La proposizione infinitiva oggettiva

La proposizione infinitiva oggettiva
Osservazioni e particolarità
La proposizione infinitiva oggettiva è espressa con l’accusativo e l’infinito. Può essere introdotta
da verbi:
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dicendi: dico, declaro, scribo, adfirmo, ecc;
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sentiendi: credo, puto, opinor, sentio, spero, ignoro, ecc;
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affectuum: doleo, gaudeo, miror, lugeo, ecc;
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voluntatis: volo, nolo, malo, iubeo, ecc.
In italiano l’Infinitiva oggettiva è resa con la corrispondente proposizione oggettiva, espressa in
forma implicita se il soggetto della principale e della subordinata coincidono; diversamente, in
forma esplicita.
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Circa l’uso dei tempi in italiano, osserva il seguente specchietto:
Se nella reggente c’è un tempo presente:
•l’infinito presente indica contemporaneità rispetto al presente:
Dico te bonum esse
(in italiano: indicativo presente)
•l’infinito perfetto indica anteriorità rispetto al presente:
Dico te bonum fuisse
(in italiano: indicativo passato prossimo o remoto)
•l’infinito futuro indica posteriorità rispetto al presente:
Dico te bonum futurum esse
(in italiano: indicativo futuro semplice)
Io dico che tu sei buono
Io dico che tu sei stato (fosti) buono
Io dico che tu sarai buono
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Se nella reggente c’è un tempo passato:
•l’infinito presente indica contemporaneità rispetto al passato:
Dixi te bonum esse
(in italiano: indicativo imperfetto)
•l’infinito perfetto indica anteriorità rispetto al passato:
Dixi te bonum fuisse
(in italiano: indicativo trapassato prossimo o remoto)
•l’infinito futuro indica posteriorità rispetto al passato:
Dixi te bonum futurum esse
(in italiano: condizionale passato)
Io dissi che tu eri buono
Io dissi che tu eri (fosti) stato buono
Io dissi che tu saresti stato buono
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