Capitolato speciale appalto specifiche tecniche

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio e il personale
Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
CAPO II – SPECIFICHE TECNICHE
CAPO II – Specifiche tecniche
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Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
SOMMARIO
1.
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI DA ESEGUERSI
7
1.1
Realizzazione della nuova alimentazione primaria
Installazione di un nuovo QGBT
1.1.1
Completamento delle vie cavo poste a pavimento del piano seminterrato
1.1.2
Realizzazione dei cavedi verticali
1.1.3
Collegamento tra Nuovo QE CED e QGBT
1.1.4
7
7
10
11
12
rifacimento degli impianti elettrici e di rilevazione incendi nelle zone ad uso uffici
1.2
Impianti elettrici
1.2.1
Sistema di GESTIONE degli impianti
1.2.2
Rifacimento impianto rilevazione incendi
1.2.3
Opere edili da realizzarsi
1.2.4
13
21
21
27
28
2.
2.1
OPERE EDILI
Materiali in genere
30
30
2.2
Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte
Aggregati
2.2.1
Additivi
2.2.2
Conglomerati
2.2.3
Armature per calcestruzzo
2.2.4
Prodotti di calcestruzzo
2.2.5
Prodotti di metallo
2.2.6
Conglomerati bituminosi
2.2.7
30
30
30
30
30
31
31
32
Prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane
2.3
Prodotti per impermeabilizzazione
2.3.1
Membrane per coperture di edifici
2.3.2
Membrane a base di elastomeri e di plastomeri
2.3.3
Prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste
2.3.4
32
32
33
34
35
2.4
Prodotti diversi (sigillanti, adesivi, geotessili)
Sigillanti
2.4.1
Adesivi
2.4.2
Geotessili
2.4.3
36
37
37
37
Prodotti per rivestimenti interni ed esterni
2.5
Prodotti rigidi.
2.5.1
Prodotti flessibili.
2.5.2
Prodotti fluidi od in pasta.
2.5.3
38
38
39
39
Scavi
2.6
Scavi in genere
2.6.1
Scavi di sbancamento
2.6.2
Scavi di fondazione od in trincea
2.6.3
Scavi subacquei e prosciugamento
2.6.4
40
40
41
41
42
2.7
Demolizioni e rimozioni
CAPO II – Specifiche tecniche
42
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2.8
Opere e strutture di muratura
2.8.1
Malte per murature.
43
43
Opere e strutture di calcestruzzo
2.9
Impasti di conglomerato cementizio.
2.9.1
35.2 - Controlli sul conglomerato cementizio.
2.9.2
Norme di esecuzione per il cemento armato normale.
2.9.3
Norme di esecuzione per il cemento armato precompresso.
2.9.4
Responsabilità per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso.
2.9.5
Pavimentazione su strato portante
2.9.6
43
43
43
44
45
45
45
Opere e strutture in cartongesso
2.10
Tramezzature interne in cartongesso e/o calcio silicato
2.10.1
Velette interne in cartongesso e/o calcio silicato
2.10.2
47
47
49
2.11
Controsoffitto in cartongesso
51
2.12
Esecuzione delle pavimentazioni
Pavimentazione su strato portante
2.12.1
Pavimentazioni su terreno
2.12.2
52
53
54
Prodotti per pavimentazione
2.13
Prodotti di calcestruzzo
2.13.1
Prodotti di pietre naturali o ricostruite
2.13.2
Mattonelle di asfalto.
2.13.3
Prodotti di metallo
2.13.4
Conglomerati bituminosi
2.13.5
55
55
56
57
57
57
Prodotti per impermeabilizzazione
2.14
Prodotti per impermeabilizzazione
2.14.1
Membrane a base di elastomeri e di plastomeri
2.14.2
Prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste
2.14.3
57
57
58
59
3.
IMPIANTI ELETTRICI
61
3.1
Introduzione
Direzione lavori
3.1.1
Criteri di progetto
3.1.2
Criteri di scelta dei componenti
3.1.3
61
61
61
62
Quadro Generale di Bassa Tensione (POWER CENTER)
3.2
Norme di riferimento
3.2.1
Dati ambientali
3.2.2
Caratteristiche elettriche
3.2.3
Dati dimensionali
3.2.4
Caratteristiche costruttive carpenteria
3.2.5
Verniciatura
3.2.6
Collegamenti di potenza
3.2.7
Derivazioni
3.2.8
Dispositivi di manovra e protezione
3.2.9
Conduttore di protezione
3.2.10
Collegamenti ausiliari
3.2.11
Accessori di cablaggio
3.2.12
Collegamenti alle linee esterne
3.2.13
Collaudi
3.2.14
62
62
62
62
63
63
63
64
64
64
65
65
65
65
66
3.3
Quadro di area e di zona per utenze LUCE ED FM
CAPO II – Specifiche tecniche
66
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3.3.1
3.3.2
3.3.3
3.3.4
Riferimenti normativi
Generalità
Elenco dei quadri da realizzarsi
Dati Tecnici generali dei quadri di zona
66
66
67
69
Apparecchiature di bassa tensione per quadri elettrici
3.4
Interruttori
3.4.1
Funzione di protezione
3.4.2
Interruttori di manovra – Sezionatori
3.4.3
Interruttori modulari
3.4.4
Riduttori di corrente
3.4.5
Relé ausiliari
3.4.6
Analizzatore di rete - Multimetro
3.4.7
Morsetti
3.4.8
Targhette di identificazione
3.4.9
Prove e certificati
3.4.10
69
69
72
75
75
75
75
76
76
76
77
Distribuzione
3.5
Cavi e condutture
3.5.1
Distribuzione con posa ad incasso
3.5.2
Distribuzione con posa a parete
3.5.3
Impianto interrato
3.5.4
77
77
84
85
85
Protezioni
3.6
Impianto di terra
3.6.1
Protezione dalle sovracorrenti
3.6.2
85
85
88
Protezione contro i contatti diretti ed indiretti
3.7
3.7.1
Riferimenti normativi
Protezione contro i contatti diretti
3.7.2
Protezione contro i contatti indiretti
3.7.3
Coordinamento apparecchi di protezione
3.7.4
90
90
90
91
94
Sistemi di canalizzazione
3.8
Cavidotti e pozzetti
3.8.2
Cavidotti
3.8.3
98
103
103
Accessori
3.9
Cassette di derivazione
3.9.1
Passacavi stagni
3.9.2
104
104
105
3.10
Corpi Illuminanti e relativi accessori
105
3.11
Sistema di supervisione e controllo impianto elettrico
3.11.1
Sistema di supervisione dei quadri elettrici
Controllore programmabile
3.11.2
Supervisione QE di zona
3.11.3
115
115
115
116
Sistema di gestione illuminazione
3.12
Server centrale
3.12.1
Pannello per comando centrale
3.12.2
Apparecchi di uscita digitale per comando
3.12.3
Dispositivo di alimentazione per sistema bus
3.12.4
Entrata universale
3.12.5
Uscita relais
3.12.6
116
116
117
117
118
118
118
Sistema di gestione illuminazione di emergenza
3.13
3.13.1
Centrale gestione illuminazione di emergenza
119
119
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3.13.2
4.
4.1
Interfaccia modbus per la gestione illuminazione di emergenza
IMPIANTO DI RILEVAZIONE INCENDI
Documenti di riferimento
4.2
Rilevatori di fumo lineari
Rivelatore lineare con distanza di lavoro variabile da 5 a 40 m
4.2.1
Rivelatore lineare con distanza di lavoro variabile da 5 a 70 m
4.2.2
120
121
121
122
122
123
4.3
Pulsante manuale indirizzato a rottura vetro
123
4.4
Modulo indirizzato di uscita
124
4.5
Modulo a due ingressi ed una uscita
124
4.6
Rivelatore di massima temperatura per ambienti critici identificato con isolatore
125
4.7
Rivelatore ottico di fumo analogico identificato
126
4.8
Rilevatore di metano
127
4.9
Rilevatori di fumo
127
4.10
Pannello ottico acustico
128
4.11
Cavo twistato
129
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INTRODUZIONE
Le Specifiche Tecniche che seguono rappresentano quelle minime richieste per apparecchiature
e materiali.
Eventuali varianti rispetto a quanto specificato nel presente disciplinare devono essere evidenziate in offerta e possono essere accettate ad insindacabile giudizio della D.L. solo se ben documentate e giustificate.
1.
DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI DA ESEGUERSI
1.1 REALIZZAZIONE DELLA NUOVA ALIMENTAZIONE PRIMARIA
La prima fase dei lavori come già evidenziato nella relazione illustrativa interesserà il locale
cabina MT/BT, il piano seminterrato zona archivi e le zone dei vari piani dello stabile in cui
dovranno essere realizzati i cavedi (Blocco A). In tale fase si provvederà:
l’installazione di un nuovo quadro generale di bassa tensione (QGBT) all’interno
dell’attuale cabina MT/BT e la messa a norma del locale
la realizzazione di tutte quelle lavorazioni atte a consentire il completamento dei cavidotti
orizzontali e dei cavedi verticali necessari per il passaggio dei cavi di una nuova rete primaria per alimentazione degli impianti di illuminazione, FM e speciali a servizio del Ministero.
1.1.1 Installazione di un nuovo QGBT
Per la realizzazione della nuova alimentazione primaria si dovrà procedere al rifacimento
del QGBT (Power Center), in quanto si è scelto di aggiungere su ciascun quadro di zona oltre alla sezione di alimentazione normale anche quella preferenziale e di continuità assoluta.
Al fine di garantire la selettività degli interruttori disposti in cascata, si realizzerà una configurazione impiantistica differente dall’esistente in quanto i quadri di zona non verranno
alimentati dai corrispondenti sottoquadro a servizio dei vari corpi (Sottoquadro A, Sottoquadro B e sottoquadro C) ma verranno alimentati direttamente dal QGBT.
All’interno del locale cabina MT/BT verranno eseguite le seguenti lavorazioni:
–
rimozione dell’impianto elettrico esistente e rifacimento dello stesso
–
realizzazione dei cunicoli necessari per il passaggio dei nuovi cavi di alimentazione;
–
fornitura e posa in opera del QGBT
–
cablaggio degli interruttori a servizio delle zone ad uffici in cui si eseguiranno gli interventi di adeguamento dell’impianto elettrico
–
tinteggiatura del locale
–
verifiche e collaudo
L’organizzazione dei lavori legati al locale cabina MT/BT è rilevante perché bisogna garantire
la continuità di esercizio durante i lavori nelle varie zone. Sarà pertanto necessario realizzare
una connessione in parallelo del quadro elettrico di bassa tensione esistente e il nuovo Power
CAPO II – Specifiche tecniche
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Center. Di seguito è riportata la planimetria della disposizione degli apparati presenti
all’interno del locale. In color grigio sono rappresentati:
-
il quadro di media tensione;
-
i due trasformatori;
-
il quadro elettrico di bassa tensione esistente.
invece il nuovo QGBT è rappresentato con tre diversi colori in funzione della sezione di alimentazione normale (colore blu), preferenziale (colore rosso) e di continuità assoluta (colore
verde). Sulla base delle dimensioni del quadro sarà necessario suddividere il QGBT collocando
da un lato del locale la parte normale e preferenziale e quella di continuità dall’altro.
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4,33
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Il nuovo QGBT ospiterà le partenze dei vari quadri elettrici di piano in particolare per ciascun
quadro elettrico saranno installate le seguenti partenze:
-
n°1 interruttore sulla sezione normale (N),
-
n°1 interruttore sulla sezione preferenziale (P),
-
n°1 interruttore sulla sezione di continuità assoluta (C).
Le montanti partiranno quindi dal locale Cabina MT/BT e attraverso i cavidotti già realizzati e
da realizzare ed i cavedi andranno ad alimentare i vari quadri di piano.
Il QGBT ospiterà oltre alle partenze dei quadri di piano quelle relative all’alimentazione del QE
CENTRALINO TELEFONICO posto al piano rialzato e quelle dei locali presenti al piano seminterrato quali:
-
locale gruppo elettrogeno
-
locale di pressurizzazione antincendio
-
alimentazione gruppo di pressurizzazione antincendio
-
alimentazione stazione di pompaggio impianto di spegnimento automatico incendi a
servizio della zona archivi
-
zona archivi
-
centrale termica
-
sottocentrali termiche 1 e 2
-
falegnameria
-
locale ristoro
-
locale manutentori elettrici
-
ingresso CRAL.
Il QE CENTRALINO TELEFONICO verrà alimentata attraverso il passaggio esistente cha dal
locale cabina MT/BT, giunge nel locale di pressurizzazione e sale in corrispondenza del locale
32 B. Il quadro elettrico di tale locale sarà caratterizzato da sola sezione di continuità.
Gli schemi unifilari ed il fronte quadro del QGBT sono riportati nell’elaborato grafico di progetto IEE02.
1.1.2 Completamento delle vie cavo poste a pavimento del piano seminterrato
Il completamento delle vie cavo poste a pavimento del piano seminterrato permetterà di raggiungere direttamente dal locale Cabina MT/BT n°4 cavedi verticali a servizio rispettivamente
dei corpi A, B, C e B1 dell’edificio (vedi elaborati grafici di progetto serie ISE). Lungo il per-
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corso dei cavidotti, per consentire un agevole infilaggio dei cavi di alimentazione, verranno installati dei pozzetti in cemento armato di dimensioni 800 x 800 mm. Per la posa in opera dei
cavidotti si provvederà ad effettuare al piano seminterrato del corpo A e nella zona archvi (corpi B, C e B1) i seguenti interventi:
rimozione di una parte della pavimentazione e sistemazione della stessa in apposita zona
dello stabile da individuarsi con la committente;
demolizione del massetto in cemento presente al disotto della pavimentazione;
esecuzione di scavo avente una larghezza minima pari ad un metro ed una profondità di
100 cm;
posa di uno strato di sabbia lavata per un’altezza pari a 10 cm;
compattazione del piano di posa sul quale andranno disposti i cavidotti;
posa di tubi corrugati in HPDE del tipo a doppia parete idonei per il passaggio dei cavi elettrici di bassa e media tensione e dei cavi necessari al collegamento degli impianti speciali a
servizio dello stabile di opportuna sezione ed in numero pari a quanto indicato nell’ elaborati di progetto ISE01;
riempimento dello scavo con sabbia lavata fino alla quota necessaria alla posa del massetto
di sottofondo;
compattazione del piano di posa su cui dovrà essere gettato il massetto;
realizzazione del massetto di posa con interposto strato di guaina impermeabilizzante e
quindi installazione della pavimentazione precedentemente rimossa.
1.1.3 Realizzazione dei cavedi verticali
Per consentire alla nuova distribuzione prima di raggiungere tutti i piani dell’edificio si provvederà a realizzare n° 4 cavedi (uno a servizio di ogni corpo dell’edificio) che dal piano seminterrato si svilupperanno in verticale (vedi elaborato grafico di progetto da ISE02) fino a raggiungere:
Cavedio A il quinto piano
Cavedio B e B1 il terzo piano
Cavedio C il piano quarto
Tali cavedi saranno realizzati mediante:
rimozione della pavimentazione presente ai vari piani dell’edificio nella zona in cui dovranno essere realizzati i cavedi e sistemazione della stessa in apposita zona dello stabile da
individuarsi con la committente;
carotaggio del solaio di calpestio dei vari piani dello stabile;
posa di canale portacavi in lamiera di acciaio zincato per i cavedi A, B, B1 e C (per
quest’ultimo cavedio dal piano seminterrato a soffitto del piano rialzato) in numero e dimensioni pari a quelle previste negli elaborati grafici di progetto;
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realizzazione di ponteggio esterno all’interno della chiostrina affianco alla scala di accesso
alla “Crociera”;
posa di canale portacavi in lamiera di acciaio zincato dotata di coperchio di chiusura, grado di protezione IP 55, per il passaggio dei cavi di alimentazione della colonna montante
“C” da piano primo a piano quarto (passaggio esterno in chiostrina);
posa di scatole di derivazione di opportuna dimensione per consentire il futuro infilaggio
dei cavi elettrici di alimentazione primaria;
chiusura dei carotaggi mediante sistemi di resistenza passiva al fuoco (malta, schiume, cuscini, pannelli, ecc.) dotati di certificazione CE e rapporti di prova che ne attestino
l’idoneità all’installazione;
realizzazione del massetto e quindi installazione della pavimentazione precedentemente rimossa;
installazione di pareti in cartongesso EI 120 realizzato mediante posa in opera di profili
metallici per mascherare il passaggio verticali dei cavidotti ai vari piani e finitura delle
stesse mediante stuccatura e tinteggiatura con vernici in classe di reazione al fuoco A1 del
medesimo colore di quelle del corridoio.
1.1.4 Collegamento tra Nuovo QE CED e QGBT
Gli impianti elettrici e speciali a servizio del locale CED sono stati oggetto di adeguamento
normativo in un precedente appalto. I lavori hanno riguardato in particolare il rifacimento dei
quadri elettrici, nonché la realizzazione di una nuova distribuzione secondaria e terminale;
mentre le dorsali d’alimentazione dal QGBT al QE CED sono rimaste quelle esistenti. Sulla base dei sopralluoghi e delle verifiche effettuate suddetti cavi risultano avere:
una sezione insufficienti rispetto al massimo carico previsto per le nuove esigenze del centro elaborazione dati
non più rispondenti a quanto previsto dalla normativa vigente per quanto riguarda la propagazione e l’emissione di gas tossici e corrosivi in caso d’incendio.
Si provvederà pertanto, mediante l’utilizzo delle nuove vie cavo realizzate (vedi punti 3.2 e 3.3)
ed alla posa in opera di canala metallica (D=300x100), passante nel pavimento flottante del
CED, all’installazione di cavi isolati in gomma HEPR con guaina termoplastica qualità M1
del tipo FG7(O)M1 a ridottissima emissione di gas tossici e a totale assenza di gas corrosivi
(CEI 20-37 e CEI 20-38) aventi le seguenti caratteristiche:
–
n° 2 cavi di tipo unipolare aventi una sezione pari a 95 mm2 (cavo PE e Cavo di neutro)
–
n° 3 cavi di tipo unipolare aventi una sezione pari a 185 mm2 (cavi di fase)
Suddetti cavi saranno collegati alla sezione di continuità assoluta del nuovo QGBT.
L’intervento per il collegamento tra i nuovi cavi ed il quadro generale presente nel CED dovrà
essere concordato con la direzione lavori ed il committente in modo tale da ridurre al minimo i
disagi dovuti alla mancanza di eventuali servizi garantiti dal centro elaborazione dati.
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1.2 RIFACIMENTO DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E DI RILEVAZIONE INCENDI NELLE ZONE AD USO UFFICI
I lavori da realizzarsi per l’adeguamento normativo delle aree adibite ad uso uffici verranno eseguiti in coerenza con il piano logistico relativo agli spostamenti del personale previsto dalla
committenza, secondo la successione di aree di intervento sotto indicata:
Blocco B
Zona 1
Locali corpo B ed ambienti a servizio del CED posti al piano rialzato
Zona 1 bis
Ambienti del terzo piano Corpo D
Blocco C Zona 2
Uffici ed altri ambienti posti al piano 4 Corpo A
Blocco D Zona 3
Locali piano 4 corpo C
Zona 10
Ambienti del piano secondo corpo C
Blocco E Zona 4
Locali del piano quinto corpo D
Zona 5
Ambienti del piano terzo corpo C
Blocco F Zona 6
Locali del piano terzo corpo A
Blocco G Zona 7
Ambienti del piano secondo corpo B
Zona 7A
Salone 201 posto al piano secondo corpo B
Zona 7B
Stanza 201C posto al piano secondo corpo C
Blocco H Zona 7C
Stanze 201, 201 A e relativi servizi igienici posto al piano secondo
corpo B1
Zona 9
Locali del piano secondo corpo B1
Blocco I
Zona 8
Ambienti del piano secondo corpo A
Blocco J
Zona 11
Ambienti del piano primo corpo B
Blocco K Zona 11A
Locali del piano primo corpo B1
Zona 12
Ambienti del piano primo corpo C
I blocchi sopra elencati e le relative zone sono individuati nelle planimetrie di seguito riportate:
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Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
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Per ogni singola zona dei vari blocchi verranno realizzati i seguenti impianti:
–
Impianto FM
–
Impianto illuminazione normale
–
Impianto Illuminazione di emergenza
–
Impianto di rilevazione incendi
ed eseguite le seguenti lavorazioni:
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–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
limitazione dell’area di cantiere;
realizzazione del ponteggio per tiro in alto e calo in basso dei materiali;
spostamento e accantonamento degli arredi presenti nei vari ambienti;
rimozione degli impianti elettrici e rilevazione incendi esistenti;
chiusura di fori delle scatole, porta frutti e ecc. presenti;
realizzazione delle opere edili necessarie alla realizzazione dell’impianto elettrico (apertura e chiusura tracce, carotaggi, ecc.);
realizzazione del nuovo impianto elettrico e di rilevazione incendi mediante posa in
opera di:
x passerella passacavi e scatole di derivazione lungo i corridoi;
x canalina battiscopa a 5 scomparti e scatole di derivazione all’interno degli uffici;
x nuovo quadro elettrico costituito da 3 sezioni ( Normale, Preferenziale e di Continuità assoluta);
x infilaggio cavi e cablaggio;
x installazione delle postazioni di lavoro (PDL) e/o torrette di lavoro (TPDL), comando luci, prese, ecc.;
realizzazione dell’impianto di rilevazione incendi mediante posa in opera di:
x canalina in PVC per il collegamento dalla cassette di derivazione al punto di installazione del rilevatore;
x cavo resistente al fuoco schermato e twistato per la realizzazione del nuovo loop antincendio fino alla centralina di piano;
x rilevatori di fumo di tipo convenzionali e lineari;
installazione dei tensocavi all’interno degli uffici che presentano le volte per
l’installazione dei corpi illuminanti;
realizzazione di velette in cartongesso lungo i corridoi per mascherare il passaggio degli impianti;
opere edili di finitura: tinteggiatura locali, ecc;
installazione dei corpi illuminanti;
risistemazione arredi;
verifiche funzionali e collaudo;
smontaggio recinzione di cantiere e riconsegna area.
Oltre ai suddetti blocchi si provvederà al rifacimento degli impianti elettrico e di rilevazione
incendi anche per i locali del centralino posti al piano primo corpo A, la zona dell’ingresso
CRAL, l’ufficio passi e la zona dell’ingresso principale.
Per l’esecuzione dei lavori della seconda fase si è stabilito con il committente un piano logistico di suddivisione dei lavori che consentirà di interferire il meno possibile con le attività lavorative del ministero. Tale piano prevede lo spostamento del personale presente nel blocco B in
altra sede cosi da consentire l’esecuzione dei lavori nelle zone 1 e 1 bis. Una volta che tali lavori saranno stati ultimati e collaudati, nel blocco B verrà spostato il personale del blocco C permettendo cosi di effettuare i lavori previsti nella zona 2.
Le aree del blocco C verranno utilizzate come zona per allocare temporaneamente il personale presente nei altri blocchi in cui vengono attivate le lavorazioni.
Una volta ultimati e collaudati i lavori di adeguamento degli impianti nella zona 2 si provvederà alla spostamento del personale del blocco D nel blocco C. Appena terminata la locazione del
personale nel blocco C si darà inizio ai lavori previsti nel zone 3 e 10 (blocco D) e cosi proseguendo fino all’ultimazione ed al collaudo dei lavori nelle zone 11 A e 12 (blocco K).
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Questa seconda fase sarà caratterizzata quindi dalla consegne delle successive aree di cantiere
rappresentate dai singoli blocchi prima indicati.
La consegna del blocco successivo avverrà solo una volta ultimato e collaudato il blocco precedente.
Tra la consegna di un blocco e l’altro dovranno essere tenuti in considerazione i tempi per lo
spostamento del personale lavorativo.
Il cronoprogramma dei lavori redatto (elaborato ICE02 e relativi allegati) mette bene in evidenza i tempi previsti per l’esecuzione dei lavori, per il collaudo di ciascun blocco e gli intervallati
dai tempi necessari allo spostamento del personale.
I quadri di zona saranno del tipo da esterno in robusta struttura metallica grado di protezione
esterno IP41 ed interno 2X e saranno suddivisi in :
- sezione normale (N),
-
sezione preferenziale (P),
-
sezione di continuità assoluta (C).
Vengono di seguito riportate suddivise per cavedi i quadri di zona che dovranno essere installati nel progetto definitivo lotto 1:
cavedio A:
1. QE P2 A - Quadro elettrico piano secondo corpo A con sezione N, P e C (Zona 8;
Blocco I);
2. QE P3 A - Quadro elettrico piano terzo corpo A con sezione N, P e C (Zona 6;
Blocco F);
3. QE P3 D - Quadro elettrico piano terzo corpo D con sezione N, P e C (Zona 5;
Blocco E);
4. QE P4 A - Quadro elettrico piano quarto corpo A con sezione N, P e C (Zona 2;
Blocco C);
5. QE P5 D - Quadro elettrico piano quinto corpo D con sezione N, P e C (Zona 3;
Blocco D).
cavedio B:
1.
QE PR B - Quadro elettrico piano rialzato corpo B con sezione N, P e C (Zona 1;
Blocco B);
2. QE UFFICIO PASS - Quadro elettrico Ufficio Pass con sezione N e C;
6. QE P1B - Quadro elettrico piano primo corpo B con sezione N, P e C (Zona 11;
Blocco J);
7. QE P2B - Quadro elettrico piano secondo corpo B con sezione N, P e C (Zona 7;
Blocco G);
3. QE P2 SALONE - Quadro elettrico piano secondo corpo B con sezione N, P e C (Zona
7A; Blocco G);
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cavedio B1:
1. QE PR ZONA CED - Quadro elettrico piano rialzato ZONA CED con sezione N, P e C
(Zona 1; Blocco B);
2. QE P1B1 - Quadro elettrico piano primo corpo B1 con sezione N, P e C (Zona 11A;
Blocco K);
3. QE P2 B1 - Quadro elettrico piano secondo corpo B1 con sezione N, P e C (Zona 81;
Blocco I);
4. QE STANZE 201, 201 A e WC - Quadro elettrico piano secondo Stanze 201, 201 A e
WC con sezione N, P e C (Zona 7C; Blocco H);
cavedio C:
1. QE P1C - Quadro elettrico piano primo corpo C con sezione N, P e C (Zona 12;
Blocco K);
2. QE P2 C - Quadro elettrico piano secondo corpo C con sezione N, P e C (Zona 10;
Blocco D);
3. QE P3 C - Quadro elettrico piano terzo corpo C con sezione N, P e C (Zona 5;
Blocco E);
4. QE P4 C1 - Quadro elettrico piano quarto corpo C con sezione N, P e C (Zona 3;
Blocco D).
Gli schemi unifilari ed il fronte quadro dei quadri elettrici suddetti cosi come le verifiche CEI,
sono riportati negli elaborati di progetto serie IEE.
1.2.1 Impianti elettrici
Per la progettazione degli impianti elettrici da realizzarsi nei blocchi e nelle zone evidenziate
nel precedente capitolo, si è eseguita un'analisi dei carichi atta a valutare la sezione dei cavi di
alimentazione che dovranno essere installati per l’alimentazione dei quadri elettrici di zona (distribuzione primaria) e per quelli delle singole utenze, in modo da garantire sia il funzionamento normale a regime, che il funzionamento anomalo per sovracorrente. Le connessioni dei quadri elettrici all’impianto di terra, dovranno essere realizzate in conformità a quanto previsto dalla vigente normativa.
Il dimensionamento delle linee di alimentazioni principali e secondarie è riportato sugli elaborati grafici della serie IEE.
Le specifiche tecniche dei vari materiali da utilizzarsi per la realizzazione degli impianti elettrici e speciali sono riportate nel capitolo 5 del presente disciplinare.
1.2.2 Sistema di GESTIONE degli impianti
Per meglio gestire gli impianti FM e di illuminazione che si andranno a realizzare a servizio
dello Ministero si è scelto di installare i seguenti sistemi di controllo e gestione:
–
sistema di supervisione dei quadri elettrici in grado di sorvegliare il regolare funzionamento dell'impianto elettrico, garantendo la massima continuità di esercizio e sicurezza;
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–
–
sistema di gestione delle luci di emergenza che permette di avere informazioni realtime sui corpi illuminanti, memorizzare e controllare le ore di utilizzo in modo da poter
valutare la vita utile delle lampade, e ricevere segnalazioni in caso di guasto;
sistema di illuminazione normale dei corridoi che consente di programmare degli scenari a seconda degli orari di lavoro e alle esigenza di sorveglianza dello stabile durante
le ore notturne.
Tali sistemi saranno tutti di tipo remotizzato e centralizzato e faranno capo ad un PC installato
nel locali ufficio pass posto in prossimità dell’ingresso principale dell’edificio. Nei paragrafi
successivi vengono descritti suddetti sistemi di supervisione e gestione.
1.2.2.1 Sistema di gestione impianti elettrici
Nel seguente capitolo si definiscono i principali requisiti tecnici relativi al sistema di supervisione e controllo dell’impianto elettrico che si andrà a realizzare a servizio dello stabile di via
del Collegio Romano 27.
Il sistema e i suoi elementi dovranno essere conformi alle vigenti normative CEI e/o IEC (in
particolare le EN 61131-2, CSA 22-2, UL 508, UL 746C, UL94 per l’hardware e le IEC 1131-3
per il software di programmazione dei PLC). La ditta che implementerà il sistema dovrà possedere la certificazione del CSQ per il sistema di qualità ISO 9001 (UNI EN 9001).
Di seguito è riportato lo schema di gestione degli impianti elettrici:
L’architettura del sistema sarà tipicamente distribuita come segue: in ciascuna delle postazioni di rilevazione si dovrà prevedere un’unità d’automazione intelligente in grado di ac-
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quisire i segnali in modalità hardwired dal campo e di trasmettere detti segnali all’unità
centrale di controllo, che verrà installata nel locale UFFICIO PASS.
In aggiunta ciascun quadro di piano verrà corredato da un’isola d’automazione modulare
per la gestione in modalità hardwired dei principali segnali del sottoquadro stesso.
Il sistema di supervisione e controllo gestirà in modalità seriale con protocollo Modbus
RTU e Modbus TCP. I dati concentrati su ciascun quadro, unitamente ai dati gestiti in modalità seriale, verranno scambiati tra di loro e con la postazione di supervisione per mezzo
di una rete Ethernet TCP/IP ottica e grazie al protocollo standard Modbus TCP/IP.
A tal proposito si dovrà prevedere la presenza in ciascun quadro di un’adeguata quantità di
gateway Modbus/Ethernet: la funzione di questi dispositivi sarà quella di convertire la trama del protocollo Modbus in una trama Modbus TCP/IP in grado di essere veicolata dalla
rete Ethernet principale a servizio del sistema di supervisione.
Tutti i dati prelevati direttamente dal campo in modalità seriale o tramite i controllori remoti verranno acquisiti dalla postazione principale di supervisione e controllo dell’impianto
(Touch screen di tipo industriale, con monitor ad alta risoluzione).
Le funzionalità messe a disposizione dal sistema dovranno essere perlomeno le seguenti:
–
Monitoraggio generale dell’impianto (quadri elettrici principali e ausiliari delle sale elettriche, sottoquadri di locale ecc.) grazie all’acquisizione ed all’archiviazione di stati /
allarmi dal campo (per via seriale ed in modalità punto/punto);
–
–
Visualizzazione su pagine videosinottiche della configurazione generale e di dettaglio,
degli allarmi attivi sull’impianto e di tutti gli eventi significativi dell’impianto e del sistema;
Stampa di allarmi / eventi del sistema;
Presso la sala controllo verrà installato un controllore programmabile responsabile
dell’esecuzione dei seguenti compiti:
1. Acquisire e concentrare i segnali hardwired presenti in ciascun quadro;
2. Dialogare con tutte le unità remote al fine di aggiornare in ogni momento le unità stesse
sulle condizione operative attuali dell’impianto gestito.
3. Dialogare con l’applicativo software Scada installato sulla postazione principale di supervisione e controllo dell’impianto;
-
Il controllore programmabile dovrà essere installato in un armadio d’automazione dedicato
unitamente a:
Switch Ethernet rame/ottico, gateways Modbus/Ethernet, box ottico e relative patchcords
rame e ottiche;
-
le morsettiere di appoggio degli ingressi e delle uscite nonché quelle del bus di comunicazione;
-
gli alimentatori esterni 220Vca/110Vdc – 24Vcc;
-
tutto il materiale di montaggio richiesto (interruttori magnetotermici, selettori, lampade, resistenze anticondensa, targhe identificative, ecc).
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1.2.2.2 Sistema di gestione illuminazione di emergenza
I corpi di illuminazione di emergenza da installarsi presentano oltre agli elementi tradizionali,
(lampada, batteria, restar, spia luminosa, ecc.) anche un dispositivo in grado di effettuare
l’autotest sullo stato di funzionamento di tutti i componenti.
Il dispositivo esegue con una determinata frequenza l’autotest e in caso di funzionamento normale la spia di segnalazione è fissa e di colore verde, invece nel caso in cui si rilevi un guasto,
il colore della spia è differente e in funzione della modalità di lampeggio comunica il tipo di
guasto (batteria scarica, lampada non funzionate, ecc.); l’utente attraverso il manuale riconosce
il tipo di guasto ed interviene per ripristinare il corpo illuminante.
Tale funzionamento risulta efficace nel caso di piccoli ambienti, ma nel caso dello stabile in
questione che presenta corridoi estesi, è impensabile controllare periodicamente il corretto funzionamento di ogni singola lampade attraverso il controllo visivo dell’addetto alla manutenzione, si ha la necessità di gestire in modo automatico il sistema.
Per tale motivo si è scelto di installare dei controllori che sorvegliano gli apparecchi per
l’illuminazione di emergenza comunicando attraverso il bus eDALI. Tale sistema permette di
avere informazioni real-time sui corpi illuminanti, memorizzare e controllare le ore di utilizzo
in modo da poter valutare la vita utile delle lampade, e ricevere segnalazioni in caso di guasto.
Il segnale di guasto viene visualizzato sul PC della postazione di controllo principale (da installarsi nell’ufficio pass), tale segnalazione riguarda l’individuazione del controllare che presenta
il guasto, raggiungendo il controllare si individua lo specifico corpo illuminante danneggiato
grazie all’assegnazione degli indirizzi in fase di messa in funzione dell’impianto.
In funzione del numero dei corpi illuminanti e della distribuzione degli spazi sarà necessario
installare 4 controllori che andranno a coprire rispettivamente i seguenti corridoi:
- piano seminterrato e piano rialzato;
-
piano primo;
-
piano secondo;
-
piano terzo, piano quarto e quinto.
Per la realizzazione dell’impianto di gestione dell’illuminazione di emergenza sarà necessario
installare oltre ai 4 controllori ed il cavo bus dei moduli che permettono di estendere
l’impianto.
Il cavo che va dal controller all’ultimo apparecchio può avere una lunghezza massima di 300 m
(sezione minima 1,5mm²). Impiegando moduli extender si può estendere l’impianto a 256 apparecchi sottoposti a controllo; in tal caso la lunghezza massima del cavo arriva a 600m.
Ogni apparecchio per luce di emergenza viene riconosciuto dal controller local e assegnato al
corrispondente circuito eDALI. Di conseguenza ogni apparecchio è sorvegliato e comunica
singolarmente. Di seguito è riportato lo schema a blocchi della sistema.
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GESTIONE ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
Piano 5
Blocco Ae D
Blocco C
Piano4
S8 128
Piano 3
'-----.1..----1
"~
58 128
Piano 2
~Ei
S8 128
Piano 1
TLEi
Piano Rialzato
S8 128
Piano Seminterrato
Il sistema sarà quindi costituito da:
- n°1 postazione di controllo generale (esclusa la fornitura del PC) su quale verrà installato il software;
-
n° 4 controllori locali;
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-
n° 2 interfaccia per trasmette i dati modbus del controller su Ethernet (TCP/IP);
-
n°12 moduli per estendere l’impianto;
-
cavo bus.
1.2.2.3 Sistema di gestione illuminazione normale corridoi
L’attuale configurazione dell’illuminazione dei corridoi è caratterizzata da due circuiti, di
cui uno è collegato ad un contattore installato all’interno del quadro elettrico di zona. Tale
contattore permette di accendere manualmente, pigiando un comando sul quadro elettrico, i
corpi illuminanti del circuito interessato ed inoltre trasmette lo stato dell’interruttore alla
postazione centrale ubicata nel locale UFFICIO PASS.
Il collegamento è realizzato attraverso dei segnali a 12-24V ed è presente un software per
poter visualizzare lo stato degli interruttori sul PC.
In sostituzione di tale sistema per l’illuminazione normale dei corridoi considerando che:
- i corpi illuminanti da installare sono di tipo dimmerabile;
-
il corridoi interessano il passaggio del personale lavorativo durante l’orario di lavoro;
-
il personale di guardia effettua giri di controllo durante la notte;
si è scelto di installare un sistema di gestione dell’illuminazione normale espandibile in futuro
anche agli uffici, che consenta di programmare degli scenari a seconda degli orari di lavoro e
alle necessità di sorveglianza notturna contribuendo cosi a minimizzare gli spreghi di energia
elettrica sia per il fattore economico che per quello legato all’inquinamento ambientale.
Per ottimizzare il livello di illuminamento si è scelto di gestire il sistema tramite modbus,
in modo da scegliere lo scenario più idoneo alle condizioni di luce necessarie nei vari orari
di lavoro o situazioni particolari; tale flessibilità è realizzabile in quanto si ha la possibilità
di cambiare la configurazione dei corpi illuminanti senza dover intervenire sui circuiti ma
soltanto sulla programmazione.
Si è pensato di impostare uno scenario diurno durante l’orario lavorativo e uno notturno durante i giri di controllo; ed inoltre di collegare l’accensione anche agli allarmi antincendio o
similari, in modo da portare al massimo livello di illuminamento in situazione di emergenza
o interventi straordinari.
La gestione dell’illuminazione è caratterizzata da server centrale comprensivo di software,
per un numero massimo di 500 uscite che ha le seguenti funzioni:
- gestire allarmi e segnali di un sistema;
-
registrazione centrale di dati di funzionamento, lista allarmi, logfiles e verbale luce;
-
backup e restore dei dati di tutti i controller di automazione collegati all’impianto.
Il server è un compatto PC industriale con 2 dischi fissi: uno con funzione di sicurezza e
l’altro protezione disco fisso.
Il server di centrale verrà installato nel locale Ufficio Pass e da esso verranno collegati due
BUS che andranno ad effettuare la gestione delle seguenti aree:
BUS 1
- Piano Primo: corridoio corpo C (Zona 12; Blocco K)
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-
Piano Secondo: corridoio corpo A (Zona 8; Blocco I) e C (Zona 10; Blocco D)
-
Piano Terzo: corridoio corpo A (Zona 6; Blocco F) e D (Zona 1bis; Blocco B)
-
Piano Quarto: corridoio corpo A (Zona 2; Blocco C)
-
Piano Quinto: corridoio blocco D (Zona 4; Blocco E)
BUS 2
- Piano Rialzato: corridoio blocco B e Zona CED (Zona 1; Blocco B)
-
Piano Primo: corridoio blocco B (Zona 11; Blocco J) e B1 (Zona 11A; Blocco K)
-
Piano Secondo: corridoio blocco B (Zona 7; Blocco G) e B1(Zona 9; Blocco H)
-
Piano Terzo: corridoio blocco C (Zona 5; Blocco E)
-
Piano quarto: corridoio corpo C (Zona 3; Blocco D)
Per la realizzazione del sistema sarà necessario installare:
- alimentatori per sistema bus
-
apparecchi di uscita digitale per comando simultaneo
-
dispositivi per la connessione dei pulsanti ed interruttori convenzionali
-
sistemi necessari per il controllo e l’indirizzamento indipendente per la commutazione
di utenze elettriche a 230V
-
sistemi necessari per il controllo e l’indirizzamento indipendente per la commutazione
delle lampade con tensione a 230V
il sistema di gestione verrà attivato alla fine della realizzazione di tutti gli gli interventi necessari l’adeguamento degli impianti elettrici prevesti nel progetto definitivo lotto 1.
1.2.3 Rifacimento impianto rilevazione incendi
A seguito dei rilievi effettuati presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo si è osservato che la maggior parte dei rilevatori interni ai locali ad uso ufficio e
quelli presenti nei corridoi erano per la maggior parte datati, non funzionati e danneggiati.
Per massimizzare al meglio l’intervento ed evitare di creare disagio con futuri interventi nei
locali dello stabile si è concordato di sostituire i rilevatori esistenti con nuovi rilevatori.
Oltre ai rilevatori saranno installati anche una canalina in PVC per il collegamento dalla
cassette di derivazione al punto di installazione del rilevatore e il cavo necessario per la
realizzazione dei loop del sistema antincendio. Durante l’esecuzione di questi lavori non
verranno sostituite le centrali di rilevazione incendio in quanto legate al progetto antincendi.
I rilevatori da installarsi saranno di due tipi:
- convenzionali per i locali di piccola dimensione;
-
lineari per i corridoi con trasmettitore e ricevitore adatto per l’installazione in ambienti con soffitti molto alti o aree senza divisioni interni.
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Nei vari corridoi verranno installati 1 o 2 rilevatori lineari in funzione delle distanze e della
suddivisione delle aree, ad eccezione dei corridoi:
–
piano quinto corpo D (Blocco E; Zona 4) verranno installati rilevatori di tipo convenzionali
–
piano quarto corpo C (Blocco E; Zona 4) verranno installati dei rilevatori di tipo convenzionale sia a controsoffitto che all’interno dello stesso; i rilevatori posti nel controsoffitto saranno completi di gemma luminosa
–
piano quarto corpo A (Blocco C; Zona 2) verranno installati rilevatori lineari e rilevatori interni al controsoffitto con led luminoso esterno.
I rilevatori lineari, cosi come indicato negli elaborati grafici di progetto, verranno inoltre
installati a servizio del salone 201 ed in alcuni ambienti particolari in cui non è possibile installare rilevatori convenzionali.
Il cavo per la connessione dei rilevatori deve essere di tipo resistente al fuoco per linee di segnalatori di allarme incendio e comando spegnimento twistato, 2 x 1,5 mm. Guaina di colore
rosso GR 4 (isolamento 750 V), LSZH (Low Smoke Zero Halogen). Certificato EN 50200 IMQ
a norma UNI 9795 ed. 2010.
1.2.4 Opere edili da realizzarsi
Per la realizzazione degli interventi sopra descritti si provvederà ad effettuare i seguenti interventi:
Scavi Zona archivi e ingresso CRAL (Blocco A):
–
–
–
–
rimozione di una parte della pavimentazione e sistemazione della stessa in apposita zona dello stabile da individuarsi con la committente
demolizione del massetto in cemento presente al disotto della pavimentazione
esecuzione di scavo avente una larghezza minima pari ad un metro ed una profondità di
90 cm
compattazione del piano di posa sul quale andranno disposti i cavidotti
–
riempimento dello scavo con sabbia lavata fino alla quota necessaria alla posa del massetto di sottofondo
–
realizzazione del massetto e quindi installazione della pavimentazione precedentemente
rimossa
Realizzazione cavedi A, B, B1 e C (Bblocco A):
–
–
–
rimozione di una parte della pavimentazione in corrispondenza del cavedio da realizzare;
realizzazione della struttura di protezione per il piano sottostante;
realizzazione di carotaggi nei vari solai di calpestio e nella parete perimetrale (solo cavedio C) nel numero e nelle dimensioni indicati negli elaborati di progetto serie ISE
completi di rinforzo mediante tubo in acciaio nero di opportune dimensioni;
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–
sigillatura dei carottaggi realizzati mediante materiale EI 120 (malte, schiume, sigillanti
elastici);
–
collocazione della struttura di ancoraggio dei pannelli di cartongesso e/o calcio silicato;
–
fissaggio dei pannelli di cartongesso e/o calcio silicato aventi una resistenza la fuoco EI
120 con eventuali tagli per le scatole di derivazione ed altri accessori;
–
rifinitura delle pareti lungo gli spigoli;
–
rasatura e tinteggiatura della parete realizzata;
Opere edili per la realizzazione degli impianti elettrici e speciali a servizio delle zone dei vari
blocchi
–
–
–
–
–
apertura e chiusura tracce;
realizzazione di velette in cartongesso nei corridoi atte a mascherare il passaggio degli
impianti;
realizzazione di controsoffitto nel corridoio del piano quarto corpo C (Zona 3;
Blocco D);
installazione dei tensocavi all’interno degli uffici che presentano le volte per
l’installazione dei corpi illuminanti;
opere di finitura (tinteggiatura pareti dei locali e dei corridoi, ripresa zoccolini, ecc.)
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Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
2.
OPERE EDILI
2.1 MATERIALI IN GENERE
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati
con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo disciplinare può risultare da un attestato
di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
2.2 MATERIALI INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE
2.2.1 Aggregati
Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione, devono essere costituiti
da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto,
ecc., in proporzioni non nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature.
La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature.
La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio.
2.2.2 Additivi
Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue:
- fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo- superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione il
Direttore dei lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità alle norma
secondo i criteri dell'art. 6.
2.2.3 Conglomerati
I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. 9 gennaio 1996 e relative circolari esplicative.
2.2.4 Armature per calcestruzzo
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute
nel vigente D.M. attuativo della legge 5 novembre 1971, n. 1086 (D.M. 9 gennaio 1996) e relative circolari esplicative.
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E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
2.2.5 Prodotti di calcestruzzo
I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere
alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o completamento alle seguenti.
2.2.5.1 Mattonelle di cemento
Mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata; mattonelle di cemento con
o senza colorazione con superficie striata o con impronta; marmette e mattonelle a mosaico di
cemento e di detriti di pietra con superficie levigata.
I prodotti sopracitati devono rispondere al R.D. 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto riguarda
le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle prescrizioni del progetto. L'accettazione deve avvenire secondo il punto 13.1 avendo il R.D. sopracitato quale riferimento.
2.2.5.2 Masselli di calcestruzzo
Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni, colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il
massello e delle geometrie di posa ottenibili si rinvia alla documentazione tecnica. Essi devono
rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento devono rispondere a quanto segue:
essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze dimensionali ammesse.
Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm
quale media delle misure sul campione prelevato;
le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ± 15 % per il singolo massello e ± 10 % sulle medie;
la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15
% per il singolo massello e non più del 10 % per le medie;
il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;
il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ±
5% per un singolo elemento e ± 3 % per la media;
la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm² per il singolo
elemento e maggiore di 60 N/mm² per la media;
I criteri di accettazione sono quelli suddetti
I prodotti saranno forniti su appositi pallets opportunamente legati ed eventualmente protetti
dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, almeno le caratteristiche di cui sopra
e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
2.2.6 Prodotti di metallo
I prodotti di metallo per pavimentazioni dovranno rispondere alle prescrizioni date nella norma
UNI 4630 per le lamiere bugnate ed UNI 3151 per le lamiere striate. Le lamiere saranno inoltre
esenti da difetti visibili (quali scagliature, bave, crepe, crateri, ecc.) e da difetti di forma (sver-
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golamento, ondulazione, ecc.) che ne pregiudichino l'impiego e/o la messa in opera e dovranno
avere l'eventuale rivestimento superficiale prescritto nel progetto.
2.2.7 Conglomerati bituminosi
I conglomerati bituminosi per pavimentazioni esterne dovranno rispondere alle caratteristiche
previste dalle vigenti normative per quanto concerne il contenuto di legante, le percentuali di
vuoti, la massa per unità di volume in kg/m², la deformabiluità a carico costante e rispondere
alle norme di controllo CNR B.U. 38, 39, 40, 106.
2.3 PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE E PER COPERTURE PIANE
2.3.1 Prodotti per impermeabilizzazione
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano
sotto forma di:
- membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
- prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo
su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una
membrana continua.
a) Le membrane si designano descrittivamente in base:
al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero,
bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere nontessuto, sughero, alluminio
foglio sottile, ecc.).
b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
asfalti colati;
malte asfaltiche;
prodotti termoplastici;
soluzioni in solvente di bitume;
emulsioni acquose di bitume;
prodotti a base di polimeri organici.
c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su
campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
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2.3.2 Membrane per coperture di edifici
Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire
(esempio strato di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del
progetto ed in mancanza od a loro completamento alle seguenti prescrizioni.
Nota: Gli strati funzionali si intendono definiti come riportato nella norma UNI 8178.
Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare:
le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
difetti, ortometria e massa areica;
resistenza a trazione;
flessibilità a freddo;
comportamento all'acqua;
permeabilità al vapore d'acqua;
invecchiamento termico in acqua;
le giunzioni devono resistere adeguatamente a trazione ed avere adeguata impermeabilità
all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 93801÷2, oppure per i prodotti non normali, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle varie parti della norma UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della
pressione di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento o drenante devono soddisfare:
le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
difetti, ortometria e massa areica;
comportamento all'acqua;
invecchiamento termico in acqua.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 91681÷2, oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare:
le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
difetti, ortometria e massa areica;
resistenza a trazione ed alla lacerazione;
comportamento all'acqua;
le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed alla permeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 91681÷2, oppure per i prodotti non normati, ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 (varie parti) per le caratteristiche precisate sono valide anche per questo impiego.
Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:
le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
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difetti, ortometria e massa areica;
resistenza a trazione e alla lacerazione;
punzonamento statico e dinamico;
flessibilità a freddo;
stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
stabilità di forma a caldo;
impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;
permeabilità al vapore d'acqua;
resistenza all'azione perforante delle radici;
invecchiamento termico in aria ed acqua;
resistenza all'ozono (solo per polimeriche e plastomeriche);
resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);
le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629
(varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed
accettati dalla Direzione dei lavori.
Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare:
le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
difetti, ortometria e massa areica;
resistenza a trazione e alle lacerazioni;
punzonamento statico e dinamico;
flessibilità a freddo;
stabilità dimensionale a seguito di azione termica;
stabilità di forma a caldo (esclusi prodotti a base di PVC, EPDM, IIR);
comportamento all'acqua;
resistenza all'azione perforante delle radici;
invecchiamento termico in aria;
le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione;
l'autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629
(varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed
accettati dalla Direzione dei lavori.
2.3.3 Membrane a base di elastomeri e di plastomeri
Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma a) ed
utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b), devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c).
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
I tipi di membrane considerate sono:
Membrane in materiale elastomerico senza armatura:
Nota: Per materiale elastomerico si intende un materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma vulcanizzata).
Membrane in materiale elastomerico dotate di armatura.
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Membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura.
Nota: Per materiale plastomerico si intende un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente generalmente a quello di impiego ma che non
abbia subito alcun processo di reticolazione (come per esempio cloruro di polivinile plastificato
o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non vulcanizzate).
Membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura.
Membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità,
reticolato o non, polipropilene).
Membrane polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosolfanato)
dotate di armatura.
Membrane polimeriche accoppiate.
Nota: Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi aventi
funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere
eseguite sulla membrana come fornita dal produttore.
Classi di utilizzo:
Classe A - membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.).
Classe B - membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali,
acquedotti, ecc.).
Classe C - membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche
particolarmente gravose, concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.).
Classe D - membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce.
Classe E - membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi
(per esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).
Classe F - membrane adatte per il contratto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare
(per esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).
Nota: Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche caratteristiche comuni a più classi, In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza
preminente o che per legge devono essere considerati tali.
Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898- 1÷7.
2.3.4 Prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste
I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare
strati di tenuta all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura piana) e secondo il materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
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2.3.4.1 Bitumi da spalmatura
Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti specificati, per diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.
2.3.4.2 Malte asfaltiche
Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 22787.
2.3.4.3 Asfalti colati
Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191-87.
15.4.4 - Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati
deve rispondere alla norma UNI 4377 FA 233-87.
2.3.4.4 Mastice di asfalto sintetico
Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4378 FA 234-87.
2.3.4.5 Prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici
I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici,
epossi-poliuretanici, epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati) devono essere valutati in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c) e comunque conformi alle
norme UNI 9527 e suo FA 1-92 ed UNI 9528 e suo FA 1-92.
Caratteristiche identificative del prodotto in barattolo (prima dell'applicazione)
Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzato in sito conformemente alle norme UNI 9529, UNI 9530, UNI 9531, UNI 9532, UNI
9533 e relativi fogli di aggiornamento:
Per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla
Direzione dei lavori
2.4 PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI)
Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore
dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni
della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti.
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2.4.1 Sigillanti
Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti
tra elementi edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne,
ecc.) con funzione di tenuta all'aria, all'acqua, ecc.
Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono rispondenti alle seguenti caratteristiche:
compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati:
diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche
del supporto al quale sono destinati;
durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;
durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto od alle norme UNI 9610 e UNI 9611 e/o è in possesso di attestati di conformità;
in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione
dei lavori.
2.4.2 Adesivi
Per adesivi si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma
permanente, resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all'ambiente ed
alla destinazione d'uso.
Sono inclusi nel presente articolo gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti
o per altri usi e per diversi supporti (murario, terroso, legnoso, ecc.).
Sono esclusi gli adesivi usati durante la produzione di prodotti o componenti.
Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti rispondenti alle seguenti caratteristiche:
compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati;
durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego (cioè con un decadimento delle caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità);
durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o
nell'ambiente di destinazione;
caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l'uso.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
2.4.3 Geotessili
Per geotessili si intendono i prodotti utilizzati per costituire strati di separazione, contenimento,
filtranti, drenaggio in opere di terra (rilevati, scarpate, strade, giardini, ecc.) ed in coperture.
Si distinguono in:
Tessuti: stoffe realizzate intrecciando due serie di fili (realizzando ordito e trama);
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Nontessuti: feltri costituiti da fibre o filamenti distribuiti in maniera casuale, legati tra loro
con trattamento meccanico (agugliatura) oppure chimico (impregnazione) oppure termico
(fusione). Si hanno nontessuti ottenuti da fiocco o da filamento continuo.
Sono esclusi dal presente articolo i prodotti usati per realizzare componenti più complessi.
Quando non è specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 1 %;
- spessore: ± 3 %;
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestato di conformità; in loro mancanza valgono i
valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.
Dovrà inoltre essere sempre specificata la natura del polimero costituente (poliestere, polipropilene, poliammide, ecc.).
Per i nontessuti dovrà essere precisato:
se sono costituiti da filamento continuo o da fiocco;
se il trattamento legante è meccanico, chimico o termico;
il peso unitario.
2.5 PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento
verticali (pareti - facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio.
I prodotti si distinguono:
a seconda del loro stato fisico
–
rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso ecc.);
–
flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
–
fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.).
a seconda della loro collocazione
–
per esterno;
–
per interno.
a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento
–
di fondo;
–
intermedi;
–
di finitura.
Tutti i prodotti di seguito descritti in 4.10.1, 4.10.2 e 4.10.3 vengono considerati al momento
della fornitura. Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli
(anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della
stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
2.5.1 Prodotti rigidi.
Per le piastrelle di ceramica vale quanto riportato nell'articolo prodotti per pavimentazione, tenendo conto solo delle prescrizioni valide per le piastrelle da parete.
Per le lastre di pietra vale quanto riportato nel progetto circa le caratteristiche più significative e
le lavorazioni da apportare. In mancanza o ad integrazione del progetto valgono i criteri di accettazione generali indicati nell'articolo relativo ai prodotti di pietra integrati dalle prescrizioni
date nell'articolo relativo ai prodotti per pavimentazioni di pietra (in particolare per le tolleranze dimensionali e le modalità di imballaggio). Sono comunque da prevedere gli opportuni incavi, fori, ecc. per il fissaggio alla parete e gli eventuali trattamenti di protezione.
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Per gli elementi di metallo o materia plastica valgono le prescrizioni del progetto. Le loro prestazioni meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al fuoco,
di resistenza agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni termoigrometriche saranno quelle prescritte in norme UNI, in relazione all'ambiente (interno/esterno)
nel quale saranno collocati ed alla loro quota dal pavimento (o suolo), oppure in loro mancanza
valgono quelle dichiarate dal fabbricante ed accettate dalla direzione dei lavori. Saranno inoltre
predisposti per il fissaggio in opera con opportuni fori, incavi, ecc. Per gli elementi verniciati,
smaltati, ecc., le caratteristiche di resistenza alla usura, ai viraggi di colore, ecc. saranno riferite
ai materiali di rivestimento. La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione, produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.
Per le lastre di cartongesso si rinvia all'articolo su prodotti per pareti esterne e partizioni interne.
Per le lastre di fibrocemento si rimanda alle prescrizioni date nell'articolo prodotti per coperture
discontinue.
Per le lastre di calcestruzzo valgono le prescrizioni generali date nell'articolo su prodotti di calcestruzzo con in aggiunta le caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici (gelo/disgelo)
ed agli elementi aggressivi trasportati dall'acqua piovana e dall'aria.
In via orientativa valgono le prescrizioni della norma UNI 8981, (varie parti).
Per gli elementi piccoli e medi fino a 1,2 m come dimensione massima si debbono realizzare
opportuni punti di fissaggio ed aggancio. Per gli elementi grandi (pannelli prefabbricati) valgono per quanto applicabili e/o in via orientativa le prescrizioni dell'articolo sulle strutture prefabbricate di calcestruzzo.
2.5.2 Prodotti flessibili.
Le carte da parati devono rispettare le tolleranze dimensionali del 1,5 % sulla larghezza e lunghezza; garantire resistenza meccanica ed alla lacerazione (anche nelle condizioni umide di applicazione); avere deformazioni dimensionali ad umido limitate; resistere alle variazioni di calore e, quando richiesto, avere resistenza ai lavaggi e reazione o resistenza al fuoco adeguate.
Le confezioni devono riportare i segni di riferimento per le sovrapposizioni, allineamenti (o
sfalsatura) dei disegni, ecc.; inversione dei singoli teli, ecc.
I tessili per pareti devono rispondere alle prescrizioni elencate nel comma a) con adeguato livello di resistenza e possedere le necessarie caratteristiche di elasticità, ecc. per la posa a tensione.
Per entrambe le categorie (carta e tessili) la rispondenza alle norme UNI EN 233 e UNI EN 235
è considerata rispondenza alle prescrizioni del presente articolo.
2.5.3 Prodotti fluidi od in pasta.
Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante
(calce cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente
da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
–
capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
–
reazione al fuoco e/o resistenza all'incendio adeguata;
–
impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
–
effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
–
adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle
prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati
dalla direzione dei lavori.
Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da
un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando
allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
–
tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
–
impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
–
pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
–
vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
–
rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5
mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione
delle prestazioni loro richieste:
–
dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
–
avere funzione impermeabilizzante;
–
essere traspiranti al vapore d'acqua;
–
impedire il passaggio dei raggi U.V.;
–
ridurre il passaggio della CO2;
–
avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
–
avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
–
resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
–
resistere (quando richiesto) all'usura.
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal
fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono
quelli definiti nelle norme UNI.
2.6 SCAVI
2.6.1 Scavi in genere
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e la relazione geologica e geotecnica di cui al D.M. LL.PP.
11 marzo 1988, nonché secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo
dalla Direzione dei lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando esso, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle
materie franate.
L'Appaltatore dovrà, inoltre, provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie
del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.
Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio
insindacabile della Direzione dei lavori) ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate
fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà
provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate nei pressi dello scavo previo assenso della Direzione dei lavori, per
essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di
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danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in
superficie.
La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in
contravvenzione alle precedenti disposizioni.
2.6.2 Scavi di sbancamento
Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la
formazione di cortili, giardini, scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai,
rampe incassate o trincee stradali, ecc., e in generale tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie.
2.6.3 Scavi di fondazione od in trincea
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari
per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti.
In ogni caso saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne,
condutture, fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione, dovranno essere spinti
fino alla profondità che dalla direzione dei lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione.
Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E’ vietato all'Appaltatore, sotto pena di
demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la direzione dei lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono
sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della direzione dei lavori, essere disposti a gradini
ed anche con determinate contropendenze.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente
riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano
del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private
che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature,
alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni
riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che
al riguardo gli venissero impartite dalla direzione dei lavori.
Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature,
sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della direzione dei lavori,
non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli
scavi.
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2.6.4 Scavi subacquei e prosciugamento
Se dagli scavi in genere e da quelli di fondazione, malgrado l'osservanza delle prescrizioni di
cui all'art. 26, l'Appaltatore, in caso di acque sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, è in facoltà della direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi e quando lo
riterrà opportuno, la esecuzione degli scavi subacquei, oppure il prosciugamento.
Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore
di 20 cm sotto il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive nei cavi, sia naturalmente, sia dopo un parziale prosciugamento ottenuto con macchine o con l'apertura di canali di drenaggio.
Il volume di scavo eseguito in acqua, sino ad una profondità non maggiore di 20 cm dal suo livello costante, verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua, ma non come scavo
subacqueo. Quando la Direzione dei lavori ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto,
sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione delle murature o di altre opere di fondazione,
gli esaurimenti relativi verranno eseguiti in economia, e l'Appaltatore, se richiesto, avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari.
Per i prosciugamenti praticati durante la esecuzione delle murature, l'Appaltatore dovrà adottare
tutti quegli accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte.
2.7 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Le demolizioni di murature, calcestruzzi, ecc., sia parziali che complete, devono essere eseguite
con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue murature, da
prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbo.
Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di
risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni e rimozioni l'Appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie
puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i
materiali risultanti, i quali devono ancora potersi impiegare nei limiti concordati con la Direzione dei lavori, sotto pena di rivalsa di danni a favore della stazione appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per
mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i
limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e
rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori, devono essere
opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella pulizia, sia nel trasporto, sia nei loro assestamento e per evitarne la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà della stazione appaltante, la quale potrà ordinare
all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre dall'Appaltatore
essere trasportati fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
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2.8 OPERE E STRUTTURE DI MURATURA
2.8.1 Malte per murature.
L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche di cui agli articoli 7 e 8.
L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia
accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la
quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso
indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza
della malta stessa.
Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate
nel D. Min. Ind. Comm. Art. 13 settembre 1993.
I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di
diverse proporzioni nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media
a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al D.M. LL.PP. 20 novembre 1987, n. 103.
2.9 OPERE E STRUTTURE DI CALCESTRUZZO
2.9.1 Impasti di conglomerato cementizio.
Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto nell'allegato 1 del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto,
devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato.
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del
conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento,
dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento della assenza di ogni pericolo di aggressività.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI 9858 che precisa le specifiche tecniche dei materiali costituenti il calcestruzzo, la sua composizione e le proprietà del calcestruzzo fresco e indurito. Fissa inoltre i metodi per la verifica, la produzione, il trasporto,
consegna, getto e stagionatura del calcestruzzo e le procedure di controllo della sua qualità.
2.9.2 35.2 - Controlli sul conglomerato cementizio.
Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dall'allegato 2 del D.M. LL.PP. 9
gennaio 1996.
Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo
quanto specificato nel suddetto allegato 2 del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996.
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La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal
progetto.
Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione, prove complementari (vedere paragrafi 4, 5 e 6 del succitato allegato 2).
I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della
posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato allegato 2.
2.9.3 Norme di esecuzione per il cemento armato normale.
Nelle esecuzione delle opere di cemento armato normale l'appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute nella legge 5 novembre 1971, n. 1086 e nelle relative norme tecniche del D.M.
LL.PP. 9 gennaio 1996. In particolare:
a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.
Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta
umida per almeno tre giorni.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo il ricorso ad
opportune cautele.
b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate.
Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
- saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;
- manicotto filettato;
- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra, In ogni caso
la lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compressa. La distanza mutua
(interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro.
c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore di 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto al punto 5.3.3
del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996. Per barre di acciaio incrudito a freddo le piegature non possono essere effettuate a caldo,
d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di
almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2 cm per le solette
ed a 4 per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti).
Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno una
volta il diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm. Si potrà derogare a
quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza minima tra le
coppie ad almeno 4 cm.
Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto.
e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non deve
inoltre avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario
in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori.
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2.9.4 Norme di esecuzione per il cemento armato precompresso.
Nella esecuzione delle opere di cemento armato precompresso l'appaltatore dovrà attenersi alle
prescrizioni contenute nelle attuali norme tecniche del D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996. In particolare:
Il getto deve essere costipato per mezzo di vibratori ad ago od a lamina, ovvero con vibratori
esterni, facendo particolare attenzione a non deteriorare le guaine dei cavi.
Le superfici esterne dei cavi post-tesi devono distare dalla superficie del conglomerato non meno di 25 mm nei casi normali, e non meno di 35 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo. Il ricoprimento delle armature pre-tese non deve essere inferiore a 15 mm o
al diametro massimo dell'inerte impiegato, e non meno di 25 mm in caso di strutture site all'esterno o in ambiente aggressivo.
Nel corso dell'operazione di posa si deve evitare, con particolare cura, di danneggiare l'acciaio
con intagli, pieghe, ecc.
Si deve altresì prendere ogni precauzione per evitare che i fili subiscano danni di corrosione sia
nei depositi di approvvigionamento sia in opera, fino ultimazione della struttura. All'atto della
messa in tiro si debbono misurare contemporaneamente lo sforzo applicato e l'allungamento
conseguito; i due lati debbono essere confrontati tenendo presente la forma del diagramma
“sforzi, allungamenti” a scopo di controllo delle perdite per attrito.
Per le operazioni di tiro, ci si atterrà a quanto previsto al punto 6.2.4.1 del succitato D.M.
L'esecuzione delle guaine, le caratteristiche della malta, le modalità delle iniezioni devono egualmente rispettare le suddette norme.
2.9.5 Responsabilità per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo
armato precompresso.
Nella esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'appaltatore dovrà
attenersi strettamente a tutte le disposizioni contenute nella legge 5 novembre 1971, n. 1086.
Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza della legge 2 febbraio 1974, n.
64 e del D.M. 16 gennaio 1996.
Tutti i lavori di cemento armato facenti parte dell'opera, appaltata saranno eseguiti in base ai
calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere
redatti e firmati da un tecnico abilitato iscritto all'Albo, e che l'appaltatore dovrà presentare alla
Direzione dei lavori entro il termine che gli verrà prescritto, attenendosi agli schemi e disegni
facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle norme che gli verranno impartite, a sua
richiesta, all'atto della consegna dei lavori.
L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non esonera in alcun modo l'appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto.
2.9.6 Pavimentazione su strato portante
Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i
materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento, si rispetteranno le prescrizioni seguenti.
1) Per lo strato portante, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle
prescrizioni già date nel presente disciplinare sulle strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio e calcestruzzo sulle strutture di legno, ecc.
2) Per lo strato di scorrimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre vetro o roccia. Durante la realiz-
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3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
1)
2)
zazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o realizzazione dei
giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
Per lo strato ripartitore, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento
alle prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzo armato o non, malte, cementizie,
lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno. Durante
la realizzazione si curerà, oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e
spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali
o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate
od incompatibilità chimico fisiche. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo.
Per lo strato di collegamento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e, nei casi particolari, alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio,
meccanici o di altro tipo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in
modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od
adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni
ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore.
Per lo strato di rivestimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli
elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque
delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni
ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
Per lo strato di impermeabilizzazione, a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua, barriera o schermo al vapore, valgono le indicazioni fornite per questi strati all'articolo sulle
coperture continue.
Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato all'articolo sulle coperture piane.
Per lo strato di isolamento acustico, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo. Durante la fase di
posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata
dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento
cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato, nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero, ecc., il corretto posizionamento di
questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica, ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.
Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di collegamento (per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori di 20
mm).
contestazione si farà riferimento alla norma UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali.
Per lo strato impermeabilizzante o drenante si farà riferimento alle prescrizioni già fornite
per i materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, ecc. indicate nella norma UNI 8381 per le
massicciate (o alle norme CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i
tessuti nontessuti (geotessili). Per l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi
granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati. Per gli strati realizzati con geotessili
si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta esecuzione dei bordi e dei
punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc. In caso di dubbio
o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
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stradali. Questo strato assolve quasi sempre anche funzione di strato di separazione e/o
scorrimento.
3) Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i
materiali sia per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione degli spessori, la continuità degli strati,
la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari.
4) Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato ripartitore; è ammesso che esso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore
purché sia utilizzato materiale identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di
incompatibilità fisica o chimica o comunque scarsa aderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni climatiche al momento dell'esecuzione.
5) Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'articolo sui prodotti per pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si cureranno, a secondo della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, le indicazioni fornite dal progetto stesso e comunque si curerà in particolare, la continuità e regolarità dello strato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.). L'esecuzione dei bordi e
dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni
del produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei
tempi di presa e maturazione.
2.10 OPERE E STRUTTURE IN CARTONGESSO
2.10.1 Tramezzature interne in cartongesso e/o calcio silicato
Per mascherare le colonne montanti dell’impianto elettrico (cavedi A, B, B1 e C) si dovrà
provvedere alla realizzazione di pareti in cartongesso e/o calcio silicato aventi le caratteristiche
di seguito riportate
La parete da realizzarsi sarà costituita da orditura metallica semplice rivestita con lastre d cartongesso e/o calcio silicato aventi una resistenza al fuoco REI 120 dotate di certificazione
CE e rapporto di prova rilasciato da istituto riconosciuto a livello nazionale.
L’orditura sarà realizzata con profili metallici a norma UNI EN 10142 -DIN 18182 T.1, spessore 0,6 mm, sarà costituita da guide a "U" e montanti a "C", posti ad interassi non superiori a 60
mm e sarà acusticamente isolata dalle strutture perimetrali con nastro vinilico monoadesivo.
Il rivestimento del lato esterno dell’orditura sarà realizzato con due strati di lastre di cartongesso e/o calcio silicato aventi adeguato spessore a garantire la suddetta resistenza al fuoco, levigate e pretrattate con primer per ridurre l’assorbimento di umidità su entrambi i lati, omologate in
classe A1 di reazione al fuoco, ad elevate prestazioni di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, con densità a secco pari a 1150 ±50 kg/m3, testate secondo DIN 4103 per resistere nelle
zone libere da montanti o rinforzi a carichi sospesi di 50 kg con tassello da vuoto Ø 8 mm, di
30 kg con vite Ø 5 mm e di 17 kg con chiodi per quadro (prova con sollecitazioni a fatica, carico agente a strappo, condizioni di umidità dell’aria variabile fino all’85% e fattore di sicurezza
del carico ammesso dichiarato = 2).
Le lastre saranno posate “a correre” in verticale con gli eventuali giunti orizzontali sfalsati di
almeno 20 cm. Il 1° strato di lastre verrà fissato esclusivamente ai montanti a “C” o ad “U” con
viti autofilettanti, poste ad interasse non superiore a 25 cm e comunque non superiore a quanto
previsto dalla scheda tecnica del prodotto proposto alla D.L. in fase di esecuzione dell’opera. Il
fissaggio del 2° strato avverrà “lastra su lastra” direttamente sul 1° strato con viti autofilettanti,
poste ad interassi non superiori a 25 cm. e con distanza delle file verticali pari a 40 cm., oppure
con graffe a punte divergenti (zincate e resinate) con Ø =1,5 mm, larghezza 10 mm, lunghezza
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Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
18-19 mm (20-21 mm con doppia lastra da 12,5 mm) poste ad interassi non superiori a 15 cm e
con distanza delle file verticali pari 40 cm. Il secondo strato di lastre dovrà essere sfalsato di
almeno 20 cm. rispetto al primo.
In alternativa, si può anche fissare il 2° strato ai montanti a “C“con viti autofilettanti , poste ad
interasse non superiore a 25 cm. Il secondo strato di lastre dovrà essere sfalsato di mezza lastra
rispetto al primo.
I fissaggi saranno distanti almeno 10 mm dai bordi e 50 mm dagli angoli delle lastre.
Le lastre del 1° strato saranno semplicemente accostate sui bordi senza ulteriore finitura del
giunto.
Le giunzioni degli strati esterni di lastre, si potranno seguire con metodi alternativi:
Giunto stuccato: lasciare tra le lastre una fuga aperta di 5-7 mm da riempire completamente
con idoneo stucco per giunti da applicare in due mani (non è necessario armare i giunti con
nastri di rinforzo).
Giunto incollato (solo sui bordi dritti): applicare, a filo continuo al centro del bordo dritto e
pulito della prima lastra già fissata, adesivo per giunti e posare poi la lastra successiva premendola contro la prima fino a formare una fuga di max. 1 mm; per garantire l’affidabilità
dell’incollaggio, non premere le lastre fino ad annullare il giunto; dopo 18-36 ore a seconda
delle condizioni climatiche, l’adesivo fuoriuscito dalle fughe cessa di espandersi e può essere rimosso meccanicamente, per esempio con una spatola; procedere infine alla stuccatura delle fughe e delle teste delle viti con lo stucco.
Giunto con lastre a bordo ribassato: metodo di stuccatura tradizionale nelle costruzioni a
secco con stucco e rete d’armatura.
Per una maggiore stabilità e rapidità dell’esecuzione, si consiglia eseguire i giunti orizzontali
con la tecnica del “giunto incollato”. Prevedere giunti di dilatazione ogni 10 m lineari di parete
se si lavora con fuga incollata e ogni 8 m lineari di parete se si lavora con fuga stuccata o con
lastre a bordo ribassato.
Per ottenere una rasatura fine delle lastre dovrà essere applicata su tutta la superficie realizzata
uno stucco rasante pronto (spessore max. di applicazione 0,5 mm); per rasature con spessori
maggiori utilizzare lo stucco rasante in polvere.
Le modalità per la messa in opera, dovranno essere comunque conformi a quanto indicato
dalla scheda tecnica del materiale che si andrà ad installare e dalle prescrizioni del produttore.
Prima della messa in opera di strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco, richiedere e consultare i certificati e i rapporti di prova specifici.
Per la posizione delle pareti in cartongesso e/o calcio silicato, ci si atterrà fedelmente alle misure e indicazioni dei disegni quotati. Prima di iniziare qualsiasi lavorazione dovrà essere eseguito un accurato spiccato da sottoporre all'approvazione scritta della D.L.. Non e consentito
apportare alcuna minima variazione a quanto riportato sugli elaborati grafici di progetto senza
la preventiva approvazione da parte della Direzione Lavori.
Sarà cura della ditta esecutrice produrre degli elaborati grafici costruttivi delle pareti darealizzarsi da sottoporre ad approvazione delle D.L..
In caso di eventuali opere eseguite in difformita ai disegni esecutivi e costruttivi approvati,
l'Appaltatore dovrà demolire e ricostruire le pareti non riconosciute idonee dalla D.L.
Nelle costruzioni delle parete dovrà essere curata la perfetta esecuzione degli spigoli.
La costruzione delle pereti deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto
collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le varie parti di esse, evitando nel corso dei
lavori la formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione.
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Tutte le dette pareti saranno eseguite con le migliori regole d'arte, a corsi orizzontali ed a perfetto filo. La tolleranza della verticale dell'allineamento sara di 1,5 - 2 mm. al mt. fino al massimo di 1 cm.
Oltre alle prove eseguite in cantiere in corso di opera, a lavoro ultimato saranno effettuati i collaudi provvisorio o definitivo.
Sono previste verifiche di corretto montaggio, verticalita, complanarita, stato superficiale, uniformità di colorazione ecc.
La fornitura delle pareti comprende oltre a quanto sopra indicato ed ad ogni altro accessorio
onere e magistero necessario alla realizzazione delle strutture di mascheramento dei cavidotti
dei cavedi “A”, “B”, “B1” e “C” secondo quanto previsto dalla perfetta regola dell’arte il rilascio da parete della ditta esecutrice della seguente documentazione:
dichiarazione di conformità dell’opera realizzata alla regola dell’arte su modulo conforme a
quanto previsto dall’art. 7 del D.M. 37/08 completo di:
–
Relazione tipologica dei materiali
–
Iscrizione alla camera di commercio industria artigianato e agricoltura
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
dichiarazione di corretta posa in opera su modulistica dei VVF completa di certificato di
iscrizione alla Camera di Commercio Industria Agricoltura ed Artigianato e dei seguenti allegati:
–
Elaborati grafici formato A3 riportanti il posizionamento dei materiali utilizzati
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
–
Rapporti di prova dei materiali utilizzati rilasciati da ente competente riconosciuto a livello nazionale
–
Dichiarazione di rispondenza dei materiali forniti dal produttore a quelli utilizzati nei
rapporti di prova
–
Dichiarazione di rispondenza dei materiali forniti dal rivenditore a quelli utilizzati nei
rapporti di prova
–
Bolla di trasporto del materiale presso il cantiere
2.10.2 Velette interne in cartongesso e/o calcio silicato
Per mascherare il passaggio della passerella portacavi lungo i corridoi ed i vani scala si dovrà
provvedere alla realizzazione di velette in cartongesso e/o calcio silicato aventi le caratteristiche di seguito riportate.
La velette da realizzarsi saranno costituita da orditura metallica semplice rivestita con lastre d
cartongesso e/o calcio silicato, se passanti in zone di compartimentazione (vani scala, ecc.) aventi una resistenza al fuoco REI 120 dotate di certificazione CE e rapporto di prova rilasciato da istituto riconosciuto a livello nazionale.
L’orditura sarà realizzata con profili metallici a norma UNI EN 10142 -DIN 18182 T.1, spessore 0,6 mm, sarà costituita da guide a "U" e montanti a "C", posti ad interassi non superiori a 60
mm e sarà acusticamente isolata dalle strutture perimetrali con nastro vinilico monoadesivo.
Il rivestimento del lato esterno dell’orditura sarà realizzato con due strati di lastre di cartongesso e/o calcio silicato aventi adeguato spessore a garantire la suddetta resistenza al fuoco, levigate e pretrattate con primer per ridurre l’assorbimento di umidità su entrambi i lati, omologate in
classe A1 di reazione al fuoco, ad elevate prestazioni di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, con densità a secco pari a 1150 ±50 kg/m3, testate secondo DIN 4103 per resistere nelle
zone libere da montanti o rinforzi a carichi sospesi di 50 kg con tassello da vuoto Ø 8 mm, di
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30 kg con vite Ø 5 mm e di 17 kg con chiodi per quadro (prova con sollecitazioni a fatica, carico agente a strappo, condizioni di umidità dell’aria variabile fino all’85% e fattore di sicurezza
del carico ammesso dichiarato = 2).
Le lastre saranno posate “a correre” in verticale con gli eventuali giunti orizzontali sfalsati di
almeno 20 cm. Il 1° strato di lastre verrà fissato esclusivamente ai montanti a “C” o ad “U” con
viti autofilettanti, poste ad interasse non superiore a 25 cm e comunque non superiore a quanto
previsto dalla scheda tecnica del prodotto proposto alla D.L. in fase di esecuzione dell’opera. Il
fissaggio del 2° strato avverrà “lastra su lastra” direttamente sul 1° strato con viti autofilettanti,
poste ad interassi non superiori a 25 cm. e con distanza delle file verticali pari a 40 cm., oppure
con graffe a punte divergenti (zincate e resinate) con Ø =1,5 mm, larghezza 10 mm, lunghezza
18-19 mm (20-21 mm con doppia lastra da 12,5 mm) poste ad interassi non superiori a 15 cm e
con distanza delle file verticali pari 40 cm. Il secondo strato di lastre dovrà essere sfalsato di
almeno 20 cm. rispetto al primo.
In alternativa, si può anche fissare il 2° strato ai montanti a “C“con viti autofilettanti , poste ad
interasse non superiore a 25 cm. Il secondo strato di lastre dovrà essere sfalsato di mezza lastra
rispetto al primo.
I fissaggi saranno distanti almeno 10 mm dai bordi e 50 mm dagli angoli delle lastre.
Le lastre del 1° strato saranno semplicemente accostate sui bordi senza ulteriore finitura del
giunto.
Le giunzioni degli strati esterni di lastre, si potranno seguire con metodi alternativi:
Giunto stuccato: lasciare tra le lastre una fuga aperta di 5-7 mm da riempire completamente
con idoneo stucco per giunti da applicare in due mani (non è necessario armare i giunti con
nastri di rinforzo).
Giunto incollato (solo sui bordi dritti): applicare, a filo continuo al centro del bordo dritto e
pulito della prima lastra già fissata, adesivo per giunti e posare poi la lastra successiva premendola contro la prima fino a formare una fuga di max. 1 mm; per garantire l’affidabilità
dell’incollaggio, non premere le lastre fino ad annullare il giunto; dopo 18-36 ore a seconda
delle condizioni climatiche, l’adesivo fuoriuscito dalle fughe cessa di espandersi e può essere rimosso meccanicamente, per esempio con una spatola; procedere infine alla stuccatura delle fughe e delle teste delle viti con lo stucco.
Giunto con lastre a bordo ribassato: metodo di stuccatura tradizionale nelle costruzioni a
secco con stucco e rete d’armatura.
Per una maggiore stabilità e rapidità dell’esecuzione, si consiglia eseguire i giunti orizzontali
con la tecnica del “giunto incollato”. Prevedere giunti di dilatazione ogni 10 m lineari di parete
se si lavora con fuga incollata e ogni 8 m lineari di parete se si lavora con fuga stuccata o con
lastre a bordo ribassato.
Per ottenere una rasatura fine delle lastre dovrà essere applicata su tutta la superficie realizzata
uno stucco rasante pronto (spessore max. di applicazione 0,5 mm); per rasature con spessori
maggiori utilizzare lo stucco rasante in polvere.
Nelle costruzioni delle parete dovrà essere curata la perfetta esecuzione degli spigoli.
La costruzione delle pereti deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfettocollegamento sia con le murature esistenti, sia fra le varie parti di esse, evitando nel corso dei
lavori la formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione.
Tutte le dette pareti saranno eseguite con le migliori regole d'arte, a corsi orizzontali ed a perfetto filo. La tolleranza della verticale dell'allineamento sara di 1,5 - 2 mm. al mt. fino al massimo di 1 cm.
Oltre alle prove eseguite in cantiere in corso di opera, a lavoro ultimato saranno effettuati i collaudi provvisorio o definitivo.
Sono previste verifiche di corretto montaggio, verticalita, complanarita, stato superficiale, uniformità di colorazione ecc.
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La fornitura delle velette oltre a quanto sopra indicato ed ad ogni altro accessorio onere e magistero necessario alla loro realizzazione secondo quanto previsto dalla perfetta regola dell’arte,
comprende il rilascio da parete della ditta esecutrice della seguente documentazione:
dichiarazione di conformità dell’opera realizzata alla regola dell’arte su modulo conforme a
quanto previstio dall’art. 7 del D.M. 37/08 completo di:
–
Relazione tipologica dei materiali
–
Iscrizione alla camera di commercio industria artigianato e agricoltura
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
dichiarazione di corretta posa in opera su modulistica dei VVF completa di certificato di
iscrizione alla Camera di Commercio Industria Agricoltura ed Artigianato e dei seguenti allegati:
–
Elaborati grafici formato A3 riportanti il posizionamento dei materiali utilizzati
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
–
Rapporti di prova dei materiali utilizzati rilasciati da ente competente riconosciuto a livello nazionale
–
Dichiarazione di rispondenza dei materiali forniti dal produttore a quelli utilizzati nei
rapporti di prova
–
Dichiarazione di rispondenza dei materiali forniti dal rivenditore a quelli utilizzati nei
rapporti di prova
–
Bolla di trasporto del materiale presso il cantiere
2.11 CONTROSOFFITTO IN CARTONGESSO
Il controsoffitto in cartongesso sarà realizzato a servizio del corridoio del piano 4 corpo C (Zona 3; Blocco D). Tale controsoffitto sarà realizzato con pannelli di gesso a superficie forata e
non forata rivestiti sul lato posteriore da un foglio isolante in fibre di poliestere, ignifughi di
classe 1, delle dimensioni 600 x 600 mm, montati su struttura metallica in lamiera di acciaio
zincato preverniciato a vista ancorata alla struttura muraria e al soprastante solaio mediante
pendinatura regolabile. I pannelli avranno uno spessore di 12,5 mm e saranno.
La pendi natura e la struttura portante del controsoffitto dovranno essere realizzate in modo tale
da reggere il peso dei corpi illuminanti che verranno installati nel corridoio.
La fornitura del controsofitto oltre a quanto sopra indicato ed ad ogni altro accessorio onere e
magistero necessario alla loro realizzazione secondo quanto previsto dalla perfetta regola
dell’arte, comprende il rilascio da parete della ditta esecutrice della seguente documentazione:
dichiarazione di conformità dell’opera realizzata alla regola dell’arte su modulo conforme a
quanto previstio dall’art. 7 del D.M. 37/08 completo di:
–
Relazione tipologica dei materiali
–
Iscrizione alla camera di commercio industria artigianato e agricoltura
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
dichiarazione di corretta posa in opera su modulistica dei VVF completa di certificato di
iscrizione alla Camera di Commercio Industria Agricoltura ed Artigianato e dei seguenti allegati:
–
Elaborati grafici formato A3 riportanti il posizionamento dei materiali utilizzati
–
Schede tecniche dei materiali utilizzati
–
Rapporti di prova dei materiali utilizzati rilasciati da ente competente riconosciuto a livello nazionale
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rapporti di prova
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2.12 ESECUZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI
Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o
migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso.
Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:
- pavimentazioni su strato portante;
- pavimentazioni su terreno (cioè dove la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta dal terreno).
Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopracitate sarà composta dai seguenti strati funzionali.
d) La pavimentazione su strato portante avrà quali elementi o strati fondamentali:
6) lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai
carichi permanenti o di esercizio;
7) lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorrimenti differenziali tra strati contigui;
8) lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni
meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione
abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati;
9) lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore(o portante);
10) lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc.; a seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste
i seguenti strati possono diventare fondamentali:
11) strato impermeabilizzante, con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata impermeabilità ai liquidi ed ai vapori;
12) strato di isolamento termico, con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico;
13) strato di isolamento acustico, con la funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento acustico;
14) strato di compensazione, con funzione di compensare quote, pendenze, errori di planarità ed eventualmente incorporare impianti (questo stato frequentemente ha anche funzione di strato di collegamento).
e) La pavimentazione su terreno avrà quali elementi o strati funzionali:
15) il terreno (suolo) con funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche trasmesse dalla pavimentazione;
16) lo strato impermeabilizzante (o drenante);
17) lo strato ripartitore;
18) lo strato di compensazione e/o pendenza;
19) il rivestimento.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste, altri strati complementari
possono essere previsti.
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2.12.1 Pavimentazione su strato portante
Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i
materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento, si rispetteranno le prescrizioni seguenti.
20) Per lo strato portante, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle
prescrizioni già date nel presente disciplinare sulle strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio e calcestruzzo sulle strutture di legno, ecc.
21) Per lo strato di scorrimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre vetro o roccia. Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o realizzazione dei
giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
22) Per lo strato ripartitore, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento
alle prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzo armato o non, malte, cementizie,
lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno. Durante
la realizzazione si curerà, oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e
spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali
o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate
od incompatibilità chimico fisiche. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo.
23) Per lo strato di collegamento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e, nei casi particolari, alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio,
meccanici o di altro tipo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in
modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od
adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni
ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore.
24) Per lo strato di rivestimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli
elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque
delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni
ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
25) Per lo strato di impermeabilizzazione, a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua, barriera o schermo al vapore, valgono le indicazioni fornite per questi strati all'articolo sulle
coperture continue.
26) Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato all'articolo sulle coperture piane.
27) Per lo strato di isolamento acustico, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà
riferimento per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo. Durante la fase di
posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata
dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento
cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato, nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero, ecc., il corretto posizionamento di
questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica, ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.
28) Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di collegamento (per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori di 20
mm).
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29) Per lo strato impermeabilizzante o drenante si farà riferimento alle prescrizioni già fornite
per i materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, ecc. indicate nella norma UNI 8381 per le
massicciate (o alle norme CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i
tessuti nontessuti (geotessili). Per l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi
granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati. Per gli strati realizzati con geotessili
si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta esecuzione dei bordi e dei
punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc. In caso di dubbio
o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
stradali. Questo strato assolve quasi sempre anche funzione di strato di separazione e/o
scorrimento.
30) Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i
materiali sia per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione degli spessori, la continuità degli strati,
la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari.
31) Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato ripartitore; è ammesso che esso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore
purché sia utilizzato materiale identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di
incompatibilità fisica o chimica o comunque scarsa aderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni climatiche al momento dell'esecuzione.
32) Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'articolo sui prodotti per pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si cureranno, a secondo della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, le indicazioni fornite dal progetto stesso e comunque si curerà in particolare, la continuità e regolarità dello strato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.). L'esecuzione dei bordi e
dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni
del produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei
tempi di presa e maturazione.
33) Per eventuali contestazioni si farà riferimento alla norma UNI 8381 e/o alle norme CNR
sulle costruzioni stradali.
2.12.2 Pavimentazioni su terreno
Per le pavimentazioni su terreno, la realizzazione degli strati sarà effettuata utilizzando i materiali indicati nel progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti:
34) Per lo strato costituito dal terreno si provvederà alle operazioni di asportazione dei vegetali
e dello strato contenente le loro radici o comunque ricco di sostanze organiche. Sulla base
delle sue caratteristiche di portanza, limite liquido, plasticità, massa volumica, ecc. si procederà alle operazioni di costipamento con opportuni mezzi meccanici, alla formazione di
eventuale correzione e/o sostituzione (trattamento) dello strato superiore per conferirgli adeguate caratteristiche meccaniche, di comportamento all'acqua, ecc. In caso di dubbio o
contestazione si farà riferimento alla norma UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali.
35) Per lo strato impermeabilizzante o drenante si farà riferimento alle prescrizioni già fornite
per i materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, ecc. indicate nella norma UNI 8381 per le
massicciate (o alle norme CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i
tessuti nontessuti (geotessili). Per l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi
granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati. Per gli strati realizzati con geotessili
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si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta esecuzione dei bordi e dei
punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc. In caso di dubbio
o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
stradali. Questo strato assolve quasi sempre anche funzione di strato di separazione e/o
scorrimento.
36) Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i
materiali sia per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni
stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione degli spessori, la continuità degli strati,
la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari.
37) Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato ripartitore; è ammesso che esso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore
purché sia utilizzato materiale identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di
incompatibilità fisica o chimica o comunque scarsa aderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni climatiche al momento dell'esecuzione.
38) Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'articolo sui prodotti per pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si cureranno, a secondo della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, le indicazioni fornite dal progetto stesso e comunque si curerà in particolare, la continuità e regolarità dello strato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.). L'esecuzione dei bordi e
dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni
del produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei
tempi di presa e maturazione.
2.13 PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE
Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero sistema di pavimentazione.
Per la realizzazione del sistema di pavimentazione si rinvia all'articolo sulla esecuzione delle
pavimentazioni.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai
fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2.13.1 Prodotti di calcestruzzo
I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere
alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o completamento alle seguenti.
2.13.1.1 Mattonelle di cemento
Mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata; mattonelle di cemento con
o senza colorazione con superficie striata o con impronta; marmette e mattonelle a mosaico di
cemento e di detriti di pietra con superficie levigata.
I prodotti sopracitati devono rispondere al R.D. 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto riguarda
le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle prescrizioni del progetto. L'accettazione deve avvenire secondo il punto 13.1 avendo il R.D. sopracitato quale riferimento.
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
2.13.1.2 Masselli di calcestruzzo
Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni, colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il
massello e delle geometrie di posa ottenibili si rinvia alla documentazione tecnica. Essi devono
rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento devono rispondere a quanto segue:
essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze dimensionali ammesse.
Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm
quale media delle misure sul campione prelevato;
le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ± 15 % per il singolo massello e ± 10 % sulle medie;
la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15
% per il singolo massello e non più del 10 % per le medie;
il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;
il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ±
5% per un singolo elemento e ± 3 % per la media;
la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm² per il singolo
elemento e maggiore di 60 N/mm² per la media;
I criteri di accettazione sono quelli suddetti
I prodotti saranno forniti su appositi pallets opportunamente legati ed eventualmente protetti
dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, almeno le caratteristiche di cui sopra
e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
2.13.2 Prodotti di pietre naturali o ricostruite
I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni si intendono definiti come segue:
elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza
aggiunta di leganti);
elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 2 cm:
marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di
posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm;
marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le
tolleranze dichiarate;
marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o
larghezza entro le tolleranze dichiarate.
Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379.
I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze,
aspetto, ecc.) ed a quanto pre-scritto nell'articolo “prodotti di pietre naturali o ricostruite”.
In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la
dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e
lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte);
le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al R.D. 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm;
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l'accettazione avverrà secondo il punto 13.1. Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
2.13.3 Mattonelle di asfalto.
Dovranno rispondere alle prescrizioni del R.D. 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto riguarda
le caratteristiche di resistenza all'urto: 4 Nm (0,40) kgm minimo; resistenza alla flessione: 3
N/mm² (30 kg/cm²) minimo; coefficiente di usura al tribometro: 15 mm massimo per 1 km di
percorso.
Dovranno inoltre rispondere alle seguenti norme sui bitumi:
UNI EN 58; UNI 3682; UNI 4157;
UNI 4163 (sperimentale); UNI 4382 (sperimentale) e suo FA 238-87
Per i criteri di accettazione si fa riferimento al punto 13.1; in caso di contestazione si fa riferimento alle norme CNR e UNI applicabili.
I prodotti saranno forniti su appositi pallets ed eventualmente protetti da azioni degradanti dovute ad agenti meccanici, chimici ed altri nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione in
genere prima della posa. Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra
oltre alle istruzioni per la posa.
2.13.4 Prodotti di metallo
I prodotti di metallo per pavimentazioni dovranno rispondere alle prescrizioni date nella norma
UNI 4630 per le lamiere bugnate ed UNI 3151 per le lamiere striate. Le lamiere saranno inoltre
esenti da difetti visibili (quali scagliature, bave, crepe, crateri, ecc.) e da difetti di forma (svergolamento, ondulazione, ecc.) che ne pregiudichino l'impiego e/o la messa in opera e dovranno
avere l'eventuale rivestimento superficiale prescritto nel progetto.
2.13.5 Conglomerati bituminosi
I conglomerati bituminosi per pavimentazioni esterne dovranno rispondere alle caratteristiche
previste dalle vigenti normative per quanto concerne il contenuto di legante, le percentuali di
vuoti, la massa per unità di volume in kg/m², la deformabiluità a carico costante e rispondere
alle norme di controllo CNR B.U. 38, 39, 40, 106.
2.14 PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE
2.14.1 Prodotti per impermeabilizzazione
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano
sotto forma di:
- membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
- prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo
su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una
membrana continua.
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f) Le membrane si designano descrittivamente in base:
al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero,
bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere nontessuto, sughero, alluminio
foglio sottile, ecc.).
g) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
asfalti colati;
malte asfaltiche;
prodotti termoplastici;
soluzioni in solvente di bitume;
emulsioni acquose di bitume;
prodotti a base di polimeri organici.
h) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su
campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2.14.2 Membrane a base di elastomeri e di plastomeri
Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma a) ed
utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b), devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c).
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
I tipi di membrane considerate sono:
Membrane in materiale elastomerico senza armatura:
Nota: Per materiale elastomerico si intende un materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma vulcanizzata).
Membrane in materiale elastomerico dotate di armatura.
Membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura.
Nota: Per materiale plastomerico si intende un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente generalmente a quello di impiego ma che non
abbia subito alcun processo di reticolazione (come per esempio cloruro di polivinile plastificato
o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non vulcanizzate).
Membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura.
Membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità,
reticolato o non, polipropilene).
Membrane polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosolfanato)
dotate di armatura.
Membrane polimeriche accoppiate.
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Nota: Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi aventi
funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere
eseguite sulla membrana come fornita dal produttore.
Classi di utilizzo:
Classe A - membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.).
Classe B - membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali,
acquedotti, ecc.).
Classe C - membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche
particolarmente gravose, concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.).
Classe D - membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce.
Classe E - membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi
(per esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).
Classe F - membrane adatte per il contratto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare
(per esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).
Nota: Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche caratteristiche comuni a più classi, In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza
preminente o che per legge devono essere considerati tali.
Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898- 1÷7.
2.14.3 Prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste
I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare
strati di tenuta all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura piana) e secondo il materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
2.14.3.1 Bitumi da spalmatura
Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti specificati, per diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.
2.14.3.2 Malte asfaltiche
Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 22787.
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2.14.3.3 Asfalti colati
Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191-87.
15.4.4 - Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati
deve rispondere alla norma UNI 4377 FA 233-87.
2.14.3.4 Mastice di asfalto sintetico
Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4378 FA 234-87.
2.14.3.5 Prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici
I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici,
epossi-poliuretanici, epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati) devono essere valutati in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c) e comunque conformi alle
norme UNI 9527 e suo FA 1-92 ed UNI 9528 e suo FA 1-92.
Caratteristiche identificative del prodotto in barattolo (prima dell'applicazione)
Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzato in sito conformemente alle norme UNI 9529, UNI 9530, UNI 9531, UNI 9532, UNI
9533 e relativi fogli di aggiornamento:
Per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori
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3.
IMPIANTI ELETTRICI
3.1 Introduzione
Tutte le opere previste sono da realizzarsi unitamente alle opere ausiliarie necessarie per
l’installazione degli impianti, nessuna esclusa.
Per opere ausiliarie si intendono :
formazione di piccole tracce, fori in cemento armato, se non già predisposti, rasatura e rifinitura, compresi i materiali di risarcitura; fissaggi di apparecchiature, staffaggi, canalizzazioni ecc. alle strutture qualunque esse siano;
opere di carpenteria metallica per basamenti, passerelle ecc.;
energia elettrica necessaria per le lavorazioni, relativi cavi di adduzione, quadretti locali di
prelievo energia.
L’energia sarà resa disponibile, per quanto possibile, nei locali direttamente interessati.
3.1.1 Direzione lavori
Il Direttore dei lavori per la pratica realizzazione dell'impianto, oltre al coordinamento di tutte
le operazioni necessarie alla realizzazione dello stesso, deve prestare particolare attenzione alla
verifica della completezza di tutta la documentazione, ai tempi della sua realizzazione ed a eventuali interferenze con altri lavori.
Verificherà inoltre che i materiali impiegati e la loro messa in opera siano conformi a quanto
stabilito dal progetto.
Al termine delle lavorazioni da eseguirsi nei singoli blocchi si farà rilasciare il rapporto di verifica dell'impianto elettrico, come precisato nella “Appendice G” della Guida CEI 64-50=UNI
9620, che attesterà che lo stesso è stato eseguito a regola d'arte. Raccoglierà inoltre la documentazione più significativa per la successiva gestione e manutenzione.
3.1.2 Criteri di progetto
Per gli impianti elettrici, nel caso più generale, è indispensabile l'analisi dei carichi previsti e
prevedibili per la definizione del carico convenzionale dei componenti e del sistema.
Con riferimento alla configurazione e costituzione degli impianti, che saranno riportate su adeguati schemi e planimetrie, è necessario il dimensionamento dei circuiti sia per il funzionamento normale a regime, che per il funzionamento anomalo per sovracorrente. Ove non diversamente stabilito, la caduta di tensione nell'impianto non deve essere superiore al 4% del valore
nominale.
E' indispensabile la valutazione delle correnti di corto circuito massimo e minimo delle varie
parti dell'impianto. Nel dimensionamento e nella scelta dei componenti occorre assumere per il
corto circuito minimo valori non superiori a quelli effettivi presumibili, mentre per il corto circuito massimo valori non inferiori ai valori minimali eventualmente indicati dalla normativa e
comunque non inferiori a quelli effettivi presumibili.
E' opportuno:
- ai fini della protezione dei circuiti terminali dal corto circuito minimo, adottare interruttori automatici con caratteristica L o comunque assumere quale tempo d'intervento massimo per essi
0,4s;
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- ai fini della continuità e funzionalità ottimale del servizio elettrico, curare il coordinamento
selettivo dell'intervento dei dispositivi di protezione in serie, in particolare degli interruttori automatici differenziali.
Per gli impianti ausiliari e telefonici saranno fornite caratteristiche tecniche ed elaborati grafici
(schemi o planimetrie).
3.1.3 Criteri di scelta dei componenti
I componenti devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme e
scelti e messi in opera tenendo conto delle caratteristiche di ciascun ambiente (ad esempio gli
interruttori automatici rispondenti alla norma CEI 23-3, le prese a spina rispondenti alle norme
CEI 23-5 e 23-16, gli involucri di protezione rispondenti alla norma CEI 70-1).
3.2 QUADRO GENERALE DI BASSA TENSIONE (POWER CENTER)
I conduttori di bassa tensione in uscita dal secondario del trasformatore saranno attestati su un
quadro denominato QGBT (Quadro Generale Bassa Tensione) situato sempre nel locale cabina
di trasformazione.
Questo sarà realizzato in isola con forma costruttiva 3.
Ogni quadro sarà completo e pronto al funzionamento entro i seguenti limiti meccanici ed elettrici:
- Lamiere di chiusura laterali;
- Attacchi per collegamento cavi di potenza compresi; cavi e terminali esclusi;
- Morsetteria per collegamento cavi ausiliari esterni compresa; cavi e capicorda esclusi.
3.2.1
Norme di riferimento
Il quadro sarà progettato, assiemato e collaudato in totale rispetto delle seguenti normative:
IEC 60439.1 (CEI 17.13.1)
IEC 60529 (CEI 70.1)
riguardanti l'assiemaggio di quadri prefabbricati AS e ANS.
3.2.2 Dati ambientali
I dati ambientali riferiti al locale chiuso ove dovrà essere inserito il quadro in oggetto sono:
Temperatura ambiente:
max +40 °C - min - 5 °C
Umidità relativa: 95 % massima
Altitudine: < 2000 metri s.l.m.
3.2.3 Caratteristiche elettriche
Tensione nominale:
Tensione esercizio:
Numero delle fasi:
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1000V
400V
3F + N
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Frequenza nominale:
Corrente nominale sbarre principali:
Corrente nominale sbarredi derivazione
Corrente di c.to circuito Simmetricofino a:
Durata nominale del corto circuito:
Corrente nominale di cresta
Grado di protezione sul fronte:
Grado di protezione a porta aperta:
Forma di segregazione:
50/60 Hz
fino a 3200
A
fino a: 3200 A
85 kA
1"
187 kA
IP 31
IP 30
3b/4b
3.2.4 Dati dimensionali
Il quadro sarà composto da unità modulari aventi dimensioni di ingombro massime:
Larghezza fino a: \
9000/12450 mm
Profondità:
800 - 1200 mm
Altezza fino a:
2365 mm
Si dovrà inoltre tenere conto delle seguenti distanze minime di rispetto:
Anteriormente :
800 mm
Posteriormente :
600 mm
3.2.5 Caratteristiche costruttive carpenteria
Il quadro sarà composto da una o più strutture associate in larghezza realizzate in lamiera secondo UNI EN 10142 e pannelli di chiusura (portelle+pannelli laterali+pannelli posteriori) in
laminato a freddo secondo UNI EN 10130 dello spessore non inferiore a 15-20/10.
Il quadro sarà chiuso su ogni lato con pannelli asportabili a mezzo di viti. Le porte anteriori saranno corredate di chiusura a chiave, il rivestimento frontale sarà costituito da cristallo di tipo
temperato.
Le colonne del quadro saranno complete di golfari di sollevamento.
Sul pannello anteriore saranno previste feritoie per consentire il passaggio degli organi di comando.
Tutte le apparecchiature saranno fissate su guide o su pannelli fissati su specifiche traverse di
sostegno.
Gli strumenti e lampade di segnalazione saranno montate sui pannelli frontali.
Sul pannello frontale ogni apparecchiatura sarà contrassegnata da targhette indicatrici che ne
identificano il servizio.
Tutte le parti metalliche del quadro saranno collegate a terra (in conformità a quanto prescritto
dalla citata norma CEI 17.13/1).
3.2.6 Verniciatura
Per garantire un’efficace resistenza alla corrosione, la struttura e i pannelli saranno opportunamente trattati e verniciati.
Il trattamento di fondo prevederà il lavaggio, il fosfosgrassaggio, l’asciugatura e l’essicazione
delle lamiere.
Le lamiere trattate saranno verniciate con polvere epossipoliestere o poliestere in colore a finire RAL9001 spessore minimo di 70 micron.
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3.2.7 Collegamenti di potenza
Le sbarre e i conduttori saranno dimensionati per sopportare le sollecitazioni termiche e dinamiche corrispondenti ai valori della corrente nominale e per i valori delle correnti di corto circuito richiesti.
Le sbarre orizzontali saranno in rame elettrolitico di sezione rettangolare su tutta la lunghezza;
saranno fissate alla struttura tramite supporti isolati a pettine in grado di ricevere un
massimo di 5 sbarre per fase e saranno disposte in modo da permettere eventuali modifiche future.
Le sbarre verticali, anch'esse in rame elettrolitico, fino a 1600A saranno a profilo continuo con
un numero massimo di 1 sbarra per fase predisposte per l'utilizzo di appositi accessori per il
collegamento e fissate alla struttura tramite supporti isolati.
L'interasse tra le fasi e la distanza tra i supporti sbarre saranno regolamentate in base alle prove
effettuate presso laboratori qualificati.
I collegamenti tra sistemi sbarre orizzontali e verticali saranno realizzati mediante fazzoletti di
giunzione standard forniti dal costruttore o dal fornitore del quadro.
Le sbarre principali saranno predisposte per essere suddivise, in sezioni pari agli elementi di
scomposizione del quadro, e consentiranno ampliamenti su entrambi i lati.
Nel caso di installazione di sbarre di piatto, queste ultime saranno declassate del 20%
rispetto alla loro portata nominale.
3.2.8 Derivazioni
Per correnti da 100A a 630A gli interruttori saranno alimentati direttamente dalle sbarre principali mediante bandella flessibile dimensionata in base alla corrente nominale dell'interruttore
stesso.
In caso di specifiche esigenze gli interruttori scatolati con In max pari a 160A, potranno essere
affiancati verticalmente su un'unica piastra, rendendo così l’intero quadro con forma di segregazione tipo 3.
Tutti i cavi di potenza, superiori a 50 mmq, entranti o uscenti dal quadro non avranno interposizione di morsettiere; si attesteranno direttamente agli attacchi posteriori degli interruttori alloggiati sul retro del quadro in una zona opportunamente predisposta. L’ammaraggio dei cavi avverrà su specifici accessori di fissaggio.
Le sbarre saranno identificate con opportuni contrassegni autoadesivi a seconda della fase di
appartenenza così come le corde saranno equipaggiate con anellini terminali colorati.
Tutti i conduttori ausiliari si attesteranno a delle morsettiere componibili su guida posizionate
lateralmente o nella parte posteriore del quadro, con diaframmi dove necessario, che saranno
adatte, salvo diversa prescrizione, ad una sezione di cavo non inferiore a 6 mmq.
3.2.9 Dispositivi di manovra e protezione
Sarà garantita una facile individuazione delle manovre da compiere, che saranno pertanto concentrate sul fronte dello scomparto.
All'interno sarà possibile una agevole ispezionabilità ed una facile manutenzione.
Le distanze i dispositivi e le eventuali separazioni metalliche impediranno che interruzioni di
elevate correnti di corto circuito o avarie notevoli possano interessare l'equipaggiamento elettrico montato in vani adiacenti.
Saranno in ogni caso, garantite le distanze che realizzano i perimetri di sicurezza imposti dal
costruttore.
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Tutti i componenti elettrici ed elettronici saranno contraddistinti da targhette di identificazione
conformi a quanto indicato dagli schemi.
Salvo diversa indicazione del progettista e/o richiesta nella specifica di progetto, sarà previsto,
uno spazio pari al 20 % dell'ingombro totale che consenta eventuali ampliamenti senza intervenire sulla struttura di base ed i relativi circuiti di potenza
3.2.10 Conduttore di protezione
Ogni struttura sarà direttamente collegata alla sbarra di terra avente una sezione pari a 400mm2.
Le porte saranno predisposte per essere collegate alla struttura tramite una connessione flessibile.
3.2.11 Collegamenti ausiliari
Saranno in conduttore flessibile con isolamento pari a 1kV con le seguenti sezioni minime:
2,5 mmq per i T.A.,
2,5 mmq per i circuiti di comando,
1,5 mmq per i circuiti di segnalazione e T.V.
Ogni conduttore sarà completo di anellino numerato corrispondente al numero sulla morsettiera e sullo schema funzionale.
Saranno identificati i conduttori per i diversi servizi (ausiliari in alternata - corrente continua
- circuiti di allarme - circuiti di comando - circuiti di segnalazione) impiegando conduttori con
guaine colorate differenziate oppure ponendo alle estremità anellini colorati.
Potranno essere consentiti due conduttori sotto lo stesso morsetto solamente sul lato interno del
quadro.
I morsetti saranno del tipo a vite per cui la pressione di serraggio sia ottenuta tramite una lamella e non direttamente dalla vite.
I conduttori saranno riuniti a fasci entro canaline o sistemi analoghi con coperchio a scatto. Tali
sistemi consentiranno un inserimento di conduttori aggiuntivi in volume pari al 25% di
quelli installati.
Non è ammesso il fissaggio con adesivi.
3.2.12 Accessori di cablaggio
La circolazione dei cavi di potenza e/o ausiliari dovrà avvenire nella zona posteriore del quadro
o all’interno delle canaline laterali.
L'accesso alle condutture sarà possibile solo dal retro del quadro mediante l'asportazione delle
lamiere di copertura posteriori.
3.2.13 Collegamenti alle linee esterne
Le linee si attesteranno alla morsettiera in modo adeguato per rendere agevole qualsiasi intervento di manutenzione.
Le morsettiere non sosterranno il peso dei cavi ma gli stessi dovranno essere ancorati ove necessario a dei specifici profilati di fissaggio.
Nel caso in cui le linee di uscita siano costituite da cavi di grossa sezione o da più cavi in parallelo, è sconsigliabile il collegamento diretto sui codoli posteriori interruttori in modo da evitare
eventuali sollecitazioni meccaniche.
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
3.2.14 Collaudi
Le prove di collaudo saranno eseguite secondo le modalità della norma CEI 17.13.1. Inoltre il
fornitore dovrà fornire i certificati delle prove di tipo, previste dalla norma CEI 17.13.1 effettuate su prototipi del quadro.
3.3 QUADRO DI AREA E DI ZONA PER UTENZE LUCE ED FM
3.3.1 Riferimenti normativi
-
-
-
CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra
per bassa tensione (quadri BT) - Parte 1: Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS)
e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo (ANS)
CEI EN 60439-3 (CEI 17-13/3): Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra
per bassa tensione (quadri BT) - Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature
assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso - Quadri di distribuzione (ASD)
CEI 23-51: Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare
3.3.2 Generalità
I quadri dovranno essere del tipo prefabbricato di primaria casa costruttrice, e la D.L. o la
Committenza potranno effettuare presso il costruttore collaudi parziali e finali per verificarne lo stato di produzione.
Dovranno essere realizzati in carpenteria metallica con grado di protezione e segregazione come specificato negli schemi unifilari relativi.
Negli allegati di progetto sono riportati il numero e le caratteristiche degli interruttori
nonché un fronte quadro di massima e le sezioni che lo costituiscono (normale, preferenziale,
continuità)
La tipologia di installazione prevista è a pavimento o parete
Tipologie di montaggio differenti dovranno essere concordate con la Direzione Lavori.
Tutti i quadri elettrici che verranno realizzati dovranno essere conformi alle Norme CEI 1713/1 ; CEI 23-51.
La zona apparecchiature sarà situata sulla parte anteriore del quadro, collocata all'interno di appositi scomparti.
Per consentire l'ingresso di cavi e/o conduttori, il contenitore sarà dotato sui lati inferiore e superiore di aperture chiuse con coperchio fissato con viti o con fori pretranciati.
Ogni quadro sarà provvisto di pannelli di fondo o intelaiature per consentire il fissaggio delle
apparecchiature elettriche.
Una volta installate le apparecchiature il quadro dovrà essere chiuso con pannelli che garantiscano, a porta aperta, un grado di protezione non inferiore a IP30. La porta di chiusura del quadro dovrà poter essere aperta con un angolo > di 100 e provvista di chiusura a chiave.
Nei quadri provvisti di strumenti di misura la porta qualora prevista deve essere trasparente e a porta chiusa le indicazioni degli strumenti devono essere lette facilmente. Le dimensioni della carpenteria dei quadri ed il dimensionamento termico dovrà essere tale da prevedere
un aumento di almeno il 30 % degli apparecchi previsti da progetto e della potenza installata
Tutte le apparecchiature elettriche dovranno possedere il marchio IMQ o altro marchio nell'ambito dei paesi CEE nonché la marcatura CE.
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Le caratteristiche delle apparecchiature elettriche da installarsi nei quadri sono riportate nei relativi schemi unifilari.
I cavi ed i conduttori indicati negli schemi unifilari si riferiscono alle linee in entrata ed in uscita dal quadro e non al tipo e alla sezione dei conduttori di cablaggio.
Per il cablaggio interno si adotteranno le seguenti soluzioni:
- distribuzione effettuata con conduttori di tipo N07V-K non propaganti l'incendio secondo le Norme CEI 20-22 II, non propaganti la fiamma secondo CEI 20-35 ed a ridotta emissione di gas tossici e fumi opachi secondo CEI 20-37/2 con densità di corrente
massima ammessa, riferita alla corrente nominale dell'interruttore a monte e non alla
corrente di impiego, tale per cui la temperatura massima a cui si porteranno non superi
gli 85° C.
Non sono ammesse soluzioni del tipo "entra - esci" dalle singole apparecchiature e tutte le derivazioni saranno effettuate con apposite morsettiere. I conduttori entranti su morsettiere ed apparecchiature elettriche dovranno essere provvisti di terminali di cablaggio del tipo a collare
dove le connessioni sono a vite mentre saranno del tipo a tubetto dove le connessioni sono con
morsetto a gabbia.
Il collegamento del quadro con i conduttori esterni dovrà essere effettuato con apposite morsettiere per le quali si ammette una temperatura massima di 70° C riferita alle correnti nominali
degli interruttori a monte e non alla corrente d'impiego.
Le morsettiere, i conduttori di cablaggio, i cavi di partenza, tutti i collegamenti a valle ed a
monte degli interruttori e delle apparecchiature dovranno essere identificati secondo codici numerati in accordo con gli schemi unifilari del quadro. Inoltre sui pannelli di chiusura del quadro
in corrispondenza di ogni apparecchiatura elettrica visibile dovrà essere applicata una targhetta
riportante la stessa dicitura che si trova nello schema unifilare.
In posizione facilmente visibile all’esterno del quadro dovrà essere fissata una targhetta riportante i seguenti dati (CEI 17-13/1 art. 5.1):
- nome o marchio di fabbrica del costruttore;
- l’indicazione del tipo o un numero di identificazione o un altro mezzo di identificazione che permetta di ottenere dal costruttore le informazioni tecniche;
- la natura della corrente (e la frequenza in caso di corrente alternata );
- le tensioni nominali di impiego;
- le tensioni nominali di isolamento;
- le tensioni dei circuiti ausiliari (se esistente);
- la corrente di cortocircuito presunta;
- il grado di protezione;
- la forma di segregazione interna.
A seconda del tipo di quadro (AS o ANS) dovranno essere forniti i certificati relativi alle prove
di tipo; inoltre dovranno essere eseguite le prove individuali previste per i vari tipi di quadri elettrici in conformità alla Norma CEI 17-13/1, a queste prove si riserva di presenziare anche la
Direzione Lavori.
L’onere economico di tutte le prove sarà a carico della Ditta e la Direzione Lavori si riserva la
facoltà di rifiutare apparecchiature con caratteristiche diverse da quelle di progetto e/o che diano risultati negativi in tali prove.
3.3.3 Elenco dei quadri da realizzarsi
Oltre al QGBT ed ad alcuni centralini trai quali quello da realizzarsi a servizio del locale CABINA MT/BT nel progetto definitivo di lotto 1 è previste la realizzazione dei seguenti quadri
elettrici:
1) QE P2 A - Quadro elettrico piano secondo corpo A con sezione N, P e C (Zona 8;
Blocco I);
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2) QE P3 A - Quadro elettrico piano terzo corpo A con sezione N, P e C (Zona 6;
Blocco F);
3) QE P3 D - Quadro elettrico piano terzo corpo D con sezione N, P e C (Zona 5;
Blocco E);
4) QE P4 A - Quadro elettrico piano quarto corpo A con sezione N, P e C (Zona 2;
Blocco C);
5) QE P5 D - Quadro elettrico piano quinto corpo D con sezione N, P e C (Zona 3;
Blocco D).
6)
QE PR B - Quadro elettrico piano rialzato corpo B con sezione N, P e C (Zona 1;
Blocco B);
7) QE UFFICIO PASS - Quadro elettrico Ufficio Pass con sezione N e C;
8) QE P1B - Quadro elettrico piano primo corpo B con sezione N, P e C (Zona 11;
Blocco J);
9) QE P2B - Quadro elettrico piano secondo corpo B con sezione N, P e C (Zona 7;
Blocco G);
10) QE P2 SALONE - Quadro elettrico piano secondo corpo B con sezione N, P e C
(Zona 7A; Blocco G);
11) QE PR ZONA CED - Quadro elettrico piano rialzato ZONA CED con sezione N, P
e C (Zona 1; Blocco B);
12) QE P1B1 - Quadro elettrico piano primo corpo B1 con sezione N, P e C (Zona
11A; Blocco K);
13) QE P2 B1 - Quadro elettrico piano secondo corpo B1 con sezione N, P e C (Zona
81; Blocco I);
14) QE STANZE 201, 201 A e WC - Quadro elettrico piano secondo Stanze 201, 201
A e WC con sezione N, P e C (Zona 7C; Blocco H);
15) QE P1C - Quadro elettrico piano primo corpo C con sezione N, P e C (Zona 12;
Blocco K);
16) QE P2 C - Quadro elettrico piano secondo corpo C con sezione N, P e C (Zona 10;
Blocco D);
17) QE P3 C - Quadro elettrico piano terzo corpo C con sezione N, P e C (Zona 5;
Blocco E);
18) QE P4 C1 - Quadro elettrico piano quarto corpo C con sezione N, P e C (Zona 3;
Blocco D).
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3.3.4 Dati Tecnici generali dei quadri di zona
-
Tensione di isolamento (in base alle apparecchiature)
Tensione di esercizio
Corrente nominale nelle sbarre
Corrente di corto circuito
Frequenza
Tensione ausiliaria
Sistema di neutro
Sbarre (3F o 3F + N)
Materiale P,G Lamiera
Resistenza meccanica secondo norma
Verniciatura esterna
Verniciatura interna
Forma di segregazione
Grado di protezione esterno
Grado di protezione interno
Installazione
V
V
A 400-630
kA 10-15
Hz 50/60
V
3F+N
CEI EN 50102
RAL9001
RAL9001
1
IP 43
IP 20
a parete e/o pavimento
3.4 APPARECCHIATURE DI BASSA TENSIONE PER QUADRI ELETTRICI
Le apparecchiature principali montate nel quadro dovranno essere adeguate alle caratteristiche
di progetto riportate negli schemi elettrici, dovranno essere dotate di marcature CE e marchio IMQ, nonché rispondere alle seguenti prescrizioni particolari.
3.4.1 Interruttori
Tutti gli interruttori di uguale portata e pari caratteristiche dovranno essere fra loro intercambiabili in modo da assicurare la massima continuità di servizio; per tale motivo gli interruttori
di arrivo dovranno avere lo stesso potere di interruzione di quelli di partenza.
Gli interruttori di partenza dai Power Center saranno di tipo scatolato fino a 1600 A, oltre tale
portata dovranno essere di tipo aperto salvo differenti indicazioni poste sullo schema unifilare,
mentre quelli con corrente inferiore o uguale a 63 A potranno essere di tipo modulare.
Gli interruttori scatolati devono essere conformi alle seguenti normative:
CEI EN 60947-1, CEI EN 60947-2.
Gli interruttori dovranno essere in grado di funzionare nelle condizioni d'inquinamento corrispondenti al grado di inquinamento 3 per gli ambienti industriali come indicato dalla norma
CEI EN 60947-1.
3.4.1.1 Caratteristiche generali
Tutti gli interruttori scatolati devono avere le seguenti caratteristiche elettriche generali:
tensione nominale di impiego (Ue)
•9&$+]
tensione nominale di isolamento (Ui)
•9&$+]
tensione nominale di tenuta all’impulso (Uimp)
•N9—V
Al fine di garantire una maggiore durata ed una elevata affidabilità del prodotto il numero di
manovre elettriche e meccaniche degli interruttori deve essere pari ad almeno 3 volte il valore
minimo richiesto dalla norma CEI EN 60947-2.
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Gli interruttori non devono subire riduzioni delle prestazioni nominali in funzione delle differenti posizioni di montaggio previste.
Devono inoltre poter essere alimentati indifferentemente sia da monte che da valle, anche in
presenza di dispositivi differenziali direttamente connessi all’interruttore.
Gli interruttori inoltre devono garantire l’attitudine al sezionamento come previsto dalla norma
CEI EN 60947-2. Sul fronte dell'apparecchio deve essere previsto il simbolo che precisa tale
attitudine.
Per garantire massima sicurezza, i contatti di potenza devono essere isolati, all’interno di un involucro di materiale termoindurente, dalle altre funzioni quali il meccanismo di comando, lo
sganciatore di protezione e gli ausiliari.
Tutti i poli devono essere azionati simultaneamente all’apertura, alla chiusura e allo
sgancio dell’interruttore.
Gli interruttori scatolati devono essere disponibili in esecuzione fissa oppure rimovibile/estraibile, sia in versione
tripolare che quadripolare. Per le versioni rimovibili/estraibili,
un opportuno dispositivo assicurerà l’apertura preventiva dell’apparecchiatura per impedire
l’inserzione o l’estrazione ad interruttore chiuso.
Per ottimizzare la standardizzazione dei quadri e migliorare la flessibilità d'impianto le parti
fisse degli interruttori estraibili fino a 250 A e da 400 a 630 A devono avere le stesse dimensioni, indipendentemente da:
livello di prestazione (Icu)
tipo di sganciatore
ausilari elettrici /meccanici.
Le parti fisse devono essere inoltre corredate di opportuni dispositivi di sicurezza per garantire
un grado di protezione minimo IP20 contro i contatti accidentali in condizione di estratto/rimosso.
Gli attacchi posteriori per il collegamento elettrico di
potenza
possono
essere,
indifferentemente, posizionati in verticale e in orizzontale.
Per consentire le operazioni di manutenzione ordinaria in condizioni di massima sicurezza tutti
gli interruttori devono avere il doppio isolamento tra la parte frontale ed i circuiti interni di potenza e la parte di potenza dell'interruttore deve essere totalmente isolata dalle parti di comando
e dagli ausiliari.
L’interruttore potrà essere dotato di opportuni blocchi meccanici (a serrature, a lucchetti, mediante piombatura) per poter impedire manovre inopportune.
Gli eventuali dispositivi di interblocco e comando necessari per consentire agli interruttori di
funzionare come commutatori rete-gruppo, sia in versione manuale che automatica, devono essere facilmente applicabili alla versione standard degli interruttori e devono rispondere alla
norma CEI EN 60947-6-1.
Per soddisfare particolari esigenze di continuità di servizio deve essere possibile realizzare, con opportuni dispositivi previsti dal Costruttore, commutatori di rete manuali o automatici
con interblocco mediante aste o cavi.
Gli interruttori scatolati richiesti con protezione differenziale, devono essere equipaggiati di un
Dispositivo Differenziale a corrente Residua (DDR) applicato direttamente alla base della scatola dell'interruttore.
Il dispositivo di sgancio del DDR deve agire meccanicamente e direttamente sul sistema di
sgancio dell'interruttore senza interposizione di sganciatori voltmetrici.
I DDR devono inoltre:
essere conformi alla norma CEI EN 60947-2, allegato B
essere immunI contro gli sganci intempestivi secondo le norma CEI EN 60255 e
CEI EN 61000.4
poter funzionare normalmente fino a temperature ambiente di -25°C
essere alimentati dall’interno dell’apparecchio con la tensione della rete protetta (campo di
tensione ammissibile da 200 a 550V); l’alimentazione deve essere trifase ed il funziona-
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mento deve essere garantito anche in mancanza di una fase assicurando lo sgancio
dell’interruttore anche in presenza di abbassamenti di tensione fino a 80V
poter essere dotati di un contatto di segnalazione per indicare a distanza l’eventuale
intervento per guasto differenziale.
3.4.1.2 Meccanismo di comando
Gli interruttori devono essere manovrati attraverso una leva di comando, che indicherà in modo
chiaro ed univoco le tre posizioni dell’interruttore
I (on) ;
Tripped (sganciato)
0 (off)
e devono essere equipaggiati di un pulsante di test "push to trip" sul fronte per permettere la verifica del corretto funzionamento del meccanismo di comando e dell'apertura dei poli.
Al fine di assicurare l’attitudine al sezionamento (sezionamento visualizzato) conforme alla
norma CEI EN 60947-2 § 7-27:
il comando deve essere concepito in modo tale che la leva di comando possa indicare la
posizione di OFF (aperto) solo se i contatti di potenza sono effettivamente aperti e
separati
la posizione OFF della leva di comando corrisponde alla posizione di sezionato
l’isolamento deve essere assicurato attraverso una doppia interruzione dei circuiti di potenza.
L’aggiunta di una manovra rotativa o di un telecomando non devono pregiudicare l’attitudine al
sezionamento dell’interruttore.
3.4.1.3 Limitazione della corrente, selettivita’
Gli interruttori scatolati devono avere una forte capacità di limitazione della corrente. In caso di
cortocircuito, gli effetti termici massimi I²t devono essere limitati a:
106 A2s per i calibri fino a 250 A
5 x106 A2s per i calibri tra 400 A e 630 A.
Queste caratteristiche consentiranno delle prestazioni elevate di filiazione con gli altri apparecchi di potenza o gli interruttori modulari situati a valle.
Gli interruttori scatolati devono essere equipaggiati di un sistema di sgancio indipendente dallo
sganciatore magnetotermico o elettronico. Questo sistema assicurerà lo sgancio dell’interruttore
per correnti di cortocircuito elevate. L’interruzione sarà effettuata in meno di 10ms per le correnti di cortocircuito superiori a 25In.
Gli interruttori scatolati hanno installato di serie un dispositivo concepito per sganciare
l’interruttore in caso di cortocircuiti elevati. Questo dispositivo deve essere indipendente dagli
sganciatori magnetotermici o elettronici.
Gli interruttori scatolati, i cui calibri sono identici ai loro sganciatori, devono assicurare selettività per tutte le correnti di guasto fino a 35kA eff., con tutti gli interruttori a valle, di calibro inferiore o uguale a 0,4 volte quello dello sganciatore a monte.
3.4.1.4 Ausiliari
Tutti gli ausiliari elettrici devono essere alloggiati in uno scomparto isolato dai circuiti di potenza e devono essere installabili anche da personale di manutenzione ordinaria senza la necessità di regolazione nè di utilizzo di attrezzi particolari.
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L'identificazione e l'ubicazione degli ausiliari elettrici deve essere indicata in modo indelebile
sulla scatola di base dell'interruttore e sugli ausiliari stessi.
Tutti gli accessoriamenti elettrici, ad esclusione del telecomando, non devono comportare aumento di volume dell'interruttore.
Per minimizzare gli stock di ricambi e facilitare le eventuali modifiche alle funzionalità
dell'impianto, gli accessori che realizzano le funzioni ausiliarie di segnalazione di:
stato dell'interruttore
intervento per guasto
interruttore scattato
devono essere identici indipendentemente dalla funzione ausiliaria realizzata, dalla corrente nominale e dal potere di interruzione dell'interruttore.
Le bobine di apertura e di chiusura elettrica a distanza potranno essere alimentate in modo
permanente, senza contatti di autointerruzione, in modo da realizzare facilmente l'interblocco
elettrico dell'apparecchio.
Gli interruttori scatolati devono poter essere equipaggiati di un telecomando a motore. Un selettore “auto/manu” posto sul fronte inibirà il comando a distanza quando posizionato su “manu”;
viceversa quando il selettore sarà posizionato su “auto” sarà inibito il comando manuale dal
fronte del telecomando. Una segnalazione a distanza sul modo di funzionamento “manu” o “auto” dove essere possibile. Analogamente dovrà essere possibile la piombatura di una calotta trasparente per inibire l’accesso al selettore “auto/manu”.
La chiusura dell’interruttore telecomandato dovrà avvenire in meno di 80ms, e devono essere
possibili 4 cicli al minuto.
Dopo uno sgancio su guasto elettrico (sovraccarico, cortocircuito, guasto di terra), il riarmo a
distanza deve essere inibito. Deve essere invece possibile il riarmo a distanza dell’interruttore
se l’apertura è stata provocata da uno sganciatore voltemtrico. Il meccanismo di comando deve
essere esclusivamente ad accumulo di energia.
L'aggiunta di un telecomando o di una manovra rotativa deve conservare integralmente le caratteristiche tipiche della manovra diretta quali:
le 3 posizioni stabili: ON, OFF e TRIPPED
il sezionamento visualizzato, con una chiara indicazione sul fronte delle posizioni (I) e (O).
le regolazioni dello sganciatore e i dati di targa dell'interruttore devono rimanere chiaramente visibili e/o accessibili.
3.4.2 Funzione di protezione
Gli interruttori scatolati devono essere equipaggiati di sganciatori completamente intercambiabili assicurando al protezione contro sovraccarichi e cortocircuiti.
Gli sganciatori potranno essere di tipo:
elettronico o magnetotermico fino a 250A
solo elettronico per 400 e 630 A.
Gli sganciatori elettronici e magnetotermici devono essere regolabili e deve essere possibile la
piombatura delle regolazioni per impedire l’accesso non autorizzato alle stesse. I valori di
regolazione della prima soglia Lungo Ritardo (Io o Ir a seconda della tipologia di sganciatore)
devono essere sempre espressi in Ampere direttamente sul selettore di regolazione posto sul
fronte dello sganciatore stesso.
Gli sganciatori elettronici devono essere conformi all’allegato F della norma CEI EN 609472 (misura dei valori efficaci di corrente, compatibilità elettromagnetica, ecc.). Le regolazioni
delle protezioni si applicheranno a tutti i poli dell’interruttore. Gli sganciatori di protezione non
devono aumentare il volume dell’interruttore. Tutti i componenti elettronici hanno una tenuta in
temperatura fino a 125°C.
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3.4.2.1 Sganciatori magnetotermici (fino a 250 A)
Caratteristiche:
Protezione termica regolabile da 0,7 a 1 volta il calibro nominale
Protezione magnetica fissa per i calibri fino a 200 A
Protezione magnetica regolabile (da 5 a 10 volte il calibro nominale) per i calibri superiori
a 200A.
3.4.2.2 Sganciatori elettronici (a partire da 40 A)
I campi di regolazione devono essere:
protezione lungo ritardo (LT)
–
soglia regolabile da 0,36 a 1 volta il calibro nominale dei TA (In)
–
temporizzazione fissa o regolabile da 0,5s a 16s (valore riferito ad una corrente pari a 6
volte la regolazione della soglia della protezione lungo ritardo)
protezione corto ritardo (ST)
–
soglia regolabile da 1,5 volte a 10 volte la regolazione della termica Ir
–
temporizzazione regolabile da 0 fino a 0,4s o fissa a 40ms
protezione di terra
–
soglia regolabile da 0,2 a 1 In
–
temporizzazione fino a 0,4s
I dispositivi tetrapolari devono prevedere la possibilità di proteggere il neutro:
in standard con un selettore a 3 posizioni che consentirà di scegliere il tipo di protezione di
neutro non protetto
soglia di protezione del neutro uguale alla metà delle fasi
soglia di protezione del neutro uguale a quella delle fasi
su richiesta (nel caso di impianti con presenza di armoniche di ordine 3° o multiple che si
richiudono sul neutro generando elevate correnti che possono superare il valore delle correnti di fase) con un selettore a 4 posizioni che consentirà di scegliere il tipo di protezione
del neutro:
–
neutro non protetto
–
soglia di protezione del neutro uguale alla metà delle fasi
–
soglia di protezione del neutro uguale a quella delle fasi
–
soglia di protezione del neutro uguale a 1,6 volte il valore di regolazione delle fasi
(neutro sovradimensionato – OSN: Over Sized Neutral)
3.4.2.3 Funzioni di controllo
Le seguenti funzioni di sorveglianza del carico devono essere parte integrante degli sganciatori
elettronici.
2 LED devono dare indicazioni sullo stato del carico:
–
il primo di preallarme sovraccarico (arancione) si accenderà quando la corrente
–
circolante sull’impianto raggiungerà il 90% della Ir
–
il secondo di allarme sovraccarico (rosso) si accenderà quando la corrente circolante
sull’impianto raggiungerà il 105% della Ir
una presa di test sarà disponibile sul fronte dello sganciatore elettronico per consentire, attraverso un opportuno dispositivo di test, di verificare il corretto funzionamento
dell’elettronica e del meccanismo di sgancio.
Gli interruttori scatolati devono essere equipaggiati di un auto-test del collegamento tra gli
sganciatori elettronici, i trasformatori di corrente e l’azionatore di sgancio dell’interruttore.
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L’auto-test, realizzato a logica positiva, è visibile attraverso l’illuminazione ad intermittenza di
un LED verde, posto sul fronte dello sganciatore, che verificherà il corretto funzionamento della catena di protezione. Questa funzione di auto-test deve essere autoalimentata a
partire da correnti di carico > 30A (oppure 15A nel caso di sganciatori elettronici da 40A). La
mancanza d’illuminazione intermittente del LED, a fronte di correnti di carico sufficienti
all’auto-alimentazione, indicherà un malfunzionamento all’interno della catena di protezione.
In funzione della sezione di impianto protetto l’informazione dell’auto- test deve poter essere
riportato a distanza attraverso un contatto in uscita o un sistema di comunicazione via BUS.
L’interruttore deve prevedere la possibilità di intervenire aprendo i circuiti di potenza
quando le condizioni ambientali dell’interruttore dovessero superare quelle previste dalle specifiche tecniche. Tale funzionalità dove poter essere inibita attraverso opportuna programmazione.
3.4.2.4 Memoria termica
In caso di sovraccarichi ripetitivi, lo sganciatore elettronico ottimizzerà la protezione dei cavi e
dei dispositivi a valle memorizzando le variazioni di temperatura.
3.4.2.5 Opzioni
Gli sganciatori elettronici a partire da 40A devono consentire di realizzare e installare tutte le
opzioni seguenti:
contatti ausiliari per indicare l’origine dello sgancio (Lungo Ritardo, Corto Ritardo, Istantaneo, Guasto di Terra se presente). Questi contatti devono ricevere l’informazione sul tipo
di guasto direttamente dallo sganciatore di protezione attraverso un collegamento ad infrarossi, e renderlo disponibile a morsettiera, inoltre deve essere possibile la programmazione degli stessi contatti per consentire l’associazione ad altri parametri elettrici misurati dallo sganciatore di protezione, al fine di realizzare funzioni di pre-allarme
possibilità di lettura:
–
locale sullo sganciatore
–
fronte quadro attraverso un opportuno modulo di visualizzazione
–
a distanza attraverso trasmissione dei dati via BUS di comunicazione
dei parametri elettrici misurati dallo sganciatore di protezione (correnti, tensioni, energie,
THD, ecc.), le regolazioni impostate, gli interventi su guasto, lo stato dell’interruttore, gli
archivi degli eventi e degli allarmi, e gli indicatori di manutenzione (numero di manovre
elettriche e meccaniche, usura dei contatti, tasso di carico, ecc.).
Tutte queste informazioni devono essere trasmesse direttamente dallo sganciatore, e nel caso
delle misure dei parametri elettrici devono essere rilevate attraverso i trasformatori di corrente
misti ferro/aria (bobine di Rogowski) interni allo sganciatore stesso per garantire una semplicità
d’installazione ed un’elevata precisione della catena di misura (precisione della catena completa TA inclusi: classe 1 per corrente e classe 2 per potenze/energie secondo la norma IEC 6155712).
Un software, fornito dal costruttore degli interruttori, consentirà l’analisi di questi dati su di un
PC e la programmazione degli allarmi in associazione ai contatti.
Su tutti le tipologie di interruttori (calibri e poteri d’interruzione) deve poter essere implementata la funzione di selettività logica delle protezioni corto ritardo e protezione di terra. Tale funzione deve poter essere ottenuta cablando tra di loro i vari interruttori senza l’aggiunta di moduli esterni. Tale funzione deve essere autoalimentata.
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3.4.3 Interruttori di manovra – Sezionatori
Là dove è richiesto dagli schemi unifilari, dovrà essere possibile usare, come dispositivi generali del quadro, interruttori di manovra-sezionatori che potranno essere derivati dagli interruttori sopra descritti.
In tal caso dovranno avere le stesse caratteristiche meccaniche di robustezza ed affidabilità e ricevere i blocchi e tutti gli eventuali accessori degli interruttori di derivazione.
Gli interruttori di manovra-sezionatori dovranno far parte di una gamma di apparecchi con correnti nominali comprese tra 25 A e 3150 A e disponibili sia in versione tetrapolare che tripolare.
Dovrà inoltre essere possibile il loro comando a distanza mediante apposito dispositivo di comando motorizzato con i blocchi e gli eventuali accessori degli interruttori di derivazione.
Gli interruttori di manovra-sezionatori dovranno avere potere di chiusura fino a 80 kA.
3.4.4 Interruttori modulari
Gli interruttori di tipo MODULARE dovranno avere involucro autoestinguente ed inoltre dovrà
essere stata verificata l’opacità dei fumi e l’atossicità dei gas. Essi dovranno avere meccanica
autoportante che comporta la mancanza di vincolo meccanico tra involucro e componenti meccanici interni.
Gli interruttori di tipo MODULARE dovranno essere dotati di relè di protezione termomagnetici ed avranno potere d’interruzione adeguato al valore della corrente di guasto nel punto di installazione, comunque non inferiore al valore di 10 kA (secondo CEI- EN 60947-2).
Ove specificato negli schemi unifilari di progetto gli interruttori oltre alla protezione magnetotermica avranno la protezione contro i contatti indiretti realizzata con blocchi differenziali in
classe AC o classe A secondo quanto indicato negli schemi unifilari dei vari quadri elettrici.
Il blocco differenziale in classe A dovrà assicurare lo sgancio dell’interruttore associato in presenza di correnti differenziali di guasto di tipo alternato sinusoidale ed anche di tipo uniderizionale pulsanti.
La caratteristica SI consentirà di realizzare selettività di tipo verticale con dispositivi di tipo istantaneo e di migliorare la continuità di servizio contro scatti di tipo intempestivo dovute ad
apparecchi utilizzatori generatori di armoniche o a correnti di tipo transitorio dovute a sovratensioni di manovra.
Il dispositivo da impiegare dovrà garantire un livello di immunità 5000 A secondo un’onda periodica a fronte ripido 8/20µS.
3.4.5 Riduttori di corrente
Dovranno essere del tipo ad isolamento in aria, con le seguenti caratteristiche:
tensione max di isolamento
690 V
tensione di prova a 50 Hz per 1 sec.
3 kV
corrente nominale secondaria
1/5 A
prestazione
10 VA in classe 0,5
3.4.6 Relé ausiliari
I relè ausiliari,quando previsti,dovranno essere montati all'interno delle celle strumenti, su opportuna basetta, ed avranno sostanzialmente la funzione di moltiplicare il numero dei contatti e
di permettere ulteriori funzioni.
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3.4.7 Analizzatore di rete - Multimetro
L’analizzatore di retedovrà avere una precisione almeno dello 0.5% sulle letture di corrente e
tensione, per le potenze la precisione dovrà essere almeno dell’ 1%. Tutte le misure dovranno
essere RMS.
Tali precisioni sono da intendersi sia per il pieno carico che per sue frazioni; le tensioni o le
correnti dovranno essere visualizzate simultaneamente in un’unica schermata per una visione a
colpo d’occhio della situazione dell'impianto.
L'apparecchio dovrà essere di classe 1 secondo le indicazioni della Norma IEC61036 per le misurazioni di energia. Dovrà essere in grado di fornire misurazioni di energia sui 4 quadranti.
L’analizzatore di rete dovrà offrire almeno le seguenti grandezze misurate:
Corrente di ogni fase;
Corrente di neutro;
Tensioni stellate e concatenate;
Potenza attiva (kW), per fase e totale trifase;
Potenza reattiva (kvar), per fase e totale trifase;
Potenza apparente (kVA), per fase e totale trifase;
Fattore di potenza (true), per fase e totale trifase, con convenzione IEC o IEEE, con indicazione della tipologia di carico (induttivo o capacitivo);
Lettura della frequenza;
Energia attiva (kWh), totale trifase;
Energia reattiva (kvarh), totale trifase;
Energia apparente (kVAh), totale trifase;
Tempo di funzionamento.
3.4.8 Morsetti
Le morsettiere dovranno essere ad elementi componibili fissate su profilato. I morsetti dovranno essere realizzati con classe di isolamento secondo IEC 85, con materiale conduttore di ottone, rame o altro materiale ad alta conduttività e dovranno essere del tipo antiallentante. Dovranno essere previsti setti sulle morsettiere per separare circuiti diversi.
3.4.9 Targhette di identificazione
Tutte le apparecchiature dovranno essere contraddistinte da una targhetta
di identificazione del circuito di appartenenza, fissata sul quadro in corrispondenza dell'apparecchio stesso.
Inoltre, su ogni apparecchio dovrà essere riportata la sigla prevista nello schema elettrico. Le
targhette dovranno essere fissate mediante viti o con adesivi. Sulle portelle degli scomparti dovranno essere riportate le targhette indicatrici per gli apparecchi di segnalazione e comando.
Per le apparecchiature all'interno degli scomparti dovranno essere previste delle targhette di tipo adesivo.
I quadri dovranno riportare, in luogo ben visibile, una targa metallica indicante il nome del costruttore, le Norme di riferimento, il tipo di quadro, la data di fabbricazione, il numero di progetto di riferimento, i dati tecnici quali la tensione nominale, la frequenza, la corrente nominale
delle sbarre principali ed anche la corrente di corto circuito di breve durata.
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3.4.10 Prove e certificati
Ogni quadro dovrà essere sottoposto alle prove di accettazione e collaudo presso la fabbrica del
costruttore previste dalle relative norme CEI/IEC, alla presenza del cliente o di un suo rappresentante. Il costruttore dovrà dimostrare di essere in possesso della certificazione di qualità ISO
9001. Sarà fornito il certificato di conformità alle Norme, unitamente al rapporto di collaudo. A
richiesta verrà fornita copia della documentazione relativa alle prove di tipo previste dalle
Norme vigenti. La documentazione relativa alle prove di tipo saranno emesse da Enti di certificazione riconosciuti a livello internazionale.
3.5 DISTRIBUZIONE
3.5.1 Cavi e condutture
3.5.1.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua”
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
CEI 16-4 “Individuazione dei conduttori tramite colori o codici numerici”,
CEI 11-17: “Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in
cavo”
CEI 20-40 (+V1 e V2): “Guida per l'uso di cavi a bassa tensione”
CEI 20-27 (+V1): “Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione”
CEI-UNEL 35011 (+V1): “Cavi per energia e segnalamento. Sigle di designazione”
CEI-UNEL 35012: “Contrassegni e classificazione dei cavi in relazione al fuoco”
CEI 20-22/2: “Prove d’incendio su cavi elettrici Parte 2: Prova di non propagazione
dell’incendio”
CEI 20-22/3: “Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi montati verticalmente a fascio”
CEI-UNEL 00722: “Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o polivinilcloruro per energia o per comandi e segnalazioni con tensioni nominali U0/U non superiori a
0.6/1 kV”
CEI-UNEL 35024/1 (+ Ec): “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in c.a. e 1500 V in c.c. - Portate di corrente
in regime permanente per posa in aria” (per pose fisse) (CEI 64-8 Art. 523.1.3)
CEI-UNEL 35024/2: “Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in c.a. e a 1500 in c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa
in aria”
CEI-UNEL 35026: “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per
tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di
corrente in regime permanente per posa interrata”
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3.5.1.2 Lineee elettriche principali generalità
Le condutture saranno poste in opera in modo che:
siano facilmente individuabili;
sia possibile il loro controllo, la localizzazione di eventuali guasti e la loro riparazione;
se installate in cunicoli comuni con altre canalizzazioni, non siano soggette a riscaldamenti, gocciolamenti per perdite e condense o a qualsiasi influenza dannosa.
I conduttori non dovranno essere sottoposti a sollecitazioni meccaniche oltre al peso proprio;
essi dovranno inoltre essere opportunamente ancorati in modo da non trasmettere sollecitazioni
meccaniche ai morsetti delle cassette, delle prese, degli interruttori e delle apparecchiature in
genere.
All'inizio di ogni conduttura e, se necessario, in corrispondenza ai cambiamenti di sezione, sarà
posta un'adeguata protezione contro i cortocircuiti ed i sovraccarichi secondo quanto previsto
dalle Norme e dal progetto.
Le canalizzazioni e gli involucri protettivi metallici, i loro accessori, nonché tutte le parti metalliche in genere anche con funzione di sostegno o di contenimento dovranno essere elettricamente collegate fra loro e a terra.
I cavi impiegati saranno conformi alle Norme CEI, alle tabelle CENELEC e CEI UNEL e
provvisti del Marchio Italiano di Qualità (IMQ).
Potranno essere multipolari o unipolare come riportato sugli schemi unifilari di progetto.
Per i cavi multipolari la colorazione delle anime sarà conforme alle prescrizioni delle tabelle
UNEL con le seguenti avvertenze:
l'anima di colore giallo-verde sarà usata esclusivamente come conduttore di protezione
(PE);
l'anima di colore blu chiaro sarà usata esclusivamente come neutro quando questo è presente. In assenza di neutro potrà essere usata come fase;
Qualora sia prevista la posa di più cavi unipolari in parallelo per ciascuna fase, si dovrà fare in
modo che la corrente in ogni fase si ripartisca in modo uniforme tra i cavi che risultano in parallelo su essa.
Pertanto affinché le loro impedenze risultino uguali dovrà essere posta la massima cura affinché si abbiano disposizioni il più possibile simmetriche rispetto al centro geometrico del sistema costituito dalla linea; le sezioni e le lunghezze siano rigorosamente uguali.
Tutte le
estremità
dei
cavi
attestati
nei
quadri saranno contrassegnate con la corrispondente sigla (n. di linea) che compare sugli schermi unifilari dei
quadri stessi. La marcatura sarà ottenuta con collari in materiale isolante o con altri sistemi di
equivalente affidabilità.
Non sono pertanto ammessi marcafilo di tipo autoadesivo.
Nella posa dei cavi dovranno essere osservate le più restrittive fra le condizioni delle Norme e
del costruttore specialmente per quanto riguarda raggi minimi di curvatura, sollecitazione a trazione e temperatura del cavo stesso al momento della posa.
La posa in passerella sarà fatta disponendo i cavi in modo ordinato e su non più di due strati.
Per la posa in canalette metalliche saranno impiegati solo cavi con guaina. Tutti i cavi facenti
parte dello stesso circuito in corrente alternata, se posati in canalette metalliche chiuse, saranno
posti nella stessa canaletta.
Per la posa interrata i cavi saranno disposti entro manufatti in cls anche prefabbricati a sezione
rettangolare con coperchio in funzione di protezione meccanica.
I cavi saranno posati all’interno del manufatto su sottofondo di sabbia con riempimento dopo
posa sempre in sabbia.
La profondità di posa sarà non inferiore 60cm.
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Cavi appartenenti a sistema di categorie diverse saranno posati in canalette distinte.
Salvo indicazioni diverse riportate negli elaborati di progetto, potranno essere posati nella stessa canaletta purché siano rispettate le seguenti condizioni:
Non siano cavi appartenenti a sistemi di seconda categoria (tensione nominale superiore a
1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.). Questi cavi saranno posati in ogni caso entro canalette o
tubazioni proprie.
Siano ben distinguibili (a vista) i cavi dei due sistemi ricorrendo eventualmente a targhe di
individuazione o ad altri mezzi equivalenti.
I cavi a tensione nominale più bassa abbiano la stessa tensione di isolamento dei cavi a tensione nominale più alta.
Il conduttore di neutro non deve essere comune a più circuiti.
I tipi di posa delle condutture in funzione del tipo di conduttore o di cavo utilizzato e delle varie
situazioni, devono essere in accordo con quanto prescritto dalla CEI 64-8 Art. 521 (Tab. 52A e
Tab. 52B).
E’ consentita la posa di circuiti diversi in una sola conduttura a condizione che tutti i conduttori
siano isolati per la tensione nominale presente più elevata.
Le condutture relative ai circuiti di energia e dei circuiti ausiliari devono essere separati da
quelli dei circuiti telefonici.
Non è permessa la posa diretta di cavi sotto intonaco.
Le dimensioni interne dei tubi protettivi e dei relativi accessori di percorso devono essere tali
da permettere di tirare i cavi dopo la messa in opera di questi tubi protettivi e relativi accessori.
I cavi devono inoltre poter essere sfilati, per agevolare eventuali riparazioni o futuri ampliamenti dell’impianto.
I raggi di curvatura delle condutture devono essere tali che i conduttori ed i cavi non ne risultino danneggiati.
I supporti dei cavi e gli involucri non devono avere spigoli taglienti.
Il rapporto tra il diametro interno del tubo (in cui sono posati i cavi) e il diametro del cerchio
circoscritto ai cavi contenuti deve essere:
almeno 1,3 volte (minimo 10mm) Negli ambienti ordinari;
almeno 1,4 volte (minimo 16mm) Negli ambienti speciali.
Il rapporto tra la sezione interna del canale o della passerella e l’area della sezione occupata dai
cavi, deve essere almeno il doppio.
I coperchi dei canali e degli accessori devono essere asportabili per mezzo di un attrezzo, quando sono a portata di mano (CEI 64-8).
Si riportano di seguito per i diversi tipi di cavo, le principali caratteristiche e le prescrizioni riguardanti l'impiego, la posa e il comportamento al fuoco.
3.5.1.3 Linee elettriche secondarie generalità
Le condutture di alimentazione secondaria distribuiranno l'alimentazione elettrica dai quadri di
zona alle utenze locali come prese e/o punti luce, alimentazione ventilconvettori per condizionamento ambienti, e/o condizionatori autonomi.
Saranno suddivise in più circuiti sia per le utenze prese che per le utenze luce e sempre protette
da interruttori automatici magnetotermici differenziali ad alta sensibilità.
Saranno posate entro passerella metallica posata all’interno di velletta in cartongesso.
Non saranno installate nei vani corsa o nei locali macchine di ascensori e montacarichi se non
appartenenti all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso.
Non saranno posate nelle pareti o nelle intercapedini di canne fumarie.
Per quanto possibile la posa dovrà avvenire nei corridoi o in locali ove, in caso di interventi, si intralcino il meno possibile le normali attività.
Le condutture saranno poste in opera in modo che:
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siano facilmente individuabili;
sia possibile il loro controllo, la localizzazione di eventuali guasti e la loro riparazione;
se installate in cunicoli comuni con altre canalizzazioni, non siano soggette a riscaldamenti, gocciolamenti per perdite e condense o a qualsiasi influenza dannosa.
I conduttori non dovranno essere sottoposti a sollecitazioni meccaniche oltre al peso proprio;
essi dovranno inoltre essere opportunamente ancorati in modo da non trasmettere sollecitazioni
meccaniche ai morsetti delle cassette, delle prese degli interruttori e delle apparecchiature in
genere.
All'inizio di ogni conduttura e, se necessario, in corrispondenza ai cambiamenti di sezione, sarà
posta un'adeguata protezione contro i cortocircuiti ed i sovraccarichi secondo quanto previsto
dalle Norme e dal progetto.
Le canalizzazioni e gli involucri protettivi metallici, i loro accessori, nonché tutte le parti metalliche in genere anche con funzione di sostegno o di contenimento dovranno essere elettricamente collegate fra loro e a terra.
I cavi impiegati saranno conformi alle Norme CEI, alle tabelle CENELEC e CEI UNEL e
provvisti del Marchio Italiano di Qualità (IMQ).
Potranno essere multipolari o unipolare come riportato sugli schemi unifilari di progetto.
Per i cavi multipolari la colorazione delle anime sarà conforme alle prescrizioni delle tabelle
UNEL con le seguenti avvertenze:
l'anima di colore giallo-verde sarà usata esclusivamente come conduttore di protezione
(PE);
l'anima di colore blu chiaro sarà usata esclusivamente come neutro quando questo è presente. In assenza di neutro potrà essere usata come fase;
Tutte le estremità dei cavi attestati nei quadri saranno contrassegnate con la corrispondente sigla (n. di linea) che compare sugli schermi unifilari dei quadri stessi. La marcatura sarà ottenuta
con collari in materiale isolante o con altri sistemi di equivalente affidabilità.
Non sono pertanto ammessi marcafilo di tipo autoadesivo.
Nella posa dei cavi dovranno essere osservate le più restrittive fra le condizioni delle Norme e
del costruttore specialmente per quanto riguarda raggi minimi di curvatura, sollecitazione a trazione e temperatura del cavo stesso al momento della posa.
La posa in passerella sarà fatta disponendo i cavi in modo ordinato e su non più di due strati lasciando disponibile circa il 50% dello spazio occupato inizialmente dai cavi per eventuali successivi ampliamenti.
Derivazioni e giunzioni saranno eseguite entro le apposite cassette fissate alla passerella stessa.
Per la posa in canalette metalliche saranno impiegati solo cavi con guaina antiabrasiva. Tutti i
cavi facenti parte dello stesso circuito in corrente alternata, se posati in canalette metalliche
chiuse, saranno posti nella stessa canaletta.
Cavi appartenenti a sistema di categorie diverse saranno posati in canalette distinte.
Salvo indicazioni diverse riportate negli elaborati di progetto, potranno essere posati nella stessa canaletta purché siano rispettate le seguenti condizioni:
Non siano cavi appartenenti a sistemi di seconda categoria (tensione nominale superiore a
1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.). Questi cavi saranno posati in ogni caso entro canalette o
tubazioni proprie.
Siano ben distinguibili (a vista) i cavi dei due sistemi ricorrendo eventualmente a targhe di
individuazione o ad altri mezzi equivalenti.
I cavi a tensione nominale più bassa abbiano la stessa tensione di isolamento dei cavi a tensione nominale più alta.
Le derivazioni dovranno essere effettuate entro apposite cassette e non saranno ammesse
giunzioni nastrate né soluzioni del tipo "entra - esci" dalle apparecchiature elettriche e dagli apparecchi di illuminazione, a meno che non siano espressamente previste dal costruttore
dell’apparato.
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Le derivazioni e le giunzioni dovranno essere effettuate con morsettiere in policarbonato antiurto ed autoestinguente a più vie.
Qualora tali morsettiere risultassero essere troppo ingombranti per le cassette esistenti saranno
tollerati, a discrezione della Direzione Lavori, anche morsetti di tipo a cappuccio con serraggio
indiretto dei conduttori.
Non è ammessa la posa di cavi incassati direttamente sotto intonaco o muratura senza tubo protettivo.
Nella posa in tubo i cavi appartenenti allo stesso circuito o costituenti la stessa linea, dovranno
per quanto possibile, essere posti nella stessa tubazione, ciò vale quindi in particolare per le linee costituite da cavi di piccola sezione quali dorsali della distribuzione secondaria.
L'infilaggio dei cavi dovrà avvenire successivamente alla posa delle tubazioni protettive. Il diametro delle tubazioni dovrà essere tale da garantire la sfilabilità dei cavi. Le dimensioni non
saranno comunque inferiori a quelle indicate sui disegni.
Per la posa entro tubazioni metalliche potranno essere impiegati solo cavi provvisti di guaina
antiabrasiva.
Per i sistemi in corrente alternata tutti i cavi (fasi e neutro) facenti parte dello stesso circuito, se
posate in tubazioni metalliche, dovranno essere infilati nello stesso tubo, cavi appartenenti a sistemi di categorie diverse saranno posati entro tubazioni distinte con proprie cassette di derivazione.
Potranno fare capo alle stesse cassette solo quando siano verificate entrambe le condizioni:
La tensione di isolamento sia per tutti quella del sistema a tensione nominale maggiore;
Le singole cassette siano munite di diaframmi o setti di separazione fissi.
Si riportano di seguito le prescrizioni per le vie cavo e per i diversi tipi di cavo, le principali caratteristiche,e le prescrizioni riguardanti l'impiego, la posa e il comportamento al fuoco .
3.5.1.4 Sigle di designazione
Le condutture elettriche devono essere disposte o contrassegnate in modo tale da poter essere
identificate per le ispezioni, le prove, le riparazioni o le modifiche dell’impianto.
Per l’identificazione dei cavi senza guaina mediante simboli si applica la Norma CEI 16-1 “Individuazione dei conduttori isolati”.
Per la siglatura dei cavi per energia, sul mercato italiano sono in vigore due norme:
CEI 20-27 (derivata da CENELEC HD 361), relativa ai cavi di energia armonizzati, di tensione nominale fino a 450/750V o ai tipi nazionali riconosciuti (autorizzati da TC20). I cavi
non più contemplati dalla Norma CEI, già in uso e normalizzati, trovano le proprie sigle di
designazione nella V1 della CEI 20-27. Per le designazioni di nuovi tipi di cavi nazionali si
dovrà fare riferimento alla Norma CEI-UNEL 35011;
CEI-UNEL 35011.
3.5.1.5 Colori distintivi dei cavi
I conduttori devono essere distinguibili per tutta la loro lunghezza tramite il colore dell’isolante
o per mezzo di marcatori colorati.
I cavi devono essere distinti tramite le seguenti colorazioni (CEI-UNEL 00722):
giallo verde per il conduttore della terra;
blu per il conduttore del neutro;
marrone, nero, grigio, per le tre fasi di potenza;
blu chiaro con marcature giallo-verde alle terminazioni oppure giallo-verde con marcature
blu chiaro alle terminazioni per il conduttore PEN;
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rosso per i conduttori positivi e nero per i conduttori negativi in c.c. (ovviamente posati in
canalizzazioni differenti da quelle contenenti circuiti in c.a.).
Il colore delle guaine dei cavi è normalizzato dalla norma CEI UNEL 00721.
I conduttori di equipaggiamento elettrico delle macchine possono essere identificati con mezzi
alternativi alla colorazione (CEI EN 60204-1).
3.5.1.6 Cavi per energia
I cavi per energia, sono normati dal CT20 e le caratteristiche elettriche costruttive sono riportate nelle tabelle CEI UNEL sopra citate.
3.5.1.7 Sezione minima conduttore di fase
Tabella 1
Tipi di
Conduttura
Uso del circuito
Conduttore
Materiale
Sezione [mmq]
Condutture
Cavi
Circuiti di potenza
Cu
1,5
fisse
Al
16
Circuiti di segnalazione e au- Cu
0,5 (a)
siliari di comando
Conduttori Circuiti di potenza
Cu
10
Nudi
Al
16
Circuiti di segnalazione e au- Cu
4
siliari di comando
Condutture mobili con cavi Apparecchio utilizzatore spe- Cu
Vedere Norma specicifico
fica dell’apparecchio
flessibili
Qualsiasi altra applicazione
0,75 (b)
Circuiti a bassissima tensione
0,75
per applicazioni speciali
(a) per circuiti di segnalazione e comando di apparecchiature elettroniche: sez. minima 0,1mm2
(b) la nota (a) si applica nel caso di cavi flessibili multipolari che contengano 7 o più anime
3.5.1.8 Sezione minima conduttori neutro
Tabella 2
Sezione fase (Sez F)
Sezione neutro (Sez N)
Sez F
Sez N = Sez F
Sez F” PP 2 (Cu) o 25 Sez N = Sez F
mm2(Al)
Circuito polifase
Sez F > 16 mm2 (Cu) o 25 Sez N = (SEZ F)/2 (*)
mm2(Al)
(*) con il minimo di 16mm2 (per conduttori in Cu) e 25 mm2 (per conduttori in Al) purché siano soddisfatte le condizioni degli artt. 522, 524.1, 524.2, 524.3, 543.1.4. delle norme CEI 64-8
Circuito monofase
Circuito polifase
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
3.5.1.9 Sezione minima conduttori di protezioni
Vedere parte del disciplinare riguardante l’impianto di terra.
3.5.1.10 Cadute di tensioni massime ammesse
La caduta di tensioni massima ammessa lungo l’impianto utilizzatore non deve mai superare il
4% della tensione nominale, a meno che diversamente concordato con il committente.
3.5.1.11 Prestazioni dei cavi nei confronti dell’incendio
A seconda delle esigenze di resistenza al fuoco posso utilizzare le seguenti tipologie di cavi:
non propaganti la fiamma (CEI 20-35);
non propaganti l’incendio (CEI 20-22/2, CEI 20-22/3);
resistenti al fuoco (CEI 20-36);
a ridotta emissione di gas tossici e nocivi (CEI 20-37, CEI 20-38).
3.5.1.12 Cavi multipolari e unipolari tipo FG7OM1/0.6-1 KV e FG7M1/0.61KV
Descrizione: cavi multipolari e cavi unipolari flessibili a bassissima emissione di fumi e gas
tossici in rame rosso ricotto isolati in gomma HEPR ad alto modulo e con guaina esterna termoplastica speciale di qualitàM1 colore verde; tensione nominale: 0,6/1kV; conformi alle
Norme: CEI 20-22 III, CEI 20-35, CEI 20-37, CEI 20-38 tipi di posa ammessi: all'esterno e
all'interno anche in ambienti bagnati; posa fissa su muratura e su strutture e canalizzazioni metalliche; entro tubazioni interrate o direttamente interrati;
comportamento al fuoco: non propaganti l’incendio, non propaganti la fiamma e a bassissima
emissione di fumi e gas tossici in caso di incendio.
3.5.1.13 Cavi multipolari e unipolari TIPO FTG10(O)M1- RF31-22
Descrizione: cavi multipolari e cavi unipolari flessibili in rame rosso ricotto isolati in elastomerico reticolato di qualitàG10, con guaina esterna termoplastica speciale di qualità M1 colore azzurro; tensione nominale: 0,6/1kV; conformi alle Norme: CEI 20-22 III, CEI 20-35, CEI 2037,CEI 20-38, CEI 20-36 tipi di posa ammessi: all'esterno e all'interno anche in ambienti bagnati; posa fissa su muratura e su strutture e canalizzazioni metalliche; entro tubazioni interrate
o direttamente interrati; comportamento al fuoco: non propaganti l’incendio, non propaganti la
fiamma, RESISTENTI AL FUOCO, a ridottissima emissione di gas corrosivi in caso di incendio.
3.5.1.14 Conduttori tipoFG7OR
CAVI ISOLATI IN GOMMA HEPR CON GUAINA IN PVC FG7R 0,6/1kV, FG7OR 0,6/1kV
(CEI- UNEL 35375 e 35377), con conduttore flessibile, isolato in gomma G7 sotto guaina in
PVC, non propagante incendio (CEI 20-22/2) e a ridotta emissione di gas corrosivi (CEI 2037/2) in caso di incendio, completo di morsetti e capicorda; tipi di posa ammessi: in tubazioni
rigide o flessibili in vista o incassate; in canalette in materia plastica con coperchio
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3.5.1.15 Conduttori tipo N07G9-K
Cavo isolato con gomma - N07G9-K (CEI UNEL 35368), con conduttore flessibile, isolato in
gomma G9, non propagante incendio (CEI 20-22/2), a ridottissima emissione di fumi e di gas
tossici e a totale assenza di gas corrosivi (CEI 20-37/parti 2-5-7 e CEI 20-38/1), completo di
morsetti e capicorda; tipi di posa ammessi: in tubazioni rigide o flessibili in vista o incassate; in
canalette in materia plastica con coperchio
3.5.1.16 Conduttori tipo N07V-K
Descrizione: conduttori a corda flessibile di rame rosso ricotto, isolati con PVC di qualità
R2; tensione nominale:450/750 V; conformi alle Norme: CEI 20-22 II, CEI 20-35, CEI 2037/2; tipi di posa ammessi: in tubazioni rigide o flessibili in vista o incassate; in canalette in
materia plastica con coperchio; comportamento al fuoco: non propaganti l’incendio, non propaganti la fiamma e a bassa emissione di gas corrosivi.
3.5.2 Distribuzione con posa ad incasso
3.5.2.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
CEI 64-50 + (V1): Edilizia residenziale
Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori
Prescrizioni per distribuzione con tubi ad incasso
Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico serie leggera.
Il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima
pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono essere effettuate con raccordi o piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità
dei cavi.
A ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, a ogni derivazione
secondaria dalla linea principale e in ogni locale servito, la tubazione deve essere interrotta con
cassette di derivazione.
Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando
opportuni morsetti e morsettiere. Dette cassette devono essere costruite in modo che nelle condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei e risulti agevole la
dispersione di calore in esse prodotte. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di
fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo.
I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli che ospitano altre canalizzazioni,
devono essere disposti in modo da non essere soggetti a influenze dannose in relazione a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc.
Generalmente si raccomanda che:
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la distanza tra due scanalature sia di 1,50m;
le scanalature siano effettuate ad una distanza di 20cm dall’intersezione di due pareti.
3.5.3 Distribuzione con posa a parete
3.5.3.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori
La distribuzione con tubi rigidi a parete dovrà essere realizzata utilizzando prodotti rispondenti
alle normative CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-1 ed a marchio IMQ, completi di accessori
quali collari, giunzioni, scatole di derivazione, raccordi ecc.
Il grado di protezione dovrà arrivare all’IP65 ed il sistema dovrà essere completo di giunzioni
ad innesto rapido.
Il sistema di montaggio, la distanza di fissaggio dei supporti ed il corretto utilizzo degli accessori dovrà essere indicato dal costruttore.
3.5.4 Impianto interrato
3.5.4.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica
Linee in cavo
CEI 20-28 Connettori per cavi d'energia
3.6 PROTEZIONI
3.6.1 Impianto di terra
3.6.1.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
Legge 5 marzo 1990, n° 46 Art. 9 (Dichiarazione di conformità)
D.P.R. 6 dicembre 1991, n° 447 Art. 7
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CEI 64-12 - Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e
terziario
CEI 11-37 - Guida per l'esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia
alimentati a tensione maggiore di 1kV
CEI 11-1 - Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata
DPR 462/01: Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a
terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi
3.6.1.2 Costituzione e prescrizioni impianto elettrico
L’impianto di terra è definito come l’insieme dei dispersori, dei conduttori di terra, dei collettori (o nodi) principali di terra e dei conduttori di protezione ed equipotenziali, destinato a realizzare la messa a terra di protezione e/o di funzionamento.
Fig. 13 – Esempio di collegamento di un impianto di terra
Le caratteristiche dell’impianto di terra devono soddisfare le prescrizioni di sicurezza e funzionali dell’impianto elettrico, in particolare deve essere realizzato in modo da poter effettuare le
verifiche periodiche previste.
3.6.1.3 Conduttori di terra
Il collegamento di un conduttore di terra al dispersore deve essere effettuato in modo accurato
ed elettricamente soddisfacente.
La parte interrata del conduttore di terra cpriva di isolamento e a contatto col terreno è considerata come dispersore.
3.6.1.4 Collettori o nodi principali di terra
Sono costituiti da una sbarra o da un terminale al quale si devono collegare tutti i conduttori di
terra, di protezione, equipotenziali principali e, se richiesti, i conduttori funzionali.
Sul conduttore di terra, in posizione accessibile, deve essere previsto un dispositivo di apertura
che permetta di misurare la resistenza di terra: tale dispositivo può essere convenientemente
combinato con il collettore principale di terra. Questo dispositivo deve essere apribile solo me-
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diante attrezzo, deve essere meccanicamente robusto e deve assicurare il mantenimento della
continuità elettrica.
I conduttori di protezione o PEN possono essere collegati a terra in più punti.
Si raccomanda che il dispositivo di apertura sia combinato con il collettore principale di terra.
3.6.1.5 Conduttori di protezione
Le sezioni dei conduttori di protezione non devono essere inferiori ai seguenti valori:
Tabella 3
Sezione dei conduttori di fase dell’impianto
S [mm2]
S ”
16 < S ”
S > 35
Sezione minima del corrispondente conduttore
di protezione Sp [mm2]
Sp = S
Sp = 16
Sp = S/2
Tali valori sono utilizzabili solo in caso in cui il materiale dei conduttori di fase e di protezione
sia lo stesso (in caso contrario, riferirsi alla norma CEI 64-8 Art. 543).
La sezione di ogni conduttore di protezione che non faccia parte della conduttura di alimentazione, non deve essere, in ogni caso, inferiore a:
2,5 mm2 se è prevista una protezione meccanica;
4 mm2 se non è prevista una protezione meccanica.
Possono essere utilizzati come conduttori di protezione, gli involucri o strutture metalliche dei
quadri, i rivestimenti metallici (comprese le guaine di alcune condutture), i tubi protettivi, i canali metallici, le masse estranee, se rispondenti alle specifiche indicate nella norma CEI 64-8
Art. 543.2.
Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove,
ad eccezione delle giunzioni di tipo miscelato o incapsulato.
Sui conduttori di protezione non devono essere inseriti apparecchi di interruzione, ma possono
esserlo dispositivi apribili mediante attrezzo ai fini delle prove.
3.6.1.6 Conduttori equipotenziali
Collegamenti elettrici che mettono diverse masse e masse estranee al medesimo potenziale.
Quando le tubazioni metalliche dell’acqua sono utilizzate come conduttori di terra o di protezione, i contatori dell’acqua devono essere cortocircuitati per con un conduttore di sezione adeguata secondo la sua funzione nell’impianto di terra.
Le connessioni dei conduttori di protezione devono essere accessibili per ispezioni e per prove,
ad eccezione delle giunzioni di tipo miscelato o incapsulato.
Sui conduttori di protezione non devono essere inseriti apparecchi di interruzione, ma possono
esserlo dispositivi apribili mediante attrezzo ai fini delle prove.
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3.6.2 Protezione dalle sovracorrenti
3.6.2.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
3.6.2.2 Protezione delle condutture contro le sovracorrenti
I conduttori attivi devono essere protetti tramite una delle modalità seguenti:
installazione di dispositivi di protezione da sovraccarichi e cortocircuiti (CEI 64-8 Sez. 434
e Sez. 433) aventi caratteristiche tempo/corrente in accordo con quelle specificate nelle
Norme CEI relative ad interruttori automatici e da fusibili di potenza, oppure
utilizzo di un alimentazione non in grado di fornire una corrente superiore a quella sopportabile dal conduttore.
I dispositivi che assicurano la protezione sia contro i sovraccarichi sia contro i cortocircuiti sono:
interruttori automatici provvisti di sganciatori di sovracorrente;
interruttori combinati con fusibili;
fusibili.
3.6.2.3 Sovraccarico
I dispositivi che permettono protezione unicamente dai sovraccarichi hanno la caratteristica di
intervento a tempo inverso e possono avere potere di interruzione inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui essi sono installati (interruttori automatici con sganciatori di
sovracorrente o fusibili gG/aM).
Le condizioni che devono rispettare sono le seguenti:
IB ”,Q”,]
If ”,]
dove:
IB = corrente di impiego del circuito;
Iz = portata in regime permanente della conduttura (Sezione 523);
In = corrente nominale del dispositivo di protezione (Per i dispositivi di protezione regolabili la
corrente nominale In è la corrente di regolazione scelta);
If = corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo
convenzionale in condizioni definite.
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Fig. 13
Si consiglia di non installare protezioni contro i sovraccarichi nei circuiti che alimentano apparecchi utilizzatori in cui l’apertura intempestiva del circuito potrebbe essere causa di pericolo.
3.6.2.4 Cortocircuito
I dispositivi di protezione contro i cortocircuiti devono avere i seguenti requisiti:
potere di interruzione maggiore o uguale alla corrente di ctocto presunta nel punto di installazione (a meno di back up);
tempo di intervento inferiore a quello necessario affinché le correnti di ctocto provochino
un innalzamento di temperatura superiore a quello ammesso dai conduttori, ovvero deve
essere rispettata le relazione:
I2t ”.2S2
dove:
t = durata in secondi;
S = sezione in mm2;
I = corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace;
K = 115 per i conduttori in rame isolati con PVC;
143 per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato;
74 per i conduttori in alluminio isolati con PVC;
87 per i conduttori in alluminio isolati con gomma etilenpropilenica o propilene reticolato;
115 corrispondente ad una temperatura di 160°C, per le giunzioni saldate a stagno tra conduttori in rame;
I 2t = integrale di Joule per la durata del cortocircuito (espresso in A2s).
La formula appena descritta è valida per i cortocircuiti di durata ”VHGHYHHVVHUHYHULILFDWD
per un cortocircuito che si produca in un punto qualsiasi della conduttura protetta.
I dispositivi di protezione contro il ctocto devono essere installati nei punti del circuito ove avviene una variazione delle caratteristiche del cavo (S, K) tali da non soddisfare la disequazione
suddetta eccetto nel caso in cui il tratto di conduttura tra il punto di variazione appena citato e il
dispositivo soddisfi contemporaneamente le seguenti condizioni:
lunghezza tratto ”P
realizzato in modo che la probabilità che avvenga un cto cto sia bassissima;
non sia disposto nelle vicinanze di materiale combustibile o in luoghi a maggior rischio in
caso di incendio o di esplosione.
Il coordinamento tra la protezione contro i sovraccarichi e la protezione contro i cortocircuiti
può essere ottenuta tramite:
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- un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi (se rispetta le prescrizioni contenute
nella Norma CEI 64-8 Sez. 433 ed ha un potere di interruzione maggiore o uguale al valore
della corrente di cortocircuito presunta nel suo punto di installazione);
- dispositivi distinti, coordinati in modo che l’energia lasciata passare dal dispositivo di
protezione dal cto cto sia inferiore o uguale a quella massima sopportabile dal dispositivo
di protezione dal sovraccarico.
3.6.2.5 Protezione dei conduttori di fase
La rilevazione ed interruzione delle sovracorrenti deve essere effettuata per tutti i conduttori di
fase a meno delle eccezioni specificate dalla Norma CEI 64-8 Sez. 473.3.2.
3.6.2.6 Protezione del conduttore di neutro
E’ necessario prevedere la rilevazione delle sovracorrenti sul conduttore di neutro e conseguente interruzione dei conduttori di fase nel caso in cui il neutro abbia sezione minore dei conduttori di fase eccetto il caso in cui vengano soddisfatte contemporaneamente le due seguenti condizioni:
il conduttore di neutro è protetto contro i cortocircuiti dal dispositivo di protezione dei conduttori di fase del circuito;
la massima corrente che può attraversare il conduttore di neutro in servizio ordinario è inferiore al valore della portata di questo conduttore.
3.7 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI
3.7.1 Riferimenti normativi
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
Legge 46/1990 (Articolo 7): Norme per la sicurezza degli impianti
DPR 447/1991 (Articolo 5): Regolamento di attuazione della legge n. 46 del 5 marzo 1990,
in materia di sicurezza degli impianti
3.7.2 Protezione contro i contatti diretti
Si ha un contatto diretto quando una persona tocca direttamente una parte attiva o quando il
contatto avviene tramite un elemento conduttore che non sia una massa, ad es. un attrezzo.
Nei confronti dei contatti diretti si applica la regola generale, in base alla quale tutte le parti attive devono essere isolate, oppure protette con involucri o barriere;
Per gli impianti di illuminazione esterna o assimilabili si applicano delle prescrizioni più restrittive. Uno sportello, pur apribile, con chiave o attrezzo, è posto a meno di 2,5 m dal suolo e
dà accesso a parti attive, queste devono essere inaccessibili al dito di prova (IPXXB), oppure
devono essere protette da un ulteriore schermo, con uguale grado di protezione, a meno che lo
sportello si trovi in un ambiente accessibile solo a persone autorizzate.
La preoccupazione di un contatto diretto si estende anche agli apparecchi di illuminazione, più
precisamente alle lampade (fragili), le quali non devono diventare accessibili se non dopo aver
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rimosso un involucro o una barriera per mezzo di un attrezzo, a meno che l'apparecchio non si
trovi ad un’altezza superiore a 2,8 m.
3.7.2.1 Protezione per mezzo di isolamento delle parti attive
Questa protezione è ottenuta tramite isolamento completo e irremovibile (tranne che per mezzo
di distruzione) delle parti attive del sistema.
3.7.2.2 Protezione dalle parti attive per mezzo di involucri o barriere
L'involucro di un componente elettrico, oltre che garantire la protezione dai contatti diretti, deve impedire l'ingresso di liquidi e di corpi solidi, ad es, polveri.
Caratteristiche:
IP •;R,3•,3;;%,3•;R,3•;;'SHUTXDQWRULJXDUGDOHVXSHUILFLRUL]]RQWDOL
superiori a portata di mano);
nel caso debbano essere rimossi involucri o barriere si deve provvedere a rispettare i requisiti minimi forniti dalla norma (ad esempio rendendo possibile l’operazione solamente tramite chiave o attrezzo).
Per i componenti di un impianto di illuminazione esterna il grado di protezione contro l'ingresso di liquidi deve essere almeno pari a:
IPX8 (immersione in acqua continua) per i componenti interrati o installati in pozzetti senza drenaggio;
IPX7 (immersione per 30 min) per i componenti installati in pozzetti con drenaggio;
IPX5 (protezione contro i getti d'acqua) per gli apparecchi d'illuminazione in galleria, in
quanto vengono puliti con getti d'acqua.
In tutti gli altri casi è richiesto un grado di protezione almeno IP33, salvo particolari condizioni
di installazione. Il grado IP33 (minimo), tuttavia, non è sufficiente in molti casi, ad esempio, se
l’apparecchio e vicino al terreno perchè esposto agli spruzzi; in tal caso occorre almeno il grado
di protezione IPX4.
3.7.3 Protezione contro i contatti indiretti
Il contatto indiretto avviene con una massa in tensione a seguito di un guasto di isolamento.
Negli impianti in genere e negli impianti di illuminazione esterna o assimilabili la protezione
contro i contatti indiretti può essere eseguita mediante interruzione automatica dell'alimentazione. In alternativa si può ricorrere alla protezione con componenti di classe II (isolamento
doppio o rinforzato), oppure per separazione elettrica.
3.7.3.1 Protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione
L’interruzione automatica dell’alimentazione è richiesta se sulle masse può essere superato (in
caso di guasto) il valore della tensione di contatto limite. Le masse dell'impianto devono essere
collegate a terra mediante un conduttore di protezione.
Il valore della resistenza dell'impianto di terra e il dispositivo di protezione del circuito (il differenziale nel sistema TT e il magnetotermico o il differenziale nel sistema TN-S) devono essere
coordinati in modo da interrompere il circuito in un tempo compatibile con la protezione del
corpo umano. Gli apparecchi da proteggere mediante interruzione automatica
dell’alimentazione sono apparecchi di classe I, dotati cioè di isolamento principale e morsetto
di terra.
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Si devono coordinare:
tipologia di collegamento a terra del sistema;
tipo di PE utilizzato;
tipo di dispositivi di protezione.
Si devono collegare allo stesso impianto di terra tutte le masse a cui si possa accedere simultaneamente.
Devono essere connessi al collegamento equipotenziale principale:
il conduttore di protezione;
il conduttore di terra;
il collettore principale di terra;
le masse estranee specificate all’art. 413.1.2.1.
In casi particolari definiti dalla norma può essere richiesto un collegamento equipotenziale supplementare.
Prescrizioni particolari per sistemi TN (Cabina propria, categoria I)
Fig. 14
Questa tipologia di sistema è caratterizzata da:
messa a terra del sistema di alimentazione tramite un punto di messa a terra (generalmente
il neutro o in rari casi una fase);
collegamento di tutte le masse (se necessario anche masse estranee) al punto di messa a terra.
Può essere utilizzato un conduttore PEN a posa fissa che funga sia da conduttore di neutro che
da PE se si soddisfano le specifiche date dalla Norma CEI art 564.2:
Sez •PPUDPHRSSXUH6H]•PPDOOXPLQLR
non abbia installato a monte un dispositivo differenziale.
Deve essere garantita la protezione dai contatti indiretti mediante interruzione automatica
dell’alimentazione rispettando la seguente disequazione:
Ia ”80/ZS
dove:
Ia = valore di corrente definita dalla norma CEI 64-8 art.413.1.3.8;
U0 = valore della tensione nominale tra fase e terra;
Zs = impedenza anello di guasto.
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Per ottenere suddetta protezione possono essere impiegati apparecchi di protezione contro le
sovracorrenti o apparecchi differenziali (facendo particolare attenzione per quest’ultimi alle limitazioni di applicazione nel sistema TN).
Negli impianti di illuminazione esterna o assimilabili con installazione su palo generalmente si
collegano i pali tra loro con una corda nuda, a volte si usa anche la parte interrata dei pali interconnessi con una corda, preferibilmente nuda e interrata (la parte del palo immersa nel cemento
è da considerare in contatto elettrico con il terreno e quindi come dispersore di fatto). La norma stabilisce le dimensioni minime per i dispersori intenzionali, allo scopo di garantire la necessaria resistenza alla corrosione e alle sollecitazioni meccaniche (CEI 64/8).
L’impianto così realizzato dovrà essere collegato all’impianto di terra di cabina, in modo da
creare un impianto di terra unico (CEI 11-1).
3.7.3.2 Collegamento equipotenziale supplementare
Il collegamento deve essere disposto tra tutte le masse e masse estranee che possono essere accessibili simultaneamente, inoltre deve essere collegato a tutti i conduttori PE dei componenti
elettrici.
3.7.3.3 Protezione con impiego di componenti di classe II o con isolamento
equivalente
La protezione deve essere ottenuta tramite:
utilizzo di componenti elettrici di calasse II e quadri rispondenti alla Norma CEI 17-13/1:
Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT - Parte 1: Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette
a prove di tipo (ANS));
isolamento supplementare di componenti aventi il solo isolamento principale e isolamento
rinforzato delle parti attive nude (entrambi ottenibili rispettando le condizioni art. 413.2
CEI 64-8).
Anche gli impianti di illuminazione esterna o assimilabili possono essere realizzati utilizzando
apparecchi con isolamento doppio o rinforzato (apparecchi di classe II) e cavi di classe II (sono
cavi con guaina e con tensioni di isolamento almeno 0,6/1 kV).
Nell'installazione del cavo si deve fare particolare attenzione all'ingresso nel palo, per evitare
danneggiamenti o abrasioni dell'isolamento. L'eventuale morsettiera alla base del palo deve essere anch'essa di classe II.
Gli apparecchi di classe II non richiedono la messa a terra, anzi la loro messa a terra è proibita.
L'esperienza ha infatti dimostrato che la probabilità che sull'involucro metallico siano riportate
tensioni pericolose per l'inefficienza dell'impianto di terra è maggiore della probabilità che la
messa a terra sia utile in caso di cedimento dell'isolamento doppio o rinforzato.
3.7.3.4 Protezione mediante luoghi non conduttori
Evita il contatto simultaneo tra parti a potenziale differente a seguito di un guasto
dell’isolamento principale.
L’utilizzo di componenti di classe 0 è ammesso alle seguenti condizioni:
le masse e le masse estranee siano collocate in modo da non poter essere toccate simultaneamente (vedi norma CEI 64-8 Articolo 413.3);
nel luogo non conduttore non devono essere distribuiti conduttori di protezione;
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ODUHVLVWHQ]DGHLSDYLPHQWLHGHOOHSDUHWLLVRODQWLQRQGHYHHVVHUHLQIHULRUHDNȍSHUWHnsioni ”9HNȍSHUWHQVLRQL!9
Questa tipologia di protezione è raramente applicabile in edifici civili e similari.
3.7.3.5 Protezione mediante collegamento equipotenziale locale non connesso a terra
Permette di evitare l’insorgere di tensioni di contatto pericolose.
Questa protezione è ottenuta mediante collegamento, non messo a terra tra tutte le masse e le
masse estranee contemporaneamente accessibili. Tali conduttori non devono avere sezione inferiore a 2,5mm2 se protetti meccanicamente e a 4mm2 se non protetti meccanicamente.
Tutte le tubazioni metalliche, di qualsiasi tipo, uscenti o entranti dal locale, devono essere isolate mediante appositi giunti per evitare la propagazione di potenziali pericolosi.
Il locale deve risultare sotto sorveglianza di personale addestrato al fine di evitare
l’introduzione nel locale di apparecchi collegati a terra o di masse estranee.
Questa tipologia di protezione è utilizzabile in situazioni particolari e mai in edifici civili e similari oppure in luoghi destinati ad ospitare il pubblico.
3.7.3.6 Protezione mediante separazione elettrica
Devono essere rispettate le condizioni descritte in art 413.5 Norma CEI 64-8.
Le prescrizioni generali sono:
alimentazione del circuito tramite trasformatore di isolamento;
avere Vn [V]xL [m] ”FRQ/>P@”H9Q>9@”9QWHQVLRQHQRPLQDOH alimentazione circuito; L: lunghezza circuito);
utilizzare condutture distinte per diversi circuiti separati;
non si devono collegare le parti attive né a terra né a nessun altro circuito;
collegare le masse del circuito tramite conduttori equipotenziali isolati.
3.7.4 Coordinamento apparecchi di protezione
3.7.4.1 Riferimenti normativi
CEI EN 60898-1(CEI 23-3/1): Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti
per impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata
CEI EN 60947-2 (CEI 17- 5): Apparecchiature a bassa tensione.
Parte 2: Interruttori automatici
CEI EN 61008-1 (CEI 23-42) Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente
incorporati per installazioni domestiche e similari
CEI EN 61009-1 (CEI 23-44) Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
Il coordinamento dei dispositivi di protezione può essere di due tipi:
selettivo;
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di sostegno (back-up).
3.7.4.2 Coordinamento selettivo
L’esigenza di ottenere selettività di intervento tra i dispositivi di protezione installati in un impianto è definita dal committente o dal progettista dell’impianto.
La mancanza di energia elettrica, anche per un breve tempo può causare danni economici e, in
alcuni casi, compromettere la sicurezza delle persone. Ad esempio in alcuni impianti ove è richiesta la massima continuità di esercizio, quale:
impianti industriali a ciclo continuo;
impianti ausiliari di centrali;
reti di distribuzione civili (ospedali, banche, ecc.);
impianti di bordo;
predomina sulle altre esigenze quella di garantire il più possibile la continuità di funzionamento.
3.7.4.3 Coordinamento selettivo tra dispositivi di protezione da sovracorrenti
La soluzione normalmente adottata è quella del coordinamento selettivo delle protezioni di
massima corrente che consente di isolare dal sistema la parte di impianto interessata dal guasto,
facendo intervenire il solo interruttore situato immediatamente a monte di esso.
Al fine di realizzare un corretto coordinamento selettivo, si devono tener presente le seguenti
regole fondamentali:
1) allo scopo di ridurre gli effetti di tipo termico ed elettrodinamico e contenere i tempi di ritardo entro valori ragionevoli, il coordinamento selettivo non dovrebbe avvenire tra più di
quattro interruttori in cascata;
2) ciascun interruttore deve essere in grado di stabilire, supportare ed interrompere la massima
corrente di cortocircuito nel punto dove è installato;
3) per assicurarsi che gli interruttori di livello superiore non intervengano, mettendo fuori servizio anche parti di impianto non guaste, si devono adottare soglie di corrente di intervento
(ed eventualmente di tempo di intervento) di valore crescente partendo dagli utilizzatori
andando verso la sorgente di alimentazione;
4) per assicurare la selettività, l’intervallo dei tempi di intervento dovrebbe essere approssimativamente di 0,1-0,2 s. Il tempo massimo di intervento non dovrebbe superare i 0,5 s.
La selettività tra due interruttori in cascata, può essere totale o parziale.
Fig. 15
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Selettività totale
La selettività è totale se si apre solo l’interruttore B, per tutti i valori di corrente inferiori o
uguali alla massima corrente di ctocto presunta nel punto in cui è installato B.
Selettività parziale
La selettività è parziale se si apre solo l’interruttore B per valori di corrente di cortocircuito
in C inferiori al valore IL oltre il quale si ha l’intervento simultaneo di A e B.
Le tipologie di selettività ottenibili sono:
cronometrica;
amperometrica;
di zona.
3.7.4.4 Selettività cronometrica
Può essere ottenuta con l’impiego di sganciatori o relé muniti di dispositivi di ritardo intenzionale dell’intervento.
I ritardi vengono scelti con valori crescenti risalendo lungo l’impianto per garantire che
l’intervento sia effettuato dall’interruttore immediatamente a monte del punto in cui si è verificato.
L’interruttore A interviene con ritardo ǻt rispetto all’interruttore B, nel caso che entrambi gli
interruttori siano interessati a una corrente di guasto di valore superiore a Im.
L’interruttore A, ovviamente, dovrà essere in grado di sopportare le sollecitazioni dinamiche e
termiche durante il tempo di ritardo.
Fig. 16
3.7.4.5 Selettività amperometrica
Può essere ottenuta regolando la soglia di intervento istantaneo a valori di corrente diversi fra
gli interruttori A e B e sfruttando la condizione favorevole del diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito in funzione della posizione in cui si manifesta il guasto a causa
dell’impedenza dei cavi.
Per effetto della limitazione dovuta a questa impedenza in certi casi è possibile regolare
l’intervento istantaneo dell’interruttore a monte del cavo ad un valore dell’intensità di corrente
superiore a quello del massimo valore raggiungibile dalla corrente di guasto che percorre
l’interruttore a valle, pur assicurando quasi completamente la protezione della parte di impianto
compresa tra i due interruttori.
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Fig. 17
A seconda degli interruttori impiegati la selettività amperometrica può assumere condizioni diverse:
i) con interruttori tradizionali con breve ritardo a monte e a valle: la selettività è tanto più efficace e sicura quanto più grande è la differenza tra la corrente nominale dell’interruttore
posto a monte e quella dell’interruttore posto a valle; inoltre la selettività amperometrica
generalmente risulta totale se la corrente di ctocto in C è inferiore alla corrente magnetica
dell’intervento dell’interruttore A;
j) con interruttori tradizionali con breve ritardo a monte e interruttori tradizionali a valle: selettività amperometrica, per valori di corrente di ctocto elevati, può essere migliorata utilizzando interruttori a monte provvisti di relé muniti di breve ritardo (curva ”S”); la selettività
è totale se l’interruttore A non si apre; la possibilità di avere interventi selettivi senza
l’introduzione di ritardi intenzionali riduce le sollecitazioni termiche e dinamiche
all’impianto in caso di guasto e frequentemente permette di sotto-dimensionare alcuni suoi
componenti;
k) con interruttori tradizionali a monte e interruttori limitatori a valle: usando interruttori limitatori a valle e, a monte di essi, interruttori tradizionali (dotati di potere d’interruzione adeguato con sganciatori di tipo istantaneo) è possibile ottenere selettività totale.
In questo ultimo caso la selettività dell’intervento si realizza grazie ai tempi di intervento estremamente ridotti dell’interruttore limitatore che riducono l’impulso di energia dovuto alla
corrente di guasto a valori tanto bassi da non causare l’intervento dell’interruttore a monte.
Con questo principio è possibile realizzare la selettività totale anche tra interruttori limitatori di
diverso calibro fino a quei valori di corrente che non provocano l’apertura transitoria dei contatti del limitatore a monte.
3.7.4.6 Selettività energetica
È un tipo di selettività alla quale si ricorre quando fra due interruttori non è possibile impostare
un tempo di ritardo nell’intervento.
Questo sistema può consentire di ottenere un livello di selettività che va oltre il valore della soglia magnetica dell’interruttore a monte, impiegando un interruttore limitatore a valle.
Nel caso si abbia a monte un interruttore del tipo B ma con Icw ”,FXLQIXQ]LRQHGHOODOLPLW azione effettuata dall’interruttore a valle possiamo ottenere un limite di selettività superiore al
valore della soglia istantanea dell’interruttore a monte.
Per lo studio della selettività energetica non si confrontano le curve di intervento corrente/tempo dei componenti installati in serie ma le curve dell’energia specifica (I2t) lasciata passare dall’interruttore a valle e la curva dell’energia dell’interruttore a monte. Si ottiene la selettività energetica se le due curve non hanno punti di intersezione. L’effetto di limitazione
dell’energia specifica passante è funzione del tipo di interruttore (meccanismo di apertura, con-
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tatti ecc.) mentre il livello energetico di non sgancio è legato alle caratteristiche di intervento
dello sganciatore (soglia istantanea, tempo di intervento), nonché dalla soglia di repulsione dei
contatti (apertura incondizionata).
Fig. 18
Per poter realizzare in maniera ottimale una selettività energetica occorre pertanto impiegare:
sganciatori istantanei con tempo di risposta legato alla corrente di cortocircuito e di taglia
diversa;
interruttori con una forte limitazione di corrente ed i contatti differenziati per taglia.
L’impiego di interruttori limitatori a valle permette inoltre una sensibile riduzione delle sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche alle quali è soggetto l’impianto e di contenere i ritardi intenzionali imposti agli interruttori installati a livello primario.
3.8 SISTEMI DI CANALIZZAZIONE
3.8.1.1 Passerella portacavi in filo d’acciaio saldato
Passerella in filo d'acciaio saldato con finitura tipo GAC galvanizzata a caldo per immersione
dopo la fabbricazione NF A 91-121 / NF A 91-122.
Per la posa saranno impiegate, per quanto possibile, mensole ancorate a profilati fissati alle
strutture di sostegno in modo da garantire sempre ispezionabilità ed accessibilità.
La distanza fra due sostegni non dovrà essere superiore a 2 m e comunque tale che la freccia
d'inflessione non risulti superiore a 5 mm.
La distanza della canaletta dal soffitto o da un'altra sovrapposta dovrà essere di almeno 20 cm.
Particolare attenzione dovrà quindi essere posta negli incroci o attraversamenti superiori o inferiori delle canalizzazioni degli impianti meccanici.
Il collegamento fra due tratti dovrà avvenire mediante appositi giunti di tipo incastro in modo
da ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l'abrasione durante la posa. Per eseguire cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc. dovranno essere impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore.
3.8.1.2 Canala metallica dotata di coperchio di chiusura
Canali in lamiera zincata a caldo con processo Sendzimir, conforme UNI-EN 10142, spessore
del rivestimento protettivo non inferiore a 14ȝ, lunghezza del singolo elemento 3mt. Forata o
non forata, dotata di coperchio di chiusura.
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Le condizioni e raccomandazioni di posa sono le stesse già descritte per la passerella portacavi
in filo d’acciaio saldato.
3.8.1.3 Sistema di canali ad uso battiscopa e cornice
Canalina con funzioni porta apparecchi e portacavi, realizzata in PVC rigido non propagante la
fiamma, idonea per installazioni a battiscopa, parete e soffitto di impianti elettrici e/o sistemi di
comunicazione con tensioni fino a 1000 V in corrente alternata e/o 1500 V in corrente continua
e certificata da IMQ secondo la norma EN 50085. Canalina completa di componenti ed accessori per ridurre al minimo lavorazioni e adattamenti in opera e scatole porta apparecchi conformi ai principali standard europei. Fondo degli elementi rettilinei e dei componenti di interconnessione - ivi comprese le scatole di derivazione - dotati di separatori per la segregazione
completa dei circuiti su cinque scomparti, con utilizzo di apposito coperchio copri scomparto, e
garanzia del posizionamento dei cavi ad almeno 10 millimetri di altezza rispetto al pavimento
finito mediante apposito elemento distanziale realizzato in materiale morbido. Coperchio degli
elementi rettilinei smontabile solo con attrezzo (idoneità all’installazione in ambiente aperto al
pubblico secondo la norma CEI 64-8) e dotato di pellicola di protezione dai danneggiamenti
superficiali durante l’installazione. Angolo interno, angolo esterno ed angolo piano a raggiatura
variabile. Scatole porta apparecchi ancorate in modo indipendente ed all’esterno rispetto
all’elemento rettilineo. Grado di protezione assicurato dall’involucro (secondo la norma EN
60529): IP40. Grado di resistenza agli urti durante l’installazione e l’utilizzo: 5 Joule.
3.8.1.4 Sistemi di tubi protettivi
Il sistema di tubazioni impiegato sarà completo di tutti i sistemi adatti alla realizzazione di condutture e vie cavi per posa a vista, sottotraccia, bordomacchina e interrata.
In particolare faranno parte della gamma le seguenti tipologie di tubazioni:
Tubazioni rigide in PVC adatte alla realizzazione di condutture a vista in ambiente civile,
terziario, industriale.
Tubazioni corrugate pieghevoli adatte per realizzazione di distribuzione sottotraccia in ambienti civile/terziario.
Tubazioni flessibili (guaine spiralate) adatte alla realizzazione di condutture a vista e bordomacchina in ambiente civile, terziario, industriale.
Tubazioni per distribuzione interrata adatte alla realizzazione di condutture interrate (es.
distribuzione di servizi comuni) per impianti elettrici e/o telecomunicazioni.
3.8.1.5 Tubi rigidi
Il sistema di tubazioni rigide in materiale termoplastico impiegato, comprenderà tubazioni in
PVC vergine e materiale halogen free, in modo che le caratteristiche meccaniche del prodotto
siano le migliori possibili, e permettano la possibilità della piegatura a freddo in fase di posa.
Tutte le tubazioni saranno dotate di marchio di qualità IMQ.
La serie di accessori comprenderà tutte le funzioni di collegamento, supporto e raccordo tra i
tubi; in particolare sarà completata da giunti flessibili che permettono il loro utilizzo sia come
giunzione sia come curva, e mettono al riparo da eventuali errori di taglio sulla lunghezza del
tubo in fase di posa. Gli accessori permetteranno la realizzazione di percorsi interamente halogen free.
La serie comprenderà almeno tre tipologie di tubo:
tubo rigido medio piegabile a freddo;
tubo rigido pesante ad elevata resistenza meccanica;
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tubo rigido pesante halogen free.
L’offerta dovrà comprendere una gamma completa di accessori tali da poter essere componibili
a tutti i diametri della gamma e consentire di realizzare un’installazione a regola d’arte per ogni
tipo di percorso. Gli accessori dovranno avere le seguenti caratteristiche:
realizzati in materiale termoplastico a base di PVC, autoestinguente;
gradi di protezione realizzabili da IP40 a IP65 (a seconda della serie di accessori utilizzati);
disponibilità di scatole di derivazione standard o/e con possibilità di sistemi di raccordo a
scatto, con tubi rigidi di almeno 3 diametri, guaine spiralate di almeno 3 diametri e pressacavi per cavi aventi diametro esterno minimo 3 mm e massimo 12 mm. Tali scatole dovranno permettere la derivazione di minimo 3 tubi e massimo 10 tubi semplicemente montando a scatto tutti i raccordi.
La gamma degli accessori dovrà comprendere:
raccordi standard IP40;
raccordi IP65 ad innesto rapido;
manicotti flessibili da IP44 a IP65;
curve 90° standard IP 40;
curve 90° IP65 ad innesto rapido;
curve a 90° e derivazioni a T ispezionabili;
raccordi tubo-scatola, tubo-guaina e tubo-cavo IP65 ad innesto rapido;
serie di pressacavi con grado di protezione fino a IP68;
supporti semplici;
supporti componibili su guida;
supporti a graffetta con chiodo;
supporti metallici a collare.
Riferimenti normativi
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-1 (CEI 23-54): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori
CEI EN 50267-2-2 (CEI 20-37/2-2): Metodi di prova comuni per cavi in condizioni di incendio - Prove sui gas emessi durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi
Parte 2-2: Procedure di prova - Determinazione del grado di acidità (corrosività) dei gas dei
materiali mediante la misura del pH e della conduttività
Caratteristiche generali
Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J);
resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;
resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;
gamma di 7 diametri disponibili da 16mm a 63mm;
temperatura di applicazione permanente e di installazione: -5°C/+60°C.
Caratteristiche specifiche
Tubo isolante rigido medio piegabile a freddo
Materiale: PVC;
classificazione 3321;
resistenza alla compressione 750N.
Tubo isolante rigido pesante
Materiale: PVC;
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classificazione 4321;
resistenza alla compressione 1250N.
Tubo isolante rigido pesante Halogen free
Materiale: Halogen free (CEI EN 50267-2-2)
classificazione 4422;
resistenza alla compressione 1250N.
3.8.1.6 Tubi pieghevoli
Il sistema di tubazioni corrugate pieghevoli in materiale termoplastico per distribuzione sottotraccia e all’interno di controsoffitti e pavimenti flottanti, comprenderà tubazioni in PVC e polipropilene vergini, in modo che le caratteristiche meccaniche del prodotto siano le migliori
possibili.
I tubi corrugati pieghevoli della gamma saranno disponibili in diverse colorazioni in modo da
contrassegnare in fase di posa dei cavi linee diverse e identificare i percorsi.
Tutti i componenti della gamma saranno marcati IMQ e conformi alle relative normative europee.
La serie comprenderà almeno due tipologie di tubo:
tubi pieghevoli autoestinguenti;
tubi pieghevoli halogen free autoestinguenti e autorinvenenti.
La serie di accessori comprenderà manicotti e tappi che impediranno l’ingresso di corpi estranei all’interno dei tubi.
Riferimenti normativi
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-2 (CEI 23-55): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli e accessori
Caratteristiche generali
Resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;
rigidità dielettrica: 2000V a 50Hz per 15 minuti;
resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;
gamma di 6 o 7 diametri (a seconda del colore) disponibili da 16mm a 63mm;
resistenza alla compressione: 750N.
Caratteristiche specifiche
Tubo isolante pieghevole autoestinguente
Materiale: PVC;
classificazione 3321;
resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J);
gamma minima di colori disponibili: bianco naturale, nero, verde, azzurro, marrone, lilla;
disponibilità anche in versione con sonda tiracavo.
Tubo isolante pieghevole halogen free autoestinguente ed autorinvenente
Materiale: Polipropilene;
classificazione 3422;
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resistenza all’urto 2kg da 300mm (6J);
gamma minima di colori disponibili: grigio, grigio scuro;
disponibilità anche in versione con sonda tiracavo.
3.8.1.7 Tubi flessibili
Il sistema di tubazioni flessibili (guaine spiralate), dovrà comprendere una serie di prodotti adattabili a diverse esigenze ed utilizzabili anche in ambienti con condizioni ambientali particolarmente gravose. Tutte le tubazioni saranno dotate di marchio di qualità IMQ.
In particolare la gamma dovrà comprendere:
guaine isolanti spiralate (autoestinguenti resistenti ad agenti chimici per impieghi industriali);
guaine isolanti spiralate per impieghi non gravosi (applicazioni industriali non gravose).
La gamma comprenderà un elevato numero di accessori, che permetteranno di poter impiegare
tutte le guaine spiralate in tutte le condizioni ambientali ed installative previste dalle norme.
Gli accessori dovranno avere le seguenti caratteristiche:
Realizzati in materiale termoplastico a base di PVC, autoestiguente;
Grado di protezione minimo IP64;
Resistenza alla fiamma secondo CEI EN 50086 : autoestinguente in meno di 30s;
La gamma degli accessori dovrà comprendere:
Raccordi girevoli dritti scatola-guaina con almeno tre tipologie di filettatura: Metrica, Gas,
PG;
Raccordi girevoli curvi scatola-guaina guaina con almeno tre tipologie di filettatura: Gas,
PG;
Raccordi fissi scatola-guaina guaina con almeno tre tipologie di filettatura: Metrica, Gas,
PG;
Raccordi tubo-guaina ad innesto rapido;
Manicotti girevoli guaina-guaina;
Raccordi guaina-cavo.
Riferimenti normativi
CEI EN 50086-1 (CEI 23-39): Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche
Parte 1: Prescrizioni generali
CEI EN 50086-2-3 (CEI 23-56)+(V1): Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche
Parte 2-3: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi flessibili e accessori
Caratteristiche generali
Resistenza all’urto 2kg da 100mm (2J);
resistenza di isolamento 100Mohm a 500V per 1 min.;
rigidità dielettrica: 2000V a 50Hz per 15 minuti;
resistenza alla fiamma (secondo CEI EN 50086): autoestinguente in meno di 30s;
temperatura di applicazione permanente e di installazione: -5°C/+60°C.
Caratteristiche specifiche
Guaina isolante spiralata
Materiale: PVC (rigido per la spirale interna, plastificato per la copertura);
classificazione 2311;
resistenza alla compressione 320N;
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disponibili alcune versioni con sonda tiracavo;
colori disponibili: nero RAL 9005, grigio RAL 7035, azzurro.
Guaina isolante spiralata per impieghi non gravosi
Materiale: PVC (rigido per la spirale interna, plastificato per la copertura);
classificazione 1311;
resistenza alla compressione 125N;
colore disponibile: grigio RAL 7035.
3.8.1.8 Guaina in PVC plastificato
Dovrà essere conforme alle norme CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-3 in materiale autoestinguente e costituito da un tubo in plastica morbida, internamente liscio rinforzato da una spirale di sostegno in pvc provvista di marchio italiano di qualità e marcatura CE. La spirale dovrà
avere caratteristiche (passo dell'elica, rigidezza, ecc.) tali da garantire l'inalterabilità della sezione anche per il raggio minimo di curvatura (r. min. = 2 x diam. int.) ed il ritorno alla sezione
originale in caso di schiacciamento. Il campo di temperatura di impiego dovrà estendersi da 15°C. a + 70 °C.
Per il collegamento a tubi di altro tipo, canalette, cassette di derivazione o di morsettiere dei
motori, contenitori, ecc. dovranno essere impiegati esclusivamente raccordi previsti allo scopo
dal costruttore e costituiti da: corpo (del raccordo), anello di tenuta, ghiera filettata di serraggio,
controdado o manicotto filettato a seconda se il collegamento è con cassette, canalette o contenitori oppure con tubi filettati.
3.8.2 Cavidotti e pozzetti
Il sistema di tubazioni per distribuzione interrata, dovrà comprendere una serie di cavidotti e di
pozzetti adatti a realizzare percorsi cavi per condutture interrate.
In particolare la gamma dovrà comprendere cavidotti pieghevoli a doppia parete ed una serie
completa di pozzetti disponibili con coperchi ad alta resistenza.
La gamma comprenderà una serie di accessori di giunzione, raccordo e attestazione che renderanno più agevole semplice la posa dei cavidotti.
3.8.3 Cavidotti
3.8.3.1 Tubo corrugato a doppia parete
Tubo corrugato a doppia parete tipo normale, stabilizzato ai raggi UV con garanzia 1 anno dalla
data di produzione riportata sul tubo, per protezione cavi elettrici B.T. e M.T. (bassa e media
tensione) e telefonici. resistenza allo schiacciamento: CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-46;V1)
450N con deformazione diametro interno pari al 5% marchio IMQ - marcatura CE.
RAGGIO DI CURVATURA MINIMO: 15 volte il diametro esterno.
LIMITI D’IMPIEGO: - 50 °C • + 60 °C.
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3.8.3.2 Tubo corrugato a singola parete
Tubo corrugato a singola parete tipo leggero, stabilizzato ai raggi UV con garanzia 1 anno dalla
data di produzione riportata sul tubo, per protezione cavi elettrici B.T. (bassa tensione) e telefonici.
resistenza allo schiacciamento 250N con deformazione diametro interno pari al 5%marcatura
CE.
RAGGIO DI CURVATURA MINIMO: 15 volte il diametro esterno.
LIMITI D’IMPIEGO: - 50 °C • + 60 °C
3.8.3.3 Pozzetti
Pozzetti di ispezione in elementi prefabbricati di calcestruzzo, realizzati con cemento tipo
42,5R ed inerti lavati e vagliati opportunamente dosati per ottenere un cls di classe > 350, costruiti con i seguenti elementi: elemento di fondo di altezza 100 cm con impronte di riduzione
di spessore per l'introduzione del tubo di attraversamento. Soletta carrabile di copertura. Gli elementi saranno posati su una platea di calcestruzzo di spessore 20 cm, armata con rete elettrosaldata maglia 20 x 20, di dimensioni maggiori di 20 cm rispetto alle dimensioni esterne del
pozzetto. Gli elementi saranno tra loro sigillati e stuccati con l'interposizione di malta cementizia.
3.9 ACCESSORI
3.9.1 Cassette di derivazione
Dovranno essere in materiale isolante autoestinguente dotate di coperchio fissato con viti o con
sistema a 1/4 di giro o equivalente.
Le viti dovranno essere rese imprendibili, essere in acciaio inossidabile o in ottone o comunque
trattate superficialmente contro la corrosione (cadmiatura, zincocromatura, ecc.).
Saranno poste in opera in posizione tale da essere facilmente apribili ed ispezionabili curando
in modo particolare che risultino allineate tra loro e parallele a pareti, soffitti, e spigoli dei locali. Quelle posate in vista dovranno essere fissate con non meno di due viti. Per quanto possibile,
si dovrà cercare di unificare i tipi di dimensioni.
Tutte le tubazioni protettive dovranno entrare dai fianchi o dal fondo delle cassette. L'ingresso
dovrà avvenire attraverso i fori o gli indebolimenti sfondabili previsti dal costruttore e senza
praticare allargamenti o produrre rotture sulle pareti.
Il numero delle tubazioni entranti o uscenti da ciascuna cassetta non dovrà, pertanto essere superiore a quello dei fori o degli indebolimenti stessi.
Nelle cassette stagne il taglio dei passatubi in plastica morbida dovrà avvenire in modo che ne
risulti un foro circolare e non sia abbassato il grado di protezione. Tali passatubi non dovranno
essere asportati per introdurre tubazioni di diametro superiore a quello previsto dal costruttore.
Le tubazioni dovranno sporgere all'interno della cassetta per circa 0,5 cm, le parti più sporgenti
dovranno essere tagliate prima dell'infilaggio dei cavi.
Le cassette di tipo ad incasso dovranno essere opportunamente protette in modo da non essere
riempite durante la fase di intonacatura delle pareti. Tutte le parti in malta eventualmente entrate dovranno essere asportate con cura prima dell'infilaggio dei conduttori.
Setti di separazione fissi dovranno essere previsti in quelle cassette cui fanno capo impianti con tensioni nominali diverse.
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In nessun caso le cassette destinate agli impianti speciali potranno essere utilizzate per altro tipo di impianto.
Tutte le derivazioni e le giunzioni sui conduttori dovranno essere eseguite entro le cassette; non è ammesso pertanto eseguirle nelle scatole di contenimento di prese interruttori, ecc.
oppure entro gli apparecchi illuminanti o nelle tubazioni protettive.
Le derivazioni saranno effettuate mediante morsettiere fisse oppure di tipo componibile montate su guida di tipo unificato. Il serraggio dei conduttori dovrà essere a vite con l'interposizione
di una piastrina metallica.
Sono ammessi collegamenti eseguiti con morsetti a cappuccio con serraggio indiretto.
Tutte le cassette di derivazione dovranno essere contrassegnate in modo chiaro;. la siglatura
dovrà essere fatta impiegando timbri di tipo componibile sostituiti da caratteri di almeno 10
mm di altezza ed impieganti inchiostro di tipo indelebile.
Le sigle dovranno essere poste sulla superficie interna che su quella esterna del coperchio di
ciascuna cassetta solamente nel caso di cassette installate su pareti o superfici che sicuramente
non saranno tinteggiate, le sigle potranno essere poste solo sulla superficie esterna. Cassette destinate a impianti e/o servizi diversi dovranno riportare le sigle di tutti gli impianti.
3.9.2 Passacavi stagni
Saranno costituiti dai seguenti componenti:
Tasselli forati (divisi in due semitasselli per poter serrare il cavo) in materiale isolante incombustibile e resistente ai liquidi e ai solventi più comuni.
Tasselli pieni di riempimento, dello stesso materiale.
Telaio di contenimento in acciaio saldato completo degli accessori di serraggio dei tasselli,
nelle varie forme e tipi (adatto ad essere saldato su parti metalliche, ad essere annegato nel
calcestruzzo, ad essere fissato a tubazioni, ecc.).
Saranno installati ogni qualvolta sia necessario evitare che i liquidi di qualsiasi tipo (prevalentemente l'acqua) passino da un ambiente ad un altro attraverso le coperture destinate al passaggio dei cavi.
In particolare saranno previsti sulle tubazioni d'ingresso negli edifici per impedire che oltre
l'acqua possano entrare anche animali.
3.10 CORPI ILLUMINANTI E RELATIVI ACCESSORI
Le tipologie di apparecchi utilizzati nei vari locali sono desumibili dalle planimetrie di progetto.
Per le specifiche tecniche dei corpi illuminanti oltre che a quanto indicato nel presente disciplinare si dovrà tenere conto delle specifiche tecniche riportata nelle pagine finali degli elaborati
grafici IQE01, IQE02 ed IQ03.
Si deve precisare che tutte le lampade fluorescenti e tutte quelle a scarica, dovranno essere rifasate singolarmente nel cablaggio dell’apparecchio illuminante.
3.10.1.1 Apparecchio singolo LED
Apparecchio singolo LED in colore bianco (IP20) 57W LED830. Apparecchio d'illuminazione
derivato per comando DALI con converter LED. Apparecchio LED per fila continua, alta efficienza energetica per la sostenibilità ecologica e la convenienza economica. Resa cromatica:
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RA>80. Apparecchio con luce di colorazione 840. Tolleranza di colore fra diversi apparecchi
max. 4 ellissi MacAdams. Livello dimming in modalità DC preimpostato al 15%. Durata dei
LED: 50.000 h con rimanente 80 % del flusso iniziale. Principio all-in-one: supporto, lampade
e ottica in un unico prodotto. Scelta delle fasi sulla derivazione. Totale flessibilità, fissaggio
meccanico ed elettrico sul binario TECTON tramite due manopole laterali, senza bisogno di utensili. Assenza di raggi ultravioletti e infrarossi. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure:
1471 x 51 x 48 mm. Peso: 2.27 kg.
3.10.1.2 Binario portante
Binario portante in profilo di lamiera d'acciaio verniciata in resina di poliestere di colore bianco, dotato di 11 cavi integrati in un profilo. 5 cavi di rete e 2 x 2 cavi per integrare la luce di
emergenza sulla base di due circuiti separati, inoltre due cavi per trasmissione di comandi. Collegamento senza attrezzi tramite set di alimentazione elettrica. Alimentazione bianca (entrata)
in profilo di lamiera d'acciaio, per collegamento elettrico della fila continua. Morsetti a innesto
per 5 cavi di rete, 2 x 2 cavi di emergenza e 2 cavi di comando. Inclusa anche la protezione da
contatto con il profilo e le testate. Misure: 344 x 63 x 54 mm; peso: 0.68 kg.
3.10.1.3 Apparecchio di sicurezza LED per illuminazione antipanico
Apparecchio di sicurezza LED per illuminazione antipanico di min. 0,5lx conf, ANTI-PANIC
AD LED, conforme alla normativa EN 1838; a plafone; con alimentazione a batteria singola
per 1 ora di autonomia.Circuito con esercizio in emergenza oppure permanente, con test di controllo automatico o centralizzato; altezza locali da 2,2 a 5 m; high power LED di tonalità diurna; gestione termica ottimizzata da grossi dissipatori in pressofusione di alluminio; lente in policarbonato (PC); armatura in pressofusione di alluminio, verniciato a polvere in bianco, RAL
9016; montaggio rapido e senza utensili; manutenzione senza utensili; innesti per cablaggio
passante fino a 2,5mm²; protetto da colpi di pallone. Potenza totale: 4 W; alimentazione: 230V
AC, selettore per numerazione meccanica; Misure: 146 x 146 x 37 mm; IP40; peso: 0.65 kg.
Apparecchio cablato senza alogeni.
3.10.1.4 Segnaletica di emergenza
Segnaletica di emergenza con esercizio in emergenza oppure permanente, con test di controllo
automatico o centralizzato, del tipo CROSSIGN A LED. Montaggio a plafone; armatura in policarbonato stampato a iniezione in colore bianco; alimentatore LED a 2 canali, con numerazione ottica e meccanica e funzione “Maintenance". Montaggio semplificato. Assenza di manutenzione grazie alla tecnologia LED; durata di 50.000h con flusso luminoso costante. Funzione
ERI con due LED aggiuntivi high power e lenti asimmetriche, girevoli di 360° e fissabili a passi di 90°, per illuminazione di vie di fuga. Retroilluminazione omogenea del pittogramma con
LED low power di luminanza > 500 cd/m² sulla parte bianca. Tensione alimentata: 220/240V
AC. Potenza totale: 5.8 W. Protezione: IP42, classe isolamento: SC2; Circuito permanente: da
+5°C a +30°C, circuito in emergenza: da +5°C a +35°C. Misure dell’apparecchio con segnaletica: 332 x 44 x 210 mm; peso: 0.47 kg; apparecchio cablato senza alogeni. Segnaletica compresa.
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3.10.1.5 Apparecchio installato a sospensione
Apparecchio installato a sospensione con ottica schermata darklight, emissione diretta (75%)
/indiretta (25%) 2/54W, per T16, con reattore elettronico. Armatura in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere in colore bianco. Direzionamento con ottica di precisione per emissione diretta a fascio largo. Direzionamento e riduzione della luce indiretta tramite sistema ottico formato da riflettore di fondo perforato e riflettori per distribuzione a fascio largo. Limitazione abbagliamento conf. EN 12464 L<1000 cd/m²
a 65° in ogni direzione. Set di sospensioni a funi singole sulla testata, composto da 1 rosone e
da 2 funi da 1000 mm, con regolazione dell’altezza senza utensili. Apparecchio con lampade di
colorazione 840 e interamente cablato con sospensioni già montate e cavo di raccordo bianco.
Misure: 1200 x 145 x 60 mm peso: 3.6 kg
3.10.1.6 Plafoniera con ottica schermata
Plafoniera con ottica schermata darklight, 2/54W, per T16, con reattore elettronico, inverter e
batteria tampone 1h con controllo centralizzato. Armatura in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere in colore bianco. Direzionamento
con ottica di precisione per emissione diretta a fascio largo. Limitazione abbagliamento conf.
EN 12464 L<1000 cd/m² a 65° in ogni direzione. Apparecchio con lampade di colorazione 840
e interamente cablato. Misure: 1200 x 145 x 60
3.10.1.7 Apparecchio da incasso LED per illuminazione simmetrica a fascio largo
Apparecchio da incasso LED per illuminazione simmetrica a fascio largo; lampade: 25 W
LED830, tonalità: calda(3000K); Flusso luminoso totale degli apparecchi: 1710 lm, Efficienza
apparecchio: 68 lm/W; resa cromatica: RA80; durata: 50.000h con rimanente 70% del flusso;
armatura in pressofusione di alluminio, studiata per dissipazione passiva; riflettore e anello
formano un unico elemento in policarbonato anti-UV d’alta qualità; anello di copertura bianco;
riflettore liscio, alluminio brillantato applicato in sputtering, anti-iridescente; alimentatore separato; collegamento elettrico: pressacavi e innesto; tensione di rete: 220-240V/50-60Hz; fissaggio tramite graffe, senza bisogno di utensili, per soffitti di spessore 1-25mm; foro soffitto:
200mm, profondità incasso: 125mm; peso: 1.49 kg}. Con coperchio in vetrotrasparente; in policarbonato; per ottenere la protezione IP44 con apparecchi da incasso LED; fissaggio su 3 punti, raccordo a innesto senza bisogno di utensili; diametro = 225mm, Höhe= 3mm; peso: 0.14 kg.
3.10.1.8 Apparecchio di sicurezza LED per illuminazione di vie di fuga
Apparecchio di sicurezza LED per illuminazione di vie di fuga con min. 1lx; montaggio a parete; con alimentazione a batteria singola per 1 ora di autonomia. Circuito con esercizio in emergenza oppure permanente, con test di controllo automatico o centralizzato; altezza locali da 2,2
a 4,5 m; high power LED di tonalità diurna; gestione termica ottimizzata da grossi dissipatori in
pressofusione di alluminio; riflettore e lente in policarbonato (PC); armatura in pressofusione di
alluminio, verniciato a polvere in bianco, RAL 9016; supporto in lamiera d'acciaio zincata; rifrattore bianco, in PC rinforzato con fibre di vetro e parte trasparente in PC; l’armatura si fissa
sul supporto con rapidità e senza utensili; manutenzione senza utensili; innesti per cablaggio
passante fino a 2,5mm²; possibilità di ingresso cavi laterale. Potenza totale: 5 W; alimentazione: 230V AC, selettore per numerazione meccanica; Misure: 200 x 130 x 59 mm; IP65; peso:
1.03 kg. Apparecchio cablato senza alogeni.
CAPO II – Specifiche tecniche
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Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
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Per l’installazione sarà necessario effettuare lo scasso della muratura di un foro di dimensioni
idonei all’ incasso dell’apparecchio
3.10.1.9 Apparecchio stagno 2/36W
1- Apparecchio stagno 2/36W; per lampada T26, con reattore elettronico, armatura in policarbonato, alimentazione variabile; rifrattore in policarbonato stampato a iniezione,
stabilizzato agli UV e prismatizzato all’interno; chiusure in materiale plastico e morsettiera tripolare a innesto. Omologato per montaggio in ambienti interni oppure esterni
coperti da tettoie. Apparecchio cablato senza alogeni. cablaggio passante tramite conduttori singoli standard (NYM) (ordinare a parte) V2, collaudo filo incandescente
850°C, protezione: IP65, classe isolamento: SC1; misure: 1300 mm x 147 mm x 118
mm; peso: 2.21 kg.
2- Apparecchio stagno 2/36W; per lampada T26, con reattore elettronico; armatura in policarbonato, alimentazione variabile; rifrattore in policarbonato stampato a iniezione,
stabilizzato agli UV e prismatizzato all’interno; chiusure in materiale plastico e morsettiera tripolare a innesto. Omologato per montaggio in ambienti interni oppure esterni
coperti da tettoie (vedi istruzioni di montaggio). Apparecchio cablato senza alogeni.
cablaggio passante tramite conduttori singoli standard (NYM) (ordinare a parte) V2,
collaudo filo incandescente 850°C, protezione: IP65, classe isolamento: SC1; misure:
1300 mm x 147 mm x 118 mm; peso: 2.21 kg.
3.10.1.10
Supporto singolo 1/54W
Supporto singolo 1/54W, per T16, con reattore elettronico, supporto a fascio libero in profilo di
lamiera d'acciaio; in color bianco 1/54W T16 EVG; montaggio elettrico e meccanico su binario, senza utensili; innesto tripolare. Misure: 1172 x 48 x 86 mm, peso: 1.3 kg kg. EWM 28/54
T16. Ottica orizzontale parete Luce Morbida.
3.10.1.11
Supporto singolo 1/80W,
Supporto singolo 1/80W, per T16, con reattore elettronico, supporto a fascio libero in profilo di
lamiera d'acciaio; in color bianco; montaggio elettrico e meccanico su binario, senza utensili;
innesto tripolare. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1472 x 48 x 86 mm, peso: 1.53
kg kg. EWM 35/49/80 T16 Ottica orizzontale parete Luce Morbida.
3.10.1.12
Supporto singolo 1/54W, rifrattore a innesto
Supporto singolo 1/54W, per T16, con reattore elettronico, supporto a fascio libero in profilo di
lamiera d'acciaio, in color bianco; montaggio elettrico e meccanico su binario, senza utensili;
innesto tripolare. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1172 x 48 x 86 mm, peso: 1.3 kg
kg. EPM 28/54 T16 Rifrattore a innesto MOON.
3.10.1.13
Supporto singolo 1/54W Ottica orizzontale a parete luce mordida
Supporto singolo 1/54W, per T16, conreattore elettronico, supporto a fascio libero in profilo di
lamiera d'acciaio; in color bianco; montaggio elettrico e meccanico su binario, senza utensili;
CAPO II – Specifiche tecniche
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innesto tripolare. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1172 x 48 x 86 mm, peso: 1.3 kg
kg. EPM 28/54 T16 Ottica orizzontale a parete luce morbida.
3.10.1.14
Circuito con esercizio in emergenza
Circuito con esercizio in emergenza oppure permanente, con test di controllo automatico o centralizzato del tipo CROSSIGN 160 AB LED. Montaggio a plafone; armatura in policarbonato
stampato a iniezione in colore bianco; alimentatore LED a 2 canali, con numerazione ottica e
meccanica e funzione “Maintenance". Montaggio semplificato. Assenza di manutenzione grazie alla tecnologia LED; durata di 50.000h con flusso luminoso costante. Funzione ERI con due
LED aggiuntivi high power e lenti asimmetriche, girevoli di 360° e fissabili a passi di 90°, per
illuminazione di vie di fuga. Retroilluminazione omogenea del pittogramma con LED low
power di luminanza > 500 cd/m² sulla parte bianca. Tensione alimentata: 220/240V AC. Potenza totale: 5.8 W. Protezione: IP42, classe isolamento: SC2; Circuito permanente: da +5°C a
+30°C, circuito in emergenza: da +5°C a +35°C. Misure dell’apparecchio con segnaletica: 332
x 44 x 210 mm; peso: 0.47 kg; apparecchio cablato senza alogeni. Segnaletica compresa.
3.10.1.15
Plafoniera con ottica schermata darklight 1/54W
Plafoniera con ottica schermata darklight, 1/54W, per T16, con reattore elettronico. Armatura
in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere
in colore bianco. Direzionamento con ottica di precisione per emissione diretta a fascio largo.
Limitazione abbagliamento conf. EN 12464 L<1000 cd/m² a 65° in ogni direzione. Apparecchio con lampade di colorazione 840 e interamente cablato. Apparecchio cablato senza alogeni.
Misure: 1200 x 145 x 60 mm peso: 3.6 kg.
3.10.1.16
Plafoniera con ottica schermata darklight, 2/54W
Plafoniera con ottica schermata darklight, 2/54W, per T16, con reattore elettronico, inverter e
batteria tampone 1h con controllo centralizzato. Armatura in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere in colore bianco. Direzionamento
con ottica di precisione per emissione diretta a fascio largo. Limitazione abbagliamento conf.
EN 12464 L<1000 cd/m² a 65° in ogni direzione. Apparecchio con lampade di colorazione 840
e interamente cablato. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1200 x 145 x 60.
3.10.1.17
Apparecchio waveguide ibrido luce
Apparecchio waveguide ibrido luce dir./indir. con LED 60W/6500K per montaggio in fila continua e con converter dimmerabile DALI per la luce diretta; lampade 2 x 80W T16 con reattore
elettronico dimmerabile DALI per la luce indiretta; apparecchio waveguide con ottica MPOplus a micropiramidi per un’elevata efficienza energetica. Durata dei LED di 50.000h con rimanente 75% del flusso iniziale. Sistema ibrido formato da LED a luce bianca per l’emissione
diretta e T16 per quella indiretta. Le due componenti possono essere accese e dimmerate separatamente. Armatura sottilissima. Schermatura adatta a display molto inclinati, luminanza ridotta a 65°. Apparecchio con lampade di colorazione 840 e LED da 6500K. I giunti lineari, la sospensione a fune e il cavo di alimentazione elettrica vanno ordinati a parte. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1543 x 359 x 26 mm; peso: 12.5 kg.
CAPO II – Specifiche tecniche
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LDE: Apparecchio d'illuminazione derivato per comando DALI, morsetto a innesto 7 poli, reattore elettronico digitale dimmerabile;SR: argento ;LB: Esecuzione in fila continua.
3.10.1.18
Unità luminosa wallwasher, emissione asimmetrica
Unità luminosa wallwasher, emissione asimmetrica; lampade: 1/54W T16; portalampada: G5;
con reattore elettronico digitale dimmerabile, tensione di rete: 220-240V, 50/60Hz; collegamento: innesto pentapolare; possibilità di cablaggio passante; corpo apparecchio in alluminio,
argento anodizzato; armatura in lamiera d'acciaio zincato; riflettore in alluminio anodizzato e
satinato; misure: 1793x40x67 mm; peso: 1.83 kg.
Nella fornitura e posa in opera è compreso le staffe di fissaggio per le librerie in legno presenti, il fissaggio, ogni altro accessorio, onere e magistero per dare la centralina funzionante e rispondente alla perfetta regola dell’arte.
3.10.1.19
Modulo LED per luce di emergenza
Modulo LED per luce di emergenza, per illuminazione di vie di fuga e antipanico; lampade:
1/2,4 W LED, luce di emergenza NT1 (batteria singola, numerabile, 1 h); PowerLED con gestione termica; flusso luminoso costante per tutta la durata dell’apparecchio; integrazione completa nei profili SUPERSYSTEM-H /-S; lente in policarbonato; modulo in alluminio, anodizzato argento; dissipatori in pressofusione di alluminio; apparecchio d’illuminazione e converter si
montano nel profilo separatamente; collegamento di rete: 220/240V AC/DC; potenza impegnata di tutti i modelli RESCLITE <5W; potenza in standby (circuito in emergenza) <1,5W. Misure: 795 x 40 x 43 mm; peso: 0.64 kg.
3.10.1.20
Profilo portante; per collegamento di profili e giunti
Profilo portante; per collegamento di profili e giunti; elemento in profilo di alluminio estruso
argento, anodizzato (E6EV1); nella parte inferiore si possono inserire unità luminose T16, faretti LED e rifrattori. Montaggio su staffe non fornite.
3.10.1.21
Comando multifunzione
Comando multifunzione DSI/DALI per comando separato di due gruppi di apparecchi. Max. 25
reattori DALI o 50 DSI per canale d’uscita. Dimming: 100 - 1 %. Con relais da 10 Ampere per
scollegare in opzione i reattori spenti togliendo la tensione. Raccordo con morsetti a vite. Armatura per montaggio in quadro elettrico, colore grigio (RAL 7040), con LED segnaletico e
pulsante di test. Misure: 70 x 90 x 59 mm, peso: 0.22 kg.
3.10.1.22
Multisensore
Multisensore comprendente le funzioni di un segnalatore di presenza e di un ricevitore per segnali di 3 gruppi di telecomandi a infrarossi liberamente configurabili del tipo ED-SENS. Montaggio a plafone (in scatola Euro/standard singola), oppure su intonaco (si inserisce il multisensore nell’anello per intonaco allegato) oppure montaggio in controsoffitti o sotto traccia (si inserisce il multisensore nell’apposito anello allegato). Sul lato d’uscita cavo di comando DALI a
due fili, polarità invertibile, uso di materiale d’installazione standard; alimentazione via DALI.
LED rosso per segnalare lo stato di esercizio, LED verde per segnalare la qualità della ricezione
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Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio e il personale
Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
radio; funzione scale con tempo 1..127min. Materiale armatura: plastica priva di alogeni, colore
bianco (RAL 9003), lente Poly IR 2, protezione IP 40. IRTOUCH Telecomando a infrarossi per
apparecchi singoli o raggruppati, (on/off e dimming). Si possono programmare 3 scene di luce
ed inoltre accendere/spegnere e dimmerare 5 zone separate. Il telecomando possiede un tasto
on/off, 3 tasti di scena, 2 tasti dimming, 5 tasti per la scelta di zone. Portata fino a 10 m, protocollo IR: RSTEP, 38KHz; armatura in plastica priva di alogeni, con supporto per parete; temperatura ambiente ammessa: da 0 a 50°C.
3.10.1.23
Comando squadrato
Comando squadrato bianco Circle con pulsanti in posizione concentrica per richiamare tre scene di luce. La scena attiva è segnalata da un diodo luminoso verde. Tasto centrale Vieni/Vai da
premere quando si entra o esce dal locale. Se è attiva la scena "Vai" (assenza), il tasto centrale è
illuminato di rosso per favorire l’orientamento. Inoltre l’utente ha a disposizione due pulsanti a
bilico per regolare due funzioni del locale. Armatura e pulsanti in materiale sintetico, superficie
satinata, bianco. Su tutti i tasti sono stampati pittogrammi intuitivi. Montaggio in singola scatola standard Euro oppure in backbox metallico UK (non compresi nella fornitura); a montaggio
avvenuto le viti non rimangono in vista. Il comando si allaccia al cavo DALI con una morsettiera a vite (polarità invertibile).
Alimentazione solo tramite il cavo DALI (senza collegamento di rete), corrente assorbita 6mA
(3 carichi DALI). Misure: 87 x 87 x 13 mm, peso: 0.15 kg. INTO-1CCX. Il telaio di montaggio
consente di incassare un comando Circle a filo superficie in una parete di cartongesso da 25mm
di spessore. La cornice d’acciaio forma una fuga regolare tra il comando e il foro della parete.
Misure del foro parete 92 x 92mm. Scatola sotto traccia da 68mm Ø compresa nella fornitura.
INTO-1CCX. Il telaio di montaggio consente di incassare un comando Circle a filo superficie
in una parete di cartongesso da 25mm di spessore. La cornice d’acciaio forma una fuga regolare
tra il comando e il foro della parete. Misure del foro parete 92 x 92mm. Scatola sotto traccia da
68mm Ø compresa nella fornitura. INTO-CCX TOOL. Utensile per estrazione.
3.10.1.24
Appliques
1- Apparecchi da parete per lampade fluorescenti, vetro opalino satinato soffiato a mano,
armatura in metallo finitura superficiale smalto bianco RAL 9010.Apparecchi di illuminazione per lampade fluorescenti con reattori elettronici integrati. Apparecchi di illuminazione per 42 W Lampade fluorescenti può essere utilizzato anche con 26-32 W,
del tipo LI 1980 APPLIQUES 1/42W TC-TELI.
2- Apparecchi da parete LED 25,6w protezione IP 44. Vetro opalino satinato soffiato a
mano, armatura in pressofusione di alluminio e alluminio finitura smalto bianco RAL
9010 del tipo LI 6684 APPLIQUES LED 26,6W IP44.
3- Apparecchi parete per lampade fluorescenti, del tipo LI 6632 APPLIQUES 1/57W TCTELI. Vetro opalino chiuso soffiato a mano, piastra posteriore in metallo smalto bianco
RAL 9010. Apparecchi di illuminazione per lampade fluorescenti con reattori elettronici integrati.
3.10.1.25
Plafoniera in IP54 con rifrattore opale 1/54W
Plafoniera in IP54 con rifrattore opale 1/54W, per lampade T16, con reattore elettronico, armatura in profilo di lamiera d’acciaio preverniciato in bianco; rifrattore stampato a iniezione in
PMMA opale; fattore di manutenzione migliorato dalla protezione elevata IP54, del tipo PERLUCE O 1/54W T16 PM IP54. Guarnizione impermeabilizzante per esigenze elevate IP 54;
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montaggio tramite le rondelle bisellate incluse; vano per cablaggio passante. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1220 x 120 x 92 mm; peso: 2.63 kg.
3.10.1.26
Plafoniera in IP54 con rifrattore opale 1/24W
Plafoniera in IP54 con rifrattore opale 1/24W, per lampade T16, con reattore elettronico, armatura in profilo di lamiera d’acciaio preverniciato in bianco; rifrattore stampato a iniezione in
PMMA opale; fattore di manutenzione migliorato dalla protezione elevata IP54 del tipo PERLUCE O 1/24W T16 IP54 PM. Guarnizione impermeabilizzante per esigenze elevate IP 54;
montaggio tramite le rondelle bisellate incluse; vano per cablaggio passante. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 620 x 120 x 92 mm; peso: 1.46 kg.
3.10.1.27
Apparecchi sospensione con ottica LRO
1- Apparecchi sospensione con ottica LRO, emissione diretta (70%) /indiretta (30%)
2/54W, per T16, con reattore elettronico. Armatura in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere in colore bianco. Distribuzione omogenea della luce diretta e riduzione della luminanza alle angolature superiori. Direzionamento e riduzione della luce indiretta tramite sistema ottico formato da
riflettore di fondo perforato e riflettori per distribuzione a fascio largo. Set di sospensioni a funi singole sulla testata, composto da 1 rosone e da 2 funi da 1000 mm, con regolazione dell’altezza senza utensili. Apparecchio con lampade di colorazione 840 e interamente cablato con sospensioni già montate e cavo di raccordo bianco. Apparecchio
cablato senza alogeni. Misure: 1200 x 145 x 60 mm peso: 3.9 kg.
2- Apparecchi sospensione con ottica LRO, emissione diretta (70%) /indiretta (30%)
2/54W, per T16, con reattore elettronico, inverter e batteria tampone 1h con controllo
centralizzato. Armatura in profilo estruso di alluminio graduato e arrotondato, con testate a innesto, verniciato a polvere in colore. Distribuzione omogenea della luce diretta
e riduzione della luminanza alle angolature superiori. Direzionamento e riduzione della
luce indiretta tramite sistema ottico formato da riflettore di fondo perforato e riflettori
per distribuzione a fascio largo. Set di sospensioni a funi singole sulla testata, composto da 1 rosone e da 2 funi da 1000 mm, con regolazione dell’altezza senza utensili.
Apparecchio con lampade di colorazione 840 e interamente cablato con sospensioni già
montate e cavo di raccordo bianco. Apparecchio cablato senza alogeni. Misure: 1200 x
145 x 60 mm peso: 3.9 kg.
3.10.1.28
Faretto
Faretto, bianco, dimmerabile DALI; con il nuovo adattatore universale L3+DALI per binario
elettrificato L3+DALI; distribuzione asimmetrica; ideale per illuminazione omogenea verticale
in musei, esposizioni, gallerie d’arte, negozi e aree di presentazione; linea compatta e aspetto
minimalista; lampade: 1/54W T16; portalampada: G5; con reattore elettronico digitale dimmerabile; tensione di rete: 230V/50Hz; armatura in profilo di alluminio estruso, testate in pressofusione di alluminio; superficie: vernice microstrutturata in bianco; testata faretto orientabile di
90°; adattatore girevole di 365°; riflettore brillantato asimmetrico operato: alluminio puro, argento anodizzato, con vetro protettivo; sostituzione lampade senza utensili. Misure: 1191 x 133
x 149 mm; peso: 3.99 kg.
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3.10.1.29
Illuminazione Stanza 201C
Apparecchi ed accessori per l’illuminazione normale e di emergenza da installare nella stanza
201C, quali:
Apparecchio I/D a micropiramidi per montaggio in fila continua; per la gestione dei contrasti, con sistema ottico trasparente formato da prismi di precisione e ottica a micropiramidi
MPO-plus ininterrotta e senza fughe. Direzionamento della componente diretta tramite ottica a micropiramidi pluristrato con distribuzione batwing L<1000 cd/m² a 60°/65°, schermatura speciale per display piatti (UGR < 16 per applicazioni in uffici d’alto livello conf.
EN12464) ; componente indiretta regolabile con riflettori per fascio molto largo e altezze di
sospensione variabili; armatura ultrapiatta retroilluminata in modo uniforme, in profilo di
alluminio estruso, argento, verniciato a polvere per contrasti ottimizzati. Apparecchio con
lampade di colorazione 840. I giunti lineari, la sospensione a fune e il cavo di alimentazione elettrica vanno ordinati a parte. Collaudo filo incandescente: 650°C, Apparecchio cablato senza alogeni. misure: 1608 mm x 318 mm x 62 mm. Peso: 11.6 kg.
Comando multifunzione DSI/DALI per comando separato di due gruppi di apparecchi.
Max. 25 reattori DALI o 50 DSI per canale d’uscita. Dimming: 100 - 1 %. Con relais da 10
Ampere per scollegare in opzione i reattori spenti togliendo la tensione.
Raccordo con morsetti a vite. Armatura per montaggio in quadro elettrico, colore grigio
(RAL 7040), con LED segnaletico e pulsante di test. Misure: 70 x 90 x 59 mm, peso: 0.22
kg.
Multisensore comprendente le funzioni di un segnalatore di presenza e di un ricevitore per
segnali di 3 gruppi di telecomandi a infrarossi liberamente configurabili. Montaggio a plafone (in scatola Euro/standard singola), oppure su intonaco (si inserisce il multisensore
nell’anello per intonaco allegato) oppure montaggio in controsoffitti o sotto traccia (si inserisce il multisensore nell’apposito anello allegato). Sul lato d’uscita cavo di comando DALI
a due fili, polarità invertibile, uso di materiale d’installazione standard; alimentazione via
DALI. LED rosso per segnalare lo stato di esercizio, LED verde per segnalare la qualità
della ricezione radio; funzione scale con tempo 1..127min. Materiale armatura: plastica priva di alogeni, colore bianco (RAL 9003), lente Poly IR 2, protezione IP 40. IRTOUCH Telecomando a infrarossi per apparecchi singoli o raggruppati, (on/off e dimming). Si possono programmare 3 scene di luce ed inoltre accendere/spegnere e dimmerare 5 zone separate. Il telecomando possiede un tasto on/off, 3 tasti di scena, 2 tasti dimming, 5 tasti per la
scelta di zone. Portata fino a 10 m, protocollo IR: RSTEP, 38KHz; armatura in plastica priva di alogeni, con supporto per parete; temperatura ambiente ammessa: da 0 a 50°C.
Comando squadrato bianco Circle con pulsanti in posizione concentrica per richiamare tre
scene di luce. La scena attiva è segnalata da un diodo luminoso verde. Tasto centrale Vieni/Vai da premere quando si entra o esce dal locale. Se è attiva la scena "Vai" (assenza), il
tasto centrale è illuminato di rosso per favorire l’orientamento. Inoltre l’utente ha a disposizione due pulsanti a bilico per regolare due funzioni del locale. Armatura e pulsanti in materiale sintetico, superficie satinata, bianco. Su tutti i tasti sono stampati pittogrammi intuitivi. Montaggio in singola scatola standard Euro oppure in backbox metallico UK (non
compresi nella fornitura); a montaggio avvenuto le viti non rimangono in vista. Il comando
si allaccia al cavo DALI con una morsettiera a vite (polarità invertibile).
Alimentazione solo tramite il cavo DALI (senza collegamento di rete), corrente assorbita
6mA (3 carichi DALI). Misure: 87 x 87 x 13 mm, peso: 0.15 kg. INTO-1CCX. Il telaio di
montaggio consente di incassare un comando Circle a filo superficie in una parete di cartongesso da 25mm di spessore. La cornice d’acciaio forma una fuga regolare tra il comando
e il foro della parete. Misure del foro parete 92 x 92mm. Scatola sotto traccia da 68mm Ø
compresa nella fornitura. INTO-1CCX. Il telaio di montaggio consente di incassare un comando Circle a filo superficie in una parete di cartongesso da 25mm di spessore. La cornice
d’acciaio forma una fuga regolare tra il comando e il foro della parete. Misure del foro pa-
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rete 92 x 92mm. Scatola sotto traccia da 68mm Ø compresa nella fornitura. INTO-CCX
TOOL. Utensile per estrazione.
Circuito con esercizio in emergenza oppure permanente, con test di controllo automatico o
centralizzato. Montaggio a plafone; armatura in policarbonato stampato a iniezione in colore bianco; alimentatore LED a 2 canali, con numerazione ottica e meccanica e funzione
“Maintenance". Montaggio semplificato. Assenza di manutenzione grazie alla tecnologia
LED; durata di 50.000h con flusso luminoso costante. Funzione ERI con due LED aggiuntivi high power e lenti asimmetriche, girevoli di 360° e fissabili a passi di 90°, per illuminazione di vie di fuga. Retroilluminazione omogenea del pittogramma con LED low power
di luminanza > 500 cd/m² sulla parte bianca. Tensione alimentata: 220/240V AC. Potenza
totale: 5.8 W. Protezione: IP42, classe isolamento: SC2; Circuito permanente: da +5°C a
+30°C, circuito in emergenza: da +5°C a +35°C. Misure dell’apparecchio con segnaletica:
332 x 44 x 210 mm; peso: 0.47 kg; apparecchio cablato senza alogeni. Segnaletica compresa.
3.10.1.30
Plafoniera in IP50 con rifrattore opale 1/80W
Plafoniera in IP50 con rifrattore opale 1/80W, per lampade T16, con reattore elettronico, armatura in profilo di lamiera d’acciaio preverniciato in bianco; rifrattore stampato a iniezione in
PMMA opale; fattore di manutenzione migliorato dalla protezione elevata IP50. Guarnizione in
poliuretano espanso d’alta qualità; montaggio tramite le rondelle bisellate incluse; vano per cablaggio passante. Apparecchio cablato senza alogeni. Nota: in caso di utilizzo in ambienti con
agenti chimici interpellate il consulente. Misure: 1520 x 120 x 92 mm; peso: 3.26 kg.
3.10.1.31
Sospensione sfera in vetro opalino 2X42W
Sospensione sfera in vetro opalino 2X42W. Sfera a sospensione diam. 450 non schermata con
alta resa luminosa per lampade fluorescenti 2x42W tc-teli con reattori elettronici integrati. Vetro opalino satinato soffiato a mano,Cavo di collegamento Nero.
3.10.1.32
Plafoniera stagna per illuminazione locali tecnici.
Corpo in policarbonato infrangibile ed autoestinguente stabilizzato ai raggiUV.
Diffusore stampato ad iniezione in policarbonato trasparente autoestinguente V2.
Riflettore in acciaio laminato a freddo rivestito con primer epossidico 7/8µ, verniciatura
stabilizzata ai raggi UV, antingiallimento in poliestere lucido bianco sp.
20µ.
Cablaggio induttivo alimentazione 230V - 50hz fattore di potenza >0,95 per lampade
1x36W e 2x36W.
Se contrassegnata con simbolo S con cablaggio in emergenza autoalimentato.
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3.11 SISTEMA DI SUPERVISIONE E CONTROLLO IMPIANTO ELETTRICO
3.11.1 Sistema di supervisione dei quadri elettrici
Sistema di supervisione dei quadri elettrici che deve sorvegliare il regolare funzionamento
dell’impianto elettrico, garantendo la massima continuità di esercizio e sicurezza grazie
all’adozione (semi) automatica di una serie di operazioni predefinite sull’impianto anche in essenza dell’intervento di personale esperto. Il sistema è di tipo modulare al fine di poter implementare le sole funzionalità necessarie all'impianto in oggetto e scalabile ovvero predisposto a
supportare possibili espansioni dell'impianto.
Le funzionalità messe a disposizione dal sistema d’automazione in oggetto dovranno essere
perlomeno le seguenti:
Monitoraggio generale dell’impianto (quadri elettrici principali e ausiliari delle sale elettriche, sottoquadri di locale ecc.) grazie all’acquisizione ed all’archiviazione di stati / allarmi
dal campo (per via seriale ed in modalità punto/punto);
Visualizzazione su pagine videosinottiche della configurazione generale e di dettaglio, degli allarmi attivi sull’impianto e di tutti gli eventi significativi dell’impianto e del sistema;
Stampa di allarmi / eventi del sistema;
il PLC principale della sala di controllo è un controllore con architettura modulare (rack –
alimentatore – cpu – moduli I/O). Cpu con porta ethernet integrata e comunicazione Modbus TCP e web server di classe B integrato. Presenza porta seriale RS232 – RS485 con
protocollo configurabile ASCII – Modbus Master / Slave. Presenza modulo aggiuntivo ethernet con WEB Server classe B Integrato
Dotazione di scheda SD Card per memorizzazione programma; assenza di batteria di backup;
capacità di memoria pari a 8 mByte; alimentazione a 24 Vdc.
L’applicativo del sofware presenta delle GUI, database strutturato, libreria oggetti e protocollo
industriale di comunicazione con la possibiltà di modificare e validitare gli oggetti on-line. Il
RTDB (Real Time Data Base) è di tipo strutturato e pertanto permmette di organizzare logicamente la struttura dati per riflettere il processo/impianto da supervisionare. Il risultato è che la
gestione del DB e la ricerca di informazioni al suo interno (Query del DB) sarà assai più semplice e naturale rispetto a quella che si avrebbe in un DB non-strutturato. In sistema garantisce
le seguenti le prestazioni:
Cambio pagina: max 2 secondi e tempo nullo nel caso di pagina già presente in memoria;
Telecomandi: circa 1 secondo, riferito ad un telecomando semplice (ovvero senza esecuzione di verifiche di congruenza)
Stati ed allarmi: circa 2 secondi
Reazioni ad un comando: circa 3 secondi, 1 secondo per l’attivazione + 2 secondi per la visualizzazione di cambio stato
Misure: da 5 a 10 sec , la frequenza è funzione delle reali esigenze
Media sulle misure: 15 minuti, i valori filtrati delle misure di potenza attiva verranno resi
disponibili al sistema di gestione delle energie con queste cadenza.
Trend: Stessa delle misure, l’orizzonte di memorizzazione sarà tipicamente di 24 ore.
3.11.2 Controllore programmabile
Controllore programmabile del tipo PLC master M340 o similari per la connessione della postazione di controllo con i quadri elettrici dei vari piani e locali avente i seguenti dati tecnici:
offrire un’ ampia gamma di soluzioni, dal singolo rack di I/O (fino a 448 I/O) a configurazioni multi-drop con 64,000 punti di I/O. Le CPU saranno dotate di memorie RAM da
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256kbyte a 8Mbyte con le quali rispondere facilmente anche alle piu’ complesse richieste
software.
tempo di risoluzione della logica e l’ asservimento degli I/O saranno sufficientemente veloci da coprire sia esigenze di alta velocita’ per controllo macchine che per la gestione di materiali. Queste CPU forniscono anche le elevate prestazioni dei processori floating point in
modo da eseguire algoritmi e calcoli matematici a velocita’ ottimali per una maggiore integrita’ e qualita’ del processo.
le schede di I/O dovranno essere locali o remotate tramite Remote I/O o distributed I/O.
tutti i moduli, CPU, Alimentatori, Schede di I/O ed Interfacce dovranno integrare la funzionalità Hot-swapping cioè possibilità di estrazione sotto tensione.
tutti i moduli, ad esclusione dell’alimentatore e della CPU non hanno nessuna dipendenza
da slot;
le CPU e gli alimentatori del controllore, non dovranno avere batteria di backup.
3.11.3 Supervisione QE di zona
Accessori necessari per la gestione dei consumi dell’impianto elettrico:
Spitter MODBUS LU94C
TSX ETG 100
Cavo BELDEN schermato di tipo 2x0,5 necessario per il cablaggio interno al quadro degli
interruttori al sistema bus,
Switch etherne EGX 300 MG,
Il fornitore dell’impianto di supervisione dovrà assicurare intervento di tecnico specialistico per
la messa in servizio (SAT) e il collaudo del sistema mediante:
verifica del corretto cablaggio e della corretta comunicazione dei PLC principale;
installazione e configurazione degli applicativi software delle postazioni principale di supervisione e controllo;
verifica della comunicazione tra la postazione operatore principale ed il PLC;
parametrizzazione e settaggio delle schede di comunicazione di tutte le apparecchiature;
verifica della corrispondenza tra i segnali gestiti dal PLC ed i dati della postazione operatore;
simulazione della gestione di alcune significative procedure di guasto sull’impianto e di riconfigurazione dello stesso da parte del sistema di supervisione e controllo al fine di isolare
il guasto e riconfigurare adeguatamente la stazione di continuità.
3.12 SISTEMA DI GESTIONE ILLUMINAZIONE
3.12.1 Server centrale
Server centrale del tipo LITENET basis set economy, marca ZUMTOBEL o similari comprensivo di software, per max. 500 uscite LUXMATE, per gestire allarmi e segnali di un sistema
completo. Registrazione centrale di dati di funzionamento, lista allarmi, logfiles e verbale luce
di emergenza. Backup e restore dei dati di tutti i controller di automazione collegati
all´impianto. Il server è un compatto PC industriale con 2 dischi fissi e funzione di sicurezza
RAID1 e protezione disco fisso. Montaggio in quadri da 19", adatto anche come desktop da tavolo. Temperatura ambiente 0... 50°C, con 4 interfaccia seriali D-SUB9, 1 collegamento VGA,
2 interfaccia USB, 3 TCP/IP Ethernet RJ45 e modem interno ISDN per manutenzione remota
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con relativo software PCAnyWhere Host, 1 tastiera inglese; 1 mouse MS; 1 cavo di rete. Misure 482 x 472 x 88(2HE)mm. Compresa una licenza per la gestione di tutti i dati da parte del responsabile, un eliometro con raccordo bus per il rilevamento della luce esterna, con 8 fotocellule compensate; i dati relativi alla luce esterna vengono messi a disposizione dei controller per il
comando dell´illuminazione artificiale a seconda della luce diurna e delle serrande di un edificio; i fotosensori sono adattati all´onda V-lambda; riscaldamento a termoregolazione integrato
per impedire un offuscamento della copertura dell´eliometro; costruzione adatta per montaggio
su un tubo (diametro 42...50mm); armatura in vetro acrilico; acciaio.
Completo:
delle licenze relativo al software di gestione del server centrale e dei singoli apparecchi che
costituiscono il sistema di controllo dell’illuminazione ordinaria
dell’attivazione dell’ impianto gestione scenari luci corridoio
3.12.2 Pannello per comando centrale
Pannello per comando centrale di 12 locali, tipo LM-XPO marca ZUMBTOBEL: per controllo,
configurazione e avviamento di un sistema di gestione della luce. Display TFT a colori sensibile al tatto (misura 5,7"), con segnale ottico e in opzione anche acustico. Un sensore rileva
l´avvicinarsi di persone (attivando l´illuminazione del display). Le panoramiche strutturate in
modo chiaro consentono di richiamare, modificare e definire scenari diversi (che includono
lampade, serrande, schermi di proiezione e di tutte le altre utenze del bus integrate nel sistema).
Colori del display variabili. Tramite altre immagini chiare ed intuitive si mettono in funzione le
utenze del bus,si configurano i comandi orari e quelli sequenziali (per sequenze dinamiche), si
adatta il pannello di comando al locale e si definisce il profilo dell´utente inserendo password
che limitano le funzioni. MKXP. Box di metallo per montaggio dei pannelli di comando senza
bisogno di utensili. Adatto ad incasso in cavità, calcestruzzo o sotto traccia. Protezione IP 30,
per tensioni fino a 400V, con superficie di appoggio dei pannelli; misure esterne 186 x
149,5mm, profondità 72mm.
3.12.3 Apparecchi di uscita digitale per comando
3.12.3.1 Apparecchio di uscita digitale per comando simultaneo 3 x 64 reattori/trasformatori
Apparecchio di uscita digitale per comando simultaneo di max. 3 x 64 reattori/trasformatori
compatibili DALI, richiamo di 99 gruppi e 20 scene di luce, dimming 1...100%; numerazione
di tutti i 3 x 64 reattori senza accedere all´apparecchio; possibilità di segnalare errori al sistema;
lato d´uscita: ognuna con cavo di comando a due fili, allacciamento rete e bus. Ai cavi di comando DALI si possono collegare anche appositi sensori e apparecchi di comando LUXMATE
DALI. Sono provvisti di alimentazioni per i 3 cavi DALI,ognuno predisposto per max. 100 carichi DALI. Lato d´entrata: collegamento Ethernet (CAT 5 o superiore); lato d´uscita: ognuna
con cavo di comando a due fili, allacciamento rete e bus. Cavi di comando a polarità invertibile, materiale d´installazione standard. I collegamenti avvengono tramite morsetti a vite e spine
RJ45. Armatura per quadro elettrico in alluminio anodizzato. Montaggio inquadri elettrici su
binario da 35 mm conf. EN 50022 a temperatura ambiente 0..45°; protezione IP20, misure: 210
x 105 x 59mm, 12 TE da 17,5mm.
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3.12.3.2 Apparecchio di uscita digitale per comando simultaneo 3 x 100 reattori/trasformatori
Apparecchio di uscita digitale per comando simultaneo di max. 3 x 100 reattori/trasformatori
compatibili DSI (ad es. reattori elettronici digitali, dimmer fasici o trasformatori elettronici),
dimming 1-100%, del tipo LM-3DSIS marca ZUMTOBEL o similari. Possibilità di segnalare
errori al sistema; lato d´uscita: 3 uscite a comando e indirizzamento autonomo con cavo a due
fili. Lato d´entrata: entrata pulsante, allacciamento rete e bus. Cavi di comando a polarità invertibile. I collegamenti avvengono tramite morsetti a vite. Armatura per quadro elettrico in policarbonato antincendio privo di alogeni. Montaggio su binario da 35 mm conf. EN 50022 a temperatura ambiente da 0 a +50°C; protezione IP20, misure: 140 x 90 x 59mm 8 T E da 17,5 mm.
3.12.4 Dispositivo di alimentazione per sistema bus
Dispositivo di alimentazione per sistema bus con 15V DC per max100 utenze modello LM-BV
marca ZUMTOBEL o similari, con la possibilità di collegamento a cascata. L´alimentazione è
protetta da cortocircuiti. Lato di uscita: collegamento al sistema bus, a polarità invertibile, per
alimentazione dei terminali; possibilità di collegare relais di segnalazione; utilizzo di materiale
d´installazione standard; possibilità di segnalare gli errori al sistema; con LED per segnalare lo
stato dell´impianto. Armatura in policarbonato antincendio, privo di alogeni, per montaggio in
quadro elettrico su binario da 35mm conf. EN 50022, protezione IP20, Temperatura ambiente
da 0 a 50°C. LM-BK. Accoppiatore bus per l´accoppiamento di 2 alimentazioni (circuiti bus).
L´accoppiatore trasmette telegrammi bus da un circuito all´altro e viceversa. I cortocircuiti del
bus vengono rilevati e non trasmessi.
Collegamento di rete, lato di uscita: 2 collegamenti bus. I collegamenti avvengono tramite morsetti a vite. Armatura per quadro comandi in policarbonato antincendio, privo di alogeni, per
montaggio su binari da 35 mm conf. EN 50022, temperatura ambiente da 0 a +50°C, protezione
IP20, misure: 140 x 90 x 59mm 8 T E da 17,5mm.
3.12.5 Entrata universale
Dispositivo LM-4UAS marca ZUMTOBEL o similari . Entrata universale 4x quadro el., con 4
ingressi numerabili separatamente; per allacciare pulsanti e interruttori convenzionali, segnalatori di presenza, cronorelais o altri contatti ad un sistema bus per la gestione di luce e locali. Libera configurazione ad opera di personale autorizzato. A seconda di come viene numerato un
ingresso, si possono comandare tutti i terminali di un locale oppure un gruppo. Tensione
d´entrata 230V AC, 50/60Hz, montaggio su binario da 35mm conf. EN 50022; misure: 4 TE da
17,5mm, policarbonato autoestinguente e privo di alogeni, colore grigio chiaro. I cavi bus e di
rete si avvitano agli ingressi. Contatti predisposti per minimo 230VAC, avvitamenti sugli ingressi dell´apparecchio.
3.12.6 Uscita relais
3.12.6.1 Uscita relais con contatti a controllo e indirizzamento indipendente
Dispositivo LM-3RUKS marca ZMTOBEL o similari. Uscita relais con contatti a controllo e
indirizzamento indipendente per commutazione di utenze elettriche con tensione di rete fino a
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dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
230/240V. Carico ammesso max. per ciascun contatto 16A (cosphi=1). Collegamento di rete e
bus. Lato di uscita: tre contatti relais indipendenti con cavo a due fili. I collegamenti avvengono
tramite morsetti a vite. Pulsante di test, LED di segnalazione. Armatura in policarbonato antincendio privo di alogeni, per montaggio in quadri elettrici su binari da 35 mm conf. EN 50022,
temperatura ambiente da 0 a +50°C, protezione IP20, misure: 140 x 90 x 59mm 8 TE da
17,5mm.
3.12.6.2 Uscita relais con 4 contatti a controllo e indirizzamento indipendente
Dispositivo LM-4RUKS marca ZMTOBEL o similare. Uscita relais con 4 contatti a controllo e
indirizzamento indipendente per la commutazione di lampade con tensione di rete fino a
230/240V Carico ammesso max. per ciascun contatto 10A (cosphi=1). Collegamento di rete e
bus. Lato di uscita: quattro contatti relais indipendenti con cavo a due fili. I collegamenti avvengono tramite morsetti a vite. Pulsante di test, LED di segnalazione. Armatura in policarbonato antincendio privo di alogeni, per montaggio in quadri elettrici su binari da 35 mm conf.
EN 50022, temperatura ambiente da 0 a +50°C, protezione IP20, misure: 105 x 90 x 59mm 6
TE da 17,5 mm.
Il fornitore dell’impianto di gestione illuminazione ordinaria dovrà assicurare intervento di tecnico specialistico per la messa in servizio e il collaudo del sistema.
3.13 SISTEMA DI GESTIONE ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
3.13.1 Centrale gestione illuminazione di emergenza
Centralina per la gestione dell’illuminazione di emermenga modello ONLITE local SB 128
Controlle marca Zumbtobel o similari. SB 128 ONLITE local sorveglia gli apparecchi per illuminazione di emergenza comunicando attraverso il bus eDALI. Il cavo che va dal controller
all’ultimo apparecchio può avere una lunghezza massima di 300 m (sezione minima 1,5mm² ).
Impiegando moduli extender ONLITE local si può estendere l’impianto a 256 apparecchi sottoposti a controllo; in tal caso la lunghezza massima del cavo arriva a 600m. La centralina permette di effettuaare la numerazione e sorveglianza automatica di apparecchi ed ognii apparecchio per luce di emergenza ONLITE local viene riconosciuto dal controller SB 128 ONLITE
local e assegnato al corrispondente circuito eDALI, in modo tale che ogni è sorvegliato e comunica singolarmente. Inoltre grazie ai contatti a potenziale neutro si ha la possibilità di segnalare a distanza lo stato dell’impianto. Sono disponibili tre contatti a potenziale neutro per segnalare a distanza lo stato dell’impianto ONLITE local. Ai contatti si possono assegnare liberamente gli eventi voluti. ONLITE local Extender. Modulo estensione linea 64 numerazioni.
ONLITE local Switch Module. SB local check SM è un apparecchio d’entrata DALI per commutare separatamente i quattro circuiti del controller SB 128 passando dal funzionamento in
servizio permanente a quello in emergenza. Per attivare i circuiti della luce di sicurezza, o anche singoli apparecchi di un circuito, si possono impiegare normali interruttori o cronorelais
con contatti a potenziale neutro. In tal modo è possibile commutare apparecchi per luce o segnaletica di sicurezza, che per legge devono essere collegati in servizio permanente, facendoli
passare al servizio in emergenza fuori dagli orari di lavoro.
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3.13.2 Interfaccia modbus per la gestione illuminazione di emergenza
Interfaccia modbus NPORT2 Interface Euro o similari, necessari per la connessione dei corpi
illuminanti con la postazione di supervisione. L'unità Nport2 controlla due interfaccia RS 232 e
trasmette i dati modbus del controller ONLITE SB 128 oppure di ONLITE EPS 360 suEthernet
(TCP/IP). Svolge le seguenti funzioni: Interfaccia lan 10BaseT/100BaseTx Ethernet, Riconoscimento automatico sulla rete, Configurazione con Driver Panels, seriell Port, Telnet, WEB;
Browser, SN; RS 232 interamente in Duplex; Performance: fino a 460Kbps; Parity: None, even, odd, space, mark; Data bits: 5,6,7,8; Stop bits: 1, 1.5,2; IRQ: None; I/O adress: None;
Tensione alimentata: 9-30V DC 400mA @12V; Componente di rete: 230VAC, 12V DC 1°;
Misure: 167 x 99 x 29 mm (largh./lungh./alt.); Temperatura: da 00C a 600C; Armatura: metallica; Peso: 0,5 kg; Mod Bus doppio RS 232 – Ethernet.
Il fornitore dell’impianto di gestione illuminazione di emergenza dovrà assicurare intervento di
tecnico specialistico per la messa in servizio e il collaudo del sistema dell’area interessata.
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4.
IMPIANTO DI RILEVAZIONE INCENDI
4.1 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
DPR n. 246 del 21 Aprile 1993
Regolamento di attuazione della Direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione
(CPD). G.U. n. 170 del 22 luglio 1993.
DPR n. 499 del 10 Dicembre 1999
Regolamento recante norme di attuazione della Direttiva 93/68/CEE per la parte che modifica
la direttiva 89/106/CEE in materia di prodotti da costruzione (CPD). G.U. 27 gennaio 1998, n.
21.
Decreto 5 marzo 2007
Applicazione della Direttiva 89/106/CEE in materia di prodotti da costruzione (CPD). G.U. n.
66 del 20/3/2007 e n. 67 del 21/3/2007.
Norme armonizzate UNI EN:
EN 54-2 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Centrale di controllo e segnalazione.
EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Dispositivi sonori di allarme
incendio.
EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Apparecchiatura di alimentazione
EN 54-5 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di calore - Rivelatori puntiformi.
EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo - Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione
della luce o della ionizzazione.
EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fiamma - Rivelatori puntiformi.
EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Punti di allarme manuali.
EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo - Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso.
EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Isolatori di corto circuito.
EN 54-18 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Dispositivi di ingresso/uscita da utilizzare per percorsi di trasmissione di sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio.
EN 54-20 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo ad aspirazione.
EN 54-21 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Dispositivi di trasmissione
dell'allarme e del segnale di guasto.
UNI
9795:2010
Norma
italiana
(nuova
edizione)
Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d'incendio - Progettazione,
installazione ed esercizio
UNI 11224:2007
Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi
UNI EN 54-1:1998
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio – Introduzione
UNI EN 54-13:2005
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Valutazione della compatibilità dei componenti di un sistema
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UNI EN 54-14:2004
Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l'installazione, la messa in servizio, l'esercizio e la manutenzione
4.2 RILEVATORI DI FUMO LINEARI
Il rivelatore lineare si adatta particolarmente alla protezione di atri, chiese, musei e tutte le aree
caratterizzate da soffitti alti, per le quali l'utilizzo dei normali rivelatori di fumo puntiformi risulti difficoltoso. Considerando che sia l'assorbimento che la diffusione della luce infrarossa
provocano una riduzione del segnale, il rivelatore rivela sia i fuochi covanti che quelli a veloce
sviluppo.
Rivelatore lineare di fumo costituito da una unità ottica racchiusa in un’unica apparecchiatura
(TRX) e da due riflettori da porsi sul lato opposto, questo apparato è la soluzione ideale per la
protezione antincendio in ambienti aventi interesse storico artistico elevato, locali nei quali deve essere utilizzato il minimo impatto ambientale a fronte di un elevato grado di sicurezza ed
affidabilità.
L'esclusiva tecnica di allineamento permette una regolazione semplice e veloce grazie al mirino ed allo specchio specifici alla funzione garantendo il perfetto allineamento tra rivelatore e
cata.
Il rivelatore è dotato di controllo automatico del guadagno incorporato che permette di compensare il deterioramento del segnale dovuto a polvere o sporcizia.
La sensibilità è regolabile su 6 livelli grazie al pulsante di sensibilità ed al display digitale, con
2 livelli variabili in funzione dell’ambiente.
Il rivelatore dispone di contatti e di uscite remote per allarme e guasto .
Grazie ad apposita interfaccia integrata il rivelatore può colloquiare con la centrale analogica
con l’indirizzo programmato per mezzo dei selettori rotanti (da 01 a 99).
4.2.1 Rivelatore lineare con distanza di lavoro variabile da 5 a 40 m
Rivelatore lineare con distanza di lavoro variabile da 5 a 40 m. con una protezione laterale max.
di 15 m. Se il fascio di luce è ostruito viene data una segnalazione di guasto, una volta rimossa
l'ostruzione, l'unità potrà ripristinarsi e tornare al normale funzionamento.
Caratteristiche generali:
Raggio di protezione dai 5 ai 40 metri
Indirizzato per mezzo di selettori rotanti
Controllo automatico del guadagno incorporato
Indicatori a led per allarme, guasto e funzionamento normale
Rivela un'ampia gamma di incendi
Contatti di allarme e di guasto
Certificato EN54-12
Specifiche tecniche:
x Temperatura di funzionamento:
CAPO II – Specifiche tecniche
da -30 °C a +55 °C
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x
x
x
Umidità relativa (senza condensa):
Tensione di funzionamento:
Assorbimento (24Vcc):
x
x
Contatto relè di allarme:
Contatto relè di guasto:
sino a 93%
da 15 a 32Vcc
a riposo = 2mA
in allarme = 8,5mA
in guasto = 4,5 mA
0,5 A a 30 Vcc
0,5 A a 30 Vcc
4.2.2 Rivelatore lineare con distanza di lavoro variabile da 5 a 70 m
Rivelatore lineare con una distanza di lavoro variabile da 5 a 70 m. con una protezione laterale
max. di 15 m. Se il fascio di luce è ostruito viene data una segnalazione di guasto, una volta
rimossa l'ostruzione, l'unità potrà ripristinarsi e tornare al normale funzionamento.
Caratteristiche generali:
Raggio di protezione dai 5 ai 70 metri
Indirizzato per mezzo di selettori rotanti
Controllo automatico del guadagno incorporato
Indicatori a led per allarme, guasto e funzionamento normale
Rivela un'ampia gamma di incendi
Contatti di allarme e di guasto
Certificato EN54-12
Specifiche tecniche:
x Temperatura di funzionamento:
x Umidità relativa (senza condensa):
x Tensione di funzionamento:
x Assorbimento (24Vcc):
da -30 °C a +55 °C
sino a 93%
da 15 a 32Vcc
a riposo = 2mA
in allarme = 8,5mA
in guasto = 4,5 mA
x
x
Contatto relè di allarme:
Contatto relè di guasto:
0,5 A a 30 Vcc
0,5 A a 30Vcc
4.3 PULSANTE MANUALE INDIRIZZATO A ROTTURA VETRO
Pulsante di allarme manuale a rottura vetro dotato di led di segnalazione di avvenuto azionamento in caso di accensione fissa o di corretto colloquio con la centrale in caso di accensione
lampeggiante adatto al montaggio a giorno in ambienti chiusi.
Il pulsante è realizzato in conformità alla norma EN.54.11.
Il pulsante e' fornito completo di circuito di identificazione il quale assegna l'indirizzo per
mezzo di due interruttori decimali. Insieme viene fornita una chiave per effettuare il test una
volta installato il pulsante. La chiave provoca la caduta del vetrino e la simulazione dell’ allarme.
Il pulsante può avere come opzione una membrana resettabile al posto del vetrino, caratteristica
molto importante per ambienti con forte presenza di pubblico, questi può essere inoltre fornito
di sportello di copertura per ulteriore protezione.
Specifiche tecniche:
x Tensione di funzionamento
x Corrente a riposo
CAPO II – Specifiche tecniche
15-28Vcc
200 microA
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x
x
x
x
Corrente di allarme
Temperatura di funzionamento
Umidità relativa (senza condensa)
Grado di protezione
5 mA con led attivo
da 0 °C a + 50 °C
10 - 95%
IP44
Pulsante manuale a rottura vetro con modulo di indirizzamento completo di confezione Confezione di 10 vetrini di ricambio, coperchio frontale in plastica e membrana resettabile
4.4 MODULO INDIRIZZATO DI USCITA
Modulo di uscita adatto al collegamento su linea ad indirizzo bifilare, dotato di circuito di identificazione che assegna l'indirizzo dell'elemento per mezzo di due interruttori rotativi.
Il modulo di uscita permette di comandare delle attivazioni esterne a seguito di una certa segnalazione proveniente dal sistema in funzione della programmazione della centrale.
Il modulo e' dotato di un led a luce verde spenta in allarme che lampeggerà invece in condizione normale, indicando il corretto funzionamento del modulo e la regolare comunicazione con la
centrale. Il modulo può essere montato in una scatola di contenimento. Sarà inoltre possibile
controllare la regolare efficienza del modulo tramite un dispositivo di prova . Il modulo ha due
possibili modi di funzionamento:
CON = uscita controllata
FORC = uscita libera da potenziale.
Il modo di funzionamento viene programmato a mezzo dip switch presenti sul modulo.
Questi può inoltre disporre di staffa per montaggio su binario DIN o staffa per montaggio su
pannello.
Il modulo dispone d’isolatore di corto circuito, non utilizzabile se desiderato.
Specifiche tecniche:
x Tensione di funzionamento
x Corrente a riposo
x Corrente a riposo con led attivo
x Contatto
x Temperatura di funzionamento
x Umidità relativa (senza condensa)
x Peso
15-28Vcc
310 microA
510 microA
2 A 30Vcc
da -20 °C a + 60 °C
5 - 95%
110 gr.
Modulo indirizzato di uscita
4.5 MODULO A DUE INGRESSI ED UNA USCITA
Modulo a due ingressi ed un’uscita adatto al collegamento su linea ad indirizzo bifilare, dotato
di triplo circuito di identificazione il quale assegna tre indirizzi sequenziali all'elemento per
mezzo di due interruttori rotativi.
Il modulo a doppio ingresso permette di raccogliere le segnalazioni provenienti da sistemi diversi e di riportarle in un loop di rivelazioni incendio ad indirizzo, mentre la singola uscita
permette il comando di un’attivazione tramite contatto in scambio.
Il modulo e' dotato di un tre led verdi (uno per ciascun canale) che lampeggeranno in condizione normali, indicando il corretto funzionamento del modulo e la regolare comunicazione con
la centrale. Il modulo può essere montato in una scatola di contenimento. Sarà inoltre possibile
controllare la regolare efficienza del modulo tramite un dispositivo di prova .
A seconda dell'applicazione, il modulo potrà ricevere i seguenti ingressi:
CAPO II – Specifiche tecniche
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ingresso on/off su linea sorvegliata
FORC = uscita libera da potenziale.
Questi può inoltre disporre di staffa per montaggio su binario DIN o staffa per montaggio su
pannello.
Il modulo dispone d’isolatore di corto circuito, non utilizzabile se desiderato.
Specifiche tecniche:
x Tensione di funzionamento
x Corrente a riposo
x Corrente a riposo con led attivo
x Temperatura di funzionamento
x Umidità relativa (senza condensa)
x Peso
15-30Vcc
340 microA
660 microA
da -20 °C a + 60 °C
5 - 95%
110 gr.
Modulo indirizzato a due ingressi ed un’uscita
4.6 RIVELATORE DI MASSIMA TEMPERATURA PER AMBIENTI CRITICI
IDENTIFICATO CON ISOLATORE
Il rivelatore di massima temperatura analogico identificato viene utilizzato in particolare per la
protezione di locali ed installazioni in cui un principio di incendio sia accompagnato da un repentino aumento della temperatura o in cui altri rivelatori di incendio non possono essere applicati a causa di presenza costante di fumo, vapore, ecc. Il rivelatore reagisce al superamento
della temperatura massima prestabilita che è di 78°C.
Il rivelatore di massima temperatura analogico identificato opera una discriminazione tra fuochi
reali ed allarmi intempestivi; fornisce, grazie alla sua bassa resistenza termica, una rapida risposta a possibili cambiamenti di temperatura; trasmette un segnale di corrente analogico direttamente proporzionale alla temperatura.
Tutti i circuiti elettronici sono costituiti da componenti allo stato solido ed a tenuta stagna per
prevenire i danni causati dalla polvere, dalla sporcizia e dall`umidita`. Tutti i circuiti sono protetti contro le sovracorrenti e le interferenze elettromagnetiche. Non presenta componenti soggetti ad usura. La risposta del rivelatore (attivazione) è chiaramente visibile dall`esterno grazie
alla luce rossa lampeggiante emessa da due diodi (led), che coprono un angolo di campo visivo
di 360 gradi; questa luce diventa fissa in caso di allarme. I due led sono tricolori (rosso, verde e
giallo) per permettere differenti segnalazioni. Dotato di isolatore di corto circuito. Il rivelatore
ha un circuito di interfacciamento con ingresso analogico, in grado di controllare la trasmissione di segnali all`interno di un loop a due soli conduttori, costantemente sorvegliati che avviene
attraverso una comunicazione continua (interrogazione/risposta) tra sensore e centrale. Grazie a
questo sistema di comunicazione con protocollo digitale avanzato, il rivelatore trasmette alla
centrale un valore analogico corrispondente alla propria sensibilità, che viene confrontato con i
dati residenti nel software del sistema, per determinare quando richiede un intervento di manutenzione.
Specifiche tecniche:
x Tensione di funzionamento
x Corrente di riposo
x Corrente di allarme
x Temperatura di funzionamento:
x Umidità relativa (senza condensa)
x Diametro
x Altezza con base
CAPO II – Specifiche tecniche
15 - 32Vcc
210 microA
3,5mA con led attivo
da -10 °C a + 70 °C
10 – 93%
102 mm.
61 mm.
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x
x
Peso
Costruzione
88 gr.
materiale ignifugo
Rivelatore analogico termico di massima con isolatore EN54 parte 5 e 17
4.7 RIVELATORE OTTICO DI FUMO ANALOGICO IDENTIFICATO
Il rivelatore di fumo ottico analogico identificato reagisce a tutti i fumi visibili. E’ particolarmente adatto per rilevare fuochi covanti e fuochi a lento sviluppo. Questi tipi di fuochi si manifestano normalmente nella fase precedente all`incendio con sviluppo di fiamma; in questa fase
quindi il fumo prodotto dal focolaio è chiaro ed estremamente riflettente. Il rivelatore ottico di
fumo interviene tempestivamente a segnalare il principio di incendio prima che siano prodotti
danni ingenti. Il rivelatore grazie al suo design costruttivo studiato al computer permette un più
facile accesso ai differenti tipi di fumo ed un ostacolo alla polvere.
Il rivelatore di fumo ottico analogico identificato, a mezzo di selettori rotanti, grazie ad una
nuova camera ottica che modifica il posizionamento del fotodiodo emettitore e ricevitore ed il
labirinto è in grado di operare una discriminazione tra fuochi reali ed allarmi intempestivi che
possono essere causati da correnti d'aria, polvere, insetti, repentine variazioni di temperatura,
corrosione, ecc.
Il rivelatore ottico di fumo a basso profilo trasmette un segnale di corrente analogico direttamente proporzionale alla densità di fumo presente. Tutti i circuiti sono protetti contro le sovracorrenti e le interferenze elettromagnetiche.
La risposta del rivelatore (attivazione) è chiaramente visibile dall`esterno grazie alla luce rossa
lampeggiante emessa da due diodi (led), che coprono un angolo di campo visivo di 360 gradi;
questa luce diventa fissa in caso di allarme. I due led sono tricolori (rosso, verde e giallo) per
permettere differenti segnalazioni. Il rivelatore ha un circuito di uscita analogica in grado di
controllare la trasmissione di segnali all`interno di un loop a due soli conduttori costantemente
sorvegliati, che avviene attraverso una comunicazione continua (interrogazione/risposta) tra
sensori e centrale. Grazie a questo sistema di comunicazione con protocollo digitale avanzato,
il rivelatore trasmette alla centrale un valore analogico corrispondente alla propria sensibilità,
che viene confrontato con i dati residenti nel software del sistema per determinare quando necessita un intervento di manutenzione.
Specifiche tecniche:
x Tensione di funzionamento
x Corrente di riposo
x Corrente di allarme
x Temperatura di funzionamento
x Umidità relativa (senza condensa)
x Diametro
x Altezza con base
x Peso
x Costruzione
15V - 32Vcc
200 microA
3,5mA con led attivo
da -30 °C a + 70 °C
10 - 93%
102 mm.
52 mm.
97 gr.
materiale ignifugo
Rivelatore ottico di fumo analogico EN54 parte 7
CAPO II – Specifiche tecniche
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Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
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4.8 RILEVATORE DI METANO
Il rivelatore di vapori di metano viene impiegato per rilevare, in una atmosfera costituita principalmente da aria in ambienti quali cucine, caldaie o altri, la presenza di miscele esplosive in
concentrazioni esprimibili in percentuale del L.I.E. (limite inferiore di esplosività).
Il metano, più leggero dell'aria, disperdendosi, stazionerà nella parte alta dell'ambiente ed il rivelatore deve quindi essere posizionato a soffitto.
Si raccomanda di non installare rivelatori di gas nelle vicinanze di prese d'aria e/o ventilatori
che provocano forti correnti d'aria.
Il sensore sfrutta come principio di rivelazione la combustione catalitica garantendo una precisione ed una selettività ottimali, evitando al massimo i falsi allarmi dovuti alla minore selettività ai diversi gas infiammabili dei tradizionali sensori a semiconduttore. Il rivelatore è realizzato
in contenitore antipolvere ed ha un grado di protezione IP55.
Questi dispone di uscita in corrente che garantisce, collegato ad apposita centrale, di segnalare
l’allarme, il preallarme ed il controllo linea.
Il sensore può essere collegato a qualsivoglia centrale tramite uscita relè che garantisce la segnalazione d’allarme con attivazione selezionabile al 6% od al 10% del L.I.E. per mezzo di apposito selettore.
Sul rivelatore sono presenti due led, il primo di colore rosso associato alla segnalazione di allarme, il secondo di colore verde giallo associato alla segnalazione di presenza alimentazione..
Specifiche tecniche:
x
x
x
x
x
Alimentazione
Assorbimento a riposo
Assorbimento in preallarme
Assorbimento in allarme
Uscite
x
x
Temperatura operativa
Umidità relativa
24Vcc
10 mA
20 mA
30 mA
in corrente
Relè in scambio per allarme
da -10° a +40°C
massimo 75%
4.9 RILEVATORI DI FUMO
Rivelatore fotoelettronico di fumo ad effetto Tyndall a basso profilo certificato per impiego nei
sistemi di spegnimento automatico, LED di allarme locale ed uscita per LED remoto. Certificato CPD - EN 54-7 LPC e VDS.
Base di fissaggio per rivelatori, con uscita per LED di ripetizione remota allarme
Caratteristiche tecniche:
Tensione di alimentazione :
Assorbimento a 24 Vcc :
Assorbimento in allarme :
Indicazione d’allarme :
Temperatura di funzionamento (senza ghiaccio) :
Umidità di funzionamento (senza condensa) :
Sensibilità :
Materiale :
Collegamento :
CAPO II – Specifiche tecniche
9-33 Vcc
45µA
52mA
LED rosso
-20 +60 °C
0-95%
Secondo EN54 pt 7
PC bianco (UL94-V0)
2 fili polarità indifferente
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Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio e il personale
Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
Dimensioni: rivelatore+baseAltezza x diametro (mm) :
49 x 100
4.10 PANNELLO OTTICO ACUSTICO
Pannello ottico acustico costituito da cassonetto luminoso interamente costruito con materiali
non combustibili (ABS o V0) e non propagatori di fiamma.; schermi e diciture in PMMA (Polimetilmetacrilato) ad infiammabilità lenta.
Le diciture, su sfondo rosso, sono messe in risalto a cassonetto attivo.
Il pannello ha in dotazione la dicitura di allarme incendio, ma è possibile avere anche differenti
scritte. Questi può avere anche la versione con messaggi preregistrati, quella con grado di protezione IP55 e quello autoalimentato.
Caratteristiche generali:
Lampada a 8 led ad alta efficienza(6 per quello vocale) ed avvisatore acustico piezoelettrico
Basso assorbimento in allarme
Disponibile anche in versione IP55
Disponibile con versione con messaggi preregistrati
Differenti diciture intercambiabili
Specifiche tecniche:
x
x
Tensione di funzionamento
Tensione di funzion. per autoalimentato
x
Assorbimento in allarme
x
x
Dimensioni
Peso
Tipo pannello
Pannello vocale
x Numero messaggi preregistrati
x Numero messaggi attivabili
x Messaggio personalizzato
x Modi di funzionamento
12/24Vcc
24Vcc o 220Vca con scheda
supplementare
95mA a 24Vcc, 180-260mA
per vocale, 75mA autoal.
330 x 135 x 63 mm.
400 gr., 950 gr. per vocale
640 gr. per autoalimentato
8
3 singoli o in cascata
con kit aggiuntivo
4: solo suono o parlato, suono+parlato
o viceversa
Pannello ottico/acustico con scritte intercambiabili
Pannello ottico/acustico con messaggi preregistrati
Pannello ottico/acustico IP55
Pannello ottico/acustico autoalimentato
Accessori:
Staffa di montaggio per pannello singolo o doppio
Scritta opzionale "Vietato Entrare
Scritta opzionale “Evacuare il Locale”
Scritta opzionale “Allarme in Corso”
Scritta opzionale “Vietato Entrare Spegnimento in Corso”
Scritta opzionale “Allarme Gas”
Scritta opzionale “Fire Alarm”
CAPO II – Specifiche tecniche
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Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio e il personale
Procedura ristretta per l’affidamento dell’appalto di progettazione esecutiva ed esecuzione dei “Lavori di adeguamento a norma
dell’impianto elettrico per la sicurezza del complesso monumentale del Collegio Romano - Lotto 1”
Kit per registrazione messaggi
Contenitore IP65
Scheda alimentatore 220/24Vcc
Batteria di ricambio
Pannello ottico acustico completo di staffa di montaggio per pannello singolo o doppio, contenitore IP65, scheda alimentatore e batteria di ricambio.
4.11 CAVO TWISTATO
Cavo resistente al fuoco per linee di rivelazione incendio schermato e twistato, 2 x1,5 mm.
Guaina di colore rosso GR 4 (isolamento 750 V), LSZH (Low Smoke Zero Halogen). Certificato EN 50200 IMQ a norma UNI 9795 edizione 2010.
CAPO II – Specifiche tecniche
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