PrograMMa - Associazione Filarmonica Rovereto

SALA FILARMONICA
SABATO 24 GENNAIO 2015 - ORE 20.45
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gIUSePPe Carrer chitarra
Fernando SOR
(1778-1839)
Siciliana e Marcia op. 33
Sonata n. 1 “Grand Solo” op. 14
Introduzione (Andante)
Allegro
Variazioni su un tema di Mozart op. 9
Introduzione e tema con variazioni op. 20
Sonata n. 3 “Grande Sonate” op. 22
Allegro
Adagio
Minuetto (Allegro)
Rondò (Allegretto)
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ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO
giuseppe Carrer nasce a Treviso dove comincia lo studio della chitarra con G. Rado e si diploma
con il massimo dei voti al Conservatorio G. Verdi di Milano sotto la guida di R. Chiesa. Negli
anni della sua formazione partecipa a masterclass tenute dai più importanti chitarristi della scena
mondiale: J. Bream, J. Tomas, P. Galbraith, E. Fisk. Continua gli studi con S. Grondona presso
l’Accademia Musicale Pescarese, i corsi di Riva del Garda e Ponte in Valtellina, e con O. Ghiglia,
frequentando il corso triennale per solisti presso la Musik Akademie di Basilea (CH), dove si diploma ottenendo il Solisten Diplom, e all’Accademia Musicale Chigiana dove ottiene il Diploma di
Merito. Segue i corsi di Fenomenologia della musica tenuti da S. Celibidache a Saluzzo e Monaco
di Baviera.
Molto giovane risulta vincitore ai concorsi nazionali di Stresa, Savona e al Concorso Mario Castelnuovo –Tedesco; in seguito vince alcuni tra i più importanti concorsi internazionali come il
primo premio al Concorso Città di Alessandria, secondo premio al Concorso d’interpretazione di
musica per chitarra del secolo XX di Lagonegro, primo premio al Concorso di Gargnano e primo
premio al Concorso Fernando Sor.
L’attività concertistica lo porta ad esibirsi in Europa e Oriente sia come solista che in formazioni
cameristiche e concerti per chitarra e orchestra. Ha suonato con il quintetto Nova Lira Orfeo con il
quale ha registrato il CD Homenaje con le opere cameristiche del chitarrista M. Llobet.
Attivo anche nel campo della musica moderna, ha eseguito alcune delle opere più importanti del
repertorio del novecento quali Le Marteau sans Mâitre di P. Boulez e Serenata per un Satellite di
B. Maderna. Ha collaborato con il Tammittam Ensemble all’incisione di un CD dedicato alla musica
del XX secolo per l’etichetta Dynamic e in qualità di arrangiatore ha curato la versione per voce e
chitarra di musiche della tradizione veneziana del primo ‘900 in seguito incise per l’OpusAvantra.
STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015
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Da anni approfondisce lo studio del repertorio dei grandi chitarristi-compositori del XVIII e XIX
secolo suonando su strumenti originali dei più importanti liutai (R. Lacôte, L. Panormo, Petitjean
l’Ainè, F. Roudlhoff, J. Pages, F. Simplicio, S. Hernandez, E. Garcia, A. de Torres), studiando la
vasta produzione di metodi e trattati e la prassi esecutiva. A questo repertorio Carrer sta dedicando
una sua specialistica ricerca che lo vede oggi distinguersi quale uno dei più affermati interpreti circa la prassi esecutiva della musica del periodo classico. Questa ricerca lo ha portato alla realizzazione di registrazioni per le etichette Dynamic, Stradivarius e Tritò (Barcellona) che hanno ricevuto
ottime recensioni dalle più importanti riviste specializzate italiane ed estere.
note aL PrograMMa
Sono pochi i chitarristi che, interessati al repertorio classico del proprio strumento, non abbiano
suonato e studiato in modo approfondito autori
come Sor, Giuliani, Aguado, Mertz e Regondi.
Di tutti questi compositori Sor è senza dubbio
il più universale, il più colto e in un certo senso
il più astratto rispetto allo strumento per il quale
componeva.
Nato a Barcellona nel 1778, si formò alla Escolanìa de musica del monastero di Montserrat,
tra le più importanti istituzioni dell’epoca, dove
ricevette una eccellente educazione musicale
studiando, nei quattro anni della sua permanenza, in modo approfondito la polifonia vocale e
lo stile classico. All’inizio del 1795 abbandonò
Montserrat per partecipare alla guerra contro
l’invasione francese e una volta conclusa, ritornò a Barcellona dove cominciò a farsi conoscere
come compositore e chitarrista. Durante il regno di Joseph Bonaparte Sor fraternizzò con i
francesi ed accettò un incarico amministrativo
da parte del governo d’occupazione. Nel 1813,
come molti altri artisti e intellettuali, fu costretto a lasciare la Spagna con l’accusa di essere un
afranceado, ossia di aver collaborato e simpatizzato con i francesi. Dalla metà di quell’anno
sivamente risiedette a Londra e nel 1823 fece
ritorno nella capitale francese per il debutto del
suo balletto Cendrillon al teatro de l’Opera, che
fu replicato ben 104 volte. In seguito viaggiò e
si esibì in tutta Europa. A Londra ottenne grande
fama come chitarrista, cantante e compositore.
Ritornò a Parigi nel 1826, nel 1830 pubblicò il
suo Mèthode pour la guitare e, nella capitale
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francese, morì il 10 luglio 1839.
Anche se la sua fama rimane principalmente legata al mondo della chitarra, in vita Sor fu acclamato autore d’opera (Telemaco nell’isola di
Calipso), di balletti che vennero rappresentati a
Mosca e San Pietroburgo (Cendrillon, Alphonse
et Lènore, Hercule et Omphale) di musica sinfonica e da camera.
Dopo la grande scuola dei vihuelisti e liutisti del
XVI° secolo e nonostante alcuni grandi chitarristi come Sanz o Guerau, la tecnica dello strumento si perse e la chitarra venne considerata
strumento popolare, utile ad accompagnare il
ballo e la voce. Sor invece adatterà la scrittura
e la tecnica dello strumento alle nuove esigenze
dalla musica del periodo classico, in un modo
che risulterà unico tra i chitarristi della sua epoca, immaginando la chitarra come strumento
polifonico (recuperando quindi la tradizione dei
vihuelisti del XVI° secolo), e in grado di sostenetre strutture musicali complesse e articolate.
La Sicilienne et Marche in re minore, è l’ultimo
dei tre pezzi che formano la breve raccolta intitolata Trois Pièces de Societè op. 33. La siciliana
sembra richiamare lo stile di autori italiani quali
Pergolesi e Paisiello, offre all’esecutore la possi(pratica molto in voga tra i cantanti d’opera e gli
strumentisti di quel periodo) in modo da esaltare
il respiro drammatico e le parti cantabili di questo pezzo poco conosciuto della produzione di
Sor. La Marcia ha una struttura tripartita, la cui
prima sezione ha carattere marziale con accordi
in forte e note ribattute ad imitare i tamburi militari, la sezione centrale, tutta in suoni armonici,
sembra evocare la marcia di una fanfara militare
ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO
in lontananza, il pezzo si conclude con la ripetizione della prima parte.
La Sonata n. 1, meglio conosciuta come Gran
solo, venne pubblicata in cinque edizioni durante
la vita del compositore, con evidenti e incomprensibili differenze. Il più antico manoscritto
viene conservato presso gli archivi musicali di
Montserrat e porta il titolo di Sinfonia, mentre
la prima edizione, pubblicata da Salvador Castro
de Gistau con il titolo di Sonata prima, nel suo
Journal de Musique Etrangère pour la Guitare
ou Lyre, vide la luce nei primi anni del 1800, ma
solo intorno al 1810 venne pubblicata da Pierre
vo di Gran Solo. Come suggerisce il suo titolo
originale (Sinfonia), la composizione segue una
struttura frequente nella musica strumentale:
un’introduzione lenta seguita da un allegro in
forma sonata.
Pubblicate nel 1821 a Londra e dedicate al fratello Carlos, le Variazioni op. 9 nella prima edizione portano il titolo: “Oh Cara Armonia from
Mozart’s opera Il Flauto Magico arranged with
an introduction and variations for the guitar”.
Dotate di un carattere immediato ed estroverso
queste variazioni, che godono di una scrittura fresca e spontanea talvolta ispirata da effetti
idiomatici della chitarra (si vedano ad esempio
la quarta variazione in cui a rapidi gruppi di terzine in ottava nel registro acuto fanno eco scuri
arpeggi nel registro grave, o la quinta dove l’uso
della seconda corda a vuoto suonata solo con la
mano sinistra diventa un pedale di dominante),
sono diventate l’opera più eseguita e famosa tra
le composizioni di Sor.
L’Introduction et thème varié, op. 20 venne
pubblicata intorno al 1823 a Parigi, al rientro di
Sor da Londra. L’opera, che Sor dedicò a Meissonier, suo principale editore in quel periodo, è
basata su una precedente composizione, il Theme varié, pubblicato da Castro verso il 1810
senza numero d’opera. In questa occasione Sor
la arricchisce di un’introduzione di 58 misure,
che partendo da un semplice pedale di tonica
in la maggiore modula al la minore con effetto
drammatico e attraverso altre tonalità prepara
l’esposizione del tema. Rispetto alla versione
pubblicata da Castro, le variazioni op. 20 risultano molto più ricche ed elaborate e terminano in
questa occasione con un’energica coda. E’ interessante sapere che, da fonti dell’epoca, Dionisio
Aguado, al suo debutto parigino, suonò questo
tema con variazioni dell’amico Fernando Sor oltre a sue composizioni originali.
La Sonata n. 3, una delle opere di maggior respiro che Sor dedicò alla chitarra, fu pubblicata nel 1825 a Parigi da Meissonier con il titolo
di Grande Sonate pour guitare seule composée
par F. Sor, qui fut dediée au prince de la Paix.
In effetti Sor la dedicò al primo ministro del re
Carlos IV, Manuel Godoy Alvarez, che tra i titoconcessogli per l’opera di negoziazione per fermare la guerra con i francesi nel 1795. Lo stile di
questa sonata in quattro movimenti si può assimilare a quello di Boccherini e Haydn. Il primo
movimento racchiude l’eleganza e la sintesi che
si trova nella sinfonia classica. Il secondo movimento è un adagio espressivo. Il terzo e quarto
movimento, che spesso vengono eseguiti come
pezzi a sé stanti, risentono sicuramente dello stile di Haydn.
Giuseppe Carrer
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