Orvea ora riparte dal mitico fondatore

Orvea ora riparte
dal mitico fondatore
U
na storia lunga 55 anni,
nel segno di Aldo
Bertoldi, fondatore e
deus ex machina della
società fino alla sua
scomparsa avvenuta nel 2011
all'età di 91 anni. Una storia che
oggi si prepara a una svolta, quella
che sta mettendo a punto la nuova
generazione (la terza dei Bertoldi),
arrivata sulla tolda di comando
dell'Orvea e capitanata da
Giacomo. Il nipote di Aldo, oggi
22enne, classe 1991, intende
mettere in campo delle strategie di
peso per rilanciare un marchio che,
seppure ancora molto forte, negli
ultimi anni ha subito più di altri in
Trentino i colpi della crisi.
Giacomo Bertoldi, la storia eli
Orvea è legata alla figura eli Aldo
Bertoldi. Come iniziò il suo
rapporto con il commercio?
Mio nonno Aldo Bertoldi ha
sviluppato un'attitudine al
commercio si può dire fin da
bambino. Ci raccontava lui il fatto
che si recava nel bosco da piccolo
a raccogliere il muschio che poi
rivendeva fuori dalla Chiesa,
mettendolo «in bella esposizione»
come sottolineava lui.
Poi l'inclinazione per la vendita si
trasformò in esperienze lavorative
vere e proprie.
Da giovane era andato a lavorare
prima da Oreste Detassis per poi
mettersi in proprio con la Bertoldi
Aldo srl, società che esiste ancora.
Alla fine della guerra, quindi si era
occupato di importare in Italia
frutta secca, spezie e altro ancora
per poi passare all'acquisizione
della concessione per l'Italia della
francese Caddie, società che
produceva carrelli della spesa.
Attraverso questa esperienza entrò
in contatto con il mondo della
grande distribuzione organizzata.
Quali furono gli eventi
fondamentali per la sua avventura
nel commercio?
Furono decisivi per lui tre incontri,
Il primo a inizio anni '60 in Francia
con il titolare della Caddie,
appunto, l'altro con il titolare della
Carrefour, catena in un settore che
in quella fase era in crescita e
rappresentava un fenomeno che in
Trentino non c'era ancora. Infine, il
terzo, con i vertici di Esselunga che
gli fece capire che quello del
supermercato era il modello della
distribuzione che si poteva imitare
e seguire.
Come nacque Orvea e perché?
La società venne fondata il 4 aprile
del 1959, compie adesso quindi 55
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di tre futuri imprenditori e
precursori nel loro campo: Aldo
Bertoldi appunto, Italo Maffei e
Giuseppe Gentilini. Erano prima
amici e poi divennero assieme
imprenditori, furono i primi a
portare il modello del
supermercato a Trento. Il vero
fautore dell'Orvea fu, tra i tre, Aldo
Bertoldi.
Quale fu l'aspetto vincente
dell'idea?
Allora a Trento chi voleva fare la
spesa doveva recarsi in più negozi,
l'idea di Aldo Bertoldi fu quella
appunto di concentrare in una sola
area tutti i prodotti che
normalmente erano sparsi in vari
punti vendita. In più, c'era la
possibilità di offrirli a prezzi
inferiori rispetto agli altri negozi.
Come si sviluppò la rete dei
negozi?
Il primo punto vendita fu aperto
così in via Belenzani a Trento, il 10
dicembre del 1960, si trattava di
una superficie di circa 400 metri
quadrati e, nonostante su questo
aspetto ci sia una diatriba, si può
dire che fu il primo supermercato
aperto a livello regionale. In quel
caso ci fu una lungimiranza che si è
poi confermata anche in altre
aperture, con posizioni che hanno
assicurato anche successivamente
e per decenni al punto vendita una
posizione centrale e di riferimento
rispetto al quartiere. Penso ad
esempio al negozio aperto nel 1971
a San Pio X che è ancora oggi un
negozio che produce fatturato
importante.
Anche gli altri due soci hanno
avuto un ruolo importante?
Le figure che hanno aiutato Aldo
Bertoldi nello sviluppo dell'Orvea
che, dopo il primo negozio nel
1960, ha aperto nel 1965 quello di
Rovereto, nel 1970 quello di Riva e
oggi conta 11 punti vendita con
21.000 metri quadrati di cui 17.000
metri quadrati al dettaglio, sono
stati sicuramente Maffei e Gentilini,
con quest'ultimo che è stato anche
presidente dell'Orvea.
E con i dipendenti che rapporto
c'era?
Decisivi sono stati tutti i dipendenti
che sono entrati nella società, in un
periodo in cui le prospettive di
crescita erano maggiori e si poteva
quindi comunicare questo senso di
futuro ai collaboratori in maniera
più facile. Proprio grazie a quel
clima, mio nonno Aldo potè
instaurare un rapporto più da
padre che da padrone con i suoi
collaboratori.
Da quegli anni poi molta strada è
stata fatta. Come è cambiato il
comparto della grande
distribuzione in Trentino?
Nel 1980 il fatturato era 7,1 milioni
di euro, nel 2013 siamo arrivati a 71
milioni di euro, al lordo Iva. Ma
certo per quanto riguarda il
contesto di mercato e la
concorrenza, molto è cambiato con
nuove società che sono entrate e
hanno conquistato clienti nuovi.
Nella nostra regione le novità
attirano molto la clientela.
Quali sono stati gli effetti della
grande crisi economica per voi?
Tutto è cambiato dal 2009 in poi,
con la grande crisi economica che
ha ridotto la disponibilità delle
famiglie e si è unita a un modo di
comprare più sobrio e attento
all'ambiente. Assieme questi due
elementi hanno prodotto una
riduzione della spesa media: lo
scontrino medio, cioè, negli ultimi
anni si è ridotto.
E per il futuro come vedete il
settore della grande distribuzione
organizzata in Trentino?
Credo che la concorrenza
aumenterà ulteriormente, sia con la
presenza di insegne locali, sia di
insegne nazionali che intendono
entrare con superfici medio grandi,
benché la regione sia satura.
Anche Orvea sta cambiando?
Nel 2013 c'è stato un cambio nel
consiglio di amministrazione, con
la terza generazione che è ora al
vertice. Ne facciamo parte io e mio
cugino Michele Fontana, Gianluca
Gavazza e Luca Paissan
amministratore delegato.
Quindi un cambiamento in
continuità?
La famiglia è sempre nella gestione,
come era accaduto prima con Aldo
e poi con suo figlio Vittorio
Bertoldi. Ora c'è nuova visione del
futuro, vogliamo identificare un
nuovo modello Orvea di
supermercato per dare ai clienti
nuovi servizi diversi da quelli che
ci sono oggi. Uno degli esempi può
essere quello del grocery che è
presente negli Usa e in Europa e
non in Trentino, con pasti veloci
che si possono consumare dai
clienti, con una logica diversa dai
reparti gastronomia.
Fatturato a quota 71 milioni
In totale 4001 dipendenti
Un fatturato di 71 milioni di euro, undici punti vendita per un
totale di oltre 21.000 metri q uadrati di superficie, di cui la maggior parte destinati ai negozi al
dettaglio e il resto all'ingrosso.
Quasi 400 dipendenti, di cui 192
donne. Orvea, società fondata
il 4 aprile 1959 dai soci Giuseppe Gentilini, Staio Maffei e Aido
Bertoldi che ne sarebbe diventato il fac tot uni, vive una fase
di passaggio. Non solo per la
crisi economica che ha ridotto
la disponibilità delie famiglie
trentine, ina anche perché le
modalità di acquisto si sono
evolute e necessitano di nuove
risposte. In questo senso va la
scelta dei soci dei rinnovamento dei consiglio di amministrazione di Orvea spa. Oggi il presidente è Giacomo Bertoldi,
classe 1991, delia terza generazione delia famiglia come il cugino Michele Fontana che gestisce la Bertoldi Aido srL, e siede nel consiglio assieme a Gianluca Gavazza, già responsabile
commerciale e a Luca Paissan,
da 27 anni in Orvea e oggi amministratore delegato delia società.
A loro il compito di dare una
svolta a Orvea che nei 2013 ha
raggiunto i 71 milioni di euro,
sui quali incidono per circa il
25% le promozioni e le offerte
che rappresentano una sorta di
strada obbligatoria per mantenere la clientela in un comparto molto agguerrito. In prospettiva, però, il nuovo management punta su un modello diverso per smarcarsi dalia concorrenza.