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Che cosa successe in quei mondiali italiani
e in Mazza del Campo
Le notti magiche
di Italia `90
inseguendo un gol
SIENA
A volte non te lo immagini,
ma invece succede. Nel 1990
successe che in Italia arrivò il
Mondiale di calcio, e fu una
festa lungo tutto lo stivale un
clima incredibile, di energia
popolare che nessuno si sarebbe immaginato.
L'Italia grazie all'organizzazione di quel Mondiale cambiò radicalmente: a capo della gestione dell'organizzazione fu scelto il giovane rampante Luca Cordero di Montezemolo, furono costruite
nuove arterie stradali, la FiPi-Li per esempio, realizzato
il sistema del 118 su base nazionale, rinforzati i canali di
fornitura di energia elettrica,
inventato il sistema del televideo, che sarebbe stato utilizzato negli stadi del Mondiale,
i primi con posti tutti a sedere
e con i monitor per i giornalisti, Renzo Piano progettò lo
stadio di Bari, fu costruito il
terzo anello di San Siro, furono potenziati gli aeroporti e
inventato (anzi importato) il
primo modello italiano di Eurostar per tratte a lunga percorrenza. Se poi ci sono stati
degli scempi e degli errori, come la grottesca mascotte
Ciao che era tutto tranne che
un pupazzo per i bambini,
questo è stato quello che è stato consegnato alla storia.
L'Europa del calcio aveva appena vissuto le più grandi tragedie negli stadi e l'Italia ri-
spose con misure di sicurezza
imponenti e gli hooligans spediti in Sardegna a sostenere il
loro Gazza Gascoigne, che
poi sarebbe finito alla Lazio.
L'Italia, in qualche modo e
sospinta dall'incandescente
pubblico dell'Olimpico di Roma, andò avanti. Azeglio Vicini escluse dai titolari il genio di Roberto Mancini e scelse il Principe Giannini, oltre
a Gianluca Vialli e Aldo Serena. L'Italia vinceva grazie a
chi meno ti aspettavi, quel
Totò Schillaci i cui occhi spiritati avrebbero infiammato le
notti magiche e lo avrebbero
consegnato alla storia come
il capocannoniere di un Mondiale finito proprio come meno ci si aspettava. La squadra
girava, e a Roma l'Italia non
prese mai gol: Stati Uniti, Austria e Cecoslovacchia nel girone, Uruguay e Irlanda tra
ottavi e quarti di finale. Era il
Mondiale dell'ultra quarantenne Roger Milla, richiamato a forza nella nazionale del
Camerun e che avrebbe ballato più volte alla bandierina,
era il mondiale del portiere
colombiano René Higuita,
che sarebbe passato alla storia per lo scorpione di Wem-
bley, era il mondiale del derby di Milano giocato con il
Milan in maglia Olanda e 11nter in maglia Germania, era il
mondiale del nuovo Delle Alpi, quello dove si giocò Brasile-Argentina, era il mondiale
dei pupazzetti dal benzinaio.
Era il Mondiale italiano, erano le Notti Magiche della nostra, quella sì proprio nostra,
Gianna Nannini. Ma si doveva andare a Napoli, per giocare contro l'Argentina di Maradona. Diego, che altrimenti non sarebbe stato Diego, infiammò la vigilia della partita
ricordando ai tifosi napoletani che per tutto l'anno inneggiavano all'Argentina e che
proprio oggi dovevano non tifare Italia. Fu una Caporetto. Ma non te lo potevi immaginare: l'Italia era forte, solida, non aveva mai preso gol,
Walter Zenga nel momento
del bisogno c'era sempre stato. L'Italia era tutta con gli
Azzurri. Era difficile battere
gli argentini, ma tutto sommato possibile. L'Italia ce
l'avrebbe fatta. E invece no:
chi non ti aspetti, l'Uomo Ragno, sbaglia l'uscita, l'Argentina pareggia il gol del solito
Totò Schillaci e si va ai rigori.
Sbagliano Donadoni e Serena. E si va a casa. O meglio, si
va a Bari, per la fmalina contro l'Inghilterra, dove l'immenso Roberto Baggio avrebbe consegnato a Schillaci il
pallone del rigore per fargli
vincere la classifica cannonieri. Avrebbe vinto la Germania, con un rigore trasformato da Brehme che calciò di destro invece che di sinitro e la
prima espulsione in una finale mondiale.
Fu il Mondiale delle occasioni perdute, di quello che mai
ti saresti immaginato. E mai
ti saresti immaginato, di vedere nello stesso anno due cavalli scossi vincere, di cui il secondo con il duello più bello della storia tra Benito e Pitheos.
di vedere Bastiano vincere dopo sette anni, di vedere Andrea Degortes detto Aceto
con il giubbetto della Torre,
di veder vincere il Montone
con la Selva abbondantemente in testa, di vedere Cianchino restare al canape e poi vincere il Palio riportando il Cencio in Castelvecchio dopo anni di digiuno, di assistere al
più furibondo scambio di nerbate della storia moderna tra
i canapi e di veder vincere il
quattordicesimo Palio ad
Aceto, uno in più di Angelo
Meloni.
Storie di inizio anni Novanta, storie di Notti Magiche.
Alarico Rossi
Protagonisti Gianna Nannini e le notti magiche di Italia '90 con i mondiali di calcio organizzati
da Luca Cordero di Montezemolo