Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:02 Pagina 1 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre ANNO XXXI • N. 1 • GIARRE, SABATO 29 GENNAIO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > “Ricostruttori”, la nuova via... > Francavilla, addio al “Supersindaco” Giarre: arriva da 4 consiglieri comunali del Pdl una proposta riformista che punta a superare l’attuale fase di immobilismo del partito > a pag. 2 L’improvvisa scomparsa di Salvatore Puglisi, memoria storica del paese che ha “servito” per quasi mezzo secolo > a pag. 7 Riparte la battaglia legale Piedimonte Etneo: dal Consiglio comunale un no alla installazione di antenne di telefonia mobile nel centro urbano. L’infrastruttura posizionata in via Principessa del Piemonte n° 3 dovrà essere spostata, a seguito della sentenza del C.G.A di Palermo P ochi sanno che un regolamento comunale potrebbe limitare i ripetitori di telefonia mobile nelle città all’interno del centro urbano. Il caso, già noto al Tar, scioglie definitivamente il contenzioso creatosi tra la società Ericsson Telecomunicazioni e il Comune di Piedimonte Etneo. Protagonista la domanda presentata dalla Ericsson, in data 8 agosto 2007, presso l’Ufficio tecnico del Comune, per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile in via Principessa di Piemonte n. 3. Richiesta che, come accaduto anche in altri Comuni, creava preoccupazione tra i cittadini, in merito agli eventuali rischi per la salute derivanti dalle emissioni dell’antenna. Stante la mancanza di studi univoci nel settore di tali rischi, nel contempo, il Comune etneo si adoperava, in assenza anche di un regolamento comunale, di congelare ogni istruttoria di pratiche in itinere giacenti presso quell’Ufficio tecnico, riguardanti la telefonia mobile, attraverso la delibera di Giunta n. 234/2007. Rimanendo, giustamente, in attesa che il Consiglio comunale decidesse sulla installazione di antenne telefoniche nel centro storico del territorio comunale. Il 1° ottobre 2007, il Consiglio comunale di Piedimento Etneo ha deliberato “di disporre il diniego a qualsiasi richiesta di autorizzazione atta ad installare antenne ed impianti di telefonia mobile all’interno del centro abitato, nelle more che la materia venga disciplinata da apposito regolamento”. Inoltre, l’Ufficio tecnico comunale, con nota prot. 1511/282 dell’11/02/2008, ha rigettato l’istanza della Ericsson “in quanto il relativo progetto viola le vigenti disposizioni legislative, sanitarie e regolamentari” e, contestualmente, ha invitato la Ericsson a trovare altra area ove ubicare l’impianto di telefonia mobile di terza generazione - nonché a seguire tutti gli atti presupposti, connessi e/o conseguenziali, ivi incluso il regolamento comunale, per il corretto insediamento urbanistico e territoriale di antenne per telecomunicazioni televisive e di telefonia mobile, approvato con delibera consiliare n. 42 del 21/12/2007. La società installatrice, rivoltasi al Tar di Catania era riuscita ad ottenere un’ordinanza cautelativa dove si chiedeva di procedere all’installazione dell’impianto. Ciò perché si era ancora in assenza di un regolamento comunale che disciplinasse tali aspetti. Inoltre, ci si appellava al diniego da parte del Comune assimilando tale opere come di urbanizzazione primaria che, in quanto tali, sono allocabili, per natura e definizione, in ogni zona del territorio e, soprattutto nel centro abitato, cui sono destinati primariamente gli impianti di telefonia. Stando a ciò nessuna Amministrazione comunale poteva proibirne l’installazione e il Tar per la Sicilia - sezione staccata di Catania (sez. IV), con la sentenza n. 947/08 del 23 maggio 2008, annullava l’efficacia di ogni normativa e delibera comunale precedentemente citata. Il Comune di Piedimonte Etneo, forse spinto da un malcontento popolare, o forse da un’influenza politicamente efficace, ha impugnato la sentenza del Tar davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana. Il Comune, assistito dagli avv.ti Girolamo Rubino e Francesca Zappalà, si è chiaramente appellato soste- nendo la tesi più logica e congeniale: “Sul territorio comunale, senza contrastare le leggi nazionali, è il Consiglio comunale che decide”. Specificatamente, si sottolinea che l’installazione della infrastruttura, seppure equiparata a opere di urbanizzazione primaria, non possono essere collocate in qualsiasi parte del territorio comunale. Si riserva, quindi, al Comune il compito di far rispettare l’installazione secondo le prescrizioni urbanistiche del territorio. Inoltre, è stata evidenziata l’interpretazione inesatta del Giudice di prima cura del Tar catanese inerente l’art. 87 del D. Lgs. n. 259/2003. L’articolo sottolinea che “per l’installazione delle S.R.B. non è necessario il titolo edilizio, in quanto il procedimento di autorizzazione di cui all’art. 87 del D. Lgs. n. 259/2003 si caratterizza come procedimento unico nel quale confluiscono, accanto a valutazioni tipicamente radioprotezionistiche, anche valutazioni relative alla compatibilità urbanistico edilizia dell’intervento, per cui il procedimento autorizzatorio delineato dal codice non è destinato ad abbinarsi, ma a sostituire quello previsto dalle norme in materia edilizia”. Insomma, è competenza del Comune definire dove poter impiantare le infrastrutture telefoniche nel rispetto, ovviamente, di normative nazionali, con riferimento alla legge n. 36/2001 e relativi provvedimenti di attuazione. Il Comune ha dato atto all’appello specificando che il sito prescelto per l’in- Concetto Barone >CONTINUA A PAG. 2 Triste sfogo o calunnia? Solamente a Giarre poteva accadere di ridere amaramente Nel fine d’anno appena concluso, l’Amministrazione comunale di Giarre e il sindaco Teresa Sodano avevano pensato di augurare alla cittadinanza un “Buone feste” generale. Ma, l’idea di farlo con una gigantografia di un’immagine del Duomo di Giarre e, in alto, la foto del Sindaco si è rivelata poco congeniale. Nella notte del 4 gennaio, ignoti artisti metropolitani hanno deciso di ritoccare l’immagine del Sindaco del Comune giarrese dandogli le inconfutabili sembianze di un clown. La forte somiglianza con Sbirulino, il clown creato da Sandra Mondaini che, per anni, ha rallegrato intere generazioni, è subito balzata all’occhio. L’idea bizzarra ha scatenato le risa di molti cittadini e passanti ma, allo stesso tempo, la giustissima ira del Sindaco. E sono già scattate denunce contro ignoti. Il velo d’ironia che si era creato attorno alla questione viene duramente spezzato dalla frase sul manifesto, “Ridi pagliaccio”, che lascia un senso di amarezza e di inconfutabile tristezza covata da anni da molti cittadini del Comune jonico. Probabilmente, se fosse stato un gesto di sarcasmo, si doveva aspettare il 1 di aprile per essere presentato, o quanto meno Carnevale. Invece... C.B. Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:02 Pagina 2 > S E T T I M A N A L E IDG 2 N. 1 • sa bato 2 9 g enna io 2011 giarre di Giarre Ricostruttori, la nuova via Parte da quattro consiglieri comunali del Pdl una proposta riformista che punta a superare l’attuale immobilismo del partito e il suo distacco dagli elettori Q ualcuno lo ha definito il “tormentone Capogruppo”. Qualcuno ravvisa una sorta di “regolamento dei conti” interno. Altri lo inquadrano come un tentativo di andare oltre una fase di estremo immobilismo. Quel che appare chiaro, per quanto lo possa essere una politica all’insegna della più netta incertezza, è che… qualcosa si muove. E lo sta facendo, almeno stando alle prime reazioni, non ufficiali ma abbastanza palesi, che si registrano. I fatti guardano alla composizione del Consiglio comunale, dove la maggioranza del gruppo consiliare del Pdl, (Patrizia Lionti, Fabio Cavallaro, Raffaele Musumeci e Vittorio Valenti, ossia 4 componenti sui 7 totali) da tempo manifesta la propria posizione di dissociazione con la gestione locale del partito che continua, rovinosamente, a perdere di credibilità, prima di tutto nei confronti della cittadinanza ed anche nel rapporto con le altre forze politiche. Una fase di incertezza che ha trovato, lo scorso 19 gennaio, l’ennesimo scossone. A far precipitare la situazione è stata la nomina di un nuovo capogruppo. Per qualcuno “è stato un segnale forte che si è voluto inviare a chi di dovere, dopo che reiterati inviti al dialogo ed al confronto erano caduti nel vuoto”. Per altri, si è trattata di una vera e propria dichiarazione di guerra, di una volontà da “ricostruttori” dopo il tempo delle macerie. «Il nostro partito di appartenenza è il Pdl – ha precisato il nuovo capogruppo, Patrizia Lionti (nella foto) – ed ogni nostra azione è sempre stata volta, esclusivamente, all’interesse primario di servire la Città, ridando forza, dinamicità e credibilità ad un partito ad oggi immobile e, pertanto, complice del degrado della Città, così da poter espletare al meglio la funzione alla quale siamo stati chiamati dai nostri concittadini». Una dichiarazione che vorrebbe essere rassicurante, soprattutto per quanto riguarda la posizione dei 4 consiglieri, sia nei confronti della linea politica che seguiranno, sia per gli impegni presi nei confronti degli elettori. Eppure, sembra che questi toni “pacifisti” non abbiano trovato accoglienza a braccia aperte all’interno del Pdl. Infatti, venerdì 21 gennaio scorso, a Giarre, presso la sede del Pdl di Via Alfieri, una riunione del partito ha visto la presenza del Coordinatore provinciale Pdl on. Catanoso, dell’on. Pogliese, del Sen. Firrarello, dell’on. Gibiino e dell’on. Limoli. Ossia, i vertici del partito. E, sebbene le dichiarazioni del dopo incontro abbiano parlato di «un lungo ed appassionato confronto, durante il quale i 4 “ricostruttori” hanno palesato in maniera chiara quali fossero le difficoltà ed i problemi interni, è emersa la volontà unanime di dare nuova compattezza e stabilità al partito, che solo così potrà essere davvero in grado di dare alla Città le risposte di cui ha bisogno», pare che la realtà dei fatti sia stata meno accomodante di quanto si possa im- maginare. Niente tarallucci e meno che mai vino, ma una vera e propria accusa di immobilismo e miopia ai vertici del partito. Naturalmente, si tratta di voci, nulla di ufficiale. Ma, comunque, sono voci circolate e veicolate da più parti. Voci alle quali lo stesso capogruppo, Patrizia Lionti, risponde in maniera serena: «Personalmente, nella qualità di capogruppo, così come ho fatto in questi primi anni di mandato da semplice consigliere, continuerò a prestare il mio massimo impegno, volto unicamente al servizio della mia Comunità ed al rafforzamento della credibilità del mio partito, nel rispetto delle regole, ma allo stesso tempo salda nella convinzione che un rinnovamento sia necessario. Insieme ai consiglieri Fabio Cavallaro, Raffaele Musumeci e Vittorio Valenti, abbiamo dato vita, supportati da un gruppo di giovani impegnati e fattivi, riuniti nell’Associazione Italiavvenire, ad una serie di iniziative culturali e di spettacolo, quali conferenze e concerti. Ma non solo. Abbiamo prodotto un regolamento sulle Consulte comunali, approvato all’unanimità, aggiornato e funzionale, che rappresenta un impulso determinante alla ricostituzione delle consulte stesse, mancanti da decenni e fondamentali per il contatto tra cittadini ed ististuzioni; abbiamo sostenuto, ricevendo in Consiglio comunale approvazione unanime, la necessità di impedire che Giarre subisse tutti gli aspetti negativi della realizzazione di un campo rom senza la concertazione con i Comuni viciniori ed una precisa regolamentazione. Tanto altro si è fatto e, soprattutto, tanto altro ancora si prevede di fare». Corrado Petralia Donna e lavoro, mondo a rischio Un dibattito organizzato dalla Fidapa Giarre-Riposto ha proposto importanti riflessioni su un aspetto spesso sottostimato nell’attuale tessuto economico L a Fidapa sezione Giarre-Riposto, al palazzo delle Culture “Sala Romeo”, ha organizzato una conferenza su “Donna e lavoro”, relatrice Rosaria Rotolo segretaria provinciale Cisl Ust, vicina al disagio lavorativo della donna a Catania. Dopo i saluti della presidente Fidapa, Carmela Raciti Catalano, un’attenta relazione ha incoraggiato le donne in difficoltà, dando atto delle politiche attive che la Provincia di Catania ed il Comune di Giarre stanno mettendo in atto per favorire la ricerca del lavoro. In questo ambito il sindacato Cisl ha messo a disposizione uno sportello di ascolto e un osservatorio con l’intento di monitorare e promuovere la ricerca lavorativa in ambito turistico, nell’industria, nell’agricoltura, al fine di favorire la condivisione di esperienze lavorative e di proporre progetti ed iniziative da presentare in tavolo di contrattazione con le aziende. Anche il consigliere comunale Patrizia Lionti ha sottolineato come il Comune di Giarre sia molto attento al disagio della donna che non trova lavoro, ed intende territorializzare la ricerca lavorativa e produrre nuova occupazione al femminile. «Le donne hanno profonda consapevolezza e responsabilità dei problemi del lavoro – ha sottolineato la relatrice –, anche quando non c’è l’hanno e lo cercano disperatamente, anche in seno alla famiglia, facendosi da sempre carico, in prima persona, dei gravi disagi derivanti dalla carenza dei servizi sociali nei confronti dell’infanzia, dei giovani e degli anziani. È una necessità impellente per le donne costruire un percorso chiaro e costante sulle questioni cruciali, spaziando dal lavoro, alla famiglia, alla vita sociale, ponendosi anche come intermediarie di altre donne che lavorano per affrontare, con una consapevolezza maggiore, i disagi e la fatica nel vivere quotidiano». La relatrice ha evidenziato, inoltre, l’importanza della prevenzione e della promozione della salute della donna, l’informazione permanente e la tutela nel mondo del lavoro, per conoscere e saper richiedere i congedi parentali, come difendersi dallo Stalking e dal mobbing, con la promozione della qualità del lavoro femminile. La Cisl, a Catania, ha riscontrato che il tasso di disoccupazione della donna è in aumento e intende attivare una pagina web ed un osservatorio per chi è alla ricerca di un lavoro, per poter dare risposte alle tante esigenze diverse per le tante richiedenti e consentire loro differenti percorsi di impiego, attivandosi giornalmente a cercare una occupazione, investendo le proprie energie e capacità con grande determinazione, affinché la voce e i bisogni delle donne in difficoltà siano sempre ascoltate. «Si può iniziare dalla compilazione del curriculum – ha spiegato la re- latrice – quale strumento essenziale per proporsi sul mercato del lavoro, ma anche per ordinare le proprie esperienze e riconoscere i propri punti di forza o di debolezza. In questa attività molte donne tendono a rimuovere parti del proprio passato, di studio o professionale, perchè giudicano poco importante studi interrotti, lavoro nero, volontariato, lavoro in famiglia. Spesso, è necessario riconoscere le tappe della propria storia personale, per valorizzare elementi che possono diventare significativi in funzione dell’obiettivo che si vuole raggiungere. L’obiettivo è arrivare ad un risultato che sia innovativo e amichevole sul piano informatico, efficace nella comunicazione, rigoroso nelle metodologie di ricerca e di espressione dei contenuti». Anna Fichera La svolta che risarcisce Confconsumatori attiva uno sportello consulenza contro il calcolo illecito degli interessi da parte degli istituti bancari “U na sentenza fondamentale che permette a tutti i correntisti di tirare un sospiro di sollievo”, è il commento con cui Confconsumatori ha accolto la sentenza n. 24418 del 2 dicembre 2010 emessa dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la quale è stato stabilito che i correntisti hanno diritto ad ottenere la restituzione delle somme trattenute dalle banche per interessi illegittimamente addebitati sul conto corrente a titolo di anatocismo dalla data di apertura del conto e per tutta la durata dello stesso, mentre la prescrizione decennale per chiedere la restituzione decorre dalla chiusura del conto. Con il termine anatocismo (dal greco anà - di nuovo, e tokòs – interesse), si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica, è il calcolo degli interessi sugli interessi). Nella prassi bancaria, tali interessi vengono definiti “composti”. Un esempio di anatocismo è quello di capitalizzare (ossia sommare al capitale di debito residuo) gli interessi ad ogni scadenza di pagamento, anche se sono regolarmente pagati. Le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno aderito all’orientamento, già fatto proprio da diversi Tribunali, secondo il quale i correntisti hanno il diritto di chiedere alla Banca la restituzione degli interessi anatocistici, vale a dire dell’illegittima produzione degli interessi su interessi, sin dalla data di apertura del rapporto con l’Istituto di credito. La prescrizione decennale di tale diritto, invece, a differenza di quanto sostengono le Banche nelle controversie aventi ad oggetto tale problematica, decorre dalla data di chiusura del rapporto. Nel corso degli anni ci sono state numerose vittorie giudiziali dei consumatori, che hanno comportato la restituzione di quanto illegittimamente percepito da parte delle Banche ed oggi, grazie alla sentenza della Suprema Corte, tantissimi altri correntisti potranno agire in giudizio per far valere i propri diritti. «È quindi opportuno ed auspicabile – sottolinea il presidente di Confconsumatori Sicilia, Carmelo Calì – che tutti coloro i quali hanno, o hanno avuto, un contratto di conto corrente (purché non sia stato chiuso da più di 10 anni) che ha registrato degli scoperti ed al quale sono state illegittimamente addebitate somme da parte degli Istituti di credito, inviino una formale diffida alla propria Banca, mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, chiedendo la restituzione delle somme illegittimamente percepite. In tal senso l’associazione ha predispo- sto uno schema di lettera. Si è aperta una nuova fase nell’annoso contenzioso tra banche e clienti che oggi, grazie a questa importantissima sentenza della Corte di Cassazione, si è arricchita di un nuovo tassello che sgombra definitivamente il campo da ogni equivoco che possa derivare dalla linea difensiva, spesso adottata dagli istituti di credito nel corso dei giudizi». Per qualsiasi informazione ci si potrà rivolgere allo sportello dell’associazione in via G. Simili, n. 16, a Catania, che rimane aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.30 alle ore 19.00, escluso giovedì mattina, oppure facendo riferimento al numero di telefono 0952500426 (che funziona anche da fax), o alla e-mail: [email protected]. Elisa Torrisi Dopo una lunga carriera Festa di saluto per l’avv. Paolo Patanè, in pensione dal 1º gennaio In una affollata Sala dei Convegni del Palazzo della Cultura del Comune di Catania, l’avv. Paolo Patanè, funzionario dello stesso Ente, andato in pensione col 1° gennaio di quest’anno, ha salutato i numerosi amici e colleghi, in presenza delle Autorità cittadine, intervenute per l’occasione. Nei vari interventi che si sono susseguiti, tutti quanti hanno messo in risalto l’alta professionalità, la dirittura morale, la carica umana e l’equilibrio che hanno sempre caratterizzato l’operato dell’avv. Patanè nei vari ruoli e compiti cui in tutti questi anni egli è stato chiamato. Lo stesso, infatti, oltre al ruolo di Dirigente dell’Avvocatura comunale, è stato anche vice Segretario Generale, Direttore della Segreteria Generale, dei Servizi Sociali, componente del Collegio di Difesa, Consigliere Nazionale dell’U.N.A.E.P., Presidente di varie Commissioni, Dirigente del Personale e, da ultimo, Direttore della Direzione Cultura. Al predetto funzionario vanno i migliori auguri da parte del Gazzettino per un ben meritato riposo. G.D.G. da pagina 1... stallazione dell’impianto non fosse idoneo, in quanto cozzava con le specifiche dell’art. 3 del regolamento comunale, nel frattempo adottato, che chiaramente vieta tali installazioni all’interno del centro abitato entro i 200 metri. Ogni istanza della Ericsson contestata ha perso la propria valenza nella sentenza finale, dove chiaramente il Comune ha piena autorità di decisione sul dove installare le antenne, nonostante l’imprescindibile esigenza di installazione di impianti di telefonia mobile. Ciò trova pieno riferimento nella legge quadro n° 36 del 2001 (art 8, comma 6). Per una questione di equità si decide che le spese legali saranno ripartite tra i due contendenti, vista la complessità legale della questione. Altresì vanno a carico della Ericsson soccombente le spese affrontate dal Ministero dello Sviluppo Economico, Dipendenza provinciale di Palermo (€ 2.133,53). Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ordinato, infine, che la sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa, ovvero il Comune di Piedimonte Etneo, nella persona del Sindaco, che avrà il compito di notificare, tramite l’Ufficio tecnico le formali azioni. Sentenza depositata in segreteria del C.G.A Sicilia il 6 ottobre 2010 con numero N. 1254/10. Ora si spiega chiaramente perché l’antenna è stata in qualche modo “camuffata” come se fosse una canna fumaria. Un atto dovuto, chiaramente, secondo i cittadini che hanno sempre sottolineato la vicinanza con il plesso scolastico di istruzione primaria statale e l’estrema vicinanza nel pieno centro abitativo della comunità Piedimontese. Speranzosi che si proceda presto alla rimozione, in molti si interrogano se si potrà applicare tale decisione anche per il ripetitore sito all’angolo tra via Difesa e via Vittorio Emanuele III. > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT) Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036 Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione 16-12-1994 Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996 e-mail: [email protected] Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108 Abbonam. Soci: € 5,20 Ordinario: € 48,00 Sostenitore: € 258,00 C/C Postale N. 18201954 L’importo dell’abbonamento è detraibile dal reddito Pubblicità: Manchettes di testata € 130,00 cad., pubblicità modulo (44x36 mm.) € 41,40; commerciale, culle, nozze, ecc. € 2,00 mm.; sentenze e legali € 2,50; redazionali € 1,50 mm.; necrologi € 0,25 a parola nome in neretto e titoli € 1,50 a parola, croce € 8,00; pubblicità a colori + 3 5 % ; p o s i z i o n e d i r i g o r e +10%; pubblicità politico € 2,50 mm. I.V.A. 20% esclusa. Il giornale si riserva in ogni caso il diritto di rifiutare qualsiasi inserzione. Dei testi, dei disegni e delle foto riprodotti in questo numero del giornale è vietata la riproduzione. I manoscritti pervenuti in redazione, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Le opinioni degli Autori degli articoli non impegnano necessariamente la responsabilità del «Gazzettino» e sono liberamente espresse e offerte. Ai privati una prima inserzione viene concessa gratuitamente per un massimo di 30 parole. ASSoCIATo A UNIoNE STAMPA PERIoDICA ITALIANA Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:02 Pagina 3 > S E T T I M A N A L E IDG attualità di Giarre N. 1 • sa bato 2 9 gennaio 2011 Due Acesi rivoluzionari Di alta statura intellettuale e morale, furono protagonisti di primo piano dell’Ottocento rivoluzionario siciliano S alvatore Vigo Platania nacque ad Acireale (Ct) il 16 settembre del 1784, insigne uomo politico partecipò ai moti rivoluzionari del 1812 e del 1820. Fu ministro degli Interni a Napoli, nel 1848 aderì al governo di Ruggero Settimo. Fu uomo di rilievo eccezionale, particolarmente colto in materie agrarie e finanziarie, accorto e onestissimo, spese la sua vita a Palermo e a Napoli a esclusivo benefizio altrui, senza mai farlo notare e tantomeno pesare. Rientrati i Borbone, si ritirò nelle sue Salvatore Vigo Platania campagne di Acireale, che bonificò con rara perizia. Propugnò sempre e comunque la libertà amministrativa della sua Sicilia. Fu Presidente onorario della Società Siciliana per la Storia Patria. Morì a Palermo il 27 ottobre del 1874 e venne sepolto nella chiesa di San Domenico, considerato il pantheon siciliano. Mentre era ancora in vita, venne insolitamente ripagato da un alone di stima e di riverenza che pochi altri nell’Ottocento rivoluzionario siciliano, da Michele Amari a Francesco Crispi da Ruggero Settimo a Mariano Stabile, possono vantare. Della sua statura intellettuale e morale furono massimo riconoscimento le parole di Ruggero Settimo quando, presentandolo in Parlamento quale Ministro delle Finanze, mentre il brontolio della restaurazione si avvicinava e occorrevano uomini attorno a cui consolidare lo stato rivoluzionario, disse di Salvatore Vigo (come riportato da Giuseppe Pitrè in “Ricordo di Salvatore Vigo”), che pur sapeva legittimista, che: «se il denaro pubblico sarà nelle mani di quest’uomo venerando, non si leverà altra voce che di plauso». Lionardo Vigo Calanna, marchese di Gallodoro, nacque ad Acireale il 25 settembre 1799 e vi si spense 14 aprile 1879. Come lo zio Salvatore, al tempo dei moti visse a Palermo a contatto diretto con Ruggero Settimo e fu deputato alla Camera dei comuni del Parlamento nato dall’insurrezione. Spentasi la rivoluzione siciliana, anch’egli ritornò ad Acireale e si dedicò alla Raccolta di canti popolari siciliani – che pubblicata nel 1857, subì la censura borbonica per la presenza del testo Lamentu d’un servu o santu crocifissu –, al poema epico Ruggiero, all’istruzione e alla cultura, ricoprendo la carica di Ispettore scolastico del Circondario. Per comprendere pienamente il pensiero, l’opera e l’impegno politico dei due rivoluzionari acesi, nelle vicende insurrezionali dell’epoca, è opportuno ricordare la “testimonianza” di Lionardo Vigo – sugli avvenimenti del 13 Aprile 1848 –, pubblicata nel IV volume delle Opere a pag. 435 ed. 1900, nonché i vari saggi sulla famiglia Vigo apparsi nel corso degli anni in Memorie e Rendiconti dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale. Ebbene, il 12 gennaio 1848 la Sicilia aveva cacciato i Borbone e affidata la reggenza dell’isola a Ruggero Settimo, senza però dichiarare la decadenza della dinastia. In aprile, il Settimo non aveva ancora provveduto a dare un regolare assetto all’amministrazione, ne presa alcuna decisione sulla forma istituzionale dello stato. Mariano Stabile, capo del governo, si teneva in contatto, come poi esplicitamente ammise, con Lord Minto, influente politico inglese, e tutti e due aspettavano che la situazione evolvesse da sé. In un clima di evidenti incertezze, l’ambiente politico cominciò ad agitarsi e si diffondeva la voce che il governo volesse vendere la Sicilia all’Inghilterra. Più ingenuo e impulsivo di ogni altro, Lionardo Vigo se ne fece interprete direttamente con Stabile, il quale lo incaricò di predisporre una riunione in casa sua, per trattare la questione. La seduta si tenne a palazzo Fitalia, il 13 Aprile 1948. Lo Stabile lesse subito una lettera di Lord Minto che lasciava chiaramente intendere come l’Inghilterra caldeggiasse la dichiarazione di decadenza dei Borbone e la loro sostituzione con un principe di casa Savoia, possibilmente il Duca di Genova. Il governo si dichiarò favorevole. Si ripeteva, in sostanza, la situazione creatasi nel 1713 quando gli Inglesi, per sottrarre alla influenza austriaca la Sicilia, l’avevano fatta assegnare a Vittorio Amedeo di Savoia. Alla proposta si opposero con foga sia Salvatore che Lionardo Vigo (zio e nipote), osservando che l’amicizia degli Inglesi verso i Siciliani e i Savoia aveva ben presto ceduto il posto alla ragion di stato, tanto che pochi anni dopo, col trattato di Cookpit avevano restituito la Sicilia ai Borbone e lasciato ai Savoia solo la Sardegna. Rilevavano quanto fosse vivo nella maggior parte dei presenti – e lo stesso Settimo annuiva –, il ricordo della costituzione ottenuta nel 1812, con la garanzia degli Inglesi, in compenso del sicuro rifugio concesso al transfuga Borbone che, passato il pericolo, dopo appena quattro anni, l’aveva revocata, nonostante la garanzia inglese. Non potendo fare quindi assegnamento su questa, quale vantaggio avrebbe avuto la Sicilia a provocare, con la decadenza della dina- Lamentu d’un servu o santu crocifissu Un servu, tempu fa, di chista piazza, Cussì prijava a un Cristu, e cci dicia: Signuri, u me’ patruni mi strapazza, Mi tratta comu un cani di la via, Tuttu si pigghia ccu la so manazza, La vita dici chi mancu hedi mia; Si jò mi lagnu cchiù peju amminazza, Ccu ferri mi castija e prigiunia; Undi jò vi preju, chista mala razza Distruggitila vuj, Cristu, pri mia. E tu forsi chi hai chiunchi li vrazza, O puru l’hai ‘nchiuvati comu a mia? Cu voli la giustizia si la fazza, Nè speri ch’autru la fazza pri tia. Si tu si’ omu e non si’ testa pazza, Metti a profittu sta sintenzia mia. Jò, non saria supra sta cruciazza, Si avissi fattu quantu dicu a tia. Lionardo Vigo Calanna stia, la immancabile reazione borbonica con nuovo spargimento di sangue? Meglio sarebbe stato prendere il Borbone in contropiede e chiedergli l’attuazione del paragrafo 17 della Costituzione per il quale il re di Napoli aveva il diritto di designare quello di Sicilia, ma non di unificare i due regni. In tal modo si sarebbe consolidata l’indipendenza conquistata nel gennaio, e con essa si sarebbe aperta la strada a nuove civili conquiste. (Non si dimentichi, infatti, che nel 1848 a Palermo il problema della indipendenza si poneva esclusivamente nei confronti del regno di Napoli e non si pensava minimamente all’unificazione nazionale). Realizzata la separazione da Napoli, tutto si riduceva, in quel contesto storico, alla scelta tra un re appoggiato dall’Inghilterra e un altro appoggiato dall’Austria. Col primo, ove fosse venuta meno la garanzia inglese, si sarebbe perduta anche l’indipendenza, col secondo ciò non sarebbe successo. Ma nel sottofondo la questione era un’altra. Amari, Crispi, La Farina, Settimo e molti altri avevano il cuore all’Italia. Lionardo e Salvatore Vigo, con Torrearsa e altri l’avevano alla Sicilia. Di conseguenza si esclude che gli uni e gli altri, avessero ancora chiara l’idea della unificazione italiana. Infatti, i primi, a contatto con gli ambienti continentali e stranieri e avvertiti del lavorio diplomatico che già si svolgeva nelle cancellerie, sentivano la questione e intuivano che la restaurazione del Borbone l’avrebbe compromessa, forse, irrimediabilmente; mentre per i secondi, indubbiamente meno introdotti nell’ambiente risorgimentale italiano «Un tempo a nessuno era consentito di pensare liberamente. Ora è permesso ma, quasi nessuno ne è più capace» (Oswald Spengler) ed europeo, l’idea stessa della unificazione era incompatibile con quella dell’indipendenza in effetti mai goduta, ma appunto per questo ininterrottamente agognata. Correva in quel tempo in Sicilia un libretto intitolato Catechismo Politico Siciliano, in cui si leggeva: «D. - Qual è il principale bisogno della Sicilia? R. - L’indipendenza. D. - Che intendete per indipedenza? R. - Che la Sicilia si governi da sé». Sia Stabile che i Vigo accettavano quel catechismo; ma il fatto che volessero la stessa cosa non rendeva conciliabile il dissidio su come e in quali termini ottenerla. C’era poi un altro elemento, anch’esso inespresso, altrettanto decisivo: quella riunione aveva natura di costituente e questa era ineluttabilmente portata alla rivoluzione. Dopo lunga discussione e nessuna decisione, si erano formati due gruppi di pensiero contrapposti. Stabile uscì l’orologio e fece notare che la Camera era stata convocata e attendeva, così la riunione si trasferì quindi in Palermo centro, dove «alle ore 7 (19) la Camera dei Comuni deliberò la decadenza del Borbone e l’offerta della corona a un principe italiano. Verso le 8 (20) la Camera dei Pari consentì quel decreto». (Lettera di Michele Amari al Barone Friddani, Incaricato di Affari a Parigi del Governo rivoluzionario Siciliano, del 14 aprile 1848). Purtroppo, la decisione – fiduciosamente coraggiosa –, si sarebbe dimostrata inaccorta e fatale a molti. Il principe italiano rifiutò subito l’offerta del trono siciliano, mentre il Borbone sotto l’occhio paziente dello 3 Una storia da riscrivere Catania: nell’ambito dei festeggiamenti per il “150° anniversario dell’Unità d’Italia” presentato un progetto della scuola elementare e media del Convitto “Cutelli” Proseguono le iniziative degli istituti scolastici nell’ambito dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con un continuo coinvolgimento degli alunni. Lo scorso mercoledì 26 gennaio, presso la libreria Cavallotto di corso Sicilia a Catania, è stato presentato ufficialmente il progetto ispirato al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, realizzato dalla scuola media ed elementare del Convitto Nazionale “Mario Cutelli”. Progetto che si completa con un percorso artistico-storico. La presentazione, ad opera degli alunni dell’Istituto, si è basata su un excursus di eventi storici, accompagnato da interpretazione lirica di canzoni all’Italia, scritte dai due padri della letteratura italiana: Dante Alighieri e Francesco Petrarca. La serata, in un crescendo di emozioni e di approfondite riflessioni storico-culturali, si è conclusa con riflessioni sul pensiero di Giovanni Verga e sul Risorgimento, e col canto corale dell’Inno di Mameli, musicato dagli stessi alunni del Convitto Nazionale “Cutelli”. «La finalità educativa del progetto – hanno sottolineato i responsabili, introdotti dalla docente referente del progetto “150° anniversario dell’Unità d’Italia”, Maria Grazia Costa – consiste nel favorire, nelle nuove generazioni, attraverso la riflessione sugli eventi storici, la consapevolezza che l’Italia Unita sia stata un giusta “meta” raggiunta, sebbene a prezzo dell’impoverimento dell’Italia Meridionale. Si vuole, altresì, sensibilizzare la classe dirigente attuale alla conoscenza di alcuni fatti storici, tra cui la bandiera italiana nei moti del 1820 e del 1821, del 1830 e del 1831, del 1848 a Palermo, Napoli, Venezia, Milano, Modena, Parma, Bologna, Rimini, Genova,Torino, Alessandria, Roma. Dobbiamo anche guardare ai principi di Libertà, Eguaglianza, Fraternità, perché oggi la storia venga riscritta in modo meno parziale e il Sud Italia abbia la Giustizia che chiede». Luisa Trovato In un mare di parole Lionardo Vigo Calanna flotta inglese, preparò quella reazione del 1849 che portò alla fucilazione e impiccagione a Palermo, Catania, Messina e altrove di centinaia di siciliani. L’avvenimento storico riportato induce, pertanto, a due considerazioni. La prima sulla erronea convinzione che le decisioni di chi ci governa siano prese nei dibattiti assembleari. Sono invece decisioni di pochi e spesso di un solo. La seconda che occorre spostare il discorso sulle grandi leggi che governano la storia dell’uomo. Se a dettarle debba essere il cuore o la mente, dappoiché mai l’uno si piegò all’altra e viceversa. E può darsi che nell’incontrollabile dominio or dell’uno or dell’altra, sia il segreto della vita dei popoli. (42. – “Sicilia preunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011) Salvatore Musumeci Oggi è un nuovo anno Fermati, di fronte a te c’è il mio cuore, se respiri di più, vedrai quello che c’è dentro agli occhi. Segui lentamente i miei pensieri, sono pieni di colori… vanno verso la libertà. Oggi è un nuovo anno, lo voglio vivere con tanta felicità… ci saranno tanti fiori, e anche una poesia. Vito Cutuli Il cortometraggio sul tema della dislessia approda nelle scuole e nelle strutture sanitarie della provincia di Catania Dopo la presentazione ufficiale, avvenuta lo scorso 22 dicembre nella sala convegni del Palazzo della Cultura di Catania, il cortometraggio “In un mare di parole”, prodotto dall’Asp Catania, tramite l’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile, ideato da un testo di Marinella Laudani, coordinatrice del Gruppo DSA (Disturbi specifici di apprendimento), a gennaio è iniziato il suo tour nelle scuole e nelle strutture sanitarie della provincia che ne faranno richiesta. «Il corto – ha spiegato il direttore dell’Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Calaciura – ha come finalità quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla dislessia, fornendo spunti di riflessione e informazioni chiare su una problematica di cui oggi si parla tanto. La finalità dell’autrice del corto è quella di raccontare, in immagini, il disagio della famiglia, dei soggetti dislessici e della scuola che deve segnalare e individuare precocemente il disturbo e frequentemente non è nelle condizioni di poterlo fare. La recente normativa, definita dalla legge 170 ottobre 2010, che regolamenta i diritti dei dislessici, rende necessaria la formazione, in particolare, degli operatori scolastici i quali, anche se sensibili al problema, spesso non hanno gli strumenti per affrontarlo. Pertanto, dopo una corretta diagnosi da parte dei servizi sanitari accreditati, occorre costruire, in sinergia con la scuola e le famiglie, un percorso educativo didattico che consenta al dislessico una crescita equilibrata evitando di perdersi “in un mare di parole”». Le scuole che vogliono aderire al progetto possono fare riferimento al Coordinamento del Gruppo Dislessia dell’Asp, referente Marinella Laudani, al numero telefonico 0952545233. Francesca Bottaro Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:02 Pagina 4 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N . 1 • s abato 29 gennaio 2 011 di Giarre Lo spirito di un continente L’amore per la danza afro, nella giovane acese Marina Cannavò, diventa l’occasione di un approfondito viaggio alla conoscenza dell’Africa occidentale a sud del Sahara P arliamo di danza afro. Conoscere un pezzo d’Africa, quello occidentale immediatamente a sud del Sahara, nei suoi usi e costumi, conoscere ed apprezzare la sua “danza” e poi innamorarsene. È quanto accaduto alla giovane acese Marina Cannavò, diploma Liceo classico, laurea nel 2005 in Scienze dell’Educazione all’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna con la tesi “Senegal: Imprenditoria al femminile”, master all’Università Cattolica del Sacro Cuore su Formazione interculturale. Nella stessa città dell’Emilia Romagna, negli anni 2003/2004, scopre la danza afro e, per tale motivo, per approfondire i processi formativi dell’uomo in queste terre, il suo sviluppo socio-antropologico, la sua “anima”, che è la danza, si è recata più volte in Senegal e nel Mali per prepa- rare, con ricerche in loco, la sua tesi di laurea. Studio della danza africana occidentale, approfondito successivamente anche a Tournai (Belgio), ridente cittadina di origine romana (Turnacum), sulle due rive della Schedda e nella Repubblica del Mali, nella capitale Bamako. Nel 2007, una nuova e decisiva esperienza. La brava e bella Marina è presente come docente per un mese in Senegal, per un Master su Lingua e cultura italiana, a totale beneficio dei senegalesi che intendevano conoscere o venire nella nostra Italia. Sempre in Senegal, con maestri locali di alto livello, perfeziona la sua preparazione e professionalità in danza afro contemporanea! Dal 2005 ad oggi, la dott. Marina Cannavò, tra una permanenza in Senegal, Mali, Burkina Fasu, Guinea e Benin, ha sempre vissuto un’esperienza lavorativa, procurandosi un lavoro per vivere, studiare e viaggiare. Nella Repubblica del Mali la nostra Marina Cannavò l’ultima volta c’è stata nella primavera del 2010 mentre, nell’estate dello stesso anno, ha invitato tre suoi amici danzatori senegalesi ad Acireale per animare la chiusura dell’anno scolastico in una scuola materna, dove lei svolge il ruolo di coordinatrice didattica. È stata poi impegnata in aziende del settore “Scuola/Educazione” ad Acireale, in aziende del settore “Formazione” a Milano presso la T.M.S. (Training management services), per conduzione di corsi per stranieri a Sassuolo (Modena), in aziende del settore “Ricerca/Educazione/Formazione”, a Milano, presso l’I.S.M.U. (Osservatorio regionale lombardo sull’immigrazione e la multietnicità), e in molte altre aziende. Ritornando alla danza afro occidentale contemporanea possiamo ben dire che, grazie a Marina Cannavò, si sta già affermando in provincia di Catania dato che, quale “maestra”, insegna tale disciplina in due distinti centri ai bambini, ai ragazzi e agli adulti. Camillo De Martino Il Gazzettino a tavola Iniziamo l’anno con una ricetta marinara dal gusto delicatissimo. Naturalmente, come sempre, per poterla ottenere utilizzeremo prodotti di eccellenza, in questo caso del nostro ricco mare. Gamberoni rossi di Mazzara panati al forno Ingredienti per 4 persone: 32 gamberoni rossi freschissimi, 200 gr di pangrattato, due spicchi d’aglio, un ciuffetto di prezzemolo, olio extra vergine di oliva, il succo di due limoni, sale e pepe q.b.. Preparazione: sgusciamo la parte inferiore del gambero, lasciando integra la testa e la coda. Bagniamo il gamberone nell’olio e poi lo passiamo nella mollica che abbiamo già precedentemente condito con l’aglio tritato sottilissimo, il prezzemolo, il sale ed il pepe. Li sistemiamo in una teglia da forno e passiamo in forno per 15 minuti, a 180°. Serviamoli ai nostri commensali con un’emulsione di olio, limone e prezzemolo. Accoppiamo un vino d’eccellenza, nel nostro caso senz’altro un Petralava Bianco molto freddo delle Cantine Antichi Vinai. Buon appetito! Franco Pulvirenti Non saranno le solite note Acireale: arriva dalla Consulta Giovanile un progetto musicale per il Carnevale Rumori di festa, di colori e di nuove luci che si preparano ad andare in scena, anche quest’anno per il “Il Più Bel Carnevale di Sicilia”, in programma ad Acireale, dal prossimo 19 febbraio sino all’8 marzo. E con l’avvicinarsi della kermesse carnascialesca, scende in campo anche la Consulta Giovanile di Acireale che, anche per quest’anno, ripropone il tanto atteso appuntamento con la V edizione di “Rumori Barocchi, band, hip hop e writer’s”. Si tratta della manifestazione che vedrà salire sul palco della colorata e festosa Piazza Duomo le giovani band musicali emergenti e le varie forme di arte hip hop e writers che si sfideranno a colpi di rap e colori. L’evento è previsto per il prossimo venerdì 4 marzo, ed accoglierà momenti di spettacolo ed arte, che si alterneranno, già a partire dalla mattinata, con la festa degli istituti scolastici superiori della città. Un evento che evolverà durante tutto l’arco della giornata, per un lungo momento dedicato interamente al mondo giovanile. «Abbiamo già messo in moto la macchina organizzativa di “Rumori Barocchi 2011” – hanno commentato il presidente del Consulta Giovanile, Vasta ed il vice Pennisi –. Dopo le innovazioni apportate all’edizione dello scorso anno, cercheremo di realizzare una grande giornata dedicata ai giovani. Sin dalla mattinata, quello di venerdì 4 marzo, infatti, sarà un evento tutto da vivere, con spensierata allegria all’insegna dell’atmosfera magica del Carnevale di Acireale. Un ringraziamento dovuto va a tutta la Fondazione, con in testa il suo presidente, il Sindaco, che, ancora una volta, dà spazio e fiducia alla Consulta Giovanile». Il termine ultimo per la consegna delle domande di partecipazione relative ai concorsi di “Rumori Barocchi” 2011 è stato fissato al prossimo 19 febbraio, a partire dalla quale verranno effettuate, da parte delle giurie, le selezioni per gli 8 gruppi partecipanti alla sezione musicale, per gli 8 gruppi che avranno accesso alla sezione hip hop ed i 6 writers. I bandi e schede di adesione sono consultabili al sito web www.consultagiovanileacireale.it e www.comune.acireale.ct.it. Inoltre, è possibile ritirare tutta la documentazione presso gli uffici del Centro di Aggregazione Giovanile “Il Faro”, in via Capomulini 13 ad Acireale (tel. 095877201). Valeria Scalisi Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:03 Pagina 5 > S E T T I M A N A L E IDG catania e provincia di Giarre “Wivi Inter” e arriva la Champions Successo di organizzazione e pubblico ma soprattutto per l’enorme crescita degli Inter Club: il coordinatore regionale “vince” la sua scommessa, 75 sono gli Inter club siciliani. Ranocchia e Biabiany presenziano all’Hotet Sheraton di Catania di fronte all’entusiasmo di oltre 600 tifosi È tornato il “Wivi Inter”. Alla vigilia dell’ormai disputata gara di campionato tra Catania e Inter, la Sicilia neroazzurra si è riunita per trascorrere una serata in festa e all’insegna della solidarietà. L’Hotel Sheraton di Catania ha accolto per l’occasione ben oltre 600 tifosi, per un evento che è iniziato già alle 15.30 del pomeriggio ed è durato fino a sera. Manifestazione organizzata dal Centro Coordinamento Inter Club, con il supporto del Coordinatore regionale Mario Chillura, supportato dalla collaborazione dei club “Peppino Prisco” di Acicastello, con alla presidenza Francesco Scuderi, anche coadiutore per le provincie di Catania e Messina, e dell’Inter club “S. Abate” di Belpasso, di cui presidente è Salvatore Licciardello. L’occasione, come ormai da tradizione, è delle migliori per realizzare una lotteria benefica il cui scopo è quello di devolvere la raccolta fondi, in questa occasione, all’associazione “Misericordia Acicastello”, le cui attività sono basate sull’impegno dei volontari che, gratuitamente, mettono a disposizione parte del proprio tempo libero a favore del prossimo. È stato di novecentodieci euro l’assegno consegnato all’associazione presente, ma il club castellese, giunto ormai alla sua quinta organizzazione de il “Wivi Inter”, ha deciso di donare un ulteriore contributo di cento euro per il rifacimento della Chiesa di San Mauro di Acicastello, a conferma dell’attività di sostegno in favore delle associazioni locali. Occhi puntati sul widescreen, quando a scorrere sono le celebri immagini del “Triplete” conquistato dai neroazzurri la scorsa stagione, fino alla recente vittoria del Mondiale per club, ed ha sancito, come ricorderà più tardi, la signora Bedy Moratti, che è l’Inter la squadra campione del mondo. Quando sul palco arriva, Roberto Scarpini, storico cronista di Inter Channel, è lui che cattura l’attenzione dei tifosi che lo accolgono a suon di cori. La serata prosegue tra giochi per bambini, quiz per gli adulti e premiazioni. All’Inter Club di Acicastello è stata consegnata una targa per le sue presenze in occasione delle trasferte europee, per il maggior numero di iscritti all’Inter Club di Belpasso, all’Inter Club di Palermo per le iniziative sportive a favore dei ragazzi, per il ventennale di affiliazione al Centro Coordinamento Inter Club al Club di Siracusa ed infine all’Inter Club Raffadali come club con più anni di attività, iniziata già nel lontano 1976. L’ingresso di Bedy Moratti, sorella del presidente Massimo Moratti e madrina della serata, è seguito da quello di Accursio Scorza, in rappresentanza di FC Internazionale, e di Fausto Sala, direttore responsabile del Centro Coordinamento Inter Club, che non manca di sottolineare l’enorme crescita e diffusione degli Inter Club, nel suolo siciliano, che sono diventati ormai la terza forza d’Italia per numero di soci iscritti. «Di questa crescita dei club siciliani, non possiamo che essere orgogliosi – dice Fausto Sala – in quanto patrimonio della tifoseria organizzata. Questo 2010 è stato trionfale per la nostra squadra, e come diciamo in questi giorni, continuiamo a vincere e soprattutto noi continueremo ad impegnarci al massimo per far fronte a tutte le esigenze dei nostri tifosi». Se la scommessa del Coordinatore Regionale Mario Chillura, al momento della sua nomina, era quella di arrivare a cinquanta club in Sicilia, oggi quella scommessa è ampiamente superata, perché i club presenti in Sicilia sono ben settantacinque e potrebbero continuare ad aumentare, grazie a tutte le attività di promozione e aggregazione che il Coordinatore ha voluto proporre in tutta la Sicilia. Con voce vibrante è il Nell’impegno, il valore umano Riposto: positiva la IX edizione di “Sicilia è…” Quest’anno la Pro-Loco di Riposto ha scelto un palcoscenico inusuale come la Basilica di S.Pietro per la cerimonia di consegna dell’ambito premio “Sicilia è…”, che si assegna ai siciliani più operosi. Il patron del premio, Michele Giusa, si è impegnato allo spasimo per chiudere alla “grande” questa manifestazione, assegnando il prestigioso riconoscimento a due personalità del mondo liturgico e universitario. A fare gli onori di casa l’Arciprete Don Agostino Russo, che si è dimostrato sensibile a questo straordinario evento. La serata è stata presentata magistralmente dalla frizzante Anna Patti. Alla cerimonia erano presenti: l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Cav. Pippo Pagano, che ha esternato i saluti della Provincia e i consiglieri provinciali dott. Raffaele Strano e il dott. Francesco Cardillo. Il Presidente della Pro-Loco di Riposto, dott.Angelo Spina, ha ringraziato gli intervenuti promettendo di migliorare la prossima edizione poiché tocca il prestigioso traguardo dei dieci anni. La serata ha visto l’esibizione della Cappella Mater Puritatis, diretta dal Maestro Giuseppe Ricca, con l’innesto della cantante lirica Sarah Ricca che ha deliziato gli ascoltatori con le sue melodie. Il primo riconoscimento è stato assegnato dalla giuria a Monsignor Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo della diocesi di Acireale, “per averci insegnato attraverso il suo esempio che la fede deve essere sobria ed essenziale e che solo attraverso il vangelo, la preghiera, la pace, la misericordia e il perdono possiamo giungere alla comunione con Dio”. Il secondo premio è stato assegnato a Padre Diego Sorbello, parroco della Chiesa S.Francesco d’Assisi di Giarre, “per la sua instancabile e prolifica opera di carità a favore dei più disagiati, attraverso la fondazione del Centro S.Chiara che rappresenta un centro d’aiuto rivolto alle fasce più deboli, non solo materialmente ma, soprattutto, spiritualmente”. Il terzo premio è stato assegnato alla memoria di Emanuele Patanè, giovane ricercatore della Facoltà di Farmacia dell’Università di Catania: “la sua passione nella ricerca e la dedizione per lo studio, sarà sempre vivo nella memoria di ogni giovane studioso e in tutti coloro i quali hanno avuto l’opportunità di conoscere questo giovane “eroe” dei nostri tempi”. Salvatore Rubbino Isidoro Raciti Inaugurazione dell’anno sociale 2010/2011 per la Fidapa di Acireale all’insegna di alcune approfondite riflessioni sul tema nazionale scelto come riferimento I Difesa contro i soprusi diffusi N che non tanto si approfondirà “Il Rispetto” in generale, quanto «“Il percorso del Rispetto: l’esperienza della donna nella realtà culturale e socio-economica”. La donna, pertanto, sarà vista come soggetto attivo del cambiamento e superamento della crisi attuale socioeconomica. L’Unione europea – ha proseguito – ha individuato nella creatività la vera chiave del successo nell’era della globalizzazione, e la donna dovrà essere chiamata a svolgere un ruolo decisivo nell’esigenza di sviluppare, nelle nuove generazioni, le competenze personali, influenzando la politica nell’occupazione e nei vari settori d’impresa». Sono poi seguite le espressioni di elogio della prof.ssa Lucia Emmi nei confronti della Sezione Fidapa acese dato che «al primo posto del vostro programma c’è l’amicizia, l’armonia, la condivisione, punti fondamentali della nostra Associazione, nonché c’è l’im- 5 conduttore di serata, Roberto Scarpini, ad annunciare l’ingresso dei due giocatori scelti per presenziare all’evento a disposizione della rosa del tecnico Leonardo: il neo acquisto in casa Inter, Andrea Ranocchia e Jonathan Biabiany autore della terza rete alla finale del Mondiale per club. I tifosi li accolgono con grande entusiasmo, prima di “assediare” i due giocatori per autografi e scattare foto ricordo con tutti i soci degli Inter Club presenti. Le partite di calcio e non solo, i biglietti stadio e le lunghe trasferte, le tante riunioni, la sensibilità e il sostegno, la dedizione e il tempo da negare e anche da trascorrere con le proprie famiglie, sotto l’unico denominatore comune che è l’Inter, ha fatto sì che si desse una svolta importante al ruolo dei club che, oggi, sono consapevoli che si può andare oltre la semplice partita di calcio, e tutte le attività e manifestazioni fin ora organizzate ne sono la dimostrazione. Come sempre è Roberto Scarpini, ad intrattenersi a fine serata per firmare autografi, scattare foto e dialogare con i tifosi, perché anche lui è un idolo dei tanti appassionati interisti. Ma le attività non si fermano qui, perché c’è la Champions conquistata a Madrid da andare a vedere e probabilmente questa toccherà ben quattro tappe soltanto in Sicilia e nel mese prossimo di marzo. Per festeggiare i cinquant’anni di attività (1960-2010), il Centro Coordinamento Inter Club ha organizzato “In viaggio con la Champions per Inter Campus con l’UNICEF”. Si tratta di un tour in 35 tappe nell’Italia dell’Inter sempre in campo, quella degli Inter Club, creati da Angelo Moratti nel 1950, con il desiderio di trasformare i tifosi in veri e propri ambasciatori della squadra, attraverso i valori della correttezza, lealtà e senso di appartenenza. Inter Campus e UNICEF sono i compagni fedeli del tour già in partenza: il ricavato della raccolta fondi sarà, infatti, devoluto ai progetti di protezione dei bambini che il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia realizza nei Paesi dove è già attiva F.C. Internazionale con il suo programma di intervento sociale e sportivo. La coppa alzata sotto il cielo di Madrid per mettersi in posa, come hanno fatto Javier Zanetti e compagni il 22 maggio 2010, darà felicità a tutti i cuori nerazzurri e a tantissimi bambini già seguiti da Inter Campus e dall’UNICEF. Il percorso del Rispetto n un noto albergo cittadino ha avuto luogo l’inizio dell’anno sociale 2010/2011 della Sezione Fidapa di Acireale. Per il secondo anno consecutivo la Sezione sarà guidata, come per statuto, dalla prof.ssa Sara Scuderi Belfiore che, con signorilità e impegno, porterà avanti i programmi condivisi con il Consiglio direttivo, assieme a quelli proposti dal direttivo nazionale. La serata ha visto la preziosa presenza della Distrettuale Sicilia, la prof.ssa Lucia Emmi Maceri (a sinistra, nella foto), lentinese, persona colta, affabile, orgogliosa di appartenere alla Fidapa, con lunga esperienza associativa, della fidapina acese Antonella D’Addato che ha l’incarico di Revisore dei conti nel Distretto Sicilia, e di molte presidenti di Sezioni Fidapa. Nonché, dell’assessore alle Attività Culturali del Comune di Acireale, prof.ssa Nives Leonardi, del colonnello Alfio Licciardello, comandante della Polizia Municipale di Acireale, dei presidenti dei Club Service locali. La scaletta della manifestazione prevedeva: il discorso introduttivo della presidente Sara Scuderi, l’intervento della Distrettuale Lucia Emmi, l’ingresso di nuove socie, un variegato intrattenimento dal titolo “Momenti… di musica, poesia, prosa”, un ricco buffet. «Anche in quest’anno sociale – ha riferito la presidente Sara Scuderi – porteremo avanti il percorso associativo all’insegna dell’amicizia, dell’armonia e della condivisione nel filo conduttore del tema nazionale “Il Rispetto” che è una condizione essenziale della vita in tutti i suoi aspetti: lavoro, società, famiglia, amore». La prof.ssa Scuderi ha poi voluto precisare meglio N. 1 • sabato 29 gennaio 2011 pegno a svolgere un ruolo attivo e decisivo a favore delle donne e del vostro territorio ed a tutela del nostro patrimonio artistico, per il raggiungimento del bene comune». La dott. Carmela Borzì, funzionaria del Comune di Acireale, e la dott. Margherita Matalone, funzionaria del Comune di Catania, donne belle e in carriera, sono state le due nuove socie. Prima del buffet, variegati e piacevoli momenti con recite di poesie delle fidapine acesi, Maria Pulvirenti e Rosa Barbagallo, musiche con il M° Enzo Zappalà, canti con Angela Zappalà e Nello Leotta, prosa leggera e classica con Carola Colonna, Cettina Ardita, Giovanni Pulvirenti, Tina Leotta, Rosy Pulvirenti, Orazio Finocchiaro, Maria Grazia Ardita, Liliana Biglio, Rodolfo Torrisi, Carmelo Di Mauro. Il bravo presentatore è stato Beppe Spoto, il bravo regista, Alfio Vecchio. Camillo De Martino A Mascalucia l’assemblea di fondazione della Federconsumatori Etna Sud ei locali della delegazione comunale di Massannunziata, a Mascalucia, gentilmente messi a disposizione dal Comune, si è tenuta l’assemblea di fondazione della Federconsumatori Etna Sud, struttura subprovinciale della Federazione Nazionale di Consumatori e Utenti. Erano presenti Francesco Avallone, vicepresidente vicario della Federconsumatori Nazionale; Paolino Maniscalco, presidente provinciale di Catania; il presidente di Mascalucia, Lucio Traina, con il vicepresidente Salvo Nicosia ed i componenti Giovanni Consoli, Patrizia Careri, Giovanni D’Antoni, Maria Giuffrida, Antonio Nicosia, Andrea Consoli, Pietro Angelini, Elisa Licciardello e Daniele di Grazia; i soci onorari Angelo Villari, segretario provinciale della Cgil; il consigliere provinciale, Antonio Rizzo; Saro Spina, ex sindaco di Belpasso; i presidenti della Fratres di Mascalucia, Angelo Salice, di Gravina, Maria Sciuto; Josè Calabrò; il vicario della chiesa San Michele di Massannunziata, Antonio Cotza; il coordinatore del Giudice di Pace di Mascalucia, Giuseppe Arcidiacono; e numerose autorità civili e militari dei Comuni dell’hinterland catanese. Lucio Traina, nella sua relazione, ha fatto presente all’assemblea «che oggi completati gli adempimenti statutari, la Sezione Distrettuale Federconsumatori Etna Sud, prima in Italia, diventa Federazione sub Provinciale, aggiungendosi alle nove Federazioni provinciali siciliane», ma anche che «in pochi anni, con il sacrificio di pochi collaboratori, in seguito aumentati, abbiamo ottenuto grandi risultati, come numero di soci e tesserati, ma soprattutto l’insediamento nella nuova sede di via A.B Sabin 13, a Mascalucia, dove con efficienza operiamo nel migliore dei modi, grazie ai collaboratori ed ai consulenti». Traina ha anche ringraziato il sindaco di Mascalucia, Salvatore Maugeri, con la sua amministrazione, e tutti quelli che fanno parte della famiglia Federconsumatori. Paolino Maniscalco ha fatto presente «cosa possono fare le associazioni in difesa dei consumatori, contro una politica che sta distruggendo la nostra economia». Francesco Avallone ha sottolineato che «dobbiamo essere uniti per combattere i soprusi che vengono perpetrati a danno dei cittadini, sconfiggendo le azioni fiscali sbagliate». L’elezione del direttivo si è svolta all’unanimità per alzata di mano, ed ha indicato come Presidente il dott. Lucio Traina, come vicepresidente Salvo Nicosia, come terzo membro di presidenza Giovanni D’Antoni. Membri del direttivo sono stati eletti: Giovanni Consoli, Salvatore Roccuzzo, Daniele Adalberto Di Grazia, Giuseppe Midollo, Paola Daniela Mangano, Antonio Nicosia. Revisori: Carmelo Giudice, Giuseppe Scalia, Achille Parisi. Michele Milazzo Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:03 Pagina 6 6 > S E T T I M A N A L E IDG attualità N . 1 • sabato 29 gennaio 2011 Lavoro, troppi giochi sporchi Il sindaco di Catania ospitato dall’Assemblea Cgil per parlare dell’inchiesta sulla stabilizzazione dei precari. Presente la senatrice Anna Finocchiaro. Ma i giovani fischiano i due senatori C atania, 14 gennaio 2011, la Cgil convoca l’assemblea dei delegati. La relazione del segretario Angelo Villari è ambiziosa: futuro e giovani; legalità, sicurezza, innovazione, lavoro e cultura in una città, Catania, ancora alla ricerca del suo riscatto. Ai lavori dell’assemblea partecipa la segretaria generale Susanna Camusso (nella foto), e il parterre vanta due ospiti d’eccezione: la Presidente del PD al Senato, Anna Finocchiaro, e il sindaco di Catania e senatore del PdL, Raffaele Stancanelli. Tra Stancanelli e Finocchiaro, una fugace stretta di mano e un sorriso, poi neppure uno sguardo. Così lontani eppure entrambi accomunati dai fischi dei “giovani” presenti al dibattito. Sì, dei giovani, nonostante la gigantografia alle spalle della Camusso e degli altri relatori reciti: “Il futuro è dei giovani”. Dopo il segretario Villari, prende la parola il sindaco Stancanelli. Appena il tempo di stringere il microfono e dalla platea si solleva la disapprovazione. Cosa ci fa un senatore di Berlusconi all’assemblea della Cgil mentre gli operai di Mirafiori si accingono a decretare la sconfitta della Sinistra? Stancanelli ha incassato la solidarietà di tutti i sindacati sulla vicenda che lo vede indagato per l’aumento del monte orario dei lavoratori “socialmente utili” al Comune di Catania. Dietro la delibera di giunta del 2008 vi è il protocollo siglato tra l’Amministrazione Stancanelli e le sigle sindacali, Cgil inclusa. Stancanelli ribadisce all’assemblea la trasparenza e legalità di quegli atti amministrativi, sottolineando che in gioco vi è il futuro di famiglie appese ad un modesto reddito. Subito dopo l’intervento, Stancanelli lascia la sala senza applausi e commenti e prende la parola la senatrice Anna Finocchiaro. Il discorso della capogruppo al Senato è per i giovani, il Mezzogiorno e gli operai FIAT. “Dopo il referendum di Mirafiori, niente più sarà come prima”, conclude la Finocchiaro. Parole accorate dalla Presidente al Senato che, tuttavia, non bastano a frenare il rappresentante del movimento giovanile, che, durante il suo intervento, stronca il Lombardo quater, costringendo Anna Finocchiaro ad uscire dalla sala. La senatrice rientra solo dopo che la lista degli iscritti a parlare ha esaurito gli interventi dei “giovani”. Sulla vicenda dell’aumento del monte orario e dell’indagine della Magistratura, si esprime il senatore del PD Enzo Bianco: «Siamo assolutamente solidali alle centinaia di lavoratori del Comune di Catania, che rischiano la riduzione degli stipendi a causa della cattiva amministrazione del centrodestra negli anni trascorsi. Già nel 2007, riconoscendo il sacrosanto diritto dei tanti lavoratori precari di essere stabilizzati e di godere di tutti i diritti previsti dalle normative, avevamo presentato una interrogazione per chiedere chiarimenti sulla copertura finanziaria degli aumenti del monte ore per i Puc, prevista da una delibera di Giunta. E in molte altre occasioni abbiamo denunciato un modo, a nostro avviso, avventato di amministrare il Comune. Oggi, ci auguriamo che la magistratura faccia chiarezza al più presto e che i lavoratori non vengano penalizzati. Però è sotto gli occhi di tutti – prosegue Bianco – il meccanismo con cui il centrodestra ha governato in questi anni e con cui ha costruito il suo consenso: un sistema che abbiamo sempre denunciato e che ha appesantito oltremisura le finanze del Comune, portandolo a sfiorare il tracollo. Ad esempio, seppure siano previsti gli avanzamenti verticali, è certamente anomalo che quasi tutti i Vigili urbani siano diventati ispettori. Questo era un campanello di allarme che lasciava presagire quanto oggi ipotizzato dalla magistratura. Le inchieste – aggiunge Bianco – parlano chiaro: i danni finanziari al Comune sono ormai “documentati” dagli atti giudiziari: processo sui contributi cenere, processo sul buco di bilancio, inchiesta e arresti sulla gestione dei servizi sociali e ora l’inchiesta sulle stabilizzazioni senza copertura che dal 2002 la Giunta Scapagnini-Lombardo, ma sarebbe meglio dire Lombardo-Scapagnini, ha portato avanti devastando le casse comunali per interessi clientelari. Stupiscono anche i comportamenti del sindaco Stancanelli che, da un lato, afferma che tutto è in regola per quanto riguarda l’operato della sua giunta - e ci auguriamo sinceramente che lo sia come sostengono anche i sindacati - e dall’altro minaccia la revoca delle delibere in autotutela. La politica non può giocare sulla pelle dei lavoratori vendendo loro delle illusioni. La cattiva amministrazione di questo centrodestra ha protagonisti ben conosciuti. Catania ha bisogno di voltare pagina». Flora Bonaccorso Batti e corri… per crescere Fibs Sicilia e Paternò Baseball si uniscono per combattere i disagi minorili, sfruttando il principio di aggregazione che il baseball propone M ese intenso, quello dell’appena trascorso dicembre, per il mondo del baseball siciliano, impegnato tra nuovi progetti importanti e realtà che sembrano crollare. Con particolare occhio di riguardo per giovani che praticano lo sport “batti e corri”, la Fibs Sicilia e Paternò Baseball si uniscono per combattere i disagi minorili, sfruttando a pieno il principio di aggregazione che uno sport come il baseball impone. «La collaborazione e il coordinamento in questo tipo di progetto sono fondamentali – spiega Michele Bonaccorso, Presidente della FIBS CR Sicilia, coordinatore del progetto –. Il progetto, infatti, coinvolge regioni del nord, centro e sud Italia e, quindi, bisogna stabilire una linea comune di lavoro. È, infatti, prevista anche una riunione tecnica del gruppo di coordinamento, al fine di valutare l’andamento del progetto e di coordinare le singole azioni e le varie regioni coinvolte. Lo scopo finale per i giovani è quello di avere una crescita personale, un inserimento in un tessuto sociale sano, per assimilare valori educativi in modo da elaborare nuove istanze culturali, orientate all’esercizio di una cittadinanza attiva ed inclusiva. Per i giovani che prenderanno parte al progetto, quindi, un anno di lavoro intenso e di opportunità». Attraverso la cultura e le tradizioni per uno sviluppo sociale di coesione, “I giovani scoprono l’Italia”: è questo il progetto finanziato dal Dipartimento della Gioventù attraverso il “Bando per la presentazione dei progetti di azioni in favore dei giovani”, di età compresa tra i 15 ed i 21 anni, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Ministeriale del 21 giugno 2007. Il progetto nasce dalla volontà di contrastare lo spettro del disagio minorile, sfruttando la collaborazione di un gruppo di enti privati operanti nel settore sociale. Presso la sede dell’Accademia FIBS di Tirrenia si è svolto un incontro del gruppo operativo del progetto al fine di rendere stabile e duraturo il laboratorio sportivo. Sicilia, Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana sono le regioni coinvolte che si stanno attrezzando per la realizzazione di Centri Culturali Regionali ed Accademie Regionali. Saranno realizzati degli scambi formativi di giovani delle diverse regioni che partecipano al progetto; i ragazzi verranno facilitati nell’accesso alle risorse storico-culturali delle regioni di riferimento e verranno costituiti dei momenti di aggregazione, ad alto valore educativo, attraverso i vari laboratori proposti dagli stessi. Inoltre, il progetto si prefigge di mettere a disposizione dei ragazzi che vi partecipano degli spazi logistici che saranno da loro stessi gestiti. Nella prima metà di dicembre è stata la Toscana a realizzare il primo incontro fra i ragazzi partecipanti al progetto: «Ormai ci si appresta a vivere la parte centrale e viva della sua programmazione. Infatti, si è conclusa la fase più delicata, quella di avvio, e ormai il progetto progredisce da sé, data la partecipazione entusiasta delle Regioni – ha commentato il Presidente della FIBS Riccardo Fraccari –. A giudicare dalla risposta che abbiamo avuto dalle Regioni, è come se le Regioni stesse e le società stessero aspettando proprio questo. Sono fiero e contento di contribuire per dar loro, e soprattutto ai ragazzi italiani, questa grande opportunità». Salvatore Rubbino Investire nel futuro San Pietro Clarenza: inaugurato l’ampliamento della scuola materna I naugurata la nuova aula nella scuola materna di via Palermo, che fa parte dell’Istituto scolastico comprensivo “Elio Vittorini” di San Pietro Clarenza. Presenti alla cerimonia il sindaco, Enzo Santonocito, l’assessore alla Pubblica istruzione, Andrea Cavarra, la preside dell’Istituto, Luisa Amantia, la responsabile della scuola, Rossella La Malfa, l’insegnante Maria Corsaro. «La nuova aula, di 45 mq, è stata costruita con fondi comunali e potrà ospitare 25 bambini – ha pre- cisato il sindaco Santonocito –. Tutto questo si è concretizzato in quanto il Provveditorato agli Studi di Catania ci ha assegnato un’altra sezione di scuola materna, nell’ambito della grande collaborazione che c’è tra Comune e organi scolastici. La nuova aula potrà accogliere altri bimbi, senza che i genitori siano costretti a rivolgersi a strutture private, pagando somme a scapito del loro bilancio familiare. Ma sarà anche disponibile un posto di lavoro per una insegnante. Appena avuta notizia dal Provveditorato abbiamo attivato l’Ufficio tecnico comunale per redigere il progetto ed oggi, con l’inaugurazione di questa opera, diamo risposta a quello che era il nostro programma elettorale». L’assessore Cavarra ha ringraziato l’Amministrazione comunale per questo sforzo economico, ri- da sinistra Cavarra, Santonocito, Amantia, La Malfa ferito ai tempi di crisi ed ha comunicato che, a breve, partiranno i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza del plesso scolastico di via Dusmet. La preside Amantia, nel suo intervento, ha sottolineato la sensibilità dell’Amministrazione comunale clarentina nei confronti della scuola. Michele Milazzo di Giarre La sicurezza non è un gioco Brillante operazione anti contraffazione della Guardia di Finanza di Catania Il primo, effettivo riscontro arriva dal numero di pezzi sequestrati, soprattutto giocattoli, ma non solo, di provenienza cinese. Sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di Catania, con due persone denunciate alla Procura del capoluogo etneo per falso e ricettazione e oltre due milioni fra giocattoli, materiale elettrico, orologi e bigiotteria con marchi contraffatti o privi del marchio europeo CE. Marchio che certifica le caratteristiche anche di sicurezza dei prodotti. I prodotti sequestrati erano posti in vendita in un esercizio commerciale in pieno centro, ma anche stoccati all’interno di una montagna di scatoloni accatastati in due depositi e in un container ubicati nella zona industriale – Catania sud. Ad un primo esame il controvalore potenziale è vicino ai 6 milioni di euro. Il materiale sequestrato è formato, soprattutto, di giocattoli, potenzialmente a rischio perché non costruiti secondo le severe normative europee, destinati principalmente a bambini di età tra zero e dieci anni. Pericolose imitazioni di Gold Fish, macchine in plastica o Deluxe Car macchine telecomandate, tantissime bambole che indossano vestiti che in questo caso utilizzano tessuti sintetici ed infiammabili e scarpette verniciate con chissà quale sostanza. Una vastissima gamma a marchio contraffatto “Ben 10” di tubi luminosi, orologi, yoyo., Spiderman, Topolino, Hello Kitty, la gattina più fashion del mondo, vero e proprio personaggio di culto per tutto l’universo, ma anche pistole, apparecchiature elettroniche, vendute mediamente a 5 euro ad articolo. Parte della merce è stata sottoposta anche a sequestro amministrativo per violazione al codice del consumo. Come riferito nel corso della conferenza stampa, una pattuglia di Finanzieri del I Nucleo operativo del Gruppo di Catania, nell’eseguire un controllo di polizia all’interno di un esercizio commerciale, gestito da cittadini cinesi, in pieno centro a Catania, ha constatato che questi detenevano numerosi giocattoli con il marchio palesemente contraffatto. Da ulteriori e approfonditi controlli è stato possibile risalire al canale di approvvigionamento e, in particolare, sono stati individuati due depositi, a pochi metri dall’esercizio commerciale, ed un container, posizionato nella zona industriale del capoluogo etneo. All’interno dei depositi, è stata trovata una vera montagna di scatoloni che contenevano i giocattoli e la vastissima gamma di articoli contraffatti o non a norma. Fuori dai depositi, un continuo flusso di mezzi e operatori commerciali, non in regola con le norme di settore, in attesa e pronti a caricare o scaricare la merce. Da qui, il sequestro e le successive denunce. La Guardia di Finanza, da tempo, è impegnata, oltre che nella repressione, anche nell’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema di stretta attualità, come quello della contraffazione dei marchi di fabbrica, che rischia di minare alla base l’imprenditoria sana dei vari settori, connessi alla produzione ed alla commercializzazione. Le Fiamme Gialle, quale Corpo di polizia economico-finanziaria, è in prima linea a difendere gli interessi del Paese e della Comunità Europea, destinando nel particolare settore d’intervento importanti risorse in termini di uomini e mezzi. Giuseppe Musumeci La porta dei parchi Bronte: Palazzo Virzì diventa volano di sviluppo turistico Non solo i Nebrodi, ma anche tutto il territorio etneo avrà in Palazzo Virzi, a Bronte, il volano per lo sviluppo turistico legato all’ambiente. Infatti, il “Centro visite del Parco dei Nebrodi”, che ospita pure la sede del “Centro documentazione e studi delle aree protette del mediterraneo”, sito nella via Umberto di Bronte di fronte la centralissima piazza Rosario, presto metterà a disposizione dei turisti non solo audiovisivi e materiale divulgativo delle bellezze ambientali del Parco dei Nebrodi, ma anche di quello dell’Etna, in sinergia con il Gal “Simeto Etna”. La decisione è arrivata in un vertice tenuto a Bronte alla presenza dei commissari dei Parchi dell’Etna e dei Nebrodi, Ettore Foti ed Antonino Ferro. ospiti del sindaco di Bronte, Pino Firrarello e dell’assessore Nunzio Castiglione, all’incontro hanno partecipato l’esperto del sindaco dott. Antonino Paparo, il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, quello di Randazzo, Ernesto Del Campo nelle vesti di componente del Gal “Simeto Etna”, ed Attilio Caldarera che coordina le iniziative del Centro visite. «Questo territorio – ha affermato il sindaco Firrarello – vanta bellezze ambientali di sicuro pregio, in grado di attirare il turismo. È necessario, però, che noi forniamo quei servizi essenziali per farlo sviluppare. Allora, è bene che la fucina di interessi che sono in grado di sviluppare oggi i servizi offerti per il Parco dei Nebrodi all’interno di Palazzo Virzi, vengano meglio pubblicizzati ed allargati anche a quello dell’Etna». Marco Sidoti Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:03 Pagina 7 > S E T T I M A N A L E IDG alcantara - speciale di Giarre N. 1 • sa bato 2 9 g enna io 2011 7 Francavilla, addio a mezzo secolo di storia Il Comune dell’Alcantara profondamente turbato dall’improvvisa scomparsa dell’ex sindaco Salvatore Puglisi, artefice dell’ampliamento e della modernizzazione del paese nel corso della sua quarantennale carriera politica. Nostro excursus sulle opere pubbliche da lui realizzate, sulla stima di cui godeva anche presso gli avversari, sulla sua “memoria storica” e sulla sua alta considerazione per i giornalisti A quelli che scriviamo sui giornali piace sapere o immaginare in anticipo da chi si verrà letti: psicologicamente è uno stimolo in più per “costruire” articoli e servizi in grado di comunicare al meglio notizie, dati e riflessioni, quasi come se davanti a noi, oltre al “freddo” schermo del computer, ci fosse anche un interlocutore in carne ed ossa. E noi del “Gazzettino” sapevamo di poter sempre contare su di un affezionatissimo ed attentissimo lettore: Salvatore Puglisi, ex sindaco di Francavilla di Sicilia nonché “memoria storica” della cittadina dell’Alcantara anche grazie al suo quotidiano impegno nel recarsi in edicola ad acquistare tutte le testate (nazionali, regionali e locali) in cui vi fosse qualche “rigo” dedicato al paese che tanto amava e che gli diede i natali settantaquattro anni fa; e, una volta rientrato a casa, quelle nostre cronache su Francavilla provvedeva immediatamente a ritagliarle e ad inserirle nel suo immenso archivio, conferendo dignità storica al nostro lavoro di operatori dell’informazione. Da qualche giorno, però, l’indimenticabile personaggio non ci “legge” più: la notte del 18 gennaio scorso un improvviso malore lo ha strappato alla vita dopo una giornata da lui trascorsa in maniera assolutamente regolare, senza che nulla, né a lui né a chi gli stava vicino, potesse far presagire il peggio. Al profondo rammarico per non poter più incontrare una persona positiva e cordiale con tutti (anche con chi gli è stato avversario politico), si aggiunge il cruccio di dover rinunciare alle interessanti pubblicazioni di storia patria che stava ultimando di redigere attingendo al suo colossale archivio, zeppo di documenti amministrativi, foto e, come si accennava prima, articoli di stampa. Il giorno dei funerali, l’intera comunità francavillese si è stretta attorno al suo feretro (esposto anche nella camera ardente allestita nell’aula consiliare) ed, al termine della cerimonia funebre officiata nella Chiesa dell’Annunziata, tutte le autorità locali, nonché semplici cittadini, si sono avvicendati al microfono per ricordarne affettuosamente e con toni commossi le doti. Alle solenni esequie non son voluti mancare i sindaci dei Comuni della Valle dell’Alcantara ed i tanti politici nazionali e regionali che Puglisi ebbe modo di frequentare nel corso della sua lunga carriera di pubblico amministratore. E’ venuto fuori il “ritratto” di un uomo profondamente “innamorato” del suo paese, che aveva deciso di “servire” tramite l’attività politica, da lui condotta per oltre quarant’anni del tutto disinteressatamente e senza risparmio di mezzi ed energie. Non a caso, si deve proprio alle varie sindacature di Salvatore Puglisi tra gli Anni Sessanta ed Ottanta (complessivamente venticinque anni articolati nei periodi 1968- Da sinistra: Puglisi in una foto recente, insieme al ministro Capria e ad una manifestazione del 1989 1977, 1980-1990, 1997-2002) il “traghettamento” di Francavilla di Sicilia da piccolo borgo agricolo a moderna cittadina dotata di infrastrutture e servizi degni di una comunità al passo con i tempi. Ma è interessante, oltre che doveroso, capire il come ed il perché di tale esaltante evoluzione, rievocando con un pizzico di nostalgia quegli anni d’oro di una Francavilla “da bere” che, forse, non torneranno più. Salvatore Puglisi (originariamente impiegato dell’Ente Regionale Sviluppo Agricolo e successivamente approdato all’insegnamento presso le scuole elementari) si affaccia alla politica nei primi Anni Sessanta come indipendente del Partito Liberale Italiano per poi aderire definitivamente al Partito Socialista grazie alla frequentazione con il più volte ministro calabro-messinese Nicola Capria il quale, rimasto affascinato dal suo modo di comiziare durante una competizione amministrativa locale, lo vuole al suo fianco a Roma come segretario particolare. Proprio da questo virtuoso connubio tra Puglisi ed il “potente” uomo di governo, la comunità francavillese trae in quegli anni (in particolare gli Ottanta) grandi benefici in termini di opere pubbliche, finanziamenti ed opportunità occupazionali per i suoi giovani: basti pensare alla nuova viabilità (Via dei Mulini, Via Fra’ Cremete e strade adiacenti, Viale Libertà, Via Gramsci, Via Regina Margherita, Via Roma, Via Don Nino Russotti, Via Liguria, Via Cappuccini, Via Sotto Castello, ecc.), al P.I.P. (Piano Insediamenti Produttivi) di contrada Barbazza, alla metanizzazione del paese (Francavilla è uno dei primissimi Comuni siciliani a godere dell’importante servizio), al nuovo acquedotto, al nuovo impianto elettrico (che rende finalmente autonomo il Comune di Francavilla da quello di Castiglione), all’acquisizione al patrimonio comunale del Cineteatro di Piazza Pirandello e dell’antico e sontuoso Palazzo Cagnone, alla riproposizione della suggestiva e colossale Sacra Rappresentazione vivente della Passione di Cristo, alla ricostituzione del glorioso corpo bandistico cittadino “V. Bellini” ed all’apertura di una sezione staccata del Liceo Scientifico “C. Caminiti” di S. Teresa Riva, a tutt’oggi unico istituto d’istruzione superiore esistente in paese. E malgrado sia vicino a quegli ambienti socialisti successivamente travolti dalle note vicende giudiziarie di “Tangentopoli”, Puglisi è uno dei rarissimi politici di quella generazione a non essere minimamente sfiorato dalle inchieste della magistratura «perché – sottolineava spesso e con legittimo orgoglio – abbiamo sempre amministrato nella legalità e nella trasparenza massime». Nella sua ultima gestione amministrativa, tra la fine degli Anni Novanta ed i primi del nuovo Millennio, Puglisi sposa convintamente tutte le allora nascenti ed innovative iniziative comprensoriali di sviluppo (Patto Territoriale, Programma Leader, Pit, Prusst, ecc.) che consentono a tanti imprenditori di Francavillla e dei Comuni limitrofi di avviare o incrementare le rispettive attività ed agli enti pubblici di avere a disposizione maggiori risorse economiche. Ed in tale ambito, a lui si deve lo sblocco, nel 1999, del Patto Territoriale dell’Alcantara e delle procedure per il “Prestito d’Onore” in favore dei giovani: profondamente amareggiato nell’apprendere da una statistica nazionale molto “approssimativa” che Francavilla di Sicilia risulta essere il Comune italiano col più alto tasso di disoccupazione, da grande “stratega” della comunicazione Puglisi s’ingegna per “cavalcare” in positivo la vicenda, ottenendo di poter incontrare personalmente l’allora capo del Governo Massimo D’Alema ed il ministro del Lavoro Antonio Bassolino cui chiede di attivare urgentemente tutte le iniziative necessarie a rilanciare l’economia di Francavilla e, più in generale, del comprensorio taorminese; quel suo accorato appello godrà addirittura dei riflettori del programma televisivo più popolare d’Italia, ossia il “Maurizio Costanzo Show” di Canale 5. Il suo viscerale attaccamento al Comune che gli ha dato i natali e che amministra con impegno e passione unici, gli fa anche meritare dei prestigiosi riconoscimenti di rilievo nazionale, come il Premio “Arco di Traiano per il Turismo” a Roma ed il Premio “Tindari per la Politica” a Portorosa (ME). Da sottolineare, infine, che sotto la sua “scuola”, ossia nella sezione francavillese del Psi da lui guidata, si forma la nuova generazione di amministratori comunali comprendente, tra gli altri, l’ex sindaco Paolo Spatola (Amministrazione 1993-1997) e l’attuale Salvatore Nuciforo. Anche quest’ultimo, benché divenutone avversario e ritrovandoselo ultimamente nel ruolo di capogruppo consiliare dell’opposizione, in questi giorni ha espresso parole di profondo apprezzamento nei riguardi del compianto “maestro”. «Esemplare e quasi commovente – ricorda in particolare il primo cittadino in carica – è stata la sua disponibilità nei miei confronti in occasione del passaggio delle consegne quando, otto anni fa, venni eletto «Non voleva nemici, ma solo avversari» I l destino ha voluto che il posto lasciato vuoto da Salvatore Puglisi nell’aula consiliare francavillese venisse occupato dal giovane Antonino Raspa (nella foto), il quale al compianto ex primo cittadino era particolarmente legato per motivi familiari. Raspa è, infatti, il primo dei non eletti della lista “Paese Libero” che, quattro anni fa, aveva espresso la candidatura a sindaco dell’architetto Sebastiano La Maestra. Il nuovo consigliere di minoranza, comunque, non occuperà lo stesso scranno di Puglisi: quella sedia rimarrà simbolicamente vuota sino alla fine di questa legislatura (primavera 2012), così come ha proposto il consigliere Rosario Sorbello proprio per perpetuare il ricordo del benemerito politico attraverso l’evidenziazione della sua triste assenza ai lavori d’aula. Nino Raspa (32enne, un diploma di ragioniere ed attualmente imprenditore nel settore della ristorazione) si è insediato nella seduta di civico consesso svoltasi all’indomani dei solenni funerali di Puglisi, e nell’intervento di saluto si è particolarmente soffermato sul suo rapporto con l’illustre amministratore. «Da tempo – ha rivelato il neoconsigliere – il professore Puglisi accarezzava l’idea di dimettersi per fare posto al sottoscritto, ma io mi sono sempre opposto fermamente a questa ipotesi, dicendogli pure che sarebbe stato inutile in quanto anch’io mi sarei immediatamente dimesso a ruota. Frequentandolo assiduamente, mi sono sforzato di fare tesoro dei suoi nobili insegnamenti di vita, a cominciare da quello che ispirava il suo modo di fare politica: non considerare mai chi la pensa diversamente da te o milita in un’altra formazione come un “nemico”, bensì come un “avversario” con cui dialogare e confrontarsi traendo sempre nuovi stimoli per fare meglio nell’esclusivo interesse della collettività». Della coerenza di Salvatore Puglisi a tale principio hanno dato atto anche l’attuale sindaco Salvatore Nuciforo e la presidente del Consiglio Lina Silvestro. Quest’ultima, in particolare, ha ricordato quando, dopo aver affrontato dibattiti consiliari particolarmente accesi che li trovavano su posizioni contrapposte, l’ex sindaco si premurava per invitare l’allora giovane consigliera comunale Silvestro e gli altri antagonisti politici a prendere un caffè al bar. «Era l’esempio vivente – ha sottolineato la Silvestro – della politica sana e condotta in modo si- sindaco per la prima volta. Sino a poche ore prima, da diretti avversari in campagna elettorale, ci eravamo confrontati molto criticamente, ma quel giorno stettimo insieme parecchie ore (mentre i “politologi” nostrani s’interrogavano morbosamente su cosa stessimo facendo chiusi così a lungo in quella stanza del municipio…) durante le quali Puglisi si mise pazientemente ed affettuosamente a mia completa disposizione per informarmi sullo stato delle varie pratiche amministrative “al fine – mi disse – di metterti in condizione di guidare al meglio il nostro paese, perché è questo ciò che più mi preme, al di là se sia io o un altro a fare il sindaco; e ricorda che, anche da avversario, sarò sempre al tuo fianco ogni qualvolta ciò potrà tornare utile a Francavilla”». La vita pubblica di Salvatore Puglisi che abbiamo qui sommariamente ripercorso, e che s’identifica con mezzo secolo di storia di Francavilla di Sicilia, è stata tratta da una lunga intervista esclusiva che lo “storico” sindaco volle rilasciare al “Gazzettino” nel luglio del 2008, proprio per la simpatia da lui nutrita verso questo settimanale, derivata anche dalla sua stima verso alcuni giornalisti e dal bel ricordo che lo legava al compianto editore Isidoro Di Grazia, molto simile a lui quanto ad attaccamento e spirito di servizio verso il proprio paese. Nel 2001, infatti, Puglisi assistette compiaciuto al trionfo della municipalità francavillese all’originale gara tra Comuni “Il Campanile d’Europa”, organizzata a Giarre dal “vulcanico” Cavaliere, papà dell’attuale editore del nostro giornale. «Siamo stati ospiti e trionfatori di una manifestazione di grande prestigio – ci comunicò orgoglioso al rientro dalla simpatica competizione - ed organizzata nei minimi particolari da un benemerito cittadino di Giarre, veramente degno di lode». Ma lo “spirito” di Salvatore Puglisi ha “aleggiato” su queste pagine anche in tante altre occasioni ed, in particolare, ogni qualvolta dovevamo occuparci di vicende o personalità politiche francavillesi del passato: era inevitabile rivolgersi a lui ed attingere alla sua formidabile memoria storica per avere informazioni esatte e dettagliate da trasmettere ai lettori. Pertanto, oltre che ai suoi concittadini, quest’autentico “gentleman” della politica (e non solo) mancherà tantissimo anche a noi operatori dell’informazione locale, per i quali nutriva un’altissima considerazione, già in tempi in cui parlare di “comunicazione” e “promozione dell’immagine” era ancora qualcosa di avveniristico. Da oggi senza di lui, la sua signorilità, i suoi preziosi “amarcord” ed il suo sorriso radioso e sincero, tutti i francavillesi saranno senz’altro più “soli”: perché Puglisi s’identificava con Francavilla, e Francavilla con lui. Rodolfo Amodeo Il dolore della signora Franca D gnorile, senza mai sfociare in rancori e beghe personali». Il sindaco Nuciforo, dal canto suo, ha preannunciato l’intitolazione a Salvatore Puglisi della ricca biblioteca comunale che si sta allestendo nelle stanze dello storico Palazzo Cagnone. «E’ il riconoscimento più immediato che possiamo tributare alla memoria di questa benemerita ed insostituibile personalità – ha dichiarato il primo cittadino – in quanto l’inserimento nella toponomastica delle vie e delle piazze richiede procedure che si protraggono per parecchi anni. Ma non è certo di poco conto e lui stesso, da “Lassù”, ne sarà felice, visto che, assieme alla politica ed all’amore per Francavilla, i libri e la cultura erano le altre sue ragioni di vita. Inoltre, onorando anche la memoria del compianto ministro e suo “mentore”, pensiamo di intitolare al felice binomio “Capria-Puglisi” la nuova piazza che realizzeremo nella zona di Via Gramsci». Ma diversi consiglieri comunali hanno suggerito di perpetuare la memoria del compianto sindaco anche riprendendo la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, a lui tanto cara, e soprattutto finanziando la pubblicazione dei tre volumi di storia patria francavillese che Puglisi era in procinto di mandare in stampa se non fosse intervenuta la “Nera Signora”. opo una vita da “scapolo impenitente” («Che volete: ho deciso di sposare… Francavilla!», soleva spesso dire tra il serio ed il faceto, anche in qualche suo appassionato comizio), Salvatore Puglisi ha avuto la fortuna, nell’ultimo decennio, di trovare il calore di una famiglia e l’amore di una giovane compagna, la quale ci ha affidato questi suoi commossi pensieri, letti anche nella seduta consiliare commemorativa di lunedì scorso. *** In queste giornate di profonda tristezza per tutti noi, sono state ricordate le eccelse qualità politiche ed intellettuali di Salvatore, che tanto beneficio hanno arrecato alla comunità francavillese in termini di sviluppo e conservazione della memoria storica. Ma ritengo doveroso aggiungere alle numerose, autorevolissime e sincere testimonianze delle personalità pubbliche anche quella di chi, come me, gli è stata assiduamente a fianco fino all’ultimo istante della sua vita. La mia vuol essere una testimonianza sull’uomo piuttosto che sul personaggio pubblico; perché Salvatore è stato un “grande” pure negli affetti, ed in particolare in quelli che ha riservato alla sottoscritta ed alla sua famiglia. Certo: lui aveva bisogno di affetto perché, come spesso accade, ad un’intensa ed esaltante vita pubblica non sempre corrisponde una serena ed appagante vita privata; noi l’affetto gliel’abbiamo dato, ma eravamo in più persone a stargli vicino mentre lui era uno solo e, ciò nonostante, in ogni momento della giornata riusciva ad “avvolgerci” tutti con il suo calore umano, la sua dolcezza e le sue premure nei nostri confronti, sempre attento a non essere indiscreto né invadente. Abbiamo ricevuto tanto dalla sua saggezza, dai suoi consigli, dalla sua esperienza di vita e dalla sua profonda cultura. Ma adesso la nostra casa è vuota: ogni angolo, ogni mobile, ogni oggetto ci parlano di lui, ma lui - purtroppo - non può più parlarci né “esserci”, e nulla – proprio nulla – ci può consolare. L’unica “consolazione” è continuare a volergli bene da quaggiù, come sono certa che lui ce ne continuerà a volere da Lassù. Consentitemi, infine, di ringraziare dal più profondo del cuore la sorella Nina, il cognato Francesco ed i nipoti i quali, affranti anch’essi per la tristissima ed inattesa dipartita di Salvatore, in queste giornate di indicibile dolore mi sono stati vicini in maniera veramente speciale. Grazie, Salvatore, per tutto quello che, in questi anni indimenticabili trascorsi insieme, hai dato a me ed alla mia famiglia! Valentina Consoli Franca Russo Gazzettino 29-01-2011:Gazzettino-nuovo 1 27/01/11 20:03 Pagina 8 8 > S E T T I M A N A L E IDG N. 1 • s aba to 29 gennaio 201 1 attualità di Giarre Il sorriso degli “angioletti neri” Inseguendo Dopo Fiumefreddo e Giarre fa tappa a S. Alfio la presentazione del volume del maresciallo Roberto Rapisarda “Mbweni - il Villaggio della Gioia” C ontinua nel territorio della Contea Jonico-Etnea la presentazione del testo di solidarietà del maresciallo Roberto Rapisarda “Mbweni - il Villaggio della Gioia”. Dopo l’evento particolarmente significativo della presentazione del libro a Fiumefreddo ed a Giarre (incontro cui fa riferimento la foto), quest’ultimo a cura della Società di Storia Patria e Cultura con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura e l’intervento finale del Sindaco, Teresa Sodano, e di Sua Eccellenza Mons. Pio Vigo in una Sala Romeo colma di prestigiose presenze, un altro incontro, pochi giorni fa si è realizzato nella collinare cittadina di S. Alfio. Ed è stato anche lì un grande successo di presenze e di interesse per gli “angioletti neri”. Erano attenti ed entusiasti il Sindaco di S. Alfio, dott. Salvatore Russo, il presidente del Consiglio comunale, prof. Alfio La Spina, il Comandante della locale stazione dei Carabinieri, dott. Alfio Polisano che, alla fine della serata, si sono congratulati con l’autore e con i relatori, il prof. Girolamo Barletta, il dirigente scolastico prof. Carmelo Torrisi e con la dott.ssa Lucia Brischetto Esperta del Tribunale di Sorveglianza di Catania. Alla piacevole serata, ha partecipato anche il Generale dei Carabinieri dott. Antonio Pappalardo che, in un suo appassionato intervento, ha tenuto con il fiato sospeso tutti i presenti. Presenti anche tantissime autorità scolastiche e istituzionali, fra cui la Dirigente scolastica dott.ssa Maria Novelli, la dott.ssa Maria Elena Grassi, la dott.ssa Cardillo e tanti altri autorevoli cittadini. La serata è stata anche allietata dal concerto per fisarmonica del maestro Nunzio Belfiore. Presente, ed entusiasta come sempre quando si parla e si pratica solidarietà, il Procuratore della Repubblica, dott. Fontana, che, nel suo intervento, ha elogiato e si è congratulato con tutti i fautori del testo per la loro passione per la solidarietà. A sostituire Sua Eccellenza il Vescovo di Acireale è stato l’autorevolissimo intervento di padre Giambattista Rapisarda. Il dott. Roberto Rapisarda, Comandante della stazione dei Carabinieri di Fiumefreddo, con il suo operato si è sempre occupato di qualità della vita e di solidarietà. Di fatto, egli svolge la sua professione con grande senso di responsabilità e impegno, sia sul piano giuridico che sul piano sociale e umano. Qualificato maresciallo dell’Arma dei Carabinieri desta stupore la sua capacità di sapere coniugare la professione con l’impegno sociale e il volontariato. Egli onora, giornalmente, l’Arma a cui appartiene e ,contemporaneamente, partecipa a missioni umanitarie. Di recente, è stato in Tanzania, dove sta per ritornare nei prossimi giorni, per continuare a fare esperienza di volontariato aiutando gli orfani della casa di Padre Fulgenzio. Egli, con il consenso della sua solidalissima famiglia, ha condiviso e condivide i problemi dei minori della Tanzania. Rapisarda, in Tanzania, ha avuto la possibilità di scoprire da vicino la ricchezza e la diversità di questa terra, popolata di “angioletti neri”, fornendo allo stesso tempo un grande aiuto sul posto. Padre Fulgenzio Cortese, che ci ha onorato con la sua presenza in occasione della presentazione del libro a Fiumefreddo, con la lettura delle pagine del suo libro/diario ha permesso di conoscere un paese a noi lontano, la Tanzania, un paese con enormi ricchezze naturali, situato sulla costa orientale del continente africano. Attraverso la lettura del libro/diario dell’autore apprendiamo che, dopo la conquista dell’indi- pendenza, la Tanzania è in piena crescita, nonostante debba ancora affrontare diversi problemi economici e sociali. La stabilità politica del paese rappresenta una base solida per il miglioramento delle condizioni socio-economiche dei tanzaniani Il Comandante Rapisarda conosce bene le tantissime necessità dei bimbi della Tanzania. Bimbi che soffrono la fame, la siccità, le malattie, le epidemie mortali, prima fra tutte l’Aids, e aiutandoli con il ricavato della vendita dei volumi della sua pubblicazione mira a migliorare le condizioni di vita di tanti “angioletti neri”, promuovendo il dialogo e solidarietà e, come volontario, desidera dare una mano al Villaggio della Gioia, fondato da Padre Fulgenzio Cortesi, che è un luogo di accoglienza e di educazione, sito a pochi chilometri dalla capitale della Tanzania Dar es Salam. La struttura offre ai bambini orfani e di strada della Tanzania la possibilità di crescere in una dimensione familiare, dando loro dignità, autostima e speranza, senza che siano sradicati dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni. Il ricavato della vendita del libro è sicuramente un sollievo per la comunità di padre Fulgenzio, che può realizzare altre strutture per far studiare i suoi cento figli neri dando loro l’integrazione con il resto del mondo e il riconoscimento dei diritti universali. L’autore nelle belle pagine del suo libro non parla molto di sé, della sua cultura, della sua professione, ma si evince dal suo scritto che il suo darsi è stato spinto da uno forte spirito cristiano non proclamato, ma vissuto in silenzio per l’impegno e semplicità. L’autore, emozionato dalla vita vissuta in Africa, vuole continuare con altri viaggi in questo immenso continente, fatto di eccezionali paesaggi naturali ed animato da tante etnie e culture diverse e, nel contempo, realizzare una sfida dall’alto contenuto sociale. Alle nostre domande, risponde fiero e pronto ad affrontare ancora altre esperienze in terra d’Africa e perciò deve essere in forma, pronto a lavorare duro e a sopportare il caldo della Tanzania. Ma, in ogni caso, sa come affrontare e verificare i numerosi disagi che caratterizzano la vita di questo Luogo lontano e di scoprire sempre un mondo diverso dal nostro. E, forse, migliore del nostro. Anna Fichera Per noi è l’anno zero A Montelepre, paese famoso per aver dato i natali a Salvatore Giuliano, 138° iscritto al Mis storico, (quello di Andrea Finocchiaro Aprile, di Vincenzo Purpura, di Antonino Varvaro, di Concetto Gallo e di Antonio Canepa), nella splendida cornice del Castello di Giuliano, si sono ritrovati aderenti e simpatizzanti del Mis che, dopo quasi settant’anni di storia, è ancora presente nella difesa dei diritti del Popolo Siciliano. A radunarli il presidente del Movimento, Salvatore Musumeci, insieme al segretario Nello Rapisarda e al vice segretario Santo Trovato, promotore dell’incontro politicoculturale. Musumeci, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti, circa un centinaio provenienti da ogni parte della Sicilia, ha aperto un dibattito per dar voce ad alcuni fra i più eloquenti appartenenti al Movimento e simpatizzanti della causa siciliana, dal quale è emerso quello che potrebbe essere il manifesto del Mis: «Il centocinquantennio dell’Unità d’Italia, il popolo siciliano lo sta vivendo come una disgrazia, una grande sofferenza poiché ha visto il depauperamento del territorio e del suo patrimonio biologico, paesaggistico, culturale e artistico: miseria, fame ed emigrazione ne furono i primi frutti che oggi ritornano puntualmente e inesorabilmente. Il breve periodo di benessere e progresso economico del dopoguerra, mal gestito svendendo la Sicilia per interessi personali e a favore di Roma, ha portato a ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti. Ai siciliani è stato tolto tutto: la dignità, la libertà e l’identità. Questa è la dittatura velata del XXI secolo. La Sicilia è stanca, sfinita. A cosa serve adesso il Ponte sullo Stretto? È un’opera assurda. Distruggendo l’immagine del mistero che circonda l’isola e che affascina i turisti, anche qui per puri interessi contingenti e con la scusa di assumere per anni manodopera come fu per le raffinerie di Augusta, Gela e Milazzo, si distrugge quel che è invece motivo di attrazione. I turisti “La Sicilia deve ritornare ai siciliani” scelgono la Sicilia non solo per il suo bel mare, ma soprattutto per il suo passato e per quello che di esso rimane. Una terra che è stata nei secoli di grandissima importanza storica, oggi cancella tutti i suoi trascorsi gloriosi e si riconsegna alla storia come un paese spento, sfiduciato, impoverito e immobile. Il riscatto dei siciliani passa solo attraverso le loro coscienze e la loro coesione. Soltanto i siciliani possono essere i fautori di un domani più giusto, più democratico in cui saranno loro a scegliersi il futuro. La cosa peggiore è che hanno tolto ai siciliani la cultura, quella stessa cultura che la Sicilia negli anni di massimo splendore esportò in tutto il mondo. I siciliani non conoscono più la loro storia. Essa è stata mistificata nel tempo, celandone quella vera. Oggi sono pochissimi i siciliani che conoscono la vera storia della Sicilia. Non sanno, ad esempio, che la lingua italiana è nata in Sicilia e che si è, poi, sviluppata in Toscana. Furono, infatti, i siciliani a impiegare per la prima volta un volgare italiano nella lirica d’amore, ispirandosi a quella provenzale. Pochi sono coloro i quali sa- prebbero parlare dei Vespri Siciliani, uno dei più importanti moti popolari del medioevo (1282-1302), una rivoluzione in cui il popolo siciliano, oppresso dalla dominazione angioina, reclamò la tanto agognata libertà. Né tantomeno sanno di quella rivoluzione siciliana scoppiata il 12 gennaio 1848 a Palermo per mezzo della quale la Sicilia si è potuta liberare dal trono di Ferdinando di Borbone entrando a far parte dell’unione e della federazione italiana, adottandone la bandiera. La Sicilia oggi può riscattarsi solo se i siciliani lo vogliono. Non sarà una cosa semplice, ma bisogna pur iniziare da qualche parte». Il dibattito e la giornata sono stati impreziositi dal contributo e dalla presenza dello storico Luigi Simanella e del Principe Alduino di Ventimiglia, appartenente alla Real Casa Normanna di Sicilia e discendente dell’Imperatore Federico II di Svevia, la cui reale famiglia, nell’arco dei secoli, si è spesa moltissimo e continua a spendersi per la causa siciliana. Lo Statuto Speciale della Regione Siciliana (frutto del sacrificio consu- bei ricordi Rimpatriata di ex alunni e professori per il Corso Sperimentale Grafico-Visivo del Liceo Artistico di Giarre, negli anni tra il 1992 e il 1997 È vero. Il Natale è una festa speciale. E a Natale “si può fare di più.” Così recita il ritornello natalizio. “A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai: riprendere a giocare, riprendere a sognare, riprendere quel tempo che rincorrevi tanto”. Ed è questo quello che hanno fatto alcuni ex studenti del Liceo Artistico di Giarre facendo riunire, dopo un decennio, la loro classe ed i docenti del Corso Sperimentale Grafico-Visivo. Nel corso di una magnifica serata conviviale, negli ultimi giorni del passato 2010, organizzata mediante Facebook, in un noto locale di Tagliaborse, sono stati ricordati gli anni scolastici trascorsi insieme dal 1992 al 1997. Alla rimpatriata hanno partecipato alcune allieve diventate mamme o prossime alla maternità ed anche, a testimonianza che il tempo comunque trascorre, alcuni docenti già in pensione. Una serata all’insegna dei bei ricordi e di qualche inevitabile momento di rimpianto per giorni comunque molto belli. Nella foto ricordo gli alunni: Angela Pennisi, Nancy Lanza, Ester Torrisi con Giovanni Vitale e il piccolo Damiano, Manuela Bene con il figlio Alessio, Fabio Patanè, Simona Strazzeri, Jonatan Pappalardo, Ersilia Contarino, assieme ai professori Mariella Campione, Mario Restifo, Nuccia Battiato, Isabella Consolo, Guglielmo Bambino con la moglie Gabriella, Rosa Spitaleri, Teresa Frino e Rosalba Carlino. “Ci siamo dati appuntamento per la prossima estate, con la speranza ma anche la certezza che saremo molti di più”. Più che un pensiero, una promessa da mantenere. M.R. L’intervento La Freccia rotta, due anni dopo, è diventata… nera! mato dai siciliani per la loro terra e libertà), dopo la promulgazione del 15 maggio 1946 e la conversione in legge costituzionale il 26 febbraio 1948, non ha subìto alcuna attuazione privando i siciliani onesti di poter vedere rinascere la loro vera patria (la Sicilia). Chi sono i siciliani onesti? Sono quelli che amano la loro terra, quelli disposti anche a morire per la loro patria, quegli eroi di ieri che proiettano il loro destino verso un futuro migliore. Ed è verso questa direzione che si muove il Mis il cui scopo è quello di promuovere la vera Autonomia, quella approvata e mai applicata. A niente è valso il sacrificio di eroi come Canepa, Gallo e lo stesso Salvatore Giuliano (per molti siciliani eroe lo è stato veramente), comandanti dell’Evis negli anni roventi dell’ultimo dopoguerra. Invece, forze occulte, politici millantatori senza scrupoli hanno nel tempo depauperato l’isola defraudandola di tutti i suoi tesori, le sue risorse, le sue energie, riducendola a uno stato pietoso. «La colpa se siamo ridotti in queste condizioni – come evidenziato nelle conclusioni, dal presidente Musumeci e dal vice segretario Trovato – è di quei siciliani che hanno venduto i fratelli siciliani e continuano a farlo, imperterriti, ancora oggi. Ecco perché lo Statuto Siciliano non è stato applicato fino adesso. Questo sistema si abbatte creando e sostenendo un “soggetto politico” veramente siciliano che si batta per i diritti negati e/o violati dei Siciliani. Solo così a Roma si accorgerebbero che c’è un popolo, quello siciliano, che esiste, che è vivo ed è pronto a fare valere la propria sovranità». Sicuramente, non occorre più un nuovo Evis per ottenere l’applicazione dell’Autonomia. Le battaglie devono essere combattute cercando di conquistare passo dopo passo i propri diritti, utilizzando soltanto la politica. Lega Nord docet! Due anni fa, e precisamente il 19/01/2009, veniva realizzata l’operazione “Freccia Rotta” organizzata dal Presidente della Provincia Regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, un’iniziativa provocatoria nei confronti della stessa politica. All’operazione presero parte consiglieri comunali, provinciali, deputati regionali e nazionali, tutti armati di buone speranze per cercare di capire l’annoso problema delle infrastrutture in Sicilia e per rendersi conto, di persona, cosa significasse viaggiare in treno. A due anni esatti da questa operazione, chiediamo al presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione ed alla politica siciliana, di fare un bilancio su quanto è stato detto due anni fa e su quanto è stato realizzato due anni dopo. In questo due anni di Freccia Rotta, un po’ tutta la classe politica regionale e nazionale, ha cavalcato l’operazione messa in campo dal presidente della provincia di Catania con i vari proclami: “bastano 20/30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare la CataniaPalermo compresi i veloci Pendolini”; e un po’ tutti a scommettere e a proporre l’orario di percorrenza, che andava dalle 3 ore sino alle 2 ore e 30. Ma, a tutt’oggi, si continua a percorrere tale tratta con una coppia di treni che impiega 3 ore (facendo poche fermate), con alcuni che ne impiegano dalle 4 ore alle 4 ore e 10 e qualcun altro che ne impiega 5 ore e 7 minuti. Senza dimenticare i vari proclami, non per ultimo, quello dell’ex sottosegretario ai trasporti Reina, che annunciava sulle pagine dei quotidiani siciliani di avere trovato i 20 milioni di euro necessari per velocizzare finalmente la Catania-Palermo. Lasciando perdere i vari annunci della politica, possiamo dichiarare che, ad oggi, non è cambiato nulla sulla relazione ferroviaria Catania-Palermo, da qualsiasi punto di vista. Tra l’altro, occorre far notare le stranezze della politica siciliana: da un lato, si batte per ricercare fondi e risorse per cercare di migliorare le tratte ferroviarie dove, al momento non viaggia quasi nessuno; dall’altro lato, invece, non prende atto della scomparsa dei 1970 milioni di euro dai contratti di programma per il raddoppio della relazione ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri, finanziati nel 2005, e di cui non si hanno più tracce nei vari Contratti di programma. La politica siciliana dovrebbe viaggiare più spesso in treno, per rendersi conto dello stato in cui versano le strade ferrate, i servizi ferroviari offerti e le infrastrutture, anziché viaggiare sui fiumi di parole e di inchiostro. ormai, la Freccia, oltre ad essere “Rotta”, è diventata anche “ Nera”. Amalia C. R. Musumeci Coordinatore Comitato Pendolari Me-Ct-Sr Giosuè Malaponti
© Copyright 2024 ExpyDoc