megatransect NG - Istituto Comprensivo Luigi Settembrini

Michael Fay compie una straordinaria impresa
MEGATRANSECT
1600 chilometri a piedi nelle foreste del Congo
Il 20 settembre del 1999 Michael Fay parte alle ore 11:20 accompagnato da
un anziano africano di nome Ndokanda, altri nove pigmei e David
Quammen, un giornalista. Fay aveva pianificato di passare per l'Africa
centrale( più di mille miglia), attraversando regioni selvagge, dal Nordest
del Congo alla costa del Gabon. Secondo i suoi calcoli ci avrebbero messo un
anno. Fay aveva scelto di dare un nome alla sua avventura e scelse
"Megatransect" : transect significa tagliare una linea, mega come immensa.
Il suo obiettivo era di osservare, contare misurare e da quelle osservazioni e
numeri, costruire un ritratto delle grandi foreste dell'Africa centrale prima
che la loro grandezza ceda all'inesorabile morso dell'umanità.
Michael Fay non è il primo uomo ad avviarsi a fare un'escursione attraverso il
bacino del Congo.
Ciò che lo rende diverso è che non viaggiano nel servizio di Dio o dell'impero
ma è membro dello staff del National Geographic Society ed il suo movente
guida è la preservazione.
Farà letture precise di longitudine-latitudine con il suo gps è l'antenna che è
fissata con nastro al suo cappello. Farà delle registrazioni dei canti degli
uccelli
per
ulteriore
identificazione
da
esperti.
Fay afferma che non è un tentativo scientifico questo progetto quello che
intende fare è di quantificare una
passeggiata
tra
i
boschi.
Completare questa escursione non
sarà facile neanche per lui, si è trovato
suscettibile ai vermi ai piedi una
forma di parassiti che che può
viaggiare
dallo sterco d'elefante ai piedi umani.
Percorso di Michael
LA VITA DI MIKE
Fay è un americano di 43 anni;
dietro i suoi occhiali cerchiati lui ha
una somiglianza inquietante al
giovane Roman Polanski. Gira
immagini di alberi importanti, di
varani
e
grosse
rane
non
identificate.
L’abbondanza
di
antiche noci di olio palma nei canali
del fiume suggerisce una possibilità
impressionante: che una vasta
popolazione del proto-Bantu dediti
all’agricoltura, occupavano una
volta questa regione ora vuota.
Così va la linea di deduzione di Fay
comunque.
Fay ha trascorso gli ultimi anni 80
in un sito nella Repubblica centrale
africana, lavorando sul campo sui
gorilla della pianura per il suo
dottorato. Sebbene i suoi doveri
amministrativi
erano
cresciuti molto ed il suo potere
politico si era incrementato, si
allontanava per un escursione di
ricognizione di due o tre settimane
appena si presentava necessità.
Michael durante il viaggio
Ipotizza che abbiano tagliato la foresta, stabilito piantagioni di palme, scartato
milioni o miliardi di noci nel processo di estrarne l’olio, e poi sono spariti
misteriosamente. Alcuni studiosi ritengono che il cambiamento naturale del
clima nel corso degli ultimi tre millenni può essere responsabile per il nascere e
scomparire di palme d’olio, il declino
naturale e ritorno della foresta, ma per
Fay non ha senso, attribuendo la dipendenza
apparente di Elaeis guineensis agli
agricolturalisti umani. “Quello che ha
senso,” dice,”è che la gente si è trasferita qui,
ha coltivato noci di palma, e poi si è
estinta.” Estinta? Da che? Può solo
supporre: forse guerra, o siccità, o andare oltre sulla popolazione che ha portato
al crollo ecologico.
O forse una versione precoce di AIDS o Ebola ha svuotato la regione di persone,
più o meno rapidamente, permettendo alla foresta di ricrescere. Non ci sono
prove dirette per questo spopolamento catastrofico, ma è un tema che si
ripresenterà per tutta l’escursione di Fay.
Michael alla
fine del
viaggio
davanti al
panorama
TRADIZIONI DEL CONGO
La Repubblica del Congo è conosciuta anche come
Congo-Brazzaville, dal nome della sua capitale situata a
sud-est del paese.
La sua cultura
è stata a lungo influenzata dalla penetrante presenza
francese, dalla quale dipendeva come colonia.
La lingua più parlata infatti è proprio quella d’oltralpe,
anche se gli idiomi delle differenti etnie sono molto
diffusi.
Accanto alla religione cristiana, maggiormente diffusa,
preponderante è l’influenza animista che caratterizza lo stile cultuale delle varie
popolazioni. Le preghiere e le liturgie sono infatti accompagnate da danze e
musiche tribali molto ritmate.
A Kasai, con il buio della sera, il bambino che ha appena perso un dente viene
accompagnato fuori di casa da un fratello più grande o da un adulto. Tradizione
vede e prevede che il bimbo stringa in mano il suo dentino e un pezzo di
carbone; dunque guardando la luna lancerà in aria il dente chiedendole di
riportargliene un altro al suo ritorno il giorno successivo. Poi, dandole le spalle
butterà via il carbone, simbolo locale della perdita e della sofferenza, dicendogli
di andarsene di non tornare.
Case tipiche degli indigeni
LA LOTTA DEI PIGMEI
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I bambini pigmei si riuniscono in gruppo
Ruoli:
Redattore: Chiara Metelli
Consulente scientifico: Vittoria Patti
Photo editor: Marco Betunio
Traduttore: Chiara Cutolo
Grafici: Vittoria Patti e Chiara Metelli
Istituto comprensivo Luigi Settembrini
Classe 2^A