Prima parte

USCITA DIDATTICA AL
RIFUGIO “MONTE ZUCCO ”
(prima parte)
L’uscita didattica al rifugio “Monte Zucco” è stata organizzata all'interno della programmazione di
scienze e del progetto “Natura e Arte” condiviso dall’intero Consiglio di Classe.
Ha coinvolto le classi prime della Scuola Media di Paladina: la 1° A nei giorni 13 e 14 maggio
2014, la 1° B il 15 e 16 maggio 2014, la 1° C il 20 e 21 maggio 2014.
Fioritura di Paeonia officinalis
Incontri ravvicinati…del terzo tipo
Gli obiettivi prefissati possono essere così sintetizzati:
Obiettivi didattici:
1. riconoscere le uguaglianze e le differenze, tramite la raccolta delle foglie di alberi e arbusti.
2. riconoscere il nome delle piante più significative del bosco attraverso la diversità delle loro
foglie;
3. osservare e verificare le essenze endemiche presenti sul Monte Zucco;
4. mettere in relazione tali osservazioni, al fine di individuare categorie di ambienti,
confrontandoli poi con quelli già osservati nel proprio comune di residenza;
5. riconoscere gli animali del bosco tramite le tracce e i loro richiami e canti;
6. rappresentare graficamente la realtà “dal vivo”;
7. esprimere le proprie emozioni attraverso l’espressione grafico-pittorica.
Obiettivi educativi:
1. far percepire le proprie emozioni al contatto con il bosco e con i piccoli animali selvatici;
2. far vivere emozioni positive di socializzazione durante un’attività didattica;
3. far apprendere comportamenti di rispetto e apprezzamento nei confronti del mondo naturale;
4. contribuire all’aumento della propria autostima, della propria responsabilità, tramite una
gestione autonoma delle proprie attività,
5. facilitare la relazione all’interno del gruppo classe tramite un’attività pratica e fortemente
gratificante.
Studio all’aperto
… alcuni risultati
In attesa della gita… (le frasi in blu e in corsivo sono state scritte dagli alunni)
“I giorni prima della gita sono stati intensi e difficili, perché non vedevo l’ora che arrivassero. Ero
nervosa e continuavo a parlare; non credo di aver mai parlato così tanto di una gita in tutta la mia
vita.”
“Ero emozionata perché non ero mai stata in montagna a dormire con i miei compagni.”
“I giorni prima della gita furono terribili: la notte non dormivo bene perché non vedevo l’ora di
andare in gita, in classe ero sempre con la testa fra le nuvole al solo pensiero di stare in gita due
giorni e addirittura il lunedì prima non riuscii neppure a stare attenta nell’ora di motoria.”
“Lo zaino finito sembrava una bomba pronta ad esplodere…”
“Finalmente è arrivato quel giorno, il giorno della partenza. Il cuore mi batteva a mille.”
In modo particolare abbiamo cercato di:
1. Far vivere situazioni di apprendimento in situazioni piacevoli.
Sappiamo tutti che l’apprendimento è legato situazioni emotive, piacevoli o dolorose
I ragazzi apprendono o perché hanno timore (paura del voto, del rimprovero dei genitori, della
disistima della comunità in cui vivono) o perché provano piacere (soddisfazione nel rispondere alle
proprie curiosità, accrescimento dell’autostima e quindi, sicurezza nell’affrontare problematiche
nuove avendo superato brillantemente le precedenti, approvazione della comunità, riconoscimento e
stima da parte degli insegnanti e dei genitori…).
Le uscite didattiche, in particolare questa al rifugio al Monte Zucco, si propongono di far
apprendere mediante emozioni positive e piacevoli. Portiamo i ragazzi in una situazione in cui è
bello imparare. In questo caso, il contatto diretto con la natura stimola emozioni positive nell’animo
dei nostri alunni.
“È stato bello andare a vedere le stelle, dato che ho visto molte cose nel cielo e anche perché io
adoro guardare le stelle. Ascoltare per la prima volta il vero silenzio è stato veramente bello e
rilassante.”
“Stare fuori nel bosco alle undici di sera ad ascoltare il silenzio nel buio più totale ti riscalda
veramente il cuore, anche se di sera di caldo non ce n’era proprio.”
“Secondo me il significato principale di questa gita è che è bello imparare, ma è più bello se si
impara divertendosi, collaborando tutte insieme.”
“… quando di sera siamo usciti nel bosco… e abbiamo fato un gioco tutti in silenzio e lì sono
riuscito ad ascoltare il meraviglioso rumore del bosco.”
“Mi sono sentito libero e ho creato un nuovo e stretto legame tra me e la natura.”
“Per sapere qualcosa di un albero per esempio, la cosa più bella è scoprirla da soli,
memorizzandone le caratteristiche in mezzo alla natura.”
“Ho imparato a guardare il verde con occhi diversi. Prima, pur andando spesso in montagna, i
fiori li guardavo ma non li vedevo. Ora so differenziare tipi di fiori, di piante e ho imparato ad
osservare.”
“Ho appreso che osservare è una cosa bellissima, ti permette di conoscere meglio la natura che ti
circonda.”
Osservazione della vegetazione di un prato
arido lungo la salita al Monte Zucco
Un prato pingue, debitamente concimato,
presenta una flora differente
La vegetazione nei prati soggetti a calpestio,
nei pressi del rifugio, è caratterizzata invece
da specie più comuni
“Ho imparato ad osservare, non limitandomi a guardare e questo l’ho appreso disegnando.”
Come ogni vero naturalista, ogni alunno era munito di un taccuino da campo, su cui prendeva
appunti, abbozzava disegni delle specie riscontrate, il più fedelmente possibile, e annotava il nome
delle piante osservate.
Quello della profe… è sempre un’altra cosa
…e ognuno assumeva una propria posizione…. per apprendere….
“Ho imparato ad utilizzare gli acquarelli , tecnica che non ho mai usato, ma che a stretto contatto
della natura mi è piaciuto.”
“Quando al pomeriggio ci siamo seduti nel prato accanto al nostro rifugio e ci siamo messi a
dipingere, sembravamo degli artisti.”
“La prof.ssa Vignaga ci ha fatto imparare a dipingere con gli acquerelli e a osservare i fiori
attentamente per poterli dipingere il più uguale possibile.”
2. Far
vivere gli alunni in ambienti naturali o antropici di rara
bellezza.
Abbiamo cercato di far conoscere, provare, vivere la bellezza, in questo caso la bellezza del
paesaggio, in modo che i nostri alunni non accettino passivamente i cambiamenti negativi che
l’attività antropica sta infierendo agli equilibri del nostro Pianeta.
Dostoevsky fa dire a un suo personaggio che la bellezza salverà il mondo. Ed è vero.
Platone, ancora prima, affermava che la bellezza accompagna l’uomo nel mondo delle idee, alla
parte migliore di noi.
Uno dei compiti della scuola è quindi educare i propri alunni alla bellezza.
In questa gita non solo abbiamo insegnato il bello, li abbiamo immersi nella bellezza, li abbiamo
fatti camminare, giocare, studiare dentro ambienti incantevoli. Abbiamo cercato di far loro capire i
cardini della bellezza del paesaggio, ad esempio nel far notare loro la differenza tra paesaggio
costruito e paesaggio naturale.
“Ci sono stati momenti stupendi, come quando siamo andati alla croce, dove, dopo molta fatica,
siamo stati ricompensati con un panorama mozzafiato.”
“Sul Monte Zucco c’era un panorama stupendo, si vedevano anche alcune montagne tra le più alte
d’Italia, il Monte Rosa e il Pizzo Bernina.”
Rado bosco di betulle, nei pressi del rifugio, illuminato dal sole del mattino.
Alba sull’Alben, dal Monte Zucco
Il Sordanello e il Cancervo. Meraviglioso
è l’intervento antropico in equilibrio con le
potenzialità che la montagna può offrire
La Valle Brembana dalla cima
del Monte Zucco
L’Alben ancora innevato
Il bellissimo prato di fronte al
rifugio
La bellezza non va solo osservata,
va sperimentata. I nostri alunni
devono camminarci dentro per
assaporarla e capirla
I prati alpini sono il frutto di un
secolare e premuroso lavoro dell’uomo,
attento agli equilibri naturali. In questi
casi, l’attività antropica non solo non
ha impoverito l’ambiente, ma ha
favorito l’instaurarsi di numerose nuove
specie, incrementando la biodiversità
dei luoghi.
L’aula più bella del mondo……