V M Società cooperativa Musica per Varese Comune di Varese Assessorato alla Cultura CIVICO LICEO MUSICALE “Riccardo Malipiero” Il progetto Didattico e Artistico del Civico Liceo Musicale (in convenzione con il Conservatorio “G. Verdi” di Como Prot. 4217 del 29.11.2012) “Riccardo Malipiero” Concerto di Varese è realizzato grazie alla generosità delle seguenti famiglie e imprese: in occasione dell’assegnazione del Premio Gianluigi Milanese Simona e Claudio Milanese, Venerdì, 13 Giugno 2014 ore 21.00 Roberto e Achille Babini Cattaneo, Giovanpaolo Lucifero. GPM Insurance Broker Sala Napoleonica di Ville Ponti - Varese In collaborazione con: Centro Litografico Comunale - Varese La6 TV V M Società cooperativa Musica per Varese Comune di Varese Assessorato alla Cultura CIVICO LICEO MUSICALE “Riccardo Malipiero” (in convenzione con il Conservatorio “G. Verdi” di Como Prot. 4217 del 29.11.2012 ) Emittente televisiva LA6 CONCERTO in occasione dell’ assegnazione del Premio Gianluigi Milanese 2014 Venerdì, 13 Giugno 2014- ore 21.00 Sala Napoleonica di Ville Ponti - Varese sentire uscir dalle ferrate porte Scirocco, Borea e tutti i venti in guerra: quest’è il verno, ma tal che gioia apporte L’autunno RV293 Concerto Celebra il villanel con balli e canti del felice raccolto il bel piacere e del liquor di Bacco accesi tanti finiscono col sonno il loro godere. I - Allegro Fa ch’ognuno tralasci e balli e canti molto l’aria che temperata dà piacere, e la stagion ch’invita tanti e tanti d’un dolcissimo sonno al bel godere. II - Adagio I cacciator alla nov’alba a caccia con corni, chioppi e cani escono fuore fugge la belva e seguono la traccia; III - Allegro L’inverno RV297 Concerto già sbigottita, e lassa al gran rumore de’ schioppi e cani, ferita minaccia languida di fuggir, ma oppressa muore. Agghiacciato tremar tra nevi algenti molto al severo spirar d’orrido vento, correr battendo i piedi ogni momento e pel soverchio gel battere i denti; I - Allegro non passar al fuoco i dì quieti e contenti mentre la pioggia fuor bagna ben cento, camminar sopra il ghiaccio e a passo lento per timor di cader girsene intenti; II - Largo gir forte, sdrucciolar, cadere a terra di nuovo ir sopra il ghiaccio e correr forte sin che il ghiaccio si rompe e si disserra; III - Allegro La primavera Giunt’è la primavera e festosetti la saluan gli augei con lieto canto, e i fonti allo spirar de’ zeffiretti con dolce mormorio scorrono intanto. Concerto RV269 I - Allegro Antonio Vivaldi da Il cimento dell’armonia e dell’invenzione op. 8 Le quattro stagioni La Primavera, Concerto in mi maggiore RV 269 per violino solo, archi e continuo. Vengon coprendo l’aer di nero amanto e lemapi, e tuoni ad annunziarla eletti; indi, tacendo questi, gl’augelletti tornan di nuovo al lor canoro incanto. E quindi sul fiorito ameno prato al caro mormorio di fronde e piante dorme il caprar col fido can a lato. II - Largo Di pastoral zampogna al suon festante danzan ninfe e pastor nel tetto amato di primavera all’apparir brillante. III - Allegro non molto L’estate Concerto RV315 Sotto dura stagion dal sole accesa langue l’uom, langue il gregge, ed arde il pino scioglie il cucco la voce, e tosto intesa canta la tortorella e il gardellino. Stefania Montonati, Stefano Zanzi, Maddalena Androni Andreoli Allievi della classe di Storia della Musica M° Matteo Mainardi Curatori del libretto di sala 2013 su B. Britten Premio Gianluigi Milanese 2014 I - Allegro non molto Zeffiro dolce spira, ma contesa muove Borea improvviso al suo vicino; e piange il pastorel perché sospesa teme fiera borasca e il suo detino. Allegro (Giunt’è la primavera – Canto degl’uccelli – Scorrono i fonti - Tuoni – Canto d’uccelli) Largo (Il capraro che dorme – Mormorio di fronde e piante – Il cane che grida) Allegro (Danza pastorale) L’Estate, Concerto in sol minore RV 315, per violino solo, archi e continuo. Allegro non molto, Allegro (Languidezza per il caldo – Il cucco – La tortorella – Il gardellino – Zeffiretti dolci – Venti diversi – Vento Borea – Il pianto del villanello) Adagio, Presto (Toglie alle membra lasse il suo riposo il timore de’ lampi e tuoni fieri – Mosche e mosconi – Tuoni) Presto (Tempo impetuoso d’estate) L’Autunno, Concerto in fa maggiore RV 293 per violino solo, archi e continuo. Allegro assai (Ballo e canto de’ villanelli – L’ubriaco – L’ubriaco che dorme) Adagio molto (Dormienti ubriachi) Allegro (La caccia – La fiera che fugge – Schioppi e cani – La fiera fuggendo muore) L’Inverno, Concerto in fa minore RV 297 per violino solo, archi e continuo. Toglie alle membra lasse il suo riposo il timore de’ lampi e tuoni fieri e di mosche e mosconi il stuol furioso! II - Adagio Ah che pur troppo i suoi timor son veri: tuona e fulmina i ciel e grandinoso tronca il capo alle spighe e a’ grani alteri. III - Presto Allegro non molto (Agghiacciato tremar di nevi algenti – Orrido vento – Correre e battere i piedi per il freddo – Venti – E per soverchio gel battere i denti) Largo (Passar al fuoco i dì quieti e contenti – La pioggia ) Allegro (Camminar sopra il ghiaccio – Camminar piano e con timore – Cader a terra – Correre forte sin che il ghiaccio si rompe e si disserra – il vento scirocco – Il vento borea e tutti i venti in guerra). Solisti Alessandro Premoli, Matteo Giannelli, Andrea Crespi,Maria Vittoria Carosi * Orchestra del Civico Liceo Musicale Direttore, Roberto Perata Maestri preparatori Germano Cortesi, Claudio Andriani *suonano i seguenti violini :Nicolas Giorgi 1899, Leandro Bisiach 1937, Romeo Antoniazzi 1913, Andrea Guarneri 1685 propietà del Comune di Varese Camille Saint-Saens Il Carnevale degli animali Grande fantasia zoologica per pianoforte a quattro mani, violini, viole, violoncelli, contrabbasso, flauto, clarinetto, ottavino e xilofono. Introduzione e marcia reale del leone Galli e galline Emioni Tartarughe L’elefante Canguri Aquarium Personaggi dalle orecchie lunghe Il cu-cu in fondo al bosco Voliere Pianisti Fossili Il Cigno Finale Flauto, Barbara Tartari Contrabbasso, Giuseppe Riggi Pianoforti, Giovanni Galletta, Kristofer Gjoni Clarinetto, Emanuele Castaldi Percussioni, Gregorio Callone Trascrizione per pianoforte a quattro mani, Elia Praderio Orchestra del Civico Liceo Musicale Premio Gianluigi Milanese 2014 Direttore, Roberto Perata Maestri preparatori Germano Cortesi, Claudio Andriani Per quanto riguarda Camille Saint- Saëns parto da una semplice constatazione: per quale motivo si deve pensare che la musica per bambini debba essere inferiore? Per smentire questa osservazione largamente condivisa basterebbe ascoltare quello che ha composto Benjamin Britten e allargando lo sguardo alla poesia sarebbe sufficiente leggere un qualsiasi volume di filastrocche di Gianni Rodari. Se poi questo lavoro di Saint-Saëns venne immediatamente apprezzato da Franz Liszt forse una piccola riflessione andrebbe fatta. Partiamo dalla musica: anche in questo caso non mancano le citazioni, però da opere altrui. Così il n° 4 Tortues (Tartarughe) cita il Galop infernal da Orphèee aux enfers di Jacques Offenbach a velocità decisamente rallentata, con un evidente intento comico; il successivo L’Éléphant (L’elefante) cita invece la Danse des Sylphes da La damnation de Faust di Hector Berlioz (e forse da queste Silfidi elefantesche ha preso ispirazione Walt Disney in Fantasia). A questa parodia non scappa neppure Rossini la cui celebre cavatina Una voce poco fa da Il Barbiere di Siviglia diventa uno dei fossili preistorici del dodicesimo brano della suite. Quest’ultimo brano ci è utile per vedere come Le Carnaval des animaux vada ben oltre l’essere un’opera didattica per bambini o un’allegra bischerata carnevalizia (entrambi scopi nobilissimi, secondo me): vengono presi in giro i vizi dei critici musicali e dei musicologi (brutta razza, in verità), come d’altronde il compositore ha fatto in tutti gli altri brani, mettendo alla berlina atteggiamenti e comportamenti dell’uomo. Si tratta di una versione musicale del castigat ridendo mores, che inserisce così Saint-Saens in una grande tradizione culturale francese: quella della favola di La Montaigne. Ecco allora che aver prima pensato a Gianni Rodari non è stato un caso... Matteo Mainardi - musicologo ‘fossile’ [email protected] Orchestra del Civico Liceo Musicale Violini Clarinetto Maria Vittoria Carosi Emanuele Castoldi Andrea Crespi Flauto Sebastiano Reginato Barbara Tartari Alessandro Premoli Percussioni Giacomo Ricotti Gregorio Callone Enrico Lucchetti Pianoforte Matteo Giannelli Giovanni Galletta Viole Kristofer Gjoni Viola Bogni Alessandro Parolini Violoncelli Michele Calabrò Michele Belli Andrea Braghin Anna Maria Colonna Preti Martina Aceti Contrabbasso Giuseppe Riggi Per approfondire Max Richter, The Four Seasons http://www.youtube.com/watch?v=g3fOVDTg9pU Antonio Vivaldi da Giustino RV 717 (1724) - Sinfonia http://www.youtube.com/watch?v=ArOPuYi4-WI Antonio Vivaldi da Arsilda regina di Ponto RV 700 (1716) - Aria Quel usignolo (II,9) http://www.youtube.com/watch?v=fZ06UVQuUYI Antonio Vivaldi Concerto RV253 La tempesta di mare http://www.youtube.com/watch?v=bqlDZR7r920 Jacques Offenbach da Orphée aux enfers - Galop infernal http://www.youtube.com/watch?v=JL9p20loMJ0 Hector Berlioz da La damnation de Faust - Danse des Sylphes http://www.youtube.com/watch?v=qGFpGyY3gl4 Gioachino Rossini da Il barbiere di Siviglia - Cavatina Una voce poco fa http://www.youtube.com/watch?v=ELQL3GZ307c Cesare Fertonani, La musica strumentale di Antonio Vivaldi, Firenze, Olschki, 1998. Jean Gallois, Camille Saint- Saëns, Sprimont, Mardaga, 2004 Fanno parte dell’Orchestra anche allievi del Civico Istituto Musicale“C. Monteverdi” di Induno Olona e della Scuola Civica di Musica di Besozzo. Vivaldi e Saint-Saëns al di là dei luoghi comuni. Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi e Le Carnaval des animaux di Camille Saint-Saëns sono due opere celebri, non soltanto: per la stragrande maggioranza del pubblico sembrerebbe quasi che questi due autori non abbiano scritto altro... Ovviamente le cose non stanno così, l’opera di questi due musicisti così lontani tra loro è assai ampia e densa di titoli, di generi e, perché no, anche di sorprese. Oltre ad un successo ‘globale’ (che non sempre è un bene), le due composizioni hanno anche un ulteriore, spiacevole motivo di comunione: quello di essere state travisate nel loro più profondo significato. Per Vivaldi si è trattata di una naturale conseguenza dell’inserimento dei suoi quattro concerti nel ‘tritacarne’ del mercato discografico. Il prodotto presenta tutte le caratteristiche per diventare un must: evidente bellezza, apparenti semplicità e immediatezza nell’ascolto, possibilità di associare le immagini di qualcosa di noto (le stagioni dell’anno) a un brano musicale. Quest’ultimo fattore è sicuramente decisivo per un pubblico musicale che si reputa più ignorante di quanto in realtà non sia: la possibilità di avere una chiave di lettura scritta per un brano musicale è una sorta di ‘copertina di Linus’ per chi ha paura di non capire la musica, reputata eccessivamente criptica e misterica, forse perché qualcuno (criminalmente, dico io) gli ha insegnato che è così. Ecco allora un numero infinito di registrazioni e incisioni, evidentemente di livello molto vario, dei concerti vivaldiani, in alcuni casi (Europa Galante di Fabio Biondi o Il Giardino Armonico di Giovanni Antonini) si è trattato di un progetto di grande valore finalizzato alla rivalutazione dell’opera vivaldiana nel suo complesso, ma in molto casi si è invece deciso di puntare su un prodotto che comunque avrebbe venduto a prescindere dalla qualità dell’esecuzione e del progetto editoriale sotteso (sempre che fosse presente). Le quattro stagioni sono diventate quindi una musica ‘facile’, che rassicura il pubblico non appena ascolta il celeberrimo motto iniziale e pensa inconsciamente: “Bene! Questa la capisco!” “Che bella! E’ la musica di quella pubblicità!” Il successo è così eclatante da arrivare alle suonerie dei cellulari e ai jingle delle segreterie telefoniche ed è così diffuso da ‘ispirare’ alcune iniziative compositive new age che hanno trovato immediato riscontro in molte case discografiche, pronte nel fiutare l’affare (non voglio fare nomi e cognomi, ma parlo di The Four Seasons di Max Richter). Per Le Carnaval des animaux la situazione è diversa. Camillle Saint-Saëns aveva mantenuto per quest’opera già da subito un profilo decisamente basso: il musicista francese compose questa “fantasia zoologica” nel 1886 mentre si trovava in Austria durante una tournée, non assegnò un numero d’opera a questo lavoro che vide la sua prima esecuzione pubblica nel 1922, un anno dopo la morte del suo compositore. L’anno stesso della sua composizione invece venne eseguita a casa del violoncellista Lebouc, in quella che diremmo essere stata “una esecuzione privata”: era il 9 marzo, giorno di Martedì Grasso. Si era trattato di una serata conviviale e i brani di Saint-Saëns dovevano essere destinati a una ‘carnevalata’ tra amici, con un po’ di musica eseguita così, alla leggera. Pare invece che questa musica abbia suscitato da subito un certo interesse, se diamo fede alla notizia di un’altra esecuzione a casa di Pauline Viardot il 2 aprile, alla presenza di Franz Liszt; non si è sicuri dell’effettiva partecipazione del musicista ungherese a questo ritrovo mondano, certe sono però le parole di apprezzamento dello stesso per il lavoro di Saint-Saens. Nonostante un tale mentore, Le Carnaval des animaux perse la sua aura di brano mondano per diventare un brano musicale adatto ai bambini, con funzioni didattico-pedagogiche; nessuno lo vuole ammettere, ma in realtà tutti lo hanno prima o poi pensato: “Roba da bambini!” ergo, di poco valore. Quindi non c’è stata scuola dove non si sia fatto un “progetto di educazione alla musicalità” che abbia visto l’esecuzione di questa composizione, in alcuni casi anche da parte di ‘esperti’ che si sono fatti artefici di fantasiose (bizzarre?) trascrizioni, e di esecuzioni approssimate (“Tanto sono bambini!”). Capite quindi perché la maggior parte del pubblico si pensa ignorante in musica? Ma questi due brani hanno uno spessore ben diverso. Antonio Vivaldi pubblicò Le quattro stagioni nel 1725 nella sua ottava raccolta a stampa, Il Cimento dell’armonia e dell’invenzione; già il titolo è un programma: il compositore si era lanciato in una sfida impegnativa (un “Cimento”, appunto) di carattere musicale (“armonia”), sondando ambiti inusuali (“invenzione”). I primi quattro concerti sono gli unici esempi di “musica a programma” composti dal musicista veneziano, non si tratta infatti di concerti descrittivi, bensì sono delle composizioni musicali strettamente legate a quattro sonetti, probabilmente opera dello stesso Vivaldi. Queste poesie non sono un semplice suggerimento di immagini ‘tradotte’ in musica, ma rappresentano un programma che l’autore ha seguito per la composizione. In questo modo il discorso musicale si sviluppa secondo il percorso tracciato dalla poesia e la sequenza dei tre movimenti segue le immagini della poesia, non soltanto: ogni movimento sviluppa le diverse immagini contenute nelle parole, o suggerite dalle stesse, mettendole in sequenza o sovrapponendole affidandole alle diverse parti strumentali. Una prima conseguenza è la trasformazione della forma concerto, standardizzata nel primo Settecento secondo un preciso schema. Vivaldi la plasma secondo la sua necessità, appunto per renderla aderente al dettato poetico e questo fu il primo elemento che venne colto dai suoi contemporanei, che proprio in questa singolare opera di adeguamento formale lessero il “Cimento” anticipato dal titolo. Questa prima osservazione basterebbe per dimostrare che non si tratta di musica ‘facile’, anzi richiede una certa sottigliezza nell’ascolto, in quanto l’intenzione di Vivaldi non si traduce in una rigida corrispondenza immagine poetica/frase musicale, ma la musica sottolinea anche le sfumature psicologiche che il momento atmosferico (ad esempio la tempesta oppure il freddo) suscitano nell’uomo. Esistono infatti altre ragioni che rendono questi quattro concerti unici e si tratta di un gioco di rimandi interni ad altre composizioni dello stesso Vivaldi. Il famosissimo motto iniziale de La Primavera è il brand vivaldiano sicuramente più celebre, ma non si tratta di un’idea originalmente pensata per questo concerto, lo troviamo infatti come incipit della sinfonia iniziale dell’opera Giustino RV717, rappresentata a Roma nel 1724. Passando poi al settore ‘ornitologico’ dei concerti vediamo come Vivaldi ne abbia sempre fatto ampio uso, creando un vero e proprio ‘vocabolario’ trasversale al repertorio strumentale e a quello vocale, come ad esempio nell’aria Quel usignolo dal melodramma Arsilda regina di Ponto RV 700 (1716). Abbiamo poi l’immagine musicale della tempesta e in questo in caso il rimando è strettissimo, in quanto il quinto concerto de Il Cimento dell’armonia e dell’invenzione è il RV253, appunto intitolato La tempesta di mare, e segue immediatamente Le quattro stagioni; questi pochi succinti esempi bastano per far vedere che i quattro concerti vivaldiani risultano essere molto più complessi di quanto la loro tradizione discografica abbia fatto intendere.
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