Libera, aperta, pubblica

sommario
Introduzione
4
Scuola del territorio
5
Scuola come servizio pubblico
7
Una scuola con un progetto chiaro
12
Una scuola di comunità
14
Lettere dalla scuola cattolica
16
Federazione Istituti Di Attività Educative Veneto
Via Rogati, 17 – 35122 Padova
Sito web www.fidaeveneto.it
E-mail [email protected]
Hanno collaborato: Andrea Bologna, don Cesare Contarini,
Francesca De Bortoli, Enrico Fioravanti, Marco Ghedin, Virginia
Kaladich, suor Luigina Pigozzo, Giovanni Realdi, Giorgio Stoppato
Coordinamento editoriale: Domenico Lanzilotta
Grafica e stampa: Tipografia Imprimenda
www.imprimenda.it - [email protected]
1
2
Belluno
7
Treviso
36
Vicenza
Verona
29
44
24
31
Venezia
Padova
5
Rovigo
LEGENDA
I Scuola dell’infanzia
P Scuola Primaria
S1 Scuola Secondaria di I Grado
S2 Scuola Secondaria di II Grado
CFP Centro di Formazione Professionale
i nostri istituti
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
49.
50.
51.
52.
53.
Istituto Agosti – Belluno P S1
Liceo Classico Alvise Lollino – Belluno S2
Liceo Orsoline – Cortina S2
Ist. Canossiano Vittorino da Feltre – Feltre P S1 S2
CFP Don Bosco – Padova CFP
CFP Irpea Camerini-Rossi – Padova CFP
Collegio Dimesse – Padova I P S1
Istituto Don Bosco – Padova I P S1 S2
Istituto Vescovile Barbarigo – Padova S1 S2
Istituto Clair – Padova I P
Istituto Maria Ausiliatrice – Padova S2
Istituto Romano Bruni – Padova P S1 S2
Istituto Santa Dorotea – Padova I P
Istituto Teresianum – Padova I P S1
Istituto Vanzo - Fondazione Irpea – Padova I P
Opera Monsignor Liviero – Padova I P
Scuola Gesù Maria – Padova P
Scuole Rogazionisti – Padova S1 S2
Scuola Santa Croce – Padova I P
Scuola Vendramini – Padova I P
Scuola Sacro Cuore – Cadoneghe I P S1
Istituto Farina – Cittadella I P
Istituto Canossiano – Conselve I P
Istituto Bianchi Buggiani – Monselice P
Istituto Vincenza Poloni – Monselice S1
Scuola Sacro Cuore – Monselice P
Fondazione S. Capitanio – Piove di Sacco I P
Scuola Antonio Galvan – Pontelongo I P
Scuola del Seminario Minore – Rubano S1
Scuola Giacomo Sichirollo – Rovigo I P S1
Scuola San Lorenzo da Brindisi – Rovigo S1
Scuola Paola Di Rosa – Badia Polesine I P
Scuola parr. Immacolata – Lendinara I P
Collegio Vescovile Pio X – Treviso I P S1 S2
Ist. Canossiano M. del Grappa – Treviso P S1 S2 CFP
Ist. Santa Maria della Pieve – Castelfranco V. P S1
Ist. Salesiano Enrico di Sardegna – Castello di G. P S1
Collegio Immacolata – Conegliano I P S1 S2
Istituto Astori – Mogliano Veneto P S1 S2
Istituto Maria Ausiliatrice – Montebelluna P
Collegio Brandolini Rota – Oderzo P S1 S2
Istituti Filippin – Paderno del Grappa I P S1 S2
Collegio Vesc. Balbi Valier – Pieve di Soligo P S1
Istituto Cavanis - Collegio Canova – Possagno P S1 S2
Scuola Santa Maria delle Grazie – Preganziol P
Scuola Santa Maria Assunta – Valdobbiadene P
Istituti Dante Alighieri – Vittorio Veneto P S1 S2
Scuole Santa Giovanna d’Arco – Vittorio V. P S1 S2
Istituto Berna – Venezia P S1
Istituto Canossiano – Venezia I P S1
Istituto Cavanis – Venezia P S1 S2
Istituto Comprensivo Farina – Venezia I P S1
Istituto San Francesco di Sales – Venezia I P
54.
55.
56.
57.
58.
59.
60.
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
81.
82.
83.
84.
85.
86.
87.
88.
89.
90.
91.
92.
93.
94.
95.
96.
97.
98.
99.
100.
101.
102.
103.
104.
105.
106.
Istituto San Gioacchino – Venezia I P
Istituto San Giuseppe – Venezia I P
Istituto Tecnico San Marco – Venezia S2 CFP
Scuola Luigi Caburlotto – Mestre Venezia I P
Scuola Padre Emilio Venturini – Chioggia I P
Scuola Paolo VI – Chioggia P S1
Scuola San Domenico Savio – Mira P S1
Scuola San Pio X – Mira I P
Collegio Marconi – Portogruaro P S1 S2
Liceo San Luigi – San Donà di Piave S2
Istituto Campostrini – Verona I P S1 S2
Istituto De Vedruna – Verona I P
Istituto Don Nicola Mazza – Verona S1 S2
Istituto Giberti – Verona S1 S2
Istituto Lavinia Mondin – Verona S1 S2
Istituto Leonardi – Verona I P S1
Istituto Provolo – Verona I P S1
Istituto Salesiano Don Bosco – Verona P S1 S2
Istituto Salesiano San Zeno – Verona CFP
Istituto San Giuseppe – Verona I P S1 S2 CFP
Istituto Seghetti – Verona P S1 S2
Istituto Tecnico Romano Guardini – Verona S2
Istituto Tecnico Tecnologico San Zeno – Verona S2
Istituto Virgo Carmeli – Verona I P
Scuola Fortunata Gresner – Verona CFP
Scuola Perucci – Verona S1
Scuola alle Stimate – Verona P S1 S2
Scuola San Giuseppe - Aportiane – Verona P
Scuola Santa Teresa – Verona S1
Scuola Serenelli - Aportiane – Verona I P
Istituto Farina – Caldiero P
Scuole Sacra Famiglia – Castelletto di B. I P S1 S2
Scuola Cappelletti Turco – Colognola ai Colli S1
Istituto Canossiano Mater Amabilis – Legnago P
Istituto Canossiano – Villafranca di Verona P
Scuola Don Allegri – Villafranca di Verona S1
Fondazione Levis Plona – Vicenza I P
Ist. Omnicomprensivo Farina – Vicenza I P S1 S2
Ist. Scolastico Cardinal Baronio – Vicenza S1 S2
Scuola Dame Inglesi - Ist. Graziani – Vicenza I P S1
Scuola Media Seminario Vescovile – Vicenza S1
Scuola Patronato Leone XIII – Vicenza P S1
Istituto Canossiano – Arzignano P
Istituto Vescovile Graziani – Bassano I P S1
Scuola Cattolica E. Vendramini – Bassano I P
Scuola Paritaria Angelico Melotto – Chiampo S1
Liceo Pavoni – Lonigo S2
Istituto Leone XIII – Montecchio Maggiore S1
Scuola Paritaria Angelico Melotto – Schio S1
Scuola Paritaria M. di Canossa – Schio I P
Istituto Patronato San Gaetano – Thiene P S1
Istituto Santa Dorotea – Thiene P S1 S2
Centro Scolastico Integrato Effetà – Torri di Q. I P
3
4
introduzione
Poche pagine per raccontare
la nostra scuola
Un volumetto per raccontare, sinteticamente e con
chiarezza, la realtà delle scuole paritarie cattoliche del
Veneto. Poche pagine per sfatare qualche mito, presentare
dati e progetti, portare alcune testimonianze.
Chi vorrà leggere fino in fondo scoprirà che la scuola
cattolica non è “la scuola dei ricchi”, che non punta a
promuovere comunque tutti i suoi alunni, ma a seguirli
uno per uno, passo dopo passo. Incontrerà una scuola
spesso bollata come “mantenuta a spese dello Stato”,
ma che invece concorre a erogare un servizio pubblico
irrinunciabile, producendo consistenti risparmi per il
bilancio pubblico. Leggerà di una scuola che intende
sempre più essere “di comunità”, ritrovare familiarità e
dialogo con il mondo che la circonda, a partire dalle
parrocchie, dalle diocesi, dalle comunità ecclesiali.
Cuore di queste pagine sono otto lettere. Le hanno
scritte genitori, studenti, docenti, dirigenti scolastici per
raccontare che cosa significa per loro “essere” scuola
cattolica. Hanno deciso di metterci la firma, la faccia, la
propria esperienza d’ogni giorno, di trasmettere gli ideali,
la passione, la progettualità, i valori che animano gli istituti
aderenti alla Fidae del Veneto. A loro vogliamo dire grazie
per aver accettato questa “sfida”. E un ringraziamento va
anche a chi avrà la voglia di arrivare in fondo a questo
volumetto, per ascoltare la voce delle nostre scuole.
Il Consiglio Regionale Fidae Veneto
scuola del territorio
Non elitaria, ma paritaria
Scuola di elite, scelta riservata ai pochi che se la possono
permettere, realtà scarsamente rappresentativa... spesso
la scuola cattolica viene bollata con definizioni come
queste.
Definizioni che, dopo un rapido confronto con la realtà, si
dimostrano errate e fuorvianti. Perché la scuola cattolica,
e quella veneta in particolare, non è certo una scelta di
pochi, come dimostrano i dati che trovate riportati qui di
seguito.
Una scelta libera per 154mila famiglie venete
La scuola cattolica in Veneto è una presenza significativa.
Lo è in particolare tra i più piccoli: nelle scuole dell’infanzia,
due bambini su tre frequentano un istituto paritario, per
un totale di quasi 100mila bambini in tutta la regione.
Alle scuole cattoliche primarie e secondarie – di primo
e di secondo grado – sono iscritti quasi 35mila studenti,
ai quali vanno sommati gli oltre 19mila dei Centri di
formazione professionale.
In totale, dunque, circa 154mila famiglie venete ogni anno
scelgono, in piena libertà, di far crescere i propri figli in
una scuola cattolica.
Le scuole Fidae in regione: 107 istituti per 176 scuole
Sono 107 gli istituti iscritti alla Fidae del Veneto, per un totale
di 176 scuole e di oltre 25mila iscritti diffusi capillarmente
sul territorio regionale.
Le scuole Fidae operano infatti in tutte le province
venete, con una maggiore presenza in quelle di Verona
(44 scuole), Treviso (36) e Padova (31). Significativa la
presenza nel Vicentino (29 scuole) e nel Veneziano (24),
ma anche nelle province di Belluno (7) e Rovigo (5).
5
6
Una scuola che genera lavoro: quasi 4.000 dipendenti
La scuola cattolica è anche una realtà capace di
generare lavoro e contribuire così alla crescita del
territorio in cui si trova. Il personale docente nel complesso
delle scuole venete aderenti alla Fidae conta 3.000 unità,
quello non docente ne conta 972. Va sottolineato che,
contrariamente a quello che molti potrebbero pensare,
la componente di consacrati è decisamente minoritaria:
sono 288 tra i docenti e 168 tra i non docenti.
scuola come servizio pubblico
Scuola pubblica o scuola privata?
Una domanda sentita mille volte, ma che in realtà cela un
“tranello” o – quantomeno – un errore di fondo.
Già, perché “privata” non è il contrario di “pubblica”. E
le scuole cattoliche aderenti alla Fidae del Veneto, pur
essendo “private”, sono scuole di tutti, aperte a tutti coloro
che ne condividono lo spirito e gli ideali educativi. Scuola
pubblica a tutti gli effetti, insomma, come previsto dalla
Riforma Berlinguer, che nel 2000 sancì la parità scolastica.
La scuola paritaria è un segmento che attua quella
“riforma dell’autonomia”: è scuola pubblica e dunque
fa parte del sistema scolastico nazionale di istruzione e
formazione, pur mantenendo le proprie specificità.
Un tassello che completa la riforma dell’autonomia
La scuola cattolica paritaria è consapevole di essere parte
integrante del sistema educativo nazionale di istruzione
e di formazione del nostro Paese, riconosciuta dalla
legge 62/2000, e di svolgere un servizio pubblico, aperto
a tutti, contribuendo con la Scuola Statale a realizzare
pienamente l’autonomia e a rispondere efficacemente
all’emergenza educativa attuale. Da una parte essa
rispetta la laicità della scuola e dall’altra parte offre una
sua identità di valori nel quadro di un progetto educativo
che promuove la persona nella sua integralità aperta
ai valori trascendenti e radicato nei valori cristiani che
caratterizzano la storia del nostro Paese. Resta ancora
molto alta la domanda di istruzione e di formazione che
le famiglie e i giovani le rivolgono nell’esercizio del loro
diritto civile di scelta educativa senza dover sostenere
oneri aggiuntivi.
Il dettato costituzionale: l’articolo 33
La riforma dell’autonomia affonda le proprie radici nel
7
8
dettato costituzionale, che all’articolo 33, comma 4, recita:
«La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non
statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse
piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico
equipollente a quello degli alunni delle scuole statali». Lo
stesso articolo 33, nel comma 3, prevede che «Enti e privati
hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato».
I contributi statali alla scuola paritaria sono
anticostituzionali?
Ma che cosa significa esattamente “senza oneri per lo
Stato”? La frase, spesso utilizzata per motivare le proteste
contro qualsiasi contributo statale alla scuola paritaria,
è frutto di un emendamento presentato all’Assemblea
Costituente dal liberale Epicarmo Corbino. È lo stesso
Corbino, nella seduta del 29 aprile 1947, a chiarirne il
senso.
Ecco l’estratto del verbale: «Presidente Terracini. Lei è un
firmatario dell’emendamento; perché chiede di parlare?
Corbino. Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. […]
Non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a
favore degli istituti privati; diciamo solo che nessun istituto
privato potrà sorgere con il diritto di avere aiuti da parte
dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di
dare o non dare».
Scuola paritaria: ogni anno un risparmio di oltre 6
miliardi per lo Stato
«Non è giusto che lo Stato – dunque la collettività – eroghi
contributi a favore della scuola paritaria, che resta la
scelta di una minoranza». A prescindere da qualsiasi altro
aspetto, questa affermazione piuttosto diffusa è sbagliata
anche sul piano dei dati reali. Una recente elaborazione
Agesc su dati 2012 dimostra che mentre lo Stato spende
in media 7.319 euro per ogni studente di scuola statale, ne
spende invece 476 per ogni studente di scuola paritaria.
I dati – riportati nel dettaglio nella tabella qui sotto –
mostrano che, se gli studenti delle paritarie optassero
per la scuola statale, lo Stato si troverebbe di fronte a una
spesa aggiuntiva di 6 miliardi e 334 milioni di euro l’anno.
La scuola paritaria, insomma, genera ogni anno oltre 6
miliardi di risparmi al bilancio dello Stato.
6SHVHWRWDOL
1XPHUR
6WXGHQWL
6SHVD
SHUVWXGHQWH
6F,QIDQ]LD
6F3ULPDULD
6F6HF,JUDGR
6F6HF,,JUDGR
6SHVDPHGLD
6WDWDOH
3DULWDULD
9
10
una scuola con un progetto chiaro
Un progetto formativo alla luce del sole
Un progetto formativo chiaro, fondato sui valori cristiani,
che mette al centro lo studente nel suo essere persona,
individvuo in crescita che non deve semplicemente
acquisire nozioni, ma diventare uomo. La scuola paritaria
è prima di tutto questo. Uno spazio di libertà nel quale
crescono uomini e donne aperti al mondo, consapevoli
delle proprie radici, aperti al futuro e all’incontro con l’altro.
La scuola «dove tutti sono promossi» o «dove tutti sono
seguiti»?
«Scuole dove tutti vengono promossi». Quante volte le
scuole paritarie vengono bollate con questa sbrigativa
definizione? In effetti capita che studenti provenienti
da esperienze non positive in scuole statali facciano
registrare, una volta trasferiti in una scuola paritaria, un
netto miglioramento nei propri risultati. Ma il “trucco” - se
di trucco si può parlare – non è certo nella promozione
indiscriminata, bensì in quella centralità dello studente
che è impressa tra i valori fondanti della scuola cattolica.
Se lo studente è al centro della vita scolastica, è normale
che – in una scuola cattolica – chi è più in difficoltà venga
seguito con particolare attenzione, perché non resti
indietro. Così, studenti all’apparenza “scarsi” o “svogliati” si
scoprono capaci di buoni risultati, grazie all’invisibile rete
che li sorregge, li rialza, li accompagna.
Una scuola aperta a chiunque ne condivida i valori
C’è un altro mito da sfatare: la scuola cattolica non è una
“scuola per cattolici”. Per rendersene conto è sufficiente
varcare la soglia di uno qualsiasi degli istituti aderenti alla
Fidae del Veneto: sono tanti gli studenti provenienti da
contesti familiari e sociali anche molto lontani da quelli
del cristianesimo. Ed è proprio grazie al progetto educativo
saldamente ancorato ai valori cristiani – rispetto dell’altro,
inclusione, apertura al “diverso” – che tante famiglie di
altre confessioni religiose scelgono di affidare i propri figli
a una scuola di ispirazione cattolica.
Una comunità educante in cui ciascuno è coinvolto
Il progetto educativo delle scuole cattoliche non è
semplicemente una enunciazione di principi, un manifesto
di valori. È soprattutto una “regola” che vive attraverso le
persone e si concretizza nella comunità educante che si
muove attorno agli studenti.
Una comunità all’interno della quale ciascuno – docenti,
genitori, personale direttivo, studenti – possa trovare nuove
vie di integrazione fra scuola e territorio per compiere
quanto previsto dall’articolo 4 della Costituzione, cioè
«svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un’attività o una funzione che concorra al progresso
materiale e spirituale della società».
La scuola “per la persona” e “delle persone”
La scuola si pone accanto alla famiglia come spazio
educativo comunitario e ne sostiene l’impegno educativo,
secondo la logica della sussidiarietà. Nel suo essere
comunità educante, la scuola cattolica si configura
come scuola per la persona e delle persone. Essa, infatti,
mira a formare la persona nell’unità integrale del suo
essere, intervenendo con gli strumenti dell’insegnamento
e dell’apprendimento là dove si formano «i criteri di
giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee
di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita» (Paolo VI,
Evangelii Nuntiandi). Ma soprattutto coinvolgendola nella
dinamica delle relazioni interpersonali che costituiscono
e vivificano la comunità scolastica.
11
b
b
’o
l
l
e
d
a
l
«La scuo
e
r
a
i
c
c
o
b
ò
u
ligo non p
»
ot
i
t
n
i
i
s
:
»
e
iar
c
c
o
b
ò
u
p
n
go no
i
l
b
b
’o
l
l
e
d
o
ss
e
of
r
«La scuola
p
a
a un
a
r
e
ett
L
a
l
del
e
t
r
a
p
a
m
i
r
a di
l
o
u
la così la p
c
S
a
l
l
a
67 d
9
1
l
e
n
o
t
a
lizz
a
e
r
o
i
g
g
a
s
ressa, il
ola
u
c
s
a
L
.
i
n
a
il
M
o
z
n
e
r
o
L
i don
d
a
n
a
i
b
r
a
B
p uò
n
o
n
é
h
c
r
e
are p
i
c
c
o
b
ò
u
p
non
o
g
i
l
b
b
’o
l
l
e
ne, a
o
d
i
z
a
c
o
v
o
r
s ta p
e
u
q
:
o
n
u
ss
o ne
r
t
e
i
d
n
i
e
r
ale,
lascia
u
tt
a
e
e
t
r
o
ra f
o
tt
u
t
e
e
t
n
mpe
o
r
i
d
o
p
m
e
ogni
quel t
i
d
o
t
s
e
f
i
n
ma
l
e
n
o
l
o
t
i
t
ieno
p
a
e
r
a
r
t
n
i
n
g
o
i
deve e
d
o
v
i
ucat
d
e
o
ett
g
o
r
el p
n
è
o
t
r
e
c
i
otto
m
scuola. E d
l
i
o
i
r
p
o
r
far p
i
d
e
i
l
g
e
c
s
che
,
a
c
i
l
o
tt
a
c
u
i
g
n
i
scuola
ù
i
p
e sia
h
c
a
l
l
u
n
’è
on c
N
«
:
a
n
a
i
b
nato a Bar
.
»
i
l
a
u
g
u
s
i
fra d
i
l
a
u
g
u
i
t
par
r
a
f
o
t
n
a
u
sto q
12
13
14
una scuola di comunità
Scuola paritaria cattolica: naturalmente radicata nella
Chiesa locale
Una scuola radicata “per natura” nelle nostre Chiese locali.
La scuola paritaria cattolica deve ripartire da questa
consapevolezza: quella di essere il frutto dell’impegno di
generazioni di credenti e di potere oggi rappresentare un
modello educativo capace di trasmettere una fede che
deve essere soprattutto testimonianza.
Ripartire dalle nostre comunità ecclesiali
Con il tempo, il rapporto delle scuole cattoliche con
le comunità parrocchiali e diocesane di riferimento si
è talvolta allentato: è questo il tempo per ricucire gli
strappi, per riprendere un cammino condiviso. È il tempo,
insomma, che le comunità cristiane si riapproprino delle
“loro” scuole, che le riempiano della propria esperienza di
fede e di vita, che ne facciano un modello di inclusione,
di attenzione al prossimo, di crescita nel rispetto dei valori
della vita, della solidarietà, della condivisione.
Uno scambio arricchente con la vita della comunità
ecclesiale locale
Sul rapporto tra scuola cattolica e comunità ecclesiale
sono illuminanti le parole riportate nel documento
“Educare insieme nella scuola cattolica”emanato nel 2007
dalla Congregazione per l’educazione cattolica: «Anche
sul piano ecclesiale, la comunione vissuta all’interno
della scuola cattolica può e deve aprirsi ad uno scambio
arricchente nella più ampia comunione con la parrocchia,
la diocesi, i movimenti ecclesiali e la Chiesa universale. Ciò
implica che i laici (educatori e genitori) ed i consacrati
appartenenti alla comunità educativa prendano parte
significativamente, anche fuori delle mura della scuola
cattolica, alla vita della Chiesa locale. I membri del clero
diocesano ed i laici della comunità cristiana locale, che
non sempre hanno un’adeguata conoscenza della
scuola cattolica, devono riscoprirla come scuola della
comunità cristiana, un’espressione viva della medesima
Chiesa di Cristo alla quale appartengono».
15
16
lettere della scuola cattolica
Nelle pagine che seguono troverete alcune lettere scritte
da studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori
di alunni di alcune fra le scuole aderenti alla Fidae del
Veneto.
Sono lettere vere di persone vere, che hanno preso carta
e penna per scrivere alle famiglie, alle comunità ecclesiali,
ai docenti e agli studenti della scuola statale raccontando
che cosa significa scuola paritaria cattolica.
Le lettere non hanno la pretesa di esaurire il dibattito,
né intendono offrire verità assolute, ma soltanto di dare
testimonianza e di offrire nuovi punti di vista a chi è
disposto ad ascoltare senza preconcetti.
Questi – in sintesi – temi, autori e destinatari delle lettere:
• “Un modello formativo convincente”
Da un genitore a un genitore p. 17
• “Un luogo di educazione alla libertà”
Da un professore a un genitore p. 19
• “Questa è la scuola del buon esempio”
Da una maestra a un genitore p. 21
• “Una famiglia in cui poter crescere”
Da uno studente a uno studente p. 23
• “Scuola cattolica: scuola per ricchi?”
Da un dirigente scolastico a una famiglia p. 25
• “Qualche pregiudizio da sfatare”
Da un professore a un collega p. 27
• “Superare le diffidenze tra le nostre comunità”
Da un dirigente scolastico alla comunità
ecclesiale p. 29
• “Garantire il diritto alla libera scelta”
Da un dirigente scolastico e un genitore a chi
vuole ascoltare p. 31
Lettera di un genitore ai genitori
UN MODELLO FORMATIVO
CONVINCENTE
Cari genitori
la crisi è pesante, siamo tutti attenti e prudenti nelle spese,
cercando di selezionarle in base alle necessità e alle priorità.
Perché dovremmo spendere dei soldi per mandare nostro
figlio e nostra figlia
in una scuola che
«La formazione dei nostri figli
ci chiede di pagare
costituisce un investimento per loro
una retta quando
e un impegno per noi: se spendere
possono avere
del denaro era condizione e
accesso alla scuola
garanzia per frequentare una
pubblica?
E’ questa la domanda buona scuola, tale spesa doveva
costituire una priorità»
che ci siamo posti
quando si è trattato
di decidere quale
scuola far frequentare a Pietro.
Beh, rilevante è stato certamente il fatto che, dopo aver visitato
diversi istituti, sia stato lui stesso ad esprimere una preferenza
per il Liceo Barbarigo di Padova, per l’impressione positiva
che ne aveva ricevuto dalla presentazione dei professori e
dall’ambiente scolastico.
Ma la decisione finale spettava a noi, dovendo valutare anche
l’aspetto economico.
Ebbene, ci siamo detti che la formazione dei nostri figli
costituisce un investimento per loro e un impegno per noi:
se spendere del denaro era condizione e garanzia per
frequentare una buona scuola, tale spesa doveva costituire
una priorità, anche rispetto ad altre spese, pur importanti,
e anche in una situazione di incertezza come quella che
17
18
viviamo nell’epoca presente.
Perché ci siamo convinti che quel Liceo è un’ottima scuola?
La qualità degli insegnanti doveva essere, ovviamente, un
requisito di base: di questo abbiamo avuto conferma nei fatti,
dopo quanto ci avevano detto i nostri amici i cui figli stavano
già frequentandola.
Ma l’elemento ancora più importante che ci ha convinti è il
modello formativo che la scuola applica: ogni ragazzo non
è solo uno studente
«Ogni ragazzo non è solo ma prima ancora è
uno studente ma prima ancora una persona, che deve
è una persona, che deve
certamente acquisire
certamente acquisire nozioni,
nozioni, metodi e chiavi
di lettura dei fatti,
metodi e chiavi di lettura dei
ma deve soprattutto
fatti, ma deve soprattutto
diventare capace di esprimere il diventare capace di
esprimere il meglio che
meglio che ha in sé»
ha in sé e raccogliere
il meglio di ciò che lo
circonda.
Si tratta di un percorso formativo e di vita certamente
impegnativo per insegnanti e per allievi, che insegna
a leggere i fallimenti come occasioni di riscatto grazie
all’esperienza acquisita, i buoni voti non come obiettivi fini a
se stessi ma come misura di un lavoro ben fatto, la formazione
come sviluppo di un’identità che tanto più si rafforza quanto
più si confronta e dialoga con gli altri, anche molto lontani per
cultura e tradizioni.
A noi genitori sta adesso vigilare che questa tensione non
venga meno, nel rispetto dei ruoli e nel dialogo costante.
Sino ad ora, il nostro è stato veramente un buon investimento!
Andrea Bologna
Lettera di un professore ai genitori
UN LUOGO DI
EDUCAZIONE ALLA
LIBERTÀ
Ho tre figli iscritti alla scuola paritaria, insegno Arte e immagine
in una scuola “media” paritaria cattolica di Padova e per
alcuni anni ho condotto anche l’insegnamento di Informatica.
Accompagno i ragazzi alla libera e autonoma produzione
di immagini e li sostengo nello sviluppo delle competenze
per leggere i contenuti espressi dalle forme. La forma e
l’immagine sono i soggetti del mio insegnamento e in esse
trovo l’occasione
per far riflettere gli
«L’educazione alla
consapevolezza e alla libertà è il alunni sull’essenza dei
principio ispiratore che mi guida messaggi trasmessi
e sulle tecniche
nella scelta degli argomenti:
comunicative non
creare occasioni di dialogo
verbali. Loro mi seguono
sui processi comunicativi è
volentieri e apprezzano
dare agli alunni la leva per
la scoperta dei “segreti”
comprendere e scegliere»
svelati dall’arte:
l’arte antica quanto
quella attuale è infatti
l’espressione di una
comunità umana e può considerarsi veicolo della tradizione
e microfono del potere, quanto eco della critica sociale e del
malessere esistenziale.
Oggi l’immagine passa per i media e i ragazzi sono antenne
sensibilissime che intercettano le proposte più accattivanti,
tanto buone quanto ingannevoli. Per questo l’educazione
alla consapevolezza e alla libertà è il principio ispiratore che
19
20
mi guida nella scelta degli argomenti: creare occasioni di
dialogo sui processi
comunicativi è dare
«La scuola cattolica
agli alunni la leva
propone il messaggio evangelico
per comprendere
inserendosi criticamente
e scegliere; mentre
nell’indistinto vortice mediatico che
chiudere al
ci avvolge tutti: alunni, insegnanti,
pluralismo culturale
figli e genitori; e non teme di aprirsi
è chiudere all’arbitrio
al mondo creando occasioni per
personale e negare
promuovere consapevolezza e
parte del mondo
responsabilità»
in cui i nostri figli si
trovano a vivere. Ho
sperimentato che la
scuola cattolica è un luogo di libera educazione alla libertà
perché, nel suo svolgersi quotidiano, propone il messaggio
evangelico (vita buona, autentica e libera) inserendosi
criticamente nell’indistinto vortice mediatico che ci avvolge
tutti: alunni, insegnanti, figli e genitori; e non teme di aprirsi al
mondo creando occasioni per promuovere consapevolezza e
responsabilità.
Marco Ghedin
Lettera di una maestra a un genitore
QUESTA È LA SCUOLA
DEL BUON ESEMPIO
Caro genitore,
vorrei raccontarti la bellezza dell’insegnamento in una scuola,
dove l’apprendimento e la crescita armonica dei bambini
stanno a cuore ad una Comunità che educa.
Il tempo della scuola primaria è importante per la formazione
dei ragazzi: si imposta la disposizione verso l’apprendimento,
si sperimentano le prime dinamiche di una buona convivenza
civile, si imparano a gestire i primi successi e le prime sconfitte;
sono anni fondamentali proprio perché staranno alla base del
cammino scolastico.
Il percorso di apprendimento si costruisce giorno dopo giorno,
nell’alternanza tra lavoro in classe e quello individuale. Il ruolo
degli adulti è quello di sostenere i ragazzi con attenzione e
costanza; il patto educativo tra scuola e famiglia, che viene
stretto in una scuola paritaria, crea un terreno il collaborazione
tale da permettere coerenza e coesione negli interventi
educativi e didattici. In questi anni la collaborazione con
genitori e colleghi
«Il ruolo degli adulti è
mi ha permesso di
quello di sostenere i ragazzi con
lavorare affinché
attenzione e costanza; il patto
ciascun allievo
educativo tra scuola e famiglia,
vivesse la scuola in
modo sereno, usando
che viene stretto in una scuola
al meglio le proprie
paritaria, crea un terreno il
collaborazione tale da permettere capacità. Vedere
crescere i bambini in
coerenza e coesione negli
questo orizzonte non
interventi educativi e didattici»
ha prezzo!
Pensiamo ora a
21
22
quanto peso ha, nella storia di ciascuno, il buon esempio e
l’esperienza diretta di comportamenti buoni; immaginiamo
poi che forza possa avere il messaggio mediato da un
intero ambiente, realizzato per portare gli insegnamenti del
Vangelo. Mi piace
«Non pensare che la mia
vedere che la scuola
sia una fotografia edulcorata della paritaria sa parlare
realtà, in una scuola paritaria
dei valori attraverso
la fatica di crescere e imparare
i comportamenti
e i gesti, di tutti
- come anche quella di essere
coloro che lavorano
genitore - non viene meno, ma
nell’ambiente e che
viene condivisa e questo fa la
così si fanno carico
differenza!»
della formazione
degli alunni, in modo
quotidiano e nella
dimensione ordinaria della vita scolastica. Nella misura in cui
la scuola paritaria si propone di vivere gli insegnamenti del
Vangelo, i ragazzi fanno esperienza di Chiesa a loro misura e
vivono in modo fraterno le relazioni tra i pari.
Non pensare che la mia sia una fotografia edulcorata della
realtà, in una scuola paritaria la fatica di crescere e imparare
- come anche quella di essere genitore - non viene meno, ma
viene condivisa e questo fa la differenza!
Francesca De Bortoli
Lettera di uno studente a uno studente
UNA FAMIGLIA IN CUI
POTER CRESCERE
Caro amico,
avendo appena concluso l’esame di stato di quinta liceo,
dopo una lunga esperienza di otto anni incominciata dalla
prima media, mi sento pronto per descriverti e farti entrare
nel mondo della scuola paritaria. Sai, anche a me è capitato
nel momento del
«All’interno di una scuola
passaggio da medie
paritaria non sei “uno tra tanti”,
a superiori di essere
ma ti senti parte di una grande
preso in giro da
qualche mio amico,
famiglia, dove tutti - dai bidelli fino
al preside - conoscono quello che perché tanti sono i
sei caratterialmente e ovviamente pregiudizi su questa
scuola.Probabilmente
anche scolasticamente»
molti ti diranno che
è la scuola degli
sfigati, magari solo
perche non si può fumare all’interno delle strutture o perché
non è la scuola dei famosi bulletti. Ma ti posso assicurare che
la personalità vincente, per un ingresso di peso nel mondo
dell’università e in quello del lavoro, non è quella data dal
branco, ma quella che acquisisci in una scuola che valorizza
la persona. Sì, parlo di persona. All’interno di una scuola
paritaria non sei “uno tra tanti”, ma ti senti parte di una grande
famiglia, dove tutti - dai bidelli fino al preside - conoscono
quello che sei caratterialmente e ovviamente anche
scolasticamente.
Ti potranno dire inoltre che in una scuola paritaria cambierai
molti professori perché i docenti cercheranno sempre la
cattedra pubblica. Niente di più falso: ho costruito un rapporto
23
24
importante con docenti che mi hanno accompagnato per
tutto il mio percorso scolastico superiore, mentre tanti amici
che frequentano alla scuola pubblica lamentano il cambio
annuale di professori, a volte senza neanche avere il tempo di
conoscerli.
Ci tenevo inizialmente a sfatare questi tabù, ma devi sapere
che c’è molto di più: in questi otto anni ho vissuto tante
esperienze eccezionali. Ho avuto la fortuna infatti di iniziare a
conoscere il mondo visitando città come Parigi, Berlino, Praga,
Vienna, e le culle della civiltà greca come Atene, Olympia e
Micene. Non male, vero?
Ho anche partecipato al progetto carcere, che ci ha
illuminato sulla vita di chi vive recluso. Ho avuto l’occasione
di conquistare una borsa di studio e partecipare al Progetto
Leonardo, che mi ha permesso di lavorare cinque settimane
in Irlanda del Nord. Un’esperienza di vita straordinaria che ti
permette di crescere come uomo e come studente, potendo
anche affinare il proprio inglese. Queste sono occasioni che
possono capitare una volta sola nella vita.
Ovviamente questo non è che un quadro complessivo. La
scuola paritaria non è solo un progetto, ma è anche vivere
una serie di intense emozioni. Ovviamnte non è sempre tutto
rose e fiori, ma all’interno di questo ambiente ho avuto sempre
il sostegno per reagire a tante delusioni che a volte vanno
oltre la scuola.
Questo perché - ci tengo a ripeterlo - la scuola paritaria è una
famiglia.
Caro amico, sappi che ciò che ho scritto viene dal cuore e dai
sentimenti che la scuola mi ha infuso in questi otto anni. Spero
di averti fatto capire le occasioni che puoi vivere all’interno di
un ambiente scolastico sano, che a me ha dato molto e che
spero possa dare tanto - se non di più - anche a te.
Enrico Fioravanti
Lettera di un dirigente scolastico a una famiglia
SCUOLA CATTOLICA,
SCUOLA PER RICCHI?
Sì, spesso la Scuola Cattolica è considerata istituzione per
ricchi, ma non chiudiamo così in fretta una questione molto
dibattuta. Molte famiglie che, pur avendo pagato le tasse
e possedendo, in teoria, gli stessi diritti degli altri cittadini, si
fanno carico di ammirevoli sacrifici economici pur di offrire
ai figli una formazione che considerano insostituibile. Talvolta
ottengono la riduzione di una retta già molto contenuta, ma
quante sono le famiglie che si sentono costrette a rinunciare
ad un diritto assolutamente legittimo?
La Legge 62/2000 esige che la Scuola cattolica accolga
anche gli studenti portatori di handicap, ma senza coprirne le
spese. Lascio spazio all’esperienza di Luciana Negrin, mamma
di due figli autistici, che è riuscita a raggiungere obiettivi
insperati.
«Abbiamo scoperto
«Molte famiglie che,
dopo molti mesi
pur avendo pagato le tasse e
che i contributi per
possedendo, in teoria, gli stessi
l’handicap per le
diritti degli altri cittadini, si fanno
scuole paritarie
carico di ammirevoli sacrifici
hanno vie tortuose
e non sono così
economici pur di offrire ai figli
certi. Annamaria si è
una formazione che considerano
formata per quattro
insostituibile»
anni alla scuola
dell’infanzia e poi
ha iniziato la scuola
primaria presso il Centro scolastico Effetà di Marola (Vicenza),
una scuola integrata sordi-udenti che ha saputo accoglierla e
farla fiorire. Come famiglia abbiamo pensato che quella fosse
25
26
la scelta migliore.
Dopo due anni anche per Samuele non avevamo alcun
dubbio sulla scelta da fare. Contemporaneamente io ho
smesso di lavorare nonostante le spese per le terapie e le
rette: il mio impegno era a fianco dei mie figli e mio marito
ed io sapevamo che era quello che dovevamo fare. Il Buono
scuola regionale poi ci permetteva di coprire le spese per il
sostegno e questo i primi anni ci ha dato una certa tranquillità.
Annamaria ha fatto enormi progressi alla scuola primaria,
così abbiamo scelto, come scuola secondaria di I° e II° grado
ancora una scuola paritaria, l’Istituto Farina di Vicenza. Negli
anni il Buono scuola regionale era sempre più incerto, ed
eravamo consapevoli del fatto che se non lo avessero erogato,
avremmo avuto gravi difficoltà economiche. Volendo dare
poi ad entrambi i figli le stesse opportunità, il tutto andava
moltiplicato per due. Le nostre scelte sono state fonte di
preoccupazioni, ma i risultati raggiunti dai nostri figli hanno
ripagato tutti gli sforzi.
La scuola ha saputo differenziare nel tempo il programma
per Annamaria, offrendo un percorso che la gratificasse e
l’aiutasse a far emergere le sue abilità in maniera tale da
affrontare meglio le difficoltà, anche dell’epilessia comparsa in
quest’ultimo anno
Samuele ha maggiori difficoltà di apprendimento, ma abilità
manuali e matematiche evidenti; per lui abbiamo così scelto
un CFP che possa dargli opportunità concrete per la vita. Di
autismo non si guarisce, ma si può notevolmente migliorare la
qualità di vita».
Suor Luigina Pigozzo
Lettera di un professore a un collega
QUALCHE PREGIUDIZIO
DA SFATARE
Cara collega, caro collega
docenti presso una scuola pubblica statale, chi ti scrive è
insegnante presso un istituto paritario. Mi chiamo Giovanni
Realdi e da alcuni anni sono docente di filosofia e storia
al Don Bosco di Padova, dopo l’esperienza in alcuni licei
statali cittadini. Pur avendo avuto un “normale” percorso di
formazione alla fede (Azione Cattolica, Fuci, campiscuola,
Centro Universitario) non avevo mai pensato, iscrivendomi a
filosofia, di lavorare in scuola paritaria: la mia non è stata e
non è una scelta “di parte”. Pensai, allora, che la mia materia
di studio fosse troppo bella per non essere comunicata
e che l’essenziale sarebbe stato un luogo in cui far ciò in
maniera continuativa. Non mi rivolgo a te con l’obiettivo di
cantare le lodi di quello che, come si dice, è il “canale privato”
dell’istruzione, magari a scapito dello statale. Anzi, concepisco
il mio ruolo proprio come pubblico e per obbedire ad esso
adotto come primo riferimento la Carta Costituzionale e non
tanto il magistero della Chiesa. Mi chiedo se anche a te, che
frequenti una comunità cristiana, le scuole cattoliche, in quanto
paritarie, diano l’idea di essere una specie di “recinto dorato”,
destinato ad una élite, a pochi bene abbienti selezionati. Vorrei
affrontare e cercare di sfatare alcuni pregiudizi. E il primo, a
me sembra – e lo avverto pesante e ingiusto –, è quello che i
miei alunni si sentono ripetere dai coetanei: andate ad una
“scuola per ricchi” e quindi passate perché pagate. Nessuno
dei ragazzi che ho incontrato – studiosi o meno, appassionati
o demotivati, fiacchi o entusiasti – ha mai pensato di ottenere
un bel voto o una promozione in cambio del denaro della
retta. La sola ipotesi li indigna e li intristisce. Certo: le loro
27
28
famiglie devono pagare una quota, che – siamo onesti – non
tutti possono permettersi (nonostante le borse di studio, di
cui però nessuno parla). Ma questo “prezzo” è un peso prima
di tutto per noi. Vorremmo non ci fosse, desidereremmo che
lo scambio economico forse realmente marginale rispetto a
quell’altro scambio veramente essenziale, quello tra insegnanti
e studenti che, solo, costituisce il cuore dell’apprendimento.
Non lo è, ma non perché incida come un ricatto sul
rendimento, ma perché le scuole paritarie vengono, sulla
base della non gratuità, considerate dei ghetti. Puliti, ordinati
e perfettini... Ma sempre ghetti. Si usa il termine “scuola libera”,
in contrapposizione alla statale. Spero che nessuno dei miei
colleghi intenda la formazione statale (che mi ha formato)
come un luogo non libero. E che, allo stesso modo, nessuno di
noi pensi di poter godere dell’assoluta incuria in cui governi
di ogni colore hanno lasciato le scuole statali. E’ libera perché
viene scelta, e viene scelta perché se ne condividono i
principi. So che da cristiano conosci e stimi don Milani. Egli
sosteneva che qualsiasi scuola dovesse essere laica per
i contenuti e l’approccio, evangelica per l’intenzionalità.
Del resto, penso, è quello che cerchi di vivere ogni giorno.
Insegnare secondo il Vangelo e secondo la Costituzione
sono percorsi sovrapponibili, perché al centro hanno lo stesso
obiettivo: che nessuno rimanga escluso. Ti chiedo di aiutarci
a uscire dall’angolo nel quale, talvolta, anche le nostre stesse
parole e azioni ci hanno costretto; di considerare la scuola
paritaria semplicemente come un’altra possibilità, un’altra
voce in un medesimo discorso, una posizione da tenere in
considerazione, un’istituzione in cui parrocchie, associazioni,
istituti statali possono trovare collaborazione e alleanza.
Grazie,
Giovanni Realdi
Lettera di un dirigente scolastico alla comunità ecclesiale
SUPERARE LE DIFFIDENZE
TRA LE NOSTRE
COMUNITÀ
Caro parroco, caro operatore pastorale,
permettimi tre parole sulla scuola cattolica, tra esperienza e
riflessione personale, con umiltà e convinzione:
* l’educazione è
«L’educazione è come la
come la carità:
non basta dire
carità: non basta dire “Fatela”
“Fatela” né indicare
né indicare i criteri e le regole;
i criteri e le regole;
bisogna anche dare l’esempio,
bisogna anche dare
esercitarla concretamente. Sulla
scia di Gesù che “fece e insegnò”: l’esempio, esercitarla
concretamente. Sulla
prima fece, poi insegnò»
scia di Gesù che
“fece e insegnò”:
prima fece, poi
insegnò. Se “la Chiesa … ha il dovere di occuparsi dell’intera
vita dell’uomo, anche di quella terrena” (come insegna
il Vaticano II), le scuole cattoliche – con tutti i loro limiti –
vogliono “incarnare” la responsabilità e la passione educativa
delle comunità cristiane che, con tradizioni e modalità
differenti, si spendono per il bene di bimbi e ragazzi, supplendo
lo Stato che non c’è, spesso anche rimettendoci del proprio.
* la scuola “serve” bambini e ragazzi in crescita: in tempi
il cui la pastorale ordinaria fatica a raggiungere i giovani,
è strategico per la Chiesa avvicinarli con la scuola.
Incontrandoli così come sono: figli del nostro tempo, perciò
spesso indifferenti alla proposta religiosa o sedicenti atei a 16
anni; famiglie con le più varie motivazioni per iscriverli; magari
29
30
devi insegnare la buona educazione prima che il vangelo…
ma anche qui sta “l’odore delle pecore”! E la scuola, proprio
perché cattolica, proclama (e vive) un’ispirazione evangelica
che qualifica il progetto educativo, offre docenti che
condividono una visione, una missione e uno stile, propone
incontri per la vita.
* la scuola cattolica
«La scuola cattolica ha
ha bisogno di un
bisogno di un cordiale clima di
cordiale clima di
Chiesa: l’esperienza mostra chi ha
Chiesa: l’esperienza
cura della scuola per l’infanzia,
mostra chi ha cura
spesso vanto della comunità, e chi
della scuola per
la considera inutile o sorpassata;
l’infanzia, spesso
vanto della comunità, chi sente il peso della gestione e
chi ne vede (e fa ben fruttare) le
e chi la considera
inutile o sorpassata;
opportunità pastorali»
chi sente il peso
della gestione e
chi vede (e fa ben
fruttare) le opportunità pastorali di una scuola “a carico”.
La logica dice che, superando diffidenze interne al mondo
ecclesiale e la miopia di chi non vede oltre il proprio naso, è
tempo di far crescere la condivisione, una fraternità autentica,
vera e matura ecclesialità. “Evangelizzare educando ed
educare evangelizzando” è davanti a tutta la Chiesa, compito
affascinante e urgente. Per crescere insieme nel servizio al
Vangelo.
Don Cesare Contarini
Lettera di un dirigente scolastico e un genitore a chi vuole
ascoltare
GARANTIRE IL DIRITTO
ALLA LIBERA SCELTA
Non elitaria ma paritaria. Non esclusiva ma inclusiva. Pubblica
esattamente come la scuola statale.
Sono passati 13 anni dalla Legge Berlinguer che ha sancito
la parità scolastica e oggi le scuole paritarie ricevono
trasferimento dallo Stato per 500 milioni di euro pari al 1,2%
della spesa relativa alle scuole statali e offrono servizi al 12%
della popolazione scolastica.
Come ha recentemente ben sottolineato il sottosegretario
all’istruzione, Gabriele Toccafondi, le 13.657 scuole paritarie
con le migliaia di
«Non elitaria ma paritaria.
insegnanti e oltre
un milione di iscritti
Non esclusiva ma inclusiva.
rappresentato una
Pubblica esattamente come la
realtà pubblica che
scuola statale»
chiede attenzione e
valorizzazione e non
battaglie ideologiche.
Finora il costo di questa disparità di trattamento è stato
sopportato dalle famiglie che hanno scelto per i loro figli una
scuola paritaria e che fanno non pochi sacrifici per pagare le
rette e, ove presenti, dalle istituzioni religiose grazie alla gratuità
del loro servizio.
Alla politica chiediamo di ripensare la scuola TUTTA partendo
dal presupposto che è fondamentale per lo sviluppo
ed il benessere di una nazione. È l’infrastruttura sociale,
l’investimento essenziale per garantire il futuro di un territorio.
Garantire a tutte le famiglie il diritto alla libera scelta della
scuola per i loro figli, significa privilegiare le eccellenze degli
31
32
istituti ed il merito degli alunni. Significa rimettere in moto
“l’ascensore sociale”, permettendo ai giovani di poter ambire
e realmente fruire dei piani formativi che riteniamo più utili per
il loro futuro.
L’eventuale chiusura delle scuole paritarie - scelta dolorosa
ma inevitabile se permane l’attuale situazione di non sicurezza
dei contributi dovuti - comporterebbe un pesante aggravio
alle finanze pubbliche.
Con tutte le Associazioni rappresentative delle scuole paritarie
cattoliche del Veneto (AGeSC - CONFAP - FIDAE - FISM – FOE)
rinnoviamo la nostra richiesta ai politici:
– non si privi la scuola paritaria e i CFP del necessario
sostegno;
– si continui la riflessione su federalismo, autonomia e
parità, in modo da individuare scelte concrete, condivise e
complementari, dentro un quadro di riferimento unitario, per
la piena parità, da valorizzare e promuovere in tutte le sue
dimensioni: istituzionale, pedagogica, culturale, finanziaria e
gestionale;
– si continui il dialogo con le Regioni e gli Enti locali, con i
politici e parlamentari locali per individuare itinerari e percorsi
legislativi percorribili e condivisi al raggiungimento della
parità- si richiami il diritto della libertà di scelta dei genitori per i
propri figli senza ulteriori oneri,
- si individuino le vie principali di soluzione definitiva al
problema dei finanziamenti statali, regionali e comunali
attraverso il dialogo fattivo con le autorità amministrative locali,
- si passi dalla logica del contributo a quello del
finanziamento certo.
Giorgio Stoppato – genitore
Virginia Kaladich – dirigente scolastica;