INFOASSEMBLEA PROVINCIALE F.d.C NAPOLI

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F.d.C NAPOLI
5 - 6 maggio 2014 - Notiziario n. 5
Celebrazione delle Beate Martiri della Spagna
Ore 20,30. Ci siamo ritrovate in Cappella per vivere un momento di preghiera,durante il quale abbiamo fatto memoria delle 28
FdC uccise nella guerra civile spagnola (1936 – 1939). Si è trattato di una celebrazione emozionante, anche perché 28 Sorelle
hanno interpretato il ruolo di queste martiri, dicendo: “Eccomi”
quando venivano pronunciati i nomi delle defunte, il luogo, la
modalità e la data della loro morte. Dopo essersi schierate in
fondo alla cappella, tenendo un cero in mano, si sono avviate
all’altare, in processione dietro una Sorella che portava la Croce. Al termine, tutte le Sorelle si sono recate verso l’altare dove
la Visitatrice e P. D’Amico hanno segnato sulle loro mani una
croce con dell’olio profumato, simbolo della chiamata di Dio alla Carità, per servirlo nei Poveri.
6 maggio
L’Eucarestia della mattina è stata celebrata in memoria di Sr Maria Cristina Crescimone, defunta a Martano, e di Antonio, ospite della Casa Famiglia “Riario Sforza”..
La forza di un sogno condiviso
Riunite in assemblea, prima di tutto, abbiamo formulato gli auguri a Sr Milena Vecchio, Economa provinciale, per il suo compleanno; subito dopo è
stato approvato il secondo Documento e presentato il terzo da Sr Annarita
Alessandrì e Suor Maria Perpero.
Alle ore 11,00 vi è stata la testimonianza della dott.sa Elvira Zaccagnino, responsabile delle Edizioni “La Meridiana”di Molfetta, una delle più rilevanti
case editrici di area non violenta che costituisce uno dei frutti dell’impegno
di Don Tonino Bello, indimenticabile vescovo.
Nel presentarcela, Sr Rosanna Pitarresi FdC ha sottolineato che, una volta laureata in Lettere,
pur avendo vinto il concorso a cattedra in una città del Nord, scelse di rimanere nel Sud, grazie all’esperienza e all’incoraggiamento ricevuto dalla conoscenza del vescovo.
Donna impegnata anche politicamente, crede fortemente nella cultura che, quando mette al centro la
persona, può aiutare tutti a cambiare in meglio. La
Dottoressa, prima di iniziare la sua relazione, ha attirato la nostra attenzione con un video contenente un
collage di testimonianze relative alla personalità e
all’operato di questa grande figura di profeta, scomparso nel 1993. La stessa relatrice ha esplicitato di aver avuto la gioia e la fortuna di conoscere direttamente il prelato, dal quale ha ereditato l’audacia necessaria, non solo per “fare” la carità, ma soprattutto per
“essere carità”.
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Ci ha, quindi, fornito dei “segnali indicatori”
che dovrebbero aiutarci lungo il cammino spirituale, per incarnare l’autentico amore e
l’audacia. Rimanendo nella metafora della strada
da percorrere per il raggiungimento della meta,
ha parlato di ben 7 “FRECCE DIREZIONALI”:
1.
Caritas sine modo. Per Don Tonino, la carità non era solo mobilitarsi per l’altro, ma
un amare senza misura, anche il più indisponente e il più antipatico dei nemici.
2.
Quante pene d’amore soffri nel tuo percorso verso l’altro? Se non soffriamo e
non ci brillano gli occhi nell’incontrare un
povero, la carità per noi diventa solo un’azione non una condizione del nostro essere.
3.
Giochi in anticipo o agisci sull’emergenza? Se oggi agiamo solo sulle emergenze che sono sempre più incalzanti e tolgono il tempo di agire preventivamente, saremo obbligati ad
affrontare le emergenze del domani. Dobbiamo essere buoni samaritani, ‘quelli dell’ora
prima’ (secondo Don Tonino), che hanno capito che ogni situazione di povertà si crea perché ce ne sono altre che la determinano. Su queste, bisogna agire, altrimenti saremo impreparati ad affrontare l’emergenza del domani.
4.
Protesta/proposta; denuncia/annuncio. Nessuna denuncia può valere se non c’è un annuncio e quindi una proposta; se quello che facciamo è solo una proposta e non diventa
protesta, si ferma alla sfera personale… Don Tonino aveva sempre una marcia in più,
un’idea in più. Ha perso il sonno a “parlare” con Dio, per cui le idee gli venivano durante
la preghiera, ma le soluzioni poi le condivideva, perchè era innamorato delle relazioni con
l’altro. Se non ci innamoriamo dell’altro, questi diventa un ingombro.
5.
Serviamo le persone o facciamo parte del personale che fa la carità? Se i bisogni
dell’altro si guardano con i suoi stessi occhi, si riesce ad essere più efficaci nell’aiutarlo..
Chiediamoci: “Noi serviamo l’altro o esercitiamo nel nostro servizio un ruolo di potere sull’altro? L’altro è un’identità distinta o una categoria: i poveri? Una storia o un ammasso di storie?
6.
Con quali occhi stai guardando il mondo? “Dobbiamo metterci in corpo l’occhio del povero”, così capiremo meglio le sue esigenze e faremo interventi più efficaci.
7.
Tornaconto o gratuità? Può capitare che si faccia del bene anche solo per tornaconto. La
gratuità, invece, consiste nell’anticipare disinteressatamente i bisogni degli altri, ma ciò
accade quando si vuole bene al fratello e ci si preoccupa non della sua condizione attuale,
ma di quella del domani.
8.
Verso dove? Don Tonino ha fatto sognare; la nuova missionarietà è quella che ci invita ad andare, sognando un
mondo diverso e migliore, una comunità di fratelli e non
di estranei, con la consapevolezza di condividere con altri,
frammenti di verità e di doni, da dare e da ricevere.
Alla Conferenza hanno fatto seguito testimonianze di sorelle che,
rammentando il vescovo scomparso, ne hanno elogiato gli edificanti esempi di audacia e la profonda umanità.
Nel pomeriggio, vi sono stati i lavori nei gruppi. Alle ore 21,00
abbiamo vissuto in sala, un momento di preghiera che ci ha aiutato a meditare sulla figura di Santa Rosalia Rendu, attraverso
dei video, intercalati da canti.