IL QUOTIDIANO - Martedì 1 Luglio 2014 In diretta dalla trasmissione di Rai3 «Agorà» si rivolgono a Matteo Orfini che li rassicura Sapa, disperazione operaia I lavoratori occupano la Sr 156 e chiedono l’intervento del premier Renzi DI ELISA FIORE a Sapa di Fossanova non si tocca. E la rassicurazione va sul tavolo ministeriale, va in onda in diretta su Rai 3. E’ come gettare nella disperazione una generazione di 40/50 enni, che rischia di uscire dal mercato del lavoro senza prospettive. Perchè, ricorda un’operaia: «Qui a Latina non c’è niente, qui il lavoro non c’è!». Ed è con questo stato d’animo che alle 7 e 45 del mattino è scattata l’adunata dei lavoratori che alle 8 hanno invaso la sede stradale della 156 dei Monti Lepini, mentre le telecamere accendevano i riflettori sul caso «Sapa» a Latina. Bandiere colorate, magliette identitarie e poi su e giù per la la strada scortati dalla forze dell’Ordine. Fermi tir, fermi i pulimini e le auto di chi «va al lavoro» ogni mattina, perchè ancora un lavoro ancora ce l’ha. L’occupazione a singhiozzo durata alcune ore a partire dalle L LE ISTITUZIONI I sindaci di Pontinia, Priverno e Roccasecca hanno indossato la fascia e sono scesi al fianco dei 136 lavoratori della Sapa Profili. La chiusura di questo polo industriale rappresenta tuttavia un rischio enorme per l’intera area. Non solo in termini di occupazione per quei lavoratori assunti dalla multinazionale, ma per quell’indotto che viaggia attorno alle 300 unità e che getterebbe nella disperazione centinaia di famiglie. Incluso quelle attività di trasporto merci che dal porto di Gaeta consegnano barre di alluminio a Fossanova. ULTIMA SPERANZA LA PROTESTA PER OTTENERE UN TAVOLO MINISTERIALE 8 e 45 del mattino è entrata anche nelle case degli italiani attraverso il collegamento in diretta con la trasmissione «Agora» della terza rete della Rai condotta dalla giornalista Serena Bortone. Il gruppo di lavoratori ha manifestato la sua disperazione assieme ai sindaci del comprensorio Eligio Tombolillo, per Pontinia, Angelo Delogu per Priverno e Barbara Petroni, per Roccasecca. Un’area vasta da cui proviene buona parte di quei 136 lavoratori le cui sorti sembrano ormai essere segnate. Salvo improvvisa inversione di marcia. I lavoratori del presidio hanno ricordato come l’Italia sia il più grande consumatore di alluminio, e come Latina rappresentava, fino a qualche anno fa, il secondo polo industriale del settore. In studio erano presenti in collegamento Matteo Orfini (presidente e deputato del Pd) e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e per le Riforme, Marianna Madia. E proprio a loro è stato rivolto l’appello da parte dei lavoratori: «Chiediamo ad Orfini - ha detto uno di loro - di parlare con Matteo Renzi e di cercare di fare subito un tavolo e di utilizzare anche per la Sapa di Fossanova il Fotoservizio di Enrico de Divitiis decreto sul lavoro che è stato già usato per la «Electrolux», la nostra è una piccola realtà, ed è un problema affrontabile, è solo una questione di volontà». Orfini, colto un pò di sorpresa, si è dichiarato però fin da subito pronto: «Non conosco il caso specifico - ha detto ai microfoni di Agorà -ma m’impegno ad attivare il Governo affinchè convochi il tavolo ministeriale». Una rassicurazione in diretta a carattere nazionale, quella assunta dal presidente del Pd, che in ogni caso non fa abbassare la guardia ai lavoratori. «Per il 4 luglio è atteso il tavolo ministeriale - ricorda il segretario provinciale della Cgil-Fiom di Latina - ma questo è un incontro di routine collegato alla procedura di mobilità avanzata dalla Sapa Profili srl. Ora è venuto il momento di agire, perchè è chiara l’intenzione di questa società di chiudere in maniera definitiva lo stabilimento di Fossanova». In questi giorni si erano rincorse le voci circa la possibilità di procedere vero la cessione di un ramo d’azienda, dopo la manifestazione d’interesse di un gruppo d’imprenditori del frusinate, ma la trattativa sembra essersi arenata. In più, la Sapa non intende in alcun modo cedere quote di mercato del reparto estrusi. E la preoccupazione dei sindacati dei metalmeccanici di Cisl Cgil, Uil e Ugl è tutta qui: la Sapa sta camuffando la chiusura definitiva di tutti i siti italiani frammentando le vertenze, per poi decentrare le produzioni e mantenere ben salde nelle proprie mani tutte le quote di mercato? E’ possibile permettere tutto questo all’ennesima multinazionale foraggiata con gli aiuti di Stato? In questo momento l’unica certezza è il piano di mobilità presentato ufficialmente il 5 maggio a Unindustria, ma di fatto avviato il 23 aprile scorso con il versamento di 155mila euro all’Agenzia delle Entrate di Latina. Nel piano la Sapa sostiene che la regressione crescente a livello mondiale ha avuto inevitabili riflessi negativi sui margini e quindi sui volumi d’affari e dei fatturati dell’intero gruppo. Solo lo stabilimento di Fossanova avrebbe fatto registrare, nell’ultimo anno, perdite pari a 4 milioni di euro. Un trend che segue l’andamento dello stabilimento di Bolzano, di cui la Sapa Profili srl si è già sbarazzata, mettendola in vendita il 2 maggio scorso. Unico «fiore» all’occhiello delle produzioni, Feltre, che gode del privilegio di una posizione strategica sotto il profilo geografico, collocata «nella zona più industriale del Paese e vicina ai maggiori fornitori». Insomma le sorti dei lavoratori Sapa di Latina potrebbero essere segnate in modo inequivocabile se non verranno posti immediatamente dei paletti alla sua fuga annunciata.
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