IN RICORDO DI DON STENO SANTI ( rivista diocesana di novembre) Domenica 5 Ottobre nel Duomo di Tuscania si è celebrata una Santa Messa nel decimo anniversario della nascita al cielo di Don Steno Santi. Don Steno Santi nacque a Tuscania il 21 novembre 1927. Ordinato Sacerdote il 26 giugno 1950 fu vicerettore nel Seminario Interdiocesano, viceparroco di S. Angelo in Spatha e successivamente Direttore Spirituale nel Seminario interdiocesano insegnando anche Religione alle scuole superiori. Durante l’anno scolastico del 1971-1972 fu Rettore del Seminario e nell’Aprile 1976 fu nominato primo Parroco del Sacro Cuore dove portò avanti il suo ministero sacerdotale fino al 1984 quando fu trasferito alla Parrocchia di S. Giacomo dove svolse un intensa attività pastorale per un ventennio. Egli ricoprì anche diversi incarichi a livello diocesano come Vicario Episcopale per i Religiosi, Direttore dell’Ufficio Catechistico e Assistente Diocesano per la Gioventù di Azione Cattolica. Don Steno morì il 4 ottobre 2004 all’età di 77 anni nell’ospedale civile di Narni. La Messa, celebrata da D. Pino Scarito ha raccolto intorno all’altare le numerose persone che lo avevano conosciuto e che han avuto modo di apprezzare la sua profondità spirituale nella predicazione e nella direzione spirituale riflesso della sua vita interiore vissuta sempre “cuore a cuore” con Dio. Nell’Omelia D. Pino ha sottolineato tre delle caratteristiche principali di D. Steno : Il sorriso segno della sua accoglienza verso gli altri, la sua capacità di ascolto e soprattutto la capacità di consolare le persone che si rivolgevano a lui. Al termine della Santa Messa il Prof. Valerio Puri ha voluto ricordare ai presenti che “l’operato di Don Steno è un messaggio universale che ha voluto trasmettere a noi tutti. E a noi, suoi eredi, interessa soprattutto questo. Interessa la sua testimonianza, le sue parole, semplici e allo stesso tempo erudite, calde e convincenti. Parole che infondono serenità e fiducia”. Dopo la Messa, alcuni dei fedeli presenti si sono poi recati al cimitero per un momento di preghiera al cimitero di Tuscania davanti alla sua tomba dove è stata deposto un omaggio floreale .“Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita (cfr Ap 7,9; 13,8), hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani”(Cit Benedetto XVI) Durante l’Anno della Fede Benedetto XVI ci invitò a riprendere in mano la nostra storia di fede personale e comunitaria, antica e recente, riscoprendo gli “uomini e donne di tutte le età” che han vissuto nella nostra terra offrendo una particolare testimonianza di vita cristiana, e ci esortò a proporli come modello. Don Steno è tra i tanti Sacerdoti della Diocesi di Viterbo che han offerto la loro vita per la salvezza del gregge ed è giusto ricordarlo e riprendere l’insegnamento che possiamo trarre dalla sua vita e l’insegnamento maggiore forse lo possiamo trarre dagli ultimi anni. Egli nella sofferenza trovò “quasi una nuova misura di tutta la propria vita e della propria vocazione.” (cit. Enciclica Salvifici Doloris ) e questa sofferenza e debolezza ci ricorda ad ognuno di noi che egli fu come il seme gettato nella terra dove la “debolezza del seme è la forza, lo spezzarsi è la sua potenza”, che morendo porta buoni frutti e che il seme da lui gettato durante il suo ministero sacerdotale è germogliato e cresciuto perché lo ha fatto crescere l’amore di Dio nelle persone che sono state a contatto con lui. Un altro insegnamento che, a distanza di dieci anni dalla sua scomparsa arriva fino a noi lo possiamo trarre dalle schede che egli stesso preparò per la Caritas Diocesana di Viterbo. Egli in quelle schede (che forse possono essere considerate il suo testamento spirituale) e nell’intera sua vita ci ha insegnato che “la strada migliore di tutte “, cioè la carità verso Dio e verso il prossimo, è la strada che il cristiano deve sempre percorrere durante tutta la vita e che la sofferenza fisica o spirituale dà pienezza alla vita che viene donata a Dio e ai fratelli.
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