precari_festa_pd_preaslpina_18_07_2014 (1)

VENERDÌ
10
18
LUGLIO
2014
INDISCREZIONE E SMENTITA
ECONOMIA
&
FINANZA
TORINO - Del sogno di Volkswagen
di comprare l'Alfa Romeo si è parlato
tante volte, ma le voci di interesse
della casa tedesca per l'acquisizione
di quote totali o parziali di Fiat Chrysler Automobiles sono una novità assoluta. Arrivano dal periodico tede-
Voci di matrimonio tra Fiat e Wv. Titolo su
sco "Manager Magazin", secondo il
quale ci sarebbero trattative fra Ferdinand Piech, principale azionista di
Volkswagen e le famiglie Elkann e
Agnelli. «Non si è tenuta alcuna di-
scussione in merito a una fusione di
Fiat con Volkswagen», smentiscono
sia il Lingotto sia Exor, la società della famiglia Agnelli che detiene la percentuale di maggioranza delle azioni
Fiat. «Nell'agenda di Volkswagen
non ci sono al momento progetti di
fusione o acquisizione», dichiara la
casa di Wolfsburg. Le voci hanno fatto bene al titolo Fiat che ha chiuso in
controtendenza rispetto al listino in
aumento dell'1,38% a 7,7 euro.
Mutui casa, il mercato rialza la testa
Unicredit registra a Varese un +355% a giugno. Tafuro (Fiaip): «Ma prima il credito era a zero»
VARESE - Il mercato immobiliare si muove, ma resta
fermo. Così è guardando da un lato ai dati dei nuovi mutui casa e dall’altro alla tendenza registrata dagli agenti
immobiliari varesini.
Una fotografia, seppur parziale, la fornisce Unicredit. In
un report annuncia che «dopo 4 anni di contrazione, il
mercato dei mutui comincia a mostrare segnali di ripresa». L’affermazione si regge sui dati lombardi: nei primi
6 mesi del 2014 l’istituto di credito ha registrato un incremento dell'erogato del 154% rispetto allo stesso periodo
del 2013. E i numeri più significativi, almeno per il mese di giugno, riguardano proprio Varese: qui l’incremento è del 355% rispetto a giugno 2013. A ruota segue Bergamo (+318%). La domanda di nuovi mutui appare vivace anche nelle altre province. Confrontando il primo semestre 2014 con l’analogo periodo del 2013 la classifica
vede prima Mantova (+270%), Monza e Brianza
(+224%), Bergamo (+199%), Lecco (+172%), Brescia
(+147%), Como (+129%), Milano (+122%), Pavia
(+82%), Sondrio (+59%) e Lodi (+9%). «Sono numeri
rilevanti - afferma Monica Cellerino, manager per la
Lombardia di UniCredit -. Intendiamo crescere ancora
fino a fine anno grazie alla spinta della nostra rete commerciale e del focus che la nostra banca sta concentrando sulle famiglie che intendono comprare casa. L'obiettivo del nostro gruppo per il 2014 è arrivare al 20% della
quota del mercato mutui italiano. In Lombardia la partenza è stata ottima: nei primi 6 mesi dell’anno abbiamo più
che raddoppiato l’erogazione rispetto al 2013. ll mercato
immobiliare sta vivendo un periodo di crisi, ma resta un
settore ad altissimo valore e con prospettive di ripresa.
Credo che, seppur con tutta la cautela del caso, sia il momento per guardare avanti con un po’ di ottimismo».
Meno ottimista Isabella Tafuro, presidente degli agenti
immobiliari aderenti a Fiaip che ironizza: «Il dato di Unicredit è assolutamente credibile. Ma bisogna tener presente che un anno fa le banche non facevano credito quasi per niente. Inoltre quei pochi che riuscivano ad ottenerlo si vedevano riconosciute cifre che non superavano
il 60% del valore dell’immobile da acquistare. Adesso
in effetti le cose un po’ stanno cambiando. Intanto la percentuale di valore è salita tra l’80% e il 90%. Ciò anche
perché sono aumentati gli interessi sui conti correnti e
quindi le banche non hanno più molto interesse a tenere
soldi in parcheggio. Poi anche gli spread sono diventati
più interessanti, scendendo a circa il 2%. Detto questo
non ci facciamo troppe illusioni. Il mercato rimane basso rispetto al periodo pre crisi; i prezzi sono in ulteriore
calo del 4-5% rispetto al 2013 e il valore degli immobili
più richiesti non supera i 150mila euro».
L’ottimismo, infine, va a corrente alternata guardando al
recente studio di "Scenari immobiliari" secondo cui nei
primi 6 mesi del 2014 l’italia segna un incremento del
fatturato pari al 4%, rispetto alla prima metà del 2013. E
anche l'Europa registra una crescita del 2,7% considerando i 5 paesi principali (Francia, Germania, Inghilterra,
Spagna e Italia), e del 3% prendendo come riferimento
l’Ue a 28. Per la fine dell’anno, tuttavia, le stime indicano «un ridimensionamento del trend con una crescita intorno all'1,5% nei 5 principali Paesi. Per quanto riguarda, infine, le quotazioni residenziali l'Italia è ancora in
territorio negativo (-1,6% in un anno).
Saverio Ceré
ACCORDO TRA INTESA-SAN PAOLO E CONFINDUSTRIA
Dieci miliardi a disposizione delle Pmi
MILANO - (l.t.) Nuove risorse - leggi:
un nuovo plafond di 10 miliardi di euro
- e un chiaro programma di interventi
per incoraggiare il dinamismo della
piccola e media impresa nazionale. È
questo il contenuto dell'accordo stipulato ieri a Milano da Piccola Industria
di Confindustria e il Gruppo Intesa
Sanpaolo per investire sul potenziale
di crescita dell'imprenditoria italiana.
L'accordo rappresenta un nuovo strumento a sostegno delle piccole e medie aziende alle quali è proposta
un’ampia gamma di soluzioni in linea
con l'idea di una finanza sempre più
strategica, al servizio della crescita e
della competitività del sistema imprenditoriale del Paese. Al centro della collaborazione, oltre al nuovo plafond di
10 miliardi euro, che si aggiunge ai 35
miliardi già stanziati con gli accordi
precedenti (il primo risale al 2009), un
programma focalizzato su interventi
in tema di crescita, innovazione e
start up, export e internazionalizzazione e, per finire, Expo. Nell’ultimo decennio - si legge in una nota congiunta -, l’industria italiana ha mostrato segnali di consolidamento: il peso in ter-
mini di occupazione delle medie imprese è salito dal 20,8% al 21,8% e
quello delle grandi imprese dal 22,8%
al 23,2%, ma il gap rispetto agli altri
grandi paesi europei rimane rilevante.
Pertanto, l’accordo pone al servizio
delle piccole e medie imprese le competenze di Mediocredito Italiano, il polo per la finanza d’impresa di Intesa
Sanpaolo, e di tutte le componenti
specialistiche presenti nel gruppo per
sostenere gli investimenti e i percorsi
di crescita delle aziende attraverso finanziamenti specialistici, credito agevolato, leasing, factoring e consulenza per la finanza d’impresa.
«Investire sulle imprese e sul loro sviluppo è la chiave per uscire dalla crisi
- ha commentato Giorgio Squinzi, il
presidente di Confindustria, salito ieri
a Milano per benedire l’accordo -. Ma
le imprese non possono crescere né
generare valore senza adeguata liquidità. È per questo che l’accordo con
Intesa Sanpaolo, il quinto di una proficua collaborazione, ha valenza strategica per affrontare quell’emergenza
credito che resta ancora forte, soprattutto per le Pmi».
L’allarme del presidente Scapolan. Maroni: «Chiederò ai parlamentari di modificare il decreto»
«Tagli, la Camera di commercio perderà 7 milioni»
VARESE - (r.e.) - C’era anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ieri alla riunione
del consiglio della Camera di commercio svoltosi a Ville Ponti, che ha, tra l’altro, affrontato la questione della
prevista riduzione del 50% per il 2015 del diritto camerale pagato dalle aziende per il funzionamento dell’ente (un problema a cui è interessato tutto i sistema camerale italiano). Per Varese, ha ricordato il presidente dell’ente Renato Scapolan, il taglio vale 7 milioni di euro. La norma, prevista per decreto, è ora in discussione
in Parlamento. «Il sistema camerale - ha rivendicato
Scapolan - svolge, funzioni di primaria importanza per
il tessuto imprenditoriale dei vari territori costituendo,
soprattutto per le piccole e medie imprese, un punto di
riferimento per l’accompagnamento all’internazionalizzazione, per l’accesso al credito, per lo sviluppo dei processi d’innovazione. Ambiti di indiscutibile rilievo strategico per la difesa e la crescita dei livelli di
competitività».
Maroni ha risposto alla sollecitazione affermando che:
«la rete delle Camere di commercio non è un costo inutile da tagliare, ma rappresenta un'opportunità e uno
strumento di intervento nelle politiche di sostegno al
mondo delle imprese. Per questo domani in Giunta porterò una delibera per istituire il Tavolo lombardo del
sistema camerale, a cui inviterò i presidenti regionali
delle associazioni di categoria rappresentate nel sistema camerale, i vertici di UnionCamere e i presidenti
delle Camere di commercio. Il decreto che dimezza i
contributi alle Camere? Il sistema camerale qui in Lombardia funziona bene e c'è il mio impegno, attuando la
decisione del Consiglio regionale, di intervenire, sollecitando anche i parlamentari lombardi, perché modifichino il decreto con un emendamento soppressivo della
parte che dimezza il contributo alle Camere di commercio».
Renato Scapolan,
presidente della Camera
di commercio
LO SPI-CGIL AL BORGORINO
Nel Varesotto ogni anno 9mila nuovi precari
CASSANO MAGNAGO - Che i
pensionati pensino ai giovani, suona
paradossale. Invece, è logico: «Se loro non hanno un lavoro stabile, non
avranno neanche una pensione e noi
non avremo un futuro. Semplicemente", spiega Stefano Landini, segretario lombardo dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil.
Così, ieri mattina, in chiusura di una
tavola rotonda al Borgorino, dove è
in corso la tradizionale festa del Pd,
viene ribadita un'alleanza strategica
per il futuro del maggiore sindacato
italiano. Il titolo dell'incontro, seguito da numerosi iscritti, è eloquente:
"Giovani. Fuori dalla precarietà".
Altrettanto eloquente è il titolo di un
libro, scritto e ridotto in forma di
spettacolo da Carlo Albé: Stabile
precariato. Letto a brani prima del
dibattito, ha gettato luce su una situazione insostenibile, eppure stabile,
appunto, calcificata: «Quella che genera, ogni anno, in provincia di Varese, 9mila contratti atipici», riferisce Francesco Vazzana, della Nidil
di Varese, la sigla che all'interno della Cgil si occupa delle nuove identità di lavoro. L'esercito dei precari
marcia anche sulle percentuali:
«L'80% dei neo assunti sono precari. Negli ultimi 3 anni, nella nostra
provincia, ma anche a Milano e Como, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono maggiori delle assunzioni. Le 45 formule contrattuali attuali
vanno ridotte. Senza contare che un
giovane varesino su 3, oggi, è disoccupato», informa ancora Vazzana,
che ringrazia lo Spi per quello che
definisce un «segno di solidarietà generazionale».
Per evitare la sfiducia di un esercito
deluso e senza futuro, sempre più distante dal mondo sindacale, la Nidil
fa appello a Filtea, Fiom e altre sigle, assenti al proprio congresso nazionale, affinché si raggiunga una
maggiore collaborazione: «Contro
la disgregazione tra i lavoratori, per
evitare che i diritti di alcuni vengano percepiti come privilegi inarrivabili da altri».
Per Marinella Magnoni, segretario
generale dei pensionati Cgil a Varese, ci sono anche falsi miti da sfata-
re: «Il sindacato si è sempre battuto
contro il precariato, ma pochi se lo
ricordano. Passa invece il messaggio contrario. Le idee non mancano».
Dal pubblico si chiede conto della
proposta sul minimo salariale garantito, ma i pareri sono discordanti.
Umberto Colombo, segretario generale di Cgil Varese, spiega: «Se
non estendiamo i diritti sarà difficile
tutelarli. Il fatto è che il meccanismo
si è inceppato». Ma c'è un punto fermo. È Landini a ribadirlo: «Dobbiamo puntare alla presenza sul territorio, al coinvolgimento tra le generazioni, tra i lavoratori. Altrimenti, addio sindacato».
Carlo Colombo