Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» 19 settembre 1967, N. 40 in BOLLETTIl\JO UfflClllLE DELLA REGIONE TRENTINO. ALTO ADIGE . ..... PARTI PB.1MA I SECONDA llMTSBLllTT DER REGION TRENTlNO· TIROLER ETSCRLAND EBSTEB UND ZWEITER TEIL SI pubblica ogni martedì Direzione, Redazione ed Amministrazione: presso Gmnta Regionale - Trento. Via Gazzoletti - Telefono 37022 CONDIZIONI DI ABBONAMENTO E DI VENDITA Parte I e II (Leggi, Decreti e Comunicati ufficiali) Annuo L. 2.000Semestrale: L. 1.200 Ogni fascicolo L. 50. Parte III (Annunzi legali) Annuo: L. 2.500.Semestrale: L. 1.400 Ogni fascicolo L. 50. Parte IV (Amministrazione del personale della Regione) Annuo: L. 1.000.Semestrale: L. 600. Ogni fascicolo L. 50. TARIFFA DELLE INSERZIONI Inserzioni a pagamento L. 350.- per riga dattiloscritta più 4 % per LG.E. e 4 % per imposta di pubblicità (in, quanto dovuta). AVVERTENZE Il Bollettino Ufficiale è suddiviso in quattro parti: nella prima parte sono pubblicate le leggi e i regolamenti le gionali, provinciali ed i regolamenti ed i decreti del Presidente della Giunta regionale e dei Presidenti delle Giunte provinciali; nella seconda parte sono pubblicati, in lingua italiana e tedesca, le leggi ed i decreti dello Stato che interessano la Regione e le Pro vince e quelli comunque emanati in materie di. competenza legisla tiva della Regione e delle Province; nella terza parte sono pubblicati gli annunzi e gli avvisi di cui è obbligatoria la pubblicazione nei fogli annunzi legali delle Provin ce o di cui la pubblicazione sia comunque richiesta dagli interessati; nella quarta parte. sono pubblicati gli atti relativi all'amministra zione del personale della Regione. Erschelnt jeden Dienstag Direktion, Schriftleitung und Verwaltung: beim RegionalausschuB - Trient, GazzolettistraBe - Telepnon 37.022 BEZUGS- UNO VERKAUFSPREISE L und n. Teil (Gesetze, Dekrete und Amtsmitteilungeul Jahrlich: L. 2.000.Halbjahrlich: L. 1.200 Einzelnummer L. 50. III. Teil (Amteanzeigen) Jahrlich: L. 2.500.Halhjahrlich: L. 1.400 Einzelnummer L. 50. IV. Teil ~Personalverwaltung der Region) JiihrIich: L. 1.000.Halhjiihrlich: L. 600. Einzelnumme.r L. 50. ANZEIGENPREISE Anzeigen L. 350.- je Schreibmaschinenzeile plul!! 4 % L G .E. und 4% Werbesteuer (sofern sie zu entrichten ist). MITTEILUNGEN Das Amtsblatt ist in vier TeiIe eingeteiIt: im ersten Teil werden die Gesetze und Verordnungen der RegioD uud der Provinzen sowie die Verordnungen und Dekrete des Prasi· denten des Regionalausschusses und der Prasidenten der Landesaus schiisse veroffentlicht. irn zweiten Teil werden in italienischer und deutscher Sprache die Gesetze und Verordnungen des Staates veroffentlicht, welche die Region und die Provinzen interessieren, sowie jedenfalls diejenigen, die fiir in die Zustiindigkeit der Gesetzgebung der Region und der Provinzen fallende Sachgebiete erlassen werden; im dritten Teil werden die Mitteilungen und Bekanntmachungen verlautbart, deren Veroffentlichung in den Amtsanzeigern der Pro vinzen Vorscbrift ist oder deren Veriiffentlichung jedenfalls von den Interessierìen verlangt wird; im vierten Teil werden die das P"rsonal der Region betreffendp.n MaBnahmen veroffentIicht. *** '" '" '" Tutti gli annunzi e gli avvisi a pagamento. dovranno essere inviati alla Redazione del Bollettino Ufficiale della Regione Trentino - Alto Adige in duplice copia, 'di cui una in carta legale (da Lire 400). 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Gazzolettistra13e, bezogen PROVINCIA DI TRENTO LEGGE PROVINCIALE 12 settembre 1967, n. 7 Approvazione del Piano Urbanistico Provinciale Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 196.7 - N. 40 2 PROVINCIA DI TRENTO ELEMENTI ALLEGATI LEGGE PROVINCIALE 12 settembre 196.7 n . .7 Approvazione del Piano Urbanistico Provinciale RELAZIONE ILLUSTRATIV A DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE IL CONSIGUO PROVINCIALE ha approvato IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINOIALE SOM1\tlARIO promulga INTRODUZIONE la seguente legge: Articolo unz,co E' approvato il Piano Urbanistico Provinciale, costituito da: 2 planimetrie in scala 1:100.000; 1 - a) n. b) n. 31 planimetrie in scala l: 40.000; l quadro d'unione delle planimetrie c) n. in scala 1:40.000; d) n. 100 planimetrie in scala 1:25.000; e) n. l simbologia per le planimetrie in scala 1:25.000; f) n. l quadro d'unione delle planimetrie in scala 1:25.000; g) n. 57 planimetrie in scala l: 10.000; h) n. 1 simbologia per le planimetrie in scala 1:10.000; 2 - la relazione illustrativa; 3 - l'elenco dei Comuni obbligati a formare il piano regolatore generale in relazione a quello comprensoriale; 4 - le norme relative all'attuazione del piano pro vinciale. L'originale delle rappresentazioni grafiche di cui al n. 1, firmato dal Presidente della Giunta pro vinciale è depositato presso gli uffici del Consiglio Provincale. Una copia autentica è depositata presso gli uffici della Giunta provinciale a libera visione del pubblico. Altra copia è trasmessa al Ministero dei Lavori Pubblici. Gli elementi di cui ai numeri 2, 3, 4 sono allegati alla presente legge. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Provincia. Oggetto e finalità della relazione illustrativa pago 3 Accenni sulle vicende procedurali del Piano Ur banistico Provillciale . . pago 3 le osservazioni ed i pareri sul progetto di Piano Urbanistico Provinciale pago 4 Ambiente geografico pago 6 Note sulle vicende storiche del Trentina pago 7 PARTE la . LA SIT"GAZIONE TERRITORIALE Distribuzione della popolazione pago 8 Caratteristiche e dinamica della popolazione iPag. 9 Cenni sul reddito pago lO . le attività economiche pago lO PARTE Ila - TEORIA E CRITERI lIRBANISTICI DEL PROGETTO Aspetti di fondo di un programma urbanistico pago I comprensori e le unità insediative pago 12 Tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale pago 18 Integrazioni tra comprensori . pago 20 PARTE IIIa . GLI ASPETTI ECONO~nCI 11 DEGLI INTERVENTI PARTE IVa - L'INTERVENTO URBANISTICO ED I SUOI SET TORI al Tutela del paesaggio pago 23 - parchi attrezzati pago 24 - parchi naturali pago 25 bl la residenza pago 26 cl Le infrastrutture di collegamento pago 27 d) Localizzazioni industriali ed artigianali pago 29 el Le aree agricole pago 30 f) Il turismo pago 30 . g) Centri direzionali e commerciali pago 31 Trento, 12 settembre 1967 Visto: Il Commissario del Governo nella Regione SCHIAVO Il Presidente della Giunta Provinoiale KESSLER PARTE Va INDICAZIONI SUI COMP,RENSORI pago 31 NOTE pago 69 APPENDICE SULLE OSSERVAZIONI pago 73 Supplemento Oil"dinario al ~. U. 19 settembre 1967 . N. 40 INTRODUZIONE Oggetto e finalità della relazione illustrativa 3 ~a popolazione e allo sviluppo delle attività economiche, hanno consigliato, come già accennato, di rielaborare 'integralmente la precedente relazione illustrativa, rite nendosi che da un lato motivi di una corretta sistematica e dall'altro di praticità nella consultazione della relazione stessa, non consigliassero di redigere una relazione ri· gua:r:dante le sole varianti apportate al progetto di Piano UrhanisticoProvinciale. In base all'ordinamento urbanistico della Provincia di Trento, la relazione illustrativa al Piano Urbanistico Provinciale (P.U.P) deve indlÌcare i criteri generali della disciplina urbanistÌJoo del territorio, con parti. colare riferimento a quelli relativi alla divisione in com· prensori, nonchè « i criteri per Ja localizzazione e la rea- . Il nuovo testo, oltre alla parte generale rielaborata lizzazione degli interventi pubblici e per la individuazio· come dinauzi detto, illustra per i singoli comprensori le ne e destinazione delle principali zone di ogni compren· indicazioni proposte considerando sia le 'parti invariate sorio». In sintesi, e stante alle indicazioni di legge, thli come ,le parti variate a seguito ,di osserVazioni o verifi zone sono quelle « di sviluppo industriale, ,di valorizza che, ed infine raggruppa in appendice le varianti di mago zione turistica e paesaggistica, di specializzazione agraria gior interesse e 'rilevanza apportate al Piano, allo scopo e ,di insediamento urbano con particolare riguardo allo di consentire comunque un immediato risalto delle me sviluppo ed alla trasformazione di queste ultime in rapo desime. porto alla distribuzione ed alle variazioni previste nel futuro assetto della popolazione ». Accenni sulle vicende procedurali del piano urbanistico La relazi<me illustrativa al progetto di P.U.P. adot provinciale tato dalla Giunta Provinciale nel maggio del 1964 cero La volontà politica di procedere alla formazione di cava di chiarire, dopo ·aver considerato la situazione amo un piano urbanistico della Provincia Autonoma di Tren bientale, sociale ed economica sulla quale si ,andava ope· to si manifestò per la prima volta nel programma qua rando, i vari aspetti ,di intervento, sia relativamente alla driennale presentato daI.la Giunta Provinciale il 26 apri. struttura dei comprensori, sia relativamente agliinter. le 1961, con preciso riferimento alla legge provinciale venti pubblici previsti ed alla suddivisione del territorio 7 luglio 1960 n. 8, allora vigente, che disciplinava la nelle varie zone. Per ogni comprensorio veniva quindi pianificazione urbanistica in Provincia di Trento. ulteriormente e particolarmente presa in considerazione In relazione agli interventi che in diversi settori la relativa situazione economica e demografica e si dava, programma sollecitava, fu tenuto a Trento nel questo dopo di ciò, una conseguente illustrazione delle principali settembre 1961 un ,incontro di tecnici e di esperti per strutture e infrastrutture proposte dal Piano. i discutere i lineamenti operativi di tale programma. La relazione illustrativa ha quindi il ~ompito di giustificare ed illustrare il Piano con un ,discorso gene rale 'e completo, considerando nelle loro correlazioni i singoli settori di intervento. Come si dirà in seguito, il progetto di Piano Urba nistico, adottato dalla Giunta Provinciale nel 1964, ha subito una revisione dipendente principalmente dalle oso servazioni 'presentate, a termini di legge, dal Ministero dei Lavori Pubblici, dalla Commissione Urbanistica Pr0 vinciale (C.U.P.), nonchè da amministrazioni comunali, da enti o associazioni e da privati, ed altresì a seguito di verifiche tecniche di alcuni settori del Piano che è sembrato opportuno assoggettare a riesame. A seguito di ,tali fatti è emersa la necessità di spe cificare con maggiore estensione i concetti che avevano formato oggetto della parte generale della relazione illu· strativa, integrando la esposizione, dove opportuno, con ulteriori' indicazioni le quali, seppur noncostituÌscono una assoluta novità, tuttavia non avevano avuto prece· dentemente quel risalto o quelle specificazioni che in vece ora si intende di dare. Queste esigenze unite all'opportunità ,di introdurre più precisidatispecia1m:ente afferenti alla dinamica del In quell'occasione si constatò che la legislazione vi gente per la pianificazione subordinata al Piano Urba· nistico Provcinciale, ,relativamente ai piani comunali e intercomunali, era del tutto inadeguata 'a risolvere i pro blemi urbanistici del Trentino secondo le indicazioni pro grammatiche, dato io spezzettamento del territorio 'pro vinciale in 227 comuni, di cui la più grande parte, piccolissimi . In rapporto a questa situazione fu allora brevemen te illustrata l'impostazione che si sarehbepotuta dare al Piano secondo le più recenti elaborazioni dell'urba~ nistica, fondate su una nuova dimensione operativa del· la pianificazione territoriale, più grande dei singoli c0 muni erÌsultante dalla aggregazione ,di un numero di essi, fissato in modo da attuare, con il massimo dei be nefici, le trasformazioni urbanistiche necessarie allo svio luppo della nuova dimensione, denominata comprensorio. II piano comprensoriale avrebbe potuto surrog.arsi ai piani regola tori dei comuni più piccoli ed integrare quelli dei comuni maggiori. Si sarebbe trasformata l'ec cessiva polverizzazione delle attività urbanistiche dei èo 4 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 === , ''''T\i a più vasto quando ne furonO' dibattute le idee nei singGli cGmpren munì con entità capaci di svolgere a~,,_ : a; livello sGri CGn i sindaci e le 'giunte cQmunali. raggio, in ,relaziGne ai prGgrammi elaborati rutt{} questO' lavGrG di penetrazlone é ili diffusiGne prGvinciale. dei pròhie.::!li di valutaziQne politica e tecnica del Piano In base ai concetti urbanistici illustrati, fu deciso péMÒ ad apprQfm:tdire gli strumenti di intervento urba in quella riuniGne di studiare i problemi di fondo che nistico e a richiedere con urgenza la trasformazione de sottGintendono il cO'ncettG di cGmprensoriG CGme una gli strumenti legislativi esistenti, incapaci di superare nUGva ,dimensione pianifìcatQria, e di verificare le sue lO' spezzettamentO' della pianificazione comunale ed inter concrete pGssibilltàdi attuazione nel Trentino, sulla base comunale, per dettare i 'principi di una pianificazione di un primO' sommario schema territoriale da discutere comprensociale da sostituirsi alla prima,raggruppandG in una successiva riuniGne ili esperti. in organiche entità i comuni. Dal settembre 1961 all'aprile 1962 fu studiata la Queste trasfGrmaziGni si resero sempre ,più neces impGstazione su basi cQmprell5Griali di un primo schema man mano che si ,fece sempre più chiara la con sarie di prGgramma sommario del PianO' Urbanistico PrGvin vinzione che il cGmprensO'rio, sia in sede teorica che ciale, che prese corpO' dalle indicazioni territGriali dispo pratica e operativa, sia CGme strumento urbanistico indi nibili e ,da indagini supplementari per settori, CQn cui spensahilealla pianificazione del territoriO', fGsse il mez fu PQssibile definire un primO' abbozzO' delle caratteri zo più idoneO' per creare una struttura nuO'va della orga stiche delle varie zone territoriali assunte c~me aree ur nizzaziGne sociale nel suo prGcesso di sviluppO'. banistichecomprensoriali. La nUGva ,legge urbanistica della Provincia si venne Il 2,6 maggio 1962, questoprimoabhozzo fu diselis perciò e1ahorandoparallelamente aI ,progetto del Piano so in apposito convegno, con la partecipazione di tutti e fu emanata il 2 marzo 1964 col numero 2. i teclùci ed esperti ,,,he a VlariO' titolo e per incarico di Superate queste fasi, il 2,3 maggiO' 1964, la Giun vari enti, avevano o stavano compiendo indagini nel ta PrGvinciale adottava uf,ficialmente, il prGgetto di Piano territGrio della Provincia (l). Urbanistico della Provincia e questo veniva depositato a In quella sede, dopo aver esaminato e discusso i di legge, presso gli uffici della PrGvincia dal 30 sensi lineamenti tecnici e il contenuto ,programmatico dello maggio al 29 giugno 1964. schema urbanisticO' con le proposte di massima per la Tale deposito veniva esteso altresÌ in 14 comuni divisione del ter:ritorio provinciale in cGmprensori, se scelti in base a cQnsiderazionidi carattere logistico, per ne apprQvarono i concetti generali, raccomandando un facilitare la presa ,diconQscenza del Piano stesso da 'parte approfondimentO' dello studio per stabilire la giusta di del pubblicO'. ,CGntemporaneamcnte il progetto veniva in mensione e il carattere dei diversi comprensGri. --:iatQper il parere sia al MinisterO' dei LL.PP., sia alla Fu detto allora che tale approfondimento doveva C.U.P. soprattutto fondarsi. su una appropriata serie di indagini, Il primo trasmetteva le· sue osservazioni il 20 lugliO' volte ad avere una conoscenza precisa della situaziGne 1964, la seconda il 7 agosto dello stesso anno. . di fatto della provincia nei diversi settGri, e su una at al parere della C.U.P. ed alle osservazioni Accanto tenta osservazione di quei fenomeni più generali, alla del Ministero dei Lavori Pubblici, pervenivano 256 os cui dinamica possono essere affidati i giudizi sulle pre servazioni di cui 137 prodotte da 142 comuni, 93 pro visioni di sviluppo delle attività esistenti e di quelle da 494 privati, 17 di Enti su problemi specifici, 7 dotte da creare (2). di Enti su problemi di carattere generale e 3 da parte Si sarebbe potuto così definire, con un massimO' di di privati, pure su problemi di carattere generale. lungimiranza edi ,prudenza, le scelte del Piano, la di-. mensione, la qualità e il carattere degli interventi da Le osservazioni ed i pareri sul progetto di piano urba attuare nel tempo, per conseguire un maggiore equili. nistico prm;inciale brio nella relazione fra gli interessi agenti sul territorio e per indicare presupposti tali da consentire il masSimO' L'esame delle osservazioni è stato lungo, fatto con di henesserepossibile per le genti iru;ediate. ' sopraluoghi e, ove necessario, anche sentendo gli ammi nistratQri dei comuni interessati. Da quel momento la progettazione del Piano c0 Dalle osservazioni pervenute è preliminarmente e minciò a prendere forma secondo una graduale messa in via genera:1e emersa l'opportunità di una verifica tec. a punto delle sue singole parti, in relazione alle diverse indagini e agli studi che si erano via via avviati,par nica ,di particolari settori, sia per avere proposte di in terventi tecnici nuO'vi, sia per corrispGndere ad esigenze tendo da un'intesa comune circa il lQrocarattere e i li prima nO'n· ,sufficientemente poste in rilievO'. miti del loro approfondimentO'. Inoltre dalle osservazioni stesse, per quanto riguar In tali studi si tenne contO' anche delle osserva zioni scaturite durante la progettazione, sia quando il da ,la parte nQrmativa, risultarono due esigenze. In pri Piano fu iÌllustrato alle categorie econQmiche, sindacali e mO' luogo l'opportunità di precisare e chiarire ulteriQr mente ,a:lcunetra ie nQrmediattuaziQne, al ,fine di evi professionali maggiormente interessate, sia soprattuttO' Supplemento ardinario al B. U. 19 settembre 1967 " N. 40 ~~~~==== tarè dubbi interpretativi, spllcitll!à.fitÌò là natura e il sì· gnificato di determinati istituti urbanistici. In secondo luogo, che altri aspetti non previsti nelle norme trovas sero una loro propria disciplina per una più .completa regolamentazione del territorio. Utilizzando pareri e osservazioni SI e proceduto ad Uno sforzo di chiari:6.cazione, integrazione e comp~eta mento delle norme, particolarmente utile dato anche il carattere di novità del piano, che non aveva precedenti cui direttamente ispirarsi. Conseguentemente è apparso opportuno, ,pur restando inalterato il contenuto fonda mentale delle norme proposte, di operare una 'rielabo razione generale delle norme stesse sia per gli aspetti più strettameIlte formali, SiÌa per la loro organicità di esposizione. 5 osservazioni .dei comuni sono state accettate, nel rispetto delle caratteristiche del paesaggio e tenendo conto di un corretto assetto urbanistico del territorio, entro cui i prani di grado subordinato potranno ulteriormente speci., fioore le indicazioni di localizzazioni l'esidenziali, second,). quanto di loro spettanza. Nel settore delle localizzazioni industriali, le osser vazioni pervenute chiedevano la previsione di nuove aree. Ove dò è apparso opportuno, o per la preesistenza di iniziative industriali o per la idoneità dell'area, sia in ,se stessa considerata, che in rapporto ad un maggior equi1àhrio delle attività produttive, le richieste sono state accolte. Di converso, non si "Sono ritenuti compatibili con: criteri informatori del Piano, che saranno illustrati nell'apposito capitolo, le proposte relative alla creazione di piccoli nuclei' industriali, tant'o :più che le norme di attuazione già consentono ai piani 'comprensoriali di pre vedere l'ubicazione di piccole aree industriali ben deli mitate sia in estensione sia nel numero: attraverso tale norma, le effettive documentate necessità future potran. no essere soddisfatte. i Senza esanIÌnare singolarmente le varie dispos~ioni è importante., per una esatta compreruiione delle' norme, tener presente che di esse alcune comportano diretta mente la ,fissazione di vincoli, altre si rivolgono ai piani comprensoriali o in genere a quelli di grado subordi nato, dando prescrizioni e criteri orientativi per l'attua zione di indicazioni del P .U.P.,altre infine prevedono una disciplinatransìtoria. La verifica tecnica compiuta relativamente a. circa Questa di'Versa direzione delle varie norme, dipende 60 aree, ha consentito inoltre tma più esatta delimita. dal fatto che un piano a livello provinciale, pur indi zione dei confini ed ha fornito ulteriori elementi circa la eando specificatamente alcune soluzioni di interesse ge possibilità di dotare di infrastrutture le aree stesse e ciro nerale, dovevà opportunamente conservare, per altri ca la natura e la situazione geologica di esse. aspetti, quel carattere di elasticità necessario per 'poter Questo esame tecnico ha confermato in genere le in adeguare le soluzioni più particolari, che dovranno esse dicazioni del Piano, salvo poohespecifiche controindi re ,de:lìnite in sede di piana compreruioriale, alle esigenze cazioni di carat~ere geologico, che hanno consigliato la effettive e anche mutevoli della' realtà locale. • riduzione di alcune aree già previste o la impossibilità di D'altra parte era necessario ,fissare una normazione accogliere alcune proposte contenute nelle osservazioni. di attuazione che, nelle varie fasi transitorie pergiun Nel settore della normazione, si sono meglio specifi. gere ad una completa disciplina urbanistica - del territorio cate le caratteristiche delle aree industriali ed i criteri cui provinciale, evitasse pregiudim. .alle soluzioni generali in· dovranno attenersi i piani di grado subordinato; in, par dicate dal piano. ticolare si è prevista la possibilità di una diminuzione del. In questo senso è stata prevista mia partecipazione la distanza ohe le costruzioni industriali dovranno rispet. diretta della Giunta Provinciale come autorità urbani· tare nei confronti delIra rete stradale primaria. stica nelle decisioni transitone relative alle utilizzazioni Le osservazioni relative alla viabilità, si possono sud territoriali che si rendessero necessarie nel tempo intero medio tra l'approvazione del P.U.P. e quella dei piani dividere in relazione alla importanm degli interventi ri chiesti. Ove tali interventi riguardavano tracciati di imo di grado suhordina!o. Alla luce di queste indicamanigenerali, trovano il portanza locale rispetto all'economia generale del ,Piano, le . proposte non hanno potuto trovare accoglimento perohè loro.' preciso significato le singole norme riguardanti ,le varie scelte urbanistiche operate dal piano provinciale. incompatibili con il contenuto istituzionale del Piano; esse potranno tuttavia trovare più appropriata sede di .Nei settori specifici di intervento, la quasi tota . studio e di eventuale soluzione nella pi:anifieazione di gra lità delle osservazioni proposte daicomu:nl chiedeva un ilo subordinato. amplialIlent!> delle aree residenziali previste dal pro Relativamente invece agli interventi suJ.Ìa viabilità getto di Piano. La C.U.P., dal canto suo, ha richiesto che le norme di attuazione prevedessero un ampliamento di effettiva pertinenza del Piano, non si sono potute acco della facoltà, già iJÙzialmente concessa, di indicare ,altre gÌière, in generale, le richieste tendenti all'inserimento zone, residenziaH in sede di ,pialli di grado subordinato. nell'interno dei centri urbani della rete pri:maria o di in· teresse "provinciale, mantenendo quindi in generale le In:questo settore, mentre ira nOTIrnazrone è stata op indicazioni delle ci:rconvaUazioni già previste. portunamente . chiarita, anche secondo le indicamoni for Si sono invece accolte tutte quelle proposte di va nite dalla CU.P., in genere le proposteconten1,lte nelle 6 Supplemento oirdinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. ,40 riante alla viabilità primaria ritenute tali da aumentare l'efficienza della struttura viabile proposta dal Piano. La verifica tecnica, in questo settore, ha fornito un controllo sia delle principali proposte di variante suggerite nelle osservazioni sia delle indicazioni già contenute nel Piano, ciò che ha consentito da un lat'o di avere maggiori elementi a disposizione relativamente alle osservazioni proposte e dall'altro di apportare taluni spostamenti di tracciati alla viabilità già prevista. Per quanto concerne la parte normativa, le osserva zioni a questo proposito sono state molto probabilmente favorite da una inesatta interpretazione delle norme, par ticolarmente di quella che in via transitoria fissa una striscia di rispetto di 50 metri per parte per i nuovi trac ciati della rete primaria. La necessità di tutmare i nuovi tracciati previsti dal Piano e Ja fluidità del traffico, non ha comunque consigliato di addivenire a modificazioni delle norme, salvo una specificazione delle dist'anze da osservare nel caso di tracciati stradali da ,potenziare. Per quel che riguarda i parchi attrezzati, molte del le osservazioni, soprattutto da parte di privati, tendevano a rendere più liberistica la normativa prevista per la organizzamone del parco () addirittura ad aboHr1a, per lasciare la piena libertà di edificare. Questo ha dcnorlato una certa difficoltà a recepire i vantaggi dell'idea di parco concepito come area da organizzare opportuna mente nel paesaggio per moltiplicarne la vocazione tu ristica e culturale in rapporto alle caratteristiche sem pre singolari della sua configurazione e ai tipici inserÌ menti di edifici monumentali che talvolta vi sono in clusi e ne rafforzano l'espressione. Nonostante queste difficoltà, dato l'alto interesse delle indicamoni, si sono mantenute in genere immutate le proposte e pressochè invariata la normativa, salvo una opportuna specificazione ,delle zone indicate a parco ur bano. Ancora relativamente al settore della tutela e della valorizzazione ambientale, interessanti sono state le pro poste fatte dalla Ass. Italia Nostra e dalla C.U.P., per la individua21ione delle zone da sottoporre a tutela del paesaggio edi quelle da destinare a parco naturale. CosÌ, mentre inizialmente il 'progetto di Piano Ur banistico Provinciale accennava alla possiliilità di riser vare a parco naturale la Val di Tovel e la Val di Ge nova, senza tuttavia individuarne concretamente il ,pe rimetro e precisarne la regolamentazione, nella sua re visione si accoglie Pinvito a precisare meglio la strut tura dei ,parchi naturali e vi si include uno schema di opere da prevedere nei parchi stessi. Nella convinzione inoltre che iI Piano debba tro vare il suo completamento in un'apposita disciplina nor mativa che agisca da strumento efficace per la tutela ambientale, si sono individuate le aree che saranno sot toposte a tutela paesaggistica. Sui temi dinanzi sollevati, si occupa diffusamente in seguito la relazione, soprattutto allo scopo di chiarire meglio il significato delle varie indicazioni ed i principi ispiratori delle varie decisioni. PARTE I LA SITUAZIONE TERRITORIALE Ambiente geografico L'ambiente naturale che interessa il Piano Urba nistico della Provincia di Trento è quello del territorio accidenta10 che si estende per 6.212 Kmq. nelle Alpi Retiche meridionali e nelle Dolomiti, situate rispettiva mente nei territori a destra eda sinistra dell'Adige (3). Questo grande insieme montuoso è diviso da solchi vallivi che delimitano situazioni ecologiche ben definite, acui si riferiscono le caratteristiche ,più salienti della vita trentina. Fra le valli principali percorse da numi o da tor renti,la più importante è quella solcata dall'Adige ed attraversata dalle ,arterie di grande comunicazione, pre minenti su tutte le altre del Trentino in tutti i tempi della sua storia. E' questa la valle in cui sorgono i due più ,importanti centri urbani: Trento capoluogo della Regione e Rovereto. Singolare per i suoi aspetti panoramici assai pitto reschi, è invece la Valle Rendena, pereorsa dal nume Sarca,. insieme alle valli delle Giudicarie Esteriori, cosÌ impreviste per il gradevole paesaggio ondulato e verdeg giante di buona parte del loro territorio disseminato di ,piccoli centri. Il fiume Sarca, nel suo tronco inferiore, attraversa la valle omonima che si allarga prima di raggiungere il lago di Garda. Ivi sorgonO', addossata alla montagna e dominata dal magnifico castello, Arco, cittadina ,interes sante per la configurazione .architettonica del suo eentro storico, e Riva che si specchia sul bellissimo lago di Garda in cuti. il Sarca finisce il suo corsO'. Al bacino idro grafico del Sarca apparteugono i laghi di Ledro, di Ca vedine e il romantico lago di Toblino. Aspetto completamente diverso ha la lunga e stretta valle denominata delle Giudicarie inferiori e 'percorsa dal fiume Chiese, sulle cui sponde ,s'allineano centri urbani caratteristici, che ebbero tanta parte nelle vicen de storiche de,l principato vescovile di Trento. Lineare e bellissima per i SUO'i verdi prati e per la configurazione edilizia dei suoi ,piccoli centri urbani tradizionali, è la Valle di Sole, percorsa dal nume Noce. In continuità con questa valle si estende, pure per corsa dal Noce, la Vane di Non, suddivisa da profondi solchi torrentizi e incantevole per ile continue ondula zioni del terreno coperto da boschi di conJi.fere e da verdi prati, su cui sono sparsi centri urbani che furono famosi nella guerra rustica e che oggi eostituiscono la nota pit toresca dell'originalissimo paesaggio. Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Anche le valli di ,Fassa e di Fiemme hanno una storia della loro comunità che è degna di rilievo, e che ha dato maggior carattere allo stupendo paesaggio di questa terra trentina percors'a dal fiume Avwo. Pure dall'Avisio è solcata la Valle di Cembra, oggi una delle più depresse del Trentino. Importanza singolare ha invece la Valsugana, per chè attraverso di essa il. Trentino si congiunge con Ve nezia e Padova e con il versante Adriatico; il Brenta solca la parte inferiore della Valle nella zona più stret. ta, mentre la parte superiore si amplifica con un paesag. gio incantevole per la varietà della configurazione col. linare e per i laghi di Caldonazzo edi LeVlÌco, che fan no parle del bacino idrografico del Brenta. In questo splendido ambiente spiccano Pergine, centro storico assai interessante, e Levico, famosa come stazione termale. Di singolare bellezza naturale sono infine la Valle di Canal San Bovo e quella di Primiero in cui scor rono, 'rispettivamente, ii Vanoi e il Cismon che più a valle ·confluiscono in un unico corso d'acqua. Fiumi e laghi sono elementi importantissimi della terra trentina, sia dal punto di vista della energia mo trice ed illurilinante, sia da quello dell'irrigazione e sia da quello che caratterizza il paesaggio, a cui, in moltis simicasi, fiumi e laghi trasfondono una particolare espressione pittoresca, che ne valorizza le possibilità turistiche. Soprattutto i laghi hanno questo suggestivo potere ambientale, come parti figurativamente più significative della vita di una valle. Il :loro numero è piuttosto elevato: ne sono stati contati 297, di cui 257 si trovano fra li. 1.500 e i 3.200 m. s.l.m. Il clima trentino è quello delle regioni tipicamente alpine, ma con ambiente climatico molto vario. Grosso modo si possono distinguere tre zone climatiche: ia pri ma è di tipo mediterraneo ed è caratteristica della valle inferiore del Sarca e della conca di TohIino. La temperatura media annua è di 12 gradi, con rare e modeste escursioni sotto lo zero. La flora tipica è quella meridionale dell'ulivo, della vite, del leccio e del cipresso. Anche la eonca di Vezzano e la zona di Avio presentano le stesse caratteristiche. La seconda zona è di tipo di transizione fra il clio ma mediterraneo e il eontinentale. A questa zona appar tengono la Valle dell'Adige, alcune zone della Valsugana, e cioè la piana di Pergine e quella di Scurelle, e la Bassa Valle di Cembra. Pure di transizione si possono eomà.derare la Valle di Non, parte delle Giudiearie, Terragnolo e Vallarsa, con un clima poco diverso per gli inverni più rigidi e le estati più fresche. Fino a 600 metri la eoltura tipica delle zone meglio esposte è il frutteto. La terza zona è quella alpina delle foreste di coni· fere e dei pascoli. Di essa fanno parte la Valle di' Fassa, I 7 l'alta Va:lle di Sole, l'Alta Valle Rendena e la Valle del Cismon, con inverni freddi e grandi nevicate, mitigati dalla prevalente esposizione al sole che tuttavia non to glie alle estati di essere fresche e gradevoli. Circa le vocazioni colturali del territorio trentino in rapporto all'altitudine, si rilevano dati assai signifi. cativi e cioè che il 68 % dell'intera provincia ha una utilizzazione silvo-.pastorale e che il bosco, impegnando il 54% dell'intera superficie agraria e forestale, occupa un posto preminente nella struttura agricola di tutta la Provincia e rappresenta una parte rilevante del suo pa· trimonio di beni produttivi. Altri dati singolari per qualificare il territorio so· no la prevalenza di superficie territoriale al di sopra dei 1.000 metri (il ,65 % circa) e la relativa scarsezza di quella dei fondo valle più popolosi e fertili uhicati ,fino ai 500 metri, che rappresentano solo il 13 % circa. Note sulle vicende storiche del Trentina In questo amhiente le vicende storiche della popo· lazione, che vi si è stabilizzata, interessano solo per gli aspetti ehe riguardano direttamente i dati e le situazioni ,di cui :il Piano si occupa. Perciò non riteniamo di dover ricostruire la primitiva struttura dei nucleiinsediativi trentini, malgrado l'utilità di sondare la preesistenza di talune forme di vita collettiva, nei tratti caratteristici dell'ambiente, rilevabili in tracce lontane qua e là con servate. Trascurando 'perciò i resti ancora esistenti di sup pellettili, che sono testimonianza dei centri romani e dei eastelliem delle genti galliche cheahitarono il Tren tino, ci soffermiamo a fare alcune considerazioni sulla situazione di questo territorio in tempi meno lontani. Nel Trentino si sviluppò solo limitatamente una vera e propria unità di interessi e una vera unità politico. amministrativa. Piuttosto questa terra fu alla confluen za, fin dall'origine della sua storia, di genti e di culture diverse. Nella prima antichità il solco dell'Adige appare quasi come uno spartiacque etnico, a cui si affacciano da oriente popolazioni venete e illiriche, da occidente popolazioni il"etiche e 'galliche. E'questo un fatto molto anteriore alle trasmigrazioni barbariche, che ha lasciato delle tracce nella fonetica nella toponomastica e nel· Pindole stessa degli abitanti delle rispettive valli. La stessa storia della diffusione del Cristianesimo nel Trentino procede su queste traiettorie: a una pene trazione più antica nelle valli orientali, facente capo a Padova-Aquileia (testimonianza del grande avanzamento del confine diocesano di Feltre che fino al 1875 com prendeva tutta la Valsugana e Primiero) venne incon tro, dopo la metà del secolo IV, un impulso missionario molto attivo con centro focale a Milano e raggio di azio ne diretto piuttosto alle valli trentine occidentali. 8 Supplemento ondinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Il territorio del vecchio dncato longohardo di Tren to, passato al regno franco e all'impero germanico, fu conferito ai vescovi di Trento nel secolo XI (1004 e 1027) edaallora formò per molti secoli la compagine di quello che si denominò il principato ecclesiastico di Trento. Esso incorporava ancora delle entità ahbastan za eterogenee, frutto, oltre che della posizione geogra fica, dell'evoluzione storica precedente. Ben diversa era la posizione del «marchesato)) delle Giudicarie (che già dal tempo di Ottone figurano incorporate nella contea di Trento), da quella della comunità di Fiemme, su cui il Vescovo esercitava appena una specie di protettorato. Molto meno significativi sono i confini che delimitano il principato di Trento in altre zone, come quello, per esempio, posto al maso di San Desiderio (Novaledo) che divide la Valsugana superiore orientata verso Trento dalla Valsugana inferiore, che ha sempre condotto una vita autonoma intorno al centro di Borgo. organiz.zative, aveva mantenuto in piedi, bene o male, le varie consuetudini, le leggi e le istituzioni (4). Venuto a mancare questo complesso normativo con la fine del principato, il hisognod'organizzarsi si orienta verso l'unione degli insediamenti in entità territoriali maggiori. Si venne cosÌ maturando una coscienza dei diritti ed una torma più concreta ed estesa d'autonomia am ministrativa, ostacolata tuttavia da varie tendenze uni tarie preminenti (5). Queste vicende possono spiegarci la situazione in Provincia ,di Trento, in quest'ultimo dopoguerra, dove i Trentini hanno voluto l'autonomia sia come conclusio ne di un lungo processo storico sia perchè connaturata alle loro caratteristiche sociali, che oggi li rende pro· ·pensi ad operare direttamente le scelte decisive sui pro hlemi di fondo del proprio territorio. Per la situazione resa instahile dalle continue lotte tra Principe Vescovo e Conti del Tirolo e successiva mente per la guerra contro Venezia, le popolazioni tren tine costrette a difendere la loro terra, vennero acqui stando un loro singolare comportamento autonomistico, circoscritto ai propri interessi nei contatti con le forze helligeranti. Distribuzione della popolazione Così a Rovereto i cittadini si sottomisero alla vo lontà di Massimilianocontro Venezia,purchè fosse loro riconosciuto uno statuto ed i veechi privilegi goduti. In senso più generale le varie forme di malcon tento si manifestarono in rivolta armata solo quando vennero lesi i diritti ben localizzati e interessi precisi di popolazioni. In tal senso un esempio pertinente è quello della cosÌ detta« guerra rustica» scoppiata nel 1525 ed estesa a molte terre settentrionali anche germaniche, di cui nel Trentino si ehhe un esempio cruento con l'insur rezione dei contadini della Val di Sole e Val di Non. Un altro esempio ancora da ricordare è la così detta guer ra delle noci dovuta alla insurrezione di una parte della popolazione delle Giudicarie che, dopo l'accordo raggiun to a Spira nel 1571 fra Principe Vescovo e conte del Tirolo, sulle nuove compattate, chiamata a prestar giura mento, rifiutò di farlo per il timore di veder menomati i propri diritti. Si può 'pertantoaffermare che in senso generale la popolazione trentina, minacciata dalla invasione della propria terra e dalla deturpazione delle cose più preziose, non seppe vedere nella violenza d'urto degli eserciti alcun interesse che potesse far proprio, e cercò di orga nizzare b propria resistenza nei nuclei insediativi accen trati per. il mantenimento dicircoseritti interessi di gruppo. Una coscienza di gruppo, condizionata alla indipen denza della propria terra, ma estesa al territorio più ampio della valle, si maturò con la soppressione del prin cipato, che attraverso i secoli malgrado le sue deficienze Lo sguardo retrospettivo alla storia testè schemati camente tracciata, ci dice che la situazione ,di lotta se colare per il possesso di taluni diritti di proprietà ha provocato. la formazione fin dal medioevo di piccoli gruppi insediativi in forma sparsa sul territorio. Questi gruppi sorsero infatti per una spinta di in teressi comuni alla difesa del poco che possedevano, mentre la necessità di essere uniti nel proteggere i propri diritti prevalse su ogni espressione di carattere particolare e diede al gruppo una singolare coesione. ·CosÌ i piccoli insediamenti, pur aveLdo tra loro col legamenti tenaci nelle comunità ·di valle, conservarono le forme radicate di campanilismo, come voce autonoma di gruppo che è ancora forte in molti luoghi; ne è prova l'acutizzarsi della polverizzazione comunale, che ha por tato i 179 comuni esistenti al censimento deI 1951 aj 227 del censimento del 1961. Il Trentino, oltre a tenere con Massimeno il terz'ul timo posto nella graduatoria decrescente dei comuni ita liani con 100 abitanti (al 1961 ne esistevano altri due rispettivamente con 90 e 94 abitanti) conta: 12 comuni con una popolazione inferiore a 300 abitanti; 35 con una popolazione compresa tra i 301 e i 500 abitanti; H comuni fra 501 e 1.000 abitanti; 41 chc hanno una popolazione dai 1.000 ai 1.500 ahitanti; 20 comuni fra i 1.501 ed i 2.000 abitanti; 24 fra i 2.000 e 3.000 ahi· tanti; 3 fra i 5.001 e i 10.000; ancora 3 comuni con una popobzione dai 10.000 ai 20.000ahitanti e 2 con una popolazione di oltre 20.001 abitanti, che tuttavia complessivamente non tocca i 100.000 abitanti. Come si vede, grandissimo è il numero dei comuni con una ,popolazione inferiore ai 1.000 abitanti: 121 su 227 (più del 50 %); il gruppo più numeroso è quindi formato da comunil'elativamenteassai piccoli, che han no cioè una popolazione compresa tra i 501 ed i 1.000 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 abitanti, mentre i comuni con popolazione tra i 10.001 ed i 20.000 abitanti sono appena 3. Un altro dato piuttosto singolare che sottolinea que sta polverizzazione è espresso dai comuni eonpopola zione al di sopra dei 3.000 abitanti e fino ru. 10.000, in numero relativamente assai modesto essendo 16 sU 227. • Raggruppando infine i oomuni per zone relative ai diversi livelli altimetriei del territorio, si rileva che sotto i 500 m. sono ubicati 52 comuni, fra i 500 e gli 800 metri ne sono uhicati 104 e oltre gli 800 metri il loro numero è di 71. I dati tuttavia si capovolgono se nelle ,singole zone si considerava il numero degli abitanti invece del nu mero. dei comuni; in questo caso si ha rispettivamente: nei comuni sotto ,i 500 m. una popolazione di 229.942 abitanti, in quelli compresi tra i 500 e gli 800 m. una popolazione di 106.904 abitanti, ed in quelli al di sopra degli 800 m. una popolazione di 75.258 amtanti. La popolazione decresce, dunque, rapidamente col crescere dell'altitudine e si arriva alle zone comprese tra i 1.401 ed i 1.500 m., che è la zona limite degli inse diamenti, dove i oomuni esistenti sono due e La popola zione complessiva è di 1.670 abitanti. Caratteristiche e dinamica della popolazione Questa differente distribuzione altimetrica della po polazione si riflette anche sulle caratteristiche e sulla dinarirlca della stessa, le cui qualità dipendono dalla monologia dell'amhiente che, per un ,primo e più gene rale ordine di considerazioni, può grosso modo suddivi dersi in ambiente di montagna e di valle. Riferendosi a questi due ambienti morfologicamente distinti, si può OSServ3re che i ~muni sitùati ad altitu dini maggiori hanno le punte massime di decremento della -popolazione; mentre nei fondovalle questi decre menti si presentano con minor frequenza e nella Valle dell'Adige, nella Vallagarina e nel Basso Sarca, i decre menti sono tutti largamente compensati dagli incrementi e quindi si hanno i più elevati valori della densità di popolazione. Sempre .in relazione ai dati quantitativi, dalle ela borazioni eseguite dall'Uf.ficio Studi e Programmazio ne (6) risulta che il tasso di sviluppo della popolazione trentina, nell'ultimo trentennio. 1931-1961 è stato sicu ramente, ed in misura notevole, superiore a quello dei pl'1IDl sessant'anni, 1869-1931. li tasso infatti passa da +1,5 nel periodo 1869-1931 a +2,3 nel periodo 1931 1961, ma resta 'pur sempre notevolmente inferiore a quello della media italiana, che negli stessi anni rimane compresa fra le +6,5 e le +6,9 unità. Risulta altresì -che la popolazione in termini assoluti, passa dalle 335.391 unità 'presenti al 1869 a 412.104 unità residenti nel 1961. Sia ti precedenti valori che questi ultimi, data la loro eterogeneità, non forniscono elementi sicuri ,per corrette comparazioni, ma sono gli unici che possono 9 informarci suUo sviluppo demografico trentino e consen tirci di formulare, entro limiti modesti, elaborazioni ahbastanzaattendibili. Prendendo insieme i censimenti austriaci e quelli italiani e confrontandoli opportunamente (7) si constata che la popolazione trentina nell'intervallo di 91 anni ha avuto un incremento di circa il 23 %, che è assai infe riore a quello medio italiano che, pur calcolato .in un intervallo minore di due anni, è dell'84%. Il più Jento sviluppo della popolazione trentina può attribuirsi in misura prevalente al saldo negativo del movimento migratorio. Infatti a partire dall 'inizio del secolo scorso si sono verificati, con crescendo costante, due fenomeni comuni a tutte le zone depresse: il primo rigual"da il movimento di popolazione all'interno della provincia, dai comuni più piccoli e poveri, generalmente della montagna, ai comuni maggiori e più ricchi, .in genere di fondovalle e soprattutto a Trento capoluogo della Provincia stessa; il secondo fenomeno riguarda l'emigrazione in altre re gioni, generalmente verso i grossi centri settentrionali e negli ultimi decenni con frequenza sempre maggiore verso i paesi europei Francia, Belgio, Olanda, Germania, oltre alla grande emigrazione negli Stati Uniti del pri mo decennio del secolo. Iu relazione a questi fenomeni, nei comuni al di sotto dei 700 m., presi nel Imo complesso si è avuto un aumento del 29,9% e in quelli al di sopra dei 1.000 m. si è verificato un decremento del 4,4 % . Si può pertanto registrare, in relazione a questi dati, un abbassamento dell'altitudine media della popolazione trentina dal 1869 al 1951, da 553,8 m. a 497,1 m. con un moderato aumento della concentrazione demografica dei comuni maggiori. Si è calcolato altresÌ che circa il 65 % degli au menti demografici, verifÌ-catisi tra il 1869 ed il 1961 nella provincia di Tre:nto sono da imputarsi ai comuni di Trento, Rovereto, Riva ed Arco (8). In base ai dati dell'ultimo censimento si osserva che l'incremento medio di popolazione negli ultimi dieci anni è assai modesto, cioè del 4,1 % ,con un saldo po sitivo di popolazione di 17.400 unità. Tuttavia ben 118 comuni hanno avuto decrementi di popolazione fra i qua li 5 con intensità superiore al 10% e cioè Massimeno, Ruffrè, Cloz, Stenico e Valda. Si vede così che il contributo all'incremento dello sviluppo demografico del Trentino viene da zone parti colari, disseminate nelle varie parti del territorio. Riferendosi d'altra parte, all'aumento complessivo di 17.400 unità in tutto il Trentino, rileviamo che di tale aumento la più gran parte è assorbita dal capoluogo della provincia, che è il solo comune che ha avuto ad ogni censimento un incremento demografico percentuale crescente. lO Supplemento 'Ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 La densità della popolazione in questo decennio è passata da 64 a 66 abitanti per kmq. ma resta sempre una delle più basse delle regioni italiane. Prendendo in esame l'andamento della natalità nel l'ultimo ventennio si riscontra che i suoi valori sono scesi dal 20 per mille al 17 ,per mille, mentre l'anda mento della mortaLità si è contratto dal 15 per mille al 12 per mille. Nonostante questa diminuzione, la mortalità nel Trentino si mantiene ad un livello più elevato della media nazionale. Secondo gli accertamenti e le analisi condotte dal l'Ufficio Studi della Provincia sulle serie storiche della popolazione suddivise in due intervalli }869-1931, 1931 1961 e considerando i valori medi per 1.000 abitanti, il primo intervallo ha un tasso di iÌncremento di 1,5 per mille, mentre il secondo cresce a 2,3 per mille. RHevando l'indice di concentrazione della popola zione presente al 1H69 e quello della residente al 1961, l'Ufficio Studi ha calcolato che in circa 90 anni i centri maggiori della provincia hanno avuto un ritmo di in cremento ,più alto degli altri ( avevamo già constatato una notevole tendenza all'accentramento di popolazione nei comuni maggiori). I fenomeni demografici nella loro verticalità e gli indici di vecchiaia e d'età media dei principali rag gruppamenti demografici nel loro complesso, presentano una lieve tendenza all'invecohiamento della porpolazione di tutta la provincia. Questi indici, riferiti alle tre attività economiche, mostrano il n'Otevole invecchiament'O degli addetti alle forze attive agJ.1Ìcole (età media 4'5 anni) e l'età relati vamente giovane degli addetti alla industria e alle altre attività (età media rispettivamente 35 e 36 anni). Esaminando inoltre la dinamica della popolazione at tiva per classi di raggruppamento demografico dal 1951 al 1961, si è constatato il croll'O degli addetti a:ll"agricol tura che son'O passati dal 40 al 26 % della pDpolazione attiva tDtale, riducendD la l'Oro forza complessi v il. da 6'3.000 a 41.000 unità circa; al c'Ontrario, la popola zi'One attiva addet,ta all'industria ha avuto un aumentD di 11.000 unità pDrtandosi da 52.000 a 63.000 unità e passandD da:! 33 % ai( 40 %, e così gli addetti alle altre attività son'O passati dal 27 % al 34% deUa popolazione attiva t'Otale, pDrtand'Osi da 43.000 a 56.000 unità. Si è osservato che su circa 159.000 unità, la fDrza lavoro impegnata fuori pr'Ovincia appartiene alle classi più giovani ed ammonta a 15.000 Uinitàdicui 9.000 sono Dai calcDli sono emersi due valori: il primo riguarda la previsione dem'Ografica sulla base di un incremento che si svolga nell'intervallo qualora non interven~a alcun fatto nuovo a mutare il corso delle sitnazioni del terri t'Orio provincia'le; il secondo riguarda la previsione demo grafica sulla base di un incremento che si svolga nello stesso intervallo qualora intervengano fenomeni capaCI di creare situazioni nuove, che in particDlare riescano a su turare la emorragia provocata dall'emigrazione. all'estero. In base ai fenomeni osservati in tutta l'elabDrazione dei dari demografici e tenendo CroltD dell'orizzonte de mog.rrufico fissato al 19715, l'Ufficio Studi h:1 elabora t'O una 'Previsione a questa data, sulla base delle due cDmpDnenti che esprimono la dinamica della popolazi'One: quella naturale e quella sociale. grafiche. Risulterebbero così due previsioni per l'orizzonte de mografico al 1975; una minima di 444.000 unità, e una massima di 450.000 unità. Cenni sul reddito Prima di passare a cDnsiderazioni di carattere urba nistico, conviene fermarsi un momento sulla situazioneat tuale deI reddito e delle principali attività economiche della provincia. La PrDvincia di Trento nel triennio 1951-1953 avreb be prodottD complessivamente un reddito annUD di 67 miliardi circa e nel trienniD 1960-1962, un redditD di 118 miliardi. Perciò nell'intervallo censitD, l'incremento del reddito sarebbe stat'O del 75 %, mentre quello italianD sarebbe stato del 101 %. Facend'O lo stesso aa'lcolo per le tre ripartizioni geografiche italiane, risulta che ID sviluppo percentuale della provincia di Trento va associato, per le sue caratteristiche, a quello delle più povere provincie italiane. Rapportando il reddito prDdotto nella Provincia di Trento alla popolazione attiva, si nota ohe per il primo trienll!Ì.o il xeddito per addetto era di 426.000 lire correnti, mentre per il secondo triennio saliva a 738.000. Nell'intervallo, l'incremento per addetto è stato quin di del 73% (contro il 75% dell'incremento glDbale visto prima). Nella Provincia di Trento quindi 'la variazi'One per· centua'le è stata inferi'Ore sia alla media nazi'Onale, sia a quella registrata nelle tre ripartizioni geografiche che normalmente si cDnsideran'O nell'ambito nazionale. Ancora si può osservare che rapportando il reddito all'intera popDlazione residente, si ottiene che tra i due intervalli considerati il reddito p'rDdDtt'O per abitante è salito da 170.000 a 28,6.000 lire facendo registrare un incremento del 68 %. Tale incremento è statD abbastanza sensibile, ma tuttavia inferiDre sia a quello medio na zionale, che passando da 171.000 a 323.000 ha raggiunto 1'89 %, sia a quello registrato nelle tre ripartizioni geo Le attività economiche. A questo punto alcune c'Onsiderazi'Oni sui grandi raggruppamenti di attività economiche, ci sembrano indi spensabili. Supplemento o:rdinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 sensihile. Uno di questi è il settme delle industrie metal lurgiche che avevano già nel 1951 un numero medio di addetti considerevole per unità locale. Per quanto attiene l'agricoltura, l'analisi della si· tuazione attuale mette in evidenza alcune cause di disagio che ai fini di una pianificazione urbanistica 'possono es sere cosÌ riassunte: Complessivamente infatti tali industrie nel 1951 era no cosfituite da quattro unità locali,con un insieme di 980 addetti; nell'intervallo 1951..1961 tali industrie han no avuto un forte incremento portandosi da 4 a 19 unità e da una forza complessiva di 980 addetti ad una di 2.232. Delle 19 unità infine lO hanno dimensioni al l'incirca della stessa ampiezza delle 4 unità del 1951 men tre le altre 9 sono piccole officine con un modestissimo numero di addetti. Va messo in rilievo, perfanto, che nel 'l'intervallo 1951-1961 le industrie metallurgiche di note vole dimensione si sono accresciute di 6 unità, e hanno dato luogo alla formazione di una attività minore di piccole imprese semiartigianali, che dimostrano una certa vitalità raggiunta capillarmente da questo ramo indu sfriale (9). La tendenza allo sviluppo di taluni settori industriali testè sottolineata, non era tuttavia tale nel 1961 do. rovesciare la situazione sodale ed economica del Trentino. Dopo il 19,61 un certo incremento di nuove ini· ziative industriali (lO) ha leggermente migliorato la si tuazione; nel complesso tuttavia questa si presenta an cora insufficiente anche perchè essa è influenzata in larga misura,come è noto, daÌ fenomeno di svalutazione delle attività agricole che in passato rappresentavano la com ponente fondamentale del reddito medio per le popolazioni di rutta la Provincia. Questa svalutazione ha provocarto l'esodo di molte forze di lavoro che non hanno potuto, inoltre, trovare occupazione nel territorio d'origine. l) Bassa produttività del lavoro disponibile ed ef fettivamente utilizzato, per eccesso di forze di lavoro. 2) 'Estensione dell'attività agricola su terreni di scarsa vocazione agraria sia perchrè non consentono l'ado> zione di metodi di prodU2'lÌone moderni con 1a introdumone dei mezzi meccanici, sia perchè non banno adeguate rese. 3) ,Limitate dimensioni di una parte notevole delle aziende, 'che restringono il ruolo dell'attività agricola al sempLice rifornimento del fabbisogno fa:mi:liare, o non consentono una adeguata remunerazione dei mezzi im piegati. 4) Localizzazione inadeguata delle infrastruttUFe a· gricole. Passando alle attività industriali e artigianali si è visto che nell'intervallo 1951-1961 la percentuale degli addetti è salita dal 33 al 40% passando da 51.9()3 unità a 63.000. D'altra parte, dai censimenti economici si rileva che le unità locali dell'industria e dell'artigian8Jto, nel decen nio 1951-1961, hanno subito una leggera flessione da 7.240 a 7.214 unità. Questi dati, posti in rapporto con Paumento degli ,addetti accertato irn 4.400 unità, dimo strerebbero la tendenza all'ingrandimento ed al rafforza mento delle industrie esistenti piuttosto che ad incre menti di nuovi settori industriali; ma tali dati andranno esaminati caso per caso. Circa il contrasto tra i dati dei due censimenti in relazione al numero di addetti va notato che il censimento industriale non prende in con siderazione un numero abbastanza rilevante di addetti impiegati in attività industriali fuori provincia. Si può aggiungere a chiarimento della dinamica deHe attività industriali ed artigianali, che la distribuzione dell'incremento degli addetti è positivo nella Valle di Non, nell'Alta Valsugana, nella Valle dell'Adige, neHa 'Bassa Valsugana, nella Vallagarina, nell'Avisio, Basso Sarca, Giudicarie, Rendena e VaHe di Sole· Alcuni ,aspetti delle attività industriali e artigianali sono inoltre da rilevare per avere una idea sia pure fu gace delle loro caratteristiche. Secondo il censimento industriale del 1961, le indu strie manifatturiere prese nel loro complesso, ammontavano a 5.643 unità locali con 27.939 addetti, ii cui numero medio sarebbe perciò molto modesto se non si tenesse conto che fra le unità locali censite, moltissime avevano un livello appena artigianale, come quelle appartenenti, per esempio, ,all'industria del legno, in cui la med<ia degli addetti per unità locale era 3,7. Si deve per altro osservare che nel decennio 1951 1961, acoanto ad una relativa stasi di sviluppo di molti settori industriali, alcuni ebbero 'espansione abbastanza Il PARTE II TEOR.IA E CRITERI URBANISTICI DEL PROGETTO Aspetti di fondo di un programma urbanistico ì Un programma di pianificazione urbanistica che si proponesse di contribuire al pieno assorbimento dell'oc cupazione nel Trentino, in rapporto alle sue caratteristi che natumli ed ecologiche, dovrebbe prefiggersi di inter venire sulle stl'UJtture del territorio per trasformarle in mo do da ottenere in ogni parte di esso ·forme d'equilibrio sociale ed economico più stabili di quelle attuali. Questo programma cioè,' dovrebbe progettare un assetto del ter ritorio che sia tale da provvedere ad una distribuzione e ad uno sviluppo delle diverse attività in esso insediate o di nuova formazione possibile, organizzandole in modo da eliminare l'eccesso di correnti migratorie, incremen fando la produttività agricola e spostando l'ec'cedenza di forze lavoro dall'agricoltura in attività extra-agricole create sul posto o nell'ambito di moti pendolari tollerabili. 12 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 Si ridurrebbe cosÌ al minimo quélla tendenza, oggi rimarchevole, dei trasferimenti nella valle dell'Adige, do ve i due maggiori centri di Tren'to e Rovereto e i loro complessi industriali, artificialmente li attirano. In hase a questo programma il piano provinciale dovrehbe dunque trasformare l'organizzazione degli insediamenti umani per rendere massimo il valore produttivo delle attività che si svolgono nei centri minori e nello spazio aperto alla cam pagna che li include. A questo fine esso dovrebbe imporre alle strutture e alle infrastrutture una serie di condizioni che dipendono da tale organizzazione. Questa finalità del programma urhanistico è scatu rita logicamente dalla situazione dei centri periferici nel Trentino, non molto diversa da quella di ogni altra re gione del Paese. Dovunque si è manifestata da tempo una crisi profonda dell'ambiente della campagna nella stabi lità dei suoÌ valori umani, travolti dalle esigenze dl una nuova economia che provoca la morte del1'insediamento sparso e la decadenza dei centri urhani minori disseminati nel territorio aperto. ,La città regione è uno dei fenomeni conseguenti alla crisi. Le grandi concentrazioni si contrappongono alla re· lativa dispersione dl valori, derivante dagli interessi de centrati, ma non organizzati che p;rovocano il naturale depauperamento delle vastissime regioni periferiche con i loro piccoli insediamenti. Questi, un tempo ricchi di vita limitata, sono oggi travoltidaUa crisi e posti generalmente in uno stato pili o meno gravedl degrado dai fenomeni conseguenti alla lenta emorragia delle energie più' giovani, che ha causato la graduale scomparsa del contadino come tipico elemento della struttura sociale di tradizione millenaria. L'urhanistica, solo da poco ha scoperto che la man canza dl equilihrio nella situazione delle aree periferiche dipende in gran parte da processi di trasformazione irra zionali che provocano la creazione di strutture e infra strutture non adatfe in larghe zone territoriali. Le conseguenze dell'irrazionalità di questi processi oggi cosÌ diffusi sono le grandi migrazioni depauperatrici, l'abhandono della campagna e di centri fiorenti, la scom parsa di economie e di amhienti una volta straordinaria mente caratterizzati. Si potrebhe ohiettare che questa situazione di fuga dalla campagna e la scomparsa di determinati ambienti, sia la conseguenza necessaria dei mutamenti sociali a cui tutti i paesi sono oggi sottoposti. Tuttavia, la <concentrazione che sostituisce alla cam pagna ancora popolafa localizzazioni pletOtriche, non com pensa con elementi più favorevoli per l'uomo le conse guenze derivanti dai gravi fenomeni di depauperamento periferico. Al contrariO', nei centri più ricchi si forma la conge stione, come conseguenza dell'accresciuto accentramento e ne deriva il malessere dell'addensamento, che provoca la scarsezza ed il rapido invecchiamento dei servizi col. lettivi troppo usati ed affollati, il disagio di abitare nei tristi quartieri fatti di case sovraccariche di inquilini, il tormento di mancare della capacità di acquisto adeguatO' ai prezzi di concentrazione. Anche nel Trentino si è manifestata una certa ten· denza all'accentramento della pGpolazione in direzioni prevalenti per zone esattamente localizzahili, che prGvo cano l'impoverimento delle periferie. Tale accentramento si verifica, per la massima parte, nelle aree industrializzate relativamente più vaste, uhicate lungo l'asta dell'Adige e nella zona del Basso Sarca; nei centri di TrentO' e RGvereto, per esemplificare, si riscon tra infatti il 73 % dell'incremento edilizio realizzato nel· l'ultimo decennio. Per quanto >complesse possano essere le ragioni pro fonde dell'impoverimento di popolazione nei territori peri. ferici, cosÌ del Trentino come di molte altre zone italiane, è certo che esse hanno in huona parte come causa imme dlata la scarsa attitudine a uno sviluppo produttivo di larga parte di questi territori, derivata essenziailmente dal loro minuto frazionamento in aree comunali piccolissime, che rendòno, impossibile qualsiasi intervento ampio, radi cale e produttivo. I frazionamenti inoltre, polverizzano la dlstrihuzione dei mezzi finanziari disponibili che sono perciò insuffi cienti in ogni comune ad approntare quel minimo di ser· vizi oggi necessari alle esigenze del vivere civile. Per dare impulso adeguato a torme valide di vita insediativa è dunque urgente ridurre il fraziGnamento co mUllifle per organÙ!Zare le periferie con attività secondarie e terziarie, che possano validamenrte sostenere la forma ziGne di strutture ed infrastrutture capaci di provocare un sensibile rendlmento delle attività. F:ra i mezzi più rilevanti per ottenere questo mag gior rendlmento periferico, devono annoverarsi quelli del· l'organizzazione dei gruppi sociali in una più ampia enti tà territoriale; se tali 'gruppi riescono a coordinarsi, p0s sono infatti creare nuclei abhastanza numerosi e rappre sentativi, tali da partecipare con efficienza ed autorità ai programmi di costituzione dell'entità stessa. I comprensori e le unità insediative Il frazionamento eccessivO' in piccoli comuni quale fenomeno esteso non SGlo al Trentino ma a tutta l'Italia, ha richiamato l'attenzione particolare degli studlosi di urhanistiea, che da alcuni anni lavorano sul prohlema di trovare una dimensione più grande dei singoli ca muni, risultante dalla unione di essi per gruppi capaci di realizzare con la loro aggregazione ,una maggiore ef. ficienza economica e una più elevata fGrma di ,prestigio politico e culturale. A questa nuova entità si è dato il nome di comprensorio. Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Dal punto di vista tecnico, è chiaro che il com prensorio può formarsi solo quando esistono possibilità di .integrazione dei comuni fra loro e questo si verifica se sono in atto o possono determinarsi tra comune e co mune 'punti di convergenza delle rispettive attività, che siano abbastanza saldi da poter essere considerati uni tariamente. Trovati i punti di convergenza, la dimensione mas sima di un comprensorio si raggiunge, teoricamente, quando il gruppo dei comuni da includervi è arrivato a un limite numericO' tale, che ogni aggiunta di altro comune riduce l'efficienza dell'insieme. E' infatti facilmente intuibile che, oltre un certo limite, le attività disponibili o creabili unitariamente con profitto nel senso favorevole al processo di sviluppo del territorio e l'organizzazione generale di tutte le atti vità professionali e culturali non sono più capaci di mantenere una efficiente unità fra i diversi tipi di con vergenza. Gli stessi rilievi vanno ovviamente fatti quando il numero dei comuni è troppo piccolo, e non si raggiunge nell'insieme l'efficienza necessaria a realizzare i pro grammi di sviluppo di quell'area che si vuole costituire comprensorialmente, secondo ·finalità adeguate alle sue caratteristiche. Fra i mezzi di efficienza va sottolineata l'attività culturale disponibile in un certo insieme di popolazione, che quando è piccolo ha un'attività culturale general mente insufficiente a svolgere i compiti che dovrebbero assumersi nella comunità del comprensorio. Spetta al Piano Provinciale di indicare la dimen sione e le caratteristiche di ogni comprensorio e di sta bilire i criteri fondamentali che dO'vranno guidarne la progettazione urbanistica. Esso è, dunque, uno strumen to che, valutate le ragioni dinanzi menzionate, stimO'la i comuni a coordinarsi in unità maggiori per realizzare più concretamente quei programmi di sviluppo, di de centramentO' di servizi e ,di attività pubbliche, che garan tiscono organicità ed equilibrio all'espansione delle atti vità del territorio, frenando almeno . in parte l'emorragia migratoria. Questo programma coinvolge la campagna quale protagonista delle nuove strutture, per animarla con una spinta vivificatrice che viene dal suo stesso interno. Qui una nuova attività capillare dovrebbe svolgersi, stimolata dalla capacità formativa dei nuovi servizi e . delle altre attività secondarie e terziarie, che dovrebbe sostituirsi alla attuale decadenza, concretandosi in orga niche urhanizzazioni di nuovo genere chepotrehbero estendersi a tutte le aree del territorio, intese comEl peri_ feria. Per questo è soprattutto importante che la costru zione del comprensorio si consideri come opera di uma nizzazione di territori, in cui sussistono situazioni di sot tosviluppo e depressione in rapporto a quelle dei grandi 13 centri urbani. L'opera di umanizzazione avrà inizio quan do gli elementi più colti e preparati, che sono i primi ad abbandonare la periferia, sentiranno di essere impe gnati cpme protagonisti nella rigenerazione della terra in eui sono nati, e questo sentimento li fermerà se sarà abbastanza grande l'attrazione esercitata dalla consape volezza che la formazione del comprensorio dipende in parte dalla lo;ro capacità creatrice di cultura. Se questo stato di coscienza potrà essere esteso a tutte le attività professionali, diventerà lo stimolo essen ziale per umanÌzzare l'idea di comprensorio. Esso potrà infatti diffondere la consapevolezza che nel processo di sviluppo di un territorio sufficientemente ampio, le pos sibilità di benessere generale dipendono dalla piena par tecipazione a questo sviluppo dell'insieme di tutti .i grup pi sociali e dal giusto dimensionamento di ognuno di essi, per avere la massima ricchezza di contci:hutiumani nella organizzazione interna di tutte le forze spirituali e materiali del comprensorio. Il comprensorio è pertanto una dimensione organica, che condiziona le possibilità di massima efficienza e le scelte operative necessarie ad un processo equilibrato di sviluppo ai modi secondo cui le sue caratteristiche più essenziaH sono organizzahili nel quadro degli interventi di espansione di più vasti territori con la piena intesa di tutto l'insieme delle forze sociali che vi ,partecipano e che p{)ssono esprimere meglio la efficienza di tali carat teristiche soprattutto in torma creativa. Un programma di sviluppo che si fondasse in pre valenza sugli aspetti tecnico-economici per la risoluzione dei problemi di piano e trascurasse tutti gli altri, for nirebbe, per l'efficienza e il benessere, elementi assai schematici in relazione alle esigenze che emergono dalle situazioni del territorio. Le situazioni concrete impongono formulazioni as sai più complesse, alle quali non è possibile dar corpo senza un profondo lavorio di penetrazione nell'ambiente umano, che in un certo senso renda più ricche di ele . menti qualificatori, e perciò più valide, le scelte opera tive che la collettività vi determina. La dimensione del comprensorio dipende dunque essenzialmente dal fatto di essere tanto grande da poter fondare obiettivi di sviluppo su interessi e attività ab bastanza importanti, da richiedere l'aggregazione di più comuni ed il concorso di tutti i gradi della cultura e del lavoro in essi presenti. Contribuiscono inoltre all' individuazione dell' area comprensoriale le caratteristiche dell',amhiente geografico, visto anche come paesaggio, con strutture insediative che partecipano alla sua configurazione. Abbiamo già accennato entro quali limiti e sotto quali condizioni di carattere tecnico e di carattere socio culturale può individuarsi l'area di un comprensorio. anche se non esiste un unico principio di individuazione, ma solo criteri di efficienza per stabilire nelle sue ·grandi 14 Supplemento ooWnario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 linee la dimensione capace di farvi convergere le fonda· mentali attività di diversi comuni. Per conseguire que· sta convergenza, è anzitutto necessario che presso leam· ministrazioni comunali 'si crei la convinzione che coordi nando le capacità e iiI prestigio politico di più comuni, cioè gli interessi fondamentali, si ottengono stim<lli assai più forti per un() sviluppo efficiente che non impegnan do le forze distinte di ogni comune s:ingj)larmente preso, e in un certo Sflnso proclive ad ignorare l'attività degli altri, per agire anche in modo contradditori() ri spetto a queste attività. E' importante rilevare come la dimensione compren soriale cosÌ definita risulti condizionata, a taluni princi pali fenomeni che con la loro signiiìcativa preminenza forniscono dati abbastanza sensibili per stabilire i para~ metri deHa estensione territoriale di un comprensorio. I fenomeni preminenti nella formazione di un com prensorio sono i seguenti: l) la popolazione caratterizzata dalla sua dinamica spa zio - temporale nelle forme secondo cui, in ogni parte del territorio, si sono create, sviluppate e applicate le attività delle diverse classi prooessionali. 2) II tipo di convergenza da'raggiungere per gruppi di attività produttive: agricO'la, commerciale, industria le e turistica; 3) Le convergenze ,di carattere culturale fondate sulle espressioni locali delle attività più caratteristiche, a cui fanno capo ben determinati poli di sviluppo (scuo le di tipo partico,lare, organizzaziO'ni culturali, biblio teche, ecc.); 4) L'unificazione reale o possibile nel comprensorio, del le attività turistiche nelle loro particolari varietà; 5) Le relazioni derivanti dalla vita locale e interne agli insediamenti urbani, quella fra insediamento e inse diamento e quelle di ognuno di essi col territorio che lO' contiene e con più vaste estensioni del Paese, nel rapporto con le grandi infrastrutture e con le minori intese come aspetti ordinatori ed integrativi del sistema degli insediamenti. Questi settori, in quanto formativi di riferimenti spaziali in relazione alle espressioni che li riguardlano, sono da considerare elementi di valutazione del senso e della intensità di sviluppo della situazione complessiva del territoriO' in rapporto alla sua dimensione, nel qua dro generale di più vasti programmi urbanistici. Sono altresÌ importanti le relazioni tra i fenomeni esistenti e le forme sviluppabili di ef,ficienza create dalla pianifica zione che ne determina i mutamenti nei cambiamenti di stato legati ai processi di sviluppi previsti. In hase a quanto predetto si sono individu,ati in pro vincia di Trento lO comprensori e precisamente: Valli dell'Avisio, Valle del Cismon, Bassa Valsugana, Alta Valsugana, Valle dell'Adige, Valle ,di Non, Valle di Sole, Valli Giudicarie, VaNe del Sarca e Vallagarina. Nelle forme di relazione a:nzÌlddetta si includono an che quelle riguardanti gli aspetti umani delprohlema ter ritoriale, cO'me protagonisti del suo futuro henessere. In tuttO' questO' insieme di fenomeni e .di relazicmi che caratterizzano la situazione del territorio, ha un gran peso qualificante l'omogeneità. L'omogeneità in urhanistica, se:rve a circoscrivere quantità ed estensioni spaziO' temporali di settore o di campo, in eui determinati ,fenomeni si comportano nei mO'di seguenti: o assumono gli stessi valori e le stesse caratteristiche relative a cosc od attività specifiche, o presentano lo stesso aspetto in ogni parte dell'area in cui sÌ estendono, o hanno lo stesso andamento nel corso di un certo processo di sviluppo quantitativo, o, infine, pro vocano gli stessi effetti in un certo insieme di fatti in relazione tra loro. L'omO'geneità in urbanistica è individuahile dunque, in rapporto a determinate fimllità sociologiche, economi che, culturali, amministrative e tecniche presenti in va rio modo nelle situazi~ di fatto e O'rdinabili secondo forme determinate da ,particolari earatteristiche di set tore in circoscritte estensioni di territorio. Ne consegue che si possono sempre individuare estensioni territoriali che abhiano una loro unità, in rap porto ai caratteri omogenei spazio-temporali di un de terminatO' gruppo di fatti. Quando, nel rimode11are per ragioni di intervento urhanistico l'area territoriale che cO'ntiene questi fatti, i fatti stessi mantengono una cerla uniformità di com portamento relativa a prestabiliti obiettivi strutturali, si dice che ess,i assumono la funzione omogeneizzante e sono suscettibili di essere raggruppati secondO' una deter minata organizzazione urbanistica. In altre 'parole esiste la possihilità, o non esiste, di modificare la situazione di fatto ,di una estensione territoriale avente una certa omogeneità a seconda che questa possa o no essere poten ziata dali 'intervento urhanistico con la trasformazione dei fatti da cui dipende l'omogeneità. Seagen.do su questi fatti la omogeneità si interrom pe invece di potenziarsi, vuoI dire che l'area O'mogenea ha già raggiuntO' o possiede un suo equiliJhrio limite che ne stabilizza in modO' definitivo le strutture come avviene, per esempio, nei centri storici, o in taluni am bienti naturali che non toNerano trasformazioni della propria coerenza interna. Il principiO' di omogeneità ha d~nque una funziO'ne assai importante anche nel comprensorio. A tale principiO' corrisPO'ndono condizi~ di convenienza nei modi di in tervenire su un settore o su un gruppo di settori, quali quelli economici, culturali, professionali, amministrativi. In ognuno di questi settori, o in un insieme di alcu ni ,di essi, l'omO'geneità si rivela particolarmente favore. vole a determinati tipi .d'investimento, se ea:istono vocazio. ni di carattere naturale o arti,ficiale che individuano pre Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 cÌse relazioni per formare unità territoriali con una strut tura legata a quella di base cOilllprensoriale. L'insediamento urbano come protagon..ista di ogni mutamentoartifÌciale, è il cardine delle unità territoriali e lo è in relazione al tipo di omogeneità per la quale essa si organizza. Questa unità territoriale omogenea prende il nome di unità insediativa; vi hanno· generalmente notevole importanza i nuclei .residenziali nel loro insieme di costru zioni e di abitanti. Qui trovano rilievo i fatti nella loro vitalità e nelle relazioni che ,vi si istituiscono, riferiti alla loro distribuzione nel ,territorio. Ogni unità insedi:ativa nel suo complesso come en tità fisicamente definitiva, è formata dall'insieme dei gruppi edilizi che vi sono distribuiti, da ogni altro manu fatto in essa esistente o previsto e dal territorio !l1.On edi ficato che li contiene e vi si compenetra. Questa cOilllpene Lrazione si realizza con le forze vive del territorio non edificato, sensibilizzate dalle modificazioni urbanistiche previste e da quelle possibili considerate come eventi di un futuro più lontano. Sono Ione vive tutte le energie che so:ttendono ano sviluppo ,del territorio libero in rapporto alla essenza del le sue caratteristiche. Da esse dipende la produttività in ogni senso aperta alle sollecitazioni create dagli interventi urbanistici ed economici e dalle relazioni che si formano fra centro urbano e campagna. Pertanto, l'nnità insediativa può essere definita una estensione territoriale con misure non eccezionali in cui le varie parti e i fatti che vi si riferiscono hanno speci fiche caratte:ristiche, individuabili nel loro contesto per l'omogeneità che ne promuove la coerenza interna anche nelle reciproche relazioni. Si potrebbe ancora dire che l'unità insediativa si verifica quando le diverse parti di un'area hanno una determinata forma d'omogeneità relativa a talune loro caratteristiche. Un esempio potrebbe chiarire meglio questi concetti. Prendiamo una zona collinare concaratte:ristiche di pae saggio notevoli per il godimento provocato dalla configura zione delle sue ,diverse parti. Queste' caratteristiche presentano dunque, entro certi limiti e per una estensione da definire, una tipica forma d'omogeneità che è relativa alla conformazione dell'am biente. Supponiamo che questo ambiente sia caratterizzato da zone fortemente alberate, fra:mmiste a piccoli centri urbani ea qualche manufatto rustico sparso nella campa gna. Supponiamo ancora di intervènire in esso aumentan do le masse alberate per accentuare la oontinnità del pae saggio, nascondendo manufatti tra loro staccati e discor danti, situando in località opportune edifici· proporzio nati che sottolineino, per esempio, Pattrazione di ,una larga zona a prato, con la loro presenza, ospitale, senza ostentazione, e creando :inIine strade e sentieri con trac 15 ciati rispondenti alla conformazione del terreno, capaci pemiò di sottolineare la varia configurazione e di offrire a cbi li percorre ·visioni privilegiate. Se facciamo tutti questi interventi urbanistici che abbiano le qualità anziddette rafforzeremo il contesto omo geneo del paesaggio, rendendone più evidente la unità insediativa neHe caratteristiche secondo cui assumono una interna coerenza i suoi diversi elementi costituita da masse alberate, da zone a prato, da insediameni urbani e da ogni altro gruppo di cose che se aggiunto con criterio all'am biente naturale verrà a far parte di questo quadro gene rale con nuove qualità esaltatrici dell',unità insediativa. Se viceversa questo paesaggio ha una configurazione omogenea tanto singolare e privilegiata ehe nulla può essere aggiunto o tolto alla mirabile coerenza delle sue parti, la sua area non può essere sottoposta ad alcun :in tervento urbanistico, perchè possiede già un suo equili brio stabilizzato, che ogni trasformazione potrebbe inter rompere. E' necessario dunque vincolare le aree che hanno questi requisiti impedendo che vi si operino dei cambia menti; è questo il caso, per esempio, dei parchi naturali o di taluni piccoli centri urbani .storici a noi perfetti at traverso i secoli. Nell'esempio del paesaggio con masse alberate, cen tri u:vbani, altri manufatti sparsi ooc. questi elementi sono da considerare fatti omogeneizzanti offerti da ciò che pree siste nell'intervento, mentre quanto vi aggiungiamo dopo in rete stradale altri manufatti per attrezzature varie c0 stituisce lo strumento per rendere evidenti questi fatti omogeneizzati legandoli agli scopi per cui l'unità inse diativa di quel paesaggio, (che secondo quanto sarà chia rito più avanti è una unità parco) si viene sempre meglio determinando urban..isticamente. Le masse al~rate, i centri urbani, i prati ecc. come riscono un senso proprio ad ogni opera da inserire nella matrice di cui fanno parte (una casa, per esempio, deve avere colore, forma e dimensione rispondenti alle condi zioni dettate da quella matrice), un senso, cioè, che espri me una ben definita relazione fra elementi naturali e artificiali di quel paesaggio. L'unità insediativa può essere dunque considerata l'entità coordinatrice dei rapporti merenti la dimensione strutturale ,del cOlIlJprensorio, di cni stabilisce i parametri figurativi quando il sistema strutturale che la coinvolge trae, come si è detto, la sua origine formativa dai fatti omogeneizzanti apparten:enti a settori determinati dalle situazioni del sno territorio. I fatti omogeneizzanti sono legati agli scopi per cui l'unità insediativa viene model landosi entro questa struttura e conferiscono ad ogni 0pe ra esistente o ,da prevedersi una significante disposiZione che è indicativa in senso formale delle reciproche l'elazio ni nel paesaggio, degli elementi naturali e di quelli arti ficiali. L'unità insediativa pone perciò il suo principio gene 16 Supplemento o~rdinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 ratore, come entità urbanistica, in una struttura di base, per esempio un insieme di elementi vari nel paesaggio da costituire come parco attrezzato che forma il sistema della sua pianificabilità, cioè il complesso di indic~oni urba nistiche per essere pianificata. Si intende infatti per pia nificahilità la predisposizione di un territorio a organizzar si secondo determinate linee programmatiche il cui limite è rappresentato «dalla coerenza fra gli seopi par,ticolari del suo sviluppo ed ai fatti omogeneizzanti che vi sono legati ». Il sistema suddetto è fondato perciò sul reci proco condizionamento di tipo causale delle aree ritenute omogenee a determinati effetti; aree in cui l'unitàinse diativa può essere divisa per raggiungc're situazi()II].Ì più confacenti alla sua pianificahilità nel senso previsto per i fini da conseguire con i programmi urbanistici (sempre riferendoci al nostro esempio, le aree del bosco, quelle in terne costituenti i centri urbani, le aree coltivate ecc.). Si tratta di. precisare i fenomeni di carattere cumu lativo più importanti per la configurazione di ogni area partieolare in rapporto al sistema della sua pianificabilità formato per definire le future destinazioni dell'area stessa. Si tratta cioè di l'imodellare tali fenomeni all'in terno della situazione esistente, per trasformare le attività facendole confluire secondo gli obiettivi predeterminati con il massimo grado di effieienza. Questi obiettivi di carattere cumulativo sono, per esempio, per il boseo: il modo di formarlo con deter minate alberature, sentieri,attrezzature efficienti ma non molto visibili dagli spazi più apertiece. Sono obiettivi dello stesso genere per le grandi zone a prato, :i manu fatti che vi inseriamo a renderle più caratteristiche i campi da gioco, la piscina ecc., che nel loro insieme esprimono obiettivi d'attrazione per determinate ne cessità. Un altro aspetto della organizzazione del territorio di cui si deve tener ,conto, come di un obiettivo nel for mare le unità insediative, è quello della promozione cul turale che stimola le attività umane nell'interesse pub blico di comunità e di gruppi. Secondo questo aspetto, l'unità insediativa viene as sumendo una struttura che oltre ad evidenziare le ten denze verso tipi di organizzazione funzionale, la cui for ma costituisce l'espressione della struttura stessa, trova la sua massima spinta nella capacità di sensibilizzare gli aspetti culturali che caratterizzano, in questa organizza zione, l'attività dei vari gruppi sociali. I concetti che si sono espressi sulla organizzazione ùrbanistica del comprensorio intendono superare l'arida schematizzazione pseudotecnica che si vuole applicare al la pi'anificazione dei territori aperti e sostituirla con gli indirizzi specifici di un procedimento metodologico, che indica le grandi maglie di una struttura urbanistica si gnificante del territorio. Questa struttura costituisce un sistema capace di riconoscere, con gli strumenti scienti nci adatti, la pianificahilità delle diverse situazioni terri toriali, delimitandole nel quadro di obiettivi 'prefissati. La configurazione strutturale di questa grande ma glia è dunque un disegno che viene predisposto dall'in tamo delle situazioni territoriali, secondo una determi nazione dello spazio utile, che assume forme e dimen sioni sempre più ,aderenti a questa utilizzabilità e agli aspetti ,figurativi del territorio con i quali definisce con nessioni reciproche. Queste dovrebbero rappresentare lo stimolo interno a mantenere condizioni di equilibrio nel sistema, man mano che questo si viene sviluppando ver so più caratterizzate situazioni,nel quadro degli obiettivi da perseguire con le 'attività dei gruppi umam, che ne costituiscono l'essenza. Nel Trentino, per esempio, il comprensorio della Val di Non, può essere suddiviso in grandi maglie dalle sue unità insediative ognuna delle quali sviluppa un sistema coerente di attività interne e di relazione con le altre unità insediative e si pone organicamente nel qua dro degli obiettivi più generali predisposti per attivare la struttura sociale del comprensorio nel suo complesso. Come "si è detto, le varie parti dell'tmità Ìnsediati va hanno un loro condizionamento reciproco, in relazione all'insieme dell'unità stessa e costituiscono delle vere e proprie aree funzionali la cui prevalente configurazione dipende in gran parte dalle indioazioni fornite dalle ca ratteristiche formali del territorio. Il complesso delle relazioni originate dall'organizza zione, che ha localmente una sua ben definita consisten za, forma il quadro circoscritto delle dimensioni entro le quali si sviluppa la dinamica degli interessi e delle attività collegare .agli ambiti di un più vasto quadro di interessi territoriali. Esso, nella ricerca di nuove e più convenienti condizioni di sviluppo e di equilibrio delle varie localizzazioni, fornisce al piano materia per orga nizzare forme di intervento, ·che consentano di avvicinarsi il più possibile agli obiettivi di convenienza da raggiun gere secondo le previsioni generali di svilruppo. Forme di intervento cosÌ fatte, presuppongono un approfondimento dei quadri di ricerca ed una metodo logia ad hoc, di cui appena oggi si vanno creando i pri mi fondamenti. In quest:o settore della cultura urbani stica, gli studi da proporre si pongono entro i umiti di una ricerca ,di situazioni rappresentative della pianifica bilità del territorio, che è determinabile secondo finalità di sviluppo, vincolate a corrispondenti forme di omo geneità. Si scopre così, ,la tendenza dei territori a trasfor marsi plU o meno verso situazioni considerate di con vemenza nel quadro del piano. Ciò porta alla messa a punto di una rosa di possibili gradi di trasformazione entro cui si può prevedere realizzato, nel tempo, IUD cer to programma urbanistico. Il sistema. strutturale del comprensorio come lo ab biamo delineato, conferisce alla pianificahilità di ogni Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 ====== parte di esso l'organizzazione necessaria per uno svolgi mento giustamente orientato. Nel sistema, assume particolare rilievo la dimen sione delle parti che è fondamentale per il riconoscimen to della struttura e per garantire la sua ordinata distri buzione :nel reciproco ,rapporto delle parti stesse all'in terno del sistema. I criteri di questa dimension'alità sono vincolati ai valori che si intendono assegnare, in senso urbanistico e archil'ettonico, al rapporto tra il. significato delle situa zioninelle varie parti del territorio e la loro dimensione. Questa dimensione è infatti riferita agli elementi che esprimono ,le situazioni, che sono cioè il significato del le situazioni. Fra dimensione e significato perciò si crea un rap porto che assume il massimo risalto quando si interviene per modificare la situazione di un territorio in relazione a istanze di massima efficienza subordinate alle scelte orientative predisposte dal quadro generale degli inter venti. Il rapporto è infatti ovviamente un limite alla tra sformabilitàdelle parti di un territorio. Nella form'azione di una dimensione territoriale ha una certa importanza il sistema infrastrutturale delle co municazioni. Esso è determinabile dall'insieme delle re. lazioni esistenti o che si formeranno fra. le diverse unità insediative per effetto di 'programmi di intervento urba nistico il cui senso della forma si riferisce al sistema di parametri dimensionali costituiti appunto dalle infra strutture. Le espressioni di questa dimensionalità, trovano nel le comunicazioni i seguenti ,requisiti: 1. di essere vettori della sistematizzazione delle grandi aree territoriali di intere regioni che suddividono in estensioni ben definite; 2. di, essere conduttori di relazioni -cumulative a grande distanza fra nuclei preminenti; 3. di materializzarsi in un sistema di canali minori ap portatori di rapporti funzionalmente vivi nel passare dalle relazioni a grande distanza a quelle ~ocalizzate nelle unità insediative. Possiamo quindi éoncludere che la grande infra struttura viabilistica e le vie oapillari esistenti e nuove con cui essa si dirama nel territorio, creano una suddi visione dell'unità insediativa in aree coordinate da defi nire nelle scale opportune e con piani più particolari, in cui è stimolata la formazione di quei nuclei fumio nali che accolgono le prime tracce sensibili dei volumi da progettare e le relazioni significative tra i diversi in sediamenti in loco e .col territorio 'aperto. Il sistema viabilistico delle comunicazioni crea cosÌ una nuòva e più pertinente gradualità di grandezza e di scale di lettura per il territorio, in eui la presentazione dei modi figurativi, secondo le future modificazioni del 17 l'ambiente fisico, orienta i grandi spazi ,aperti ad avere una significazione urbanistica secondo una specificazione con parametri riferiti alle ,varie parti del territorio che includono i nuclei urbani. Nell'organizzare i lineamenti ,dell'unità insediativa si dovrà appunto tener conto del modo come si dispon gono tra iloro le relazioni di crescita delle varie parti di essa a causa del moltiplicato valore degli effetti dinamici provocati dalla rete capillare intesa come riduzione vi tale del grande nastro ai relativi sistemi di comunica zione locale. Si può concludere che alla visione spazio-temporale del paesaggio, i nuovi elementi di trasformazione che vi si includono devono offrire 'attributi che rafforzino i va lori espressivi insiti nel sistema omogeneo di cui il pae saggio stesso fa parte e che rappresentano la predisposi zione figurativa delle sue caratteristiche, ovverossia la sua figurabilità. E' intuitivo che l'omogeneità del pae saggio, come qualità intrinseca della sua struttura, si riferìsce in modo particolare all'ambiente fisico e alle sue caratteristiche formali. Tali caratteristiche in quanto comprese nella sfera figurativa, possono essere trasfor mate solo da manufatti che siano coerenti a questa. sfera. Esse hanno perciò una ben definita predisposizione figu rativa, che possiamo chiamare figurabilità, e che vin cola i manufatti stessi entro precise indicazioni di for ma e dimensione. Tra le espressioni di questa figurahilità emergono quelle relative ai rapporti tra piccole e grandi forme na turali e artificiali che moltiplicano le immagini con pa rametri spazio-temporali in relazione alla velocità del movimento, quando si percorrono 'grandi distanze a fort'e andatura. Oggi che i mezzi meccanici hanno moltiplicato la velocità, il significato strutturale nuovo dello spazio vie. ne ingannevolmente assunto come esaltazione del senso di grandezza delle parti. In realtà la visualizzazione del la complessità di immagini che si succedono sia alla ,coscienza che alla vista, con la velocità, presenta una molteplicità di rapporti assai brevi il cui pieno signifi cato può cogliersi nell'ambito di sèale appropriate e se. condo campi di relazioni in cui la dimensione delle im magini pur essendo. ricca di variabili è quella umana di sempre, ma con grandissima intensità di relazioni. La sensibilizzazione formale fra territorio e oggetti che vi sono inclusi ha perciò caratteristiche rispondenti ad ogni tipo di relazione che si verifica col movimento. Fra queste, le relazioni figuranve riguardanti gli infiniti elementi formali del paesaggip situati in un loro ben definito quadro spaziale, trovano in questo e nelle parti che ne rivelano la interna coerenza figurativa, i riferimenti per una scala di valori e di misure. Questi riferimenti costituiscono il corpo del sistema con cui il paesaggio si vivifica nena sua trama strutturale ed espri me il proceSso secondo 11 quale le parti legate a una coe. 18 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 rente omogeneità, possono svilupparsi, con tendenza verso efficienti ed equilibrate trasformazioni. La struttura dell' ambiente territoriale nelle sue espressioni figurative più ampie e meno ampie, viene pertanto intesa come processo che pone in forma aperta le relazioni di grandezza fra gli elementi ,che ne costi tuiseono la rappresentazione fisica. Questi si presentano cioè nella forì'na aperta di schemi significanti in rapporto ai parametri convenzio nali degli standards urbanistici, la cui dimensione nello spazio è tendenzialmente rivolta a stabilizzarsi in forme finite, ,con determinat'e scelte espressive che costituisco no i parametri convenzionali e definiscono le relazioni di grandezza precisandone la forma nell'unità figurativa del paesaggio. Per esempio, una scuola tipo come standard pone relazioni di grandezza in forma aperta col paesaggio mentre la scuola progettata e costruita non è più una entità statistica ma una enrità edilizia ben definita e chiusa che ha relazioni prccise di grandezza e di forma con tutte le cose dell'ambiente in cui si inserisce. La forma aperta'è, dunque, quella che risulta dal le relazioni formali tra territorio .che si istituisce come ambiente e interventi urbanisl'ici in esso possibili, quan do queste relazioni hanno come variabili le grandezze degli standards urhanistici, relativi alle proposte di in tervento. La forma aperta rappresenta perciò la tendenza a raggiungere con la progettazione caratteri figurativi de terminal'i entro una rosa di possibilità subordinate al tipo di disponibilità del territorio a trasformarsi con l'intervento urbanistico espresso dagli standards. Ci si è soffermati più a lungo c con precisiriferi menti teorici a descrivere direttive e metodi di carattere urbanistico riguardanti il comprensorio e la formazione di una struttura atta apianificarlo secondo ben definite finalità, perchè si ritiene che il Piano Urbanistico Pro vinciale abbia il compito di indicare ai piani compren soriali le grandi linee della loro formazione. CosÌ quando si dovranno affrontare questi piani tutti gli strumenti scientifici e l'ecnici di ricerca e di pro getto saranno in buona parte metodologicamente orientati. Per completare questa trattazione è necessario ag giungere che il piano provinciale sarà un buon piano se avrà saputo lasciare ampio spazio ai piani comprenso riali secondo cui si aUua, per l'ulteriore approfondimen to dei problemi. Fra questi, emergono le relazioni tra campagua e centri urbani che i piani c()mprensoriali do vranno determinare sia secondo ,rilevazioni dello stato di fatto, sia secondo una previsione consona a:Ile necessità di potenziare le attività del territorio nell'ambito di fon damentali localizzazioni economiche e delle relative uni rà insediative. Come si è detto, queste sono da considerarsi punti di riferimento per un modo efficiente di organizzare lo spazio con le strutture. Per sviluppare tutte le attività inerenti a questa organizzazione in run quadro rinnovato delle situazioni territoriali, la legge urhanistica prov,incia1e n. 2 del marzo 1964 ha previsto la costituzione di consorzi per la formazione, l'adozione e l'esecuzione dei relativi piani comprensoriali. Perciò i problemi assai complessi che si verranno presentando nella sistemazione dei comprensori potran no essere 'gradualmente risolti, man mano che i consorzi di gestione comprensoriale conquisteranno una maggiore maturità e la pianificazione avrà gradatamente urbanÌz· zato tutto il l'erritorio con una efficienza di ,cui il piano provinciale può essere solo il supporto. Tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale A fondamento di quanto si è fin qui detto sulle unità insediative, prende 'grande rilievo il rispetto del· l'essenza che caratterizza la configurazione fisica del territorio, e fra i problemi dell'asselto !territoriale pre visto dal piano quello della tutcla ambientale, che ri guarda specifici interessi pubblici connessi all'utilizza zione del territorio secondo condizioni di uso dettato dal· l'interesse pubblico che tutela lo sviluppo culturale e il tempo libero'.' Il piano si propone di operare abbandonando il cri terio di bellezza naturale o paesisri<m e attribuendo in vece 'all'ambiente naturale un conten~to più autentico e moderno inserendovi, oltre alle singolarità naturali per cui gran parte del Trentino è 'celebrato nel mondo, an che rutto ciò che di un territorio è opportuno conservare e valorizzare in quanto testimonianza concreta dei valori di civiltà; e <Cioè oltre alle strutture insediative integrate nell'ambiente, le opere di coltura agraria e quelle di in frastrutturazione del territorio. Il concetto di paesaggio, pertanto, completa quello geografico di a:tnbiente naturale, sottolineandovi la più ampia partecipazione dell'uomo, come protagonista che esprime la storia dinamica delle cose da lui create in quella apparentemente immobile delle cose naturali. Il paesaggio ha assunto in tutti i tempi espressioni qualificanti e caratterizzanti per la presenza dell'uomo che ha trasform.ato, con la sua storia, l'ambiente naturale. Le azioni dell'uomo hanno gradatamente cambiato la natura, in un paesaggio animato di attività insedia tivc sempre più vaste e varie, che hanno integrato gli aspetti naturali della terra con quelli denotan~i la storia . delle attività umane. L'amhiente è matrice prima di tutte leanalis.i ur banistiche per il dimensionamento degli aspetti secondo cui le attività umane si concretano in manufatti nei posti' in cui si vengono insediando. Nel Trentino questa matrice presenta caratteristiche singolarmente prevalenti Supplemento ordinario al B. U.19 settembre 1967 . N. 40 su quelle create dall'uomo con la sua storia e le sue tradizioni. Tuttavia queste contano moltissimo nella configu razione del paesaggio e si manifestano in generale negli insediamenti urbani accentrati e nella loro distribuzione sul territorio e altresÌ nelle trasformazioni che l'uomo ha gradualmente portato sul suolo naturale con ragn. coltura e, in epoca più prossima a noi, con le distese di insediamenti produttivi. In questo paesaggio fanno preziosa integrazione i caratteristici insediamenti urbani anticihi e i monumen· tali castelli sparS!i qua e là; tutti elementi che qualifi cano l'ambiente naturale per la poS!izione in cui sorgono e per l'armonia che creano tra la storia dell'uomo e la storia naturale della terra in cui si innestano. Emerge così, per qualità, un particolare tipo di equilibrio in cui nell'ampiezza delle configurazioni i vecchi nuclei edilizi si inseriscono con mirabile proporzione. . In questi nuclei, come gemme, risaltano assai spes so opere pregevoli di architettura e, purtroppo,altrettan to spesso le disarmonie del recente sviluppo edilizio di sordinato e frammentario. n disordine è soprattutto generato da un tipo ca· suale di distribuzione delle abitazioni isO'late, che contra sta vivamente con il carattere dei piccoli insediamenti urbani della Provincia, singolari e gradevoli per la com· pattezza e unità del loro insieme formale. La lotta contro la casualità dell'intervento edilizio nell'ambiente naturale si è sviluppata in questo secolo con il nuovo concetto di 'paesaggio che si è andato sem· pre più affinando in senso estetico come materia di go dimento, che la cultura ha amplificato nei caratteri in relazione a quelli degli oggetlli da contempl,are. Questo concetto si è gradatamente esteso, promosso da una edu. cazione estetica di massa,già· stimolata verso gli ampi orizzonti liberi della natura dai mezzi di trasporto che hanno consentito relazioni sempre più rapide fra un punto e l'altro della terra. Si è così diffuso un nuovo modo di consistere del. le attività umane che è quello del tempo libero, non più come stato di riposo dopo il lavoro, ma come fuga dai centri di lavoro, dalle zone fortemente urbanizzate e co. me 'richiamo verso la natura, le sue bellezze e i suoi godimenti. Gradatamente si sono invase zone naturali sempre più vaste nelle quali si richiedono, per il godimento e la residenza del tempo libero, attrezzature più efficienti e più varie C'he consumano le bellezze della natura e tra· sformano il paesaggio, una volta mirabile per i suoi ele menti geografici originali, ,in un insieme di forme con. trastanti con la natura e con l'armonia della sua 'confi. gurazione immobile. Sott'rarre alla storia degli uomini e mantenere nelle condizioni naturali .n paesaggio, significa oggi offrire ancora alla società, desiderosa di liberarsi delle forme 19 vincolative di un mondo artificiale, un amhiente non ancora contaminato dalla storia degli uomini e quindi pieno di quel fascino degli spazi naturali, che sono sem· pre più richiesti dai lucratori del tempo libero. Essi, oggi, vanno sempre più accrescendo le fila di una culo tura internazionale e la loro voce si fa sempre più in· sistente. In relazione a queste nuove esigenze di movimento e di contemplazione insieme, il paesaggio deve essere ca· ratterizzato e definito in modo da sottolineare le sue foro me più espressive con un particolare risalto a quelle che assicurano l'uso della bellezza naturale, sottraendola nel· lo stesso tempo al consumo irreversibile degli insedia· menti disordinati. Parallelamente all'idea di contemplazione dei gran di spazi, si è fatta sempre più pressante ed imponente, soprattutto negli anni più recenti, la finalità dello sport. Qùestà spinta del tempo libero verso attività spor· tive, si è aggiunta alla domanda di villeggiatura fami· liare tradizionale, che prima era prevalente. Essa si è perciò venuta spostando nelle zone in cui la natura non si presenta con quella grandiosità di configurazioni e di contrasti che sono caratteristici dell'amhiente naturale su cui converge la domanda del turismo sportivo. ,Ci riferiamo essenzialmente allo sport montano, lo scii soprattutto, che è iniziativa piuttosto vicina a noi, in piena ascesa e che costituisce in sè spettacolo ed aro dimento. La forma di questa spinta è alimentata dal fatto che il turismo di godimento per la contemplazione delle immensità degli spazi naturali, convive con quello che richiede questi spazi per lo port.Per lo sportivo della neve è fortissimo il godimento di vivere entro i grandi spazi, dipercorrerli nelle loro molteplici espressioni, con· frontando la propria dinamicità con la perenne immo bilità dei monti 'e dèlle rocce, dei laghi, delle selve e di tutto quanto costituiscecontr'lto con il proprio essere vivi nel processo rapido della breve storia dell'uomo. ,Per fortuna nella immensità della montagna la rj} lativa piccolezza di tutte le attrezza,ture di servizio, ,com prese quelle degli impianti di risalita, non costituiscono certo un pericolo tangibile per il consumo della bellezza dei grandi spazi. L'avvenire del turismo della montagna, secondo noi, stà proprio in questa sua poderosa offerta di contempla zione naturale anche per lo sport, che non può distrug. gersi come quella del mare, consumatasi man mano da forze di attrazione sempre più grandi, con insediamenti incongrui e disarmonici, concentrati lungo tutte le spiag ge ,di cui alterano in maniera irreparabile le· qualità. Tuttavia tra il paesaggio aspro e inacessibile e quello in cui si può arrivare con le strutture viabilisticheesiste una zona che può essere compromessa da attrezzature di servizio disordinatamente poste. 20 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Nel Trentino molte aree di questo genere, tendono ad essere sopraffatte dalle trasformazioni dell'uomo. Per la vigilanza attiva in queste zone ed in quelle in cui l'insediamento umano è presente dalle epoohe più remote, è necessario un sistema di norme, che pur consentendo una scelta oculata di efficienti localizzazioni turistiche, individui i perimetri delle grandi aree terri toriali in cui queste localizzazioni devono essere vinco late per modi e misure alle regole suggerite dalla pre senza del grandioso scenario alpino e trovino una loro fomale unificazione nei parchi attrezzati, in cui si estrin seca l'emergenza figurativa di elementi creati dall'uomo "econdo una configurazione non discordante con gli ele menti naturali del paesaggio. Questo secondo noi, lo strumento più valido per salvare le zone pregia te e più singolari del paesaggio al pino dove la natura permette ancora all'uomo di muo versi senza le difficoltà di uno sport dif:ficile, ma dove, proprio per questo, ogni cosa artificiale dispostadall'uo mo deve subire un controllO' formale che ne garantisca la giusta ubicazione fra tutte le altre forme dell'ambien te. L'insieme di queste forme presenta una singolare unità figurativa nel paesaggio alpino che attira l'atten zione e suscita il godimento delle masse. Sono le grandi superfici rocciose, gli alberi dei boschi, i prati verdi ecc., che valorizzano l'unità figurativa del paesaggio; in esso una edilizia calibrata giustamente potrebbe esprÌimere con forme appropriate nuovi modi di sottolineare le ca ratteristiche dell'ambiente naturale con la presenza colta e sempre più raffinata del turista che troverebbe rispettati i suoi sentimenti di adesione alla natura nella perfetta armonia figurativa dei nuovi manufatti che trasformano in .parchi assai attraenti queste distese naturali, ricche di vegetazione e aperte alle più varie e ampie visioni della natura. Riferendoci ai oriteri';i omogeneità, precedentemen te individuati, la struttura del paesaggio si pone come principio generatore formale unitario di un sistema che vincola in termini di figurahilità, le trasformazioni al rapporto con le parti e con !'insieme del paesaggio. Tale ,rapporto rivela i tratti salienti dei vari tipi di equilibrio formale col paesaggio e variamente signifi canti per la determinazione dei nuovi valori figurati~i non contrastanti con la sua omogeneità espressiva. .. Questi valori esprimono infatti, la compenetrazione fra le destinazioni d'uso e gli spazi che li contengO'no, formalmente definiti, anche in rapporto ad una più pre cisa delimitazione dei vari tipi di omogeneità. !Le .leggi sulla tutela sono la conseguenza della sem pre più affannosa richiesta di paesaggio naturale da par tedi masse che vivono in un ambiente interamente ar tificiale. ,Purtroppo fino ad ora si è operato all'opposto: le hellezze naturali malgrado le leggi di tutela e proprio per la genericità di tali leggi, si sumate, riducendo sempre più il la bellezza, sottratta alla massa più numerosi accorrono verso gli centri. sono gradatamente con genuino godimento del dei turisti che sempre spazi lontani da grandi Integrazioni tra comprensori Quanto si è in precedenza detto a proposito dei com prensori e delle uni,tà insediative, introduce il discorso sulla opportunità di vario genere di predisporre in una visione unitaria, strumenfazioni idonee a -creare tutte le integrazioni possibili fra i comprensori. I concetti che il Piano formula al riguardo possono essere CQsi sintetizzati: Criteri di progetto sia per la formazione delle strut ture generali del territorio provinciale, sia per la organizzazione dei comprensori in relazione ad un loro equilibrato proporzionamento quantitativo e qua litativo; Determinazione di una rete stradale fondamentale appropriata alla struttura dei comprensori; Indicazione e localizzazione di una serie di aree in dustriali e centri commerciali, secondo uno schema compatibile c()n l'organizzazione complessiva della provincia; Criteri per l'organizzazione turistica e per il suo svi luppo, definiii in una dimensione intercQmprenso riale, con particolare riguardo alla tutela del paesag gio ed alle strutture edilizie di interesse storico ed artistico, ed alle infrastrutture e servizi turistici; Aggruppamento dei centri urbani di ogni compren sorio in unità insediative che rappresenfano entità specializzate, per stimolare le relazioni fra luogo e luogo e intensificare gli scambi tra comprensorio e compren.sorio. Spetta ai piani comprensoriali specificare i program mi generali e indicare ubicazioni o dimensioni opportune delle strutture destinate alle nuove forme di attività as sunte nei settori dell'agricoltura, dell'industria, del com mercio ed anche di quelli del turismo e delle iniziative . culturali gravitanti in particolare modo attorno ai cen tri. Questa nuova dimensione delle attività che caratte riZ"&t la vita urbana, rappresenta il mezzo più·· efficace di integrazione e di unificazione dei nuovi gruppi sociali di ogni comprensorio nell'ambito di un programma pro vinciale unitario. La . quinta parte di questa relazione, nell'esporre i criteri informativi della pianificazione urbanistica com prensoriale e nel descrivere i programmi delle òpe:re pre viste, precisa quali siano ed in che senso agiscanoalcu ne strutture fondamentali destinate alle attività di inte grazione e di unificazione degli sviluppi dei diversi com prensori. Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Stante queilta fondamentale indicazione, accertate le disponibilità di mano d'opera e considerato che la rea lizzazione dell'autostrada del Brennero dovrebbe poter facilitare l'insediamento di nuove iniziative industriali, il Piano Urbanistico Provinciale fortnula una articolata localizzazione di zone industriali per le quantità e secon do lo schema ,che verrà dinanzi esposto. Ne è conseguito un fahbisogno di aree industriali fra le nuove non ancora occupate e quelle di reeente oc cupazione per complessivi 1.500 Ha. Sulla base di questa prima quantifieazione a livello provinciale, dimensionata sul prevedibile fabbisogno com plessivo di aree secondo una ,certa ipotesi occupazionale, si è introdotto il discorso più propriamente urbanistico riguardante la dislocazione nello spazio delle aree mede sime. La dimensione e la qualificazione di queste attività è impostata per ogni comprensorio, sul criterio di pro porzionalitàall'importanza di esso e definita secondo concetti di autonomia, per finalità culturalmente unita rie, che come è ovvio, non potranno esaurirsi all'interno del comprensorio ma entro i termini di una dialettica interna al sistema dei dieci comprensori, dovranno orien tarsi verso una sinte'si unificatrice, che troverà i suoi maggiori stimoli nel centro urbano più importante e per tradiziollepiù qualificato a provocare gli incitamenti necessari a questa sintesi. PARTE III GLI ASPETTI ECONOMICI DEGLI INTERVENTI Su questo problema si disponeva di un pregevole studio formatodaHa Regione il quale presentava tre ipo tesi alternative rispettivamente definite eome ipotesi di ~oncentrazione, di diffusione o di articolazione per poli. La situazione al Trentino ha consigliato di non adottare crigorosamente alcuna delle ipotesi indicate; ma ha suggerito, quando non ha imposto,' una più realistica organizzazione rispondente all'incirca a uno schema fon dato su quattro capisaldi (Val d'Adige - Vallagarina e Sarca - .Tione e Valsugana) che dowebbero avere un peso importante nella strategia dello s'viluppo della Pro vincia, in quanto dovrebbero avere anche la ,funzione di sostenere, giustificare e provocare le localizzazioni indu striali diffuse. Per questa considerazione di earattere strategico, nelle località individuate per i 4 capisaldi, il Piano Ur banistico Provinciale prevede l'assegnazione della maggior parte delle aree industriali e precisamente deII'84% del l'intero fabbisogno (12). Assunta questa prima individuazione, in ragione del la maggiore o minorc estensione delle aree di gravita zione sui capisaldi di concentrazione, particolarmente per la parte a nord della Provincia di Trento, si è provve duto ad una localizzazione ,diffusa di aree industrÌ'ali per lo più localizzate in prossimità dei centri più importanti dei comprensori, con l'intendimentò esplicito di inter rompere incerta misuro e per certe quantità i movimen ti pendolari più accentuati, e provocare fatti economici integrativi delle possibilità turistiche che le zone o<ffrono. L'obiettivo che si tenderebbe a raggiungere con tale schema è pertanto configurahile in tre ordini di ragioni: a) I capisaldi di concentrazione, tutti sui fondovalle La trama organizzativa dinanzi delineata, nelle sue fondamentali componenti del comprensorio, dell' unità Ìnsediativa e delle relazioni di integrazioni a livello in tercomprensoriale, si specifica e si traduce in quantità e localizzàzioni~ anche attraverso una serie di analisi 6 previsioni economiche. Alla base delle indicazioni riguardanti i settori eco nomici, sisoÌ1o poste alcune ipotesi in ordine al fabbi sogno di nuovi posti di lavoro, stimati anche con riferi mento alla prevedibile entità della popolazione attiva al 1975, calcolata secondo un minimo e. un massimo va riabile per effetto del rientro parziale o totale deglt emi grati e di una maggiore o minore partecipazione della donna al lavoro extradomestico. Si. sono cosÌ formulate tre ipotesi che comprendono un ma,!!;giore o minore impegno femminile al lavoro e un totale o parziale rientro degli emigrati. Mediando i risultati di queste si è ottenuto che il fabbisogno dei nuovi posti di lavoro nel1'industria e nelle altre attività fra il 1961 ed il 1975 dovrebbe aggirarsi sulle 37.000 unità circa (Il). Stante questa previsione, se i 37.000 nuovi posti lavoroprevedibili in 15 anni, non venissero apprestati nel territorio provinciale, si acuirebbe ovviamente lo stato di emorragia migratoria oggi esistente. Parecchi elementi stanno ad indicare come il set tore industriale debba e possa costituire uno dei ,settori strategici per lo sviluppo economico e sociale del. Tren tino. Si è assunta innanzi tutto l'ipotèsi occupazionale massima; si è stimato un assorbimento del settore indu striale di almeno il 50% della mano d'opera disponibile; in base a valutazioni di esperienza si è quindi calcolato il fabbisogno di aree per riconversÌoni aziendali ed in fine, dato anche questo desunto dall'esperienza, si è in trodotta una certa stima sui cambiamenti dei posti di lavòro per effetto dell'arresto di attività artigianali o di piccolissÌ)ne unità industriali. 21 I principali, sono tali da garantire nno sviluppo industria le compatibile con le esigenze del settore, specie per quanto riguarda la disponibilità di servizi e la utilizza zione di economie esterne e di scala; di contro le loca lizzazioni diffuse potrebbero consentire insediamenti com plementari o integrativi delle industrie localizzate nelle 22 ======S~u=p=p=le=m=en='to ordinario al B. U. 19 settembre 1967=.-=N=.=4=0=== zone di concentrazione senza creare eccessi di conge· stione. b) Le industrie diffuse possono offrire un supporto eeonomico e quindi una integrazione all'economia nel suo complesso, nelle zone a vocazione turistiea alimen· tando, attraverso una cetl'ta stabilità di occupazione in loeo, una eontinuità di domanda di herti e servizi che sola può mantenere in efficienza strutture per lo più utìlizzate solo in determinati 'periodi. c) Il sistema come dinanzi Bchematizzato sembra idoneo almeno in parte, a garantire una certa attenua· zione nell'intensità dei moti pendolari ed a determinare stabilità di insediamenti almeno per quel tanto di popo lazione consentito da un razionale utiIiz:ro delle risorse. Sarà evidentemente compito della programmazione economica fare in modo che nell'ambito di questo sche ma venga rispettato un certo equilibrio fra concentrazione e diffusione, evitando distorsioni nell'una o nell'altra direzione. Al particolare ,problema del turismo è destinata la IV parte della presente relazione; limitandoci perciò in questa sede ad un esame delle prospettive economiche del settore, occorre osservare come la montagna si presti a due tipi di soggiorno, estivo ed invernale. In entrambe le stagioni la montagna si presenta, nei confronti della domanda turistica, come alternativa di soggiorno principalmente rispetto al mare. L'attrazione del mare è tuttavia variabile nelle due stagioni e nettamente prevalente in quella estiva. Nella stagione invernale il clima temperato, o ad· dirittura lc possibilità balneari in mari europei o eJttra europei, costituiscono infatti alternative di soggiorno che riguardano solo un certo tipo di clientela anch'esso ab bastanza limitato. Stante queste considerazioni, si può affermare, con relativa tranquiIlità, che la montagna nel periodo inver nale non è soggetta a particolari forme di concorrenza con soggiorni alternativi. Questa conclusione, per certi aspetti tende a eapo vol,g:ere l'impostazione tradizionalmente fin qui seguita e, 'almeno per determinate zone, proponeeome stagione di rilievo quella invernale accanto a quella estiva, en trambe integrate ai fini di un prolungamento del pe· riodo di utilizzo dei servizi e delle strutture. Sulla base di queste considerazioni ed allo scopo di stimare il prevedibile andamento di un mercato rela tivamente nuovo, 'almeno nella sua manifestazione eco· nomicamente interessante,ehe vede trasformato il sog giorno invernale da pura pratica di uno sport in vero e proprio soggiorno turistico e di ricreazione, l'Ufficio Studi e Programmazione ha predisposto uno specifico studio, prendendO' in considerazione j principali paesi dell'Europa oecidentale che dovrebberO' costituire quella potenziale domanda di soggiorno invernale particO'lannen te agevolata dalla realizzazione dell'autostmda del Bren nero. Lo studio si addentra in scomposizioni analitiche della massa degli sciatori in soggiornanti, non soggior. nanti, accompagnatori, ecc. e conclude documentando, con tutti i limiti di siffatte stime, ampiepO'ssibilità di espansione in ordine della domanda turistica invernale. Valutando anche queste indicazioni si è così prov veduto alla identificazione cartografica dei principali im pianti a fune che potrebbero essere realizzati nelprossi mo futuro. Il valore di tali indicazioni è veramente orienta. tivo 'per quanto riguarda i punti di arrivo e di partenza e ,la lunghezza dei tracciati; esso si riassume piuttosto in una affermazione sull'opportunità ,di interventi che, se fatti, dovrebbero seguire certe direziO'ni peraltro da veri· ficare con rilievi più approfonditi. Ma olil:re a questa indicaz~one,di ,contenuto tecnieo ed economico, va sottolineata e cO'lta l'essenza urbani· stica' ed organizzati va delle proposte, attraverso le quali sì tende infatti a realizzare per tutte ]e aree interessate, uno sviluppo integrato dei sistemi ,di risalita cosÌ ,da consentire la pratica dello scii alpinistico e comunque la identificazione, nell'ambito dei cO'mprensori, di suh dree idonee ad offrire al turista parecchie alternative nella pratica dello sport sciisticO'. Volendo ripO'rtare alcune indicazioni numeriche per quel che esse possono in questa sede cO'ntare, si accenna solo al f.atto che i principali impianti .di nuova previ. sione hanno unO' sviluppo di oltre 100 Km. e la pos sibilità di provocare circa 43.000 nuove presenze turi· stiche. L'apertura di questi nuovi orizzonti turistici con il conseguente effetto di provoc'are ulteriori interventi nel settore dei servizi, dovrebbe assorbire gran ,parte del la mano d'opera non impiegabile nell'industria, anche se, a questo riguardo, è assai difficile introdurre delle stime, date le incertezze che il settore presenta circa la misurazione degli effetti in termini di occupazione. Per quel che riguarda il settore agricolo è neces sario disporre di notizie e previsioni abbastanza precise sulla consistenza degli addetti all'agricoltura e sulla pro babile evoluzione dell'esodo rul'ale, supposta come sboc cO' finale di questo 'processo una sostanziale parità di reddito eon gli altri settori. A tal ,fine si è reso necessario. avere una stima ab· bastanza dettagliata sulla pToduzione lorda vendibile e soprattutto elaborare una previsione sul suo possibile andamento futuro in presenza di terreni scarsamente accessibili o impervi, oggi coltivati ma di probabile abbandono. La superficie agrari.a coltivabile adottando questi criteri è risultata notevolmente inferiore a quella at tuale, essendo rappresentata al netto della sottrazione delle seguenti categorie di terreni: Supplemento mdinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 terreni scarsamente accessibili o comunque lontani dalle località di :residenza degli agricoltori: è tipica mente il caso di molta parte dei pascoli o prati-pa scoli della zona delle malghe che già in questi anni tendono ad essere abbandonati; terreni impervi, o comunque presentanti un grado di pendenza e, più in generale, una giacitura tale da non potersi più prestare alle moderne tecniche di coltivazione; si fa riferimento, in particolare, ai terreni che precludono la lavorazione meccanica e, in maniera specifica, a quei prati e prati-pascolo che non permettono lo sfalcio con le moto falciatrici; terreni che per scarsa fe.t:tilità o per impossibilità di irrigazione - quando le sole colture possibili la rendano necessaria siano da considerare come extra-marginali in quanto suscettibili di rese unita rie troppo basse. dere infatti strutture di lavorazione,trllsformazione .e ..:ommercializzazione Ol'dinateal Medi. permettere il miglioramento della p9Sizione ecoD,omiea degli agricoltori, anche attraverso l'apprestamento di servizi idonei a creare efficienti economie esterne. PARTE IV V INTERVENTO URBANISTICO ED I SUOI SETTORI I settori che. riguardano particolarmente l'interven to urbanistico nel Trentino sono i1;ldividuati come ';;egue: a) Settore della tutela del paesaggio" anteposto a tutti gli altri perchè costituisce il vincolo oggettivo' ·fra la configurazione fisica dci territorio' e la dimensione c localizzazione degli interVenti. La valutazione della superficie 'residua, una volta dfettuata la sottrazione di queste tre categorie di ter· reni, è stata fatta ex novo, comune per comune, non esi stendo alcuna rilevazione fondata sul criterio prospet ticoche si è detto. b) Settore residenza che ~omprende sia le zone dinuo vo sviluppo che gli interventi nelle zone residerizìB1i esistenti. Le indicazioni in Gl'dine ,alla riduzione di addetti, nonchè le previsioni sulla estensione della superficie agra ria coltivabile al netto dei terreni extra marginali, sono state assunte dal Piano Urbanistico Provinciale da un lato per dcterminare le necessità ili nuovi posti di lavoro nei settori secondari e terziari e dall'altro per indicare nella cartografia le zone agrarie da sottoporre a partico lari forme di tutela per la loro conservazione e il loro sviluppo. A questo punto e data la particolare situazione del Tl'entino caratterizzato da scarsità di terreni sni quali tuttavia può insistere una produzione pregiata, è stata cura dei compilatori del Piano Urbanistico Provinciale quella di evitare il più possibile la sottrazione al settore agricolo dei terreni produttivi. Tale preoccupazione tro va particolare riscontro nella 'localizzazionedelle aree industriali per le quali sono stati individuati, con un ac curato esame, i terreni meno fertili compatibilmente con le esigenze urbanistiche che l'insediamento industriale comporta. Con questi intendimenti il piano si occupa del pro blemaagricolo solo come apertura, segnalando ambiti quantitativi in ordine al carico di addetti in aree sulle quali l'attività agricola può svolgersi in modo remune rativo. Spetterà evidentemente alla programmazione econo mica una più pertinente individuazione delle specializ.. zazioni, mentre il P.U.P. invita a valorizzare, nella di mensione comprensoriale, lo sforzo degli 'agricoltori non frenato ma piuttosto orientato verso produzioni più coe renti e !l'emunerative. Nella dimensione comprensoriale è possibile preve e) Settore agricolo. c) Settore delle infrastTut,ture di collegamento. d) Settore dell'industria e artigianato. f) Settore turistico. g) Centri direzionali e commerciali. a) Tutela del paesaggio Il piano non poteva prescindere dal. porre le basi, per tutelare l'ambiente paesagglijtico da int.erventi in contrasto con la sua eonfigurazione. caratteristica. La nuova forma di tutela è quindi cOllCepita in stretto collegamento con i settori di ,intervento urbani stico nel paesaggio e delinea anzitutto . . un primo rap porto con tali settori mediaute la indicazj.one, in sede di piano, dei territori che dovra<nno. essere sottoposti a tutela con una specifica disciplina legislativa.. . Conformemente ai criteri illustrati nel capitolo re lativo alla tutela e valorizzazione dell'aJ:D.biente natu:ral~ si è ritenuto che fossero meritevoli di essere' tutelati quei settori naturali o trasforIIlati dall'opera dell'uomo, che presentano singolarità geologiéa; flori~faunistica, eco logica, di cultura agl'aria, ovvero checostituisconò strut ture . insediative, urbane o non Ul'bane,. di' particolare pregio per i loro valori di cÌviltà e' che si integmnòcon l'ambiente' naturaleciTcostante,m:mchè quelli cneper la loro bellezza sono o potranno essére' ,àpprezzatl come luoghi di particolare attrazionetiIristica. Conseguentemente a questi c!l'iteri, una gran parte del territorio provinciale viene indicato dal Piano come , da sottoporsi a tutela paesaggistica. .' Nel comprensorio delle valli dell'Avisio e in 'quel lo del Cismon le parti più ricche di. tradizione turistica, sia di fondovalle che di montagna, sono tutelate per la 24 Supplemento 'Ordinari'O al B. U. 19 settemhl1e 1967 - N. 40 In c'Ontinuitàc'On la Val di N'On, la Valle di Sale ric'On'Osciuta imp'Ortanza dei fen'Omeni naturali. Qui in presenta situazi'Oni naturali assai diverse, caratterizzate fatti risulta preminente la presenza dei massicci d'OI'O da tutte le c'Omp'Onenti di un paesaggi'O tipicamente al mitici più celehl'ati, dalla Marm'Olada al Sass'Olung'O, al pina che il Piana s'Ott'Op'One a tutela sia nelle zane di Catinacci'O, dal Latemar al Gruppo delle Pale di S. Mar f'Ond'Ovalle, ,d'Ove è prevista un''Organizzazi'One a parca tina, che f'Orman'O una sing'Olare cor'Ona ai pil"ati ed ai boschi del f'Ond'Ovalle, costituenda un insieme unitari'O i attrezzata, sia sulle pendici montane che vi 'confluisc'On'O e sana più direttamente interessate dall'O sviluppa del in cui 'Ogni nuovo intervent'O ,di 'Opere umane deve essere turism'O invernale. attent,amente contr'Ollat'O. Anche gli insediamenti urbani nella v:aldi Fassa, Qui è infatti necessaria che s,ia attentamente c'On di Fiemme e del Cism'On, sana caratterizzati da strutture troIlata l'ubicazione e la f'Orma degli impianti e delle di pregia, strettamente integ,rate dall'ambiente e ne pun strutture ricettive previste, per integ,rarle all'ambiente tualizzan'O gli aspetti più significativi. naturale in m'Odo che servan'Oa farla godere senza de turparla. E' S'Ott'Op'Osta a tutela anche la z'Ona del Parca Nella Valsugana, il Piana esclude dalla tutela quei Nazi'Onale dell'O Stelvi'O che rimane entra i c'Onfini della territ'Ori di f'Ond'Ovalle d'Ove sana previste le maggi'Ori valle. trasformazi'Oni ,di CM'attere industriale e d'Ove l'ambiente è mena caratterizzata. Assum'On'O invece grande imp'Or Il c'Omprens'Ori'O delle Valli Giudicarie presenta un tanzaai fini della tutela, le zane circostanti i laghi di ambiente natumle assai diversa nelle sue v,arie configu Levic'O e Cald'Onazz'O, c'On i centri urbani di Pergiile e razi'Oni. Nella sua parte più alta il comprens'Ori'O è ca Levico che c'Ostituisc'On'O un insieme ambientale stretta , ratterizzato dalla presenza da una parte del Grupp'O do mente c'Orrelat'O, tipica della c'Ollina trentina. l'Omitic'O del Brenta e dall'altra dal Grupp'O dell'Ada Sana altresì tutelate, assieme alle c'OIlvalli min'Ori, mell'O - Presanella, c'On pr'Of'Onde valli laterali, c'Operte la val dei M'Ocheni e la z'Ona dell'altipian'O di Lavar'One. da baschi e con erinali e cime molt'O celebrate. Tra le Per quel che riguarda i territori lunga l'asta del valli m'Ontane la più celebre è senza dubbia la val di l'Adige, si è ritenuta di escludere la z'Ona di f'Ondovalle Genova 'che il Piana prevede a parco naturale in c'On e i maggi'Oricentri urbani, da Trenta e Mezz'Ol'Ombard'O giunzi'One, versa il Brenta, c'On la valle di T'Ovel. Fanna per i quali varrà invece una disciplina e c'Ontr'Ollo di parte del territ'Ori'O s'Ott'Op'Ostoa tutela tutti i centri della tip'O urbanistico. val Rendena ivi c'Ompresa Mad'Onna di Campiglia. An Si sona invece s'Ottop'Oste a tutela le zone collinari che il f'Ond'Ovalle delle Giudicarie pr'Opriamente dette, della valle dell'Adige, per gli interessanti aspetti della soprattutt'O per i su'Oi aspetti insediativi, è incluso dal sua c'Oltura agraria e per il val'Ore dei piccoli insedia Piana fra quelli da s'Ott'Oporrea tutela. menti urbani che vi s'Org'On'O e che il Piano s'Ott'Olinea Un altr'O c'Omprens'Ori'O partic'Olarmente interessante CDI carattere turistico di alcune opere previste dal Pia per l'ambiente naturale e urbana è queIl'O del Sarca. Fa na, c'Ome la strada del Vin'O e le aree a parca attrezzata parte di questo la z'Ona settentri'Onale del lag'O di Garda, del 'lag'O di S. Col'Omba e di altre zone. molto caratteristica per il suo ambiente di tipo mediter ranea che vivacemente c'Ontrasta c'On quell'O alpina delle Si sona altresì inserite nell' ambiente nell' ambita zane vicine, e da sec'Oli è larg,amente apprezzata come della tutela tutte le zane turistiche celebrate, dal B'On lu'Og'O di bellezza dei più sing'Olari nella zona dell'arca dane al c'Ompless'O di Andala, M'Olven'O e Fai, all'alta val alpin'O. le del Sarca, s'Oprattutt'O per quella parte che possiede sing'Olarità ge'Ografi,che e strutture insediative di parti calare pregia. Anche la valle di N'On è in gran parte s'Ott'Oposta a tutela in tutte le zane pianeggianti del f'Ond'Ovalle e lunga le pendici b'Osc'Ose, d'Ove l'ambiente è evidenziata sia dalla c'Onfigurazi'One delle c'Olture agil"arie che dagli insediamenti edilizi che riesc'On'O a dare quasi sempre maggi'Or risalta agli aspetti naturali, inserend'Ovi c'Onti nue vihrazi'Onidi colare e di forma, che la presenza della rude architettura dei castelli, quasi sempre ben c'Onservati puntualizza in moda partic'Olare anche nei segni rappresentativi di un'antica st'Oria. E' da I!icordare che si innesta in questa valle quella di Tovel, nota per la sing'Olarità del lag'O r'Oss'O e per la presenza di interes santi aspetti - flori-faunistici - che il Piana tutela in moda particalare attribuend'Ole caratteristiche di parco naturale, c'On app'Osita disciplina tutelatrice. Il Piana s'Ott'Opone a tutela tutte le zane att'Orno al lag'O, c'On i centri di Arca, Riva, TOIrb'Ole e le valli che sul lago confluiscano, come quel1e di Ledr'O e di Tenno e vi include anche tutta la z'Ona del M'Onte Balda, cele bre per le sue singolarità fl'Oristiche 'Oltre che pan'Oramiche. Infine, nella Vallagarina, assimilabile alla val d'Adige per m'OlV aspetti del paesaggi'O, il Piana si preoceupa di tutd,are le più celebrate zone turistiche c'Ome F'Olgaria e il m'Onte Balda e quelle parti del fond'Ovalle che sana più qualificate per le strutture insediative e per le se c'Ohì,ri trasf'Ormazi'Oni 'Operate dall'u'Om'O nella c'Oltura a graria. Parchi attrezzati ,Le idee dianzi espresse ,per individuare i primi linea menti figurativi di una relazi'One tra i manufatti e il paesaggio in cui si ~nserisc'On'O trov,an'O una 'Puntuale Supplemento ol'dinario al B. U. 19set,tembre 1967 . N. 40 csemplificazione in quelle zone del paesaggio stesso che per la grandiosità, la qualità e la singolarità dene confi· gurazioni nello spazio naturale, assumono particolari ca ratteri formali che ne rendono assai gradevole l'insieme. La vistosità di questi caratteri è così evidente da prestarsi in maniera più diretta e immediata di ogni altra parte del territorio provinciale alla istituzione di una normativa vincolante l'opera dell'uomo, in quanto è assai più semplicc e chiaro il modo di razionalizzare tale rapporto secondo principi di eqll111ibrio quantita,tivamente e qualitativamente determinabili. Quest'e aree dcI ter ritorio prOlVÌneiale si sono definite aree di parco attrezzato per specificare, in rapporto ai loro peculiari, caratteri la prevalenza nell'uso del rispetto di determinate forme di equilibrio che ne vincolano la edificabilità e la indirizzano verso modi il più possibile effieienti di valorizzazione totale. I parchi attrezzat'Ì costituiscono in tal modo un settore di intesa e qualificata valorizzazione turistica, pre servando iI paesaggio da contaminazioni locali. Essi nel Trentino comprendono territori di campagna, gcneralmente a prato e zone di ~co che, pur conti nuando a mantenere la loro utilizzazione agricola, avran no partieolari norme per l'attuazione di alcuni interventi che ai fini della valorizzazione turistica si renderanno in essi necessari. La finalità è quella di organizzare gli insediamenti avvalendosi di infrastrutture e attrezzature di servizio, in cui siano prefissati i criteri perchè le successive e spansioni della nuova edilizia trovino una uhieazione e una configurazione non in contrasto con l'ambiente pre costituito, dagli insediamenti tradizionali e dal quadrO' naturale. I parchi attrezzati sono in tal modo elementi pre ziosi per crearc il legame di I5Ottofondo di ben definite unità, che dO'vranno costituire la nuova organizzazione edilizia, in gran parte da destinarsi al tempo libero, con una sua unitaria configurazione equilibrata in grandezza e carattere a quella degli antichi centri e all'unità gran diO'sa ed immobile del paesaggiO' alpino. Al fine di caratterizzare queste indicaziO'ni generali è stata predisposta nelle nO'rme di attuazione una apposita nO'rma che da un lato affida ai piani comprensori.aH la precisaziO'nc definitiva dei perimetri deiparohi attrezzati, dall'altrO' detta i criteri ai quali i piani stessi dovrannO' cO'nformarsi nella ~egolam~ntazione delle aree a ciò de stinate. CO'ntempO"raneamente si è fissata una disciplina tran sitoria dei parchi attrezzati al fine di cvitare in attesa della pianificazione di grado subordinatO', interventi non cO'nformi ai criteri dettati per la organiz7Jlzione. dei parchi stessi. L'idea di parco, secondo i criferi testè espressi ha, tra l'altrO', una sua puntuale ·applicaziO'ne nei parchi urba ni; cioè in queUe strutturaziO'ni di aree urbanizzatc in cui l'edilizia, nel suo' variO' assetto, trova un efficace inqua 25 dramcntO' negli spazi libCTi a cui è frammist'a, spazi sistemati o da sistemare ad alberature, a prato, ad aiuO'le, a viali, a fO'ntane, a illuminaziO'ne, 'a p'adiglioni parti colari e a tutto quantO' costitui9Ce arredo urbar..o spazial mente prevalentc e caratterizzante. In esso gli aspetti omogenei dell'insieme sono la ri sultante delle singole qualità dei diversi selt'ori di cui il parcO' è costituito, e individuano perciò i principi for mativi deUa struttura unitaria del parcO' nel suo' complesso di edilizia e spazi liberi. Anchc per i parchi urbani è stata previstll una apposita norm'azione, strutturata analogamente a quella prevista per i parchi attrezzati. Parchi naturali Oltre ai parchi attrezzati, il pianO' prevede la indi v,iduazione di 'zone da destinare a parcO' naturale. Esse presentano aspetti naturali così caratteristici per la sin golarità, il pregio e le qualità intrÌ:nseche di specie rare di flora, fauna e di aree geologiche da richiedere il divieto di ogni presenlia umana oltre quelle poche che servonO' a rendere a<lCessibili le mne più caratterizzatc, senza alterare la loro predisposizione alla complet!aziO'ne e al silenzio. I contenuti della nO'rma tutelafrice del ·parco natu rale dO'vrcbberoessere, dunque quelli di una prevalente cO'nservaziO'ne ambie>ntale a oarattere rigO'rosamente bio logicO' Q naturalisticO' tendente al mantenimentO' del quadro ecologico spO'ntaneO', senza grosse modificazioni del pae saggio. In questo quadrO' di prevalente consel'V'azione, do vranno essere insel'ite, con attento studio da compiere in sede di piani comprensoriali, quelle limitate O'pere recet· tive e di arl'OCcamento che, indispensaM}i al pubblico gO' dimento dei parchi naturali, dovranno contribuire alla loro valO'rizzaziO'ne pur sotto il rigoroso controllo che ne assicuri il rispetto dene caratteristiche fondamentali. Per queste zone si è formulata Una apposita nO'rma di attuaziO'ne che nc dà una disciplirna particolarmente rigo rosa e deua i criteri ai quali i piani comprensoriali dO' vrannO' conformarsi ncl dare la definitiva regolamenta zione di tali zone. Per le spiooate caratteristiche ambientali il PianO' ha distinto nel territorio provirnciale due grandi parchi naturali: nel Trentino occidentale il parco di Tovel-Bren ta-Vial di GenO'va ed in quello O'rientale il Parco di Pane veggio-Pale di San Martino di Castrozza. primo è caratterizzatO' dalla presenza di complessi naturali di grande interesse, posti in continuità e in com pleta alternanza. Infatti dalla Val di GenQva a ovest si passa alla val di Nambrone, c di qui, attraverso la sella di CampO' Carlomagno, al gruppo del Brenta con le sue valli laterali, e infine a est, alla Val di Tovel. Questo complesso assai vastO' e continuo, privO' di insediamenti n 26 ;:,ulP-Plemen~:o ordinario al B. U. 19 settembre 1967 . N. 40 umani, rappresehta da solo quasi tutte le caratteristiche del paesaggio e dell'altrbientenaturale trentino, e come tale il Piano . ritiene didovetlo preservare. Infatti questo territorio,molto ricco di acque, fiumi e laghi, comprende vaste foreste, masslccimontuosi, ghiaccialÌ, gruppi dolo mitici e' pascoli alpini per rilevanti estensioni. n parco diPantlveggio e delle Pale di San Martino di Castrozza invece ',rappresenta con grande efficacia l'am bienten:aturale'deUc' Dolomiti orientali in futte le sue più ricche espressioni. Comprende le celebri foreste demaniali e il Gruppo delle Pale.di,san Martino, in un ambiente in cui le manomissioni umane sono quasi inesistenti o scarsamente avvertibili . b) La residenza Tra i nuclei .funzionali che fanno parte delle unità msediative di cui si parla nella Parte seconda della pre sente relazione"emergono, per importanza, le aree re sidenziali e quelle, dei -cosÌ detti centri direz;ionali. ,L'edilizia. residenziale deve corrispondere nella sua ubicazione,nelle sue·"oaratl:eristiche dì,stributive di nucleo e in"quelle funzionali'a tre oondizioni di fondo. La prima riguarda la natura delle esigenze che as segnano sWcificicaratteri all'edilizia residenziale, secondo tipologie.,chedovranno essere oculatamente precisate nella casistica delle abitazioni individuali e collettive. La seconda riguarda le relazioni delle nuove arec residenziali >còn i:; oonfTi urbani esistenti, in cui hanno pre minenza i fatti insediativi dell'edilizia residenziale, i qùali . devonoc~llegarsi. 'alle nuove aree residenziali se condocun ,insieme organico che abbia armoniche condi zion·j di riferimento alle· &ttività dena vita sOiciale. La tèrza deVéìnt~grare e in certo sensO' contenere le altre dll'e: Essa riguarda i rapporti fra i nuclei del l'edìlfZÌa residenziale e il paesaggio, cioè l'ambiente in cui le ·nilQvea>reé residenziali saranno ubicate. Questa ·umeaziohe ha un'importanza decisiva, sia per definire' la pQsizione della nUQv'a edilizia nei con frOnti'dci centrÌ 'già· edificati, coi quali deve stahilire un rapporto figuratiViamente valido, sia per comporre la CQn figurazione volumetricadel1e nuove zone CQn il paesaggio naturale in>euisiinsemsce e col quale deve essere isti tuita una relazione che sQttO'lìnei la qualità del paesaggio, che il nuovo insed~aìnento invece generalmente ha fin qui distruttO' o alterato in maniera irreparabile. E' pertantQj:ndispensabile nei casi di un'edilizia di piccoli èentri" come prima regQla generale, studiare la configurazionealtimetdca del terreno facendo in modD che le nUOVe zoheresidenzlilli non si sovrappongano con prepotenza al paesaggiO' 'esistente, ma vi si subordinin(\ con la lorofQrma e con i loro vol:umi; in genere per far questO' è all'ra regQla comune scegliere località in cui la nuova edi1i2iiahO'n sia troppO' preponderante e per ciò inseritla in un paesaggiO' dalla forma cO'ncava piut tosto che convessa, anche se è necessario rispettare le più giuste esposizi(mi, e le visuali più ampie e piacevO'li per orientare gli edifici. E' regola comune altresì, quando nO'n si tratta di residenza individuale, di riunire in un insieme cO'ntinuo per nuclei le nuove costruziO'lli edilizie rispettandO' un criteriO' seguito dalle architetture antiche, per ridurre al minimo gli spazi ocoopati nel terrenO' naturale. In secondo luogo O'ccorre che questa continuità di strutture edìlizie delle zO'ne residenziali sia costituifa in via generale da edifi,ci di due o tre elevaziO'ni al massimO' cO'n prevalenza di due elevaziQni, riservandO' alle tre ele v'azioni SO'IO' gli edifid destinati a struttura alberghiera. E' da tener presente altresì che le costruzioni con tinue non devonO' creare una troppO' rigida e rettilinea linearilà dei volumi, ma Qrg'anizzarsi nel paesaggio in mO' do che gli edifici, pur nel'la lQrO' cO'ntinuità, sianO' va riamente fraziona t,i nene masse vO'lUJIIletriche, sia ID altezza che in estensione. Nei riguardi della fO'rma si ritiene ohe questi nuclei non dO'vrebbero, in linea di massima, superare il numero di 50 al10ggi perehè la IO'ro macchia volumetrioa nel paesaggio non abbia estension,i eccessive; da questO' nu merO' sono esclusi gli alberghi. A questa massima gran dezza del nucelo possono fare eccezione estensioni mag giori, quando part1cO'lari sifuamO'ni de;! paesaggio, per esempiO' configurazioni mO'ntuose incombenti, dianO' la possibilità di formare nuclei di maggiO're ampiezza. Più nuclei devO'no generalm~nte essere organizzati in modO' che fra loro si determini un coordinamento tale da for mare una maggiO're unità. E' necessario tuttavia che fra nucleo e nucleO', rimanga uno .'lpaz;Ìo che sia almenO' uguale da ogni lato ,a una volta e mezzo. la estensiO'ne del nucleo.; in tali spazi di verde possono trovare pO'stO' attrezzature non ingO'mbranti e isolate, pUl'ichè a verde rimanga assolutamente prepO'nderante. Nel ,(';3S0 ,che si debbanO' costruire case isolate sem plici Q doppie conviene che queste case appartengano ad una lottizza2iiO'ne che precisi in maniera assoluta la volu metria di O'gni edificio. Più gli edifici saranno equiva lenti in volume tra loro e di forma simile, più il loro ritmo nella natura sarà accettabile, se ,Ia distanza fra casa e easa non è troppO' grande. Qualora le distanze fl'a le case individuali Q doppie si possanoporiare a misure molto più elevate" allora la distribuzione può essere affidata al senso plastico di chi architetta l'edificio e gli edificinQn essere ohbligati ad avere la medesima volumetria. Per case individuali o doppie nO'n si dovrebbero su perare le due elevazioni. In ogni caso l'edilizia indiv,iduale da utilizzare in maniera uniforme non dO'vrebbe avere lotti inferiori ai mq. 500. Supplemento ordinario al B. U. 19 setromhre 1967 - N. 40 Per l'edilizia residenmale dei centri urbani più im portanti, i volumi possono avere una maggiore eleva zione, purchè r<igorosamente definita nelle norme edilizie. In questo caso la tipologia con edifici in linea a corpo doppio o con edifici a punti in altezza dovrebbe essere la più usata per edifici con più di tre elevazioni. Nelle rela2'!ioni tra paesaggio e manufatti più che le opere eccezionali per arditezza e geni,alità, valgono quelle coordinate ad un certo sentimento comune che rappresenta l'istanza di armonia generale nello stile se condo cui una civiltà wlta dcve sapere esprimere sè stessa nell'inserire le sue opere cdilizie nel paesaggio. Queste esigenze culturali che elevano il livello del l'edilizia, sopl'attutto nelle zone in cui il paesaggio è pm delicato, esigono l'impulso e la guida di regole pre cise che costituiscono un insegnamento per organizzare secondo ben definite espressioni figurali le varie e di. scontinue necessità di progettazione. Il piano, indicando di massima l'ubicazione delle principali aree residenziali con il proposito di contribuire alla definizione dell'assetto urbanistico dei diversi terri· tori, ne rinvia ai piani di grado suhordinato la precisa zione secondo questi criteri. La relativ'a norma di attuazione lascia al piani di grado subordinato infatti la possibilità di una precisa zione deUe zone, comprensiva anche di possihili varianti in maniera da garanti.re una adeguata elastitcit'à alla pianificazione ulteriore. Ciò anche in considerazione del f1lltto che i prani comprensoriali appa~ono più adatti ad una definizione puntuale delle zone residenziali perchè possono più adeguatamente tener conto delle esigenze lo cali, pur nel rispetto dell'assefto urbanistico complessivo dettato dal piano provinciale. Ancora, le norme di attuazione dettano op'portuni criteri che dovranno essere seguiti dai piani di grado subordinato sia nena regolamentazione e nella indivi duazione deUa tipologia ediJiz~a delle zone residenziali; esse altresì impegnano particolarmente la pianificazione di grado subordinato all'individuazione e valorizzazione dei centri storici sulla base di appositi criteri. c) Le infrastrutture di collegamento Le principali relaZlioni che servono a riportare i processi di sviluppo dei dieci comprensoriÌ nell'organiz zazione unitaria della provincia, sono costituite sia da una rete di grandi comunicazioni fungenti da infr.astrutture fondamentali, sia dalle localizz8IZÌoni industriali e turisti che, impostate secondo criteri di specializzazione a cui fa capo la finalità di una reciproca intesa sulle possibilità di svilupparea71ioni unificatrici intereompreIl.SOO'Ìali , e sia infine daUa funzione di città guida, quindi integratrice, che potrebbe" assumere Trento, qualora raffoI'1reSSe il ruolo di punto di convergenza di quelle attività che dovranno riqualificare la struttura sociale di ciascun compren,sorio. 27 Sono dunque preminenti fra i compiti del Piano Ur hanistico Provinciale, anzitutto la formazione dell'infra struttura viabile fondamentale; in secondo luogo l'indi viduazione dei nessi infrastrutturàlì tra i comprensori, come esame delle convergenze e compenet'razioni delle loro attività; in terzo luogo la ,formazione dei criteri organizz,ativi del tessuto urhano di Trento in funzione di attività da programmare per il ruolo di città-guida di tutto il processo di sviluppo. Il Piano forma la rete della grande viabilità sia operando integrazioni e ulteriori speciaHzzaiioni nella rete viaria esistente e in quella già in progetto prima del Piano, gia indicando nuove strade fondamentali sia infine correggendo tracciati esistenti per dar 10r'O l'efficienza in frastrutturale proJlQrzionata alle necessità di futuro svi Juppo. Questa infrastruttura è formata essenzialmente da un sistema autostradale di base, di cui fanno parte: a) l'autostrada del Brennero; b) una nuova arteria di scorrÌlIllento veloce che inne standosi all'ahezz'a di Trent'O, segue all'incirca il per corso della strada della Valsugana e, superato Gastel franco, s,i dirige su Venezia, indi si immette nella Ro mea per servire la fascia territoriale deU' Adriatico; c) una grande strada di collegamento con percorso Est Ovest che, partendo da Rovereto, raggiunge Riva e quindi si porta verso la Lombardia, percorrendo il progettato raddoppio alla Gardesana Occidentale. A questo fondamentale sistema, che si polarizza su Trento, allacciando il Trentino ,al resto del paese, si collegano le altre comunic,azioni principali, che sono quasi sempre di strade esistenti, opportunamente ~ gIiorate nelle loro caratt~ist]che. Una di esse, all'es~remità occidentale della pro vincia con andamento all'incirca nord-sud, segue il pe'r corso dell'attuale st.atale Stor~Tione-Madonna di Cam piglio"Dimaro, di cui migliora leca1"afteristiche soprat tutto nelle derivazioni a ,servizio dei vari gruppi di inse diamento grav,itanti nel solco delle Giudicarie Infel'Ìon con organizzazione di strutture socia.li per gruppi in un insieme lineare. Quest'arteria di circolazione primaria naro-sud si collega al sistema principal'e mediante tre altre arterie di circolazione est-ovest, esistenti ma da largàmen>te mi' g1iorare nelle loro caratteristiche. La prima più a nord, costituita dalla 5S.n. 42, si svolge ;lungo il solco della Valle di Sole da PaSISo Tonale a Mostizzolo passando 'per' Malè e prolungandosi verso nord-est nella Valle di Non per raggiungere il Passo dellà Mendola e Bolzano. La seconda ed IÌntmmedia alle altre, costituita dal secondo ·tronco della 55. n. 237, partèda Tione e passando per ,Ponte Al"che e Sareheittilva a Trenro, dove si immette nell'autostrada del Brennerò. 28 Supplemento ordinario al B. U. 19 setrombre 1967 • Questo percorso trasversale intermedio è integrato da dna strada progettata dal Piano che passando attraverso il passo del Duron congiunge Tione con la SS. del Ballino. La tffl"Za strada, più a sud, denominata 5S. n. 240, parte da Storo e passa per Molina di ,Ledro, raggiunge Riva e prosegue versO' Mori, lungo il perrorso della citat'a grande strada in progetto. A completare il sistema del Trentino occidentale si inseriscono altre vie principali. Una di esse è rappresentata d8llla strada statale Riva-Ponte Arohe-Molveno-Rocchetta, che & inseri:see alla fine del sistema stradale della Val di Non, 'il quale si trasforma prufondamente nella maglia delle strade attuali sia raggiungendo i nuovi tronchi di integrazione, sia mQ dificando i tr8lcciati esistenti e rendendone più fluido il percorso a servizi() delle localizzazioni attuali e di quelle nuove. Altra strada importante è il proseguimento della sta tale 45 Bjs verso nord, che congiungendo Riva alle Sarche e a Trento, compl,eta il sistOO1a primario deJ Trentino occidentaie. N ella zona orientale del Trentino, cioè dalla parte oppn3ta rispetto al trronoo Brennero-Verona deil sistema autostradale fondamentale, le ·comurueazioni attuali si presentano un poco meno chiare nel loro insieme per le fi·nalità urbanistiche da perseguire. Tuttavia tale insieme, data l'accidentalità del terreno, non può subire notevoli mutamenti. Si traUapiuttosro di migliorare le caratteristiche di aLcuni tracciati anche in modo sensibile, e soprattutto di quello che congiunge, ad un estremo, le val1ì deU' Avisio con la dorsale lungo l'Adige del sistema fondamentale stradale e, all'estremità opposta, S. Martirno di Castrozza al tronco stradale Valsugana-Venezia aWaltezza di Pri· molano passando per Fiera di Primiero e Fonzaso, mentre nella parte centralle va considerata l'a sistOOlazione della strada cosidetta del « Manghen )). Fanno pal1te infine del già citato sistema fondamen tale stradale, le sue complOO1entari oostituite sia dalla S'S. in sinistra dell'Adige e dalla provinciale sulla sua de· stra, sia dalla statale della Valsugana. Per queste arterie il Piano prevede notevoli miglioramenti di caratteri· stiche. Alla trama principale si associa una maglia secon· daria ,di strade lO gran par,te nuove, in p'arte esistenti e migliorate. Questa nuov,a maglia serve a speeial.ìzz1are e quali ficare le diverse parti delle aree eomp:rensoriaJi ed asti· molarne l'integra:zione.D'altra parte in forma più ge nerale l'integrazione stessa sarà stimola'ta daUa presenza unificatricedel nuovo· grande sistema Brennero--Verona Bologna e che agirà in maniera diretta sull'ti:ntegmzione dei ,comprensori dell'Alta Valle dell'Adige, della Valla· garina, dell'AllJa e Bassa Valsugana, attIDaverso la omoni· N. 40 ma superstrada, e del Basso' Sarca, e in maniera sub· ordinata su quella delle Valli Giudicarie, Valle di Non, Val di Sole, A visio e Cismon. In tal modo la Provincia di Trento si collega effi cacemente con i gr.andi sistemi autostTadali del nord Europa e ddl'Italia settentrionale. Alcune ooservazioni sono da farsi sulle necessità di progettare il nuovo tronco Trento-Venezia. A chi guarda con senso urbanistico le relazioni intero regionali dell'Italia nOl'd-ol"iientale non potrà sfuggire l'org,an~cità preminente che avrebbe il completamento del l'attuale progetto di autostrada de,l Brennero qualora si costituisse la sua derivazione da Trento per Venezia. E' chiaro ,infatti che con questa nuova arteria l'auto· strada del Brennero potenzierebbe molto le sue funzioni, aumentanto fortemente a numero degli itinerari da essa serviti con l'aggiunta di quelli dell'estremità orientale della regione veneta, di Venezia e di tutta la Riviera Adriatica. Oltre al maggior afflusso per i mezzi .ohe vi <Circolano d,a e verso Ven'C:1lia e Adriatico, si aggiungerebbe il fortis· simo incremento di prodUlttività dovuto aU'unione, con comunicazioni più fluide e dirette, tra i centri dellà Valsugana e Porto Marghera che div'ent:erebbe il porto 'naturale non wlo di tutte le attività produttive del Tren· ,tino orientale, ma anche di una parte dei prodotti pro venienti dai paesi della media Europa. Secondo i criteri della moderll'a econQllIlia dei tra sporti, il potenZiamento delle linee stradali e ferroviarie con un complesso di eircolazione aerea, assume valori sem pre più importanti. A'nche se si tratta di potenziare il movimento di determinate zone oon linee aeree di ca rattere semplicemente turistico, il ,continuo incremento dì persone che adoperano questo mwz.o dì t'l'asporrto si fa sempre più numeroso e rende accessibili Je località di più difficile raggiungimento con i mezzi ordinari. Niente come la montagna presenta requisiti cosÌ precisi e favo revoli a questo tipo di soluzione misto che in questo caso non riguardano solo il rapporto ferrovie o piste di volo, ma anche il rapporto t'ra automobili e pista di volo e per ciò consigliano dì moltipliooTe il numero dei campi di volo anche turistico, i quali potrehbero costituire un oom· plemento importantissimo all'organizza:z;ione dei va-ggi per una più moderna organizzazione di tempo libero. Il Piano prevede pel"tanto le seguenti piste di volo: a sud dì Trento, tra Arco e Riva, nella Vai di Sole, nel· l'Alta Val di Non, a Predazzo. Queste piste, progettate seoondo le norme vige.nti, do vrarunoessere integrate da un sistema di altiporti nelle zone montane più alte, la cUli. localizzazione è demandata dal Piano ai piani comprenoori.'ali. Potrà crearsi in tal modo un completo sistema di tra sporti aerei al servizio del turismo aitpino. Per una idonea tutela e della sieure:zilia del traffico e dell'aniliiente attraverso il quale si sviluppano le mte Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 29 rie stradali, le norme di attuaz.ione prescrivono le aree di rispetto per i vari tipi di viabilità. f) la salvaguardia massima dei terreni a vocazione agl'i cola. Inoltre per la viabilità di progetto, sia completamen te nuova :ehe da potenziare,al fine di non compromettere la futura attuaz.ione della rete stradale 'prevista, vengono fissate fasce di rispetto valevolì in via transitoria fino a che i piani di grado subordinato non avranno precisa mente definito l'andamento dei vari tr8iceiati previsti. In ogni caso per garantire sufficiente elasticità nella pro gettazione definitiva si prevede che potranno essere in trodotte dai piani di grado subordinato limitate varia zioni per ragioni di tecnica costl:ruttiva. Lo schema generale di localizza71ione si può groSl'o modo e con semplificazione estrema assimilare a due gran di assi che cost,ituiscono un insieme .cruciforme: l'uno con andamento nord-sud si adagi'a sulla Val d'A:dige, Val lagarina e sul Basso Sarca, l'altro con andamento est-ovest si estende lungo la Valsugana. Attorno a questo sistema di grOSSlÌ insediamenti in dustrÌ:ali che costituiranno un'ossatura strutturale funzio nalmente efficace, si articolano come si è g,ià detto, altre lo~alizzazioni diffuse nei comprensori più periferici. Una delle zonizzazioni industriali di maggior impor tanza è costituita nella parte settentrionale dell'asta del l'Adige, in cui sono ubicate tre grosse rone industriali che aJSsommano la maggior parte delle localizzazioni previste in questo comprensorio. Queste sono altresÌ protese verso il comprensorio della Val di Non in modo tale da coslllltu.ire sia la base per !'industrializzazione anche di quel comprensorio, sia una integrazione effi.caee per le sue parrti marginaLi. Infine, una apposita norma di attuazione tutela la esclusiva destinazione delle zone aeroportuali previste. d ) Localizzazioni industriali e artigiaruili In stretta connessione con la rete della grande viabi lità ed assunte le ipotesi economiche dinanzi viste, sono ubicate le maggiori aree industriali che costituiscono un sistema determinante sia per l'organizzazione interna dei comprensori sia per la loro reciproca integrazione. Tale uhicazione costituisce uno degli elementi fondamentali nella reali~ione delle finalità che il Piano Urbanistico Provinciale propone ai CQmprensori. Entro questo schema si inseriscono i quattro capi saldi di localizza2lÌ-one industriale a cui si è accennato e che sono i seguenti: l) Trento, Lavis, Mezzolomba,rdo, sui quali gravitano le valli di Sole, di Non, di Fiemme, di F-3.-"Sa, di Cembra e parte dell'Alta Valsugana, con una popolazione resi dente di circa 228.000 abitanti. 2) Rovereto, Riva, Arco sui quali gravitano le zone me ridionali della Provincia di Tl'ento ed in particolare la valle del Sarea e la Vallaga'rina, peif una popola zione residente di circa 102.000 abitanti. 3) Tione, sul quale gravita il comprensorio delle Giudi carie in tutta la sua ampiezza, con una popolazione di circa 35.000 abitanti. 4) Borgo Valsugana sul quale gravita parte dell'Alta Val sugana, !'intera Bassa ValSlU!gana e in misura molto più attenuata il comprensorio del Cismon, con una popolazione residente all'incirca sulle 47.000 unità. I criteri preminenti seguiti nella loro uhical6ione sono: a) la quantità di forze lavoro disponibili in un raggio di azione che renda tollerabili ci movimen'tipendolari; b) la vicinanza di grandi arterie di comunicazione sia stradale che ferroviaria; c) la possibilità di rifornimento idrico; d) la posizione non nociva agli insediamenti e all'agri coltura; e) la posizione non in contrasto con le esigenze panora miche dell'ambiente; Nella parte meridionale dell'asta dell'Adige le lQCll lizzazi{mi industriali si raccolgono attorno al grosso ime diamento ubicato tra Rovereto e Mod, continuato nelle parti più periferiche da piccoli nuclei sia ne1la rona di VillalagaTina e Calliano, SIa nella zona di Ala e Avio. Il Basso Sa'rca ha una struttura industriale previÌsta a rosario lungo l'asse della valle con un primo insedia mento già in fase di realiz2Jaz.ione tra Arco, Riva Torbole, .un secondo tra Arco e Dro e un terzo. nei pressi di Pie tramurata a cui si aggiungono altri 'minori insediamenti. La seconda parte del sistema fondamentale, rivolta verso la Valsugana, presenta una struttura illdustria,le chia ramente a rosario, appoggiata alle grosse infrastJrutture di coonunicazione previste dal Piano sia superswadali che ferroviarie da Novaledo a Grigno. In tal modo la Valsugana diventa una delle aree comprensoriali più a,datte all'industrializzazione, lega'Ì!t co me sarebbe da queste grosse infrastrutture di coonunica zione che percorrono la vaUe fino a Venez.ia e Porto M'ar ghera. U n altro comprensorio in emi particolarmente efficace può diventare la struttura ,industriale è quello delle Giu· d,icarie, particolarmente nella Val del Chiese in cui una serie di nuovi insediamenti industriali è legata alla stra da che il Piano prevede di potell2lÌar:re notevolmente. 'Per i rimanenti comprensori l'uhicazione dell'indu stria è prevista dal Piano per piccoli insediamenti sparsi nel territorio con particolari cautele dal momento che in queste rone prevalente diventa la attività turistica. Le nuove localizzazioni indUstriali assommano, come si è detto) il'lc totale ad Ha. 1.S00 ci~ di cui 1'84% 30 Su.pplemento ordinario al B. U. 19 setrembre 1967 - N. 40 CIrca sono ubicati ,nei 5 comprensori di magl5ÌOre indu di ridurre i tra·sferimenti dei prodotti e di adeguare rapi strializzazione, V>alle dell'Adige, VaUagarina, Val del Sar damente la produzione agli sbocehi. Nel comprensorio sa ca, Alta e Bassa Valsugrana 00 il rimanente 16 rà quindi possibile una riforma del regime fondiarie, per nei re stanti comprensori. consentire alle strutture produttive di aumentare la pro duttività delle imprese agricole. Nelle aree comprensoriali di maggior industrializza zione, il Piano si è preoccupato di repel"ire le superfici necessarie all'industria cei terreni che meno si presta la norma di attuazione che le riguarda specifica che gli vano ad una moderna utilizzazione agricola. impianti o strutture che in esse possono sorgere devono Per le aree principali si è quindi provveduto ad una progettazione di massima allo scopo di ricavare 'PJ1ime in comunque riguardare l'attività agricola e affida ai piani dicazioni sulla prevedibile org>anizz'azione interna delle aree, sia l'indicazione degli intervenJ:ri, in relazione alle carat in rapporto ai servizi ed alle infrastrutture che si rende ranno necessari. teristiehe delle varie aree. Per caratterizzare la destinazione delle aree agricole, comprensoriali sia ]a precisazione dei perimetri delle aree f) Il Turismo ,L'importanza degli insediamenti industriali nella eco nomia generale del Piano ha avuto corrispondente atten L'attività turistica, vista su tutto l'insieme deÌ terri zione nelle norme che li riguardano. F.t.'lse pTooisano cma torio provi,ncia.le, diventa un altro dei fatti che possono ramente la riserva eso1usiva a fini industriali ed even caratterizzare in modo unitario lo sviluppo dei lO com tualmente artigianali delle aree individuate dal Piano. prensori. Al fine poi di consentire un migliore equilibrio tra Per il Trentina il prohlema dell'organizzazione del ]e attività produttive anche a livello strettamente locale, turisme, come espressione del tempo libero, riguarda i problemi della montagna che sono essenzialmente di tre si prevede la pa,ss.ibilità che i piani comprensoriali, ad integrazione dene strutture fondamentali già indicate dal tipi, ad ognuno dei quali corrisponde una determinata categoria di turisti. La prima si rivolge alla villeggiatura estiva di ca· rattere familiare che accoglie ancora una forma tipica piano, possano prevedere nuclei industriali di limitata estensione, con risrpetto peraltro di particolari pres.crizioni fi,ssate dalle norme. Inoltre è pa1"so opportuno dare la possibilità al piani del turismo stagionale tradizionale; la seconda pratica il turismo di carattere sportivo che riguarda sia la neve comprensoriali di consentire limitati ampliamenti alle in dustrie già esistenti al di fuori delle aree industriali pre sia l'escursionismo e l'alpinismo, sia gli sports lacuali e che vIste, nOllchè la possibilità di localizzazione di iudustrie porta forti aliquote di turismo internazionale; la terza estrattive in prossimità delle zone di estrazione, data la ,particolare natura . è quella dei turisti domenicali chc svolgono il classico impiego del tempo libero in montagna o sui laghi nelle più svariate forme di attività, e cereano l'attrazione esti va e invernale di carattere multiforme. Esiste poi, contrapposto, un tipo di turismo più raf finato e selezionato, che non cerca nè le zone ·di villeg giatura familiare, tipiche per un certo cameratismo di rapporti interI'amiliari, nè la varietà degli svaghi e la comodità delle attrez,zature sociali di cui vuole usufruire il grosso dei lucratori del tempo libero. Esso si rivolge soprattutto ad ambienti assai caratteristici e appartati, do ve è possibile vivere una vita intima e quasi primitiva che si contrappone al tumulto deUa città. Questo turi smo cerca spesso luoghi romantici, con strutture edilizie tipiche di carattere tradizionale, ed è lieto di vivere in amhienti anche rustici, purchè abbiano un carattere e una storia. Un'altra aliquota delle correnti turistiche è rappre~ sentata da quanti ricercano nel T,rentino i benefiei delle cure nelle numerose stazioni termali, alcune assai svi luppate, altre hisognose di ulteriori interventi. !Gl'O . Nell'affidare ai piani di grado subordinato la regola mentazione .definitiva delle aree industriali, le norme di attuazione fissano ,partic.olari criteri per assicurare una mi gliore organizzazione delle medesime seco,ndo le più mo derne visioni urbanistiche, tenuto conto anche degli aspetti sociali connessi agli insediamenti industriali. e) Le aree agricole Il Piano lirhanistico Provinciale si occupa del pro blemaagricolo solo come apertura, segnalando la n'ecessità di specializzare, secondo quanto suggerito dai piani di eco nomia agraria, ogni area messa a coltura e ,di pro.porzio E!lre a quest'area specializzata le forze del lavoro conta dino. Nella dimensione comprensoriale, lo sforzo. degli l1gri. coltori non è frenato ma ,piuttosto orientato verso le pro duzioni più richieste e remunerative_ In questa dimen sione è possibile prevedere strutture di trasformazione e di comme:roializzazione ordinate al fine di permettere il miglioramento della posizione economica degli agricoltori, Una buona parte del turismo di massa e di quello I familiare, di quello selezionato o di cura, potrà trovare Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 31 =~==,~==~~===== nei parchi attrezzati una zona di confluenza in spazi molto vasti e riechi per varietà. di servizi e di incontri. Un altro settore fra i più importanti dell'attività turistica è il turismo della neve, che si sviluppa in foro ma di sport sia invernale che estivo. Qui l'esigenza nuo va e fondamentale riguarda soprattutto la possibilità di legare tra loro diversi impianti destinati e attrezzati per lo sport della neve, facendo in modo che i turisti possa no percorrere unaconsideravole varietà di territori na turali che presentino a questo sport una configurazione continuamente mutevole, perchè esso possa svolgersi senza la monotonia della .ripetizione delle stesse vie in una sola zona. Per ottenere questo fine, il Piano Provinciale ha diviso in due gl'andi zone tutto il territorio della mon tagna trentina in cui si pratica il turismo della neve: la zona orientale e quella occidentale, organizzando in cia scuna di esse il coordinamento più ampio possibile del turismo a carattere intercomprensoriale. Il 'primo settore include essenzialmente tre grandi aree di sviluppo. La prima comprende le wne turisti che di Madonna di Campiglio, della Valle di Sole ·fino al Tonale, delle Valli di Peio e Rabbi. La seconda, più vicina alla Valle dell'Adige, comprende le wne di Mol. veno, Andalo, Fai della Paganella e il Monte Bondone. La terza riguarda esclusivamente il turismo del Monte Baldo. Rientrano in questo settore, ma hanno interesse più limitato, altre zone fra cui quella del passo Tre malzo ed alcune del comprensorio delle Giudica.rie. Il secondo settore comprende anzÌttutto due grandi c complessi itincrari. Il primo in collegamento con la Val Gardena e la Val Badia, porta nelle zone dell'Alta Val di Fassa e a San Martino di Castrozza,attraverso passo San Pelleg-rino, passoValles e passo Rolle; il se condo, in continuità col precedente, interessa tutto il va sto gruppo montuoso che va dalla Cima d'Arron alle estreme pendici orientali del Lagorai fino l'Altipiano di Pinè, cointeressando i due versanti nord (Val di Fiem me) e sud (Valsugana), oltre alle valli insistenti su Ca nal San Bovo. Questo settore include 'ancora due ,zone a sviluppo meno esteso: l'una riguarda gli altipiani di Lavarone e Folgaria; l'altra il 'gruppo montuoso sito a nord di Cavalese e Tesero (Cucal, Pampeago, Lavazè). g) Centri direzionali e commerciali Il complesso delle attività terziarie -costituisce uno dei punti fondamentali su cui si basa il nuovo equili brio territori'a.le proposto dal Piano; esso trova la sua efficace qualificazione nella localizzazione e formazione dei centri· di servizio, scelti col criterio della complemen tarietà e dimensionati alle funzioni da ,~ssolvere, sia in rapporto agli insediamcnti immediatamente contermini, sia in relazione alle esigenze di tutto il comprensorio. La funzione di città guida che Trento potrà assu mere si materializza con evidenza nell'ubicazione dei suoi, centri direzionali protesi verso Nord, vale a dire verso la parte più interessante del comprensorio. Similmente la nuova configurazione di Rovereto è caratterizzata dal centro direzionale posto trasversalmente alla valle, verso la corona di insediamenti sparsi sulla sponda destra dell'Adige e verso le grandi comunicazioni che lambiscono tale parte del territorio. Negli altri comprensori i centri commerciali contri· buiscono sempre e molte volte in modo preminente, a creare interrelazioni nei diversi insediamenti del com prensorio stesso. La norma dettata per i centri direzionali, affida opportunamente la loro precisazione ai piani di grado subol'dinatoaccentuando la possibilità ,di adattamento a I particolari esigenze 10caH,che potessero essere poste in luce dalla pianificazione subordinata, anche in conside razione dello stretto collegamento di tali centri con altre specifiche previsioni di competenza dei piani locali. In ogni caso la norma fissa appositi criteri 'ai fini anche di un adeguato studio ,per la migliore orgànizza zione di tali centri. PART,E V INDICAZIONI SUI COMPRENSORI C. 1. - Valli dell'Avisio Situato all'estremità nord-est del territorio provin ciale, questo comprensorio è costituito dai comuni più alti della Valle di Cembra, dai comuni deUa Valle di Fiemme e da quelli della valle di Fassa, che assieme fQrmano le Valli dell'Avisio. I nuclei abitati sono quasi tutti situati linearmente sulla destra del torrente, da Canazei a Tesero,ove s'apre la ,conca di Cavalese. La continuità ,di quest'a lunga serie di insediamenti è spezzata in un solo punto, tra Predazzo e Moena, da una strettoia di alcuni chilometri, compresa tra la Valle di Fassa e la Valle di Fiemme. Quella sale da Moena a Canazei con pendenza preSS{Jchè costante e con un fondo valle abbastanza ampio, che alterna a brevi intervalli di stese pr'ative e nuclei abitati. Essa è dominata sulla de stra dell'Avisio dai gruppi dolomitici del Latemar e del Catinaccio e si chiude sul fondo con le pareti del Sella. La Valle di Fiemme presenta nuclei urbani di mag giori dimensioni tra cui i più importanti sono Cavalese e Predazw, situati ai due estremi della V'alle. Sul primo gravitano gli insediamenti collinari di Carano, Daiano e Varena, il comune di Castello di Fiemme e i minori centri dell'alta Valle di Cembra. L'analisi del censimento demografico, secondo i rag gruppamenti per attività economiche, fornisce le se guenti indicazioni: nel settore agricolo dal 1951 al 1961 si è verificato un decremento fortissimo della popolazione attiva, dal 40 % al 23 %, eon una diminuzione assoluta della forza 32 Supplemento Qrdinario al B. U. 19 settenlll"e 1967 - N. 40 hi50gno di nuovi posti nel settore secondario e terziario lavoro di circa 1.600 unità nell'industria la percentuale degli addetti è passata dal 33 al 41 , con un aumento pari all'incirca a 2.500 unità. in valore assoluto di circa 800 unità, nonostante la con Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola trazione delle unità locali da 720 a 690; nelle altre at e la prevedibHe maggiore disponibilità di mano d'opera tività la percentuale degli addetti è passata dal 27% al per le classi d:inanzi viste si prevede che, al 1975, nel 36 " con un aumento di 900 unità in va1lore assoluto, comprensorio dovrebbero essere apprestati all'incirca 3.280 assorbite in buona parte dal commercio che ha registrato nuovi posti di lavoro. ,un fOJ.1te aumento di unità locali: da 540 a 790. Considerata la particolare posizione del comprenso Circa i movimenti migratori si rileva che nella rio si ritiene di interpretare il suo naturale processo di agricoltura su 2.300 addetti 40 lavorano fuori del com sviluppo prevedendo un'assegnazione di addetti per cir prensorio; nell'industria su 4.000 addetti 600 lavorano ca 1.310 unità nell'industria e per circa 1.970 nelle al· fuori del comprensorio; nelle altre attività su 3.600 ad tre attività. detti 350 lavorano fuori dal comprensorio, di cui 120 PoÌ:chè tuttav,ia, almeno allo stato attuale, non sembra all'estero. prevedibile la posSIbilità di un assorbimento totale nelle' Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati attività industriali delle unità assegnate all'industria, si sono: prevede che, per almeno 500 addétti, i posti di lavoro addetti alll'agricoltura: età media 47,4 anni, indicc di dovrebbero essere apprestati in altri comprensori e, per invecchiamento 180; i rimanenti 810 circa, possano essere invece provenienti addetti all'industria età media 36,3 anni, i,ndice di invec come ,possibili posti di lavoro nel camprensorio. chiamento 36; Tenendo altresì conto delle probahiJli e prevedibili addetti alle altre attività: età media 36,4 anni, indice di riconversioni di industrie già esistenti, calcolate nella mi invecchiamento 36. sura del 10% sugli addetti alle industrie manifatturiere Il fenomeno dell'invecchiamento della poipOlazione al 1951, in sede di dimensionamento delle aree indu agricola e l'abbandono della terra 1n generale, sono molt'o striali si è prevista una ulteriore espansione delle stesse accentuati. n Piano, nel programmare una serie di in per 150 addetti circa. terventi urbanistici su tutto il comprensorio per equili Il dimensionamento deHe aree deve ancora tener pre brarne ed integrarne lo sviluppo,considera il settOTe sente un certo numero di trasferimenti di addetti dal agricolo un fattore da rivalutare secondo una fo'rma di l'artigianato o dalla pkcola industr1a alle nuove inizia preponderante cOllliPlementarietà al turismo, assumendo tive industriali, stimato per quesio comprensorio nel 10% le ipotesi dello studio 'sull'agr,icoltura che prevede: degli addetti previsti. una superficie agraria effettiva di 3.080 Ha.; In valori assoluti questi trasferimenti sono stati sti la possibilità tecnica di organizzare 168 aziende zoo.. mati in numero di 8(}. tecniche specializzate con 336 addetti dirett>amente al· Le zone industriali previste vengono pert'anto di l'agricoltura, 50 addetti alle infrastrutture e 340 ad· mensionate su un probabile fabbisogno di circa 1.040 ad detti alle foreste. detti e per complessivi 42 ha. D'ailtrocanto, dalle previsioni demagra'filOhe, dagli Da un punto di vista urbanistico questo oompren studi sulla struttura occupazionale al 1975, nO!Iwhè dai sorio ècaratteriZ7lato dalla stretta integrazione in senso calcoli sul fabbisogno dei nuov,i - posti -lavoro, si ricava lineare delle sue diverse wne, che vengono tra Imo più che circa 1.140 unità lavorative abbandoneranno nel strettamente collegate dalle previsioni ,del Piano con una prossimo decennio il settQre agricolo o per pensionamen maglia di nuove strade e di interventi, atti a potenziarle, to o per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli specializzarle. addetti all'agricltura da 2.310 a circa 1,170. L'asse fandamentale è cost1tuLta dalla strada sfatale A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con delle Dolomiti, che attraversa il oomprensorio da ovest ad sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi, calco est, toccando tutti gliinsediamenti più importanti. Questa lati in 340 unità, i quali, pe.mltro, hanno la funzione di si dirama dalla SS. del Brennero ad Ora, in provincia assicurare una continuità nel settore. di Bolzano; attraverso il passo di S,. Lugano si immette Complessivamente dunque, al 1975, per evolumone nella Val di Fiemme e quindi nella Val di Fassa per naturale si dovrebbe avere all'incirca 1.510 unità la'vo continuare, dapo il Passo Pordoi, in provincia di Belluno. rative nel settore agricolo, cura che risulta superiore di A questa strada si connettopo altre importa'nti arterie 780 unità circa a quella calcolata come sufficiemte al come le provinciali della val di Cembra e di Lavare, la razionale dimensionamento dell'agricoltura . statale del RoHe, quella del S. Pellegrii:lO e di Costalunga . Considerando r1ncremento naturale, l'apporto delle ed infine del Passo Sella, che arricchiscono il comprensorio nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par di importanti collegamenti nord-sud. tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas Il Piano prevede un generale potenZliamento del sime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fab l'intero sistema viabile, con l'allargamento e sistema Supplemento O'rdinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 zione delle sirade esistenti e con la previsione di nuove, atte a rendere più organici e produttivi i tracciati. A tal fine si prevede la cos~ruzione di una strada di fondovalle tra Molina e Ziano, fino a Predazzo, e un nuovo coUe gamento tra questa e Cavalese. A Moena si è previsto un nuovo tracciato fino al Passo di Costalunga, come di retta prosecuzione della strada di S. PellegrinO', mentre a Canazei emerge la sistemazione del ,tratto esistente e la cO'struzione del nuovO' raocordO' cO'n la strada di Fedaia. Questo :,viluppo e graduale 'potenziamento della ma glia stra da'le castituiscc il fO'ndamentale supporto a un altro sistema di comunicazioni, che nel COmprensorio as sumono particolare importanza, investendo l'interesse del l'economia turistica che qui ra!ggiunge le più alte poten zia!lità. II comprensorio si caratterizza infatti per una evi dente specializzazione nel turismo, estivo e soprattutto In vernale. Per quanto riguarda i'l secondo si nota attualmente una certa diffO'rmità di O'rganizzazione nelle due parti del cGmprensorio; in quella più alta, cioè nella Val di Fassa, si trovano impianti sportivi invernali abbasfamza equili brati alla capacità ricettiva dell'insieme, mentre nella Val di Fiemme la nO'tevO'le dimensione delle attrezzature ricettive non ha un adeguato riscontro negli impianti e nelle strutture per gli spol1ts 'invernali. Conseguentemente il Piano indica, nella val di Fassa, un sistema di impianti a fune di grande respiro, capace di rendere pi Ù organioa la distribuzione dei percorsi e delle piste e di accrescere quindi il prestigio deH'insieme, mentre nella Val di Fiemme si preoccupa di svHuppare le occasioni per impian~i e piste, usuf:r:uendo delle zone di fondovalle uO'n ancora esaurite. II nuO'vo sistema di impianti di risalita e piste di discesa, cosÌ generato, cost,ituisce un sistema di comunica zioni capace di pO'rre ma'ggiormente in risaho le caratte ristiche di questo paesaggio tanto celebrato. In una zona mar:ginale del comprensO'rio, lungo la strada del Rone, il Piano iprevedealtresì la costituzione di un parco naturale, che copre le foreste demanial,i da Paneveggio fino alle creste mO'ntane, in un paesaggio tipico delle DO'lomiti estremamente vario nelle sue mani festaziO'ni naturali. QueSita nuova struttura, oltre ad as sicurare validamente la tutela di un ambiente ancora in tegro, provoca una valorizzazione turistica assai specia lizzata, in armonia con le singolarità della fauna, della flora e con la grandiosità dcI paesag'gio. II Piano vieta quindi che vi si prO'vochino trasformazioni diverse da quelle richieste dalla sua destinazio.ne. In base a queste cO'nsiderazioni, alle configuraziO'ni sociali dei vari gruppi e agli interessati preminenti che li uniscono, il Piano distingue quattro. unità insediative, che i Piani comprensoriali dovranno rivedere e a'P 33 pro.fondire in rapPo.rto alle indicazioni esposte nella par te generale. ,La prima unità si estende su un'area geografica co stituita da un terr1torio in pendiO' a prato. e a bosco, di una particolare unità figurativa naturale, che include gli 'aggregati urbani di Cavalese, Varena, Daiano, Carano, Castello di Fiemme e Mo<lina. Su questa unità gravitano anche Capriana, Valfloriana, appartenenti alla Valle di Cembra. L'interesse turistico maggiore della valle di Fiemme si concentra in questa unità, in cui ii Piano prevede un incremento 'di attrezza4ure e di turismo in vernale ed estivo con la sistemazione e rettifica delle strade turistiche alte. Vari nuclei di residenza stagionale sono previsti in connessione con Varena, DaianO' e CaranO', a nord-O'vest di Cavalese e fra questo centro e Castello di Fiemme. La riorganizzazione di Cavalese si, fonda su una va riante alla statale, che, passando più a monte, ai mar gini del paese, trova in alcune aree libere in doolivo e in buona posizione per un centro direziO'nale, a cO'ntatto con l'asse principale di sco.rrimentO' e con le zone più belle deUa sovrastante cO'llina. Della seconda unità insediativa fanno parte: Tesero, Panchià e Ziano. II Piano prevede nei tre nuclei la cor rezione della statale per dare scorrevO'leZ7Jél al traffico,che trO'va ora, specie a Tesero alcune strozzature. Predazzo che è i'l centro urbano più popO'loso del comprensorio, è considerato dal Piano come unità inse diativa di per sè stante. Essa è posta all'incontro della Y1111e del Travignolo (che porta al Passo R(l!lle) con quella doll'Avisio. Il Piano predispo.ne lo spostamento de'lla statale verso ovest, sulla sinistra deIl'Av.i'Sio, delimi,tando dal paese un'area già in parte O'ccupata da attività arti gianali (piccole industrie). AnalO'ga destinamO'ne è stabilita per un'altra area ab bastanza defilata, a sud. Il Piano predispone al,tresì la progettazione di un nucleO' direzionale di carattere com merciale in un'area interna al tessuto urbano di Pre dazzo, in parte occupata da costruziO'ni fatiscenti o inu tHizzate. Nella Valle del Travignolo, e in partiCIYlare nel la frazione di Bellamonte, il Prano Provinciale stimola ulteriori possibilità di valorizzazione turistica, con oppor tune attrezzature di carattere sociale e provvede inoltre al collegamento turistico col passo di Lusia e con la Valle di Malgola. In relazione agli incrementi turistici. prevedihili, il Piano predispone l'ubicazÌone di un aeroporto nella piana tra Predazzo e Ziano, che' oltre ad essere infrastruttura fondamentale per l'intero 'Comprensorio dovrà servire le zone turistiche di Rolle e San :r\1:artino di CastlO"6za. Il Piano comprensoriale dovrà inoltre studiare l'ubicazione di un completo sistema di altiporti, tale da rendere efficiente e produt,tivo l'uso del mezzo aereo tmistico in alta mon tagna. 34 Suppiemen1G ol'dinano al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 La quarta Umta insediativa comprende l'intera val le di Fassa con· i centri di Moena, Soraga, Vigo, Pooza, Mazzin, Campitello e Canazei ; concepita un~tariamente come città-parco lineare nella quale il Piano prevede un'asse fondamentale che in alcuni tratti corre, all'esterno dei paesi, su due carreggiate separate, che snodandQSi fra i prati senza la rigidezza delle arterie di scGrrimento troppo rettilinee, segmmo l'andamente> naturale del ter reno. A Canazei quest'asse fondamentale, passando a sud del paese, si divide in due rami, di cui uno si immette nella sfata le del Pordoi, l'ahrG, previsto in parte sul traccia~o attuale, ,porta al rpassodeHa Fedaia, fino a collegarsi con la strada che vi sale da Caprile in pro vincia di Belluno. A Moena il Piano deviata a mezza costa mette, a sud del paese, che poi prosegue come Costalunga. prevede una variante alla statale, verso Ovest, nella quale si im la stata'le del Passo S. Pellegrino strada turistica fino al passo di A Moena e Canazei il Piano prevede altresÌ un centro commerciale a prolungamento e pontenziamento dell'attuale per attrezzature commerciali di qualità per al berghi e, in zona Opportuna, per autosi:los che risolvano il problema dei parcheggi invernaH. Allo sviluppo di Moena contribuirà notevolmente il collegamento con gli altri prati di Lusia, e la stessa at rività turistica in fase di continuo incremento al passo S. Pellegrino, dove sono in corso progetti di impianti verso la v,alle di S. Ni:colò a nord e il Col Margherita a sud. La zona di Canazei è ul1:eriormente potenziata dei nuovi sistemi di impianiti che sono suggeriti verso Ciam pediè e la Val di S. Nicolò. Altre attrezzature turistiche sono locali7..zate a Vigo, Pozza, Campitello e Alba. Il Piano ha altresÌ individu'ato tutte quelle zone residenziali che sono atte a definire, nelle sue linee gene rali, l'assetto urbanistico del territorio. I maggiori centri della valle, che rappresentano già nuclei di accertamento di servizi per le loro caratterizzate qualità turistiche, dovranno essere ult'eriormeute potenziati con la razionaliz@zione di tutto il complesso dei servizi socia'li consistente sia in una adeguata distribuz;ione di essi in rapporto alle necessità, sia nell'ampliamento di quelli manchevoli di carattere commerciale e si'a nel l'aumento della recettività a'lberghiera, ormai difettosa, dato il numero sempre maggiore dei turisti di questi ultimi anni. Inoltre per rafforzare la recettiv'ità turistica, il Piano prevede la creazione di zone residenziali di carattere stagionale, che dovranno essere fO'l'IIlate da nuclei numerosi e di piccola entità, perehè siano assorbi ti nel paesaggio caratteristico più per varietà e dolcezza di visuali che per dimensioni e forza di elementi na turali. C. 2. - Valle del Cismon Posto ai margini meridio'll'ali del gruppo delle Pale di S. Martino, il comprensorio è costituito essenzialmente da due valli: quella del Cismon su cui gravitano 7 degli 8 comuni, per un totale di 7.800 abitanti, e quella del suo .affluente Vanoi, su cui gravitano le numerose frazioni di Canal S. Bovo, per un ·tota,le di 3.100 abitanti. Secondo il censimento del 1961 la popolazione resi dente nel comprensorio contav.a 10.887 unità ed era sta zionaria rispetto a quella censita nel 1951 e nel 1931. Gli incrementi medi -annui sono quindi nulli dal 1931 ad oggi. L'analisi del censimento demografico, secondo i rag gruppamenti per -attività economiche, fornisce le se guenti indic~oni: nel settore agricolo dal 1951 al 1961 si è verificato un notevole decremento degli addetti che sono passati dal 49 % al 31 % della popolazione attiva,con una dimi nuzione assoluta della forza lavoro ammontante a circa 1.000 unità. Ne è conseguito un notevole incremento percentuale degli addetti all'industria dal 27% al 37%, con un aumento di 500 unità valore assoluto, e nelle altre attività, dal 24% al 32 ,con un aumento di 300 unità. Circa i movimenti migratori si rileva che nell'agri coltura su 1.400 addetti circa 180 trovano lavoro fuori comprensorio; nell'industria su 1700,addetti 530 lavorano fuori comprensorio di cui 400 all'estero. Nelle a,ltre attività su 1.450 addetti, 360 lavorano fuori comprensorio, di cui 180 all'estero. Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati s:mo: addetti all'agrieoltura: età media 47,6 anni, gra do di invecchiamento 167; addetti all'industria: età me dia 36,5 anni, grado di invecchiamento 41; addetti 'alle altre attività: età media 36,3 anni, indice di invecchia ,mento 33. Per quanto riguarda l'agricoltura si sono assunte le ipotesi del ,relilltivo studio che prevede una superficie agraria effettiva di 715 Ha. a prato di fondovalle e di Ha. 4.325 di prato-pascolo (masi), con la possibilità tecnica di organizzare 102 aziende zootecniche specia lizzate, con 204 addetti circa direttamente applicati al l'agricoltura, 31 ,alle infrastrutture e circa 187 addetti alle foreste, per complessive 422 unità. Ciò comporta una riduzione di dI'ca 980 unità sulle aUuali 1.400. A questo punto, dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla struttura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoH sul fabbisogno dei nuovi posti-lavoro, si può rica vare che circa 700 unità lavorative abbandoneranno, nel prossimo futuro, il settore agricolo o per pensionamento o 'per decesso naturale, riducendosi in tal mooo gli ad. detti all'agricoltura da 1.400 a circa 700. A questi dati ultimi, al .fine di valutare l'effettiva consistenza dell'agricoltura, vanno -aggiunti i ricambi, Supplemento ordinario al B. U. 19settembl'e 1967 - N. 40 calcolati in 200 unità, i quali, per altro, hanno la fun zione di 'assicurare una continuità n~l settore. Complessivamente dunque, al 1975, per evoluzione naturale \Si dovrebbero avere all'incirca 900 unità lavo rative nel settore 'agricolo, ,cifra che risulta superiore di 480 unità circa a quella calcolata come sufficiente al razionale dimensionamento dell'agricoltul'a. Consideren!do l'incremento naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior parte cipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massi me indiC'ate dagli studi preparatori si prevede un fab bisogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario pariall'ineiroa a 1.580 unità. Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola e la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrebbero essere apprestati all'irtciroa 2.060 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolal'e posizione del compren sorio si ritiene di inte11pretare il suo naturale processo di sviluppo prevedenldo un'assegnazione di addetti per circa 830 unità all'industri'a, e per eÌrca 1.230 unità alle altre attività. PO<Ìchè tuttavia, almeno allo stato attuale, non sembra prevedibile la possibilità di un assorbimento 'totale nelle attività industriali delle unità assegnate all'industria, si prevede che, per almeno 500 adldetti, i posti di lavoro dovrebbero essere apprestati in altri comprensori e per i riman€lIlti 330 drca, possono essere preventivati come possibili nel comprelllSorio. Tenendo altresì conto delle probabili riconversioni di indusl'rie già esistenti, calcolate nella misUl'a del 10% sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è prcvista una ulteriore espansione !delle stesse per 40 addetti circa. Il dimensionamento delle aree deve ancora tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti dell'artigianato o della piccola industria alle nuove ini ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel 10% degli addetti previsti. In V'alori assoluti questi tra sferimenti sono stati stimati in numero di 30. Conseguentemente si è prevista un'area industriale, a Est di Mezzano e Imer, per complessivi ha. 6,50 in modo ,che, assieme a quelle che potranno essere scelte dal Piano comprensoriale secondo quanto prescritto dalle norme di attuazione, vi siano complessiV'amente dimen sioni sufficienti per un fabbisogno di circa 400 addetti. Da un punto di vista urbanistico, questo compren sorio è caratterizzato dalla integrazione di due distinte zonc territoriali, che vengono tra loro collegate per otte nere un più ampio potenziamento delle attività turi stiche, con una gamma molto importante e assai varia di possibilità offerte allo sport invernale. Il Piano ha . quindi predisposto la formazione di una maglia di in:f.ra 35 strutture ,circolatorie, legate ai diversi centri e alla lo calizzazione ,degli 1mpianti sportivi, che riohiede anche ilcontrÌhuto della provincia di Belluno certamente in teressata a un potenziamento turistico delle zone confi nanti, anche per il problema degli aeroporti turistici. L'asse fondamentale di questa maglia è la strada statale del Rolle che prende il nome ,di Schenèr nel primo tratto; proviene da Primolano, attraverso Fonzaso e pro segue fino al Passo Rolle e a Predazzo; il Piano pre vede l'allargamento della sede stradale attuale con il raddoppio delle curve più strette e opportune varianti ,all'attuale tortuoSQ percorso c all'attraversamento dei centri urbani. Essa penetra nel comprensorio deviando l'at tuale tracciato a valle degli insediamenti di Mezzano, Imer e Fiera; prosegue poi verso il Rolle sfiorando, con un nuovo tracciato, S. Martino di Castroz.za. Questo asse raggiunge altresÌ con una deviazione la seconda zona del comprensorio costituita da Canal S. Bovo e prosegue fino a Caoria, da dove si inizia una nuova strada secondaria prevista dal Piano fino aJ. Passo Cinque ,Croci Ove si innesta con la rete stradale del sistema del Lagorai. Inoltre, per rendere più brevi i collegamenti con Txento, oggi disagevoli, il Piano prevede la sistema zione e il miglioramento delle caratteristiche della strada che da Strigno porta a Castello Tesino ed il suo prolun gamento con un nuovo tratto che, attraverso Lamon, si innesta snlla statale del Rolle. ' Da Castello Tesino verso il Broceon e Canal S. Bovo, il Piano predispone la sistemazione e il potenzia mento dell'attuale ,strada panoramica attualmente assai stretta e 'tortuosa. Fanno parleahresì della rete principale del com prensorio, sia la nuova strada fra Zortea, e S. Martino attraverso la Valle del wzen, sia ad est, quella del Passo Cereda da allargare edasf'altare, sia infine il nuovo collegamento fra il comprensorio e Belluno attra verso il Passo Finestra. A questa maglia fondamentale si collega una seriecapi11are di nuove str:ade a carattere turistico, in cui sono preminenti quelle che portano agli impianti di risalita della zona di Canal San Bovo, di S. Martino, di Fiera, Mezzano e Imer. Per quel che riguarda gli impianti per gli spprts invernali il Piano suggerisce tre distinte direzioni di intervento: la prima ha come epicentro S. Martino di Castrozza, dove si prevede un generale potenziamento delle strutture di tr:asporto scÌ'istico con la costruzione di nuovi impianti soprattutto ad ovest, verso il Colbrieon; la seconda è la zona di fondovalle di Primiero dove gli mterventi dovrebbero interessare da una parte i crinali di Pinedi e dall'altra l'altipiano delJe Vederne; la terza è la valle di Calaita con i 'pendii ,laterali. Il comprensorio è altresÌ interessato dal 'Parco naturale di Paneveggio che si spinge verso S. Martino di ·Castroz za, fino a comprendere le foreste deman1aH di Val Sorda e Val Zanca. 36 Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 In 'relazione al carattere e alla distribuzione degli insediamenti nelle due zone geografiche che costitui scono il comprensorio, questo è distinto in tre unità in sediativc. La prima è costituita da Mezzano e Imer vicinissimi l'uno all'altro e perdò .costituenti una unità organica di notevole valore se le si conferisce maggiore forza, con centrando nella zona intermedia la struttura direzionale commerciale che il Piano vi ha predisposto e facendo in modo che essa sia in contatto con l'arteria fonda mentale di scorrimento costituita dalla strada per il Rolle. La seconda unità insediativa è costituita dai quattro abitati ,di Fiera di Primiero, TJ."lIDSacqua, Siror e To nadico, che per la loro .compattezza possono trasformarsi in una unità insediativa assai caratteristica, con una forte accentrazione degli aspetti direzionali in Fiera di Primiero. Si tratta ovviamente di stabilire altri legami tra i quattro comuni, predisponendo tra loro opportune attrezzature, uniformando la rete stradale e trovando nuclei di attrazione che concorrano alla loro unità. Laterza unità insediativa comprende il territorio del comune di Canal S. Bovo, in .cui sono :previsti iinter venti di. carattere turistico atti a integrare con mag giore intensità gli insediamenti urbani. Secondo questi ~teri ha agito il Piano provinciale nella localizzazione delle principali infraSltrutture di servizio sociale e nel potenziamento del sistema della rete stradale di cui ha curata l'individuazione dei rapporti con la statale per il Rolle. Il Piano indica altresÌ all'·attenzione del piano co~ prensoriale ,lo studio dettagliato della rete minore con particolare riguardo a quella di relazione tra i diversi insediamenti. C. 3. - Bassa Valsugana. Il comprensorio si estede dal confine del comune di Levico 'a quello di Cismon del Grappa ID prov.incia di Vicenza, nella valle limitata a nord dalla catena della cima d'Asta e dal gruppo del Gronlait-Fravort e a sud dall'altipiano di Asiago. Le attuali p,aludi torbose del fondo valle sono le tracce dei laghi originari di earattere fluviale; oggi vi scorre il fiume Brenta suna cui sponda sinistra, una serie di piccoli centri urbani si susseguono situati a varia altezza fra i 200 e gli 800 metri sul llvello del mare. Essi sono sparsi sulle pendici della C'atena della cima d'Asta e del g;:ruppo del Gronlait Fravort, mentre sul lato opposto ,l'Altipiano di Asiago, più acclive ed esposto a nord, è :privo di insediamenti. Nella pittoresca valle del Tesino in cui scorre il to.rrente Grigno che nasce dal 'laghetto di cima d'Asta a 2.457 metri, sorgono più in basso Bieno, poi Pieve Tesino, indi Cinte Tesino e Castello Tesino. Si tratta di···un comprensorio :più omogeneo di quello vicino dell'Alta Valsugana per la linearità degli insediamenti di .fondo valle e l'uhicazione di quelli a media altezza sulle pendici delle catene montuose, e .per il fatto ,che la parte più alta, se verrà aperta al turismo estivo e invernale, potrà costituire un completamento efficacissimo per l'economia generale del comprensorio. Secondo l'ul1imo censimento del 1961 la popola zione residente nel eomprensorio contava 26.595 unità, mentre nel '31 i censiti el'lano stati 29.062 e nel 1951 27.531. Si è perdò verificato un continuo decremento di popolazione, fatto questo singolare del comprensorio, in quanto in tutti gli altri, sia pure molto debolmente, si è sempre registrato un incremento positivo nei vari cen simenti. Analogo fenomeno manifesta la popolazione presènte ·confermando la gravità del processo di spopo lamento di questa valle, che pur avrebbe buone possi bilità di ripresa. Esaminando più analiticamente questi dati notiamo che l'indice 0,42 di concentrazione della popolazione è notevolmente inferiore 'a quello medio di O,51 della provincia. Notiamo altresÌ che, in rela2lÌoneall':altitu dine, .i comuni di pianura hanno il tasso di incremento negativo più piccolo, mentre quelli di collina hanno il più elevato. Un'analisi del censimento, secondo i raggruppa menti per attività economica, indica che la popolazione attiva è rimasta nel decennio 1951-1961 pressochè inva riata secondo una percentuale del 42-43 %. Nel settore dell'agricoltura la popolazione attiva ha ,avuto :un decre mento nOitevore, ed è passata dal 51 % al 33 %, è scesa cioè, in valore assoluto di addetti, da 5.920 a 3.640 nnità.Nellealtre attività si è verificato invece un non elevato incremento positivo. Nell'industria si è avuto un incremento di 450 unità, nel commercio di 350 unità, nelle altre attività terziarie un piccolo incremento di 60 unità. Merita ancora una ,certa atteumone il modo secondo cui si distribui~ono le forze lavoro fuori del compren sorio. Sui 4.900 addetti all'industria eirca 1.800 lavo rano fuori del comprensorio, massa veramente notevole che [n gran parte, per circa 1.430 unità, è emigrata al l'estero. Per quel che riguarda le ,altre attività, delle 2.800 unità che le costituiscono, 590 ,lavorano fuori del comprensorio, di cui 350 'all'estero. Per quel che riguarda gli addetti ,all'agricoltura è da rilevare che su circa 3.600 unità solo una novantina trovano impiego fuori del comprensorio. In relazione all'indice di invecchiamento, si ha un valore assai elevato nei contadini, con un'età media di 48,3 ,anni, mentre per gli addetti all'industria l'età me dia è di 34,6 anni, nelle altre attività l'età media è di 36,9 anni. Anche in questo comprensorio il numero degli ad· detti all'agricoltura supera quello degli addetti alle at tività terziarie, dimostrando il grado di aN'etratezza. neillo sviluppo. Supplem~nto oodinario .al B. U. 19 settemhre 1967 - N. 40 Nel settore dell'agricoltura ,tre distinte zone di col ture sono presenti: la prima, divisa in due suharee, comprende le parti meno alte del comprensoi"io, la seconda ifiguarda i comuni ili Ronchi e Torcegno, la terza si riferisce al territorio del Tesino. Nella prima zona, ,per la :prima subarea, nei co muni di Novaledo, Telve di Sopra, Telve, Carzano, Villa Agnedo, Ivano-Fracena, Spel'l8., Ospedaletto, Grigno, lo studio sull'agricoltura prevede .aziende frutticole specia lizzate con una superficie effettivamente desflinabile a tale coltura di ha. 1.515 con circa 505 aziende autosuf ficienti ili ha~. 3 ciascuna, 1.010 addettidire'ttamente occupati nell'agricoltura, 151 assorbiti dai servizi e circa 57 addetti alle foreste, per un totale di circa I.218 ad detti. Nella seconda subarea, 'Che comprende i comuni di Roncegno, Scurelle, Strigno, Samone, Borgo, Castel nuovo, sono prevedibili aziende frutticole e zootecniche specializzate con un'area effettivamente destinabile 'a frutteto di ha. 590, con 197 aziende frutticole di 3 ha. ciascuna, e con una superficie effettivamente destinabile a prato di ha. 1.750 con 91 aziende wotecnÌche di superficie variabile dai 14 ai 32 ha. ciascuna. Complessivamente il numero degli addetti diretta mente all'agricoltura risulta di 575 unità, quello degli ad· detti alle infrastrutture di 86 unità e di 72 ai boschi, per complessive 733 unità. Nella zona di Ronchi e Torcegno lo studio sulla agricoltura prevede solo aziende zootecniche in una superficie effettivamente destinabile a prato di ha. 260 cou 16 aziende ili 16 ha. ciascuna, che hanno 32 addetti direttamente all'agricoltura, 5 alle infrastrutture e 7 ai boschi, cioè wmplessivamente 44 addetti. Nella zona di Tesino, che comprende i comuni di Bieno, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Castello Tesino si prevedono aziende ad indi.:rizzo zootecnicospecializzate in una superficie destinahile a prato di ha. ·665 con 42 aziende di 16 ha. ciascuna, che avranno 184 addetti desti nati direttamente all'agricoltura, 13 alle infrastrutture e 98 ai boschi, cioè complessivamente 195 addetti. Presi nel loro complesso tutti gli addetti all'agri coltura che si prevedono impiegati nelle diverse zone del comprensorio ammon~no a 2.191 unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla struttura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fabbisogno .dei nuovi posti-lavoro, si ricava che, circa 1840 unità Javorative' abbandoneranno, nel prossimo decennio, il settore agricolo o per pensionamento o per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli addetti all'agricoltura da 3.640 a circa 1.800. A questi dati ultimi, alfine ili valutare l'effettiva consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal colati in 520 unità, i quali per altro, hanno la funzione di stabilire l'indispensabile legame fra [e varie classi di età. Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale, si dovrebbero avere all'incirca 2.320 unità 37 lavorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore di 13 O unità eirca a quella calcolata come sufficiente al razionale dimensionamento dell'agricoltura. Considerando l'incremento naturale, l'apporto del le nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior :partecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massime indicate dagli studi preparatori si prevede un fabbisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter ziario 'pari all'incirca a 3.760 unità. Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola e la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrehbero essere apprestati all' incirca 3.890 nuovi posti di lavoro. Considerata la :particolare posizione del compren sorio si ritiene di interpretare il suo nàturale pocesso di sviluppopevedendo una assegnazione di ·addetti per cir ca 2.330 unità nell'industria e per circa 1.560 nelle al tre attività. Poichè tuttavia è stato previsto nel comprensorio un notevole potenziamento delle attività industriali, si ritiene possibile un ulteriore assorbimento di circa 500 addetti all'industria, i quali verranno a confluire nel compensorio da altre zone. Tenendo quindi conto delleprevedihili rinconver sÌoni Idi industrie esistenti, calcolate nella misura del 10% sugli addetti alJe industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è pre\.'":Ìsta una ulteriore espansione delle stesse ,per 100 addetti circa. Il dimensionamento delle aree deve ancora tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti al l'artigianato o della piccola industria alle nuove 1IDZla live industriali, stimato per questo comprensorio nel lO degli addetti previsti. In valori assoluti questi trasferi menti sono stati stimati in numero di 280. Le zone industriali previste vengono pertanto di· mensionate su unprobahile fabbisogno di circa 3.210 addetti, per i quali Piano predispone un complesso di aree di 175 ha., in un sistema che si sussegue da Novaledo a Grigno, per 1lOOtrentina di KID.. e che rap presenta uno dei più grossi nuclei industriali progettati per il Trentino. Il Piano Urbanistico Provinciale ne in dividua l'ubicazione, l'estensione e lo schema secondo una serie di lotti lungo la valle in parte allaociati alla linea ferroviaria e alla nuova arteria Trento-Venezia; tutta la zona può essere dotata di abbondanti quantità d'acqua per uso industriale. Accanto alle attività industriali prevalenti in que sta valle, il Piano prevede :gli elementi fondamentali per una' migliore organizzazione del turismo estivo e in vernale. Per quanto riguarda IiI primo, particolare impor tanza assume il potellZÌamento del complesso termale di Roncegno e, accanto a questo, una migliore ilistrihu n 38 Supplement.o ordinario al B. U. 19 setf:remhre 1967 ~ N. 40 ziGne deLla residenza stagiGnale nei vari eentri cGllinGsi e montani. Per il turismG invernale il comprensGrio presenta due zone di notevole interesse nella Val ,Campelle e al Passo del Broecon. Per quel che riguarda quest'ultimo il Piano pre vede l'integrazione e il pGtenziamento degli impianti esistenti verso ,il monte Agaro con il miglioramento del le strutture rieettive; mentre per la Val Campelle, ca ratteristica nella sua parte più alta per la posizione di collegamento con la Val Cià, il Piano prevede un si stema di impianti che conduee direttamente nel CUGre del Lagorai. Altra zona di limitato interesse per gli im pi,anti invernali è la Val di Sella. In funzione ,di questo sviluppo produttivo, ,potrà aumentare il potere di acquisto della popolaziGne, ehe pGtrà sistemarsi secondo una continuità di relazioni a cui parteciperanno i diversi centri. Il Piano predispone tali centri entro un sistema in cui i comuni più a valle e prossimi aUe grandi vie di comunicazione cioè N ova ledo, Borgo, CastelnuGvo, Villa Agnedo, concentrano al cuni grossi servizi pubblici che per la IGro dimensiGne e qualificaziGne di attività amministrative dovranno es sere ,proporziGnati all'importanza del comprensorio. Di questa struttura urbanizzata fanno parte altresì i centri più alti che formano tra 1001'0 un grande arco di locam..zazioni, 'con particolari 'possibilità turistiche per alcuni di tali centri, e 'con uno sviluppG di attività ter ziarie proporzionate al complesso degli :inscdiamenti. Fra queste attività hanno maggior rilievo i centri commer ciali che potranno essere localizzati a Roncegno, Stri gno, Castel Tesino e che avranno un maggiore sviluppo turistico per il rafforzamento quantitativo 'c qualitativo delle 'attrezzature. Del comprensorio fa parte, altresÌ un centro scolastico superiore, ,che avrà come specializza zione la tecniea; sarà ubicato ad ovest di Borgo in loca lità pressochè haricentrica per tutte le provenienze del comprensorio. Il Piano prevede, come già si è detto, il passaggio lungo la valle di una nuova arteria di scorrimento verso Venezia e l'Adriatico la quale accorcerà i percorsi tu ristici in questa direzione di circa 60 Km. rendendo più fluida la circolazione. Questa arteria,sostituendosi alla strada statale, co stItuisce l'infrastruttura fondamentale della valle, alla quale si appoggiano tutte le altre maggiori localizzazioni. Le sue caratteristiche, e i punti di contatto con la rete secondaria, sono stati quindi previsti in funzione del nntero sistema di localizzazioni e comuni,cazi<mi. La Valsugana si trasforma in tale modo in una perfetta area, specializzata in ogni tratto del suo terri torio, approfittando della efficienza di attre:r..zature che possono essere organizzate lungo l'asta della valle, ser vite da questa nuova arteria c dalla ferrovia, 'convenien temente trasformata. Scendendo ad un'analisi plU particolare, il piano prevede la suddivisione della trama strutturale in alcune fondamentali umta insediative, la cui individuazione dovrà C'iSere ulteriormente sviluppata, secondo criteri esposti nella parte generale. La prima grossa nnità insediativa fa capo a Borgo e comprende Castelnuovo, nel ,fondovalle, e nella zona collinare, Telve di Sopra, Telve, Scurelle, Gart;a.1lo, Stri gno, Spera, Samone, Villa Agnedo, I vano Fracena, Ospe daletto, 'con una popo1azione complessiva di 13.700 abi tanti. Il Piano prevede due altre unità insediative mi nori una ad ovest che comprende Novaledo e Roncegno a valle, e Ronchi e Torcegno a monte, e l'altra ad est di Strigno, con i centri turistici di Montagna di Bieno, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Castello Tesino e con Grigno. L'organiz2lllzione urhana di Borgo-Castelnuovo in cluderà, secondo il Piano, un'area di 'carattere direzio nale e una adiacente di carattere industriale a monte del nuovo collegamento con Venezia ad est di Borgo. La prima è un',area specializzata di carattere direzio nale commerciale, ,che si ,collega al centro antico di Borgo e alla strada che viene dai centri più alti e vi scorre tangenzialmente raccordandosi alle principali ar terie interne. I eontatti fra Borgo-Castelnuovo e i centri di colli na sono 'rafforzati sia dal miglioramento dei tracciati i delle 'arterie trasversali che salgonO' verso i cen tri stessi e sia da un anulare ,che li collega e che ritorna verso l'asta del centro di pianura ,Borgo-Castelnuovo. Sia per Borgo che per, Castelnuovo si sono previste delle espansioni edilizie e così anche per la zona di collina, organizzando un nucleo ediLizio di ,carattere pre va:lentemente lineare tra Telve e Carzano e un altro nudeo edilizio fra Scurelle e Strigno, per ottenere, lungo la dorsale, una continuità edilizia ,che dovrebbe sottoli neare le notevoli qualità del paesaggio. La seconda unità insediativa comprendente Nova ledo, Roncegno, Ronchi e Torcegno, si trova al centro dei diversi nuclei costituenti l'unità 1inearealla valle. Roncegno è a sua volta messo in contatto con Borgo per mezzo di una dorsale tangente al centro urbano e che scende collegandosi alla nuova arteria di scorrimento e continuando con una strada prossima a questa fino a :rag giungere Novaledo. Qui si inserisce una zona industriale di circa ha. 21 fra la statale e la ferrovia e in eorrispondenza di Borgo, è ubicato un altro nucleo industriale di drca 49 ha. In questa unità notevole significato assume il poten ziamento della stazione termale di Roncegno, che po trebhe speeializ.zarsi. in cure particolari. Grigno e i centri montani di Bieno, Pieve Tesino, Cinte Tesino e Castello Tesino costitui5eono la term unità insediativa ,che ,deve trovare la sua integrazione attraverso un sistema di ,collegamenti da studiarsi. L'organizzazione di questa unità insediatÌva è pre mente, non avrebbero un'ef.fìciente propensione allo svi 39 vista in modo che la residenza sia ,tutta concentrata nei vari nuclei del Tesino mentre a Grigno si specializ2'le ranno le unità tecniche del grosso nucleo industriale di 41,50 ettari che sarebbe destinato a industria pesante. I nuclei montani trovano, dunque, nella oompJementa metà delle zone industriali di valle il loro punto di in tegrazione. da 4400 unità del 1951 a 5970 unità del 1961. Anche nelle altre attività si manifesta un buon incremento con il passaggio da 3390 unità del 1951 a 4310 unità del 1961. Particolare importanza viene ad assumere nell'or ganizzazione prevista dal Piano il collegamento Castello Tesino - Statale 50 attraverso Lamon che costituirà, una volta retti.fìcata e potenziata, la via più breve di contatto fra ,la Valsuganaed il comprensoriO' del Cismon, nonchè fra T!l"ento e Belluno. Dei .6000 addetti all'industria censiti nel 1961 eÌr ca 1490 lavorano fuori del comprensorio, di essi 1190, cioè la massima parte, lavora all'estero; 130 in altre pro vince italiane e 170 all'interno del comprensorio, ri mangono pertanto 4500 addetti alle attività indnstriali. Per quel che riguarua le altre attività, dei 4300 addetti che vi erano impiegati nel 1961, circa 490 lavoravano fuori del comprensorio, e precisamente 120 nella pro vincia, 110 nelle altre province italiane e 260 all'estero. Per quel che riguarda gli addetti all',agricoltura sui 4900 addetti, una dnquaritina lavoravano fuori .del com prensorio. L'indice di invecchiamento dell'agricoltma nel 1961 corrispondeva ad un'età media 46,8 anni, mentre nel l'industria l'età media era di 35,2 anni e nelle rutre attività di 36,0 auni. C. 4. - Alta Valsugana Il comprensorio immediatamente ad est di Trento oltre alla conca del Perginese e al bacino di Levico Caldona7'lW, include la 'valle di Pinè, l'altipiano di La varone, la valle del Fersina, cO'noSICiuta anche con il nome di Valle dei Mocheni. Si tratta di un comprensorio eterogeneo, le cui va rie parti possono essere, tuttavia, organizzate e unili cate per integrazione e per complementarietà di interessi e di 'caratteri deNe economie locali che, prese separata mente, non avreb~o un'ef.fìciente propensione allo svi luppo. Quanto alla popolazione essa è !l"Ìmasta sulle 38.800 unità, nell'inte:r:v;allo fra icen.simenti del 1931 e del 1961, relativamente alla popolazione residente, mentre nel censimento intermedio del 1951, questa si presenta in decremento di 1.000 unità. Essa ha altresÌ un in dice di concentrazione di 0,54 che è il più alto del Trentino dopo quello della valle dell'Adige; sono inoltre piuttosto forti ae differenze dell',ineremento di popola zione nell'intervallo 1951-1961 fra i paesi di pianura, quelli ,di collina e quelli di montagna; nei primi l'in cremento è stato 3,7 per mille, nei secondi si è alVuto un decremento di 0,9 per mille, in quelli di montagna, anche per effetto del maggiore reddito turistico, si è avuto un incremento dell'1,9 per mille. Mettendo in rela7'ione la concentrazione piuttosto forte del compren soriooon l'accentramento dei ,più grossi insediamenti avremo un quadro completo della situazione demografica che indica f'orti incrementi nei centri più importanti, che sono tutti in pianura, ed incrementi più deboli o addirittura negativi nei ,centri di collina, che sono quasi tutti più ,piccoli. Un'analisi del censimento demogra.fìco secondo i l'aggruppamenti per classi professionali, indica che la popola:bione attiva nel settore dell~agricoltura era scesa nel decennio 1951-1961 dal 49% al 33% di tutta la popolazicme attiva, portandosi in valore assoluto da 7370 unità a 4930 unità. Le altre attività mvece presentano nel decennio un notevooe incremento: gli addetti alI'in dustria passano dal 29% al 39%, in valore assoluto Merita ancora una certa attenzione il modo secondo il quale si distribuiscono le forze di lavoro fuori del comprensorio. Questi dati mostrano come da una condizione di netto predominio delI'agricoltura in questi ultimi dodici o tredici anni si sia passati alla inversicme delle attività economiche secondo un processo che, se in un certo senso è analogo a quello di molti comprensori, se ne dif ferenzia tuttavia per il. numero ancora piuttosto forte degli addetti all'agrieoltura che supera ancora sensibil mente quello delle attività terziarie. Il Piano, nel pro, grammare una serie ,di interventi urbanistici adatti a provocare uno sviluppo equilibrato del comprensorio, pone fra le due finalità quella di equilibrare in senso più organico a questo sviluppo, le tre attività, dando a quel la terziaria una' maggiore rilevanza e prevedendo per gli addetti alle attività agricole una contrazicme nume rica, secondo le indiOO2lÌoni tratte dallo studio sull'agri coltura. La specializzazionc agraria delle aziende del com prensorio ,corrisponde alle varie parti, in certo senso ete rogenee, del territorio. Per la Valsugana Mta, propria mente detta, il territorio è suddiviso in quattro subaree, ognuna con un proprio indi.rizzo di coltum; per la valle di Pinè l'indirizzo delle colture è uon solo; altrettanto dicasi per la valle del Fersina e per l'AJtipianodi La varcme. La pl'ima subarea della Valsugana Alta compren de i comuni di ,CalcemnÌca, CaldOlla7'lW, Tenna e Levico a indirizzo frutticolo e specializzato, la cui superficie ef fettivamente destinabile a frutteto èdi ha. 2205 con 735 aziende ,di 3 ha. ciascuna e circa 1.470 addetti di rettamente all'agricoJtura, 221 alle attività infrastruttu· rali e 46 addetti alle fO!l'este; complessivamente 1.737 addetti dI'ca. 40 Supple:merrto ordinariO' al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 = = =...- .. ~~_ .. _~_ La seoond1l suharea che comprende i comuni di Bo sentino, Civezzano, Fornace è a indirizzofrutticolo-zoo tecnicocO'n una superficrie effettivamente destinobile a EruttetO' di ha. 350, 117 aziende di 3 ha. ciascuna e con una superficie effettivamente destinabile a. prato di 270 ha., con 16 azlÌende di 20 ha. ciascuna. numero totale delle aziende è di 133 con 266 addetti direUamente al l'agricoltura, 40 alle infrastrutture e 12 addetti alle foreste, per un complesso di 31.8 unità. La terna subareache comprende il comune .di Per gine, è aindi.rizoo frutticolo-:viticO'lo-zootecruco, con una superficie effettivamentc destinabile a frutteto di ha. 1.140, divisa in 380 aziende di 3 ha. ciascuna, con una superficie effettivamente destinahile alla viticoltura di ha. 390 divisa in 56 aziende di 7 ha. ciascuna e con una superficie effettivamente destinabile ,a prato di ha. 580 divisa in 45 aziende di 13 ha. Complessivamente le aziende sO'no 481 con 962 addetti direttamente alla agricO'ltura, 144 alle infrastrutture e 53 addetti alle foreste, per un totale di 1.139 addetti drc'a. La quarta suharea che comprende i ,comuni di Vattaro, Centa San Nicolò si prevede sistemata con azien de ad indirizzo zootecnico specializzato con una super-· ficie effettiva a pl'ato di ha. 540, ,con 30 aziende di 18 ha. ciascuna, 60 addetti direttamente all'agricohura, 9 alle infrastrutture e 23 addetti alle foreste; complessi vamentc 92 addetti. Nella valle ,di Pinè che comprende i comuni di Baselga di Pinè e Bedollo, sono previste aziende a in dirizzo zootecnico puro con una superficie effettiva· mente destinahilea prato di ha. 600 con 40 aziende di 15 hà. ciascuna, ,che hannO' 80 addetti direttamente all'agricoltura, 12 alle intrastrutture e 44 addetti alle foreste, ciO'è ,complessivamente 136 addetti. n Nella valle del Fersina che comprende i C<Jmuni di Palù del Fersina, Sant'Orsola, Frassilongo, Fierozzo, Vignola-Falesina sono pl'eviste soltanto aziende zootec niche pure con una superficie effettivamente destinabile a prato di ha. 860 con 33 aziende di 26 ha., che hanno 66 addetti direttamente all'agricoltura, lO alle infrastrut ture e 32 addetti ,alle foreste, cioè complessivamente 108 addetti. Nell'Altipiano di Lavarone, che comprende i comuni di Lavarone e Luserna, si prevedono aziende zootecniche pure con una superficie effettivamente destinabile a prato di ha. 300, con 15 aziende zootecniche, di 24 ha. nel comune di Lavarone e di 12 ha. nel comune di Lu serna, con 30 addetti direttamente all'agri,coltura, 5 alle infrastrutture e 20 addetti alle foreste; complessivamente 55 addetti circa. Presi nel loro insieme tutti gli addetti all'agricoltura che si prevedono impiegati nelle diverse zone del com· ' prensorio ammontano a 3585 unità. Questo ratto, se d1l un lato serve a riportare l'agri coltura a più elevate condizioni di rendimento, dall'al· i ..._ - _.. trQ acuisce le difficoltà dei problemi del lavoro, ailmeno per un cerJ;o intervallo di tempo, in quanto si prev~e un impiego globale di mano d'opera contadina, di 3.585 unità, C<Jntro le 4.940 censite nel 1961.· Dalle previ;s~on:i demografiche, dagli· studi sulla strut tura 'Occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fah bisogno dei nuovi posti-lavoro, si rica,va d'altra parte che circa 2.350 unità lavO'rative ahhandoneranno, nelprossi mo decennio, il settore agricolo o per pensionamento o per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli ad detti all'agricoltura ,da 4.940 a circa 2.590. A questi dati ultimi, al fine di valutare la effettiva consistenza deLla forza lavom 'agricola, v,annQ aggiunti i ricamhi calcolati in 740 unità, i quali, peraltro, hanno la funzione di stahilire l'indispensabile legame fra le varie classi di età. CQmplessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale si dovrebbero avere all'incirca 3.330 unità la vorative nel settore agricolo, cifra ehe è inferiore di circa 260 unità, a quella calcolata come sufficiente al razionale dimensionamento dell'agricoltura. Considerato l'ineremeuf() naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par tecipazione deUa donna aJ. lavoro, sCC<Jndo le ipotesi mas sime indicate dagli studi preparatori si prevede un fab bisogno di nuovi posti nel settore secondariO' e terziario pari all'incirca a 4.230 unità. Complessivamente quindi per la prevedibile mag giore disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste si prevede ,che, al 1975, nel comprensorio dovreb bero essere apprestati all'incirca 3.970 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolare posizione del cQmprensorio si ritiene di' interpretare il suo naturale processo di svio luppo p'revedendo una assegnazione di addetti per circa 1.790 unità all'industr~a e per circa 2.180 alle altre attività. T'enendo quindi conto delle prohabili riconversìoni di industrie esistenti, calcolate nella misura del lO sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è pre vista una ulteriore espansione delle stesse per 120 ad detti circa. Il dimensionamento delle ,aree deve ancora tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti dell'artigianatQ o della piccola industria ,alle nUQVe ini ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel lO % degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra· sferimenti SOinO' stati stimati in numero di 180. Le zone industriali previste vengono pertanto di mension'llte su un probabile fahbisogno di cirea 2.090 addetti. Il Piano Urharustico Provinciale prevede di ubi· care a nord di Pergine tre aree industriali per comples sivi 55,50 ha. circa, a est di Leviooun'area di circl' SupplementO' oo:din:arro al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 14 ha. ea sud-ovest dci lagO' di CaldonazZo altri 18, per venire incontro a queste necessità di incremento dello sviluppo industriale. Il Piano prevede altresÌ tre zone particolarmente idonee ad uno sviluppo degli sports invernali. Nella pri ma, che comprende la parte terminale dell'altipiano di Pinè .e le testate delle valli di Palù e di Calamento, il Piano prevede una serie di impianti che collegano il fondovalle ai crinali in modo dacostrnire un insieme assai vario e piacevole. La seconda zona ha come epicentro Vetriolo, dove è previsto un generale potenzi amento degli impianti esi stenti ·con una loro estensione verso il FrravO'rt. La ,terza area infine riguarda l'altipiàno di Lava rone,con unpotenziamento degli impianti esistenti OOtato dalle quote relativamente modeste dei crinali. Da .un punto di vista urbanistico il comprensorio è caratterizzato dalla presenza dei due grossi centri di Pergine e di Levico. Su di essi si impernia tutto il sistema di rela7iÌoni tra gli insediamenti che costituiscono la base strutturale dello sviluppo di questa parte del territorio. La maglia delle comunicazioni si definisce per la presenza di una grande arteria di scorrimento internaziO'nale, la S.S. del la Valsugana, che i~ PianO' prevede di trasformare ra dicalmente sia nel tracciato che nella se7iÌone in modo da 1"enderla idonea a svolgere pienamente la sua fun zione di strada di collegamento tra il litorale venetO' e l'autO'strada del Brennero. n La superstrada progettata passa tangenziMmente ai due maggiori centri e raccO'glie lungo il suO' percorso ci tràffici delle maggiori looolizzazioni prodnttive, sia tu ristiche che industriali. Alla superstrada si collegano le altre fondamentali arterie stradali come quella congiungente :la Valsugana alla Val di Fiemme attraverso la Val di Cembra, la strada di Pinè, quella di VigolO' Vattaro e Calceranica, la strada della Val dei Mocheni e di Vetriolo, e infine i collegamenti con l'altipiano di Lavarone. Il Piano indica per questo comprensorio la neces sitàdi trovare una stretta integra7iÌone tra insediamenti e attività produttive, esistenti o previste, con appropria te loca~7iÌoni funzionali. A questo scopo si è organizzato il territO'rio in tre unità insediative di fO'ndO' valle, che costituiscO'nO' i poli veri e prO'pri di coordinamentO' dellO' sviluppO', e in tre unità di montagna. La prima di queste unità insediative ha come epi centrO' il comune di Levico e comprende anche il ca mune di Tenna. L'insieme si estende intO'rnO' aI parco che s'affaccia sul lago di Levico con le sue nuave at trezzature alberghiere e con il suO' terminale a Tenna O've si prevede un intervento di attrezzature di :carattere residenzia,le, mistO' stagiO'nale e stahhle, che dovrebbe equi librare le attuali disaTillO'nie della mn:a. In rela7iÌO'ne a 41 questo intervento <per la strada che attraversa oggi Ten na, ·deviata fuO'ri del centro abitatO' e nell'ansa che ver rà <cO'sÌa crearsi, si ,prevede una attrezzatu:ra· di par cheggi e di slarghi. In rapportO' alla dc<VÌaziO'ne del traf ficO' che cO'ngiunge TrentO' cO'n Venezia attraverso la nuO'va arteria prevista, si è prO'grammata la riO'rganiz. za7iÌone .. del centrO' urbano di Levico ed hl suO' ,collega mentO' ·ad uno snodO' dell'arteria suddetta; a valle del l'attuale statale si è uhicata un'area industriale già men ziO'nata con una sua particolare attrezzatura ,che la svin cO'la dalla stessa; più ad O'vest, sempre sulla statale, tra sformata in arteria residenziale, si è creato un centro direziO'nale in cO'llegamentO' cO'I parco. Per l'ulteriO're svi luppo di quest'unità insediativa si sonO' scelte una zona nuova, tangente alla strada che pO'rta a VetriolO' Terme, a 1,500 metri di a,ltezza, e una zona da saturare, situata più 'a vaLle, tangente alla statale. La seconda unitàinsediativa, a sud del lagO' di Cal donazzo, cO'mprende i centri di Calceranica, CaldO'nazzo, Centa, VigO'IO' VattarO', che .sarannO' legati tra 10'rO' da un certo numero di attrezzature di carattere direziO'nale e turistico previste approfittandO' sia della presenza del lagO', sia dei primi mO'vimenti collinari, per costituire un insieme gradevole e ordinatO'. In questa zona intermedia, sO'no programmate zone ,alberghiere ed attrezzature spO'r tive, che dovranno creare un insieme facente parte della siste:maziO'ne a parco di un'ampia area in stretto contattO' con il lagO'. Una strada parallela alla ferrO'via è predisposta per cO'ngiungere questO' parcO' a quello di LevicO' e quindi creare una integraziO'ne abbastanza viva fra la prima e la secO'nda unità insediativa. ZO'ne di espansiO'ne sono pre viste nell'intcrvallO' fra BO'sentinO' e VigolO' Vattaro e, a VattarO' a mO'nte della statale prima di :raggiungere il paese. Fra BO'sentino e S. Caterina gli insediamenti sO'nO' predisposti 'con unO' svO'lgimentO' a rosariO' lungO' la nuova strada, :costruita sul tracciato esistente della congiunziO'ne tra i due paesi. Una parte delle nuO've aree di espan sione edilWa potrà essere utilizzata dalla stessa ,popola. zione di TrentO' che ami ,abitare in zone periferiche in cantevO'li come questa. La terza unità insediativa è costituita da Pergine con tutte le sue fraziO'ni ed il comune di Vignola-Fale sina. Il pianO' prevede il risanamentocon integra7iÌoni de] nucleO' di Pergine, la cui configuraziO'ne è assai interes sante per la presenza di un centrO' antico in parte ben conservatO'. e Si ·tratta di O'rganizzare, col piano comprensoriale, <una serie di interventi nel centro 'antico :in modo di ri v<alutarne hl tessutO', "estromettendone il trafficO' automo bilistico, e si tratta di integrare il centrO' esistente cO'n un nUO'Vocentro direzionale tangente alla statale. Il Piano predispone altresì la trasfO'rma7iÌone a par co attrezzatO' della vasta area, che dal lato nord del la gO' di .CaldO'nazzo si estende versO' Pergine; in rela7iÌone 42 Supplemento o:tdinario al B. U. 19 set!JeJ:nhre 1967 - N. 40 a questo intervento, esso ha programmato il potenzia mento della strada che oollega Pergine al lago e lo spo stamento della ferrovia. TI Piano prevede ancora il col legamento tra loro degli insediamenti periferici, cioè del le varie frazioni di Pergine cosÌ da organizzarli !COme Ull insieme di centri con sviluppo 'a rosario, che tenderehbe ad assumere Ulla forma anulare. Il Piano predispone, infine, di organizzare a parco, con attrezzature ,alber ghiere e sportive, Jo spazio piano che ,divide il centro attuale del nucleo industriale programmato dal piano suna sinistra del Fersina. Questo grande .insieme di unità insediative di rondo valle, con tutte le sue infl'astrutture e attrezzature di integrazione, dovrà essere completato da alcune altre zone da sistemare a parco e precisamente: la zona del dosso a noro-ovest del lago di Caldonazzo (A!lherè), la zona ad ovest del Jago stesso, che C{l5tituisce la residenza collinare di Trento cui si collega attraverso il parco del Cimirlo. L'alto Fersina con la sua valle detta dei Mocheni, l'Altipiano di Pinè insieme al comune di ,Civezzano e Fornace col Paroo di S. Colomba, formano un grande sistema di parchi che può essere diviso 'in altre due unità insediative, aventi epicentro nel territorio di Pinè, mentre un'altra unità a sè stante corrisponde all'Alti piano di Lavarone. I singoli insediamenti costituiscono i poli di con vergenza di talune attività fondamentali che hanno per hase questo sistema di parchi. Il Piano pertanto, ha pre visto una trama di infrastrutture viahilistiche e una cor rispondente distrihuzione di servizi sociali e turistici per stimolare e svilupp·are, nei parchi e nei centri urhani, attività ,di natUl'a terziaria legate ai fatti residenziali sia di tipo stagionale che stabile. L'infrastruttura fondamen tale è qui costituita da una strada panoramica che !COr re normalmente alle tre v,alli e congiunge ,le due unità insediative, creando un sistema di comunicazioni a pet tine del Passo di Palù a Segonzano. Le strade che essa incrocia e ·che utilizzano percorsi a mezza !COSta do:vranno essere opportunamente migliorate. Per quel che riguarda Piné, il Piano prevede lo spostamento di un tratto della strada provinciale fra Baselga e Serraia, lasciando così libero il lago in modo che sia possibile cream un'area adeguata alla struttura di un centro proporzionato all'importanza dell'altipiano di eui questa località è il fulcro. Il Pianoricmede ancora ,che sia indirizzato lo srvi· luppo dOViUtoa1l'attuale spinta edilizia e indica quali aree ai margini del tessuto esistente dovranno essere di nuova espansione .edilizia, prescrivendone uno sviluppo fatto con molta cautela, secondo elementi lineari che creino una struttura edilizia continua. Altre zone edilizie da progettare con la stessa cau tela sono previste lungo la sponda noro del lago, ma ab bastanza distanti da questo, sempre a monte dell'arteria che percorre l'Altipiano. Questa stwtllura edilizia dovrà tener conto, nel modellare i suoi volumi, del parco in euisorgerà, mentre la rete di circolazione capillare che lo per.corre, rilegando fra loro i servizi sociaili, dovrà scoprire ti punti di vista più gradevoli e quindi essere trac ciata sul posto. Anche il'Altipiano di Lavarone e Luserna, che c0 stituisce l'ultima unità insediativa, è stato concepito co me un parco attrezzato percorso dalla statale esistente (Asiago-Trento) opportunamente migliorata e dai due anelli secondari, uno a nord ed uno a sud di essa, che percorrono l'ondulato territorio rivelandone ,i punti più helli e coilegando le aree previste per la residenza sta gionale, le attrezzature 'alberghiere e sportive. Assai interessante e delicata è anche la zona che collega il nucleodirezionale-commerciale previsto, con l'altipiano della Vezzena, lungo' la statale 'per Asiago e che il piano comprensoriaìle dovrà studiare nei suoi pos sibili sviluppi. C. 5. - Valle dell'Adige Il comprensorio della Valle dell'Adige ha una or ganizzazione lineare nel fondovalle in relazione con le più importanti infrastrutture viabilistiche della Provin cia: l'autostrada del Brennero, la statale sulla sinistra dell'Adige, la destra Adige, la fenovia Brennero-Verona e la tramvia Trento-Malè. Alla organizzazione lineare dei centri ahitati di fon dovalle si associano alcuni oomuni sulla destra dell'Adi ge, in zone alte, ai margini deUa valle. Alcuni si trovano immediatamente ad est di Tren to, e sono Terlago, Vigolo Baselga, Baselga di Vezzano, altJri si trovano più a nord, nelle zone di collina e di mon tagna e sono Spormaggiore, Cavedago, Andalo, Molveno e Fai. Si tratta di un intero nucleo di comuni che han no carattere di .residenza turistica ad alto livello da con siderare sia parte dell'organizzazione turistica gener·ale, legata perciò agli aìltri aspetti turistici della Provincia, sia zone residenziali appetibili dagli stessi residenti di foudovalle, da Trento a Mezzocorona e Mezzolombardo, quando la struttura del comprensorio che vi è pertinente avrà conseguito quello sviluppo di carattere economico sociale ,che il Piano prevede. Ancora sulla destra, ma più periferico, è il terri· torio che include Vezwno, Padergnone e nella valle di Cavedine, Lasiuo, Calavino e ,che costituisce uel suo complesso una unità insediativa ben ·caTatterÌzzata. Sulla sinistra dell'Adige, all'insieme dei centri alli neati nella 'valle, si unisce una gran parte dei comuni della valle di Cembra e precisamente quelli di Lisignago, Giovo, Cembra, Fave:r, Valda, Grumes, Grauno, Albiano, Lona-Lases, Segonzano e Sover che convergono dalla val le di Cembra verso Lavis, costiruendo con questo nucleo, una ~rganizzazione insediativa che rompe la lineantà dellaconfigrurazione di tutti gli insediamenti allineati Supplemento ortdin:ario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 nella zona collinare, a mO'nte della statale 12 da San Michele a TrentO'. Ciò postO', il comprensoriO' viene confi,gmato dal Piano nell'insediamentO' di tre fondamentali nuclei di fO'ndO'valle. UnO' di essi è quellO' di TrentO', preminente sugli altri due, che sonO' costituiti, l'unO' dalla urhanizza ziO'ne lineare di coUina ad est della statale 12, cO'n il nuclco 'insediativo principale a Lavis, l'<Illtro dalla inte graziO'ne in unità insediauva dei due centri urbani di Mezzolombardo· c MezzocorO'na. E' interessante osservare come queste presentino tre diverse caratteristiche nella eO'nfiguraziO'ne del cO'mprensoriO'. L'unità iruJediat,iva di Trento che :comprende anche AldenO', cO'n Cimone e Gar niga, oltre a Terlago, Vigolo Baselga e' Baselga di Vez zanQ, detiene la concentraziO'ne direziO'nale del cO'mpren soriO', il quale essendo il più impO'rtante per i suoi rap porti con le grandi comunicazioni, assume nella città di TrentO' gli aspetti PO'litici, amministrativi etecnolo gici al vertice deJ:lO' sviluppO' prograrmmaticO' di tutta la PrO'vincia; quella di Lavis ha una funzione di carattere' misto cO'mmcrciale e industriale; quella di MezzO'lom bardo e Mezzocorona, una mista, ed agricola, cO'mmer ciale ed industriale. SecondO' l'ultimO' censimentO' nel 1961 la pO'pola ziO'ne residente nel cO'mprensO'riO' cO'ntava 121.330 unità ed era cresciuta in valore assolutO' dal 1931 ,di 21.570 unità, aumento questo abbastanza fO'rte che nO'n ha ri ScO'ntrO' inailtri compre~ri. Il fenomenO' si apprezza megliO' ossc'rvando il valO're percentuale dell'incremento, ehe nell'ultimO' ,decenniO' è di Il ,2 %o e nell'intervallo più ampiO' 1931-1961 di 6,4%0 il che dimostra l'accre scimentO' cO'ntinuD degli incrementi numerici di popo laziO'ne e la lorO' intensità, che è notevO'le in confrontO' alla media prO'vinciale del 2,3%0. La PO'PO'laziO'ne presente manifesta lO' stesso feno meno di fQrte accrescimentO' con valO'ri numerici sem pre maggiori da censimentO' a censimento. CO'nsidel1andO' più analiticamente questi dati, si nO'ta che nel nQtevole valore dell'indice di concentrazione della pOPO'lazione del ,comprensoriO', ha avutO' una flunzione prepO'nderante il ,capO'luQgO' della provincia, ,dove la CQn centrazione raggiunge una cifra assai elevata, e l'alti tudine territO'riale degli iruediamenti che denuncia va riazioHtÌ nO'tevoli neLla intensità degli accrescimenti di popolazione. Limitandosi all'intervallo 1951-1961, ,di frQnte a un incrementO' globale di Il,2%o, i cO'muni di pianura avevanO' un incrementO' di 14,0%0, quelli. di collina un decremento di 5,2%0 e quelli di mQntagna un incremen tO' di 0,8%0 per la influenza propulsiva de1la cQmponente turistica. Un'analisi di censimenti demQgrafici secondO' rag gruppamenti per attività economica rive:la che la 'popo lazìone attiva nel settore .dell'agricoltura era scesa nel 43 decenniO' 1951-1961 dal 29% al 18% e contava nel 1961 8.340 unità. Le altre attività invece manifestavano nel decenniO' un notevDle Ìincremento cosÌ: giIi addetti all'industria passavanO' dal 33 % al 36 % di tutta la PO'Polazione at tiva, per un ,tQtale di fO'rze-IavorO'che nel 1961 ammon tavaa 16.640 unità. Nelle altre attività, la presenza di T])ento faceva sentire il suo peso con la sua grande mas sa di terziari, per cui il numerO' di addetti a queste at tività nel 1961 era di 21.200 unità. QuestO' datO' costituisce la vera nQta distintiva nei caratteri del comprensO'riQ della Valle dell'Adige, di cui abbiamO' già cO'nsiderato gli aspetti problematici in rap PO'rto al~e finalità eqnilihratrici che il PianO' si proPO'ne. Merita anco])a una certa attenziO'ne il modO' se condo cui si distribuiscDno le focrzc .lavorO' fuO'ri del com prensoriO'. Sui 16.640 addetti all'industria censiti nel '61, circa 1.330 lavoravano fuori del cO'mprenSQriO', di essi SO'IO' 70 si :recavano in località di altricO'mprensori, 360 circa nelle rimanenti provincie italiane e circa 900 al :t'esterO'. Per quel che riguarda ancO'ra gli addetti alle altre attività delle 21.'200 unità che vi erano impiegate al 1961, circa 840 lavoravanO' fuori del comprensO'rio e precisamente 160 nella provincia, 330 nelle restanti provincie italiàne e 350 all'esterO'. Si nO'ti il numecro minimo di addetti che nO'n laVDr3JVanO nel cDmprensorio, e viceversa il notevDle movimento pendolare da altri co muni ,all'internO' del comprensoriO' verso Trento, per l'im piego in attività terziarie, all'oPPO'stO' di quantO' avviene, come si è detto, per gli addetti all'industria. QuantO' agli addetti alI ',agri'coltura essi rimanevanO' quasi tutti all'internO' del comprensorio. In rela7Jione all'indice di invecchiamento si trova un valQre elevato negli addetti all'agrieO'ltura, corrispon dente a una età media di 45,3 anni, mentre ne1l'in dustria l'indice è assai più favorevole C-'Qn un'età media di 35,3 anni e nelle altre attivitàabbastanz.a buono con un'età media di 37,9 anni. Questi dati, mentre rilevanO' lecO'ndiziDni di flO'ridezza della fO'rza-Iavoro addetta al l'industria e alle altre attività, mostranooome l'agri cO'ltura si trovi, invece, in una grave situazione più che per l'ahba'ndonO' dei lavori agricoli, per l'invecchiamentO' della popolaziO'ne. L',assunzione delle ipotesi dellO' studio sull'agricDI tura comporta la suddivisione del cQmprensoriO' incin· que zone agrarie. La prima è la regione agraria della Valle dell'Adi· ge vera e propria, CQn i c()muni di Roveré della Luna, MezzocQrO'na, MezzolombardO', San Michele all'Adige, La vis, TrentO' e A,ldenQ. La seconda è la porzione della re gione agl1aria della VruIe di Cembra cQmprendente i comuni di GiovO', LisignagO', Cembra, Faver e VaJda, SegonzanO', Gmmes, GraunO', AlbianO', Sover, Lona-Lases. La terza è una piccola parte della V,alle di Non com prendente il CQmune di SpormaggiO're. La quarta è la 44 Supplemento ordinario al B. U. 19 setl!embl'e 1967 - N. 40 zona compresa fra l'Adige e il Sarca con inclusi i co muni di Terlago, Vigolo Baselga, Baselga di Vezzano, Vezzano, Padergnone, Cala:vino, Lasino, Cavedine. La quinta è quella fra la Paganella e il Brenta e comprende i comuni di Fai delLa Paganella, Cavedago, Andalo e Molveno. La prima zona, costituita dalla regione agraria de} la Valle dell'Adige, è divisa in tre sottozone. La prima con indirizzo viti-frutticolo, comprende i comuni di Roveré della Luna, Mezzolombardo, Mezzocorona, Sau Michele all'Adige, Lavis e Tl'ento; questo territorio si pl'evede suddiviso in aziende vitieole specializzate di ha. 7 ciascuna, per un numero di 365 unità e per una esten sione totale di ha. 2.555 e in aziende frutticole specia lizzate di circa ha. 3, in numero di 1.060 e per una cstensione di ha. 3.180. Nella prima sottozona si avrà dunque un totale ,di 1.425 aziende, ,con 2.850 addetti direttamente all'agl'icol tura, 427 alle infrastrutture, 96 addetti alle foreste, per un ammontare complessivo di ,3.373 addetti. La secon da sottozona è a indirizzo esclusivamente frutticolo, com prende i comuni di Nave San Rocco, Zamhana e Al~ deno; ~a superficic 'agraria effettivamente destinahile a frutteto ammonta a ha. 945 con 315 aziende di ha. 3,630 unità lavorative addette direttamente all'agricoltura, 95 a1le infrastrutture e 14 alle foreste, per complessivi 739 addetti. La terza sottozona a indirizzo viticolo-zootecnico, comprende il solo comune di Faedo; la superficic agraria effettivamente destinabilealla viticoltura ,ammonta a ha. 100 con 14 aziende specializzate a viticoltura di ha. 7 ciaseuna. La superficie agraria effettivamente de stinahile a prato ammonta a ha. 110, con 5 aziende zoo tecniche specializzate di ha. 22 ciascuna. II complesso delle aziende ammonta a 19, con 38 addetti direttamente all'agricoltura, 6 alle infrastrutture e 6 alle fmeste per un totale di 50 addetti. Complessivamente gli addetti delle tre sottozone am montano a 3.700 eÌrca. La seconda zona è costituita dai territori partico larmente accidentati della Valle di Cembra sulla quale si distingue una prima ampia sub-area, rappresentata dai comuni di Giovo, Lisignago, Cembra, Faver, Valda, in destra Avisio, e dal comune di Segonzano in sponda sinistra, ad indirizzo viticolo-zootecnieo. La superficie agraria effettivamente destinabile a viticolllura specializzata è di ha. 780 con III aziende di ha. 7; la superficie agraria effettivamente destinahile a prato èdi ha. 540 con 28 aziende zootecniche specia lizzate sui 20 ha. Il IlliUJmero ,complessivo delle aziende è di 139, con 277 addetti direttamente alJ'.agricoltura, 41 alle infrastrutture e 48 addetti alle foreste, per un totale di 365 addetti circa. Una seconda suh-area è rappresentata dal territorio del comune di Grumes ad indirizzo esclusivamente zoo.. tecnico, con una superficie utilizzabile a prato di circa 150 ha. con la possibilità di dar origine a 7 aziende zootecniche dimensionate sui 20 ha, con 14 addetti diretti all'agricoltura, 2 alle infrastrutture e ,6 alle fore ste, per un totale ,di 22 addetti. La 'terza suh-area è costituita dal territorio ad indi rizzo fruttico1o del comune di Lona-Lases 'con gli 82 ha. destinahilia frutteto e la possibilità di costituire 27 aziende di tipo frutticolo dimensionate sui 3 ha. con una conseguente occupazione ,di 54 unità direttamente nell'agricoltura, 8 alle infrastrutture, 8 alle attività fo restali, per un totale di 7 O addetti. In questa zona, come si è detto, particolarmente accidentata, esistono ampie estensioni di ,terreni da ab bandonare dall'utilizzazione agricola vera e propria. Tali territori si trovano nei comuni di Albiano, Grauno e Sover. La terza zona, del eomunedi Spormaggiore, si com pone di aziende specializzate esdusirvamcnte a frutticol tura. La superficie effettivamente destinahHe !li frutteto specializzato è di ha. 320 con 107 ·aziende frutticole spe cializzate di ha. 3 ciascuna, che hanno 213 addetti di rettamente all'agricO'ltura, 42 alle infrastrutture e lO ad detti alle foreste, per un totale di 255 addetti. La quarta zona è compresa fra l'Adige e il Sarca. In essa si prevede un notevolissimo calo delle attività agricole per i comuni ,di Vigolo Baselga e Baselga di Vezzano, mentre per il comune di Terlago sono preve dibili aziende di due tipi e cioè a indirizzo frutticolo specializzato l} orticolo-,frutticolo, e a indirizzo zootecmco specializzato, la superfieie agraria effettivamente destina· bile a frutticoltura è di ha. 180 con 60 aziende ad indirizzo frutticolo specializzato di 3 ha. ciascUIla, la super ficie agraria effettivamente destinahile a p11ato èdi ha. 180 con 8 aziende a indirizzo zootecmco specializzato di ha. 22 ciascuna; complessiV'amente in questa zona vi sono 68 a ziende autosufficienti con 136 addetti direttamente 'all'agri coltura, 20 alle infrastrutture e 23 addetti alle foreste, per un tota:ledi 179 addetti. Una seconda sub-area è rappresentata dai territori di Vezzano e Padergnone nei quali la superfi,cieagraria effettivamente utilizzabile è assegnabile in 175 ha. al vigneto e 200 ha. al prato. Nella suh-area sono pertanto possibili 32 aziende di cui 25 a vigneto e 7 a in4Jirizzo zootecn~co con un numero di addetti pari a 64. A questi vanno aggiunte lO unità addette alle infrastrutture e 25 alle foreste per complessivi 99 addetti al settore primario. Una terza sub-area è individuabile nei comuni di Calavino, Lasino, Cavedine con la ampia possibilità, so prattutto nei perimi due comuni, dell'indirizzo frutticolo e, nel terzo, in particolare, dell'indirizzo zootecmco. Sono individuabili circa 740 ha. di teTreno da destinare al vigneto o al fruttet~ e 790 da destinare a prato, con la possibilità di creare una sessantina di aziende fruttiviticole e 28 aziende zooteeniche. GB 'addetti ammontano in com Supplemento O1"di:n:al';O al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 plesso a 239 dei quali 176 direttamente all'attività agri cola, 26 alle infrastrutture e 37 alle foreste. La quinta zona, dei comuni di Fai, Cavedago, An dalo e Molveno, è costituita da·aziendea solo indir:izw zootecnico specializzato. La superficie. agraria effettiva mente da adibirr-c a pascolo è di ha. 570 con 19 oziende zootecniche di 30 ha. ciascuna, che hanno 38 addetti direttamente all'agricoltura, '6 alle infrastrutture e 32 alle f-oreste per un totale di 76 addetti. Presi nel loro insieme tutti gli addetti all'agricol tura ehe si prevedono ·impiegati nelle diverse zone del comprensorio, ammontano a 5.510 unità secondo questa forma di distribuzione delle aziende nel comprensorio. Questo fatto, aggrava i problemi del lavoro in quanto, prevedendo un impiego globale di 5.510 addetti, anche se gli 8.340 censiti nel 1961 si possono oggi conside rare ulteriormente ridotti a circa 8.100 addetti, rimane una eccedenza agricòladi 2.600 unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla struttura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fabbisogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava come, circa 3.770 unità ·lavorative abbandoneranno, nel prossimo de cennio, il settore agricolo o pcr pensionamento o per decesso naturale,riducendosi in .tal modo gli addetti al l'agricoltura da 8.340 a circa 4.570. A questi dati ultimi, al fine di valutare l'effettiva consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i rioambical colati in 1.310 unità, i quali, pcr altro, hanno la fun zione di assicurare una continuità nel settore. Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale si dovrebbero avere all'incirca 5.880 unità la vorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore di 370 unità circa, a quella calcolata come sufficiente al raziona1edimensionamento dell'agricoltura. Considerando l'ineremento naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior par tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas sime indicate 'dagli studi preparatori si prevede un fab bi'logno di nuovi posti nel settore secondario e terziario pari all'incirca a 10.770 unità. Complessivamente quindi per la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera per le classi innanzi viste e tenendo presente che circa duecento nuove unità la vorative verranno assorbite dall'.agricol1Jura si prevede che, al 1975, nel .comprensorio dovrebbero eSSCl'e appre stati all'incirca Il.140 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolare posizione del comprenso rio, si ritiene di interpretare il suo naturale processo di sviluppo prevedendo un'assegnazione di addetti per cir ca 5.570 unità all'industria e per circa 5.570 alle altre attività. Poil(hè tuttavia, è stato previstO' nel comprensorio un notevole 'potenziamento delle attività indus.triali, si ritiene possibile un ulteriore assorbimento di circa 2.000 addetti ne1l'industria, i quali verranno a ,confluire nel 45 la Valle dell'Adige da ,tutti gli altri comprensori. Te nendo quindi conto delle probabili riconversioni di indu strie esistenti,calcolate nella misura del 30 % sugli ad detti alle industrie manifatturiere nel 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è prevista una ulteriore espansione delle stesse per 1.930 addetti circa. Il dimensionamento delle ,aree deve ancora tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti al l'artigianato o della piccola industria alle nuove inizia tive industriali, stimato per questo comprensorio nel 20 % degli addetti previsti. In valori assohtti questi tra sferimenti sono stati stimati in numero ·di 1.510. Le zone industriali previste vengono pertanto di mensionate su un probabile fabbisogno di circa 11.010 addetti. II Piano provinciale prevede di ubicare gli im pianti industriali di grandi dimensioni e i più mOdesti fuori della zona di Trento e precisamente in 3 aree di circa 330 ha. complessivi nelle zone di Lavis e Zambana e in tre aree .di circa 80 ha. .complessivi sulle due spon de del ~oce,presso Mezzolombardo e Mezzocorona, e predispone altresÌ il graduale trasporto in queste zone di impianti, molesti per fumi e per estetica, ubicati nel nuclco urbano di Trento. Nella configurazione del tratto di v·alle ,che include il comprensorio, gli ins~amentiche ne fanno parte costituiscono una quantità di poli di sviluppo che trovano il loro epicentro nei tre nuelei fondamentali di Trento, quale luogo ,di organizzazione di tutte le attività provin eiali, ,di Lavis, che influenza la zona centrale del com prensorio, e di Me'.l.zolombardo e di Mezzocorona, tuogo di ,confluenza di interessi provenienti dalla valle di ~on ein parte dall'Alta Val d'Adige per i rapporti con Bolzano. Data questa situazione il Piano, oltre a suddividere in unità inscdiative questo comprensoriO', ha procurato di ,accentuare la particolare configurazione di citta-terri torio a carattere lineare, ,che dovrebbe avere a Trento il suo epicentrO' più significativo e Jungo un ,asse di scor rimento paraUelò aH'Adige lo sviluppo successivo delle diverse attività, negli aggregati urbani summenzionati, che trovano una loro continuità effettiva anche nella or ganizzazione specifica del territorio agricolo. Per rendere efficiente questo sistema in rapporto alle sue caratteristiche naturali, 'Si è particolannente po tenziata ~a rete stradale, appronttandO' della presenzà dell'autostrada del Brennero, che è l'elemento fondamen tale di questa infrastruttura di distribuzione. In questo tratto l'autostrada ha notevole influenza sulla viabilità minore e può avere efficaci contatti wl territmio attra verso ai tre snodi Idi x,a,c'cordo che sono situati uno in prossimità di San Michele, il secondo nel centro della più grossa zona industriale, a:ll'altezza di Lavis, il terzo in corrispondenza di Trento. La viabilità secondaria rispetto ·all'autostrada è co stituita dalla strada statale 12 del Brennero sulla sinistra 46 In rappol'to a questo sistema le diverse attività di ==~==================~~==~===== Adige, dall'altra grossa arteria proveniente dalla "alle di N'On verso Trento, che si congiunge alla precedente presso San Michele e da una trasversale in direzione est ovest, che in ,corrispondenza ,del Masetto, -congiunge i due tronchi stradali e potenzia l'organizmzi:one strutturale del OOtlllplesso Mezzoloo:nbardo-Mezzocorona, collegando alla autostrada per mezzo dello snodo stradale di allaccia mento ',attrezmto, qui progettato. In rapporto a questo sistema le diverse attività di carattereresidenmale, indnstrialle e di servizio sono aggan ciate mediante tronchi di strade supplementari di rac· cordo a queste aste maggiori ,di scorrimento, 'Che creano il sistema fondamentale per la organizzazione dello spazio 'in cui questi insecliamenti di vario carattere saranno gra datamente realizmti. Il Piano prescrive :le moda:1ità secondo cui questi elementi si dovranno venir definendo e st:ahilislce, sia la posizione delle varianti agli attuali tra,cciati delle strade principali, sia quella dei sisema secondario di se:rvÌmo più diretto alle attrezzature e agli insedianncnti residen· ziali. U Piano, nel predisporre questa maglia stradale e le nuove strutture da essa servite, ha tenuto in mas simo 'conto la salvaguardia dell'unità ,agricola qui ferti lissima, su cui [a molto assegnamento per il contributo che essa può dare a1l'unità organica deHa città terri torio di Trento. Il ,comprensorio è stato delimitato in moooche il nucleo insediativo di Trento 'vi risulti uhicato alla estri> mità sud, per consentire il decentramento delle grosse industrie -comprensoriali verso nord a una distanza tale dal capoluogo da escludere il disturbo dei fiumi, dei ru· mori e di tutta Ila serie di impianti, strutture e attività, estranei al capoluogo stesso e suscitatori di fenomeni di trasformazione e accrescimento del tessuto urbano del tutto negativi al suo armonico sviluppo futuro. Ciò posto si apre il prohlema di organizmre tutto questo territorio eomprensoriale in modo ehe i vari im pulsi insediativi ehe si 'Verranno suooessivamente confi~ gurando nel tempo, trovino abhastanza aperta la possi hilità di un ,accogliamento secondo la predisposta :confi· gurazione lineare -a rosario deJìle loro successive ubica zioni. Pcrtanto il piano ,si è preoccupato di uhieare queste forme aperte a successive addmoni insediative, nelle zone collinari a monte della strada statale 12, dove il danno portato all'agri-coltura dalla sostituzione rdellecol ture esistenti con altre destinazioni d'uso, è meno grave che nella parte ,vaUiva e dove la 'disposizione naturale del terreno offre alla resideU7..a le solmoni ottimali. Con lo stesso ,criterio si sono uhicate le grandi at trCZZiature di carattere industriale, alla estremità ovest della valle, facendo in modo che le arree occupino i ,ter reni pietrosi ai margini dell'Avisio, e i terreni a mar gine delfiUIDe Noce che sono in :parte fertili e in gran parte paludosi. Si associano a questa organizzazione lineare del com prensorio,ad ovest, i comuni di Andalo, Molveno e Fai, Cavedago e Spormaggiore, ,che ne<! loro insieme costitui scono una grande riserva residenziale, sia per le forme generalizmte del turismo stagionale, sia per la reilativa continuità di presenza nei giorni festivi delle masse che pre"engono dalla comunità del ,comprensorio e sia per >la domanda sempre più considerevole di residenza estiva di tipo familiare dei provenienti dalla stessa comunità. A questo scopo il ,piano si preoccupa di predisporre varie forme ,di servizio sociale capaci di 'venire incontro aHIe esigenze di queste categorie di turisti,senza trascu::rare, tuttavia, le esigenze il:uristichedi forti gruppi estranei, prov:enienti dal nord Europa. Questo complesso di comuni forma una sola unità insediativa, che trova il suo caro dine in una organizzazione baricentrica di servizi sociali uhicata ad Andalo, mentre il tessuto -connettivo del terri torio sistemato a parco, costituisce :il legame ideale di questa unità. Il Piano ha predisposto sia le linee fonda mentali della infrastruttura per organizzaxe la ,campagna a parco, sia l'ruhicazione dei rprincipali centri e attrez zature di servizio sociale, sia infine, la localizmzione delle zone di espansione residenziale a carattere 'turistico. Nella maglia stradale che in parte cOl'regge quella esistente, il piano attribuisce notevole valore al nuovo collegamento Cavedago-Fai. Menointe:grrata nella struttura lineare del compren sorio e più complessa nella sua fisionomia ben definita è l'unità insediativa formata dai comuni di Vezzano, Pa dergnone, Calavino, Lasino e Cavedine, la qnale è orga nizzata attorno ai tre laghi di Cavedine, Toblino e Santa Massenza. H Piano prevede anzitutto la deviazione verso ovest dell'attua~e statale a partire da Veziano, fuori del centro abitato e la continuazione più a valle fino :araggiungere il vecchio tracciato a sud di Padergnone. La strada superato il lago di T oblino si hiforca in due rami, uno si orienta verso il margine della montagna per portarsi verso il lago di ,Cavedine (di cui .ill. Piano pre vede la valorizmzione turistica in connessione a quella dello stesso lago di Tohlino) fino a raggiungere la pro provinciale omonima fra Drena e Dro; l'altro prosegue sull'attuale statale, che in corrlspondenm delle Sarche è attraversata dalla strada delle Giudicarie esteTÌori, il cui tracciato raggiunge e si collega al ramo per il lago di Cavedine. Il programma del Piano prevede inoltre in tutta l'unità inse.diatirva, da Vezzano a Ca'\"edine, la valorizza zione degli edifici monumentali e tradizionali dei diversi centri e castelli. Fa parte di questa valorizzazione la nuova strada che ,congiunge il lago di TohIino con quello di Cavedine, e prosegue volgendo a nord, a mezza costa, immettendosi fra Calarvino e Lasino nella provinciale della valle di Cavedine. Q,~esta servirà utilmente le attrezzature con Supplem6nto ol'dinarÌo al B. U. 19 settembre 1967 - ~. 40 nesse al parcO' previstO' dal pianO': da essa si dirama una nuO'va strada, che attraverso LagolG, arriva al Bondone, richiamando nella zona un nGtevole af:f1llilBO turisticO'. Nei pressi di Cavcdine si prevede un'area industriale di 8 ha. che congiuntamente a quelle previste a Ca lavinO' e Sarche (17,50) potranno ridurre nGtevGlmente i moti pendolari verso Trento. Particoilari caratteristiche assume nel cGmprensoriG l'area che include i cGmuni di Me1'1LocQrona e Mezzo lombardo. Essa CGstituisce una SGla grande aggregaziGne urbana, destinata a più fGrti sviluppi. Il PianO' indica i lineamenti fGndamentali di tale sviluppO' e .ciGè: nella area del tessutO' urbano di MezzocorGna, cO'ntinuandO' le caratteristiche esistenti, si costituiscono deUe Icorone insediative lineari attGrno a zone libere a verde. LungO' la via principarredi Mezzororona, si migliGranO' le carat teristiche dell'edili:zia e si crea una sua più armGnica cGntinuità, disciplinandO' con precise nGrme il carattere degli edifici. Di questa via, che è fGndamentale per la circola ziGne all'interno del nucleo di Me1'1Locorona, si ,prevede un migliGre allacciamento con l'aggreg,ato urbano di Mez zolombardo attraverso il Noce. Qui il piano ha predisposto un centrO' a carattere commerciale e ,direziGnale da servire per tuttO' ilcGm plesso di Me1'1LOlombardo e Me1'1LOCorona. Questo centro ha una forma allungata in direzione nGro-ovest, sud-est e si incunea neU'aggregato urhanG di Me1'1LGlombardo taJngenzialmente al bordo della statale. IncO'ntrappGsi ziGne a questo centrO' direzionale, ana estremità Gpposta della stl1adache collega i due nuclei urbani della valle, vicino alla ferrovia del BrennerO', il pianO' ha ubicato un'area perattre1'1Lature agricGle (maga1'JLÌnidi frutta, cantine ecc.) e piccole industrie servita anche da binariO' ferroviario. Alla stessa strada potranno legarsi altre attrezzature ,di sel"ViziQ sociale, fra cui le scuole medie, la zona sportiva, oltre ad alcune aree residenziali. Tutto ciò dovrebhe formare parte di un SO'IG cO'm· plesso, sia per quel che riguarda la sua futura espan sione edilizia, sia per quel che riguarda l'ubicazione e l'estensione dei servizi sociali, sia infine per quel che si riferisce ai contatti con il grGSSO potenziamentodel nucleo industriale. La posizione strategica di questi rispetto alla autostrada e alle altre infrastrutture viarie fa sì che le preV1SlOni di PO'tenziamento del Piano potrannO' essere rea.li.m;ate senza eccessive difficoltà, se si riesce soprat tuttO' a mantenere un certo equilibrio di rapporti tra popolazione residende e addetti alle diverse attività. In questa zona a tale scopo, dovrebbe essere ,ridotta la tema rizzazione, e limitata ad alcune grosse attività di COll mercio da precisare nel piano comprensoriale. DestÌ:rlazione del tutto differente, ha invece in centrO' di San Michele, che il ,piano ha .predisposto c(}n le ca ratteristiche di pOOG di sviluppo culturale ad alto livellO' tecnico. 47 Qui infatti, ove già esiste ,1'Istituto Professionale Agrario, l'IstitutO' Tecnico Agrario e ,la Stazione Speri mentale e LahGl1atorio ChimicO' di San Michele, si pre vede ,la ,creazione di un nuovO' Istituto Tecnologico del legnO', che dovrebbe avere raggio di influenza nazionale, cGmplementare al centro di ricerca di Firenze. Per au mentare la pGtenza di questo polo il piano ha program mato altresÌ l'uhicazione a San Michele delle altre scuGle superiori di questa parte ,del comprensorio: la posiziGne privilegiata di quesa luogo nel paesaggio della Valle deU'Adige, 'costituisce elemento essenziale per la fO'rma zione delle attività culturali in una grossa Grganizzazione funzionale dei diversi indirizzi di studio. QUe3ta ope l'azione è estremamente delicata, ma effi,cientissima e ziO'ne funzionale dei ,diversi indirÌ1'1Li di studio. Questa operazione è estremamente delicata, ,ma efficientiss1ma e stimola le integrazioni dei rapporti spirituali all'internO' del gruppo sociale insediativo in questa parte del com prensorio, che ha ancora tanto hisognO' di creare rela zioni equilibrate. AttraversO' radi insediamenti lungo la SS 12 si rag giunge ,l'aggregato urbano di Lavis che costituisce un altrO' dei poli caratteristici di questa città line'are. Il Piano prevede il restaurocGnservativG del suo' interes sante nucleo antico, mentre la parte più nUGva che non si differenzia molto da quella di MezzolombardO' e Mez zocorona, vincGlata come è alla preponderanza dell'atti vità industriale e ,alla struttura agricola del territorio cir costante, concentra alcune strutture terziarie proporziO' nate dal Piano all'importanza di questo polo. Si tratta di una vasta zona commerciale, delle scuole medie, delle attrezzature sportive, oltre ,ad alcune ,attività culturali. Ai due lati ,del fiume A visiG, pressO' la sua foce, iJ Piano prevede inoltre la formaziGne di una grossa zona industriale di 84 ha., a destra e di 127 ha. a sinistra, e predispO'ne altresÌ che i comuni di GiovO', LisignagO', Cem bra, Faver, Valda, Grauno, Grumes, Albiano, SegonzanO' e Lona-Lases, gravitino 'con i lO'ro insediamenti su Lavis, per una parte delle attività secondarie e terziarie, mentre per i servizi sociali di natura più immediata, cmnprese le scuole medie unificate, provvedanO' sul postO' le O'ppor tune attrezzature. Un ulteriGre potenzirunento è previsto in questO' tratto deHa statale del Brennero. Quest'ultima viene deviata a valle di Lavis, per evitare l'attraversamento del paese che a sua volta è col legato alla zona industriale e alla hase della funivia della Paganella, CGn una strada in parte nuova che proveniendG dalla valle di Cembra, attraversa la parte a nord di Lavis, passa la statale e corre tangenzialmente alla zona industriale. Oltre Lavis, verso sud, comincia la conurbaziGne del territGrio comunale di Trento, che dGvrebbe essere gradatamente riassorbita, prO'cedendo ad una sistematica razionali1'1Lazione di tutte le a:ree, col metodo della lorO' 48 UlJìI,hmltmto ordinario al B. U. 19 settemhre 1967 - N. 40 specializzazione, dopo aver precisato in quali di esse si prevede una estensione degli iruled1amenti secondo un criterio di successivi sviluppi nel tempo. Discriminate queste aree di strutturazione del territorio in senso ac centrativo, a tutte le altre si dovrebbero assegnare le destinazioni corrispondenti ad una precisa lorospecia l~azione e quindi si dovrebbe accertare per ogni area quali delle strutture esistenti siano in contrasto con la destinazione dell'area stessa. Queste strutture si dovrebbero fermare nello stato in cui si trovano, o trasformare in strutture conformi alla destinazione assegnata, qualora questa operazione si rivelasse tecnicamente ed economicamente possibile e vantaggiosa. La rigjdità relativa di questo territorio alta mente specializzato è garanzi:a ,del mantenimento di una ampia area intorno al nucleo urbano di Trento nella si tuazione di area neutrale in l'Iapporto alle trasformazioni, che potrebbero richiedere una spinta futura, derivante da interessi non previsti dal programma urbanistico del Piano. D'altra parte questa 1\pecializzazione, riguardando so prattutto l'agricoltura, che rappresenta la più vasta per ccntuale delle aree oggi sottoposte a conurbazione, è gamnzia che nulla potrà essere fatto in contrasto con la particolare destinazione agraria di tutte le aree che cin gono il territorio degli aggregati urbani e senza la deter ,minazione precisa di un confronto di efficienza tra la destinazione agricola specifica di ognuna di queste aree e la n.uova destinazione che si dovrebbe assegnare a ciascuno di essi con la trasformazione. Questo paragone di efficienza, in rapportoa'lle situazioni diverse, potrebbe provocare la trasformazione di queste aree nel soloeaso che lÌ criteri tecnici suggerissero conveniente la nuova qualificazione. n che significa avere la garanzia che eventuali nuove espansioni urbane, saranno sottoposte a nn preeiso con trollo :di 'convenienza. Di questa zona neutrale, che da quello che si è detto stabilisce condizioni di massima elasticità, fanno parte altre strutture, alcune deHe quali sono dal Piano precisamente individuate, altre sono in dieate come possibilità di futura strutturazione. TI Piano indica in questa zona alcune fondamentali a.ttrezzature di servizio. iNell'area OCC'Upata oggi dall'areo porto dovrebbero sorgere gli impianti per la formazione di un autoparco; essa ,costituirebbe il luogo diconcen ·trazione più logico di questO' servizio data la sua posi zione in (l'aipporto alla confluenza delle grandi direttrici della ,Val d'Adige, della Valsugana e del Trentino oc cidentale. Ovviamente nel computo di questa area sono comprese tutte le attrezza.ture connesse all'autoparco, come recinti per capannoni di puntO' franco, magazzini ed eventuali autoosteUi. Un'altra area è assegnata alle attività mercantili; essa occupa un territorio, compreso tra la 58. 12 e la autostrada. In quest'area dO'vrebbero essere riassorbiti in futuro gli attuali fabbricati eventuaJmente in contrasto con la destinazione assegnata e cioè: capannoni industriali, abi tazioni, magazzini ecc. In questo punto si trovano concentrate, lungo le strutture previste, le maggiori concorrenti di traffico che interessano la città. Da qui parte la nuova arteria di scorrimento nord-sud, tangenziale all'autostrada, che da Gardolo, in corrispondenza dell'incrociO' con la Valsu gana, attraversa la ferrovia e quindi la zO'na 4i Campo Trentino, passa l'Adige a nO'rd del ponte di S. GiO'rgio, supera in galleria il Doss Trento e quindi prosegue lungo la riva destra 'dell'Adige. A circa metà di questa nuovo asse si opera in 'contatto con l'autostrada. Il nodo di in nesto a Trento è infatti previsto a nord del Doss Trento, in località ,la Vela e si immette direttamente sulla strada di scorrimentO'. Elitro questo circuito è compreso l'aggregato urbano della città mota per i monumenti del suo centro storico che è assai ben conservato neìlla interessante struttura quattro~cinquecentesca, in cui sono incastonate preziose gemme di architettura più antica, tra le quali primeg giano il Duomo che è uno dei monumenti italiani più singolari e pregevO'li, la chiesa di San Lorenzo e alcuni palazzi ,di carattere due-trecentescO'. Questo nucleo si configura nel sistema di due assi ortogonali, il più cO'rto di essi ha inizio dalla vivacissima piazza della Catte drale e si innesta sull'altro più lungo, davanti alla sei centesca ,chiesa di S. Francesco. Questo secondo asse arriva ,al Castello del Buon Consiglio, il ,loro Ì!nsieme de termina un sistema O'rgan~atO' secondo una configura zione pressochè ortogonale estesa al (l'estante tessuto cin que-seieentesco. Tuttavia sotto, la trama rinascimentale si sente la struttura del medioevo che la rende partico larmente espressiva come per esempio nella 'attraentissima Piazza del Duomo. Qui le quinte dei f,abbricati si sus seguono creando uno spazio mistilineo molto singolare e piacevole trovando un rapporto dinamico raffinatissimo con l'espressione più distesa della via Belenzani (l'antica via « Larga»); qui gli edifici, disposti con particolare equilibrio di peso, consistenza volumetrica. e vibrazione di superficie nell'invaso della strada, 'rendono più viva la sua proporzione in larghezza e inaJtezza. Questo invaso trova nna sua particolare animazione nel leggero deviare dell'allineamento rettilineo delle fronti, che obbediscono ad una più raffinata armonia tra le ,diverse superfici di questo lungo spazio interno. Si ritiene che la trasformazione rinascimentale sia dovuta alla particolare efficienza raggjunta dalla città durante il periodo del Concilio di Trento; mentre si deve, probabilmente, ad una relativa edilizia successiva, ]a sua conservazione e la relativa mancanza di frange esterne incoerenti, caratteristiche di tutte le città italiane nel 'Primo ottocento. Un nuovo impulso edilizio, avvenne invece tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nostro; quando, abbattute le mura, si iniziava una costruzione Supplemooto ordinariO' al B. U. 19 settemhre 1967 . N. 40 49 Ìrrimediabilmente compromessa nelle zone a sud, e il problema di una riorganizzazione, ,che voglia tener conto della dimensione economica di Trento, dovrebbe impo starsi considerando, fra le ipotesi del futuro svilu.ppo della città, il peso che comporterebbe una trasformazione edi. lizia delle aree a sud per destinal'le alle funzioni di nu cleo direttivo del processo di sviluppo di tutta la provincia. E' importante, dunque, definire caratteristiche e li miti, sia pure in senso generale, di questa finalità del capoluogo, ,che in un ,certo senso, per quel che riguarda i problemi più aderenti alle possibilità e alle attitudini di efficienza futura, dovrebbe significare sia l'aumento della terziarizzazione, intesa qui ilei suoi momenti pro grammatici come punto di partenza di tutto lo sviluppo delle attività decentrate nei diversi comprensori, sia la specializzazione di imprese industriali non in contrasto con 'la configurazione urbana. Questa preci samone dovrebbe comportare il progres sivo e graduale allontanamento dalla periferia immedia ta di tutte le industrie pesanti, che siano nocive e mo leste, per riportare le zone di conurbazione di ta~e peri feria a quel carattere di neutralità specializzata, che è ga ranzia di controllo dell'organizzazione tra città e cam Giuseppe. . Dopo la seconda guerra mondiale a questa relativa pagna e in cui, anche le imprese industriali, devono avere incoerenza di tessuto che in genere aveva una modesta una loro adeguata individuazione. Tutto questo porta lo densità edilizia, si viene rapidamente sostituendo una di sviluppo verso una maggiore precisazione-delle attività commerciali che possono assumere dimensioni e qualità mensione molto più grande di strutture edilizie preva specifiche. Si dovxauno, perciò, creare nuovi edifici mo lentemente residenziali muatipiani. Queste hanno occu dernamente concepiti 'per tutte le necessità dì questi nuovi pato senza un criterio organico tutti gli spazi verdi o usi; edifici organizzati in una struttura continua che con liberi nella struttura precedente e in gran parte vanno trasformando l'edilizi:a di minor mole preesistente. Si senta adeguata espansione agH usi nelle loro varie esi genze di sviluppo. tratta in generale di un gigantismo senza espressione e Questo problema riguarda anche la forma. E' evi senza carattere, che rende tristi molti quartieri della dente infatti che per riproporread una città moderna, città, in parteperchè gli spazi interni non sono propor soprattutto della dimensione di Trento, una forma ur zionati ai volumi, in parte perchè l'incoerenza delle de bana, questa deve nascere all'interno delle sue nuove stinazioni d'uso ·rende povero, framm~ntario e inefficiente l'apporto vivificante delle attività terziarie e dei servizi strutture e non da un dimensionamento dello spazio to tale che ubbidisce in modo preconcetto a schemi di orga sociali, che dovrebbero a.ccompagnare una sana ed effi nizzazione ai quali la moderna cultura urbanistica non ciente struttura edilizia moderna. Avviene pertanto, che può dare alcun valore. quando una struttura particolare si inserisce, non tro CosÌ indirizzato, il problema futuro della città do vando un tessuto precostituito per riceverla., vi si in vrebbe guidare alla ricerca delle aree ottimali nelle quali castra in maniera abnmme eome succede in parte per l'edilizia residenziale possa avere il suo ulteriore sviluppo. il nuovo ospedale. A queste difficoltà di natura orga A questo punto la scelta dì tali aree nella zona collinare nizza1iva del tessuto, si aggiUlIlg'Ono .nella. zona ad est ad est ,della città stessa dove già uno sviluppo residenziale quelle della altimetria del terreno, che rendono più pe spontaneo è inattQ è dì per sè ovvia. Questa scelta non sante il sistema già poco chiaro della trama stradale è solo vantaggiosa rispetto alle zone di residenza, ma urbana. Una trama il cui frazionamento a maglie orto propone con maggiore impegno il problema delle nuove gonali non ha dimensioni proporzionate alle esigenze ur bane di oggi e perciò non lo mette in grado di assorbire· strutture rappresentative di earattere terziario, ed indu striale ·che dovranno ·consentire la nuova forma urbana determinate strutture indispensabili a ·caratterizzarla. I nuovi quartieri della città, dopo la seconda guerra mon del tessuto della città a valle. E' chiMO infatti che per diale si sottrassero alla necessità di una organizzazione tenere conto dell'economia dei mezzi disponihili allo più pertinente alle esigenze della concentr32\Ìone che sviluppo di Trento, si debba distinguere la destinazione direzionale da quella residenziale e ohe v[ceversa con.rfon avrebbe implicato assegnazione di aree per la realizzazione di servizi di carattere sociale, in grado di conferire loro ilerle in una stessa trama edilizia sarebbe affermazione apportatrice di discontinuità o di reciproco disturbo, e singolarità e carattere. Perciò oggi la città nuova è quasi edilizia scarsamente caratterizzata, la quale peraltro, aveva una densità relativamente bassa, con edifici inter vallati da larghi spazi la verde. E' ,probabile che questo impulso fosse dovuto all'incremento direzionale sorto a Trento nel periodo della dooninazione austriaca. Tra le zone verdi più importanti create in questo periodo è da sottolineare, per ,carattere ed ampiezza, quello dell'attuale piazza Dante, che ,può a buon dirittO' chiamarsi un parco attrezzato .di quei tempi. Oggi questa piazza rappresenta il. polmone più vivo di raccordo fra la città antica e la parte nuova meno compromessa dalla indiscriminazione edilizia. Vi sono qui i palazzi pubblici più notevoli e alcuni servizi sociali tra cui,. più importanti, quelli della ferrovia, della auto stazione e qualche aIlbergo. Dalla parte opposta della città il tessuto urbano si era gradatamente accresciuto negli anni tra Ja prima e la seconda guerra mondiale con un'edilizia fatta preva lentemente di villette a due piani odi palazzine inter vallate a piccole aree di verde e qua e là di complessi edi1iz:i più grossi, sorti senza un particoilare ordine, come ad esempio, il gruppo compatto di ·case popolari a San 50 Supplemento OII'dinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 renderebbe assai meno chiara ed efficiente la struttura direzionale. Questa infatti, per il suo earattere rappresen tativo, è destinata a rafforzare il prestigio della eittà nell'uso degli edifici stessi, componendo la loro articola zlone in uno spazio opportunamente predisposto in rela zione alla complessa .caratteristica delle infrastrutture viarie. Sono chiare 'Pertanto a questo punto le direttrici pro· poste dal Piano provinciale per lo sviluppo futuro della città e cioè nella collina l'espansione residenziale 'Per nuclei vincolati alle volumetrie di dimensione tradizionale; a valle una struttura di carattere terziario non vincolata alla tirannia del tessuno edilizio di tipo tradizionale resi denziale e quindi predisposta nella zona più adatta ad aecog1ierla,che è quella verso nord. La tendenm delle strutture edilizie attrudi a estendersi verso il sud si è rea· lizmt,a ormai con un insieme di opere che hanno com· promesso tutta questa parte deHa città e non si pre stano più a ricevere pienamente ed efficacemente una organizzazione strutturale veramente moderna e rappre sentativa, quale dovrebbe essere la forma urbana della nuova Trento. Il Piano provinciale ha indicato eome zona direzionale della eittà quella a nord compresa tra la via Brennero e la eollina a partire da Gardolofino a Largo Namrio Sauro_ Essa si presenta 'come ingresso di pre stigio per le provenienze da Bolzano, e si collega con la zona direzionale attuale, secondo una continuità ottenuta facilmente con opportune trasformazioni, che renderanno veramente rappresentativo il nuovo centro urbano. La struttura cosÌ organizzata, prolungandosi al di là della ferrovia lungo eorso Buonarroti, potrà oltrepassare il ponte di San Lorenzo, sempre parallelamente all'Adige, e incunearsi tra l'Adige e H centro storico per abbracciarlo a sud, fino a congiungersi con le aree dell'attuale cimi tero, di ,cui il Piano prevede 'la trasformazione. La struttura ,direzionale cosÌ protesa prende consi derevole impulso dall'ubicazione del casello autostradale, in posizione baricentrica rispetto aUa città e comunque tale da inserire ,l'autostrada del ,contesto urbano. Il sistema costituito dalla strada di scorrimento in destra Adige e dalle sue penetrazioni completa validamente questo diseorso. Per quel ,cbe riguarda la struttura direzionale fonda mentale e più rappresentativa, che si protende verso nord, parallelamente alla via Brennero, il Piano indivi dua una tipologia di carattere uniforme ,a torridi dimen sioni molto elevate, intervallate in modo conveniente secondo uno scbema allineato, nel verde attrezzato che dovrà costituire il punto di partenza di un'organizza zione di quartiere. Si tratta di un verde attrezzato nel quale dovranno trovare efficace continuità le varie attrez zature di servizio sociale e soprattutto di carattere com merciale. Esse potranno organizzarsi in ampie platee con tenitrici di edifici collettivi di variocarattel"c, cinema, ristoranti, ecc. la cui continuità nel verde dovrebbe rap prescntare il legamento con quella parte di centro dire ziona'lc che si immedcsima nella struttura urhana già esi stentc lungo la curvilinea via Petrarca. Nelle zone interne alla città i volumi più che in altezza dovranno organiz zarsi !in profondità, con lal'lghe 'piattafO'rme di uffici e di servizi vari con elementi a pian ,terreno in cui saranno intervallate ai negozi, altre possibili attività sparse nel vcrde, che dovrà penetrare e circondare gli edifici allon tanati dall'~mmediato percorso deHe strade carrabili. Molto importantc è altresÌ la diramazione della strada del Brennero alle spalle del castellO' dcI Buon ConsigliO', che salendo progressivamente si potrà portare alla quota del castello stesso, passare alle sue spalle e congiungersi a Piazza Venezia attraverso via Cervara. Rimane cosÌ libera dal traffico carrabile la strada e tutti gli spazi antistanti il castello che potrà avvantaggiarsi di un ambiente aperto collegato alla rimanente parte della città. Nel quadrO' dei 'Prolungamenti verso Bo'lzano del centro direzionale secondo lo schema tipologico e fun zionale già definito, si precisa la necessità di potenziare la parte nord di V'ia ,Brennero con la creazione di un'area destinata ad attività commerciali alI 'ingrosso, mista ad attività direzionali, la cui organizzazione si presti ad una ordinata serie di spazi per vendita ed esposizione di prodotti, coordinati in una configurazione formalea:rehi tettonicamente caratterizzata nell'jnsiemedi spazi co strwiti, spazi liberi nel verde per parcheggio e per altre attrezzature. Per realizzare tale zona, nella quale può essere incluso un completo centro di vcndita al dettaglio, si ritiene necessario allontanare in questo tratto l'arteria fondamentale di distribuzione dell'attuale sede di via Brennero, dato che essa scorre tangenziale ad una serie di industrie, completamente fuori carattere, all'ambiente che si vuO'le dare all'ingresso della città. Avendo deviato l'asse fondamentale di ingresso alla città per allontanarlo dalle conurbazioni esistenti sulla via Brennero, il rientro in questa può ,e.ssere felicemente realizzato attraverso un'articolaziO'ne architettonica che approfitta dello spazio esistente fra la Commissionaria Lancia e quella del Simca. Questo slargo si presta alla costruzione di una piazza architettonicamente ben definita e disposta trasversalmente in modo da unire ai due capi da una parte, a nord, la deviazione proget tata e dall'altra, .a sud, la via Brennero, trasformata in struttura direzionale con le case alte di cui si è parlato. Questa articolazione architcttonica [n forma di piazza viene ancor meglio caratterizzata e funzionalmentc defi· nita dall'immissione in essa del raccordoeon l'autostrada e con la circonvallazione prevista a nord dello scalo fer· roviario. Questa piazza verrebbe quindi ad assumere un valore preminente di convergenza di interessi e dovrebbe esserc attrezzata in modo particolare. Concepite ,secondo questo spirito, molte pregevoli ed efficaci trasformazioni si potl'anno ottenere anche nella Supplemffll!to ordin:ario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 51 zona a sud della città in cui il tessuto urbano sembra più restio e contrastante ad interventi profondi. Un sistema di collegamenti efficienti tra la circonvallazione sulla destra dell'Adige e la città potrà costituire l'ossatura fon damentale di ogni trasformazione. Tra questi emerge una nuova arteria trasversale che, ,correndo parallela alla fer rovia della Valsugana, congiunge la statale della Fricca, e quindi le zonecoHinari,alla eirconvallazione. Tale arteria, incidendo profondamente nel tessuto urbano a sud della città, potrà assorbire conveniente mente il traffico di penetrazione proveniente sia dall'auto strada che dalla stessa circonvallazione. E' altrettanto im portante l'altro collegamento trasversale previsto più a nord, all'altezza di Man. Qui si dovrebbe trovare il limite della forma urbana della città, sia come termine dei manufatti, sia come vi sione dei profili interni deUa pianura e daàlacollina. coerente ad una moderna organizzazione urbana, e in primo luogo gli insediamenti industriali modesti e non adeguati al suo futuro sviluppo, portandoli in zone al confine con la sua area neutrale, così essa deve trovare un logico equilibrio tra queste strutture allontanate dalla città c le espansioni, soprattutto residenziali, di questa, che nel nostl"O caso sono previste sulla collina. Si tratta cioè, sia di predisporre un più efficiente ordinamento del1ecomunicazi~ni per minimizzare l'aumento relativo ai costi generali proeapite e ai tempi di spostamento, e sia di determinare nuove strutture di servizio soeiale lungo i nuovi percorsi che sono apportatori di altre possibilità di interessi produttivi a cui le strutture stesse danno notevole impulso, in forma razionale per i futuri sviluppi. Da questo collegamento più esterno trae origine la nuova strada fondamentale della collina, che congiunge Man con Villazzano, Povo e infine Gognola, dove si in nesta nell'ultimo tratto della superstl"ada della Valsugana. Sulla collina le aree residenziali di nuova espanzÌ(me, dovranno coordinarsi ad una struttu'ra viabilistica che twvi opportuni ed appropriati raccordi con la S8. 12 e con la città. Pertanto in questo tratto ocoorrerà conferire alla nuova strada una ,particolare forma attrezzata perchè possa disimpegnare tali funzioni come asse di collega mento tra due aree urbane particola'l'mente caratterizzate. Il Piano in conclusione prevede che gli sviluppi delIa città di' Trento siano indirizzati ad aspetti strutturali così 'specializzati da dal"e a:Hacittà una sua efficacissima configurazione e un grado massimo di efficienza collet tiva. Questo non si ottiene con la congestione di masse di residenti sempre più fitte e situate in verti'cale negli edifici del centro caratterizzato della città, ma piuttosto organizzando per la residenza le aree più adatte a questo uso, onde questa si car.atterizzi nel modo più afficace ed appropriato alle esigenze della vita sociale. Nel centro urbano vero c proprio potrà invece rimanere, ,fissata alle destinazioni attuali, tutta la struttura residenziale esistente verso sud, ad eccemone delle tra:sformamonigià predi. sposte, mentre nella parte nord la nuova struttura con le sue caratteristiche terziarie, 'potrà sostituire quella incoe rente e assai poco rappresentativa che og'gi vi sorge. Il Piano ha programmato in questa graduale trasfor mazione della città un margine di ulteriori insediamenti che potranno trovare ubicazione adatta e staccata, nelle zone di Terlago e Vigolo Baselga, che fanno parte del comprensorio stesso e nelle zone adiacenti il !lago di Cal donazzo. ,Lamar può diventare inoltre stazione inter media della funivia della Paganella e può considerarsi Ì'1 parco di Trento, con un potenZliamento della strada che porta da Lamar a Terlago. Pertanto, come la città da un lato dovrebbe cer care di allontanare dalle sue strutture tutto çiò che non La valle si presenta come un grandioso anfiteatro che racchiude un sistema assai pittoresco di vallette, declivi e ondulazioni collinari, sui cui sono distribuiti i piccoli insediamenti urbani dei 40 comuni del comprensorio. Si tratta di circa un centinaio di piccoli nuclei che hanno unaconfigurnzione edilizia tradizionale assai inte ressante da cui emerge spesso, più antica, la chiesa e il campanile e si distaccano isolati i castelli con la loro forma architettonica frazionata ed aggressiva. Tutto il territorio è diviso a tratti dalle profonde forre dei torrenti, ecostituLsce un insieme chiuso a le vante e a nord dalla catena del Roen, a occidente a sud dalle catene del L11CCO, delle Madd'alene e del Brenta. Nella sua parte mediana è solcato dal Noee,che sbarrato da una diga all'altezza di S. Giustina, forma un gl'ande lago artificiale. Questa ,configurazione molto articolata e compenetrata nelle varie zone, crea neI suo insieme di ondrilazioni collinari di vallette edi burroni, un pae saggio caratteristico della vegetaz.ione assai variata, in cui spiccano i frutteti famosi, e nelle zone più a nord, i boschi di conifere. Dei comuni del comprensorio s010 due sono situati sul fondo valle, 20 sono situati in collina, quasi tutti sul versante ovest della varIe e nella sua zona mediana, 18 sono situati in montagna e nella 'parte settentrionale della val1e e sul versante orientale per un certo tratto. Il com prensorio è abbastanza omogeneo nel suo insieme, mal· grado le differenze apprezzabili fra gli abitali della parte montana, che è quella più a settentrione e gli 'abitati della parte collinare. Secondo l'ultimo censimento del 1961 la popolazione residente nel comprensorio contava 37.800 unità ed era in lieve diminuzione rispetto a quella censita nel 1951 per circa 460 unità. In relazione a questi dati l'analisi dei valori medi annui 'per 1000 abitanti indica che nell'intervallo 1951 1961 la diminuzione è stata dell'l ,2%0. Esaminando più analiticamente i d&ti disponibili si ha che la Valle di C. 6.. Valle di Nan 52 Supplemento f.lll'dinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Non presenta un indice di concentrazione fra i più bassj del Trentino, che, tuttavia, dal seeolo scorso ad oggi è cresciuto dal 0,33 al 0,41, dimostrando una certa ten denza alla concentrazione della popolazione nei centri più grandi. Se si suddivide poi, il decremento percentuale f:ra i comuni di fondo valle, di collina e di montagna, si vede che il decremento è lievissimo nei comuni di col lina e molto alto in quelli di montagna: - 0,4%0 contro - 2,3%0 mentre conta assai poco il decremento dei co muni di fondo valle anche se molto elevato ( - 3,2%0), perchè ì comuni sono soltanto due. Una analisi del censimento demografico ,secondo i raggruppamenti per attività economica, fornisce le se guentiindicazioni: nel settore agricolo dal 51 al 61 la popolazione è scesa, dalla percentuale altissima del 61 %, a quella ancora notevolmente alta del 49% , con una diminuzione assoluta di forze di lavoro che ammonta a 1920 unità; nel settore dell'industria si è avuta una leg gera tendenza all'espansione nel numero degli addetti, che sono passati da una percentuale del 22 'a una del 27%, con un aumento in valore assoluto di 7180 unità; nelle altre attività gli addetti hanno avuto un incremento del 7%, passando d'al 17 al 24 %, a cui corrisponde in valore ,assoluto un accrescimento di 940 addetti circa, dalle 2.590 unità del 51 alle 3.530 Ullità del 61. Circa i movimenti migratori si rileva quanto segue: nell'agricoltura su 7.350 addetti solo 140 circa trovano impiego fuori del comprensorio. Nell'industria dei 4.000 ~ddetti circa 820 lavf.lll'ano fuori del comprensorio, di cu~ 550 all'estero. Nelle altre attività dei 3530 addeui del comprensorio 440 lavorano fuori, di cui 80 all'estero. Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati sono i seguenti: addetti all'agricoltura età media 43,9, indice di invecchiamento 98; addetti dell'industria età media 34,4, indice di invecchiamento 23; per altrc attività età media 36,5 e indice di invecchiamento :32. . Dai dati esposti si deduce che nella Valle di Non la condizione degli addetti all'agricoltura è poco favore vole per Ia loro prevalenza quantitativa ancora oggi rela tivamentegrande nelle forze di lavoro di tutta la valle. Assumendo le indicazioni dello studio sull'av:ricol tura il· Piano considera una superficie agraria effettiva di 9.109 ha; ol'ganizzata in aziende specializzate. Di queste 2.057 sono ad indirizzo frutticolo e occupano una super ficie agraria di 6.172 <ha. con 4.144 addetti direttamente all'agri'Coltura nei comuni di: Taio, Banco, Casez, Dambel, Brez, Cloz, Romallo, Revò, Cagnò, Cles, Tassullo, Tuenno, Nanno_, Terres, Flavon, Cunevo, Denno, Campodenno, Sporminore, Ton, Vervò, Tres, COTedO, Stnarano, San zeno, Romeno, Fondo, Castelfondo, Livo; 124 sono -ad indirizzo zootecnic(JI.pataticolo e occupano una supel'ficie agraria a prato e a seminativi di ha. 2.645 con 24,8 ad detti direttamente all'agricoltura nei comuni di Ton, Tres, Coredo, Smarano, Sanzeno, Romeno, Fonclo, Castel fondo, Livo, Sfruz, Cavareno, Don, Amhlar, Sarnonico, =======.==~-~=== ! Ronzone, Malosco; 54 sono ad indirizzo zootecnico puro ed occupando una superficie agraria a prato di ha. 360 con 108 addetti direttamente all'agricoltura nei comuni di Ruffrè, Rumo, Bresimo, Ton, Vervò, Tres, Livo, Castelfondo. Complessivamente dunque, nella valle di Non, il numero· degli addetti all'agricoltura ammonterehbe a 4.470 unità a cui si devono aggiungere i 670 addetti alle infrastrutture, e i 278 ai boschi per cui, in definitiva, tutta la forza lavoro impegnata nell'agricoltura del com prensoriodovrehbe essere di 5.41,g unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut tura occupazionale al 1975, nonchè di calcoli sul fahbi sogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava che cil'ca 3.030 unità lavorati've abhandoneranno, nel prOBsimo decennio, il settore agricolo, perpensionamento o per decesso natu rale, riducendosi in tal modo gli ,addetti all'agricoltura da 7.360 a circa 4330. A questi dati ultimi, al fine di valutare la effettiva consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal colati in 1.240 unità, i quali, peraltro, hanno funzione di stahilire :!'indispensabile legame fra le varie classi di età. Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale si dovrehbero avere all'incirca 5.570 unità lavo rative nel settore agricolo, cifra che risulta inferiore a quella di 150 unità calcolata come sufficiente al razio nalc dimensionamento dello stesso. Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior parte cipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fabbisogno di nuovi posti nel settore secondariQ e ter ziario pari all'incirca a 4.240 unità. Complessivamente quindi 'per la prevedibile mag giore disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste si 'prevede che al 1975, nel comprensorio dovreb bero essere apprestati all'incirca 4.390 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolare posizione del compren sorio si ritiene di interpretare il SU!) naturale processo di sviluppo ,prevedendo una assegnazione di addetti per circa 2.630 unità all'industria, e per circa 1760 alle altre attività. Poichè tuttavia, almeno ano stato attuale non sembra prevedihile la possihilità di un assorbimento totale nelle attività industriali delle unità assegnate al l'industria si prevede che, per almeno 1.000 addetti all'in dustria i posti di lavoro dovréhbero essere. 'apprestati in altri comprensmi, e per i rimanenti, 1630 circa possono esscre preventivati nei comuni della vaUata. Teneudo conto delle probahiJi rÌconversioni di indu strie esistenti,calcolate nella misura del 10% su/!li addetti alle industrie manifatturiere al 1951 in sede di dimensionamenfo del,le aree industriali siè prevista una Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 ====, ======== ulteriore espansione delle stesse per 160 addetti circa. Il dimensionamento delle aree deve ancl)ra tener presente un certo numero di trasferimenti di 'addetti dell'artigianato o della piccola industria alle nuove inizialÌÌve industriali, stimato per 'questo comprensorio nel 10% degli addetti previsti. In vaIl)ria'SSOluti questi trasferimenti. sono stati stimati in numero di 160. Le zone industriali previste vengono pertanto dimen sionate su un probabile fabbisogno di cirea 1.9.50 addetti. Secondo il programma di larghi interventi progettati dal Piano, l'organizzazione unitaria del comprensorio può essere facilitata dalla organicità delle comunicazioni, che diventano mezzi tecnici nuovi per conferire alle strutture la possibilità di impiegare razionalmente le loro relazioni a vantaggio di !Uno sviluppo delle attività che dalle st'mt ture stesse si manifestano. Questo sviluppo investe l'economia del comprensorio, alla cuigradualc trasformazione la rele delle comunica zioni ,concorre, anche per gli inoontivi che offre a spe cializzare e a coordinare tutte le aree che lo compongono. Circa il sistema di comunicazioni il Piano tiene con to che manca ancl)ra I)ggi un sistema di arterie tra sversali fra i comuni delle due sponde, sicchè il fondo valle è accessibile alternativamente da un lato o dal l'altro. Pertanto uno degli interventi ·del Piano riguarda la deviazione della s-tatale su un percorso di contatto e scorrimento con i centri situati nella parte ad occidente dena valle, per mezzo di un ramo, che attraversaMo la valle con un ponte, &lil vallone- del Noce, in corrispon denza di Portolo, prosegue verso Nanno e· Tassullo, pas sando poi .a est di Cles e di qui riprende il percorso ordi nario hiforcandosi al ponte di Castelaz e continuando con un ramo verso la Valle di Sole e eon l'altro verso Revò Fondo. A Sanzeno il ramo proveniente da Revò si con giunge a quello proveniente da sud, sul percorso della statale attuale. A Sanzeno i due rami tornano a biforcarsi, uno prosegue per Romeno,Cavareno, l'altro un poco più ad ovest, arriva a Damhel sul percorso esistente e qui si pro lunga fino a Sarnonico e, con un ramo minore nei pres si di Fondo ove si congÌlUnge con la strada proveniente da Revò. Questo sistema e ID gran ·parte esistente;i1 Piano ne migliora le caratteristiche evi prevede tutte quelle ag giunte e tutte quelle opere d'arte che trasformeranno la rete nel sistema infrastrutturale di base del comprensorio. L'organicità del tracciato dipende in larga misura dalle sensibili vamanti predisposte dal Piano, che prevede la ret tifica dei tracciati stesSlÌ, 'la riduzione ,delle curve, dei tornanti e delle pendenze eccessive, lo spostamento tan genzialmente ai centri urbani, il prolungamento verso direzioni non ancora servite per raggiungere agglomerati che oggi sono legati tra loro da percorsi disagevoli e molto lunghi perchè indiretti. 53 ==================== Insieme a questa trama infrastrutturale, contrihuisce alla unità del comprensorio l'organizmzione dei suoi nu merosi piccoli nuclei edilizi in poche grosse unità inse diatdvèche raggruppano un certo numero di centri comU nali, con le loro frazioni, intorno a particolari strutture e attrezzature per rendere più facili e più fluidi i contatti. Queste unità insediative, proposte dal piano, sono sette. Una delle più importanti è quella che ha come epi centro il nucleo uThano di Cles a cui sono associati, gli altri centri di Tassullo, Nanno e Tuenno. Questo insieme trova un felice punto di 'convergenza nel centro direzionale di Cles a contatto con un'area a parco attrezzato e con il vecchio nucleo. Oltre a questo centro direzionale commerciale, che serve tutta la valle, in questo nucleo insediativo è pre visto un centro scolastico superiore di indirizzo tecnico e professionale a nord di Cles. Fra Cles e Tuenno, a monte della strada ,di raccoroo è stata predisposta dal Piano una ,area industriale di 'circa 12 ha. Si collega a questa unità insediativa, la pittorica Valle di Tqvel col bellissimo lago che aggiunge alle sue sin golari qualità naturali, un'attraui'Va turistica particolare, che il Piano cerca di potenziare, imponendo il vincolo di parco naturale a questo insieme alpino straordinariamente suggestivo. Perciò il Piano ha predisposto che la sistemazione della strada di accesso e di attraversamento del parcl) na· turale di Tovol non raggiunga le rive del lago, ma si fermi circa 150 metri prima e che vi sia ,localizzata salo una at trezzatura di servizio turistico conhar, ristorante ed alber go, sempre lontani dal lago. ,L'insieme lienare degli abi,tati di Terres, Flavon, Cunevo, Termon, Campodenno e Sporminore, costituisce assieme a Denno un'altra delle sette unità insediative del comprensorio. Il Piano prevede qui la modifica s-ostanziale di alcune strade, per realizzare il coordinamento unifica torio di tutte le parti che dovranno concorrere alla for mazione della unità insediativa. CosÌ la strada che da Denno porta a Termon seguirà un tracciato più breve per congiungere il fondo valle con Pasta di raccordo della parte lineare dell'unità insediàtiva. Immediatamente più in alto sempre nella stessa zona, sopra Castel la Santa, è uhicata una serie lineare di in" sediamenti stagionali, per dare impulso tUTistico a questa' bellissima zona, che potrà essere immersa nel verde della campagna e in una conveniente arca sistemata a parco.' I centri abitati di Taio, Tres, Vervò e Ton, formano un'altra delle grosse unità ins-ediative del comprensorio~ Essa ha una forma earatteristica, (lon un'asta lineare di base, costituita dall'arteria stradaleprincipa:le daJlaquale son<l derivati i centri di Taio, Segno, IMollaro e Del'mulo e una serie di localizzazioni edilizie di piccola entità, sparse nella configurazione assai variata del paesaggio' montano. Supplemento OO'din:acio al 54 -========================= B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Il Piano si prefigge di far convergere suLPasta fon damentale i centri sparsi nella montagna che fanno parte dell'unità insediatirva modificando e creando nuove strade per rendere 11 più agevole possihile questi collegamenti, come ad esempio quello tra Vervò e Tres. A Segno, haricentro dell'unità, sono previsti il cen tro dirczionale e commerciale, scuole ed alcunc attrezza ture sportive, mentre a Mollaro è ubicata un'area di circa lO ha. per industrie complementari e ,di piccole dimen sioni, equilibrio alla grossa zona industriale situata più in basso lungo .l'argine del Noce. Il gruppo dei centri abitati di Coredo, Smarano e Sfruz costituiscono un'a1tra delle unità insediative del comprensorio. &sa conta circa 2.000 abitanti ed è carat terizzata dalla convergenza verso Coredo delle due serie di nuclei edilizi, esistenti o di progetto, una rivolta verso nord, lungo la stra:da che porta alla frazione di Tavon, l'altra più importante, volta verso est, comprende Smarano e Sfruz ed è immersa nei prati del parco attrezzato. Un piccolo centro commerciale alberghiero è previ sto alla confluenza della strada alta che percorre tutta la valle da Ton a Cavareno con quella proveniente da Co redo, nei pressi del lagQ di Tavon. I Comuni di Brez, Cloz, Romallo, Revò e Ca1gnò che sono situati lungo l'asta lineare della statale TQOale-Men dola di cui si progetta lo spostamento fuori dei centri for mano assieme al gruppo dei comuni di San Zeno, Banco, Casez e Dambel, un'altra unità insediativa del compren sorio. A Revò si è stabilita la localizzazione delle strut ture fondamentali di questa unità insediativa, con le scuo le, il CC::ltro sporti'Vo e quello commerciale, mentre a Clfrz, la congiungenfe con },a zona del parco fa di questo nu cleo un elemento prcmincnte dell'unità insediativa. Data l'estensione di questa unità e il suo numero di abitanti, cirea 6.000, è stato previsto nel centro di Brez, un nu cleo turistico-commerciaJe proporzionato alle esigenze del turismo di questa località. Inoltre anche Brez è coHegato con il parco attraverso la bellissima zona in cui sorge Castel Vasia. A Malgolo infine è ubicato un centro Cul turale a scala rcgionale con scuola superiore, collegio c altri servizi. Il grup'po dei comuni di Livo, Bres1mo, Rumo e Cis forma un'altra unità insediativa del comprensorio, che ha un nucleo centrale a Livo con le sue frazioni perchè vi converge la viabilità degli altri centri. Qui il Piano pre vede "l'ubicazione di tutti i servizi e le attrezzature di ca rattere sociaJe, il centro commerciale e le scuole, mentre prevede a Rumo H potenziamento delle attrczzaturc turi stiche estive ed invernali e a Bresimo quel,lo dclle attrez z~turc legate allo sfruttamento delle aoque termali. L'unitàinsediativa più estesa di tutta la valle com prende l'iÌlsieme più a nord del territorio della valle con i suoi boschi da trasformare in parchi e con l'insieme dei nuclei da 'Castel Fondo, a Fondo e a RomenO'. Qui il PianO' predispone nel parco i centri turistici più rilevanti in zona baricentrica ai diversi nudei urbani dell'entità inscdiativa, indicando inoltre le possibilità turi stiche invernali del monte Roen e delPenegal. Il Piano prevede il miglioramcnto della viabilità ,fondamentale, sia rettificando i percorsi e allargando le sedi, che spostan dole fuori dai centri urbani. La ,pO'polazione dclla urùà insediativa è di 7.500 abitanti. E'prevista una z'}na industriale tra Cavareno e Romeno ampia circa. ha. Il,50. Il Piano prevede la costruziQOe, nei pressi di Sdo di un aeroporto turistico che, collegato con gli altri quattro della provincia e con quello di Bolzano, permetterà l'or ganico uso del mezzO' aereo al servizio del turismo. Uno degli interventi previsti dal Piano riguarda la trasformazione a parco attrezzato di una gran parte del l'Alta Anaunia, dove esistono 'boschi di conifere di rara bellezza che occupano ampie zone quasi pianeggianti, al ternate ad aree scoperte a prato verde, di un paesaggio veramente incantevolc che si presta a diventare un mera viglioso parco. A questo fine H Prano ha predisposto una serie di attrezzature turistiche legate tra loro da una viabilità op porfunamenteconnessa a qucUa princi'pale, con localizzato a sud l'aerO'porto turistico, per ottenore un insieme mO'lto piacevole in unO' dei parchi più belli della Regione. Gli insediamenti che vi saranno immersi fO'rmeranno unità che potremo chiamare di parco ur<banizzato, ben eviden ziate perla singolarità e originalità dell'impostazione. Il sistema circolatorio previsto dal Piano con le O'p portune modHìche a1J:a maglia stradale esistente, il siste ma di parchi dell' Alta Anaunia con l'aeroporto, i centri di servizio, i centri direzionali e commerciali, le attrez zature sportive e ,le scuole, cO'stituiscono un grande siste ma infrastrutturale, chc potrà creare un'integrazione ab bastanza efficace fra le sefte unità insediativea cui è af fidato il compito di formare la struttura organica del cO'm prensorio. C. 7. - Valle di Sole Il comprensorio è formato da una vallc di 40 Km. circa che va dal passo del Tonale al ponte di Mostizmlo percorsa nel primo tratto dal tO'rrcnte Vel'lmigliana e poi dal Nocc, sulla cui sinistra corre la statale Tonale-Mendola. Le due valli di Peio e di Rabbi fanno anche esse parte del comprcnsorio c confJuiscono nella valle di Sole in due parti, chc rappresentano i poHdi principale intc resse del sistcma. Gli ìnsediamenti sono allineati lungo il solco creato dal Noce ncl complesso montuoso del Brenta, Presanella, Cevedale, fino al passo del Tonale. SonO' queste fra le più 'promettenti zone turistiche del Trentino. Nel complesso si tratta di un paesaggio molto carat teristico per il suo sviluppo lineare, puntualizzato da in sediamenti quasi sempre di rilevato interessa figurativo, la cui piacevole singolarità consiste nell'alternarc ai prati Suprplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 le montagne boscose e le zone alberate, e all'altezza degli sfondi, la morbidezza delle parti va1live di un verde bellissimo. Secondo l'ultimo censimento la popolazione residente nel compreEsorio ammontava a 16.338 unità. Esaminata in un lungo intervallo di temRQ'.l ç~è,. tra, i, ,11t'lnsÌl;nenti del 1931 e del 1961, questa qUl:\ntità hl:\, avuto un lievis. simo incremento di 307 unità. Esaminata invece nel de cennio dei censimenti più recenti 1951-1961 il processo sì inverte di segno regi·sirando un decremento di popola zione pari a 389 unità, mentre !'incremento demografico che prima del 1951 era positivo, + 2,0%0 diventa nega tivo nell'ultimo .decennio COE - 2,4%0. Per quel che ri guarda l'indice di concentrazione, la sua bassa densità riveia che la popolazione tende a ri:partirsi nei vari co muni in maniera piuttosto uniforme. Considerando l'incremento per classi aItimetriche e limitando l'mservazione al solo decennio 1951-1961, si constata che i comuni situati verso il fondovalle hanno un decremento per 1.000 abitanti di -2,8 e queIli di montagna un decremento minore che 'è di -2,1. I dati del censimento del 1961 sulla suddivisione della popo'lazione per olassi di attività economica, rive lano un leggero decremento della popolazione attiva, che nel decennio 1951-1%1 sarebbe passata dal 39 al 37%. TaIe decremento tuttavia deve soprattutto attribuirsi al crollo della popolazione attiva in agricoJtura, scesa nel decennio dal 53 al 36 ,con una diminuzione in valore assoluto di 1.330 unità. Sono cresciuti invece altri settori della popolazione attiva. Gli addetti all'industria sono pas sati dal 28 % al 38 %, con un aumento in valore assolu to d.i 520 unità e quelli dediti alle altre attività economi che sono saliti dal 19 al 26 ,con un aumento in valore asso>luto di 330 unità. Mentre invece si ricava dal cen simento illdustriule, che nel decennio c'è stata una dimi r<:lzione delle unÌtà industriali. Cirea i movimenti migratori si rivela che nella agricoltura, su 2.200 addetti, 80 -lavorano fuori del comprensorio; nell'industria su 2.300 addetti 600 lavo rano fuori del comprensorio, di cui 330 all'estero; nel le altre attività sui 1.550 addetti 230 ,lavorano fuori del oomprens,orio, di cui 50 ull'estero. Circa l'età media e l'invecchiamento i dati sono: addetti all'agric()ltura: età media 46,9 anni, indice d'in vecchiumento 167; addetti all'industria: età media 35,6, indice invecchiamento 29; addetti alle altre attività: età media 37,3, indice di invecchiamento 33. Per il settore agricolo il Piano assumendo le ipa dello studio sull'agricoltura cons~deta: una superfi cie agraria effettiva di 1.950 ha. di cui 670 ad esclu siva coltura frutticolta , 1.2·80 a prato; una orgunizza zione di tale superficie in 329 aziende, di ·cui 106 ad indirizzo zooteenico specializzato. Il numero di addetti relativo ammonta a 658, cui si devono aggiungere 99 addetti ulle infrastrutture e 224 addetti alle foreste. 55 Complessivamente la forzu lavoro impegnata nella agricoltura dovrebbe risultare di 981 unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut tura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fab bisogno di nuovi posti-lavoro, si ricava come, circa 1.050 unità lavorative.abhandoneranno, nel prossimo decennio, il settore agricolo o per pensionamento o per decesso na turale, riducendosi in tal modo gli addetti aH'agricoItura da 2.180 a circa 1.130. A questi dati uhimi, al fine di valutare la effetti va consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricam bi calcolati in 320 unità, i quali, per altro, hanno la funzione di stabilire l'indispensabile legame fra le va rie olassi di età. Complessivumente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale si dovrebbe avere all'incirca una forza lavoro di 1.450 unità nel settore agricolo, che risulta superiore di 470 unità circa, a queHa calcolata come sufficiente al l'azionale dimensionamento dell'agricoltura. Cons1derando l'incremento naturale, l'apporto del le nuove ·leve, il rientro degli emigranti, una maggior partecipazione della donna al lavoro, secQndo le ipotesi massime indicate dagli studi preparatori si prevede un fabhisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter ziario pari ull'incirca a 2.190 unità. Complessivamente quindi, fra la eccedenza agricola e la prevedibile maggior disponihilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste, si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrebhero essere apprestati aU' incirca 2.660 nuovi posti di lavoro. Considerata la particQlare posizione del comprenso rio si ritiene di interpretare il suo naturale processo di sviluppo prevedendo una assegnazione di addetti per circa 1.330 unità all'industria, e per circa 1.330 alle altre attività. Poichè tuttavia, almeno allo stato attuale non sem hra prevedihile la possibilità di un assorhimento totale nelle attività industriali delle unità assegnate all'indu stria si prevede che, .per almeno 500 addetti 'all'industria i PQsti di lavoro dovrebbero essere apprestati in altri comprensori, e per i rimunenti, 830 circa possono essere preventivati nei comuni della vallata. Tenendo quindi conto delle prohabili e prevedibili riconversioni di indu strie esistenti caleolate nella misura del lO sugli ud detti alle industrie manufatturiere al 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è prevista una ulteriore espansione delle stesse per 70 addetti circa. Il dimensionamento delle aree deve ancor tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti dall'.artigianato o deUa picoola industria alle nuove ini ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel lO % degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra sferimenti SQno stati stimati in numero di 80. Le zone industriali previste vengono pertanto di mensionate su un probahile fabbisogno di circa 980 addetti. 56 Su.pplemento mxlin:ario al B. U. 19 se;f;<temhre 1967 - N. 40 Il Piano prevede infatti una razionale localizzazione di industrie di tipo particolarmente adatto a questo com prensorio. Una parte di queste attività, come lo sfrutta mento delle acque minerali che esiste già a Peio, po trebbero estendersi a Rabhi; altre localizzazioni indu striali in via di formazione sono presso Malè e riguar dano l'industria meccanica, altre ancora potrebbero ap partenere con vantaggio all'industria manifatturiera, che troverehhe sul posto una mano d'opera smobilitata dal l'agricoltura e impiegabile, soprattutto se fcmminile. Tut tavia anche le piocole imprese fortemente specializzate potrebbero trovare una adatta sede per la fahbrioazione di prodotti mO'lto selezionati. Il considerevole numero di addetti previsto per Je attività terziarie trova la sua ragione nella notevQle di mensione degli interventi turistici che il Piano propone. Si è infatti in presenza di un territorio particolarmente adatto, per le sue condizioni geografiche, a uno sviluppo coordinato e di grandi dimensioni di tutti gli impianti relativi al turismo invernale attorno a tre poli fondamen tali, e cioè a sud-est Madonna di Camp1glio, a ovest il Passo del Tonale, a noro il Cevooale. Per la quota re lativamente modesta del fondovalle, il Piano propone di creare una serie di centri con attrezzature ricettive edi servizio sui pendii delle montagne, collegati sia da strade di nuovo tracciato, che da impianti di risaJita. Una delle previsioni di maggior interesse è costitui ta dal collegamento tra l'asta della Val di Sole, da Di maro a Ossana, fino a Campiglio, su due direzioni e cioè da Folgarlda a monte ,di Dimaro, fino a Pradalago e da Fazzon, sopra Pellizzano, fino a Campo Carlomagno. Un altro interessante collegamento è rappresentato dal siste· ma di impianti che j} Piano prevede tra la Val di Rabbi e la Val di Pejo, attraverso l'alpe di Cercen; a ,comple tamento di questo si propone lo sviluppo invernale delle Pozze di Termenago. Il Cevedale infine e il Tonale sono caratterizzati, oltre che dallo seii inverna,le, dalle grandi possibilità dello scii estivo. Una delle fondamentali attrezzature previste per l'organico sviluppo dei turismo è costituita dall'aeroporto, situato nella piana tra Malè e Dimaro, e dal gruppo di altiporti, al Tonale, al Cevooale e in altre idonee località. Queste varie attività e queHe turistiche, creano re lazioni lineari e in profondità fra i vari nuclei Ul"hani del comprensorio. A questo scopo il Piano predispone lo spostamento della statale a sud dei diversi centri urbani, onde evitare gli aUuali ·difficili attraversamenti e servire in modo logico i centri stessi nonchè le aree industriali sulle sponde del Noce. Per 1'011ganizzazione degli insediamenti, dei servizi sociali e delle ,infrastrutture che configurano i nuclei stessi, in rapporto alle affinità di gruppo e agli interessi preminenti che Ii uniscono, il Piano prevede la suddivi sione del territorio in tre unità insediative. Una con epi centro a Malè, una seconda con epicentro a Ossana, una terza ,che si estende da Dimaro a Mezzana. La prima che è la più grande raccoglie i comuni di Rabbi, Monclas sico, Croviana, Malè, Terzolas, CaMes e Cavizzana. Il nucleo di Caldes ha un grande uvello architet tonico neHa sua struttura edilizia, pressochè intatta, e il Piano ne prevede il restauro conservativo. Anche Ter zolas e le frazioni di Caldes, Samoclevo e S. Giacomo sono molto caratterizzate architettonicamente. Per il ri sanamento conservativo di questi paesi, come di altri sparsi in tutta la valle (Monclassico, Mostellina, Pelliz· zano, Cusiano, Peio) il Piano :prevede l'utilizzazione del· l'edilizia più significativa per ben determinate destina· zioni d'uso da proporzionare allo sviluppo di una for ma di turismo più nuova e colta, che si rivolge all'edi· lizia antica, per godere la genuinità dell'ambiente mon tano. In questa unità insediativa emerge il centro di Malè che raccoglie le attrezzature più significative di tutta la vallata, fil cui potenziamento e la cui qualifica zione è raccomandata alla cura del pianocomprenso riale. Adiacente a questo centro e sepal'ato da una zona di parco il Piano ha predisposto un insediamento indu striale di circa 5 ha., sulla sinistra del Noce, già ID fase avanzata di apprestaanento. La seconda unità insediativa comprende i comuni di Ossana e Pellizzano, Peio e Vermiglio. Vi è inserita una seconda area industriale di un certo rilievo, ubicata al tel1mine del tronco in progetto della ferrovia. A Ossana si concentrano i più importanti servizi sociali dell'unità, che può trovare nel castello l'ubi'cazione adatta per una particolare attivirà culturale: museo, biblioteca, ecc. E' prevista inoltre una scuola professionale molto quaiifi eata. A PeiQ si concentrano i servizi turistici proporzio nati alle effettive possibilità termali e agli sport inver nali; altre aUrezzature sono uhicate lungo la valle della Vermiglianafino al Tonale. Da Ossana stessa partono gli impianti di risalita previsti a completamento dell'attrezzatura di Campiglio. Una terza unità insediativa, al centro del compren sorio è costituita dai comuni di Mezzana, Commezzadu ra e Dimaro. Turisticamente dovrehbe fungere da base ad una parte del grande complesso di attrezzature estive ed invernali che il Piano prevede sui monti fra le valli di Peio, Rabbi e Sole. A partire da Ossana, che per la posizione naturale, ha notevoIiqualità paesistiche, tutta la valle fino a Caldes,con i suoi requisiti singolari di paesaggio è de stinata dal Piano aIla trasformazione in parco attrezzato, da estendere, principalmente sulla destra del Noce, le cui aree sono quasi completamente prive di urhaniz· zazioni. L'ospitalità alberghiera, le attrezzature commerciali, quelle sportive, connesse al p,arco, esigono, qui in modo particolare, dal piano 'comprensoriale un attento ~tudiQ SupplemenJ1:O ordi:narÌo al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 di integrazione in cui la zootecnia troverà ,la sua pres sochè completa finalizzazione al turismo. Al1'estremità ovest della valle, il passo Tonale, ove sta sviluppandosi un centro di attrazione turistica rivolto soprattutto alla Lombardia, con i nuovi impianti pre visti dal Piano, diventerà uno dei 'Poli della grande catena di attrezzature estivo-invernali del Trentino oc cidentale. C. 8. - Valli Giudicarie Questo ,comprensorio include la valle del baeino del fiume Chiese fino al suo sbocco nel lago di Idro e le valli del bacino del fiume Sarca ,fino alla forra del Limarò. Nel loro insieme sono chiamale . valli Giudicarie dal nome del Giudice o Vicario che le governava per conto del Principe. Vescovo di Trento. La vaUe del fiume Chiese detta delle Gudicarie in teriori, si sviluppa linearmente in direzione nord-est, sud-ovest e continua verso nord nella Val Rendena ba gna la dal Sarca. Il gruppo dell'Adamello-Presanella d~ un lato e il gruppo del Brenta dall'altro, delimitano questo solco vallivopressochè rettilineo, interrotto in corrispondenza di Tione, da un'ampia valle aperta verso est e solcata dal tronco mediana del Sarca. Questo fiume muta qui la sua direzione, volgendo ad est e raggiungendo la conca di Stenico, che attraversa, dividendo il Bleggio' e il Lomaso dal Banale, il ·cui complesso appartiene a quel territorio .che si chiama delle Giudicarie esteriori. Il comprensorio, testè descritto, delle Giudicarie in teriori ed esteriori e della val Rendena, ha un'estensione di ha. 115,266 con una popolazione residente di 33.669 abitanti, secondo l'ultimo censimento del 1961, (34.648 unità secondo il censimento del 1931). L'andamento della popolazione dimostra dunque un sensibile decremento nel ventennio 1931-1951, seguito da un lieve aumento nel decennio successivo, che tradotto in i 'Percentuale, esprime un tasso composto medio per 1.000 abitanti di 2,3 nel ventennio e di + 1,8 nel decennio più prossimo. Salvo Jievi oscillazioni, un decremento continuo SI verifica invece nella popolazione presente, che coglie la situazione demografica fino dal 1869. Il comprensorio presenta, altresì, un indice di con centrazione 'Piuttosto basso con leggera tendenza a salire dal 1869 al 1961 (0,37 contro 0,42). Nell'intervallo, perciò, è sensibilmente aumentato l'accentramento di popolazione nei comuni più grandi. Notiamo inoltre che, in relazione all'altitudine, nel ventennio 1931-1951 il saggio negativo di incremento è stato molto forte nei comuni di montagna, 4,7, meno elevato, ma sempre abbastanza sensibile, in quelli dicO'llina, - 0,3, forte mente positivo nei comuni di fondo vane: + 5,3 .. Nel decennio successivo (51-61) l'incremento è an cora negativo nei Comuni di collina: 0,1, diventa 57 positivo in quelli di montagna: + 3,6, si accresce molto, in senso positivo, nei comuni di fondo va1le: + 10,5. Questa analisi dimostra che i fenomeni di, incre mento della popolazione, in tutti i 30 anni considerati, sono in diminuzione e si limitano ai comuni di collina e di montagna, mentre nei comuni di fondo valle si è verificato un continuo e notevole aumento della popo lazione, con un incremento medio per tutto l'intervallo trentennale che ammonta a + 7,9. Una analisi del censimento per classi di attività economiche indica che la popolazione attiva nel decennio 1951-1961, ha subìto una certa sensibile flessione 'Pas sando dal 42 % al 38 %. La -percentuale di popolazione attiva dedita all'agrieoltura è passata dal 49 % al 28 % (in valore assoluto è scesa dai 6.780 addetti del 1951 ai 3590 del 1961). Nel settore industriale invece si è verifi·cato un buon aumento dal 31 % al 43 e in valore assoluto da 4.320 a 5.530 unità; un aumento analogo si verifica nelle altre attività che passano dal 20 % al 29 , e in valore assoluto da 2.740 a 3.670 unità. Merita ancora una certa attenzione la quantità di forze lavoro che svolge laproprila attività di settore fuori del comprensorio. Nel settore dell'agricoltura, sui 3.600 addetti, solo 170 lavorano fuori del comprensorio. Nel settore del l'industria su 5.500 addetti, 1.030 lavorano fuori del comprensorio, di cui 620 all'estero. Nel settore delle altre attività, dei 3700 addetti circa 670 lavorano fuori del comprensorio, di cui 240 all'estero. L'indice di invecchiamento ha un valore as sai elevato nei contadini, cioè 144 e corrisponde a una età media di 46,5 anni, mentre negli addetti all'iIndustria l'indice è assai favorevole, 'Cioè 27, e corrisponde ad una età medùa di 35,4 anni; lo stesso si può dire per gli addetti alle altre attività" che hanno un indice di in vecchiamentodi 33,corispondente ad un'età media di 36,6 anni. Si rileva da questi dati come il numero degli ad detti all'agricoltura sia aneora quasi uguale a quello delle attività terziarie, il che evidenzia il grado di sot tosviluppo di talune parti di questO' C()IDprenSO'rio. In base allo studio sull'agricoltura, ne1l'area in cui gravitano i comuni delle Giudicarie interiori la superficie agraria -effettiva si è calcolata di ha. 1.760. In essa si prevedono soltanto aziende zootecniche pure, con dimensione di ha. 17, per cui il numero totale delle aziende risulterebbe di 104 e quello degli ad detti direttamente all'agricoltura di 208; a questi vanno sommati gli addetti alle infrastrutture in numero di 31 e gli addetti alle foreste in numero di 198, per -cui il totale degli addetti all'agricoltura e fOreste è in questa area ·di 421 unità. Nell'area in cui gravitano i 'comuni. della val Ren dena si prevedono, come per le Giudicarie interiori, 58 Su.pplemento ordinano al B. TI. 19 settembre 1967 - N. 40 aziende zootecniche pure di 15 ha. Qui la superficie agraria effettiva è di ha. 1.890, per cui il numero delle aziende autosufficienti ammonterebbe a 126 e quindi quello degli addetti direttamente all'agrieoltura a 252, a cui vanno aggiunti gli addetti alle infrastrutture in numero di 38 e gli addetti alle foreste in numero di 198, per cui il totale degli addetti all'agricoltura e foreste in quest'area èdi 4,88 unità. Nelle Giudicarie esteriori e precisamente nei co muni di San Lorenzo in Bana'le, Dorsino, Stenico, Bleg gio Inferiore, Bleggio Superiore, Lomaso e Fiavè si prevedono, invece, aziende orientate sotto il duplice indirizzo della zootecnia e ,della produzione di patate. Circa le aziende zootecniche pataticole, se ne prevedono 90 di ha. 14 ciascuna, in una superficie destinabile al seminativo e al prato di ha. 1.260. Circa le aziende zootecniche specializzate se ne prevedono 101 di ha. 17 ciascuna, in una su.pcrficie agraria effettiva destinata a zoo tecnica di ha: 1.720; si hanno pertanto in totale 191 aziende autosufficienti con 382 addetti direttamen te alla agricoltura, 57 addetti alle infrastrutture e 122 addetti alle foreste" per cui risultano complessivamente in quest'area 561 addetti all'agricoltura e foreste. Som mando gli addetti all'agricoltura delle Giudicarie inte riori quelli dclla Val Rendena e quelli delle Giudicarie esteriori, si ha :che in totale il numero degli addetti all'agricoltura di tutto il comprensorio, dovrebbe essere di 1.470 unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla struttura oClCupazionale al 1975, nonchè dai calcooi sul fahbisognodei nuovi postiwlavoro, si ricava come, cÌrca 1.720 unità lavorative abbandoneranno nel pros simo decennio il settore agricolo o per pensionamento o per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli ad detti all'agricoltura da 3.590 a circa 1.870. A questi dati ultimi, al nne di valutare l'effettiva consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi calcolati in 540 unità i quali, per altro, hanno la funzio ne di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi di età. Complessivamente, dunque, al 1975, per evolu zione naturale si dovrebbero avere all'incirca 2.410 uni tà lavorative nel settore agricolo, cifra chc risulta su periore di 940 umtà, a que'llaoolcolata come suffioiente al razionale dimensionamento dell'agricoltura. Considerando l'incremento naturale, l'apporto del le nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior partecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fabbisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter ziario pari all'ineirca a 3.920 unità. Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola e la prevedibile disponibilità di mano d'opera per le clas si dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrebbero essere apprestati al'incirca 4.860 nuovi po sti di Javoro. Considerata la particolare posizione del compren sorio si ritiene di interpretare il suo naturale proces so di sviluppo prevedendo una assegnazione di addetti per circa 2.430 unità all'industria, e per circa 2.430 alle altre attività. Poichè tuttavia, almeno allo stato attuale non sem bra prevedibile la possibilità di un assorbimento tQtale nelle attività industriali delle unità assegnate all'indu stria si prevede che, 'per almeno 1.000 addetti al l'industria i posti di lavoro dovrebbero essere appre stati in altri comprensori, e per i rimanenti, circa 1.430 possano essere prèventivati come possibili nei comuni della vallata. Tenendo quindi conto delle probabili riconversioni di industrie esistenti, calcolate nella misura del lO % sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamènto delle aree industriali si è pre vista un'ulteriorè espansione delle stesse per 210 addetti cÌrca. Il dimensionamento delle aree deve ancora te ner presente un certo numero di trasferimenti di addetti dell'artigianato o della piccola industria alle nuove ini ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel lO degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra sferimenti sono stati stimati in .numero di 140. Le zone industriali previste vengono pertanto di mensionate su un probabile fabbisogno di circa 1.780 addetti. Tutto il territorio delle valli Giudicarie e Ren dena, ai fini urbanistici, deve considerarsi costituito da tre aree distinte per ·condizioni geografiche e insediative. La prima è la valle delle Giudicarie inferiori, con i suoi insediamenti situati lungo l'arteria di scorrimento verso la Lombardia. ,Essa presenta qualche attitudine ad una modesta espansione industriale e commerciale, men tre sono meno evidenti le sue possibilità turistiche, an ohe se il passaggio ha una configurazione assai grade vole, che il Piano cerca di valorizzare. La seconda è la val Rendena, caratterizzata dalle notevoli qualità del paesaggio, che la pongono fra le zone turistiche più rÌeercate del Trentino, anche per i suoi celebrati campi di neve. La terza è quella delle Giudicariè esteriori, con la loro ondulata configura zione di territorio più aperto ed elevato. Il Sarca di vide questo territorio in due parti, da un lato il Ba nale, dall'altro il Lomaso e il Bleggio, a loro volta divi si dal torrente Duina. Alla distribuzione tendenzialmente lineare degli in sediamenti nei territori delle Giudicarie interio'ri e Ren dena, si contrappone la tipica forma di insediamento nella varia configurazione collinosa del territorio, che oggi è in condizioni di sensibile depressione. Il mag gior incremento alla emorragia migratoria di tutto il comprensorio è dato infatti dagli insediamenti del Ba nale, Lomaso e Bleggio che hanno poche risorse interne di qualche valore se si eccettua l'incremento turistico dovuto alle terme di Comano, mentre le iniziative tu Supplemento ordinano al B. U. 19 settembre 1967 ristiche delle areepm altre sono ancora assai timide (eccettuato forse S. Lorenzo). Il Piano intende poten ziare queste iniziative, creando le condizioni più favorevoli perchè possa verificarsi una loro organica espansione insieme a un certo sviluppo commerciale. Nel quadro di queste finalità urbanistiche il Pia no prevede la formazione di un sistema org,anico di comunicazioni in rapporto aUe caratteristiche del ter reno, alle sue destinazioni d~uso, ,alla posizione ed alla natura degli insediamenti che ne fanno parte. Per quel che riguarda le Giudicarie interiori e la Rendena, il Piano prevede ,l'allargamento, il raddrizzamento nei tratti troppo tortuosi e la deviazione degli agglomerati urbani, sia della statale 237 che percorre il solco val livo da Ponte Caffaro a Tione, sia della S.S. 239 da Tione a Madonna di Campiglio. Quest'arteria diventa, dunque, una via di scor rimento veloce dalla quale il piano fa derivare, con raccordi attrezzati a terra, un sistema di trasversali per il servizio sia degli insediamenti vallivi, sia delle zo ne dove il piano stesso predispone il potenziamento del turismo invernale ed estivo. Per quel che riguarda le Giudicarie esteriori, il Piano prevede, oltre il miglio ramentodella dorsale esistente, una trasversale a que sta, che faccia da collegamento ai vari nuclei edilizi del Bleggio e una nuova strada che allacci il Bleggio Superiore, attraverso Fiavè, al Lomaso pro.venendo da Tio:ne. Da Fiavè la nuova strada si continua in quella esistente che attraverso il passo del Ballino raggiunge Riva, percorrendO' una via esistente e. potenziando lo calità altamente qualificate per le caratteristiche del paesaggio. Si tratta di un pereorso fondamentale per il turismo, di cui il piano si preoccupa di migliorare le attuali caratteristiche, con l'allargamento della sezione e con il raddrizzamento dove è possihile dei tratti di strada eccessivamente tortuosi. Infine è da menzionare la preVlsione di una strada turistica che congiungerebbe Pinzolo. CGn RagGli e ,Preo re attraverso Montagne sco'rrendo tangenzialmente al gruppo del Brenta. Si collega alla trama infrastrutturale sommariamen te descritta, l'organizzazione dei 'Vari nuclei edilizi in dieci unità insediative. Esse raggruppano un certo nume ro di centri comunali con le loro frazioni intorno a par ticolari strutture e attrezzature che reu'dono 'Più stahili e . continui i loro rapporti e che precisano il carattere d~lle strade di derivazione dalle fondamentali di cui si è detto, rendendo più fluidi i contatti fra le parti di ogni unità insediativa e fra le unità insediative stesse. Così definito il sistema della rete stradale e delle dieci unÌtà insediative, si creano i presupposti per l'organiz zazione unitaria del comprensorio, a cui dovranno con tribuire le unità stesse vicendevolmente preoccupandosi di compensare le attività carenti di ognuna di esse, con N. 40 59 attività complementari, per conseguire uno sviluppo equi libratoa vantaggio del loro insieme. Nelle Giudicarie interiori le unità insediative pre viste dal Piano sono cinque, caratterizzate dalla linearità dominante ,della loro configurazione e dalla presenza in ogni unità di un nucleo industriale proporzionato alla forza-lavoro destinata all'industria. La prima delle unità insediative delle Giudicarie interiori è quella formata dal gruppo degli insediamen ti dei comuni di Storo e Bondone che hanno il loro punto di convergenza a Storo. Qui si prevede una nuova zona direzionale, !p'1'otesa verso il centro della valle co me nucleo di confluenza di tutti gli insediamenti del l~unità in parola. Nella organizzazione di questo centro direzionale ha particolare interesse 1'arteria già esisten te che, opportunamente sistemata e allargata, lega il sopraddetto centro direzionale di Storo alla statale 237 e prosegue dalla parte opposta con una strada turistica che porta al monte Faserno. All'inizio di questa strada si predispongono atttrezzaturedi servizio destinate a funzioni d'ospitalità e di svago collegate sia ai centri di pianura che agli impianti sportivi previsti sul monte Faserno. A sud del centro urbano di Storo è ubicata una zona industriale di circa 21 ha. Una via che costeggia a monte quest'area industriale, legandola al centro urhano, dovrà essere secondo i criteri del Piano opportunamente migliorata e prolungata fino a raggiungere il lago di Idro nella zona di Baitoni. Da questa strada si diparte un nuovo ramo che raggiunge la statale 237 in corri spondenza della frazione di Darzo. Qui il Piano prevede lo spostamento più a valle del l'attuale tracciato della statale suddetta, affinchè re stino fuori dal traffico di scorrimento le due nazioni di Darzo e Lodrone, delle quali il Piano predispone l'uni ficazione e la valGrizzazione, attorno al magnifico palaz zo cinquecenteseo dei Lodron sito nella frazione di Pon te Caffaro. Secondo questo OTdinamento l'unità insediativa vie ne formata dai due nuclei fondamentali di Storo e del le due frazioni unificate al di là della statale 237 e da un nueleo 'Verso il lago costituito dall'insedfamento di Baitoni. Il centro direzionale, le attrezzature sco lastiehe e la zona industriale costituiscono le.. attrezzature uni.fì·catrici e integratrici di questa unità insediativa. Una seconda unità insediathra è torrmata dai c0 muni di Condino, Brione, ,Castello Condino e Cimego di cui Condino, secondo le previsioni del Piano avrehbe l'organizzazione strutturale preminente chc oomprende lo insediamento industriale (di circa 9 ha.) ed il centro direzionale. Data la particolare linearità dei centri sopradet ti, l'unità insediativa è costituita dall'insieme dei nu clei collegati fra. loro da alcune attività preminenti, che il Piano traduce nelle strutture di servizio sociale e di altre attività terziarie oltre che nell'insediamento indu striale. TI parco della Val Giulis e di Buoni Prati 60 Supplemento O'l"Ilin:ario al B. U. 19 set:tern.hl'e 1967 • N. 40 situato a monte dei comuni di Brione e di Castel Con dino, costituisce un particolare stimolo per le attività turistiche, se viene attrezzato secondo le prevÌffionÌ del Piano, in modo da potenziare tali attività e da incre mentare l'unità ,dei quattro comuni. 11 Piano prevede una rete di strade turistiche tra bosco e prato e una at trezzatura di servizio sociale a carattere prevalentemen te alberghiero sistemata linearmente tra bosco e prato in modo da, non alterare la singolare bellezza di questo pae saggio alpino. La terza unità insediativa è costituita dai comuni di Prezzo e Bersone e dalle varie na2'lioni di Pieve di Bono~ 11 Piano Provinciale 'progetta il rafforzamento del nucleo di fondovalle in corrispondenza della ,frazione di Creto e il miglioramento delle strade che congiungono i diversi nuclei tra loro. A Creto è prevista la zona di rezionale, mentre un'area industriale di 4,0 ha. è si tùata a monte della stessa frazione di Creto. 11 Piano, per Porganizzazione di questa unità inse diativa, richiede la formazione di adeguati servizi socia li e l'attrezzatura a pal'co turistico dei prati e dei bo schi che costituiscono il fascino di questo fondovalle. La quarta unità insediativa è costituita dai comuni di Daone e Praso ,sulla montagna, e da Lardaro Ron cone, Bondo e Breguzzo sul fondovalle. Si tratta di una unità ~nsediativaehe è lineare sul fondovalle, dove si susseguono i più importati nuclei urhani, i servizi so ciali e le aree industriali, e ha due appendici in pro fondità sulle zone collinari costituite da Praso e Daone, attrezzate a par,co turistico. TI Piano prevede lo spostamento della statale 237, che collegagli insediamenti di fondovalle, a monte di Breguzzo ,,~ a valle di Bondo. Vunità è dotata di 2 pic cole aree industriali per complessivi 5,50 ha. La quinta ed ultima unità insediativa delle Giudi carie inferiori è quella formata dai' comuni di Tione, Zuclo, Bolbeno e dai comuni di Montagne, P'reore, Ra goli già delle, ,Giu,dicaTie esteriori. Questo insieme ècoor dinato da tre strade fondamentali: la, statale 239 e la ronJPia di strade di, fondovalle ai due lati del Sarca. Il Piano prevede il miglioramento dellc caratteristiehe di questo gruppo di strade e la loro deviazione dai centri urbani ed ha in programma l'enucleamento dei serviz; sociali inrelazi6né agli ihsediamenti attuali ed al loro sviluppo. Tione dovrà essere l'epicentro di questo po tellziamento di servizi sia con la formazione di una ~nHolJl superiore, sia COli la creazione di una fascia di attrezzature commerciali tangente 'àl percorso della sta ta~e 239 e quindi sulla con-fluenza dei tllaf.fid provenienti dalle tre valli che qui si riuniscono, confluenza poten ziata dalla nuova strada che con'giunge Tione al Bleggio Superiore. AU'attività di questa unità insediativa parte cipanoaltresì ,due nuclei di Zuclo e Bolheno da un lato e di Preore, ,Ragoli, Montagne dall'altro. Questa parteci pazione consiste nel formare opportune strutture e in frastrutture di carattere residenziale turistico. L'organizzazione lineare delle due unità insediative della val Rendena in prevalenza di carattere turistico, è prevista dal Piano tenendo per femna una severa azione tutelatrice del paesaggio, che dia carattere e qualità di· stinta alle strutture di valonzzazione turisti,ca di questo luogo sia in tutta la fascia pianeggiante e di mezza, col lina percorsa dal Sarca e disseminata da insediamenti e sia nelle valli trasversali di Genova edi Pelugo oltre che nelle nuove espansioni turistiche intorno' all'area di Madonna di Campiglio. La prima delle due unità insediative è composta dai 'comuni di Caderzone, Strembo, Bocenago, Spiazzo, Pelugo, Vigo Rendena, Darè e Villa Rendena. Incorri spondenza degli aggregati urhani di questi comuni il Pia no prevede lo spostamento deUa statale che si trasforma in un'asta di scorrimento esterno ai nuclei edillii, tan genzialmente alla quale saranno disposte le strutture di servizio più specializzate in relazione alle attività ,tu ristiche. Lungo la fascia pianeggiante di questa unità lineare si sono predisposte altresÌ alcune aree destinate all'indu stria, dell'estensione complessiva di una decina di ettari. Di questa unità insediativa ,fa parte inoltre la valle di Pelugo, singolare per la bellezza del paesaggio di boschi e prati, che il Piano ha designato ,per la valorizzazione a parco attrezzato. L'altra unità 'Ìnsedia,tiva è composta dai comuni di Carisolo, Massimeno, Giustino e Pinzolo per i quali il Piano ha previsto uncarafteristico nucleo di servizi e lo spostamento della statale verso l'ansa del Sarca. Ciò tpeT evitare la zona più congestionata di Pinzolo e far scorrere la strada in un'area sufficientemente li bera, alla quale verrebbero .collegate tutte le attività direzionali edi sel'Vizio che caratterizzano questo nu cleo turistico cosÌ importante. Nella. stessa unità gli aggregati di Carisolo, Giustino e Massimeno sono dal Piano potenziati con opportuni insediamenti di carattere turistico e con la creazione di una viabilità più scorre vole e interessante dell'attuale che li lega all'aggrega to di Pinzolo e che tiene soprattutto conto del proposto parco uaturale della val ,di Genova e conseguentemente della strada che vi penetra da Carisolo. Per la singolarità della fauna, della flora e per la grandiosità !Caratteristica del paesag/!Ìo, il Piano ha pre disposto la valorizzazione turistica della val di Genova, vista nel suo insieme, come parco naturale, vietando quindi che vi si provochino trasformazioni oltre quelle richieste dalla sua destinazione. TI parco naturale della val di Genova si collega a nord con il parco di Tovel e del Brenta, unificando in tal modo un complesso naturale ,di eccezionale valore. Appendice di Pinzolo è la famosa area turistica di Madonna di Campiglio, carica dÌ costruzioni spesso di Supplemento ordi.nar.io al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 sorganiche sorte a caso mtorno ad un nucleo centrale che è oggi troppo piccolo in rapporto alle attuali esigen ze turistiche della zona. Qui il Piano prevede la riorganizzazione della strut tura esistente fra la zona del Brenta ed il 'centro primi tivo, la specializzazione dei diversi servizi e l'estensione delle aree turistiehea mezza costa, dove il bosco si fa più rado. Il Piano predispone altresÌ nuovi nuclei di residenza turistica nella località detta il Panorama, nella zona di Nam:hmo di Campo Carlomagno e di S. Anto nio di Mavignola, dove questa espansione avrebbe il compito di legare più intimamente , con servizi ade guati, Pinzolo e la val Rendena all'area turistica di Ma donna di Campiglio. Il Piano ha previsto altresÌ la crea ziòne di nuove piste e l'organizzazione di una catena di impianti per collegare Campiglio e Campo Carlomagno ~ alle appendici laterali della val di Sole, da Dimaro a Ossana. Il territorio delle Giudicarie esteriori è diviso in tre unità insediative ,che avrebbero un loro punto na turale di convergenza a Ponte Arche, se la ristrettezza dello spazio e i forti dislivelli del ·terreno non impedis sero qui di trovare condizioni di efficace confluenza. Queste sono il Bleggio, il Banale e il Lomaso. Per tanto la organizzazione m unità msediative di questa parte del comprensorio delle Giudicane si identifica con l'area di questi tre, nuclei. La prima di esse è Lomaso che presenta la maggior vivacità di interessi a cui il Piano conferisce nuovi in centivi con ·la creazione di una strada fra Campo, Go denzo e Poia. Essa rende mfatti più fluidi ed intensi i rapporti fra i vari piccoli aggregati di Comano, Poia, Godenzo, Campo, Vigo e Dasmdo, e con l'importante centro di Fiavè. In corrispondenza di tale strada il Piano prevede la formazione di un nucleo commercia'le, che dovrebbe ave re la funzione di integrare i vari piccoli aggregati ur bani fra loro edi creare un punto di confluenza di m teressi per il Bleggio. Qui il Piano prevede la formazione della seconda unità insediativa con epicentro in Cavrasto, potenziata dalla strada prevista di collegamento fra Tione e il Bleggio Superiore; essa si collega alla statale del Bal lino mettendo in contatto diretto il Bleggio col Lomaso. Nella parte più alta di questa unità vi è la possibilità di un certo sviluppo turistico familiare, non escluso quello mvernale, al passo del Duron, ove è previsto un parco attrezzato. Il Piano ha localizzato a Cares una area industriale di circa 7,0 ha. cui si devono aggiun gere 5,50 .ha. presso Ponte Arche_ Entrambe quest'aree sono baricentriche rispetto al complesso delle 3 unità insediative delle Giudicarie esteriori. La terza unità insediativa è costituita dal Banale con i suoi numerosi 'piccoli insediamenti che hanno l'epicentro nei due oomuni di Stenico e S. Lorenzo sui qUa'liil Piano fa convergere le più importanti aHrez zature di servizio soCiale e collettivo. della unità. Il mi gliorato collegamento 'con Tione, attraverso la nuova arteria, conferirà stimoli a questa unità insediativa di cui Stenico con la struttura medioevale può costituire un punto di convergenza per gli interessi di un turismo col· to. Il Piano prevede, pertanto, il risanamento ooolato di questo centro storico e ne rimanda i problemi di ca· rattere tecnico e funzionale alJa formazione del piano comprensoriale, mentre indiea lo schema di una rete di comunicazioni secondarie destinate a migliorare le rela zioni fra i vari aggregati urbani di questa unità inse diativa. Essa ha l'altro polo in S. Lorenzo in Banale e trova le sue maggiori componenti per l'integrazione col resto dell'unità msediativa, nell'incremento dato alla at· tuale attività turistica con il miglioramento dei servizi sociali e collettivi di tutta l'area turistica, con la tra sformazione a parco attrezzato di zone boschive di sin golare interesse paesistico, con la creazione del nuovo stabilimento termale che dovrebbe, secondo le previsioni del Piano, trovare adeguati collegamenti con i nuclei di maggiore mteresse turistico. Questa nuova stazione termale è predisposta in una. zona ,destinata a parco, che avrà dalla parte opposta, sim· metricamente 'rispetto a Ponte Arche, un altro parco attorno a Castel Campo. C 9 - Valle del Sarca Questo comprensorio prende il nome della valle del Sarca singolare per il suo clima mite e :i!l suo variatis· simo paesaggio, che alterna al carattere mediterraneo degli uliveti del Monte Brione, quello prettamente .aI· pino della valle di Concei. Fanno parte delcompreriso:i:io la sponda nord del lago di Garda con Riv'a e Torbole, Arco e Tenno, l'imbocco della valle del Sarca' con Dro e Drena e la valle di Ledro con il suo incantevole paesag~ gio alpino, lunga una ventina di chilometri e larga circa quattro, limitata a nord dal grilppodel Cadria e a sud dal Monte Coblone. Fra i comuni del comprensorio emergono Arco eRi· va che sono i maggiori e creano con NagoeTorbole' una area metropolitana di 21.130 abitanti, i due terzi' di tutta la popolazione del comprensorio. Gli altri coinmu che più o meno sono tributari di questi, s1' alliheano lungo la valle di Ledro a occidente eanord-estlungo la valle del Sarea. Si tratta generalmente di comuni nìol to più piccoli, in eui l'attività prevalente è un'agricola piuttosto povera e perciò la popolazione in gran numero è impegnata nelleattivìtà extra comunalioffede soprat. tùtto da ,Riva, Arco e Trento. ' Secondo l'ultimo censimento del 1961, la ':Popola. zione residente nel comprensorio contava 33.040 unità con un aumentoglohale durante l'interva:llo 31-61 di 2.890 unità, che si è manifestato con un crescendo nèi' valori numerici messi abbastanza bene in luce dal tasso 62 Suppleme:n>to ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 medio annuo per 1.000 abitanti, il quale nell'intervallo 1931.1951 è pari a + 2,1 e nell'intervallo 1951·1961 a + 4,8. Esaminando più analiticamente alcuni altri dati, si nota che l'indice diconcentrazionc non è eccessivllJlllentc elevato e ha avuto un debole accrescimento dal 1869 ad oggi: da 0,45 a 0,48. Anche in questo comprensorio la altimetria "Contribuisce a differenziare l'incremcnto: nel l'intervallo 1951:61 i comuni di pianura presentano un saggio positivo di grado piuttosto elevato ClOe + 5,5 mentre in quelli di collina era pari a + 0,3. Mettendo in . relazione quanto sop.ra, si nota che l'incremento continuo di popolazione corrisponde a una concentrazione piuttosto debole; il che dimostra la pro pensione degli insediamenti a mantenersi in reciproc~ equilibrio senza grosse differenze di accentramento di popolazione; nei comuni collinari il tasso negativo evi denzia invece uno spopolamento che è tuttavia da attri buire .più alle emigrazioni verso altre terre fuori del comprensorio, che all'afflusso in altri centri del com prensorio s'tesso. Un'analisi del censimento demografiçoche mostra i raggruppamenti per attività economiche, indica che la popolazione attiva è scesa da'l 40 al .39 %, nell'interVillllo 1951-1961. Esaminando i diversi settori si osserva che . lura t" neIl' agrJ:Co c e stato un notevol e 0010 della 'popo lazione attiva, passata dal 30% al 17%, e in valore as soluto da 3.700 a 2.100 addeti. Nel settore dell'industria si è avuto un :lieve accrescimento delle forze impiegate dal 36 % al 41 % con un aumento in valore assoluto di circa 700 unità. Nelle altre attività l'.incremento è stato notevole cioè dal 34 % al 42 % con un aumento in va lore asoluto di 1.210 unità. Si può dedurre da questi dati che il forte incremento nelle attività terziarie è dovuto ]?rincipalmente alla grossa componente turistica di Riva e di Torbole e suhordinatamente all'influenza di .Arco, e che le forze contadine uscite dalla agricoltura sono andate ad ingrossare soprattutto la massa dei ter ziari. Merita ancora una certa attenzione il modo di distri buzione delle forze lavoro fuori del comprensorio. Sui 5.250 addetti alle attività industriali, .circa 60 lavorano in altri comprensori della provincìa, 120 in altre provino cie italiane e 420 all'estero. Dei 5.460 addetti censiti nel settore delle altre attività, 120 lavorano in altro com prensorio della provincia, 210 in altre provincie italia ne e 160 circa all'estero. Dei 3.100 addetti censiti nel nel settore agricolo, solo una cinquantina lavorano fuori del comprensorio. Negli addetti all'agricoltura è molto elevato l'indice di invecch.iamento (156), relativo a una età. media di 47 ;8a'llIlii; ne'gli addetti alI'industria esso è .assai più favorevole (cioè 29) relativo a un'età media di 35,2 anni; nelle altre attività risulta pari a 32 e cor risponde a un'età media di 36,1 anni. In base alle ipotesi dello studio sull'agricoltura, il Piano prevede la riduzione della supel"ficie agraria effet tiva a 4.160 ha. di cui 2.700 a indirizzo polivalente (zona di Arco e Riva), 1,460 a indirizzo zootecnico (nel la valle di Ledro); la sua organizzazione in aziende ri spettivamente ad indirizzo polivalente (540); zoot'ecnico ,specializzato (78); per un totale di 618 aziende. Il nu mero di addetti alle infrastrutture è in complesso di 185 unità; 208 sono @li addetti ai boschi (di cui 112 nella val di Ledro e 96 nella piana da Dro a Riva). Ne risulta una forza lavoro agricola di 1.629 unità. Ciò comporta una riduzione degli attuali 2.120 ad detti di 490 unità. Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut tura occupazionale al 1975, nonchè dei calcoli sul fabbi· sagno dei nuovi posti lavoro, si rica·va che circa 1.060 unità lavorative abbandoneranno, nel prossimo decennio, il settore agricolo o per pensionamento o per decesso natu· rale, riducendosi in tal modo gli addetti all'agricoltura .da 2.120 a circa 1.060. A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi calco lati in 310 unità i quali, per altro, hanno la funzione di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi ,di eta. Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione naturale si dovrebbero avere all'incirca 1.370 unità lavo rative nel settore agricolo, ·cifra che risulta inferiore di 260 unità circa a quella calcolata sufficiente al razionale dimensionamento deHa agricoltura. Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigrati, una maggiore parte .eipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massi me indicate dagli studi preparatori si prevede un fabbi- sogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario pari aLl'incirca a 3.140 unità. Complessivamente quindi ,fra la eccedenza agricola è la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrebbero essere apprestati all'incirca 2.880 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolare posizione del comprensorio si ritiene di interpretare il suo naturale processo di svi luppo prevedendo una assegnazione di addetti per circa 1.440 unità all'industria, e per circa 1.440 alle altre attività. Tenendo altresÌ conto delle prohabili riconversioni di industrie esistenti calcolate nella misura del 30 % sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamento dellearree industriali si è prevista una ulteriore espansionedeUe stesse per 730 addetti circa. Il dimensionamento delle aree deve ancora tener pre sente un certo numero di trasferimenti di addetti dell'ar .tigianato () della piccola industria alle nuove iniziative industriali, stimato per questo eomprenSorio nel 20 % Supplemento ol'dinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 degli addetti previsti. In valori assoluti questi trasferi menti sono stati stimati in numero di 290. Le zone industriali previste vengono pertanto dimen sionate su un probabÌ!le fabbisogno di circa 2.460 addetti. Le aree previste dal Piano, circa 100 ba., sono suf ficienti a tale assorbimento, l'eventuale rinnovo di im pianti superati, nonchè l'assorbimento di una parte dei 600 addetti residenti che lavorano fuori del comprenso rio. In particolare dalla Val di ,Ledro alla piana di Arco e ,Riva vi sarà qualche spostamento di popolazione onde evitare ecces~ivi moti peudolari. In rapporto alla configurazione di questo compren sorio appaiono chiare le caratteristiche di due aree co stituenti unità ill'sediative organiehe, definite da una cer ta struttura che il Piano predispone per integrare le rela zioni interne ad ognuna di esse o ·collegarle a quellc più generali di tutto il comprensorio. L'unità insediativa più ;importante è costituita dai due centri maggiori di Arco e Riva e da quelli minori di Nago> Torbole, Tenno, Dro e Drena. Essa includc un'area metropolitana di circa 24.000 abitanti che ha il suo fulcro in Arco e Riva, il cui com plesso costituisce una forma urbana unitaria ave secondo i programmi del Piano,dovranno confluire le principali attività del comprensorio. La seconda unità insediativa si estende a sud-ovest della prima; essa è costituita da 6 comuni della Valle di ,Ledro che il Piano ,pre·vede eollegati da una organiz zazione del territorio a parco attrezzato. La prima unità insediativa ha una sua forma urbana polarizzata sui due centri fondamentali di Arco e Riva. che si fronteggiano separati da una vasta .pianura. Il Pia no prevede di specializzare questa zona interposta ai due centri come mezw per la loro integrazione; ha disposto pertanto che sia definita in modo preciso dal piano com prensoriale la configurazione edilizia delle aree industriali situate dalle bande opposte di questa pianura; ha predi sposto altresì, in posizione baricentrica alla pianura stessa una struttura raccogliente ed integratrice formata da un centro ospedaliero comune ad Areo e a Riva, dal campo sportivo con tutta una serie di attrezzature dimensionate alle esigenze turistiche di qu~te due località e ad esse comuni, e da altri servizi di carattere sociale. Nei programmi del ,Piano, ·contribuisce a questa int'e grazione la maglia stradale, il cui schema è costituito da due arterie al<l'incirca ortogonali: l'una con andamento est-ovest; l'altra con andamento nord-sud. La prima solea la pianura circa a metà della distanza fra Arco e Riva ed è progettata come nuova autostrada che promulga la Gardesana occidentale verso oriente fino all'autostrada del Brennero, in prossimità di MorL La nuova autostrada tra Mori e Riva diventa in tal modo un efficace raccordo tra il Garda c la direttrice del Brennero per tutte le provenienze dal nord; il suo trac ciato è stato studiato in modo da facilitare al massimo 63 gli innesti con le principali strade del comprensorio sia nel fondovalle, che sul colle di Nago. Il sistema a bar riera che si tende a introdurre in .questa arteria, preve dendo un solo sbarramento a Mori, faciliterà grandemen te anche le .comunicazioni locali. Questa altresì, nell'attraversare la pianura di cui si è detto, fa da asta raccoglitrice per le due wne industriali situate dalle bande opposte della pianura stessa. La seconda arteria orientata in senso nord- sud è la statale esistente che collega Arco e Riva, il cui tra,cciato si prevede spostato verso est, sia nel suo tronco iniziale iperchè non attraversi il centro di Areo, sia nel suo ulti ,mo tronco verso Riva, per penetrare in questo centro ur .bano in una zona al di fuori del centro storico, evitando cosÌ che tutto il flusso del traffico di arrivo o di transito intasi questa parte cosÌ ,delicata della città. Questa strada attraversando la pianura fa da raccoglitrice a una serie di attrezzature per i due centri, da predisporre col piano comprensoriale. Fra queste, il Piano Proviineiale indica .come preminenti il campo sportivo e l'ospedale già indi cati, eon alle spalle un areroporto di carattere turistico. Questa stessa strada, deviata, si intesta nel nuovo centro direzionale di Riva, predisposto per decongestio nare il centro anti,co e per sÌtuarvi una serie di attrez zature di servizio sociale particolarmente adatte al turi smo di questa wna. Esse dovrebbero consistere essenzial mente in una serie di negozi di particolare livello, in un complesso culturale destinato anche alle attività musi ,cali (che hanno in Riva un tradizionale fuoco d'interesse jJer tutta la zona dell'alto Garda e del basso Sarca), e ehe dovrebbe comprendere un auditorium per congressi e spet tacoli ed una scuola articolata, secondo le speciaUzzazioni già embrionalmente esistenti e tutte le altre, che contempla un liceo musicale, in tipi di edifici per soggiorno stagio nale di carattere particolare che rappresentino qual .che cosa ·di intermedio fra l'appartamento e l'albergo. L'attuale centro dovrebbe invece essere sottoposto ad un rigoroso restauro conservativo e di l'i utilizzazione siste matica, trasfo1IDlando in wna pedonale il recinto del nu deo che ha maggiore interesse, e predisponendo oppor ,tuni parehe~gi intorno al suo perimetro. Dopo ponderata riflessione, nei programmi del Piano non si è inclusa la formazione di un porto canale alla foce del Sarca, dove potrebbe eventaumente essere ubicato. Infatti, gli srudi ed i progetti riguardanti l'intero ·assetto della navigazione dell'Italia Settentrionale, per ;quanto molto avanzati, non sembrano ancora giunti ad un punto di maturazÌone tale da imporre decisioni im mediate. In questa situazione, appare evidente che il Piano ,Urbanistico Provinciale, sulla base dei dati disponibili, lasciando aperte e garantendo le varie possibilità per il Ifuturo, rimette ad un tempo successivo, la decisione in ordine a questo problema. 64 Supplemento mmnario. al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 In tal modo., eventuali modifiche all'àssetto. esistente cQmpo.rìeranno. variazio.ni al Piano. Urbanistico. Pro.vin ciale, per le zo.ne e gli aspetti e' co.n le co.nseguenze che più maturati pro.getti do.vranno. indieare. Anche il nucleo. antico. di Arco. do.vrà essere partico. larmente valo.rizzato. e risanato.. ,Pertanto. dovranno. essere gradualmente sPo.stati in una· zona co.nveniente da indi viduare co.n Piano. co.mprenso.riale i sanato.ri e gli edifici .del1o. stesso. genere chc do.vranno. essere utilizzati per una [unzio.ne di soggio.rno. stagio.nale più adeguato. alla loro bellissima po.sizio.ne nei parchi. Questi potrebbero infatti co.stituire, co.n cambiamento di destinazione d'uso degli edifici, un sistema che determinerà il tessutoeonnet1Ìvo. per gli sviluppi edilizi previsti, tutti contenuti nel verde .della campagna; mentre il caratteristico. padiglio.ne deU'ex ;Casinò Imperiale Po.trebbe essere destinato. a manifesta l'!;io.ni e a convegni culturali non tro.ppo. numero.si, che ;richiedo.no. maggio.re quiete, e Po.trebbe quindi integrare l'o.rganizzazione di Riva. Questo. edificio. trova infatti una situazio.ne urbanistica ideale per manifestazioni di alto. li vello, ehe in quesa bellissima zo.na, no.n troppo. esposta al traffico., avrebbero. un grande successo se arricchite da partico.lari attrezzature, per esempio., da una biblio.teca !Specializzata che po.trebbe farne il centro. d'attr,azione. Uno sguardo. d'insieme alla or.ganizzazione urbana dei due centri pone anzitutto in rilievo. la funzione inte gratrice della .grande anulare ehe attraverso Vignola po.rta ,ad Arco., scorre tangenzialmente al centro sto.rico di que ,sta città, co.rregge l'attuale taglio diagonale della sua gran ,de piazza, continua verso Varignano., su percorsi esistenti passa alle spaUedel ,eentro sto.rico. di Riva, prosegue sul J'attuale strada che costeggia il lago. verso. To.rbo.le, attra versa questo centro., per raggiungere ~ago. servendo tutte le zo.ne residenziali. A ovest del1.a precedente, l'unità insediativa della Valle di Ledro. è lineare ed ha due punti di preminente co.nvergenza di interessi uno nel lago. e l'altro. nella valle di Concei. Lo sviluppo residenziale stagio.nale attorno. al lago. deve essere contenuto perehè le notevo.li spinte attuali minacciano di travolgere l'ambiente invece di. valo.rizzarlo. Per o.ttenerequesto sCo.po., senza attenuare le capa pità ricettiva della zone, il Piano. ha previsto. la uhicazio.ne di nUo.'Vi insediamenti nella valle di Pur, che senza im pegnare le rive del lago si po.ssono. estendere in profon dità in un ambiente assai singolare per le sue attrattive Illaturali. In questa unità residenziale il Piano. prevede la fo.r mazio.ne di un nuo.vo co.mplesso sCo.lastico medio tra Bez zecca e Pieve di Ledro., baricentrico rispetto .a tutti i paesi. Il Piano predispo.ne altresÌ nella stessa zona un centro. co.mmerciale che do.vrebbe servire ad articolare le stesse funzioni dei centri di tutta ,l'unità e che troverebbe una ;corrispondenza interessante nella valle di Concei ove si è pensato ad una 'Valorizzazio.ne a parco di tutta la parte 'pianeggiante e mo.lto. bella di questo. ambiente, ai cui mar gini si so.no localizzati alcuni insediamenti di carattere ,stagionale. Partico.lare importanza assume, per lo. sviluppo tu ristico. dell'intera val di ,Ledro., la costruzione di impianti 'per lo sport invernale e di attrezzature ricettive al Passo. . del Tremalzo. Conseguentemente il Piano. prevede il po.· I/:enziamento della st11adadel Passo, per rendere agevo.li i ·co.llegamenti tra il fo.ndo.valle e la montagna, l'ubicazio.ne di alcune zone residenziali e degli impianti fondamentali. L'intero. comprenso.rio. viene integrato. co.n la compe :netrazione dei flussi turistici che circolano nelle due unità :insediative, e che mctto.no. a co.ntatto. le diverse qualità 'naturali e i servizi so.ciali di queste. Co.ntribuisce a que !ste integrazioni la strada che viene dal Ballino. e che at tra'Versa il territo.rio. di Tenno. po.sto. in posizio.ne panora mica molto aperta e caratterizzata. In esso. il Piano. predispo.ne il restauro. conservativo dell'edilizia tradizionale che qui è in co.ndizioni pessime e che, risanata, po.trebbe destinarsi ad usi di carattere re sidenziale turistico. o di servizio co.llettivo. e sociale. Sarà ,tuttavia necessario complementarizzar,la co.n un dosato. in tervento. di nuo.va edilizia di picCo.lo vo.lume raggruppata nelle zo.ne del terreno. a parco.. C. IO - Vallagarina In co.ntinuità con il co.mprensorio dell'Alta Valle del l'Adige il comprenso.rio.della Vallagarina include 18 Co. muni. Do.dici di essi si estendono. nella pianura lungo. il solcO' dell'Adige o. nelle immediate sUe adiacenze: Bese nello., Calliano, Vo.lano., Ro.vereto., ~omi, Po.marO'lo, Villa !..'1garina, ~O'garedo., Isera, Mo.ri, Ala, Avio.. Cinque si adagiano. in zone co.llinari: Brento.nico., Pan :none sulla destra dell'Adige, Terragnolo, Trambileno, Val :larsa sulla sinistra. Folgaria, l'unico. comune di monta gna, si trova su un altipiano. alla sinistra dell'Adige. Seco.ndo. l'ultimo. censimento, nel 1961 la popo.lazio. ne residente del comprensorio contava 69.160 unità cir ca, ed era cresciut.a in valore assoluto dal 1931 di 3.780 unità circa, con un tasso. medio. di aumento. annuo. del· PI,8 per mille,alquanto. inferiore, perciò, alla media pro vinciale che era di 2,3 per mille. Invece la popolazio.ne aveva avuto, nell'intervallo. 1951.1961,· un incremento. :medio. del 2,5 per mille, cioè leggermente superio.re a :quello. di tutta al provincia. Considerando. più aftentamene queste variazioni, ID :rapporto. alla ubicazio.ne dei di,versi comuni, si riscontra che nell'intervallo. tra il 1951 ed U 1961 l'in:cremento. ha manifestatO' un tasso. pari a + 5,4 per mille per i comuni di pianura, - 8,8 per mille per i co.muni di collina e 5,5 per mille per quelli di montagna; la relativa de bo.lezzadeH'incremento totale dipende, dunque, dal peso. no.tevo.le degli incrementi negativi della popolazio.ne dei :comuni collinafÌ e di mo.ntagna. =================== Supplemento ort.linarioal B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Un'analisi dei censimenti demogra,fiei secondo i l'ago gruppamenti per attività economica, rivela che la popo lazione attiva nel decennio 1951-1961 è passata dal 40 al 39 %: in questo stesso periodo la percentuale degli ad detti all'agricoltura è scesa dal 31 al 20 % riduoondosi da 8.500 a 5.200 unità. L'industria manifesta invece, nel decennio, un notevole incremento: gli addetti aH'in dustria passano infattti dal 45 al 49 % di tutta la popo lazione attiva, con un aumento in fo-rza-Iavoro di 1.150 addetti. Nelle altre attività l'incermento porta gli addetti dal 24% al 31 % con 1.900 unità in più. La dimensione della popolazione attiva nel suo com plesso è alterata ,dalla sola variazione abnorme delLa po polazione agricola, il cui effetto è tutta'via in gran parte compensato dall'incremento delle altre attività. Merita una certa attenzione il modo secondo cui si distribuiscono le forze di lavoro fuori del comprensorio. Su 13.200 addetti all'industria circa 1.630 lavorano fuori del comprensorio; una cinquantina nella provincia stessa, quasi 300 nelle altre provincie itaJiane, mentre 1.280 lavorano all'estero. Per quel che riguarda le altre attività, delle 8.300 unità che necosituiscono il complesso, circa 630 lavorano fuori del comprensorio e di questi 80 nella provincia, cir ca 320 nelle rimanenti provincie italiane e 230 all'estero. Il numero degli addetti alle attività non industriali che si recano all'estero, è dunque assai meno rilevante di quello degli addetti all'industria. Gli addetti all'agricoltura rimangono aH'iilterno del comprensorio, e solo un centiniao su 5.200 emigrano tem poraneamenteper ragioni di lavoro. Pertanto la situazio ne di crisi dell'agricoltura si risolve per ora all'interno del comprensorio stesso, con il trapasso ad altre attività, as sorbito tuttavia più nelle attività terziarie che in quelle industriali. Un altro elemento negativo è l'invecchia mento che 'per gli addetti all'agricotura raggiunge l'indi ce di 163, corrispondente a una età di 47,0 anni, mentre per gli addetti all'industria l'età media è di 35,4 anni e per gli addetti alle altre attività è di 36,8 con indic[ di invecchiamento di 28 e 32, rispettivamente. Questi dati, mentre da un lato rivelano un segno ab bastanza notevole di ripresa nell'impiego della forlro-Iavoro in tutti i campi delle attività non agricole, mostrano come l'agricoltura si trovi invece in una situazione g'rave, non tanto per la diserzione della forza-lavoro quanto per .il notevole invecchiamento di questa forza, fenomeno che minaccia dalla base tutto l'attività agricola. Assumendo le indicazioni dello studio sull'agricoltura si sono distinte nel comprensorio 8 zone fondamentali con aziende specializzate. La prima zona è caratterizzata da una coltivazionc esclusiva a viticolutura e comprende i comuni di Avio, Ala, ,Mori, Nogaredo, Pomarolo, Nomi,. Besenello,Cal liano. Si prevedono aziende vitieole specializzate con una produzione viticola media dic.irca 150 quintali per et ==================== 65 tarQ. In hase a questo datoc.e all'estensione della superficie agraria e3tensiva di ettari 3.870, si prevedono 553 azien de autosufficienti a indirizzo viticolo con 2 unità attive per .azienda, che corrisponde a un totale di addetti per tutte le aziende di 1.106; 11 queste unità vanno aggiunti gli addel'ti necessari alle infrastrutture in numerO di 166, ed ai boschi in numero di 171. Pertanto il totale degli ad detti alle aziende di questa zona vitieola ascende a 1.443 mentre per ogni azienda autosufficiente si può calcolare in media che la sua estensione sia di ettari 7. La seconda zona. agricola è costituita da aziende frut ticole e viticole specializzate. Tale zona comprende il solo comune di Volano. Ritenendo che la media della coltura frutticola vari intorno ai q.li 450-500 ad ettaro, con un eventuale carico del :bestiame da considerarsi molto bassO, si può fissare la. dimensione della aziende frutticola auto sufficiente in ettari 3, ed essendo la superficie agraria effettivamente destinabile al frutteto di ettari 200, sÌ hanno 66 aziende huttieole in tutta la zona. Assumendo inoltre per la produzione viticola i 150 q.li per ettaro, con side.vando che gli ettari a viticoltura asccndono a 350 e che l'azienda autosufficiente debha avere una estensione di ettari 7, il numero delle aziende frutticole è di 50. Si hanno cosÌ in tutta la zone 116 aziende agrarie con un numero di addetti direttamente adibiti alla agricoltura di 232 unità, di addetti alle infr.a·struttu!l'e di 35 unità ed ari boschi di 5 unità. In totale dunque gli addetti alle azielldedi questa zona sono. 272. La terza zona include i comuni V,illalagarina e Isera; essa .comprende in prevalenza aziende a viticoltura spe cializzata con un certo numero di aziende ad indirizzo zootecnico viticolo, le prime loealizzate nel fondo valle, ,le seconde nelle f!l'azioni montane. Assumendo q.li 150 per ettaro la produzione viiicola, 7 ettari la dimensione auto su1ìficiente dell'azienda e 350 ettari la superficie agraria effettivamente occupata dalle aziende viticole, queste sono in numero di 50. Invece per le aZiende zootecniche orti· cole, considerando una resa media dei prati di 60 q.li pcr ettaro, considerando che i 2/3 della super,ficie vengano destinati a foraggere, si può dimensionare l'azienda agra· ria autosufficiente in ettari 12 ed essendo la S'Uperfioie agraria effettivamente sfruttabile ad indirizzo zootecnico-· ol'ticolo di ettari 100, il numero delle aziende di questo tipo è 8. Perciò S'i hanno complesivamente in questa zona 58 aziende, 116 addetti direttamente all'agricoltura, 17 allI<' infrastrutture, 17 aibosohi. Pertanto gli addetti all'agri coltura di questa zona sono 150. La quarta zona è costituita dal solo comùne .di Pan none e comprende 445 ettari con aziende ad indirizzo misto di zootecnia e produzione di carote. Considerando che anehe qui la dimensione autosufficiente dell'azien da sia di ettari 12, il numero totale delle aziende è 37. Risulta quindi 74 il numero degli addetti direttamente ai ·lavori dell'agricoltura, Il quello degli addetti alle 66 Supplemento o:rdin:ario al B. U. 19 settmnbre 1967 - N. 40 ==================~===== infrastrutture e 12 quello degli addetti ai boschi, per cui il numero totale degli addetti al,l.'agricolturadl que sta zona è 97. La quinta zona del comprensorio è ad indirizzo esclusivamente zootecnico, ed è costituita dal solo comu ne di Brentonico. POlchè si prevèdeche l'azienda sia a conduzione zootecnica pura, la superficie di ogni azien da oscilla fra i 16 ed i 22 ettari, a seconda che si ri tenga nulla o massima l'integrazione del pascolo. Tenu to conto ehe tutto il hestiame bovino della zona' potrà essere monticato, la dimensione autosufficiente dell'azien da è di ettari 17. Considerando che la superficie agraria effettiva di tale zona è di 1.500 ettari, il numero delle aziende agrarie autosufficienti risulta 88 e perciò 176 il numero degli addetti direttamente all'agrieoltura, 26 gli addetti alle infrastrutture e 26 ai boschi, con un totale quindi di 228 addetti. La sesta zona del comprensorio è quella del comune di Rovereto. In essa sono prevedibili aziende a viticoltura specializzata e un ;certo numero di aziende ad indirizzo zootecnieo. Pur considerando che la coltura viticola specializ zata in questo comune può avere una resa maggiore che negli altri, cioè di 200 q.liper ettaro, la dimensione dell'azienda viticola viene mantenuta in ettari 7. Per cui, essendo 230 ettari la superficie agraria effettiva, il numero delle aziende autosufficienti è 33. Quanto alle aziende ad esclusivo indirizzo zootecnico, si può considerare una resa media per Ha. di 150 q.li di foraggio !per ettaro, per .cui si può presumere che in questo caso l'azienda possa essere dimensionata su 30 capi grossi cioè autosufficienti' con ettari 14. Dato che la superfide agraria è qui di 100 ettari, il numero delle aziende è di 7. Si ha pertanto un totale di 40 aziende nel comune di Rovereto, con 80 addetti direttamente al l'agricoltura, 12 alle inrrastrutture c 24 ai boschi, per un totale di 116 addetti. La settima ed ultima zona del comprensorio della Vallagarina include i 3 comuni di Vallarsa, Trambileno e Terragnolo sulla sinistra dell'Adige; in tale zona è pre visto l'abhandono dell'agricoltura per la convergenza del la scarsa vocazione agricola dei terreni e. subordinata mente per l'uhicazione lontana dai mercati e dalle gros se vie di comunicazione, con interrelazioni di aree assai scadenti. Pertanto è prevedihile per la zona l'utilizza zione forestale con 110 addetti al governo dei boschi. Questa fOl'ma di distrihuzione delle aziende per tipo di colture specializzate, per dimensione di terreno e per numero di addetti, se da un lato indica i modi di una accurata programmazione per:ci,pol'tare l'agricoltura a un più elevato rendimento, dall'altro acuisce gli aspetti critici dei prohlemi del lavoro, in quanto presume l'im piego utile e redditizio di una massa globale ,di addetti che raggiunge appena i 2.590 agricoltori, fra diretta mente oecupati nell'azienda, occupati nelle attlÌvità ter ziarie e nei boschi, mentre il numero effettivo di addetti nel 1961 era di 5.000 unità. Dalle ,previsioni demografiche; dagli studi sulla strut tura occupazionale al 1975 nonchè dai calcoli sul fabbi sogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava come circa 2.490 unità lavorative ahhandoneranno, nel prossimo decennio, il settore agricolo o per rpensionamento o per decesso na; turale, in tal modo riducendosi gli addetti all'agricol tura da 5.200 a circa 2.710. A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal colati in 780 unità i quali, ,peraltro, hanno la funzione di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi di età. Complessivamente quindi, al 1975,per evoluzione naturale si dovrebbero avere all1incirca 3.490 unità la vorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore di 900 unità circa, a quella calcolata come sufficiente al razionale dimensionamento dell'agricoltura. Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas sime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fab hisogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario pari all'incirca a 6.960 unità. Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola e la prevedihile maggiore disponihilità di mano d'opera per le classi dinanzi V'Ìste si prevede che, al 1975, nel comprensorio dovrehhero essere apprestati all'incirca 7.860 nuovi posti di lavoro. Considerata la particolare posizione del comprenso rio, si ritiene di interpretare il suo naturale ,processo di sviluppo Iprevedendo una assegnazione d,i addetti per cir ca 4.720 unità all'industria e per circa 3.140 alle altre attività. Poichè tuttavia, è stato previsto nel comprensorio un potcnziamento delle attività industriali, si ritiene possihile un ulteriore assorhimento di circa 1.000 ad detti all'industria. Tenendo quindi conto delle probabili riconversioni di industrie già esistenti, calcolate nella misura del 30 % sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede di dimensionamento delle aree industriali si è pre vista una ulteriore espansione delle stesse per 2.100 addetti cil1ca. Il dimensionamento delle aree deve ancora tener presente un certo numero di trasferimenti di addetti all'artigianato e della piccola industria alle nuove ini 2ìiative industriali, stimato per questo comprensorio nel 20 % degli addetti previsti. In valori assoluti questi trasferimenti sono stati stimati in numero di 1.140. Le zone industriali previste vengono pertanto di mensionate su un prohabile fahbisogno di CIrca 8.960 addetti. Il Piano Provinciale prevede di ubicare i nuovi im Supplemento oMnarioal B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 67 pianti industriali soprattutto alle Bine Longhe e a La Questa necessità ha partato una grande ,trasfarma vini di Marco in comune di Rovereto e preeisamente zione nella schema prevista per la farma urbana di Ro tra il .tracciato della strada rivana che corre parallela vereto. Abbiamo dovuta eliminare la Z{)na direzionale alla ferrovia, la statale del Brennero e la Campagna di che si protendeva al di là della ferrovia verso Isera nel~ Marco. l'area di Saeeo dove si erana previste delle impartanti strutture di .carattere cammerciale per uffici ecc. Le indicazioni date graficamente dal Piano Pro Scomparsa il nodo di Isera una organizzaziane ana vinciale sul sistema ,di attrezzature per la viabilità fer loga doveva essere prevista in collegamento ean il nuo roviaria e stradale, intemaalle zone industriali segnate vo uodo di Villalagarina. Pertanto la forma urbana del dal piano stesso, sono puramente indicative e dovranno la eittà si è tutta arganizzata a mante della ferrovia ap~ essere studiate dal piano comprensoriale in base a in dicazio,ni ,del Piano di Rovereto e delle sue norme di . profittando delle zane pianeggianti più elevate che si I estendono oltre il cimitero e a monte di questo e perciò attuazione. la città ha assunto una forma line'are allungata che in Questa localizzazione industriale nel camune diRo certo senso rispecehia la tendenza naturale nella sua cre vereto ha un'estensiane di ha. 140. Il resto delle instal scita organica. lazioni industriali riguardano gruppi minari distribuiti II nodo situata a Villalagarina parta vèrS{) Rovereta secondo considerazioni di carattere specifico dell'indu o esee da Rovereta a mezzo del nuovo pante costruita stria, lungo l'asta dell'Adige; a Mori, ad Ala, ad Avio, dalla Provincia e sale per la via S. nario diaganale ap a Volano, a Calliana, a Villa Lagarina seconda precise portunamente allargata; mentre la statale si abbassa di laca1izzazioni e can la ,prescrizÌane che gli impianti de quota quasi a livello del piano del ferro e quindi evita VOlla essere studiati secondo valumetrie in cui siano ri l'attuale salita in corrispondenza di Rovereto, e continua dotte 'al minima le dimensÌani della struttura edilizia piana sottopassanda questa strada di innesto, strada che e armonizzati in un insieme il più gradevale possibile. , si prolunga nel cuore dellaeittà cercando di organizzare Il Piano Provinciale mette in rilievo l'importanza di un efficace raggruppamento dei servizi che fanno capo in moda s.pecifico l'ossatura. Viale Trenta ehe si pralunga in .corsa Bettini 'ca alle attività terziarie più rappresentative e la indica gra stituisce un'oppartuna asse di viabilità fondamentale che ficamente per uno studio più approfandito in sede del scorre longitudinalmente nella parte più alta della città piano comprensoriale. Le attività terziarie infatti se pro e può essere l'elementa di una grande strada a carattere porzionate all'impartanza del comprensaria, poSS{)na co stituire uno dei più impartanti canali di interrelaiione monumentale che sarà in futura destinato a una dire zionalità ehe si sviluppa versa il noda di VilIalagarina. fra i gruppi sociali e contrihuireall'incrementa della Corrispandentemente a questo snoda la nuava s.trada proouttività e delle varie espressioni culturali. piega diaganalmente imhoccanda la via Baratieri. Que A questa scopa si raccamanda agli estensari del sta, altre i giardini, si prevede ·fiuisca in una piazza piano comprensoriale che agiscano con molta pondera trasversale che include il vecchia campo sportivo. Di zione per stabilire caratteristiche, qualità e l'ubicazione qui si prolunga verSa corso R{)SInÌni can la via Paali; delle diverse attività terziarie 'per gruppi, di tener conta mentre al posto dell'attuale stazianeautocorriere che degli insediamenti comunali e frazionali che esistono si .prevedespostata al Fallane, si erea una piazza. nel comprensorio e ,che dovranno costituire i caposaldi più efficaci per un processo di localizzazione specializ Secanda questa struttura, percarrenda il viale Tren zata in grado di trasformare il compr~nsorio in unità ta, il traffico nan arriva fina alla strazzatura di Piazza organica ed efficiente. Roomini ma devia lungo questa piazza trasversale e può permeare in città fino al viale Rosmini attraversa la via La presenza di un noda in corrispondenza di Marco per attrezzare l'uniane fra l'autostrada del Brennero e San Giovanni Bosco, la via Paali e la via Monteeamo. l'autostrada del Garda, ha resa necessaria una radicale Oltre il viale Rosmini can una opportuna articolazÌane variante alla impastazÌane del sistema infrastrutturale a piazza si raggiunge la via Dante, che innestandosi sulla via Benacense arriva fina alla estremità meridionale del relativo alla viabilità principale in corrispondenza di la città. Rovereto. n nodo di Rovereto, prima progettato a Isera, si è Per dare risalto a questa farma urbana, gli edifici dovuto allontanare apportunamente dal nuavo nooa di di questi viali si immaginana coneepiti seconda una oom Marco e ubiearsi a Villalagarina. Si tenga presente che pattezza e una continuità partiealarmente curata, eon il nodo di Marca è una struttura attrezzata per raeeor altezza unifarme di cinque piani eirea e can grandi lun dare come si è detto due autostrade e perciò, funziona ghezze di proopetta, mentre nelle mne 'più a valle si sola molto parzialmente per il servizia di Ravereta. immagina lo spazia puntualizzato da una serie di case Perlanta si è d{)VUta eancentrare sul nada di Villa verticali piuttasta alte ehe davrebhera casUtuire valori plastiei limitanti la forma urbana della eittà futura ver lagarina la funzione di servizia alla città came fUnzÌane priaritaria. Sa l'autostrada. 68 Supplemenoo ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 La città, ripetiamo, si svolge a monte della statale che viene spostata e abbassata di livello e che, dove pos sibile, si distanzia dagli edifici più vicini di 50 metri, interspazio in cui si prevede l'organizzazione di uno schermo di piante ad alto fusto, che devono costituire un limite unitario di verde di altezza opportuna. Nella parte a sud della città e in corrispondenza delle .Bine Longhe, dovrà essere ,particolarmente curato l'inserimento della struttura industriale perchè formi una continuità figurativa del contesto urbano di Ro vereto. Anche a Mori, il Piano Provinciale prevede il cen tro direzionale con una localizzazione particolarmente felice, in rapporto alle infrastrutture fondamentali di grande comunicazione del territorio, mentre ad Ala il Piano Provinciale crea un fulcro di attività terziarie le gate alla grande linea della statale 12 e trova un vero e proprio rapporto di integrazione con le attività che vi sono ubicate. Ad Avio, esso indica una infrastruttura terziaria legata al mercato viti colo della zona che si in serisce nella struttura esistente amplificandone le instal lazioni. Questo insieme di attività terziarie ha in senso lato una funzione rivificatrice per i diversi insediamenti del territorio comprensoriale ed assegna una finalità ben pre cisa per nuclei stessi nel loro futuro accrescimento. Un esame della struttura territoriale del fondo valle fissa i poli di concentrazione delle attività su Rovereto, e sus sidiariamente sU Mori, Ala ed Avio e in linea subordi nata sul gruppodj. piccoli comnni che si susseguono a Nord con i loro pittoreschi insediamenti immersi nel verde dei vigneti. TI Piano si prefigge di trasformare questi poli in 3 organiche unità insediative, sulle quali faccianòperno le strutture e le infrastrutture fondamentali per la rea lizzazione del Piano. Secondo queste finalità, la prima unità insediativa è quella situata sulla parte eentrale del comprensorio, che acquista ,un notevole potenziamento inclndendo i centri urbani di Rovereto, Mori, Villalagarina, Noga redo, Isera e Brentonico. TI Piano ha organizzato le strutture direzionali ed industriali e le infrastrutture della viabilità di questa zona, in modo da fare di questi centri un complesso articolato di nuclei su una vasta area territoriale urbanizzata, con un grado di organicità e funzionalità tale da integrare le attività dei nnclei stessi e fonderli in una unità insediativa di 50.000 abitanti. A nord di questa e sempre nella zona pianeggiante del fondo valle, è stato previsto dal Piano che i cin que centri urbani di Besenello, Calliano, Volano sulla sinistra Adige, Pomarolo e Nomi sulla destra, costitui scono l'unità insediativa Nord del comprensorio. Allo stesso mooo per i due centri urbani di Ala ed Avio è stata prevista una infrastruttura che prepari la loro inte grazione nella unità insediativa Sud, al confine del com prenso:r:iocon la Provincia di Verona. Secondo questi concetti, il comprensorio nella sua striscia più vitale di fondo valle si presenta, dunque, con un insieme di tre fondamentali unità insediative che rendouo assai più semplice la integrazione di ,tutte le parti del comprensorio fra di loro malgrado la lunghezza di questa sua striscia più vitale di fondo valle. Da una parte il Piano si è servito di valide infra strutture viabHistiche per operare una prima integra zione, sia nell'ambito dei nuclei di ognuna delle tre unità insediative, sia delle unità fra loro,attraverso il terri torio aperto della campagna.' Autostrada e ferrovia, si stema primario delle strade longitudinali di destra e si nistra Adige opportunamente modificato, autostrada per il Garda, sistema delle strade capillari, costituiscono le infrastrutture usate dal Piano o indicate programmati camente al futuro Piano comprensoriale per conseguire un primo omettÌvodi integrazione. Dall'altra, in modo ancora più penetrante nel si gnificare la concretezza dei futuri sviluppi del compren sorio, si è servito della localizzazione delle varie attività economiche, amministrative, culturali, dello sport e del turismo in ognuna delle tre unità insediative 'per sta bilire tra queste un numero sempre maggiore di tenaci interrelazioni. Le unità insediative cosÌ organizzate definirebbero l'unità organica città-campagna del ,comprensorio, vitaliz zando la specializzazione agricola; a sua volta la cam pagna cosÌ urbanizzata farebbe da tessnto connettivo dei rapporti tra le unità insediative stesse, nella nuova di mensione del comprensorio. Per quel che riguarda i nuclei direzionali di Cal liano, Volano e Villalagarina, la loro organizzazione è stata prevista con strutture uhicate dal piano provinciale, facendo in modo che si trovino sul percorso dei canali di circolazione più importanti o lungo la derivazione di questi canali che costituisce l'elemento primario della circolazione residenziale. Più particolarmente 'per quel che riguarda Calliano e Besenello l'urbanizzazione delle attività terziarie è stata organizzata coordinando le scuole medie a Besenello e il centrocommeroiale a Calliano, attraversato dalla statale 12. A Villalagarina il Piano prevede la possibilità di utilizzare il parco del palazzo Gonzaga, per attività di formazione professionale. A completamento di questo quadro, va considerato il carattere turistico delle zone collinose e della monta gna, nei comuni di Brentonico e Pannone sulla destra Adige, di Vallarsa, di Folgaria e dei monti Lessini sul la sinistra. L'organizzazione turistica di questi comuni, attrez zati per lo sport invernale e per la Tesidenza èstiva, si ;:)Ul~pl€mento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 collega all'autostrada del Brennero, con strade che par tono dalla fascia lineare di fondo valle. Si crea così, con la componente degli interessi turistici, un nuovo flusso di 1"elazionefra le zone più alte del comprensorio e quelle più ricche di fondo valle, che contribuisce a rafforzare l'unità del comprensorio stesso nelle sue varie caratteristiche di campagna urballÌzzata. 69 Fra queste Folgaria con i suoi 3.700 abitanti co stituisce unità insediative a sè stante. Pannone dovrà avere assegnato un gruppo di servIZI sociali proporzionati più alla necessità di una autosuffi cienza; .che al numero dei suoi abitanti, in relazione al tresÌ alle possibilità di un incremento turistico e della agricoltura locale. NOTE (l) Vedasi atti. del primo incontro di studi sul Piano Urba nistiAlo Provinciale tenutosi a Torbole il 26 maggio 1962 (docu mentazione presso l'Ufficio Studi e Programmazione della Pro vincia di Trento). (2) Del coordinamento delle varie attività di ricerea e delle iniziative di consultazioni, fu incaricato l'Ufficio Studi e Pro grammazione della Provincia Autonoma di Trento dal quale dipen . devano i vari consulenti esterni. L'elabora7Jone cartografica venne eseguita dallo studio tecniAlo dell'arch. Sergio Giovanazzi di Trento. Circa le attività di ricerca si. può dire quanto segue: il cen simento dei servizi pubblici di urbanizzazione primaria e secondaria e quelle dell'edilizia privata e delle grandi infrastrutture viarie, fu eseguito nella fase precedente fra il primo conveguo di studio tenutosi a Trento ed il secondo. tenutosi a Torbole. Le case di abitazioni, ,le reti idriche ed elettriche, le vie di comunicazione, esterne agli abitati e di collegamento fra essi, e quelle di grande comunicazione, le chiese, le scuole, gli asili, le sedi postali e tele foniche, nonchè tutto il complesso di attrezzature e strutture neces sarie alla vata di un agglomerato urbano, sono stati raccolti e catalogati per tipi. In particolare, allo scopo di stabilire il numero di nuovi vani abitabili esistenti indicando le loro condizioni sta tiche ed igieniche. Si è inoltre eseguita la rilevazione, con l'apprezzamento delle condizioni statiche ed igieniche di tutti gli edifici di carattere tra dizionale costituenti quella edilizia minuta, così caratteristica e in teressante come struttura diffusa degli insediamenti trentini, insie me alle altre opere stilisticamente più caratterizzate di cui sÌ è in dicata l'ubicazione in eartografie appositamente preparate. A proget~azione più avanzata si è provveduto alla ricognizione totale delle strade di grande trafficO' e di collegamento fra ii di versi centri. Il rilevamento delle singole strade è stato definitO' secondO' criteri di classificazione, che tenessero conto dell'impQr tanza della strada in mpporto alle eventuali trasformazioni richieste dai nuovi criteri infrastrutturali del PianO', nO'nchè delle trasfor mazioni da apportarvi in rapportO' ad lilla maggiQre efficienza ri chiesta dal Piano stesso. Tale classificaziQne è stata inoltre defi nita sia nelle caratteristiche tecniche, sia in quelle finanziarie. Le ricerche demografiche si iniziarono nel mese di giunguo del 1962, con la seconda fase della progettaziQne. Lo studio si apre con una breve introduzione in cui è riportato sommariamente l'ano damento demografico della provincia di TrentO' prima del 1809 (anno in cui ha avutO' inizio la serie dei censimenti). Successiva mente si è proceduto alle analisi vere e proprie, spiegate e giusti ficate nella parte mctQdQlogica del VQlume sulla demografia. SQnQ state anche analizzate e riportate le variaziQni territo riali dei comuni della Provincia intervenute tra il 1921 ed il 1961. Tali variazioni sono state utilizzate per la costruzione delle serie stQriche della popolazione residente, relative a ciascun cO'mune. Con l'aggiunta delle serie storiche della popolazione presente, disponihili fin dal 1869, (quelle della popolazione residente eranO' disponibili solo dal 1921) è stato PQssibile individuare la predisPQ sizione naturale di (f accertamento» e di (f fuga)l nei cQmpren sori. In particQlare poi, utilizzando i due dati censuari e le risul tanze anagrafiche dei comuni, è stata calcolata l'emigraziQne e l'im migrazione avvenute durante il decennio 1951-1961. All'internO' dei singoli comprensori si è visto anCQra, previa suddivisione dei comuni in comuni di montagna (oltre gli 800 m.s.l.m.), di cQllina (da 500 a 800 m.sl.m.) e di pianura (finO' a 500 m.s.l.m.), quale è stato lO' sviluppo demografico nelle tre classi altimetriche. Un'idea sull'addensamento della PO'PolaziQne nei cQmuni più grossi del ,comprensorio è stata affidata all'indice di concentraziO'ne. Per quanto riguarda l'analisi della struttura della poPO'laziQne ed in particQlare delle forze attive, sono stati studiati i censi. menti econQmici e demografici del 1951 i quali poi, onde far risultare una eventuale dinamica, sono stati messi a cQnfronto ri spettivamente CQn i risultati provvisori (gli altri non eranO' ancora disponibili) del censimento economicO' del 1961 e con quelli emersi da un'indagine eampiomaria, eseguita su circa un terzo della po polazione residente nei comprensori. Questa stessa indagine ha permesso anche un approfO'ndimentQ della situaziO'ne demografica all'aunQ 1961. E' statO' possibile infatti classificare, a tale data, la popola ziQneresidente per età, sesso, attività ecO'nomica, condizione pro fessiQnale e 7,ona di lavoro. In particQlare, la popolazione attiva è stata suddivisa nei tre grandi settQri dell'agricoltura, industria ed altre attività. Le zone di lavoro hannO' eontemplato iÌ lavoratori che prestanO' la loro Qpera nel comune di residenza, nei cQmuni del comprensoriO', negli altri comprensori della Provincia, nelle Provincie italiane ed all'estero. Le classi di età sono state Je seguenti; finO' a 6 auni da 7 a lO anni, da 11 a 14, da 15 a 18, da 19 a 21, da 22 a 25, da 26 a 35, da 36 a 45, da 46 a 55, da 56 a 60, da 61 a 65, da 66 in pO'i. Le modalità rilevate sono state fra di loro correlate in variO' modo. Gli addetti alle tre attività econO'miche e l'ammontare della PQPolazione non attiva, &llddivisa in alcuni sottogruppi, sonO' stati riportati CQmune ,per comune. La suddivisione per età, sesso e zone di lavoro è stata data solo a livello comprensoriale. La potenzialità naturale e quindi le prosp(lttive di incremento della popolazione sono state studiate in rapporto ad un orizzonte tcmporale stabilitO' al 1975. Esse SQno state eseguite CQn due metodi: a) mediante estrapQlazione delle serie storiche dei dati censuari; b) cQmputandQ la probabile natalità e mortalità futura e suppo nendo uguale a zero il saldo migratorio. In appendice al volume si sono raccolte infine tutte le ta vQle analitiche. Alcune di e!l5e sono ancora idonee ad essere ulte riQrmente elaborate. Pure in appendice sono state PO'ste due rappre ~entaziQni grafiche e riassuntive atte a fornire un effetto compa 70 SupipJemen<to ootlin:ario al B. U. 19 reLtOOIhre 1967 • N. 40 rativo immediato tra i comprensori, delle principali caratteristiche demografiche riscontrate negli studi. A più avanzata progettazione del Piano furono predisposte da esperti le indagini sulla litologia, sulla energia elettrica ed idrica, sugli aeroporti, sulla istruzione pubblica e sugli asili, sull'assistenza sociale, sulla struttura amministrativa, sul commercio, sull'industria e l"arngianato, sul!' agricoltura. La litologia è stata studiata rilevando la situazione fisica di tutto il territorio nelle sue com,ponenti litologiche e minerarie. Le risorse idriche ed elettriche si sono rilevate accertandonc la disponibilità ai fini di nuove localiz2iazioni industriali ed in sediative. Gli aeroporti sono stati studiati in vista di sempre più razio nali e celcbri collegamenti, in relazione col diffondersi anche in Italia dei trasporti aerei su scala sempre più ampia. Le zone in dividuate sono le meno ,condizionate dalla presenza di rilievi e di altre indicazioni tecniche negative, ma sono comunque dimensio nate su determinati tipi di aerei da impiegarsi in montagna. L'istruzione pubblica e gli asili sono settori studiati in vista di possibili localizzazioni comuni a più nuclei abitati. Per questo sono già stati studiati, per esempio, i percorsi attuali per le sedi di scuola media unificata, in modo da consentire con immediata evidenza l'esame di eventuali carenze nel settore. L'assistenza sociale è stato un settore preso in 'coll!;iderazione anche se non approfondito in modo autonomo, in quanto si rifà alle proposte per un Piano sanitario regionale, elaborato sotto gli auspici della Regione. Essa è stata esaminata nel duplice aspetto delle sue componenti di medicina sociale e di cura. Per quanto riguarda l'aspetto curativo, si è rilevato che il pros simo futuro non richiede grossi investimenti per la costruzione di nuovi ospedali, in quanto il rapporto posti-letto!abitante si av vicina moltissimo all'optimum del 6 per mille fissato dallcOrganiz zazione Mondiale della Sanità. Diverso, è, invece, il discorso sulle singole attrezzature ospe daliere e soprattutto sulle attrezzature sanitarie periferiche in cui l'aspetto di cura si associa a quello della medicina sociale. L'esame della possibilità offerta dalle attrczzaturee di altre disponibilità esistenti entro ciascun comprensorio, ma a ·livello delle sue unità insediative, è in COrso di approfondimento. La struttura amministrativa si è approfondita compiendo l'esame della situazione dei singoli comuni in relazione ai .princi pali fatti amministrativi e eioè: a) situazione interna, di personale e di bilancio; b) esistenza di aziende autonome, A.s.U.C., regole vicinie; c) partecipazione al B.IM.; d) delimitazione delle sfere di competenza dei vari uffiei perne rÌ'ci della Provincia, della Regione e dello Stato. Si è eosÌ messa in evidenza, come certe rone e certi gruppi di comuni facciano parte di circoscrizioni amministrative diverse a seconda dell'ente interessato. Il raggruppamento dei comuni per comprensori ha posto inoltre in una luce più aecentuata la disorga nicità delle sedi amministrative e periferiche. Il commercio è stato indagato sia sotto il profilo della oocu,pa zione, come sotto il pirofilo della strutturazione aziendale. Si sono quindi formulate delle ipotesi in ordine al numero delle aziende; al numero degli addetti ed alla loro posizione neUa professione, al probabile giro di affari in termini di popolazione servita; ai centri di attrazione commerciale. Questa indagine, compiuta a livello provinciale e comprenso riale, eon una mag>giOil'e conoscenza del sistema distributivo, ha consentito di fornnulare delle ipotesi in ordine ai centri commer ciali sia centrali ehe periferici. A questo si è raggiunto uno studio sulla capacità del settOire di assorbire nuova occupazione. In questa . parte si è cercato di vedere lo sviluppo coinmerciale in relazione ad un certo tipo di sviluppo del reddito, per grosse categorie di consuIlliltorÌ. Il verificarsi di questa ipotesi di incremento di accupazione, è cosÌ legato a fattori esterni al settore, assunti in parte dalle pre visioni, senza altre. verifiche, elaborate dalla Regione Trentino - Alto Adige (Studio snila localizzazione delle aree industriali nel Tren tino Alto Adige); è sembrato questo tuttavia l'unieo mezzo pos sibile per formulare una prima ipotesi di sviluppo. Il turismo non ha consentito indagini molto proficue. Si sono potuti raecogliere pochi dati disponibili sicuri, mentre purtroppo anche le apposite indagini presso l'Ente Turismo, le Aziende Autonome e le Pro Loco non hanno consentito di costruire un quadro abbastanza at tendibile della situazione; perciò si sono dovuti tralasciare dam che, nonostante ogni sforzo fatto, si sono dovuti considerare plivi di valore eoncreto. L'industria e l'artigianato costituiscono un settore già indagato dagli studi predisposti dalla Giunta Regionale per il Trentino - Alto Adige e eurato dal pro!. Umberto Toschi, e dalla TEKNE di Milano. Ai fini del Piano Urbanistico serviva in questo settore una valutazione sulle ,capacità di offerta di nuovi ,posti di ~avoro da ricercarsi sia sulla scorta della situazione e delle previsioni demo grafiche, sia sulla scorta delle indicazioni che venivano dall'esame dei settori econontici, per dimensionare, su questo dato, l'ampiezza delle aree industriali. Al Piano serviva inoltre conoscere la strut tura esistente delle sue componenti e nelle sue caratteristiche al fine di predisporre eventuali interventi, per riconversioni. Si trattava pertanto di accertare: a) l'occupazione; b) le dimensioni; c) le attività lavorative. Era infatti importante poter determinare, comprensorio per comprensorio, l'ammontare delle forze orecupate sia in totale, sia per singoli rami di industria, sia infine per dimensioni di industria. Si voleva infatti conoscere la consistenza delle industrie nei vari rami nei singoli comprensori, per vedere le eventuali integrazioni e le capacità autonome di sviluppo. Molti dati censuari sono ancora provvisori. Ci si è limitati infatti all'indagine di quegli aspetti del problema, aventi pura attinenza con la pianifieazione urbanistica. La fisionomia dei singoli eomprensori evidenziata attraverso indici di speeializzazione o calcoli sulla stabilità, correlata con i dati desunti dalla demografia e dalle preVisioni di oceupazione, hanno consentito la determinazione delle aree industriali nei vari comprensori, a seconda delle effettive possibilità del territorio. Di queste aree si sono anche ealeolati i eosti di massima per l'ac quisto dei terreni e le infrastrutture. Per l'artigianato lo studio avrebbe dovuto proporsi gli stessi obbiettivi: non si sono tuttavia potuti utilizzare in tempo utile, i dati elaborati dall'apposita indagine. L'agrieoltura ha avuto una trattazione particolare in quanto, secondo le intese del programma urbanistico del Piano, deve pre sentare una formulazione del tutto particolare dei problemi ad essa attinenti. neve cioè formulare ipotesi di destinazione culturale ottimale nel territorio provinciale, in ordine non soltanto alla vocazione del terl'eno, ma anche alla capacità di produrre un reddito ade guato per la famiglia contadina. Si è così utilizzato lo studio sulla minima proprietà colturale (elaborato dal pro!. Ercole Calca terra per incarico della Giunta Provinciale) che appunto cerca di fornire delle ipotesi di ristrutturazione globale del sistema agri colo, cOl'relando queste ipotesi con un'analisi particolare della situa zione 'attuale dell'agricoltura trentina nei seguenti aspetti: a) caratteristiche fisiche e agronontiche del territorio, con parti colare riguardo all'ammontare de1Jla superficie a vocazione agra Su.pplemento Ol"Òlinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40 :rÌa. alle utilizzazioni attuali della superficie, alle sue risorse na turali (fertilità, disponibilità idrica, ecc.); b) andamento della popolazione agricola, le forze di Javoro occu pate in agricoltura, la densità fisica ed economiea della popo . lazione, la sua composizione secondo il sesso e l'età; c) struttura produttiva con particolare riferimento alle dimen sioni delle proprietà e la struttura aziendale, la frammen tazione dei fondi agricoli, le aziende agricole pure e le aziende miste; d) mezzi tecnici impiegati nell'agricoltura, il grado di meccaniz zazione, l'impiego di moderni mezzi fertilizzanti; e) patrimonio zootecnico ~elle sue varie componenti; f) produzione per grossi settori produttivi, la sua dinamica e le sue tendenze evolutive. Da tntto questo quadro d'insieme si sono dedotte delle indi cazioni di massima sull'ammontare della superficie a vocazione agraria a coltivazione ottimale, e, sulla scorta anche degli studi sulla minima proprietà, si è tentata la definizione del numero delle aziende autosufficienti, del numero degli addetti e della consi stenza del patrimonio zootecnico. Le indicazioni operative contenute nello studio sono anche trasferite, in quanto po~sibiIe, in determinazioni grafiche, nella cartografia del Piano. (3) La posi7.ione del Trentino nel grande sistema geografico delle Alpi è assai significativa per la comprensione della sua struttura geografica e sociale in relazione ai rapporti con i terri tori vicini. A nord si trova la provincia di Bolzano che con esso forma la Regione del Trentino - Alto Adige; ad est la provincia di Bel· luno; a sud quelle di Vicenza e Verona; ad ovest la provincia di Brescia. I sistemi montuosi del Trentino anche i territori delle provincie vicine. occupano in gran parte Del sistema delle Alpi Retiche meridionali fanno parte: il gruppo scistoso--cristallino dell'Ortles-Cevedale, le Alpi della Valle di Non, le Dolomiti di Brenta, il gruppo dioritico intrusivo del l'Adamello - Presanella, il gruppo del Bondonc, delle Alpi. di Ledro ed il Monte Baldo. Del sistema delle Alpi Dolomitiche fanno parte il gruppo della Marmolada, le Pale di S. Martino, le Vette Feltrine, le Alpi Fassane, la cate;na del Lagorai. iI gruppo di Cima d'Asta, l'Altipiano di Lavarone e dei seUe comuni, il Monte Pasubio, il massiecio della V<igolana ed ì monti Lessini. Le valli principali sono pereorse da fiumi o da torrenti ehe costituiscono un sistema idrografico abbastanza complesso, artico lato sull'Adige, che forma la spina eentrale e che attraversa da Nord a Sud il territorio provineiale, e da altri due fiumi, il Brenta e il Sarca, rispettivamente ad Est e Ovest dell'Adige; in quest'ultima direzione scorre altresì il fiume Chiese fino al lago d'Idro. Del bacino idrografico dell'Adige fanno parte le Valli di Sole e di Non percorse dal torrente Noce, confluente nell'Adige attra verso la Piana Rotaliana; le Valli di Fassa e di Fiemme e Cembra percorse dal torrente Avisio ehe raggiunge l'Adige immediata mente a nord di Trento; una parte dell'Alta VaJsugana, percorsa dal torrente Fersina, confluente nell'Adige a sud di Trento; e, più a sud, in corrispondenza di Rovereto, le Valli di Terragnolo e Vallarsa percorse dal torrente Leno. (4) Una lunga storia di tendenze autonome presenta la Valla garina. Essa eomineia con la politica centrifuga e filoveronese dei Castelbareo, continua con l'occupazione veneta e si stabilizza nel lungo periodo di dominio diretto tirolese, che va dal Cinque cento al tempo della Rivoluzione Franeese. Ce n'è più che a suf ficienza per comprendere quel particolare sentimento di coesione, non apportato a Trento, anzi piuttosto contrapposto oon segni 71 di fervente campanilismo, che ancor oggi contrassegna la pur così vicina Vallagarina. (5) La distrettuazione che fu introdotta dai vari regimi del l'epoca napoleonica e fu poi stabilizzata in epoca di dominio austriaco, procedente sotto il segno di una pianificazione unitaria. piuttosto che di una diversificazione rispondente alle situazioni partieolari. Per quel che riguarda la costituzione di organismi intermedi fra il comune e la provincia essa ebbe i seguenti sviluppi. Il governo bavarese (1806 - 1810) or.ganizzò la rete dei giu dizi distrettuali raccolti intorno ai due uffici circolari di Trento (giudizi di Trento, Vezzano, Mezzolombardo, Cles, Malè, Civez zano, Levico, Pergine, Cavalese) e di Rovereto (giudizi di Rove reto, Riva, Tione, Condino, Stenico) con una consistenza variante da un minimo di 6.900 a un massimo di 43.000 abitanti. Il Regno Italico, con un ordinamento rimasto in vigore dal 1810 al 1817 entro il Dipartimento dell'Alto Adige creò i cinque distretti di Trento (capoluogo dipartimentale e sede del Prefetto), Bolzano, Cles, RoveTto e Riva (sedi di vice-prefettura), dividendo a loro volta i distretti in cantoni eomprendenti un certo numero di comuni. Si ebbero eosÌ per il Trentino i cantoni di Trento, Lavis Pergine, Levico, Borgo, Cles, Malè, Fondo, Denno, Cavalese, Ro vereto, Mori, Ala, Riva, Stenico, Tione, Condino. Il governo austriaco poi ripristinò i due capitanati Circolari di Trento e di Rovereto, riorganizzando la rete dei giudizi distret tuali che rimasero in vigore fino al 1918; dopo il 1850 (definitiva mente con il 1863 essi furono inclusi entro -l'ambito più vasto dei capitanati distrettuali, eretti nei luoghi seguenti: Borgo (giudizi di· strettuali di Borgo, Levico, Strigno), Cavalese (giudizi di Cavalese e di Fassa); Cles (giudizi di Cles, Fondo, Malè), Mezzolombardo (giudizi di Mezzolombardo), Primiero (giudizi di Primiero), Riva (giudizi di Arco, Riva, Val di Ledro), Rovereto (giudizi di Ala, Mori, Rovereto, Villalagarina), Tione (giudizi di Condino, Stenico, Tione), Trento (giudizi di Civezzano, Cembra, Lavis, Pergine, Trento, Vezzano). I capitanati distrettuali vennero ad assumere distintamente la ~ompetenza politieo-amministrativa (immediatamente sovrapposti ai comuni), la quale antecedentemente era stata esercitata in modo congiunto dai giudizi distrettuali. Tutte queste eircoscrizioori, come avvenne per analoghe isti· tuzioniintrodotte nel regime italiano o anche nell'assetto interno di altre nazioni europee, portano regolarmente il carattere di organi ese"utivi, nel campo giurilSdizionale o in quello politico-ammini strativo, dell'autorità centrale di cui sono emanazione e sviluppo. Non sono in nessun modo dei oorpi autonomi o organi inter medi, che esprimanò interessi e volontà della base. (6) Prendendo in esame i circa 91 anni che intercorrono tra il prÌmo (1869) e l'ultimo censimento (1961), ad un tasso di svi luppo della popolazione presente calcolata nell'intervallo 1869-1931) pari a l,S, succede tra il 1931-1961 un tasso di incremento 2,3. (calcolato sulla popolazione residente) pari a Si è stabilito inoltre un confronto con il ritmo di sviluppo verifi-eatosi in tutta l'Italia. Durante .il periodo 1869 - 1931, per la popolazione italiana sia residente che presente, si registra un tasso geometrico medio annuo per 1000 abitanti pari a + 6,5; nel successivo intervallo 1931· 1961, iI medesimo tasso. riferit~ alla ,popolazione residente, rag giunge le + 6,9 unità. + + (7) Confrontando la popolazione presente, al 1869 per la pro vincia di Trento e al 1871 per l'Italia con la popolazione resi dente per ambedue le zone al 1961 e ponendo eguali a 100 i dati riguardanti l'inizio per periodo (rispettivamente quelli del 1369 e del 1371) si ottiene che al 1961 essi assumono il valore di 123 per la popolazione del Trentino e di 184 per la popolazione d'Italia. Per i due intervalli considerati (1869 -1931 e 1931-1961), diverso è stato il contributo dato dalle singole valli all'incremooto 72 Supplemento ordinarÌoru B. U. 19 settembre 1967 - ~: 40 demografico della Provincia: tra il 1869 e 1931 la valle dell'Adige con + 6,5, Valle del Sama con + 3,7, la Vallagarina con + 2,0, la Valle di Sole con + 0,9 hanno manifestato un saggio di incremento positivo; inv~e hanno avuto un saggio negativo la Valle del Cismon con 2, la Bassa Valsugana' con 1,6, la Valle di Non con l,l, la valle dell'Avisio con 1,0, l'Alta Valsugana e le Valli Giudicarie con - 0,8. Nel successivo intervallo 1931 - 1961 la popolazione residente ha avuto 1m'ulteriore diminuzione del saggio nella Bassa Valsugana con 2,9, nelle Valli Giudicarie con - l,O, nell'Alta Valsugana con 0,1; un saggio nullo nella valle del Cismon; un saggio di incremento di 3,4 nella Valle dell'Avisio, di + 1,8 nella Valla· garina, di + 0,8 nella Valle di Non, di + 0,6 nella Valle di Sole, di + 7,4 nella Valle dell'Adige e di + 2,4 nella Valle del Sarea. L'apporto di questi grandi aggregati è in 'parte condizionato dal diverso contributo, dato da alcuni comuni trentini di par· ticolare ampiezza demografica, all'incremento della popolazione nell'intera provincia. (8) Accettando un confronto tra la popolazione presente al 1869 e quella residente al 1961, nell'interva]Jo abbracciato dai due censimenti si vede che nella provincia di Trento si sarebbe verificato un incremento demografico di circa 77.000 unità. La stessa comparazione, eseguita nei confronti della popola zione dei comuni di Trento, Rovereto, Riva ed Arco, dà un incre mento di circa 50.000 unità. E' però da tener presente che si fanno calcoli su due eleo menti diversi, e cioè popolazione presente e residente. Nel Trentino la popolazione presente tende, a volte anche in maniera cospicua, a rimanere inferiore a quella residente, mentre nei grossi <lentri si verifica il fenomeno contrario: la popolazione presente tende a, pareggiare, ed anche a superare in modo sensi bile, quella residente. Poichè i quattro comuni considerati sono i più grossi della provincia, in essi agisce la seconda tendenza. Per q~esto si può affermare che la misura dell'incremento demografico, ottenuto me diante i confronti di cui sopra, dà valori in difetto nel raggrup pamento dei quattro comuni e valori in eccesso per quanto riguarda l'intera provincia. Al fine di mettere nella giusta luce questi particolari feno meni è doveroso ancora che al 1869 la popolazione presente dei quattro comuni anzidetti rappresentava circa il 18% di tutta la popolazione presente nella provincia e che, nel 1961, quella residente rappresentava circa il 260/0 della corrispondente popolazione residente. in provincia. Infine, diverso è anche l'apporto all'incremento demografiro provinciale dato dalle classi altimetriche, come si nota chiaramente analizzando la serie l!tori'ca della popolazione presente ,e residente per le tre classi altimetriche di pianura, collina e montagna. Infatti, pressochè in tntti ì comprensori e da vecchia data, si è verificata una satnrazione demografica dei comuni di montagna e di collina. Questi due raggru,ppamenti mfatti, nei 91 anni esaminati, tendono a mantenere una popolazione pressochè costante. L'unica eccezione si trova nella Bassa Valsugana che spe cialmente negli ultimi 30 anni, presenta una diminuzione della popolazione che è marcata nei comuni di collina, meno rile vante in quelli di montagna; i comuni di pianura invece hanno una popolazione stazionaria. Anche l'indagine sulla situazione dell'edilizia nella provincia conferma un certo degrado nella periferia. Dalla rilevazÌone risulta che il 44,70/0 degli edifici è in discrete condizioni statiche ed igieniche, il 44,2% in mediocri condizioni e l'H % in pessime condizioni. Abbastanza modesto è stato l'incremento edilizio nel decennio 1951·1961. Sull'intero territorio provinciale con notevoli squilibri nel suo interno i vani si sono accresciuti dell'H %. In particolare il comprensorio della Val d'Adige ha avuto un incremento del 30,86%, pari al 640/0 di tutto l'incremento della provincia. Il comprensorio della Vallagarina ha avuto un incremento pari al 9,70% del totale della Provincia, quello del Basso Sarca un aumento pari all'8,670/0. Assieme, questi tre comprensori, che assommavano al 1961 una popolazione di circa 220.000 persone, cioè il 53% di tutta la popolazione provinciale, hanno assorbito nello scorso decennio 1'82,570/0 dell'intero incremento edilizio. Questi dati evidenziano chiaramente lo squilibrio edilizio che si è avuto nel territorio provinciale, che poi è anche generale. Con valutazioni di vario genere, espresse nella relazione alle gata agli studi si è potuto calcolare, riferendosi alle ipotesi di distribuzione della popolazione assunta dal Piano Provinciale, il fabbisogno di nuovi vani prendendo a base un indice di affol. lamento di 0,9 abitanti per vano. Sono così da reperire all'incirca 83.500 vani. Dii questi 40.900 potranno essere trovati negli edifici esistenti opportunamente risa nati mentre altri 42.600 dovranno essere costruiti nuovi. (9) Un dato abbastanza interessante, valutato in sede di pre VISIone per l'apprestamento di nuove aree industriali, e signifi. cativo per la comprensione della situazione del settore industriale, è quello relativo all'età del parco macchine del ramo manifattn· riero, a proposito della quale si è potuto accertare che solo il 30% circa delle macchine ha un'età compresa fra il 1948 ·1958. (lO) L'ufficio Studi e Programmazione della Provincia ha ela oorato qualche indagine secondo la' quale nel' settore industriale fra il 1961·1963 si sarebbe verificato un incremento dell'occu pazione nelle attività industriali all'incirca pari a 3.000 unità mentre altri 5.000 posti di lavor nuovi sono prevedibili per effetto delle iniziative in fase di impianto. Tali rilievi appaiono oggi assai incerti, per il sopraggiungere della congiuntura avversa. (H) I procedimenti di calcolo sono riportati negli stndi ac compagnatori. (12) Per ulteriori notizie e precisazioni si rinvia agli studi accompagnatori. Suptplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 AP,PENDICE SULLE OSSERVAZIONI C. l Valli dell'Avisio Osservazioni pervenute n. 21, di cui 15 da parte drl. 15 COlmuni, 5 da parte di privati e l da parte di unente. L'introduziOlne di nuove aree residenziali, general mente -richieste dalle amministramoni cO!lllunali e dai pri vati, ha dovuto tenere nel massimo COlnto l'alto valore am bient8Ie delle valli di Fiemme e di Fassa. Nel complesso comunque, le previsioni di nuOlvi in sediamenti cOlrrispondono alle indicazioni contenute nelle osservazioni, con qualche ridimensionamento delle richie ste dei comuni di Daiano, Cavalese, Panchià, Ziano, Pre dazzo, Pozza, ,Campitello di Fassa e Canazei. Quanto alle osservaziOlJii sulla infrast:ruttura viabili stica si è mantenuta la previsione della variante della 55 n. 48 in corrispondenza di Predazzo. Tale variante è necessaria per eliminare l'attuale inadeguatezza della se zione stradale e la servitù oreata sulla strada stessa dagli edifici del centro, che compromette la fluidità e la fun ziQnalità di tutte le relazioni con la statale attuale e con le diverse località del centro urbano. Anzi, ragioni di carattore tecnico hanno consigliato uno spostamento della variante verso l'Avisio. Del pari, è stato parzialmente mantenuto il previsto raddoppiQ della statale in corrispondenza di Mazzin e la variante alla strada per la valle S. Nicolò CQnformemente agli obbiettivi tecnici del Piano, che si prefigge di rag giungere la massima efficienza con il potenziamento delle infrastrutture. A completamento ed integraziQne della struttura via biJistica inizialmente prevista ed in dipendenza delle os servazioni, si sono inseriti i seguenti tracciati: - a Ziano, lo spostamento a mOlnte di Roda del trac ciato della sinistra Avisio; - una nUQva variante alla statale 48 in COll'rispondenza di Campitello e Canazei. In relaziOlne alla ricerca di un maggiore equilibrio delle attività produttive in tutto il territoriOl interessato, a seguitOl delle Olsservazioni si sono previste piccole aree industriali nella val di Fiemme per complessivi lO ha. circa. Le zone di parco attrezzatOl e di parco urbano sono state opportunamente precisate e delimit!ate e si sono maggiormente definiti alcuni tracciati degli impianti a iune ed infine si SOlno megliOl ubicati i previsti centri cOlmmerciali.. Il comprensorio è strettamente legato alla nuova fu tela ambientale proposta dal PianOl. Infatti, tutto il ter ritorio ricade nelle zone da sottoporre a tutela del pae saggiOl mentre, nei pressi di Paneveggio ha iniziOl, in corrispondenza della foresta demaniale, il parco naturale di Paneveggio - S. Martino di Castrozza. Relativamente alla delimitazione cOlmprensoriale, si nOlta infine lOl sPOlstamento del comune di Sover al CO!lll prensoriOl della valle dell' Adige. C. 2 Valle del Cismon Osservazioni pervenute 50, di cui ,g da parte di COlmuni, 40 da parte di 63 privati e 2 da parte di Enti. un collegamento di Moena eQI Passo di Costalunga; Anche in questo comprensorio, caratterizzato da un ambiente naturale estremamente caratteristico, l'indicazio ne di nuove aree destinate allQ sviluppo residenziale è stata condizionata massimamente dalle esigem;e figura tive del paesaggio. All'accoglimento di massima delle osservazioni riguardanti tale settore, si contrappone cosÌ la mancata inserzione di alcune aree richieste particOllar mente dai comuni di Imer, Transacqua e TOlnadico. un collegamento di Moena con Soraga, sulla destra dell'AvisiQ, quale continuazione della circonvallazione di Moena; Nel settOlre della viabilità, in generale le osservazioni hanno prospettato soluzioni . compatibili ed integrative delle previsioni del pianOl. un raccordo tra la progettata strada di fondo valle e l'abitato di Cavalese; - seguente limitato spostamento della piccola area in dustriale; a Pozza di Fassa, una strada di interesse turistico, tra San Giovanni e il ponte di Pera. Si sono ancora accolte le seguenti varianti suggerite dai comuni alla viabilità progettata, ritenute funzio nali ai fini della fluidità e dei rapporti col territorio: a Tesero, uno spostamento verso Cavalese della pre vista variante della strada per Stava; a Moena lo spostamento sulla destra Avisio della cir convall82Ji.one già prevista in sponda sinistra, con con Si SOlno inseriti cosÌ i seguen1ti tracciati: collegamento di Mis COln Sagron e di SagrOln COln il con il confine della provincia verso Belluno; nel COlmune di SirOlr, un cQllegamento tra il lago di Calaita e la località Va1mesta. InOlltre si è apportata una variante della strada sta tale del passo Cereda nei pressi di Tonadico ed è stata accolta la prOlPosta del comune di Fiera di Primiero per una nuova soluzione dell'attraversamento del centro, con 74 Suppleu:nell!to ordinario .al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 la previsione di una variante alla statale, corrente sul l'argine sinistro del torrente Cismon. Si è mantenuta la soluzione prevista dal Piano, per la variante della strada statale a Siror, in quanto il nuo vo tracciato propO'sto dal comune non è stato ritenuto ido~ neo tecnicamente. Alcune varianti richieste dal comune di Tonadico alla statale 50 e a quella del Cereda non sono state ac colte, anche considerando che il programma di fabbrica zione redattO' dal Comune ha successivamente accolto le indicazioni del Piano. Nel settore delle aree industriali, le oBSerVazionÌ per venute hanno convinto dell'opportunità dell'inserimento di una previsione di insediamenti a Mezzano I - Imer per complessivi ha. 6,50 stante l'effettiva lontananza delle grosse strutture industriali del Piano. L'estensione delle zone a parco attrezzato viene mano tenuta, sruvo alcune precisazioni, nonostante numerose richieste di privati tendenti ad eliminare qualsiasi indica zione a tale proposito; Anche questo comprensorio è strettamente interes sato alla nuova tutela ambientale propostB. dal Piano. In fatti, salvo una piccola zona nella Val Cordella, tutto il territorio è ICompXesO nelle zone da sottoporre a tutela del paesaggio. Infine sul crinale del Co1hricon - passo Rolle ha ini zio, per il comprensorio, il Parco naturale di Paneveggio S. Martino di Castrozza, che si estende verso S. Martino e il Monte TO'gnola fino a comprendere le foreste dema niali di val Sorda e val Zanca. A seguito dei recenti eventi alluvionali, si è rivisto il tracciato, totalmente asportato, del passo Cereda. Anche a Canal S. Bovo, i tracciati stradali sono srati adeguati alla nuova situazione, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra il centro del comune e le fraziO'ni. La richiesta del Comune di Canal S. BO'VO per l'm· troduzione di un'area industriale a valle del paese non si è potuta accogliere per le gravi controindicazioni di carato tere idrogeologico emerse. Eventuali insediamenti indu striali potranno essere meglio individuati in sede di piano comprensoriale. =========================== in relazione agli obbiettivi che il pianQ si prefigge in questo settorc. Si sono inseriti così i tracciati: - su richiesta dei comuni di StrignO', S3mone, Spera e Bieno, la strada pedemontana Strigno-Spera-Samone Bieno ed uno snodo della superstrada in corrispon denza della provinciale del Broccon. H tracciato della superstrada della Vrusugana è stato radicalmente spostato, o per ragioni tecniche, o per farlo coincidere con l'attuale statale. Le variazioni apportat'e all'estensione delle aree indu striali sono conseguelliti alla verifica teenica compiuta in 'questo settore, nonchè ai recenti eventi alluvionali, che -hannO' imposto, in particolare, l'abbandono delle aree già previste nei pressi di Villagnedo; in sostituzione si è in ·trodotta un'area di ha. 25,50 a Scurelle e si è previsto un ampliamento ,di quelle già esistenti a Borgo e Castelnuovo, per complessivi ettari 50,50. Il comprensorio è in parte interessato alla futura tu tela del paesaggio. Oltre alla valle di Sella e all'altipiano del Tesino, sono proposti tra le zone di tutela ambien tale i territori della fascia pedemontana da Roncegno a Bieno e Villa Agnedo, comprendendovi anche la parte del vecchio centro di Borgo Vaìlsugana. C. 4. Alta Valsugana Osservazioni pervenute n. 27 di cui n. 21 da parte di 22 Comuni e u. 6 da parte di privati. Le amministrazioni comunali hanno innanzitutto os servato una limitatezza nelle previsioni di nuovi insedia menti residenziali. Generalmente le richieste per nuove aree residen ziali sono state accolte, salvo aleune proposte dei comuni di Baselga di Piné, Civez:r..ano, Pe1'lgine, Tenna, Albiano e ILarvarone, che si sono ritenute o lesive dei valori paesag gistici delle zone interessate o non rispondenti ad un cor retto dimensionamento dei centri. ~N;l =~~den;'~i;bilità, le'~~--"'~· - C. 3 Bassa Valsugana Osservazioni pervenute n. 9 da parte di 8 Comuni. Nel cO'mprensorio, la previsiO'ne di un incremento nel le aree residenziali riguarda principaJmeme. i comuni di Ospeda1etto e Borgo. RagiO'ni di carattere funzionale, par ticolarmente conseguenti allo spostamento del tracciato della superstrada della V.alsugana hannO'coruigliato alcune modifiche nei confronti delle richieste contenute nelle osservazioni presentate dal ,Comune di Borgo. Quanto alla viabilità, quasi tutte le Q.'iìSCrvazioni, ri· guardando il potenziamentodi tracciati, sono state accolte, a Borgo Valsugana, una nuova uscita della strada della val di Sella sulla attuale statale; c~.J:LSiston-;;r--= nella previsione di un collegamento diretto tra Luserna e il Passo Vezzena; in variazioni ai tracciati· secondari nei comuni di Per gine e Oalceranica al Lago; --~nella previsione di uiia-v~iante alla'~tatale in corri spondenzia di Vigolo Vattaro, resasi necessaria a seguito delle variazioni apportate al percorso della superstrada della Valugana; - nell'inserimento di un nuovo collegamento con l;--V;l d'Astico; in unnnavo tracciato della strada per il Passo de) Manghel1, in corrispondenza di Palù del Fersina. Su,pplementQ Olidin:ano al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 ======~======~~=~====~====~~==~========== II percorso della superstrada della Valsugana ha su hito evidenti variazioni, anzi.tutto in dipendenza delle os servazioni del Ministero dei LL.PP. il quale ha consigliato l'abbandono del tratto Levico - Trento attraverso la 'sella di Bosentino. Si è quindi recepito il progetto di massi ma fatto studiare dall'apposito comitato formatosi tra le Provincie interessate, il quale prevede, per il tratto cor rente nel comprensorio, di usufruire il più possihHe de] l'attuale sede stradale. Non si sono giudicate accoglibili, per evidenti motivi urbanistici c di sicurezza del traffico, la richiesta di eli minare la prevista variante della provinciale in corrispon deuza dì Baselga ,di Pinè, che ha suhìto anzi un leggero spostamento ai fini di una maggiore scorrevolezza, non ehè quelle di alcuni comuni per l'inserimento di collegamentì di stretto interesse locale, di competenza dei piani di grado subordinato. Le riehieste di potenziamento degli insediamenti in dustriali sono state accolte limitatamente alle indicazioni compatibili con gli obbiettivi del Pi~no. Per il comune di Pergine si sono meglio definite le aree già destinate a questo scopo, anche sulla base della situazione edilizia in atto, e si è inserita un'ulteriore lo calizzazione in loc. Cirè, per ha. 15,50. Inoltre si sono Jeggemnente ampliate, per complessivi altri 9 ha. le aree industriali già previste a Levico e si sono inserite un'area nei pressi di Fornace, per 4 ha. e 2 nei pressi di Caldonazzo e Calceranica per complessivi ha. 18,00. In eonsiderazione degli altri valori paesaggistici sia naturali che urbani, il territorio del comprensorio viene, nella sua maggioranza, proposto per la futUra tutela am bientale. Circa la delimitazione del comprensario, non si è giudicata accoglibile la richiesta del comune di Vigolo Vattaro per il suo trasferimento al comprensorio dell'Adi ge, ritenendo che tale proposta avrebbe compromesso i legami caratteristici delle zone marginali con il compren sorio dell'Alta Valsugana. Inveee, per la prevalente confluenza. di interessi, è stata accolta la richiesta di trasferimento al comprensorio dell'Adige dei comuni di Albiano, Lona-Lases e Segonzano. di carattere paesistico e funzionale. Non hanno potuto quindi essere ac'colte alcune proposte fatte dai comuni di IPadel"gnone, Andalo, S. Michele all'Adige, Spormaggiore e Terlago, perchè in contrasto con le esigenze di tutela am bientale. Riguardo alla viabilità, la situazione iniziale del comprensorio da Mezzolombardo a Mattarello ha suhìto no tevoli varianti, in relazione alla idividuazione di una effi ciente struttura, tale da creare un effettivo supporto sia dello sviluppo industriale in previsione a Nord di Trento, sia di un organico sistema di viabili~ extra-urbana di Trento. In relazione a questa nuova struttura viabile, gli in rerventi principali sono: I Nella Piana Rotaliana si è previsto un nuovo colle gamento fra la S.S. 43, in prossimità del casello auto stradale e la statale 12 a San Michele. I In relazione al potenziamento eseguito dall'A.N.A.S. della statale 43 da San Michele a Mezzolombardo, si è eliminato il progettato nuovo tracciato della destra Adige dalla Nave a Mezzolombardo, prevedendo invece gli opportuni miglioramenti all'attuale tracciato della provinciale, sia a Zambana che a Mezzolombardo. In corrispondeuza di Lavis è stata potenziata la variante della statale, per la quale viene ulteriormente esaltata la funzione di asta raceoglitrice dei traillfici industriali dena zona. Per quanto concerne il comune di Trento, le varianti di maggior rilevauza concernono l'ubicazione dei due caselli autostradali, uno immediatamente a sud della foce dell'Avisio, l'altro in 100. la Vela, collegati sia alla statale 12, sia alla superstrada della Valsugana e alla Gardesana, sia infine alla circonvallazione urbana. Di tale circonvallazione è stato poi precisato il tracciato, che si svolge inizialmente in sponda destra dell'Adige per passare sullaspouda sinistra nei pressi di Ravina fino a raggiungere la statale 12 a sud di Acquaviva. E' stato inoltre prevista, al se:rvizio dei traffici resi denziali della collina e della zona sud di Trento non chè in collegamento con la statale della Fricca, una tangenziale est-ovest, circa seguente il tracciato della ferrovia della. Valsugana, con sbocco diretto sulla ei:r. convallazione urbana. C. 5 Valle dell'Adige Osservazioni pervenute n. 36, di cui 21 da parte di 25 comuni, 14 da parte di 319 privati e l di Enti. Le osservazioni pervenute riguardano essenzialmente l'aumento delle aree residenziali, la trasformazione e l'in cremento della viabilità, il potenziamento delle loclÙizza zioni industriali, le zone a parco attrezzato e la delimita zione dell'area comprensoriale. Per quel che si riferisce alle aree residenziali, le ri chieste dei comuni sono st'alle accolte entro i limiti deri vanti da un corretto assetto urbanistieo e da considerazioni 75 Circa particolari osservazioni formulate in merito alla viabilità, specialmente da comuni, sono state considerate in linea con le finalità del Piano e pertanto accolte, le seguenti: Per il comune di Calavino si è introdotta la previ sione di un nuovo collegamento primario tra Calavino e le Sarche; - Per i comuni di Molveno, Andalo, Cavedago e Spor minore, si è inserito un nuovo collegamento tra Spor minore e Cavedago, attraverso la valle delle Sedie; 76 Supplemem;to ordinario al B. U. 19 setrenlbre 1967 . N. 40 ====================~~===== In relazione anche a progetti nel frattempo portati a termine, si è previsto un nuovo tracciato del collega mento Viotte - Lasino - Cavedine, che nella parte ter minale,si avvicina a Castel Madruzzo; Su richiesta del Ministero dei Lavori Pubblici, si è in serito il tracciato Ranzo - Nem'bia - Molveno. Alcune richieste relative alla viabilità non hanno potuto essere accolte, e di esse si elencano qui le prin cipali: Per il comune di IPadergnone si è giudicata inade 'guata dal punto di vista urbanistico e funzionale la richiesta dello spostamento del nuovo tracciato della prevista variante della staltale; Per Mezzocorona, l'eccessiva onerosità dell'opera non ha consentito di prevedere lo spostamento del raccordo fra la strada della Valle di Non e <fUella del Brennero; Motivi di efficienza viabile non hanno consentito altresì di accedere alla richiesta di deviare all'interno del centro urbano di Mezzo4mthardo la strada della Valle Idi Non e di inserire un nuovo collegamento fra la località Rupe e Zambana. Nel settore deUe aree industriaJli, il potenziamento della struttura dell'asta dell'Adige ha condotto anzitutto alla previsione di un grande complesso di aree uibieate sia in comune di Trento, ai limiti nord del territorio co munale, sia in comune di Lavis, in continuità dell'im portante area già prevista sulla destra dell'Avisio. Il com plesso di tali aree, assomma a un totale di ettari 350, cni si aggiunge l'area dell'aeroporto di Gardolo e sue adia oltrechè in contrasto con l'assefrto urbanistico della zona, anche suscettibile di arrecare grave pregiudizio all'am biente, con la distruzione di un'area di elevata vooszione agricola che il piano tende a salvaguardare al massimo. Del ,pari, si è ritenuto di rinviare alla competenza dei pia ni di grado subordinato la giustificazione di una previsione di piccoli insediamenti industriali del comune di Molveno. Per qucl che riguarda le osservazioni sulla configu razione del parco attrezzato, <fUeste hanno portato all'in troduzione di alcune nuove località meritevoli di valoriz zazione turistica, secondo le segnalazioni di vari comuni e hanno portato altresì all'esclusione di <fUalche zona di scarso interesse e di altre aventi una chiara vocazione agricola, specialmente nella Piana Rotaliana. Circa la delimitazione del comprensorio, le osservazio ni riguardano la possmilità di aggregare alla Valle del. l'Adige tutti i comuni della Valle di Cemhra. La richiesta è stata accolta data la prevalente confluenza di interessi verso Lavis e verso Trento e in comformità alla volontà espressa dagli organi rappresentativi delle popolazioni in teressate. Al contrario, non si è ritenuta accoglihile la richiesta di Molveno e di San ,Lorenzo in Banale per la formazione di un snh-comprensorio turistico, che dovrehhe accumunare gli interessi in questo settore, particolarmente notevoli per la presenza del lago di Molveno. Si ritiene di poteraffer mare che proprio il lago di Molveno potrà costituire stru mento per un insieme di rappol'lti intercomprensoriali che sicuramente, soprattutto per ragioni turistiche, saranno presenti come vincoli efficienti nella formazione delle con nessioni fra comprensorio c comprensorio. zione di nUOve arce, particolarmente su richiesta o indi cazione dei comuni di Mezzolombardo e di Mezzocorona. Per quanto concerne la tutela ambientale, oltre a gran parte delle zone già attualmente sottoposte a vincolo paesag gistico, si sono inserite <fUelle zone prevalentemente col linari che per insediamenti caratteristici' o per valori amo bientali preminenti, è semhrato opportuno proporre per la nuova forma di tutela. Rimane da <fUesta esclusa la città di Trento, per la quale gli strumenti di disciplina urbanistica si sono ritenuti sufficienti per consentire un ordinato sviluppo edilizio_ Il comprensorio è infine interessato al parco natu rale, relativamente ad una parte del Gruppo del Brenta. Ancora,su richiesta delle amministrazioni comunali, si sono inserite alcune aree di modesta entità e cioè: C. 6 - Valle di N()n cenze, per la quale è possibile una destinazione a servizi del traffico pesante. Anche nella Piana Rotaliana le previsioni di insedia menti industriali hanno 5Ubìto talune variazioni, dipen denti sia dalle verifiche idrogeologiche che hanno condotto ad abbandonare l"area già prevista in sponda destra del No ce in località Rupe, sia da una maggiore estensione di alcune aree precedentemente previste, sia infine all'nhica Per i comuni di V~g()Ìlo Baselga e Baselga di Vezzano, un'area di circa ettari 4, località di Narano; Osservazioni pervenute 29, di cui 25 da parte di 26 c0 muni e 4 da privati. Per i cQmuni di Lasino e Calavino, un'area di circa I numerosi comuni del comprensorio hanno anzittut 4 cttari in loc. Prati di Campagna; to generalmente richiesto la previsione di nuovi insedia Nel comune di Aldeno una piccola area industriale di menti residenziali. Nel rispetto dei valori figurativi del circa 5 ettari. paesaggio, le osservazioni sono state di massima accolte, Tra le richieste non accQlte, si segnala quella rela ad eccezione della richiesta per l'urhanizzazione della tiva all'uhicazione di un'area industriale in looalità Ischia zona del lago di Tovel, incQmpatibile con i criteri del di Mezzolombardo, essendosi ritenuta l'uhicazione proposta proposto parco naturale della valle. SupplemeDJto OO'id!Ìn:ario ai B. U. 19 settJembre 1967 - N. 40 77 ,======:==============~=========== Nel settore delle infrastrutture viabilistiche, le nume rose osservazioni pervenute hanno proposto modificazioni od integrazioni a,Ro schema viabile del Piano, in parte con esso compatibili. Così, su richiesta dei comuni di Gles e Tassullo, si è studiato uu tracciato della statale in gran parte nuovo che, deviando dalla strada attluale nei pressi di Mollaro prosegue verso Portolo e Nanno per portarsi nella piana tra Cles e Maiano, inserendosi quindi previa circonvailla zione di Cles, suRa statale nei pressi del bivio per la pro vinciale del Castellaz. Tale tracciato risolve quindi anche il problema del,la circonvallazione di CJes, che aveva costituito oggetto di parecchie osservazioni. Ancora, su richiesta di numerosi comuni si sono inserite nel piano le seguenti infrastrutture: collegamento Sporminore - Cavedago attraversO' la val· le delle Seghe, in sostitu.zi.one del tracciatO' tra Spor maggiore e/'SpO'rminore; nuovo tracciato Cagnò - strada per Tregiovo, per un più valido collegamento con i comuni della Provincia di Bolzano; coLlegamento Denno - Nanno attraverso Maso Cimana e Portolo; nuovo tracciato da Dambel alla Mendola, attraverso Romeno, Cavareno e Ruffrè. Su segnalazione del Ministero dei Lavori Pubblici, e per un più idoneo collegamento con la provincia di Bol zano, si sono ancora previste le artep.e Revò - Tregiovo confine Provincia e Rumo- confine Provinc;ia. Alcune varianti già previste non sono state ulterior· mente mantenùte, oonsiderandosi sufficiente un potenzia mento dei tracciati esistenti. Traftasi, inpartioolare, della variante in corrispondenza di Sarnonico e fino alla Men dola sulla SS. 42 e di quelle ai centri di Flavon e Ter res sulla strada provinciale. Alcune proposte di nuova viabilità non sono state ritenute compatibili oon i criteri fondamentali del Piano. Non si è pertanto introdotto un ooI1egamento della Valle di Non oon Campiglio attraverso il passo del Grostè perchè tale infrastruttura, oltre ad essere di costo eccessivo in rapporto al limitato periodo di transibilità stagionale con sentito, avrebbe avuto ripercussioni negative sull'organiz· zazione del parco naturale della valle di Tovel. Del pari, non si è giudicato utile un oollegamento stradale con il Monte Roon, che avrebbe ridotto notevol meute lafunzioue dei previsti impianti di risalita. Ragioni tecniche non hanno consentito la previsione di una variante al tracciato collegante Vervò con Sfruz attraverso la zona della Predaia, ch~ avrebbe comportato una contropendenza di cirea· 400m., oosi come la onerosità della costruzione di un viadO'tto attraverso la gola di S. Romedio non ha oonsentito di proporre un collegamento di Salter con Tavon. Infine, si è mantenuta la proposta di una variante alla statale in corrispondenza di Cavareno, giudicata indi spensabile per la fluidità e la funzionalità della statale stessa. Nel settore degli insediamenti industriali, si sono ap portati leggeri aumenti all'estensione dalle aree già indi cate nel piano a Fondo, Cavareno e Tuenno per un totale complessivo in aumento di ha.S,50. Le condizioni geologiche ed orografiche estremamente sfavorevoli non hanno consentito di prevedere ulteriori possibilità di insediamenti industriali a Cunevo e in loc. Cressino - Maso Milano. Infine è stata segnata nel Piano un'area industriale esistente presso Termon. La· delimitazione delle aree a parco attrezzato è stata opportunamente variata, in relazione ad osservazioni che segnalavano ,la presenza di zone agrioole molto efficienti e caratteristiche o la necessità di estendere le previsioni di valorizzazione turistica a zone particolarmente interessanti. La nuova tutela ambientale prevista dal p'iano, in teressa la parte del territorio comprensoriale nella quale sono ubicati gli insediamenti più caratteristici. Il parco naturale della valle di Tovm completa le nuove indicazioni proposte per il comprensorio. C. 7 - Valle di Sole Osservazioni pervenute 2,· da parte di Comuni. Le osservazioni pervenute hanno riguardo essenzial mente alla viabilità; In relazione al prograanma di potenziamento della infrastruttura viabilistiea, si è rivisto l'inserimento della statale per Campiglio su quella per il Tonale, prevedendo una variante ad est di Dimaro ed un nuovo tronco, dipar tentesi dal quarto tornante della strada di Campiglio, verso Almazzago. Si è manteuuta poi, con un ulteriore miglioramento nel tracciato, la variante alla Statale, in corrispondenza di Mezzana, mentre si è ritenuto di abbandonare la pre vista circonvallazione di S. Bernardo di Rabbi, essendo stati eseguiti notevoli miglioramenti all'attuale attraversa mento dell'abitato. E' stato precisato il tracciato di una strada di carat tere turistico, Folgarida - Fazzon, oon diramazione per Mezzana. Per il comune di Vermiglio e il passo del Tonale, si sono apportate alcu.ne variazioni alla viabilità ed alla zonizzazione, sulla base del programma di fabbricazione adottato dal Comune. Nel settore delle locwlizzazioni industriali, sono stati precisati i confi'Ili delle aree di Ossana e Malè, oon una riduzione di circa 7 ha. Per il comprensorio, è prevista la sottoposizione alla futura tutela ambientale di tutto il territoNo. SupplerrHmto oodJÌn:arioal B. U. 19 sette:mhre 1967 - N. 40 78 C. 8 - Valli Giudicarie Osservazioni pervenute 17, di cui 16 da parte di 17 comu ni ed l di privati. ILe osservazioni dei comuni richiedono anzittutto la previsione di nuove aree residenziali: in generale, e salvo qualche ridimensionamento le proposte fatte sorro state accettate, salvo la richiesta tendente ad urhanizzare urra estesa zona in loc. Campo Carlo Magno, perchè contra stante con i caratteri figurativ.i della zorra. Nel settore della viabilità, le soluzioni prospettate dai comurri si sono ritenute compatibili con le indicaziorri fondamentali del piano. Si sono cosÌ previste: nel comurre di Tione, due collegamenti secondari già contenuti nel progetto di piano regolatore adottato da quel comune; nel comune di Carisolo, alcune variamoni nella via bHità afferente al centro; nci comuni di Pelugo, Bondo e Breguzzo, leggeri spo stamenti nelle progettate circonvallazioni dei centri ahi fati; su richiesta dei comurri di Bolbeno e Zuclo, un trac ciato tecnicamente più idoneo per la strada del passo del Durone. Relativamente alle localizzazioni industriali, su richie sta del comune di Tione, siè aumentata di circa 2 ha. l'estensione delle aree inizialmente previste e si è aggiunta, sulla hase del programma di iahhricazione adottato dal comune, una seconda area, estesa ha. 12. La verifica tecnica delle aree, ha poi . condotto ad una sistemazione più esatta delle loro superfici, corr un aumento di complessivi 17,50 ha. Non si sono introdotte previsioni di nuove localizza zioni industriali, ritenendosi che le esigenze di sv.iluppo prospettate dai comuni di Dorsino e San Lorenzo in Ba nale fossero sufficientemente soddisfatte dallaprevist'a lo calizzazione di Ponte Arche. L'importanza fondamentale che si connette alla previ sione dei parchi naturali, non ha consentito di acco gliere 1'osservazione del comurre di Strembo che, sulla base di presupposti erronei richiedeva J'climinazione di tale previsione per la Valle di Genova. Anzi, l'estensione del parco naturale è stata ulteriormente definità, me diante un organico collegamento con la zona della valle di Tovel comprendendo anche il gruppo del Brenta. Il territorio comprensoriale è interessato in gran parte alla proposta tutela ambientale, che comprende i gruppi del Brenta e dell'Adamello - PresaneJ.la e i fondo-valle più caratteristici. C. 9 . Valle del Sarca Osservazioni pervenute 29 di cui 8 da parte di 7 comuni, 16 da privati e 5 da enti. Le previsioni di nuovi insediamenti residenziali sono state oportunamente integrate, secondo le proposte conte nute nelle osservazioni. Nella delimitaziorre delle zone si sono evidentemente tenuti in attenta consideraziorre i valori e gli aspetti fi gurativi del paeasggio, particolarmente presenti nell'ambito di questo comprensorio. Nel settore della infrastruttura viahilistiea, non si sono verificate variazioni di rilievo, salrvo uno spostamen to di tracciato alla prevista ciroonvaJ.lazione della statale in eorrisptmdenza di Dro e l'inserimento di una circon vallazione alla città di Arco, secondo un progetto A.N.A.S., su istanza anche del Ministero dei LL.IPP. Inoltre si è inserito, su un tracciato tecnicamente idoneo, il collegamento autostradale tra Rovereto e il Garda, che varia non sostanzialmente l'iniziale progetto superstradale. Le previsioni di insediamenti industriali hanno su hìto un lieve incremento nei confronti delle proposte inizialmente contenute nel piano, in relazione alla ri· cerca di un maggiore equilibrio tra le varie attività pro duttive. In accoglimento di osservazioni pervenute a questo proposito, risultano le seguenti variazioni: nel comune di Tiarno di Sopra si è prevista una pic cola area di ha. l parziahnente già impegnata; nel comune di Dro - loc. Pietramurata . è stata inse rita un'area industriale estesa ha. 3; a Riva, si è. inserita l'area occupata da una industria in viale Rovereto; in loc. CeoJe di Arco si è pure inserita un'area già occupata da un insediamento industriale. Sempre nel settore delle aree industriali, gli studi di verifica compiuti hanno condotto ad una più esatta delimitazione delle aree di Arco, Ceniga e Dro. Nel settore della tutela ambientale, le zone a parco attrezzato hanno suhìtoqualche variazione principalmente per l'inserimento di alcune Joca.Jit'à particolarmente suscet tibili di sviluppo turistico, mentre gran parte del com prensorio ricade tra i territori da sottoporre a tutela del paesaggio. C. lO - Vallagarina Osservazioni pervenute n. 27, di. cui 12 di comuni, 7 di privati e8 da parte di enti. Le osservazioni concernenti l'individuazione di nuo ve aree per l'espansione residenziale sono state general mente accolte; in relazione agli ·aJ.ti valori figurativi del paesaggio, alcuni ridimensionamenti hanno subìto in par ticolare le indicazioni fornite dal comune di Folgaria. Lo schema delle infrastrntture viahilistiche proposto dal piano ha suhìto notevoli variazioni, in rapporto al nuovo tipo di collegamento tra l'autostrada del Bren 79 Supplemenillo Ordi11ID'ID al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 =========================== nero e il lago di Garda che avviene mediante un'auto strada innestantesi su quella del Brennero all'altura di Marco, attraverso uno svincolo con casello. Conseguen temente è stato spostato da Isera a Villa Lagarina il ca sello di uscita per la città e per la parte nord del com prensorio. Ulteriori varianti alla viabilità sono dipese daI nuo vo sistema autostradale sopr,a descritto nonchè dalle osser vazioni pervenute ,che, nella quasi totalità, si sono giu. dicate ammissibili: - nell'ambito del comune di Rovereto, la viabilità è sl'a· ta in parte adeguata al progetto di piano regolatore generale adottato da quel comune, con alcune precisa zioni e integrazioni di tracciati conseguenti alle ve rifiche tecniche eseguite; - nel comurn.e di Folgaria, si è insenl'o un tracciato 'Folgaria - Malga Zonta - confine provincia, in sosti tuzione di analogo tracciato prima previsto; nel comune di Villagarina, s,i è apportata una va riante al tracciato della circOOlvallazione della provin ciale destra Adige; nel comune di Vallarsa si sono previsti i collegamenti Pian delle Fugazze - Rifugio Papa e Trambileillo Rifugio ,Lancia; ===========~-=~=========== nico per ha. 2 e Ala per ha. 27,50 e a Lavini di Marco, per ha. 70. Nei comuni di Rovereto e Volano, si sono leggermente ampliate le precedenti aree industriali per complessivi ha. 29 circa. Per quanto concerne gli altri settori di intervento del piano, è anzittutto da considerare che, su istanza del Consiglio Agrario Forestale Provinciale, e su conforme parere della C.U.P. non viene mantenuta la previsione di un aereoporto a Rovereto. ,Relativamènte poi alle zone a parco attrezzato, tale indicazione è stata estesa ad alcune località particolarmen te suscettibili di valorizzaziOOle turistica, come quella del Pasubio e del Passo della Mamnella nei pressi di Serrada. Infine, per quanto concerne la tutela ambientale, vengono proposte a tale fine, oltre a quasi tutte le zone già interessate ai provvedimenti di tutela in atto, anche quelle della Valle di Gresta - Monte Stivo, del Monte Baldo, la parte alta della Vallarsa nOOlchè la zona del Monte Finonchio. Prof. Giuseppe Samonà Arch. Sergio Giovanazzi IL PRESIDENTE Nnove aree vengono previste pertanto a Calliano loc. Castelpietra per ha. 4, a Mori per ha. 13, a Brento GIUNTA PROVINCIALE Kessler infine, anche su segnalazione del Ministero dei LL:PP. si sono previsti i collegamenti Vallarsa - Campogrosso e Ala - Ronchi - Passo Per.tica. Nel settore delle aree industriali le richieste di po tenziamento sono state in generale accolte. DELLA IL SEGRETARIO GENERALE Pace Visto: IL COMMISSARIO DEL ,GOVERNO Schiavo 80 S'll,pplementJo ordinario al B. U. 19 settembré 1967 - N. 40 ==================~==~========= NORME RELATIVE ALL'ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE ART. l L'attuazione del Piano Urbanistico Provinciale sarà effettnata in ottemperanza alle indicazioni contenute nelle planimetrie su scaia l : 100.000, l : 40.000, l : 2.5.000 e l : :10.000, facenti parte del piano e secondo le norme seguenti. ART. 2 Tutte le planimetrie vanno intese secondo le legende ad csse allegate. Le aree industriali, le aree agricole, i centri direzio nali ~ ço~merçi:!lli, i parchi attrezzati e urbani, le aree a parco naturale nonchè le zone aeroportuali sono indi viduate dalle planimetrie su scala l : 25.000, con le spe cificazioni eventualmente risultanti dalle plaIl@etrie su scala l : 10.000. tU rete stradale primatÌà é di interesse provinciale risulta dall'apposita planlmetria su scala 1: 100.000. Le indicazioni concernenti i tracciati nuovi ed i tracciati esi stenti da potenziare, sono comprese nelle plani:metrie su scala l: 25.000 e l: 10.000. Le zone da sottoporre a tutela del paesaggio sono individuate dall'apposita planimetria su scala 1: 40.000. ART. 3 Il territorio della Provincia è ripartito in dieci comprensori secondo la delimitazione segnara per ognuno dì essi nella planimetria su scala 1 : 100.000. I comprensori sono: a) il comprensorio delle Valli. dell' Avisio, contrad distinto nella planimetria con la sigla C. 1., che include il territorio dei Comuni di: Campitello, Canazei, Capriana, Carano, Gastello di Fiem me, Cavalese, Daiano, Mazzin, Moena, Panchià, Pozza di Fassa, ,Predazzo, Soraga, Tesero, Valfloriana, Varena, Vigo di Fassa, Ziano di Fiemme; h) il comprensorio della Valle del Cismon, con traddistinto nella planimetria con la sigla C. 2., che in•. clude il territorio dei Comuni di: Canal San Bovo, Fiera di Primiero, Imel'~ Me2Zano, To- nadico, Transacqua, Sagron Mis, Siror; c) il comprensorio della Bassa Valsugana, contrad. distinto nella planimetria con la sigla C. 3., che include iiI territorio dei Comuni di: Bieno, Borgo, Carzano, Castelnuovo, Castello Tesino, Cin te Tesino, Grigno, Ivano Fracena, Novaledo, Ospedaletto, Pieve Tesino, Roncegno, Ronchi, Samone, Scurelle, Spera, Strigno, Telve, Telve di Sop~, Torcegno, Villa Agnedo; d) il comprensorio dell'Alta Valsugana, contrad distinto nella planimetria con la sigla C. 4., che include il territorio dei Comuni di: Baselga di Pinè, Bedollo, Bosentino, Calceranica, Galdo nazzo, eenta San Nicolò, Civezzano, Frassilongo, Fieroz zo, Fornace, Lavarone, Levico, Luserna, Palù del Fersina, Pergine, S. Orsola, Tenna, Vattaro, Vignola Falesina, Vigolo Vattaro; e) il comprensorio de1la Valle dell'Adige, contrad. distinto nella planimetria con la sigla C. 5., che include jl tt;lrritorio dei Comuni di: Albiano, AMeno; Andalo, Baselga di Vezzano, Cavedago, Calavino, Cavedine, j Cembra, Cimone, Faedo, Fai della Paganella, Faver, Garniga, Giovo, Grauno, Grumes, La sino, Lavis, Lisignago, Lona, Lases, Mezzocorona, Mezzo.· lombardo, Molveno, Nave San Rocco, Padergnone, Roveré della Luna, San Michele all'Adige, Segonzano, Sover, Spor maggiore, Terlago, Trento, Valda, Vezzano, Vigolo Ba· selga, Zamhana;. f) il comprensorio della Valle di Non, contraddio stinto nella planimetria con la sigila C. 6., che include il territorio dei Comuni di: Am'hlar, Banco, Bresimo, Brez, Cagnò, Campodenno, Ca sez, Castelfondo, Cavareno, Cis, Cles, Cloz, Coredo, Cu· nevo, Dambel, Denno, Don, Flavon, Fondo, Livo, Ma losco, Nanno, Revò, Romallo, Romeno, Ronzone, Ruffrè, Rumo, Sanzeno, Sarnonico, Sfruz, Smarano, Sporminore, Taio, Tassullo, Terres, Ton, Tres, Tuenno, Vervò; g) il comprensorio della VaJ di Sole, contraddio stinto nella planimetria con la sigla C. 7., che include iI territorio dei Comuni di: Caldes, Cavizzana, Commezzadura, Croviana, Dimaro, Ma lé, Mezzana, Monclassico, Ossana, Pejo, Pellizzano, Rabbi, Terzolas, Vermiglio; h) il comprensorio delle Valli Giudicarie, con trAddistinto nella planimetria ,con la sigla C. 8, che include il territorio dei Comuni di: Bersone, Bleggio Inferiore, Bleggio Superiore, Bocenago,. Bolbeno, Bondo, Bondone, Breguzzo, Brione, Caderzone. Carisolo, Castel Condino, Cimego, Condino, Daone, Daré." Suprplemffllito o:vdinano:aI B. Dorsino, Fiavé, Giustino, Lardaro, Lomaso" Massiineno, Montagne, Pelugo, Pieve di Bono, Pinzolo, Praso, Preore, Prezzo, Ragoli, Roncone, S. Lorenzo in Banale, spiazro, Steuico, Strembo, Storo, Tione di Trento, Vigo Rendena, Villa Rendena, Zuclo; i) il comprensorio della Valle del Sarea, contrad distinto nella planimetria con la sigla C. 9., che include il territorio dei Comuni di: Arco, Bezzecca, Concei, Drena, Dro, Molina di Ledro, Nago Torbole, Pieve di Ledro, Riva, Tenno, Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto; l) il comprensorio della Vallagarina, contraddi stinto nella 'planimetria con la sigla C. lO, che include il territorio dei Comuni di: Ala, Avio, Besenello, Brentonico, Calliano, Folgaria, Isera, Mori, Nogaredo, Nomi, Pannone, Pomarolo, Ro vereto, Terragnolo, T-rambileno, Vallarsa, Villa Laga rina, Volano. Entro un anno dall'approvazione del Piano Urba nistico Provinciale, i Comuni facenti parte di uno stes so comprensorio, si costitniranno in consorzi ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 20 della L.P. 2.3.1964 n. 2. ART. 4 Le indicazioni risultanti dalle planimetrie vanno osservate nei limiti e con le specificazioni previste dagli articoli seguenti. Le indicazioni risultanti dalle planimetrie e con cernenti la individuazione della rete stradale seconda ria, dei nuovi impianti a fune e dei raccordi fèrroviari, dei centri commerciali, delle aree per attrezzature agri cole nonchè delle opere o impianti di interesse provin dale costituiscono criteri orientativi. I piani di grado subordinato potranno ~scostarsi da tali criteri, purchè vengano motivate esaurientemente le diverse soluzioni adottate. ART. 5 rmo all'approvazione dei piani di grado subordi nato o dei .programmi di fabbricazione, le indicazioni stradali della rete primaria e di interesse provinciale, vincolano le strisciedi terreno situate sui due lati del l'asse stradale, per una larghezza di m. 50 per parte per i tracciati nuovi e di· m. 30 per parte per i tracciati esistenti da potenziare. Su tali striscie non potranno nel frattempo essere autorizzate costruzioni se non previo nulla-osta della Giunta Provinciale. Per evidenti difficoltà di costruzione, i piani di grado subordinato potranno introdurre variazioni ai trac ciati di cui al comma precedente, purchè non venga alterato rassetto urbanistico complessivo previsto dal Piano Provinciale. 'I piani di grado subordinato dovranno. prescrivere, per tutti i tracciati stradali della rete primaria e di U. 19 Séitéi:ribré 1967 - N. 40 81 interesse provinciale, un'area ,di rispetto di larghezza non inferiore a m. 15 dal ciglio stradale;all'intemo degli abitati l'area di rispetto potrà ridursi ·fino a m. 6. Per le autostrade e superstrade non potrà essere di larghezza inferiore a ID. 30 dal ciglio stradale. ART. 6 Fino all'approvazione dei piani comprensoriali ov vero in mancanza del piano regolatore, le pubbliche am ministrazioni devono ottenere, 'per l'esecuzione di opere pubbliche, il preventivo nulla-osta della Giunta Provin ciale, per gli effetti urbanistici. ART. 7 1 perimetri delle aree agricole e i vincoli che le concernono, saranno' precisati dai piani comprensoriali, i quali non dovranno prevedere attrezzature, impianti o strutture di carattere edilizio che non siano comunque afferenti all'attività agricola. In partieolare tali piani, a seconda del prevalente indirizzo arboricolo o misto-montano e sulla hase dei criteri contenuti nella relazione illustrativa, indiche ranno: a) le caratteristiche dell'edilizia rurale; b) la localizzazione delle principali attrezzature agricole necessarie aJ:l'area, ivi comprese quelle per la lavor·a zione e trasformazione dei prodotti agrico1i o forestali; c) le infrastrutture viabilistiche. ART. 8 I perimetri delle aree industriali sono quelli indi cati dalle planimetrie su scala l : 10.000. Nell'ambito delle a:ree industriali non potranno es sere autorizzate opere o costruzioni a destinazione diversa; sarà tuttavia ammessa la costruzione di laboratori arti giani. Il ,piano comprensoriale potrà contenere le indica zioni necessarie al fine. di impedi.re, ove occorra, l'instal lazione di industrie nocive o moleste. Fino all'approvazione del piano comprensoriale, i nuovi insediamenti industriallnell'ambito delle aree a ciò destinate, saranno autorizzati dalla Giunta Provin ciale, tenuto conto della natura e delle caratteristiche dell'industria, in armonia con i criteri di cui all'art. 11. Il piano comprensoriale potrà oocezionalmente pre vedere nuove aree da destinare ad insediamenti indu striali, purchè rispondano alle seguenti condizioni: a) siano in armonia con l'assetto urbanistico comples sivo del comprensorio; b) non occupino ciascuna un'area superiore ai 20.000 mq; c) il piano urbanistico non preveda già una o più aree industriali nell'ambito del territorio comunale nel quale eventualmente ubicare la nuova 'area. SupplemeDJoo Ol'Idinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 82 ====~==~====~================ Fino all'approvazione dei piani comprensoriali, l'au torizzazione per insediamenti industriali non previsti dal pianO' urbanisticO' provinciale, PO'trà essere cO'ncessa dalla Giunta Provinciale alUe cO'ndizioni di cui alle precedenti lettere a), h) e c). ART. 12 ART. I perimetri delle zone aeroportuali sonO' quelli in dicati nelle planimetrie su scala l: 10.000. Nell'ambito di tali zone, non potranno esse're auto rizzate o eseguite opere o costruzioni a destinazione di versa. 9 13 ART. Per le industrie esistenti al di fuO'ri delle aree in dustriali previste, i piani cO'mprensO'riali potrannO' de ternninare il limite massimO' di eventuali loro amplia menti, tenendO' conto delle ragioni di assettO' urbanistico nO'nchè dei mO'tivi di mO'lestia e nO'cività degli impianti. FinO' all'approvaziO'ne dei piani oomprensoriali ·gli eventuali ampliamenti potranno essere autorizzati dalla Giunta Provinciale, secondO' i medesimi criteri di cui al precedente comma. ART. 11 14 ART. lO Le industrie per la lavoraziO'ne dei materiali estratti da miniere, cave e tOél"biere e gli stabilimenti di sfrutta mento delle acque minerali e termali, oltre che nelle aree industriali ,potranno localizzarsi anche in prossimità delle zone di estrazione, previa autO'rizzazione della Giun ta PrO'vinciale, sentita la C.U.P., purchè l'attività in dustriale nO'n rechi danno a quella prevalente della zO'na.. ART. FinO' all'adozione del piano comprensoriale, nelle zone per le quali il piano urbanistico provinciale non dà alcuna indicazione, non sono ammesSe iniziative che ri guardinO' piami di sfruttamentO' ediliziO'. Tuttavia in casi eccezionali, la Giunta Provinciale, previo parere della C.U.P., può autorizzare iniziative di tale natura sem prechè non siano in contrastO' con i criteri generali del piano urbanisticO' provinciale. I perimetri dei parchi attrezzati e dei parchi urbani e i vincoli che li concernono, verranno precisati dai piani comprensO'riali. Nelle aree destinate a parco attrezzatO', i piani di grado subordinato dovranno conformarsi ai seguenti cri teri; a) dDvrà essere prevista una rete stradale tale da valoriz. zare la zO'na; b) tutte le costr:umoni nelle aree consentite, dovranno armO'nizzarsi con l'ambiente circostante; La regolamentaziO'ne delle aree industriali sarà defi nita dai piani digradO' subordinato, secondO' i seguenti criteri: c) deve essere evitata la concentrazione di edilizia al berghiera e di servizi, tranno il caso che lo richiedano particolari ragioni di valorizzazione turistica; a) il rapporto tra l'area cO'perta e l'area scoperta dO'vrà essere definitO' area per area, in un limite massimo, derogabile ai sensi dell'art. 46 della L.P. 2.3.1964 n. 2 solo in relazione alla particO'lare natura delle industrie che vi si potranno insediare; d) ,per le rive dei laghi dovrà studiarsi un assetto urbani stico che nel massimo rispetto dei valori paesaggistici, organizzi le eventuali strutture recettive o residen ziali secondo rprevisiOOli di utilizzo del territorio che nO'n compromettano un libero godimento dell'am biente circostante; b) le costruziO'ni e 'gli impianti dO'vranno possedere carat teristiche tali da soddisfare le ragioni di sicurezza, di· salubrità e di estetica; c) le costruziO'ni e gli impianti dovranno rispettare la distanza dal ciglio della strada della rete primaria o di interesse prO'vinciale di almenO' m. 50, riducibilì a m. 3 O per particolari situaziO'ni orografiche; d) nel recinto di ogni stabilimentO' potrà essere consen tita la abitazione del solO' personale di custodia e di quellO' indispensabile al funzionamento degli impianti; e) ogni stabilimento industriale dovrà disporre di. uno spazio proporzionato all'importanza dell'impianto, da riservarsi alle necessità di servizio sociale; f) nell'ambito delle aree industriali dovrà essere .studiata . la possibilità di riservare apposite zone per i servizi di interesse collettivo. ,..,•. , . - , _ . _"o-_"_-'-",,_.~~ --~ -, e) si dovrà evitare in ogni caso che nuclei dell'edilizia nuO'va contrastinO' CDn i nuclei tradiziOOlali da va lorizzare; f) ogni ente consorziale, nella formazione del piano com prensOO'iale, dovrà dispDrre e raccogliere studi accu rati 'Per la valorlzzamO'ne e la conservazione dei pic coli nuclei e costruzioni tradizionali esistenti; g) nelle zOOledi utilizzazione agricola, dovranno essere considerate le indicazioni di cui alle lettere a) e b) del precedente art. 7 ; h) i parcheggi dOVl'annD essere ubicati lungo le strade principali e, per quelle secondarie, possibilmente ai margini del bosco; i) dDvranno essere indicate - se .del caso. - le zone da destinare al turismo sociale ed alle colonie. 83 SupplemOOloo ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Nelle aree destinate a parco urbano, i piani digrado subordinato dovranno conformarsi ai seguenti criteri: l) dovranno prevedersi caratteristiche specifiche, in re lazione all'ubicazione del parco rispetto agli abitati; m) potranno prevedersi, in rapporto alle esigenze locali, att:rezzaturre per lo svago e lo sport; n) almeno i due terzi della superficie complessiva dovrà esseredestin.ata a prato o alberature; o) non dovranno essere previste costruzioni al di fuori di quelle strettamente necessarie al servizio del parco, mentre si dovranno mantenere gli elen1enti ehecon corrono a caratterizzare l'ambiente; p) per i parchi che non siano già di proprietà pubblica, si dovrà prevedere la formazione di piani particola raggiati, eventualmente estesi aUe zone adiacenti. Fino all'approvazione dei piani comprensoriali e in mancanza del 'piano regolatore, le costruzioni ed opere pr~ettate su terreni compresi nei parchi sia attrezzati che urbani, sono in ogni caso subordinate al preventivo nulla-osta della Giunta Provinciale, da concedersi in al' moniacon i criteri di cui al 'presente erticolo. Il rila scio della licenm edilizia deve essere preceduto da tale nulla-osta. Tuttavia, con l'entrata in vigore di una disciplina provinciale del paesaggio, nelle zone apar.co che ver rauno tutelate paesaggisticamente, il nulla-osta di cui al cmnma precedente, sarà sostituito dagli appositi provve dimenti di tutela. ART. 15 I perimetri deUe aree a parco naturale sono quelli indicati nelle planimetrie. , In tali aree è vietata ogni edificazione, opera od impianto. Tuttavia sarà consentita una limitata utilizzazione per attrezzature recettivc o di servizio, compresi gli im pianti a fune. Sarà pure consentita la viabilità stretta mente necessaria alla funzione del parco, seeondo le caratteristiche proprie dello stesso. Fino all'entrata in vigore di una disciplina provin ciale sul paesaggio o fino all'8.fprovazione dei piani com prensoriali, le costruzioni od opere di cui al comma precedente, SO!110 in ogni caso subordinate al preventivo nulla osta della Giunta Provinciale, da concedersi in ar monia con i oriteri di cui al comma successivo. Per ,le zone indicate come parco naturale, i piani comprensoriali dovranno conformarsi ai seguenti criteri: a) le strade dovranno lasciare il più possibile inalterate le caratteristiche ambientali; b) i parcheggi dovranno essere contenuti in appositi spazi, possibilmente ai maJ.)gÌni del bosco; c) le 'Costruzionieonsentite dovranno armonizzarsi con l'ambiente cireostante ed essere ubieate in prossimità delle strade; d) dovrà essere studiata una utilizzazione degli edifici tradizionali esistenti, che sia in armonia con la de stinazione della zona. ART. 16 I perimetri e le caratteritiche delle aree residenziali saranno precisati dai piani di grado subordinato, i quali potranno introdurvi variazioni 'per giustificati motivi di ordine tecnico o di sviluppo, nonchè prevederne di nuo.ve, purchè non venga alterato l'assetto urbanistico comples sivo del relativo territorio nel quadro generale del piano urbanistico. provinciale. Nelle aree ,residenziali i piani di grado subordinato dovranno conformarsi ai seguenti criteri: d) le caratteristiche volumetriche degli edifici non do vrauno essere in eontrasto con l'ambiente tradizio nale o naturale cireostante; b) i nuovi nuclei edilizi dovranno essere formati da una struttura che appaia continua nel 'suo insieme, come complesso di fabbricati e spazi liberi; c) dovrà essere evitata, per quanto possibile, la forma zionedi piecole costruzioni isolate. ART. 17 I piani di grado subordinato dovranno individuare centri storici, la cui valorizzazione dovrà avvenire in base ai seguenti criteri: a) per ogni insediamento dovranno essere individuate qualità, quantità e caratteri di tutta l'edilizia tradi zionale, distinguendo gli edifici di pregio architetto nico, quelli che hanno soltanto ,carattere di costru zì(me tradizionale locale e quelli in contrasto con l ~ambiente; b) dovranno essere individuati altresÌ gli edifici di ca rattere tradizionale che ,hanno utilizzazione non con forme alla loro natura, quelli che non sono nsati, e quelli in dissestate condizioni dì igiene edilizia; c) dovrà essere prevista la valorizzazione degli edifici ,architettonici più significativi e la loro destinazione ad usi che possano accrescere la vita ed il prestigio dei piccoli centri; d) dovrà essere valutato l'ammontare presunto namento conservativo fici di cui alle lett . h) con accertamenti di massima dei costì per le opere di risa e di :mutilizzazione degli edi e c); e) fra le aree degli insediamenti tradizionali dovranno essere individuate quelle in cui è obbilgatorio l'uso dei piani particolareggiati di risanamento .conser vativo. Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 84 ART. 18 ,I perimetri e le caratteristiche delle aree indicate come centri direzi01nali, saranno precisati dai piani di grad01 sub01rdinat01 i quali potrann01 introdurvi variazioni per giustificati motivi di O1rdine tecnico Q di sviluppo, n01nchè prevederne di nuove, purchè non venga alte rato l'assetto urhanistico complessivo del relativo terri torio, nel quadro generale del piano urhanistico pro vinciale. b) insorgenza o forte aument01 di attività economiche e conseguente spinta alla creazione di nuove strutture edilizie e industriali ed alla trasf01rmazi01ne del nucleo residenziale esistente; c) notevole spinta edilizia di carattere tnrlstico. Pr01!. Giuseppe Sam01nà Arch. Scrgio Giovanazzi IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE Nellc aree indicate come centri direzionali, i piani di grado subordinato dovranno conf01rmarsi ai seguenti criteri: a) si dovrann01 stabilire, mediante opP01rtune indagini econ01miche c soci01I01giche, i tipi di servizi01 collettivo e sociale necessari; h) si dovrà stahilire,in relazione alla destinazione dei servizi di cui alla lettera precedente, la tipologia degli edifici, curando che J'organizzazione dell'insieme si adatti alla c01nfigurazione del territorio e lasci ampio spazio al verde arboreo che dovrà C01nC01rrere all'unità dell'area; c) si dovranno prescrivere, in base alle caratteristiche naturali del luogo, gli eventuali vinc01li a cui dovrà attenersi l'insieme edilizi01 delcentr01 per armonizzarsi C01l paesaggio circostante; ART. Kessler IL SEGRETARIO GENERALE Pace Vist01: IL COMMISSARIO DEL GOVERNO Schiavo ELENCO DEI COMUNI OBBLIGATI A FORMARE l,L PIANO REGOLATORE GENERALE IN RELAZIONE A QrELLO COMPRENSORIALE,' AI SENSI DEl L'ART. 7 N. 3 nE,LLA 'LEGGE PROVINCIALE N. 2 DEL 2 MARZO 19M l. TRENTO 2. ROVERETO 19 Prof. Giuseppe Sam01nà Le zone da sott01porre a tutela del paesaggio saranno regolamentate da apposita legge provinciale. Arch. Sergio Giovanazzi IL ART. PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE Kessler 20 ,Per l'integrazione, ai sensi dell'art. 15 della legge provinciale 2 marzo 1964 n. 2, dell'elenco dei comuni tenuti alla compilazione del piano reg01latore generale, la Giunta Pr01vinciale dovrà attenersi ai seguenti criteri: a) forte incremento demografico; IL SEGRETARIO GENERALE Pace Visto: IL COMMISSARIO DEL GoVERNO Schiavo Prezzo Lire 300 TEMI - TRENTO
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