sommario Introduzione 4 Scuola del territorio 5 Scuola come servizio pubblico 7 Una scuola con un progetto chiaro 12 Una scuola di comunità 14 Lettere dalla scuola cattolica 16 Federazione Istituti Di Attività Educative Veneto Via Rogati, 17 – 35122 Padova Sito web www.fidaeveneto.it E-mail [email protected] Hanno collaborato: Andrea Bologna, don Cesare Contarini, Francesca De Bortoli, Enrico Fioravanti, Marco Ghedin, Virginia Kaladich, suor Luigina Pigozzo, Giovanni Realdi, Giorgio Stoppato Coordinamento editoriale: Domenico Lanzilotta Grafica e stampa: Tipografia Imprimenda www.imprimenda.it - [email protected] 1 2 Belluno 7 Treviso 36 Vicenza Verona 29 44 24 31 Venezia Padova 5 Rovigo LEGENDA I Scuola dell’infanzia P Scuola Primaria S1 Scuola Secondaria di I Grado S2 Scuola Secondaria di II Grado CFP Centro di Formazione Professionale i nostri istituti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. Istituto Agosti – Belluno P S1 Liceo Classico Alvise Lollino – Belluno S2 Liceo Orsoline – Cortina S2 Ist. Canossiano Vittorino da Feltre – Feltre P S1 S2 CFP Don Bosco – Padova CFP CFP Irpea Camerini-Rossi – Padova CFP Collegio Dimesse – Padova I P S1 Istituto Don Bosco – Padova I P S1 S2 Istituto Vescovile Barbarigo – Padova S1 S2 Istituto Clair – Padova I P Istituto Maria Ausiliatrice – Padova S2 Istituto Romano Bruni – Padova P S1 S2 Istituto Santa Dorotea – Padova I P Istituto Teresianum – Padova I P S1 Istituto Vanzo - Fondazione Irpea – Padova I P Opera Monsignor Liviero – Padova I P Scuola Gesù Maria – Padova P Scuole Rogazionisti – Padova S1 S2 Scuola Santa Croce – Padova I P Scuola Vendramini – Padova I P Scuola Sacro Cuore – Cadoneghe I P S1 Istituto Farina – Cittadella I P Istituto Canossiano – Conselve I P Istituto Bianchi Buggiani – Monselice P Istituto Vincenza Poloni – Monselice S1 Scuola Sacro Cuore – Monselice P Fondazione S. Capitanio – Piove di Sacco I P Scuola Antonio Galvan – Pontelongo I P Scuola del Seminario Minore – Rubano S1 Scuola Giacomo Sichirollo – Rovigo I P S1 Scuola San Lorenzo da Brindisi – Rovigo S1 Scuola Paola Di Rosa – Badia Polesine I P Scuola parr. Immacolata – Lendinara I P Collegio Vescovile Pio X – Treviso I P S1 S2 Ist. Canossiano M. del Grappa – Treviso P S1 S2 CFP Ist. Santa Maria della Pieve – Castelfranco V. P S1 Ist. Salesiano Enrico di Sardegna – Castello di G. P S1 Collegio Immacolata – Conegliano I P S1 S2 Istituto Astori – Mogliano Veneto P S1 S2 Istituto Maria Ausiliatrice – Montebelluna P Collegio Brandolini Rota – Oderzo P S1 S2 Istituti Filippin – Paderno del Grappa I P S1 S2 Collegio Vesc. Balbi Valier – Pieve di Soligo P S1 Istituto Cavanis - Collegio Canova – Possagno P S1 S2 Scuola Santa Maria delle Grazie – Preganziol P Scuola Santa Maria Assunta – Valdobbiadene P Istituti Dante Alighieri – Vittorio Veneto P S1 S2 Scuole Santa Giovanna d’Arco – Vittorio V. P S1 S2 Istituto Berna – Venezia P S1 Istituto Canossiano – Venezia I P S1 Istituto Cavanis – Venezia P S1 S2 Istituto Comprensivo Farina – Venezia I P S1 Istituto San Francesco di Sales – Venezia I P 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. Istituto San Gioacchino – Venezia I P Istituto San Giuseppe – Venezia I P Istituto Tecnico San Marco – Venezia S2 CFP Scuola Luigi Caburlotto – Mestre Venezia I P Scuola Padre Emilio Venturini – Chioggia I P Scuola Paolo VI – Chioggia P S1 Scuola San Domenico Savio – Mira P S1 Scuola San Pio X – Mira I P Collegio Marconi – Portogruaro P S1 S2 Liceo San Luigi – San Donà di Piave S2 Istituto Campostrini – Verona I P S1 S2 Istituto De Vedruna – Verona I P Istituto Don Nicola Mazza – Verona S1 S2 Istituto Giberti – Verona S1 S2 Istituto Lavinia Mondin – Verona S1 S2 Istituto Leonardi – Verona I P S1 Istituto Provolo – Verona I P S1 Istituto Salesiano Don Bosco – Verona P S1 S2 Istituto Salesiano San Zeno – Verona CFP Istituto San Giuseppe – Verona I P S1 S2 CFP Istituto Seghetti – Verona P S1 S2 Istituto Tecnico Romano Guardini – Verona S2 Istituto Tecnico Tecnologico San Zeno – Verona S2 Istituto Virgo Carmeli – Verona I P Scuola Fortunata Gresner – Verona CFP Scuola Perucci – Verona S1 Scuola alle Stimate – Verona P S1 S2 Scuola San Giuseppe - Aportiane – Verona P Scuola Santa Teresa – Verona S1 Scuola Serenelli - Aportiane – Verona I P Istituto Farina – Caldiero P Scuole Sacra Famiglia – Castelletto di B. I P S1 S2 Scuola Cappelletti Turco – Colognola ai Colli S1 Istituto Canossiano Mater Amabilis – Legnago P Istituto Canossiano – Villafranca di Verona P Scuola Don Allegri – Villafranca di Verona S1 Fondazione Levis Plona – Vicenza I P Ist. Omnicomprensivo Farina – Vicenza I P S1 S2 Ist. Scolastico Cardinal Baronio – Vicenza S1 S2 Scuola Dame Inglesi - Ist. Graziani – Vicenza I P S1 Scuola Media Seminario Vescovile – Vicenza S1 Scuola Patronato Leone XIII – Vicenza P S1 Istituto Canossiano – Arzignano P Istituto Vescovile Graziani – Bassano I P S1 Scuola Cattolica E. Vendramini – Bassano I P Scuola Paritaria Angelico Melotto – Chiampo S1 Liceo Pavoni – Lonigo S2 Istituto Leone XIII – Montecchio Maggiore S1 Scuola Paritaria Angelico Melotto – Schio S1 Scuola Paritaria M. di Canossa – Schio I P Istituto Patronato San Gaetano – Thiene P S1 Istituto Santa Dorotea – Thiene P S1 S2 Centro Scolastico Integrato Effetà – Torri di Q. I P 3 4 introduzione Poche pagine per raccontare la nostra scuola Un volumetto per raccontare, sinteticamente e con chiarezza, la realtà delle scuole paritarie cattoliche del Veneto. Poche pagine per sfatare qualche mito, presentare dati e progetti, portare alcune testimonianze. Chi vorrà leggere fino in fondo scoprirà che la scuola cattolica non è “la scuola dei ricchi”, che non punta a promuovere comunque tutti i suoi alunni, ma a seguirli uno per uno, passo dopo passo. Incontrerà una scuola spesso bollata come “mantenuta a spese dello Stato”, ma che invece concorre a erogare un servizio pubblico irrinunciabile, producendo consistenti risparmi per il bilancio pubblico. Leggerà di una scuola che intende sempre più essere “di comunità”, ritrovare familiarità e dialogo con il mondo che la circonda, a partire dalle parrocchie, dalle diocesi, dalle comunità ecclesiali. Cuore di queste pagine sono otto lettere. Le hanno scritte genitori, studenti, docenti, dirigenti scolastici per raccontare che cosa significa per loro “essere” scuola cattolica. Hanno deciso di metterci la firma, la faccia, la propria esperienza d’ogni giorno, di trasmettere gli ideali, la passione, la progettualità, i valori che animano gli istituti aderenti alla Fidae del Veneto. A loro vogliamo dire grazie per aver accettato questa “sfida”. E un ringraziamento va anche a chi avrà la voglia di arrivare in fondo a questo volumetto, per ascoltare la voce delle nostre scuole. Il Consiglio Regionale Fidae Veneto scuola del territorio Non elitaria, ma paritaria Scuola di elite, scelta riservata ai pochi che se la possono permettere, realtà scarsamente rappresentativa... spesso la scuola cattolica viene bollata con definizioni come queste. Definizioni che, dopo un rapido confronto con la realtà, si dimostrano errate e fuorvianti. Perché la scuola cattolica, e quella veneta in particolare, non è certo una scelta di pochi, come dimostrano i dati che trovate riportati qui di seguito. Una scelta libera per 154mila famiglie venete La scuola cattolica in Veneto è una presenza significativa. Lo è in particolare tra i più piccoli: nelle scuole dell’infanzia, due bambini su tre frequentano un istituto paritario, per un totale di quasi 100mila bambini in tutta la regione. Alle scuole cattoliche primarie e secondarie – di primo e di secondo grado – sono iscritti quasi 35mila studenti, ai quali vanno sommati gli oltre 19mila dei Centri di formazione professionale. In totale, dunque, circa 154mila famiglie venete ogni anno scelgono, in piena libertà, di far crescere i propri figli in una scuola cattolica. Le scuole Fidae in regione: 107 istituti per 176 scuole Sono 107 gli istituti iscritti alla Fidae del Veneto, per un totale di 176 scuole e di oltre 25mila iscritti diffusi capillarmente sul territorio regionale. Le scuole Fidae operano infatti in tutte le province venete, con una maggiore presenza in quelle di Verona (44 scuole), Treviso (36) e Padova (31). Significativa la presenza nel Vicentino (29 scuole) e nel Veneziano (24), ma anche nelle province di Belluno (7) e Rovigo (5). 5 6 Una scuola che genera lavoro: quasi 4.000 dipendenti La scuola cattolica è anche una realtà capace di generare lavoro e contribuire così alla crescita del territorio in cui si trova. Il personale docente nel complesso delle scuole venete aderenti alla Fidae conta 3.000 unità, quello non docente ne conta 972. Va sottolineato che, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, la componente di consacrati è decisamente minoritaria: sono 288 tra i docenti e 168 tra i non docenti. scuola come servizio pubblico Scuola pubblica o scuola privata? Una domanda sentita mille volte, ma che in realtà cela un “tranello” o – quantomeno – un errore di fondo. Già, perché “privata” non è il contrario di “pubblica”. E le scuole cattoliche aderenti alla Fidae del Veneto, pur essendo “private”, sono scuole di tutti, aperte a tutti coloro che ne condividono lo spirito e gli ideali educativi. Scuola pubblica a tutti gli effetti, insomma, come previsto dalla Riforma Berlinguer, che nel 2000 sancì la parità scolastica. La scuola paritaria è un segmento che attua quella “riforma dell’autonomia”: è scuola pubblica e dunque fa parte del sistema scolastico nazionale di istruzione e formazione, pur mantenendo le proprie specificità. Un tassello che completa la riforma dell’autonomia La scuola cattolica paritaria è consapevole di essere parte integrante del sistema educativo nazionale di istruzione e di formazione del nostro Paese, riconosciuta dalla legge 62/2000, e di svolgere un servizio pubblico, aperto a tutti, contribuendo con la Scuola Statale a realizzare pienamente l’autonomia e a rispondere efficacemente all’emergenza educativa attuale. Da una parte essa rispetta la laicità della scuola e dall’altra parte offre una sua identità di valori nel quadro di un progetto educativo che promuove la persona nella sua integralità aperta ai valori trascendenti e radicato nei valori cristiani che caratterizzano la storia del nostro Paese. Resta ancora molto alta la domanda di istruzione e di formazione che le famiglie e i giovani le rivolgono nell’esercizio del loro diritto civile di scelta educativa senza dover sostenere oneri aggiuntivi. Il dettato costituzionale: l’articolo 33 La riforma dell’autonomia affonda le proprie radici nel 7 8 dettato costituzionale, che all’articolo 33, comma 4, recita: «La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole statali». Lo stesso articolo 33, nel comma 3, prevede che «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». I contributi statali alla scuola paritaria sono anticostituzionali? Ma che cosa significa esattamente “senza oneri per lo Stato”? La frase, spesso utilizzata per motivare le proteste contro qualsiasi contributo statale alla scuola paritaria, è frutto di un emendamento presentato all’Assemblea Costituente dal liberale Epicarmo Corbino. È lo stesso Corbino, nella seduta del 29 aprile 1947, a chiarirne il senso. Ecco l’estratto del verbale: «Presidente Terracini. Lei è un firmatario dell’emendamento; perché chiede di parlare? Corbino. Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. […] Non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati; diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di avere aiuti da parte dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di dare o non dare». Scuola paritaria: ogni anno un risparmio di oltre 6 miliardi per lo Stato «Non è giusto che lo Stato – dunque la collettività – eroghi contributi a favore della scuola paritaria, che resta la scelta di una minoranza». A prescindere da qualsiasi altro aspetto, questa affermazione piuttosto diffusa è sbagliata anche sul piano dei dati reali. Una recente elaborazione Agesc su dati 2012 dimostra che mentre lo Stato spende in media 7.319 euro per ogni studente di scuola statale, ne spende invece 476 per ogni studente di scuola paritaria. I dati – riportati nel dettaglio nella tabella qui sotto – mostrano che, se gli studenti delle paritarie optassero per la scuola statale, lo Stato si troverebbe di fronte a una spesa aggiuntiva di 6 miliardi e 334 milioni di euro l’anno. La scuola paritaria, insomma, genera ogni anno oltre 6 miliardi di risparmi al bilancio dello Stato. 6SHVHWRWDOL 1XPHUR 6WXGHQWL 6SHVD SHUVWXGHQWH 6F,QIDQ]LD 6F3ULPDULD 6F6HF,JUDGR 6F6HF,,JUDGR 6SHVDPHGLD 6WDWDOH 3DULWDULD 9 10 una scuola con un progetto chiaro Un progetto formativo alla luce del sole Un progetto formativo chiaro, fondato sui valori cristiani, che mette al centro lo studente nel suo essere persona, individvuo in crescita che non deve semplicemente acquisire nozioni, ma diventare uomo. La scuola paritaria è prima di tutto questo. Uno spazio di libertà nel quale crescono uomini e donne aperti al mondo, consapevoli delle proprie radici, aperti al futuro e all’incontro con l’altro. La scuola «dove tutti sono promossi» o «dove tutti sono seguiti»? «Scuole dove tutti vengono promossi». Quante volte le scuole paritarie vengono bollate con questa sbrigativa definizione? In effetti capita che studenti provenienti da esperienze non positive in scuole statali facciano registrare, una volta trasferiti in una scuola paritaria, un netto miglioramento nei propri risultati. Ma il “trucco” - se di trucco si può parlare – non è certo nella promozione indiscriminata, bensì in quella centralità dello studente che è impressa tra i valori fondanti della scuola cattolica. Se lo studente è al centro della vita scolastica, è normale che – in una scuola cattolica – chi è più in difficoltà venga seguito con particolare attenzione, perché non resti indietro. Così, studenti all’apparenza “scarsi” o “svogliati” si scoprono capaci di buoni risultati, grazie all’invisibile rete che li sorregge, li rialza, li accompagna. Una scuola aperta a chiunque ne condivida i valori C’è un altro mito da sfatare: la scuola cattolica non è una “scuola per cattolici”. Per rendersene conto è sufficiente varcare la soglia di uno qualsiasi degli istituti aderenti alla Fidae del Veneto: sono tanti gli studenti provenienti da contesti familiari e sociali anche molto lontani da quelli del cristianesimo. Ed è proprio grazie al progetto educativo saldamente ancorato ai valori cristiani – rispetto dell’altro, inclusione, apertura al “diverso” – che tante famiglie di altre confessioni religiose scelgono di affidare i propri figli a una scuola di ispirazione cattolica. Una comunità educante in cui ciascuno è coinvolto Il progetto educativo delle scuole cattoliche non è semplicemente una enunciazione di principi, un manifesto di valori. È soprattutto una “regola” che vive attraverso le persone e si concretizza nella comunità educante che si muove attorno agli studenti. Una comunità all’interno della quale ciascuno – docenti, genitori, personale direttivo, studenti – possa trovare nuove vie di integrazione fra scuola e territorio per compiere quanto previsto dall’articolo 4 della Costituzione, cioè «svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società». La scuola “per la persona” e “delle persone” La scuola si pone accanto alla famiglia come spazio educativo comunitario e ne sostiene l’impegno educativo, secondo la logica della sussidiarietà. Nel suo essere comunità educante, la scuola cattolica si configura come scuola per la persona e delle persone. Essa, infatti, mira a formare la persona nell’unità integrale del suo essere, intervenendo con gli strumenti dell’insegnamento e dell’apprendimento là dove si formano «i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi). Ma soprattutto coinvolgendola nella dinamica delle relazioni interpersonali che costituiscono e vivificano la comunità scolastica. 11 b b ’o l l e d a l «La scuo e r a i c c o b ò u ligo non p » ot i t n i i s : » e iar c c o b ò u p n go no i l b b ’o l l e d o ss e of r «La scuola p a a un a r e ett L a l del e t r a p a m i r a di l o u la così la p c S a l l a 67 d 9 1 l e n o t a lizz a e r o i g g a s ressa, il ola u c s a L . i n a il M o z n e r o L i don d a n a i b r a B p uò n o n é h c r e are p i c c o b ò u p non o g i l b b ’o l l e ne, a o d i z a c o v o r s ta p e u q : o n u ss o ne r t e i d n i e r ale, lascia u tt a e e t r o ra f o tt u t e e t n mpe o r i d o p m e ogni quel t i d o t s e f i n ma l e n o l o t i t ieno p a e r a r t n i n g o i deve e d o v i ucat d e o ett g o r el p n è o t r e c i otto m scuola. E d l i o i r p o r far p i d e i l g e c s che , a c i l o tt a c u i g n i scuola ù i p e sia h c a l l u n ’è on c N « : a n a i b nato a Bar . » i l a u g u s i fra d i l a u g u i t par r a f o t n a u sto q 12 13 14 una scuola di comunità Scuola paritaria cattolica: naturalmente radicata nella Chiesa locale Una scuola radicata “per natura” nelle nostre Chiese locali. La scuola paritaria cattolica deve ripartire da questa consapevolezza: quella di essere il frutto dell’impegno di generazioni di credenti e di potere oggi rappresentare un modello educativo capace di trasmettere una fede che deve essere soprattutto testimonianza. Ripartire dalle nostre comunità ecclesiali Con il tempo, il rapporto delle scuole cattoliche con le comunità parrocchiali e diocesane di riferimento si è talvolta allentato: è questo il tempo per ricucire gli strappi, per riprendere un cammino condiviso. È il tempo, insomma, che le comunità cristiane si riapproprino delle “loro” scuole, che le riempiano della propria esperienza di fede e di vita, che ne facciano un modello di inclusione, di attenzione al prossimo, di crescita nel rispetto dei valori della vita, della solidarietà, della condivisione. Uno scambio arricchente con la vita della comunità ecclesiale locale Sul rapporto tra scuola cattolica e comunità ecclesiale sono illuminanti le parole riportate nel documento “Educare insieme nella scuola cattolica”emanato nel 2007 dalla Congregazione per l’educazione cattolica: «Anche sul piano ecclesiale, la comunione vissuta all’interno della scuola cattolica può e deve aprirsi ad uno scambio arricchente nella più ampia comunione con la parrocchia, la diocesi, i movimenti ecclesiali e la Chiesa universale. Ciò implica che i laici (educatori e genitori) ed i consacrati appartenenti alla comunità educativa prendano parte significativamente, anche fuori delle mura della scuola cattolica, alla vita della Chiesa locale. I membri del clero diocesano ed i laici della comunità cristiana locale, che non sempre hanno un’adeguata conoscenza della scuola cattolica, devono riscoprirla come scuola della comunità cristiana, un’espressione viva della medesima Chiesa di Cristo alla quale appartengono». 15 16 lettere della scuola cattolica Nelle pagine che seguono troverete alcune lettere scritte da studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori di alunni di alcune fra le scuole aderenti alla Fidae del Veneto. Sono lettere vere di persone vere, che hanno preso carta e penna per scrivere alle famiglie, alle comunità ecclesiali, ai docenti e agli studenti della scuola statale raccontando che cosa significa scuola paritaria cattolica. Le lettere non hanno la pretesa di esaurire il dibattito, né intendono offrire verità assolute, ma soltanto di dare testimonianza e di offrire nuovi punti di vista a chi è disposto ad ascoltare senza preconcetti. Questi – in sintesi – temi, autori e destinatari delle lettere: • “Un modello formativo convincente” Da un genitore a un genitore p. 17 • “Un luogo di educazione alla libertà” Da un professore a un genitore p. 19 • “Questa è la scuola del buon esempio” Da una maestra a un genitore p. 21 • “Una famiglia in cui poter crescere” Da uno studente a uno studente p. 23 • “Scuola cattolica: scuola per ricchi?” Da un dirigente scolastico a una famiglia p. 25 • “Qualche pregiudizio da sfatare” Da un professore a un collega p. 27 • “Superare le diffidenze tra le nostre comunità” Da un dirigente scolastico alla comunità ecclesiale p. 29 • “Garantire il diritto alla libera scelta” Da un dirigente scolastico e un genitore a chi vuole ascoltare p. 31 Lettera di un genitore ai genitori UN MODELLO FORMATIVO CONVINCENTE Cari genitori la crisi è pesante, siamo tutti attenti e prudenti nelle spese, cercando di selezionarle in base alle necessità e alle priorità. Perché dovremmo spendere dei soldi per mandare nostro figlio e nostra figlia in una scuola che «La formazione dei nostri figli ci chiede di pagare costituisce un investimento per loro una retta quando e un impegno per noi: se spendere possono avere del denaro era condizione e accesso alla scuola garanzia per frequentare una pubblica? E’ questa la domanda buona scuola, tale spesa doveva costituire una priorità» che ci siamo posti quando si è trattato di decidere quale scuola far frequentare a Pietro. Beh, rilevante è stato certamente il fatto che, dopo aver visitato diversi istituti, sia stato lui stesso ad esprimere una preferenza per il Liceo Barbarigo di Padova, per l’impressione positiva che ne aveva ricevuto dalla presentazione dei professori e dall’ambiente scolastico. Ma la decisione finale spettava a noi, dovendo valutare anche l’aspetto economico. Ebbene, ci siamo detti che la formazione dei nostri figli costituisce un investimento per loro e un impegno per noi: se spendere del denaro era condizione e garanzia per frequentare una buona scuola, tale spesa doveva costituire una priorità, anche rispetto ad altre spese, pur importanti, e anche in una situazione di incertezza come quella che 17 18 viviamo nell’epoca presente. Perché ci siamo convinti che quel Liceo è un’ottima scuola? La qualità degli insegnanti doveva essere, ovviamente, un requisito di base: di questo abbiamo avuto conferma nei fatti, dopo quanto ci avevano detto i nostri amici i cui figli stavano già frequentandola. Ma l’elemento ancora più importante che ci ha convinti è il modello formativo che la scuola applica: ogni ragazzo non è solo uno studente «Ogni ragazzo non è solo ma prima ancora è uno studente ma prima ancora una persona, che deve è una persona, che deve certamente acquisire certamente acquisire nozioni, nozioni, metodi e chiavi di lettura dei fatti, metodi e chiavi di lettura dei ma deve soprattutto fatti, ma deve soprattutto diventare capace di esprimere il diventare capace di esprimere il meglio che meglio che ha in sé» ha in sé e raccogliere il meglio di ciò che lo circonda. Si tratta di un percorso formativo e di vita certamente impegnativo per insegnanti e per allievi, che insegna a leggere i fallimenti come occasioni di riscatto grazie all’esperienza acquisita, i buoni voti non come obiettivi fini a se stessi ma come misura di un lavoro ben fatto, la formazione come sviluppo di un’identità che tanto più si rafforza quanto più si confronta e dialoga con gli altri, anche molto lontani per cultura e tradizioni. A noi genitori sta adesso vigilare che questa tensione non venga meno, nel rispetto dei ruoli e nel dialogo costante. Sino ad ora, il nostro è stato veramente un buon investimento! Andrea Bologna Lettera di un professore ai genitori UN LUOGO DI EDUCAZIONE ALLA LIBERTÀ Ho tre figli iscritti alla scuola paritaria, insegno Arte e immagine in una scuola “media” paritaria cattolica di Padova e per alcuni anni ho condotto anche l’insegnamento di Informatica. Accompagno i ragazzi alla libera e autonoma produzione di immagini e li sostengo nello sviluppo delle competenze per leggere i contenuti espressi dalle forme. La forma e l’immagine sono i soggetti del mio insegnamento e in esse trovo l’occasione per far riflettere gli «L’educazione alla consapevolezza e alla libertà è il alunni sull’essenza dei principio ispiratore che mi guida messaggi trasmessi e sulle tecniche nella scelta degli argomenti: comunicative non creare occasioni di dialogo verbali. Loro mi seguono sui processi comunicativi è volentieri e apprezzano dare agli alunni la leva per la scoperta dei “segreti” comprendere e scegliere» svelati dall’arte: l’arte antica quanto quella attuale è infatti l’espressione di una comunità umana e può considerarsi veicolo della tradizione e microfono del potere, quanto eco della critica sociale e del malessere esistenziale. Oggi l’immagine passa per i media e i ragazzi sono antenne sensibilissime che intercettano le proposte più accattivanti, tanto buone quanto ingannevoli. Per questo l’educazione alla consapevolezza e alla libertà è il principio ispiratore che 19 20 mi guida nella scelta degli argomenti: creare occasioni di dialogo sui processi comunicativi è dare «La scuola cattolica agli alunni la leva propone il messaggio evangelico per comprendere inserendosi criticamente e scegliere; mentre nell’indistinto vortice mediatico che chiudere al ci avvolge tutti: alunni, insegnanti, pluralismo culturale figli e genitori; e non teme di aprirsi è chiudere all’arbitrio al mondo creando occasioni per personale e negare promuovere consapevolezza e parte del mondo responsabilità» in cui i nostri figli si trovano a vivere. Ho sperimentato che la scuola cattolica è un luogo di libera educazione alla libertà perché, nel suo svolgersi quotidiano, propone il messaggio evangelico (vita buona, autentica e libera) inserendosi criticamente nell’indistinto vortice mediatico che ci avvolge tutti: alunni, insegnanti, figli e genitori; e non teme di aprirsi al mondo creando occasioni per promuovere consapevolezza e responsabilità. Marco Ghedin Lettera di una maestra a un genitore QUESTA È LA SCUOLA DEL BUON ESEMPIO Caro genitore, vorrei raccontarti la bellezza dell’insegnamento in una scuola, dove l’apprendimento e la crescita armonica dei bambini stanno a cuore ad una Comunità che educa. Il tempo della scuola primaria è importante per la formazione dei ragazzi: si imposta la disposizione verso l’apprendimento, si sperimentano le prime dinamiche di una buona convivenza civile, si imparano a gestire i primi successi e le prime sconfitte; sono anni fondamentali proprio perché staranno alla base del cammino scolastico. Il percorso di apprendimento si costruisce giorno dopo giorno, nell’alternanza tra lavoro in classe e quello individuale. Il ruolo degli adulti è quello di sostenere i ragazzi con attenzione e costanza; il patto educativo tra scuola e famiglia, che viene stretto in una scuola paritaria, crea un terreno il collaborazione tale da permettere coerenza e coesione negli interventi educativi e didattici. In questi anni la collaborazione con genitori e colleghi «Il ruolo degli adulti è mi ha permesso di quello di sostenere i ragazzi con lavorare affinché attenzione e costanza; il patto ciascun allievo educativo tra scuola e famiglia, vivesse la scuola in modo sereno, usando che viene stretto in una scuola al meglio le proprie paritaria, crea un terreno il collaborazione tale da permettere capacità. Vedere crescere i bambini in coerenza e coesione negli questo orizzonte non interventi educativi e didattici» ha prezzo! Pensiamo ora a 21 22 quanto peso ha, nella storia di ciascuno, il buon esempio e l’esperienza diretta di comportamenti buoni; immaginiamo poi che forza possa avere il messaggio mediato da un intero ambiente, realizzato per portare gli insegnamenti del Vangelo. Mi piace «Non pensare che la mia vedere che la scuola sia una fotografia edulcorata della paritaria sa parlare realtà, in una scuola paritaria dei valori attraverso la fatica di crescere e imparare i comportamenti e i gesti, di tutti - come anche quella di essere coloro che lavorano genitore - non viene meno, ma nell’ambiente e che viene condivisa e questo fa la così si fanno carico differenza!» della formazione degli alunni, in modo quotidiano e nella dimensione ordinaria della vita scolastica. Nella misura in cui la scuola paritaria si propone di vivere gli insegnamenti del Vangelo, i ragazzi fanno esperienza di Chiesa a loro misura e vivono in modo fraterno le relazioni tra i pari. Non pensare che la mia sia una fotografia edulcorata della realtà, in una scuola paritaria la fatica di crescere e imparare - come anche quella di essere genitore - non viene meno, ma viene condivisa e questo fa la differenza! Francesca De Bortoli Lettera di uno studente a uno studente UNA FAMIGLIA IN CUI POTER CRESCERE Caro amico, avendo appena concluso l’esame di stato di quinta liceo, dopo una lunga esperienza di otto anni incominciata dalla prima media, mi sento pronto per descriverti e farti entrare nel mondo della scuola paritaria. Sai, anche a me è capitato nel momento del «All’interno di una scuola passaggio da medie paritaria non sei “uno tra tanti”, a superiori di essere ma ti senti parte di una grande preso in giro da qualche mio amico, famiglia, dove tutti - dai bidelli fino al preside - conoscono quello che perché tanti sono i sei caratterialmente e ovviamente pregiudizi su questa scuola.Probabilmente anche scolasticamente» molti ti diranno che è la scuola degli sfigati, magari solo perche non si può fumare all’interno delle strutture o perché non è la scuola dei famosi bulletti. Ma ti posso assicurare che la personalità vincente, per un ingresso di peso nel mondo dell’università e in quello del lavoro, non è quella data dal branco, ma quella che acquisisci in una scuola che valorizza la persona. Sì, parlo di persona. All’interno di una scuola paritaria non sei “uno tra tanti”, ma ti senti parte di una grande famiglia, dove tutti - dai bidelli fino al preside - conoscono quello che sei caratterialmente e ovviamente anche scolasticamente. Ti potranno dire inoltre che in una scuola paritaria cambierai molti professori perché i docenti cercheranno sempre la cattedra pubblica. Niente di più falso: ho costruito un rapporto 23 24 importante con docenti che mi hanno accompagnato per tutto il mio percorso scolastico superiore, mentre tanti amici che frequentano alla scuola pubblica lamentano il cambio annuale di professori, a volte senza neanche avere il tempo di conoscerli. Ci tenevo inizialmente a sfatare questi tabù, ma devi sapere che c’è molto di più: in questi otto anni ho vissuto tante esperienze eccezionali. Ho avuto la fortuna infatti di iniziare a conoscere il mondo visitando città come Parigi, Berlino, Praga, Vienna, e le culle della civiltà greca come Atene, Olympia e Micene. Non male, vero? Ho anche partecipato al progetto carcere, che ci ha illuminato sulla vita di chi vive recluso. Ho avuto l’occasione di conquistare una borsa di studio e partecipare al Progetto Leonardo, che mi ha permesso di lavorare cinque settimane in Irlanda del Nord. Un’esperienza di vita straordinaria che ti permette di crescere come uomo e come studente, potendo anche affinare il proprio inglese. Queste sono occasioni che possono capitare una volta sola nella vita. Ovviamente questo non è che un quadro complessivo. La scuola paritaria non è solo un progetto, ma è anche vivere una serie di intense emozioni. Ovviamnte non è sempre tutto rose e fiori, ma all’interno di questo ambiente ho avuto sempre il sostegno per reagire a tante delusioni che a volte vanno oltre la scuola. Questo perché - ci tengo a ripeterlo - la scuola paritaria è una famiglia. Caro amico, sappi che ciò che ho scritto viene dal cuore e dai sentimenti che la scuola mi ha infuso in questi otto anni. Spero di averti fatto capire le occasioni che puoi vivere all’interno di un ambiente scolastico sano, che a me ha dato molto e che spero possa dare tanto - se non di più - anche a te. Enrico Fioravanti Lettera di un dirigente scolastico a una famiglia SCUOLA CATTOLICA, SCUOLA PER RICCHI? Sì, spesso la Scuola Cattolica è considerata istituzione per ricchi, ma non chiudiamo così in fretta una questione molto dibattuta. Molte famiglie che, pur avendo pagato le tasse e possedendo, in teoria, gli stessi diritti degli altri cittadini, si fanno carico di ammirevoli sacrifici economici pur di offrire ai figli una formazione che considerano insostituibile. Talvolta ottengono la riduzione di una retta già molto contenuta, ma quante sono le famiglie che si sentono costrette a rinunciare ad un diritto assolutamente legittimo? La Legge 62/2000 esige che la Scuola cattolica accolga anche gli studenti portatori di handicap, ma senza coprirne le spese. Lascio spazio all’esperienza di Luciana Negrin, mamma di due figli autistici, che è riuscita a raggiungere obiettivi insperati. «Abbiamo scoperto «Molte famiglie che, dopo molti mesi pur avendo pagato le tasse e che i contributi per possedendo, in teoria, gli stessi l’handicap per le diritti degli altri cittadini, si fanno scuole paritarie carico di ammirevoli sacrifici hanno vie tortuose e non sono così economici pur di offrire ai figli certi. Annamaria si è una formazione che considerano formata per quattro insostituibile» anni alla scuola dell’infanzia e poi ha iniziato la scuola primaria presso il Centro scolastico Effetà di Marola (Vicenza), una scuola integrata sordi-udenti che ha saputo accoglierla e farla fiorire. Come famiglia abbiamo pensato che quella fosse 25 26 la scelta migliore. Dopo due anni anche per Samuele non avevamo alcun dubbio sulla scelta da fare. Contemporaneamente io ho smesso di lavorare nonostante le spese per le terapie e le rette: il mio impegno era a fianco dei mie figli e mio marito ed io sapevamo che era quello che dovevamo fare. Il Buono scuola regionale poi ci permetteva di coprire le spese per il sostegno e questo i primi anni ci ha dato una certa tranquillità. Annamaria ha fatto enormi progressi alla scuola primaria, così abbiamo scelto, come scuola secondaria di I° e II° grado ancora una scuola paritaria, l’Istituto Farina di Vicenza. Negli anni il Buono scuola regionale era sempre più incerto, ed eravamo consapevoli del fatto che se non lo avessero erogato, avremmo avuto gravi difficoltà economiche. Volendo dare poi ad entrambi i figli le stesse opportunità, il tutto andava moltiplicato per due. Le nostre scelte sono state fonte di preoccupazioni, ma i risultati raggiunti dai nostri figli hanno ripagato tutti gli sforzi. La scuola ha saputo differenziare nel tempo il programma per Annamaria, offrendo un percorso che la gratificasse e l’aiutasse a far emergere le sue abilità in maniera tale da affrontare meglio le difficoltà, anche dell’epilessia comparsa in quest’ultimo anno Samuele ha maggiori difficoltà di apprendimento, ma abilità manuali e matematiche evidenti; per lui abbiamo così scelto un CFP che possa dargli opportunità concrete per la vita. Di autismo non si guarisce, ma si può notevolmente migliorare la qualità di vita». Suor Luigina Pigozzo Lettera di un professore a un collega QUALCHE PREGIUDIZIO DA SFATARE Cara collega, caro collega docenti presso una scuola pubblica statale, chi ti scrive è insegnante presso un istituto paritario. Mi chiamo Giovanni Realdi e da alcuni anni sono docente di filosofia e storia al Don Bosco di Padova, dopo l’esperienza in alcuni licei statali cittadini. Pur avendo avuto un “normale” percorso di formazione alla fede (Azione Cattolica, Fuci, campiscuola, Centro Universitario) non avevo mai pensato, iscrivendomi a filosofia, di lavorare in scuola paritaria: la mia non è stata e non è una scelta “di parte”. Pensai, allora, che la mia materia di studio fosse troppo bella per non essere comunicata e che l’essenziale sarebbe stato un luogo in cui far ciò in maniera continuativa. Non mi rivolgo a te con l’obiettivo di cantare le lodi di quello che, come si dice, è il “canale privato” dell’istruzione, magari a scapito dello statale. Anzi, concepisco il mio ruolo proprio come pubblico e per obbedire ad esso adotto come primo riferimento la Carta Costituzionale e non tanto il magistero della Chiesa. Mi chiedo se anche a te, che frequenti una comunità cristiana, le scuole cattoliche, in quanto paritarie, diano l’idea di essere una specie di “recinto dorato”, destinato ad una élite, a pochi bene abbienti selezionati. Vorrei affrontare e cercare di sfatare alcuni pregiudizi. E il primo, a me sembra – e lo avverto pesante e ingiusto –, è quello che i miei alunni si sentono ripetere dai coetanei: andate ad una “scuola per ricchi” e quindi passate perché pagate. Nessuno dei ragazzi che ho incontrato – studiosi o meno, appassionati o demotivati, fiacchi o entusiasti – ha mai pensato di ottenere un bel voto o una promozione in cambio del denaro della retta. La sola ipotesi li indigna e li intristisce. Certo: le loro 27 28 famiglie devono pagare una quota, che – siamo onesti – non tutti possono permettersi (nonostante le borse di studio, di cui però nessuno parla). Ma questo “prezzo” è un peso prima di tutto per noi. Vorremmo non ci fosse, desidereremmo che lo scambio economico forse realmente marginale rispetto a quell’altro scambio veramente essenziale, quello tra insegnanti e studenti che, solo, costituisce il cuore dell’apprendimento. Non lo è, ma non perché incida come un ricatto sul rendimento, ma perché le scuole paritarie vengono, sulla base della non gratuità, considerate dei ghetti. Puliti, ordinati e perfettini... Ma sempre ghetti. Si usa il termine “scuola libera”, in contrapposizione alla statale. Spero che nessuno dei miei colleghi intenda la formazione statale (che mi ha formato) come un luogo non libero. E che, allo stesso modo, nessuno di noi pensi di poter godere dell’assoluta incuria in cui governi di ogni colore hanno lasciato le scuole statali. E’ libera perché viene scelta, e viene scelta perché se ne condividono i principi. So che da cristiano conosci e stimi don Milani. Egli sosteneva che qualsiasi scuola dovesse essere laica per i contenuti e l’approccio, evangelica per l’intenzionalità. Del resto, penso, è quello che cerchi di vivere ogni giorno. Insegnare secondo il Vangelo e secondo la Costituzione sono percorsi sovrapponibili, perché al centro hanno lo stesso obiettivo: che nessuno rimanga escluso. Ti chiedo di aiutarci a uscire dall’angolo nel quale, talvolta, anche le nostre stesse parole e azioni ci hanno costretto; di considerare la scuola paritaria semplicemente come un’altra possibilità, un’altra voce in un medesimo discorso, una posizione da tenere in considerazione, un’istituzione in cui parrocchie, associazioni, istituti statali possono trovare collaborazione e alleanza. Grazie, Giovanni Realdi Lettera di un dirigente scolastico alla comunità ecclesiale SUPERARE LE DIFFIDENZE TRA LE NOSTRE COMUNITÀ Caro parroco, caro operatore pastorale, permettimi tre parole sulla scuola cattolica, tra esperienza e riflessione personale, con umiltà e convinzione: * l’educazione è «L’educazione è come la come la carità: non basta dire carità: non basta dire “Fatela” “Fatela” né indicare né indicare i criteri e le regole; i criteri e le regole; bisogna anche dare l’esempio, bisogna anche dare esercitarla concretamente. Sulla scia di Gesù che “fece e insegnò”: l’esempio, esercitarla concretamente. Sulla prima fece, poi insegnò» scia di Gesù che “fece e insegnò”: prima fece, poi insegnò. Se “la Chiesa … ha il dovere di occuparsi dell’intera vita dell’uomo, anche di quella terrena” (come insegna il Vaticano II), le scuole cattoliche – con tutti i loro limiti – vogliono “incarnare” la responsabilità e la passione educativa delle comunità cristiane che, con tradizioni e modalità differenti, si spendono per il bene di bimbi e ragazzi, supplendo lo Stato che non c’è, spesso anche rimettendoci del proprio. * la scuola “serve” bambini e ragazzi in crescita: in tempi il cui la pastorale ordinaria fatica a raggiungere i giovani, è strategico per la Chiesa avvicinarli con la scuola. Incontrandoli così come sono: figli del nostro tempo, perciò spesso indifferenti alla proposta religiosa o sedicenti atei a 16 anni; famiglie con le più varie motivazioni per iscriverli; magari 29 30 devi insegnare la buona educazione prima che il vangelo… ma anche qui sta “l’odore delle pecore”! E la scuola, proprio perché cattolica, proclama (e vive) un’ispirazione evangelica che qualifica il progetto educativo, offre docenti che condividono una visione, una missione e uno stile, propone incontri per la vita. * la scuola cattolica «La scuola cattolica ha ha bisogno di un bisogno di un cordiale clima di cordiale clima di Chiesa: l’esperienza mostra chi ha Chiesa: l’esperienza cura della scuola per l’infanzia, mostra chi ha cura spesso vanto della comunità, e chi della scuola per la considera inutile o sorpassata; l’infanzia, spesso vanto della comunità, chi sente il peso della gestione e chi ne vede (e fa ben fruttare) le e chi la considera inutile o sorpassata; opportunità pastorali» chi sente il peso della gestione e chi vede (e fa ben fruttare) le opportunità pastorali di una scuola “a carico”. La logica dice che, superando diffidenze interne al mondo ecclesiale e la miopia di chi non vede oltre il proprio naso, è tempo di far crescere la condivisione, una fraternità autentica, vera e matura ecclesialità. “Evangelizzare educando ed educare evangelizzando” è davanti a tutta la Chiesa, compito affascinante e urgente. Per crescere insieme nel servizio al Vangelo. Don Cesare Contarini Lettera di un dirigente scolastico e un genitore a chi vuole ascoltare GARANTIRE IL DIRITTO ALLA LIBERA SCELTA Non elitaria ma paritaria. Non esclusiva ma inclusiva. Pubblica esattamente come la scuola statale. Sono passati 13 anni dalla Legge Berlinguer che ha sancito la parità scolastica e oggi le scuole paritarie ricevono trasferimento dallo Stato per 500 milioni di euro pari al 1,2% della spesa relativa alle scuole statali e offrono servizi al 12% della popolazione scolastica. Come ha recentemente ben sottolineato il sottosegretario all’istruzione, Gabriele Toccafondi, le 13.657 scuole paritarie con le migliaia di «Non elitaria ma paritaria. insegnanti e oltre un milione di iscritti Non esclusiva ma inclusiva. rappresentato una Pubblica esattamente come la realtà pubblica che scuola statale» chiede attenzione e valorizzazione e non battaglie ideologiche. Finora il costo di questa disparità di trattamento è stato sopportato dalle famiglie che hanno scelto per i loro figli una scuola paritaria e che fanno non pochi sacrifici per pagare le rette e, ove presenti, dalle istituzioni religiose grazie alla gratuità del loro servizio. Alla politica chiediamo di ripensare la scuola TUTTA partendo dal presupposto che è fondamentale per lo sviluppo ed il benessere di una nazione. È l’infrastruttura sociale, l’investimento essenziale per garantire il futuro di un territorio. Garantire a tutte le famiglie il diritto alla libera scelta della scuola per i loro figli, significa privilegiare le eccellenze degli 31 32 istituti ed il merito degli alunni. Significa rimettere in moto “l’ascensore sociale”, permettendo ai giovani di poter ambire e realmente fruire dei piani formativi che riteniamo più utili per il loro futuro. L’eventuale chiusura delle scuole paritarie - scelta dolorosa ma inevitabile se permane l’attuale situazione di non sicurezza dei contributi dovuti - comporterebbe un pesante aggravio alle finanze pubbliche. Con tutte le Associazioni rappresentative delle scuole paritarie cattoliche del Veneto (AGeSC - CONFAP - FIDAE - FISM – FOE) rinnoviamo la nostra richiesta ai politici: – non si privi la scuola paritaria e i CFP del necessario sostegno; – si continui la riflessione su federalismo, autonomia e parità, in modo da individuare scelte concrete, condivise e complementari, dentro un quadro di riferimento unitario, per la piena parità, da valorizzare e promuovere in tutte le sue dimensioni: istituzionale, pedagogica, culturale, finanziaria e gestionale; – si continui il dialogo con le Regioni e gli Enti locali, con i politici e parlamentari locali per individuare itinerari e percorsi legislativi percorribili e condivisi al raggiungimento della parità- si richiami il diritto della libertà di scelta dei genitori per i propri figli senza ulteriori oneri, - si individuino le vie principali di soluzione definitiva al problema dei finanziamenti statali, regionali e comunali attraverso il dialogo fattivo con le autorità amministrative locali, - si passi dalla logica del contributo a quello del finanziamento certo. Giorgio Stoppato – genitore Virginia Kaladich – dirigente scolastica;
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