Contro gli atti e i comportamenti dell’A.D. ritenuti illegittimi, quali sono i rimedi che l’ordinamento mette a disposizione del singolo? In sintesi, contro gli atti e i comportamenti dell’Amministrazione Difesa (A.D.), l’ordinamento mette a disposizione un sistema di rimedi basato su un impianto normativo riconducibile alle seguenti due aree: - Tutela in via amministrativa, assicurata dalla stessa A.D.; - Tutela giurisdizionale, assicurata dal giudice amministrativo. Cosa si intende per tutela giurisdizionale? Il provvedimento amministrativo è impugnabile in sede giurisdizionale dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) competente e in appello, al Consiglio di Stato. Per le vertenze proposte dinanzi al T.A.R. Sicilia l’impugnazione è invece al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana. Come si individua il T.A.R. Competente? La competenza territoriale dei Tribunali Amministrativi è divenuta inderogabile ed è stabilita dall’art. 13 del c.p.a. (Codice del Processo Amministrativo) che, in linea generale, la individua nel T.A.R. nella cui circoscrizione ha sede la pubblica amministrazione che ha adottato il provvedimento gravato mentre, per le controversie riguardanti pubblici dipendenti, è competente il Tribunale Amministrativo nella cui circoscrizione è situata la sede di servizio. Come si propone il ricorso al T.A.R.? L’impugnazione si propone essenzialmente con ricorso al giudice amministrativo competente che deve contenere gli elementi previsti dall’art. 40 del c.p.a. Possono essere esercitate le tre tipologie di azioni sotto riportate, fra loro cumulabili (art. 32 c.p.a.): - Azione di annullamento (art. 29 c.p.a.) - Azione di condanna (art. 30 comma 1 del c.p.a.) - Azione avverso il silenzio (art. 31 del c.p.a.). Cos’è l’azione di annullamento? Secondo l’art. 29 del c.p.a. è l’azione proponibile per violazione di legge, incompetenza ed eccesso di potere del provvedimento gravato, nel termine decadenziale di 60 gg. Il relativo ricorso deve essere notificato, a pena di decadenza, alla pubblica amministrazione che ha emesso l’atto impugnato e ad almeno uno dei controinteressati che sia individuato nell’atto (art. 41 comma 2 del c.p.a.). La notifica del ricorso all’amministrazione avviene presso l’Avvocatura dello Stato territorialmente competente. Cos’è l’azione di condanna? Ai sensi dell’art. 30 comma 1 del c.p.a. può essere proposta contestualmente ad altra azione o, anche autonomamente, nei seguenti casi: - Giurisdizione esclusiva; - Risarcimento del danno ingiusto derivante dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa o dal mancato esercizio di quella obbligatoria (art. 30 comma 2 del c.p.a.). Il termine per l’esercizio dell’azione di condanna è di 120 gg. dal momento in cui il fatto si è verificato ovvero dalla conoscenza del provvedimento se il danno deriva direttamente da questo. Cos’è l’azione avverso il silenzio dell’Amministrazione? E’ prevista dall’art. 31 del c.p.a. ed è finalizzata all’accertamento dell’obbligo dell’amministrazione a provvedere qualora siano decorsi i termini per la conclusione del procedimento amministrativo. E’ proponibile fintanto che perduri l’inadempimento e comunque non oltre un anno dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento. Nei ricorsi davanti al T.A.R. è obbligataria l’assistenza di un legale? Ai sensi dell’art. 22 del c.p.a. nei giudizi dinanzi ai T.A.R. è obbligatorio il patrocinio di un avvocato mentre, per i giudizi dinanzi al Consiglio di Stato è necessaria l’assistenza di un avvocato ammesso al patrocinio presso le magistrature superiori. Non è richiesto il difensore ed è possibile stare in giudizio personalmente nelle controversie in materia di accesso, in materia elettorale e in quelle afferenti il diritto dei cittadini dell’Unione Europea di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
© Copyright 2024 ExpyDoc