29. Working paper Filierecooperative n.29-2014

FILIERECOOPERATIVE X
Nutrire il pianeta
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Il servizio informativo dedicato alle principali filiere agroalimentari lombarde
WORKINGPAPER N.29
30/11/2014
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N.29 2014
L’impatto economico della distribuzione moderna sulle scelte
di innovazione del settore alimentare dell’UE
Il periodo a cui fa riferimento lo studio, sviluppato dalla Commissione Europea, comprende il 2008 anno
caratterizzato dall’avvento della crisi economica, che ha avuto un significativo impatto sul potere di acquisto dei
consumatori dell’UE. La ricerca del prezzo più basso è diventata una delle principali priorità dei consumatori
europeii. Inoltre, sono cambiate le abitudini di consumo, la popolazione è sempre più vecchia, cresce l’interesse
nei confronti della salute (intolleranze alimentari, allergie, obesità ecc.), e aumenta anche l’attenzione alle
problematiche ambientali e all’impatto che i propri consumi hanno sull’inquinamento ambientale, il tutto ha
avuto conseguenze sulle scelte di consumo, e ha portato alla crescita di specifiche categorie di prodotti (prodotti
freschi, biologici, gluten- free ecc.).
Il periodo che va dal 2004 al 2012 è stato caratterizzato da un forte sviluppo in UE della distribuzione
organizzata. Sviluppo reso evidente dall’aumento del numero di punti vendita e della superficie di vendita.
Negli ultimi dieci anni, in particolare sono notevolmente cresciuti i Discount sia in termini di punti vendita che
di superficie: dal 2000 al 2011 le loro vendite hanno subito incrementi dell’81% in tutta l’UE, mentre nello
stesso periodo i supermercati e gli ipermercati hanno fatto registrare una crescita rispettivamente del 46% e del
26%. I più grandi gruppi della distribuzione moderna, hanno ampliato e accresciuto la loro quota di mercato in
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N.29 2014
molti Stati Membri. A livello europeo, la quota di mercato dei primo 10 rivenditori di generi alimentari è
passata dal 26% nel 2000 al 32% nel 2011.
Inoltre, è notevolmente cresciuta la quota di mercato delle Private Label in tutte le principali categorie di
prodotto. Sono varie le cause di tale successo, prima tra tutte la percezione del consumatore che vede in esse un
prodotto con un ottimo rapporto qualità/ prezzo; ma anche i maggiori margini di guadagno per i rivenditori, e
infine per i produttori un modo più redditizio di sfruttare le proprie abilità produttive.
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1. Caratteristiche della GDO in Europa
La distribuzione moderna in UE
Secondo gli ultimi dati disponibili, il settore della
GDO nel complesso rappresenta il 4,3% del valore
aggiunto lordo dell’economia europea, oltre l’8%
dell’occupazione e 3,7 milioni di piccole e medie
imprese. Si tratta di un settore che interagisce sia con
il mercato a monte della filiera agroalimentare, che
con quello a valle. Nel mercato a monte i produttori
forniscono
i prodotti che poi i fornitori mettono a
disposizione attraverso i loro canali di distribuzione, ai consumatori finali fornendo loro le
informazioni su questi prodotti attraverso la pubblicità o il personale. Inoltre, i rivenditore
permettono ai consumatori di accedere a merci provenienti anche da diversi Stati membri.
Il corretto funzionamento dell’intera filiera agroalimentare è dunque molto importante per i
consumatori, visto che circa il 13% della loro spesa è destinato all’acquisto di alimenti, così come il
funzionamento di una seri di altri settori economici essenziali quali: l’agricoltura, l’industria di
trasformazione e distribuzione. Nel complesso la filiera agroalimentare europea genera
715.000.000.000 di euro di valore aggiunto all’anno, pari a circa il 6% del PIL UE-27.
La differenza tra la distribuzione moderna e la vendita al dettaglio tradizionale può essere di
difficile definizione, ad ogni modo il concetto di GDO fa riferimento ai canali di distribuzione nati
negli ultimi 30/40 anni. Nella maggior parte dei casi, inoltre la vendita al dettaglio tradizionale è
caratterizzata da piccole realtà indipendenti e spesso a conduzione familiare, con canali di
distribuzione non organizzati. La definizione, che in questo studio viene adottata per qualificare la
GDO, tiene invece conto delle dimensioni, del tipo di negozio e dei modelli organizzativi. Quindi in
questo studio vengono presi in considerazione gli ipermercati (superficie >= 500m^2), i
supermercati (400-2.499 m^2), e i discount.
Evoluzione del settore
Nel corso degli ultimi due decenni è possibile individuare una serie di tendenze chiave nello
sviluppo nel settore europeo del retail. Tendenze cha hanno avuto un impatto decisivo
sull’evoluzione di tale settore e che comprendono:
✴Aumento del numero di negozi e aree commerciali;
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1. Caratteristiche della GDO in Europa
✴Cambiamenti strutturali della vendita dettaglio;
✴Sviluppo delle Private label;
✴Crescita della GDO e della ricerca di nuove fonti di crescita;
✴Sviluppo di nuove tecnologie.
Andando ad esaminare le singole tendenze, l’aumento del numero di negozi e di superficie
destinata alla vendita, ha ampliato
il
panorama
consumatore
commerciale
europei.
dei
Nello
specifico l’area di vendita degli
ipermercati, tra il 2000 e il 2011
nell’UE, è cresciuta del 46% pari a
2.861
punti
l’incremento
vendita
di
in
più;
superficie
dei
supermercati, che sono la tipologia più
diffusa in UE, tra il 2000 e il 2011 è stato
del 26%, con 5.326 punti vendita in più; e
infine i discount hanno fatto registrare la
crescita maggiore pari all’81%, con 12.778 punti vendita aggiuntivi.
La crescita delle diverse tipologie di distributori ha avuto un impatto rilevante sulle scelte dei
prodotti alimentari da parte dei consumatori, in quanto le diverse tipologie di punti vendita hanno
anche assortimenti diversi: gli ipermercati solitamente sono quelli con un più vasto e vario
assortimento viste le loro maggiori dimensioni, che si valuta in Stock Keeping Unit (SKU) pari in tal
caso a 20.000 unità; per i supermercati si parla invece di minimo 5.000 fino a massimo 10.000 SKU;
mentre i discount, che notoriamente hanno un assortimento più limitato, si collocano tra le 1.000 e le
2.000 SKU. Naturalmente le tipologie di rivenditori con la superficie di vendita più ampia, come gli
ipermercati sono in grado di offrire un assortimento più vasto, che comprende non solo generi
alimentari, ma anche non, in modo da diversificare maggiormente l’offerta e aumentare i margini di
guadagno.
Nonostante ciò i discount sono la forma distributiva, che ha fatto registrare la crescita maggiore negli
ultimi dieci anni, cambiando profondamente il panorama della vendita al dettaglio dei generi
alimentari. Il successo alla base di tale format sta proprio nella scelta di fornire ai consumatori
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1. Caratteristiche della GDO in Europa
prodotti con prezzi altamente competitivi, ma un assortimento limitato. Quest’ultimo però insieme
ad un personale polivalente ha permesso il raggiungimento di una serie di economie che gli
consentono di rimanere competitivo.
La distribuzione moderna ha ampliato e accresciuto la propria influenza in molti Stati membri (SM)
anche se la situazione rimane eterogenea a livello dei singoli Stati. Rispetto ad altri settori, la
concentrazione della vendita al dettaglio è relativamente bassa anche se con un trend in crescita. La
quota di mercato della GDO i generale è in crescita in tutti gli SM maturi, anche lì dove si è
sviluppata più di recente. In tal senso gli SM posso generalmente essere raggruppati in tre categorie:
1. SM in cui la GDO si è sviluppata prima del 2000 (rappresenta almeno il 65% del mercato
alimentare) e ha mantenuto tale quota (sono un esempio Francia, Germania, Svezia, Finlandia
ecc);
2. SM in cui la diffusione della GDO è avvenuta a partire dal 2000 ed è significativamente più
elevata nel 2011 (almeno del 20% in più) come nel caso dell’Olanda, Estonia, Belgio, Austria ecc.;
3. SM in cui la GDO si è sviluppata in modo significativo, ma rimane su livelli relativamente bassi
nel confronto con gli altri SM (meno del 50% del mercato dei prodotti alimentari), come nel caso
di Polonia, Cipro, Bulgaria e Romania.
La crescita della concentrazione della GDO può essere
vista anche a livello di approvvigionamento, attraverso
l’implementazione
di
centrali
d’acquisto
che
rappresentano, uno strumento di razionalizzazione e
programmazione
delle
forniture.
Attraverso
la
costituzione di una centrale di acquisto la grande
distribuzione cerca infatti di ottenere una riduzione dei
prezzi di acquisto, semplificazione delle procedure,
controllo dei consumi, ottimizzazione della logistica, migliore integrazione con i propri fornitori.
Sono diverse le centrali d’acquisto sviluppatesi nel corso degli anni che si differenziano in funzione
della loro finalità e organizzazione:
๏ centrali d’acquisto regionali, gruppi di diversi punti vendita che operano nella stessa area
geografica;
๏ centrali d’acquisto nazionali, operano a livello nazionale per un’insegna o un gruppo di venditori
al dettaglio;
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1. Caratteristiche della GDO in Europa
๏ centrali d’acquisto internazionali, operano per un unico gruppo di vendita al dettaglio che opera
in diverse aree geografiche o per più gruppi che operano in paesi diversi.
A livello globale la diffusione delle Private Label
(prodotti a marchio del distributore) in Europa è
molto alta e in alcuni casi supera il 40% del mercato
(è il caso della Svizzera e Regno Unito), a fronte di
una media del 18% del mercato negli Stati Uniti. Il
successo di tali prodotti è legato al loro prezzo più
basso rispetto ai prodotti di marca, il che diventa un
fattore determinante nella scelta del consumatore
europeo sempre più attento al prezzo. In Europa la penetrazione dei prodotti a marchio del
distributore è aumentata per la maggior parte delle categorie di prodotti, grazie al loro buon
rapporto qualità-prezzo percepito dai consumatori, alla possibilità per i rivenditori di avere margini
più alti e rappresentano per i produttori un modo di diversificare i propri guadagni. Inoltre, le private
label, sono sempre di più viste dalla distribuzione come uno strumento per accrescere il livello di
fidelizzazione dei clienti e rafforzare l’immagine della propria insegna. Così al di là delle più diffuse
private label che imitano i prodotti di marca più diffusi, nascono marchi del distributore che
competono direttamente con prodotti a marchio posizionati in una specifica categoria, come i
prodotti Biologici.
La tecnologia pervade il settore della GDO e svolge
un ruolo fondamentale nella razionalizzazione e
nell’efficenza del settore. Alcuni progressi tecnologici
sono evidenti ai consumatori all’interno dei punti
vendita, come le casse self-service, le macchine per la
scansione dei prezzi; le etichette elettroniche, che
consentono ai gestori del punto vendita di tenere sotto
controllo la fluttuazione dei prezzi. Inoltre, di recente
è stata sviluppata la tecnologia NFC (Near Field
Comunication) che consente ai consumatori di effettuare la scansione della loro spesa con il cellulare e
di inviarla direttamente alla cassa. Altri progressi tecnologici sono evidenti anche al di fuori dei
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1. Caratteristiche della GDO in Europa
negozi, come la diffusione di siti dove è possibile confrontare
i prezzi dei generi alimentari, e l’istallazione sul cartelloni
pubblicitari dei QR, codici che possono essere scansionati con
il cellulare, e forniscono tutte le informazioni relative a un
determinato prodotto, che può essere acquistato on-line dal
consumatore e fatto recapitare a casa.
Infine, negli ultimi anni è decisamente aumentato il fenomeno
dell’e-commerce, che nonostante in
Europa sia ancora
marginale, in mercati sviluppati come il Regno Unito rappresenta già il 3% dei acquisti totali di cibo.
In alcuni Stati Membri come la Francia nel corso degli ultimi anni si è sviluppato un nuovo concetto
di e-commerce il “Drive”, che consente ai consumatori di ordinare on-line i prodotti e di poterli poi
ritirare nei punti vendita o in altre ubicazioni.
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2. Evoluzione della scelta, innovazione e concentrazione nella
GDO
La scelta
Nel periodo che va dal 2004 al 2012, la scelta dei
consumatori è aumentata del 5,1% all’anno,
all’interno degli Stati membri. Nello specifico la
crescita maggiore in termini di varietà di prodotti a
disposizione dei consumatori, è stata registrata per
i Discount con un incremento dell’+8% annuo,
rispetto alla media del +5,2% per gli ipermercati e
+3,6% per i supermercati. In termini di categorie di
prodotto invece, un numero maggiore di prodotti alternativi è disponibile per prosciutti/
gastronomia, cereali, formaggi, piatti pronti e antipasti/pizza, per i quali dal 2004 al 2012 la crescita
annua è stata pari a 6 punti percentuali. Dall’altra parte per prodotti come burro/margarina e succhi
di frutta la crescita di varietà è stata minore, circa il 2% annuo. Inoltre, i prodotti per i quali si è
registrato un aumento della scelta, sono gli stessi per i quali si è avuto un aumento dei formati offerti
al consumatore. Tali andamenti hanno portato ad una crescita anche dei fornitori di prodotti di
marca all’interno della distribuzione per determinate categorie di prodotti. A livello di tutti gli Stati
membri la crescita del numero di produttori a marchio è andata dall‘1,7% in Italia, al 6,4% in Spagna.
Naturalmente tale andamento è stato più positivo nel periodo pre-crisi, mentre è diminuito nel corso
della crisi, che ha investito l’intera UE a partire dal 2008. La variazione del numero di fornitori è stata
rilevata analizzando le diverse categorie di prodotti. Nello specifico, dal 2004 al 2012 i settori nei
quali si è avuta la crescita maggiore sono stati quelli dei creali, prosciutto/gastronomia, cioccolato e
bevande analcoliche.
L’innovazione
Nel periodo pre-crisi dal 2006 al 2008 il livello di innovazione è
cresciuto del 3,8% circa all’anno, mentre a partire dal 2008 fino al
2010 il calo registrato è stato dell‘1,2%, ancor più decisivo tra il
2010 e il 2012 (-5,3%). La quota totale d’innovazione di prodotto è
calata dal 43% registrato nel 2006, al 30% del 2012.
Mentre, nel 2004 l’innovazione consisteva essenzialmente nel
lancio di nuovi prodotti e nelle estensioni della gamma (ad esempio nuovi gusti), a partire dal 2012
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Evoluzione della concentrazione, scelta ed innovazione nella
GDO
soprattutto in Francia, Spagna e Italia, ad esempio, ci si è concentrati sulla ideazione di packaging
innovativi, questo tipo di innovazioni nel 2012 rappresentava il 30% del totale delle innovazioni
rispetto a il 6% nel 2004. Dall’altro lato nel 2012 l’innovazione di prodotto e l’estensione della gamma
sono passati dal 40% nel 2004 al 30% nel 2012.
La tendenza a prediligere l’innovazione di packaging è stata osservata attraverso le tre categorie di
prodotto che negli ultimi dieci anni hanno fatto registrare la crescita maggiore di nuovi prodotti
quali: cereali, alimenti per l’infanzia e antipasti/pizze.
La concentrazione
A livello nazionale la concentrazione dei produttori a marchio è aumentata nella maggior parte delle
categorie di prodotti esaminata. La concentrazione complessiva nella vendita al dettaglio (cioè retail
moderno e negozi tradizionali) è in rialzo in quasi tutti
gli Stati membri, essenzialmente a causa della
maggiore penetrazione della Gdo. Nel dettaglio, tra il
2004 e il 2012 i prodotti con i livelli medi di
concentrazione più elevati sono stati i piatti pronti
surgelati, alimenti per l’infanzia, cereali e caffè. Le
categorie, invece, con i livelli più bassi di
concentrazione sono stati prosciutto/gastronomia,
formaggi, e pane fresco e pre-confezionato.
Lo studio ha inoltre rilevato situazioni di squilibrio
nei rapporti tra GDO e fornitori a seconda dello stato
membro e delle tipologie di prodotto considerati. Considerando i diversi Stati membri è stato rilevato
che negli Stati dove la GDO è presente da più tempo vi è una maggiore concentrazione di questa
rispetto ai fornitori (ad esempio in Finlandia i rivenditori sono più concentrati dei fornitori per 21
categorie di prodotto su 23 considerate); in paesi dove la presenza della GDO è più recente invece
accade il contrario, i fornitori risultano essere più concentrati per la maggior parte delle categorie di
prodotti analizzate. La stessa cosa accade se si considerano le categorie di prodotto, in funzione delle
quali si può rilevare una maggiore o minore concentrazione della GDO o dei fornitori. Ad esempio
per prodotti come gli alimenti per l’infanzia e i cereali, nella maggior parte dei casi i fornitori sono
più concentrati della GDO, mentre accade il contrario per prodotti come i formaggi, il prosciutto e il
pane.
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3. I driver della scelta e dell’innovazione nella GDO
Oltre alle dimensioni e al tipo di negozio, i principali driver sia per la scelta, che per l’innovazione,
sono risultati essere: il contesto economico valutato in base al PIL della regione in cui si trova il
negozio; il volume di affari di una determinata categoria di prodotto; specifiche caratteristiche del
negozio (tipologia, superficie); e l’apertura di nuovi punti vendita. Tutti questi fattori hanno avuto
effetti positivi sul livello di scelta e di innovazione offerti della GDO.
Il livello di crescita della regione di localizzazione del negozio, misurata in PIL pro-capite e il livello
di disoccupazione, influenzano in modo diretto il livelli di scelta ed innovazione sia in positivo, che
in negativo. Nello specifico tra il 2008 e il 2012 l’avvento della crisi e la riduzione del PIL ha causato
un calo delle scelta e dell'innovazione all’interno della GDO. Al contrario nelle aree con un contesto
macroeconomico positivo, un più alto potere d’acquisto ha incentivato fornitori ad investire
nella
ricerca di nuovi prodotti e ha accresciuto la volontà dei dettaglianti di aumentare la scelta di
prodotti, per favorire l’aumento della spesa da parte dei consumatori.
Il giro d’affari generato da una determinata categoria di prodotto mostra anch’esso una forte
relazione positiva con i fattori che influenzano le scelte della GDO nei confronti di quel prodotto ( dal
tipo di prodotto, formati e varietà di fornitori per quel prodotto), eccezion fatta per il livello di
prezzo. Naturalmente le categorie di prodotto che generano maggior fatturato sono anche quelle con
un maggior potenziale commerciale e per le quali i fornitori si concentrano maggiormente nello
sviluppo di nuovi prodotti, mentre i rivenditori in esse ripongono le maggiori aspettative di
guadagno. In ultima analisi lo studio ha dimostrato che gli ipermercati offrono una scelta più vasta di
prodotti rispetto ai discount, e che per specifici formati di prodotti i grandi negozi offrono una
possibilità di scelta più vasta.
Anche L’apertura di un nuovo punto vendita porta la concorrenza a offrire più scelta e innovazione
sugli scaffali per attrarre e fidelizzare i consumatori. Mentre, nei mercati al dettaglio moderatamente
concentrati, il maggiore potere contrattuale dei retailer nei confronti dei fornitori non sembra portare
a una minore scelta e innovazione dell’offerta.
Inoltre, in riferimento alla quota delle private label in assortimento, è stato valutato che queste non
hanno un impatto significativo, ma se raggiungono elevati livelli (a seconda della categoria) possono
diventare dannose, limitando la scelta e l’innovazione dei prodotti offerti dalla GDO.
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