ITES “A. Olivetti” - Lecce Anno scolastico 2013-2014 - Anno X ... per quale Europa? Eccoci qua a parlare, dalle pagine del nostro giornale, di Europa. Eccoci qua, con la nostra giovane redazione, a porre domande, ad intrecciare risposte, ad inoltrare riflessioni su un tema che porta con sé ancora molti interrogativi. I giovani sono coloro che hanno maggiori aspettative e forse anche maggior titolo a valutare criticamente il sistema in cui saranno chiamati a partecipare e la presente redazione si è posto fin dalla copertina, la domanda che ordine socio- politico, economico, culturale ed etico nel rispetto delle opinioni divergenti e sempre condivise. Un’ulteriore domanda: cosa ci attendiamo? Credo di poter sintetizzare la richiesta, di tanti, relativa ad uno sintetizza speranze e possibili delusioni: Per quale Europa? Per quale Europa si vota, si ragiona e per quale Europa, addirittura si muore? La condizione della Ucraina è apparsa emblematica per le motivazioni politiche, economiche e culturali che agitano il popolo in funzione di una indipendenza e di una apertura verso l’Occidente. Una situazione drammatica che è tutta nell’etimologia della parola Ucraina, ovvero terra di frontiera, terra tra l’Est e l’Ovest. Una frontiera sempre più al limite, sempre più problematica e pericolosa per gli esiti cui stiamo assistendo. Nelle presenti pagine è evidente, allora, l’impegno di ciascun “giornalista in erba” nell’ approfondire liberamente tematiche di stato federale europeo in cui il Parlamento diventi un vero Parlamento, cioè l’organo della legge, con un’Assemblea Costituente che prepari la Costituzione definitiva dell’Europa federale, con un vero Governo con dei veri Ministri che possano condurre una vera politica europea. Gli obbiettivi comuni riguardano una profonda solidarietà in senso economico e politico per abbattere la povertà, aprire alla libertà, vincere i poteri forti. L’attuale Governo italiano ha intenzione di contare di più in Europa, certo come è, della nostra grande Storia. Ciò che ci preoccupa, però, è il nostro presente appannato. Buona lettura. Rita Rucco La redazione al completo. Tutor: Prof.ssa Antonella Lagalante Esperta: Prof.ssa Rita Rucco (III A Sia): De Rinaldis Andrea, Mininanni Lorenzo; (III B Afm): Bene Federica, Chirivì Giorgia, Greco Giulia, Ingrosso Francesca, Longo Anna Damiana, Rizzello Giulia; (III C Sia): Bozzardi Agostino, Russo Simone; (IV A Afm): Cavalera Marco, Geusa Andrea, Tundo Stefano; (IV B Afm): De Vitis Marco, Di Bari Christian, Greco Federica, Greco Gabriele, Lagna Marco, Lubello Luca Palumbo Chiara, Perrone Alice Copertina: Greco Gabriele Collaborazioni Esterne: Daniele Russo, Andrea De Luca V Bpm Il giornale è consultabile on line su: ww.itcolivetti.le.it Stampa: CARTOGRAFICA ROSATO 2 Il mito Europa Il nome Europa deriva probabilmente dall’assiro Ereb (Greco Antico: Ερεβος - Tenebre) e avrebbe il significato di “Terra del buio”; infatti per le civiltà orientali il territorio europeo si trovava a occidente, dove tramontava il sole. Il toponimo Europa invece viene da una figura della mitologia greca: Europa era la figlia di Agenore re di Tiro. Vedendo che si lasciava accarezzare, Europa salì sulla groppa del toro, che subito si gettò in mare e la condusse fino a Creta. Zeus le apparve nelle sue vere sembianze e le rivelò il suo amore. Dall’unione di Zeus ed Europa nacquero tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamanto. Il primogenito Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Il nome Europa, da quel momento, indicò le terre bagnate dal Mar Mediterraneo. Christian Di Bari, IV B Afm Zeus, innamoratosi di Europa, decise di rapirla; per non essere riconosciuto si trasformò in uno splendido toro bianco. Le apparve mentre Europa stava cogliendo fiori in riva al mare. Notando il toro che le si avvicinava, Europa inizialmente si spaventò ma il toro si sdraiò ai suoi piedi, così Europa si tranquillizzò. L’EUROPA Unione di sensi e coscienze Divisi o amici guardano su in alto Io vedo i fiori riunirsi e separarsi le nubi. Sì “io non andrò di gente in gente” Voi che vivete in luoghi lontani Voi visi amici sarete per me un incontro di voci colori e passioni E insieme andremo su strade accoglienti. Giorgia Chirivì, Giulia Greco Giulia Rizzello, Gabriele Greco 3 La scelta Ucraina tra Est e Ovest A prima vista sembra un vasto e violento tumulto in favore dell’Europa, quello che da mesi sconvolge l’Ucraina. Un tumulto che ci sorprende, ci scombussola: possibile che l’Unione accenda le brame furiose di un popolo, proprio ora che tanti nostri cittadini la rigettano? ” La Repubblica L’Ucraina è terra contesa tra l’UE e la Russia. L’Europa ha proposto a Kiev, la capitale, degli accordi di associazione e un’intesa sul libero scambio. Tutto ciò stimola le riforme, fornisce una chiave d’accesso al mercato comunitario e favorisce lo sviluppo economico. Prima di affrontare la questione, l’Ucraina deve, però, uscire dalla crisi economico-finanziaria in cui si trova. Il 21 novembre 2013, il governo ucraino ha deciso di interrompere i negoziati con l’Unione Europea perché necessita di entrate monetarie per combattere la crisi, ma anche perché non riesce più a sostenere le pressioni e le minacce della Russia unite alla promessa di creare un’unione doganale alternativa a quella europea. Il taglio del prezzo del gas naturale esportato in Ucraina è un’altra arma usata dal presidente russo Vladimir Putin per bloccare l’intesa. Le persone in piazza dicono che stanno lottando per il futuro sviluppo del paese: l’Ucraina sarà un paese basato sullo Stato di diritto o un’oligarchia in stile russo? Il 22 gennaio il Parlamento ucraino ha approvato una serie di leggi al fine di regolamentare, bloccare e reprimere le proteste. I manifestanti sono sottoposti a condanne durissime, anche solo per essersi coperti il volto o aver partecipato a cortei non autorizzati rischiano una pena che arriva a cinque anni di detenzione. I risultati sono amareggianti, tragici: migliaia di feriti e centinaia sono stati i morti a causa di tutto ciò, con anche duecento vittime al giorno. Putin punta il dito contro l’Unione Europea dicendo che ‘ricatta’ e che fa ‘pressione’ su Kiev. Dall’UE arrivano le stesse accuse riferite a Mosca di ricattare Kiev, dopo che il presidente Viktor Yanukovich aveva annunciato la sospensione dei preparativi per arrivare alla firma di un trattato di associazione con l’UE. Improvvisamente, il 18 Febbraio 2014 gli scontri si aggravano. Questo è stato senza dubbio il giorno più sanguinoso delle proteste. I manifestanti hanno marciato verso il Parlamento dove era in programma una seduta in cui l’opposizione avrebbe proposto di ridurre i poteri del presidente Janukovi; la polizia ha cercato di bloccarli e la violentissima lotta civile ha avuto così inizio. Le autorità, prima di utilizzare forti misure repressive, hanno concesso 90 minuti di tempo ai manifestanti per dare loro modo di ritirarsi; essi hanno occupato di nuovo 4 il municipio di Kiev. Il 16 febbraio era stato sgomberato il municipio di Kiev. L’Ucraina è considerata il punto chiave strategico che Putin non vuole farsi sfuggire, e chiunque voglia ostacolare tale volontà è immediatamente qualificato come “fascista”. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, non ha avuto scrupoli ad accusare gli ucraini del movimento euroMaidan di “progrom” nei confronti dei russofoni. L’intervento in Crimea avviene su richiesta di popolazioni ritenute inquiete. Putin interviene in Crimea e si tiene pronto ad andare oltre fino a quando l’Ucraina non rientrerà nel girone russo. C’è da osservare che, nell’avversità, l’Europa dimostra una vera capacità di coesione, mentre Barack Obama è stato scombussolato al punto da dover rimettere in discussione la propria visione tattica che consiste nel non urtare la Russia per cercare di ottenere un appoggio a una soluzione politica in Siria. I problemi internazionali della crisi in atto sono tanti e la vera via d’uscita, pacifica e ragionevole, si potrebbe trovare se gli stessi russi mettessero in discussione la dittatura che subiscono e che accettano. Una crisi gravissima, senza precedenti, dopo quella del crollo del muro di Berlino. La crisi è aggravata dalla decisione di Mosca di minacciare la sospensione delle ispezioni internazionali sulle armi nucleari del proprio territorio. La questione Ucraina, da quello che si può benissimo comprendere, è una situazione davvero molto complicata e di non facile risoluzione. Forse, al contrario di quanto molte persone dichiarano, l’Europa non è solo un male. Il continuo susseguirsi di lotte in Ucraina, ci fa comprendere proprio questo: essere membri dell’Unione Europea può, anzi, deve portare benefici rispetto alle attuali condizioni. Alice Perrone IV B Afm, Marco Cavalera IV A Afm Il padre dell’MFE, Altiero Spinelli Altiero Spinelli nacque a Roma da una famiglia borghese originaria del Sud, il 31 agosto 1907. Influenzato sin da adolescente dalle idee politiche del padre socialista, aderisce al partito comunista italiano e in un’età molto giovane partecipa clandestinamente alla lotta contro il fascismo. Arrestato nel 1927 per cospirazione contro i poteri dello Stato, sconta dieci anni di prigione e sei di confino a Ventotene. Durante il suo confino sull’isola, studia i testi dei federalisti anglo-sassoni, che gli hanno fatto abbandonare il comunismo per scegliere il federalismo. Nel 1941 quando la guerra sembrava essere vinta dalle truppe naziste e fasciste, elabora insieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni il “manifesto di Ventotene”. Spinelli si rende conto che la battaglia per la Federazione Europea richiede la creazione di un nuovo tipo di organizzazione politica,libera dalle ideologie tradizionali. Sulla base di questa convinzione promuove la fondazione del Movimento Federalista Europeo (Milano, 27 - 28 agosto 1943). Agli inizi degli anni cinquanta, l’azione di Spinelli e del MFE (Movimento Federalista Europeo) sul governo italiano è decisiva per fare della costituente europea la questione centrale delle trattative per la creazione della Comunità europea di difesa (CED). Grazie a questa azione l’Assemblea viene incaricata di elaborare lo statuto della Comunità politica europea, cioè dell’organismo politico che controlla l’esercito europeo. Osservo il mondo come lo osserva una ragazza di sedici anni quale sono; dal mio punto di vista sarei disposta a trasferirmi all’estero per migliorare la mia qualità di vita e il mio bagaglio culturale. Sono sicura che sarebbe tutto molto più semplice. Sarei disposta a lasciare la mia terra, la mia famiglia, le mie abitudini, per costruire un futuro migliore. Forse, però, in questo momento, è solo un pensiero relativo al periodo di crisi che stiamo vivendo, un contesto storico in cui i giovani pagano le conseguenze dei cattivi governi. È per questo motivo che, nel mio presente, l’Europa mi appare, dunque, una migliore opportunità! Dopo aver abbandonato il MFE negli anni sessanta, nel 1970 viene nominato membro della Commissione esecutiva della CEE. Dal 1976 al 1986 è membro del Parlamento europeo; nel 1984 è presidente della Commissione Affari costituzionali. Spinelli muore a Roma il 23 maggio 1986. Francesca Ingrosso Federica Bene - III B Afm Il manifesto di Ventotene Il Manifesto di Ventoténe è il primo documento ufficiale che mostra la necessità di avere un’Europa di tipo Federalista e per questo viene considerato il testo fondante dell’Unione Europea. Il manifesto, che ha la struttura di un saggio, inizialmente aveva il titolo “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”. Gli autori Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni lo ultimarono nel 1941 e lo pubblicarono nel 1948 durante il periodo di confino nell’omonima isola nel Lazio Meridionale. Il saggio, curato da Eugenio Cologni (1944) in clandestinità, era articolato originariamente in quattro capitoli ma che diventarono tre successivamente: La crisi della civiltà moderna; Compiti del dopoguerra. L’unità europea; Compiti del dopoguerra. La riforma della società. Tutti questi tre capitoli, tranne la prima parte dell’ultimo, curato da Ernesto Rossi, furono interamente scritti da Spinelli e pubblicati in clandestinità. Il Manifesto è fondato su concetti di pace e libertà kantiana, ovvero della legge morale e dell’imperativo categorico. Durante la stesura, gli autori del Manifesto si resero conto che era necessario creare una forza politica esterna ai partiti tradizionali. Infatti, questa forza politica nacque poco tempo dopo: il Movimento Federalista Europeo. L’edizione del manifesto, curata da Eugenio Colorni nel 1944, prese il titolo di “Problemi della Federazione Europea”. Al testo, infine, furono aggiunti due saggi del già citato Altiero Spinelli, importantissima figura del panorama europeo. Andrea De Rinaldis III A SIA Longo Damiana - III B Afm 5 Il Movimento Federalista Europeo L’MFE è un movimento politico che mira alla creazione di una Federazione europea. Venne fondato a Milano fra il 27 e il 28 agosto del 1943 da Altiero Spinelli. Esso si fonda sui principi contenuti nel Manifesto di Ventotene elaborato nel 1941 dagli stessi Spinelli e Rossi assieme ad Eugenio Colorni. Il movimento originariamente nasce per garantire pace e benessere grazie al fatto di superare la sovranità assoluta per conseguire e garantire la pace e il benessere. Da un lato il modello dello Stato nazionale va superato verso il basso, ovvero introducendo modelli di organizBandiera del 1958 zazione politica e sociale più vicini ai cittadini, valorizzando ad esempio il ruolo degli Enti locali o delle Regioni, dall’ altro, il modello dello Stato nazionale va superato verso l’alto, con la creazione di una Federazione europea ed eventualmente anche mondiale. Il Movimento Federalista Europeo ritiene insufficienti soluzioni istituzionali confederative, in cui gli Stati nazionali mantengano poteri significativi e larga parte della sovranità. Il MFE vede nell’Unione europea una fase intermedia di progresso dell’integrazione europea, ma non il suo compimento. Secondo il MFE il processo di integrazione europea dovrebbe comprendere anche la sfera politica e portare alla totale cessione della sovranità dagli Stati membri alle istituzioni europee. La Federazione europea dovrebbe godere di personalità giuridica internazionale esclusiva e di determinare quindi in maniera autonoma la politica estera, la politica di difesa e la politica economica europea. La Federazione dovrebbe disporre di una costituzione rigida e federale. Il MFE sostiene che con l’integrazione compiuta sarebbe possibile colmare il decifit di democrazia che viene imputato alle istituzione dell’ Unione europea e 6 rendere più forte la presenza europea sulla scena internazionale. La realizzazione della Federazione europea costituirebbe, inoltre, una spinta verso la progressiva creazione di una Federazione mondiale. È da sottolineare che il Movimento Federalista Europeo è un’organizzazione politica autonoma. E’ indipendente dai partiti politici e non partecipa direttamente alle elezioni. È attualmente presieduto da Lucio Levi. Lorenzo Mininanni III A SIA Caffé Culturale Europeo Cosa è un caffè culturale? Il movimento federalista europeo (d’ora in avanti lo chiameremo MFE) organizza, oltre alle numerose manifestazioni di carattere politico, degli incontri nei quali confrontarsi e arricchire la propria cultura in diversi campi del sapere: “Il Caffè Culturale”. Questi incontri, organizzati anche dalla sezione di Lecce dell’MFE, si svolgono in un contesto molto rilassante e tranquillo, ovvero presso il locale Ristorante-Caffè: L’ombra del Barocco, situato nel centro storico della nostra bellissima città, la Firenze del Sud. In questo piccolo ma grazioso contesto, si può assaporare il misterioso e dolce gusto della poesia, della letteratura e della musica mentre si sorseggia un caffè dalle note sottili ma forti, un tè caldo oppure una dolce deliziosa cioccolata calda. Durante queste riunioni, dopo una piccola introduzione musicale che offre l’ascolto di autori famosissimi nel contesto classico, si susseguono diversi ospiti che lavorano, oppure sono a stretto contatto con l’Unione Europea. Di seguito possiamo approfondire la nostra filosofia d’animo con il commento di alcune poesie, oppure di alcuni brani di persone che hanno fatto propri alti ideali europei. Nell’ultimo incontro tenutosi il 08/02/2014, sono intervenuti due esperti del campo lavorativo ovvero la Dottoressa Bernadette Greco dell’E.U.R.E.S ed il Signor Roberto Serra responsabile delegato per S.A.W. Ovviamente vi starete chiedendo: cos’è l’E.U.R.E.S e cos’è il S.A.W? L’EURES (European Employment Services - Servizi europei per l’impiego) è una rete di cooperazione per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all’interno dello Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per l’impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro. La rete è coordinata dalla Commissione europea. I principali obiettivi di EURES sono: - informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni NOI PER ... L’EUROPA SÌ! L’unione di ogni popolo, è un aspetto inviolabile, di fratellanza e convivialità. Diciamo pertanto si all’Europa! Giulia Greco e Giorgia Chirivì - III B Afm di vita e di lavoro nello Spazio economico europeo; - assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi; - fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni transfrontaliere. Il SAW, invece, è l’acronimo di Osservatorio Sulla Responsabilità Sociale (tradotto in Inglese) e consente di: - migliorare la trasparenza e la reputazione delle Organizzazioni verso i propri Stakeholders - semplificare e rendere più efficaci i procedimenti di qualifica dei fornitori e subfornitori - ridurre i costi della certificazione SA8000 - facilitare l’accesso alle PMI a sistemi di garanzia nel campo della Responsabilità Sociale senza dover sostenere gli oneri della certificazione - supportare le dinamiche della rendicontazione sociale La Dottoressa Bernadette Greco ha parlato delle numerose richieste lavorative che le arrivano mentre fa il turno allo “sportello” della Provincia di Lecce. Riceve giovani e persone più avanti con gli anni, neolaureati, neodiplomati o semplicemente famiglie con problemi economici e situazioni di precariato. Si è parlato anche dell’importanza del titolo di studio spendibile all’estero, ma soprattutto del livello di conoscenza delle lingue richieste, fondamentali per il lavoro oltre i confini italiani. Le maggiori richieste di personale qualificato in fatto di lingue straniere e laureato da parte delle nazioni dell’Europa Occidentale, riguardano il settore dell’ingegneria con tutte le specializzazioni ma soprattutto nel campo dell’energia rinnovabile. Per quanto riguarda altri lavori meno qualificati, si richiedono lavapiatti, chef e Receptioniste (campo alberghiero). Per qualsiasi informazione, ci si può mettere in contatto con lei e discutere il tutto tramite appuntamento. Il signor Roberto Serra, invece, dopo aver sottolineato l’impegno della Provincia nel sostenere e orientare il lavoro all’estero, fa riflettere sulla riduzione dell’utilizzo dell’EURES e di tutte le possibilità finora offerte dalla Provincia, qualora le Province fossero abolite. Andrea De Rinaldis - III A Sia Recapiti utili: Bernadette Greco - Provincia di Lecce - Settore lavoro Provincia di Lecce - Antenna Europa - Servizio Politiche del Lavoro - Via Botti (IT) - Lecce - Tel. 0832 683781 - fax 0832 683683 - [email protected] Lingua parlata: English (en), español (es), français (fr), italiano (it) Roberto Serra: 73100 Lecce (Italia) - Umberto I, n.13 -Tel. 0832 683433 - Fax 0832 683390 - [email protected] 7 L’integrazione europea L’Unione Europea vuole promuovere la libertà e lo sviluppo nel mondo. Si è giunti a questo proposito a partire dal trattato di CEE (comunità economica europea) che venne firmato il 25 marzo 1957 a Roma e riuniva i sei paesi fondatori quali Italia, Francia, Germania ovest, Belgio, Paesi bassi e Lussemburgo in un unico stato europeo. Esso aveva lo scopo di realizzare un’integrazione economica tra i paesi membri proteggendo i paesi più deboli. Tale trattato prevedeva la creazione di un mercato comune, di un’unione doganale e di politiche comuni affrontando direttamente questi tre temi specificando quali azioni la comunità dovrà avviare per adempiere il suo mandato. Il mercato comune si basa su quattro libertà: libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci, dei capitali. Esso crea uno spazio economico che permette la libera concorrenza tra le imprese e pone le ... il cruciverba Orizzontali: 1) Moneta europea 4) Monti che separano l’Europa dall’Asia 6) Confina con la Croazia 7) Cooperazione economica europea 8) Confina con Austria e Francia 9) Lecce 10) Non è lui 11) Capitale della norvegia 12) Genere musicale 13) Seconda persona singolare 14) Non è basso Verticali: 1) Comunità europea 2) Capitale d’Italia 3) Abitante dell’Olanda 4) Nel 1861 l’Italia diventò... 5) Momento di rabbia 8) Classe o … 9) Citta’ della Francia 15) Sigla di Europa 8 basi per ravvicinare le condizioni di scambio dei prodotti e dei servizi che sono già coperti dagli atri trattati (CECA e Eurotom). L’unione doganale è fondamentale per il funzionamento del mercato unico europeo e serve a garantire la corretta applicazione delle politiche comunitarie legate al commercio internazionale. Dopo 50 anni dalla firma dei trattati di Roma i sei paesi fondatori si sono riuniti nel 2007 a Berlino con l’obiettivo di dare all’unione europea una base comune rinnovata, perché l’Europa è il nostro futuro comune. L’integrazione europea è l’insegnamento tratto da conflitti sanguinosi e da una storia di sofferenze. Francesca Ingrosso Federica Bene - III B Afm Europa sì, o Europa no? Nel 2009 scoppia, inizialmente in America ma poi si estende anche in Europa, una crisi finanziaria che travolge quasi tutte le economie mondiali. La grande Italia che era stata teatro di una grandissima ripresa dalla crisi degli anni 70, si ritrova con un tasso di disoccupazione imbarazzante, famiglie sul lastrico e imprese in gravi difficoltà. Si cercano tanti capri espiatori per cercare colpevoli da bruciare vivi in una piazza come si faceva ai tempi delle “streghe”. Si punta il dito contro tutti…nessuno escluso! E così si inizia a dare responsabilità ai politici, al governo, alla corruzione ed ora, si sta incominciando a puntare il dito anche contro l’Europa. Sorge, quindi, spontanea la domanda sopra citata: Europa Sì, o Europa No? Sappiamo che, dopo la seconda guerra mondiale, tutti i paesi (compresi i “vincitori”) vivevano una situazione alquanto disastrosa da tutti i punti di vista. Questa situazione molto simile tra tutti, portò dei paesi ad unirsi e a formare un’Unione. Lo scopo di quest’unione era ed è tutt’ora: - promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli; - offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest’ultima; - instaurare un mercato interno; - favorire lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente; - promuovere il progresso scientifico e tecnologico; - combattere l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore; - promuovere la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri; - rispettare la ricchezza della diversità culturale e linguistica dell’Europa e vigilare sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo; - istituire un’unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro; - affermare e promuove i suoi valori e interessi nelle relazioni con il resto del mondo. Sappiamo che, entrare nell’Europa, è stato un passo davvero importante per un paese come il nostro, il quale è stato distrutto dalla guerra. L’Europa è stata lo spiraglio di luce che ci ha portati in un futuro coronato sia da crisi che da riprese economiche. Attualmente, intere popolazioni si ribellano per riuscire ad entrare nell’Unione che ammette paesi con standard di livello più che alto e quindi, ci chiediamo: se ci sono tantissimi paesi che vogliono entrare nell’UE, di chi è la colpa? Io credo, da semplice sedicenne, che l’Europa non abbia colpe. Basta esaminare gli obiettivi dell’Europa sopracitati per capire che si vuole solo il meglio per i paesi che ne fanno parte. Tocca a noi dare il meglio per il bene nostro e quello di tutti. L’Europa fa tanto per noi ed infatti possiamo elencare le iniziative che interessano gli studenti come i PON o i fondi erogati alla scuola, fino ad arrivare agli aiuti per i paesi con difficoltà economiche. Non dimentichiamoci di tutti i posti di lavoro all’estero accessibili grazie all’Unione e di tutte le iniziative a livello universitario come l’Erasmus. Siamo in un’Unione: Impariamo a convivere bene, impariamo ad aiutarci a vicenda. Usciamo dalla crisi: INSIEME! Andrea De Rinaldis - III A SIA 9 L’UE all’epilogo? In un periodo di crisi profonda, come quello che sta attraversando l’intera comunità europea la domanda che si pongono molti cittadini è la seguente: possibile che dopo oltre 60 anni si sia giunti ad un epilogo? Ci stiamo avvicinando al fatidico 2017, quando la Gran Bretagna dovrebbe farci sapere, via referendum , se rimarrà nell’UE o no. Molti “stranieri” si stanno chiedendo se conviene pagare 900 Sterline per diventare Britannici, fare domanda per ottenere la cittadinanza, così da non fare valigia e tornarsene “da dove sono venuti”. I pareri dei cittadini sono tanti, e vari. In molti pensano che nonostante le difficoltà L’euroscetticismo Se da un lato l’Ucraina è in tumulto per ottenere l’annessione all’Europa, dall’altro il vento euroscettico è in continua crescita e sta coinvolgendo non pochi Paesi della Comunità. Questo termine non è altro che la definizione per indicare il dissenso di alcuni Paesi e/o partiti nei confronti dell’Unione Europea e l’opposizione al processo di integrazione politica europea. In Italia il più influente partito euroscettico è la Lega Nord, che più volte si è espressa contraria alle politiche dell’Unione e ai propri leader. Su posizioni euroscettiche si collocano anche Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale, La Destra, Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Fronte Nazionale e No Euro. Anche in Francia, la neo eletta Le Pen asseconda questi ideali: “Chiedo a tutte le forze euroscettiche d’Europa di allearsi in difesa degli Stati nazione, del ritorno della democrazia, della sovranità dei popoli e delle identità nazionali”. Questi sono solo alcuni dei paesi che chiedono l’indipendenza dalla Comunità; la fiducia nell’UE è ai minimi storici. Occorre una svolta positiva per riacquistare la credibilità e lavorare per migliorare le condizioni di vita di ogni cittadino europeo. Marco Cavalera - IV A Afm 10 non si possa dividere una comunità che è riuscita a superare periodi molto più bui. la loro tesi è vasta e spesso molti cittadini si ritrovano. I vantaggi sono tanti, ad esempio, nel corso degli ultimi cinquant’anni la nascita e lo sviluppo dell’Unione europea hanno reso più facile la vita dei cittadini europei abolendo tutta una serie di limitazioni, la maggior parte delle barriere (fisiche, procedurali, burocratiche e commerciali) che tendeva a confinare i cittadini, i beni e il denaro dietro le mura protezionistiche delle frontiere nazionali è stata eliminata; quindi, come si può vedere, le motivazioni sono tante e valide. Il problema sorge nel momento in cui vengono analizzate le antitesi, a mio parere molto più valide, perché ovviamente con l’entrata di Paesi con un reddito più basso ha fatto sì che vengano stabilite delle barriere e ciò limita le grandi potenze; ma al di là di questo ci ritroviamo in una comunità che dovrebbe appartenere a tutti i cittadini, anche se, nell’ultimo periodo stanno sorgendo delle differenze. La comunità appartiene alle banche che insieme alla Germania, con la cancelliera Merkel, prendono decisioni cercando di uscire da questo vicolo cieco. Il problema sorge nel momento in cui la grande potenza tedesca metta dinanzi a tutto e a tutti i propri interessi che vanno a contrastare con le situazioni critiche degli altri paesi. Un secondo svantaggio riguarda le possibili difficoltà nei processi decisionali degli organi comunitari. L’impostazione dell’Ue è stata pensata con un numero ristretto di paesi membri, ma ora che il numero è sensibilmente cresciuto, si impone l’accettazione di un grado maggiore di rinuncia alla sovranità nazionale, con l’eliminazione totale del principio dell’unanimità. In ogni caso ci sono difficoltà anche pratiche, derivanti dal fatto che le lingue ufficiali dell’Ue sono diventate 20. Questo è un problema da non sottovalutare, anche e soprattutto facendo riferimento proprio alla grande potenza tedesca. La domanda finale è: la lingua inglese, considerata universale, sarà sostituita dalla lingua dell’economia? Il tedesco? Stefano Tundo - IV A Afm Christian Di Bari - IV Afm La Banca Centrale Europea La B.C.E. è la Banca Centrale europea incaricata dell’attuazione della politica monetaria per i 18 Paesi dell’ Unione Europea che hanno aderito all’ euro e che formano la cosiddetta “zona euro” o “area euro” (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna). La B.C.E. è stata istituita in base al Trattato dell’Unione Europea l’01/06/1998. La sede è l’Eurotorre a Francoforte sul Meno in Germania; dal 01/11/2011 il presidente è Mario Draghi. Scopo principale è quello di regolamentare l’andamento dei prezzi, attraverso il controllo dell’ inflazione nell’area euro, di “battere moneta”, di svolgere le operazioni sui cambi, di determinare la politica monetaria per i Paesi dell’area euro. In realtà, la B.C.E. è solo uno dei tre tasselli ai quali è demandata la politica monetaria e il controllo del rispetto dei parametri di Maastricht per i Paesi aderenti; gli altri due organismi sono il F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) e U.E. (Unione Europea). Questi tre organismi compongono la cosiddetta Troika, che decide il “bello e il cattivo tempo” sugli Stati dell’area euro. In effetti il Trattato di Maastricht firmato il 07/02/1992 a Maastricht dai 12 Paesi membri dell’ Unione Europea, fissa le regole politiche e i parametri economici necessari per l’ingresso dei vari Stati nell’ Unione e cioè: il rapporto tra deficit pubblico e PIL non deve superare il 3%, il rapporto tra debito pubblico e PIL non deve essere superiore al 60%, il tasso di inflazione non deve superare di oltre il 2% quello dei tre Stati membri con i risultati migliori. Questi organismi europei, tutte queste regole meramente ragioneristiche sono ben lontane dall’idea di un’ Europa unita, così come fu concepita negli anni Quaranta da politici e scrittori come Altiero Spinelli e Mario Rossi, che nel Documento di Ventotène posero le basi per un’ Europa libera e unita in chiave federale, ma con una politica estera, una moneta e un esercito unico ed europeo. Questo Documento, che è il testo fondante dell’ Unione Europea, doveva avere la funzione di stimolo al fine di un’integrazione socio-politica ed economica degli Stati europei, evidenziando quei valori comuni di libertà ed unità che avrebbero dovuto portare, alla fine, ala creazione degli Stati uniti d’Europa. Tutto questo, però, è stato disatteso, infatti, anziché partire da un’unione politica, sociale e culturale, si è partiti dall’ economia, creando una moneta unica, delle regole economico-monetarie molto severe e degli organismi di controllo che hanno poteri decisionali sulle politiche economiche dei singoli Stati. È in questo che può ravvisarsi la prima fase della crisi dell’eurozona, in quanto il dare prevalenza agli aspetti economici e monetari, anziché aggregare ha diviso, anziché unire ha creato divari tra gli Stati membri, in quanto si utiliz- zano regole e parametri uguali per Stati che hanno economie diverse. Ad avvalorare tutto questo è sufficiente sapere che in questi ultimi anni non si è riusciti a trovare l’accordo per una Costituzione europea, che avrebbe avuto il pregio di gettare le basi per un’ unione politica e socio-culturale dell’ Europa. Da una parte la Germania conservatrice della Merkel, attenta alle regole ragioneristiche, che vuol dettare legge agli altri Stati, dimenticando che tutti gli Stati europei hanno contribuito economicamente alla riunificazione delle due Germanie, dopo la caduta del Muro di Berlino e dimenticando che nel passaggio dalla moneta nazionale all’ euro il tasso di cambio fissato per la Germania è stato più favorevole rispetto a quello fissato per gli altri Stati aderenti. Dall’ altra parte la politica un po’ ingenua della B.C.E. che, prestando un anno fa i soldi alle banche dell’ eurozona al tasso dell’ 1%, pensava di rimettere in moto l’economia nella pia illusione che le banche avrebbero messo in circolazione quel denaro, iniettandolo nell’ economia reale. I temi economici e finanziari hanno di fatto avuto il sopravvento; si è pensato di arrivare all’ Europa unita partendo non dalla politica, dalla cultura, dall’ integrazione sociale, dalla La politica europea La politica europea di vicinato consiste nel condividere i vantaggi dell’Ue con i paesi confinanti cercando di limitare le fratture tra i paesi e, così facendo, rafforzare la stabilità, la sicurezza e il benessere all’interno dell’unione europea. Essa è gestita dal rappresentante degli affari esteri e la politica di sicurezza (la britannica Catherine Ashton) e dal servizio europeo per l’azione esterna (costituisce il ministero degli esteri dell’Unione Europea e ne gestisce la politica estera). Gli obiettivi sono tre: rafforzare le relazioni in materia politica e di sicurezza, creare una collaborazione economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano con tutti i paesi che si trovano verso sud e verso est dell’unione europea. L’Europa quindi si occupa anche dei paesi confinanti che non fanno parte dell’unione europea con lo scopo di stringere rapporti con paesi vicini per i quali non è prevista la possibilità di entrare a far parte dell’Ue. si tratta di finanziare i paesi in via di sviluppo per dare loro una possibilità maggiore di sviluppo. Marco De Vitis - IV B Afm 11 solidarietà, ma dalle categorie e regole economiche, dai parametri di politica monetaria, dai flussi di cambio. Se il mio essere europeo, nel senso di appartenenza, deve essere misurato da una percentuale, da uno spread, allora sarebbe meglio rinunciare ad una Europa unita. Basti pensare alla decisione di questi primi giorni di febbraio della Corte Costituzionale Tedesca, che ha stabilito che l’ acquisto da parte della B.C.E. di titoli di Stato dei Paesi dell’ eurozona, avvenuto in un periodo di grande difficoltà per quegli Stati e finalizzata ad evitare il default o un ulteriore innalzamento dello spread (cioè il differenziale tra il tasso di rendimento di un’obbligazione e quello di un altro titolo preso a riferimento), violerebbe i Trattati europei e ha, di conseguenza, deferito la B.C.E. alla Corte di giustizia europea. D’ altra parte l’atteggiamento tedesco nei confronti dei Paesi in crisi, cioè Grecia, Italia, Cipro, Portogallo e Spagna è stato inflessibile, assurdamente severo ed ingeneroso, anteponendo sempre i numeri, le formule economiche, gli algoritmi matematici alle persone, alle popolazioni. Insomma, meglio tartassare le persone con nuove o più alte tasse, legalizzare il licenziamento selvaggio, smantellare lo stato sociale, modificare in senso peggiorativo il sistema previdenziale, distruggere il sistema sanitario pubblico, privatizzare anche l’aria che si respira (una curiosità: il governo greco vuole vendere ai privati il Partenone e qualche isola), piuttosto che rinunciare alle sacre regole fondative di un’Europa economica, di un’ Europa dei banchieri e degli speculatori finanziari, dei tassi di interesse e di cambio. Arriviamo così all’ assurdo: affamare i popoli non è reato, non è ingiusto, non è immorale, è accettabile e giustificabile, è doveroso, anzi è lecito, se nella gerarchia dei valori al primo ed unico posto si colloca il Trattato di Maastricht e i vari Patti di stabilità interna ed esterna. È veramente questa l’Europa che vogliamo? È proprio questo il continente dove vogliamo vivere, metter su famiglia, lavorare e morire? È questa l’Europa dei popoli, dell’ integrazione, della varietà culturale, della ricchezza artistica, dell’unità nella diversità, della solidarietà, della partecipazione, dell’ incontro proficuo tra tradizioni e storie diverse? La verità e la realtà, purtroppo, sono altre, sono quelle che stanno nella scelta di politica economica dei singoli Stati dell’area euro, imprigionati e soggiogati dalla Troika, minacciati e derisi dalla Germania, mortificati dalle dure regole volute dalle lobbies delle banche e dall’ alta finanza speculativa europea. Infatti, la crisi economica e l’ingovernabilità hanno indotto alcuni Stati europei ed internazionali, che finanziano il debito pubblico italiano e quello degli altri Paesi europei in crisi, a chiedere o, meglio, a ordinare alla Troika di intervenire sui Paesi in crisi, inviando ispettori e commissari al fine di garantire la possibilità della restituzione del debito attraverso misure draconiane per evitare il default e l’ insolvenza degli Stati in crisi. Si ha la sensazione, che non è infondata, che gli Stati abbiano rinunciato alla propria sovranità o che siano diventati a sovranità limitata, in quanto tutte le decisioni più importanti che incidono sulla vita delle popolazioni vengono prese altrove e calate dall’ alto, si chiedono e si impongono sacrifici in nome dell’Europa e per il bene dell’ Europa, solo che si fa coincidere il bene con la parola economia, e questo non è vero e non è corretto. Purtroppo, i Paesi aderenti alla moneta unica non possono più emettere moneta nazionale a fronte dei propri debiti, in quanto l’ unica istituzione autorizzata a stampare è la B.C.E. In passato gli Stati, se non erano in grado di ripagare i debiti, emettevano carta moneta, tramite la zecca nazionale, iniettandola nell’economia tramite la Banca nazionale. Tutto ciò creava una svalutazione della moneta nazionale, ma alimentava la competitività delle aziende ed industrie nazionali che esportavano all’estero, creando così lavoro e occupazione. In conclusione, a mio modesto avviso, l’idea di un’Europa unita, degli Stati uniti d’Europa è un bel progetto che se realizTassi di conversione fra l’euro e le prime undici valute aderenti alll’UE zato correttamente, porterebbe Lorenzo Mininanni 3°A SIA. reciproci vantaggi per gli Stati membri, in quanto l’incontro e DENMINAZIONEDENOMINAZIONE VALORE PARITÀ CON L’EURO DEBUTTO DELL’EURO FINE CORSO lo scambio reciproco di culture, Escudo Portoghese 200,482 PTE 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 tradizioni, confessioni religiose, esperienze di vita e di storia Fiorino Olandese 2,20371 NLG 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 diverse, rappresentano un Franco Belga 40,3399 BEF 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 momento di arricchimento, di Franco Francese 6,55957 FRF 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 17 febbraio 2002 solidarietà, di sintesi costruttiFranco lussemburghese 40,3399 LUF 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 va,di dialettica positiva. Un’Europa dei popoli, delle Lira Italiana 1936,27 ITL 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 culture, delle libertà, dell’ equità, Marco tedesco 1,95583 DEM 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 31 dicembre 2002 delle diversità, della mutualità e Marco finlandese 5,94573 FIM 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 reciprocità è quella che vorrei, è Peseta spagnola 166,386 ESP 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 quella che spero, è quella che sogno. Scellino austriaco 13,7603 ATS 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 28 febbraio 2002 Luca Lubello - IV B Afm Sterlina Irlandese 0,787564 IEP 31 dicembre 1998 1º gennaio 2002 9 febbraio 2002 I tassi di conversione 12 Il semestre italiano “Dobbiamo fare del semestre italiano una grande occasione per l’Europa”. Queste sono le parole del presidente del consiglio Matteo Renzi che in questo periodo è alle prese con il suo progetto “jobs act” per cambiare la situazione italiana. Renzi vuole far capire all’Europa che l’Italia è in grado di cavarsela da sola, e che non ha bisogno di “compiti a casa”. Un incontro importante è avvenuto lunedì a Berlino tra Renzi e la cancelliera Merkel dove si è discusso della situazione italiana; la cancelliera è dura: “sarà un percorso difficile”; comunque dà fiducia a Renzi, ma pensa che i risultati dei suoi progetti si valuteranno nel medio e lungo termine; poi aggiunge che è rimasta molto colpita dal cambiamento strutturale avviato dall’Italia e che per lei è chiaro che quest’ultima rispetterà il Patto di stabilità e crescita in entrambe le sue componenti, tenendo conto del Fiscal compact. Augura pieno successo alle riforme. Il governo crede che le riforme Renzi pensiero “Non abbiamo rassicurazioni da dare”. Con questa frase il presidente del consiglio dei ministri Renzi esprime la sua idea sul prossimo semestre italiano in Europa: non ci sarà bisogno di un aggiustamento dei conti. L’Italia sa perfettamente come muoversi e lo farà solo per se stessa e non per l’Europa. La priorità sarà la crescita e il lavoro. La presentazione del primo corposo pacchetto del governo per il rilancio dell’economia lascia intuire la polemica esplicita fra Renzi, la Ue e il ministro dell’Economia del precedente governo Letta. Il punto centrale è lo stato reale dei conti italiani. Che per la Ue sono da sistemare causa squilibri eccessivi con un debito troppo alto. Renzi conta di portare all’attenzione del Consiglio europeo il pacchetto di provvedimenti economici come il “Jobs Act” (o riforma del lavoro), la riduzione del cuneo fiscale, il pagamento dei debiti da parte della Pubblica amministrazione. E in quell’occasione, il Premier italiano ribadirà la sua posizione: ovvero basta col rigore perché l’Europa, così come l’Italia, ha bisogno di “cambiare verso“. Ma la domanda che si pone l’Europa è: come farà Renzi a dare il via al suo ambizioso piano di rilancio economico (jobs act, edilizia e scuola per possano attuarsi entro il 2018 ma Renzi ha intenzione di attuarle subito e ribadisce che le riforme devono essere fatte solo per i nostri figli e non perché ci vengano imposte dall’UE. “Non siamo gli alunni somari da mettere dietro la lavagna”, con questa frase il nostro Primo ministro fa capire che non dobbiamo essere visti come fannulloni ma comunque sa che c’è la necessità di fare le riforme che portino non solo a realizzare una maggiore efficienza, ma anche a una crescita (e a ridurre la disoccupazione). Questo semestre è un passo molto importante per la storia italiana e per la sua posizione all’interno dell’Unione Europea. Ora è tutto nelle mani di Renzi. cominciare) senza mettere mano al patto di stabilità? la Ue dice che il patto non si può derogare. L’Italia che ha ben in mente il suo percorso durante il prossimo semestre: l’obiettivo ora è concentrare tutto l’intervento in una direzione, tutto sulle imprese, oppure tutto sui lavoratori. Quindi si lavora ancora. Quanto alle coperture dalla Spending review queste possono arrivare a 5 miliardi su base annua, e poi ci saranno misure transitorie come il rientro dei capitali. Poi i conti: sul deficit non dobbiamo tornare oltre il 3%. Il debito va abbattuto e non perché ce lo chiede l’Europa ma per noi. È urgente, quindi, rafforzare il programma di privatizzazioni. Insomma è tutto sotto controllo e il monito della Ue è certo severo, ma va nella direzione di quello che pensa l’Italia. A parte gli impegni per la preparazione della presidenza italiana dell’Ue da luglio, la questione più “calda” aperta tra Roma e Bruxelles è la richiesta del governo italiano di poter avere più margine di manovra sul deficit. Il Premier ha sottolineato che i parametri di Bruxelles saranno rispettati ma ha ribadito che “noi vogliamo l’Europa dei cittadini e non dei vincoli” e ha annunciato “una battaglia perché Marco De Vitis - IV B Afm l’Ue veda un’Italia autorevole”. La cancelliera Angela Merkel fa sapere, tramite il suo portavoce, che “il piano è ambizioso”, ma ciò che interessa a Berlino è la stabilità per realizzare il pacchetto previsto dal presidente del Consiglio. Il portavoce ricorda anche che Italia e Germania lavorano insieme “molto strettamente e da molto tempo”. Critiche piovono invece dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, secondo cui, il Jobs Act di Renzi “porterà nuova precarietà”. Anche il Financial Times, per altri ragioni, è scettico. Insomma molti sono gli scettici ma c’è chi da fiducia a Renzi come presidente della Confindustria Giorgio Squinzi che lo definisce “motore di formula uno” per la sua energia. Marco De Vitis - IV B Afm 13 Storia in pillole Eccola qui l’Europa con i suoi confini, la sua cultura, le sue lingue. Ma conosciamo la sua storia? Sappiamo chi ne ideò la nascita? Dopo Mazzini che avanzò la prima formulazione originale, ci furono leader visionari che hanno ispirato la creazione dell’UE in cui viviamo oggi. Senza il loro duro lavoro e la loro motivazione non potremmo vivere nella zona di pace e stabilità che oggi diamo per scontata. I nostri “padri” erano un gruppo eterogeneo di persone unite dagli stessi ideali: la Pace, l’unità e la prosperità europea. Tra i nomi più famosi conosciamo: Altiero Spinelli, Johan Beyen, Konrad Adenauer, Joseph Bech, Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Robert Schuman. Negli anni ’50 la Comunità europea del carbone e dell’acciaio inizia ad unire i paesi europei sul piano economico e politico al fine di garantire una pace che sia duratura. I sei membri che diedero inizio a questo progetto furono: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Sempre negli anni ’50, precisamente nel 1957, il trattato di Roma istituisce la Comunità economica europea (CEE) o, come viene comunemente chiamato, “Mercato europeo”. Se gli anni ’50 furono un decennio di assestamento, negli anni ’60 possiamo assistere alla nascita di una vera e propria cultura giovanile, soprattutto grazie alla formazione di nuovi gruppi musicali, tra i quali il noto gruppo dei Beatles, che attirarono masse di giovani. Siamo, inoltre, tutti partecipi del boom economico che vede eliminati, ad esempio, i dazi doganali. Negli anni ’60, nacque un moto studentesco, a Parigi, le cui finalità erano quelle di cambiare la società; nell’uso comune vengono chiamati “generazione del ‘68”. Il 1° gennaio 1973,oltre ai sei paesi dell’UE si aggiungono la Danimarca, l’Irlanda e il Regno Unito. In questo periodo Ue comincia a destinare grandi somme di denaro al finanziamento di nuovi posti di lavoro. Un’altra tappa importante che si raggiunge nel 1979 è il voto a suffragio universale del parlamento europeo. Nel 1981 nell’UE entra la Grecia,seguita dal Portogallo e dalla Spagna nel 1986; sempre nel 1986 viene siglato l’Atto unico europeo, che pone le basi per un programma destinato a durare 6 anni, finalizzato a risolvere i problemi di scambi tra gli Stati membri dell’UE e si viene a creare così il Mercato Unico. Un evento di grande rilevanza storica avvenne il 9 novembre 1989 con la caduta del muro di Berlino e per la prima volta, dopo 28 anni, la Germania dell’Est e dell’Ovest vengono riunificate in un unico paese. Dopo questo evento che scombussolò il mondo intero, nel 1993 viene completato il mercato unico in virtù delle “quattro libertà”: Circolazione dei beni, Circolazione dei servizi, Circolazione di persone, Circolazione di capitali. In questo decennio vengono firmati due trattati importanti: Il trattato di Maastricht (1993) e il trattato di Amsterdam (1999). Con questi due contratti i cittadini si pongono la domanda di come proteggere l’ambiente e di come i paesi europei possano riuscire a garantire la sicurezza. Tra i due trattati altri tre stati aderiscono all’UE: Austria, Finlandia e Svezia Il nuovo decennio si apre, ahimè, con una profonda crisi economica, ma anche con la speranza che le nuove tecnologie e una collaborazione europea possano portare ad una crescita. Marco Lagna - IV B Afm Mazzini e un’idea d’Europa Perché Mazzini? Perché Giuseppe Mazzini, uno dei nomi più significativi del nostro Risorgimento, fu influenzato dal periodo storico in cui operava; il suo pensiero politico, infatti, non punta sull’uguaglianza poiché avrebbe causato uno stop dell’economia, bensì sull’associazionismo, che è comunque un superamento dell’egoismo individuale. Mazzini aspira alla realizzazione della Futura Europa dei popoli: ogni 14 popolo dovrà avviare un processo per la conquista della pace e della fraternità: le due forze che daranno vita ad un’alleanza fra i popoli , e da essa nasceranno gli Sati Uniti d’Europa. Il cuore di Mazzini è di acceso per quella Italia che nella nuova epoca può e deve rivestire un proprio ruolo e occupare un proprio posto all’interno dell’Europa dei popoli. In ciò appare evidente la modernità del pensiero mazziniano; oggi è comune quest’ansia di arrivare in Europa per affermare la propria identità di nazione che è aperta al futuro, e il futuro è solo nell’unità che è la forza che edifica, laddove l’isolamento distrugge e annienta. Adesso viviamo il clima di Europa non solo come unione economica ma anche come cultura. Si parla di Comunità e si vive il suo significato; insieme ai confini crollano anche le idee di diversità che per secoli hanno spaccato e diviso la storia. La cultura europea e la Comunità si basano sui principi di: libertà, uguaglianza, umanità, in altre parole tutte cose che Mazzini nella sua visione europea aveva già affermato due secoli fa. Possiamo dire che la teoria mazziniana appartenga ancora al nostro presente. Marco Lagna - IV B Afm Svizzera: al referendum contro l’immigrazione vince il Sì con il 50,3% Il 9 febbraio 2014 in tutti i cantoni della Svizzera (Zurigo, Berna, Ticino, Ginevra, Lucerna …) i cittadini svizzeri hanno votato l’iniziativa, promossa dal partito di destra (Udc), dal partito antieuropeista dell’Unione democratica di centro(Svp), dal partito xenofobo e appoggiata dalla Lega Ticinese,”Contro l’immigrazione di massa” a favore del cambiamento della politica migratoria del paese. Il referendum si è espresso con il sì con 50,3% dei votanti con uno scarto di circa 20 mila schede nulle perché gli abitanti ritengono che i flussi stranieri compresi i frontalieri (cittadini residenti in uno Stato che lavorano, come dipendenti o indipendenti, in un altro Stato) italiani e francesi andrebbero a sottrarre lavoro e per loro causa la disoccupazione è in aumento, i treni sono affollati e sono in aumento anche gli affitti. Il 49,7 si è espresso con un no al controllo dell’immigrazione sostenuto dal governo. Il Parlamento, le organizzazioni economiche, i sindacati e la stragrande maggioranza dei partiti, le associazioni delle imprese elvetiche hanno infatti, sottolineato i vantaggi che la libera circolazione composta anche per l’economia svizzera, che ha un buon tasso di crescita ed una disoccupazione contenuta. L’iniziativa dell’Udc, che da anni si spende in campagne anti-immigrazione e contro i lavoratori frontalieri, prevede di chiudere le frontiere agli stranieri e limitare la libera circolazione, anche ai lavoratori frontalieri. Questo referendum vuole arrivare alla reintroduzione del controllo dei flussi stranieri, attraverso la rinegoziazione degli accordi bilaterali sulla libera circolazione stipulati con l’Unione Europea tra il 2002 e il 2008, entro tre anni. Non solo l’Udc vuole limitare tutti i permessi di dimora di stranieri (inclusi frontalieri e richiedenti asilo), indipendentemente dalla loro provenienza, limitare il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento famigliare e alle prestazioni sociali e accordare il permesso di soggiorno sulla base degli interessi globali dell’economia e nel rispetto del principio di preferenza data agli svizzeri. Una nuova notizia è data dal segretario federale Matteo Salvini che scrive su Twitter: “Bene. Presto un referendum anche in Italia promosso dalla Lega”. Il capogruppo al Senato Massimo Bitonci aggiunge: “Dopo la Svizzera anche l’Italia dovrebbe dare un segnale deciso lasciando che siano i cittadini a decidere e non lanciare iniziative e segnali buonisti, come fa il governo Letta con ministri come Kyenge. Qui da noi non c’è più posto e lavoro per immigrati. Quindi prima i nostri milioni di disoccupati, esodati e giovani”. Francesca Ingrosso - II B Afm 15 La “buona morte” in Europa Eutanasia è una parola che deriva dal greco e significa “buona morte” o “dolce morte”; in pratica consiste nel procurare la morte di un individuo, intenzionalmente e nel suo interesse, per porre fine al dolore e alla sofferenza, quando la sua vita è ormai compromessa in modo irreversibile da una malattia grave. Sono poche nel mondo le legislazioni che prevedono e regolamentano l’eutanasia; infatti nella maggior parte degli Stati, essa non è prevista né tutelata come massima espressione della libertà ed autonomia dell’individuo, anzi viene equiparata all’omicidio. In realtà, per chi crede nella libera scelta e nel libero arbitrio, è un diritto poter scegliere se porre fine alla propria esistenza, quando la qualità della vita è compromessa irrimediabilmente dal dolore, dalla sofferenza fisica e psichica, dalla perdita della propria indipendenza e dignità. L’accanimento terapeutico non è una salvaguardia al diritto di vivere, ma la sua negazione, in quanto, quando ad un uomo si toglie la dignità e il diritto di decidere, lo si riduce ad un essere inferiore che non ha capacità di intendere e di volere e nessuna libertà di scelta. Io penso che l’eutanasia rappresenti un diritto inviolabile dell’essere umano, se c’è un consenso informato e la consapevolezza della decisione; ritengo, inoltre, che questa scelta debba esser fatta da altri (partenti e medici) quando la persona non ha manifestato espressamente tale volontà nel tempo in cui era cosciente e consapevole. A tal proposito, sarebbe auspicabile l’obbligatorietà per tutti del “testamento biologico”, per evitare le problematiche scaturenti dal fatto se sia giusto che altri prendano decisioni definitive sulla vita o sulla morte al nostro posto. Un discorso a parte, invece, è quello che riguarda una recente legge approvata dal parlamento belga (13/02/2014) che estende l’eutanasia anche ai minori, senza limite di età. In Belgio l’eutanasia per i maggiorenni è legale dal 16 2002 ed è il secondo Stato ad autorizzarla dopo l’Olanda (anche se in questo Paese il limite è a partire dai dodici anni di età). È vero che ci sono delle condizioni e dei presupposti da rispettare come il consenso del minore, l’autorizzazione di entrambi i genitori, il parere di uno psicologo esterno all’equipe medica curante che dovrà valutare la capacità di intendere e volere del minore, la malattia che deve essere in fase terminale, le sofferenze che non possono più essere alleviabili; è pur vero, però che, nonostante tutti questi vincoli e condizioni preliminari, ci sono degli interrogativi non facili da risolvere e superare. Infatti, mi chiedo come può un bambino dare un consenso informato adeguato per l’eutanasia, come può comprendere il significato che una tale decisione comporta? E nel caso in cui ci sia disaccordo tra i genitori o nasca una contrapposizione tra lo psicologo esterno e l’equipe medica sulla capacità di giudizio del minore, come si dovrà procedere? Forse questa legge è stata concepita frettolosamente e, di certo è inappropriata per i minori, che non sono ancora psicologicamente formati e maturi per prendere una decisione così importante e definitiva. E poi, come hanno detto molte comunità religiose, c’è il pericolo che si instauri legalmente quella che è definita la “teoria dello scarto”, cioè tutto ciò che non è perfetto, viene scartato, eliminato, soppresso. Sembra di leggere alcune pagine della teoria sulla eugenetica di Hitler, sulla “razza ariana”, sulla razza perfetta o di evocare l’immagine del Monte Taigeto, dal quale gli spartani buttavano giù tutti i bambini che non erano perfetti e idonei a combattere, cioè gli storpi, i malformati, gli handicappati, i malati. L’umanità può davvero, nuovamente, spingersi fino a tanto? Luca Lubello - IV B Afm Dante e Shakespeare, padri dei poeti italiani ed europei Come si può pretendere che l’Europa e il mondo conoscano la nostra cultura, la cultura tanto stimata, elogiata e a volte anche tanto criticata, se noi non conosciamo le nostre origini culturali e non ci interessa conoscere i nostri poeti che hanno cantato per una Italia e un mondo migliore, hanno elogiato l’amore, hanno parlato di guerre e miseria e ora sono finiti nel dimenticatoio? E così in questo clima di oblio generale in cui gli italiani hanno scordato il dolore, i soprusi e i sacrifici che sono stati necessari per arrivare a dire con orgoglio “io sono un italiano”, vorremmo far riaffiorare l’orgoglio e il bello della nostra cultura nell’ambito di un sano nazionalismo. L’italiano odierno è una lingua nata con Dante, e che noi stiamo lentamente uccidendo. Dante, il sommo poeta fiorentino, è conosciuto non solo a livello nazionale per ciò che ci ha donato, ma anche a livello europeo e mondiale. Egli ha gettato le basi alle quali i nostri poeti e i poeti europei hanno attinto; ha influenzato in modo significativo non solo la nostra cultura, ma anche la cultura europea: non è necessario, infatti, che il suo nome venga seguito dal cognome, per essere riconosciuto e ricordato in tutta Europa. Anche oggi le opere dantesche vengono riprese da molti scrittori, un esempio lampante è Daniel Brown che nel suo libro “Inferno” recupera la stessa struttura dantesca dell’omonimo luogo. La politica europea La politica europea di vicinato consiste nel condividere i vantaggi dell’Ue con i paesi confinanti cercando di limitare le fratture tra i paesi e, così facendo, rafforzare la stabilità, la sicurezza e il benessere all’interno dell’unione europea. Essa è gestita dal rappresentante degli affari esteri e la politica di sicurezza (la britannica Catherine Ashton) e dal servizio europeo per l’azione esterna (costituisce il ministero degli esteri dell’Unione Europea e ne gestisce la politica estera). Gli obiettivi sono tre: rafforzare le relazioni in materia politica e di sicurezza, creare una collaborazione economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano con tutti i paesi che si trovano verso sud e verso est dell’unione europea. L’Europa quindi si occupa anche dei paesi confinanti che non fanno parte dell’unione europea con lo scopo di stringere rapporti con paesi vicini per i quali non è prevista la possibilità di entrare a far parte dell’Ue. si tratta di finanziare i paesi in via di sviluppo per dare loro una possibilità maggiore di sviluppo Marco De Vitis - IV B Afm Possiamo affermare, quindi, che Dante non solo abbia avuto un ruolo molto importante nella società italiana, ma è stato fondamentale anche per lo sviluppo della cultura europea. Una cultura che è il risultato di una mescolanza delle varie culture nazionali, iniziata con i greci e consolidatasi con i romani e il cristianesimo. Gli italiani hanno saputo dare a questa cultura non solo un apporto in ambito letterario, ma anche in ambito artistico e politico. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. [Inferno XXVI canto, vv.118-120] Dante è così che parla della conoscenza umana: la definisce come un bene comune per gli uomini. Conoscenza, un dono di Dio secondo Dante, che andrebbe condiviso con tutti e forse con la condivisione si può cercare di ampliare questo bagaglio culturale del genero umano. Nella cultura letteraria europea si può parlare di tre punti cardine, sui quali non solo si basa l’intera letteratura di un continente, ma nelle loro epoche si sono anche basate le culture di quelle epoche. Omero, Dante, Shakespeare sono appunto i tre cardini sopra citati. Sono proprio loro che hanno formato tre tipi di cultura ben diverse e distinte tra di loro, ma tutte e tre allo stesso modo importantissime per la conoscenza umana. Oggi la nostra cultura si basa sulle loro opere. Dapprima Omero che ha plasmato la cultura classica poi ripresa da Virgilio. Vediamo, in seguito, la figura dantesca certamente la più intrisa di religiosità. In ordine temporale, infine, ma non di importanza, abbiamo Shakespeare, sommo poeta della cultura anglosassone a cui dobbiamo opere soprattutto di carattere umanistico e rinascimentale, in cui è l’uomo posto al centro di tutto e non è Dio o i suoi paladini, ma è l’uomo che nella sua piccolezza è il protagonista del più grande dei viaggi: la vita. To be, or not to be: that is the question: Whether ‘tis nobler in the mind to suffer The slings and arrows of outrageous fortune, Or to take arms against a sea of troubles, And by opposing end them? To die: to sleep; No more [Amleto] Sicuramente culture così diverse non potrebbero andare d’accordo, però ci sono riuscite e sono arrivate alla nascita di una cultura comunitaria, la cultura europea. Agostino Bozzardi - III C Sia 17 Il poeta dell’Europa Vittorio Sereni Nel ’35 l’Europa intera è investita da un clima di spensieratezza e di tranquillità. Si innaffiano i giardini in tutta Europa, dice Vittorio Sereni, denominato il poeta dell’Europa, utilizzando una metafora per indicare la serenità che si respirava nel vecchio continente; nella quiete i bambini giocano a far la guerra con gli spruzzi d’acqua in mezzo al prato. Siamo ancora in un contesto di pace. Il poeta non può immaginare che da lì a poco ci sarebbero stati grandi cambiamenti, che quel giardino un po’ sospeso nelle immagini, sarebbe diventato un teatro di guerra con gli esiti tragici che tutti noi conosciamo. I sogni e i pomeriggi beati di quei bambini sarebbero rimasti solo un ricordo e proprio quei bambini sarebbero dovuti diventare velocemente uomini. Proprio quei bambini si sarebbero presto ritrovati nelle trincee, sporchi di fango e di terra, dove risuonava lo scoppio dei cannoni e di bombe, dove il suono di fucili e pistole riecheggiavano nell’aria intrisa dell’odore sparso invano che si mescolava insieme all’odore della polvere da sparo rendendo le trincee un vero e proprio inferno. Il poeta del vecchio continente non poteva immaginare che nell’animo di un solo uomo potesse albergare un sentimento di odio talmente profondo da riuscire a trasmetterlo ad un popolo intero. No, questo non poteva minimamente immaginarlo, egli immaginava il protrarsi di quella quiete. Vittorio Sereni Acronimo Invece solo cinque anni dopo scoppiò una delle più grandi e distruttive guerre della storia, la Seconda Guerra Mondiale. Molti di quei bambini, divenuti ormai Il 7 Febbraio 2014 è iniziato il PON “FUORI CLASSE”. Il corso, della durata di 30 ore, consiste nella stesura di un giornale di Istituto che quest’anno si è proposto di trattare una tematica di scottante attualità: l’Unione Europea. Hanno aderito al corso di giornalismo gli studenti delle terze e quarte classi. È stata costituita una redazione di giornalisti “in erba”, che si sono documentati sul corso degli eventi dell’UE, sulla politica, sull’economia, sulla sua origine storica e non solo; uno sguardo attento è stato rivolto anche ai maggiori pensatori, agli storici, ai poeti che l’hanno 18 A quest’ora innaffiano i giardini in tutta Europa. Tromba di spruzzi roca raduna bambini guerrieri, echeggia in suono d’acque sino a quest’ombra di panca. Ai bambini in guerra sulle aiole sventaglia, si fa vortice; suono sospeso in gocce istante ti specchi in verde ombrato; siluri bianchi e rossi battono gli asfalti dell’Avus, filano treni a sud-est tra campi di rose. Da quest’ombra di panca ascolto i ringhi della tromba d’acqua: a ritmi di gocce il mio tempo s’accorda. Ma fischiano treni d’arrivi. S’e’ strozzato nel caldo il concerto della vita che svaria in estreme girandole d’acqua “uomini” non sarebbero più tornati a casa, le loro vite erano donate al servizio della patria. Ma ora noi siamo qui perché quella guerra si è conclusa, le trincee sono state sostituite da quei prati dove i bambini si divertivano a giocare a fare i soldati. È questa l’Europa che il poeta ha sognato e che oggi si è realizzata. Simone Russo, III C Sia valorizzata. Sono state svolte delle interviste all’interno della nostra scuola da cui sono scaturite delle riflessioni in merito alla conoscenza dei temi e delle iniziative dell’EU da parte degli studenti, scelti secondo un’indagine a campione in un primo momento, e casuale, in un secondo intervento. Credo di poter affermare che questo corso è stato molto utile perché ci ha fatto conoscere meglio l’organizzazione europea di cui facciamo parte e tutti i suoi aspetti negativi e positivi. Spero ci rimanga la passione nella lettura e nell’inter- In viaggio nello spazio e nel tempo Macchina del tempo, chi non vorrebbe averne una? Chi per un motivo, chi per un altro. Se io l’ avessi andrei nell’Inghilterra del Seicento un po’ per provare la bellezza di indossare i vestiti sontuosi di quell’epoca, un po’ per conoscere e stare a stretto contatto con uno dei più grandi autori del Seicento, William Shakespeare. Potrei travestirmi da uomo, visto che le donne non potevano recitare e interpretare un ruolo importante in una sua opera, ad esempio nell’Amleto, e immedesimarmi nel protagonista principale, l’eroe negativo, moderno, colui che di fronte alla propria vita non riesce a prendere una decisione. Amleto assume, così, quei caratteri che lo rendono emblematico al punto che l’espressione dubbio amletico indica ancora oggi un dilemma di difficile soluzione, un dubbio che paralizza. I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perché non abbiamo il coraggio di tentare. Ma perché Shakespeare si allontana dall’idea standard dell’eroe e ne inventa uno nuovo? Perché non continuare le infinite opere con l’eroe, il vero eroe? Poteva fare come Omero nell’Odissea, in cui dopo gli infiniti eventi sfortunati che l’autore fa subire a Ulisse, gli regala il ritorno a casa nella sua amata Itaca, da sua moglie. No, lui doveva rappresentare la realtà, l’uomo vero, incerto, complesso, incapace di capire il perché delle sue azioni. Perché scegliere di incontrare proprio Shakespeare? Perché scegliere un’epoca così lontana e un autore così altrettanto “vecchio” e che molti ragazzi della mia età non leggerebbero? Perché lui è un anticipatore della vita moderna, contemporanea, della vita che viviamo ogni giorno. Prevedeva il futuro? Può darsi. In realtà si limitava ad osservare, ad ascoltare il mondo e poi tornava a casa per trascrivere tutto su carta e l’inchiostro prendeva vita nelle sue opere più importanti come Romeo e Giulietta, Amleto e Otello. Non è facile interpretare il suo pensiero; molti autori e filosofi del nostro tempo hanno cercato di analizzarlo senza riuscirci. È come se si nascondesse nei personaggi e non ha bisogno di esprimere delle vere e proprie opinioni perché le esprime affrontando dei temi abbastanza importanti e imponenti come la gelosia, la vendetta, l’amore e la pazzia nelle sue tragedie. Sono tutti temi attuali, internazionalmente validi. Shakespeare ha globalizzato il tormento, l’indecisione, la malinconia, la follia. Basta solo accendere il televisore, ascoltare il telegiornale, leggere un quotidiano, per venire a conoscenza di drammi familiari, sociali dovuti a gelosie, incomprensioni, follie. In ognuno di noi si nasconde un Amleto, un Romeo, una Giulietta o un Otello. In alcuni casi bisognerebbe tenere a bada quel lato pazzo e traboccante di gelosia di Otello e far prevalere l’amore di Romeo e Giulietta. Di solito si dovrebbe imparare dalla storia e dalla letteratura a non ripetere gli errori, ma puntualmente in determinate situazioni nel cervello umano scatta un qualcosa che risveglia la pazzia e spinge l’uomo ad agire in modo violento. E questo accentua l’eternità delle opere del mio amato autore. Ed ecco la storia che si ripete. Sì, la storia si ripropone così, senza distinzioni di epoche, storie, famiglie e ceti sociali. E mentre scrivo penso che la mia macchina del tempo non ha tempo, perché tutto è un eterno presente. Chiara Palumbo - IV B Afm pretazione del giornale, e sono convinta che qualcuno di noi, tra documenti da leggere, interviste e articoli da scrivere, si sia appassionato alla disciplina giornalistica e abbia intravisto la strada da intraprendere in un futuro. Ringrazio la tutor prof.ssa Antonella Lagalante per il suo intervento attento, ma un ringraziamento speciale va all’esperta prof.ssa Rita Rucco che ci ha seguiti costantemente nel nostro percorso e ci ha aiutati a superare ogni difficoltà nella stesura degli articoli. Alice Perrone - IV B Afm 19 ... differenze linguistiche Nel corso del XX secolo l’inglese è divenuto la lingua franca per eccellenza. Questo è accaduto grazie anche al fenomeno della globalizzazione e dell’avvento della tecnologia informatica. È oggi anche strumento per la comunicazione fra etnie prive di connessioni culturali, scientifiche o politiche. Molte persone, al di fuori della Gran Bretagna, hanno iniziato a conoscere questa lingua con l’aiuto della rete Internet. Al giorno d’oggi è la lingua ufficiale parlata in percentuale maggiore in tutto il mondo. Si calcola che gli inglesi, che parlano come lingua madre questa lingua, siano circa 350 milioni, mentre sono circa 300 milioni le persone che la usano come seconda lingua, che parlino cioè inglese accanto alla lingua nazionale o nativa. Sono infine circa 100 milioni le persone che hanno appreso l’inglese a scuola, in paesi dove questa lingua non è in uso. Il numero di coloro che usano l’inglese come lingua seconda o straniera supera dunque quello di coloro che lo parlano dalla nascita. L’inglese è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, assieme all’olandese, all’alto e basso tedesco, al fiammingo e al frisone. Conserva ancora un’evidente parentela col sassone continentale. Il tedesco è la lingua con il maggior numero di parlanti nativi del continente europeo e dell’Unione europea, parlata come prima lingua e riconosciuta come lingua ufficiale in Germania, in Austria, in Svizzera, in Lussemburgo, in Belgio e in Liechtenstein.Le prime volte dell’uso del tedesco risalgono agli anni in cui Martin Lutero, 1500 circa, tradusse la Bibbia in questa lingua. Si è evoluta anche con la nascita di filosofi ed economisti tra i quali Kant, Marx. Immanuel Kant fu uno dei più importanti esponenti dell’Illuminismo tedesco e anticipatore degli elementi fondanti della filosofia idealistica. Kant fa della critica il pilastro su cui poggiare l’attività filosofica. La conoscenza secondo Kant è suddivisa in tre facoltà principali: “Ogni nostra conoscenza scaturisce dai sensi, da qui va all’intelletto, per finire nella ragione”. Nella “Critica della ragion pratica” Kant analizza l’applicazione della ragione e i casi in cui essa sia anche pura, cioè morale. Marx è stato un filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista tedesco. Il suo pensiero, incentrato sulla critica, in chiave materialista, dell’economia, della politica, della società e della cultura capitalistiche, ha dato vita alla corrente socio-politica del marxismo. Teorico della concezione materialistica della storia e, assieme a Friedrich Engels, del socialismo scientifico, è considerato tra i filosofi maggiormente influenti sul piano politico filosofico ed economico nella storia del Novecento che ha avuto un peso decisivo sulla nascita delle ideologie socialiste e comuniste.Questi intellettuali hanno contribuito alla crescita della lingua e del pensiero filosofico ed economico. La lingua francese si è storicamente sviluppata in Europa, 20 ove è parlata da circa 73 milioni di locutori madrelingua. I principali paesi europei in cui si parla questa lingua sono la Francia, il Belgio, la Svizzera, il Lussemburgo e la Valle d’Aosta. Pur rimanendo fondamentalmente simili, queste varietà presentano delle peculiarità lessicali e fonologiche assai interessanti.Il francese di Parigi: La definizione di francese parigino equivale grossomodo con quella di francese standard, essendo la variante della capitale presa a modello per l’insegnamento della lingua in tutto il mondo. Il francese è parlato dalla maggioranza della popolazione anche se nel territorio sono presenti diverse minoranze linguistiche straniere, alcune delle quali bilingui. Nonostante una grande apertura verso gli stranieri, la Francia difende con grande determinazione la propria lingua da contaminazioni, in primo luogo dall’introduzione di termini inglesi. Oggi il Francese, al nono posto nella classifica mondiale delle lingue più utilizzate, è l’unica al mondo, ad essere parlata nei cinque continenti, con una maggiore concentrazione in Europa. Già in epoca classica, al tempo dei Romani, esisteva un latino “volgare”, arrivato a noi attraverso testi non letterari, graffiti, iscrizioni non ufficiali o testi letterari. Il primo documento di uso di un volgare italiano è invece un placito notarile; uno dei primi casi di diffusione della lingua è la poesia della scuola siciliana, scritta in volgare siciliano da numerosi poeti attivi prima della metà del Duecento nell’ambiente della corte imperiale. Uno dei poeti che richiama immediatamente l’idea di italianità è il sommo poeta: Dante. Nato nel 1965, finiti i suoi studi, a Firenze ebbe una carriera politica di rilevante importanza che permetteva ai ceti intermedi di prendere parte alla vita politica perché iscritti a un’Arte; Dante, infatti, si immatricolò all’Arte dei Medici e Speziali. Diventò infatti priore del suo comune di residenza. Grazie a Dante la lingua italiana ebbe un importante sviluppo. La Comedìa è il capolavoro di Dante ed è considerata la più importante opera della civiltà medievale nonché una delle più grandi opere della letteratura universale. Viene definita “comedia” perché è scritta in stile “comico”. Dante, facente parte dell’Idealismo, ha una visione verticale: la donna è un mezzo di elevazione per arrivare a Dio. Il poema è diviso in tre cantiche, ciascuna formata da 33 canti; ogni canto si compone di terzine di endecasillabi. Si narra di un viaggio immaginario nei tre regni dell’aldilà, nei quali si proiettano il bene e il male del mondo terreno, compiuto dal poeta stesso, quale “simbolo” dell’umanità, sotto la guida della ragione e della fede. Dante è accompagnato sia nell’Inferno che nel Purgatorio dal suo maestro Virgilio; in Paradiso da Beatrice e da San Bernardo. Il pericolo per la lingua italiana, è quello di non essere riconosciuta dall’Unione Europea come una delle lingue più significative per la cultura europea. Giulia Greco, Giorgia Chirivì, Giulia Rizzello - III B Afm Differenze religiose La religione in Europa è stata determinante per la sua grande influenza su arte, cultura, filosofia e diritto. La più grande religione in Europa per almeno un millennio e mezzo è stato il Cristianesimo. Vari paesi dell’Europa sud-orientale hanno maggioranze musulmane. In minoranza includono l’ebraismo, il buddismo, il sikhismo, l’induismo, molto presenti sono in Gran Bretagna e Francia. Le guerre di religione sono state combattute in Europa dalla fine del conflitto tra Francia e Spagna terminata con la pace di Corteau-Cambresis nel 1559, fino alla conclusione della guerra dei trent’anni. Alora, possiamo parlare di un’Europa cristiana? Il Cristianesimo è un elemento che unifica il pensiero religioso in Europa? A tal proposito abbiamo intervistato il teologo Andrea Coppola e la docente di religione Sig.ra Mazzotta Benedetta. Secondo il loro parere, certamente, il cristianesimo è stato e continua ad essere fondamentale per la formazione e per l’unità dell’Europa. Il cristianesimo si pone, infatti, nei confronti dell’Europa non come volontà o gesto di rottura ma, piuttosto, come volontà determinata a salvare e salvaguardare l’eredità antica. L’uomo europeo, attraverso la rivelazione cristiana, trova espressione in una cultura che si caratterizza per il pieno riconoscimento del ruolo insostituibile e positivo sul lavoro. In tale prospettiva è possibile cogliere il senso profondo e il valore reale sia del motto benedettino “ ora et labora”, sia del simbolo della croce e dell’aratro caratteristici di San Benedetto e del suo ordine; in questo motto e in questo simbolo, vi è la sintesi di quanto il Cristianesimo ha saputo trasmettere all’Europa, ossia la liberazione totale di anima e corpo. Gli intervistati vorrebbero ricordare una delle grandi eredità del Cristianesimo, diventato il fondamento della cultura Europea: l’immagine cristiana dell’uomo. Parlando di ogni singolo uomo e della sua dignità, si afferma anche la solidarietà fra tutti gli uomini. Secondo la Bibbia siamo figli dell’unico padre celeste e formiamo un’unica famiglia umana. La storia dell’Europa resta una grande storia che sotto il segno della Croce ha lasciato una grande eredità umanistica. Non si riesce ad immaginare un’Europa senza la realtà del cristianesimo. Federica Bene - 3B Afm I sapori dell’Europa Iniziamo dal nostro Paese: IL RISOTTO ALLA MILANESE riconosciuta come specialità tradizionale della Unione Europea, e nel 2011 è stata presentata all’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità IL PANDORO è nato per scherzo, sia per il sapore che per il colore. È ricco di zafferano, bagnato con brodo e insaporito con il formaggio. E infine un tocco artistico una lamina d’oro. LA PIZZA NAPOLETANA dalla pasta morbida e sottile ma dai bordi alti è dal 2010 Bruxelles ad assaggiare i piatti tipici. LE MOULES-FRITES sont un plat typique de la Belgique. C’est un plat simple composé de moules cuites et frites. Même si c’est un plat très simple est requise avec une fréquence. LES WAFFLES una golosità tipica veronese, delicata, soffice con forma di stella troncoconica a otto punte. E adesso dove andiamo? Facciamoci un giro a LA PAELLA un misto di cioè riso, carne di pollo, salsiccia, coniglio, pesce, gamberoni, scampi,frutti di mare pomodoro, peperoni, piselli, olive e altri. LA GODURIOSA sont doux croquant à l’extérieur et moelleux à l’intérieur, cuit sur deux plaques qui lui donne l’aspect caractéristique en relief: c’est-à-un réseau de surface. Dove si va? Cosa si fa? Andiamo….. en ESPAGNE !! è un dolce a base di mandorle tostate, cannella e cioccolata. Un dolce semplice ma buono! 21 I nostri successi L’anno scolastico che si sta concludendo ha fatto registrare ottimi risultati in concorsi locali e nazionali in diversi ambiti disciplinari. Per la produzione poetica l’alunno Marco Spedicato (III B AFM) è tra i vincitori del concorso di poesia patrocinato dall’Unesco su tema “La Bellezza”. Nell’ambito del concorso promosso dalla Gazzetta del Mezzogiorno, “Lo scrivo io”, gli alunni Francesco Scardia (III B Afm), Lorenzo Mininanni (III A SIA),Rossella Serafino (V Cpm), Roberta Rosato (V Bpm), Luca Lubello e Michael Castelluzzo (IV B Afm), hanno ricevuto importanti riconoscimenti e premi per le opere poetiche e i pezzi giornalistici con cui hanno partecipato. Gli alunni Luca Lubello, Lorenzo Mininanni (III A SIA) e Federica Bene (III B AFM) si sono classificati rispettivamente 2°, 3° e 4° al concorso di poesia internazionale “Il Galantuomo”. 2014. Per la partecipazione al concorso “Cogito et volo”, il giornale delle scuole, si sono distinti gli studenti Christian Di Bari , Rosella Serafino (V C PM) e Roberta Rosato ( V B PM) che hanno redatto vari articoli. Quest’ultima si è piazzata al 4° posto come migliore redattrice su 70 partecipanti. Altri successi nelle discipline Economiche sono stati raggiunti dall’alunno Luca Lubello che si è classificato 2° al concorso “Job & Orienta” con l’elaborazione di un business plan di un’impresa agroalimentare a Verona. Gli alunni Lorenzo De Fillippis (IVA SIA) e Giulio Greco (III A RIM) hanno partecipato al “progetto Servis” indetto dal Rotary Club ricevendo l’attestato di partecipazione e un voucher di 300 Euro. Ci sembra doveroso esternare la nostra gioia nel comunicare che il nostro compagno Andrea Cicerello (IV A SIA) gioca in prima squadra del Lecce, e che ha esordito in coppa Italia con Pontedera e giocando contro il Parma, il Perugia e il Grosseto, è stato convocato in Nazionale under 18. Siamo ancora lieti di annoverare il nome di Marianna Agrimi, IVB Afm, tra le nuove stelle del panorama nazionale della danza italiana essendo stata selezionata per una serie di eventi nazionali alla presenza di grandi ballerini come Roberto Bolle. Concludiamo con alcuni successi collettivi, non indivi- One vision - Queen Siamo uomini, siamo donne, e cerchiamo di avere ragione. Cerchiamo la fortuna nei posti più disperati, cerchiamo di sembrare ciò che non siamo, cerchiamo di diventare qualcosa che non saremo mai. Ma ciò che non sappiamo è che non esiste né giusto né sbagliato, siamo tutti uguali… non sono né bianco, né nero, solo un uomo che cerca di capire, un semplice uomo niente di più. Siamo di carne, di ossa e di pensiero, siamo quei bambini che giocano felici in giardino, siamo quelle donne che pensano al loro avvenire, siamo quell’uomo preoccupato che non riesce ad andare avanti. Fratello mio, ti dico che tu non sei cosi diverso da me, ti dico che alla fine di tutto esiste una ragione, una vera religione e una sola soluzione. E quello che facciamo è cercare di avere “fortuna”, ma ciò che ci spinge spesso non è l’amore. A volte è solo un sentimento di pura competizione, perché qui in questo mondo sono alte le barriere che ci dividono. Barriere così alte che non possiamo più guardarci negli occhi, così spese che non sentiamo più la voce di nostro fratello, e così fredde che anche il nostro animo si è congelato. Ho fatto un sogno: io e te insieme ci stringevamo la mano, era un mondo pieno di speranza e di dolci illusioni, non esitava il 22 bianco e tanto meno il nero, quelle barriere era cadute e adesso ti riuscivo a vedere, a sentire a stringerti. Era solo una mia fantasia, perché poi un “forte vento” ha distrutto quel bel mondo, lasciando solo tanta rabbia e dolore. Però fratello mio, ti dico di non temere, perché io credo in quel mondo anche se era solo un’illusione. Un giorno io e te ci stringeremo la mano senza pensare al nostro passato, ma cercheremo di guardare verso un mondo migliore, insieme. One man one goal one mission, One heart one soul just one solution, One flash of light yeah one god one vision One flesh one bone, One true religion, One voice one hope, One real decision, Wowowowo gimme one vision I had a dream, When I was young, A dream of sweet illusion, A glimpse of hope and unity, And visions of one sweet union, But a cold wind blows, And a dark rain falls, And in my heart it shows, Look what they've done to my dream” Il cantante dei Queen, Freddie Mercury nella canzone One vision, immagina un mondo molto lontano da noi, un mondo semplice ma puro dove le distinzioni sono passate e dove non abbia più senso la definizione di “diverso”. Ma ciò non è ancora possibile perché l’era in cui viviamo è un’era logora, che porta le cicatrici create dal razzismo e dalla indifferenza. Siamo vittime di tirannie e misticismi che ci spingono a credere in ciò che non siamo, ci spingono ad allontanarci da quel mondo perfetto. Finché saremo governati dalle nostre finte credenze, quel mondo perfetto non si realizzerà mai. Agostino Bozzardi - III C Sia Olivetti & l’Europa duali: il sostegno all’UNICEF della IV B Afm e l’adozione a distanza di Yurub Hakin Ali, una bambina di Ijara, in Somalia, di soli otto anni, portata a compimento dalla IV A Afm che ha aggiunto con grande senso di solidarietà una nuova presenza nella propria vita scolastica. Attendiamo altre conferme in tutte le discipline. Intanto … alla prossima Federica Greco Luca Lubello IV B AFM SOMMARIO ... per quale Europa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Il mito Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 La scelta Ucraina tra Est e Ovest . . . . . . . . . . . . . . . 4 Il padre dell’MFE, Altiero Spinelli . . . . . . . . . . . . . . . 5 Il manifesto di Ventotene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Il Movimento Federalista Europeo . . . . . . . . . . . . . . 6 Caffé Culturale Europeo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 L’integrazione europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Il Cruciverva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 Europa sì, o Europa no? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 L’UE all’epilogo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 L’euroscetticismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 La Banca Centrale Europea . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 La politica europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 I tassi di conversione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Il semestre italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Renzi pensiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Storia in pillole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Mazzini e un’idea d’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Svizzera: al referendum contro l’immigrazione . . . . . . . 15 La “buona morte” in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 Dante e Shakespeare, padri dei poeti italiani ed europei . 17 La politica europea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Il poeta dell’Europa Vittorio Sereni . . . . . . . . . . . . . 18 In viaggio nello spazio e nel tempo . . . . . . . . . . . . . 19 ... differenze linguistiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Differenze religiose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 I sapori dell’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 I nostri successi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 One vision – Queen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Olivetti & l’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 In occasione della riflessione sul tema Europa, si è svolta una indagine conoscitiva all’interno del nostro Istituto che ha visto interessati i rappresentanti delle terze, quarte e quinte classi dell’Olivetti che, precedentemente informati sul tema, hanno offerto le loro risposte in Aula Magna. Il sondaggio “Olivetti & l’Europa”, ha espresso i seguenti dati. La tipologia risponde alla scelta di indagine a campione con questionario non strutturato. LE DOMANDE POSTE IN ENTRAMBI I CASI SONO: 1. Quali sono i sei paesi fondatori della comunità europea? 2. Qual è il suo obiettivo? 3. Quando nasce ufficialmente l’euro? 4. L’euro è la moneta ufficiale di undici paesi dell’unione europea mondiale, quali? 5. La Danimarca, il Regno Unito e la Svezia sono membri dell’unione europea? 6. Perché attualmente non fanno parte dell’area dell’euro? 7. In quali territori extraeuropei, dipendenti da Stati, hanno adottato l’euro anche se non facenti parte dell’unione europea? 8. Chi sono i leader visionari che hanno aspirato la creazione dell’unione europea in cui viviamo oggi? 9. Per quale motivo nacque l’unione europea? 10. Negli anni sessanta si assiste alla nascita di una vera e propria cultura giovanile con quale gruppo musicale che ha attirato orde di adolescenti ovunque si esibiscano? 11. Quando venne abbattuto il muro di berlino e dopo quanti anni? 12. Quando l’euro divenne sinonimo di guerra al terrorismo? 13. Che cos’è il consiglio europeo? 14. Com’è scelto il presidente? Quanto dura il suo mandato? 15. Dove si riunisce? 16. Quando fu creato il consiglio europeo? 17. Per quale motivo? 18. Quali sono i compiti del consiglio? 19. Quali sono le principali funzioni della commissione? 20. Quante volte si riuniscono? Successivamente abbiamo svolto delle indagini casuali all’interno della scuola. Le domande sono le stesse poste in precedenza nell’indagine non strutturata, i risultati, tuttavia sono stati diversi in quanto gli intervistati non hanno mostrato una conoscenza adeguata dell’argomento tanto da rispondere con immediatezza e sicurezza. Questi dati sono dovuti, secondo noi, in parte al disinteresse generalizzato tra i giovani su questi argomenti, ma anche all’assenza di approfondimenti tematici all’interno dei programmi scolastici relativi allo studio della Storia, del Diritto e dell’ Economia. L’auspicio del nostro lavoro è che tali argomenti possano essere conosciuti da tutti. Christian Di Bari - IV B Afm 23 Essere Unite Rappresenta Onore Per le Anime d’Europa Giorgia Chirivì, Giulia Greco, Damiana Longo - III B Afm
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