OSSERVAZIONI DEL CIRCOLO SEL CAPENA AL DOCUMENTO PRELIMINARE DI INDIRIZZO AL P.U.C.G. (Deliberazione del Consiglio comunale di Capena, 13 settembre 2013, n. 35) indirizzate ai Cittadini e all’Amministrazione Comunale MARZO 2014 www.selcapena.it INDICE 1. COSA E’ IL DPI 2. COME NASCE IL DPI DEL NUOVO PIANO REGOLATORE 3. I TENTATIVI DI PARTECIPAZIONE E LA SCARSA DISPONIBILITA’ DELL’AMMINISTRAZIONE 4. LINEE ESSENZIALI DEL DPI 5. VALUTAZIONE DEI CONTENUTI: UN DPI CON LUCI ED OMBRE 1. LE LUCI: UN APPROCCIO CULTURALE IN LARGA PARTE CONDIVISIBILE FONDATO SU PARTECIPAZIONE E SOSTENIBILITA’ 2. LE OMBRE/1 – DUE LIMITI DELL’APPROCCIO CULTURALE: L’INEFFICACIA DELLA “PICCOLA DIMENSIONE” PER RENDERE CAPENA RICONOSCIBILE ED IL POCO INNOVATIVO PRINCIPIO “SERVIZI IN CAMBIO DI CEMENTO” 3. LE OMBRE/2 – MANCANZA DEGLI ELEMENTI MINIMI ESSENZIALI DEL DPI, CHE CONSENTANO DI PROGETTARE IL FUTURO TENENDO CONTO DEL PASSATO E DEL PRESENTE 4. LE OMBRE/3 – ASSENZA DI UNA REALE PARTECIPAZIONE E SUE CONSEGUENZE NEGATIVE 5. LE OMBRE/4 – IL MANCATO AVVIO DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PROPOSTE DI MODIFICA E INTEGRAZIONE 1. PIU’ TRASPARENZA: INTEGRAZIONE DEL DPI CON TUTTI I DATI MANCANTI RELATIVI ALLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PRG VIGENTE 2. PIU’ PARTECIPAZIONE: INTEGRAZIONE DEL DPI CON LA DISCIPLINA DEL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE PER L’ADOZIONE DEL PUCG 3. PIU’ ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE: IMMEDIATO AVVIO DELLA PROCEDURA DI VAS 4. GLI SCENARI PROGETTUALI/1: LE 13 PIAZZE 1. PIAZZA MANCIANO 2. PIAZZA INGRESSO S. MARCO 3. PIAZZA INGRESSO MATTATOIO 4. PIAZZA DEL POPOLO 5. PIAZZA 2 AGOSTO 6. PIAZZA S. LUCA 7. PIAZZA EUROPA 8. PIAZZA PANORAMICA 9. PIAZZA SELVOTTA 10. PIAZZA SCORANELLO ALTO 11. PIAZZA OSTERIA – PIAZZA S. MARTA 12. PIAZZA DEL COLLE 5. GLI SCENARI PROGETTUALI/2: I 5 PROGETTI 1. PROGETTO SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO DI CAPENA 6. 2 www.selcapena.it 7. 2. PROGETTO PARCO ARCHEOLOGICO-AGRICOLO DI CIVITUCOLA 3. PROGETTO PARCO AGRICOLO DEL TEVERE DI CAPENA 4. PROGETTO INTORNO DEL LUCUS FERONIAE 5. PROGETTO I GIARDINI DI CAPENA 6. GLI SCENARI PROGETTUALI/3: IL PROGETTO SPECIALE CASA CAPENA CONCLUSIONI ALL. A – TAV. P4A DEL DPI: SINTESI DEGLI INTERVENTI 3 www.selcapena.it 1. Cosa è il DPI? Il DPI è il Documento Preliminare di Indirizzo che, in base alla legge regionale 38 del 1999, il Comune deve adottare “prima di avviare la formazione di un nuovo PUCG (Piano urbanistico comunale generale)” (art. 32). L’innovativo strumento è figlio di lunghe battaglie condotte dall’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e di una convinzione culturale che vede il territorio contemporaneo come entità in continua trasformazione e di conseguenza non più governabile solo attraverso la strumentazione rigida del classico PRG (Piano regolatore generale). Nella legge regionale 38 del 1999 il DPI è la parte programmatica del piano regolatore (ora denominato PUCG). Non ha “efficacia prescrittiva”, nel senso che non modifica la classificazione urbanistica delle aree (ad es. da agricole ad edificabili), ma è il momento “veramente politico” della pianificazione, cioè il momento in cui la politica stabilisce quali sono gli “obiettivi” da raggiungere con il nuovo piano, che poi la tecnica (gli urbanisti, gli architetti, gli ingegneri, i geometri) dovrà realizzare (disegnare e scrivere) con i classici strumenti della zonizzazione (stabilendo cioè dove si può fare cosa), delle norme tecniche di attuazione e del regolamento edilizio (cioè come va fatto ciò che si può fare: quanti metri quadrati, quali altezze, con quali materiali, etc.). 2. Come nasce il DPI del nuovo piano regolatore Il piano regolatore vigente (il secondo di Capena dopo quello del 1978) è stato approvato dal Comune nel 1997 e dalla Regione nel 2001. Nel 2006 l’Arch. Sebasti viene incaricato di preparare una relazione ricognitiva dello stato di attuazione del piano regolatore vigente. Di questa relazione - secondo la quale il piano regolatore vigente ha esaurito la propria “capacità edificatoria” e quindi c’è bisogno di un nuovo piano - il Consiglio comunale prende atto con la delibera n. 17 del 17 maggio 2007. Il 29 luglio 2008 la precedente amministrazione, giunta quasi alla fine del mandato elettorale, conferisce l’incarico per la redazione del nuovo piano regolatore. A seguito della rinuncia dei due progettisti incaricati, l’incarico viene riassegnato al progettista Ing. 4 www.selcapena.it Paolo Colarossi il 5 novembre 2010. Bozze del DPI sono in circolazione tra i consiglieri dal mese di ottobre 2012. 3. I tentativi di partecipazione e la scarsa disponibilità dell'Amministrazione Il 30 settembre 2012 - vista la totale mancanza di trasparenza sui lavori in corso in Comune per il nuovo piano - SEL Capena cerca di riavviare un dibattito pubblico sul tema, con l’incontro intitolato “Nuovo PRG di Capena: dagli interessi di pochi ai diritti di tutti” 1. Dall’incontro emergono due risultati. Da una parte, la redazione di un documento di indirizzo, intitolato “Patto per un PRG trasparente, partecipato e sostenibile” 2 (d'ora in avanti: Patto), che raccoglie le idee e gli spunti emersi dal dibattito. In esso, si chiede in particolare: - - - Trasparenza: cioè la messa a disposizione di tutti i cittadini dei dati sull’attuazione del piano regolatore vigente, con riferimento non solo al “costruito” ed ai “residui” di edificazione ma anche e soprattutto al “verde e servizi pubblici” che erano stati previsti; Partecipazione: cioè l’individuazione di un percorso di coinvolgimento dei cittadini tramite questionari, assemblee di quartiere, forum telematici e tavoli di lavoro, già sul DPI, cioè sull’individuazione degli “obiettivi” del nuovo piano; Sostenibilità ambientale, sociale ed economica del piano: cioè la redazione di un piano che tenda ad azzerare il consumo di nuovo suolo, a tutelare il paesaggio e a riqualificare ciò che è già stato costruito, prevedendo entrate alternative che facciano fronte almeno in parte alla diminuzione degli introiti derivanti dagli “oneri di urbanizzazione”. 1 Tutti gli interventi del dibattito possono essere visti all’indirizzo web http://www.selcapena.it/?page_id=22. 2 L’intero contenuto del Patto può essere letto all’indirizzo web http://www.selcapena.it/?page_id=105 5 www.selcapena.it Dall’altra, la costituzione di un Comitato locale della campagna Salviamo il paesaggio (SIP Capena) 3, impegnata nella lotta contro l'abusivismo ed il consumo di suolo, cui partecipano forze politiche e singoli cittadini, che si attiva immediatamente con la campagna per il censimento delle case vuote, sfitte e abbandonate e con la realizzazione di un evento intitolato “La città che vogliamo”. In quest’ultimo, SIP Capena, il 12 e 13 Maggio 2013, coinvolge i cittadini tramite un’attività di individuazione di criticità e positività su una mappa catastale e la raccolta di circa 200 questionari. Le risposte vengono elaborate e diffuse tramite il sito web e manifesti nel mese di Agosto 20134, ed indicano le priorità generali ed alcuni interventi specifici che i cittadini coinvolti individuano come necessari o utili per la riqualificazione del proprio territorio. Nonostante le reiterate richieste di trasparenza e partecipazione sul PRG da parte di SEL e di altre forze politiche politiche e sociali, deve passare quasi un anno prima che si ottenga una presentazione pubblica del DPI, che avviene presso la Sala del Consiglio comunale solo il 23 luglio 2013. Anche in questo frangente, nonostante l’ampia partecipazione all’incontro pubblico, le importanti questioni poste dai cittadini e le ulteriori richieste di individuare un percorso partecipato per la condivisione e l’integrazione degli “obiettivi” del Piano 5, il DPI viene adottato dal Consiglio comunale il 13 settembre, esattamente nella versione predisposta dal progettista fin da gennaio 2013, e quindi senza che la “partecipazione” si traduca in modifiche, correzioni o integrazioni del DPI, con l’impegno, tuttavia, da parte dell’amministrazione, di svolgere percorsi partecipati per la stesura del Piano dopo la sua adozione da parte del Consiglio comunale, come prescrive obbligatoriamente la legge regionale. 4. Linee essenziali del DPI 3 4 5 http://salviamocapena.wordpress.com http://salviamocapena.wordpress.com/2013/08/09/la-citta-che-vogliamo-le-propostedei-cittadini/ Gli interventi all’incontro pubblico organizzato dal Comune possono essere visti su http://www.youtube.com/watch?v=1Hc_uGFcAUA 6 www.selcapena.it Il DPI è strutturato nelle seguenti grandi linee: 1. 7 sistemi di quartieri, costituiti ciascuno da un quartiere o da aggregazioni di quartieri, attrezzati con 10 nuove piazze (più 3 piazze esistenti da riqualificare), ciascuna con edilizia residenziale / commerciale di contorno (il numero di nuovi abitanti è indicato tra parentesi), grazie alla quale si dovrebbe finanziare la relativa dotazione urbanistica pubblica: 1. Sistema centro storico – città consolidata 1. Piazza Manciano (48) 2. Piazza Ingresso S. Marco (115) 3. Piazza Ingresso Mattatoio (45) 4. Piazza del popolo (esistente da riqualificare) 5. Piazza 2 agosto (esistente da riqualificare) 6. Piazza S. Luca (esistente da riqualificare) 2. Sistema Pastinacci 1. Piazza Europa (64) 3. Sistema Portularo – Campo sportivo – Monte Cecchitto alto 1. Piazza panoramica (76) 4. Sistema Monte Cecchitto basso - Selvotta 1. Piazza Selvotta (80) 5. Sistema Rosetole – Scoranello alto 1. Piazza Scoranello alto 6. Sistema Scoranello basso – Santa Marta 1. Piazza Osteria (70) 2. Piazza S. Marta 7. Sistema Colle del fagiano 1. Piazza del Colle (116) 2. 5 progetti per valorizzare la bellezza del paesaggio capenate: 1. Salvaguardia del paesaggio di Capena 2. Parco archeologico-agricolo di Civitucola 3. Parco agricolo del Tevere di Capena 4. Passeggiata “Intorno del Lucus Feroniae” 5. I 13 giardini di Capena 1. della Casa di Capena 2. del Campo sportivo 3. di Civitucola 4. di Selvotta 5. di Rosetole 7 www.selcapena.it 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Maleranca delle Capannelle di Scoranello Archeologico della Tiberina dei Laghetti del Tevere di Scorano del Lucus Complessivamente la quantità di nuovi abitanti da insediare risulta dalla seguente somma: Edilizia residenziale presso le nuove piazze: 650 Rimarginature/Ricuciture/Completamento primario: 460 Progetti in corso di realizzazione, approvati o in corso di approvazione: 865. Totale: 1975 nuovi abitanti circa, pari al 78,74% dell'incremento massimo ammissibile alla luce del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG), determinato in non più del 24% della popolazione attuale (definito dal PTPG come “forte incremento”, il massimo consentito per i Comuni della Provincia di Roma), che è pari a 2508 nuovi abitanti. Nel DPI invece gli 865 nuovi abitanti insediabili in base a progetti in corso di realizzazione non vengono calcolati, abbassando la somma a 1110 abitanti, pari al 44,25%. 5. Valutazione dei contenuti: un DPI con luci ed ombre Il DPI predisposto dall'Ing. Paolo Colarossi presenta a nostro avviso luci ed ombre: le prime relative ad un approccio culturale per noi in larga parte condivisibile, le seconde invece relative agli strumenti e modalità di attuazione del Piano, che tradiscono, a nostro avviso, le premesse culturali, non consentendo in definitiva che esse si traducano in una conseguente gestione del territorio ed in un'augurabile ridefinizione del futuro di Capena e di chi la abita. 5.1 Le luci: un approccio culturale in larga parte condivisibile fondato su partecipazione e sostenibilità 8 www.selcapena.it Nel Cap. 1 del DPI sono contenuti i “principi, metodi e obbiettivi generali fondativi per il Piano”, che ci paiono ampiamente condivisibili, seppur con due importanti criticità evidenziate nel paragrafo successivo. Il metodo proposto dal progettista, definito “urbanistica della piccola dimensione”, pone infatti la partecipazione e la sostenibilità – cioè 2 dei 3 punti indicati anche nel nostro Patto - tra i suoi punti fondamentali. In particolare, secondo il progettista, questo metodo (v. par. 1.2): “fonda i suoi metodi e le sue tecniche sulle percezioni, sensazioni, memorie, immagini, che nascono dal rapporto “diretto” tra abitante e spazio urbano”; “assume la partecipazione degli abitanti ai processi delle scelte riguardanti le trasformazioni urbanistiche del loro ambito urbano come metodo per meglio conoscere le realtà locali anche nei dettagli e per progettare un assetto in accordo con quelle conoscenze e con i desideri o aspirazioni degli stessi abitanti”; “privilegia lo spazio pubblico rispetto al costruito”; “pratica esplicitamente la sostenibilità come condizione necessaria per le trasformazioni urbane” e “matrice delle quattro dimensioni della qualità urbana: ambientale, economica, estetica e sociale”; “pone la bellezza della città tra i suoi obiettivi di sostenibilità”. Tali condivisibili “proposizioni” si traducono poi in altrettanto condivisibili “indirizzi”, pienamente in linea con quanto espresso dal nostro Patto (v. par. 1.3): “aprire una fase qualitativa della organizzazione territoriale del comune, per cui il nuovo piano dovrebbe essere prevalentemente un piano di riqualificazione urbana e del territorio fondata sull'esistente”; “ottenere un sostanziale contenimento del nuovo sviluppo, minimizzando nuove occupazioni di suolo o, per meglio dire, privilegiando un consumo sostenibile del territorio”; “caratterizzare le operazioni di riqualificazione urbana prevalentemente attraverso la riqualificazione e il 9 www.selcapena.it miglioramento dello spazio pubblico esistente o la creazione di nuovi spazi pubblici”; “perseguire la condivisione delle scelte sul futuro attraverso la partecipazione dei cittadini e la concertazione con associazioni e operatori”. 5.2 Le ombre/1 - Due limiti dell'approccio culturale: l'inefficacia della “piccola dimensione” per rendere Capena riconoscibile ed il poco innovativo principio “servizi in cambio di cemento” In questo condivisibile approccio culturale, ci sono però due aspetti che non convincono. Il progettista, nel DPI, individua a nostro parere correttamente la principale problematica che affligge il territorio di Capena e che condiziona negativamente il suo presente, quando parla (v. par. 2.1) di “incertezza e debolezza del ruolo di Capena alla scala territoriale”. Tradotto dal linguaggio tecnico, significa non solo che “risulta difficoltosa l'individuazione delle linee portanti di sviluppo urbanistico”, cioè che Capena si è sviluppata in modo prevalentemente abusivo e quindi disordinato, ma soprattutto che risulta difficoltosa l'individuazione del “ruolo del territorio comunale in confronto ed interazione alla scala più grande della città metropolitana”, cioè che Capena non riesce ad esprimere una sua vocazione territoriale e quindi a risultare in alcun modo attrattiva. Oggi Capena è infatti, essenzialmente, un comune tra la Tiberina e la Flaminia, tra Morlupo e Monterotondo, o – come ci troviamo a dire spesso a chi non sappia dove si trova - “vicino al casello autostradale di Roma nord” o “vicino a Fiano Romano”. Un non-luogo nel quale non si hanno buoni motivi per passare né per risiedere né per investire economicamente. Capena non è riconoscibile e quindi, per chi non vi abita, semplicemente non esiste. Il che si ripercuote sulla sua attrattività dal punto di vista turistico ed economico e, conseguentemente, sul benessere dei suoi cittadini. 10 www.selcapena.it E' a questa problematica, tipica di un paese come Capena inserito in un'area metropolitana come quella di Roma, che l'”urbanistica della piccola dimensione” - metodo elaborato dal prof. Colarossi con riferimento non alle piccole città ma al quartiere o all'aggregato di quartieri delle grandi metropoli - non riesce a dare risposta, proprio perché non consente di inserire il “nodo Capena” nella “rete” territoriale rappresentata dall'area metropolitana né a portare verso di esso quei flussi (della mobilità, sociali, economico-finanziari) che possano renderlo un “nodo vitale” e non sclerotizzato. Il tentativo di rendere riconoscibile Capena – o di costruirne una “narrazione”, come il progettista afferma - come “città del buon abitare sostenibile” (par. 2.1), semplicemente caratterizzandola come “non solo città d'arte, ma anche (…) città di piazze e di giardini” (par. 5.2) appare debole e velleitario e più che altro frutto di una strategia applicabile a qualunque contesto. Una Capena piena di piazze e di giardini certamente ci piace (e a chi non piacerebbe). Ma, considerata la situazione attuale del territorio e le risorse disponibili, è un'ipotesi percorribile? E' questo che veramente ci serve? Il dubbio appare ancor più legittimo, se consideriamo il secondo punto di critica che ci è dato rilevare, quando, tra i “cinque indirizzi”, si parla di “utilizzare strumenti e modalità di attuazione che permettano nello stesso tempo di massimizzare i vantaggi per la collettività e di minimizzare il ricorso a risorse pubbliche per sostenere i costi di intervento sugli spazi pubblici, attrezzature e servizi pubblici”. Tale indirizzo si traduce essenzialmente nell'idea di un “piano a costo zero”, cioè nel pressoché esclusivo ricorso alla finanza privata per dotare il paese di quegli spazi e servizi pubblici di cui è oggi gravemente carente. E' quella che il progettista chiama “la qualità della quantità”, ovvero “la qualità urbana producibile con le quantità di nuova edificazione”, ricorrendo in questo caso ad una “inversione logica” che rischia di tradursi in una vera e propria “eterogenesi dei fini”. In realtà, infatti, l'idea è quella – per nulla innovativa e per nulla in linea con il principio di contenimento del consumo di territorio – di individuare negli oneri di urbanizzazione (o eventualmente nelle opere a scomputo) che i costruttori privati devono al Comune l'unica risorsa per fornire spazi e servizi pubblici ai cittadini. 11 www.selcapena.it Si tratta proprio di quella stessa idea che era alla base del piano regolatore vigente e che si è rivelata fallimentare, dal momento che negli ultimi 10 anni – come riportato nello stesso DPI (v. Tav. P3) – sono stati cementificati più di 180.000 mq di territorio e la popolazione è raddoppiata da 5000 a 10000 abitanti, mentre il verde e i servizi pubblici che si dovevano realizzare con i relativi oneri di urbanizzazione sono rimasti praticamente “al palo” (v. le aree F1 ed F2 di cui alla Tav. G1a e G1b – Individuazione delle aree residue di Piano non attuate – sovrapposizione PRG vigente – CTR2010). L'impressione è che “la qualità della quantità” sia in realtà il suo esatto opposto, ovvero “la quantità della qualità”, cioè che non si parta dalla qualità urbana necessaria per definire la quantità di nuova edificazione privata che possa finanziarla, ma che l'esigenza di verde e servizi pubblici costituisca il “velo pietoso” sotto cui si vuole nascondere una ulteriore cementificazione di alcuni tra i tratti più pregiati del nostro territorio. 5.3 Le ombre/2 - Mancanza degli elementi minimi essenziali del DPI, che consentano di progettare il futuro tenendo conto del passato e del presente La legge urbanistica regionale n. 38/1999 prescrive, tra gli elementi minimi essenziali del DPI, quelli che consentono di pianificare il futuro tenendo conto del passato e del presente e, in particolare, dello stato di attuazione del piano regolatore vigente del quale si va a prevedere una “variante generale”, tra i quali, in particolare: “a) la relazione sulle linee di sviluppo storico delle trasformazioni del territorio comunale ed il loro rapporto con gli strumenti di pianificazione comunale”; “c) la quantificazione del patrimonio edilizio esistente, ivi compresa la suddivisione tra edilizia legale ed abusiva”; “e) la definizione e quantificazione della struttura dei servizi pubblici esistenti”; “g) la cartografia in scala adeguata dell'assetto urbano attuale, del piano generale vigente e della sintesi della proposta di piano”. 12 www.selcapena.it Quanto alla lettera a), nel DPI manca ogni collegamento tra le linee di sviluppo storico e gli strumenti di pianificazione comunale. Quanto alla lettera c) ci si limita a quantificare il patrimonio edilizio esistente, senza tuttavia suddividerlo tra edilizia legale ed abusiva. Quanto alla lettera e), nessuna definizione e quantificazione viene fatta dei servizi pubblici esistenti. Quanto alla lettera g) non vi è una cartografia che renda sovrapponibili e quindi confrontabili l'assetto urbano attuale, il piano generale vigente e la sintesi della proposta di piano, dalla quale emergerebbe chiaramente l'inattuato ed il deficit di verde e servizi. Oltre a quanto previsto dalla legge regionale, bisogna inoltre rilevare che simili previsioni sono contenute anche all'art. 54, comma 2, delle Norme di attuazione del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG), in base al quale il DPI deve contenere: “f) la documentazione dei regimi urbanistici vigenti, piano generale, piani esecutivi, convenzioni; provvedimenti per i recupero dell’abusivismo edilizio, ecc. con il relativo stato di attuazione”; “g) la valutazione per ogni zona omogenea dell’edificazione esistente e residua di piano; le dotazioni di aree ed attrezzature, acquisite alla proprietà pubblica, pubbliche o di uso pubblico; infrastrutture ed opere di urbanizzazione; gli eventuali elementi da salvaguardare”. Anche in questo caso, non sembrano presenti all'interno del DPI informazioni specifiche sullo stato di attuazione dei piani esecutivi, né “la valutazione per ogni zona omogenea dell’edificazione esistente e residua di piano; le dotazioni di aree ed attrezzature, acquisite alla proprietà pubblica, pubbliche o di uso pubblico; infrastrutture ed opere di urbanizzazione; gli eventuali elementi da salvaguardare”. Eppure si tratta di elementi, come detto, essenziali per legge, ed inoltre particolarmente importanti per il Comune di Capena, all'interno del quale l'attuazione del PRG vigente limitata all'edificazione privata (l'esaurimento della “capacità edificatoria” rilevato già dalla Relazione Sebasti nel 2006) e la pressoché totale inattuazione dello stesso con riferimento a verde e servizi pubblici sono percezione comune presso la cittadinanza, ma non quantificata e non spiegata dall'Amministrazione. 13 www.selcapena.it Nel DPI predisposto dall'Ing Colarossi, quanto allo stato di attuazione del PRG vigente, ci si limita, in un paio di passaggi, a rilevare che: “le parti urbane costruite nel corso del XX secolo e fino ad oggi sono di scarsa qualità per l'abitare, in particolare per quanto riguarda la dotazione di spazi pubblici, attrezzature e servizi” (v. Par. 2.1); “si rileva una grave criticità riscontrata sino ad ora nell'attuazione del Prg vigente e in vigenza delle relative NTA. Le unità di misura mq/mq non devono sottendere volumi non computati siano essi seminterrati, tecnici o sottotetti, come già successo in passato e che a seguito di condoni edilizi, leggi sui sottotetti, piano casa e similari ne hanno stravolto la destinazione “tecnica”, facendoli emergere come unità abitative. Nel paradosso urbanistico capenate la sommatoria dei singoli casi di cambio di destinazione d'uso da locali tecnici ad abitazione ha generato – in alcuni casi – la nascita di veri e propri quartieri che ne impone la trattazione urbanistica come nuclei spontanei ai sensi della L.R. Lazio n. 28/80. L'ulteriore danno alla collettività è stato determinato dallo stravolgimento del numero di abitanti convenzionali previsti dal PRG vigente a seguito del “pagamento” urbanistico della sola quota residenziale e non dell'arbitraria quota di cubatura sottesa dalla realizzazione di seminterrati e sottotetti, divenuti per la loro natura distributiva delle ampie zone giorno e zone notte. L'interpretazione delle NTA – invalsa nella progettazione ordinaria – prevede, infatti, di incrementare la quota residenziale della percentuale “porticato” pari al 20% e di proiettare il tutto nel seminterrato (extra cubatura fondiaria) e – per l'obbligo di coperture a tetto – creare un altro piano di pari superficie con copertura spiovente di altezza massima pari a m. 2,40. L'incremento delle cubature fondiarie con la realizzazione di tali seminterrati e sottotetti (divenuti abitabili, se non nel diritto, certamente di fatto) ha triplicato la cubatura realizzata con una stima, verosimile, di raddoppio degli abitanti convenzionali. Tutto questo deve essere rigorosamente evitato per il futuro”. 14 www.selcapena.it Poco convincenti, per non dire assenti, appaiono i correttivi individuati per far sì che “tutto questo” venga effettivamente “evitato per il futuro”. Appare tuttavia imprescindibile, per chi voglia fare un nuovo piano regolatore, partire da qui, da quello che si doveva realizzare per i cittadini e non è stato realizzato e dai motivi per cui ciò è accaduto, al fine, da una parte, di pianificare un “risarcimento” ai cittadini stessi mediante la realizzazione degli standard previsti per legge, e, dall'altra, di individuare i correttivi necessari per evitare il mancato incasso degli oneri di urbanizzazione o la “distrazione” degli stessi dalla finalità loro propria, come è accaduto negli anni passati. 5.4 Le ombre/3 - Assenza di una reale partecipazione e sue conseguenze negative Si è già detto della buona disponibilità alla partecipazione dimostrata dai cittadini di Capena, in diverse occasioni. In primo luogo, nel partecipato incontro promosso da SEL Capena il 30 settembre, per il quale furono realizzate anche video-interviste a numerosi cittadini; in secondo luogo, nell'evento organizzato da SIP Capena con circa 200 persone che hanno accettato di rispondere ai questionari somministrati in piazza ed anche di indicare su cartografia le criticità e le opportunità del territorio; in terzo luogo, nel partecipato incontro di presentazione del DPI avvenuto a luglio 2013 presso la Sala del Consiglio comunale. Oltre a questo si aggiungano anche le osservazioni fatte pervenire, dopo l'incontro, da associazioni di cittadini, quali il Movimento I ragazzi di oggi, gli uomini di domani o il Comitato Sviluppo Colle del fagiano. A fronte di questa disponibilità, e della centralità che la stessa partecipazione doveva assumere nell' “urbanistica della piccola dimensione”, del tutto inadeguata appare fino ad oggi la partecipazione realmente effettuata dall'amministrazione comunale, visto che essa si è ridotta in un'unica assemblea di presentazione del DPI ed in 5 incontri avvenuti successivamente alla pubblicazione del DPI sul sito istituzionale del Comune, al quale non sono stati invitati i singoli cittadini ma solo forze politiche o sociali organizzate, in ambedue i casi con scarsissimo preavviso. E senza, come detto, che nessuna di tali 15 www.selcapena.it occasioni abbia fin qui determinato una qualche apprezzabile modifica delle linee di indirizzo del nuovo piano. Si tratta di una carenza di forma che, leggendo il DPI, emerge con evidenza come carenza di sostanza. Infatti, il DPI – che secondo l'”urbanistica della piccola dimensione” doveva derivare da una “esperienza percettiva dello spazio urbano (…) da altezza d'occhio d'uomo” - appare prevalentemente frutto di un'analisi del territorio “a volo d'uccello”, basata essenzialmente su cartografie e foto satellitari. Da quest'analisi dall'alto, infatti, emerge in maniera evidente la conformazione urbanistica di Capena basata su “nuclei urbani (“quartieri”)” che rappresentano “frammenti lontani non in senso assoluto (parliamo di un comune di circa 29 kmq), ma non comunicanti e non raggiungibili attraverso una pedonalità urbana e tutti carenti di spazi pubblici e di servizi di vicinato”. E' proprio tale analisi ad essere posta alla base dell'idea fondamentale di variante, tesa a “riconnettere” questi frammenti e a dotarli di piazze, nelle quali dovrebbero essere realizzate nuove edificazioni residenziali da cui trarre le risorse economiche per attrezzarle e collocati nuovi servizi e/o esercizi commerciali. Un'idea in astratto da non respingere, ma che, certamente, la partecipazione dei cittadini già nella fase di elaborazione del DPI avrebbe certamente aiutato a definire in modo più efficace. Ad esempio, consultando i cittadini, si sarebbe potuto evitare di collocare piazze in zone totalmente disabitate ed irraggiungibili con percorsi pedonali, come la piazza di Manciano (tav. P5h), o dove esistono aziende con attività di allevamento avviate, come la piazza del Colle del fagiano (tav. P5b), o di concepire piazze più simili a rotatorie carrabili (peraltro già esistenti) per fare le quali si vanno a realizzare palazzine sull'unica area verde che i cittadini hanno autonomamente attrezzato per loro e per i loro figli, come per piazza Europa a Pastinacci (tav. P5f). Ancora, consultando le comunità presenti sul territorio, si sarebbe potuto rilevare che a Capena mancano non solo piazze ma anche e 16 www.selcapena.it soprattutto luoghi coperti di aggregazione, ai quali poca o nessuna attenzione è dedicata dal DPI, come avviene per la riqualificazione dell'ex Cantina Sociale, al quale sembra accennarsi quando si parla del progetto Casa Capena come di un “centro di informazione e di gestione e e indirizzo per la fruizione del territorio e della città di Capena” (par. 2.2), o per il Mattatoio comunale, che si prevede di demolire per costruirvi la piazza del Mattatoio (tav. P5g) – anch'essa irraggiungibile con percorsi pedonali – invece che riqualificarlo e riconvertirlo ad es. in centro socio-culturale. Neppure un cenno viene fatto ad altri spazi pubblici esistenti, sottoutilizzati o inutilizzati, da riconvertire o riqualificare, come la Sala Gregorini nel centro urbano, l'ex Lavatoio o la Torre dell'orologio nel centro storico. Infine, consultando le realtà produttive, si sarebbe ancora potuto prendere atto che a Capena non esiste solo un paesaggio “bello” da salvaguardare e valorizzare, ma anche un paesaggio “produttivo”, che forse, nell'epoca dello slow-food e della green-economy può dire la sua quanto alla vocazione di Capena e alla sua riconoscibilità alla scala territoriale, non tanto forse come improbabile “città delle piazze e dei giardini”, quanto piuttosto come “città del buon vivere”, fatta non solo di un “buon abitare”, ma anche di un “buon mangiare”, di un “buon bere” e di un “bel visitare”. In quest'ottica forse converrebbe leggere la riqualificazione dell'ex Cantina Sociale, come polo di esposizione, commercio, ristorazione e promozione delle produzioni agro-eno-gastronomiche di qualità locali, collegato ad una rinnovata vocazione della zona artigianale già prevista nel piano vigente e mai realizzata come polo di lavorazione di quelle stesse produzioni. Si tratta solo di alcuni piccoli esempi di come la partecipazione dei cittadini avrebbe potuto e potrebbe migliorare il DPI e di conseguenza il nuovo piano regolatore. 5.5 Le ombre/4 – Il mancato avvio della Valutazione ambientale strategica La valutazione ambientale strategica (VAS) è un processo disciplinato dal Codice dell'ambiente (D. Lgs. 152/2006) e finalizzato a valutare gli effetti ambientali dei piani o dei programmi, prima della loro 17 www.selcapena.it approvazione (ex ante), durante (in-itinere) ed al termine del loro periodo di validità (ex post). A norma dell'art. 6, comma 2, del Codice dell'ambiente, la VAS si applica certamente al PUCG. Con una circolare congiunta del 16 giugno 2011 indirizzata a tutti i Comuni del Lazio, le Direzioni regionali Ambiente e Territorio ed Urbanistica hanno ritenuto che il DPI “costituisca il momento più appropriato per l'avvio della procedura di VAS” applicata al PUCG, auspicando, altresì, “un'integrazione tra i due iter procedurali” “per una maggiore economicità temporale”, dal momento che la sola procedura di VAS può durare fino a 9 mesi. In particolare, contestualmente all'adozione del DPI da parte del consiglio comunale, il Comune di Capena avrebbe dovuto inviare alla Direzione regionale Ambiente il “rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell'attuazione del piano”. Fino alla fine di Gennaio, non risulta che la procedura di VAS fosse stata avviata dal Comune di Capena con l'invio del suddetto rapporto preliminare. 6. Proposte di modifica e integrazione Essendo il DPI un documento di indirizzo, e quindi essenzialmente politico-amministrativo, di carattere essenzialmente politicoamministrativo saranno le proposte di modifica e integrazione elencate di seguito, riservandoci osservazioni di carattere più tecnicourbanistico in sede di adozione del PUCG (art. 33, comma 2, L.R. 38/1999). 6.1 Più trasparenza: integrazione del DPI con tutti i dati mancanti relativi allo stato di attuazione del PRG vigente Il DPI va integrato con i dati mancanti indicati al punto 5.3, essenziali ai sensi dell'art. 32, comma 1, della l.r. 38/1999, e dell'art. 54, comma 2, delle Norme di attuazione del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG), che consentano di effettuare una seria e trasparente “rendicontazione” sullo stato di attuazione del PRG vigente, non solo 18 www.selcapena.it con riferimento al “costruito”, ma anche al verde e ai servizi pubblici realizzati ed esistenti sul territorio. Ribadiamo in particolare la necessità, già espressa nella lettera aperta inviata al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale di Capena il 27 maggio 2013 congiuntamente al Movimento Capena Anno Zero e al Movimento I ragazzi di oggi gli uomini di domani, che dai suddetti dati emergano chiaramente risposte alle sottoelencate domande: Quanti immobili privati sono stati costruiti rispetto a quelli previsti dal PRG vigente; Quanti di questi sono autorizzati e quanti sono stati realizzati abusivamente; Quanti oneri concessori sono stati incassati dalla realizzazione degli immobili autorizzati e quante oblazioni dagli abusi condonati; Come questi introiti sono stati utilizzati e in quale parte sono stati destinati alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; Quanto verde e servizi sono stati realizzati rispetto a quelli previsti dal PRG vigente; Quanti immobili privati vuoti, abbandonati, sfitti o invenduti esistono oggi sul territorio di Capena (si veda la richiesta di censimento fatta dal Comitato locale del Forum Salviamo il paesaggio). Tali dati, come da sempre abbiamo chiesto, dovrebbero essere messi per tempo a disposizione dei cittadini, al fine di realizzare, come proposto nel punto seguente, una partecipazione consapevole ed informata sulla necessità e sugli obiettivi generali e specifici di una nuova pianificazione urbanistica generale. 6.2 Più partecipazione: integrazione del DPI con la disciplina del processo di partecipazione per l'adozione del PUCG Per restituire credibilità al metodo dell'“urbanistica della piccola dimensione” indicato dal progettista, secondo il quale il medesimo “assume la partecipazione degli abitanti ai processi delle scelte riguardanti le trasformazioni urbanistiche del loro ambito urbano come metodo per meglio conoscere le realtà locali anche nei dettagli e progettare un assetto in accordo con quelle conoscenze e con i desideri o aspirazioni degli stessi abitanti”, è necessario recuperare in 19 www.selcapena.it sede di adozione del PUCG quel grave deficit di partecipazione che il DPI approvato si trova oggi a scontare. A tal fine, si propone di aggiornare il DPI approvato con un nuovo allegato recante la disciplina di un processo avanzato e strutturato di partecipazione dei cittadini al PUCG, al fine di riempire di contenuti e di conferire centralità alla fase descritta dall'art. 33, comma 2, della l.r. 38/1999, in base al quale “il comune adotta il PUCG ai sensi della l. 1150/1942 e successive modifiche dopo aver effettuato consultazioni con gli enti pubblici e con le organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali interessate e comunque avendo attivato processi di partecipazione e di informazione finalizzati a promuovere forme di intervento diretto dei cittadini”. Si propone, in particolare, di prevedere l'invio via posta a ciascun nucleo familiare residente nel comune di Capena di un questionario per la rilevazione dei bisogni, l'attivazione di un forum telematico ad hoc sul sito istituzionale del Comune, l'attivazione di un tavolo di lavoro di urbanistica partecipata e la previsione di una o più assemblee nei diversi sistemi di quartieri individuati, al fine di sottoporre alla partecipazione dei cittadini le linee di indirizzo e le proposte progettuali contenute nel DPI. 6.3 Più attenzione alla sostenibilità ambientale: immediato avvio della procedura di VAS Al fine di approfondire maggiormente l'impatto ambientale del piano, si propone di avviare immediatamente la procedura di VAS con la redazione e l'invio del Rapporto preliminare, da pubblicare anche on line a fini di trasparenza e partecipazione dei cittadini, seguendo l'iter individuato dalla circolare congiunta delle Direzioni regionali Ambiente e Territorio ed Urbanistica del 16 giugno 2011. 6.4 Gli scenari progettuali/1: le 13 piazze 6.4.1 Piazza Manciano: da eliminare o riconvertire (-48 abitanti) La piazza in questione risulta collocata in zona disabitata e irraggiungibile tramite percorsi pedonali. Oltre a ciò essa andrebbe a 20 www.selcapena.it cementificare quello che è attualmente un uliveto secolare. Si propone pertanto di eliminare la piazza o, in subordine, di riconvertirla in giardino, senza previsione di nuove cubature, ma solo di un piccolo parcheggio di servizio. 6.4.2 Piazza ingresso S. Marco: da mantenere previa revisione della proposta progettuale La piazza in questione risulta collocata in zona utile. Perplessità si esprimono tuttavia sulla proposta progettuale, sia per la pericolosità della strada provinciale, che la attraverserebbe, sia per le dimensioni molto limitate e la collocazione “in seconda battuta” del verde pubblico rispetto al fronte-strada, sia, infine, per la preponderanza della parte residenziale-commerciale. Si propone pertanto di sottoporre la proposta progettuale alla partecipazione dei cittadini, al fine di verificarne l'opportunità/fattibilità o la eventuale necessità di modifiche. 6.4.3 Piazza ingresso Mattatoio: da sostituire con riconversione e riqualificazione ex Mattatoio (-45 abitanti) La piazza in questione risulta collocata in zona poco opportuna, sia per la quantità limitata di residenti serviti, sia perché irraggiungibile tramite percorsi pedonali, vista la totale assenza di marciapiedi che caratterizza via Madonna due ponti. Appare inoltre del tutto inopportuno prevedere la demolizione di una delle poche strutture coperte disponibili di proprietà comunale. Si propone pertanto di eliminare la piazza e di prevedere un progetto di riconversioneriqualificazione del Mattatoio, al fine di destinarlo, ad esempio, a centro socio-culturale. Il piazzale attualmente esistente, parzialmente inutilizzato come deposito della segnaletica mobile o come parcheggio di mezzi comunali, potrebbe essere riconvertito a parcheggio pubblico a servizio della struttura. 6.4.4 Piazza del popolo: riqualificazione da definire come Passeggiata Piazza della libertà – Piazza del popolo ed elemento centrale per il rilancio del centro storico La destinazione della piazza resta identica ed è per questo che lo scenario progettuale di riqualificazione non è definito all'interno del DPI. Si ritiene tuttavia che il rilancio di quella che è, nei fatti e nella 21 www.selcapena.it percezione dei residenti (come rilevato dai questionari proposti da SIP Capena) la piazza storica di Capena debba costituire un elemento strategico per la rinascita di un centro storico di indubbio valore storico-archeologico-paesaggistico e quindi per il riassetto dell'intero territorio. Si propone pertanto di inserire tra gli scenari progettuali una Passeggiata Piazza della libertà – Piazza del popolo, con il relativo percorso pedonale ed arredo urbano, con la previsione di servizi pubblici e con l'incentivazione per l'apertura di attività commerciali (utilizzando soprattutto le ex cantine oggi in buona parte adibite ad abitazioni, anche abusive). Si ritiene, inoltre, che ulteriore elemento strategico dovrebbe essere il proseguimento della passeggiata con percorsi naturalistici, attraverso la realizzazione del Parco della Valle Volpina (tra gli elementi irrealizzati del PRG vigente) e la riaperturariqualificazione dei sentieri che vi conducono da Piazza del popolo. 6.4.5 Piazza 2 agosto: riqualificazione da definire come elemento centrale del riassetto del centro urbano Anche questo scenario progettuale non è definito nel DPI in quanto non incidente sulla attuale destinazione urbanistica. Si tratta però, a nostro avviso, del vero elemento strategico per il riassetto del centro urbano. Si propone pertanto l'elaborazione di uno scenario progettuale e la sua sottoposizione alla partecipazione dei cittadini. Da parte nostra, la proposta è quella di prevedere l'eliminazione di via Gramsci (da lasciare eventualmente come strada chiusa ma utilizzabile in caso di emergenza), l'allargamento e messa in sicurezza dei giardini ed il ripristino presso piazza 2 agosto il mercato settimanale del sabato. Opportuno sarebbe anche il prolungamento della piazza, tramite la realizzazione di una struttura multipiano dove ora insiste il residuo del campo sportivo, con all'interno parcheggi (anche a pagamento), attività commerciali, strutture sportive e servizi pubblici. 6.4.6 Piazza S. Luca: da mantenere con modifica della viabilità o da eliminare Anche questo scenario progettuale non è definito nel DPI in quanto non incidente sulla attuale destinazione urbanistica. La previsione di una riqualificazione della piazza tuttavia pare avere senso solo se l'idea è quella di eliminare la strada e sostituirla con una viabilità alternativa. In questo caso si avrebbe una vera piazza pedonale al 22 www.selcapena.it centro del paese, con la Chiesa e l'ingresso del Comune. In caso contrario, la riqualificazione appare del tutto inutile per quella che oggi è denominata piazza ma non è altro che una strada su cui si affacciano il palazzo comunale e la Chiesa con il suo sagrato. 6.4.7 Piazza Europa: da sostituire con il giardino della Fonte di Pastinacci (-64 abitanti) La proposta progettuale della piazza appare da respingere in toto. Si prevede infatti di realizzare, in un quartiere composto da solo residenziale ed assolutamente privo sia di servizi che di spazi di aggregazione, 10 nuove palazzine (delle quali 4 con spazi commerciali al piano terra), per fornire in cambio alla cittadinanza meri marciapiedi con alberature a contorno di una rotatoria carrabile. Appare inoltre particolarmente grave che 2 delle suddette palazzine siano previste su quella che è oggi un'area verde che i cittadini hanno autonomamente attrezzato e che costituisce ad oggi l'unico spazio di aggregazione del quartiere. Si propone pertanto di eliminare la “piazza” e le palazzine e di rimodulare lo scenario come giardino, provvedendo esclusivamente ad attrezzare l'area verde esistente, previa verifica del relativo assetto proprietario. 6.4.8 Piazza panoramica: da eliminare (-76 abitanti) La piazza in questione appare collocata in una zona poco abitata e irraggiungibile con percorsi pedonali ed andrebbe a compromettere un'area agricola di sicuro interesse paesaggistico. Sostanzialmente si andrebbe a creare una nuova piazza a servizio di un nuovo miniquartiere ad oggi inesistente, scelta poco in linea con l'idea-guida del DPI di ridurre la frammentazione e riconnettere le porzioni urbanizzate di territorio. Peraltro, a fronte di 8 nuove palazzine, la proposta progettuale prevede verde essenzialmente privato. In alternativa, al fine di rendere godibili gli scorci di paesaggio visibili da via Monte Cecchitto, appare piuttosto consigliabile prevedere un percorso pedonale-ciclabile che da S. Marco arrivi fino a Selvotta. 6.4.9 Piazza Selvotta: da mantenere La piazza in questione appare collocata tra le località Monte Cecchitto e Selvotta con l'evidente fine di riconnetterle e di andare quindi 23 www.selcapena.it complessivamente a servire le attuali 150 famiglie per circa 400 residenti, più gli 80 nuovi residenti che dovrebbero abitare le 11 nuove palazzine previste. Essa appare quindi da mantenere, seppur dopo averne sottoposto la collocazione e la proposta progettuale alla partecipazione dei cittadini interessati, anche per verificare la sostenibilità economica dei 288 mq di commerciale previsti. 6.4.10 Piazza Scoranello alto: in costruzione La piazza in questione è già in costruzione nell'ambito del Programma Integrato di Intervento (PIT). Appare opportuno il collegamento previsto dal DPI con Rosetole in modo che essa sia fruibile anche dalle circa 100 famiglie ivi residenti. 6.4.11 Piazza Osteria – Piazza S. Marta: da mantenere previa attivazione di servizi nell'area Le piazze in questione, collegate da un viale già esistente da trasformare in viale alberato, rappresentano un sistema complesso che va a riconnettere le località di Scoranello Alto e S. Marta, tramite anche un ponte pedonale che andrebbe a scavalcare il fossato adiacente alla provinciale. La loro previsione appare opportuna, tenendo tuttavia presente che, nelle adiacenze della Chiesa di S. Marta, esiste già un giardino pubblico poco o per nulla frequentato ed oggetto di ripetuti atti vandalici, nella desolazione della stazione COTRAL da poco realizzata e mai entrata in funzione. E' evidente che, per il funzionamento dell'intero sistema, l'area va resa “viva” innanzi tutto attraverso l'attivazione della stazione COTRAL e con la presenza di servizi ed attività commerciali (e possibilmente anche di uffici o presìdi comunali posti a servizio del Bivio), che da quella potrebbero trarre giovamento e divenire economicamente sostenibili. 6.4.12 Piazza del Colle: da mantenere ma da spostare La piazza in questione appare concepita a servizio del sistema di Colle del fagiano e dei circa 600 cittadini ivi residenti. Essa è tuttavia collocata non in zona centrale rispetto al sistema ma al suo margine ed insiste, per almeno metà della sua consistenza, su un'azienda agricola in piena attività. Appare quindi opportuno mantenerne la previsione, ma spostandola in area più consona, da individuare attraverso la 24 www.selcapena.it partecipazione dei residenti, in parte peraltro già organizzati nel Comitato Sviluppo Colle del fagiano. 6.5 Gli scenari progettuali/2: i 5 progetti 6.5.1 Progetto Salvaguardia del paesaggio di Capena Il progetto appare senz'altro opportuno e va meglio specificato. 6.5.2 Progetto Parco archeologico-agricolo di Civitucola Il progetto appare senz'altro opportuno e va meglio specificato. 6.5.3 Progetto Parco agricolo del Tevere di Capena Il progetto appare senz'altro opportuno. 6.5.4 Progetto Intorno del Lucus Feroniae Più che un percorso “lungo recinzione”, evidentemente poco attrattivo nella sua parte che costeggia la Tiberina, sembrerebbe opportuno definire un progetto Parco del Lucus Feroniae, che preveda di attrezzare l'ampia area verde circostante con alberature, aree pic-nic e per lo sport, limitando i manufatti ad uno o più chioschi bar o di vendita di prodotti tipici locali, in base alla sostenibilità economica, come previsto dal PRG vigente e riducendo ulteriormente gli indici di edificazione, in modo che alla visita al sito archeologico possa abbinarsi, nella bella stagione, un'esperienza di relax all'aria aperta. Opportuno sarebbe anche prevedere un cavalcavia pedonale-ciclabile che renda comunicanti il Parco del Lucus Feroniae ed il Parco agricolo del Tevere di Capena. 6.5.5 Progetto I giardini di Capena Il progetto appare senz'altro opportuno e desiderabile. Una richiesta di chiarimenti tuttavia si impone con riferimento al Giardino archeologico della Tiberina, su cui risulta in corso un progetto incompatibile di Centro Commerciale o Centro Conferenze di proprietà del Gruppo Scarpellini, della cui esistenza e stato dell'arte andrebbero adeguatamente informati i cittadini. Al di là di questo, si propone di integrare il Progetto I giardini di Capena con la previsione di aree 25 www.selcapena.it dedicate ad orti urbani o a SLURP (Spazi Ludici Urbani a Responsabilità Partecipata), previa approvazione di appositi regolamenti per la gestione degli orti urbani (si vedano, a titolo esemplificativo, quelli vigenti presso i Comuni di Milano, Torino, Genova, Firenze, Venezia, Municipio Roma XI, Rignano Flaminio) e sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani (si veda quello vigente presso il Comune di Bologna). Tale integrazione può essere estesa anche ai progetti dei due parchi agricoli Civitucola e Tevere di Capena. 6.6 Gli scenari progettuali/3: il progetto speciale Casa Capena Si tratta di un progetto che, nel DPI, è presente solo su carta (v. Tav. P3 e P4a), senza che poi lo stesso sia in alcun modo esplicitato all'interno della relazione, salvo l'accenno fatto all'interno del progetto Giardino della Casa di Capena, da cui risulta che la stessa, localizzata presso l'ex Cantina Sociale, consisterebbe in un “centro di informazione e di gestione e indirizzo per la fruizione del territorio e della città di Capena”. Al di là, anche in questo caso, dei progetti alternativi sull'ex Cantina Sociale della cui esistenza e stato dell'arte sarebbe opportuno informare i cittadini, il progetto speciale va senz'altro dettagliato in ben altro modo. Da questo punto di vista, fare di una struttura della consistenza dell'ex Cantina Sociale una sorta di Ufficio turistico ampliato appare fin troppo riduttivo. Nell'ottica che proponiamo, di individuare quale vocazione di Capena quella di “città del buon vivere”, con un deciso rilancio dell'agricoltura e delle produzioni locali, biologiche, a km zero e di qualità, l'ex Cantina Sociale potrebbe avere ben altro ruolo, fungendo da vero e proprio polo attrattivo e volano per l'intero settore agricolo ed enogastronomico capenate (in particolare olio e vino), una sorta di piccola Eataly con una parte commerciale a disposizione dei coltivatori diretti, una parte dedicata alla ristorazione ed una a piccolo centro congressi. Nell'area esterna si potrebbe inoltre attrezzare un'area fieristica ed un nuovo piccolo mattatoio comunale per le limitate attuali esigenze del territorio. 26 www.selcapena.it 7. Conclusioni In conclusione, ciò che del DPI appare maggiormente condivisibile è l’approccio culturale, fondato su partecipazione e sostenibilità (par. 5.1), mentre non del tutto adeguate appaiono le modalità di attuazione di tali principi, fortemente messe in discussione dalla mancanza di elementi di conoscenza sullo stato di attuazione del PRG vigente (par. 5.3) e dalle gravi lacune del metodo partecipativo (par. 5.4), nonché dalla mancata attivazione del processo di Valutazione Ambientale Strategica (par. 5.5). Tali mancanze portano infine alla “eterogenesi dei fini” del piano “a costo zero”, in cui i nuovi servizi sono basati esclusivamente sugli oneri concessori derivanti dalla nuova edificazione, e dal conseguente insufficiente contenimento del consumo di nuovo suolo e dell’insediamento di nuovi abitanti per colmare il gap di servizi esistente. Per quanto riguarda questi ultimi, in particolare, la proposta è di ripartire da una seria “rendicontazione” dell’attuazione della parte del PRG vigente dedicata a verde e servizi, per quantificare l’attuale deficit a popolazione invariata, e di rielaborare il DPI in modo da colmare tale deficit, non solo attraverso gli oneri concessori ma anche attraverso forme di finanziamento basate su fondi europei, statali e regionali. Se uno dei principali obiettivi del Piano diventa quello di colmare l’attuale deficit di beni e servizi, per far diventare Capena una “città del buon vivere”, è evidente che esso può essere perseguito solo con un contenimento ulteriore dell’insediamento di nuovi abitanti, entro il 50% del massimo consentito dal Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG), pari a 1254 nuovi abitanti. I 721 abitanti in meno da prevedere rispetto al DPI approvato possono derivare dai 233 abitanti in meno per l’eliminazione di alcune piazze (par. 6.4) e da ulteriori 488 abitanti in meno per l’eliminazione di alcune rimarginature/ricuciture. Tramite l’attuazione di un serio processo partecipativo, da disciplinare già in un apposito allegato al DPI, si dovrà dedicare la massima attenzione non solo alla realizzazione di nuove piazze e giardini, ma anche e soprattutto alla predisposizione di nuovi spazi pubblici o pubblico/privati coperti per attività sociali, culturali e sportive (ad es. 27 www.selcapena.it par. 6.4.3), nonché alla rivitalizzazione e alla promozione delle attività agricole, enogastronomiche e culturali (ad es. e 6.5.5), che possono contribuire a restituire a Capena una sua identità e una sua concreta riconoscibilità alla scala territoriale metropolitana, in cui essa si trova inserita. 28 www.selcapena.it ALL. A – TAV. P4A DEL DPI: SINTESI DEGLI INTERVENTI 29
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