La stanza dei pesci - Studio Sandrinelli

Flora Tommaseo
La stanza
dei pesci
Introduzione di CLAUDIO
MAGRIS
Euro 16,00; pp. 289., 13,5x21,0 cm
ISBN 978-88-7223-211-8
La prima volta che si sfoglia il libro di Flora Tommaseo, un’inesorabile sensazione di meraviglia
e stupore pervade qualsiasi lettore, anche il più
imperturbabile. Il libro accende i riflettori proprio sugli “incidenti di percorso” di una vita che,
se inizialmente possono sembrare marginali e
trascurabili, possono rivelarsi disattesi giudici
del nostro futuro. Un gesto, una parola, al posto
sbagliato nel momento sbagliato e l’inimmaginabile può crollarci addosso. La condotta irriverente di Matilde, protagonista di questo libro/
diario/autobiografia ne è un esempio. Troppe
delusioni rimediate, sofferenze intascate, troppe
lacrime non piante e troppe attese sradicate
hanno portato ad anestetizzare i suoi dolori con i
rimedi peggiori di cui un’anima si possa nutrire.
Eppure Matilde è dotata di una sensibilità oltre
le righe e a questa stessa sensibilità ricorre ogni
volta che scrive sul suo magik book, sfuggendo
così, almeno per qualche istante, alla routine
giornaliera dei servizi e delle comunità d’accoglienza: dall’assunzione dei farmaci, alla partecipazione alle riunioni; dallo svolgimento dei
compiti, alle litigate con i compagni e le compagne di viaggio. Una scrittura puntuale e suggestiva annota emozioni, frustrazioni, fallimenti e
senza mai diventare lamentosa traduce un’incessante richiesta d’aiuto, come di un pesce che
chiede silenzioso di essere sollevato dalle
ristrettezze senza fantasia di un acquario e nuotare nel mare infinito…
Questa autobiografia costituisce un vero e proprio
Bildungsroman, un romanzo di formazione; ma
non un romanzo letterario, bensì un romanzo di
vita vera. Talora troppo dolorosamente vera, ma
neppure la sofferenza, l’errore, la colpa, le espressioni spesso stupidamente autopunitive – o punitive e involontariamente ma altrettanto stupidamente arroganti, come sono così spesso quasi
tutte le trasgressioni – non riescono, come in troppi altri casi, a spegnere la luce della vita, a soffocare la levità, la leggerezza. È curioso, anzi straordinario che un libro che racconta vicende così
dure, spiazzanti, spesso respingenti, conservi il
senso della leggerezza.
(dall’introduzione di Claudio Magris)
Flora Tommaseo è nata a Trieste
nel 1981. Si è laureata in cinema
all’Università degli Studi di Trieste. Ultima di tre figli, vive con i
suoi genitori nella sua città. Da
molto tempo ama scrivere. Dal
2010 al 2011 ha affrontato un’esperienza che le ha cambiato la
vita e le pagine di questo libro raccontano proprio quei giorni di
dolore e di crescita interiore che
l’hanno strappata da una vita radicata da tempo nell’oscurità del
mondo.
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