Tempio – Duomo - Ristorante il Rudere

La basilica minore dei SS. Procolo e Gennaro è la cattedrale della diocesi di
Pozzuoli e il duomo della città omonima.
Questo edificio, situato sulla sommità del Rione
Terra, testimonia l'interminabile successione tra
periodi di stabilità e improvvisi, radicali
sconvolgimenti, infatti, a causa delle molteplici
"distruzioni e ricostruzioni" subìte, racchiude in sé
una perfetta sintesi della storia di Pozzuoli, dalla
sua fondazione fino ad oggi.
Questo complesso è di epoca molto antica e sorse
probabilmente in epoca greca o sannitica come
Capitolium della città. Fu radicalmente ristrutturato
in età repubblicana sino ad essere completemente
riedificato in età augustea dal ricco mercante Lucio
Calpurnio in onore dell'imperatore Ottaviano
Augusto, come riferisce un’iscrizione con dedica:
L. Calpurnius L.f. templum Aug. cum ornamentis
d.s.f. (Lucio Calpurnio, figlio di Lucio, dedicò a sue
spese questo tempio ed il suo arredo ad Augusto),
e fu costruito dall'architetto Lucio Cocceio Aucto
sui resti di un precedente tempio di età repubblicana risalente al 194 a.C., già restaurato da Silla nel 78 a.C. Si
presentava come un tempio pseudoperiptero esastilo, con nove colonne scanalate sui lati lunghi, di ordine
corinzio con due rampe laterali ascendenti al basamento del pronao. La cella era di forma quadrata e fu
costruita con blocchi di marmo bianco, connessi tra loro senza l'impiego di malta. In questa maniera fu
realizzato anche il resto dell'edificio.
Tra la fine del V e gli inizi del VI secolo i puteolani decisero di dedicare, come chiesa, questo edificio di età
augustea al loro santo patrono Procolo. Nel 1538 subì gravi danni a séguito dello sprofondamento di Tripergole
e della conseguente nascita del Monte Nuovo. Il vescovo Gian Matteo Castaldo lo restaurò, e per far fronte alla
spesa occorrente, ottenne dal ponteficePaolo III, con un decreto del 16 giugno 1544, la facoltà di vendere i beni
stabili della mensa vescovile fino al prezzo di 200 ducati d'oro.
Nel 1636 il vescovo Martín de León y Cárdenas, in conformità ai dettami della controriforma, diede avvio alla
ricostruzione del duomo, che terminò nel 1647. Questo intervento fu progettato dall'architetto Bartolomeo
Picchiatti con la consulenza artistica di Cosimo Fanzago. Dopo aver sfondato la parete nord del tempio romano,
fu realizzato un nuovo coro e messo in collegamento con la coeva sala Capitolare, che oggi si presenta
ricoperta da affreschi raffiguranti tutti i vescovi di Pozzuoli fino al 1732. Inoltre, nel 1633, fu costruito un
nuovo campanile, (demolito nel 1968, dal quale sono state recuperate tre delle sue quattro antiche campane).
All'interno del duomo fu realizzata una cappella adibita al culto dell'Eucarestia sormontata, all'esterno, da
una cupolamaiolicata e decorata internamente con marmi e, nei pennacchi della cupola, con la raffigurazione,
ad affresco, dei quattro evangelisti, che, malgrado i recenti restauri, si presentano deteriorati. In origine
presentava un altare in marmi policromi e un ciborio riccamente decorato con lapislazzuli e altre pietre dure dei
quali si sono perse le notizie da molto tempo.
Anche il resto del duomo fu arricchito dal de León con splendidi quadri di noti artisti dell'epoca, tra i quali si
ricorda, innanzitutto, Artemisia Gentileschi, autrice delle tre tele San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli, Santi
Procolo e Nicea,Adorazione dei Magi. Questo fa della Cattedrale di Pozzuoli non solo una tappa fondamentale
per chi voglia conoscere ed apprezzare la produzione artistica della grande pittrice, ma anche un raro esempio
di luogo sacro cristiano ampiamente decorato (con un totale di circa 18 metri quadrati di tela) da un'artista
femminile.
Si aggiungono al notevole patrimonio della chiesa importanti tele di Giovanni Lanfranco, Cesare
Fracanzano, Francesco Fracanzano, Agostino Beltrano, Onofrio Giannone, Massimo Stanzione e Paolo
Finoglio (San Pietro consacra vescovosant'Aspreno).
Nel 1817 venne annessa al duomo la stessa cappella del SS.Corpo di Cristo. Essa fu edificata nel 1354 con il
nome di San Giacomo degli Apostoli dal principe Luigi di Taranto, marito della regina Giovanna I. L'edificio fu
donato nel 1363 al capitolo dei canonici di Pozzuoli. Nel 1500, forse per distinguerla dall'altra chiesa intitolata a
San Giacomo presente nel territorio della diocesi puteolana (l'attuale chiesa di Santa Maria della Consolazione)
fu chiamata San Giacomo Reale. Assunse l'attuale titolo intorno al 1587. A séguito dei recenti restauri, ha
riassunto la sua iniziale autonomia rispetto al complesso del duomo e ha riottenuto la sua originaria funzione di
chiesa.
Il vescovo Michele Zezza di Zapponeta, in seguito, mise in collegamento l'ex chiesa della SS Trinità, risalente
al XII secolo e ridotta, a causa di varii crolli e rifacimenti, ad una piccola cappella,con la cappella del SS.Corpo
di Cristo mediante un'apertura a destra dell' altare, adibendola a ufficio parrocchiale.
Il duomo invece, dichiarato monumento nazionale con regio decreto del 21 novembre 1940, divenne basilica
minore pontificia con bolla di Pio XII del 25 novembre 1959.
La navata centrale della Cattedrale venne completamente distrutta da un incendio, nella notte tra il 16 e il 17
maggio 1964, divampato dall'altissimo tetto in legno che copriva la sopraelevata volta in incannucciato,così
intenso da sviluppare un calore tale da calcinare anche i muri di pietra e i marmi antichi.La notizia ,diffusa in
tutto il mondo il giorno seguente, provocò allarme e sollecite reazioni, tra le quali l'immediato trasferimento delle
tele salvate, provenienti per la maggior parte dal coro, in alcuni musei di Napoli come quello di Capodimonte e
quello di San Martino.Da allora, la chiesa di Santa Maria della Consolazione svolse le funzioni di Cattedrale e
dal 1995 la moderna chiesa di San Paolo, nel quartiere di Monterusciello, quelle di concattedrale.
Il Rione Terra, entro il quale sorge la cattedrale puteolana, fu sgomberato nel 1970 per i danni subiti a seguito
di una crisi bradisismica, sebbene lo sgombero fosse richiesto anche per le pessime condizioni igieniche che vi
albergavano.Rimase solo il Vescovo per salvaguardare lo svolgimento dei lavori di restauro, iniziati nel 1968 e
guidati dal noto museografo Ezio De Felice, ma gli intoppi burocratici e le difficoltà di reperimento dei
finanziamenti, ritardarono enormemente l'esecuzione, portando, il 10 maggio 1979,alla definitiva interruzione
delle opere.Il terremoto del 23 novembre 1980, con il forzato allontanamento del Vescovo, e l'accentuazione del
bradisismo del 1983-84 poi, determinarono il totale abbandono del monumento, che fu sottoposto ad atti
vandalici e saccheggi. I lavori ripresero nel 1994, dopo una interruzione di circa due anni, grazie alla
costituzione di un consorzio, denominato "Rione Terra". Infine, nel luglio 2003, la Regione Campania bandì un
Concorso internazionale di progettazione[1] per il Restauro del monumento, vinto dal progetto del gruppo
guidato dall'architetto Marco Dezzi Bardeschi.
Oggi, a seguito dei restauri non ancora ultimati che prevedono ancora la costruzione di un nuovo campanile, la
cattedrale si presenta come l'unione di due realtà apparentemente opposte: il tempio classico e la chiesa tardo
barocca, da qui l'identificazione del monumento con il nome di "Tempio - Duomo".
L'ingresso avviene attraverso i resti della facciata e delle prime due cappelle della cattedrale barocca, il cui
insieme oggi si presenta come un nartece scoperto che precede la nuova facciata in cristallo strutturale sulla
quale sono state rappresentate in serigrafia le colonne frontali del pronao andate distrutte.
La cattedrale presenta un'unica navata, allestita nella cella e nel pronao, i cui intercolunni laterali sono stati
richiusi con alte pareti in cristallo strutturale, dell'antico Tempio romano; è stato riportato il pavimento del
Tempio alla sua quota originaria ed è stato scavato al suo interno il piano dello stilobate realizzando un piano
inclinato (con le panche) di raccordo con lo spazio del presbiterio posto ad una quota più bassa, in modo da
valorizzare il percorso archeologico sottostante, nel quale sono conservati i resti del Podio di età repubblicana
identificato con il Capitolium della colonia romana del 194 a.C.
Nel presbiterio è stato allestito un nuovo altare rivolto verso i fedeli, una sede posta in luogo dell'antico altare
maggiore, andato perduto e un ambone artistico in marmo, nel coro invece sono stati recuperati gli affreschi
dell'inizio del XX secolo e sono state ricollocate le 13 tele barocche rimosse dopo l'incendio.
L'antica Sagrestia e la cappella del SS. Sacramento, nella quale è stato costruito un nuovo altare per la
custodia del SS. Sacramento e sono state ricollocate alcune delle tele presenti prima della chiusura della
cattedrale, hanno riassunto le loro destinazioni d'origine.
Riaperto al culto l'11 maggio 2014, c’è la possibilità di ammirarlo negli orari
di seguito indicati.
Sabato:
orario estivo
aperto dalle ore 09.30 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19.00,
con celebrazione della Messa in Cattedrale alle ore 19.00;
orario invernale
dalle ore 09.30 alle 13.00 e dalle ore 15.30 alle 17.45,
con celebrazione Messa nella Cattedrale alle ore 18.00.
Domenica:
orario estivo ed invernale
dalle ore 09.30 alle 12.00 e dalle 16:00 alle 21:00
con celebrazione eucaristica ore 12.00.
Per chi volesse invece ricorrere alle visite guidate dell'associazione Nemea, organizzate con un
itinerario base alle 10:00 e alle 17:00 del sabato e alle 9:30 e alle 17:30 della domenica, può
prenotarsi al numero verde 800144716 o inviando una mail all'indirizzo [email protected]