Del 01 Aprile 2014 Estratto da pag. 7 Bibliotecari e collettivi bloccano l'università Sciopero dei dipendenti Coopservice, picchettate le facoltà. Poletti: «Pochi 4 euro l'ora» Portoni «sigillati» in via Zamboni, picchetti davanti agli ingressi di facoltà, biblioteche e aule studio e un'irruzione in rettorato con tanto di biancheria intima appesa e la scritta «ci avete lasciato in mutande». Lo sciopero dei lavoratori Coopservice di Palazzo Paleotti e di altre biblioteche, sostenuti dal sindacato di base Cub e dai collettivi, ha paralizzato il cuore della zona universitaria e oggi si continuerà a oltranza con altri blocchi. La vertenza va avanti da mesi: lo scorso autunno per i tredici dipendenti di Palazzo Paleotti c'è stato un cambio nel contratto di lavoro con il passaggio del servizio a Coopservice. «Abbiamo perso 400 euro in busta paga, da oltre 1.200 a 800 euro mensili, veniamo pagati 4 euro netti l'ora e i nuovi assunti guadagnano anche meno di tre euro» denunciano i lavoratori. Sulla vicenda ieri è intervenuto anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, imolese, già a capo della Lega delle cooperative di cui fa parte Coopservice. «Quattro euro l'ora sono pochi — ha commentato ai microfoni di Radio Città del Capo —. Naturalmente bisogna guardare bene tutti i contratti e le situazioni particolari, ma mi sembra un trattamento economico basso». È il trattamento degli addetti ai servizi fiduciari secondo l'ultimo contratto della vigilanza firmato da Cgil e Cisl. Più in generale il ministro ha spiegato che sta lavorando sul salario minimo legale: «L'Italia ha è uno dei pochi Paesi che non ce l'ha e quindi non ha una base minima alla quale ci si deve riferire. È stata lasciata piena e totale autonomia alle parti nelle definizioni dei contratti». Nelle scorse settimane, dopo le prime proteste della Flaica-Cub, Coopservice aveva concesso un aumento dei salari di 80 centesimi lordi l'ora (circa 128 euro lordi al mese), per risolvere una situazione che lo stesso prorettore al patrimonio Emilio Ferrari aveva definito «inaccettabile»: a firmare l'accordo però erano state solo Cgil e Cisl, e non la Cub che dichiara di rappresentare la maggioranza dei lavoratori coinvolti. Il rettore Ivano Dionigi sta seguendo la questione in prima persona e nei giorni scorsi non ha risparmiato critiche a Coopservice, ricordando che l'ateneo per Palazzo Paleotti sostiene gli stessi oneri dell'appalto precedente, parametrato a un costo orario tra i 15 e i 17,5 euro. Sugli aumenti concessi dalla cooperativa aveva precisato che «continuano a lasciare insoddisfatti i lavoratori e l'Università» e aveva promesso di interpellare i ministeri competenti. Ieri ha proposto un incontro con un piccola rappresentanza dei lavoratori con la condizione di terminare i blocchi, ma i manifestanti hanno detto no. Il black out amministrativo e didattico di ieri era stato promesso dal Cua e da Hobo, i due collettivi che vogliono portare nel mondo accademico «le lotte contro le cooperative dei facchini della logistica, come alla Granarolo». Al grido di «fuori le coop dall'università», hanno bloccato i portoni delle biblioteche e delle facoltà di via Zamboni, di Palazzo Paleotti e delle aule in via Centotrecento e via Belmeloro. «Ha aderito il 90% dei lavoratori» esulta la Cub, anche se dall'Alma Mater chiariscono che molti non hanno potuto lavorare a causa dello stop forzato. Ai manifestanti è arrivata la solidarietà di Sel, mentre il responsabile di Student Office (sigla vicina a Comunione e Liberazione) e presidente del Consiglio degli studenti, Mattia Mazzacurati chiede di «garantire l'attività didattica e che questa legittima protesta non venga strumentalizzata da frange estremiste». Mauro Giordano
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