www.montesantangelo.it Assisi, 6 dicembre 2014 Patto d’amicizia tra le Città di Assisi e Monte Sant’Angelo LE DICHIARAZIONI PADRE MAURO GAMBETTI - Custode Sacro Convento San Francesco d’Assisi La comunione tra queste due realtà, che hanno un vincolo grande di caratere spirituale, l’avvertamo ancora vivo e forte. È nota la devozione di San Francesco per San Michele e la sua protezione ha accompagnato i passi di Francesco e i nostri. La celebrazione di questo Pato d’amicizia, in qualche modo, è in contnuità con questo legame. Con la conclusione di questo processo avviato da Padre Giuseppe Piemontese è come se si chiudessero dei cerchi, che invece di metere la parola fine rilanciano i significat. Oltre alla gioia di accogliervi qui anche l’auspicio che questo Pato d’amicizia sotoscrito dai due Ent locali contribuisca a far fiorire e crescere questa amicizia spirituale. Grazie ai Sindaci e in partcolare a Padre Giuseppe. ANTONIO DI IASIO - Sindaco di Monte Sant’Angelo Oggi è un grande giorno. Un giorno di gioia e fratellanza fra due comunità. Oggi iniziamo un percorso di condivisione e dialogo utle a raforzare le relazioni isttuzionali per incentvare rapport sociali, culturali e religiosi tra le nostre comunità ma anche di promozione e valorizzazione dei nostri Beni. Il rapporto fra le Cità di Monte Sant’Angelo e di Assisi, in realtà, risale a molto tempo addietro, quando, all’inizio del XII secolo, nel 1216, un umile frate di Assisi saliva la Montagna Sacra dell’Angelo. Arrivato alla Grota dedicata a San Michele Arcangelo, si ritenne indegno di varcare quella soglia e non vi fece ingresso. Di tale venerazione verso l’Arcangelo Michele l’umile frate lasciava come testmonianza imperitura il segno del Tau, a consacrare, per sempre, la sua venuta e la sua dedizione al nostro venerato Arcangelo. Il nostro Santuario, patrimonio Unesco dal 2011 e una delle "Grote Sacre più belle al mondo" (come è stata definita dal Natonal Geographic) è stato visitato, in quest mille e cinquecento anni, da papi, imperatori, sant, venut a venerare il "protetore della Chiesa Universale", e, ancora oggi, è metà ininterrota di pellegrinaggi. Ma credo che proprio la visita di San Francesco sia stata, indubbiamente, la più spirituale, la più devozionale. Della venuta del “poverello di Assisi” sul Gargano, ormai la storiografia ne ha fato tesoro, tanto che sono sort lungo il suo pellegrinare, numerosi monasteri, fra cui, proprio a Monte Sant’Angelo, il Monastero dei Frat Minori Conventuali, distntasi per le opere e la carità verso le popolazioni garganiche. La tradizione vuole che il nostro Convento sia stato fondato proprio da San Francesco. Ne approfito per salutare e ringraziare il parroco del nostro Convento, Fra Salvatore Sabato, qui presente insieme a noi. Quello che unisce le nostre Cità, le nostre comunità quindi, è la fede, ma anche l’arte, le tradizioni, la religiosità popolare, la storia e la cultura. Oggi, questo Pato d’amicizia, ha proprio questo grande valore, spirituale e culturale. Oggi isttuzionalizziamo la comune decisione di incentvare rapport di unione, vicinanza, condivisione e fratellanza nel nome dei valori umani, culturali, religiosi, sociali. Il tuto, naturalmente, nel nome dell’Arcangelo San Michele e di San Francesco. Ma anche nel segno dell’UNESCO, riconoscimento di cui entrambe le Cità si fregiano. Infine, permetetemi di ringraziare il mio assessore, Giovanni Granatero, e, in modo partcolare, Padre Giuseppe Piemontese, oggi Sua Eccellenza Reverendissima, che tanto ha fato per questo Pato d’amicizia. Grazie quindi al Sindaco Ricci, a Padre Gambet, a tuta la comunità di Assisi: da oggi, insieme, soto la custodia di due colonne portant della Chiesa mondiale, percorreremo un pezzo di strada insieme. Permetetemi di concludere con le parole di San Francesco che diceva: "Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile". Vi aspetamo a Monte Sant’Angelo. www.montesantangelo.it CLAUDIO RICCI - Sindaco di Assisi Credo che un Pato d’amicizia sia sempre una occasione per ricevere qualcosa. Ogni incontro, che sia tra persone o tra comunità, è sempre un elemento di reciproca crescita in cui reciprocamente si dona e si riceve. Questo Pato d’amicizia si fonda nell’isttuzione delle due Cità ma che trae vita, vitalità e anima dai valori antchi della tradizione cristana e della santtà. In quest anni, anche da Presidente dei Sit Unesco d’Italia, ho seguito con partcolare afeto e con partcolare ampiezza l’inserimento di Monte Sant’Angelo nel quadro delle Cità dichiarate dall’Unesco Patrimonio di tuta l’Umanità facent parte del sito seriale dei Longobardi in Italia, un sito che ricorda che il nostro Paese, dal nord al sud, fa emergere valori storico-artstci mirabili. La storia ha assegnato alle due cità un ruolo. Come ha deto ad Assisi Giovanni XXIII - “le cità sul Monte hanno un ruolo”. Sia Assisi che Monte Sant’Angelo hanno avuto un ruolo importante nella storia. Un protocollo di collaborazione serve molto per acquisire una sempre più ampia consapevolezza del ruolo delle cità, delle modalità e delle possibilità di valorizzare i luoghi reciprocamente. Un protocollo è un impegno a svolgere un cammino insieme e a farlo anche con piccoli event. Mi auguro che questo sia l’avvio di un lungo itnerario che, le nostre comunità, atraverso l’incontro, potranno fabbricare insieme. S.E. MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE - natvo di Monte Sant’Angelo, già custode del Sacro Convento e oggi Vescovo della Diocesi di Terni-Narni-Amelia I Padri Custodi del Sacro Convento che si sono succedut negli anni hanno propiziato e favorito l’incontro e la realizzazione di questo momento civile e religioso. Quasi un sogno. Un Pato d’amicizia raforza e rilancia legami di fraternità, di condivisione e di unione. La terra di Puglia non era sconosciuta agli assisiani, nonché a Francesco, già prima della sua conversione. Terra meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo, si recavano a visitare i Santuari di San Michele sul Monte Gargano e di San Nicola a Bari. Dei tre viaggi in Puglia di Francesco, nel 1216, 1221-22 e 1224, a noi interessa il pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo del 1216. La tradizione aferma che il Poverello non ritenendosi degno non entrò nella Grota dell’Arcangelo ma sostò sul limitare lasciando in ricordo un tao inciso su una pietra. La provincia francescana di Puglia, una delle prime 12 province madri dell’Ordine, nel 1217, suddivisa in due nel 1230, diede vita a nord la provincia “Sanct Michaelis Arcangelis de Monte Gargano”. Del resto, l’amore e la devozione di Francesco d’Assisi verso l’Arcangelo San Michele, richiamato in tant passi della sua vita, è parte importante della sua spiritualità. Nelle sue preghiere quasi mai manca il riferimento all’Arcangelo Michele. In preparazione alla sua festa digiunava per una quaresima e fu proprio durante tale quaresima, nel 1224, che Francesco, sul Monte della Verna, ricevete le stmmate. Nella Cità di Monte Sant’Angelo, nei secoli, la memoria francescana è stata tenuta viva dalla monache Clarisse, non più present, e da alcuni convent di frat. Ancora oggi è presente una comunità-convento di San Francesco, che si vuole risalente al Poverello e che ha favorito la vocazione francescana di numerosi Frant Minori Conventuali. Cari Sindaci e citadini di Assisi e Monte Sant’Angelo, il Pato d’amicizia non sia solo un ato formale, ma una relazione di fraternità, di amicizia vera. L’inizio di una storia entusiasmante e di un percorso, che nel nome dei nostri Sant, contribuisca alla crescita civile, culturale e spirituale dei nostri concitadini e delle generazioni, al presente e al futuro. Grazie a quant si sono adoperat per raggiungere questo traguardo e a quant - in futuro - ne trarranno fruto e terranno vivo il gemellaggio oggi stpulato. A cura di Pasquale Gatta Comune di Monte Sant’Angelo - Ufficio Staff del Sindaco (Ufficio stampa e comunicazione) @: [email protected] | mobile: 348.7196465 www.montesantangelo.it
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