Il programma con le schede (pdf - 186 KB)

da venerdì 10 a domenica 26 ottobre
(feriali ore 21:00; domenica ore 16:30; lunedì 13 e 20 riposo)
PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI - TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
CARMELA E PAOLINO
varietà sopraffino
di José Sanchis Sinisterra
traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli
con Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo
arrangiamenti e musiche originali Mario Pagano
scene e costumi Tobia Ercolino
luci Alberto Mariani
musiche eseguite dal vivo da
Marco Bucci-pianoforte; Ruben Chaviano-violino; Simone Ermini-sassofono e clarinetto
assistenti alla regia e figuranti Mattia Rigatti e Samuele Picchi
movimenti coreografici Stefano Silvestri e Cinzia Cascianini
collaboratore alla traduzione Josep Anton Codina
performing rights of the author are managed by The Agency QDEQUINTANILLA
"Ay, Carmela" di José Sanchis Sinisterra racconta la vicenda di due oscuri attori di varietà che nel
1938, durante la guerra civile spagnola, cadono prigionieri dei falangisti e sono costretti, loro
malgrado, ad improvvisare per le truppe uno scalcinato ma esilarante spettacolo dal tragico esito
finale. Con “Carmela e Paolino” il regista Angelo Savelli, d'accordo con l'autore, ha compiuto
un'operazione di adattamento di questo acclamato testo spagnolo trasportandone l'azione
nell'Italia del 1944, in piena seconda guerra mondiale, in uno sperduto paese della provincia
abruzzese invaso dalle armate tedesche.
La parte centrale del testo originale è occupata dal ricordo dello spettacolo di varietà improvvisato
da Carmela e Paolino per le truppe d'occupazione. Anche qui è stata compiuta un'operazione di
adattamento i cui riferimenti stilistici sono diventati schiettamente italiani: Nino Taranto, Totò, la
Magnani, Macario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Rascel ecc.
"Carmela e Paolino" è uno spettacolo sulla “memoria” e sulla “dignità umana” ma al tempo stesso
è uno spettacolo, comico, popolare e musicale, un'accattivante performance per due consumati
attori brillanti, quali Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo, che, accompagnati dal vivo da tre
musicisti e grazie ad un ben congegnato meccanismo drammatico, possono cimentarsi su più piani
espressivi (recitazione, canto, coreografia) e con una ricca gamma di toni interpretativi che vanno
dal farsesco al tragico.
Lo spettacolo è stato negli anni '90 uno dei maggiori successi della compagnia Pupi e Fresedde
che, per ben otto anni, lo ha portato in tournée in Italia, in Europa e in Sud America.
da giovedì 30 ottobre a domenica 2 novembre
(feriali e sabato 1 ore 21:00 - domenica ore 16:30)
International Visual Theatre
LONDON MIME THEATRE - NOLA RAE (Inghilterra)
NAPOLEONE IN FUGA
inseguito dai conigli
regia John Mowat
scene Matthew Ridout
musica Peter West
costumi Alannah Small
Duecento anni fa, Il 4 maggio 1814, Napoleone sbarcava all'isola d'Elba dove restò esiliato per
dieci mesi. Abbiamo colto l'occasione di ricordare questo evento attraverso uno spettacolo
divertente e poetico che ricorda la burrascosa e monumentale figura di Napoleone attraverso
l'evocazione degli umili soldatini che subirono le sue gesta belliche e dei folli dittatori che le vollero
imitare.
Un cuoco di un esercito in ritirata si trascina barcollando nel fango. È solo e abbandonato, non ha
la minima idea di dove sta andando. Sta andando e basta. Sul suo cammino trova una tenda da
accampamento, si avvicina titubante. Invece di continuare il suo percorso, si ferma perché c'è
qualcosa di strano in questa tenda... un letto, un pastrano, il simbolo dell'ape imperiale, un
cappello dalla forma strana. Comincia a rovistare e improvvisamente scopre di non sentirsi più
perso. Comincia a provare un nuovo ruolo, e anche piuttosto pericoloso... Adesso ha solo bisogno
di un carisma omicida, di un'inossidabile volontà di ferro e... di una grattugia.
Un ironico e spietato omaggio ai grandi e piccoli despoti del passato e del presente condotto con
impareggiabile maestria dalla regina dell'arte mimica Nola Rae, specializzata nel sovvertire le
tragedie trasformandole in spettacoli da clown: con leggerezza racconta ciò che vuole, il potere
assoluto e il disastro assoluto intrecciando con il suo stile inconfondibile le nostre umane fantasie,
emozioni e ossessioni. Uno spettacolo per tutti perché un' artista come Nola Rae, girovaga e
cantastorie, parla a tutte le età.
venerdì 7 e sabato 8 novembre
(ore 21:00)
PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI - TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
ARISTOFANE#UTOPIA
uno spettacolo di Angelo Savelli e Edoardo Zucchetti
con Davide Arena, Lorenzo Baglioni, Edoardo Groppler, Diletta Oculisti,
Leonardo Paoli, Elisa VItiello
scene Michele Ricciarini
costumi Serena Sarti
video a cura di Edoardo Zucchetti e Silvia Dal Dosso
musiche originali Lorenzo e Michele Baglioni
luci Henry Banzi
Quando Aristofane inizia a scrivere le sue divertentissime e graffianti commedie, l'età d'oro
dell'Atene di Pericle è appena tramontata. La città si trascina tra guerre con Sparta, tradimenti,
colpi di stato, tirannie e oligarchie, mentre Socrate e Euripide seminano dubbi nelle certezze della
tradizione e Platone vaneggia mondi ideali. Partendo da posizioni conservatrici, Aristofane
radiografò in maniera impietosa le speranze e le debolezze della nascente democrazia
occidentale, ma gettò nell'agone delle idee il fascinoso tema dell'Utopia, il luogo che non c'è, quel
trascinante anelito ad un mondo migliore destinato sempre a scontrarsi con i compromessi e le
condizioni materiali della società. Per restituire i termini di quel dibattito e rapportarlo al mondo
attuale delle nuove generazioni, i giovani creatori di questo spettacolo hanno compiuto un viaggio
non solo nelle opere di Aristofane ("Gli uccelli", "L'assemblea delle donne", "Pluto" e in parte anche
"Le nuvole" e "Le rane") ma anche tra i sogni e le delusioni dei loro coetanei, fisicamente
intercettati all'uscita delle scuole con il loro Nubicuculia#bus.
Giovani attori per giovani spettatori. Ma anche una divertente e amara riflessione universale che
può valere anche per quella generazione che ha appena vissuto le grandi utopie collettive del '68 e
si ritrova oggi a fare i conti con le piccole aspirazioni personali, sue e dei propri figli.
sabato 15 e domenica 16 novembre
(feriali ore 21-domenica ore 16:30)
Queer Theatre Speciale Sicilia
in collaborazione con il Florence Queer Festival
COMPAGNIA SUD COSTA OCCIDENTALE
OPERETTA BURLESCA
testo, regia, scene e costumi Emma Dante
con Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida, Carmine Maringola
coreografie Davide Celona
luci Cristian Zucaro
distribuzione Amuni / Alessandra Simeoni
Pietro è nato femmina ai piedi del Vesuvio, parla in falsetto, ha un corpo sbagliato e un animo
passionale, influenzato dal vulcano. Chi nasce sotto un vulcano è dedito allʼamore, sa offrirsi,
come se la natura esplodesse di vita. Pietro vive coi genitori, lavora in una pompa di benzina e si
innamora infelicemente un sacco di volte. Lʼunica sua libertà è scappare a Napoli: ci va a far
shopping ma soprattutto a camminare. Al suo rientro, Pietro si chiude nella sua stanza e si
traveste: calza, décolletés tacco 12… E poi balla. Cresce ballando da solo. A 40 anni incontra il
grande amore. Corrisposto. Ma resta lì, paziente, al paese, a casa dei genitori, e il sabato va a
ballare a Napoli. Per due anni dura la storia, finché una sera Pietro conosce la verità e per salvare
il suo amore prende una decisione difficile: fa la valigia e maltratta la madre che non lo ha mai
capito. Ma...
Ho scritto questa storia perché spero che sulle unioni omosessuali lʼItalia colmi il ritardo con
lʼEuropa. Perché detesto la repressione del vero desiderio, del talento. E non ammetto tutto questo
disincanto: Pietro non ci prova neanche a scappare e la sua delusione pian piano si trasforma in
indifferenza. Ho conosciuto tanti Pietro. Non li ho mai visti ballare. Li ho sentiti monchi, stretti dalla
morsa delle loro camerette condominiali. Vorrei vederli ballare, vorrei più spazio per loro. Operetta
burlesca è uno spogliarello dellʼanima.
Emma Dante
martedì 18 novembre
(ore 21:00)
Queer Theatre Speciale Sicilia
in collaborazione con il Florence Queer Festival
Diaghilev presenta VUCCIRÌA TEATRO
IO MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO
drammaturgia e regia Joele Anastasi
con Joele Anastasi, Enrico Sortino, Federica Carruba Toscano
aiuto regia Nicole Calligaris
costumi Giulio Villaggio
video Giuseppe Cardaci e Davide Marucci
Lo spettacolo, ambientato nella Sicilia degli anni '80, è la storia di Giovanni, incarnazione
dell’ingenuità e della passione allo stato puro, dell’innocenza che supera tutte le barriere della
conoscenza e dell’ignoranza: un'incontenibile esplosione di vitalismo che dice tutto quello che
pensa e che crede a tutto quello che gli viene detto. Giovanni è la forza e il coraggio di chi non
riesce a vedere il mondo se non come uno spartito di note da danzare. Ma è anche la storia di
Rosaria, la cugina che per lui rappresenta tutto: fidanzata e sorella, madre e figlia. E ancora del
macho Giuseppe, primo ed unico amore del protagonista, che incarna l’ambiguità e la violenza, ma
anche la passione carnale e focosa. Lo scenario è brutale, istintuale, feroce, tinto di colori forti, un
contesto in cui l’innocenza di Giovanni sembra annegare, ma al quale invece sopravvive,
riscattandosi attraverso i corpi e le anime dilaniate di Rosaria e Giuseppe.
Vuccirìa Teatro è una giovane e promettente compagnia che, a soli due anni dalla formazione,
facendosi forza dei testi del giovanissimo drammaturgo Joele Anastasi, si sta imponendo
prepotentemente all'attenzione del pubblico e della critica. Al Roma Fringe Festival 2013, Io mai
niente ha ottenuto il premio come Miglior Spettacolo, Joele Anastasi come Miglior Drammaturgo e
Enrico Sortino come Miglior Attore. E nel 2014 lo spettacolo vince il primo premio al Festival
Internazionale di San Diego in California.
“Mi ha detto che ero un frocio di merda, che dovevo morire presto e che a ballare facevo schifo.
Ma a me che me ne importa....”
da venerdì 21 a domenica 23 novembre
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30)
International Visual Theatre
COMPAGNIA YLLANA (Spagna)
FAR WEST
idea originale e regia Yllana
con Antonio de la Fuente, César Maroto, Susana Cortés, Rubén Hernández
organizzazione LIVE ARTS Management srl
Benvenuti nel Far West versione Yllana! Ancora una follia degli scatenati madrileni che dopo averci
trasportato nel fantastico mondo marino con Splash, nella selvaggia giungla con Zoo e infine nel
feroce mondo della tauromachia con Muu! ci catapultano ora nel lontano e fragoroso West.
In una polverosa e sperduta stazione ferroviaria, un contadino semplice e tranquillo accoglie la sua
promessa sposa. Ma prima di potersi scambiare il primo bacio, la fanciulla viene rapita da due
fuorilegge ricercati per sequestro. Il nostro improbabile eroe cercherà con tutti i mezzi in suo potere
di salvare il suo amore, mentre lei, durante il suo rapimento, troverà dentro di sé valori sconosciuti,
che la trasformeranno in una vera e proprio eroina.
Un omaggio a questa grande epopea fatta di eroi, di buoni e cattivi, di confini sterminati e uomini
coraggiosi che hanno osato sfidarli. Attraverso le avventure del nostri antieroi entreremo in un
mondo crudele e senza legge: incontreremo tribù indiane, saloon di bassa lega, deserti pericolosi e
minacciosi, duelli al sole, e poi come in ogni western che si rispetti azione, tanta azione!
Servendosi anche di una serie di proiezioni, lo spettacolo è una parodia del cinema dei cow boys
che tutti teniamo stampato nella nostra memoria: dalle ombre rosse americane agli spaghettiwestern di Sergio Leone e Morricone, passando per il cinema muto ed i cartoni animati.
da giovedì 27 a domenica 30 novembre
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30)
ARCA AZZURRA TEATRO
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
adattamento, ideazione dello spazio, costumi e regia Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci,
e con Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti
Il Malato Immaginario è l’ultima irridente commedia di Molière (la morte lo coglierà dopo una recita
siglando una specie di assoluta irripetibile metaforizzazione del ruolo attore-autore). Farsacommedia, intrisa di realismo dove i personaggi si muovono sulla ritmica dell’intreccio comico
occhieggiando alla “commedia dell’arte” senza tralasciare, dietro il risibile, quella seconda lettura
d’ombra che lascia intuire la natura più sinistra di figure inquiete; caratteri teatrali che sfiorano il
tragico con un ghigno divertito di maschere comiche.
Adattamento e regia cercano questa doppia, obliqua lettura necessaria in un testo “contaminato”
da molteplici segni teatrali, dove a differenza, per esempio, dell’assoluta “purezza” drammaturgia
del Misantropo, convivono insieme pantomime metafisiche e amare riflessioni sulla natura
dell’uomo. Ne Il Malato immaginario si spariglia così il giuoco: i caratteri ridicoli o stravaganti che
attingono al farsesco dichiarato, cercano risonanze più reali in grado di evidenziare lo smarrimento
esistenziale avvicinandoli, alla riconoscibilità del contemporaneo.
Un testo turbevole proprio per queste doppiezze contraddittorie, testo ambiguo che dietro
l’inossidabile, perfetta macchina teatrale, sembra occultare il tema portante; commedia sì sulla
“delusione medica” ma, forse, ancora più presente è la disamina sull’uomo vinto dalle illusioni.
Ugo Chiti
martedì 2 dicembre
(ore 21:00)
ANTITESI
Gruppo di ricerca e sperimentazione coreografica diretto da
Arianna Benedetti e prodotto dalla Scuola del BallettO di Toscana
PETER PAN “L’ISOLA CHE NON C’È”
liberamente ispirato a “Peter Pan: the story of Peter and Wendy”
di James Matthew Barrie
drammaturgia e coreografia Arianna Benedetti
danzatori: Beatrice Cardone, Roberto Doveri, Veronica Lillo, David Lopardo, Luca Lupi,
Aisha Narciso, Paolo Piancastelli, Caterina Politi e Serena Zaccagnini.
musiche Jon Hopkins e Fryderyk Chopin
Giovinezza e gioia cristallina, questo è Peter Pan: pura prospettiva, sogno e magia. E Neverland l’isola che non c’è - il suo regno, il luogo metafisico dove un uomo può rifugiarsi in qualsiasi
stagione della vita. In questo lavoro Arianna Benedetti, forte della sua esperienza e studio sulle
tecniche di contaminazione nei vari linguaggi della danza contemporanea, esprime una coreografia
articolata che si sviluppa e si anima in un intreccio di movimento e azione che trovano un riflesso
del tutto naturale nella musica, in un nostalgico e struggente Notturno di Chopin, ora scosso dalle
vibrazioni contemporanee e futuristiche della musica elettronica, in un contesto che è però armonia
e suggestione, sogno e volontà insieme.
Il Gruppo di sperimentazione e ricerca “Antitesi” è nato nel 1996 per la direzione artistica di
Arianna Benedetti, coreografa che lavora costantemente nell’interconnessione e, soprattutto, nella
contaminazione dei linguaggi della danza contemporanea. L’obiettivo è quello di presentare
sempre un lavoro in continua evoluzione attraverso una connaturata dimensione di “work in
progress”. Il risultato finale è la costruzione di un linguaggio di danza strutturato in linee trasversali
ed in una pluralità di stile come modern, danza urbana e contemporanea pura.
Il gruppo oggi opera ed è prodotto dalla Scuola del Balletto di Toscana.
mercoledì 3 dicembre
(ore 21:00)
SCUOLA DEL BALLETTO DI TOSCANA
Cristina Bozzolini presenta
IL GRAFFIO
Contemporary Dance Re-Generation
Sequenza di produzioni di danza contemporanea con formazioni di tirocinio professionale della
Scuola del Balletto di Toscana
coreografie di Tiziana Bolfe Briaschi, Masako Matsushita, Maristella Tanzi, in collaborazione con
l’Associazione Cantieri Danza/Anticorpi XL di Ravenna, e coreografie di Arianna Benedetti, Daniele
Cervino, Giulia Molinari, Angela Placanica, docenti della Scuola del Balletto di Toscana.
Questa sequenza di performance costituisce un primo debutto sulla scena dello spettacolo di
danza di un nuovo, impegnativo programma biennale di alta formazione professionale e di
produzione artistica, in un’area di ricerca e sperimentazione di molteplici e diversi linguaggi della
danza contemporanea, attivato dalla Scuola del Balletto di Toscana, a partire dall’anno
accademico 2014/2015.
Re-generation come progettualità e come “mission” per una scelta di campo, nella galassia delle
forme espressive infinite, molte abusive e autoreferenziali, che hanno invaso la specificità della
danza contemporanea, confondendone i tratti identitari essenziali, lo spessore del suo patrimonio
tecnico, la piena autonomia della suo forza comunicativa come metalinguaggio strutturato, in
dinamica espansione ma all’interno di un propria grammatica e sintassi non prescindibili.
Il progetto nasce per offrire a giovani coreografi emergenti la possibilità di misurare le proprie
capacità autoriali confrontandosi con giovani danzatori di formazione accademica e
contemporanea rompendo le barriere tra linguaggi coreutici diversi che sempre di più dovrebbero
essere messi in comunicazione.
da giovedì 4 a domenica 7 dicembre
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30)
ARCA AZZURRA TEATRO / ALESSANDRO BENVENUTI
BENVENUTI IN CASA GORI
di Ugo Chiti e Alessandro Benvenuti
regia Alessandro Benvenuti
Un successo senza fine, un pezzo di storia del teatro che torna ancora una volta a sferragliare con
intatta bellezza e con integro senso. Alessandro Benvenuti torna al Teatro di Rifredi dove nel
lontano 1986 debuttò con questo fortunatissimo spettacolo in cui l'attore, facendo di necessità
virtù, si accollò l’interpretazione dei dieci componenti della famiglia Gori e creò uno sfolgorante
monologo, destinato a quasi trent'anni di successi e divenuto pure un film cult.
E dunque sgraniamo gli occhi e commuoviamoci ancora una volta, per quell'urlo bestiale,
impotente e disperato che l'attore emette al termine della gimcana vocale di questo monologoconcerto mozzafiato scritto con Ugo Chiti. Lasciamoci andare senza freni a questo ghiotto, sincero
e tellurico sproloquio che è un omaggio d'amore alla Toscana, al suo scherzare, alle sue zingarate,
alle dispute e alla tosta manifestazione degli affetti della provincia. Riascoltiamo con infinito gusto
della mente e con paziente selezione dell'orecchio i toni di tutti i parenti commensali che fanno
gruppo a Pontassieve nella casa della famiglia Gori un 25 dicembre degli anni Ottanta. Non
perdiamo questa occasione per farci incantare da un Benvenuti nei panni di uomo-teatro che ci
parla, appunto, dell'uomo e del teatro.
Uno spettacolo che non stanca mai... come una fiaba antica o una bella canzone... che
continuiamo ad ascoltare e canticchiare per anni... e che poi per un momento scordiamo... e che
un giorno improvvisamente riscopriamo... con immutato piacere.. con immutato e infantile
stupore...
da martedì 30 dicembre a martedì 6 gennaio
(mart. 30 ore 21-mer. 31 ore 21:30- gio 1, ven. 2, sab.3, lun.5 ore 21- dom. 4 e mar. 6 ore 16:30)
COMP. DEL PEPE/PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI-TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
LA CARTA PIÙ ALTA
di Marco Malvaldi
riduzione di Angelo Savelli
regia Andrea Bruno Savelli
con Giovanna Brilli, Andrea Bruno Savelli, Raul Bulgherini, Caterina Carpinella,
Luca Corsi, Sergio Forconi, Massimo Grigò, Giovanni Lepri, Filippo Rak
e con la partecipazione in video di Aldo Bagnoli
scene e costumi Michele Ricciarini
luci Alfredo Piras
Uno spassoso intreccio giallo, una riuscita alchimia del chimico Marco Malvaldi. A dar vita al mitico
BarLume e agli abitanti dell'immaginaria Pineta, una brillante e composita compagnia dove spiccano
alcuni dei più apprezzati nomi del nostro teatro vernacolare.
«Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo», sbotta
disperato Massimo il “barrista”. Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per
trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume: zio Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del Comune,
Aldo il ristoratore. Quattro temibili pensionati-detective che sprecano allegramente le giornate tra
pettegolezzi, battute, bevute, diatribe e calunnie, immobili e abbarbicati sotto l'olmo del tavolino del
bar, e che fanno da base informativa e controcanto farsesco al mistero.
Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati, investigatori per amor di maldicenza,
sono arrivati a dedurre l’omicidio del vecchio proprietario, morto, ufficialmente, di un male rapido e
inesorabile. Massimo, ormai in balìa dei vecchietti, come al solito controvoglia trasforma quel fiume
di malignità e di battute al vetriolo in una vera indagine.
Una rappresentazione, umoristica e aderente insieme, della realtà della provincia italiana nel suo
localismo, nel suo vitalismo e nel suo eccentrico civismo, incarnata in un paesino balneare della
costa toscana, da dove passano e ripassano i personaggi di una commedia di costume in forma di
giallo.
da venerdì 9 a domenica 18 gennaio
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30-lunedì 12 riposo)
RIMBAMBAND
Il SOL CI HA DATO ALLA TESTA
uno spettacolo di Raffaello Tullo
con Raffaello Tullo-voce, percussioni; Renato Ciardo-batteria; Vittorio Bruno-contrabbasso;
Nicolò Pantaleo-sax, bombardino, tromba; Francesco Pagliarulo-pianoforte
in collaborazione con Music Pool
organizzazione BAGS Entertainment
Una novità imperdibile! Una valanga di musiche evergreen e di risate contagiose nella migliore
tradizione di quel teatro comico-musicale che è sempre stato di casa a Rifredi: dalla lontana Banda
Osiris, passando per Aringa e Verdurini e Donati-Olesen fino ai recenti e geniali Duel. Una sorta di
Visual Theatre sonoro, idoneo per tutte le latitudini e tutte le età, dove il corpo dei musicisti si fa gag
surreale e la loro musica messaggio universale. Un sassofonista rubato alla banda di paese, un
contrabbassista stralunato, un pianista virtuoso, un batterista rompiscatole, un capobanda: la
Rimbamband! Cinque musicisti, un po’ suonati, ma straordinari, che incantano, creano, illudono,
emozionano, demistificano, provocano, giocano. E così il reale si fa surreale, l’impossibile diventa
possibile, il possibile improbabile, in uno spettacolo che, grazie alla musica, viaggia anche al di là
di essa, in una dimensione nuova, inesplorata, dove la musica stessa si dilata: si ascolta come
fosse un concerto e si guarda come fosse un varietà. Durante il viaggio si incontrano tanti maestri,
da Buscaglione a Carosone ed Arigliano (e ci sorprenderemo nel trovarli quanto mai simili a Mozart
e Rossini), si scoprono con piacere i suoni della danza, ma soprattutto si vive l’incanto di ritrovare il
proprio fanciullo perduto. Questo è lo spettacolo della Rimbamband, uno spettacolo fuori dai
canoni convenzionali, oltre le righe, anzi, senza righe, nel quale la sola certezza è che cinque
impeccabili suonatori riusciranno ad assurgere ad esilaranti suonattori.
sabato 24 e domenica 25 gennaio
(sabato ore 21:00-domenica ore 16:30)
International Visual Theatre
ORTO-DA THEATRE GROUP (Israele)
STONES
da un'idea di Yinon Tzafrir; drammaturgia Yifat Zandani Tzafrir
regia di Yinon Tzafrir, Daniel Zafrani
con Avi Gibson Bar-el, Motty Sabag, Hila Spector, Nimrod Ronen, Michael Marks, Yinon Tzafrir
scene Miki Ben Knaan; costumi e accessori di scena Tova Berman
musiche Daniel Zafrani, Yinon Tzafrir; disegno luci Ury Morag
consulenza artistica Avi Gibson Bar-el
in collaborazione con la Comunità Ebraica di Firenze
in occasione del Giorno della Memoria 2015
Scoperto da Pupi e Fresedde ad Avignone nel 2009, per la prima volta in Italia a Rifredi nel 2010, dove
è stato uno degli spettacoli più acclamati delle rassegne dell'International Visual Theatre per la sua
originalità e il forte impatto visivo, Stones torna quest'anno a Firenze in occasione della Giornata della
Memoria 2015 e in concomitanza con la prestigiosa ospitalità al Piccolo Teatro di Milano.
Gli Orto-Da si sono ispirati per questo spettacolo al monumento scolpito da Nathan Rapoport alla
memoria delle vittime dell’Olocausto, posto nel 1948 all'ingresso del Ghetto di Varsavia. Le figure
del monumento, all’inizio immobili, si animano gradualmente e prendono vita attraverso i
corpi/statue dei sei attori mimi ricoperti d'argilla da capo a piedi. Proiettati nel 21° secolo, i
personaggi intraprendono un viaggio intimo e poetico nelle coscienze, nelle menti e nelle memorie
del presente e della storia.
Uno spettacolo umano, sorprendente, toccante, dolce e amaro, carico di immagini forti, dove il riso
corteggia l'emozione e il presente amoreggia con il passato; dove gli orrendi simboli dell’Olocausto
possono dar vita ad uno splendido balletto notturno con le fluorescenti stelle di David che si
incrociano nell’aria prima di solidificarsi sul petto dei protagonisti. Uno spettacolo rigoroso,
colorato, a volte sconcertante, fatto per divertire e incantare un pubblico di tutte le età.
da giovedi 29 gennaio a domenica 15 febbraio
(feriali ore 21:00- domenica ore 16:30-lunedì 2 e 9 riposo)
PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI-TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
L'ULTIMO HAREM
liberamente ispirato ai racconti di Nazlı Eray e de “Le mille e una notte”
testo e regia di Angelo Savelli
con Serra Yilmaz, Valentina Chico, Riccardo Naldini
scene e costumi Mirco Rocchi
luci Roberto Cafaggini
Scusate.... C'è ancora qualcuno che non l'ha visto dopo 11 anni di repliche? E allora raccontiamo
ancora una volta questa storia..... Una sera del 1909 ad Istanbul, alla vigilia della chiusura degli
harem, una seducente favorita circassa attende l’incerta visita del sultano, ingannando l’attesa con
il racconto di storie fantastiche. Più di cento anni dopo, una dimessa casalinga sogna improbabili
fughe dalla prigione del suo indecifrabile malessere quotidiano...
Un anno fa abbiamo festeggiato i dieci anni di repliche consecutive di questo spettacolo cult,
orgoglio non solo del Teatro di Rifredi ma, si spera, di tutto il teatro fiorentino. Per l'occasione
abbiamo pubblicato un libro fotografico con il testo dello spettacolo e varie testimonianze. A
presentarlo, insieme alle nostre due bravissime attrici, c'erano il ministro Maria Elena Boschi,
l'assessora regionale alla cultura Sara Nocentini e la professoressa di letteratura turca Ayse
Saracgil. Un prestigioso e appassionato parterre tutto al femminile (stimolato dal nostro autoreregista Angelo Savelli) a testimoniare la centralità in questo spettacolo del tema della condizione
della donna in contesti non solo esotici e lontani ma anche a noi più vicini e contemporanei.
venerdì 20 e sabato 21 febbraio
(ore 21:00)
TEATRI D'IMBARCO
in coproduzione con Compagnia Carpe Diem
e il sostegno di Regione Toscana
ERA LA NOSTRA CASA
testo e regia Nicola Zavagli
con Beatrice Visibelli e Marco Natalucci
e con Valentina Cappelletti
scene e luci Nicolò Ghio
costumi Cristian Garbo
assistente alla regia Irene Floridi
organizzazione Cristian Palmi, Giulia Attucci
Dopo il successo della Trilogia della Famiglia, presentiamo un nuovo testo di Nicola Zavagli, una
delle migliori voci della drammaturgia contemporanea toscana e non solo. Protagonisti Beatrice
Visibelli e Marco Natalucci, per una scrittura che nasce per gli attori e per la loro emozionante
abilità interpretativa.
In scena, nella loro casa di campagna, una moglie e un marito giunti alla mezza età, al confine tra
sogni infranti e rancori accumulati. Poi la deflagrazione, improvvisa, per un tradimento. L'inevitabile
presa d'atto di un'incolmabile distanza. Ma alla fine arriva la ventata che spariglia le carte, che si
impone sorprendente e per sempre. Commedia amara sul gioco crudele dei sentimenti e dei
risentimenti. Una radiografia devastante e sarcastica, tagliente e leggera di un rapporto di coppia
ambientato nell'Italia contemporanea fra crisi del lavoro e abbandono degli ideali. L'ecletticità del
dramma affonda con humour in quei meccanismi coniugali e famigliari inesorabilmente conosciuti.
Ora siamo travolti e turbati dal litigio affilato ora sorridiamo (ridendo) delle loro - nostre - nevrosi
(dubbi e malesseri): due facce di una stessa familiarità con qualcosa che forse ci ha sfiorato, o
abbiamo vissuto, o addirittura stiamo vivendo. Il protagonista è l'amore (o la fine di esso) e quel
cerchio nevrotico e psicanalizzato che gli costruiamo attorno.
da giovedi 26 a sabato 28 febbraio
(ore 21:00)
LAQ-PROD
SVERGOGNATA
drammaturgia Antonella Questa
regia Francesco Brandi
con Antonella Questa
coreografie Magali B. - Cie Madeleine&Alfred
disegno luci Erika Borella
organizzazione generale Serena Sarbia
in collaborazione con Teatro Comunale di Fontanellato (PR) e Ass. Cult. Progetti&Teatro
Dopo i bei successi di Stasera Ovulo e Vecchia sarai tu ritorna la bravissima Antonella Questa con
un altro pezzo del suo mosaico amaro, divertente, disincantato sul mondo femminile.
Chicca è una donna per bene con una bella casa, un marito, due figli, la filippina... una vita
perfetta! Fino a quando una mattina scopre dal cellulare del marito messaggi e foto osé scambiati
con decine di "svergognate"... L'immagine della famiglia perfetta crolla in un instante.
Cosa fare per recuperare il matrimonio? Far finta di niente, salvando le apparenze oppure reagire
cercando di diventare una "svergognata"? Tra i consigli delle amiche e i giudizi della madre,
Chicca è pronta a tutto pur di riconquistare lo sguardo del marito su di sé. Un incontro inaspettato
riuscirà invece a farle aprire gli occhi, portandola a conquistare un nuovo sguardo su se stessa.
Con il linguaggio comico che la contraddistingue, Antonella Questa torna sola in scena dando voce
e corpo a più personaggi, per raccontare quanto la schiavitù dell'immagine e la desiderabilità
sociale ci distraggano dalle vere potenzialità sopite in ognuno di noi!
da martedì 3 a domenica 15 marzo
(feriali ore 21:00- domenica ore 16:30-lunedì 9 riposo)
PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI-TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
LA BASTARDA DI ISTANBUL
dall'omonimo romanzo di Elif Shafak
(traduzione di Laura Prandino-ed. Rizzoli)
riduzione e regia di Angelo Savelli
con Serra Yilmaz, Valentina Chico, Riccardo Naldini, Monica Bauco, Marcella Ermini,
Fiorella Sciarretta, Diletta Oculisti, Elisa Vitiello
video-scenografie Giuseppe Ragazzini
i diritti d'autore di Elif Shafak sono gestiti dall'agenzia Curtis Brown
La giovane Asya è una bastarda. Nessuno nella sua casa di Istanbul - un gineceo popolato di
mamme, zie e nonne - le sa dire o le vuol dire chi è suo padre. L'unico uomo di casa, lo zio
Mustafa, è da tempo emigrato in America.
Rose è una donna americana sposata a un immigrato armeno discendente da una famiglia
scampata all'eccidio del 1915. Una famiglia talmente invadente che Rose, pur avendo una figlia,
divorzia e si risposa, per ripicca, con un turco: Mustafa. Qualche tempo dopo Armanoush, la figlia
di Rose, decide di andare di nascosto ad Istanbul, presso la famiglia del patrigno, per ritrovare le
proprie radici armene. Frequentando la cugina Asya, la sua famiglia e i suoi amici, si accorge di
non odiare affatto i turchi. Le due ragazze, divenute amiche, scoprono insieme il segreto che lega il
passato delle loro famiglie e fanno i conti con la storia comune dei loro popoli.
Elif Shafak, indiscussa protagonista della letteratura turca, affronta con maestria e coraggio un tema
ancora scottante per la coscienza del suo Paese: la rimozione di quegli eventi che esattamente cento
anni fa aprirono l'annosa e irrisolta questione armena. Angelo Savelli, grazie alla convinta adesione
dell'autrice e contando sull'interpretazione, al tempo stesso ironica ed appassionata, di Serra Yilmaz,
porta sulla scena questa meravigliosa saga inter-etnica, sperimentando una drammaturgia epica, dove
i personaggi si raccontano in terza persona, e impaginandola nelle immaginifiche video-scenografie di
Giuseppe Ragazzini.
da martedì 17 a domenica 22 marzo
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30)
LA CITTÀ DEL TEATRO/FONDAZIONE SIPARIO TOSCANA ONLUS
BULLE & IMPOSSIBILI
cronaca di un miracolo supplementare
di Donatella Diamanti
regia Letizia Pardi
con Katia Beni, Sonia Grassi, Erina Maria Lo Presti (in arte Le Galline)
e Letizia Pardi
scene Lucio Diana
collaborazione artistica Fabrizio Cassanelli
organizzazione Antonella Moretti
Fondazione Sipario Toscana ripropone in versione restyling una delle sue più esilaranti produzioni,
appositamente riadattata per lo storico trio comico al femminile Le Galline già in origine fonte di
ispirazione della storia. In scena tre donne incredibili che alla soglia dei cinquant’anni si ritrovano a
caccia di espedienti per la sopravvivenza. Decidendo di cambiare vita, stabiliscono di entrare in
banca e compiere una rapina a mano armata! La rapina però fallisce miseramente, costringendole
a fuggire a gambe levate con la polizia alle calcagna. Quando tutto sembra perduto, ecco che un
evento inatteso ribalta di colpo l’andamento delle cose: l’arrivo di una quarta donna, una donna
con la D maiuscola, piomba all’improvviso nella vita delle neo-criminali e offre loro un’inattesa
occasione di riscatto, una di quelle occasioni che difficilmente capitano nella vita… a meno di non
essere protagoniste di un miracolo. Uno spettacolo per donne prive di sfumature, che pone sotto la
lente d’ingrandimento di una travolgente comicità, i grandi temi della contemporaneità:
disoccupazione, disperazione e voglia di rivincita di un gruppo di donne complesse e diverse.
Come tanti altri artisti o eventi fiorentini e toscani, anche Le Galline videro la luce sul palcoscenico di
Rifredi. Era il 1986 ed erano dirette da Alessandro Benvenuti. Ora tornano sul luogo del delitto
emancipate e irrobustite e con delle ottime compagne di viaggio. Non più solo un trio comico ma tre
testimoni irriverenti e disincantate dei costumi di un'Italia un po' cialtrona e un po' dal cuore d'oro.
da martedì 24 a domenica 29 marzo
(feriali ore 21:00- domenica ore 16:30)
PUPI E FRESEDDE-TEATRO DI RIFREDI-TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE
IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Secondo la Signora Umney
di Ugo Chiti liberamente tratto da Oscar Wilde
con e regia di Lucia Poli
con Simone Faucci e Lorenzo Venturini
musiche Andrea Farri
hanno partecipato alla registrazione delle musiche Walter Palamenga-voce,
Ermanno Dodaro-contrabbasso, Simona Sanzò-narratrice
elementi scenici e costumi di Tiziano Fario
sartoria Concetta Assennato
luci Alfredo Piras
video Sara Pozzoli
Il fantasma di Canterville è forse il racconto più famoso di Oscar Wilde, sicuramente il più
divertente per l'insolita accoppiata di humour e horror. Narra le vicende di una rumorosa famiglia
americana, i signori Otis, alle prese con l'aristocratica presenza di un fantasma inglese: l'ombra di
Sir Simon de Canterville. La signora Umney, la compunta governante, accompagna i nuovi padroni
del castello all'interno della proprietà, fornisce spiegazioni circa una misteriosa macchia di sangue,
testimonianza di un delitto compiuto alcuni secoli prima, poi, quando il giovane Washington Otis
cancella la macchia con un pratico stick tascabile, sviene e sparisce di scena. La narrazione passa
in carico ad altri personaggi…
Invece, nella riscrittura di Ugo Chiti fatta su misura per Lucia Poli, la governante, da semplice
prologo, diventa protagonista assoluta: una figurina dal tono dimesso, accorato, ma talmente
appassionata nei confronti della propria tradizione leggendaria, da diventare un riflesso in tono
minore del fantasma, un corpo facile da attraversare, possedere, per dare voce e presenza
scenica al fantasma stesso. Lucia Poli-governante finisce per duettare con Lucia Poli-fantasma. A
questo delirante blaterare si oppone la piatta razionalità della famiglia americana che, per eccesso
di pragmatismo, non sa riconoscere la dimensione dell’immaginario. Dal contrasto tra questi mondi
contrapposti scaturiscono situazioni comiche, muri d’incomunicabilità, paradossi esilaranti.
La musica trascinante e le apparizioni sceniche bizzarre fanno da necessario complemento a uno
spettacolo che offre un divertimento non convenzionale, una riflessione gustosa sul valore non
commerciabile del sogno.
da mercoledì 8 a domenica 12 aprile
(feriali ore 21:00-domenica ore 16:30)
TEDAVI ‘98
LA MECCANICA DELL'AMORE
testo e regia di Alessandro Riccio
con Alessandro Riccio e Gaia Nanni
scene Lorenzo Girolami
costumi Daniela Ortolani
responsabile di produzione Lorenzo Ridi
Orlando è un anziano signore un po’ schivo e abituato a vivere in modo piuttosto disordinato, che
sarà costretto dall’assistente sociale a prendersi in casa una donna robot per le faccende
domestiche, pena il trasferimento in un ricovero. Messo alle strette si troverà ad affrontare una
serie di problematiche, prima di tutto tecnologiche, con quella che risulterà essere una colf tutt’altro
che ordinaria. “Mi sono ispirato a un film di Alberto Sordi degli anni ‘80, Io e Caterina -spiega
Riccio- lo spettacolo non è solo comico ma racconta anche le costrizioni che la società impone sui
nostri modi di vivere”. Gaia Nanni interpreta il ruolo della donna robot che, programmata per fare le
pulizie, vive inconsapevolmente una privazione di libertà; facendo da specchio alla vita di Orlando,
gli permetterà di riscattarsi in un finale che lascerà tutti stupiti.
Riccio ha scritto un testo diverso dai suoi spettacoli comici, dove emerge in maniera forte il lato
sentimentale: l'affetto fra l’anziano signore e la donna robot commuoverà tutti fra colpi di scena e
irresistibili gags comiche.
da giovedì 16 a sabato 18 aprile
(ore 21:00)
TEDAVI '98
LE GRAND CABARET DELUXE
di e con Alessandro Riccio, Alberto Becucci, Salvatore Frasca
costumi Daniela Ortolani
Con Le Grand Cabaret Deluxe, l'attore e trasformista fiorentino Alessandro Riccio porta in scena
un viaggio nel mondo del Varietà, tra musica, personaggi inconsueti, comici, romantici e demodé.
combinando magistralmente elementi musicali, teatrali e circensi. In vecchio locale di
second’ordine, un insieme di bizzarri personaggi dà vita ad un Varietà d’altri tempi, strampalato ed
esilarante. Una serie di attrazioni improbabili (la cantante francese, il tanghero argentino, la
ballerina di flamenco, il presentatore giocoliere, il maestro d’orchestra) fanno rivivere l’atmosfera
retró di un cabaret di seconda mano in cui le luci della ribalta nascondono una realtà amara e
malinconica. A fianco di Alessandro Riccio (che si trasforma in una serie di inconsueti e teneri
personaggi), il bravissimo Alberto Becucci alla fisarmonica e l’eclettico Salvatore Frasca nei panni
dello scalcinato presentatore, a creare un trio che lascia senza fiato.
mercoledì 22 e giovedì 23 aprile
(ore 21:00)
TEDAVI '98
TOTENTANZ-DANZA MACABRA
testo e regia di Alessandro Riccio
con Alessandro Riccio e Lorenzo Baglioni
scene Alessandro Meozzi
musica Lorenzo e Michele Baglioni
costumi Dagmar Lise Mecca
sarta Daniela Ortolani
assistente di scena Monica Sperandio
Nel teatrino della Vita e della Morte si alternano cinque personaggi costretti a piegarsi al volere della
Nera Signora. Non valgono preghiere, corruzione, imbrogli. La Morte non si smuove dal suo sacro
compito. Chi avrà vissuto potrà trapassare consolandosi di non aver sprecato neanche un giorno; gli
altri moriranno con l’eterno rimorso. La “danza macabra” è un motivo iconografico di luoghi sacri usata
nel Medioevo come “memento mori” (pensiero fisso sulla caducità della vita) nella quale è raffigurata la
Morte (uno scarnificato scheletro) che si porta via tutti i mortali. Comicità e dramma si mischiano in una
sorta di fumetto buffo e dissonante.
Biglietti: intero € 14 - ridotto € 12
31 dicembre spettacolo con brindisi: intero € 40 – ridotto under 14 € 28,50
Punto Box Office: dal lunedì al sabato ore 16-19 [email protected]
Teatro di Rifredi via Vittorio Emanuele II, 303 – 50134 Firenze tel 055 4220361/2 | www.toscanateatro.it