Dal 13 al 19 settembre 2014 • • • • • • da BRESCIA OGGI da L’ARENA da L’ADIGE dal TRENTINO dalla GAZZETTA DI MANTOVA dal CORRIERE DELLA SERA da BRESCIA OGGI martedì 16 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 25 TOSCOLANO MADERNO. Sabato si terrà l´inaugurazione, poi regolare apertura alle visite del pubblico Un gioiello di Villa romana Si alza il sipario sulla storia Luciano Scarpetta Affreschi e decorazioni dall´ultima campagna di scavi È pronta anche una copertura per proteggere i reperti Torna a risplendere al pubblico la villa romana di Toscolano Maderno, dopo gli ultimi lavori di copertura e ampliamento dei vecchi scavi, che hanno portato alla scoperta di nuovi ambienti, affreschi e decorazioni di alto valore. Un tesoro ritrovato per tutto il Garda. Il taglio del nastro avverrà nel week end, per le Giornate europee del patrimonio. «In seguito - spiega l´assessore alla Cultura, Maria Grazia Boschetti - è prevista l´apertura nei fine settimana e l´utilizzo del sito come location di eventi e manifestazioni culturali». I resti della villa romana sono nell´oliveto vicino alla spiaggia della Riva Granda, a fianco della Cartiera. Con gli ultimi lavori sono stati ampliati i vecchi scavi, create due nuove coperture e organizzato un nuovo percorso di visita, finalmente su tutto il complesso. IL RECENTE RESTAURO ha permesso la pulitura, il consolidamento e la valorizzazione dei mosaici, delle pitture («affreschi definiti dagli esperti di altezza inusuale») e di tutte le strutture antiche: «Di particolare interesse commenta l´assessore - sono gli ambienti posti a pochi metri dal lago, il cosiddetto ninfeo dove erano stati realizzati zampilli e giochi d´acqua. Durante i lavori sono emerse anche alcune curiose nicchie utilizzate per riporre gli indumenti e alcune canalette: rra la zona degli spogliatoi e dei servizi igienici». La villa apparteneva ai Nonii Arrii, una delle più influenti famiglie bresciane in epoca romana. Costruita nel I secolo dopo Cristo, subì interventi e trasformazioni nei secoli successivi sino all´inizio del V secolo, con una fase di grande rilevanza databile alla prima metà del II secolo. L´impianto generale, le dimensioni, le caratteristiche architettoniche e decorative e anche gli scavi più recenti, hanno dimostrato la grande ricchezza dell´edificio e confermato le diverse fasi costruttive della villa. Sabato alle 11 l´inaugurazione; poi nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.30, spazio alle visite guidate gratuite che proseguiranno anche domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. domenica 14 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 25 MAGASA. A Cima Rest torna l´appuntamento con il re della Valvestino Il Tombea ospite d´onore alla sagra del formaggio Mai come quest´anno, per l´edizione numero 35 della sagra del formaggio in programma sull´altopiano di Cima Rest a Magasa, i riflettori saranno accesi sul celeberrimo Tombea. PRODOTTO per eccellenza della Valvestino, negli ultimi mesi si è discusso molto sul pericolo della sua scomparsa a causa della diatriba per l´affitto della stalla di Denai tra i proprietari (la coop Negritella) e uno dei maggiori produttori, il casaro Germano Eggiolini. Magari oggi, incontrandosi a tavola davanti a un succulento piatto di spiedo fumante (e grazie ai buoni arbitri del sindaco di Magasa Federico Venturini), le parti potrebbero trovare d´incanto l´intesa. Con buona pace di tutti, anche (o soprattutto) per i consumatori di un prodotto dalle caratteristiche uniche e inconfondibili, diventato nell´ormai lontano 2002 presidio Slow Food, e dal 2010 anche registrato con il marchio d´impresa collettivo. La sagra inizierà alle 9 con l´apertura degli stand di degustazione dei prodotti tipici e la vendita di formaggio Tombea. Alle 10.45 è prevista la messa alla chiesetta degli alpini e a seguire il saluto del sindaco e gli interventi dell´assessore Provinciale MariaTeresa Vivaldini, del senatore Franco Panizza, dell´onorevole Mauro Ottobre e dell´assessore Michele Dallapiccola della Provincia di Trento. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, spazio ai divertimenti. D´obbligo la visita ai caratteristici fienili appena ristrutturati. In uno di questi la Comunità Montana ha allestito un bellissimo museo etnografico che ricostruisce i mondi e le atmosfere ormai scomparse.L.SC. sabato 13 settembre 2014 – ECONOMIA – Pagina 31 L´ANNUNCIO. Il leader dice «basta» dopo ventidue anni ininterrotti di presidenza della Camera di commercio di Brescia Il passo indietro di Bettoni: «CdC addio, non mi ricandido» Angela Dessì «Mi ero posto quattro obiettivi, ne ho raggiunti tre E ora che il sistema camerale sarà ridimensionato è opportuno che mi dedichi a qualcosa d´altro» Dopo la bellezza di 22 anni, Francesco Bettoni mette la parola fine alla sua esperienza alla guida della Camera di Commercio di Brescia. Lo annuncia attraverso un comunicato stampa, asciutto, pulito. Alla base della decisione, dice, la riduzione del diritto camerale del 35-40-50% dal 2015 al 2017 ed il disegno di legge, in discussione in Parlamento, che ridimensiona fortemente il ruolo degli istituti camerali. «GIÀ L´ATTUAZIONE del primo punto significa che la Camera di commercio di Brescia dovrà pressoché azzerare il proprio ruolo propulsivo e di sostegno alle Piccole e Medie Imprese nonché la partecipazione significativa alla realizzazione di importanti opere infrastrutturali che hanno caratterizzato gli ultimi lustri dell´attività camerale», scrive Bettoni che, senza dimenticare di citare il «ruolo di appoggio per l´accesso al credito delle Pmi» avuto dai Confidi, annuncia il passo indietro: «Ritengo di aver chiuso la mia esperienza camerale e nel ringraziare coloro che mi sono stati vicini e hanno collaborato con me per il raggiungimento dei tanti obiettivi, sia a livello provinciale che regionale, formulo i migliori auguri a chi verrà dopo di me». Poi, raggiunto telefonicamente mentre orgoglioso percorre la “sua” Brebemi, si concede qualche dettaglio in più. «Era da tempo che ci pensavo e ne discutevo con mia moglie - racconta -. Mi ero ormai ampiamente preparato a questo momento e ritengo che a 66 anni, dopo 22 anni di presidenza (la sua prima nomina risale al dicembre 1992) e molti dei risultati prefissati raggiunti, sia più che legittimo, oltre che opportuno, che io mi dedichi ad altro». Vale a dire? Alla presidenza della Brebemi, in primis, visto che dopo essere stata inaugurata «ora deve essere lanciata nei principali network autostradali». Poi, agli ultimi tasselli del progetto Nibiru Planet e, cosa ancora più importante, alla famiglia, agli affetti, alla «splendida nipotina» che poco pare aver avuto occasione di spupazzarsi in questi anni. «Quando ho iniziato avevo quattro grandi obiettivi: l´apertura dell´aeroporto di Montichiari, la realizzazione della Fiera di Brescia, la Brebemi e la creazione di una borsa valori per le Pmi - continua - . Tre li abbiamo realizzati mentre il quarto, il più complesso, non ci è riuscito. Tuttavia, anche alla luce di una riforma che rischia davvero di azzoppare la capacità propulsiva di un organismo che in questo anni è stato strategico per le imprese del territorio, ritengo che questo sia il momento migliore per dire che il mio percorso è finito. Sono certo che le associazioni di categoria sapranno scegliere al meglio». SU UN POSSIBILE successore, invece, bocca cucita. «Non spetta a me fare nomi - commenta - e sinceramente ne sono contento. Ci sono molti validissimi candidati, e non ho dubbi che la scelta ricadrà sul migliore». Quindi, qualche accenno alle maggiori soddisfazioni incassate in questi due decenni. Oltre ai già citati tre bersagli su quattro, Bettoni torna con la memoria all´apertura della sede camerale bresciana a Shanghai («era il 1996 - ironizza - e tutti pensavano che fossi un matto»), alla nomina a cittadino onorario ricevuta dalla municipalità di Shenzhen, alla consegna del premio per l´internazionalità da parte della Camera di Commercio di Chicago. Oltre che, inutile dirlo, alla recente inaugurazione della Brebemi: «Un sogno diventato realtà». Torna all’elenco dei quotidiani da L’ARENA venerdì 19 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 37 BRENZONE. Domani l'inaugurazione. Si fa la conta delle perdite per i traghetti e gli esercenti Pontile sistemato a Castelletto Ora Navigarda può attraccare Lavori terminati dopo oltre tre mesi di cantiere: «Così ora è sicuro» Lavori terminati al nuovo pontile di attracco della Navigarda nella frazione di Castelletto: sono durati tutta la stagione estiva ma hanno portato un pontile nuovo, che verrà inaugurato domani alle 12 con la banda di Castelletto e che ora consentiranno alla Navigarda di riprendere ad attraccare nella frazione. Attracchi che, dal 1 giugno scorso, erano stati sospesi per i pericoli derivanti dallo stato del pontile e che avevano costretto la società di navigazione a by-passare Castelletto per tutta l'estate. Immaginabili il disagio per i turisti e le perdite per le attività commerciali, visto il venire meno di centinaia di persone ad ogni corsa del battello. Nella stagione 2014 è saltato inoltre anche il posto di lavoro stagionale da 1.952 euro che il Comune, ogni anno, affida a chi lavora alle operazioni di imbarco e sbarco dai battelli. Il costo del rifacimento del manufatto di 84mila euro è stato fronteggiato con il contributo della Regione. La Direzione Mobilità che fa capo alle Infrastrutture, infatti, non aveva la disponibilità economica per coprire la spesa ed ha chiesto quindi una «autorizzazione straordinaria» per la messa a disposizione del denaro dal «Fondo di riserva per le spese impreviste». Sul tema anche la minoranza in Consiglio, a firma di Michela Donatini, Ivano Brighenti e Davide Benedetti, aveva chiesto lumi alla amministrazione appena insediatasi in giugno ed aveva polemizzato perchè «la situazione era nota da circa due anni». «La sezione mobilità, con nota del giugno 2014», aveva esposto l'assessore regionale Ciambetti alla giunta durante la approvazione della delibera in luglio, «ha rappresentato la necessità di implementare lo stanziamento del capitolo di spesa Interventi straordinari a sostegno della navigazione interna sul Garda per un importo pari a 84mila euro, al fine di dare copertura all'intervento infrastrutturale urgente» per i pontili di Castelletto e di Magugnano. «Da questo lunedì e per tutta la settimana», ha spiegato infatti il sindaco Bertoncelli, «anche il pontile di Magugnano verrà messo in sicurezza grazie ai soldi arrivati da Venezia». Anche Navigarda ha annunciato sul proprio sito internet, nei giorni scorsi, la ripresa degli imbarchi e degli sbarchi a Castelletto dal 17 settembre. «Per noi questo scalo è importantissimo», ha commentato Simone Consolini, «perchè consente di riattivare un circuito turistico virtuoso vitale per la frazione di Castelletto. C'è stato un danno ingentissimo alle attività turistiche per questa protratta chiusura». «Già da marzo 2013», ha aggiunto Consolini, «avevamo segnalato a Navigarda la necessità di intervento sui due pontili e la richiesta era stata inoltrata, per competenza, al Genio civile. Purtroppo non c'erano fondi per la manutenzione dei pontili». E conclude: «Solo grazie al blocco del pontile decretato da Navigarda per motivi di sicurezza e visto il riconosciuto "danno ingentissimo" al turismo si è potuta attivare la procedura straordinaria regionale per attingere al fondo di riserva. Ora il problema è risolto ma resta una domanda: bisognava arrivare al blocco della attività, a un anno e mezzo di distanza dalle prime segnalazioni, e a danneggiare turisti e operatori economici per capire che l'infrastruttura era pericolante e un'altra è danneggiata per metter mano al portafoglio?».G.M. giovedì 18 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 35 MONTE BALDO. L'esperto di meteorologia lancia un appello per raccogliere fondi per installare un nuovo apparecchio Stazione meteo fulminata «È indispensabile riaverla» Emanuele Zanini Panziera: «Aumenta la sicurezza di chi frequenta la montagna ed è necessaria in un periodo di eventi climatici estremi come questo» «Il monte Baldo ha bisogno di una sua stazione meteo che misuri le condizioni atmosferiche in tempo reale». A lanciare l'appello è Luca Panziera, fondatore dell'associazione Meteo Monte Baldo con Gabriele Lazzarini e Moreno Oliboni, nonché esperto di meteorologia con un dottorato di ricerca in Scienza dell'atmosfera al Politecnico federale di Zurigo e ricercatore di MeteoSvizzera. Lo scorso maggio, durante un temporale, un fulmine ha bruciato l'apparecchio che gestiva il monitoraggio delle condizioni e previsioni meteo mandando fuori uso la stazione meteorologica situata all'Osservatorio meteorologico rifugio Fiori del Baldo, a 1.850 metri di altitudine. Da allora l'associazione sta cercando di reperire i fondi necessari per installare un nuovo apparecchio in quota, ma ad oggi nessuno, a partire dalle istituzioni, si è fatto avanti per dare loro una mano. Alcune realtà avevano promesso un aiuto economico ma alla fine si sono tirate indietro. E oggi l'associazione si ritrova con la nuova stazione in stand by a Padova, dove era stata ordinata in attesa dei finanziamenti e quindi assemblata. Ma per la mancanza di fondi nonostante sia quasi pronta non può essere portata sul Baldo. «Avere una stazione meteo in grado di “fotografare” il tempo costantemente», spiega Panziera, «può migliorare le previsioni meteorologiche della giornata e dare preziosi dati sull'evoluzione del clima. Possedere una strumentazione del genere non solo aumenterebbe il livello di sicurezza di chi frequenta la montagna ma potrebbe trasformarsi anche in un biglietto da visita da “spendere” a livello turistico». Secondo il ricercatore veronese queste misurazioni da una parte consentirebbero agli escursionisti e a tutti coloro che intendono salire sul Baldo di essere costantemente informati sulle condizioni climatiche in quota e dall'altra fornirebbero importanti indicazioni sull'evoluzione del clima sulla montagna. «Ora sul Baldo è attiva la sola stazione meteo dell'Arpav, sulla Colma sopra Malcesine, che misura solo temperatura, pressione e umidità. E i rilevamenti non sono in tempo reale». Panziera sottolinea inoltre quanto sia necessaria la nuova stazione meteo considerando il rapido cambiamento del clima cui stiamo assistendo. «Proprio in un periodo come questo dove eventi climatici estremi si ripresentano con sempre maggiore frequenza anche a causa del riscaldamento globale», precisa, «avere una stazione meteo in grado di misurare costantemente e in tempo reale il clima è fondamentale». Il ricercatore veronese, tra l'altro di ritorno da un importante convegno sulla meteorologia montana tenutosi a San Diego in California, unico italiano presente tra i 200 studiosi partecipanti, punta il dito sull'attuale desolante situazione in cui versa la meteorologia in Italia. «Rispetto ad altri Paesi come Svizzera o Stati Uniti», spiega, «siamo indietro anni luce. I mezzi per effettuare una precisa osservazione del meteo ci sono, ma non in Italia. Esistono strumenti e sistemi in grado di dare un'allerta meteo a tutta la cittadinanza in maniera quasi istantanea. I pochi e costosi radar meteorologici presenti sul territorio italiano, in grado di monitorare la pioggia e i relativi dati in tempo reale, per esempio, non vengono sfruttati a sufficienza, anche a causa di mancanza di risorse economiche e umane. Servirebbero nuovi investimenti sulla meteorologia per un deciso cambio di rotta». mercoledì 17 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 33 PRADA. Depositato dalla società in Provincia, costa 7 milioni: due sono coperti da fondi Fas, mancano gli altri cinque Funivia, presentato il progetto definitivo Emanuele Zanini Il nuovo impianto di risalita prevede cabinovie a 8 posti e una stazione intermedia al rifugio Mondini-Turri Piccolo passo in avanti per il futuro della funivia di Prada. Il progetto definitivo per la realizzazione della nuova cabinovia è stato presentato in Provincia. I funzionari della società di gestione degli impianti di risalita, di proprietà del Comune di San Zeno di Montagna e di Brenzone (50% ciascuno) e chiusi dall'agosto del 2013 in quanto scaduti i tempi di proroga della vita tecnica, hanno presentato negli uffici dell'ente il nuovo progetto. Un passaggio formale ma indispensabile per arrivare all'approvazione definitiva del progetto e poter così iniziare i lavori. L'iter burocratico e amministrativo ora prevede la compatibilità ambientale da parte della Provincia e successivamente il rilascio delle concessioni per il via alla fase esecutiva dell'opera. Le tempistiche per ottenere il via libera alle varie autorizzazioni dovrebbero prolungarsi almeno fino alla prossima primavera. Uno dei primi punti inseriti nel progetto definitivo è lo smantellamento del vecchio impianto, operazione ovviamente indispensabile per poter realizzare quello nuovo, che verrà costruito per buona parte sullo stesso tracciato dell'attuale funivia. Il progetto prevede un unico percorso con cabinovie a otto posti ad agganciamento automatico e con una stazione intermedia al rifugio Mondini-Baito Turri. La spesa prevista si aggira attorno ai 7 milioni di euro. Due di questi dovrebbero essere coperti grazie all'assegnazione dei fondi Fas per due milioni di euro, ottenuti lo scorso gennaio. Ora la vera sfida per la società di gestione Prada Costabella è trovare i finanziamenti mancanti. Nei mesi scorsi si è avviata una serie di trattative con enti privati ma ad oggi non ci sono ancora accordi e la situazione al momento sembra bloccata, specie dopo le dimissioni dell'intero consiglio di amministrazione della società. Il primo a fare un passo indietro era stato Vito Zanolli, al momento della sua elezione a consigliere comunale di minoranza la scorsa primavera. Dopo il cambio delle due amministrazioni comunali nel maggio scorso, Zanolli è stato seguito anche dall'ex presidente Giuseppe Venturini e Alessio Brighenti. In questi giorni le due amministrazioni guidate da Maurizio Castellani sindaco di San Zeno di Montagna e da Tommaso Bertoncelli primo cittadino di Brenzone si stanno incontrando per trovare la quadratura del cerchio e decidere il futuro cda della Prada Costabella. Venturini ha rassegnato le dimissioni ma ha dichiarato che, se i due Comuni lo vogliono, di essere disponibile a riprendere in mano le redini della società per trovare i finanziamenti mancanti. Ora le due amministrazioni sono ad un bivio: imboccare la strada della continuità con Venturini o scegliere quella del cambiamento. La decisione dovrebbe arrivare a giorni. mercoledì 17 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 33 BARDOLINO. Il comandante della polizia locale Rupiani ha emesso l'ordinanza con le nuove disposizioni per il traffico Air Show, divieti già da venerdì Camilla Madinelli Scatta il piano viabilità per garantire la sicurezza durante lo spettacolo delle Frecce Tricolori Strade chiuse, divieti di sosta, parcheggi alternativi A Bardolino scatta il piano viabilità per garantire sicurezza e spettacolo durante l'Air Show in programma domenica. Sopra i cieli del lago di Garda voleranno decine di aerei sia civili che dell'aeronautica militare, a partire dalle 13, e il gran finale sarà affidato alla Pattuglia acrobatica nazionale, più nota come «Frecce Tricolori». Dopo l'ultima, spettacolare esibizione di quattro anni fa, torneranno a disegnare figure tra le nuvole, eseguire manovre da brivido, tracciare percorsi verdi, bianchi e rossi. Ma chi starà a terra col naso all'insù o si troverà nei paraggi di Bardolino, domenica, dovrà fare attenzione a strade chiuse, limitazioni al traffico e divieti di sosta con possibili rimozioni, tutto volto a non creare ingorghi e mantenere l'ordine per gli spettatori in arrivo. Per raggiungere Bardolino e godersi lo spettacolo aereo, insomma, è consigliabile organizzarsi per tempo. Le Frecce Tricolori voleranno a un'altezza ben visibile anche dalle colline e dai paesi limitrofi, come Cavaion. Ma a chi non vuole perdere nemmeno un attimo delle attrazioni in programma a bassa quota, con salvataggi e interventi in acqua pure con elicotteri, non resta che accaparrarsi un posto in prima fila sul lungolago e in centro storico. Tutta l'azione si svolgerà nella fascia tra acqua e cielo compresa tra le Punte Mirabello e Cornicello. Intanto il comandante della polizia locale bardolinese, Diana Rupiani, dopo una serie di riunioni tecnico operative con tutte le forze dell'ordine, protezione civile e volontari delle associazioni per coordinare le azioni volte alla sicurezza, ha emesso l'ordinanza in cui elenca i provvedimenti decisi per un fine settimana che si prospetta bollente per l'afflusso di gente e, conseguentemente, di auto, moto e pullman. Alcuni entrano in vigore da venerdì, altri sabato quando nel pomeriggio si terranno le prove tecniche della manifestazione. Altri ancora riguardano solo la giornata domenicale. In questi giorni il Comune sta recapitando ai residenti una lettera con i particolari. Inoltre, sito istituzionale e pagina facebook saranno d'oggi in avanti costantemente aggiornati, anche con le piantine dei parcheggi disponibili e altre informazioni utili. Per chi intende domenica andare a Bardolino a godersi lo spettacolo, viabilità limitata in via Costabella e sulla strada regionale Gardesana. Nel dettaglio, via Costabella sarà chiusa al traffico dalle 8 alle 20: potranno passare in auto soltanto residenti e frontisti; previsti permessi per gli ospiti delle famiglie che vivono lungo quella strada panoramica e che ne faranno richiesta in municipio. Sarà chiusa al traffico dalle 11, inoltre, la Gardesana nel tratto tra Cisano e Garda, in modo da permettere un corridoio libero per la sicurezza fino al termine della manifestazione. Divieto di sosta, infine, in via Mirabello e lungolago Cipriani. A Bardolino sono sette i parcheggi a disposizione del pubblico dell'Air Show: in località Canove, via Monsurei, Santa Cristina e piazzale della Costituzione gli stalli per le automobili sono a pagamento; parcheggio gratuito in località Campazzi, da cui però si deve raggiungere il centro e il lungolago a piedi; per gli autobus parcheggio gratuito vicino alla discoteca Hollywood, pure a qualche centinaio di metri dal centro; sul lungolago Preite, invece, area riservata ai disabili. Per le motociclette è a disposizione il Lido di Cisano. Sempre a Cisano, in via Peschiera, c'è un altro parcheggio per auto a pagamento. Sono tutti gratuiti, invece, i parcheggi a Calmasino, distribuiti in cinque diverse aree del paese. Da qui, dalle 9 alle 19, funziona un servizio di bus navetta che ferma in via Monsurei, a Bardolino, a 200 metri a piedi dal centro. Il bus è a pagamento: il biglietto di andata e ritorno costa 3,50 euro; non pagano i bambini fino a tre anni. mercoledì 17 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 34 PESCHIERA. Presentato da Ags il preliminare: «L'opera è urgente, l'impianto attuale è una bomba a orologeria» Collettore, il progetto ora c'è ma i soldi mancano sempre Katia Ferraro Il presidente Tomei: «Solo per la sponda veronese servono 90 milioni mentre per la bresciana 130 Andremo a batter cassa a Roma e poi in Europa» «Si è chiusa la fase di progetto preliminare, ora si apre quella operativa»: Alberto Tomei, presidente di Ags (Azienda gardesana servizi) ha sintetizzato così l'esito di un anno di lavoro, iniziato con la predisposizione di quattro differenti soluzioni per l'adeguamento del collettore fognario del lago veronese e concluso simbolicamente ieri nella sede della stessa Ags. Un incontro aperto ad amministratori locali e stampa per presentare il progetto scelto anche grazie alla concertazione con vari portatori di interesse (associazioni ambientaliste e di categoria ma anche amministratori locali, ordine degli ingegneri, collegio dei geometri e perfino l'associazione dei pescatori) e definire la scaletta delle prossime azioni da mettere in atto. Il che si traduce nel problema più volte messo in evidenza in questi mesi, ovvero il reperimento dei fondi necessari a finanziare il progetto: si parla di 90 milioni di euro per la sola sponda veronese, a cui vanno aggiunti quelli per la sponda bresciana per un totale di circa 220 milioni di euro. «Anche Garda Uno (l'omologa di Ags sulla sponda bresciana) ha già predisposto il progetto, ora l'obiettivo è organizzare un incontro entro metà ottobre per far sì che le due soluzioni siano accorpate», ha spiegato Tomei, «quando avremo un unico progetto organico lo presenteremo a Roma, affinché sia condiviso dagli enti superiori». Dopo Roma si andrà a battere cassa anche in Europa, perché il Garda non è solo il più grande bacino idrico d'Italia «e l'unica riserva potabile del Nord», ha sottolineato Angelo Cresco di Depurazioni Benacensi, ma assicura anche un notevole indotto economico con circa 22 milioni di presenze ogni anno sulla sola sponda veronese. L'opinione condivisa è che bisogna fare in fretta, perché il collettore è diventato una bomba a orologeria. Oltre ad imbarcare acqua quando i livelli del lago sono più alti delle condutture e a sversare nel lago i reflui quando queste non reggono la portata, il materiale di cui è fatto (calcestruzzo) e le stesse giunture «a bicchiere» in condizioni particolari rischiano di non tenere più. L'ultimo campanello di allarme è arrivato pochi giorni fa dal segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa, che a proposito del terremoto dello scorso 28 agosto (di magnitudo 4.3) aveva detto che era stato sfiorato «un disastro ambientale senza precedenti», riferendosi alla possibilità che qualche conduttura sublacuale avesse potuto rompersi, in particolare quella che congiunge Toscolano Maderno a Brancolino (Torri) per arrivare al depuratore di Peschiera e che si è trovata ad essere proprio sopra l'epicentro del sisma. Il progetto scelto attraverso i tre tavoli tecnici con i portatori di interesse è stato quello definito fin dall'inizio come il più gettonato. In soldoni prevede la rimozione delle condotte sublacuali, la realizzazione - nell'alto lago fino a Brancolino - di una nuova condotta a terra per gli scarichi fognari (che verrebbero poi confluiti direttamente al depuratore di Peschiera tramite un tubo a pressione) e la riqualificazione del collettore attuale per le acque bianche, mentre nel basso lago le tubazioni esistenti - poste fuori dall'acqua e sotto i camminamenti - una volta riqualificate continueranno a essere usate per le acque nere. Al depuratore di Peschiera confluirà anche la fognatura di Desenzano e Sirmione (bypassando però il centro abitato di Peschiera con un tubo a pressione), mentre gli altri paesi rivieraschi del bresciano faranno riferimento al depuratore previsto a Visano, vicino Lonato. L'opera è stata studiata tenendo conto della crescita urbanistica preventivata dai vari Comuni fino al 2035, ma anche del massimo insediamento turistico e in più una capienza aumentata di cinque volte per contenere anche le acque meteoriche. Finanziamenti permettendo, il nuovo collettore potrebbe essere pronto nell'arco di due anni di lavoro, considerando che i cantieri sarebbero operativi solo durante la bassa stagione. «Il progetto tiene conto delle condutture principali», ha spiegato infine Simone Venturini di Technital, lo studio ingegneristico di Verona che ha predisposto i progetti preliminari, «i singoli Comuni dovranno adeguare, laddove non sia ancora stato fatto, la rete fognaria dividendo le acque nere da quelle bianche meteoriche». A tal proposito proprio Ags è in attesa del finanziamento europeo di 1 milione e 300mila euro che servirà per iniziare ad adeguare le reti fognarie in 8 Comuni. martedì 16 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 30 MALCESINE. Ha ottenuto il marchio «V4A» cioè «Village For All» Funivia a misura di disabili L'accessibilità è certificata Emanuele Zanini Il presidente di Atf: «Il riconoscimento ha per noi una grande valenza sociale» La funivia Malcesine-Monte Baldo si fregia del marchio di qualità V4A, il prestigioso riconoscimento internazionale certificato da «Village for All» per l'ospitalità accessibile, definizione con la quale si intende l'insieme di servizi e strutture in grado di permettere a persone con esigenze specifiche di usufruire della vacanza e del tempo libero senza ostacoli e difficoltà. Così la sezione del Cai di Legnago, presieduta da Carlo Roncari, ha dato l'opportunità a un gruppo di disabili e loro familiari di trascorrere una giornata sul Baldo: un'iniziativa di alto valore morale all'interno del più ampio progetto «Montagna amica», che si propone tra l'altro di far conoscere la montagna a un numero sempre maggiore di persone e, soprattutto, di frequentarla in tutta sicurezza. Soci, disabili e accompagnatori delle associazioni GabbiaNo e Papa Giovanni, anch'esse di Legnago e di cui sono responsabili rispettivamente Paolo Bertassello e Damiana Perdoncini, hanno anche potuto sperimentare Joelette, una speciale carrozzina trainata da una persona e sospinta da un'altra capace di affrontare terreni accidentati. Di fabbricazione francese e prodotta da una decina d'anni, la Joelette ha consentito ai disabili di fare un'esperienza unica a stretto contatto con la natura. Anche chi è in carrozzina, quindi, può arrivare sul Baldo con i propri mezzi, favorito da un percorso che non presenta alcuna barriera dal parcheggio dell'auto sotto alla stazione di partenza della funivia, a Malcesine, fino a quella di arrivo a Tratto Spino. Il tragitto, ovviamente, può essere seguito anche da persone anziane, da chi ha difficoltà temporanee di movimento o da mamme con passeggini, che possono così utilizzare agevolmente l'impianto. «Il marchio di qualità V4A ha un'alta valenza sociale per la funivia», spiega il presidente di Atf, Azienda Trasporti Funicolari di Malcesine, Stefano Passarini, «capace non solo di aumentare l'indice di soddisfazione della nostra clientela ma anche il potenziale potere di attrazione nei confronti di tutte quelle persone che altrimenti sarebbero costrette a rinunciare a godere delle bellezze del Monte Baldo e del lago». sabato 13 settembre 2014 – PROVINCIA – Pagina 41 RIVOLI. Cinquanta professori delle scuole primarie e secondarie di Verona e provincia hanno ascoltato il progettista Insegnanti al Parco eolico a lezione di energia sostenibile Camilla Madinelli Da gennaio si potranno portare gli studenti in visita all'impianto Carazzolo: «La vera sapienza deriva dall'esperienza vissuta» A lezione di energia sostenibile, ambiente e orchidee spontanee nel Parco eolico sul monte Mesa. A Rivoli hanno iniziato la scuola prima dei loro alunni una cinquantina d'insegnanti delle scuole primarie e secondarie di Verona e vari paesi della provincia, come Bardolino, Lazise e San Pietro in Cariano. Tra loro anche il dirigente scolastico del liceo scientifico Galilei di Verona, Luciano Carazzolo. Sono andati in visita all'impianto eolico costruito da Agsm sul monte che separa Montalto di Gaium da Rivoli e hanno diligentemente ascoltato le spiegazioni sia del progettista e costruttore Marco Giusti, ingegnere ad Agsm, sia del responsabile del locale circolo di Legambiente, Raffaello Boni. Da gennaio a maggio 2015, infatti, Agsm aprirà le porte del Parco eolico alle scuole veronesi grazie a un programma di visite guidate inserito nell'offerta formativa dell'anno scolastico 2014-15. Tecnici della società scaligera ed esperti di Legambiente faranno da guide a un massimo di sessanta alunni ogni mercoledì, dalle 9 a mezzogiorno (previa iscrizione ad Agsm). Ripercorreranno la storia dell'impianto e spiegheranno il funzionamento dei quattro aerogeneratori che, sfruttando il vento, producono energia per circa 20mila persone. Tratteranno le peculiarità sia produttive che naturalistiche del sito. E daranno anche spazio alle domande dei bambini e dei ragazzi tanto sulla tecnologia alla base delle pale quanto sulla flora e sulla fauna del sito. Il tutto in aggiunta al percorso didattico tracciato in zona e segnalato con frecce e una trentina di bacheche complete di testi, fotografie e schemi. Il format piace ai professori e al preside del Galilei. «La vera competenza e sapienza deriva dall'esperienza vissuta», ha detto Carazzolo, «e in questa area green economy le leggi della fisica si possono vedere e capire nel concreto. La missione della scuola», ha proseguito, «è fornire una solida base culturale, ma lo stesso Galilei ci ha insegnato che bisogna partire dall'osservazione pratica per capire le leggi che governano il mondo e migliorarlo. Oggi è importante che cultura, scuola e istruzione partano dal vissuto». La professoressa Marilena Righetti insegna scienze al liceo Messedaglia, a Verona. Un paio d'anni fa, quando era in servizio al liceo Montanari e il parco era ancora in costruzione, ha accompagnato i primi cinquanta studenti. Un'anteprima che li aveva molto colpiti, ha spiegato: «Delle attuali quattro pale ce n'era una sola, in fase di montaggio». «L'esperienza», ha continuato, «è stata interessante, per i ragazzi, tanto che in seguito sono tornati di loro iniziativa a vedere l'impianto, questa volta a lavori conclusi». Secondo vari insegnanti il progetto formativo didattico è molto bello, adatto a tutte le fasce d'età e comprende diverse discipline trattate a scuola, rendendole ancora più chiare ed entusiasmanti per gli studenti. Il benvenuto al Parco l'ha dato il sindaco di Rivoli, Ornella Campagnari. «Portate Rivoli nelle vostre scuole», ha affermato. Poi ha ricordato i sette anni dedicati al percorso autorizzativo e al progetto, dalla prima idea alle conferenze di servizi con una trentina di enti coinvolti, dai premi ricevuti per la messa in atto di buone pratiche territoriali fino all'esempio a livello nazionale per il felice matrimonio, nel Parco, di fonti energetiche rinnovabili e tutela ambientale. «Siamo in una zona tra le più ricche e interessanti d'Europa in fatto di biodiversità», ha concluso Boni di Legambiente. «Questo parco ci dimostra che è possibile unire il progresso alla salvaguardia e al miglioramento ambientale». Torna all’elenco dei quotidiani da L’ADIGE La città merita un cambio di marcia l primo contatto formale c'è stato. Martedì sera, campo «neutro», sede del Pd ad Arco che poi è anche quella del coordinamento dem dell'Alto Garda e Ledro. Attorno al tavolo i coordinatori di valle di Pd, Upt e Patt, i delegati delle segreterie provinciali a seguire la «partita» delle amministrative Alessandro Betta (Pd) e Marco Tanas (Upt) e in casa autonomista i segretari delle sezioni locali interessate. Il cammino verso le amministrative del 2015 è appena cominciato, un cammino lungo, forse faticoso, sicuramente denso di insidie. Tra otto mesi si va al voto a Riva del Garda, Nago-Torbole, Tenno, Dro, Drena e Ledro. Arco ha già «dato». Lì la coalizione ha stretto le fila e ha tenuto, pur con qualche fuga in avanti non sempre gradita. Nel caso di Riva, soprattutto, è un discorso tutto da verificare alla prova dei fatti. Tre i punti sui quali si è concordato nella riunione dell'altra sera. La salvaguardia della coalizione, pur lasciando un buon margine di autonomia alle sezioni locali; il tema della futura «fusione» di Comuni; la convergenza degli alleati sulla volontà di condividere almeno alcune delle indicazioni fornite dal Piano Territoriale di Comunità come base programmatica della coalizione, per tracciare le linee di sviluppo di un territorio che oggi più che mai deve avere una visione unitaria. Tre punti che verranno sviluppati nelle prossime settimane anche con la predisposizione di un documento unitario condiviso che conterrà, come chiedono in primis la coordinatrice di valle del Pd Tiziana Betta e la segretaria provinciale dell'Upt Donatella Conzatti, un forte impegno sul tema del lavoro, dello sviluppo e del rilancio dell'economia. «L'incontro dell'altra sera è servito per incontrarsi, dialogare, confrontarsi e iniziare il cammino che ci porterà alle prossime elezioni - fa sapere Tiziana Betta , Pd - Un incontro interlocutorio, in cui non si è parlato di nomi ma di metodo, un metodo improntato alla collaborazione e alla comprensione reciproca. Una cosa sia chiara: prima vengono il programma e i bisogni dei cittadini, poi i nomi e le sigle». All'indomani delle europee di maggio però il segretario del Pd di Riva Zanoni ha detto, e successivamente ribadito pubblicamente, che in questa realtà «il Pd ha l'onore e l'onere di esprimere il candidato sindaco»... «L'autonomia dei territori e delle sezioni è sacrosanta ma si deve inserire in una visione globale e con una regia sovracomunale» replica la coordinatrice di valle democratica. E che sia prematuro parlare di nomi lo ribadisce anche la segretaria provinciale dell'Upt Donatella Conzatti che la settimana scorsa ha avuto un primo contatto formale proprio con Zanoni: «La priorità è il programma e la necessità, ma questo è un dato oggettivo che riguarda tutto il Trentino e quindi non solo Riva, di un cambio di marcia per dare risposte ai temi dell'economia, dello sviluppo, del lavoro». Che Riva però in questi anni abbia dato «la sensazione e l'impressione di essere un po' ferma» lo sottolinea il coordinatore di valle del Patt (nonché assessore della Comunità di Valle) Carlo Pedergnana : «Arco può essere un buon esempio. E come è successo ad Arco, Riva merita un cambio di marcia ed un salto di qualità». Sarà il Partito Democratico, come ha chiesto il segretario Zanoni, ad esprimere il candidato sindaco della coalizione? «Il Pd è il partito più forte a Riva - replica Pedergnana - Lo dicono i numeri. Però prima di tutto bisogna pensare a trovare la persona giusta che rappresenti tutta la coalizione e che sappia rilanciare la città. E ciò non toglie che possa anche essere del Pd». 18/09/14 Le 190 ore di sole perse in un'estate Meteo Mancano quasi duecento ore di sole a quest'estate che sta finendo. La stagione calda va in archivio con la sensazione che non sia mai iniziata. I conti in ogni modo sono presto fatti: la «media di ore di sole durante l'estate - spiega Matteo Calzà, meteorologo per passione - si aggira normalmente sulle 750. Quest'anno invece sono state solo 559». È soprattutto qui che sta la differenza. Prima ancora che nella piovosità o nella temperatura. I tre mesi «estivi» per i meteorologi sono giugno, luglio e agosto e durante questo periodo c'è stata più nuvolosità del normale e anche la piovosità è aumentata. «Mentre la media dei giorni con caduta di pioggia è di 34, a fine agosto 2014 siamo arrivati a 48 giorni». Insomma, più pioggia, più cielo coperto e molto meno sole. Questo caratterizza l'estate meteorologica, non quella astronomica, appena chiusa. «La piovosità - spiega Calzà, che fornisce anche i dati a InGarda, l'azienda di promozione turistica del Garda trentino - è stata molto sopra la media. Tra le più piovose degli ultimi cento anni di sicuro. Ma va tenuto presente che da noi l'estate non è mai secca, come sulle coste meridionali d'Italia». Per giorni di pioggia si calcola poi anche un temporale, che può essere passeggero. «In ogni caso 48 giorni sono un record, almeno negli ultimi vent'anni, e va tenuto presente che lo scorso anno, ci fu quello negativo, con 26». «Questi dati - aggiunge - non si discostano molto dalla media, forse ci sono stati 2-3 giorni "sereni" in meno del normale ogni mese, anche perché da noi normalmente l'estate è gia di per sè abbastanza "variabile", di sicuro è più significativo il dato delle ore di sole mancanti rispetto al solito». Ecco comunque i dati in dettaglio. Giugno 2014 Sereni o poco nuvolosi 9. Nuvolosi/variabili 18. Molto nuvolosi/coperti 3. Giorni con pioggia 14. Luglio 2014 Sereni o poco nuvolosi 8. Nuvolosi/variabili 17. Molto nuvolosi/coperti 6. Giorni con pioggia 18. Agosto 2014 Sereni o poco nuvolosi 10. Nuvolosi/variabili 16. Molto nuvolosi/coperti 5. Giorni con pioggia 16. «Quanto alla temperatura - prosegue Calzà - c'è stata l'impressione di un'estate fresca o fredda ma da questo punto di vista, con i 21,1 gradi di media, non siamo andati molto sotto quella degli ultimi cinquant'anni che si assesta sui 21,6 gradi. Il fatto è che dal 1999 siamo abituati bene, le estati, tranne 4, sono sempre più calde della media, con l'anno record, quello del 2003, quando fu di 24,7 gradi e con le ultime tre estati con un grado sopra il normale». Quanto alle previsioni per il prossimo inverno Calzà mette subito le mani avanti: «Non vado a fare le sparate che fanno alcuni noti siti meteo, non è possibile prevedere una tendenza se non a fine ottobre inizio novembre». Sui venti del Garda, Ora e Pelèr, infine «non c'è nulla da rilevare di particolare: le nostre brezze locali sono comunque cicliche e dipendono dalla nuvolosità o dal sole».17/09/14 Torna all’elenco dei quotidiani dal TRENTINO Miralago, vince la soluzione «verde» FASCIA LAGO RIVA Minimo impatto ambientale ed attenzione prioritaria per il verde sono le caratteristiche del progetto che la commissione giudicatrice ha messo al primo posto della graduatoria del concorso di idee per la riqualificazione e valorizzazione del compendio Miralago, presentato ieri in mattinata nella sede della Lido srl dal presidente avvocato Andrea Dalponte e dal sindaco Mosaner dopo che la graduatoria stessa era stata approvata dal consiglio di amministrazione della società. Le proposte pervenute sono state 33, di cui due giudicate non ammissibili in quanto riconoscibili. Il primo premio è stato assegnato all'idea formulata dal raggruppamento composto dal capogruppo Studio associato Artecno di Rovereto, dalla società Emilio Pizzi Architects di Milano, dallo studio Emmetiemme di Riva, dall'architetto Simona Prezzo di Rovereto e dall'architetto Davide Consolati di Volano. Al secondo posto la proposta dell'architetto Alessandro Gattara di Parma coadiuvato dal collega Lucio Serpagli e dal rivano Fabio Pederzolli. Al terzo posto lo studio associato Landesign di Pesaro composto dagli architetti Alberto Giangolini e Sabina Filippi. Il progetto vincitore prevede che -dopo l'abbattimento di tutti gli edifici esistenti, con l'unica eccezione di quello a croce- “da una frattura del terreno (si legge nella relazione tecnica) si eleverà il volume che conterrà il complesso del centro benessere interamente coperto dal manto erboso e dalla vegetazione”. Sulle tavole di progetto si vede alzarsi progressivamente -partendo dal livello del terreno- un grande prato inclinato che costituisce il tetto dell'edificio destinato ad ospitare le piscine, il centro benessere e le attività di contorno previste dal piano Cecchetto, una piccola zona commerciale, punti di ristoro, i servizi e gli uffici. Particolare importante un collegamento con il lago che alimenterà la prevista piscina scoperta. Il tutto immerso nel parco botanico: “chi camminerà nel parco (si legge sempre nella relazione tecnica) si troverà di fronte ad un'infinità di specie arboree: olivi, lecci magnolie, cipressi, agrumi, piante d'altro genere che da sempre grazie al microclima crescono rigogliose. L'evoluzione e la storia che hanno caratterizzato il Garda sono rappresentate attraverso le loro specie vegetali in modo da creare un vero e proprio percorso tematico all'interno del parco” . Il costo preventiva dell'intervento è stimato in 17 milioni. Si tratta di un concorso di idee: le opere proposte dai professionisti sono destinate ad avviare ed alimentare un confronto fra le varie componenti della società rivana -senza chiusure in alcuna direzione- da cui, in un giro di tempo ragionevole (si potrebbe ipotizzare il 2015, semprechè la scadenza elettorale della primavera prossima lo consenta) comune e società di attendono che scaturisca un progetto vero e proprio. Oltre alle decisioni sul che cosa inserire nell'area, resta fondamentale l'aspetto del finanziamento: in questa fase concorsuale, largamente preliminare, la società ha raccomandato ai concorrenti di prestare la massima attenzione all'aspetto finanziario, sia per quel che riguarda il momenti iniziale dell'investimento, che quello successivo della gestione -programmabile sulla trentina d'anni che corrispondono alla disponibilità del diritto di superficie del compendio che resta comunque di proprietà della Patrimonio del Trentino. 16/09/14 È il dato che riassume chi entra e chi esce dal territorio Il 62% delle persone usa l’auto, solo il 12% i mezzi pubblici Traffico nell’Alto Garda: ogni giorno ci sono oltre 23mila pendolari ALTO GARDA L'Alto Garda e Ledro è interessato quotidianamente da circa 23.500 spostamenti pendolari (contando solo la fascia tra le 6.30 e le 9.30), di cui l'84% interni, aventi cioè sia origine che destinazione nei confini dell'ex C9: si parla di 19.600 spostamenti interni, 1.700 pendolari in ingresso e 2.200 pendolari in uscita. Una proporzione che - si legge nel documento preliminare integrato del piano territoriale - evidenzia la necessità di lavorare strategicamente per servire nel modo più intelligente e sostenibile la domanda di mobilità interna al territorio della Comunità, oltre che la domanda di accessibilità (in particolare turistica) dall'esterno. La struttura della domanda di mobilità sistematica dell'Alto Garda risulta chiaramente bipolare, con Riva e Arco a fare da fuochi di una galassia di spostamenti che per oltre tre quarti li interessa direttamente. Riva vede 5.188 spostamenti interni, Arco 4.852, Ledro 1.557, Dro 792, Nago-Torbole 446, Tenno 236 e Drena 59. 4.054 gli spostamenti tra Riva e Arco, 1.145 quelli tra Dro e Arco, 867 quelli tra Ledro e Riva, 646 quelli tra Tenno e Riva, 489 quelli tra Nago-Torbole e Riva, 336 quelli tra NagoTorbole e Arco, 40 quelli tra Drena e Dro. L'uso dell'auto privata per gli spostamenti è del tutto preponderante: è scelta dal 62% dei residenti dell'Alto Garda e Ledro, a fronte di un 17% che si spostano a piedi e un 8% che si spostano in bici e di un 12% col mezzo pubblico. L'utilizzo del mezzo pubblico aumenta in percentuale se si considerano gli spostamenti pendolari verso l'esterno: il servizio extraurbano è utilizzato più in uscita dall'Alto Garda (29%) che in ingresso (13%), a causa di un uso prevalente da parte degli studenti. Il bassissimo utilizzo del servizio suburbano di bacino da parte dei pendolari lavoratori (2%) secondo il documento preliminare è anche da imputarsi al dato non particolarmente aggiornato: rilevamenti più recenti testimonierebbero un trend in aumento, per quanto comunque non sufficiente a far diminuire la pressione del traffico veicolare sui centri abitati e sulla viabilità interna. Nel complesso l'Alto Garda e Ledro produce 52 spostamenti pendolari e ne attira 50 ogni 100 abitanti: tra chi produce più spostamenti per abitante (ossia chi "migra" maggiormente) ci sono Dro e Drena (54), Tenno e Arco (53), seguite da Riva (51), Nago-Torbole (50) e Ledro (49); tra chi attira più spostamenti per abitante ci sono invece Riva (62) e Arco (55), seguite da Dro (40), Nago-Torbole (37), Ledro (33), Drena (18) e Tenno (17). Riva ha il 46% di spostamenti interni, il 14% verso altri comuni della Comunità, il 6% verso l'esterno, il 29% da altri comuni della Comunità e il 5% dall'esterno. Arco il 45% interni, il 20% verso la Comunità, il 7% verso l'esterno, il 23% dalla Comunità, il 6% dall'esterno. Ledro il 59% interni, il 30% verso la Comunità, il 6% verso l'interno, il 3% dalla Comunità e il 2% dall'esterno. Dro il 33% interni, il 32% verso la Comunità, il 12% verso l'esterno, l'11 dalla Comunità, il 12% dall'esterno. 14/09/14 Torna all’elenco dei quotidiani dal CORRIERE DELLA SERA Giovedì 18 Settembre, 2014 - BRESCIA Salò, l’Ateneo di lunga vita Il critico d’arte Philippe Daverio presenterà sabato le iniziative per il 450° anniversario Correva l’anno — come suol dirsi — 1564 quando nasceva quello che oggi conosciamo come Ateneo di Salò: 450 anni che vengono celebrati con una serie di iniziative che saranno presentate sabato all’auditorium dell’Itc «Battisti» con una conversazione di cui protagonista sarà Philippe Daverio, il noto critico d’arte dai farfallini sempre vivaci come il suo eloquio. Iniziative di diverso genere che si concluderanno nel marzo del prossimo anno e che si arricchiranno di altri eventi le cui date sono ancora in via di definizione su temi quali «Il Garda e la musica», «Il Garda e gli scrittori», «Le parlate del Garda», «Il Garda e la Prima Guerra Mondiale», «Le acque del Garda» e «Il Medioevo e il Garda». «Vogliamo dare a queste celebrazioni un’impronta propositiva oltre che celebrativa — spiega Pino Mongiello, presidente dell’Ateneo — trattando i tanti argomenti con l’ausilio di uomini di cultura ed esperti nei vari temi, provenienti sia dal territorio nazionale, che dalle realtà dell’intellighenzia appartenente alla cultura bresciana. Fra l’altro, alcuni di essi hanno compiuto i loro studi al liceo statale «Enrico Fermi» di Salò, che a sua volta celebrerà i suoi primi 50 anni nel 2015: una coincidenza formidabile che ha stimolato una collaborazione sinergica con l’Ateneo». Un «appuntamento con la Storia», questo anniversario, che intende diventare motore culturale per i prossimi decenni, come spiega Mongiello: «Vogliamo allargare il nostro sguardo ai tanti stimoli che ci provengono da un’epoca, la nostra, densa di novità in tutti i campi, dando alla cultura scientifica lo stesso spazio di cui ha goduto finora solo quella umanistica. L’Ateneo deve essere cioè una realtà pulsante: un cuore che irrora energie per raggiungere il meglio sotto i vari profili che ci provengono da un ambiente ricco di cultura e di potenzialità sotto gli aspetti più diversi, compreso quel turismo — tema di uno degli appuntamenti in programma — nei cui confronti dobbiamo cominciare a rapportarci in modo diverso, con occhi capaci di traguardare orizzonti più ampi di quelli ristretti dell’utile immediato, che è proprio il caso di dire che lascia il tempo che trova. Dobbiamo lavorare per fare in modo che fra 150 anni nessuno possa biasimare l’uso e l’abuso che abbiamo fatto di questo territorio, sprecando, anzi, rovinando le risorse in esso contenute. Di ciò dibatteremo in uno degli appuntamenti: quello del 20 novembre, intitolato non a caso “Il Lago che verrà”». Da parte sua, il sindaco di Salò, Gianpiero Cipani, ci anticipa un altro progetto che ha come fulcro l’Ateneo: «L’intenzione è quella di spostare l’Ateneo, dalla sede attuale di via Fantoni, nell’ex Palazzo di Giustizia, facendolo diventare “Il Palazzo della Cultura”, con un’area, quella prima occupata dagli uffici del Giudice di Pace, interamente destinata ad attività specifiche per i giovani. La stessa biblioteca comunale troverà lì nuova collocazione. L’idea è insomma quella di creare una sorta di poliedrico polo attrattivo a livello culturale: un sito che, grazie alla presenza dell’Ateneo potrà offrire una dote di libri che supera le centomila unità. Mi piace pensare che questo sito possa diventare un luogo frequentato quotidianamente dai salodiani e da chiunque vorrà utilizzare quel che con quella struttura riusciremo ad offrire in sinergia con il Museo Civico e con le iniziative che con sempre maggiore frequenza verranno proposte presso di esso, all’insegna di una qualità che mi auguro vorrà essere apprezzata. Si tratta di un progetto a lungo respiro, che mi auguro possa vedere la luce nei prossimi tre anni. L’impegno economico sarà notevole: al momento posso solo ipotizzare una spesa non inferiore ai 300 mila euro». Un investimento che contraddirebbe, per l’ennesima volta, la «diceria» che con la cultura non si mangia. Ci permettiamo di suggerire un nome per questo ambizioso progetto: «Cittadella della cultura». Giovedì 18 Settembre, 2014 - BRESCIA La Fraglia gran vivaio Sulle barche-scuola 1.500 studenti e durante l’estate 330 bambini La capitale del lago — come sostiene Camilla Baresani, madame du pays — non può che avere un circolo velico importante. La Fraglia Vela Desenzano, nata nell’aprile 1958 da un gruppetto di appassionati, resta un punto di riferimento per l’attività velica del Garda bresciano. Considerata un tempo patria dei «bassaioli» (o peggio) da chi naviga nell’alto lago, ha sfornato e continua a sfornare fior di campioni: esemplare il cambio «in corsa» nella Centomiglia appena disputata con il veterano Oscar Tonoli che molla il timone di Clan-Grok all’eterno ragazzo Luca Valerio (che ovviamente la vince). Entrambi desenzanesi e «figli» della Fraglia. Un club vivace anche d’inverno, quando Porto Maratona (50 posti in acqua, 30 a terra) sembrerebbe spento: c’è sempre qualcuno tra i 450 iscritti — gli 82 juniores ne fanno uno dei primi dieci sodalizi in Italia — che traffica in sede o esce ad allenarsi. Un circolo che al pari della cittadina ha stretti legami con l’entroterra e arriva a coinvolgere bresciani, mantovani, cremaschi e milanesi. Si respira forte la voglia di «pesare» maggiormente in ambito gardesano: non è un caso se la presentazione della Centomiglia 2014 è stata ospitata nella sede sociale e l’unica boa comune a tutte le barche — oltre a quella di Bogliaco — sia stata piazzata davanti a Porto Maratona. «Credo nella collaborazione tra i club del lago anche se mi rendo conto che hanno una storia e una vocazione spesso diverse tra loro, che non si può cambiare» spiega Nicola Borzani, 46 anni ben portati che dopo otto anni da direttore sportivo del club e una pausa, si è rimesso in gioco ed è stato subito eletto presidente pochi mesi fa. La continuità è rappresentata dai corsi di vela e dall’impegno sul fronte agonistico, la novità dall’interesse verso i disabili. Nata casualmente («Merito del direttore della nostra scuola vela, Ivan Inselvini, che ha insistito per far provare la barca a un ragazzo disabile, contro il parere dei suoi insegnanti: lì abbiamo capito»), in soli due anni la vela accessibile ha portato la Fraglia a creare un team subito vincente con gli Hansa 303, studiare un progetto complessivo (D284, che è il codice catastale di Desenzano), ragionare su grandi obiettivi di cui Borzani non vuole parlare per scaramanzia. In compenso sottolinea il vero problema dei sodalizi velici. «Sogno che il Coni o chi di dovere trovi il modo di alleggerire i circoli della parte burocratica. Si perde troppo, troppo tempo tra moduli e scartoffie che potrebbe essere impiegato meglio». Detto ciò, tanto di cappello alla Fraglia che anche quest’anno ha «trascinato» a bordo delle barche scuola circa 1500 studenti delle medie superiori per il mini-corso su tre giorni. Se aggiungiamo i 330 bimbi nell’estate più brutta degli ultimi 50 anni, il risultato è ancora più lusinghiero. Tre sono le squadre agonistiche: 420, Optimist e Laser con quest’ultima in evidenza, guidata dal «fragliotto doc» Mattia Pagani. Alessandro e Federico Fornasari, Francesca Ramazzotti e la neo-campionessa italiana del 4.7 Elisa Navoni si stanno facendo onore in tutti i mari del mondo. L’epoca dei grandi budget e degli allenatori «di lusso» — in questo la FVD è stata all’avanguardia in Italia — è passata ma l’applicazione («Con il 30% del fatturato annuo che sfiora i 500mila euro» sottolinea il presidente) resta la stessa. Peculiarità per il Garda, l’impegno per il campionato sociale: cinque prove con una media di 40 partecipanti. Poi naturalmente restano le competizioni storiche, vicine alla boa dei 50 anni: il Trofeo Tridentina e il Trofeo Alta Velocità. Il messaggio finale? «Vorrei che i miei concittadini considerassero la Fraglia un luogo aperto, un posto interessante anche solo per dare un’occhiata e non un club esclusivo. È parte integrante della storia cittadina ed è in una favorevole posizione» dice Borzani. In effetti, pensando che siamo in una cittadina di quasi 30mila abitanti, è quasi incredibile trovare un circolo velico e un porto (con parcheggio) in pieno centro. Meditate desenzanesi, meditate. Maurizio Bertera Torna all’elenco dei quotidiani Ateneo di Salò: 450 anni di storia “Sul lago di Garda tra passato e futuro” 17/09/2014 Sarà Philippe Daverio l’ospite della serata inaugurale delle celebrazioni per i 450 anni dell’Ateneo di Salò, sabato 20 settembre alle ore 20,30 presso l’I.T.C Battisti di Salò, Via Bezzecca (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti). Il noto giornalista e storico dell’arte converserà su “Il capitale gardesano: uomini, terre, arte, lavoro”. La serata è promossa in collaborazione con il GAL Garda-Valsabbia. Si apre così una lunga stagione di manifestazioni, che terminerà nella primavera 2015, con le quali l’Ateneo di Salò, a 50 anni dal congresso per i suoi 400 anni sul tema “Il Lago di Garda, storia di una comunità lacuale”, vuole sottolineare la propria ininterrotta funzione culturale. Saranno dibattiti, tavole rotonde, eventi teatrali e musicali, dedicati tutti al Benaco, inteso come bacino sostanzialmente unitario, con l’obiettivo di cogliere quanto di nuovo si è prodotto negli ultimi cinquant’anni nella ricerca storico-umanistica, tecnico-scientifica, socio-economica, avendo cura di ipotizzare possibili linee prospettiche. Saranno affrontati anche temi che non furono trattati nel congresso di cinquant’anni fa: ad esempio il fenomeno turistico, lo sviluppo urbano, l’ambiente e il paesaggio, la biosostenibilità del bacino gardesano nelle previsioni di un futuro a medio termine. A relazionare sono chiamati docenti universitari italiani ed europei, alcuni dei quali di provenienza benacense, nonché esponenti della cultura bresciana e nazionale. Si allestiranno supporti didattico-informativi ai temi che verranno affrontati, utilizzando le nuove tecnologie della comunicazione. Sono, inoltre, in pubblicazione testi di personaggi dei secoli passati, che fecero parte dell’Accademia salodiana. Le manifestazioni sono organizzate in collaborazione con il Comune di Salò e la Comunità del Garda e godono del sostegno dell’Ateneo di Brescia, delle Università di Brescia, della Fondazione della Comunità Bresciana, del Rotary Club Salò-Desenzano. L’Ateneo di Salò è l’istituzione culturale più longeva dell’intera area benacense, una delle più antiche di Lombardia, Veneto e Trentino. Nato il 25 dicembre 1810 per decreto napoleonico, è l’erede diretto, senza soluzione di continuità, dell’Accademia “Unanime” istituita a Salò il 20 maggio 1564, giorno consacrato a S. Bernardino da Siena. Dell’antica Accademia ha mantenuto inalterati attraverso i secoli, nonostante le infinite vicissitudini della storia, i principi dei fondatori e la sollecitudine nella promozione e conservazione dell’immenso patrimonio culturale della zona. Non più cenacolo di pochi eletti, ma sempre selezionata accolita di uomini e donne che hanno a cuore le lettere e le arti, ma anche il futuro e lo sviluppo del Benaco tutto. L’Ateneo di Salò: realtà e prospettive Cadendo quest’anno il 450° anniversario di fondazione, l’ ATENEO di SALÒ celebra la propria ininterrotta funzione culturale con manifestazioni che colgono quanto di nuovo si è prodotto negli ultimi decenni nella ricerca storicoumanistica, tecnico-scientifica, socio– economica ipo-tizzando anche possibili linee di prospettiva. Non saranno trascurati, insieme alle più classiche discipline umanistiche, aspetti quali il fenomeno turistico, l’ambiente e il paesaggio, la biosostenibilità nel bacino gardesano. A relazionare sugli argomenti sono chiamati docenti universitari italiani ed esponenti della cultura bresciana. Taluni docenti hanno compiuto i loro studi presso il Liceo statale “E. Fermi” di Salò, istituto che celebrerà i suoi 50 anni di vita, in collaborazione con l’Ateneo, nel 2015. Con le celebrazioni di quest’anno, si apre per l’Ateneo di Salò un nuovo corso di studi e di ricerche che interessano l’intera area. Ciò accresce la sua responsabilità e lo sprona a sviluppare ampie aperture in totale sinergica condivisione con le realtà istituzionali del territorio.
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