Dirigenti Scolastici - FLC CGIL Lombardia

Dirigenti Scolastici
NOTIZIARIO NAZIONALE
N. 005/ 2014 – 02 Febbraio 2014
REDAZIONE : R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC
IN PRIMO PIANO
DIRIGENTI SCOLASTICI
01. Sit-in dei dirigenti scolastici FLC ed incontro al MIUR.
Una
delegazione
incontra
rappresentanti
della
maggioranza davanti a Montecitorio
02. 14 febbraio 2014: sciopero dei dirigenti scolastici
03. Dirigenti scolastici: convegno nazionale a Bologna il
25-26 febbraio 2014
NORME : MANOVRA – SPENDING – STABILITA’
04. Trasparenza amministrativa e anti corruzione: rinviati
al 31 agosto gli adempimenti delle scuole
05. Trasparenza amministrativa e anticorruzione: il MIUR
pubblica la nota di rinvio.
06.
Trasparenza
amministrativa
e
anticorruzione:
confermato rinvio anche per adempimenti AVCP
PROGRAMMA ANNUALE - FINANZIAMENTI - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA
07. Finanziamenti alle scuole: il MIUR rende noti gli
importi del MOF 2013/2014
PERSONALE : CONTRATTUALI
08. Posizioni economiche ATA: i sindacati scuola chiedono
unitariamente di non procedere al recupero il Governo non
risolve la questione della restituzione e del blocco
09. Posizioni economiche ATA: incontro al Miur
PERSONALE : PENSIONI
10. Quota 96: un’altalena di speranze
NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
strumenti utili a dirigenti, docenti, personale ATA, RSU e genitori per difendere e garantire la qualità della scuola pubblica.
11. Docente senza titolo ha diritto a retribuzioni e
maternità: tribunale Milano 0ttobre 2013
SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE
12. Dentro la questione docente. Il tema delle responsabilità - Un
discorso tabù – A. Valentino
ALLEGATI

proclamazione sciopero nazionale di tutto il personale dirigente scolastico del
comparto scuola 14 febbraio 2014

convegno nazionale dirigenti scolastici bologna 25 26 febbraio 2014
programma

convegno nazionale dirigenti
informazioni logistiche

2014 01 29 NOTA MIUR 276 Prevenzione repressione corruzione

2014 01 27 AOODGPFB Prot. n. 917 A.S. 20132014-MOF lordo Stato e lordo
dipendente Avviso

nota 263 del 28 gennaio 2014 prima e seconda posizione economica ata blocco
erogazione beneficio economico recupero somme

2013 10 21 sentenza Sezione Lavoro Tribunale Milano DOCENTE SENZA TITOLO
ha diritto a retribuzione ed altri effetti
scolastici
bologna
25
26
febbraio
2014
**********
Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica di
aeronautica, il calabrone non può volare, a causa
della forma e del peso del proprio corpo in rapporto
alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e
perciò continua a volare.
SIKORSKY
**********
IN PRIMO PIANO
DIRIGENTI SCOLASTICI
01. Sit-in dei dirigenti scolastici FLC ed incontro al MIUR. Una
delegazione incontra rappresentanti della maggioranza davanti a
Montecitorio
Partecipata
manifestazione
dei dirigenti scolastici in
difesa
dei
propri
diritti
retributivi. Insufficienti le
risposte del MIUR.
La mattina del 28 gennaio 2014, i dirigenti scolastici hanno manifestato davanti al MIUR per
rivendicare il rispetto del contratto nazionale e dei contratti integrativi regionali.
Alla protesta per l’inaccettabile decurtazione della retribuzione si sono aggiunte le tantissime
altre ragioni per dire “basta” alla condizione in cui si trova la dirigenza scolastica.
In risposta alla rilevazione on line della FLC moltissimi dirigenti scolastici hanno infatti
inviato i loro contributi che evidenziano un disagio diffuso e profondo per le enormi difficoltà
che vivono nel loro lavoro dovendosi confrontare quotidianamente con le istanze delle famiglie,
con i problemi degli alunni, con la frustrazione del personale, colpito dal taglio degli organici e
dalla riduzione delle retribuzioni, con la scarsità delle risorse finanziarie e, come se non
bastasse, con la crescita continua delle responsabilità, degli adempimenti e delle “molestie
burocratiche”.
La situazione è diventata insopportabile e la manifestazione dei dirigenti davanti al MIUR ne ha
dato completa rappresentazione.
Contemporaneamente alla manifestazione si è svolto l’incontro fra la Ministra Carrozza e le
Organizzazioni Sindacali. In quella sede la FLC CGIL ha ribadito le ragioni della protesta dei
dirigenti scolastici e il Segretario Generale Domenico Pantaleo ha dichiarato che ai dirigenti,
che stanno portando avanti le scuole in un momento difficilissimo, non si può chiedere
addirittura di “dare indietro dei soldi” perché sarebbe un segnale devastante per quei lavoratori
e per la scuola.
L’impegno assunto dalla Ministra, al termine dell’incontro, di continuare a cercare una
soluzione, di concerto con il MEF, non è sufficiente: il tempo è ormai scaduto e devono
essere date risposte rapide.
In assenza di soluzione positiva ai problemi, sarà inevitabile la proclamazione dello sciopero dei
dirigenti scolastici.
Il sit-in si è spostato alle 14,00 davanti a Montecitorio dove una delegazione di dirigenti
scolastici ha incontrato alcune deputate della maggioranza di Governo che si sono
impegnate alla presentazione di ordini del giorno e di emendamenti al decreto legge in corso di
conversione, finalizzati a difendere la retribuzione dei dirigenti scolastici.
**********
02. 14 febbraio 2014: sciopero dei dirigenti scolastici
Continua
la
mobilitazione
dei
dirigenti scolastici a difesa della
loro retribuzione, delle condizioni
del lavoro e della qualità della
scuola pubblica.
La FLC CGIL proclama lo sciopero dei dirigenti scolastici per il giorno 14 febbraio 2014
dopo gli esiti negativi della conciliazione del 20 gennaio e l’incontro insoddisfacente con il
Ministro Carrozza del 28 gennaio.
La proclamazione dello sciopero riepiloga le ragioni della protesta dei dirigenti scolastici che
hanno avuto in questi ultimi anni un inaccettabile ed insostenibile aumento di lavoro
dovuto anche ai processi di dimensionamento delle scuole, sono continuamente gravati di
nuovi adempimenti, sono responsabili perfino sotto il profilo penale dei diritti degli alunni,
delle famiglie e dei lavoratori, dell’uso di risorse finanziarie insufficienti, dell’applicazione di
norme estranee alla scuola e alla sua funzione e non riescono più ad occuparsi del diritto
fondamentale per il quale esiste la loro funzione: il diritto all’istruzione delle alunne e degli
alunni.
Della drammaticità della situazione della dirigenza scolastica danno ampia testimonianza le
“100 ragioni per dire basta!” pubblicate sul nostro sito.
L’ingiusta decurtazione della retribuzione dei dirigenti scolastici e la violazione dei
contratti integrativi regionali sottoscritti per il 2012/2013, insieme alle sperequazioni
retributive interne (fra ex presidi e direttori didattici, ex incaricati di presidenza e vincitori
dei due ultimi concorsi) e alla forte differenza retributiva con le altre dirigenze pubbliche,
costituiscono un’insopportabile offesa nei confronti della categoria.
Pochi dati oggettivi e di fonte non sindacale descrivono la situazione retributiva dei dirigenti scolastici:

i dirigenti scolastici sono diminuiti del 24,8% fra il 2008 e il 2011 (Relazione Corte dei
Conti giugno 2013) e oggi sono il 31% in meno rispetto al 2008 (elaborazione dati
MIUR);

i dirigenti scolastici in servizio nel corrente anno scolastico sono circa 7.500 e dirigono
8.640 istituzioni autonome con circa 44.000 sedi (elaborazione dati MIUR);

la retribuzione individuale media dei dirigenti scolastici è in costante diminuzione dal
2010 (Relazione Corte dei Conti giugno 2013).
Lo sciopero del 14 febbraio 2014 è un passaggio indispensabile del percorso che ha
come obiettivo il cambiamento della condizione dei dirigenti scolastici.
ALLEGATI
Alleg ati

proclamazione sciopero nazionale di tutto il personale dirigente scolastico del
comparto scuola 14 febbraio 2014
**********
03. Dirigenti scolastici: convegno nazionale a Bologna il 25-26 febbraio
2014
Il tema della gestione partecipata
delle scuole e di una leadership
diffusa
sarà
al
centro
dell’appuntamento di quest’anno.
Leadership partecipata: la dirigenza scolastica tra didattica ed organizzazione è il titolo
dell’annuale appuntamento dei dirigenti scolastici organizzato dalla FLC CGIL e
dall’associazione Proteo Fare Sapere.
Il convegno si terrà a Bologna il 25 e 26 febbraio 2014 presso Zan Hotel Europa, Via
Cesare Boldrini, 11.
In allegato il programma con la scheda di partecipazione e una scheda con informazioni
logistiche.
La leadership partecipata, distribuita, si espande su
tutta l’organizzazione scuola se è condivisa dai suoi
attori, sta al passo con le esigenze della
complessità ed assume come priorità l’idea di
apprendimento organizzativo che coinvolge gli
alunni, ma anche i docenti, i genitori e la comunità
con cui la scuola interagisce.
Nessun dirigente scolastico può pensare di
garantire oggi da solo una gestione unitaria delle
scuole e assicurare una leadership incisiva
soprattutto sul fronte educativo.
L’iniziativa essendo organizzata da soggetto qualificato per l’aggiornamento (DM 08.06.2005) è automaticamente autorizzata ai sensi degli artt. 64
e 67CCNL 2006/2009 del comparto scuola), con esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi e come
formazione e aggiornamento dei dirigenti scolastici ai sensi dell'art. 21 CCNL 11/4/2006 Area V e dispone dell’autorizzazione alla partecipazione in
orario di servizio.
ALLEGATI

convegno nazionale dirigenti scolastici bologna 25 26 febbraio 2014
programma

convegno nazionale dirigenti
informazioni logistiche
scolastici
bologna
25
26
febbraio
2014
-----------------------
Il Convegno prosegue con una Sessione Straordinaria
il 26 febbraio 213 Ore 15,00 – 17,30
Rivolta ai neo Dirigenti e ai prossimi Dirigenti
Incontro con gli autori, curatori dei libri:
“Tutto contratto dirigenti”
“I miei primi cento giorni di scuola”
**********
NORME : MANOVRA – SPENDING – STABILITA’
04. Trasparenza amministrativa e anti corruzione: rinviati al 31 agosto
gli adempimenti delle scuole
Pubblicazione di una nota con la
quale il MIUR con indicazioni alle
scuole
sulle
modalità
di
applicazione della norma. Un primo
positivo risultato grazie al nostro
tempestivo intervento.
Si è svolto il 29 gennaio al MIUR l’incontro di informativa da noi sollecitato sulle modalità di
applicazione alle scuole della normativa sulla trasparenza e sull’Anti corruzione.
Erano presenti per l’Amministrazione i Capi Dipartimento del Personale e delle Politiche
Finanziarie e altri dirigenti del MIUR che hanno informato i sindacati presenti delle decisioni
assunte d’intesa con l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) circa le responsabilità in
capo alle scuole e ai dirigenti scolastici.
Il MIUR ha informato le organizzazioni sindacali che a breve sarà pubblicato dall’ANAC un
Addendum alla Legge 190/2012 che chiarirà, tra l’altro, quali sono gli adempimenti delle scuole
e con quali modalità dovranno essere applicati.
Nel frattempo la pubblicazione della nota con la quale il MIUR comunica il rinvio all’inizio
del prossimo anno scolastico della attuazione da parte delle scuole di tutti gli atti
obbligatori.
A tal fine il MIUR ha precisato che l’ambito di intervento del Responsabile dell’Attuazione delle
norme anti corruzione del MIUR sarà limitato agli uffici centrali dell’amministrazione e agli uffici
scolastici regionali, mentre a livello territoriale saranno i dirigenti degli Ambiti Provinciali a
essere individuati Responsabili e quindi incaricati della redazione di Piano triennale per la
prevenzione della corruzione con funzioni di coordinamento dell’applicazione delle norme anti
corruzione da parte delle istituzioni scolastiche della provincia.
Secondo l’interpretazione dell’ANAC le responsabilità connesse all’applicazione della normativa
sulla trasparenza nelle scuole resterebbero invece a carico dei dirigenti scolastici.
Come FLC abbiamo criticato il grave ritardo con il quale è stato affrontato il problema
dell’applicazione delle norme nelle scuole e il mancato coinvolgimento delle
organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori della scuola fra gli stakeholder del
MIUR.
Relativamente all’interpretazione data alla normativa sulla trasparenza da parte dell’ANAC e
del MIUR, abbiamo ribadito ciò che avevamo più volte dichiarato nei nostri comunicati:

l’individuazione del Responsabile della Prevenzione della Corruzione compete all’organo
di indirizzo politico, cioè al Ministro e ricade su una figura singola;

il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità costituisce una sezione del Piano
Triennale di Prevenzione della Corruzione che è predisposto dal Responsabile;

l’applicazione della normativa sull’anti corruzione e sulla trasparenza deve essere
affrontata dal MIUR con soluzioni compatibili con la specificità delle scuole, come
recentemente raccomandato nel Rapporto sul primo anno di attuazione della Legge
190;

il MIUR deve in sostanza farsi carico di predisporre quegli atti interni - previsti dalle
Linee guida della CIVIT del 4 luglio 2013 - attraverso i quali definire quali sono le
attività degli uffici centrali e quelle degli uffici periferici, quali le forme di coordinamento
tra di esse, quali le responsabilità in capo ai dirigenti tra cui i dirigenti scolastici;

il MIUR deve chiarire che l’unico sito istituzionale dell’amministrazione scolastica è il sito
del MIUR e indicare alle scuole quali sono i dati che devono trasmettere ai fini della
pubblicazione sul sito istituzionale e quali quelli che possono pubblicare direttamente;

Il MIUR deve assicurare un confronto continuo e trasparente con le organizzazioni
sindacali sull’applicazione della legge 190/2012 e del Dlgs 33/2013.
L’amministrazione si è impegnata a riconvocare il tavolo al momento della
pubblicazione dell’Addendum da parte dell’ANAC.
Continua il nostro impegno per liberare le scuole dalle “molestie burocratiche” e per
contrastare il proliferare di impegni e responsabilità che non tengono conto della specificità
delle scuole - a fatica riconosciuta dagli stessi centri ministeriali - e distolgono dirigenti
scolastici, direttori dei servizi e personale delle segreterie dai loro compiti principali.
**********
05. Trasparenza amministrativa e anticorruzione: il MIUR pubblica la
nota di rinvio.
Importante risultato delle
iniziative e delle pressioni
della FLC: riconosciuta la
specificità
delle
scuole
autonome.
Come avevamo preannunciato con la nota n. 276/2014 (IN ALLEGATO) il MIUR ha
comunicato agli Uffici Scolastici Regionali che, considerata la specificità del settore della
scuola,
l’applicazione degli obblighi e degli adempimenti volti a prevenire la
corruzione nella Pubblica Amministrazione
e a favorire la trasparenza
è
subordinata alla definizione di opportune misure di adattamento alla complessa
realtà delle istituzioni scolastiche e che pertanto gli Uffici dovranno astenersi
dall’adottare qualsiasi indicazione alle scuole e sospendere quelle eventualmente già avviate.
La nota precisa che il MIUR ha condiviso con il Dipartimento della Funzione Pubblica e con
l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) la necessità di inserire nel Piano Nazionale
Anticorruzione un apposito atto aggiuntivo, in corso di definizione, contenente tutte le
indicazioni per l’applicazione delle norme alle scuole.
Ciò significa che le scuole non debbono adottare nessuno degli adempimenti previsti
dalla Legge 190/2012 e dal D.Lvo 33/2013 e non debbono tener conto di nessuna delle
scadenze, (compresa quella prevista dall’art. 1, comma 32, della L. 190 – pubblicazione e
trasmissione AVCP dati relativi alle gare) fino all’emanazione del citato atto aggiuntivo e delle
indicazioni che saranno fornite dal MIUR.
Si tratta di un risultato importante al quale hanno contribuito le motivate proteste delle
scuole e le nostre iniziative e pressioni.
Continueremo a seguire con grande attenzione il problema, verificando
puntualmente che tutti gli atti che seguiranno agli impegni oggi assunti dal MIUR
vadano effettivamente nella direzione di sollevare le scuole da adempimenti ed
obblighi non dovuti, perché non previsti dalla legge, e a liberarle da inutili “molestie
burocratiche”
ALLEGATI

2014 01 29 NOTA MIUR 276 Prevenzione repressione corruzione
**********
06. Trasparenza amministrativa e anticorruzione: confermato rinvio
anche per adempimenti AVCP
La notizia dal sito intranet del MIUR
in data 31 gennaio 2014 conferma
quanto scritto dalla FLC anche su
AVCP e mette tranquilli anche gli
ultimi dubbiosi
"In merito agli adempimenti previsti dalla Deliberazione AVCP n. 26 del 22 maggio
2013, si comunica che per le istituzioni scolastiche è in corso di rinvio a data
successiva il termine già fissato al 31 gennaio 2014. Con successiva nota sarà
indicato il termine ultimo per l'adempimento".
**********
PROGRAMMA ANNUALE - FINANZIAMENTI - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA
07. Finanziamenti alle scuole: il MIUR rende noti gli importi del MOF
2013/2014
Il
Ministero
comunica
i
fondi
contrattuali determinati con l’Intesa del
26 novembre 2013. Ancora nessuna
certezza su tempi e ammontare del
saldo.
Con un avviso del 27 gennaio 2014 il Dipartimento per la Programmazione e la gestione
delle risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR ha pubblicato le quote del MOF
2013/2014 assegnate a ciascuna istituzione scolastica.
Gli importi, determinati sulla base dei parametri dell’Intesa del 26 novembre 2013, sono
suddivisi in 4/12 e 8/12 e, nel dettaglio, indicano le somme spettanti per Fondo di Istituto,
Funzioni Strumentali, Incarichi Specifici e Ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi
assenti. Manca invece la quantificazione delle somme spettanti per i progetti di avviamento alla
pratica sportiva, che saranno comunicati solo al termine della rilevazione predisposta dalla
Direzione Generale dello Studente.
Si tratta solo della parte dei fondi spettanti per l’anno scolastico in corso, già comunicata alle
scuole con le due note del 4 dicembre (con cui è stata assegnata una quota parte) e del 12
dicembre (nota sul Programma annuale 2014).
Per il secondo anno consecutivo le scuole si trovano, ad anno scolastico ormai avanzato, a
dover fare i conti con l’impossibilità di programmare tutte le attività afferenti al Piano
dell’Offerta Formativa perché non sono stati indicati tempi certi per la comunicazione del
saldo spettante.
Da tempo la FLC sta sollecitando il MIUR ad assegnare alle scuole le somme spettanti per l’a.s.
2013/2014, ribadendo la sua assoluta indisponibilità ad avallare ogni ulteriore decurtazione del
MOF per finanziare il ripristino degli scatti 2012.
Oggi 28 gennaio, nell’incontro con il Ministro Carrozza, chiederemo risposte concrete e
un radicale ripensamento delle scelte che hanno già prodotto un insostenibile impoverimento
per i lavoratori e per i Pof di istituto.
L'impegno a difesa dei finanziamenti pubblici all'offerta formativa continua e prosegue
con la mobilitazione di tutte le categorie professionali della scuola (Docenti, Ata e Dirigenti).
ALLEGATI

2014 01 27 AOODGPFB Prot. n. 917 A.S. 20132014-MOF lordo Stato e lordo
dipendente Avviso
**********
PERSONALE : CONTRATTUALI
08. Posizioni economiche ATA: i sindacati scuola chiedono
unitariamente di non procedere al recupero il Governo non risolve la
questione della restituzione e del blocco
Nessuna soluzione prospettata durante
l’incontro con il Ministro. La FLC CGIL e
gli altri sindacati scuola dicono no al
recupero delle somme già percepite.
Rimangono in piedi tutti i motivi della
nostra mobilitazione.
Pubblichiamo la richiesta unitaria inviata alla Ministra Carrozza con la quale le organizzazioni
sindacali chiedono unitariamente di non procedere al recupero delle somme già corrisposte
al personale che ha svolto incarichi aggiuntivi a beneficio del funzionamento della scuola.
Pertanto tali posizioni debbono essere mantenute anche per il futuro se non si vogliono creare
disordine e disservizi nelle scuole.
Si tratta di un punto cruciale alla base degli oggetti più generali dell'iniziativa di
mobilitazione indetta dalla FLC CGIL che è rimasta aperta dopo l’incontro del 28 gennaio con
la Ministra Carrozza.
_____________________
Roma, 28 gennaio 2014
Dott. Giuseppe Fiorentino
Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
e, p.c. dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento Istruzione del MIUR
Oggetto: recupero compensi per posizioni economiche personale ATA
Si fa seguito all’incontro svoltosi nella giornata di oggi, nel quale è stata fra l’altro affrontata
con l’on.le Ministro anche la questione delle posizioni economiche del personale ATA, per
ribadire in modo fermo la richiesta di non dare avvio, nelle more dei chiarimenti in corso tra
Ministro dell’Istruzione e Ministro dell’Economia, all’annunciato recupero delle somme
corrisposte nel biennio 2011/12 e 2012/13 al personale interessato. Ciò costituirebbe motivo di
inevitabile risposta sul piano sindacale oltre che di immediato contenzioso in sede legale.
FLC CGIL
D. Pantaleo
CISL Scuola
F. Scrima
UIL Scuola
M. Di Menna
SNALS Confsal
M. P. Nigi
GILDA Fgu
R. Di Meglio
**********
09. Posizioni economiche ATA: incontro al Miur
Il Miur conferma il recupero delle somme
già percepite a partire dal 1 settembre
2013, in attesa che arrivi una soluzione
legislativa. Netto dissenso della FLC che
minaccia il blocco delle prestazioni
aggiuntive.
Pubblicata la nota che blocca le posizioni economiche dal 1° settembre 2013. La
sospensione della restituzione delle somme già percepite è solo momentanea e non
riguarda tutti. Dopo le nostre proteste, convocati i sindacati scuola.
Abbiamo avuto la conferma, attraverso la nota MIUR 263 del 28 gennaio, che:

le posizioni ATA vengono bloccate da settembre 2013

la restituzione da parte dei lavoratori delle somme percepite dal 1^ settembre 2011
al 31 agosto 2013 è momentaneamente sospesa

il recupero delle somme percepite verrà senz'altro fatto dal 1^ settembre 2013 ad
oggi

non si dà corso al pagamento delle posizioni economiche maturate negli anni
scolastici 2011/2012 e 2012/2013.
La nota citata “prega” il MEF di non operare “momentaneamente” le ritenute delle somme
percepite dal 2011 e “invita” sempre il MEF a bloccare le posizioni dal settembre 2013.
In pratica si dà subito il via al recupero delle somme già percepite da settembre fino ad ora e
non si procede al pagamento di chi, pur avendo superato la formazione e svolto gli incarichi
aggiuntivi, non ha ancora ricevuto il beneficio economico per gli storici ritardi
dell'amministrazione ad adeguare le retribuzioni dei lavoratori.
L’incontro di oggi 30 gennaio 2014 al MIUR non ha dato riscontri positivi riguardo alle
posizioni economiche del personale ATA. Il Ministero ha confermato che procederà
immediatamente al recupero delle somme già percepite da settembre 2013 mentre terrà
sospese quelle percepite negli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 per aderire alle pressanti
richieste del MEF. Secondo l’interpretazione del Ministero dell’Economia le posizioni
economiche, contrariamente alle previsioni della finanziaria Tremonti (D.L.78/2010), farebbero
lievitare le retribuzioni individuali. Una tesi da burocrati specie se si considera l’entità delle
cifre percepite a fronte della gravosità del lavoro svolto (es. i collaboratori scolastici
percepiscono l’irrisoria cifra di 600 euro lordi l’anno, quindi, poco più di 1 euro lordo al giorno).
La posizione della FLC
Abbiamo duramente messo in discussione questa nota e fatto rilevare che, nonostante il
sollecito da parte del MEF, è la Ministra dell’Istruzione responsabile del regolare
funzionamento di tutte le scuole, a tutela dei diritti dei suoi alunni. Abbiamo ribadito al
MIUR che ci sono situazioni molto diversificate e che non tutti hanno riscosso
l’emolumento legato a questo beneficio, ancorché ottenuto fin da settembre 2011. Queste
persone hanno comunque svolto i loro incarichi e devono essere ancora retribuite, così come è
legittimo che coloro che hanno già percepito le somme ed effettuato le prestazioni, ora non
debbano restituire nulla di quanto riscosso.
E’ insostenibile pensare che le persone possano lavorare gratuitamente e che si debba
restituire i soldi per il lavoro svolto. Non si può far fare il volontariato ai lavoratori della scuola!
Dovrebbe essere una priorità per l’Amministrazione mantenere queste funzioni per consentire
la qualità dell'offerta formativa nelle scuole e garantire il mantenimento dei livelli nelle
prestazioni essenziali agli alunni e nei servizi scolastici (soprattutto assistenza all’handicap e
sostituzione del DSGA).
I lavoratori non possono farsi carico delle disfunzioni dell’amministrazione e della debolezza
della
politica.
Per questa ragione nelle prossime ore metteremo a punto e renderemo pubblico un
programma di lotte.
Durante l’incontro abbiamo richiesto un’informativa anche riguardo a:
Immissioni in ruolo: l’autorizzazione è all’Ufficio Legislativo del MEF, dopo il sollecito del
Dipartimento della Funzione Pubblica.
Ripresa tavoli tecnici: abbiamo chiesto una ridefinizione veloce delle date al Ministero per far
ripartire i lavori avviati dai tre tavoli tecnici, che ci sarà data a breve.
Regolamento supplenze ATA: per una modifica del Regolamento delle supplenze, oramai
obsoleto, il Ministero ha espresso che non è una priorità al momento avviare una riunione di
modifica di tale regolamento.
Emissione bando per graduatorie di terza fascia: abbiamo, infine, sollecitato l’informativa
per far uscire il bando relativo alla terza fascia d’istituto, poiché non è accettabile il ritardo col
quale l’Amministrazione ogni volta arrivi con tali adempimenti, soprattutto nei periodi estivi, in
cui le scuole sono alle prese con gli esami e hanno il personale ridotto a causa delle ferie.
Gli impegni del Miur a fine riunione
Posizioni economiche. Il MIUR sta lavorando ad una soluzione legislativa per “salvare le
posizioni economiche” che a suo dire sarebbe l’unico modo per mettere fine alle diatribe con il
MEF sulla corretta interpretazione dell’art. 9 del D.L. 78/2010.
Incontri successivi su altri argomenti ATA e immissioni in ruolo. A breve sarà fissato un
calendario di incontri sui punti richiesti dalla FLC.
In quanto alle immissioni in ruolo del personale ATA, il MIUR solleciterà MEF e Dipartimento
della Funzione Pubblica a completare l’iter di autorizzazione che ha già avuto l’ok della
Ragioneria Generale dello Stato.
ALLEGATI

nota 263 del 28 gennaio 2014 prima e seconda posizione economica ata blocco
erogazione beneficio economico recupero somme
**********
PERSONALE : PENSIONI
10. Quota 96: un’altalena di speranze
La FLC CGIL segue l’iter parlamentare
degli emendamenti.
La FLC CGIL sin dall’emanazione della riforma Fornero del sistema pensionistico ha
sottolineato in tutte le istanze pubbliche che tra le ingiustizie causate dalla riforma c’era
quella relativa al personale del comparto scuola, per il quale ai fini del computo del servizio
prestato vale l’anno scolastico e non quello solare, come recita l’art. 1 del DPR 351/98.
Proprio in questi giorni è in discussione per l’ennesima volta nelle commissioni della
Camera il testo con gli emendamenti proposti per sanare anche la quota 96.
La VII Commissione della Camera dei deputati (Cultura, scienza e istruzione) ha approvato
all'unanimità dal il testo di legge unificato sui c. d. "Quota 96", ovvero di quanti hanno
maturato - nell’a.s. 2011/2012 - i requisiti vigenti ante-Fornero. Il testo che cerca di trovare
una soluzione attraverso la correzione della tempistica tenendo conto dell'anno scolastico e
non dell'anno solare passa ora all’esame della Commissione Bilancio e del Governo.
La FLC CGIL ha da subito evidenziato che un provvedimento legislativo non avrebbe avuto
costi elevati, considerato che la platea interessata al riconoscimento dei requisiti pensionistici
è di numeri ristretti (circa 4000).
Come sottolineato più volte nelle notizie sul nostro sito (4 giugno 2013, 5 giugno
2013, 6 settembre 2013, 22 novembre 2013) non soltanto la FLC CGIL ha intrapreso ricorsi
legali al Tar, al Consiglio di Stato per conto di coloro che avrebbero avuto i requisiti
pensionistici ante riforma Fornero al 31 agosto 2012, ma ha fatto più volte appello al
Parlamento perché sanasse una palese ingiustizia. Nel mese di giugno abbiamo scritto alla
Ministra Carrozza per chiedere un suo intervento risolutore.
Un duro giudizio politico è stato espresso dalla FLC CGIL anche verso il governo Letta
per non aver raccolto ancora in nessun provvedimento legislativo gli emendamenti presentati
più volte in difesa della quota 96, nella convinzione che nessuna risoluzione di natura
giudiziaria, facente seguito a ricorsi legali degli interessati, ha dato torto ai ricorrenti e che
l’alto numero di precari nel comparto esigono dalla politica un atto di coraggio.
La FLC CGIL considera per tutti i lavoratori e le lavoratrici la Riforma Fornero una
gabbia dalla quale è difficile uscire. E’ necessario reintrodurre criteri di flessibilità in uscita,
senza penalizzazioni ulteriori rispetto a quelle che già il sistema contributivo comporta.
**********
NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
11. Docente senza titolo ha diritto a retribuzioni e maternità: tribunale
Milano 0ttobre 2013
Il giudice , pur considerando nullo il
contratto con conseguente impedimento
alla prosecuzione, faceva salvi gli effetti
del rapporto di lavoro per il periodo in
cui esso ha avuto esecuzione.
La supplente, legittimamente depennata
dalla graduatoria per mancanza di titoli
di studio
valido,
ha avuto
però
riconosciuto il diritto alla retribuzione
ed agli effetti connessi estesi a tutti i
ratei di maternità compresi i tre mesi
post-partum.
La sentenza è recente ed è stata depositata nella cancelleria della Sezione Lavoro del Tribunale
di Milano il 21 ottobre del 2013.
La causa veniva promossa dalla Flcgil di Milano a tutela di una maestra supplente alla quale la
Ragioneria Territoriale dello Stato , dietro comunicazione della scuola dove prestava servizio,
richiedeva la restituzione di 14.962,79 euro per assegni non dovuti nel periodo dal 16.9.2011
al 30.6.2012.
La ricorrente chiedeva un provvedimento d’urgenza di sospensione sia del provvedimento
d’addebito sia del decreto di licenziamento operato dalla scuola per difetto del titolo d’accesso
alle graduatorie d’istituto.
La supplente veniva inserita nelle graduatorie d’istituto con una maturità conseguita dopo il
2001 nell’ex istituto magistrale e quindi con titolo d’accesso non valido sia nel biennio 2009/11
sia nel triennio 11/14, prestando tuttavia supplenze temporanee più o meno lunghe.
Solo nel maggio del 2012 la scuola cui era stata indirizzata la domanda per le graduatorie
2011/14 riconosce la non validità del titolo d’accesso e procede al depennamento dalla relativa
graduatoria, dandone avviso alle restanti scuole, compresa quella in cui la supplente aveva
prestato servizio dal mese di settembre 2011 sulla base della graduatoria del biennio
precedente 09/11, in attesa dell’avente diritto, il che è avvenuto nel mese di dicembre dello
stesso anno. Nel frattempo la supplente era entrata in maternità morbosa con decorrenza
6.12.2011 con diritto a percepire l’indennità di maternità, a supplenza cessata, fino alla fine
del mese di agosto 2012.
Alla notifica del depennamento, avvenuto a fine maggio 2012, la direzione didattica
comunicava alla Ragioneria la nullità del contratto, disponendo la risoluzione unilaterale, con
carattere retroattivo, sin dal mese di settembre 2011.
La Ragioneria chiedeva la restituzione non solo delle indennità di maternità percepite fino a
giugno del 2012 ma anche delle retribuzioni dei mesi lavorati di settembre, ottobre, novembre
e dicembre 2011.
La Direzione didattica, respingendo ogni tentativo bonario di conciliazione chiesto dal
sindacato, veniva chiamata in giudizio a rispondere delle decisioni prese.
Il giudice , richiamando un precedente giudizio in ipotesi analoga della Cassazione
(sent.n.11559 del 26.5.11) , pur considerando nullo il contratto con conseguente impedimento
alla prosecuzione, faceva salvi gli effetti del rapporto di lavoro per il periodo in cui esso ha
avuto esecuzione.
Di conseguenza venivano annullati tutti i provvedimenti adottati dall’amministrazione,
sentenziando il giudice “il diritto della ricorrente agli emolumenti stipendiali e all’indennità di
maternità per l’intero periodo dal 6.12.11 fino al 27.8.12” e inoltre “che la ricorrente non deve
restituire alcuna somma a tale titolo”, condannando il Miur al pagamento dei ratei di maternità,
a suo tempo sospesi, dei mesi di luglio ed agosto, oltre agli interessi. Condanna il Miur alla
rifusione delle spese di lite nella misura di 2mila euro, oltre gli accessori.
La supplente, legittimamente depennata dalla graduatoria per mancanza di titoli di studio
valido, ha avuto però riconosciuta dal giudice l’applicazione dell’art.2126 del cod.civile, laddove
“la nullità o annullamento del contratto non produce effetto per il periodo in cui il rapporto ha
avuto esecuzione …e …..il lavoratore in ogni caso ha diritto alla retribuzione “.
Nel caso in esame, il giudice non si è limitato solo a riconoscere la retribuzione per i mesi
lavorati ma anche gli effetti connessi, al contratto dichiarato nullo,e qui sta la vera novità
,estendendoli a tutti i ratei di maternità compresi i tre mesi post-partum.
Una sentenza d’alto valore civile, in difesa della dignità della donna e di tutela della maternità .
ALLEGATI:

2013 10 21 sentenza Sezione Lavoro Tribunale Milano DOCENTE SENZA TITOLO
ha diritto a retribuzione ed altri effetti
**********
SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE
12. Dentro la questione docente. Il tema delle responsabilità - Un
discorso tabù – A. Valentino
Parlare oggi della questione docente – indubbiamente cruciale se si vuole invertire l’attuale
tendenza al declino - penso significhi necessariamente e, per alcuni versi, soprattutto,
misurarsi col tema della responsabilità sociale degli insegnanti (e delle scuole in genere).
Responsabilità sociale legata al “render conto” delle cose che si fanno e di come si fanno e dei
risultati che si ottengono o non si ottengono.
Quella delle responsabilità dei docenti (e dei DS e delle scuole in genere) rispetto agli esiti
scolastici degli studenti è - come è risaputo - questione delicata e complessa, perché il
successo e l’insuccesso
a scuola non dipendono solo dalla qualità dei percorsi di
insegnamento; dietro i risultati infatti ci sono anche questioni che hanno a che fare con le
caratteristiche degli ambienti familiari e del contesto sociale degli allievi,
con le storie
individuali (esperienze, occasioni …), oltre che con il DNA di ciascuno.
Tutto questo indubbiamente porta a relativizzare – più o meno, a seconda delle diverse visioni
che si hanno delle questioni che entrano in gioco - il livello di responsabilità rispetto alla
“riuscita” degli studenti, ma certamente non l’annulla.
La complessità e la delicatezza del tema non possono comunque oscurare alcuni aspetti e
comportamenti ricorrenti nella vita delle nostre scuole.
Chi ha esperienza di gestione o di sola partecipazione ai Consigli di classe, non
necessariamente finalizzati agli scrutini finali, sa per esempio che l’insuccesso scolastico,
soprattutto da parte di quei docenti che hanno un numero elevato di insufficienze nella propria
materia, viene messo generalmente in carico ai soli studenti.
Responsabilità soggettive, per molti insegnanti, zero.
Di altri - compresa madre natura - praticamente tutte.
L’idea ancora prevalente
L'idea prevalente di sė – tra i docenti - ė ancora quella di chi pensa di assolvere ai propri
compiti professionali mettendo al centro del proprio impegno, l'attività di insegnamento fermo
al trinomio spiegazione - interrogazione - valutazione.
Il cambiamento di ottica (l'insegnante che si preoccupa che lo studente apprenda, che tutti gli
studenti apprendano secondo le proprie possibilità e attitudini), non c'è stato ancora.
Certamente si sono fatti passi in avanti importanti rispetto ad alcuni decenni fa, quando
l'insegnante non doveva preoccuparsi d'altro che di fare delle belle lezioni (quando era in grado
di farle), dare voti, promuovere o bocciare. Ora c'è senz'altro una maggiore sensibilità, ma
l'idea che il successo e l'insuccesso dipenda molto da lui - e dal tipo di intesa che riesce a
stringere con i colleghi del suo Consiglio - non ė ancora diffusa. O, almeno, non è prevalente.
Che la crisi del nostro sistema formativo sia anche la conseguenza di questa mancata riforma
nei comportamenti e più in generale nel modo di percepire la professione (anche a seguito dei
cambiamenti indotti dalla scolarizzazione di massa, ma non solo), ė cosa che non può essere
negata.
Come ė indubbio che questa mancata riforma ė soprattutto il frutto di politiche del personale
non certo pensate per dare qualità al nostro sistema, di riforme parziali e generali pasticciate e
incoerenti e di misure attuative e di accompagnamento che non andavano bene neanche sulla
carta.
Pertanto una considerazione diversa, da parte dei docenti, del proprio lavoro e il sentirsene
responsabili rispetto ai risultati che ne conseguono, non ė un problema trascurabile, ma ė
parte centrale dell'intera questione docente. E quindi di un ragionamento complessivo che
punti a portare la nostra scuola fuori dall'attuale situazione di demotivazione e di diffusa
irresponsabilità (per i risultati di apprendimento dei propri allievi).
Portare al centro dell'attenzione la responsabilità della scuola - e quindi delle sue figure centrali
- rispetto agli esti del lavoro scolastico non ė pertanto obiettivo da poco, sotto molti aspetti.
Nelle scuole se ne parla poco, perché forse si pensa che, a parlarne, si voglia quasi offrire alibi
e giustificazioni all’Amministrazione e alla politica, per le loro inadempienze, ma soprattutto
per la mancanza – e non da oggi - di una visione coraggiosa e motivante (credibile) di cui il
nostro sistema di istruzione ha sempre sofferto – salvo che per alcuni limitati periodi -.
I ragionamenti che qui si fanno non sono dunque relativi alle responsabilità di vario tipo (civili,
dirigenziali, disciplinari, penali), che le disposizioni normative opportunamente prevedono per i
dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, nei casi
di inosservanza dei propri doveri
professionali (omissioni o azioni carenti o comportamenti inadeguati o peggio).
Sfera etico-professionale e profilo del buon insegnante
Il senso di responsabilità rispetto ai risultati al centro di questa riflessione attiene piuttosto
alla sfera etico-professionale di chi opera nella scuola e che è comunque cruciale per “vedere”,
progettare e accompagnare i cambiamenti necessari.
Potremmo definirlo “valore aggiunto” (se il termine non fosse abusato), in funzione
dell’innovazione e del miglioramento. E include atteggiamenti e comportamenti riferibili
soprattutto
• al farsi carico delle difficoltà di apprendimento e di attenzione dei propri allievi
• al sapere organizzare per proposte, ambienti, strumenti e modalità adeguati per
coinvolgere, motivare, ottenere risultati al meglio delle possibilità di ciascuno,
• alla capacità di ascolto attivo e all’analisi attenta degli esiti del proprio lavoro, positivi o
negativi che siano
Quindi al sentirsi responsabili del successo o insuccesso dei propri studenti.
La responsabilità percepita in una ricerca sul campo
L’interrogativo specifico qui al centro del ragionamento è quindi soprattutto il seguente: il
senso di responsabilità soggettiva e di gruppo va considerato soltanto rispetto alla sfera etica
oppure ha un valore sociale e come tale va considerato e promosso?
Ricerche in proposito, dell’ultimo decennio, condotte in alcuni paesi statunitensi ed europei (v.
nota bibliografica) confermano sostanzialmente
l’idea che il sentirsi responsabili degli
insuccessi (ma anche artefici dei successi dei propri allievi) aiuta a diventare dei buoni
insegnanti e anche a vivere meglio (in termini meno stressati o “arrabbiati” o demotivati) la
professione.
In Italia non mi risulta siano stati condotti studi specifici al riguardo. Perciò ho letto con
interesse i risultati di una ricerca condotta nella provincia di Parma su “Insegnanti e
responsabilità percepita: uno studio empirico” della prof.ssa Alessandra Cremaschini1,
condotto sulla base di stimoli e strumenti operativi degli studi realizzati nei paesi prima citati.
Si tratta di una tesi svolta per un Corso di Laurea in Psicologia scolastica e di Comunità presso
l’Università di Parma, che conferma, per quella provincia, quanto già emerso negli studi
ricordati (ne danno conto le rielaborazioni dei Quadri seguenti); ma anche percezioni diffuse
tra chi sa di cose scolastiche.
E cioè che
1. sentirsi – ed essere – responsabile dei risultati scolastici è atteggiamento culturale e
professionale che aiuta l’insegnante a rapportarsi meglio con i propri studenti e a
migliorare le proprie competenze professionali, in vista di risultati positivi o più positivi del
proprio insegnamento (V. Quadro 1);
QUADRO 1
L’identikit del docente che si ritiene responsabile dei risultati (successi e insuccessi).
Si tratta di un insegnante che
• ritiene in primo luogo che sono importanti le relazioni positive con studenti, ma anche che
a fare l’insegnante ci vogliono elevate competenze,
• attribuisce peso alla possibilità di incrementare l’intelligenza dei propri studenti (la qualità
del pensare , dei comportamenti intellettivi e quindi degli apprendimenti) – attraverso
opportune pratiche didattiche,
• utilizza pratiche che privilegiano lo sviluppo di competenze chiave, valorizza la didattica del
compito (legato ad oggetti e a prestazioni come espressione di competenze) e ama
l’innovazione.
2. il sentirsi - ed essere - responsabili degli esiti formativi dei propri allievi è fortemente
favorito da fattori interni ed esterni alla scuola (un certo clima, politiche di coinvolgimento
nelle scelte …), ma anche da attitudini personali e dalle motivazioni che sono state alla
base della scelta di fare l’insegnante.
Questo risultato della ricerca è particolarmente importante perché interpella le competenze
del DS rispetto al clima di scuola e al convolgimento dei docenti per promuovere un più alto
senso di responsabilità e favorire una qualità professionale più elevata. Ma , forse, ancor
prima, interpella chi (in primis il MIUR) ha il compito di favorire una professionalità più alta
di docenti e DS, a valorizzarne l’impegno e a convolgerli nelle scelte di politica scolastica
che hanno ricadute nelle pratiche educative. E rimanda a questioni di politiche del
personale, come quelle per la selezione, la formazione, la valorizzazione,...). (V. Quadro
2);
1
Il campione era composto da 151 insegnanti di tre scuole Secondarie di II grado della provincia di Parma.
È stato somministrato un questionario composto da scale di strumenti presenti in letteratura (Teacher
Responsibility Scale; Factors Influencing Teaching Choise Scale; Patterns of Adaptive Learning Scale;
School Climate; Theories of Intelligence Scale)
QUADRO 2
Fattori che favoriscono il senso di responsabilità rispetto ai risultati.
• La motivazione che ha portato alla scelta di diventare insegnante e l’idea di insegnante che
si ha (cosa si pensa sulla propria professione e come la si intende).
• Le caratteristiche del contesto politico-sociale: la considerazione per il lavoro
dell’insegnante e per la sua figura istituzionale, che passa molto – in base alle risposte
prevalenti - attraverso il suo coinvolgimento sui temi dell’Istruzione e dell’educazione nelle
scelte di politica scolastica.
• Il rapporto / i legami tra assunzione di responsabilità e le possibili ricadute sulla
considerazione sociale del lavoro dei docente, ma anche sugli sviluppi della loro professione
(anche in termini di carriera?).
• Il clima scolastico: il coinvolgimento nelle decisioni
relative all’organizzazione della
didattica, alle politiche formative dell’istituto, alla collaborazione coi colleghi, alla presenza
di spazi per l’innovazione, …. .
3. adottare comportamenti professionali in linea con un’etica che assuma la responsabilità
rispetto agli esiti come scelta socialmente apprezzabile porta ad accrescere il prestigio e la
considerazione sociale della categoria. Oltre che essere soggettivamente “autoefficace” e
gratificante (V. Quadro 3). Tale esito non sarebbe poi senza ricadute positive per il
funzionamento del sistema. Risultando - i comportamenti conseguenti – di fatto coerenti
con strategie organizzative quali quella della rendicontazione sociale e con un principio
cardine nella PA: quello della trasparenza.
QUADRO 3
Aspetti identificativi del docente che si ritiene responsabile dei risultati del proprio
lavoro:
• è più soddisfatto della carriera di insegnante e più impegnato professionalmente;
•
si stressa di meno rispetto ai colleghi che la pensano diversamente e che si comportano di
conseguenza. In altri termini: la centratura sull’impegno per conseguire il risultato
stempera lo stress;
•
Ricava dal suo senso di responsabilità motivi e percorsi di miglioramento professionale
(autoefficacia).
Ma cos’è risultato?
Resta sullo sfondo - nella ricertca - il grosso interrogativo su cosa è “risultato” del fare scuola
e quindi la natura delle responsabilità connesse.
Interrogativo di non facile risposta, se è vero come è vero che, volendo fare i conti con la
situazione di casa nostra, anche le (relativamente) recenti Indicazioni Nazionali - per il Riordino
del secondo ciclo e per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo – offrono
certamente piste utili a questo proposito. Ma è difficile negare che non siano ancora troppo
generiche e di non facile gestione, sia ai fini del lavoro di progettazione formativa delle scuole,
sia delle responsabilità sociali dei singoli e delle scuole.
Senso di responsabilità: non basta auspicarlo
Comunque, quello che preme sottolineare, a conclusione di questi ragionamenti è che,
l’auspicabile scelta di dare forme definite al senso di responsabilità riguardante il successo e
l’insuccesso scolastico, va vista come un aspetto non marginale della valorizzazione
dell’insegnante e del suo ruolo. E che quindi non può essere affrontata solo con eventuali
sorrisi di apprezzamento.
Ma va esplicitamente favorita (con percorsi formativi ad hoc – anche attraverso ricerca e
sperimentazione - da promuovere in modo generalizzato) e opportunamente incentivata.
Una amministrazione attenta alla qualità del sistema dovrebbe perciò saperne cogliere il
valore strategico, senza per questo imbrigliarlo in un rapporto di lavoro formalmente
vincolante al riguardo. Sappiamo infatti che queste cose con funzionano se diventano richieste
di comportamenti regolamentati.
Per dare concretezza
A questo punto però, se si vuole dare concretezza al discorso delle responsabilità nei termini
considerati, è necessario approfondire i contenuti degli aspetti professionali a cui rimanda,
 rendendone riconoscibili i tratti (per esempio, gli atteggiamenti e comportamenti sopra
richiamati, propri del docente che si sente responsabile dei risultati del suo lavoro),
 precisandone gli indicatori (che vanno ricercati non tanto nel numero di promossi o
bocciati - sarebbe una banalizzazione del ragionamento – quanto nei “progressi” e
miglioramenti sul fronte degli apprendimenti correttamente rilevati,
 esplicitandone
pratiche didattiche coerenti (individualizzazione, centralità del compito e
del “laboratorio”….).
Ma è necessario anche prevedere le modalità dei riconoscimenti e della valorizzazione. Come?
E qui ritorna il tema ineludibile degli investimenti (risorse aggiuntive nel Fondo delle IS, in
primo luogo) e dei crediti professionali (per quanti ritengono di investire su questi terreni e
darne conto).
Per queste scelte non creda ci sia bisogno di ricorrere a questionari nazionali.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI (tratti dalla Ricerca cit.)
• Euridyce, (2008). Levels of Autonomy and Responsibilities of Teachers in Europe. Brussels: Eurydice.
• Lauermann, F., & Karabenick, S.A. (2013). The meaning and measure of teachers’ sense of
responsibility for educational outcomes. Teaching and Teacher Education, 30, 13-26.
• Matteucci, M. C. (2007). Teachers facing school failure: The social valorization of effort in the school
context. Social Psychology of Education, 10(1), 29-53.
• Matteucci, M.C. (2008). Transferring Corporate Social Responsibility to the School context: teachers’
perceived responsibility for students’ failure. In: Adam R. Timpere (Ed.), Corporate Social Responsibility
(pp. 207-220). New York: Nova Science Publisher.
***********