variante pip matinelle adottata elaborato tecnico relazione geologica

1. PREMESSA
Su incarico dell’Amministrazione Comunale di Marsicovetere (Pz) è stata
espletata una relazione geologico - tecnica riguardante la “Variante di dettaglio,
ai sensi L.R. n.37/1996 del Piano Attuativo d’iniziativa pubblica” approvato
nell’anno 1988, ai sensi dell’art. 13 della legge n.64/74.
Il predetto Piano Attuativo d’iniziativa pubblica è stato preceduto dalla richiesta di
parere all’Ufficio Geologico Regionale nell’anno 1988 ai sensi dell’art. 13 della
legge n. 64/74.
Tale area è individuata dal P.R.G. vigente come zona territoriale omogenea D1
produttiva organizzata industriale e artigianale (P.I.P.) e censita al Foglio
Catastale n. 30, part.lle varie.
La presente relazione geologica è stata eseguita in ottemperanza alle nuove
norme sismiche:
a) D.M. 14/1/2008 Nuove norme tecniche per le costruzioni.
b) Caratterizzazione sismica del sito secondo la legge regionale 7
giugno 2011, n.9 riguardante le “Disposizioni urgenti in materia di
microzonazione sismica”.
Inoltre lo studio geologico è stato svolto attraverso più fasi; in una prima fase si è
proceduto:
• al reperimento di materiale bibliografico e cartografico e di lavori geologici
esistenti in letteratura scientifica;
1
• ai sopralluoghi dell’area di interesse per individuare i principali terreni in
affioramento.
• all’analisi stereoscopica interpretativa di tutta l’area interessata al fine di
individuare i principali fenomeni geomorfologici e le principali indicazioni
tettoniche.
In una successiva fase è stato svolto un rilievo geologico-geomorfologico di
dettaglio consultando i risultati delle indagini geognostiche eseguite nell’area
Matinelle, sia d’iniziativa pubblica che privata, e sia i risultati di indagini
geognostiche che lo scrivente ha eseguito nello stesso sito ed in aree limitrofe a
quella di interesse con le stesse caratteristiche litologiche.
Fanno parte integrante del seguente studio geologico i seguenti elaborati:
1. Corografia di inquadramento, scala 1:5.000
2. Stralcio Planimetrico catastale, scala 1:2.000
3. Estratto PRG vigente
4. Carta geolitologica, scala 1:2.500
5. Carta di microzonazione sismica, scala 1:2.500
6. Carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica,
scala 1:2.500
7. Risultati Pericolosità sismica di base
2
2. UBICAZIONE DELL’AREA
L’area di interesse è ubicata in sinistra orografica del bacino del fiume Agri, a
circa 800 metri di distanza dal suo alveo e all’ingresso di Villa d’Agri nel settore
sud-occidentale dell’abitato stesso, in adiacenza della S.S. 598.
foto 1: Ubicazione dell’area di interesse
La cartografia ufficiale che interessa l’area indagata è la seguente:
• Carta Topografica d’Italia, foglio n. 505 Moliterno, scala 1: 50.000
• Carta Geologica d’Italia Foglio “Potenza” n° 199, della, a scala 1: 100.000
• Carta geologica del bacino del fiume Agri, foglio n.1, scala 1:50.000
• Foglio catastale n°30- comune di Marsicovetere, a scala 1:2.000
• Carta tecnica del comune di Marsicovetere, a scala 1:2.000
3
3.
VARIANTE DI DETTAGLIO AL PIANO INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
“MATINELLE” E NORME URBANISTICHE DI ATTUAZIONE
L’ufficio Urbanistico del comune di Marsicovetere ha ritenuto necessario redigere
una variante di dettaglio dell’area P.I.P. Matinelle da stilare ai sensi della L.R.
n.37/1996.
Di seguito si descrive la nuova disciplina urbanistica da adottare con la variante
di dettaglio da redigersi ai sensi della soprarichiamata legge regionale:
Variante di Dettaglio P.I.P. Matinelle ai sensi L.R. n. 37/1996
La nuova disciplina urbanistica da adottare con la variante di dettaglio da
redigersi ai sensi L.R. n. 37/1996, è la seguente (in parentesi e in corsivo le
norme vigenti):
VARIANTE DI DETTAGLIO
NORME VIGENTI
Destinazioni d’uso principali:
CC-CR-A-I-IA-TR-TT………………..(CC-CR-A-I-IA-TR)
Destinazioni d’uso secondarie:
C-U-R-D…………………………….. ( C-U )
Destinazioni d’uso vietate:
tutte le altre………………………….( tutte le altre )
Indice di utilizzazione territoriale
mq/mq 0,55……………………….( mq/mq 0,55 )
Indice di utilizzazione fondiario
mq/mq 0,60 ………………………( mq/mq 0,60 )
Indice di copertura territoriale
mq/mq // ………………………….( mq/mq // )
Indice di copertura fondiario
mq/mq 0,40 ……………………….( mq/mq 0,40 )
Densità fondiaria massima totale mc/mq // …………………………( mc/mq // )
Densità fondiaria residenziale max mq 120 superficie utile/lotto…….( mc/mq // )
Densità fondiaria non residen. Max mc/mq……………………………..( mc/mq // )
4
Numero dei piani fuori terra max
n.3………………………………….( n.2 )
Numero piani entro e fuori terra max n. //……………………………….(n. 2 )
Altezza max secondo reg. edilizio m. 15,00…………………………….( m 15,00 )
Distacco minimo dai confini
m. 5,00…………………………….( m
5,00 )
Distacco minimo dagli edifici
m. 10,00…………………………….( m 10,00 )
Distacco minimo dai fili stradali
m.
5,00…………………………….( m 5,00 )
Distacco minimo da aree pubbliche
non stradali
m. 5,00……………………………..( m 5.00 )
Costruzioni in aderenza
si…………………………………….. (si se a schiera )
Costruzioni sul confine
si………………………………………( si se a schiera )
NORME PARTICOLARI PER LA ZONA OMOGENEA
• Le Norme Tecniche Attuative del Piano di lottizzazione vigente restano
invariate dove non in contrasto con le norme della presente variante di
dettaglio.• Il lotto n.1/A e il lotto A vengono riperimetrati a seguito dell’accordo di
permuta di aree equivalenti nell’ambito delle procedure di acquisizione
delle aree PIP al patrimonio dell’Ente.• La fascia di rispetto stradale dalla SS n. 598 Fondo Valle dell’Agri ivi
compreso la rampa di accesso dello svincolo e dalla Nazionale (ex n. 276)
è stabilita in m 30,00 come riportato nell’elaborato grafico di lottizzazione.Le predette norme in variante non incidono sul perimetro del piano di
lottizzazione vigente e non comportano aggravio del carico edilizio ed urbanistico
originario.-
5
3.1 Norme urbanistiche di Attuazione
Le norme urbanistiche di attuazione del piano regolatore generale del comune di
Marsicovetere sono illustrate secondo i seguenti codici delle destinazioni:
6
Per la visione dei dettagli tecnici si rimanda al Progetto di Variante, facente parte
integrante degli elaborati presentati per le approvazioni di legge, depositati
presso l’UTC comunale.
7
4. INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA DI INTERESSE
L'area in esame, posta ad una quota media di 588 metri s.l.m,, è situata in
corrispondenza dei depositi fluvio - lacustri della Val d'Agri.
I terreni presenti sul fondovalle dell’Agri hanno spessori di decine di metri e
rappresentano il riempimento di una depressione strutturale causata dalla
neotettonica. Quest’ultima ha assunto un ruolo importante per quanto riguarda i
movimenti tettonici recenti ed attuali, in particolare i movimenti del Pliocene e del
Quaternario. Infatti durante la fine del Terziario e nel corso del Quaternario, la
catena appenninica meridionale ha subito una progressiva emersione.
Il
principale
effetto
della
fase
tettonica
Pleistocenica
è
stata
una
disorganizzazione delle linee idrografiche esoreiche con relativa formazione di un
alto numero di bacini fluvio lacustri. Uno di questi bacini è rappresentato,
appunto, dalla Valle dell’Agri.
Un altro effetto della fase tettonica è stato il dislocamento, mediante movimenti
verticali, dei terreni più antichi che costituiscono i rilievi situati in destra e sinistra
orografica della valle stessa.
Questi ultimi sono costituiti essenzialmente dai terreni appartenenti alla unità
carbonatica della Piattaforma Campano-Lucana, ampiamente rappresentata in
sinistra orografica del fiume Agri dal monte di Viggiano; mentre, in destra
orografica si trovano i monti della Maddalena, Monticello di Tramutola, il monte
Raparo e il rilievo su cui sorge l’abitato di Grumento Nova. Dette formazioni sono
8
sovrascorse, nel Langhiano, sulle formazioni della Serie Calcareo Silico-Marnosa
(Monte Volturino, Monte Enoc, Monte Caldarosa) del bacino Lagonegrese.
Il disfacimento di tali rilievi, a causa di processi esogeni quali l’azione erosiva
delle acque meteoriche e scioglimento delle nevi, ha prodotto, in grande quantità,
depositi di versante (le brecce cementate) e sedimenti di riempimento vallivo
trasportati nel fondovalle dai corsi d’acqua.
I sedimenti di riempimento vallivo, presenti nell’area P.I.P. Matinelle, sono
costituiti da elementi incoerenti di varie dimensioni come argille, limi , sabbie e
da elementi arrotondati come ghiaie e conglomerati, talora in lenti. Essi sono
dotati di caratteristiche geomeccaniche e di permeabilità variabili, in funzione
della granulometria prevalente; inoltre gli stessi terreni sono dotati di una elevata
eterogeneità e variabilità sia in senso areale che verticale. E’ possibile
riscontrare, sempre nei depositi di riempimento vallivo, anche la presenza di livelli
carboniosi e di torba, elementi che hanno rappresentato nella valle dell’Agri, nel
passato geologico, una fase di lacustrinità.
9
5. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICO
L’evoluzione morfologica che caratterizza l’area esaminata ha raggiunto una
fase di maturità regolare e l’erosione procede più moderatamente; di
conseguenza non si riscontrano fenomeni di dissesto in atto tali da condizionare
la stabilità.
L’area in studio, ubicata all’ingresso di Villa d’Agri al bivio con la S.S. 598 in
località Matinelle nel territorio comunale di Marsicovetere, si colloca in una area
tabulare intramontana della Valle dell’Agri.
L’aspetto morfologico è pianeggiante, con una piccola inclinazione in direzione
del fiume Agri che dista circa 800 metri. L’area è interrotta dalla presenza del
fosso Isca attraversato dalle acque che provengono dalla vicina sorgente
Peschiera. Data la morfologia pianeggiante non si rinviene alcuna evidenza di
movimenti gravitativi.
I depositi di riempimento della Val d’Agri sono caratterizzati da sedimenti fluviolacustri; in essi si hanno alternanze di livelli ghiaiosi, conglomeratici, sabbiosi
limosi e argillosi. I livelli ghiaiosi e conglomeratici, di forma arrotondata, sono
presenti soprattutto verso i margini del bacino, grazie al contributo derivante dal
trasporto di apporti laterali detritico-alluvionali, quali le conoidi.
Tali depositi passano in eteropia ad una successione caratterizzata da frequenti
alternanze sabbiose-argilloso-limose che occupano le porzioni centrali della
Valle.
10
In generale i livelli ghiaiosi, conglomeratici e sabbiosi sono caratterizzati da una
permeabilità primaria per porosità medio-alta mentre, dove la componente
argilloso-limosa diventa più abbondante, si attiva un’azione tamponante che
genera lenti acquifere sospese o isolate dovuti alle frequenti variazioni, sia in
senso verticale che orizzontale, della permeabilità e granulometria dei litotipi
presenti.
La falda idrica è quasi superficiale (circa -2.5 m dal p.c.) ed influenza in modo
negativo i parametri fisico meccanici del terreno; di conseguenza nei calcoli
strutturali per la determinazione del carico limite delle fondazioni delle opere
strutturali previste nei singoli lotti dell’area PIP, si dovrà tener conto della
presenza di acqua di falda.
Inoltre il terreno dell’area PIP Matinelle è caratterizzato oltre che dalla presenza
di sottili lenti limoso-argillose anche da una scarsa pendenza; per cui possono
verificarsi fenomeni di ristagno superficiale delle acque e/o eventuali risalite
capillari del livello freatico. Quest’ultimo fenomeno, se non adeguatamente
regimentato, può peggiorare i parametri fisico meccanici del terreno.
Pertanto si dovranno prevedere, nell’esecuzione di opere strutturali nei singoli
lotti, adeguati sistemi drenanti e di convogliamento delle acque superficiali nel
vicino fosso precedentemente descritto e l’utilizzo di materiali che consentono un
buon drenaggio.
Infine l’area di studio non ricade nella perimetrazione delle
aree soggette a rischio idraulico, come individuate nel Piano Stralcio delle fasce
Fluviali dell’A.d.B. di Basilicata.
11
Area P.I.P. Matinelle
Piano Stralcio delle Fasce Fluviali
Stralcio della tavola 18Carta delle aree soggette a rischio
idraulico
12
6. GEOLOGIA TECNICA DELL’AREA
Per determinare le proprietà litostratigrafiche-geotecniche dei terreni dell’area
P.I.P. di loc. Matinelle sono stati consultati i risultati di indagini geognostiche
eseguite nell’area PIP stessa e in quella adiacente del comune di Tramutola.
In seguito alle risultanze delle soprarichiamate indagini si è potuto ricostruire la
stratigrafia dell’area di interesse che è caratterizzata dalle tipiche alternanze dei
terreni fluvio-lacustri con la presenza prevalente di livelli limoso-argillosi con
intercalazioni di lenti sabbioso-ghiaiose, talora in lenti. Inoltre la caratteristica
granulometrica di tali terreni è quella di avere una variazione orizzontale e
verticale con una disposizione lenticolare e deposizionale variabile in pochi metri.
6.1 Prove in sito di tipo SPT
A diverse quote nei sondaggi esaminati sono state effettuate prove in sito del tipo
SPT che sono consistite nell’infissione a percussione di un idoneo campionatore
che, penetrando nel terreno ha permesso di contare il numero di colpi necessario
per una penetrazione di 30 cm e di valutare la resistenza meccanica del terreno
stesso.
13
Sondaggio
S1
Prova
Profondità
(m)
Sequenza
colpi
Nspt
SPT1
2.00-2.45
6-11-13
24
SPT2
3.50-3.95
6-13-10
23
SPT3
5.0-5.45
3-5-6
11
SPT4
6.0-6.45
3-6-8
14
SPT5
9.50-9.95
7-10-14
24
SPT6
20.0-20.45
13-14-10
24
DESCRIZIONE
AGI
Molto
consistente
Moderatamente
addensato
Consistente
Consistente
Molto
consistente
Moderatamente
addensato
Tabella 2: Classificazione orientativa dello stato di compattezza dei terreni investigati sulla base di
prove SPT (Terzaghi, 1948)
Sondaggio
S2
Prova
Profondità
(m)
Sequenza
colpi
Nspt
SPT1
2.00-2.45
4-8-12
20
SPT2
3.50-3.95
3-5-8
13
SPT3
4.50-4.95
16-21-14
35
SPT4
5.50-5.95
4-9-17
26
SPT5
9.0-9.45
7-11-17
28
SPT6
20.0-20.45
7-11-15
26
DESCRIZIONE
AGI
Molto
consistente
Consistente
Addensato
Moderatamente
addensato
Molto
consistente
Molto
consistente
Tabella 3: Classificazione orientativa dello stato di compattezza dei terreni investigati sulla base di prove
SPT (Terzaghi, 1948)
6.2 Caratteristiche geologico tecniche locali
Come già accennato in precedenza l'area P.I.P. Matinelle è ubicata in
corrispondenza dei depositi alluvionali della Val d'Agri, di natura fluvio – lacustri,
caratterizzati principalmente da alternanze di limi e argille, con livelli di sabbie e
14
ghiaie, talvolta in lenti. Tali terreni presentano elementi di diverse dimensioni e un
diverso tipo di deposizione.
La conseguenza dei tipi di deposizione è la variabilità sedimentologica sia
orizzontale che verticale di modesti spessori di terreni, prima accennati, distribuiti
sottoforma di lenti.
Le caratteristiche geotecniche principali dei terreni del sito di interesse sono
riportate di seguito:
Peso specifico nat.
: γ’ = 1,90- 2,0 g/cm3
Angolo di attrito interno
: ϕ’ = 25°-29°
Coesione
: C’ = 0,1-0,5 kg/cm2
Occorre, tuttavia, che in fase progettuale delle opere strutturali sia effettuata, nei
singoli lotti, una dettagliata campagna geognostica di approfondimento ed analisi
di laboratorio geotecnico di maggior dettaglio; inoltre la scelta delle fondazioni è
subordinata alla soprarichiamata campagna geognostica adeguata al tipo di
opera da realizzare nei singoli lotti.
15
7. INTERPRETAZIONE INDAGINE SISMICA PASSIVA CON IL METODO
HVSR
Lo scrivente ha eseguito nel sito di interesse una misura di rumore sismico
mediante stazione singola ed elaborato con il metodo HVSR.
La caratterizzazione sismica dei terreni tramite la tecnica di indagine sismica
passiva HVSR (Horizzontal to Vertical Spectral Rario- Metodo di Nakamura) è
finalizzata all’individuazione delle frequenze caratteristiche di risonanza di
sito. Esse sono correlabili ai contatti litologici presenti nel sottosuolo ed in
particolare la frequenza fondamentale (F0) di un sito è correlabile allo spessore di
uno strato soffice poggiante sul substrato.
La sismica passiva si basa sulla misura dei microtremori che sono sempre
presenti sulla superficie terrestre e sono generati da fenomeni naturali (vento,
onde marine) e artificiali (attività antropiche).
Fig.4: diagramma HVSR / Frequenza
16
frequenza di picco (fo):
1,22± 0,39 Hz
classificazione picco:
affidabile
dettagli affidabilità:
1)
fo > 10/Lw:
SI
(1,22 > 0,33)
2)
nc(fo) > 200:
SI
(1208 > 200)
3)
per fo/2 < f < 2fo, A(f) < 2:
SI
(max A(f) = 1,2)
dettagli evidenza:
1)
A(f-) < Ao/2:
SI
(f- = 0,31 Hz)
2)
A(f+) < Ao/2:
SI
(f+ = 1,71 Hz)
3)
Ao>2:
SI
(Ao = 3,3)
4)
fpeak[A(f) ± A(f)] = fo ± 5%
5)
f < (fo)
6)
A(fo) <
(fo)
NO
(Df = 0,79)
NO
( f = 0,39; (fo) = 0,12)
SI
( A(fo) = 1,02; (fo) = 1,78)
Tale registrazione mostra un picco intorno alla frequenza di 1,22 ± 0,39 Hz che
può essere riferito al passaggio tra due strati caratterizzati da una differenza
significativa del contrasto di impedenza (velocità delle onde e densità del
materiale).
Consultando l’abaco degli autori Albarello & Castellaro, 2011 si evidenzia che lo
spessore delle coperture terrigene (h), a partire dai valori delle frequenze di
risonanza (Fo) determinate dalle misure H/V, è compresa tra 50 e 100 metri.
17
(Albarello, Castellaro, 2011)
18
8.CENNI STORICI SUGLI EFFETTI PROVOCATI DAI TERREMOTI PIU’
IMPORTANTI NELL’ALTA VAL D’AGRI
L’area di interesse è ubicata nel bacino fluvio-lacustre dell’Agri nel territorio
comunale di Marsicovetere, alla c.da Matinelle.
Lo studio della sismicità storica dell’area ha permesso di stabilire la massima
intensità sismica attraverso l’analisi sugli effetti dei più significativi terremoti che,
in epoca storica, hanno avuto epicentro ubicato in Basilicata, in particolare
nell’Alta Val d’Agri e nelle aree limitrofe.
Il bordo di tale bacino è interessato da un sistema di faglie quaternarie attive con
immersione di 60° a NE (quindi con immersione verso l’Adriatico). La riattivazione
di una di queste faglie ha provocato l’evento tellurico del 16 dicembre 1857, con
epicentro nel territorio di Montemurro, che registrò un valore di magnitudo Mw=
7.0.
Un altro evento sismico di epoca più recente è stato quello del 23-11-1980, di
magnitudo 6.8 Richter, il cui epicentro fu ubicato nell’area dell’alta Irpinia. Questo
evento sismico ha provocato nell’area dell’alta Val d’Agri solo danni materiali ai
beni immobili.
Poiché il sito in esame è ubicato in un’area del bacino fluvio-lacustre dell’Agri che
presenta un’alta sismicità occorrerà caratterizzare la microsismicità del sito di
interesse.
19
9. MICROZONAZIONE SISMICA DELL’AREA
9.1 Premessa
L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3274 del 20/03/2003,
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del
territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” ha
previsto la classificazione dei comuni italiani secondo quattro zone di pericolosità
sismica, espressa in termini di accelerazione massima orizzontale al suolo di
fondazione e differenti tempi di ritorno, funzione della vita nominale della struttura
e della sua destinazione d’uso. Inoltre tale ordinanza prevede la classificazione
del sottosuolo in categorie di suolo di fondazione sulla base della stima di vari
parametri del terreno (Vs30, NSPT, Cu e profondità del bedrock). Ad ogni
categoria sono stati attribuiti i valori dei parametri dello spettro di risposta per la
stima delle azioni sismiche di progetto.
Le più recenti “Norme Tecniche per le Costruzioni” (D.M. del 14/01/2008),
prevedono che per definire l’azione sismica non vengano più utilizzate le 4 zone
sismiche ma una nuova zonazione fondata su un reticolo di punti di riferimento
con intervalli di ag pari a 0.025 g, costruito per l’intero territorio nazionale.
Per ciascuno dei nodi della griglia vengono forniti, per 9 differenti periodi di
ritorno del terremoto atteso (da 30 anni a 2.475 anni), i seguenti “parametri
spettrali” necessari per la definizione dell'azione sismica:
1. ag= accelerazione orizzontale massima del terreno (espresso in g/10);
20
2. F0= valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in
accelerazione orizzontale (adimensionale);
3. T*c = periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in
accelerazione orizzontale (espresso in secondi).
Il reticolo di riferimento ed i dati di pericolosità sismica vengono forniti dall’INGV e
pubblicati nel sito http://esse1.mi.ingv.it/.; essi sono individuabili a partire dalle
coordinate geografiche del sito.
Secondo quanto riportato nell'allegato A del D.M. 14/1/2008, definite le
coordinate del sito interessato dal progetto (Long. Est 15,814°; Lat. Nord
40.348°), si determinano i suddetti parametri spettrali (per ognuno dei tempi di
ritorno definiti) tramite il calcolo della media pesata con i 4 punti della griglia
(Tabella 1 in Allegato B) che comprendono il sito in esame, cui si associano
differenti valori di accelerazione.
9.2 Risposta sismica locale (r.l.s.)
9.2.1 Categoria di suolo di fondazione
Il
D.M. 14-01-2008 “Approvazione delle Norme tecniche per le costruzioni”
prevede ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto sette principali
categorie di terreno, definite sulla base del valore di Vs30 (velocità media delle
onde di taglio nei primi trenta metri di sottosuolo). Alternativamente ed in
funzione della litologia presente (terreni a grana grossa e a grana fine) può farsi
21
riferimento ai valori di Nspt (numero di colpi della prova penetrometrica dinamica)
oppure al valore di Cu (resistenza non drenata equivalente).
Il D.M. 14-1-2008 consente di individuare la categoria del suolo di fondazione
mediante la misura diretta della velocità di propagazione delle onde di taglio
(Vs30). La velocità equivalente delle onde di taglio Vs30 è definita dall’espressione:
Dai risultati ottenuti dalla caratterizzazione sismica dell’area in esame con
l’esecuzione di n.2 indagini sismiche di tipo DOWN-HOLE e da un’indagine
sismica di tipo MASW (che lo scrivente ha eseguito in un’area limitrofa a quella di
interesse con le stesse caratteristiche stratigrafiche) ai sensi della tabella 3.2.II
del D.M. 14/1/2008, la categoria di suolo di fondazione da considerare è quella di
tipo C.
INDAGINE SISMICA DI TIPO
VELOCITA’ ONDE VS
m/s
CATEGORIA DI SUOLO DI
334,45
C
DOWN-HOLE
328,26
C
MASW
213,64
C
DOWN-HOLE E MASW
DOWN-HOLE
FONDAZIONE
5.Tabella riassuntiva delle categorie di suolo di fondazione del sito di interesse
22
Come ulteriore verifica nell’assegnazione della categoria di suolo di fondazione
sono state consultati i risultati di n.2 carotaggi a rotazione continua (eseguiti nella
stessa area di interesse) in cui sono state realizzate n° 12 prove di tipo SPT nei
due fori dei sondaggi geognostici (vedi paragrafo 6.1) che hanno fornito un
numero di colpi Nspt compreso tra 15< Nspt < 50.
Per la categoria di sottosuolo C i coefficienti Ss (coefficiente di amplificazione
stratigrafica) e Cc (coefficiente che modifica il valore del periodo Tc ) possono
essere calcolati mediante le espressioni fornite nella tabella 3.2.V, in cui “g” è
l’accelerazione di gravità (9.81m/s) ed il periodo “T” è espresso in secondi.
23
9.3 Valutazione dell’azione sismica
Per la valutazione dell’azione sismica di progetto oltre alle coordinate del sito
occorre stabilire la vita nominale, la classe d’uso dell’opera, lo stato limite ed il
periodo di ritorno. L’azione sismica così individuata viene successivamente
modificata adeguandola in base alle locali condizioni stratigrafiche del sottosuolo
ed alla morfologia della superficie.
L’obiettivo delle suddette NTC è quello di controllare il livello di danneggiamento
della costruzione a fronte dei possibili terremoti che possono verificarsi nell’area
di interesse; da qui la necessità di introdurre la “pericolosità sismica di base” del
sito, che è l’elemento essenziale di conoscenza per la determinazione dell’azione
sismica rispetto a cui valutare i diversi stati limite.
Per definizione la “pericolosità sismica di base” è la probabilità che in un fissato
intervallo di tempo si verifichi un evento sismico, in un sito assegnato, di entità
24
almeno pari ad un valore prefissato. L’intervallo di tempo, espresso in anni, è
denominato “periodo di riferimento” Vr e la probabilità è denominata
“probabilità di eccedenza o di superamento nel periodo di riferimento PVr .
Note le coordinate del sito di interesse, l’area in oggetto ricade nel reticolo i cui
vertici sono i seguenti: 35222-35223-35444-35445.
Fig.6 Nodi del reticolo intorno al sito
Per le future opere strutturali previste nel sito di interesse occorre, inoltre, definire
un ulteriore parametro rappresentato dalla Vita Nominale Vn intesa come il
numero di anni nel quale la struttura deve poter essere usata per lo scopo al
quale è destinata.
25
Contestualmente viene definita la CLASSE D’USO di appartenenza dell’opera in
progetto che, in presenza delle azioni sismiche, viene classificata nel seguente
modo:
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono, pertanto, valutate in
relazione ad un periodo di riferimento (Vr) che si ricava moltiplicando la vita
nominale (Vn) per il coefficiente d’uso (Cu):
Vr= Vn*Cu
Il valore del coefficiente d’uso Cu è definito al variare della classe d’uso come
indicato nella seguente tabella:
26
Il sito in esame presenta una morfologia subpianeggiante ed è pertanto incluso
nella categoria topografica T1 come riportato nella seguente tabella:
Per una categoria topografica di tipo T1, si ha il valore ST=1,0
Quanto ai valori dei parametri dello spettro di risposta elastico della componente
verticale si fa riferimento alla seguente tabella:
Infine per la definizione della sismicità attesa dell’area, una volta determinati i
parametri di amplificazione stratigrafica e topografica, l’accelerazione massima
su sito in esame si otterrà dalla seguente espressione:
amax = ag * Ss * ST
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ag = accelerazione di gravità ( su sito di riferimento rigido orizzontale),
Ss = amplificazione stratigrafica,
ST = amplificazione topografica.
10. MICROZONAZIONE SISMICA DI TERZO LIVELLO
Sulla base dei dati geologici, geomorfologici, geotecnici e sismici a disposizione,
si è proceduto alla stesura della Carta di Microzonazione Sismica seguendo le
disposizioni degli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” dell’OPCM n.
3907 del 13 novembre 2010, come previsto dalla L.R. n.9 del 7 giugno 2011
“Disposizioni urgenti in materia di microzonazione sismica” attuando la
Procedura per la stesura della carta di microzonazione sismica locale con
approfondimento al terzo livello (vedi allegato).
Tale livello di approfondimento si applica nelle zone instabili e in quelle stabili
suscettibili di amplificazioni locali per le quali si prevedono situazioni geologiche e
geotecniche non risolvibili con abachi o metodi semplificati previsti dal D.M. 14-12008.
Infatti l’accelerazione massima attesa al suolo (PGA) del comune di
Marsicovetere è pari a 0,300 (g) ossia superiore al range massimo entro cui è
possibile applicare l’utilizzo degli abachi che prevedono un’accelerazione
28
dell’evento di riferimento di 0,06-0,18-0,26 (g) e riportati nelle “Linee guida” dei
suddetti ICMS.
Pertanto si è eseguito il calcolo per la “Pericolosità sismica di base” e la stesura
della “Carta di microzonazione sismica di terzo livello” relativi al sito di interesse.
Per l’analisi numerica di approfondimento di terzo livello è stato usato il software
RSL 3 della Geostru per la valutazione della risposta sismica locale; per i dati di
imput, le tabelle e i grafici ottenuti si rimanda all’elaborato in allegato alla
presente relazione.
Il software permette l’importazione multipla dei seguenti parametri base:
1) n.7 accelerogrammi di riferimento riferiti alle coordinate del sito di studio;
2) registrazioni su suolo affiorante;
3) caratteristiche
sismogenetiche
della
sorgente:
faglia
diretta
(regime
distensivo);
4) magnitudo di riferimento Mw = 6,7;
5) distanza epicentrale dalla sorgente sismica = 5 km;
6) massima accelerazione orizzontale attesa su suolo rigido (PGA) del comune
di Viggiano è pari a 0,300 g.
Inoltre il summenzionato software permette di determinare i fattori di
amplificazione Fa ed Fv. Il primo è un fattore di amplificazione relativo ai corti
periodi, determinato intorno al periodo per cui si ha il massimo della risposta in
accelerazione; il secondo è un fattore di amplificazione relativo ai periodi lunghi,
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determinato intorno al periodo per cui si ha la massima risposta in
pseudovelocità.
I parametri di amplificazione Fa ed Fv calcolati sono i seguenti:
Fa = 1,967
Fv = 1,307
11. SINTESI DELLA PERICOLOSITA’ E CRITICITA’ GEOLOGICA E
GEOMORFOLOGICA DELL’AREA
La carta di sintesi della pericolosità e criticità geologica e geomorfologica
rappresenta la sintesi delle analisi svolte relative alle caratteristiche dei terreni
investigati.
La pericolosità geologica e geomorfologica è concepita come elemento di
valutazione del rischio delle aree soggette a potenziali dissesti, della sua
mitigazione e della sua gestione.
Sulla scorta di quando espresso nei capitoli precedenti del presente lavoro e con
l’ausilio dei rilievi geologici corredati dalle risultanze di studi geognostici eseguiti
nel sito di interesse, è stata redatta la “Carta di Sintesi della pericolosità e criticità
geologica e geomorfologica” (vedi allegato).
Nell’area esaminata non sono stati individuati fenomeni di dissesto o/e di
erosione che possano pregiudicarne la stabilità e sulla base dei caratteri litologici
30
e geomeccanici l’area in esame è da considerarsi come appartenente alle “Aree
non critiche”.
Secondo la Legge Urbanistica Regionale 23/99, Regolamento d’Attuazione (Bur
n.27 del 10/04/2003) allegato “B” “Studi geologici per la redazione degli
strumenti urbanistici” le aree non critiche (livello I) si suddividono in classe
“Aree di pianura” (aree non sondabili ed esenti da criticità idrauliche o
idrologiche),
“Aree su versante” (esenti da problematiche di stabilità),
“Aree costiere” (esenti da problematiche di erosione).
In particolare l’area in oggetto appartiene alla classe di pericolosità
avente le
seguenti caratteristiche:
CLASSE – AREE NON CRITICHE:
: Area di pianura (area non esondabile ed esente da criticità idrauliche o
idrologiche):
Area utilizzabile ai fini urbanistici, caratterizzata litologicamente da terreni di
natura fluvio-lacustre le cui proprietà geotecniche migliorano con la profondità.
Tali terreni presentano morfologie basse, inferiori a 3%, e non sono interessati da
fenomeni di dissesto.
L’area PIP Matinelle, come individuata nel Piano Stralcio delle fasce Fluviali
dell’Autorità di Bacino di Basilicata, non ricade nella perimetrazione delle aree
soggette a rischio idraulico per esondazione del fiume Agri, che scorre a circa
800 metri dal sito; mentre per il torrente Isca, che scorre nel settore meridionale
31
dell’area PIP le cui acque provengono dalla vicina sorgente Peschiera, si rinvia al
calcolo idraulico.
I terreni esaminati risultano edificabili e la scelta delle fondazioni è subordinata
ad una dettagliata campagna geognostica di approfondimento adeguata al tipo di
opera da realizzare nei singoli lotti.
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12. NOTE CONCLUSIVE
In seguito a studi geologici eseguiti nell’area P.I.P. Matinelle di Marsicovetere, il
sito oggetto di interesse della Variante Urbanistica è caratterizzato dai tipici
depositi di riempimento del bacino fluvio-lacustre della valle dell’Agri. Essi sono
costituiti da alternanze di argille,limi, sabbie e da elementi arrotondati come
ghiaie e conglomerati, talora in lenti.
L’area interessata dalla Variante Urbanistica, come individuata nel Piano Stralcio
delle fasce Fluviali dell’Autorità di Bacino di Basilicata, risulta essere al di fuori
dalla perimetrazione e classificazione delle aree a rischio idrogeologico.
Dal punto di vista della risposta simica locale (r.l.s.) si è determinato il valore
delle VS30, e del picco di frequenza (tramite un’indagine sismica passiva con il
metodo HVSR), ottenuti in seguito ad indagini geognostiche eseguite nel sito di
interesse. Dai risultati ottenuti si è definita la categoria di suolo C come previsto
dal D.M. 14/1/2008 “Nuove norme tecniche per le costruzioni” e la frequenza
caratteristica di risonanza di sito pari a 1,22± 0,39 Hz.
Seguendo le disposizioni degli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica”
dell’OPCM n. 3907 del 13 novembre 2010, come previsto dalla L.R. n.9 del 7
giugno 2011 “Disposizioni urgenti in materia di microzonazione sismica” invece i
parametri di amplificazione Fa ed Fv, calcolati con il software RSL 3 della
Geostru per la valutazione della risposta sismica locale, sono i seguenti:
Fa = 1,967
Fv = 1,307
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Inoltre per il comune di Marsicovetere i dati fondamentali del sisma forniti dalla
legge regionale 7 giugno 2011, n.9 “Disposizioni urgenti in materia di
microzonazione sismica” sono i seguenti:
PGA = 0,300 g
Magnitudo di riferimento = 6,7
Distanza epicentrale = 5 km
Infine relativamente alla suscettibilità alla liquefazione dei terreni del sito di
interesse e ai parametri geotecnici utili ai fini della determinazione del carico
limite delle fondazioni occorre necessariamente eseguire una dettagliata
campagna geognostica che servirà ad individuare una valida soluzione per il tipo
di fondazione da adottare garantendo la stabilità delle opere da realizzare nei
singoli lotti.
Villa d’Agri, Gennaio 2014
Il geologo
dott. Tommaso Maggi
34
Allegati:
1.
Corografia di inquadramento, scala 1:5.000
2.
Stralcio Planimetrico catastale, scala 1:2.000
3.
Estratto PRG vigente
4.
Carta geolitologica, scala 1:2.500
5.
Carta di microzonazione sismica, scala 1:2.500
6.
Carta
di
sintesi
della
pericolosità
e
criticità
geologica
e
geomorfologica, scala 1:2.500
7.
Risultati Pericolosità sismica di base di 3° livello
35
36