PARTIZIONI INTERNE PARTIZIONE INTERNA Elemento di fabbrica che ha il compito di suddividere lo spazio interno in ambienti i i postii tuttii sullo stesso piano i d’uso, ’ separando d visivamente ii ambienti bi i contigui in modo da permettere lo svolgimento di attività diversificate Deve altresì: - Consentire C ti o impedire i di il passaggio i di persone o cose - Garantire la sicurezza statica dell’intero organismo edilizio Æ procedimento a setti - Garantire la sicurezza statica secondaria Æ procedimento a gabbia - Garantire la sicurezza antincendio, alle effrazioni, alle radiazioni - Assicurare l’isolamento termico - Assicurare la coibenza acustica (fonoisolamento e fonoassorbimento) - Resistere agli urti - Possedere elevata durabilità ed igienicità - Consentire l’alloggiamento degli elementi impiantistici (attrezzabilità) Monostrato Pluristrato Murature Portanti Setti Fisse Opache Spostabili Portate Partizioni interne Mobili Attrezzate Prefabbricate Trasparenti In opera Serramenti interni Partizioni interne portate FISSE Di id Dividono in i maniera i permanente t due d ambienti bi ti o zone di attività tti ità In funzione dei procedimenti costruttivi adottati si distinguono: - Divisori gettati in opera - Divisori realizzati in opera a conci - Divisori intelaiati Divisori gettati in opera Setti portanti in calcestruzzo armato (utilizzati molto raramente) Divisori realizzati in opera a conci Addizione di E E.C.B. C B (conci (conci, blocchi blocchi, mattoni pieni o forati, forati tavelle, tavelle ecc.) ecc ) in opera mediante M.B. (malta, collante, mastice, ecc.) Necessitano di finitura su entrambe le facce Tramezzo in mattoni forati • Buona resistenza agli urti • Basso isolamento acustico • Basso isolamento termico • Inserimento impianti difficoltoso 1 finitura esterna 2 strato di intonaco di calce e cemento 3 setto in mattoni forati 4 strato di intonaco di calce e cemento 5 finitura interna Resistenza termica di divisori in laterizi forati La resistenza termica totale di un tramezzo si ottiene aggiungendo alla resistenza termica indicata per la parete in laterizio ((tavolato), p ), quelle relative agli strati di intonaco e quelle relative agli scambi superficiali convettivi e radiativi Divisori intelaiati Più leggeri dei divisori in blocchi Posti in opera “a secco” Costituiti da una intelaiatura portante (in genere formata da montanti e traversi) e da elementi piani di chiusura (rivestimento o specchiatura) Assemblaggio dell’intelaiatura: a. In opera b. a piè d’opera c. preassemblata Tramezzo in cartongesso a doppia intercapedine con intelaiatura metallica • Ottime prestazioni di isolamento acustico • Buona resistenza agli urti se a doppia lastra • Attrezzabilità agli impianti Tramezzo in cartongesso con intelaiatura metallica Fasi di montaggio Partizioni interne portate SPOSTABILI Di id Dividono in i maniera i non permanente t due d ambienti bi ti o zone di attività tti ità Possono essere agevolmente smontate e ricollocate solo con operazioni “a secco” Æ flessibilità dd’uso uso dello spazio interno Sono costituite da una intelaiatura portante leggera e da pannelli modulari Pannelli opachi sandwich (doppia specchiatura specchiatura, in agglomerato ligneo nobilitato o in materiale plastico, più uno strato di isolante acustico) ma anche h trasparentii o traslucidi l idi Dotati di elementi di regolazione e livellamento superiori e inferiori 1 Pannello in laminato ligneo nobilitato verniciato spessore 20 mm 2 Telaio in alluminio 60x40 mm 3 Pannello fonoassorbente in fibre minerali Partizioni interne portate MOBILI Dividono Di id in i maniera i temporanea t d ambienti due bi ti o zone di attività tti ità Possono essere spostate con continuità Æ flessibilità d’uso dello spazio interno Possono essere: - Scorrevoli (semplici o articolati) - Girevoli (a bilico verticale) - Avvolgibili A l ibili (tende ( d o veneziane) i ) Scorrevoli semplici Partizioni interne portate ATTREZZATE Di id Dividono due d ambienti bi ti o zone di attività tti ità svolgendo l d funzioni f i i di contenitore t it e di arredo d Si ispirano a criteri di coordinazione modulare, d l di facilità f ili à di integrazione i i con le l reti impiantistiche, di semplicità di montaggio, smontaggio e ricollocazione, di massima razionalizzazione di spazi e superfici utili, di elevato grado di finitura Partizioni interne portate TRASPARENTI o TRASLUCIDE Dividono due ambienti o zone di attività permettendo il passaggio di luce Possono essere a realizzate: - Con intelaiatura metallica e specchiatura trasparente o traslucida - Per addizione in opera di E.C.B. trasparenti o traslucidi SERRAMENTI INTERNI Architrave per aperture di larghezza < 100 cm Æ tavellone di spessore uguale alla muratura e altezza 25 cm, appoggiati su ciascuna spalla del vano per almeno 20 cm Per vani di luce maggiore Æ architravi prefabbricate in laterizio armato Con architravi di altri materiali (legno, acciaio, c.a.) Æ rete porta intonaco in corrispondenza dei giunti con la muratura Montaggio di una porta in legno Predisporre nel vano un controtelaio in legno, ancorato con zanche e malta nella muratura (almeno tre zanche su ciascuna spalla) di larghezza pari allo spessore della muratura più lo spessore degli strati di intonaco i t pp prevedere p sempre p una È opportuno spalla di almeno 10 cm lateralmente al vano apertura a) ancoraggio del controtelaio con zanche e malta b)) intonacatura della pparete c) montaggio del telaio della porta d) montaggio dei coprigiunto e dell’anta Nodo orizzontale di portoncino in legno su parete doppia isolata acusticamente. (Guarnizione alla battuta del portoncino per migliorarne il potere fonoisolante) Controtelaio e telaio fisso Telaio mobile Anta tamburata Telaio mobile Anta con specchiatura Dispositivi di movimento Porta interna Porta d’ingresso BIBLIOGRAFIA E. Mandolesi, Edilizia, Vol. 2, parte prima ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE ELEMENTI DI COMUNICAZIONE VERTICALE Gli elementi di comunicazione verticale hanno il compito di consentire a persone e cose di superare un dislivello, internamente o esternamente all’organismo edilizio, collegando piani d’uso posti a quote differenti tra loro Comfort e sicurezza relativi agli utenti Comfort Æ dimensioni adeguate per consentire il passaggio; pendenze non eccessive Sicurezza Æ statica, statica ma anche in caso di pericolo (via dd’esodo esodo comoda e sicura) E.C.V. non meccanizzati - Piani inclinati (rampe) - Scale E.C.V. E C V meccanizzati - Scale mobili - Ascensori e montacarichi PIANI INCLINATI (RAMPE) Adottati principalmente per consentire l’abbattimento delle barriere architettoniche Barriera architettonica = qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente di persone con limitata capacità motoria o sensoriale La pendenza delle rampe non deve superare l’8% Non è considerato accessibile il superamento di un dislivello maggiore di 3,20 3 20 m ottenuto mediante rampe inclinate in successione La larghezza minima di una rampa deve essere: - di 0.90 m per consentire il transito di una persona su sedia a rotelle - di 1.50 m per consentire l’incrocio di due persone Ogni 10 metri di lunghezza ed in presenza di porte, la rampa dovrà avere un piano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50x1,50 m SCALE La scala è un elemento architettonico di collegamento tra piani a diverso livello Si definiscono: RAMPE le strutture inclinate che consentono il superamento dei dislivelli GRADINI i dislivelli minimi superabili con un passo normale PIANEROTTOLI gli elementi che interrompono la continuità della rampa e che offrono la possibilità di riposo Gradino Pianerottolo Rampa NOMENCLATURA NOMENCLATURA DIMENSIONAMENTO DELLE SCALE Pendenza in relazione al dislivello da superare e alla destinazione d’uso Larghezza in funzione del flusso di utenti previsto Evitare restringimenti o sporgenze lungo lo sviluppo della scala Allargamenti in corrispondenza dei punti di rotazione (pianerottoli) Larghezza dei pianerottoli mai inferiore a quella della scala: - per pianerottoli intermedi larghezza maggiore del 10% di quella delle rampe - per pianerottoli di arrivo larghezza maggiore i d l 20% di quella del ll delle d ll rampe TIPI DI SCALE Gradonate Utilizzate soprattutto per collegamenti di spazi esterni, esterni rappresentano il connubio tra una scala e un piano inclinato. Per pendenze tra 15° e 20° Scale diritte Unica rampa intervallata da piazzole i l di sosta (pianerottoli ( i li intermedi) dopo massimo 12 gradini, al fine di evitare l’affaticamento degli utenti Scale a due rampe Due rampe affiancate che si succedono arrivando e partendo dallo stesso pianerottolo. Possono presentare tra le due rampe un’anima portante oppure, in genere, un vuoto (“occhio” della scala) Scale a tenaglia Una rampa centrale, più ampia, e due rampe laterali,, p più strette. Hanno valenza architettonica e rappresentativa. In genere erano usate per palazzi nobiliari ed edifici pubblici Scale a pozzo Vano rettangolare o quadrato con rampe sui lati e spazio vuoto al centro (“pozzo”) eventualmente disponibile per ubicazione del vano ascensore Scale elicoidali (scale a “chiocciola”) Vano circolare o ellittico con pilastro centrale (soluzione minima) oppure con gradini ai lati e spazio vuoto al centro. I gradini si susseguono senza soluzione di continuità Scale retrattili Scale di servizio per dare accesso a coperture o ambienti sottotetto Scale a gradini sfalsati Di uso non comune; si adottano come scale di servizio quando lo spazio a disposizione è molto ridotto NORME DI PROGETTAZIONE Per edifici di superficie coperta fino a 400 m2 è sufficiente una sola scala; una scala aggiuntiva ogni 350 m2 o frazione Per particolari destinazioni d’uso (scuole, ospedali, alberghi, grandi magazzini, ecc.) sono previste scale a tenuta di fumo Æ v. Normativa antincendio Rapporto R t alzata-pedata l t d t Æ formule empiriche. In Italia la più comune è: 2 a + p = 62 – 64 cm In base alle dimensioni dell’alzata si distinguono: Scale leggere: a = 14 14-15 15 cm Scale normali: a = 16-17 cm Scale pesanti: a = 18-22 cm Æ scuole scuole, asili, asili ospedali Æ residenze, uffici, ecc. Æ scale di servizio, accesso a scantinati, ecc. In rapporto alla collocazione si distinguono: Scale esterne Æ a ~ 15 cm; Scale interne Æ a = 16-18 cm; pedata con trattamento superficiale antiscivolo anche per scale di servizio p > 25 cm Evitare sempre i gradini “a zampa d’oca”, pericolosi perché riducono la pedata Larghezza della rampa Per edifici pubblici o residenziali plurifamiliari, plurifamiliari mai inferiore a 1 m; per edifici monofamiliari si può scendere fino a 80 cm Dimensionata in funzione del flusso previsto: in genere dimensioni multiple di cm 60 - passaggio di una sola persona per volta Æ larghezza non inferiore a 1,00 m - passaggio di due persone per volta Æ larghezza non inferiore a 1,20 m - ppassaggio gg di tre p persone p per volta Æ larghezza g non inferiore a 1,80 , m L’eventuale ingombro del corrimano porta ad aumentare la larghezza della rampa Per larghezza > 2 m è necessario prevedere corrimani ausiliari interni alla scala Altezza media del corrimano mai inferiore a 90 cm Sfalsamento Il corrimano non deve subire alcuna discontinuità lungo il percorso: è necessario che inverta la direzione ad un ben definito asse verticale, chiamato ”asse di sfalsamento” Si possono avere tre casi: Lo sfalsamento assicura la continuità del piano intradossale e quindi del corrimano Il sistema statico Intelaiatura a gabbia Nucleo portante centrale Nucleo portante perimetrale Pilastri centrali e pareti perimetrali di chiusura Scala con matrice portante costituita da gradini a sbalzo isolati Gradini preformati (in materiale lapideo) o prefabbricati (in calcestruzzo armato) Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o centrale realizzato in muratura portante o in calcestruzzo armato Inconveniente: eccessiva flessibilità e deformabilità dei gradini Scala con matrice portante costituita da gradini a sbalzo solidarizzati Gradini in calcestruzzo armato gettato in opera Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o con intelaiatura a gabbia o con pilastri centrali e travi a doppio ginocchio appoggiate ai pilastri Una soletta (s = 4-5 cm) con funzione di semplice ripartitore di carico riduce la flessibilità dei gradini Scala con matrice portante costituita da soletta rampante in calcestruzzo armato Soletta portante (s = 12 12-15 15 cm) e gradini semplicemente appoggiati sopra Con sistema statico a nucleo portante perimetrale o con intelaiatura a gabbia ASCENSORI Si dividono in due categorie: elettrici e idraulici (oleodinamici) V = 1-2,5 m/sec V = 0,6 m/sec H = decine di piani H = max 7 piani Contrappeso Senza contrappeso Locale macchina h = 2,10 m Locale macchina molto piccolo, anche lontano Extracorsa super. super h = 1-1,50 m Extracorsa super. super h = 0,80 m Fossa inferiore h > 1,50 m Fossa inferiore h > 1,00 m BIBLIOGRAFIA L. Caleca, Architettura Tecnica, paragrafo 4.3
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