METODO SPEDITIVO PER IL RILIEVO GEOSTRUTTURALE NON A CONTATTO IN SOTTERRANEO Gessica Umili Università degli Studi di Torino [email protected] Anna Maria Ferrero Università degli Studi di Torino [email protected] Maria Rita Migliazza Università degli Studi di Milano [email protected] Sommario Il presente articolo descrive le fasi operative di un metodo speditivo per il rilievo geostrutturale non a contatto in sotterraneo. La procedura prevede nella prima fase l’acquisizione di una terna di immagini digitali del fronte di scavo per la generazione del Modello Digitale di Superficie (DSM). Successivamente, mediante il codice di calcolo Rockscan, viene effettuato il rilievo delle giaciture dei piani di discontinuità e delle relative spaziature sulle immagini associate al DSM; infine con il codice di calcolo CurvaTool si opera sul solo DSM l’identificazione semi-automatica delle tracce di discontinuità. L’obiettivo del metodo proposto è quello di ridurre la tempistica necessaria per l’acquisizione delle informazioni di tipo geometrico direttamente al fronte di scavo, sostituendo così la tecnica di rilievo tradizionale mediante bussola e bindella; tale riduzione dei tempi consentirebbe all’operatore che accede al fronte di disporre di maggior tempo per l’acquisizione di tutti quei parametri che invece non possono essere desunti dal DSM, quali ad esempio apertura, riempimento, resistenza di parete, rugosità e venute d’acqua. L’articolo mostra un caso studio in cui il metodo descritto è stato applicato. 1. Introduzione Gli ammassi rocciosi sono mezzi discontinui formati da blocchi di roccia delimitati da discontinuità; caratteristiche delle discontinuità quali giacitura, spaziatura, persistenza, scabrezza, apertura e riempimento contribuiscono a determinare la qualità dell’ammasso roccioso e pertanto vanno accuratamente valutate. In passato il rilievo di tali caratteristiche avveniva solo a contatto con l’affioramento: tale metodo “tradizionale” risultava però poco efficiente in termini di tempistiche e affidabilità statistica del campione di dati ottenuti, oltre che di sicurezza per gli addetti al rilievo. L’avanzamento tecnologico in termini di fotogrammetria digitale e laser scanner ha permesso di elaborare metodi di rilievo delle caratteristiche geometriche delle discontinuità di tipo “non a contatto”, ossia senza necessità di accedere alla parete di roccia. Infatti mediante queste tecniche è possibile ottenere un DSM (Digital Surface Model) della parete in oggetto e, con opportuni codici di calcolo, effettuare misurazioni di giacitura e spaziatura delle discontinuità sul modello digitale stesso (Ferrero et al., 2009, Gigli e Casagli, 2011; Lato e Vöge, 2012) oltre che individuare in modo semiautomatico le tracce di discontinuità (Umili et al., 2013). L’avere a disposizione il modello digitale Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio della parete permette di lavorare sull’oggetto senza limitazioni di tempo, potendo eseguire nuove misure ed elaborazioni ogni qualvolta sia necessario. La metodologia non a contatto permette di risolvere i problemi connessi all’accessibilità, fornendo una descrizione completa della morfologia della parete; essa risulta inoltre adeguata dal punto di vista della sicurezza. Il metodo qui presentato è finalizzato al rilievo geostrutturale speditivo in sotterraneo, in particolare su fronte di galleria: esso si articola in varie fasi, che vanno dalla creazione del DSM del fronte, attraverso l’utilizzo del codice commerciale Agisoft PhotoScan, al rilievo delle giaciture e spaziature delle discontinuità presenti mediante il codice di calcolo RockScan (Ferrero et al., 2009), per passare infine all’identificazione semi-automatica delle tracce di discontinuità mediante il codice di calcolo CurvaTool (Umili et al., 2013). 2. Descrizione del metodo Di seguito vengono illustrate le fasi del metodo speditivo per il rilievo geostrutturale non a contatto in sotterraneo. 2.1 Acquisizione della terna di immagini L’attrezzatura necessaria si compone di: - fotocamera ad alta risoluzione precedentemente calibrata; - cavalletto con supporto per fotocamera; - stadia con possibilità di messa in bolla e con due punti ben identificabili di cui sia possibile misurare con buona precisione la distanza. Sul fronte di scavo deve essere operato il disgaggio di eventuali blocchi instabili, devono essere rimossi per quanto possibile i residui dello scavo e si deve attendere che le polveri in sospensione si depositino, almeno parzialmente. Il fronte deve essere illuminato sufficientemente e in modo omogeneo. La stadia, di misura nota, deve essere posizionata centralmente davanti al fronte e messa in bolla in modo da essere perfettamente verticale: così facendo essa materializza l’asse verticale e permette la messa in scala del modello. Successivamente occorre impostare adeguatamente la fotocamera (ad es. tempi di esposizione lunghi per avere maggiore profondità di campo) e fissarla al cavalletto; il sistema fotocamera-cavalletto deve essere posto ad un’adeguata distanza dal fronte, in modo da inquadrare completamente il fronte, senza però che esso risulti troppo piccolo rispetto alle dimensioni dell’immagine. Lo schema di presa prevede che venga scattata una terna di immagini, ponendosi a sinistra, centralmente e a destra rispetto alla posizione della stadia (Fig.1). Per quanto riguarda le tempistiche di acquisizione dei fotogrammi, si tratta di circa 5 minuti effettivi, a cui devono essere sommati circa 5-10 minuti per il posizionamento dei dispositivi di illuminazione del fronte. Tale durata può variare di alcuni minuti in funzione delle condizioni in cui ci si trova, ad esempio scarsa luminosità (quindi riposizionamento dei fari) o presenza di polveri (che costringe ad attendere qualche minuto in più prima degli scatti). In ogni caso il tempo necessario rientra nelle tempistiche di cantiere: considerando che il geologo dispone in genere di un tempo di accesso medio al fronte di 15 minuti, durante i quali deve valutare globalmente tutte le caratteristiche delle discontinuità, la possibilità di disporre di immagini su cui effettuare in tempi successivi le elaborazioni di carattere geometrico consente di ottimizzare i tempi, concentrando l’attenzione sulle restanti caratteristiche dei giunti (scabrezza, apertura e riempimento). 2.2 Generazione del DSM A partire dalla terna di immagini scattate secondo lo schema in Fig. 1 si procede alla creazione della nuvola densa di punti (gli autori utilizzano ad esempio il software commerciale Agisoft PhotoScan). Umili G., Ferrero A.M., Migliazza M.R. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Occorre in questo passaggio inserire i dati di calibrazione del sistema camera-obiettivo; inoltre è necessario assegnare opportune coordinate ai due punti di riferimento sulla stadia: ad esempio, nota la distanza L tra i due punti, si assegnano al punto inferiore le coordinate (0,0,0), mentre a quello superiore le coordinate (0,0,L), in modo da fissare origine, asse verticale e scala del modello. Mediante triangolazione della nuvola di punti si ottiene infine il DSM del fronte. Fig 1. Schema delle posizioni di scatto della terna di immagini: sinistra (1), centro (2) e destra (3); la stadia, di dimensioni note, permette di fissare l’asse verticale e mettere in scala il DSM. 2.3 Rilievo di orientazione e spaziatura delle discontinuità Il rilievo geostrutturale delle discontinuità viene effettuato attraverso l’utilizzo del software Rockscan (Ferrero et al., 2009), sviluppato presso l’Università di Parma, che permette l’identificazione automatica dell’orientazione e della posizione di superfici di discontinuità opportunamente selezionate. Riferendoci all’applicazione qui descritta, i dati di input assegnati a Rockscan sono il DSM e la terna di immagini con i relativi parametri di orientamento interno ed esterno. Operativamente il software “sovrappone” opportunamente le immagini al DSM rappresentante la geometria del fronte, ossia le orienta in modo da ricreare la reale geometria di presa rispetto al fronte. In questo modo le immagini fungono da supporto per il riconoscimento visivo delle discontinuità presenti: selezionare, direttamente sulle immagini, porzioni di superficie più o meno estese appartenenti a piani di discontinuità corrisponde, in realtà, alla selezione della relativa porzione di DSM e, quindi, di un certo numero di punti di coordinate 3D note. Rockscan permette all’utente, una volta eseguita la selezione dell’area, di decidere se stimare l’equazione di un singolo piano medio della nuvola di punti selezionata o se, viceversa, determinare automaticamente i piani contenuti nella superficie selezionata, definendo valori soglia di precisione con cui identificare i punti appartenenti ad un medesimo piano. Dall’equazione di ogni piano così determinato è possibile ottenere l’orientazione (dip e dip direction), nonché le coordinate del punto baricentrico, rispetto al sistema di riferimento del DSM. Se le coordinate dei punti del DSM sono espresse rispetto ad un sistema di riferimento geografico assoluto, i dati di giacitura dei piani sono già quelli corretti; in caso contrario, possono essere corretti mediante una semplice rotazione (l’asse verticale materializzato mediante la stadia garantisce la fattibilità di questa operazione). Al fine di effettuare un rilievo geostrutturale realmente rappresentativo del fronte, l’utente deve scegliere la foto su cui operare l’identificazione dei piani di Umili G., Ferrero A.M., Migliazza M.R. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio una certa famiglia in relazione all’immersione dei piani stessi: in questo modo sarà più agevole ed efficace il riconoscimento. Rockscan consente di individuare un vasto numero di piani in breve tempo, garantendo al contempo una base statistica più ampia rispetto a quella possibile con un rilievo strutturale tradizionale condotto lungo alcuni stendimenti in parete. 2.4 Rilievo delle tracce di discontinuità L’identificazione semi-automatica delle tracce di discontinuità viene effettuata mediante il codice di calcolo CurvaTool (Umili et al., 2013): il metodo implementato in tale codice si basa sull’ipotesi che una traccia sia geometricamente identificabile come uno spigolo della superficie del DSM di una parete rocciosa. Tale ipotesi può considerarsi generalmente valida negli affioramenti naturali; su pareti scavate con esplosivo la validità di tale ipotesi può ridursi parzialmente, ma in generale il distacco di blocchi avviene lungo superfici preesistenti di debolezza. Nel caso invece di scavo mediante mezzi meccanici la validità dell’ipotesi si riduce drasticamente, a causa del fatto che gli utensili creano sulla superficie intagli più o meno regolari non riconducibili a discontinuità. La qualità del DSM del fronte di scavo, valutata in termini di densità ed accuratezza dei punti che lo compongono e di completezza della superficie, gioca un ruolo fondamentale nelle operazioni che costituiscono il metodo presentato, poiché il DSM rappresenta il solo dato di input su cui lavorano gli algoritmi di ricerca degli spigoli (Umili, 2012). Questa procedura, interamente di tipo geometrico, consente di eliminare l’influenza dei colori e gli errori di valutazione dell’operatore, che in genere caratterizzano la mappatura delle tracce su immagini. Fig 2. Posizioni di scatto rispetto al fronte di scavo e DSM ottenuto dalla terna di immagini mediante Agisoft PhotoSca, [http://www.agisoft.ru]. Umili G., Ferrero A.M., Migliazza M.R. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio 3. Esempio di applicazione Il fronte scelto come caso studio appartiene alla galleria denominata finestra Val Lemme del cantiere Terzo Valico dei Giovi, che fa parte del progetto AV/AC Genova-Milano. La formazione attraversata, secondo la denominazione corrente è "Argilloscisti di Murta" (ex Argilliti a Palombini del Passo della Bocchetta). Il metodo di scavo utilizzato è l’esplosivo e nel tratto in esame si procede senza preconsolidamenti. Lo schema delle posizioni di scatto rispetto al fronte di scavo e il DSM ottenuto dalla terna di immagini sono riportati in Fig. 2, mentre in Fig. 3 sono riportati i risultati ottenuti dal rilievo dei piani di discontinuità mediante Rockscan e lo stereogramma riassuntivo delle orientazioni medie delle famiglie identificate. In Fig. 4 sono riportati i risultati ottenuti dal rilievo delle spaziature mediante Rockscan, il relativo istogramma di frequenza e le frequenze attese nel caso si adatti al campione un distribuzione statistica di tipo Gamma. Fig 3. Dati di orientazione dei piani rilevati mediante Rockscan e stereogramma riassuntivo delle giaciture. 90% 80% frequenza campionaria frequenza 70% 60% frequenza teorica attesa distribuzione Gamma 50% 40% 30% 20% 10% 0% 0.4 1.1 1.8 2.5 3.2 spaziatura [m] 3.9 Fig 4. Dati di spaziatura rilevati mediante Rockscan e relativo istogramma di frequenza. In Fig. 5 sono mostrati i risultati dell’estrazione semi-automatica delle tracce sul DSM del fronte: i dettagli mostrano come l’analisi sia di tipo tridimensionale e permetta valutazioni più complete rispetto alle sole immagini del fronte. Infine, in Fig. 6 è riportato l’istogramma di frequenza delle lunghezze di traccia e le frequenze attese nel caso si adatti al campione un distribuzione statistica di tipo Gamma. Umili G., Ferrero A.M., Migliazza M.R. Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2014 - IARG 2014 Chieti e Pescara, 14-15-16 luglio Fig. 5. Tracce di discontinuità estratte in modo semi-automatico mediante il software CurvaTool. 70% frequenza campionaria frequenza 60% 50% 40% frequenza teorica attesa distribuzione Gamma 30% 20% 10% 0% 0.5 1.1 1.7 2.3 2.9 3.5 lunghezza di traccia [m] Fig. 6. Istogramma di frequenza delle lunghezze di traccia. 4. Conclusioni Le problematiche affrontate in questo lavoro si possono ricondurre a due categorie principali: da un lato la definizione di un metodo di acquisizione rapido, ma efficace e completo, del DSM di fronti di scavo e dall’altro la semi-automatizzazione del rilievo di orientazione e spaziatura dei piani e delle lunghezze delle tracce di discontinuità. Il metodo proposto consente di ridurre ed ottimizzare i tempi effettivi di accesso del geologo di cantiere al fronte di scavo, demandando alle fasi di postprocessamento dati su calcolatore il rilievo delle caratteristiche geometriche delle discontinuità (orientazione, spaziatura, lunghezze di traccia). Bibliografia Ferrero, A.M., Forlani, G., Roncella, R., Voyat, H.I. 2009. Advanced Geostructural Survey Methods Applied to Rock Mass Characterization. Rock Mech Rock Eng 42: 631–665. Gigli, G., & Casagli, N. 2011. Semi-automatic extraction of rock mass structural data from high resolution LIDAR point clouds. International Journal of Rock Mechanics and Mining Sciences 48(2): 187-198 Lato, M.J., & Vöge, M. 2012.Automated mapping of rock discontinuities in3D lidar and photogrammetry models. Inter-national Journal of Rock Mechanics and Mining Sciences 54: 150-158. Umili, G. 2012. Ricostruzione automatica delle linee di rottura nei Modelli Digitali di Superficie con applicazioni in ambito geotecnico e architettonico. Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Parma, 127 pp. Umili, G., Ferrero, A.M., Einstein, H.H. 2013. A new method for automatic discontinuity traces sampling on rock mass 3D model. Computers & Geosciences 51:182–192. Umili G., Ferrero A.M., Migliazza M.R.
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