessa squadra di Leo Messi. Sono orgoglioso che un club come il Barcellona possa essere interessato a me. Chi non lo sarebbe? Con Messi, lo si vede anche in nazionale, mi trovo bene. Però, adesso, sono solamente concentrato sul Mon- Argentina Bosnia 2 1 Marcatori: Kolasinac (aut.) 3’ p.t.; Messi 20’, Ibisevic 40’ s.t. ARGENTINA (5-3-2): Romero 6,5; Zabaleta 6, Campagnaro 6 (Higuain 6,5 1’ s.t.), F. Fernandez 5,5, Garay 6, Rojo 6,5; M. Rodriguez 5,5 (Gago 6 1’ s.t.), Mascherano 6, Di Maria 6; Messi 7, Aguero 5,5 (Biglia s.v. 42’ s.t.). C.t.: Sabella 6 BOSNIA (4-1-4-1): Begovic 6; Mujzda 6 (Ibisevic 6,5 24’ s.t.); Bicakcic 6, Spahic 6,5, Kolasinac 5; Besic 6,5; Hajrovic 5,5 (Visca 5,5 26’ s.t.), Pjanic 6, Misimovic 5,5 (Medunjanin s.v. 29’ s.t.), Lulic 7; Dzeko 5,5. C.t.: Susic 6 Punta Gonzalo Higuain, 26 anni (Ansa) Arbitro: Aguilar (El Salvador) 6 Ammoniti: Rojo, Spahic Recuperi: 1’ più 3’ diale. Dopo, vedremo». Un classico delle dichiarazioni post partita. Quello che in gergo è chiamato «fare zero a zero». Gli ottimisti possono pensare che sia esercizio di educazione rispondere sulla Spagna agli spagnoli, sull’Italia agli italiani e così via. I pessimisti ricordano parole simili dette dal Ronaldo interista, corteggiato dal Real Madrid, ai Mondiali di Giappone 2002. E il Fenomeno finì da Florentino Perez. Dalle voci del calciomercato ai fatti. La brutta Argentina e il bruttissimo Messi del primo tempo, con la difesa a 5 voluta dal c.t. Sabella, si sono completamente trasformati nella ripresa, con il ritorno della difesa a 4 (fuori Campagnaro, dentro Gago a centrocampo) e soprattutto con l’ingresso di Higuain (fuori Maxi Rodriguez). Messi si è schierato da trequartista dietro al Pipita e Aguero, avendo così più spazio per le sue percussioni palla al piede. Da uno scambio con Higuain è arrivato il gol del 2-0, quello che gli mancava al Mondiale dal 16 giugno 2006 (il 6-0 in Argentina-Serbia). Un gol che ha fatto rivedere il Messi dei tempi migliori. Higuain è naturalmente d’accordo: «I debutti sono sempre difficili, ciò che conta è che abbiamo vinto. Devo ancora entrare in pieno nel ritmo, dopo un po’ di tempo passato fuori (non era titolare nella finale di Coppa Italia del 3 maggio, ndr), ma sto sempre meglio. Sono contento per i tifosi che sono venuti al Maracanà. Ho guardato in tribuna e ho visto che era piena di argentini, per fortuna siamo riusciti a dare loro la vittoria». La benedizione è venuta anche da Messi: «Siamo più abituati a giocare come nel secondo tempo. Nel primo, con cinque difensori, abbiamo lasciato troppo il pallone alla Bosnia. Cambiato il sistema, è cambiato tutto. Siamo migliorati e abbiamo creato molte più occasioni». Chissà cosa ne pensa il presidente De Laurentiis. Farà un’offerta per Messi? Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA 46 Sport Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mondiali Brasile La nazionale Fatica Gli azzurri di corsa nel caldo sui campi di allenamento: da sinistra Chiellini, Pirlo, Darmian, Marchisio, Candreva, Balotelli e Paletta. A fianco Candreva e Balotelli cercano di combattere la disidratazione durante la partita contro l’Inghilterra di sabato scorso alle 18 dell’ora locale (Getty, Sport Image) L’artista Colori e animali, ogni squadra un poster RIO DE JANEIRO — Ci si ispira ai colori della maglia, a quelli della bandiera nazionale, oppure ad animali più o meno bellicosi. Tutte le nazionali presenti al Mondiale hanno un soprannome, usato dai tifosi e dai media. La rete tv Espn ha commissionato a un artista brasiliano, Cristiano Siqueria, trentadue poster a tema. Ecco come sono chiamate le squadre. Agli animali si ispirano l’Algeria (Les Fennecs, le volpi locali), il Camerun (i Leoni), l’Inghilterra (come sopra, The Three Lions), la Costa d’Avorio (gli Elefanti), la Nigeria (le Super Aquile). I nostri Azzurri hanno concorrenti in sfumature dello stesso colore, come i Bleus francesi, la Celeste dell’Uruguay, l’Albiceleste argentina, i Samurai blu del Giappone. I «rossi» Lo Ticos La Costa Rica sono tre: i diavoli del Belgio, la Roja cilena e la Furia Roja spagnola. Poi c’è un gruppetto di squadre latinoamericane che si definiscono Tricolores: Ecuador, Messico e Colombia (ma questi ultimi sono anche i Cafeteros, dalla principale coltura del Paese). Oranje, gli arancioni, sono naturalmente gli olandesi. Non deriva dalla bandiera nazionale ma dall’antica casata regnante, gli Orange-Nassau. Sono diversi i Paesi le cui squadre sono chiamate appena la nazionale o la squadra, come la Seleçao brasiliana, la Mannschaft tedesca, i Melli dell’Iran, la Sbornaya russa, La Nati svizzera. I Ticos della Costa Rica, Los Catrachos dell’Honduras e gli Ethniki greci sono nomi che derivano appena dagli abitanti del rispettivo Paese. Come il nomignolo «The Yanks» per la squadra degli Usa. Ci sono poi i dragoni della Bosnia e i guerrieri della Corea del Sud. Per originalità infine vince l’Australia: la sua nazionale è chiamata The Socceroos, che unisce soccer (calcio) e kangaroos (canguri). Allarme caldo per gli azzurri «Allucinazioni in campo» E a Recife sarà anche peggio Con l’Inghilterra problemi di vista e respirazione Venerdì previsti 30 gradi e umidità all’80 per cento DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MANGARATIBA — «Negli ultimi minuti della partita contro l’Inghilterra sembrava di avere le allucinazioni» ha detto Claudio Marchisio. L’autore del primo gol non era certo l’unico in campo ad essere stremato dalla disidratazione nell’Arena Amazonia di Manaus. Diversi giocatori hanno raccontato di «vederci doppio». E considerato che le prossime due partite dell’Italia saranno sempre in zona Equatore e per giunta alle 13, il problema non è secondario. «Quello del calciatore azzurro non è un modo di dire, tanto che proprio l’anno scorso abbiamo pubblicato uno studio su questo tipo di fenomeni negli sport di resistenza — spiega Pietro Trabucchi, docente dell’Università di Verona, già psicologo delle nazionali di sci di fondo e ora di quelle di Ultramarathon — . Le allucinazioni percettive sono frequenti e non sono più considerate patologiche. Io preparo anche la “Maratona del deserto”: sforzi intensi in ambienti difficili causano questo tipo di reazioni, perché il cervello in carenza metabolica non riesce a governare la percezione visiva. Gestire tutto questo in uno sport di squadra può effettivamente rappresentare un problema. Ma la cosa più importante è la consapevolezza che le allucinazioni si possono verificare: così l’atleta non si spaventa o si destabilizza quando succede». Anche per questo i time out, come ha ripetuto con toni duri il c.t. Prandelli, sarebbero stati necessari nella sfida contro gli inglesi. E allora perché non sono stati introdotti? Perché la decisione viene presa in una riunione tecnica che si tiene 90 minuti prima del calcio d’inizio e la soglia critica secondo la Fifa è di 32 gradi. A Manaus si è giocato alle 18, al tramonto. La temperatura era di 27 gradi, ma l’umidità è schizzata dal 50% fino all’85%. «Non si riusciva più a respirare — ha sottolineato Daniele De Rossi — . Se il time out non l’hanno concesso in certe condizioni non so quando lo faranno». «Ci preoccupa nettamente di più Recife e non solo perché a Manaus ci siamo già stati», spiega il medico degli azzurri, il professor Enrico Castellacci. Il meteo del Mondiale prevede per venerdì una temperatura non inferiore ai 30 gradi, in uno stadio dove un anno fa l’Italia uscì stremata dalla vittoria (in notturna) contro il Giappone. Alle 11.30, quando ci sarà la riunione tecnica, è prevista un’umidità dell’80%, destinata a calare. Le due pause per idratarsi saranno probabilmente introdotte. In caso contrario, come contro l’Inghilterra, assisteremo ad altri time out fai da te: «L’arbitro Le pause per idratarsi Il possibile time out viene deciso 90 minuti prima del via. Per la Fifa la soglia critica è di 32 gradi ha avuto comunque buon senso — dice il capo delegazione Demetrio Albertini — e ha permesso ai giocatori di idratarsi tutte le volte che c’era una pausa di gioco, ma gli atleti vanno salvaguardati. Io a Boston contro la Spagna a Usa ‘94 c’ero: l’umidità era al cento per cento, persi 4 litri in liquidi. E dopo aver reintegrato». Sabato gli azzurri hanno perso almeno 2 litri a testa, con punte di 3.5. «Ma il recupero è iniziato subito dopo — ricorda Castellacci — non lasciamo nulla al caso». Un ruolo chiave lo svolge la crioterapia, non solo con le vasche ghiacciate, ma anche con speciali guanti. A Natal, dove gli azzurri si recheranno subito dopo la gara con la Costa Rica per preparare la sfida del 24 all’Uruguay per adesso il sole non si vede: in un giorno ha piovuto la quantità prevista in un mese, la città è allagata, anche se la zona sud dove si trova lo stadio non ha subito danni. L’impianto si chiama Arena das Dunas e la struttura rievoca le dune di sabbia tipiche delle spiagge cittadine: se l’Italia ci arriverà con sei punti sarà comunque un’oasi. A prova di allucinazioni. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Il fantasista, al primo Mondiale, non trova spazio e perde l’entusiasmo Cassano, l’altra faccia dell’Italia DA UNO DEI NOSTRI INVIATI r. co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Deluso Antonio Cassano, da quasi titolare a ultima riserva (Getty Images) MANGARATIBA — Chi ha notizie di Antonio Cassano? Il suo Mondiale, mai cominciato, è in picchiata. Dolorosa più che rumorosa, almeno per adesso. A Coverciano è stato provato con Balotelli e nelle probabili formazioni il suo nome, all’inizio, compariva quasi sempre. Poi è diventato il primo rincalzo, l’uomo di scorta, buono nell’ultima mezz’ora per scompaginare i piani degli avversari e regalare qualità alla nazionale nei pressi dell’area di rigore. Prandelli aveva pensato a lui come falso nove con Candreva e Cerci, esterni forti fisicamente e abili ad attaccare la profondità. Nella prima settimana in Brasile Cassano è sceso ulteriormente nelle gerarchie del gruppo: perché il cambio per Balotelli è diventato Im- mobile e se ci fosse la necessità di una seconda punta è pronto Insigne che ha entusiasmo, sta molto bene dal punto di vista fisico e copre tutta la fascia. Antonio è indietro, ai margini verrebbe da dire. Chi ha visto la sua espressione corrucciata in panchina sabato notte contro l’Inghilterra giura che è pronto a sbottare. Non è nel suo stile, peraltro più che discutibile, restare ai margini senza un’uscita sguaiata. Le cassanate, negli anni, sono diventate tristemente più famose delle prodezze. La verità è che Cassano paga, più di altri, la rivoluzione tattica di Prandelli. E l’infortunio di Montolivo non lo ha aiutato. Senza il capitano del Milan, perfetto interprete del centrocampo rotante che prevede due punte, l’allenatore è andato con ancora più forza sul centrocampo folto e un solo attaccante. Il risultato è che Cassano ha perso punti e posizioni e non giocando si è depresso. Raccontano che se non ha polemizzato è solo per la presenza amorevole della moglie e dei due figli, una specie di rifugio. Carolina è sbarcata in Brasile insieme a lui, lo incoraggia e lo sostiene, a parole e nei fatti e domenica sera, nelle poche ore di libertà concesse dal tecnico, la famiglia ha cenato al gran completo. Cassano però sul campo non reagisce e da quando ha capito che non è al centro del villaggio azzurro ha perso smalto, vigore, intensità negli allenamenti. Sembra sfiduciato, quasi rassegnato. Prandelli si augura che non sia così. Prima di partire ha ribadito a tutti il concetto guida dell’avventura brasiliana: «Fatevi trovare sempre pronti perché può bastare un minuto per cambiare la storia del Mondiale». Figuriamoci se hai la qualità di Cassano, sia come uomo-assist che davanti alla porta. Prima o poi verrà il suo turno. Sembra difficile con la Costa Rica, magari il 24 a Natal contro l’Uruguay. E allora il barese, che è arrivato al primo Mondiale della sua vita dopo aver partecipato a tre Europei, potrà dimostrare il suo talento, invertire la tendenza, diventare decisivo, come lo è stato nella sua stagione parmigiana. Il treno, però, passerà una volta sola e lui dovrà essere bravo a farsi trovare pronto. All’Europeo in Polonia e Ucraina i suoi scherzi avevano fiaccato la pazienza di tutti, soprattutto dei veterani. Stavolta, dicono che sia ai margini del gruppo, isolato e introverso. Anche se, assicurano, ha un buon rapporto con Balotelli. L’Italia, dopo la vittoria contro l’Inghilterra, ha gonfiato la vela dell’entusiasmo. Il muso lungo di Cassano stona. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Sport 47 italia: 51575551575557 ❜❜ Nella vita bisogna essere realisti. Non c’è lotta con Buffon, lui è molto più di un giocatore. Mi ha raccontato la sua felicità perché giocavo io, ora sarei contento se recuperasse per la Costa Rica Salvatore Sirigu, portiere dell’Italia Religiosi Il primo Gyula Grosics, portiere dell’Ungheria anni 50, scomparso a 88 anni la scorsa settimana. Avrebbe dovuto farsi prete Il pastore Vincent Enyeama, 31 anni, numero uno della Nigeria, soprannominato dai compagni «The Pastor» (Action Images) Il devoto Stipe Pletikosa, 35 anni, è il portiere della Croazia, indossa una maglietta con la Madonna di Medjugorie (Afp) Navas, parate e preghiere «Dio viene prima di tutto» Gioca nella Costa Rica: «Gli insulti non li sento» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MANGARATIBA — Sulla strada degli azzurri c’è un portiere in missione per conto di Dio. E non è una questione di folclore, sotto nessun punto di vista: Keylor Navas è stato uno dei migliori numeri uno nelle classifiche di rendimento dell’ultima Liga spagnola e con il suo Levante ha fermato anche il Barcellona, quando ancora la stagione dei blaugrana era in fase ascendente. La sua forza, oltre all’esplosività e alla spettacolarità sui palloni alti, è nel suo rapporto totalizzante con la religione: «Dio per me viene prima di tutto – dice Keylor, sposato e papà di una bimba –. Prima di ogni partita mi inginocchio, apro le braccia e prego. Lo farò sempre, anche se spesso il pubblico mi insulta. Il mio passo preferito della Bibbia, Galati 110, dice che ‘‘se cercassi il favore degli uomini non sarei un servitore di Cristo’’. Quindi io non mi scompongo, Dio mi ha dato la salute e un lavoro meraviglioso. Ma non sto fermo ad aspettare che le cose succedano. Lavoro e do il massimo per migliorarmi, come tutta la mia nazionale. Con fede e speranza: senza di quelle non si va da nessuna parte». Navas collabora con l’associazione Nova Vida di Valencia che aiuta le persone svantaggiate e ha una squadra, l’Evangelico Fc. A cinque anni è rimasto folgorato sulla linea di porta: ha visto un dodicenne fare una grande parata e ha deciso che quello sarebbe stato il suo futuro. Alle soglie del professionismo però voleva mollare: «Ma ho resistito perché mi sentivo in missione. Dio mi guida in tutte le scelte». Per adesso quella di andare a Barcellona, che gli ha preferito il giovane tedesco Ter Stegen, può attendere. Ma Navas resta uno dei punti di forza della nazionale che dopo il 3-1 all’Uruguay è davanti agli azzurri in classifica per la differenza reti. E sembra anche il più in for- Pio Navas, 27 anni, della Costa Rica (LaPresse) ma tra gli estremi difensori della fede, nonostante la concorrenza sia di alto livello: assieme a lui al Mondiale ci sono anche il croato Stipe Pletikosa e il nigeriano Vincent Enyeama. Il primo indossa sempre una maglietta che raffigura la Madonna di Medjugorie e si concentra con la preghiera fino all’ultimo minuto A.O.U. SECONDA UNIVERSITA’ DI NAPOLI AVVISO PUBBLICO PER LA RICERCA DI SPONSOR PER IL FINANZIAMENTO DELL’INTERVENTO DI ILLUMINAZIONE DELLE FACCIATE DEI PADIGLIONI 2 E 3 L’Azienda Ospedaliera Universitaria S.U.N., unitamente al continuo miglioramento delle attività sanitarie ed assistenziali, intende perseguire l’obiettivo della valorizzazione del proprio patrimonio edilizio ubicato, per la gran parte, nel centro antico della città ad elevata valenza storico artistica. Pertanto, relativamente ai Padiglioni 2 e 3, edifici particolarmente rappresentativi dell’insediamento universitario dei primi anni del secolo scorso, è stato dato seguito ad uno studio illuminotecnico delle facciate, limitatamente a quelle prospicienti piazza Miraglia, via del Sole e via Sapienza. Detto studio, mirato ad evidenziare nelle ore notturne la sagoma ed i caratteri principali degli organismi edilizi, ottenendo nel contempo anche una riqualificazione del tessuto urbano immediatamente circostante, si basa sulla collocazione, lungo i cornicioni marcapiano ed in corrispondenza dei cantonali degli edifici, di lampade di ultima generazione ad alto rendimento e luce radente, del tipo “wall washer”. Per il conseguimento dell’effetto luminoso ottimale è stata prevista la collocazione di 180 corpi illuminanti, per un preventivo di spesa pari ad € 68.000,00. L’avviso integrale può essere prelevato dal sito internet www.policliniconapoli.it La scadenza per la presentazione delle istanze è fissata alle ore 14.00 del giorno 10.07.14. IL DIRETTORE GENERALE Dr. Pasquale Corcione I dubbi del c.t. Fondo europeo di sviluppo regionale Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ministero dello Sviluppo Economico BANDO DI GARA CUP B91D11000110007 - CIG 5798977B32 Sezione I: Amministrazione Aggiudicatrice: BIOGEM S.C. A R. L. VIA CAMPOREALE - AREA PIP - 83031 ARIANO IRPINO (AV) Tel.+390825881818 - Fax:+390825881812 - [email protected] - [email protected] - Profilo di committente: http://www.biogem.it/bandi.asp. Sezione II: Oggetto dell’Appalto: Progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di realizzazione e messa in esercizio di n. 2 aerogeneratori della potenza, ognuno, di minimo 330 kW, con relative opere accessorie e connesse da realizzarsi nei seguenti siti: • Località Piano Pantano - Comune di Molinara (BN) - Foglio 10 P.lla 234 (ex 8) - giusta Autorizzazione Unica prot. n. 0001481 dell’8/03/2013; • Località Piano Pantano - Comune di Molinara (BN) - Foglio 10 P.lle 37-38-40-41-42 - giusta Autorizzazione Unica prot. n. 0016666 del 31/10/2013. Sono inclusi nell’appalto la progettazione esecutiva, la direzione dei lavori e il coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione dei lavori e la realizzazione dell’opera “chiavi in mano”, comprensiva di fornitura, trasporto, montaggio e messa in esercizio di n. 2 aerogeneratori della potenza ognuno minimo di 330 kW. Quantità o entità dell’Appalto: Il corrispettivo complessivo, a corpo, è di € 2.025.000,00 di cui: • €. 80.000,00 - Importo a base d’asta (soggetto a ribasso) per progettazione esecutiva, direzione lavori e coordinamento sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione e INARCASSA, IVA esclusa; • € 1.920.000,00 - Importo a base d’asta (soggetto a ribasso) per Esecuzione lavori e messa in esercizio; • € 25.000,00 Oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso. Durata dell’appalto o termine di esecuzione: Il progetto esecutivo deve essere consegnato entro 30 giorni dall’aggiudicazione della gara, salvo minor tempo offerto in sede di gara, e la chiusura dei lavori dovrà avvenire entro e non oltre il 30/11/2014, salvo il minor tempo offerto in sede di gara. SEZIONE III: Condizioni relative all’appalto: Cauzioni e garanzie richieste: cauzione provvisoria ed altre forme di garanzie dettagliate nel bando integrale di gara. Principali modalità di Finanziamento: “Programma Operativo Nazionale “Ricerca & Competitività” 2007-2013 Avviso n.254/Ric. del 18 maggio 2011 - Progetti di Potenziamento Strutturale finanziati nell’ambito dell’Asse I “Sostegno ai mutamenti strutturali” - Obiettivo operativo “Potenziamento delle strutture e delle dotazioni scientifiche e tecnologiche” - Azione I”. - Progetto “Potenziamento di una piattaforma integrata per lo studio di malattie umane di grande impatto attraverso l’uso del system phenotyping di modelli animali: Mouse e Zebrafish clinic - PONa3_00239” Condizione di partecipazione: Ammesse come per legge (descrizione nel Disciplinare di gara) SEZIONE IV: Tipo di procedura: Procedura aperta, ex art. 55 D. Lgs 163/06 e s.m.i.; Criteri di aggiudicazione: “offerta economicamente più vantaggiosa”, ex art. 83 D. Lgs 163/06 e s.m.i.; Sopralluogo non obbligatorio. Termine per il ricevimento delle offerte: entro e non oltre le ore 18,00 del giorno 10/07/2014 all’indirizzo di cui alla Sezione I. Data di apertura delle Offerte: per la prima seduta pubblica il giorno e l’ora saranno comunicati alle ditte partecipanti attraverso convocazione a mezzo fax e a mezzo pubblicazione sul sito istituzionale della Biogem Scarl. SEZIONE VI: Per tutto quanto non espressamente indicato nel presente estratto di bando si rinvia al Bando integrale, al Disciplinare di gara, al Capitolato Speciale d’Appalto, agli allegati tecnici progettuali e ai documenti complementari disponibili sul sito istituzionale della Stazione Appaltante. La stazione appaltante si riserva di aggiudicare la gara anche in presenza di una sola offerta valida. Il Responsabile del Procedimento - Dr.Tullio Bongo utile. Il secondo è reduce da una grande stagione al Lilla, nella Ligue 1 francese. E per i suoi compagni è semplicemente «The Pastor»: non tutti rispondono alle sue richieste di pregare prima di mangiare, prima degli allenamenti e prima delle partite, ma la maggior parte sì. «Se non avesse fatto il portiere avrebbe potuto aprire tranquillamente una chiesa» dice il suo c.t. Stephen Keshi. Qualcuno, come Carlos Angel Roa portiere dell’Argentina a Francia ’98, la pausa per motivi religiosi se l’era anche presa: per un anno si ritirò al servizio della Chiesa avventista del settimo giorno. Qualcun altro, come Gyula Grosics, 86 partite con la grande Ungheria degli anni Cinquanta, era dovuto andare in uscita dalle volontà materne, che prevedevano per lui la carriera di prete: Grosics è morto venerdì 13, secondo giorno del Mondiale, a 88 anni. Il vescovo olandese di Harleem, Joseph Punt, non potrà più scimmiottare né lui né tutti i portieri, come fece prima della finale del 2010: vestito di arancione, sul pulpito durante la Messa, parò un pallone tiratogli da un amico. Per questo è stato rimosso dal suo incarico. Dio, nazionale e guantoni sono una cosa seria. p. tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA+- Verso il primo posto Abate o Bonucci per Paletta Oggi il verdetto su Buffon DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MANGARATIBA — Comincerà solo oggi l’addestramento tattico in vista della Costa Rica. Ma Prandelli ha già scelto la linea della continuità: il 4-1-4-1 non si tocca e al massimo ci saranno due cambi, uno probabile in difesa, uno da verificare a centrocampo. Il c.t. non è rimasto molto soddisfatto della prova di Paletta e se avesse De Sciglio non avrebbe dubbi. Il milanista ieri ha sostenuto un test sul campo, ma sul suo recupero non ci sono certezze. Al momento sono due le soluzioni praticabili: Abate o Bonucci. Entrambe però hanno delle controindicazioni. L’inserimento del rossonero porterebbe Darmian, uno dei migliori contro l’Inghilterra, a cambiare fascia: un rischio? Bonucci, invece, costringerebbe Chiellini a giocare ancora da terzino sinistro e con Giorgione esterno mancherebbe la spinta che Prandelli considera vitale nel 4-1-4-1. In mezzo al campo Fondo europeo di sviluppo regionale bisognerà vedere se Prandelli concederà ancora fiducia a Verratti, confermando il doppio play, o libererà la scena per Pirlo. In quel caso potrebbe giocare Parolo, che da interno ha funzionato bene quando è entrato contro gli inglesi. Oppure Thiago Motta, più lento, ma particolarmente elogiato dal tecnico a Manaus. Attenzione alla terza soluzione, che potrebbe essere quella giusta: Marchisio accentrato e dentro Insigne, il più vivace in allenamento. La conferma di Verratti resta però la soluzione più probabile. Intanto ieri mattina sono rimasti a riposo sia Barzagli sia De Rossi. Il primo lamenta i soliti dolori ai tendini, il secondo è alle prese con un attacco di cervicale. Nessuno dei due rischia di dare forfait. Oggi sarà un giorno cruciale per Buffon: dovrebbe tornare con l’Uruguay, ma vuole accorciare i tempi. Sirigu è tranquillo: «Le gerarchie non cambiano, Gigi è il titolare». a. b. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ministero dello Sviluppo Economico AVVISO AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA PROCEDURA APERTA per l’affidamento della “Fornitura di attrezzature scientifiche da laboratorio in 35 lotti” I.1) Stazione appaltante: Biogem S.c. a r.l. - Via Camporeale - 83031 Ariano Irpino (AV); II.1.) Oggetto: PROCEDURA APERTA per l’affidamento della “Fornitura di attrezzature scientifiche da laboratorio in 35 lotti”; II.2.) CPV 38970000 - 5 Lotti: 1 - 35; III.1.) Procedura: aperta; III.2.) Criteri di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ex art. 83 D. Lgs 163/06 e s.m.i.; III.3.) Importo a base d’asta: Valore complessivo stimato in € 2.902.400,00 oltre IVA. L’elenco completo delle ditte aggiudicatarie con i relativi importi è consultabile sul sito istituzionale della Biogem: http://www.biogem.it/bandi.asp. Il Direttore Amministrativo - Dr. Tullio Bongo AGENZIA CAMPANA PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE DICHIARAZIONE DI MORTE PRESUNTA Il Tribunale Ordinario di Aosta, con sentenza n. 2/14 del 21.05.2014, ha dichiarato la morte presunta di Ansermin Erika, nata il 15.04.1976 a Seoul (Corea del Sud), e residente fino al 20.04.2003, data della sua scomparsa, in Aosta, Via Innocenzo V Papa n. 4, facendola risalire ai sensi dell’art. 58 c.c. alla data dell’ultima sua notizia, 20.04.2003. Avv. Elena Nelva Stellio Via Porzio, Centro Direzionale di Napoli, isola F10 80143 Napoli AVVISO PUBBLICO DI SELEZIONE Cod. 01/14 L’ACAM rende noto che sul proprio sito web - www.acam-campania.it - sono pubblicati n. 3 avvisi di procedura comparativa, ai sensi dell’art.7, comma 6 bis, del D.lgs.165/2001, per la selezione di: n.2 “ESPERTI IN INGEGNERIA DEI SISTEMI DI TRASPORTO” n.1 “ESPERTO IN RENDICONTAZIONE E GESTIONE COMMESSE” n.1 “ESPERTO UFFICIO GARE E CONTRATTI” Le domande, unitamente alla ulteriore documentazione richiesta, dovranno pervenire, a pena di esclusione, entro le ore 16.00 del giorno 27.06.2014 al seguente indirizzo: AGENZIA CAMPANA PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE, via Porzio, Centro Direzionale di Napoli, isola F10, 80143, Napoli. Per informazioni: dott. Emiliano Buglione, tel. 0819634528, fax 0819634522, e. mail: [email protected] L’Italia potrebbe essere già qualificata, e addirittura come prima, dopo la partita con la Costa Rica. Questa la situazione La classifica del girone D Costa Rica (+2) e ITALIA (+1) 3; Inghilterra (-1) e Uruguay (-2) 0 Le partite 19/6 Uruguay-Inghilterra 20/6 ITALIA-Costa Rica La situazione Se l’Uruguay non dovesse vincere con l’Inghilterra, l’Italia battendo la Costa Rica sarebbe automaticamente prima: salendo a 6 punti, sarebbe raggiungibile solo da Costa Rica (nel caso Uruguay-Inghilterra finisse in pareggio) o da Costa Rica e Inghilterra (nel caso l’Inghilterra battesse l’Uruguay). L’Italia sarebbe in vantaggio con entrambe negli scontri diretti, prima con un turno d’anticipo, quindi la gara del 24/6 con l’Uruguay sarebbe inutile 48 Sport Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Mondiali Brasile Mobilitazione Il Brasile cerca un coro per battere il Messico e tutti i cattivi pensieri Senza gol Iran e Nigeria il primo pari fa felice la Bosnia «Cantate l’inno con noi, ci serve» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI CURITIBA — (l. v.) E alla tredicesima partita arrivò il primo pareggio. Per di più uno 0-0. Ci sono volute Iran e Nigeria, non esattamente due superpotenze del pallone, per spartire una «ics» con poche emozioni, che fa felice soprattutto la Bosnia che, battuta dall’Argentina, perde il minimo terreno possibile dal secondo posto. La Nigeria ha fatto qualcosa in più (un gol annullato per fallo dubbio sul portiere, un rigore reclamato, un salvataggio alla disperata di Mehrdad a tempo scaduto), anche se la parata più spettacolare è stata quella di Enyeama, al 33’, su colpo di testa di Reza. Queiroz ha ancora una volta imposto la sua difesa: basterà per portare l’Iran al secondo turno? E la Nigeria, che non vince al Mondiale dal ‘98, quando crescerà? Veterano Felipe Scolari compirà 66 anni a novembre. È c.t. del Brasile dal 2012, dopo aver già guidato i verdeoro alla conquista del campionato del mondo nel 2002 (Afp) Nigeria 0 0 IRAN (4-3-3): Haghighi 6,5; Hosseini 6, Sadeghi 6, Montazeri 6, Mehrdad 7; Heydari 6 (Masoud s.v. 44’ s.t.), Nekounam 6, Adranik 6,5; Dejagah 5 (Alireza s.v. 28’ s.t.), Reza 6, Haji Safi 5. C.t.: Queiroz 6 NIGERIA (4-1-4-1): Enyeama 7; Ambrose 5,5, Oshaniwa 6, Oboabona 6 (Yobo 6 29’ p.t.), Omeruo 6; Onazi 5; Moses 5 (Ameobi 6 6’ s.t.), Azeez 6,5 (Odemwingie 6,5 24’ s.t.), Mikel 6, Musa 5; Emenike 5,5 C.t.: Keshi 6 Arbitro: Vera (Ecuador) 5,5 Ammonito: Adranik Recuperi: 2’ più 2’ fortuna: 44 anni fa, la vittoria sull’Uruguay in Messico, con passaggio alla finale vinta contro l’Italia 4-1. Al di là delle superstizioni, che nel calcio contano moltissimo, la Seleçao deve crescere e migliorare dopo l’esordio con la Croazia in chiaroscuro, con quel rigore generosissimo che fa ancora discutere, anche se Felipe Scolari ha spento tutte le polemiche prima che nascessero: «C’è una commissione arbitri della Fifa che si è espressa, non ho altro da dire e non mi preoccupo degli arbitri». Di certo fino al gol di Oscar, la squadra ha ballato quando non ha avuto il possesso Ambiziosa Assente dal 2002, ha «l’obbligo» di fare bene. Nel 2018 sarà Paese ospitante Debutta Capello, esame per il calcio russo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI © RIPRODUZIONE RISERVATA Iran DA UNO DEI NOSTRI INVIATI FORTALEZA — Il Brasile cerca la verità su se stesso in questo martedì 17 da vivere contro il Messico, nella seconda partita del gruppo A. Prima di tutto, non vuole farsi condizionare dal passato, che poi è sempre il Mondiale del 1950, quello finito in tragedia per la vittoria dell’Uruguay al Maracanà: anche allora, come oggi, nella prima fase, c’era il Messico, peralt ro s o m m e r s o d a q u a t t ro go l (doppietta di Ademir, come Neymar contro la Croazia, altro motivo per toccare ferro). Però il 17 giugno porta della palla e il Brasile dell’esordio non può bastare per alzare la coppa il 13 luglio. Eppure Scolari sembra deciso a riconfermare la squadra del 3-1 alla Croazia, con la sola eccezione di Hulk che non sta bene e che ieri non si è nemmeno allenato. Dopo la doppietta alla Croazia, tutta la pressione resta su Neymar, che nel frattempo ha cambiato look. Si riparte dal Castelao di Fortaleza, stesso scenario del 19 giugno 2013, seconda partita della Confederations (Brasile-Messico 2-0, gol di Neymar e Jo). E non è una coincidenza banale, perché un anno fa, in piena contestazione anti-Mondiale, prima in 15.000 si erano riuniti davanti allo stadio per contestare l’organizzazione del torneo, poi all’interno la sorpresissima. La banda aveva suonato l’inno soltanto per metà e poi aveva lasciato che i 50.791 spettatori presenti lo cantassero a cappella insieme con i giocatori, con Scolari, con il suo staff. Un momento di grande emozione, che aveva turbato persino l’arbitro Webb e che ieri Thiago Silva ha voluto ricordare alla vigilia del match: «Spero che oggi si ripeta la stessa si- CUIABA — Tocca alla Russia di Fabio Capello, a mezzanotte italiana all’Arena Pantanal, chiudere la prima giornata della fase a gironi (nel frattempo il Brasile avrà già inaugurato la seconda con il Messico). L’avversario è la Corea del Sud, all’ottava partecipazione mondiale consecutiva, anche se è riuscita ad arrivare in alto soltanto nel 2002 (quarto posto), giocando in casa e con incredibili aiuti arbitrali contro Italia (ottavi) e Spagna (quarti). La Russia ha «l’obbligo» di superare la prima fase (ci sono anche Belgio e Algeria) per due motivi. Il primo: non gioca la fase finale della Coppa del Mondo dal 2002, dove peraltro era uscita di scena dopo la prima fase, preceduta da Belgio e Giappone. È stata costretta a guardare in tv le due edizioni successive, dopo aver buttato al vento la qualificazione. Nel 2006 era rimasta a casa, dopo essere arrivata terza nel girone, dietro a Portogallo e Slovacchia e aveva mancato il viaggio in Sudafrica nel 2010, dopo aver perso il playoff con la Slo- venia, nonostante ci fosse Hiddink in panchina (terzo a Euro 2008) e avesse vinto l’andata a Mosca (2-1). Il secondo motivo: ospiterà l’edizione 2018 del Mondiale e c’è bisogno di riaccendere antichi entusiasmi. Fabio Capello è sulla panchina russa dall’agosto 2012, dopo l’eliminazione della nazionale nella prima fase di Eu- ro 2012, superata da Repubblica Ceca e Grecia. Una delusione che era costata il posto all’olandese Dick Advocaat. Il terzo c.t. italiano in questo Mondiale (insieme con Prandelli e Zaccheroni) ha spiegato, al suo arrivo in Brasile, che la panchina della Russia sarà la sua ultima esperienza da allenatore, perché nel 2018, a 72 Belo Horizonte, ore 18 Cuiaba, ore 24 Belgio Algeria Russia Corea del Sud (4-2-3-1) 1 Courtois 2 Alderweireld 4 Kompany 3 Vermaelen 5 Vertonghen 19 Dembele 6 Witsel 7 De Bruyne 8 Fellaini 10 Hazard 9 Lukaku (4-2-3-1) 23 Mbolhi 22 Mostefa 2 Bougherra 12 Medjani 3 Ghoulam 11 Brahimi 14 Bentaleb 10 Feghouli 19 Taider 9 Ghilas 13 Slimani (4-5-1) 1 Akinfeev 14 V. Berezutski 4 Ignashevich 22 Eshchenko 3 Schennikov 18 Zhirkov 5 Semenov 20 Faizulin 7 Denisov 17 Shatov 9 Kokorin (4-2-3-1) 21 Jung Sung-ryong 13 Lee Yong 4 Kwak Tae-hwi 18 Kim Young-gwon 2 Kim Chang-soo 5 Ki Sung-yeung 14 Han Kook-young 17 Lee Chung-yong 9 Son Heung-min 13 Koo Ja-cheol 10 Park Chu-young Arbitro: RODRIGUEZ (Messico) Arbitro: PITTANA (Argentina) Tv: ore 18 Sky Mondiale 1 Tv: ore 24 Sky Mondiale 1 anni, si ritirerà a vita privata, dopo aver vinto tutto quanto era possibile vincere in carriera. Per lui questa è una sfida intrigante e complicata, perché il calcio russo è un macrocosmo difficile da decifrare e attraversato continuamente da spinte centrifughe che non aiutano il lavoro di un c.t. In più gli enormi investimenti di uomini d’affari russi, in cerca di popolarità attraverso il calcio, ma pronti a lasciare nel giro di due giorni alle prime difficoltà (il caso dell’Anzhi), non hanno aiutato a crescere né il movimento complessivo, né la nazionale. In più c’è l’irrisolvibile questione del calendario, con la sosta invernale, dell’invasione di calciatori stranieri, della diaspora di quelli russi. A novembre, la Russia ha battuto in amichevole la Corea del Sud a Dubai (2-1), ma era una situazione completamente differente rispetto a quella che si prospetta ora. Da stanotte si capirà se Capello, che si è qualificato in scioltezza, sta davvero cambiando mentalità al calcio russo. Sarebbe un’impresa. f.mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA C.t. Fabio Capello, 67 anni, allena la Russia dal luglio 2012 (Afp) Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 ❜❜ tuazione di un anno fa. Qui al Nordest c’è una grande passione per noi, ma non ci saremmo mai aspettati un episodio del genere. Sentire la gente che canta insieme con noi, ci dà grandi motivazioni. Abbiamo bisogno di tutto questo, perché dobbiamo batterci tutti insieme per il Brasile e per arrivare in fondo. È la partita di tutti, di chi va in campo e di chi ci segue. Noi siamo un grande gruppo, ma abbiamo bisogno dei nostri tifosi e a loro dico: cantate con noi, perché questo ci spingerà avanti». In questo clima di mobilitazione popolare, il Messico, visto dalla parte di Scolari, è una squadra «forte, ben organizzata, di qualità». All’esordio ha dovuto segnare tre gol per vedersene convalidato uno (con il Camerun) e «ricordo a tutti che un anno fa, la rete del 2-0 è arrivata al 93’. Penso che questo dica tutto, anche se hanno cambiato tre c.t. in un anno, con notevoli cambiamenti più nel modo di stare in campo che negli uomini». È stato grazie al Messico che Scolari è tornato sulla panchina della Seleçao, dopo il Mondiale vinto nel 2002 e la scelta di andare ad allenare il Porto- gallo. Era stata fatale al suo predecessore, Mano Menezes, la sconfitta a Wembley nella finale dei Giochi di Londra (11 agosto 2012, 1-2, doppietta di Peralta, oggi in campo e gol di Hulk), una medaglia d’oro che il Brasile non riesce proprio a vincere: cinque titoli mondiali e nessuno olimpico. Così i vertici della Federcalcio brasiliano il 23 novembre 2012 avevano provveduto a richiamare Scolari. Se oggi il Brasile batte il Messico può già avere la certezza della qualificazione agli ottavi con una giornata di anticipo. Dovrà aspettare domani il risultato di Croazia-Camerun: un pareggio fra le due squadre e gli ottavi saranno in tasca. Ma prima c’è lo scoglio messicano. La rivista statunitense di economia e finanza, «Forbes», ha pubblicato gli ingaggi dei 32 c.t.: Scolari guadagna 3.973.730 dollari all’anno ed è il quarto della lista, aperta da Capello; Miguel Herrera è il 32° (e ultimo) con 209.810 dollari. Come si dice in questi casi, i soldi non sono tutto. Fortaleza, ore 21 ORD EM E P ROGRESS GRESSO SO O Brasile Messico (4-2-3-1) 12 Julio Cesar 2 Dani Alves 3 Thiago Silva 4 David Luiz 6 Marcelo 17 Luiz Gustavo 8 Paulinho 16 Ramires 11 Oscar 10 Neymar 9 Fred (5-3-2) 13 Ochoa 22 Aguilar 15 Moreno 4 Marquez 2 Rodriguez 7 Layun 23 Vasquez 18 Guardado 6 Herrera 10 Giovani dos Santos 19 Peralta Macarrão È la partita di tutti, di chi va in campo e di chi ci segue. Noi siamo un grande gruppo, ma abbiamo bisogno dei nostri tifosi Thiago Silva, difensore del Brasile Arbitro: ÇAKIR (Turchia) Tv: ore 21 Raiuno, Sky Mondiale 1 Il rigore di Fred? C’è una commissione arbitri che si è espressa, non ho niente da dire e non mi interessa parlare di arbitri Felipe Scolari, c.t. del Brasile Il pubblico femminile è stato calante e uno gnocco ruota attorno al sole di LUCA BOTTURA notizie per la famiglia Di Marzio dopo Gianluca Di Marzio a Sky e Gianni Di Marzio in Rai, oggi a La7 esordisce la cognata esperta di moviola, Aldabiscarda Di Marzio. L’ESPERTO «Prevedo pochi gol in Germania-Portogallo: 0-0» (Adriano Bacconi, Notti Mondiali, Raiuno) PRONOMI E COGNOMI «Abbiamo visto la Merkel pazza di gioia, insomma gli piace tantissimo il calcio» (Paola Ferrari, Diario Mondiale, Raidue) GNOCCO E I SUOI FRATELLI «Il gol che Gucci ha segnato contro i coreani non è importante solo per l’Iran, ma è importante anche per tutto questo gnocco minerale che ruota attorno al sole» (Federico Buffa, Copacabana Live, Sky) IO PENSO INDICATIVO «La mia provocazione è: se Balotelli non avesse segnato, siamo sicuri che ha fatto questa grande partita?» (Massimo Oddo, Processo al Mondiale, Raisport) RAFFREDDARE GLI ENTUSIASMI Prandelli è il miglior allenatore che la nazionale abbia mai avuto (Bruno Gentili, Notti Mondiali, Raiuno) ALLAH AL BAR Per avere il tempo di censurare eventuali contenuti offensivi, il governo iraniano ha deciso di mandare in onda la partite in ritardo di 600 secondi. Per ragioni di accumulo, le battute di Marino Bartoletti saranno trasmesse nel 2128. (ha collaborato Francesco Carabelli) ROCCO INVADES BRAZIL Continua il voto di castità di Rocco Siffredi per sostenere l’Italia fino alla vittoria finale: «Non so se è la scaramanzia giusta, però fa bene a provarci. Io per sicurezza faccio il contrario» ha commentato Antonio Cassano. PELETTA Intanto è Italiamania anche nel mondo degli spot: proprio ieri a Paletta è arrivata un’offerta milionaria per una pubblicità sulla ricrescita dei capelli. Dovrebbe fare quello «durante la cura». PASSIVISMI «Il difensore Schar può tranquillamente essere ambito ai campionati più importanti d’Europa» (Daniele Adani, Copacabana Live, Sky) SHOCK «È stato calante il pubblico femminile». «Questa è una notizia che mi rende triste, più che altro noi puntiamo molto su look e su opinionisti belli, tutta roba di un certo livello» (Silvia Motta e Paolo Paganini, Talk Pomeriggio Mondiale, Raisport) IDI DI MARZIO Buone O RD EM M E PR OG GRE RES SSO SO ❜❜ Sport 49 italia: 51575551575557 Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il cammino verso la Coppa GIRONE A GIRONE B GIRONE C GIRONE D GIRONE E GIRONE F GIRONE G GIRONE H Ore Data Ore Data 3-1 Spagna Olanda 1-5 Colombia Messico Camerun 1-0 Cile Australia 3-1 C. d’Avorio Giappone Brasile Messico 21 domani Australia Olanda 18 19/6 Colombia domani Camerun Croazia 24 domani Spagna Cile 21 19/6 23/6 Camerun Brasile 22 23/6 Australia Spagna 18 23/6 Croazia Messico 22 23/6 Olanda Cile 18 oggi Grecia C. d’Avorio Data Incontro Ore 3-0 Uruguay Costa Rica 2-1 Inghilterra ITALIA Data Ore Data Incontro Data Incontro 2-1 Argentina Bosnia 2-1 Germania Portogallo 4-0 oggi Belgio Algeria 18 1-2 Francia Honduras 3-0 Iran Nigeria 0-0 Ghana Stati Uniti - oggi Russia Sud Corea Ore 24 18 19/6 Uruguay Inghilterra 21 20/6 Svizzera Francia 21 21/6 Argentina Iran 18 21/6 Germania Ghana 21 22/6 Belgio Russia 18 Giappone Grecia 24 20/6 ITALIA Costa Rica 18 20/6 Honduras Ecuador 24 21/6 Nigeria Bosnia 24 22/6 Stati Uniti Portogallo 24 22/6 Sud Corea Algeria 21 24/6 Giappone Colombia 22 24/6 Costa Rica Inghilterra 18 25/6 Honduras Svizzera 22 25/6 Nigeria Argentina 18 26/6 Portogallo Ghana 18 26/6 Algeria Russia 22 24/6 Grecia 22 24/6 ITALIA 18 25/6 Ecuador 22 25/6 Bosnia Iran 18 26/6 Stati Uniti Germania 18 26/6 Sud Corea Belgio 22 C. d’Avorio Uruguay Francia P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Brasile 3 1 1 0 0 3 1 Olanda 3 1 1 0 0 5 1 Colombia 3 1 1 0 0 3 0 Costa Rica 3 1 1 0 0 3 1 Francia 3 1 1 0 0 3 0 Argentina 3 1 1 0 0 2 1 Germania 3 1 1 0 0 4 0 Messico 3 1 1 0 0 1 0 Cile 3 1 1 0 0 3 1 C. d’Avorio 3 1 1 0 0 2 1 ITALIA 3 1 1 0 0 2 1 Svizzera 3 1 1 0 0 2 1 Iran 1 1 0 1 0 0 0 Portogallo 0 1 0 0 1 0 4 Camerun 0 1 0 0 1 0 1 Australia 0 1 0 0 1 1 3 Giappone 0 1 0 0 1 1 2 Inghilterra 0 1 0 0 1 1 2 Ecuador 0 1 0 0 1 1 2 Nigeria 1 1 0 1 0 0 0 Croazia 0 1 0 0 1 1 3 Spagna 0 1 0 0 1 1 5 Grecia 0 1 0 0 1 0 3 Uruguay 0 1 0 0 1 1 3 Honduras 0 1 0 0 1 0 3 Bosnia 0 1 0 0 1 1 2 1 OTTAVI DI FINALE 2 OTTAVI DI FINALE 3 OTTAVI DI FINALE 4 OTTAVI DI FINALE 5 OTTAVI DI FINALE 6 OTTAVI DI FINALE 7 OTTAVI DI FINALE 8 OTTAVI DI FINALE 1ª girone A - 2ª girone B 1ª girone C - 2ª girone D 1ª girone E - 2ª girone F 1ª girone G - 2ª girone H 1ª girone B - 2ª girone A 1ª girone D - 2ª girone C 1ª girone F - 2ª girone E 1ª girone H - 2ª girone G Belo Horizonte 28/6 ore 18 Rio de Janeiro Brasilia Porto Alegre Fortaleza Recife San Paolo Salvador 9 QUARTI DI FINALE 30/6 ore 18 30/6 ore 22 10 QUARTI DI FINALE 29/6 ore 18 29/6 ore 22 11 QUARTI DI FINALE 1/7 ore 18 Classifica P G V N P F S Le città del Mondiale 1/7 ore 22 12 QUARTI DI FINALE Fortaleza na Manaus Vincitore 1 - Vincitore 2 Vincitore 3 - Vincitore 4 4/7 ore 22 Rio de Janeiro 4/7 ore 18 Vincitore 5 - Vincitore 6 FINALE 3° E 4° POSTO Perdente 14 - Perdente 13 13 SEMIFINALI Vincitore 9 - Vincitore 10 8/7 ore 22 Brasilia 12/7 ore 22 FINALE Vincitore 14 - Vincitore 13 Tutte le partite in diretta online su www.corriere.it or Incontro Ecuador Classifica Belo Horizonte dC Su Data Svizzera P G V N P F S Fortaleza ea ia ss ria ge Al Ru io ti Be St Ore 1-3 Classifica 28/6 ore 22 lg a ni llo an iU at Gh ia ga an rto rm Ge Ore Po n ria Ni ge ia Bo Ira sn in a as nt ur ge nd Ho Incontro Ar r cia Fr ua Ec Sv an do a izz AL In IT ilt gh er IA ra ica er y aR ua Co Ur Ore Croazia st ne Incontro Brasile ug rio C. Gi d’A ap vo po ia a m Gr lo Co Au Incontro ec bi lia le st ra Ci da na an ag Sp Ca Incontro Ol o m er sic zia oa as Cr Br Data un O es E SSSS M GR ile O RD E M E PRO Rio de Janeiro 13/7 ore 21 Salvador Vincitore 7 - Vincitore 8 5/7 ore 22 Brasilia B R A S I L E 5/7 ore 18 Cuiaba Brasilia Salvador Belo Horizonte 14 SEMIFINALI Vincitore 11 - Vincitore 12 San Paolo Natal Recife 9/7 ore 22 S U D A M E R I C A San Paolo Curitiba Rio de Janeiro Porto Alegre CORRIERE DELLA SERA 50 Sport Mondiali Brasile Il bomber Foto osée © RIPRODUZIONE RISERVATA Palla avvelenata La moviola ti boccia? Allora non funziona Sepp Blatter gongola per il primo successo della tecnologia contro i gol fantasma. La Fifa, comunque, per evitare la confusione di Porto Alegre, pensa a dei correttivi. Il sistema-sentinella sulla riga di porta ha provocato qualche dubbio. Non in Noel Valladares, portiere dell’Honduras: «Non era gol, la palla non è entrata totalmente, l’ho visto». E il c.t. Luis Fernando Suarez testimonia: «Ero sconvolto, non so a cosa credere». Per i pasdaran della moviola in campo questa è una grande vittoria, ma in realtà l’evento ha dimostrato che le discussioni non cesseranno. Il calcio provoca pensieri instabili come la sfera che ne è protagonista. Non crediate a un mondo pacificato: da sempre si nega l’evidenza. Non solo, ci sarà qualcuno che, come accade con arbitri e guardalinee, troverà il cugino di uno zio del vicepresidente della squadra beneficiata dal replay, che faceva le pulizie nella ditta che installava il sistema di controllo. Insomma, avremo il fermo immagine, ma non fermeremo le polemiche. Ci sarà sempre un super-moviolone pronto a ribaltare tutto. E a quel punto avremo nostalgia dell’arbitro cornuto. Croati furiosi «Basta interviste» MANAUS — Silenzio stampa della Croazia, dopo la pubblicazione su alcuni giornali di Zagabria delle immagini che ritraggono i giocatori nudi mentre fanno il bagno nella piscina dell’hotel Tivoli di Praia do Forte. In particolare, Corluka, Lovren e Srna, immortalati senza nulla addosso, l’hanno presa male e la squadra ha deciso per il silenzio. «I miei giocatori non vogliono più parlare coi media, non so fino a quando», ha detto il tecnico della Croazia Niko Kovac, che ha aggiunto: «Non posso forzarli a cambiare idea dopo quello che avete fatto a loro e alle loro famiglie». I giocatori biancorossi non concederanno più interviste ai giornalisti croati ma dovranno, per contratto, partecipare alle canoniche conferenze stampa. Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 r. per. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ispirato Karim Benzema, 26 anni, centravanti del Real Madrid e della nazionale francese: domenica due gol (e mezzo) (LaPresse) Benzema, la sfida (vinta) di Deschamps Preferito dal c.t. al più popolare Giroud sta trascinando la Francia a suon di gol DA UNO DEI NOSTRI INVIATI PORTO ALEGRE — Collettivo e personale, Karim Mostafa Benzema è un giocatore double face, a volte come incupito e ingobbito in campo, apparentemente in preda a un travaglio interiore, giocherellone fuori, uno che canta sotto la doccia al mattino e non esce di casa senza aver baciato la piccola Melia, nata il 3 febbraio 2014, felice di andare ad allenarsi. In fondo il suo carattere, come tutti i nostri, o almeno di quelli che sono stati figli e poi sono diventati padri, è così, in equilibrio tra la famiglia che c’era e quella che ci sarà. Il padre di Karim, Afid, nel documentario che gli ha dedicato l’Equipe 21 («Benzema par Karim») dice che deve pensare solo a tirare e a segnare. I padri predicano l’egoismo, i figli ti fanno per forza diventare altruista. «Mio padre ne ha passate tante, mi ricordo quando usciva di casa con qualsiasi tempo e tornava esausto. Lo rispetto». Il problema è che l’egoismo non va lontano. «Io non sono uno di quelli che si accontenta di segnare al minuto 88 senza prima mai aver toccato la palla, voglio giocare e giocare bene». Il suo idolo era Ronaldo. È cresciuto con il mito suo e di Zidane, è diventato grande giocando a spallate con i grandi del Real Madrid. A 26 anni Karim Benzema si avvia a diventare un pari di Francia. Nel 2010 ha scampato il disastro sudafricano. Da quel punto di vista ha la fedina immacolata. Semmai c’era qualche dubbio sul suo carattere, sulla sua capacità di prendersi le responsabilità che gli competevano. I due gol e mezzo con l’Honduras sono stati una risposta sufficiente. Almeno per il c.t. Deschamps, conquistato dall’attaccante che ha preferito a Giroud, più amato dai media. «Quando ha questa forza interiore, questa rabbia…», ha detto Didier lasciando, volutamente, la frase in sospeso per far comprendere che Karim può fare anche di più in questa sua prima Coppa del Mondo, da leader indiscusso, da uomo di punta, da erede della grande scuola di fantasisti-goleador francesi che discende da Just Fontaine e arriva fino a Zidane e a Henry e che, come tutte le tradizioni, ha sempre bisogno di nuova linfa, di nuovi profeti, di nuovi gol. «Sono attaccante e molti mi giudicano sul numero di gol segnati, ma il mio parere è diverso. Sono contento perché abbiamo giocato bene. Abbiamo sempre degli obbiettivi in testa, il mio era fare un buon match, giocare il mio calcio senza pressioni e vincere. Questo è quello che abbiamo fatto». Didier Deschamps ha vinto la sua scommessa. Karim Benzema lo sta ripagando con una media-reti eccezionale: 7 negli ultimi 6 match. «Ma io non voglio che si senta investito da una missione speciale, che si senta in obbligo di essere decisivo». Il momento dello scatto (déclic alla francese) c’è stato l’11 ottobre 2013 quando «Benz» è tornato al gol dopo 1.222 minuti d’astinenza. Dopo la rete ha applaudito gli spettatori del Parco dei Principi che l’avevano deriso. «Non aveva più lo stesso volto, di qualcuno bloccato, chiuso, ma era come se si fosse aperto», ha spiegato Deschamps. Così ha scommesso su di lui e ha vinto. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 Sport 51 italia: 51575551575557 Basket Il bolognese primo italiano a trionfare nella Nba. Per San Antonio, che ha piegato Miami, è il quinto titolo La multinazionale dei canestri 8 giocatori non statunitensi sono il record per una squadra che ha vinto il titolo Nba Usa Jeff Ayres Matt Bonner Austin Daye Tim Duncan (Is. Vergini) Danny Green Damion James Kawhi Leonard Canada Cory Joseph O RD E EM M E PR OG GRESSO RE SSO O Argentina Manu Ginobili MERCATO Fiorentina piace Valbuena Francia Boris Diaw Tony Parker Mercato in fermento in casa viola. La Fiorentina, che questa settimana riscatterà il cartellino di Juan Cuadrado dall’Udinese (ma poi con ogni probabilità lo venderà al Barcellona: i viola chiedono 40 milioni, i blaugrana offrono 28), dopo aver messo gli occhi su Jeremy Menez (fresco di firma con il Milan) ha individuato il sostituto del colombiano. Si tratta di Mathieu Valbuena, trequartista dell’Olympique Marsiglia e della nazionale francese, classe 1984. Costo dell’operazione: 12 milioni di euro circa. ITALIA Marco Belinelli Brasile Tiago Splitter Australia Patty Mills Aron Baynes CORRIERE DELLA SERA Belinelli è salito in vetta all’Everest dei canestri: campione con gli Spurs NOVITÀ Juve, abbonamenti in condivisione Il premier Renzi: «Impariamo da lui» La finale italiana Oggi al Forum Milano cerca il bis con Siena (w.p.) Milano per raddoppiare, Siena per cercare, al di là del pareggio nella serie, quell’identità sbarazzina che le ha permesso, contro ogni pronostico e contro i guai che hanno affossato la società, di andare in finale per l’ottava volta di fila: è questo il tema della seconda partita della serie tricolore di scena di nuovo al Forum di Assago (palla a due alle 20.30, diretta su Raisport2). L’EA7, in gara 1 trascinata da Jerrells, non ha ancora Hackett al meglio, ma dalla sua ha la forza e la profondità del collettivo. La Montepaschi, invece, spera di non essere il solo Hunter, per poter poi alimentare nelle due successive partite a Siena la speranza di restare in lotta per il titolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fotofinish Ha agganciato il suo destino alle storie, fenomenali, di una squadra data per avvizzita e invece capace di vincere per la quinta volta il titolo dei professionisti, di un allenatore ormai assegnato alla ristretta schiera dei grandissimi, di compagni-campioni giunti da vicino (Kawhi Leonard, Mvp della finale ad appena 22 anni, il futuro che è già presente) o da lontano, come Tim Duncan, l’uomo dei trionfi in tre decadi distinte con i San Antonio Spurs. Il nome della Nba è ancora quello degli «Speroni», ma l’impresa che ha affondato i Miami Heat e LeBron James per noi italiani è il momento dell’incoronazione di Marco Belinelli, il «cinno» (bambino, nel dialetto bolognese: ha 28 anni, eppure nella sua terra lo chiamano ancora così) partito da San Giovanni in Persiceto e giunto ai piedi del fortino dell’Alamo, quello del sacrificio di Davy Crockett e degli altri indipendentisti texani, per completare il balzo oltre i confini della realtà: Beli è il primo azzurro ad arrivare sull’Everest dei canestri. La bandiera non l’ha piantata sul parquet dove sono stati regolati i conti con i bicampioni in carica (104-87 in gara 5: serie chiusa sul 4-1), ma se l’è messa al collo con una commozione che si è trasferita oltre Atlantico contagiando un po’ tutti, addirittura Matteo Renzi, che l’ha chia- mato al telefono e l’ha invitato a Roma: «Marco ha vinto il più prestigioso torneo di basket. Lo cito perché in lacrime ha detto: “Nessuno credeva in me. Ora ringrazio la mia famiglia, ho coronato il mio sogno”. Ecco, seguiamo il suo esempio: l’Italia si può cambiare se ognuno fa la sua parte» ha commentato il premier all’assemblea degli industriali di Vicenza. Idealmente l0 ha poi abbracciato tutto lo sport italiano, da Giovanni Malagò numero uno del Coni («È entrato nella leggenda») al presiden- Asse italo-francese Belinelli si complimenta in modo affettuoso con Parker, il franco-belga regista degli Spurs (Afp) We are the champions L’argentino Manuel Ginobil agita la bandiera dei San Antonio Spurs, laureatisi campioni Nba per la quinta volta (1999, 2003, 2005, 2007 e 2014). Al suo fianco, Marco Belinelli sorride felice (Ipp) te della Fip, Gianni Petrucci («Fieri di lui»), al c.t. Simone Pianigiani («Un grande: non ha mai mollato»), a Dino Meneghin che la Nba l’ha solo sfiorata («È un esempio per i giovani»), a Gigi Datome che è suo compagno in azzurro e da quest’anno collega a Detroit («Ora è tra gli immortali»), alle due sole squadre italiane, anzi bolognesi, che l’hanno avuto: la Virtus degli esordi («Un applauso per ricordare pure Manu Ginobili, che a sua volta ha vestito la nostra maglia») e la Fortitudo con cui conquistò lo scudetto («Fu un 16 giugno pure quella volta, ma del 2005», esultano alla Effe; peraltro, american time, Marco stavolta ha vinto quando era ancora il 15...). La storia Nba di Beli è il paradigma dell’umiltà e della tenacia che arrivano alla meta. Sarebbe piaciuto a Steve Jobs, questo ragazzo bollato anche da luoghi comuni —«con lui in campo, servono due palloni» — ma capace di restare «foolish» e di scommettere su se stesso. Ha avuto sempre la valigia in mano (dal 2007, prima scelta dei Golden State Warriors con il numero 18 assoluto, ha cambiato altre tre squadre) però a San Antonio, chiamato personalmente da Gregg Popovich, ha trovato l’approdo che ha certificato il suo valore: vincitore in febbraio della gara del tiro da tre dell’All Star Game, campione con la multinazionale dei canestri (8 giocatori non Usa: un record), cestista duttile che sa stare in campo a lungo oppure pochi minuti, impreziosendoli peraltro con gemme come il canestro che in gara 3, a Miami, ha bloccato il recupero degli Heat. Forse gli Spurs, che potrebbero arruolare Ettore Messina nello staff tecnico, vedranno l’eterno Duncan ritirarsi e dovranno fare i conti con l’anagrafe non più verde di Parker e Ginobili. Ma avranno un futuro con Leonard, con Diaw e anche con Belinelli: «Io voglio essere un giocatore sempre migliore e continuare a vincere». Flavio Vanetti La Juve lancia la campagna abbonamenti per la prossima stagione (via il 19 giugno) con diverse novità. I tifosi potranno gestire personalmente la loro tessera attraverso un canale dedicato sul sito web del club. Per la prima volta in Italia, sarà possibile lo «sharing» dell’abbonamento, nominando tre «riserve», provviste di tessera del tifoso, cui cederlo di volta in volta. Altra novità è il «secondary ticketing», con cui si può rimettere in vendita il proprio posto per singole partite, ottenendo crediti e benefit. FORMULA 1 Mattiacci, meeting con i ferraristi A due mesi dall’insediamento come team principal, in sostituzione di Stefano Domenicali, e nell’imminenza del Gp dell’Austria, Marco Mattiacci ha radunato a Maranello dipendenti e collaboratori della Ferrari. Accompagnato dal presidente Luca di Montezemolo, Mattiacci ha spiegato i cambiamenti necessari per rendere la squadra più efficiente, più competitiva e ancora più unita. L’unico obiettivo della Rossa è tornare al vertice: i programmi sono così a breve ma anche a medio e lungo termine. © RIPRODUZIONE RISERVATA Automobilismo La 24 ore francese è più che mai una palestra tecnologica: il trionfo dei tedeschi legato anche a una novità nell’illuminazione Audi, i fari al laser hanno «bucato» la notte di Le Mans DAL NOSTRO INVIATO LE MANS — La ruota panoramica ferma, le tribune deserte, le tende che puntellavano ogni fazzoletto d’erba sparite in un baleno. Rimangono piramidi di lattine di birra ad altezza d’uomo a testimoniare una notte di bagordi, velocità e rumore. Le Mans dopo la 24 ore è un paesaggio surreale: hai una strana sensazione in testa, avverti ancora il rombo martellante che per un giorno ha accompagnato la corsa interminabile. Oltre 260 mila gli spettatori presenti all’82ª edizione, un record. Correre qui è una sfida estrema contro il meteo pazzo — in alcuni punti piove, in altri il circuito è perfettamente asciutto — e contro un traffico da tangenziale all’ora di punta. Ci un vuole un fisico bestiale. Il triathlon è una delle discipline preferite fra i piloti per arrivare preparati all’appuntamento. «In macchina si perde fino a un litro e mezzo di liquidi ogni ora — spiega Marco Bonanomi, l’unico italiano presente nella classe di vertice Lmp1 su Audi —, entro la fine dell’anno voglio fare almeno metà di un «Ironman» (3,9 km a nuoto, 180 in bici e una maratona, il tutto di seguito, ndr)». Il ventinovenne nato a Lecco e cresciuto in Brianza, ex promessa dello sci, è partito fortissimo. La macchina la conosceva alla perfezione dopo aver passato un anno intero a svilupparla, poi è bastato un acquazzone a rovinare tutto. Due vetture dietro di lui si sono prese e lo hanno centrato a tutta velocità distruggendo auto e sogni di gloria a soli 90 minuti dal via. Avrà l’occasione di rifarsi, ma è un boccone amaro. Così è la 24 ore, pugni e carezze. A volte le prendi, altre le dai. L’Audi ha rifilato schiaffoni a quasi tutti da più di 10 anni a questa parte. A parte brevi parentesi di Bentley e Peugeot, il Tredicesimo sigillo Doppietta delle R18 Per l’Audi è la tredicesima vittoria alla 24 ore di Le Mans. A concludere davanti a tutti il trio Fasserer-LottererTréluyer. Sfugge invece il decimo successo personale a Kristensen: il danese, in equipaggio con Gené e di Grassi, ha concluso secondo Toyota, podio e beffa Chiude il podio la Toyota guidata Davidson, Lapierre e Buemi. L’altra Toyota, la numero 7, si è ritirata per un guasto quando era in testa L’omaggio I piloti Benoit Treluyer, Andre Lotterer e Marcel Fassler baciano la loro Audi R18 e-tron Quattro dopo la splendida vittoria nella 24 ore di Le Mans (Afp) dominio dei tedeschi nelle gare di durata va avanti indisturbato dal 2000: 13 le vittorie a Le Mans. Per quest’ultima sono stati determinanti l’esperienza e l’innovazione tecnologica. La doppietta delle R18 e-tron quattro guidate da FassererLotterer-Tréluyer e KristensenGené-Di Grassi, non è stata una passeggiata, tutt’altro, fra turbine rotte e regole riscritte dagli organizzatori che sulla carta dovevano favorire i motori ibridi a benzina di Toyota e Porsche e non i turbodiesel tedeschi, più efficienti della concorrenza ma più pesanti. La differenza in una pista dove si corre a «lume di candela» l’hanno fatta anche i fari al laser, introdotti per la prima volta su una vettura da corsa. Consentono di illuminare meglio il circuito con una gittata di 800 metri circa, il doppio rispetto ai fanali a led. Presto arriveranno in versione depotenziata anche sulle auto stradali, a cominciare dalla supercar R8. Rispetto ad altri tipi di competizioni, il Mondiale Endurance permette infatti ai costruttori di sperimentare soluzioni trasferibili al mondo delle auto di serie. Non è un caso che dopo il ritorno della Porsche, altre Case abbiano aderito — la Nissan correrà dal 2015 —; ma circolano anche altri nomi, alcuni suggestivi: si parla di una Lmp1 disegnata dal genio della Formula 1, Adrian Newey, dopo il rinnovo con la Red Bull. Spiega Ulrich Hackenberg, responsabile della ricerca e sviluppo di Audi: «Le Mans è da sempre il banco di prova ideale per le tecnologie: dalle luci, ai motori turbodiesel ad alte prestazioni, ai sistemi ibridi. Se resistono qui...». Daniele Sparisci © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Chicco e Lina Omini con Mino e Marina Ciprandi sconvolti dallimprovvisa perdita dellamico Giancarlo e Monica, con i figli Valeriano, Jessica e Nicole sono vicini a Simona ed ai suoi famigliari per la scomparsa del suo caro papà Ad esequie avvenute Brigitte Ardenghi Cirla annuncia con tanta tristezza la morte del suo caro marito, compagno di una vita Amedeo Ambrogio Adriano Cirla si stringono nel dolore alla moglie Daniela, e, per sempre, conserveranno caro il ricordo di un amico sincero e di animo nobile. - Milano, 16 giugno 2014. Giorgio e Laura Fossa si stringono al dolore della moglie e di tutti i familiari nel ricordo di Amedeo - Milano, 16 giugno 2014. Amedeo Biraghi La giornata di golf si apriva con il tuo sorriso, i tuoi modi gentili e affettuosi e la tua simpatica ironia.- Attorniato da tutti, ci hai lasciato, increduli e sconvolti.- Ci mancherai.- Micky e Nando. - Milano, 16 giugno 2014. Ciao, caro Amedeo con tanto affetto Cristina, Peppino e Marina. - Lentate sul Seveso, 16 giugno 2014. Al mio caro amico dinfanzia Amedeo che mi ha lasciato dopo tutti questi anni felici trascorsi insieme.- Mi mancherai.- Marco con Anna e Sasha Martinelli. - Bogogno, 16 giugno 2014. Guido porterà per sempre laffettuoso ricordo del fraterno amico Amedeo Biraghi Con lui i figli Luca e Nicolò manterranno vivo il ricordo di moltissimi momenti di vera ed assoluta felicità amicale. - Milano, 16 giugno 2014. Caro Amedeo ci mancheranno i tuoi sorrisi e il tuo buon umore.- Paolo ed Elena. - Milano, 16 giugno 2014. Nicola e Gerò Carraro ricordano con affetto lamico Amedeo - Milano, 16 giugno 2014. Paolo Silvia Chiara Bongiovanni piangono la prematura scomparsa dellamico Amedeo ripensando alla sua straordinaria simpatia. - Milano, 16 giugno 2014. Ciao Amedeo mi mancheranno molto i tuoi sorrisi e la tua simpatia!- Ti abbraccio forte.- Onorato. - Tradate, 16 giugno 2014. Alberto e Anita Negrisoli commossi ricordano con affetto Amedeo e partecipano al dolore della famiglia. - Milano, 16 giugno 2014. Tutti gli amici soci Asso.PAI (Associazione dei Piccoli Azionisti Inter) profondamente addolorati partecipano al grave lutto e sono vicini ai famigliari per limprovvisa scomparsa del caro amico Amedeo Biraghi - Capiago Intimiano, 16 giugno 2014. Giuseppe e Simona Lucchini partecipano al lutto che ha colpito Simona per la perdita del caro papà Ambrogio Codazzi - Brescia, 16 giugno 2014. Guido e Franca si uniscono al grande dolore di Maria e dei figli per la scomparsa dellindimenticabile amico Ambrogio - Milano, 16 giugno 2014. Carlo e Paola Eigenmann abbracciano con affetto Alberto e famiglia e partecipano commossi al suo dolore per la perdita del padre Ambrogio Codazzi - Milano, 16 giugno 2014. Fiorenza e Pierluigi sono vicini con affetto a Simona, Carlotta, Alberto ed a tutti i famigliari per la scomparsa del caro Dott. Ambrogio Codazzi - Besana Brianza, 16 giugno 2014. Il Cavaliere del Lavoro Loris Fontana si unisce con grande affetto a Maria e famigliari tutti, per la triste scomparsa del caro Ambrogio Amedeo - Birago, 16 giugno 2014. Dopo una vita dedicata alla famiglia e per oltre settantanni al lavoro, che ha svolto con tenacia, passione e onestà, munita dei conforti religiosi, si è spenta la signora Piera Tibiletti Ne dà il triste annuncio la figlia Francesca Francavilla.- I funerali si svolgeranno martedì 17 giugno 2014 ore 14.45 presso la chiesa Santa Maria Assunta in via Eleonora Fonseca Pimentel n. 5 Milano. - Milano, 16 giugno 2014. Adriano Lisa, Tino con Bruna, Alberto, Federica e Fabrizia ricordano con affetto il cugino dott. Adriano Cirla e partecipano sentitamente al dolore di Brigitte, Anna, Gioia, Marco e Stefano. - Milano, 16 giugno 2014. Con lorgoglio di essere dei cari amici di tutta la famiglia Cirla partecipiamo al grande dolore causato dalla perdita del caro amico Adriano Dott. Ambrogio Codazzi - Veduggio con Colzano, 16 giugno 2014. Luigi e Patrizia Fontana con Corrado Micol e le rispettive famiglie, si uniscono con commozione al dolore di Simona, Giuseppe e famigliari, per la triste scomparsa del Dott. Ambrogio Codazzi - Veduggio con Colzano, 16 giugno 2014. Il consiglio di amministrazione della società Fontana Finanziaria SpA con il gruppo Fontana tutto, partecipa al lutto per la scomparsa del Dott. Ambrogio Codazzi - Veduggio con Colzano, 16 giugno 2014. Il Presidente della Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Gianfranco Prada ed i componenti lEsecutivo Nazionale, partecipano a nome di tutta lassociazione al dolore del Dottor Alberto Codazzi, della famiglia, degli amici e dei colleghi della Sezione ANDI di Como-Lecco per la scomparsa del Dott. Ambrogio Codazzi ricordandone le profonde doti umane da tutti riconosciute ed apprezzate nella lunga militanza nellassociazione spesa a favore dei colleghi per la crescita etica e professionale di tutta la categoria. - Roma, 16 giugno 2014. Il Consiglio Direttivo ed i soci A.N.D.I. Sezione Como-Lecco sono vicini con profondo cordoglio al dolore del Presidente Dottor Alberto Codazzi e famiglia per la scomparsa del papà Dott. Ambrogio Codazzi Dott. Ambrogio Codazzi - Como, 16 giugno 2014. Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione ed il personale di Villa dEste S.p.A. partecipano con sincero cordoglio al dolore della signora Simona Codazzi, del Dottor Giuseppe Fontana e di tutti i famigliari per la scomparsa del Dott. Ambrogio Codazzi - Cernobbio, 17 giugno 2014. Giovanni Lecce e i collaboratori tutti dellUfficio Brevetti Calciati S.r.l. partecipano commossi al dolore del signor Davide e della famiglia per la scomparsa del signor Celesteantonio Amadeo eminente imprenditore. - Milano, 16 giugno 2014. I signori condomini di viale Bianca Maria 39 Milano unitamente allamministratore del condominio partecipano al lutto per la scomparsa di Maria Orombelli - Milano, 16 giugno 2014. Adriano - Milano, 17 giugno 2014. Caro Adriano ti ricorderò sempre con tanto affetto.- Infiniti abbracci a Brigitte Anna Gioia Marco Stefano.- Mirella con Cristina e Maurizio. - Moltrasio, 16 giugno 2014. Elena con Lorenzo e Laura e le loro famiglie ricorda lamicizia con il caro Guido e Antoinette, con Anne, Élie e Madeleine, annunciano, commossi, la morte del Professore Paolo, Carla e Sandro con le loro famiglie abbracciano con affetto Maurizio, Vincenzo, Anna e Alberto ricordando la cara Enrico Castelnuovo zia Ginetta Giansevero abbracciano affettuosamente Inge, Isabella ed Ettore. - Milano, 16 giugno 2014. Un grande abbraccio a Inge, Isabella e Ettore per la scomparsa di Giannone padre indimenticabile, marito premuroso, nonno affettuoso.- I funerali avranno luogo mercoledì 18 con cerimonia di commiato alle ore 15.20 cimitero Monumentale di Torino. - Torino, 16 giugno 2014. amico di una vita.- Carla con Stefano e Valerio. - Milano, 16 giugno 2014. Malù, Arnoldo, Ingrid, Marco, Loredana Frigessi di Rattalma sono vicini con affetto a Guido e Antoinette nel dolore per la perdita di Con grande tristezza Susy è vicina e abbraccia Inge, Isabella e Ettore nel tanto doloroso momento della scomparsa del loro caro Enrico Giansevero - Milano, 16 giugno 2014. Daria e Francesco partecipano con immensa tristezza al dolore di Inge per la scomparsa di Giansevero Fila - Como, 16 giugno 2014. Mariella, Carlo, Giovanni e Paolo ricorderanno sempre il grande amico di una vita Paola Femore, Michela Baffigi e collaboratrici partecipano commosse al lutto che ha colpito il Presidente Dottor Alberto Codazzi e famiglia per la scomparsa del papà Telly è vicina con tutto il suo affetto alla famiglia del caro amico di sempre Augusto, Vanna, Antonio e Caterina sono vicini a Brigitte e ai figli e partecipano al loro dolore per limprovvisa scomparsa di e desideriamo esservi vicini in questo triste momento.- Turi, Silvana, Sebastiano, Paolo e Virginia. - Milano, 14 giugno 2014. Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i soci ed il personale del Barlassina Country Club esprimono le più sentite condoglianze ai familiari per la scomparsa del caro amico Partecipano al lutto: Mario e Cristina Benazzi. Riry Brizzolara. Marzia con Giorgio e Gioia Valerio. Antonio e Ross Carrari. Adriano Cirla Per sua espressa volontà, eventuali offerte a "Save the children foundation". - Milano, 17 giugno 2014. - Veduggio con Colzano, 16 giugno 2014. stimatissimo collega, che per anni ha ricoperto un ruolo fondamentale allinterno dellassociazione. - Como, 16 giugno 2014. Amedeo Biraghi Ad esequie avvenute Anna, Gioia, Marco, Stefano con le rispettive famiglie, nipoti e pronipoti, annunciano la morte del loro grande papà, nonno, bisnonno Enio e Marina Fontana con Gloria Fabrizio e Roberta, si uniscono con affetto a Simona, Giuseppe e famiglia, nel dolore che li ha colpiti per la scomparsa del caro nel ricordo di tante belle giornate passate insieme. - Milano, 16 giugno 2014. socio e da molti anni revisore contabile del circolo. - Birago, 16 giugno 2014. Per sua espressa volontà, eventuali offerte a "Save the children foundation". - Milano, 17 giugno 2014. Chicco e Lella addolorati per la perdita del caro amico - Milano, 16 giugno 2014. Partecipano al lutto: Nicoletta e Giuseppe Vallino. Peo e Matilde Bonetti Soldati con i loro figli si stringono con affetto a Inge, Isabella, Ettore e partecipano con amicizia il loro grande dolore per la scomparsa del caro amico Giansevero e nel ricordo di Delia e di molti momenti felici. - Milano, 17 giugno 2014. LAccademia Nazionale dei Lincei annuncia con profondo dolore la scomparsa del socio della classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche Prof. Enrico Castelnuovo Giansevero ricordando le sue doti di grande umanità ed i tanti momenti felici condivisi. - Milano, 16 giugno 2014. Adriano e Niky abbracciano con tanto affetto Inge, Isabella e Lucrezia e si uniscono al loro dolore per la scomparsa di Giansevero - Monaco, 16 giugno 2014. Gianrenzo e Cristina ricordano commossi Giansevero Fila Enrico Castelnuovo accademico, illustre storico dellarte, straordinario studioso che ha saputo illuminare per tutti noi la storia europea. - Roma, 16 giugno 2014. La casa editrice Einaudi ricorda con affetto Enrico Castelnuovo grande storico dellarte; consulente, autore e amico ininterrottamente per più di cinquantanni. - Torino, 16 giugno 2014. Alessandra e Stefano Sala sono vicini con affetto a Raffaella Picin, Luca, Nicole, Andrea e Fulvio Pravadelli in questo momento di grande dolore per la scomparsa dellamato Romolo Picin - Milano, 16 giugno 2014. Davide e famiglia partecipano con grande commozione al dolore di Raffaella, Fulvio e dei figli Luca, Nicole e Andrea per la scomparsa del loro amato Romolo Picin - Milano, 16 giugno 2014. Con infinito dolore, vicina a Inge piango la scomparsa di Davide, Paolo e tutti i colleghi di Mediamond si uniscono al dolore di Fulvio, Raffaella e figli per la scomparsa del loro caro Stefania e Nicola sono vicini con tutto il loro affetto allamico Stefano e alla sua famiglia per la perdita dellamato Cicci. - Milano, 16 giugno 2014. Adriano Giansevero Fila - Milano, 16 giugno 2014. Partecipano al lutto: Giuliana e Vittorio Leoni. Giuseppe e Gemma Sena sono affettuosamente vicini a Brigitte e figli nel ricordo di Adriano Cirla amico caro e generoso. - Milano, 16 giugno 2014. Jane Wanda Roby Davide ricorderanno sempre il carissimo Adriano - Milano, 16 giugno 2014. Abbracciamo tutta la famiglia Cirla con il grande affetto di sempre ricordando Adriano Roberta Andrea Tommy e Benny. - Milano, 16 giugno 2014. Silvano e Viviana Larini profondamente addolorati si stringono con affetto a Paola, Auro, alla signora Giovanna ed alla famiglia tutta per la scomparsa di Rino Bulbarelli indimenticabile maestro di giornalismo. - Milano, 16 giugno 2014. Partecipano al lutto: Ruggero Fiorenza Longari. Mario Grazia Longari. Eldo Anna con affetto. Ada annuncia con grande dolore la scomparsa del suo caro Veliano Gordini Per informazioni sul funerale telefonare allo 02.5513027. - Milano, 16 giugno 2014. Partecipano al lutto: Mirella. Mario, Silvana, Matteo, Sara. Simona, Alessandro, Costanza, Vittorio. Carlo e Mariella Schwendimann e famiglia. Pino e Uli Fundarò. Ciao Veliano caro e indimenticabile amico.- I Quirico. - Milano, 16 giugno 2014. Il Presidente dellOrdine dei Giornalisti della Lombardia Gabriele Dossena insieme ai Consiglieri e ai Revisori dei conti si unisce al dolore della famiglia di Enrico Marcazzan e Adriana sono vicini alla carissima Ada in occasione del decesso del collega e grande amico Rino Bulbarelli Anche i figli Alessandra e Mario ricordano i bellissimi momenti passati sulle nevi in felice compagnia. - Milano, 16 giugno 2014. collega di grande valore che ha affrontato, con passione e competenza, le sfide del giornalismo. - Milano, 16 giugno 2014. In data 14 giugno 2014 è venuta a mancare Maria Teresa Riva Bonvini Ne danno annuncio i figli Laura con Marcello, Silvia ed Angelo con Yoko e gli amati nipoti Lorenzo e Stefano.- I funerali si svolgeranno in data 18 giugno 2014 presso la parrocchia Madonna della Medaglia Miracolosa, in via Fratelli Rosselli 6, alle ore 11. - Milano, 14 giugno 2014. # SIAMO VELOCITÀ Romolo Picin - Milano, 16 giugno 2014. Il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, lamministratore delegato Giuliano Adreani, i consiglieri damministrazione, i dirigenti e tutti i dipendenti del gruppo Mediaset partecipano al lutto di Fulvio Pravadelli per la scomparsa del suocero Romolo Picin - Cologno Monzese, 16 giugno 2014. Fedele e Annick Confalonieri sono vicini a Fulvio Pravadelli e alla sua famiglia per la perdita di Romolo Picin È mancato allaffetto dei suoi cari il dott. Alberto Bonelli Ne danno il triste annuncio la moglie Anna, i fratelli Giorgio con Nicoletta, Maria con Angelo, Luisa e Romano, i cognati Maria e Gerolamo, la suocera Giuseppina e la cognata Franca.- I funerali si svolgeranno mercoledì 18 giugno nella chiesa Quattro Evangelisti di via Pezzotti 53, per lorario telefonare al numero 339.7260311 dopo le ore 14. - Milano, 16 giugno 2014. Ciao zio Alberto i nipoti Paola, Gingi, Michele, Corrado, Elena, Marina e Michela con le rispettive famiglie ti ricorderanno sempre con tanto affetto. - Milano, 16 giugno 2014. di Danno il doloroso annuncio della scomparsa Dott. Veliano Gordini Partecipano al lutto: Angela Blasi e Pino Caciagli. Veliano Gordini Ciao Gordini, la tua pungente, acuta e affettuosa ironia ci farà sempre sorridere, con nostalgia.Un forte abbraccio ad Ada.- Gigi, Milena, Antonella, Roberto, Alessandra, Vittorio. - Milano, 16 giugno 2014. - Milano, 16 giugno 2014. Ginetta Partecipano al lutto: Simo e Tiziana Beraha. Marco e Cinzia Lovati. - Milano, 15 giugno 2014. Virginia Gotta Frova Mirella Grazzini - Milano, 16 giugno 2014. Andrea Rigante la moglie Marina unita ai figli Antonella Paola Gabriele insieme al genero Franco e Filippo e agli adorati nipoti Pietro Mariavioletta Jolanda e Virginia.- Il funerale si svolgerà oggi 17 giugno alle ore 11 presso la chiesa di San Lorenzo in corso di Porta Ticinese. - Milano, 14 giugno 2014. Caro Andrea resterai sempre nei nostri cuori con il ricordo della fraterna amicizia che ci ha legato.- Anna e Nando con Michela, Fabio, Nicolò e Corinna. - Milano, 14 giugno 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Annamaria Pozzoni in Farina Ne danno il triste annuncio il marito Mario ed i figli Monica e Claudio.- I funerali si svolgeranno mercoledì 18 giugno 2014 alle ore 9 presso la parrocchia Santi Patroni dItalia di Milano via Arzaga 23.- La famiglia ringrazia sentitamente tutti gli operatori della Vidas. - Milano, 15 giugno 2014. il Mirella Grazzini Partecipano al lutto: Giancarlo Ropa. Giorgio Grieco. Aldo Acanfora. Anna Santini. Stella Perruccio. Patrizia Pratesi. Andrea Manara. Antonio Misuri. Raissa Focardi. Camilla Taviti. Il 15 giugno è mancato allaffetto dei suoi cari Dott. Ing. Gian Galeazzo Caccia I funerali avranno luogo martedì 17 giugno alle ore 14.30 a Caronno Pertusella nella chiesa di Santa Margherita.- La famiglia Caccia. - Caronno Pertusella, 16 giugno 2014. Partecipano al dolore della famiglia di Giancarlo Danova gli amici Calza Adriano, Calza Germano, Cazzaniga Piero, Fusari Gino, Giussani Enrico, Pulici Valerio, Radice Luigi, Vitali Giorgio. - Cesano Maderno, 16 giugno 2014. Maria Perosino Cara Maria, sei stata unamica e una collaboratrice preziosa.- Non smetteremo mai di rimpiangerti.- Didi Gnocchi e tutta lazienda 3D Produzioni. - Milano, 16 giugno 2014. Gli amici tutti della casa editrice Einaudi piangono Nel trentacinquesimo anno della scomparsa di Federico Berra Paolo Berra, Mara Galimberti e figli lo ricordano con affetto. - Limbiate, 17 giugno 2014. La moglie e la figlia ricordano Federico Berra Maria Perosino splendida intelligenza e compagna di anni indimenticabili. - Torino, 16 giugno 2014. per il trentacinquesimo anniversario della morte. - Milano, 17 giugno 2014. Maria Perosino 2007 - 2014 La Fondazione Gianfranco Ferré ricorda con ammirazione e rimpianto Gianfranco Ferré Partecipa al lutto: Donata Righetti. a sette anni dalla sua scomparsa. - Milano, 17 giugno 2014. È mancata il 15 giugno Silvia Cadeo Ne annunciano la sofferta perdita la mamma Ester e la sorella Rossella.- I funerali si svolgeranno presso la chiesa San Vincenzo de Paoli via Carlo Pisacane 32, Milano.- Per giorno e ora dei funerali contattare lImpresa Motta al numero 0229514093. - Milano, 15 giugno 2014. Antonella, Daniela e Cristin sono vicine con grande affetto a Rossella e a sua madre per la perdita della cara e dolce - Milano, 16 giugno 2014. Veliano Gordini Non ci sei più amico e compagno dei nostri viaggi ma ti ricorderemo sempre con tanto affetto.- Giuseppe e Alessandra. - Milano, 16 giugno 2014. sig.ra Giuseppa Caimi Dado e Lia abbracciano Anna in questo doloroso distacco dalla sua indimenticabile mamma RCS MediaGroup SpA - Direzione Pubblicità partecipa al dolore di Nicla Bandinelli per la perdita della madre, signora e abbracciano con grande affetto Inge, Isabella ed Ettore. - Milano, 16 giugno 2014. Giansevero Ginetta - Milano, 16 giugno 2014. Il Presidente dellAccademia Nazionale di San Luca Paolo Portoghesi, il Segretario Generale Francesco Moschini e gli accademici tutti partecipano commossi al lutto per la scomparsa del e abbraccia con affetto Brigitte e i suoi ragazzi. - Milano, 14 giugno 2014. Adriano - Milano, 16 giugno 2014. Il consiglio di Amministrazione e tutti i partners e collaboratori di Progressio SGR SpA partecipano al lutto che ha colpito il signor Eugenio Volontè, Amministratore Delegato di Mittel Generale Investimenti SpA per la perdita della mamma Partecipano al lutto: Carlo e Cinzia De Grandi. - Neggio, 17 giugno 2014. Ernesto e Caterina con Emanuele si stringono con commozione ed affetto a Inge, Isabella ed Ettore nel dolore per la scomparsa del loro caro sig.ra Pina Caimi - Milano, 16 giugno 2014. Lia Kerbaker con Federico e Mara, Andrea e Sarah abbraccia tutti i figli ricordando la carissima - Roma, 17 giugno 2014. Professore Guido, Filippo e Stefano de Vivo con Micaela Kustermann abbracciano Eugenio, Giancarla, Federica e Vittorio nel ricordo della nonna Lilli Cadeo - Milano, 16 giugno 2014. 2007-2014 Alberto e Charlie Ferré, con i loro familiari, ricordano con immutato amore GIANFRANCO nel settimo anniversario della sua scomparsa. Legnano, 17 giugno 2014 Gli amici della Neos ricordano con grande affetto RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Giovanni (Nino) Gorio SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE - Milano, 16 giugno 2014. Il Presidente dellOrdine dei Giornalisti della Lombardia Gabriele Dossena insieme ai Consiglieri e ai Revisori dei conti si unisce al dolore della famiglia di Nino Gorio nel ricordo di un collega appassionato, dalle grandi capacità professionali e prezioso punto di riferimento per le nuove generazioni. - Milano, 16 giugno 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Giovanni Denti Ciao Giovanni, Maestro di vita.- Annalisa. - Milano, 16 giugno 2014. 19 giugno 2013 - 19 giugno 2014 ANNA AGOSTINACCHIO DIPACE Sei ogni giorno con noi come lo eri in vita. Michele, Ruggiero e Ambra. Una messa sarà celebrata giovedì 19 giugno 2014 alle ore 18.30 nella Basilica di Sant’Agostino, piazza Sant’Agostino - Roma. Roma, 17 giugno 2014 TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti:€ 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] LA VELOCITÀ DI UN PAESE È IL SUO FUTURO: LA CAPACITÀ DI COGLIERE AL VOLO LE OPPORTUNITÀ, ADATTANDOSI A MODELLI SEMPRE NUOVI. C Corriere Innovazione: numero speciale d dedicato alla velocità. Storie di innovatori, d di imprese, di visioni, di possibilità, p per far ripartire, di corsa, il Paese. IIL 19 GIUGNO IN EDICOLA E SU TABLET w www.corriereinnovazione.it MAIN PARTNER SUSTAINABILITY PARTNER INNOVATION PARTNER Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 53 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile -+ :>:5 !: :>9- !:-- 9> :>96 :>!5 : :->- 9:> + 99 :--9 9 :--> ::->- 99 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" 44 .344&,* ;))3 8,3) ,*8&*; "&3 4; ;,* .38 (( *,483 3"&,*& .,38*, ,*&=&,*& & 8)., .38;38, 4.& ( *83, &* ,)"* ( ,3%<48/ "&,<' &* .,& ;))3 8,3) 4& 4.,483 <34, ;%48 &*8344*, ,* 3,<4& 8).,3(& &;4& *,3 .38 (( 3"&,*& *83(& 0;&*& *$ 0;(( )3&&,*(& )*83 ( ,3 &( 8)., )&"(&,33 &4)*8/ <*3' &( 4,( ,*0;&483 "3* .38 28(&/ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" ,48 ,3&*, *,< ,(,"* ,) ).,44, / (3& 8*& &(*, 3*8, *=& 3&48 &3*= 3;"& *,* 10;&( .,(& 3& ,8*= 8 $-%( (3), ("$3, "(&3& ;3 & (& ,( ;<,(, ,.38, &,""& ,<4& ).,3(& < ,38, ,38 ,(8, ,38 (), %8 *,* ,48 3& ,(,"* ,(=*, 34& "(&3& )/ ) )' )0 )0 )/ )' )' 4) 4 )' 4 44 4/ 3*, &,""& %8 ) )/ ) )3 )0 ) )/ 4) 4' 4 )' 4; 4 40 ;<,(,4, 10;&( 44&* &(*, .,(& (& (3), ).,3( %"& %8 ) 4; 4) )/ )' ) 4 4) 4/ 3; 43 4 44 4 ,.38, 3) 3;"& 43 &4 ,8*= / (3& &)&*& < %"& %8 )/ )0 )/ )/ ) 4) )0 )' ) 43 4) )' 3; )' ,<4& ,) ,3&*, 3*8, 3&48 &* *=& 3,* %"& %8 ) ) )0 )/ )0 4; ) 44 44 43 43 43 43 4 6 8 1 9 1 4 Puzzles by Pappocom 5 7 3 6 2 5 3 8 6 6 7 5 7 2 Altri giochi su www.corriere.it 5 2 4 LA SOLUZIONE DI IERI 5 7 9 6 4 8 2 1 3 8 2 4 5 1 3 9 6 7 9 1 2 3 7 4 8 5 6 4 8 5 1 2 6 7 3 9 7 6 3 9 8 5 1 2 4 6 9 7 8 5 1 3 4 2 2 5 8 4 3 7 6 9 1 -$"&( -.6" - (&- "6 %.2-% "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 2& 5&"." $-" 3 4 1 2 6 9 5 7 8 $!" !&!" a 7,90 euro più il prezzo del quotidiano (#9( &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 Da domani, in edicola con il Corriere, il primo volume della collana «La matematica come un romanzo». Disponibile L’ultimo teorema di Fermat di Simon Singh. -. ((2 &#(# 5$ Da domani con il Corriere Fascino e magia della matematica Il primo volume Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 1 3 6 7 9 2 4 8 5 2(($% (*&!& 5$"&( !"&( & Sudoku Diabolico 2 4 3 $."&#" .$( "%5-( "&88, %"& ).,44, 8*& 3,8,* ;*, &3*= *,< ).3& ,44, %"& ,( & 2*8&&(,* (( ==,33 4& .,4&=&,*8, *& .344& ( "*, *&8, ,< )*8&* ;* 8)., 48&( 4,(""&8,/ ( ,3, ,3&*8( ((2*8&&(,* 4*,*, ,33*8& ,3 8(*8&$ ),(8, &*48&(& $ ,*&=&,**, &( 8)., 4;( 348, & 488,3& ;3,.& ,* .3&.&8=&,*& &;4 *$ 8).,3(4$ 4,.388;88, 4;& 3&(&<& 4;(( *&4,( &8(&* 4;& 488,3& ; ,3&*8(& ( ,*8&**8/ "( &"-( 5&(. "-. "-(" (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( Oggi su www.corriere.it I più letti Tecnologia Cina, come si copia Il caso Yara Studenti con web occhiali dotati di camera per copiare. Foto. La svolta Natura fuori dal 1 Schumacher coma: «Può comunicare» Madre e due bambini 2 uccisi. Il marito confessa presunto omicida 3 Fermato di Yara: 44enne del luogo Maltempo in Sardegna, a 4 decine scappano sui tetti perde il bambino: 5 Canalis «Un dolore inspiegabile» Etna in attività Nuova eruzione dal cratere sud-est del vulcano. Guarda. Velenoso Il pesce palla Pescato nei mari italiani, può provocare forti intossicazioni. Foto. Dirette da Brembate e da Mapello: ieri fermato Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, presunto killer della ragazzina Yara Gambirasio rapita e uccisa nel novembre del 2010 54 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CONOSCERE PER DISTRARSI Chanel simbolo Delitto e passioni di eleganza e stile nel film da Oscar Un documentario su una delle più grandi stiliste di tutti i tempi, Gabrielle Bonheur Chanel ( foto), in arte Coco (1883 – 1971), creatrice della più famosa casa di moda del XX secolo, Maison Chanel. Nata povera, abbandonata a 12 anni in un orfanotrofio, studia e diventa presto una giovane stilista di talento. Ambiziosa, anticonformista e tenace, rivoluziona un mestiere che era esclusivamente in mano agli uomini. E infatti Coco incoraggia le donne a vestirsi per stare bene con se stesse più che per piacere agli uomini. È un bel film: Benjamín Esposito (Ricardo Darín, foto) è un assistente del pubblico ministero in pensione. Dopo una vita passata a rincorrere assassini decide di scrivere un romanzo. Per farlo ripensa al vecchio caso Morales degli Anni 70, archiviato dalla polizia, ma per lui rimasto sospeso. La morte di una bellissima ragazza, stuprata e uccisa brutalmente da un conoscente rimasto impunito, lascia il di lei giovane marito, Ricardo Morales, assetato di vendetta. Nel suo percorso a ritroso Esposito rincorre un’ossessione fino a un drammatico finale. Miglior film straniero agli Oscar 2010. Donne straordinarie Rai Educational, ore 21.15 Il segreto dei suoi occhi Rai5, ore 21.15 ,>Ó À>°Ì ,>Î À>°Ì ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ÌD È°£ä ,1 "° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi â> /> È°Îä / £° *,6-" -1 6/ -6, ",/° È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD £Ó°Óx " //" Ó° ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £{°xx " 1/° -iÀi £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° /*" ° £Ç°£x -// ,//° ÌÌÕ>ÌD £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD Óä°ää /", ° -, Óä°Îx *" / " " ,- Óä£{\ Ài \ À>Ãi iÃÃV° >V ÀiÌÌ>® i «À}À>>\ /} £ Èä ÃiV` Óΰäx "// " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> Ç°{x ,/"" -° ,>}>ââ n°Óx ,6 ° /iiv °äx -", "° /iiv £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> ` >ÌÌÕ>ÌD £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä / "" 7° /iiv £È°xx / Ó - °°-° /" Ó° £Ç°ää , " ° ,ÕLÀV> £Ç°{x / Ó° £n°£x "--," ,8° /iiv° /L>à ÀiÌÌ n°ää ",° ÌÌÕ>ÌD £ä°ää ½"° VÕiÌ>À £ä°£ä " - ° i`>] Ì>>] £nή ££°ää / Î 1/° £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌÕ>ÌD £Ó°{x * +1"/ "° ÌÌÕ>ÌD £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / , / , /"° £{°Óä / ΰ /" ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î °°-° £x°ää /,, "-/, Ó° /iiv £x°xä , ,"° ÃÃiÞ° £Ç°{x " < Óä£{° VÕiÌ>À £°ää / ΰ £°Îä / ,° / , /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD È°ää / { / 7-° È°xä <",,"° /iiv Ç°Óä 6 ° /iiv"à n°£x 1 /,° /iiv °{ä , ,° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /"°/ £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx 9 -,/ *--" ° /ii° £Ç°ää " "° 7iÃÌiÀ] 1Ã>] £ÈÇ® £n°xx / { /"°/ £°Îx , " /6° 6>ÀiÌD n°ää / x // ° n°{x , " ° VÕiÌ>À n°xx ,/", " 1" ° ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° /"°/ £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä 1", ,° /iiÛi> £{°{x 1" " *"° /> à ܰ `ÕVi >À> i «« £È°£ä /, ,"- 6 Ó° ÃiÀi £Ç°ää " ,° i`>] iÀ>>] Óä£ä®° ,i}> ` / >à >VL° ÀÃÌ> *>Ìi] > -Ã] >Ý> ÀØV £n°xä -,/"° /iiÛi> Ç°Îä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Îä 9 Èä° VÕiÌ>À £ä°{x /,- Ó° VÕiÌ>À ££°xä 1, /1,° VÕiÌ>À £Ó°Óx -/1" *,/"°/"°/ -*",/ -/ / *<" ° £Î°äx -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°xx /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/"° i «À}À>>\ iÌi°Ì £°Óä *,-" " /,-/° /iiv° >Ûiâi] />À> *° iÃ] iÛ >«> Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää ½, /, -/-,° ÌÌÕ>ÌD £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i >ÃiÞ] «Ã Óä°ää / Ç° Óä°Îä "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ Óä°ää ," " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi *>> iÀÀ>À Óä°Îx / Ó Óä°Îä° Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä -+1, -* ", ££° /iiv° / iV] À`}> Ì>>Þ Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx ,'° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi Û> Àà ÓΰÓä ,*",/ 1/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi i> >L>i £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Óä°Îä -,/"° /iiÛi> Ó£°£x /*-/ ½",° ->« "«iÀ> ÓÓ°xx -- ,/ {° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää / x° /"°/ Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ","" *,1<"° À>°] ÀÉL] Óääx®° ,i}> ` i 7À} Ì° iÀ> } ÌiÞ] ,Ã>Õ` *i Ó£°£ä /1 6/ " 1 ° i`>] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` À> À>V° `> ->`iÀ] >Ìi iVÃ>i] ÀÃÌ« iÀ 7>i° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä " " - < ° ÃiÀi° i >«] >ÀÌÌi ,iÞ] ÞÌ > Ý ä°Îä / Ç° ä°{ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ä°{x "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ £°ää / £ "//° £°Îx *" / " " ,- Óä£{\ Ài \ À>Ãi iÃÃV ÓÓ°xx £ /1,-/ *, ""° âi] iÀ>>] Ó䣣®° ,i}> ` > >ÀÌ -V >Àv] Ài Ì} Ó{°ää ä°£ä £°ää £°äx Óΰää , /,1° À>°] ÀÉ-«°] £Ç®° ,i}> ` *i`À `Û>À° À>ViÃV> iÀ Óΰ{ä /,8° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÕV> /iiÃi £°Îä / x "//° i «À}À>>\ ,>ÃÃi}> ÃÌ>«>°°° ÓΰÎä ,// -1*,,/° 6>ÀiÌD ä°{ä 1/ Ó° ÛÛ] 1Ã>] ÓääÇ® ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i >Ãà /Û /Î "//° / ," ° /" ΰ -* <// "-" "6 /"° >Ç°Ì £°Óx " ,° ÌÌÕ>ÌD Ó°{ä Ç " ° V° ΰ{ä -7, -6 "-*/° VÕiÌ>À ÌÛ°Ì £{°£x -/ 6/ *,° 6>ÀiÌD £x°£ä /", "6 -*, <° 6>ÀiÌD £È°ää - ,1-° -iÀi £È°xä / 8 79¶ ,/", " -¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä /-/" ° -iÀi Óΰää /-\ - //½ -iÀi ii>Þ /6 £È°Îä 1", ,"° 6>ÀiÌD £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää 5 Èä - " ° 6>ÀiÌD Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° Õð Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀiÌD 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Ragazze senza dote a caccia di mariti Telecomando magico per Sandler ,>{ Campagna inglese, fine ‘700. Una lady cerca facoltosi mariti per le sue figlie senza dote. Un ricco vicino scapolo s’innamora della maggiore (Keira Knightley, foto con Matthew Macfadyen). Orgoglio e pregiudizio Canale 5, ore 21.10 Un telecomando magico consente a Adam Sandler (foto) di cambiare la propria vita. Così potrà gestire lavoro e affetti privati. Funzionerà? Cambia la tua vita con un click Italia1, ore 21.10 Le avventure Floris e il Fisco di cinque buffi alieni conti che non tornano Sul canale 41, le avventure di cinque alieni (Vulcano, Panzerotto, Acciugo Pacciugo, Squizzo e Stereo 1 e 2) catapultati sulla Terra mentre facevano un picnic nello spazio. Space Goofs K2, ore 16.10 Evasori, stipendi alti, rendite immeritate: chi paga il conto? La politica fiscale e il governo Renzi sono al centro del talk condotto da Giovanni Floris. Tra gli ospiti: de Magistris, Orsini, Meloni. Ballarò Rai3, ore 21.05 À>°Ì À>°Ì È°Îä 1- ° ÌÌÕ>ÌD È°xä ,/ ° -iÀi Ç°Îx -/, -° ÌÌÕ>ÌD Ç°{ä ,° -iÀi n°Îä " " , ° -iÀi °Óä 1 ° -iÀi £ä°Îä ° -iÀi ££°£x -/,° -iÀi £Ó°xä -*" /° -iÀi £Î°{ä -/,/ / /-° /iiv £{°Îä " /", 7"° -iÀi £x°Óä äÓ£ä° -iÀi £È°äx -/,° -iÀi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x " " , ° -iÀi £n°Îä ,° -iÀi £°Óä " /", 7"° -iÀi Óä°£x -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä "" " "/ /,"*" *,/° ÀÀÀ® ÓÓ°xx 7" , ° ÌÌÕ>ÌD £x°{x "/,° "«iÀ> £Ç°Îx , 7- ", "° £Ç°{ä 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°Îä -/,6 -° ÕÃV> Óä°Îx *--*,/"1/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£x -,/" -1" " ° À>>ÌV® £Ç°Îä ° °° ° VÕiÌ £°Îä -/,", , -/", ½ /° VÕiÌ Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Ó£°Îä ,- " -/,", ,° VÕiÌ ÓÓ°Îä ",,6 ½ "° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £n°Îä - / ,° /iiÛi> £°£x 1 E ° -iÀi Óä°£ä ,,° -iÀi Ó£°£ä -/° 6>ÀiÌD Ó{°ää /, *-- //"° ÃiÀi À>°Ì £Ç°Îä £Ç°Îx £°{ä Ó£°£x À>°Ì , 7- ", "° 1 -* /° "9-° ",- ° Óΰäx ," 6, -° ä°xä , 7- "//° ä°xx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°{ä / 1 ""° >ÀÌ £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x -1, ,-° /iiv £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx / ,1-° /v Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Îä 1 1 * ° £n°Îx "/" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx "-- /",/\ -° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 1 1" 1-° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä " -*6" --, /° ÌÌ° Óΰäx , - "- -° £Ó°Óä 7E",,° /iiv £Î°{ä " " ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää -/,//" *"<° -iÀi Óä°xä " " ° -iÀi ÓÓ°Îä " - "° ÌÌÕ>ÌD £Ç°{x - ", , 1° 6>ÀiÌD £n°Îx *,"*,/9 7,-° VÕiÌ>À £°Îä , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä /,"9° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää , ° ÌÌÕ>ÌD £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -°"°-° //° ,i>ÌÞ Óΰ£ä / ,° "< -"7° 6>ÀiÌD ä°£ä 7 /,*9° /iiv ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°ää -1 6/ * ",° >ÀÌ £n°Îä **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° £°Îä *,/ ½ -" " ½ ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ½","° Óä°£ä *** *° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°{ä " 6,-" "6° £Ç°Îx 9 ,,° £°Óx /° /iiv Óä°£ä <<,° /iiv Ó£°ää ,/", " , "° ÓÓ°{x 1 *-/" *, , "° ViÌÛ°Ì £Ç°Îä 6 / *"--° 6>ÀiÌD £n°£x 19 E - ° VÕiÌ>À £°£x , 1"° V° Óä°£x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä -/, 1-° 6>ÀiÌD Óΰ£x 6"J À>>ÌV® i`>ÃiÌ°Ì Óä°£x "* -* ° -iÀi Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°££ ", £{° ÓÓ°ä£ / "° ÓÓ°ä{ /"°/° ÓΰÓä 9 9 ,° -iÀi Óΰxä 1" " *"° /> Ã Ü £°ää -° ÌÛÓäää°Ì £°xx -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,- ,/° ,i}i Óä°Îä 1", ", "° ÌÌ° Óä°xx / /° Ó£°Óä " /-- <<1,,° ÓΰÓä **9 9-° Corriere della Sera Martedì 17 Giugno 2014 55 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi La vita segreta di Robin Wright Pippa Sarkissian Lee (Robin Wright, foto), sposata, ha due figli grandi che non stravedono per lei. Piano piano il suo passato riemerge. Quante sono le vere Pippa? The Private Lives of Pippa Lee Sky Cinema 1, ore 21.10 Denzel Washington poliziotto corrotto -Þ i> -«ÀÌ £Î°xx ½1/" *,/", Ûi "ÃV>À «iÀ v `ÀiÌÌ `> ° iÀÌÕVV ViÌÀ>Ì ÃÕ> ÛÌ> ` *Õ9] ½ÕÌ «iÀ>ÌÀi `i> >° -Þ i> >ÃÃVà £{°{ä "1 /,9 -/," *iÀ ÀÛ>ÕÌ>Ài > ÃÕ> >}i > V>Ì>Ìi iÞ >ÌiÀ À}>ââ> Õ ÌÕÀ V > ÕÛ> ÃÌ>À i>Õ ÕÌÌ i ÌÀ> `Õi ÃV««> ½>Ài° -Þ i> *>Ãà £x°£x - /9 >½ vÕiÌÌ `i>Ì `> À> iÀ] > ÛiÀÃi Vi>Ì}À>vV> m `ÀiÌÌ> `> ,° ,`À}Õiâ] V Õ V>ÃÌ «iÌi° -Þ i> >Ý £È°{ä 7"6, ½",/ -Ì>V ` ÛÛiÀi] 7ÛiÀi à ÀÛ}i > Õ «Ài`ÌÀi V i `ÛÀiLLi LiÀ>À `> ` `i½ÀÌ>ÌD° iV ViÀV> ` >««ÀvÌÌ>Ài° -Þ i> £ £Ç°Óä ½"-*/ //-" 1 «ÀviÃÃÀi ÕÛiÀÃÌ>À ÃV«Ài V i ÃÕ >««>ÀÌ>iÌ m ÃÌ>Ì >vvÌÌ>Ì > Õ> V««> ` }À>Ì° /À> À â> Õ½>Vâ>° -Þ i> ÕÌ £n°ää , "6, Ãi}ÕÌ >½££ ÃiÌÌiLÀi] >Ài ° ->`iÀ® > «iÀà > v>}>° ½VÌÀ V ½iÝ V«>} ` ÃVÕ> > ° i>`i® } À`>ÀD ëiÀ>â>° -Þ i> *>Ãà £°£x -,/" 6 /À>Ì > V>Ã> `>> ÃVÕ> Ì>Ài] V >i ÃV«Ài V i > >`Ài ÃÌ> «iÀ ÀëÃ>ÀÃ] > ½Õ >ÃV`i µÕ>VÃ>°°° -Þ i> >Ý Ó£°ää -/ { >Ìà >} "ÃV>À «iÀ À>VVÌ `i> ÀLii ` >VÕ ÃV >Û >vÀV> V«À>Ì `>} ë>}° -Þ i> ÕÌ /1, , º - ,"» / >à m Õ «âÌÌ ÃÌÀ>«>>Ì V i ÀÃÛi V>à ` Õ V` V ½>ÕÌ ` Õ >ÃÌ° -Þ i> >Þ 1 "- - +Õ`V > `« ½«ÀiÃ> ` i> ° ,ÕÃÃi® i V>ÀViÀi ` >ÃÃ> ÃVÕÀiââ> ` iÜ 9À] m VÃÌÀiÌÌ >` >`>Ài > ° ° -Þ i> >Ý **1 / /" -" "t > }Û>i ,Ã>ii ÀiÃVi > VµÕÃÌ>Ài À>}>ââ `i ÃÕ Ã}] ½>ÌÌÀi />` >Ì° ÃÕ Vi}> *iÌi «iÀ¢ ÌiÌ> ` Ãi«>À>À° -Þ i> *>Ãà ӣ°äx *, -" - ** *À> Ài}> ` 7° i] i «> ` 6À}] Õ À>}>ââ V«iÃÃ>Ì `ÛiÌ>Ì À>«>ÌÀi° i`> ÀVV> ` ` L>ÌÌÕÌi i ÃiÌV }i>° -Þ i> >ÃÃVà ӣ°£ä 6/ -,/ - ", > Ã}À> ii > Õ> ÛÌ> Û`>Li > µÕ>` >VViÌÌ> ` Ãi}ÕÀi ÃÕ >ÀÌ i iVÌVÕÌ] Õ> VÕÌD ` «iÃ>Ì] Ûii vÕÀ Õ½>ÌÀ> `>° -Þ i> £ ÓÓ°Îä 1" -" 7iÃÌiÀ «Ù VÃÌà ` ÞÜ`\ n ÃÌ>À] xä >ÌÌÀ] Èxää V«>ÀÃi° ° à ÌÌii] V ° iÃ] Õ> >Ì >} "ÃV>À° -Þ i> >ÃÃVà ÓÓ°xä -/ ÛiÞ ->Ì ° i®] >}iÌi `i> ] Ûii >VVÕÃ>Ì> ` iÃÃiÀi Õ> ë> ÀÕÃÃ> i `iÛi ÃvÕ}}Ài >> V>ÌÌÕÀ>° -Þ i> >Ý ÓÓ°xx ", " +Õ>ÌÌÀ `vviÀiÌ i«Ã` «iÀ À>VVÌ>Ài ` µÕ>Ì Ã> `vvVi >>Àà i½Ì>> ÛiÃÃ>Ì> `>> VÀð -Þ i> £ Óΰ£ä " ", 1"t }>Ì i i *>ÌÀV à `Õi «iÀÃi `>iÌÀ>iÌi ««ÃÌi i ÌiÀ> ½Õ > ÛÃÌ> `i½>ÌÀ] > À v} à Ãi«>À>Lt -Þ i> Ìà ä°Îx / 1½«iÀ>ÌÀVi ÌiivV> À>VV}i ½-"- ` Õ½>`iÃViÌi ÃiµÕiÃÌÀ>Ì> i ÀV ÕÃ> i L>}>}> ` Õ½>ÕÌ° -Þ i> £ ä°xä 1 ,<< *, 1 > vÌ}À>v> i> m ViÀV> `i½>Ài > VÌÀ> `Õi Õ ÌiÀiÃÃ>Ì i â> > vÀiµÕiÌ>À iÌÀ>L° * «iÀ¢°°° -Þ i> *>Ãà ä°xx ½, { " / / ,6 « Õ `iÛ>ÃÌ>Ìi V>Ì>VÃ>] -`] i} i >Þ] Ãi«>À>Ì `>> ÃÕ> v>}>] `ÛÀ> >vvÀÌ>Ài Ì «iÀV «iÀ ÌÀ>Ài ÕÌ° -Þ i> Ìà £{°ää ,19\ ,1-,- /,, /iÃÌ >ÌV -Þ -«ÀÌ Ó £x°ää "\ , , `> Óä£{ -Þ `>i £ £È°ää "\ , *",/"" `> Óä£{ -Þ `>i £ £Ç°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää "\ " , `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ £°äx "/" -"\ /" 1 -*79 ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Óä°Îx "\ ,1**" \ ,- -- " >Ý ` À>â ,>-«ÀÌ £ Ó£°ää "\ ,- -- " `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ ÓÓ°ää "/" -"\ * ½/ `>i ÌVÀÃð vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Óΰää 1"/"\ £§ ", / x£c /Àvi -iÌÌiV ,>-«ÀÌ £ Óΰ{x 9 / E - 9>V Ì E -> Ó{°ää / -\ *," /1, " /Ài /* ` >ÃÌLÕÀi ÕÀëÀÌ "\ ,1-- ", -1 `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Î°ää / /",9 Ý £{°ää / -/, -, ÃiÞ >i £x°ää - -1, * ,> Õ« £È°ää 6/, Vi`i £Ç°ää /1//" ,/" ÃiÞ >i £n°£x /1//" Ý £°£x " 7/ " ÃiÞ >i Óä°£ä / -/, -, ÃiÞ >i Óä°Óx - E / Vi`i / ,1- ,> Õ« Óä°Îä / /",9 Ý Óä°xä - E / Vi`i Ó£°ää ° °°-° "- - Ý Ài ÓÓ°ää /1//" ,/" ÃiÞ >i ," -" Ó £{°Óä ,/ ½- "/ / / -Þ 1 £x°Óx , / ", 1 -Þ 1 £È°Óx -/, 1- -Þ 1 £Ç°äx " /" -*"-t / £Ç°xx - " / -*// -Þ 1 £°äx " 1" " Óä°Óä , ½- 8/ /"* " -Þ 1 Ó£°ää 6-/ -*"- " /," -1" , ÓÓ°ää , ½- 8/ /"* " -Þ 1 ÓÓ°{x /"* -Þ 1 Óΰ{x , 1" -Þ 1 ä°{x ½- / 1- -Þ 1 £°£ä - 1" £n°£x £°äx Óä°ää Óä°{ä £Î°äx "- / " " 1,¶ >Ì> i}À>« V £{°ää *,"*,/9 7,- ÃVÛiÀÞ >i £x°Óx / -*"- 7 9", £È°äx ,"\ /," " 1/ ÃÌÀÞ >i £Ç°Îä -/, -/", ÃVÛiÀÞ -ViVi £n°ää ÃÌÀÞ >i £°äx *,"*,/9 7,- ÃVÛiÀÞ >i £°{x " -1,66",- 9>V Ì E -> Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i Ó£°ää , >Ì> i}À>« V Ó£°Îä " //" ÃVÛiÀÞ >i £È°£Î 1 *, ° /iiv 9 £È°Îä -/, 1 ""*° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°äÓ 1 , // *, 1 //" +1,/"° /Û 9 £Ç°ÓÇ / ° /iiv " £Ç°{ *,- , ,/" ° /v " £Ç°xÇ / / ,° *ÀiÕ i> £n°Óx "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{ä / 7" ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{Î 1 *, ° /iiv 9 £°Î£ -/ /" ° *ÀiÕ i> £°ÎÓ / 6*, ,-° /iiv 9 Nel primo giorno come agente operativo alla narcotici di Los Angeles, Jake Hoyt (Ethan Hawke) viene affiancato ad Alonzo Harris (Denzel Washington, foto insieme), poliziotto pluridecorato ma corrotto. Training Day Cinema Energy, ore 21.15 Russell prigioniero a Los Angeles In una Los Angeles trasformata in un’immensa prigione, il prigioniero Jena Plissken (Kurt Russell, foto) deve recuperare un telecomando capace di rendere inutilizzabile ogni congegno elettronico del pianeta. Fuga da Los Angeles Sky Cinema Max, ore 21 Un ragazzino in Israele per salvarsi i`>ÃiÌ *ÀiÕ L’Operazione Mosè che nel 1984 portò dall’Etiopia in Israele gli ebrei neri, i Falasha. Una madre finge che suo figlio sia ebreo per salvarlo: verrà adottato da una madre israeliana. Vai e vivrai Cinema Emotion, ore 21.15 £{°£x -, " "-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ÎÎ 1 , // *, 1° //" /,<"° /Û 9 £{°{Î -* "° ,ÕLÀV> " £x°ää ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°{£ , /-9° *ÀiÕ ° £x°x£ ,° "1- 6-" ° /iiv " Óä°{x Óä°xä Óä°xx Ó£°äx Ó£°£ä Ó£°£x Ó£°Îx 7 8 1 i`à ,9 Ó - , i`à 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} /" i`à /" Ó ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ /" i`à -/,9 1//9 iÀ>} 1"6 66 /1, */, * i`à "9 // - , Ó ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ 7 8 1 ,> Õ« 1"6 66 /1, */, * i`à £°Îx 1," ",,° /iiv " Óä°ÓÓ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Ó{ 1," ",,° /iiv " Óä°{ä *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x /" ",/1 ° *ÀiÕ i> Ó£°£x "--* ,° /iiv 9 Ó£°£x " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> A fil di rete di Aldo Grasso Banalità ideologiche nel mondo di Glob I mmaginando che «Glob. Diversamente italiani» fosse una trasmissione che si occupa anche di comunicazione, mi apprestavo a trovare parole diversamente critiche per il congedo (Rai3, domenica, ore 23.10). In fondo Enrico Bertolino, pur con i suoi impacci a vestire i panni del conduttore, è uno che ringrazia per i commenti e le critiche (così almeno cinguetta). Poi, però, nell’ultima puntata della stagione arriva Lorella Zanardo con le sue prediche sullo sfruttamento dell’immaVincitori e vinti gine delle donne. Nessuno lo nega, ma mi piacerebbe che gli Didier autori, i collaboratori, le «firDeschamps me» di «Glob» risentissero alla Il calcio batte moviola il discorso della Zanarla soap. do: un cumulo di compiaciute Francia in ovvietà incarnate da una prosocampo nella prima popea senza limiti, come fosse serata di domenica nel la prima a scoprire «il punto di match contro vista della telecamera». Ora, se l’Honduras su Rai1. Gli applicassimo il metodo Zanarspettatori per la do a «Glob» scopriremmo che squadra allenata da anche le apparizioni di Brenda Deschamps sono Lodigiani o di Alice Mangione, 6.499.000, per uno nel momento in cui interpretashare del 26,8% no personaggi di contorno rispetto a Bertolino, mettono in Megan luce l’uso distorto della donna Montaner in tv. Resiste ai Mi chiedo come autori del Mondiali, calibro di Marco Posani, Dario soprattutto Baudini, Luca Bottura, Luca Mograzie all’affezionato narca, Enrico Nocera, Antonio pubblico femminile, la De Luca, Stefano Redaelli posnovela «Il Segreto» sano aver avuto un cedimento (con Megan simile e aver lasciato spazio alle Montaner), ancora banalità ideologiche di una didi salvataggio per versamente competente. Mah! Canale 5: 3.950.000 Grande spazio alla promospettatori, e uno share zione del secondo film di Mirca del 15,8% Viola, Cam Girl, storia di quattro ragazze che si spogliano in cambio di soldi, coperte dall’anonimato della Rete. In realtà, non si è parlato della qualità del film (ma «Glob» non è un programma sulla comunicazione?), bensì del dramma sociale che si cela dietro questo fenomeno: «ragazze della porta accanto» che, in mancanza di reali prospettive economiche, decidono di entrare nelle case dei clienti attraverso una webcam mostrandosi a perfetti sconosciuti diversamente vestite. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°ÓÓ ½1," /,,",<< ½" /° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äÈ "--* ,° /iiv 9 ÓÓ°Î{ -1/-° /iiv " ÓÓ°xÇ / *--,° *ÀiÕ i> ÓÓ°x *½ /1 ° /iiv 9 Óΰäx 7 -/- "- /° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰx{ *,//9 // ,-° /iiv 9 ä°£ ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°Ón <""° - Ü *ÀiÕ i> ä°Îx /"," - / /"° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ä°Î 1/-° *ÀiÕ i> ä°{Ç / ", -° /iiv 9 56 italia: 51575551575557 Martedì 17 Giugno 2014 Corriere della Sera
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