GAZZETTA DEL SUD Agenzia ANSA Giornale di Sicilia Milano Finanze LA SICILIA Agenzia ITALIA LA REPUBBLICA Agenzia ITALPRESS Italia Oggi Agenzia ADNKRONOS RASSEGNA STAMPA 6-2-2014 II Giornale CENTONO VE Quotidiano di Sicilia IL SOLE 24 ORE II Messaggero CORRIERE DELLA SERA RAITV RAlSSicilia MEDIASET A cura di Sandro Cuzari Motore di ricerca Eco della Stampa Articoli ad uso esclusivo del CAS non riproducibili Quotidiano Gazzetta del Sud Dato Pagine Foglio 06-02-2014 38 1/2 CAPO D'ORLANDO La Statale chiusa per frana da una settimana I lavori vanno a rilento Protestano residenti e commercianti di Testa di Monaco L'impresa ha spiegato che attende delle barriere paramassi e che entro domani si riprenderà Franco Pardlchlzzl CAPO D'ORLANDO Sono scesì sul piede di guerra gli abitanti delle contrade limitrofe alla frana di testa di Monaco di Capo d'Orlando che puntano l'indice contro ì'Anas, rea, a loro dire, di non velocizzare i lavori per la riapertura della strada statale 113, chiusa al traffico ormai da una settimana. Così ieri pomeriggio residenti e pendolari hanno inscenato un sit-in davanti alle barriere che sbarrano la strada davanti alla frana e sai rebbero rimasti a protestare non fossero intervenuti alci tecnici dell'Arias e dell'impres appaltatrice dei lavori che nani no spiegato il perché del fermo' dei lavori degli ultimi due giorni. L'impresa attende l'arrivo delle grandi barriere para-mas-^ si che saranno montate a me; costa sia per evitare che il naie "staggiato" in cimai montagna possa raggiuijere l'arteria sia perché difenderà la strada una volta completale il progetto. Dopo circa un'ora di sit-i hanno desistito dal continuare la protesta ma tutti si sono dati appuntamento a-domani per avere certezza che i lavori vadano avanti con celerilà. Se ciò Ritaglio stampa ad non dovesse accadere, hanno annunciato proteste eclatant! coinvolgendo anche gli abitanti dell'altro versante, quello messinese, che stanno patendo gli stessi loro disagi. Fra quelli che protestavano, c'erano anche commercianti con attività sulla Statale 113 che rischiano economicamente parecchio perché da^ stradaèfbjBSjrtcfientiyUtttiaì tom«BTusti e camionisti, sono >mparsi. Ormai per by-passarre la frana bisogna percorrere l'autostrada Messina-Palermo, imboccando lo svincolo autostradale di Rocca di Caprileone-Capo d'Orlando ovest e uscire allo svincolo di Brolo. ' >£ l'unica alternati) io che nondfyoelia-Mfllizza- Z----^ Ma anéhe su questo fronte la protesta rischia di dilagare poiché il Consorzio autostradeniciliane, dopo quasi cinque giorni, non ha ancora dato alcuna risposta alla richiesta del primo cittadino di Capo d'Orlando, [ICas non ha ancoc per il transito gratuito da Rocca a Brolo uso esclusivo del Enzo Sindoni, di non far pagare il pedaggio sulla tratta Rocca-Brolo e viceversa. II Consorzio attenderebbe lumi dal ministero delle Infrastnitture. Piove dunque sul bagnato ancora una volta su Capo d'Orlando e l'hinterland che già colpiti dalla crisi economica che ha ridotto l'occupazione a livelli insopportabili, ora devefare i conti con i danni che l'isolamento a procurando alle attività ercialì e euristiche. Per parlare poi dei disagi che patendo il mondo scolastico rché il 50% degli studenti dolari delle scuole superiori aladine proviene dal versante messinese. Quelloattualeèl'enimo stop che colpisce la staall'altezza di Testa di Monap e come adesso, anche negli »ni passati l'arteria fu chiusa m. transito per parecchio tempo A'Anas m questi anni ha provvanuto a interventi tampone par la bonifica della montagnà^raduata al massimo livello''^ rischi idrogeologici nella lappa regionale, ma è evidente che necessita quell'intervento generale di attenuazione del rischio idrogeologico che il Comune di Capo d'Orlando tenta da anni di ottenere dalla Regione Siciliana. « destinatario, non riproducibile. Quotidiano Gazzetta del Sud Data Pagina Foglio 06-02-2014 38 2/2 CAPO D'ORLANDO Lavori fermi dopo la frana Protesta sulla "113" sit-in a Tavola Grande * PAGINA 38 La strada interrotta per frana a Testa di Monaco e la protesta di ieri per i ritardi nei lavori Ritaglio atampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Data 05-02-2014 Pagina Foglio AMSiCILIA.IT HOME /W\ 0 1 1 ZI C . 1 PALERMO CATANIA CULTURA GIUDIZIARIA POLITICA SALUTE SPETTACOLO SPORT VIDEO Segui la pagina Facebook dì AMsicilia. Metti mi piace jk A Jà MESSINA CRONACA 1 AGRI CENTO CALTANISS. ' ENNA Statale 113, ancora una settimana d'attesa i RAUUSA SIRACUSA BAMSCIUA.IT Riaprirà solo la prossima settimana la Statale 113, interrotta dalla sera del 28 gennaio, nel tratto di contrada Santa Carni del Comune dì Naso, Ira Capo d'Orlando e Brolo. Dopo l'ondala dì maltempo, i rocciatori dell'Anas sono slati impegnati nei lavori clic hanno portato al distacco di un consistente quantitativo di materiale clic dui costone è scivolalo giù sulla strada. Il disgaggio della parte pericolante si è reso necessario per mettere' in sicurezza la parole: della montagna che, alle verifiche tecniche immediatamente successive alili Frana di martedì scorso, presentava notevoli criticità. Nel fine settimana si pensa di avviare gli interventi per l'installazione di reti paramassi "morbiile", sullo slile di (piellc posizionate tre anni fajj^PcStai:lj^i*flTT a e o, un chitoni nmnlKiina dell'attuale zona critici». E' q u i n d i plausibile pensare duna strada-tférrà riaperta non prima della mia della prossima settimana. Intanto, si è senir/e in attesa dulia risposta del Gas sulla r i c h i e a di csen/ionc autostradale nel tratto Brolo Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. TRAPANI i Quotidiano LA SICILIA LA SICILIA Messina 06-02-2014 Pagina 31 Faglio IL SINDACO DI SANTA TERESA Sos per il torrente Savoca «È a rischio esortazione» -•, • L'ALVEO DEL TORRENTE SAVOCA S. TERESA , Ennesimo grido d'allarme del sindaco Cateno De Luca sulle condizioni a rischio del torrente Savoca. Di fronte all'immobilismo degli organi preposti alla messa in sicurezza del corso d'acqua, il primo cittadino ha preso nuovamente carta e penna chiedendo che vengano adottati provvedimenti urgenti. Il documento è stato trasmesso anche alla Procura della Repubblica di Messina, come denunzia cautelativa al fine di «individuare preventivamente - ha scritto il sindaco - i responsabili che con la loro omissione sono causa del pericolo per la pubblica e privata incolumità». De Luca evidenzia che a causa del progressivo innalzamento del letto del torrente lo spazio libero tra lo stesso e gli attraversamenti {acquedotto Alcantara, linea ferroviaria. Statale 114 e autostrada A18) è diventato ormai irrisorio, con gravi rischi per le infrastnitture che, crollando, potrebbero provocare l'isolamento della riviera jonica. Anche gli argini sono a rischio e un evento calamitoso potrebbe causarne la rottura, con il corso d'acqua che invaderebbe l'abitato di S. Teresa. «L'Assessorato competente in materia - ha scritto De Luca - nonostante i numerosi solleciti provenienti anche dai Comuni viciniori interessati al problema, non ha mai provveduto in tal senso». Gli ultimi eventi atmosferici hanno aggravato la già precaria situazione. «La popolazione è in allarme - ha evidenziato il sindaco De Luca - e questa situazione rischia di sfociare in proteste da parte della comunità residente in prossimità della foce del torrente Savoca e presso gli argini dello stesso». A rischio esondazione, in particolare, è il tratto tra l'abitato di Giardino e la foce. Il documento è stato anche trasmesso al Prefetto di Messina, Stefano Trotta, al «fine di ripristinare la leale collaborazione tra le istituzioni, finalizzata all'immediata risoluzione del pericolo rappresentato, facendo cessare l'indegno rimpallo di competenze». RlEartkele xpcw dd depuratore àr/=y~-f Wnduio Immobile c CI. SAN. Ritaglio stampa, ad uao esclusivo del deotinatajrio, non riproducibile. TEMPOSTRETTO.IT (WEB2) * ' Pagina Foglio 05-02-2014 1 TORRENTE SAVOCA A RISCHIO ESONDATONE, CATENO DE LUCA PRESENTA UNA DENUNCIA Non sono bastati i solleciti, le conferenze dei servizi né l'incontro con il Prefetto per trovare un accordo sulla messa in sicurezza dei torrenti della provincia jonica. Il primo cittadino di Santa Teresa, di fronte all'indifferenza generale degli enti, ha deciso di presentare una denuncia cautelativa nei confronti di Provincia, Genio Civile, Protezione Civile, Demanio, Cas, Ministero dell'Ambiente Mercoledì, 5 febbraio, 2014 -13:13 Scritto da: Giusy Brìguglio Categoria: provincia Tag: Cateno De Luca | santa teresa | torrente savoca + STAMPA La messa in sicurezza nella provincia jonica è un argomento che non passa mai di moda, se ne toma a parlare ciclicamente, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo un oceano : di parole, di promesse, di proclami. Di azioni, purtroppo, poche e in verità anche di intenzioni. Nell'occhio del ciclone è finito ancora una volta il torrente Savoca a rischio esondazione , un rischio dì cui si parla da anni, ma per il quale non è stato fatto nulla. Forse perché non è successo l'irreparabile, non ancora almeno. Gli eventi meteorologici che si sono abbattuti nella provincia hanno aumentato le preoccupazioni, evidentemente sottovalutate dagli enti preposti alla messa in sicurezza. Ma anche sulle responsabilità si è fatta un po' di confusione, che di enti preposti ce ne sono tanti e nessuno. Un anno fa , infatti, un accordo siglato tra la Regione e l'Esa avrebbe dovuto mettere un punto definitivo alla questione "torrenti insicuri", ma successivamente i termini dell'accordo stesso sono cambiati: l'Esa avrebbe svuotato i torrenti, ma con i soldi dei comuni per il mantenimento dei mezzi. Dopo i solleciti e le richieste , l'ultimo atto del sindacojM'SanTa^eresa Cateno De Luca, è stata la presentazione nella giornata di ieri di una Jlenuncia caulelativa nei confronti di Provincia, Genio Civile, Protezione Civile, Demonio, Cas, Ministero dell'Ambiente, inviata alla Procura della Repubblica e per conoscenza al Panetto di Messina Stefano Trotta in cui si fa una ricognizione delle confCTftflzejle^ervizi tenutesi tra il 2011 e il 2013 e si portano gli enti a conoscenza della situazione attuale del torrente in questione, il cui alveo è arrivato a un livello tale da far preoccupare la comunità di Santa Teresa e Furcì Siculo. Un perìcolo da scongiurare a tutti i costi, la rottura degli argini potrebbe mettere a rischio oltre all'incolumità dei cittadini anche le infrastnitture che insistono in quella zona : l'attraversamento degli acquedotti Alcantara-Messina, la linea ferrata Catania-Messina, la Statale 114 e l'autostrada Catania-Messina. "Se qualcuno mi mette per iscrìtto che, stante la confusione e i Ponzìo Pilato, io posso intervenìe con ordinanza sindacale, bene - ha affermato De Luca -, se no, attendiamo i tempi della redazione del progetto, cosa che stiamo facendo, che esca un bando di finanziamento, cosa che auspichiamo, che otteniamo il relativo finanziamento, cosa che ci impegneremo a fare, che vengano appaltate le opere e vengano realizzate. Se tutto procede bene, tra tre anni il problema potrà essere risolto. E nel frattempo?". La richiesta del primo cittadino di Santa Teresa è sostanzialmente quella di ricevere pieno potere per decidere come risolvere personalmente l'emergenza torrenti, sulla quale per il momento c'è un'unica certezza , che non riguarda solo il torrente Savoca e che non può più attendere. Giusy Brìguglio COMMENTI Login o registrati per inviare commenti Ritaglio atampa ad UBO esclusivo del destinatario, non r±produci±>ll». Quotidiano Gazzetta del Sud Da Pai Poi DOMENICO BARBUSCIA "Assalti" ai caselli Cornplice si arrendeSi è costituito Domenico Barbascia, il presunto eomplice dì Giovanni Costa, accusato di aver rapinato i caselli di TremestierL Barbuscia si'è presentato negli uffici di polizia assieme al suo avvocato. TRISTE PRIMATO. Gravi i danni per l'economia Sicilia, ritardi da record nel saldo dei crediti tra imprese e fornitori Solo il 24,2% paga puntualmente ANDREA LODATO I DATI SICILIANI CATANIA. Il circolo vizioso. Maledetto. Imprese che non prendono ancora i soldi che avanzano dalle pubbliche amministrazioni. Imprese che invano bussano alla porta delle banche, che ripetono sempre lo stesso ritornello: per il momento lìnee di credito chiuse. E imprese che, pur di andare avanti, resistono, vanno avanti, fanno nuovi ordini, mettono materiale in casa per continuare a lavorare, a vendere. E non possono pagare i fornitori. Un circolo tremendo. La Sicilia è la regione che in Italia più di tutte le altre si avvolge su se stessa, in cui i ritardi dei pagamenti hanno raggiunto nel terzo trimestre del 2013, l'ultimo analizzato, punte impressionanti. Lo conferma lo studio pagamenti 2013 di Cribis, società specializzata in business information. Nel periodo preso in esame, dunque, soltanto il 24,2% delle imprese ha saldato alla scadenza i propri fornitori, mentre il 47,4% ha pagato con un ritardo fino a 30 giorni e il 28,4% ha superato anche il mese. Siamo ultimissimi: il Sud nel suo insieme con le Isole ha raggiunto, infatti, il 27,6%, mentre la media nazionale arriva sino al 39,6%. Per avere un quadro più preciso di quanto la crisi sia inarrestabile e le imprese sempre più in CLASSIFICA PUNTUALITÀ RACUSA •*>"? Jiox <£/£*• ./o TRAPANI ENNA CATANIA SIRACUSA PALERMO 23,6/0 MESSINA CALTANISSETTA AGRICENTO LA SICILIA del difficoltà, basti pensare che rispetto al 2010 siamo ormai ad una autentica esplosione dei ritardi oltre i 30 giorni di qualcosa come il 170%, mentre i pagamenti puntuali sono diminuiti del 14,5%. Analizzando i comportamenti di pagamento per dimensione aziendale, dato importante anche per capire lo stato di salute del sistema delle imprese nell'Isola, emergono dinamiche simili rispetto alla media nazionale. Le micro imprese risultano anche in Sicilia le più puntuali (25,1% di pagamenti alla scadenza), seguite dalle piccole (20,9%), medie (16,4%) e infine dalle grandi imprese, con solo l'll,7% di pagamenti regolari. Un'altra conferma del trend devastante che si registra ormai da anni in Sicilia viene dall'analisi dei ritardi suddivisi per i vari livelli settoriale. L'edilizia e l'industria e la produzione sono i comparti più in crisi con solo il 19,7% e il 18,7% di pagamenti puntuali (oltre 19 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana). E' la conseguenza naturale, questo dato, della situazione disastrosa soprattutto dell'edilizia, comparto per cui si moltiplicano le proteste, le manifestazioni, le richieste, diciamo anche le implorazioni delle associazìonin di categoria, dei sindacati, delle imprese, affinchè la politica riesca a trovare quelle strade per intervenire per il rilancio del settore anticiclico per eccellenza. Bene vanno, invece, i servizi finanziari (52,9% di pagamenti virtuosi). Poche sorprese anche in unV nàlisi fatta a livello provinciale su ciò che succede nei pagamenti delle imprese ai creditori. Ragusa, che pure non e più isola felice ed attraversa un momento eli difficoltà, risulta la provincia più virtuosa con il 27,4% di imprese puntuali. In seconda posizione si colloca Trapani (27,3% di imprese puntuali), seguita da Enna (25,9%), Catania (25%), Siracusa (24,1 %), Palermo (23,6%), Messina Dal 2010 ad oggi i ritardi nei pagamenti sono aumentati del1 170%. Ragusa è la provincia con minori criticità, Agrigento quella con le maggiori difficoltà (23,2%), Caltanissetta (22,4%), Agrigento (20.9%). «Lo Studio Pagamenti anche in Sicilia registra dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratte-, rizzato in modo significativo la vita delle imprese - spiega MarcoPreti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Innanzitutto, continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente, alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritarda- LA SICILIA del no il saldo delle fatture. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento, non bisogna abbassare la guardia perché rimane rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali. Negli ultimi anni però le imprese hanno messo la gestione.dei pagamenti sempre più al centro della propria gestione finanziaria --conclude Preti - e hanno investito in strumenti che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell'affidabilità dei propri partner, dì mantenere sotto controllo la capacità dei proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione. .del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un'operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi». Insomma le imprese che vogliono sopravvivere devono tirare avanti, devono rischiare e scommettere, ma devono cercare, se possibile, partner affidabili, cioè mantenere rapporti con imprese che dal loro canto siano affidabili e riescano a rispettare, magari in linea dì massima, i termini dei pagamenti. Certo le imprese sollecitano lo sblocco di quei due fronti cui accennavamo prima: innanzitutto i pagamenti puntuali e totali dei crediti avanzati dalla pubblica amministrazione. L'iterè stato avviato, il governo ha sbloccato alcuni dei passaggi cruciali, ma in Sicilia, denunciano le imprese, siamo ancora in una situazione drammàtica, in un'impasse da cui sì fatica a venire fuori. Discorso analogo per il credito. Le banche avevano annunciato per questo 2014 un'apertura dei cordoni, con più risorse destinate al sistema delle imprese. Dopo i segnali di novembre e dicembre e gli annunci, però, adesso si attendono atti concreti per finanziare la ripresa dell'economia siciliana. Quotidiano MF 06-02-2014 Pagina 9 Foglio | I RIBASSI PER I PENDOLARI POTREBBERO ESSERE PIÙ LEGGERI DI QUANTO VOLUTO DA LUPI Autostrade, rischio di sconti mini 1concessionari sarebbero orientati a un'applicazione progressiva per singolo viaggio, che ridurrebbe i vantaggi. Le negoziazioni continuano. Congelati i tagli alle tariffe. Possibile l'applicazione retroattiva DI LUISA LEONE N on sì sblocca l'impasse sugli sconti per i pendolari dell'autostrada. Nonostante il pressing del ministro dei Trasporti Mauri/io Lupi per spuntare uno sconto fino al 20% per chi viaggia con frequenza, la sforbiciata non è ancora stata applicata dai concessionari, che pure qualche giorno fa hanno accettato in linea di massima la richiesta del governo a fronte dell'impegno all'apertura di un tavolo per ridiscutere di lutti i problemi del comparto. Ma c'è di più. Secondo quanto risulta a M ^-Milano Finanza, alla fine i vantaggi per gli automobilisti potrebbero essere ben inferiori a quelli attesi. Come è noto il ministero Ritaglio ha chiesto uno sconto massimo del 20% per chi compie 40 tratte al mese, quindi 20 viaggi andata e ritomo, e poi agevolazioni minori con il diminuire della frequenza degli spostamentiMa sembra che i concessionari siano orientati a interpretare la richiesta applicandola progressivamente a ogni singola (ratta. Se davvero così fosse, vorrebbe dire alla frequenza minima individuata per accedere allo sconto, che scatterebbe oltre le 20 tratte al mese (dieci viaggi), si applicherebbe uno sconto, per esempio del 10%, che poi diventerebbe dell' 11 % per la vcntiduesima tratta, del 12% per quella successiva e così via fino ad arrivare al 20% soltanto in occasione del quarantesimo viaggio. Va sottolineato che si tratta di importi soltanto esemplificativi, perche sulla questione i tecnici stanno stampa ad uso esclusivo ancora lavorando e non si può neanche escludere che alla fine si scelga una strada differente. Resta il fatto che se invece passasse questo meccanismo lo sconto complessivo per i pendolari potrebbe essere decisamente più basso del 20% immaginato. Di certo c'è che la cosa teoricamente è possibile, visto che il ministero è andato in pressing sui concessionari ma non poteva costringerli ad applicare le tariffe agevolate, visto che ha preferito la moral suasion piuttosto che un atto normativo. Così i gestori delle autcxslrade, pur accettando la richiesta di Lupi, potrebbero propendere per un'interpreta/.ione del meccanismo che faccia pesare il meno possibile sui loro bilanci la misura voluta dal governo. Una parziale consolatone o che gli sconti, una volta decisa la formulazione, potreb- del dastìnatario, non bero essere applicati in maniera retroattiva, come se fossero stati in vigore effettivamente dai pri-mi di febbraio. Va anche detto che per ora gli operatori hanno accettato di ingoiare il rospo senza ottenere nulla di certo in cambio. Al momento infatti la contropartita è solo l'apertura di un tavolo al ministero dei Trasporti per discutere le questioni che stanno mettendo in difficoltà i concessionari e per arrivare in prospettiva a rivedere l'intera regolamenta/.ione, con misure che potrebbero riguardare per esempio l'allungamento delle concessioni, le proroghe legate a eventuali rimodulazioni o il valore di subentro. Il tavolo dovrebbe andare avanti per circa quattro mesi e le conclusioni dovrebbero poi essere sottoposte all'Autorità per i Trasporti, (riproduzione riservata) riproducibile:. Quotidiano IL GAZZETTINO 06-02-2014 Pagina "] Q Foglio "I AUTOSTRADE Si annunciano riduzioni in cambio di concessioni più lunghe. L'opposizione protesta Pedaggi meno cari, oggi si decide <t-Jt-^ ^^m^ Vertice in Regione con i 5 responsabili dette concessioni in vista aeWincontro con il ministro Lupi Raffaele Rosa MESTRE La politica voleva capire perché. E loro, i rappresentanti delle 5 concessionarie autostradali che gestiscono la rete nel Veneto, hanno cercato di spiegarlo con i numeri che, però, non sempre vanno d'accordo con la politica. Audizione in Commissione Trasporti che non ha ancora chiarito fino in fondo se gli automobilisti veneti potranno godere di sconti per i tratti più frequentati dai cosiddetti pendolari ieri mattina a palazzo Ferro Fini Sollecitati dai consiglieri Piergiorgio Cortelazzo (Fi), Pietrangelo Pettenò (Fsv) e Diego Bottacin (Verso Nord), si sono presentati a rispondere alle domande della commissione i rappresentanti della Brescia Padova, Autostrade per l'Italia, Autovie Venete, Autostrada del Brennero e Cav. Risposte, però, non complete ma che potrebbero arrivare proprio questa mattina quando il Ministro delle infrastnitture e trasporti, Maurizio Lupi e le concessionarie autostradali si incontreranno per l'accordo che dovrebbe introdurre gli -sconti per i pendolari della rete autostradale italiana. Gli aumenti dei pedaggi autostradali dal 1. gennaio di quest'anno sono stati nella media nazionale del 4% circa. Per alcune tratte, come il Passante dì Mestre (+6,26%) e la Venezia-Trieste (+7,7%) è stato più alto, per altre come l'AutoBrennero è stato contenuto (1,63%). Cav, nel particolare, ha precisato come gli aumenti del pedaggio siano stati più sensibili solo tra i] 2013 e il 2014, mentre per i primi tre anni di esercizio del Passante non era stata mai ritoccata la tariffa. Stamattina sul tavolo del ministro nella sede dell'AISCAT, l'associazione che riunisce tutte le concessionarie autostradali, ci sarà la discussione di una formula che riconosca uno sconto per gli utenti pendolari. Sconti, hanno precisato i rappresentanti delle concessionarie, che alcune società venete applicano già, come la Brescìa-Padova, che dal 1997 ha introdotto un abbonamento forfettario riconoscendo uno sconto del 10% ai pendolari. AutoBrennero e Cav hanno adottato formule simili. Cav, dal 1. gennaio concede uno sconto del 40% a chi dimostra di passare più di venti volte per il tratto della Venezia-Padova ma che finora ha portato dall'inizio dell'anno alla Cav solo 200 richieste. Soddisfatto dell'esito dell'audizione il presidente della Commissione Trasporti Andrea Bassi (Lega). «È servito a far capire i meccanismi tecnici con cui si applicano le tariffe autostradali, che ricordo non è tema di competenza della Regione e delle Società concessionarie, ma del Governo». Molto critico il consigliere Diego Bottacin, il quale ha più volte tentato di capire che la partita di scambio che proporrà Lupi ai concessionari sarà quella di uno sconto sui pedaggi in cambio di una proroga sulle scadenze delle concessioni (Autostrada del Brennero scade il 30 aprile 2014). «È la classica porcata all'italiana, perché l'allungamento scarica i costi dei mini sconti applicati oggi sugli utenti di domani, che pagheranno un prezzo ben superiore» ha detto Bottacin. Provocatorio anche l'intervento del consigliere Lucio Tìozzo (PD). «Avere cinque società concessionarie che gestiscono la rete autostradale regionale è una questione politica, servirebbe un solo concessionario con un'unica cabina . di regia per gestire meglio la rete». Per il consigliere Stefano Peraro (Udc) la partita dei concessionari autostradali è «un cortocircuito politico e tecnico: perché Zaià critica i presidenti delle concessionarie da lui nominati o appartenenti al suo stesso partito. Tecnico, perché le nuove tariffe si riduce il traffico autostradadale, che si riversano o nella viabilità ordinaria o nel trasporto pubblico locale». © riproduzione riservata PASSAMI TAMFFEMAZiONAii In rialzo medio del "4 per cento MSSJUfTC MIESTKE Auto e tir In una lunga cosa all'altezza della zone di Quarto d'Aitino Ritaglio stampa ad. uso esclusivo dal destinatario, non riproducibile. Adottato dalla Provincia regionale per il triennio 2014-2016 Ufficio attuativo e informatori Ecco il Piano anticorruzione Controlli a campione per combattere Fillegalità Emanuele Rigano L'obiettivo primario è monitorare eventuali azioni illegali, ma dietro il piano triennale di "Prevenzione della corruzione 2014-2016", approvato e presentato dalla Provincia., c'è il desiderio di un rinnovamento culturale e morale che parta dalla pubblica amministrazione. Rispetto delle leggi, impegno e integrità in campoprofessionale, servizi efficienti per i cittadini: la ristrettezza economica con la quale fanno i conti gli enti pubblici rende tutto più complicato, ma uno sforzo collettivo di dirigenti e dipendenti può far crescere l'intera macchina. Palazzo dei leoni ha lanciato questo nuovo sistema, perfettamente coincidente nella forma e nella sostanza con l'approccio operativo delle due figure istituzionali che lo hanno fortemente voluto, il commissario Filippo Romano e il segretario generale Maria Angela Caponetti. «Il documento elaborato dagli uffici prende spunto da quello sperimentato dalla Prefettura, aggiornato alle direttive nazionali - ha spiegato Romano -. Voglio evidenziare che non si tratta del solito piano che resta sulla carta, perché sarà accompagnato da un ufficio costimito ad hoc che si occuperà della sua attuazione. Il fine è impedire alla radice la nascita di alcuni comportamenti, bloccando i sistemi non virtuosi anche grazie alla collaborazione degli stessi dipendenti». I cosiddetti "informatori", coloro che riferiranno di eventuali anomalie riscontrate e che verranno tutelati dall'anonimato per non in- ^ t>? - v II commissario Romano spiega il nuovo Piano anticorruzione correre nel rischio di ripercussioni o di essere etichettati come "spioni". «Non si tratta di una forma di gestione inquisitoria, ma di tin modo per provare a crescere in tutti i settori, attraverso una rinnovata coscienza comune -ha aggiunto Caponetti -. Vogliamo migliorare l'ente abituando alla buona amministrazione e al rispetto per la cosa pubblica». Il piano, diviso in tre parti e operativo dal 30 gennaio, è ben strutturato ed offre un "cruscotto direzionale" a servizio del segretario generale, individua una tavola delle aree a rischio e le contromisure "centralizzate" e "decentrate" per ovviare alle irregolarità riscontrate. Verranno effettuati controlli a campione, programmati con una check lìst, soprattutto sui bandi di gara che sono gli elementi nei quali, più dì frequente, possono penetrare metodi illegali (vedi sistema delle somme urgenze). Inoltre verrà prodotto con cadenze prestabilite un rendiconto delle attività svolte. La Pro- vincia ha fatto dunque quanto doveva e per tempo, così come segnalato dal prefetto Stefano Trotta, die la scorsa settimana ha diramato una circolare per sensibilizzare i sindaci dei 108 comuni del territorio sull'importanza della recente normativa nazionale in materia di "anticorruzione". Inoltre, chiesto alle amministrazioni comunali di osservare scrupolosamente le norme dell'ordinamento regionale in materia finanziaria e contabile e, in particolare, quelle che disciplinano la gestione della spesa. Alla Provincia, inoltre, rima uscita pubblica dei nuovi componenti del Nucleo di valutazione. Ad affiancare il confermato presidente Antonino Saija, il docente universitario Loredana Zappala e il giàsegretario della Provincia di Caltanissetta, Caterina Moricca. Dal canto suo, la dirigente Anna Maria Tripode ha riportato i contenuti del programma triennale perla "Trasparenza e l'integrità 2014-2016". < GAZZETTA DEL SUD del PROVINCIA. Inserita la figura del «whistleblower» Appalti «trasparenti» col piano anticorruzione La Provincia si dota di un piano anticorruzione e lancia la figura del whistleblower, cioè colui che, lavorando nella pubblica amministrazione, riscontra la commissione di un reato e lo denuncia ai suoi superiori e in particolare a chi si occupa adesso dell'applicazione del piano anticorruzione. La particolarità è che l'informatore potrà restare, e lo consente la legge che regola queste norme nella pubblica amministrazione, nell'anonimato. Resta inteso però che l'informatore si assume la responsabilità di rivelare fatti che rispondano al vero. Cioè l'informazione non lo mette al riparo dai reati di diffamazione e calunnia. Una circolare indicherà ai dipendenti le modalità del whistleblowing e chiarirà come prendere visione del piano pubblicato sul sito internet della provincia. Il piano con validità triennale, è stato approvato dal commissario Filippo Romano e approntato dai suoi uffici. A coordinare ogni cosa il segretario generale Angela Caponetti. Accanto al piano anticorruzione anche il piano triennale sulla trasparenza e la legalità. Obiettivo prevenire la corruzione ma anche qualsiasi altro illecito commesso nell'ambito della pubblica amministrazione. Nel documento sono state individuate le aree a rischio. E è stato stabilito il livello di rischio:medio, normale o basso. Al piano hanno collaborato i nuovi componenti del nucleo di valutazione che avranno anche il compito di stabilire quali e quanti dirigenti avranno diritto alle cosiddette indennità di risultato avendo raggiunto gli obiettivi chiesti dall'ente. Si tratta di Antonino Saja, ex segretario generale di grosso comuni italiani e già direttore della scuola di alta formazione della pubblica amministrazione, Caterina Moricca, segretario generale del Comune di Caltanissetta e Loredana Zappala, docente dell' Università di Catania. Accanto al segretario generale la vicesegretaria Anna Maria Tripode e tutto l'ufficio relazioni con il pubblico di cui fa parte integrante Nino Sermone. La strategia comunicativa prevede anche la pubblicazione integrale di tutte le determinazioni e le delibere e di tutti gli incarichi esterni. Cone funziona il piano? Si individuano le aree a rischio che vedono nei livelli medi di rischio i settori che gestiscono appaltie lavori pubblici in genere e si monitorano giorno per giorno. Se ad esempio una ditta compare più di una volta negli affidamenti di lavori da parte dell'ente si accendela "spia rossa" esi esamina subito la sua posizione. C'è poi il capitolo riservato a chi ha incarichi esterni e a chi ha la fedina penale sporca o ha procedimenti penali in corso. Tutto dovranno riferire ai vertici.(*EP*) EMILIOPINTAI.DI GIORNALE DI SICILIA del O Nomine I dirigenti esterni contestano la scelta di Crocetta ••• I dirigenti generali esterni alla Regione presentano un ricorso al Tarsulle nomine del Segretario generale. Patrizia Monterosso, e del Dirigente generale, Marco Lupo, e contestano ley nomine compiute da Rosario Crocetta. «Ancora una volta - sostengono in una nota - il governo non da attuazione alle procedure introdotte con il decreto Brunetta che impongono, perqualsiasi incarico dirigenziale, la preventiva pubblicazione di apposito avviso al fine di consentire una più ampia partecipazione ai dirigenti regionali ed individuare le migliori professionalità. La Corte dei Conti ha apertamente criticato tale ricorso a soggetti esterni, ritenendo "poco plausibile" la mancanza di idonee professionalità tra i dirigenti regionali». Inoltre «l'avvalimento di esterni, oltre che un inutile spreco di risorse in piena crisi e offensivo per l'intera categoria», chiedendo una «radicale inversione di rotta, riconoscendo quale presupposto ineludibile la legalità e l'imparzialità dell'azione amministrativa». GIORNALE DI SICILIA del LAVORO. Hanno 25 anni di servizio, ma contributi solo dal 2009. Sono nati come articolisti e poi diventati Lsu O 73 Z > r rn (O M n M r Uscieri e custodi con mansionipiù alte Cinquemila regionalichiedono aumenti *•• II loro «peccato originale» è quello di essere entrati alla Regione senza concorso, ma tramite una selezione per soli titoli, attraverso l'ufficio di collocamento. Ex articolisti, poi chiamati Lsu. È la storia degli oltre 5 mila dipendenti regionali che, pur essendo diplomati o laureati, sono iscritti nelle categorie A e B, le più basse della macchina amministrativa e figurano come operai e collaboratori. Il motivo? Nel 2006, pur di essere assunti a tempo determinato, accettano di essere inquadrati da mamma Regione in una categoria più bassa rispetto al loro titolo di studio, ricevendo uno stipendio che oscilla tra i 950 euro (categoria A) e i circa 1.050 netti (categoria B). Si tratta di archivisti, custodi, autisti, uscieri, che di fatto svolgono mansioni superiori rispetto a quelle della loro qualifica nei musei, negli uffici di motorizzazione, nei centri per l'impiego o alla protezione civile. Le sigle autonome, Cobas/Codir e Sadirs, chiedono la loro riqualificazione e quindi uno scatto automatico di stipendio. Da dove provengano i 5 mila regionali dei gradini più bassi?Teoricamente hanno 25 anni di servizio, ma di fatto vantano un'anzianità contributiva solo dal 2006. Sono nati come articolisti con la Finanziaria nazionale dell'87, che dava la possibilità alle cooperative (gestite spesso dalle sigle confederali) di promuovere dei progetti e agli enti locali di selezionare i dipendenti tramite l'ufficio di collocamento. Le coop prendevano dalla Regione 180 mila lire a precario. Ma a differenza di ciò che avvenne nel resto d'Italia, questi progetti non durarono solo un anno. In Sicilia, invece, l'87 segnò l'inizio della formazione dell'esercito dei precari degli enti locali (25 mila). Considerati una notevole fonte di voti, diventati Lsu nel '96, dal 1988 al 2006 hanno ricevuto un'indennità di disoccupazione di 400 mila lire al mese (poi convertiti in 400 euro). «Si è trattato di lavoro nero legalizzato - denuncia Paolo Conti, sindacalista dei Cobas - perché non erano coperti da alcuna tutela contributiva». Nel 2010, in vista dell'assunzione, i 5 mila dipendenti sostengono una prova di idoneità, una semplice prova pratica a seconda la mansione da ricoprire. Potrebbe sembrare strano chiedere un aumento di stipendio, vista la crisi economica, ma per gli autonomi «c'è il rischio della paralisi di interi uffici regionali - spiegano Paolo Conti e Darlo Matranga - perché questa gente potrebbe incrociare le braccia e non fare nulla, visto che non è pagata per quello che in realtà fa». I sindacalisti chiedono, dunque, a Crocetta di utilizzare questo personale all'interno degli uffici per le istruzioni delle pratiche che effettivamente svolge. GIUSEPPINAVARSALONA
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