28 SPORT BRASILE 2014 Corriere del Ticino GIOVEDÌ 5 GIUGNO 2014 SPORT BRASILE 2014 Corriere del Ticino GIOVEDÌ 5 GIUGNO 2014 Gruppo C Equilibrio e carattere, è sfida fra continenti I «Cafeteros» sognano SABATO 14 GIUGNO Belo Horizonte Colombia - Grecia Ore 18:00 Sudamerica, Africa, Asia ed Europa: quattro culture calcistiche si affrontano in uno dei gironi più complessi di tutto il Mondiale Equilibrio, stili diversi di interpretare il calcio, talento e grandi speranze. Il gruppo C è tutto questo e non potrebbe essere altrimenti: Colombia, Grecia, Costa d’Avorio e Giappone formano uno dei gironi più complessi di tutto il Mondiale. Il fascino non manca di certo, anche se l’assenza per infortunio di Radamel Falcao, locomotiva dei «Cafeteros», potrebbe stravolgere i valori in campo. «Lo abbiamo aspettato fino all’ultimo perché tutti speravamo di poter contare su di lui, ma bisogna fare i conti con la realtà e accettare il fatto che Falcao non è in condizione di disputare un Campionato del mondo – le parole del ct José Pekerman –. Per me e per tutta la Colombia è un momento tristissimo». Nel Paese sudamericano la notizia è stata accolta con sgomento, ma Cuadrado e compagni devono guardare avanti per cercare di difendere lo «status» di testa di serie dagli attacchi delle avversarie. Assieme alla Colombia, la Costa d’Avorio è una delle candidate più accreditate ad accedere agli ottavi di finale: tanto talento, un pizzico di anarchia calcistica e alcune stelle di grandezza mondiale. Gli «Elefanti» hanno tutto per stupire, a partire dai nomi: Gervinho, Drogba, Yaya e Kolo Tourè sono solo alcuni dei giocatori più in vista della selezione africana. L’unico dubbio da sciogliere è legato alla panchina. Dopo l’era Eriksson, tocca a Sabri Lamouchi (un ct senza esperienza) prendere in mano le redini della squadra. Grecia e Giappone sembrano destinate a recitare un ruolo secondario, anche se le sorprese potrebbero non mancare. Zaccheroni conosce alla perfezione il gioco dei suoi, mentre gli ellenici possono contare su una rosa esperta. Insomma, il gruppo C sarà da gustare fino all’ultimo. Ci sarà da divertirsi. DOMENICA 15 GIUGNO Recife Costa d’Avorio - Giappone Ore 03:00 GIOVEDÌ 19 GIUGNO Brasilia Colombia - Costa d’Avorio Ore 18:00 VENERDÌ 20 GIUGNO Natal Giappone - Grecia Ore 00:00 MARTEDÌ 24 GIUGNO Cuiabá Giappone - Colombia Ore 22:00 MARTEDÌ 24 GIUGNO Fortaleza Grecia - Costa d’Avorio Ore 22:00 CURIOSITÀ 16 Sono gli anni trascorsi dall’ultima partecipazione della Colombia ai Mondiali. L’ultima presenza dei «Cafeteros» a una fase finale risale a Francia ‘98, quando Carlos Valderrama e compagni vennero eliminati nella fase a gironi. 1 Sabri Lamouchi, selezionatore della Costa d’Avorio, è alla sua prima esperienza. Dopo la carriera di giocatore, l’ex Auxerre è stato nominato commissario tecnico degli «Elefanti» e non ha mai allenato squadre di club. Un caso più unico che raro. 0 La Nazionale greca ha un unico obiettivo: quello di raggiungere per la prima volta gli ottavi di finale di un Mondiale. Mai gli ellenici sono riusciti in questa impresa nelle sue due precedenti partecipazioni. BOMBER Drogba è al suo ultimo Mondiale. L’obiettivo della Costa d’Avorio è superare la fase a gruppi. (Foto Keystone) Inserto a cura di: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tarcisio Bullo Testi: . . . . . . . . . . . . . . . .Tarcisio Bullo, Marcello Pelizzari, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giona Carcano e Agenzia ANSA Concetto grafico: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Andrea Spinelli Fotografie: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Keystone Infografica:. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .P&G ITALIA Colombia Manca la star, Grecia Questa volta ma c’è molto talento bisogna sfatare un tabù Costa d’Avorio Stelle e possibili sorprese Giappone Con «Zac» tutto può succedere zxy La Colombia ha staccato il biglietto per i Mondiali in Brasile come seconda classificata del suo girone alle spalle della corazzata Argentina. Ma soprattutto grazie alle reti di Radamel Falcao, uno dei grandi assenti in Brasile. «Ho lottato con tutte le mie forze e ringrazierò sempre i miei connazionali per l’affetto ricevuto le parole del ‘‘Tigre’’ -. Ho recuperato dall’infortunio, ma oggettivamente non sono in condizione di giocare. Rischiare non sarebbe stato saggio. La decisione, per quanto dolorosa, è la più sensata sia per me che per i miei compagni». Il vuoto lasciato da Falcao è immenso e non sarà facile colmarlo. Tuttavia, nonostante l’assenza della stella più luminosa, la Nazionale dei «Cafeteros», come vengono simpaticamente chiamati i colombiani, in Brasile può essere considerata una vera e propria mina vagante, a prescindere dai precedenti nelle competizioni iridate, dove spicca solo la conquista di un ottavo di finale a «Italia ‘90»: era la Nazionale di Francisco Maturata, che schierava l’eccentrico Higuita in porta e il pittoresco Valderrama come fantasista. La Colombia buttò via la qualificazione ai quarti, giocherellando con il Camerun di Roger Milla, che la punì severamente, prima di essere a sua volta beffato dall’Inghilterra nel turno successivo. Ma quella è un’altra storia. Il talento, la cifra tecnica, le individualità di questa squadra, nel complesso, sono più elevate di quella di allora. Stesso discorso per l’esperienza maturata dai colombiani nei campionati di tutto il mondo, a partire da quello italiano, dove i vari Zapata, Yepes, Zuniga, Cuadrado, Guarin, sono pedine inamovibili. A loro si aggiungono Jackson Martinez e Bacca. Insomma, la Colombia è un’avversaria da evitare: non potranno farlo Costa d’Avorio, Giappone e Grecia, che se la sono ritrovata nel Gruppo C e saranno co- zxy Sven Goran Eriksson, nel 2010, regalò solo un’illusione alla Costa d’Avorio, dopo essere stato ingaggiato appositamente per guidare la Nazionale ivoriana nella fase finale del Mondiale in Sudafrica. Inseriti in un girone di ferro, al fianco di corazzate come Brasile e Portogallo, si sapeva che le chance di passare il turno, per Drogba e compagni, sarebbero state davvero minime. In Brasile le cose potrebbero andare meglio, soprattutto se verranno confermati i valori realizzativi (e tecnici) di alcuni elementi di elevata caratura internazionale, come lo stesso «Re leone» Didier o Gervinho, che ha fatto le fortune della Roma di Garcia. È la terza volta che la Costa d’Avorio partecipa a una fase finale della Coppa del mondo: la prima in Germania, nel 2006, poi l’esperienza in Sudafrica e adesso il Brasile, nel girone che comprende Grecia, Colombia e Giappone. Gli ivoriani non nascondono le proprie ambizioni di conquista di un ottavo di finale, che rappresenterebbe un traguardo storico per tutto il paese. Sulla panchina degli «Elefanti» siede una vecchia conoscenza del calcio italiano, come lo era del resto Eriksson: si tratta di Sabri Lamouchi, ex centrocampista di origine francese ma con passaporto tunisino. Non ha precedenti esperienze come ct, ma confida su un’ampia visione del mondo calcistico, che lo ha portato a trasmettere agli ivoriani una palpabile impronta tattica. Non a caso, la Nazionale verdearancio è considerata la migliore espressione del calcio africano, grazie anche ad alcune formidabili individualità. Elementi come Didier Drogba, capitano e anima della squadra, sicuramente il giocatore più esperto a disposizione del ct, incutono rispetto e timore insieme. E che dire del metronomo Yaya Tourè del Manche- zxy Contro due formazioni come Colombia e Costa d’Avorio sono piuttosto scarse le possibilità del Giappone di superare il primo turno in Brasile. Anche in Sudafrica, nel 2010, sarebbe dovuta andare allo stesso modo, invece i «samurai» riuscirono a battere Danimarca e Camerun, conquistando un piazzamento di prestigio nel Gruppo alle spalle dell’Olanda, e ritagliandosi un posto fra le 16 Nazionali più forti del pianeta. Ora, grazie agli ottimi risultati della gestione di un allenatore navigato come Alberto Zaccheroni, e del suo secondo Colautti, abile stratega, il Giappone ha voglia di sognare, ma serve una grande impresa. E «Zac», che guida questa rappresentativa dall’agosto 2010, e ne conosce pregi e difetti, non si sente affatto battuto in partenza. Il Giappone è riuscito ad approdare a una fase finale della rassegna iridata per la prima volta solo nel 1998, in Francia, al 15. tentativo. Da allora, però, c’è sempre stato: nel 2002, perché ospitò il strette a trovare adeguate contromisure. Il ct Pekerman, ex selezionatore dell’Argentina, ha segnato la svolta, dopo essere subentrato ad Alvarez. Abituato a lavorare con i giovani, non a caso ha portato a casa tre Mondiali Under 20 con la Seleccion, è riuscito a restituire i giusti equilibri a una squadra votata all’anarchia tattica, miscelando esperienza e freschezza atletica di alcuni elementi di spiccata personalità. L’unico limite della Colombia, infatti, non è tecnico, ma è legato a un collettivo non sempre omogeneo. Pekerman è riuscito a inculcare l’idea di squadra, a trasmettere concretezza e solidità alla «sua» formazione, senza rinunciare alla fantasia, messa al servizio della causa. I numeri, del resto, sono dalla sua parte e la Colombia casomai dovrà badare più a se stessa, alle capacità di adattamento a una manifestazione particolare come il Mondiale, piuttosto che agli avversari. Se certi elementi sono messi nelle condizioni di rendere al massimo, allora si fa dura per tutti, nessuno escluso. zxy Nella terra del «futebol bailado», la Grecia disputerà il terzo Mondiale della propria storia, dopo quelli targati «Usa 1994» e «Sudafrica 2010». Il debutto fu un disastro: tre sconfitte e mesto ritorno sulle rive dell’Egeo; nella scorsa edizione del torneo iridato, alla Grecia quantomeno è rimasta la soddisfazione di avere conquistato i primi tre punti, contro la sempre temibile Nigeria, che l’aveva schiaffeggiata negli States. Il primo luglio 2010, in pratica di ritorno dal Sudafrica, la Federcalcio ellenica ha deciso di affidare la Nazionale a Fernando Santos, con il difficile compito di rimpiazzare il tedesco Otto Rehhagel, entrato nella storia per avere guidato la selezione alla conquista della prima vittoria in una partita della fase finale dei Mondiali, ma soprattutto per aver regalato ai discendenti di Aristotele l’unico alloro internazionale: l’Europeo del 2004, in Portogallo. Con Santos, nella manifestazione continentale 2012 - disputata fra Polonia e Ucraina - il cammino della Grecia, invece, si è in- terrotto nei quarti di finale, dopo la sconfitta contro la Germania. Santos in Brasile si affiderà a elementi di provata esperienza, molti dei quali disputeranno il secondo Mondiale della carriera, come capitan Karagounis, Samaras e Torosidis. Non vanno dimenticate, tuttavia, le speranze Manolas e Mitroglou, pronti a garantire freschezza atletica. Il giovane Sotiris Ninis, che molti hanno già soprannominato il Messi greco, non è fra i convocati di Santos: una sorpresa. Segno che il commissario tecnico degli ellenici ha puntato molto sui «senatori» del gruppo. Quella del 2014 per la Grecia è la seconda volta consecutiva alla fase finale della Coppa del mondo, ma non solo: sempre per la seconda volta di seguito la nazionale ellenica ha dovuto fare ricorso all’emozionante - ma rischiosa - appendice dei playoff. L’obiettivo dichiarato in Brasile è quello di sfatare un altro tabù: il superamento della prima fase. L’ingresso negli ottavi verrebbe accolto come un trionfo. RESPONSABILITÀ Carlos Bacca (a destra) dovrà garantire i gol colombiani. (Foto Keystone) 29 ster City, quarto giocatore più pagato in Europa nel 2012, di cui il Barcellona si è liberato con eccessiva superficialità. O di Gervinho, che ha letteralmente sedotto una tifoseria dal palato fine come quella romanista a suon di gol e di prestazioni da calciatore vero? Al centro della difesa, tra gli altri, spicca Kolo Tourè, fratellone di Yaya, attualmente in forza al Liverpool, elemento affidabile ed esperto. I risultati parlano chiaro e vengono supportati anche da alcuni segnali che giungono dalle amichevoli premondiali. Un esempio? Il 2-2 conquistato dagli ivoriani in casa del Belgio di Hazard e del lungo portiere Courtois la dice lunga sulle capacità degli «Elefanti» di ritagliarsi un posto fra le grandi. La Costa d’Avorio in genere gioca con un 4-2-3-1, che prevede Gervinho, Yaya Tourè e Kalou (ex Chelsea) alle spalle di Drogba. Non male, per una squadra con poca storia, ma tanta sostanza. Ci sarà sicuramente da divertirsi. ATTESO La selezione di Zaccheroni è seguita con grande partecipazione dai tifosi giapponesi. (Foto Keystone) torneo assieme alla Corea del sud (conquistato un altro ottavo); nel 2006, in Germania, e appunto nel 2010, per meriti propri. La limitata capacità tecnica della maggior parte degli elementi è stata un freno per le ambizioni nipponiche. La situazione, però, negli ultimi anni è cambiata: il miglior piazzamento ottenuto nel 2002 e nel 2010 (quando i «Blue Samurai» uscirono solo ai rigori negli ottavi contro il Paraguay), già in Brasile potrebbe essere addirittura migliorato. Arrivare alla fase a eliminazione diretta, comunque, sarebbe un successo. Negli ultimi anni il numero di calciatori giapponesi impegnati nei vari campionati sparsi per il mondo è aumentato. E non si tratta solo di merchandising delle maglie, ma di sostanza. Nagatomo e Honda, titolari nell’Inter e nel Milan sono l’emblema del calcio del Sol Levante, che illumina la scena e lascia intravedere nuovi orizzonti. E l’agevole qualifricazione per il Brasile è lì a dimostrare tutti i progressi effettuati dai nipponici negli ultimi anni, soprattutto dal punto di vista tecnico. In Giappone le vicende della squadra sono seguite con un certo interesse, dopo anni di oscurantismo legato alla più ridotta popolarità del calcio, rispetto a alcun discipline come sumo, wrestling e baseball. L’indice di gradimento del calcio è aumentato con il lancio della Japan league (1992). In questo campionato hanno militato tanti big: dai brasiliani Dunga, Zico, Leonardo, Edmundo e Hulk fino all’italiano Schillaci che, con la maglia dello Jubilo Iwata, ha segnato gol a grappoli e sedotto i tifosi con gli occhi a mandorla. «Totò-sun» è stato idolo in un Giappone che con «Zaccheroni-sun» rischia di trovare finalmente la propria identità calcistica.
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