TITOLO LUOGO E DATA ORGANIZZATORE Banche cooperative: un modello per finanziare l’economia reale 1 dicembre 2014 Comitato economico e sociale europeo, Bruxelles Confederazione Internazionale delle Banche Popolari (CIBP) RELAZIONE Il 1° dicembre si è svolta a Bruxelles una conferenza sul rapporto stretto tra le banche cooperative e le PMI e sull’importante ruolo giocato dagli strumenti finanziari e dalle normative europee in questo ambito. La parola per l’introduzione è stata lasciata a Bernard HUBERDEAU (Segretario generale della CIBP) e a Daniel CALLEJA CRESPO (Direttore Generale, Commissione europea, DG Impresa e industria). Huberdeau ha innanzitutto sottolineato l’importanza del dialogo costante tra PMI e banche cooperative – tra l’altro incoraggiato e intrattenuto dalla stessa CIBP – al fine di evitare che le banche rivolgano troppo la loro attenzione ad attività diverse rispetto a quelle naturali legate all’erogazione di prestiti alle PMI. Quest’ultime traggono a loro volta vantaggio dalla loro relazione privilegiata con le banche cooperative, che durante la crisi sono andate controcorrente continuando a concedere credito alle imprese. Calleja Crespo, sulla falsariga di quanto già detto da Huberdeau, ha a sua volta messo in evidenza il ruolo centrale giocato dalle banche cooperative durante la crisi; infatti, in un’epoca caratterizzata da un accesso al credito estremamente difficile per più di 23 milioni di PMI, i prestiti erogati dalle banche cooperative non solo non sono diminuiti, ma sono addirittura aumentati. Inoltre – ha aggiunto Calleja Crespo - per evitare la stagnazione economica è in questo momento fondamentale che vi sia un rilancio degli investimenti. Proprio in quest’ottica, il Presidente della Commissione europea Jean-Claude JUNKER ha lanciato un piano di investimenti da 300 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati. Secondo le previsioni più ottimistiche ogni euro pubblico dovrebbe avere un buon effetto moltiplicatore e mobilizzare circa 15 euro di fondi privati. Per questo bisognerà utilizzare al meglio gli strumenti finanziari nel periodo 2014-2020, come il programma COSME o Horizon 2020. Le banche cooperative sono a questo proposito molto importanti perché hanno stabilito nel corso degli anni un rapporto di fiducia con le PMI. In Spagna, ad esempio, è stato lanciato un progetto grazie al quale le PMI potranno ricevere direttamente dalle loro banche di fiducia informazioni riguardo al programma COSME, essendo l’accesso all’informazione circa le possibilità di finanziamento uno dei principali problemi per le PMI. La giornata è poi stata organizzata intorno a due tavole rotonde sui seguenti temi: (1) una prima valutazione dei nuovi strumenti finanziari dell’UE per le PMI; (2) regulation: incentivo o impedimento alle banche cooperative che finanziano le PMI? 1. Una prima valutazione dei nuovi strumenti finanziari dell’UE per le PMI Ha introdotto questa prima tavola rotonda Geert VAN DER HORST (Segretario generale del gruppo UNICO), il quale – oltre a ribadire l’importanza della relazione tra PMI e banche cooperative soprattutto nella difficile congiuntura economica creata dalla crisi – ha invitato i rappresentanti delle banche presenti in sala a semplificare le procedure di erogazione dei crediti e a rinforzare i loro rapporti con le PMI; con l’apporto dell’UE, infatti, le banche dovranno in futuro condurre più azioni di condivisione del rischio e di finanziamento delle PMI. Ha poi concluso il suo intervento citando l’illustre Albert Camus: “Non camminare davanti a me, potrei non riuscire a seguirti; non camminare dietro di me, non saprei dove condurti; cammina al mio fianco e sii mio amico”. Questa dovrebbe essere l’attitudine delle banche cooperative nei confronti delle PMI. Riguardo alle azioni concrete dell’UE nell’ambito degli strumenti finanziari è poi intervenuto Ciprian CRISTEA (Head of Unit, Commissione europea, DG Impresa e industria). La Commissione, in risposta alla diminuzione dei prestiti in termini assoluti negli ultimi anni, ha lanciato per il periodo 2014-2020 tutta una serie di programmi e di rispettivi strumenti finanziari. Tra questi Cristea ha ricordato, ad esempio, “Creative Europe”, “InnovFin” (nel quadro di Horizon 2020) e COSME, il primo programma dell’UE con un focus esclusivo sulle PMI. Riguardo a quest’ultimo programma, Cristea ha sottolineato che la Commissione non lavora direttamente con le PMI, ma opera attraverso degli intermediari finanziari. Gli strumenti finanziari del programma europeo COSME possono ovviamente essere combinati con strumenti regionali o nazionali. Un esempio di strumento finanziario sviluppato nel quadro del programma COSME è lo strumento di garanzia dei prestiti, che si rivolge ad intermediari finanziari che vogliano lanciare nuovi prodotti con un focus su aziende con profili di rischio che l’intermediario non accetterebbe senza garanzie esterne, come appunto quelle offerte dal COSME. Questo strumento può inoltre essere mobilizzato nel caso in cui l’impresa voglia aumentare il volume del credito, senza che l’intermediario finanziario manifesti la stessa volontà. Un secondo strumento finanziario nel quadro del programma COSME è quello degli equity per le imprese che intendono crescere. In conclusione, Cristea ha inviato i presenti a consultare il sito dell’EEN (Entreprise Europe Network) e la pagina web www.access2finance.eu per consultare le calls che saranno aperte di qui al 2020. Ha completato il discorso sugli strumenti finanziari Rémi CHARRIER (European Investment Fund-EIF/FEI), il quale ha innanzitutto fatto una puntualizzazione sulla differente missione della BEI rispetto al FEI. La BEI (Banca Europea degli Investimenti) è una banca valutata tripla A che eroga a prezzi interessanti prestiti e liquidità alle banche a condizione che queste adottino obiettivi politici in linea con quelli dell’UE. Il FEI, invece, concede alle banche garanzie che coprano i prestiti che queste erogano ai loro clienti. Così, qualora il beneficiario del credito non potesse pagare, la banca può rivolgersi al FEI. In conclusione, Charrier ha invitato i presenti a rivolgersi direttamente a lui o ai suoi colleghi per avere chiarimenti a questo proposito e per stabilire eventuali collaborazioni con il FEI. È in seguito intervenuto Miro FIORDI (Amministratore delegato del “Credito Valtellinese”) che ha introdotto nella discussione il punto di vista delle banche cooperative stesse. In un primo tempo egli ha messo in evidenza i punti di forza di queste banche, che sono il fatto di finanziare l’economia reale, di aver dimostrato una buona resistenza durante la crisi e di avere un rapporto privilegiato con le PMI. Per questo motivo, secondo Fiordi, le nuove regole europee in materia bancaria dovrebbero riservare un trattamento speciale alle banche cooperative, presa in considerazione la loro importanza per il rilancio dell’economia europea. Si è poi concentrato sull’istituto bancario da lui diretto, il Credito Valtellinese (Creval), operante in 11 regioni italiane. In particolare in seguito alle difficoltà emerse nel periodo della crisi economica e finanziaria, Creval ha cominciato a rivolgere un’attenzione crescente agli strumenti finanziari messi a disposizione dall’UE. Grazie a questi strumenti sono stati negli ultimi anni sviluppati diversi prodotti finanziari, come strumenti di risk-sharing e di cartolarizzazione trasferita su strumenti di credito per PMI di medio livello. Inoltre, in collaborazione con la Regione Lombardia, è stato sviluppato il prodotto “CreditoAdesso”. Si tratta di esempi che mostrano come intrattenere relazioni strette con le istituzioni europee possa permettere ad una banca di piccole dimensioni di adempiere al proprio compito primario, quello di finanziare l’economia reale. Infine, Fiordi ha sottolineato l’importanza di creare, in materia di strumenti finanziari europei, specialisti che operino nelle banche sul territorio al fine di rendere l’accesso a questi fondi più facile per gli imprenditori. In conclusione di questa prima tavola rotonda, ha preso la parola Gilbert REYBEROLE, Presidente delle SOCAMA, la cui missione è quella di facilitare l’accesso al credito delle PMI sostituendo una garanzia collettiva solida a garanzie individuali a volte troppo deboli. Mentre le banche popolari, prima di erogare crediti, analizzano i rischi finanziari, la SOCAMA analizza i rischi professionali e il profilo dell’imprenditore. Reyberole ha concluso il suo intervento e la tavola rotonda mattutina mettendo in evidenza il fatto che anche per le SOCAMA il partenariato con il FEI si è rivelato negli ultimi anni indispensabile. 2. Regulation: incentivo o impedimento alle banche cooperative che finanziano le PMI? L’assenza di regolamentazione in materia bancaria e finanziaria è stata identificata come una delle cause dell’insorgere e dell’aggravarsi della crisi economica degli ultimi anni. Per questo motivo sono state recentemente adottate a livello europeo tutta una serie di provvedimenti con l’obiettivo di dare al settore bancario delle regole più stringenti. Nella tavola rotonda pomeridiana gli oratori hanno quindi condiviso con i presenti la loro visione su questa operazione di regolamentazione del settore e sull’impatto che questa ha avuto e avrà sulle banche cooperative. Peter FAROSS (Segretario della European Association of Craft, Small and Medium-sized Enterprises-UEAPME), dopo aver puntualizzato il fatto che il settore bancario andasse necessariamente regolamentato, ha manifestato delle riserve circa l’impatto delle norme adottate sulle banche cooperative. In particolare Faross teme che queste norme possano impedire alle banche cooperative di essere nelle condizioni di realizzare il loro mandato e di erogare credito. Per questo motivo a suo parere bisognerebbe operare una differenziazione tra le norme che si applicano alle grandi e alle piccole banche. Anche Sergio GATTI (Direttore generale della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo) ha affermato che a suo parere la regolamentazione del settore bancario ha disproporzionatamente colpito le banche cooperative, restringendo potenzialmente la loro capacità di erogare credito. Gatti ha poi nuovamente sottolineato i punti di forza delle banche cooperative, che hanno radici locali, non hanno la necessità di massimizzare i profitti a breve termine e hanno una politica fondata sul rapporto di fiducia con il cliente. Per questo motivo rappresentano il partner privilegiato per le PMI, che sono a loro volta il motore dell’economia europea. È infine intervenuto Niall BOHAN (Head of Unit, Commissione europea, DG Markt) che ha introdotto nel dibattito la visione della Commissione. Dopo aver messo in evidenza come quest’ultima abbia da sempre sostenuto la differenziazione nel settore bancario e quindi le banche cooperative, ha aggiunto che anche queste debbano – come ogni altra tipologia di istituto bancario – essere ben capitalizzate. Ha inoltre sottolineato che le banche cooperative non sono esenti da responsabilità in materia di crisi finanziaria; essendo attive sul territorio, infatti, hanno contribuito alla trasmissione della crisi a livello locale. Per questo motivo la Commissione, nei suoi tentativi di regolamentazione del settore bancario, sta facendo uno sforzo di equilibrio tra l’eguale trattamento tra istituti bancari e la proporzionalità, in modo da regolamentare anche il settore delle piccole banche senza impedire loro di operare. LINK: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.events-and-activities-banks-smes DISPONIBILITÀ SLIDES REPERIBILI AL SITO ESEGUITO DA: Marianna Moioli UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected] SI NO X
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