UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Dipartimento Città e Territorio MASTER IN PROCEDURE E TECNICHE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE GEODIVERSITÀ, UN CONTRIBUTO PER LA VALORIZZAZIONE E GEOCONSERVAZIONE DELLE EMERGENZE NATURALI DEL GEOPARK MADONIE. PRIME LINEE GUIDA PER UNA FRUIZIONE SOSTENIBILE Tutor Ing. Calogero Di Chiara Dott. Giacomo Scalzo Allievo Dott. Giuseppe Gentile _____________________________ ANNO 2006/2007 INDICE Sommario pag.1 Introduzione pag.3 1. I Geoparks 1.1 La Rete dei Geopark 1.1.1 I Geoparchi della Rete Globale 1.1.2 I Geoparchi della Rete Europea 1.1.3 I Geoparchi Italiani pag.5 pag.6 pag.7 pag.9 pag.11 2. L’area di studio: Madonie Geopark 2.1 Caratteristiche territoriali 2.1.1 Storia delle conoscenze geologico-territoriali: cenni storici 2.1.2 Inquadramento geografico e geomorfologico 2.1.3 Inquadramento geologico 2.1.4 Idrografia e idrogeologia 2.2 Attività e progetti del Geopark delle Madonie 2.3 Sentieri geologici 2.3.1 Sentiero geologico "Inghiottitoio della battaglietta Portella Colla” 2.3.2 Sentiero geologico "Le pietre & L'acqua" 2.3.3 “Sentiero geologico urbano” di Petralia Sottana 2.3.4 Sentiero geologico "La roccia e l’uomo " 2.4 Regole del Parco per la geoconservazione e la fruizione sostenibile del Geopark pag.15 pag.16 pag.16 pag.18 pag.19 pag.20 pag.22 pag.23 pag.23 pag.24 pag.27 pag.28 3. Elementi caratteristici del patrimonio geologico del Geopark delle Madonie: Le principali Formazioni geologiche istituite nel territorio delle Madonie 3.1 Formazione Mufara 3.2 Formazione Scillato 3.3 Formazione Quacella 3.4 Formazione Fanusi 3.5 Formazione Crisanti 3.6 Formazione Caltavuturo 3.7 Formazione Polizzi 4. Analisi e valutazione del grado di geoconservazione delle sette emergenze geologiche, per una migliore valorizzazione e fruizione sostenibile dei geositi 4.1 Metodologia 4.1.1 Valore dell’emergenza 4.1.2 Valutazione dello stato di conservazione e rischio di degrado del geosito 4.1.3 Livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area 4.1.4 Fruizione e vulnerabilità turistica 4.2 Dati acquisiti 4.3 Analisi dei dati ed interventi proposti 4.3.1 Interventi generali 4.3.2 Interventi specifici per le sette Località tipo dove sono state istituite le Formazioni geologiche ricadenti all’interno del territorio delle Madonie 4.3.2.1 Formazione Mufara 4.3.2.2 Formazione Scillato e Fanusi 4.3.2.3 Formazione Quacella 4.3.2.4 Formazione Crisanti 4.3.2.5 Formazione Caltavuturo 4.3.2.6 Formazione Polizzi pag.29 pag.38 pag.40 pag.46 pag.52 pag.58 pag.63 pag.69 pag.75 pag.81 pag.81 pag.83 pag.84 pag.85 pag.86 pag.87 pag.89 pag.91 pag.92 pag.92 pag.94 pag.95 pag.97 pag.99 pag.102 Conclusioni pag.104 Bibliografia pag.105 Allegati: Allegato 1 – Scala Geocronologica Allegato 2 – Schede di campagna SOMMARIO Il presente lavoro è finalizzato ad individuare degli elementi chiave che caratterizzano il GeoPark Madonie e suggerire, attraverso una loro analisi e valutazione, delle linee guida per una opportuna geoconservazione e fruizione sostenibile, coerentemente agli obiettivi della rete Geopark. Il Parco delle Madonie nel 2001 è stato riconosciuto come “Geoparco” - Madonie Geopark - e inserito nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei Geoparchi del United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) nel 2004. Il network dei Geoparchi è un’organizzazione volontaria e cooperativa, e ogni Geopark che fa parte della Rete Europea e Globale, ha un ruolo attivo nello sviluppo economico del proprio territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo. L’Emergenze geologiche, oggetto di studio, sono le Località tipo dove sono state studiate e istituite, nel secolo scorso, sette tra le più importanti Formazioni geologiche siciliane, tuttoggi accettate dalla comunità scientifica. La fase iniziale del lavoro, si è basata sull’acquisizione delle informazioni relative agli obiettivi e attività della Rete dei Geopark, sullo studio delle principali caratteristiche territoriali del comprensorio del Parco delle Madonie e sulla raccolta delle informazioni relative ai progetti portati avanti dal Parco delle Madonie nell’ambito della Rete Geopark. Nella seconda fase del lavoro si è proceduto, attraverso lo studio di fonti bibliografiche, all’acquisizione di informazioni utili relative alle sette Formazioni geologiche, studiate e istituite all’interno del territorio Madonita. Ciò ha consentito l’acquisizione di informazioni di carattere geologico-scientifico, nonché storiconaturalistico, ed infine all’individuazione delle Località tipo dove, in passato, sono state studiate le sette Formazioni litostratigrafiche. Dopo l’acquisizione delle informazioni di base, che ha permesso di comprendere l’elevato valore scientifico di questi potenziali geositi, si è passati all’acquisizione di dati direttamente in campagna, attraverso un accurato rilevamento di campagna utile per la compilazione di una scheda di campagna ed il relativo repertorio fotografico. La scheda di campagna è stata realizzata seguendo determinati criteri utili per l’acquisizione di informazioni relative allo stato di conservazione, tutela e fruizione, delle aree oggetto di studio. Oltre al rilevamento di campagna, l’ acquisizione dei dati è avvenuta sulla base di informazioni apprese da fonti bibliografiche, dalle interviste effettuate durante gli incontri avvenuti presso la sede dell’Ente Parco delle Madonie e da un’analisi G.I.S della cartografia georeferenziata dei vincoli territoriali presenti nell’area oggetto di studio. Dall’analisi dei dati raccolti, sulla base dell’elevato valore storico e scientifico dei sette potenziali geositi, è stato possibile trarre informazioni utili sul grado di conservazione, tutela e fruizione delle aree in cui ricadono i geositi. Infine sono stati proposti alcuni interventi di carattere generale applicabili a tutti i geositi, e tenendo conto degli elementi caratteristici che influenzano il grado di geoconservazione e fruizione delle singole aree in 1 cui ricadono le emergenze geologiche, sono stati proposti alcuni interventi specifici, per ogni singola Località tipo, al fine di poter proporre una fruizione sostenibile. 2 INTRODUZIONE Il presente lavoro restituisce i risultati dello studio ambientale realizzato nell’ambito del progetto formativo, del Master in Procedure e Tecniche di Valutazione Ambientale, svolto durante l’attività di Stage presso l’ARPA SICILIA. Il progetto formativo è stato seguito dal Tutor Aziendale Ing. Calogero Di Chiara – Dirigente Responsabile ST VII Ecosistemi e Biodiversità e coadiuvato dal Dott. Giacomo Scalzo – Funzionario ST VII Ecosistemi e Biodiversità (Task Force Ambiente MATTM). Per lo svolgimento del presente studio ambientale si è ritenuto utile coinvolgere, sin dalle prime fasi, l’Ente Parco delle Madonie, condividendone obiettivi ed azioni. L’Ente Parco ha mostrato interesse e ha contribuito alla realizzazione dello studio, con la collaborazione del Dott. Pasquale Li Puma - Dirigente U.O.B. n.7 “INFEA e GEOPARK”. Lo studio, infatti, è finalizzato ad individuare degli elementi chiave che caratterizzano il GeoPark Madonie e suggerire, attraverso una loro analisi e valutazione, delle linee guida per una opportuna geoconservazione e fruizione sostenibile, coerentemente agli obiettivi della rete Geopark. Il Parco delle Madonie nel 2001 è stato riconosciuto come “Geoparco” - Madonie Geopark - e inserito nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei Geoparchi del United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) nel 2004. Il network dei Geoparchi è un’organizzazione volontaria e cooperativa, e ogni Geopark che fa parte della Rete Europea e Globale, ha un ruolo attivo nello sviluppo economico del proprio territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo. L’Emergenze geologiche, oggetto di studio, sono le Località tipo dove sono state studiate e istituite, nel secolo scorso, sette tra le più importanti Formazioni geologiche siciliane, tuttoggi accettate dalla comunità scientifica. Il presente lavoro, nella fase iniziale, si è articolato sull’acquisizione delle informazioni relative agli obiettivi e attività della Rete dei Geopark, sullo studio delle principali caratteristiche territoriali del comprensorio del Parco delle Madonie e sulla raccolta delle informazioni relative ai progetti portati avanti dal Parco delle Madonie nell’ambito della Rete Geopark. Nella seconda fase del lavoro si è proceduto, attraverso lo studio di fonti bibliografiche, all’acquisizione di informazioni utili relative alle sette Formazioni geologiche, studiate e istituite all’interno del territorio Madonita. Ciò ha consentito l’acquisizione di informazioni di carattere geologico-scientifico, nonché storico-naturalistico, ed infine all’individuazione delle Località tipo dove, in passato, sono state studiate le sette Formazioni litostratigrafiche. Dopo l’acquisizione delle informazioni di base, che ha permesso di comprendere l’elevato valore scientifico di questi potenziali geositi, si è passati all’acquisizione di dati direttamente in campagna, attraverso un accurato rilevamento di campagna utile per la compilazione di una scheda di campagna ed il relativo repertorio fotografico. La scheda di campagna è stata realizzata seguendo determinati criteri utili per 3 l’acquisizione di informazioni relative allo stato di conservazione, tutela e fruizione, delle aree oggetto di studio. Oltre al rilevamento di campagna, l’ acquisizione dei dati è avvenuta sulla base di informazioni apprese da fonti bibliografiche, dalle interviste effettuate durante gli incontri avvenuti presso la sede dell’Ente Parco delle Madonie e da un’analisi G.I.S della cartografia georeferenziata dei vincoli territoriali presenti nell’area oggetto di studio. L’analisi e la valutazione dei criteri rilevati ha consentito di poter cogliere tutti gli aspetti, positivi e negativi, al fine di poter suggerire e proporre interventi mirati alla geoconservazione, valorizzazione e fruizione dei potenziali geositi, nell’ottica dello sviluppo sostenibile di un territorio sempre più consapevole delle proprie ricchezze. 4 1. I GEOPARKS Un Geoparco è un territorio che possiede un patrimonio geologico particolare ed una strategia di sviluppo sostenibile supportata da un programma idoneo a promuovere tale sviluppo. Deve avere dei confini ben definiti e sufficiente estensione per consentire uno sviluppo economico efficace del comprensorio. Inoltre deve comprendere un certo numero di siti geologici di particolare importanza nei termini di qualità scientifica, di rarità, di richiamo estetico e valore educativo. Del Geoparco possono inoltre far parte siti di interesse archeologico, ecologico, storico o culturale. I siti di un Geoparco devono essere collegati in rete e beneficiare di misure di protezione e gestione. Un Geoparco lavora all’interno della Rete dei Geoparchi anche per favorire l’implementazione e la coesione della stessa rete. Lavora con gli imprenditori locali per promuovere e supportare la creazione e commercializzazione di nuovi prodotti collegati al patrimonio geologico in uno spirito di complementarità con gli altri membri della rete. Nessuna distruzione o vendita di reperti geologici di un Geoparco può essere tollerata. Raccogliere materiale geologico è permesso a patto che si usino metodi sostenibili o che lo si faccia per ragioni scientifiche/educative. Inoltre, la raccolta deve essere svolta sotto supervisione scientifica e nel rispetto delle leggi locali. Un Geoparco ha anche il compito di favorire la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo, promuovere l’educazione ambientale, la formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra, migliorare l’ambiente naturale ed incrementare le politiche per lo sviluppo sostenibile. Un Geoparco sviluppa, sperimenta e scambia metodi per conservare il patrimonio geologico. La rete dei geoparchi è costituita da una rete Europea e una rete Globale Il Network Europeo dei geoparchi è un’organizzazione volontaria e cooperativa. Esso possiede una struttura interna chiaramente definita e formata da un coordinatore, un vice-coordinatore, un comitato consultivo e un comitato coordinatore. Il coordinatore e il vice-coordinatore hanno il ruolo di coordinare la vita e il continuo sviluppo del Network. Il comitato consultivo facilita le riunioni del Network, specialmente per quanto riguarda l’integrazione di nuovi membri. Esso è formato da rappresentanti dei membri fondatori, rappresentanti di 5 altri membri del Network più un rappresentante ciascuno del United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN) e International Union of Geological Sciences (IUGS). Il comitato coordinatore è formato da due rappresentanti di ciascun membro del Network (un esperto in materie geologiche e un esperto in turismo/società/economia). Quest’ultimo comitato prende TUTTE le decisioni che riguardano le attività del Network. L’appartenenza al Network scade ogni 3 anni. Dopo questo lasso di tempo, viene valutata la possibilità di rinnovare l’appartenenza dei membri. Il Network Globale dei Geoparchi fondato dall’UNESCO, coordina in tutto il mondo attività per quei centri che richiedono il suo aiuto. Se un Geoparco europeo vuole diventare membro di questo Network globale, deve fare domanda al Network Europeo dei Geoparchi che, in Europa, rappresenta il 5 Network Globale dell’UNESCO. Quindi, i geoparchi membri del Network europeo, se lo desiderano, possono diventare membri del Network globale dei geoparchi assistiti dall’UNESCO. L’appartenenza al Network Europeo include automaticamente l’appartenenza al Network Globale dei Geoparchi. Nel momento in cui scade l’appartenenza al primo anche quella al secondo decade automaticamente. L’UNESCO è completamente coinvolto nel lavoro del Network dei Geoparchi Europei ed ha diritto di veto in tutte le decisioni. In quanto membro permanente del comitato consultivo, l’UNESCO è sempre coinvolto in tutta la procedura di valutazione di ogni domanda. 1.1 LA RETE DEI GEOPARK Nell'ottica di una valorizzazione del patrimonio geologico anche a fini turistico-ricreativi l'UNESCO ha lanciato a partire dal 1998 un programma denominato "UNESCO GEOPARK". Tale programma, che scaturisce da un'ampia collaborazione tra diversi organismi internazionali, ha il duplice obiettivo di incrementare il valore dei siti che costituiscono una testimonianza fondamentale della storia geologica ed evolutiva della Terra e di creare occasioni di sviluppo socio-economico compatibile a livello locale. Il riconoscimento internazionale "UNESCO GEOPARK" è destinato a quei territori aventi elementi di grande pregio dal punto di vista geologico in senso lato, nei quali si attuano strategie di gestione partecipate finalizzate alla conservazione del patrimonio geologico, contestualmente allo svolgimento di attività di ricerca e divulgazione scientifica, di ricreazione turistica e di educazione ambientale. Un iniziativa avviata a livello europeo riguarda la Rete Europea dei Geoparchi EUROPEAN GEOPARKS NETWORK, istituita nel giugno del 2000, nell’ambito del programma LEADER IIC, da quattro zone: Reserve Géologique de Haute – Provence (Francia), Lesvos Petrified Forest (Grecia), Geopark Gerolstein / Vulkaneifel (Germania) e Maestrazgo Cultural Park (Spagna). L'EUROPEAN GEOPARKS NETWORK individua come obiettivi prioritari: la cooperazione per tutelare il patrimonio geologico; il favorire lo sviluppo sostenibile a livello locale attraverso la valorizzazione di un'immagine generale collegata al patrimonio geologico; la promozione di iniziative di geoturismo, per incrementare l'educazione ambientale, la formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra. Dopo aver sottoscritto, nel giugno 2000, la convenzione istitutiva della Rete Europea dei Geoparchi (European Geoparks Network), i primi quattro Geoparchi hanno concordato di valorizzare la rete consentendo l’ingresso di altri membri, anche allo scopo di condividere informazioni ed esperienze, nonché di definire programmi e strumenti comuni. Visto gli obiettivi comuni delle due Reti, L’UNESCO decide di stabilire dei legami di cooperazione con la Rete Europea dei Geoparchi. Durante le numerose riunioni avvenute tra le due Reti si è avviata la cooperazione firmando due accordi. 6 In aprile 2001 in Spagna la rete Europea dei Geoparchi ha firmato il primo accordo con l'UNESCO (l’Accordo di Almeria) per la cooperazione che dispone la rete sotto gli auspici dell'Organizzazione Internazionale. Nel febbraio del 2004 il gruppo degli esperti internazionali dell’UNESCO riunito a Parigi ha discusso e deciso l’istituzione del GLOBAL UNESCO NETWORK OF GEOPARKS, l’approvazione delle linee guida per aderite alla Rete e l’ammissione dei 17 geoparchi europei ed 8 cinesi alla Rete Globale UNESCO dei Geoparchi. Nel giugno 2004 si svolge a Beijing in Cina la “1° CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI GEOPARCHI”, per promuovere l'istituzione di una Rete Mondiale di Geoparchi nazionali il GLOBAL UNESCO NETWORK OF GEOPARKS con il contributo internazionale delle istituzioni governative e non-governative. Nell’ottobre del 2004 durante il 5° Meeting dei Geoparchi Europei tenutosi a Petralia Sottana, è stato stipulato il secondo accordo (l’Accordo delle Madonie) fra la Divisione di Scienze della Terra dell’UNESCO e la Rete Europea dei Geoparchi, stabilendo che un territorio europeo che vuole diventare membro della Rete Mondiale dei Geoparchi dell’UNESCO deve presentare un Dossier alla Rete Europea dei Geoparchi, la quale agisce come organizzazione integrativa della rete UNESCO per quanto riguarda il continente europeo. A seguito di un esito positivo, il Parco Naturale sarà nominato Geoparco. Successivamente, ogni tre anni, il Geoparco sarà sottoposto ad una verifica e nuova convalida che valuterà gli effettivi progressi attuati circa la protezione e la promozione del patrimonio geologico e lo sviluppo delle attività economiche sostenibili nel territorio. Inoltre la Divisione delle Scienze della Terra dell'UNESCO riconosce che la rete di Geoparchi Europea è il riferimento da seguire per la creazione di altre reti continentali di Geoparchi.” 1.1.1 I GEOPARCHI DELLA RETE GLOBALE La Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO, istituita nel 2004, inizialmente era costituita da 17 Geoparchi Europei e 8 Geoparchi Cinesi. Nei vari Congressi Internazionali tenutisi negli anni seguenti la Rete si è andata sempre più ampliando. L’attuale Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO è costituita da 51 Geoparchi distribuiti in 16 stati membri (Tab.1). 7 DENOMINAZIONE GEOPARCO PAESE CONTINENTE - Danxiashan Geopark - Fangshan Geopark - Funiushan Geopark - Hexigten Geopark - Huangshan Geopark - Jingpohu Geopark - Leiqiong Geopark - MountLushan Geopark - Mount Taishan Geopark Cina Asia - Songshan Geopark - Stone Forest Geopark (Shilin Geopark) - Taining Geopark - Wangwushan-Daimeishan Geopark - Wudalianchi Geopark - Xingwen Geopark - Yandangshan Geopark - Yuntaishan Geopark - Zhangjiajie Sandstone Peak Forest Geopark - Qeshm Geopark Iran - Araripe Geopark Brasile - Kamptal Geopark Austria America del Sud - Nature Park Eisenwurzen - Bohemian Paradise Geopark - Park Naturel Régional du Luberon Repubblica Ceca Francia - Reserve Géologique de Haute Provence - Geopark Bergstrasse - Odenwald - Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfalen - Geopark Swabian Albs - Mecklenburg Ice age Park Germania - Nature park Terra Vita Europa - Vulkaneifel Geopark - Petrified Forest of Lesvos - Psiloritis Natural Park Grecia - Madonie Natural Park - Parco Geominerario della Sardegna Italia - Parco del Beigua - Gea-Norvegica Geopark Norvegia - Naturtejo Geopark Portogallo - Copper Coast Geopark - Hateg Country Dinosaur Geopark Irlanda Romania 8 DENOMINAZIONE GEOPARCO PAESE CONTINENTE - Cabo de Gata Natural Park - Maestrazgo Cultural Park Spagna - Sobrarbe Geopark - Subeticas Geopark - Abberley and Malvern Hills Geopark - Fforest Fawr Geopark – Galles - Marble Arch Caves & Cuilcagh Mountain Park – Northern Ireland Regno Unito - North Pennines AONB Geopark - North West Highlands – Scotland - Lochaber Geopark – Scotland - Papuk Geopark Croazia Tab.1- Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO – fonte: www.worldgeopark.org, aprile 2007 1.1.2 I GEOPARCHI DELLA RETE EUROPEA Originariamente, nel giugno del 2000 quando la Rete Europea dei Geoparchi fu istituita, era costituita da 4 geoparchi appartenenti a 4 paesi europei: Reserve Géologique de Haute – Provence (Francia), Lesvos Petrified Forest (Grecia), Geopark Gerolstein / Vulkaneifel (Germania) e Maestrazgo Cultural Park (Spagna). Dopo pochi anni, nel 2004 la Rete Europea era costituita da 17 geoparchi appartenenti a 8 paesi dell’Unione Europea. Attualmente la Rete dei Geoparchi Europei è costituita da 31 Geoparchi dislocati in 13 paesi della Comunità Europea (Fig.1.1). Nella Tabella 2 vengono riportati gli attuali Geoparchi che costituiscono la Rete Europea. DENOMINAZIONE GEOPARCO PAESE - Madonie Geopark (9) - Parco Geominerario della Sardegna (29) Italia - Beigua Geopark (21) - Reserve Géologique de Haute Provence (1) - Park Naturel Régional du Luberon (15) Francia - Geopark Harz Braunschweiger Land Ostfalen (18) - Geopark Swabian Albs (17) - Mecklenburg Ice age Park (19) Germania - Nature park Terra Vita (6) - Vulkaneifel Geopark (2) - Naturpark Bergstrasse – Odenwald (12) 9 DENOMINAZIONE GEOPARCO PAESE - Petrified Forest of Lesvos (3) Grecia - Psiloritis Natural Park (5) - Maestrazgo Cultural Park (4) - Cabo de Gata Natural Park (24) - Sobrarbe Geopark (27) Spagna - Subeticas Geopark (26) - Naturtejo Geopark (25) Portogallo - Copper Coast Geopark (7) Irlanda - Kamptal Geopark (10) Austria - Nature Park Eisenwurzen (11) - Bohemian Paradise Geopark (23) Repubblica Ceca - Hateg Country Dinosaur Geopark (20) Romania - Gea-Norvegica Geopark (28) Norvegia - Abberley and Malvern Hills Geopark – England (14) - Fforest Fawr Geopark – Galles (22) - Marble Arch Caves & Cuilcagh Mountain Park-Northern Ireland (8) - North Pennines AONB Geopark – England (13) Regno Unito - North West Highlands – Scotland (16) - Lochaber Geopark – Scotland (31) - Papuk Geopark (30) Croazia Tab.2 - Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO – fonte: www.europeangeopark.org, aprile 2007 Fig.1.1– Distribuzione geografica dei Geoparchi Europei – fonte: www.europeangeopark.org , aprile 2007 10 1.1.3 I GEOPARCHI ITALIANI I Geoparchi Italiani appartenenti alla Rete Europea e alla Rete Globale dell’UNESCO sono: Il Geoparco delle Madonie (Sicilia), il Parco Geominerario della Sardegna (Sardegna) e il Geoparco del Beigua (Liguria), (Tab.3). DENOMINAZIONE GEOPARCO - Beigua Geopark - Parco Geominerario della Sardegna - Madonie Geopark REGIONE Liguria Sardegna Sicilia Tab.3 – Geoparchi Italiani apparteneti alla Rete Europea e alla Rete Globale dell’UNESCO Dal Marzo 2005 il Parco del Beigua - Beigua Geopark è riconosciuto come "Geoparco" internazionale nell'ambito della Rete Europea dei Geoparchi (EGN) e della Rete Globale dei Geoparchi dell'UNESCO. Il Geoparco del Beigua - al cui interno è compresa l'intera superficie classificata come "Parco naturale regionale del Beigua" - si sviluppa per un'estensione complessiva di 39.230 ettari coinvolgendo 10 Comuni Liguri: Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto e Varazze. Il comprensorio del Geoparco del Beigua presenta un ricco e variegato patrimonio geologico che ben rappresenta le diverse discipline delle Scienze della Terra e che risulta particolarmente significativo per quanto riguarda la ricostruzione della storia geologica dell'Italia e per la comprensione dell'evoluzione della catena alpina. Nel comprensorio del Geoparco del Beigua sono presenti siti che consentono di apprezzare diverse tipologie di rocce, forme e processi di notevole valore scientifico ma che rivestono anche un particolare interesse estetico, didattico, divulgativo. L'area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti con impronta metamorfica alpina che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico, raramente affiorante in maniera così diffusa nelle Alpi ed in Europa. Nel vasto comprensorio del Geoparco si registrano particolari caratteristiche geomorfologiche, forme e testimonianze legate, in alcuni casi, a processi morfogenetici scomparsi, che conferiscono al territorio del Parco caratteri tali da farne un unicum nel quadro ligure: dai depositi periglaciali presenti nella porzione sommitale del massiccio del Beigua alle forme e processi che testimoniano l'attuale modellamento fluviale (forre e meandri incassati) e gravitativo (frane di crollo e depositi clastici) nei settori di versante, fino ai terrazzi marini che registrano le variazioni del livello marino presenti nella fascia costiera tra Arenzano e Varazze. 11 Il comprensorio, infine, è caratterizzato da interessanti aree paleontologiche, spesso caratterizzate da un contenuto fossilifero abbondante ed in buono stato di conservazione, nonché da siti di interesse mineralogico, famosi soprattutto per la presenza di spettacolari granati, che hanno arricchito le collezioni di tutto il mondo. Le iniziative di conservazione del patrimonio geologico nel Geoparco del Beigua si inseriscono nell'ambito della più ampia e complessa strategia di tutela del patrimonio naturale e storico-culturale che il territorio presenta, perseguita attraverso misure di pianificazione e di gestione finalizzate al conseguimento di una protezione attiva delle risorse ambientali, contestuale ad uno sviluppo socioeconomico adeguato e compatibile, in cui sono ovviamente comprese le attività connesse alla conservazione della "geodiversità" ed al "geoturismo". Il comprensorio del Geoparco del Beigua propone diverse opportunità di fruizione: percorsi a tematismo naturalistico, aree verdi attrezzate, visite guidate, attività didattiche e divulgative presso i centri di interpretazione, iniziative di ricerca scientifica, corsi di formazione specialistica, programmi educativi finalizzati ad una sempre maggiore ed esaustiva conoscenza delle caratteristiche geologicogeomorfologiche del territorio. Nel 2001 il comprensorio del Parco delle Madonie è stato riconosciuto come “Geoparco” Madonie Geopark - e inserito nella Rete Europea dei Geoparchi (EGN) nonché nella Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO nel 2004 . Il Parco delle Madonie è un Parco Naturale Regionale. Si estende per 39.941 ettari e comprende il massiccio montuoso delle Madonie, situato sulla costa settentrionale siciliana, tra il corso dei fiumi Imera e Pollina. Il territorio del Parco delle Madonie costituisce un'area di enorme interesse geologico; in esso infatti affiorano rocce che abbracciano un arco di tempo di oltre 200 milioni di anni rappresentative della geologia della Sicilia. Le rocce carbonatiche del Massiccio del Carbonara, nucleo centrale delle Madonie, mostrano una ricchezza straordinaria di organismi fossilizzati: coralli, spugne, alghe, idrozoi, gasteropodi, lamellibranchi, brachiopodi ecc. Un tempo essi popolavano un mare poco profondo, lungo una fascia della superficie terrestre con clima di tipo tropicale o subtropicale. Rimangono oggi fissati in queste rocce permettendoci non solo di ricostruirne l’ambiente originario, ma anche di determinare l’età relativa di esse. Al Complesso del Carbonara si contrappone quello di Monte dei Cervi, dal quale è separato dall’incisione del Vallone Madonie. Anche qui si ritrovano rocce di natura carbonatica, che si accompagnano però anche a rocce di natura argillosa, marnosa e silicea. Nelle aree periferiche tutt’intorno ai rilievi maggiori, che emergono imponendosi allo sguardo dell’osservatore, affiorano invece successioni di rocce di natura argillosa, arenacea e marnosa. Le aspre aree rocciose, alternate a depressioni a forma di conca, sono tipiche espressioni del fenomeno carsico. Circa 400 doline solcano l’altopiano del Carbonara; inoltre una vasta gamma di sculture carsiche risultano ricavate dall’acqua sulla superficie delle rocce calcaree. 12 All’interno delle doline o nelle valli si aprono solchi scavati dall’acqua, grazie anche alla fratturazione e alla facile solubilità delle rocce calcaree entro le quali essa si infiltra. Nel sottosuolo c’è dunque un mondo fatto di meati, fessure, cavità e grotte, dove l’acqua continua il suo corso interrotto in superficie. Nelle Madonie è possibile esplorare le cavità interne dei massicci carbonatici seguendo le vie dell’acqua, per scoprire e ammirare le naturali architetture. Sulla base dei principi della Carta costitutiva della rete, l’Ente gestore del Geoparco delle Madonie ha sviluppato una serie di attività locali ed internazionali tendenti alla valorizzazione e conservazione del patrimonio geologico dell'area. Attraverso il geoturismo si vuole mirare ad una strategia condivisa di sviluppo sostenibile che intende avere un ruolo attivo a beneficio del territorio, contribuendo allo sviluppo economico compatibile attraverso la divulgazione del patrimonio geologico. Inoltre attraverso il Geoparco si vuole promuovere l'educazione ambientale, la ricerca scientifica e, non ultimo, la partecipazione attiva dei residenti che più tengono a rivitalizzare la cultura e l'economia del territorio. Per le scuole, il "Madonie Geopark" ha proposto e veicolato progetti specifici per far conoscere, apprezzare e valorizzare, anche in prospettiva economica sostenibile, il patrimonio geologico e l'intero territorio che lo ospita. Nel 2007 è stata ufficialmente formalizzata l’entrata nel Network Globale dei Geoparchi dell’UNESCO del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. Il progetto del Parco geominerario della Sardegna è stato elaborato dall`EMSA (Ente Minerario Sardo). Esso prevede otto aree disseminate in tutta l`isola, e individuate tenendo conto delle testimonianze geominerarie, di quelle archeologiche e delle valenze naturalistiche. In questo modo si è tracciato un ideale percorso rappresentativo della storia mineraria della Sardegna, storia che dura ormai da 8.000 anni. Le 8 aree facenti parte del Parco sono dislocate nelle otto province della Regione Autonoma della Sardegna; comprendono, complessivamente, una superficie di 3771 kmq, che interessa i territori di 81 Comuni. Area 1 - MonteArci Area 2 - Orani Area 3 - FuntanaRaminosa Area 4 - Gallura Area 5 - Argentiera-Nurra Area 6 - SosEnattos-Guzzwra Area 7 - Sarrabus-Gerrei Area 8 - Sulcis-Iglesiente-Guspinese La scelta delle aree e la loro numerazione progressiva si collocano in un percorso logico, che è minerario e storico allo stesso tempo. Si sviluppa dalle ossidane del Monte Arci (area 1), attraverso la steatite delle popolazioni prenuragiche di Orani (area 2), fino alle miniere di rame di Puntano Raminosa 13 (area 3), fondamentali per lo sviluppo della metallurgia del bronzo nell`età nuragica; l`attività mineraria, proseguita in epoca punica e romana con svariate tipologie come quelle della Gallura, dell`ArgentieraNurra e di Sos Enattos-Guzzurra (aree 4.5.6), trova infine la sua massima espressione nell’area del Sarrabus (area 7) ed in quella del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (area 8), la più significativa, certamente, dell’intero Parco per l’estensione territoriale che la caratterizza. Il Parco Geominerario della Sardegna rappresenta lo strumento attraverso il quale si può trasformare l'intero patrimonio minerario da fonte di problemi (sicurezza, inquinamento, degrado del territorio) a fonte di rilancio economico. Notevoli sono le potenzialità offerte soprattutto dal punto di vista turistico, dell'artigianato, dell' agroalimentare, del ripristino e della valorizzazione dell'immenso patrimonio immobiliare a fini ricettivi. Di grande interesse sono le prospettive museali, di carattere didattico, scientifico e tecnologico. Il Parco Geominerario della Sardegna, rappresenta un'ottima occasione di sviluppo che valorizzerà le bellezze naturali, il passato minerario, la sua storia secolare e la storia di tutti coloro che hanno scavato ed estratto i minerali da sotto terra. 14 2. L’AREA DI STUDIO: MADONIE GEOPARK Madonie Geopark è un Parco Naturale Regionale istituito il 9 novembre del 1989 ai sensi della L.R 6 maggio 1981, n.98 e s.m.i.. Il Parco comprende quindici comuni della provincia di Palermo (Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni). Il territorio del Parco delle Madonie, comprende al suo interno il massiccio montuoso delle Madonie, ed è situato in una porzione dell’area settentrionale della Sicilia, affacciandosi su un tratto di costa Tirrenica e delimitato a ovest e a est dai fiumi Imera e Pollina. Il Parco ospita oltre la metà delle specie vegetali siciliane, e in particolare gran parte di quelle presenti solo in Sicilia (come l'Abies nebrodensis in via di estinzione, nel Vallone Madonna degli Angeli). Per la fauna sono presenti oltre la metà delle specie di uccelli, tutte le specie di mammiferi e più della metà delle specie di invertebrati siciliane. Notevoli sono anche le caratteristiche geologiche. La geologia delle Madonie è al centro di studi e ricerche avviatisi fin dagli anni sessanta. Proprio per l'interesse geologico del complesso montuoso madonita, nel 2001 il Parco delle Madonie entra a far parte dell’European Geopark Network, a cui attualmente aderiscono trentuno parchi europei, e del Global Unesco Network of Geoparks nel 2004 a cui aderiscono cinquantuno parchi mondiali. Il parco è gestito dall'Ente Parco delle Madonie, con sede a Petralia Sottana e si estende per 39.941,18 ettari, suddivisi in quattro zone a tutela differenziata (Fig.2.1): A: Zona di riserva integrale nella quale l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità e cioè nella totalità dei suoi attributi naturali, tanto nell'individualità dei popolamenti biologici che nella loro indipendenza. In tali zone s'identificano, di massima, ecosistemi ed ecotoni (o loro parti) di grande interesse naturalistico e paesaggistico, presentanti una relativamente minima antropizzazione. Per tali zone l'Ente Parco delle Madonie ha proceduto gradualmente all'acquisizione delle relative aree; B: Zona di riserva generale nella quale è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. In queste zone possono essere consentite dall'ente gestore del Parco le utilizzazioni agro-silvo-pastorali e le infrastrutture strettamente necessarie quali strade d'accesso, opere di miglioria e di ricostruzione di ambienti naturali. Nelle predette zone sì identificano, di massima, ecosistemi ed ecotoni (o loro parti) d'elevato pregio naturalistico e paesaggistico con maggior grado d'antropizzazione rispetto alla zona A; C: Zona di protezione nella quale sono ammesse soltanto costruzioni, trasformazioni edilizie e del terreno rivolte specificatamente alla valorizzazione dei fini istitutivi del Parco quali strutture turisticoricettive, culturali e aree di parcheggio; D: Zona di controllo nella quale sono consentite tutte le attività purché compatibili con le finalità del Parco. 15 Fig.2.1 – Carta delle zone del Parco delle Madonie - fonte: Vademecum delle attività esercitabili nel Parco delle Madonie, Ente Parco delle Madonie (2006) 2.1 CARATTERISTICHE TERRITORIALI 2.1.1 STORIA DELLE CONOSCENZE GEOLOGICO-TERRITORIALI: CENNI STORICI L’area delle Madonie è stata oggetto di studi e di ricerche geologiche sin dai primi del 1800, in questo territorio si sono poste le basi della Geologia siciliana, e tuttoggi mostra un grande interesse scientifico per le ricerche e gli studi che vi si stanno svolgendo. L’abate Francesco Ferrara (1810) fu uno tra i primi studiosi a mostrare interesse verso alcuni aspetti geologici del territorio delle Madonie, e a fornire, anche, se in modo non del tutto dettagliato, un quadro sugli aspetti geologici del gruppo montuoso delle Madonie. Una più approfondita descrizione del gruppo montuoso delle Madonie si deve all’abate Domenico Scinà (1819), professore di fisica sperimentale all’Università di Palermo e uno tra gli scienziati più rilevanti in Sicilia nel periodo compreso tra il XVIII e il XIX secolo. Inviato nel territorio madonita dal Governo Borbonico per studiare e relazionare i danni dovuti a una serie di terremoti (1818-1819) che scossero fortemente il territorio delle Madonie. Il naturalista e alpinista Antonio De Gregorio fornisce una serie di informazioni che si trovano nel resoconto di una gita effettuata sulle Madonie nel luglio del 1880. Nel 1884 Francesco Minà Palumbo, naturalista castelbuonese, pubblica una Introduzione alla Storia Naturale delle Madonie, disegnando un approssimativo schema geologico strutturale della Sicilia centro occidentale. 16 Nel 1886 Luigi Baldacci, ingegnere del R. Corpo delle Miniere, pubblica la “Descrizione Geologica dell’Isola di Sicilia”. Gemmellaro (1872-1886) e Lugeon & Argand (1906) introducono il concetto di Falda di ricoprimento in Sicilia. Checchia Rispoli (1916), Trevisan (1935, 1937), Ceretti (1965), Ceretti & Ciabatti (1965), Broquet (1968, 1972), Rangin (1975), Catalano & D'Argenio (1978, 1982), Catalano & Montanari (1979), Grasso et al. (1978), Pescatore et al. (1987), Abate et al. (1988a, 1988b, 1991, 1993), conducono studi importanti per la comprensione dell’ evoluzione delle caratteristiche geologiche del territorio delle Madonie. I geologi del gruppo Gulf - Montecatini, (Schmidt di Friedberg 1959, 1964 Schmidt di Friedberg et al. 1960) eseguono il primo studio geologico a scala regionale e la istituzione delle numerose Formazioni (che hanno preso il nome di località ricadenti nel Parco) ancora in uso nella letteratura geologica. Ogniben L. (1960) compila lo Schema geologico della Sicilia nord-orientale. Broquet (1968, 1972) studia una vasta area della Sicilia centro-settentrionale, data come permocarboniferi i depositi della formazione Lercara e li riferisce al dominio Sicano, e riconosce varie Unità tettoniche considerate alloctone e trasportate verso Sud sulle marne del Miocene medio e superiore. Rangin (1973, 1975) nell'area dei Monti di Termini Imerese riconosce un edificio tettonico costituito da diverse unità tettoniche riferibili al bacino delle Argille Scagliose e alla zona di Sclafani, deformate in una serie di strutture trasportate verso Sud durante l'"Elveziano". Grasso et al. (1978) forniscono una carta geologica di dettaglio in scala 1:50.000 delle Madonie orientali. Distinguono un complesso basale, un complesso Panormide, un complesso Sicilide e un complesso Postorogeno. Datano l'età della messa in posto dei vari complessi e danno una ricostruzione paleogeografica delle varie unità. Catalano & D'Argenio (1978, 1982) inquadrano la geologia della zona in uno schema che riguarda l'intera Sicilia occidentale. Questi Autori attraverso lo studio tettonico regionale e l'analisi delle facies individuano diverse Unità Stratigrafico-Strutturali impilate le une sulle altre e diverse fasi tettogenetiche che deformano zone via via più esterne di un margine continentale. Catalano & Montanari (1979) studiano una estesa area compresa tra il Mar Tirreno a Nord e i Monti Sicani a Sud, forniscono una carta geologica in scala 1:100.000, riconoscono le varie successioni presenti, individuano varie Unità Stratigrafico-Strutturali sovrapposte geometricamente da Nord verso Sud e indicano l'età della messa in posto delle varie Unità Stratigrafico-Strutturali. Abate et al. (1982) individuano nell'area delle Madonie terreni riferibili alla piattaforma Carbonatica e Panormide, al bacino Imerese e al bacino interno delle Sicilidi. Elaborano una carta delle facies carbonatiche in scala 1:100.000, riconoscono delle unità stratigrafico strutturali e ricostruiscono i rapporti esistenti tra le principali unità tettoniche presenti. Pescatore et al. (1987) infine studiano i terreni riferibili al Flysch Numidico delle Madonie occidentali; attraverso l'analisi delle facies individuano tre sistemi deposizionali diversi; riconoscono i rapporti esistenti tra i sedimenti terrigeni ed il loro substrato e ricostruiscono l'evoluzione sedimentaria del bacino Numidico in quell'area. 17 Abate et al. (1988) forniscono una carta geologica di dettaglio in scala 1:50.000 dei Monti di Termini Imerese e delle Madonie occidentali, riconoscono le varie successioni presenti, individuano varie Unità Stratigrafico-Strutturali sovrapposte geometricamente da Nord verso Sud e ricostruiscono i principali momenti della tettogenesi. Abate et al. (1991, 1993) individuano una fase tettonica a carattere traslativo che causa la sovrapposizione di lembi di catena sui "Trubi" del Pliocene inferiore. 2.1.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO Il territorio del "Parco delle Madonie" ricade parzialmente nei Fogli 253 (Termini Imerese) e 260 (Nicosia) della Carta Topografica d’Italia in scala 1:100.000 edita dall’istituto Geografico Militare Italiano. Nella Nuova Carta Topografica d’Italia in scala 1:50.000, sempre edita dall’I.G.M., le Madonie sono comprese nei Fogli 569 “Capo Plaia”, 597 “Cefalù”, 609 “Termini Imerese”, 610 “Castelbuono”, 621 “Alia” e 622 “Ganci”. Di recente la collaborazione tra l’AAPIT (Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Palermo) e l’Ente Parco Madonie ha permesso, tramite l’utilizzo delle carte dell’ I.G.M.I., di unire in un unico documento cartografico tutto il territorio delle Madonie nella “Carta dei sentieri e del Paesaggio delle Madonie” in scala 1:50.000. Il territorio del parco è compreso nelle seguenti 11 tavolette alla scala 1:25.000; 251 III SO Cefalù pp., 251 III SE S. Ambrogio pp., 259 I NE Collesano pp., 259 I SE Scillato pp., 259 II NE Caltavuturo pp., 260 IV NO Isnello, 260 IV NE Castelbuono pp., 260 IV SE Pizzo Carbonara, 260 IV SO Geraci Siculo pp., 260 III NO Polizzi Generosa pp., 260 III NE Petralia Sottana pp. Inoltre il territorio del Parco delle Madonie ricade all’interno delle seguenti Carte Tecniche Regionali (C.T.R) 1:10.000; 596160, 597130, 597140, 597150, 609030, 609040, 609070, 609080, 609110, 609120, 609150, 609160, 610010, 610020, 610050, 610060, 610090, 610100, 610130, 610140, 610150, 622010, 622020. Il territorio delle Madonie ricade nella Sicilia centro-settentrionale e si estende lungo una fascia compresa tra il Mar Tirreno a Nord inclusa tra gli abitati di Campofelice di Roccella e Pollina, il Fiume Imera ad Ovest, il Fiume Pollina ad Est ed i centri abitati di Sclafani Bagni, Caltavuturo, Polizzi Generosa, Castellana Sicula e le Petralie a Sud. Il sistema montuoso delle Madonie occupa un vasto territorio della parte centro-settentrionale della Sicilia. Il versante settentrionale delle Madonie, solcato da profondi valloni, precipita con aspre e possenti pareti verso il mar Tirreno. La parte meridionale, formata da un sistema collinare argilloso, al cui interno comprende le valli di Gangi, delle Petralie e di Polizzi Generosa, si raccorda dolcemente con l’altipiano gessoso-solfifero, affacciandosi verso il territorio nisseno. Il complesso madonita annovera le vette più alte dell'isola, eccezion fatta per quelle vulcaniche dell'Etna, alcune delle quali come Pizzo Carbonara (1979 m s.l.m.), Pizzo Antenna Grande (1977 m s.l.m.), Monte San Salvatore (1912 m s.l.m.), sfiorano i 2000 metri d'altezza. 18 Il massiccio delle Madonie è in continuità orografica con i Monti Nebrodi ad Est (Fiumara di Pollina), mentre ad Ovest è separato dalla restante parte della catena (M.ti di Trabia e Palermo) dall'ampia valle del Fiume Imera settentrionale. 2.1.3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO Il territorio del "Parco delle Madonie" è un frammento di catena siciliana risultante dalla sovrapposizione tettonica di vari corpi geologici carbonatici, silico-carbonatici e silico-clastici, derivanti dalla deformazione di diversi domini di piattaforme carbonatiche e bacini pelagici, individuati durante le fasi di distensione mesozoiche, e messi in posto dopo il Miocene inferiore. Le caratteristiche geologiche, stratigrafiche e strutturali sono quelle presenti sia nell'estremo settore occidentale (Monti di Palermo e di Trapani) che in quello orientale e meridionale (Nebrodi e Fossa di Caltanissetta). L'evoluzione geologica dell'area è caratterizzata da tre momenti principali in cui si sono depositati i terreni affioranti, le successioni che caratterizzano il territorio del Parco delle Madonie sono: a) Successioni carbonatiche e silico-clastiche mesozoico-terziarie, con caratteri di bacino e piattaforma carbonatica riferibili ai domini paleogeografici sicilide, panormide, imerese, numidico e lercarese. b) Successioni silico-clastiche, carbonatiche, evaporitiche del ciclo Tortoniano superiore Pliocene inferiore; depositatesi sulle successioni precedenti già deformate o in via di deformazione; c) Successioni silico - clastico - carbonatiche, per lo più distribuite lungo la fascia costiera, del ciclo Pliocene superiore - Quaternario. In dettaglio è possibile riconoscere le seguenti successioni litostratigrafiche: 1) Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di bacino, riferibili alle Unità Sicilidi (Dominio Sicilide) 2)Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di piattaforma carbonatica, del suo margine e di scarpata (Dominio Panormide) 3) Successioni mesozoico-terziarie con caratteristiche di bacino (Dominio Imerese, Dominio Imerese Numidico) 4) Successioni paleozoico-mesozoiche clastico-terrigene con caratteristiche di bacino (Bacino di Lercara) Questi domini a partire dall'inizio del Miocene, vengono via via deformati verso l'esterno (dal Nord verso il Sud attuale) dando origine a delle unità tettoniche che impilandosi le une sulle altre, hanno dato origine all'edificio strutturale che costituisce il segmento di catena madonita. Su queste unità deformate, vanno a deporsi generalmente discordanti: 5) Successioni terrigeno-carbonatiche, evaporitiche e carbonatiche del ciclo Tortoniano-Pliocene . 6) Successioni clastico-terrigeno-carbonatiche del ciclo Pliocene superiore - Quaternario. 19 I momenti principali della tettogenesi che ha interessato l'area, inquadrati in un più generale contesto siciliano, sono: -Burdigaliano-Langhiano. Età in cui le unità derivanti dalla deformazione dei domini più interni, panormide e imerese (Unità Dipilo - Mufara, Unità Monte S. Calogero - Monte dei Cervi, le Unità derivanti dalla deformazione del bacino numidico), si sovrappongono ai depositi più esterni del bacino imerese (Unità tettoniche affioranti a Sud del territorio del Parco). In questo periodo inoltre si ha la messa in posto delle Unità Sicilidi. -Serravalliano-Tortoniano. Le unità precedenti subiscono una ulteriore traslazione. Vengono coinvolti i terreni derivanti dalla deformazione del dominio trapanese (Unità Regalmici) e la porzione settentrionale del bacino sicano (Unità Cerda - Roccapalumba) ed entrambi si sovrappongono ai sedimenti serravalliani del bacino sicano (Unità Pizzo Mondello). Questi aspetti della tettogenesi sono riscontrabili nel settore più meridionale del territorio del Parco o immediatamente a Sud. Le unità numidiche con il loro substrato imerese si sovrappongono ai sedimenti serravalliani del bacino sicano. - Pliocene medio. Una ulteriore fase tettonica determina, a Sud della Sicilia, la sovrapposizione delle unità sicane sulle unità saccensi più esterne, mentre a Nord determina un complesso sistema di strutture plicative. In particolare, nelle Madonie, si ha la sovrapposizione di terreni mesozoico-terziari sia sui "Trubi" che sui depositi del Miocene superiore modificando profondamente i rapporti geometrici raggiunti dalle varie unità durante la tettogenesi miocenica. - Pliocene sup.. Si accentua la tendenza al sollevamento, si individuano delle depressioni tettoniche a sedimentazione continentale a sud e marina lungo la fascia tirrenica. - Pleistocene. Si realizza la completa emersione dell'area. 2.1.4 IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA Il territorio madonita è solcato da numerosi corsi d'acqua con foce lungo il litorale tirrenico. I principali corsi d’acqua sono l’Imera settentrionale e la Fiumara di pollina. L'Imera Settentrionale, posto a ovest del complesso montuoso, rappresenta il limite occidentale delle Madonie. L’asse idrografico principale è lungo circa 32 Km con un bacino idrografico esteso circa 353 Km2 sviluppandosi su terreni argillosi, argilloso-arenacei e sabbioso-conglomeratici. Il principale affluente di destra è il Torrente Garbinogara, mentre il principale affluente di sinistra è il Torrente Salito. La Fiumara di Pollina, il cui asse principale è lungo più di 30 km ed il cui bacino idrografico è esteso 395 Km2, si sviluppa nei settori centrali e orientali del complesso montuoso. Il corso d’acqua principale si origina ai piedi della dorsale M.Ferrante-Balze di Pezzalunga, con il nome di Torrente Raino e poi Torrente Calabrò, scorrendo su terreni argillosi, arenacei e conglomeratici, con drenaggio di tipo dentritico. A tratti scorre in strette gole profonde costituite da rocce di natura calcarea. Gli affluenti di destra sono costituiti da piccoli corsi d’acqua, mentre gli affluenti di sinistra sono più consistenti, tra questi il Torrente Grasso, il Vallone Mulini, il Torrente Castelbuono, il Torrente Roccella, il Torrente Pileto, il Torrente Carbone e il Torrente Malpertugio. 20 La porzione sud-orientale del contesto madonita ricade nel bacino idrografico del fiume Imera Meridionale (o Fiume Salso) ed è solcata da numerosi torrenti. I due rami principali sono il Torrente Mandarini ed il Fiume Salso. Nell'area più orientale è si trova il Fiume Gangi, che nasce a sud dell’omonimo paese. Infine, la zona centrale costituisce una vasta area carsica, con drenaggio endoreico, sviluppandosi attorno ai rilievi di Pizzo Carbonara, Monte Ferro, Pizzo Antenna, Monte Mufara. L’area a sua volta è caratterizzata da numerose doline e inghiottitoi, che drenano le acque superficiali nei circuiti sotterranei, impedendo lo sviluppo di un reticolo idrografico superficiale. Inoltre l’area è incisa da valli morte e al suo interno si sviluppa il vasto pojle di Piano Battaglia. Il territorio delle Madonie presenta una natura litologica molto eterogenea ed è costituito prevalentemente da rilievi di natura carbonatica. I rilievi carbonatici sono generalmente circondati da terreni di natura terrigena in facies di flysch (generalmente Flysch Numidico) e fluvio deltizia (Fm. Cozzo Terravecchia). Sono pure presenti depositi attribuibili al ciclo evaporitico messiniano e depositi recenti di origine detritico alluvionale e marina. Gli eventi tettonici che hanno portato all’attuale configurazione geologico-strutturale e morfologica condizionano considerevolmente la circolazione idrica sotterranea. Il deflusso idrico sotterraneo risulta molto sviluppato e investe diverse idrostrutture sepolte e in affioramento. L’assetto strutturale è anche responsabile della genesi dei due grossi recapiti idrici degli acquiferi carbonatici delle idrostrutture principali di Monte dei Cervi e di Pizzo Carbonara e cioè: il gruppo sorgentizio di Scillato (area delle Madonie sud - occidentale) ed il gruppo sorgentizio costiero localizzato ai piedi della Rocca di Cefalù (area settentrionale). Le principali Idrostrutture carbonatiche delle Madonie sono: - Unità Stratigrafico-Strutturali Monte dei Cervi, derivante dalla deformazione dei terreni del Bacino Imerese, che è stata messa in posto durante il Miocene inferiore, sopra domini imeresi più esterni; - Unità Stratigrafico-Strutturali Pizzo Dipilo - Monte Mufara, derivante dalla deformazione dei terreni della Piattaforma Carbonatica Panormide, che è stata messa in posto durante il Miocene inferiore sul Flysch Numidico dell’Unità del Monte dei Cervi; - Unità Stratigrafico-Strutturali Monte dei Cervi e Pizzo Dipilo –Monte Mufara che sovrastano tettonicamente il Flysch Numidico; - Depositi post-orogeni del Tortoniano superiore - Pliocene inferiore (terrigeni, evaporitici e carbonatici), che ricoprono discordanti la sottostante struttura a falde. In tale territorio sono presenti oltre 400 punti d’acqua, che si addensano lungo i margini dei rilievi calcareo-dolomitici o dei potenti corpi arenacei del Flyscvh Numidico. 21 2.2 ATTIVITÀ E PROGETTI DEL GEOPARK DELLE MADONIE A partire dal 2000, un meeting annuale di tutti i membri della Rete Europea dei Geoparchi è convocato in una nazione diversa. Questo meeting serve a favorire la conoscenza reciproca dei vari membri e lo scambio delle loro esperienze, la progettazione di nuovi prodotti e la definizione delle strategie future condivise. Immediatamente dopo il riconoscimento da parte della Rete Europea dei Geoparchi, avvenuto nel 2001, il Madonie Geopark ha ospitato, nel febbraio del 2002 uno dei meeting di coordinazione della Rete Europea. Nel 2003, utilizzando un finanziamento della UE a sostegno dei gemellaggi di città o di territori europei, Town Twinning, il GAL ISC Madonie ha promosso un gemellaggio tra il territorio delle Madonie e la Riserva Geologica di Haute Provence, uno dei Geoparks fondatori della rete. Nell’ottobre del 2004 si è svolto a Petralia Sottana il 5° Congresso Europeo dei Geoparchi, in cui è stato stipulato il secondo accordo fra la Divisione di Scienze della Terra dell’UNESCO e la Rete Europea dei Geoparchi. Il Parco delle Madonie presenta un report periodico d'attività della rete Geopark. Il dossier propone il resoconto delle principali azioni di sviluppo e delle proposte operative di geoturismo promosse dal Parco delle Madonie in qualità di membro della rete. Lo screening d'attività sarà presentato nel corso del prossimo meeting internazionale. Contemporaneamente il materiale documentale selezionato consentirà ai valutatori della rete di compiere la verifica di routine cui sono sottoposti periodicamente i Geoparchi presenti nel network internazionale. Il Geopark delle Madonie, ha avviato la realizzazione di una rete sentieristica, che attualmente è rappresentata da quattro itinerari d'interesse geologico (Sentiero Geologico "Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla”, Sentiero Geologico "Le Pietre & l'Acqua", “Sentiero Geologico Urbano” di Petralia Sottana, Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo"). Un quinto sentiero geologico è in fase di realizzazione nel territorio del Comune di Sclafani Bagni. Sono dei percorsi tracciati attraverso il territorio del Parco delle Madonie con lo scopo di mettere in risalto alcune delle principali caratteristiche della geologia locale. Tali sentieri dotati di segnaletica possono essere percorsi attraverso l’aiuto di cartine guida, appositamente preparate per permettere, anche ai non specialisti, di apprezzare le caratteristiche geologiche del territorio no disgiunte dalle altrettanto caratteristiche paesaggistiche e naturalistiche dell’area. Altra iniziativa del Parco delle Madonie è stata la realizzazione, nel Comune di Petralia Sottana, di un museo dedicato al patrimonio scientifico, custodendo collezioni di rocce e fossili provenienti dall’area Madonita. Attraverso le diverse installazioni didattiche e interattive, al visitatore viene presentata la storia geologica del parco, gli ambienti di formazione delle rocce e la loro evoluzione nel tempo. Notevoli anche gli investimenti riservati alle attività di promozione: aderendo ai programmi Interreg III C, il Parco al fianco di 9 aree protette internazionali, ha sviluppato un programma di sostegno alle strutture d'informazione presenti nel territorio ed ha messo a punto numerose strategie di 22 avvicinamento del turista. Piani di geoturismo sorretti anche da iniziative specifiche quali la settimana dei Geopark, organizzata con il supporto dell'Associazione Haliotis, di Petralia Sottana, uno dei partner con i quali il parco ha avviato un serrato lavoro di sinergia. Tale evento si realizza ogni anno a cavallo tra maggio e giugno, un evento promozionale che si svolge contemporaneamente in tutti i Geoparks della rete. D'intesa con l'Università degli studi di Palermo, altro soggetto in prima linea nell'attività di promozione, è stata redatta la prima guida geologica delle Madonie. Nel pacchetto di attività formative sono stati inseriti numerosi corsi di formazione per i docenti del comprensorio e diversi progetti di educazione ambientale. Un lavoro di elaborazione progressivo, condotto dal Parco d'intesa con le altre aree protette della rete, in un sistema di intercambio costante. 2.3 SENTIERI GEOLOGICI Nel comprensorio del Parco delle Madonie si è implementata una rete sentieristica che permette di ammirare ed apprezzare le bellezze del Parco. Una rete costituita da 30 sentieri che, pur salvaguardando le aree più delicate e vulnerabili, permette di visitare tutti i punti di maggior interesse, sotto il profilo sia ambientale sia storico-culturale del Parco. Tale rete sentieristica è cartografata sulla “Carta dei sentieri e del Paesaggio delle Madonie” in scala 1:50.000. Un documento cartografico eseguito attraverso la collaborazione tra l’AAPIT (Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Palermo) e l’Ente Parco Madonie. Alla rete sentieristica del Parco si vanno a sommare gli attuali quattro Sentieri Geologici, sentieri tematici, realizzati nell’ambito dell’attività del Geopark, che permettono di conoscere e ammirare il patrimonio geologico del parco delle Madonie. Essi sono il Sentiero Geologico "Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla”, Sentiero Geologico "Le Pietre & l'Acqua", il “Sentiero Geologico Urbano” di Petralia Sottana e il Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo ". 2.3.1 SENTIERO GEOLOGICO "INGHIOTTITOIO DELLA BATTAGLIETTA PORTELLA COLLA” Il sentiero "Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla” si trova nella zona centrale del Parco delle Madonie e consente di osservare alcune delle principali peculiarità geologiche e geomorfologiche delle Madonie (fig.2.2). Lungo il percorso si incontrano rocce sedimentarie, formatesi in ambienti di mare basso e di mare più profondo; tali rocce, originatesi in tempi geologici diversi, sono state successivamente trasportate e collocate nella loro attuale posizione a seguito dei movimenti tettonici che hanno generato la catena montuosa madonita. L’osservazione di queste rocce mostra la storia geologica delle Madonie negli ultimi 220 milioni di anni. 23 Lungo il sentiero è possibile osservare formazioni rocciose che sono il risultato di diversi processi geomorfologici ed interessanti e suggestivi paesaggi di grande interesse scientifico. Fig.2.2 – Sentiero Geologico: Inghiottitoio della Battaglietta Portella Colla 2.3.2 SENTIERO GEOLOGICO "LE PIETRE & L'ACQUA" Il percorso "Le Pietre e L'Acqua", è uno degli itinerari inseriti nell'ambito dell'ampliamento qualitativo del Geopark. L'intero percorso si divide in tre sottoitinerari o sentieri, dei quali due ricadono all'interno del territorio comunale di Castellana Sicula, ed uno all'interno del territorio del Comune di Petralia Sottana (figg. 2.3-2.4-2.5). La particolarità di questi sentieri, realizzati anche in zone antropizzate, è che riescono a legare in maniera naturale oltre che gli aspetti strettamente naturalistici e geologici, anche le testimonianze delle attività dell'uomo ad essi legati. Il percorso "Le pietre e l'acqua", possiede anche un'altra originalità; ovvero nasce da un'idea condivisa dagli alunni e docenti dell'Istituto Comprensivo di Castellana Sicula con l'associazione GEA. 24 Difatti, il modello base del percorso viene tracciato durante i laboratori didattici del progetto di educazione ambientale "Acqua che scorre, acqua per vivere" svolti nel Centro di Educazione Ambientale "La terra dei nostri padri", nell'anno scolastico 2003-2004. Fig.2.3 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 1 “Tufo Gipsi – Area archeologica Muratore” 25 Fig.2.4 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 2 “Mulino Petrolito – Cozzo morto” Fig.2.5 – Sentiero Geologico: Le Pietre & l’Acqua – Itinerario 3 “San Brancato – Sant’Otiero” 26 2.3.3 “SENTIERO GEOLOGICO URBANO” DI PETRALIA SOTTANA Il “Sentiero Geologico Urbano” di Petralia Sottana, è un percorso organizzato in un centro urbano con l’intento di scoprire peculiarità geologiche ed idrogeologiche del territorio su cui insiste il centro abitato (fig.2.6). Un suggestivo percorso urbano opportunamente tracciato che oltre a consentire la fruizione di beni architettonici di vario tipo, permette il riconoscimento dei materiali che lo compongono e alla possibile origine di tali materiali. Il riconoscimento delle caratteristiche di una pietra facente parte di in monumento o comunque di un manufatto, spesso consente di risalire alla formazione naturale da cui è stata estratta e quindi contribuisce ad una attendibile ricostruzione storica delle abitudini delle generazioni passate. Lungo il percorso si incontrano alcune sorgenti opportunamente captate, la natura delle acque (bicarbonato alcalino-terrose calciche) è una chiara indicazione sulla natura carbonatica delle rocce serbatoio, dato che le acque naturali hanno le stesse caratteristiche chimico fisiche dei terreni che attraversano. Inoltre in alcuni punti del centro abitato sono bene evidenti alcuni affioramenti di rocce carbonatiche più o meno estesi. Fig.2.6 – Sentiero Geologico Urbano “Petralia Sottana” 27 2.3.4 SENTIERO GEOLOGICO "LA ROCCIA E L’UOMO " Il Sentiero Geologico "La Roccia e L’uomo " è un progetto che scaturisce dalla volontà dell’associazione Haliotis, che con la collaborazione del Parco delle Madonie, promuove ed attua in maniera congiunta iniziative finalizzate alle attività di fruizione turistica, educazione ambientale e divulgazione scientifica con riferimento al patrimonio geologico-ambientale del comprensorio del Parco delle Madonie (fig.2.7). Un progetto scolastico di educazione ambientale “La Roccia e L’uomo”, che nasce nell’ambito dell’ampliamento qualitativo del Geopark, ed è patrocinato dall’Ente Parco delle Madonie, con il supporto dell’Amministrazione Comunale di Caltavuturo. Difatti, il modello base del progetto procede attraverso l’istituzione scolastica ed è stato elaborato durante laboratori didattici ed escursioni nel territorio, condotti in sinergia con il Corpo Docente e gli Alunni dell’Istituto Comprensivo “G.Oddo” di Caltavuturo, nell’ambito scolastico 2005-2006. Questo percorso permette di osservare, rocce che abbracciano un arco di tempo che va da oltre 200 a circa 34 milioni di anni fa. Visitando la Rocca di Sciara e gli immediati dintorni, è possibile osservare rocce le cui caratteristiche geologiche rappresentano una successione quasi completa di litologie bacinali del Dominio Imerese. Lungo il percorso è possibile, anche, osservare affioramenti di diaspri dal colore rosso e\o giallo utilizzati in passato per adornare chiese e palazzi nobiliari. Fig.2.7 – Sentiero Geologico: La Roccia e L’Uomo 28 2.4 REGOLE DEL PARCO PER LA GEOCONSERVAZIONE E LA FRUIZIONE SOSTENIBILE DEL GEOPARK Di seguito si riportano per intero, dalla L.R. n. 14/88, dall’ allegato C del Decreto 18 aprile 1996 e dal Regolamento adottato dal consiglio dell’Ente Parco con delibera n. 56 del 07 novembre 2001, le principali regole generali da rispettare e gli articoli che regolamentano la geoconservazione e la fruizione sostenibile delle aree protette. - Divieti di cui all'art. 16, L.R. n. 14/88 , sostitutivo dell'art. 17 della L.R. n. 98/81 Art. 16 Divieti di attività nei parchi regionali e nelle riserve naturali Nei parchi regionali e nelle riserve sono vietate le attività che possono compromettere la protezione del paesaggio, degli ambienti naturali, della vegetazione, con particolare riguardo alla flora e alla fauna. In particolare i divieti riguardano: a) la cattura, l'uccisione, il danneggiamento o il disturbo delle specie animali, la raccolta e il danneggiamento di quelle vegetali, nonché l'introduzione di specie estranee vegetali o animali che possano alterare l'equilibrio naturale; b) la modificazione del regime delle acque; c) lo svolgimento all'interno del parco e della riserva di attività pubblicitarie non autorizzate dall'Ente parco o dall'ente gestore della riserva; d) la coltivazione delle cave e l'esecuzione di movimenti di terra non finalizzati allo svolgimento delle normali attività agricole; e) l'introduzione, da parte di privati, di armi, di esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura; f) l'accensione di fuochi all'aperto. - Disciplina delle attività esercitabili e dei divieti operanti in ciascuna zona del parco (DECRETO 18 aprile 1996 – Modifica dell’ allegato C del DECRETO del 9 novembre 1989). ZONA "A" DI RISERVA INTEGRALE Attività esercitabili - Effettuare interventi di rinaturazione e restauro ambientale esclusivamente con tecniche di ingegneria naturalistica, previo nulla osta dell'Ente Parco, su parere del C.T.S., anche in deroga al divieto di effettuare esecuzione di movimenti di terra; - Praticare l'escursionismo, lo sci alpinismo ed escursionistico, lo sci di fondo ed altre forme di escursionismo, fatta salva la facoltà dell'Ente Parco di precludere l'accesso ad alcune aree; Divieti - Introdurre veicoli a motore ad eccezione di quelli utilizzati per motivi di servizio o autorizzati dall'Ente Parco per lo svolgimento delle attività consentite; - Asportare, raccogliere o manomettere rocce, fossili, minerali; 29 - Praticare il campeggio; ZONA "B", DI RISERVA GENERALE Attività esercitabili - Effettuare interventi di rinaturazione e restauro ambientale esclusivamente con tecniche di ingegneria naturalistica, previo nulla osta dell'Ente Parco, su parere del C.T.S., anche in deroga al divieto di effettuare esecuzione di movimenti di terra; - Praticare l'escursionismo, lo sci alpinismo ed escursionistico, lo sci di fondo ed altre forme di escursionismo, fatta salva la facoltà dell'Ente Parco di precludere l'accesso ad alcune aree; ZONA "C", DI PROTEZIONE Attività esercitabili - Praticare il bivacco ed il campeggio nelle aree a tal fine attrezzate; - Esercitare le attività sportive, con esclusione di quelle che possono compromettere l'integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi, previa autorizzazione dell'Ente Parco; ZONA "D", DI CONTROLLO Sono consentite tutte le attività purché compatibili con le finalità del Parco. Art. 19 Attività sportive e di fruizione ( dal Decreto del 18 aprile 1996 ) 1. E' soggetto ad autorizzazione dell'Ente Parco lo svolgimento di attività ammesse, sportive e relative alla fruizione, da esercitarsi nell'ambito dell'intero territorio del Parco, fatta salva la facoltà dell'Ente di fissare limiti o prescrizioni in zone di particolare interesse naturalistico o per eccessive frequenze, fino a precludere totalmente alcune aree alla visita. 2. Le escursioni a piedi sono libere. Le escursioni a cavallo, all'interno della zona "A", possono essere effettuate in percorsi definiti e con eventuale limitazione della frequenza al fine di evitare danneggiamenti all'ambiente e disturbo alla fauna. 3. Nei periodi riproduttivi della fauna del Parco possono essere inibite attività quali alpinismo, caccia fotografica, arrampicate in parete ed altre attività che possano arrecare disturbo ed oggettivo pericolo nei confronti dell'attività riproduttiva e di nidificazione. 4. Per la razionalizzazione della fruizioni con particolare riguardo alle zone "A" e "B". I sentieri devono essere limitati ad una semplice traccia senza alcun intervento strutturale, se non nei tratti in cui non si renda strettamente necessario per la morfologia particolarmente accidentata del suolo, e dotati di semplici segnali che indichino l'itinerario secondo le tradizioni dell'escursionismo. L'Ente Parco cura la realizzazione e la manutenzione dei sentieri in corrispondenza dei principali itinerari escursionistici. Devono essere individuati i percorsi e/o le zone nei quali è consentito praticare lo sci alpinismo, lo sci escursionismo e lo sci di fondo a condizione che non comportino alcuna alterazione ambientale nè la realizzazione di nuove strutture. L'Ente Parco definirà gli itinerari e le rotabili, le stradelle e le piste in cui è consentito il transito motorizzato per fini turistici. 30 - (Dal regolamento adottato dal consiglio dell’Ente Parco con delibera n. 56 del 07 novembre 2001) Art.1- FINALITA' GENERALI DEL REGOLAMENTO Il Regolamento del Parco delle Madonie, redatto ai sensi dell'Art.lo 10 Legge Regione Siciliana14/88, in relazione organica con le prescrizioni del Piano Territoriale di cui all'Art.lo16 delle citata Legge, disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio del Parco. Il Regolamento disciplina altresì le modalità per la presentazione e le procedure decisionali dellaValutazione di Impatto Ambientale che deve accompagnare tutti i progetti di opere e manufatti da realizzarsi nell'ambito del Parco. Inoltre il Regolamento dispone quanto necessario per la migliore tutela dell'ambiente, della quiete, del silenzio e dell'aspetto dei luoghi. Art. 2 - DIVIETI DI CARATTERE GENERALE L'Art.lo16 della L.R. 14/88 prevede su tutto il territorio del Parco il divieto delle attività che possono compromettere la protezione del paesaggio, degli ambienti naturali , della vegetazione, della flora e della fauna. - la coltivazione delle cave e l'esecuzione di movimenti di terra non finalizzati allo svolgimento delle normali attività agricole. - movimenti di terra capaci di alterare sostanzialmente il profilo naturale del terreno. - attendamenti e campeggi salvo quelli espressamente previsti e individuati dal Piano Territoriale. - depositi di roulottes e caravans, baracche, manufatti e ricoveri di qualsiasi specie anche di natura provvisoria. - nuove strade veicolari, piste e trazzere, ad eccezione di quelle espressamente previste e indicate dal Piano Territoriale. - nuove strade forestali, ad eccezione di quelle previste nei Piani di Assestamento e negli altri strumenti di pianificazione forestale. - nuovi sentieri oltre a quelli espressamente previsti e indicati dal Piano Territoriale, fatti salvi i percorsi appositamente realizzati dal Parco per finalità di osservazione naturalistica e per la salvaguardia delle tradizionali attività agro-silvopastorali. - costruzione di nuovi parcheggi, oltre quelli appositamente previsti dal Piano Territoriale e quelli che potranno essere previsti per specifiche esigenze entro i Programmi triennali di intervento. - la raccolta e manomissione di rocce, minerali, fossili, etc., con le prescrizioni di cui al successivo; - la raccolta e la manomissione di reperti archeologici con le prescrizioni di cui al successivo; Art. 6 - TUTELA DELLE EMERGENZE GEOLOGICO-AMBIENTALI, DEI GIACIMENTI DI MINERALI E DI FOSSILI Il Parco cura l'aggiornamento della ricerca geologica al fine di individuare e classificare, quali "Riserve geologico-ambientali" i siti costituenti diversità ambientali rilevanti dal punto di vista scientifico. 31 Qualsiasi prelievo e asporto di minerali e di fossili è permanentemente interdetto, salvo per motivate necessità di studio. Le emergenze geologico-ambientali saranno opportunamente segnalate al visitatore "in situ" con tabelle che indichino il tipo di emergenza, i vincoli a cui sono state sottoposte, con evidenza delle norme di comportamento più opportune nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio. Indipendentemente dalle norme relative alle singole destinazioni di zona previste dal Piano Territoriale, è fatto divieto in queste aree di realizzare qualsiasi trasformazione o modellamento dei suoli e di inserire manufatti di qualunque natura atti ad alterare la configurazione esistente. Art.15 - SENTIERI, TRAZZERE E PISTE NON CARRABILI Fermo restando il divieto di costruire nuovi sentieri, salvo quelli appositamente previsti da progetti speciali promossi o approvati dal Parco, il Piano Territoriale ha individuato e gerarchizzato secondo il seguente prospetto una rete di sentieri esistenti, giudicati indispensabili per la funzionalità ed il completamento degli itinerari e dei percorsi destinati alla fruizione ricreativa e didattica del Parco: - Strade e trazzere a sterro o in terra battuta percorribili a cavallo o dai mezzi di servizio; - Itinerari escursionistici segnalati; -Sentieri di interesse escursionistico interessati stagionalmente dalle piste di Sciescursionismo e sci di fondo; .- Sentieri di interesse escursionistico. Di essi il Parco cura la manutenzione e la segnaletica in accordo con gli enti ed associazioni interessate (CAS, Comuni, ecc.) e predispone una corretta informazione dei visitatori circa la percorribilità, la sicurezza e la situazione di affollamento che si può verificare nei periodi di massima frequentazione turistica. Nelle altre zone, i sentieri non segnalati potranno essere mantenuti dagli enti o dai privati proprietari o dalle associazioni escursionistiche che li hanno in gestione, senza oneri per il Parco. La manutenzione ordinaria dei sentieri ha carattere conservativo e pertanto essi di norma non possono essere allargati, lastricati, né possono essere sgombrati dai massi ed asperità che li caratterizzano. La manutenzione comporta comunque la conservazione dei percorsi e la loro sicurezza ed agibilità e pertanto ammette le opere conseguenti che si dimostrassero necessarie. La manutenzione ordinaria dei sentieri sarà svolta di norma senza preventiva autorizzazione, fermo restando da parte dei responsabili dei lavori l'obbligo della comunicazione degli interventi entro due mesi dall'inizio dei lavori, previa intesa con il Direttore del Parco. Per eventuali impegnative opere di sistemazione di percorsi per escursionismo a piedi, a cavallo, con gli sci, interessanti le zone A e B, dovrà essere richiesto nulla osta al Parco previa presentazione degli elaborati previsti per le opere di categoria A di cui al Capo V "Valutazione d'impatto ambientale" del presente Regolamento. E' fatto salvo l'uso di tutti i sentieri esistenti da parte della popolazione residente secondo gli usi locali, nonché per il trasporto di provvigioni e rifiuti da parte dei gestori dei rifugi, accantonamenti, bivacchi e simili. 32 Art. 21 - DISCIPLINA DEGLI ACCESSI E DEL COMPORTAMENTO DEI VISITATORI Il Piano Territoriale indica la gerarchizzazione della rete viaria e della sentieristica specificando le modalità di accesso e di percorrenza nelle zone protette e nelle singole valli. All'interno del Parco le modalità di accesso e di percorrenza e la loro disciplina sono individuate con apposita segnaletica, la cui dimensione, materiale costruttivo e simbologia è unificata in tutto il territorio del Parco. Entro i confini dell'Area di preminente interesse naturalistico, come delimitati nel Piano Territoriale, l'impiego di fuoristrada è proibito al di fuori delle strade carrabili. Accesso rete stradale Di norma, tutti gli aventi diritto possono transitare con mezzi propri secondo gli usi locali, con le specifiche seguenti. Le strade di cui al 1° Gruppo dell'Art.lo 32 delle Norme di Attuazione possono essere usate da tutti i mezzi di locomozione. Le zone di sosta previste in prossimità degli accessi alle aree di riserva saranno realizzate progressivamente secondo le previsioni dei diversi Programmi triennali di intervento che determineranno anche le priorità di realizzazione. Le strade di cui al 2° e 3° Gruppo Art.lo citato sono sottoposte alla seguente disciplina per il traffico motorizzato, con riguardo alle specifiche situazioni locali: fatti salvi i diritti di transito dei residenti e dei clienti delle strutture ricettive comprese entro le zone a traffico limitato (ZTL), su dette strade gli spostamenti del pubblico possono essere assicurati sia a mezzo di servizi di trasporto collettivo (mini-bus) in concomitanza dei periodi di massimo affollamento (quelle del 2° Gruppo) o in permanenza (quella del 3° Gruppo). Il Programma triennale di intervento stabilisce di anno in anno le iniziative necessarie per la messa a regime delle diverse modalità di trasporto pubblico. Sulle strade forestali ad uso esclusivo del bosco è consentito il transito ai soli mezzi di servizio. Oltre a quelle individuate nel Piano Territoriale non è consentito aprire nuove strade nel territorio dell'Area di preminente interesse naturalistico, salvo quanto espressamente previsto dagli Art.li 23, 24 e 25 ai fini dello svolgimento delle attività agro-silvo-pastorali. Accesso sentieri Le trazzere e i sentieri di cui al 4° Gruppo dell'Art. 32 delle Norme di Attuazione sono chiusi a qualsiasi traffico veicolare, salvo i mezzi di servizio nel solo caso di emergenza. Le trazzere e i sentieri segnalati in zona di Riserva integrale d'interesse scientifico A1 sono esclusivamente pedonali e non possono essere abbandonati, salvo autorizzazione scritta del Direttore del Parco. E' consentito uscire da detti sentieri e dalle piazzole di sosta esclusivamente per ragioni di studio, per escursioni naturalistiche autorizzate, per compiti amministrativi, di vigilanza e di pubblica necessità. I sentieri segnalati in zona di Riserva integrale di protezione delle aree remote e dei santuari di natura A2 sono esclusivamente pedonali e possono essere abbandonati dai visitatori solo per attività di scalata alpinistica. Il Parco, in accordo con le Associazioni alpinistiche, emana apposito regolamento per l'esercizio delle attività di scalata alpinistica. 33 Sulle strade forestali e sui sentieri segnalati dal Parco entro tutte le altre aree di Riserva Integrale e Generale si può anche far uso di biciclette, salvo su quelli esclusi al transito delle stesse dall'Ente Parco, mentre al di fuori dei sentieri è consentito solo l'accesso pedonale. In tutti i casi, è richiesto un comportamento corretto da parte dei visitatori sulla base di un decalogo di cui il Parco darà opportuna divulgazione a mezzo di avvisi permanenti e della distribuzione di pieghevoli, con il richiamo dei divieti di carattere generale di cui all'Art.lo 2 del presente Regolamento. Lo sci escursionismo, lo sci di fondo e il turismo equestre sono ammessi lungo i sentieri. Essi potranno essere opportunamente regolamentati dal Parco, previ accordi con l'Azienda Regionale delle Foreste, per la gestione del transito attraverso i cancelli esistenti. Norme di comportamento Gli Enti e le Associazioni pubbliche e private che intendono organizzare visite guidate, devono contattare l'Ente Parco per prenotare la data delle stesse con almeno 10 giorni di anticipo, così da evitare la contemporanea presenza di più gruppi sugli stessi percorsi del Parco. I gruppi organizzati che visitano il Parco sono tenuti ad individuare un capogruppo, che si assume le responsabilità della logistica della visita, della sicurezza e del comportamento dei singoli componenti nei confronti del rispetto dell'area protetta e che risponde all'Ente Parco per danni alle cose e a beni pubblici e privati. In mancanza del capogruppo, ogni visitatore risponde singolarmente della propria sicurezza e del proprio comportamento. E' vietato l'abbandono, anche temporaneo, di rifiuti derivanti dal consumo di pasti e bevande, di carte, ecc. al di fuori degli appositi contenitori. Ai fini della raccolta dei rifiuti solidi urbani, il deposito dei vetri e delle lattine deve essere effettuato utilizzando gli appositi contenitori. La vigilanza sul rispetto delle presenti norme è affidata al Servizio di vigilanza del Parco e alle Guardie giurate volontarie designate da enti e associazioni che abbiano per fini istituzionali la protezione della natura, degli animali, del paesaggio e dell'ambiente naturale. Le persone che percorrono le aree del Parco sono tenute a mettere in atto tutti gli accorgimenti onde evitare morsicature da Ofidi, e ad indossare calzature e vestiario adeguato. Art. 26- ATTIVITA' ESCURSIONISTICHE E SPORTIVE Il Parco promuove le attività escursionistiche e sportive organizzate nei siti e negli areali individuati nel Piano Territoriale. Per motivate esigenze di carattere scientifico gli areali come sopra individuati possono essere esclusi dall'accesso su determinazione dell'Ente Parco, sentito il Comitato tecnico Scientifico e le Associazioni che organizzano le Attività escursionistiche. Speleologia e torrentismo Il Piano Territoriale individua le grotte e il patrimonio speleologico regolamentando l'attività dei gruppi speleologici che prevede: 34 1.- attività di prospezione, consistente nell'esplorazione di porzioni di territorio alla ricerca di nuove cavità e gole; 2.- attività speleologica di routine, consistente nell'esplorazione di cavità conosciute o di cavità e gole scoperte nell'ambito delle prospezioni; 3.- attività di documentazione (rilevamento, fotografia, ecc.), o scientifica (campionamenti di vario genere, misurazioni di parametri variabili, ecc.), normalmente svolta da gruppi ristretti e da personale particolarmente specializzato nei rispettivi campi di interesse. La stessa attività può essere tuttavia espletata da gruppi di consistenza ben maggiore, quando è svolta nell'ambito di campi speleologici con programmi di lavoro predefinito: in tal caso è sempre collegata all'installazione di campi esterni in zona; 4.- attività didattica, sia tecnica che scientifica, consistente nell'addestramento di allievi all'applicazione delle tecniche di progressione in grotta e nell'illustrazione in loco delle caratteristiche genetiche e morfologiche delle cavità e gole; 5.- attività divulgativa (visite guidate), consistente nell'accompagnamento di gruppi (scolaresche, convegnisti, ecc.) per la visita di una determinata cavità e gole che non richieda un'elevata preparazione tecnico-speleologica e che si concluda nella stessa giornata. L'attività speleologica potrà essere espletata in collaborazione con la Federazione Speleologica Regionale Siciliana (FSRS), secondo le seguenti modalità: - normale attività di gruppi speleologici aderenti alla FSRS: il responsabile del gruppo comunicherà all'Ente Parco ed alla stessa FSRS le attività e il programma da svolgere e il numero di persone che parteciperanno ai campi. Dette attività non necessitano di alcuna autorizzazione; - attività di gruppi speleologici non aderenti alla FSRS e manifestazioni particolari (corsi, stages, ecc.): il responsabile del gruppo richiederà l'autorizzazione all'Ente Parco con comunicazione del programma da svolgere e il numero delle persone impegnate. Il Direttore del Parco potrà concedere l'autorizzazione, previa consultazione con la FSRS. Alpinismo Il Piano Territoriale individua le palestre di roccia distinguendo quelle su cui gli interessati potranno svolgere attività didattiche (corsi di alpinismo e di arrampicata), e quelle su cui potranno svilupparsi attività alpinistiche vere e proprie. Le attività didattiche potranno essere svolte nelle seguenti località: - Monte d'Oro (Collesano) - Rocca di Sant'Otiero (Petralia Sottana) - Paretine a N e NE di Cozzo Piombino (Polizzi Generosa) - Paretine a N. di Portella Mandarini, lungo la strada Piano Battaglia-Petralia e nel territorio di Geraci Siculo; - Pareti sovrastanti il laghetto di Mandria del Conte (Isnello) - Cresta che da Monte Mufara conduce a Monte Quacella (Petralia Sottana e Polizzi Generosa) Le attività alpinistiche potranno essere svolte nelle seguenti località: - Rocca di Sciara (Caltavuturo) 35 - Pareti di Fosso Inferno (Scillato) - Pareti di Poggio Grotta del Signore, Monte Cucullo e Monte Carca (Collesano) - Pareti a Ovest di Pizzo Dipilo (Gratteri) - Monti Purraccia e Maccabubbo (Gratteri) - Serra Guarneri (Pollina) - Vallone dell'Annunciata (Geraci Siculo) - Pareti E e SE del Pizzo Canna (Petralia Sottana) - Cozzo Balatelli (Isnello) - Pareti O e NO di Pizzo Carbonara (Isnello) - Rocca di Gonato (Castelbuono) - Monte Grotta Grande (Isnello) Sci alpinismo e sci di fondo Il Piano Territoriale individua itinerari di sci alpinismo e sci escursionismo che, durante il periodo di innevamento, potranno essere opportunamente battuti e resi praticabili all'attività sportiva ed escursionistica dalle stesse Associazioni di settore. Il Piano Territoriale individua altresì il sito più adatto per la localizzazione di un impianto di gara per sci di fondo, da realizzarsi senza modifiche delle quote del terreno, e quindi con impatto nullo sulle caratteristiche geomorfologiche dei luoghi, in quanto la pista utilizza il tracciato di sentieri esistenti. La pista sarà battuta e mantenuta in efficienza a cura delle Associazioni sportive interessate. In occasione delle manifestazioni sportive, gli Uffici gare e i locali per i cronometristi e l'assistenza sportiva potranno essere ospitati unicamente all'interno di roulottes attrezzate, da mantenere nelle sedi carrabili esistenti e da rimuovere a manifestazione avvenuta. Per questa attività nessuna autorizzazione deve essere richiesta, salvo comunicazione al Direttore del Parco circa le date e il numero di persone previste implicate nella manifestazione. Sci da discesa e impiantistica Il Piano Territoriale conferma le piste da sci da discesa esistenti sul Monte Mufara e i relativi impianti di risalita. Questi ultimi potranno essere sottoposti dall'Ente di gestione a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a seguito di nulla osta dell'Ente Parco, previa presentazione, quanto alla manutenzione ordinaria, della documentazione prevista per le opere di Categoria C, e quanto alla manutenzione straordinaria, degli elaborati previsti per le opere di Categoria B, di cui al Capo V "Valutazione di impatto ambientale" del presente Regolamento. Le piste per lo sci da discesa saranno mantenute a prato permanente mediante opportuna trasemina al fine di evitare il dilavamento. Entro il confine dell'Area di preminente interesse naturalistico, al fine di non compromettere l'integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi, sono proibite le seguenti attività: - motoalpinismo - motocross 36 - motociclismo - trial - automobilismo - sorvolo con deltaplano a motore. Potranno essere consentiti raduni d'auto d'epoca e simili, in quanto attività di tipo non competitivo. Art.27 - ATTIVITA COMMERCIALI Le attività di noleggio e riparazione biciclette e mountain bike, di vendita prodotti tipici, guide e manuali, pubblicazioni e mappe del Parco, ecc., saranno preferibilmente appoggiate o ai servizi ricettivi o alla rete del Museo del Territorio o ai servizi del Parco, previsti nel Piano Territoriale ovvero entro le zone C estese e C puntuali. Tutte le attività commerciali, ivi compreso chioschi per la distribuzione di cibi e bevande, saranno svolte entro edifici esistenti, con eventuale possibilità di apertura di stand provvisori e di parcheggio di roulottes entro il territorio dell'Area di preminente interesse naturalistico come delimitato nel Piano Territoriale. Nell’area di Piano Battaglia, previa apposita autorizzazione dell'Ente Parco, il Piano Particolareggiato di zona individuerà nelle proprie previsioni la localizzazione e le dimensioni per uno o più centri polifunzionali di servizio utili ad accogliere scuola di sci, agenzia informazioni visitatori, punto vendita prodotti tipici, noleggio e riparazione sci e slittini, deposito sci, distribuzione di cibi e bevande, riparo visitatori in caso di maltempo, infermeria, rimessaggio mezzi di soccorso, motoslitte, battipista, spazzaneve, ecc. 37 3. ELEMENTI CARATTERISTICI DEL PATRIMONIO GEOLOGICO DEL GEOPARK DELLE MADONIE: LE PRINCIPALI FORMAZIONI GEOLOGICHE ISTITUITE NEL TERRITORIO DELLE MADONIE A partire dagli anni ’50 la Sicilia e in particolare le Madonie sono state oggetto di studio da parte dei geologi dell’industria petrolifera, per la scoperta e lo sfruttamento di giacimenti di idrocarburi. Questo ha anche permesso di condurre delle ricerche stratigrafiche, che a sua volta hanno permesso di istituire numerose Formazioni geologiche. Una Formazione litostratigrafica è un corpo roccioso avente caratteristiche fisiche ben definite ed omogenee ed una precisa posizione stratigrafica. Le Formazioni istituite all’interno del territorio delle Madonie, tuttoggi accettate dalla comunità scientifica, assumono un ruolo importante sia per la ricostruzione della storia geologica dell’area mediterranea, sia perchè utilizzate ed esportate in altre regioni Italiane per riconoscere e definire in modo rapido un gruppo di rocce, attribuendogli le caratteristiche evidenziate nella definizione di quella particolare Formazione. Queste formazioni rappresentano e caratterizzano uno dei tanti, se non il principale aspetto caratteristico del Geopark delle Madonie, ed è per questo che devono essere tutelate e valorizzate. Le principali Formazioni geologiche istituite all’interno del territorio Madonita sono: Formazione Scillato - Formazione Fanusi - Formazione Crisanti - Formazione Caltavuturo - (Schmidt di Friedberg P., Barbieri F. e Giannini., 1960), Formazione Mufara (Schmidt di Friedberg P., 1962), Formazione Quacella (Ceretti E., Ciabatti M., 1965), Formazione Polizzi (Coltro R., 1963). Queste formazioni sono successioni litostratigrafiche che oltre ad assumere un significato stratigrafico, sedimentologico, paleontologico e paeloambientale, rappresentano luoghi di alto interesse naturalistico e scientifico e quindi, nell’ottica del geopark, possibili siti di fruizione per una migliore conoscenza del patrimonio geologico del Territorio Siciliano. Di seguito si descrivono le sette principali Formazioni geologiche istituite nel territorio delle Madonie. In particolare dalle informazioni ricavate dalle fonti bibliografiche degli autori che le hanno istituite, si riporta la descrizione della località tipo, le caratteristiche litologiche, paleontologiche e la datazione di ogni singola formazione geologica. Sono state inserite per intero le Tavole descrittive originali pubblicate dagli autori raffiguranti la Località tipo, le Colonne stratigrafiche e la traccia delle Sezioni tipo. Inoltre per arricchire le informazioni relative alla descrizione delle sette formazioni, si inserisce una documentazione fotografica degli affioramenti rocciosi presenti nelle aree dove in passato sono state studiate e istituite le sette Formazioni, e gli stralci topografici delle C.T.R 1.10.000 delle Località tipo con la traccia (segmento di colore blu) dove è possibile osservare la serie completa dei litotipi caratterizzanti le Formazioni. Per avere una visione d’insieme è stata elaborata una carta rappresentativa del territorio delle Madonie, dove sono indicati tutti i Comuni che fanno parte del Parco delle Madonie, il perimetro del Parco stesso e i punti in cui ricadono le Località tipo in cui sono state studiate e istituite le sette Formazioni litostratigrafiche (fig.3.1). 38 Fig. 3.1 – Carta dell’area del Parco delle Madonie, sulla quale vengono riportati i Comuni che fanno parte del Parco, e i punti in cui ricadono le Località tipo dove sono state istituite e studiate le sette Formazioni Geologiche 39 3.1 FORMAZIONE MUFARA 40 Tav.3.1.1 - Fm.Mufara (Eq. Fm.Scillato): Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1962 41 FORMAZIONE MUFARA (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1962) Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – suddivide l’area dei Monti delle Madonie in due parti aventi caratteristiche stratigrafiche differenti: - Madonie occidentali (costituite dal gruppo montuoso compreso tra Caltavuturo e Portella colla, culminante nel Pizzo dei Cervi: 1705 m sul livello del mare - Madonie orientali (costituite dai monti compresi tra Petralia sottana, Portella colla, Gratteri, Isnello, Castelbuono e Geraci, raggiungenti a Pizzo Carbonara i 1979 metri sul livello del mare) Le formazioni riconosciute nelle Madonie occidentali, da Schmidt di Friedberg, sono: la Formazione Scillato, la Formazione Fanusi, la Formazione Crisanti e la Formazione Caltavuturo. Nella zona delle Madonie Orientali, è stata riconosciuta la Formazione Mufara, la cui località tipo ricade all’interno del Parco delle Madonie. La Formazione Mufara, in passato, prima della sua definita istituzione, è stata descritta come “Flysch carnico” da molti autori, studiata e descritta in diverse zone dell’isola (Monti Sicani, Marineo, Montagne delle pietre Cadute, Monte Rasocollo, Vicari, Monti di Palermo ect.). Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960), descrive tale Formazione in una sezione tipo provvisoria come “Equivalente della Formazione Scillato Inferiore”. Dopo due anni, lo stesso autore, nella pubblicazione - Introduction a la Géologie pétroliére de la Sicile (1962) – attribuisce i terreni, precedentemente studiati e descritti, alla Formazione Mufara. La località tipo dove è stata istituita la Formazione Mufara si trova alle Pendici meridionali del Monte Mufara (3Km circa a Sud di Pizzo Carbonara), il cui affioramento presenta uno spessore di circa 60 m, ma la potenza effettiva della formazione è molto superiore (figg. 3.1.1 – 3.1.3). Rappresentano le rocce più antiche affioranti all’interno del Parco delle Madonie. La successione di terreni riconosciuta è costituita da: argilliti, argilliti marnose, marne grigie e grigio scure, in alterazione giallastre, a frattura scagliosa, in strati da 2 a 10 cm, con intercalazioni di calcilutiti grigio scure, compatte, con numerose venature calcitiche e talora noduli di selce nera, a stratificazione netta da 5 a 50 cm. Sono presenti intercalazioni lenticolari di biocalcareniti gradate e laminate nerastre, passanti localmente a conglomerati e brecce dolomitiche canalizzate nella parte alta dell’unità: questi livelli risedimentati sono costituiti da strati decimetrici finemente ruditici e arenitici; oppure sono presenti banchi ruditici a supporto granulare di spessore metrico e base erosiva, privi di organizzazione interna; occasionalmente è presente una matrice pelitica bruno-nerastra, o cementi calcitici nelle cavità. Talora è possibile individuare fenomeni sinsedimentari di tipo gravitativo (slumping), (figg. 3.1.4 - 3.1.5). 42 Il contenuto fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di lamellibranchi pelagici (Halobiae spp., Posidonomya gemmellaroi),gasteropodi e lamellibranchi nani piritizzati, spirillinae, dentalina sp., radiolari, ostracodi e ammonoidi. Su base biostratigrafica i terreni appartengono al Triassico superiore (Carnico), risalenti all’incirca a 210 milioni di anni fa. Fig. 3.1.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Mufara 43 Fig. 3.1.2 – Panoramica del versante settentrionale del Monte Mufara Fig. 3.1.3 – Versante meridionale Monte Mufara: Località tipo dove è stata studiata e istituita la Fm.Mufara 44 Fig. 3.1.4 – Parte basale del Monte Mufara: calcilutiti compatte alternate irregolarmente a marne, argille marnose ,calcareniti e calciruditi Fig. 3.1.5 – Particolare di calcilutiti compatte, alternate irregolarmente a marne, ad argille marnose a calcareniti e calciruditi 45 3.2 FORMAZIONE SCILLATO 46 Tav.3.2.1 – Fm. Scillato: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960 47 FORMAZIONE SCILLATO (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960) I terreni costituenti la Formazione Scillato, in passato, prima della definitiva istituzione, sono stati descritti da diversi autori (ad es. Baldacci 1886, Trevisan 1935, etc.) sotto il nome di “calcari e dolomie con liste e noduli di selce” e in genere attribuiti al Carnico. La Formazione Scillato viene descritta Schmidt di Friedberg (1960) come una sequenza di calcari con selce, costituenti la unità litostratigrafica più antica della zona. Il limite superiore della formazione è stabilito dalle dolomie della sovrastante Formazione Fanusi, mentre il limite inferiore, nella sezione tipo, non viene riconosciuto in quanto non affiorante e ne presente nel sottosuolo. Sarà invece individuato nei dintorni di Termini Imerese, in alcuni scavi effettuati per l’acquedotto di Scillato, tale limite sembrerebbe esser rappresentato dal Flysch Carnico. La località tipo dove è stata studiata la Formazione Scillato, il cui affioramento presenta uno spessore di 513m, è data dalla parte occidentale del Monte Fanusi (3,5 Km a NE del paese di Scillato) (figg. 3.2.1 – 3.2.2). La successione dei terreni riconosciuta è costituita da: - Calcilutiti dolomitiche , compatte, grigie, nerastre o marrone chiaro, con noduli e letti di selce bruna o nerastra, ricche di venature di calcite appartenenti a più ordini differenti (fig.3.2.5), ben stratificate (5 centimetri - 2 metri) (figg.3.2.3-3.2.4); con rare intercalazioni di calcarenite grigie scure ben stratificate. Metri 188 - Calcilutiti, con strati metrici, passanti a calcareniti , a conglomerati ad elementi e matrice calcarei. A tratti intercalazioni di calcarei marnosi giallastri, grigio chiari o rossastri (fig.3.2.6), sottilmente stratificati. Metri 243 - Calcilutiti stratificate con spessori di pochi centimetri, con intercalazioni di calcareniti grigio scure, talvolta dolomitiche, con spessore compreso tra 10-100 cm. Metri 82 I fossili ritrovati nella sezione tipo sono poco determinabili a causa della diagenizzazione, sono costituiti da: alghe, brachiopodi, frammenti di crinoidi, impronte di ammoniti, lamellibranchi pelagici (Halobia sp.), Posidonomya sp., Gonodon sp., spicole di spugna, ostracodi, resti di echinodermi e molluschi, radiolari e rarissime ooliti e pseudooliti. Le faune ritrovate e le caratteristiche sedimentarie indicano una zona di sedimentazione collocata al piede della scarpata, margine di bacino. Pertanto questi terreni sono stati riferiti al Trias superiore (Norico - Carnico), risalenti all’incirca a 210 milioni di anni fa. 48 Fig. 3.2.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Scillato Fig. 3.2.2 – Fianco occidentale di Monte Fanusi: Località Tipo dove è stata istituita la Fm.Scillato 49 Fig. 3.2.3 – Successione di calcari e calcari dolomitici a liste e noduli di selce, ben stratificati in strati metrici Fig. 3.2.4 – Particolare di calcari e calcari dolomitici ben stratificati a liste e noduli di selce, della Fm.Scillato 50 Fig. 3.2.5 – Particolare di calcare dolomitico grigio, con venature di calcite Fig. 3.2.6 – Particolare di calcilutiti a strati decimetrici ed intercalazioni di calcari marnosi rossastri sottilmente stratificati 51 3.3 FORMAZIONE QUACELLA 52 Tav.3.3.1 - Fm.Quacella: Colonna Stratigrafica - Ceretti E., Ciabatti M., 1965 53 FORMAZIONE QUACELLA (CERETTI E., CIABATTI M., 1965) I terreni della Formazione Quacella, prima dell’effettiva istituzione da parte di Ceretti E., Ciabatti M., 1965, furono studiati e descritti da diversi autori. Schmidt di Friedberg et al., 1960, descrisse questi terreni come “equivalente delle formazioni di Scillato superiore e Fanusi”. Ogniben (1960) nelle dolomie di Monte Quacella segnala una fauna tipica del Retico-Hettangiano. Ceretti E., Ciabatti M., 1965 descrivono la successione di terreni costituita da: doloareniti e doloruditi a stratificazione massiva o indistinta, bianca o grigiastra, sovente vacuolare a Megalodus ed intercalazioni di livelli calcarenitici e calciruditici (figg. 3.3.3 - 3.3.4 - 3.3.5 - 3.3.6). La serie di terreni giace in continuità di sedimentazione e in concordanza sui terreni relativi alla Formazione di Portella Arena, mentre il limite superiore è dato dai terreni appartenenti alla Formazione di Pizzo Canna. La località tipo dove è stata studiata e descritta la Formazione Quacella è localizzata nell’omonimo Monte Quacella (figg.3.3.1 -3.3.2). Queste dolomie e brecce dolomitiche rappresentano depositi di scarpata e base di scarpata di piattaforma carbonatica, ambiente in cui massicce porzioni del margine della piattaforma franavano lungo ripidi versanti (corrispondenti a faglie sinsedimentarie). Questi sedimenti vengono interpretati come megabrecce dovute alla tettonica tensile infraliassica legata alla apertura della Tetide. Nelle intercalazioni calciruditiche e calcarenitiche è stato rinvenuto qualche esemplare di Cheilosporites tirolensis WÄhner, una spugna tipica del Norico. Su base biostratigrafica i terreni appartengono all’intervallo Trias superiore – Giurassico inferiore, risalenti all’incirca a 205 milioni di anni fa. 54 Fig. 3.3.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Quacella Fig. 3.3.2 – Monte Quacella: Panoramica dell'anfiteatro della Quacella, Località tipo dove è stata istituita la Fm.Quacella 55 Fig. 3.3.3 – Dolomie e brecce dolomitiche della Fm.Quacella, farinose e fortemente degradate dall’azione degli agenti atmosferici, con presenza di canaloni lungo le scarpate da dove si dipartono numerosi coni detritici Fig. 3.3.4 – Dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e vacuolari 56 Fig. 3.3.5 – Dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e farinose Fig. 3.3.6 – Particolare di dolomie e brecce dolomitiche grigie, fortemente fratturate e spesso vacuolari 57 3.4 FORMAZIONE FANUSI 58 59 Tav.3.4.1 – Fm. Fanusi: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960 FORMAZIONE FANUSI (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960) La formazione Fanusi, affiorante in diverse zone della Sicilia, prima della definitiva istituzione da parte di Schmidt di Friedberg et al.,1960, è stata studiata da diversi autori, infatti, essa corrisponde alla “dolomia retica” di Gemellaro 1882, alla “dolomia superiore” di Baldacci 1886, alla “dolomia principale” di Di Stefano 1912 e di Florida 1931, alla “dolomia retica” di Trevisan 1935 e alla “serie calcareo dolomitica di scogliera” di Ogniben 1960 e 1963. Questa formazione descritta dettagliatamente da Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – viene istituita per indicare un intervallo dolomitico giacente tra la Formazione Scillato e le sovrastanti rocce silicee della Formazione Crisanti. Come località tipo viene scelto il fianco occidentale del Monte Fanusi, presso la cima dello stesso (3,5 Km a NE del paese di Scillato), il cui affioramento presenta uno spessore di circa 200 m (figg.3.4.1 3.4.2). La successione di terreni riconosciuta è costituita da doloruditi e doloareniti gradate e laminate in strati da decimetrici al metro (tra 30cm e 5 m), bianche o giallastre, localmente vacuolari, alternate a grossi banchi di 2-3 metri di spessore di brecce dolomitiche risedimentate; inoltre sono presenti intercalazioni di dolomie calcaree, ben stratificati, grigie o biancastre (figg.3.4.3 – 3.4.4). Le dolomie e le brecce dolomitiche della Fm. Fanusi rappresentano depositi di fianco di bacino o di scarpata, ambiente in cui franavano lungo ripide scarpate (corrispondenti a faglie sinsedimentarie), massicce porzioni di una zona neritica in disfacimento. Questi sedimenti, in massima parte sterili, per la loro posizione sul terreno vengono assegnati all'intervallo Trias superiore – Lias inferiore, risalenti all’incirca a 205 milioni di anni fa. 60 Fig. 3.4.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Fanusi Fig. 3.4.2 – Fianco occidentale di Monte Fanusi: Località Tipo dove è stata istituita la Fm.Fanusi 61 Fig. 3.4.3 – Cima del Monte Fanusi: doloruditi e doloareniti biancastre, a stratificazione più o meno grossolana Fig. 3.4.4 – Dolomie Calcare, doloruditi e doloareniti in strati metrici, alternate a brecce dolomitiche risedimentate 62 3.5 FORMAZIONE CRISANTI 63 Tav.3.5.1 – Fm. Crisanti: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960 64 FORMAZIONE CRISANTI (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960) I terreni appartenenti alla Formazione Crisanti affiorano in diverse aree della Sicilia. Essa corrisponde alle Unità siliceo – calcarea di Baldacci e Schmidt di Friedberg 1959, alla Formazione calcarea – spongolitica e calcareo – radiolaritica di Ogniben 1960 e alla Formazione Sclafani Bagni di Flores 1959. Dopo le varie sinonimie la Formazione Crisanti, viene infine istituita da Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – per indicare un intervallo composto da un’alternanza di calcari detritici, spesso a sedimentazione gradata, argilliti silicee e selce stratificata. Il suo limite inferiore è rappresentato dalle dolomie della Formazione Fanusi, quello superiore dalla trasgressione della Formazione Caltavuturo. La località tipo, utilizzata per lo studio della successione litostratigrafica, è data dal vallone Crisanti sul versante meridionale del Monte Fanusi (circa 2,5 Km a Est del paese di Scillato), (figg.3.5.1 3.5.2). Nella località tipo l’affioramento presenta una potenza di circa 300 metri. Dal basso verso l’alto la successione dei terreni studiati è costituita da: - calcilutiti, spesso marnose o silicee, ben stratificate in strati spesi fino a 60 cm., di colore da grigio a verde a rosato, con intercalazioni di argilliti silicee varicolori, talvolta marnose, e letti di selce rossastra. Metri 20 - calcilutiti con noduli e letti di selce rossastra. Metri 29 - argilliti silicee e radiolariti finemente straterellate (1-10 cm), varicolori, con intercalazioni di letti di selce ben stratificata (5-10 cm) e di calcareniti ,(fig.3.5.4); talora anche straterelli di selce detritica. Metri 49 - roccia eruttiva di tipo basaltico, grigia o verdognola, spesso vacuolare, a grana fine, con zeoliti ed inclusioni calcaree, presentante un’intercalazione di una ventina di metri di tufi ben stratificati (2-30), di colore rugginoso, contenenti massi irregolari di roccia eruttiva di tipo basaltica. Metri 42 - argilliti intercalate a letti di selce rossastra, verde o biancastra, misurati fino a un metro di spessore, e verso la base a calcari detritici verdastri in strati di 20-100 cm. Metri 37 - calcareniti e calcilutiti in strati potenti fino a tre metri con noduli e letti di selce, passanti verso l’alto a breccia calcarea con cemento marnoso, (fig.3.5.3). Metri 20 - argilliti silicee e radiolariti alternate, con calcari detritici e selce stratificata; presenza di intercalazioni marnose, (fig.3.5.5). Metri 99 Il contenuto fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di alghe (Solenopora sp., Thaumatoporella sp., Clypeina jurassica, Macroporella selli) brachiopodi, lamellibranchi, gasteropodi, crinoidi (frammenti), briozoi, foraminiferi (Lingulina tenera, Dentalina mucronata, Trocholina sp.), ostracodi, coralli, idrozoi, ellipsactinia, calpionelle e abbondanti radiolari. 65 Questi depositi sono tipici di ambiente di margine di bacino - base di scarpata . Il materiale di cui sono composte le intercalazioni carbonatiche, proviene da una zona a sedimentazione neritica e/o di piattaforma carbonatica interessata dalla tettonica tensile giurassico-cretacea. La Formazione Crisanti è riferibile all'intervallo Lias superiore - Cretaceo superiore, rappresenta all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 65 e 180 milioni di anni fa. Fig. 3.5.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Crisanti 66 Fig. 3.5.2 – Vallone Crisanti: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Crisanti Fig. 3.5.3 – Particolare di bancone carbonatico ben stratificato spesso circa tre metri, costituito da brecce calcaree e calcareniti con frammenti di organismi di scogliera 67 Fig. 3.5.4 – Radiolariti, marne ed argilliti silicee varicolori finemente straterellate, sottostanti a banconi carbonatici Fig. 3.5.5 – Particolare di Radiolariti, marne ed argilliti silicee varicolori finemente straterellate 68 3.6 FORMAZIONE CALTAVUTURO 69 70 Tav.3.6.1 – Fm. Caltavuturo: Colonna Stratigrafica e Località Tipo-Schmidt di Friedberg et al., 1960 FORMAZIONE CALTAVUTURO (SCHMIDT DI FRIEDBERG et al., 1960) Questa formazione nota in diverse aree della Sicilia, prima della definitiva istituzione da parte di Schmidt di Friedberg et al., 1960, è stata descritta come: parte del “flysch eo-miocenico”- Scalia 1909; Formazione calcescistosa di Gratteri - Ogniben 1960 e 1963; Formazione calci-scistosa di Caltavuturo; Formazione Giardinello - Ceretti 1962; Formazione Barracù - Marchetti 1956 e Flores 1959. Schmidt di Friedberg nella pubblicazione - La Geologia del Gruppo Montuoso delle Madonie (Sicilia Centro-Settentrionale) (1960) – studia e descrive tali terreni per indicare un intervallo marnosocalcareo, litologicamente ricordante la cosidetta “scaglia”, trasgressivo sopra i sedimenti silicei della Formazione Crisanti e limitato verso l’alto dalle argille ad arenarie della Formazione Collesano. Come località tipo l’autore sceglie, per lo studio della successione dei terreni, Contrada Vera Luce (circa 1 Km a SO del paese di Caltavuturo), (figg.3.6.1 – 3.6.2). La successione presenta uno spessore di circa 170 metri ed è costituita, dal basso verso l’alto, dai seguenti intervalli: - calcareniti e calciruditi marnose, straterellate (5-25 cm), di colore rosso mattone o rosso vino, con intercalazioni sottili di marne più tenere, giallastra o biancastre, (figg. 3.6.3 – 3.6.4 – 3.6.5); alla base un banco di calcare brecciato grigio molto compatto (fig.3.6.6). Metri 56 - marne di color rosso vino e rosso mattone, straterellate, con frattura scagliosa; sottili intercalazioni di calcareniti. Metri 64 - marne e marne argillose grigie, verdi e giallastre, straterellate, a frattura scagliosa; anche qualche strato lenticolare di calcilutiti marnose rosse e di calcareniti. Metri 58 La fauna più diffusa, oltre ai nannofossili, è data da foraminiferi planctonici (Globorotalia aragonensis, Globorotalia linaperta, Globigerina venezuelana, Hantkenina alabamensis, Globigerina pseudovenezuelana), radiolari e spicole di spugna diffusi in tutti i livelli. Nei livelli calcarenitici si rinvengono macroforaminiferi, (Nummulites sp., Discociclina sp.) frammenti di alghe, coralli, briozoi, molluschi e gasteropodi. La sedimentazione essenzialmente pelagica, il contenuto faunistico, le strutture sedimentarie testimoniano un ambiente deposizionale tra il margine di piattaforma ed il bacino in cui correnti di fondo rielaboravano i depositi pelagici, mentre correnti di torbida ridepositavano i materiali carbonatici provenienti dal margine della piattaforma Panormide. Questi terreni vengono riferiti all'intervallo Cretaceo superiore-Oligocene, rappresentano all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 25 e 100 milioni di anni fa. Il limite superiore viene ricavato da Wezel (1966) per la sezione di Portella Colla e da Coltro (1967) per la sezione tipo (Contrada Vera Luce, Caltavuturo). 71 Fig. 3.6.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Caltavuturo Fig. 3.6.2 – Panoramica di Contrada Vera Luce: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Caltavuturo 72 Fig. 3.6.3 – A Est di Contrada Vera Luce: calcari grigi, calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre in strati centimetrici Fig. 3.6.4 – Calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre, in strati centimetrici 73 Fig. 3.6.5 – Particolare di calcari marnosi, marne e argille marnose rossastre, in strati centimetrici Fig. 3.6.6 – Banco di calcare grigio, compatto, sottostante ai calcari marnosi e alle argille marnose rossastre 74 3.7 FORMAZIONE POLIZZI 75 Tav.3.7.1 - Fm.Polizzi: Località Tipo e Sezione Geologica – Coltro R., 1963 76 Tav.3.7.2 - Fm.Polizzi: Colonna Stratigrafica – Coltro R., 1963 77 FORMAZIONE POLIZZI (COLTRO R.,1963) Questa Formazione segnalata da Ogniben (1960) è stata istituita da Coltro (1963). La Formazione Polizzi comprende parte dell’Eocene superiore segnalato da Baldacci 1886 a Polizzi, nei dintorni di Termini e nei dintorni di Caltanissetta; parte dell’Eocene studiato da Cecchia Rispoli 1909, 1910, nei pressi di Termini Imerese e Bagheria; l’Eocene studiato nei dintorni di Termini Imerese da Gemellaro 1912; la Formazione Troina di Accordi 1958, Colacicchi 1958. La sezione tipo studiata da Coltro R.,1963,è compresa tra la quota 758 a nord del paese di Polizzi Generosa (Tavoletta Polizzi III NW F.260 della Carta d’Italia) e la quota 675 subito a sud dello stesso centro abitato, con uno spessore di circa 83 m, (figg.3.7.1 – 3.7.2). E’ una successione calcareo-marnosa, costituita essenzialmente da calcilutiti e calcisiltiti centimetriche e decimetriche, laminate, talora a liste e noduli di selce, alternate a marne e marne argillose grigio chiare giallastra con intercalazioni di biocalcareniti, biocalciruditi e\o brecce a macroforaminiferi e di sottili arenarie tufitiche (figg. 3.7.3 -3.7.4). La successione tipo (Polizzi Generosa) studiata da Coltro (1963, 1967) è costituita da un’alternanza di strati con potenza complessiva di poco inferiore ai 100 m, compresa tra due unità di Argille Variegate con regolare passaggio al letto e brusco contatto tettonico al tetto. Il contenuto fossilifero di questi depositi è caratterizzato dalla presenza di foraminiferi e macroforaminiferi (nummuliti, alveoline, lepidocycline), briozoi, lamellibranchi, frammenti di echinidi e alghe. I terreni relativi alla Formazione Polizzi vengono riferiti all’intervallo Eocene superiore – Oligocene, rappresentando all’incirca un intervallo di tempo compreso tra 20 e 55 milioni di anni fa. 78 Fig. 3.7.1 – Stralcio della C.T.R 1:10.000 dell’area in cui ricade la Località tipo dove è stata istituita la Fm.Polizzi Fig. 3.7.2 – Panoramica del rilievo su cui sorge l'abitato di Polizzi Generosa: Località tipo dove è stata istituita la Fm.Polizzi 79 Fig. 3.7.3 – Periferia settentrionale di Polizzi Generosa: calcilutiti e calcisiltiti alternate a marne e argille marnose della Fm.Polizzi Fig. 3.7.4 – Particolare delle calcilutiti e marne con noduli e liste di selce della Fm.Polizzi 80 4. ANALISI E VALUTAZIONE DEL GRADO DI GEOCONSERVAZIONE DELLE SETTE EMERGENZE GEOLOGICHE, PER UNA MIGLIORE VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE SOSTENIBILE DEI GEOSITI Dopo aver appreso attraverso gli studi bibliografici l’elevato valore scientifico di queste aree, si vuole promuovere la fruizione di questi potenziali geositi, rappresentanti uno dei principali aspetti caratteristici del Geoparco delle Madonie per i loro pregi scientifici, scenici e didattici, con l’intento di far scoprire ad un pubblico anche non specialista un’altra occasione di fruizione delle bellezze naturali del territorio del parco delle Madonie. La fruizione assume un ruolo importante, in quanto una qualsiasi emergenza geologica può essere considerata un bene culturale solamente se la conoscenza dell’oggetto stesso diviene patrimonio condiviso, fruibile da parte dell’intera comunità; solo in questo caso esso diviene meritevole di essere tutelato. In alternativa l’emergenza geologica, ai fini della pianificazione territoriale, costituisce solamente un reperto isolato, parte di un catalogo. Attraverso l’analisi e la valutazione dei dati acquisiti dal rilevamento di campagna e da fonti bibliografiche, seguendo alcuni criteri fondamentali, i quali forniscono informazioni utili sul grado di conservazione, tutela e fruizione dei potenziali geositi, si propongono alcuni interventi finalizzati ad una migliore geoconservazione e valorizzazione, attraverso una fruizione eco-compatibile dei geositi, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio. 4.1 METODOLOGIA Prendendo come riferimento la “Scheda Sperimentale per l’Inventario dei Geositi Italiani” (Servizio Geologico Nazionale Dipartimento per i Servizi Tecnici Roma - Centro Documentazione Geositi Dipartimento Polis Università di Genova, 2002), sono stati tratti ed integrati alcuni elementi utili per la realizzazione di una scheda di campagna (fig.4.1.1) da usare in primo luogo come strumento per l’acquisizione in campo di alcuni dati importanti per la descrizione del grado di conservazione, tutela e fruizione delle aree, e in secondo luogo per effettuare un’analisi dei dati finalizzata a suggerire alcuni interventi utili per una fruizione sostenibile dei vari geositi. Gli elementi utilizzati nella scheda di campagna sono: - valore dell’emergenza - valutazione dello stato di conservazione e rischio del degrado - livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area - fruizione e vulnerabilità turistica Oltre ai criteri sopraccitati, utili per l’acquisizione dei dati e la successiva analisi e valutazione di essi, nella scheda di campagna viene riportato il punto e/o il percorso di osservazione utilizzato durante il rilevamento di campagna. Per fare ciò sono state adottate alcune sigle utilizzate nella “Carta dei sentieri e del Paesaggio delle Madonie” in scala 1:50.000, in particolare si elencano le sigle utilizzate: 81 S.S (Strada Statale) S.P (Strada Provinciale) S.n° (Percorso storico naturalistico n°...) S.N (Sentiero Natura) S.I (Sentiero Italia) R.T (Regia trazzera) Fig.4.1.1 - Modello di scheda di campagna adottato per l’acquisizione dei dati Alcuni dati utili per la compilazione della scheda di campagna, oltre ad essere stati acquisiti direttamente dalle osservazioni in campo, derivano dalla raccolta e studio di fonti bibliografiche e dalle riunioni effettuate, presso la sede dell’Ente Parco delle Madonie, con il dott. Pasquale Li Puma Dirigente U.O.B. n.7 “INFEA e GEOPARK”, che hanno permesso di acquisire, oltre a materiale tecnicoinformativo, una conoscenza di base degli interessi e obiettivi del Geopark delle Madonie. Infine attraverso l’analisi GIS di carte georeferenziate dei vincoli territoriali, è stato possibile acquisire i dati relativi ai vincoli territoriali insistenti nell’area oggetto di studio. 82 4.1.1 VALORE DELL’EMERGENZA Per valore dell’emergenza si intende la presenza di particolari caratteri o elementi importanti, spesso unici, utili per poter comprendere le vicende dell’evoluzione geologica del territorio. Si fornisce una valutazione sull’interesse scientifico primario suddiviso in: raro, rappresentativo ed esemplificativo. Inoltre viene valutato il grado e tipo d’interesse: scientifico, didattico e culturale riferito al contesto geografico in cui ricade il geosito. ALTRO TIPO D’INTERESSE INTERESSE SCIENTIFICO (primario e secondario) Culturale Geografico Naturalistico Didattico Geologia marina Paesistico Escursionistico Geologia stratigrafica Paleontologico Storico Geologia strutturale Paleoambientale Geominerario Pedologico Geomorfologico Petrografico Idrogeologico Sedimentologico Mineralogico Vulcanologico VALUTAZIONE INTERESSE SCIENTIFICO PRIMARIO Giudizio Codice Criterio Raro Ra L’interesse scientifico di un bene può essere valutato in base alla sua distribuzione e reperibilità geografica. Più è raro e meno reperibile sarà a livello globale. Rappresentativo Rp L’elemento, che può essere utilizzato per descrivere una forma o un processo. Esemplificativo Es L’elemento, la forma, lo strato, ecc., “migliore” del quale si dispone in un certo territorio; ad esempio una dolina completa in tutti i suoi elementi o uno strato tipo di una certa Era geologica, ecc. 83 GRADO INTERESSE SCIENTIFICO PRIMARIO Giudizio Codice Mondiale M Criterio I diversi livelli (mondiale, europeo, nazionale, regionale e locale) sono strettamente legati alla sezione relativa alla “Valutazione interesse scientifico primario” Europeo E e forniscono una indicazione non di valenza assoluta ma relativa rispetto alle informazioni disponibili sul particolare geosito. Se consideriamo ad esempio un certo affioramento, visibile Nazionale N esclusivamente in una zona, è evidente che esso sarà raro (ed automaticamente rappresentativo ed esemplificativo) e di interesse mondiale. Per contro se lo stesso tipo di Regionale R affioramento è visibile, a parità di caratteristiche, anche in altri siti in Italia e/o stranieri il suo grado di interesse scenderà a livello nazionale, regionale, e così via. Locale L 4.1.2 VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO La valutazione dello stato di conservazione e rischio di degrado del geosito è stata ottenuta osservando e valutando le condizioni dello stato attuale dei geositi e le possibili interazioni di tipo naturale e antropico che alterano lo stato di conservazione degli affioramenti rocciosi. In genere affioramenti rocciosi che presentano un buono stato di conservazione sono quelli che non sono interessati, o se lo sono in modo non accentuato, da un elevato grado di fratturazione e alterazione legato a processi naturali e/o antropici. STATO DI CONSERVAZIONE Giudizio Codice Criterio Buono B L’azione dei fattori di tipo naturale (degradazione meteorica, fenomeni gravitativi, elevato grado di fratturazione della roccia, ecc.) e antropica (elementi che deturpano e che interferiscono sulla stabilità degli affioramenti rocciosi) non hanno alterato lo stato di conservazione del bene. Discreto D Quando i fattori di tipo naturale e antropico hanno parzialmente alterato lo stato di conservazione del bene, pur mantenendo le caratteristiche rappresentative del bene geologico. Cattivo C Quando i fattori di tipo naturale e antropico hanno inciso notevolmente sullo stato di conservazione del bene, compromettendo anche la stabilità e la fruizione del sito. 84 RISCHIO DEL DEGRADO NATURALE E/O ANTROPICO Giudizio Codice Criterio Elevato En Tiene conto della suscettibilità al degrado litologico alla quale è soggetto il sito, legato alle caratteristiche intrinseche dei materiali che lo costituiscono, per la quale gli eventi naturali e/o antropici ne determinano il degrado; una formazione geologica può presentare un buono stato di conservazione, perchè tutelata, ma essere soggetta ad un elevato rischio di degrado naturale e/o antropico. Medio Mn Quando la suscettibilità al degrado, legata ad eventi naturali e/o antropici, presenta una media entità. Basso o Inesistente Bn Quando la suscettibilità al degrado da parte degli eventi naturali e/o antropici presenta un entità bassa o nulla. 4.1.3 LIVELLO DI TUTELA DELL’AREA E VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA Per livello di tutela dell’area e vincoli territoriali insistenti sull’area viene specificato se il sito rientra all’interno di un’area protetta, definendo il tipo di area e i vincoli territoriali a cui è soggetta l’area d’interesse. AREA PROTETTA IN CUI RIENTRA IL SITO ALTRI TIPI DI VINCOLO TERRITORIALE Parchi Nazionali e relativa zona (PN) Vincolo paesistico-ambientale Riserve Naturali Statali e relativa zona (RNS) Vincolo ai sensi D.Lgs. 42/04 Parchi Naturali Regionali e relativa zona (PNR) Vincolo paleontologico Riserve Naturali Regionali e relativa zona (RNR) ecc. Zone Umide Internazionali (ZUI) Siti di Interesse Comunitario (SIC) Zone di Protezione Speciale (ZPS) Zone Speciali di Conservazione (ZSC) Altre aree protette 85 LIVELLO DI TUTELA DELL’AREA Giudizio Codice Criterio Elevato Elt Il geosito ricade in un’area soggetta a vincoli territoriali. Medio Mlt Il geosito ricade parzialmente in un’area soggetta a vincoli territoriali e qualora questi fossero presenti non tutelano a pieno il valore dell’emergenza. Basso Blt Il geosito ricade in un area non soggetta a vincoli territoriali. 4.1.4 FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA La fruizione e la vulnerabilità turistica tengono conto della fruibilità del geosito e quindi delle condizioni di accessibilità ed i caratteri salienti in relazione all’accesso, alla panoramicità, alle attrezzature disponibili nell’intorno e un’ indicazione sulla stagione consigliata per la visita. Mentre la vulnerabilità turistica tiene conto della presenza di sentieri scivolosi o di roccia bagnata, la perdita di orientamento, il peggioramento delle condizioni fisiche in caso di maltempo in montagna o dell’intensificarsi di alcuni fenomeni naturali e dall’altro sino a portare a reazioni, da parte del turista, differenziate in rapporto alle sue caratteristiche fisico-tecnico-culturali (conoscenza del fenomeno, abilità, allenamento, ecc.), questi elementi determinano un aumento della vulnerabilità dell’individuo. FRUIZIONE DELL’AREA Giudizio Codice Criterio Molto facile Mf L’area è facilmente accessibile a qualsiasi tipo di visitatore (visitatore non Facile F Abbastanza difficile Ad L’area può risultare di non facile accessibilità, quindi consigliata ad un tipo di Molto difficile Md visitatore esperto e fornito di attrezzature adatte. Per esperti E attrezzato o non esperto, bambini, soggetti portatori di handicap, ecc.). ACCESSIBILITA’ AL SITO A piedi VISIBILITA’ Punto visibile da vicino Punto visibile da lontano Strada asfaltata In auto Strada sterrata SENTIERI Si Mountain bike Cavallo Presenza di sentieri No Ecc. 86 ACCESSIBILITA’ AL SENTIERO Giudizio Codice Facile Fa GRADO DI PERCORRIBILITA’ DEL SENTIERO Criterio Il sentiero attraverso è accessibile una Fd Codice Criterio Facile Fp Il sentiero è di facilmente percorribile strada carreggiabile, ciclabile, altro Difficile Giudizio lungo tutto il suo tratto. Medio Mp Il sentiero è alternato da tratti di facile sentiero, ecc. percorribilità e tratti di difficile Il sentiero non è direttamente percorribilità . accessibile attraverso altre vie. Difficile Dp Il sentiero lungo tutto il suo tratto presenta una percorribilità difficile. STAGIONE CONSIGLIATA Inverno (I) Primavera (P) Estate (E) Autunno (A) Tutto l’anno (Ta) VULNERABILITA’ TURISTICA Giudizio Codice Criterio Elevata Et Il visitatore è esposto ad una serie di rischi legati ad un’accessibilità del sito molto difficile nell’arco di tutto l’anno, con presenza di pareti rocciose poco stabili, pendii acclivi, sentieri scivolosi, roccia bagnata, ecc., con possibile perdita di orientamento a causa del peggioramento delle condizioni meteo-climatiche e/o fisiche. Media Mt L’accessibilità del sito, da parte del visitatore, può presentare dei pericoli in alcuni tratti per cause legate alla percorribilità dei sentieri, alla stabilità delle pareti rocciose o dei pendii. In alcuni periodi dell’anno a causa delle condizioni meteo-climatiche vi può essere la presenza di sentieri scivolosi o roccia bagnata. Bassa Bt I pericoli a cui è esposto il visitatore nella fruizione del sito sono bassi o nulli. o Inesistente 4.2 DATI ACQUISITI Per la consultazione dei dati acquisiti, relativi alle singole Formazioni geologiche, si rinvia all’Allegato 2. La matrice raffigurata in figura 4.2.1, racchiude tutti i dati acquisiti, riguardanti le località tipo in cui sono state studiate e istituite le sette Formazioni geologiche, secondo i criteri adottati per la compilazione delle schede di campagna. 87 88 Fig.4.2.1 – Matrice dei dati acquisiti relativi alle sette Formazioni geologiche 4.3 ANALISI DEI DATI ED INTERVENTI PROPOSTI Dalle osservazioni effettuate direttamente in campo e dall’analisi dei dati acquisiti e riportati nella precedente figura 4.2.1, è stato possibile valutare il : valore scientifico, grado di geoconservazione, tutela, fruizione e vulnerabilità turistica dei geositi (tab. 4.3.1). Formazione Mufara Formazione Scillato Formazione Quacella Aree ad elevato valore scientifico Formazione Fanusi Formazione Crisanti Formazione Caltavuturo Formazione Polizzi Formazione Mufara Aree maggiormente tutelate Formazione Quacella Formazione Fanusi Formazione Crisanti Formazione Mufara Aree con elevato grado di geoconservazione Formazione Scillato Formazione Fanusi Aree con elevato grado di fruizione Formazione Quacella Formazione Caltavuturo Formazione Mufara Formazione Scillato Formazione Quacella Aree suscettibili al degrado naturale Formazione Fanusi Formazione Crisanti Formazione Caltavuturo Formazione Polizzi Formazione Mufara Aree suscettibili al degrado antropico Formazione Caltavuturo Formazione Polizzi Aree con bassa vulnerabilità turistica Formazione Caltavuturo Formazione Polizzi Tab.4.3.1 – Tabella di valutazione dei Geositi 89 Dall’analisi dei dati acquisiti e dalla loro valutazione si deduce che: Nel caso in cui l’area presenta un particolare valore scientifico o storico-naturalistico, che in passato è stato trascurato a causa della scarsa conoscenza delle emergenze territoriali, è bene in questo caso, in aggiunta all’applicazione di un regime di tutela, attuare interventi atti alla valorizzazione e fruizione delle emergenze stesse. Nel caso in cui l’area presenta un valore scientifico o storico-naturalistico ben conosciuto, e trovandosi già sotto regime di tutela, perchè ricadente all’interno di un’area protetta, si possono promuovere interventi mirati al miglioramento della fruizione, con l’intento di estendere ad un pubblico più ampio e non specialista la conoscenza e l’importanza delle bellezze naturali dell’area. Se lo stato di conservazione dell’area è scarso o si presenta discretamente conservato, a causa di fattori ambientali o antropici che ne hanno compromesso lo stato di conservazione, è bene attuare interventi di recupero delle aree e garantire una maggiore tutela, attraverso una pianificazione territoriale mirata alla geoconservazione e valorizzazione attraverso l’ausilio di strumenti che comportino una fruizione sostenibile. Se l’area è caratterizzata da processi di tipo naturale, che ne determinano l’aspetto caratteristico principale (calanchi, forme dovute all’erosione,ecc.), e risultano poco accessibili a causa dei processi naturali in corso, è bene mantenere lo stato di tutela dell’area, garantendo il mantenimento degli attuali aspetti naturali, e mirare ad una fruizione dei siti attraverso l’utilizzo di punti di osservazione a distanza, inoltre garantendo grado di sicurezza elevato per visitatori. Se lo stato di conservazione dell’area risulta buono, ma difficilmente fruibile a causa della mancanza di sentieri e ad una scarsa accessibilità dovuta alle condizioni territoriali, si possono operare degli interventi mirati alla realizzazione di sentieri o punti di osservazione, mantenendo sempre i criteri di sostenibilità, senza modificare l’equilibrio dell’ambiente naturale. Nel caso in cui l’area presenta un ottimo stato di conservazione, inoltre facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore grazie alla presenza di sentieri, è conveniente applicare un regime di tutela che permetta, senza alcun intervento, il mantenimento degli attuali aspetti naturali dei luoghi. Quando si è in presenza di geositi di elevato valore scientifico o storico-naturalistico, ricadenti in aree non protette o nelle immediate vicinanze, un possibile intervento mirato alla geoconservazione e tutela del geosito è quello di far in modo di includere i geositi all’interno dei confini delle aree protette. Oppure proteggere le aree, attraverso dei vincoli che garantiscano il mantenimento inalterato degli aspetti naturali. Per quanto riguarda la vulnerabilità turistica è bene che il visitatore sia messo a conoscenza dei possibili rischi a cui può andare in contro durante la visita dei geositi, questo è possibile attraverso l’utilizzo di una cartellonistica adeguata che riporti tutti i possibili pericoli che si possono incontrare durante il tragitto e le relative regole di comportamento da seguire per la visita dei geositi. Si può anche 90 intervenire, fornendo anticipatamente le informazione necessarie sui possibili pericoli per la salute del visitatore, attraverso l’inserimento di queste informazioni nel sito internet del Parco oppure nelle apposite brochure dei geositi. 4.3.1 INTERVENTI GENERALI Per quanto riguarda gli interventi base da attuare nei sette potenziali geositi, è opportuno, per una migliore geoconservazione e fruizione, che tutte le aree proposte siano segnalate in situ con pannelli che indichino: il tipo di emergenza, i vincoli a cui sono sottoposte, e spieghino le motivazioni che hanno condotto alla individuazione delle aree. Le aree devono essere vincolate e conservate, come emergenze di carattere geologico ambientale, con l’obbligo del divieto di modificare lo stato dei luoghi. Ed è sempre vietato il prelievo di materiali o di semplici campioni di rocce in queste aree, fatti salvi i casi in cui sussistono motivo di studio o di ricerche, che in ogni caso debbano essere preventivamente autorizzati dall’Ente preposto. Nella realizzazione dei sentieri o punti di osservazione bisogna fare in modo di indirizzare i visitatori su determinate aree o percorsi per limitare al massimo il disturbo, e svolgere una funzione educativo/didattica realizzando dei percorsi in luoghi particolarmente suggestivi e significativi per quanto riguarda le tematiche ambientali Per una migliore fruizione del geosito, è importante che venga individuata la località in cui ricade il sito e siano fornite al turista le necessarie informazioni che ne consentano il facile raggiungimento attraverso la realizzazione di una carta dei geositi o geoturistica, nella quale oltre a fornire le informazioni per il raggiungimento dell’area, forniscano le informazioni relative alle principali caratteristiche del geosito, i vincoli insistenti nell’area con le relative regole di comportamento, i possibili punti di osservazione a distanza, i punti d’interesse culturale o storico-naturalistico, la difficoltà di accessibilità e il grado di percorribilità dei sentieri. Per una migliore valorizzazione e conoscenza del patrimonio geologico, si potrebbero pubblicare degli opuscoli, atlanti scientifici e brochure o depliant che mettano il risalto le caratteristiche geologicoambientali dell’area, inoltre dare al lettore delle informazioni mirate all’educazione ambientale e fornire indizi sui vincoli territoriali insistenti nell’area in cui ricade il geosito. In collaborazione con le scuole si potrebbero realizzare corsi di aggiornamento per gli insegnanti, in modo da portare avanti dei progetti nelle scuole per una maggiore crescita culturale, relativa ai beni geologici del proprio territorio con la finalità di dare delle informazioni ai ragazzi sul valore scientifico, storico e conservazionistico del territorio. Realizzazione di sentieri o punti di osservazione all’interno del Parco, con l'intenzione di creare iniziative a sostegno dei meno abili, in modo che il contatto con l'ambiente naturale sia possibile a chiunque e di stimolo al miglioramento della vita personale. Inoltre i musei dei comuni in cui ricadono i geositi, dovrebbero allestire al loro interno degli spazi dedicati alla valorizzazione del patrimonio geologico del territorio di appartenenza. 91 L’utilizzo di un Sistema Informativo Territoriale dei Geositi, può essere utile ai visitatori che decidono di pianificare una visita presso il Parco, per individuare percorsi e sentieri che meglio si adattano alle proprie “preferenze naturalistiche”, alla propria disponibilità di tempo e alle proprie capacità fisiche per raggiungere i vari geositi e le aree di interesse paesaggistico ad alta valenza panoramica lungo i percorsi prescelti, con la suddivisione dei percorsi consigliati per tipologia di accesso (pedonale, ciclabile, automobilistico). Inoltre lungo i percorsi rappresentati potranno essere indicati aree di sosta pubbliche e di punti di ristoro. Il sistema realizzato potrà essere messo a disposizione degli utenti finali (cittadini, turisti, ricercatori) mediante la creazione di una interfaccia web (WEBGIS), pubblicabile in rete o distribuibile su supporto multimediale (CD/DVD). Navigando l’interfaccia, l’utente potrà individuare su una base cartografica interattiva l’ubicazione dei maggiori siti di interesse geologico e di questi potrà dinamicamente conoscere tutte le relative informazioni geologiche, paleontologiche, paesaggistiche e visualizzare schede fotografiche, viste panoramiche tridimensionali, video e, ove possibile, accedere direttamente alla immagini in diretta inviate da webcam installate sul posto. Infine l’utente avrà la possibilità di scaricare direttamente dal sito dell’Ente Parco delle Madonie, le tracce georeferenziate dei percorsi e dei sentieri che intende seguire durante la sua escursione con l’indicazione puntuale dell’ubicazione dei geositi da raggiungere, in modo da poter essere interfacciati su uno strumento GPS portatile. 4.3.2 INTERVENTI SPECIFICI PER LE SETTE LOCALITÀ TIPO DOVE SONO STATE ISTITUITE LE FORMAZIONI GEOLOGICHE RICADENTI ALL’INTERNO DEL TERRITORIO DELLE MADONIE L’analisi dei dati acquisiti, ha permesso di stabilire lo stato di conservazione, tutela e fruizione dei potenziali geositi, in modo da permettere di dare delle linee guida per una migliore geoconservazione e fruizione sostenibile dell’area. 4.3.2.1 FORMAZIONE MUFARA L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i vincoli territoriali presenti. Per una maggiore valorizzazione, tutela e migliore fruizione è opportuno che l’area sia segnata in sito con pannelli che indichino: il tipo di emergenza, i vincoli territoriali a cui è sottoposta, e le motivazioni che hanno condotto alla individuazione dell’ area da vincolare. Sarebbe anche opportuno utilizzare delle tabelle che descrivano le caratteristiche geologiche, in modo comprensibile e piacevole, sia dal punto di vista grafico, sia dal linguaggio adoperato, in modo da poter essere comprensibile ad un pubblico più ampio, senza sottovalutare l’aspetto scientifico. La realizzazione di una carta dei geositi, con base topografica, estesa a tutto il Parco delle Madonie, in modo da poter avere una visione più ampia dell’area, dove vengono 92 evidenziati i punti in cui ricadono i singoli geositi, i vari punti di osservazione (geologici, storici, culturali, naturali, ecc.), i tipi di vincoli territoriali insistenti nell’area, e fornendo le informazioni relative alle principali caratteristiche geologico-ambientali del geosito, la difficoltà di accessibilità e percorribilità dei sentieri. Non devono mancare delle brochure, in cui viene rappresentato, graficamente, il percorso del sentiero da seguire per il raggiungimento del sito, con la descrizione del valore scientifico dell’emergenza e con l’indicazione dei vincoli territoriali a cui è sottoposta l’area. Nell’area sono già presenti alcuni sentieri di facile accessibilità e percorribilità, quindi i visitatori potrebbero essere indirizzati su questi determinati percorsi. Attraverso delle guide ambientali preparate sia in campo escursionistico che geologico-ambientale, si potrebbero organizzare dei gruppi escursionistici, con un numero non troppo elevato di visitatori in modo da avere una fruizione sostenibile educativo/didattica, limitando al massimo il disturbo dovuto ad una fruizione “selvaggia”. Per una visione a distanza del sito si possono utilizzare le aree di sosta poste lungo la S.P.119, S.P.113, S.P.54, oppure si potrebbero realizzare delle torri di avvistamento, con sentiero collegato e attrezzate di binocoli, utili sia per la fruizione che per la sorveglianza e la ricerca scientifica. Queste torri potrebbero essere utili per i meno abili, dotate di un percorso di accesso per disabili e di un ascensore che permette di accedere ad una piattaforma posta ad una certa altezza da cui si può vedere tutto. Per i bambini, nonché per le scolaresche, si potrebbero organizzare dei sentieri didattici con l’ accompagnamento di una guida ambientale, che spieghi l’importanza del valore naturalistico e geologico-ambientale dell’area, descrivendo, in modo semplice e chiaro, i processi geologici che in passato hanno caratterizzato l’area e che hanno portano alla formazione delle rocce che costituiscono il territorio delle Madonie. Si potrebbe utilizzare la cava dismessa , che si trova tra Portella Colla e Portella Arena, come area di sosta attrezzata, per la sosta e/o per lo svolgimento di attività didattiche, in quanto le aree dismesse danno la possibilità di osservare la struttura geologica generalmente coperta, che in questi casi è stata messa a nudo dall’attività estrattiva, con la possibilità di poter osservare numerosi fossili di notevole importanza o comunque interessanti per attività didattiche o turistiche. Infine si potrebbero digitalizzare i tracciati dei sentieri che portano al geosito, e inserirli nel sito del Parco delle Madonie, in modo che chi volesse visitare il geosito, potrebbe scaricare tale file ed importarli nei programmi che si interfacciano con i ricevitori GPS. Sarà quindi possibile trasferire la traccia sul navigatore portatile, con tutte le informazioni relative al sito, come tracciato da seguire sul campo. Naturalmente molti sentieri già presenti non potrebbero prestarsi per questo di tipo di fruizione in quanto bastano a volte pochi metri di roccia, o un bosco particolarmente fitto, per oscurare il segnale di uno o più satelliti, rendendo meno precise, o a volte addirittura inefficaci, le operazioni di orientamento del GPS. 93 4.3.2.2 FORMAZIONE SCILLATO E FANUSI Il versante occidentale del Monte Fanusi rappresenta la località tipo in cui sono state istituite, la Formazione Scillato e la Formazione Fanusi. L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i tipi di vincoli territoriali insistenti sull’area. E’ possibile promuove e valorizzare il patrimonio geologico dell’area, nell'ambito della conservazione del bene, attraverso la fruizione pubblica sostenibile come elemento didattico dei luoghi di interesse geologico e dei paesaggi geologici. Per una migliore conoscenza e accessibilità del geosito è opportuno inserire in rete (sito internet del Parco delle Madonie) i dati relativi alla descrizione delle caratteristiche peculiari del geosito, inoltre si potrebbero inserire i percorsi GPS derivanti dalla digitalizzazione dei tracciati dei sentieri. Si possono realizzare delle brochure nelle quali viene rappresentata graficamente la traccia dei percorsi dei sentieri, con inserita la descrizione del valore scientifico dell’emergenza, l’indicazione dei vincoli territoriali a cui è sottoposta l’area, i punti di osservazione a distanza e i punti d’interesse storico e/o naturalistico presenti nell’area. In situ è importante l’utilizzo di pannelli che indicano nell’area la presenza del geosito, con le relative descrizioni delle caratteristiche geologiche e storico-naturalistiche del sito. Infine è sempre utile l’inserimento del sito in una carta a grande scala dei geositi all’interno del Parco, in cui è evidenziato il punto in cui ricade il singolo geosito, il tracciato dei sentieri , i vari punti di osservazione e tutti punti d’interesse storico e naturalistico che si incontrano durante il percorso. Per la fruizione del sito sono presenti due sentieri di facile accessibilità e media percorribilità, tra i quali rientra un sentiero Italia (S.I.9), questi potrebbero essere utilizzati per la fruizione del presente geosito. L’utilizzo di guide ambientali sarebbe utile per una fruizione sicura e didattica, sia per gli adulti che per i bambini, con l’organizzazione di gruppi escursionistici, con un numero non troppo elevato di visitatori in modo da avere una fruizione sostenibile, limitando al massimo il disturbo dovuto a una presenza eccessiva di visitatori. Per i meno abili si potrebbero adeguare i sentieri, in modo da soddisfare determinate esigenze, e creare delle apposite aree di osservazione attrezzate con alcuni servizi adeguati. Per una visione a distanza del sito si possono utilizzare le aree di sosta poste lungo la S.P.9 bis, inoltre si gode di un’ottima visione del sito dai borghi Eras presenti nell’area. Il sito è anche visibile dalla stazione di servizio Esso che si trova nell’autostrada Pa-Ct A19. 94 4.3.2.3 FORMAZIONE QUACELLA Il sito presenta un discreto stato di conservazione, e rappresenta un esempio didattico per la visualizzazione di processi di degradazione meteorica su dolomie (figg.4.3.2.3.1-4.3.2.3.2). L’accentuata erosione dovuta a fenomeni di tipo naturale, ha contribuito a dare forma alla caratteristica struttura ad anfiteatro del Monte Quacella. L’area si presenta ben tutelata e conservata, visto i vincoli territoriali insistenti sull’area. E’ sempre consigliabile cartografare, su una carta dei geositi del Parco, il sito con i relativi sentieri che ne consentano la fruizione, associati con i vari punti di osservazione e i punti di interesse culturale e/o storico-naturalistici. La realizzazione di file, dei percorsi digitalizzati dei sentieri, inseriti sul sito internet del Parco delle Madonie, in modo da poter essere scaricati e interfacciati nei navigatori portatili, in modo da rendere la visita più semplice e divertente. E’ importante anche la realizzazione di una brochure, con le relative indicazioni utili per il raggiungimento dell’area, dove è rappresentata la traccia dei percorsi dei sentieri e le relative vie di accesso, con infine i punti di osservazione a distanza e i punti d’interesse storico-naturalistici presenti nell’area. E’ sempre utile riportare una descrizione sugli gli aspetti geologici caratteristici e storico-culturali dell’area, con richiami relativi ai vincoli territoriali a cui è sottoposta l’area, con riferimento alle principali regole di comportamento è utile per una migliore fruizione sostenibile. E’ bene attrezzare l’area in prossimità del geosito con pannelli, che descrivono e indicano il sito d’interesse. La presenza di sentieri nell’area, tra i quali il Sentiero Geologico n°1, consentono una facile fruizione, con vari punti di osservazione a distanza posti lungo la S.P.119. La presenza di una cava dismessa, ubicata nell’area compresa tra Portella Colla e Portella Arena, rappresenta un ottimo punto di sosta panoramico, per poter osservare e fotografare l’Anfiteatro della Quacella. Infatti si riesce ad apprezzare al meglio, la bellezza di questa particolare forma, da un punto di osservazione a distanza. Infine percorrendo i sentieri è possibile osservare le rocce caratterizzanti la Fm.Quacella e individuare i processi che hanno dato origine al paesaggio. Attraverso l’utilizzo di guide ambientali è possibile far conoscere ai visitatori le caratteristiche geologiche dell’area ed i meccanismi naturali che modellano il rilievi, e inoltre utili per gestire al meglio la fruizione turistica. 95 Fig.4.3.2.3.1 – Monte Quacella: processi di degradazione meteorica nelle dolomie Fig.4.3.2.3.2 – Disgregazione meccanica delle dolomie, con conseguente caduta massi e detrito 96 4.3.2.4 FORMAZIONE CRISANTI Lo stato di conservazione del sito è discreto, considerando il grado di vulnerabilità elevato, dovuto a fenomeni di tipo naturale (fig.4.3.2.4.1). Il sito è localizzato in prossimità del Vallone Crisanti ed è soggetto a tutti quei fenomeni di origine naturale che contribuiscono all’evoluzione nel tempo di un corso d’acqua. Per una migliore fruizione del sito, si consiglia evidenziare l’area su una carta dei geositi del Parco delle Madonie. A questo dovrebbe seguire la realizzazione di una brochure, dove si riportano le indicazioni per il raggiungimento del sito, e i punti di osservazione a distanza e d’interesse storiconaturalistico presenti nell’area. Inoltre non deve mancare una descrizione delle caratteristiche geologiche e storico-culrurali dell’area, con riferimenti ai vincoli territoriali insistenti nell’area e le norme di comportamento da seguire. L’area in prossimità del geosito dovrebbe essere attrezzata di pannelli che localizzano e descrivano il geosito. Nell’area non sono presenti dei sentieri utili per la fruizione del geosito, e vista la posizione geografica in cui ricade il sito, sarebbero di difficile realizzazione e percorribilità. Un possibile punto di osservazione, è l’area di sosta lungo la S.S.120 in prossimità del ponte che attraversa il Vallone Crisanti (fig.4.3.2.4.2). Da questo punto si gode di un ottima visione del Vallone Crisanti, con la possibilità di osservare e fotografare alcuni affioramenti rocciosi. La seguente area di sosta attualmente potrebbe ospitare un numero massimo di 3-4 automobili, oppure un singolo pulman turistico. Eseguendo alcuni interventi di decespugliamento della piazzola di sosta, dalla vegetazione cresciuta spontaneamente, si otterrebbe una superficie più ampia in grado di ospitare più visitatori. L’utilizzo di una guida ambientale sarebbe utile per gestire il numero di visitatori e anche per garantire una fruizione sostenibile educativo/didattica. La risalita a piedi lungo il Vallone Crisanti è consigliabile a visitatori attrezzati e che abbiano una certa esperienza nel campo escursionistico. Fig.4.3.2.4.1 – Vallone Crisanti: degrado dovuto a fenomeni naturale di tipo gravitativo, per la presenza di strati ad elevata pendenza e soggetti a crolli e scorrimenti traslativi, con presenza di detrito lungo i versanti 97 Fig.4.3.2.4.2 – Strada Statale S.S.120: area di sosta in prossimità del ponte che attraversa il Vallone Crisanti, possibile punto di ossservazione 98 4.3.2.5 FORMAZIONE CALTAVUTURO Lo stato di conservazione dell’area è influenzato soprattutto da fattori di tipo antropico, inoltre l’area non ricade all’interno del territorio del Parco delle Madonie, e questo influisce sullo stato di tutela e conservazione dell’area. L’area si presenta abbastanza antropizzata e a causa di alcuni recinti risulta poco fruibile per una visione ravvicinata degli affioramenti rocciosi. E non mancano in alcuni casi situazioni di degrado, come ad esempio la presenza di automobili abbandonate e discariche abusive di materiale inerte (fig.4.3.2.5.1). Quindi sarebbe necessario un maggior controllo dell’area per quanto riguarda il degrado antropico, mentre per una migliore accessibilità di alcune aree bisognerebbe disporre di appositi permessi, in quanto alcuni affioramenti rocciosi ricadono all’interno di proprietà private o aree delimitate da recinti (figg.4.3.2.5.3-4.3.2.5.4). L’azione dei fattori di tipo naturale svolge il suo normale decorso di modellamento morfologico dell’area, anche se si osservano dei manufatti di natura antropica, in particolare delle briglie di consolidamento disposte l’ungo l’alveo degli impluvi per limitare l’erosione dei torrenti e stabilizzare gli alvei (fig.4.3.2.5.2). Per una migliore fruizione sostenibile del geosito, è preferibile attrezzare l’area di pannelli che localizzano e descrivano il geosito, con riferimento alle regole di comportamento da seguire. La realizzazione di una brochure che descriva le caratteristiche geologiche e storico-naturalistico dell’area, con inclusa una cartina guida utile per la localizzazione del sito, una rappresentazione grafica delle tracce dei sentieri, dei punti di osservazione a distanza e degli eventuali punti di interesse storico-culturale. Sarebbe anche utile la digitalizzazione dei percorsi dei sentieri, in modo da poter scaricare dal sito dell’Ente Parco delle Madonie i file da utilizzare nei navigatori portatili, ciò consentirebbe una migliore fruizione del geosito. Nell’area è presente una Regia Trazzera (R.T.326), che consente in parte, la fruizione del sito in modo ravvicinato. Essa è facilmente accessibile dalla S.S.120 e dalla S.P.58, solamente il tratto iniziale accessibile dalla S.S.120 costeggia un breve tratto dell’area d’interesse. Si potrebbe realizzare un sentiero che si diparte da questa trazzera in modo da consentire una migliore fruizione dell’area, seguendo sempre i criteri di sostenibilità. Lungo la S.S.120 in prossimità del ponte che attraversa il Torrente Caltavuturo, vi è un ottimo punto di osservazione a distanza, che è in grado di ospitare un piccolo numero di visitatori. Un ottimo punto panoramico, senza limiti per il numero di visitatori, è il paese di Caltavuturo che affacciandosi direttamente su contrada Vera Luce offre un ottima visibilità. Si potrebbe proporre al Comune di Caltavuturo, di realizzare presso un loro museo, un’area dedicata alla geologia del territorio di Caltavuturo, esponendo campioni di roccia caratteristici della Formazione Caltavuturo, descrivendo e rappresentando, attraverso delle ricostruzioni grafiche, l’evoluzione geologica del territorio delle Madonie e le caratteristiche dei litotipi che caratterizzano la Formazione Caltavuturo. Il tutto potrebbe essere associato a delle guide ambientali, che potrebbero accompagnare e guidare i visitatori direttamente nell’area del geosito, e all’interno del museo stesso, fornendo elementi di educazione ambientale e illustrare le caratteristiche geologico-ambientali dell’emergenza geologica. 99 Fig.4.3.2.5.1 – Degrado di tipo antropico: discarica abusiva di materiale inerte e auto abbandonate Fig.4.3.2.5.2 – Briglie di consolidamento per ridurre l'erosione degli alvei dei torrenti 100 Fig.4.3.2.5.3 – Scarsa accessibilità dovuta alla rigogliosa vegetazione Fig.4.3.2.5.4 – Scarsa accessibilità dovuta alla presenza di proprietà private delimitate da recinti 101 4.3.2.6 FORMAZIONE POLIZZI La località tipo dove è stata istituita la Formazione Polizzi ricade alla base del rilievo su cui sorge l’abitato di Polizzi Generosa. Lo stato di conservazione del sito è discreto, considerando il grado di vulnerabilità elevato, dovuto ai fenomeni di tipo naturale. L’area in passato è stata interessata da fenomeni gravitativi, infatti, per prevenire probabili danni al sovrastante centro abitato, sono state poste in opera, lungo le scarpate poste a Nord e ad Ovest del centro abitato, delle reti zincate romboidali di protezione e delle barriere paramassi (fig.4.3.2.6.1). Il grado di antropizzazione dell’area è abbastanza elevato, inoltre l’area non ricade all’interno del territorio del Parco delle Madonie, incidendo sullo stato di conservazione e tutela dell’area dal punto vista geologico-naturalistico. Per una migliore fruizione del sito, sarebbe opportuno attrezzare l’area con pannelli che localizzano e descrivano il geosito, inoltre si consiglia di evidenziare l’area su una carta dei geositi del Parco delle Madonie. E’ sempre utile la realizzazione di una brochure, dove si riportano le indicazioni per il raggiungimento del sito, i punti di osservazione a distanza e d’interesse storico-naturalistico presenti nell’area, con una descrizione delle caratteristiche geologiche e storico-culrurali dell’area e con riferimenti ai vincoli territoriali insistenti nell’area e le regole di comportamento da seguire. Nell’area non sono presenti sentieri utilizzabili per la fruizione del geosito visto le caratteristiche morfologiche dell’area e la posizione geografica in cui ricade il sito. E’ possibile osservare da vicino i litotipi caratterizzanti la Formazione Polizzi, in alcuni affioramenti rocciosi situati all’interno del centro abitato di Polizzi Generosa e lungo i bordi della S.P.119 (fig.4.3.2.6.2). Un ottimo punto di osservazione all’interno del centro abitato, dove è presente un esteso affioramento roccioso, si trova in prossimità della piazzola adiacente alla stazione di servizio ERG, in grado di ospitare un buon numero di visitatori e mezzi di trasporto. Un ottima visione panoramica, di tutto il rilievo, costituito dalla rocce della Fm.Polizzi, su cui giace il centro abitato di Polizzi Generosa, è possibile lungo le aree di sosta della S.S.643, in prossimità del tratto posto ai piedi del rilievo stesso. Si potrebbe dedicare, all’interno di un museo del Comune di Polizzi Generosa, un’area riservata alla geologia del territorio dello stesso Comune, esponendo campioni di roccia caratteristici della Formazione Polizzi con relative descrizioni e rappresentazioni grafiche dell’evoluzione geologica del territorio delle Madonie. Infine con l’ausilio di alcune guide ambientali è possibile guidare i visitatori all’interno del museo e direttamente nei siti in cui affiora la Formazione Polizzi. 102 Fig.4.3.2.6.1 – Strada Statale S.S.643 : Rete di protezione lungo le pareti del rilievo su cui sorge il centro abitato di Polizzi Generosa Fig.4.3.2.6.2 – Polizzi Generosa: affioramento di rocce costituenti la Fm.Polizzi all’interno dell’omonimo centro abitato 103 CONCLUSIONI Le Località tipo, dove sono state istituite le sette formazioni geologiche, non presentano situazioni di estremo degrado dovuto a fattori naturali o/e antropici. Solo in particolari situazioni, specie per i geositi che ricadono al di fuori dei limiti del Parco delle Madonie (Formazione Polizzi e Formazione Caltavuturo), si rileva un degrado di tipo antropico, che nello stesso tempo implica una maggiore difficoltà di accesso e fruizione degli stessi geositi. In questo caso si propongono interventi mirati al miglioramento del grado di geoconservazione e valorizzazione di queste aree attraverso una fruizione eco-compatibile, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile del territorio. Per i geositi ricadenti all’interno dei confini del Parco delle Madonie si ha un elevato grado di tutela. In queste aree il degrado dovuto a fattori antropici può essere soprattutto legato all’eccessivo afflusso turistico. Un esempio tipico risulta essere l’area di Monte Mufara che, oltre a rappresentare la Località tipo dove è stata istituita la Formazione Mufara, nel periodo invernale è soggetta ad un elevato afflusso turistico per la presenza di un impianto sciistico. In questo caso si incentra maggiormente l’attenzione su interventi mirati alla regolamentazione della fruizione, in modo da limitare il disturbo dovuto ad una fruizione “selvaggia”. Nelle aree nella quale sono state istituite la Formazione Quacella e la Formazione Crisanti, si evidenzia un degrado dovuto soprattutto a fenomeni di tipo naturale. Nel caso della Formazione Crisanti, l’azione di degrado dovuta agli agenti naturali, caratterizza la normale evoluzione del reticolo idrografico dovuto a processi fluvio-carsici. Nel caso della Formazione Quacella, i fattori morfogenetici di origine naturale, modellano il versante occidentale dell’omonimo monte conferendogli il caratteristico aspetto ad Anfiteatro. Da qui la scelta, per entrambi i casi, di non effettuare interventi che possano mutare lo stato naturale dei luoghi, ma interventi mirati a regolare un tipo di fruizione che sfrutti i sentieri già presenti nell’area, oppure all’individuazione e utilizzo di punti di osservazione a distanza, utili sia per non apportare modifiche sostanziali al territorio e sia per ridurre il grado di vulnerabilità dei visitatori, che è determinato dai rischi a cui il potenziale turista può andare soggetto, strettamente connessi alle condizioni meteorologiche e geomorfologiche. Le aree in cui ricadono i geositi risultano facilmente accessibili grazie alle efficienti strutture viarie presenti nel territorio. La presenza di sentieri per un’osservazione più ravvicinata non è garantita in tutti i geositi, in questo caso si opta ad un ampliamento o modifica della rete sentieristica, in modo che i percorsi dei sentieri possano passare nelle aree in cui ricadono i potenziali geositi; nel caso in cui non vi fossero le condizioni ideali per la realizzazione dei sentieri si consiglia l’individuazioni di determinate aree da utilizzare come punti panoramici. Il tutto da realizzare evitando che l'insieme degli elementi da cui dipende l'esistenza del bene sia modificato fino a determinare una riduzione permanente della sua esistenza. 104 BIBLIOGRAFIA • Articoli pubblicati in riviste e raccolte ABATE B., DI CARA A., GRECO G., NIGRO F. – Relazione Geologica del Parco delle Madonie. Piano territoriale del Parco delle Madonie, Ente Parco delle Madonie – Regione Sicilia (rapporto interno). AGNESI V., DI MAGGIO C., GAGLIANO C. – Relazione Geomorfologica del Parco delle Madonie. 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ENTE PARCO DELLE MADONIE - Vademecum delle attività esercitabili nel Parco delle Madonie. 106 • Riferimenti disponibili su siti internet A Petralia il 5° convegno della rete europea di parchi geologici - Anche un museo interattivo nel Geopark delle Madonie. http://www.ateneonline-aol.it/041029alebAPsmf.html (ultimo accesso: aprile 2007) Beigua geopark http://www.parcobeigua.it/geopark/itinerari.html (ultimo accesso: aprile 2007) Brandolini P., Farabollini P., Motta L., Motta M, Pambianchi G., Pelfini M., Piccazzo M. - Metodologia di studio per la definizione della pericolosità e la stima del rischio geomorfologico in aree a fruizione turistica http://www.dst.unito.it/bacheca/erratici/ristur.html (ultimo accesso: maggio 2007) Catalogo delle formazioni geologiche italiane http://www.accordo-carg.it/presentazione.html (ultimo accesso: maggio 2007) Conservazione del patrimonio geologico, dal Parco il bilancio d’attività sull'adesione alla Rete internazionale dei Geoparchi. 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Inoltre le rocce costituenti la Fm. Mufara rappresentano le più antiche rocce affioranti all’interno del Parco delle Madonie (la base della successione Panormide). (Es) – Per quanto riguarda l’interesse geologico-stratigrafico, il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la Fm.Mufara, dove è possibile osservare il gruppo di rocce che la costituiscono. Dal punto di vista geologico-strutturale è possibile osservare, terreni più antichi che sovrascorrono su terreni più recenti, in particolare la sovrapposizione tettonica delle rocce appartenenti alla Fm.Mufara sul Flysch Numidico (N) – Questa Formazione è accettata da tutta la comunità scientifica e in particolare dal settore geologico, in modo da poter essere utilizzata come strumento per la conoscenza della geologia di una determinata area del territorio italiano, riconoscendo e definendo un particolare gruppo di rocce, attribuendogli le caratteristiche indicate nella descrizione di questa particolare Formazione geologica. (B) – Nonostante sia possibile notare un degrado dovuto a fenomeni di tipo naturale, lo stato di conservazione del sito è buono, l’area ricade all’interno della Zona A del Parco delle Madonie, e questo garantisce una maggiore tutela dell’area, soprattutto per quanto riguarda l’influenza dei fattori antropici. (Mn) - I fattori antropici che possono influenzare lo stato di conservazione dell’area, sono legati alla mole di turisti ospitata durante la stagione invernale, infatti l’area è attrezzata di una stazione sciistica con relativi servizi turistici. I fattori di degrado naturale a cui è suscettibile l’area sono legati a processi di tipo gravitativo (frane di crollo e caduta di detrito), da fenomeni di disgregazione fisica e dissoluzione chimica (processi crioclastici, di nivazione e carsici), e infine al dilavamento da parte delle acque superficiali. Questi costituiscono i principali agenti di modellamento dei rilievi calcari dell’area. (Elt) – Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade all’interno della zona A del Parco delle Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali. PNR (Zona A), ZPS, SIC Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85) (F) – L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore, inoltre vi è la presenza di servizi turistici per i visitatori. Fruizione dell’area Sentieri Accessibilità al sentiero Grado di percorribilità del sentiero Accessibilita’ al sito Visibilita’ Stagione consigliata Vulnerabilita’ turistica (Si) – Sono presenti almeno tre diversi sentieri che permettono di risalire e costeggiare la base del Monte Mufara, tra questi ultimi vi è il sentiero Geologico n°1. (Fa) – I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la S.P.119, la S.P.113 e la S..P.54 (Mp) – Il grado di percorribilità, per alcuni sentieri, è variabile lungo tutto il loro tratto, si alternano tratti a facile percorribilità e tratti a difficile percorribilità, in questi ultimi la difficoltà sta nell’accentuata pendenza e alla presenza di detrito che rende il percorso scivoloso. Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza, nel caso in cui si volesse osservare i litotipi, affioranti sul Monte Mufara, da vicino, è possibile farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri. Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza. (P, E, A) - L’area è fruibile tutto l’anno, se si vogliono osservare gli affioramenti caratterizzanti la formazione, e la località tipo in cui è stata istituita la Fm. Mufara, si sconsiglia la fruizione durante la stagione invernale, in quanto la presenza di neve potrebbe limitare la visione. (Mt) – I rischi alla quale può andare incontro il turista, che desidera osservare da vicino il sito, sono legati ai possibili fenomeni naturali che potrebbero verificarsi in determinate condizioni meteo-climatiche, come la perdita di orientamento dovuta alla presenza di nebbia, oppure, nel caso in cui piovesse, i sentieri potrebbero essere scivolosi. Tuttosommato se il turista mantiene delle buone regole di comportamento e sicurezza, senza avventurarsi a percorsi alternativi, che non siano i sentieri già presenti, non dovrebbe andare incontro a dei rischi che potrebbero compromettere la propria sicurezza. FORMAZIONE SCILLATO Punto/percorso di osservazione: Base della cima del Monte Fanusi, S.P.9 bis, Sentiero (S.I.9), Borgo Eras B-C VALORE DELL’EMERGENZA Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) Altro tipo d’interesse Valutazione interesse scientifico primario Grado interesse scientifico primario VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO Stato di conservazione Rischio del degrado naturale e/o antropico VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA Livello di tutela dell'area Area protetta in cui rientra il sito Altri tipi di vincolo territoriale FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA Fruizione dell’area Sentieri Accessibilità al sentiero Grado di percorribilità del sentiero Accessibilita’ al sito Visibilita’ Stagione consigliata Vulnerabilita’ turistica 1) Geologico-stratigrafico 2) Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - Esempio didattico di processi fluvio-carsici che determinano l’approfondimento vallivo e l’evoluzione del reticolo idrografico. Inoltre nell’area è possibile osservare dei rilievi strutturali. (Es) - Il sito rappresenta la località tipo nella quale è stata studiata e istituita la Fm.Scillato, dove è possibile osservare il gruppo di rocce che la costituiscono. (N) - La successione di rocce che costituisce la Fm.Scillato, come avviene per tutte le formazioni istituite, a sua volta accettate dalla comunità scientifica, è utilizzata come strumento di paragone per la conoscenza della geologia di una determinata area del territorio italiano. (B) – Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di tipo naturale, che a sua volta ne caratterizzano la bellezza stessa del sito. L’area ricade nella Zona A e B del Parco delle Madonie, questo garantisce un livello di tutela medio-alto. Per il resto il sito presenta un buono stato di conservazione. (Mn) – L’area localizzata lungo le pendici del Monte Fanusi presenta una suscettibilità legata a un degrado di tipo naturale, in particolare ad agire sono fenomeni di disgregazione fisica e dissoluzione chimica (processi crioclastici, di nivazione e carsici) che sommati all’erosione meccanica dovuta allo scorrimento delle acque superficiali danno forma a delle incisioni vallive. Processi di tipo gravitativo possono dare luogo a frane di crollo e caduta di detrito. (Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade all’interno della zona A e B del Parco delle Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali. PNR (80% Zona A - 20% Zona B), ZPS, SIC Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85) (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. (Si) - Sono presenti due sentieri, tra i quali un Sentiero Italia (S.I.9) che permette di risale il Monte Fanusi, inoltre alcuni brevi tratti di sentiero portano direttamente alla base delle pareti sub-verticali che costituiscono la vetta dello stesso monte. (Fa) - I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la S.P.9 bis, che dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato) porta sino al centro abitato di Collesano. (Mp) – I sentieri presentano un grado di percorribilità variabile lungo tutto il loro tratto, con tratti la cui percorribilità varia da facile a difficile, in questi ultimi la difficoltà è dovuta nell’accentuata pendenza e alla presenza di detrito che rende il percorso scivoloso. Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza, inoltre la presenza di varie aree di sosta lungo la S.P.9 bis consente un’ottima visione della cima del Monte Fanusi, nel caso in cui si volesse osservare più da vicino, è possibile farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri. Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza. (P, E, A) - Le stagioni consigliate per una migliore visione degli affioramenti e della località tipo dove è stata istituita la Formazione Scillato, sono: autunno, primavera e estate. (Mt) – Il turista può andare incontro a dei rischi nel caso in cui si trovasse a percorrere i sentieri in presenza di pioggia o neve, in quanto questi potrebbero diventare troppo scivolosi. La presenza di nebbia o pioggia abbondante può essere causa di perdita di orientamento, inoltre condizioni climatiche sfavorevoli possono provocare l’innesco di caduta massi o/e detrito. FORMAZIONE QUACELLA Punto/percorso di osservazione: S.P.119, Sentieri (S.I.3, S.N.2, S.n°16, Sentiero Geologico n°1) VALORE DELL’EMERGENZA Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) Altro tipo d’interesse Valutazione interesse scientifico primario Grado interesse scientifico primario VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO Stato di conservazione Rischio del degrado naturale e/o antropico VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA Livello di tutela dell'area Area protetta in cui rientra il sito Altri tipi di vincolo territoriale FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA 1) Geologico-stratigrafico, Geomorfologico 2) Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - Rappresenta un esempio didattico per l’osservazione dei processi di degradazione meteorica su dolomie. (Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la Formazione Quacella. Dal punto di vista geomorfologico, il versante occidentale di Monte Quacella assume una forma ad anfiteatro, una grande scarpata dovuta al distacco di imponenti masse rocciose e modellata da processi di degradazione meteorica di tipo crioclastico. (N) – La successione di rocce che costituisce la Fm.Quacella, è utilizzata a livello nazionale come strumento di confronto per definire le caratteristiche litologiche e geologiche di una determinata area. (D) - Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di tipo naturale, che a sua volta hanno contribuito a formare la caratteristica struttura ad anfiteatro. Le dolomie si presentano farinose e fortemente degradate a causa dell’azione degli agenti atmosferici. Sono presenti profondi canaloni da cui si dipartono numerosi coni e colate di detrito. Inoltre non sono rari i distacchi di imponenti masse rocciose. L’area ricade nella Zona A del Parco delle Madonie, questo garantisce un livello di tutela alto, soprattutto per quanto riguarda lo stato di conservazione e il possibile degrado dovuto a fattori di tipo antropico. (En) – L’area di Monte Quacella, è costituita da rocce dolomitiche o dolomitico-calcaree, facilmente degradabili. Le condizioni climatiche rigide di alta quota, determinano l’innesco fenomeni di disgregazione meccanica delle rocce, dovuta a crioclastismo, con produzione di notevoli quantità di detrito di dimensione variabile. I Processi di approfondimento fluviale, generano lungo i versanti dei profondi canaloni. Inoltre la presenza di pendii fortemente inclinati determina l’innesco di frane di tipo crollo, con l’accumulo di materiale detritico sotto forma di falde e coni di detrito. (Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade all’interno della zona A del Parco delle Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali PNR (Zona A), ZPS, SIC Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85) (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. Fruizione dell’area Sentieri Accessibilità al sentiero Grado di percorribilità del sentiero Accessibilita’ al sito Visibilita’ Stagione consigliata Vulnerabilita’ turistica (Si) – Nell’area sono presenti diversi sentieri che permettono di visionare il sito da vicino, costeggiando la base dell’ Anfiteatro della Quacella sino a raggiungere i punti posti a quote più alte. (Fa) – I sentieri sono facilmente accessibili dalla S.P.119 che da Polizzi Generosa arriva a Piano Battaglia e dalla S.P.54 che da Petralia Sottana arriva a Piano Battaglia. (Fp) – I sentieri presentano un facile grado di percorribilità , a tratti faticosi a causa della pendenza accentuata. Il sito è accessibile in auto, e percorrendo la S.P.119 si gode al meglio la visione della struttura ad anfiteatro del Monte Quacella, mentre se si vuole osservare da vicino le caratteristiche litologiche e naturalistiche del sito, è possibile farlo proseguendo a piedi attraverso i sentieri. Il sito è visibile sia da vicino che a distanza. (P, E, A) - Se si vogliono osservare gli affioramenti caratterizzanti la Formazione e la località tipo in cui è stata istituita la Fm. Quacella, durante la stagione invernale, a causa della presenza di neve o ghiaccio le condizioni di visibilità accessibilità ai sentieri, non sarebbero tra le migliori. (Mt) – I rischi alla quale potrebbe essere soggetto il turista, che decide di visionare il sito percorrendo i sentieri, sono dovuti alla caduta massi e detrito, soprattutto se le condizioni meteoclimatiche non sono favorevoli. Tali rischi potrebbero aggravarsi se si decidesse di esplorare l’area attraverso altre vie che non siano i sentieri già presenti, soprattutto in presenza di nebbia o pioggia intensa, che a sua volta potrebbero essere causa di perdita di orientamento. FORMAZIONE FANUSI Punto/percorso di osservazione: Base della cima del Monte Fanusi, S.P.9 bis, S.S.643, Sentiero (S.I.9), Borgo Eras B-C VALORE DELL’EMERGENZA Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) Altro tipo d’interesse Valutazione interesse scientifico primario Grado interesse scientifico primario VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA Stato di conservazione (Mn) – L’area localizzata in prossimità della vetta del Monte Fanusi presenta una suscettibilità legata a processi di tipo gravitativo (frane di crollo e caduta di detrito), alla disgregazione fisica e dissoluzione chimica (processi Rischio del degrado naturale e/o antropico crioclastici, di nivazione e carsici) . (Elt) - Il livello di tutela dell’area è elevato visto che ricade all’interno della zona A e B del Parco delle Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali. Livello di tutela dell'area Area protetta in cui rientra il sito Altri tipi di vincolo territoriale FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA 1) Geologico-stratigrafico 2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - Esempio didattico di processi fluvio-carsici che determinano l’approfondimento vallivo e l’evoluzione del reticolo idrografico. Inoltre nell’area è possibile osservare dei rilievi strutturali. (Es) - Il sito rappresenta la località tipo nella quale è stata studiata e istituita la Fm.Fanusi, dove è possibile osservare il gruppo di rocce che la costituiscono. (N) - La successione di rocce che costituisce la F.m.Fanusi, è utilizzata come strumento di confronto per la conoscenza della geologia di una determinata area del territorio italiano. (B) – Il sito è soggetto all’erosione dovuta a fenomeni di tipo naturale L’area ricade nella Zona A e B del Parco delle Madonie, questo garantisce un livello di tutela medio-alto, per quanto riguarda il rischio dovuto al degrado antropico. In conclusione il sito presenta un buono stato di conservazione. Fruizione dell’area Sentieri Accessibilità al sentiero Grado di percorribilità del sentiero PNR (80% in Zona A - 20% Zona B), ZPS, SIC Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85) (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. (Si) - E’ possibile accedere alla cima del Monte Fanusi attraverso due sentieri, tra i quali rientra un Sentiero Italia (S.I.9). Inoltre alcuni brevi tratti di sentiero portano direttamente alla base delle pareti sub-verticali che costituiscono la vetta del Monte Fanusi. (Fa) - I sentieri sono facilmente accessibili attraverso la S.P.9 bis, che dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato) porta sino al centro abitato di Collesano, e dalla S.S.643 che dall’uscita Scillato porta al centro abitato di Polizzi Generosa. (Mp) – Il grado di percorribilità dei sentieri è variabile lungo tutto il loro tratto, infatti in alcuni tratti i sentieri hanno pendenze più accentuate che sommati alla presenza di detrito rendono il percorso particolarmente scivoloso. Stagione consigliata Il sito è accessibile in auto per una visione a distanza, inoltre la presenza di varie aree di sosta lungo la S.P.9 bis e la S.S.643 consente un’ottima visione della cima del Monte Fanusi, nel caso in cui si volesse osservare più da vicino le caratteristiche litologiche della Formazione, è possibile farlo proseguendo a piedi lungo i sentieri. Il sito è osservabile sia da vicino che a distanza. (P, E, A) - Le stagioni consigliate per una migliore visione degli affioramenti e della località tipo dove è stata istituita la Formazione Fanusi, sono: autunno, primavera e estate. Vulnerabilita’ turistica I rischi alla quale può andare in contro il turista, possono essere causati dalla presenza di tratti di sentieri a difficile percorribilità, e dalle condizioni climatiche sfavorevoli che ne accentuerebbero la difficoltà di percorribilità.. Mentre la presenza di nebbia o pioggia abbondante può essere causa di perdita di orientamento. Accessibilita’ al sito Visibilita’ FORMAZIONE CRISANTI Punto/percorso di osservazione: S.S.120, lungo il Vallone Crisanti VALORE DELL’EMERGENZA VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA 1) Geologico-stratigrafico 2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - Area interessata da forme strutturali e fluviocarsiche di interesse scientifico e didattico. Altro tipo d’interesse (Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la Formazione Crisanti., in cui è possibile osservare la Valutazione interesse scientifico primario successione di rocce che la costituiscono. (N) – Utile per la ricostruzione della storia geologica dell’area Madonita. Di particolare interesse oltre alla dettagliata e ben conservata successione calcareo-silicomarnosa mesozoica le intrusioni basaltiche legate a vulcani mesozoici. Grado interesse scientifico primario (D) – Il sito presenta un discreto stato di conservazione. L’area è localizzata lungo il Vallone Crisanti, e i processi erosivi dovuti a fenomeni di tipo naturale sono continuamente attivi. L’area ricade all’interno delle Zone B e D del Parco delle Madonie, garantendo un medio livello di tutela dell’area. Stato di conservazione (En) – La posizione geografica del sito, ricadente in prossimità del Vallone Crisanti, sommata alla giacitura a “franapoggio” degli strati rocciosi, rendono il sito molto vulnerabile all’azione dei fenomeni naturali. L’area è soggetta a fenomeni gravitativi (crolli, scorrimenti traslativi, caduta di detrito) e all’azione dei processi fluvio-carsici, che determinano l’approfondimento del Rischio del degrado naturale e/o antropico Vallone. (Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio-alto visto che ricade all’interno della zona B e D del Parco delle Madonie, inoltre nell’area insistono altri vincoli territoriali. Livello di tutela dell'area PNR (60% Zona D - 40% Zona B), ZPS, SIC Area protetta in cui rientra il sito Area vincolata ai sensi dell'art.136 e 142 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39; ex L.431/85) Altri tipi di vincolo territoriale (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. Fruizione dell’area (No) - Non sono presenti dei sentieri nelle immediate vicinanze dell’area, vista la posizione in cui ricade il sito. Sentieri ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Accessibilità al sentiero //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Grado di percorribilità del sentiero Il sito è accessibile in auto tramite la S.S.120, la presenza di un’area di sosta situata subito prima del ponte che attraversa il Vallone Crisanti consente un’ottima visione del sito. Nel caso in cui si volesse osservare più da vicino le caratteristiche litologiche della Formazione, è possibile farlo proseguendo a piedi lungo il Vallone stesso, ma le condizioni di percorribilità non sono tra le migliori, sia per la fitta vegetazione, sia per la particolare conformazione Accessibilita’ al sito dell’area e la possibilità di caduta massi o detrito. Visibile sia da vicino che a distanza. Visibilita’ (Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno. Stagione consigliata (Bt) – Grazie al fatto che nella S.S.120, in prossimità del Vallone Crisanti, è presente un’area di sosta, con la possibilità di osservare da vicino gli affioramenti rocciosi, i rischi a cui è soggetto il turista si riducono al minimo. Solo nel caso in cui il turista decidesse di avventurarsi a percorrere la valle del torrente, la sicurezza del visitatore sarebbe compromessa, visto i seri pericoli a cui andrebbe incontro, a causa dell’azione dei fenomeni naturali alla quale è sottoposta l’area. Vulnerabilita’ turistica Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) FORMAZIONE CALTAVUTURO Punto/percorso di osservazione: Centro abitato di Caltavuturo, S.S.120, S.P.58, R.T.326 VALORE DELL’EMERGENZA VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA 1) Geologico-stratigrafico 2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - L’area rappresenta un esempio didattico per l’osservazione di piccoli rilievi strutturali “cuesta” (vedi Cozzo Ebreo e Cozzo Rosso), nonché per l’osservazione di una valle morta sospesa, dovuta alla deviazione del Torrente Caltavuturo e dell’evoluzione del reticolo fluviale. Altro tipo d’interesse (Es) - Il sito rappresenta la località tipo dove è stata istituita la Formazione Caltavuturo, dove è possibile osservare la Valutazione interesse scientifico successione di rocce che la costituiscono. primario (N) – Di utile interesse scientifico per la ricostruzione dell’evoluzione geologica del territorio delle Madonie, inoltre confrontare le caratteristiche litologiche di questa particolare formazione, può essere utile per comprendere le caratteristiche Grado interesse scientifico primario geologiche di una determinata area. (D) – L’area presenta un discreto stato di conservazione. Non ricadendo all’interno del Parco delle Madonie, è meno soggetta a determinati vincoli territoriali, infatti è possibile osservare situazioni di degrado dovuti all’azione antropica. Non si notano particolari influenze dovute all’azione dei fenomeni di tipo naturale, svolgendo la loro normale azione di modellamento del paesaggio. E’ presente una copertura vegetale tipica della “macchia mediterranea” (olivo, olivastro, ginestra, ecc.), con alto grado di naturalità. Stato di conservazione (En) - L’azione erosiva dovuta ai fenomeni naturali è dovuta al modellamento dei rilievi attraverso processi fluviali e di dilavamento superficiale, che contribuiscono alla normale evoluzione del reticolo idrografico. L’area si presenta abbastanza antropizzata, sono frequenti i recinti che delimitano porzioni di terreno, rendendo poco fruibile l’area, e non mancano situazioni di degrado antropico (auto abbandonate e/o discariche abusive di materiale inerte). Lungo gli impluvi è possibile osservare la Rischio del degrado naturale e/o presenza di alcuni interventi da parte dell’uomo (Briglie). antropico (Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio-basso visto che non ricade all’interno dell’area del Parco delle Madonie, anche se nell’area insistono altri tipi di vincoli territoriali. Livello di tutela dell'area Il sito non ricade all’interno di un' area protetta. Area protetta in cui rientra il sito Area vincolata ai sensi dell'art.136 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39) Altri tipi di vincolo territoriale (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. Fruizione dell’area (Si) – E’ presente in prossimità del sito una Regia Trazzera (R.T.326), che consente, in parte la fruizione del sito in modo ravvicinato. Sentieri (Fa) – Il sentiero è facilmente accessibile dalla S.S.120 e dalla S.P.58, strutture viarie che collegano tra loro i Comuni di Caltavuturo e Sclafani Bagni. Accessibilità al sentiero (Fp) – Il sentiero presenta un grado di percorribilità facile, presenta dei tratti moderatamente faticosi a causa della variazione Grado di percorribilità del sentiero di pendenza e dal tipo di copertura pedonabile. Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) Accessibilita’ al sito Visibilita’ Stagione consigliata Vulnerabilita’ turistica Il sito, situato nei pressi di Contrada Vera Luce, è facilmente accessibile in auto attraverso la S.S.120, dove è presente un’area di sosta che favorisce la visione a distanza. Per osservare il sito in modo più ravvicinato, è possibile proseguire a piedi attraverso la R.T.326, dove un breve tratto della trazzera ricade all’interno dell’area d’interesse, per poi allontanarsi. Avvicinarsi a determinati affioramenti è difficoltoso a causa della folta vegetazione e delle recinzioni. Altro accesso è possibile dalla S.P.58 che si collega all’ingresso meridionale della R.T.326, in questo caso le distanze per raggiungere il sito sono maggiori. Il sito è visibile sia da vicino che a distanza, in particolare dal centro abitato di Caltavuturo si gode di un’ottima visione dell’area. (Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno. (Bt) – Visto che, dal centro abitato di Caltavuturo, si gode di un ottima visione del sito, i rischi a cui è soggetto il turista si riducono al minimo se non nulli. Solo nel caso in cui il turista decidesse di osservare più da vicino il sito, percorrendo tratti che vanno oltre la già presente trazzera, potrebbe andare in contro a dei rischi legati alla difficile accessibilità dei luoghi. FORMAZIONE POLIZZI Punto/percorso di osservazione: Centro abitato di Polizzi Generosa, S.S.643, S.P.119 VALORE DELL’EMERGENZA Interesse scientifico (primario (1) e secondario (2)) Altro tipo d’interesse Valutazione interesse scientifico primario Grado interesse scientifico primario VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E RISCHIO DI DEGRADO DEL GEOSITO Stato di conservazione Rischio del degrado naturale e/o antropico VINCOLI TERRITORIALI INSISTENTI SULL’AREA Livello di tutela dell'area Area protetta in cui rientra il sito Altri tipi di vincolo territoriale FRUIZIONE E VULNERABILITÀ TURISTICA Fruizione dell’area Sentieri Accessibilità al sentiero Grado di percorribilità del sentiero Accessibilita’ al sito Visibilita’ Stagione consigliata Vulnerabilita’ turistica 1) Geologico-stratigrafico 2)Sedimentologico, Paleoambientale, Naturalistico (Didattico) - Esempio didattico di una successione calcareo marnosa. (Es) – Località tipo dove è stata istituita la Formazione Polizzi, in cui è possibile osservare una successione calcareo marnosa. (N) – Successione calcareo marnosa caratterizzante la Formazione Polizzi, essa descrive un intervallo di tempo compreso tra l’Eocene sup. – Oligocene. (D) – Lo stato di conservazione del sito è discreto, l’area d’interesse non ricade all’interno del territorio del Parco delle Madonie, ma in parte ricade in una Zona di Protezione Speciale (ZPS) . Ciò fa dedurre che allo stato attuale il sito non è soggetto a molti vincoli territoriali che ne garantiscano una maggiore tutela. L’area è interessata da fenomeni franosi di tipo crollo, infatti, sono state poste in opera, lungo le scarpate poste a Nord e ad Ovest del centro abitato, delle reti zincate romboidali di protezione e delle barriere paramassi. (En) – La località tipo dove è stata istituita la Formazione Polizzi ricade alla base del rilievo su cui sorge l’abitato di Polizzi Generosa. L’area in passato è stata interessata da fenomeni gravitativi: frane di crollo, scorrimenti rotazionali, colamenti e frane di tipo complesso, arealmente molto estese. Vista la posizione in cui ricade il sito, il grado di antropizzazione è elevato. Sono stati eseguiti alcuni interventi finalizzati al consolidamento delle pareti rocciose. (Mlt) - Il livello di tutela dell’area è medio, essa non ricade all’interno dell’area del Parco delle Madonie, ma parte dell’area ricade in una Zona di Protezione Speciale (ZPS), inoltre nell’area insistono altri tipi di vincoli territoriali. ZPS (10%) Area vincolata ai sensi dell'art.136 del D.Lgs.42/04 (ex L. 1497/39) (F) - L’area è facilmente fruibile a qualsiasi tipo di visitatore. (No)- A causa della conformazione morfologica dell’area, non sono presenti sentieri, solamente alcuni brevi tratti di trazziera. /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Il sito è accessibile in auto attraverso la S.S.643 che dall’autostrada Pa-Ct A19 (uscita Scillato) porta sino al centro abitato di Polizzi Generosa, e dalla S.P.119 che da Polizzi Generosa porta a Piano Battaglia. Lungo la S.S.643, nel tratto ricadente in prossimità del rilievo su cui sorge il Comune di Polizzi Generosa, è presente un esteso affioramento della Fm.Polizzi., ma non sono presenti aree di sosta, viste le dimensioni ridotte della carreggiata stradale, che consentono la fermata dei mezzi di trasporto, in modo da poter osservare da vicino gli affioramenti rocciosi. E’ possibile una visione da vicino all’interno del centro abitato, dove affiorano i litotipi della Fm.Polizzi, e lungo i bordi della S.P.119, in prossimità del tratto iniziale posto all’uscita del Comune di Polizzi Generosa. Una visione panoramica è possibile lungo le aree di sosta della S.S.643, situate nel tratto posto ai piedi del rilievo su cui sorge Polizzi Generosa. Il sito è visibile sia da vicino che a distanza. (Ta) - Il sito è fruibile in tutte le stagioni dell’anno. (Bt) – Per l’osservazione del sito, sia a distanza che da vicino, non sono presenti particolari rischi per la sicurezza del turista.
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