2, 3 e 4 agosto - SNALS Lombardia

Rassegna Stampa di
Sab. 2, Dom. 3, Lun. 4 Agosto 2014
SNALS / CONFSAL
il Resto del Carlino – Cr. Bologna
La Stampa - Ed. Cuneo
Il Secolo XIX - Ed. Savona
Liberta'
Gazzetta del Sud - Ed. RC
Cronache di Napoli
Il Piccolo
Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia
Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia
04/08/2014
Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia
La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed.
Basilicata
La Nuova del Sud
03/08/2014
Il Giorno - Ed. Lodi-Crema-Pavia
Il Piccolo
La Nuova del Sud
Messaggero Veneto
Roma
02/08/2014
03/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
01/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
03/08/2014
03/08/2014
03/08/2014
03/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
SCUOLA, OLTRE DUECENTO PROF IN PIU' SALVE TUTTE LE CLASSI A TEMPO PIENO
ARRIVANO NUOVI PRESIDI MA 10 SCUOLE RISCHIANO DI RESTARE SENZA GUIDA
SCUOLA, I PRESIDI "ROTTAMATI"
SCUOLA, 49 POSTI IN PIU' PER PIACENZA
SULLA GOVERNANCE SNALS E CISL "FUORI DAL CORO"
TERME I SINDACATI: RIGETTIAMO IL PIANO DI CONCORDATO
MUSEO DI CAPORETTO E TOLMINO
CONFSAL LANCIA UNA ASP UNIFICATA PER IL LODIGIANO
I SINDACATI NON S'INCHINANO ALLA REGIONE: "NELLE FONDAZIONI LAVORATORI
PENALIZZATI"
L'ENTE RESTA PUBBLICO E GARANTIRA' CHI VI OPERA
LETTERA-DENUNCIA FIALS "I1118 VA RIMODULATO"
DALLE BOMBOLE AL LAVAGGIO DELL'AMBULANZA AL TRASPORTO DI BIANCHERIA: SI FA DI
TUTTO DI PIU'
REGIONE: SI' A SANTA CHIARA PRIVATA (L.De benedetti)
LO SCONTRO SULLA SANITA' ESCE DAL PALAZZO
LA FIALS SOLLECITA IL PAGAMENTO PER I DIPENDENTI DI VILLA D'AGRI
NODO PERSONALE SULLA RIFORMA SANITARIA
TERME, I LAVORATORI: "NO AL CONCORDATO" (R.Cava)
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
Corriere della Sera
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Italia Oggi
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il Messaggero
Libero Quotidiano
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Corriere della Sera - ed. Milano
Cronache del Garantista
Il Fatto Quotidiano
Cronache del Garantista
Secolo d'Italia
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Corriere della Sera
04/08/2014
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03/08/2014
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02/08/2014
02/08/2014
03/08/2014
03/08/2014
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04/08/2014
03/08/2014
03/08/2014
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02/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
PENSIONI, BRACCIO DI FERRO SUGLI STATALI (C.Tucci)
ALLIEVI MOLESTATI, DENUNCIATO IL PROF DELLE MOSTRE
"PARITA' IMPOSSIBILE PER GLI ASILI NIDO" NIENTE SOLDI ALLE CITTA' CHE NON LI HANNO
PENSIONI E RIFORMA FORNERO - INTERVENTI & REPLICHE
PARTE LA CACCIA A 20 MILIARDI AIUTI DA SPREAD E PIL RIVALUTATO SI LASCERA' SALIRE
IL DEFICIT (R.Petrini)
DOVE L'ILLEGALITA' E' LA REGOLA (C.Augias)
GRADUATORIE UNA SELEZIONE DA AZZERARE (A.Gavosto)
CAOS GRADUATORIE, INTERVIENE IL GOVERNO (F.Amabile)
"NESSUNO SCANDALO SUI PUNTEGGI DAL SUD E' TUTTO REGOLARE"
"HO RICEVUTO MINACCE MA NON AVEVO ALTRA SCELTA IN SICILIA NON C'E' FUTURO"
PER LE SCUOLE PREMI INAIL SCONTATI (C.De lellis)
SCUOLE MEDICHE PER 5.000 (B.Pacelli)
USCITE ANTICIPATE DEI PROFESSORI LA RAGIONERIA BOCCIA LA DEROGA
Int. a V.Aprea: "TUTTA COLPA DEL TAR E DELLA LEGGE CARROZZA"
SALTATI I DECRETI DELLA GELMINI VIA ALL'INVASIONE
DI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE RESTA IL NODO DELLE COPERTURE SUI PROF E SULLA
"QUOTA 96"
"SEI UN BIMBO DISOBBEDIENTE" E IL PADRE LO PRENDE A CINGHIATE
ALLUNGARE L'ORARIO AGLI INSEGNANTI? IDIOZIA, DICEVA EINAUDI
QUEL "TENGO FAMIGLIA" CHE AIUTA TUTTI (C.Di foggia)
POVERA SCUOLA ITALIANA CENERENTOLA D'EUROPA! (G.Candido)
UNA MATERIA INSEGNATA IN INGLESE AL LICEO. AL VIA A SETTEMBRE L'ULTIMA PARTE
DELLA RIFORMA GELMINI (V.Gelsi)
ATENEI DA APRIRE A GIOVANI TALENTI (S.Paleari)
NON E' ANCORA UN PAESE PER RICERCATORI (D.Braga)
I RETTORI DI MEDICINA CONTRO L'ABOLIZIONE DEL TEST "NON ABBIAMO LE AULE" (O.Riva)
Corriere del Mezzogiorno
il Mattino
02/08/2014
02/08/2014
SPECIALIZZAZIONE, SALERNO AVRA' SEI BORSE
CITTA' DELLA SCIENZA RIPARTE DALLA FABBRICA 2.0 (P.Treccagnoli)
Economia, Lavoro, Previdenza
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
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il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
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il Tempo
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03/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
02/08/2014
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02/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
03/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
04/08/2014
PADRE LAVORATORE E MADRE CASALINGA
LEGGE FORNERO O LEGGE CONCORDIA? (D.Colombo)
OPZIONE-ANTICIPO, SI STUDIA LA FATTIBILITA' (N.Barone)
UFFICIALE L'ESCLUSIONE PER I PROFESSIONISTI (F.Micardi)
DECRETO PA, SI TRATTA SULLE COPERTURE PER LA PREVIDENZA
LA CIG IN DEROGA SARA' ESCLUSA PER CESSATA ATTIVITA'
Int. a M.Lupi: LUPI: NESSUNA MARCIA INDIETRO SUL BONUS, VA ESTESO
CAMUSSO ATTACCA: UNA SOLA CAMERA NON PUO' ELEGGERE CSM E QUIRINALE
STATALI E LAVORO, QUELLE LENTEZZE POCO CHIARE (L.sal.)
NODO PENSIONI CERCASI COPERTURA RISCHIANO LE PIU' ALTE
AMBIENTALISTI E SINDACATI CONTRO IL GOVERNO "NO ALLO SMEMBRAMENTO DELLA
POLIZIA FORESTALE"
LAVORO, PIU' OPPORTUNITA' PER OPERAI E INGEGNERI ASSUNZIONI DIFFICILI PER
IMPIEGATI E TECNICI
ALLO STUDIO UN PARACADUTE PER MANDARE IN PENSIONE I DISOCCUPATI CON PIU' DI 55
ANNI (R.Giovannini)
NUOVI LIMITI PER LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA (R.e.)
IN 5 ANNI E' CROLLATO IL LAVORO STABILE
DECRETO PA, BRACCIO DI FERRO SULLE COPERTURE
PENSIONI, CONTI SALVI MA REDDITI A RISCHIO (L.Cifoni)
SUL TAVOLO DEI TECNICI TORNA IL PRELIEVO SUGLI ASSEGNI PIU' ALTI
PENSIONE A 62 ANNI CON PENALITA' GOVERNO AL LAVORO SU TRE OPZIONI
SCATTA LA MOBILITA' PER 2.171 DIPENDENTI: IL 95% E' A ROMA
IL GOVERNO MANDA IN PENSIONE LA RIFORMA VOLUTA DALLA FORNERO
Int. a S.Mazzonis: "ECCO LA RICETTA PER LA LIRICA IN ITALIA"
LAVORO, SI AMPLIA LA FASCIA DEI PRECARI GIU' I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
Int. a A.Rea: RIFORMA AUTORITA', I DUBBI DI REA "PERCHE' TUTTE LE FUSIONI AL SUD?"
A TEMPO INDETERMINATO MENO DI UN LAVORATORE SU 5
LE TRE APERTURE DI CREDITO DA NON SPRECARE (A.Quadrio
IL RUMORE CHE L'ITALIA NON SI PUO' PERMETTERE (I.Bufacchi)
GLI INTERESSI RECORD DEL DEBITO SPESI FINORA 1.650 MILIARDI
CONTI PUBBLICI, IL MURO DEL GOVERNO (M.Sensini)
DOPPIA MEDIAZIONE SUL SENATO IMMUNITA', TRATTATIVA COMPLICATA (E.men.)
FALSE RESIDENZE E PARADISI FISCALI, LA MAPPA DELL'EVASIONE LA FINANZA SCOPRE
3,8 MILIARDI (F.Sarzanini)
SETTE ANNI FA LA MOSSA CHE SCOPRI' IL BLUFF GLOBALE DELLA FINANZA
IMU E TASI, GOVERNO PRONTO A UNIFICARE LE DUE IMPOSTE
Int. a P.Buzzetti: "LA SEMPLIFICAZIONE AIUTA IL MERCATO" (M.d.b.)
Int. a P.Baretta: "MANOVRA CORRETTIVA DA EVITARE RIDURRE LE TASSE AI PENSIONATI"
Quotidiano
Data
Pagina
Foglio
04-08-2014
6
1
ARRIVERANNO ANCHE I DOCENTI PER LE ALDINl-VALERIANI
Scuola, oltre duecento prof in più
Salve tutte le classi a tempo pieno
super esiguo organico di diritto, seguito ne))' spiegano le categorie di Cgil, Cisl,
da un trnballante organico di fatto (396 Uìl, !lll'llll e Gilda regionali. ApJJellì, documenti, incontri ìn prefouura: mtto si è
A CONSEGNARE il pacco regalo, pri- su tutta la via Emilia), avevano aperto.
provato. «E' stmo premiato il lavoro colma delle vacanze, è lo stesso vice direttore dell'Ufikìo scolastico regionale ( Usr), COME l'anno scorso, ci sia avvia al sold lenìvo)), cantano ora vinoria i sindacati.
S1.efano Versar!. A Bologna arriveranno out delle richieste dei presidi: in pratìca Non si sorride, invece, dopo l'uscita
ben più dei 100 docenti chiesti dai sinda- tutte le richieste saranno esaudite. Sono dell'elenco delle scuole affidati a reggencati: in carniere via Castagnoli ne avnì 1e Due Torri, la falla riguardava 26 sez.ìo- za o a un preside con incarico annuale
ben 221 ai quali van no aggiunti i 41 (160 nì di materne ridotte a pan time da full (salvo richieste di 1.rnsferimemi da fuoa livello regionale) destinati esclusiva- time;, 44 classi di tempo pieno nuovo alle ri).
mente alle scuole terremotate della pro- elementari e 13 di t.empo prolungato alle Oltre al tecnico Rosa Luxemburg (la previncia. L'organico bolognese passa così medie non autorizzare e almeno una ven- side Laura Villani va in pensione) e
tina di prof mancanti per li se~mle alle su- all'istituto comprensivo 18, rimangono
da da 8.595 a 8.85 7 prof.
Un bel colpo (cui Versari ha lavorato a periori. Senza parlare deì 37 docenti ne- scoperti due istituti di frontiera il comprensivo 11 (scuole dd Pilastro) e il comlungo lontano dai riflettori) che pennet- cessari per la statalizzazione della Aldini prensivo l O (più formnato perché frJrse
te cosi prima all'Usr e poi al Provvedito- Valeriani.
avrà come reggente Emilio Porcaro, l'orrato di chiudere tutte le voragini che un «E' il risultato della nostra mobilitazio- mai ex stesso 11reside passato titolare al
dì FEDERICA GIERI
Cpia).
Sezioni primavera:
ecco i 'finanziamenti
Codice abbonamento:
068391
VIA LIBERA ai finanziamenti per le sezioni
primavera. Ovvero sezioni di bimbett.i m1 i 24 e
i 36 mesi che invece di frequentare l'ultimo anno al nido, anticipano l'ingresso nella scuola
dell'infanzia. Undici le sezioni primavera che,
nel 2013-2014, hanno accolto 171 bimbetti (85
lungo la via Emìlia). Un numero stabile (tanto
in città quamo in regione) in virtù del fatto che
le risorse sono inchiodati a 818.554 euro dì cui
52.650 in quota al Ministero del Lavoro e delle
politiche sociali e 765.9<l4,00 al J.\fau.
f.g,
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SNALS
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ad
uso esclusivo
del
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non
riproducibile.
Pag. 4
Quotidiano
LA STAMPA
Data
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CUNEO
Foglio
E PROVINCIA
03-08-2014
40
1
ISTRUZIONE. TRASFERIMENTI E NUOVI INCARICHI NELLA GRAN DA
Arrivano nuovi presidi
ma 10 scuole rischiano
di restare senza guida
Le sedi non assegnate saranno "reggenze"
affidate a dirigenti che lavoreranno a scavalco
ALBERTO PRIERI
CUNEO
Ritaglio
SNALS
stampa
ad
Studenti in classe in una foto di repertorio
Timori dei sindacati
<<Avere un responsabile
a metà tempo
può creare disagi»
so, saranno loro a scegliere le
sedi» fanno sapere dall'Ufficio scolastico regionale.
Le scuole non richieste saranno «reggenze», affidate a
presidi che lavoreranno «a
scavalco» su due istituti.
«Bossolasco l'anno scorso fu
affidata a un preside di Asti e,
uso esclusivo
del
con le tante pratiche burocratiche, pesa non avere la
presenza costante del dirigente» dice Graziella Dogliani dello mml «L'Ufficio scolastico regionale valuterà le
disponibilità alla reggenza
date dai presidi» spiega Guido Gossa, vicedirigente del
Provveditorato a Cuneo.
Per Attilio Varcngo, Cisl,
«avere un dirigente a "metà
tempo" può creare disagi specie per le scuole con diverse
sedi». Daniela Bedino, Cgil:
«Non c'è programmazione
per il turnover tra presidi.
Quelli che restano e hanno le
reggenze, delegano sempre
più funzioni agli insegnanti,
senza che questi abbiano adeguata remunerazione dopo i
tagli ai fondi a disposizione
degli istituti».
destinatario,
non
068391
nero e Morozzo e, probabilmente, quelli di Bossolasco,
Cervasca, Carrù, Demonte,
Cortemilia, Saliceto, Revello
e Santo Stefano Belbo. «Dobbiamo nominare 21 dirigenti
scolastici dall'ultimo concor-
Codice abbonamento:
Da settembre, dieci scuole
avranno un nuovo preside,
ma altrettante potrebbero
restarne senza perché, al
momento, non ci sono abbastanza dirigenti scolastici
per tutte le sedi.
Per ora, l'Ufficio scolastico regionale ha ufficializzato
trasferimenti e nuovi incarichi: Daniela Calandri (prima
a Pinerolo) alla Direzione didattica 1° circolo di Fossano;
Luciano Marengo all'istituto
superiore «Govone» di Alba
(dal comprensivo di Villafranca d'Asti); Alessandra
Massucco al comprensivo
«Santarosa» di Savigliano
(dalle Medie «Frank» di
Mondovì); Graziano Isaia al
Professionale di via Barbaroux a Cuneo (dalla Direzione didattica di Dronero); dal
comprensivo di Cervasca,
Luciana Ortu andrà a quello
di Borgo San Dalmazzo; Giacomo Melino alle superiori
«Cigna-Baruffi-Garelli» di
Mondovì (dal comprensivo
di Morozzo); Riccardo Serra guiderà l'istituto magistrale «De Amicis» di Cuneo, in arrivo dal «Bonelli»,
sempre di Cuneo, dove andrà Paolo Romeo (dal Comprensivo di Dronero); per
guidare lo scientifico «Giolitti-Gandino» di Bra, Francesca Scarfì lascerà il
« Grandis» di Cuneo. Quest'ultimo è uno degli istituti
che rischiano di non avere il
preside, come il «Guala» di
Bra, le Medie «Frank» di
Mondovì, i comprensivi
(riuniscono almeno due ordini di scuola tra Medie, Elementari e Materne) di Dro-
riproducibile.
Pag. 5
Quotidiano
Data
Pagina
ILSECOLDXIX SAVONA
Foglio
02-08-2014
13
1
Il DECRETO MADIA LASCIA A CASA NOMI NOTISSIMI COME LA ROSSO, BONIFACINO, FERRO, PELOSI. MOLTE SEDI SCOPERTE
Scuola, i presidi "rottamati"
Avevano chiesto di restare in servizio un altro anno, ieri la doccia fredda dal Ministero
«Per non parlare dei docenti che,
nale nelle scuole del Savonese, dove anch'essi in piena estate, si ritrovano
irrompe il decreto Madia che aboli- davanti a una situazione inaspettata
sce l'istituto del trattenimento in ser- e che non è semplice da gestire: abbiavizio e spedisce a casa cinque dirigen- mo infatti dovuto tenere aperti gli ufti scolastici con alle spalle più di 40 fici del sindacato perché sono arrivaanni di servizio sul territorio, e pen- te alcune insegnanti a chiedere inforsiona una decina tra professori (i co- mazioni perché non sapevano come
siddetti "quota 96") e personale Ata. agire - continua Sabatini -Anche per
Il tutto in piena estate e dopo che noi ci vorrebbe più chiarezza per pomolti "infaticabili" della scuola si ter sbrigare pratiche burocratiche
erano illusi di poter conservare il pro- che ora esigono velocità».
prio posto di lavoro grazie alla proroUn fulmine a ciel sereno che scomga di un anno. E' il caso di Giovanni pone e ricompone ex novo gli uffici
Bonifacino, preside dell'istituto scolastici del territorio. Ecco il gioco
comprensivo di Cairo Montenotte; di incastri che, in alcuni casi, lascia
Pier Luigi Ferro, dirigente
vuoti da colmare: al comdell'istituto comprensivo
prensivo di Cairo arriverà
di Pietra Ligure; Salvatore
Andrea Piccardi dell'I.C. 4
Manca dell'Alberghiero di
di Savona (che resta vacanAlassio; Giuseppe Pelosi, a
te); vacante anche il posto
capo del secondo circolo
che era del preside Ferro a
Pietra; all'Alberghiero di
didattico di Albenga; Gabriella Rosso, preside del
Alassio arriva Tommaso
Berruti che, finora, dirigeliceo Della Rovere di Savona.
Salvatore Manca va le scuole di Ceriale che
La rottamazione scolasaranno a loro volta prese
in mano dal preside Renata
stica voluta dal governo
Renzi comporta così un
Lubatti, in arrivo da Loano
(ora sede vacante); Riccargioco di pedine non facile
nella nostra provincia, dodo Badino diventa titolare
del secondo circolo didattive molte sedi restano vaco di Albenga amministracanti e andranno ad essere
to fino a questo momento
coperte da reggenti che sada Pelosi (e, con tutta proranno indicati nei prossimi
babilità, sarà anche il reggiorni. Il tutto, secondo i
sindacati di categoria, con Giuseppe Pelosi gente del primo circolo);
dall'I.C. di Vado, il preside
un danno a livello di servizi
resi.
Daniela Ferraro sostituirà Rosso alla
«Sono favorevole a prowedimenti guida del liceo Della Rovere di Savoche favoriscano l'inserimento di gio- na. In tutto ciò restano altre due sedi
vani docenti, ma per ciò che concerne vacanti: l'Issel e l'Alberghiero di Fii dirigenti scolastici è tutt'altra storia, nale Ligure, dove i rispettivi dirigendal momento che nella nostra regio- ti, Francesca Palmonella e Luca Berne, non essendoci più una graduato- beris, emigreranno a Genova.
«In questo modo si lasciano sguarria, si finisce per dare vita a numerose
reggenze - è il parere di Enzo Sabati- nite un po' di scuole - commenta Peni, segretario provinciale~ (Sin- losi - ma il decreto era lì da un po' e sadacato Nazionale Autonomo Lavora- pevamo che sarebbe potuto accadetori Scuola) - Il ringiovanimento di re». Concorda Ferro: «Resta l'amaro
cui tanto si parla crea in questo caso in bocca, dal momento che non absolo situazioni 'monche' e dannose biamo avuto nemmeno il tempo di sasia per i presidi sia per gli studenti: si lutare insegnanti e studenti. Le regpoteva avere più buon senso in que- genze non sono comunque un vantaggio per nessuno».
sto caso».
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SAVONA. Al via il cambio generazio-
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Quotidiano
Data
LI BE RT ]{ diPIACENZA
Pagina
Foglio
02-08-2014
16
1
Scuola,49 posti in più per Piacenza
Da settembre salirà a2.870 unità il contingente dei docenti in tutti gli ordini e gradi
Organici di fatto in cattedra
a Piacenza da settembre, la nostra provincia avrà 49 posti in
più, portando a2.870 il contingente di posti (organici di fatto)
nelle aule. A livello regionale i
posti in più, assegnati ieri dall'Ufficio scolastico regionale di
Bologna, sono stati 982 posti (di
cui 160 finalizzati alle scuole
delle aree terremotate).
«La nostra battaglia ha dato
frutti - ha commentato, a caldo,
la piacentina Raffaella Morsia,
segretario Flc Cgil regionale - i
posti assegnati si avvicinano alle nostre richieste. Resta la problematica che i posti vanno assegnati in sede di organici di diritto, per dare il giusto tempo
alle famiglie.
Sulle assegnazioni di ieri a
Bologna è intervenuto un colii
municato a firma delle segreterie regionali di Fl~~l, Cisl
Scuola, Uil Scuola,
• e Gilda: "Questo - vi si legge - è il risultato della mobilitazione con
la quale abbiamo fatto vivere la
nostra richiesta in questi mesi
per rivendicare i posti necessari per far funzionare le scuole di
ogni ordine di tutta la Regione.
E' stato premiato il lavoro collettivo delle istituzioni e delle
parti sociali del nostro territorio e riconosciamo al dottor
Versari, vice direttore Usr, e all'assessore Bianchi, di aver ascoltato e condiviso le nostre richieste, di averle rappresentate
al Miur con determinazione ed
efficacia, di aver contribuito a
difendere la quantità e la qualità del sistema scolastico pubblico di questa Regione, a parti-
re dalla scuola dell'infanzia e
dal tempo pieno. Ora ci aspettiamo una integrazione di posti
finalizzati a specifiche esigenze
ma soprattutto una risposta
importante sugli organici del
sostegno didattico in sede di
autorizzazione dei posti in deroga e sugli organici del personale Ata. Infine - prosegue la
nota da Bologna delle organizzazioni sindacali - è urgente e
necessario passare alla fase
successiva: la stabilizzazione
dei posti dell'organico di fatto e
l'eliminazione del doppio organico (di diritto e di fatto), per
dare certezza al diritto costi tu zionale degli studenti, unarisposta strutturale alle famiglie
già al momento delle iscrizioni
e non nel mese di agosto, stabilità e sicurezza ai lavoratori, ma
anche qualità e continuità al sistema scolastico. Gli interventi
degli ultimi governi che hanno
devastato la scuola pubblica e i
modelli di qualità che la caratterizzavano richiedono un urgente inversione di tendenza.
L'aumento della dispersione
scolastica e degli abbandoni
anche in questa regione, ci consegnano un quadro allarmante
che richiede la definizione di
un progetto complessivo che
guardi alla qualità e all'innalzamento dei livelli di istruzione.
Noi non abbasseremo la guardia».
In totale, i posti assegnati ieri
in sede di organici di fatto sono
stati 822, più i 160 per "esigenze
di terremoto", 982 complessivamente. Il contingente regionale
di docenti è ora di 41. 71 Ounità.
Simona Segalini
Codice abbonamento:
068391
scolastica del governo.
• Ci sono sette scuole di
Piacenza - una della città e
Grazie ai 400 milioni della
sei della provincia - tra i
delibera Cipe dello scorso
Sicurezza
nelle
aule:
primi destinatari dei fondi
30 giugno saranno coperti
assegnati dal progetto 347mila euro dal ministero 1.639 interventi che erano
"Scuole Sicure". A Piacenza
rimasti esclusi dal cosidtoccano 347mila euro, così per sette scuole di Piacenza detto "decreto del Fare". Le
ripartiti: Alseno (primaria, 35mila euro), A- aggiudicazioni awerranno con iter agevogazzano (primaria, 54.604 euro), S. Pietro lato per consentire una rapida partenza
in Cerro (infanzia, 30mila curo), Castelvetro delle opere che hanno un valore medio di
(secondaria, 39.350 curo), Carpaneto (se- lGOmila euro. Sindaci e presidenti di Procondaria, 43mila curo), Dante (Piacenza, vincia saranno infatti, per queste procedu54.720 euro), Castellarquato (90.684 euro, re, commissari straordinari. Il Miur sta scridi cui27.423 all'infanzia, 31.140 euro all'e- vendo loro per comunicare che sono autolementare, e 32.121 euro alla Boselli Bonini rizzati ad awiare subito le gare, con pubdi Vigolo Marchese). Si tratta, in tutta Italia, blicazione del relativo bando, o ad affidare
delle prime 1.639 #scuolesicure che saran- i lavori in caso di gare già espletate. Ci sarà
no interessate dagli interventi di messa in tempo fino al prossimo 31 dicembre per
sicurezza ed agibilità del piano per l'edilizia l'assegnazione degli interventi.
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Il Sole?]{!
Quotidiano
mmrn
La lunga c1isi
LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA sono HRO
1
Ieri vertici con Madia
Il ministro preme per una rapido ok al decreto Pa:
«Provvedimento importante, troveremo la soluzione»
Data
03-08-2014
Pagina
2
Foglio
1/ 2
L'Economia
Il sottosegretario Morando: «Le eccezioni poste
dalla Ragioneria sono serie e vanno affrontate»
Pensioni, braccio di ferro sugli statali
Verso l'intesa sugli insegnanti ma dovrebbero saltare le deroghe su università e penalizzazioni
Claudio lucci
ROMA
Si tratta sul ripristino di
«Quota 96» per gli insegnanti
(ci sarebbe uno scostamento sulle coperture individuate dalla
Camera e riviste dalla Ragioneria dello Stato di 10 milioni di euro, che vanno quindi reperiti).
Più in salita è la strada per" salvare" l'estensione del pensionamento d'ufficio a 68 anni per i
professori universitari (una misura che costa 34,2 milioni nel
2015 e ben n 3 milioni fino al 2021,
e secondo il Mef non sarebbero
coperti). E non pochi problemi
presentano anche le norme sulla
cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla legge Fornero per le uscite anticipate e sul
riconoscimento di benefici alle
vittime di terrorismo.
Anche ieri è proseguito il confronto tra Governo e tecnici del
ministero dell'Economia e della
commissione Bilancio del Senato per cercare di trovare una soluzione alle norme "non bollinate" dallaRagioneriagenerale dello Stato al dl Madia. Il provvedimento è stato incardinato in
commissione Affari costituzionali di palazzo Madama e ieri si è
esaurita la discussione generale.
Oggi entro le ore 15 scade il termine per la presentazione degli
emendamenti. Lunedì riprendono i lavori in sede referente, e si
dovrebbe anche riunire la commissione Bilancio, presieduta
da Antonio Azzollini (potrebbe
partecipare anche il vice ministro dell'Economia, Enrico Morando) chiamata a verificare (e
risolvere) il rebus coperture sulle quattro norme contestate dai
tecnici del Mef.
Dopo le scintille dei giorni
scorsi la partita su «Quota96»
potrebbe trovare una soluzione, con qualche aggiustamento.
Quiilnodoèprimadi tutto tecnico: mancherebbero 10 milioni
(da reperire), e sono da rivedere
anche le coperture già individuate che consistono in un aumento degli obiettivi di spending review e tagli lineari alle
spese rimodulabili dei ministeri. Ma la partita è anche squisitamente politica. L'emendamento che punta a mandare in pen-.
sione con i requisiti pre-Fornero circa 4mila insegnanti è stato
firmato (e votato) da tutti i gruppi parlamentari alla Camera, e
una eventuale marcia indietro
del Senato, rischierebbe di mettere in discussione l'intero dl Pa
al ritorno a Montecitorio.
La titolare della Funzione pubblica, Marianna Madia, preme
per una rapida approvazione del
decreto-legge «che è un provvedimento importante -- dice al Sole240re - . Troveremo una soluzione con Mef e commissione Bilancio». Per il collega, vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, le eccezioni poste dai tecnici della Ragioneria «sono serie» e le «affronteremo con la
commissione Bilancio».
Stando ai rilievi del Mefla misura maggiormente onerosa è
l'estensione del pens.ione d'ufficio ai professori universitari al
raggiungimento dei 68 anni. Interesserebbe una platea potenziale di i.546 docenti. La misura
sarebbe completamente scoperta e appare difficile in poche ore
riuscire a trovare una soluzione.
Se dovesse essere cassata, da
quanto si apprende, rischierebbe di essere espunta dal dl anche
l'estensione del pensionamento
---------··--------
d'ufficio per i primari.
Di difficile soluzione è anche
la cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla Fornero per le uscite anticipate dal lavoro. Qui la quantificazione degli oneri fatta dalla Camera,
sempre secondo la Ragioneria
dello Stato, sarebbe sottostimata: per il 2014 servirebbero 5 milioni (anziché uno), per il201515
milioni (anziché tre), e dal 2018
ben 60 milioni (anziché i 16 milioni indicati nella relazione tecnica). Unproblemadinonpoco
conto, e che potrebbe portare alla soppressione della norma, anche perché la misura, nei fatti,
introduce un'eccezione alla legge Fornero sulle pensioni e potrebbe aprire la strada a una analoga misura valevole per i lavoratori privati (e con costi decisamente maggiori).
Si dovrebbe invece trovare
una soluzione per la misura che
introduce benefici per le vittime del terrorismo. Anche qui il
rilievo del Mef è la sottostima
dei costi (ma si tratterebbe di
una decina di mil-0ni di euro di
differenza). Che alla fine potrebbero uscire fuori, e salvare
così la disposizione.
In cifre
Il buco di copertura per Quota 96 Il costo 2015 per i docenti
Rilevato dalla Ragioneria per
pensionare circa 4mila insegnanti
La spesa per il pensionamento
a 68 anni dei professori universitari
ICOSTl
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Cancellare le riduzioni
per i trattamenti anticipati
(prima dei 62 anni di età)
costerebbe l'anno prossimo
15 milioni, 60 dal 2018
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
Data
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Foglio
03-08-2014
2
2/2
I costi nel medio-lungo periodo
Spesa pubblica per pensioni in
%
del Pii sotto differenti ipotesi normative
2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040. 2045 2050 2055 2060
19% ..
18%
lllO!IMATIVA ANTECEDENTE
U DL98/2011
15%
NORMATIVA ANTECEDENTE LA
LEGGE FORNERO (DL201/2011)
14%
La partita delle deroghe alla Fornero
Esclusi difesa e sicureua
ma scatta la partita esodati
Sempre lo stesso anno il
decreto di armonizzazione
delle nuove regole al pubblico
impiego lascia fuori i comparti
difesa e sicurezza. Il 15% del
totale degli statali a cui furono
gara otiti i vecchi requisiti. Poi
la partita esodati che ha
richiesto sei prowedimenti
per salvaguardare la posizione
di oltre 170mila lavoratori
penalizzati dalla riforma
Professori, «quota 96»
e i disinéentivi
Un nuovo colpo alla legge
Fornero arriva con la riforma
del[a Pa che, con l'obiettivo della
staffetta generazionale, abolisce
l'istituto del trattenimento in
servizi e cancella i «disincentivi»
per chi lascia pl<ima il lavoro.
Introducendo "quota 96"
(somma di età anagrafica e
anzianità contributiva) che fa
scattare il pensionamento per
4mila insegnanti
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Nel 2012 il primo dribbling
del Parlamento
·
La prima eccezione alle nuove
regole stabilite dalla legge
arriva con il Dl 95/2012 con le
prime norme di spending
review. Per tagliare gli esuberi
della Pasi stabm che i
dipendenti pubblici potessero
andarein pensione con i vecchi
requisiti. In sede di conversione
il Parlamento aggrega alla
platea anche 3.SOO insegnanti
per fare posto ai precari
Trattativa. Marianna Madia, ministro per la Pa e la Semplificazione
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Quotidiano
Data
COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Foglio
04-08-2014
21
1
Cuneo Molto noto, aveva incarichi da Regione, Provincia e altre istituzioni per eventi culturali. L'ipotesi di una vendetta contro di lui
Allievi molestati, denunciato il prof delle mostre
Nuovo caso a Saluzzo, dove un anno fa era stato arrestato un altro docente
TORINO - Marcovaldo.
L'associazione che ha fondato nel 1990, il professor Fabrizio Pellegrino l'ha battezzata prendendo in prestito il
titolo del romanzo di Italo
Calvino, qualcosa più di un
vezzo. Nel libro Marcovaldo
trascorre le sue giornate dominato dal desiderio di in dagare e interpretare la realtà contemporanea, invece il
docente di lettere della scuola media don Belliardo di
Costigliole Saluzzo (Cuneo),
negli anni ha ottenuto inca richi e lavori da decine di
amministrazioni, dalla Provincia e dalla Regione. Progetti culturali, allestimento
di mostre, percorsi enoga stronomici che il professore
organizzava a ritmo serrato.
Un'attività di alto profilo
culturale che gli ha consen tito di diventare <<Una personalità in vista e molto nota>>,
come lo definiscono i cara binieri di Cuneo, senza però
mai fare il suo nome. Perché
il professore è finito in un
grosso guaio. Infatti contro
di lui è stata presentata una
denuncia nella quale lo si accusa di abusi sessuali su minori, pedopornografia, violenza sessuale.
Il documento riporterebbe una serie di episodi «circostanziati» che lo vedrebbero protagonista di avances a sfondo erotico verso alcuni ex allievi di sesso
maschile. <<Il suo comportamento a scuola è sempre
stato ineccepibile - spiega
Mauro Lovera, insegnante di
ginnastica e decano nella
stessa scuola-. Una persona professionalmente molto
preparata, puntuale e precisa. A scuola però prestava
servizio part time, proprio
per i suoi numerosi impegni. Dubito che ci si riferisca
a comportamenti tenuti all'interno dell'istituto».
Infatti si tratta di altro: le
vittime sarebbero tre ragazzini (ex allievi di Pellegrino)
ora studenti alle superiori.
Giovani che sarebbero stati
assoldati dal docente e presidente di Marcovaldo per
piccoli lavori durante le mostre. Sul sito web dell'associazione e di Artea, la società
che supporta le iniziative di
Pellegrino, fa bella mostra
un'inserzione: «L'Associazione Marcovaldo intende
creare un nuovo gruppo giovanile per organizzare atti vità destinate alla fascia di
età compresa tra i 14 e i 20
anni». Tra costoro il professore avrebbe scelto le sue
vittime, almeno secondo
lesposto che dalla procura
di Saluzzo (in fase di chiusu ra per i tagli agli uffici giudi ziari) è stato trasferito a
quella di Torino.
Le indagini, invece, restano saldamente nelle mani
dei carabinieri di Cuneo che
dovranno accertare se la denuncia sia attendibile o il
professore possa essere la
vittima di vendette o ritorsioni: «Qualcuno che non è
stato pagato per i lavori svolti» o qualche altro che abbia
voluto colpire Pellegrino per
i troppi successi mietuti con
la sua associazione. C'è chi
ricorda una polemica tra lui
e l'ex sindaco di Saluzzo Paolo Alemanno, oggi consigliere regionale, ma a solo
scopo d'esempio per sottolineare come Pellegrino si fosse fatto anche qualche nemi CO.
Il professore non parla,
chiuso nella sua abitazione
di Dronero. Lascia all'anziana madre il compito di respingere i giornalisti: «Non
è in casa e non so quando
tornerà».
La vicenda del professore
riporta Saluzzo indietro di
un anno, quando un altro
docente, Valter Giordano, finì in manette per aver obbligato alcune allieve ad avere
rapporti sessuali in cambio
della promozione. E non si
possono neppure negare
analogie con il caso Soria, il
patron del premio letterario
Grinzane Cavour arrestato
per mazzette e corruzione,
ma anche in quel caso tutto
partì dalla denuncia del suo
giovane maggiordomo che
lo aveva accusato di abusi
sessuali.
Marco Bardesono
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
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Pagina
I
Foglio
02-08-2014
19
1/ 2
«Parità impossibile per gli asili nido»
Niente soldi alle città che non li hanno
Il nuovo meccani~mo di distribuzione dei fondi e le proteste del Sud
ROMA - Più che un gap,
sembra una voragine: i bambini
tra zero e due anni che frequentano asili nido comunali o finanziati da Comuni sono il 17,53
nelle regioni del Centro Italia, il
17,33 al Nordest, ma solo il 3,63
al Sud. E non è semplicisticamente una questione di nonni,
rileva 11stat che ha appena pubblicato il report sull'offerta comunale di asili nido e altri servizi
socio educativi per la prima in fanzia: la percentuale dei Comu ni che garantiscono il servizio è
del 76,33 al Nordest, con picchi
virtuosi come l'Emilia Romagna,
dove 1'84,53 delle città ha un asilo nido e il 27,33 dei bambini lo
frequenta. All'estremo opposto,
il Sud, lontanissimo, con il 22,$%
dei Comuni serviti da nidi, e regioni, come la Calabria, dove solo 8 centri su 100 vantano unnido e due bambini su 100 lo frequentano. Pure i costi sono su
due direttrici diverse: i Comuni
del Nordest spendono 1704 euro
a bambino l'anno, al Sud la spesa
si attesta sui 203 euro, valore
quasi quattro volte inferiore alla
media.
<<li divario è tanto noto quanto
inaccettabile - rileva l'ex sottosegretario all'Istruzione Marco
Rossi Doria, maestro di strada a
Napoli-. Va subito ripreso l'impegno per costruire asili nido di
qualità nel Mezzogiorno e diminuire il divario col Nord. Le regioni del Sud devono scegliere
questa priorità, e i Comuni pure.
I servizi per la prima infanzia
vanno posti fuori dal patto di
stabilità: servono più risorse».
Ma all'orizzonte non se ne vedono, anzi: anche l'applicazione dei
fabbisogni standard, che sono
stati appena definiti ma dovrebbero entrare in vigore dal 2015,
lascia il Mezzogiorno a bocca
asciutta.
Sose, la società del ministero
dell'Economia e della Banca
d'Italia che ha elaborato i conteggi per i 6702 Comuni delle Regioni a statuto ordinario, ha pubblicato i coefficienti di ripartizione
della spesa complessiva dei Comuni per gli asili nido (che nell'ultimo anno ammonta a 1,4 miliardi), simulando cosa succederebbe se si volessero dividere i
costi in maniera equa, tenendo
conto di tutte le variabili.
Ebbene, ci sono moltissimi
Comuni del Sud, come Pozzuoli e
Giugliano, a cui viene destinato
«zero», perché attualmente non
hanno asili. E Comuni, come
Modena e Reggio Calabria, che
pur avendo lo stesso numero di
abitanti, hanno una differenza di
risorse di 20 volte in favore del
Comune emiliano. Ci sono posti,
come Lomagna nel Lecchese, che
con solo 4 mila abitanti riceverebbero una fetta di risorse, e altri, come Cerignola in provincia
di Foggia, 57 mila abitanti, a cui
non sarebbe destinato neanche
un euro. Perché la ripartizione,
con questo metodo, avviene sulla base dei costi sostenuti da chi
già eroga il servizio: chi già ha gli
asili continuerebbe a ricevere
una fetta di risorse, chi invece
non li ha non avrebbe diritto a
niente, e farebbe fatica a mettersi
in pari.
<<li problema è che l'asilo nido
è un servizio a domanda individuale, non obbligatorio, e quindi
non deve essere garantito spiegano dal Sose -. Se ci fosse
l'obbligo di garantire una quota
fissa di copertura, i fabbisogni
standard potrebbero sanare queste storture». Per garantire un
asilo nido al 12% dei piccoli <<Under 3» (l'attuale media italiana),
secondo la simulazione Sose, ci
sarebbero voluti 350 milioni. Ma
il governo non li stanzia: perché
la revisione della spesa pubblica
deve avvenire «a saldi invariati»,
senza costi aggiuntivi. Dura la
nota del Forum del Terzo settore:
<<La scelta del ministero dell'Eco-
nomia di adottare il criterio della
"spesa storica" ripropone tutte
quelle criticità e inefficienze nella distribuzione delle risorse e
nell'attuazione di servizi segnalate da tempo, in particolare per
il Sud. Non è pensabile compensare il divario sociale e regionale
senza investimenti».
Una via d'uscita potrebbe essere una nuova legge, che obblighi lo Stato a garantire il nido almeno al 33% dei bambini, come
prevede l'obiettivo fissato dal
Consiglio della Comunità europea. La proposta c'è già, è quella
della senatrice Francesca Puglisi,
arenata dopo l'approvazione in
commissione al Senato nonostante una massiccia raccolta di
firme. «Considerando anche gli
asili statali, oggi solo il 183 dei
bambini sotto i tre anni riesce ad
avere un posto in un nido pubblico - rileva Puglisi -. E il risultato è che in Emilia Romagna,
Toscana e Lombardia, che hanno
raggiunto già gli obiettivi europei, l'occupazione femminile ha
raggiunto il 6o3. In Calabria, dove i servizi per l'infanzia sono
scarsi e malfunzionanti, le donne
lavorano poco più che in Pakistan, il 303».
Valentina Santarpia
~ @ValentinaSant18
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a Reggio Calabria
risorse venti volte
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a Modena
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
I numeri
198.705
Nelle regioni
I bambini iscritti
negli asili nido italiani
~
I piccoli negli asili nido
.--------Lombardia 42.966
!li;i)~',--Trentino Alto Adige
Valle d'Aosta~
4.911
786
.,
14,523
miliardi
di euro
Friuli Venezia Giulia
13.991
4.917
6.653
Abruzzo
30.253
Toscana
· · - - - - 2.930
19,087
r
1,26
Da Comuni
singoli o associati miliardi di euro
Marche
Emilia Romagna
Nord-Ovest
14,6
Nord- Est
17,3
Centro ---··-· ·-----17,5
Sud
.3,6
1illli1f6,8------·-··----Isole
Laspesa
complessiva
per la gestione
degli asili
~
-
Liguria_!
Nelle strutture comunali o finanziate
dai Comuni (dati in percentuale)
Molise
729
Lazio_J
flt-Puglia
25.906
Campania
3.385
Sardegna
Da compartecipazione
degli utenti
4.491
Basilicata
940
300
milioni di euro
4.504
Calabria
Quanto a ano li utenti (in ewo)
I
2/ 2
1, 56
5.930
I piuoli che usufruiscono degli asili nido
I
19
Foglio
Piemonte-9
Nord-Ovest
63.192
Nord-Est
55.085
Centro
54.811
Sud
.13.536
Isole
- lii 12.0si- -
2.343 2.303
02-08-2014
Data
Pagina
1.061
,
Media
Italia
1.796 1.789 I 1.642
1.511
579
516
~C-?1~~:~ft:,
~~~)ììt{:1
I
Trentino· Valle Ì Emilia Piemonte Lombardia Umbria
A. A. ! d'Aosta :Romagna
Puglia Campania Molise
Calabria
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Fonte:lstat
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Pensioni e riforma Fornero
Foglio
Ferrera: «Con gli esodati non c'entrano
nulla». Per quanto riguarda la possibilità,
anch'essa prevista dal Decreto sulla P. a., di
poter mettere a riposo «d'ufficio» i
dipendenti pubblici a partire dai 62 anni,
non si tratta di alcun prepensionamento,
ma di una applicazione della riforma
Fornero. t.:unica differenza è che le
amministrazioni «possono» pensionare il
lavoratore con riferimento alle esigenze
organizzative, cosa in precedenza non
prevista. Infatti il pensionamento avverrà
secondo le attuali normative «a decorrere
dalla maturazione del requisito di anzianità
contributiva» (che, è bene ricordare,
ammonta a 41 anni di contributi per le
donne e a 42 anni per gli uomini: altro che
prepensionamento!) e non prima dei 62
anni perché è da quell'età che l'attuale
legislazione non prevede penalizzazioni
02-08-2014
41
1
all'assegno pensionistico. Queste norme
non creano nessuna disparità nell'età di
pensionamento con il lavoro privato che
per noi non sarebbe stata tollerabile. Non è
in questo caso che si rischia, come
sostiene l'autore «di minare nel profondo
l'architettura della riforma Fornero ... ». Anzi,
è uno dei pochi in cui viene applicata.
On. Cesare Damiano, Pd
Gli elementi sottolineati da Cesare Damiano
mi erano noti, ma confermo te mie
perplessità. Sono lieto di apprendere che
l'ex ministro è ora impegnato nell'applicare
atta lettera la riforma Fornero. Mi auguro
che in questo modo abbandoni i suoi più
volte annunciati propositi di rimetterla in
discussione.
Maurizio Ferrera
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Ho letto l'editoriale di Maurizio Ferrera «Il
gambero delle pensioni» (Corriere, 31
luglio) e vorrei precisare alcuni punti.
Quando l'autore parla di «quota 96»
(somma di età e contributi) che, se
ripristinata, consentirebbe a 4.000
insegnanti di andare in pensione, tengo a
chiarire che non si tratta della settima
salvaguardia degli «esodati», ma della
correzione di un errore del governo Monti
che ha confuso l'anno solare con quello
scolastico che, come tutti dovrebbero
sapere, non comincia dal primo gennaio
ma dal primo settembre di ogni anno. In
questo modo questi lavoratori della
scuola, che avrebbero maturato il loro
diritto alla pensione, sono rimasti
ingiustamente intrappolati. Ha ragione
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Quotidiano
la Repubblica
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03-08-2014
12/13
1/ 2
Parte la caccia a20 miliardi
aiuti daspread ePii rivalutato
si lasceràsalire il deficit
COperture da rifare perle pensioni dei prof~ri eper quota 96
La prima misura potrebbe saltare. Madia eMorando al lavoro
ROBERTOPmlNI
ROMA. Prima la presa d'atto della
frenata dell'economia, poi larinuncia all'allargamento del bonus di 80 euro a pensionati e partiteiva ( chesarebbecostato 5 miliarì), quindi l'impegno a lavorared' agosto alla legge di Stabilità.
La task force renziana ha già in
mentelacontromossaautunnale
allacadutadelPileallarinnovata
tensione sui conti pubblici. Un
piano d'emergenza per trovare
20miliardiperil2015ecostruire
un cordone di sicurezza intorno
ai conti pubblici, cercando di evitare cure drastiche a colpi di austerità.
A far scaldare i motori, dopo le
polemiche delle ultime ore e il
«caso» Cottarelli, è intervenuta
nel frattempo la mancata bollinatura da parte della Ragioneria
generale di due norme del decreto Madia, approvato nei giorni
scorsi alla Camera: il pensionamento di 4.000 insegnanti con le
norme, pre-Fornero, di «quota
96» (costo nel 2014 circa 50 milioni) e l'anticipo del pensionamentodei professori universitari
da 70 a 68 anni (costo un centinaio di milioni). La Ragioneria
pone rilievi per la qualità e l'entità delle coperture, soprattutto
per la seconda misura, e il governo, al Senato, è intenzionato a
correre ai ripari: Madia e Morando sono al lavoro nel week end.
Ilnuovoquadrochesièvenuto
a delineare ha convinto Renzi ad
accelerare la preparazione della
legge di Stabilità, che sarà comunque varata, regolarmente, a
settembre. La valutazione di fondo è che servono circa 20 miliardi
di manovra lorda: non lo dice solo
l'ex viceministro del Tesoro, Stefano Fassina, che parla di 23 miliardi da giorni, ma che sta in una
posizione critica nel Pd. Anche all'interno del governo i primi calcoli portano a questa cifra.
Da trovare ci sono infattii 7-10
miliardi per il rinnovo del bonus
lrpefda80europeril2015,i4miliardi di spese indifferibili (Cig in
deroga, 5 per mille, missioni militari ed altro), i 4 miliardi di tagli
alle spese postati sul 2015 dal governo Letta che dovranno essere
trovati, pena l'entrata in funzione della clausola di salvaguardia
con relativo taglio lineare delle
agevolazioni fiscali. Infine 2-3 miliardi dovranno servire per proseguire nella correzione del deficit. In tutto una ventina di miliar-
01.
Dove trovarli? L'idea che sta
circolando è quella di far conto intanto su una riduzione dello
spread e la conseguente minor
spesa per interessi di circa 3 miliardi, dato che gli stanziamenti
sono stati per prudenza sovrastimati nel Def. La seconda mossa,
che darebbe un paio di miliardi,
riguarda la contabilizzazione del
buon gettito dell'Iva che arriva
dalle ristrutturazioni ecologiche
delle abitazioni per le quali si stima un giro d'affari di 20 miliardi
per il 2015. Il resto verrebbe dalla spending review: la cifra annunciata da Renzi è di 16 miliardi, ma a fronte di queste nuove risorse individuate dal governo,
potrebbe essere limata con l'obiettivo politico di non intaccare
più di tanto sanità, pensioni e servizi essenziali.
Molto dipenderà dal rapporto
con l'Europa e dall'obiettivo di
deficit-Pii che ci si porrà per il
prossimoanno.IlDeffissaval'l,8
per cento per il 2015, ma già nei
giorni scorsi Renzi, durante la direzione del Pd, ha annunciato di
voler portare il livello al 2,3 per
cento: dunque manovra più leggera. Non è escluso che si salga
ancora, restando sotto il 3 per
cento e riuscendo a racimolare
qualche miliardo di margine, 5
oppure 6. Naturalmente questa
opzione deve fare in conti con
Bruxelles. Salire ulteriormente
verso il 3 per cento (dopo aver già
fatto slittare il pareggio strutturale di bilancio al 2016) aprirebbe un fronte con l'Unione che potrebbe trovare una soluzione solo una volta consolidati gli assetti
della nuova Commissione e stabilite le modalità del meccanismo diflessibilitàafronte diriforme. Da considerare anche che
preme la raccolta delle firme per
il referendum per l'abolizione del
Fiscal Compact: l'ulteriore ricorso al rigore non farebbe che dare
maggiore fiato all'iniziativa.
Infine c'è la rivalutazione del
Pil:il20settembrescatterannole
nuove serie di Eurostat che, cambiando metodo di calcolo e allargando il campo delle attività illecite contabilizzate, aumenterà il
prodotto interno lordo di circa il 4
per cento. Una stima elaborata
dalla Confcommercio valuta nello O, 1 la diminuzione del rapporto deficit-Pii dovuta alla crescita
del denominatore: dunque 1,7
miliardi in più che comlinque
contribuiranno alla composizione della manovra allarga.ndo i
margini.
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Un contributo potrà
venire anche dalla
maggiore Iva sulle
ristrutturazioni edilizie
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la Repubblica
SPESE OBBl.IGATE
Per il 2015 bisogna
rifinanziare per 4
mld Cig, 5 per mille
e missioni militari
all'estero
SPENDING REVIEW
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1 2/1 3
2/2
EFFETTO SPREAD
Lo spread è in
discesa e la spesa
per interessi sarà
2-3 mld inferiore
al previsto
L'OPZIONE DEFICIT
La revisione della
spesa zoppica e
alcune coperture
sono state bocciate •
dalla Ragioneria
Già elevato dall'l ,8
al 2,3% potrebbe
salire ancora.
Deciderà la nuova
Commissione Ue
MENO CRESCITA
EXTRA· IVA
La caduta del Pii
allo 0,3 stimata
dall'Fmi nel 2014
aprirebbe un buco
di circa 4 miliardi
Il bonus
ristrutturazioni
energetiche
potrebbe dare Iva
per 2 miliardi
EREDITA' LETTA
RIVALUTAZIONE PIL
Circa 4 miliardi
vanno trovati nel
2015 per evitare il
taglio lineare delle
agevolazioni fiscali
Quotidiano
1120 settembre
Eurostat rivaluta il
Pii europeo: il
nostro deficit-Pii
scende dello O, 1o/o
Parte la cacciaa20m1hard1
aiuti da spread e Pii nvalutato
s1 lasceràsahre Ii deficit
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Quotidiano
la Repubblica
Data
Pagina
Foglio
02-08-2014
24
1
Dove l'illegalità è la regola
entile Dott. Augias, leggo su Repubblica quanto siano vistosamen. te differenti le valutazioni
alla maturità tra nord e sud. Niente di nuovo sotto il sole! Le leggiamo ogni anno. Anzi, a
queste rilevazioni dovremmo aggiungere le alterazioni alle prove Invalsi, le inverosimili
valutazioni di fine d'anno, il numero delle assenze allegramente ignorato, le irregolarità di ogni
genere regolarmente occultate. Da anni sostengo e scrivo su ogni giornalino d'istituto che le
lezioni di legalità si svolgono ogni mattina a scuola (oltre che a casa propria): che la meritocrazia è
legalità; che il rispetto delle regole (da parte di noi docenti e degli alunni) è legalità. E invece giù
uprogetti sulla legalità n. clamorose manifestazioni di "legalità". incontri noiosissimi con i
·rappresentanti della legalità•! Come si fa a non capire che "Gomorra" è in questi nostri
comportamenti quotidiani, dal banale e reiterato ingresso a scuola in ritardo al doppio telefonino
alla maturità, alle domande dei test passate agli alunni la sera prima, eccetera? Nelle nostre scuole
meridionali, o almeno in molte di esse, l'illegalità è la regola: sottile, subdola, impercettibile, su cui
tutti tacciono perché tutti assolve.
Maria Palmieri-Salerno [email protected]
G
Lettere:
Via Cristoforo
Colombo,90
00147 Roma
06/49822923
~
Internet:
on so quale diffusione abbia il malcostume descritto dalla professoressa Palmieri che, in
ogni caso, non parla certo per sentito dire ma
per diretta esperienza. So che i risultati della maturità hanno suscitato commenti anche molto polemici per la differenza vistosa tra i voti, per esempio, della Lombardia e quelli delle regioni meridionali. Ho
anche letto i commenti risentit\ di alcuni dirigenti di
scuole pugliesi, la regione dove si è concentrata la
percentuale più alta di voti alti e altissimi. Quei voti,
riassumo, i ragazzi se li sono sudati lavorando duro
nel corso degli anni. Per completare il quadro bisogna però anche tenere presente ladifferenzachec'è,
soprattutto nel Mezzogiorno, tra i voti della maturità e quella delle prove Invalsi che, essendo uguali
N
per tutti, dovrebbero offrire un riscontro più obiettivo della preparazione. A questo spettro di elementi aggiungo che quando mi capita di parlare nei licei
del Mezzogiorno, ultimamente Napoli e Bari, prendono la parola ragazzi/e di indiscutibile prontezza.
Quale conclusione? I professori, pochi o molti, che si
comportano nel modo descritto da Maria Palmieri
preparano la rovina dei loro allievi, in particolare di
quelli che vorranno poi studiare ali' estero. Parlo anch'io per direttaesperienza di giovaniamevicini. Un
buon voto di diploma è condizione per essere candidati. La vera selezione però arriva dopo, nei colloqui
d' ammissioneenelleprove, dovelasolacosacheconta è la preparazione. Lì i voti rubati contano zero.
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LA STAMPA
GRADUAIDRIE
UNA SELEZIONE
DA AZZERARE
Pagina
Foglio
03-08-2014
1
1
a polemica sui docenti precari del Sud che
hanno occupato le
prime posizioni nelle graduatorie per l'insegnamento in Piemonte, a scapito
dei candidati locali, è solo
L
CONTINUA A PAGINA 9
ANDREA GAVOSTO
ORA SI PRMLEGINO MERITO E COMPETENZA
A;>;DllEA GAVOSTO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
l'ennesimo episodio delle tante
«guerre fra poveri» che si combattono ogni anno fra le mura scolastiche, per assicurarsi un impiego definitivo o anche solo temporaneo.
Proviamo a riassumere i tratti essenziali di una storia assai complessa, che ha dato vita a quest'ultimo disastro. Per legge, quando
nella scuola sono previsti ingressi
in ruolo, questi vengono attribuiti
per il 50% ai vincitori di un concorso nazionale, per l'altro 50% attingendo a graduatorie provinciali,
cosiddette ad esaurimento, in cui il
punteggio è determinato da anzianità di servizio, titoli di studio e carichi famigliari. Coloro che risultano
in testa nelle graduatorie della loro
materia diventano insegnanti a tempo indeterminato; quelli nelle posizioni di immediato rincalzo ottengono supplenze annuali, potendo spesso scegliere gli istituti di loro gradimento; quelli più in basso devono accontentarsi di ciò che rimane.
Nelle graduatorie di una provincia possono trasferirsi anche persone provenienti da un'altra provincia e, dopo una sentenza della
Corte Costituzionale (siamo anco-
ra un unico Stato, in fondo!), vanno
a occupare la posizione che spetta
loro sulla base del punteggio acquisito. Quest'anno, dopo un triennio,
sono state aggiornate le graduatorie e in quasi tutte le province del
Nord si è assistito a un numero
molto elevato di trasferimenti dal
Mezzogiorno. La ragione è evidente: le cattedre al Sud si sono rarefatte per il calo demografico e oggi,
grazie alla Rete, è molto più facile
monitorare il fabbisogno di posti
nel resto d'Italia e muoversi di conseguenza. Poiché i precari del Sud
hanno tipicamente un'anzianità
maggiore e più titoli di studio (anche se ciò non significa necessariamente una migliore preparazione),
ovviamente tendono a classificarsi
nei primissimi posti. Sulla carta,
non ci sarebbe niente di male, se la
posizione in graduatoria riflettesse
la competenza dei candidati.
Il primo problema è, però, che
questa garanzia di qualità non c'è:
alle graduatorie si è potuto, infatti, accedere per tante strade (idoneità ai vecchi concorsi, corsiconcorsi, scuole di specializzazione, ecc.), senza che vi sia un controllo omogeneo sul rapporto fra
punteggio ed effettive competenze né la certezza di criteri uniformi da regione a regione.
Ualtro grande problema è la continuità didattica. Una recente nor-
Il
ma ha, infatti, abolito la «ferma» di
cinque anni nella provincia di iscrizione: pertanto, il rischio è che le
insegnanti meridionali passate in
ruolo al Nord facciano presto domanda per rientrare al luogo d'origine, avviando la girandola delle sostituzioni, con effetti deleteri sulla
preparazione degli allievi. Di qui la
reazione negativa ·dell'opinione
pubblica e, ovviamente, dei docenti
precari del Nord che hanno perso il
primato in graduatoria (la guerra
fra poveri, appunto).
Non c'è via d'uscita. Il sistema di
reclutamento nella nostra scuola è
ormai così confuso, inefficiente,
iniquo, umiliante per gli insegnanti
e dannoso per gli studenti che l'unica soluzione possibile è azzerarlo
del tutto e ripartire da capo. Finché, infatti, sarà basato sulle graduatorie per anzianità e titoli, questi conflitti di interessi - fra Nord e
Sud, fra chi ha insegnato più o meno di un certo numero di mesi, fra
chi ha frequentato un corso di perfezionamento o un altro - si riproporranno ogni anno con maggiore
veemenza man mano che i posti a
disposizione diminuiranno. È davvero arrivato il momento di ripensare tutto il sistema, privilegiando
merito e competenze (verificati per
mezzo di un concorso nazionale) all'anzianità e ai «pezzi di carta».
*Direttore Fondazione Giovanni Agnelli
LA STAMPA
Il
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LA STAMPA
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03-08-2014
9
1/ 2
LA CORSA ALLA CATTEDRA
Caos graduatorie, interviene il governo
Il ministero: concorsi solo sulla base dei posti disponibili per evitare una guerra tra Nord e Sud
FLAVIA AMABILE
ROMA
«Il governo SI Impegna a
mettere fine alla guerra tra
meridionali e settentrionali
per un posto di ruolo nelle
scuole del Nord, le uniche
dove i professori da anni vedono aumentare le possibilità di insegnare. Al Sud dove
non ci sono i figli degli immigrati a far crescere il numero degli studenti, le iscrizioni sono diminuite del 4,7 per
cento solo nell'ultimo anno
e, dì conseguenza, per i professori ci sono oltre mille
cattedre in meno.
«Abbiamo innanzitutto in
mente un reclutamento dì dimensioni notevoli», assicura
il sottosegretario all'Istruzione Roberto Reggi. «Già nel
2014 assumeremo il doppio
del turn-over, altrettanto faremo negli anni successiyi in
modo da assumere centomila
nuovi insegnanti nei prossimi
tre anni», aggiunge. Ma non è
tutto. «Abbiamo un'ambìzìo-
Il sottosegretario
all'Istruzione: «Nei
prossimi tre anni
trecentomila assunti»
ne ulteriore. Vogliamo risolvere alla radice il problema
del precariato con un sistema
dì reclutamento omogeneo
per tutti», promette Reggi. Si
tratta innanzitutto dì eliminare le differenze tra organico di fatto e organico dì diritto, cioè della differenza tra
numero dì docenti assegnati
dal Miur e quello effettivamente richiesto dalle scuole,
sempre più alto.
In totale sono circa 20 mila
insegnanti in più. «Questa
differenza crea confusione e
non permette dì programmare bene come vorremmo il
fabbisogno. Stiamo calcolando le risorse necessarie per
eliminare il problema». Il secondo punto su cui il governo
sta lavorando è la riforma del
reclutamento che dovrà permettere l'accesso all'insegnamento solo dopo un concorso
bandito sulla base dei posti
effettivi e disponibili e aperto
a chi ha una laurea magistrale,
un anno dì tirocinio e un'abilitazione. Un piano ambizioso
ma che rischia dì non arginare
il fenomeno dell'emigrazione.
«I posti si creano dove ci sono
nuove iscrizioni», conferma
Reggi. E al Sud le curve demografiche delpro:::;simì anni non
lasciano molte speranze. La
questione, naturalmente, sta a
cuore al governo e al Partito
democratico che tenterà ogni
possibile strada per arrivare
ad una soluzione che risolva il
nodo della graduatorie e garantisca una maggiore continuità didattica. «Fatti salvi i diritti acquisiti, le Gae e le graduatorie d'istituto vanno rottamate. Questo orrore fatto dì
cavilli e norme contraddittorie, dì professionalità appese a
una sentenza del Tar, è indifendibile», conferma Davide Faraone, responsabile welfare del
partito. «Per limitare i danni spiega - va fatto subito un concorso per selezionare gli insegnanti, non è la panacea, ma almeno non è un terno al lotto.
Per il futuro, nella consultazione sulla scuola, annunciata dal
presidente del consiglio, la ri-
Così su La Stampa
Scuola, la rivoluzione
delle graduatorie al Nord
in eccesso
È la differenza tra i
docenti assegnati dal
Miur e quelli richiesti
dalle scuole
l<ABIO ALBAI'>ììSE
MARIA TERESA MARTI'.'ìENGO
La corsa
a bomba in tutto il CentroNord è scoppiata alla vigilia del
weekend che dà il via alle grandi vacanze. Nelle graduatorie provinciali fresche di pubblicazione, da Clti
saranno attinti a breve i docenti da
immettere in ruo•lo.J~"""'*""""'_,,,.,,,.
la gara tra
docenti
precari del
Sud e del
068391
L
È scattata
forma della selezione degli insegnanti, sarà una priorità».
«Finché il numero degli
alunni sarà il criterio fondamentale per definire gli organici l'emigrazione sarà inevitabile», commenta Mimmo
Pantaleo, segretario nazionale
della Flc-Cgil. «Ma è un controsenso: tutti dicono che bisogna potenziare l'offerta formativa nel Mezzogiorno e che
bisogna lottare contro la dispersione scolastica e la disoccupazione, e si tagliano le cattedre solo al Sud?».
Secondo Pantaleo, invece, il
governo deve prevedere nuovi
posti per risolvere il problema
della scuola dell'infanzia che al
Sud è «inesistente» e del tempo pieno alla primaria che è
minimo rispetto al Nord. La
colpa è della spending review commenta Marcello Pacifico,
presidente dell~ief - Negli ultimi sei anni sono stati cancellati 200 mila posti, se non ci
fosse stato questo taglio sì sarebbe arrivati all'esaurimènto
delle graduatorie cancellando
il problema dei precari».
Nord per
diventare
di ruolo
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- L'articolo de La Stampa che ieri ha raccontato il caos nelle graduatorie per l'insegnamento.
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03-08-2014
38
1
Il vicedirettore
''Nessuno scandalo
~uìpunteggi dal Sud
E tutto regolare"
MARIA 'TERESA MAlrrINENGo
'
<<E
bligo di stabilità in una provincia per cinque anni, che scoraggiava i trasferimenti, si è
tornati a tre anni». Aspiegare
il fenomeno dellegraduatorie
provinciali affollate di precari
che hanno scelto Torino e
tante altre province del Centro-Nord è Antonio Catania,
vicedirettore dell'Ufficio
scolastico regionale. Anche
certamente la
disoccupazione ad
aver creato questo
fenomeno. Le persone vanno
dove hanno più speranza di
trovare un lavoro. E al Nord i
posti ci sono• Anche perché
chi ha fatto quello stesso
percorso anni fa, in molti casi i
nell'amministrazione c'è stupore
posti li libera appena può e
torna al Sud. Soprattutto ora per questo esodo di massa, ma
che, dopo la parentesi dell'ob- fino ad un certo punto. Ci si
ricorda del grande caos di tre
quant~aglialti pun~­
anni fa quando, al momento della gi conl!Bdòcentidél Sud
pubblicazjone delle nuove graduatorie, i ricorsi contro l'inserim1:1nto «in coda» (in tre province
diverse da quella di residenza)
ebbero come risultato che ai
precari fu concesso difarvalere
il proprio punteggio eil Miur fu
costretto a rivedere le immissioni in ruolo. Per gli uffici fu un
lavoraccio. E cos\ si arriva alle
graduatorie proviÌlciali triennali
2014 con libertà di scelta.della
provirìcia.incui concorrere.. Per
arri~ a «soffiàte» i posti dei
precarllocali- o magari arrivati.a loro volta dalla Sicilia, dalla
Calabria, dalla Campania e
dalla Puglia ma «cresciuti»
nelle scuole torinesi- Catania
spieg-a che «si tratta di person1:1
non più giovani, che hanno
accumulato anni di suppfonze
brevi. Sei mesi di supplenze in
un anno fruttano dodici punti,
poial Sud come ovunque i
docenti fanno corsi, master, e
aggiungono altri punti».
Anb)nio·
Catania
È il
vicecfirettore.
dèll'Vffldo
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scolastico
regionale
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Quotidiano
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Data
02-08-2014
Pagina
1O
Foglio
1
Tra 11.tbbia e speranza
La precaria
"Ho ricevuto minacce
ma non avevo altra scelta
In Sicilia non c'è futuro"
CATANIA
Hsalto
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Maria
(che sceglie
l'anonimato),
ha deciso
di andare
a Torino:
«Mi spiace
lasciare
la miaterra
Tornerò»
«Stamattina ho ricevuto una telefonata
di una collega da Torino, mi ha fatto i
complimenti ma poi ha aggiunto: "Lo
sai che qui ti hanno maledetto?". Mi dispiace ma non avevo scelta, restare in
Sicilia significava restare precaria almeno ancora per sei o sette anni».
Maria è una delle insegnanti precarie che ha fatto la scelta di attraversare
la Penisola. Con il suo punteggio, che in
Sicilia vale poco, a Torino avrà quasi
certamente il «ruolo». Non vuole che si
pubblichi il suo nome, è un po' preoccupata per quanto sta accadendo, «ho anche ricevuto minacce per questa guerra
tra poveri che fa male a tutti».
Perchè ha deciso di fare questo salto?
«Quando si decide di andare, non lo si
fa mai a cuor leggero. Ci sono insegnanti che hanno 50 anni e una famiglia sulle spalle ma hanno deciso
ugualmente di trasferirsi. Questo deve
dare il senso di quanto difficile sia ormai, per noi precari della scuola, lavorare al Sud. Qui le prospettive erano
nere, prima i tagli agli organici poi la
riduzione delle classi, ogni anno sempre peggio. Alle convocazioni sono
sempre riuscita ad avere una cattedra
ma ogni anno sempre più lontano da
Catania, perchè i posti diminuiscono
sempre. Partire per partire, meglio
farlo con qualche possibilità in più».
I:approdo di Torino è stato casuale?
«I sindacalisti mi avevano consigliato di
non andare nelle grandi città come Roma e Milano, anche se in Lombardia
quest'anno saranno disponibili 5 mila
cattedre, nè nei centri troppo piccoli.
Torino era una delle opzioni migliori, è
una città che mi piace, viva, e dove penso di poter fare _bene il mio lavoro».
Pensa che avrà il tanto sospirato "ruolo", a questo punto?
«Non lo do per scontato, e poi queste
sono ancora graduatorie provvisorie.
Inoltre, bisogna sempre considerare
i "riservisti" che hanno la precedenza, per me è stato comunque un salto
nel buio».
Lasciare la Sicilia, per restare o per tornare?
«Mi dispiace tantissimo lasciare la mia
terra e ci tornerò sempre ma ora il mio
lavoro, la mia vita, sarà lì».
Si aspettava le minacce e gli improperi?
«Questa è una guerra tra poveri, una
cosa tristissima. Ma è il "sistema
scuola" che lo provoca. E il governo
non è mai vicino nè alla scuola nè agli
IF.ALB.J
insegnanti».
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Foglio
02-08-2014
29
1
Bando Miur in arrivo per l'8 agosto. Spazio anche a biologi e veterinari
Scuole mediche per 5.000
Aumentano i posti per gli aspiranti specialisti
DI BENEDETTA PACELLI
inque mila posti per la
formazione specialistica dei camici bianchi.
E altri mille per quella
dei «non medici» (biologi, farmacisti, odontoiatri, psicologi,
veterinari, biotecnologi, chimicì). Dopo un braccio di ferro durato mesi tra governo e
rappresentanze sindacali, alla
fine le scuole di specializzazione fanno il pieno di aspiranti
alla professione, con numeri
ben più elevati rispetto alle
aspettative iniziali: 5 mila
contratti statali da mettere
a concorso per i medici che
vorranno accedere alle scuole
di specializzazione nell'anno
2013-14. A stabilirlo sarà un
bando del ministero dell'istruzione e università atteso per
il pr?ssin_io ~ ago~to. A questi
leghi medici: l'assenza di una
retribuzione. «La sentenza»,
come ha spiegato Francesco
Corrente presidente del Coordinamento italiano specializzandi di area sanitaria, «Segna il passo, e ora la speranza
è che si dia seguito a quanto
disposto dal Consiglio di stato
e che almeno i prossimi aspiranti (circa un migliaio, ndr)
possano rientrare in questa
copertura economica».
Non è finita qui, perché a
questo contingente complessivo
andrà poi aggiunto il numero
dei contratti che metteranno a
disposizione le regioni (lo scorso
anno erano 593) e che saranno
formalizzati entro il 6 agosto.
Questo scongiurerà il pericolo
di perdere questi contratti visto che il decreto ministeriale
che adotta il regolamento sul-
le modalità di selezione per
l'accesso alle scuole prevede,
che tutti i contratti siano comunicati al Miur prima della
pubblicazione del bando. Cosa
che quest'anno, invece, con la
centralizzazione del bando di
concorso (non più locale) le
regioni avevano atteso a fare.
Soddisfatto il Segretariato
giovani medici specializzandi
che «ringrazia i ministeri della salute e dell'istruzione per
aver fatto fede agli impegni
presi, a fronte delle complicanze sopraggiunte a seguito
della sentenza del Consiglio di
stato che avrebbe presupposto
l'utilizzo dei fondi esistenti, ponendo in essere una lotta tra
giovani medici e non medici». Il
concorso nazionale si svolgerà
a fine ottobre, con la presa di
servizio a fine novembre.
~Riproduzione riseroata---11
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C
posti, poi, s1 aggmngeranno
quelli destinati ai «non medici» che secondo alcune indiscrezioni dovrebbero essere
coperti da un finanziamento
ad hoc da parte del ministero dell'economia. Si tratta in
questo caso di ottemperare a
una sentenza del Q"onsiglio
di stato che ha dii(posto per
i contratti dei nop. medici lo
stesso trattamentb economico
previsto per i camici bianchi.
Questo perché nel 2005, anno
di pubblicazione del decreto
ministeriale che ha riorganizzato le scuole di specializzazione, sono state stabilite per
tutte le discipline dell'area non
medica gli obiettivi che devono
essere raggiunti e le ore che
devono essere svolte in ospedale dagli specializzandi. Con
una differenza rispetto ai col-
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Quotidiano
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03-08-2014
5
1
Uscite anticipate dei professori
la Ragioneria boccia la deroga
~La
relazione inviata a Palazzo Chigi ~Per come è scritta la norma, rischia
par la di «Coperture insufficienti»
di allargarsi la platea di 4.000 insegnanti
LA RELAZIONE
ROMA Non è solo il commissario
Cottarelli a dire no alla deroga per
il pensionamento anticipato dei
4.000 prof approvata la settimana
scorsa dalla Camera all'interno del
decreto di riforma della pubblica
amministrazione. C'è una bocciatura ancora più rilevante, che porta il timbro della Ragioneria generale dello Stato: coperture insufficienti, perché così come è formulata la norma non è in grado di «assicurare il rispetto dei 4.000 soggetti». Stop della Ragioneria anche
per l'altra deroga alla riforma Fornero: l'eliminazione delle penalizzazioni per l'accesso alla pensione
anticipata per chi matura i requisiti entro il 31dicembre2017.
La relazione, datata primo agosto e indirizzata alla presidenza
del Consiglio dei ministri e alla
Commissione Bilancio del Senato
(dove il provvedimento è approdato), non fornisce scampo alle due
norme (mentre promuove tutto il
resto). E rischia di innescare un
nuovo caso politico, visto che alla
Camera il decreto è passato con la
fiducia. «Bisogna assolutamente
attivare tutti i colleghi e spiegare
loro la situazione» allertano i deputati Pd della commissione Lavoro della Camera (sostanzialmente i
firmatari dell'emendamento incriminato). In una nota circolata al-
l'interno del gruppo, polemica- per i quali non è individuata ademente osservano: «Quando le rela- guata copertura finanziaria».
zioni tecniche dell'Inps prevedono LE PENSIONI ANTICIPATE
quantificazioni enormi e irragio- L'altra norma bocciata riguarda
l'eliminazione delle penalizzazionevoli, alla Ragioneria vanno beni per chi sceglie di andare in penne; questa volta si mettono in disione prima dei 62 anni di età. La
scussione i numeri dei possibili legge Fornero lo consente agli uopensionamenti, dati dall'lnps, e si mini che hanno 42 anni e 6 mesi
di
modifica la previsione degli oneri contributi, e alle donne che ne hansecondo calcoli autonomi». Se al no 41annie6 mesi. I contributi peSenato la norma dovesse essere rò devono essere da effettiva premodificata, servirà una terza lettu- stazione lavorativa, sono esclusi
ra della Camera, cosa che potrebbe quindi quelli figurativi (ad ecceziomettere a rischio i tempi di conver- ne della maternità obbligatoria, la
sione.
leva militare, cig ordinaria, malatLA QUOTA 96
tia infortunio, donazioni di sanNon è una deroga alla legge Fornegue, congedi parentali, permessi
ro, insistono i sostenitÒri della norma: «È una correzione di un errore per assistenza disabili). Di fatto socontenuto in quella legge». Si trat- no fuori il riscatto della laurea e i
ta degli insegnanti che, in base alle contributi volontari. Prevista anregole pre-Fornero della vecchia che una decurtazione economica
«quota 96», avrebbero maturato il tra l'l eil 4% dell'assegno. La nuova
diritto alla pensione tra il 1 genna- norma votata alla Camera elimina
io e il 31.agosto del 2012, nel corso entrambe le penalizzazioni (condell'anno scolastico 2011/2012. Una tributi e assegno) per chi matura i
ricognizione del Miur basata su un requisiti entro dicembre 2017. Ma
questionario inviato al corpo do- la Ragioneria contesta: la copertucente quantifica i soggetti coinvol- ra indicata «è sottostimata», anziti in 4.000 unità. Ed è su questo nu- ché 1 milione nel 2014 ne servono
5, al posto dei 3 individuati per il
mero che si basa la norma appro2015 ne occorrono 15 milioni, e
vata alla Camera. Ma la Ragioneria
non basteranno di certo i due misostiene che «di fatto la disposiziolioni indicati per ciascuno degli anne prefigura per il settore della
scuola una salvaguardia aperta, ni a venire, ma le cifre sono molto
più alte, ovvero 35 milioni nel
non in grado di assicurare il rispet2016, 50 nel 2017 e 60 a decorrere
to del limite dei 4.000 soggetti, con
dal2018.
effetti in termini di maggiori oneri
Giusy Franzese
©RIPRODUZIONE RISERVATA
CONTESTATA ANCHE
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L'ELIMINAZIONE
DELLE PENALIZZAZIONI
PER CHI LASCIA
Il LAVORO PRIMA
DEI 62 ANNI
Il ministro Pier Carlo Padoan
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1
L'ex sottosegretario Aprea
«Tutta colpa del Tare della legge Carrozza»
1111111111111 Se i precari in lista da anni in
Piemonte si disperano per essere
finiti in coda alle graduatorie, superati dai colleghi meridionali, non
va meglio ai «senza cattedra» lom bardi. Nella settimana appena trascorsa quasi tutti gli uffici scolastici
territoriali della Lomdardia hanno
pubblicato le graduatorie provvisorie dei docenti delle scuole di ogni
ordine e grado, dalle quali attingere sia per gli incarichi in ruolo sia
per quelli annuali. Le supplenze
La sorpresa è stata che numerose province del Centro Nord sono
state invase dai docenti del Sud. E
la Lombardia è una delle regioni
più prese di mira. Sono emblematici i casi di alcune province. Mantova, ad esempio, in cui è stata letteralmente presa d'assalto la graduatoria della scuola dell'infanzia: le prime
60 posizioni sono state occupate tutte
da docenti in arrivo da altre province.
Anche a Milano il fenomeno ha assunto proporzioni impressionanti: la
graduatoria della scuola primaria
conta nelle prime 250 posizioni docenti provenienti da fuori ed entrati
in calssifica quest'estate.
L'effetto macroscopico delle sentenze del Tar che hanno tolto il vincolo introdotto dal ministro Gelmini ad
iscriversi nella provincia dove si è
esercitata fino a quel momento la professione di insegnante. «Viste le premesse», spiega a Libero l'assessore regionale all'lstriuzione della Lombardia, Valentina Aprea, «è normale che
gli insegnanti precari cerchino di spostarsi dove ci sono maggiori possibilità».
Ma secondo lei è giusto?
«Decisamente no. Da un lato infrange le aspettative dei tanti precari
che si vedono irrimediabilmente scavalcati in graduatoria e poi genera un
caos insopportabile nella gestione
del sistema scolastico».
Ma come spiega la disponibilità
di tanti aspiranti insegnanti aspostarsi dal Sud al Nord, quando in
Italia nessuno è disposto a trasferirsi nemmeno da una provincia all'altra?
«In parte lo si deve alla legge Carrozza cha ha ridotto il vincolo di permanenza nella provincia di immissione in ruolo da cinque a tre anni. Agevolando così il ritorno in minor tem po nelle regioni di appartenenza.
Dunque c'è il rischio, entro pochi anni, di ritrovarsi con una carenza di insegnanti di ruolo al
Nord?
«È venuto il momento di pensare a
un nuovo modello di reclutamento
che veda protagoniste le scuole o le
reti di scuole, nell'attribuzione degli
incarichi ai docenti».
Con quale obiettivo?
«Innanzitutto quello di superare la
competizione impropria tra soggetti
esclusi da troppo tempo dall'accesso
all'insegnamento nella scuola. È giunto il momento di privileguiare le capacità e il merito nella scelta degli isegnanti e non più l'anzianità d'iscrizione a una graduatoria».
A.BAR.
L'assessore lombardo
all'Istruzione
Valentina Aprea [lpa]
/'Iialiu che mm va
I prof del Sud tolgono il posto a quelli del Nord
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::~~;:~::"~:\~,'~~' :;'.,',;':~:'.~'~~~~:~. ,''.'"~h~~~u'~:'~',~'d~:'Jh~'. ~~·::;,~~;:;;~;~:;, ~:~,"~ ~~3 ~ "-
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Quotidiano
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5
1
Saltati i decreti
della Gelmini
via all'invasione
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Fra le numerose novità
introdotte dall'ex ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, due
decreti arginarono l'assalto dei precari del Sud
alle graduatorie provin ciali nel Settentrione. Un
primo decreto introduceva il vincolo a iscriversi
nelle liste della provincia
in cui si era insegnato fino a quel momento, in
base al principio della
«continuità didattica».
Un secondo decreto apriva alla possibilità di fare
domanda
contestualmente anche per altre
due province, nelle cui
graduatore, però, si en trava dal fondo. I punteggi maturati nelle scuole
della provincia d'origine
non erano spendibili altrove.
Alcune sentenze del Tar
cancellarono questi ultimi vincoli, spalancando
le porte ai precari del
Sud. La legge Carrozza
che ne prendeva inevitabilmente atto, ha ridottopoi da cinque a tre anni
il vincolo per gli insegnanti neoassunti a rimanere nella provincia dove sono entrati in ruolo.
Facile immaginare cosa
possa accadere: appena
preso possesso della cattedra presenteranno in
massa domanda di trasferimento e dopo appena tre anni il ministero
sarà obbligato ad accon tentarli.
non
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
Data
04-08-2014
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6
Foglio
1
-
L e incognite
DI pubblica amministrazione
resta il nodo delle coperture
sui prof e sulla «quota 96»
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Sono arrivati oltre 600
emendamenti al di Pa all'esame
della commissione Affari
costituzionali del Senato, dove il
conteggio è ancora in corso.
Il numero preciso si saprà quindi
solo stamattina, quando inizieranno
anche le votazioni.
Oggi è convocata sul decreto anche
la commissione Bilancio di Palazzo
Madama, che deve dare il suo
parere. Un giudizio atteso visto che
il nodo delle coperture ancora non è
stato chiuso. La questione riguarda
sia la cosiddetta «quota 96», i 4mila
pensionamenti nella scuola, sia le
uscite d'ufficio a 62 anni, ed a 68
anni per professori e primari.
Eventuali modifiche implicano un
ritorno alla Camera per una terza
lettura. Tutto quando il di deve
essere convertito entro il 23 agosto.
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Quotidiano
GiraDttsta
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03-08-2014
22
Foglio
1/ 2
Data
I
Allungare l'orario
agli insegnanti?
Idiozia,
diceva Einaudi
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"La crisi scolastica e la superstiorari lunghi", Luigi
Ernaud1 smontava la teoria di
"Renzi e Giannini" che all'epoca
pure si andava diffondendo. "Da
vent'anni a questa parte le ore di
fiato messe sul mercato dai professori secondari è andata spav~ntosamente aumentando. Specie nelle grandi città, dalle 1 o a
12 ore settimanali, che erano i
massimi di un tempo, si è giunti,
a/uri? di or?ri normali prolungati e d1 classi aggiunte, alle 15, alle 20, alle 25 e anche alle 30 e più
ore per settimana. Tutto ciò può
sembrare ragionevole solo ai burocrati che passano 7 od 8 ore del
giorno all'ufficio, seduti ad emarginare pratiche. A costoro" - scriveva Einaudi - "può sembrare
che i professori con le loro 20-30
ore di lezione per settimana e colle vacanze, lunghe e brevi, siano
dei perditempo.
Chi guarda invece alla realtà dei
risultati intellettuali e morali della scuola, deve riconoscere che
nessuna !attura può essere più
grande d1 questa. La merce «fiato» perde in qualità tutto ciò che
guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si
può vendere impunemente fiato
per 20 ore alla settimana, tanto
meno per 30 ore. La scuola, avolerla fare sul serio, con intenti
educativi, logora.
Appena si supera un certo segno
è inevitabile che l'insegnante cer~
chi di perdere il tempo, pur di far
passare le ore. Buona parte dell'orario viene perduto in minuti
~i attesa e .di ~scita, in appelli, in
rnterrogazwm stracce, in compiti
da farsi in scuola, ecc., ecc. Nasce una complicità dolorosa ma
fatale tra insegnanti e scolari a
f~r p~ssare il .tempo, pur di far
I arano prescntto dai regolamenti e di esaurire quelle cose senza
senso che sono i programmi. La
scuola diventa un locale, dove
sta seduto un uomo incaricato di
tenere a bada per tante ore al
giorno i ragazzi dai 10 ai 18 anni
di età ed un ufficio il quale rilaz~one ~egli
destinatario,
non
068391
el 2010 il Partito Democratico lanciava l'allarme sulla
scuola e sviluppava "dieci proposte per la scuola di domani" ufficialmente approvate dali'assemblea di Varese quasi a mo' di
comandamenti. Si leggeva in premess.a, "dobbiamo raggiungere
un risultato molto concreto: din;iezzare il nostro tasso di dispers10ne scolastica e triplicare il numero dei laureati". Non aveva
spiegato, però, che avrebbero voluto fare il tutto senza metterci un
euro.
Si potrà obbiettare che c'è stata la
crisi. Ma allora bisognerebbe andare a rileggersi ciò che disse sulla scuola, Matteo Renzi per farsi
dare la fiducia al Senato, forse in
un eccesso d'ottimismo:
"Al 1° luglio" - aveva solennemente dichiarato Renzi - "avendo
affrontato i temi costituzionali
istituzionali, elettorali, di lavoro'
d~ fis.c~, di pubblico impiego, dl
gmst1zw e impostato un diverso
atteggiamento verso la scuola . ...
Noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che non parta dalla
centralità della scuola. ( ... ) Qual
è I? priorità che questo paese ha
ne1 confronti degli insegnanti? Sicuramente lo sa il Ministro dell'istruzione pubblica e dell'università: coinvolgere dal basso in
ogni processo di riforma gli operatori della scuola. Ma c'è una
priorità a monte: recuperare
quella fiducia, quella credibilità,
recuperare quella dimensione
per cui se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si può tornare a
credere che l'educazione sia davvero il motore dello sviluppo. Chi
di noi tutti i giorni ha incontrato
cittadini, insegnanti, educatori e
mamme sa perfettamente che c'è
una bellissima e straordinaria richiesta che è duplice. Da un lato
si chiede di restituire valore sociale all'insegnante, e questo non
h? bisogno di alcuna riforma, ma
d1 un cambio di forma mentis.
N
( ... )Ci sono fior di ~tudi di economisti che dimostrano come un
territorio che investe in capitale
umano, in educazione, in istruzione pubblica è un territorio più
forte rispetto agli altri . ... Mi recherò nelle scuole per dare un segnale simbolico, per dimostrare
che da lì riparte un Paese . ... È
chiaro che il tema della scuola è
parziale rispetto al grande tema
de!l'.ed.ucazione. Si inizia con gli
as1h mdo. Gli Obiettivi di Lisbona vedono oggi un Paese drammaticamente diviso in due, tra
una parte dell'Italia che ha già
raggiunto quegli obiettivi {con alcune città che stanno sopra il 40
per cento} e una parte dell'Italia
... Metto a verbale che la scuola è
il punto di partenza, e intervengo
sulle quattro riforme che vi proponiamo, che vi proporremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. "Questo è quello che
era stato detto in Senato. Belle
parole. Oggi, però, come nota Lorenzo Misuraca dalle pagine del
Garantista, si parla di accorciare
gli studi a 4 anni di superiori e di
portare l'orario di lavoro dei docenti dalle attuali 18 ore settimanali a 36 ore. Neanche a 24 ore
settimanali come inizialmente
ipotizzato dal ministro Profumo
col governo Monti dovendo fare
marcia indietro a causa delle proteste dei sindacati, ma addirittura a 36 ore, di cui sei ore (oltre le
attuali 18) da dedicare in classe
per .le supplenze dei colleghi e,
ovviamente, senza il benché minimo aumento dello stipendio.
La fabbrica del fiato. Col caldo
estivo, quasi nel silenzio dei
gran_di media televisivi troppo attenti a tenere d'occhio la riforma
del Senato per notare ciò che avviene nella scuola, il ministro
dell'Istruzione Giannini e il suo
sottosegretario Reggi, con lo slogan populista "più ore di lavoro,
più qualità e più soldi per gli insegnanti", preparano l'ennesima
mortificazione dei docenti.
Il 21 aprile del 1913, sul Corriere
della Sera, in un articolo titolato
Codice abbonamento:
di Giuseppe Candido
{seconda puntata.)
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Quotidiano
I Giiraiitfsta
I
il quadro della scuola secondaria d'oggi in Italia. Non dico
che la colpa di tutto ciò siano gli
orari lunghi; ma certo gli orari
co
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03-08-2014
22
2/2
lunghi sono l'esponente e nello
stesso tempo un'aggravante di
tutta una falsa concezione della
missione della scuola media".
(fine I la prima puntata è stata
pubblicata ieri)
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scia alla fine del corso dei diplomi stampati. Scolari svogliati, genitori irritati di dover pagare le
tasse, insegnanti malcontenti; ec-
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Quotidiano
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03-08-2014
3
1
Quel "tengo famiglia" che aiuta tutti
UN DECRETO SALVA 70 INSEGNANTI DELLA SCUOLA, TRA QUESTE ANCHE LA MOGLIE DEL DEPUTATO CERA (UDC)
di Carlo Di Foggia
pensare male si fa peccato, ma
spesso si indovina. Il deputato
Angelo Cera è un Cesiano di ferro,
nel senso di Lorenzo Cesa, segretario Ude. Due nomi di peso in tempi
di riforme istituzionali: controllano
pochi voti, ma preziosi per il nuovo
Senato renziano. Vanno coccolati.
Da giorni il secondo nome gira tra i
banchi di Montecitorio, lato Pd, dove diversi colleghi non fanno altro
che "pensare male". E indicano uno
delle decine di commi che compongono il decreto sulla Pa, licenziato
giovedì dalla Camera e ora al vaglio
del Senato: quello che consente alle
insegnanti della scuola che nel 2011
si prepensionarono con il contributivo (meno generoso del retributivo,
e oggi esteso a tutti dalla legge Fornero) di ottenere un ricalco più generoso.
TRA QUESTE c'è anche la moglie di
Cera, che non nega la circostanza ma
al Fatto parla di un "atto di giustizia
sociale": "Per incassare subito la
buonuscita accettò di prendere il 40
l per cento in meno del netto: una
pensione da 1100 euro invece che
170~. Secondo voi era pazza a farlo? E un vero dramma comune,
che riguarda tante persone in
tutta Italia". Quante? "Circa settanta". Non sufficenti a catalizzare
l'attenzione per i quattromila inse-
A
1
gnanti di "quota 96": pensionabili
già nel 2012, ma costretti a rimanere
in servizio per un errore marchiano
della legge Fornero. Per loro si è
mossa la maggioranza. Per le altre, il
deputato Cera. Ma il suo emendamento non è stato preso in considerazione perchè "scritto male". L'intuizione, però, era buona. Tanto
buona che è stata colta da altri colleghi, provenienti dai ranghi di quella compagine trasversale che tira le
fila del Patto che ridisegna il Senato:
Rocco Palese (Fi) e barbara Saltamartini (Ncd). Così Cera vince la sua
battaglia e gongola: "Non si può dire
che ci sia il mio nome sopra", spiega.
E ribadisce il concetto ripetendo i
due nomi in loop, anche se riconosce
un punto d'accordo: "Si, favorisce
anche mia moglie, ma è una battaglia
condivisa, altrimenti perché l' emendamento dei due colleghi è stato fatto proprio dal relatore?". Vero. Anche se uno dei due, Emanuele Piano
(Pd), spiega al Fatto di non saperne
nulla. La modifica è passata con voto,
manco a dirlo, trasversale. Ma dal
Pd, molti hanno storto il naso e ora
parlano di "regalo vergognoso", non
per la norma in sé ("sono vittime della Fornero", spiega Cera, e così è) ma
per i dettagli sopra elencati. Nessuno, però, esce allo scoperto. In fondo
la modifica costa solo 600 mila euro,
spiccioli rispetto ai circa 500 milioni
dei "quota 96" che hanno fatto star-
cere il naso alla ragioneria e provocato lo sfogo pubblico del commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Perché innervosire i tecnici
con un ulteriore - per quanto giusto
- ampliamento della platea? Qui le
ipotesi si sussurrano, si rimanda a
quanto sta succedendo al Senato, e il
fatto che il boccone indigesto alla fine sia stato digerito, a malicuore, dal
Pd lascia intendere il potenziale di
scambio di un comma che conta poche righe ma assicura stabilità.
IL NOME DI CERA emerge spesso
dalle cronache parlamentari, soprattutto per demeriti: è deputato, e insieme sindaco di San Marco in Lamis
(Puglia). Un doppio incarico impossibileperlegge, tanto che il Consiglio
comunale lo ha fatto decadere. Ma
nel decreto del Fare è entrato un
emendamento che ha cambiato la
legge per lui, l'unico rimasto fregato
dalla norma sull'incompatibilità volutanel201 l da Tremanti. "Ho vinto
in tutti i gradi di giudizio", spiega Cera, che ricorda anche la sua battaglia
contro chi "ha scritto cose inventate". Il riferimento è al "triplete", come
lo chiamano i cronisti parlamentari:
stipendio da deputato, stipendio da
sindaco e vitalizio da consigliere (in
Puglia dal 2005 al 2008). "Bugia spiega - per quegli incarichi non
percepisco nulla. Ho solo lo stipendio da deputato".
Lui si giustifica: "Non
l'ho firmato io". I colleghi
irritati per il "regalo"
Ma è un fedelissimo
di Cesa, fondamentale
per gli equilibri in Aula
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Angelo Cera Ansa
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Quotidiano
GiraDttsta
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02-08-2014
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Data
I
.
Povera scuola italiana
Cenerentola d'Europa!
regioni, la scuola è stata mortificata
svilita. Si è assistito ad una serie
'
continua di tagli. Tagli ai fondi
d'istituto, tagli al miglioramento
cuola: orario dei lavoro dei
dell'offerta formativa assieme al
docenti a 36 ore? Può sembrare
blocco degli scatti contrattuali.
ragionevole solo ai burocrati che
Gli insegnanti delle scuole
passano 7 od 8 ore del giorno in
secondarie inferiori raggiungono, in
ufficio. Pure Einaudi l'aveva capito:
media nei Paesi Ocse, il livello piu
«La m~~ce "fiato" perde in qualità
alto della loro fascia retributiva dopo
tutto c10 che guadagna in quantità»
appena 24 anni di servizio, mentre
«Il minimo di vita civile, come noi
in Italia, sono necessari ben 35 anni
lo intendiamo», scriveva poi nel '42
di s_ervizio. E mentre nei paesi Ocse,
Ernesto Rossi in Abolire la Miseria
tra il 2000 e il 2009, gli stipendi
«implica anche un minimo di
degli insegnanti sono aumentati
~ultura e di preparazione per mettere
mediamente di un 7%, in termini di
rn grado tutti i cittadini di
potere d'acquisto, nel nostro bel
partecipare consapevolmente alla
Paese, sono invece diminuiti di oltre
vita pubblica e di apprezzare i valori
1'1 % ; a ciò si aggiunga il successivo
della nostra civiltà. L'insegnamento
blo_cc? degli _sca_tt_i d'anzianità. Negli
elementare gratuito non basta.
ultimi 4 anni gh insegnanti hanno
Occorrerebbe che la scuola
perso, in media, oltre 8mila euro del
accompagnasse tutti i giovani fino ai
loro potere d'acquisto.
diciassette o ai diciotto anni"».
La scuola pubblica statale sembra
«L'apparato della Scuola pubblica
essere diventata la fonte d'ogni
dello Stato,se fosse paragonato agli
spreco, per cui passibile di tagli.
apparati del corpo umano, dovrebbe
Tagli che si sono fatti, negli anni,
essere considerato - scriveva Piero
badando solo al risparmio, alla
Calamandrei - come l'organo che nel
diminuzione della spesa, ma senza
nostro corpo produce il sangue:
un minimo di visione riformatrice
l'organo che dona alla nostra società
unitaria in grado di dare alla scuola
le cellule di cui esso stesso si
una nuova forma.
costituisce e che, ovviamente, sono
I dati rilevati nel 2011 dall'Ocse
da considerarsi i cittadini».
l'osservatorio per la cooperazion'e e
Aggiungendo che, «la scuola, organo
lo sviluppo economico, ci dicono
centrale della democrazia, perché
che nel solo anno 2008, l'Italia ha
serve a risolvere quello che secondo
speso il 4,8% del Pil per l'istruzione
noi è il problema centrale della
(posizionandosi al 29 posto su 34
democrazia: la formazione della
Paesi), quasi un punto e mezzo
classe dirigente, non solo nel senso
percentuale in meno rispetto alla
di classe politica, ma anche classe
media dei paesi Ocse che è invece
dirigente nel senso culturale e
del 6,1 %.
tec_n~co: coloro che sono a capo delle
A tutto ciò si devono aggiungere gli
officine e delle aziende, che
effetti deleteri della nuova riforma
insegnano, che scrivono, artisti,
col sistema della "formazione
professionisti, poeti. Questo è il
professionale" affidato alle Regioni
problema della democrazia, la
e, da queste, a soggetti esterni privati
creazione di questa classe, la quale
che, spesso, hanno il solo fine del
non deve essere una casta ereditaria
lucro e in una Regione come la
chiusa, una oligarchia, una chiesa, '
Calabria sono tutte attenzionate dalla
un clero, un ordine. No. Nel nostro
magistratura. Tanto per fare esempi
pensiero di democrazia, la classe
concreti basti solo ricordare le 106
dirigente deve essere aperta e
persone denunciate dalla Guardia di
sempre rinnovata dall'afflusso verso
Fin_anza _perché i fondi europei
l'alto degli elementi migliori di tutte
reg10nah della formazione
le classi, di tutte le categorie».
professionale venivano "utilizzati
In~ec~, im~emori di tutto ciò, negli
per finanziare corsi fantasma". E la
ultinn anni, a partire dal maestro
scuola pubblica cade a pezzi, le
unico, passando poi dalla riforma
strutture sono spesso inadeguate dal
delle secondarie superiori fatta con
punto di vista antisismico e molto
tagli di ore e l'introduzione del
spesso manca persino la carta per
"nuovo modo" per assolvere
fare le fotocopie.
l'obbligo scolastico, ossia la
«Nessuna riforma potrebbe condurre
formazione professionale delle
Giuseppe Candido
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S
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Quotidiano
GiraDttsta
Data
Pagina
Foglio
di comandamenti. «Per il futuro
dell'Italia, per tornare ad avere alti
tassi di occupazione, produttività e
coesione sociale - si leggeva in
premessa - dobbiamo raggiungere un
risultato molto concreto: dimezzare
il nostro tasso di dispersione
scolastica e triplicare il numero dei
laureati». Aggiungendo a chiare
lettere che, «solo se sapremo
investire sui saperi, scommettendo
sulla qualità del capitale umano del
nostro Paese e su una società della
conoscenza diffusa, potremo tornare
a crescere». E scrivevano che, per
raggiungere tali obiettivi sarebbe
stato necessario «arricchire l'offerta
formativa», «attribuire alla scuola
autonoma e all'autonomia di
insegnamento quelle risorse
necessarie per innovare la didattica
della scuola superiore di primo e
secondo grado». Ecco, non avevano
spiegato, però, che avrebbero voluto
fare il tutto sensa metterci un euro.
(Fine prima puntata.
Continua domani)
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ad un aumento più rapido della
ricchezza nazionale quanto un
miglioramento delle nostre scuole,
specialmente quelle medie, purché sottolineava già nel 1895 Alfred
Marshall nei suoi Princìpi di
Economia - fosse accompagnato da
un generoso sistema di borse di
studio, che permettesse al figlio
intelligente di un operaio di salire
gradualmente da una scuola a quella
superiore, finché non avesse ricevuta
la migliore istruzione teorica e
pratica che i tempi gli possano
dare».
Quando era il centrodestra ad
approvava le riforme coi tagli sulla
scuola, il centrosinistra tuonava
ricordando Piero Calamandrei. Nel
2010, addirittura, il partito
Democratico lanciava l'allarme sulla
scuola e, partendo dagli obiettivi di
Europa 2020, sviluppava «dieci
proposte per la scuola di domani»,
ufficialmente approvate
dall'assemblea di Varese quasi a mo'
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2/2
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Quotidiano
02-08-2014
2
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Una materia insegnata in inglese al liceo. Al via
asettembre l'ultima parte della riforma Gelmini
2012 e in altri istituti è stata affrontata in via sperimentale, riguarderà l'ultimo anno delle
scuole superiori e l'esame di
maturità. Allo scritto potrà essere richiesto di affrontare in
lingua la terza prova (e solo
quella), mentre per l'orale
potrà essere richiesto dì dimostrare le competenze acquisite.
Potrà,
ma
non
necessariamente avverrà per-
tata in lingua «preferibilmente» al 50% e si chiarisce
che le scuole, attingendo ai
fondi di istituto, potranno avvalersi anche dì tirocinanti e
consulenti esterni per aiutare
gli insegnanti. Nessun fondo
statale dedicato, invece, è attualmente stanziato per supportare il progetto, visto che i
ministeri dell'Istruzione e
dell'Economia non hanno ancora emanato il decreto attuativo che era previsto dalla
riforma. Anche da qui, quindi,
la necessità di procedere con
calma rispetto alla previsione
dell'allora ministro Gelmini
che stabilisce che «nel quinto
anno è impartito l'insegnamento in lingua straniera di
una disciplina non linguistica
compresa nell'area delle attività obbligatorie per tutti gli
studenti», pur precisando che
«tale insegnamento è attivato
in ogni caso nei limiti degli organici a legislazione vigente».
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Valeria Gelsi
Parte con calma e, allo stato
attuale, ha le caratteristiche
del suggerimento più che
della direttiva. Ma parte. È l'ultima fase della riforma Gelm1m, che da settembre
prevede l'insegnamento in lingua straniera di una materia
non linguistica.
La novità, che nei licei linguistici è stata introdotta nel
ché sarà necessario che il
membro interno della commissione sia il titolare della materia insegnata in lingua. Anche
questo è uno degli accorgimenti introdotti per evitare un
impatto traumatico o, peggio,
il rischio caos in una situazione che ancora non è a regime. A ricordare la prossima
scadenza è stato il Corriere
della Sera, che ha ripercorso
anche le tappe intermedie che
hanno avvicinato la scuola italiana all'appuntamento con
quella che è stata chiamata
!'«immersione» nella lingua
straniera. Da quando la novità
è stata programmata, sono
stati disposti corsi e abilitazioni per preparare gli insegnanti, ma lo stesso non tutte
le scuole sono ora in grado di
affrontare l'insegnamento di
una disciplina in lingua. Per
questo nella circolare partita
dal ministero dell'Istruzione
nei giorni scorsi «Sì suggerisce» che la materia sia affron-
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
04-08-2014
12
1
Data
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Foglio
UN
Atenei da aprire a giovani talenti
Come intervenire su processi di reclutamento e requisiti di quiescenza
.
I
di Stefano Paleari
La situazione in cattedra
Personale docente e ricercatore Università italiana
18.218
17.174.
-----
Ricercatori a tempo indeterminato
14.532
13.841:
+---
13.219
17.5471
16.8581
16.229'
15.884
---t-15.435 i
15.106
24.489
24.275
23.801:
23.485
23.180
22.683
55.199
53.901
52.4$6
51.008
Totale docenti e ricercatori di ruolo
52,3
44.3
-----··-·~-
51,1
52,7
r--
44.8
r
__
52~6
ì
52,6
44,9
44.8
51,4- - - - 5o,9-I-
t-------
50:91
53,0
---+-····-
53,5
~-
46,1
51,2
51,8
'
Fonte: elaborazioni Unibg HE Team su dati Miur
trodotti dalla legge Madia che con essa dovrà misurarsi, speriamo senza
equilibrismi giuridici.
Ora, il presidente del Consiglio ha
recentemente detto che l'Italia ha bisogno di più ingegneri. Voglio, da ingegnere, interpretare questo richiamo
come dovere di misurarsi con i numeri e con le leggi della natura, per trovare nella discussione alcuni elementi
da tutti condivisi perché oggettivi.
Ebbene, con riferimento all'Università e al bisogno della "staffetta generazionale" richiamata dal ministro
Madia, i dati sul numero e sull'età media dei docenti e dei ricercatori parlano molto chiaro: gli ultimi 5 anni ci
consegnano un'università dimagrita
e invecchiata.
La tabella pubblicata sopra riporta il
numero di docenti e di ricercatori a
partire dalzoo8 e fmo alla fine delz013.
Ebbene il numero di docenti e di ricercatori è diminuito del 12 per cento. Se si
tolgono i ricercatori a tempo determinato, figura con un contratto a termine, il calo è addirittura del 15 per cento.
Certo, i più anziani sono andati in
pensione; si pensi che il numero di professori ordinari (i cosiddetti "baroni")
si è ridotto del 27% così come è calato
il numero di professori associati e di
ricercatori a tempo indeterminato.
Ma dei giovani non si è vista traccia. E
infatti l'età media è continuata acrescere fino agli attuali 52 anni.Un invee-
L'assimilazione del sistema
alle regole indirizzate
alla pubblica amministrazione
è in totale controtendenza
con quanto avviene in Europa
Dal 2008 è diminuito del 12%
il numero dei docenti
e dei ricercatori, ma l'età
media è salita a 52 anni
per il blocco del turn over
!JIMAGIUll EHIV!'.((M!All
chiamento per tutte le categorie, come la tabella evidenzia.
I numeri quindi, e non le opinioni, ci
dicono che l'università è il comparto
pubblico che è dimagrito di più (d'altro canto lo Stato ha sottratto un miliardo di euro su sette di finanziamenti all'anno e un altro taglio di 170 milioni è previsto per il 2015!) ed è pure invecchiato. E quest'anno assisteremo a
un nuovo record in negativo essendo
il turnover fermo al 50 per cento.
I provvedimenti recenti hanno riaperto la discussione sull'università.
Questo è un bene se si parte dalla realtà dei numeri e non dalle posizioni per
partito preso. Se si vuole un'università più forte perché più giovane si aprano le porte ai migliori ricercatori; si offra un'opportunità alzo% migliore dei
dottori di ricerca annullando il taglio
delz015 e destinandolo a chi merita.
Nell'attuale situazione ognuno si
prenda le sue responsabilità per il bene dell'Italia.Noi non ci sottrarremo.
Presidente Crui
1r RIPRODUllUNF ~.:~ERVATA
068391
1
15.169:
'--------
Codice abbonamento:
e attività di questi giorni dcl
Parlamento hanno riguardato
oltre al tema delle riforme isti_J tuzionali, anche la conversione
del decreto Madia sulla pubblica amministrazione.
I provvedimenti in esso introdotti
hanno portato elementi di novità anche per l'università italiana. In particolare in materia di "abilitazione
scientifica nazionale" e, quindi, di
processi di reclutamento, e di requisiti di quiescenza con un'ulteriore riduzione della soglia di pensionamento
per i docenti universitari da 70 a 68
anni. Di quest'ultin10 aspetto i giornali hanno dato ampio risalto non senza
richiami alle cosiddette "resistenze
corporative".
In generale, lelemento che va sottolineato è quello della progressiva assimilazione del sistema universitario alle regole che normano la pubblica amministrazione. Nulla di drammatico,
s'intende, ma in totale controtendenza con la situazione internazionale
che differenzia molto bene i diritti e i
doveri di chi lavorà all'università rispetto a chi è impegnato negli enti locali e, pii1 in generale, nell'amministrazione statale.
Infatti, l'università in Europa è misurata da un'Autorità indipendente
che in Italia è l'Anvur e la carriera di
un ricercatore prevede più concorsi
di valutazione basati su standard internazionali, Non solo, ma la mobilità
studentesca è altissima anche in Italia, in relazione alle condizioni di contesto e alle performance dei singoli
atenei. Questi quindi competono l'un
con l'altro.
Quella odierna è una situazione
molto diversa da quella di decenni addietro e stupisce che molti "esperti"
non vogliano registrarlo. N aturalmentc rimangono ampi margini di innovazione e miglioramento ma molto è avvenuto. Per questo, come peraltro sottolineato correttamente e a più ripre- ·
se dal ministro Giannini, si è chiesto
un provvedimento specifico per l'Università.
Ricordiamoci, infatti, che nel 2010
la Riforma Gclmini ha modificato profondamente gli assetti anche organizzativi e questo è oggi il punto di riferimento anche dopo i cambiamenti in-
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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04-08-2014
12
1
do immediatamente una differenza, forie- --- .. radi ~onte~2:i~s~ tra RtdA finanziati dagli
atenei e tutti gli altri assunti con altri finanziamenti competitivi anche internazionali
o da contratti di ricerca con imprese ecc..
In alcuni casi, poi, Rtd sono anche stati utilizzati come docenti di riferimento per attivare corsi di studio, creando un'ulteriore discriminazione potenziale.
Anche per gli RtdA della prima ora si sta
presentando il problema della proroga oppure dell'uscita inevitabile dal sistema universitario, con età spesso vicina ai 40; solo
- - per pochi sarà possibile proseguire come
di Dario Braga
RtdB entrando in tenure track.
··
-La teoria del temporary job alla base
hi è avvezzo alle scienze speri- della legge ~40 ha fallito pe~ due motivi:
mentali sa che ogni teoria deve .'°'.Per.che non. h~ c?,ns1derato miessere sottoposta al vaglio della g~iaia ?1 ass~gmst1 gia operanti nei
sperimentazione per verificar- dIJ?art~mentI al momento dell'entrane esattezza e robustezza. Questo vale tam vigor~;
.
.
anche per la teoria del temporaryjobuni- & perc~e non ~a previsto misure paversitario che sorregge le scelte dellaleg- rallele p~r mcentivare l'~ssunzione dirige 240/2010 (Gelmini). A quasi quattro cercatondapartedelle1mpreseedelsiarmi di distanza dall'entrata in vigore, è ste,mapu~bh~ononacc~demico.
quindi possibile valutare in modo ogget- E sbaghat? impo~tare 1~ reclutamento
tivo i risultati del modello basato sul re- su un par~d1gma d1 "filtn successivi" in
clutamento universitario su tre passaggi a.ssenza di.un mercato del lavoro alternaa tempo determinato, l'ultimo dei quali t~vo che dia valore alle competenze che
in tenure track per poter accedere stabil- suendono disponibili per chi non prosemente alla carriera universitaria
gue. Per questo servono manovre conMateria complessa, persino dar~cconta- cr:te che ince~tivino la mobilità tra ater~: dopo il dottorato si inizia con assegni di n~I e tra atenei e imprese. La liber~izza­
ncerca per un massimo 4 anni, si prosegue z10ne ~el JobsAct potrebbe servire ancome ricercatore a tempo determinato di che al sistema pubblico.
tipoA(«RtdA»)concontrattodi 3 annirin- P.er la legpe 240, qualche utile cornovabile fino a un massimo di e si conti- rez1.one puo essere apportata anche
5
nuaperaltri3annicomericercatoreditipo subito. S~rve .sempl.ificazi~ne. Alla
B. («~~dB>~) con la previsione, in presenza prova dei fatti due figure diverse di
di abil1taz1one nazionale, del passaggio fi- R~d (A~ B) sono davvero troppe. Tenaleaprofessoreassociato.
mamo 11 Rtd come canale di accesso
Per buona sostanza, un modello di sele- ( tenure track), semmai portandolo a 5 anzione progressiva, basato su reiterati con- ni'. e rinunciamo al Rtda (che, de minicor~i, ~on "uscite laterali" incorrisponden- m1s, ~ndreb~e comunque. svincolato dai
za di ciascun pa<>saggio. Il percorso dura al punti orgarnco ). Allarghiamo per conmassimo12annidalmomentodellaconclu- verso la possibilità di utilizzare gli assesionedeldottoratodiricerca.Etànominale gni di ricerca in modo più efficiente e
a fineyercorso: circa 38 anni. Ragionevole flessibi~e rin:uovendo il limite dei quatper div:ntare professori associati. In paesi tro anm _ma, mtro.ducendo, al contempo,
normali,noninltalia.
un gradmo salariale che garantisca do. l'.n primo serio scollamento prassi-teo- po il. quar~o anno incrementi salariali
nanguardagliassegnisti edè stato determi- consistenti e compensativi.
natodallanecessità-nonprevistadallalegSe poi proprio volessimo "cambiare
ge 240, ma inevitabile nel mondo reale_ di verso" dovremmo superare la logica di
azzerare !"'orologio del precariato" al mo- gestire il personale mediante "punti ormento dell'entrata in vigore della legge per ganico" las~iando agli atenei la libertà di
non "~u~are.fuori" di colpo assegnisti pre- lav~rare sm lo~o bilanci in funzione delGelmini. Qµmdi oggi tanti assegnisti di ri- le nsorse reali e non sulla base di proc:rca a fine quadriennio non harmo 30 an- grammazioni virtuali.
t_; R.IPRUOUZIONE RJStRVfl.TA
m,maneharmospesso35opiù,espessosono ricercatori consolida reputazione internazionale e talvolta harmo già conseguito
l'abilitazione scientifica nazionale.
Per i contratti triennale di ricercatore a
tempo determinato RtdA, altri imprevisti.
Forse per limitarne il numero e spingere a
una progr~azione degli accessi, agli
RtdA assunti sui bilanci degli atenei è stata
at~ibuita .una quota di "punti organico"
Miur usati per la programmazione creanRitaglio
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Non èancora
un Paese
per riçercatori
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
Pagina
I
Foglio
04-08-2014
23
1/ 3
Università Da Milano a Palermo, bocciato il piano della ministra Giannini
Medicina, addio ai test? No dai rettori
di ORSOLA RIVA
abolire i test d'ingres' ipotesi
so alle facoltà di Medicina,
L
espressa dalla ministra Stefania
di
Giannini, suscita dubbi fra i rettori
delle università. Che, in vista della
presentazione (rinviata a settembre) del nuovo sistema di ammissione, sostengono l'imprescindibilità di una selezione preliminare,
magari preparata a livello nazionale,
e aprono all'idea di un anno comune
a corsi di laurea affini. Tenendo fermo un principio: il numero chiuso.
APAGINA23
Università L'ipotesi del sistema misto: questionari e sbarramento
I rettori di Medicina
contro rabolizione del test
«Non abbiamo le aule»
Ritaglio
Universita'
sbarramento alla fine del primo
anno) è stata rinviata da luglio a
settembre.
L'ipotesi di rottamazione dei
quiz ha sollevato fin da subito
forti perplessità fra i rettori preoccupati dall'onda d'urto potenzialmente devastante di un'iscrizione di massa a Medicina. Gli
aspiranti camici bianchi che hanno tentato la sorte nell'ultimo
test di aprile erano 65 mila per
poco più di 10 mila posti. Che cosa succederebbe se a settembre
2015 le università dovessero accoglierne altrettanti come matricole? Dove si terrebbero le lezioni? E con quali professori? In
Francia esistono aule da 500 posti, ma da noi le strutture sono
assolutamente inadeguate.
L'aula più grande dell'università Bicocca di Milano può contenere al massimo 150 studenti
mentre quest'anno ai test se ne
sono presentati i.400. «Che il
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sistema dei quiz vada migliora to lo pensiamo un po' tutti dice Cristina Messa, rettrice della Bicocca -. Ma la soluzione
non è eliminarli. Semmai bisognerebbe puntare molto di più
sull'elemento attitudinale, che è
fondamentale nella nostra professione».
Dello stesso parere è Roberto
Lagalla, rettore dell'università di
Palermo e vice presidente della
Conferenza dei rettori con delega
alla Medicina. «La selezione preliminare tramite i test va mantenuta - dice Lagalla -.11 punto è
che dovrebbero essere molto più
coerenti con i saperi liceali». Secondo Giuseppe Novelli, rettore
dell'università di Tor Vergata a
Roma, potrebbero essere anticipati al quarto anno per evitare
sgradevoli sovrapposizioni con la
maturità. Una volta effettuata
una prima scrematura tramite i
del
destinatario,
non
test, si potrebbe sì pensare a un
modello simile al sistema francese come ipotizzato dal ministro
Giannini. «Un primo anno comune a corsi di laurea affini come Medicina, Odontoiatria, Farmacia e Biotecnologie - spiega
Novelli - con 5 insegnamenti di
base (chimica, fisica, biologia,
informatica e statistica medica)
ed esami finali per accedere al secondo anno». Perché, e su questo
il ministro Giannini è stata chiara
fin dal principio, test o non test,
Medicina resta a numero chiuso
con un contingente di posti stabilito in base al fabbisogno delle
singole regioni.
L'ipotesi di una pre-scuola
«biomed» piace anche a Sergio
Pecorelli, rettore dell'università
di Brescia: «Nei Paesi anglosassoni dura due anni, da noi potrebbe durarne uno solo». Ma come si svolgerebbe la selezione
riproducibile.
Pag. 50
Codice abbonamento:
E se il rimedio fosse peggiore
del male? Quando, due mesi fa, il
ministro dell'Istruzione Stefania
Giannini annunciò la sua ferma
intenzione di mandare in soffitta
i contestatissimi test di ingresso a
Medicina, a brindare non furono
solo le associazioni degli studenti. Anche tante famiglie di ragazzi
respinti ai quiz tirarono un sospiro di sollievo: finalmente le porte
di Medicina potevano aprirsi anche a chi non era riuscito arispondere a domande spesso del
tutto incongrue con la valutazione di un aspirante medico (dalla
filosofia del Tao a Noam
Chomsky).
Con il passare dei mesi, però,
l'addio ai test si sta rivelando un
rompicapo molto più difficile del
previsto. Tant'è che la presentazione ufficiale del nuovo sistema
di selezione ispirato al modello
francese (ingresso libero con
068391
Giannini vuole cancellarlo, nonl'haformalizzato
Quotidiano
Data
COBBIEBE DELLA SEBA
per accedere alla vera e propria
scuola di Medicina? Il sistema dei
test, per quanto imperfetto, dà
infatti maggiori garanzie di
obiettività di un esame orale che
è molto più esposto a favoritismi
e raccomandazioni. «Se si vuole
veramente garantire a tutti la
Pagina
Foglio
tappe (dal liceo alla pre-school e
da qui al corso di Medicina vero e
proprio) è uno solo: formare dei
bravi medici. «Oggi il chirurgo è
diventato un grande tecnocrate
- osserva Pecorelli -: oltre alle
galla.
L'obiettivo di questo comples- capacità manuali, deve possedere
so sistema di selezione in due una serie di conoscenze tecniche.
stessa opportunità, ci vuole una
prova preparata a livello nazionale, una specie di Invalsi che faccia
riferimento alle materie studiate
nel primo anno», suggerisce La-
04-08-2014
23
2/3
Ma soprattutto deve avere un
grande giudizio clinico, sapere se
tagliare da una parte o dall'altra,
avere una rapida capacità di sintesi». Ecco perché individuare il
giusto sistema di valutazione dei
ragazzi è così importante.
Orsola Riva
f0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Bicocca
~---------
L'aula più
grande è
da 150
posti, ai
test erano
in 1.400
11
rapporto
Napgli
Cosenza
La gara tra stilisti
Giovaniideeperil Sud
Si conclude ad Amantea (Cosenza)
la decima edizione della <<Grotta
dei desideri», il talent per
giovani stilisti delle scuole di
moda italiane. La giuria sarà
presieduta da Nino Masso della
maison Fendi.
Dieci giovani cervelli, selezionati
con un bando, formeranno un
comitato di idee e progetti per
attrarre i fin~iamenti europei di
Horizon 2020. E un'iniziativa di
Fondazione Sdn, Cnr, Campania
Bioscience e <<Il Sabato delle idee» .
5.798
I candidati e i posti disponibili in alcuni atenei nell'ultimo test di Medicina
1111 Candidati r Posti disponibili
63.043
Partecipanti
Padova
71,9%
Catanzaro
36,8%
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D'ARCO
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Quotidiano
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Foglio
02-08-2014
9
1
Facoltà di Medicina
Specializzazione, Salerno avrà sei borse
alcune di queste borse saranno riconosciute
all'ateneo salernitano. L'anno scorso le borse in
mero regime di aggregazione con l'Università
Federico II di Napoli erano appena due: una
borsa in Me,dicina Interna ed una in Chirurgia
Generale. «E un passo in avanti fondamentale e
strategico - commenta il deputato del Pd Tino
Iannuzzi - che segna il definitivo inserimento
della facoltà' di Salerno nel panorama delle
università titolari di scuole e borse di
specializzazione, in un percorso graduale che di
anno in anno potrà' e dovrà' essere
incrementato ed arricchito».
Codice abbonamento:
068391
!SALERNO - Il pressing sul ministro Giannini
non è stato invano: la facoltà di Medicina
dell'Università di Salerno , in sede di riparto
delle scuole e delle borse di specializzazione per
l'anno accademico 2013-2014, si è vista
riconoscere in piena autonomia 2 borse in
Medicina Interna, 2 borse in Chirurgia Generale
e 2 borse in Malattie dell'Apparato
Cardiovascolare. Inoltre ed in aggiunta 8 borse
in Igiene e Medicina Preventiva sono state
attribuite alla Sun -Seconda Università' di
Napoli, in aggregazione con l'Università' di
Salerno e con l'Università' del Molise. Quindi
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IL~MA.TTINO
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il !nli"6'!1N!!:l>'llTn
Città della scienza riparte dalla fabbrica 2.0
Ok del Cipe al ministero dell'Istruzione per gli «artigiani» delle stampanti tridimensionali
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Incendio
Dal Cipe arrivano ifondi per un
fab/lab: contenuti per Città
della Scienza in attesa
della ricostruzione dopo le fiamme
068391
LaricostruzionediCittàdellaScienza è ancora un nodo aggrovigliato
da sciogliere. Quando sarà sarà,
tempi napoletani e tempi italiani
permettendo. Ma per la Fondazione Idis, che gestisce la struttura di
Bagnoli, è arrivata una boccata
d' ossigeno, con il sostegno economica a un progetto che potrà essere
valorizzato al massimo proprio
quando la Città rinascerà completamente d~lle ~eneri ~el 4 _marzo _d~l
2013. Il C1pe (il Comitato mterm1msteriale per la programmazione
economica) ~a approva~o la pr~posta del m1mstero dell Istruzione
per asse~are 3 milioni_ e 116U:ila
euro~ presi dal_Fondo mtegrativo
spec1ale d~lla ncerca,. alla_ Fm::1dazi~n~ J?r.es1edut~ da V1tto~o S~v~s~1. E il fina~1amento _d1,un m1z1~tiva denom~ata «CI~a de~l~
Sc1e,nza 2.0: ~uoVI prodotti e seIVIZI
d~ll econo_m1a della con~scen~a».
S1 tratta, m sostanza, d1 aVVIare
un'«officina» fab/lab. Nello stesso
provvedimento il Cipe ha assegna. VIa
· d efin.ti.
to, m
I va, 2 m il"1on1· d"I euro all'Istituto italiano per gli Studi
filosofici di Gerardo Marotta: uno
per lanno in corso, laltro per il
2015-2016.
Per chi non è addentro alle nuove tecnologie il fab/lab (dall'inglese fabbrication
-Zaboratory) non
I
è altro che una
Due milioni
forma di produzione di oggetti
arriveranno attraverso stamanche
panti tridimen sionali. Construnelle casse
menti
digitali si
dell'Istituto
produce una vadegli Studi
stagammadiogfilosofici
getti non solo artistici, ma anche
destinati al consumo di massa. Insomma, una nuova frontiera e un modo per proiettarsi davvero nel Futuro Remoto,
mettendo insieme ricerca e produzione industriale. Il progetto è nato
un anno fa, sulla scia dell'appoggio
che l'allora ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, espresse a
Città della Scienza durante la sua
prima visita alle macerie. I ministri
che si sono succeduti (Maria Chiara Carrozza e Stefania Giannini)
hanno sostenuto liniziativa che do-
vrebbe muovere i primi passi già a
settembre.
All'interno degli spazi del parco
scientifico di Bagnoli già esiste da
tempo un'officina fab/lab, guidata
da Paolo Cascione. Questo nuovo
spazio, curato direttamente dalla
Fondazione Idis, andrà a rafforzare
una linea di produttività che punta
a importanti partnership intemazionali. «In particolare con il Mit di P..
Boston con cui già è in atto un progetto di cooperazione su questi temi» spiega il direttore generale Lui- La tecnica
gi Amadio. «Inoltre verrà avviata
una collaborazione conl'Explorato- Il Fab Lab
rium di San Francisco (la struttura per creare
che ha poi originato nel mondo in tera il modello dei Science Centre) il futuro
che è oggi una delle realtà mondiali
piùevolutenelcampodellaprogettazione e prototipazione di exhibit Unfablabèuna
e
apparati piccola officina che
divulgativo/sperimentali».
offre servizi
L'azionediricercaesperimenta- personalizzati di
zione porterà alla realizzazione di fabbricazione di
un nucleo espositivo che sarà visibi- oggetti in modalità
1
ando sarà disponibile digitale. Un fab lab
L .
d' · ' è generalmente
e,ll' qu
ne ~rea musea1e.. e 1mee az10- dotato di una serie
ne, nassume
. Amod10,
.
. punteranno
b
di strumenti
sulla reahzzaz1011:e d1 un la ora~o­ computerizzati in
rio per pro~e~taz1on~ para~etrtca grado di realizzare,
e peryro~o~p1, sul co_m~olgi_ment? inmaniera
d1 scienz1a?, progettisti e gio".a,m, flessibile e
sullo scouting delle opportun1ta e semi-automatica,
delle potenzialità di applicazio~e un'ampia gamma
d~lle m~ove_ ed ev?l~te tecnologi~ di prodotti. Tra
d1 fabbncaz1one digitale a contesti questi vi sono
industriali e produttivi.
prodotti
«Procederemoilpiùrapidamen- tecnologici
te possibile» assicura il direttore ge- generalmente
nerale della Fondazione «e al più considerati di
presto sarà possibile mostrare lepri- appannaggio
me realizzazioni». I fondi del Cipe esclusivo della
coprono lo start-up del progetto e i produzione di
primiannidilaboratorio. «Masare- massa. Mentre non
mo immediatamente produttivi» possono
aggiunge Amo dio «e in grado di ren- competere con la
dere il fab/lab un punto di riferi- produzione di
mento stabile con persone giovani massa, e le relative
e specializzate che saranno chiama- economie di scala,
te a lavorare».
nella produzione di
beni di consumo, i
fab lab hanno
dimostrato grandi
potenzialità nel
fornire ai loro utenti
gli strumenti per
realizzare in
proprio dispositivi
tecnologici.
Codice abbonamento:
Pietro Treccagnoli
riproducibile.
Pag. 54
Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
Data
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Foglio
03-08-2014
1
1/ 2
n.
Legge Fornero o legge Concordia?
di Davide Colombo
ci sono solo le varie operazioni di salvaguardia di lavoratori "esodati" nel carniere del
partito della deroga alla riforma
delle pensioni. I nuovi requisiti
entrati in vigore due anni e mezzo
fa sono stati esposti a un assalto
politico costante, ora attivato dal
governo ora dalle forze trasversalii che puntano allo smantellamento della riforma Fornero, che rischia di diventare una sorta di
"legge Concordia".
Davide
Colombo
DA QIJ.I Al 2021
Le~eFomero
i rischi dello
«smonta~o»
• Continua da pagimi
asta un po' di memoria
per ricordare gli episodi
più significativi. Due
anni fa, tra luglio e agosto,
mentre il Parlamento era
impegnato nella conversione
in legge del dl 95 Oa spending
review firmata
Giarda-Monti) si decise di
aprire una finestra per il
pensionamento a settembre
di 3.500 insegnanti. In ballo
c'era la riorganizzazione delle
dotazioni organiche e s'era
già stabilito che il personale in
esubero della Pa centrale
poteva essere pensionato con
i vecchi requisiti; i 3.500 si
aggiunsero con facilità, con la
giustificazione, allora come
oggi, che avrebbero liberato
altrettanti posti a giovani
precari della scuola. In quelle
stesse settimane di due anni
fa la professoressa torinese
diventata ministro perdeva
un'altra battaglia sul campo
delle pensioni. Si trattava di
varare un decreto di
armonizzazione delle nuove
Ritaglio
Lavoro e previdenza
regole ai settori pubblici ma i
comparti sicurezza e difesa,
contando su vaste sponde
parlamentari, riuscirono a
salvarsi. Una fetta non piccola
di statali (circa il 15% del
totale) ebbero così garantiti i
vecchi requisiti:
pensionamento di vecchiaia
con tre o cinque anni di
anticipo, pensionamento di
anzianità tutelato con 35 anni
di contributi e collocamento
in ausiliaria per i graduati
dopo il pensionamento (la
stessa norma sopravvissuta
nel dl Madia, laddove si fa
slittare a fine 2015 la
cancellazione dei
trattenimenti in servizio per i
militari). Costo della
sconfitta? Tra i 300 e i 450
milioni nei primi dieci anni in
termini di maggiore spesa
previdenziale. Poi
naturalmente ci sono state le
sei salvaguardie di cui si
diceva, inanellate negli ultimi
24 mesi, l'ultima a giugno, che
tutelano circa 4ornila
"esodati" con una garanzia
della pensione in deroga che
stampa
ad
uso esclusivo
costerà complessivamente
u,6 miliardi entro il 2022. E
ora arrivano gli altri 4JI1ila
casi della scuola, gli
"intrappolati" al lavoro dalla
riforma varata ad anno
scolastico 2011-2012 già in
corso: persone con un lavoro
sicuro, non a rischio reddito,
che ora andranno in pensione
a settembre per lasciare il
posto ai più giovani. Per non
parlare, se la norma resterà,
della cancellazione delle
penalizzazioni per i
pensionamenti d'ufficio di chi
nella Pa ha i requisiti pieni a
prescindere dall'età. Il
dramma di questi interventi a
pioggia è che, nel loro
succedersi continuo, non
lascian n~ppure spazio per un
monitoraggio ex post, giusto
per capire se le stime di costo
aggiuntivo e le platee ogni
volta disegnate sono stati poi
confermati. Il risultato è
un'incertezza crescente sulla
tenuta della riforma nel suo
complesso, con le ovvie
conseguenze sui saldi di
finanza pubblica. La riforma
del
destinatario,
non
Fornero garantirebbe sulla
carta risparmi per 81 miliardi
da qui al 2021, ma a furia di
colpi di lima riuscirà davvero
a centrare l'obiettivo? I rischi
sono alti con un mercato del
lavoro che non riparte e tante
crisi che aziendali che
prevedono anche il
prepensionamento come
soluzione di default. Ed è
singolare che, proprio in
questo contesto, non si
rinunci alla ciambella di
salvataggio delle deroghe
pensionistiche anche per i
dipendenti pubblici. La spesa
pensionistica, dicono tutti gli
analisti, è stata messa in
sicurezza: entro il 2050 in
termini cumulati le riforme
fatte tra il 2004 e il 2011
valgono 60 punti di Pil di
risparmio (per due terzi
dovuti alla riforma Maroni e
interventi successivi e per un
terzo alla riforma Fomero).
Ma attenzione: centrare
quell'obiettivo vuol dire
congelare una spesa che
resterà attorno al 15% per
ancora trenta o quarant'anni;
uno dei livelli più alti
nell'area Ocse.
riproducibile.
Pag. 56
Codice abbonamento:
o Concordia:
068391
La riforma prevede
risparmi per 81
miliardi: obiettivi
in pericolo fra «assalti»
e crisi economica
Quotidiano
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03-08-2014
1
2/2
Trattenimento
servizio
•È l'istituto che consente alla
Codice abbonamento:
068391
Pa di far restare un dipendente o
dirigente al lavoro, con il
consenso dell'interessato, oltre
i limiti del pensionamento. Il
trattenimento può essere di due
o di cinque anni (per i
magistrati). Seconda dati Aran
ogni anno sono circa 2mila i
dipendenti o dirigenti che
prorogano il loro contratto oltre
i termini previdenziali
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Lavoro e previdenza
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Il Sole?]{! mmrn
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03-08-2014
2
1
Le ipotesi al vaglio di Lavoro ed Economia
Opzione-anticipo, si studia la fattibilità
!azioni in attesa di una scelta
compatibile con lo stato dei
conti pubblici. Da quanto si capisce l'ispirazione fornita ai tecnici ha un doppio indirizzo:
riempire da un lato (e strutturalmente) i buchi creati dalla riforma Fornero, tamponati via via
attraverso misure spot; dall'altro, congegnare una soluzione
appannaggio di quanti, sotto i
colpi della dell'economia stagnante, finiscono in mezzo al
guado anzitempo e hanno poche, obiettive, chance di essere
rioccupati. Bisogna rendere
più flessibile la possibilità di
pensionamento, trovando gli
strumenti adatti e coerenti alle
diverse situazioni, ha spiegato
il ministro Giuliano Poletti. Come coniugare entrambe queste
Nicola Barone
ROMA
Gli occhi sono ora tutti puntati sulla ripresa, perché per poter prender formagli interventi
di manutenzione sulle pensioni
cui il governo sta pensando dovranno aspettare necessariamente il cantiere della legge di
stabilità. Q].lestione di volume
dei costi legati al perimetro
dell'operazione, soprattutto.
Ma ciò non toglie che l'idea sia
quella di costruire un'impalcatura «di sistema» in grado di superare la stagione dei continui
e progressivi aggiustamenti.
Due giorni fa è arrivata dallo
stesso ministro del W elfare la
traccia degli «strumenti differenziati» intorno a cui negli uffici si affastellano calcoli e simu-
necessità, tenute ferme le esigenze di bilancio, sarà il rompicapo delle prossime settimane.
Molti dei ragionamenti riguardano la praticabilità
dell'ipotesi accennata di recente dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. In sostanza il nucleo sta nel consentire la "facoltà" di ritirarsi dal
lavoro a 62 o 63 anni, ovvero
prima dei 66 previsti dalla Fornero, prevedendo una penalità, così come è già permesso
dalle norme di rimanere oltre,
fino a 70 arini, con una rivalutazione. Le penalizzazioni contemplate in alcuni studi adesso
al vaglio si muovono in un arco
che va dal 3 a11'8%, da applicare
in modo inversamente proporzionale all'età di uscita. Una
spinta ulteriore ai correttivi deriva secondo Baretta dal fatto
che le riforme strutturali in vista presuppongono un ricambio generazionale sia nel pubblico sia nel privato. E se un versante da considerare è l'impatto nell'immediato sui conti
pubblici vero anche è che i cambiamenti, su di un periodo più
lungo, comporterebbero risparmi non trascurabili per lo
Stato. Senza contare che i maggiori oneri potrebbero (almeno parzialmente) essere recuperati: di fatto mediante la flessibilità si offre una soluzione la' terale al contempo alla platea
degli esodati e a chi ad esempio
a fruisce della cassa integrazione in deroga ed è a un'incollatura dalla pensione.
CONTI DA VUi~!.lfi~ll:
Codice abbonamento:
068391
La chance di chiedere
l'assegno prima dei 66 anni
per la vecchiaia va bilanciato
con un taglio stimato
fino all'8 per cento
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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3
1
Tra gennaio e ottobre 2013 il numero dei beneficiari era salito del 77%
Ufficiale l'esclusione per i professionisti
Federica Micardi
Studi professionali esclusi
dalla Cassa integrazione in deroga. «La notizia non arriva del
tutto inaspettata - commenta
Gaetano Stella, presidente di
Confprofessioni _ma speravamo in un ripensamento».
L'esclusione è contenuta
nell'articolo 2, comma del de3
creto ministeriale di Lavoro ed
Economia in via di pubblicazione, che sancisce: «possono chiedere il t_ratt_am~nt?··· solo le imprese d1 cm all articolo 2082 del
Codice civile (l'articolo che definisce l'imprenditore, ndr )».
L'accesso alla Cig in deroga
da parte degli studi professiona-
li è possibile dal 2008, ma il ricorso a questo strumento è avvenuto nel 2012 e soprattutto
nelz013, per un monte ore complessivo pari a 2omilioni, che
rappresenta solo 1'1% della Cig
erogata nell'anno passato.
«L'esclusione degli studi professionali - commenta Stella dipende ufficialmente dalla
mancanza di fondi. Anche se
.
.
.. '
dati alla mano, le risorse ut1hzzate dai professionisti sono state s~lo 1'1%; è inoltre :c:.andalos~
che~ Governo drem_nsor:e dai
fondi p~r la forma~icme mter~
prof~ss10nale. e po~ escluda gh
studi pr_ofess10nah da questo
ammortizzatore».
Stella sottolinea anche il fat-
to che si crea una disparità di
trattamento tra chi svolge la
professione sotto forma di impresa, che potrà continuare a beneficiare della Cig, e c:hi invece
la svolge come libero professio.
, .
msta, c_he_ ne_ e mvece escluso.
u
d
h
na istmz1one c e per ora
non si P~Ò qu'.111~ificare; «?aJ?piamo pero che 1dipendenti di studi professionali_ afferma Stella
-sono circa8oomila unità». Entrando più nel dettaglio: il totale di dipendenti di studi professionali che tra gennaio e ottobre 2013 ha fruito della Cig è stato di 7.944, il 77% in più rispetto
all'anno precedente. Tralecatego rie professionali che mag-
giormente hanno beneficiato di
questo ammortizzatore segnaliamo, al primo posto, gli studi
di consulenza amministrativo
gestionale (i.361unità,il159°10 in
più rispetto al 2012 ) seguiti dai
notai con i.277 unità (+i97%);
un numero giustificato dal fatto
che questa categoria, che registra la media più alta di dipendenti, negli ultimi anni ha avuto
un calo tra il 40 e il 50 per cento.
«Con l'esclusione dei professionisti-conclude Stella - salteranno gli accordi che Confprofessioni sta sottoscrivendo per
coprire quella parte di stipendio non coperta dalla Cig, non
abbiamo le risorse necessarie
per coprirla integralmente».
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I
llo-~;~~io di Confprofessioni____ .
Codice abbonamento:
068391
/ ~' Attraverso l'elaborazione dei
, dati Inps, Confprofessioni ha
' stilato una classifica delle28
tipologie di studi professionali
che hanno fatto ricorso alla Cigin
deroga nel 2012 e 2013 nel
periodo gennaio/ottobre
In un anno, i dipendenti di
studi professionali beneficiari
della Cig sono passati da 4.489 a
7. 944. I maggiori beneficiari
sono stati: studi di consulenza
amministrativa gestionale
(1.361); studi notarili (1.277),
studi commerciali tributari (825)
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02-08-2014
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1
Pubblico impiego. Il di Madia al Senato
Decreto Pa, si tratta
sulle coperture
per la previdenza
ca delle coperture "considerate più a rischio" che in uno stralcio vero e proprio delle norme
troppo onerose. In entrambi i
casi sarà comunque necessario un nuovo esame da parte
della Camera (il dl va convertito in legge entro il24 agosto, pena la decadenza). Per questo si
lavora per fare presto (è anche
una esigenza politica) e portare il testo in Aula a palazzo Madama già lunedì. «Cercheremo di conciliare la necessaria
celerità con le esigenze di un
consente l'uscita obbligatoria serio confronto parlamentaa 70 anni - avendo abolito il co- re», ha detto il relatore, Giorsiddetto "biennio Amato"). gio Pagliari.
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Questa anticipazione di due anni, sottolinea la Ragioneria,
I rilievi della Ragioneria
«determina oneri non quantificati né coperti in termini dianticipazione della corresponsione dei trattamenti di pensione
e di fine servizio». Sulla base
Nel 2014 costa 45 milioni
Secondo la Ragioneria la norma
dei dati forniti dal Miur il costo
su «Quota96» risulta scoperta in
dell'intervento è di 34,2 milioni
termini di fabbisogno e
solo nel 2015 (dal 2015 al 2021 è
indebitamento netto ai sensi delle
di circa n3 milioni). Nel mirino
norme di contabilità. Pertanto,
anche i conti per la cancellazioper assicurare la neutralità degli
ne dei disincentivi introdotti
effetti per l'anno2014 la
da Elsa Fornero per chi lascia
riduzione da apportare si deve
attestare a 45 milioni di euro.
prima il lavoro. La relazione
Inoltre, per come è scritta la
tecnica al dl Madia ha stimato
disposizione, non è escluso un
un esborso di un milione per il
superamento del limite di 4mila
2014, 3 milioni per il 2015, 7 miunità, visto che l'Inps aveva già
lioni per il 2016. I conti rivisti
conteggiato questi "esodati" della
dalla Ragioneria sono però
scuola in almeno 9mila unità.
maggiori: 5 milioni per il 2014,
15 milioni per il 2015, 35 milioni
per il 2016, 50 milioni per il 2017
e 60 milioni dal 2018. E sottostimata è anche la quantificazione delle spese (un milione per
quest'anno) della norma che
prevede dei benefici per le vittime degli atti di terrorismo.
Oggi in commissione Affari
costituzionali si riprende con
la discussione generale. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per
domenica alle ore 15. L'obiettivo dell'Esecutivo è trovare una
soluzione ai rilievi del Mef che,
da quanto si apprende, potrebbe consistere sia in una modifi-
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Copertura sottostimata
Nel mirino della Ragioneria
generale dello Stato anche i conti
per la cancellazione dei
disincentivi introdotti da Elsa
Fornero per chi lascia prima il
lavoro. La relazione tecnica al dl
Madia ha stimato un esborso di
un milione per il 2014, tre milioni
per il 2015, sette milioni per il
2016.1 conti rivisti dalla
Ragioneria sono però maggiori: 5
milioni peril2014, 15 milioni per
il 2015, 35 milioni per il 2016, SO
milioni peril2017 e 60 milioni
dal2018
del
destinatario,
Da trovare 34 milioni nel 2015
I tecnici del Mef hanno avanzato
rilievi anche per il pensionamento
d'ufficio a 68 anni dei professori
universitari (oggi la legge Gelmini
consente l'uscita obbligatoria a
70 anni). Questa anticipazione di
due anni «determina oneri non
quantificati né coperti in termini
di anticipazione della
corresponsione dei trattamenti di
pensione e difine servizio». Sulla
base dei dati forniti dal Miuril
costo dell'intervento è di 34,2
milioni solo nel 2015 (dal201Sal
2021 è di circa 113 milioni)
Attenzione ai limiti di spesa
Secondo i tecnici del ministero
dell'Economia la quantificazione
di un milione di eurodal2014
peri benefici da accordare alle
vittime del terrorismo è
«sottostimata» in quanto la
relazione Inps parla di un onere
di circa 13 milioni peril2014edi
6 milioni annui dal 2015
crescenti fino a 12 milioni a
regime. Perciò trattandosi di
norma che dispone di ritti
soggettivi a favore di beneficiari
non risulta idonea la previsione
di un limite massimo di spesa
non
068391
Il dl Madia di riorganizzazione della pubblica amministrazione è arrivato ieri in commissione Affari costituzionali del Senato; e tra Governo e tecnici del
ministero dell'Economia e della
commissione Bilancio è iniziata
subito la trattativa per trovare
una soluzione ai rilievi sulle coperture avanzati dalla Ragioneria generale dello Stato.
Gli" appunti" degli esperti di
Via XX Settembre si sono focalizzati essenzialmente su quattro norme contenute nel decreto legge. Oltre al ripristino di
«Quota96» per gli insegnanti,
sono finite nel mirino del Mef
anche le disposizioni sul pensionamento d'ufficio a 68 anni
dei professori universitari, la
cancellazione delle penalizzazioni introdotte dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal
lavoro e i benefici alle vittime
di atti di terrorismo.
Nel dettaglio, in tre paginette di parere, secondo la Ragioneria, la norma su «Quota96»
risulta «scoperta in termini di
fabbisogno e indebitamento
netto ai sensi delle norme di
contabilità». E quindi per assicurare «la neutralità degli effetti per il 2014 la riduzione da apportare si deve attestare a 45
milioni di euro» (e non 34 milioni come indica la relazione
tecnica del provvedimento).
Non solo. Le coperture ipotizzate, approvate dalla Camera,
e che consistono in un aumen-.
to degli obiettivi di spendingreview e tagli lineari, comportano «criticità», sempre secondo i tecnici del Mef, perché
«connesse all'entità del ricorso a forme di copertura operate già con precedenti interventi attraverso l'accantonamento o la riduzione degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili». Solo per il2014 tali riduzioni ammontano già a circa
un miliardo di euro (che vengo-
no presi con tagli agli oneri rimodulabili dei ministeri). E
perciò l'ulteriore riduzione di
queste spese porta con sè
«l'elevato rischio di determinare la formazione di debiti fuori
bilancio in relazione a spese
difficilmente comprimibili, soprattutto in una fase già particolarmente avanzata della gestione». Analoghi rilievi sono
stati avanzati per quanto riguarda il pensionamento d'uffìcio a 68 anni dei professori universitari (oggi la legge Gelmini
Codice abbonamento:
Claudio lucci
ROMA
lO STOP SUGLI INSEGNANTI
Secondo la Ragioneria
la norma su «Quota96»
risulta «scoperta
in termini di fabbisogno
e indebitamento netto»
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02-08-2014
14
1
Il decreto. Dote dì 55 milioni
La Cig in deroga
sarà esclusa
. .'
per cessata attivita
I trattamenti di cassa integrazione in deroga non potranno superare gli 11 mesi nel 2014,
ei5mesinel2015.Ilsussidiopotrà essere concesso solo ai lavoratori (compresi apprendisti e
somministrati) con almeno u
mesi di anzianità aziendale (solo per il 2014 il requisito viene
ridotto a 8 mesi). Oggi sono sufficienti 90 giorni. E si conferma
l'esclusione dell'ammortizzatore in deroga «in caso di cessazione dell'attività di impresa o
di parte della stessa».
I ministri Giuliano Poletti e
Pier Carlo Padoanhanno firmato il decreto che riordina i criteri di concessione di cassa e mobilità in deroga. I nuovi paletti
varranno da subito, e si conferma l'esclusione dal sussidio per
gli studi professionali. La cassa
integrazione in deroga potrà essere concessa per crisi aziendali temporanee, o determinate
da eventi transitori, e in caso di
ristrutturazione o riorganizzazione. Solo per il 2014 è possibile "derogare" ai nuovi tetti di durata. A livello nazionale, solo in
presenza di programmi di reindustrializzazione o riconversione di specifiche aree territoriali, ed entro un limite di spesa di
55 milioni. A livello regionale,
entro 70 milioni e comunque in
lllÌsura non superiore al 5% delle risorse attribuite. Si modifica
anche la procedura di autorizzazione della cig in deroga.
L'azienda dovrà presentare, in
via telematica, a Inps e Regione, la domanda di concessione
(o proroga). Per poter accedere
al sussidio l'impresa deve avere
prima utilizzato gli strumenti
ordinari di flessibilità (compre~a la fruizione delle ferie residue). Per monitorare costante-
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Lavoro e previdenza
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mente i flussi di spesa le Regioni dovranno comunicare
all'Inps gli accordi di concessione degli ammortizzatori stipulati presso le proprie sedi.
La stretta più forte arriva per
la mobilità in deroga (che è anche il sussidio maggiormente
abusato negli anni, specie al
Sud). Per il 2014, e per il lavoratori che hanno già beneficiato
del trattamento per almeno tre
anni, anche non continuativi, il
sussidio potrà essere concesso
lABUSSOlA
Quest'anno trattamento
al massimo per 11 mesi
Nel 2015 si scende a cinque
Gli studi professionali
restano senza copertura
per ulteriori cinque mesi (non
ulteriormente prorogabili), più
ulteriori tre mesi per i lavoratori residenti nelle aree svantaggiate del Sud. Per ilavoratori invece già beneficiari di mobilità
in deroga fino a tre anni, il trattamento potrà essere concesso
per ulteriori sette mesi, non prorogabili, più altre tre per chi vive nel Mezzogiorno. Per il 2015
e 2016 la mobilità in deroga non
potrà essere più concessa a chi
ha superato i tre anni di fruizione. Per i restanti lavoratori si
può concedere per non più di
sei mesi, più altri due per i lavoratori meridionali. Dal i ' gennaio 2017 la mobilità in deroga
scomparirà per tutti. Per Guglielmo Loy (Uil) le nuove regole «sono un piccolo passo avanti che non risolve i problelllÌ.
Mali rinvia solo al 2015. E il giro
di vite sulla mobilità creerà forte disagio al Sud».
068391
ROMA
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COBBIEBE DELLA SEBA
I
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03-08-2014
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Lupi sul bonus: «Va esteso»
--···--
lntenristallresponsabile delle Infrastrutture e dei Trasporti: «L'articolo 18 non è un totem~bbatterlo -produrrà cambiamento e più sviluppo»
Lupi: nessuna marcia indietro sul bonus, va esteso
Il ministro: riordinare le agevolazioni,
più tutele a famiglie e partite Iva
I tagli? I tecnici valutano, la politica decide
lioni di cittadini. Mi sembra un buon
segnale di cambiamento».
Lei ha presentato lo sblocca Italia.
Che cambiamento apporterà?
«Per cominciare eviteremo che le
risorse che già ci sono, 30 miliardi impegnati in grandi opere, restino impigliate nelle maglie della burocrazia».
In concreto come lo eviterete?
«Ci saranno dei commissari alle
grandi opere, a partire dall'Alta velocità Napoli-Bari: avranno tempi precisi per fare partire i cantieri>>.
Cosa potrà fare un commissario?
<<Esercitare un potere sostitutivo in
caso di inerzia di soggetti chiamati a
dare oareri entro certi tennini».
Sulla Tav cosa state facendo?
<<Mercoledì convocherò la taskforce per incontrare il nuovo governatore
piemontese e i nuovi sindaci. Quel
cantiere per noi è un simbolo, un presidio di legalità Vogliamo accelerare
sull'Alta velocità: abbiamo appena
sbloccato il nodo di Vicenza tra Brescia e Verona. Non ci fenniamo».
Alitalia. Siamo davvero ai titoli di
cooa?
<<Penso di sì. Mi auguro che prima
della formalizzazione dell'accordo la
Uil firmi. Altrimenti è incomprensibile la sua adesione al piano Etihad.
Sarà possibile spalmare i tagli del
costo del lavoro su più mesi?
«Se spalmatura ci sarà, non sarà la
vittoria di chi non ha firmato ma una
possibilità che l'azienda avrebbe avuto cura di verificare comunque.
Ci sarà un decreto per Linate?
«Ci sarà prima un confronto con
Sea sullo sviluppo aeroportuale in
funzione anche di Expo 2015».
Sarà un decreto temporaneo?
«Vedremo. In ogni caso dovrà essere per tutte le compagnie per i soli voli
Ue e non penalizzare Malpensa, che
vogliamo sviluppi sempre più i voli
extra Ue e intercontinentali>>.
Cambierà il management?
<<Non è compito del governo deciderlo. Ma certo a novembre quando
questa avventura è iniziata chiedemmo discontinuità>>.
L'ingresso in Alitalia aiuterà o sfavorirà la quotazione di Poste?
<<lo penso che sia un punto a favore.
L'accordo con Etihad viene visto con
preoccupazione dalle compagnie con correnti. Mi sembra un buon segno».
Antonella Baccaro
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Codice abbonamento:
ragionieristica sono nell'immediato
una minore entrata fiscale, ma noi abbiamo mosso un volume d'affari di 35
miliardi e fatto emergere il "nero"».
Sta dicendo che i tecnici devono
fare i tecnici?
«Dico che va bene il rigore nella
spesa ma non basta. La prima volta
che incontrammo Cottarelli fu evidente che il problema non erano i tagli
ma la riorganizzazione complessiva
della macchina dello Stato: è da lì che
si deve partire. E queste sono scelte
della politica».
Intanto però nel 2015 si devono tagliare 17 miliardi.
«E si taglieranno: il premier l'ha
confermato».
Non è che alla fine ci ritroviamo
con una patrimoniale?
<<Nessuna manovra. Niente nuove
tasse, tantomeno una patrimoniale.
Se torniamo al rigore di Monti l1talia è
morta. Il nostro obiettivo è smuovere
la crescita con le riforme».
Anche abbattendo l'articolo 18?
«Anche. Non è un totem. Per noi
superarlo significa rendere possibile
alle imprese di investire e al Paese di
crescere. Sarà come la riforma del Senato: produrrà cambiamento».
Sulla legge elettorale Renzi ha
aperto a preferenze e soglia unica di
sbarramento.
<<Si va verso la direzione di garantire una rappresentanza a partiti che in
questo Paese rappresentano due mi-
068391
ROMA - La trattativa di Alitalia al
rush finale e il piano sblocca Italia in
consultazione pubblica. Il ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti,
Maurizio Lupi, può dirsi soddisfatto.
Unica ombra, i dubbi avanzati dal premier sull'estensione del bonus da 8o
euro a seguito del peggioramento del
quadro economico.
Condivide i dubbi di Renzi?
<<Ne discuteremo in sede di legge di
Stabilità. Quella dell'equità fiscale è
una delle priorità di Ncd. Il viceministro Casero sta già lavorando al riordino delle agevolazioni fiscali a favore
delle famiglie. Ma abbiamo bisogno
che nella legge di Stabilità la revisione
del bonus tenga conto delle stesse e
delle partite Iva Si tratta di un impegno preso in Parlamento: noi non indietreggeremo di un passo. Il realismo
è realismo ma che ci possa essere un
segnale in questo senso è una fatto di
scelte politiche».
È un momentaccio. La decisione
di modificare nel decreto della Pubblica amministrazione alcune norme, generando spese coperte contagli lineari, ha fatto già scoppiare una
polemica con la Ragioneria e con il
commissario Cottarelli.
«Ci possono essere riforme che non
hanno effetto nell'immediato ma che
producono grossi vantaggi sulla lunga
distanza Guardi gli ecobonus, che noi
andremo a confermare: in una logica
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
"
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Pagina
Foglio
03-08-2014
2
2/2
"
Gli incentl\i
Il rigore
Se torniamo al rigore
di Monti l'Italia
è morta, robiettivo
è smuovere la crescita
Gli ecobonus in una
logica ragionieristica
danno meno gettito, ma
hanno mosso 35 miliardi
"
Chi è
IJeriforme
Ci possono essere
:riforme che producono
grossi vantaggi
sulla lunga distanza
Maurizio Lupi, 55 anni, è ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ha iniziato la sua carriera politica a
Milano negli Anni 90 rivestendo il
ruolo di vicepresidente del consiglio e
assessore. Dopo diversi anni nelle file
di Forza Italia, da fine 2013 fa parte
del Nuovo centrodestra italiano. Da
ministro ha seguito tutta la vicenda
Alitalia: «Etihad ha ribadito gli oltre
560 milioni di investimento nel
capitale di Alitalia e la possi_bilìtà di
fa ria diventare una tra le pnme
compagnie aeree del mondo»
CDIÌBIEBE DELLA SEJ1A.
Codice abbonamento:
068391
-~'~"7,:f;,:1m~~;·.jj1
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COBBIEBE DELLA SEBA
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02-08-2014
5
1
Promesse e prowedimenti
Statali e lavoro,
quelle lentezze
poco chiare
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Codice abbonamento:
068391
ROMA - <<Anche stavolta siamo arrivati all'ultimo giorno utile», dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi entrando nella sala stampa di
Palazzo Chigi per presentare il pacchetto «sblocca
Italia>>. Ma in realtà, rispetto all'ambiziosa scaletta
annunciata nei primissimi giorni di governo e poi
aggiustata in corso d'opera, gli sforamenti sono
stati diversi. Legge elettorale a febbraio - diceva
il primo cronoprogramma - riforma del lavoro a
marzo, pacchetto sulla Pubblica amministrazione
ad aprile e Fisco a maggio. La legge elettorale è
finita nel grande calderone delle riforme costitu zionali e la storia sarà ancora lunga. Il lavoro arriva sì a marzo ma nel decreto legge entrano solo i
nuovi contratti a termine più flessibili. Il vero e
proprio Jobs Act, con il contratto unico a tutele
crescenti e i nuovi ammortizzatori sociali, viene
affidato a un disegno di legge delega che avanza a
fatica in un Parlamento
pieno di decreti.
Ancora più complicaIl disegno di legge to il percorso della riforma della Pubblica amdelega avanza
ministrazione. Invece
a fatica
che ad aprile, il decreto
in Parlamento
legge viene approvato il
• • • • • • • • • • 1 3 giugno, e passano
altri dodici giorni primi
che venga firmato dal capo dello Stato. Il disegno
di legge delega, dopo un lungo lavoro di riscrittura, è arrivato in Parlamento solo una settimana fa.
Sul Fisco, previsto per maggio, si è dovuto aspettare il 20 giugno per i primi due decreti della delega fiscale, compreso quello che mette le basi per
la dichiarazioni dei redditi precompilata.
Una scadenza precisa non era stata indicata per
i due decreti presi in carico dal ministro dello
Sviluppo Economico, Federica Guidi, il pacchetto
sulla Crescita e quello sulla Competitività, con il
taglio delle bollette per le piccole imprese. Non
giudicabili, quindi. Mentre la riforma della giustizia era prevista per luglio e tutto sommato ci
siamo, anche se per ora c'è solo la consultazione
pubblica e se ne riparlerà dopo l'estate. Sul bonus
da 80 euro, la madre di tutte le riforme, è stato
tira e molla fino all'ultimo. Il decreto legge era
stata annunciato in Consiglio dei ministri per il
12 marzo ma poi quel giorno si parlò solo di linee
guida. Per la decisione formale si è dovuto attendere più di un mese, il 18 aprile. Uno slittamento
che non ha consentito di inserire il bonus nelle
buste paga di aprile, prima del voto europeo.
Quel ritardo non ha impedito a Renzi di far incassare al Pd una percentuale di voti mai raggiunta
da nessun partito negli ultimi 50 anni. Ma forse
adesso se ne capisce meglio il motivo.
L. Sai.
riproducibile.
Pag. 65
Quotidiano
la Repubblica
Data
Pagina
Foglio
I.A MANOVRA
Nodo pensioni
cercasi copertura
rischiano le più alte
Tutte le opzioni, al momento, sono sul tavolo, mentre i sindacati hanno già chiesto che si
apra un tavoloperrisolverelecriticitàdellalegge F ornero e che si proceda sulla falsariga dellesceltefatteper lapubblicaamministrazione.
Maretta, infine, sempre a proposito del decreto sulla Pa, sull'emendamento introdotto
dal governo per il prepensionamento dei giornalisti: criticato da Scelta Civica e M5S.
04-08-2014
7
1
Braccio di ferro sulle norme
previdenziali bloccate
dalla Ragioneria, tra cui quota 96
per 4 mila insegnanti
(r.p.)
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ROMA. Torna in ballo il capitolo pensioni ed è
braccio di ferro tra chi vorrebbe mantenere gli
emendamenti rimasti senza il via libera della
Ragioneria (a cominciare dal Pd) e chi vorrebbe rinunciarvi se non verranno trovate coperture convincenti (il Tesoro). Si tratta delle norme del decreto Madia sulla pubblica amministrazione non "bollinate" dalla Ragioneria per
difetto di copertura: quota 96 per i 4.000 insegnanti, il pensionamento anticipato a 68 anni
per i professori universitari e l'eliminazione
delle penalizzazioni per il pensionamento anticipato previste dalla legge Fornero. Con la
riforma all'esame del Parlamento siè introdotta infatti una «deroga» alla Fornero che consente il pensionamento d'ufficio motivando la
scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità
massima (per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65). Il decretoègiàal Senato, mac' èmarettaecirca200
emendamenti sono stati presentati da M5S e
alcunidaSceltacivica.Nelmirinoanchelanorma che prevede le misure per consentire le ristruttmazioni nel campo dell'editoria in stato
di crisi.
Per risolvere la diatriba e trovare la copertura finanziaria, c'è chi sta pensando di ritirare fuori una vecchia proposta: quelladi un contributo di solidarietà sugli assegni più alti, si
parla di assegni maggiori di 62 mila euro. L'intervento - per ora una ipotesi di studio a Via
Venti Settembre-riguarderebbe la parte maturataconilsistemaretrib~tivoeinvestirebbe
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Lavoro e previdenza
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circa 186 mila pensionati. La motivazione, già
avanzata in passato, quando la norma fu presa
in considerazione, è che coloro che al momento della riforma Dini nel 1994 si decise digarantireil diritto pro quota a coloro che avevano
già cumulato 18 anni di lavoro. Il progetto prevederebbe aliquote differenziate che salirebbero gradatamente dall'8 al 37 per cento. Il risparmio sarebbe di circa 2 miliardi.
·
Un'altra ipotesi, cui ha fatto cenno il ministro del lavoro Poletti, è quella delle penalizzazioni. Il piano è stato suggerito dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Si tratterebbe di consentire la "facoltà" diritirarsi dal lavoro a 62/63 anni, prima dei 66 anni previsti
dalla Fornero con "una giusta penalizzazione",
così come è gìà consentito di rimanere oltre, fino a 70 anni, con una rivalutazione.
Le penalizzazioni, secondo alcuni studi, potrebberoavereunaforchettadal3 all'8 percento (applicate irl. modo inversamente proporzionale all'età di uscita). Le verifiche sono ancora in corso e si stanno facendo tutte le simulazioni, anche perché va quantificato il costo
iniziale delle varie ipotesi, che nel medio periodo tuttavia consentirebbero risparmi.
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la Repubblica
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02-08-2014
18
1
lavoro, più opportunità per operai eingegneri
assunzioni difficili per impiegati etecnici
ROMA. Quasi centomila assunzioni in più rispetto allo
scorso anno. Operai specializzati. agenti di vendita,
addetti alla ristorazione, ingegneri: ecco le figure
professionali che più facilmente troveranno lavoro nelle
aziende private nel corso del 2014. Maggiori difficoltà
invece per impiegati e tecnici. Lo prevede il Sistema
Excelsior, di Unioncamere e Ministero del Lavoro che
monitora le necessità delle imprese. Excelsior stima
96mila posti in più rispetto al 2013, programmate nei
settori dell'industria, agricoltura, servizi, per un totale
di quasi 1,4"milioni assunzioni. Resiste la consueta quota
di «introvabili», anche se mai a livelli così bassi. Sono
61 mila gli addetti che le imprese faticheranno a trovare
per coprire altrettanti posti: mancano progettisti di
software, addetti alla vendita, programmatori, ma
anche commessi, camerieri, meccanici e montatori
industriali. Il 2014 sarà comunque un anno difficile per i
giovani: per le assunzioni under 30 le imprese mettono a
disposizione il 27 ,2 per cento dei posti di lavoro, quota
chenel2013al 30,4.
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Quotidiano
LA STAMPA
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04-08-2014
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1
Pensioni, piano del governo
per gli over 55 di~occ:upa~
Si studia un sistema per garantire a chi perde ti post~
di ricevere l'assegno prima di aver compiuto 66 anni
Roberto Giovannini
A PAGINA 11
Allo studio un paracadute
per mandare in pensione
i disoccupati con più di 55 anni
Il ministro del lavoro Giuliano Poletti
,Anche chi ha 60 anni en1olii contribuii potrebbe uscire
re nero su bianco le opzioni per
realizzare questo «ponte».
L'obiettivo del governo - che
Si riapre il cantiere delle pen- però è difficilmente praticabile
sioni. L'annuncio lo aveva dato
- in realtà è molto più ambizioqualche giorno fa il ministro
so. Anche sotto la pressione di
del Lavoro Giuliano Poletti in larga parte del Pd, dei sindacati
un'intervista a «La Stampa»: ma anche di tante medie e gran«Una flessibilizzazione delle di aziende, se fosse possibile
uscite - aveva detto - sarebbe l'Esecutivo vorrebbe trovare
utile, specie per chi è stato un modo per accelerare la coespulso dal mondo del lavoro siddetta «staffetta generazioin età più avanzata, non trova nale» tra lavoratori più anziani
impiego e non può maturare il e giovani nel settore privato.
diritto alla pensione. Nella Ovvero, consentire ai tanti laLegge di Stabilità in autunno voratori attivi che hanno accucercheremo di costruire un mulato molti contributi ma
"ponte" per queste persone». hanno solo 60-62 anni di età di
Un "ponte": ovvero un mecca- andare in pensione. E liberare
nismo per consentire a chi ha posti per le assunzioni di giovaperso il posto di lavoro di «sal- ni, che costerebbero meno e
tare» le regole della legge For- renderebbero di più anche ai lonero, e andare in pensione pri- ro datori di lavoro.
ma dei 66 anni stabiliti dalla
Il problema - come al solito riforma del governo Monti. E è quello dei costi. Un ostacolo
in vista della Legge di Stabili- difficilmente superabile. Un
tà al ministero di Via Veneto e modo per aggirarlo potrebbe
a quello dell'Economia si è co- essere quello di stabilire delle
minciato a lavorare per metteROBERTO GIOVANNINI
ROMA
La
strategia sarebbe
----favorire un'ondata
di possibili
assunzioni
di giovani
-
ma delle «quote». Chi raggiungesse «quota 100» (60 anni di
età e 40 di contributi) potrebbe andare in pensione, e senza
penalizzazioni. Ma anche qui, i
conti non tornano.
Per cui è probabile che nella
Legge di Stabilità il ministro
Poletti opterà per la semplice
costruzione del «ponte alla
pensione» per chi si ritrova vicino ai fatidici 66 anni, ma ha
perso il lavoro e difficilmente lo
ritroverà. Una platea più ristretta, ma a forte disagio. In
questo caso non solo si porrebbe fine alla questione degli
«esodati», ma anche l'onere per
le casse dello Stato potrebbe
essere decisamente più sopportabile. È vero, spiegano i
tecnici e i politici che seguono il
dossier, che ci sarebbe un costo
supplementare per il sistema
previdenziale. Ma mandando in
pensione chi è a metà del guado
si risparmierebbero i costi degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e mobilità
«normale» o «in deroga».
-
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Lavoro e previdenza
Previsti dalla legge Fornero
per la pensione.
1..'.idea è consentire anticipi,
prevedendo una penalità,
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---······-
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-
penalizzazioni monetarie. Così
come chi resiste sul posto di lavoro fino a 70 anni riceve in base alla legge una pensione maggiorata, si potrebbe imporre
una <1multa a vita» sull'importo
dell'assegno per chi volesse andare via prima, multa correlata
all'età anagrafica a partire dai
62 armi in su. Già nella scorsa
legislatura era stato presentato un disegno di legge dai democratici Cesare Damiano e
Pier Paolo Baretta, che prevedeva penalizzazioni variabili
dal 2 all'8% a seconda degii anni
mancanti ai fatidici 66 (ovviamente, più anni mancano, maggiore sarebbe la sanzione). Ma
al 'l'esoro chiariscono che non
basta a far quadrare i conti. E
probabilmente non basterebbe
nemmeno innalzare la penalizzazione nella forchetta 3-10%.
Altra idea su cui si lavora
per «flessibilizzare» l'età di
pensionamento è quella di
reintrodurre il vecchio siste-
del
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Pag. 69
Quotidiano
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Foglio
04-08-2014
3
1
Decreto Pa, braccio di ferro sulle coperture
Il CASO
ROMA Sul decreto che riforma la
pubblica amministrazione si rischia un braccio di ferro tra governo e Parlamento e un ritorno
alla Camera dopo l'approvazione
(con modifiche) al Senato. Il nodo del contendere riguarda soprattuto la norma che consente a
4.000 professori di andare in
pensione anticipatamente in deroga alle legge Fornero. Una norma che, già contestata dal commissario per la spending review,
Cottarelli, è stata di fatto bocciata
dalla Ragioneria generale dello
Stato per mancanza di copertura.
Ieri è sceso in campo il Pd: «Il
governo ha posto la fiducia alla
Camera al Decreto sulla Pubblica
Amministrazione. Adesso - affermano Cesare Damiano e Luisa
Gnecchi - il testo è al Senato e sarebbe inaccettabile che lo stesso
governo pretendesse di cambiarlo, su alcuni punti, a causa delle
pressioni della Ragioneria dello
Stato. Su quota 96 degli insegnanti - spiegano - si tratta di correggere un errore del governo Monti
che ha intrappolato 4.000 lavoratori che hanno diritto di andare
in pensione. Questa correzione
va fatta entro agosto, altrimenti
si salta un altro anno ancora. Il
secondo punto riguarda la cancellazione delle penalizzazioni
per chi va in pensione di
anzianità prima dei 62 anni,
avendo maturato 41 anni di contributi (donne) o 42 anni (uomini): una norma vessatoria che
colpisce l'assegno pensionistico
dei lavoratori che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15
anni di età. Quello che sconcerta
- dicono ancora i due esponenti
del Pd - è che le valutazioni sulla
copertura finanziaria fatte dall'
Inps sono state smentite dalla Ragioneria. Si tratta di due relazioni
tecniche richieste all'Istituto di
previdenza. Il Governo deve chiarire questa situazione che dura
da troppo tempo e che mette il
Parlamento sotto ricatto. Non si
può tornare indietro dal Decreto
approvato: se qualcuno intende
farlò saltare deve dirlo con chiarezza», concludono.
Al decreto che è all'esame della commissione Affari costituzio.nali del Senato, sono arrivati oltre 600 emendamenti. Il numero
preciso si saprà solo oggi quando
inizieranno le votazioni. Sempre
oggi è convocata sul decreto anche la commissione Bilancio di
Palazzo Madama, che deve dare
il suo parere. Un giudizio atteso
visto che il nodo delle coperture
ancora non è stato chiuso. Sabato in commissione Affari costituzionali del Senato si è conclusa la
discussione generale sul decreto.
Per il governo ha partecipato il
sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti,
che, si legge nel resoconto, ha
spiegato come sull'articolo dedicato al ricambio generazionale
nel comparto della scuola, inserito dalla Camera, siano in corso
approfondimenti sulle criticità
circa la compatibilità finanziaria, rilevate dalla Ragioneria.
IN BILICO LE USCITE
ANTICIPATE DEI PROF
DOPO r RILIEVI DELLA
RAGIONERIA. Il PD
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DIFENDE LA NORMA,
CIRCA 600 EMENDAMENTI
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03-08-2014
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1/ 3
Si riapre il caso pensioni
~Uscite anticipate dei professori, la Ragioneria boccia la deroga: le coperture sono insufficienti
~Torna l'ipotesi di un prelievo sugli assegni più alti. Nel mirino i vantaggi del sistema retributivo
ROMA Si riapre il caso pensioni:
i conti sono al sicuro, i futuri
assegni degli italiani un po' meno. La legge Fornero-Monti del
2011 è stata la sesta riforma della previdenza nell'arco di quindici anni e nelle intenzioni doveva essere quella definitiva. In
realtà non è così: sulle uscite
anticipate dei professori, ad
esempio, la Ragioneria boccia
la deroga perché le coperture
sono insufficienti.Torna l'ipotesi di un prelievo sugli assegni
più alti, nel mirino i vantaggi
del sistema retributivo.
Cifoni, Di Branco
e Franzese alle pag. 4 e 5
Pensioni, conti salvi
ma redditi a rischio
_..Bilancio dopo due anni e mezzo della legge Fornero: è assicurata la stabilità
finanziaria, non l'adeguatezza dei futuri trattamenti soprattutto dei giovani
degli italiani un po:
meno. ta legge Fornero-Mont1
approvata nel 2011 è stata la sesta
riforma della previdenza in Italia
nell'arco di quindici anni e nelle
intenzioni di chi l'ha voluta doveva essere quella definitiva. Oggi
quel complesso edificio normativo inizia ad essere scalfito da eccezioni e salvaguardie, ma i numeri dicono piuttosto chiaramente che il riassetto deciso dal governo Monti sull'onda dell'emergenza finanziaria avrà effetti duraturi nel tempo, assicurando la
sostenibilità della spesa previdenziale e più in generale delle finanze pubbliche.
GLI EFFETTI CUMULATI
In base al modello previsionale
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ad
forme approvate dal 2004 in poi
(quindi la cosiddetta Maroni-Tremonti, l'introduzione dell'uscita
legata all'aspettativa di vita, e infine appuµto la le~g~. Fornero)
hanno prodotto risparmi pari a
sessanta punti di Pil cumulati, fino al 2050. Di questi, circa un terzo deriva dalle sole norme del
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del
destinatario,
2011. L'effetto è crescente nel tempo a partire dal 2012 e toccherà il
livello massimo nel 2020, con
una minore spesa pari all'l,4 per
cento del Pil, ossia a oltre 25 miliardi. Anche in questo caso l'impatto è visto esaurirsi nel 2045: a
partire da quell'anno la riduzione del numero di pensioni dovrebbe essere compensata dagli
importi medi più elevati derivati
dall'applicazione del sistema di
calcolo contributivo.
Tutto a posto quindi? Fino a un
certo punto. E il nodo sta proprio
nel sistema di calcolo contributivo. La logica con cui è stata concepita non solo la legge Fornero,
che ha disposto l'applicazione di
questo schema pro rata su tutte le
068391
ROMA I conti sono al sicuro, le fu"!};1[~,l?e,risjpni
dell'lnps, anche tenendo conto
delle tutele previste per i cosiddetti esodati, la spesa prevista
per le quattro principali gestioni
dell'istituto si ridurrà di oltre 80
miliardi nel solo decennio
2012-2021, grazie ai requisiti più
stringenti previsti dalla riforma.
E i risparmi proseguiranno negli
anni fino ad azzerarsi intorno al
2045. Vanno nella stessa direzione le stime della Ragioneria generaie dello Stato, che prendono in
<Zonsiderazione la spesa pensionistica complessiva. In totale le ri-
Codice abbonamento:
SCENARIO
pensioni dal 2012 in poi, ma anche la stessa riforma Dini del
1995 che lo ha avviato seppur granon
riproducibile.
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Quotidiano
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Foglio
dualmente, era quella di un'economia comunque in crescita pur
se con alti e bassi legati al ciclo. E
soprattutto di un'economia in
grado di generare occupazione
ragionevolmente stabile.
GLI ANZIANI DI DOMANI
In assenza di questi presupposti,
e con un sistema previdenziale
pubblico che resta a ripartizione
(chi è al lavoro paga con i propri
contributi le pensioni di chi è ariposo) si rischia uno squilibrio
crescente tra le pensioni assicurate agli anziani di oggi e quelle a
cui potranno puntare gli anziani
di domani, ovvero gli attuali gio-
vani. Le previsioni della stessa
Rgs sui tassi di sostituzione (il
rapporto percentuale tra la prima pensione e l'ultimo reddito
da lavoro) evidenziano per i lavoratori dipendenti una discesa dall'attuale 70 per cento (ipotizzando 36 anni di coritribuzione) al
58 per cento nel 2035-2040. Per i
lavoratori autonomi (che hanno
versamenti contributivi più bassi) va anche peggio perché il tasso è previsto crollare al 54,4 per
cento già nel 2015 per poi scendere fino al 43 per cento. Sono dati
già di per sé non molto confortanti, ma suppongono appunto
03-08-2014
4/5
2/3
che si possa vantare una carriera
lavorativa di almeno 36 anni, e
sono basati inoltre su uno scenario economico che - pur se prudente - con le lenti dell'attualità
potrebbe apparire addirittura ottimistico: una crescita del Pil reale pari a circa l'l,5 per cento medio annuo e tassi di occupazione
superiori a quelli attuali. Al momento l'attenzione è soprattutto
sulla possibilità di smontare almeno in parte l'edificio della riforma Fornero, ma prima o poi
anche questi problemi andranno
affrontati.
LucaCifoni
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•Dallo stipendio alla pensione
--- ---
I-
1Rapporto% tra il primo assegno previdenziale el'ultima retribuzione
, Anzianità contributiva: 40 anni
, Anzianità contributiva: 42 anni
I
77,9
I
83,2
75, 7
I llllllli'JI
•1,1~--
I,
68,5
-11•-··:11
· Anzianità contributiva: 36 anni
Anzianità contributiva: 38 anni
72,8
: Anzianità contributiva: 40 anni
Anzianità contributiva: 42 anni
76,7 '.; 11.J _ 80,6 _L'
1.~t
-:54,4
----
I
+.:e.llfime.tri
-- -
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Nota: Il pensionamento awiene all'età di vecchiaia in vigore nell'anno
- - - - ---- - - - ----- - - - -
1,
- ; Ì
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03-08-2014
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Sul tavolo dei tecnici torna il prelievo sugli assegni più alti
L'IPOTESI
ROMA Fare cassa riaprendo il dossier pensioni. La salute dei conti
pubblici, minata da una crescita
che non decolla e che non potrà
certo essere lo 0,8% previsto dal
governo nel Def, impone a Palazzo Chigi una riflessione sulla spesa previdenziale. Un capitolo che
vale 236 miliardi di euro nel bilancio dello Stato e sul quale il
commissario Cottarelli ha acceso
i fari suggerendo un intervento
energico. Con grande prudenza,
il ministero del Tesoro si sta
muovendo per cercare di capire
in quale direzione agire e l'area
individuata è quella delle pensioni più alte. Ma con un occhio
puntato in particolare sui trattamenti frutto del calcolo retributivo, in soffitta con la riforma del
'95 che ha determinato il passaggio del calcolo delle pensioni al
metodo contributivo. Questa operazione è stata attuata assicurando comunque il diritto di vedersi
liquidare la pensione per intero
con il metodo retributivo nel caso in cui nell'anno di entrata in vigore della riforma fossero già stati accumulati 18 anni di anzianità
contributiva. Per tutti gli altri è
stato previsto un meccanismo
misto per cui la pensione viene liquidata in parte con il metodo retributivo e in parte con quello
contributivo, in proporzione al
numero di anni di anzianità contributiva ante e post riforma.
LA SIMULAZIONE
Ebbene l'ipotesi di riforma che
circola in Via XX Settembre, e
che è stata testata con alcune simulazioni, è applicare un contributo di solidarietà solo sulla parte dell'assegno previdenziale maturato con il sistema contributivo. La materia è scivolosa e fonti
vicine al dossier raccontano che
l'attenzione si è concentrata su
una opzione che riguarda le pensioni che superano i 62 mila euro. In quell'area ci sono 186 mila
persone (pari all'l,1% di tutti i
pensionati) il cui costo è di 15 miliardi: il 5,5% del totale. L'ipotesi
è applicare 4 aliquote (8, 21,28 e
37%) sulla parte di pensione maturata con il retributivo. Ovviamente le aliquote salgono con il
crescere della parte che eccede la
pensione calcolata con il contributivo puro. Tanto che, in alcuni
casi di pensioni superiori a 200
mila euro, sono spuntati fuori
non pochi risultati impressionanti. Ad esempio, un certo numero
di assegni decurtati di 50-60 mila
euro. Un effetto chiaramente di-
storsivo che avrebbe un impatto
insostenibile dal tpunto sociale.
Non indifferenti, invece, i risultati sul piano dei risparmi previdenziali: 800 milioni. Una versione applicata ad una platea più
estesa è stata invece tentata prendendo in esame i pensionati sopra i 35 mila euro. Una soglia
scelta non a caso in quanto si
tratta di persone a riposo (600
mila individui) che stanno già pagando il blocco delle indicizzazioni all'inflazione previsto fino
al 2016. In questo caso i risparmi
di spesa, secondo una stima prudenziale, salgono fino a 2 miliardi di euro
Tuttavia, precisa chi sta seguendo la vicenda, questa pista è
stata messa da parte. Sull'intero
dossier, comunque, pesano un
paio di incognite. In primo luogo
perchè i dati lnps, in particolare
per quanto riguarda i dipendenti
pubblici, rendono difficile la ricostruzione della carriera previdenziale di centinaia di migliaia di
italiani. E in secondo luogo perchè un provvedimento che taglia
una pensione già maturata in forza di regole successive, espone il
fianco alla censura della Corte
Costituzionale.
Michele Di Branco
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ALLO STUDIO
INTERVENTI SOPRA
I 62 MILA EURO
SI LAVORA PER
RIDURRE I VANTAGGI
DEL RETRIBUTIVO
Giuliano Poletti
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02-08-2014
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Pensione a 62 anni con penalità
governo al lavoro su tre opzioni
... sul tavolo dei tecnici anche la soluzione .,..Decurtazioni dell'assegno tra il 3e10%
per chi è stato licenziato, tornano le quote L'alternativa del prestito previdenziale
Il PIANO
ROMA Piace l'intenzione del governo di introdurre nùove regole
per consentire la flessibilità dei
tempi di pensionamento. Cgil, Ci~
sl, Uil, Federmanager, esponenti
politici: sono tutti positivi i commenti seguiti all'annuncio, fatto
dal ministro del Welfare Giuliano Paletti con un'intervista al
Messaggero, di voler affrontare
l'argomento a ottobre con la legge di Stabilità. L'idea è guella di
fornire un ventaglio di possibilità al lavoratore che intende lasciare il lavoro per andare in
pensione prima dei tempi can~­
nici fissati dalla riforma Mont1Fornero. Paletti ha parlato di
«strumenti differenziati adatti e
coerenti con le diverse situazioni». I sindacati chiedono l'apertura di un tavolo di confronto.
In questo momento sono tre le
opzioni sul tavolo del ministro:
la possibilità di anticipare la pensione fino a 62 anni di età con penalità; quota 100; un "ponte" per
chi ha perso il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti richiesti per l'accesso all'assegno pensionistico. Tutte e tre,
come detto, potrebbero entrare
nel menù della legge di Stabilità.
Ovviamente l'aspirante pensio-
nato ne potrà scegliere solo una,
in base alle sue convenienze e alla situazione personale. Non è
ancora escluso che a queste tre
opzioni se ne possa affiancare
anche un'altra: quélla della Cosiddetta "staffetta generazionale", con il lavoratore aver 60 che,
per consentire all'azienda di assumere un giovane, dimezza
l'impegno lavorativo con un
part-time e intanto inizia a percepire metà pensione.
IL DDL BARETT A-DAMIANO
Il disegno di legge messo a punto
già nella scorsa legislatura prevede con 35 anni di contributi, la
po'ssibilità di anticipare l'età d~l
pensionamento fino a 62 anm,
con un sistema di penalizzazioni
(dal 2 all'8% a seconda di quanti
anni mancano ai 66). Nessuna
penalizzazione per chi ha m_aturato 41 anni dì contributi. «E un
meccanismo che garantirebbe
enormi benefici sia di equità sociale, sia per i giovani, perché immobilizzare i lavoratori fino a 67
anni significa chiudere le porte
del mercato del lavoro ai nostri
figli e nipoti» spiega Cesare Damiano, firmatario del ddl e presidente della commissione Lavoro
della Camera. Il problema di questa proposta è il costo molto alto,
nonostante la penalizzazione resti "a vita". Si sta quindi lavoran-
do a ipotesi con penalizzazioni
un po' più forti, in un range compreso tra il 3 e il 10%. «La flessibilità in uscita dal lavoro è una misura urgente e necessaria. Trovare punti di mediazione è possi~i­
le» commenta il sottosegretano
all'Economia, Pier Paolo Baretta
(altro firmatario del ddl).
IL MIX CONTRIBUTI-ETÀ
Il sistema delle quote (mix contributi-età anagrafica) abolito
dalla riforma Fornero torna tra
le opzioni. Ma con un tetto più alto: quota 100 (prima delle Fornero nel 2013 ci si sarebbe dovuti
assestare a quota 97). In pratica
chi ad esempio ha 40 anni di contributi e 60 di età può andare in
pensione senza penalizzazioni.
IL PONTE
Questa opzione varrebbe per
chi, a pochi anni dalla pensione,
si ritrova disoccupato e senza
ammortizzatori sociali (gli esodati ad esempio): in questi casi si
potrebbe chiedere un anticipo
dell'assegno pensionistico fino
ad un certo limite (equiparato all'Aspi) da restituire successivamente a rate. Resta in piedi anche l'ipotesi del "prestito" che
possono chiedere tutti i futuri
pensionandi dai 62 anni in su.
Giusy Franzese
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,-~~ P_(;!J:lSioni di vecchia!a nel 2014_ __
REQUISITI
APPREZZAMENTO
Un importo di pensione dì almeno
1,5 volte la soglia minima se si
è cominciato a versare dopo il 1996
CORALE PER L'ANNUNCIO
DEL MINISTRO POLETTI
CGIL, CISL EUll: «BENE
EORA PARTA Il TAVOLO
DI CONFRONTO»
SETTORE PRIVATO
UOMINI
70
66 anni e 3 mesi di età
- - -
068391
Almeno 20 anni dì contributi,
se sì è cominciato a versare
prima del 1996
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66 anni e 3mesi dì età
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02-08-2014
4
1
Scatta la mobilità per 2.171 dipendenti: il 95% è a Roma
sogna aggiungere 35 colleghi di
AirOne. L'intesa raggiunta due settimane addietro prevede per 616
unità di personale il ricollocamento nel perimetro aziendale, per altre 681 la esternalizzazione entro
la fine dell'anno, per le restanti
954 verrà sperimentato il contratto di ricollocamento. Una operazione che al momento sembra poter garantire soltanto il salvataggio di neppure un terzo dei posti di
lavoro (i 616) oggi in ambito aziendale, mentre per gli altri le eventuali, nuove opportunità sarebbero tutte da individuare. Uno scenario che rischia di assumere prospettive inquietanti, soprattutto
per l'economia romana, come rilevano i deputati Pd Fassina e Miccoli: la grande maggioranza dei lavoratori interessati - circa il 95%
secondo stime sindacali - gravita
nel polo costituito da Roma, Fiumicino e Ostia. Nel municipio di
Ostia, in particolare, il tasso di disoccupazione è diventato tra i più
Gli ESUBERI
ROMA Il giorno della firma è fissato
per l'otto agosto: final destination
di un volo negoziale durato mesi.
Ma l'ultima tratta potrebbe riservare nuove turbolenze, magari fisiologiche nella liturgia sindacale,
certo legittime quando in gioco sono oltre duemila posti di lavoro.
Alitalia ha fatto scattare ufficialmente le procedure di mobilità
che adesso devono passare al vaglio delle organizzazioni dei lavoratori che compatte non sono. Anzi.
INUMERI
Il ventaglio della mobilità interessa 2.171 dipendenti dell'ex compagnia di bandiera e di AirOne. Erano 2.251, ma 80 di essi hanno preferito cessare il rapporto di lavoro.
La procedura riguarda 1.590 addetti di terra, 126 piloti e 420 assistenti di volo di Alitalia ai quali bi-
alti della Capitale, proprio in conseguenza della continua fuoriuscita di personale addetto al trasporto aereo. La tenuta sociale del territorio diventa una partita nella
partita e rende più vischiosa la
trattativa tra sindacati e azienda.
In teoria ci sono 25 giorni per discutere anche se è probabile che
alla fine si arriverà alla firma di un
verbale di mancato accordo, cioè
con il «no» della Filt/Cgil. A quel
punto il tavolo negoziale verrà
spostato al ministero del Lavoro
dove il confronto dovrebbe essere
chiuso in cinque giorni. Completato il passaggio ministeriale partirà
l'esodo dei dipendenti che decidessero di lasciare l'azienda in cambio di un incentivo di 10.000 euro
lordi. Il numero di chi esce dovrà
essere individuato entro il 10 settembre. Una seconda fase negoziale interesserà poi il personale che
avrà rifiutato la messa in mobilità.
Chi riguarda la mobilità
--·-----
Addetti
di terra
I Piloti
:
1
A.ssistenti
dr volo
1
D.ipendenti
d! t~rra
dr Arrone
1
.
Totale
2171
1
RISERVATA
LA PROCEDURA
RIGUARDA 1.590
ADDETTI DI TERRA
126 PILOTI, 420
ASSISTENTI DI VOLO,
E35 EX AIRONE
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1. 90 126 42O 135
J
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il Giornale
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02-08-2014
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Foglio
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Il governo manda in pensione
la riforma voluta dalla Fomero
Il ministro del Lavoro Po letti pensa astrumenti per tutelare idisoccupati più anziani
ERenzi si riniangia il bonus da 80 euro anche per partite Iva echi ha lasciato il lavoro
sta di una simile prospettiva,
cheèstataaccoltaentusiasticamente da Cgil, Cisl e Uil. A meno che non si tratti dell' ennesimamossa «acchiappa-consenso». Eppure ieri, presentando a
Palazzo Chigi il decreto Sblocca-Italia (che però vedrà la luce
il28 agosto, dopo le vacanze), il
presidente del Consiglio si è rivolto due domande: «Saremo
in grado di garantire gli 80 euro? Sì, sì. Sara possibile estendere la platea? Non sono in grado
di garantirlo, ci proveremo». Si
capisce bene che IO miliardi sono un macigno nelle attuali condizioni ed è quantomeno dissennato pensare di spenderne
altri 4-5 per la flessibilità di pensionamento. Soprattutto considerata la premessa dello stesso
premier: «Non c'è nessuna stangata perché le cose si stanno rimettendo in carreggiata».
L'ottimismo renziano, per
quanto non suffragato da evidenze testimoniali, è un buon
antidepressivo. «L'Italia è giàripartita», ha detto precisando
che ci vogliono «le condizioni
per ripartire in modo convin-
Lavoreremo
in agosto per una
partenza col botto
asettembre
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cente» e «lavoreremo in agosto» perché ci sia «una ripartenza col botto a settembre».
L'obiettivo è «fare di tutto perrimettere in moto l'economia»,
circostanzaimprobabile qualora arrivassero nuove tasse.
Ecco perché ieri il premier ha
tirato fuoridalcilindrolo Sblocca-Italia: le misure dedicate ai
cantieri, ha evidenziato, muovono «circa 30 miliardi» e più
del 57% delle risorse «sono private». Analogamente, è stata
annunciata, per quanto riguardale ristrutturazioni edilizie, la
stabilizzazione dell'eco-bonus
e «una gigantesca operazione
di efficientamento energetico». Finanziare queste norme
comporterà necessariamente
una spesa. Ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha confermato la stretta sulle municipalizzate. Ma il resto?
«Seil57%deicantierisifaconrisorse private, il restante 43% il
premier dove lo prende?», ha
chiesto il capogruppo di Forza
Italia alla Camera, Renato Brunetta sollecitando il premier a
rispondere e a smetterla con i
«giochi di prestigio».
Brunetta: «Dal premier
giochi di prestigio anche
sul decreto cantieri»
068391
Roma «Non tutti esodati, non
tutti prepensionati». Il sobrio
ministro del Lavoro, Giuliano
Paletti, si è dato agli slogan in
un'intervista al Messaggero. La
materia sulla quale vuole intervenire richiede certezze che al
momento non esistono. Il progetto è ambizioso: una controriforma della legge Fornero con
un ritorno, più o meno velato,
alle pensioni di anzianità.
«Dobbiamo rendere più flessibile la possibilità di pensionamento, trovando gli strumenti
adatti e coerenti alle diverse situazioni. Come quelle socialmente problematiche di chi ha
perso il lavoro in età avanzata
ma non tanto da poter accedere alla pensione», ha aggiunto
Po letti. In teoria, ma solo in teoria, il ministro sembra aprire all'utilizzo di «strumenti differenziati» per consentire l'uscita definitiva dal mercato del lavoro
dei disoccupati più anziani. In
pratica, non si può non leggervi
un tentativo di scardinare l'impianto dellariformaFornero ri-
tornando allo statusquoanteattraverso un sistema, appunto,
flessibile, fissando - ad esempio - i 62 anni di età come punto
dicadutaeintroducendopenalizzazioni per chi si pensiona in
anticipo (con un numero minimo di anni di contribuzione, almeno 35) e incentivi per chi rimane a lavorare fino a 70 anni.
Il decreto sulla Pubblica amministrazione, che consente il
pensionamento anticipato di
4mila docenti, potrebbe essere
un «antipasto». Ma quanto costa questa bella idea tanto cara
al presidente della commissione Lavoro della Camera, il piddino «vecchio stampo» Cesare
Damiano? «Quasi tutte le proposte che tutti i partiti hanno
presentatoinParlamento -spiegai' esperto di previdenza, Giuliano Cazzo la (N cd) - prevedono una spesa pari al 50% dei risparmi che si conseguono con
la riforma Fornero fino al 2020,
cioè 40 miliardi».
Considerato che l'onere di
una tale controriforma crescerebbe progressivamente, è difficile pensare che il premier Matteo Renzi possa essere entusia-
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
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1/ 2
Lavoro, si amplia la fascia dei precari
giù i contratti a tempo indetenninato
La Uil: salito dal 72% all'80%
~ricorso ai rapporti a scadenza
E l'effetto di cinque anni di crisi
L'addio al posto fisso, la massiccia avanzata del lavoro con data di scadenza. In
cinque anni, tra il 2008, inizio ufficiale
della grande crisi, e il 2013, in Italia sono svaniti un milione di posti di lavoro,
con un crollo dei contratti di lavoro a
tempo indeterminato (-46,4%), che
hanno lasciato il posto ai contratti a
tempo determinato, aumentati del
19,7%.Èquantoemergedall'ultimostudio del Servizio Politiche del lavoro Uil,
coordinato dal segretario confederale
GuglielmoLoyetrova puntuale conferma anche dai sul primo trimestre 2014:
4 attivazioni su 5 sono temporanee e i
contratti a termine, circa 1.583.808, sfiorano il 67% sul totale. Il 17% delle assunzioni sono a tempo indeterminato
(418.396), 1'8% le collaborazioni
(189.922) mentre l'apprendistato si ferma a quota 2,4% (56.195).
Il prevalere del lavoro precario su
quello stabile è un trend costante e apparentemente inarrestabile, effetto inequivocabile della recessione in atto,
puntualmente registrato dai dati relativi ai rapporti di lavoro attivati dalle imprese e comunicate negli ultimi anni al
ministero del Lavoro. I contratti a tem po sono passati dal 72, 7% del totale dei
contratti sottoscritti nel 2008 all'80,9%
del 2013, mentre il peso di quelli stabili,
dal tempo indeterminato all'apprendistato, è calato dal27,3% al 19,1 per cento. Altro dato significativo riguardal' avvio allavoro da parte delle aziende: dalle 11 milioni di procedure attivate nel
2008 ai 9 milioni di casi del 2013. Le cattive notizie, in questo caso, arrivano dal
dato sulle cessazioni dei rapporti di lavoro. Nel2013 si sono chiusi 9,8 milioni
di rapporti, con un saldo negativo rispetto alle attivazioni di oltre 157mila.
Lo studio Uil fa anche il punto sugli
effetti della riforma Fomero del 2012
sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (che da norma sulla «Reintegrazione nel posto di lavoro» è passata a regolare la «Tutela del lavoratore in caso di
licenziamento illegittimo»). Nel 2012
anno della riforma, i licenziamenti sono stati 1 milione e 38mila, scesi del
10% nel 2013 (927milal 75), che è comunque il 15,6% in più di quanto registrato nel 2009.
Discesa vertiginosa invece, per le dimissioni che nel biennio 2012-2013 sono calate di 400mila. Un effetto, scrive il
Report Uil, dovuto principalmente al
blocco sostanziale dei pensionamenti
disposti dalla legge Fornero e da una
stretta normativa sulle dimissioni in
bianco. In generale comunque, oltre la
metà delle cessazioni di contratto ha riguardato i lavoratori under 44 e la cessazione del "termine" è stato il 65% dei
motivi alla base della chiusura dei rapporti di lavoro. Circa 1/3 dei contratti
cessati è comunque durato non più di 1
mese.
Intanto sull'apprendistato professionalizzante, che per legge deve scattare dal primo gennaio 2015, si registrano
le prime mosse delle Regioni. E il Piemonte la prima regione italiana ad aggiornare la normativa che avvia la sperimentazione per il conseguimento del
titolo di Tecnico Superiore (ITS) in Apprendistato di alta formazione e ricerca. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta regionale ha dato il via libera all'intesa sottoscritta alcune settimane fa da Regione Piemonte, sindacati e rappresentanze datoriali. Il documento recepisce le
innovazioni introdotte dal Jobs Act del
governo e dalle Linee guida nazionali
approvate lo scorso febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni.
L'Apprendistato professionalizzante o «contratto di mestiere» è un rapporto di lavoro finalizzato ad una qualificazione ai fini contrattuali mediante una
formazione in alternanza su competenze di base, trasversali e una formazione
su competenze tecnico professionali
svolte in impresa. I destinatari sono giovani tra i 18 e i 29 anni e lavoratori in
mobilità. La nuova disciplina interviene sull'efficienza dei servizi formativi affinché entro 180 giorni dall'assunzione
sia avviata la formazione in alternanza.
Si prevede inoltre la riduzione della formazione di tipo trasversale nel caso di
assunzione di apprendisti che hanno
già fatto formazione in precedenti contratti di apprendistato.
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L'articolo 18
I licenziamenti dopo l'avvio
della riforma Fornero sono
scesi del 13% nel 2013 ma
sono il 15,6% in più del 2009
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IL~MA.TTINO
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04-08-2014
31
1
RifonnaAutorità, i dubbi di Rea
<<Perché tutte le fusioni al Sud?>>
Il segretario regionale Uil
«Nella scelta del presidente
non ci sia solo il ministro»
Meno Autorità portuali e sistemi
integrati. Ma la riforma dei porti
ha già subito un primo stop.
«Prima di dare un giudizio
aspettiamo di leggere il testo
definitivo. Tuttavia dico che
sicuramente le autorità portuali
meritano una razionalizzazione
ed anche degli accorpamenti ma
se questo avverrà, in assenza di un
piano strategico di rilancio, si
corre il rischio di farla diventare
una mera operazione
ragionieristica». Anna Rea,
segretario della Uil Campania,
guarda a un sistema che in
Campania potrebbe essere
un'eccellenza. «Abbiamo
potenzialità enormi, dalla
cantieristica alla meccanica alla
logistica ai settori turistici e
commerciali. Il problema aggiunge- non può essere solo
l'accorpamento, ma lo sviluppo
delle attività portuali del
retroportuali. Questo
significherebb ~reare migliaia di
posti di lavoro nel qualificare la
semplice attività di traffico dei
containers, lo stesso sviluppo
dell'intersettorialità è importante,
ovvero, la capacità di offrire, come
fanno tanti porti del Nord Europa,
un se~zio integrato tra porto,
~errovia, autostrada, aeroporto ed
mterporto. Questi ultimi in
Campania invece sono delle
Quali'?
«La razionalizzazione e
1' accorpamento delle diverse
autorità portuali italiane, che
dovrebbero diventare 15 non è
chiaro a quale disegno '
rispondano. Perché guardando la
mappa dei porti, gli accorpamenti
riguardano soprattutto i porti del
Sud. Perché? Quali sono stati i
criteri? Così come cancellare i
comitati portuali senza
salvaguardarne il ruolo anche
diverso, mi lascia dei dubbi».
Lupi vuole cambiare anche la
designazione dei presidenti.
basta proposte e
controproposte. Non ci saranno
più casi come quello del
senatore Villari'?
«Anche qui sembra si voglia
seguire la logica della
semplificazione e della
sburocratizzazione e se da un lato
potrebbe essere la soluzione per
mettere fine ai veti incrociati delle
lobbies, allo stesso tempo mi
sembra un limite lasciare che sia
il ministro a scegliere e chiedere
solo un semplice parere al
presidente della Regione,
escludendo del tutto gli operatori
e gli altri enti territoriali che
conoscono più da vicino il
territorio».
AN a poli cinque commissari di
fila dovuti alla litigiosità della
politica'?
«Sono record di cui faremmo a
meno, ma a quanto pare qui in
Campania abbiamo "il vizio" del
commissariamento. Anche
perché con questo primato
Napoli ha perduto diverse
occasioni di sviluppo e di
crescita».
Ritiene che con una governance
stabile le opere del Grande
progetto si sarebbero potute
realizzare'?
«Sicuramente non saremmo nel
completo stallo nel quale ci
ritroviamo. Avere una
governance stabile e duratura
significa mettere mano a scelte
decisioni, portare avanti
'
progetti».
Gli imprenditori portuali
aspettano gli escavi ed invece
arrivano le fogne, forse.
«Vede, chi come noi opera e vive
nel Porto di Napoli, sa che manca
tutto. Per quanto riguarda il
dragaggio però, bisogna
aggiungere, che ci sono
problematiche tecniche. Il
ministero dell'Ambiente deve
mettere in atto delle verifiche e
non si capisce perché ritarda».
Torna in ballo anche il Piano
regolatore portuale. I petrolieri
non mollano.
«Senza bloccare le attività, se c'è
qualcosa da rivedere del piano
regolatore lo si faccia. Si è stati a
nostro avviso forse troppo
semplicistici a trattare questo
tema delicato sia per i fattori
ambientali ma anche per le
ricadute di questa attività che
resta storica nel porto».
a.p.
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0
cattedrali nel deserto nonostante
l'uso di ingenti risorse pubbliche
'
I
come e successo per Marcianise».
L'obiettivo quindi dovrà essere il
rilancio vero del settore. Poi ci
sono altre cose non chiare.
Lavoro e previdenza
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Quotidiano
IL SECOLO XIX
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9
1
l
A tempo
indeterminato
meno di un
lavoratore su 5
ROMA. Secondo lo studio del
Servizio politiche del Lavoro
Uil, dal 2008 al 2013 i contratti a tempo indeterminato
sono scesi di 1 milione: -46, 7%
contro il+ 19,7% dei contratti
a tempo determinato. Sul totale dei contratti sottoscritti,
a tempo indeterminato sono il
19,1% (27,3% nel 2008). Le altre forme di contratto sono
1'80,9% (contro 72,7% del
2008). Tendenza invariata anche analizzando il primo trimestre 2014, con quattro contratti su cinque a termine. Nel
dettaglio, il 67% dei contratti
siglati è a tempo determinato
(1,5milioni),1'8% (189 mila)
sono contratti di collaborazione, il 2,4% (56 mila) sono rapporti di apprendistati. A tempo determinato sono il 17,6%
dei contratti (418 mila). La
precarietà dei contratti è sottolineata anche dal numero di
contratti attivati per lavoratore passati da 1,64 nel 2008 a
1,78 nel 2013. Nell'analisi, anche un dato interessante sulla
Liguria: dal 2012 al 2013, i
rapporti di lavoro attivati sono scesi del 10,8% (196 mila
contro i 224 mila del 2009).
Secondo il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy,
il decreto legge Paletti non farà che espandere ulteriormente questa situazione.
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A.QUA.
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Il Sole?]{! mmrn
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1/ 2
ITALIA E RIFORME
Le tre aperture
di credito
da non sprecare
di Alberto Quadrio Curzio
'Italia e le riforme è il titolo di un'opera
- che va in scena da decenni e della quale si
vedono tanti atti e attori senza mai concludere per passare a un'altra stagione, con altre opere. Quasi sempre i governi e le legislature partono da una fitta agenda di riforme che rimangono
poi, in tutto o in parte, incompiute o inefficaci perché mancano i decreti attuativi. Ai quali troppi
governi non badano, quasi non fosse una loro responsabilità. f.: la ragione per cui sul Sole 24 Ore
«Rating 24» controlla regolarmente lo stato di attuazione delle norme: ed è la ragione per cui l'n
luglio il direttore ha invocato il coraggio della verità (l'economia va male, non si riprende) e ha
chiesto al presidente Renzi di sporcarsi le mani
con la fatica dei decreti e facendo le poche cose
urgenti per il lavoro e la crescita, a partire dalla
riforma della macchina dello Stato. Da tempo noi
sosteniamo che se l'Italia è diventata nel contesto
europeo un caso problematico e preoccupante
(che ha oscurato alcune riforme e indebolito i nostri punti di forza produttivi) trova una spiegazione anche negli annunci senza azioni, nelle nostre
discontinuità e nelle sabbie mobili delle burocrazie e dei gruppi di interesse improduttivi.
Governo, ltalia e italiani. Dunque il governo
Renzi deve agire attuando le riforme messe in
cantiere che arrivano al 2017. Si tratta del periodo
di circa mille giorni sul quale il presidente Renzi
s'è impegnato a cambiare l'Italia e a contribuire
anche a un rinnovamento europeo per rilanciare
la crescita e l'occupazione.Naturalmente si notano tra le riforme coincidenze e prolungamenti di
quelle del governo Letta che, pur nella sua brevi-
tà, ha ben operato. La vera differenza è che l'Italia
ha adesso, per un concorso di fattori, una forte
apertura di credito europeo (per l'esito delle elezioni in netta controtendenza rispetto al prevalente euroscetticismo), di credito renziano (per
l'età e la determinazione del presidente del Consiglio) e di credito finanziario (per l'enorme liquidità internazionale in cerca di guadagni e per le promesse della Bee) come da tempo non accadeva.
Tre aperture di credito che potrebbero esaurirsi
presto se le riforme non vengono attuate e valorizzate nel contesto europeo e internazionale.
Ciò richiederebbe anche un maggior senso di
identità nazionale di cui gli italiani purtroppo difettano diversamente dai cittadini degli altri grandi Paesi europei. Anche noi dovremmo avere un
senso di responsabilità nazionale sen:z;a il quale la
nostra credibilità europea sarà sempre debole,
ben al di là dei decimali di finanza pubblica. Probabilmente la stessa maggiore tolleranza di cui
Francia e Spagna godono presso le istituzioni europee sui loro deficit di bilancio è dovuta anche
all'innnagine di solidità nazionale data e ai loro
sistemi costituzionali ed elettorali che assicurano governi di legislatura.
L'agenda delle riforme. La sua più chiara
formulazione si trova sul sito del Mef che in
giugno ha pubblicato un cronoprogramma
mensile per il 2014 e uno aggregato per il 2015 e
il 2016 con qualche prolungamento al 2017. È
una utile schematizzazione del Piano nazionale
di riforme presentato dal governo alla Commissione europea in aprile.
Contim.rn • pagina 5
1- - - -- --- -- --- --- ---- ------
di Albertò Quadrio Curzio
• ContimJa pagin~
' agenda riguarda 48 azioni che si collocano in tre
categorie: concluse, avviate, programmate. La valutazione del governo sullo stato di
avanzamento delle azioni è la seguente: 2 concluse (jobs act e piano casa); 4 avviate in maggio e in
taluni casi a un buon stadio (taRitaglio
Primo piano Italia
glio cuneo fiscale e Irpef; attuazione del piano italiano della "garanzia giovani"; riforma della
pubblica amministrazione; piano "open.data" per la pubblica
amministrazione ); 2 istituzionali e costituzionali già avviate e
che da settembre dovrebbero accelerare (riforma della legge
elettorale; riforma costituzionale); 7 avviate tra settembre e dicembre, alcune delle quale dovrebbero raggiungere uno stastampa
ad
uso esclusivo
diodiavanzamentosoddisfacente già entro fme anno, mentre altre andranno anche in anni successivi (rientro dei capitali; strategia destinazione Italia; strategia turismo e patrimonio culturale; rispetto della direttiva Ue per
i pagamenti; accelerazione pagamento debiti Pa; programma di
privatizzazioni e dismissioni;
spendingreview).Intotalesu48
azioni di riforma dell'agenda, 15
sonogiàinattuazionementrealdel
destinatario,
non
tre sono programmate. In realtà
varie di queste ultime sono iniziate prima di questo governo
che però intende accelerarle e
potenziarle. Miglioramenti sono possibili e necessari ma non
bisogna farli prevalere sulla esecuzione del cronoprogramma.
Spese, risparmi, efficienza.
Consideriamo tra le molte azioni dell'agenda per le riforme la
revisione della spesa (spending
review) che è prevista iniziare
riproducibile.
Pag. 88
068391
Le tre aperture
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Quotidiano
Il Sole?]{! mmrn
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Foglio
lamento di darne attuazione si
avrà con la Legge di stabilità
2015, la prima del governo Renzi
e del ministro dell'Economia Padoan. Perciò è importante che
Cottarelli stia al suo posto fino
all'approvazionedellacitatalegge sia perché ha tuttora compiti
in corso (tra cui molto atteso
quello affidatogli dal dl 66 di
aprile sul riordino della spesa di
aziende, istituzioni e società controllatedallearnmirùstrazionilocali, notoriamente fonte di sprechi) sia perché non bisognasollevarc ansie nella Ue, nella Uem (e
sui mercati) mentre chiediamo
una certa flessibilità di bilancio.
Bisogna inoltre ricordare che Renzi vuole imprimere una vera
la revisione della spesa non è fi- svolta all'Italia e influenzare anche l'Europa, durante il suo semestre di presidenza della Ue,
nalizzata solo a risparmi, pur es- determinando effetti durevoli.
senziali, ma anche a un forte re- Allora deve dimostrare la detercupero di efficienza del sistema minazione che ha sulle riforme
pubblico e possibilmente a mi- istituzionali anche per trovare
sure di rilancio della competiti- in Parlamento la maggioranza
vità tra cui la riduzione del cu- necessaria ad attuare la strategia
neo fiscale e contributivo. Tut- di politica economica dichiarata
to ciò sarebbe fattibile con ri- (che ricomprende anche la spensparmi lordi su base annua di 7 ding review) per evitare che rimiliardi nel 2014, 18 nel 2015, 34 sparmi di spesa vengano usati
nel 2016 come preventivati nel per finanziare più o meno a caso
programma Cottarelli e confer- o sotto pressioni particolaristimati nel Def di aprile.
che altre spese.
Una conclusione. Il governo
(
P]<;fRVA-A
stampa
del
RJPRODtJ/:C•J~
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nel 2014 per arrivare al 2016. Nei
giorniscorsisen'èmoltoparlato
in relazione a preoccupazioni
espresse dal commissario straordinario. Al di là del singolo episodio,cheunapersonaseriaecompetente come Cottarelli non ha
enfatizzato, riteniamo che il programma di revisione della spesa
pubblicadaluimessoapuntosia
un buon programma che deve
comunque continuare anche
perché una sua conferma politica è già stata data dal Defdi aprilc inviato alla Commissione europea. La principale verifica della volontà del governo e del Par-
03-08-2014
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2/2
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COTTARELLI E I MERCATI
02-08-2014
1
1
gallo e al default dell'Argentina,
na portante dei mercati, il rap- · base di questa proiezione, dai
BTp il risk-on non si schioda.
inizia ad addensarsi qualche nu- i porto tra rischio e rendimento,
Non ora, almeno.
con un'inondazione da svariate
volone italiano di troppo: le voci
migliaia di miliardi di euro (un
Se però Cottarelli dovesse ansull'uscita di scena di Carlo Cotdarsene sbattendo la porta, non
extra da 9 trilioni di dollari stimatarelli si sommano all'ascesa
no gli addetti ai lavori). Al punto
una porta qualsiasi ma il portodell'ostruzionismo in Parlamenche il «risk premium è scompar- , nediViaXXSettembre,quelruto sulle riforme di Matteo Renzi
so del tutto», si lamentava ieri
mentre la ripresina economica
more sui mercati si .sentir~bbe
un influente gestore americano • eccome. Qualche mvestitore
minaccia di sgonfiarsi con un Pil
in viaggio d'affari, sorseggiando
straniero alla fine si svegliereb2014 pericolosamente vicino alun cappuccino nel centro di Robe. Forse proprio quell'investilÒ o per cento. I mercati, e cioè la
ma. Scuoteva la testa mentre aftore che incontrando Cottarelli
comunità dei grandi investitori
al ministero dell'Economia nei
fermava che «i rendimenti dei
istituzionali internazionali, conBTp decennali e lo spread
mesi scorsi era stato rassicuratinuano a essere cullati dalle onBTp/Bund non riflettono affatto dalla competenza e dall'alto
de soporifere dell'alta marea delto il rischio-Italia». E invece il
grado di preparazione di un sula liquidità e ancora non ne vopertecnico che parla la lingua
differenziale tra i titoli italiani e
gliono sapere di svegliarsi e tortedeschi viene dato per stringerdei mercati e che capisce la linnare alla realtà. Le politiche mosi ancora, è questa l'attesa prevanetarie eccezionali delle più
gua dei mercati, «con le idee
I grandi banche centrali hanno lente sui mercati indipendentemolto chiare sul programma
mente dal rischio-Paese, e sulla
• sommerso quella che è la colondella spending review».
Contimrn ~ pagina 6
1
,llrumore
I che l'Italia
. '
1nons1puo
permettere
1
1
di Isabella Bufacchi
1
1
i
rale nubi estive che oscurano i cieli dei mercati,
dall'escalation dei conflitti Russia-Ucraina e Israele-Palestina al crack bancario in Porto-
Ilrutnoresuitnercati
di Isabella Bufacchi
©R!PRDDUZIONER!SERVATA
Codice abbonamento:
068391
• Co11tin11a da pagina 1
i quell'incontro, l'unico
dubbio irrisolto era stato quello legato al rischio di implementazione. Non
a caso.
Dalle incognite sulla spending
review a firma di Cottarelli potrebbe scaturire un pericoloso effetto-domino che finirebbe per insidiare la credibilità stessa del sistema-Paese. I mercati sono stati
già scottati dalle promesse non
mantenute di Mario Monti e di
Emico Letta -gli investitori istituzionali esteri non perdono occasione per ricordarlo - e il beneficio del dubbio che hanno accordato a Matteo Renzi non è incondizionato e non è per sempre. Il
governi italiani con vita breve
hanno abituato i mercati alle politiche di breve termine, al minimo
indi5pensabile per tirare avanti: e
questo ha minato nel tempo la fiducia sulla capacità dell'Italia di
risolvere definitivamente i suoi
problemi strutturali, una fiducia
che deve essere riconquistata.
L'implementazione,la "delivery", resta chiave: senza riforme
l'Italia non cresce e senza cresci-
tal'ltalia, i suoi partnersnell'Eurozona e la Bee dovranno tutti faticare molto di più per far funzionare a colpi di "whatever it takes" la
formula sterile della sostenibilità
del debito pubblico. Qµalche segnale di nervosismo sul rischioItalia inizia già a trapelare, ma se
durante agosto i mercati continueranno a sonnecchiare, l'Italia
avrà avuto tutto il tempo per rasserenare il clima e per iniziare a
sgombrare i cieli dalle nubi nere
dello stallo politico, che è l'anticameradellastagnazione economica. Se invece in settembre l'Italia
dovesse continuare a rinviare,
perdendo il tempo che non ha, allora anche per i BTp il clima potrebbe guastarsi bruscamente: anche perché i mercati metteranno,
nuovamente in autunno, il gracile Pil italiano a confronto con
quello robusto spagnolo, essendo Italia e Spagna i due principali
Paesi periferici europei. I Bonos
avrebbero la meglio senza grandi
sforzi: nel 2015 il Tesoro italiano è
atteso al varco, scadranno all'incirca200 miliardi di titoli di Stato
a medio-lungo termine, un'annata tra le più pesanti in termini di
debito pubblico da rimborsare.
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Il documento Le spese
Gli interessi record del debito
Spesi finora 1.650 miliardi
La somma pagata dal '93 a oggi. Poli: subito un fondo
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Ia».
La necessità, sostiene Poli,
è «di convertire una parte significativa dello stock di debito pubblico in quote di un
fondodelpatrimoniopubblico immobiliare da valorizzare e rendere redditizio tramite una gestione professionale
con degli obiettivi chiari.
Conte1:11por_aneamen!e o~­
corre ncons1der~e e nqualificare le spese remtroducendo l~ dist~nzion~ tra quelle
obbhgatone, destmate a soddisfare le esigenze di base dei
cittadini, e quelle facoltative.
Le prime vanno riviste selettivamente, mentre le seconde
sono da tagliare».
Finora, ricordando la battuta ~i Andreotti~ si è tirat~
avanti cercando di quadrare 1
con!i•. magari non pagando_ i
deb1t1 della pubbhca amm1nistrazione verso le imprese.
«A<;Iess_o nor;i b~st~ J?iù perche sei anm d1 cr1s1 hanno
prodotto effetti devastanti
sul Paese», _conclude_ Poli.
«Ecco perche occorre 1mparare da ~oosevelt: saper osare
p~r ass.1curare ~n ~turo ~le
gio".arn ~~ne~az1_orn. _Renz1 lo
faccia, gh itali~ cap1rann<;>»:
non
Fabio Tamburini
(0R!PRODu71oNrnsrnvATA
068391
scolo che non conosce né vit- gna.
torie né sconfitte"».
«Nei tre Paesi presi come
Negli ultimi 20 anni confronto il debito pubblico
l'avanzo primario italiano ha è aumentato in misura signirappresentato mediamente il ficativa anche dopo il 2008»,
2,1% del Prodotto interno commenta Poli, «perché
lordo (Pil) contro lo o,2% del- aprire il rubinetto della spesa
la Germania. n problema è pubblica è servito a ridurre,
che tanta abbondanza è finita almeno in parte, gli effetti
nella voragine della spesa per negativi della grande crisi.
interessi da pagare sul debito L'Italia n~n ha_ potuto farlo
pubblico che, per l'Italia, ha nel tentat1yo d1 !enere so!io
significato i.65o miliardi controllo Il debito pubbhco
(pari al 6% del Pil), contro i e~ il deficit _anm~ale grazie
i.058 miliardi d'interessi pa- all avanzo primario, ma il
gati dalla Germania (anche in prezzo pagato dal Paese è
questo caso dal 1995 pari al stato alto. L'avanzo prima2,4% del Pil), 87o ~iliardi rio significa una tassazione
dalla Francia (2 6% del Pil) maggiore, minori spese
386 miliardi d~lla Spagn~ correnti e investimenti, ri(2,4% del Pil). «In sintesi» i duzione dei consumi. E ciò
commer;itaPoli, «Un debitor~ hacomporta!o1;mt~a~fericon debito elevato paga inte- , mento mass1cc10 d1 nsorressi più che proporzionali. E se dall' e~ono11:1ia. reale a
tuttoquestoèlaconfermadel quella fmanziana. Una
peccato originale che l'Italia vera doccia fredda, e prosi trascina dal 1992, l'anno lungata, sulla c~escita>>.
della firma del Trattato di
Ecco perche, sempre
Maastricht sottoscritto pur secondo Poli, «servono
avendo un parametro del tut- prc;>vye~i1:11~nti straordito fuori controllo: il debito nan, mc1s1VI e contempubblico, che rappresentava po~ei. Serve una. rivo:
il 104,73del Pil contro il 423 luz10ne c~e Renz1 puo
della Germania, il 39,73 della far~. I punti fon~ame~ Francia e il 45,5% della Spa- tali ~ono tre. Primo: n~
gna>>.
duz~one delle;> stock d1
L'intenzione era diminuir- debito pubblico per un
lo progressivamente. Fino al ammo~t~e ~i ~meno
2007 l'Italia era l'unico Paese 400 ~mhard1 d1 e?ro
che l'aveva ridotto in rappor- i destmando p~e 1mto al Pil. Poi a causa della\ p~rta~te del pspa~grande crisi, dal 2008 è cam- ' mIO _d mteress1 '.111a nbiato tutto. Infatti il saldo a duz1one delle 1mpofine 2013 è risalito al 132,3% ste alle imprese-e ai cittadini,
del Pil contro 1'80,43 della con l'effetto di favorire la creGermania, il 93,5% della scita. Secondo: revisione
Francia e il 93, 7 % della Spa- straordinaria e completa delgna. La beffa è che il debito la spesa pubblica per ridurre
pubblico italiano resta fuori il deficit annuale puntando
controllo nonostante i sacri- su un forte aumento della
fici per contenerlo, che peral- produttività e meccanismi
tro hanno dato risultati si- avanzati di controllo. Terzo:
gnificativi. Tanto che negli approvazione di nuove regole
ultimi 20 anni il debito pub- che, mantenendo la libertà di
blico lordo è cresciuto in ter- spesa delle amministrazioni
mini percentuali sul Pil di 28 l«;>c~ e degli enti centrali, aspunti in Italia 38 in Germa- s1cunno che essa avvenga senia, 53 in Fran'cia e 48 in Spa- ~?ndo criteri di produttivi-
Codice abbonamento:
Qual è il Paese tra i principali europei con il saldo migliore tra entrate e spese (al
netto degli interessi) delle
amministrazioni pubbliche
negli ultimi 20 anni? L'Italia,
e con molto distacco, considerando che ha cumulato 585
miliardi di euro del cosiddetto avanzo primario (con un
20. pe! cer~.to. riferibile ~lle
P1?".'atiz~az1orn), contr~ gh 80
m1hard1 della Germarna (dal
1995~ e saldi i;i~ga!ivi per
Francia (-479 mihardi) e Spagna (-270 miliardi). Peccato
che ciò sia servito in gran
parte a pagare gli interessi
sulla fonte principale dei
guai, il debito pubblico. I numeri sono tratti da un'analisi
co_mparata sulla finanza pubbhca che ha messo a ,
P?nto un team coordmatodaRobertoPoli, uno dei più presti~osi cons~le_nti !taliarn, 75 anrn di cm nove
alla presidenza dell'Eni, ben _cc;>nosciuto
per lo spinto super
p~es che, in pas_sato,
~h ha permesso di c_oltiyare relazioni privilegiate con Romano Prodi
come con Silvio Berlu sconi.
«Ritengo che sia necessaria una svolta»,
spiega Poli, «ma, prima l
d'intervenire, occorre conoscere. Il presidente del
Consiglio, Matteo Renzi,
ha dimostrato di saper
osare. E' opportuno che lo
faccia anche in economia>>. E aggiunge: «Giulio
Andreotti disse una delle
frasi rimaste nella storia
della politica italiana "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia", ma Franklin
Delano Roosevelt, lo statista
americano, aveva invece affermato nel 1932 che "è molto meglio osare cose straordinarie piuttosto che vivere
nel grigio e indistinto crepu-
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04-08-2014
2/3
2/2
Vent'anni di fìnanzapl.loblica
I valori cumulati di saldo primario, spesa per interessi,
e deficit nel periodo che va dal 1993 al 2013
(Valori in euro e in o/o sul PIL)
Fiscal c:ompad
Saldo Primario
Avanzo (disavanzo)
contiene anche un vincolo
rispetto al rapporto tra
debito
'
' (tutto lo stock
accumulato fino a oggi) e
Pil. Questo valore non
deve superare il 60%
•Italia
"Francia
•Spagna
<0Germania
-
-
n trattato firmato nel
2marzo 2012
Miliarrli€
-585
-479
-271!
I
80*
%PIL
Z,1
lit
,c.·~"t.'{1'""''"..
0,2 .
(l'Italia è al 134%). I Paesi
che sforano la soglia
devono ridurre il rapporto
di almeno un ventesimo
ogni anno. Per l'Italia i
controlli su questo vincolo,
particolarmente oneroso,
inizieranno nel 2016.
Debito/Pii
Incremento del debito
pubblico lordo
ITALIA
Il rapporto tra
debito e Prodotto
interno lordo è
considerato
un indicatore
'
'
rappresentativo della
possibilità di uno Stato
di risanare le proprie
finanze. Infatti più cresce
la ricchezza prodotta, più
diventa facile rendere i
prestiti in essere. Da
notare che esiste una
Titoli di Stato, rendimenti in discesa
correlazione negativa tra
debito e crescita: più uno
Stato è indebitato, più la
crescita è debole
Il rendimento medio dei titoli di Stato a luglio è stato dell'l,94%
contro il 2,83% di gennaio. Negli ultimi sei mesi il rendimento
medio dei Bot è sceso dallo 0,49 per cento di gennaio allo 0,236
di luglio. Nella foto, un buono poliennale del Tesoro del 1960
Francia
dal 2002 al 2013
'1il
Afine 1992
A fine 2013
"' Incremento
dal 1993 al 2013
Spagna
%PIL
Miliardi
di euro
%PIL
Miliardi
di euro
%PIL
Miliardi
di euro
%PIL
104,70/o
132,30/o
848
2.063
39,70/o
93,50/o
440
1.930
420/o
80,40/o
693
2.179
45,50/o
93,70/o
+28punti
1.215
+1430/o
+53 punti
1.490
+3390/o
+38punti
+48punti
1.486
+2140/o
DEBITO LORDO
111!
u
Germania
I:
Totale dei quattro Stati
Miliardi
di euro
Miliardi
di euro
171
958
2.152
7.130
787
+4600/o
4.978
+2310/o
Anno 2013 il debito
eia spesa
Giappone
(Valori in% del PIL)
111!
DEBITO PUBBLICO LORDO
111!
Spesa per interessi
224,6%
JJ,!%
!li Totale entrate
Totale spese al netto interessi
i1li Avanzo (disavanzo) primario
<11>
2,2%
-5,4%
-6,S 0/~.
.15,7%
20,5%
SPESE
!li Spese consumi finali
20,1%
PA
@Spese per prestazioni sociali
111iTotale
45%
30,1"h
n.a.
l!I> Spèse in conto capitale
2,2%
$ Investimenti fissi lordi
!,2%
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!I!; Totale
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1/ 2
Il Tesoro Domani il ministro Padoan alla Camera sulla «spending review». li nodo delle coperture
Conti pubblici, il muro del governo
Ragioneria e esecutivo frenano sulle modifiche alle pensioni
ROMA - Il governo si appresta a
chiudere i «buchi» di bilancio aperti
dalla Camera nell'esame del decreto
legge sulla pubblica ammi.Ìlistrazione,
oggi all'esame dell'Aula del Senato.
Buchi piccoli, marginali, ma sui quali
l'esecutivo, alle prese con la legge di
Stabilità del 2015 ed un bilancio ridot.to all'osso, non sembra disposto a
transigere. Così, le quattro nonne evidenziate dalla Ragioneria per difetto di
copertura, compresa quella sulla finestra di pensionamento per 4 mila insegnanti, saranno quasi certamente modificate a Palazzo Madama, spingendo
il decreto, in scadenza il 23 agosto, ad
un nuovo passaggio alla Camera
Dovrebbe essere la stessa commissione Bilancio del Senato, nel parere
sul decreto che approverà oggi per
l'Aula (dove dovranno essere esaminati oltre 6oo emendamenti), ad evidenziare la necessità di modificare il testo,
o di trovare nuovi soldi per finanziare
le nonne introdotte alla Camera Oltre
alla finestra che consente il pensionamento nel 2014 a 4 mila insegnanti in
deroga alla legge Fornero, dovrebbero
saltare la cancellazione della penalizzazione per chi oggi va in pensione a
prescindere dall'età, ma con oltre 42
anni di contributi, la possibilità del
pensionamento d'ufficio a 68 anni per
i docenti universitari e il rafforzament? dei benefici per le vittime del terro-
nsmo.
Tutte norme di carattere previdenziale o assistenziale, che al di là dei
problemi finanziari pongono a governo e maggioranza anche una questione di merito. Un colpo di qua, una limatina di là, c'è chi teme che con tanti
piccoli interventi, alla fine, venga scalfito il muro della riforma Fornero. La
commissione Lavoro, nel suo parere
sul decreto, elaborato da Pietro Ichino,
invita l'Aula a rivedere la finestra per
gli insegnanti, e accende il faro anche
sulle nonne introdotte alla Camera sul
prepensionamento dei giornalisti. S()no coperte (con una maggior spesa a
carico dello Stato di 6o milioni per sei
anni), ma come le altre (scoperte secondo la Ragioneria), pongono un
problema di equità. Bisogna evitare
«trattamenti differenziati - dice il parere della Lavoro - destinati a creare
ingiustificate sperequazioni>>.
Per il governo, in ogni caso, è prioritaria la tenuta dei conti pubblici, messa a rischio da una crescita del Prodotto interno lordo inferiore al previsto.
Dopodomani arriveranno i dati lstat
sul secondo trimestre ed è probabile
che a metà settembre l'esecutivo sia
costretto a rivedere la stima della crescita 2015 dallo o,8 a circa lo 0,3%. Il
che comporterebbe automaticamente
(secondo le stesse stime del governo)
uno slittamento del deficit dall'obiet-
tivo del 2,6 al 2,8% del prodotto, ed anche un ulteriore peggioramento del
saldo strutturale (depurato cioè dalla
componente del ciclo economico) dallo o,6 allo 0,7% rispetto al programma
di convergenza consegnato alla Ue.
Così si ridurrebbero ancor di più gli
spazi per le misure di sostegno all'economia «Chi pensa ad un ampliamento
del bonus di 80 euro deve indicare le
coperture» ricorda a Maurizio Lupi
(Ncd) il responsabile economico del
Pd, Filippo Taddei. Secondo il quale
per rendere strutturale il bonus è necessario «Che la spending review prosegua», pur «Senza toccare scuola, sanità e assistenza». Dalla revisione della
spesa sono attesi 3,5 miliardi quest'anno e altri 15 il prossimo, ma il commissario Carlo Cottarelli, che ancor prima
della Ragioneria aveva censurato la
nonna sul pensionamento degli insegnanti, sembra incontrare difficoltà
che non si aspettava Ieri il sindaco di
Firenze, Dario Nardella, fedelissimo di
Renzi, ricordava che individuare le
spese da tagliare «è compito dei politici>>. Stefano Fassina (nel suo intervento a pagina 31 del Corriere) considera
irragiungibili gli obiettivi di risparmio
previsti (16 miliardi nel 2015). Domani, alla Camera, sarà il ministro Pier
Carlo Padoan a fare il punto sui tagli e
l'azione del Commissario.
Mario Sensini
©RIPRODUZIONE RISFRVATÀ
La carica In Parlamento
La carica dei 600
emendamenti al decreto
pubblica amministrazione.
L'aumento del deficit al 2,8%
---- ----------
Taddel
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Taddei: chi pensa ad un
ampliamento del bonus di
80 euro deve indicare le
risorse necessarie
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Incremento del debito
pubblico lordo
dal 2002 al 2013
ITALIA
Francia
%PIL
Miliardi
di euro
%PIL
104,7%
132,3°/o
848
2.063
39,7%
93,50/o
+28 punti
1.215
+l430JD
+53 punti
DEBITO LORDO
®A fine 1992
*A fine 2013
ti>
Incremento
dal 1993 al 2013
Pagina
Foglio
u
Miliardi
di euro
440
Germania
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3
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Spagna
Totale dei quattro Stati
4t#'f'
%PIL
Miliardi
di euro
%PIL
Miliardi
di euro
Miliardi
di euro
1.930
42%
80,40/o
693
2.179
45,5%
93,70/o
171
958
2.152
7.130
1.490
+339%
+38puntl
+48punti
1.486
+2140/o
787
+4600/o
4.978
+2310/o
Anno 2013 il debito
eia spesa
(Valori in % del PIL)
!lii DEBITO PUBBLICO LORDO
* Spesa per interessi
®Totale entrate
Totale spese al netto interessi
;ii Avanzo (disavanzo) primario
;ii
SPESE
19,5%
®Spese consumi finali P.A.
41 Spese per prestazioni socia li
!lllTotll!e
35,6%
n.a .
.1,2%
®Spese in conto capitale
111 Investimenti fissi lordi
*Totale
La previdenza
i\!ift::1.,~::1 :11:11
:Classe
dii(tlporto
mensile
del reddito
913.456 : 1.291.691
500- 999,99
1.603.160 : 3.266.971
1.000,001.499,99
1.664.035 : 2.080.987
1.500,00 1.999,99
1.553.262 : 1.118.166
2.000,002.999,99
1.400.162 :
797.813
3.000,004.999,99
507.942 :
185.333
5.000,009.999,99
167.259:
31.972
10.517 :
1.166
10.000,00 e più :
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Riforme Il confronto
Doppia mediazione sul Senato
Immunità, trattativa complicata
Ripartono le votazioni, aperture su referendum e scelta del capo dello Stato
ROMA-Apertura su referendum ed elezione del capo
dello Stato (da vedere come,
però). Chiusura su immunità
dei senatori e _leggi di iniziativa popolare. E lo schema con
cui, da questo pomeriggio, si
rientra in Aula a Palazzo Madama sul ddl di riforma costituzionale: approvati gli articoli uno e due (l'impianto base: Senato a 100 e non elettivo), si affrontano gli altri, da 3
a 40, con circa 3 mila emendamenti (salvo «Canguri») in
campo.
Il weekend di pausa non ha
ancora sciolto tutti i nodi ma
- dopo il vertice tra i due relatori (Finocchiaro e Calderoli) e il governo (la Boschi più il
sottosegretario Pizzetti) - c'è
una <<traccia» sulla quale lavorare. L'idea di Palazzo Chigi
è intanto di «aprire» sulla soglia per presentare i referen dum, fissata nel testo a 800
mila firme (o cinque consigli
regionali).
Le opposizioni (Sei, Lega,
Cinque Stelle, Gal, dissidenti
vari) vorrebbero abbassare
quel limite, fino a 500 mila
firme. E magari prevedere
l'ammissibilità dei referendum anche per la ratifica dei
trattati internazionali (adesso
quella materia è esclusa). Sarebbè, questa, la prima «concessione» di Palazzo Chigi agli
oppositori che avrebbe il senso di «riequilibrare», almeno
parzialmente, una riforma
che - superando il bicameralismo perfetto e attribuendo gran parte dei poteri alla
Camera (eletta, tra l'altro, con
l1talicum) - ha una vocazione fortemente maggioritaria.
Il secondo terreno di confronto è sull'elezione del presidente della Repubblica. Per il
momento, nel ddl Boschi si
prevede che «dopo il quarto
scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell'as-
semblea. Dopo lottavo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta». Sul tavolo,
però, ci sono almeno due proposte per «allargare» il campo
degli elettori. Una, presentata
da Miguel Gotor (Pd) è di far
partecipare al voto anche i
parlamentari europei. Idea
che non piace ai «dissidenti»
democratici: «L'Euro parla mento non è un organo costituzionale». Qualcuno, come
Corradino Mineo, vedrebbe
meglio la proposta di Pier Ferdinando Casini: elezione a
due terzi, dopo il quarto scru tinio è il popolo, a suffragio
universale, a scegliere tra i
primi due «in lizza».
Più difficile, a quanto pare,
la partita sia sull'immunità
che sulle leggi di iniziativa
popolare. Sul primo punto,
soprattutto, c'è la resistenza
di Ncd ma anche di Forza Italia: «Serve un filtro - ragionano nel centrodestra - al-
trimenti, specie sotto elezioni
per il Quirinale, basta un'in chiesta a far arrestare 15-20
senatori e cambiare le maggioranze in campo». tntimo,
le leggi di iniziativa popolare.
La riforma prevede l'innalzamento delle firme necessarie
per presentarle da 50 mila a
250 mila. Le opposizioni vorrebbero che anche quel limite
venisse rivisto, ma ci sono
delle resistenze: «Visto che la
Camera deve poi, su richiesta
del Senato, analizzarle, il rischio è che si blocchi l'attività
legislativa>>. Da oggi si vedrà a
cosa ha portato la mediazione
governativa. Prima, però, potrebbe esserci il decreto sulla
Pubblica amministrazione e,
forse mercoledì, il ritorno al
Senato di quello sulla Competitività. L'ingorgo istituzionale è dietro l'angolo.
E.Men.
li'l RIPRODUIIONf
Rl~f.llVAfA
l'altro scoglio
Anche sulle leggi
di iniziativa popolare
l'accordo sembra
ancora lontano
Il rischio ingorgo
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Nel calendario
dell'Aula anche il
decreto sulla Pa e
quello Competitività
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5
Foglio
2/2
Data
Il percorso della riforma
Inizio
dei lavori
in Aula
31
Approvato
l'articolo 1
Approvato
l'articolo 2
4
lugli~
FUNZIONI
40
gli articoli
Abolito il bicameralismo perfetto: solo la
Camera vota la fiducia al governo. li Senato
farà da raccordo tra Stato, Comuni e
Regioni e avrà competenza sulle normative
europee
del disegno di legge
costituzionale
7.850
COMPOSIZIONE
Il nuovo Senato è composto da: 21 sindaci e
74 consiglieri regionali, scelti dalle
assemblee delle Regioni e delle Province
autonome di Trento e Bolzano; 5 membri di
nomina presidenziale
sì
214
gli emendamenti
presentati
Oggi
riprendono
le votazioni
in Aula
Data
prevista
per la fine
lavori
38
gli articoli
ancora
da approvare
2.700
gli emendamenti
da votare
I nodi
Elezione del capo
dello Stato
Nel testo è previsto che
per il Colle votino 630 deputati
e 100 senatori. Una modifica
potrebbe includere i 73
eurodeputati italiani
Referendum e leggi
di iniziativa popolare
Il ddl aumenta il numero
di firme necessarie per i
referendum, da 500 mila a
800 mila, e per le leggi di
iniziativa popolare, da 50 mila
a 250 mila. Diversi emendamenti chiedono che la quota di
sottoscrizioni sia diminuita
L'immunità
La riforma non modifica
l'attuale articolo 68 della
Costituzione. C'è però chi
chiede che, pur mantenendo
l'insindacabilità, ai nuovi
senatori non sia concessa
l'immunità per perquisizioni e
arresto
Codice abbonamento:
068391
CORRIERE DELLA SERA
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
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03-08-2014
2/3
Foglio
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Data
I
I controlli Il bilancio dell'ultimo anno emezzo. Già contestati dall'Agenzia delle Entrate 3,8 miliardi
Fuga dalle tasse, la rete estera
La Finanza svela la mappa di conti, case e società degli italiani
di FIORfu~ZA SARZANINI
Vergini, Bermuda, ma anche
!metesole
Olanda e Delaware: sono queste le
di imprenditori e società italiane che nell'ultimo anno e mezzo hanno evaso il fisco per 3 miliardi e Boo
milioni. Una cifra record raggiunta
grazie alle operazioni illecite effettuate attraverso aziende e prestanome
esteri, ma anche non versando all'erario il giusto introito derivante da operazioni immobiliari e ristrutturazioni.
-----ALLE PAGINE 2 E 3
False residenze eparadisi fiscali,
la mappa dell'evasione
La Finanza scopre 3,8 miliardi
Ecco itrucchi utilizzati dai 1.900 evasori totali
Le mete: Isole Vergini, Olanda eBermuda
Finte ristrutturazioni per 700 milioni di euro
Il dossier delle Fiamme Gialle sui controlli
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eyaso~i .totali e altre migliaia di
c1ttad1m che hanno versato sol-
tanto una minima quota dei propri guadagni.
Residenze all'estero
e «treaty shopping»
Sono 19 i progetti di interventi
mirati effettuati nell'ultimo anno
e mezzo dai finanzieri per combattere l'evasione fiscale, seguendo la direttiva del comandante
generale Saverio Capolupo che
impone «Un'analisi di rischio basata sull'incrocio delle informa zioni nelle banche dati all'attività
di intelligence svolta sul territorio». Il risultato ha fatto concen trare le verifiche del Nucleo Speciale Entrate sulle operazioni effettuate all'estero. «Il progetto
"Planet" - è scritto nel dossier -
destinatario,
non
068391
to versamento delle imposte pari a
quasi 700 milioni di euro. Som mato alle altre verifiche <<ID.i.rate»
compi.ute. d!lgli special~sti della
Gll;ardia d1 Finanz~ dal pnmo gen:
naio 2013 al 30 gmgno scorso s1
tocca la cifra record di 3 miliardi e
8oo milioni di euro già contestati
dall'Agen~ia d~lle Entrate. U~
«buco» nei conti dello Stato che s1
sta cercando di sanare anch~ tenendo c<;>nto ~he l~ correz10ne
compless1va dei conti sul 2015 dovrebbe ~ss~re di circa 16 miliard~
tra t.agh d1 spe~a e. recup.ero d~1
sold1 non versati dai contnbuenti.
Ci sono già state 270 proposte di
seques~o d~ b~ni per un totale di
700 m1hom d1 euro. Il rapporto
de.Ile Fi~e Gialle. elenca. siste:
nn e luoghi dove fimscono I fondi
evidenziand~ i.me~<;>di apparentemente semphc1 utihzzati da i.900
Codice abbonamento:
ROMA - Vanno alle Isole Vergini e alle Bermuda, ma passano
anche per l'Olanda e il Delaware.
Ovunque, pur di non pagare. È
inarrestabile il flusso di capitali
occultati all'estero che ha fatto
scattare l'entità dell'evasione a livelli impre.ssionanti: un miliardo
e 400 milioni di tasse non pagate
in appena diciotto mesi. Soldi na scosti al Fisco attraverso opera zioni di «esterovestizione» grazie
al trasferimento di residenze e sedi di società in quei «paradisi» eu ropei e sudamericani ormai diventati mete preferite di piccoli
imp_renditori e liberi professionisti. E l'ultima frontiera di chi tenta
di sottrarsi ai controlli, ma non è
l'unica. Altro versante «Caldo» è
quelle delle operazioni immobiliari e delle ristrutturazioni che ha
consentito di accertare un manca-
riproducibile.
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
I
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Foglio
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2/3
2/4
alternative. In totale è stata accertata un'evasione da 615 milioni di
euro in appena diciotto mesi e
sono già scattati sequestri di beni
per 181 milioni di euro. Il caso
più eclatante citato nel dossier è
quello di una società con sede in
Lombardia «evasore totale» nonostante «abbia ceduto e locato
vari immobili per un giro d'affari
di svariati milioni di euro, è risultata amministrata di fatto da un
prestanome peraltro già sottoposto a misura restrittiva per reati di
criminalità organizzata, ed è
emigrata successivamente nel
Regno Unito». La contestazione
riguarda 15 milioni di euro di ricavi e quasi 2 milioni di euro di
evasione dell'Imposta sul valore
aggiunto.
Fiorenza Sarzanini
f [email protected]
©RIPRODUZIONE RISERVATA
le verifiche
Il piano: «un'analisi di rischio
basata sull'incrocio delle
banche dati e l'attività
di intelligence sul territorio»
---~-
068391
I sequestri
Ci sono già state 270
proposte di sequestro. Il
caso della società lombarda
emigrata nel Regno Unito
Codice abbonamento:
esamina in particolare i principali interessi corrisposti, in regime di
sistemi di evasione». Sono sei i esenzione, ad una consociata cometodi utilizzati: «L'"esterovesti - munitaria ma con un beneficiario
.
zione" della residenza fiscale di
.
,
.
persone fisiche oppure delle so- che m. real~a era localizzato m ~
cietà; la stabile organizzazione para~1so. ~1scale». Sono metod~
occulta di tipo personale e mate- apphc:iti m,pa~s.a!o da grandi
riale; il cosiddetto treaty shop- march.1 m~ l_att1v1ta ~volta dalla
ping con l'abuso delle agevolazio- Guardia d1 Fii:ianza di.mostra c~­
ni previste dalle direttive comu _ ~e lo stesso s~ste~a .s!a stato u~,­
nitarie; gli acquisti effettuati pres- h~zato da centin~a d111;i1pres~ pm
so operatori situati in Paesi o picc~le .coi:i effetti gravi per~ ecoterritori a fiscalità privilegiata; la no1!11a i~1an.a:. 103 ~~mo gh evadelocalizzazione dei redditi in Pa- son total1 md1~du~ti m '!n anno e
esi a fiscalità privilegiata attraver- m_ezzo! pe~ '!n elusione fisc~e che
so società collegate o controllate; sfior~ il miliardo e mezzo d1 e?Io:
~ol? h~o effettuato o~eraz1orn
l'utilizzo dei "trust"».
Vergini e Bermuda
illecite all mtemo dell'Urnone Eupassando per l'Olanda
ropea utilizzando due sistemi che
Mete preferite per le operazioni portano a società reside~~ in uno
di «esterovestizione» e la stabile Stato membro con fiscal1ta agevoorganizzazione sono il Lussem- lata. Il primo prevede «il versaburgo e Olanda; stesse destina- mento dei. dividendi a società
zioni vengono scelte per chi effet- ~ontrollanti che _sono all'e~tero»,
tua il treaty shopping, anche se le il secondo pas~~ mvece per il ~<pa­
Isole Bermuda e le Isole Vergini gffiD:ento degl~ mteress1 e dei cabritanniche sono risultati gli Sta- norn a consociate sempre che abti dove è stato rintracciato il mag- biano la sede fuori dall'Italia».
gior numero di «azionisti di riferimento e quindi destinatari ulti- Case comprate e
mi dei flussi di passive income>>. ristrutturate «in nero»
Un intero capitolo del rapporto
Nell'elenco dei finanzieri un posto di rilievo lo occupano anche il è dedicato al «settore delle com Delaware e il Costa Rica dove so- pravendite immobiliari, delle
no state scoperte numerose operazioni illegali. <<Numerosi citta- connesse intermediazioni nonché delle ristrutturazioni e riquadini italiani - sottolinea il rap- lificazioni energetiche del patriporto - fsi sono cancellati .dal- morno
· ed'l"
·
L''m d agme
· s1· e'
l'
i iz10».
ai:iagra .e de~la popo_lazw~e concentrata sia sugli acquisti
res1~ent~ m !t~a p~r ei:nigrare m compiuti dai titolari di partita Iva,
Pa~s1 a f1scal1ta pnvilegiata !n re- sia sui bonifici bancari e postali
~t~ avevano ~antenuto la titola- effettuati dai committenti. I risulnta della p~ta Iv'.1> 1:1 rappr~sen- tati «confrontati con le risultanze
!anza ~egale d1 soc1eta aventi sede delle dichiarazioni all'Anagrafe
m .I~alia, la pre~enza ?~l !1?cl~~ fa- Tributaria, hanno fatto emergere
m1h~r.e e la d1spon~?1lita d1 im- attività d'impresa totalmente
~obi~ e utenze» e c10 ha coi:isen- sconosciute al Fisco e altre che
!tto di far scattare la denuncia per hanno dichiarato redditi inferiori
il recupero delle ~as~e n~m pagate. al reale». Sono i. 304 gli evasori
Accertamento s1m1le e scattato
. . ,
nei confronti di quelle società che totali, c10e che non h~no versato
risultavano <<non residenti» ma in neanche un euro d1 tasse pur
realtà «controllavano oppure era- aven?o effettuato decine di inter~
no controllate da società italiane· venti. Tra loro anche numerosi
erano amministrate da un Cd~ mediatori immobiliari che hanno
composto in prevalenza da consi _ percepito «iD: nero» il coi;ipenso
glieri residenti in Italia>>
per la trattativa tra acqmrente e
·
venditore. E poi ci sono coloro
Grandi marchi
che hanno dichiarato cifre molto
e piccole imprese
più basse di quelle realmente
Tra le imprese finite sotto os- spese per acquisire appartamenservazione e poi segnalate al- ti, ville, interi stabili o terreni. Ma
l'Agenzia, c'è chi ha <<fittiziamente soprattutto hanno denunciato
localizzato la residenza fiscale di soltanto una minima parte degli
alcune società all'estero e poi rim- importi versati per i lavori di am patriate in Italia>>. Altri metodi so- modemamento. All'opposto c'è
no quello del transfer pricing, il chi ha dichiarato costi superiori a
trasferimento di beni e servizi tra quelli effettivamente sostenuti
imprese di uno stesso Gruppo re- per ottenere gli sgravi fiscali presidenti in Stati diversi oppure «gli visti per utilizza materiali poco
'
inquinanti o comunque energie
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gll evasori totali
mlllonl di euro
individuati tra le imprese dalla
Finanza in un anno e mezzo.
L'attività di accertamento ha
evidenziato che il sistema
usato da centinaia di aziende
è l'elusione fiscale che sfiora il
miliardo e mezzo di euro
di ricavi contestati e quasi 2
milioni di evasione dell'Imposta sul valore aggiunto, uno
dei casi più eclatanti per una
società con sede in Lombardia
considerata dalla Guardia di
Finanza «evasore totale»
La mappa dell'evasione
EVASIONE ACCERTATA ATTRAVERSO
19 PROGETTI DI VERIFICHE MIRATE
DAL 1 GENNAIO 2013 AL 30 GIUGNO 2014
I SETTORI MAGGIORMENTE RILEVANTI
Compravendite
immobiliari
e ristrutturazioni
I NUMERI DELL'EVASIONE
(dati in euro)
7, 5 miliardi
i crediti da riscuotere in carico
a Equitalia (al 31dicembre2013)
i crediti"riscossi
annualmente
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620 miliardi
fonte: 6df, Fondo monetarlo Internazionale. Tax lnstltute network
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«ISOLE DEL TESORO»
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METE PIÙ FREQUENTI PER IL TRASFERIMENTO
DELLA RESIDENZA DEI SOGGETTI EDELLE SOCIETÀ
Ecco dove si nascondono i capitali frutto dell'evasione fiscale. Queste transazioni
internazionali fanno «sparire» ogni anno 1.000-1.600 miliardi di dollari
•Lussemburgo e Olanda
~t-:$ti!ipptng
4illN«!UXe
Olanda 111!1!
Isola di Man (Gran Bretagna)
Irlanda
-------
Lettonia
• Lussemburgo e Olanda, quali Paesi conduit nel 75%
dei casi constatati
! Isole Bermuda eIsole Vergini britanniche, quali Paesi
nei quali sono ubicati gli azionisti di riferimento
e quindi l destinatari ultimi del flussi di passlve income
Bermuda.'·:.~
Turks&Caìcos
Delaware
Ci
ro
Malta
Isole Vergini
britanniche
Qiyman
Liechtenstein
Belize
Svizzera
Costa Rica
Monaco
Anguilla
Antigua
Sin a ore
Dominica
Hong Kong
Aruba
-Antille
..- - · · - - · - - - -
Grenada
Fili
St Lucia
StVincent
__
____ _______
..
Gibilterra
...
ine
y_a_nu_a_tu_. _ _ _ __
~
Barbados
---·----
Samoa
Isole Cook
17Omiliardi
350 miliardi
dei crediti è originato dalla
Liquidazione delle dichiarazioni
dei crediti è originato
da Accertamento
I REDDITI NASCOSTI AL FISCO On miliardi)
40
30
20
Si tratta di 40 milioni di partite
creditorie (dal 2000 al 2013).
il 60% di ammontare sotto
i 1.000 euro, le partite sopra
i 500 mila euro invece sono
poche migliaia
Si tratta di circa 5 milioni
dipartite (dal 2000al 2013)
10
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
CORRIERE DELLA SERA
"ef._iì_IiBIEBE p~LLK SEJ!A
-~;~~,,=;· lill!"E;., lil!ll
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J.\f\l!I'\\
DLlDL\\OW
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Quotidiano
LA STAMPA
,--··--LA
1
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BOLLA
DEL CREDITO
Ftti\.'<CEIWO GLEltltEllA
La banca francese i mutui subprime:
svelò l'architettura tutto cominciò da lì
ALLE PAGINE 6 E 7
folle che regolava
)I
I ,(
Sette anni fa la mossa
che scoprì il bluff
globale della fmanza
9 agosto 2007, Bnp congela tre fondi: comincia lo tswmmi
ichael non sa molto della
crisi finanziaria del 2008.
E' un ragazzo svelto, capace e simpatico, che
vuole capire Wall Street e
i mercati. Ma ha 22 anni e quando gli ho
chiesto che cosa pensasse del dramma
di sei anni fa, della bolla immobiliare che
scoppiò in faccia alle banche americane
ed europee facendo tremare l'economia
mondiale, mi ha risposto con un sorriso
un po' impacciato. «Solo quello che ho
letto nei libri e sui giornali», mi ha detto,
quasi scusandosi della sua giovane età.
A più di mezzo decennio dalla crisi, c'è
una generazione che non ha vissuto quegli eventi sulla propria pelle. Momenti
che sono passati alla storia - il crollo di
Lehman Brothers, il collasso di Aig, gli
aiuti governativi a banche di mezzo
mondo - già sbiadiscono nella memoria
collettiva.
Ma prima di dimenticare completamente, prima che un'industria finanziaria dalla nota memoria corta ricominci il
ciclo inarrestabile di creazione e distruzione della ricchezza, vale la pena ritornare al peccato originale. Nove agosto
2007: Bnp Paribas congela tre fondi d'investimento esposti ai famigerati mutui
americani. Il titolo Bnp, quotato sulla
borsa di Parigi scende di più del 4% in un
giorno. Banca francese, investimenti
americani, investitori di tutto il mondo:
sin dall'inizio la crisi è globale. Il resto lo
si può passare al fast-forward. Nomi famosi diventano famigerati: Bear Stearns, Lehman Brothers, Aig e poi Cit~group, Goldman Sachs, Bank of Amer1ca e Ubs, senza dimenticarsi di Fannie
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068391
NEW'i'ORK
situazione fino a quando non fu troppo
tardi. A Michael e agli altri ragazzi che
vivono nell'era Dc (dopo la crisi), possiamo dire che i politici e le autorità di settore si mossero, costruendo una torre di
Babele di leggi e regole per imbrigliare
banchieri e trader, mutui e agenti immobiliari. Gli effetti sono visibili. Le banche
sono più piccole e più timide. Prestano di
meno, operano nelle zone più sicure dei
mercati e cercano di non fare business
con loschi figuri o amici del brivido. I bonus sono più piccoli e meno ostentati,
spesi in privato e non
nei nightclub di New
York e Londra.
L'economia sopravvive perché parte del
ruolo storico delle
banche - trasferire
denaro da risparmiatori a società, impren,ditori, mercati - è stato assunto da altre figure. Oggigiorno,
molti hedge fund prestano denaro ai propri clienti mentre la
tecnologia permette il contatto diretto
tra chi i soldi ce li ha e chi ne ha bisogno,
grazie a facilitatori quali Lending Club,
Kickstarter.
Forse siamo sull'orlo di una rivoluzione finanziaria che ridimensionerà Wall
Street e altri classici agenti economici a
favore di una nuova leva d'individui, piccole società e maghi della tecnologia che
permetteranno a consumatori, aziende
e investitori di svolgere i propri compiti
senza passare per la banca. Figure come
Jack Dorsey - il fondatore di Twitter e
Square, un sistema di pagamenti «virtuali» - potrebbero essere i nuoVi Rockefeller e Jp Morgan. Quello che non pos-
Codice abbonamento:
FltA:\rnsco Gu:1mE1t\
Mae e Freddie Mac, gli architetti pazzi
del sistema dei mutui made in Usa.
Nomi quasi sconosciuti diventano anch'essi famigerati: Dexia, Royal Bank of
Scotland, Northern Rock, Hypo Real
Estate. Burocrati e banchieri centrali
abituati a riunirsi a porte chiuse, da Ben
Bernanke a Tim Geithner a Mario Draghi, diventano gli angeli custodi del capitalismo mondiale. Il commercio transatlantico è paralizzato. I ricchissimi signori dli!lla finanza incominciano a vendere le opere d'arte e vanno al Bancomat
a prendere contanti perché non si sa
mai. I contribuenti americani ed europei
mettono mano al portafogli per salvare
le banche e tirano la cinghia per sopravvivere nella recessione del dopo-crisi. Il
prezzo è l'odio viscerale per finanza e
banchieri, che trova sfogo nelle tendopoli dei ragazzi di Occupy. Zuccotti Park nome un po' grandioso per un paio di alberi piantati nel cemento a due passi da
Wall Street - diventa il simbolo di chi dice basta ma non ha grandi idee di come
proseguire.
E il peccato? Il peccato c'è ma non è
tanto originale. È la cupidigia. Ne parlava già Dante, che di banche e debiti qualcosina sapeva. La cupidigia di americani
che pensavano che comprare casa fosse
un diritto, di banche che gli hanno prestato soldi senza controllare se potessero pagare, e di trader che hanno creato
investimenti-Frankenstein per prendersi bonus principeschi.
Le banche centrali, prima di diventare angeli custodi, ci hanno messo del loro con l'incompetenza clamorosa di abbassare i tassi d'interesse senza preoccuparsi delle bolle che stavano gonfiando. I mass media, come spesso accade,
non riuscirono a capire la gravità della
riproducibile.
Pag. 101
Quotidiano
LA STAMPA
siamo dire, a Michael e ai suoi amici, è
che non sucéederà più. Che regole e leggi hanno messo fine alla cupidigia umana o alla pericolosa creatività di un'industria piena di cervelli eccezionali.
C'è sicuramente qualcuno nelle tante
stanze senza finestre di Wall Street che
sta inventando qualche strumento che
farà molti soldi ma potrà mettere a repentaglio la finanza mondiale. Non saranno fondi d'investimento francesi o
mutui subprime ma
qualcos'altro. La soluzione non è Occupy o l'orgia regolatrice del Congresso
e dell'Unione· europea. E non è nemmeno un cambio di regime. Dai tempi della guerra fredda
sappiamo che il capitalismo logora chi
non ce l'ha.
La soluzione, imperfetta ma unica, è
non dimenticare la crisi. Ricordarsi degli eccessi, dei problemi e delle conseguenze per evitare che si ripetano in maniera così rovinosa. Spiegare a chi vuole
ascoltare cosa successe veramente il nove agosto del 2007. La nostra speranza?
La nostra speranza è Michael.
Francesco Guerrera
è il caporedattore finanziario
del Wall Street Journal a New York
[email protected]
su Twitter: @guerreraf72
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lA BOLI.A DEI.. CREDITO..
Così l'istituto francese
svelò l'architettura folle
dei mutui subprime
ti':: BANCHE CENTRALI
Hanno abbassato i tassi
fornendo ulteriori
mm1izioni agli speculatori
OPERAZIONI A RISCHIO
L'industria di vVall Street
cerca sempre nuovi mezzi
per aumentare i guadagni
--~ndamento_d~I debit52_pubblico.
Andamento del PIL
% Pii
Numeri indice del PIL a prezzi costanti, base 2007=100
180
170 •••Germania
160 1"'®"""''""""
.,. • ..,stati Uniti
150
li valore gestito dai tre
fondi di Bnp il cui
congelamento diede
il via alla grande crisi
Data
Pagina
140
!TAUA
134,5
120
Stati Uniti
105,7
100
Germania
140
106,2
80
130
99,3
60
120
40
Cina
110
20
100
90
o'--~~~~~~~~~
2007
2008
Fonte: Elaborazioni
2009
2010
2011
2012
2013
HUME La Stampa su dati Fondo Monetario Internazionale
Andamento della disoccupazicrne
2014
(stime)
2007
2008
Fonte: Elaborazioni
2009
2010
2011
2012
2013
HUME La Stampa su daf1 Fondo Monetario Internazionale e Eurostat
2014
(stime}
Andamento dei consumi
-
Valori percentuali
13
12,4
12
-
--------
- - - - - - -
Numeri indice base 2007=100
170
160
11,9
150
106,9
140
Germania
106,2
130
8
98,7
7
6
Il valore del crac di Lehman
Brothers (in dollari):
il più grande
fallimento della stari
Codice abbonamento:
110
100
4
2007
2008
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4,1
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Fnnfp· r!:>Mr;ninni
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2008
2009
2010
2011
H. '~'F I" l;t::imn;i "" rl;,ti R:>nr;i Mnnrli:>IP"' F11m~t::it
del
destinatario,
non
2012
-;::.e.rrtime._tri
2013
LA
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Quotidiano
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Casa, imposte più semplici
~con la legge di stabilità il governo è pronto a unificare Tasi e Imu in una sola tassa
~n Tesoro: senza gli 80 euro, per i pensionati necessarie esenzioni fiscali più ampie
ROMA Imposte più semplici sulla casa: con la legge di stabilità
il governo punta a unificare
Tasi e Imu per rendere meno
difficile la vita ai contribuenti
dal prossimo anno. Le ipotesi
sono due: semplice accorpamento o creazione di una effet-
tiva tassa di servizio. Intanto,
mentre l'impegno di Renzi è
quello di evitare una manovra
correttiva, il sottosegretario
Baretta annuncia che «senza
gli 80 euro, ai pensionati dovranno essere garantite esenzioni fiscali più ampie rispetto
a quelle attuali».
Cifoni alle pag. 2 e 3
ImueTasi,
governo pronto
a unificare
le due imposte
~Il
riassetto con la legge di Stabilità. Doppia ipotesi: semplice
accorpamento o creazione di una effettiva tassa di servizio
Ritaglio
Primo piano Italia
stampa
ad
propri passi predisponendo per
il prossimo anno un tributo che
unifichi davvero Tasi e Imu (oggi
distinte ancorché collegate edentrambe inserite insieme alla Tari
sui rifiuti nel contenitore della
Iuc, che sta per "imposta unica
comunale").
LA RAZIONALIZZAZIONE
Il riassetto farà parte con tutta
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ROMA Su Tasi e Imu si cambia ancora. Il governo punta a unificare
le due imposte per rendere meno
difficile la vita ai contribuenti.
Per rendersi conto di come l'attuale assetto sfidi il buon senso
prima ancora che la logica tributaria è sufficiente dare un'occhiata alla circolare che il Dipartimento delle Finanze ha dovuto
emanare qualche giorno fa, per
chiarire il meccanismo della tassa sui servizi e in particolare la
maggiorazione dello 0,8 per mille da applicare in modo distribuito tra le varie aliquote previste.
Dalle righe del documento traspaiono la difficoltà e forse l'imbarazzo degli stessi estensori,
chiamati a spiegare ed esemplifi-
probabilità della legge di stabilità che l'esecutivo deve approvare
per il 15 ottobre ed entrerebbe
quindi in vigore il prossimo anno. La materia è delicata perché
il rischio di fare danni - anche politici - è elevato dopo i pasticci del
2013. Sono due le ipotesi in campo. La prima, minimale, prevede
un mero riaccorpamento delle
due imposte, che oggi vengono
versate con codici tributo diversi,
in chiave di semplificazione per i
cittadirff e t'ler gli stessi Comufii ·
che devono deliberare. In questo
caso l'attuale aliquota massima
complessiva fissata per la generalità degli immobili al 10,6 per mille (o meglio quest'anno all'll,4 tenendo conto proprio della ~ag­
giorazione dello 0,8 per mille) diventerebbe il tetto del nuovo prelievo, ovviamente con libertà di
manovra per le amministrazioni
Codice abbonamento:
Il PIANO
care il da farsi, indicando i possibili rimedi ai Comuni che hanno
messo a punto su questo particolare aspetto delibère sbagliate.
Ed infatti la responsabilità di
quanto è accaduto e ancora deve
accadere non è stavolta della tanto vituperata burocrazia, ma al
contrario squisitamente politica.
E così la politica, concretamente
il governo, intende tornare sui
riproducibile.
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Quotidiano
Data
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Foglio
ro la creazione di una vera e propria service tax, che non dovrebbe essere pagata dai proprietari
in quanto tali ma da tutti coloro
che concretamente utilizzano
l'immobile e usufruiscono quindi anche di servizi da parte dei
Comuni. Soluzione molto più
Mnipiessa ma che 5'.vtebbe il merito di razionalizzare il sistema fiscale complessivo. Quanto agli
spazi di riduzione del prelievo,
appaiono ovviamente molto ristretti, connessi come sono al
quadro generale di finanza pubblica.
A parlare per primo di un percorso di unificazione tra Tasi e
Imu era stato una decina di giorni fa il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti. Il nodo dovrebbe essere affrontato forse già
la prossima settimana in una riunione con i sindaci, a cui oltre a
Zanetti dovrebbe prendere parte
il vice ministro Casero e l'altro
sottosegretario Baretta. Nello
stesso incontro sarà discusso anche il tema dell'applicazione dei
fabbisogni standard.
LucaCifoni
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i Le dlle imposte_
CON lA SERVICE TAX
APAGARE NON
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MA TUm COLORO CHE
UTIUlZANO L'IMMOBILE
lmu eTasi
Studio UH
18,8 miliardi
7milioni
In 5 anni è crollato
illavoro stabile ·
Il potenziale gettito dell'lmu
alla fine dell'anno
Sono icittadini che hanno
già effettuato iversamenti
I della prima rata della Tasi
1
1
_ _14 milia~-
-··-·-J t.~.~~-i-·--·"'
I
1
upotenziale gettito della Tasi
alla fine dell'anno
Èil numero dei contribuenti in meno
registrato nei pagamenti relativi
alla prima casa
-·_M,J_'!1ilio~!.__.
Sono icontribuenti che hanno già
pagato l'acconto dell'lmu
sull'abitazione diversa
· da quella principale
I
'.:.e.rrtime..tri
2,6%
0,8%
È l'obiettivo del rapporto tra
È la crescita del Pii stimata dal
governo per quest'anno.
L'obiettivo non sarà centrato:
le stime di Bankitalia parlano
di una crescita dello 0,2%.
deficit e Pii fissato dal governo
per il 2014. Il pareggio di
bilancio struturale è per il
prossimo anno.
Ritaglio
Primo piano Italia
IPROPRIETARI DI CASE
Èl'aliquota massima che può
raggiungere il prelievo sommando
stampa
ad
uso esclusivo
del
destinatario,
In 5 anni di crisi dal 2008 al 2013,
costati oltre 1 milione di posti di
lavoro, i contratti di lavoro a
tempo indeterminato sono
crollati del 46,4% con un
progressivo spostamento
dell'offerta verso i contratti a
tempo determinato, aumentati
contestualmente del 19,7%. È la
qualità del lavoro, oltre che la
quantità, dunque, a restare al
palo in termini di stabilità e di
continuità: l'incidenza di
assunzioni con forme
contrattuali instabili, infatti,
sale, sul totale dei contratti
sottoscritti, dal 72, 7% del 2008
all'80,9% del 2013 mentre il peso
di quello stabile, dal tempo
indeterminato
all'apprendistato, scende al
19,1% del 2013 rispetto al 27 ,3%
del 2008. A scattare la fotografia
di un mercato del lavoro
schiacciato dalla recessione è
uno studio del Servizio Politiche
del Lavoro della Uil, che il
segretario confederale
Guglielmo Loy, coordinatore
dello studio, sintetizza con
l'Adnkronos.
Una «fragilità» che non migliora
nel primo trimestre 2014.
non
riproducibile.
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, Sono iComuni che aveindo deliberato
1per tempo l'aliquota della Tasi,
non hanno usufruito dello slittamento
I della scadenza al 16 ottobre
SAREBBERO SOLO
Codice abbonamento:
comunali. Resterebbe da gestire
lo scoglio politico della tassazione dell'abitazione principale, so:.
lo aggirato lo scorso anno con l' escamotage di sottrarre questa tipologia di immobili al campo di
applicazione dell'Imu, sottoponendola però ad una Tasi calcolata in buona sostanza con le stesse
regole.
La seconda possibilità è invece
proseguire sulla strada sulla quale intendeva avviarsi l'esecutivo
guidato da Enrico Letta, poi costretto di fatto a rinunciare: ovve-
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Quotidiano
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Data
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«Manovra correttiva da evitare
Ridurre le tasse ai pensionati»
l Jl . Il sottosegretario all'Economia Baretta:
llJll.«Per chi ha lasciato il lavoro possibile
«Possiamo arrivare fino al 3% del deficit» un miglior regime di esenzione fiscale»
questo punto di vista il contributo che ha dato il commissario
Cottarelli sia utile così come
quello che diede Giarda in passato».
Alcuni giorni fa Renzi ha ammesso che sarà difficile estendere gli 80 euro di bonus alle
categorie oggi escluse. Cosa ne
pensa?
«Renzi è stato onesto con elettori
e cittadini per non creare false
aspettative che si scontrano con
la situazione economica. Io personalmente penso che, se anche
non riusciremo ad estendere il
bonus, qualcosa per i pensionati
si possa fare perchè si tratta di una
categoria che soffre di alcune storture del sistema. Ad esempio la no
tax area per i dipendenti parte a 8
mila euro e per i pensionati a 7 mila
e 500 ed è una incongruenza che
con risorse contenute e graduate
nel tempo si può sanare. Si possono
dare risposte ai pensionati senza
necessariamente estendere il bonus».
Tornando alla legge di Stabilità,
circola l'ipotesi di un intervento
da20 miliardi. Può confermarlo?
«Sarà una manovra impegnativa,
questo è certo. C'è da coprire il bonus e sappiamo che ci sono alcuni
miliardi per finanziare spese indifferibili come le missioni. Dovremo smantellare il patto di stabilità interno dei Comuni e c'è il
tema della flessibilità in uscita
sulle pensioni».
In caso di difficoltà agirete sul
deficit?
«Ora siamo attestati al 2,4% e
non vogliamo uscire dalle regole
europee ma abbiamo margine fino al 3%».
Michele Di Branco
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Codice abbonamento:
ROMA «Il quadro economico è
complicato ma dovremo fare di
tutto per evitare la manovra correttiva». Pier Paolo Baretta sospira e indica «l'obiettivo principale
che ha di fronte il governo». Il
più immediato perchè, ribadisce
il sottosegretario all'Economia,
«non c'è alcuna intenzione dianticipare ad agosto la legge di Stabilità».
Sottosegretario, dopodomani
l'lstat renderà noti i dati sulla
crescita italiana e le aspettative non sono buone. E' preoccupato?
«Mai fasciarsi la testa prima che
sia rotta. Aspettiamo i dati consapevoli che quello che ci aspettavamo fino a poco tempo fa con
il Pil allo 0,8% nel 2014 è ormai
fuori portata. Il quadro però è
contradditorio e sarebbe sbagliato considerare solo la possibile
recessione e questa deflazione
che ci tiene fermi. Non vanno sottovalutati i numeri in altalena
della produzione industriale,
l'export che avanza, i dati sul fabbisogno in discesa e un avanzo
primario che è tra i migliori d'Europa. Questi dati, non voglio essere frainteso, non attenuano le
preoccupazioni, ma dovremmo
evitare un dibattito nel quale un
giorno siamo tutti ottimisti e
quello dopo tutti pessimisti senza mai un punto di equilibrio
perchè l'equilibrio è importante
per poter fare le scelte che abbiamo di fronte».
In questo quadro vi preparat~
a scrivere la legge di Stabilità.
Quali saranno le linee guida?
«Abbiamo tutto il tempo per seri-
vere la legge e presentarla al Parlamento entro il 10 ottobre e ribadisco che non sarà anticipata
perchè va costruita con tutta l'attenzione del caso. Innanzitutto
dovremo registrare il quadro
complessivo della situazione attuale ma io e il governo restiamo
convinti che dovremo fare di tutto per evitare una manovra correttiva sui conti del 2014. Equesto perchè in una fase come quella che stiamo vivendo intervenire significa alzare le tasse e francamente l'obiettivo che ci siamo
dati è vedere come ridurle. Insomma spazio per un incremento fiscale non c'è».
Quali sono gli elementi per i
quali si può guardare con ottimismo alle scelte del governo?
«Ci sono diversi fattori positivi
anche in presenza di una congiuntura segnata da una crescita
modesta. Lo spread basso ha ridotto interessi sul debito in maniera importante e dà respiro e
risparmi per alcµni miliardi, poi
abbiamo maggiori entrate Iva
grazie all'ecobonus che ha prodotto un volume d'affari di 27 miliardi e per effetto dei rimborsi
dallo Stato alle imprese. E infine
c'è stato un po' di recupero dalla
lotta all'evasione fiscale. A questi elementi vanno aggiunti i risparmi della spending review».
A proposito di Spending review, le tensioni tra Renzi e
Cottarelll sembrano la spia
che le cose stentano a funzionare, non crede?
«Il premier è stato chiaro: non è
in discussione nè l'obiettivo
quantitativo nè lo strumento.
Ora è la politica che deve muoversi e decidere e credo che da
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L'INTERVISTA
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