CISTEAMINA BITARTRATO PIÙ N- ACETILCISTEINA

CISTEAMINA BITARTRATO PIÙ NACETILCISTEINA, UNA SPERANZA ANTI
LIPOFUSCINOSI CEROIDE NEURONALE
13 luglio 2014
In uno studio pilota effettuato su bambini affetti da lipofuscinosi ceroide neuronale (nota anche
come malattia di Batten) la terapia combinata cisteamina bitartrato e N-acetilcisteina ha
determinato:
1) un ritardo dell’evoluzione verso lo stato vegetativo (evidenziato da un quadro
elettroencefalografico [EEG] isoelettrico);
2) una deplezione, al microscopio, di GROD (depositi granulari osmiofili) ossia accumuli neuronali
lisosomiali di due lipidi: lipofuscina e ceroide;
3) benefici soggettivi riferiti dai genitori e dai medici. Questi risultati, pubblicati online su Lancet
Neurology, forniscono una guida per future valutazioni di terapie sperimentali.
«La lipofuscinosi ceroide neuronale infantile rappresenta una devastante malattia neurodegenerativa
da accumulo lisosomiale causato da mutazioni nel gene PPT1, che codifica per la palmitoil-proteina
tioesterasi 1» premettono i ricercatori, guidati da Sondra W. Levin, dell’Eunice Kennedy-Shriver
National Institute of Child Health and Human Development (NICHD). «Avevamo già evidenziato
che la fosfocisteamina e l’N-acetilcisteina mediano la deplezione ceroide in cellule di coltura tratte
da pazienti con questa malattia. Il nostro scopo ora era quello di verificare se la combinazione di
cisteina orale bitartrato e N-acetilcisteina portasse beneficio in questa popolazione di pazienti».
Per questo studio pilota sono stati considerati eleggibili per l’inclusione bambini di età compresa tra
6 mesi e 3 anni d’età con lipofuscinosi ceroide neuronale con, tra le sette mutazioni PPT1, una delle
due maggiormente letali. Tutti i pazienti sono stati reclutati tramite invii di medici. I pazienti hanno
ricevuto cisteamina bitartrato per via orale (60 mg/kg/die) e N-acetilcisteina (60 mg/kg/die) e sono
stati valutati ogni 6-12 mesi fino a quando non avessero manifestato un EEG isoelettrico o fossero
troppo malati per essere trasportati.
I pazienti sono stati anche valutati mediante elettroretinografia, risonanza magnetica (RM)
cerebrale, spettroscopia in risonanza magnetica (RMS) e analisi in microscopia elettronica di
leucociti per GROD. I pazienti sono stati inoltre sottoposti a esame medico e a valutazione del
neurosviluppo secondo la scala di Denver. Gli outcome sono stati confrontati con la storia naturale
riferita della lipofuscinosi ceroide neuronale nell’età infantile e con quella dei fratelli maggiori
affetti.
«Tra il 14 marzo del 2001 e il 30 giugno del 2012 abbiamo reclutato 10 bambini con lipofuscinosi
ceroide neuronale. Uno di questi è stato perso al follow-up dopo la prima visita e nove (cinque
femmine e quattro maschi) sono stati seguiti per un periodo compreso tra 8 e 75 mesi» affermano
Levin e collaboratori. «Gli esami RM hanno evidenziato anomalie simili a quelle riscontrate ad altre
in precedenti rapporti: il volume cerebrale e l’acido N-acetil-aspartico erano costantemente
diminuiti, ma non erano disponibili per un confronto studi pubblicati quantitativi RM o RMS».
«Nessuno dei bambini ha acquisito nuove capacità correlate allo sviluppo» proseguono gli autori «e
la loro funzione retinica è diminuita progressivamente. Però il tempo medio all’EEG isoelettrico (52
mesi, SD 13) è stato maggiore di quanto descritto in precedenza (36 mesi). Alla prima visita di
follow-up, i leucociti periferici in tutti e 9 i pazienti hanno dimostrato virtualmente una completa
deplezione di GROD. I genitori e i medici hanno riferito una minore irritabilità, una maggiore
attenzione, o entrambe, in 7 pazienti. Non si sono avuti eventi avversi correlati al trattamento tranne
lieve fastidio gastrointestinale in 2 pazienti, che è scomparso quando la cisteamina bitartrato in
forma liquida è stata sostituita dalla formulazione in capsule.
Questo studio rappresenta a nostra conoscenza il primo report di un follow-up sistematico a lungo
termine e monitoraggio di diversi parametri al fine di valutare la progressione della lipofuscinosi
ceroide neuronale infantile.
«Abbiamo notato che l’atrofia cerebrale è progredita in tutti i pazienti anche dopo l’inizio della
terapia di combinazione, ma la mancanza di dati quantitativi in letteratura impedisce di stabilire se il
trattamento ha limitato tale progressione» commentano gli autori, che estendono lo stesso concetto
al progressivo deficit di concentrazione di acido N-acetil-aspartico in 2 sedi anatomiche studiate
mediante MRS. «Cionondimeno le misure dettagliate nei nostri studi potranno servire come
biomarker quantitativo rispetto al quale futuri trattamenti per questa malattia potranno essere
confrontati e valutati».
Arturo Zenorini
Levin SW, Baker Eh, Zein WM, et al. Oral cysteamine bitartrate and N-acetylcysteine for patients
with infantile neuronal ceroid lipofuscinosis: a pilot study. Lancet Neurol, 2014 Jul 2. [Epub ahead
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