Un contributo per la valorizzazione e

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA
Dipartimento Città e Territorio
MASTER IN PROCEDURE E TECNICHE DI VALUTAZIONE
AMBIENTALE
GEODIVERSITÀ, UN CONTRIBUTO PER LA VALORIZZAZIONE E GEOCONSERVAZIONE
DELLE EMERGENZE NATURALI DEL GEOPARK MADONIE.
PRIME LINEE GUIDA PER UNA FRUIZIONE SOSTENIBILE
Tutor
Ing. Calogero Di Chiara
Dott. Giacomo Scalzo
Allievo
Dott. Giuseppe Gentile
_____________________________
ANNO 2006/2007
INDICE
Sommario
pag.1
Introduzione
pag.3
1. I Geoparks
1.1 La Rete dei Geopark
1.1.1 I Geoparchi della Rete Globale
1.1.2 I Geoparchi della Rete Europea
1.1.3 I Geoparchi Italiani
pag.5
pag.6
pag.7
pag.9
pag.11
2. L’area di studio: Madonie Geopark
2.1 Caratteristiche territoriali
2.1.1 Storia delle conoscenze geologico-territoriali: cenni storici
2.1.2 Inquadramento geografico e geomorfologico
2.1.3 Inquadramento geologico
2.1.4 Idrografia e idrogeologia
2.2 Attività e progetti del Geopark delle Madonie
2.3 Sentieri geologici
2.3.1 Sentiero geologico "Inghiottitoio della battaglietta Portella Colla”
2.3.2 Sentiero geologico "Le pietre & L'acqua"
2.3.3 “Sentiero geologico urbano” di Petralia Sottana
2.3.4 Sentiero geologico "La roccia e l’uomo "
2.4 Regole del Parco per la geoconservazione e
la fruizione sostenibile del Geopark
pag.15
pag.16
pag.16
pag.18
pag.19
pag.20
pag.22
pag.23
pag.23
pag.24
pag.27
pag.28
3. Elementi caratteristici del patrimonio geologico del Geopark delle Madonie:
Le principali Formazioni geologiche istituite nel territorio delle Madonie
3.1 Formazione Mufara
3.2 Formazione Scillato
3.3 Formazione Quacella
3.4 Formazione Fanusi
3.5 Formazione Crisanti
3.6 Formazione Caltavuturo
3.7 Formazione Polizzi
4. Analisi e valutazione del grado di geoconservazione delle sette emergenze
geologiche, per una migliore valorizzazione e fruizione sostenibile dei geositi
4.1 Metodologia
4.1.1 Valore dell’emergenza
4.1.2 Valutazione dello stato di conservazione e
rischio di degrado del geosito
4.1.3 Livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area
4.1.4 Fruizione e vulnerabilità turistica
4.2 Dati acquisiti
4.3 Analisi dei dati ed interventi proposti
4.3.1 Interventi generali
4.3.2 Interventi specifici per le sette Località tipo dove sono state istituite
le Formazioni geologiche ricadenti all’interno del territorio delle Madonie
4.3.2.1 Formazione Mufara
4.3.2.2 Formazione Scillato e Fanusi
4.3.2.3 Formazione Quacella
4.3.2.4 Formazione Crisanti
4.3.2.5 Formazione Caltavuturo
4.3.2.6 Formazione Polizzi
pag.29
pag.38
pag.40
pag.46
pag.52
pag.58
pag.63
pag.69
pag.75
pag.81
pag.81
pag.83
pag.84
pag.85
pag.86
pag.87
pag.89
pag.91
pag.92
pag.92
pag.94
pag.95
pag.97
pag.99
pag.102
Conclusioni
pag.104
Bibliografia
pag.105
Allegati:
Allegato 1 – Scala Geocronologica
Allegato 2 – Schede di campagna
SOMMARIO
Il presente lavoro è finalizzato ad individuare degli elementi chiave che caratterizzano il GeoPark
Madonie e suggerire, attraverso una loro analisi e valutazione, delle linee guida per una opportuna
geoconservazione e fruizione sostenibile, coerentemente agli obiettivi della rete Geopark.
Il Parco delle Madonie nel 2001 è stato riconosciuto come “Geoparco” - Madonie Geopark - e inserito
nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei Geoparchi del United Nations
Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) nel 2004. Il network dei Geoparchi è
un’organizzazione volontaria e cooperativa, e ogni Geopark che fa parte della Rete Europea e Globale, ha un
ruolo attivo nello sviluppo economico del proprio territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine generale
collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo.
L’Emergenze geologiche, oggetto di studio, sono le Località tipo dove sono state studiate e istituite, nel
secolo scorso, sette tra le più importanti Formazioni geologiche siciliane, tuttoggi accettate dalla comunità
scientifica.
La fase iniziale del lavoro, si è basata sull’acquisizione delle informazioni relative agli obiettivi e attività
della Rete dei Geopark, sullo studio delle principali caratteristiche territoriali del comprensorio del Parco delle
Madonie e sulla raccolta delle informazioni relative ai progetti portati avanti dal Parco delle Madonie
nell’ambito della Rete Geopark.
Nella seconda fase del lavoro si è proceduto, attraverso lo studio di fonti bibliografiche, all’acquisizione
di informazioni utili relative alle sette Formazioni geologiche, studiate e istituite all’interno del territorio
Madonita. Ciò ha consentito l’acquisizione di informazioni di carattere geologico-scientifico, nonché storiconaturalistico, ed infine all’individuazione delle Località tipo dove, in passato, sono state studiate le sette
Formazioni litostratigrafiche.
Dopo l’acquisizione delle informazioni di base, che ha permesso di comprendere l’elevato valore
scientifico di questi potenziali geositi, si è passati all’acquisizione di dati direttamente in campagna, attraverso
un accurato rilevamento di campagna utile per la compilazione di una scheda di campagna ed il relativo
repertorio fotografico. La scheda di campagna è stata realizzata seguendo determinati criteri utili per
l’acquisizione di informazioni relative allo stato di conservazione, tutela e fruizione, delle aree oggetto di studio.
Oltre al rilevamento di campagna, l’ acquisizione dei dati è avvenuta sulla base di informazioni apprese
da fonti bibliografiche, dalle interviste effettuate durante gli incontri avvenuti presso la sede dell’Ente Parco
delle Madonie e da un’analisi G.I.S della cartografia georeferenziata dei vincoli territoriali presenti nell’area
oggetto di studio.
Dall’analisi dei dati raccolti, sulla base dell’elevato valore storico e scientifico dei sette potenziali geositi,
è stato possibile trarre informazioni utili sul grado di conservazione, tutela e fruizione delle aree in cui ricadono i
geositi. Infine sono stati proposti alcuni interventi di carattere generale applicabili a tutti i geositi, e tenendo
conto degli elementi caratteristici che influenzano il grado di geoconservazione e fruizione delle singole aree in
1
cui ricadono le emergenze geologiche, sono stati proposti alcuni interventi specifici, per ogni singola Località
tipo, al fine di poter proporre una fruizione sostenibile.
2
INTRODUZIONE
Il presente lavoro restituisce i risultati dello studio ambientale realizzato nell’ambito del progetto
formativo, del Master in Procedure e Tecniche di Valutazione Ambientale, svolto durante l’attività di Stage
presso l’ARPA SICILIA.
Il progetto formativo è stato seguito dal Tutor Aziendale Ing. Calogero Di Chiara – Dirigente
Responsabile ST VII Ecosistemi e Biodiversità e coadiuvato dal Dott. Giacomo Scalzo – Funzionario ST VII
Ecosistemi e Biodiversità (Task Force Ambiente MATTM).
Per lo svolgimento del presente studio ambientale si è ritenuto utile coinvolgere, sin dalle prime fasi,
l’Ente Parco delle Madonie, condividendone obiettivi ed azioni. L’Ente Parco ha mostrato interesse e ha
contribuito alla realizzazione dello studio, con la collaborazione del Dott. Pasquale Li Puma - Dirigente
U.O.B. n.7 “INFEA e GEOPARK”.
Lo studio, infatti, è finalizzato ad individuare degli elementi chiave che caratterizzano il GeoPark
Madonie e suggerire, attraverso una loro analisi e valutazione, delle linee guida per una opportuna
geoconservazione e fruizione sostenibile, coerentemente agli obiettivi della rete Geopark.
Il Parco delle Madonie nel 2001 è stato riconosciuto come “Geoparco” - Madonie Geopark - e inserito
nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei Geoparchi del United Nations
Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) nel 2004. Il network dei Geoparchi è
un’organizzazione volontaria e cooperativa, e ogni Geopark che fa parte della Rete Europea e Globale, ha un
ruolo attivo nello sviluppo economico del proprio territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine
generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo.
L’Emergenze geologiche, oggetto di studio, sono le Località tipo dove sono state studiate e istituite,
nel secolo scorso, sette tra le più importanti Formazioni geologiche siciliane, tuttoggi accettate dalla
comunità scientifica.
Il presente lavoro, nella fase iniziale, si è articolato sull’acquisizione delle informazioni relative agli
obiettivi e attività della Rete dei Geopark, sullo studio delle principali caratteristiche territoriali del
comprensorio del Parco delle Madonie e sulla raccolta delle informazioni relative ai progetti portati avanti
dal Parco delle Madonie nell’ambito della Rete Geopark.
Nella seconda fase del lavoro si è proceduto, attraverso lo studio di fonti bibliografiche,
all’acquisizione di informazioni utili relative alle sette Formazioni geologiche, studiate e istituite all’interno
del territorio Madonita. Ciò ha consentito l’acquisizione di informazioni di carattere geologico-scientifico,
nonché storico-naturalistico, ed infine all’individuazione delle Località tipo dove, in passato, sono state
studiate le sette Formazioni litostratigrafiche.
Dopo l’acquisizione delle informazioni di base, che ha permesso di comprendere l’elevato valore
scientifico di questi potenziali geositi, si è passati all’acquisizione di dati direttamente in campagna,
attraverso un accurato rilevamento di campagna utile per la compilazione di una scheda di campagna ed il
relativo repertorio fotografico. La scheda di campagna è stata realizzata seguendo determinati criteri utili per
3
l’acquisizione di informazioni relative allo stato di conservazione, tutela e fruizione, delle aree oggetto di
studio.
Oltre al rilevamento di campagna, l’ acquisizione dei dati è avvenuta sulla base di informazioni
apprese da fonti bibliografiche, dalle interviste effettuate durante gli incontri avvenuti presso la sede
dell’Ente Parco delle Madonie e da un’analisi G.I.S della cartografia georeferenziata dei vincoli territoriali
presenti nell’area oggetto di studio.
L’analisi e la valutazione dei criteri rilevati ha consentito di poter cogliere tutti gli aspetti, positivi e
negativi, al fine di poter suggerire e proporre interventi mirati alla geoconservazione, valorizzazione e
fruizione dei potenziali geositi, nell’ottica dello sviluppo sostenibile di un territorio sempre più consapevole
delle proprie ricchezze.
4
1. I GEOPARKS
Un Geoparco è un territorio che possiede un patrimonio geologico particolare ed una strategia di
sviluppo sostenibile supportata da un programma idoneo a promuovere tale sviluppo. Deve avere dei
confini ben definiti e sufficiente estensione per consentire uno sviluppo economico efficace del
comprensorio. Inoltre deve comprendere un certo numero di siti geologici di particolare importanza nei
termini di qualità scientifica, di rarità, di richiamo estetico e valore educativo. Del Geoparco possono
inoltre far parte siti di interesse archeologico, ecologico, storico o culturale. I siti di un Geoparco devono
essere collegati in rete e beneficiare di misure di protezione e gestione. Un Geoparco lavora all’interno
della Rete dei Geoparchi anche per favorire l’implementazione e la coesione della stessa rete. Lavora con
gli imprenditori locali per promuovere e supportare la creazione e commercializzazione di nuovi prodotti
collegati al patrimonio geologico in uno spirito di complementarità con gli altri membri della rete.
Nessuna distruzione o vendita di reperti geologici di un Geoparco può essere tollerata.
Raccogliere materiale geologico è permesso a patto che si usino metodi sostenibili o che lo si faccia per
ragioni scientifiche/educative. Inoltre, la raccolta deve essere svolta sotto supervisione scientifica e nel
rispetto delle leggi locali.
Un Geoparco ha anche il compito di favorire la valorizzazione di un’immagine generale collegata
al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo, promuovere l’educazione ambientale, la
formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra,
migliorare l’ambiente naturale ed incrementare le politiche per lo sviluppo sostenibile.
Un Geoparco sviluppa, sperimenta e scambia metodi per conservare il patrimonio geologico.
La rete dei geoparchi è costituita da una rete Europea e una rete Globale
Il Network Europeo dei geoparchi è un’organizzazione volontaria e cooperativa. Esso possiede una
struttura interna chiaramente definita e formata da un coordinatore, un vice-coordinatore, un comitato
consultivo e un comitato coordinatore. Il coordinatore e il vice-coordinatore hanno il ruolo di coordinare
la vita e il continuo sviluppo del Network. Il comitato consultivo facilita le riunioni del Network,
specialmente per quanto riguarda l’integrazione di nuovi membri. Esso è formato da rappresentanti dei
membri fondatori, rappresentanti di 5 altri membri del Network più un rappresentante ciascuno del United
Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), International Union for the
Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) e International Union of Geological Sciences
(IUGS). Il comitato coordinatore è formato da due rappresentanti di ciascun membro del Network (un
esperto in materie geologiche e un esperto in turismo/società/economia). Quest’ultimo comitato prende
TUTTE le decisioni che riguardano le attività del Network.
L’appartenenza al Network scade ogni 3 anni. Dopo questo lasso di tempo, viene valutata la
possibilità di rinnovare l’appartenenza dei membri.
Il Network Globale dei Geoparchi fondato dall’UNESCO, coordina in tutto il mondo attività per
quei centri che richiedono il suo aiuto. Se un Geoparco europeo vuole diventare membro di questo
Network globale, deve fare domanda al Network Europeo dei Geoparchi che, in Europa, rappresenta il
5
Network Globale dell’UNESCO. Quindi, i geoparchi membri del Network europeo, se lo desiderano,
possono diventare membri del Network globale dei geoparchi assistiti dall’UNESCO.
L’appartenenza al Network Europeo include automaticamente l’appartenenza al Network Globale
dei Geoparchi. Nel momento in cui scade l’appartenenza al primo anche quella al secondo decade
automaticamente.
L’UNESCO è completamente coinvolto nel lavoro del Network dei Geoparchi Europei ed ha
diritto di veto in tutte le decisioni. In quanto membro permanente del comitato consultivo, l’UNESCO è
sempre coinvolto in tutta la procedura di valutazione di ogni domanda.
1.1 LA RETE DEI GEOPARK
Nell'ottica di una valorizzazione del patrimonio geologico anche a fini turistico-ricreativi
l'UNESCO ha lanciato a partire dal 1998 un programma denominato "UNESCO GEOPARK". Tale
programma, che scaturisce da un'ampia collaborazione tra diversi organismi internazionali, ha il duplice
obiettivo di incrementare il valore dei siti che costituiscono una testimonianza fondamentale della storia
geologica ed evolutiva della Terra e di creare occasioni di sviluppo socio-economico compatibile a livello
locale. Il riconoscimento internazionale "UNESCO GEOPARK" è destinato a quei territori aventi
elementi di grande pregio dal punto di vista geologico in senso lato, nei quali si attuano strategie di
gestione partecipate finalizzate alla conservazione del patrimonio geologico, contestualmente allo
svolgimento di attività di ricerca e divulgazione scientifica, di ricreazione turistica e di educazione
ambientale.
Un iniziativa avviata a livello europeo riguarda la Rete Europea dei Geoparchi EUROPEAN
GEOPARKS NETWORK, istituita nel giugno del 2000, nell’ambito del programma LEADER IIC, da
quattro zone: Reserve Géologique de Haute – Provence (Francia), Lesvos Petrified Forest (Grecia),
Geopark Gerolstein / Vulkaneifel (Germania) e Maestrazgo Cultural Park (Spagna). L'EUROPEAN
GEOPARKS NETWORK individua come obiettivi prioritari: la cooperazione per tutelare il patrimonio
geologico; il favorire lo sviluppo sostenibile a livello locale attraverso la valorizzazione di un'immagine
generale collegata al patrimonio geologico; la promozione di iniziative di geoturismo, per incrementare
l'educazione ambientale, la formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle
Scienze della Terra.
Dopo aver sottoscritto, nel giugno 2000, la convenzione istitutiva della Rete Europea dei
Geoparchi (European Geoparks Network), i primi quattro Geoparchi hanno concordato di valorizzare la
rete consentendo l’ingresso di altri membri, anche allo scopo di condividere informazioni ed esperienze,
nonché di definire programmi e strumenti comuni.
Visto gli obiettivi comuni delle due Reti, L’UNESCO decide di stabilire dei legami di
cooperazione con la Rete Europea dei Geoparchi.
Durante le numerose riunioni avvenute tra le due Reti si è avviata la cooperazione firmando due
accordi.
6
In aprile 2001 in Spagna la rete Europea dei Geoparchi ha firmato il primo accordo con
l'UNESCO (l’Accordo di Almeria) per la cooperazione che dispone la rete sotto gli auspici
dell'Organizzazione Internazionale.
Nel febbraio del 2004 il gruppo degli esperti internazionali dell’UNESCO riunito a Parigi ha
discusso e deciso l’istituzione del GLOBAL UNESCO NETWORK OF GEOPARKS, l’approvazione
delle linee guida per aderite alla Rete e l’ammissione dei 17 geoparchi europei ed 8 cinesi alla Rete
Globale UNESCO dei Geoparchi.
Nel giugno 2004 si svolge a Beijing in Cina la “1° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI
GEOPARCHI”, per promuovere l'istituzione di una Rete Mondiale di Geoparchi nazionali il GLOBAL
UNESCO NETWORK OF GEOPARKS con il contributo internazionale delle istituzioni governative e
non-governative.
Nell’ottobre del 2004 durante il 5° Meeting dei Geoparchi Europei tenutosi a Petralia Sottana, è
stato stipulato il secondo accordo (l’Accordo delle Madonie) fra la Divisione di Scienze della Terra
dell’UNESCO e la Rete Europea dei Geoparchi, stabilendo che un territorio europeo che vuole diventare
membro della Rete Mondiale dei Geoparchi dell’UNESCO deve presentare un Dossier alla Rete Europea
dei Geoparchi, la quale agisce come organizzazione integrativa della rete UNESCO per quanto riguarda il
continente europeo. A seguito di un esito positivo, il Parco Naturale sarà nominato Geoparco.
Successivamente, ogni tre anni, il Geoparco sarà sottoposto ad una verifica e nuova convalida che
valuterà gli effettivi progressi attuati circa la protezione e la promozione del patrimonio geologico e lo
sviluppo delle attività economiche sostenibili nel territorio. Inoltre la Divisione delle Scienze della Terra
dell'UNESCO riconosce che la rete di Geoparchi Europea è il riferimento da seguire per la creazione di
altre reti continentali di Geoparchi.”
1.1.1 I GEOPARCHI DELLA RETE GLOBALE
La Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO, istituita nel 2004, inizialmente era costituita da 17
Geoparchi Europei e 8 Geoparchi Cinesi. Nei vari Congressi Internazionali tenutisi negli anni seguenti
la Rete si è andata sempre più ampliando. L’attuale Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO è
costituita da 51 Geoparchi distribuiti in 16 stati membri (Tab.1).
7
DENOMINAZIONE GEOPARCO
PAESE
CONTINENTE
- Danxiashan Geopark
- Fangshan Geopark
- Funiushan Geopark
- Hexigten Geopark
- Huangshan Geopark
- Jingpohu Geopark
- Leiqiong Geopark
- MountLushan Geopark
- Mount Taishan Geopark
Cina
Asia
- Songshan Geopark
- Stone Forest Geopark (Shilin Geopark)
- Taining Geopark
- Wangwushan-Daimeishan Geopark
- Wudalianchi Geopark
- Xingwen Geopark
- Yandangshan Geopark
- Yuntaishan Geopark
- Zhangjiajie Sandstone Peak Forest Geopark
- Qeshm Geopark
Iran
- Araripe Geopark
Brasile
- Kamptal Geopark
Austria
America del Sud
- Nature Park Eisenwurzen
- Bohemian Paradise Geopark
- Park Naturel Régional du Luberon
Repubblica Ceca
Francia
- Reserve Géologique de Haute Provence
- Geopark Bergstrasse - Odenwald
- Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfalen
- Geopark Swabian Albs
- Mecklenburg Ice age Park
Germania
- Nature park Terra Vita
Europa
- Vulkaneifel Geopark
- Petrified Forest of Lesvos
- Psiloritis Natural Park
Grecia
- Madonie Natural Park
- Parco Geominerario della Sardegna
Italia
- Parco del Beigua
- Gea-Norvegica Geopark
Norvegia
- Naturtejo Geopark
Portogallo
- Copper Coast Geopark
- Hateg Country Dinosaur Geopark
Irlanda
Romania
8
DENOMINAZIONE GEOPARCO
PAESE
CONTINENTE
- Cabo de Gata Natural Park
- Maestrazgo Cultural Park
Spagna
- Sobrarbe Geopark
- Subeticas Geopark
- Abberley and Malvern Hills Geopark
- Fforest Fawr Geopark – Galles
- Marble Arch Caves & Cuilcagh Mountain
Park – Northern Ireland
Regno Unito
- North Pennines AONB Geopark
- North West Highlands – Scotland
- Lochaber Geopark – Scotland
- Papuk Geopark
Croazia
Tab.1- Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO – fonte: www.worldgeopark.org, aprile 2007
1.1.2 I GEOPARCHI DELLA RETE EUROPEA
Originariamente, nel giugno del 2000 quando la Rete Europea dei Geoparchi fu istituita, era
costituita da 4 geoparchi appartenenti a 4 paesi europei: Reserve Géologique de Haute – Provence
(Francia), Lesvos Petrified Forest (Grecia), Geopark Gerolstein / Vulkaneifel (Germania) e Maestrazgo
Cultural Park (Spagna).
Dopo pochi anni, nel 2004 la Rete Europea era costituita da 17 geoparchi appartenenti a 8 paesi
dell’Unione Europea.
Attualmente la Rete dei Geoparchi Europei è costituita da 31 Geoparchi dislocati in 13 paesi della
Comunità Europea (Fig.1.1).
Nella Tabella 2 vengono riportati gli attuali Geoparchi che costituiscono la Rete Europea.
DENOMINAZIONE GEOPARCO
PAESE
- Madonie Geopark (9)
- Parco Geominerario della Sardegna (29)
Italia
- Beigua Geopark (21)
- Reserve Géologique de Haute Provence (1)
- Park Naturel Régional du Luberon (15)
Francia
- Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfalen (18)
- Geopark Swabian Albs (17)
- Mecklenburg Ice age Park (19)
Germania
- Nature park Terra Vita (6)
- Vulkaneifel Geopark (2)
- Naturpark Bergstrasse – Odenwald (12)
9
DENOMINAZIONE GEOPARCO
PAESE
- Petrified Forest of Lesvos (3)
Grecia
- Psiloritis Natural Park (5)
- Maestrazgo Cultural Park (4)
- Cabo de Gata Natural Park (24)
- Sobrarbe Geopark (27)
Spagna
- Subeticas Geopark (26)
- Naturtejo Geopark (25)
Portogallo
- Copper Coast Geopark (7)
Irlanda
- Kamptal Geopark (10)
Austria
- Nature Park Eisenwurzen (11)
- Bohemian Paradise Geopark (23)
Repubblica Ceca
- Hateg Country Dinosaur Geopark (20)
Romania
- Gea-Norvegica Geopark (28)
Norvegia
- Abberley and Malvern Hills Geopark – England (14)
- Fforest Fawr Geopark – Galles (22)
- Marble Arch Caves & Cuilcagh Mountain Park-Northern Ireland (8)
- North Pennines AONB Geopark – England (13)
Regno Unito
- North West Highlands – Scotland (16)
- Lochaber Geopark – Scotland (31)
- Papuk Geopark (30)
Croazia
Tab.2 - Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO – fonte: www.europeangeopark.org, aprile 2007
Fig.1.1– Distribuzione geografica dei Geoparchi Europei – fonte: www.europeangeopark.org , aprile 2007
10
1.1.3 I GEOPARCHI ITALIANI
I Geoparchi Italiani appartenenti alla Rete Europea e alla Rete Globale dell’UNESCO sono: Il
Geoparco delle Madonie (Sicilia), il Parco Geominerario della Sardegna (Sardegna) e il Geoparco del
Beigua (Liguria), (Tab.3).
DENOMINAZIONE GEOPARCO
- Beigua Geopark
- Parco Geominerario della Sardegna
- Madonie Geopark
REGIONE
Liguria
Sardegna
Sicilia
Tab.3 – Geoparchi Italiani apparteneti alla Rete Europea e alla Rete Globale dell’UNESCO
Dal Marzo 2005 il Parco del Beigua - Beigua Geopark è riconosciuto come "Geoparco"
internazionale nell'ambito della Rete Europea dei Geoparchi (EGN) e della Rete Globale dei Geoparchi
dell'UNESCO.
Il Geoparco del Beigua - al cui interno è compresa l'intera superficie classificata come "Parco
naturale regionale del Beigua" - si sviluppa per un'estensione complessiva di 39.230 ettari coinvolgendo
10 Comuni Liguri: Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella,
Tiglieto e Varazze.
Il comprensorio del Geoparco del Beigua presenta un ricco e variegato patrimonio geologico che
ben rappresenta le diverse discipline delle Scienze della Terra e che risulta particolarmente significativo
per quanto riguarda la ricostruzione della storia geologica dell'Italia e per la comprensione dell'evoluzione
della catena alpina.
Nel comprensorio del Geoparco del Beigua sono presenti siti che consentono di apprezzare diverse
tipologie di rocce, forme e processi di notevole valore scientifico ma che rivestono anche un particolare
interesse estetico, didattico, divulgativo.
L'area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti con impronta metamorfica alpina che
rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico, raramente affiorante in maniera
così diffusa nelle Alpi ed in Europa.
Nel vasto comprensorio del Geoparco si registrano particolari caratteristiche geomorfologiche,
forme e testimonianze legate, in alcuni casi, a processi morfogenetici scomparsi, che conferiscono al
territorio del Parco caratteri tali da farne un unicum nel quadro ligure: dai depositi periglaciali presenti
nella porzione sommitale del massiccio del Beigua alle forme e processi che testimoniano l'attuale
modellamento fluviale (forre e meandri incassati) e gravitativo (frane di crollo e depositi clastici) nei
settori di versante, fino ai terrazzi marini che registrano le variazioni del livello marino presenti nella
fascia costiera tra Arenzano e Varazze.
11
Il comprensorio, infine, è caratterizzato da interessanti aree paleontologiche, spesso caratterizzate
da un contenuto fossilifero abbondante ed in buono stato di conservazione, nonché da siti di interesse
mineralogico, famosi soprattutto per la presenza di spettacolari granati, che hanno arricchito le collezioni
di tutto il mondo.
Le iniziative di conservazione del patrimonio geologico nel Geoparco del Beigua si inseriscono
nell'ambito della più ampia e complessa strategia di tutela del patrimonio naturale e storico-culturale che
il territorio presenta, perseguita attraverso misure di pianificazione e di gestione finalizzate al
conseguimento di una protezione attiva delle risorse ambientali, contestuale ad uno sviluppo socioeconomico adeguato e compatibile, in cui sono ovviamente comprese le attività connesse alla
conservazione della "geodiversità" ed al "geoturismo".
Il comprensorio del Geoparco del Beigua propone diverse opportunità di fruizione: percorsi a
tematismo naturalistico, aree verdi attrezzate, visite guidate, attività didattiche e divulgative presso i
centri di interpretazione, iniziative di ricerca scientifica, corsi di formazione specialistica, programmi
educativi finalizzati ad una sempre maggiore ed esaustiva conoscenza delle caratteristiche geologicogeomorfologiche del territorio.
Nel 2001 il comprensorio del Parco delle Madonie è stato riconosciuto come “Geoparco” Madonie Geopark - e inserito nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei
Geoparchi dell’UNESCO nel 2004 .
Il Parco delle Madonie è un Parco Naturale Regionale. Si estende per 39.941 ettari e comprende il
massiccio montuoso delle Madonie, situato sulla costa settentrionale siciliana, tra il corso dei fiumi Imera
e Pollina.
Il territorio del Parco delle Madonie costituisce un'area di enorme interesse geologico; in esso
infatti affiorano rocce che abbracciano un arco di tempo di oltre 200 milioni di anni rappresentative della
geologia della Sicilia.
Le rocce carbonatiche del Massiccio del Carbonara, nucleo centrale delle Madonie, mostrano una
ricchezza straordinaria di organismi fossilizzati: coralli, spugne, alghe, idrozoi, gasteropodi,
lamellibranchi, brachiopodi ecc. Un tempo essi popolavano un mare poco profondo, lungo una fascia
della superficie terrestre con clima di tipo tropicale o subtropicale. Rimangono oggi fissati in queste rocce
permettendoci non solo di ricostruirne l’ambiente originario, ma anche di determinare l’età relativa di
esse.
Al Complesso del Carbonara si contrappone quello di Monte dei Cervi, dal quale è separato
dall’incisione del Vallone Madonie. Anche qui si ritrovano rocce di natura carbonatica, che si
accompagnano però anche a rocce di natura argillosa, marnosa e silicea.
Nelle aree periferiche tutt’intorno ai rilievi maggiori, che emergono imponendosi allo sguardo
dell’osservatore, affiorano invece successioni di rocce di natura argillosa, arenacea e marnosa.
Le aspre aree rocciose, alternate a depressioni a forma di conca, sono tipiche espressioni del
fenomeno carsico. Circa 400 doline solcano l’altopiano del Carbonara; inoltre una vasta gamma di
sculture carsiche risultano ricavate dall’acqua sulla superficie delle rocce calcaree.
12
All’interno delle doline o nelle valli si aprono solchi scavati dall’acqua, grazie anche alla
fratturazione e alla facile solubilità delle rocce calcaree entro le quali essa si infiltra.
Nel sottosuolo c’è dunque un mondo fatto di meati, fessure, cavità e grotte, dove l’acqua continua
il suo corso interrotto in superficie.
Nelle Madonie è possibile esplorare le cavità interne dei massicci carbonatici seguendo le vie
dell’acqua, per scoprire e ammirare le naturali architetture.
Sulla base dei principi della Carta costitutiva della rete, l’Ente gestore del Geoparco delle Madonie
ha sviluppato una serie di attività locali ed internazionali tendenti alla valorizzazione e conservazione del
patrimonio geologico dell'area. Attraverso il geoturismo si vuole mirare ad una strategia condivisa di
sviluppo sostenibile che intende avere un ruolo attivo a beneficio del territorio, contribuendo allo
sviluppo economico compatibile attraverso la divulgazione del patrimonio geologico.
Inoltre attraverso il Geoparco si vuole promuovere l'educazione ambientale, la ricerca scientifica e,
non ultimo, la partecipazione attiva dei residenti che più tengono a rivitalizzare la cultura e l'economia del
territorio.
Per le scuole, il "Madonie Geopark" ha proposto e veicolato progetti specifici per far conoscere,
apprezzare e valorizzare, anche in prospettiva economica sostenibile, il patrimonio geologico e l'intero
territorio che lo ospita.
Nel 2007 è stata ufficialmente formalizzata l’entrata nel Network Globale dei Geoparchi
dell’UNESCO del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.
Il progetto del Parco geominerario della Sardegna è stato elaborato dall`EMSA (Ente Minerario
Sardo). Esso prevede otto aree disseminate in tutta l`isola, e individuate tenendo conto delle
testimonianze geominerarie, di quelle archeologiche e delle valenze naturalistiche. In questo modo si è
tracciato un ideale percorso rappresentativo della storia mineraria della Sardegna, storia che dura ormai da
8.000 anni.
Le 8 aree facenti parte del Parco sono dislocate nelle otto province della Regione Autonoma della
Sardegna; comprendono, complessivamente, una superficie di 3771 kmq, che interessa i territori di 81
Comuni.
Area 1 - MonteArci
Area 2 - Orani
Area 3 - FuntanaRaminosa
Area 4 - Gallura
Area 5 - Argentiera-Nurra
Area 6 - SosEnattos-Guzzwra
Area 7 - Sarrabus-Gerrei
Area 8 - Sulcis-Iglesiente-Guspinese
La scelta delle aree e la loro numerazione progressiva si collocano in un percorso logico, che è
minerario e storico allo stesso tempo. Si sviluppa dalle ossidane del Monte Arci (area 1), attraverso la
steatite delle popolazioni prenuragiche di Orani (area 2), fino alle miniere di rame di Puntano Raminosa
13
(area 3), fondamentali per lo sviluppo della metallurgia del bronzo nell`età nuragica; l`attività mineraria,
proseguita in epoca punica e romana con svariate tipologie come quelle della Gallura, dell`ArgentieraNurra e di Sos Enattos-Guzzurra (aree 4.5.6), trova infine la sua massima espressione nell’area del
Sarrabus (area 7) ed in quella del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (area 8), la più significativa, certamente,
dell’intero Parco per l’estensione territoriale che la caratterizza.
Il Parco Geominerario della Sardegna rappresenta lo strumento attraverso il quale si può
trasformare l'intero patrimonio minerario da fonte di problemi (sicurezza, inquinamento, degrado del
territorio) a fonte di rilancio economico.
Notevoli sono le potenzialità offerte soprattutto dal punto di vista turistico, dell'artigianato, dell'
agroalimentare, del ripristino e della valorizzazione dell'immenso patrimonio immobiliare a fini ricettivi.
Di grande interesse sono le prospettive museali, di carattere didattico, scientifico e tecnologico.
Il Parco Geominerario della Sardegna, rappresenta un'ottima occasione di sviluppo che valorizzerà le
bellezze naturali, il passato minerario, la sua storia secolare e la storia di tutti coloro che hanno scavato ed
estratto i minerali da sotto terra.
14
2. L’AREA DI STUDIO:
MADONIE GEOPARK
Madonie Geopark è un Parco Naturale Regionale istituito il 9 novembre del 1989 ai sensi della
L.R 6 maggio 1981, n.98 e s.m.i.. Il Parco comprende quindici comuni della provincia di Palermo
(Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia
Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni).
Il territorio del Parco delle Madonie, comprende al suo interno il massiccio montuoso delle
Madonie, ed è situato in una porzione dell’area settentrionale della Sicilia, affacciandosi su un tratto di
costa Tirrenica e delimitato a ovest e a est dai fiumi Imera e Pollina.
Il Parco ospita oltre la metà delle specie vegetali siciliane, e in particolare gran parte di quelle
presenti solo in Sicilia (come l'Abies nebrodensis in via di estinzione, nel Vallone Madonna degli Angeli).
Per la fauna sono presenti oltre la metà delle specie di uccelli, tutte le specie di mammiferi e più
della metà delle specie di invertebrati siciliane.
Notevoli sono anche le caratteristiche geologiche. La geologia delle Madonie è al centro di studi e
ricerche avviatisi fin dagli anni sessanta. Proprio per l'interesse geologico del complesso montuoso
madonita, nel 2001 il Parco delle Madonie entra a far parte dell’European Geopark Network, a cui
attualmente aderiscono trentuno parchi europei, e del Global Unesco Network of Geoparks nel 2004 a
cui aderiscono cinquantuno parchi mondiali.
Il parco è gestito dall'Ente Parco delle Madonie, con sede a Petralia Sottana e si estende per
39.941,18 ettari, suddivisi in quattro zone a tutela differenziata (Fig.2.1):
A: Zona di riserva integrale nella quale l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità e
cioè nella totalità dei suoi attributi naturali, tanto nell'individualità dei popolamenti biologici che nella
loro indipendenza. In tali zone s'identificano, di massima, ecosistemi ed ecotoni (o loro parti) di grande
interesse naturalistico e paesaggistico, presentanti una relativamente minima antropizzazione. Per tali
zone l'Ente Parco delle Madonie ha proceduto gradualmente all'acquisizione delle relative aree;
B: Zona di riserva generale nella quale è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le
costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. In queste zone possono essere
consentite dall'ente gestore del Parco le utilizzazioni agro-silvo-pastorali e le infrastrutture strettamente
necessarie quali strade d'accesso, opere di miglioria e di ricostruzione di ambienti naturali. Nelle predette
zone sì identificano, di massima, ecosistemi ed ecotoni (o loro parti) d'elevato pregio naturalistico e
paesaggistico con maggior grado d'antropizzazione rispetto alla zona A;
C: Zona di protezione nella quale sono ammesse soltanto costruzioni, trasformazioni edilizie e
del terreno rivolte specificatamente alla valorizzazione dei fini istitutivi del Parco quali strutture turisticoricettive, culturali e aree di parcheggio;
D: Zona di controllo nella quale sono consentite tutte le attività purché compatibili con le finalità
del Parco.
15
Fig.2.1 – Carta delle zone del Parco delle Madonie - fonte: Vademecum delle attività esercitabili nel Parco delle Madonie, Ente
Parco delle Madonie (2006)
2.1 CARATTERISTICHE TERRITORIALI
2.1.1 STORIA DELLE CONOSCENZE GEOLOGICO-TERRITORIALI:
CENNI STORICI
L’area delle Madonie è stata oggetto di studi e di ricerche geologiche sin dai primi del 1800, in
questo territorio si sono poste le basi della Geologia siciliana, e tuttoggi mostra un grande interesse
scientifico per le ricerche e gli studi che vi si stanno svolgendo.
L’abate Francesco Ferrara (1810) fu uno tra i primi studiosi a mostrare interesse verso alcuni
aspetti geologici del territorio delle Madonie, e a fornire, anche, se in modo non del tutto dettagliato, un
quadro sugli aspetti geologici del gruppo montuoso delle Madonie.
Una più approfondita descrizione del gruppo montuoso delle Madonie si deve all’abate Domenico
Scinà (1819), professore di fisica sperimentale all’Università di Palermo e uno tra gli scienziati più
rilevanti in Sicilia nel periodo compreso tra il XVIII e il XIX secolo. Inviato nel territorio madonita dal
Governo Borbonico per studiare e relazionare i danni dovuti a una serie di terremoti (1818-1819) che
scossero fortemente il territorio delle Madonie.
Il naturalista e alpinista Antonio De Gregorio fornisce una serie di informazioni che si trovano nel
resoconto di una gita effettuata sulle Madonie nel luglio del 1880.
Nel 1884 Francesco Minà Palumbo, naturalista castelbuonese, pubblica una Introduzione alla
Storia Naturale delle Madonie, disegnando un approssimativo schema geologico strutturale della Sicilia
centro occidentale.
16
Nel 1886 Luigi Baldacci, ingegnere del R. Corpo delle Miniere, pubblica la “Descrizione
Geologica dell’Isola di Sicilia”.
Gemmellaro (1872-1886) e Lugeon & Argand (1906) introducono il concetto di Falda di
ricoprimento in Sicilia.
Checchia Rispoli (1916), Trevisan (1935, 1937), Ceretti (1965), Ceretti & Ciabatti (1965), Broquet
(1968, 1972), Rangin (1975), Catalano & D'Argenio (1978, 1982), Catalano & Montanari (1979), Grasso
et al. (1978), Pescatore et al. (1987), Abate et al. (1988a, 1988b, 1991, 1993), conducono studi importanti
per la comprensione dell’ evoluzione delle caratteristiche geologiche del territorio delle Madonie.
I geologi del gruppo Gulf - Montecatini, (Schmidt di Friedberg 1959, 1964 Schmidt di Friedberg
et al. 1960) eseguono il primo studio geologico a scala regionale e la istituzione delle numerose
Formazioni (che hanno preso il nome di località ricadenti nel Parco) ancora in uso nella letteratura
geologica.
Ogniben L. (1960) compila lo Schema geologico della Sicilia nord-orientale.
Broquet (1968, 1972) studia una vasta area della Sicilia centro-settentrionale, data come permocarboniferi i depositi della formazione Lercara e li riferisce al dominio Sicano, e riconosce varie Unità
tettoniche considerate alloctone e trasportate verso Sud sulle marne del Miocene medio e superiore.
Rangin (1973, 1975) nell'area dei Monti di Termini Imerese riconosce un edificio tettonico
costituito da diverse unità tettoniche riferibili al bacino delle Argille Scagliose e alla zona di Sclafani,
deformate in una serie di strutture trasportate verso Sud durante l'"Elveziano".
Grasso et al. (1978) forniscono una carta geologica di dettaglio in scala 1:50.000 delle Madonie
orientali. Distinguono un complesso basale, un complesso Panormide, un complesso Sicilide e un
complesso Postorogeno. Datano l'età della messa in posto dei vari complessi e danno una ricostruzione
paleogeografica delle varie unità.
Catalano & D'Argenio (1978, 1982) inquadrano la geologia della zona in uno schema che riguarda
l'intera Sicilia occidentale. Questi Autori attraverso lo studio tettonico regionale e l'analisi delle facies
individuano diverse Unità Stratigrafico-Strutturali impilate le une sulle altre e diverse fasi tettogenetiche
che deformano zone via via più esterne di un margine continentale.
Catalano & Montanari (1979) studiano una estesa area compresa tra il Mar Tirreno a Nord e i
Monti Sicani a Sud, forniscono una carta geologica in scala 1:100.000, riconoscono le varie successioni
presenti, individuano varie Unità Stratigrafico-Strutturali sovrapposte geometricamente da Nord verso
Sud e indicano l'età della messa in posto delle varie Unità Stratigrafico-Strutturali.
Abate et al. (1982) individuano nell'area delle Madonie terreni riferibili alla piattaforma
Carbonatica e Panormide, al bacino Imerese e al bacino interno delle Sicilidi. Elaborano una carta delle
facies carbonatiche in scala 1:100.000, riconoscono delle unità stratigrafico strutturali e ricostruiscono i
rapporti esistenti tra le principali unità tettoniche presenti.
Pescatore et al. (1987) infine studiano i terreni riferibili al Flysch Numidico delle Madonie
occidentali; attraverso l'analisi delle facies individuano tre sistemi deposizionali diversi; riconoscono i
rapporti esistenti tra i sedimenti terrigeni ed il loro substrato e ricostruiscono l'evoluzione sedimentaria
del bacino Numidico in quell'area.
17
Abate et al. (1988) forniscono una carta geologica di dettaglio in scala 1:50.000 dei Monti di
Termini Imerese e delle Madonie occidentali, riconoscono le varie successioni presenti, individuano varie
Unità Stratigrafico-Strutturali sovrapposte geometricamente da Nord verso Sud e ricostruiscono i
principali momenti della tettogenesi.
Abate et al. (1991, 1993) individuano una fase tettonica a carattere traslativo che causa la
sovrapposizione di lembi di catena sui "Trubi" del Pliocene inferiore.
2.1.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO
Il territorio del "Parco delle Madonie" ricade parzialmente nei Fogli 253 (Termini Imerese) e 260
(Nicosia) della Carta Topografica d’Italia in scala 1:100.000 edita dall’istituto Geografico Militare
Italiano.
Nella Nuova Carta Topografica d’Italia in scala 1:50.000, sempre edita dall’I.G.M., le Madonie
sono comprese nei Fogli 569 “Capo Plaia”, 597 “Cefalù”, 609 “Termini Imerese”, 610 “Castelbuono”,
621 “Alia” e 622 “Ganci”.
Di recente la collaborazione tra l’AAPIT (Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento
Turistico di Palermo) e l’Ente Parco Madonie ha permesso, tramite l’utilizzo delle carte dell’ I.G.M.I., di
unire in un unico documento cartografico tutto il territorio delle Madonie nella “Carta dei sentieri e del
Paesaggio delle Madonie” in scala 1:50.000.
Il territorio del parco è compreso nelle seguenti 11 tavolette alla scala 1:25.000; 251 III SO Cefalù
pp., 251 III SE S. Ambrogio pp., 259 I NE Collesano pp., 259 I SE Scillato pp., 259 II NE Caltavuturo
pp., 260 IV NO Isnello, 260 IV NE Castelbuono pp., 260 IV SE Pizzo Carbonara, 260 IV SO Geraci
Siculo pp., 260 III NO Polizzi Generosa pp., 260 III NE Petralia Sottana pp.
Inoltre il territorio del Parco delle Madonie ricade all’interno delle seguenti Carte Tecniche
Regionali (C.T.R) 1:10.000; 596160, 597130, 597140, 597150, 609030, 609040, 609070, 609080,
609110, 609120, 609150, 609160, 610010, 610020, 610050, 610060, 610090, 610100, 610130, 610140,
610150, 622010, 622020.
Il territorio delle Madonie ricade nella Sicilia centro-settentrionale e si estende lungo una fascia
compresa tra il Mar Tirreno a Nord inclusa tra gli abitati di Campofelice di Roccella e Pollina, il Fiume
Imera ad Ovest, il Fiume Pollina ad Est ed i centri abitati di Sclafani Bagni, Caltavuturo, Polizzi
Generosa, Castellana Sicula e le Petralie a Sud.
Il sistema montuoso delle Madonie occupa un vasto territorio della parte centro-settentrionale della
Sicilia. Il versante settentrionale delle Madonie, solcato da profondi valloni, precipita con aspre e possenti
pareti verso il mar Tirreno. La parte meridionale, formata da un sistema collinare argilloso, al cui interno
comprende le valli di Gangi, delle Petralie e di Polizzi Generosa, si raccorda dolcemente con l’altipiano
gessoso-solfifero, affacciandosi verso il territorio nisseno.
Il complesso madonita annovera le vette più alte dell'isola, eccezion fatta per quelle vulcaniche
dell'Etna, alcune delle quali come Pizzo Carbonara (1979 m s.l.m.), Pizzo Antenna Grande (1977 m
s.l.m.), Monte San Salvatore (1912 m s.l.m.), sfiorano i 2000 metri d'altezza.
18
Il massiccio delle Madonie è in continuità orografica con i Monti Nebrodi ad Est (Fiumara di
Pollina), mentre ad Ovest è separato dalla restante parte della catena (M.ti di Trabia e Palermo) dall'ampia
valle del Fiume Imera settentrionale.
2.1.3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Il territorio del "Parco delle Madonie" è un frammento di catena siciliana risultante dalla
sovrapposizione tettonica di vari corpi geologici carbonatici, silico-carbonatici e silico-clastici, derivanti
dalla deformazione di diversi domini di piattaforme carbonatiche e bacini pelagici, individuati durante le
fasi di distensione mesozoiche, e messi in posto dopo il Miocene inferiore. Le caratteristiche geologiche,
stratigrafiche e strutturali sono quelle presenti sia nell'estremo settore occidentale (Monti di Palermo e di
Trapani) che in quello orientale e meridionale (Nebrodi e Fossa di Caltanissetta).
L'evoluzione geologica dell'area è caratterizzata da tre momenti principali in cui si sono depositati
i terreni affioranti, le successioni che caratterizzano il territorio del Parco delle Madonie sono:
a) Successioni carbonatiche e silico-clastiche mesozoico-terziarie, con caratteri di bacino e
piattaforma carbonatica riferibili ai domini paleogeografici sicilide, panormide, imerese, numidico e
lercarese.
b) Successioni silico-clastiche, carbonatiche, evaporitiche del ciclo Tortoniano superiore Pliocene inferiore; depositatesi sulle successioni precedenti già deformate o in via di deformazione;
c) Successioni silico - clastico - carbonatiche, per lo più distribuite lungo la fascia costiera, del
ciclo Pliocene superiore - Quaternario.
In dettaglio è possibile riconoscere le seguenti successioni litostratigrafiche:
1) Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di bacino, riferibili alle Unità Sicilidi
(Dominio Sicilide)
2)Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di piattaforma carbonatica, del suo margine e
di scarpata (Dominio Panormide)
3) Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di bacino (Dominio Imerese, Dominio
Imerese Numidico)
4) Successioni paleozoico-mesozoiche clastico-terrigene con caratteristiche di bacino (Bacino di
Lercara)
Questi domini a partire dall'inizio del Miocene, vengono via via deformati verso l'esterno (dal
Nord verso il Sud attuale) dando origine a delle unità tettoniche che impilandosi le une sulle altre, hanno
dato origine all'edificio strutturale che costituisce il segmento di catena madonita.
Su queste unità deformate, vanno a deporsi generalmente discordanti:
5) Successioni terrigeno-carbonatiche, evaporitiche e carbonatiche del ciclo Tortoniano-Pliocene .
6) Successioni clastico-terrigeno-carbonatiche del ciclo Pliocene superiore - Quaternario.
19
I momenti principali della tettogenesi che ha interessato l'area, inquadrati in un più generale
contesto siciliano, sono:
-Burdigaliano-Langhiano. Età in cui le unità derivanti dalla deformazione dei domini più interni,
panormide e imerese (Unità Dipilo - Mufara, Unità Monte S. Calogero - Monte dei Cervi, le Unità
derivanti dalla deformazione del bacino numidico), si sovrappongono ai depositi più esterni del bacino
imerese (Unità tettoniche affioranti a Sud del territorio del Parco). In questo periodo inoltre si ha la messa
in posto delle Unità Sicilidi.
-Serravalliano-Tortoniano. Le unità precedenti subiscono una ulteriore traslazione. Vengono
coinvolti i terreni derivanti dalla deformazione del dominio trapanese (Unità Regalmici) e la porzione
settentrionale del bacino sicano (Unità Cerda - Roccapalumba) ed entrambi si sovrappongono ai
sedimenti serravalliani del bacino sicano (Unità Pizzo Mondello). Questi aspetti della tettogenesi sono
riscontrabili nel settore più meridionale del territorio del Parco o immediatamente a Sud. Le unità
numidiche con il loro substrato imerese si sovrappongono ai sedimenti serravalliani del bacino sicano.
- Pliocene medio. Una ulteriore fase tettonica determina, a Sud della Sicilia, la sovrapposizione
delle unità sicane sulle unità saccensi più esterne, mentre a Nord determina un complesso sistema di
strutture plicative. In particolare, nelle Madonie, si ha la sovrapposizione di terreni mesozoico-terziari sia
sui "Trubi" che sui depositi del Miocene superiore modificando profondamente i rapporti geometrici
raggiunti dalle varie unità durante la tettogenesi miocenica.
- Pliocene sup.. Si accentua la tendenza al sollevamento, si individuano delle depressioni
tettoniche a sedimentazione continentale a sud e marina lungo la fascia tirrenica.
- Pleistocene. Si realizza la completa emersione dell'area.
2.1.4 IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA
Il territorio madonita è solcato da numerosi corsi d'acqua con foce lungo il litorale tirrenico. I
principali corsi d’acqua sono l’Imera settentrionale e la Fiumara di pollina. L'Imera Settentrionale, posto a
ovest del complesso montuoso, rappresenta il limite occidentale delle Madonie. L’asse idrografico
principale è lungo circa 32 Km con un bacino idrografico esteso circa 353 Km2 sviluppandosi su terreni
argillosi, argilloso-arenacei e sabbioso-conglomeratici. Il principale affluente di destra è il Torrente
Garbinogara, mentre il principale affluente di sinistra è il Torrente Salito.
La Fiumara di Pollina, il cui asse principale è lungo più di 30 km ed il cui bacino idrografico è
esteso 395 Km2, si sviluppa nei settori centrali e orientali del complesso montuoso. Il corso d’acqua
principale si origina ai piedi della dorsale M.Ferrante-Balze di Pezzalunga, con il nome di Torrente Raino
e poi Torrente Calabrò, scorrendo su terreni argillosi, arenacei e conglomeratici, con drenaggio di tipo
dentritico. A tratti scorre in strette gole profonde costituite da rocce di natura calcarea. Gli affluenti di
destra sono costituiti da piccoli corsi d’acqua, mentre gli affluenti di sinistra sono più consistenti, tra
questi il Torrente Grasso, il Vallone Mulini, il Torrente Castelbuono, il Torrente Roccella, il Torrente
Pileto, il Torrente Carbone e il Torrente Malpertugio.
20
La porzione sud-orientale del contesto madonita ricade nel bacino idrografico del fiume Imera
Meridionale (o Fiume Salso) ed è solcata da numerosi torrenti. I due rami principali sono il Torrente
Mandarini ed il Fiume Salso. Nell'area più orientale è si trova il
Fiume Gangi, che nasce a sud
dell’omonimo paese.
Infine, la zona centrale costituisce una vasta area carsica, con drenaggio endoreico, sviluppandosi
attorno ai rilievi di Pizzo Carbonara, Monte Ferro, Pizzo Antenna, Monte Mufara. L’area a sua volta è
caratterizzata da numerose doline e inghiottitoi, che drenano le acque superficiali nei circuiti sotterranei,
impedendo lo sviluppo di un reticolo idrografico superficiale. Inoltre l’area è incisa da valli morte e al suo
interno si sviluppa il vasto pojle di Piano Battaglia.
Il territorio delle Madonie presenta una natura litologica
molto eterogenea ed è costituito
prevalentemente da rilievi di natura carbonatica.
I rilievi carbonatici sono generalmente circondati da terreni di natura terrigena in facies di flysch
(generalmente Flysch Numidico) e fluvio deltizia (Fm. Cozzo Terravecchia). Sono pure presenti depositi
attribuibili al ciclo evaporitico messiniano e depositi recenti di origine detritico alluvionale e marina.
Gli eventi tettonici che hanno portato all’attuale configurazione geologico-strutturale e
morfologica condizionano considerevolmente la circolazione idrica sotterranea.
Il deflusso idrico sotterraneo risulta molto sviluppato e investe diverse idrostrutture sepolte e in
affioramento.
L’assetto strutturale è anche responsabile della genesi dei due grossi recapiti idrici degli acquiferi
carbonatici delle idrostrutture principali di Monte dei Cervi e di Pizzo Carbonara e cioè: il gruppo
sorgentizio di Scillato (area delle Madonie sud - occidentale) ed il gruppo sorgentizio costiero localizzato
ai piedi della Rocca di Cefalù (area settentrionale).
Le principali Idrostrutture carbonatiche delle Madonie sono:
- Unità Stratigrafico-Strutturali Monte dei Cervi, derivante dalla deformazione dei terreni del
Bacino Imerese, che è stata messa in posto durante il Miocene inferiore, sopra domini imeresi più esterni;
- Unità Stratigrafico-Strutturali Pizzo Dipilo - Monte Mufara, derivante dalla deformazione dei
terreni della Piattaforma Carbonatica Panormide, che è stata messa in posto durante il Miocene inferiore
sul Flysch Numidico dell’Unità del Monte dei Cervi;
- Unità Stratigrafico-Strutturali Monte dei Cervi e Pizzo Dipilo –Monte Mufara che sovrastano
tettonicamente il Flysch Numidico;
- Depositi post-orogeni del Tortoniano superiore - Pliocene inferiore (terrigeni, evaporitici e
carbonatici), che ricoprono discordanti la sottostante struttura a falde.
In tale territorio sono presenti oltre 400 punti d’acqua, che si addensano lungo i margini dei rilievi
calcareo-dolomitici o dei potenti corpi arenacei del Flyscvh Numidico.
21
2.2 ATTIVITÀ E PROGETTI DEL GEOPARK DELLE MADONIE
A partire dal 2000, un meeting annuale di tutti i membri della Rete Europea dei Geoparchi è
convocato in una nazione diversa. Questo meeting serve a favorire la conoscenza reciproca dei vari
membri e lo scambio delle loro esperienze, la progettazione di nuovi prodotti e la definizione delle
strategie future condivise.
Immediatamente dopo il riconoscimento da parte della Rete Europea dei Geoparchi, avvenuto nel
2001, il Madonie Geopark ha ospitato, nel febbraio del 2002 uno dei meeting di coordinazione della Rete
Europea.
Nel 2003, utilizzando un finanziamento della UE a sostegno dei gemellaggi di città o di territori
europei, Town Twinning, il GAL ISC Madonie ha promosso un gemellaggio tra il territorio delle
Madonie e la Riserva Geologica di Haute Provence, uno dei Geoparks fondatori della rete.
Nell’ottobre del 2004 si è svolto a Petralia Sottana il 5° Congresso Europeo dei Geoparchi, in cui è
stato stipulato il secondo accordo fra la Divisione di Scienze della Terra dell’UNESCO e la Rete Europea
dei Geoparchi.
Il Parco delle Madonie presenta un report periodico d'attività della rete Geopark. Il dossier
propone il resoconto delle principali azioni di sviluppo e delle proposte operative di geoturismo promosse
dal Parco delle Madonie in qualità di membro della rete. Lo screening d'attività sarà presentato nel corso
del prossimo meeting internazionale. Contemporaneamente il materiale documentale selezionato
consentirà ai valutatori della rete di compiere la verifica di routine cui sono sottoposti periodicamente i
Geoparchi presenti nel network internazionale.
Il Geopark delle Madonie, ha avviato la realizzazione di una rete sentieristica, che attualmente è
rappresentata da quattro itinerari d'interesse geologico (Sentiero Geologico "Inghiottitoio della
Battaglietta Portella Colla”, Sentiero Geologico "Le Pietre & l'Acqua", “Sentiero Geologico Urbano” di
Petralia Sottana, Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo"). Un quinto sentiero geologico è in fase di
realizzazione nel territorio del Comune di Sclafani Bagni. Sono dei percorsi tracciati attraverso il
territorio del Parco delle Madonie con lo scopo di mettere in risalto alcune delle principali caratteristiche
della geologia locale. Tali sentieri dotati di segnaletica possono essere percorsi attraverso l’aiuto di
cartine guida, appositamente preparate per permettere, anche ai non specialisti, di apprezzare le
caratteristiche geologiche del territorio no disgiunte dalle altrettanto caratteristiche paesaggistiche e
naturalistiche dell’area.
Altra iniziativa del Parco delle Madonie è stata la realizzazione, nel Comune di Petralia Sottana,
di un museo dedicato al patrimonio scientifico, custodendo collezioni di rocce e fossili provenienti
dall’area Madonita. Attraverso le diverse installazioni didattiche e interattive, al visitatore viene
presentata la storia geologica del parco, gli ambienti di formazione delle rocce e la loro evoluzione nel
tempo.
Notevoli anche gli investimenti riservati alle attività di promozione: aderendo ai programmi
Interreg III C, il Parco al fianco di 9 aree protette internazionali, ha sviluppato un programma di sostegno
alle strutture d'informazione presenti nel territorio ed ha messo a punto numerose strategie di
22
avvicinamento del turista. Piani di geoturismo sorretti anche da iniziative specifiche quali la settimana dei
Geopark, organizzata con il supporto dell'Associazione Haliotis, di Petralia Sottana, uno dei partner con i
quali il parco ha avviato un serrato lavoro di sinergia. Tale evento si realizza ogni anno a cavallo tra
maggio e giugno, un evento promozionale che si svolge contemporaneamente in tutti i Geoparks della
rete.
D'intesa con l'Università degli studi di Palermo, altro soggetto in prima linea nell'attività di
promozione, è stata redatta la prima guida geologica delle Madonie. Nel pacchetto di attività formative
sono stati inseriti numerosi corsi di formazione per i docenti del comprensorio e diversi progetti di
educazione ambientale. Un lavoro di elaborazione progressivo, condotto dal Parco d'intesa con le altre
aree protette della rete, in un sistema di intercambio costante.
2.3 SENTIERI GEOLOGICI
Nel comprensorio del Parco delle Madonie si è implementata una rete sentieristica che permette di
ammirare ed apprezzare le bellezze del Parco.
Una rete costituita da 30 sentieri che, pur salvaguardando le aree più delicate e vulnerabili,
permette di visitare tutti i punti di maggior interesse, sotto il profilo sia ambientale sia storico-culturale
del Parco. Tale rete sentieristica è cartografata sulla “Carta dei sentieri e del Paesaggio delle Madonie” in
scala 1:50.000. Un documento cartografico eseguito attraverso la collaborazione tra l’AAPIT (Azienda
Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Palermo) e l’Ente Parco Madonie.
Alla rete sentieristica del Parco si vanno a sommare gli attuali quattro Sentieri Geologici, sentieri
tematici, realizzati nell’ambito dell’attività del Geopark, che permettono di conoscere e ammirare il
patrimonio geologico del parco delle Madonie. Essi sono il Sentiero Geologico "Inghiottitoio della
Battaglietta Portella Colla”, Sentiero Geologico "Le Pietre & l'Acqua", il “Sentiero Geologico Urbano” di
Petralia Sottana e il Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo ".
2.3.1
SENTIERO GEOLOGICO "INGHIOTTITOIO DELLA BATTAGLIETTA
PORTELLA COLLA”
Il sentiero "Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla” si trova nella zona centrale del Parco
delle Madonie e consente di osservare alcune delle principali peculiarità geologiche e geomorfologiche
delle Madonie (fig.2.2).
Lungo il percorso si incontrano rocce sedimentarie, formatesi in ambienti di mare basso e di mare
più profondo; tali rocce, originatesi in tempi geologici diversi, sono state successivamente trasportate e
collocate nella loro attuale posizione a seguito dei movimenti tettonici che hanno generato la catena
montuosa madonita.
L’osservazione di queste rocce mostra la storia geologica delle Madonie negli ultimi 220 milioni
di anni.
23
Lungo il sentiero è possibile osservare formazioni rocciose che sono il risultato di diversi processi
geomorfologici ed interessanti e suggestivi paesaggi di grande interesse scientifico.
Fig.2.2 – Sentiero Geologico: Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla
2.3.2 SENTIERO GEOLOGICO "LE PIETRE & L'ACQUA"
Il percorso "Le Pietre e L'Acqua", è uno degli itinerari inseriti nell'ambito dell'ampliamento
qualitativo del Geopark.
L'intero percorso si divide in tre sottoitinerari o sentieri, dei quali due ricadono all'interno del
territorio comunale di Castellana Sicula, ed uno all'interno del territorio del Comune di Petralia Sottana
(figg. 2.3-2.4-2.5).
La particolarità di questi sentieri, realizzati anche in zone antropizzate, è che riescono a legare in
maniera naturale oltre che gli aspetti strettamente naturalistici e geologici, anche le testimonianze delle
attività dell'uomo ad essi legati.
Il percorso "Le pietre e l'acqua", possiede anche un'altra originalità; ovvero nasce da un'idea
condivisa dagli alunni e docenti dell'Istituto Comprensivo di Castellana Sicula con l'associazione GEA.
24
Difatti, il modello base del percorso viene tracciato durante i laboratori didattici del progetto di
educazione ambientale "Acqua che scorre, acqua per vivere" svolti nel Centro di Educazione Ambientale
"La terra dei nostri padri", nell'anno scolastico 2003-2004.
Fig.2.3 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 1 “Tufo Gipsi – Area archeologica Muratore”
25
Fig.2.4 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 2 “Mulino Petrolito – Cozzo morto”
Fig.2.5 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 3 “San Brancato – Sant’Otiero”
26
2.3.3 “SENTIERO GEOLOGICO URBANO” DI PETRALIA SOTTANA
Il “Sentiero Geologico Urbano” di Petralia Sottana, è un percorso organizzato in un centro urbano
con l’intento di scoprire peculiarità geologiche ed idrogeologiche del territorio su cui insiste il centro
abitato (fig.2.6).
Un suggestivo percorso urbano opportunamente tracciato che oltre a consentire la fruizione di beni
architettonici di vario tipo, permette il riconoscimento dei materiali che lo compongono e alla possibile
origine di tali materiali.
Il riconoscimento delle caratteristiche di una pietra facente parte di in monumento o comunque di
un manufatto, spesso consente di risalire alla formazione naturale da cui è stata estratta e quindi
contribuisce ad una attendibile ricostruzione storica delle abitudini delle generazioni passate.
Lungo il percorso si incontrano alcune sorgenti opportunamente captate, la natura delle acque
(bicarbonato alcalino-terrose calciche) è una chiara indicazione sulla natura carbonatica delle rocce
serbatoio, dato che le acque naturali hanno le stesse caratteristiche chimico fisiche dei terreni che
attraversano. Inoltre in alcuni punti del centro abitato sono bene evidenti alcuni affioramenti di rocce
carbonatiche più o meno estesi.
Fig.2.6 – Sentiero Geologico Urbano “Petralia Sottana”
27
2.3.4 SENTIERO GEOLOGICO "LA ROCCIA E L’UOMO "
Il Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo " è un progetto che scaturisce dalla volontà
dell’associazione Haliotis, che con la collaborazione del Parco delle Madonie, promuove ed attua in
maniera congiunta iniziative finalizzate alle attività di fruizione turistica, educazione ambientale e
divulgazione scientifica con riferimento al patrimonio geologico-ambientale del comprensorio del Parco
delle Madonie (fig.2.7).
Un progetto scolastico di educazione ambientale “La Roccia e L’uomo”, che nasce nell’ambito
dell’ampliamento qualitativo del Geopark, ed è patrocinato dall’Ente Parco delle Madonie, con il
supporto dell’Amministrazione Comunale di Caltavuturo.
Difatti, il modello base del progetto procede attraverso l’istituzione scolastica ed è stato elaborato
durante laboratori didattici ed escursioni nel territorio, condotti in sinergia con il Corpo Docente e gli
Alunni dell’Istituto Comprensivo “G.Oddo” di Caltavuturo, nell’ambito scolastico 2005-2006.
Questo percorso permette di osservare, rocce che abbracciano un arco di tempo che va da oltre 200
a circa 34 milioni di anni fa. Visitando la Rocca di Sciara e gli immediati dintorni, è possibile osservare
rocce le cui caratteristiche geologiche rappresentano una successione quasi completa di litologie bacinali
del Dominio Imerese.
Lungo il percorso è possibile, anche, osservare affioramenti di diaspri dal colore rosso e\o giallo
utilizzati in passato per adornare chiese e palazzi nobiliari.
Fig.2.7 – Sentiero Geologico: La Roccia e L’Uomo
28
2.4
REGOLE DEL PARCO PER LA GEOCONSERVAZIONE E LA FRUIZIONE
SOSTENIBILE DEL GEOPARK
Di seguito si riportano per intero, dalla L.R. n. 14/88, dall’ allegato C del Decreto 18 aprile 1996
e dal Regolamento adottato dal consiglio dell’Ente Parco con delibera n. 56 del 07 novembre 2001, le
principali regole generali da rispettare e gli articoli che regolamentano la geoconservazione e la fruizione
sostenibile delle aree protette.
- Divieti di cui all'art. 16, L.R. n. 14/88 , sostitutivo dell'art. 17 della L.R. n. 98/81
Art. 16 Divieti di attività nei parchi regionali e nelle riserve naturali
Nei parchi regionali e nelle riserve sono vietate le attività che possono compromettere la
protezione del paesaggio, degli ambienti naturali, della vegetazione, con particolare riguardo alla flora e
alla fauna.
In particolare i divieti riguardano:
a) la cattura, l'uccisione, il danneggiamento o il disturbo delle specie animali, la raccolta e il
danneggiamento di quelle vegetali, nonché l'introduzione di specie estranee vegetali o animali che
possano alterare l'equilibrio naturale;
b) la modificazione del regime delle acque;
c) lo svolgimento all'interno del parco e della riserva di attività pubblicitarie non autorizzate
dall'Ente parco o dall'ente gestore della riserva;
d) la coltivazione delle cave e l'esecuzione di movimenti di terra non finalizzati allo svolgimento
delle normali attività agricole;
e) l'introduzione, da parte di privati, di armi, di esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di
cattura;
f) l'accensione di fuochi all'aperto.
- Disciplina delle attività esercitabili e dei divieti operanti in ciascuna zona del parco (DECRETO
18 aprile 1996 – Modifica dell’ allegato C del DECRETO del 9 novembre 1989).
ZONA "A" DI RISERVA INTEGRALE
Attività esercitabili
- Effettuare interventi di rinaturazione e restauro ambientale esclusivamente con tecniche di
ingegneria naturalistica, previo nulla osta dell'Ente Parco, su parere del C.T.S., anche in deroga al divieto
di effettuare esecuzione di movimenti di terra;
- Praticare l'escursionismo, lo sci alpinismo ed escursionistico, lo sci di fondo ed altre forme di
escursionismo, fatta salva la facoltà dell'Ente Parco di precludere l'accesso ad alcune aree;
Divieti
- Introdurre veicoli a motore ad eccezione di quelli utilizzati per motivi di servizio o autorizzati
dall'Ente Parco per lo svolgimento delle attività consentite;
- Asportare, raccogliere o manomettere rocce, fossili, minerali;
29
- Praticare il campeggio;
ZONA "B", DI RISERVA GENERALE
Attività esercitabili
- Effettuare interventi di rinaturazione e restauro ambientale esclusivamente con tecniche di
ingegneria naturalistica, previo nulla osta dell'Ente Parco, su parere del C.T.S., anche in deroga al divieto
di effettuare esecuzione di movimenti di terra;
- Praticare l'escursionismo, lo sci alpinismo ed escursionistico, lo sci di fondo ed altre forme di
escursionismo, fatta salva la facoltà dell'Ente Parco di precludere l'accesso ad alcune aree;
ZONA "C", DI PROTEZIONE
Attività esercitabili
- Praticare il bivacco ed il campeggio nelle aree a tal fine attrezzate;
- Esercitare le attività sportive, con esclusione di quelle che possono compromettere l'integrità
ambientale e la tranquillità dei luoghi, previa autorizzazione dell'Ente Parco;
ZONA "D", DI CONTROLLO
Sono consentite tutte le attività purché compatibili con le finalità del Parco.
Art. 19 Attività sportive e di fruizione ( dal Decreto del 18 aprile 1996 )
1. E' soggetto ad autorizzazione dell'Ente Parco lo svolgimento di attività ammesse, sportive e
relative alla fruizione, da esercitarsi nell'ambito dell'intero territorio del Parco, fatta salva la facoltà
dell'Ente di fissare limiti o prescrizioni in zone di particolare interesse naturalistico o per eccessive
frequenze, fino a precludere totalmente alcune aree alla visita.
2. Le escursioni a piedi sono libere. Le escursioni a cavallo, all'interno della zona "A", possono
essere effettuate in percorsi definiti e con eventuale limitazione della frequenza al fine di evitare
danneggiamenti all'ambiente e disturbo alla fauna.
3. Nei periodi riproduttivi della fauna del Parco possono essere inibite attività quali alpinismo,
caccia fotografica, arrampicate in parete ed altre attività che possano arrecare disturbo ed oggettivo
pericolo nei confronti dell'attività riproduttiva e di nidificazione.
4. Per la razionalizzazione della fruizioni con particolare riguardo alle zone "A" e "B". I sentieri
devono essere limitati ad una semplice traccia senza alcun intervento strutturale, se non nei tratti in cui
non si renda strettamente necessario per la morfologia particolarmente accidentata del suolo, e dotati di
semplici segnali che indichino l'itinerario secondo le tradizioni dell'escursionismo. L'Ente Parco cura la
realizzazione e la manutenzione dei sentieri in corrispondenza dei principali itinerari escursionistici.
Devono essere individuati i percorsi e/o le zone nei quali è consentito praticare lo sci alpinismo, lo sci
escursionismo e lo sci di fondo a condizione che non comportino alcuna alterazione ambientale nè la
realizzazione di nuove strutture. L'Ente Parco definirà gli itinerari e le rotabili, le stradelle e le piste in cui
è consentito il transito motorizzato per fini turistici.
30
- (Dal regolamento adottato dal consiglio dell’Ente Parco con delibera n. 56 del 07 novembre 2001)
Art.1- FINALITA' GENERALI DEL REGOLAMENTO
Il Regolamento del Parco delle Madonie, redatto ai sensi dell'Art.lo 10 Legge Regione
Siciliana14/88, in relazione organica con le prescrizioni del Piano Territoriale di cui all'Art.lo16 delle
citata Legge, disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio del Parco.
Il Regolamento disciplina altresì le modalità per la presentazione e le procedure decisionali
dellaValutazione di Impatto Ambientale che deve accompagnare tutti i progetti di opere e manufatti da
realizzarsi nell'ambito del Parco. Inoltre il Regolamento dispone quanto necessario per la migliore tutela
dell'ambiente, della quiete, del silenzio e dell'aspetto dei luoghi.
Art. 2 - DIVIETI DI CARATTERE GENERALE
L'Art.lo16 della L.R. 14/88 prevede su tutto il territorio del Parco il divieto delle attività che
possono compromettere la protezione del paesaggio, degli ambienti naturali , della vegetazione, della
flora e della fauna.
- la coltivazione delle cave e l'esecuzione di movimenti di terra non finalizzati allo svolgimento
delle normali attività agricole.
- movimenti di terra capaci di alterare sostanzialmente il profilo naturale del terreno.
- attendamenti e campeggi salvo quelli espressamente previsti e individuati dal Piano Territoriale.
- depositi di roulottes e caravans, baracche, manufatti e ricoveri di qualsiasi specie anche di natura
provvisoria.
- nuove strade veicolari, piste e trazzere, ad eccezione di quelle espressamente previste e indicate
dal Piano Territoriale.
- nuove strade forestali, ad eccezione di quelle previste nei Piani di Assestamento e negli altri
strumenti di pianificazione forestale.
- nuovi sentieri oltre a quelli espressamente previsti e indicati dal Piano Territoriale, fatti salvi i
percorsi appositamente realizzati dal Parco per finalità di osservazione naturalistica e per la
salvaguardia delle tradizionali attività agro-silvopastorali.
- costruzione di nuovi parcheggi, oltre quelli appositamente previsti dal Piano Territoriale e quelli
che potranno essere previsti per specifiche esigenze entro i Programmi triennali di intervento.
- la raccolta e manomissione di rocce, minerali, fossili, etc., con le prescrizioni di cui al
successivo;
- la raccolta e la manomissione di reperti archeologici con le prescrizioni di cui al
successivo;
Art. 6 - TUTELA DELLE EMERGENZE GEOLOGICO-AMBIENTALI, DEI GIACIMENTI DI
MINERALI E DI FOSSILI
Il Parco cura l'aggiornamento della ricerca geologica al fine di individuare e classificare, quali
"Riserve geologico-ambientali" i siti costituenti diversità ambientali rilevanti dal punto di vista
scientifico.
31
Qualsiasi prelievo e asporto di minerali e di fossili è permanentemente interdetto, salvo per
motivate necessità di studio.
Le emergenze geologico-ambientali saranno opportunamente segnalate al visitatore "in situ" con
tabelle che indichino il tipo di emergenza, i vincoli a cui sono state sottoposte, con evidenza delle norme
di comportamento più opportune nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio.
Indipendentemente dalle norme relative alle singole destinazioni di zona previste dal Piano
Territoriale, è fatto divieto in queste aree di realizzare qualsiasi trasformazione o modellamento dei suoli
e di inserire manufatti di qualunque natura atti ad alterare la configurazione esistente.
Art.15 - SENTIERI, TRAZZERE E PISTE NON CARRABILI
Fermo restando il divieto di costruire nuovi sentieri, salvo quelli appositamente previsti da progetti
speciali promossi o approvati dal Parco, il Piano Territoriale ha individuato e gerarchizzato secondo il
seguente prospetto una rete di sentieri esistenti, giudicati indispensabili per la funzionalità ed il
completamento degli itinerari e dei percorsi destinati alla fruizione ricreativa e didattica del Parco:
- Strade e trazzere a sterro o in terra battuta percorribili a cavallo o dai mezzi di servizio;
- Itinerari escursionistici segnalati;
-Sentieri di interesse escursionistico interessati stagionalmente dalle piste di Sciescursionismo e
sci di fondo;
.- Sentieri di interesse escursionistico.
Di essi il Parco cura la manutenzione e la segnaletica in accordo con gli enti ed associazioni
interessate (CAS, Comuni, ecc.) e predispone una corretta informazione dei visitatori circa la
percorribilità, la sicurezza e la situazione di affollamento che si può verificare nei periodi di massima
frequentazione turistica.
Nelle altre zone, i sentieri non segnalati potranno essere mantenuti dagli enti o dai privati
proprietari o dalle associazioni escursionistiche che li hanno in gestione, senza oneri per il Parco.
La manutenzione ordinaria dei sentieri ha carattere conservativo e pertanto essi di norma non
possono essere allargati, lastricati, né possono essere sgombrati dai massi ed asperità che li caratterizzano.
La manutenzione comporta comunque la conservazione dei percorsi e la loro sicurezza ed agibilità e
pertanto ammette le opere conseguenti che si dimostrassero necessarie.
La manutenzione ordinaria dei sentieri sarà svolta di norma senza preventiva autorizzazione, fermo
restando da parte dei responsabili dei lavori l'obbligo della comunicazione degli interventi entro due mesi
dall'inizio dei lavori, previa intesa con il Direttore del Parco.
Per eventuali impegnative opere di sistemazione di percorsi per escursionismo a piedi, a cavallo,
con gli sci, interessanti le zone A e B, dovrà essere richiesto nulla osta al Parco previa presentazione degli
elaborati previsti per le opere di categoria A di cui al Capo V "Valutazione d'impatto ambientale" del
presente Regolamento.
E' fatto salvo l'uso di tutti i sentieri esistenti da parte della popolazione residente secondo gli usi
locali, nonché per il trasporto di provvigioni e rifiuti da parte dei gestori dei rifugi, accantonamenti,
bivacchi e simili.
32
Art. 21 - DISCIPLINA DEGLI ACCESSI E DEL COMPORTAMENTO DEI VISITATORI
Il Piano Territoriale indica la gerarchizzazione della rete viaria e della sentieristica specificando le
modalità di accesso e di percorrenza nelle zone protette e nelle singole valli.
All'interno del Parco le modalità di accesso e di percorrenza e la loro disciplina sono individuate
con apposita segnaletica, la cui dimensione, materiale costruttivo e simbologia è unificata in tutto il
territorio del Parco.
Entro i confini dell'Area di preminente interesse naturalistico, come delimitati nel Piano
Territoriale, l'impiego di fuoristrada è proibito al di fuori delle strade carrabili.
Accesso rete stradale
Di norma, tutti gli aventi diritto possono transitare con mezzi propri secondo gli usi locali, con le
specifiche seguenti.
Le strade di cui al 1° Gruppo dell'Art.lo 32 delle Norme di Attuazione possono essere usate da tutti
i mezzi di locomozione. Le zone di sosta previste in prossimità degli accessi alle aree di riserva saranno
realizzate progressivamente secondo le previsioni dei diversi Programmi triennali di intervento che
determineranno anche le priorità di realizzazione.
Le strade di cui al 2° e 3° Gruppo Art.lo citato sono sottoposte alla seguente disciplina per il
traffico motorizzato, con riguardo alle specifiche situazioni locali: fatti salvi i diritti di transito dei
residenti e dei clienti delle strutture ricettive comprese entro le zone a traffico limitato (ZTL), su dette
strade gli spostamenti del pubblico possono essere assicurati sia a mezzo di servizi di trasporto collettivo
(mini-bus) in concomitanza dei periodi di massimo affollamento (quelle del 2° Gruppo) o in permanenza
(quella del 3° Gruppo). Il Programma triennale di intervento stabilisce di anno in anno le iniziative
necessarie per la messa a regime delle diverse modalità di trasporto pubblico.
Sulle strade forestali ad uso esclusivo del bosco è consentito il transito ai soli mezzi di servizio.
Oltre a quelle individuate nel Piano Territoriale non è consentito aprire nuove strade nel territorio
dell'Area di preminente interesse naturalistico, salvo quanto espressamente previsto dagli Art.li 23, 24 e
25 ai fini dello svolgimento delle attività agro-silvo-pastorali.
Accesso sentieri
Le trazzere e i sentieri di cui al 4° Gruppo dell'Art. 32 delle Norme di Attuazione sono chiusi a
qualsiasi traffico veicolare, salvo i mezzi di servizio nel solo caso di emergenza. Le trazzere e i sentieri
segnalati in zona di Riserva integrale d'interesse scientifico A1 sono esclusivamente pedonali e non
possono essere abbandonati, salvo autorizzazione scritta del Direttore del Parco.
E' consentito uscire da detti sentieri e dalle piazzole di sosta esclusivamente per ragioni di studio,
per escursioni naturalistiche autorizzate, per compiti amministrativi, di vigilanza e di pubblica necessità.
I sentieri segnalati in zona di Riserva integrale di protezione delle aree remote e dei santuari di
natura A2 sono esclusivamente pedonali e possono essere abbandonati dai visitatori solo per attività di
scalata alpinistica. Il Parco, in accordo con le Associazioni alpinistiche, emana apposito regolamento per
l'esercizio delle attività di scalata alpinistica.
33
Sulle strade forestali e sui sentieri segnalati dal Parco entro tutte le altre aree di Riserva Integrale e
Generale si può anche far uso di biciclette, salvo su quelli esclusi al transito delle stesse dall'Ente Parco,
mentre al di fuori dei sentieri è consentito solo l'accesso pedonale. In tutti i casi, è richiesto un
comportamento corretto da parte dei visitatori sulla base di un decalogo di cui il Parco darà opportuna
divulgazione a mezzo di avvisi permanenti e della distribuzione di pieghevoli, con il richiamo dei divieti
di carattere generale di cui all'Art.lo 2 del presente Regolamento.
Lo sci escursionismo, lo sci di fondo e il turismo equestre sono ammessi lungo i sentieri. Essi
potranno essere opportunamente regolamentati dal Parco, previ accordi con l'Azienda Regionale delle
Foreste, per la gestione del transito attraverso i cancelli esistenti.
Norme di comportamento
Gli Enti e le Associazioni pubbliche e private che intendono organizzare visite guidate, devono
contattare l'Ente Parco per prenotare la data delle stesse con almeno 10 giorni di anticipo, così da evitare
la contemporanea presenza di più gruppi sugli stessi percorsi del Parco.
I gruppi organizzati che visitano il Parco sono tenuti ad individuare un capogruppo, che si assume
le responsabilità della logistica della visita, della sicurezza e del comportamento dei singoli componenti
nei confronti del rispetto dell'area protetta e che risponde all'Ente Parco per danni alle cose e a beni
pubblici e privati. In mancanza del capogruppo, ogni visitatore risponde singolarmente della propria
sicurezza e del proprio comportamento.
E' vietato l'abbandono, anche temporaneo, di rifiuti derivanti dal consumo di pasti e bevande, di
carte, ecc. al di fuori degli appositi contenitori. Ai fini della raccolta dei rifiuti solidi urbani, il deposito
dei vetri e delle lattine deve essere effettuato utilizzando gli appositi contenitori.
La vigilanza sul rispetto delle presenti norme è affidata al Servizio di vigilanza del Parco e alle
Guardie giurate volontarie designate da enti e associazioni che abbiano per fini istituzionali la protezione
della natura, degli animali, del paesaggio e dell'ambiente naturale.
Le persone che percorrono le aree del Parco sono tenute a mettere in atto tutti gli accorgimenti
onde evitare morsicature da Ofidi, e ad indossare calzature e vestiario adeguato.
Art. 26- ATTIVITA' ESCURSIONISTICHE E SPORTIVE
Il Parco promuove le attività escursionistiche e sportive organizzate nei siti e negli areali
individuati nel Piano Territoriale.
Per motivate esigenze di carattere scientifico gli areali come sopra individuati possono essere
esclusi dall'accesso su determinazione dell'Ente Parco, sentito il Comitato tecnico Scientifico e le
Associazioni che organizzano le Attività escursionistiche.
Speleologia e torrentismo
Il Piano Territoriale individua le grotte e il patrimonio speleologico regolamentando l'attività dei
gruppi speleologici che prevede:
34
1.- attività di prospezione, consistente nell'esplorazione di porzioni di territorio alla ricerca di
nuove cavità e gole;
2.- attività speleologica di routine, consistente nell'esplorazione di cavità conosciute o di cavità e
gole scoperte nell'ambito delle prospezioni;
3.- attività di documentazione (rilevamento, fotografia, ecc.), o scientifica (campionamenti di vario
genere, misurazioni di parametri variabili, ecc.), normalmente svolta da gruppi ristretti e da personale
particolarmente specializzato nei rispettivi campi di interesse. La stessa attività può essere tuttavia
espletata da gruppi di consistenza ben maggiore, quando è svolta nell'ambito di campi speleologici con
programmi di lavoro predefinito: in tal caso è sempre collegata all'installazione di campi esterni in zona;
4.- attività didattica, sia tecnica che scientifica, consistente nell'addestramento di allievi
all'applicazione delle tecniche di progressione in grotta e nell'illustrazione in loco delle caratteristiche
genetiche e morfologiche delle cavità e gole;
5.- attività divulgativa (visite guidate), consistente nell'accompagnamento di gruppi (scolaresche,
convegnisti, ecc.) per la visita di una determinata cavità e gole che non richieda un'elevata preparazione
tecnico-speleologica e che si concluda nella stessa giornata.
L'attività speleologica potrà essere espletata in collaborazione con la Federazione Speleologica
Regionale Siciliana (FSRS), secondo le seguenti modalità:
- normale attività di gruppi speleologici aderenti alla FSRS: il responsabile del gruppo
comunicherà all'Ente Parco ed alla stessa FSRS le attività e il programma da svolgere e il numero di
persone che parteciperanno ai campi. Dette attività non necessitano di alcuna autorizzazione;
- attività di gruppi speleologici non aderenti alla FSRS e manifestazioni particolari (corsi, stages,
ecc.): il responsabile del gruppo richiederà l'autorizzazione all'Ente Parco con comunicazione del
programma da svolgere e il numero delle persone impegnate. Il Direttore del Parco potrà concedere
l'autorizzazione, previa consultazione con la FSRS.
Alpinismo
Il Piano Territoriale individua le palestre di roccia distinguendo quelle su cui gli interessati
potranno svolgere attività didattiche (corsi di alpinismo e di arrampicata), e quelle su cui potranno
svilupparsi attività alpinistiche vere e proprie.
Le attività didattiche potranno essere svolte nelle seguenti località:
- Monte d'Oro (Collesano)
- Rocca di Sant'Otiero (Petralia Sottana)
- Paretine a N e NE di Cozzo Piombino (Polizzi Generosa)
- Paretine a N. di Portella Mandarini, lungo la strada Piano Battaglia-Petralia e nel territorio di
Geraci Siculo;
- Pareti sovrastanti il laghetto di Mandria del Conte (Isnello)
- Cresta che da Monte Mufara conduce a Monte Quacella (Petralia Sottana e Polizzi Generosa)
Le attività alpinistiche potranno essere svolte nelle seguenti località:
- Rocca di Sciara (Caltavuturo)
35
- Pareti di Fosso Inferno (Scillato)
- Pareti di Poggio Grotta del Signore, Monte Cucullo e Monte Carca (Collesano)
- Pareti a Ovest di Pizzo Dipilo (Gratteri)
- Monti Purraccia e Maccabubbo (Gratteri)
- Serra Guarneri (Pollina)
- Vallone dell'Annunciata (Geraci Siculo)
- Pareti E e SE del Pizzo Canna (Petralia Sottana)
- Cozzo Balatelli (Isnello)
- Pareti O e NO di Pizzo Carbonara (Isnello)
- Rocca di Gonato (Castelbuono)
- Monte Grotta Grande (Isnello)
Sci alpinismo e sci di fondo
Il Piano Territoriale individua itinerari di sci alpinismo e sci escursionismo che, durante il periodo
di innevamento, potranno essere opportunamente battuti e resi praticabili all'attività sportiva ed
escursionistica dalle stesse Associazioni di settore.
Il Piano Territoriale individua altresì il sito più adatto per la localizzazione di un impianto di gara
per sci di fondo, da realizzarsi senza modifiche delle quote del terreno, e quindi con impatto nullo sulle
caratteristiche geomorfologiche dei luoghi, in quanto la pista utilizza il tracciato di sentieri esistenti. La
pista sarà battuta e mantenuta in efficienza a cura delle Associazioni sportive interessate.
In occasione delle manifestazioni sportive, gli Uffici gare e i locali per i cronometristi e
l'assistenza sportiva potranno essere ospitati unicamente all'interno di roulottes attrezzate, da mantenere
nelle sedi carrabili esistenti e da rimuovere a manifestazione avvenuta.
Per questa attività nessuna autorizzazione deve essere richiesta, salvo comunicazione al Direttore
del Parco circa le date e il numero di persone previste implicate nella manifestazione.
Sci da discesa e impiantistica
Il Piano Territoriale conferma le piste da sci da discesa esistenti sul Monte Mufara e i relativi
impianti di risalita. Questi ultimi potranno essere sottoposti dall'Ente di gestione a interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria a seguito di nulla osta dell'Ente Parco, previa presentazione,
quanto alla manutenzione ordinaria, della documentazione prevista per le opere di Categoria C, e quanto
alla manutenzione straordinaria, degli elaborati previsti per le opere di Categoria B, di cui al Capo V
"Valutazione di impatto ambientale" del presente Regolamento.
Le piste per lo sci da discesa saranno mantenute a prato permanente mediante opportuna trasemina
al fine di evitare il dilavamento.
Entro il confine dell'Area di preminente interesse naturalistico, al fine di non compromettere
l'integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi, sono proibite le seguenti attività:
- motoalpinismo
- motocross
36
- motociclismo
- trial
- automobilismo
- sorvolo con deltaplano a motore.
Potranno essere consentiti raduni d'auto d'epoca e simili, in quanto attività di tipo non competitivo.
Art.27 - ATTIVITA COMMERCIALI
Le attività di noleggio e riparazione biciclette e mountain bike, di vendita prodotti tipici, guide e
manuali, pubblicazioni e mappe del Parco, ecc., saranno preferibilmente appoggiate o ai servizi ricettivi o
alla rete del Museo del Territorio o ai servizi del Parco, previsti nel Piano Territoriale ovvero entro le
zone C estese e C puntuali.
Tutte le attività commerciali, ivi compreso chioschi per la distribuzione di cibi e bevande, saranno
svolte entro edifici esistenti, con eventuale possibilità di apertura di stand provvisori e di parcheggio di
roulottes entro il territorio dell'Area di preminente interesse naturalistico come delimitato nel Piano
Territoriale.
Nell’area di Piano Battaglia, previa apposita autorizzazione dell'Ente Parco, il Piano
Particolareggiato di zona individuerà nelle proprie previsioni la localizzazione e le dimensioni per uno o
più centri polifunzionali di servizio utili ad accogliere scuola di sci, agenzia informazioni visitatori, punto
vendita prodotti tipici, noleggio e riparazione sci e slittini, deposito sci, distribuzione di cibi e bevande,
riparo visitatori in caso di maltempo, infermeria, rimessaggio mezzi di soccorso, motoslitte, battipista,
spazzaneve, ecc.
37
3. ELEMENTI CARATTERISTICI DEL PATRIMONIO GEOLOGICO DEL GEOPARK
DELLE MADONIE: LE PRINCIPALI FORMAZIONI GEOLOGICHE ISTITUITE
NEL TERRITORIO DELLE MADONIE
A partire dagli anni ’50 la Sicilia e in particolare le Madonie sono state oggetto di studio da parte
dei geologi dell’industria petrolifera, per la scoperta e lo sfruttamento di giacimenti di idrocarburi.
Questo ha anche permesso di condurre delle ricerche stratigrafiche, che a sua volta hanno permesso di
istituire numerose Formazioni geologiche.
Una Formazione litostratigrafica è un corpo roccioso avente caratteristiche fisiche ben definite ed
omogenee ed una precisa posizione stratigrafica.
Le Formazioni istituite all’interno del territorio delle Madonie, tuttoggi accettate dalla comunità
scientifica, assumono un ruolo importante sia per la ricostruzione della storia geologica dell’area
mediterranea, sia perchè utilizzate ed esportate in altre regioni Italiane per riconoscere e definire in modo
rapido un gruppo di rocce, attribuendogli le caratteristiche evidenziate nella definizione di quella
particolare Formazione.
Queste formazioni rappresentano e caratterizzano uno dei tanti, se non il principale aspetto
caratteristico del Geopark delle Madonie, ed è per questo che devono essere tutelate e valorizzate.
Le principali Formazioni geologiche istituite all’interno del territorio Madonita sono: Formazione
Scillato - Formazione Fanusi - Formazione Crisanti - Formazione Caltavuturo - (Schmidt di Friedberg P.,
Barbieri F. e Giannini., 1960), Formazione Mufara (Schmidt di Friedberg P., 1962), Formazione Quacella
(Ceretti E., Ciabatti M., 1965), Formazione Polizzi (Coltro R., 1963). Queste formazioni sono successioni
litostratigrafiche che oltre ad assumere un significato stratigrafico, sedimentologico, paleontologico e
paeloambientale, rappresentano luoghi di alto interesse naturalistico e scientifico e quindi, nell’ottica del
geopark, possibili siti di fruizione per una migliore conoscenza del patrimonio geologico del Territorio
Siciliano.
Di seguito si descrivono le sette principali Formazioni geologiche istituite nel territorio delle
Madonie. In particolare dalle informazioni ricavate dalle fonti bibliografiche degli autori che le hanno
istituite, si riporta la descrizione della località tipo, le caratteristiche litologiche, paleontologiche e la
datazione di ogni singola formazione geologica. Sono state inserite per intero le Tavole descrittive
originali pubblicate dagli autori raffiguranti la Località tipo, le Colonne stratigrafiche e la traccia delle
Sezioni tipo. Inoltre per arricchire le informazioni relative alla descrizione delle sette formazioni, si
inserisce una documentazione fotografica degli affioramenti rocciosi presenti nelle aree dove in passato
sono state studiate e istituite le sette Formazioni, e gli stralci topografici delle C.T.R 1.10.000 delle
Località tipo con la traccia (segmento di colore blu) dove è possibile osservare la serie completa dei
litotipi caratterizzanti le Formazioni.
Per avere una visione d’insieme è stata elaborata una carta rappresentativa del territorio delle
Madonie, dove sono indicati tutti i Comuni che fanno parte del Parco delle Madonie, il perimetro del
Parco stesso e i punti in cui ricadono le Località tipo in cui sono state studiate e istituite le sette
Formazioni litostratigrafiche (fig.3.1).
38
Fig. 3.1 – Carta dell’area del Parco delle Madonie, sulla quale vengono riportati i Comuni che fanno parte del Parco, e i punti in
cui ricadono le Località tipo dove sono state istituite e studiate le sette Formazioni Geologiche
39
3.1 FORMAZIONE MUFARA
40
Tav.3.1.1 - Fm.Mufara (Eq. Fm.Scillato): Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1962
41
FORMAZIONE MUFARA (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1962)
Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie
(Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – suddivide l’area dei Monti delle Madonie in due parti aventi
caratteristiche stratigrafiche differenti:
-
Madonie occidentali (costituite dal gruppo montuoso compreso tra Caltavuturo e Portella colla,
culminante nel Pizzo dei Cervi: 1705 m sul livello del mare
-
Madonie orientali (costituite dai monti compresi tra Petralia sottana, Portella colla, Gratteri,
Isnello, Castelbuono e Geraci, raggiungenti a Pizzo Carbonara i 1979 metri sul livello del mare)
Le formazioni riconosciute nelle Madonie occidentali, da Schmidt di Friedberg, sono: la
Formazione Scillato, la Formazione Fanusi, la Formazione Crisanti e la Formazione Caltavuturo.
Nella zona delle Madonie Orientali, è stata riconosciuta la Formazione Mufara, la cui località tipo
ricade all’interno del Parco delle Madonie.
La Formazione Mufara, in passato, prima della sua definita istituzione, è stata descritta come
“Flysch carnico” da molti autori, studiata e descritta in diverse zone dell’isola (Monti Sicani, Marineo,
Montagne delle pietre Cadute, Monte Rasocollo, Vicari, Monti di Palermo ect.).
Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie
(Sicilia Centro-Settentrionale) (1960), descrive tale Formazione in una sezione tipo provvisoria come
“Equivalente della Formazione Scillato Inferiore”. Dopo due anni, lo stesso autore, nella pubblicazione
- Introduction a la Géologie pétroliére de la Sicile (1962) – attribuisce i terreni, precedentemente studiati
e descritti, alla Formazione Mufara.
La località tipo dove è stata istituita la Formazione Mufara si trova alle Pendici meridionali del
Monte Mufara (3Km circa a Sud di Pizzo Carbonara), il cui affioramento presenta uno spessore di circa
60 m, ma la potenza effettiva della formazione è molto superiore (figg. 3.1.1 – 3.1.3).
Rappresentano le rocce più antiche affioranti all’interno del Parco delle Madonie.
La successione di terreni riconosciuta è costituita da: argilliti, argilliti marnose, marne grigie e
grigio scure, in alterazione giallastre, a frattura scagliosa, in strati da 2 a 10 cm, con intercalazioni di
calcilutiti grigio scure, compatte, con numerose venature calcitiche e talora noduli di selce nera, a
stratificazione netta da 5 a 50 cm. Sono presenti intercalazioni lenticolari di biocalcareniti gradate e
laminate nerastre, passanti localmente a conglomerati e brecce dolomitiche canalizzate nella parte alta
dell’unità: questi livelli risedimentati sono costituiti da strati decimetrici finemente ruditici e arenitici;
oppure sono presenti banchi ruditici a supporto granulare di spessore metrico e base erosiva, privi di
organizzazione interna; occasionalmente è presente una matrice pelitica bruno-nerastra, o cementi
calcitici nelle cavità. Talora è possibile individuare fenomeni sinsedimentari di tipo gravitativo
(slumping), (figg. 3.1.4 - 3.1.5).
42
Il contenuto fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di lamellibranchi pelagici
(Halobiae spp., Posidonomya gemmellaroi),gasteropodi e lamellibranchi nani piritizzati, spirillinae,
dentalina sp., radiolari, ostracodi e ammonoidi.
Su base biostratigrafica i terreni appartengono al Triassico superiore (Carnico), risalenti all’incirca
a 210 milioni di anni fa.
Fig. 3.1.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Mufara
43
Fig. 3.1.2 – Panoramica del versante settentrionale del Monte Mufara
Fig. 3.1.3 – Versante meridionale Monte Mufara: Località tipo dove è stata studiata e istituita la Fm.Mufara
44
Fig. 3.1.4 – Parte basale del Monte Mufara: calcilutiti compatte alternate irregolarmente a marne, argille marnose ,calcareniti e
calciruditi
Fig. 3.1.5 – Particolare di calcilutiti compatte, alternate irregolarmente a marne, ad argille marnose a calcareniti e calciruditi
45
3.2 FORMAZIONE SCILLATO
46
Tav.3.2.1 – Fm. Scillato: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960
47
FORMAZIONE SCILLATO (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960)
I terreni costituenti la Formazione Scillato, in passato, prima della definitiva istituzione, sono stati
descritti da diversi autori (ad es. Baldacci 1886, Trevisan 1935, etc.) sotto il nome di “calcari e dolomie
con liste e noduli di selce” e in genere attribuiti al Carnico.
La Formazione Scillato viene descritta Schmidt di Friedberg (1960) come una sequenza di calcari
con selce, costituenti la unità litostratigrafica più antica della zona.
Il limite superiore della formazione è stabilito dalle dolomie della sovrastante Formazione Fanusi,
mentre il limite inferiore, nella sezione tipo, non viene riconosciuto in quanto non affiorante e ne presente
nel sottosuolo. Sarà invece individuato nei dintorni di Termini Imerese, in alcuni scavi effettuati per
l’acquedotto di Scillato, tale limite sembrerebbe esser rappresentato dal Flysch Carnico.
La località tipo dove è stata studiata la Formazione Scillato, il cui affioramento presenta uno
spessore di 513m, è data dalla parte occidentale del Monte Fanusi (3,5 Km a NE del paese di Scillato)
(figg. 3.2.1 – 3.2.2).
La successione dei terreni riconosciuta è costituita da:
-
Calcilutiti dolomitiche , compatte, grigie, nerastre o marrone chiaro, con noduli e letti di selce
bruna o nerastra, ricche di venature di calcite appartenenti a più ordini differenti (fig.3.2.5), ben
stratificate (5 centimetri - 2 metri) (figg.3.2.3-3.2.4); con rare intercalazioni di calcarenite grigie
scure ben stratificate. Metri 188
-
Calcilutiti, con strati metrici, passanti a calcareniti , a conglomerati ad elementi e matrice calcarei.
A tratti intercalazioni di calcarei marnosi giallastri, grigio chiari o rossastri (fig.3.2.6), sottilmente
stratificati. Metri 243
-
Calcilutiti stratificate con spessori di pochi centimetri, con intercalazioni di calcareniti grigio
scure, talvolta dolomitiche, con spessore compreso tra 10-100 cm. Metri 82
I fossili ritrovati nella sezione tipo sono poco determinabili a causa della diagenizzazione, sono
costituiti da: alghe, brachiopodi, frammenti di crinoidi, impronte di ammoniti, lamellibranchi pelagici
(Halobia sp.), Posidonomya sp., Gonodon sp., spicole di spugna, ostracodi, resti di echinodermi e
molluschi, radiolari e rarissime ooliti e pseudooliti. Le faune ritrovate e le caratteristiche sedimentarie
indicano una zona di sedimentazione collocata al piede della scarpata, margine di bacino. Pertanto questi
terreni sono stati riferiti al Trias superiore (Norico - Carnico), risalenti all’incirca a 210 milioni di anni fa.
48
Fig. 3.2.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Scillato
Fig. 3.2.2 – Fianco occidentale di Monte Fanusi: Località Tipo dove è stata istituita la Fm.Scillato
49
Fig. 3.2.3 – Successione di calcari e calcari dolomitici a liste e noduli di selce, ben stratificati in strati metrici
Fig. 3.2.4 – Particolare di calcari e calcari dolomitici ben stratificati a liste e noduli di selce, della Fm.Scillato
50
Fig. 3.2.5 – Particolare di calcare dolomitico grigio, con venature di calcite
Fig. 3.2.6 – Particolare di calcilutiti a strati decimetrici ed intercalazioni di calcari marnosi rossastri sottilmente stratificati
51
3.3 FORMAZIONE QUACELLA
52
Tav.3.3.1 - Fm.Quacella: Colonna Stratigrafica - Ceretti E., Ciabatti M., 1965
53
FORMAZIONE QUACELLA (CERETTI E., CIABATTI M., 1965)
I terreni della Formazione Quacella, prima dell’effettiva istituzione da parte di Ceretti E., Ciabatti
M., 1965, furono studiati e descritti da diversi autori.
Schmidt di Friedberg et al., 1960, descrisse questi terreni come “equivalente delle formazioni di
Scillato superiore e Fanusi”.
Ogniben (1960) nelle dolomie di Monte Quacella segnala una fauna tipica del Retico-Hettangiano.
Ceretti E., Ciabatti M., 1965 descrivono la successione di terreni costituita da: doloareniti e
doloruditi a stratificazione massiva o indistinta, bianca o grigiastra, sovente vacuolare a Megalodus ed
intercalazioni di livelli calcarenitici e calciruditici (figg. 3.3.3 - 3.3.4 - 3.3.5 - 3.3.6).
La serie di terreni giace in continuità di sedimentazione e in concordanza sui terreni relativi alla
Formazione di Portella Arena, mentre il limite superiore è dato dai terreni appartenenti alla Formazione di
Pizzo Canna.
La località tipo dove è stata studiata e descritta la Formazione Quacella è localizzata nell’omonimo
Monte Quacella (figg.3.3.1 -3.3.2).
Queste dolomie e brecce dolomitiche rappresentano depositi di scarpata e base di scarpata di
piattaforma carbonatica, ambiente in cui massicce porzioni del margine della piattaforma franavano lungo
ripidi versanti (corrispondenti a faglie sinsedimentarie). Questi sedimenti vengono interpretati come
megabrecce dovute alla tettonica tensile infraliassica legata alla apertura della Tetide.
Nelle intercalazioni calciruditiche e calcarenitiche è stato rinvenuto qualche esemplare di
Cheilosporites tirolensis WÄhner, una spugna tipica del Norico.
Su base biostratigrafica i terreni appartengono all’intervallo Trias superiore – Giurassico inferiore,
risalenti all’incirca a 205 milioni di anni fa.
54
Fig. 3.3.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Quacella
Fig. 3.3.2 – Monte Quacella: Panoramica dell'anfiteatro della Quacella, Località tipo dove è stata istituita la Fm.Quacella
55
Fig. 3.3.3 – Dolomie e brecce dolomitiche della Fm.Quacella, farinose e fortemente degradate dall’azione degli agenti
atmosferici, con presenza di canaloni lungo le scarpate da dove si dipartono numerosi coni detritici
Fig. 3.3.4 – Dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e vacuolari
56
Fig. 3.3.5 – Dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e farinose
Fig. 3.3.6 – Particolare di dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e spesso vacuolari
57
3.4 FORMAZIONE FANUSI
58
59
Tav.3.4.1 – Fm. Fanusi: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960
FORMAZIONE FANUSI (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960)
La formazione Fanusi, affiorante in diverse zone della Sicilia, prima della definitiva istituzione da
parte di Schmidt di Friedberg et al.,1960, è stata studiata da diversi autori, infatti, essa corrisponde alla
“dolomia retica” di Gemellaro 1882, alla “dolomia superiore” di Baldacci 1886, alla “dolomia principale”
di Di Stefano 1912 e di Florida 1931, alla “dolomia retica” di Trevisan 1935 e alla “serie calcareo
dolomitica di scogliera” di Ogniben 1960 e 1963.
Questa formazione descritta dettagliatamente da Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La
Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – viene istituita per
indicare un intervallo dolomitico giacente tra la Formazione Scillato e le sovrastanti rocce silicee della
Formazione Crisanti.
Come località tipo viene scelto il fianco occidentale del Monte Fanusi, presso la cima dello stesso
(3,5 Km a NE del paese di Scillato), il cui affioramento presenta uno spessore di circa 200 m (figg.3.4.1 3.4.2).
La successione di terreni riconosciuta è costituita da doloruditi e doloareniti gradate e laminate in
strati da decimetrici al metro (tra 30cm e 5 m), bianche o giallastre, localmente vacuolari, alternate a
grossi banchi di 2-3 metri di spessore di brecce dolomitiche risedimentate; inoltre sono presenti
intercalazioni di dolomie calcaree, ben stratificati, grigie o biancastre (figg.3.4.3 – 3.4.4).
Le dolomie e le brecce dolomitiche della Fm. Fanusi rappresentano depositi di fianco di bacino o
di scarpata, ambiente in cui franavano lungo ripide scarpate (corrispondenti a faglie sinsedimentarie),
massicce porzioni di una zona neritica in disfacimento.
Questi sedimenti, in massima parte sterili, per la loro posizione sul terreno vengono assegnati
all'intervallo Trias superiore – Lias inferiore, risalenti all’incirca a 205 milioni di anni fa.
60
Fig. 3.4.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Fanusi
Fig. 3.4.2 – Fianco occidentale di Monte Fanusi: Località Tipo dove è stata istituita la Fm.Fanusi
61
Fig. 3.4.3 – Cima del Monte Fanusi: doloruditi e doloareniti biancastre, a stratificazione più o meno grossolana
Fig. 3.4.4 – Dolomie Calcare, doloruditi e doloareniti in strati metrici, alternate a brecce dolomitiche risedimentate
62
3.5 FORMAZIONE CRISANTI
63
Tav.3.5.1 – Fm. Crisanti: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960
64
FORMAZIONE CRISANTI (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960)
I terreni appartenenti alla Formazione Crisanti affiorano in diverse aree della Sicilia. Essa
corrisponde alle Unità siliceo – calcarea di Baldacci e Schmidt di Friedberg 1959, alla Formazione
calcarea – spongolitica e calcareo – radiolaritica di Ogniben 1960 e alla Formazione Sclafani Bagni di
Flores 1959.
Dopo le varie sinonimie la Formazione Crisanti, viene infine istituita da Schmidt di Friedberg
nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale)
(1960) – per indicare un intervallo composto da un’alternanza di calcari detritici, spesso a sedimentazione
gradata, argilliti silicee e selce stratificata.
Il suo limite inferiore è rappresentato dalle dolomie della Formazione Fanusi, quello superiore
dalla trasgressione della Formazione Caltavuturo.
La località tipo, utilizzata per lo studio della successione litostratigrafica, è data dal vallone
Crisanti sul versante meridionale del Monte Fanusi (circa 2,5 Km a Est del paese di Scillato), (figg.3.5.1 3.5.2). Nella località tipo l’affioramento presenta una potenza di circa 300 metri.
Dal basso verso l’alto la successione dei terreni studiati è costituita da:
-
calcilutiti, spesso marnose o silicee, ben stratificate in strati spesi fino a 60 cm., di colore da
grigio a verde a rosato, con intercalazioni di argilliti silicee varicolori, talvolta marnose, e
letti di selce rossastra. Metri 20
-
calcilutiti con noduli e letti di selce rossastra. Metri 29
-
argilliti silicee e radiolariti finemente straterellate (1-10 cm), varicolori, con intercalazioni di letti
di selce ben stratificata (5-10 cm) e di calcareniti ,(fig.3.5.4); talora anche straterelli di selce
detritica. Metri 49
-
roccia eruttiva di tipo basaltico, grigia o verdognola, spesso vacuolare, a grana fine, con
zeoliti ed inclusioni calcaree, presentante un’intercalazione di una ventina di metri di tufi
ben stratificati (2-30), di colore rugginoso, contenenti massi irregolari di roccia eruttiva di
tipo basaltica. Metri 42
-
argilliti intercalate a letti di selce rossastra, verde o biancastra, misurati fino a un metro di
spessore, e verso la base a calcari detritici verdastri in strati di 20-100 cm. Metri 37
-
calcareniti e calcilutiti in strati potenti fino a tre metri con noduli e letti di selce, passanti
verso l’alto a breccia calcarea con cemento marnoso, (fig.3.5.3). Metri 20
-
argilliti silicee e radiolariti alternate, con calcari detritici e selce stratificata; presenza di
intercalazioni marnose, (fig.3.5.5). Metri 99
Il contenuto fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di alghe (Solenopora sp.,
Thaumatoporella sp., Clypeina jurassica, Macroporella selli) brachiopodi, lamellibranchi, gasteropodi,
crinoidi (frammenti), briozoi, foraminiferi (Lingulina tenera, Dentalina mucronata, Trocholina sp.),
ostracodi, coralli, idrozoi, ellipsactinia, calpionelle e abbondanti radiolari.
65
Questi depositi sono tipici di ambiente di margine di bacino - base di scarpata . Il materiale di cui
sono composte le intercalazioni carbonatiche, proviene da una zona a sedimentazione neritica e/o di
piattaforma carbonatica interessata dalla tettonica tensile giurassico-cretacea.
La Formazione Crisanti è riferibile all'intervallo Lias superiore - Cretaceo superiore, rappresenta
all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 65 e 180 milioni di anni fa.
Fig. 3.5.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Crisanti
66
Fig. 3.5.2 – Vallone Crisanti: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Crisanti
Fig. 3.5.3 – Particolare di bancone carbonatico ben stratificato spesso circa tre metri, costituito da brecce calcaree e calcareniti con
frammenti di organismi di scogliera
67
Fig. 3.5.4 – Radiolariti, marne ed argilliti silicee varicolori finemente straterellate, sottostanti a banconi carbonatici
Fig. 3.5.5 – Particolare di Radiolariti, marne ed argilliti silicee varicolori finemente straterellate
68
3.6 FORMAZIONE CALTAVUTURO
69
70
Tav.3.6.1 – Fm. Caltavuturo: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960
FORMAZIONE CALTAVUTURO (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960)
Questa formazione nota in diverse aree della Sicilia, prima della definitiva istituzione da parte di
Schmidt di Friedberg et al., 1960, è stata descritta come: parte del “flysch eo-miocenico”- Scalia 1909;
Formazione calcescistosa di Gratteri - Ogniben 1960 e 1963; Formazione calci-scistosa di Caltavuturo;
Formazione Giardinello - Ceretti 1962; Formazione Barracù - Marchetti 1956 e Flores 1959.
Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie
(Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – studia e descrive tali terreni per indicare un intervallo marnosocalcareo, litologicamente ricordante la cosidetta “scaglia”, trasgressivo sopra i sedimenti silicei della
Formazione Crisanti e limitato verso l’alto dalle argille ad arenarie della Formazione Collesano.
Come località tipo l’autore sceglie, per lo studio della successione dei terreni, Contrada Vera Luce
(circa 1 Km a SO del paese di Caltavuturo), (figg.3.6.1 – 3.6.2). La successione presenta uno spessore di
circa 170 metri ed è costituita, dal basso verso l’alto, dai seguenti intervalli:
-
calcareniti e calciruditi marnose, straterellate (5-25 cm), di colore rosso mattone o rosso vino, con
intercalazioni sottili di marne più tenere, giallastra o biancastre, (figg. 3.6.3 – 3.6.4 – 3.6.5); alla
base un banco di calcare brecciato grigio molto compatto (fig.3.6.6). Metri 56
-
marne di color rosso vino e rosso mattone, straterellate, con frattura scagliosa; sottili intercalazioni
di calcareniti. Metri 64
-
marne e marne argillose grigie, verdi e giallastre, straterellate, a frattura scagliosa; anche qualche
strato lenticolare di calcilutiti marnose rosse e di calcareniti. Metri 58
La fauna più diffusa, oltre ai nannofossili, è data da foraminiferi planctonici (Globorotalia
aragonensis, Globorotalia linaperta, Globigerina venezuelana, Hantkenina alabamensis, Globigerina
pseudovenezuelana), radiolari e spicole di spugna diffusi in tutti i livelli. Nei livelli calcarenitici si
rinvengono macroforaminiferi, (Nummulites sp., Discociclina sp.) frammenti di alghe, coralli, briozoi,
molluschi e gasteropodi.
La sedimentazione essenzialmente pelagica, il contenuto faunistico, le strutture sedimentarie
testimoniano un ambiente deposizionale tra il margine di piattaforma ed il bacino in cui correnti di fondo
rielaboravano i depositi pelagici, mentre correnti di torbida ridepositavano i materiali carbonatici
provenienti dal margine della piattaforma Panormide.
Questi terreni vengono riferiti all'intervallo Cretaceo superiore-Oligocene, rappresentano
all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 25 e 100 milioni di anni fa. Il limite superiore viene
ricavato da Wezel (1966) per la sezione di Portella Colla e da Coltro (1967) per la sezione tipo (Contrada
Vera Luce, Caltavuturo).
71
Fig. 3.6.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Caltavuturo
Fig. 3.6.2 – Panoramica di Contrada Vera Luce: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Caltavuturo
72
Fig. 3.6.3 – A Est di Contrada Vera Luce: calcari grigi, calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre in strati centimetrici
Fig. 3.6.4 – Calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre, in strati centimetrici
73
Fig. 3.6.5 – Particolare di calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre, in strati centimetrici
Fig. 3.6.6 – Banco di calcare grigio, compatto, sottostante ai calcari marnosi e alle argille marnose rossastre
74
3.7 FORMAZIONE POLIZZI
75
Tav.3.7.1 - Fm.Polizzi: Località Tipo e Sezione Geologica – Coltro R., 1963
76
Tav.3.7.2 - Fm.Polizzi: Colonna Stratigrafica – Coltro R., 1963
77
FORMAZIONE POLIZZI (COLTRO R.,1963)
Questa Formazione segnalata da Ogniben (1960) è stata istituita da Coltro (1963).
La Formazione Polizzi comprende parte dell’Eocene superiore segnalato da Baldacci 1886 a
Polizzi, nei dintorni di Termini e nei dintorni di Caltanissetta; parte dell’Eocene studiato da Cecchia
Rispoli 1909, 1910, nei pressi di Termini Imerese e Bagheria; l’Eocene studiato nei dintorni di Termini
Imerese da Gemellaro 1912; la Formazione Troina di Accordi 1958, Colacicchi 1958.
La sezione tipo studiata da Coltro R.,1963,è compresa tra la quota 758 a nord del paese di Polizzi
Generosa (Tavoletta Polizzi III NW F.260 della Carta d’Italia) e la quota 675 subito a sud dello stesso
centro abitato, con uno spessore di circa 83 m, (figg.3.7.1 – 3.7.2).
E’ una successione calcareo-marnosa, costituita essenzialmente da calcilutiti e calcisiltiti
centimetriche e decimetriche, laminate, talora a liste e noduli di selce, alternate a marne e marne argillose
grigio chiare giallastra con intercalazioni di biocalcareniti, biocalciruditi e\o brecce a macroforaminiferi e
di sottili arenarie tufitiche (figg. 3.7.3 -3.7.4).
La successione tipo (Polizzi Generosa) studiata da Coltro (1963, 1967) è costituita da
un’alternanza di strati con potenza complessiva di poco inferiore ai 100 m, compresa tra due unità di
Argille Variegate con regolare passaggio al letto e brusco contatto tettonico al tetto. Il contenuto
fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di foraminiferi e macroforaminiferi
(nummuliti, alveoline, lepidocycline), briozoi, lamellibranchi, frammenti di echinidi e alghe.
I terreni relativi alla Formazione Polizzi vengono riferiti all’intervallo Eocene superiore –
Oligocene, rappresentando all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 20 e 55 milioni di anni fa.
78
Fig. 3.7.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Polizzi
Fig. 3.7.2 – Panoramica del rilievo su cui sorge l'abitato di Polizzi Generosa: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Polizzi
79
Fig. 3.7.3 – Periferia settentrionale di Polizzi Generosa: calcilutiti e calcisiltiti alternate a marne e argille marnose della Fm.Polizzi
Fig. 3.7.4 – Particolare delle calcilutiti e marne con noduli e liste di selce della Fm.Polizzi
80
4. ANALISI E VALUTAZIONE DEL GRADO DI GEOCONSERVAZIONE DELLE
SETTE EMERGENZE GEOLOGICHE, PER UNA MIGLIORE VALORIZZAZIONE E
FRUIZIONE SOSTENIBILE DEI GEOSITI
Dopo aver appreso attraverso gli studi bibliografici l’elevato valore scientifico di queste aree, si
vuole promuovere la fruizione di questi potenziali geositi, rappresentanti uno dei principali aspetti
caratteristici del Geoparco delle Madonie per i loro pregi scientifici, scenici e didattici, con l’intento di far
scoprire ad un pubblico anche non specialista un’altra occasione di fruizione delle bellezze naturali del
territorio del parco delle Madonie.
La fruizione assume un ruolo importante, in quanto una qualsiasi emergenza geologica può essere
considerata un bene culturale solamente se la conoscenza dell’oggetto stesso diviene patrimonio
condiviso, fruibile da parte dell’intera comunità; solo in questo caso esso diviene meritevole di essere
tutelato. In alternativa l’emergenza geologica, ai fini della pianificazione territoriale, costituisce
solamente un reperto isolato, parte di un catalogo.
Attraverso l’analisi e la valutazione dei dati acquisiti dal rilevamento di campagna e da fonti
bibliografiche, seguendo alcuni criteri fondamentali, i quali forniscono informazioni utili sul grado di
conservazione, tutela e fruizione dei potenziali geositi, si propongono alcuni interventi finalizzati ad una
migliore geoconservazione e valorizzazione,
attraverso una fruizione eco-compatibile dei geositi,
nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio.
4.1 METODOLOGIA
Prendendo come riferimento la “Scheda Sperimentale per l’Inventario dei Geositi Italiani”
(Servizio Geologico Nazionale Dipartimento per i Servizi Tecnici Roma - Centro Documentazione
Geositi Dipartimento Polis Università di Genova, 2002), sono stati tratti ed integrati alcuni elementi utili
per la realizzazione di una scheda di campagna (fig.4.1.1) da usare in primo luogo come strumento per
l’acquisizione in campo di alcuni dati importanti per la descrizione del grado di conservazione, tutela e
fruizione delle aree, e in secondo luogo per effettuare un’analisi dei dati finalizzata a suggerire alcuni
interventi utili per una fruizione sostenibile dei vari geositi.
Gli elementi utilizzati nella scheda di campagna sono:
- valore dell’emergenza
- valutazione dello stato di conservazione e rischio del degrado
- livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area
- fruizione e vulnerabilità turistica
Oltre ai criteri sopraccitati, utili per l’acquisizione dei dati e la successiva analisi e valutazione di
essi, nella scheda di campagna viene riportato il punto e/o il percorso di osservazione utilizzato durante
il rilevamento di campagna. Per fare ciò sono state adottate alcune sigle utilizzate nella “Carta dei sentieri
e del Paesaggio delle Madonie” in scala 1:50.000, in particolare si elencano le sigle utilizzate:
81
S.S (Strada Statale)
S.P (Strada Provinciale)
S.n° (Percorso storico naturalistico n°...)
S.N (Sentiero Natura)
S.I (Sentiero Italia)
R.T (Regia trazzera)
Fig.4.1.1 - Modello di scheda di campagna adottato per l’acquisizione dei dati
Alcuni dati utili per la compilazione della scheda di campagna, oltre ad essere stati acquisiti
direttamente dalle osservazioni in campo, derivano dalla raccolta e studio di fonti bibliografiche e dalle
riunioni effettuate, presso la sede dell’Ente Parco delle Madonie, con il dott. Pasquale Li Puma Dirigente U.O.B. n.7 “INFEA e GEOPARK”, che hanno permesso di acquisire, oltre a materiale tecnicoinformativo, una conoscenza di base degli interessi e obiettivi del Geopark delle Madonie. Infine
attraverso l’analisi GIS di carte georeferenziate dei vincoli territoriali, è stato possibile acquisire i dati
relativi ai vincoli territoriali insistenti nell’area oggetto di studio.
82
4.1.1 VALORE DELL’EMERGENZA
Per valore dell’emergenza si intende la presenza di particolari caratteri o elementi importanti,
spesso unici, utili per poter comprendere le vicende dell’evoluzione geologica del territorio. Si fornisce
una valutazione sull’interesse scientifico primario suddiviso in: raro, rappresentativo ed esemplificativo.
Inoltre viene valutato il grado e tipo d’interesse: scientifico, didattico e culturale riferito al contesto
geografico in cui ricade il geosito.
ALTRO TIPO D’INTERESSE
INTERESSE SCIENTIFICO
(primario e secondario)
Culturale
Geografico
Naturalistico
Didattico
Geologia marina
Paesistico
Escursionistico
Geologia stratigrafica
Paleontologico
Storico
Geologia strutturale
Paleoambientale
Geominerario
Pedologico
Geomorfologico
Petrografico
Idrogeologico
Sedimentologico
Mineralogico
Vulcanologico
VALUTAZIONE INTERESSE SCIENTIFICO PRIMARIO
Giudizio
Codice
Criterio
Raro
Ra
L’interesse scientifico di un bene può essere
valutato in base alla sua distribuzione e reperibilità
geografica. Più è raro e meno reperibile sarà a
livello globale.
Rappresentativo
Rp
L’elemento, che può essere utilizzato per descrivere
una forma o un processo.
Esemplificativo
Es
L’elemento, la forma, lo strato, ecc., “migliore” del
quale si dispone in un certo territorio; ad esempio
una dolina completa in tutti i suoi elementi o uno
strato tipo di una certa Era geologica, ecc.
83
GRADO INTERESSE SCIENTIFICO PRIMARIO
Giudizio
Codice
Mondiale
M
Criterio
I diversi livelli (mondiale, europeo, nazionale, regionale e locale) sono strettamente legati
alla sezione relativa alla “Valutazione interesse scientifico primario”
Europeo
E
e forniscono una
indicazione non di valenza assoluta ma relativa rispetto alle informazioni disponibili sul
particolare geosito. Se consideriamo ad esempio un certo affioramento, visibile
Nazionale
N
esclusivamente in una zona, è evidente che esso sarà raro (ed automaticamente
rappresentativo ed esemplificativo) e di interesse mondiale. Per contro se lo stesso tipo di
Regionale
R
affioramento è visibile, a parità di caratteristiche, anche in altri siti in Italia e/o stranieri il suo
grado di interesse scenderà a livello nazionale, regionale, e così via.
Locale
L
4.1.2 VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI
DEGRADO DEL GEOSITO
La valutazione dello stato di conservazione e rischio di degrado del geosito è stata ottenuta
osservando e valutando le condizioni dello stato attuale dei geositi e le possibili interazioni di tipo
naturale e antropico che alterano lo stato di conservazione degli affioramenti rocciosi. In genere
affioramenti rocciosi che presentano un buono stato di conservazione sono quelli che non sono interessati,
o se lo sono in modo non accentuato, da un elevato grado di fratturazione e alterazione legato a processi
naturali e/o antropici.
STATO DI CONSERVAZIONE
Giudizio
Codice
Criterio
Buono
B
L’azione dei fattori di tipo naturale (degradazione meteorica, fenomeni gravitativi, elevato
grado di fratturazione della roccia, ecc.) e antropica (elementi che deturpano e che
interferiscono sulla stabilità degli affioramenti rocciosi) non hanno alterato lo stato di
conservazione del bene.
Discreto
D
Quando i fattori di tipo naturale e antropico hanno parzialmente alterato lo stato di
conservazione del bene, pur mantenendo le caratteristiche rappresentative del bene geologico.
Cattivo
C
Quando i fattori di tipo naturale e antropico hanno inciso notevolmente sullo stato di
conservazione del bene, compromettendo anche la stabilità e la fruizione del sito.
84
RISCHIO DEL DEGRADO NATURALE E/O ANTROPICO
Giudizio
Codice
Criterio
Elevato
En
Tiene conto della suscettibilità al degrado litologico alla quale è soggetto il sito, legato
alle caratteristiche intrinseche dei materiali che lo costituiscono, per la quale gli
eventi naturali e/o antropici ne determinano il degrado; una formazione geologica può
presentare un buono stato di conservazione, perchè tutelata, ma essere soggetta ad un
elevato rischio di degrado naturale e/o antropico.
Medio
Mn
Quando la suscettibilità al degrado, legata ad eventi naturali e/o antropici, presenta una
media entità.
Basso o Inesistente
Bn
Quando la suscettibilità al degrado da parte degli eventi naturali e/o antropici presenta
un entità bassa o nulla.
4.1.3 LIVELLO DI TUTELA DELL’AREA E VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI
SULL’AREA
Per livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area viene specificato se il sito
rientra all’interno di un’area protetta, definendo il tipo di area e i vincoli territoriali a cui è soggetta l’area
d’interesse.
AREA PROTETTA IN CUI RIENTRA IL SITO
ALTRI TIPI DI VINCOLO TERRITORIALE
Parchi Nazionali e relativa zona (PN)
Vincolo paesistico-ambientale
Riserve Naturali Statali e relativa zona (RNS)
Vincolo ai sensi D.Lgs. 42/04
Parchi Naturali Regionali e relativa zona (PNR)
Vincolo paleontologico
Riserve Naturali Regionali e relativa zona (RNR)
ecc.
Zone Umide Internazionali (ZUI)
Siti di Interesse Comunitario (SIC)
Zone di Protezione Speciale (ZPS)
Zone Speciali di Conservazione (ZSC)
Altre aree protette
85
LIVELLO DI TUTELA DELL’AREA
Giudizio
Codice
Criterio
Elevato
Elt
Il geosito ricade in un’area soggetta a vincoli territoriali.
Medio
Mlt
Il geosito ricade parzialmente in un’area soggetta a vincoli territoriali e qualora questi
fossero presenti non tutelano a pieno il valore dell’emergenza.
Basso
Blt
Il geosito ricade in un area non soggetta a vincoli territoriali.
4.1.4 FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA
La fruizione e la vulnerabilità turistica tengono conto della fruibilità del geosito e quindi delle
condizioni di accessibilità ed i caratteri salienti in relazione all’accesso, alla panoramicità, alle
attrezzature disponibili nell’intorno e un’ indicazione sulla stagione consigliata per la visita.
Mentre la vulnerabilità turistica tiene conto della presenza di sentieri scivolosi o di roccia bagnata,
la perdita di orientamento, il peggioramento delle condizioni fisiche in caso di maltempo in montagna o
dell’intensificarsi di alcuni fenomeni naturali e dall’altro sino a portare a reazioni, da parte del turista,
differenziate in rapporto alle sue caratteristiche fisico-tecnico-culturali (conoscenza del fenomeno, abilità,
allenamento, ecc.), questi elementi determinano un aumento della vulnerabilità dell’individuo.
FRUIZIONE DELL’AREA
Giudizio
Codice
Criterio
Molto facile
Mf
L’area è facilmente accessibile a qualsiasi tipo di visitatore (visitatore non
Facile
F
Abbastanza difficile
Ad
L’area può risultare di non facile accessibilità, quindi consigliata ad un tipo di
Molto difficile
Md
visitatore esperto e fornito di attrezzature adatte.
Per esperti
E
attrezzato o non esperto, bambini, soggetti portatori di handicap, ecc.).
ACCESSIBILITA’ AL SITO
A piedi
VISIBILITA’
Punto visibile da vicino
Punto visibile da lontano
Strada asfaltata
In auto
Strada sterrata
SENTIERI
Si
Mountain bike
Cavallo
Presenza di sentieri
No
Ecc.
86
ACCESSIBILITA’ AL SENTIERO
Giudizio
Codice
Facile
Fa
GRADO DI PERCORRIBILITA’ DEL SENTIERO
Criterio
Il
sentiero
attraverso
è
accessibile
una
Fd
Codice
Criterio
Facile
Fp
Il sentiero è di facilmente percorribile
strada
carreggiabile, ciclabile, altro
Difficile
Giudizio
lungo tutto il suo tratto.
Medio
Mp
Il sentiero è alternato da tratti di facile
sentiero, ecc.
percorribilità e tratti di difficile
Il sentiero non è direttamente
percorribilità .
accessibile attraverso altre vie.
Difficile
Dp
Il sentiero lungo tutto il suo tratto
presenta una percorribilità difficile.
STAGIONE CONSIGLIATA
Inverno (I)
Primavera (P)
Estate (E)
Autunno (A)
Tutto l’anno (Ta)
VULNERABILITA’ TURISTICA
Giudizio
Codice
Criterio
Elevata
Et
Il visitatore è esposto ad una serie di rischi legati ad un’accessibilità del sito
molto difficile nell’arco di tutto l’anno, con presenza di pareti rocciose poco
stabili, pendii acclivi, sentieri scivolosi, roccia bagnata, ecc., con possibile perdita
di orientamento a causa del peggioramento delle condizioni meteo-climatiche e/o
fisiche.
Media
Mt
L’accessibilità del sito, da parte del visitatore, può presentare dei pericoli in
alcuni tratti per cause legate alla percorribilità dei sentieri, alla stabilità delle
pareti rocciose o dei pendii. In alcuni periodi dell’anno a causa delle condizioni
meteo-climatiche vi può essere la presenza di sentieri scivolosi o roccia bagnata.
Bassa
Bt
I pericoli a cui è esposto il visitatore nella fruizione del sito sono bassi o nulli.
o Inesistente
4.2 DATI ACQUISITI
Per la consultazione dei dati acquisiti, relativi alle singole Formazioni geologiche, si rinvia
all’Allegato 2.
La matrice raffigurata in figura 4.2.1, racchiude tutti i dati acquisiti, riguardanti le località tipo in
cui sono state studiate e istituite le sette Formazioni geologiche, secondo i criteri adottati per la
compilazione delle schede di campagna.
87
88
Fig.4.2.1 – Matrice dei dati acquisiti relativi alle sette Formazioni geologiche
4.3 ANALISI DEI DATI ED INTERVENTI PROPOSTI
Dalle osservazioni effettuate direttamente in campo e dall’analisi dei dati acquisiti e riportati nella
precedente figura 4.2.1, è stato possibile valutare il : valore scientifico, grado di geoconservazione, tutela,
fruizione e vulnerabilità turistica dei geositi (tab. 4.3.1).
Formazione Mufara
Formazione Scillato
Formazione Quacella
Aree ad elevato valore scientifico
Formazione Fanusi
Formazione Crisanti
Formazione Caltavuturo
Formazione Polizzi
Formazione Mufara
Aree maggiormente tutelate
Formazione Quacella
Formazione Fanusi
Formazione Crisanti
Formazione Mufara
Aree con elevato grado di geoconservazione
Formazione Scillato
Formazione Fanusi
Aree con elevato grado di fruizione
Formazione Quacella
Formazione Caltavuturo
Formazione Mufara
Formazione Scillato
Formazione Quacella
Aree suscettibili al degrado naturale
Formazione Fanusi
Formazione Crisanti
Formazione Caltavuturo
Formazione Polizzi
Formazione Mufara
Aree suscettibili al degrado antropico
Formazione Caltavuturo
Formazione Polizzi
Aree con bassa vulnerabilità turistica
Formazione Caltavuturo
Formazione Polizzi
Tab.4.3.1 – Tabella di valutazione dei Geositi
89
Dall’analisi dei dati acquisiti e dalla loro valutazione si deduce che:
Nel caso in cui l’area presenta un particolare valore scientifico o storico-naturalistico, che in
passato è stato trascurato a causa della scarsa conoscenza delle emergenze territoriali, è bene in questo
caso, in aggiunta all’applicazione di un regime di tutela, attuare interventi atti alla valorizzazione e
fruizione delle emergenze stesse.
Nel caso in cui l’area presenta un valore scientifico o storico-naturalistico ben conosciuto, e
trovandosi già sotto regime di tutela, perchè ricadente all’interno di un’area protetta, si possono
promuovere interventi mirati al miglioramento della fruizione, con l’intento di estendere ad un pubblico
più ampio e non specialista la conoscenza e l’importanza delle bellezze naturali dell’area.
Se lo stato di conservazione dell’area è scarso o si presenta discretamente conservato, a causa di
fattori ambientali o antropici che ne hanno compromesso lo stato di conservazione, è bene attuare
interventi di recupero delle aree e garantire una maggiore tutela, attraverso una pianificazione territoriale
mirata alla geoconservazione e valorizzazione attraverso l’ausilio di strumenti che comportino una
fruizione sostenibile.
Se l’area è caratterizzata da processi di tipo naturale, che ne determinano l’aspetto caratteristico
principale (calanchi, forme dovute all’erosione,ecc.), e risultano poco accessibili a causa dei processi
naturali in corso, è bene mantenere lo stato di tutela dell’area, garantendo il mantenimento degli attuali
aspetti naturali, e mirare ad una fruizione dei siti attraverso l’utilizzo di punti di osservazione a distanza,
inoltre garantendo grado di sicurezza elevato per visitatori.
Se lo stato di conservazione dell’area risulta buono, ma difficilmente fruibile a causa della
mancanza di sentieri e ad una scarsa accessibilità dovuta alle condizioni territoriali, si possono operare
degli interventi mirati alla realizzazione di sentieri o punti di osservazione, mantenendo sempre i criteri di
sostenibilità, senza modificare l’equilibrio dell’ambiente naturale.
Nel caso in cui l’area presenta un ottimo stato di conservazione, inoltre facilmente fruibile a
qualsiasi tipo di visitatore grazie alla presenza di sentieri, è conveniente applicare un regime di tutela che
permetta, senza alcun intervento, il mantenimento degli attuali aspetti naturali dei luoghi.
Quando si è in presenza di geositi di elevato valore scientifico o storico-naturalistico, ricadenti in
aree non protette o nelle immediate vicinanze, un possibile intervento mirato alla geoconservazione e
tutela del geosito è quello di far in modo di includere i geositi all’interno dei confini delle aree protette.
Oppure proteggere le aree, attraverso dei vincoli che garantiscano il mantenimento inalterato degli aspetti
naturali.
Per quanto riguarda la vulnerabilità turistica è bene che il visitatore sia messo a conoscenza dei
possibili rischi a cui può andare in contro durante la visita dei geositi, questo è possibile attraverso
l’utilizzo di una cartellonistica adeguata che riporti tutti i possibili pericoli che si possono incontrare
durante il tragitto e le relative regole di comportamento da seguire per la visita dei geositi. Si può anche
90
intervenire, fornendo anticipatamente le informazione necessarie sui possibili pericoli per la salute del
visitatore, attraverso l’inserimento di queste informazioni nel sito internet del Parco oppure nelle apposite
brochure dei geositi.
4.3.1 INTERVENTI GENERALI
Per quanto riguarda gli interventi base da attuare nei sette potenziali geositi, è opportuno, per una
migliore geoconservazione e fruizione, che tutte le aree proposte siano segnalate in situ con pannelli che
indichino: il tipo di emergenza, i vincoli a cui sono sottoposte, e spieghino le motivazioni che hanno
condotto alla individuazione delle aree. Le aree devono essere vincolate e conservate, come emergenze di
carattere geologico ambientale, con l’obbligo del divieto di modificare lo stato dei luoghi. Ed è sempre
vietato il prelievo di materiali o di semplici campioni di rocce in queste aree, fatti salvi i casi in cui
sussistono motivo di studio o di ricerche, che in ogni caso debbano essere preventivamente autorizzati
dall’Ente preposto.
Nella realizzazione dei sentieri o punti di osservazione bisogna fare in modo di indirizzare i
visitatori su determinate aree o percorsi per limitare al massimo il disturbo, e svolgere una funzione
educativo/didattica realizzando dei percorsi in luoghi particolarmente suggestivi e significativi per quanto
riguarda le tematiche ambientali
Per una migliore fruizione del geosito, è importante che venga individuata la località in cui ricade
il sito e siano fornite al turista le necessarie informazioni che ne consentano il facile raggiungimento
attraverso la realizzazione di una carta dei geositi o geoturistica, nella quale oltre a fornire le informazioni
per il raggiungimento dell’area, forniscano le informazioni relative alle principali caratteristiche del
geosito, i vincoli insistenti nell’area con le relative regole di comportamento, i possibili punti di
osservazione a distanza, i punti d’interesse culturale o storico-naturalistico, la difficoltà di accessibilità e
il grado di percorribilità dei sentieri.
Per una migliore valorizzazione e conoscenza del patrimonio geologico, si potrebbero pubblicare
degli opuscoli, atlanti scientifici e brochure o depliant che mettano il risalto le caratteristiche geologicoambientali dell’area, inoltre dare al lettore delle informazioni mirate all’educazione ambientale e fornire
indizi sui vincoli territoriali insistenti nell’area in cui ricade il geosito.
In collaborazione con le scuole si potrebbero realizzare corsi di aggiornamento per gli insegnanti,
in modo da portare avanti dei progetti nelle scuole per una maggiore crescita culturale, relativa ai beni
geologici del proprio territorio con la finalità di dare delle informazioni ai ragazzi sul valore scientifico,
storico e conservazionistico del territorio.
Realizzazione di sentieri o punti di osservazione all’interno del Parco, con l'intenzione di creare
iniziative a sostegno dei meno abili, in modo che il contatto con l'ambiente naturale sia possibile a
chiunque e di stimolo al miglioramento della vita personale.
Inoltre i musei dei comuni in cui ricadono i geositi, dovrebbero allestire al loro interno degli spazi
dedicati alla valorizzazione del patrimonio geologico del territorio di appartenenza.
91
L’utilizzo di un Sistema Informativo Territoriale dei Geositi, può essere utile ai visitatori che
decidono di pianificare una visita presso il Parco, per individuare percorsi e sentieri che meglio si
adattano alle proprie “preferenze naturalistiche”, alla propria disponibilità di tempo e alle proprie capacità
fisiche per raggiungere i vari geositi e le aree di interesse paesaggistico ad alta valenza panoramica lungo
i percorsi prescelti, con la suddivisione dei percorsi consigliati per tipologia di accesso (pedonale,
ciclabile, automobilistico).
Inoltre lungo i percorsi rappresentati potranno essere indicati aree di sosta pubbliche e di punti di
ristoro.
Il sistema realizzato potrà essere messo a disposizione degli utenti finali (cittadini, turisti,
ricercatori) mediante la creazione di una interfaccia web (WEBGIS), pubblicabile in rete o distribuibile su
supporto multimediale (CD/DVD).
Navigando l’interfaccia, l’utente potrà individuare su una base cartografica interattiva l’ubicazione
dei maggiori siti di interesse geologico e di questi potrà dinamicamente conoscere tutte le relative
informazioni geologiche, paleontologiche, paesaggistiche e visualizzare schede fotografiche, viste
panoramiche tridimensionali, video e, ove possibile, accedere direttamente alla immagini in diretta inviate
da webcam installate sul posto.
Infine l’utente avrà la possibilità di scaricare direttamente dal sito dell’Ente Parco delle Madonie,
le tracce georeferenziate dei percorsi e dei sentieri che intende seguire durante la sua escursione con
l’indicazione puntuale dell’ubicazione dei geositi da raggiungere, in modo da poter essere interfacciati su
uno strumento GPS portatile.
4.3.2 INTERVENTI SPECIFICI PER LE SETTE LOCALITÀ TIPO DOVE SONO STATE
ISTITUITE LE FORMAZIONI GEOLOGICHE RICADENTI ALL’INTERNO DEL
TERRITORIO DELLE MADONIE
L’analisi dei dati acquisiti, ha permesso di stabilire lo stato di conservazione, tutela e fruizione dei
potenziali geositi, in modo da permettere di dare delle linee guida per una migliore geoconservazione e
fruizione sostenibile dell’area.
4.3.2.1 FORMAZIONE MUFARA
L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i vincoli territoriali presenti. Per una maggiore
valorizzazione, tutela e migliore fruizione è opportuno che l’area sia segnata in sito con pannelli che
indichino: il tipo di emergenza, i vincoli territoriali a cui è sottoposta, e le motivazioni che hanno
condotto alla individuazione dell’ area da vincolare. Sarebbe anche opportuno utilizzare delle tabelle che
descrivano le caratteristiche geologiche, in modo comprensibile e piacevole, sia dal punto di vista grafico,
sia dal linguaggio adoperato, in modo da poter essere comprensibile ad un pubblico più ampio, senza
sottovalutare l’aspetto scientifico. La realizzazione di una carta dei geositi, con base topografica, estesa a
tutto il Parco delle Madonie, in modo da poter avere una visione più ampia dell’area, dove vengono
92
evidenziati i punti in cui ricadono i singoli geositi, i vari punti di osservazione (geologici, storici,
culturali, naturali, ecc.), i tipi di vincoli territoriali insistenti nell’area, e fornendo le informazioni relative
alle principali caratteristiche geologico-ambientali del geosito, la difficoltà di accessibilità e percorribilità
dei sentieri. Non devono mancare delle brochure, in cui viene rappresentato, graficamente, il percorso del
sentiero da seguire per il raggiungimento del sito, con la descrizione del valore scientifico dell’emergenza
e con l’indicazione dei vincoli territoriali a cui è sottoposta l’area.
Nell’area sono già presenti alcuni sentieri di facile accessibilità e percorribilità, quindi i visitatori
potrebbero essere indirizzati su questi determinati percorsi. Attraverso delle guide ambientali preparate
sia in campo escursionistico che geologico-ambientale, si potrebbero organizzare dei gruppi
escursionistici, con un numero non troppo elevato di visitatori in modo da avere una fruizione sostenibile
educativo/didattica, limitando al massimo il disturbo dovuto ad una fruizione “selvaggia”. Per una visione
a distanza del sito si possono utilizzare le aree di sosta poste lungo la S.P.119, S.P.113, S.P.54, oppure si
potrebbero realizzare delle torri di avvistamento, con sentiero collegato e attrezzate di binocoli, utili sia
per la fruizione che per la sorveglianza e la ricerca scientifica. Queste torri potrebbero essere utili per i
meno abili, dotate di un percorso di accesso per disabili e di un ascensore che permette di accedere ad una
piattaforma posta ad una certa altezza da cui si può vedere tutto. Per i bambini, nonché per le scolaresche,
si potrebbero organizzare dei sentieri didattici con l’ accompagnamento di una guida ambientale, che
spieghi l’importanza del valore naturalistico e geologico-ambientale dell’area, descrivendo, in modo
semplice e chiaro, i processi geologici che in passato hanno caratterizzato l’area e che hanno portano alla
formazione delle rocce che costituiscono il territorio delle Madonie.
Si potrebbe utilizzare la cava dismessa , che si trova tra Portella Colla e Portella Arena, come area
di sosta attrezzata, per la sosta e/o per lo svolgimento di attività didattiche, in quanto le aree dismesse
danno la possibilità di osservare la struttura geologica generalmente coperta, che in questi casi è stata
messa a nudo dall’attività estrattiva, con la possibilità di poter osservare numerosi fossili di notevole
importanza o comunque interessanti per attività didattiche o turistiche.
Infine si potrebbero digitalizzare i tracciati dei sentieri che portano al geosito, e inserirli nel sito
del Parco delle Madonie, in modo che chi volesse visitare il geosito, potrebbe scaricare tale file ed
importarli nei programmi che si interfacciano con i ricevitori GPS. Sarà quindi possibile trasferire la
traccia sul navigatore portatile, con tutte le informazioni relative al sito, come tracciato da seguire sul
campo. Naturalmente molti sentieri già presenti non potrebbero prestarsi per questo di tipo di fruizione in
quanto bastano a volte pochi metri di roccia, o un bosco particolarmente fitto, per oscurare il segnale di
uno o più satelliti, rendendo meno precise, o a volte addirittura inefficaci, le operazioni di orientamento
del GPS.
93
4.3.2.2 FORMAZIONE SCILLATO E FANUSI
Il versante occidentale del Monte Fanusi rappresenta la località tipo in cui sono state istituite, la
Formazione Scillato e la Formazione Fanusi. L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i tipi di
vincoli territoriali insistenti sull’area. E’ possibile
promuove e valorizzare il patrimonio geologico
dell’area, nell'ambito della conservazione del bene, attraverso la fruizione pubblica sostenibile come
elemento didattico dei luoghi di interesse geologico e dei paesaggi geologici. Per una migliore
conoscenza e accessibilità del geosito è opportuno inserire in rete (sito internet del Parco delle Madonie)
i dati relativi alla descrizione delle caratteristiche peculiari del geosito, inoltre si potrebbero inserire i
percorsi GPS derivanti dalla
digitalizzazione dei tracciati dei sentieri. Si possono realizzare delle
brochure nelle quali viene rappresentata graficamente la traccia dei percorsi dei sentieri, con inserita la
descrizione del valore scientifico dell’emergenza, l’indicazione dei vincoli territoriali a cui è sottoposta
l’area, i punti di osservazione a distanza e i punti d’interesse storico e/o naturalistico presenti nell’area. In
situ è importante l’utilizzo di pannelli che indicano nell’area la presenza del geosito, con le relative
descrizioni
delle caratteristiche geologiche e storico-naturalistiche del sito. Infine è sempre utile
l’inserimento del sito in una carta a grande scala dei geositi all’interno del Parco, in cui è evidenziato il
punto in cui ricade il singolo geosito, il tracciato dei sentieri , i vari punti di osservazione e tutti punti
d’interesse storico e naturalistico che si incontrano durante il percorso.
Per la fruizione del sito sono presenti due sentieri di facile accessibilità e media percorribilità, tra i
quali rientra un sentiero Italia (S.I.9), questi potrebbero essere utilizzati per la fruizione del presente
geosito. L’utilizzo di guide ambientali sarebbe utile per una fruizione sicura e didattica, sia per gli adulti
che per i bambini, con l’organizzazione di gruppi escursionistici, con un numero non troppo elevato di
visitatori in modo da avere una fruizione sostenibile, limitando al massimo il disturbo dovuto a una
presenza eccessiva di visitatori. Per i meno abili si potrebbero adeguare i sentieri, in modo da soddisfare
determinate esigenze, e creare delle apposite aree di osservazione attrezzate con alcuni servizi adeguati.
Per una visione a distanza del sito si possono utilizzare le aree di sosta poste lungo la S.P.9 bis,
inoltre si gode di un’ottima visione del sito dai borghi Eras presenti nell’area. Il sito è anche visibile dalla
stazione di servizio Esso che si trova nell’autostrada Pa-Ct A19.
94
4.3.2.3 FORMAZIONE QUACELLA
Il sito presenta un discreto stato di conservazione, e rappresenta un esempio didattico per la
visualizzazione di processi di degradazione meteorica su dolomie (figg.4.3.2.3.1-4.3.2.3.2). L’accentuata
erosione dovuta a fenomeni di tipo naturale, ha contribuito a dare forma alla caratteristica struttura ad
anfiteatro del Monte Quacella. L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i vincoli territoriali
insistenti sull’area. E’ sempre consigliabile cartografare, su una carta dei geositi del Parco, il sito con i
relativi sentieri che ne consentano la fruizione, associati con i vari punti di osservazione e i punti di
interesse culturale e/o storico-naturalistici. La realizzazione di file, dei percorsi digitalizzati dei sentieri,
inseriti sul sito internet del Parco delle Madonie, in modo da poter essere scaricati e interfacciati nei
navigatori portatili, in modo da rendere la visita più semplice e divertente. E’ importante anche la
realizzazione di una brochure, con le relative indicazioni utili per il raggiungimento dell’area, dove è
rappresentata la traccia dei percorsi dei sentieri e le relative vie di accesso, con infine i punti di
osservazione a distanza e i punti d’interesse storico-naturalistici presenti nell’area. E’ sempre utile
riportare una descrizione sugli gli aspetti geologici caratteristici e storico-culturali dell’area, con richiami
relativi ai
vincoli territoriali a cui è sottoposta l’area, con riferimento alle principali regole di
comportamento è utile per una migliore fruizione sostenibile. E’ bene attrezzare l’area in prossimità del
geosito con pannelli, che descrivono e indicano il sito d’interesse.
La presenza di sentieri nell’area, tra i quali il Sentiero Geologico n°1, consentono una facile
fruizione, con vari punti di osservazione a distanza posti lungo la S.P.119. La presenza di una cava
dismessa, ubicata nell’area compresa tra Portella Colla e Portella Arena, rappresenta un ottimo punto di
sosta panoramico, per poter osservare e fotografare l’Anfiteatro della Quacella. Infatti si riesce ad
apprezzare al meglio, la bellezza di questa particolare forma, da un punto di osservazione a distanza.
Infine percorrendo i sentieri è possibile osservare le rocce caratterizzanti la Fm.Quacella e individuare i
processi che hanno dato origine al paesaggio. Attraverso l’utilizzo di guide ambientali è possibile far
conoscere ai visitatori le caratteristiche geologiche dell’area ed i meccanismi naturali che modellano il
rilievi, e inoltre utili per gestire al meglio la fruizione turistica.
95
Fig.4.3.2.3.1 – Monte Quacella: processi di degradazione meteorica nelle dolomie
Fig.4.3.2.3.2 – Disgregazione meccanica delle dolomie, con conseguente caduta massi e detrito
96
4.3.2.4 FORMAZIONE CRISANTI
Lo stato di conservazione del sito è discreto, considerando il grado di vulnerabilità elevato, dovuto
a fenomeni di tipo naturale (fig.4.3.2.4.1). Il sito è localizzato in prossimità del Vallone Crisanti ed è
soggetto a tutti quei fenomeni di origine naturale che contribuiscono all’evoluzione nel tempo di un corso
d’acqua. Per una migliore fruizione del sito, si consiglia evidenziare l’area su una carta dei geositi del
Parco delle Madonie. A questo dovrebbe seguire la realizzazione di una brochure, dove si riportano le
indicazioni per il raggiungimento del sito, e i punti di osservazione a distanza e d’interesse storiconaturalistico presenti nell’area. Inoltre non deve mancare
una
descrizione delle
caratteristiche
geologiche e storico-culrurali dell’area, con riferimenti ai vincoli territoriali insistenti nell’area e le
norme di comportamento da seguire. L’area in prossimità del geosito dovrebbe essere attrezzata di
pannelli che localizzano e descrivano il geosito.
Nell’area non sono presenti dei sentieri utili per la fruizione del geosito, e vista la posizione
geografica in cui ricade il sito, sarebbero di difficile realizzazione e percorribilità. Un possibile punto di
osservazione, è l’area di sosta lungo la S.S.120 in prossimità del ponte che attraversa il Vallone Crisanti
(fig.4.3.2.4.2). Da questo punto si gode di un ottima visione del Vallone Crisanti, con la possibilità di
osservare e fotografare alcuni affioramenti rocciosi. La seguente area di sosta attualmente potrebbe
ospitare un numero massimo di 3-4 automobili, oppure un singolo pulman turistico. Eseguendo alcuni
interventi di decespugliamento della piazzola di sosta, dalla vegetazione cresciuta spontaneamente, si
otterrebbe una superficie più ampia in grado di ospitare più visitatori. L’utilizzo di una guida ambientale
sarebbe utile per gestire il numero di visitatori e anche per garantire una fruizione sostenibile
educativo/didattica.
La risalita a piedi lungo il Vallone Crisanti è consigliabile a visitatori attrezzati e che abbiano una
certa esperienza nel campo escursionistico.
Fig.4.3.2.4.1 – Vallone Crisanti: degrado dovuto a
fenomeni naturale di tipo gravitativo, per la
presenza di strati ad elevata pendenza e soggetti a
crolli e scorrimenti traslativi, con presenza di
detrito lungo i versanti
97
Fig.4.3.2.4.2 – Strada Statale S.S.120: area di sosta in prossimità del ponte che attraversa il Vallone Crisanti, possibile punto di
ossservazione
98
4.3.2.5 FORMAZIONE CALTAVUTURO
Lo stato di conservazione dell’area è influenzato soprattutto da fattori di tipo antropico, inoltre
l’area non ricade all’interno del territorio del Parco delle Madonie, e questo influisce sullo stato di tutela e
conservazione dell’area. L’area si presenta abbastanza antropizzata e a causa di alcuni recinti risulta poco
fruibile per una visione ravvicinata degli affioramenti rocciosi. E non mancano in alcuni casi situazioni di
degrado, come ad esempio la presenza di automobili abbandonate e discariche abusive di materiale inerte
(fig.4.3.2.5.1). Quindi sarebbe necessario un maggior controllo dell’area per quanto riguarda il degrado
antropico, mentre per una migliore accessibilità di alcune aree bisognerebbe disporre di appositi permessi,
in quanto alcuni affioramenti rocciosi ricadono all’interno di proprietà private o aree delimitate da recinti
(figg.4.3.2.5.3-4.3.2.5.4). L’azione dei fattori di tipo naturale svolge il suo normale decorso di
modellamento morfologico dell’area, anche se si osservano dei manufatti di natura antropica, in
particolare delle briglie di consolidamento disposte l’ungo l’alveo degli impluvi per limitare l’erosione
dei torrenti e stabilizzare gli alvei (fig.4.3.2.5.2).
Per una migliore fruizione sostenibile del geosito, è preferibile attrezzare l’area di pannelli che
localizzano e descrivano il geosito, con riferimento alle regole di comportamento da seguire. La
realizzazione di una brochure che descriva le caratteristiche geologiche e storico-naturalistico dell’area,
con inclusa una cartina guida utile per la localizzazione del sito, una rappresentazione grafica delle tracce
dei sentieri, dei punti di osservazione a distanza e degli eventuali punti di interesse storico-culturale.
Sarebbe anche utile la digitalizzazione dei percorsi dei sentieri, in modo da poter scaricare dal sito
dell’Ente Parco delle Madonie i file da utilizzare nei navigatori portatili, ciò consentirebbe una migliore
fruizione del geosito.
Nell’area è presente una Regia Trazzera (R.T.326), che consente in parte, la fruizione del sito in
modo ravvicinato. Essa è facilmente accessibile dalla S.S.120 e dalla S.P.58, solamente il tratto iniziale
accessibile dalla S.S.120 costeggia un breve tratto dell’area d’interesse. Si potrebbe realizzare un sentiero
che si diparte da questa trazzera in modo da consentire una migliore fruizione dell’area, seguendo sempre
i criteri di sostenibilità. Lungo la S.S.120 in prossimità del ponte che attraversa il Torrente Caltavuturo, vi
è un ottimo punto di osservazione a distanza, che è in grado di ospitare un piccolo numero di visitatori.
Un ottimo punto panoramico, senza limiti per il numero di visitatori, è il paese di Caltavuturo che
affacciandosi direttamente su contrada Vera Luce offre un ottima visibilità.
Si potrebbe proporre al Comune di Caltavuturo, di realizzare presso un loro museo, un’area
dedicata alla geologia del territorio di Caltavuturo, esponendo campioni di roccia caratteristici della
Formazione Caltavuturo, descrivendo e rappresentando, attraverso delle ricostruzioni grafiche,
l’evoluzione geologica del territorio delle Madonie e le caratteristiche dei litotipi che caratterizzano la
Formazione Caltavuturo. Il tutto potrebbe essere associato a delle guide ambientali, che potrebbero
accompagnare e guidare i visitatori direttamente nell’area del geosito, e all’interno del museo stesso,
fornendo elementi di educazione ambientale e illustrare le caratteristiche geologico-ambientali
dell’emergenza geologica.
99
Fig.4.3.2.5.1 – Degrado di tipo antropico:
discarica abusiva di materiale inerte e auto
abbandonate
Fig.4.3.2.5.2 – Briglie di consolidamento per ridurre l'erosione degli alvei dei torrenti
100
Fig.4.3.2.5.3 – Scarsa accessibilità dovuta alla rigogliosa vegetazione
Fig.4.3.2.5.4 – Scarsa accessibilità dovuta alla presenza di proprietà private delimitate da recinti
101
4.3.2.6 FORMAZIONE POLIZZI
La località tipo dove è stata istituita la Formazione Polizzi ricade alla base del rilievo su cui sorge
l’abitato di Polizzi Generosa. Lo stato di conservazione del sito è discreto, considerando il grado di
vulnerabilità elevato, dovuto ai fenomeni di tipo naturale. L’area in passato è stata interessata da
fenomeni gravitativi, infatti, per prevenire probabili danni al sovrastante centro abitato, sono state poste
in opera, lungo le scarpate poste a Nord e ad Ovest del centro abitato, delle reti zincate romboidali di
protezione e delle barriere paramassi (fig.4.3.2.6.1). Il grado di antropizzazione dell’area è abbastanza
elevato, inoltre l’area non ricade all’interno del territorio del Parco delle Madonie, incidendo sullo stato di
conservazione e tutela dell’area dal punto vista geologico-naturalistico.
Per
una migliore fruizione del sito, sarebbe opportuno attrezzare l’area con pannelli che
localizzano e descrivano il geosito, inoltre si consiglia di evidenziare l’area su una carta dei geositi del
Parco delle Madonie. E’ sempre utile la realizzazione di una brochure, dove si riportano le indicazioni
per il raggiungimento del sito, i punti di osservazione a distanza e d’interesse storico-naturalistico
presenti nell’area, con una descrizione delle caratteristiche geologiche e storico-culrurali dell’area e con
riferimenti ai vincoli territoriali insistenti nell’area e le regole di comportamento da seguire.
Nell’area non sono presenti sentieri utilizzabili per la fruizione del geosito visto le caratteristiche
morfologiche dell’area e la posizione geografica in cui ricade il sito. E’ possibile osservare da vicino i
litotipi caratterizzanti la Formazione Polizzi, in alcuni affioramenti rocciosi situati all’interno del centro
abitato di Polizzi Generosa e lungo i bordi della S.P.119 (fig.4.3.2.6.2). Un ottimo punto di osservazione
all’interno del centro abitato, dove è presente un esteso affioramento roccioso, si trova in prossimità della
piazzola adiacente alla stazione di servizio ERG, in grado di ospitare un buon numero di visitatori e
mezzi di trasporto.
Un ottima visione panoramica, di tutto il rilievo, costituito dalla rocce della
Fm.Polizzi, su cui giace il centro abitato di Polizzi Generosa, è possibile lungo le aree di sosta della
S.S.643, in prossimità del tratto posto ai piedi del rilievo stesso.
Si potrebbe dedicare, all’interno di un museo del Comune di Polizzi Generosa, un’area riservata
alla geologia del territorio dello stesso Comune, esponendo campioni di roccia caratteristici della
Formazione Polizzi con relative descrizioni e rappresentazioni grafiche dell’evoluzione geologica del
territorio delle Madonie. Infine con l’ausilio di alcune guide ambientali è possibile guidare i visitatori
all’interno del museo e direttamente nei siti in cui affiora la Formazione Polizzi.
102
Fig.4.3.2.6.1 – Strada Statale S.S.643 : Rete di protezione lungo le pareti del rilievo su cui sorge il centro abitato di Polizzi Generosa
Fig.4.3.2.6.2 – Polizzi Generosa: affioramento di rocce costituenti la Fm.Polizzi all’interno dell’omonimo centro abitato
103
CONCLUSIONI
Le Località tipo, dove sono state istituite le sette formazioni geologiche, non presentano situazioni
di estremo degrado dovuto a fattori naturali o/e antropici. Solo in particolari situazioni, specie per i geositi
che ricadono al di fuori dei limiti del Parco delle Madonie (Formazione Polizzi e Formazione
Caltavuturo), si rileva un degrado di tipo antropico, che nello stesso tempo implica una maggiore
difficoltà di accesso e fruizione degli stessi geositi. In questo caso si propongono interventi mirati al
miglioramento del grado di geoconservazione e valorizzazione di queste aree attraverso una fruizione
eco-compatibile, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio.
Per i geositi ricadenti all’interno dei confini del Parco delle Madonie si ha un elevato grado di
tutela. In queste aree il degrado dovuto a fattori antropici può essere soprattutto legato all’eccessivo
afflusso turistico. Un esempio tipico risulta essere l’area di Monte Mufara che, oltre a rappresentare la
Località tipo dove è stata istituita la Formazione Mufara, nel periodo invernale è soggetta ad un elevato
afflusso turistico per la presenza di un impianto sciistico. In questo caso si incentra maggiormente
l’attenzione su interventi mirati alla regolamentazione della fruizione, in modo da limitare il disturbo
dovuto ad una fruizione “selvaggia”.
Nelle aree nella quale sono state istituite la Formazione Quacella e la Formazione Crisanti, si
evidenzia un degrado dovuto soprattutto a fenomeni di tipo naturale. Nel caso della Formazione Crisanti,
l’azione di degrado dovuta agli agenti naturali, caratterizza la normale evoluzione del reticolo idrografico
dovuto a processi fluvio-carsici. Nel caso della Formazione Quacella, i fattori morfogenetici di origine
naturale, modellano il versante occidentale dell’omonimo monte conferendogli il caratteristico aspetto ad
Anfiteatro. Da qui la scelta, per entrambi i casi, di non effettuare interventi che possano mutare lo stato
naturale dei luoghi, ma interventi mirati a regolare un tipo di fruizione che sfrutti i sentieri già presenti
nell’area, oppure all’individuazione e utilizzo di punti di osservazione a distanza, utili sia per non
apportare modifiche sostanziali al territorio e sia per ridurre il grado di vulnerabilità dei visitatori, che è
determinato dai rischi a cui il potenziale turista può andare soggetto, strettamente connessi alle condizioni
meteorologiche e geomorfologiche.
Le aree in cui ricadono i geositi risultano facilmente accessibili grazie alle efficienti strutture viarie
presenti nel territorio. La presenza di sentieri per un’osservazione più ravvicinata non è garantita in tutti i
geositi, in questo caso si opta ad un ampliamento o modifica della rete sentieristica, in modo che i
percorsi dei sentieri possano passare nelle aree in cui ricadono i potenziali geositi; nel caso in cui non vi
fossero le condizioni ideali per la realizzazione dei sentieri si consiglia l’individuazioni di determinate
aree da utilizzare come punti panoramici. Il tutto da realizzare evitando che l'insieme degli elementi da
cui dipende l'esistenza del bene sia modificato fino a determinare una riduzione permanente della sua
esistenza.
104
BIBLIOGRAFIA
• Articoli pubblicati in riviste e raccolte
ABATE B., DI CARA A., GRECO G., NIGRO F. – Relazione Geologica del Parco delle Madonie. Piano
territoriale del Parco delle Madonie, Ente Parco delle Madonie – Regione Sicilia (rapporto interno).
AGNESI V., DI MAGGIO C., GAGLIANO C. – Relazione Geomorfologica del Parco delle Madonie.
Piano territoriale del Parco delle Madonie, Ente Parco delle Madonie – Regione Sicilia (rapporto interno).
ABATE B., RENDA P. & TRAMUTOLI M. (1992) - Note illustrative della Carta Geologica dei Monti di
TerminiImerese e delle Madonie Occidentali (Sicilia centro-settentrionale). Mem. Soc. Geol. It., 41
(1988): 475-505, 20 figg., 1 carta geol., Roma.
AGNESI V. ET AL. (1999) – Introduzione alla geomorfologia delle Madonie. Atti del 79°
CongressoNazionale della Società Geologica Italiana, Palermo, settembre 1998.
BALDACCI L. (1886) – Descrizione geologica dell’isola di Sicilia. R. Ufficio Geologico, Tipografia
Nazionale, Roma.
BROQUET P. (1968) – Étude geologique de la region des Madonies (Sicile). These Fac.Sc.Lille, 797 pp.
CATALANO R. & D’ARGENIO B. (Eds.) (1982) - «Guida alla geologia della Sicilia occidentale».
Guide geol. reg. Soc. Geol. It.: pp. 160, 4 carte geol., Bologna.
CATALANO R. & MONTANARI L. (1979) - Carta geologica dei Monti di Trabia-Termini Imerese e
dei Sicani Orientali. Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. della Soc. Naz. di Sc., Lett. e Arti in Napoli, ser. 4, 16:
carta geol. f.t., Napoli.
CERETTI E. (1965) - Descrizione geologica dei rilievi montuosi di Pizzo Antenna Pizzo Carbonara
(Gruppo delle Madonie, Sicilia). Atti Soc. It. Sc. Nat. Museo Civ. St. Nat. Milano, 104: 461-477, 5 figg.,
2 tabb., Milano.
CERETTI E. & CIABATTI M. (1965) - Rilevamento geologico delle Madonie nord-orientali (Sicilia).
Giorn.Geol., ser. 2, 33 (1): 51-75, 1 figg., 3 tavv. di cui 1 carta geol., Bologna.
CHECCHIA RISPOLI G. (1916) – Sui terreni terziari inferiori del versante settentrionale delle Madonie.
Mem.descr. Carta Geol. D’Italia del R.Com.Geol., V.6, 9-90, Roma.
105
COLTRO R. (1963) – La facies di Polizzi dell’Eocene alloctono della Sicilia Centro-settentrionale.
Riv.it.paleont.strat., vol.69, pag. 167, fig.2.
COLTRO R. (1967) – Paleogeografia dell’Eocene siciliano e deduzioni petrolifere. Atti Acc.Gioenia
Sc.Nat.Catania, Ser.6, 19, 193-240.
CUSIMANO G., CONTINO A. – Relazione Idrogeologica del Parco delle Madonie. Piano territoriale
del Parco delle Madonie, Ente Parco delle Madonie – Regione Sicilia (rapporto interno).
DE GREGORIO A. (1881) – Una gita sulle Madonie e sull’Etna. Bollettino del Club Alpino Italiano, 48,
Torino.
GRASSO M., LENTINI F. & VEZZANI L. (1978) - Lineamenti stratigrafico-strutturali delle Madonie
(Sicilia centro-settentrionale). Geol. Romana, 17: 45-69, 1 tab., 1 carta geol., Roma.
OGNIBEN L. (1960) - Nota illustrativa dello schema geologico della Sicilia nord-orientale. Riv. Min.
Sicil.,64-65 (1960): 183-212, 2 figg., 2 tavv., Palermo.
SCHMIDT DI FRIEDBERG P. (1962) - Introduction a la Géologie pétrolifere de la Sicile. Rev. Inst. Fr.
Petr., 17(5): 635-668, 15 tavv., Paris.
SCHMIDT DI FRIEDBERG P. (1965) - Litostratigrafia petrolifera della Sicilia. Riv. Min. Sicil., 88-90
(1964):198-217, 1 tav., Palermo.
SCHMIDT DI FRIEDBERG P., BARBIERI F. & GIANNINI G. (1960) - La geologia del gruppo
montuoso delleMadonie (Sicilia centro-settentrionale). Boll. Serv. Geol. It., 80 (1): 73-140, 18 tavv.,
Roma.
• Libri
ABATE B. & AGNESI V. - Guida Geologica del Parco delle Madonie. Ente Parco delle Madonie &
Dipartimento di Geologia e Geodesia dell’Università di Palermo, casa editrice Priulla S.r.L., Palermo
2004.
ENTE PARCO DELLE MADONIE - Vademecum delle attività esercitabili nel Parco delle Madonie.
106
• Riferimenti disponibili su siti internet
A Petralia il 5° convegno della rete europea di parchi geologici - Anche un museo interattivo nel Geopark
delle Madonie.
http://www.ateneonline-aol.it/041029alebAPsmf.html (ultimo accesso: aprile 2007)
Beigua geopark
http://www.parcobeigua.it/geopark/itinerari.html (ultimo accesso: aprile 2007)
Brandolini P., Farabollini P., Motta L., Motta M, Pambianchi G., Pelfini M., Piccazzo M. - Metodologia
di studio per la definizione della pericolosità e la stima del rischio geomorfologico in aree a fruizione
turistica
http://www.dst.unito.it/bacheca/erratici/ristur.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Catalogo delle formazioni geologiche italiane
http://www.accordo-carg.it/presentazione.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Conservazione del patrimonio geologico, dal Parco il bilancio d’attività sull'adesione alla Rete
internazionale dei Geoparchi. Giugno 2006
http://www.kalliope.it/parcodellemadonie/rassegnastampa_dettaglio.php?pagina=COMUNICATISTAMP
A&articolo=231 (ultimo accesso: aprile 2007)
European Geopark
http://www.europeangeoparks.org (ultimo accesso: maggio 2007)
Geopark - Benvenuti nel mondo della Rete Europea dei Geoparchi
http://www.haliotis.it/geoparchi.html (ultimo accesso: marzo 2007)
Geoparchi & Geoconservazione
http://www.parks.it/federparchi/rivista/P47/68.html (ultimo accesso: giugno 2007)
Il censimento nazionale dei geositi - Scheda di rilevamento dei Geositi - Guida alla Scheda di rilevamento
dei Geositi
http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Progetti/Il_censimento_nazionale_dei_geositi (ultimo accesso: maggio
2007)
Il Parco Regionale delle Madonie
http://www.palermoweb.com/madonie/parco_madonie.html (ultimo accesso: aprile 2007)
107
Il Patrimonio Geologico, i Paesaggi Geologici ed i Geositi del Camposauro: elementi prioritari di
conoscenza e Sviluppo Sostenibile.
http://www.geologiaeturismo.it/itinerari/taburno.html (ultimo accesso: febbraio 2007)
La geologia delle Madonie
http://it.wikipedia.org/wiki/La_geologia_delle_Madonie (ultimo accesso: marzo 2007)
La Rete Europea dei Geoparchi
http://www.areageologicameridionale.it/view.php?file=reteeuropea (ultimo accesso: marzo 2007)
Leader II Madonie
http://www.madoniegal.it/sito_gal/homepag.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale
http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/bca/ptpr/lineeguida.html (ultimo accesso: maggio
2007)
Localizzazione e Qualificazione dei Geositi
http://www.provincia.chieti.it/iframe.php?file=iFrame/urbanistica/lqg.php&tp=3 (ultimo accesso: maggio
2007)
Madonie
http://it.wikipedia.org/wiki/Madonie (ultimo accesso: maggio 2007)
Madonie Geopark
http://www.madoniegal.it/sezioni/geologia.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Monica Ardemagni - La vulnerabilità del patrimonio Cause naturali e umane di degrado
http://www.ambientece.arti.beniculturali.it/soprintendenza/didattica/200607/Esperienza%20fotografica/La%20vulnerabilit%C3%A0%20del%20patrimonio.html (ultimo accesso:
maggio 2007)
Monti delle Madonie: percorsi e introduzione naturalistica
http://www.artemisianet.it/madonie.html (ultimo accesso: aprile 2007)
Museo geologico – Madonie Geopark
http://www.petraliasottana.net/museo/album%20index.html (ultimo accesso: aprile 2007)
Parco Culturale Rocca di Cerere- Geopark
http://www.roccadicerere.it/parco/comenata.html (ultimo accesso: febbraio 2007)
108
Parco delle Madonie
http://www.parcodellemadonie.it (ultimo accesso: giugno 2007)
Parco delle Madonie
http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_delle_Madonie (ultimo accesso: giugno 2007)
Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna
http://gazzette.comune.jesi.an.it/2004/67/3.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna - Geopark
http://www.parcogeominerario.it/comunita/ (ultimo accesso: maggio 2007)
Parchi e Riserve
http://www.arpa.sicilia.it/parchi_riserve/per.html (ultimo accesso: marzo 2007)
Raniero Massoli-Novelli - Inventari di Geositi in Italia: stato dell’arte
http://www.geologia.com/geositi/nov1.html (ultimo accesso: maggio 2007)
Riconoscimenti internazionali alle Aree Protette italiane
http://www.parks.it/indice/riconoscimenti/index.html (ultimo accesso: marzo 2007)
Settimana dei Geoparchi Europei
http://geoturismo.it/geoparks_week_2006.html (ultimo accesso: febbraio 2007)
Settimana del Geopark Madonie
http://www.carrefoursicilia.it/attual/2005_GIU/N10_geopark.html (ultimo accesso: aprile 2007)
UNESCO Geoparks
http://portal.unesco.org (ultimo accesso: giugno 2007)
World Geopark
www.worldgeopark.org (ultimo accesso: marzo 2007)
109
ALLEGATO 1
SCALA GEOCRONOLOGICA
Scala Geocronologica, estratta dalla guida geologica del Parco delle Madonie
ALLEGATO 2
SCHEDE DI CAMPAGNA
FORMAZIONE MUFARA
Punto/percorso di osservazione: Piano Battaglia, pendici meridionali del Monte Mufara, Sentiero
Geologico n°1, S.P.119, S.P.113, S.P.54
VALORE
DELL’EMERGENZA
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Altro tipo d’interesse
Valutazione interesse scientifico
primario
Grado interesse scientifico
primario
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE
E RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
Stato di conservazione
Rischio del degrado naturale e/o
antropico
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
Livello di tutela dell'area
Area protetta in cui rientra il sito
Altri tipi di vincolo territoriale
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
1) Geologico-stratigrafico, Geologico-strutturale
2) Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Esempio didattico per l’osservazione dei processi di
degradazione meteorica sulle rocce. Inoltre le rocce costituenti la Fm.
Mufara rappresentano le più antiche rocce affioranti all’interno del
Parco delle Madonie (la base della successione Panormide).
(Es) – Per quanto riguarda l’interesse geologico-stratigrafico, il sito
rappresenta la località tipo dove è stata istituita la Fm.Mufara, dove è
possibile osservare il gruppo di rocce che la costituiscono. Dal punto
di vista geologico-strutturale è possibile osservare, terreni più antichi
che sovrascorrono su terreni più recenti, in particolare la
sovrapposizione tettonica delle rocce appartenenti alla Fm.Mufara sul
Flysch Numidico
(N) – Questa Formazione è accettata da tutta la comunità scientifica e
in particolare dal settore geologico, in modo da poter essere utilizzata
come strumento per la conoscenza della geologia di una determinata
area del territorio italiano, riconoscendo e definendo un particolare
gruppo di rocce, attribuendogli le caratteristiche indicate nella
descrizione di questa particolare Formazione geologica.
(B) – Nonostante sia possibile notare un degrado dovuto a fenomeni di
tipo naturale, lo stato di conservazione del sito è buono, l’area ricade
all’interno della Zona A del Parco delle Madonie, e questo garantisce
una maggiore tutela dell’area, soprattutto per quanto riguarda
l’influenza dei fattori antropici.
(Mn) - I fattori antropici che possono influenzare lo stato di
conservazione dell’area, sono legati alla mole di turisti ospitata
durante la stagione invernale, infatti l’area è attrezzata di una stazione
sciistica con relativi servizi turistici. I fattori di degrado naturale a cui
è suscettibile l’area sono legati a processi di tipo gravitativo (frane di
crollo e caduta di detrito), da fenomeni di disgregazione fisica e
dissoluzione chimica (processi crioclastici, di nivazione e carsici), e
infine al dilavamento da parte delle acque superficiali. Questi
costituiscono i principali agenti di modellamento dei rilievi calcari
dell’area.
(Elt) – Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade
all’interno della zona A del Parco delle Madonie, inoltre nell’area
insistono altri vincoli territoriali.
PNR (Zona A), ZPS, SIC
Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L.
1497/39; ex L.431/85)
(F) – L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore, inoltre
vi è la presenza di servizi turistici per i visitatori.
Fruizione dell’area
Sentieri
Accessibilità al sentiero
Grado di percorribilità del
sentiero
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
Stagione consigliata
Vulnerabilita’ turistica
(Si) – Sono presenti almeno tre diversi sentieri che permettono di
risalire e costeggiare la base del Monte Mufara, tra questi ultimi vi è il
sentiero Geologico n°1.
(Fa) – I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la S.P.119, la
S.P.113 e la S..P.54
(Mp) – Il grado di percorribilità, per alcuni sentieri, è variabile lungo
tutto il loro tratto, si alternano tratti a facile percorribilità e tratti a
difficile percorribilità, in questi ultimi la difficoltà sta nell’accentuata
pendenza e alla presenza di detrito che rende il percorso scivoloso.
Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza, nel caso in cui si
volesse osservare i litotipi, affioranti sul Monte Mufara, da vicino, è
possibile farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri.
Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza.
(P, E, A) - L’area è fruibile tutto l’anno, se si vogliono osservare gli
affioramenti caratterizzanti la formazione, e la località tipo in cui è
stata istituita la Fm. Mufara, si sconsiglia la fruizione durante la
stagione invernale, in quanto la presenza di neve potrebbe limitare la
visione.
(Mt) – I rischi alla quale può andare incontro il turista, che desidera
osservare da vicino il sito, sono legati ai possibili fenomeni naturali
che potrebbero verificarsi in determinate condizioni meteo-climatiche,
come la perdita di orientamento dovuta alla presenza di nebbia,
oppure, nel caso in cui piovesse, i sentieri potrebbero essere scivolosi.
Tuttosommato se il turista mantiene delle buone regole di
comportamento e sicurezza, senza avventurarsi a percorsi alternativi,
che non siano i sentieri già presenti, non dovrebbe andare incontro a
dei rischi che potrebbero compromettere la propria sicurezza.
FORMAZIONE SCILLATO
Punto/percorso di osservazione: Base della cima del Monte Fanusi, S.P.9 bis, Sentiero (S.I.9), Borgo Eras
B-C
VALORE
DELL’EMERGENZA
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Altro tipo d’interesse
Valutazione interesse scientifico primario
Grado interesse scientifico primario
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE E
RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
Stato di conservazione
Rischio del degrado naturale e/o antropico
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
Livello di tutela dell'area
Area protetta in cui rientra il sito
Altri tipi di vincolo territoriale
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
Fruizione dell’area
Sentieri
Accessibilità al sentiero
Grado di percorribilità del sentiero
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
Stagione consigliata
Vulnerabilita’ turistica
1) Geologico-stratigrafico
2) Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Esempio didattico di processi fluvio-carsici
che determinano l’approfondimento vallivo
e
l’evoluzione del reticolo idrografico. Inoltre nell’area è
possibile osservare dei rilievi strutturali.
(Es) - Il sito rappresenta la località tipo nella quale è
stata studiata e istituita la Fm.Scillato, dove è possibile
osservare il gruppo di rocce che la costituiscono.
(N) - La successione di rocce che costituisce la
Fm.Scillato, come avviene per tutte le formazioni
istituite, a sua volta accettate dalla comunità scientifica, è
utilizzata come strumento di paragone per la conoscenza
della geologia di una determinata area del territorio
italiano.
(B) – Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di
tipo naturale, che a sua volta ne caratterizzano la bellezza
stessa del sito. L’area ricade nella Zona A e B del Parco
delle Madonie, questo garantisce un livello di tutela
medio-alto. Per il resto il sito presenta un buono stato di
conservazione.
(Mn) – L’area localizzata lungo le pendici del Monte
Fanusi presenta una suscettibilità legata a un degrado di
tipo naturale, in particolare ad agire sono fenomeni di
disgregazione fisica e dissoluzione chimica (processi
crioclastici, di nivazione e carsici) che sommati
all’erosione meccanica dovuta allo scorrimento delle
acque superficiali danno forma a delle incisioni vallive.
Processi di tipo gravitativo possono dare luogo a frane di
crollo e caduta di detrito.
(Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che
ricade all’interno della zona A e B del Parco delle
Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli
territoriali.
PNR (80% Zona A - 20% Zona B), ZPS, SIC
Area vincolata ai sensi dell'art.136
e 142 del
D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85)
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di
visitatore.
(Si) - Sono presenti due sentieri, tra i quali un Sentiero
Italia (S.I.9) che permette di risale il Monte Fanusi,
inoltre alcuni brevi tratti di sentiero portano direttamente
alla base delle pareti sub-verticali che costituiscono la
vetta dello stesso monte.
(Fa) - I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la
S.P.9 bis, che dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato)
porta sino al centro abitato di Collesano.
(Mp) – I sentieri presentano un grado di percorribilità
variabile lungo tutto il loro tratto, con tratti la cui
percorribilità varia da facile a difficile, in questi ultimi
la difficoltà è dovuta nell’accentuata pendenza e alla
presenza di detrito che rende il percorso scivoloso.
Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza,
inoltre la presenza di varie aree di sosta lungo la S.P.9 bis
consente un’ottima visione della cima del Monte Fanusi,
nel caso in cui si volesse osservare più da vicino, è
possibile farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri.
Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza.
(P, E, A) - Le stagioni consigliate per una migliore
visione degli affioramenti e della località tipo dove è
stata istituita la Formazione Scillato, sono: autunno,
primavera e estate.
(Mt) – Il turista può andare incontro a dei rischi nel caso
in cui si trovasse a percorrere i sentieri in presenza di
pioggia o neve, in quanto questi potrebbero diventare
troppo scivolosi. La presenza di nebbia o pioggia
abbondante può essere causa di perdita di orientamento,
inoltre condizioni climatiche sfavorevoli possono
provocare l’innesco di caduta massi o/e detrito.
FORMAZIONE QUACELLA
Punto/percorso di osservazione: S.P.119, Sentieri (S.I.3, S.N.2, S.n°16, Sentiero Geologico n°1)
VALORE
DELL’EMERGENZA
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Altro tipo d’interesse
Valutazione interesse scientifico
primario
Grado interesse scientifico primario
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE E
RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
Stato di conservazione
Rischio del degrado naturale e/o
antropico
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
Livello di tutela dell'area
Area protetta in cui rientra il sito
Altri tipi di vincolo territoriale
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
1) Geologico-stratigrafico, Geomorfologico
2) Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Rappresenta un esempio didattico per l’osservazione
dei processi di degradazione meteorica su dolomie.
(Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la
Formazione Quacella. Dal punto di vista geomorfologico, il
versante occidentale di Monte Quacella assume una forma ad
anfiteatro, una grande scarpata dovuta al distacco di imponenti
masse rocciose e modellata da processi di degradazione meteorica
di tipo crioclastico.
(N) – La successione di rocce che costituisce la Fm.Quacella, è
utilizzata a livello nazionale come strumento di confronto per
definire le caratteristiche litologiche e geologiche di una
determinata area.
(D) - Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di tipo
naturale, che a sua volta hanno contribuito a formare la
caratteristica struttura ad anfiteatro. Le dolomie si presentano
farinose e fortemente degradate a causa dell’azione degli agenti
atmosferici. Sono presenti profondi canaloni da cui si dipartono
numerosi coni e colate di detrito. Inoltre non sono rari i distacchi
di imponenti masse rocciose. L’area ricade nella Zona A del Parco
delle Madonie, questo garantisce un livello di tutela alto,
soprattutto per quanto riguarda lo stato di conservazione e il
possibile degrado dovuto a fattori di tipo antropico.
(En) – L’area di Monte Quacella, è costituita da rocce dolomitiche
o dolomitico-calcaree, facilmente degradabili. Le condizioni
climatiche rigide di alta quota, determinano l’innesco fenomeni
di disgregazione meccanica delle rocce, dovuta a crioclastismo,
con produzione di notevoli quantità di detrito di dimensione
variabile. I Processi di approfondimento fluviale, generano lungo i
versanti dei profondi canaloni. Inoltre la presenza di pendii
fortemente inclinati determina l’innesco di frane di tipo crollo,
con l’accumulo di materiale detritico sotto forma di falde e coni
di detrito.
(Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade
all’interno della zona A del Parco delle Madonie, inoltre nell’area
insistono altri vincoli territoriali
PNR (Zona A), ZPS, SIC
Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L.
1497/39; ex L.431/85)
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore.
Fruizione dell’area
Sentieri
Accessibilità al sentiero
Grado di percorribilità del sentiero
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
Stagione consigliata
Vulnerabilita’ turistica
(Si) – Nell’area sono presenti diversi sentieri che permettono di
visionare il sito da vicino, costeggiando la base dell’ Anfiteatro
della Quacella sino a raggiungere i punti posti a quote più alte.
(Fa) – I sentieri sono facilmente accessibili dalla S.P.119 che da
Polizzi Generosa arriva a Piano Battaglia e dalla S.P.54 che da
Petralia Sottana arriva a Piano Battaglia.
(Fp) – I sentieri presentano un facile grado di percorribilità , a
tratti faticosi a causa della pendenza accentuata.
Il sito è accessibile in auto, e percorrendo la S.P.119 si gode al
meglio la visione della struttura ad anfiteatro del Monte Quacella,
mentre se si vuole osservare da vicino le caratteristiche litologiche
e naturalistiche del sito, è possibile farlo proseguendo a piedi
attraverso i sentieri.
Il sito è visibile sia da vicino che a distanza.
(P, E, A) - Se si vogliono osservare gli affioramenti caratterizzanti
la Formazione e la località tipo in cui è stata istituita la Fm.
Quacella, durante la stagione invernale, a causa della presenza di
neve o ghiaccio le condizioni di visibilità accessibilità ai sentieri,
non sarebbero tra le migliori.
(Mt) – I rischi alla quale potrebbe essere soggetto il turista, che
decide di visionare il sito percorrendo i sentieri, sono dovuti alla
caduta massi e detrito, soprattutto se le condizioni meteoclimatiche non sono favorevoli. Tali rischi potrebbero aggravarsi
se si decidesse di esplorare l’area attraverso altre vie che non
siano i sentieri già presenti, soprattutto in presenza di nebbia o
pioggia intensa, che a sua volta potrebbero essere causa di perdita
di orientamento.
FORMAZIONE FANUSI
Punto/percorso di osservazione: Base della cima del Monte Fanusi, S.P.9 bis, S.S.643, Sentiero (S.I.9),
Borgo Eras B-C
VALORE
DELL’EMERGENZA
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Altro tipo d’interesse
Valutazione interesse scientifico primario
Grado interesse scientifico primario
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE E
RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
Stato di conservazione
(Mn) – L’area localizzata in prossimità della vetta del
Monte Fanusi presenta una suscettibilità legata a processi
di tipo gravitativo (frane di crollo e caduta di detrito), alla
disgregazione fisica e dissoluzione chimica (processi
Rischio del degrado naturale e/o antropico crioclastici, di nivazione e carsici) .
(Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che
ricade all’interno della zona A e B del Parco delle
Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali.
Livello di tutela dell'area
Area protetta in cui rientra il sito
Altri tipi di vincolo territoriale
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
1) Geologico-stratigrafico
2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Esempio didattico di processi fluvio-carsici
che determinano l’approfondimento vallivo e l’evoluzione
del reticolo idrografico. Inoltre nell’area è possibile
osservare dei rilievi strutturali.
(Es) - Il sito rappresenta la località tipo nella quale è stata
studiata e istituita la Fm.Fanusi, dove è possibile osservare
il gruppo di rocce che la costituiscono.
(N) - La successione di rocce che costituisce la
F.m.Fanusi, è utilizzata come strumento di confronto per la
conoscenza della geologia di una determinata area del
territorio italiano.
(B) – Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di
tipo naturale L’area ricade nella Zona A e B del Parco delle
Madonie, questo garantisce un livello di tutela medio-alto,
per quanto riguarda il rischio dovuto al degrado antropico.
In conclusione il sito presenta un buono stato di
conservazione.
Fruizione dell’area
Sentieri
Accessibilità al sentiero
Grado di percorribilità del sentiero
PNR (80% in Zona A - 20% Zona B), ZPS, SIC
Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04
(ex L. 1497/39; ex L.431/85)
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di
visitatore.
(Si) - E’ possibile accedere alla cima del Monte Fanusi
attraverso due sentieri, tra i quali rientra un Sentiero Italia
(S.I.9). Inoltre alcuni brevi tratti di sentiero portano
direttamente alla base delle pareti sub-verticali che
costituiscono la vetta del Monte Fanusi.
(Fa) - I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la
S.P.9 bis, che dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato)
porta sino al centro abitato di Collesano, e dalla S.S.643
che dall’uscita Scillato porta al centro abitato di Polizzi
Generosa.
(Mp) – Il grado di percorribilità dei sentieri è variabile
lungo tutto il loro tratto, infatti in alcuni tratti i sentieri
hanno pendenze più accentuate che sommati alla presenza
di detrito rendono il percorso particolarmente scivoloso.
Stagione consigliata
Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza,
inoltre la presenza di varie aree di sosta lungo la S.P.9 bis e
la S.S.643 consente un’ottima visione della cima del Monte
Fanusi, nel caso in cui si volesse osservare più da vicino le
caratteristiche litologiche della Formazione, è possibile
farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri.
Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza.
(P, E, A) - Le stagioni consigliate per una migliore visione
degli affioramenti e della località tipo dove è stata istituita
la Formazione Fanusi, sono: autunno, primavera e estate.
Vulnerabilita’ turistica
I rischi alla quale può andare in contro il turista, possono
essere causati dalla presenza di tratti di sentieri a difficile
percorribilità, e dalle condizioni climatiche sfavorevoli che
ne accentuerebbero la difficoltà di percorribilità.. Mentre la
presenza di nebbia o pioggia abbondante può essere causa
di perdita di orientamento.
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
FORMAZIONE CRISANTI
Punto/percorso di osservazione: S.S.120, lungo il Vallone Crisanti
VALORE
DELL’EMERGENZA
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE
E RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
1) Geologico-stratigrafico
2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Area interessata da forme strutturali e fluviocarsiche di interesse scientifico e didattico.
Altro tipo d’interesse
(Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita
la Formazione Crisanti., in cui è possibile osservare la
Valutazione interesse scientifico primario successione di rocce che la costituiscono.
(N) – Utile per la ricostruzione della storia geologica
dell’area Madonita. Di particolare interesse oltre alla
dettagliata e ben conservata successione calcareo-silicomarnosa mesozoica le intrusioni basaltiche legate a vulcani
mesozoici.
Grado interesse scientifico primario
(D) – Il sito presenta un discreto stato di conservazione.
L’area è localizzata lungo il Vallone Crisanti, e i processi
erosivi dovuti a fenomeni di tipo naturale sono
continuamente attivi. L’area ricade all’interno delle Zone B
e D del Parco delle Madonie, garantendo un medio livello
di tutela dell’area.
Stato di conservazione
(En) – La posizione geografica del sito, ricadente in
prossimità del Vallone Crisanti, sommata alla giacitura a
“franapoggio” degli strati rocciosi, rendono il sito molto
vulnerabile all’azione dei fenomeni naturali. L’area è
soggetta a fenomeni gravitativi (crolli, scorrimenti
traslativi, caduta di detrito) e all’azione dei processi
fluvio-carsici, che determinano l’approfondimento del
Rischio del degrado naturale e/o antropico Vallone.
(Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio-alto visto che
ricade all’interno della zona B e D del Parco delle
Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali.
Livello di tutela dell'area
PNR (60% Zona D - 40% Zona B), ZPS, SIC
Area protetta in cui rientra il sito
Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04
(ex L. 1497/39; ex L.431/85)
Altri tipi di vincolo territoriale
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di
visitatore.
Fruizione dell’area
(No) - Non sono presenti dei sentieri nelle immediate
vicinanze dell’area, vista la posizione in cui ricade il sito.
Sentieri
/////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Accessibilità al sentiero
////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Grado di percorribilità del sentiero
Il sito è accessibile in auto tramite la S.S.120, la presenza
di un’area di sosta situata subito prima del ponte che
attraversa il Vallone Crisanti consente un’ottima visione
del sito. Nel caso in cui si volesse osservare più da vicino
le caratteristiche litologiche della Formazione, è possibile
farlo proseguendo a piedi lungo il Vallone stesso, ma le
condizioni di percorribilità non sono tra le migliori, sia per
la fitta vegetazione, sia per la particolare conformazione
Accessibilita’ al sito
dell’area e la possibilità di caduta massi o detrito.
Visibile sia da vicino che a distanza.
Visibilita’
(Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno.
Stagione consigliata
(Bt) – Grazie al fatto che nella S.S.120, in prossimità del
Vallone Crisanti, è presente un’area di sosta, con la
possibilità di osservare da vicino gli affioramenti rocciosi, i
rischi a cui è soggetto il turista si riducono al minimo. Solo
nel caso in cui il turista decidesse di avventurarsi a
percorrere la valle del torrente, la sicurezza del visitatore
sarebbe compromessa, visto i seri pericoli a cui andrebbe
incontro, a causa dell’azione dei fenomeni naturali alla
quale è sottoposta l’area.
Vulnerabilita’ turistica
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
FORMAZIONE CALTAVUTURO
Punto/percorso di osservazione: Centro abitato di Caltavuturo, S.S.120, S.P.58, R.T.326
VALORE
DELL’EMERGENZA
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE
E RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
1) Geologico-stratigrafico
2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - L’area rappresenta un esempio didattico per
l’osservazione di piccoli rilievi strutturali “cuesta” (vedi Cozzo
Ebreo e Cozzo Rosso), nonché per l’osservazione di una valle
morta sospesa, dovuta alla deviazione del Torrente Caltavuturo e
dell’evoluzione del reticolo fluviale.
Altro tipo d’interesse
(Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la
Formazione Caltavuturo, dove è possibile osservare la
Valutazione interesse scientifico
successione di rocce che la costituiscono.
primario
(N) – Di utile interesse scientifico per la ricostruzione
dell’evoluzione geologica del territorio delle Madonie, inoltre
confrontare le caratteristiche litologiche di questa particolare
formazione, può essere utile per comprendere le caratteristiche
Grado interesse scientifico primario geologiche di una determinata area.
(D) – L’area presenta un discreto stato di conservazione. Non
ricadendo all’interno del Parco delle Madonie, è meno soggetta a
determinati vincoli territoriali, infatti è possibile osservare
situazioni di degrado dovuti all’azione antropica. Non si notano
particolari influenze dovute all’azione dei fenomeni di tipo
naturale, svolgendo la loro normale azione di modellamento del
paesaggio. E’ presente una copertura vegetale tipica della
“macchia mediterranea” (olivo, olivastro, ginestra, ecc.), con alto
grado di naturalità.
Stato di conservazione
(En) - L’azione erosiva dovuta ai fenomeni naturali è dovuta al
modellamento dei rilievi attraverso processi fluviali e di
dilavamento superficiale, che contribuiscono alla normale
evoluzione del reticolo idrografico. L’area si presenta abbastanza
antropizzata, sono frequenti i recinti che delimitano porzioni di
terreno, rendendo poco fruibile l’area, e non mancano situazioni
di degrado antropico (auto abbandonate e/o discariche abusive di
materiale inerte). Lungo gli impluvi è possibile osservare la
Rischio del degrado naturale e/o
presenza di alcuni interventi da parte dell’uomo (Briglie).
antropico
(Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio-basso visto che non
ricade all’interno dell’area del Parco delle Madonie, anche se
nell’area insistono altri tipi di vincoli territoriali.
Livello di tutela dell'area
Il sito non ricade all’interno di un' area protetta.
Area protetta in cui rientra il sito
Area vincolata ai sensi dell'art.136 del D.Lgs.42/04 (ex L.
1497/39)
Altri tipi di vincolo territoriale
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore.
Fruizione dell’area
(Si) – E’ presente in prossimità del sito una Regia Trazzera
(R.T.326), che consente, in parte la fruizione del sito in modo
ravvicinato.
Sentieri
(Fa) – Il sentiero è facilmente accessibile dalla S.S.120 e dalla
S.P.58, strutture viarie che collegano tra loro i Comuni di
Caltavuturo e Sclafani Bagni.
Accessibilità al sentiero
(Fp) – Il sentiero presenta un grado di percorribilità facile,
presenta dei tratti moderatamente faticosi a causa della variazione
Grado di percorribilità del sentiero di pendenza e dal tipo di copertura pedonabile.
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
Stagione consigliata
Vulnerabilita’ turistica
Il sito, situato nei pressi di Contrada Vera Luce, è facilmente
accessibile in auto attraverso la S.S.120, dove è presente un’area
di sosta che favorisce la visione a distanza. Per osservare il sito in
modo più ravvicinato, è possibile proseguire a piedi attraverso la
R.T.326, dove un breve tratto della trazzera ricade all’interno
dell’area d’interesse, per poi allontanarsi. Avvicinarsi a
determinati affioramenti è difficoltoso a causa della folta
vegetazione e delle recinzioni. Altro accesso è possibile dalla
S.P.58 che si collega all’ingresso meridionale della R.T.326, in
questo caso le distanze per raggiungere il sito sono maggiori.
Il sito è visibile sia da vicino che a distanza, in particolare dal
centro abitato di Caltavuturo si gode di un’ottima visione
dell’area.
(Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno.
(Bt) – Visto che, dal centro abitato di Caltavuturo, si gode di un
ottima visione del sito, i rischi a cui è soggetto il turista si
riducono al minimo se non nulli. Solo nel caso in cui il turista
decidesse di osservare più da vicino il sito, percorrendo tratti che
vanno oltre la già presente trazzera, potrebbe andare in contro a
dei rischi legati alla difficile accessibilità dei luoghi.
FORMAZIONE POLIZZI
Punto/percorso di osservazione: Centro abitato di Polizzi Generosa, S.S.643, S.P.119
VALORE
DELL’EMERGENZA
Interesse scientifico
(primario (1) e secondario (2))
Altro tipo d’interesse
Valutazione interesse scientifico primario
Grado interesse scientifico primario
VALUTAZIONE
DELLO STATO DI
CONSERVAZIONE
E RISCHIO DI
DEGRADO DEL
GEOSITO
Stato di conservazione
Rischio del degrado naturale e/o antropico
VINCOLI
TERRITORIALI
INSISTENTI
SULL’AREA
Livello di tutela dell'area
Area protetta in cui rientra il sito
Altri tipi di vincolo territoriale
FRUIZIONE E
VULNERABILITÀ
TURISTICA
Fruizione dell’area
Sentieri
Accessibilità al sentiero
Grado di percorribilità del sentiero
Accessibilita’ al sito
Visibilita’
Stagione consigliata
Vulnerabilita’ turistica
1) Geologico-stratigrafico
2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico
(Didattico) - Esempio didattico di una successione
calcareo marnosa.
(Es) – Località tipo dove è stata istituita la Formazione
Polizzi, in cui è possibile osservare una successione
calcareo marnosa.
(N) – Successione calcareo marnosa caratterizzante la
Formazione Polizzi, essa descrive un intervallo di tempo
compreso tra l’Eocene sup. – Oligocene.
(D) – Lo stato di conservazione del sito è discreto, l’area
d’interesse non ricade all’interno del territorio del Parco
delle Madonie, ma in parte ricade in una Zona di
Protezione Speciale (ZPS) . Ciò fa dedurre che allo stato
attuale il sito non è soggetto a molti vincoli territoriali che
ne garantiscano una maggiore tutela. L’area è interessata
da fenomeni franosi di tipo crollo, infatti, sono state poste
in opera, lungo le scarpate poste a Nord e ad Ovest del
centro abitato, delle reti zincate romboidali di protezione
e delle barriere paramassi.
(En) – La località tipo dove è stata istituita la Formazione
Polizzi ricade alla base del rilievo su cui sorge l’abitato di
Polizzi Generosa. L’area in passato è stata interessata da
fenomeni gravitativi: frane di crollo, scorrimenti
rotazionali, colamenti e frane di tipo complesso,
arealmente molto estese. Vista la posizione in cui ricade il
sito, il grado di antropizzazione è elevato. Sono stati
eseguiti alcuni interventi finalizzati al consolidamento
delle pareti rocciose.
(Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio, essa non
ricade all’interno dell’area del Parco delle Madonie, ma
parte dell’area ricade in una Zona di Protezione Speciale
(ZPS), inoltre nell’area insistono altri tipi di vincoli
territoriali.
ZPS (10%)
Area vincolata ai sensi dell'art.136 del D.Lgs.42/04 (ex L.
1497/39)
(F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di
visitatore.
(No)- A causa della conformazione morfologica dell’area,
non sono presenti sentieri, solamente alcuni brevi tratti di
trazziera.
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////
Il sito è accessibile in auto attraverso la S.S.643 che
dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato) porta sino al
centro abitato di Polizzi Generosa, e dalla S.P.119 che da
Polizzi Generosa porta a Piano Battaglia. Lungo la
S.S.643, nel tratto ricadente in prossimità del rilievo su cui
sorge il Comune di Polizzi Generosa, è presente un esteso
affioramento della Fm.Polizzi., ma non sono presenti aree
di sosta, viste le dimensioni ridotte della carreggiata
stradale, che consentono la fermata dei mezzi di trasporto,
in modo da poter osservare da vicino gli affioramenti
rocciosi. E’ possibile una visione da vicino all’interno del
centro abitato, dove affiorano i litotipi della Fm.Polizzi, e
lungo i bordi della S.P.119, in prossimità del tratto
iniziale posto all’uscita del Comune di Polizzi Generosa.
Una visione panoramica è possibile lungo le aree di sosta
della S.S.643, situate nel tratto posto ai piedi del rilievo
su cui sorge Polizzi Generosa.
Il sito è visibile sia da vicino che a distanza.
(Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno.
(Bt) – Per l’osservazione del sito, sia a distanza che da
vicino, non sono presenti particolari rischi per la sicurezza
del turista.