BOLLETTIl\JO UfflClllLE llMTSBLllTT

Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» 19 settembre 1967, N. 40
in
BOLLETTIl\JO UfflClllLE DELLA
REGIONE TRENTINO. ALTO ADIGE
. ..... PARTI PB.1MA I SECONDA
llMTSBLllTT DER
REGION TRENTlNO· TIROLER ETSCRLAND
EBSTEB UND ZWEITER TEIL
SI pubblica ogni martedì
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Il Bollettino Ufficiale è suddiviso in quattro parti:
nella prima parte sono pubblicate le leggi e i regolamenti le­
gionali, provinciali ed i regolamenti ed i decreti del Presidente della
Giunta regionale e dei Presidenti delle Giunte provinciali;
nella seconda parte sono pubblicati, in lingua italiana e tedesca,
le leggi ed i decreti dello Stato che interessano la Regione e le Pro­
vince e quelli comunque emanati in materie di. competenza legisla­
tiva della Regione e delle Province;
nella terza parte sono pubblicati gli annunzi e gli avvisi di cui
è obbligatoria la pubblicazione nei fogli annunzi legali delle Provin­
ce o di cui la pubblicazione sia comunque richiesta dagli interessati;
nella quarta parte. sono pubblicati gli atti relativi all'amministra­
zione del personale della Regione.
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Das Amtsblatt ist in vier TeiIe eingeteiIt:
im ersten Teil werden die Gesetze und Verordnungen der RegioD
uud der Provinzen sowie die Verordnungen und Dekrete des Prasi·
denten des Regionalausschusses und der Prasidenten der Landesaus­
schiisse veroffentlicht.
irn zweiten Teil werden in italienischer und deutscher Sprache
die Gesetze und Verordnungen des Staates veroffentlicht, welche die
Region und die Provinzen interessieren, sowie jedenfalls diejenigen,
die fiir in die Zustiindigkeit der Gesetzgebung der Region und der
Provinzen fallende Sachgebiete erlassen werden;
im dritten Teil werden die Mitteilungen und Bekanntmachungen
verlautbart, deren Veroffentlichung in den Amtsanzeigern der Pro­
vinzen Vorscbrift ist oder deren Veriiffentlichung jedenfalls von den
Interessierìen verlangt wird;
im vierten Teil werden die das P"rsonal der Region betreffendp.n
MaBnahmen veroffentIicht.
***
'" '" '"
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PROVINCIA DI TRENTO
LEGGE PROVINCIALE 12 settembre 1967, n. 7
Approvazione del Piano Urbanistico Provinciale
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 196.7 - N. 40
2
PROVINCIA DI TRENTO
ELEMENTI
ALLEGATI
LEGGE PROVINCIALE 12 settembre 196.7 n . .7
Approvazione del Piano Urbanistico Provinciale
RELAZIONE ILLUSTRATIV A DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE IL CONSIGUO PROVINCIALE
ha approvato IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINOIALE SOM1\tlARIO
promulga INTRODUZIONE
la seguente legge:
Articolo unz,co
E' approvato il Piano Urbanistico Provinciale,
costituito da:
2 planimetrie in scala 1:100.000;
1 - a) n.
b) n. 31 planimetrie in scala l: 40.000;
l quadro d'unione delle planimetrie
c) n.
in scala 1:40.000;
d) n. 100 planimetrie in scala 1:25.000;
e) n.
l simbologia per le planimetrie in
scala 1:25.000;
f) n.
l quadro d'unione delle planimetrie
in scala 1:25.000;
g) n. 57 planimetrie in scala l: 10.000;
h) n.
1 simbologia per le planimetrie in
scala 1:10.000;
2 - la relazione illustrativa;
3 - l'elenco dei Comuni obbligati a formare il
piano regolatore generale in relazione a quello
comprensoriale;
4 - le norme relative all'attuazione del piano pro­
vinciale.
L'originale delle rappresentazioni grafiche di
cui al n. 1, firmato dal Presidente della Giunta pro­
vinciale è depositato presso gli uffici del Consiglio
Provincale. Una copia autentica è depositata presso
gli uffici della Giunta provinciale a libera visione
del pubblico. Altra copia è trasmessa al Ministero
dei Lavori Pubblici.
Gli elementi di cui ai numeri 2, 3, 4 sono
allegati alla presente legge.
La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla
e di farla osservare come legge della Provincia.
Oggetto e finalità della relazione illustrativa
pago
3
Accenni sulle vicende procedurali del Piano Ur­
banistico Provillciale . .
pago
3
le osservazioni ed i pareri sul progetto di Piano
Urbanistico Provinciale
pago
4
Ambiente geografico
pago
6
Note sulle vicende storiche del Trentina
pago
7
PARTE la . LA SIT"GAZIONE TERRITORIALE
Distribuzione della popolazione
pago
8
Caratteristiche e dinamica della popolazione
iPag.
9
Cenni sul reddito
pago lO
.
le attività economiche
pago lO
PARTE Ila - TEORIA E CRITERI lIRBANISTICI DEL PROGETTO
Aspetti di fondo di un programma urbanistico
pago
I comprensori e le unità insediative
pago 12
Tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale
pago 18
Integrazioni tra comprensori .
pago 20
PARTE IIIa . GLI ASPETTI
ECONO~nCI
11
DEGLI INTERVENTI
PARTE IVa - L'INTERVENTO URBANISTICO ED I SUOI SET­
TORI
al Tutela del paesaggio
pago 23
-
parchi attrezzati
pago 24
-
parchi naturali
pago 25
bl la residenza
pago 26
cl Le infrastrutture di collegamento
pago 27
d) Localizzazioni industriali ed artigianali
pago 29
el Le aree agricole
pago 30
f) Il turismo
pago 30
.
g) Centri direzionali e commerciali
pago 31
Trento, 12 settembre 1967
Visto:
Il Commissario del Governo nella Regione
SCHIAVO
Il Presidente della Giunta Provinoiale
KESSLER
PARTE Va
INDICAZIONI SUI COMP,RENSORI
pago 31
NOTE pago 69
APPENDICE SULLE OSSERVAZIONI pago 73
Supplemento Oil"dinario al ~. U. 19 settembre 1967 . N. 40
INTRODUZIONE
Oggetto e finalità della relazione illustrativa
3
~a
popolazione e allo sviluppo delle attività economiche,
hanno consigliato, come già accennato, di rielaborare
'integralmente la precedente relazione illustrativa, rite­
nendosi che da un lato motivi di una corretta sistematica
e dall'altro di praticità nella consultazione della relazione
stessa, non consigliassero di redigere una relazione ri·
gua:r:dante le sole varianti apportate al progetto di Piano
UrhanisticoProvinciale.
In base all'ordinamento urbanistico della Provincia
di Trento, la relazione illustrativa al Piano Urbanistico
Provinciale (P.U.P) deve indlÌcare i criteri generali
della disciplina urbanistÌJoo del territorio, con parti.
colare riferimento a quelli relativi alla divisione in com·
prensori, nonchè « i criteri per Ja localizzazione e la rea- .
Il nuovo testo, oltre alla parte generale rielaborata
lizzazione degli interventi pubblici e per la individuazio·
come dinauzi detto, illustra per i singoli comprensori le
ne e destinazione delle principali zone di ogni compren·
indicazioni proposte considerando sia le 'parti invariate
sorio». In sintesi, e stante alle indicazioni di legge, thli
come ,le parti variate a seguito ,di osserVazioni o verifi­
zone sono quelle « di sviluppo industriale, ,di valorizza­
che, ed infine raggruppa in appendice le varianti di mago
zione turistica e paesaggistica, di specializzazione agraria
gior interesse e 'rilevanza apportate al Piano, allo scopo
e ,di insediamento urbano con particolare riguardo allo
di consentire comunque un immediato risalto delle me­
sviluppo ed alla trasformazione di queste ultime in rapo
desime.
porto alla distribuzione ed alle variazioni previste nel
futuro assetto della popolazione ».
Accenni sulle vicende procedurali del piano urbanistico
La relazi<me illustrativa al progetto di P.U.P. adot­
provinciale
tato dalla Giunta Provinciale nel maggio del 1964 cero
La volontà politica di procedere alla formazione di
cava di chiarire, dopo ·aver considerato la situazione amo
un
piano
urbanistico della Provincia Autonoma di Tren­
bientale, sociale ed economica sulla quale si ,andava ope·
to si manifestò per la prima volta nel programma qua­
rando, i vari aspetti ,di intervento, sia relativamente alla
driennale presentato daI.la Giunta Provinciale il 26 apri.
struttura dei comprensori, sia relativamente agliinter.
le 1961, con preciso riferimento alla legge provinciale
venti pubblici previsti ed alla suddivisione del territorio
7 luglio 1960 n. 8, allora vigente, che disciplinava la
nelle varie zone. Per ogni comprensorio veniva quindi
pianificazione
urbanistica in Provincia di Trento.
ulteriormente e particolarmente presa in considerazione
In relazione agli interventi che in diversi settori
la relativa situazione economica e demografica e si dava,
programma sollecitava, fu tenuto a Trento nel
questo
dopo di ciò, una conseguente illustrazione delle principali
settembre 1961 un ,incontro di tecnici e di esperti per
strutture e infrastrutture proposte dal Piano.
i
discutere i lineamenti operativi di tale programma.
La relazione illustrativa ha quindi il ~ompito di
giustificare ed illustrare il Piano con un ,discorso gene­
rale 'e completo, considerando nelle loro correlazioni i
singoli settori di intervento.
Come si dirà in seguito, il progetto di Piano Urba­
nistico, adottato dalla Giunta Provinciale nel 1964, ha
subito una revisione dipendente principalmente dalle oso
servazioni 'presentate, a termini di legge, dal Ministero
dei Lavori Pubblici, dalla Commissione Urbanistica Pr0­
vinciale (C.U.P.), nonchè da amministrazioni comunali,
da enti o associazioni e da privati, ed altresì a seguito
di verifiche tecniche di alcuni settori del Piano che è
sembrato opportuno assoggettare a riesame.
A seguito di ,tali fatti è emersa la necessità di spe­
cificare con maggiore estensione i concetti che avevano
formato oggetto della parte generale della relazione illu·
strativa, integrando la esposizione, dove opportuno, con
ulteriori' indicazioni le quali, seppur noncostituÌscono
una assoluta novità, tuttavia non avevano avuto prece·
dentemente quel risalto o quelle specificazioni che in­
vece ora si intende di dare.
Queste esigenze unite all'opportunità ,di introdurre
più precisidatispecia1m:ente afferenti alla dinamica del­
In quell'occasione si constatò che la legislazione vi­
gente per la pianificazione subordinata al Piano Urba·
nistico Provcinciale, ,relativamente ai piani comunali e
intercomunali, era del tutto inadeguata 'a risolvere i pro­
blemi urbanistici del Trentino secondo le indicazioni pro­
grammatiche, dato io spezzettamento del territorio 'pro­
vinciale in 227 comuni, di cui la più grande parte,
piccolissimi .
In rapporto a questa situazione fu allora brevemen­
te illustrata l'impostazione che si sarehbepotuta dare
al Piano secondo le più recenti elaborazioni dell'urba~
nistica, fondate su una nuova dimensione operativa del·
la pianificazione territoriale, più grande dei singoli c0­
muni erÌsultante dalla aggregazione ,di un numero di
essi, fissato in modo da attuare, con il massimo dei be­
nefici, le trasformazioni urbanistiche necessarie allo svio
luppo della nuova dimensione, denominata comprensorio.
II piano comprensoriale avrebbe potuto surrog.arsi ai
piani regola tori dei comuni più piccoli ed integrare
quelli dei comuni maggiori. Si sarebbe trasformata l'ec­
cessiva polverizzazione delle attività urbanistiche dei èo­
4
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
===
,
''''T\i a più vasto
quando ne furonO' dibattute le idee nei singGli cGmpren­
munì con entità capaci di svolgere a~,,_
:
a;
livello
sGri
CGn i sindaci e le 'giunte cQmunali.
raggio, in ,relaziGne ai prGgrammi elaborati
rutt{} questO' lavGrG di penetrazlone é ili diffusiGne
prGvinciale.
dei pròhie.::!li di valutaziQne politica e tecnica del Piano
In base ai concetti urbanistici illustrati, fu deciso
péMÒ ad apprQfm:tdire gli strumenti di intervento urba­
in quella riuniGne di studiare i problemi di fondo che
nistico e a richiedere con urgenza la trasformazione de­
sottGintendono il cO'ncettG di cGmprensoriG CGme una
gli strumenti legislativi esistenti, incapaci di superare
nUGva ,dimensione pianifìcatQria, e di verificare le sue
lO' spezzettamentO' della pianificazione comunale ed inter­
concrete pGssibilltàdi attuazione nel Trentino, sulla base
comunale, per dettare i 'principi di una pianificazione
di un primO' sommario schema territoriale da discutere
comprensociale da sostituirsi alla prima,raggruppandG
in una successiva riuniGne ili esperti.
in
organiche entità i comuni.
Dal settembre 1961 all'aprile 1962 fu studiata la
Queste trasfGrmaziGni si resero sempre ,più neces­
impGstazione su basi cQmprell5Griali di un primo schema
man mano che si ,fece sempre più chiara la con­
sarie
di prGgramma sommario del PianO' Urbanistico PrGvin­
vinzione
che il cGmprensO'rio, sia in sede teorica che
ciale, che prese corpO' dalle indicazioni territGriali dispo­
pratica e operativa, sia CGme strumento urbanistico indi­
nibili e ,da indagini supplementari per settori, CQn cui
spensahilealla pianificazione del territoriO', fGsse il mez­
fu PQssibile definire un primO' abbozzO' delle caratteri­
zo più idoneO' per creare una struttura nuO'va della orga­
stiche delle varie zone territoriali assunte c~me aree ur­
nizzaziGne
sociale nel suo prGcesso di sviluppO'.
banistichecomprensoriali.
La nUGva ,legge urbanistica della Provincia si venne
Il 2,6 maggio 1962, questoprimoabhozzo fu diselis­
perciò
e1ahorandoparallelamente aI ,progetto del Piano
so in apposito convegno, con la partecipazione di tutti
e
fu
emanata
il 2 marzo 1964 col numero 2.
i teclùci ed esperti ,,,he a VlariO' titolo e per incarico di
Superate queste fasi, il 2,3 maggiO' 1964, la Giun­
vari enti, avevano o stavano compiendo indagini nel
ta
PrGvinciale
adottava uf,ficialmente, il prGgetto di Piano
territGrio della Provincia (l).
Urbanistico
della
Provincia e questo veniva depositato a
In quella sede, dopo aver esaminato e discusso i
di
legge,
presso
gli uffici della PrGvincia dal 30
sensi
lineamenti tecnici e il contenuto ,programmatico dello
maggio al 29 giugno 1964.
schema urbanisticO' con le proposte di massima per la
Tale deposito veniva esteso altresÌ in 14 comuni
divisione del ter:ritorio provinciale in cGmprensori, se
scelti
in base a cQnsiderazionidi carattere logistico, per
ne apprQvarono i concetti generali, raccomandando un
facilitare
la presa ,diconQscenza del Piano stesso da 'parte
approfondimentO' dello studio per stabilire la giusta di­
del pubblicO'. ,CGntemporaneamcnte il progetto veniva in­
mensione e il carattere dei diversi comprensGri.
--:iatQper il parere sia al MinisterO' dei LL.PP., sia alla
Fu detto allora che tale approfondimento doveva
C.U.P.
soprattutto fondarsi. su una appropriata serie di indagini,
Il primo trasmetteva le· sue osservazioni il 20 lugliO'
volte ad avere una conoscenza precisa della situaziGne
1964, la seconda il 7 agosto dello stesso anno.
.
di fatto della provincia nei diversi settGri, e su una at­
al
parere
della
C.U.P.
ed
alle
osservazioni
Accanto
tenta osservazione di quei fenomeni più generali, alla
del Ministero dei Lavori Pubblici, pervenivano 256 os­
cui dinamica possono essere affidati i giudizi sulle pre­
servazioni di cui 137 prodotte da 142 comuni, 93 pro­
visioni di sviluppo delle attività esistenti e di quelle
da 494 privati, 17 di Enti su problemi specifici, 7
dotte
da creare (2).
di Enti su problemi di carattere generale e 3 da parte
Si sarebbe potuto così definire, con un massimO' di
di privati, pure su problemi di carattere generale.
lungimiranza edi ,prudenza, le scelte del Piano, la di-.
mensione, la qualità e il carattere degli interventi da
Le osservazioni ed i pareri sul progetto di piano urba­
attuare nel tempo, per conseguire un maggiore equili.
nistico prm;inciale
brio nella relazione fra gli interessi agenti sul territorio
e per indicare presupposti tali da consentire il masSimO'
L'esame delle osservazioni è stato lungo, fatto con
di henesserepossibile per le genti iru;ediate.
' sopraluoghi e, ove necessario, anche sentendo gli ammi­
nistratQri dei comuni interessati.
Da quel momento la progettazione del Piano c0­
Dalle osservazioni pervenute è preliminarmente e
minciò a prendere forma secondo una graduale messa
in via genera:1e emersa l'opportunità di una verifica tec.
a punto delle sue singole parti, in relazione alle diverse
indagini e agli studi che si erano via via avviati,par­
nica ,di particolari settori, sia per avere proposte di in­
terventi tecnici nuO'vi, sia per corrispGndere ad esigenze
tendo da un'intesa comune circa il lQrocarattere e i li­
prima nO'n· ,sufficientemente poste in rilievO'.
miti del loro approfondimentO'.
Inoltre dalle osservazioni stesse, per quanto riguar­
In tali studi si tenne contO' anche delle osserva­
zioni scaturite durante la progettazione, sia quando il da ,la parte nQrmativa, risultarono due esigenze. In pri­
Piano fu iÌllustrato alle categorie econQmiche, sindacali e
mO' luogo l'opportunità di precisare e chiarire ulteriQr­
mente ,a:lcunetra ie nQrmediattuaziQne, al ,fine di evi­
professionali maggiormente interessate, sia soprattuttO'
Supplemento ardinario al B. U. 19 settembre 1967 " N. 40
~~~~====
tarè dubbi interpretativi, spllcitll!à.fitÌò là natura e il sì·
gnificato di determinati istituti urbanistici. In secondo
luogo, che altri aspetti non previsti nelle norme trovas­
sero una loro propria disciplina per una più .completa
regolamentazione del territorio.
Utilizzando pareri e osservazioni SI e proceduto ad
Uno sforzo di chiari:6.cazione, integrazione e comp~eta­
mento delle norme, particolarmente utile dato anche il
carattere di novità del piano, che non aveva precedenti
cui direttamente ispirarsi. Conseguentemente è apparso
opportuno, ,pur restando inalterato il contenuto fonda­
mentale delle norme proposte, di operare una 'rielabo­
razione generale delle norme stesse sia per gli aspetti
più strettameIlte formali, SiÌa per la loro organicità di
esposizione.
5
osservazioni .dei comuni sono state accettate, nel rispetto
delle caratteristiche del paesaggio e tenendo conto di un
corretto assetto urbanistico del territorio, entro cui i
prani di grado subordinato potranno ulteriormente speci.,
fioore le indicazioni di localizzazioni l'esidenziali, second,).
quanto di loro spettanza.
Nel settore delle localizzazioni industriali, le osser­
vazioni pervenute chiedevano la previsione di nuove
aree. Ove dò è apparso opportuno, o per la preesistenza
di iniziative industriali o per la idoneità dell'area, sia in
,se stessa considerata, che in rapporto ad un maggior
equi1àhrio delle attività produttive, le richieste sono state
accolte.
Di converso, non si "Sono ritenuti compatibili con:
criteri informatori del Piano, che saranno illustrati
nell'apposito capitolo, le proposte relative alla creazione
di piccoli nuclei' industriali, tant'o :più che le norme di
attuazione già consentono ai piani 'comprensoriali di pre­
vedere l'ubicazione di piccole aree industriali ben deli­
mitate sia in estensione sia nel numero: attraverso tale
norma, le effettive documentate necessità future potran.
no essere soddisfatte.
i
Senza esanIÌnare singolarmente le varie dispos~ioni
è importante., per una esatta compreruiione delle' norme,
tener presente che di esse alcune comportano diretta­
mente la ,fissazione di vincoli, altre si rivolgono ai piani
comprensoriali o in genere a quelli di grado subordi­
nato, dando prescrizioni e criteri orientativi per l'attua­
zione di indicazioni del P .U.P.,altre infine prevedono
una disciplinatransìtoria.
La verifica tecnica compiuta relativamente a. circa
Questa di'Versa direzione delle varie norme, dipende
60 aree, ha consentito inoltre tma più esatta delimita.
dal fatto che un piano a livello provinciale, pur indi­
zione dei confini ed ha fornito ulteriori elementi circa la
eando specificatamente alcune soluzioni di interesse ge­
possibilità di dotare di infrastrutture le aree stesse e ciro
nerale, dovevà opportunamente conservare, per altri
ca la natura e la situazione geologica di esse.
aspetti, quel carattere di elasticità necessario per 'poter
Questo esame tecnico ha confermato in genere le in­
adeguare le soluzioni più particolari, che dovranno esse­
dicazioni del Piano, salvo poohespecifiche controindi­
re ,de:lìnite in sede di piana compreruioriale, alle esigenze
cazioni di carat~ere geologico, che hanno consigliato la
effettive e anche mutevoli della' realtà locale.
• riduzione di alcune aree già previste o la impossibilità di
D'altra parte era necessario ,fissare una normazione
accogliere alcune proposte contenute nelle osservazioni.
di attuazione che, nelle varie fasi transitorie pergiun­
Nel settore della normazione, si sono meglio specifi.
gere ad una completa disciplina urbanistica - del territorio
cate
le
caratteristiche delle aree industriali ed i criteri cui
provinciale, evitasse pregiudim. .alle soluzioni generali in·
dovranno attenersi i piani di grado subordinato; in, par­
dicate dal piano.
ticolare si è prevista la possibilità di una diminuzione del.
In questo senso è stata prevista mia partecipazione
la
distanza ohe le costruzioni industriali dovranno rispet.
diretta della Giunta Provinciale come autorità urbani·
tare
nei confronti delIra rete stradale primaria.
stica nelle decisioni transitone relative alle utilizzazioni
Le osservazioni relative alla viabilità, si possono sud­
territoriali che si rendessero necessarie nel tempo intero
medio tra l'approvazione del P.U.P. e quella dei piani dividere in relazione alla importanm degli interventi ri­
chiesti. Ove tali interventi riguardavano tracciati di imo
di grado suhordina!o.
Alla luce di queste indicamanigenerali, trovano il portanza locale rispetto all'economia generale del ,Piano,
le . proposte non hanno potuto trovare accoglimento perohè
loro.' preciso significato le singole norme riguardanti ,le
varie scelte urbanistiche operate dal piano provinciale. incompatibili con il contenuto istituzionale del Piano;
esse potranno tuttavia trovare più appropriata sede di
.Nei settori specifici di intervento, la quasi tota­
.
studio
e di eventuale soluzione nella pi:anifieazione di gra­
lità delle osservazioni proposte daicomu:nl chiedeva un
ilo subordinato.
amplialIlent!> delle aree residenziali previste dal pro­
Relativamente invece agli interventi suJ.Ìa viabilità
getto di Piano. La C.U.P., dal canto suo, ha richiesto
che le norme di attuazione prevedessero un ampliamento di effettiva pertinenza del Piano, non si sono potute acco­
della facoltà, già iJÙzialmente concessa, di indicare ,altre gÌière, in generale, le richieste tendenti all'inserimento
zone, residenziaH in sede di ,pialli di grado subordinato.
nell'interno dei centri urbani della rete pri:maria o di in·
teresse
"provinciale, mantenendo quindi in generale le
In:questo settore, mentre ira nOTIrnazrone è stata op­
indicazioni delle ci:rconvaUazioni già previste.
portunamente . chiarita, anche secondo le indicamoni for­
Si sono invece accolte tutte quelle proposte di va­
nite dalla CU.P., in genere le proposteconten1,lte nelle
6
Supplemento oirdinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. ,40
riante alla viabilità primaria ritenute tali da aumentare
l'efficienza della struttura viabile proposta dal Piano.
La verifica tecnica, in questo settore, ha fornito un
controllo sia delle principali proposte di variante suggerite
nelle osservazioni sia delle indicazioni già contenute nel
Piano, ciò che ha consentito da un lat'o di avere maggiori
elementi a disposizione relativamente alle osservazioni
proposte e dall'altro di apportare taluni spostamenti di
tracciati alla viabilità già prevista.
Per quanto concerne la parte normativa, le osserva­
zioni a questo proposito sono state molto probabilmente
favorite da una inesatta interpretazione delle norme, par­
ticolarmente di quella che in via transitoria fissa una
striscia di rispetto di 50 metri per parte per i nuovi trac­
ciati della rete primaria. La necessità di tutmare i nuovi
tracciati previsti dal Piano e Ja fluidità del traffico, non ha
comunque consigliato di addivenire a modificazioni delle
norme, salvo una specificazione delle dist'anze da osservare
nel caso di tracciati stradali da ,potenziare.
Per quel che riguarda i parchi attrezzati, molte del­
le osservazioni, soprattutto da parte di privati, tendevano
a rendere più liberistica la normativa prevista per la
organizzamone del parco () addirittura ad aboHr1a, per
lasciare la piena libertà di edificare. Questo ha dcnorlato
una certa difficoltà a recepire i vantaggi dell'idea di
parco concepito come area da organizzare opportuna­
mente nel paesaggio per moltiplicarne la vocazione tu­
ristica e culturale in rapporto alle caratteristiche sem­
pre singolari della sua configurazione e ai tipici inserÌ­
menti di edifici monumentali che talvolta vi sono in­
clusi e ne rafforzano l'espressione.
Nonostante queste difficoltà, dato l'alto interesse
delle indicamoni, si sono mantenute in genere immutate
le proposte e pressochè invariata la normativa, salvo una
opportuna specificazione ,delle zone indicate a parco ur­
bano.
Ancora relativamente al settore della tutela e della
valorizzazione ambientale, interessanti sono state le pro­
poste fatte dalla Ass. Italia Nostra e dalla C.U.P., per
la individua21ione delle zone da sottoporre a tutela del
paesaggio edi quelle da destinare a parco naturale.
CosÌ, mentre inizialmente il 'progetto di Piano Ur­
banistico Provinciale accennava alla possiliilità di riser­
vare a parco naturale la Val di Tovel e la Val di Ge­
nova, senza tuttavia individuarne concretamente il ,pe­
rimetro e precisarne la regolamentazione, nella sua re­
visione si accoglie Pinvito a precisare meglio la strut­
tura dei ,parchi naturali e vi si include uno schema di
opere da prevedere nei parchi stessi.
Nella convinzione inoltre che iI Piano debba tro­
vare il suo completamento in un'apposita disciplina nor­
mativa che agisca da strumento efficace per la tutela
ambientale, si sono individuate le aree che saranno sot­
toposte a tutela paesaggistica.
Sui temi dinanzi sollevati, si occupa diffusamente
in seguito la relazione, soprattutto allo scopo di chiarire
meglio il significato delle varie indicazioni ed i principi
ispiratori delle varie decisioni.
PARTE
I
LA SITUAZIONE TERRITORIALE
Ambiente geografico
L'ambiente naturale che interessa il Piano Urba­
nistico della Provincia di Trento è quello del territorio
accidenta10 che si estende per 6.212 Kmq. nelle Alpi
Retiche meridionali e nelle Dolomiti, situate rispettiva­
mente nei territori a destra eda sinistra dell'Adige (3).
Questo grande insieme montuoso è diviso da solchi
vallivi che delimitano situazioni ecologiche ben definite,
acui si riferiscono le caratteristiche ,più salienti della
vita trentina.
Fra le valli principali percorse da numi o da tor­
renti,la più importante è quella solcata dall'Adige ed
attraversata dalle ,arterie di grande comunicazione, pre­
minenti su tutte le altre del Trentino in tutti i tempi
della sua storia. E' questa la valle in cui sorgono i due
più ,importanti centri urbani: Trento capoluogo della
Regione e Rovereto.
Singolare per i suoi aspetti panoramici assai pitto­
reschi, è invece la Valle Rendena, pereorsa dal nume
Sarca,. insieme alle valli delle Giudicarie Esteriori, cosÌ
impreviste per il gradevole paesaggio ondulato e verdeg­
giante di buona parte del loro territorio disseminato di
,piccoli centri.
Il fiume Sarca, nel suo tronco inferiore, attraversa
la valle omonima che si allarga prima di raggiungere il
lago di Garda. Ivi sorgonO', addossata alla montagna e
dominata dal magnifico castello, Arco, cittadina ,interes­
sante per la configurazione .architettonica del suo eentro
storico, e Riva che si specchia sul bellissimo lago di
Garda in cuti. il Sarca finisce il suo corsO'. Al bacino idro­
grafico del Sarca apparteugono i laghi di Ledro, di Ca­
vedine e il romantico lago di Toblino.
Aspetto completamente diverso ha la lunga e stretta
valle denominata delle Giudicarie inferiori e 'percorsa
dal fiume Chiese, sulle cui sponde ,s'allineano centri
urbani caratteristici, che ebbero tanta parte nelle vicen­
de storiche de,l principato vescovile di Trento.
Lineare e bellissima per i SUO'i verdi prati e per
la configurazione edilizia dei suoi ,piccoli centri urbani
tradizionali, è la Valle di Sole, percorsa dal nume Noce.
In continuità con questa valle si estende, pure per­
corsa dal Noce, la Vane di Non, suddivisa da profondi
solchi torrentizi e incantevole per ile continue ondula­
zioni del terreno coperto da boschi di conJi.fere e da verdi
prati, su cui sono sparsi centri urbani che furono famosi
nella guerra rustica e che oggi eostituiscono la nota pit­
toresca dell'originalissimo paesaggio.
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Anche le valli di ,Fassa e di Fiemme hanno una
storia della loro comunità che è degna di rilievo, e che
ha dato maggior carattere allo stupendo paesaggio di
questa terra trentina percors'a dal fiume Avwo.
Pure dall'Avisio è solcata la Valle di Cembra, oggi
una delle più depresse del Trentino.
Importanza singolare ha invece la Valsugana, per­
chè attraverso di essa il. Trentino si congiunge con Ve­
nezia e Padova e con il versante Adriatico; il Brenta
solca la parte inferiore della Valle nella zona più stret.
ta, mentre la parte superiore si amplifica con un paesag.
gio incantevole per la varietà della configurazione col.
linare e per i laghi di Caldonazzo edi LeVlÌco, che fan­
no parle del bacino idrografico del Brenta. In questo
splendido ambiente spiccano Pergine, centro storico assai
interessante, e Levico, famosa come stazione termale.
Di singolare bellezza naturale sono infine la Valle
di Canal San Bovo e quella di Primiero in cui scor­
rono, 'rispettivamente, ii Vanoi e il Cismon che più a
valle ·confluiscono in un unico corso d'acqua.
Fiumi e laghi sono elementi importantissimi della
terra trentina, sia dal punto di vista della energia mo­
trice ed illurilinante, sia da quello dell'irrigazione e sia
da quello che caratterizza il paesaggio, a cui, in moltis­
simicasi, fiumi e laghi trasfondono una particolare
espressione pittoresca, che ne valorizza le possibilità
turistiche.
Soprattutto i laghi hanno questo suggestivo potere
ambientale, come parti figurativamente più significative
della vita di una valle.
Il :loro numero è piuttosto elevato: ne sono stati
contati 297, di cui 257 si trovano fra li. 1.500 e i 3.200
m. s.l.m.
Il clima trentino è quello delle regioni tipicamente
alpine, ma con ambiente climatico molto vario. Grosso
modo si possono distinguere tre zone climatiche: ia pri­
ma è di tipo mediterraneo ed è caratteristica della valle
inferiore del Sarca e della conca di TohIino.
La temperatura media annua è di 12 gradi, con
rare e modeste escursioni sotto lo zero. La flora tipica è
quella meridionale dell'ulivo, della vite, del leccio e del
cipresso. Anche la eonca di Vezzano e la zona di Avio
presentano le stesse caratteristiche.
La seconda zona è di tipo di transizione fra il clio
ma mediterraneo e il eontinentale. A questa zona appar­
tengono la Valle dell'Adige, alcune zone della Valsugana,
e cioè la piana di Pergine e quella di Scurelle, e la
Bassa Valle di Cembra.
Pure di transizione si possono eomà.derare la Valle
di Non, parte delle Giudiearie, Terragnolo e Vallarsa,
con un clima poco diverso per gli inverni più rigidi e
le estati più fresche. Fino a 600 metri la eoltura tipica
delle zone meglio esposte è il frutteto.
La terza zona è quella alpina delle foreste di coni·
fere e dei pascoli. Di essa fanno parte la Valle di' Fassa,
I
7
l'alta Va:lle di Sole, l'Alta Valle Rendena e la Valle del
Cismon, con inverni freddi e grandi nevicate, mitigati
dalla prevalente esposizione al sole che tuttavia non to­
glie alle estati di essere fresche e gradevoli.
Circa le vocazioni colturali del territorio trentino
in rapporto all'altitudine, si rilevano dati assai signifi.
cativi e cioè che il 68 % dell'intera provincia ha una
utilizzazione silvo-.pastorale e che il bosco, impegnando
il 54% dell'intera superficie agraria e forestale, occupa
un posto preminente nella struttura agricola di tutta la
Provincia e rappresenta una parte rilevante del suo pa·
trimonio di beni produttivi.
Altri dati singolari per qualificare il territorio so·
no la prevalenza di superficie territoriale al di sopra dei
1.000 metri (il ,65 % circa) e la relativa scarsezza di
quella dei fondo valle più popolosi e fertili uhicati ,fino
ai 500 metri, che rappresentano solo il 13 % circa.
Note sulle vicende storiche del Trentina
In questo amhiente le vicende storiche della popo·
lazione, che vi si è stabilizzata, interessano solo per gli
aspetti ehe riguardano direttamente i dati e le situazioni
,di cui :il Piano si occupa. Perciò non riteniamo di dover
ricostruire la primitiva struttura dei nucleiinsediativi
trentini, malgrado l'utilità di sondare la preesistenza di
talune forme di vita collettiva, nei tratti caratteristici
dell'ambiente, rilevabili in tracce lontane qua e là con­
servate.
Trascurando 'perciò i resti ancora esistenti di sup­
pellettili, che sono testimonianza dei centri romani e
dei eastelliem delle genti galliche cheahitarono il Tren­
tino, ci soffermiamo a fare alcune considerazioni sulla
situazione di questo territorio in tempi meno lontani.
Nel Trentino si sviluppò solo limitatamente una vera
e propria unità di interessi e una vera unità politico.
amministrativa. Piuttosto questa terra fu alla confluen­
za, fin dall'origine della sua storia, di genti e di culture
diverse.
Nella prima antichità il solco dell'Adige appare
quasi come uno spartiacque etnico, a cui si affacciano
da oriente popolazioni venete e illiriche, da occidente
popolazioni il"etiche e 'galliche. E'questo un fatto molto
anteriore alle trasmigrazioni barbariche, che ha lasciato
delle tracce nella fonetica nella toponomastica e nel·
Pindole stessa degli abitanti delle rispettive valli.
La stessa storia della diffusione del Cristianesimo
nel Trentino procede su queste traiettorie: a una pene­
trazione più antica nelle valli orientali, facente capo a
Padova-Aquileia (testimonianza del grande avanzamento
del confine diocesano di Feltre che fino al 1875 com­
prendeva tutta la Valsugana e Primiero) venne incon­
tro, dopo la metà del secolo IV, un impulso missionario
molto attivo con centro focale a Milano e raggio di azio­
ne diretto piuttosto alle valli trentine occidentali.
8
Supplemento ondinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Il territorio del vecchio dncato longohardo di Tren­
to, passato al regno franco e all'impero germanico, fu
conferito ai vescovi di Trento nel secolo XI (1004 e
1027) edaallora formò per molti secoli la compagine
di quello che si denominò il principato ecclesiastico di
Trento. Esso incorporava ancora delle entità ahbastan­
za eterogenee, frutto, oltre che della posizione geogra­
fica, dell'evoluzione storica precedente. Ben diversa era
la posizione del «marchesato)) delle Giudicarie (che già
dal tempo di Ottone figurano incorporate nella contea
di Trento), da quella della comunità di Fiemme, su cui
il Vescovo esercitava appena una specie di protettorato.
Molto meno significativi sono i confini che delimitano
il principato di Trento in altre zone, come quello, per
esempio, posto al maso di San Desiderio (Novaledo) che
divide la Valsugana superiore orientata verso Trento dalla
Valsugana inferiore, che ha sempre condotto una vita
autonoma intorno al centro di Borgo.
organiz.zative, aveva mantenuto in piedi, bene o male, le
varie consuetudini, le leggi e le istituzioni (4).
Venuto a mancare questo complesso normativo con
la fine del principato, il hisognod'organizzarsi si orienta
verso l'unione degli insediamenti in entità territoriali
maggiori.
Si venne cosÌ maturando una coscienza dei diritti
ed una torma più concreta ed estesa d'autonomia am­
ministrativa, ostacolata tuttavia da varie tendenze uni­
tarie preminenti (5).
Queste vicende possono spiegarci la situazione in
Provincia ,di Trento, in quest'ultimo dopoguerra, dove
i Trentini hanno voluto l'autonomia sia come conclusio­
ne di un lungo processo storico sia perchè connaturata
alle loro caratteristiche sociali, che oggi li rende pro·
·pensi ad operare direttamente le scelte decisive sui pro­
hlemi di fondo del proprio territorio.
Per la situazione resa instahile dalle continue lotte
tra Principe Vescovo e Conti del Tirolo e successiva­
mente per la guerra contro Venezia, le popolazioni tren­
tine costrette a difendere la loro terra, vennero acqui­
stando un loro singolare comportamento autonomistico,
circoscritto ai propri interessi nei contatti con le forze
helligeranti.
Distribuzione della popolazione
Così a Rovereto i cittadini si sottomisero alla vo­
lontà di Massimilianocontro Venezia,purchè fosse loro
riconosciuto uno statuto ed i veechi privilegi goduti.
In senso più generale le varie forme di malcon­
tento si manifestarono in rivolta armata solo quando
vennero lesi i diritti ben localizzati e interessi precisi di
popolazioni. In tal senso un esempio pertinente è quello
della cosÌ detta« guerra rustica» scoppiata nel 1525 ed
estesa a molte terre settentrionali anche germaniche, di
cui nel Trentino si ehhe un esempio cruento con l'insur­
rezione dei contadini della Val di Sole e Val di Non.
Un altro esempio ancora da ricordare è la così detta guer­
ra delle noci dovuta alla insurrezione di una parte della
popolazione delle Giudicarie che, dopo l'accordo raggiun­
to a Spira nel 1571 fra Principe Vescovo e conte del
Tirolo, sulle nuove compattate, chiamata a prestar giura­
mento, rifiutò di farlo per il timore di veder menomati
i propri diritti.
Si può 'pertantoaffermare che in senso generale la
popolazione trentina, minacciata dalla invasione della
propria terra e dalla deturpazione delle cose più preziose,
non seppe vedere nella violenza d'urto degli eserciti
alcun interesse che potesse far proprio, e cercò di orga­
nizzare b propria resistenza nei nuclei insediativi accen­
trati per. il mantenimento dicircoseritti interessi di
gruppo.
Una coscienza di gruppo, condizionata alla indipen­
denza della propria terra, ma estesa al territorio più
ampio della valle, si maturò con la soppressione del prin­
cipato, che attraverso i secoli malgrado le sue deficienze
Lo sguardo retrospettivo alla storia testè schemati­
camente tracciata, ci dice che la situazione ,di lotta se­
colare per il possesso di taluni diritti di proprietà ha
provocato. la formazione fin dal medioevo di piccoli
gruppi insediativi in forma sparsa sul territorio.
Questi gruppi sorsero infatti per una spinta di in­
teressi comuni alla difesa del poco che possedevano,
mentre la necessità di essere uniti nel proteggere i propri
diritti prevalse su ogni espressione di carattere particolare
e diede al gruppo una singolare coesione.
·CosÌ i piccoli insediamenti, pur aveLdo tra loro col­
legamenti tenaci nelle comunità ·di valle, conservarono
le forme radicate di campanilismo, come voce autonoma
di gruppo che è ancora forte in molti luoghi; ne è prova
l'acutizzarsi della polverizzazione comunale, che ha por­
tato i 179 comuni esistenti al censimento deI 1951 aj
227 del censimento del 1961.
Il Trentino, oltre a tenere con Massimeno il terz'ul­
timo posto nella graduatoria decrescente dei comuni ita­
liani con 100 abitanti (al 1961 ne esistevano altri due
rispettivamente con 90 e 94 abitanti) conta: 12 comuni
con una popolazione inferiore a 300 abitanti; 35 con una
popolazione compresa tra i 301 e i 500 abitanti; H
comuni fra 501 e 1.000 abitanti; 41 chc hanno una
popolazione dai 1.000 ai 1.500 ahitanti; 20 comuni fra
i 1.501 ed i 2.000 abitanti; 24 fra i 2.000 e 3.000 ahi·
tanti; 3 fra i 5.001 e i 10.000; ancora 3 comuni con
una popobzione dai 10.000 ai 20.000ahitanti e 2 con
una popolazione di oltre 20.001 abitanti, che tuttavia
complessivamente non tocca i 100.000 abitanti.
Come si vede, grandissimo è il numero dei comuni
con una ,popolazione inferiore ai 1.000 abitanti: 121 su
227 (più del 50 %); il gruppo più numeroso è quindi
formato da comunil'elativamenteassai piccoli, che han­
no cioè una popolazione compresa tra i 501 ed i 1.000
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
abitanti, mentre i comuni con popolazione tra i 10.001
ed i 20.000 abitanti sono appena 3.
Un altro dato piuttosto singolare che sottolinea que­
sta polverizzazione è espresso dai comuni eonpopola­
zione al di sopra dei 3.000 abitanti e fino ru. 10.000, in
numero relativamente assai modesto essendo 16 sU 227.
• Raggruppando infine i oomuni per zone relative
ai diversi livelli altimetriei del territorio, si rileva che
sotto i 500 m. sono ubicati 52 comuni, fra i 500 e gli
800 metri ne sono uhicati 104 e oltre gli 800 metri il
loro numero è di 71.
I dati tuttavia si capovolgono se nelle ,singole zone
si considerava il numero degli abitanti invece del nu­
mero. dei comuni; in questo caso si ha rispettivamente:
nei comuni sotto ,i 500 m. una popolazione di 229.942
abitanti, in quelli compresi tra i 500 e gli 800 m. una
popolazione di 106.904 abitanti, ed in quelli al di sopra
degli 800 m. una popolazione di 75.258 amtanti.
La popolazione decresce, dunque, rapidamente col
crescere dell'altitudine e si arriva alle zone comprese tra
i 1.401 ed i 1.500 m., che è la zona limite degli inse­
diamenti, dove i oomuni esistenti sono due e La popola­
zione complessiva è di 1.670 abitanti.
Caratteristiche e dinamica della popolazione
Questa differente distribuzione altimetrica della po­
polazione si riflette anche sulle caratteristiche e sulla
dinarirlca della stessa, le cui qualità dipendono dalla
monologia dell'amhiente che, per un ,primo e più gene­
rale ordine di considerazioni, può grosso modo suddivi­
dersi in ambiente di montagna e di valle.
Riferendosi a questi due ambienti morfologicamente
distinti, si può OSServ3re che i ~muni sitùati ad altitu­
dini maggiori hanno le punte massime di decremento
della -popolazione; mentre nei fondovalle questi decre­
menti si presentano con minor frequenza e nella Valle
dell'Adige, nella Vallagarina e nel Basso Sarca, i decre­
menti sono tutti largamente compensati dagli incrementi
e quindi si hanno i più elevati valori della densità di
popolazione.
Sempre .in relazione ai dati quantitativi, dalle ela­
borazioni eseguite dall'Uf.ficio Studi e Programmazio­
ne (6) risulta che il tasso di sviluppo della popolazione
trentina, nell'ultimo trentennio. 1931-1961 è stato sicu­
ramente, ed in misura notevole, superiore a quello dei
pl'1IDl sessant'anni, 1869-1931. li tasso infatti passa da
+1,5 nel periodo 1869-1931 a +2,3 nel periodo 1931­
1961, ma resta 'pur sempre notevolmente inferiore a
quello della media italiana, che negli stessi anni rimane
compresa fra le +6,5 e le +6,9 unità. Risulta altresì
-che la popolazione in termini assoluti, passa dalle 335.391
unità 'presenti al 1869 a 412.104 unità residenti nel
1961. Sia ti precedenti valori che questi ultimi, data la
loro eterogeneità, non forniscono elementi sicuri ,per
corrette comparazioni, ma sono gli unici che possono
9
informarci suUo sviluppo demografico trentino e consen­
tirci di formulare, entro limiti modesti, elaborazioni
ahbastanzaattendibili.
Prendendo insieme i censimenti austriaci e quelli
italiani e confrontandoli opportunamente (7) si constata
che la popolazione trentina nell'intervallo di 91 anni ha
avuto un incremento di circa il 23 %, che è assai infe­
riore a quello medio italiano che, pur calcolato .in un
intervallo minore di due anni, è dell'84%.
Il più Jento sviluppo della popolazione trentina può
attribuirsi in misura prevalente al saldo negativo del
movimento migratorio.
Infatti a partire dall 'inizio del secolo scorso si sono
verificati, con crescendo costante, due fenomeni comuni
a tutte le zone depresse: il primo rigual"da il movimento
di popolazione all'interno della provincia, dai comuni
più piccoli e poveri, generalmente della montagna, ai
comuni maggiori e più ricchi, .in genere di fondovalle
e soprattutto a Trento capoluogo della Provincia stessa;
il secondo fenomeno riguarda l'emigrazione in altre re­
gioni, generalmente verso i grossi centri settentrionali e
negli ultimi decenni con frequenza sempre maggiore
verso i paesi europei Francia, Belgio, Olanda, Germania,
oltre alla grande emigrazione negli Stati Uniti del pri­
mo decennio del secolo.
Iu relazione a questi fenomeni, nei comuni al di
sotto dei 700 m., presi nel Imo complesso si è avuto
un aumento del 29,9% e in quelli al di sopra dei
1.000 m. si è verificato un decremento del 4,4 % .
Si può pertanto registrare, in relazione a questi dati,
un abbassamento dell'altitudine media della popolazione
trentina dal 1869 al 1951, da 553,8 m. a 497,1 m. con
un moderato aumento della concentrazione demografica
dei comuni maggiori.
Si è calcolato altresÌ che circa il 65 % degli au­
menti demografici, verifÌ-catisi tra il 1869 ed il 1961
nella provincia di Tre:nto sono da imputarsi ai comuni
di Trento, Rovereto, Riva ed Arco (8).
In base ai dati dell'ultimo censimento si osserva
che l'incremento medio di popolazione negli ultimi dieci
anni è assai modesto, cioè del 4,1 % ,con un saldo po­
sitivo di popolazione di 17.400 unità. Tuttavia ben 118
comuni hanno avuto decrementi di popolazione fra i qua­
li 5 con intensità superiore al 10% e cioè Massimeno,
Ruffrè, Cloz, Stenico e Valda.
Si vede così che il contributo all'incremento dello
sviluppo demografico del Trentino viene da zone parti­
colari, disseminate nelle varie parti del territorio.
Riferendosi d'altra parte, all'aumento complessivo
di 17.400 unità in tutto il Trentino, rileviamo che di
tale aumento la più gran parte è assorbita dal capoluogo
della provincia, che è il solo comune che ha avuto ad
ogni censimento un incremento demografico percentuale
crescente.
lO
Supplemento 'Ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
La densità della popolazione in questo decennio è
passata da 64 a 66 abitanti per kmq. ma resta sempre
una delle più basse delle regioni italiane.
Prendendo in esame l'andamento della natalità nel­
l'ultimo ventennio si riscontra che i suoi valori sono
scesi dal 20 per mille al 17 ,per mille, mentre l'anda­
mento della mortaLità si è contratto dal 15 per mille al
12 per mille.
Nonostante questa diminuzione, la mortalità nel
Trentino si mantiene ad un livello più elevato della
media nazionale.
Secondo gli accertamenti e le analisi condotte dal­
l'Ufficio Studi della Provincia sulle serie storiche della
popolazione suddivise in due intervalli }869-1931, 1931­
1961 e considerando i valori medi per 1.000 abitanti,
il primo intervallo ha un tasso di iÌncremento di 1,5 per
mille, mentre il secondo cresce a 2,3 per mille.
RHevando l'indice di concentrazione della popola­
zione presente al 1H69 e quello della residente al 1961,
l'Ufficio Studi ha calcolato che in circa 90 anni i centri
maggiori della provincia hanno avuto un ritmo di in­
cremento ,più alto degli altri ( avevamo già constatato
una notevole tendenza all'accentramento di popolazione
nei comuni maggiori).
I fenomeni demografici nella loro verticalità e gli
indici di vecchiaia e d'età media dei principali rag­
gruppamenti demografici nel loro complesso, presentano
una lieve tendenza all'invecohiamento della porpolazione
di tutta la provincia.
Questi indici, riferiti alle tre attività economiche,
mostrano il n'Otevole invecchiament'O degli addetti alle
forze attive agJ.1Ìcole (età media 4'5 anni) e l'età relati­
vamente giovane degli addetti alla industria e alle altre
attività (età media rispettivamente 35 e 36 anni).
Esaminando inoltre la dinamica della popolazione at­
tiva per classi di raggruppamento demografico dal 1951
al 1961, si è constatato il croll'O degli addetti a:ll"agricol­
tura che son'O passati dal 40 al 26 % della pDpolazione
attiva tDtale, riducendD la l'Oro forza complessi v il. da
6'3.000 a 41.000 unità circa; al c'Ontrario, la popola­
zi'One attiva addet,ta all'industria ha avuto un aumentD di
11.000 unità pDrtandosi da 52.000 a 63.000 unità e
passandD da:! 33 % ai( 40 %, e così gli addetti alle altre
attività son'O passati dal 27 % al 34% deUa popolazione
attiva t'Otale, pDrtand'Osi da 43.000 a 56.000 unità.
Si è osservato che su circa 159.000 unità, la fDrza­
lavoro impegnata fuori pr'Ovincia appartiene alle classi più
giovani ed ammonta a 15.000 Uinitàdicui 9.000 sono
Dai calcDli sono emersi due valori: il primo riguarda
la previsione dem'Ografica sulla base di un incremento che
si svolga nell'intervallo qualora non interven~a alcun
fatto nuovo a mutare il corso delle sitnazioni del terri­
t'Orio provincia'le; il secondo riguarda la previsione demo­
grafica sulla base di un incremento che si svolga nello
stesso intervallo qualora intervengano fenomeni capaCI di
creare situazioni nuove, che in particDlare riescano a su­
turare la emorragia provocata dall'emigrazione.
all'estero.
In base ai fenomeni osservati in tutta l'elabDrazione
dei dari demografici e tenendo CroltD dell'orizzonte de­
mog.rrufico fissato al 19715, l'Ufficio Studi h:1 elabora t'O una
'Previsione a questa data, sulla base delle due cDmpDnenti
che esprimono la dinamica della popolazi'One: quella
naturale e quella sociale.
grafiche.
Risulterebbero così due previsioni per l'orizzonte de­
mografico al 1975; una minima di 444.000 unità, e una
massima di 450.000 unità.
Cenni sul reddito
Prima di passare a cDnsiderazioni di carattere urba­
nistico, conviene fermarsi un momento sulla situazioneat­
tuale deI reddito e delle principali attività economiche
della provincia.
La PrDvincia di Trento nel triennio 1951-1953 avreb­
be prodottD complessivamente un reddito annUD di 67
miliardi circa e nel trienniD 1960-1962, un redditD di
118 miliardi. Perciò nell'intervallo censitD, l'incremento
del reddito sarebbe stat'O del 75 %, mentre quello italianD
sarebbe stato del 101 %. Facend'O lo stesso aa'lcolo per le
tre ripartizioni geografiche italiane, risulta che ID sviluppo
percentuale della provincia di Trento va associato, per le
sue caratteristiche, a quello delle più povere provincie
italiane.
Rapportando il reddito prDdotto nella Provincia di
Trento alla popolazione attiva, si nota ohe per il primo
trienll!Ì.o il xeddito per addetto era di 426.000 lire correnti,
mentre per il secondo triennio saliva a 738.000.
Nell'intervallo, l'incremento per addetto è stato quin­
di del 73% (contro il 75% dell'incremento glDbale visto
prima).
Nella Provincia di Trento quindi 'la variazi'One per·
centua'le è stata inferi'Ore sia alla media nazi'Onale, sia a
quella registrata nelle tre ripartizioni geografiche che
normalmente si cDnsideran'O nell'ambito nazionale.
Ancora si può osservare che rapportando il reddito
all'intera popDlazione residente, si ottiene che tra i due
intervalli considerati il reddito p'rDdDtt'O per abitante è
salito da 170.000 a 28,6.000 lire facendo registrare un
incremento del 68 %. Tale incremento è statD abbastanza
sensibile, ma tuttavia inferiDre sia a quello medio na­
zionale, che passando da 171.000 a 323.000 ha raggiunto
1'89 %, sia a quello registrato nelle tre ripartizioni geo­
Le attività economiche.
A questo punto alcune c'Onsiderazi'Oni sui grandi
raggruppamenti di attività economiche, ci sembrano indi­
spensabili.
Supplemento o:rdinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
sensihile. Uno di questi è il settme delle industrie metal­
lurgiche che avevano già nel 1951 un numero medio di
addetti considerevole per unità locale.
Per quanto attiene l'agricoltura, l'analisi della si·
tuazione attuale mette in evidenza alcune cause di disagio
che ai fini di una pianificazione urbanistica 'possono es­
sere cosÌ riassunte:
Complessivamente infatti tali industrie nel 1951 era­
no cosfituite da quattro unità locali,con un insieme di
980 addetti; nell'intervallo 1951..1961 tali industrie han­
no avuto un forte incremento portandosi da 4 a 19
unità e da una forza complessiva di 980 addetti ad una
di 2.232. Delle 19 unità infine lO hanno dimensioni al­
l'incirca della stessa ampiezza delle 4 unità del 1951 men­
tre le altre 9 sono piccole officine con un modestissimo
numero di addetti. Va messo in rilievo, perfanto, che nel­
'l'intervallo 1951-1961 le industrie metallurgiche di note­
vole dimensione si sono accresciute di 6 unità, e hanno
dato luogo alla formazione di una attività minore di
piccole imprese semiartigianali, che dimostrano una certa
vitalità raggiunta capillarmente da questo ramo indu­
sfriale (9).
La tendenza allo sviluppo di taluni settori industriali
testè sottolineata, non era tuttavia tale nel 1961 do.
rovesciare la situazione sodale ed economica del Trentino.
Dopo il 19,61 un certo incremento di nuove ini·
ziative industriali (lO) ha leggermente migliorato la si­
tuazione; nel complesso tuttavia questa si presenta an­
cora insufficiente anche perchè essa è influenzata in larga
misura,come è noto, daÌ fenomeno di svalutazione delle
attività agricole che in passato rappresentavano la com­
ponente fondamentale del reddito medio per le popolazioni
di rutta la Provincia.
Questa svalutazione ha provocarto l'esodo di molte
forze di lavoro che non hanno potuto, inoltre, trovare
occupazione nel territorio d'origine.
l) Bassa produttività del lavoro disponibile ed ef­
fettivamente utilizzato, per eccesso di forze di lavoro.
2) 'Estensione dell'attività agricola su terreni di
scarsa vocazione agraria sia perchrè non consentono l'ado>­
zione di metodi di prodU2'lÌone moderni con 1a introdumone
dei mezzi meccanici, sia perchè non banno adeguate rese.
3) ,Limitate dimensioni di una parte notevole delle
aziende, 'che restringono il ruolo dell'attività agricola al
sempLice rifornimento del fabbisogno fa:mi:liare, o non
consentono una adeguata remunerazione dei mezzi im­
piegati.
4) Localizzazione inadeguata delle infrastruttUFe a·
gricole.
Passando alle attività industriali e artigianali si è
visto che nell'intervallo 1951-1961 la percentuale degli
addetti è salita dal 33 al 40% passando da 51.9()3 unità
a 63.000.
D'altra parte, dai censimenti economici si rileva che
le unità locali dell'industria e dell'artigian8Jto, nel decen­
nio 1951-1961, hanno subito una leggera flessione da
7.240 a 7.214 unità. Questi dati, posti in rapporto con
Paumento degli ,addetti accertato irn 4.400 unità, dimo­
strerebbero la tendenza all'ingrandimento ed al rafforza­
mento delle industrie esistenti piuttosto che ad incre­
menti di nuovi settori industriali; ma tali dati andranno
esaminati caso per caso. Circa il contrasto tra i dati dei
due censimenti in relazione al numero di addetti va
notato che il censimento industriale non prende in con­
siderazione un numero abbastanza rilevante di addetti
impiegati in attività industriali fuori provincia.
Si può aggiungere a chiarimento della dinamica
deHe attività industriali ed artigianali, che la distribuzione
dell'incremento degli addetti è positivo nella Valle di
Non, nell'Alta Valsugana, nella Valle dell'Adige, neHa
'Bassa Valsugana, nella Vallagarina, nell'Avisio, Basso
Sarca, Giudicarie, Rendena e VaHe di Sole·
Alcuni ,aspetti delle attività industriali e artigianali
sono inoltre da rilevare per avere una idea sia pure fu­
gace delle loro caratteristiche.
Secondo il censimento industriale del 1961, le indu­
strie manifatturiere prese nel loro complesso, ammontavano
a 5.643 unità locali con 27.939 addetti, ii cui numero
medio sarebbe perciò molto modesto se non si tenesse
conto che fra le unità locali censite, moltissime avevano
un livello appena artigianale, come quelle appartenenti,
per esempio, ,all'industria del legno, in cui la med<ia degli
addetti per unità locale era 3,7.
Si deve per altro osservare che nel decennio 1951­
1961, acoanto ad una relativa stasi di sviluppo di molti
settori industriali, alcuni ebbero 'espansione abbastanza
Il
PARTE
II TEOR.IA E CRITERI URBANISTICI DEL PROGETTO Aspetti di fondo di un programma urbanistico
ì
Un programma di pianificazione urbanistica che si
proponesse di contribuire al pieno assorbimento dell'oc­
cupazione nel Trentino, in rapporto alle sue caratteristi­
che natumli ed ecologiche, dovrebbe prefiggersi di inter­
venire sulle stl'UJtture del territorio per trasformarle in mo­
do da ottenere in ogni parte di esso ·forme d'equilibrio
sociale ed economico più stabili di quelle attuali. Questo
programma cioè,' dovrebbe progettare un assetto del ter­
ritorio che sia tale da provvedere ad una distribuzione
e ad uno sviluppo delle diverse attività in esso insediate
o di nuova formazione possibile, organizzandole in modo
da eliminare l'eccesso di correnti migratorie, incremen­
fando la produttività agricola e spostando l'ec'cedenza di
forze lavoro dall'agricoltura in attività extra-agricole create
sul posto o nell'ambito di moti pendolari tollerabili.
12
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
Si ridurrebbe cosÌ al minimo quélla tendenza, oggi
rimarchevole, dei trasferimenti nella valle dell'Adige, do­
ve i due maggiori centri di Tren'to e Rovereto e i loro
complessi industriali, artificialmente li attirano. In hase
a questo programma il piano provinciale dovrehbe dunque
trasformare l'organizzazione degli insediamenti umani per
rendere massimo il valore produttivo delle attività che si
svolgono nei centri minori e nello spazio aperto alla cam­
pagna che li include. A questo fine esso dovrebbe imporre
alle strutture e alle infrastrutture una serie di condizioni
che dipendono da tale organizzazione.
Questa finalità del programma urhanistico è scatu­
rita logicamente dalla situazione dei centri periferici nel
Trentino, non molto diversa da quella di ogni altra re­
gione del Paese. Dovunque si è manifestata da tempo una
crisi profonda dell'ambiente della campagna nella stabi­
lità dei suoÌ valori umani, travolti dalle esigenze dl una
nuova economia che provoca la morte del1'insediamento
sparso e la decadenza dei centri urhani minori disseminati
nel territorio aperto.
,La città regione è uno dei fenomeni conseguenti alla
crisi. Le grandi concentrazioni si contrappongono alla re·
lativa dispersione dl valori, derivante dagli interessi de­
centrati, ma non organizzati che p;rovocano il naturale
depauperamento delle vastissime regioni periferiche con
i loro piccoli insediamenti.
Questi, un tempo ricchi di vita limitata, sono oggi
travoltidaUa crisi e posti generalmente in uno stato pili
o meno gravedl degrado dai fenomeni conseguenti alla
lenta emorragia delle energie più' giovani, che ha causato
la graduale scomparsa del contadino come tipico elemento
della struttura sociale di tradizione millenaria.
L'urhanistica, solo da poco ha scoperto che la man­
canza dl equilihrio nella situazione delle aree periferiche
dipende in gran parte da processi di trasformazione irra­
zionali che provocano la creazione di strutture e infra­
strutture non adatfe in larghe zone territoriali.
Le conseguenze dell'irrazionalità di questi processi
oggi cosÌ diffusi sono le grandi migrazioni depauperatrici,
l'abhandono della campagna e di centri fiorenti, la scom­
parsa di economie e di amhienti una volta straordinaria­
mente caratterizzati.
Si potrebhe ohiettare che questa situazione di fuga
dalla campagna e la scomparsa di determinati ambienti,
sia la conseguenza necessaria dei mutamenti sociali a cui
tutti i paesi sono oggi sottoposti.
Tuttavia, la <concentrazione che sostituisce alla cam­
pagna ancora popolafa localizzazioni pletOtriche, non com­
pensa con elementi più favorevoli per l'uomo le conse­
guenze derivanti dai gravi fenomeni di depauperamento
periferico.
Al contrariO', nei centri più ricchi si forma la conge­
stione, come conseguenza dell'accresciuto accentramento
e ne deriva il malessere dell'addensamento, che provoca
la scarsezza ed il rapido invecchiamento dei servizi col.
lettivi troppo usati ed affollati, il disagio di abitare nei
tristi quartieri fatti di case sovraccariche di inquilini, il
tormento di mancare della capacità di acquisto adeguatO'
ai prezzi di concentrazione.
Anche nel Trentino si è manifestata una certa ten·
denza all'accentramento della pGpolazione in direzioni
prevalenti per zone esattamente localizzahili, che prGvo­
cano l'impoverimento delle periferie.
Tale accentramento si verifica, per la massima parte,
nelle aree industrializzate relativamente più vaste, uhicate
lungo l'asta dell'Adige e nella zona del Basso Sarca; nei
centri di TrentO' e RGvereto, per esemplificare, si riscon­
tra infatti il 73 % dell'incremento edilizio realizzato nel·
l'ultimo decennio.
Per quanto >complesse possano essere le ragioni pro­
fonde dell'impoverimento di popolazione nei territori peri.
ferici, cosÌ del Trentino come di molte altre zone italiane,
è certo che esse hanno in huona parte come causa imme­
dlata la scarsa attitudine a uno sviluppo produttivo di
larga parte di questi territori, derivata essenziailmente dal
loro minuto frazionamento in aree comunali piccolissime,
che rendòno, impossibile qualsiasi intervento ampio, radi­
cale e produttivo.
I frazionamenti inoltre, polverizzano la dlstrihuzione
dei mezzi finanziari disponibili che sono perciò insuffi­
cienti in ogni comune ad approntare quel minimo di ser·
vizi oggi necessari alle esigenze del vivere civile.
Per dare impulso adeguato a torme valide di vita
insediativa è dunque urgente ridurre il fraziGnamento co­
mUllifle per organÙ!Zare le periferie con attività secondarie
e terziarie, che possano validamenrte sostenere la forma­
ziGne di strutture ed infrastrutture capaci di provocare un
sensibile rendlmento delle attività.
F:ra i mezzi più rilevanti per ottenere questo mag­
gior rendlmento periferico, devono annoverarsi quelli del·
l'organizzazione dei gruppi sociali in una più ampia enti­
tà territoriale; se tali 'gruppi riescono a coordinarsi, p0s­
sono infatti creare nuclei abhastanza numerosi e rappre­
sentativi, tali da partecipare con efficienza ed autorità ai
programmi di costituzione dell'entità stessa.
I comprensori e le unità insediative
Il frazionamento eccessivO' in piccoli comuni quale
fenomeno esteso non SGlo al Trentino ma a tutta l'Italia,
ha richiamato l'attenzione particolare degli studlosi di
urhanistiea, che da alcuni anni lavorano sul prohlema
di trovare una dimensione più grande dei singoli ca­
muni, risultante dalla unione di essi per gruppi capaci
di realizzare con la loro aggregazione ,una maggiore ef.
ficienza economica e una più elevata fGrma di ,prestigio
politico e culturale. A questa nuova entità si è dato il
nome di comprensorio.
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Dal punto di vista tecnico, è chiaro che il com­
prensorio può formarsi solo quando esistono possibilità
di .integrazione dei comuni fra loro e questo si verifica
se sono in atto o possono determinarsi tra comune e co­
mune 'punti di convergenza delle rispettive attività, che
siano abbastanza saldi da poter essere considerati uni­
tariamente.
Trovati i punti di convergenza, la dimensione mas­
sima di un comprensorio si raggiunge, teoricamente,
quando il gruppo dei comuni da includervi è arrivato a
un limite numericO' tale, che ogni aggiunta di altro
comune riduce l'efficienza dell'insieme.
E' infatti facilmente intuibile che, oltre un certo
limite, le attività disponibili o creabili unitariamente
con profitto nel senso favorevole al processo di sviluppo
del territorio e l'organizzazione generale di tutte le atti­
vità professionali e culturali non sono più capaci di
mantenere una efficiente unità fra i diversi tipi di con­
vergenza.
Gli stessi rilievi vanno ovviamente fatti quando il
numero dei comuni è troppo piccolo, e non si raggiunge
nell'insieme l'efficienza necessaria a realizzare i pro­
grammi di sviluppo di quell'area che si vuole costituire
comprensorialmente, secondo ·finalità adeguate alle sue
caratteristiche.
Fra i mezzi di efficienza va sottolineata l'attività
culturale disponibile in un certo insieme di popolazione,
che quando è piccolo ha un'attività culturale general­
mente insufficiente a svolgere i compiti che dovrebbero
assumersi nella comunità del comprensorio.
Spetta al Piano Provinciale di indicare la dimen­
sione e le caratteristiche di ogni comprensorio e di sta­
bilire i criteri fondamentali che dO'vranno guidarne la
progettazione urbanistica. Esso è, dunque, uno strumen­
to che, valutate le ragioni dinanzi menzionate, stimO'la
i comuni a coordinarsi in unità maggiori per realizzare
più concretamente quei programmi di sviluppo, di de­
centramentO' di servizi e ,di attività pubbliche, che garan­
tiscono organicità ed equilibrio all'espansione delle atti­
vità del territorio, frenando almeno . in parte l'emorragia
migratoria.
Questo programma coinvolge la campagna quale
protagonista delle nuove strutture, per animarla con una
spinta vivificatrice che viene dal suo stesso interno.
Qui una nuova attività capillare dovrebbe svolgersi,
stimolata dalla capacità formativa dei nuovi servizi e . delle altre attività secondarie e terziarie, che dovrebbe sostituirsi alla attuale decadenza, concretandosi in orga­
niche urhanizzazioni di nuovo genere chepotrehbero estendersi a tutte le aree del territorio, intese comEl peri_ feria.
Per questo è soprattutto importante che la costru­
zione del comprensorio si consideri come opera di uma­
nizzazione di territori, in cui sussistono situazioni di sot­
tosviluppo e depressione in rapporto a quelle dei grandi
13
centri urbani. L'opera di umanizzazione avrà inizio quan­
do gli elementi più colti e preparati, che sono i primi
ad abbandonare la periferia, sentiranno di essere impe­
gnati cpme protagonisti nella rigenerazione della terra in
eui sono nati, e questo sentimento li fermerà se sarà
abbastanza grande l'attrazione esercitata dalla consape­
volezza che la formazione del comprensorio dipende in
parte dalla lo;ro capacità creatrice di cultura.
Se questo stato di coscienza potrà essere esteso a
tutte le attività professionali, diventerà lo stimolo essen­
ziale per umanÌzzare l'idea di comprensorio. Esso potrà
infatti diffondere la consapevolezza che nel processo di
sviluppo di un territorio sufficientemente ampio, le pos­
sibilità di benessere generale dipendono dalla piena par­
tecipazione a questo sviluppo dell'insieme di tutti .i grup­
pi sociali e dal giusto dimensionamento di ognuno di
essi, per avere la massima ricchezza di contci:hutiumani
nella organizzazione interna di tutte le forze spirituali
e materiali del comprensorio.
Il comprensorio è pertanto una dimensione organica,
che condiziona le possibilità di massima efficienza e le
scelte operative necessarie ad un processo equilibrato di
sviluppo ai modi secondo cui le sue caratteristiche più
essenziaH sono organizzahili nel quadro degli interventi
di espansione di più vasti territori con la piena intesa
di tutto l'insieme delle forze sociali che vi ,partecipano e
che p{)ssono esprimere meglio la efficienza di tali carat­
teristiche soprattutto in torma creativa.
Un programma di sviluppo che si fondasse in pre­
valenza sugli aspetti tecnico-economici per la risoluzione
dei problemi di piano e trascurasse tutti gli altri, for­
nirebbe, per l'efficienza e il benessere, elementi assai
schematici in relazione alle esigenze che emergono dalle
situazioni del territorio.
Le situazioni concrete impongono formulazioni as­
sai più complesse, alle quali non è possibile dar corpo
senza un profondo lavorio di penetrazione nell'ambiente
umano, che in un certo senso renda più ricche di ele­
. menti qualificatori, e perciò più valide, le scelte opera­
tive che la collettività vi determina.
La dimensione del comprensorio dipende dunque
essenzialmente dal fatto di essere tanto grande da poter
fondare obiettivi di sviluppo su interessi e attività ab­
bastanza importanti, da richiedere l'aggregazione di più
comuni ed il concorso di tutti i gradi della cultura e del
lavoro in essi presenti.
Contribuiscono inoltre all' individuazione dell' area
comprensoriale le caratteristiche dell',amhiente geografico,
visto anche come paesaggio, con strutture insediative che
partecipano alla sua configurazione.
Abbiamo già accennato entro quali limiti e sotto
quali condizioni di carattere tecnico e di carattere socio­
culturale può individuarsi l'area di un comprensorio.
anche se non esiste un unico principio di individuazione,
ma solo criteri di efficienza per stabilire nelle sue ·grandi
14
Supplemento ooWnario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
linee la dimensione capace di farvi convergere le fonda·
mentali attività di diversi comuni. Per conseguire que·
sta convergenza, è anzitutto necessario che presso leam·
ministrazioni comunali 'si crei la convinzione che coordi­
nando le capacità e iiI prestigio politico di più comuni,
cioè gli interessi fondamentali, si ottengono stim<lli assai
più forti per un() sviluppo efficiente che non impegnan­
do le forze distinte di ogni comune s:ingj)larmente
preso, e in un certo Sflnso proclive ad ignorare l'attività
degli altri, per agire anche in modo contradditori() ri­
spetto a queste attività.
E' importante rilevare come la dimensione compren­
soriale cosÌ definita risulti condizionata, a taluni princi­
pali fenomeni che con la loro signiiìcativa preminenza
forniscono dati abbastanza sensibili per stabilire i para~
metri deHa estensione territoriale di un comprensorio.
I fenomeni preminenti nella formazione di un com­
prensorio sono i seguenti:
l) la popolazione caratterizzata dalla sua dinamica spa­
zio - temporale nelle forme secondo cui, in ogni parte
del territorio, si sono create, sviluppate e applicate
le attività delle diverse classi prooessionali.
2) II tipo di convergenza da'raggiungere per gruppi di
attività produttive: agricO'la, commerciale, industria­
le e turistica;
3) Le convergenze ,di carattere culturale fondate sulle
espressioni locali delle attività più caratteristiche, a
cui fanno capo ben determinati poli di sviluppo (scuo­
le di tipo partico,lare, organizzaziO'ni culturali, biblio­
teche, ecc.);
4) L'unificazione reale o possibile nel comprensorio, del­
le attività turistiche nelle loro particolari varietà;
5) Le relazioni derivanti dalla vita locale e interne agli
insediamenti urbani, quella fra insediamento e inse­
diamento e quelle di ognuno di essi col territorio
che lO' contiene e con più vaste estensioni del Paese,
nel rapporto con le grandi infrastrutture e con le
minori intese come aspetti ordinatori ed integrativi
del sistema degli insediamenti.
Questi settori, in quanto formativi di riferimenti
spaziali in relazione alle espressioni che li riguardlano,
sono da considerare elementi di valutazione del senso e
della intensità di sviluppo della situazione complessiva
del territoriO' in rapporto alla sua dimensione, nel qua­
dro generale di più vasti programmi urbanistici. Sono
altresÌ importanti le relazioni tra i fenomeni esistenti e
le forme sviluppabili di ef,ficienza create dalla pianifica­
zione che ne determina i mutamenti nei cambiamenti di
stato legati ai processi di sviluppi previsti.
In hase a quanto predetto si sono individu,ati in pro­
vincia di Trento lO comprensori e precisamente: Valli
dell'Avisio, Valle del Cismon, Bassa Valsugana, Alta
Valsugana, Valle dell'Adige, Valle ,di Non, Valle di
Sole, Valli Giudicarie, VaNe del Sarca e Vallagarina.
Nelle forme di relazione a:nzÌlddetta si includono an­
che quelle riguardanti gli aspetti umani delprohlema ter­
ritoriale, cO'me protagonisti del suo futuro henessere.
In tuttO' questO' insieme di fenomeni e .di relazicmi
che caratterizzano la situazione del territorio, ha un gran
peso qualificante l'omogeneità.
L'omogeneità in urhanistica, se:rve a circoscrivere
quantità ed estensioni spaziO' temporali di settore o di
campo, in eui determinati ,fenomeni si comportano nei
mO'di seguenti: o assumono gli stessi valori e le stesse
caratteristiche relative a cosc od attività specifiche, o
presentano lo stesso aspetto in ogni parte dell'area in cui
sÌ estendono, o hanno lo stesso andamento nel corso di
un certo processo di sviluppo quantitativo, o, infine, pro­
vocano gli stessi effetti in un certo insieme di fatti in
relazione tra loro.
L'omO'geneità in urbanistica è individuahile dunque,
in rapporto a determinate fimllità sociologiche, economi­
che, culturali, amministrative e tecniche presenti in va­
rio modo nelle situazi~ di fatto e O'rdinabili secondo
forme determinate da ,particolari earatteristiche di set­
tore in circoscritte estensioni di territorio.
Ne consegue che si possono sempre individuare
estensioni territoriali che abhiano una loro unità, in rap­
porto ai caratteri omogenei spazio-temporali di un de­
terminatO' gruppo di fatti.
Quando, nel rimode11are per ragioni di intervento
urhanistico l'area territoriale che cO'ntiene questi fatti, i
fatti stessi mantengono una cerla uniformità di com­
portamento relativa a prestabiliti obiettivi strutturali, si
dice che ess,i assumono la funzione omogeneizzante e
sono suscettibili di essere raggruppati secondO' una deter­
minata organizzazione urbanistica. In altre 'parole esiste
la possihilità, o non esiste, di modificare la situazione
di fatto ,di una estensione territoriale avente una certa
omogeneità a seconda che questa possa o no essere poten­
ziata dali 'intervento urhanistico con la trasformazione
dei fatti da cui dipende l'omogeneità.
Seagen.do su questi fatti la omogeneità si interrom­
pe invece di potenziarsi, vuoI dire che l'area O'mogenea
ha già raggiuntO' o possiede un suo equiliJhrio limite
che ne stabilizza in modO' definitivo le strutture come
avviene, per esempio, nei centri storici, o in taluni am­
bienti naturali che non toNerano trasformazioni della
propria coerenza interna.
Il principiO' di omogeneità ha d~nque una funziO'ne
assai importante anche nel comprensorio. A tale principiO'
corrisPO'ndono condizi~ di convenienza nei modi di in­
tervenire su un settore o su un gruppo di settori, quali
quelli economici, culturali, professionali, amministrativi.
In ognuno di questi settori, o in un insieme di alcu­
ni ,di essi, l'omO'geneità si rivela particolarmente favore.
vole a determinati tipi .d'investimento, se ea:istono vocazio.
ni di carattere naturale o arti,ficiale che individuano pre­
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
cÌse relazioni per formare unità territoriali con una strut­
tura legata a quella di base cOilllprensoriale.
L'insediamento urbano come protagon..ista di ogni
mutamentoartifÌciale, è il cardine delle unità territoriali
e lo è in relazione al tipo di omogeneità per la quale essa
si organizza.
Questa unità territoriale omogenea prende il nome
di unità insediativa; vi hanno· generalmente notevole
importanza i nuclei .residenziali nel loro insieme di costru­
zioni e di abitanti. Qui trovano rilievo i fatti nella loro
vitalità e nelle relazioni che ,vi si istituiscono, riferiti alla
loro distribuzione nel ,territorio.
Ogni unità insedi:ativa nel suo complesso come en­
tità fisicamente definitiva, è formata dall'insieme dei
gruppi edilizi che vi sono distribuiti, da ogni altro manu­
fatto in essa esistente o previsto e dal territorio !l1.On edi­
ficato che li contiene e vi si compenetra. Questa cOilllpene­
Lrazione si realizza con le forze vive del territorio non
edificato, sensibilizzate dalle modificazioni urbanistiche
previste e da quelle possibili considerate come eventi di
un futuro più lontano.
Sono Ione vive tutte le energie che so:ttendono ano
sviluppo ,del territorio libero in rapporto alla essenza del­
le sue caratteristiche. Da esse dipende la produttività in
ogni senso aperta alle sollecitazioni create dagli interventi
urbanistici ed economici e dalle relazioni che si formano
fra centro urbano e campagna.
Pertanto, l'nnità insediativa può essere definita una
estensione territoriale con misure non eccezionali in cui
le varie parti e i fatti che vi si riferiscono hanno speci­
fiche caratte:ristiche, individuabili nel loro contesto per
l'omogeneità che ne promuove la coerenza interna anche
nelle reciproche relazioni.
Si potrebbe ancora dire che l'unità insediativa si
verifica quando le diverse parti di un'area hanno una
determinata forma d'omogeneità relativa a talune loro
caratteristiche.
Un esempio potrebbe chiarire meglio questi concetti.
Prendiamo una zona collinare concaratte:ristiche di pae­
saggio notevoli per il godimento provocato dalla configura­
zione delle sue ,diverse parti.
Queste' caratteristiche presentano dunque, entro certi
limiti e per una estensione da definire, una tipica forma
d'omogeneità che è relativa alla conformazione dell'am­
biente.
Supponiamo che questo ambiente sia caratterizzato
da zone fortemente alberate, fra:mmiste a piccoli centri
urbani ea qualche manufatto rustico sparso nella campa­
gna. Supponiamo ancora di intervènire in esso aumentan­
do le masse alberate per accentuare la oontinnità del pae­
saggio, nascondendo manufatti tra loro staccati e discor­
danti, situando in località opportune edifici· proporzio­
nati che sottolineino, per esempio, Pattrazione di ,una
larga zona a prato, con la loro presenza, ospitale, senza
ostentazione, e creando :inIine strade e sentieri con trac­
15
ciati rispondenti alla conformazione del terreno, capaci
pemiò di sottolineare la varia configurazione e di offrire
a cbi li percorre ·visioni privilegiate.
Se facciamo tutti questi interventi urbanistici che
abbiano le qualità anziddette rafforzeremo il contesto omo­
geneo del paesaggio, rendendone più evidente la unità
insediativa neHe caratteristiche secondo cui assumono una
interna coerenza i suoi diversi elementi costituita da masse
alberate, da zone a prato, da insediameni urbani e da ogni
altro gruppo di cose che se aggiunto con criterio all'am­
biente naturale verrà a far parte di questo quadro gene­
rale con nuove qualità esaltatrici dell',unità insediativa.
Se viceversa questo paesaggio ha una configurazione
omogenea tanto singolare e privilegiata ehe nulla può
essere aggiunto o tolto alla mirabile coerenza delle sue
parti, la sua area non può essere sottoposta ad alcun :in­
tervento urbanistico, perchè possiede già un suo equili­
brio stabilizzato, che ogni trasformazione potrebbe inter­
rompere.
E' necessario dunque vincolare le aree che hanno
questi requisiti impedendo che vi si operino dei cambia­
menti; è questo il caso, per esempio, dei parchi naturali
o di taluni piccoli centri urbani .storici a noi perfetti at­
traverso i secoli.
Nell'esempio del paesaggio con masse alberate, cen­
tri u:vbani, altri manufatti sparsi ooc. questi elementi sono
da considerare fatti omogeneizzanti offerti da ciò che pree­
siste nell'intervento, mentre quanto vi aggiungiamo dopo
in rete stradale altri manufatti per attrezzature varie c0­
stituisce lo strumento per rendere evidenti questi fatti
omogeneizzati legandoli agli scopi per cui l'unità inse­
diativa di quel paesaggio, (che secondo quanto sarà chia­
rito più avanti è una unità parco) si viene sempre meglio
determinando urban..isticamente.
Le masse al~rate, i centri urbani, i prati ecc. come­
riscono un senso proprio ad ogni opera da inserire nella
matrice di cui fanno parte (una casa, per esempio, deve
avere colore, forma e dimensione rispondenti alle condi­
zioni dettate da quella matrice), un senso, cioè, che espri­
me una ben definita relazione fra elementi naturali e
artificiali di quel paesaggio.
L'unità insediativa può essere dunque considerata
l'entità coordinatrice dei rapporti merenti la dimensione
strutturale ,del cOlIlJprensorio, di cni stabilisce i parametri
figurativi quando il sistema strutturale che la coinvolge
trae, come si è detto, la sua origine formativa dai fatti
omogeneizzanti apparten:enti a settori determinati dalle
situazioni del sno territorio. I fatti omogeneizzanti sono
legati agli scopi per cui l'unità insediativa viene model­
landosi entro questa struttura e conferiscono ad ogni 0pe­
ra esistente o ,da prevedersi una significante disposiZione
che è indicativa in senso formale delle reciproche l'elazio­
ni nel paesaggio, degli elementi naturali e di quelli arti­
ficiali.
L'unità insediativa pone perciò il suo principio gene­
16
Supplemento
o~rdinario
al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
ratore, come entità urbanistica, in una struttura di base,
per esempio un insieme di elementi vari nel paesaggio da
costituire come parco attrezzato che forma il sistema della
sua pianificabilità, cioè il complesso di indic~oni urba­
nistiche per essere pianificata. Si intende infatti per pia­
nificahilità la predisposizione di un territorio a organizzar­
si secondo determinate linee programmatiche il cui limite
è rappresentato «dalla coerenza fra gli seopi par,ticolari
del suo sviluppo ed ai fatti omogeneizzanti che vi sono
legati ». Il sistema suddetto è fondato perciò sul reci­
proco condizionamento di tipo causale delle aree ritenute
omogenee a determinati effetti; aree in cui l'unitàinse­
diativa può essere divisa per raggiungc're situazi()II].Ì più
confacenti alla sua pianificahilità nel senso previsto per
i fini da conseguire con i programmi urbanistici (sempre
riferendoci al nostro esempio, le aree del bosco, quelle in­
terne costituenti i centri urbani, le aree coltivate ecc.).
Si tratta di. precisare i fenomeni di carattere cumu­
lativo più importanti per la configurazione di ogni area
partieolare in rapporto al sistema della sua pianificabilità
formato per definire le future destinazioni dell'area
stessa. Si tratta cioè di l'imodellare tali fenomeni all'in­
terno della situazione esistente, per trasformare le attività
facendole confluire secondo gli obiettivi predeterminati
con il massimo grado di effieienza.
Questi obiettivi di carattere cumulativo sono, per
esempio, per il boseo: il modo di formarlo con deter­
minate alberature, sentieri,attrezzature efficienti ma non
molto visibili dagli spazi più apertiece. Sono obiettivi
dello stesso genere per le grandi zone a prato, :i manu­
fatti che vi inseriamo a renderle più caratteristiche i
campi da gioco, la piscina ecc., che nel loro insieme
esprimono obiettivi d'attrazione per determinate ne­
cessità.
Un altro aspetto della organizzazione del territorio
di cui si deve tener ,conto, come di un obiettivo nel for­
mare le unità insediative, è quello della promozione cul­
turale che stimola le attività umane nell'interesse pub­
blico di comunità e di gruppi.
Secondo questo aspetto, l'unità insediativa viene as­
sumendo una struttura che oltre ad evidenziare le ten­
denze verso tipi di organizzazione funzionale, la cui for­
ma costituisce l'espressione della struttura stessa, trova
la sua massima spinta nella capacità di sensibilizzare gli
aspetti culturali che caratterizzano, in questa organizza­
zione, l'attività dei vari gruppi sociali.
I concetti che si sono espressi sulla organizzazione
ùrbanistica del comprensorio intendono superare l'arida
schematizzazione pseudotecnica che si vuole applicare al­
la pi'anificazione dei territori aperti e sostituirla con gli
indirizzi specifici di un procedimento metodologico, che
indica le grandi maglie di una struttura urbanistica si­
gnificante del territorio. Questa struttura costituisce un
sistema capace di riconoscere, con gli strumenti scienti­
nci adatti, la pianificahilità delle diverse situazioni terri­
toriali, delimitandole nel quadro di obiettivi 'prefissati.
La configurazione strutturale di questa grande ma­
glia è dunque un disegno che viene predisposto dall'in­
tamo delle situazioni territoriali, secondo una determi­
nazione dello spazio utile, che assume forme e dimen­
sioni sempre più ,aderenti a questa utilizzabilità e agli
aspetti ,figurativi del territorio con i quali definisce con­
nessioni reciproche. Queste dovrebbero rappresentare lo
stimolo interno a mantenere condizioni di equilibrio nel
sistema, man mano che questo si viene sviluppando ver­
so più caratterizzate situazioni,nel quadro degli obiettivi
da perseguire con le 'attività dei gruppi umam, che ne
costituiscono l'essenza.
Nel Trentino, per esempio, il comprensorio della
Val di Non, può essere suddiviso in grandi maglie dalle
sue unità insediative ognuna delle quali sviluppa un
sistema coerente di attività interne e di relazione con le
altre unità insediative e si pone organicamente nel qua­
dro degli obiettivi più generali predisposti per attivare la
struttura sociale del comprensorio nel suo complesso.
Come "si è detto, le varie parti dell'tmità Ìnsediati­
va hanno un loro condizionamento reciproco, in relazione
all'insieme dell'unità stessa e costituiscono delle vere e
proprie aree funzionali la cui prevalente configurazione
dipende in gran parte dalle indioazioni fornite dalle ca­
ratteristiche formali del territorio.
Il complesso delle relazioni originate dall'organizza­
zione, che ha localmente una sua ben definita consisten­
za, forma il quadro circoscritto delle dimensioni entro
le quali si sviluppa la dinamica degli interessi e delle
attività collegare .agli ambiti di un più vasto quadro di
interessi territoriali. Esso, nella ricerca di nuove e più
convenienti condizioni di sviluppo e di equilibrio delle
varie localizzazioni, fornisce al piano materia per orga­
nizzare forme di intervento, ·che consentano di avvicinarsi
il più possibile agli obiettivi di convenienza da raggiun­
gere secondo le previsioni generali di svilruppo.
Forme di intervento cosÌ fatte, presuppongono un
approfondimento dei quadri di ricerca ed una metodo­
logia ad hoc, di cui appena oggi si vanno creando i pri­
mi fondamenti. In quest:o settore della cultura urbani­
stica, gli studi da proporre si pongono entro i umiti di
una ricerca ,di situazioni rappresentative della pianifica­
bilità del territorio, che è determinabile secondo finalità
di sviluppo, vincolate a corrispondenti forme di omo­
geneità.
Si scopre così, ,la tendenza dei territori a trasfor­
marsi plU o meno verso situazioni considerate di con­
vemenza nel quadro del piano. Ciò porta alla messa a
punto di una rosa di possibili gradi di trasformazione
entro cui si può prevedere realizzato, nel tempo, IUD cer­
to programma urbanistico.
Il sistema. strutturale del comprensorio come lo ab­
biamo delineato, conferisce alla pianificahilità di ogni
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
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parte di esso l'organizzazione necessaria per uno svolgi­
mento giustamente orientato.
Nel sistema, assume particolare rilievo la dimen­
sione delle parti che è fondamentale per il riconoscimen­
to della struttura e per garantire la sua ordinata distri­
buzione :nel reciproco ,rapporto delle parti stesse all'in­
terno del sistema.
I criteri di questa dimension'alità sono vincolati ai
valori che si intendono assegnare, in senso urbanistico e
archil'ettonico, al rapporto tra il. significato delle situa­
zioninelle varie parti del territorio e la loro dimensione.
Questa dimensione è infatti riferita agli elementi che
esprimono ,le situazioni, che sono cioè il significato del­
le situazioni.
Fra dimensione e significato perciò si crea un rap­
porto che assume il massimo risalto quando si interviene
per modificare la situazione di un territorio in relazione
a istanze di massima efficienza subordinate alle scelte
orientative predisposte dal quadro generale degli inter­
venti.
Il rapporto è infatti ovviamente un limite alla tra­
sformabilitàdelle parti di un territorio.
Nella form'azione di una dimensione territoriale ha
una certa importanza il sistema infrastrutturale delle co­
municazioni. Esso è determinabile dall'insieme delle re.
lazioni esistenti o che si formeranno fra. le diverse unità
insediative per effetto di 'programmi di intervento urba­
nistico il cui senso della forma si riferisce al sistema di
parametri dimensionali costituiti appunto dalle infra­
strutture.
Le espressioni di questa dimensionalità, trovano nel­
le comunicazioni i seguenti ,requisiti:
1. di essere vettori della sistematizzazione delle grandi
aree territoriali di intere regioni che suddividono in
estensioni ben definite;
2. di, essere conduttori di relazioni -cumulative a grande
distanza fra nuclei preminenti;
3. di materializzarsi in un sistema di canali minori ap­
portatori di rapporti funzionalmente vivi nel passare
dalle relazioni a grande distanza a quelle ~ocalizzate
nelle unità insediative.
Possiamo quindi éoncludere che la grande infra­
struttura viabilistica e le vie oapillari esistenti e nuove
con cui essa si dirama nel territorio, creano una suddi­
visione dell'unità insediativa in aree coordinate da defi­
nire nelle scale opportune e con piani più particolari,
in cui è stimolata la formazione di quei nuclei fumio­
nali che accolgono le prime tracce sensibili dei volumi
da progettare e le relazioni significative tra i diversi in­
sediamenti in loco e .col territorio 'aperto.
Il sistema viabilistico delle comunicazioni crea cosÌ
una nuòva e più pertinente gradualità di grandezza e di
scale di lettura per il territorio, in eui la presentazione
dei modi figurativi, secondo le future modificazioni del­
17
l'ambiente fisico, orienta i grandi spazi ,aperti ad avere
una significazione urbanistica secondo una specificazione
con parametri riferiti alle ,varie parti del territorio che
includono i nuclei urbani.
Nell'organizzare i lineamenti ,dell'unità insediativa
si dovrà appunto tener conto del modo come si dispon­
gono tra iloro le relazioni di crescita delle varie parti di
essa a causa del moltiplicato valore degli effetti dinamici
provocati dalla rete capillare intesa come riduzione vi­
tale del grande nastro ai relativi sistemi di comunica­
zione locale.
Si può concludere che alla visione spazio-temporale
del paesaggio, i nuovi elementi di trasformazione che vi
si includono devono offrire 'attributi che rafforzino i va­
lori espressivi insiti nel sistema omogeneo di cui il pae­
saggio stesso fa parte e che rappresentano la predisposi­
zione figurativa delle sue caratteristiche, ovverossia la
sua figurabilità. E' intuitivo che l'omogeneità del pae­
saggio, come qualità intrinseca della sua struttura, si
riferìsce in modo particolare all'ambiente fisico e alle
sue caratteristiche formali. Tali caratteristiche in quanto
comprese nella sfera figurativa, possono essere trasfor­
mate solo da manufatti che siano coerenti a questa. sfera.
Esse hanno perciò una ben definita predisposizione figu­
rativa, che possiamo chiamare figurabilità, e che vin­
cola i manufatti stessi entro precise indicazioni di for­
ma e dimensione.
Tra le espressioni di questa figurahilità emergono
quelle relative ai rapporti tra piccole e grandi forme na­
turali e artificiali che moltiplicano le immagini con pa­
rametri spazio-temporali in relazione alla velocità del
movimento, quando si percorrono 'grandi distanze a fort'e
andatura.
Oggi che i mezzi meccanici hanno moltiplicato la
velocità, il significato strutturale nuovo dello spazio vie.
ne ingannevolmente assunto come esaltazione del senso
di grandezza delle parti. In realtà la visualizzazione del­
la complessità di immagini che si succedono sia alla
,coscienza che alla vista, con la velocità, presenta una
molteplicità di rapporti assai brevi il cui pieno signifi­
cato può cogliersi nell'ambito di sèale appropriate e se.
condo campi di relazioni in cui la dimensione delle im­
magini pur essendo. ricca di variabili è quella umana di
sempre, ma con grandissima intensità di relazioni.
La sensibilizzazione formale fra territorio e oggetti
che vi sono inclusi ha perciò caratteristiche rispondenti
ad ogni tipo di relazione che si verifica col movimento.
Fra queste, le relazioni figuranve riguardanti gli
infiniti elementi formali del paesaggip situati in un loro
ben definito quadro spaziale, trovano in questo e nelle
parti che ne rivelano la interna coerenza figurativa, i
riferimenti per una scala di valori e di misure. Questi
riferimenti costituiscono il corpo del sistema con cui il
paesaggio si vivifica nena sua trama strutturale ed espri­
me il proceSso secondo 11 quale le parti legate a una coe.
18
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
rente omogeneità, possono svilupparsi, con tendenza verso
efficienti ed equilibrate trasformazioni.
La struttura dell' ambiente territoriale nelle sue
espressioni figurative più ampie e meno ampie, viene
pertanto intesa come processo che pone in forma aperta
le relazioni di grandezza fra gli elementi ,che ne costi­
tuiseono la rappresentazione fisica.
Questi si presentano cioè nella forì'na aperta di
schemi significanti in rapporto ai parametri convenzio­
nali degli standards urbanistici, la cui dimensione nello
spazio è tendenzialmente rivolta a stabilizzarsi in forme
finite, ,con determinat'e scelte espressive che costituisco­
no i parametri convenzionali e definiscono le relazioni
di grandezza precisandone la forma nell'unità figurativa
del paesaggio.
Per esempio, una scuola tipo come standard pone
relazioni di grandezza in forma aperta col paesaggio
mentre la scuola progettata e costruita non è più una
entità statistica ma una enrità edilizia ben definita e
chiusa che ha relazioni prccise di grandezza e di forma
con tutte le cose dell'ambiente in cui si inserisce.
La forma aperta'è, dunque, quella che risulta dal­
le relazioni formali tra territorio .che si istituisce come
ambiente e interventi urbanisl'ici in esso possibili, quan­
do queste relazioni hanno come variabili le grandezze
degli standards urhanistici, relativi alle proposte di in­
tervento.
La forma aperta rappresenta perciò la tendenza a
raggiungere con la progettazione caratteri figurativi de­
terminal'i entro una rosa di possibilità subordinate al
tipo di disponibilità del territorio a trasformarsi con
l'intervento urbanistico espresso dagli standards.
Ci si è soffermati più a lungo c con precisiriferi­
menti teorici a descrivere direttive e metodi di carattere
urbanistico riguardanti il comprensorio e la formazione
di una struttura atta apianificarlo secondo ben definite
finalità, perchè si ritiene che il Piano Urbanistico Pro­
vinciale abbia il compito di indicare ai piani compren­
soriali le grandi linee della loro formazione.
CosÌ quando si dovranno affrontare questi piani
tutti gli strumenti scientifici e l'ecnici di ricerca e di pro­
getto saranno in buona parte metodologicamente orientati.
Per completare questa trattazione è necessario ag­
giungere che il piano provinciale sarà un buon piano se
avrà saputo lasciare ampio spazio ai piani comprenso­
riali secondo cui si aUua, per l'ulteriore approfondimen­
to dei problemi. Fra questi, emergono le relazioni tra
campagua e centri urbani che i piani c()mprensoriali do­
vranno determinare sia secondo ,rilevazioni dello stato di
fatto, sia secondo una previsione consona a:Ile necessità
di potenziare le attività del territorio nell'ambito di fon­
damentali localizzazioni economiche e delle relative uni­
rà insediative.
Come si è detto, queste sono da considerarsi punti
di riferimento per un modo efficiente di organizzare lo
spazio con le strutture.
Per sviluppare tutte le attività inerenti a questa
organizzazione in run quadro rinnovato delle situazioni
territoriali, la legge urhanistica prov,incia1e n. 2 del
marzo 1964 ha previsto la costituzione di consorzi per
la formazione, l'adozione e l'esecuzione dei relativi piani
comprensoriali.
Perciò i problemi assai complessi che si verranno
presentando nella sistemazione dei comprensori potran­
no essere 'gradualmente risolti, man mano che i consorzi
di gestione comprensoriale conquisteranno una maggiore
maturità e la pianificazione avrà gradatamente urbanÌz·
zato tutto il l'erritorio con una efficienza di ,cui il piano
provinciale può essere solo il supporto.
Tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale
A fondamento di quanto si è fin qui detto sulle
unità insediative, prende 'grande rilievo il rispetto del·
l'essenza che caratterizza la configurazione fisica del
territorio, e fra i problemi dell'asselto !territoriale pre­
visto dal piano quello della tutcla ambientale, che ri­
guarda specifici interessi pubblici connessi all'utilizza­
zione del territorio secondo condizioni di uso dettato dal·
l'interesse pubblico che tutela lo sviluppo culturale e il
tempo libero'.'
Il piano si propone di operare abbandonando il cri­
terio di bellezza naturale o paesisri<m e attribuendo in­
vece 'all'ambiente naturale un conten~to più autentico
e moderno inserendovi, oltre alle singolarità naturali per
cui gran parte del Trentino è 'celebrato nel mondo, an­
che rutto ciò che di un territorio è opportuno conservare
e valorizzare in quanto testimonianza concreta dei valori
di civiltà; e <Cioè oltre alle strutture insediative integrate
nell'ambiente, le opere di coltura agraria e quelle di in­
frastrutturazione del territorio.
Il concetto di paesaggio, pertanto, completa quello
geografico di a:tnbiente naturale, sottolineandovi la più
ampia partecipazione dell'uomo, come protagonista che
esprime la storia dinamica delle cose da lui create in
quella apparentemente immobile delle cose naturali.
Il paesaggio ha assunto in tutti i tempi espressioni
qualificanti e caratterizzanti per la presenza dell'uomo
che ha trasform.ato, con la sua storia, l'ambiente naturale.
Le azioni dell'uomo hanno gradatamente cambiato
la natura, in un paesaggio animato di attività insedia­
tivc sempre più vaste e varie, che hanno integrato gli
aspetti naturali della terra con quelli denotan~i la storia
. delle attività umane.
L'amhiente è matrice prima di tutte leanalis.i ur­
banistiche per il dimensionamento degli aspetti secondo
cui le attività umane si concretano in manufatti nei
posti' in cui si vengono insediando. Nel Trentino questa
matrice presenta caratteristiche singolarmente prevalenti
Supplemento ordinario al B. U.19 settembre 1967 . N. 40
su quelle create dall'uomo con la sua storia e le sue
tradizioni.
Tuttavia queste contano moltissimo nella configu­
razione del paesaggio e si manifestano in generale negli
insediamenti urbani accentrati e nella loro distribuzione
sul territorio e altresÌ nelle trasformazioni che l'uomo
ha gradualmente portato sul suolo naturale con ragn.
coltura e, in epoca più prossima a noi, con le distese di
insediamenti produttivi.
In questo paesaggio fanno preziosa integrazione i
caratteristici insediamenti urbani anticihi e i monumen·
tali castelli sparS!i qua e là; tutti elementi che qualifi­
cano l'ambiente naturale per la poS!izione in cui sorgono
e per l'armonia che creano tra la storia dell'uomo e la
storia naturale della terra in cui si innestano. Emerge
così, per qualità, un particolare tipo di equilibrio in cui
nell'ampiezza delle configurazioni i vecchi nuclei edilizi
si inseriscono con mirabile proporzione. .
In questi nuclei, come gemme, risaltano assai spes­
so opere pregevoli di architettura e, purtroppo,altrettan­
to spesso le disarmonie del recente sviluppo edilizio di­
sordinato e frammentario.
n disordine è soprattutto generato da un tipo ca·
suale di distribuzione delle abitazioni isO'late, che contra­
sta vivamente con il carattere dei piccoli insediamenti
urbani della Provincia, singolari e gradevoli per la com·
pattezza e unità del loro insieme formale.
La lotta contro la casualità dell'intervento edilizio
nell'ambiente naturale si è sviluppata in questo secolo
con il nuovo concetto di 'paesaggio che si è andato sem·
pre più affinando in senso estetico come materia di go­
dimento, che la cultura ha amplificato nei caratteri in
relazione a quelli degli oggetlli da contempl,are. Questo
concetto si è gradatamente esteso, promosso da una edu.
cazione estetica di massa,già· stimolata verso gli ampi
orizzonti liberi della natura dai mezzi di trasporto che
hanno consentito relazioni sempre più rapide fra un
punto e l'altro della terra.
Si è così diffuso un nuovo modo di consistere del.
le attività umane che è quello del tempo libero, non più
come stato di riposo dopo il lavoro, ma come fuga dai
centri di lavoro, dalle zone fortemente urbanizzate e co.
me 'richiamo verso la natura, le sue bellezze e i suoi
godimenti.
Gradatamente si sono invase zone naturali sempre
più vaste nelle quali si richiedono, per il godimento e
la residenza del tempo libero, attrezzature più efficienti
e più varie C'he consumano le bellezze della natura e tra·
sformano il paesaggio, una volta mirabile per i suoi ele­
menti geografici originali, ,in un insieme di forme con.
trastanti con la natura e con l'armonia della sua 'confi.
gurazione immobile.
Sott'rarre alla storia degli uomini e mantenere nelle
condizioni naturali .n paesaggio, significa oggi offrire
ancora alla società, desiderosa di liberarsi delle forme
19
vincolative di un mondo artificiale, un amhiente non
ancora contaminato dalla storia degli uomini e quindi
pieno di quel fascino degli spazi naturali, che sono sem·
pre più richiesti dai lucratori del tempo libero. Essi,
oggi, vanno sempre più accrescendo le fila di una culo
tura internazionale e la loro voce si fa sempre più in·
sistente.
In relazione a queste nuove esigenze di movimento
e di contemplazione insieme, il paesaggio deve essere ca·
ratterizzato e definito in modo da sottolineare le sue foro
me più espressive con un particolare risalto a quelle che
assicurano l'uso della bellezza naturale, sottraendola nel·
lo stesso tempo al consumo irreversibile degli insedia·
menti disordinati.
Parallelamente all'idea di contemplazione dei gran­
di spazi, si è fatta sempre più pressante ed imponente,
soprattutto negli anni più recenti, la finalità dello sport.
Qùestà spinta del tempo libero verso attività spor·
tive, si è aggiunta alla domanda di villeggiatura fami·
liare tradizionale, che prima era prevalente. Essa si è
perciò venuta spostando nelle zone in cui la natura non
si presenta con quella grandiosità di configurazioni e di
contrasti che sono caratteristici dell'amhiente naturale
su cui converge la domanda del turismo sportivo.
,Ci riferiamo essenzialmente allo sport montano, lo
scii soprattutto, che è iniziativa piuttosto vicina a noi,
in piena ascesa e che costituisce in sè spettacolo ed aro
dimento.
La forma di questa spinta è alimentata dal fatto
che il turismo di godimento per la contemplazione delle
immensità degli spazi naturali, convive con quello che
richiede questi spazi per lo port.Per lo sportivo della
neve è fortissimo il godimento di vivere entro i grandi
spazi, dipercorrerli nelle loro molteplici espressioni, con·
frontando la propria dinamicità con la perenne immo­
bilità dei monti 'e dèlle rocce, dei laghi, delle selve e di
tutto quanto costituiscecontr'lto con il proprio essere
vivi nel processo rapido della breve storia dell'uomo.
,Per fortuna nella immensità della montagna la rj}­
lativa piccolezza di tutte le attrezza,ture di servizio, ,com­
prese quelle degli impianti di risalita, non costituiscono
certo un pericolo tangibile per il consumo della bellezza
dei grandi spazi.
L'avvenire del turismo della montagna, secondo noi,
stà proprio in questa sua poderosa offerta di contempla­
zione naturale anche per lo sport, che non può distrug.
gersi come quella del mare, consumatasi man mano da
forze di attrazione sempre più grandi, con insediamenti
incongrui e disarmonici, concentrati lungo tutte le spiag­
ge ,di cui alterano in maniera irreparabile le· qualità.
Tuttavia tra il paesaggio aspro e inacessibile e quello in
cui si può arrivare con le strutture viabilisticheesiste
una zona che può essere compromessa da attrezzature di
servizio disordinatamente poste.
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Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Nel Trentino molte aree di questo genere, tendono
ad essere sopraffatte dalle trasformazioni dell'uomo.
Per la vigilanza attiva in queste zone ed in quelle
in cui l'insediamento umano è presente dalle epoohe
più remote, è necessario un sistema di norme, che pur
consentendo una scelta oculata di efficienti localizzazioni
turistiche, individui i perimetri delle grandi aree terri­
toriali in cui queste localizzazioni devono essere vinco­
late per modi e misure alle regole suggerite dalla pre­
senza del grandioso scenario alpino e trovino una loro
fomale unificazione nei parchi attrezzati, in cui si estrin­
seca l'emergenza figurativa di elementi creati dall'uomo
"econdo una configurazione non discordante con gli ele­
menti naturali del paesaggio.
Questo secondo noi, lo strumento più valido per
salvare le zone pregia te e più singolari del paesaggio al­
pino dove la natura permette ancora all'uomo di muo­
versi senza le difficoltà di uno sport dif:ficile, ma dove,
proprio per questo, ogni cosa artificiale dispostadall'uo­
mo deve subire un controllO' formale che ne garantisca
la giusta ubicazione fra tutte le altre forme dell'ambien­
te. L'insieme di queste forme presenta una singolare
unità figurativa nel paesaggio alpino che attira l'atten­
zione e suscita il godimento delle masse. Sono le grandi
superfici rocciose, gli alberi dei boschi, i prati verdi ecc.,
che valorizzano l'unità figurativa del paesaggio; in esso
una edilizia calibrata giustamente potrebbe esprÌimere
con forme appropriate nuovi modi di sottolineare le ca­
ratteristiche dell'ambiente naturale con la presenza colta
e sempre più raffinata del turista che troverebbe rispettati
i suoi sentimenti di adesione alla natura nella perfetta
armonia figurativa dei nuovi manufatti che trasformano
in .parchi assai attraenti queste distese naturali, ricche
di vegetazione e aperte alle più varie e ampie visioni
della natura.
Riferendoci ai oriteri';i omogeneità, precedentemen­
te individuati, la struttura del paesaggio si pone come
principio generatore formale unitario di un sistema che
vincola in termini di figurahilità, le trasformazioni al
rapporto con le parti e con !'insieme del paesaggio.
Tale ,rapporto rivela i tratti salienti dei vari tipi
di equilibrio formale col paesaggio e variamente signifi­
canti per la determinazione dei nuovi valori figurati~i
non contrastanti con la sua omogeneità espressiva.
.. Questi valori esprimono infatti, la compenetrazione
fra le destinazioni d'uso e gli spazi che li contengO'no,
formalmente definiti, anche in rapporto ad una più pre­
cisa delimitazione dei vari tipi di omogeneità.
!Le .leggi sulla tutela sono la conseguenza della sem­
pre più affannosa richiesta di paesaggio naturale da par­
tedi masse che vivono in un ambiente interamente ar­
tificiale.
,Purtroppo fino ad ora si è operato all'opposto: le
hellezze naturali malgrado le leggi di tutela e proprio
per la genericità di tali leggi, si
sumate, riducendo sempre più il
la bellezza, sottratta alla massa
più numerosi accorrono verso gli
centri.
sono gradatamente con­
genuino godimento del­
dei turisti che sempre
spazi lontani da grandi
Integrazioni tra comprensori
Quanto si è in precedenza detto a proposito dei com­
prensori e delle uni,tà insediative, introduce il discorso
sulla opportunità di vario genere di predisporre in una
visione unitaria, strumenfazioni idonee a -creare tutte le
integrazioni possibili fra i comprensori.
I concetti che il Piano formula al riguardo possono
essere CQsi sintetizzati:
Criteri di progetto sia per la formazione delle strut­
ture generali del territorio provinciale, sia per la
organizzazione dei comprensori in relazione ad un loro equilibrato proporzionamento quantitativo e qua­
litativo; Determinazione di una rete stradale fondamentale appropriata alla struttura dei comprensori; Indicazione e localizzazione di una serie di aree in­ dustriali e centri commerciali, secondo uno schema compatibile c()n l'organizzazione complessiva della provincia; Criteri per l'organizzazione turistica e per il suo svi­
luppo, definiii in una dimensione intercQmprenso­
riale, con particolare riguardo alla tutela del paesag­
gio ed alle strutture edilizie di interesse storico ed artistico, ed alle infrastrutture e servizi turistici; Aggruppamento dei centri urbani di ogni compren­ sorio in unità insediative che rappresenfano entità specializzate, per stimolare le relazioni fra luogo e luogo e intensificare gli scambi tra comprensorio e compren.sorio. Spetta ai piani comprensoriali specificare i program­
mi generali e indicare ubicazioni o dimensioni opportune
delle strutture destinate alle nuove forme di attività as­
sunte nei settori dell'agricoltura, dell'industria, del com­
mercio ed anche di quelli del turismo e delle iniziative .
culturali gravitanti in particolare modo attorno ai cen­
tri. Questa nuova dimensione delle attività che caratte
riZ"&t la vita urbana, rappresenta il mezzo più·· efficace
di integrazione e di unificazione dei nuovi gruppi sociali
di ogni comprensorio nell'ambito di un programma pro­
vinciale unitario.
La . quinta parte di questa relazione, nell'esporre i
criteri informativi della pianificazione urbanistica com­
prensoriale e nel descrivere i programmi delle òpe:re pre­
viste, precisa quali siano ed in che senso agiscanoalcu­
ne strutture fondamentali destinate alle attività di inte­
grazione e di unificazione degli sviluppi dei diversi com­
prensori.
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40 Stante queilta fondamentale indicazione, accertate le
disponibilità di mano d'opera e considerato che la rea­
lizzazione dell'autostrada del Brennero dovrebbe poter
facilitare l'insediamento di nuove iniziative industriali,
il Piano Urbanistico Provinciale fortnula una articolata
localizzazione di zone industriali per le quantità e secon­
do lo schema ,che verrà dinanzi esposto.
Ne è conseguito un fahbisogno di aree industriali
fra le nuove non ancora occupate e quelle di reeente oc­
cupazione per complessivi 1.500 Ha.
Sulla base di questa prima quantifieazione a livello
provinciale, dimensionata sul prevedibile fabbisogno com­
plessivo di aree secondo una ,certa ipotesi occupazionale,
si è introdotto il discorso più propriamente urbanistico
riguardante la dislocazione nello spazio delle aree mede­
sime.
La dimensione e la qualificazione di queste attività
è impostata per ogni comprensorio, sul criterio di pro­
porzionalitàall'importanza di esso e definita secondo
concetti di autonomia, per finalità culturalmente unita­
rie, che come è ovvio, non potranno esaurirsi all'interno
del comprensorio ma entro i termini di una dialettica
interna al sistema dei dieci comprensori, dovranno orien­
tarsi verso una sinte'si unificatrice, che troverà i suoi
maggiori stimoli nel centro urbano più importante e
per tradiziollepiù qualificato a provocare gli incitamenti
necessari a questa sintesi.
PARTE
III GLI ASPETTI ECONOMICI DEGLI INTERVENTI Su questo problema si disponeva di un pregevole
studio formatodaHa Regione il quale presentava tre ipo­
tesi alternative rispettivamente definite eome ipotesi di
~oncentrazione, di diffusione o di articolazione per poli.
La situazione al Trentino ha consigliato di non
adottare crigorosamente alcuna delle ipotesi indicate; ma
ha suggerito, quando non ha imposto,' una più realistica
organizzazione rispondente all'incirca a uno schema fon­
dato su quattro capisaldi (Val d'Adige - Vallagarina e
Sarca - .Tione e Valsugana) che dowebbero avere un
peso importante nella strategia dello s'viluppo della Pro­
vincia, in quanto dovrebbero avere anche la ,funzione di
sostenere, giustificare e provocare le localizzazioni indu­
striali diffuse.
Per questa considerazione di earattere strategico,
nelle località individuate per i 4 capisaldi, il Piano Ur­
banistico Provinciale prevede l'assegnazione della maggior
parte delle aree industriali e precisamente deII'84% del­
l'intero fabbisogno (12).
Assunta questa prima individuazione, in ragione del­
la maggiore o minorc estensione delle aree di gravita­
zione sui capisaldi di concentrazione, particolarmente per
la parte a nord della Provincia di Trento, si è provve­
duto ad una localizzazione ,diffusa di aree industrÌ'ali per
lo più localizzate in prossimità dei centri più importanti
dei comprensori, con l'intendimentò esplicito di inter­
rompere incerta misuro e per certe quantità i movimen­
ti pendolari più accentuati, e provocare fatti economici
integrativi delle possibilità turistiche che le zone o<ffrono.
L'obiettivo che si tenderebbe a raggiungere con
tale schema è pertanto configurahile in tre ordini di
ragioni:
a) I capisaldi di concentrazione, tutti sui fondovalle
La trama organizzativa dinanzi delineata, nelle sue
fondamentali componenti del comprensorio, dell' unità
Ìnsediativa e delle relazioni di integrazioni a livello in­
tercomprensoriale, si specifica e si traduce in quantità
e localizzàzioni~ anche attraverso una serie di analisi 6
previsioni economiche.
Alla base delle indicazioni riguardanti i settori eco­
nomici, sisoÌ1o poste alcune ipotesi in ordine al fabbi­
sogno di nuovi posti di lavoro, stimati anche con riferi­
mento alla prevedibile entità della popolazione attiva al
1975, calcolata secondo un minimo e. un massimo va­
riabile per effetto del rientro parziale o totale deglt emi­
grati e di una maggiore o minore partecipazione della
donna al lavoro extradomestico.
Si. sono cosÌ formulate tre ipotesi che comprendono
un ma,!!;giore o minore impegno femminile al lavoro e
un totale o parziale rientro degli emigrati. Mediando i
risultati di queste si è ottenuto che il fabbisogno dei
nuovi posti di lavoro nel1'industria e nelle altre attività
fra il 1961 ed il 1975 dovrebbe aggirarsi sulle 37.000
unità circa (Il).
Stante questa previsione, se i 37.000 nuovi posti
lavoroprevedibili in 15 anni, non venissero apprestati
nel territorio provinciale, si acuirebbe ovviamente lo
stato di emorragia migratoria oggi esistente.
Parecchi elementi stanno ad indicare come il set­
tore industriale debba e possa costituire uno dei ,settori
strategici per lo sviluppo economico e sociale del. Tren­
tino.
Si è assunta innanzi tutto l'ipotèsi occupazionale
massima; si è stimato un assorbimento del settore indu­
striale di almeno il 50% della mano d'opera disponibile;
in base a valutazioni di esperienza si è quindi calcolato
il fabbisogno di aree per riconversÌoni aziendali ed in­
fine, dato anche questo desunto dall'esperienza, si è in­
trodotta una certa stima sui cambiamenti dei posti di
lavòro per effetto dell'arresto di attività artigianali o di
piccolissÌ)ne unità industriali.
21
I
principali, sono tali da garantire nno sviluppo industria­
le compatibile con le esigenze del settore, specie per
quanto riguarda la disponibilità di servizi e la utilizza­
zione di economie esterne e di scala; di contro le loca­
lizzazioni diffuse potrebbero consentire insediamenti com­
plementari o integrativi delle industrie localizzate nelle
22
======S~u=p=p=le=m=en='to ordinario al B. U. 19 settembre 1967=.-=N=.=4=0===
zone di concentrazione senza creare eccessi di conge·
stione.
b) Le industrie diffuse possono offrire un supporto
eeonomico e quindi una integrazione all'economia nel
suo complesso, nelle zone a vocazione turistiea alimen·
tando, attraverso una cetl'ta stabilità di occupazione in
loeo, una eontinuità di domanda di herti e servizi che
sola può mantenere in efficienza strutture per lo più
utìlizzate solo in determinati 'periodi.
c) Il sistema come dinanzi Bchematizzato sembra
idoneo almeno in parte, a garantire una certa attenua·
zione nell'intensità dei moti pendolari ed a determinare
stabilità di insediamenti almeno per quel tanto di popo­
lazione consentito da un razionale utiIiz:ro delle risorse.
Sarà evidentemente compito della programmazione
economica fare in modo che nell'ambito di questo sche­
ma venga rispettato un certo equilibrio fra concentrazione
e diffusione, evitando distorsioni nell'una o nell'altra
direzione.
Al particolare ,problema del turismo è destinata la
IV parte della presente relazione; limitandoci perciò in
questa sede ad un esame delle prospettive economiche
del settore, occorre osservare come la montagna si presti
a due tipi di soggiorno, estivo ed invernale.
In entrambe le stagioni la montagna si presenta,
nei confronti della domanda turistica, come alternativa
di soggiorno principalmente rispetto al mare.
L'attrazione del mare è tuttavia variabile nelle due
stagioni e nettamente prevalente in quella estiva.
Nella stagione invernale il clima temperato, o ad·
dirittura lc possibilità balneari in mari europei o eJttra
europei, costituiscono infatti alternative di soggiorno che
riguardano solo un certo tipo di clientela anch'esso ab­
bastanza limitato.
Stante queste considerazioni, si può affermare, con
relativa tranquiIlità, che la montagna nel periodo inver­
nale non è soggetta a particolari forme di concorrenza
con soggiorni alternativi.
Questa conclusione, per certi aspetti tende a eapo­
vol,g:ere l'impostazione tradizionalmente fin qui seguita
e, 'almeno per determinate zone, proponeeome stagione
di rilievo quella invernale accanto a quella estiva, en­
trambe integrate ai fini di un prolungamento del pe·
riodo di utilizzo dei servizi e delle strutture.
Sulla base di queste considerazioni ed allo scopo
di stimare il prevedibile andamento di un mercato rela­
tivamente nuovo, 'almeno nella sua manifestazione eco·
nomicamente interessante,ehe vede trasformato il sog­
giorno invernale da pura pratica di uno sport in vero
e proprio soggiorno turistico e di ricreazione, l'Ufficio
Studi e Programmazione ha predisposto uno specifico
studio, prendendO' in considerazione j principali paesi
dell'Europa oecidentale che dovrebberO' costituire quella
potenziale domanda di soggiorno invernale particO'lannen­
te agevolata dalla realizzazione dell'autostmda del Bren­
nero.
Lo studio si addentra in scomposizioni analitiche
della massa degli sciatori in soggiornanti, non soggior.
nanti, accompagnatori, ecc. e conclude documentando,
con tutti i limiti di siffatte stime, ampiepO'ssibilità di
espansione in ordine della domanda turistica invernale.
Valutando anche queste indicazioni si è così prov­
veduto alla identificazione cartografica dei principali im­
pianti a fune che potrebbero essere realizzati nelprossi­
mo futuro.
Il valore di tali indicazioni è veramente orienta.
tivo 'per quanto riguarda i punti di arrivo e di partenza
e ,la lunghezza dei tracciati; esso si riassume piuttosto in
una affermazione sull'opportunità ,di interventi che, se
fatti, dovrebbero seguire certe direziO'ni peraltro da veri·
ficare con rilievi più approfonditi.
Ma olil:re a questa indicaz~one,di ,contenuto tecnieo
ed economico, va sottolineata e cO'lta l'essenza urbani·
stica' ed organizzati va delle proposte, attraverso le quali
sì tende infatti a realizzare per tutte ]e aree interessate,
uno sviluppo integrato dei sistemi ,di risalita cosÌ ,da
consentire la pratica dello scii alpinistico e comunque
la identificazione, nell'ambito dei cO'mprensori, di suh
dree idonee ad offrire al turista parecchie alternative
nella pratica dello sport sciisticO'.
Volendo ripO'rtare alcune indicazioni numeriche per
quel che esse possono in questa sede cO'ntare, si accenna
solo al f.atto che i principali impianti .di nuova previ.
sione hanno unO' sviluppo di oltre 100 Km. e la pos­
sibilità di provocare circa 43.000 nuove presenze turi·
stiche.
L'apertura di questi nuovi orizzonti turistici con
il conseguente effetto di provoc'are ulteriori interventi
nel settore dei servizi, dovrebbe assorbire gran ,parte del­
la mano d'opera non impiegabile nell'industria, anche
se, a questo riguardo, è assai difficile introdurre delle
stime, date le incertezze che il settore presenta circa la
misurazione degli effetti in termini di occupazione.
Per quel che riguarda il settore agricolo è neces­
sario disporre di notizie e previsioni abbastanza precise
sulla consistenza degli addetti all'agricoltura e sulla pro­
babile evoluzione dell'esodo rul'ale, supposta come sboc­
cO' finale di questo 'processo una sostanziale parità di
reddito eon gli altri settori.
A tal ,fine si è reso necessario. avere una stima ab·
bastanza dettagliata sulla pToduzione lorda vendibile e
soprattutto elaborare una previsione sul suo possibile
andamento futuro in presenza di terreni scarsamente
accessibili o impervi, oggi coltivati ma di probabile
abbandono.
La superficie agrari.a coltivabile adottando questi
criteri è risultata notevolmente inferiore a quella at­
tuale, essendo rappresentata al netto della sottrazione
delle seguenti categorie di terreni:
Supplemento mdinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
terreni scarsamente accessibili o comunque lontani
dalle località di :residenza degli agricoltori: è tipica­
mente il caso di molta parte dei pascoli o prati-pa­
scoli della zona delle malghe che già in questi anni
tendono ad essere abbandonati;
terreni impervi, o comunque presentanti un grado
di pendenza e, più in generale, una giacitura tale
da non potersi più prestare alle moderne tecniche
di coltivazione; si fa riferimento, in particolare, ai
terreni che precludono la lavorazione meccanica e,
in maniera specifica, a quei prati e prati-pascolo che
non permettono lo sfalcio con le moto falciatrici;
terreni che per scarsa fe.t:tilità o per impossibilità
di irrigazione - quando le sole colture possibili la
rendano necessaria siano da considerare come
extra-marginali in quanto suscettibili di rese unita­
rie troppo basse.
dere infatti strutture di lavorazione,trllsformazione .e
..:ommercializzazione Ol'dinateal Medi. permettere il
miglioramento della p9Sizione ecoD,omiea degli agricoltori,
anche attraverso l'apprestamento di servizi idonei a creare
efficienti economie esterne.
PARTE
IV V INTERVENTO URBANISTICO ED I SUOI SETTORI I settori che. riguardano particolarmente l'interven­
to urbanistico nel Trentino sono i1;ldividuati come ';;egue:
a) Settore della tutela del paesaggio" anteposto a tutti
gli altri perchè costituisce il vincolo oggettivo' ·fra
la configurazione fisica dci territorio' e la dimensione
c localizzazione degli interVenti.
La valutazione della superficie 'residua, una volta
dfettuata la sottrazione di queste tre categorie di ter·
reni, è stata fatta ex novo, comune per comune, non esi­
stendo alcuna rilevazione fondata sul criterio prospet­
ticoche si è detto.
b) Settore residenza che ~omprende sia le zone dinuo­
vo sviluppo che gli interventi nelle zone residerizìB1i
esistenti.
Le indicazioni in Gl'dine ,alla riduzione di addetti,
nonchè le previsioni sulla estensione della superficie agra­
ria coltivabile al netto dei terreni extra marginali, sono
state assunte dal Piano Urbanistico Provinciale da un
lato per dcterminare le necessità ili nuovi posti di lavoro
nei settori secondari e terziari e dall'altro per indicare
nella cartografia le zone agrarie da sottoporre a partico­
lari forme di tutela per la loro conservazione e il loro
sviluppo.
A questo punto e data la particolare situazione del
Tl'entino caratterizzato da scarsità di terreni sni quali
tuttavia può insistere una produzione pregiata, è stata
cura dei compilatori del Piano Urbanistico Provinciale
quella di evitare il più possibile la sottrazione al settore
agricolo dei terreni produttivi. Tale preoccupazione tro­
va particolare riscontro nella 'localizzazionedelle aree
industriali per le quali sono stati individuati, con un ac­
curato esame, i terreni meno fertili compatibilmente con
le esigenze urbanistiche che l'insediamento industriale
comporta.
Con questi intendimenti il piano si occupa del pro­
blemaagricolo solo come apertura, segnalando ambiti
quantitativi in ordine al carico di addetti in aree sulle
quali l'attività agricola può svolgersi in modo remune­
rativo.
Spetterà evidentemente alla programmazione econo­
mica una più pertinente individuazione delle specializ..
zazioni, mentre il P.U.P. invita a valorizzare, nella di­
mensione comprensoriale, lo sforzo degli 'agricoltori non
frenato ma piuttosto orientato verso produzioni più coe­
renti e !l'emunerative.
Nella dimensione comprensoriale è possibile preve­
e) Settore agricolo.
c) Settore delle infrastTut,ture di collegamento.
d) Settore dell'industria e artigianato.
f) Settore turistico.
g) Centri direzionali e commerciali.
a) Tutela del paesaggio
Il piano non poteva prescindere dal. porre le basi,
per tutelare l'ambiente paesagglijtico da int.erventi in
contrasto con la sua eonfigurazione. caratteristica.
La nuova forma di tutela è quindi cOllCepita in
stretto collegamento con i settori di ,intervento urbani­
stico nel paesaggio e delinea anzitutto . . un primo rap­
porto con tali settori mediaute la indicazj.one, in sede
di piano, dei territori che dovra<nno. essere sottoposti a
tutela con una specifica disciplina legislativa..
.
Conformemente ai criteri illustrati nel capitolo re­
lativo alla tutela e valorizzazione dell'aJ:D.biente natu:ral~
si è ritenuto che fossero meritevoli di essere' tutelati
quei settori naturali o trasforIIlati dall'opera dell'uomo,
che presentano singolarità geologiéa; flori~faunistica, eco­
logica, di cultura agl'aria, ovvero checostituisconò strut­
ture . insediative, urbane o non Ul'bane,. di' particolare
pregio per i loro valori di cÌviltà e' che si integmnòcon
l'ambiente' naturaleciTcostante,m:mchè quelli cneper
la loro bellezza sono o potranno essére' ,àpprezzatl come
luoghi di particolare attrazionetiIristica.
Conseguentemente a questi c!l'iteri, una gran parte
del territorio provinciale viene indicato dal Piano come
,
da sottoporsi a tutela paesaggistica. .'
Nel comprensorio delle valli dell'Avisio e in 'quel­
lo del Cismon le parti più ricche di. tradizione turistica,
sia di fondovalle che di montagna, sono tutelate per la
24
Supplemento 'Ordinari'O al B. U. 19 settemhl1e 1967 - N. 40
In c'Ontinuitàc'On la Val di N'On, la Valle di Sale
ric'On'Osciuta imp'Ortanza dei fen'Omeni naturali. Qui in­
presenta situazi'Oni naturali assai diverse, caratterizzate
fatti risulta preminente la presenza dei massicci d'OI'O­
da tutte le c'Omp'Onenti di un paesaggi'O tipicamente al­
mitici più celehl'ati, dalla Marm'Olada al Sass'Olung'O, al
pina che il Piana s'Ott'Op'One a tutela sia nelle zane di
Catinacci'O, dal Latemar al Gruppo delle Pale di S. Mar­
f'Ond'Ovalle, ,d'Ove è prevista un''Organizzazi'One a parca
tina, che f'Orman'O una sing'Olare cor'Ona ai pil"ati ed ai
boschi del f'Ond'Ovalle, costituenda un insieme unitari'O i attrezzata, sia sulle pendici montane che vi 'confluisc'On'O
e sana più direttamente interessate dall'O sviluppa del
in cui 'Ogni nuovo intervent'O ,di 'Opere umane deve essere
turism'O invernale.
attent,amente contr'Ollat'O.
Anche gli insediamenti urbani nella v:aldi Fassa,
Qui è infatti necessaria che s,ia attentamente c'On­
di Fiemme e del Cism'On, sana caratterizzati da strutture
troIlata l'ubicazione e la f'Orma degli impianti e delle
di pregia, strettamente integ,rate dall'ambiente e ne pun­
strutture ricettive previste, per integ,rarle all'ambiente
tualizzan'O gli aspetti più significativi.
naturale in m'Odo che servan'Oa farla godere senza de­
turparla. E' S'Ott'Op'Osta a tutela anche la z'Ona del Parca
Nella Valsugana, il Piana esclude dalla tutela quei
Nazi'Onale dell'O Stelvi'O che rimane entra i c'Onfini della
territ'Ori di f'Ond'Ovalle d'Ove sana previste le maggi'Ori
valle.
trasformazi'Oni ,di CM'attere industriale e d'Ove l'ambiente
è mena caratterizzata. Assum'On'O invece grande imp'Or­
Il c'Omprens'Ori'O delle Valli Giudicarie presenta un
tanzaai fini della tutela, le zane circostanti i laghi di
ambiente natumle assai diversa nelle sue v,arie configu­
Levic'O e Cald'Onazz'O, c'On i centri urbani di Pergiile e
razi'Oni. Nella sua parte più alta il comprens'Ori'O è ca­
Levico che c'Ostituisc'On'O un insieme ambientale stretta­ , ratterizzato dalla presenza da una parte del Grupp'O do­
mente c'Orrelat'O, tipica della c'Ollina trentina.
l'Omitic'O del Brenta e dall'altra dal Grupp'O dell'Ada­
Sana altresì tutelate, assieme alle c'OIlvalli min'Ori,
mell'O - Presanella, c'On pr'Of'Onde valli laterali, c'Operte
la val dei M'Ocheni e la z'Ona dell'altipian'O di Lavar'One.
da baschi e con erinali e cime molt'O celebrate. Tra le
Per quel che riguarda i territori lunga l'asta del­
valli m'Ontane la più celebre è senza dubbia la val di
l'Adige, si è ritenuta di escludere la z'Ona di f'Ondovalle
Genova 'che il Piana prevede a parco naturale in c'On­
e i maggi'Oricentri urbani, da Trenta e Mezz'Ol'Ombard'O
giunzi'One, versa il Brenta, c'On la valle di T'Ovel. Fanna
per i quali varrà invece una disciplina e c'Ontr'Ollo di
parte del territ'Ori'O s'Ott'Op'Ostoa tutela tutti i centri della
tip'O urbanistico.
val Rendena ivi c'Ompresa Mad'Onna di Campiglia. An­
Si sona invece s'Ottop'Oste a tutela le zone collinari
che il f'Ond'Ovalle delle Giudicarie pr'Opriamente dette,
della valle dell'Adige, per gli interessanti aspetti della
soprattutt'O per i su'Oi aspetti insediativi, è incluso dal
sua c'Oltura agraria e per il val'Ore dei piccoli insedia­
Piana fra quelli da s'Ott'Oporrea tutela.
menti urbani che vi s'Org'On'O e che il Piano s'Ott'Olinea
Un altr'O c'Omprens'Ori'O partic'Olarmente interessante
CDI carattere turistico di alcune opere previste dal Pia­
per l'ambiente naturale e urbana è queIl'O del Sarca. Fa
na, c'Ome la strada del Vin'O e le aree a parca attrezzata
parte di questo la z'Ona settentri'Onale del lag'O di Garda,
del 'lag'O di S. Col'Omba e di altre zone.
molto caratteristica per il suo ambiente di tipo mediter­
ranea che vivacemente c'Ontrasta c'On quell'O alpina delle
Si sona altresì inserite nell' ambiente nell' ambita
zane vicine, e da sec'Oli è larg,amente apprezzata come
della tutela tutte le zane turistiche celebrate, dal B'On­
lu'Og'O di bellezza dei più sing'Olari nella zona dell'arca
dane al c'Ompless'O di Andala, M'Olven'O e Fai, all'alta val­
alpin'O.
le del Sarca, s'Oprattutt'O per quella parte che possiede
sing'Olarità ge'Ografi,che e strutture insediative di parti­
calare pregia.
Anche la valle di N'On è in gran parte s'Ott'Oposta
a tutela in tutte le zane pianeggianti del f'Ond'Ovalle e
lunga le pendici b'Osc'Ose, d'Ove l'ambiente è evidenziata
sia dalla c'Onfigurazi'One delle c'Olture agil"arie che dagli
insediamenti edilizi che riesc'On'O a dare quasi sempre
maggi'Or risalta agli aspetti naturali, inserend'Ovi c'Onti­
nue vihrazi'Onidi colare e di forma, che la presenza
della rude architettura dei castelli, quasi sempre ben
c'Onservati puntualizza in moda partic'Olare anche nei
segni rappresentativi di un'antica st'Oria. E' da I!icordare
che si innesta in questa valle quella di Tovel, nota per
la sing'Olarità del lag'O r'Oss'O e per la presenza di interes­
santi aspetti - flori-faunistici - che il Piana tutela in
moda particalare attribuend'Ole caratteristiche di parco
naturale, c'On app'Osita disciplina tutelatrice.
Il Piana s'Ott'Opone a tutela tutte le zane att'Orno al
lag'O, c'On i centri di Arca, Riva, TOIrb'Ole e le valli che
sul lago confluiscano, come quel1e di Ledr'O e di Tenno
e vi include anche tutta la z'Ona del M'Onte Balda, cele­
bre per le sue singolarità fl'Oristiche 'Oltre che pan'Oramiche.
Infine, nella Vallagarina, assimilabile alla val d'Adige
per m'OlV aspetti del paesaggi'O, il Piana si preoceupa di
tutd,are le più celebrate zone turistiche c'Ome F'Olgaria
e il m'Onte Balda e quelle parti del fond'Ovalle che sana
più qualificate per le strutture insediative e per le se­
c'Ohì,ri trasf'Ormazi'Oni 'Operate dall'u'Om'O nella c'Oltura a­
graria.
Parchi attrezzati
,Le idee dianzi espresse ,per individuare i primi linea­
menti figurativi di una relazi'One tra i manufatti e il
paesaggio in cui si ~nserisc'On'O trov,an'O una 'Puntuale
Supplemento ol'dinario al B. U. 19set,tembre 1967 . N. 40
csemplificazione in quelle zone del paesaggio stesso che
per la grandiosità, la qualità e la singolarità dene confi·
gurazioni nello spazio naturale, assumono particolari ca­
ratteri formali che ne rendono assai gradevole l'insieme.
La vistosità di questi caratteri è così evidente da
prestarsi in maniera più diretta e immediata di ogni
altra parte del territorio provinciale alla istituzione di
una normativa vincolante l'opera dell'uomo, in quanto
è assai più semplicc e chiaro il modo di razionalizzare tale
rapporto secondo principi di eqll111ibrio quantita,tivamente
e qualitativamente determinabili. Quest'e aree dcI ter­
ritorio prOlVÌneiale si sono definite aree di parco attrezzato
per specificare, in rapporto ai loro peculiari, caratteri la
prevalenza nell'uso del rispetto di determinate forme di
equilibrio che ne vincolano la edificabilità e la indirizzano
verso modi il più possibile effieienti di valorizzazione totale.
I parchi attrezzat'Ì costituiscono in tal modo un
settore di intesa e qualificata valorizzazione turistica, pre­
servando iI paesaggio da contaminazioni locali.
Essi nel Trentino comprendono territori di campagna,
gcneralmente a prato e zone di ~co che, pur conti­
nuando a mantenere la loro utilizzazione agricola, avran­
no partieolari norme per l'attuazione di alcuni interventi
che ai fini della valorizzazione turistica si renderanno in
essi necessari.
La finalità è quella di organizzare gli insediamenti
avvalendosi di infrastrutture e attrezzature di servizio,
in cui siano prefissati i criteri perchè le successive e­
spansioni della nuova edilizia trovino una uhieazione e
una configurazione non in contrasto con l'ambiente pre­
costituito, dagli insediamenti tradizionali e dal quadrO'
naturale.
I parchi attrezzati sono in tal modo elementi pre­
ziosi per crearc il legame di I5Ottofondo di ben definite
unità, che dO'vranno costituire la nuova organizzazione
edilizia, in gran parte da destinarsi al tempo libero, con
una sua unitaria configurazione equilibrata in grandezza
e carattere a quella degli antichi centri e all'unità gran­
diO'sa ed immobile del paesaggiO' alpino.
Al fine di caratterizzare queste indicaziO'ni generali
è stata predisposta nelle nO'rme di attuazione una apposita
nO'rma che da un lato affida ai piani comprensori.aH la
precisaziO'nc definitiva dei perimetri deiparohi attrezzati,
dall'altrO' detta i criteri ai quali i piani stessi dovrannO'
cO'nformarsi nella ~egolam~ntazione delle aree a ciò de­
stinate.
CO'ntempO"raneamente si è fissata una disciplina tran­
sitoria dei parchi attrezzati al fine di cvitare in attesa
della pianificazione di grado subordinatO', interventi non
cO'nformi ai criteri dettati per la organiz7Jlzione. dei
parchi stessi.
L'idea di parco, secondo i criferi testè espressi ha,
tra l'altrO', una sua puntuale ·applicaziO'ne nei parchi urba­
ni; cioè in queUe strutturaziO'ni di aree urbanizzatc in cui
l'edilizia, nel suo' variO' assetto, trova un efficace inqua­
25
dramcntO' negli spazi libCTi a cui è frammist'a, spazi
sistemati o da sistemare ad alberature, a prato, ad aiuO'le,
a viali, a fO'ntane, a illuminaziO'ne, 'a p'adiglioni parti­
colari e a tutto quantO' costitui9Ce arredo urbar..o spazial­
mente prevalentc e caratterizzante.
In esso gli aspetti omogenei dell'insieme sono la ri­
sultante delle singole qualità dei diversi selt'ori di cui
il parcO' è costituito, e individuano perciò i principi for­
mativi deUa struttura unitaria del parcO' nel suo' complesso
di edilizia e spazi liberi.
Anchc per i parchi urbani è stata previstll una
apposita norm'azione, strutturata analogamente a quella
prevista per i parchi attrezzati.
Parchi naturali
Oltre ai parchi attrezzati, il pianO' prevede la indi­
v,iduazione di 'zone da destinare a parcO' naturale. Esse
presentano aspetti naturali così caratteristici per la sin­
golarità, il pregio e le qualità intrÌ:nseche di specie rare
di flora, fauna e di aree geologiche da richiedere il
divieto di ogni presenlia umana oltre quelle poche che
servonO' a rendere a<lCessibili le mne più caratterizzatc,
senza alterare la loro predisposizione alla complet!aziO'ne e
al silenzio.
I contenuti della nO'rma tutelafrice del ·parco natu­
rale dO'vrcbberoessere, dunque quelli di una prevalente
cO'nservaziO'ne ambie>ntale a oarattere rigO'rosamente bio­
logicO' Q naturalisticO' tendente al mantenimentO' del quadro
ecologico spO'ntaneO', senza grosse modificazioni del pae­
saggio.
In questo quadrO' di prevalente consel'V'azione, do­
vranno essere insel'ite, con attento studio da compiere in
sede di piani comprensoriali, quelle limitate O'pere recet·
tive e di arl'OCcamento che, indispensaM}i al pubblico gO'­
dimento dei parchi naturali, dovranno contribuire alla
loro valO'rizzaziO'ne pur sotto il rigoroso controllo che ne
assicuri il rispetto dene caratteristiche fondamentali.
Per queste zone si è formulata Una apposita nO'rma di
attuaziO'ne che nc dà una disciplirna particolarmente rigo­
rosa e deua i criteri ai quali i piani comprensoriali dO'­
vrannO' conformarsi ncl dare la definitiva regolamenta­
zione di tali zone.
Per le spiooate caratteristiche ambientali il PianO'
ha distinto nel territorio provirnciale due grandi parchi
naturali: nel Trentino occidentale il parco di Tovel-Bren­
ta-Vial di GenO'va ed in quello O'rientale il Parco di Pane­
veggio-Pale di San Martino di Castrozza.
primo è caratterizzatO' dalla presenza di complessi
naturali di grande interesse, posti in continuità e in com­
pleta alternanza. Infatti dalla Val di GenQva a ovest si
passa alla val di Nambrone, c di qui, attraverso la sella
di CampO' Carlomagno, al gruppo del Brenta con le sue
valli laterali, e infine a est, alla Val di Tovel. Questo
complesso assai vastO' e continuo, privO' di insediamenti
n
26
;:,ulP-Plemen~:o
ordinario al B. U. 19 settembre 1967 . N. 40
umani, rappresehta da solo quasi tutte le caratteristiche
del paesaggio e dell'altrbientenaturale trentino, e come
tale il Piano . ritiene didovetlo preservare. Infatti questo
territorio,molto ricco di acque, fiumi e laghi, comprende
vaste foreste, masslccimontuosi, ghiaccialÌ, gruppi dolo­
mitici e' pascoli alpini per rilevanti estensioni.
n parco diPantlveggio e delle Pale di San Martino
di Castrozza invece ',rappresenta con grande efficacia l'am­
bienten:aturale'deUc' Dolomiti orientali in futte le sue
più ricche espressioni.
Comprende le celebri foreste demaniali e il Gruppo
delle Pale.di,san Martino, in un ambiente in cui le
manomissioni umane sono quasi inesistenti o scarsamente
avvertibili .
b)
La residenza
Tra i nuclei .funzionali che fanno parte delle unità
msediative di cui si parla nella Parte seconda della pre­
sente relazione"emergono, per importanza, le aree re­
sidenziali e quelle, dei -cosÌ detti centri direz;ionali.
,L'edilizia. residenziale deve corrispondere nella sua
ubicazione,nelle sue·"oaratl:eristiche dì,stributive di nucleo
e in"quelle funzionali'a tre oondizioni di fondo.
La prima riguarda la natura delle esigenze che as­
segnano sWcificicaratteri all'edilizia residenziale, secondo
tipologie.,chedovranno essere oculatamente precisate nella
casistica delle abitazioni individuali e collettive.
La seconda riguarda le relazioni delle nuove arec
residenziali >còn i:; oonfTi urbani esistenti, in cui hanno pre­
minenza i fatti insediativi dell'edilizia residenziale, i
qùali . devonoc~llegarsi. 'alle nuove aree residenziali se­
condocun ,insieme organico che abbia armoniche condi­
zion·j di riferimento alle· &ttività dena vita sOiciale.
La tèrza deVéìnt~grare e in certo sensO' contenere le
altre dll'e: Essa riguarda i rapporti fra i nuclei del­
l'edìlfZÌa residenziale e il paesaggio, cioè l'ambiente in
cui le ·nilQvea>reé residenziali saranno ubicate.
Questa ·umeaziohe ha un'importanza decisiva, sia
per definire' la pQsizione della nUQv'a edilizia nei con­
frOnti'dci centrÌ 'già· edificati, coi quali deve stahilire un
rapporto figuratiViamente valido, sia per comporre la CQn­
figurazione volumetricadel1e nuove zone CQn il paesaggio
naturale in>euisiinsemsce e col quale deve essere isti­
tuita una relazione che sQttO'lìnei la qualità del paesaggio,
che il nuovo insed~aìnento invece generalmente ha fin
qui distruttO' o alterato in maniera irreparabile.
E' pertantQj:ndispensabile nei casi di un'edilizia di
piccoli èentri" come prima regQla generale, studiare la
configurazionealtimetdca del terreno facendo in modD che
le nUOVe zoheresidenzlilli non si sovrappongano con
prepotenza al paesaggiO' 'esistente, ma vi si subordinin(\
con la lorofQrma e con i loro vol:umi; in genere per
far questO' è all'ra regQla comune scegliere località in
cui la nuova edi1i2iiahO'n sia troppO' preponderante e per­
ciò inseritla in un paesaggiO' dalla forma cO'ncava piut­
tosto che convessa, anche se è necessario rispettare le più
giuste esposizi(mi, e le visuali più ampie e piacevO'li per
orientare gli edifici. E' regola comune altresì, quando
nO'n si tratta di residenza individuale, di riunire in un
insieme cO'ntinuo per nuclei le nuove costruziO'lli edilizie
rispettandO' un criteriO' seguito dalle architetture antiche,
per ridurre al minimo gli spazi ocoopati nel terrenO'
naturale.
In secondo luogo O'ccorre che questa continuità di
strutture edìlizie delle zO'ne residenziali sia costituifa in
via generale da edifi,ci di due o tre elevaziO'ni al massimO'
cO'n prevalenza di due elevaziQni, riservandO' alle tre ele­
v'azioni SO'IO' gli edifid destinati a struttura alberghiera.
E' da tener presente altresì che le costruzioni con­
tinue non devonO' creare una troppO' rigida e rettilinea
linearilà dei volumi, ma Qrg'anizzarsi nel paesaggio in mO'­
do che gli edifici, pur nel'la lQrO' cO'ntinuità, sianO' va­
riamente fraziona t,i nene masse vO'lUJIIletriche, sia ID
altezza che in estensione.
Nei riguardi della fO'rma si ritiene ohe questi nuclei
non dO'vrebbero, in linea di massima, superare il numero
di 50 al10ggi perehè la IO'ro macchia volumetrioa nel
paesaggio non abbia estension,i eccessive; da questO' nu­
merO' sono esclusi gli alberghi. A questa massima gran­
dezza del nucelo possono fare eccezione estensioni mag­
giori, quando part1cO'lari sifuamO'ni de;! paesaggio, per
esempiO' configurazioni mO'ntuose incombenti, dianO' la
possibilità di formare nuclei di maggiO're ampiezza. Più
nuclei devO'no generalm~nte essere organizzati in modO'
che fra loro si determini un coordinamento tale da for­
mare una maggiO're unità. E' necessario tuttavia che fra
nucleo e nucleO', rimanga uno .'lpaz;Ìo che sia almenO'
uguale da ogni lato ,a una volta e mezzo. la estensiO'ne
del nucleo.; in tali spazi di verde possono trovare pO'stO'
attrezzature non ingO'mbranti e isolate, pUl'ichè a verde
rimanga assolutamente prepO'nderante.
Nel ,(';3S0 ,che si debbanO' costruire case isolate sem­
plici Q doppie conviene che queste case appartengano ad
una lottizza2iiO'ne che precisi in maniera assoluta la volu­
metria di O'gni edificio. Più gli edifici saranno equiva­
lenti in volume tra loro e di forma simile, più il
loro ritmo nella natura sarà accettabile, se ,Ia distanza
fra casa e easa non è troppO' grande.
Qualora le distanze fl'a le case individuali Q doppie
si possanoporiare a misure molto più elevate" allora la
distribuzione può essere affidata al senso plastico di chi
architetta l'edificio e gli edificinQn essere ohbligati ad
avere la medesima volumetria.
Per case individuali o doppie nO'n si dovrebbero su­
perare le due elevazioni.
In ogni caso l'edilizia indiv,iduale da utilizzare in
maniera uniforme non dO'vrebbe avere lotti inferiori ai
mq. 500.
Supplemento ordinario al B. U. 19 setromhre 1967 - N. 40
Per l'edilizia residenmale dei centri urbani più im­
portanti, i volumi possono avere una maggiore eleva­
zione, purchè r<igorosamente definita nelle norme edilizie.
In questo caso la tipologia con edifici in linea a corpo
doppio o con edifici a punti in altezza dovrebbe essere
la più usata per edifici con più di tre elevazioni.
Nelle rela2'!ioni tra paesaggio e manufatti più che
le opere eccezionali per arditezza e geni,alità, valgono
quelle coordinate ad un certo sentimento comune che
rappresenta l'istanza di armonia generale nello stile se­
condo cui una civiltà wlta dcve sapere esprimere sè
stessa nell'inserire le sue opere cdilizie nel paesaggio.
Queste esigenze culturali che elevano il livello del­
l'edilizia, sopl'attutto nelle zone in cui il paesaggio è pm
delicato, esigono l'impulso e la guida di regole pre­
cise che costituiscono un insegnamento per organizzare
secondo ben definite espressioni figurali le varie e di.
scontinue necessità di progettazione.
Il piano, indicando di massima l'ubicazione delle
principali aree residenziali con il proposito di contribuire
alla definizione dell'assetto urbanistico dei diversi terri·
tori, ne rinvia ai piani di grado suhordinato la precisa­
zione secondo questi criteri.
La relativ'a norma di attuazione lascia al piani di
grado subordinato infatti la possibilità di una precisa­
zione deUe zone, comprensiva anche di possihili varianti
in maniera da garanti.re una adeguata elastitcit'à alla
pianificazione ulteriore. Ciò anche in considerazione del
f1lltto che i prani comprensoriali appa~ono più adatti ad
una definizione puntuale delle zone residenziali perchè
possono più adeguatamente tener conto delle esigenze lo­
cali, pur nel rispetto dell'assefto urbanistico complessivo
dettato dal piano provinciale.
Ancora, le norme di attuazione dettano op'portuni
criteri che dovranno essere seguiti dai piani di grado
subordinato sia nena regolamentazione e nella indivi­
duazione deUa tipologia ediJiz~a delle zone residenziali;
esse altresì impegnano particolarmente la pianificazione
di grado subordinato all'individuazione e valorizzazione
dei centri storici sulla base di appositi criteri.
c) Le infrastrutture di collegamento
Le principali relaZlioni che servono a riportare i
processi di sviluppo dei dieci comprensoriÌ nell'organiz­
zazione unitaria della provincia, sono costituite sia da una
rete di grandi comunicazioni fungenti da infr.astrutture
fondamentali, sia dalle localizz8IZÌoni industriali e turisti­
che, impostate secondo criteri di specializzazione a cui fa
capo la finalità di una reciproca intesa sulle possibilità
di svilupparea71ioni unificatrici intereompreIl.SOO'Ìali , e sia
infine daUa funzione di città guida, quindi integratrice,
che potrebbe" assumere Trento, qualora raffoI'1reSSe il ruolo
di punto di convergenza di quelle attività che dovranno
riqualificare la struttura sociale di ciascun compren,sorio.
27
Sono dunque preminenti fra i compiti del Piano Ur­
hanistico Provinciale, anzitutto la formazione dell'infra­
struttura viabile fondamentale; in secondo luogo l'indi­
viduazione dei nessi infrastrutturàlì tra i comprensori,
come esame delle convergenze e compenet'razioni delle
loro attività; in terzo luogo la ,formazione dei criteri
organizz,ativi del tessuto urhano di Trento in funzione di
attività da programmare per il ruolo di città-guida di
tutto il processo di sviluppo.
Il Piano forma la rete della grande viabilità sia
operando integrazioni e ulteriori speciaHzzaiioni nella rete
viaria esistente e in quella già in progetto prima del
Piano, gia indicando nuove strade fondamentali sia infine
correggendo tracciati esistenti per dar 10r'O l'efficienza in­
frastrutturale proJlQrzionata alle necessità di futuro svi­
Juppo.
Questa infrastruttura è formata essenzialmente da
un sistema autostradale di base, di cui fanno parte: a) l'autostrada del Brennero; b) una nuova arteria di scorrÌlIllento veloce che inne­ standosi all'ahezz'a di Trent'O, segue all'incirca il per­
corso della strada della Valsugana e, superato Gastel­
franco, s,i dirige su Venezia, indi si immette nella Ro­
mea per servire la fascia territoriale deU' Adriatico;
c) una grande strada di collegamento con percorso Est­
Ovest che, partendo da Rovereto, raggiunge Riva
e quindi si porta verso la Lombardia, percorrendo il
progettato raddoppio alla Gardesana Occidentale.
A questo fondamentale sistema, che si polarizza su
Trento, allacciando il Trentino ,al resto del paese, si
collegano le altre comunic,azioni principali, che sono
quasi sempre di strade esistenti, opportunamente ~­
gIiorate nelle loro caratt~ist]che.
Una di esse, all'es~remità occidentale della pro­
vincia con andamento all'incirca nord-sud, segue il pe'r­
corso dell'attuale st.atale Stor~Tione-Madonna di Cam­
piglio"Dimaro, di cui migliora leca1"afteristiche soprat­
tutto nelle derivazioni a ,servizio dei vari gruppi di inse­
diamento grav,itanti nel solco delle Giudicarie Infel'Ìon
con organizzazione di strutture socia.li per gruppi in
un insieme lineare.
Quest'arteria di circolazione primaria naro-sud si
collega al sistema principal'e mediante tre altre arterie
di circolazione est-ovest, esistenti ma da largàmen>te mi'
g1iorare nelle loro caratteristiche.
La prima più a nord, costituita dalla 5S.n. 42, si
svolge ;lungo il solco della Valle di Sole da PaSISo Tonale
a Mostizzolo passando 'per' Malè e prolungandosi verso
nord-est nella Valle di Non per raggiungere il Passo dellà
Mendola e Bolzano. La seconda ed IÌntmmedia alle altre,
costituita dal secondo ·tronco della 55. n. 237, partèda
Tione e passando per ,Ponte Al"che e Sareheittilva a
Trenro, dove si immette nell'autostrada del Brennerò.
28
Supplemento ordinario al B. U. 19 setrombre 1967 •
Questo percorso trasversale intermedio è integrato da
dna strada progettata dal Piano che passando attraverso il
passo del Duron congiunge Tione con la SS. del Ballino.
La tffl"Za strada, più a sud, denominata 5S. n. 240,
parte da Storo e passa per Molina di ,Ledro, raggiunge
Riva e prosegue versO' Mori, lungo il perrorso della citat'a
grande strada in progetto.
A completare il sistema del Trentino occidentale si
inseriscono altre vie principali.
Una di esse è rappresentata d8llla strada statale
Riva-Ponte Arohe-Molveno-Rocchetta, che & inseri:see alla
fine del sistema stradale della Val di Non, 'il quale si
trasforma prufondamente nella maglia delle strade attuali
sia raggiungendo i nuovi tronchi di integrazione, sia mQ­
dificando i tr8lcciati esistenti e rendendone più fluido il
percorso a servizi() delle localizzazioni attuali e di quelle
nuove.
Altra strada importante è il proseguimento della sta­
tale 45 Bjs verso nord, che congiungendo Riva alle Sarche
e a Trento, compl,eta il sistOO1a primario deJ Trentino
occidentaie.
N ella zona orientale del Trentino, cioè dalla parte
oppn3ta rispetto al trronoo Brennero-Verona deil sistema
autostradale fondamentale, le ·comurueazioni attuali si
presentano un poco meno chiare nel loro insieme per le
fi·nalità urbanistiche da perseguire. Tuttavia tale insieme,
data l'accidentalità del terreno, non può subire notevoli
mutamenti.
Si traUapiuttosro di migliorare le caratteristiche di
aLcuni tracciati anche in modo sensibile, e soprattutto di
quello che congiunge, ad un estremo, le val1ì deU' Avisio
con la dorsale lungo l'Adige del sistema fondamentale
stradale e, all'estremità opposta, S. Martirno di Castrozza
al tronco stradale Valsugana-Venezia aWaltezza di Pri·
molano passando per Fiera di Primiero e Fonzaso, mentre
nella parte centralle va considerata l'a sistOOlazione della
strada cosidetta del « Manghen )).
Fanno pal1te infine del già citato sistema fondamen­
tale stradale, le sue complOO1entari oostituite sia dalla
S'S. in sinistra dell'Adige e dalla provinciale sulla sua de·
stra, sia dalla statale della Valsugana. Per queste arterie
il Piano prevede notevoli miglioramenti di caratteri·
stiche.
Alla trama principale si associa una maglia secon·
daria ,di strade lO gran par,te nuove, in p'arte esistenti
e migliorate.
Questa nuov,a maglia serve a speeial.ìzz1are e quali­
ficare le diverse parti delle aree eomp:rensoriaJi ed asti·
molarne l'integra:zione.D'altra parte in forma più ge­
nerale l'integrazione stessa sarà stimola'ta daUa presenza
unificatricedel nuovo· grande sistema Brennero--Verona­
Bologna e che agirà in maniera diretta sull'ti:ntegmzione
dei ,comprensori dell'Alta Valle dell'Adige, della Valla·
garina, dell'AllJa e Bassa Valsugana, attIDaverso la omoni·
N. 40
ma superstrada, e del Basso' Sarca, e in maniera sub·
ordinata su quella delle Valli Giudicarie, Valle di Non,
Val di Sole, A visio e Cismon.
In tal modo la Provincia di Trento si collega effi­
cacemente con i gr.andi sistemi autostTadali del nord­
Europa e ddl'Italia settentrionale.
Alcune ooservazioni sono da farsi sulle necessità di
progettare il nuovo tronco Trento-Venezia.
A chi guarda con senso urbanistico le relazioni intero
regionali dell'Italia nOl'd-ol"iientale non potrà sfuggire
l'org,an~cità preminente che avrebbe il completamento del­
l'attuale progetto di autostrada de,l Brennero qualora si
costituisse la sua derivazione da Trento per Venezia.
E' chiaro ,infatti che con questa nuova arteria l'auto·
strada del Brennero potenzierebbe molto le sue funzioni,
aumentanto fortemente a numero degli itinerari da essa
serviti con l'aggiunta di quelli dell'estremità orientale della
regione veneta, di Venezia e di tutta la Riviera Adriatica.
Oltre al maggior afflusso per i mezzi .ohe vi <Circolano
d,a e verso Ven'C:1lia e Adriatico, si aggiungerebbe il fortis·
simo incremento di prodUlttività dovuto aU'unione, con
comunicazioni più fluide e dirette, tra i centri dellà
Valsugana e Porto Marghera che div'ent:erebbe il porto
'naturale non wlo di tutte le attività produttive del Tren·
,tino orientale, ma anche di una parte dei prodotti pro­
venienti dai paesi della media Europa.
Secondo i criteri della moderll'a econQllIlia dei tra­
sporti, il potenZiamento delle linee stradali e ferroviarie
con un complesso di eircolazione aerea, assume valori sem­
pre più importanti. A'nche se si tratta di potenziare il
movimento di determinate zone oon linee aeree di ca­
rattere semplicemente turistico, il ,continuo incremento
dì persone che adoperano questo mwz.o dì t'l'asporrto si fa
sempre più numeroso e rende accessibili Je località di
più difficile raggiungimento con i mezzi ordinari. Niente
come la montagna presenta requisiti cosÌ precisi e favo­
revoli a questo tipo di soluzione misto che in questo caso
non riguardano solo il rapporto ferrovie o piste di volo,
ma anche il rapporto t'ra automobili e pista di volo e per­
ciò consigliano dì moltipliooTe il numero dei campi di
volo anche turistico, i quali potrehbero costituire un oom·
plemento importantissimo all'organizza:z;ione dei va-ggi per
una più moderna organizzazione di tempo libero.
Il Piano prevede pel"tanto le seguenti piste di volo:
a sud dì Trento, tra Arco e Riva, nella Vai di Sole, nel·
l'Alta Val di Non, a Predazzo.
Queste piste, progettate seoondo le norme vige.nti, do­
vrarunoessere integrate da un sistema di altiporti nelle
zone montane più alte, la cUli. localizzazione è demandata
dal Piano ai piani comprenoori.'ali.
Potrà crearsi in tal modo un completo sistema di tra­
sporti aerei al servizio del turismo aitpino.
Per una idonea tutela e della sieure:zilia del traffico
e dell'aniliiente attraverso il quale si sviluppano le mte­
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
29
rie stradali, le norme di attuaz.ione prescrivono le aree di
rispetto per i vari tipi di viabilità.
f) la salvaguardia massima dei terreni a vocazione agl'i­
cola.
Inoltre per la viabilità di progetto, sia completamen­
te nuova :ehe da potenziare,al fine di non compromettere
la futura attuaz.ione della rete stradale 'prevista, vengono
fissate fasce di rispetto valevolì in via transitoria fino a
che i piani di grado subordinato non avranno precisa­
mente definito l'andamento dei vari tr8iceiati previsti. In
ogni caso per garantire sufficiente elasticità nella pro­
gettazione definitiva si prevede che potranno essere in­
trodotte dai piani di grado subordinato limitate varia­
zioni per ragioni di tecnica costl:ruttiva.
Lo schema generale di localizza71ione si può groSl'o
modo e con semplificazione estrema assimilare a due gran­
di assi che cost,ituiscono un insieme .cruciforme: l'uno
con andamento nord-sud si adagi'a sulla Val d'A:dige, Val­
lagarina e sul Basso Sarca, l'altro con andamento est-ovest
si estende lungo la Valsugana.
Attorno a questo sistema di grOSSlÌ insediamenti in­
dustrÌ:ali che costituiranno un'ossatura strutturale funzio­
nalmente efficace, si articolano come si è g,ià detto, altre
lo~alizzazioni diffuse nei comprensori più periferici.
Una delle zonizzazioni industriali di maggior impor­
tanza è costituita nella parte settentrionale dell'asta del­
l'Adige, in cui sono ubicate tre grosse rone industriali che
aJSsommano la maggior parte delle localizzazioni previste
in questo comprensorio.
Queste sono altresÌ protese verso il comprensorio
della Val di Non in modo tale da coslllltu.ire sia la base
per !'industrializzazione anche di quel comprensorio, sia
una integrazione effi.caee per le sue parrti marginaLi.
Infine, una apposita norma di attuazione tutela la
esclusiva destinazione delle zone aeroportuali previste.
d ) Localizzazioni industriali e artigiaruili
In stretta connessione con la rete della grande viabi­
lità ed assunte le ipotesi economiche dinanzi viste, sono
ubicate le maggiori aree industriali che costituiscono un
sistema determinante sia per l'organizzazione interna dei
comprensori sia per la loro reciproca integrazione. Tale
uhicazione costituisce uno degli elementi fondamentali
nella reali~ione delle finalità che il Piano Urbanistico
Provinciale propone ai CQmprensori.
Entro questo schema si inseriscono i quattro capi­
saldi di localizza2lÌ-one industriale a cui si è accennato e
che sono i seguenti:
l) Trento, Lavis, Mezzolomba,rdo, sui quali gravitano le
valli di Sole, di Non, di Fiemme, di F-3.-"Sa, di Cembra
e parte dell'Alta Valsugana, con una popolazione resi­
dente di circa 228.000 abitanti.
2) Rovereto, Riva, Arco sui quali gravitano le zone me­
ridionali della Provincia di Tl'ento ed in particolare
la valle del Sarea e la Vallaga'rina, peif una popola­
zione residente di circa 102.000 abitanti.
3) Tione, sul quale gravita il comprensorio delle Giudi­
carie in tutta la sua ampiezza, con una popolazione
di circa 35.000 abitanti.
4) Borgo Valsugana sul quale gravita parte dell'Alta Val­
sugana, !'intera Bassa ValSlU!gana e in misura molto
più attenuata il comprensorio del Cismon, con una
popolazione residente all'incirca sulle 47.000 unità.
I criteri preminenti seguiti nella loro uhical6ione sono:
a) la quantità di forze lavoro disponibili in un raggio di azione che renda tollerabili ci movimen'tipendolari; b) la vicinanza di grandi arterie di comunicazione sia stradale che ferroviaria;
c) la possibilità di rifornimento idrico;
d) la posizione non nociva agli insediamenti e all'agri­
coltura;
e) la posizione non in contrasto con le esigenze panora­
miche dell'ambiente;
Nella parte meridionale dell'asta dell'Adige le lQCll­
lizzazi{mi industriali si raccolgono attorno al grosso ime­
diamento ubicato tra Rovereto e Mod, continuato nelle
parti più periferiche da piccoli nuclei sia ne1la rona di
VillalagaTina e Calliano, SIa nella zona di Ala e Avio.
Il Basso Sa'rca ha una struttura industriale previÌsta
a rosario lungo l'asse della valle con un primo insedia­
mento già in fase di realiz2Jaz.ione tra Arco, Riva Torbole,
.un secondo tra Arco e Dro e un terzo. nei pressi di Pie­
tramurata a cui si aggiungono altri 'minori insediamenti.
La seconda parte del sistema fondamentale, rivolta
verso la Valsugana, presenta una struttura illdustria,le chia­
ramente a rosario, appoggiata alle grosse infrastJrutture
di coonunicazione previste dal Piano sia superswadali che
ferroviarie da Novaledo a Grigno.
In tal modo la Valsugana diventa una delle aree
comprensoriali più a,datte all'industrializzazione, lega'Ì!t co­
me sarebbe da queste grosse infrastrutture di coonunica­
zione che percorrono la vaUe fino a Venez.ia e Porto M'ar­
ghera.
U n altro comprensorio in emi particolarmente efficace
può diventare la struttura ,industriale è quello delle Giu·
d,icarie, particolarmente nella Val del Chiese in cui una
serie di nuovi insediamenti industriali è legata alla stra­
da che il Piano prevede di potell2lÌar:re notevolmente.
'Per i rimanenti comprensori l'uhicazione dell'indu­
stria è prevista dal Piano per piccoli insediamenti sparsi
nel territorio con particolari cautele dal momento che in
queste rone prevalente diventa la attività turistica.
Le nuove localizzazioni indUstriali assommano, come
si è detto) il'lc totale ad Ha.
1.S00
ci~
di cui 1'84%
30
Su.pplemento ordinario al B. U. 19 setrembre 1967 - N. 40
CIrca sono ubicati ,nei 5 comprensori di magl5ÌOre indu­
di ridurre i tra·sferimenti dei prodotti e di adeguare rapi­
strializzazione, V>alle dell'Adige, VaUagarina, Val del Sar­
damente la produzione agli sbocehi. Nel comprensorio sa­
ca, Alta e Bassa Valsugrana 00 il rimanente 16
rà quindi possibile una riforma del regime fondiarie, per
nei re­
stanti comprensori.
consentire alle strutture produttive di aumentare la pro­
duttività delle imprese agricole.
Nelle aree comprensoriali di maggior industrializza­
zione, il Piano si è preoccupato di repel"ire le superfici
necessarie all'industria cei terreni che meno si presta­
la norma di attuazione che le riguarda specifica che gli
vano ad una moderna utilizzazione agricola.
impianti o strutture che in esse possono sorgere devono
Per le aree principali si è quindi provveduto ad una
progettazione di massima allo scopo di ricavare 'PJ1ime in­
comunque riguardare l'attività agricola e affida ai piani
dicazioni sulla prevedibile org>anizz'azione interna delle aree,
sia l'indicazione degli intervenJ:ri, in relazione alle carat­
in rapporto ai servizi ed alle infrastrutture che si rende­
ranno necessari.
teristiehe delle varie aree.
Per caratterizzare la destinazione delle aree agricole,
comprensoriali sia ]a precisazione dei perimetri delle aree
f) Il Turismo
,L'importanza degli insediamenti industriali nella eco­
nomia generale del Piano ha avuto corrispondente atten­
L'attività turistica, vista su tutto l'insieme deÌ terri­
zione nelle norme che li riguardano. F.t.'lse pTooisano cma­
torio provi,ncia.le, diventa un altro dei fatti che possono
ramente la riserva eso1usiva a fini industriali ed even­
caratterizzare in modo unitario lo sviluppo dei lO com­
tualmente artigianali delle aree individuate dal Piano.
prensori.
Al fine poi di consentire un migliore equilibrio tra
Per il Trentina il prohlema dell'organizzazione del
]e attività produttive anche a livello strettamente locale,
turisme, come espressione del tempo libero, riguarda i
problemi della montagna che sono essenzialmente di tre
si prevede la pa,ss.ibilità che i piani comprensoriali, ad
integrazione dene strutture fondamentali già indicate dal
tipi, ad ognuno dei quali corrisponde una determinata
categoria di turisti.
La prima si rivolge alla villeggiatura estiva di ca·
rattere familiare che accoglie ancora una forma tipica
piano, possano prevedere nuclei industriali di limitata
estensione, con risrpetto peraltro di particolari pres.crizioni
fi,ssate dalle norme.
Inoltre è pa1"so opportuno dare la possibilità al piani
del turismo stagionale tradizionale; la seconda pratica
il turismo di carattere sportivo che riguarda sia la neve
comprensoriali di consentire limitati ampliamenti alle in­
dustrie già esistenti al di fuori delle aree industriali pre­
sia l'escursionismo e l'alpinismo, sia gli sports lacuali e che
vIste, nOllchè la possibilità di localizzazione di iudustrie
porta forti aliquote di turismo internazionale; la terza
estrattive in prossimità delle zone di estrazione, data la
,particolare natura .
è quella dei turisti domenicali chc svolgono il classico
impiego del tempo libero in montagna o sui laghi nelle
più svariate forme di attività, e cereano l'attrazione esti­
va e invernale di carattere multiforme.
Esiste poi, contrapposto, un tipo di turismo più raf­
finato e selezionato, che non cerca nè le zone ·di villeg­
giatura familiare, tipiche per un certo cameratismo di
rapporti interI'amiliari, nè la varietà degli svaghi e la
comodità delle attrez,zature sociali di cui vuole usufruire
il grosso dei lucratori del tempo libero. Esso si rivolge
soprattutto ad ambienti assai caratteristici e appartati, do­
ve è possibile vivere una vita intima e quasi primitiva
che si contrappone al tumulto deUa città. Questo turi­
smo cerca spesso luoghi romantici, con strutture edilizie
tipiche di carattere tradizionale, ed è lieto di vivere in
amhienti anche rustici, purchè abbiano un carattere e
una storia.
Un'altra aliquota delle correnti turistiche è rappre~
sentata da quanti ricercano nel T,rentino i benefiei delle
cure nelle numerose stazioni termali, alcune assai svi­
luppate, altre hisognose di ulteriori interventi.
!Gl'O
. Nell'affidare ai piani di grado subordinato la regola­
mentazione .definitiva delle aree industriali, le norme di
attuazione fissano ,partic.olari criteri per assicurare una mi­
gliore organizzazione delle medesime seco,ndo le più mo­
derne visioni urbanistiche, tenuto conto anche degli aspetti
sociali connessi agli insediamenti industriali.
e) Le aree agricole
Il Piano lirhanistico Provinciale si occupa del pro­
blemaagricolo solo come apertura, segnalando la n'ecessità
di specializzare, secondo quanto suggerito dai piani di eco­
nomia agraria, ogni area messa a coltura e ,di pro.porzio­
E!lre a quest'area specializzata le forze del lavoro conta­
dino.
Nella dimensione comprensoriale, lo sforzo. degli l1gri.
coltori non è frenato ma ,piuttosto orientato verso le pro­
duzioni più richieste e remunerative_ In questa dimen­
sione è possibile prevedere strutture di trasformazione e
di comme:roializzazione ordinate al fine di permettere il
miglioramento della posizione economica degli agricoltori,
Una buona parte del turismo di massa e di quello
I
familiare, di quello selezionato o di cura, potrà trovare
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
31
=~==,~==~~=====
nei parchi attrezzati una zona di confluenza in spazi
molto vasti e riechi per varietà. di servizi e di incontri.
Un altro settore fra i più importanti dell'attività
turistica è il turismo della neve, che si sviluppa in foro
ma di sport sia invernale che estivo. Qui l'esigenza nuo­
va e fondamentale riguarda soprattutto la possibilità di
legare tra loro diversi impianti destinati e attrezzati per
lo sport della neve, facendo in modo che i turisti possa­
no percorrere unaconsideravole varietà di territori na­
turali che presentino a questo sport una configurazione
continuamente mutevole, perchè esso possa svolgersi
senza la monotonia della .ripetizione delle stesse vie in
una sola zona.
Per ottenere questo fine, il Piano Provinciale ha
diviso in due gl'andi zone tutto il territorio della mon­
tagna trentina in cui si pratica il turismo della neve: la
zona orientale e quella occidentale, organizzando in cia­
scuna di esse il coordinamento più ampio possibile del
turismo a carattere intercomprensoriale.
Il 'primo settore include essenzialmente tre grandi
aree di sviluppo. La prima comprende le wne turisti­
che di Madonna di Campiglio, della Valle di Sole ·fino
al Tonale, delle Valli di Peio e Rabbi. La seconda, più
vicina alla Valle dell'Adige, comprende le wne di Mol.
veno, Andalo, Fai della Paganella e il Monte Bondone.
La terza riguarda esclusivamente il turismo del Monte
Baldo. Rientrano in questo settore, ma hanno interesse
più limitato, altre zone fra cui quella del passo Tre­
malzo ed alcune del comprensorio delle Giudica.rie.
Il secondo settore comprende anzÌttutto due grandi
c complessi itincrari. Il primo in collegamento con la
Val Gardena e la Val Badia, porta nelle zone dell'Alta
Val di Fassa e a San Martino di Castrozza,attraverso
passo San Pelleg-rino, passoValles e passo Rolle; il se­
condo, in continuità col precedente, interessa tutto il va­
sto gruppo montuoso che va dalla Cima d'Arron alle
estreme pendici orientali del Lagorai fino l'Altipiano di
Pinè, cointeressando i due versanti nord (Val di Fiem­
me) e sud (Valsugana), oltre alle valli insistenti su Ca­
nal San Bovo. Questo settore include 'ancora due ,zone
a sviluppo meno esteso: l'una riguarda gli altipiani di
Lavarone e Folgaria; l'altra il 'gruppo montuoso sito a
nord di Cavalese e Tesero (Cucal, Pampeago, Lavazè).
g) Centri direzionali e commerciali
Il complesso delle attività terziarie -costituisce uno
dei punti fondamentali su cui si basa il nuovo equili­
brio territori'a.le proposto dal Piano; esso trova la sua
efficace qualificazione nella localizzazione e formazione
dei centri· di servizio, scelti col criterio della complemen­
tarietà e dimensionati alle funzioni da ,~ssolvere, sia in
rapporto agli insediamcnti immediatamente contermini,
sia in relazione alle esigenze di tutto il comprensorio.
La funzione di città guida che Trento potrà assu­
mere si materializza con evidenza nell'ubicazione dei
suoi, centri direzionali protesi verso Nord, vale a dire
verso la parte più interessante del comprensorio.
Similmente la nuova configurazione di Rovereto è
caratterizzata dal centro direzionale posto trasversalmente
alla valle, verso la corona di insediamenti sparsi sulla
sponda destra dell'Adige e verso le grandi comunicazioni
che lambiscono tale parte del territorio.
Negli altri comprensori i centri commerciali contri·
buiscono sempre e molte volte in modo preminente, a
creare interrelazioni nei diversi insediamenti del com­
prensorio stesso.
La norma dettata per i centri direzionali, affida
opportunamente la loro precisazione ai piani di grado
subol'dinatoaccentuando la possibilità ,di adattamento a
I
particolari esigenze 10caH,che potessero essere poste in
luce dalla pianificazione subordinata, anche in conside­
razione dello stretto collegamento di tali centri con altre
specifiche previsioni di competenza dei piani locali.
In ogni caso la norma fissa appositi criteri 'ai fini
anche di un adeguato studio ,per la migliore orgànizza­
zione di tali centri.
PART,E
V
INDICAZIONI SUI COMPRENSORI
C. 1. - Valli dell'Avisio
Situato all'estremità nord-est del territorio provin­
ciale, questo comprensorio è costituito dai comuni più
alti della Valle di Cembra, dai comuni deUa Valle di
Fiemme e da quelli della valle di Fassa, che assieme
fQrmano le Valli dell'Avisio. I nuclei abitati sono quasi
tutti situati linearmente sulla destra del torrente, da
Canazei a Tesero,ove s'apre la ,conca di Cavalese.
La continuità ,di quest'a lunga serie di insediamenti
è spezzata in un solo punto, tra Predazzo e Moena, da
una strettoia di alcuni chilometri, compresa tra la Valle
di Fassa e la Valle di Fiemme. Quella sale da Moena a
Canazei con pendenza preSS{Jchè costante e con un fondo
valle abbastanza ampio, che alterna a brevi intervalli di­
stese pr'ative e nuclei abitati. Essa è dominata sulla de­
stra dell'Avisio dai gruppi dolomitici del Latemar e del
Catinaccio e si chiude sul fondo con le pareti del Sella.
La Valle di Fiemme presenta nuclei urbani di mag­
giori dimensioni tra cui i più importanti sono Cavalese e
Predazw, situati ai due estremi della V'alle. Sul primo
gravitano gli insediamenti collinari di Carano, Daiano
e Varena, il comune di Castello di Fiemme e i minori
centri dell'alta Valle di Cembra.
L'analisi del censimento demografico, secondo i rag­
gruppamenti per attività economiche, fornisce le se­
guenti indicazioni:
nel settore agricolo dal 1951 al 1961 si è verificato
un decremento fortissimo della popolazione attiva, dal
40 % al 23 %, eon una diminuzione assoluta della forza
32
Supplemento Qrdinario al B. U. 19 settenlll"e 1967 - N. 40
hi50gno di nuovi posti nel settore secondario e terziario
lavoro di circa 1.600 unità nell'industria la percentuale
degli addetti è passata dal 33
al 41 , con un aumento
pari all'incirca a 2.500 unità.
in valore assoluto di circa 800 unità, nonostante la con­
Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola
trazione delle unità locali da 720 a 690; nelle altre at­
e la prevedibHe maggiore disponibilità di mano d'opera
tività la percentuale degli addetti è passata dal 27% al
per le classi d:inanzi viste si prevede che, al 1975, nel
36 " con un aumento di 900 unità in va1lore assoluto,
comprensorio dovrebbero essere apprestati all'incirca 3.280
assorbite in buona parte dal commercio che ha registrato
nuovi posti di lavoro.
,un fOJ.1te aumento di unità locali: da 540 a 790.
Considerata la particolare posizione del comprenso­
Circa i movimenti migratori si rileva che nella
rio si ritiene di interpretare il suo naturale processo di
agricoltura su 2.300 addetti 40 lavorano fuori del com­
sviluppo prevedendo un'assegnazione di addetti per cir­
prensorio; nell'industria su 4.000 addetti 600 lavorano
ca 1.310 unità nell'industria e per circa 1.970 nelle al·
fuori del comprensorio; nelle altre attività su 3.600 ad­
tre attività.
detti 350 lavorano fuori dal comprensorio, di cui 120
PoÌ:chè tuttav,ia, almeno allo stato attuale, non sembra
all'estero.
prevedibile la posSIbilità di un assorbimento totale nelle'
Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati
attività industriali delle unità assegnate all'industria, si
sono:
prevede che, per almeno 500 addétti, i posti di lavoro
addetti alll'agricoltura: età media 47,4 anni, indicc di
dovrebbero essere apprestati in altri comprensori e, per
invecchiamento 180;
i rimanenti 810 circa, possano essere invece provenienti
addetti all'industria età media 36,3 anni, i,ndice di invec­
come ,possibili posti di lavoro nel camprensorio.
chiamento 36;
Tenendo altresì conto delle probahiJli e prevedibili
addetti alle altre attività: età media 36,4 anni, indice di
riconversioni di industrie già esistenti, calcolate nella mi­
invecchiamento 36.
sura del 10% sugli addetti alle industrie manifatturiere
Il fenomeno dell'invecchiamento della poipOlazione
al 1951, in sede di dimensionamento delle aree indu­
agricola e l'abbandono della terra 1n generale, sono molt'o
striali si è prevista una ulteriore espansione delle stesse
accentuati. n Piano, nel programmare una serie di in­
per 150 addetti circa.
terventi urbanistici su tutto il comprensorio per equili­
Il dimensionamento deHe aree deve ancora tener pre­
brarne ed integrarne lo sviluppo,considera il settOTe
sente un certo numero di trasferimenti di addetti dal­
agricolo un fattore da rivalutare secondo una fo'rma di
l'artigianato o dalla pkcola industr1a alle nuove inizia­
preponderante cOllliPlementarietà al turismo, assumendo
tive industriali, stimato per quesio comprensorio nel 10%
le ipotesi dello studio 'sull'agr,icoltura che prevede:
degli addetti previsti.
una superficie agraria effettiva di 3.080 Ha.;
In valori assoluti questi trasferimenti sono stati sti­
la possibilità tecnica di organizzare 168 aziende zoo..
mati in numero di 8(}.
tecniche specializzate con 336 addetti dirett>amente al·
Le zone industriali previste vengono pert'anto di­
l'agricoltura, 50 addetti alle infrastrutture e 340 ad·
mensionate su un probabile fabbisogno di circa 1.040 ad­
detti alle foreste.
detti e per complessivi 42 ha.
D'ailtrocanto, dalle previsioni demagra'filOhe, dagli
Da un punto di vista urbanistico questo oompren­
studi sulla struttura occupazionale al 1975, nO!Iwhè dai
sorio ècaratteriZ7lato dalla stretta integrazione in senso
calcoli sul fabbisogno dei nuov,i - posti -lavoro, si ricava
lineare delle sue diverse wne, che vengono tra Imo più
che circa 1.140 unità lavorative abbandoneranno nel
strettamente collegate dalle previsioni ,del Piano con una
prossimo decennio il settQre agricolo o per pensionamen­
maglia di nuove strade e di interventi, atti a potenziarle,
to o per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli
specializzarle.
addetti all'agricltura da 2.310 a circa 1,170.
L'asse fandamentale è cost1tuLta dalla strada sfatale
A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con­
delle Dolomiti, che attraversa il oomprensorio da ovest ad
sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi, calco­
est, toccando tutti gliinsediamenti più importanti. Questa
lati in 340 unità, i quali, pe.mltro, hanno la funzione di
si dirama dalla SS. del Brennero ad Ora, in provincia
assicurare una continuità nel settore.
di Bolzano; attraverso il passo di S,. Lugano si immette
Complessivamente dunque, al 1975, per evolumone
nella Val di Fiemme e quindi nella Val di Fassa per
naturale si dovrebbe avere all'incirca 1.510 unità la'vo­
continuare, dapo il Passo Pordoi, in provincia di Belluno.
rative nel settore agricolo, cura che risulta superiore di
A questa strada si connettopo altre importa'nti arterie
780 unità circa a quella calcolata come sufficiemte al
come le provinciali della val di Cembra e di Lavare, la
razionale dimensionamento dell'agricoltura .
statale del RoHe, quella del S. Pellegrii:lO e di Costalunga
. Considerando r1ncremento naturale, l'apporto delle
ed infine del Passo Sella, che arricchiscono il comprensorio
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par­
di importanti collegamenti nord-sud.
tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas­
Il Piano prevede un generale potenZliamento del­
sime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fab­
l'intero sistema viabile, con l'allargamento e sistema­
Supplemento O'rdinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
zione delle sirade esistenti e con la previsione di nuove,
atte a rendere più organici e produttivi i tracciati. A tal
fine si prevede la cos~ruzione di una strada di fondovalle
tra Molina e Ziano, fino a Predazzo, e un nuovo coUe­
gamento tra questa e Cavalese. A Moena si è previsto
un nuovo tracciato fino al Passo di Costalunga, come di­
retta prosecuzione della strada di S. PellegrinO', mentre
a Canazei emerge la sistemazione del ,tratto esistente e la
cO'struzione del nuovO' raocordO' cO'n la strada di Fedaia.
Questo :,viluppo e graduale 'potenziamento della ma­
glia stra da'le castituiscc il fO'ndamentale supporto a un
altro sistema di comunicazioni, che nel COmprensorio as­
sumono particolare importanza, investendo l'interesse del­
l'economia turistica che qui ra!ggiunge le più alte poten­
zia!lità.
II comprensorio si caratterizza infatti per una evi­
dente specializzazione nel turismo, estivo e soprattutto In­
vernale. Per quanto riguarda i'l secondo si nota attualmente
una certa diffO'rmità di O'rganizzazione nelle due parti del
cGmprensorio; in quella più alta, cioè nella Val di Fassa,
si trovano impianti sportivi invernali abbasfamza equili­
brati alla capacità ricettiva dell'insieme, mentre nella
Val di Fiemme la nO'tevO'le dimensione delle attrezzature
ricettive non ha un adeguato riscontro negli impianti e
nelle strutture per gli spol1ts 'invernali.
Conseguentemente il Piano indica, nella val di Fassa,
un sistema di impianti a fune di grande respiro, capace
di rendere pi Ù organioa la distribuzione dei percorsi e
delle piste e di accrescere quindi il prestigio deH'insieme,
mentre nella Val di Fiemme si preoccupa di svHuppare
le occasioni per impian~i e piste, usuf:r:uendo delle zone
di fondovalle uO'n ancora esaurite.
II nuO'vo sistema di impianti di risalita e piste di
discesa, cosÌ generato, cost,ituisce un sistema di comunica­
zioni capace di pO'rre ma'ggiormente in risaho le caratte­
ristiche di questo paesaggio tanto celebrato.
In una zona mar:ginale del comprensO'rio, lungo la
strada del Rone, il Piano iprevedealtresì la costituzione
di un parco naturale, che copre le foreste demanial,i da
Paneveggio fino alle creste mO'ntane, in un paesaggio
tipico delle DO'lomiti estremamente vario nelle sue mani­
festaziO'ni naturali. QueSita nuova struttura, oltre ad as­
sicurare validamente la tutela di un ambiente ancora in­
tegro, provoca una valorizzazione turistica assai specia­
lizzata, in armonia con le singolarità della fauna, della
flora e con la grandiosità dcI paesag'gio. II Piano vieta
quindi che vi si prO'vochino trasformazioni diverse da
quelle richieste dalla sua destinazio.ne.
In base a queste cO'nsiderazioni, alle configuraziO'ni
sociali dei vari gruppi e agli interessati preminenti che
li uniscono, il Piano distingue quattro. unità insediative,
che i Piani comprensoriali dovranno rivedere e a'P­
33
pro.fondire in rapPo.rto alle indicazioni esposte nella par­
te generale.
,La prima unità si estende su un'area geografica co­
stituita da un terr1torio in pendiO' a prato. e a bosco, di
una particolare unità figurativa naturale, che include gli
'aggregati urbani di Cavalese, Varena, Daiano, Carano,
Castello di Fiemme e Mo<lina. Su questa unità gravitano
anche Capriana, Valfloriana, appartenenti alla Valle di
Cembra. L'interesse turistico maggiore della valle di
Fiemme si concentra in questa unità, in cui ii Piano
prevede un incremento 'di attrezza4ure e di turismo in­
vernale ed estivo con la sistemazione e rettifica delle
strade turistiche alte.
Vari nuclei di residenza stagionale sono previsti in
connessione con Varena, DaianO' e CaranO', a nord-O'vest
di Cavalese e fra questo centro e Castello di Fiemme.
La riorganizzazione di Cavalese si, fonda su una va­
riante alla statale, che, passando più a monte, ai mar­
gini del paese, trova in alcune aree libere in doolivo e
in buona posizione per un centro direziO'nale, a cO'ntatto
con l'asse principale di sco.rrimentO' e con le zone più belle
deUa sovrastante cO'llina.
Della seconda unità insediativa fanno parte: Tesero,
Panchià e Ziano. II Piano prevede nei tre nuclei la cor­
rezione della statale per dare scorrevO'leZ7Jél al traffico,che
trO'va ora, specie a Tesero alcune strozzature.
Predazzo che è i'l centro urbano più popO'loso del
comprensorio, è considerato dal Piano come unità inse­
diativa di per sè stante. Essa è posta all'incontro della
Y1111e del Travignolo (che porta al Passo R(l!lle) con quella
doll'Avisio. Il Piano predispo.ne lo spostamento de'lla
statale verso ovest, sulla sinistra deIl'Av.i'Sio, delimi,tando
dal paese un'area già in parte O'ccupata da attività arti­
gianali (piccole industrie).
AnalO'ga destinamO'ne è stabilita per un'altra area ab­
bastanza defilata, a sud. Il Piano predispone al,tresì la
progettazione di un nucleO' direzionale di carattere com­
merciale in un'area interna al tessuto urbano di Pre­
dazzo, in parte occupata da costruziO'ni fatiscenti o inu­
tHizzate. Nella Valle del Travignolo, e in partiCIYlare nel­
la frazione di Bellamonte, il Prano Provinciale stimola
ulteriori possibilità di valorizzazione turistica, con oppor­
tune attrezzature di carattere sociale e provvede inoltre
al collegamento turistico col passo di Lusia e con la Valle
di Malgola.
In relazione agli incrementi turistici. prevedihili, il
Piano predispone l'ubicazÌone di un aeroporto nella piana
tra Predazzo e Ziano, che' oltre ad essere infrastruttura
fondamentale per l'intero 'Comprensorio dovrà servire le
zone turistiche di Rolle e San :r\1:artino di CastlO"6za. Il
Piano comprensoriale dovrà inoltre studiare l'ubicazione di
un completo sistema di altiporti, tale da rendere efficiente
e produt,tivo l'uso del mezzo aereo tmistico in alta mon­
tagna.
34
Suppiemen1G ol'dinano al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
La quarta Umta insediativa comprende l'intera val­
le di Fassa con· i centri di Moena, Soraga, Vigo, Pooza,
Mazzin, Campitello e Canazei ; concepita un~tariamente
come città-parco lineare nella quale il Piano prevede
un'asse fondamentale che in alcuni tratti corre, all'esterno
dei paesi, su due carreggiate separate, che snodandQSi
fra i prati senza la rigidezza delle arterie di scGrrimento
troppo rettilinee, segmmo l'andamente> naturale del ter­
reno. A Canazei quest'asse fondamentale, passando a sud
del paese, si divide in due rami, di cui uno si immette
nella sfata le del Pordoi, l'ahrG, previsto in parte sul
traccia~o attuale, ,porta al rpassodeHa Fedaia, fino a
collegarsi con la strada che vi sale da Caprile in pro­
vincia di Belluno.
A Moena il Piano
deviata a mezza costa
mette, a sud del paese,
che poi prosegue come
Costalunga.
prevede una variante alla statale,
verso Ovest, nella quale si im­
la stata'le del Passo S. Pellegrino
strada turistica fino al passo di
A Moena e Canazei il Piano prevede altresÌ un
centro commerciale a prolungamento e pontenziamento
dell'attuale per attrezzature commerciali di qualità per al­
berghi e, in zona Opportuna, per autosi:los che risolvano
il problema dei parcheggi invernaH.
Allo sviluppo di Moena contribuirà notevolmente il
collegamento con gli altri prati di Lusia, e la stessa at­
rività turistica in fase di continuo incremento al passo
S. Pellegrino, dove sono in corso progetti di impianti
verso la v,alle di S. Ni:colò a nord e il Col Margherita a
sud.
La zona di Canazei è ul1:eriormente potenziata dei
nuovi sistemi di impianiti che sono suggeriti verso Ciam­
pediè e la Val di S. Nicolò.
Altre attrezzature turistiche sono locali7..zate a Vigo,
Pozza, Campitello e Alba.
Il Piano ha altresÌ individu'ato tutte quelle zone
residenziali che sono atte a definire, nelle sue linee gene­
rali, l'assetto urbanistico del territorio.
I maggiori centri della valle, che rappresentano già
nuclei di accertamento di servizi per le loro caratterizzate
qualità turistiche, dovranno essere ult'eriormeute potenziati
con la razionaliz@zione di tutto il complesso dei servizi
socia'li consistente sia in una adeguata distribuz;ione di
essi in rapporto alle necessità, sia nell'ampliamento di
quelli manchevoli di carattere commerciale e si'a nel­
l'aumento della recettività a'lberghiera, ormai difettosa,
dato il numero sempre maggiore dei turisti di questi
ultimi anni. Inoltre per rafforzare la recettiv'ità turistica,
il Piano prevede la creazione di zone residenziali di
carattere stagionale, che dovranno essere fO'l'IIlate da
nuclei numerosi e di piccola entità, perehè siano assorbi­
ti nel paesaggio caratteristico più per varietà e dolcezza
di visuali che per dimensioni e forza di elementi na­
turali.
C. 2. - Valle del Cismon
Posto ai margini meridio'll'ali del gruppo delle Pale
di S. Martino, il comprensorio è costituito essenzialmente
da due valli: quella del Cismon su cui gravitano 7 degli
8 comuni, per un totale di 7.800 abitanti, e quella del
suo .affluente Vanoi, su cui gravitano le numerose frazioni
di Canal S. Bovo, per un ·tota,le di 3.100 abitanti.
Secondo il censimento del 1961 la popolazione resi­
dente nel comprensorio contav.a 10.887 unità ed era sta­
zionaria rispetto a quella censita nel 1951 e nel 1931.
Gli incrementi medi -annui sono quindi nulli dal 1931
ad oggi.
L'analisi del censimento demografico, secondo i rag­
gruppamenti per -attività economiche, fornisce le se­
guenti indic~oni:
nel settore agricolo dal 1951 al 1961 si è verificato
un notevole decremento degli addetti che sono passati dal
49 % al 31 % della popolazione attiva,con una dimi­
nuzione assoluta della forza lavoro ammontante a circa
1.000 unità. Ne è conseguito un notevole incremento
percentuale degli addetti all'industria dal 27% al 37%,
con un aumento di 500 unità valore assoluto, e nelle
altre attività, dal 24% al 32 ,con un aumento di
300 unità.
Circa i movimenti migratori si rileva che nell'agri­
coltura su 1.400 addetti circa 180 trovano lavoro fuori
comprensorio; nell'industria su 1700,addetti 530 lavorano
fuori comprensorio di cui 400 all'estero. Nelle a,ltre attività
su 1.450 addetti, 360 lavorano fuori comprensorio, di
cui 180 all'estero.
Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati
s:mo: addetti all'agrieoltura: età media 47,6 anni, gra­
do di invecchiamento 167; addetti all'industria: età me­
dia 36,5 anni, grado di invecchiamento 41; addetti 'alle
altre attività: età media 36,3 anni, indice di invecchia­
,mento 33.
Per quanto riguarda l'agricoltura si sono assunte le
ipotesi del ,relilltivo studio che prevede una superficie
agraria effettiva di 715 Ha. a prato di fondovalle e di
Ha. 4.325 di prato-pascolo (masi), con la possibilità
tecnica di organizzare 102 aziende zootecniche specia­
lizzate, con 204 addetti circa direttamente applicati al­
l'agricoltura, 31 ,alle infrastrutture e circa 187 addetti
alle foreste, per complessive 422 unità. Ciò comporta
una riduzione di dI'ca 980 unità sulle aUuali 1.400.
A questo punto, dalle previsioni demografiche, dagli
studi sulla struttura occupazionale al 1975, nonchè dai
calcoH sul fabbisogno dei nuovi posti-lavoro, si può rica­
vare che circa 700 unità lavorative abbandoneranno, nel
prossimo futuro, il settore agricolo o per pensionamento
o 'per decesso naturale, riducendosi in tal mooo gli ad.
detti all'agricoltura da 1.400 a circa 700.
A questi dati ultimi, al .fine di valutare l'effettiva
consistenza dell'agricoltura, vanno -aggiunti i ricambi,
Supplemento ordinario al B. U. 19settembl'e 1967 - N. 40
calcolati in 200 unità, i quali, per altro, hanno la fun­
zione di 'assicurare una continuità n~l settore.
Complessivamente dunque, al 1975, per evoluzione
naturale \Si dovrebbero avere all'incirca 900 unità lavo­
rative nel settore 'agricolo, ,cifra che risulta superiore di
480 unità circa a quella calcolata come sufficiente al
razionale dimensionamento dell'agricoltul'a.
Consideren!do l'incremento naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior parte­
cipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massi­
me indiC'ate dagli studi preparatori si prevede un fab­
bisogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario
pariall'ineiroa a 1.580 unità.
Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola
e la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera
per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel
comprensorio dovrebbero essere apprestati all'irtciroa 2.060
nuovi posti di lavoro.
Considerata la particolal'e posizione del compren­
sorio si ritiene di inte11pretare il suo naturale processo
di sviluppo prevedenldo un'assegnazione di addetti per
circa 830 unità all'industri'a, e per eÌrca 1.230 unità
alle altre attività.
PO<Ìchè tuttavia, almeno allo stato attuale, non sembra
prevedibile la possibilità di un assorbimento 'totale nelle
attività industriali delle unità assegnate all'industria, si
prevede che, per almeno 500 adldetti, i posti di lavoro
dovrebbero essere apprestati in altri comprensori e per
i riman€lIlti 330 drca, possono essere preventivati come
possibili nel comprelllSorio.
Tenendo altresì conto delle probabili riconversioni di
indusl'rie già esistenti, calcolate nella misUl'a del 10%
sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in
sede di dimensionamento delle aree industriali si è
prcvista una ulteriore espansione !delle stesse per 40
addetti circa.
Il dimensionamento delle aree deve ancora tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti
dell'artigianato o della piccola industria alle nuove ini­
ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel
10% degli addetti previsti. In V'alori assoluti questi tra­
sferimenti sono stati stimati in numero di 30.
Conseguentemente si è prevista un'area industriale,
a Est di Mezzano e Imer, per complessivi ha. 6,50 in
modo ,che, assieme a quelle che potranno essere scelte
dal Piano comprensoriale secondo quanto prescritto dalle
norme di attuazione, vi siano complessiV'amente dimen­
sioni sufficienti per un fabbisogno di circa 400 addetti.
Da un punto di vista urbanistico, questo compren­
sorio è caratterizzato dalla integrazione di due distinte
zonc territoriali, che vengono tra loro collegate per otte­
nere un più ampio potenziamento delle attività turi­
stiche, con una gamma molto importante e assai varia
di possibilità offerte allo sport invernale. Il Piano ha
. quindi predisposto la formazione di una maglia di in:f.ra­
35
strutture ,circolatorie, legate ai diversi centri e alla lo­
calizzazione ,degli 1mpianti sportivi, che riohiede anche
ilcontrÌhuto della provincia di Belluno certamente in­
teressata a un potenziamento turistico delle zone confi­
nanti, anche per il problema degli aeroporti turistici.
L'asse fondamentale di questa maglia è la strada
statale del Rolle che prende il nome ,di Schenèr nel primo
tratto; proviene da Primolano, attraverso Fonzaso e pro­
segue fino al Passo Rolle e a Predazzo; il Piano pre­
vede l'allargamento della sede stradale attuale con il
raddoppio delle curve più strette e opportune varianti
,all'attuale tortuoSQ percorso c all'attraversamento dei centri
urbani. Essa penetra nel comprensorio deviando l'at­
tuale tracciato a valle degli insediamenti di Mezzano,
Imer e Fiera; prosegue poi verso il Rolle sfiorando,
con un nuovo tracciato, S. Martino di Castroz.za.
Questo asse raggiunge altresÌ con una deviazione
la seconda zona del comprensorio costituita da Canal
S. Bovo e prosegue fino a Caoria, da dove si inizia una
nuova strada secondaria prevista dal Piano fino aJ. Passo
Cinque ,Croci Ove si innesta con la rete stradale del
sistema del Lagorai.
Inoltre, per rendere più brevi i collegamenti con
Txento, oggi disagevoli, il Piano prevede la sistema­
zione e il miglioramento delle caratteristiche della strada
che da Strigno porta a Castello Tesino ed il suo prolun­
gamento con un nuovo tratto che, attraverso Lamon, si
innesta snlla statale del Rolle. '
Da Castello Tesino verso il Broceon e Canal S.
Bovo, il Piano predispone la sistemazione e il potenzia­
mento dell'attuale ,strada panoramica attualmente assai
stretta e 'tortuosa.
Fanno parleahresì della rete principale del com­
prensorio, sia la nuova strada fra Zortea, e S. Martino
attraverso la Valle del wzen, sia ad est, quella del
Passo Cereda da allargare edasf'altare, sia infine il
nuovo collegamento fra il comprensorio e Belluno attra­
verso il Passo Finestra. A questa maglia fondamentale
si collega una seriecapi11are di nuove str:ade a carattere
turistico, in cui sono preminenti quelle che portano agli
impianti di risalita della zona di Canal San Bovo, di
S. Martino, di Fiera, Mezzano e Imer.
Per quel che riguarda gli impianti per gli spprts
invernali il Piano suggerisce tre distinte direzioni di
intervento: la prima ha come epicentro S. Martino di
Castrozza, dove si prevede un generale potenziamento
delle strutture di tr:asporto scÌ'istico con la costruzione di
nuovi impianti soprattutto ad ovest, verso il Colbrieon;
la seconda è la zona di fondovalle di Primiero dove gli
mterventi dovrebbero interessare da una parte i crinali
di Pinedi e dall'altra l'altipiano delJe Vederne; la terza
è la valle di Calaita con i 'pendii ,laterali.
Il comprensorio è altresÌ interessato dal 'Parco naturale
di Paneveggio che si spinge verso S. Martino di ·Castroz­
za, fino a comprendere le foreste deman1aH di Val Sorda
e Val Zanca.
36
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
In 'relazione al carattere e alla distribuzione degli
insediamenti nelle due zone geografiche che costitui­
scono il comprensorio, questo è distinto in tre unità in­
sediativc.
La prima è costituita da Mezzano e Imer vicinissimi
l'uno all'altro e perdò .costituenti una unità organica di
notevole valore se le si conferisce maggiore forza, con­
centrando nella zona intermedia la struttura direzionale
commerciale che il Piano vi ha predisposto e facendo
in modo che essa sia in contatto con l'arteria fonda­
mentale di scorrimento costituita dalla strada per il Rolle.
La seconda unità insediativa è costituita dai quattro
abitati ,di Fiera di Primiero, TJ."lIDSacqua, Siror e To­
nadico, che per la loro .compattezza possono trasformarsi
in una unità insediativa assai caratteristica, con una
forte accentrazione degli aspetti direzionali in Fiera di
Primiero. Si tratta ovviamente di stabilire altri legami
tra i quattro comuni, predisponendo tra loro opportune
attrezzature, uniformando la rete stradale e trovando
nuclei di attrazione che concorrano alla loro unità.
Laterza unità insediativa comprende il territorio
del comune di Canal S. Bovo, in .cui sono :previsti iinter­
venti di. carattere turistico atti a integrare con mag­
giore intensità gli insediamenti urbani.
Secondo questi ~teri ha agito il Piano provinciale
nella localizzazione delle principali infraSltrutture di
servizio sociale e nel potenziamento del sistema della rete
stradale di cui ha curata l'individuazione dei rapporti con
la statale per il Rolle.
Il Piano indica altresÌ all'·attenzione del piano co~­
prensoriale ,lo studio dettagliato della rete minore con
particolare riguardo a quella di relazione tra i diversi
insediamenti.
C. 3. - Bassa Valsugana.
Il comprensorio si estede dal confine del comune
di Levico 'a quello di Cismon del Grappa ID prov.incia
di Vicenza, nella valle limitata a nord dalla catena della
cima d'Asta e dal gruppo del Gronlait-Fravort e a sud
dall'altipiano di Asiago. Le attuali p,aludi torbose del
fondo valle sono le tracce dei laghi originari di earattere
fluviale; oggi vi scorre il fiume Brenta suna cui sponda
sinistra, una serie di piccoli centri urbani si susseguono
situati a varia altezza fra i 200 e gli 800 metri sul
llvello del mare. Essi sono sparsi sulle pendici della
C'atena della cima d'Asta e del g;:ruppo del Gronlait­
Fravort, mentre sul lato opposto ,l'Altipiano di Asiago,
più acclive ed esposto a nord, è :privo di insediamenti.
Nella pittoresca valle del Tesino in cui scorre il
to.rrente Grigno che nasce dal 'laghetto di cima d'Asta a
2.457 metri, sorgono più in basso Bieno, poi Pieve Tesino,
indi Cinte Tesino e Castello Tesino.
Si tratta di···un comprensorio :più omogeneo di
quello vicino dell'Alta Valsugana per la linearità degli
insediamenti di .fondo valle e l'uhicazione di quelli a
media altezza sulle pendici delle catene montuose, e .per
il fatto ,che la parte più alta, se verrà aperta al turismo
estivo e invernale, potrà costituire un completamento
efficacissimo per l'economia generale del comprensorio.
Secondo l'ul1imo censimento del 1961 la popola­
zione residente nel eomprensorio contava 26.595 unità,
mentre nel '31 i censiti el'lano stati 29.062 e nel 1951
27.531. Si è perdò verificato un continuo decremento
di popolazione, fatto questo singolare del comprensorio,
in quanto in tutti gli altri, sia pure molto debolmente, si
è sempre registrato un incremento positivo nei vari cen­
simenti. Analogo fenomeno manifesta la popolazione
presènte ·confermando la gravità del processo di spopo­
lamento di questa valle, che pur avrebbe buone possi­
bilità di ripresa.
Esaminando più analiticamente questi dati notiamo
che l'indice 0,42 di concentrazione della popolazione è
notevolmente inferiore 'a quello medio di O,51 della
provincia. Notiamo altresÌ che, in rela2lÌoneall':altitu­
dine, .i comuni di pianura hanno il tasso di incremento
negativo più piccolo, mentre quelli di collina hanno il
più elevato.
Un'analisi del censimento, secondo i raggruppa­
menti per attività economica, indica che la popolazione
attiva è rimasta nel decennio 1951-1961 pressochè inva­
riata secondo una percentuale del 42-43 %. Nel settore
dell'agricoltura la popolazione attiva ha ,avuto :un decre­
mento nOitevore, ed è passata dal 51 % al 33 %, è scesa
cioè, in valore assoluto di addetti, da 5.920 a 3.640
nnità.Nellealtre attività si è verificato invece un non
elevato incremento positivo. Nell'industria si è avuto un
incremento di 450 unità, nel commercio di 350 unità,
nelle altre attività terziarie un piccolo incremento di
60 unità.
Merita ancora una ,certa atteumone il modo secondo
cui si distribui~ono le forze lavoro fuori del compren­
sorio. Sui 4.900 addetti all'industria eirca 1.800 lavo­
rano fuori del comprensorio, massa veramente notevole
che [n gran parte, per circa 1.430 unità, è emigrata al­
l'estero. Per quel che riguarda le ,altre attività, delle
2.800 unità che le costituiscono, 590 ,lavorano fuori
del comprensorio, di cui 350 'all'estero.
Per quel che riguarda gli addetti ,all'agricoltura è
da rilevare che su circa 3.600 unità solo una novantina
trovano impiego fuori del comprensorio.
In relazione all'indice di invecchiamento, si ha un
valore assai elevato nei contadini, con un'età media di
48,3 ,anni, mentre per gli addetti all'industria l'età me­
dia è di 34,6 anni, nelle altre attività l'età media è di
36,9 anni.
Anche in questo comprensorio il numero degli ad·
detti all'agricoltura supera quello degli addetti alle at­
tività terziarie, dimostrando il grado di aN'etratezza. neillo
sviluppo.
Supplem~nto
oodinario .al B. U. 19 settemhre 1967 - N. 40
Nel settore dell'agricoltura ,tre distinte zone di col­
ture sono presenti: la prima, divisa in due suharee,
comprende le parti meno alte del comprensoi"io, la seconda
ifiguarda i comuni ili Ronchi e Torcegno, la terza si
riferisce al territorio del Tesino.
Nella prima zona, ,per la :prima subarea, nei co­
muni di Novaledo, Telve di Sopra, Telve, Carzano, Villa
Agnedo, Ivano-Fracena, Spel'l8., Ospedaletto, Grigno, lo
studio sull'agricoltura prevede .aziende frutticole specia­
lizzate con una superficie effettivamente desflinabile a
tale coltura di ha. 1.515 con circa 505 aziende autosuf­
ficienti ili ha~. 3 ciascuna, 1.010 addettidire'ttamente
occupati nell'agricoltura, 151 assorbiti dai servizi e circa
57 addetti alle foreste, per un totale di circa I.218 ad­
detti. Nella seconda subarea, 'Che comprende i comuni
di Roncegno, Scurelle, Strigno, Samone, Borgo, Castel­
nuovo, sono prevedibili aziende frutticole e zootecniche
specializzate con un'area effettivamente destinabile 'a
frutteto di ha. 590, con 197 aziende frutticole di 3 ha.
ciascuna, e con una superficie effettivamente destinabile
a prato di ha. 1.750 con 91 aziende wotecnÌche di
superficie variabile dai 14 ai 32 ha. ciascuna.
Complessivamente il numero degli addetti diretta­
mente all'agricoltura risulta di 575 unità, quello degli ad·
detti alle infrastrutture di 86 unità e di 72 ai boschi,
per complessive 733 unità.
Nella zona di Ronchi e Torcegno lo studio sulla
agricoltura prevede solo aziende zootecniche in una
superficie effettivamente destinabile a prato di ha. 260
cou 16 aziende ili 16 ha. ciascuna, che hanno 32 addetti
direttamente all'agricoltura, 5 alle infrastrutture e 7 ai
boschi, cioè wmplessivamente 44 addetti.
Nella zona di Tesino, che comprende i comuni di
Bieno, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Castello Tesino si
prevedono aziende ad indi.:rizzo zootecnicospecializzate
in una superficie destinahile a prato di ha. ·665 con 42
aziende di 16 ha. ciascuna, che avranno 184 addetti desti­
nati direttamente all'agricoltura, 13 alle infrastrutture
e 98 ai boschi, cioè complessivamente 195 addetti.
Presi nel loro complesso tutti gli addetti all'agri­
coltura che si prevedono impiegati nelle diverse zone
del comprensorio ammon~no a 2.191 unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla
struttura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul
fabbisogno .dei nuovi posti-lavoro, si ricava che, circa
1840 unità Javorative' abbandoneranno, nel prossimo
decennio, il settore agricolo o per pensionamento o per
decesso naturale, riducendosi in tal modo gli addetti
all'agricoltura da 3.640 a circa 1.800.
A questi dati ultimi, alfine ili valutare l'effettiva
consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal­
colati in 520 unità, i quali per altro, hanno la funzione
di stabilire l'indispensabile legame fra [e varie classi di età.
Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale, si dovrebbero avere all'incirca 2.320 unità
37
lavorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore
di 13 O unità eirca a quella calcolata come sufficiente al
razionale dimensionamento dell'agricoltura.
Considerando l'incremento naturale, l'apporto del­
le nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior
:partecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi
massime indicate dagli studi preparatori si prevede un
fabbisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter­
ziario 'pari all'incirca a 3.760 unità.
Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola
e la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera
per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel
comprensorio dovrehbero essere apprestati all' incirca
3.890 nuovi posti di lavoro.
Considerata la :particolare posizione del compren­
sorio si ritiene di interpretare il suo nàturale pocesso di
sviluppopevedendo una assegnazione di ·addetti per cir­
ca 2.330 unità nell'industria e per circa 1.560 nelle al­
tre attività.
Poichè tuttavia è stato previsto nel comprensorio
un notevole potenziamento delle attività industriali, si
ritiene possibile un ulteriore assorbimento di circa 500
addetti all'industria, i quali verranno a confluire nel
compensorio da altre zone.
Tenendo quindi conto delleprevedihili rinconver­
sÌoni Idi industrie esistenti, calcolate nella misura del
10% sugli addetti alJe industrie manifatturiere al 1951,
in sede di dimensionamento delle aree industriali si è
pre\.'":Ìsta una ulteriore espansione delle stesse ,per 100
addetti circa.
Il dimensionamento delle aree deve ancora tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti al­
l'artigianato o della piccola industria alle nuove 1IDZla­
live industriali, stimato per questo comprensorio nel lO
degli addetti previsti. In valori assoluti questi trasferi­
menti sono stati stimati in numero di 280.
Le zone industriali previste vengono pertanto di·
mensionate su unprobahile fabbisogno di circa 3.210
addetti, per i quali
Piano predispone un complesso
di aree di 175 ha., in un sistema che si sussegue da
Novaledo a Grigno, per 1lOOtrentina di KID.. e che rap­
presenta uno dei più grossi nuclei industriali progettati
per il Trentino. Il Piano Urbanistico Provinciale ne in­
dividua l'ubicazione, l'estensione e lo schema secondo
una serie di lotti lungo la valle in parte allaociati alla
linea ferroviaria e alla nuova arteria Trento-Venezia;
tutta la zona può essere dotata di abbondanti quantità
d'acqua per uso industriale.
Accanto alle attività industriali prevalenti in que­
sta valle, il Piano prevede :gli elementi fondamentali per
una' migliore organizzazione del turismo estivo e in­
vernale.
Per quanto riguarda IiI primo, particolare impor­
tanza assume il potellZÌamento del complesso termale di
Roncegno e, accanto a questo, una migliore ilistrihu­
n
38
Supplement.o ordinario al B. U. 19 setf:remhre 1967 ~ N. 40
ziGne deLla residenza stagiGnale nei vari eentri cGllinGsi
e montani.
Per il turismG invernale il comprensGrio presenta
due zone di notevole interesse nella Val ,Campelle e al
Passo del Broecon.
Per quel che riguarda quest'ultimo il Piano pre­
vede l'integrazione e il pGtenziamento degli impianti
esistenti verso ,il monte Agaro con il miglioramento del­
le strutture rieettive; mentre per la Val Campelle, ca­
ratteristica nella sua parte più alta per la posizione di
collegamento con la Val Cià, il Piano prevede un si­
stema di impianti che conduee direttamente nel CUGre
del Lagorai. Altra zona di limitato interesse per gli im­
pi,anti invernali è la Val di Sella.
In funzione ,di questo sviluppo produttivo, ,potrà
aumentare il potere di acquisto della popolaziGne, ehe
pGtrà sistemarsi secondo una continuità di relazioni a
cui parteciperanno i diversi centri. Il Piano predispone
tali centri entro un sistema in cui i comuni più a valle
e prossimi aUe grandi vie di comunicazione cioè N ova­
ledo, Borgo, CastelnuGvo, Villa Agnedo, concentrano al­
cuni grossi servizi pubblici che per la IGro dimensiGne
e qualificaziGne di attività amministrative dovranno es­
sere ,proporziGnati all'importanza del comprensorio.
Di questa struttura urbanizzata fanno parte altresì
i centri più alti che formano tra 1001'0 un grande arco
di locam..zazioni, 'con particolari 'possibilità turistiche per
alcuni di tali centri, e 'con uno sviluppG di attività ter­
ziarie proporzionate al complesso degli :inscdiamenti. Fra
queste attività hanno maggior rilievo i centri commer­
ciali che potranno essere localizzati a Roncegno, Stri­
gno, Castel Tesino e che avranno un maggiore sviluppo
turistico per il rafforzamento quantitativo 'c qualitativo
delle 'attrezzature. Del comprensorio fa parte, altresÌ un
centro scolastico superiore, ,che avrà come specializza­
zione la tecniea; sarà ubicato ad ovest di Borgo in loca­
lità pressochè haricentrica per tutte le provenienze del
comprensorio.
Il Piano prevede, come già si è detto, il passaggio
lungo la valle di una nuova arteria di scorrimento verso
Venezia e l'Adriatico la quale accorcerà i percorsi tu­
ristici in questa direzione di circa 60 Km. rendendo più
fluida la circolazione.
Questa arteria,sostituendosi alla strada statale, co­
stItuisce l'infrastruttura fondamentale della valle, alla
quale si appoggiano tutte le altre maggiori localizzazioni.
Le sue caratteristiche, e i punti di contatto con la rete
secondaria, sono stati quindi previsti in funzione del­
nntero sistema di localizzazioni e comuni,cazi<mi.
La Valsugana si trasforma in tale modo in una
perfetta area, specializzata in ogni tratto del suo terri­
torio, approfittando della efficienza di attre:r..zature che
possono essere organizzate lungo l'asta della valle, ser­
vite da questa nuova arteria c dalla ferrovia, 'convenien­
temente trasformata.
Scendendo ad un'analisi plU particolare, il piano
prevede la suddivisione della trama strutturale in alcune
fondamentali umta insediative, la cui individuazione
dovrà C'iSere ulteriormente sviluppata, secondo
criteri
esposti nella parte generale.
La prima grossa nnità insediativa fa capo a Borgo
e comprende Castelnuovo, nel ,fondovalle, e nella zona
collinare, Telve di Sopra, Telve, Scurelle, Gart;a.1lo, Stri­
gno, Spera, Samone, Villa Agnedo, I vano Fracena, Ospe­
daletto, 'con una popo1azione complessiva di 13.700 abi­
tanti. Il Piano prevede due altre unità insediative mi­
nori una ad ovest che comprende Novaledo e Roncegno
a valle, e Ronchi e Torcegno a monte, e l'altra ad est
di Strigno, con i centri turistici di Montagna di Bieno,
Pieve Tesino, Cinte Tesino, Castello Tesino e con Grigno.
L'organiz2lllzione urhana di Borgo-Castelnuovo in­
cluderà, secondo il Piano, un'area di 'carattere direzio­
nale e una adiacente di carattere industriale a monte
del nuovo collegamento con Venezia ad est di Borgo.
La prima è un',area specializzata di carattere direzio­
nale commerciale, ,che si ,collega al centro antico di
Borgo e alla strada che viene dai centri più alti e vi
scorre tangenzialmente raccordandosi alle principali ar­
terie interne.
I eontatti fra Borgo-Castelnuovo e i centri di colli­
na sono 'rafforzati sia dal miglioramento dei tracciati
i delle 'arterie trasversali che salgonO' verso i cen tri stessi
e sia da un anulare ,che li collega e che ritorna verso
l'asta del centro di pianura ,Borgo-Castelnuovo.
Sia per Borgo che per, Castelnuovo si sono previste
delle espansioni edilizie e così anche per la zona di
collina, organizzando un nucleo ediLizio di ,carattere pre­
va:lentemente lineare tra Telve e Carzano e un altro
nudeo edilizio fra Scurelle e Strigno, per ottenere, lungo
la dorsale, una continuità edilizia ,che dovrebbe sottoli­
neare le notevoli qualità del paesaggio.
La seconda unità insediativa comprendente Nova­
ledo, Roncegno, Ronchi e Torcegno, si trova al centro
dei diversi nuclei costituenti l'unità 1inearealla valle.
Roncegno è a sua volta messo in contatto con Borgo per
mezzo di una dorsale tangente al centro urbano e che
scende collegandosi alla nuova arteria di scorrimento e
continuando con una strada prossima a questa fino a :rag­
giungere Novaledo.
Qui si inserisce una zona industriale di circa ha. 21
fra la statale e la ferrovia e in eorrispondenza di Borgo,
è ubicato un altro nucleo industriale di drca 49 ha.
In questa unità notevole significato assume il poten­
ziamento della stazione termale di Roncegno, che po­
trebhe speeializ.zarsi. in cure particolari.
Grigno e i centri montani di Bieno, Pieve Tesino,
Cinte Tesino e Castello Tesino costitui5eono la term unità
insediativa ,che ,deve trovare la sua integrazione attraverso
un sistema di ,collegamenti da studiarsi.
L'organizzazione di questa unità insediatÌva è pre­
mente, non avrebbero un'ef.fìciente propensione allo svi­
39
vista in modo che la residenza sia ,tutta concentrata nei
vari nuclei del Tesino mentre a Grigno si specializ2'le­
ranno le unità tecniche del grosso nucleo industriale di
41,50 ettari che sarebbe destinato a industria pesante.
I nuclei montani trovano, dunque, nella oompJementa­
metà delle zone industriali di valle il loro punto di in­
tegrazione.
da 4400 unità del 1951 a 5970 unità del 1961. Anche
nelle altre attività si manifesta un buon incremento
con il passaggio da 3390 unità del 1951 a 4310 unità
del 1961.
Particolare importanza viene ad assumere nell'or­
ganizzazione prevista dal Piano il collegamento Castello
Tesino - Statale 50 attraverso Lamon che costituirà, una
volta retti.fìcata e potenziata, la via più breve di contatto
fra ,la Valsuganaed il comprensoriO' del Cismon, nonchè
fra T!l"ento e Belluno.
Dei .6000 addetti all'industria censiti nel 1961 eÌr­
ca 1490 lavorano fuori del comprensorio, di essi 1190,
cioè la massima parte, lavora all'estero; 130 in altre pro­
vince italiane e 170 all'interno del comprensorio, ri­
mangono pertanto 4500 addetti alle attività indnstriali.
Per quel che riguarua le altre attività, dei 4300 addetti
che vi erano impiegati nel 1961, circa 490 lavoravano
fuori del comprensorio, e precisamente 120 nella pro­
vincia, 110 nelle altre province italiane e 260 all'estero.
Per quel che riguarda gli addetti all',agricoltura sui
4900 addetti, una dnquaritina lavoravano fuori .del com­
prensorio.
L'indice di invecchiamento dell'agricoltma nel 1961
corrispondeva ad un'età media 46,8 anni, mentre nel­
l'industria l'età media era di 35,2 anni e nelle rutre
attività di 36,0 auni.
C. 4. - Alta Valsugana
Il comprensorio immediatamente ad est di Trento
oltre alla conca del Perginese e al bacino di Levico­
Caldona7'lW, include la 'valle di Pinè, l'altipiano di La­
varone, la valle del Fersina, cO'noSICiuta anche con il
nome di Valle dei Mocheni.
Si tratta di un comprensorio eterogeneo, le cui va­
rie parti possono essere, tuttavia, organizzate e unili­
cate per integrazione e per complementarietà di interessi
e di 'caratteri deNe economie locali che, prese separata­
mente, non avreb~o un'ef.fìciente propensione allo svi­
luppo.
Quanto alla popolazione essa è !l"Ìmasta sulle 38.800
unità, nell'inte:r:v;allo fra icen.simenti del 1931 e del
1961, relativamente alla popolazione residente, mentre
nel censimento intermedio del 1951, questa si presenta
in decremento di 1.000 unità. Essa ha altresÌ un in­
dice di concentrazione di 0,54 che è il più alto del
Trentino dopo quello della valle dell'Adige; sono inoltre
piuttosto forti ae differenze dell',ineremento di popola­
zione nell'intervallo 1951-1961 fra i paesi di pianura,
quelli ,di collina e quelli di montagna; nei primi l'in­
cremento è stato 3,7 per mille, nei secondi si è alVuto
un decremento di 0,9 per mille, in quelli di montagna,
anche per effetto del maggiore reddito turistico, si è
avuto un incremento dell'1,9 per mille. Mettendo in
rela7'ione la concentrazione piuttosto forte del compren­
soriooon l'accentramento dei ,più grossi insediamenti
avremo un quadro completo della situazione demografica
che indica f'orti incrementi nei centri più importanti,
che sono tutti in pianura, ed incrementi più deboli o
addirittura negativi nei ,centri di collina, che sono quasi
tutti più ,piccoli.
Un'analisi del censimento demogra.fìco secondo i
l'aggruppamenti per classi professionali, indica che la
popola:bione attiva nel settore dell~agricoltura era scesa
nel decennio 1951-1961 dal 49% al 33% di tutta la
popolazicme attiva, portandosi in valore assoluto da 7370
unità a 4930 unità. Le altre attività mvece presentano
nel decennio un notevooe incremento: gli addetti alI'in­
dustria passano dal 29% al 39%, in valore assoluto
Merita ancora una certa attenzione il modo secondo
il quale si distribuiscono le forze di lavoro fuori del
comprensorio.
Questi dati mostrano come da una condizione di
netto predominio delI'agricoltura in questi ultimi dodici
o tredici anni si sia passati alla inversicme delle attività
economiche secondo un processo che, se in un certo
senso è analogo a quello di molti comprensori, se ne dif­
ferenzia tuttavia per il. numero ancora piuttosto forte
degli addetti all'agrieoltura che supera ancora sensibil­
mente quello delle attività terziarie. Il Piano, nel pro,
grammare una serie ,di interventi urbanistici adatti a
provocare uno sviluppo equilibrato del comprensorio,
pone fra le due finalità quella di equilibrare in senso più
organico a questo sviluppo, le tre attività, dando a quel­
la terziaria una' maggiore rilevanza e prevedendo per
gli addetti alle attività agricole una contrazicme nume­
rica, secondo le indiOO2lÌoni tratte dallo studio sull'agri­
coltura.
La specializzazionc agraria delle aziende del com­
prensorio ,corrisponde alle varie parti, in certo senso ete­
rogenee, del territorio. Per la Valsugana Mta, propria­
mente detta, il territorio è suddiviso in quattro subaree,
ognuna con un proprio indi.rizzo di coltum; per la valle
di Pinè l'indirizzo delle colture è uon solo; altrettanto
dicasi per la valle del Fersina e per l'AJtipianodi La­
varcme.
La pl'ima subarea della Valsugana Alta compren­
de i comuni di ,CalcemnÌca, CaldOlla7'lW, Tenna e Levico
a indirizzo frutticolo e specializzato, la cui superficie ef­
fettivamente destinabile a frutteto èdi ha. 2205 con
735 aziende ,di 3 ha. ciascuna e circa 1.470 addetti di­
rettamente all'agricoJtura, 221 alle attività infrastruttu·
rali e 46 addetti alle fO!l'este; complessivamente 1.737
addetti dI'ca.
40
Supple:merrto ordinariO' al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
= = =...-
..
~~_
..
_~_
La seoond1l suharea che comprende i comuni di Bo­
sentino, Civezzano, Fornace è a indirizzofrutticolo-zoo­
tecnicocO'n una superficrie effettivamente destinobile a
EruttetO' di ha. 350, 117 aziende di 3 ha. ciascuna e con
una superficie effettivamente destinabile a. prato di 270
ha., con 16 azlÌende di 20 ha. ciascuna.
numero totale
delle aziende è di 133 con 266 addetti direUamente al­
l'agricoltura, 40 alle infrastrutture e 12 addetti alle
foreste, per un complesso di 31.8 unità.
La terna subareache comprende il comune .di Per­
gine, è aindi.rizoo frutticolo-:viticO'lo-zootecruco, con una
superficie effettivamentc destinabile a frutteto di ha.
1.140, divisa in 380 aziende di 3 ha. ciascuna, con una
superficie effettivamente destinahile alla viticoltura di
ha. 390 divisa in 56 aziende di 7 ha. ciascuna e con
una superficie effettivamente destinabile ,a prato di ha.
580 divisa in 45 aziende di 13 ha. Complessivamente
le aziende sO'no 481 con 962 addetti direttamente alla
agricO'ltura, 144 alle infrastrutture e 53 addetti alle
foreste, per un totale di 1.139 addetti drc'a.
La quarta suharea che comprende i ,comuni di
Vattaro, Centa San Nicolò si prevede sistemata con azien­
de ad indirizzo zootecnico specializzato con una super-·
ficie effettiva a pl'ato di ha. 540, ,con 30 aziende di 18
ha. ciascuna, 60 addetti direttamente all'agricohura, 9
alle infrastrutture e 23 addetti alle foreste; complessi­
vamentc 92 addetti.
Nella valle ,di Pinè che comprende i comuni di
Baselga di Pinè e Bedollo, sono previste aziende a in­
dirizzo zootecnico puro con una superficie effettiva·
mente destinahilea prato di ha. 600 con 40 aziende
di 15 hà. ciascuna, ,che hannO' 80 addetti direttamente
all'agricoltura, 12 alle intrastrutture e 44 addetti alle
foreste, ciO'è ,complessivamente 136 addetti.
n
Nella valle del Fersina che comprende i C<Jmuni
di Palù del Fersina, Sant'Orsola, Frassilongo, Fierozzo,
Vignola-Falesina sono pl'eviste soltanto aziende zootec­
niche pure con una superficie effettivamente destinabile
a prato di ha. 860 con 33 aziende di 26 ha., che hanno
66 addetti direttamente all'agricoltura, lO alle infrastrut­
ture e 32 addetti ,alle foreste, cioè complessivamente 108
addetti.
Nell'Altipiano di Lavarone, che comprende i comuni
di Lavarone e Luserna, si prevedono aziende zootecniche
pure con una superficie effettivamente destinabile a prato
di ha. 300, con 15 aziende zootecniche, di 24 ha. nel
comune di Lavarone e di 12 ha. nel comune di Lu­
serna, con 30 addetti direttamente all'agri,coltura, 5 alle
infrastrutture e 20 addetti alle foreste; complessivamente
55 addetti circa.
Presi nel loro insieme tutti gli addetti all'agricoltura
che si prevedono impiegati nelle diverse zone del com·
'
prensorio ammontano a 3585 unità.
Questo ratto, se d1l un lato serve a riportare l'agri­
coltura a più elevate condizioni di rendimento, dall'al·
i
..._ - _..
trQ acuisce le difficoltà dei problemi del lavoro, ailmeno
per un cerJ;o intervallo di tempo, in quanto si prev~e
un impiego globale di mano d'opera contadina, di 3.585
unità, C<Jntro le 4.940 censite nel 1961.·
Dalle previ;s~on:i demografiche, dagli· studi sulla strut­
tura 'Occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fah­
bisogno dei nuovi posti-lavoro, si rica,va d'altra parte che
circa 2.350 unità lavO'rative ahhandoneranno, nelprossi­
mo decennio, il settore agricolo o per pensionamento o
per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli ad­
detti all'agricoltura ,da 4.940 a circa 2.590.
A questi dati ultimi, al fine di valutare la effettiva
consistenza deLla forza lavom 'agricola, v,annQ aggiunti
i ricamhi calcolati in 740 unità, i quali, peraltro, hanno
la funzione di stahilire l'indispensabile legame fra le
varie classi di età.
CQmplessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale si dovrebbero avere all'incirca 3.330 unità la­
vorative nel settore agricolo, cifra ehe è inferiore di
circa 260 unità, a quella calcolata come sufficiente al
razionale dimensionamento dell'agricoltura.
Considerato l'ineremeuf() naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par­
tecipazione deUa donna aJ. lavoro, sCC<Jndo le ipotesi mas­
sime indicate dagli studi preparatori si prevede un fab­
bisogno di nuovi posti nel settore secondariO' e terziario
pari all'incirca a 4.230 unità.
Complessivamente quindi per la prevedibile mag­
giore disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi
viste si prevede ,che, al 1975, nel comprensorio dovreb­
bero essere apprestati all'incirca 3.970 nuovi posti di
lavoro.
Considerata la particolare posizione del cQmprensorio
si ritiene di' interpretare il suo naturale processo di svio
luppo p'revedendo una assegnazione di addetti per circa
1.790 unità all'industr~a e per circa 2.180 alle altre
attività.
T'enendo quindi conto delle prohabili riconversìoni
di industrie esistenti, calcolate nella misura del lO
sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in
sede di dimensionamento delle aree industriali si è pre­
vista una ulteriore espansione delle stesse per 120 ad­
detti circa.
Il dimensionamento delle ,aree deve ancora tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti
dell'artigianatQ o della piccola industria ,alle nUQVe ini­
ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel
lO % degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra·
sferimenti SOinO' stati stimati in numero di 180.
Le zone industriali previste vengono pertanto di­
mension'llte su un probabile fahbisogno di cirea 2.090
addetti.
Il Piano Urharustico Provinciale prevede di ubi·
care a nord di Pergine tre aree industriali per comples­
sivi 55,50 ha. circa, a est di Leviooun'area di circl'
SupplementO' oo:din:arro al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
14 ha. ea sud-ovest dci lagO' di CaldonazZo altri 18,
per venire incontro a queste necessità di incremento
dello sviluppo industriale.
Il Piano prevede altresÌ tre zone particolarmente
idonee ad uno sviluppo degli sports invernali. Nella pri­
ma, che comprende la parte terminale dell'altipiano di
Pinè .e le testate delle valli di Palù e di Calamento, il
Piano prevede una serie di impianti che collegano il
fondovalle ai crinali in modo dacostrnire un insieme
assai vario e piacevole.
La seconda zona ha come epicentro Vetriolo, dove
è previsto un generale potenzi amento degli impianti esi­
stenti ·con una loro estensione verso il FrravO'rt.
La ,terza area infine riguarda l'altipiàno di Lava­
rone,con unpotenziamento degli impianti esistenti
OOtato dalle quote relativamente modeste dei crinali.
Da .un punto di vista urbanistico il comprensorio
è caratterizzato dalla presenza dei due grossi centri di
Pergine e di Levico.
Su di essi si impernia tutto il sistema di rela7iÌoni
tra gli insediamenti che costituiscono la base strutturale
dello sviluppo di questa parte del territorio. La maglia
delle comunicazioni si definisce per la presenza di una
grande arteria di scorrimento internaziO'nale, la S.S. del­
la Valsugana, che i~ PianO' prevede di trasformare ra­
dicalmente sia nel tracciato che nella se7iÌone in modo
da 1"enderla idonea a svolgere pienamente la sua fun­
zione di strada di collegamento tra il litorale venetO' e
l'autO'strada del Brennero.
n­
La superstrada progettata passa tangenziMmente ai
due maggiori centri e raccO'glie lungo il suO' percorso ci
tràffici delle maggiori looolizzazioni prodnttive, sia tu­
ristiche che industriali.
Alla superstrada si collegano le altre fondamentali
arterie stradali come quella congiungente :la Valsugana
alla Val di Fiemme attraverso la Val di Cembra, la
strada di Pinè, quella di VigolO' Vattaro e Calceranica,
la strada della Val dei Mocheni e di Vetriolo, e infine
i collegamenti con l'altipiano di Lavarone.
Il Piano indica per questo comprensorio la neces­
sitàdi trovare una stretta integra7iÌone tra insediamenti
e attività produttive, esistenti o previste, con appropria­
te loca~7iÌoni funzionali.
A questo scopo si è organizzato il territO'rio in tre
unità insediative di fO'ndO' valle, che costituiscO'nO' i poli
veri e prO'pri di coordinamentO' dellO' sviluppO', e in tre
unità di montagna.
La prima di queste unità insediative ha come epi­
centrO' il comune di Levico e comprende anche il ca­
mune di Tenna. L'insieme si estende intO'rnO' aI parco
che s'affaccia sul lago di Levico con le sue nuave at­
trezzature alberghiere e con il suO' terminale a Tenna
O've si prevede un intervento di attrezzature di :carattere
residenzia,le, mistO' stagiO'nale e stahhle, che dovrebbe equi­
librare le attuali disaTillO'nie della mn:a. In rela7iÌO'ne a
41
questo intervento <per la strada che attraversa oggi Ten­
na, ·deviata fuO'ri del centro abitatO' e nell'ansa che ver­
rà <cO'sÌa crearsi, si ,prevede una attrezzatu:ra· di par­
cheggi e di slarghi. In rapportO' alla dc<VÌaziO'ne del traf­
ficO' che cO'ngiunge TrentO' cO'n Venezia attraverso la
nuO'va arteria prevista, si è prO'grammata la riO'rganiz.
za7iÌone .. del centrO' urbano di Levico ed hl suO' ,collega­
mentO' ·ad uno snodO' dell'arteria suddetta; a valle del­
l'attuale statale si è uhicata un'area industriale già men­
ziO'nata con una sua particolare attrezzatura ,che la svin­
cO'la dalla stessa; più ad O'vest, sempre sulla statale, tra­
sformata in arteria residenziale, si è creato un centro
direziO'nale in cO'llegamentO' cO'I parco. Per l'ulteriO're svi­
luppo di quest'unità insediativa si sonO' scelte una zona
nuova, tangente alla strada che pO'rta a VetriolO' Terme,
a 1,500 metri di a,ltezza, e una zona da saturare, situata
più 'a vaLle, tangente alla statale.
La seconda unitàinsediativa, a sud del lagO' di Cal­
donazzo, cO'mprende i centri di Calceranica, CaldO'nazzo,
Centa, VigO'IO' VattarO', che .sarannO' legati tra 10'rO' da
un certo numero di attrezzature di carattere direziO'nale
e turistico previste approfittandO' sia della presenza del
lagO', sia dei primi mO'vimenti collinari, per costituire un
insieme gradevole e ordinatO'. In questa zona intermedia,
sO'no programmate zone ,alberghiere ed attrezzature spO'r­
tive, che dovranno creare un insieme facente parte della
siste:maziO'ne a parco di un'ampia area in stretto contattO'
con il lagO'.
Una strada parallela alla ferrO'via è predisposta per
cO'ngiungere questO' parcO' a quello di LevicO' e quindi
creare una integraziO'ne abbastanza viva fra la prima e la
secO'nda unità insediativa. ZO'ne di espansiO'ne sono pre­
viste nell'intcrvallO' fra BO'sentinO' e VigolO' Vattaro e, a
VattarO' a mO'nte della statale prima di :raggiungere il
paese. Fra BO'sentino e S. Caterina gli insediamenti sO'nO'
predisposti 'con unO' svO'lgimentO' a rosariO' lungO' la nuova
strada, :costruita sul tracciato esistente della congiunziO'ne
tra i due paesi. Una parte delle nuO've aree di espan­
sione edilWa potrà essere utilizzata dalla stessa ,popola.
zione di TrentO' che ami ,abitare in zone periferiche in­
cantevO'li come questa.
La terza unità insediativa è costituita da Pergine
con tutte le sue fraziO'ni ed il comune di Vignola-Fale
sina. Il pianO' prevede il risanamentocon integra7iÌoni de]
nucleO' di Pergine, la cui configuraziO'ne è assai interes­
sante per la presenza di un centrO' antico in parte ben
conservatO'.
e
Si ·tratta di O'rganizzare, col piano comprensoriale,
<una serie di interventi nel centro 'antico :in modo di ri­
v<alutarne hl tessutO', "estromettendone il trafficO' automo­
bilistico, e si tratta di integrare il centrO' esistente cO'n un
nUO'Vocentro direzionale tangente alla statale.
Il Piano predispone altresì la trasfO'rma7iÌone a par­
co attrezzatO' della vasta area, che dal lato nord del la­
gO' di .CaldO'nazzo si estende versO' Pergine; in rela7iÌone
42
Supplemento o:tdinario al B. U. 19 set!JeJ:nhre 1967 - N. 40
a questo intervento, esso ha programmato il potenzia­
mento della strada che oollega Pergine al lago e lo spo­
stamento della ferrovia. TI Piano prevede ancora il col­
legamento tra loro degli insediamenti periferici, cioè del­
le varie frazioni di Pergine cosÌ da organizzarli !COme Ull
insieme di centri con sviluppo 'a rosario, che tenderehbe
ad assumere Ulla forma anulare. Il Piano predispone,
infine, di organizzare a parco, con attrezzature ,alber­
ghiere e sportive, Jo spazio piano che ,divide il centro
attuale del nucleo industriale programmato dal piano
suna sinistra del Fersina.
Questo grande .insieme di unità insediative di rondo
valle, con tutte le sue infl'astrutture e attrezzature di
integrazione, dovrà essere completato da alcune altre
zone da sistemare a parco e precisamente: la zona del
dosso a noro-ovest del lago di Caldonazzo (A!lherè), la
zona ad ovest del Jago stesso, che C{l5tituisce la residenza
collinare di Trento cui si collega attraverso il parco del
Cimirlo.
L'alto Fersina con la sua valle detta dei Mocheni,
l'Altipiano di Pinè insieme al comune di ,Civezzano e
Fornace col Paroo di S. Colomba, formano un grande
sistema di parchi che può essere diviso 'in altre due
unità insediative, aventi epicentro nel territorio di Pinè,
mentre un'altra unità a sè stante corrisponde all'Alti­
piano di Lavarone.
I singoli insediamenti costituiscono i poli di con­
vergenza di talune attività fondamentali che hanno per
hase questo sistema di parchi. Il Piano pertanto, ha pre­
visto una trama di infrastrutture viahilistiche e una cor­
rispondente distrihuzione di servizi sociali e turistici per
stimolare e svilupp·are, nei parchi e nei centri urhani,
attività ,di natUl'a terziaria legate ai fatti residenziali sia
di tipo stagionale che stabile. L'infrastruttura fondamen­
tale è qui costituita da una strada panoramica che !COr­
re normalmente alle tre v,alli e congiunge ,le due unità
insediative, creando un sistema di comunicazioni a pet­
tine del Passo di Palù a Segonzano.
Le strade che essa incrocia e ·che utilizzano percorsi
a mezza !COSta do:vranno essere opportunamente migliorate.
Per quel che riguarda Piné, il Piano prevede lo
spostamento di un tratto della strada provinciale fra
Baselga e Serraia, lasciando così libero il lago in modo
che sia possibile cream un'area adeguata alla struttura
di un centro proporzionato all'importanza dell'altipiano
di eui questa località è il fulcro.
Il Pianoricmede ancora ,che sia indirizzato lo srvi·
luppo dOViUtoa1l'attuale spinta edilizia e indica quali
aree ai margini del tessuto esistente dovranno essere di
nuova espansione .edilizia, prescrivendone uno sviluppo
fatto con molta cautela, secondo elementi lineari che
creino una struttura edilizia continua.
Altre zone edilizie da progettare con la stessa cau­
tela sono previste lungo la sponda noro del lago, ma ab­
bastanza distanti da questo, sempre a monte dell'arteria
che percorre l'Altipiano. Questa stwtllura edilizia dovrà
tener conto, nel modellare i suoi volumi, del parco in
euisorgerà, mentre la rete di circolazione capillare che
lo per.corre, rilegando fra loro i servizi sociaili, dovrà
scoprire ti punti di vista più gradevoli e quindi essere trac­
ciata sul posto.
Anche il'Altipiano di Lavarone e Luserna, che c0­
stituisce l'ultima unità insediativa, è stato concepito co­
me un parco attrezzato percorso dalla statale esistente
(Asiago-Trento) opportunamente migliorata e dai due
anelli secondari, uno a nord ed uno a sud di essa, che
percorrono l'ondulato territorio rivelandone ,i punti più
helli e coilegando le aree previste per la residenza sta­
gionale, le attrezzature 'alberghiere e sportive.
Assai interessante e delicata è anche la zona che
collega il nucleodirezionale-commerciale previsto, con
l'altipiano della Vezzena, lungo' la statale 'per Asiago e
che il piano comprensoriaìle dovrà studiare nei suoi pos­
sibili sviluppi.
C. 5. - Valle dell'Adige
Il comprensorio della Valle dell'Adige ha una or­
ganizzazione lineare nel fondovalle in relazione con le
più importanti infrastrutture viabilistiche della Provin­
cia: l'autostrada del Brennero, la statale sulla sinistra
dell'Adige, la destra Adige, la fenovia Brennero-Verona
e la tramvia Trento-Malè.
Alla organizzazione lineare dei centri ahitati di fon­
dovalle si associano alcuni oomuni sulla destra dell'Adi­
ge, in zone alte, ai margini deUa valle.
Alcuni si trovano immediatamente ad est di Tren­
to, e sono Terlago, Vigolo Baselga, Baselga di Vezzano,
altJri si trovano più a nord, nelle zone di collina e di mon­
tagna e sono Spormaggiore, Cavedago, Andalo, Molveno
e Fai. Si tratta di un intero nucleo di comuni che han­
no carattere di .residenza turistica ad alto livello da con­
siderare sia parte dell'organizzazione turistica gener·ale,
legata perciò agli aìltri aspetti turistici della Provincia,
sia zone residenziali appetibili dagli stessi residenti di
foudovalle, da Trento a Mezzocorona e Mezzolombardo,
quando la struttura del comprensorio che vi è pertinente
avrà conseguito quello sviluppo di carattere economico­
sociale ,che il Piano prevede.
Ancora sulla destra, ma più periferico, è il terri·
torio che include Vezwno, Padergnone e nella valle di
Cavedine, Lasiuo, Calavino e ,che costituisce uel suo
complesso una unità insediativa ben ·caTatterÌzzata.
Sulla sinistra dell'Adige, all'insieme dei centri alli­
neati nella 'valle, si unisce una gran parte dei comuni
della valle di Cembra e precisamente quelli di Lisignago,
Giovo, Cembra, Fave:r, Valda, Grumes, Grauno, Albiano,
Lona-Lases, Segonzano e Sover che convergono dalla val­
le di Cembra verso Lavis, costiruendo con questo nucleo,
una ~rganizzazione insediativa che rompe la lineantà
dellaconfigrurazione di tutti gli insediamenti allineati
Supplemento ortdin:ario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
nella zona collinare, a mO'nte della statale 12 da San
Michele a TrentO'.
Ciò postO', il comprensoriO' viene confi,gmato dal
Piano nell'insediamentO' di tre fondamentali nuclei di
fO'ndO'valle. UnO' di essi è quellO' di TrentO', preminente
sugli altri due, che sonO' costituiti, l'unO' dalla urhanizza­
ziO'ne lineare di coUina ad est della statale 12, cO'n il
nuclco 'insediativo principale a Lavis, l'<Illtro dalla inte­
graziO'ne in unità insediauva dei due centri urbani di
Mezzolombardo· c MezzocorO'na. E' interessante osservare
come queste presentino tre diverse caratteristiche nella
eO'nfiguraziO'ne del cO'mprensoriO'. L'unità iruJediat,iva di
Trento che :comprende anche AldenO', cO'n Cimone e Gar­
niga, oltre a Terlago, Vigolo Baselga e' Baselga di Vez­
zanQ, detiene la concentraziO'ne direziO'nale del cO'mpren­
soriO', il quale essendo il più impO'rtante per i suoi rap­
porti con le grandi comunicazioni, assume nella città
di TrentO' gli aspetti PO'litici, amministrativi etecnolo­
gici al vertice deJ:lO' sviluppO' prograrmmaticO' di tutta la
PrO'vincia; quella di Lavis ha una funzione di carattere'
misto cO'mmcrciale e industriale; quella di MezzO'lom­
bardo e Mezzocorona, una mista, ed agricola, cO'mmer­
ciale ed industriale.
SecondO' l'ultimO' censimentO' nel 1961 la pO'pola­
ziO'ne residente nel cO'mprensO'riO' cO'ntava 121.330 unità
ed era cresciuta in valore assolutO' dal 1931 ,di 21.570
unità, aumento questo abbastanza fO'rte che nO'n ha ri­
ScO'ntrO' inailtri compre~ri. Il fenomenO' si apprezza
megliO' ossc'rvando il valO're percentuale dell'incremento,
ehe nell'ultimO' ,decenniO' è di Il ,2 %o e nell'intervallo
più ampiO' 1931-1961 di 6,4%0 il che dimostra l'accre­
scimentO' cO'ntinuD degli incrementi numerici di popo­
laziO'ne e la lorO' intensità, che è notevO'le in confrontO'
alla media prO'vinciale del 2,3%0.
La PO'PO'laziO'ne presente manifesta lO' stesso feno­
meno di fQrte accrescimentO' con valO'ri numerici sem­
pre maggiori da censimentO' a censimento.
CO'nsidel1andO' più analiticamente questi dati, si nO'ta
che nel nQtevole valore dell'indice di concentrazione della
pOPO'lazione del ,comprensoriO', ha avutO' una flunzione
prepO'nderante il ,capO'luQgO' della provincia, ,dove la CQn­
centrazione raggiunge una cifra assai elevata, e l'alti­
tudine territO'riale degli iruediamenti che denuncia va­
riazioHtÌ nO'tevoli neLla intensità degli accrescimenti di
popolazione.
Limitandosi all'intervallo 1951-1961, ,di frQnte a
un incrementO' globale di Il,2%o, i cO'muni di pianura
avevanO' un incrementO' di 14,0%0, quelli. di collina un
decremento di 5,2%0 e quelli di mQntagna un incremen­
tO' di 0,8%0 per la influenza propulsiva de1la cQmponente
turistica.
Un'analisi di censimenti demQgrafici secondO' rag­
gruppamenti per attività economica rive:la che la 'popo­
lazìone attiva nel settore .dell'agricoltura era scesa nel
43
decenniO' 1951-1961 dal 29% al 18% e contava nel
1961 8.340 unità.
Le altre attività invece manifestavano nel decenniO'
un notevDle Ìincremento cosÌ: giIi addetti all'industria
passavanO' dal 33 % al 36 % di tutta la PO'Polazione at­
tiva, per un ,tQtale di fO'rze-IavorO'che nel 1961 ammon­
tavaa 16.640 unità. Nelle altre attività, la presenza di
T])ento faceva sentire il suo peso con la sua grande mas­
sa di terziari, per cui il numerO' di addetti a queste at­
tività nel 1961 era di 21.200 unità.
QuestO' datO' costituisce la vera nQta distintiva nei
caratteri del comprensO'riQ della Valle dell'Adige, di cui
abbiamO' già cO'nsiderato gli aspetti problematici in rap­
PO'rto al~e finalità eqnilihratrici che il PianO' si proPO'ne.
Merita anco])a una certa attenziO'ne il modO' se­
condo cui si distribuiscDno le focrzc .lavorO' fuO'ri del com­
prensoriO'. Sui 16.640 addetti all'industria censiti nel '61,
circa 1.330 lavoravano fuori del cO'mprenSQriO', di essi
SO'IO' 70 si :recavano in località di altricO'mprensori, 360
circa nelle rimanenti provincie italiane e circa 900 al­
:t'esterO'. Per quel che riguarda ancO'ra gli addetti alle
altre attività delle 21.'200 unità che vi erano impiegate
al 1961, circa 840 lavoravanO' fuori del comprensO'rio
e precisamente 160 nella provincia, 330 nelle restanti
provincie italiàne e 350 all'esterO'. Si nO'ti il numecro
minimo di addetti che nO'n laVDr3JVanO nel cDmprensorio,
e viceversa il notevDle movimento pendolare da altri co­
muni ,all'internO' del comprensoriO' verso Trento, per l'im­
piego in attività terziarie, all'oPPO'stO' di quantO' avviene,
come si è detto, per gli addetti all'industria.
QuantO' agli addetti alI ',agri'coltura essi rimanevanO'
quasi tutti all'internO' del comprensorio.
In rela7Jione all'indice di invecchiamento si trova
un valQre elevato negli addetti all'agrieO'ltura, corrispon­
dente a una età media di 45,3 anni, mentre ne1l'in­
dustria l'indice è assai più favorevole C-'Qn un'età media
di 35,3 anni e nelle altre attivitàabbastanz.a buono con
un'età media di 37,9 anni. Questi dati, mentre rilevanO'
lecO'ndiziDni di flO'ridezza della fO'rza-Iavoro addetta al­
l'industria e alle altre attività, mostranooome l'agri­
cO'ltura si trovi, invece, in una grave situazione più che
per l'ahba'ndonO' dei lavori agricoli, per l'invecchiamentO'
della popolaziO'ne.
L',assunzione delle ipotesi dellO' studio sull'agricDI­
tura comporta la suddivisione del cQmprensoriO' incin·
que zone agrarie.
La prima è la regione agraria della Valle dell'Adi·
ge vera e propria, CQn i c()muni di Roveré della Luna,
MezzocQrO'na, MezzolombardO', San Michele all'Adige, La­
vis, TrentO' e A,ldenQ. La seconda è la porzione della re­
gione agl1aria della VruIe di Cembra cQmprendente i
comuni di GiovO', LisignagO', Cembra, Faver e VaJda,
SegonzanO', Gmmes, GraunO', AlbianO', Sover, Lona-Lases.
La terza è una piccola parte della V,alle di Non com­
prendente il CQmune di SpormaggiO're. La quarta è la
44
Supplemento ordinario al B. U. 19 setl!embl'e 1967 - N. 40
zona compresa fra l'Adige e il Sarca con inclusi i co­
muni di Terlago, Vigolo Baselga, Baselga di Vezzano,
Vezzano, Padergnone, Cala:vino, Lasino, Cavedine. La
quinta è quella fra la Paganella e il Brenta e comprende
i comuni di Fai delLa Paganella, Cavedago, Andalo e
Molveno.
La prima zona, costituita dalla regione agraria de}­
la Valle dell'Adige, è divisa in tre sottozone. La prima
con indirizzo viti-frutticolo, comprende i comuni di
Roveré della Luna, Mezzolombardo, Mezzocorona, Sau
Michele all'Adige, Lavis e Tl'ento; questo territorio si
pl'evede suddiviso in aziende vitieole specializzate di ha. 7
ciascuna, per un numero di 365 unità e per una esten­
sione totale di ha. 2.555 e in aziende frutticole specia­
lizzate di circa ha. 3, in numero di 1.060 e per una
cstensione di ha. 3.180.
Nella prima sottozona si avrà dunque un totale ,di
1.425 aziende, ,con 2.850 addetti direttamente all'agl'icol­
tura, 427 alle infrastrutture, 96 addetti alle foreste, per
un ammontare complessivo di ,3.373 addetti. La secon­
da sottozona è a indirizzo esclusivamente frutticolo, com­
prende i comuni di Nave San Rocco, Zamhana e Al~
deno; ~a superficic 'agraria effettivamente destinahile a
frutteto ammonta a ha. 945 con 315 aziende di ha. 3,630
unità lavorative addette direttamente all'agricoltura, 95
a1le infrastrutture e 14 alle foreste, per complessivi 739
addetti.
La terza sottozona a indirizzo viticolo-zootecnico,
comprende il solo comune di Faedo; la superficic agraria
effettivamente destinabilealla viticoltura ,ammonta a
ha. 100 con 14 aziende specializzate a viticoltura di
ha. 7 ciaseuna. La superficie agraria effettivamente de­
stinahile a prato ammonta a ha. 110, con 5 aziende zoo­
tecniche specializzate di ha. 22 ciascuna. II complesso
delle aziende ammonta a 19, con 38 addetti direttamente
all'agricoltura, 6 alle infrastrutture e 6 alle fmeste per
un totale di 50 addetti.
Complessivamente gli addetti delle tre sottozone am­
montano a 3.700 eÌrca.
La seconda zona è costituita dai territori partico­
larmente accidentati della Valle di Cembra sulla quale
si distingue una prima ampia sub-area, rappresentata
dai comuni di Giovo, Lisignago, Cembra, Faver, Valda,
in destra Avisio, e dal comune di Segonzano in sponda
sinistra, ad indirizzo viticolo-zootecnieo.
La superficie agraria effettivamente destinabile a
viticolllura specializzata è di ha. 780 con III aziende di
ha. 7; la superficie agraria effettivamente destinahile a
prato èdi ha. 540 con 28 aziende zootecniche specia­
lizzate sui 20 ha. Il IlliUJmero ,complessivo delle aziende
è di 139, con 277 addetti direttamente alJ'.agricoltura,
41 alle infrastrutture e 48 addetti alle foreste, per un
totale di 365 addetti circa.
Una seconda suh-area è rappresentata dal territorio
del comune di Grumes ad indirizzo esclusivamente zoo..
tecnico, con una superficie utilizzabile a prato di circa
150 ha. con la possibilità di dar origine a 7 aziende
zootecniche dimensionate sui 20 ha, con 14 addetti
diretti all'agricoltura, 2 alle infrastrutture e ,6 alle fore­
ste, per un totale ,di 22 addetti.
La 'terza suh-area è costituita dal territorio ad indi­
rizzo fruttico1o del comune di Lona-Lases 'con gli 82 ha.
destinahilia frutteto e la possibilità di costituire 27
aziende di tipo frutticolo dimensionate sui 3 ha. con
una conseguente occupazione ,di 54 unità direttamente
nell'agricoltura, 8 alle infrastrutture, 8 alle attività fo­
restali, per un totale di 7 O addetti.
In questa zona, come si è detto, particolarmente
accidentata, esistono ampie estensioni di ,terreni da ab­
bandonare dall'utilizzazione agricola vera e propria. Tali
territori si trovano nei comuni di Albiano, Grauno e
Sover.
La terza zona, del eomunedi Spormaggiore, si com­
pone di aziende specializzate esdusirvamcnte a frutticol­
tura. La superficie effettivamente destinahHe !li frutteto
specializzato è di ha. 320 con 107 ·aziende frutticole spe­
cializzate di ha. 3 ciascuna, che hanno 213 addetti di­
rettamente all'agricO'ltura, 42 alle infrastrutture e lO ad­
detti alle foreste, per un totale di 255 addetti.
La quarta zona è compresa fra l'Adige e il Sarca.
In essa si prevede un notevolissimo calo delle attività
agricole per i comuni ,di Vigolo Baselga e Baselga di
Vezzano, mentre per il comune di Terlago sono preve­
dibili aziende di due tipi e cioè a indirizzo frutticolo
specializzato l} orticolo-,frutticolo, e a indirizzo zootecmco
specializzato, la superfieie agraria effettivamente destina·
bile a frutticoltura è di ha. 180 con 60 aziende ad
indirizzo frutticolo specializzato di 3 ha. ciascUIla, la super­
ficie agraria effettivamente destinahile a p11ato èdi ha. 180
con 8 aziende a indirizzo zootecmco specializzato di ha. 22
ciascuna; complessiV'amente in questa zona vi sono 68 a­
ziende autosufficienti con 136 addetti direttamente 'all'agri­
coltura, 20 alle infrastrutture e 23 addetti alle foreste,
per un tota:ledi 179 addetti.
Una seconda sub-area è rappresentata dai territori
di Vezzano e Padergnone nei quali la superfi,cieagraria
effettivamente utilizzabile è assegnabile in 175 ha. al
vigneto e 200 ha. al prato. Nella suh-area sono pertanto
possibili 32 aziende di cui 25 a vigneto e 7 a in4Jirizzo
zootecn~co con un numero di addetti pari a 64. A questi
vanno aggiunte lO unità addette alle infrastrutture e 25
alle foreste per complessivi 99 addetti al settore primario.
Una terza sub-area è individuabile nei comuni di
Calavino, Lasino, Cavedine con la ampia possibilità, so­
prattutto nei perimi due comuni, dell'indirizzo frutticolo
e, nel terzo, in particolare, dell'indirizzo zootecmco. Sono
individuabili circa 740 ha. di teTreno da destinare al
vigneto o al fruttet~ e 790 da destinare a prato, con la
possibilità di creare una sessantina di aziende fruttiviticole
e 28 aziende zooteeniche. GB 'addetti ammontano in com­
Supplemento O1"di:n:al';O al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
plesso a 239 dei quali 176 direttamente all'attività agri­
cola, 26 alle infrastrutture e 37 alle foreste.
La quinta zona, dei comuni di Fai, Cavedago, An­
dalo e Molveno, è costituita da·aziendea solo indir:izw
zootecnico specializzato. La superficie. agraria effettiva­
mente da adibirr-c a pascolo è di ha. 570 con 19 oziende
zootecniche di 30 ha. ciascuna, che hanno 38 addetti
direttamente all'agricoltura, '6 alle infrastrutture e 32
alle f-oreste per un totale di 76 addetti.
Presi nel loro insieme tutti gli addetti all'agricol­
tura ehe si prevedono ·impiegati nelle diverse zone del
comprensorio, ammontano a 5.510 unità secondo questa
forma di distribuzione delle aziende nel comprensorio.
Questo fatto, aggrava i problemi del lavoro in quanto,
prevedendo un impiego globale di 5.510 addetti, anche
se gli 8.340 censiti nel 1961 si possono oggi conside­
rare ulteriormente ridotti a circa 8.100 addetti, rimane
una eccedenza agricòladi 2.600 unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla
struttura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul
fabbisogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava come, circa
3.770 unità ·lavorative abbandoneranno, nel prossimo de­
cennio, il settore agricolo o pcr pensionamento o per
decesso naturale,riducendosi in .tal modo gli addetti al­
l'agricoltura da 8.340 a circa 4.570.
A questi dati ultimi, al fine di valutare l'effettiva
consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i rioambical­
colati in 1.310 unità, i quali, pcr altro, hanno la fun­
zione di assicurare una continuità nel settore.
Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale si dovrebbero avere all'incirca 5.880 unità la­
vorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore
di 370 unità circa, a quella calcolata come sufficiente
al raziona1edimensionamento dell'agricoltura.
Considerando l'ineremento naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior par­
tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas­
sime indicate 'dagli studi preparatori si prevede un fab­
bi'logno di nuovi posti nel settore secondario e terziario
pari all'incirca a 10.770 unità.
Complessivamente quindi per la prevedibile maggior
disponibilità di mano d'opera per le classi innanzi viste
e tenendo presente che circa duecento nuove unità la­
vorative verranno assorbite dall'.agricol1Jura si prevede
che, al 1975, nel .comprensorio dovrebbero eSSCl'e appre­
stati all'incirca Il.140 nuovi posti di lavoro.
Considerata la particolare posizione del comprenso­
rio, si ritiene di interpretare il suo naturale processo di
sviluppo prevedendo un'assegnazione di addetti per cir­
ca 5.570 unità all'industria e per circa 5.570 alle altre
attività.
Poil(hè tuttavia, è stato previstO' nel comprensorio
un notevole 'potenziamento delle attività indus.triali, si
ritiene possibile un ulteriore assorbimento di circa 2.000
addetti ne1l'industria, i quali verranno a ,confluire nel­
45
la Valle dell'Adige da ,tutti gli altri comprensori. Te­
nendo quindi conto delle probabili riconversioni di indu­
strie esistenti,calcolate nella misura del 30 % sugli ad­
detti alle industrie manifatturiere nel 1951, in sede di
dimensionamento delle aree industriali si è prevista una
ulteriore espansione delle stesse per 1.930 addetti circa.
Il dimensionamento delle ,aree deve ancora tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti al­
l'artigianato o della piccola industria alle nuove inizia­
tive industriali, stimato per questo comprensorio nel
20 % degli addetti previsti. In valori assohtti questi tra­
sferimenti sono stati stimati in numero ·di 1.510.
Le zone industriali previste vengono pertanto di­
mensionate su un probabile fabbisogno di circa 11.010
addetti. II Piano provinciale prevede di ubicare gli im­
pianti industriali di grandi dimensioni e i più mOdesti
fuori della zona di Trento e precisamente in 3 aree di
circa 330 ha. complessivi nelle zone di Lavis e Zambana
e in tre aree .di circa 80 ha. .complessivi sulle due spon­
de del ~oce,presso Mezzolombardo e Mezzocorona, e
predispone altresÌ il graduale trasporto in queste zone
di impianti, molesti per fumi e per estetica, ubicati nel
nuclco urbano di Trento.
Nella configurazione del tratto di v·alle ,che include
il comprensorio, gli ins~amentiche ne fanno parte
costituiscono una quantità di poli di sviluppo che trovano
il loro epicentro nei tre nuelei fondamentali di Trento,
quale luogo ,di organizzazione di tutte le attività provin­
eiali, ,di Lavis, che influenza la zona centrale del com­
prensorio, e di Me'.l.zolombardo e di Mezzocorona, tuogo
di ,confluenza di interessi provenienti dalla valle di ~on
ein parte dall'Alta Val d'Adige per i rapporti con
Bolzano.
Data questa situazione il Piano, oltre a suddividere
in unità inscdiative questo comprensoriO', ha procurato
di ,accentuare la particolare configurazione di citta-terri­
torio a carattere lineare, ,che dovrebbe avere a Trento il
suo epicentrO' più significativo e Jungo un ,asse di scor­
rimento paraUelò aH'Adige lo sviluppo successivo delle
diverse attività, negli aggregati urbani summenzionati,
che trovano una loro continuità effettiva anche nella or­
ganizzazione specifica del territorio agricolo.
Per rendere efficiente questo sistema in rapporto
alle sue caratteristiche naturali, 'Si è particolannente po­
tenziata ~a rete stradale, appronttandO' della presenzà
dell'autostrada del Brennero, che è l'elemento fondamen­
tale di questa infrastruttura di distribuzione. In questo
tratto l'autostrada ha notevole influenza sulla viabilità
minore e può avere efficaci contatti wl territmio attra­
verso ai tre snodi Idi x,a,c'cordo che sono situati uno in
prossimità di San Michele, il secondo nel centro della più
grossa zona industriale, a:ll'altezza di Lavis, il terzo in
corrispondenza di Trento.
La viabilità secondaria rispetto ·all'autostrada è co­
stituita dalla strada statale 12 del Brennero sulla sinistra
46
In rappol'to a questo sistema le diverse attività di
==~==================~~==~=====
Adige, dall'altra grossa arteria proveniente dalla "alle
di N'On verso Trento, che si congiunge alla precedente
presso San Michele e da una trasversale in direzione est­
ovest, che in ,corrispondenza ,del Masetto, -congiunge i due
tronchi stradali e potenzia l'organizmzi:one strutturale del
OOtlllplesso Mezzoloo:nbardo-Mezzocorona, collegando alla
autostrada per mezzo dello snodo stradale di allaccia­
mento ',attrezmto, qui progettato.
In rapporto a questo sistema le diverse attività di
carattereresidenmale, indnstrialle e di servizio sono aggan­
ciate mediante tronchi di strade supplementari di rac·
cordo a queste aste maggiori ,di scorrimento, 'Che creano
il sistema fondamentale per la organizzazione dello spazio
'in cui questi insecliamenti di vario carattere saranno gra­
datamente realizmti.
Il Piano prescrive :le moda:1ità secondo cui questi
elementi si dovranno venir definendo e st:ahilislce, sia la
posizione delle varianti agli attuali tra,cciati delle strade
principali, sia quella dei sisema secondario di se:rvÌmo più
diretto alle attrezzature e agli insedianncnti residen·
ziali. U Piano, nel predisporre questa maglia stradale e
le nuove strutture da essa servite, ha tenuto in mas­
simo 'conto la salvaguardia dell'unità ,agricola qui ferti­
lissima, su cui [a molto assegnamento per il contributo
che essa può dare a1l'unità organica deHa città terri­
torio di Trento.
Il ,comprensorio è stato delimitato in moooche il
nucleo insediativo di Trento 'vi risulti uhicato alla estri>
mità sud, per consentire il decentramento delle grosse
industrie -comprensoriali verso nord a una distanza tale
dal capoluogo da escludere il disturbo dei fiumi, dei ru·
mori e di tutta Ila serie di impianti, strutture e attività,
estranei al capoluogo stesso e suscitatori di fenomeni di
trasformazione e accrescimento del tessuto urbano del
tutto negativi al suo armonico sviluppo futuro.
Ciò posto si apre il prohlema di organizmre tutto
questo territorio eomprensoriale in modo ehe i vari im­
pulsi insediativi ehe si 'Verranno suooessivamente confi~
gurando nel tempo, trovino abhastanza aperta la possi­
hilità di un ,accogliamento secondo la predisposta :confi·
gurazione lineare -a rosario deJìle loro successive ubica­
zioni.
Pcrtanto il piano ,si è preoccupato di uhieare queste
forme aperte a successive addmoni insediative, nelle
zone collinari a monte della strada statale 12, dove il
danno portato all'agri-coltura dalla sostituzione rdellecol
ture esistenti con altre destinazioni d'uso, è meno grave
che nella parte ,vaUiva e dove la 'disposizione naturale del
terreno offre alla resideU7..a le solmoni ottimali.
Con lo stesso ,criterio si sono uhicate le grandi at­
trCZZiature di carattere industriale, alla estremità ovest
della valle, facendo in modo che le arree occupino i ,ter­
reni pietrosi ai margini dell'Avisio, e i terreni a mar­
gine delfiUIDe Noce che sono in :parte fertili e in gran
parte paludosi.
Si associano a questa organizzazione lineare del com­
prensorio,ad ovest, i comuni di Andalo, Molveno e Fai,
Cavedago e Spormaggiore, ,che ne<! loro insieme costitui­
scono una grande riserva residenziale, sia per le forme
generalizmte del turismo stagionale, sia per la reilativa
continuità di presenza nei giorni festivi delle masse che
pre"engono dalla comunità del ,comprensorio e sia per >la
domanda sempre più considerevole di residenza estiva di
tipo familiare dei provenienti dalla stessa comunità. A
questo scopo il ,piano si preoccupa di predisporre varie
forme ,di servizio sociale capaci di 'venire incontro aHIe
esigenze di queste categorie di turisti,senza trascu::rare,
tuttavia, le esigenze il:uristichedi forti gruppi estranei,
prov:enienti dal nord Europa. Questo complesso di comuni
forma una sola unità insediativa, che trova il suo caro
dine in una organizzazione baricentrica di servizi sociali
uhicata ad Andalo, mentre il tessuto -connettivo del terri­
torio sistemato a parco, costituisce :il legame ideale di
questa unità. Il Piano ha predisposto sia le linee fonda­
mentali della infrastruttura per organizzaxe la ,campagna
a parco, sia l'ruhicazione dei rprincipali centri e attrez­
zature di servizio sociale, sia infine, la localizmzione delle
zone di espansione residenziale a carattere 'turistico. Nella
maglia stradale che in parte cOl'regge quella esistente, il
piano attribuisce notevole valore al nuovo collegamento
Cavedago-Fai.
Menointe:grrata nella struttura lineare del compren­
sorio e più complessa nella sua fisionomia ben definita è
l'unità insediativa formata dai comuni di Vezzano, Pa­
dergnone, Calavino, Lasino e Cavedine, la qnale è orga­
nizzata attorno ai tre laghi di Cavedine, Toblino e Santa
Massenza.
H Piano prevede anzitutto la deviazione verso ovest
dell'attua~e statale a partire da Veziano, fuori del centro
abitato e la continuazione più a valle fino :araggiungere il
vecchio tracciato a sud di Padergnone.
La strada superato il lago di T oblino si hiforca in
due rami, uno si orienta verso il margine della montagna
per portarsi verso il lago di ,Cavedine (di cui .ill. Piano pre­
vede la valorizmzione turistica in connessione a quella
dello stesso lago di Tohlino) fino a raggiungere la pro­
provinciale omonima fra Drena e Dro; l'altro prosegue
sull'attuale statale, che in corrlspondenm delle Sarche è
attraversata dalla strada delle Giudicarie esteTÌori, il cui
tracciato raggiunge e si collega al ramo per il lago di
Cavedine.
Il programma del Piano prevede inoltre in tutta
l'unità inse.diatirva, da Vezzano a Ca'\"edine, la valorizza­
zione degli edifici monumentali e tradizionali dei diversi
centri e castelli.
Fa parte di questa valorizzazione la nuova strada
che ,congiunge il lago di TohIino con quello di Cavedine,
e prosegue volgendo a nord, a mezza costa, immettendosi
fra Calarvino e Lasino nella provinciale della valle di
Cavedine. Q,~esta servirà utilmente le attrezzature con­
Supplem6nto ol'dinarÌo al B. U. 19 settembre 1967 - ~. 40
nesse al parcO' previstO' dal pianO': da essa si dirama una
nuO'va strada, che attraverso LagolG, arriva al Bondone,
richiamando nella zona un nGtevole af:f1llilBO turisticO'.
Nei pressi di Cavcdine si prevede un'area industriale
di 8 ha. che congiuntamente a quelle previste a Ca­
lavinO' e Sarche (17,50) potranno ridurre nGtevGlmente
i moti pendolari verso Trento.
Particoilari caratteristiche assume nel cGmprensoriG
l'area che include i cGmuni di Me1'1LocQrona e Mezzo­
lombardo. Essa CGstituisce una SGla grande aggregaziGne
urbana, destinata a più fGrti sviluppi. Il PianO' indica
i lineamenti fGndamentali di tale sviluppO' e .ciGè: nella
area del tessutO' urbano di MezzocorGna, cO'ntinuandO' le
caratteristiche esistenti, si costituiscono deUe Icorone
insediative lineari attGrno a zone libere a verde. LungO'
la via principarredi Mezzororona, si migliGranO' le carat­
teristiche dell'edili:zia e si crea una sua più armGnica
cGntinuità, disciplinandO' con precise nGrme il carattere
degli edifici.
Di questa via, che è fGndamentale per la circola­
ziGne all'interno del nucleo di Me1'1Locorona, si ,prevede
un migliGre allacciamento con l'aggreg,ato urbano di Mez­
zolombardo attraverso il Noce.
Qui il piano ha predisposto un centrO' a carattere
commerciale e ,direziGnale da servire per tuttO' ilcGm­
plesso di Me1'1LOlombardo e Me1'1LOCorona. Questo centro
ha una forma allungata in direzione nGro-ovest, sud-est
e si incunea neU'aggregato urhanG di Me1'1LGlombardo
taJngenzialmente al bordo della statale. IncO'ntrappGsi­
ziGne a questo centrO' direzionale, ana estremità Gpposta
della stl1adache collega i due nuclei urbani della valle,
vicino alla ferrovia del BrennerO', il pianO' ha ubicato
un'area perattre1'1Lature agricGle (maga1'JLÌnidi frutta,
cantine ecc.) e piccole industrie servita anche da binariO'
ferroviario. Alla stessa strada potranno legarsi altre
attrezzature ,di sel"ViziQ sociale, fra cui le scuole medie,
la zona sportiva, oltre ad alcune aree residenziali.
Tutto ciò dovrebhe formare parte di un SO'IG cO'm·
plesso, sia per quel che riguarda la sua futura espan­
sione edilizia, sia per quel che riguarda l'ubicazione e
l'estensione dei servizi sociali, sia infine per quel che si
riferisce ai contatti con il grGSSO potenziamentodel nucleo
industriale. La posizione strategica di questi rispetto alla
autostrada e alle altre infrastrutture viarie fa sì che le
preV1SlOni di PO'tenziamento del Piano potrannO' essere
rea.li.m;ate senza eccessive difficoltà, se si riesce soprat­
tuttO' a mantenere un certo equilibrio di rapporti tra
popolazione residende e addetti alle diverse attività. In
questa zona a tale scopo, dovrebbe essere ,ridotta la tema­
rizzazione, e limitata ad alcune grosse attività di COll­
mercio da precisare nel piano comprensoriale.
DestÌ:rlazione del tutto differente, ha invece in centrO'
di San Michele, che il ,piano ha .predisposto c(}n le ca­
ratteristiche di pOOG di sviluppo culturale ad alto livellO'
tecnico.
47
Qui infatti, ove già esiste ,1'Istituto Professionale
Agrario, l'IstitutO' Tecnico Agrario e ,la Stazione Speri­
mentale e LahGl1atorio ChimicO' di San Michele, si pre­
vede ,la ,creazione di un nuovO' Istituto Tecnologico del
legnO', che dovrebbe avere raggio di influenza nazionale,
cGmplementare al centro di ricerca di Firenze. Per au­
mentare la pGtenza di questo polo il piano ha program­
mato altresÌ l'uhicazione a San Michele delle altre scuGle
superiori di questa parte ,del comprensorio: la posiziGne
privilegiata di quesa luogo nel paesaggio della Valle
deU'Adige, 'costituisce elemento essenziale per la fO'rma­
zione delle attività culturali in una grossa Grganizzazione
funzionale dei diversi indirizzi di studio. QUe3ta ope­
l'azione è estremamente delicata, ma effi,cientissima e
ziO'ne funzionale dei ,diversi indirÌ1'1Li di studio. Questa
operazione è estremamente delicata, ,ma efficientiss1ma e
stimola le integrazioni dei rapporti spirituali all'internO'
del gruppo sociale insediativo in questa parte del com­
prensorio, che ha ancora tanto hisognO' di creare rela­
zioni equilibrate.
AttraversO' radi insediamenti lungo la SS 12 si rag­
giunge ,l'aggregato urbano di Lavis che costituisce un
altrO' dei poli caratteristici di questa città line'are. Il
Piano prevede il restaurocGnservativG del suo' interes­
sante nucleo antico, mentre la parte più nUGva che non
si differenzia molto da quella di MezzolombardO' e Mez­
zocorona, vincGlata come è alla preponderanza dell'atti­
vità industriale e ,alla struttura agricola del territorio cir­
costante, concentra alcune strutture terziarie proporziO'­
nate dal Piano all'importanza di questo polo. Si tratta di
una vasta zona commerciale, delle scuole medie, delle
attrezzature sportive, oltre ,ad alcune ,attività culturali.
Ai due lati ,del fiume A visiG, pressO' la sua foce, iJ
Piano prevede inoltre la formaziGne di una grossa zona
industriale di 84 ha., a destra e di 127 ha. a sinistra, e
predispO'ne altresÌ che i comuni di GiovO', LisignagO', Cem­
bra, Faver, Valda, Grauno, Grumes, Albiano, SegonzanO'
e Lona-Lases, gravitino 'con i lO'ro insediamenti su Lavis,
per una parte delle attività secondarie e terziarie, mentre
per i servizi sociali di natura più immediata, cmnprese
le scuole medie unificate, provvedanO' sul postO' le O'ppor­
tune attrezzature.
Un ulteriGre potenzirunento è previsto in questO'
tratto deHa statale del Brennero.
Quest'ultima viene deviata a valle di Lavis, per
evitare l'attraversamento del paese che a sua volta è col­
legato alla zona industriale e alla hase della funivia della
Paganella, CGn una strada in parte nuova che proveniendG
dalla valle di Cembra, attraversa la parte a nord di
Lavis, passa la statale e corre tangenzialmente alla zona
industriale.
Oltre Lavis, verso sud, comincia la conurbaziGne
del territGrio comunale di Trento, che dGvrebbe essere
gradatamente riassorbita, prO'cedendo ad una sistematica
razionali1'1Lazione di tutte le a:ree, col metodo della lorO'
48
UlJìI,hmltmto ordinario al B. U. 19 settemhre 1967 - N. 40
specializzazione, dopo aver precisato in quali di esse si
prevede una estensione degli iruled1amenti secondo un
criterio di successivi sviluppi nel tempo. Discriminate
queste aree di strutturazione del territorio in senso ac­
centrativo, a tutte le altre si dovrebbero assegnare le
destinazioni corrispondenti ad una precisa lorospecia­
l~azione e quindi si dovrebbe accertare per ogni area
quali delle strutture esistenti siano in contrasto con la
destinazione dell'area stessa.
Queste strutture si dovrebbero fermare nello stato
in cui si trovano, o trasformare in strutture conformi
alla destinazione assegnata, qualora questa operazione si
rivelasse tecnicamente ed economicamente possibile e
vantaggiosa. La rigjdità relativa di questo territorio alta­
mente specializzato è garanzi:a ,del mantenimento di una
ampia area intorno al nucleo urbano di Trento nella si­
tuazione di area neutrale in l'Iapporto alle trasformazioni,
che potrebbero richiedere una spinta futura, derivante da
interessi non previsti dal programma urbanistico del
Piano.
D'altra parte questa 1\pecializzazione, riguardando so­
prattutto l'agricoltura, che rappresenta la più vasta per­
ccntuale delle aree oggi sottoposte a conurbazione, è
gamnzia che nulla potrà essere fatto in contrasto con la
particolare destinazione agraria di tutte le aree che cin­
gono il territorio degli aggregati urbani e senza la deter­
,minazione precisa di un confronto di efficienza tra la
destinazione agricola specifica di ognuna di queste aree e
la n.uova destinazione che si dovrebbe assegnare a ciascuno
di essi con la trasformazione. Questo paragone di efficienza,
in rapportoa'lle situazioni diverse, potrebbe provocare la
trasformazione di queste aree nel soloeaso che lÌ criteri
tecnici suggerissero conveniente la nuova qualificazione.
n che significa avere la garanzia che eventuali nuove
espansioni urbane, saranno sottoposte a nn preeiso con­
trollo :di 'convenienza. Di questa zona neutrale, che da
quello che si è detto stabilisce condizioni di massima
elasticità, fanno parte altre strutture, alcune deHe quali
sono dal Piano precisamente individuate, altre sono in­
dieate come possibilità di futura strutturazione.
TI Piano indica in questa zona alcune fondamentali
a.ttrezzature di servizio. iNell'area OCC'Upata oggi dall'areo­
porto dovrebbero sorgere gli impianti per la formazione
di un autoparco; essa ,costituirebbe il luogo diconcen­
·trazione più logico di questO' servizio data la sua posi­
zione in (l'aipporto alla confluenza delle grandi direttrici
della ,Val d'Adige, della Valsugana e del Trentino oc­
cidentale. Ovviamente nel computo di questa area sono
comprese tutte le attrezza.ture connesse all'autoparco, come
recinti per capannoni di puntO' franco, magazzini ed
eventuali autoosteUi.
Un'altra area è assegnata alle attività mercantili;
essa occupa un territorio, compreso tra la 58. 12 e la
autostrada.
In quest'area dO'vrebbero essere riassorbiti in futuro
gli attuali fabbricati eventuaJmente in contrasto con la
destinazione assegnata e cioè: capannoni industriali, abi­
tazioni, magazzini ecc.
In questo punto si trovano concentrate, lungo le
strutture previste, le maggiori concorrenti di traffico che
interessano la città. Da qui parte la nuova arteria di
scorrimento nord-sud, tangenziale all'autostrada, che da
Gardolo, in corrispondenza dell'incrociO' con la Valsu­
gana, attraversa la ferrovia e quindi la zO'na 4i Campo
Trentino, passa l'Adige a nO'rd del ponte di S. GiO'rgio,
supera in galleria il Doss Trento e quindi prosegue lungo
la riva destra 'dell'Adige. A circa metà di questa nuovo
asse si opera in 'contatto con l'autostrada. Il nodo di in­
nesto a Trento è infatti previsto a nord del Doss Trento,
in località ,la Vela e si immette direttamente sulla strada
di scorrimentO'.
Elitro questo circuito è compreso l'aggregato urbano
della città mota per i monumenti del suo centro storico
che è assai ben conservato neìlla interessante struttura
quattro~cinquecentesca, in cui sono incastonate preziose
gemme di architettura più antica, tra le quali primeg­
giano il Duomo che è uno dei monumenti italiani più
singolari e pregevO'li, la chiesa di San Lorenzo e alcuni
palazzi ,di carattere due-trecentescO'. Questo nucleo si
configura nel sistema di due assi ortogonali, il più cO'rto
di essi ha inizio dalla vivacissima piazza della Catte­
drale e si innesta sull'altro più lungo, davanti alla sei­
centesca ,chiesa di S. Francesco. Questo secondo asse
arriva ,al Castello del Buon Consiglio, il ,loro Ì!nsieme de­
termina un sistema O'rgan~atO' secondo una configura­
zione pressochè ortogonale estesa al (l'estante tessuto cin­
que-seieentesco. Tuttavia sotto, la trama rinascimentale
si sente la struttura del medioevo che la rende partico­
larmente espressiva come per esempio nella 'attraentissima
Piazza del Duomo. Qui le quinte dei f,abbricati si sus­
seguono creando uno spazio mistilineo molto singolare e
piacevole trovando un rapporto dinamico raffinatissimo
con l'espressione più distesa della via Belenzani (l'antica
via « Larga»); qui gli edifici, disposti con particolare
equilibrio di peso, consistenza volumetrica. e vibrazione
di superficie nell'invaso della strada, 'rendono più viva
la sua proporzione in larghezza e inaJtezza.
Questo invaso trova nna sua particolare animazione
nel leggero deviare dell'allineamento rettilineo delle
fronti, che obbediscono ad una più raffinata armonia tra
le ,diverse superfici di questo lungo spazio interno.
Si ritiene che la trasformazione rinascimentale sia
dovuta alla particolare efficienza raggjunta dalla città
durante il periodo del Concilio di Trento; mentre si deve,
probabilmente, ad una relativa edilizia successiva, ]a
sua conservazione e la relativa mancanza di frange esterne
incoerenti, caratteristiche di tutte le città italiane nel
'Primo ottocento. Un nuovo impulso edilizio, avvenne
invece tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nostro;
quando, abbattute le mura, si iniziava una costruzione
Supplemooto ordinariO' al B. U. 19 settemhre 1967 . N. 40
49
Ìrrimediabilmente compromessa nelle zone a sud, e il
problema di una riorganizzazione, ,che voglia tener conto
della dimensione economica di Trento, dovrebbe impo­
starsi considerando, fra le ipotesi del futuro svilu.ppo della
città, il peso che comporterebbe una trasformazione edi.
lizia delle aree a sud per destinal'le alle funzioni di nu­
cleo direttivo del processo di sviluppo di tutta la provincia.
E' importante, dunque, definire caratteristiche e li­
miti, sia pure in senso generale, di questa finalità del
capoluogo, ,che in un ,certo senso, per quel che riguarda
i problemi più aderenti alle possibilità e alle attitudini
di efficienza futura, dovrebbe significare sia l'aumento
della terziarizzazione, intesa qui ilei suoi momenti pro­
grammatici come punto di partenza di tutto lo sviluppo
delle attività decentrate nei diversi comprensori, sia la
specializzazione di imprese industriali non in contrasto
con 'la configurazione urbana.
Questa preci samone dovrebbe comportare il progres­
sivo e graduale allontanamento dalla periferia immedia­
ta di tutte le industrie pesanti, che siano nocive e mo­
leste, per riportare le zone di conurbazione di ta~e peri­
feria a quel carattere di neutralità specializzata, che è ga­
ranzia di controllo dell'organizzazione tra città e cam­
Giuseppe.
.
Dopo la seconda guerra mondiale a questa relativa
pagna e in cui, anche le imprese industriali, devono avere
incoerenza di tessuto che in genere aveva una modesta
una loro adeguata individuazione. Tutto questo porta lo
densità edilizia, si viene rapidamente sostituendo una di­
sviluppo verso una maggiore precisazione-delle attività
commerciali che possono assumere dimensioni e qualità
mensione molto più grande di strutture edilizie preva­
specifiche. Si dovxauno, perciò, creare nuovi edifici mo­
lentemente residenziali muatipiani. Queste hanno occu­
dernamente concepiti 'per tutte le necessità dì questi nuovi
pato senza un criterio organico tutti gli spazi verdi o
usi; edifici organizzati in una struttura continua che con­
liberi nella struttura precedente e in gran parte vanno
trasformando l'edilizi:a di minor mole preesistente. Si
senta adeguata espansione agH usi nelle loro varie esi­
genze di sviluppo.
tratta in generale di un gigantismo senza espressione e
Questo problema riguarda anche la forma. E' evi­
senza carattere, che rende tristi molti quartieri della
dente
infatti che per riproporread una città moderna,
città, in parteperchè gli spazi interni non sono propor­
soprattutto della dimensione di Trento, una forma ur­
zionati ai volumi, in parte perchè l'incoerenza delle de­
bana, questa deve nascere all'interno delle sue nuove
stinazioni d'uso ·rende povero, framm~ntario e inefficiente
l'apporto vivificante delle attività terziarie e dei servizi strutture e non da un dimensionamento dello spazio to­
tale che ubbidisce in modo preconcetto a schemi di orga­
sociali, che dovrebbero a.ccompagnare una sana ed effi­
nizzazione ai quali la moderna cultura urbanistica non
ciente struttura edilizia moderna. Avviene pertanto, che
può dare alcun valore.
quando una struttura particolare si inserisce, non tro­
CosÌ indirizzato, il problema futuro della città do­
vando un tessuto precostituito per riceverla., vi si in­
vrebbe
guidare alla ricerca delle aree ottimali nelle quali
castra in maniera abnmme eome succede in parte per
l'edilizia
residenziale possa avere il suo ulteriore sviluppo.
il nuovo ospedale. A queste difficoltà di natura orga­
A questo punto la scelta dì tali aree nella zona collinare
nizza1iva del tessuto, si aggiUlIlg'Ono .nella. zona ad est
ad est ,della città stessa dove già uno sviluppo residenziale
quelle della altimetria del terreno, che rendono più pe­
spontaneo
è inattQ è dì per sè ovvia. Questa scelta non
sante il sistema già poco chiaro della trama stradale
è
solo
vantaggiosa
rispetto alle zone di residenza, ma
urbana. Una trama il cui frazionamento a maglie orto­
propone con maggiore impegno il problema delle nuove
gonali non ha dimensioni proporzionate alle esigenze ur­
bane di oggi e perciò non lo mette in grado di assorbire· strutture rappresentative di earattere terziario, ed indu­
striale ·che dovranno ·consentire la nuova forma urbana
determinate strutture indispensabili a ·caratterizzarla. I
nuovi quartieri della città, dopo la seconda guerra mon­ del tessuto della città a valle. E' chiMO infatti che per
diale si sottrassero alla necessità di una organizzazione tenere conto dell'economia dei mezzi disponihili allo
più pertinente alle esigenze della concentr32\Ìone che sviluppo di Trento, si debba distinguere la destinazione
direzionale da quella residenziale e ohe v[ceversa con.rfon­
avrebbe implicato assegnazione di aree per la realizzazione
di servizi di carattere sociale, in grado di conferire loro ilerle in una stessa trama edilizia sarebbe affermazione
apportatrice di discontinuità o di reciproco disturbo, e
singolarità e carattere. Perciò oggi la città nuova è quasi
edilizia scarsamente caratterizzata, la quale peraltro,
aveva una densità relativamente bassa, con edifici inter­
vallati da larghi spazi la verde. E' ,probabile che questo
impulso fosse dovuto all'incremento direzionale sorto a
Trento nel periodo della dooninazione austriaca. Tra le
zone verdi più importanti create in questo periodo è da
sottolineare, per ,carattere ed ampiezza, quello dell'attuale
piazza Dante, che ,può a buon dirittO' chiamarsi un parco
attrezzato .di quei tempi.
Oggi questa piazza rappresenta il. polmone più vivo
di raccordo fra la città antica e la parte nuova meno
compromessa dalla indiscriminazione edilizia. Vi sono
qui i palazzi pubblici più notevoli e alcuni servizi sociali
tra cui,. più importanti, quelli della ferrovia, della auto­
stazione e qualche aIlbergo.
Dalla parte opposta della città il tessuto urbano si
era gradatamente accresciuto negli anni tra Ja prima e
la seconda guerra mondiale con un'edilizia fatta preva­
lentemente di villette a due piani odi palazzine inter­
vallate a piccole aree di verde e qua e là di complessi
edi1iz:i più grossi, sorti senza un particoilare ordine, come
ad esempio, il gruppo compatto di ·case popolari a San
50
Supplemento OII'dinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
renderebbe assai meno chiara ed efficiente la struttura
direzionale. Questa infatti, per il suo earattere rappresen­
tativo, è destinata a rafforzare il prestigio della eittà
nell'uso degli edifici stessi, componendo la loro articola­
zlone in uno spazio opportunamente predisposto in rela­
zione alla complessa .caratteristica delle infrastrutture
viarie.
Sono chiare 'Pertanto a questo punto le direttrici pro·
poste dal Piano provinciale per lo sviluppo futuro della
città e cioè nella collina l'espansione residenziale 'Per nuclei
vincolati alle volumetrie di dimensione tradizionale; a
valle una struttura di carattere terziario non vincolata
alla tirannia del tessuno edilizio di tipo tradizionale resi­
denziale e quindi predisposta nella zona più adatta ad
aecog1ierla,che è quella verso nord. La tendenm delle
strutture edilizie attrudi a estendersi verso il sud si è rea·
lizmt,a ormai con un insieme di opere che hanno com·
promesso tutta questa parte deHa città e non si pre­
stano più a ricevere pienamente ed efficacemente una
organizzazione strutturale veramente moderna e rappre­
sentativa, quale dovrebbe essere la forma urbana della
nuova Trento. Il Piano provinciale ha indicato eome zona
direzionale della eittà quella a nord compresa tra la via
Brennero e la eollina a partire da Gardolofino a Largo
Namrio Sauro_ Essa si presenta 'come ingresso di pre­
stigio per le provenienze da Bolzano, e si collega con la
zona direzionale attuale, secondo una continuità ottenuta
facilmente con opportune trasformazioni, che renderanno
veramente rappresentativo il nuovo centro urbano. La
struttura cosÌ organizzata, prolungandosi al di là della
ferrovia lungo eorso Buonarroti, potrà oltrepassare il
ponte di San Lorenzo, sempre parallelamente all'Adige, e
incunearsi tra l'Adige e H centro storico per abbracciarlo
a sud, fino a congiungersi con le aree dell'attuale cimi­
tero, di ,cui il Piano prevede 'la trasformazione.
La struttura ,direzionale cosÌ protesa prende consi­
derevole impulso dall'ubicazione del casello autostradale,
in posizione baricentrica rispetto aUa città e comunque
tale da inserire ,l'autostrada del ,contesto urbano. Il sistema
costituito dalla strada di scorrimento in destra Adige e
dalle sue penetrazioni completa validamente questo
diseorso.
Per quel ,cbe riguarda la struttura direzionale fonda­
mentale e più rappresentativa, che si protende verso
nord, parallelamente alla via Brennero, il Piano indivi­
dua una tipologia di carattere uniforme ,a torridi dimen­
sioni molto elevate, intervallate in modo conveniente
secondo uno scbema allineato, nel verde attrezzato che
dovrà costituire il punto di partenza di un'organizza­
zione di quartiere. Si tratta di un verde attrezzato nel
quale dovranno trovare efficace continuità le varie attrez­
zature di servizio sociale e soprattutto di carattere com­
merciale. Esse potranno organizzarsi in ampie platee con­
tenitrici di edifici collettivi di variocarattel"c, cinema,
ristoranti, ecc. la cui continuità nel verde dovrebbe rap­
prescntare il legamento con quella parte di centro dire­
ziona'lc che si immedcsima nella struttura urhana già esi­
stentc lungo la curvilinea via Petrarca. Nelle zone interne
alla città i volumi più che in altezza dovranno organiz­
zarsi !in profondità, con lal'lghe 'piattafO'rme di uffici e di
servizi vari con elementi a pian ,terreno in cui saranno
intervallate ai negozi, altre possibili attività sparse nel
vcrde, che dovrà penetrare e circondare gli edifici allon­
tanati dall'~mmediato percorso deHe strade carrabili.
Molto importantc è altresÌ la diramazione della
strada del Brennero alle spalle del castellO' dcI Buon
ConsigliO', che salendo progressivamente si potrà portare
alla quota del castello stesso, passare alle sue spalle e
congiungersi a Piazza Venezia attraverso via Cervara.
Rimane cosÌ libera dal traffico carrabile la strada e tutti
gli spazi antistanti il castello che potrà avvantaggiarsi di
un ambiente aperto collegato alla rimanente parte della
città.
Nel quadrO' dei 'Prolungamenti verso Bo'lzano del
centro direzionale secondo lo schema tipologico e fun­
zionale già definito, si precisa la necessità di potenziare la
parte nord di V'ia ,Brennero con la creazione di un'area
destinata ad attività commerciali alI 'ingrosso, mista ad
attività direzionali, la cui organizzazione si presti ad una
ordinata serie di spazi per vendita ed esposizione di
prodotti, coordinati in una configurazione formalea:rehi­
tettonicamente caratterizzata nell'jnsiemedi spazi co­
strwiti, spazi liberi nel verde per parcheggio e per altre
attrezzature. Per realizzare tale zona, nella quale può
essere incluso un completo centro di vcndita al dettaglio,
si ritiene necessario allontanare in questo tratto l'arteria
fondamentale di distribuzione dell'attuale sede di via
Brennero, dato che essa scorre tangenziale ad una serie
di industrie, completamente fuori carattere, all'ambiente
che si vuO'le dare all'ingresso della città.
Avendo deviato l'asse fondamentale di ingresso alla
città per allontanarlo dalle conurbazioni esistenti sulla via
Brennero, il rientro in questa può ,e.ssere felicemente
realizzato attraverso un'articolaziO'ne architettonica che
approfitta dello spazio esistente fra la Commissionaria
Lancia e quella del Simca. Questo slargo si presta
alla costruzione di una piazza architettonicamente ben
definita e disposta trasversalmente in modo da unire
ai due capi da una parte, a nord, la deviazione proget­
tata e dall'altra, .a sud, la via Brennero, trasformata in
struttura direzionale con le case alte di cui si è parlato.
Questa articolazione architcttonica [n forma di piazza
viene ancor meglio caratterizzata e funzionalmentc defi·
nita dall'immissione in essa del raccordoeon l'autostrada
e con la circonvallazione prevista a nord dello scalo fer·
roviario. Questa piazza verrebbe quindi ad assumere un
valore preminente di convergenza di interessi e dovrebbe
esserc attrezzata in modo particolare.
Concepite ,secondo questo spirito, molte pregevoli ed
efficaci trasformazioni si potl'anno ottenere anche nella
Supplemffll!to ordin:ario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
51
zona a sud della città in cui il tessuto urbano sembra più
restio e contrastante ad interventi profondi. Un sistema
di collegamenti efficienti tra la circonvallazione sulla
destra dell'Adige e la città potrà costituire l'ossatura fon­
damentale di ogni trasformazione. Tra questi emerge una
nuova arteria trasversale che, ,correndo parallela alla fer­
rovia della Valsugana, congiunge la statale della Fricca,
e quindi le zonecoHinari,alla eirconvallazione.
Tale arteria, incidendo profondamente nel tessuto
urbano a sud della città, potrà assorbire conveniente­
mente il traffico di penetrazione proveniente sia dall'auto­
strada che dalla stessa circonvallazione. E' altrettanto im­
portante l'altro collegamento trasversale previsto più a
nord, all'altezza di Man.
Qui si dovrebbe trovare il limite della forma urbana
della città, sia come termine dei manufatti, sia come vi­
sione dei profili interni deUa pianura e daàlacollina.
coerente ad una moderna organizzazione urbana, e in
primo luogo gli insediamenti industriali modesti e non
adeguati al suo futuro sviluppo, portandoli in zone al
confine con la sua area neutrale, così essa deve trovare
un logico equilibrio tra queste strutture allontanate dalla
città c le espansioni, soprattutto residenziali, di questa,
che nel nostl"O caso sono previste sulla collina. Si tratta
cioè, sia di predisporre un più efficiente ordinamento
del1ecomunicazi~ni per minimizzare l'aumento relativo
ai costi generali proeapite e ai tempi di spostamento, e
sia di determinare nuove strutture di servizio soeiale
lungo i nuovi percorsi che sono apportatori di altre
possibilità di interessi produttivi a cui le strutture stesse
danno notevole impulso, in forma razionale per i futuri
sviluppi.
Da questo collegamento più esterno trae origine la
nuova strada fondamentale della collina, che congiunge
Man con Villazzano, Povo e infine Gognola, dove si in­
nesta nell'ultimo tratto della superstl"ada della Valsugana.
Sulla collina le aree residenziali di nuova espanzÌ(me,
dovranno coordinarsi ad una struttu'ra viabilistica che
twvi opportuni ed appropriati raccordi con la S8. 12 e
con la città. Pertanto in questo tratto ocoorrerà conferire
alla nuova strada una ,particolare forma attrezzata perchè
possa disimpegnare tali funzioni come asse di collega­
mento tra due aree urbane particola'l'mente caratterizzate.
Il Piano in conclusione prevede che gli sviluppi delIa
città di' Trento siano indirizzati ad aspetti strutturali
così 'specializzati da dal"e a:Hacittà una sua efficacissima
configurazione e un grado massimo di efficienza collet­
tiva. Questo non si ottiene con la congestione di masse di
residenti sempre più fitte e situate in verti'cale negli
edifici del centro caratterizzato della città, ma piuttosto
organizzando per la residenza le aree più adatte a questo
uso, onde questa si car.atterizzi nel modo più afficace ed
appropriato alle esigenze della vita sociale. Nel centro
urbano vero c proprio potrà invece rimanere, ,fissata alle
destinazioni attuali, tutta la struttura residenziale esistente
verso sud, ad eccemone delle tra:sformamonigià predi.
sposte, mentre nella parte nord la nuova struttura con le
sue caratteristiche terziarie, 'potrà sostituire quella incoe­
rente e assai poco rappresentativa che og'gi vi sorge.
Il Piano ha programmato in questa graduale trasfor­
mazione della città un margine di ulteriori insediamenti
che potranno trovare ubicazione adatta e staccata, nelle
zone di Terlago e Vigolo Baselga, che fanno parte del
comprensorio stesso e nelle zone adiacenti il !lago di Cal­
donazzo. ,Lamar può diventare inoltre stazione inter­
media della funivia della Paganella e può considerarsi
Ì'1 parco di Trento, con un potenZliamento della strada che
porta da Lamar a Terlago.
Pertanto, come la città da un lato dovrebbe cer­
care di allontanare dalle sue strutture tutto çiò che non
La valle si presenta come un grandioso anfiteatro che
racchiude un sistema assai pittoresco di vallette, declivi
e ondulazioni collinari, sui cui sono distribuiti i piccoli
insediamenti urbani dei 40 comuni del comprensorio.
Si tratta di circa un centinaio di piccoli nuclei che
hanno unaconfigurnzione edilizia tradizionale assai inte­
ressante da cui emerge spesso, più antica, la chiesa e il
campanile e si distaccano isolati i castelli con la loro
forma architettonica frazionata ed aggressiva.
Tutto il territorio è diviso a tratti dalle profonde
forre dei torrenti, ecostituLsce un insieme chiuso a le­
vante e a nord dalla catena del Roen, a occidente a sud
dalle catene del L11CCO, delle Madd'alene e del Brenta.
Nella sua parte mediana è solcato dal Noee,che sbarrato
da una diga all'altezza di S. Giustina, forma un gl'ande
lago artificiale. Questa ,configurazione molto articolata e
compenetrata nelle varie zone, crea neI suo insieme di
ondrilazioni collinari di vallette edi burroni, un pae­
saggio caratteristico della vegetaz.ione assai variata, in
cui spiccano i frutteti famosi, e nelle zone più a nord,
i boschi di conifere.
Dei comuni del comprensorio s010 due sono situati
sul fondo valle, 20 sono situati in collina, quasi tutti sul
versante ovest della varIe e nella sua zona mediana, 18
sono situati in montagna e nella 'parte settentrionale della
val1e e sul versante orientale per un certo tratto. Il com­
prensorio è abbastanza omogeneo nel suo insieme, mal·
grado le differenze apprezzabili fra gli abitali della parte
montana, che è quella più a settentrione e gli 'abitati
della parte collinare.
Secondo l'ultimo censimento del 1961 la popolazione
residente nel comprensorio contava 37.800 unità ed era
in lieve diminuzione rispetto a quella censita nel 1951
per circa 460 unità.
In relazione a questi dati l'analisi dei valori medi
annui 'per 1000 abitanti indica che nell'intervallo 1951­
1961 la diminuzione è stata dell'l ,2%0. Esaminando più
analiticamente i d&ti disponibili si ha che la Valle di
C. 6.. Valle di Nan
52
Supplemento f.lll'dinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Non presenta un indice di concentrazione fra i più bassj
del Trentino, che, tuttavia, dal seeolo scorso ad oggi è
cresciuto dal 0,33 al 0,41, dimostrando una certa ten­
denza alla concentrazione della popolazione nei centri più
grandi. Se si suddivide poi, il decremento percentuale
f:ra i comuni di fondo valle, di collina e di montagna, si
vede che il decremento è lievissimo nei comuni di col­
lina e molto alto in quelli di montagna: - 0,4%0 contro
- 2,3%0 mentre conta assai poco il decremento dei co­
muni di fondo valle anche se molto elevato ( - 3,2%0),
perchè ì comuni sono soltanto due.
Una analisi del censimento demografico ,secondo i
raggruppamenti per attività economica, fornisce le se­
guentiindicazioni: nel settore agricolo dal 51 al 61 la
popolazione è scesa, dalla percentuale altissima del 61 %,
a quella ancora notevolmente alta del 49% , con una
diminuzione assoluta di forze di lavoro che ammonta a
1920 unità; nel settore dell'industria si è avuta una leg­
gera tendenza all'espansione nel numero degli addetti,
che sono passati da una percentuale del 22 'a una del
27%, con un aumento in valore assoluto di 7180 unità;
nelle altre attività gli addetti hanno avuto un incremento
del 7%, passando d'al 17 al 24 %, a cui corrisponde
in valore ,assoluto un accrescimento di 940 addetti circa,
dalle 2.590 unità del 51 alle 3.530 Ullità del 61.
Circa i movimenti migratori si rileva quanto segue:
nell'agricoltura su 7.350 addetti solo 140 circa trovano
impiego fuori del comprensorio. Nell'industria dei 4.000
~ddetti circa 820 lavf.lll'ano fuori del comprensorio, di
cu~ 550 all'estero. Nelle altre attività dei 3530 addeui
del comprensorio 440 lavorano fuori, di cui 80 all'estero.
Circa l'età media e il grado di invecchiamento i dati sono
i seguenti: addetti all'agricoltura età media 43,9, indice
di invecchiamento 98; addetti dell'industria età media
34,4, indice di invecchiamento 23; per altrc attività età
media 36,5 e indice di invecchiamento :32.
.
Dai dati esposti si deduce che nella Valle di Non
la condizione degli addetti all'agricoltura è poco favore­
vole per Ia loro prevalenza quantitativa ancora oggi rela­
tivamentegrande nelle forze di lavoro di tutta la valle.
Assumendo le indicazioni dello studio sull'av:ricol­
tura il· Piano considera una superficie agraria effettiva di
9.109 ha; ol'ganizzata in aziende specializzate. Di queste
2.057 sono ad indirizzo frutticolo e occupano una super­
ficie agraria di 6.172 <ha. con 4.144 addetti direttamente
all'agri'Coltura nei comuni di: Taio, Banco, Casez, Dambel,
Brez, Cloz, Romallo, Revò, Cagnò, Cles, Tassullo, Tuenno,
Nanno_, Terres, Flavon, Cunevo, Denno, Campodenno,
Sporminore, Ton, Vervò, Tres, COTedO, Stnarano, San­
zeno, Romeno, Fondo, Castelfondo, Livo; 124 sono -ad
indirizzo zootecnic(JI.pataticolo e occupano una supel'ficie
agraria a prato e a seminativi di ha. 2.645 con 24,8 ad­
detti direttamente all'agricoltura nei comuni di Ton,
Tres, Coredo, Smarano, Sanzeno, Romeno, Fonclo, Castel­
fondo, Livo, Sfruz, Cavareno, Don, Amhlar, Sarnonico,
=======.==~-~===
!
Ronzone, Malosco; 54 sono ad indirizzo zootecnico puro
ed occupando una superficie agraria a prato di ha. 360
con 108 addetti direttamente all'agricoltura nei comuni
di Ruffrè, Rumo, Bresimo, Ton, Vervò, Tres, Livo,
Castelfondo.
Complessivamente dunque, nella valle di Non, il
numero· degli addetti all'agricoltura ammonterehbe a
4.470 unità a cui si devono aggiungere i 670 addetti alle
infrastrutture, e i 278 ai boschi per cui, in definitiva,
tutta la forza lavoro impegnata nell'agricoltura del com­
prensoriodovrehbe essere di 5.41,g unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut­
tura occupazionale al 1975, nonchè di calcoli sul fahbi­
sogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava che cil'ca 3.030
unità lavorati've abhandoneranno, nel prOBsimo decennio, il
settore agricolo, perpensionamento o per decesso natu­
rale, riducendosi in tal modo gli ,addetti all'agricoltura
da 7.360 a circa 4330.
A questi dati ultimi, al fine di valutare la effettiva
consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal­
colati in 1.240 unità, i quali, peraltro, hanno funzione
di stahilire :!'indispensabile legame fra le varie classi
di età.
Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale si dovrehbero avere all'incirca 5.570 unità lavo­
rative nel settore agricolo, cifra che risulta inferiore a
quella di 150 unità calcolata come sufficiente al razio­
nalc dimensionamento dello stesso.
Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior parte­
cipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi
massime indicate dagli studi preparatori, si prevede un
fabbisogno di nuovi posti nel settore secondariQ e ter­
ziario pari all'incirca a 4.240 unità.
Complessivamente quindi 'per la prevedibile mag­
giore disponibilità di mano d'opera per le classi dinanzi
viste si 'prevede che al 1975, nel comprensorio dovreb­
bero essere apprestati all'incirca 4.390 nuovi posti di
lavoro.
Considerata la particolare posizione del compren­
sorio si ritiene di interpretare il SU!) naturale processo
di sviluppo ,prevedendo una assegnazione di addetti per
circa 2.630 unità all'industria, e per circa 1760 alle
altre attività.
Poichè tuttavia, almeno ano stato attuale non
sembra prevedihile la possihilità di un assorbimento
totale nelle attività industriali delle unità assegnate al­
l'industria si prevede che, per almeno 1.000 addetti all'in­
dustria i posti di lavoro dovréhbero essere. 'apprestati in
altri comprensmi, e per i rimanenti, 1630 circa possono
esscre preventivati nei comuni della vaUata.
Teneudo conto delle probahiJi rÌconversioni di indu­
strie esistenti,calcolate nella misura del 10% su/!li
addetti alle industrie manifatturiere al 1951 in sede di
dimensionamenfo del,le aree industriali siè prevista una
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
====,
========
ulteriore espansione delle stesse per 160 addetti circa. Il
dimensionamento delle aree deve ancl)ra tener presente
un certo numero di trasferimenti di 'addetti dell'artigianato
o della piccola industria alle nuove inizialÌÌve industriali,
stimato per 'questo comprensorio nel 10% degli addetti
previsti. In vaIl)ria'SSOluti questi trasferimenti. sono stati
stimati in numero di 160.
Le zone industriali previste vengono pertanto dimen­
sionate su un probabile fabbisogno di cirea 1.9.50 addetti.
Secondo il programma di larghi interventi progettati
dal Piano, l'organizzazione unitaria del comprensorio può
essere facilitata dalla organicità delle comunicazioni, che
diventano mezzi tecnici nuovi per conferire alle strutture
la possibilità di impiegare razionalmente le loro relazioni
a vantaggio di !Uno sviluppo delle attività che dalle st'mt­
ture stesse si manifestano.
Questo sviluppo investe l'economia del comprensorio,
alla cuigradualc trasformazione la rele delle comunica­
zioni ,concorre, anche per gli inoontivi che offre a spe­
cializzare e a coordinare tutte le aree che lo compongono.
Circa il sistema di comunicazioni il Piano tiene con­
to che manca ancl)ra I)ggi un sistema di arterie tra­
sversali fra i comuni delle due sponde, sicchè il fondo
valle è accessibile alternativamente da un lato o dal­
l'altro.
Pertanto uno degli interventi ·del Piano riguarda la
deviazione della s-tatale su un percorso di contatto e
scorrimento con i centri situati nella parte ad occidente
dena valle, per mezzo di un ramo, che attraversaMo la
valle con un ponte, &lil vallone- del Noce, in corrispon­
denza di Portolo, prosegue verso Nanno e· Tassullo, pas­
sando poi .a est di Cles e di qui riprende il percorso ordi­
nario hiforcandosi al ponte di Castelaz e continuando con
un ramo verso la Valle di Sole e eon l'altro verso Revò­
Fondo. A Sanzeno il ramo proveniente da Revò si con­
giunge a quello proveniente da sud, sul percorso della
statale attuale.
A Sanzeno i due rami tornano a biforcarsi, uno
prosegue per Romeno,Cavareno, l'altro un poco più ad
ovest, arriva a Damhel sul percorso esistente e qui si pro­
lunga fino a Sarnonico e, con un ramo minore nei pres­
si di Fondo ove si congÌlUnge con la strada proveniente
da Revò.
Questo sistema e ID gran ·parte esistente;i1 Piano ne
migliora le caratteristiche evi prevede tutte quelle ag­
giunte e tutte quelle opere d'arte che trasformeranno la
rete nel sistema infrastrutturale di base del comprensorio.
L'organicità del tracciato dipende in larga misura dalle
sensibili vamanti predisposte dal Piano, che prevede la ret­
tifica dei tracciati stesSlÌ, 'la riduzione ,delle curve, dei
tornanti e delle pendenze eccessive, lo spostamento tan­
genzialmente ai centri urbani, il prolungamento verso
direzioni non ancora servite per raggiungere agglomerati
che oggi sono legati tra loro da percorsi disagevoli e molto
lunghi perchè indiretti.
53
====================
Insieme a questa trama infrastrutturale, contrihuisce
alla unità del comprensorio l'organizmzione dei suoi nu­
merosi piccoli nuclei edilizi in poche grosse unità inse­
diatdvèche raggruppano un certo numero di centri comU­
nali, con le loro frazioni, intorno a particolari strutture e
attrezzature per rendere più facili e più fluidi i contatti.
Queste unità insediative, proposte dal piano, sono sette.
Una delle più importanti è quella che ha come epi­
centro il nucleo uThano di Cles a cui sono associati, gli
altri centri di Tassullo, Nanno e Tuenno. Questo insieme
trova un felice punto di 'convergenza nel centro direzionale
di Cles a contatto con un'area a parco attrezzato e con il
vecchio nucleo.
Oltre a questo centro direzionale commerciale, che
serve tutta la valle, in questo nucleo insediativo è pre­
visto un centro scolastico superiore di indirizzo tecnico e
professionale a nord di Cles. Fra Cles e Tuenno, a monte
della strada ,di raccoroo è stata predisposta dal Piano una
,area industriale di 'circa 12 ha.
Si collega a questa unità insediativa, la pittorica Valle
di Tqvel col bellissimo lago che aggiunge alle sue sin­
golari qualità naturali, un'attraui'Va turistica particolare,
che il Piano cerca di potenziare, imponendo il vincolo di
parco naturale a questo insieme alpino straordinariamente
suggestivo.
Perciò il Piano ha predisposto che la sistemazione
della strada di accesso e di attraversamento del parcl) na·
turale di Tovol non raggiunga le rive del lago, ma si fermi
circa 150 metri prima e che vi sia ,localizzata salo una at­
trezzatura di servizio turistico conhar, ristorante ed alber­
go, sempre lontani dal lago.
,L'insieme lienare degli abi,tati di Terres, Flavon,
Cunevo, Termon, Campodenno e Sporminore, costituisce
assieme a Denno un'altra delle sette unità insediative del
comprensorio. Il Piano prevede qui la modifica s-ostanziale
di alcune strade, per realizzare il coordinamento unifica­
torio di tutte le parti che dovranno concorrere alla for­
mazione della unità insediativa.
CosÌ la strada che da Denno porta a Termon seguirà
un tracciato più breve per congiungere il fondo valle con
Pasta di raccordo della parte lineare dell'unità insediàtiva.
Immediatamente più in alto sempre nella stessa zona,
sopra Castel la Santa, è uhicata una serie lineare di in"
sediamenti stagionali, per dare impulso tUTistico a questa'
bellissima zona, che potrà essere immersa nel verde della
campagna e in una conveniente arca sistemata a parco.'
I centri abitati di Taio, Tres, Vervò e Ton, formano
un'altra delle grosse unità ins-ediative del comprensorio~
Essa ha una forma earatteristica, (lon un'asta lineare di
base, costituita dall'arteria stradaleprincipa:le daJlaquale
son<l derivati i centri di Taio, Segno, IMollaro e Del'mulo
e una serie di localizzazioni edilizie di piccola entità,
sparse nella configurazione assai variata del paesaggio'
montano.
Supplemento OO'din:acio al
54
-========================= B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Il Piano si prefigge di far convergere suLPasta fon­
damentale i centri sparsi nella montagna che fanno parte
dell'unità insediatirva modificando e creando nuove strade
per rendere 11 più agevole possihile questi collegamenti,
come ad esempio quello tra Vervò e Tres.
A Segno, haricentro dell'unità, sono previsti il cen­
tro dirczionale e commerciale, scuole ed alcunc attrezza­
ture sportive, mentre a Mollaro è ubicata un'area di circa
lO ha. per industrie complementari e ,di piccole dimen­
sioni, equilibrio alla grossa zona industriale situata più
in basso lungo .l'argine del Noce.
Il gruppo dei centri abitati di Coredo, Smarano e
Sfruz costituiscono un'a1tra delle unità insediative del
comprensorio. &sa conta circa 2.000 abitanti ed è carat­
terizzata dalla convergenza verso Coredo delle due serie
di nuclei edilizi, esistenti o di progetto, una rivolta verso
nord, lungo la stra:da che porta alla frazione di Tavon,
l'altra più importante, volta verso est, comprende Smarano
e Sfruz ed è immersa nei prati del parco attrezzato.
Un piccolo centro commerciale alberghiero è previ­
sto alla confluenza della strada alta che percorre tutta la
valle da Ton a Cavareno con quella proveniente da Co­
redo, nei pressi del lagQ di Tavon.
I Comuni di Brez, Cloz, Romallo, Revò e Ca1gnò che
sono situati lungo l'asta lineare della statale TQOale-Men­
dola di cui si progetta lo spostamento fuori dei centri for­
mano assieme al gruppo dei comuni di San Zeno, Banco,
Casez e Dambel, un'altra unità insediativa del compren­
sorio. A Revò si è stabilita la localizzazione delle strut­
ture fondamentali di questa unità insediativa, con le scuo­
le, il CC::ltro sporti'Vo e quello commerciale, mentre a Clfrz,
la congiungenfe con },a zona del parco fa di questo nu­
cleo un elemento prcmincnte dell'unità insediativa. Data
l'estensione di questa unità e il suo numero di abitanti,
cirea 6.000, è stato previsto nel centro di Brez, un nu­
cleo turistico-commerciaJe proporzionato alle esigenze del
turismo di questa località. Inoltre anche Brez è coHegato
con il parco attraverso la bellissima zona in cui sorge
Castel Vasia. A Malgolo infine è ubicato un centro Cul­
turale a scala rcgionale con scuola superiore, collegio c
altri servizi.
Il grup'po dei comuni di Livo, Bres1mo, Rumo e Cis
forma un'altra unità insediativa del comprensorio, che ha
un nucleo centrale a Livo con le sue frazioni perchè vi
converge la viabilità degli altri centri. Qui il Piano pre­
vede "l'ubicazione di tutti i servizi e le attrezzature di ca­
rattere sociaJe, il centro commerciale e le scuole, mentre
prevede a Rumo H potenziamento delle attrczzaturc turi­
stiche estive ed invernali e a Bresimo quel,lo dclle attrez­
z~turc legate allo sfruttamento delle aoque termali.
L'unitàinsediativa più estesa di tutta la valle com­
prende l'iÌlsieme più a nord del territorio della valle con
i suoi boschi da trasformare in parchi e con l'insieme dei
nuclei da 'Castel Fondo, a Fondo e a RomenO'.
Qui il PianO' predispone nel parco i centri turistici
più rilevanti in zona baricentrica ai diversi nudei urbani
dell'entità inscdiativa, indicando inoltre le possibilità turi­
stiche invernali del monte Roen e delPenegal. Il Piano
prevede il miglioramcnto della viabilità ,fondamentale, sia
rettificando i percorsi e allargando le sedi, che spostan­
dole fuori dai centri urbani. La ,pO'polazione dclla urùà
insediativa è di 7.500 abitanti. E'prevista una z'}na
industriale tra Cavareno e Romeno ampia circa. ha. Il,50.
Il Piano prevede la costruziQOe, nei pressi di Sdo di
un aeroporto turistico che, collegato con gli altri quattro
della provincia e con quello di Bolzano, permetterà l'or­
ganico uso del mezzO' aereo al servizio del turismo.
Uno degli interventi previsti dal Piano riguarda la
trasformazione a parco attrezzato di una gran parte del­
l'Alta Anaunia, dove esistono 'boschi di conifere di rara
bellezza che occupano ampie zone quasi pianeggianti, al­
ternate ad aree scoperte a prato verde, di un paesaggio
veramente incantevolc che si presta a diventare un mera­
viglioso parco.
A questo fine H Prano ha predisposto una serie di
attrezzature turistiche legate tra loro da una viabilità op­
porfunamenteconnessa a qucUa princi'pale, con localizzato
a sud l'aerO'porto turistico, per ottenore un insieme mO'lto
piacevole in unO' dei parchi più belli della Regione. Gli
insediamenti che vi saranno immersi fO'rmeranno unità
che potremo chiamare di parco ur<banizzato, ben eviden­
ziate perla singolarità e originalità dell'impostazione.
Il sistema circolatorio previsto dal Piano con le O'p­
portune modHìche a1J:a maglia stradale esistente, il siste­
ma di parchi dell' Alta Anaunia con l'aeroporto, i centri
di servizio, i centri direzionali e commerciali, le attrez­
zature sportive e ,le scuole, cO'stituiscono un grande siste­
ma infrastrutturale, chc potrà creare un'integrazione ab­
bastanza efficace fra le sefte unità insediativea cui è af­
fidato il compito di formare la struttura organica del cO'm­
prensorio.
C. 7. - Valle di Sole
Il comprensorio è formato da una vallc di 40 Km.
circa che va dal passo del Tonale al ponte di Mostizmlo
percorsa nel primo tratto dal tO'rrcnte Vel'lmigliana e poi
dal Nocc, sulla cui sinistra corre la statale Tonale-Mendola.
Le due valli di Peio e di Rabbi fanno anche esse
parte del comprcnsorio c confJuiscono nella valle di Sole
in due parti, chc rappresentano i poHdi principale intc­
resse del sistcma.
Gli ìnsediamenti sono allineati lungo il solco creato
dal Noce ncl complesso montuoso del Brenta, Presanella,
Cevedale, fino al passo del Tonale. SonO' queste fra le
più 'promettenti zone turistiche del Trentino.
Nel complesso si tratta di un paesaggio molto carat­
teristico per il suo sviluppo lineare, puntualizzato da in­
sediamenti quasi sempre di rilevato interessa figurativo,
la cui piacevole singolarità consiste nell'alternarc ai prati
Suprplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
le montagne boscose e le zone alberate, e all'altezza degli
sfondi, la morbidezza delle parti va1live di un verde
bellissimo.
Secondo l'ultimo censimento la popolazione residente
nel compreEsorio ammontava a 16.338 unità. Esaminata
in un lungo intervallo di temRQ'.l ç~è,. tra, i, ,11t'lnsÌl;nenti
del 1931 e del 1961, questa qUl:\ntità hl:\, avuto un lievis.­
simo incremento di 307 unità. Esaminata invece nel de­
cennio dei censimenti più recenti 1951-1961 il processo
sì inverte di segno regi·sirando un decremento di popola­
zione pari a 389 unità, mentre !'incremento demografico
che prima del 1951 era positivo, + 2,0%0 diventa nega­
tivo nell'ultimo .decennio COE - 2,4%0. Per quel che ri­
guarda l'indice di concentrazione, la sua bassa densità
riveia che la popolazione tende a ri:partirsi nei vari co­
muni in maniera piuttosto uniforme.
Considerando l'incremento per classi aItimetriche e
limitando l'mservazione al solo decennio 1951-1961, si
constata che i comuni situati verso il fondovalle hanno
un decremento per 1.000 abitanti di -2,8 e queIli di
montagna un decremento minore che 'è di -2,1.
I dati del censimento del 1961 sulla suddivisione
della popo'lazione per olassi di attività economica, rive­
lano un leggero decremento della popolazione attiva, che
nel decennio 1951-1%1 sarebbe passata dal 39 al 37%.
TaIe decremento tuttavia deve soprattutto attribuirsi
al crollo della popolazione attiva in agricoJtura, scesa nel
decennio dal 53 al 36 ,con una diminuzione in valore
assoluto di 1.330 unità. Sono cresciuti invece altri settori
della popolazione attiva. Gli addetti all'industria sono pas­
sati dal 28 % al 38 %, con un aumento in valore assolu­
to d.i 520 unità e quelli dediti alle altre attività economi­
che sono saliti dal 19 al 26 ,con un aumento in valore
asso>luto di 330 unità. Mentre invece si ricava dal cen­
simento illdustriule, che nel decennio c'è stata una dimi­
r<:lzione delle unÌtà industriali.
Cirea i movimenti migratori si rivela che nella
agricoltura, su 2.200 addetti, 80 -lavorano fuori del
comprensorio; nell'industria su 2.300 addetti 600 lavo­
rano fuori del comprensorio, di cui 330 all'estero; nel­
le altre attività sui 1.550 addetti 230 ,lavorano fuori
del oomprens,orio, di cui 50 ull'estero.
Circa l'età media e l'invecchiamento i dati sono:
addetti all'agric()ltura: età media 46,9 anni, indice d'in­
vecchiumento 167; addetti all'industria: età media 35,6,
indice invecchiamento 29; addetti alle altre attività: età
media 37,3, indice di invecchiamento 33.
Per il settore agricolo il Piano assumendo le ipa­
dello studio sull'agricoltura cons~deta: una superfi­
cie agraria effettiva di 1.950 ha. di cui 670 ad esclu­
siva coltura frutticolta , 1.2·80 a prato; una orgunizza­
zione di tale superficie in 329 aziende, di ·cui 106 ad
indirizzo zooteenico specializzato. Il numero di addetti
relativo ammonta a 658, cui si devono aggiungere 99
addetti ulle infrastrutture e 224 addetti alle foreste.
55
Complessivamente la forzu lavoro impegnata nella
agricoltura dovrebbe risultare di 981 unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut­
tura occupazionale al 1975, nonchè dai calcoli sul fab­
bisogno di nuovi posti-lavoro, si ricava come, circa 1.050
unità lavorative.abhandoneranno, nel prossimo decennio,
il settore agricolo o per pensionamento o per decesso na­
turale, riducendosi in tal modo gli addetti aH'agricoItura
da 2.180 a circa 1.130.
A questi dati uhimi, al fine di valutare la effetti­
va consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricam­
bi calcolati in 320 unità, i quali, per altro, hanno la
funzione di stabilire l'indispensabile legame fra le va­
rie olassi di età.
Complessivumente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale si dovrebbe avere all'incirca una forza lavoro
di 1.450 unità nel settore agricolo, che risulta superiore
di 470 unità circa, a queHa calcolata come sufficiente al
l'azionale dimensionamento dell'agricoltura.
Cons1derando l'incremento naturale, l'apporto del­
le nuove ·leve, il rientro degli emigranti, una maggior
partecipazione della donna al lavoro, secQndo le ipotesi
massime indicate dagli studi preparatori si prevede un
fabhisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter­
ziario pari ull'incirca a 2.190 unità.
Complessivamente quindi, fra la eccedenza agricola
e la prevedibile maggior disponihilità di mano d'opera
per le classi dinanzi viste, si prevede che, al 1975, nel
comprensorio dovrebhero essere apprestati aU' incirca
2.660 nuovi posti di lavoro.
Considerata la particQlare posizione del comprenso­
rio si ritiene di interpretare il suo naturale processo di
sviluppo prevedendo una assegnazione di addetti per
circa 1.330 unità all'industria, e per circa 1.330 alle
altre attività.
Poichè tuttavia, almeno allo stato attuale non sem­
hra prevedihile la possibilità di un assorhimento totale
nelle attività industriali delle unità assegnate all'indu­
stria si prevede che, .per almeno 500 addetti 'all'industria
i PQsti di lavoro dovrebbero essere apprestati in altri
comprensori, e per i rimunenti, 830 circa possono essere
preventivati nei comuni della vallata. Tenendo quindi
conto delle prohabili e prevedibili riconversioni di indu­
strie esistenti caleolate nella misura del lO
sugli ud­
detti alle industrie manufatturiere al 1951, in sede di
dimensionamento delle aree industriali si è prevista una
ulteriore espansione delle stesse per 70 addetti circa.
Il dimensionamento delle aree deve ancor tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti
dall'.artigianato o deUa picoola industria alle nuove ini­
ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel
lO % degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra­
sferimenti SQno stati stimati in numero di 80.
Le zone industriali previste vengono pertanto di­
mensionate su un probahile fabbisogno di circa 980 addetti.
56
Su.pplemento mxlin:ario al B. U. 19 se;f;<temhre 1967 - N. 40
Il Piano prevede infatti una razionale localizzazione
di industrie di tipo particolarmente adatto a questo com­
prensorio. Una parte di queste attività, come lo sfrutta­
mento delle acque minerali che esiste già a Peio, po­
trebbero estendersi a Rabhi; altre localizzazioni indu­
striali in via di formazione sono presso Malè e riguar­
dano l'industria meccanica, altre ancora potrebbero ap­
partenere con vantaggio all'industria manifatturiera, che
troverehhe sul posto una mano d'opera smobilitata dal­
l'agricoltura e impiegabile, soprattutto se fcmminile. Tut­
tavia anche le piocole imprese fortemente specializzate
potrebbero trovare una adatta sede per la fahbrioazione
di prodotti mO'lto selezionati.
Il considerevole numero di addetti previsto per Je
attività terziarie trova la sua ragione nella notevQle di­
mensione degli interventi turistici che il Piano propone.
Si è infatti in presenza di un territorio particolarmente
adatto, per le sue condizioni geografiche, a uno sviluppo
coordinato e di grandi dimensioni di tutti gli impianti
relativi al turismo invernale attorno a tre poli fondamen­
tali, e cioè a sud-est Madonna di Camp1glio, a ovest il
Passo del Tonale, a noro il Cevooale. Per la quota re­
lativamente modesta del fondovalle, il Piano propone di
creare una serie di centri con attrezzature ricettive edi
servizio sui pendii delle montagne, collegati sia da strade
di nuovo tracciato, che da impianti di risaJita.
Una delle previsioni di maggior interesse è costitui­
ta dal collegamento tra l'asta della Val di Sole, da Di­
maro a Ossana, fino a Campiglio, su due direzioni e cioè
da Folgarlda a monte ,di Dimaro, fino a Pradalago e da
Fazzon, sopra Pellizzano, fino a Campo Carlomagno. Un
altro interessante collegamento è rappresentato dal siste·
ma di impianti che j} Piano prevede tra la Val di Rabbi
e la Val di Pejo, attraverso l'alpe di Cercen; a ,comple­
tamento di questo si propone lo sviluppo invernale delle
Pozze di Termenago.
Il Cevedale infine e il Tonale sono caratterizzati,
oltre che dallo seii inverna,le, dalle grandi possibilità
dello scii estivo.
Una delle fondamentali attrezzature previste per
l'organico sviluppo dei turismo è costituita dall'aeroporto,
situato nella piana tra Malè e Dimaro, e dal gruppo di
altiporti, al Tonale, al Cevooale e in altre idonee località.
Queste varie attività e queHe turistiche, creano re­
lazioni lineari e in profondità fra i vari nuclei Ul"hani
del comprensorio. A questo scopo il Piano predispone lo
spostamento della statale a sud dei diversi centri urbani,
onde evitare gli aUuali ·difficili attraversamenti e servire
in modo logico i centri stessi nonchè le aree industriali
sulle sponde del Noce.
Per 1'011ganizzazione degli insediamenti, dei servizi
sociali e delle ,infrastrutture che configurano i nuclei
stessi, in rapporto alle affinità di gruppo e agli interessi
preminenti che Ii uniscono, il Piano prevede la suddivi­
sione del territorio in tre unità insediative. Una con epi­
centro a Malè, una seconda con epicentro a Ossana, una
terza ,che si estende da Dimaro a Mezzana. La prima che
è la più grande raccoglie i comuni di Rabbi, Monclas­
sico, Croviana, Malè, Terzolas, CaMes e Cavizzana.
Il nucleo di Caldes ha un grande uvello architet­
tonico neHa sua struttura edilizia, pressochè intatta, e il
Piano ne prevede il restauro conservativo. Anche Ter­
zolas e le frazioni di Caldes, Samoclevo e S. Giacomo
sono molto caratterizzate architettonicamente. Per il ri­
sanamento conservativo di questi paesi, come di altri
sparsi in tutta la valle (Monclassico, Mostellina, Pelliz·
zano, Cusiano, Peio) il Piano :prevede l'utilizzazione del·
l'edilizia più significativa per ben determinate destina·
zioni d'uso da proporzionare allo sviluppo di una for­
ma di turismo più nuova e colta, che si rivolge all'edi·
lizia antica, per godere la genuinità dell'ambiente mon­
tano.
In questa unità insediativa emerge il centro di
Malè che raccoglie le attrezzature più significative di
tutta la vallata, fil cui potenziamento e la cui qualifica­
zione è raccomandata alla cura del pianocomprenso­
riale. Adiacente a questo centro e sepal'ato da una zona
di parco il Piano ha predisposto un insediamento indu­
striale di circa 5 ha., sulla sinistra del Noce, già ID
fase avanzata di apprestaanento.
La seconda unità insediativa comprende i comuni di
Ossana e Pellizzano, Peio e Vermiglio. Vi è inserita una
seconda area industriale di un certo rilievo, ubicata al
tel1mine del tronco in progetto della ferrovia.
A Ossana si concentrano i più importanti servizi sociali
dell'unità, che può trovare nel castello l'ubi'cazione adatta
per una particolare attivirà culturale: museo, biblioteca, ecc.
E' prevista inoltre una scuola professionale molto quaiifi­
eata. A PeiQ si concentrano i servizi turistici proporzio­
nati alle effettive possibilità termali e agli sport inver­
nali; altre aUrezzature sono uhicate lungo la valle della
Vermiglianafino al Tonale.
Da Ossana stessa partono gli impianti di risalita
previsti a completamento dell'attrezzatura di Campiglio.
Una terza unità insediativa, al centro del compren­
sorio è costituita dai comuni di Mezzana, Commezzadu­
ra e Dimaro. Turisticamente dovrehbe fungere da base
ad una parte del grande complesso di attrezzature estive
ed invernali che il Piano prevede sui monti fra le valli
di Peio, Rabbi e Sole.
A partire da Ossana, che per la posizione naturale,
ha notevoIiqualità paesistiche, tutta la valle fino a
Caldes,con i suoi requisiti singolari di paesaggio è de­
stinata dal Piano aIla trasformazione in parco attrezzato,
da estendere, principalmente sulla destra del Noce, le
cui aree sono quasi completamente prive di urhaniz·
zazioni.
L'ospitalità alberghiera, le attrezzature commerciali,
quelle sportive, connesse al p,arco, esigono, qui in modo
particolare, dal piano 'comprensoriale un attento ~tudiQ
SupplemenJ1:O ordi:narÌo al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
di integrazione in cui la zootecnia troverà ,la sua pres­
sochè completa finalizzazione al turismo.
Al1'estremità ovest della valle, il passo Tonale, ove
sta sviluppandosi un centro di attrazione turistica rivolto
soprattutto alla Lombardia, con i nuovi impianti pre­
visti dal Piano, diventerà uno dei 'Poli della grande
catena di attrezzature estivo-invernali del Trentino oc­
cidentale.
C. 8. - Valli Giudicarie
Questo ,comprensorio include la valle del baeino del
fiume Chiese fino al suo sbocco nel lago di Idro e le
valli del bacino del fiume Sarca ,fino alla forra del
Limarò. Nel loro insieme sono chiamale . valli Giudicarie
dal nome del Giudice o Vicario che le governava per
conto del Principe. Vescovo di Trento.
La vaUe del fiume Chiese detta delle Gudicarie in­
teriori, si sviluppa linearmente in direzione nord-est,
sud-ovest e continua verso nord nella Val Rendena ba­
gna la dal Sarca.
Il gruppo dell'Adamello-Presanella d~ un lato e il
gruppo del Brenta dall'altro, delimitano questo solco
vallivopressochè rettilineo, interrotto in corrispondenza
di Tione, da un'ampia valle aperta verso est e solcata
dal tronco mediana del Sarca. Questo fiume muta qui
la sua direzione, volgendo ad est e raggiungendo la
conca di Stenico, che attraversa, dividendo il Bleggio' e
il Lomaso dal Banale, il ·cui complesso appartiene a quel
territorio .che si chiama delle Giudicarie esteriori.
Il comprensorio, testè descritto, delle Giudicarie in­
teriori ed esteriori e della val Rendena, ha un'estensione
di ha. 115,266 con una popolazione residente di 33.669
abitanti, secondo l'ultimo censimento del 1961, (34.648
unità secondo il censimento del 1931). L'andamento della
popolazione dimostra dunque un sensibile decremento
nel ventennio 1931-1951, seguito da un lieve aumento
nel decennio successivo, che tradotto in i 'Percentuale,
esprime un tasso composto medio per 1.000 abitanti di
2,3 nel ventennio e di + 1,8 nel decennio più
prossimo.
Salvo Jievi oscillazioni, un decremento continuo SI
verifica invece nella popolazione presente, che coglie la
situazione demografica fino dal 1869.
Il comprensorio presenta, altresì, un indice di con­
centrazione 'Piuttosto basso con leggera tendenza a salire
dal 1869 al 1961 (0,37 contro 0,42). Nell'intervallo,
perciò, è sensibilmente aumentato l'accentramento di
popolazione nei comuni più grandi. Notiamo inoltre che,
in relazione all'altitudine, nel ventennio 1931-1951 il
saggio negativo di incremento è stato molto forte nei
comuni di montagna,
4,7, meno elevato, ma sempre
abbastanza sensibile, in quelli dicO'llina, - 0,3, forte­
mente positivo nei comuni di fondo vane: + 5,3 ..
Nel decennio successivo (51-61) l'incremento è an­
cora negativo nei Comuni di collina: 0,1, diventa
57
positivo in quelli di montagna: + 3,6, si accresce
molto, in senso positivo, nei comuni di fondo va1le: +
10,5.
Questa analisi dimostra che i fenomeni di, incre­
mento della popolazione, in tutti i 30 anni considerati,
sono in diminuzione e si limitano ai comuni di collina
e di montagna, mentre nei comuni di fondo valle si
è verificato un continuo e notevole aumento della popo­
lazione, con un incremento medio per tutto l'intervallo
trentennale che ammonta a + 7,9.
Una analisi del censimento per classi di attività
economiche indica che la popolazione attiva nel decennio
1951-1961, ha subìto una certa sensibile flessione 'Pas­
sando dal 42 % al 38 %. La -percentuale di popolazione
attiva dedita all'agrieoltura è passata dal 49 % al 28 %
(in valore assoluto è scesa dai 6.780 addetti del 1951
ai 3590 del 1961).
Nel settore industriale invece si è verifi·cato un buon
aumento dal 31 % al 43
e in valore assoluto da
4.320 a 5.530 unità; un aumento analogo si verifica
nelle altre attività che passano dal 20 % al 29 , e in
valore assoluto da 2.740 a 3.670 unità. Merita ancora
una certa attenzione la quantità di forze lavoro che
svolge laproprila attività di settore fuori del comprensorio.
Nel settore dell'agricoltura, sui 3.600 addetti, solo
170 lavorano fuori del comprensorio. Nel settore del­
l'industria su 5.500 addetti, 1.030 lavorano fuori del
comprensorio, di cui 620 all'estero.
Nel settore delle altre attività, dei 3700 addetti
circa 670 lavorano fuori del comprensorio, di cui 240
all'estero. L'indice di invecchiamento ha un valore as­
sai elevato nei contadini, cioè 144 e corrisponde a una
età media di 46,5 anni, mentre negli addetti all'iIndustria
l'indice è assai favorevole, 'Cioè 27, e corrisponde ad una
età medùa di 35,4 anni; lo stesso si può dire per gli
addetti alle altre attività" che hanno un indice di in­
vecchiamentodi 33,corispondente ad un'età media di
36,6 anni.
Si rileva da questi dati come il numero degli ad­
detti all'agricoltura sia aneora quasi uguale a quello
delle attività terziarie, il che evidenzia il grado di sot­
tosviluppo di talune parti di questO' C()IDprenSO'rio.
In base allo studio sull'agricoltura, ne1l'area in
cui gravitano i comuni delle Giudicarie interiori la
superficie agraria -effettiva si è calcolata di ha. 1.760.
In essa si prevedono soltanto aziende zootecniche pure,
con dimensione di ha. 17, per cui il numero totale
delle aziende risulterebbe di 104 e quello degli ad­
detti direttamente all'agricoltura di 208; a questi vanno
sommati gli addetti alle infrastrutture in numero di 31
e gli addetti alle foreste in numero di 198, per -cui il
totale degli addetti all'agricoltura e fOreste è in questa
area ·di 421 unità.
Nell'area in cui gravitano i 'comuni. della val Ren­
dena si prevedono, come per le Giudicarie interiori,
58
Su.pplemento ordinano al B. TI. 19 settembre 1967 - N. 40
aziende zootecniche pure di 15 ha. Qui la superficie
agraria effettiva è di ha. 1.890, per cui il numero delle
aziende autosufficienti ammonterebbe a 126 e quindi
quello degli addetti direttamente all'agrieoltura a 252, a
cui vanno aggiunti gli addetti alle infrastrutture in
numero di 38 e gli addetti alle foreste in numero di 198,
per cui il totale degli addetti all'agricoltura e foreste
in quest'area èdi 4,88 unità.
Nelle Giudicarie esteriori e precisamente nei co­
muni di San Lorenzo in Bana'le, Dorsino, Stenico, Bleg­
gio Inferiore, Bleggio Superiore, Lomaso e Fiavè si
prevedono, invece, aziende orientate sotto il duplice
indirizzo della zootecnia e ,della produzione di patate.
Circa le aziende zootecniche pataticole, se ne prevedono
90 di ha. 14 ciascuna, in una superficie destinabile al
seminativo e al prato di ha. 1.260. Circa le aziende
zootecniche specializzate se ne prevedono 101 di ha. 17
ciascuna, in una su.pcrficie agraria effettiva destinata a
zoo tecnica di ha: 1.720; si hanno pertanto in totale
191 aziende autosufficienti con 382 addetti direttamen­
te alla agricoltura, 57 addetti alle infrastrutture e 122
addetti alle foreste" per cui risultano complessivamente
in quest'area 561 addetti all'agricoltura e foreste. Som­
mando gli addetti all'agricoltura delle Giudicarie inte­
riori quelli dclla Val Rendena e quelli delle Giudicarie
esteriori, si ha :che in totale il numero degli addetti
all'agricoltura di tutto il comprensorio, dovrebbe essere
di 1.470 unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla
struttura oClCupazionale al 1975, nonchè dai calcooi
sul fahbisognodei nuovi postiwlavoro, si ricava come,
cÌrca 1.720 unità lavorative abbandoneranno nel pros­
simo decennio il settore agricolo o per pensionamento o
per decesso naturale, riducendosi in tal modo gli ad­
detti all'agricoltura da 3.590 a circa 1.870.
A questi dati ultimi, al nne di valutare l'effettiva
consistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi
calcolati in 540 unità i quali, per altro, hanno la funzio­
ne di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi
di età.
Complessivamente, dunque, al 1975, per evolu­
zione naturale si dovrebbero avere all'incirca 2.410 uni­
tà lavorative nel settore agricolo, cifra chc risulta su­
periore di 940 umtà, a que'llaoolcolata come suffioiente
al razionale dimensionamento dell'agricoltura.
Considerando l'incremento naturale, l'apporto del­
le nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggior
partecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi
massime indicate dagli studi preparatori, si prevede un
fabbisogno di nuovi posti nel settore secondario e ter­
ziario pari all'ineirca a 3.920 unità.
Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola
e la prevedibile disponibilità di mano d'opera per le clas­
si dinanzi viste si prevede che, al 1975, nel comprensorio
dovrebbero essere apprestati al'incirca 4.860 nuovi po­
sti di Javoro.
Considerata la particolare posizione del compren­
sorio si ritiene di interpretare il suo naturale proces­
so di sviluppo prevedendo una assegnazione di addetti
per circa 2.430 unità all'industria, e per circa 2.430 alle
altre attività.
Poichè tuttavia, almeno allo stato attuale non sem­
bra prevedibile la possibilità di un assorbimento tQtale
nelle attività industriali delle unità assegnate all'indu­
stria si prevede che, 'per almeno 1.000 addetti al­
l'industria i posti di lavoro dovrebbero essere appre­
stati in altri comprensori, e per i rimanenti, circa 1.430
possano essere prèventivati come possibili nei comuni
della vallata.
Tenendo quindi conto delle probabili riconversioni
di industrie esistenti, calcolate nella misura del lO %
sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in
sede di dimensionamènto delle aree industriali si è pre­
vista un'ulteriorè espansione delle stesse per 210 addetti
cÌrca. Il dimensionamento delle aree deve ancora te­
ner presente un certo numero di trasferimenti di addetti
dell'artigianato o della piccola industria alle nuove ini­
ziative industriali, stimato per questo comprensorio nel
lO
degli addetti previsti. In valori assoluti questi tra­
sferimenti sono stati stimati in .numero di 140.
Le zone industriali previste vengono pertanto di­
mensionate su un probabile fabbisogno di circa 1.780
addetti.
Tutto il territorio delle valli Giudicarie e Ren­
dena, ai fini urbanistici, deve considerarsi costituito da
tre aree distinte per ·condizioni geografiche e insediative.
La prima è la valle delle Giudicarie inferiori, con i
suoi insediamenti situati lungo l'arteria di scorrimento
verso la Lombardia. ,Essa presenta qualche attitudine ad
una modesta espansione industriale e commerciale, men­
tre sono meno evidenti le sue possibilità turistiche, an­
ohe se il passaggio ha una configurazione assai grade­
vole, che il Piano cerca di valorizzare.
La seconda è la val Rendena, caratterizzata dalle
notevoli qualità del paesaggio, che la pongono fra le
zone turistiche più rÌeercate del Trentino, anche per
i suoi celebrati campi di neve. La terza è quella delle
Giudicariè esteriori, con la loro ondulata configura­
zione di territorio più aperto ed elevato. Il Sarca di­
vide questo territorio in due parti, da un lato il Ba­
nale, dall'altro il Lomaso e il Bleggio, a loro volta divi­
si dal torrente Duina.
Alla distribuzione tendenzialmente lineare degli in­
sediamenti nei territori delle Giudicarie interio'ri e Ren­
dena, si contrappone la tipica forma di insediamento
nella varia configurazione collinosa del territorio, che
oggi è in condizioni di sensibile depressione. Il mag­
gior incremento alla emorragia migratoria di tutto il
comprensorio è dato infatti dagli insediamenti del Ba­
nale, Lomaso e Bleggio che hanno poche risorse interne
di qualche valore se si eccettua l'incremento turistico
dovuto alle terme di Comano, mentre le iniziative tu­
Supplemento ordinano al B. U. 19 settembre 1967 ristiche delle areepm altre sono ancora assai timide
(eccettuato forse S. Lorenzo). Il Piano intende poten­
ziare queste iniziative, creando le condizioni più
favorevoli perchè possa verificarsi una loro organica
espansione insieme a un certo sviluppo commerciale.
Nel quadro di queste finalità urbanistiche il Pia­
no prevede la formazione di un sistema org,anico di
comunicazioni in rapporto aUe caratteristiche del ter­
reno, alle sue destinazioni d~uso, ,alla posizione ed alla
natura degli insediamenti che ne fanno parte. Per quel
che riguarda le Giudicarie interiori e la Rendena, il
Piano prevede ,l'allargamento, il raddrizzamento nei
tratti troppo tortuosi e la deviazione degli agglomerati
urbani, sia della statale 237 che percorre il solco val­
livo da Ponte Caffaro a Tione, sia della S.S. 239 da
Tione a Madonna di Campiglio.
Quest'arteria diventa, dunque, una via di scor­
rimento veloce dalla quale il piano fa derivare, con
raccordi attrezzati a terra, un sistema di trasversali per
il servizio sia degli insediamenti vallivi, sia delle zo­
ne dove il piano stesso predispone il potenziamento del
turismo invernale ed estivo. Per quel che riguarda le
Giudicarie esteriori, il Piano prevede, oltre il miglio­
ramentodella dorsale esistente, una trasversale a que­
sta, che faccia da collegamento ai vari nuclei edilizi
del Bleggio e una nuova strada che allacci il Bleggio
Superiore, attraverso Fiavè, al Lomaso pro.venendo da
Tio:ne. Da Fiavè la nuova strada si continua in quella
esistente che attraverso il passo del Ballino raggiunge
Riva, percorrendO' una via esistente e. potenziando lo­
calità altamente qualificate per le caratteristiche del
paesaggio. Si tratta di un pereorso fondamentale per
il turismo, di cui il piano si preoccupa di migliorare le
attuali caratteristiche, con l'allargamento della sezione
e con il raddrizzamento dove è possihile dei tratti di
strada eccessivamente tortuosi.
Infine è da menzionare la preVlsione di una strada
turistica che congiungerebbe Pinzolo. CGn RagGli e ,Preo­
re attraverso Montagne sco'rrendo tangenzialmente al
gruppo del Brenta.
Si collega alla trama infrastrutturale sommariamen­
te descritta, l'organizzazione dei 'Vari nuclei edilizi in
dieci unità insediative. Esse raggruppano un certo nume­
ro di centri comunali con le loro frazioni intorno a par­
ticolari strutture e attrezzature che reu'dono 'Più stahili
e . continui i loro rapporti e che precisano il carattere
d~lle strade di derivazione dalle fondamentali di cui si
è detto, rendendo più fluidi i contatti fra le parti di
ogni unità insediativa e fra le unità insediative stesse.
Così definito il sistema della rete stradale e delle dieci
unÌtà insediative, si creano i presupposti per l'organiz­
zazione unitaria del comprensorio, a cui dovranno con­
tribuire le unità stesse vicendevolmente preoccupandosi
di compensare le attività carenti di ognuna di esse, con
N. 40
59
attività complementari, per conseguire uno sviluppo equi­
libratoa vantaggio del loro insieme.
Nelle Giudicarie interiori le unità insediative pre­
viste dal Piano sono cinque, caratterizzate dalla linearità
dominante ,della loro configurazione e dalla presenza in
ogni unità di un nucleo industriale proporzionato alla
forza-lavoro destinata all'industria.
La prima delle unità insediative delle Giudicarie
interiori è quella formata dal gruppo degli insediamen­
ti dei comuni di Storo e Bondone che hanno il loro
punto di convergenza a Storo. Qui si prevede una nuova
zona direzionale, !p'1'otesa verso il centro della valle co­
me nucleo di confluenza di tutti gli insediamenti del­
l~unità in parola. Nella organizzazione di questo centro
direzionale ha particolare interesse 1'arteria già esisten­
te che, opportunamente sistemata e allargata, lega il
sopraddetto centro direzionale di Storo alla statale 237
e prosegue dalla parte opposta con una strada turistica
che porta al monte Faserno. All'inizio di questa strada
si predispongono atttrezzaturedi servizio destinate a
funzioni d'ospitalità e di svago collegate sia ai centri di
pianura che agli impianti sportivi previsti sul monte
Faserno. A sud del centro urbano di Storo è ubicata una
zona industriale di circa 21 ha. Una via che costeggia a
monte quest'area industriale, legandola al centro urhano,
dovrà essere secondo i criteri del Piano opportunamente
migliorata e prolungata fino a raggiungere il lago di
Idro nella zona di Baitoni. Da questa strada si diparte
un nuovo ramo che raggiunge la statale 237 in corri­
spondenza della frazione di Darzo.
Qui il Piano prevede lo spostamento più a valle del­
l'attuale tracciato della statale suddetta, affinchè re­
stino fuori dal traffico di scorrimento le due nazioni di
Darzo e Lodrone, delle quali il Piano predispone l'uni­
ficazione e la valGrizzazione, attorno al magnifico palaz­
zo cinquecenteseo dei Lodron sito nella frazione di Pon­
te Caffaro.
Secondo questo OTdinamento l'unità insediativa vie­
ne formata dai due nuclei fondamentali di Storo e del­
le due frazioni unificate al di là della statale 237 e
da un nueleo 'Verso il lago costituito dall'insedfamento
di Baitoni. Il centro direzionale, le attrezzature sco­
lastiehe e la zona industriale costituiscono le.. attrezzature
uni.fì·catrici e integratrici di questa unità insediativa.
Una seconda unità insediathra è torrmata dai c0­
muni di Condino, Brione, ,Castello Condino e Cimego
di cui Condino, secondo le previsioni del Piano avrehbe
l'organizzazione strutturale preminente chc oomprende lo
insediamento industriale (di circa 9 ha.) ed il centro
direzionale.
Data la particolare linearità dei centri sopradet­
ti, l'unità insediativa è costituita dall'insieme dei nu­
clei collegati fra. loro da alcune attività preminenti, che
il Piano traduce nelle strutture di servizio sociale e di
altre attività terziarie oltre che nell'insediamento indu­
striale. TI parco della Val Giulis e di Buoni Prati
60
Supplemento O'l"Ilin:ario al B. U. 19 set:tern.hl'e 1967 • N. 40
situato a monte dei comuni di Brione e di Castel Con­
dino, costituisce un particolare stimolo per le attività
turistiche, se viene attrezzato secondo le prevÌffionÌ del
Piano, in modo da potenziare tali attività e da incre­
mentare l'unità ,dei quattro comuni. 11 Piano prevede
una rete di strade turistiche tra bosco e prato e una at­
trezzatura di servizio sociale a carattere prevalentemen­
te alberghiero sistemata linearmente tra bosco e prato in
modo da, non alterare la singolare bellezza di questo pae­
saggio alpino.
La terza unità insediativa è costituita dai comuni
di Prezzo e Bersone e dalle varie na2'lioni di Pieve di
Bono~ 11 Piano Provinciale 'progetta il rafforzamento del
nucleo di fondovalle in corrispondenza della ,frazione di
Creto e il miglioramento delle strade che congiungono i
diversi nuclei tra loro. A Creto è prevista la zona di­
rezionale, mentre un'area industriale di 4,0 ha. è si­
tùata a monte della stessa frazione di Creto.
11 Piano, per Porganizzazione di questa unità inse­
diativa, richiede la formazione di adeguati servizi socia­
li e l'attrezzatura a pal'co turistico dei prati e dei bo­
schi che costituiscono il fascino di questo fondovalle.
La quarta unità insediativa è costituita dai comuni
di Daone e Praso ,sulla montagna, e da Lardaro Ron­
cone, Bondo e Breguzzo sul fondovalle. Si tratta di una
unità ~nsediativaehe è lineare sul fondovalle, dove si
susseguono i più importati nuclei urhani, i servizi so­
ciali e le aree industriali, e ha due appendici in pro­
fondità sulle zone collinari costituite da Praso e Daone,
attrezzate a par,co turistico.
TI Piano prevede lo spostamento della statale 237,
che collegagli insediamenti di fondovalle, a monte di
Breguzzo ,,~ a valle di Bondo. Vunità è dotata di 2 pic­
cole aree industriali per complessivi 5,50 ha.
La quinta ed ultima unità insediativa delle Giudi­
carie inferiori è quella formata dai' comuni di Tione,
Zuclo, Bolbeno e dai comuni di Montagne, P'reore, Ra­
goli già delle, ,Giu,dicaTie esteriori. Questo insieme ècoor­
dinato da tre strade fondamentali: la, statale 239 e la
ronJPia di strade di, fondovalle ai due lati del Sarca. Il
Piano prevede il miglioramento dellc caratteristiehe di
questo gruppo di strade e la loro deviazione dai centri
urbani ed ha in programma l'enucleamento dei serviz;
sociali inrelazi6né agli ihsediamenti attuali ed al loro
sviluppo. Tione dovrà essere l'epicentro di questo po­
tellziamento di servizi sia con la formazione di una
~nHolJl superiore, sia COli la creazione di una fascia di
attrezzature commerciali tangente 'àl percorso della sta­
ta~e 239 e quindi sulla con-fluenza dei tllaf.fid provenienti
dalle tre valli che qui si riuniscono, confluenza poten­
ziata dalla nuova strada che con'giunge Tione al Bleggio
Superiore. AU'attività di questa unità insediativa parte­
cipanoaltresì ,due nuclei di Zuclo e Bolheno da un lato e
di Preore, ,Ragoli, Montagne dall'altro. Questa parteci­
pazione consiste nel formare opportune strutture e in­
frastrutture di carattere residenziale turistico.
L'organizzazione lineare delle due unità insediative
della val Rendena in prevalenza di carattere turistico, è
prevista dal Piano tenendo per femna una severa azione
tutelatrice del paesaggio, che dia carattere e qualità di·
stinta alle strutture di valonzzazione turisti,ca di questo
luogo sia in tutta la fascia pianeggiante e di mezza, col­
lina percorsa dal Sarca e disseminata da insediamenti
e sia nelle valli trasversali di Genova edi Pelugo oltre
che nelle nuove espansioni turistiche intorno' all'area
di Madonna di Campiglio.
La prima delle due unità insediative è composta
dai 'comuni di Caderzone, Strembo, Bocenago, Spiazzo,
Pelugo, Vigo Rendena, Darè e Villa Rendena. Incorri­
spondenza degli aggregati urhani di questi comuni il Pia­
no prevede lo spostamento deUa statale che si trasforma
in un'asta di scorrimento esterno ai nuclei edillii, tan­
genzialmente alla quale saranno disposte le strutture
di servizio più specializzate in relazione alle attività ,tu­
ristiche.
Lungo la fascia pianeggiante di questa unità lineare
si sono predisposte altresÌ alcune aree destinate all'indu­
stria, dell'estensione complessiva di una decina di ettari.
Di questa unità insediativa ,fa parte inoltre la valle di
Pelugo, singolare per la bellezza del paesaggio di boschi
e prati, che il Piano ha designato ,per la valorizzazione
a parco attrezzato.
L'altra unità 'Ìnsedia,tiva è composta dai comuni di
Carisolo, Massimeno, Giustino e Pinzolo per i quali il
Piano ha previsto uncarafteristico nucleo di servizi e lo
spostamento della statale verso l'ansa del Sarca.
Ciò tpeT evitare la zona più congestionata di Pinzolo
e far scorrere la strada in un'area sufficientemente li­
bera, alla quale verrebbero .collegate tutte le attività
direzionali edi sel'Vizio che caratterizzano questo nu­
cleo turistico cosÌ importante. Nella. stessa unità gli
aggregati di Carisolo, Giustino e Massimeno sono dal
Piano potenziati con opportuni insediamenti di carattere
turistico e con la creazione di una viabilità più scorre­
vole e interessante dell'attuale che li lega all'aggrega­
to di Pinzolo e che tiene soprattutto conto del proposto
parco uaturale della val ,di Genova e conseguentemente
della strada che vi penetra da Carisolo.
Per la singolarità della fauna, della flora e per la
grandiosità !Caratteristica del paesag/!Ìo, il Piano ha pre­
disposto la valorizzazione turistica della val di Genova,
vista nel suo insieme, come parco naturale, vietando
quindi che vi si provochino trasformazioni oltre quelle
richieste dalla sua destinazione.
TI parco naturale della val di Genova si collega a
nord con il parco di Tovel e del Brenta, unificando in
tal modo un complesso naturale ,di eccezionale valore.
Appendice di Pinzolo è la famosa area turistica di
Madonna di Campiglio, carica dÌ costruzioni spesso di­
Supplemento ordi.nar.io al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
sorganiche sorte a caso mtorno ad un nucleo centrale
che è oggi troppo piccolo in rapporto alle attuali esigen­
ze turistiche della zona.
Qui il Piano prevede la riorganizzazione della strut­
tura esistente fra la zona del Brenta ed il 'centro primi­
tivo, la specializzazione dei diversi servizi e l'estensione
delle aree turistiehea mezza costa, dove il bosco si fa
più rado. Il Piano predispone altresÌ nuovi nuclei di
residenza turistica nella località detta il Panorama, nella
zona di Nam:hmo di Campo Carlomagno e di S. Anto­
nio di Mavignola, dove questa espansione avrebbe il
compito di legare più intimamente , con servizi ade­
guati, Pinzolo e la val Rendena all'area turistica di Ma­
donna di Campiglio. Il Piano ha previsto altresÌ la crea­
ziòne di nuove piste e l'organizzazione di una catena di
impianti per collegare Campiglio e Campo Carlomagno
~ alle appendici laterali della val di Sole, da Dimaro a
Ossana.
Il territorio delle Giudicarie esteriori è diviso in
tre unità insediative ,che avrebbero un loro punto na­
turale di convergenza a Ponte Arche, se la ristrettezza
dello spazio e i forti dislivelli del ·terreno non impedis­
sero qui di trovare condizioni di efficace confluenza.
Queste sono il Bleggio, il Banale e il Lomaso. Per­
tanto la organizzazione m unità msediative di questa
parte del comprensorio delle Giudicane si identifica con
l'area di questi tre, nuclei.
La prima di esse è Lomaso che presenta la maggior
vivacità di interessi a cui il Piano conferisce nuovi in­
centivi con ·la creazione di una strada fra Campo, Go­
denzo e Poia. Essa rende mfatti più fluidi ed intensi
i rapporti fra i vari piccoli aggregati di Comano, Poia,
Godenzo, Campo, Vigo e Dasmdo, e con l'importante
centro di Fiavè.
In corrispondenza di tale strada il Piano prevede la
formazione di un nucleo commercia'le, che dovrebbe ave­
re la funzione di integrare i vari piccoli aggregati ur­
bani fra loro edi creare un punto di confluenza di m­
teressi per il Bleggio.
Qui il Piano prevede la formazione della seconda
unità insediativa con epicentro in Cavrasto, potenziata
dalla strada prevista di collegamento fra Tione e il
Bleggio Superiore; essa si collega alla statale del Bal­
lino mettendo in contatto diretto il Bleggio col Lomaso.
Nella parte più alta di questa unità vi è la possibilità
di un certo sviluppo turistico familiare, non escluso
quello mvernale, al passo del Duron, ove è previsto un
parco attrezzato. Il Piano ha localizzato a Cares una
area industriale di circa 7,0 ha. cui si devono aggiun­
gere 5,50 .ha. presso Ponte Arche_ Entrambe quest'aree
sono baricentriche rispetto al complesso delle 3 unità
insediative delle Giudicarie esteriori.
La terza unità insediativa è costituita dal Banale
con i suoi numerosi 'piccoli insediamenti che hanno
l'epicentro nei due oomuni di Stenico e S. Lorenzo sui
qUa'liil Piano fa convergere le più importanti aHrez­
zature di servizio soCiale e collettivo. della unità. Il mi­
gliorato collegamento 'con Tione, attraverso la nuova
arteria, conferirà stimoli a questa unità insediativa di
cui Stenico con la struttura medioevale può costituire un
punto di convergenza per gli interessi di un turismo col·
to. Il Piano prevede, pertanto, il risanamento ooolato
di questo centro storico e ne rimanda i problemi di ca·
rattere tecnico e funzionale alJa formazione del piano
comprensoriale, mentre indiea lo schema di una rete di
comunicazioni secondarie destinate a migliorare le rela­
zioni fra i vari aggregati urbani di questa unità inse­
diativa. Essa ha l'altro polo in S. Lorenzo in Banale e
trova le sue maggiori componenti per l'integrazione col
resto dell'unità msediativa, nell'incremento dato alla at·
tuale attività turistica con il miglioramento dei servizi
sociali e collettivi di tutta l'area turistica, con la tra­
sformazione a parco attrezzato di zone boschive di sin­
golare interesse paesistico, con la creazione del nuovo
stabilimento termale che dovrebbe, secondo le previsioni
del Piano, trovare adeguati collegamenti con i nuclei di
maggiore mteresse turistico.
Questa nuova stazione termale è predisposta in una.
zona ,destinata a parco, che avrà dalla parte opposta, sim·
metricamente 'rispetto a Ponte Arche, un altro parco
attorno a Castel Campo.
C 9 - Valle del Sarca
Questo comprensorio prende il nome della valle del
Sarca singolare per il suo clima mite e :i!l suo variatis·­
simo paesaggio, che alterna al carattere mediterraneo
degli uliveti del Monte Brione, quello prettamente .aI·
pino della valle di Concei. Fanno parte delcompreriso:i:io
la sponda nord del lago di Garda con Riv'a e Torbole,
Arco e Tenno, l'imbocco della valle del Sarca' con Dro e
Drena e la valle di Ledro con il suo incantevole paesag~
gio alpino, lunga una ventina di chilometri e larga circa
quattro, limitata a nord dal grilppodel Cadria e a sud
dal Monte Coblone.
Fra i comuni del comprensorio emergono Arco eRi·
va che sono i maggiori e creano con NagoeTorbole' una
area metropolitana di 21.130 abitanti, i due terzi' di
tutta la popolazione del comprensorio. Gli altri coinmu
che più o meno sono tributari di questi, s1' alliheano
lungo la valle di Ledro a occidente eanord-estlungo
la valle del Sarea. Si tratta generalmente di comuni nìol­
to più piccoli, in eui l'attività prevalente è un'agricola
piuttosto povera e perciò la popolazione in gran numero
è impegnata nelleattivìtà extra comunalioffede soprat.
tùtto da ,Riva, Arco e Trento.
'
Secondo l'ultimo censimento del 1961, la ':Popola.
zione residente nel comprensorio contava 33.040 unità
con un aumentoglohale durante l'interva:llo 31-61 di
2.890 unità, che si è manifestato con un crescendo nèi'
valori numerici messi abbastanza bene in luce dal tasso
62
Suppleme:n>to ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
medio annuo per 1.000 abitanti, il quale nell'intervallo
1931.1951 è pari a + 2,1 e nell'intervallo 1951·1961
a + 4,8.
Esaminando più analiticamente alcuni altri dati, si
nota che l'indice diconcentrazionc non è eccessivllJlllentc
elevato e ha avuto un debole accrescimento dal 1869 ad
oggi: da 0,45 a 0,48. Anche in questo comprensorio la
altimetria "Contribuisce a differenziare l'incremcnto: nel­
l'intervallo 1951:61 i comuni di pianura presentano un
saggio positivo di grado piuttosto elevato ClOe + 5,5
mentre in quelli di collina era pari a + 0,3.
Mettendo in . relazione quanto sop.ra, si nota che
l'incremento continuo di popolazione corrisponde a una
concentrazione piuttosto debole; il che dimostra la pro­
pensione degli insediamenti a mantenersi in reciproc~
equilibrio senza grosse differenze di accentramento di
popolazione; nei comuni collinari il tasso negativo evi­
denzia invece uno spopolamento che è tuttavia da attri­
buire .più alle emigrazioni verso altre terre fuori del
comprensorio, che all'afflusso in altri centri del com­
prensorio s'tesso.
Un'analisi del censimento demografiçoche mostra
i raggruppamenti per attività economiche, indica che la
popolazione attiva è scesa da'l 40 al .39 %, nell'interVillllo
1951-1961. Esaminando i diversi settori si osserva che
. lura
t"
neIl' agrJ:Co
c e stato un notevol e 0010 della 'popo­
lazione attiva, passata dal 30% al 17%, e in valore as­
soluto da 3.700 a 2.100 addeti. Nel settore dell'industria
si è avuto un :lieve accrescimento delle forze impiegate
dal 36 % al 41 % con un aumento in valore assoluto di
circa 700 unità. Nelle altre attività l'.incremento è stato
notevole cioè dal 34 % al 42 % con un aumento in va­
lore asoluto di 1.210 unità. Si può dedurre da questi
dati che il forte incremento nelle attività terziarie è
dovuto ]?rincipalmente alla grossa componente turistica
di Riva e di Torbole e suhordinatamente all'influenza
di .Arco, e che le forze contadine uscite dalla agricoltura
sono andate ad ingrossare soprattutto la massa dei ter­
ziari.
Merita ancora una certa attenzione il modo di distri­
buzione delle forze lavoro fuori del comprensorio. Sui
5.250 addetti alle attività industriali, .circa 60 lavorano in
altri comprensori della provincìa, 120 in altre provino
cie italiane e 420 all'estero. Dei 5.460 addetti censiti
nel settore delle altre attività, 120 lavorano in altro com­
prensorio della provincia, 210 in altre provincie italia­
ne e 160 circa all'estero. Dei 3.100 addetti censiti nel
nel settore agricolo, solo una cinquantina lavorano fuori
del comprensorio. Negli addetti all'agricoltura è molto
elevato l'indice di invecch.iamento (156), relativo a una
età. media di 47 ;8a'llIlii; ne'gli addetti alI'industria esso
è .assai più favorevole (cioè 29) relativo a un'età media
di 35,2 anni; nelle altre attività risulta pari a 32 e cor­
risponde a un'età media di 36,1 anni.
In base alle ipotesi dello studio sull'agricoltura, il
Piano prevede la riduzione della supel"ficie agraria effet­
tiva a 4.160 ha. di cui 2.700 a indirizzo polivalente
(zona di Arco e Riva), 1,460 a indirizzo zootecnico (nel­
la valle di Ledro); la sua organizzazione in aziende ri­
spettivamente ad indirizzo polivalente (540); zoot'ecnico
,specializzato (78); per un totale di 618 aziende. Il nu­
mero di addetti alle infrastrutture è in complesso di 185
unità; 208 sono @li addetti ai boschi (di cui 112 nella
val di Ledro e 96 nella piana da Dro a Riva).
Ne risulta una forza lavoro agricola di 1.629 unità.
Ciò comporta una riduzione degli attuali 2.120 ad­
detti di 490 unità.
Dalle previsioni demografiche, dagli studi sulla strut­
tura occupazionale al 1975, nonchè dei calcoli sul fabbi·
sagno dei nuovi posti lavoro, si rica·va che circa 1.060
unità lavorative abbandoneranno, nel prossimo decennio,
il settore agricolo o per pensionamento o per decesso natu·
rale, riducendosi in tal modo gli addetti all'agricoltura
.da 2.120 a circa 1.060.
A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con­
sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi calco­
lati in 310 unità i quali, per altro, hanno la funzione
di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi
,di eta.
Complessivamente, dunque, al 1975, per evoluzione
naturale si dovrebbero avere all'incirca 1.370 unità lavo­
rative nel settore agricolo, ·cifra che risulta inferiore di
260 unità circa a quella calcolata sufficiente al razionale
dimensionamento deHa agricoltura.
Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigrati, una maggiore parte­
.eipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi massi­
me indicate dagli studi preparatori si prevede un fabbi-­
sogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario
pari aLl'incirca a 3.140 unità.
Complessivamente quindi ,fra la eccedenza agricola
è la prevedibile maggior disponibilità di mano d'opera
per le classi dinanzi viste si prevede che, al 1975,
nel comprensorio dovrebbero essere apprestati all'incirca
2.880 nuovi posti di lavoro.
Considerata la particolare posizione del comprensorio
si ritiene di interpretare il suo naturale processo di svi­
luppo prevedendo una assegnazione di addetti per circa
1.440 unità all'industria, e per circa 1.440 alle altre
attività.
Tenendo altresÌ conto delle prohabili riconversioni
di industrie esistenti calcolate nella misura del 30 %
sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in sede
di dimensionamento dellearree industriali si è prevista
una ulteriore espansionedeUe stesse per 730 addetti circa.
Il dimensionamento delle aree deve ancora tener pre­
sente un certo numero di trasferimenti di addetti dell'ar­
.tigianato () della piccola industria alle nuove iniziative
industriali, stimato per questo eomprenSorio nel 20 %
Supplemento ol'dinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
degli addetti previsti. In valori assoluti questi trasferi­
menti sono stati stimati in numero di 290.
Le zone industriali previste vengono pertanto dimen­
sionate su un probabÌ!le fabbisogno di circa 2.460 addetti.
Le aree previste dal Piano, circa 100 ba., sono suf­
ficienti a tale assorbimento, l'eventuale rinnovo di im­
pianti superati, nonchè l'assorbimento di una parte dei
600 addetti residenti che lavorano fuori del comprenso­
rio. In particolare dalla Val di ,Ledro alla piana di Arco
e ,Riva vi sarà qualche spostamento di popolazione onde
evitare ecces~ivi moti peudolari.
In rapporto alla configurazione di questo compren­
sorio appaiono chiare le caratteristiche di due aree co­
stituenti unità ill'sediative organiehe, definite da una cer­
ta struttura che il Piano predispone per integrare le rela­
zioni interne ad ognuna di esse o ·collegarle a quellc più
generali di tutto il comprensorio.
L'unità insediativa più ;importante è costituita dai due
centri maggiori di Arco e Riva e da quelli minori di Nago>
Torbole, Tenno, Dro e Drena.
Essa includc un'area metropolitana di circa 24.000
abitanti che ha il suo fulcro in Arco e Riva, il cui com­
plesso costituisce una forma urbana unitaria ave secondo
i programmi del Piano,dovranno confluire le principali
attività del comprensorio.
La seconda unità insediativa si estende a sud-ovest
della prima; essa è costituita da 6 comuni della Valle
di ,Ledro che il Piano ,pre·vede eollegati da una organiz­
zazione del territorio a parco attrezzato.
La prima unità insediativa ha una sua forma urbana
polarizzata sui due centri fondamentali di Arco e Riva.
che si fronteggiano separati da una vasta .pianura. Il Pia­
no prevede di specializzare questa zona interposta ai due
centri come mezw per la loro integrazione; ha disposto
pertanto che sia definita in modo preciso dal piano com­
prensoriale la configurazione edilizia delle aree industriali
situate dalle bande opposte di questa pianura; ha predi­
sposto altresì, in posizione baricentrica alla pianura stessa
una struttura raccogliente ed integratrice formata da un
centro ospedaliero comune ad Areo e a Riva, dal campo
sportivo con tutta una serie di attrezzature dimensionate
alle esigenze turistiche di qu~te due località e ad esse
comuni, e da altri servizi di carattere sociale.
Nei programmi del ,Piano, ·contribuisce a questa int'e­
grazione la maglia stradale, il cui schema è costituito da
due arterie al<l'incirca ortogonali: l'una con andamento
est-ovest; l'altra con andamento nord-sud. La prima solea
la pianura circa a metà della distanza fra Arco e Riva
ed è progettata come nuova autostrada che promulga la
Gardesana occidentale verso oriente fino all'autostrada del
Brennero, in prossimità di MorL
La nuova autostrada tra Mori e Riva diventa in tal
modo un efficace raccordo tra il Garda c la direttrice
del Brennero per tutte le provenienze dal nord; il suo trac­
ciato è stato studiato in modo da facilitare al massimo
63
gli innesti con le principali strade del comprensorio sia
nel fondovalle, che sul colle di Nago. Il sistema a bar­
riera che si tende a introdurre in .questa arteria, preve­
dendo un solo sbarramento a Mori, faciliterà grandemen­
te anche le .comunicazioni locali.
Questa altresì, nell'attraversare la pianura di cui si
è detto, fa da asta raccoglitrice per le due wne industriali
situate dalle bande opposte della pianura stessa.
La seconda arteria orientata in senso nord- sud è la
statale esistente che collega Arco e Riva, il cui tra,cciato
si prevede spostato verso est, sia nel suo tronco iniziale
iperchè non attraversi il centro di Areo, sia nel suo ulti­
,mo tronco verso Riva, per penetrare in questo centro ur­
.bano in una zona al di fuori del centro storico, evitando
cosÌ che tutto il flusso del traffico di arrivo o di transito
intasi questa parte cosÌ ,delicata della città. Questa strada
attraversando la pianura fa da raccoglitrice a una serie
di attrezzature per i due centri, da predisporre col piano
comprensoriale. Fra queste, il Piano Proviineiale indica
.come preminenti il campo sportivo e l'ospedale già indi­
cati, eon alle spalle un areroporto di carattere turistico.
Questa stessa strada, deviata, si intesta nel nuovo
centro direzionale di Riva, predisposto per decongestio­
nare il centro anti,co e per sÌtuarvi una serie di attrez­
zature di servizio sociale particolarmente adatte al turi­
smo di questa wna. Esse dovrebbero consistere essenzial­
mente in una serie di negozi di particolare livello, in un
complesso culturale destinato anche alle attività musi­
,cali (che hanno in Riva un tradizionale fuoco d'interesse
jJer tutta la zona dell'alto Garda e del basso Sarca), e ehe
dovrebbe comprendere un auditorium per congressi e spet­
tacoli ed una scuola articolata, secondo le speciaUzzazioni
già embrionalmente esistenti e tutte le altre, che contempla
un liceo musicale, in tipi di edifici per soggiorno stagio­
nale di carattere particolare che rappresentino qual­
.che cosa ·di intermedio fra l'appartamento e l'albergo.
L'attuale centro dovrebbe invece essere sottoposto ad
un rigoroso restauro conservativo e di l'i utilizzazione siste­
matica, trasfo1IDlando in wna pedonale il recinto del nu­
deo che ha maggiore interesse, e predisponendo oppor­
,tuni parehe~gi intorno al suo perimetro.
Dopo ponderata riflessione, nei programmi del Piano
non si è inclusa la formazione di un porto canale alla
foce del Sarca, dove potrebbe eventaumente essere ubicato.
Infatti, gli srudi ed i progetti riguardanti l'intero
·assetto della navigazione dell'Italia Settentrionale, per
;quanto molto avanzati, non sembrano ancora giunti ad
un punto di maturazÌone tale da imporre decisioni im­
mediate.
In questa situazione, appare evidente che il Piano
,Urbanistico Provinciale, sulla base dei dati disponibili,
lasciando aperte e garantendo le varie possibilità per il
Ifuturo, rimette ad un tempo successivo, la decisione in
ordine a questo problema.
64
Supplemento mmnario. al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
In tal modo., eventuali modifiche all'àssetto. esistente
cQmpo.rìeranno. variazio.ni al Piano. Urbanistico. Pro.vin­
ciale, per le zo.ne e gli aspetti e' co.n le co.nseguenze che
più maturati pro.getti do.vranno. indieare.
Anche il nucleo. antico. di Arco. do.vrà essere partico.­
larmente valo.rizzato. e risanato.. ,Pertanto. dovranno. essere
gradualmente sPo.stati in una· zona co.nveniente da indi­
viduare co.n Piano. co.mprenso.riale i sanato.ri e gli edifici
.del1o. stesso. genere chc do.vranno. essere utilizzati per una
[unzio.ne di soggio.rno. stagio.nale più adeguato. alla loro
bellissima po.sizio.ne nei parchi. Questi potrebbero infatti
co.stituire, co.n cambiamento di destinazione d'uso degli
edifici, un sistema che determinerà il tessutoeonnet1Ìvo.
per gli sviluppi edilizi previsti, tutti contenuti nel verde
.della campagna; mentre il caratteristico. padiglio.ne deU'ex
;Casinò Imperiale Po.trebbe essere destinato. a manifesta­
l'!;io.ni e a convegni culturali non tro.ppo. numero.si, che
;richiedo.no. maggio.re quiete, e Po.trebbe quindi integrare
l'o.rganizzazione di Riva. Questo. edificio. trova infatti una
situazio.ne urbanistica ideale per manifestazioni di alto. li­
vello, ehe in quesa bellissima zo.na, no.n troppo. esposta al
traffico., avrebbero. un grande successo se arricchite da
partico.lari attrezzature, per esempio., da una biblio.teca
!Specializzata che po.trebbe farne il centro. d'attr,azione.
Uno sguardo. d'insieme alla or.ganizzazione urbana
dei due centri pone anzitutto in rilievo. la funzione inte­
gratrice della .grande anulare ehe attraverso Vignola po.rta
,ad Arco., scorre tangenzialmente al centro sto.rico di que­
,sta città, co.rregge l'attuale taglio diagonale della sua gran­
,de piazza, continua verso Varignano., su percorsi esistenti
passa alle spaUedel ,eentro sto.rico. di Riva, prosegue sul­
J'attuale strada che costeggia il lago. verso. To.rbo.le, attra­
versa questo centro., per raggiungere ~ago. servendo tutte
le zo.ne residenziali.
A ovest del1.a precedente, l'unità insediativa della
Valle di Ledro. è lineare ed ha due punti di preminente
co.nvergenza di interessi uno nel lago. e l'altro. nella valle
di Concei. Lo sviluppo residenziale stagio.nale attorno. al
lago. deve essere contenuto perehè le notevo.li spinte attuali
minacciano di travolgere l'ambiente invece di. valo.rizzarlo.
Per o.ttenerequesto sCo.po., senza attenuare le capa­
pità ricettiva della zone, il Piano. ha previsto. la uhicazio.ne
di nUo.'Vi insediamenti nella valle di Pur, che senza im­
pegnare le rive del lago si po.ssono. estendere in profon­
dità in un ambiente assai singolare per le sue attrattive
Illaturali.
In questa unità residenziale il Piano. prevede la fo.r­
mazio.ne di un nuo.vo co.mplesso sCo.lastico medio tra Bez­
zecca e Pieve di Ledro., baricentrico rispetto .a tutti i paesi.
Il Piano predispo.ne altresÌ nella stessa zona un centro.
co.mmerciale che do.vrebbe servire ad articolare le stesse
funzioni dei centri di tutta ,l'unità e che troverebbe una
;corrispondenza interessante nella valle di Concei ove si
è pensato ad una 'Valorizzazio.ne a parco di tutta la parte
'pianeggiante e mo.lto. bella di questo. ambiente, ai cui mar­
gini si so.no localizzati alcuni insediamenti di carattere
,stagionale.
Partico.lare importanza assume, per lo. sviluppo tu­
ristico. dell'intera val di ,Ledro., la costruzione di impianti
'per lo sport invernale e di attrezzature ricettive al Passo.
. del Tremalzo. Conseguentemente il Piano. prevede il po.·
I/:enziamento della st11adadel Passo, per rendere agevo.li i
·co.llegamenti tra il fo.ndo.valle e la montagna, l'ubicazio.ne
di alcune zone residenziali e degli impianti fondamentali.
L'intero. comprenso.rio. viene integrato. co.n la compe­
:netrazione dei flussi turistici che circolano nelle due unità
:insediative, e che mctto.no. a co.ntatto. le diverse qualità
'naturali e i servizi so.ciali di queste. Co.ntribuisce a que­
!ste integrazioni la strada che viene dal Ballino. e che at­
tra'Versa il territo.rio. di Tenno. po.sto. in posizio.ne panora­
mica molto aperta e caratterizzata.
In esso. il Piano. predispo.ne il restauro. conservativo
dell'edilizia tradizionale che qui è in co.ndizioni pessime
e che, risanata, po.trebbe destinarsi ad usi di carattere re­
sidenziale turistico. o di servizio co.llettivo. e sociale. Sarà
,tuttavia necessario complementarizzar,la co.n un dosato. in­
tervento. di nuo.va edilizia di picCo.lo vo.lume raggruppata
nelle zo.ne del terreno. a parco..
C. IO - Vallagarina
In co.ntinuità con il co.mprensorio dell'Alta Valle del­
l'Adige il comprenso.rio.della Vallagarina include 18 Co.­
muni. Do.dici di essi si estendono. nella pianura lungo. il
solcO' dell'Adige o. nelle immediate sUe adiacenze: Bese­
nello., Calliano, Vo.lano., Ro.vereto., ~omi, Po.marO'lo, Villa
!..'1garina, ~O'garedo., Isera, Mo.ri, Ala, Avio..
Cinque si adagiano. in zone co.llinari: Brento.nico., Pan­
:none sulla destra dell'Adige, Terragnolo, Trambileno, Val­
:larsa sulla sinistra. Folgaria, l'unico. comune di monta­
gna, si trova su un altipiano. alla sinistra dell'Adige.
Seco.ndo. l'ultimo. censimento, nel 1961 la popo.lazio.­
ne residente del comprensorio contava 69.160 unità cir­
ca, ed era cresciut.a in valore assoluto dal 1931 di 3.780
unità circa, con un tasso. medio. di aumento. annuo. del·
PI,8 per mille,alquanto. inferiore, perciò, alla media pro­
vinciale che era di 2,3 per mille. Invece la popolazio.ne
aveva avuto, nell'intervallo. 1951.1961,· un incremento.
:medio. del 2,5 per mille, cioè leggermente superio.re a
:quello. di tutta al provincia.
Considerando. più aftentamene queste variazioni, ID
:rapporto. alla ubicazio.ne dei di,versi comuni, si riscontra
che nell'intervallo. tra il 1951 ed U 1961 l'in:cremento. ha
manifestatO' un tasso. pari a + 5,4 per mille per i comuni
di pianura, - 8,8 per mille per i co.muni di collina e
5,5 per mille per quelli di montagna; la relativa de­
bo.lezzadeH'incremento totale dipende, dunque, dal peso.
no.tevo.le degli incrementi negativi della popolazio.ne dei
:comuni collinafÌ e di mo.ntagna.
===================
Supplemento ort.linarioal B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Un'analisi dei censimenti demogra,fiei secondo i l'ago
gruppamenti per attività economica, rivela che la popo­
lazione attiva nel decennio 1951-1961 è passata dal 40
al 39 %: in questo stesso periodo la percentuale degli ad­
detti all'agricoltura è scesa dal 31 al 20 % riduoondosi
da 8.500 a 5.200 unità. L'industria manifesta invece,
nel decennio, un notevole incremento: gli addetti aH'in­
dustria passano infattti dal 45 al 49 % di tutta la popo­
lazione attiva, con un aumento in fo-rza-Iavoro di 1.150
addetti. Nelle altre attività l'incermento porta gli addetti
dal 24% al 31 % con 1.900 unità in più.
La dimensione della popolazione attiva nel suo com­
plesso è alterata ,dalla sola variazione abnorme delLa po­
polazione agricola, il cui effetto è tutta'via in gran parte
compensato dall'incremento delle altre attività.
Merita una certa attenzione il modo secondo cui si
distribuiscono le forze di lavoro fuori del comprensorio.
Su 13.200 addetti all'industria circa 1.630 lavorano fuori
del comprensorio; una cinquantina nella provincia stessa,
quasi 300 nelle altre provincie itaJiane, mentre 1.280
lavorano all'estero.
Per quel che riguarda le altre attività, delle 8.300
unità che necosituiscono il complesso, circa 630 lavorano
fuori del comprensorio e di questi 80 nella provincia, cir­
ca 320 nelle rimanenti provincie italiane e 230 all'estero.
Il numero degli addetti alle attività non industriali
che si recano all'estero, è dunque assai meno rilevante di
quello degli addetti all'industria.
Gli addetti all'agricoltura rimangono aH'iilterno del
comprensorio, e solo un centiniao su 5.200 emigrano tem­
poraneamenteper ragioni di lavoro. Pertanto la situazio­
ne di crisi dell'agricoltura si risolve per ora all'interno del
comprensorio stesso, con il trapasso ad altre attività, as­
sorbito tuttavia più nelle attività terziarie che in quelle
industriali. Un altro elemento negativo è l'invecchia­
mento che 'per gli addetti all'agricotura raggiunge l'indi­
ce di 163, corrispondente a una età di 47,0 anni, mentre
per gli addetti all'industria l'età media è di 35,4 anni e
per gli addetti alle altre attività è di 36,8 con indic[ di
invecchiamento di 28 e 32, rispettivamente.
Questi dati, mentre da un lato rivelano un segno ab­
bastanza notevole di ripresa nell'impiego della forlro-Iavoro
in tutti i campi delle attività non agricole, mostrano come
l'agricoltura si trovi invece in una situazione g'rave, non
tanto per la diserzione della forza-lavoro quanto per .il
notevole invecchiamento di questa forza, fenomeno che
minaccia dalla base tutto l'attività agricola.
Assumendo le indicazioni dello studio sull'agricoltura
si sono distinte nel comprensorio 8 zone fondamentali
con aziende specializzate.
La prima zona è caratterizzata da una coltivazionc
esclusiva a viticolutura e comprende i comuni di Avio,
Ala, ,Mori, Nogaredo, Pomarolo, Nomi,. Besenello,Cal­
liano. Si prevedono aziende vitieole specializzate con una
produzione viticola media dic.irca 150 quintali per et­
====================
65
tarQ. In hase a questo datoc.e all'estensione della superficie
agraria e3tensiva di ettari 3.870, si prevedono 553 azien­
de autosufficienti a indirizzo viticolo con 2 unità attive
per .azienda, che corrisponde a un totale di addetti per
tutte le aziende di 1.106; 11 queste unità vanno aggiunti gli
addel'ti necessari alle infrastrutture in numerO di 166, ed
ai boschi in numero di 171. Pertanto il totale degli ad­
detti alle aziende di questa zona vitieola ascende a 1.443
mentre per ogni azienda autosufficiente si può calcolare in
media che la sua estensione sia di ettari 7.
La seconda zona. agricola è costituita da aziende frut­
ticole e viticole specializzate. Tale zona comprende il solo
comune di Volano. Ritenendo che la media della coltura
frutticola vari intorno ai q.li 450-500 ad ettaro, con un
eventuale carico del :bestiame da considerarsi molto bassO,
si può fissare la. dimensione della aziende frutticola auto­
sufficiente in ettari 3, ed essendo la superficie agraria
effettivamente destinabile al frutteto di ettari 200, sÌ
hanno 66 aziende huttieole in tutta la zona. Assumendo
inoltre per la produzione viticola i 150 q.li per ettaro, con­
side.vando che gli ettari a viticoltura asccndono a 350 e
che l'azienda autosufficiente debha avere una estensione
di ettari 7, il numero delle aziende frutticole è di 50.
Si hanno cosÌ in tutta la zone 116 aziende agrarie con un
numero di addetti direttamente adibiti alla agricoltura
di 232 unità, di addetti alle infr.a·struttu!l'e di 35 unità
ed ari boschi di 5 unità. In totale dunque gli addetti alle
azielldedi questa zona sono. 272.
La terza zona include i comuni V,illalagarina e Isera;
essa .comprende in prevalenza aziende a viticoltura spe­
cializzata con un certo numero di aziende ad indirizzo
zootecnico viticolo, le prime loealizzate nel fondo valle, ,le
seconde nelle f!l'azioni montane. Assumendo q.li 150 per
ettaro la produzione viiicola, 7 ettari la dimensione auto­
su1ìficiente dell'azienda e 350 ettari la superficie agraria
effettivamente occupata dalle aziende viticole, queste sono
in numero di 50. Invece per le aZiende zootecniche orti·
cole, considerando una resa media dei prati di 60 q.li pcr
ettaro, considerando che i 2/3 della super,ficie vengano
destinati a foraggere, si può dimensionare l'azienda agra·
ria autosufficiente in ettari 12 ed essendo la S'Uperfioie
agraria effettivamente sfruttabile ad indirizzo zootecnico-·
ol'ticolo di ettari 100, il numero delle aziende di questo
tipo è 8.
Perciò S'i hanno complesivamente in questa zona 58
aziende, 116 addetti direttamente all'agricoltura, 17 allI<'
infrastrutture, 17 aibosohi. Pertanto gli addetti all'agri­
coltura di questa zona sono 150.
La quarta zona è costituita dal solo comùne .di Pan­
none e comprende 445 ettari con aziende ad indirizzo
misto di zootecnia e produzione di carote. Considerando
che anehe qui la dimensione autosufficiente dell'azien­
da sia di ettari 12, il numero totale delle aziende è 37.
Risulta quindi 74 il numero degli addetti direttamente
ai ·lavori dell'agricoltura, Il quello degli addetti alle
66
Supplemento o:rdin:ario al B. U. 19 settmnbre 1967 - N. 40
==================~=====
infrastrutture e 12 quello degli addetti ai boschi, per
cui il numero totale degli addetti al,l.'agricolturadl que­
sta zona è 97.
La quinta zona del comprensorio è ad indirizzo
esclusivamente zootecnico, ed è costituita dal solo comu­
ne di Brentonico. POlchè si prevèdeche l'azienda sia a
conduzione zootecnica pura, la superficie di ogni azien­
da oscilla fra i 16 ed i 22 ettari, a seconda che si ri­
tenga nulla o massima l'integrazione del pascolo. Tenu­
to conto ehe tutto il hestiame bovino della zona' potrà
essere monticato, la dimensione autosufficiente dell'azien­
da è di ettari 17. Considerando che la superficie agraria
effettiva di tale zona è di 1.500 ettari, il numero delle
aziende agrarie autosufficienti risulta 88 e perciò 176 il
numero degli addetti direttamente all'agrieoltura, 26 gli
addetti alle infrastrutture e 26 ai boschi, con un totale
quindi di 228 addetti.
La sesta zona del comprensorio è quella del comune
di Rovereto. In essa sono prevedibili aziende a viticoltura
specializzata e un ;certo numero di aziende ad indirizzo
zootecnieo.
Pur considerando che la coltura viticola specializ­
zata in questo comune può avere una resa maggiore
che negli altri, cioè di 200 q.liper ettaro, la dimensione
dell'azienda viticola viene mantenuta in ettari 7. Per
cui, essendo 230 ettari la superficie agraria effettiva, il
numero delle aziende autosufficienti è 33.
Quanto alle aziende ad esclusivo indirizzo zootecnico,
si può considerare una resa media per Ha. di 150 q.li
di foraggio !per ettaro, per .cui si può presumere che in
questo caso l'azienda possa essere dimensionata su 30
capi grossi cioè autosufficienti' con ettari 14. Dato che la
superfide agraria è qui di 100 ettari, il numero delle
aziende è di 7. Si ha pertanto un totale di 40 aziende
nel comune di Rovereto, con 80 addetti direttamente al­
l'agricoltura, 12 alle inrrastrutture c 24 ai boschi, per
un totale di 116 addetti.
La settima ed ultima zona del comprensorio della
Vallagarina include i 3 comuni di Vallarsa, Trambileno
e Terragnolo sulla sinistra dell'Adige; in tale zona è pre­
visto l'abhandono dell'agricoltura per la convergenza del­
la scarsa vocazione agricola dei terreni e. subordinata­
mente per l'uhicazione lontana dai mercati e dalle gros­
se vie di comunicazione, con interrelazioni di aree assai
scadenti. Pertanto è prevedihile per la zona l'utilizza­
zione forestale con 110 addetti al governo dei boschi.
Questa fOl'ma di distrihuzione delle aziende per tipo
di colture specializzate, per dimensione di terreno e per
numero di addetti, se da un lato indica i modi di una
accurata programmazione per:ci,pol'tare l'agricoltura a
un più elevato rendimento, dall'altro acuisce gli aspetti
critici dei prohlemi del lavoro, in quanto presume l'im­
piego utile e redditizio di una massa globale ,di addetti
che raggiunge appena i 2.590 agricoltori, fra diretta­
mente oecupati nell'azienda, occupati nelle attlÌvità ter­
ziarie e nei boschi, mentre il numero effettivo di addetti
nel 1961 era di 5.000 unità.
Dalle ,previsioni demografiche; dagli studi sulla strut­
tura occupazionale al 1975 nonchè dai calcoli sul fabbi­
sogno dei nuovi posti-lavoro, si ricava come circa 2.490
unità lavorative ahhandoneranno, nel prossimo decennio,
il settore agricolo o per rpensionamento o per decesso na;
turale, in tal modo riducendosi gli addetti all'agricol­
tura da 5.200 a circa 2.710.
A questi ultimi, al fine di valutare l'effettiva con­
sistenza dell'agricoltura, vanno aggiunti i ricambi cal­
colati in 780 unità i quali, ,peraltro, hanno la funzione
di stabilire l'indispensabile legame fra le varie classi di
età.
Complessivamente quindi, al 1975,per evoluzione
naturale si dovrebbero avere all1incirca 3.490 unità la­
vorative nel settore agricolo, cifra che risulta superiore
di 900 unità circa, a quella calcolata come sufficiente
al razionale dimensionamento dell'agricoltura.
Considerando l'incremento naturale, l'apporto delle
nuove leve, il rientro degli emigranti, una maggiore par­
tecipazione della donna al lavoro, secondo le ipotesi mas­
sime indicate dagli studi preparatori, si prevede un fab­
hisogno di nuovi posti nel settore secondario e terziario
pari all'incirca a 6.960 unità.
Complessivamente quindi fra la eccedenza agricola
e la prevedihile maggiore disponihilità di mano d'opera
per le classi dinanzi V'Ìste si prevede che, al 1975, nel
comprensorio dovrehhero essere apprestati all'incirca
7.860 nuovi posti di lavoro.
Considerata la particolare posizione del comprenso­
rio, si ritiene di interpretare il suo naturale ,processo di
sviluppo Iprevedendo una assegnazione d,i addetti per cir­
ca 4.720 unità all'industria e per circa 3.140 alle altre
attività.
Poichè tuttavia, è stato previsto nel comprensorio
un potcnziamento delle attività industriali, si ritiene
possihile un ulteriore assorhimento di circa 1.000 ad­
detti all'industria.
Tenendo quindi conto delle probabili riconversioni
di industrie già esistenti, calcolate nella misura del 30 %
sugli addetti alle industrie manifatturiere al 1951, in
sede di dimensionamento delle aree industriali si è pre­
vista una ulteriore espansione delle stesse per 2.100
addetti cil1ca.
Il dimensionamento delle aree deve ancora tener
presente un certo numero di trasferimenti di addetti
all'artigianato e della piccola industria alle nuove ini­
2ìiative industriali, stimato per questo comprensorio nel
20 % degli addetti previsti. In valori assoluti questi
trasferimenti sono stati stimati in numero di 1.140.
Le zone industriali previste vengono pertanto di­
mensionate su un prohabile fahbisogno di CIrca 8.960
addetti.
Il Piano Provinciale prevede di ubicare i nuovi im­
Supplemento oMnarioal B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
67
pianti industriali soprattutto alle Bine Longhe e a La­
Questa necessità ha partato una grande ,trasfarma­
vini di Marco in comune di Rovereto e preeisamente
zione nella schema prevista per la farma urbana di Ro­
tra il .tracciato della strada rivana che corre parallela
vereto. Abbiamo dovuta eliminare la Z{)na direzionale
alla ferrovia, la statale del Brennero e la Campagna di che si protendeva al di là della ferrovia verso Isera nel~
Marco.
l'area di Saeeo dove si erana previste delle impartanti
strutture di .carattere cammerciale per uffici ecc.
Le indicazioni date graficamente dal Piano Pro­
Scomparsa il nodo di Isera una organizzaziane ana­
vinciale sul sistema ,di attrezzature per la viabilità fer­
loga
doveva essere prevista in collegamento ean il nuo­
roviaria e stradale, intemaalle zone industriali segnate
vo uodo di Villalagarina. Pertanto la forma urbana del­
dal piano stesso, sono puramente indicative e dovranno
la eittà si è tutta arganizzata a mante della ferrovia ap~
essere studiate dal piano comprensoriale in base a in­
dicazio,ni ,del Piano di Rovereto e delle sue norme di . profittando delle zane pianeggianti più elevate che si
I estendono oltre il cimitero e a monte di questo e perciò
attuazione.
la città ha assunto una forma line'are allungata che in
Questa localizzazione industriale nel camune diRo­
certo senso rispecehia la tendenza naturale nella sua cre­
vereto ha un'estensiane di ha. 140. Il resto delle instal­
scita
organica.
lazioni industriali riguardano gruppi minari distribuiti
II nodo situata a Villalagarina parta vèrS{) Rovereta
secondo considerazioni di carattere specifico dell'indu­
o esee da Rovereta a mezzo del nuovo pante costruita
stria, lungo l'asta dell'Adige; a Mori, ad Ala, ad Avio,
dalla Provincia e sale per la via S. nario diaganale ap­
a Volano, a Calliana, a Villa Lagarina seconda precise
portunamente
allargata; mentre la statale si abbassa di
laca1izzazioni e can la ,prescrizÌane che gli impianti de­
quota quasi a livello del piano del ferro e quindi evita
VOlla essere studiati secondo valumetrie in cui siano ri­
l'attuale salita in corrispondenza di Rovereto, e continua
dotte 'al minima le dimensÌani della struttura edilizia
piana sottopassanda questa strada di innesto, strada che
e armonizzati in un insieme il più gradevale possibile.
,
si
prolunga nel cuore dellaeittà cercando di organizzare
Il Piano Provinciale mette in rilievo l'importanza
di un efficace raggruppamento dei servizi che fanno capo in moda s.pecifico l'ossatura.
Viale Trenta ehe si pralunga in .corsa Bettini 'ca­
alle attività terziarie più rappresentative e la indica gra­
stituisce un'oppartuna asse di viabilità fondamentale che
ficamente per uno studio più approfandito in sede del
scorre longitudinalmente nella parte più alta della città
piano comprensoriale. Le attività terziarie infatti se pro­
e può essere l'elementa di una grande strada a carattere
porzionate all'impartanza del comprensaria, poSS{)na co­
stituire uno dei più impartanti canali di interrelaiione monumentale che sarà in futura destinato a una dire­
zionalità ehe si sviluppa versa il noda di VilIalagarina.
fra i gruppi sociali e contrihuireall'incrementa della
Corrispandentemente a questo snoda la nuava s.trada
proouttività e delle varie espressioni culturali.
piega diaganalmente imhoccanda la via Baratieri. Que­
A questa scopa si raccamanda agli estensari del
sta, altre i giardini, si prevede ·fiuisca in una piazza
piano comprensoriale che agiscano con molta pondera­
trasversale che include il vecchia campo sportivo. Di
zione per stabilire caratteristiche, qualità e l'ubicazione
qui si prolunga verSa corso R{)SInÌni can la via Paali;
delle diverse attività terziarie 'per gruppi, di tener conta
mentre al posto dell'attuale stazianeautocorriere che
degli insediamenti comunali e frazionali che esistono
si .prevedespostata al Fallane, si erea una piazza.
nel comprensorio e ,che dovranno costituire i caposaldi
più efficaci per un processo di localizzazione specializ­
Secanda questa struttura, percarrenda il viale Tren­
zata in grado di trasformare il compr~nsorio in unità
ta, il traffico nan arriva fina alla strazzatura di Piazza
organica ed efficiente.
Roomini ma devia lungo questa piazza trasversale e può
permeare in città fino al viale Rosmini attraversa la via
La presenza di un noda in corrispondenza di Marco
per attrezzare l'uniane fra l'autostrada del Brennero e
San Giovanni Bosco, la via Paali e la via Monteeamo.
l'autostrada del Garda, ha resa necessaria una radicale
Oltre il viale Rosmini can una opportuna articolazÌane
variante alla impastazÌane del sistema infrastrutturale
a piazza si raggiunge la via Dante, che innestandosi sulla
via Benacense arriva fina alla estremità meridionale del­
relativo alla viabilità principale in corrispondenza di
la città.
Rovereto.
n nodo di Rovereto, prima progettato a Isera, si è
Per dare risalto a questa farma urbana, gli edifici
dovuto allontanare apportunamente dal nuavo nooa di
di questi viali si immaginana coneepiti seconda una oom­
Marco e ubiearsi a Villalagarina. Si tenga presente che
pattezza e una continuità partiealarmente curata, eon
il nodo di Marca è una struttura attrezzata per raeeor­
altezza unifarme di cinque piani eirea e can grandi lun­
dare come si è detto due autostrade e perciò, funziona
ghezze di proopetta, mentre nelle mne 'più a valle si
sola molto parzialmente per il servizia di Ravereta.
immagina lo spazia puntualizzato da una serie di case
Perlanta si è d{)VUta eancentrare sul nada di Villa­
verticali piuttasta alte ehe davrebhera casUtuire valori
plastiei limitanti la forma urbana della eittà futura ver­
lagarina la funzione di servizia alla città came fUnzÌane
priaritaria.
Sa l'autostrada.
68
Supplemenoo ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
La città, ripetiamo, si svolge a monte della statale
che viene spostata e abbassata di livello e che, dove pos­
sibile, si distanzia dagli edifici più vicini di 50 metri,
interspazio in cui si prevede l'organizzazione di uno
schermo di piante ad alto fusto, che devono costituire
un limite unitario di verde di altezza opportuna.
Nella parte a sud della città e in corrispondenza
delle .Bine Longhe, dovrà essere ,particolarmente curato
l'inserimento della struttura industriale perchè formi
una continuità figurativa del contesto urbano di Ro­
vereto.
Anche a Mori, il Piano Provinciale prevede il cen­
tro direzionale con una localizzazione particolarmente
felice, in rapporto alle infrastrutture fondamentali di
grande comunicazione del territorio, mentre ad Ala il
Piano Provinciale crea un fulcro di attività terziarie le­
gate alla grande linea della statale 12 e trova un vero e
proprio rapporto di integrazione con le attività che vi
sono ubicate. Ad Avio, esso indica una infrastruttura
terziaria legata al mercato viti colo della zona che si in­
serisce nella struttura esistente amplificandone le instal­
lazioni.
Questo insieme di attività terziarie ha in senso lato
una funzione rivificatrice per i diversi insediamenti del
territorio comprensoriale ed assegna una finalità ben pre­
cisa per nuclei stessi nel loro futuro accrescimento. Un
esame della struttura territoriale del fondo valle fissa i
poli di concentrazione delle attività su Rovereto, e sus­
sidiariamente sU Mori, Ala ed Avio e in linea subordi­
nata sul gruppodj. piccoli comnni che si susseguono a
Nord con i loro pittoreschi insediamenti immersi nel
verde dei vigneti.
TI Piano si prefigge di trasformare questi poli in 3
organiche unità insediative, sulle quali faccianòperno
le strutture e le infrastrutture fondamentali per la rea­
lizzazione del Piano.
Secondo queste finalità, la prima unità insediativa
è quella situata sulla parte eentrale del comprensorio,
che acquista ,un notevole potenziamento inclndendo i
centri urbani di Rovereto, Mori, Villalagarina, Noga­
redo, Isera e Brentonico. TI Piano ha organizzato le
strutture direzionali ed industriali e le infrastrutture
della viabilità di questa zona, in modo da fare di questi
centri un complesso articolato di nuclei su una vasta
area territoriale urbanizzata, con un grado di organicità
e funzionalità tale da integrare le attività dei nnclei
stessi e fonderli in una unità insediativa di 50.000
abitanti.
A nord di questa e sempre nella zona pianeggiante
del fondo valle, è stato previsto dal Piano che i cin­
que centri urbani di Besenello, Calliano, Volano sulla
sinistra Adige, Pomarolo e Nomi sulla destra, costitui­
scono l'unità insediativa Nord del comprensorio. Allo
stesso mooo per i due centri urbani di Ala ed Avio è
stata prevista una infrastruttura che prepari la loro inte­
grazione nella unità insediativa Sud, al confine del com­
prenso:r:iocon la Provincia di Verona.
Secondo questi concetti, il comprensorio nella sua
striscia più vitale di fondo valle si presenta, dunque,
con un insieme di tre fondamentali unità insediative che
rendouo assai più semplice la integrazione di ,tutte le
parti del comprensorio fra di loro malgrado la lunghezza
di questa sua striscia più vitale di fondo valle.
Da una parte il Piano si è servito di valide infra­
strutture viabHistiche per operare una prima integra­
zione, sia nell'ambito dei nuclei di ognuna delle tre unità
insediative, sia delle unità fra loro,attraverso il terri­
torio aperto della campagna.' Autostrada e ferrovia, si­
stema primario delle strade longitudinali di destra e si­
nistra Adige opportunamente modificato, autostrada per
il Garda, sistema delle strade capillari, costituiscono le
infrastrutture usate dal Piano o indicate programmati­
camente al futuro Piano comprensoriale per conseguire
un primo omettÌvodi integrazione.
Dall'altra, in modo ancora più penetrante nel si­
gnificare la concretezza dei futuri sviluppi del compren­
sorio, si è servito della localizzazione delle varie attività
economiche, amministrative, culturali, dello sport e del
turismo in ognuna delle tre unità insediative 'per sta­
bilire tra queste un numero sempre maggiore di tenaci
interrelazioni.
Le unità insediative cosÌ organizzate definirebbero
l'unità organica città-campagna del ,comprensorio, vitaliz­
zando la specializzazione agricola; a sua volta la cam­
pagna cosÌ urbanizzata farebbe da tessnto connettivo dei
rapporti tra le unità insediative stesse, nella nuova di­
mensione del comprensorio.
Per quel che riguarda i nuclei direzionali di Cal­
liano, Volano e Villalagarina, la loro organizzazione è
stata prevista con strutture uhicate dal piano provinciale,
facendo in modo che si trovino sul percorso dei canali
di circolazione più importanti o lungo la derivazione di
questi canali che costituisce l'elemento primario della
circolazione residenziale. Più particolarmente 'per quel
che riguarda Calliano e Besenello l'urbanizzazione delle
attività terziarie è stata organizzata coordinando le scuole
medie a Besenello e il centrocommeroiale a Calliano,
attraversato dalla statale 12.
A Villalagarina il Piano prevede la possibilità di
utilizzare il parco del palazzo Gonzaga, per attività di
formazione professionale.
A completamento di questo quadro, va considerato
il carattere turistico delle zone collinose e della monta­
gna, nei comuni di Brentonico e Pannone sulla destra
Adige, di Vallarsa, di Folgaria e dei monti Lessini sul­
la sinistra.
L'organizzazione turistica di questi comuni, attrez­
zati per lo sport invernale e per la Tesidenza èstiva, si
;:)Ul~pl€mento
ordinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
collega all'autostrada del Brennero, con strade che par­
tono dalla fascia lineare di fondo valle. Si crea così,
con la componente degli interessi turistici, un nuovo
flusso di 1"elazionefra le zone più alte del comprensorio
e quelle più ricche di fondo valle, che contribuisce a
rafforzare l'unità del comprensorio stesso nelle sue varie
caratteristiche di campagna urballÌzzata.
69
Fra queste Folgaria con i suoi 3.700 abitanti co­
stituisce unità insediative a sè stante.
Pannone dovrà avere assegnato un gruppo di servIZI
sociali proporzionati più alla necessità di una autosuffi­
cienza; .che al numero dei suoi abitanti, in relazione al­
tresÌ alle possibilità di un incremento turistico e della
agricoltura locale.
NOTE (l) Vedasi atti. del primo incontro di studi sul Piano Urba­
nistiAlo Provinciale tenutosi a Torbole il 26 maggio 1962 (docu­
mentazione presso l'Ufficio Studi e Programmazione della Pro­
vincia di Trento).
(2) Del coordinamento delle varie attività di ricerea e delle
iniziative di consultazioni, fu incaricato l'Ufficio Studi e Pro­
grammazione della Provincia Autonoma di Trento dal quale dipen­
. devano i vari consulenti esterni. L'elabora7Jone cartografica venne
eseguita dallo studio tecniAlo dell'arch. Sergio Giovanazzi di Trento.
Circa le attività di ricerca si. può dire quanto segue: il cen­
simento dei servizi pubblici di urbanizzazione primaria e secondaria
e quelle dell'edilizia privata e delle grandi infrastrutture viarie,
fu eseguito nella fase precedente fra il primo conveguo di studio
tenutosi a Trento ed il secondo. tenutosi a Torbole. Le case di
abitazioni, ,le reti idriche ed elettriche, le vie di comunicazione,
esterne agli abitati e di collegamento fra essi, e quelle di grande
comunicazione, le chiese, le scuole, gli asili, le sedi postali e tele­
foniche, nonchè tutto il complesso di attrezzature e strutture neces­
sarie alla vata di un agglomerato urbano, sono stati raccolti e
catalogati per tipi. In particolare, allo scopo di stabilire il numero
di nuovi vani abitabili esistenti indicando le loro condizioni sta­
tiche ed igieniche.
Si è inoltre eseguita la rilevazione, con l'apprezzamento delle
condizioni statiche ed igieniche di tutti gli edifici di carattere tra­
dizionale costituenti quella edilizia minuta, così caratteristica e in­
teressante come struttura diffusa degli insediamenti trentini, insie­
me alle altre opere stilisticamente più caratterizzate di cui sÌ è in­
dicata l'ubicazione in eartografie appositamente preparate.
A proget~azione più avanzata si è provveduto alla ricognizione
totale delle strade di grande trafficO' e di collegamento fra ii di­
versi centri. Il rilevamento delle singole strade è stato definitO'
secondO' criteri di classificazione, che tenessero conto dell'impQr­
tanza della strada in mpporto alle eventuali trasformazioni richieste
dai nuovi criteri infrastrutturali del PianO', nO'nchè delle trasfor­
mazioni da apportarvi in rapportO' ad lilla maggiQre efficienza ri­
chiesta dal Piano stesso. Tale classificaziQne è stata inoltre defi­
nita sia nelle caratteristiche tecniche, sia in quelle finanziarie.
Le ricerche demografiche si iniziarono nel mese di giunguo del
1962, con la seconda fase della progettaziQne. Lo studio si apre
con una breve introduzione in cui è riportato sommariamente l'ano
damento demografico della provincia di TrentO' prima del 1809
(anno in cui ha avutO' inizio la serie dei censimenti). Successiva­
mente si è proceduto alle analisi vere e proprie, spiegate e giusti­
ficate nella parte mctQdQlogica del VQlume sulla demografia.
SQnQ state anche analizzate e riportate le variaziQni territo­
riali dei comuni della Provincia intervenute tra il 1921 ed il 1961.
Tali variazioni sono state utilizzate per la costruzione delle
serie stQriche della popolazione residente, relative a ciascun cO'mune.
Con l'aggiunta delle serie storiche della popolazione presente,
disponihili fin dal 1869, (quelle della popolazione residente eranO'
disponibili solo dal 1921) è stato PQssibile individuare la predisPQ­
sizione naturale di (f accertamento» e di (f fuga)l nei cQmpren­
sori. In particQlare poi, utilizzando i due dati censuari e le risul­
tanze anagrafiche dei comuni, è stata calcolata l'emigraziQne e l'im­
migrazione avvenute durante il decennio 1951-1961.
All'internO' dei singoli comprensori si è visto anCQra, previa
suddivisione dei comuni in comuni di montagna (oltre gli 800
m.s.l.m.), di cQllina (da 500 a 800 m.sl.m.) e di pianura (finO'
a 500 m.s.l.m.), quale è stato lO' sviluppo demografico nelle tre
classi altimetriche.
Un'idea sull'addensamento della PO'PolaziQne nei cQmuni più
grossi del ,comprensorio è stata affidata all'indice di concentraziO'ne.
Per quanto riguarda l'analisi della struttura della poPO'laziQne
ed in particQlare delle forze attive, sono stati studiati i censi.
menti econQmici e demografici del 1951 i quali poi, onde far
risultare una eventuale dinamica, sono stati messi a cQnfronto ri­
spettivamente CQn i risultati provvisori (gli altri non eranO' ancora
disponibili) del censimento economicO' del 1961 e con quelli emersi
da un'indagine eampiomaria, eseguita su circa un terzo della po­
polazione residente nei comprensori.
Questa stessa indagine ha permesso anche un approfO'ndimentQ
della situaziO'ne demografica all'aunQ 1961.
E' statO' possibile infatti classificare, a tale data, la popola­
ziQneresidente per età, sesso, attività ecO'nomica, condizione pro­
fessiQnale e 7,ona di lavoro.
In particQlare, la popolazione attiva è stata suddivisa nei tre
grandi settQri dell'agricoltura, industria ed altre attività. Le zone di
lavoro hannO' eontemplato iÌ lavoratori che prestanO' la loro Qpera
nel comune di residenza, nei cQmuni del comprensoriO', negli altri
comprensori della Provincia, nelle Provincie italiane ed all'estero.
Le classi di età sono state Je seguenti; finO' a 6 auni da 7
a lO anni, da 11 a 14, da 15 a 18, da 19 a 21, da 22 a 25, da
26 a 35, da 36 a 45, da 46 a 55, da 56 a 60, da 61 a 65,
da 66 in pO'i.
Le modalità rilevate sono state fra di loro correlate in variO'
modo. Gli addetti alle tre attività econO'miche e l'ammontare della
PQPolazione non attiva, &llddivisa in alcuni sottogruppi, sonO' stati
riportati CQmune ,per comune. La suddivisione per età, sesso e zone
di lavoro è stata data solo a livello comprensoriale. La potenzialità
naturale e quindi le prosp(lttive di incremento della popolazione
sono state studiate in rapporto ad un orizzonte tcmporale stabilitO'
al 1975. Esse SQno state eseguite CQn due metodi:
a) mediante estrapQlazione delle serie storiche dei dati censuari;
b) cQmputandQ la probabile natalità e mortalità futura e suppo­
nendo uguale a zero il saldo migratorio.
In appendice al volume si sono raccolte infine tutte le ta­
vQle analitiche. Alcune di e!l5e sono ancora idonee ad essere ulte­
riQrmente elaborate. Pure in appendice sono state PO'ste due rappre­
~entaziQni grafiche e riassuntive atte a fornire un effetto compa­
70
SupipJemen<to ootlin:ario al B. U. 19 reLtOOIhre 1967 • N. 40
rativo immediato tra i comprensori, delle principali caratteristiche
demografiche riscontrate negli studi.
A più avanzata progettazione del Piano furono predisposte da
esperti le indagini sulla litologia, sulla energia elettrica ed idrica,
sugli aeroporti, sulla istruzione pubblica e sugli asili, sull'assistenza
sociale, sulla struttura amministrativa, sul commercio, sull'industria
e l"arngianato, sul!' agricoltura.
La litologia è stata studiata rilevando la situazione fisica di
tutto il territorio nelle sue com,ponenti litologiche e minerarie.
Le risorse idriche ed elettriche si sono rilevate accertandonc
la disponibilità ai fini di nuove localiz2iazioni industriali ed in­
sediative.
Gli aeroporti sono stati studiati in vista di sempre più razio­
nali e celcbri collegamenti, in relazione col diffondersi anche in
Italia dei trasporti aerei su scala sempre più ampia. Le zone in­
dividuate sono le meno ,condizionate dalla presenza di rilievi e di
altre indicazioni tecniche negative, ma sono comunque dimensio­
nate su determinati tipi di aerei da impiegarsi in montagna.
L'istruzione pubblica e gli asili sono settori studiati in vista
di possibili localizzazioni comuni a più nuclei abitati. Per questo
sono già stati studiati, per esempio, i percorsi attuali per le sedi
di scuola media unificata, in modo da consentire con immediata
evidenza l'esame di eventuali carenze nel settore.
L'assistenza sociale è stato un settore preso in 'coll!;iderazione
anche se non approfondito in modo autonomo, in quanto si rifà
alle proposte per un Piano sanitario regionale, elaborato sotto gli
auspici della Regione. Essa è stata esaminata nel duplice aspetto
delle sue componenti di medicina sociale e di cura.
Per quanto riguarda l'aspetto curativo, si è rilevato che il pros­
simo futuro non richiede grossi investimenti per la costruzione
di nuovi ospedali, in quanto il rapporto posti-letto!abitante si av­
vicina moltissimo all'optimum del 6 per mille fissato dallcOrganiz­
zazione Mondiale della Sanità.
Diverso, è, invece, il discorso sulle singole attrezzature ospe­
daliere e soprattutto sulle attrezzature sanitarie periferiche in cui
l'aspetto di cura si associa a quello della medicina sociale. L'esame
della possibilità offerta dalle attrczzaturee di altre disponibilità
esistenti entro ciascun comprensorio, ma a ·livello delle sue unità
insediative, è in COrso di approfondimento.
La struttura amministrativa si è approfondita compiendo
l'esame della situazione dei singoli comuni in relazione ai .princi­
pali fatti amministrativi e eioè: a) situazione interna, di personale e di bilancio; b) esistenza di aziende autonome, A.s.U.C., regole vicinie; c) partecipazione al B.IM.; d) delimitazione delle sfere di competenza dei vari uffiei perne­ rÌ'ci della Provincia, della Regione e dello Stato.
Si è eosÌ messa in evidenza, come certe rone e certi gruppi
di comuni facciano parte di circoscrizioni amministrative diverse
a seconda dell'ente interessato. Il raggruppamento dei comuni per
comprensori ha posto inoltre in una luce più aecentuata la disorga­
nicità delle sedi amministrative e periferiche.
Il commercio è stato indagato sia sotto il profilo della oocu,pa­
zione, come sotto il pirofilo della strutturazione aziendale. Si sono
quindi formulate delle ipotesi in ordine al numero delle aziende;
al numero degli addetti ed alla loro posizione neUa professione,
al probabile giro di affari in termini di popolazione servita; ai
centri di attrazione commerciale.
Questa indagine, compiuta a livello provinciale e comprenso­
riale, eon una mag>giOil'e conoscenza del sistema distributivo, ha consentito di fornnulare delle ipotesi in ordine ai centri commer­ ciali sia centrali ehe periferici. A questo si è raggiunto uno studio sulla capacità del settOire di assorbire nuova occupazione. In questa . parte si è cercato di vedere lo sviluppo coinmerciale in relazione ad un certo tipo di sviluppo del reddito, per grosse categorie di
consuIlliltorÌ.
Il verificarsi di questa ipotesi di incremento di accupazione, è
cosÌ legato a fattori esterni al settore, assunti in parte dalle pre­
visioni, senza altre. verifiche, elaborate dalla Regione Trentino - Alto
Adige (Studio snila localizzazione delle aree industriali nel Tren­
tino Alto Adige); è sembrato questo tuttavia l'unieo mezzo pos­
sibile per formulare una prima ipotesi di sviluppo. Il turismo non
ha consentito indagini molto proficue. Si sono potuti raecogliere
pochi dati disponibili sicuri, mentre purtroppo anche le apposite
indagini presso l'Ente Turismo, le Aziende Autonome e le Pro
Loco non hanno consentito di costruire un quadro abbastanza at­
tendibile della situazione; perciò si sono dovuti tralasciare dam che,
nonostante ogni sforzo fatto, si sono dovuti considerare plivi di
valore eoncreto.
L'industria e l'artigianato costituiscono un settore già indagato
dagli studi predisposti dalla Giunta Regionale per il Trentino - Alto
Adige e eurato dal pro!. Umberto Toschi, e dalla TEKNE di
Milano.
Ai fini del Piano Urbanistico serviva in questo settore una
valutazione sulle ,capacità di offerta di nuovi ,posti di ~avoro da
ricercarsi sia sulla scorta della situazione e delle previsioni demo­
grafiche, sia sulla scorta delle indicazioni che venivano dall'esame
dei settori econontici, per dimensionare, su questo dato, l'ampiezza
delle aree industriali. Al Piano serviva inoltre conoscere la strut­
tura esistente delle sue componenti e nelle sue caratteristiche al fine
di predisporre eventuali interventi, per riconversioni.
Si trattava pertanto di accertare:
a) l'occupazione;
b) le dimensioni;
c) le attività lavorative.
Era infatti importante poter determinare, comprensorio per
comprensorio, l'ammontare delle forze orecupate sia in totale, sia
per singoli rami di industria, sia infine per dimensioni di industria.
Si voleva infatti conoscere la consistenza delle industrie nei vari
rami nei singoli comprensori, per vedere le eventuali integrazioni e
le capacità autonome di sviluppo.
Molti dati censuari sono ancora provvisori. Ci si è limitati
infatti all'indagine di quegli aspetti del problema, aventi pura
attinenza con la pianifieazione urbanistica.
La fisionomia dei singoli eomprensori evidenziata attraverso
indici di speeializzazione o calcoli sulla stabilità, correlata con i
dati desunti dalla demografia e dalle preVisioni di oceupazione,
hanno consentito la determinazione delle aree industriali nei vari
comprensori, a seconda delle effettive possibilità del territorio. Di
queste aree si sono anche ealeolati i eosti di massima per l'ac­
quisto dei terreni e le infrastrutture.
Per l'artigianato lo studio avrebbe dovuto proporsi gli stessi
obbiettivi: non si sono tuttavia potuti utilizzare in tempo utile,
i dati elaborati dall'apposita indagine.
L'agrieoltura ha avuto una trattazione particolare in quanto,
secondo le intese del programma urbanistico del Piano, deve pre­
sentare una formulazione del tutto particolare dei problemi ad
essa attinenti.
neve cioè formulare ipotesi di destinazione culturale ottimale
nel territorio provinciale, in ordine non soltanto alla vocazione
del terl'eno, ma anche alla capacità di produrre un reddito ade­
guato per la famiglia contadina. Si è così utilizzato lo studio
sulla minima proprietà colturale (elaborato dal pro!. Ercole Calca­
terra per incarico della Giunta Provinciale) che appunto cerca di
fornire delle ipotesi di ristrutturazione globale del sistema agri­
colo, cOl'relando queste ipotesi con un'analisi particolare della situa­
zione 'attuale dell'agricoltura trentina nei seguenti aspetti:
a) caratteristiche fisiche e agronontiche del territorio, con parti­
colare riguardo all'ammontare de1Jla superficie a vocazione agra­
Su.pplemento Ol"Òlinario al B. U. 19 settembre 1967 • N. 40
:rÌa. alle utilizzazioni attuali della superficie, alle sue risorse na­
turali (fertilità, disponibilità idrica, ecc.);
b) andamento della popolazione agricola, le forze di Javoro occu­
pate in agricoltura, la densità fisica ed economiea della popo­
.
lazione, la sua composizione secondo il sesso e l'età;
c) struttura produttiva con particolare riferimento alle dimen­
sioni delle proprietà
e la struttura aziendale, la frammen­
tazione dei fondi agricoli, le aziende agricole pure e le aziende
miste;
d) mezzi tecnici impiegati nell'agricoltura, il grado di meccaniz­
zazione, l'impiego di moderni mezzi fertilizzanti;
e) patrimonio zootecnico ~elle sue varie componenti;
f) produzione per grossi settori produttivi, la sua dinamica e le
sue tendenze evolutive.
Da tntto questo quadro d'insieme si sono dedotte delle indi­
cazioni di massima sull'ammontare della superficie a vocazione
agraria a coltivazione ottimale, e, sulla scorta anche degli studi
sulla minima proprietà, si è tentata la definizione del numero delle
aziende autosufficienti, del numero degli addetti e della consi­
stenza del patrimonio zootecnico.
Le indicazioni operative contenute nello studio sono anche
trasferite, in quanto po~sibiIe, in determinazioni grafiche, nella
cartografia del Piano.
(3) La posi7.ione del Trentino nel grande sistema geografico
delle Alpi è assai significativa per la comprensione della sua
struttura geografica e sociale in relazione ai rapporti con i terri­
tori vicini.
A nord si trova la provincia di Bolzano che con esso forma
la Regione del Trentino - Alto Adige; ad est la provincia di Bel·
luno; a sud quelle di Vicenza e Verona; ad ovest la provincia
di Brescia.
I sistemi montuosi del Trentino
anche i territori delle provincie vicine.
occupano
in
gran
parte
Del sistema delle Alpi Retiche meridionali fanno parte: il
gruppo scistoso--cristallino dell'Ortles-Cevedale, le Alpi della Valle
di Non, le Dolomiti di Brenta, il gruppo dioritico intrusivo del­
l'Adamello - Presanella, il gruppo del Bondonc, delle Alpi. di Ledro
ed il Monte Baldo. Del sistema delle Alpi Dolomitiche fanno parte
il gruppo della Marmolada, le Pale di S. Martino, le Vette Feltrine,
le Alpi Fassane, la cate;na del Lagorai. iI gruppo di Cima d'Asta,
l'Altipiano di Lavarone e dei seUe comuni, il Monte Pasubio, il
massiecio della V<igolana ed ì monti Lessini.
Le valli principali sono pereorse da fiumi o da torrenti ehe
costituiscono un sistema idrografico abbastanza complesso, artico­
lato sull'Adige, che forma la spina eentrale e che attraversa da Nord
a Sud il territorio provineiale, e da altri due fiumi, il Brenta e il
Sarca, rispettivamente ad Est e Ovest dell'Adige; in quest'ultima
direzione scorre altresì il fiume Chiese fino al lago d'Idro.
Del bacino idrografico dell'Adige fanno parte le Valli di Sole
e di Non percorse dal torrente Noce, confluente nell'Adige attra­
verso la Piana Rotaliana; le Valli di Fassa e di Fiemme e Cembra
percorse dal torrente Avisio ehe raggiunge l'Adige immediata­
mente a nord di Trento; una parte dell'Alta VaJsugana, percorsa
dal torrente Fersina, confluente nell'Adige a sud di Trento; e, più
a sud, in corrispondenza di Rovereto, le Valli di Terragnolo e
Vallarsa percorse dal torrente Leno.
(4) Una lunga storia di tendenze autonome presenta la Valla­
garina. Essa eomineia con la politica centrifuga e filoveronese
dei Castelbareo, continua con l'occupazione veneta e si stabilizza
nel lungo periodo di dominio diretto tirolese, che va dal Cinque­
cento al tempo della Rivoluzione Franeese. Ce n'è più che a suf­
ficienza per comprendere quel particolare sentimento di coesione,
non apportato a Trento, anzi piuttosto contrapposto oon segni
71
di fervente campanilismo, che ancor oggi contrassegna la pur così
vicina Vallagarina.
(5) La distrettuazione che fu introdotta dai vari regimi del­
l'epoca napoleonica e fu poi stabilizzata in epoca di dominio
austriaco, procedente sotto il segno di una pianificazione unitaria.
piuttosto che di una diversificazione rispondente alle situazioni
partieolari. Per quel che riguarda la costituzione di organismi
intermedi fra il comune e la provincia essa ebbe i seguenti sviluppi.
Il governo bavarese (1806 - 1810) or.ganizzò la rete dei giu­
dizi distrettuali raccolti intorno ai due uffici circolari di Trento
(giudizi di Trento, Vezzano, Mezzolombardo, Cles, Malè, Civez­
zano, Levico, Pergine, Cavalese) e di Rovereto (giudizi di Rove­
reto, Riva, Tione, Condino, Stenico) con una consistenza variante
da un minimo di 6.900 a un massimo di 43.000 abitanti.
Il Regno Italico, con un ordinamento rimasto in vigore dal
1810 al 1817 entro il Dipartimento dell'Alto Adige creò i cinque
distretti di Trento (capoluogo dipartimentale e sede del Prefetto),
Bolzano, Cles, RoveTto e Riva (sedi di vice-prefettura), dividendo a
loro volta i distretti in cantoni eomprendenti un certo numero di
comuni. Si ebbero eosÌ per il Trentino i cantoni di Trento, Lavis
Pergine, Levico, Borgo, Cles, Malè, Fondo, Denno, Cavalese, Ro­
vereto, Mori, Ala, Riva, Stenico, Tione, Condino.
Il governo austriaco poi ripristinò i due capitanati Circolari di
Trento e di Rovereto, riorganizzando la rete dei giudizi distret­
tuali che rimasero in vigore fino al 1918; dopo il 1850 (definitiva­
mente con il 1863 essi furono inclusi entro -l'ambito più vasto dei
capitanati distrettuali, eretti nei luoghi seguenti: Borgo (giudizi di·
strettuali di Borgo, Levico, Strigno), Cavalese (giudizi di Cavalese
e di Fassa); Cles (giudizi di Cles, Fondo, Malè), Mezzolombardo
(giudizi di Mezzolombardo), Primiero (giudizi di Primiero), Riva
(giudizi di Arco, Riva, Val di Ledro), Rovereto (giudizi di Ala, Mori,
Rovereto, Villalagarina), Tione (giudizi di Condino, Stenico, Tione),
Trento (giudizi di Civezzano, Cembra, Lavis, Pergine, Trento,
Vezzano).
I capitanati distrettuali vennero ad assumere distintamente la
~ompetenza politieo-amministrativa (immediatamente sovrapposti ai
comuni), la quale antecedentemente era stata esercitata in modo
congiunto dai giudizi distrettuali.
Tutte queste eircoscrizioori, come avvenne per analoghe isti·
tuzioniintrodotte nel regime italiano o anche nell'assetto interno
di altre nazioni europee, portano regolarmente il carattere di organi
ese"utivi, nel campo giurilSdizionale o in quello politico-ammini­
strativo, dell'autorità centrale di cui sono emanazione e sviluppo.
Non sono in nessun modo dei oorpi autonomi o organi inter­
medi, che esprimanò interessi e volontà della base.
(6) Prendendo in esame i circa 91 anni che intercorrono tra
il prÌmo (1869) e l'ultimo censimento (1961), ad un tasso di svi­
luppo della popolazione presente calcolata nell'intervallo 1869-1931)
pari a
l,S, succede tra il 1931-1961 un tasso di incremento
2,3.
(calcolato sulla popolazione residente) pari a
Si è stabilito inoltre un confronto con il ritmo di sviluppo
verifi-eatosi in tutta l'Italia.
Durante .il periodo 1869 - 1931, per la popolazione italiana sia
residente che presente, si registra un tasso geometrico medio annuo
per 1000 abitanti pari a + 6,5; nel successivo intervallo 1931·
1961, iI medesimo tasso. riferit~ alla ,popolazione residente, rag­
giunge le + 6,9 unità.
+
+
(7) Confrontando la popolazione presente, al 1869 per la pro­
vincia di Trento e al 1871 per l'Italia con la popolazione resi­
dente per ambedue le zone al 1961 e ponendo eguali a 100 i dati
riguardanti l'inizio per periodo (rispettivamente quelli del 1369 e
del 1371) si ottiene che al 1961 essi assumono il valore di 123 per
la popolazione del Trentino e di 184 per la popolazione d'Italia.
Per i due intervalli considerati (1869 -1931 e 1931-1961),
diverso è stato il contributo dato dalle singole valli all'incremooto
72
Supplemento ordinarÌoru B. U. 19 settembre 1967 - ~: 40
demografico della Provincia: tra il 1869 e 1931 la valle dell'Adige
con + 6,5, Valle del Sama con + 3,7, la Vallagarina con
+ 2,0, la Valle di Sole con + 0,9 hanno manifestato un saggio
di incremento positivo; inv~e hanno avuto un saggio negativo
la Valle del Cismon con 2, la Bassa Valsugana' con
1,6,
la Valle di Non con l,l, la valle dell'Avisio con 1,0,
l'Alta Valsugana e le Valli Giudicarie con - 0,8.
Nel successivo intervallo 1931 - 1961 la popolazione residente
ha avuto 1m'ulteriore diminuzione del saggio nella Bassa Valsugana
con
2,9, nelle Valli Giudicarie con - l,O, nell'Alta Valsugana
con 0,1; un saggio nullo nella valle del Cismon; un saggio
di incremento di 3,4 nella Valle dell'Avisio, di + 1,8 nella Valla·
garina, di + 0,8 nella Valle di Non, di + 0,6 nella Valle di
Sole, di + 7,4 nella Valle dell'Adige e di + 2,4 nella Valle
del Sarea.
L'apporto di questi grandi aggregati è in 'parte condizionato
dal diverso contributo, dato da alcuni comuni trentini di par·
ticolare ampiezza demografica, all'incremento della popolazione
nell'intera provincia.
(8) Accettando un confronto tra la popolazione presente al
1869 e quella residente al 1961, nell'interva]Jo abbracciato dai
due censimenti si vede che nella provincia di Trento si sarebbe
verificato un incremento demografico di circa 77.000 unità.
La stessa comparazione, eseguita nei confronti della popola­
zione dei comuni di Trento, Rovereto, Riva ed Arco, dà un incre­
mento di circa 50.000 unità.
E' però da tener presente che si fanno calcoli su due eleo
menti diversi, e cioè popolazione presente e residente.
Nel Trentino la popolazione presente tende, a volte anche in
maniera cospicua, a rimanere inferiore a quella residente, mentre
nei grossi <lentri si verifica il fenomeno contrario: la popolazione
presente tende a, pareggiare, ed anche a superare in modo sensi­
bile, quella residente.
Poichè i quattro comuni considerati sono i più grossi della
provincia, in essi agisce la seconda tendenza. Per q~esto si può
affermare che la misura dell'incremento demografico, ottenuto me­
diante i confronti di cui sopra, dà valori in difetto nel raggrup­
pamento dei quattro comuni e valori in eccesso per quanto riguarda
l'intera provincia.
Al fine di mettere nella giusta luce questi particolari feno­
meni è doveroso ancora
che al 1869 la popolazione
presente dei quattro comuni anzidetti rappresentava circa il 18%
di tutta la popolazione presente nella provincia e che, nel 1961,
quella residente rappresentava circa il 260/0 della corrispondente
popolazione residente. in provincia.
Infine, diverso è anche l'apporto all'incremento demografiro
provinciale dato dalle classi altimetriche, come si nota chiaramente
analizzando la serie l!tori'ca della popolazione presente ,e residente
per le tre classi altimetriche di pianura, collina e montagna.
Infatti, pressochè in tntti ì comprensori e da vecchia data, si è
verificata una satnrazione demografica dei comuni di montagna e
di collina.
Questi due raggru,ppamenti mfatti, nei 91 anni esaminati,
tendono a mantenere una popolazione pressochè costante.
L'unica eccezione si trova nella Bassa Valsugana che spe­
cialmente negli ultimi 30 anni, presenta una diminuzione della
popolazione che è marcata nei comuni di collina, meno rile­
vante in quelli di montagna; i comuni di pianura invece hanno
una popolazione stazionaria.
Anche l'indagine sulla situazione dell'edilizia nella provincia
conferma un certo degrado nella periferia. Dalla rilevazÌone risulta
che il 44,70/0 degli edifici è in discrete condizioni statiche ed
igieniche, il 44,2% in mediocri condizioni e l'H % in pessime
condizioni.
Abbastanza modesto è stato l'incremento edilizio nel decennio
1951·1961. Sull'intero territorio provinciale con notevoli squilibri
nel suo interno i vani si sono accresciuti dell'H %.
In particolare il comprensorio della Val d'Adige ha avuto
un incremento del 30,86%, pari al 640/0 di tutto l'incremento
della provincia.
Il comprensorio della Vallagarina ha avuto un incremento pari
al 9,70% del totale della Provincia, quello del Basso Sarca un
aumento pari all'8,670/0.
Assieme, questi tre comprensori, che assommavano al 1961
una popolazione di circa 220.000 persone, cioè il 53% di tutta
la popolazione provinciale, hanno assorbito nello scorso decennio
1'82,570/0 dell'intero incremento edilizio.
Questi dati evidenziano chiaramente lo squilibrio edilizio che
si è avuto nel territorio provinciale, che poi è anche generale.
Con valutazioni di vario genere, espresse nella relazione alle­
gata agli studi si è potuto calcolare, riferendosi alle ipotesi di
distribuzione della popolazione assunta dal Piano Provinciale, il
fabbisogno di nuovi vani prendendo a base un indice di affol.
lamento di 0,9 abitanti per vano.
Sono così da reperire all'incirca 83.500 vani. Dii questi 40.900
potranno essere trovati negli edifici esistenti opportunamente risa­
nati mentre altri 42.600 dovranno essere costruiti nuovi.
(9) Un dato abbastanza interessante, valutato in sede di pre­
VISIone per l'apprestamento di nuove aree industriali, e signifi.
cativo per la comprensione della situazione del settore industriale,
è quello relativo all'età del parco macchine del ramo manifattn·
riero, a proposito della quale si è potuto accertare che solo il
30% circa delle macchine ha un'età compresa fra il 1948 ·1958.
(lO) L'ufficio Studi e Programmazione della Provincia ha ela­
oorato qualche indagine secondo la' quale nel' settore industriale
fra il 1961·1963 si sarebbe verificato un incremento dell'occu­
pazione nelle attività industriali all'incirca pari a 3.000 unità
mentre altri 5.000 posti di lavor nuovi sono prevedibili per effetto
delle iniziative in fase di impianto. Tali rilievi appaiono oggi
assai incerti, per il sopraggiungere della congiuntura avversa.
(H) I procedimenti di calcolo sono riportati negli stndi ac­
compagnatori.
(12) Per ulteriori notizie e precisazioni si rinvia agli studi
accompagnatori.
Suptplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
AP,PENDICE SULLE OSSERVAZIONI C. l Valli dell'Avisio
Osservazioni pervenute n. 21, di cui 15 da parte drl. 15
COlmuni, 5 da parte di privati e l da parte di unente.
L'introduziOlne di nuove aree residenziali, general­
mente -richieste dalle amministramoni cO!lllunali e dai pri­
vati, ha dovuto tenere nel massimo COlnto l'alto valore am­
bient8Ie delle valli di Fiemme e di Fassa.
Nel complesso comunque, le previsioni di nuOlvi in­
sediamenti cOlrrispondono alle indicazioni contenute nelle
osservazioni, con qualche ridimensionamento delle richie­
ste dei comuni di Daiano, Cavalese, Panchià, Ziano, Pre­
dazzo, Pozza, ,Campitello di Fassa e Canazei.
Quanto alle osservaziOlJii sulla infrast:ruttura viabili­
stica si è mantenuta la previsione della variante della
55 n. 48 in corrispondenza di Predazzo. Tale variante è
necessaria per eliminare l'attuale inadeguatezza della se­
zione stradale e la servitù oreata sulla strada stessa dagli
edifici del centro, che compromette la fluidità e la fun­
ziQnalità di tutte le relazioni con la statale attuale e con
le diverse località del centro urbano. Anzi, ragioni di
carattore tecnico hanno consigliato uno spostamento della
variante verso l'Avisio.
Del pari, è stato parzialmente mantenuto il previsto
raddoppiQ della statale in corrispondenza di Mazzin e la
variante alla strada per la valle S. Nicolò CQnformemente
agli obbiettivi tecnici del Piano, che si prefigge di rag­
giungere la massima efficienza con il potenziamento delle
infrastrutture.
A completamento ed integraziQne della struttura via­
biJistica inizialmente prevista ed in dipendenza delle os­
servazioni, si sono inseriti i seguenti tracciati:
-
a Ziano, lo spostamento a mOlnte di Roda del trac­
ciato della sinistra Avisio;
-
una nUQva variante alla statale 48 in COll'rispondenza
di Campitello e Canazei.
In relaziOlne alla ricerca di un maggiore equilibrio
delle attività produttive in tutto il territoriOl interessato,
a seguitOl delle Olsservazioni si sono previste piccole aree
industriali nella val di Fiemme per complessivi lO ha.
circa.
Le zone di parco attrezzatOl e di parco urbano sono
state opportunamente precisate e delimit!ate e si sono
maggiormente definiti alcuni tracciati degli impianti a
iune ed infine si SOlno megliOl ubicati i previsti centri
cOlmmerciali..
Il comprensorio è strettamente legato alla nuova fu­
tela ambientale proposta dal PianOl. Infatti, tutto il ter­
ritorio ricade nelle zone da sottoporre a tutela del pae­
saggiOl mentre, nei pressi di Paneveggio ha iniziOl, in
corrispondenza della foresta demaniale, il parco naturale
di Paneveggio - S. Martino di Castrozza.
Relativamente alla delimitazione cOlmprensoriale, si
nOlta infine lOl sPOlstamento del comune di Sover al CO!lll­
prensoriOl della valle dell' Adige.
C. 2 Valle del Cismon
Osservazioni pervenute 50, di cui ,g da parte di COlmuni,
40 da parte di 63 privati e 2 da parte di Enti.
un collegamento di Moena eQI Passo di Costalunga;
Anche in questo comprensorio, caratterizzato da un
ambiente naturale estremamente caratteristico, l'indicazio­
ne di nuove aree destinate allQ sviluppo residenziale è
stata condizionata massimamente dalle esigem;e figura­
tive del paesaggio. All'accoglimento di massima delle
osservazioni riguardanti tale settore, si contrappone cosÌ
la mancata inserzione di alcune aree richieste particOllar­
mente dai comuni di Imer, Transacqua e TOlnadico.
un collegamento di Moena con Soraga, sulla destra
dell'AvisiQ, quale continuazione della circonvallazione
di Moena;
Nel settOlre della viabilità, in generale le osservazioni
hanno prospettato soluzioni . compatibili ed integrative
delle previsioni del pianOl.
un raccordo tra la progettata strada di fondo valle e
l'abitato di Cavalese;
-
seguente limitato spostamento della piccola area in­
dustriale;
a Pozza di Fassa, una strada di interesse turistico,
tra San Giovanni e il ponte di Pera.
Si sono ancora accolte le seguenti varianti suggerite
dai comuni alla viabilità progettata, ritenute funzio­
nali ai fini della fluidità e dei rapporti col territorio:
a Tesero, uno spostamento verso Cavalese della pre­
vista variante della strada per Stava;
a Moena lo spostamento sulla destra Avisio della cir­
convall82Ji.one già prevista in sponda sinistra, con con­
Si SOlno inseriti cosÌ i seguen1ti tracciati:
collegamento di Mis COln Sagron e di SagrOln COln il
con il confine della provincia verso Belluno;
nel COlmune di SirOlr, un cQllegamento tra il lago di
Calaita e la località Va1mesta.
InOlltre si è apportata una variante della strada sta­
tale del passo Cereda nei pressi di Tonadico ed è stata
accolta la prOlPosta del comune di Fiera di Primiero per
una nuova soluzione dell'attraversamento del centro, con
74
Suppleu:nell!to ordinario .al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
la previsione di una variante alla statale, corrente sul­
l'argine sinistro del torrente Cismon.
Si è mantenuta la soluzione prevista dal Piano, per
la variante della strada statale a Siror, in quanto il nuo­
vo tracciato propO'sto dal comune non è stato ritenuto ido~
neo tecnicamente.
Alcune varianti richieste dal comune di Tonadico
alla statale 50 e a quella del Cereda non sono state ac­
colte, anche considerando che il programma di fabbrica­
zione redattO' dal Comune ha successivamente accolto
le indicazioni del Piano.
Nel settore delle aree industriali, le oBSerVazionÌ per­
venute hanno convinto dell'opportunità dell'inserimento
di una previsione di insediamenti a Mezzano I - Imer per
complessivi ha. 6,50 stante l'effettiva lontananza delle
grosse strutture industriali del Piano.
L'estensione delle zone a parco attrezzato viene mano
tenuta, sruvo alcune precisazioni, nonostante numerose
richieste di privati tendenti ad eliminare qualsiasi indica­
zione a tale proposito;
Anche questo comprensorio è strettamente interes­
sato alla nuova tutela ambientale propostB. dal Piano. In­
fatti, salvo una piccola zona nella Val Cordella, tutto il
territorio è ICompXesO nelle zone da sottoporre a tutela del
paesaggio.
Infine sul crinale del Co1hricon - passo Rolle ha ini­
zio, per il comprensorio, il Parco naturale di Paneveggio ­
S. Martino di Castrozza, che si estende verso S. Martino
e il Monte TO'gnola fino a comprendere le foreste dema­
niali di val Sorda e val Zanca.
A seguito dei recenti eventi alluvionali, si è rivisto
il tracciato, totalmente asportato, del passo Cereda.
Anche a Canal S. Bovo, i tracciati stradali sono srati
adeguati alla nuova situazione, soprattutto per quanto
riguarda i collegamenti tra il centro del comune e le
fraziO'ni.
La richiesta del Comune di Canal S. BO'VO per l'm·
troduzione di un'area industriale a valle del paese non si
è potuta accogliere per le gravi controindicazioni di carato
tere idrogeologico emerse. Eventuali insediamenti indu­
striali potranno essere meglio individuati in sede di piano
comprensoriale.
===========================
in relazione agli obbiettivi che il pianQ si prefigge in
questo settorc. Si sono inseriti così i tracciati:
-
su richiesta dei comuni di StrignO', S3mone, Spera e
Bieno, la strada pedemontana Strigno-Spera-Samone­
Bieno ed uno snodo della superstrada in corrispon­
denza della provinciale del Broccon.
H tracciato della superstrada della Vrusugana è stato
radicalmente spostato, o per ragioni tecniche, o per farlo
coincidere con l'attuale statale.
Le variazioni apportat'e all'estensione delle aree indu­
striali sono conseguelliti alla verifica teenica compiuta in
'questo settore, nonchè ai recenti eventi alluvionali, che
-hannO' imposto, in particolare, l'abbandono delle aree già
previste nei pressi di Villagnedo; in sostituzione si è in­
·trodotta un'area di ha. 25,50 a Scurelle e si è previsto un
ampliamento ,di quelle già esistenti a Borgo e Castelnuovo,
per complessivi ettari 50,50.
Il comprensorio è in parte interessato alla futura tu­
tela del paesaggio. Oltre alla valle di Sella e all'altipiano
del Tesino, sono proposti tra le zone di tutela ambien­
tale i territori della fascia pedemontana da Roncegno a
Bieno e Villa Agnedo, comprendendovi anche la parte del
vecchio centro di Borgo Vaìlsugana.
C. 4. Alta Valsugana
Osservazioni pervenute n. 27 di cui n. 21 da parte di 22
Comuni e u. 6 da parte di privati.
Le amministrazioni comunali hanno innanzitutto os­
servato una limitatezza nelle previsioni di nuovi insedia­
menti residenziali.
Generalmente le richieste per nuove aree residen­
ziali sono state accolte, salvo aleune proposte dei comuni
di Baselga di Piné, Civez:r..ano, Pe1'lgine, Tenna, Albiano e
ILarvarone, che si sono ritenute o lesive dei valori paesag­
gistici delle zone interessate o non rispondenti ad un cor­
retto dimensionamento dei centri.
~N;l =~~den;'~i;bilità, le'~~--"'~·
-
C. 3 Bassa Valsugana
Osservazioni pervenute n. 9 da parte di 8 Comuni.
Nel cO'mprensorio, la previsiO'ne di un incremento nel­
le aree residenziali riguarda principaJmeme. i comuni di
Ospeda1etto e Borgo. RagiO'ni di carattere funzionale, par­
ticolarmente conseguenti allo spostamento del tracciato
della superstrada della V.alsugana hannO'coruigliato alcune
modifiche nei confronti delle richieste contenute nelle
osservazioni presentate dal ,Comune di Borgo.
Quanto alla viabilità, quasi tutte le Q.'iìSCrvazioni, ri·
guardando il potenziamentodi tracciati, sono state accolte,
a Borgo Valsugana, una nuova uscita della strada della
val di Sella sulla attuale statale;
c~.J:LSiston-;;r--=
nella previsione di un collegamento diretto tra Luserna
e il Passo Vezzena;
in variazioni ai tracciati· secondari nei comuni di Per­
gine e Oalceranica al Lago;
--~nella previsione di uiia-v~iante alla'~tatale in corri­
spondenzia di Vigolo Vattaro, resasi necessaria a seguito
delle variazioni apportate al percorso della superstrada
della Valugana;
-
nell'inserimento di un nuovo collegamento con l;--V;l
d'Astico; in unnnavo tracciato della strada per il Passo de) Manghel1, in corrispondenza di Palù del Fersina. Su,pplementQ Olidin:ano al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
======~======~~=~====~====~~==~==========
II percorso della superstrada della Valsugana ha su­
hito evidenti variazioni, anzi.tutto in dipendenza delle os­
servazioni del Ministero dei LL.PP. il quale ha consigliato
l'abbandono del tratto Levico - Trento attraverso la 'sella
di Bosentino. Si è quindi recepito il progetto di massi­
ma fatto studiare dall'apposito comitato formatosi tra le
Provincie interessate, il quale prevede, per il tratto cor­
rente nel comprensorio, di usufruire il più possihHe de]­
l'attuale sede stradale.
Non si sono giudicate accoglibili, per evidenti motivi
urbanistici c di sicurezza del traffico, la richiesta di eli­
minare la prevista variante della provinciale in corrispon­
deuza dì Baselga ,di Pinè, che ha suhìto anzi un leggero
spostamento ai fini di una maggiore scorrevolezza, non­
ehè quelle di alcuni comuni per l'inserimento di collegamentì di stretto interesse locale, di competenza dei piani
di grado subordinato.
Le riehieste di potenziamento degli insediamenti in­
dustriali sono state accolte limitatamente alle indicazioni
compatibili con gli obbiettivi del Pi~no.
Per il comune di Pergine si sono meglio definite le
aree già destinate a questo scopo, anche sulla base della
situazione edilizia in atto, e si è inserita un'ulteriore lo­
calizzazione in loc. Cirè, per ha. 15,50.
Inoltre si sono Jeggemnente ampliate, per complessivi
altri 9 ha. le aree industriali già previste a Levico e si
sono inserite un'area nei pressi di Fornace, per 4 ha. e
2 nei pressi di Caldonazzo e Calceranica per complessivi
ha. 18,00.
In eonsiderazione degli altri valori paesaggistici sia
naturali che urbani, il territorio del comprensorio viene,
nella sua maggioranza, proposto per la futUra tutela am­
bientale.
Circa la delimitazione del comprensario, non si è
giudicata accoglibile la richiesta del comune di Vigolo
Vattaro per il suo trasferimento al comprensorio dell'Adi­
ge, ritenendo che tale proposta avrebbe compromesso i
legami caratteristici delle zone marginali con il compren­
sorio dell'Alta Valsugana.
Inveee, per la prevalente confluenza. di interessi, è
stata accolta la richiesta di trasferimento al comprensorio
dell'Adige dei comuni di Albiano, Lona-Lases e Segonzano.
di carattere paesistico e funzionale. Non hanno potuto
quindi essere ac'colte alcune proposte fatte dai comuni di
IPadel"gnone, Andalo, S. Michele all'Adige, Spormaggiore e
Terlago, perchè in contrasto con le esigenze di tutela am­
bientale.
Riguardo alla viabilità, la situazione iniziale del
comprensorio da Mezzolombardo a Mattarello ha suhìto no­
tevoli varianti, in relazione alla idividuazione di una effi­
ciente struttura, tale da creare un effettivo supporto sia
dello sviluppo industriale in previsione a Nord di Trento,
sia di un organico sistema di viabili~ extra-urbana di
Trento.
In relazione a questa nuova struttura viabile, gli in­
rerventi principali sono:
I
Nella Piana Rotaliana si è previsto un nuovo colle­
gamento fra la S.S. 43, in prossimità del casello auto­
stradale e la statale 12 a San Michele.
I
In relazione al potenziamento eseguito dall'A.N.A.S.
della statale 43 da San Michele a Mezzolombardo, si è
eliminato il progettato nuovo tracciato della destra
Adige dalla Nave a Mezzolombardo, prevedendo invece
gli opportuni miglioramenti all'attuale tracciato della
provinciale, sia a Zambana che a Mezzolombardo.
In corrispondeuza di Lavis è stata potenziata la variante
della statale, per la quale viene ulteriormente esaltata
la funzione di asta raceoglitrice dei traillfici industriali
dena zona.
Per quanto concerne il comune di Trento, le varianti
di maggior rilevauza concernono l'ubicazione dei due
caselli autostradali, uno immediatamente a sud della
foce dell'Avisio, l'altro in 100. la Vela, collegati sia alla
statale 12, sia alla superstrada della Valsugana e alla
Gardesana, sia infine alla circonvallazione urbana. Di
tale circonvallazione è stato poi precisato il tracciato,
che si svolge inizialmente in sponda destra dell'Adige
per passare sullaspouda sinistra nei pressi di Ravina
fino a raggiungere la statale 12 a sud di Acquaviva.
E' stato inoltre prevista, al se:rvizio dei traffici resi­
denziali della collina e della zona sud di Trento non­
chè in collegamento con la statale della Fricca, una
tangenziale est-ovest, circa seguente il tracciato della
ferrovia della. Valsugana, con sbocco diretto sulla ei:r.
convallazione urbana.
C. 5 Valle dell'Adige
Osservazioni pervenute n. 36, di cui 21 da parte di 25
comuni, 14 da parte di 319 privati e l di Enti.
Le osservazioni pervenute riguardano essenzialmente
l'aumento delle aree residenziali, la trasformazione e l'in­
cremento della viabilità, il potenziamento delle loclÙizza­
zioni industriali, le zone a parco attrezzato e la delimita­
zione dell'area comprensoriale.
Per quel che si riferisce alle aree residenziali, le ri­
chieste dei comuni sono st'alle accolte entro i limiti deri­
vanti da un corretto assetto urbanistieo e da considerazioni
75
Circa particolari osservazioni formulate in merito alla
viabilità, specialmente da comuni, sono state considerate
in linea con le finalità del Piano e pertanto accolte, le
seguenti:
Per il comune di Calavino si è introdotta la previ­
sione di un nuovo collegamento primario tra Calavino
e le Sarche;
-
Per i comuni di Molveno, Andalo, Cavedago e Spor­
minore, si è inserito un nuovo collegamento tra Spor­
minore e Cavedago, attraverso la valle delle Sedie;
76
Supplemem;to ordinario al B. U. 19 setrenlbre 1967 . N. 40
====================~~=====
In relazione anche a progetti nel frattempo portati a
termine, si è previsto un nuovo tracciato del collega­
mento Viotte - Lasino - Cavedine, che nella parte ter­
minale,si avvicina a Castel Madruzzo;
Su richiesta del Ministero dei Lavori Pubblici, si è in­
serito il tracciato Ranzo - Nem'bia - Molveno.
Alcune richieste relative alla viabilità non hanno
potuto essere accolte, e di esse si elencano qui le prin­
cipali:
Per il comune di IPadergnone si è giudicata inade­
'guata dal punto di vista urbanistico e funzionale la
richiesta dello spostamento del nuovo tracciato della
prevista variante della staltale;
Per Mezzocorona, l'eccessiva onerosità dell'opera non
ha consentito di prevedere lo spostamento del raccordo
fra la strada della Valle di Non e <fUella del Brennero;
Motivi di efficienza viabile non hanno consentito altresì
di accedere alla richiesta di deviare all'interno del
centro urbano di Mezzo4mthardo la strada della Valle
Idi Non e di inserire un nuovo collegamento fra la
località Rupe e Zambana.
Nel settore deUe aree industriaJli, il potenziamento
della struttura dell'asta dell'Adige ha condotto anzitutto
alla previsione di un grande complesso di aree uibieate
sia in comune di Trento, ai limiti nord del territorio co­
munale, sia in comune di Lavis, in continuità dell'im­
portante area già prevista sulla destra dell'Avisio. Il com­
plesso di tali aree, assomma a un totale di ettari 350,
cni si aggiunge l'area dell'aeroporto di Gardolo e sue adia­
oltrechè in contrasto con l'assefrto urbanistico della zona,
anche suscettibile di arrecare grave pregiudizio all'am­
biente, con la distruzione di un'area di elevata vooszione
agricola che il piano tende a salvaguardare al massimo.
Del ,pari, si è ritenuto di rinviare alla competenza dei pia­
ni di grado subordinato la giustificazione di una previsione
di piccoli insediamenti industriali del comune di Molveno.
Per qucl che riguarda le osservazioni sulla configu­
razione del parco attrezzato, <fUeste hanno portato all'in­
troduzione di alcune nuove località meritevoli di valoriz­
zazione turistica, secondo le segnalazioni di vari comuni
e hanno portato altresì all'esclusione di <fUalche zona di
scarso interesse e di altre aventi una chiara vocazione
agricola, specialmente nella Piana Rotaliana.
Circa la delimitazione del comprensorio, le osservazio­
ni riguardano la possmilità di aggregare alla Valle del.
l'Adige tutti i comuni della Valle di Cemhra. La richiesta
è stata accolta data la prevalente confluenza di interessi
verso Lavis e verso Trento e in comformità alla volontà
espressa dagli organi rappresentativi delle popolazioni in­
teressate.
Al contrario, non si è ritenuta accoglihile la richiesta
di Molveno e di San ,Lorenzo in Banale per la formazione
di un snh-comprensorio turistico, che dovrehhe accumunare
gli interessi in questo settore, particolarmente notevoli per
la presenza del lago di Molveno. Si ritiene di poteraffer­
mare che proprio il lago di Molveno potrà costituire stru­
mento per un insieme di rappol'lti intercomprensoriali che
sicuramente, soprattutto per ragioni turistiche, saranno
presenti come vincoli efficienti nella formazione delle con­
nessioni fra comprensorio c comprensorio.
zione di nUOve arce, particolarmente su richiesta o indi
cazione dei comuni di Mezzolombardo e di Mezzocorona.
Per quanto concerne la tutela ambientale, oltre a gran
parte delle zone già attualmente sottoposte a vincolo paesag­
gistico, si sono inserite <fUelle zone prevalentemente col­
linari che per insediamenti caratteristici' o per valori amo
bientali preminenti, è semhrato opportuno proporre per
la nuova forma di tutela. Rimane da <fUesta esclusa la
città di Trento, per la quale gli strumenti di disciplina
urbanistica si sono ritenuti sufficienti per consentire un
ordinato sviluppo edilizio_
Il comprensorio è infine interessato al parco natu­
rale, relativamente ad una parte del Gruppo del Brenta.
Ancora,su richiesta delle amministrazioni comunali,
si sono inserite alcune aree di modesta entità e cioè:
C. 6 - Valle di N()n
cenze, per la quale è possibile una destinazione a servizi
del traffico pesante.
Anche nella Piana Rotaliana le previsioni di insedia­
menti industriali hanno 5Ubìto talune variazioni, dipen­
denti sia dalle verifiche idrogeologiche che hanno condotto
ad abbandonare l"area già prevista in sponda destra del No­
ce in località Rupe, sia da una maggiore estensione di
alcune aree precedentemente previste, sia infine all'nhica­
Per i comuni di V~g()Ìlo Baselga e Baselga di Vezzano,
un'area di circa ettari 4, località di Narano;
Osservazioni pervenute 29, di cui 25 da parte di 26 c0­
muni e 4 da privati.
Per i cQmuni di Lasino e Calavino, un'area di circa
I numerosi comuni del comprensorio hanno anzittut­
4 cttari in loc. Prati di Campagna; to generalmente richiesto la previsione di nuovi insedia­
Nel comune di Aldeno una piccola area industriale di menti residenziali. Nel rispetto dei valori figurativi del
circa 5 ettari. paesaggio, le osservazioni sono state di massima accolte,
Tra le richieste non accQlte, si segnala quella rela­
ad eccezione della richiesta per l'urhanizzazione della
tiva all'uhicazione di un'area industriale in looalità Ischia
zona del lago di Tovel, incQmpatibile con i criteri del
di Mezzolombardo, essendosi ritenuta l'uhicazione proposta
proposto parco naturale della valle.
SupplemeDJto OO'id!Ìn:ario ai B. U. 19 settJembre 1967 - N. 40
77
,======:==============~===========
Nel settore delle infrastrutture viabilistiche, le nume­
rose osservazioni pervenute hanno proposto modificazioni
od integrazioni a,Ro schema viabile del Piano, in parte con
esso compatibili.
Così, su richiesta dei comuni di Gles e Tassullo, si è
studiato uu tracciato della statale in gran parte nuovo
che, deviando dalla strada attluale nei pressi di Mollaro
prosegue verso Portolo e Nanno per portarsi nella piana
tra Cles e Maiano, inserendosi quindi previa circonvailla­
zione di Cles, suRa statale nei pressi del bivio per la pro­
vinciale del Castellaz.
Tale tracciato risolve quindi anche il problema del,la
circonvallazione di CJes, che aveva costituito oggetto di
parecchie osservazioni.
Ancora, su richiesta di numerosi comuni si sono
inserite nel piano le seguenti infrastrutture:
collegamento Sporminore - Cavedago attraversO' la val·
le delle Seghe, in sostitu.zi.one del tracciatO' tra Spor­
maggiore e/'SpO'rminore;
nuovo tracciato Cagnò - strada per Tregiovo, per un
più valido collegamento con i comuni della Provincia
di Bolzano;
coLlegamento Denno - Nanno attraverso Maso Cimana
e Portolo;
nuovo tracciato da Dambel alla Mendola, attraverso
Romeno, Cavareno e Ruffrè.
Su segnalazione del Ministero dei Lavori Pubblici, e
per un più idoneo collegamento con la provincia di Bol­
zano, si sono ancora previste le artep.e Revò - Tregiovo ­
confine Provincia e Rumo- confine Provinc;ia.
Alcune varianti già previste non sono state ulterior·
mente mantenùte, oonsiderandosi sufficiente un potenzia­
mento dei tracciati esistenti. Traftasi, inpartioolare, della
variante in corrispondenza di Sarnonico e fino alla Men­
dola sulla SS. 42 e di quelle ai centri di Flavon e Ter­
res sulla strada provinciale.
Alcune proposte di nuova viabilità non sono state
ritenute compatibili oon i criteri fondamentali del Piano.
Non si è pertanto introdotto un ooI1egamento della Valle di
Non oon Campiglio attraverso il passo del Grostè perchè
tale infrastruttura, oltre ad essere di costo eccessivo in
rapporto al limitato periodo di transibilità stagionale con­
sentito, avrebbe avuto ripercussioni negative sull'organiz·
zazione del parco naturale della valle di Tovel.
Del pari, non si è giudicato utile un oollegamento
stradale con il Monte Roon, che avrebbe ridotto notevol­
meute lafunzioue dei previsti impianti di risalita.
Ragioni tecniche non hanno consentito la previsione
di una variante al tracciato collegante Vervò con Sfruz
attraverso la zona della Predaia, ch~ avrebbe comportato
una contropendenza di cirea· 400m., oosi come la onerosità
della costruzione di un viadO'tto attraverso la gola di
S. Romedio non ha oonsentito di proporre un collegamento
di Salter con Tavon.
Infine, si è mantenuta la proposta di una variante
alla statale in corrispondenza di Cavareno, giudicata indi­
spensabile per la fluidità e la funzionalità della statale
stessa.
Nel settore degli insediamenti industriali, si sono ap­
portati leggeri aumenti all'estensione dalle aree già indi­
cate nel piano a Fondo, Cavareno e Tuenno per un totale
complessivo in aumento di ha.S,50.
Le condizioni geologiche ed orografiche estremamente
sfavorevoli non hanno consentito di prevedere ulteriori
possibilità di insediamenti industriali a Cunevo e in loc.
Cressino - Maso Milano.
Infine è stata segnata nel Piano un'area industriale
esistente presso Termon.
La· delimitazione delle aree a parco attrezzato è stata
opportunamente variata, in relazione ad osservazioni che
segnalavano ,la presenza di zone agrioole molto efficienti
e caratteristiche o la necessità di estendere le previsioni di
valorizzazione turistica a zone particolarmente interessanti.
La nuova tutela ambientale prevista dal p'iano, in­
teressa la parte del territorio comprensoriale nella quale
sono ubicati gli insediamenti più caratteristici.
Il parco naturale della valle di Tovm completa le
nuove indicazioni proposte per il comprensorio.
C. 7 - Valle di Sole
Osservazioni pervenute 2,· da parte di Comuni.
Le osservazioni pervenute hanno riguardo essenzial­
mente alla viabilità;
In relazione al prograanma di potenziamento della
infrastruttura viabilistiea, si è rivisto l'inserimento della
statale per Campiglio su quella per il Tonale, prevedendo
una variante ad est di Dimaro ed un nuovo tronco, dipar­
tentesi dal quarto tornante della strada di Campiglio, verso
Almazzago.
Si è manteuuta poi, con un ulteriore miglioramento
nel tracciato, la variante alla Statale, in corrispondenza
di Mezzana, mentre si è ritenuto di abbandonare la pre­
vista circonvallazione di S. Bernardo di Rabbi, essendo
stati eseguiti notevoli miglioramenti all'attuale attraversa­
mento dell'abitato.
E' stato precisato il tracciato di una strada di carat­
tere turistico, Folgarida - Fazzon, oon diramazione per
Mezzana.
Per il comune di Vermiglio e il passo del Tonale,
si sono apportate alcu.ne variazioni alla viabilità ed alla
zonizzazione, sulla base del programma di fabbricazione
adottato dal Comune.
Nel settore delle locwlizzazioni industriali, sono stati
precisati i confi'Ili delle aree di Ossana e Malè, oon una
riduzione di circa 7 ha.
Per il comprensorio, è prevista la sottoposizione alla
futura tutela ambientale di tutto il territoNo.
SupplerrHmto oodJÌn:arioal B. U. 19 sette:mhre 1967 - N. 40
78
C. 8 - Valli Giudicarie
Osservazioni pervenute 17, di cui 16 da parte di 17 comu­
ni ed l di privati.
ILe osservazioni dei comuni richiedono anzittutto la
previsione di nuove aree residenziali: in generale, e salvo
qualche ridimensionamento le proposte fatte sorro state
accettate, salvo la richiesta tendente ad urhanizzare urra
estesa zona in loc. Campo Carlo Magno, perchè contra­
stante con i caratteri figurativ.i della zorra.
Nel settore della viabilità, le soluzioni prospettate dai
comurri si sono ritenute compatibili con le indicaziorri
fondamentali del piano.
Si sono cosÌ previste:
nel comurre di Tione, due collegamenti secondari già
contenuti nel progetto di piano regolatore adottato da
quel comune;
nel comune di Carisolo, alcune variamoni nella via­
bHità afferente al centro;
nci comuni di Pelugo, Bondo e Breguzzo, leggeri spo­
stamenti nelle progettate circonvallazioni dei centri ahi­
fati;
su richiesta dei comurri di Bolbeno e Zuclo, un trac­
ciato tecnicamente più idoneo per la strada del passo
del Durone.
Relativamente alle localizzazioni industriali, su richie­
sta del comune di Tione, siè aumentata di circa 2 ha.
l'estensione delle aree inizialmente previste e si è aggiunta,
sulla hase del programma di iahhricazione adottato dal
comune, una seconda area, estesa ha. 12.
La verifica tecnica delle aree, ha poi . condotto ad
una sistemazione più esatta delle loro superfici, corr un
aumento di complessivi 17,50 ha.
Non si sono introdotte previsioni di nuove localizza­
zioni industriali, ritenendosi che le esigenze di sv.iluppo
prospettate dai comuni di Dorsino e San Lorenzo in Ba­
nale fossero sufficientemente soddisfatte dallaprevist'a lo­
calizzazione di Ponte Arche.
L'importanza fondamentale che si connette alla previ­
sione dei parchi naturali, non ha consentito di acco­
gliere 1'osservazione del comurre di Strembo che, sulla
base di presupposti erronei richiedeva J'climinazione di
tale previsione per la Valle di Genova. Anzi, l'estensione
del parco naturale è stata ulteriormente definità, me­
diante un organico collegamento con la zona della valle
di Tovel comprendendo anche il gruppo del Brenta.
Il territorio comprensoriale è interessato in gran parte
alla proposta tutela ambientale, che comprende i gruppi
del Brenta e dell'Adamello - PresaneJ.la e i fondo-valle più
caratteristici.
C. 9 . Valle del Sarca
Osservazioni pervenute 29 di cui 8 da parte di 7 comuni,
16 da privati e 5 da enti.
Le previsioni di nuovi insediamenti residenziali sono
state oportunamente integrate, secondo le proposte conte­
nute nelle osservazioni.
Nella delimitaziorre delle zone si sono evidentemente
tenuti in attenta consideraziorre i valori e gli aspetti fi­
gurativi del paeasggio, particolarmente presenti nell'ambito
di questo comprensorio.
Nel settore della infrastruttura viahilistiea, non si
sono verificate variazioni di rilievo, salrvo uno spostamen­
to di tracciato alla prevista ciroonvaJ.lazione della statale
in eorrisptmdenza di Dro e l'inserimento di una circon­
vallazione alla città di Arco, secondo un progetto A.N.A.S.,
su istanza anche del Ministero dei LL.IPP.
Inoltre si è inserito, su un tracciato tecnicamente
idoneo, il collegamento autostradale tra Rovereto e il
Garda, che varia non sostanzialmente l'iniziale progetto
superstradale.
Le previsioni di insediamenti industriali hanno su­
hìto un lieve incremento nei confronti delle proposte
inizialmente contenute nel piano, in relazione alla ri·
cerca di un maggiore equilibrio tra le varie attività pro­
duttive.
In accoglimento di osservazioni pervenute a questo
proposito, risultano le seguenti variazioni:
nel comune di Tiarno di Sopra si è prevista una pic­
cola area di ha. l parziahnente già impegnata;
nel comune di Dro - loc. Pietramurata . è stata inse­
rita un'area industriale estesa ha. 3;
a Riva, si è. inserita l'area occupata da una industria
in viale Rovereto;
in loc. CeoJe di Arco si è pure inserita un'area già
occupata da un insediamento industriale.
Sempre nel settore delle aree industriali, gli studi
di verifica compiuti hanno condotto ad una più esatta
delimitazione delle aree di Arco, Ceniga e Dro.
Nel settore della tutela ambientale, le zone a parco
attrezzato hanno suhìtoqualche variazione principalmente
per l'inserimento di alcune Joca.Jit'à particolarmente suscet­
tibili di sviluppo turistico, mentre gran parte del com­
prensorio ricade tra i territori da sottoporre a tutela del
paesaggio.
C. lO - Vallagarina
Osservazioni pervenute n. 27, di. cui 12 di comuni, 7
di privati e8 da parte di enti.
Le osservazioni concernenti l'individuazione di nuo­
ve aree per l'espansione residenziale sono state general­
mente accolte; in relazione agli ·aJ.ti valori figurativi del
paesaggio, alcuni ridimensionamenti hanno subìto in par­
ticolare le indicazioni fornite dal comune di Folgaria.
Lo schema delle infrastrntture viahilistiche proposto
dal piano ha suhìto notevoli variazioni, in rapporto al
nuovo tipo di collegamento tra l'autostrada del Bren­
79
Supplemenillo Ordi11ID'ID al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
===========================
nero e il lago di Garda che avviene mediante un'auto­
strada innestantesi su quella del Brennero all'altura di
Marco, attraverso uno svincolo con casello. Conseguen­
temente è stato spostato da Isera a Villa Lagarina il ca­
sello di uscita per la città e per la parte nord del com­
prensorio.
Ulteriori varianti alla viabilità sono dipese daI nuo­
vo sistema autostradale sopr,a descritto nonchè dalle osser­
vazioni pervenute ,che, nella quasi totalità, si sono giu.
dicate ammissibili:
-
nell'ambito del comune di Rovereto, la viabilità è sl'a·
ta in parte adeguata al progetto di piano regolatore
generale adottato da quel comune, con alcune precisa­
zioni e integrazioni di tracciati conseguenti alle ve­
rifiche tecniche eseguite;
-
nel comurn.e di Folgaria, si è insenl'o un tracciato
'Folgaria - Malga Zonta - confine provincia, in sosti­
tuzione di analogo tracciato prima previsto;
nel comune di Villagarina, s,i è apportata una va­
riante al tracciato della circOOlvallazione della provin­
ciale destra Adige;
nel comune di Vallarsa si sono previsti i collegamenti
Pian delle Fugazze - Rifugio Papa e Trambileillo ­
Rifugio ,Lancia;
===========~-=~===========
nico per ha. 2 e Ala per ha. 27,50 e a Lavini di Marco,
per ha. 70.
Nei comuni di Rovereto e Volano, si sono leggermente
ampliate le precedenti aree industriali per complessivi
ha. 29 circa.
Per quanto concerne gli altri settori di intervento
del piano, è anzittutto da considerare che, su istanza del
Consiglio Agrario Forestale Provinciale, e su conforme
parere della C.U.P. non viene mantenuta la previsione
di un aereoporto a Rovereto.
,Relativamènte poi alle zone a parco attrezzato, tale
indicazione è stata estesa ad alcune località particolarmen­
te suscettibili di valorizzaziOOle turistica, come quella del
Pasubio e del Passo della Mamnella nei pressi di Serrada.
Infine, per quanto concerne la tutela ambientale,
vengono proposte a tale fine, oltre a quasi tutte le zone
già interessate ai provvedimenti di tutela in atto, anche
quelle della Valle di Gresta - Monte Stivo, del Monte
Baldo, la parte alta della Vallarsa nOOlchè la zona del
Monte Finonchio.
Prof. Giuseppe Samonà
Arch. Sergio Giovanazzi
IL
PRESIDENTE
Nnove aree vengono previste pertanto a Calliano ­
loc. Castelpietra per ha. 4, a Mori per ha. 13, a Brento­
GIUNTA
PROVINCIALE Kessler infine, anche su segnalazione del Ministero dei LL:PP.
si sono previsti i collegamenti Vallarsa - Campogrosso
e Ala - Ronchi - Passo Per.tica.
Nel settore delle aree industriali le richieste di po­
tenziamento sono state in generale accolte.
DELLA
IL
SEGRETARIO GENERALE Pace Visto:
IL
COMMISSARIO DEL ,GOVERNO
Schiavo
80
S'll,pplementJo ordinario al B. U. 19 settembré 1967 - N. 40
==================~==~=========
NORME RELATIVE ALL'ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO PROVINCIALE ART. l
L'attuazione del Piano Urbanistico Provinciale sarà
effettnata in ottemperanza alle indicazioni contenute nelle
planimetrie su scaia l : 100.000, l : 40.000, l : 2.5.000 e
l : :10.000, facenti parte del piano e secondo le norme
seguenti.
ART. 2
Tutte le planimetrie vanno intese secondo le legende
ad csse allegate.
Le aree industriali, le aree agricole, i centri direzio­
nali ~ ço~merçi:!lli, i parchi attrezzati e urbani, le aree
a parco naturale nonchè le zone aeroportuali sono indi­
viduate dalle planimetrie su scala l : 25.000, con le spe­
cificazioni eventualmente risultanti dalle plaIl@etrie su
scala l : 10.000.
tU
rete stradale primatÌà é di interesse provinciale
risulta dall'apposita planlmetria su scala 1: 100.000. Le
indicazioni concernenti i tracciati nuovi ed i tracciati esi­
stenti da potenziare, sono comprese nelle plani:metrie su
scala l: 25.000 e l: 10.000.
Le zone da sottoporre a tutela del paesaggio sono
individuate dall'apposita planimetria su scala 1: 40.000.
ART. 3
Il territorio della Provincia è ripartito in dieci
comprensori secondo la delimitazione segnara per ognuno
dì essi nella planimetria su scala 1 : 100.000.
I comprensori sono:
a) il comprensorio delle Valli. dell' Avisio, contrad­
distinto nella planimetria con la sigla C. 1., che include
il territorio dei Comuni di:
Campitello, Canazei, Capriana, Carano, Gastello di Fiem­
me, Cavalese, Daiano, Mazzin, Moena, Panchià, Pozza di
Fassa, ,Predazzo, Soraga, Tesero, Valfloriana, Varena, Vigo
di Fassa, Ziano di Fiemme;
h) il comprensorio della Valle del Cismon, con­
traddistinto nella planimetria con la sigla C. 2., che in•.
clude il territorio dei Comuni di:
Canal San Bovo, Fiera di Primiero, Imel'~ Me2Zano, To-­
nadico, Transacqua, Sagron Mis, Siror;
c) il comprensorio della Bassa Valsugana, contrad.
distinto nella planimetria con la sigla C. 3., che include
iiI territorio dei Comuni di:
Bieno, Borgo, Carzano, Castelnuovo, Castello Tesino, Cin­
te Tesino, Grigno, Ivano Fracena, Novaledo, Ospedaletto,
Pieve Tesino, Roncegno, Ronchi, Samone, Scurelle, Spera,
Strigno, Telve, Telve di Sop~, Torcegno, Villa Agnedo;
d) il comprensorio dell'Alta Valsugana, contrad­
distinto nella planimetria con la sigla C. 4., che include
il territorio dei Comuni di:
Baselga di Pinè, Bedollo, Bosentino, Calceranica, Galdo­
nazzo, eenta San Nicolò, Civezzano, Frassilongo, Fieroz­
zo, Fornace, Lavarone, Levico, Luserna, Palù del Fersina,
Pergine, S. Orsola, Tenna, Vattaro, Vignola Falesina,
Vigolo Vattaro;
e) il comprensorio de1la Valle dell'Adige, contrad.
distinto nella planimetria con la sigla C. 5., che include jl tt;lrritorio dei Comuni di: Albiano, AMeno; Andalo, Baselga di Vezzano, Cavedago, Calavino, Cavedine, j Cembra, Cimone, Faedo, Fai della Paganella, Faver, Garniga, Giovo, Grauno, Grumes, La­
sino, Lavis, Lisignago, Lona, Lases, Mezzocorona, Mezzo.· lombardo, Molveno, Nave San Rocco, Padergnone, Roveré della Luna, San Michele all'Adige, Segonzano, Sover, Spor­
maggiore, Terlago, Trento, Valda, Vezzano, Vigolo Ba· selga, Zamhana;. f) il comprensorio della Valle di Non, contraddio
stinto nella planimetria con la sigila C. 6., che include
il territorio dei Comuni di:
Am'hlar, Banco, Bresimo, Brez, Cagnò, Campodenno, Ca­
sez, Castelfondo, Cavareno, Cis, Cles, Cloz, Coredo, Cu·
nevo, Dambel, Denno, Don, Flavon, Fondo, Livo, Ma­
losco, Nanno, Revò, Romallo, Romeno, Ronzone, Ruffrè,
Rumo, Sanzeno, Sarnonico, Sfruz, Smarano, Sporminore,
Taio, Tassullo, Terres, Ton, Tres, Tuenno, Vervò;
g) il comprensorio della VaJ di Sole, contraddio
stinto nella planimetria con la sigla C. 7., che include
iI territorio dei Comuni di:
Caldes, Cavizzana, Commezzadura, Croviana, Dimaro, Ma­
lé, Mezzana, Monclassico, Ossana, Pejo, Pellizzano, Rabbi,
Terzolas, Vermiglio;
h) il comprensorio delle Valli Giudicarie, con­
trAddistinto nella planimetria ,con la sigla C. 8, che
include il territorio dei Comuni di:
Bersone, Bleggio Inferiore, Bleggio Superiore, Bocenago,.
Bolbeno, Bondo, Bondone, Breguzzo, Brione, Caderzone.
Carisolo, Castel Condino, Cimego, Condino, Daone, Daré."
Suprplemffllito o:vdinano:aI B.
Dorsino, Fiavé, Giustino, Lardaro, Lomaso" Massiineno,
Montagne, Pelugo, Pieve di Bono, Pinzolo, Praso, Preore,
Prezzo, Ragoli, Roncone, S. Lorenzo in Banale, spiazro,
Steuico, Strembo, Storo, Tione di Trento, Vigo Rendena,
Villa Rendena, Zuclo;
i) il comprensorio della Valle del Sarea, contrad­
distinto nella planimetria con la sigla C. 9., che include
il territorio dei Comuni di:
Arco, Bezzecca, Concei, Drena, Dro, Molina di Ledro,
Nago Torbole, Pieve di Ledro, Riva, Tenno, Tiarno di
Sopra, Tiarno di Sotto;
l) il comprensorio della Vallagarina, contraddi­
stinto nella 'planimetria con la sigla C. lO, che include
il territorio dei Comuni di:
Ala, Avio, Besenello, Brentonico, Calliano, Folgaria,
Isera, Mori, Nogaredo, Nomi, Pannone, Pomarolo, Ro­
vereto, Terragnolo, T-rambileno, Vallarsa, Villa Laga­
rina, Volano.
Entro un anno dall'approvazione del Piano Urba­
nistico Provinciale, i Comuni facenti parte di uno stes­
so comprensorio, si costitniranno in consorzi ai sensi e
per gli effetti di cui all'art. 20 della L.P. 2.3.1964 n. 2.
ART. 4
Le indicazioni risultanti dalle planimetrie vanno
osservate nei limiti e con le specificazioni previste dagli
articoli seguenti.
Le indicazioni risultanti dalle planimetrie e con­
cernenti la individuazione della rete stradale seconda­
ria, dei nuovi impianti a fune e dei raccordi fèrroviari,
dei centri commerciali, delle aree per attrezzature agri­
cole nonchè delle opere o impianti di interesse provin­
dale costituiscono criteri orientativi.
I piani di grado subordinato potranno ~scostarsi
da tali criteri, purchè vengano motivate esaurientemente
le diverse soluzioni adottate.
ART. 5
rmo all'approvazione dei piani di grado subordi­
nato o dei .programmi di fabbricazione, le indicazioni
stradali della rete primaria e di interesse provinciale,
vincolano le strisciedi terreno situate sui due lati del­
l'asse stradale, per una larghezza di m. 50 per parte
per i tracciati nuovi e di· m. 30 per parte per i tracciati
esistenti da potenziare. Su tali striscie non potranno nel
frattempo essere autorizzate costruzioni se non previo
nulla-osta della Giunta Provinciale.
Per evidenti difficoltà di costruzione, i piani di
grado subordinato potranno introdurre variazioni ai trac­
ciati di cui al comma precedente, purchè non venga
alterato rassetto urbanistico complessivo previsto dal
Piano Provinciale.
'I piani di grado subordinato dovranno. prescrivere,
per tutti i tracciati stradali della rete primaria e di
U. 19 Séitéi:ribré
1967 - N. 40
81
interesse provinciale, un'area ,di rispetto di larghezza
non inferiore a m. 15 dal ciglio stradale;all'intemo degli
abitati l'area di rispetto potrà ridursi ·fino a m. 6. Per
le autostrade e superstrade non potrà essere di larghezza
inferiore a ID. 30 dal ciglio stradale.
ART. 6
Fino all'approvazione dei piani comprensoriali ov­
vero in mancanza del piano regolatore, le pubbliche am­
ministrazioni devono ottenere, 'per l'esecuzione di opere
pubbliche, il preventivo nulla-osta della Giunta Provin­
ciale, per gli effetti urbanistici.
ART. 7
1 perimetri delle aree agricole e i vincoli che le
concernono, saranno' precisati dai piani comprensoriali,
i quali non dovranno prevedere attrezzature, impianti o
strutture di carattere edilizio che non siano comunque
afferenti all'attività agricola.
In partieolare tali piani, a seconda del prevalente
indirizzo arboricolo o misto-montano e sulla hase dei
criteri contenuti nella relazione illustrativa, indiche­
ranno:
a) le caratteristiche dell'edilizia rurale;
b) la localizzazione delle principali attrezzature agricole
necessarie aJ:l'area, ivi comprese quelle per la lavor·a­
zione e trasformazione dei prodotti agrico1i o forestali;
c) le infrastrutture viabilistiche.
ART. 8
I perimetri delle aree industriali sono quelli indi­
cati dalle planimetrie su scala l : 10.000.
Nell'ambito delle a:ree industriali non potranno es­
sere autorizzate opere o costruzioni a destinazione diversa;
sarà tuttavia ammessa la costruzione di laboratori arti­
giani.
Il ,piano comprensoriale potrà contenere le indica­
zioni necessarie al fine. di impedi.re, ove occorra, l'instal­
lazione di industrie nocive o moleste.
Fino all'approvazione del piano comprensoriale, i
nuovi insediamenti industriallnell'ambito delle aree a
ciò destinate, saranno autorizzati dalla Giunta Provin­
ciale, tenuto conto della natura e delle caratteristiche
dell'industria, in armonia con i criteri di cui all'art. 11.
Il piano comprensoriale potrà oocezionalmente pre­
vedere nuove aree da destinare ad insediamenti indu­
striali, purchè rispondano alle seguenti condizioni:
a) siano in armonia con l'assetto urbanistico comples­
sivo del comprensorio;
b) non occupino ciascuna un'area superiore ai 20.000
mq;
c) il piano urbanistico non preveda già una o più aree
industriali nell'ambito del territorio comunale nel
quale eventualmente ubicare la nuova 'area.
SupplemeDJoo Ol'Idinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
82
====~==~====~================
Fino all'approvazione dei piani comprensoriali, l'au­
torizzazione per insediamenti industriali non previsti dal
pianO' urbanisticO' provinciale, PO'trà essere cO'ncessa dalla
Giunta Provinciale alUe cO'ndizioni di cui alle precedenti
lettere a), h) e c).
ART.
12
ART.
I perimetri delle zone aeroportuali sonO' quelli in­
dicati nelle planimetrie su scala l: 10.000.
Nell'ambito di tali zone, non potranno esse're auto­
rizzate o eseguite opere o costruzioni a destinazione di­
versa.
9
13
ART.
Per le industrie esistenti al di fuO'ri delle aree in­
dustriali previste, i piani cO'mprensO'riali potrannO' de­
ternninare il limite massimO' di eventuali loro amplia­
menti, tenendO' conto delle ragioni di assettO' urbanistico
nO'nchè dei mO'tivi di mO'lestia e nO'cività degli impianti.
FinO' all'approvaziO'ne dei piani oomprensoriali ·gli
eventuali ampliamenti potranno essere autorizzati dalla
Giunta Provinciale, secondO' i medesimi criteri di cui
al precedente comma.
ART.
11
14
ART.
lO
Le industrie per la lavoraziO'ne dei materiali estratti
da miniere, cave e tOél"biere e gli stabilimenti di sfrutta­
mento delle acque minerali e termali, oltre che nelle
aree industriali ,potranno localizzarsi anche in prossimità
delle zone di estrazione, previa autO'rizzazione della Giun­
ta PrO'vinciale, sentita la C.U.P., purchè l'attività in­
dustriale nO'n rechi danno a quella prevalente della zO'na..
ART.
FinO' all'adozione del piano comprensoriale, nelle
zone per le quali il piano urbanistico provinciale non dà
alcuna indicazione, non sono ammesSe iniziative che ri­
guardinO' piami di sfruttamentO' ediliziO'. Tuttavia in casi
eccezionali, la Giunta Provinciale, previo parere della
C.U.P., può autorizzare iniziative di tale natura sem­
prechè non siano in contrastO' con i criteri generali del
piano urbanisticO' provinciale.
I perimetri dei parchi attrezzati e dei parchi urbani
e i vincoli che li concernono, verranno precisati dai piani
comprensO'riali.
Nelle aree destinate a parco attrezzatO', i piani di
grado subordinato dovranno conformarsi ai seguenti cri­
teri;
a) dDvrà essere prevista una rete stradale tale da valoriz.
zare la zO'na;
b) tutte le costr:umoni nelle aree consentite, dovranno
armO'nizzarsi con l'ambiente circostante;
La regolamentaziO'ne delle aree industriali sarà defi­
nita dai piani digradO' subordinato, secondO' i seguenti
criteri:
c) deve essere evitata la concentrazione di edilizia al­
berghiera e di servizi, tranno il caso che lo richiedano
particolari ragioni di valorizzazione turistica;
a) il rapporto tra l'area cO'perta e l'area scoperta dO'vrà
essere definitO' area per area, in un limite massimo,
derogabile ai sensi dell'art. 46 della L.P. 2.3.1964
n. 2 solo in relazione alla particO'lare natura delle
industrie che vi si potranno insediare;
d) ,per le rive dei laghi dovrà studiarsi un assetto urbani­
stico che nel massimo rispetto dei valori paesaggistici,
organizzi le eventuali strutture recettive o residen­
ziali secondo rprevisiOOli di utilizzo del territorio che
nO'n compromettano un libero godimento dell'am­
biente circostante;
b) le costruziO'ni e 'gli impianti dO'vranno possedere carat­
teristiche tali da soddisfare le ragioni di sicurezza,
di· salubrità e di estetica;
c) le costruziO'ni e gli impianti dovranno rispettare la
distanza dal ciglio della strada della rete primaria
o di interesse prO'vinciale di almenO' m. 50, riducibilì
a m. 3 O per particolari situaziO'ni orografiche;
d) nel recinto di ogni stabilimentO' potrà essere consen­
tita la abitazione del solO' personale di custodia e di
quellO' indispensabile al funzionamento degli impianti;
e) ogni stabilimento industriale dovrà disporre di. uno
spazio proporzionato all'importanza dell'impianto, da
riservarsi alle necessità di servizio sociale;
f) nell'ambito delle aree industriali dovrà
essere .studiata
.
la possibilità di riservare apposite zone per i servizi
di interesse collettivo.
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--~
-,
e) si dovrà evitare in ogni caso che nuclei dell'edilizia
nuO'va contrastinO' CDn i nuclei tradiziOOlali da va­
lorizzare;
f) ogni ente consorziale, nella formazione del piano com­
prensOO'iale, dovrà dispDrre e raccogliere studi accu­
rati 'Per la valorlzzamO'ne e la conservazione dei pic­
coli nuclei e costruzioni tradizionali esistenti;
g) nelle zOOledi utilizzazione agricola, dovranno essere
considerate le indicazioni di cui alle lettere a) e b)
del precedente art. 7 ;
h) i parcheggi dOVl'annD essere ubicati lungo le strade
principali e, per quelle secondarie, possibilmente ai
margini del bosco;
i) dDvranno essere indicate - se .del caso. - le zone
da destinare al turismo sociale ed alle colonie.
83
SupplemOOloo ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
Nelle aree destinate a parco urbano, i piani digrado
subordinato dovranno conformarsi ai seguenti criteri:
l) dovranno prevedersi caratteristiche specifiche, in re­
lazione all'ubicazione del parco rispetto agli abitati;
m) potranno prevedersi, in rapporto alle esigenze locali,
att:rezzaturre per lo svago e lo sport;
n) almeno i due terzi della superficie complessiva dovrà
esseredestin.ata a prato o alberature;
o) non dovranno essere previste costruzioni al di fuori di
quelle strettamente necessarie al servizio del parco,
mentre si dovranno mantenere gli elen1enti ehecon­
corrono a caratterizzare l'ambiente;
p) per i parchi che non siano già di proprietà pubblica,
si dovrà prevedere la formazione di piani particola­
raggiati, eventualmente estesi aUe zone adiacenti.
Fino all'approvazione dei piani comprensoriali e in
mancanza del 'piano regolatore, le costruzioni ed opere
pr~ettate su terreni compresi nei parchi sia attrezzati
che urbani, sono in ogni caso subordinate al preventivo
nulla-osta della Giunta Provinciale, da concedersi in al'­
moniacon i criteri di cui al 'presente erticolo. Il rila­
scio della licenm edilizia deve essere preceduto da tale
nulla-osta.
Tuttavia, con l'entrata in vigore di una disciplina
provinciale del paesaggio, nelle zone apar.co che ver­
rauno tutelate paesaggisticamente, il nulla-osta di cui al
cmnma precedente, sarà sostituito dagli appositi provve­
dimenti di tutela.
ART.
15
I perimetri deUe aree a parco naturale sono quelli
indicati nelle planimetrie.
, In tali aree è vietata ogni edificazione, opera od
impianto.
Tuttavia sarà consentita una limitata utilizzazione
per attrezzature recettivc o di servizio, compresi gli im­
pianti a fune. Sarà pure consentita la viabilità stretta­
mente necessaria alla funzione del parco, seeondo le
caratteristiche proprie dello stesso.
Fino all'entrata in vigore di una disciplina provin­
ciale sul paesaggio o fino all'8.fprovazione dei piani com­
prensoriali, le costruzioni od opere di cui al comma
precedente, SO!110 in ogni caso subordinate al preventivo
nulla osta della Giunta Provinciale, da concedersi in ar­
monia con i oriteri di cui al comma successivo.
Per ,le zone indicate come parco naturale, i piani
comprensoriali dovranno conformarsi ai seguenti criteri:
a) le strade dovranno lasciare il più possibile inalterate
le caratteristiche ambientali;
b) i parcheggi dovranno essere contenuti in appositi spazi,
possibilmente ai maJ.)gÌni del bosco;
c) le 'Costruzionieonsentite dovranno armonizzarsi con
l'ambiente cireostante ed essere ubieate in prossimità
delle strade;
d) dovrà essere studiata una utilizzazione degli edifici
tradizionali esistenti, che sia in armonia con la de­
stinazione della zona.
ART.
16
I perimetri e le caratteritiche delle aree residenziali
saranno precisati dai piani di grado subordinato, i quali
potranno introdurvi variazioni 'per giustificati motivi di
ordine tecnico o di sviluppo, nonchè prevederne di nuo.ve,
purchè non venga alterato l'assetto urbanistico comples­
sivo del relativo territorio nel quadro generale del piano
urbanistico. provinciale.
Nelle aree ,residenziali i piani di grado subordinato
dovranno conformarsi ai seguenti criteri:
d) le caratteristiche volumetriche degli edifici non do­
vrauno essere in eontrasto con l'ambiente tradizio­
nale o naturale cireostante;
b) i nuovi nuclei edilizi dovranno essere formati da una
struttura che appaia continua nel 'suo insieme, come
complesso di fabbricati e spazi liberi;
c) dovrà essere evitata, per quanto possibile, la forma­
zionedi piecole costruzioni isolate.
ART. 17
I piani di grado subordinato dovranno individuare
centri storici, la cui valorizzazione dovrà avvenire in
base ai seguenti criteri:
a) per ogni insediamento dovranno essere individuate
qualità, quantità e caratteri di tutta l'edilizia tradi­
zionale, distinguendo gli edifici di pregio architetto­
nico, quelli che hanno soltanto ,carattere di costru­
zì(me tradizionale locale e quelli in contrasto con
l ~ambiente;
b) dovranno essere individuati altresÌ gli edifici di ca­
rattere tradizionale che ,hanno utilizzazione non con­
forme alla loro natura, quelli che non sono nsati, e
quelli in dissestate condizioni dì igiene edilizia;
c) dovrà essere prevista la valorizzazione degli edifici
,architettonici più significativi e la loro destinazione
ad usi che possano accrescere la vita ed il prestigio
dei piccoli centri;
d) dovrà essere valutato
l'ammontare presunto
namento conservativo
fici di cui alle lett . h)
con accertamenti di massima
dei costì per le opere di risa­
e di :mutilizzazione degli edi­
e c);
e) fra le aree degli insediamenti tradizionali dovranno
essere individuate quelle in cui è obbilgatorio l'uso
dei piani particolareggiati di risanamento .conser­
vativo.
Supplemento ordinario al B. U. 19 settembre 1967 - N. 40
84
ART.
18
,I perimetri e le caratteristiche delle aree indicate
come centri direzi01nali, saranno precisati dai piani di
grad01 sub01rdinat01 i quali potrann01 introdurvi variazioni
per giustificati motivi di O1rdine tecnico Q di sviluppo,
n01nchè prevederne di nuove, purchè non venga alte­
rato l'assetto urhanistico complessivo del relativo terri­
torio, nel quadro generale del piano urhanistico pro­
vinciale.
b) insorgenza o forte aument01 di attività economiche e
conseguente spinta alla creazione di nuove strutture
edilizie e industriali ed alla trasf01rmazi01ne del nucleo
residenziale esistente;
c) notevole spinta edilizia di carattere tnrlstico.
Pr01!. Giuseppe Sam01nà
Arch. Scrgio Giovanazzi
IL
PRESIDENTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE Nellc aree indicate come centri direzionali, i piani
di grado subordinato dovranno conf01rmarsi ai seguenti
criteri:
a) si dovrann01 stabilire, mediante opP01rtune indagini
econ01miche c soci01I01giche, i tipi di servizi01 collettivo
e sociale necessari;
h) si dovrà stahilire,in relazione alla destinazione dei
servizi di cui alla lettera precedente, la tipologia degli
edifici, curando che J'organizzazione dell'insieme si
adatti alla c01nfigurazione del territorio e lasci ampio
spazio al verde arboreo che dovrà C01nC01rrere all'unità
dell'area;
c) si dovranno prescrivere, in base alle caratteristiche
naturali del luogo, gli eventuali vinc01li a cui dovrà
attenersi l'insieme edilizi01 delcentr01 per armonizzarsi
C01l paesaggio circostante;
ART.
Kessler IL
SEGRETARIO GENERALE Pace Vist01: IL
COMMISSARIO DEL GOVERNO Schiavo ELENCO DEI COMUNI OBBLIGATI A FORMARE l,L PIANO REGOLATORE GENERALE IN RELAZIONE A QrELLO COMPRENSORIALE,' AI SENSI DEl­ L'ART. 7 N. 3 nE,LLA 'LEGGE PROVINCIALE N. 2 DEL 2 MARZO 19M l. TRENTO
2. ROVERETO
19
Prof. Giuseppe Sam01nà
Le zone da sott01porre a tutela del paesaggio saranno
regolamentate da apposita legge provinciale.
Arch. Sergio Giovanazzi
IL
ART.
PRESIDENTE
DELLA
GIUNTA
PROVINCIALE Kessler 20
,Per l'integrazione, ai sensi dell'art. 15 della legge
provinciale 2 marzo 1964 n. 2, dell'elenco dei comuni
tenuti alla compilazione del piano reg01latore generale, la
Giunta Pr01vinciale dovrà attenersi ai seguenti criteri:
a) forte incremento demografico;
IL
SEGRETARIO
GENERALE
Pace
Visto:
IL
COMMISSARIO DEL GoVERNO
Schiavo
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