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 In viaggio
con Gellindo
Ghiandedoro
I T I N E R A R I O D I S I L V I A V E R N A C C I N I - N. 14
Con le ciaspole nella
piana delle Fuciade
VAL DI FASSA:
PASSO DI SAN PELLEGRINO
Al Passo di San Pellegrino, Pas de sen Pelegrin in ladino, nel 1358
viene fondato un ospizio per servire pellegrini e viandanti che dalle
valli dell’Avisio andavano nell’Agordino: l’ospizio venne consegnato
ai “frati bianchi” dell’Ordine di San Pellegrino
delle Alpi che lo ressero
fino alla fine del secolo.
Successivamente venne
affidato ad un laico che
veniva nominato ogni
quattro anni dalla Regola di Predazzo e, dal
1491, dal vescovo di
Trento. Si narra infatti
che l’ospizio era tenuto
da «un oste nominato
Priore di S. Pellegrino»
che aveva il compito
nei giorni di burrasca di
suonare la campanella
della chiesa e di urlare
Edilizia tipica nella Piana
delle Fuciade
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a gran voce per richiamare eventuali pellegrini dispersi. L’ospizio,
assieme alla sua chiesa
e a numerose baite nei
dintorni, i tipici tabià/
tabiadi, vennero in
seguito incendiati nel
maggio del 1915 all’en-
In viaggio con Gellindo Ghiandedoro
trata in guerra dell’Italia (primo conflitto
mondiale), per non
lasciare possibili ripari
al nemico nel caso di
una sua avanzata: poco
distante correva il confine tra il Regno d’Italia
e l’Impero austro-ungarico. Nel 1934 venne
ricostruita la chiesetta
dedicandola a Sant’Antonio da Padova, e
venne scelto il pittore
moenese G.B. Chiocchetti (1843-1917)
per la sua decorazione.
Per il servizio religioso
la chiesa dipende ora
dalla parrocchia di Moena, che assicura così la
messa per gli sciatori;
la Messa Grande è in
occasione della festa
del patrono, il 13 giugno, inizio della stagione estiva in valle. Oggi
il Passo di San Pellegrino segna il confine tra
la provincia di Trento
e quella di Belluno e
costituisce un’importante e frequentata
area sciistica dotata
di moderni impianti
di risalita collegati dal
carosello Tre Valli-Moena-Lusia, San Pellegri-
Dall’alto: la chiesetta al Passo di
San Pellegrino; a passeggio sulla
neve; animazione e ristoro al
Rifugio Fuciade.
no e Falcade, con piste
di varia difficoltà; per gli
amanti dello sci nordico
è ben organizzato il
Centro Fondo Alochet
(rientra nel Nordic
Super Skipass).
La nostra escursione,
affascinante in estate
come in inverno, prende avvio proprio qui, al
Passo di San Pellegrino
(1.920 m), meglio, all’Albergo Rifugio Miralago
poco sopra la strada
statale (parcheggio),
edificio che si specchia
nel piccolo lago naturale delle Pozze (in estate
vi si pratica la pesca
sportiva). Imboccate la
strada forestale, sentiero Sat n. 607, salite al
Rifugio Fuciade (1.982
m), oggi un angolo
di pace e silenzio nel
cuore delle Dolomiti
di Fassa, ma teatro di
guerra durante il primo
conflitto mondiale. In
inverno la strada è battuta dal gatto delle nevi
e dal passaggio delle
motoslitte che raggiungono il Rifugio Fuciade.
Il percorso è facile, con
leggeri saliscendi che
alternano tratti nel
bosco ad altri molto panoramici. Dopo aver superato diverse vallette
e l’aperto vallone della
Valfredda cominciano a
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In viaggio con Gellindo Ghiandedoro
scorgersi i caratteristici
baiti e tabià, gli antichi
fienili con il tetto in
scàndole (tegole di larice); mano a mano che si
prosegue si delineano
anche in lontananza
le inconfondibili cime
del Gruppo delle Pale
di San Martino. Un
ultimo tratto in salita
in mezzo alle sempre
più numerose piccole
Sopra: boschi innevati. Sotto: la chiesetta delle Fuciade.
La passeggiata dall’Hotel Miralago al Rifugio Fuciade
è praticabile in estate anche con la mountain bike e in
inverno con le racchette da neve, anche se la strada
risulta ben battuta dalle motoslitte.
Rifugio Miralago: tel. 0462 573791; www.albergomiralago.com (da giugno a ottobre e da dicembre ad
aprile; pernottamento)
Rifugio Fuciade: tel. 0462 574281 / 768194; www.
fuciade.it (da giugno a ottobre e da dicembre ad aprile;
pernottamento; vendita prodotti gastronomici, libri e
souvenir; è gradita la prenotazione per pranzi e cene,
servizio motoslitta)
Prenotazione motoslitta: tel. 348 7738496
Moena, APT Val di Fassa: tel. 0462 609770; www.
fassa.com
costruzioni in legno un
tempo riparo di pastori
e depositi per la raccolta del fieno e siete nella
conca di Fuchiade/Fuciade (50 min.). Fuciade
deriverebbe infatti dal
ladino fuciar, impugnatura di legno della falce
con la quale i contadini
di Soraga, comunità alla
quale appartiene fin dal
Medioevo, venivano a
raccogliere il fieno, qui
“a mont”. A conferma, il
primo nucleo di baite
che incontrate si chiama Garghele, lo stesso
nome di una frazione
di Soraga. Ed è stata
proprio la parrocchia di
Soraga ad aver messo a
disposizione il terreno
e i volontari per erigere la piccola chiesetta
intitolata alla Madonna
della Neve, nel 1959,
in ricordo anche della
fortunosa liberazione
di tutti i Soragani coinvolti nel rastrellamento
del 21 agosto 1944
perpetrato dai nazisti.
Oggi la chiesetta serve
ai numerosi turisti
che risalgono a questa
spettacolare piana,
coronata dai massicci di
Punta Uomo e del Vernale verso la Marmolada e di Punta Zigole e
del Sasso di Valfredda
vero le Pale di San
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Martino. Giunti quassù
vale la pena entrare
nel Rifugio Fuciade per
godere dell’accogliente
ospitalità che a tutti
riserva. Voluto e poi
gestito da tre sacerdoti
di Soraga negli anni
Sessanta, per offrire in
estate un punto d’appoggio ai contadini,
nel 1983 Sergio Rossi,
nipote di uno di questi
sacerdoti, decise di
fare qualcosa di più e
oggi, ingrandito e reso
confortevole, è un rifugio decantato in tutte
le riviste gourmet per
i suoi piatti dal sapore
ladino e la sua cantina
(oltre 300 etichette,
tra vini e distillati).
Qui termina la strada
forestale; se volete
potete però proseguire
a piedi, sempre lungo
il sentiero n. 607, fino
al Passo Cirele (2.683
m; 1.45 ore), direzione Rifugio Contrin;
potete salire, ma è
impegnativo, al Passo
di Forca Rossa (2.490
m; 2.15 ore), un valico
che scende in direzione
dell’Agordino (Veneto);
oppure potete scendere al Rifugio Flora
Alpina (1.860 m; 1 ora).
Per il rientro ritornate
lungo la strada dell’andata.