Peste Europea - Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni

La peste europea
Malattia denunciabile di natura batterica (RPV DPR 320/54)
Colpisce la covata delle api
Buona resistenza da parte di Apis mellifera ligustica
Eziologia
La peste europea è una malattia della covata causata da un agente microbico
spesso associato ad altri batteri , specifici od occasionali.
Agente specifico:
Melissococcus plutonius
(Anaerobio obbligato)
Si associano ad esso: Paenibacillus alvei, ed Enterococcus faecalis
la loro presenza e la forte quantità (spt. del P. alvei e dell’E. faecalis) possono
essere considerati indici di peste europea; aggravano la sintomatologia del M.
plutonius
Ma possono anche essere presenti:
Bacillus laterosporus ed Achromobacter eurydicae
PATOGENESI
Sono colpite le larve al primo stadio di sviluppo nei primi 4
giorni di vita.
L’infezione avviene per via orale e si localizza a livello
intestinale.
La larva muore prima che la celletta venga opercolata; in casi
gravi può manifestarsi anche in cellette opercolate.
MODALITA’ DI PROPAGAZIONE
le api possono infettarsi durante la normale attività
di bottinazione, ma soprattutto mediante il
saccheggio, con i fuchi, o con il polline (Achromobacter
eurydicae).
l’apicoltore può infettare gli apiari con l’utilizzo di
favi infetti
utilizzando, senza precauzioni o
controlli, materiale apistico o miele provenienti da
alveari ammalati. Acquisto di famiglie infette.
MALATTIA STAGIONALE
Compare solitamente in primavera/inizio estate
quando la covata è nel periodo di maggiore
sviluppo.
E’ caratterizzata da un andamento benigno con
tendenza a regredire ed a guarire spontaneamente
con la stagione di raccolta e l’aumento del numero
delle operaie.
Esiste infatti una resistenza genetica dell’ape
italiana a tale patologia.
SINTOMATOLOGIA
L’andamento è variabile ed incostante, vista la serie di fattori che ne
condizionano il decorso e lo sviluppo. Spesso passa inosservata. Vi è uno
spopolamento delle famiglie che possono anche arrivare a morte.
Spesso è sottovalutata.
Morte larvale in celletta aperta. Le larve colpite, si contorcono e si allungano
ripiegandosi a ponte con il dorso o le estremità rivolte verso l’apertura. Nei casi
in cui vengano colpite larve opercolate, gli opercoli si presenteranno scuri,
depressi e forati.
L’odore: covata acida (aperta) dovuta a Melissococcus plutonius; covata putrida
(chiusa) dovuta principalmente al Paenibacillus alvei ed allo Enterococcus
faecalis in cui la larva è liquefatta , di odore sgradevole e comunque mai
filamentosa.
Il colore delle larve va dal bianco opaco per poi passare al giallastro ed infine al
bruno.
Morte
Decomposizione
Scaglie secche
La malattia colpisce principalmente la covata
non opercolata provocando la morte delle larve 1-2 giorni
prima che vengano opercolate
L’identificazione della malattia tramite la
sola osservazione dei segni clinici sul campo
non è attendibile in quanto altre cause
possono concorrere alla morte delle larve
Le larve colpite all’inizio si presentano di colore bianco opaco
Contorte , incurvate con il
dorso verso l’apertura
dalla celletta,
appiattite contro il fondo
della celletta
Successivamente le larve assumeranno
un colore in giallo,
fino al bruno più o meno scuro
DIAGNOSI IN APIARIO
1. Striscio su vetrino di larva
(contenuto interno)
da inviare al laboratorio per
le colorazioni
2. Test kit EFB
Osservazione e
prelievo della covata
malata
Test EFB (Vita Europe)
utilizzare 2-3 larve per Kit
Diagnosi di laboratorio
KIT RAPIDO PER LA DIAGNOSI
(IMMUNOMIGRAZIONE)
E’ un esame rapido
che permette già in campo
di verificare la presenza dell’infezione batterica
nella famiglia di api osservata
Osservazione microscopica del contenuto intestinale
Si prepara una sospensione acquosa del contenuto intestinale da larve malate
Il contenuto intestinale, in caso di malattia,
appare di colore bianco gesso a causa della presenza di ammassi batterici.
In assenza di malattia è di colore bruno-dorato.
Si pone su un vetrino, si asciuga, si fissa e si colora con il Gram.
Colorazione di Gram
Il quadro microbiologico tipico presenta numerose forme cocciche, lanceolate, Gram positive, disposte
singolarmente o raggruppate in ammassi, a coppie o in corte catene;
si possono osservare anche alcune forme a bastoncino Gram negative e con le estremità squadrate
(Bacterium eurydice) o Gram positive (Paenibacillus alvei, Enterocococcus faecalis, Bacillus laterosporus)
•
Immagini tratte dall’articolo:Pietro Arculeo, Anna Maria Di Noto, Santo Caracappa Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia-Palermo
Ricerca presentata al First European Conference of Apidology (EurBee) Udine 19-23 settembre 2004
Melissococcus plutonius:
cocchi Gram positivi isolati (0,5x1,0 micrometri), a coppia o in corte catene
Bacterium eurydice, Paenibacillus alvei, Enterococcus faecalis
ESAME COLTURALE
Richiede tre o quattro giorni per lo sviluppo delle colonie batteriche .
Si striscia sul terreno di coltura
una sospensione omogeneizzata di 10 ml di soluzione fisiologica sterile
con 5 larve intere (giallastre, contorte)
(oppure la sospensione acquosa del contenuto intestinale)
Il terreno di coltura usato è l’AGAR BAILEY,
selettivo per il Melissococcus plutonius
AGAR BAILEY
a base di estratto di lievito, cisteina, glucosio,
amido, KH2PO4, agar e acqua distillata
Il Melissococcus plutonius è anaerobio
La coltura va incubata in giara per anaerobiosi, con anidride carbonica al 5-10%,
a 35°C per tre o quattro giorni
Melissococcus plutonius:
colonie su terreno di coltura Agar Baley
dopo incubazione
Le colonie del Melissococcus plutonius sono piccole e biancastre,
con un diametro di circa 1 mm
PESTE EUROPEA
All’esame microscopico con la colorazione di Gram le colonie
saranno costituite da
cocchi Gram positivi lanceolati a coppia o in corte catene
Si può effettuare, oltre la colorazione di Gram, anche la
colorazione con nigrosina al 5%:
I corpi batterici appariranno piccoli e bianchi, lanceolati
La semina su Agar Bailey può anche essere effettuata in terreno liquido e cioè per inclusione.
Ciò allo scopo di ottenere un’analisi quantitativa.
Si è stimato che un conteggio di oltre 100.000 unità formanti colonie per millilitro sia presente nei casi di
infezione conclamata con sintomi clinici
(Centro svizzero di ricerche apicole, 2007)
ESAMI DI BIOLOGIA MOLECOLARE
Esame in PCR
La tecnica di biologia molecolare denominata PCR (Polimerase Chain Reaction)
è basata sull’amplificazione in laboratorio di una caratteristica
sequenza del DNA batterico.
Viene spesso usata con successo come prova di conferma nei casi di positività al kit rapido di
immunomigrazione o all’esame colturale
L’esame con PCR prevede un’estrazione del DNA batterico
e la successiva amplificazione con coppie di primers
che riconoscono esclusivamente Melissococcus plutonius
Gli amplificati vengono poi sottoposti a corsa elettroforetica in gel di agarosio.
Le dimensioni dei prodotti di PCR sono poi confrontate
con i pesi molecolari opportuni
Grazie Per L’attenzione
IZS Roma, 13 febbraio 2014
Peste europea: buone pratiche apistiche e
strategie di controllo
Marco Pietropaoli
Istituto Zooprofilattico Sperimentale Regioni Lazio e Toscana
Buone pratiche apistiche
Malattia con maggiore espressione in primavera/inizio estate quando la covata è nel
periodo di maggiore sviluppo
Microclima apiario
Evitare luoghi umidi e ventosi,
preferire luoghi soleggiati d’inverno
e nelle prime ore del mattino e
ombreggiati d’estate da alberi
caducifoglie
Microclima alveare
Arnie sollevate da terra di 30/40 cm
leggermente inclinati in avanti
Porticina di volo rivolta a sud-est
Arnie con ventilazione corretta
Equilibrio api adulte-covata
Visite accurate a cadenza regolare
Buone pratiche apistiche
Mantenere sempre la massima igiene
All’interno degli alveari
Sostituzione dei favi
Cera sterilizzata
Non somministrare miele
In tutta l’azienda apistica
Strumenti impiegati
in apiario e magazzino
Non abbandonare materiale infetto
Evitare i saccheggi
Buone pratiche apistiche
Genetica
Rimonta con regine in cui non si è manifestata la malattia
Acquisto di regine o sciami da allevatori che selezionano
per comportamento igienico
Approcci futuri (Apimondia 2013)
Programmi di selezione genetica
Genotipizzazione degli isolati di Melissococcus plutonius
Buone pratiche apistiche
Apiario omogeneo
• permette operazioni standardizzate
• riduce il pericolo di saccheggi
Prima di qualsiasi spostamento di materiale tra alveari controllarne
accuratamente lo stato sanitario
Sterilizzazione valida: ipoclorito di sodio al 5%, acido peracetico,
sali quaternari di ammonio, perborato di sodio, raggi gamma
Cosa fare in caso di rinvenimento della malattia in apiario ?
Possibili strategie di lotta
Ad oggi non sono
registrati in UE farmaci
veterinari per la terapia
della peste europea
Studi in Europa:
Trattamento con antibiotico: 5 volte
più recidive della messa a sciame
Antibiotico + messa a sciame:
Ottimi risultati anche su famiglie
deboli con 4,8% di recidiva
Normativa sanitaria in Inghilterra:
- distruzione di tutti gli alveari in cui si rinviene
la malattia in forma conclamata e degli alveari
deboli
- alveari più forti in cui la malattia è in fase
iniziale è previsto un trattamento con
ossitetraciclina (recidiva: 26%)
Possibili strategie di lotta
Messa a sciame con asportazione totale (allontanamento di tutti i favi del nido)
o parziale (allontanamento dei soli favi di covata)
Somministrazione di probiotici (in fase di sviluppo sperimentale)
Fornire supplementi nutrizionali
Sostituzione della regina associata ad altre tecniche più efficaci (es. messa a sciame)
Blocco di covata mediante ingabbiamento della regina associata, ad esempio, alla
rimozione dei favi in cui era presente covata
Continuare monitoraggio anche dopo un anno
Ricerca del patogeno dalle api nutrici
IZS Roma, 13 febbraio 2014
Esperienze in campo:
gestione di focolai di peste
europea
Dott. Massimo Palazzetti
ASL Viterbo
Materiali e metodi
Sperimentazione a partire dal mese di marzo 2011
Apiario ubicato in provincia di Viterbo, con 33 famiglie affette da peste europea.
Suddivise in 3 diversi gruppi sperimentali omogenei tra loro:
Gruppo asportazione regina: sono state asportate le regine.
Gruppo messa a sciame: ha subito la pratica della messa a sciame con la
sostituzione dei 10 favi del nido con telaini non costruiti.
Gruppo controllo: non sono stati trattati in alcun modo né sono state applicate
tecniche apistiche.
Risultati dopo un anno dall’inizio dei trattamenti
100%
12,5
90%
80%
37,5
70%
37,5
60%
100
50%
40%
30%
62,5
50
20%
10%
0%
ASPORTAZIONE DELLA REGINA
SANE
MESSA A SCIAME
RECIDIVE
CONTROLLO
MORTE
Considerazioni e conclusioni
La messa a sciame è una pratica apistica sostenibile per combattere la Peste Europea
Di quelle testate, la migliore.
Dipende fortemente dall’andamento o periodo stagionale (favorevole la primavera)
I successi di guarigione sono accettabili, circa il 50% superano la malattia
Costo economico alto di materiali e manodopera
L’asportazione della regina è la pratica apistica in cui si ottengono i peggiori risultati
con il 37,5% di mortalità e il 62,5% di recidive
www.izslt.it/apicoltura/
Grazie dell’attenzione