per quale Europa? - I.T.C."A. Olivetti"

ITES “A. Olivetti” - Lecce
Anno scolastico 2013-2014 - Anno X
... per quale Europa?
Eccoci qua a parlare, dalle
pagine del nostro giornale, di
Europa.
Eccoci qua, con la nostra
giovane redazione, a porre
domande, ad intrecciare risposte,
ad inoltrare riflessioni su un tema
che porta con sé ancora molti
interrogativi.
I giovani sono coloro che hanno
maggiori aspettative e forse anche
maggior titolo a valutare criticamente il sistema in cui saranno
chiamati a partecipare e la
presente redazione si è posto fin
dalla copertina, la domanda che
ordine socio- politico, economico,
culturale ed etico nel rispetto delle
opinioni divergenti e sempre
condivise.
Un’ulteriore domanda: cosa ci
attendiamo?
Credo di poter sintetizzare la
richiesta, di tanti, relativa ad uno
sintetizza speranze e possibili
delusioni: Per quale Europa?
Per quale Europa si vota, si
ragiona e per quale Europa, addirittura si muore?
La condizione della Ucraina è
apparsa
emblematica per le
motivazioni politiche, economiche
e culturali che agitano il popolo in
funzione di una indipendenza e di
una apertura verso l’Occidente.
Una situazione drammatica che
è tutta nell’etimologia della parola
Ucraina, ovvero terra di frontiera,
terra tra l’Est e l’Ovest.
Una frontiera sempre più al
limite, sempre più problematica e
pericolosa per gli esiti cui stiamo
assistendo.
Nelle presenti pagine è evidente,
allora, l’impegno di ciascun
“giornalista in erba” nell’ approfondire liberamente tematiche di
stato federale europeo in cui il
Parlamento
diventi un
vero
Parlamento, cioè l’organo della
legge,
con
un’Assemblea
Costituente che
prepari
la
Costituzione definitiva dell’Europa
federale, con un vero Governo con
dei veri Ministri che possano
condurre una
vera
politica
europea.
Gli obbiettivi comuni riguardano
una profonda solidarietà in senso
economico e politico per abbattere
la povertà, aprire alla libertà,
vincere i poteri forti.
L’attuale Governo italiano ha
intenzione di contare di più in
Europa, certo come è, della nostra
grande Storia.
Ciò che ci preoccupa, però, è il
nostro presente appannato.
Buona lettura.
Rita Rucco
La redazione al completo.
Tutor: Prof.ssa Antonella Lagalante
Esperta: Prof.ssa Rita Rucco
(III A Sia): De Rinaldis Andrea, Mininanni
Lorenzo; (III B Afm): Bene Federica,
Chirivì Giorgia, Greco Giulia, Ingrosso
Francesca, Longo Anna Damiana,
Rizzello Giulia; (III C Sia): Bozzardi
Agostino, Russo Simone;
(IV A Afm): Cavalera Marco, Geusa
Andrea, Tundo Stefano;
(IV B Afm): De Vitis Marco, Di Bari
Christian, Greco Federica, Greco
Gabriele, Lagna Marco, Lubello Luca
Palumbo Chiara, Perrone Alice
Copertina: Greco Gabriele
Collaborazioni Esterne:
Daniele Russo, Andrea De Luca V Bpm
Il giornale è consultabile on line su:
ww.itcolivetti.le.it
Stampa: CARTOGRAFICA ROSATO
2
Il mito Europa
Il nome Europa deriva probabilmente dall’assiro Ereb
(Greco Antico: Ερεβος - Tenebre) e avrebbe il significato di “Terra del buio”; infatti per le civiltà orientali il
territorio europeo si trovava a occidente, dove tramontava il sole.
Il toponimo Europa invece viene da una figura della
mitologia greca: Europa era la figlia di Agenore re di
Tiro.
Vedendo che si lasciava accarezzare, Europa salì sulla
groppa del toro, che subito si gettò in mare e la
condusse fino a Creta.
Zeus le apparve nelle sue vere sembianze e le rivelò il
suo amore.
Dall’unione di Zeus ed Europa nacquero tre figli:
Minosse, Sarpedonte e Radamanto.
Il primogenito Minosse divenne re di Creta e diede vita
alla civiltà cretese, culla della civiltà europea.
Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre
bagnate dal Mar Mediterraneo.
Christian Di Bari, IV B Afm
Zeus, innamoratosi di Europa, decise di rapirla; per
non essere riconosciuto si trasformò in uno splendido
toro bianco. Le apparve mentre Europa stava
cogliendo fiori in riva al mare.
Notando il toro che le si avvicinava, Europa inizialmente si spaventò ma il toro si sdraiò ai suoi piedi, così
Europa si tranquillizzò.
L’EUROPA
Unione di sensi e coscienze
Divisi o amici
guardano su
in alto
Io vedo i fiori riunirsi
e separarsi le nubi.
Sì “io non andrò di gente in gente”
Voi che vivete
in luoghi lontani
Voi visi amici
sarete per me
un incontro di voci
colori e passioni
E insieme andremo
su strade accoglienti.
Giorgia Chirivì, Giulia Greco
Giulia Rizzello, Gabriele Greco
3
La scelta Ucraina tra Est e Ovest
A prima vista sembra un vasto e violento
tumulto in favore dell’Europa, quello che da
mesi sconvolge l’Ucraina. Un tumulto che ci
sorprende, ci scombussola: possibile che
l’Unione accenda le brame furiose di un
popolo, proprio ora che tanti nostri cittadini
la rigettano? ”
La Repubblica
L’Ucraina è terra contesa tra l’UE e la Russia.
L’Europa ha proposto a Kiev, la capitale, degli
accordi di associazione e un’intesa sul libero
scambio. Tutto ciò stimola le riforme, fornisce
una chiave d’accesso al mercato comunitario e
favorisce lo sviluppo economico. Prima di
affrontare la questione, l’Ucraina deve, però,
uscire dalla crisi economico-finanziaria in cui si
trova.
Il 21 novembre 2013, il governo ucraino ha deciso di
interrompere i negoziati con l’Unione Europea perché
necessita di entrate monetarie per combattere la crisi,
ma anche perché non riesce più a sostenere le pressioni
e le minacce della Russia unite alla promessa di creare
un’unione doganale alternativa a quella europea. Il taglio
del prezzo del gas naturale esportato in Ucraina è
un’altra arma usata dal presidente russo Vladimir Putin
per bloccare l’intesa. Le persone in piazza dicono che
stanno lottando per il futuro sviluppo del paese: l’Ucraina
sarà un paese basato sullo Stato di diritto o un’oligarchia
in stile russo?
Il 22 gennaio il Parlamento ucraino ha approvato una
serie di leggi al fine di regolamentare, bloccare e
reprimere le proteste. I manifestanti sono sottoposti a
condanne durissime, anche solo per essersi coperti il
volto o aver partecipato a cortei non autorizzati rischiano
una pena che arriva a cinque anni di detenzione. I risultati
sono amareggianti, tragici: migliaia di feriti e centinaia
sono stati i morti a causa di tutto ciò, con anche
duecento vittime al giorno.
Putin punta il dito contro l’Unione Europea dicendo che
‘ricatta’ e che fa ‘pressione’ su Kiev.
Dall’UE arrivano le stesse accuse riferite a Mosca di
ricattare Kiev, dopo che il presidente Viktor Yanukovich
aveva annunciato la sospensione dei preparativi per
arrivare alla firma di un trattato di associazione con l’UE.
Improvvisamente, il 18 Febbraio 2014 gli scontri si
aggravano. Questo è stato senza dubbio il giorno più
sanguinoso delle proteste. I manifestanti hanno marciato
verso il Parlamento dove era in programma una seduta
in cui l’opposizione avrebbe proposto di ridurre i poteri
del presidente Janukovi; la polizia ha cercato di bloccarli
e la violentissima lotta civile ha avuto così inizio.
Le autorità, prima di utilizzare forti misure repressive,
hanno concesso 90 minuti di tempo ai manifestanti per
dare loro modo di ritirarsi; essi hanno occupato di nuovo
4
il municipio di Kiev. Il 16 febbraio era stato sgomberato il
municipio di Kiev.
L’Ucraina è considerata il punto chiave strategico che
Putin non vuole farsi sfuggire, e chiunque voglia ostacolare tale volontà è immediatamente qualificato come
“fascista”.
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, non ha avuto
scrupoli ad accusare gli ucraini del movimento euroMaidan di “progrom” nei confronti dei russofoni.
L’intervento in Crimea avviene su richiesta di popolazioni
ritenute inquiete.
Putin interviene in Crimea e si tiene pronto ad andare
oltre fino a quando l’Ucraina non rientrerà nel girone
russo.
C’è da osservare che, nell’avversità, l’Europa dimostra
una vera capacità di coesione, mentre Barack Obama è
stato scombussolato al punto da dover rimettere in
discussione la propria visione tattica che consiste nel
non urtare la Russia per cercare di ottenere un appoggio
a una soluzione politica in Siria.
I problemi internazionali della crisi in atto sono tanti e la
vera via d’uscita, pacifica e ragionevole, si potrebbe
trovare se gli stessi russi mettessero in discussione la
dittatura che subiscono e che accettano.
Una crisi gravissima, senza precedenti, dopo quella del
crollo del muro di Berlino. La crisi è aggravata dalla
decisione di Mosca di minacciare la sospensione delle
ispezioni internazionali sulle armi nucleari del proprio
territorio.
La questione Ucraina, da quello che si può benissimo
comprendere, è una situazione davvero molto complicata e di non facile risoluzione.
Forse, al contrario di quanto molte persone dichiarano,
l’Europa non è solo un male. Il continuo susseguirsi di
lotte in Ucraina, ci fa comprendere proprio questo:
essere membri dell’Unione Europea può, anzi, deve
portare benefici rispetto alle attuali condizioni.
Alice Perrone IV B Afm, Marco Cavalera IV A Afm
Il padre dell’MFE, Altiero Spinelli
Altiero Spinelli nacque a Roma da una famiglia
borghese originaria del Sud, il 31 agosto 1907.
Influenzato sin da adolescente dalle
idee politiche del padre socialista,
aderisce al partito comunista italiano
e in un’età molto giovane partecipa
clandestinamente alla lotta contro il
fascismo. Arrestato nel 1927 per
cospirazione contro i poteri dello
Stato, sconta dieci anni di prigione e
sei di confino a Ventotene. Durante il
suo confino sull’isola, studia i testi dei
federalisti anglo-sassoni, che gli
hanno
fatto
abbandonare
il
comunismo per scegliere il federalismo.
Nel 1941 quando la guerra sembrava
essere vinta dalle truppe naziste e
fasciste, elabora insieme a Ernesto
Rossi ed Eugenio Colorni il
“manifesto
di
Ventotene”.
Spinelli si rende conto che la battaglia
per la Federazione Europea richiede la creazione di un
nuovo tipo di organizzazione politica,libera dalle
ideologie tradizionali. Sulla base di questa convinzione
promuove la fondazione del Movimento Federalista
Europeo (Milano, 27 - 28 agosto 1943). Agli inizi degli
anni cinquanta, l’azione di Spinelli e del MFE
(Movimento Federalista Europeo) sul governo italiano
è decisiva per fare della costituente europea la
questione centrale delle trattative per la creazione
della Comunità europea di difesa (CED). Grazie a
questa azione l’Assemblea viene incaricata di
elaborare lo statuto della Comunità politica europea,
cioè dell’organismo politico che controlla l’esercito
europeo.
Osservo il mondo come lo osserva una ragazza di
sedici anni quale sono; dal mio punto di vista sarei
disposta a trasferirmi all’estero per migliorare la mia
qualità di vita e il mio bagaglio culturale.
Sono sicura che sarebbe tutto molto più semplice.
Sarei disposta a lasciare la mia terra, la mia famiglia,
le mie abitudini, per costruire un futuro migliore.
Forse, però, in questo momento, è solo un pensiero
relativo al periodo di crisi che stiamo vivendo, un
contesto storico in cui i giovani pagano le
conseguenze dei cattivi governi.
È per questo motivo che, nel mio presente, l’Europa
mi appare, dunque, una migliore opportunità!
Dopo aver abbandonato il MFE negli anni sessanta,
nel 1970 viene nominato membro della Commissione
esecutiva della CEE. Dal 1976 al
1986 è membro del Parlamento
europeo; nel 1984 è presidente della
Commissione Affari costituzionali.
Spinelli muore a Roma il 23 maggio
1986.
Francesca Ingrosso
Federica Bene - III B Afm
Il manifesto di Ventotene
Il Manifesto di Ventoténe è il primo
documento ufficiale che mostra la
necessità di avere un’Europa di tipo
Federalista e per questo viene
considerato il testo fondante
dell’Unione Europea.
Il manifesto, che ha la struttura di un
saggio, inizialmente aveva il titolo
“Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un
manifesto”. Gli autori Altiero Spinelli, Ernesto
Rossi e Eugenio Colorni lo ultimarono nel 1941 e lo
pubblicarono nel 1948 durante il periodo di confino
nell’omonima isola nel Lazio Meridionale.
Il saggio, curato da Eugenio Cologni (1944) in clandestinità, era articolato originariamente in quattro capitoli
ma che diventarono tre successivamente: La crisi
della civiltà moderna; Compiti del dopoguerra. L’unità
europea; Compiti del dopoguerra. La riforma della
società. Tutti questi tre capitoli, tranne la prima parte
dell’ultimo, curato da Ernesto Rossi, furono interamente scritti da Spinelli e pubblicati in clandestinità.
Il Manifesto è fondato su concetti di pace e libertà
kantiana, ovvero della legge morale e dell’imperativo
categorico.
Durante la stesura, gli autori del Manifesto si resero
conto che era necessario creare una forza politica
esterna ai partiti tradizionali. Infatti, questa forza
politica nacque poco tempo dopo: il Movimento
Federalista Europeo. L’edizione del manifesto,
curata da Eugenio Colorni nel 1944,
prese il titolo di “Problemi della
Federazione Europea”.
Al testo, infine, furono aggiunti due
saggi del già citato Altiero Spinelli,
importantissima
figura
del
panorama europeo.
Andrea De Rinaldis
III A SIA
Longo Damiana - III B Afm
5
Il Movimento Federalista Europeo
L’MFE è un movimento politico che mira alla creazione
di una Federazione europea.
Venne fondato a Milano fra il 27 e il 28 agosto del
1943 da Altiero Spinelli. Esso si fonda sui principi
contenuti nel Manifesto di Ventotene elaborato nel
1941 dagli stessi Spinelli e Rossi
assieme ad Eugenio Colorni.
Il movimento originariamente
nasce per garantire pace e
benessere grazie al fatto di
superare la sovranità assoluta
per conseguire e garantire la
pace e il benessere. Da un lato il
modello dello Stato nazionale va
superato verso il basso, ovvero
introducendo modelli di organizBandiera del 1958
zazione politica e sociale più
vicini ai cittadini, valorizzando ad
esempio il ruolo degli Enti locali o delle Regioni, dall’
altro, il modello dello Stato nazionale va superato
verso l’alto, con la creazione di una Federazione
europea ed eventualmente anche mondiale.
Il Movimento Federalista Europeo ritiene insufficienti
soluzioni istituzionali confederative, in cui gli Stati
nazionali mantengano poteri significativi e larga parte
della sovranità. Il MFE vede nell’Unione europea una
fase intermedia di progresso dell’integrazione
europea, ma non il suo compimento.
Secondo il MFE il processo di integrazione europea
dovrebbe comprendere anche la sfera politica e
portare alla totale cessione della sovranità dagli Stati
membri alle istituzioni europee. La Federazione
europea dovrebbe godere di personalità giuridica
internazionale esclusiva e di determinare quindi in
maniera autonoma la politica estera, la politica di
difesa e la politica economica europea. La
Federazione dovrebbe disporre di una costituzione
rigida e federale.
Il MFE sostiene che con l’integrazione compiuta
sarebbe possibile colmare il decifit di democrazia che
viene imputato alle istituzione dell’ Unione europea e
6
rendere più forte la presenza europea sulla scena
internazionale. La realizzazione della Federazione
europea costituirebbe, inoltre, una spinta verso la
progressiva creazione di una Federazione mondiale.
È da sottolineare che il Movimento Federalista
Europeo è un’organizzazione
politica autonoma. E’ indipendente dai partiti politici e non
partecipa direttamente alle
elezioni.
È attualmente presieduto da
Lucio Levi.
Lorenzo Mininanni
III A SIA
Caffé Culturale Europeo
Cosa è un caffè culturale?
Il movimento federalista europeo (d’ora in avanti lo
chiameremo MFE) organizza, oltre alle numerose manifestazioni di carattere politico, degli incontri nei quali
confrontarsi e arricchire la propria cultura in diversi campi
del sapere: “Il Caffè Culturale”.
Questi incontri, organizzati anche dalla sezione di Lecce
dell’MFE, si svolgono in un contesto molto rilassante e
tranquillo, ovvero presso il locale Ristorante-Caffè:
L’ombra del Barocco, situato nel centro storico della
nostra bellissima città, la
Firenze del Sud.
In questo piccolo ma
grazioso contesto, si può
assaporare il misterioso e
dolce gusto della poesia,
della letteratura e della
musica mentre si sorseggia
un caffè dalle note sottili ma
forti, un tè caldo oppure una
dolce deliziosa cioccolata
calda.
Durante queste riunioni,
dopo una piccola introduzione musicale che offre
l’ascolto di autori famosissimi
nel contesto classico, si susseguono diversi ospiti che
lavorano, oppure sono a stretto contatto con l’Unione
Europea. Di seguito possiamo approfondire la nostra
filosofia d’animo con il commento di alcune poesie,
oppure di alcuni brani di persone che hanno fatto propri
alti ideali europei.
Nell’ultimo incontro tenutosi il 08/02/2014, sono intervenuti
due esperti del campo lavorativo ovvero la Dottoressa
Bernadette Greco dell’E.U.R.E.S ed il Signor Roberto
Serra responsabile delegato per S.A.W.
Ovviamente vi starete chiedendo: cos’è l’E.U.R.E.S e
cos’è il S.A.W?
L’EURES (European Employment Services - Servizi
europei per l’impiego) è una rete di cooperazione per
facilitare la libera circolazione dei lavoratori all’interno dello
Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la
Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per
l’impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro.
La rete è coordinata dalla Commissione europea.
I principali obiettivi di EURES sono:
- informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati
alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni
NOI PER ... L’EUROPA SÌ!
L’unione di ogni popolo,
è un aspetto inviolabile,
di fratellanza e convivialità.
Diciamo pertanto si all’Europa!
Giulia Greco e Giorgia Chirivì - III B Afm
di vita e di lavoro nello Spazio economico europeo;
- assistere i datori di lavoro che intendono assumere
lavoratori di altri paesi;
- fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre
lavoro nelle regioni transfrontaliere.
Il SAW, invece, è l’acronimo di Osservatorio Sulla
Responsabilità Sociale (tradotto in Inglese) e consente di:
- migliorare la trasparenza e la reputazione delle
Organizzazioni verso i propri Stakeholders
- semplificare e rendere più efficaci i procedimenti di
qualifica dei fornitori e subfornitori
- ridurre i costi della certificazione SA8000
- facilitare l’accesso alle PMI a
sistemi di garanzia nel campo
della Responsabilità Sociale
senza dover sostenere gli
oneri della certificazione
- supportare le dinamiche
della rendicontazione sociale
La Dottoressa Bernadette
Greco ha parlato delle
numerose richieste lavorative
che le arrivano mentre fa il
turno allo “sportello” della
Provincia di Lecce. Riceve giovani e persone più avanti
con gli anni, neolaureati, neodiplomati o semplicemente
famiglie con problemi economici e situazioni di precariato. Si è parlato anche dell’importanza del titolo di studio
spendibile all’estero, ma soprattutto del livello di
conoscenza delle lingue richieste, fondamentali per il
lavoro oltre i confini italiani. Le maggiori richieste di
personale qualificato in fatto di lingue straniere e
laureato da parte delle nazioni dell’Europa Occidentale,
riguardano il settore dell’ingegneria con tutte le specializzazioni ma soprattutto nel campo dell’energia
rinnovabile. Per quanto riguarda altri lavori meno qualificati, si richiedono lavapiatti, chef e Receptioniste
(campo alberghiero). Per qualsiasi informazione, ci si
può mettere in contatto con lei e discutere il tutto
tramite appuntamento.
Il signor Roberto Serra, invece, dopo aver sottolineato
l’impegno della Provincia nel sostenere e orientare il lavoro
all’estero, fa riflettere sulla riduzione dell’utilizzo
dell’EURES e di tutte le possibilità finora offerte dalla
Provincia, qualora le Province fossero abolite.
Andrea De Rinaldis - III A Sia
Recapiti utili:
Bernadette Greco - Provincia di Lecce - Settore lavoro
Provincia di Lecce - Antenna Europa - Servizio Politiche del
Lavoro - Via Botti (IT) - Lecce - Tel. 0832 683781 - fax 0832
683683 - [email protected]
Lingua parlata: English (en), español (es), français (fr), italiano (it)
Roberto Serra: 73100 Lecce (Italia) - Umberto I, n.13 -Tel. 0832
683433 - Fax 0832 683390 - [email protected]
7
L’integrazione europea
L’Unione Europea vuole promuovere la libertà e lo
sviluppo nel mondo. Si è giunti a questo proposito a
partire dal trattato di CEE (comunità economica
europea)
che
venne
firmato il 25 marzo 1957
a Roma e riuniva i sei paesi
fondatori
quali
Italia,
Francia, Germania ovest,
Belgio, Paesi bassi e
Lussemburgo in un unico
stato europeo. Esso aveva
lo scopo di realizzare
un’integrazione economica
tra i paesi membri proteggendo i paesi più deboli.
Tale trattato prevedeva la
creazione di un mercato
comune, di un’unione
doganale e di politiche comuni affrontando direttamente questi tre temi specificando quali azioni la
comunità dovrà avviare per adempiere il suo mandato.
Il mercato comune si basa su quattro libertà: libera
circolazione delle persone, dei servizi, delle merci, dei
capitali. Esso crea uno spazio economico che
permette la libera concorrenza tra le imprese e pone le
... il cruciverba
Orizzontali:
1) Moneta europea
4) Monti che separano l’Europa dall’Asia
6) Confina con la Croazia
7) Cooperazione economica europea
8) Confina con Austria e Francia
9) Lecce
10) Non è lui
11) Capitale della norvegia
12) Genere musicale
13) Seconda persona singolare
14) Non è basso
Verticali:
1) Comunità europea
2) Capitale d’Italia
3) Abitante dell’Olanda
4) Nel 1861 l’Italia diventò...
5) Momento di rabbia
8) Classe o …
9) Citta’ della Francia
15) Sigla di Europa
8
basi per ravvicinare le condizioni di scambio dei
prodotti e dei servizi che sono già coperti dagli atri
trattati (CECA e Eurotom).
L’unione doganale è
fondamentale
per il
funzionamento
del
mercato unico europeo e
serve a garantire la
corretta applicazione delle
politiche
comunitarie
legate al commercio
internazionale.
Dopo 50 anni dalla firma
dei trattati di Roma i sei
paesi fondatori si sono
riuniti nel 2007 a Berlino
con l’obiettivo di dare
all’unione europea una
base comune rinnovata, perché l’Europa è il nostro
futuro comune.
L’integrazione europea è l’insegnamento tratto da
conflitti sanguinosi e da una storia di sofferenze.
Francesca Ingrosso
Federica Bene - III B Afm
Europa sì, o Europa no?
Nel 2009 scoppia, inizialmente in America ma poi si
estende anche in Europa, una crisi finanziaria che
travolge quasi tutte le economie mondiali. La grande
Italia che era stata teatro di una grandissima ripresa
dalla crisi degli anni 70, si ritrova con un tasso di
disoccupazione imbarazzante, famiglie sul lastrico e
imprese in gravi difficoltà. Si cercano tanti capri
espiatori per cercare colpevoli da bruciare vivi in una
piazza come si faceva ai tempi delle “streghe”. Si
punta il dito contro tutti…nessuno escluso!
E così si inizia a dare responsabilità ai politici, al
governo, alla corruzione ed ora, si sta incominciando
a puntare il dito anche contro l’Europa.
Sorge, quindi, spontanea la domanda sopra citata:
Europa Sì, o Europa No?
Sappiamo che, dopo la seconda guerra mondiale,
tutti i paesi (compresi i “vincitori”) vivevano una
situazione alquanto disastrosa da tutti i punti di vista.
Questa situazione molto simile tra tutti, portò dei paesi
ad unirsi e a formare un’Unione. Lo scopo di quest’unione era ed è tutt’ora:
- promuovere la pace, i suoi valori e il
benessere dei suoi popoli;
- offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertà,
sicurezza e giustizia senza frontiere interne,
in cui sia assicurata la libera circolazione
delle persone insieme a misure appropriate
per quanto concerne i controlli alle frontiere
esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione
della criminalità e la lotta contro quest’ultima;
- instaurare un mercato interno;
- favorire lo sviluppo sostenibile dell’Europa,
basato su una crescita economica equilibrata e
sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di
mercato fortemente competitiva, che mira alla
piena occupazione e al progresso sociale, e su un
elevato livello di tutela e di miglioramento della
qualità dell’ambiente;
- promuovere il progresso scientifico e tecnologico;
- combattere l’esclusione sociale e le discriminazioni
e promuove la giustizia e la protezione sociali, la
parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore;
- promuovere la coesione economica, sociale e
territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri;
- rispettare la ricchezza della diversità culturale e
linguistica dell’Europa e vigilare sulla salvaguardia e
sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo;
- istituire un’unione economica e monetaria la cui
moneta è l’euro;
- affermare e promuove i suoi valori e interessi nelle
relazioni con il resto del mondo.
Sappiamo che, entrare nell’Europa, è stato un passo
davvero importante per un paese come il nostro, il
quale è stato distrutto dalla guerra. L’Europa è stata lo
spiraglio di luce che ci ha portati in un futuro coronato
sia da crisi che da riprese economiche.
Attualmente, intere popolazioni si ribellano per riuscire
ad entrare nell’Unione che ammette paesi con
standard di livello più che alto e quindi, ci chiediamo:
se ci sono tantissimi paesi che vogliono entrare
nell’UE, di chi è la colpa?
Io credo, da semplice sedicenne, che l’Europa non
abbia colpe. Basta esaminare gli obiettivi dell’Europa
sopracitati per capire che si vuole solo il meglio per i
paesi che ne fanno parte. Tocca a noi dare il meglio
per il bene nostro e quello di tutti.
L’Europa fa tanto per noi ed infatti possiamo
elencare le iniziative che interessano gli studenti
come i PON o i fondi erogati alla scuola, fino ad
arrivare agli aiuti per i paesi con difficoltà economiche. Non dimentichiamoci di tutti i posti di lavoro
all’estero accessibili
grazie all’Unione e di
tutte le iniziative a livello universitario come
l’Erasmus.
Siamo in un’Unione: Impariamo a convivere
bene, impariamo ad aiutarci a vicenda.
Usciamo dalla crisi: INSIEME!
Andrea De Rinaldis - III A SIA
9
L’UE all’epilogo?
In un periodo di crisi profonda, come quello che sta
attraversando l’intera comunità europea la domanda
che si pongono molti cittadini è la seguente: possibile
che dopo oltre 60 anni si sia giunti ad un epilogo?
Ci stiamo avvicinando al fatidico 2017, quando la
Gran Bretagna dovrebbe
farci sapere, via referendum ,
se rimarrà nell’UE o no. Molti
“stranieri”
si
stanno
chiedendo se conviene
pagare 900 Sterline per
diventare Britannici, fare
domanda per ottenere la
cittadinanza, così da non fare
valigia e tornarsene “da dove
sono venuti”.
I pareri dei cittadini sono
tanti, e vari. In molti pensano
che nonostante le difficoltà
L’euroscetticismo
Se da un lato l’Ucraina è in tumulto per ottenere
l’annessione all’Europa, dall’altro il vento euroscettico è in continua crescita e sta coinvolgendo non
pochi Paesi della Comunità.
Questo termine non è altro che la definizione per
indicare il dissenso di alcuni Paesi e/o partiti nei
confronti dell’Unione Europea e l’opposizione al
processo di integrazione politica europea.
In Italia il più influente partito euroscettico è la Lega
Nord, che più volte si è espressa contraria alle
politiche dell’Unione e ai propri leader.
Su posizioni euroscettiche si collocano anche Fratelli
d’Italia - Alleanza Nazionale, La Destra, Forza
Nuova, Fiamma Tricolore, Fronte Nazionale e No
Euro.
Anche in Francia, la neo eletta Le Pen asseconda
questi ideali: “Chiedo a tutte le forze euroscettiche
d’Europa di allearsi in difesa degli Stati nazione, del
ritorno della democrazia, della sovranità dei popoli e
delle identità nazionali”.
Questi sono solo alcuni dei paesi che chiedono
l’indipendenza dalla Comunità; la fiducia nell’UE è ai
minimi storici.
Occorre una svolta positiva per riacquistare la
credibilità e lavorare per migliorare le condizioni di
vita di ogni cittadino europeo.
Marco Cavalera - IV A Afm
10
non si possa dividere una comunità che è riuscita a
superare periodi molto più bui. la loro tesi è vasta e
spesso molti cittadini si ritrovano. I vantaggi sono tanti,
ad esempio, nel corso degli ultimi cinquant’anni la
nascita e lo sviluppo dell’Unione europea hanno reso
più facile la vita dei
cittadini europei abolendo
tutta una serie di limitazioni, la maggior parte delle
barriere (fisiche, procedurali,
burocratiche
e
commerciali) che tendeva
a confinare i cittadini, i beni
e il denaro dietro le mura
protezionistiche
delle
frontiere nazionali è stata
eliminata; quindi, come si
può vedere, le motivazioni
sono tante e valide.
Il problema sorge nel
momento in cui vengono analizzate le antitesi, a mio
parere molto più valide, perché ovviamente con
l’entrata di Paesi con un reddito più basso ha fatto sì
che vengano stabilite delle barriere e ciò limita le
grandi potenze; ma al di là di questo ci ritroviamo in
una comunità che dovrebbe appartenere a tutti i
cittadini, anche se, nell’ultimo periodo stanno
sorgendo delle differenze.
La comunità appartiene alle banche che insieme alla
Germania, con la cancelliera Merkel, prendono
decisioni cercando di uscire da questo vicolo cieco. Il
problema sorge nel momento in cui la grande potenza
tedesca metta dinanzi a tutto e a tutti i propri interessi
che vanno a contrastare con le situazioni critiche degli
altri paesi.
Un secondo svantaggio riguarda le possibili difficoltà
nei processi decisionali degli organi comunitari.
L’impostazione dell’Ue è stata pensata con un numero
ristretto di paesi membri, ma ora che il numero è
sensibilmente cresciuto, si impone l’accettazione di un
grado maggiore di rinuncia alla sovranità nazionale,
con l’eliminazione totale del principio dell’unanimità. In
ogni caso ci sono difficoltà anche pratiche, derivanti
dal fatto che le lingue ufficiali dell’Ue sono diventate
20. Questo è un problema da non sottovalutare,
anche e soprattutto facendo riferimento proprio alla
grande potenza tedesca.
La domanda finale è: la lingua inglese, considerata
universale, sarà sostituita dalla lingua dell’economia? Il
tedesco?
Stefano Tundo - IV A Afm
Christian Di Bari - IV Afm
La Banca Centrale Europea
La B.C.E. è la Banca Centrale europea
incaricata dell’attuazione della politica
monetaria per i 18 Paesi dell’ Unione
Europea che hanno aderito all’ euro e
che formano la cosiddetta “zona euro”
o “area euro” (Austria, Belgio, Cipro,
Estonia, Finlandia, Francia, Germania,
Italia, Grecia, Irlanda, Lettonia,
Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,
Portogallo, Slovacchia, Slovenia e
Spagna).
La B.C.E. è stata istituita in base al
Trattato
dell’Unione
Europea
l’01/06/1998. La sede è l’Eurotorre a Francoforte sul Meno
in Germania; dal 01/11/2011 il presidente è Mario Draghi.
Scopo principale è quello di regolamentare l’andamento dei
prezzi, attraverso il controllo dell’ inflazione nell’area euro, di
“battere moneta”, di svolgere le operazioni sui cambi, di
determinare la politica monetaria per i Paesi dell’area euro.
In realtà, la B.C.E. è solo uno dei tre tasselli ai quali è
demandata la politica monetaria e il controllo del rispetto dei
parametri di Maastricht per i Paesi aderenti; gli altri due
organismi sono il F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) e
U.E. (Unione Europea).
Questi tre organismi compongono la cosiddetta Troika, che
decide il “bello e il cattivo tempo” sugli Stati dell’area euro.
In effetti il Trattato di Maastricht firmato il 07/02/1992 a
Maastricht dai 12 Paesi membri dell’ Unione Europea, fissa
le regole politiche e i parametri economici necessari per
l’ingresso dei vari Stati nell’ Unione e cioè: il rapporto tra
deficit pubblico e PIL non deve superare il 3%, il rapporto
tra debito pubblico e PIL non deve essere superiore al 60%,
il tasso di inflazione non deve superare di oltre il 2% quello
dei tre Stati membri con i risultati migliori.
Questi organismi europei, tutte queste regole meramente
ragioneristiche sono ben lontane dall’idea di un’ Europa
unita, così come fu concepita negli anni Quaranta da politici
e scrittori come Altiero Spinelli e Mario Rossi, che nel
Documento di Ventotène posero le basi per un’ Europa
libera e unita in chiave federale, ma con una politica estera,
una moneta e un esercito unico ed europeo.
Questo Documento, che è il testo fondante dell’ Unione
Europea, doveva avere la funzione di stimolo al fine di
un’integrazione socio-politica ed economica degli Stati
europei, evidenziando quei valori comuni di libertà ed unità
che avrebbero dovuto portare, alla fine, ala creazione degli
Stati uniti d’Europa.
Tutto questo, però, è stato disatteso, infatti, anziché partire
da un’unione politica, sociale e culturale, si è partiti dall’
economia, creando una moneta unica, delle regole
economico-monetarie molto severe e degli organismi di
controllo che hanno poteri decisionali sulle politiche
economiche dei singoli Stati.
È in questo che può ravvisarsi la prima fase della crisi
dell’eurozona, in quanto il dare prevalenza agli aspetti
economici e monetari, anziché aggregare ha diviso, anziché
unire ha creato divari tra gli Stati membri, in quanto si utiliz-
zano regole e parametri uguali per
Stati che hanno economie diverse.
Ad avvalorare tutto questo è sufficiente sapere che in questi ultimi anni non
si è riusciti a trovare l’accordo per una
Costituzione europea, che avrebbe
avuto il pregio di gettare le basi per
un’ unione politica e socio-culturale
dell’ Europa.
Da una parte la Germania conservatrice della Merkel, attenta alle regole
ragioneristiche, che vuol dettare legge
agli altri Stati, dimenticando che tutti
gli Stati europei hanno contribuito economicamente alla
riunificazione delle due Germanie, dopo la caduta del Muro
di Berlino e dimenticando che nel passaggio dalla moneta
nazionale all’ euro il tasso di cambio fissato per la Germania
è stato più favorevole rispetto a quello fissato per gli altri
Stati aderenti.
Dall’ altra parte la politica un po’ ingenua della B.C.E. che,
prestando un anno fa i soldi alle banche dell’ eurozona al
tasso dell’ 1%, pensava di rimettere in moto l’economia
nella pia illusione che le banche avrebbero messo in circolazione quel denaro, iniettandolo nell’ economia reale.
I temi economici e finanziari hanno di fatto avuto il sopravvento; si è pensato di arrivare all’ Europa unita partendo non
dalla politica, dalla cultura, dall’ integrazione sociale, dalla
La politica europea
La politica europea di vicinato consiste nel condividere i vantaggi dell’Ue con i paesi confinanti
cercando di limitare le fratture tra i paesi e, così
facendo, rafforzare la stabilità, la sicurezza e il
benessere all’interno dell’unione europea.
Essa è gestita dal rappresentante degli affari esteri e
la politica di sicurezza (la britannica Catherine
Ashton) e dal servizio europeo per l’azione esterna
(costituisce il ministero degli esteri dell’Unione
Europea e ne gestisce la politica estera).
Gli obiettivi sono tre: rafforzare le relazioni in materia
politica e di sicurezza, creare una collaborazione
economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano con tutti i
paesi che si trovano verso sud e verso est dell’unione europea.
L’Europa quindi si occupa anche dei paesi confinanti che non fanno parte dell’unione europea con lo
scopo di stringere rapporti con paesi vicini per i quali
non è prevista la possibilità di entrare a far parte
dell’Ue. si tratta di finanziare i paesi in via di sviluppo
per dare loro una possibilità maggiore di sviluppo.
Marco De Vitis - IV B Afm
11
solidarietà, ma dalle categorie e regole economiche, dai
parametri di politica monetaria, dai flussi di cambio.
Se il mio essere europeo, nel senso di appartenenza, deve
essere misurato da una percentuale, da uno spread, allora
sarebbe meglio rinunciare ad una Europa unita.
Basti pensare alla decisione di questi primi giorni di febbraio
della Corte Costituzionale Tedesca, che ha stabilito che l’
acquisto da parte della B.C.E. di titoli di Stato dei Paesi dell’
eurozona, avvenuto in un periodo di grande difficoltà per
quegli Stati e finalizzata ad evitare il default o un ulteriore
innalzamento dello spread (cioè il differenziale tra il tasso di
rendimento di un’obbligazione e quello di un altro titolo
preso a riferimento), violerebbe i Trattati europei e ha, di
conseguenza, deferito la B.C.E. alla Corte di giustizia
europea.
D’ altra parte l’atteggiamento tedesco nei confronti dei
Paesi in crisi, cioè Grecia, Italia, Cipro, Portogallo e Spagna
è stato inflessibile, assurdamente severo ed ingeneroso,
anteponendo sempre i numeri, le formule economiche, gli
algoritmi matematici alle persone, alle popolazioni.
Insomma, meglio tartassare le persone con nuove o più alte
tasse, legalizzare il licenziamento selvaggio, smantellare lo
stato sociale, modificare in senso peggiorativo il sistema
previdenziale, distruggere il sistema sanitario pubblico,
privatizzare anche l’aria che si respira (una curiosità: il
governo greco vuole vendere ai privati il Partenone e
qualche isola), piuttosto che rinunciare alle sacre regole
fondative di un’Europa economica, di un’ Europa dei
banchieri e degli speculatori finanziari, dei tassi di interesse
e di cambio. Arriviamo così all’ assurdo: affamare i popoli
non è reato, non è ingiusto, non è immorale, è accettabile e
giustificabile, è doveroso, anzi è lecito, se nella gerarchia dei
valori al primo ed unico posto si colloca il Trattato di
Maastricht e i vari Patti di stabilità interna ed esterna.
È veramente questa l’Europa che vogliamo? È proprio
questo il continente dove vogliamo vivere, metter su
famiglia, lavorare e morire? È questa l’Europa dei popoli,
dell’ integrazione, della varietà culturale, della ricchezza
artistica, dell’unità nella diversità, della solidarietà, della
partecipazione, dell’ incontro proficuo tra tradizioni e storie
diverse?
La verità e la realtà, purtroppo, sono altre, sono quelle che
stanno nella scelta di politica economica dei singoli Stati
dell’area euro, imprigionati e soggiogati dalla Troika,
minacciati e derisi dalla Germania, mortificati dalle dure
regole volute dalle lobbies delle banche e dall’ alta finanza
speculativa europea.
Infatti, la crisi economica e l’ingovernabilità hanno indotto
alcuni Stati europei ed internazionali, che finanziano il debito
pubblico italiano e quello degli altri Paesi europei in crisi, a
chiedere o, meglio, a ordinare alla Troika di intervenire sui
Paesi in crisi, inviando ispettori e commissari al fine di
garantire la possibilità della restituzione del debito attraverso misure draconiane per evitare il default e l’ insolvenza
degli Stati in crisi. Si ha la sensazione, che non è infondata,
che gli Stati abbiano rinunciato alla propria sovranità o che
siano diventati a sovranità limitata, in quanto tutte le
decisioni più importanti che incidono sulla vita delle popolazioni vengono prese altrove e calate dall’ alto, si chiedono e
si impongono sacrifici in nome dell’Europa e per il bene dell’
Europa, solo che si fa coincidere il bene con la parola
economia, e questo non è vero e non è corretto.
Purtroppo, i Paesi aderenti alla moneta unica non possono
più emettere moneta nazionale a fronte dei propri debiti, in
quanto l’ unica istituzione autorizzata a stampare è la B.C.E.
In passato gli Stati, se non erano in grado di ripagare i
debiti, emettevano carta moneta, tramite la zecca
nazionale, iniettandola nell’economia tramite la Banca
nazionale. Tutto ciò creava una svalutazione della moneta
nazionale, ma alimentava la competitività delle aziende ed
industrie nazionali che esportavano all’estero, creando così
lavoro e occupazione.
In conclusione, a mio modesto
avviso, l’idea di un’Europa
unita, degli Stati uniti d’Europa
è un bel progetto che se realizTassi di conversione fra l’euro e le prime undici valute aderenti alll’UE
zato correttamente, porterebbe
Lorenzo Mininanni 3°A SIA.
reciproci vantaggi per gli Stati
membri, in quanto l’incontro e
DENMINAZIONEDENOMINAZIONE
VALORE
PARITÀ CON L’EURO
DEBUTTO DELL’EURO
FINE CORSO
lo scambio reciproco di culture,
Escudo Portoghese
200,482 PTE
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
tradizioni, confessioni religiose,
esperienze di vita e di storia
Fiorino Olandese
2,20371 NLG
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
diverse, rappresentano un
Franco Belga
40,3399 BEF
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
momento di arricchimento, di
Franco Francese
6,55957 FRF
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 17 febbraio 2002
solidarietà, di sintesi costruttiFranco lussemburghese 40,3399 LUF
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
va,di dialettica positiva.
Un’Europa dei popoli, delle
Lira Italiana
1936,27 ITL
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
culture, delle libertà, dell’ equità,
Marco tedesco
1,95583 DEM
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 31 dicembre 2002
delle diversità, della mutualità e
Marco finlandese
5,94573 FIM
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
reciprocità è quella che vorrei, è
Peseta spagnola
166,386 ESP
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
quella che spero, è quella che
sogno.
Scellino austriaco
13,7603 ATS
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002
Luca Lubello - IV B Afm
Sterlina Irlandese
0,787564 IEP
31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 9 febbraio 2002
I tassi di conversione
12
Il semestre italiano
“Dobbiamo fare del semestre italiano una grande
occasione per l’Europa”. Queste sono le parole del
presidente del consiglio Matteo Renzi che in questo
periodo è alle prese con il suo progetto “jobs act” per
cambiare la situazione italiana. Renzi vuole far capire
all’Europa che l’Italia è in grado di cavarsela da sola, e
che non ha bisogno di “compiti a casa”. Un incontro
importante è avvenuto lunedì a Berlino tra Renzi e la
cancelliera Merkel dove si è discusso della situazione
italiana; la cancelliera è dura: “sarà un percorso
difficile”; comunque dà fiducia a Renzi, ma pensa che
i risultati dei suoi progetti si valuteranno nel medio e
lungo termine; poi aggiunge che è rimasta molto
colpita dal cambiamento strutturale avviato dall’Italia e
che per lei è chiaro che quest’ultima rispetterà il Patto
di stabilità e crescita in entrambe le sue componenti,
tenendo conto del Fiscal compact. Augura pieno
successo alle riforme. Il governo crede che le riforme
Renzi pensiero
“Non abbiamo rassicurazioni da dare”.
Con questa frase il presidente del
consiglio dei ministri Renzi esprime la
sua idea sul prossimo semestre
italiano in Europa: non ci sarà bisogno
di un aggiustamento dei conti. L’Italia
sa perfettamente come muoversi e lo
farà solo per se stessa e non per
l’Europa. La priorità sarà la crescita e il
lavoro.
La presentazione del primo corposo
pacchetto del governo per il rilancio
dell’economia lascia intuire la polemica
esplicita fra Renzi, la Ue e il ministro
dell’Economia del precedente governo
Letta. Il punto centrale è lo stato reale
dei conti italiani. Che per la Ue sono da
sistemare causa squilibri eccessivi con
un debito troppo alto.
Renzi conta di portare all’attenzione
del Consiglio europeo il pacchetto di
provvedimenti economici come il
“Jobs Act” (o riforma del lavoro), la
riduzione del cuneo fiscale, il
pagamento dei debiti da parte della
Pubblica amministrazione. E in
quell’occasione, il Premier italiano
ribadirà la sua posizione: ovvero basta
col rigore perché l’Europa, così come
l’Italia, ha bisogno di “cambiare verso“.
Ma la domanda che si pone l’Europa
è: come farà Renzi a dare il via al suo
ambizioso piano di rilancio economico
(jobs act, edilizia e scuola per
possano attuarsi entro il 2018 ma Renzi ha intenzione
di attuarle subito e ribadisce che le riforme devono
essere fatte solo per i nostri figli e non perché ci
vengano imposte dall’UE.
“Non siamo gli alunni somari da mettere dietro la
lavagna”, con questa frase il nostro Primo ministro fa
capire che non dobbiamo essere visti come fannulloni
ma comunque sa che c’è la necessità di fare le riforme
che portino non solo a realizzare una maggiore
efficienza, ma anche a una crescita (e a ridurre la
disoccupazione).
Questo semestre è un passo molto importante per
la storia italiana e per la sua posizione all’interno
dell’Unione Europea.
Ora è tutto nelle mani di Renzi.
cominciare) senza mettere
mano al patto di stabilità? la
Ue dice che il patto non si
può derogare.
L’Italia che ha ben in mente
il suo percorso durante il
prossimo semestre: l’obiettivo ora è concentrare tutto
l’intervento in una direzione,
tutto sulle imprese, oppure
tutto sui lavoratori. Quindi si
lavora ancora. Quanto alle
coperture dalla Spending
review queste possono
arrivare a 5 miliardi su base
annua, e poi ci saranno misure transitorie come il rientro dei capitali. Poi i
conti: sul deficit non dobbiamo tornare
oltre il 3%. Il debito va abbattuto e non
perché ce lo chiede l’Europa ma per
noi. È urgente, quindi, rafforzare il
programma
di
privatizzazioni.
Insomma è tutto sotto controllo e il
monito della Ue è certo severo, ma va
nella direzione di quello che pensa
l’Italia. A parte gli impegni per la
preparazione della presidenza italiana
dell’Ue da luglio, la questione più
“calda” aperta tra Roma e Bruxelles è
la richiesta del governo italiano di poter
avere più margine di manovra sul
deficit. Il Premier ha sottolineato che i
parametri di Bruxelles saranno rispettati ma ha ribadito che “noi vogliamo
l’Europa dei cittadini e non dei vincoli”
e ha annunciato “una battaglia perché
Marco De Vitis - IV B Afm
l’Ue veda un’Italia autorevole”. La
cancelliera Angela Merkel fa sapere,
tramite il suo portavoce, che “il piano è
ambizioso”, ma ciò che interessa a
Berlino è la stabilità per realizzare il
pacchetto previsto dal presidente del
Consiglio. Il portavoce ricorda anche
che Italia e Germania lavorano insieme
“molto strettamente e da molto
tempo”.
Critiche piovono invece dal segretario
generale della Cgil Susanna Camusso,
secondo cui, il Jobs Act di Renzi
“porterà nuova precarietà”. Anche il
Financial Times, per altri ragioni, è
scettico.
Insomma molti sono gli scettici ma c’è
chi da fiducia a Renzi come presidente
della Confindustria Giorgio Squinzi che
lo definisce “motore di formula uno”
per la sua energia.
Marco De Vitis - IV B Afm
13
Storia in pillole
Eccola qui l’Europa con i suoi confini, la sua cultura, le
sue lingue. Ma conosciamo la sua storia? Sappiamo chi
ne ideò la nascita?
Dopo Mazzini che avanzò la prima formulazione originale,
ci furono leader visionari che hanno ispirato la creazione
dell’UE in cui viviamo oggi. Senza il loro duro lavoro e la
loro motivazione non potremmo vivere nella zona di pace
e stabilità che oggi diamo per scontata.
I nostri “padri” erano un gruppo eterogeneo di persone
unite dagli stessi ideali: la Pace, l’unità e la prosperità
europea. Tra i nomi più famosi conosciamo: Altiero
Spinelli, Johan Beyen, Konrad Adenauer, Joseph
Bech, Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Jean
Monnet, Robert Schuman.
Negli anni ’50 la Comunità europea del carbone e dell’acciaio inizia ad unire i paesi europei sul piano economico e
politico al fine di garantire una pace che sia duratura. I sei
membri che diedero inizio a questo progetto furono:
Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi
Bassi.
Sempre negli anni ’50, precisamente nel 1957, il trattato
di Roma istituisce la Comunità economica europea (CEE)
o, come viene comunemente chiamato, “Mercato
europeo”.
Se gli anni ’50 furono un decennio di assestamento, negli
anni ’60 possiamo assistere alla nascita di una vera e
propria cultura giovanile, soprattutto grazie alla formazione di nuovi gruppi musicali, tra i quali il noto gruppo dei
Beatles, che attirarono masse di giovani.
Siamo, inoltre, tutti partecipi del boom economico che
vede eliminati, ad esempio, i dazi doganali. Negli anni ’60,
nacque un moto studentesco, a Parigi, le cui finalità erano
quelle di cambiare la società; nell’uso
comune vengono chiamati “generazione del ‘68”.
Il 1° gennaio 1973,oltre ai sei paesi dell’UE si aggiungono
la Danimarca, l’Irlanda e il Regno Unito.
In questo periodo Ue comincia a destinare grandi somme
di denaro al finanziamento di nuovi posti di lavoro.
Un’altra tappa importante che si raggiunge nel 1979 è il
voto a suffragio universale del parlamento europeo.
Nel 1981 nell’UE entra la Grecia,seguita dal Portogallo e
dalla Spagna nel 1986; sempre nel 1986 viene siglato
l’Atto unico europeo, che pone le basi per un programma
destinato a durare 6 anni, finalizzato a risolvere i problemi
di scambi tra gli Stati membri dell’UE e si viene a creare
così il Mercato Unico.
Un evento di grande rilevanza storica avvenne il 9
novembre 1989 con la caduta del muro di Berlino e per la
prima volta, dopo 28 anni, la Germania dell’Est e
dell’Ovest vengono riunificate in un unico paese.
Dopo questo evento che scombussolò il mondo intero,
nel 1993 viene completato il mercato unico in virtù delle
“quattro libertà”: Circolazione dei beni, Circolazione dei
servizi, Circolazione di persone, Circolazione di capitali.
In questo decennio vengono firmati due trattati importanti: Il trattato di Maastricht (1993) e il trattato di Amsterdam
(1999). Con questi due contratti i cittadini si pongono la
domanda di come proteggere l’ambiente e di come i
paesi europei possano riuscire a garantire la sicurezza.
Tra i due trattati altri tre stati aderiscono all’UE: Austria,
Finlandia e Svezia
Il nuovo decennio si apre, ahimè, con una profonda crisi
economica, ma anche con la speranza che le nuove
tecnologie e una collaborazione europea possano portare
ad una crescita.
Marco Lagna - IV B Afm
Mazzini e un’idea d’Europa
Perché
Mazzini?
Perché
Giuseppe
Mazzini, uno
dei nomi più
significativi del
nostro
Risorgimento,
fu
influenzato dal periodo storico in cui
operava; il suo pensiero politico,
infatti, non punta sull’uguaglianza
poiché avrebbe causato uno stop
dell’economia, bensì sull’associazionismo, che è comunque un superamento dell’egoismo individuale.
Mazzini aspira alla realizzazione della
Futura Europa dei popoli: ogni
14
popolo dovrà avviare un processo
per la conquista della pace e della
fraternità: le due forze che daranno
vita ad un’alleanza fra i popoli , e da
essa nasceranno gli Sati Uniti
d’Europa.
Il cuore di Mazzini è di acceso per
quella Italia che nella nuova epoca
può e deve rivestire un proprio ruolo
e occupare un proprio posto all’interno dell’Europa dei popoli. In ciò
appare evidente la modernità del
pensiero mazziniano; oggi è comune
quest’ansia di arrivare in Europa per
affermare la propria identità di
nazione che è aperta al futuro, e il
futuro è solo nell’unità che è la forza
che edifica, laddove l’isolamento
distrugge e annienta.
Adesso viviamo il clima di Europa
non solo come unione economica
ma anche come cultura.
Si parla di Comunità e si vive il suo
significato; insieme ai confini crollano
anche le idee di diversità che per
secoli hanno spaccato e diviso la
storia. La cultura europea e la
Comunità si basano sui principi di:
libertà, uguaglianza, umanità, in altre
parole tutte cose che Mazzini nella
sua visione europea aveva già
affermato due secoli fa.
Possiamo dire che la teoria mazziniana appartenga ancora al nostro
presente.
Marco Lagna - IV B Afm
Svizzera: al referendum contro l’immigrazione
vince il Sì con il 50,3%
Il 9 febbraio 2014 in tutti i cantoni della Svizzera
(Zurigo, Berna, Ticino, Ginevra, Lucerna …) i cittadini
svizzeri hanno votato l’iniziativa, promossa dal partito
di destra (Udc), dal partito antieuropeista dell’Unione
democratica di centro(Svp), dal partito xenofobo e
appoggiata dalla Lega Ticinese,”Contro l’immigrazione
di massa” a favore del cambiamento della politica
migratoria del paese.
Il referendum si è
espresso con il sì con
50,3% dei votanti con
uno scarto di circa 20
mila
schede
nulle
perché
gli
abitanti
ritengono che i flussi
stranieri compresi i
frontalieri
(cittadini
residenti in uno Stato
che lavorano, come
dipendenti o indipendenti, in un altro Stato)
italiani
e
francesi
andrebbero a sottrarre
lavoro e per loro causa
la disoccupazione è in aumento, i treni sono affollati e
sono in aumento anche gli affitti.
Il 49,7 si è espresso con un no al controllo dell’immigrazione sostenuto dal governo.
Il Parlamento, le organizzazioni economiche, i
sindacati e la stragrande maggioranza dei partiti, le
associazioni delle imprese elvetiche hanno infatti,
sottolineato i vantaggi che la libera circolazione
composta anche per l’economia svizzera, che ha un
buon tasso di crescita ed una disoccupazione
contenuta. L’iniziativa dell’Udc, che da anni si spende
in campagne anti-immigrazione e contro i lavoratori
frontalieri, prevede di chiudere le frontiere agli stranieri
e limitare la libera circolazione, anche ai lavoratori
frontalieri. Questo referendum vuole arrivare alla
reintroduzione del controllo dei flussi stranieri, attraverso la rinegoziazione degli accordi bilaterali sulla libera
circolazione stipulati con l’Unione Europea tra il 2002
e il 2008, entro tre anni. Non solo l’Udc vuole limitare
tutti i permessi di dimora di stranieri (inclusi frontalieri e
richiedenti asilo), indipendentemente dalla loro
provenienza, limitare il diritto al soggiorno duraturo, al
ricongiungimento famigliare e alle prestazioni sociali e
accordare il permesso di soggiorno sulla base degli
interessi globali dell’economia e nel rispetto del
principio di preferenza data agli svizzeri.
Una nuova notizia è data dal segretario federale
Matteo Salvini che scrive su Twitter: “Bene. Presto un
referendum anche in Italia promosso dalla Lega”. Il
capogruppo al Senato Massimo Bitonci aggiunge:
“Dopo la Svizzera anche l’Italia dovrebbe dare un
segnale deciso lasciando che siano i cittadini a
decidere e non lanciare iniziative e segnali buonisti,
come fa il governo Letta con ministri come Kyenge.
Qui da noi non c’è più posto e lavoro per immigrati.
Quindi prima i nostri milioni di disoccupati, esodati e
giovani”.
Francesca Ingrosso - II B Afm
15
La “buona morte” in Europa
Eutanasia è una parola che deriva dal greco e significa
“buona morte” o “dolce morte”; in pratica consiste nel
procurare la morte di un individuo, intenzionalmente e
nel suo interesse, per porre fine al dolore e alla
sofferenza, quando la sua vita è ormai compromessa
in modo irreversibile da una malattia grave.
Sono poche
nel mondo le
legislazioni che
prevedono e
regolamentano
l’eutanasia;
infatti
nella
maggior parte
degli
Stati,
essa non è
prevista
né
tutelata come
massima
espressione
della libertà ed
autonomia
dell’individuo,
anzi
viene
equiparata
all’omicidio.
In realtà, per chi crede nella libera scelta e nel libero
arbitrio, è un diritto poter scegliere se porre fine alla
propria esistenza, quando la qualità della vita è
compromessa irrimediabilmente dal dolore, dalla
sofferenza fisica e psichica, dalla perdita della propria
indipendenza e dignità. L’accanimento terapeutico
non è una salvaguardia al diritto di vivere, ma la sua
negazione, in quanto, quando ad un uomo si toglie la
dignità e il diritto di decidere, lo si riduce ad un essere
inferiore che non ha capacità di intendere e di volere e
nessuna libertà di scelta.
Io penso che l’eutanasia rappresenti un diritto inviolabile dell’essere umano, se c’è un consenso informato
e la consapevolezza della decisione; ritengo, inoltre,
che questa scelta debba esser fatta da altri (partenti e
medici) quando la persona non ha manifestato
espressamente tale volontà nel tempo in cui era
cosciente e consapevole. A tal proposito, sarebbe
auspicabile l’obbligatorietà per tutti del “testamento
biologico”, per evitare le problematiche scaturenti dal
fatto se sia giusto che altri prendano decisioni definitive sulla vita o sulla morte al nostro posto.
Un discorso a parte, invece, è quello che riguarda una
recente legge approvata dal parlamento belga
(13/02/2014) che estende l’eutanasia anche ai minori,
senza limite di età.
In Belgio l’eutanasia per i maggiorenni è legale dal
16
2002 ed è il secondo Stato ad autorizzarla dopo
l’Olanda (anche se in questo Paese il limite è a partire
dai dodici anni di età).
È vero che ci sono delle condizioni e dei presupposti
da rispettare come il consenso del minore, l’autorizzazione di entrambi i genitori, il parere di uno
psicologo
esterno
all’equipe
medica
curante che
dovrà
valutare
la
capacità di
intendere e
volere
del
minore,
la
malattia che
deve essere
in
fase
terminale, le
sofferenze
che
non
possono più
essere
alleviabili; è
pur vero, però che, nonostante tutti questi vincoli e
condizioni preliminari, ci sono degli interrogativi non
facili da risolvere e superare. Infatti, mi chiedo come
può un bambino dare un consenso informato
adeguato per l’eutanasia, come può comprendere il
significato che una tale decisione comporta? E nel
caso in cui ci sia disaccordo tra i genitori o nasca una
contrapposizione tra lo psicologo esterno e l’equipe
medica sulla capacità di giudizio del minore, come si
dovrà procedere?
Forse questa legge è stata concepita frettolosamente
e, di certo è inappropriata per i minori, che non sono
ancora psicologicamente formati e maturi per
prendere una decisione così importante e definitiva.
E poi, come hanno detto molte comunità religiose, c’è
il pericolo che si instauri legalmente quella che è
definita la “teoria dello scarto”, cioè tutto ciò che non
è perfetto, viene scartato, eliminato, soppresso.
Sembra di leggere alcune pagine della teoria sulla
eugenetica di Hitler, sulla “razza ariana”, sulla razza
perfetta o di evocare l’immagine del Monte Taigeto,
dal quale gli spartani buttavano giù tutti i bambini che
non erano perfetti e idonei a combattere, cioè gli
storpi, i malformati, gli handicappati, i malati.
L’umanità può davvero, nuovamente, spingersi fino a
tanto?
Luca Lubello - IV B Afm
Dante e Shakespeare, padri dei poeti italiani ed europei
Come si può pretendere che l’Europa e il mondo
conoscano la nostra cultura, la cultura tanto stimata,
elogiata e a volte anche tanto criticata, se noi non
conosciamo le nostre origini culturali e non ci interessa
conoscere i nostri poeti che hanno cantato per una Italia
e un mondo migliore, hanno elogiato l’amore, hanno
parlato di guerre e miseria e ora sono finiti nel
dimenticatoio?
E così in questo clima di oblio generale in cui
gli italiani hanno scordato il dolore, i soprusi e
i sacrifici che sono stati necessari per
arrivare a dire con orgoglio “io sono un
italiano”, vorremmo far riaffiorare l’orgoglio e
il bello della nostra cultura nell’ambito di un
sano nazionalismo.
L’italiano odierno è una lingua nata con Dante, e
che noi stiamo lentamente uccidendo.
Dante, il sommo poeta fiorentino, è conosciuto non solo
a livello nazionale per ciò che ci ha donato, ma anche a
livello europeo e mondiale. Egli ha gettato le basi alle
quali i nostri poeti e i poeti europei hanno attinto; ha
influenzato in modo significativo non solo la nostra
cultura, ma anche la cultura europea: non è necessario,
infatti, che il suo nome venga seguito dal cognome, per
essere riconosciuto e ricordato in tutta Europa.
Anche oggi le opere dantesche vengono riprese da molti
scrittori, un esempio lampante è Daniel Brown che nel
suo libro “Inferno” recupera la stessa struttura dantesca
dell’omonimo luogo.
La politica europea
La politica europea di vicinato consiste nel condividere
i vantaggi dell’Ue con i paesi confinanti cercando di
limitare le fratture tra i paesi e, così facendo, rafforzare la
stabilità, la sicurezza e il benessere all’interno dell’unione
europea.
Essa è gestita dal rappresentante degli affari esteri e la
politica di sicurezza (la britannica Catherine Ashton) e dal
servizio europeo per l’azione esterna (costituisce il
ministero degli esteri dell’Unione Europea e ne gestisce la
politica estera).
Gli obiettivi sono tre: rafforzare le relazioni in materia
politica e di sicurezza, creare una collaborazione
economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei
settori sociale, culturale e umano con tutti i paesi che si
trovano verso sud e verso est dell’unione europea.
L’Europa quindi si occupa anche dei paesi confinanti che
non fanno parte dell’unione europea con lo scopo di
stringere rapporti con paesi vicini per i quali non è prevista
la possibilità di entrare a far parte dell’Ue. si tratta di
finanziare i paesi in via di sviluppo per dare loro una
possibilità maggiore di sviluppo
Marco De Vitis - IV B Afm
Possiamo affermare, quindi, che Dante non solo abbia
avuto un ruolo molto importante nella società italiana, ma
è stato fondamentale anche per lo sviluppo della cultura
europea. Una cultura che è il risultato di una mescolanza delle varie culture nazionali, iniziata con i greci e
consolidatasi con i romani e il cristianesimo. Gli italiani
hanno saputo dare a questa cultura non solo un
apporto in ambito letterario, ma anche in ambito
artistico e politico.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”.
[Inferno XXVI canto, vv.118-120]
Dante è così che parla della
conoscenza umana: la definisce
come un bene comune per gli
uomini. Conoscenza, un dono di Dio
secondo Dante, che andrebbe
condiviso con tutti e forse con la condivisione si può cercare di ampliare questo
bagaglio culturale del genero umano.
Nella cultura letteraria europea si può parlare di tre punti
cardine, sui quali non solo si basa l’intera letteratura di un
continente, ma nelle loro epoche si sono anche basate le
culture di quelle epoche.
Omero, Dante, Shakespeare sono appunto i tre cardini
sopra citati. Sono proprio loro che hanno formato tre tipi
di cultura ben diverse e distinte tra di loro, ma tutte e tre
allo stesso modo importantissime per la conoscenza
umana.
Oggi la nostra cultura si basa sulle loro opere. Dapprima
Omero che ha plasmato la cultura classica poi ripresa da
Virgilio. Vediamo, in seguito, la figura dantesca
certamente la più intrisa di religiosità.
In ordine temporale, infine, ma non di importanza,
abbiamo Shakespeare, sommo poeta della cultura
anglosassone a cui dobbiamo opere soprattutto di
carattere umanistico e rinascimentale, in cui è l’uomo
posto al centro di tutto e non è Dio o i suoi paladini, ma
è l’uomo che nella sua piccolezza è il protagonista del
più grande dei viaggi: la vita.
To be, or not to be: that is the question:
Whether ‘tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them?
To die: to sleep; No more
[Amleto]
Sicuramente culture così diverse non potrebbero andare
d’accordo, però ci sono riuscite e sono arrivate alla
nascita di una cultura comunitaria, la cultura europea.
Agostino Bozzardi - III C Sia
17
Il poeta dell’Europa Vittorio Sereni
Nel ’35 l’Europa intera è investita da
un clima di spensieratezza e di
tranquillità.
Si innaffiano i giardini in tutta
Europa, dice Vittorio Sereni,
denominato il poeta dell’Europa,
utilizzando una metafora per
indicare la serenità che si respirava
nel vecchio continente; nella quiete i
bambini giocano a far la guerra con
gli spruzzi d’acqua in mezzo al
prato. Siamo ancora in un contesto
di pace.
Il poeta non può
immaginare che da lì a
poco ci sarebbero stati
grandi cambiamenti,
che quel giardino un
po’ sospeso nelle
immagini,
sarebbe
diventato un teatro di
guerra con gli esiti
tragici che tutti noi
conosciamo. I sogni e i
pomeriggi beati di quei
bambini
sarebbero
rimasti solo un ricordo
e proprio quei bambini
sarebbero
dovuti
diventare velocemente
uomini. Proprio quei
bambini si sarebbero
presto ritrovati nelle
trincee, sporchi di
fango e di terra, dove risuonava lo
scoppio dei cannoni e di bombe,
dove il suono di fucili e pistole
riecheggiavano nell’aria intrisa
dell’odore sparso invano che si
mescolava insieme all’odore della
polvere da sparo rendendo le
trincee un vero e proprio inferno.
Il poeta del vecchio continente non
poteva immaginare che nell’animo
di un solo uomo potesse albergare
un sentimento di odio talmente
profondo da riuscire a trasmetterlo
ad un popolo intero. No, questo non
poteva minimamente immaginarlo,
egli immaginava il protrarsi di quella
quiete.
Vittorio Sereni
Acronimo
Invece solo cinque anni dopo
scoppiò una delle più grandi e
distruttive guerre della storia, la
Seconda Guerra Mondiale. Molti di
quei bambini, divenuti ormai
Il 7 Febbraio 2014 è iniziato il PON “FUORI CLASSE”.
Il corso, della durata di 30 ore, consiste nella stesura di
un giornale di Istituto che quest’anno si è proposto di
trattare una tematica di scottante attualità: l’Unione
Europea.
Hanno aderito al corso di giornalismo gli studenti delle
terze e quarte classi.
È stata costituita una redazione di giornalisti “in erba”,
che si sono documentati sul corso degli eventi dell’UE,
sulla politica, sull’economia, sulla sua origine storica e
non solo; uno sguardo attento è stato rivolto anche ai
maggiori pensatori, agli storici, ai poeti che l’hanno
18
A quest’ora
innaffiano i giardini in tutta Europa.
Tromba di spruzzi roca
raduna bambini guerrieri,
echeggia in suono d’acque
sino a quest’ombra di panca.
Ai bambini in guerra sulle aiole
sventaglia, si fa vortice;
suono sospeso in gocce
istante
ti specchi in verde ombrato;
siluri bianchi e rossi
battono gli asfalti dell’Avus,
filano treni a sud-est
tra campi di rose.
Da quest’ombra di panca
ascolto i ringhi della tromba d’acqua:
a ritmi di gocce
il mio tempo s’accorda.
Ma fischiano treni d’arrivi.
S’e’ strozzato nel caldo
il concerto della vita che svaria
in estreme girandole d’acqua
“uomini” non sarebbero più
tornati a casa, le loro vite erano
donate al servizio della patria.
Ma ora noi siamo qui perché
quella guerra si è conclusa, le
trincee sono state sostituite da
quei prati dove i bambini si
divertivano a giocare a fare i
soldati.
È questa l’Europa che il poeta ha
sognato e che oggi si è realizzata.
Simone Russo, III C Sia
valorizzata.
Sono state svolte delle interviste all’interno della nostra
scuola da cui sono scaturite delle riflessioni in merito
alla conoscenza dei temi e delle iniziative dell’EU da
parte degli studenti, scelti secondo un’indagine a
campione in un primo momento, e casuale, in un
secondo intervento.
Credo di poter affermare che questo corso è stato
molto utile perché ci ha fatto conoscere meglio l’organizzazione europea di cui facciamo parte e tutti i suoi
aspetti negativi e positivi.
Spero ci rimanga la passione nella lettura e nell’inter-
In viaggio nello spazio e nel tempo
Macchina del tempo, chi non vorrebbe averne una? Chi
per un motivo, chi per un altro. Se io l’ avessi andrei
nell’Inghilterra del Seicento un po’ per provare la bellezza
di indossare i vestiti sontuosi di quell’epoca, un po’ per
conoscere e stare a stretto
contatto con uno dei più grandi
autori del Seicento, William
Shakespeare. Potrei travestirmi
da uomo, visto che le donne non
potevano recitare e interpretare
un ruolo importante in una sua
opera, ad esempio nell’Amleto, e
immedesimarmi nel protagonista
principale, l’eroe negativo,
moderno, colui che di fronte alla
propria vita non riesce a
prendere una decisione. Amleto
assume, così, quei caratteri che
lo rendono emblematico al punto
che l’espressione dubbio amletico indica ancora oggi un
dilemma di difficile soluzione, un dubbio che paralizza. I
nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso
perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto
perché non abbiamo il coraggio di tentare.
Ma perché Shakespeare si allontana dall’idea standard
dell’eroe e ne inventa uno nuovo? Perché non continuare le infinite opere con l’eroe, il vero eroe? Poteva fare
come Omero nell’Odissea, in cui dopo gli infiniti eventi
sfortunati che l’autore fa subire a Ulisse, gli regala il
ritorno a casa nella sua amata Itaca, da sua moglie. No,
lui doveva rappresentare la realtà, l’uomo vero, incerto,
complesso, incapace di capire il perché delle sue azioni.
Perché scegliere di incontrare proprio Shakespeare?
Perché scegliere un’epoca così lontana e un autore così
altrettanto “vecchio” e che molti ragazzi della mia età non
leggerebbero? Perché lui è un anticipatore della vita
moderna, contemporanea, della vita che viviamo ogni
giorno. Prevedeva il futuro?
Può darsi. In realtà si limitava ad osservare, ad ascoltare
il mondo e poi tornava a casa per trascrivere tutto su
carta e l’inchiostro prendeva vita nelle sue opere più
importanti come Romeo e Giulietta, Amleto e Otello.
Non è facile interpretare il suo pensiero; molti autori e
filosofi del nostro tempo hanno
cercato di analizzarlo senza
riuscirci. È come se si nascondesse nei personaggi e non ha
bisogno di esprimere delle vere e
proprie opinioni perché le
esprime affrontando dei temi
abbastanza
importanti
e
imponenti come la gelosia, la
vendetta, l’amore e la pazzia
nelle
sue
tragedie.
Sono tutti temi attuali, internazionalmente validi. Shakespeare ha
globalizzato il tormento, l’indecisione, la malinconia, la follia.
Basta solo accendere il televisore, ascoltare il telegiornale, leggere un quotidiano, per venire a conoscenza di
drammi familiari, sociali dovuti a gelosie, incomprensioni,
follie.
In ognuno di noi si nasconde un Amleto, un Romeo, una
Giulietta o un Otello. In alcuni casi bisognerebbe tenere
a bada quel lato pazzo e traboccante di gelosia di Otello
e far prevalere l’amore di Romeo e Giulietta.
Di solito si dovrebbe imparare dalla storia e dalla letteratura a non ripetere gli errori, ma puntualmente in determinate situazioni nel cervello umano scatta un qualcosa
che risveglia la pazzia e spinge l’uomo ad agire in modo
violento. E questo accentua l’eternità delle opere del mio
amato autore. Ed ecco la storia che si ripete.
Sì, la storia si ripropone così, senza distinzioni di epoche,
storie, famiglie e ceti sociali.
E mentre scrivo penso che la mia macchina del tempo
non ha tempo, perché tutto è un eterno presente.
Chiara Palumbo - IV B Afm
pretazione del giornale, e sono convinta che qualcuno
di noi, tra documenti da leggere, interviste e articoli da
scrivere, si sia appassionato alla disciplina giornalistica
e abbia intravisto la strada da intraprendere in un
futuro.
Ringrazio la tutor prof.ssa Antonella Lagalante per il
suo intervento attento, ma un ringraziamento speciale
va all’esperta prof.ssa Rita Rucco che ci ha seguiti
costantemente nel nostro percorso e ci ha aiutati a
superare ogni difficoltà nella stesura degli articoli.
Alice Perrone - IV B Afm
19
... differenze linguistiche
Nel corso del XX secolo l’inglese è divenuto la lingua franca
per eccellenza. Questo è accaduto grazie anche al
fenomeno della globalizzazione e dell’avvento della tecnologia informatica. È oggi anche strumento per la comunicazione fra etnie prive di connessioni culturali, scientifiche o
politiche. Molte persone, al di fuori della Gran
Bretagna, hanno iniziato a conoscere questa
lingua con l’aiuto della rete Internet. Al giorno
d’oggi è la lingua ufficiale parlata in percentuale maggiore in tutto il mondo. Si calcola
che gli inglesi, che parlano come lingua
madre questa lingua, siano circa 350
milioni, mentre sono circa 300 milioni le
persone che la usano come seconda
lingua, che parlino cioè inglese accanto
alla lingua nazionale o nativa. Sono infine
circa 100 milioni le persone che hanno
appreso l’inglese a scuola, in paesi dove
questa lingua non è in uso. Il numero di
coloro che usano l’inglese come lingua
seconda o straniera supera dunque quello di
coloro che lo parlano dalla nascita. L’inglese è
una lingua indoeuropea appartenente al ramo
occidentale delle lingue germaniche, assieme
all’olandese, all’alto e basso tedesco, al fiammingo e al
frisone. Conserva ancora un’evidente parentela col sassone
continentale.
Il tedesco è la lingua con il maggior numero di parlanti nativi
del continente europeo e dell’Unione europea, parlata
come prima lingua e riconosciuta come lingua ufficiale in
Germania, in Austria, in Svizzera, in Lussemburgo, in Belgio
e in Liechtenstein.Le prime volte dell’uso del tedesco
risalgono agli anni in cui Martin Lutero, 1500 circa, tradusse
la Bibbia in questa lingua. Si è evoluta anche con la nascita
di filosofi ed economisti tra i quali Kant, Marx.
Immanuel Kant fu uno dei più importanti esponenti
dell’Illuminismo tedesco e anticipatore degli elementi
fondanti della filosofia idealistica. Kant fa della critica il
pilastro su cui poggiare l’attività filosofica. La conoscenza
secondo Kant è suddivisa in tre facoltà principali: “Ogni
nostra conoscenza scaturisce dai sensi, da qui va all’intelletto, per finire nella ragione”.
Nella “Critica della ragion pratica” Kant analizza l’applicazione della ragione e i casi in cui essa sia anche pura, cioè
morale.
Marx è stato un filosofo, economista, storico, sociologo e
giornalista tedesco. Il suo pensiero, incentrato sulla critica,
in chiave materialista, dell’economia, della politica, della
società e della cultura capitalistiche, ha dato vita alla
corrente socio-politica del marxismo. Teorico della
concezione materialistica della storia e, assieme a Friedrich
Engels, del socialismo scientifico, è considerato tra i filosofi
maggiormente influenti sul piano politico filosofico ed
economico nella storia del Novecento che ha avuto un peso
decisivo sulla nascita delle ideologie socialiste e
comuniste.Questi intellettuali hanno contribuito alla crescita
della lingua e del pensiero filosofico ed economico.
La lingua francese si è storicamente sviluppata in Europa,
20
ove è parlata da circa 73 milioni di locutori madrelingua. I
principali paesi europei in cui si parla questa lingua sono la
Francia, il Belgio, la Svizzera, il Lussemburgo e la Valle
d’Aosta. Pur rimanendo fondamentalmente simili, queste
varietà presentano delle peculiarità lessicali e fonologiche
assai interessanti.Il francese di Parigi:
La definizione di francese parigino equivale
grossomodo con quella di francese standard,
essendo la variante della capitale presa a
modello per l’insegnamento della lingua in
tutto il mondo. Il francese è parlato dalla
maggioranza della popolazione anche se
nel territorio sono presenti diverse
minoranze linguistiche straniere, alcune
delle quali bilingui. Nonostante una
grande apertura verso gli stranieri, la
Francia difende con grande determinazione la propria lingua da contaminazioni, in
primo luogo dall’introduzione di termini
inglesi. Oggi il Francese, al nono posto nella
classifica mondiale delle lingue più utilizzate, è
l’unica al mondo, ad essere parlata nei cinque
continenti, con una maggiore concentrazione in
Europa.
Già in epoca classica, al tempo dei Romani, esisteva un
latino “volgare”, arrivato a noi attraverso testi non letterari,
graffiti, iscrizioni non ufficiali o testi letterari. Il primo
documento di uso di un volgare italiano è invece un placito
notarile; uno dei primi casi di diffusione della lingua è la
poesia della scuola siciliana, scritta in volgare siciliano da
numerosi poeti attivi prima della metà del Duecento nell’ambiente della corte imperiale. Uno dei poeti che richiama
immediatamente l’idea di italianità è il sommo poeta: Dante.
Nato nel 1965, finiti i suoi studi, a Firenze ebbe una carriera
politica di rilevante importanza che permetteva ai ceti
intermedi di prendere parte alla vita politica perché iscritti a
un’Arte; Dante, infatti, si immatricolò all’Arte dei Medici e
Speziali. Diventò infatti priore del suo comune di residenza.
Grazie a Dante la lingua italiana ebbe un importante
sviluppo. La Comedìa è il capolavoro di Dante ed è
considerata la più importante opera della civiltà medievale
nonché una delle più grandi opere della letteratura universale. Viene definita “comedia” perché è scritta in stile
“comico”. Dante, facente parte dell’Idealismo, ha una
visione verticale: la donna è un mezzo di elevazione per
arrivare a Dio. Il poema è diviso in tre cantiche, ciascuna
formata da 33 canti; ogni canto si compone di terzine di
endecasillabi. Si narra di un viaggio immaginario nei tre
regni dell’aldilà, nei quali si proiettano il bene e il male del
mondo terreno, compiuto dal poeta stesso, quale “simbolo”
dell’umanità, sotto la guida della ragione e della fede. Dante
è accompagnato sia nell’Inferno che nel Purgatorio dal suo
maestro Virgilio; in Paradiso da Beatrice e da San Bernardo.
Il pericolo per la lingua italiana, è quello di non essere
riconosciuta dall’Unione Europea come una delle lingue più
significative per la cultura europea.
Giulia Greco, Giorgia Chirivì,
Giulia Rizzello - III B Afm
Differenze religiose
La religione in Europa è stata determinante per la sua
grande influenza su arte, cultura, filosofia e diritto. La più
grande religione in Europa per almeno un millennio e mezzo
è stato il Cristianesimo.
Vari paesi dell’Europa sud-orientale hanno maggioranze
musulmane. In minoranza includono l’ebraismo, il
buddismo, il sikhismo, l’induismo, molto presenti sono in
Gran Bretagna e Francia.
Le guerre di religione sono state combattute in Europa dalla
fine del conflitto tra Francia e Spagna terminata con la pace
di Corteau-Cambresis nel 1559, fino alla conclusione della
guerra dei trent’anni.
Alora, possiamo parlare di un’Europa cristiana? Il
Cristianesimo è un elemento che unifica il pensiero religioso
in Europa?
A tal proposito abbiamo intervistato il teologo Andrea
Coppola e la docente di religione Sig.ra Mazzotta
Benedetta.
Secondo il loro parere, certamente, il cristianesimo è stato
e continua ad essere fondamentale per la formazione e per
l’unità dell’Europa.
Il cristianesimo si pone, infatti, nei confronti dell’Europa non
come volontà o gesto di rottura ma, piuttosto, come volontà
determinata a salvare e salvaguardare l’eredità antica.
L’uomo europeo, attraverso la rivelazione cristiana, trova
espressione in una cultura che si caratterizza per il pieno
riconoscimento del ruolo insostituibile e positivo sul lavoro.
In tale prospettiva è possibile cogliere il senso profondo e il
valore reale sia del motto benedettino “ ora et labora”, sia
del simbolo della croce e dell’aratro caratteristici di San
Benedetto e del suo ordine; in questo motto e in questo
simbolo, vi è la sintesi di quanto il Cristianesimo ha saputo
trasmettere all’Europa, ossia la liberazione totale di anima e
corpo.
Gli intervistati vorrebbero ricordare una delle grandi eredità
del Cristianesimo, diventato il fondamento della cultura
Europea: l’immagine cristiana dell’uomo.
Parlando di ogni singolo uomo e della sua dignità, si afferma
anche la solidarietà fra tutti gli uomini. Secondo la Bibbia
siamo figli dell’unico padre celeste e formiamo un’unica
famiglia umana.
La storia dell’Europa resta una grande storia che sotto il
segno della Croce ha lasciato una grande eredità umanistica. Non si riesce ad immaginare un’Europa senza la realtà
del cristianesimo.
Federica Bene - 3B Afm
I sapori dell’Europa
Iniziamo dal nostro Paese:
IL RISOTTO ALLA MILANESE
riconosciuta come specialità
tradizionale della Unione
Europea, e nel 2011 è stata
presentata
all’UNESCO
come patrimonio immateriale
dell’umanità
IL PANDORO
è nato per scherzo, sia per il
sapore che per il colore. È
ricco di zafferano, bagnato
con brodo e insaporito con il
formaggio. E infine un tocco
artistico una lamina d’oro.
LA PIZZA NAPOLETANA
dalla pasta morbida e sottile
ma dai bordi alti è dal 2010
Bruxelles ad assaggiare i
piatti tipici.
LE MOULES-FRITES
sont un plat typique de la
Belgique.
C’est
un
plat
simple
composé de moules cuites et
frites. Même si c’est un plat
très simple est requise avec
une fréquence.
LES WAFFLES
una golosità tipica veronese,
delicata, soffice con forma di
stella troncoconica a otto
punte.
E adesso dove andiamo?
Facciamoci un giro a
LA PAELLA
un misto di cioè riso, carne di
pollo, salsiccia, coniglio,
pesce,
gamberoni,
scampi,frutti
di
mare
pomodoro, peperoni, piselli,
olive e altri.
LA GODURIOSA
sont doux croquant à l’extérieur et moelleux à l’intérieur,
cuit sur deux plaques qui lui
donne l’aspect caractéristique en relief: c’est-à-un
réseau de surface.
Dove si va? Cosa si fa?
Andiamo….. en ESPAGNE !!
è un dolce a base di
mandorle tostate, cannella e
cioccolata.
Un
dolce
semplice ma buono!
21
I nostri successi
L’anno scolastico che si sta concludendo ha fatto
registrare ottimi risultati in concorsi locali e nazionali in
diversi ambiti disciplinari.
Per la produzione poetica l’alunno Marco Spedicato
(III B AFM) è tra i vincitori del concorso di poesia
patrocinato dall’Unesco su tema “La Bellezza”.
Nell’ambito del concorso promosso dalla Gazzetta del
Mezzogiorno, “Lo scrivo io”, gli alunni Francesco
Scardia (III B Afm), Lorenzo Mininanni (III A
SIA),Rossella Serafino (V Cpm), Roberta Rosato (V
Bpm), Luca Lubello e Michael Castelluzzo (IV B
Afm), hanno ricevuto importanti riconoscimenti e
premi per le opere poetiche e i pezzi giornalistici con
cui hanno partecipato.
Gli alunni Luca Lubello, Lorenzo Mininanni (III A SIA)
e Federica Bene (III B AFM) si sono classificati rispettivamente 2°, 3° e 4° al concorso di poesia internazionale “Il Galantuomo”. 2014.
Per la partecipazione al concorso “Cogito et volo”, il
giornale delle scuole, si sono distinti gli studenti
Christian Di Bari , Rosella Serafino (V C PM) e
Roberta Rosato ( V B PM) che hanno redatto vari
articoli.
Quest’ultima si è piazzata al 4° posto come migliore
redattrice su 70 partecipanti.
Altri successi nelle discipline Economiche sono stati
raggiunti dall’alunno Luca Lubello che si è classificato 2° al concorso “Job & Orienta” con l’elaborazione
di un business plan di un’impresa agroalimentare a
Verona.
Gli alunni Lorenzo De Fillippis (IVA SIA) e Giulio
Greco (III A RIM) hanno partecipato al “progetto
Servis” indetto dal Rotary Club ricevendo l’attestato
di partecipazione e un voucher di 300 Euro.
Ci sembra doveroso esternare la nostra gioia nel
comunicare che il nostro compagno Andrea Cicerello
(IV A SIA) gioca in prima squadra del Lecce, e che ha
esordito in coppa Italia con Pontedera e giocando
contro il Parma, il Perugia e il Grosseto, è stato
convocato in Nazionale under 18.
Siamo ancora lieti di annoverare il nome di Marianna
Agrimi, IVB Afm, tra le nuove stelle del panorama
nazionale della danza italiana essendo stata selezionata per una serie di eventi nazionali alla presenza di
grandi ballerini come Roberto Bolle.
Concludiamo con alcuni successi collettivi, non indivi-
One vision - Queen
Siamo uomini, siamo donne, e cerchiamo
di avere ragione. Cerchiamo la fortuna nei
posti più disperati, cerchiamo di sembrare
ciò che non siamo, cerchiamo di diventare
qualcosa che non saremo mai. Ma ciò che
non sappiamo è che non esiste né giusto
né sbagliato, siamo tutti uguali… non sono
né bianco, né nero, solo un uomo che
cerca di capire, un semplice uomo niente
di più. Siamo di carne, di ossa e di
pensiero, siamo quei bambini che giocano
felici in giardino, siamo quelle donne che
pensano al loro avvenire, siamo quell’uomo
preoccupato che non riesce ad andare
avanti.
Fratello mio, ti dico che tu non sei cosi
diverso da me, ti dico che alla fine di tutto
esiste una ragione, una vera religione e una
sola soluzione. E quello che facciamo è
cercare di avere “fortuna”, ma ciò che ci
spinge spesso non è l’amore. A volte è
solo un sentimento di pura competizione,
perché qui in questo mondo sono alte le
barriere che ci dividono. Barriere così alte
che non possiamo più guardarci negli
occhi, così spese che non sentiamo più la
voce di nostro fratello, e così fredde che
anche il nostro animo si è congelato.
Ho fatto un sogno: io e te insieme ci
stringevamo la mano, era un mondo pieno
di speranza e di dolci illusioni, non esitava il
22
bianco e tanto meno il nero, quelle barriere
era cadute e adesso ti riuscivo a vedere, a
sentire a stringerti. Era solo una mia
fantasia, perché poi un “forte vento” ha
distrutto quel bel mondo, lasciando solo
tanta rabbia e dolore. Però fratello mio, ti
dico di non temere, perché io credo in quel
mondo anche se era solo un’illusione.
Un giorno io e te ci stringeremo la mano
senza pensare al nostro passato, ma
cercheremo di guardare verso un mondo
migliore, insieme.
One man one goal one mission,
One heart one soul just one solution,
One flash of light yeah one god one vision
One flesh one bone,
One true religion,
One voice one hope,
One real decision,
Wowowowo gimme one vision
I had a dream,
When I was young,
A dream of sweet illusion,
A glimpse of hope and unity,
And visions of one sweet union,
But a cold wind blows,
And a dark rain falls,
And in my heart it shows,
Look what they've done to my dream”
Il cantante dei Queen, Freddie Mercury
nella canzone One vision, immagina un
mondo molto lontano da noi, un mondo
semplice ma puro dove le distinzioni sono
passate e dove non abbia più senso la
definizione di “diverso”. Ma ciò non è
ancora possibile perché l’era in cui viviamo
è un’era logora, che porta le cicatrici create
dal razzismo e dalla indifferenza. Siamo
vittime di tirannie e misticismi che ci
spingono a credere in ciò che non siamo, ci
spingono ad allontanarci da quel mondo
perfetto. Finché saremo governati dalle
nostre finte credenze, quel mondo perfetto
non si realizzerà mai.
Agostino Bozzardi - III C Sia
Olivetti & l’Europa
duali:
il
sostegno
all’UNICEF della IV B
Afm e l’adozione a
distanza di Yurub
Hakin Ali, una bambina
di Ijara, in Somalia, di
soli otto anni, portata a
compimento dalla IV A
Afm che ha aggiunto
con grande senso di
solidarietà una nuova
presenza nella propria
vita scolastica.
Attendiamo
altre
conferme in tutte le
discipline.
Intanto
…
alla
prossima
Federica Greco
Luca Lubello
IV B AFM
SOMMARIO
... per quale Europa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
Il mito Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
La scelta Ucraina tra Est e Ovest . . . . . . . . . . . . . . . 4
Il padre dell’MFE, Altiero Spinelli . . . . . . . . . . . . . . . 5
Il manifesto di Ventotene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Il Movimento Federalista Europeo . . . . . . . . . . . . . . 6
Caffé Culturale Europeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
L’integrazione europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Il Cruciverva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Europa sì, o Europa no? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
L’UE all’epilogo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
L’euroscetticismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La Banca Centrale Europea . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
La politica europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
I tassi di conversione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Il semestre italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Renzi pensiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Storia in pillole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Mazzini e un’idea d’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Svizzera: al referendum contro l’immigrazione . . . . . . . 15
La “buona morte” in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Dante e Shakespeare, padri dei poeti italiani ed europei . 17
La politica europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Il poeta dell’Europa Vittorio Sereni . . . . . . . . . . . . . 18
In viaggio nello spazio e nel tempo . . . . . . . . . . . . . 19
... differenze linguistiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Differenze religiose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
I sapori dell’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
I nostri successi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
One vision – Queen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Olivetti & l’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
In occasione della riflessione sul tema Europa, si è svolta una indagine
conoscitiva all’interno del nostro Istituto che ha visto interessati i rappresentanti delle terze, quarte e quinte classi dell’Olivetti che, precedentemente informati sul tema, hanno offerto le loro risposte in Aula Magna. Il
sondaggio “Olivetti & l’Europa”, ha espresso i seguenti dati.
La tipologia risponde alla scelta di indagine a campione con
questionario non strutturato.
LE DOMANDE POSTE IN ENTRAMBI I CASI SONO:
1. Quali sono i sei paesi fondatori della comunità europea?
2. Qual è il suo obiettivo?
3. Quando nasce ufficialmente l’euro?
4. L’euro è la moneta ufficiale di undici paesi dell’unione europea
mondiale, quali?
5. La Danimarca, il Regno Unito e la Svezia sono membri dell’unione
europea?
6. Perché attualmente non fanno parte dell’area dell’euro?
7. In quali territori extraeuropei, dipendenti da Stati, hanno adottato
l’euro anche se non facenti parte dell’unione europea?
8. Chi sono i leader visionari che hanno aspirato la creazione dell’unione europea in cui viviamo oggi?
9. Per quale motivo nacque l’unione europea?
10. Negli anni sessanta si assiste alla nascita di una vera e propria
cultura giovanile con quale gruppo musicale che ha attirato orde di
adolescenti ovunque si esibiscano?
11. Quando venne abbattuto il muro di berlino e dopo quanti anni?
12. Quando l’euro divenne sinonimo di guerra al terrorismo?
13. Che cos’è il consiglio europeo?
14. Com’è scelto il presidente? Quanto dura il suo mandato?
15. Dove si riunisce?
16. Quando fu creato il consiglio europeo?
17. Per quale motivo?
18. Quali sono i compiti del consiglio?
19. Quali sono le principali funzioni della commissione?
20. Quante volte si riuniscono?
Successivamente abbiamo svolto delle indagini casuali all’interno della
scuola. Le domande sono le stesse poste in precedenza nell’indagine
non strutturata, i risultati, tuttavia sono stati diversi in quanto gli
intervistati non hanno mostrato una conoscenza adeguata dell’argomento tanto da rispondere con immediatezza e sicurezza.
Questi dati sono dovuti, secondo noi, in parte al disinteresse generalizzato tra i giovani su questi argomenti, ma anche all’assenza di
approfondimenti tematici all’interno dei programmi scolastici relativi
allo studio della Storia, del Diritto e dell’ Economia.
L’auspicio del nostro lavoro è che tali argomenti possano essere
conosciuti da tutti.
Christian Di Bari - IV B Afm
23
Essere
Unite
Rappresenta
Onore
Per le
Anime d’Europa
Giorgia Chirivì, Giulia Greco, Damiana Longo - III B Afm