Rassegna Stampa di martedì 9 dicembre 2014 SNALS / CONFSAL Tesate on line Italia Oggi Corriere di Rieti e della Sabina Il Messaggero - Ed. Rieti La Nazione - Ed. Grosseto l'Eco di Bergamo Italia Oggi Ilgiornale.it ARTICOLI PRESI DAL WEB PRESIDI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO I TAGLI RETROATTIVI PRONTI RICORSI AL GIUDICE E MOBILITAZIONI A G 09/12/2014 SLITTA A LUGLIO LA SENTENZA PER I PRECARI NELLA SCUOLA 09/12/2014 09/12/2014 09/12/2014 PRECARI E ATA IN TRIBUNALE PER CHIEDERE L'ASSUNZIONE 09/12/2014 LA CITTA' PIANGE AFFLICO DONDOLINI PRECARI: DUBBI SUL DIRITTO A INDENNIZZO E RUOLO PER TUTTI FISMIC: SCIOPERO INUTILE 08/12/2014 "COSI' FAN TUTTI (O QUASI). ORA SERVE TRASPARENZA, SI MUOVA IL PARLAMENTO" Gazzetta di Modena 06/12/2014 SUCCESSO CONFSAL ALLE ELEZIONI PER LA RSU IN EMILCERAMICA Nuova 08/12/2014 Int. a P.Nigi: "COSI' FAN TUTTI (O QUASI) ORA SERVE TRASPARENZA SI il Giornale MUOVA IL PARLAMENTO" 09/12/2014 09/12/2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore Corriere della Sera Corriere della Sera la Repubblica la Stampa Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Messaggero Avvenire il Gazzettino PIANO JUNCKER, L'ITALIA PUNTA SULL'EDILIZIA SCOLASTICA INTERVENTI E REPLICHE - SCUOLE: L'(IN)CULTURA DELLE OCCUPAZIONI 06/12/2014 PRESEPE ABOLITO ALLE ELEMENTARI LA LEGA NE PORTA UNO 07/12/2014 BLITZ PER IL PRESEPE DI SALVINI. LA SINISTRA: ISTIGA ALL'ODIO 07/12/2014 PROFESSORI PRECARI PRIMO RISARCIMENTO DOPO LA SENTENZA UE 09/12/2014 LE OCCUPAZIONI SCOLASTICHE, PER FARAONE, SERVONO A SELEZIONARE LA CLASSE DIRIGENTE. 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Ora serve trasparenza, si muova il Parlamento" Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal Ci avete provato già due anni fa a smascherare i furbetti del sindacato. Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, non è cambiato nulla? «La ratio della nostra ricerca era far percepire quanto fosse grave la mancata trasparenza sul numero degli iscritti nel settore privato. Era ed è resa possibile dalle dichiarazioni senza riscontro fondato sulla certezza del numero delle deleghe fatte annualmente da ogni sindacato al ministero del Lavoro e consentiva azzardi numerici che sostenevano e giustificavano gli azzardi mediatici di qualche particolare sigla confederale». Denuncia caduta nel vuoto? «Non facemmo che dire il re è nudo in quanto, da confederazione autonoma sganciata dalla politica, trovavamo non solo sospetto ma anche pericoloso che sigle "baciate" dal favore partiticopolitico potessero motivare così il loro diritto di sedersi ai tavoli di concertazione». Ma così fan tutti, o no? «Qualche anno fa feci una sorta di autodenuncia. Dicevo che la cifra da noi dichiarata al ministero era maggiore per necessità, poiché altre confederazioni meno consistenti di noi dichiaravano così tanto da rendere impossibile la nostra verità. Ora si faccia chiarezza e si vedrà che la Confsal è la vera quarta confederazione sindacale». Chi bluffa allora? «Non credo che le grandi confederazioni abbiano bluffato sul numero dei loro iscritti, non ne hanno bisogno. E poi - a parte il caso palese dell'Ugl - un range di qualche punto percentuale va concesso, proprio per la vita mobile del sindacato nel corso della quale può accadere che ci siano alcuni slittamenti di consensi e di tessere». Si può «cambiare verso» al sistema? «Il governo proponga e il Parlamento vari finalmente una legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacali. Non basta un semplice accordo facilmente eludibile. Serve un sistema che consenta di calcolare i reali numeri sindacato per sindacato, confederazione per confederazione». Intanto i sindacati restano nel mirino. «Verità dei numeri, chiarezza della rappresentatività, nuova dignità della rappresentanza: di questo il sindacato ha bisogno. È e deve essere in proporzione al mandato dei suoi iscritti e nessuno, neanche un premier, può negare il dovere e il diritto di rappresentanza». Lunedì 8 Dicembre 2014 Lo Snals parte attiva per la scuola nel Savonese Lo sportello aperto per le feste Albenga. Dopo l'annunciata riapertura ( fino a tutto il 2015) della pensione per la quota femminile ( 57 anni di età e 35 di contributi) lo SNALS di Albenga ricorda alle interessate che l'ufficio di piazza Matteotti è aperto nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15 alle 17. Intanto altri docenti e personale non docente che stanno per maturare i requisiti previsti, potranno presentare la domanda per il pensionamento: questa presentazione è fissata improrogabilmente al 15/01/2015. Gli interessati possono rivolgersi, a partire dal giorno 10 dicembre, alle sedi di Savona (piazza dei Consoli 1/1) e Albenga dello SNALS. Inoltre il sindacato savonese, guidato da Enzo Sabatini, raccoglie anche i ricorsi per docenti e non docenti di Quota 96 , mentre continua la raccolta dei ricorsi per la stabilizzazione precari della scuola. Dopo lo sciopero del primo dicembre ( al quale hanno aderito CISL e SNALS) continua l'impegno sindacale per far valere i diritti di tutto il personale del Comparto Scuola (docenti e ATA), dell’area V della dirigenza scolastica, dell’AFAM, della Ricerca. Gli obiettivi della rivendicazione riguardano in particolare il rinnovo del contratto di lavoro, fermo da anni, il mantenimento degli scatti di anzianità previsti dai vigenti contratti collettivi nazionali e la rinuncia a ogni modifica per via legislativa su tematiche contrattuali. Mentre CISL e SNALS hanno indetto lo sciopero nella giornata dell' 1dicembre la UIL e la CGIL inviteranno invece i lavoratori della scuola a fermarsi venerdì12 dicembre in concomitanza con lo sciopero del pubblico impiego. La ricaduta, a livello locale e savonese, della sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l'Italia per l'abuso dei contratti a termine, ritenendo la normativa Italiana relativa al lavoro a tempo determinato a scuola contraria al diritto dell'Unione è importante. “I docenti interessati – dice lo stesso Sabatini - sono invitati a rivolgersi alle nostre due sedi di Savona e Albenga per aderire ai ricorsi e conoscere le iniziative che il sindacato sta mettendo in atto per far valere i diritti dei docenti precari. Secondo la sentenza la normativa italiana, non prevedendo criteri obiettivi e trasparenti per verificare se il rinnovo risponda davvero a reali esigenze, infatti non rispetta l'accordo quadro. Insomma docenti e non docenti precari della scuola, sia iscritti che non iscritti possono perciò presentare un ricorso dinanzi al tribunale di Savona, sezione del Lavoro, per richiede la stabilizzazione. economiche spettanti e ancora non erogate. In base alle dichiarazioni dei sindacati, Il Miur avrebbe chiesto agli USR di sospendere l'inoltro al Mef dei pagamenti in forma cartacea a riguardo dell'emolumento una tantum previsto nel CCNL 07 agosto 2014. Al momento si è in attesa di chiarimenti da parte del Ministero in materia della regolare applicazione dell'accordo sottoscritto un paio di mesi fa. Inadempienti le amministrazioni nella regolare corresponsione delle somme spettanti al personale Ata avente diritto. I sindacati ribadiscono che sia onere del Ministero sollecitare le amministrazioni al pagamento delle posizioni economiche. Ata, riconoscimento emolumento una-tantum Nonostante l'accordo sottoscritto in data 07/08/2014 CCNL, l'emolumento una-tantum spettante al personale Ata per il periodo 01/09/2013 - 31/08/2014 stenta a essere riconosciuto e tanto meno erogato. Si attendono chiarimenti dal Mef nella corretta applicazione dell'erogazione delle posizioni economiche Ata, come da accordo. Il fatto che il Ministero abbia richiesto agli Uffici scolastici regionali di sospendere l'inoltro al Mef dei pagamenti dell'emolumenti a carattere stipendiali fa riflettere, motivo per cui i sindacati OO.SS Cisl, Gilda, SNALS e UIL, CGIL hanno deciso di scrivere una lettera al Miur cn la richiesta di chiarimenti in relazione alla vicenda e le motivazioni del mancato pagamento delle posizioni economiche Ata. Al momento sarebbero circa 5mila (il numero esatto dovrebbe essere 5191) le posizioni economiche del peronale Ata da sbloccare, e che devono essere liquidate in base all'accordo sottoscritto con l'Aran. Il CCNL del 31 agosto 2014 dispone che le amministrazioni interessate predispongano il pagamento dell'emolumento una-tantum come concordato a tutto il personale Ata beneficiario, ovveri che si trovi nelle condizioni indicate nell'art. 2 dell'accordo, indipendentemente dalla trasmissione al tramite il flusso telematico Mef dei nominativi del personale Ata avente diritto. Si tratta di un adempimento rispetto al quale il CCNL, come da accordo, non ha disposto nessun vincolo. Pertanto, in base alle dichiarazioni della lettera dei sindacati, è compito del Ministero, invitare le amministrazioni di competenza al pagamento degli emolumenti al personale Ata che si ritrovi beneficiario della posizione economica in oggetto. Si attendono dunque risposte dal Miur e dal Mef, coinvolti nell'erogazione delle somme spettanti, fatto giudicato grave e inaccettabile dai sindacati che sollecitato già da alcuni giorni una risposta dal Ministero della Pubblica Istruzione. Quotidiano Data 09-12-2014 Pagina 34 Foglio 1 Presidi sul piede di guerra contro i tagli retroattivi Pronti ricorsi al giudice e mobilitazioni a gogò DI GIORGIO CANDELORO oderata soddisfazione per essere stati ascoltati e per la promessa che le loro richieste verranno quanto meno valutate - mescolata ad una buona dose di diffidenza e al timore di aver ottenuto un risultato soltanto interlocutorio. Sembra questo il sentimento dei dirigenti scolastici in agitazione dopo l'incontro del 4 dicembre col sottosegretario Faraone, seguito alla la manifestazione di protesta sotto la sede del Miur. Un'iniziativa che ha visto scendere in piazza moltissimi presidi, chiamati alla protesta da una mobilitazione unitaria di tutte le sigle sindacali della dirigenza, con in testa Anp, ~ e Cgil, Cisl e UiI. Un nuovo incontro ci sarà domani. I dirigenti arrabbiati che hanno invaso in diverse centinaia la scalinata del palazzo del ministero rispondevano solo in parte alla tradizionale immagine del preside (o della preside) attempato e dai capelli grigi: tra i manifestanti giunti da tutta Italia erano tanti anche i giovani vincitori dell'ultimo concorso; quarantenni o poco più giunti alla dirigenza dopo procedure concorsuali complesse e martoriate da ricorsi e ritardi burocratici durati anni. In pre- M valenza una protesta motivata da ragioni economiche, determinate dalla mancata erogazione di una parte di retribuzione, il Fondo Unico Nazionale (in pratica il salario accessorio dei presidi), atteso da due anni e tagliato pesantemente dal Miur su indicazione del Mef per un importo di poco meno di 50 milioni di euro. Come se non bastasse i tagli sono stati estesi anche al passato, applicandoli pure al fondo 2012-13 e 2013-14, con il risultato che molti dirigenti si sono visti recapitare una richiesta di restituzione di somme già percepite per un ammontare oscillante tra i 5000 e i 10000 euro. Una beffa dolorosa, originata da un errore dell'amministrazione, come sottolinea Giorgio Rembado, presidente dell'ANP: «Si tratta di somme che non sono a carico dell'erario ma derivano da accantonamenti della categoria. Non vengono assegnate perché il Mef e l'Ufficio centrale del bilancio hanno un'interpretazione diversa di una norma». Sul tappeto anche la questione del mancato rinnovo contrattuale, bloccato come tutti quelli del pubblico impiego, e fermo ormai da sei anni. In campo anche la vecchia questione della perequazione retributiva con gli altri dirigenti della pubblica amministrazione -ma da questo orecchio sembra proprio che il governo non voglia sentire- resa peraltro impossibile proprio dal mancato rinnovo del contratto. Forse anche per questo sulle scale del Ministero campeggiava giovedì scorso uno striscione con l~ slogan «Invisibili per il Governo»: l dirigenti scolastici italiani, insomma si sentono demotivati e poco rispettati, vittime di una doppia ingiustizia: il fatto di guadagnare molto meno della restante dirigenza pubblica, e l'aggravio continuo di responsabilità e carichi di lavoro a fronte, addirittura, della riduzione stipendiale determinata dal taglio del Fondo. Durante l'incontro, comunque, Faraone sembra aver rassicurato i rappresentanti della dirigenza, riconoscendo la legittimità delle loro richieste e assumendo l'impegno di affrontare le questioni poste attraverso un confronto con il Mef all'indomani dell'approvazione definitiva della legge di stabilità. Il sottosegretario ha anche riconosciuto che l'insieme delle richieste dei dirigenti richiederanno interventi legislativi e, nota dolente, la difficile individua zio ne di risorse aggiuntive. Per ora è stato fissato un nuovo incontro per il lO dicembre al ministero per iniziare l'indispensabile lavoro tecnico preparatorio ad ogni futura soluzione politica della questione. I dirigenti però, si fidano fino a un certo punto: pur considerando l'incontro un primo passo positivo, temono lungaggini e meli ne, soprattutto da parte dell Mef. E intanto affilano le armi non escludendo, se necessario, il ricorso ad azioni giudiziarie. Codice abbonamento: 068391 ~Riproduzioneriseroata _____ Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 3 Quotidiano CORRIER Data IEri Pagina Foglio 09-12-2014 7 1 /2 Personale scolastico Lasentenza . . SUl precan slitta a luglio .. RIETI Il giudice del Lavoro di Rieti ha rinviato d'ufficio al prossimo 2 luglio 2015 la sentenza che riguarda ben centoundici tra docenti e personale Ata che nel 201 1 avevano avanzato ricorso per la stabw2azione del posto di lavoro, il risarcimento del danno e gli scatti di anzianità. La decisione assunta è scaturita a seguito del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre scorso che ha dichiarato illegittimo il precariato nel mondo della scuola in Italia. Il Tribunale del Lavoro di Torino ha emesso, invece, la prima sentenza riconoscendo ad unaricorrente il risarcimento. Luciano Isceri tL1I'R1IJ "Le prime sentenze hanno dato ragione ai lavoratori" Ricorso Il giudice del Lavoro ha rinviata a luglio la sentenza sui precari della scuola ~ a pagina 7 In 111 tra docenti epesollale Ata avevano avanzato rieOlso per la stabilizzazione, il risarcimento del danno egli scatti di anzianità Slitta a luglio la sentenza per i precari nella scuola Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo ta il segretario provinciale dello Snals-Conf;Il- è ufficiale ed è giudicata da noi molto positiva. Il Giudice, infatti, ha disposto di risarcire il docente precario da 7 anni con unacospicuasommadidenaro: quindici volte il suo attuale stipendio (circa 1.500 euro, in totale quindi 22 mila euro, ndr). Il giudice - continua Isceri - ha inoltre riconosciuto gli scatti di anzianità, e questo sarà un punto fondamentale qualora la riforma della cosiddetta "La Buona Scuola" (prevista dalla legge di stabilità 2015) sarà attuata nella forma finora presentata". Tornano alla sentenza di Torino non è stata invece disposta l'immissione in ruolo, con la motivazione che "la legge italiana indica nel concorso la via maestra per diventare insegnantidiruolo", possibilità questa che la Corte europea aveva ammesso. Quindi sembra essere questa la via seguita dai giudici che si del destinatario, non 068391 _____ Codice abbonamento: ~ RIETI Il Giudice del Lavoro di Rieti ha rinviato d'ufficio al prossimo 2 luglio 20 151a sentenza che riguarda ben centoundici tra docenti e personale Ata che nel 20 Il avevano avanzato ricorso per la stabilizzazione del posto di lavoro, il risarcimento del danno e gli scatti di anzianità. La decisione assunta è scaturita a seguito del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre scorso che ha dichiarato illegittimo il precariato nel mondo della scuola in Italia. "Il Tribunale del Lavoro di Torino, con assoluta tempestività ha emesso invece, la prima sentenza riconoscendo ad una ricorrente il risarcimento di 22.000 euro ed anche gli scatti di anzianità, ma non la stabilizzazione, perchè la normativa italiana prevede il concorso per essere immessi in ruolo. Lanotizia-commen- riproducibile. Pag. 4 Quotidiano CORRIER IEri Data Pagina Foglio nel frattempo sono stati stabilizzati, per questi rimangono intatte le loro possibilità di risarcimento e di nuovo inquadramento. A questo punto - conclude fiducioso il segretario provinciale Snals-Confsal, Luciano Isceri - il Governo dovrà indicare in tempi brevi quali saranno le prossime modalità di reclutamento". Ma su di esse il dibattito politico è molto ~ acceso. Codice abbonamento: 068391 sono espressi finora, dopo la sentenza europea sul precariato. ':Attendiamo con ansia ma con assoluta fiducia il pronunciamento del Tribunale di Rieti sotolinea Luciano Isceri - ma con un occhio alle vicende legate alla stabilizzazione dei precari inseriti nelle graduatorie pennanenti di cui gran parte di essi sono tra i ricorrenti. Restano immutate le posizioni dei ricorrenti che 09-12-2014 7 2/2 Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 5 Quotidiano .iII JBl'59/1!l!\l'rtl Data Pagina RIETI Foglio Precari e Ata in tribunale per chiedere l'assunzione 09-12-2014 36 1 l'esito della sentenza del tribunale di Rieti, senza perdere di vista la stabilizzazione dei precari inseriti nelle graduatorie permanenti, di cui gran parte di essi sono tra i ricorrenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA SCUOLA Ritaglio SNALS 068391 Il segretario provinciale dello ~ Luciano Isceri Codice abbonamento: Va avanti la battaglia legale di III precari appartenenti al mondo della scuola, tra docenti e personale Ata, che nel 2011 avevano presentato ricorso al giudice del lavoro di Rieti chiedendo il riconoscimento degli scatti di anzianità, il risarcimento danni nonchè la sta bilizzazione in ruolo. Della causa, però, se ne tornerà a parlare il prossimo anno perchè il giudice Valentina Cacace ha rinviato d'ufficio l'udienza al 2 luglio 2015. La decisione, informa la segreteria provinciale del sindacato fi.m!i.'IEIl è la conseguenza del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea intervenuto sulla questione che riguarda il precariato. Subito dopo, il tribunale civile di Torino ha emesso invece la prima sentenza che riconosce ad una ricorrente il risarcimento di 22.000 euro ed anche gli scatti di anzianità, ma nega la stabilizzazione in quanto la legge italiana prevede che per essere immessi in ruolo occorre superare il concorso. «Giudichiamo positivamente questa notizia - commenta Luciano Isceri, segretario provinciale dello nm - perchè il giudice ha disposto di risarcire il docente, precario da sette anni, con una somma pari a quindici volte il suo attuale stipendio. Percependo circa 1.500 euro al mese, otterrà 22 mila euro. Il giudice, inoltre, ha riconosciuto gli scatti di anzianità, e questo sarà un punto fondamentale qualora la riforma della scuola contenuta nella legge di stabilità 2015, sarà attuata nella forma finora presentata. Per quanto riguarda l'immissione in ruolo, la Corte Europea aveva previsto questa possibilità ma la nostra normativa lo vieta. Adesso - conclude il professor Isceri - attendiamo con ansia, ma con assoluta fiducia, stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 6 Quotidiano Pagina 09-12-2014 17 Foglio 1 Data CECO DI BERGAMO Precari: dubbi sul diritto a indennizzo e ruolo per tutti _ Sul passaggio in ruolo del precari delta scuola dopo la sentenza delJaCorted/ GlustWaeuropea,qualcuno avatlza dubbi. La Co.rte ha stabilito. che l'acco.r- esprimersi sull'artico.lo. 4 della legge 124 del 1999, che prevedeva di co.prire i po.sti vacanti co.n supplenze annuali in attesa dei co.nco.rsi. Unano.rma transito.ria è diventata permanente. Ma la Co.rte euro.pea rico.no.sce il biso.gno. di flessibilità dell'o.rganizzazio.ne della scuo.la italiana e quindi la po.ssibilità dei co.ntratti tempo.ranei. Quello. che co.ntesta davvero. è che le date dei co.nco.rsi necessari per l'immissio.ne in ruo.lo. no.n siano. chiare e fissate». Quindi, se le date dei co.nco.rsi fo.ssero. o.ra fissate, cadrebbe il co.ntenzio.So.? «Diciamo. che il perco.rso. è più co.mplesso. di quel che sembra.Ino.ltrelasentenzafariferimento. achiètito.lare diunco.ntratto. a tempo. determinato. "per pro.vvedere a supplenze annuali per po.sti vacanti e dispo.nibili", cio.è ai po.sti in o.rganico. di diritto.' e no.n riguarda tutti i precari in mo.do. indifferenziato.». Più o.ttimista ll\nief, asso.ciazio.ne pro.fessio.nale di catego.ria che fa i co.nti sui po.ssibili indennizzi: «La base di partenza so.no. 15 mensilità di stipendio. mancato., pari a circa 25mila euro.. Po.i.i giudici si do.vranno. esprimere su scatti di anzianità e pagamento. dei perio.di no.n lavo.rati tra una supplenza e l'altra» .• Codice abbonamento: 068391 do. quadro. sullavo.ro a tempo. determinato. del 18 marzo. 1999, si applica a tutti i lavo.rato.ri, pubblici e privati e quindi anche a docenti e Ata e che l'acco.rdo. quadro«no.nam,metteunano.rmativa che, in attesa dell'espletamento delle procedure co.nco.rsuali dirette all'assunzio.ne di perso.nale di ruo.lo. delle scuo.le statali, auto.rizzi il rinno.vo. di co.ntratti a tempo. determinato. per la co.pertura di po.sti vacanti e dispo.nibili senza indicare tempi certi per l'espletamento. di dette procedure concorsuali ed escludendo. il risarcimento. del danno. subito. a causa di un siffatto. rinno.vo.». «La sentenza - o.sserva Lo.ris Renato. Co.lo.mbo. dello. m:I,!lafferma che lo. Stato. italiano. ha co.mmesso. un abuso. utilizzando. in mo.do. co.ntinuativo. co.ntratti a tempo. determinato., perché no.n ha indicato. nei co.ntratti né le ragio.ni o.biettive che giustificavano. il rinno.vo., né la durata massima to.tale dei co.ntratti né il numero. deilo.ro. rinno.vi. Ino.ltre la Co.rte co.stituzio.nale dovrà Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 8 Data il Giornale it 08-12-2014 Pagina I Foglio 1 "COSI' FAN TUTTI (O QUASI). ORA SERVE TRASPARENZA, SI MUOVA IL PARLAMENTO" Codice abbonamento: 068391 Ci avete provato già due anni fa a smascherare i furbetti del sindacato. Marco Paolo ~ segretario generale della tì@i!m::H' non è cambiato nulla? «La ratio della nostra ricerca era far percepire quanto fosse grave la mancata trasparenza sul numero degli iscritti nel settore privato. Era ed è resa possibile dalle dichiarazioni senza riscontro ?fondato? sulla certezza del numero delle deleghe fatte annualmente da ogni sindacato al ministero del Lavoro e consentiva ?azzardi numerici? che sostenevano e giustificavano gli ?azzardi mediatici? di qualche particolare sigla confederale». Denuncia caduta nel vuoto? «Non facemmo che dire ?il re è nudo? in quanto, da confederazione autonoma sganciata dalla politica, trovavamo non solo sospetto ma anche pericoloso che sigle "baciate" dal favore partitico-politico potessero motivare così il loro diritto di sedersi ai tavoli di concertazione». Ma così fan tutti, o no? «Qualche anno fa feci una sorta di autodenuncia. Dicevo che la cifra da noi dichiarata al ministero era maggiore per necessità, poiché altre confederazioni meno consistenti di noi dichiaravano così tanto da rendere impossibile la nostra verità. Ora si faccia chiarezza e si vedrà che la lì!i1iImrll è la Chi bluffa allora? «Non credo che le vera quarta confederazione sindacale». grandi confederazioni abbiano bluffato sul numero dei loro iscritti, non ne hanno bisogno. E poi - a parte il caso palese dell'Ugl - un range di qualche punto percentuale va concesso, proprio per la vita ?mobile? del sindacato nel corso della quale può accadere che ci siano alcuni slittamenti di consensi e di tessere». Si può «cambiare verso» al sistema? «II governo proponga e il Parlamento vari finalmente una legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacali. Non basta un semplice accordo facilmente eludibile. Serve un sistema che consenta di calcolare i reali numeri sindacato per sindacato, confederazione per confederazione». Intanto i sindacati restano nel mirino. «Verità dei numeri, chiarezza della rappresentatività, nuova dignità della rappresentanza: di questo il sindacato ha bisogno. È e deve essere in proporzione al mandato dei suoi iscritti e nessuno, neanche un premier, può negare il dovere e il diritto di rappresentanza». Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 11 Quotidiano BAZZETTA DI MODENA Data Pagina Foglio 06-12-2014 9 1 Codice abbonamento: 068391 Grande affluenza per le elezioni della RSU in Ernilceramica Group, con una media tra 1'82% e 1'84%: la lista IIIIHI _mmi'llè stata la più votata con il 44%, 184 voti riportati e 4 delegati eletti: Michele Loviso (il candidato più votato in assoluto), Ruggero Del Vecchio, Luigi Argentino per Fiorano1; Giuseppe Rendina per Fiorano2 dove erano presenti 4 liste. «Tutti i delegati eletti spie; il selntario nazionale II4'.iCumrl Letizia Giello hanno riportato risultati personali molto lusinghieri e anche quelli non eletti hanno dato un contributo importante alle liste Confsah>. (n. e.) Ritaglio Conf.s.a.l. stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 12 Quotidiano il Giornale Data Pagina Foglio _ 08-12-2014 13 1 t((.J~I~..,!1I1 «Così fan tutti (o quasi) Ora serve trasparenza si muova il Parlamento» Codice abbonamento: 068391 III Ci avete provato già due anni fa a smascherare i furbetti del sindacato. Marco paolUS! segretario generale della [1I'ttitlm1:non è cambiato nulla? «La ratio della nostra ricerca era far percepire quanto fosse grave la mancata trasparenzasul numero degli iscritti nel settore privato. Era ed è resa possibile dalle dichiarazioni senza riscontro "fondato" sulla certezza del numero delle deleghe fatte annualmented a ogni sindacato al ministero del Lavoro e consentiva" azzardi numerici" che sostenevano e giustificavano gli "azzardi mediatici" di qualche particolare sigla confederale». Denuncia caduta nel vuoto? «Non facemmo che dire "ilreènudo" in quanto, da confederazione autonoma sganciata dalla politica, trovavamononsolo sospetto ma anche pericoloso che sigle "baciate" dal favore partitico-politico potesseromotivare cosÌ illoro diritto di sedersi ai tavoli di concertazione». Ma cosÌ fan tutti, o no? «Qualche anno fa feci una sorta di autodenuncia. Dicevo che la cifra da noi dichiarata al ministero era maggiore p er necessità' poiché altre confederazioni meno consistenti di noi dichiaravano cosÌ tanto da rendere impossibile la nostra verità. Ora si faccia chiarezza e si vedrà che la~ è la vera quarta confederazione sindacale». Chi bluffa allora? «N on credo che le grandi confederazioni abbiano bluffato sul numero deiloro iscritti, non ne hanno bisogno. E poi - a parte il caso palese dell'Ugl- un range di qualche punto percentuale va concesso, proprio per la vita "mobile" del sindacato nel corso della qualepuò accadere checi siano alcuni slittamenti di consensi e di tessere». Si può «cambiare verso» al sistema? «Il governo proponga eilParlamento vari finalmente Wla legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacali. Non basta Wl semplice accordo facilmente eludibile. Serve un sistema che consenta di calcolare irealinumeri sindacato per sindacato, confederazione per confederazione». Intanto i sindacati restano nel mirino. «Verità dei nwneri, chiarezza della rappresentatività, nuova dignità della rapp resentanza: di questo il sindacato ha bisogno.Èedeveessereinproporzionealmandato dei suoi iscritti e nessuno, neancheun premier, può negare il dovere e il diritto di rappresentanza». GSu Ritaglio Marco Paolo Nigi stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 13 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data 09-12-2014 Pagina 2 Foglio 1 Il primo rapporto presentato dal gruppo di lavoro ha selezionato 40 progetti «illustrativi» su 2mila Piano Juncker, l'Italia punta sull'edilizia scolastica Beda Romano processo di selezione nel quadro BRUXELLES. Dal nostro corrispondente del piano triennale di investimenti da 315 miliardi di euro presentato in novembre dal presidente dell'esecutivo comunitario Jean-Claude Juncker. Ladecisione di creare un gruppo di lavoro su questo tema fu presa durante un Ecofin informale a Milano in settembre. La relazione di quasi 100 pagine contiene 44 "progetti illustrativi". Non è sicuro che riceveranno i finanziamenti previsti, ma sono stati considerati dai paesi sufficientemente seri da essere ritenuti buoni esempi, e quindi potrebbero più facilmente di altri sopravvivere alla selezione. «Con l'aggettivo "illustrativi" si è voluto evitare di dare l'impressione che gli altri 2.000 progetti non siano considerati all'altezza. In questo senso, la lista degli I ministri delle Finanze europei discuteranno oggi qui a Bruxelles dei risultati di un gruppo di lavoro dedicato al piano di investimenti che l'Unione vuole utilizzare per rilanciare l'economia. Il rapporto raccoglie i progetti proposti dai paesi membri. Quattro di questi presentati dall'Italia sono stati inseritinellalistanonesaustivadioltre 40 progetti illustrativi. Questi ultimi non necessariamente saranno selezionati, ma evidentemente sono quelli che i Ventotto considerano i più seri. Il rapporto raccoglie circa 2.000 progetti per un valore di 1.300 miliardi di euro. La lista sarà utilizzata dalla Commissione europea e dalla Banca europea degli investimenti in vista di un esempi è-quella più concreta», spiega un funzionario europeo. Quattro di questi progetti riguardano l'Italia: ristrutturazione delle scuole (S,7 miliardi dieuro); una rc,te europea di ricerca biomolecolare (insieme ad altri quattro paesi, per un totale di 170 milioni); un pacchetto di incentivi alla produzione industriale di alta tecnologia (400 milioni di euro); l'integrazione della rete elettrica italiana al mercato unico (4S0 milioni di euro). A questi progetti, si aggiunge un piano europeo da 17,9 miliardi peril fIIianziamento delle piccole e medie imprese. In una nota si spiega che il gruppo di lavoro - composto dalla Commissione, dalla Bei e dai governi - si è concentrato sulla necessitàdifmanziareprogettiin alcuni settori cruciali: l'innova- zione, l'economia digitale, l'unione energetica, i trasporti, le infra,trutture sociali, l'ambiente. Interessante è che i Ventotto ammettano la necessità di riformare il tessuto economico e liberare nuove risorse per permettere agli investimenti di attecchire. I primi progetti dovrebbero vedere la luce a metà 2015. Sempre secondo il rapporto, dei 1.300 miliardi di euro di progetti raccolti dai Ventotto, 500 miliardi sono concretizzabili nei prossimi tre armi. Il piano diinvestimenti presentato da Juncker ha almeno due sfide dinanzi a sé. La prima è che lo schema si basa sul contributo finanziario privato, tutto daconfermare.Lasecondaè quella dellagovernance. Bruxelles vuole che la selezione dei progetti sia indipendente, ma c'è da supporre che i paesi cercheranno di avere l'ultima parola. , ((RlPR()[)UZlONER1SERVATA Il meccanismo del piano Juncker PASSO AVANTI Quattro te proposte italiane, tra cui 8,7 miliardi di euro per ristrutturare le scuole Ma non c'è ancora la decisione sui finanziamenti L'effetto leva dei finanziamenti messi sul tavolo dall'Unione europea Dati in miliardi CAPITALE INIZIALE INVESTIMENTI fINAU Budget De Mobilitati grazie alla leva finanziaria coinvolgendo i privati Bei 5 16 = 21 ... di cui Liquidità 8 Garanzie 8 Codice abbonamento: 068391 • + Totale Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 06-12-2014 25 1 Bergamo Presepe abolito alle elementari La Lega ne porta uno I fatti *' Il preside di una scuola di Bergamo ha vietato il presepe perché può essere «occasione di discriminazione» *' Immediate le reazioni dei genitorLII segretario della Lega, Matteo Salvini, oggi porterà alla scuola un presepe realizzato alla Fiera di Bergamo Il presepe della discordia è in una scuola elementare di Celadina, periferia di Bergamo. O I meglio, è qui che alcuni genitori dell'Istituto comprensivo De Amicis vorrebbero mettere per Natale una capanna con Gesù bambino e i Re Magi. Ma non possono perché il dirigente scolasticoLuciano Mastrorocco dice che «in una scuola pubblica non va creata alcuna occasione di discriminazione». Il divieto, che il preside preferisce definire «un'indicazione condivisa all'interno dell'Istituto», ha messo sulle barricate la Lega, a partire dal segretario federale Matteo Salvini che, oggi alle 17, sarà davanti alla scuola di Bergamo per portare agli alunni di Celadina un presepe. «Pazzesco, una vergogna», scrive sul web il segretario federale del Carroccio, che attacca il preside definendolo «dirigente anti-Natale» e chiedendone le dimissioni. «È questo scrive Salvini - il modello di "scuola" che dovrebbe educare i nostri figli? Perché togliere ai bambini, di qualunque razza e cultura, il bello del Natale?». E ieri sera, durante la convention «Bèrghemeeting» alla Fiera di Bergamo, i leghisti hanno costruito un presepe, che oggi porteranno davanti alla De Amicis, dove la percentuale media di bimbi non italiani è del 30%. Il preside Mastrorocco dice che «la scuola pubblica non si può assumere l'impegno di celebrare ricorrenze religiose, perché va oltre 'il suo compito». Parole che fanno infuriare il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli: «Come bergamasco mi vergogno e chiedo scusa a chi in quel simbolo ha sempre creduto. Se qualcuno è disturbato dai nostri presepi e dai nostri crocifissi può sempre tornare da dove è venuto». E Giacomo AngeIoni (Pd), assessore nella giunta Gori, lancia la provocazione: «La difesa strumentale del presepe fatta da Salvini può in se stessa essere condivisibile, ma stride con le posizioni aberranti che la Lega assume quando si parla di immigrazione. Anche Gesù fu un profugo. Se Salvini lo difende, dica sì all'accoglienza dei migranti». Silvia Seminati RIPRODUZIONE RISCRVATA Codice abbonamento: 068391 (~) Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 16 Quotidiano Pagina 07-12-2014 20 Foglio 1 Data I LA STAMPA Professori precari Primo risarcimento dopo la sentenza Ue Torino, docente indennizzata con 15 stipendi Attesa lll1'ondata di rimborsi in tutta Italia er la prima sentenza sono serviti appena dieci giorni. Il verdetto era scontato: il precariato nella scuola, se diventa la norma anziché servire a tamponare falle provvisorie negli organici, è illegittimo. E gli insegnanti hanno diritto a essere risarciti. Lo scorso 26 novembre la Corte di giustizia europea ha stabilito che i contratti a tempo determinato per i docenti italiani non sono ammissibili oltre un certo limite e che i precari con più di 36 mesi di insegnamento devono essere assunti oppure indennizzati. Venerdì il tribu- P nale del lavoro di Torino, primo in Italia, ha recepito e attuato quella pronuncia accogliendo il ricorso di una insegnante delle scuole medie superiori che, dopo aver lavorato per sette anni, sempre con contratti a tempo determinato, ha deciso di fare causa allo Stato. Il giudice Daniela Paliaga ha disposto il risarcimento del danno: quindici volte il suo attuale stipendio (circa 1.500 euro, in totale quindi 22 mila euro). E, sulla scia di una sentenza pilota emessa dallo stesso giudice nel 2009, ha ordinato di riconoscerle anche gli scatti di anzianità che avrebbe maturato se fosse diventata insegnante di ruolo anziché ripartire da zero ogni anno. Non ha invece disposto l'assunzione, possibilità che la Corte europea aveva ammesso, perché la legge italiana indica nel concorso la via maestra per diventare insegnanti di ruolo. Anche la Corte costituzionale dovrà presto esprimersi, giudicando l'articolo 4 della legge 124 del 1999 che prevedeva di coprire i posti vacanti con supplenze annuali «in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale docente di ruolo». Nata come norma transitoria, resiste invece da quindici anni. E dopo la decisione della Corte europea - che fa giurisprudenza -·è realistico immaginare che i giudici costituzionali chiederanno di superarla disciplinando una volta per tutte il reclutamento degli insegnanti. «Un percorso di stabilizzazione dei precari non è più rinviabile, altrimenti lo Stato presta il fianco a una marea di ricorsi», spiega l'avvocato Luca Angeleri che, con Chiara Carità, ha seguito la causa dell'inse- gnante torinese. «Lo spirito della legge del 1999 era chiaro: garantire il diritto allo studio tamponando le emergenze con personale a tempo determinato. Invece la si è utilizzata per coprire le carenze strutturali di un sistema deficitario». In Italia ci sono tra 250 e 300 mila precari della scuola che hanno lavorato con contratti a termine per più di tre anni: assunti a settembre e lasciati a casa a giugno per poi tornare in classe con l'inizio dell'anno successivo. L'Europa ha stabilito che questa prassi non funziona. È probabile un'ondata di ricorsi. La realtà è che l'ondata era già in atto, ma i tribunali italiani attendevano che la Corte di giustizia si pronunciasse. Ora che ha deciso, le cause rimaste in sospeso usciranno dai cassetti come è avvenuto venerdì a Torino. E, con ogni probabilità, lo Stato dovrà risarcire tutti coloro che lo chiederanno. }\{a l'assunzione è impossibile Il giudice non l'ha disposta, anche se ammessa dalla Corte Ue, perché la legge italiana oggi prevede l'ingresso nel corpo docenti solo tramite concorso pubblico LA NORMA NEL MIRINO Fu varata nel1999 Avr'ebbe dovuto avere carattere transitorio 068391 Chiederà una nuova legge per regolare le assunzioni a scuola precari Tanti sarebbero i docenti assunti per più di tre anni con contratti a tempo determinato , Codice abbonamento: LA CONSUlTA 'o' [pc 17~~;~là#.~i~ 51 dil.S Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, "·"t non CV ' 'q riproducibile. Pag. 18 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 12 1 Le occupazioni scolastiche, per Faraone, servono a selezionare la classe dirigente. E infatti si vede che cosa sa fare e dire Faraone sacchi «a pelo». DI GIANFRANCO MORRA m atro dell'assurdo al Miur, coosciuto anche come Ministro dell'Istruzione (e della ricerca). Gli studenti si agitano in molte scuole del paese: cortei, okkupazioni, graffiti, vandalismi. Per fini nobili, dicono: vogliamo difendere il diritto allo studio (ma intanto lo impediscono anche a chi vorrebbe studiare), vogliamo sollecitare l'occupazione giovanile (che non ci sarà senza giovani preparati). Intanto okkupano, la chiamano «autogestione». Che fanno le supreme autorità del Ministero? La ministra preferisce tacere; non così il viceministro, Davide Faraone, che si è speso a difendere le occupazioni. Giovane palermitano di 39 anni, viene presentato con un curriculum politico travolgente. Solo i grillini hanno potuto accusarlo di collusioni con la mafia. Nulla è dato sapere delle sue competenze culturali e pedagogiche, che forse ci saranno, altrimenti Renzi, l'Innovatore, non lo avrebbe nominato. Nelle sue dichiarazioni a <<La Stampa» Faraone ha parlato chiaro: «Le occupazioni sono illegali, ma servono alla democrazia. Sono lotte all'apatia. In dubbio una complicità con chi vuole distruggere la scuola e offende così la maggioranza dei docenti, che sono malpagati e ancor meno rispettati, tenuti a lungo nella naftalina del precariato, eppure svolgono un'opera doppiamente fondamentale: educare uomini e addestrare professionisti. Faraone è cieco e retrogrado di mezzo secolo. La polemica contro la scuola nozionistica, astratta e retorica appartiene al passato. Da decenni è aperta alla società, non vi mancano docenti che sanno armonizzare la serietà didattica con l'apertura ai problemi del tempo. In tutte le scuole abbiamo tavole rotonde su tematiche dell'oggi, inviti a specialisti, visite e confronti col mondo del lavoro, discussioni e spettacoli. Prèsidi e docenti che, rispetto al bilancio del ministero, così inferiore a quello di altre nazioni sviluppate, riescono a far funzionare laboratori, gabinetti e biblioteche. Anche se ciò non significa che la scuola italiana sia in ottime condizioni. Tutte le ricerche comparative tra i paesi non solo europei pongono l'Italia al di sotto della media. Dopo i decenni della distruzione, la scuola italiana si è troppo a lungo adagiata in una situazione di stasi e di riflusso. Senza dubbio la scuola degli anni Sessanta doveva essere cambiata, in quanto il Paese, con lo sviluppo industriale e il mutamento culturale, richiedeva un insegnamento diverso, capace di salvaguardare la tradizione, ma anche di aprirla alle innovazioni tecnologiche e sociali di una società di massa. Anche la scuola è stata coinvolta nel passaggio da una cultura alfabetica ad una audiovisiva. Doveva essere adeguata al mutamento antropologico, non demolita, come invece è largamente accaduto. Le nazioni più progredite d'Europa hanno saputo voltare pagina. Da noi ben poco è accaduto. Anzi: per lungo tempo furono immessi in ruolo automaticamente tanti laureati, che in gran parte non avevano titoli e capacità. Con la conseguenza di tener fuori i giovani per decenni: l'Italia ha in Europa la scuola più «vecchi3» quanto a età media dei docenti. E nessuna riforma globale è stata fatta, ma solo leggi e ancor più leggine nate dalla concertazione fra politici e sindacalisti, per lo più ai danni della serietà scolastica. Abbiamo la scuola del «tutti promossi». Basterebbe pensare .agli esami di maturità, dove la promozione supera il 98 %. Quando invece il Baccalaureato francese (70 % di promossi) e l'Abitur tedesco (80 %) mostrano maggiore serietà e selezione. E ciò avviene nel momento in cui, per uscire dalla crisi economica, c'è bisogno di giovani preparati, padroni delle lingua straniere, soprattutto dell'inglese, capaci di competere con quelli delle altre nazioni. Siamo il paese dove l'assurdo è quotidiano e l'inverosimile abitudinario. Come possa una occupazione essere illegale e insieme altamente educativa, lo sa solo Faraone. In quale altro paese europeo un premier avrebbe consentito ad un viceministro affermazioni così banali e grossolane? Centinaia di docenti e presidi hanno chiesto le dimissioni di Faraone. Non dovrebbe essercene bisogno. Basterebbe destituirlo per manifesta incapacità. Codice abbonamento: 068391 esse si seleziona la classe dirigente. Anch'io da studente ho occupato il mio istituto tecnico e vi ho trovato la vocazione politica». Non è mancato l'appello romantico ai sacchi a pelo: «Rendevano le classi calde e umane, quanti amori consumati e quante anime gemelle trovate!». Grazie, Faraone, almeno ci hai aiutato a capire perché si chiamano n sottosegretario esprime senza Scuola: testate nazionali Pag. 19 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 33 1 Insegnanti., un giro di vite sulle abilitazioni spagnole Di Geronimo Cl pago .).) .........omII Il ministero mette un freno alla corsa all'estero per abilitarsi: vanno rispettate le regole Abilitazioni spagnole, giro di vite Inammissibili il tirocinio in Italia e gli esami on line DI ANTIMO DI GERONIMO e abilitazioni spagnole, per le quali il tirocinio e gli esami si siano svolti in Italia, non sono valide. Ciò vale sia per l'accesso alfa II fascia delle graduatorie di circolo, che per l'inserimento nelle graduatorie a esaurimento. Il monito viene dal ministero dell'istruzione (nota n. 7277/2014). n dicastero di viale Trastevere è intervenuto per porre un freno al fenomeno delle abilitazione telematiche che, pur essendo rilasciate da università spagnole, si conseguono senza che gli aspiranti docenti si siano mai mossi da casa. Ciò è stato reso possibile grazie a due escamotage. Il primo è quello delle lezioni via web (cosiddetto e-learning) grazie al quale lo studente segue i corsi semplicemente collegandosi ad una piattaforma informatica. Che L viene aggiornatale riempita di contenuti didattici direttamente dall'università presso la quale lo studente si iscrive. n secondo espediente è il tirocinio in Italia presso scuole italiane, statali o paritarie. Si tratta, dunque, di soluzioni estremamente appetibili per chi aspira ad avere un futuro come insegnante. Da una lato perché consentono di aggirare il problema del numero chiuso, che viene adottato dalle università italiane ai fini dell'accesso ai tirocini formativi attivi e agli altri percorsi abilitanti. E dall'altro lato perché, le abilitazioni conseguite in altri paesi dell'Unione europea, dovrebbero consentire anche la possibilità di accedere ai concorsi a cattedra. Sempre che i relativi titoli siano stati riconosciuti dal ministero dell'istruzione Il riconoscimento dei titoli abilitanti alla professione di docente, però, non è coperto dal regime del riconoscimento automatico, ma da quello del Sistema Generale. Che prevede la valutazione della formazione attraverso l'analisi comparata dei percorsi formativi previsti nei due stati membri coinvolti. E quindi l'amministrazione contrale è corsa ai ripari, avvertendo gli interessati che molte delle formazioni professionali di «Master de Profesorado», l'abilitazione spagnola, con particolare riferimento alle formazioni professionali offerte in modalità e-learning da università iberiche, realizzano il «practicum» (il tirocinio esterno previsto dal percorso formativo spagnolo) interamente presso istituzioni scolastiche italiane statali o paritarie. Non solo, ma spesso, gli esami finali che dovrebbero, per normativa iberica, svolgersi presso le università spagnole coinvolte, sono effettuati in Italia. Ciò ha indotto il ministero a chiarare di non avere mai stipulato alcuna convenzione con il ministero dell'educazione spagnolo, o con le università straniere o con altri enti che possano legittimare tirocini formativi svolti in Italia. Tanto più che il «Master de Profesorad» rappresenta un segmento terminale della formazione che ha come finalità l'acquisizione della professione di docente in Spagna e non in Italia. Per questi motivi, l'amministrazione centrale ha ritenuto di spiegare che le formazioni professionali di «Master de Profesorado» così conseguite, ancorché regolarmente documentate, non saranno prese in considerazione ai fini del riconoscimento della professione di docente. Il ministero dell'istruzione ha chiarito, inoltre, che questi titoli vengono sempre riconosciuti dall'amministrazione scolastica italiana, in osservanza delle disposizioni contenute nella Direttiva comunitaria 2005/36, se regolarmente conseguiti. Ma nella categoria dei titoli riconoscibili non rientrano quelli che siano stati conseguiti grazie «ad arbitrarietà come quelle sopra segnalate, che appaiono contraddittorie con i principi stabiliti sia dal Trattato dell'VE, sia dalla stessa direttiva comunitaria 2005/36». Tanto più che la stessa normativa spagnola prevede che le istituzioni educative, ovviamente spagnole partecipanti alla realizzazione del «practicum» abbiano bisogno di essere riconosciute come centri della pratica, così come i tutor incaricati della direzione e supervisione degli studenti. Codice abbonamento: 068391 --©Riproduzwne riseroata-I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 33 1 Sì alle occupazioni, no alle bocciature Le scorciatoie che fanno male ai ragazzi DI GIORGIO CANDELORO I del Miur, dell'Invalsi, delllspoi e anche dirigenti scolastici e docenti ed effettuata nell'aprile scorso. Nel nostro paese il 17,6% della popolazione scolastica abbandona il percorso di ~udi. superiore, con picc~i d~ ql!asì Il 26 iU Sardegna, del 25 In SICtha e di circa il 22 in Campania, mentre _ ~ percentuali di gran lunga inferiori a quelle nazionali si hanno nella maggior parte delle regioni del nord e del centro. Pur se in '6alo netto ri· spettn al 20'06, quando il dato nazinnalesuperava il 20%; la dispersione scolastica nellàlWnisola continua dunque ad èssere troppo alta, sia rispetto alla media europea, attestata al 12%, sia in vista dell' ambizioso obiettivo della "Strategia Europa 2020"• che fissa per la fine del decennio una drastica riduzione al 10%. Un ritardo, quello italiano, che ha un costo elevatissimo in t1'!rmini economici: secondo dati OeSE, ogni studente disperso, eosta al sistema scolastieo nazionale éÌtea 6400 euro, mentre un ipotetieoazzeramento della dispersione scolastica italiana avrebbe un impatto sul PIL stimato prudenzialmente attorno al 5%. Tradotto, alcuni mìliardi. Quali strategie adottare allora? TI sottosegretario D'Onghia sembra avere pochi dubbi, attribuendo implicitamen~e agli approcci rigidi di alcuni .insegnanti e all'eccesso di bocciature, la responsabilità principale della dispersione troppo alta. Effettivamente lBOmila re· spinti l'anno, di cui 100.000 nella fascia tra ì 14 e i 11 anni -proprio quella del bi~mnio superiore- sembrano davvero troppi, ma pare azzardato affermare che la sanatori a nel biennio possa bastare di per sé a far evaporare la dispersione. Crederlo significherebbe imboccare una scorciatoia, ignorando gli altri fattori che concorronO alla fuga dai banchi, come i contesti sociali ed educativi difficili, la vita in quartieri disagiati e, forse, anche l'eccessiva lunghezza, almeno neglì indirizzi tecnico-professionali, del percorso quinquennale delle superiori, ormai quasi un unicum ÌnEuropa. . ~ìprodUZÙJlUl ri$ervata~1 Codice abbonamento: 068391 sottosegretari all'istru. zione del governo Renzì fanno a gara nella ricerca di protagonismo e consensi. Specie tra gli studenti. Per un Davide Faraone che esalta le occupazioni -illegali- di scuole come momento di «crescita democratica» (facendo imbestialire le associazioni di categoria della dirigenza e la preside di un noto liceo romano, che gli ha organizzato sotto la sede del Miur un sit in di prof e genitori inferociti), c'è un'Angela D'Onghia che fa balenare ai ragazzi delle supe- _ _ _ riori la possibilità di un'imminente abolizione delle bocciature nel primo biennio; che pare sia effettivamente allo studio dei tecnici del Miur. Anche lei. come rincauto collega filo-occupatore, lancia la proposta in un'intervista, sostenendo che i primi due anni delle superiori «devono essere uu.periodo dìinc1usione e non di sbarramento»_ Immediato quanto ovvio il successo raccolto dall'ipotesi sui sitistudenteschi e nei capannelli di corridoio a ricreazione; tutto piuttosto prevedibile, almeno quanto lo scetticismo manifestato dai docenti informati della proposta. In realtà, ancora una volta, a dettare legge sonO considerazioni -peraltrò molto fondate-legate ai costi dell'insuccesso scolastico, ormai poco sostenibili . per il sistema. .. Tutto parte da una reale emergenza i cui contorni sono stati chiariti nei giorni scorsi dalla presentazione dei risultati di un'indagine conoscitiva della cìi1mmissione . cultura della. Camera sulla dispersione scolastica in ltalia"à cui hanno foruioo ·illoroeontributnspecialisti Scuola: testate nazionali Pag. 21 Quotidiano Data 09-12-2014 Pagina 34 Foglio 1 /2 Le domande, anche di trattenimento in servizio e di part time, entro il 15 gennaio Pensioni, pronti in 30mila In 20 mila hanno maturato i requisiti pre-riforma Fornero DI NICOLA MONDELLI n 30mila quest'anno potrebbero lasciare il lavoro nella scuola per andare in pensione. La nuova stagione del pensionamento 2014-2015 è stata fissata dal ministro dell'istruzione Stefania Giannini con il decreto n. 886. Entro il 15 gennaio 2015 dovranno essere presentate le domande. Gli interessati sono:il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario in servizio nelle scuole con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Potranno essere fatte domande di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite massimo di servizio, di dimissioni volontarie, di trattenimento in servizio esclusivamente per il raggiungimento del minimo contributivo o di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale e congiuntamente al trattamento pensionistico anticipato. Le modalità per la presentazione delle domande saranno definite da un prossima circolare. Secondo una indagine condotta nelle scorse settimane da ItaliaOggi, sarebbero circa 30 mila quanti, tra docenti e Ata, potendo fare valere alla data del 31 dicembre 2015 i I requisiti anagrafici e contributivi richiesti per l'accesso alla pensione o alla trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale congiuntamente al trattamento pensionistico, potrebbero chiedere di cessare dal servizio e andare in pensione con effetto giuridico ed economico dalI o settembre 2015. I due terzi dei trentamila è costituito dal pçrsonale docente edAta che può andare in pensione con i requisiti richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore dell'art. 24 del decreto legge 201/2011, requisiti posseduti al 31 dicembre 2011 e dal personale femminile che, optando per il sistema di calcolo contributivo, potrebbe andare in pensione con 57 anni e tre mesi di età e 35 di contribuzione. Il restante terzo è costituito da personale che può fare valere i nuovi requisiti richiesti dal predetto art. 24 della riforma Fornero. Al momento non si hanno indicazioni su quanti dei 30 mila chiederanno di cessare dal servizio appunto dal prossimo primo settembre. I requisiti da possedere per avere il diritto di accedere alla pensione sono diversi a seconda che si rientri in una delle seguenti tre çategorie. Categoria A. E quella costituita dai docenti e dal personaleAta, sia maschile che femminile, che alla data del 31 dicembre 2011 avevano maturato, per accedere alla pensione di anzianità, i requisiti anagrafici e contributivi richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore della riforma l'ornero (sessanta anni di età e 36 di contribuzione oppure sessantuno anni di età e 35 anni di contribuzione); per accedere alla pensione di vecchiaia- limitatamente alle donne -avevano maturato 4essantuno anni di età e 20 anni di contributi( eccezionalmente 15 anni se potevano fare valere qualche contributo accreditato entro il 31 dicembre 1992). Categoria B. È quella costituita dai docenti e dal personale Ata che non rientrano nella categoria A ma che al 31 dicembre 2015 potranno fare valere i requisiti anagrafici e contributivi richiesti daslla normativa in vigore - dall'art. 24 del decreto legge n. 201/2011 e successive modificazioni -( per la pensione di anzianità, quaranta due anni e sei mesi di contribuzione, se uomo e quarantuno anni e sei mesi, se donna; per la pensione di vecchiaia, sessantasei anni e tre mesi di età, tanto per gli uomini che per le donne, unitamente a non meno di 20 anni di contribuzione). Categoria C. È quella costituita dal personale femminile che, optando per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole del sistema contributivo ed in applicazione dell'art. 1, comma 9, della legge n. 243/2004 può fare valere una età anagrafica non inferiore a cinquantasette anni e tre mesi e una anzianità contributiva pari o superiore a35 anni. La data per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio da parte dei dirigenti scolastici, avente effetto dal IO settembre 2015, è invece quella del 28 febbraio 2015 fissata dal contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dell'Area V della dirigenza per il quadriennio 2006-2009 ed il primo biennio economico, sottoscritto il 15 luglio 2010. Codice abbonamento: 068391 ~ Riproduzione riservata____ Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 22 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 35 1 L'allarme della presidente dell'istituto, Ajello. Corsa al senato per integrare le risorse IJltalia fuori dai test Ocse-Pisa La legge di Stabilità taglia i fondi e vieta le assunzioni DI EMANUELA MICUCCI e non arriveranno i fondi, sarà. il primo anno che l'Invalsi non parteciperà alle indagini internazionali Ocse-Pisa. A lanciare l'allarme è la presidente déll'istituto nazionale di valutazionè ,Anna Maria Ajello, nel corso della due giorni di convegno organizzata, la scorsa settimana a Roma, per il decennale delle prove Invalsi. Lo fa ricordando le attività dell'Invalsi oltre l'annuale rivelazione degli apprendimenti degli studenti. Ma è l'urgenza del reintegro nella Legge di Stabilità 2015 delle risorse per l'istituto e per la stabilizzazione del suo personale, per due terzi precario, a segnare l'incontro, Durante l'esame del provvedimento, infatti, la Commissione Bilancio della Camera ha stralciato il comma 24 dell'articolo 23 della Legge di Stabilità che prevedeva un finanziamento una tantum di lO milioni di euro nel 2014 per l'Invalsi S da utilizzare per strutturare il Sistema nazionale di valutazione- secondo le linee guida della Buona Scuola. Una risorsa importante chiesta e ottenuta per stabilizzare i lavoratori precari dell'istituto: 62 dipendenti a tempo determinato su un totale di 93, la metà dei quali precaria da 14 anni. «Tutti indispensabili per lo svolgimento delle funzioni ordinarie di istituto», sottolinea Paolo Mazzoli, il direttore generale. Posti che entro il31 dicembre saranno vacanti, salvo eventuale proroga di 4 mesi. COJ;llo stralcio del comma 24, infatti, sono saltati anche i commi 26 e 27, che autorizzavano l'Invalsi ad un piano «assunzionale straordinario» a copertura dei posti vacanti in pianta organica e in deroga ai vigenti vincoli in materia di facoltà di assunzioni. Con spese pari a 593.000 euro per il 2015 e 692.000 dal 2016, la cui copertura veniva effettuata dal correlativo prelievo dalla legge 440/97, il Fondo per l'ar- ricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa. Risorse saltate e che si chiede vengano reintrodotte nell'esame della Legge di Stabilità in Senato. «Finora l'Invalsi ha utilizzato i fondi europei - spiega Ajello- ma i Pon si possono utilizzare solo per progetti sperimentali, non per l'ordinamentale: sarebbe illegale». C'è un problema di risorse. «L'Italia spende - ricorda Attilio Oliva di Treelle - 50 miliardi per la scuola e solo lO milioni di euro per l'Invalsi. In Inghilterra si spendono 130 milioni per l'Osced e altrettanti per i test nelle scuole, in Spagna 80-90 milioni, in Francia ci sono 3.000 ispettori. E' un segnale di allarme». E c'è un problema di personale. «In Olanda l'istituto di valutazione può contare su 700 lavoratori», insiste Ajello. Rassicurazioni sono arrivate dal sottosegretario all'istruzione Davide Faraone sicuro dell'«impegno del Senato per reintegrare le risorse nella Legge di Stabilità», perché senza Invalsi e senza un sistema nazionale di valutazione «la Buona Scuola non ha senso, la riforma crolla». Il ruolo della valutazione, aggiunge, «è importantissimo» nel sistema scolastico, perché «non è una gara per certificare chi arriva prima, ma uno strumento utile per migliorare la situazione delle scuole del nostro Paese e per ridurre le differenze tra gli istituti». Impegno confermato anche da Francesca Puglisi (Pd) della Commissione Cultura del Senato. In lO anni «le prove sono migliorate, i tempi di restituzione dei risultati si sono accorciati e si è garantita la comparazione tra scuole con caratteristiche socio-economiche e territoriali simili», illustra Ajello ricordando che l'Invalsi è impegnata in altre attività, come le ricerche sulla scuola dell'infanzia, e partecipa a tutte le rivelazioni internazionali. . Codice abbonamento: 068391 ---© RiproduzioTIR riseroata___a Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 24 Quotidiano Data Pagina 09-12-2014 35 1 Ma il comitato di valutazione dei docenti resta o sarà sostituito? tato ai principi di libertà stabiliti mano alle stratificazioni normative . DI GIOVANNI SCANCARELLO ncora non è stata emanata dal ministero dell'istruzio. ne 1'ordinanza con la quale vengono stabi\iti i termini e le modalità per le elezioni, le designazioni e le nomine dei componenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione, organo coUegiale previsto in sostituzione del consiglio nazionale della pubblica . istruzione dal Dgls 233/99, lo stesso che introduceva i consigli scolastici regionali e 10cali.. Ma non sono bastati una condanna del Miur da parte del Tar Lazio per iner~a, il commissariamento e la rìchiesta della Cgil di riattivàre il consigÌio. Oggi infatti la scuola non ha ancora il suo organo collegiale consultivo più importante, sopr~ttutto in una fase in cui una cònsultazione del mondo della scuola a monte di importanti pr€?vvediplènti, c,0me quello del regolamento.[del SIstema naZIonale di vfdutazione o di strategie come quella sulla Buona Scuola avrebbero certamente potuto intraprendere la direzione di una corretta relazione fra governo del Paese, amministrazione e il tessuto vivo della scuola. A Rompere li patto su cm I!d fonda la costruzione del legame sociale della scuola, cioèu èomfìlesso sistema di organi collegiali su. cui è regolata la Vita. democratica in un'istituzione come la scuola, è un rischio da evitare, soprattutto se l'interesse è veramente quello del futuro dei nostri studenti. Tanto è sostanziale l'elemento pubblicistico nel nostro ordinamento scolastico che la stessa legge del sistema naziona,le di isttllZiQne impone alle scuole private la condizione che per ruasçiare titoli di studio aventi valore legale, quindi per diventare paritarie, l'insegnainento sia impron- dalla CostItuzione repubblicana, contraddittorie che si sono venute accogliendo chiunque, compresi gli ad accumulare nel tempo. Contradalunni portatori di handicap (a:rt. 1 dittorietà che pòtrebbe venirsi a comma 3 legge 6212000). IJinteresse creare pero anche in futuro. Cosa pubblico nella formazione quindi, è accadrebbe infatti se la valutazione prevalente a quello privatO. Inque- di un docente differisse tra nucleo sto contesto le funzioni di governo e comitato di valutazione? . . della formazione non possono pre- . Lo stato giuridico e il ruolo scindere dal sistema autoritativo e doeentesouo sempre rimasti indecisionale degli organi collegiali. quadrati in una funzlonecostruita, Su questo il governo ha una intorno al valore legale del titolo posid.one chiara: gli attuali orga- di studio che, in Virtù degli articonì, dice,:pongono veti e sono lenti. lì 2699 e 2700' del c.c., costituisce Ci si chlede .però se serva rottamare appunto certificato rilasciato da o basterebbe invece ristrutturare un'autorità scolastica nell'esercizio prevedendo articolazioni esecutive di una pubblica funzione. Questo a cui delegare decisioni (comj3 già comunque non sembra nemmeno a per altro si è iniziato a fare con i rendere giustizia alla miriade di ordiPartimenti per il collegio docenti gani collegiali che nella scuola venoppure inves~ndo,invece di tagli- gono ogni anno democraticamente ràre, sulle funzioni strumeritali)'eletti, né ai dirigenti scolastici acuì A quest08i aggiunge l'incertezza la riforma da una parte vorrebbe rispetto alla sopl'avvivenza di ta- intestare più responsabilità e poluni òrganisroi, c0ll.1e il comitato di teri e dall'altra gli taglia gli Ata valutazione dei docenti introdotto di segreteria e rimanda in classe dall'art. g deldpr 4Hì/74. '. i vicepresidi. Il camita to di valutazione M:a al di là di questioni di medei docenti svolge non solo una todo. e'è un piano di principio che funzione valutativa dell'anno di se non risulterà pienamente soddiprova del docente neoassunto, ma sfatto potrebbe mettere seriamenfunzioni che, alla luce della norma- te a rischio l'intera impalcatura tiva vigente, risultano difficilmente della Buona Scuola. Tale appare abrogabili dallo Sbloccascuola an- il quadro dene contraddizioni che nunciato dal governo, se non in- potrebbero insorgere in futuro, ma cidendo nel profondo del sistema che nel documento risultano tutte pubblicistico dell'ordinamento e del imputate alla tradizione collegiale suo tessuto democratico. Parliamo della scuola e alla vecchiaia del tead esempio della, valutazione del sto unico (01'10 297/94). Delle due docente che ne faccia richiesta ai l'una, o si riform!l prima l'ordinasensi dell'art. 11 del DIvo 297/94 mento complessivo o si interviene e della riabilitazione del docente sull'esistente migliorandolo. La dia cui sia stata irrogata una san- rezione intrapresa, infatti, sembrezione disciplinare. Non si capisce l'ebbe voler perseguire modelli di se il comitato di valutazione, una sistema di tipo anglosassone dm/e, sorta di Csm della scuola autono- ad esempio, gli esami sono esterni ma, rientrerà tra le misure abro- e vengono elaborati da specificienti gative dello SbloccaScuola. Giusto di valutazione e certificazionj:l, per chiederselo dal momento che nel cui prevale più Un piano privatistidocumento del governo si parla di cO di rapporto' con la ~alutazioùe produrre un nuoVo testo unico in 'sia rispetto agli studenti che ai materia di istruzione, per mettere docenti. Codice abbonamento: 068391 -----© RiproiJ;uziomi risemtta--a Scuola: testate nazionali Pag. 25 Quotidiano Data 09-12-2014 Pagina 36 Foglio 1 Assunzioni, i dubbi del senato sulla ricostruzione di camera A farsi sentire è il servizio bilancio del senato: nella relazione alla...legge di Stabilità, all'esame di Palazzo Madama, non è chiara la copertura per le 150mila assunzioni della Buona scuola. In particolare i tecnici di Pietro Grasso puntano il dito contro la mancata indicazioni delle risorse che andranno a coprire la ricostruzione di carriera a fronte del miliardo relativo ai primi quattro mesi dell'anno scolastico 2015 e i 3 miliardi di euro a decorrere dal 2016. Il governo infatti indica la coperta, ma non le unità che saranno assunte e con quale anzianità media maturata nel sel-vizio dei docenti a tempo determinato interessati. Codice abbonamento: 068391 ---© Riproduzwne riseruata ______ Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 26 Quotidiano Data 09-12-2014 Pagina 36 Foglio 1 Il 30% delle cattedre è stabilmente coperto da precari. Per tutti vale il placet del vescovo Corte lJe, prof di religione in pole Pronti a battere cassa per ottenere gli indennizzi DI CARLO FORTE D a termine su posti vacanti e disponibili è pr.ass'i. Una prassi che, pero, è in rotta di collisione con la normativa europea. Equindi anche con l'ordinamento interno italiano. Va detto subito che la disciplina dei docenti di religione si inquadra all'interno del concordato tra lo stato e la chiesa cattolica. Ma ,questo accòrdo, per quanto sia ascrivibile alla categoria degli atti negoziali di diritto internazionale, non può derogare j principi generali dell'ordinamento (in questo caso, il principio di non discriminazione) e costituzionali. Tanto più che la Carta comprende comunque anche le norme comunitarie. Che entrano a pettine nel dispQsitivo per effetto delle disposizioni contenute nell'articolo 117. In buona sostanza, dunque, l'effetto principale della sentenza della Corte di giustizia, sembrerebbe proprio questo: la necessità, per il governo, di procedere al più presto all'indìzione di un nuovo concorso per il recluta- mento dei docenti di religione. Necessità che, però, non pone al riparo da eventuali azioni risarcitorie da parte degli interessati. E in questo caso i giudici non si vedrebbero nemmeno costretti a scegliere tra ricostruzione di carriera o indennizzo. Perché la ricostruzione di carriera ai docenti di religione viene effettuata anche se sono precari. La disciplina del lavoro degli insegnanti di questa disciplina, infatti, prevede una serie di benefici che non sono previsti per i docenti delle discipline ordinarie. Gli insegnanti di religione, infatti, hanno conservato il diritto agli scatti biennali di anzianità e hanno diritto al riconoscimento della progressione di anzianità, anche se precari, in presenza di determinate condizioni, una volta decorso il quarto anno di supplenza. Resta il fatto, però, che oltre a dovere dare conto all'amministrazione scolastica per tutto ciò ehe riguarda il rapporto di lavoro, i docenti di religione sono soggetti anche all'autorità ecclesiastica. È il vescovo, infatti, che rilascia l'idoneità all'insegnamento, dopo il conseguimento dei titoli specifici. E può revocarla in qualsiasi momento. Anche se il Consiglio di Stato ha chiarito da tempo che la revoca non è a piacere ma va adottata solo in presenza di gravi motivi. Ciò vale sia per i docenti di ruolo che per i precari. Per i docenti di ruolo, però, la legge prevede una scialuppa di salvataggio. Che consiste nel riassorbimento del docente dichiarato inidoneo dall'autorità ecclesiastica nei ruoli dell'amministrazione scolastica. Si tratta, dunque, di un ulteriore criterio di reclutamento dei docenti che si aggiunge a quello canonico del concorso a cattedra. E costituisce l'unica eccezione prevista dall'ordinamento a tale criterio. Eccezione legittima perché prevista anche dalla Costituzione. ----©Riproduzione riseroata ___ Codice abbonamento: 068391 ocenti di religione in pole position per gli indennizzi da reiterazione delle supplenze annuali. La Corte di giustizia europea, infatti, il 26 novembre scorso, ha emesso una sentenza che sanziona la reiterazione delle supplenze annuali, in assenza di termini tassativi per lo svolgimento dei concorsi e di indennizzi in caso di inerzia dell'amministrazione. Il principio affermato dai giudici di Bruxelles pone, infatti, seri dubbi sulla legittimità della disciplina dei contratti a tempo determinato dei docenti di religione. Perché l'organico di diritto di questa particolare categ(}ria di docenti è composta per il 70% da cattedre coperte da docenti di ruolo e,. per il restante 30% da cattedre destinate alle 'supplenze annuali. A differenza dei docenti delle discipline ordinarie, dove il fenomeno è residuale, per i docenti di religione, dunque, la reiterazione dei contratti Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 27 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 37 1 lJinchiesta del Censis: poche risorse e troppe difficoltà burocratiche. E docenti poco preparati Alternanza promossa con riserva Il giudizio dei presidi: utile, ma serve poco per il lavoro DI EMANUELA MICUCCI presidi promuovono l'alternanza scuola-lavoro e apprendistato. Più tiepidi i giudizi sull'impresa didattica. Tuttavia, solo poco più di un terzo ritiene che l'alternanza aumenti in maniera diretta le opportunità di occupazione dei diplomati. Almeno nell'opinione dei dirigenti scolastici delle superiori consultati sul tema dal Censis, che pubblica i risultati di questa indagine nel 48° "Rapporto sulla situazione sociale del Paese» presentato venerdì scorso (www.censis.it). Decisamente buoni i voti che i presidi danno all'estensione dell'obbligo dell'alternanza negli istituti professionali, che incassa un punteggio medio di 8,7 in una scala da a lO. Seguito a breve distanza con 8,2 dall'introduzione dell'obbligo negli ultimi tre anni dei tecnici. Note favorevoli anche per l'inserimento degli studenti in contesti I ° di imprenditorialit~ legati all'artigianato (7,Q) e per la sperimentazione dell'apprendistato negli ultimi tre anni delle superiori (7,1). Maggiori le perpless1tà per le attività di impresa didattica, attraverso la produzione e commercializzazione di beni o servizi, che comunque si merita un punteggio più che sufficiente, 6,8. Pesano le difficoltà burocratico-amministrative legate alla realizzazione di un'impresa formativa: per i presidi quella maggiore risiede nella gestione degli adempimenti fiscali con le risorse amministrative in dotazione organica (8,2), non mancano problemi legati alle norme di fiscalità generale e del codice civile (7,8) e alla complessità della gestione amministrativa e contabile (7,6). Ma sottolineano anche la mancanza di indicazioni e standard organizzativi condivisi dal Miur, ministero del lavoro e dicastero dell'economia (8,0). E risulta difficile individuare il possibile mercato di riferimento (6,1). l<Nonostante rimangano alcuni nodi irrisolti - spiega Massimiliano Valeri, portavoce del Censis -, la strada dell'alternanza scuola-lavoro sembra essere quella più adatta a potenziare nella giusta direzione il rapporto tra scuola e mondo del lavoro». Agli occhi dei presidi l'aspetto più qualificante è fornire unà maggiore conoscenza del mondo del mondo del lavoro (66%), anche in funzione di orientativa per la scelta di proseguire gli studi (47,3%). Mentre la difficoltà maggiore è coinvolgere le aziende e il mondo del lavoro in genere (47%), «a cui si può correlare - osserva il Censis -il 42,2% di dirigenti che rimarcano la difficoltà a offrire percorsi in alternanza a"tutti gli studenti dell'istituto». Critiche le risorse finanziarie, insufficienti per il 46,4%. Solo il 34,3% dei presidi ritiene che l'alternanza aumenti le possibilità di trovare un posto di lavoro per i diplomati. Mentre per il 37,3% influenza i livelli motivazionali degli alunni e riduce gli abbandoni scolastici. Non solo. Rende il curriculum più adeguato alle esigenze del mondo del lavoro (32,5%). E per un quarto dei dirigenti (24,3%) è uno stimolo a una continua innovazione della didattica, oltre che aggiornare e specializzare il corpo docente (5%) e aumentare l'attrattività della scuola (13,9%): Sul versante dell'organizzazione didattica la maggiore criticità è realizzare un'effettiva integrazione dell'aiternanza nel curricolo scolastico (41,5%), ma anche valutare le competenze acquisite dagli studenti nei contesti di lavoro (22,6%), mancando inoltre un apparato di monitoraggio e valutazione condiviso per le scuole (10,7). E i presidi segnalano anche lo scarso interesse delle famiglie, preoccupate del rendimento scolastico (4,9%), e dei docenti poco preparati (14,8). Codice abbonamento: 068391 ---© Riproduzione riseroata--ll Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 28 Quotidiano Data 09-12-2014 Pagina 37 Foglio 1 Scuola dell'infanzia obbligatoria, no ad anticipi e senzioni nido e relativizzata dal restante 28,2%. I presidi sono d'accordo nel sostenere che la necessità di una maggiore integrazione operaì all'obbligo della frequenza della scuola . tiva tra questi due segmenti nella prospettiva dell'infanzia. No a una sezione nido in della continuità educativa: un'ipotesi a cui attutte le materne. Questi i primi risulta- tribuiscono un punteggio di 8,4 su una scala da ti di un'indagine del Censis sull'offerta ." .. a lO. Minore (6,3) il favore intorno all'ipotesi prescolare, a cui hanno finora collaborato 1.200 -. che questa integrazione possa essere garantita dirigenti di scuola d'infanzia statale e non sta- dal solo fatto di prevede una sezione nido in tale. Anticipati nel 48° Rapporto annuale sulla tutte le scuole dell'infanzia. condizione sociale del Paese (www.censis.it). i Tuttavia, le fondamenta di questa ridati registrano anche il giudizio negativo dei chiesta di integrazione si trovino nella concapi d'istituto sul fenomeno degli anticipi nella statazione dei dirigenti che i bambini hanno materna, in quanto incoerenti con il progetto frequentato i servizi prescolari si inseriscono educativo attuato per i bambini tra 3 e 6 anni. in modo più agevole e proficuo nella materDall'indagine è possibile trarre le opinioni dei na (8,5) e, se svantaggi, possono recuperare i presidi su alcune misure delineate nel disegno gap cognitivi dovuti al contesto socioeconomidi legge su un sistema integrato di educazione co faririliare (8,0). Ampio il consenso intorno e istruzione 0-6 anni e sul diritto dei bambini alla proposta di potenziare la funzione edualle pari opportunità di apprendimento, di cui cativa dei servizi della prÌma infanzia (8,1), è prima firmataria la senatrice Francesca stabilendo obiettivi educativi nazionali (7,6). Puglisi (Pd). Sebbene nell'anno scolastico Non mancano le criticità. Prima fra tutte (7,1) 2012-2013 risultasse ormai iscritto a una scuo- la qualità disomogenea dei nidi dal punto di la dell'infanzia il 99,9% dei bambini italiani, vista dell'efficacia educativa, in quanto i re1,6 milioni, il 44,2% dei dirigenti è favorevole "quisiti tecnico-professionali richiesti agli opea introdume l'obbligatorietà della frequenza, ratori sono poco selettivi. E poi il capitolo liste almeno per i bambini di 5 anni di età (35,3%). d'attesa. Fenomeno che nell'anno scolastico in Mentre il 14,7% non lo ritiene necessario e il corso riguarda circa la metà delle scuole d'in-. 5,2% pensa che le fanllglie devono essere libere fanzia. Nel restante 56,6% che non ha dovuto di scegliere. predisporle, più di una su tre le ha avute ma Sulla base della loro esperienza i pre- sono state riassorbite o dalla scuola (25,5%) sidi confermano che frequentare la scuola o da altri istituti (7,4%). TI 10,1% dei dirigenti materna contribuisce alla riduzione delle disu- non è riuscito a rispondere alla domanda del' guaglianze in ingresso nel sistema scolastico: proprio territorio, valore che nel Nord-Ovest ne è convinto ben il 97 ,7%, con alcune differen- sale al 16,2%. ziazioni solo sull'incidenza, elevata per il 69,5% ----©Riproduzione meroatn___ll DI ANGELA IULIANO S ° Codice abbonamento: 068391 I Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 30 Quotidiano Data Pagina Foglio 09-12-2014 38 1 L'ESPERTO RISPONDE! Il caso di un docente e la discrezionalità del dirigente Permessi personali possibili a~c4e ,dopo i,p~imi tre , Altn 6 gtornz, vanno motzvatz ma non possono essere negatz 'DIplomato lsef nel novembre 1976, avendo,insegnato come supplente di educazione fisica per n, 4 ore nel periodo 1974/75 e 1975/76; posso riscattare ai fini pensionistici i periodi Isef 1973/74- 1974/75 e 1765/76? Salvatore Mascari Napoli Premesso che i servizi prestati nel biennio 74/75 e 75/76 sono, ancorché prestati senza titolo, utili ai fini pensionistici mediante computo, nulla vieta che possa essere chiesto, ài fini pensionistici, il riscatto dei tre anni del corso di stlldio. Essendo nel suo caso l'onere di riscatto elevatissimo, una richiesta in tal senso andrebbe valutata attentamente. Franco Bastianini In pensione Sono una insegnante di scuola primaria che per motivi esclusivamente famigliari vorrebbe utilizzate l'opzione donna per andare in pensione dal 10 settembre 2015. Compio 58 anni di età il 20 febbraio 2015 e posso fare valere 35 anni di contributi. Presentando la domanda di cessazione dal servizio entro il 15 gennaio 2015 potrò essere collocata a riposo con effetto dallo settembre 2015 e ricevere il trattamento pensionistico dalla medesima data? Alcune colleghe sostengono che la mia domanda di essere collocata a riposo da quella data verrebbe sicuramente accolta, ma la pensione, per effetto della C.d. finestra, mi verrebbe liquidata solo dal 10 settembre dell'anno successivo. È vero quanto sostengono le colleghe? Luisa Salvini Parma "Eopzione donna" prevista dalla legge 243/2004 dispone che le lavoratrici possono optare in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, per la liquidazione del trattamento pensionistico di anzianità secondo le regole del calcolo del sistema contributivo, ove in possesso dei prescritti requisiti anagrafici e contributivi( 57 anni e tre mesi di età e non meno di 35 anni di contribuzione), ma a condizione che la decorrenza del trattamento pensionistico si collochi entro il31 dicembre 2015. Poiché nel suo caSo sussisterebbe tale condizione, la tesi sostenuta dalle sue colleghe non ha alclln fondamento. Presenti la sua domanda entro il 15 gennaio e dal io settembre 2015 potrà riscuotere la Slla pensione che sarà purtroppo calcolata con il penalizzante sistema contributivo. Supplenza e proroga dopo le vacanze natalizie Sostituisco una collega in astensione facoltativa, che ha già manifestato l'intenzione di rientrare in servizio durante le vacanze di Natale e di rimettersi in congedo alla ripresa delle lezioni. Vi chiedo:mi spetta la conferma dell'incarico dopo le vacanze? Vera Nicolini Latina Sì. Lo prevede il comma 5 del decreto 131/ 2007 che così dispone: <<Nel caso in cui ad un primo periodo di assenza del titolare ne consegua un altro intervallato da un periodo di sospensione delle lezioni si procede alla conferma del supplente già in servizio; in tal caso il nuovo contratto decorre dal primo giorno di effettivo servizio dopo la ripresa delle Nicola Mondelli lezioni». Antimo Di Geronimo Codice abbonamento: --~ Riproduzwne riseroata--ll 068391 con l'opzione donna Il riscatto del diploma Isef, vantaggi e costi Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 Quotidiano Data Pagina Foglio 08-12-2014 17 1 Prcrnioda i Due italiani candidati al Nobel dei prof Due professori italiani sono stati inseriti nella rosa dei primi 50 candidati al Global Teacher Prize, una sorta di Premio Nobel per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado di tutto il mondo che mette in palio un milione di dollari da assegnare a un docente che abbia dato uno straordinario contributo alla professione. Il Global Teacher Prize, alla prima edizione, è frutto di un impegno di lunga data della VarkeyGems Foundation. Portando alla luce migliaia di storie di «eroi» che hanno trasformato la vita di bambini e adolescenti, il premio spera di far conoscere e divulgare - spiegano i promotori - «lo straordinario lavoro di milioni di insegnanti». Una condizione per vincere il premio è che il vincitore continui a essere un insegnante per almeno 5 anni. I due insegnanti arrivati in zona traguardo sono Daniela Boscolo dell'Istituto tecnico C.Colombo di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e Daniele Manni, dell'Istituto Galilei Costa di Lecce. Codice abbonamento: 068391 Milano. scontri alla prima della Scala Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 32 Quotidiano l'Italia investe troppo poco: è in coda tra i Paesi europei 09-12-2014 10 Foglio 1 rope 2014>, - che ha preso in considerazione i 28 Paesi Ue più Norvegia, Islanda, Montenegro e Turchia sei Paesi hanno aumentato meno dell'uno per cento il bilancio dedicato all'istruzione (dati aggiornati a giugno 2014): Italia (0,6), Belgio-Fiandre (0,92), Lussemburgo (0,08), Siovacchia (0,37), Spagna (0,08) e nella media del Regno Unito (0,1). Altri sette Paesi hanno addirittura tagliato questa voce del bilancio, owero Belgio-Vallonia (0,07), Repubblica Ceca (3,33), Irlanda (1,53), Austria (2,72), Croazia (1,95), Finlandia (2,39), Galles (1,88). In altri sei Paesi il bilancio è invece aumentato: Estonia (6,36), Lettonia (6,91), Nord Irlanda (5,16), Malta (5,41) e Turchia (7,05). Codice abbonamento: 068391 L'Italia non taglia il bilancio all'istruzione ma è uno dei Paesi europei ad averlo aumentato meno nel corso del 2014. L'aumento italiano è dello 0,6 per cento a fronte di due terzi dei Paesi europei che lo hanno aumentato di oltre 1'1 per cento. Lo rivela un rapporto del network educativo europeo Eurydice.ln totale nel2014 i fondi stanziati sono stati 49,66 miliardi contro i 48,57 miliardi del 2013. Secondo il rapporto «National Sheets on Education Budgets in Eu- Data Pagina Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Quotidiano IL GAZZETTINO Data Pagina Foglio 09-12-2014 XXI 1 SCUOLA Problemi di connessione nei licei Appello per avere una rete in fibra Registro elettronico ma Internet non va Teresa Infanti PORTOGRUARO re per pagare il canone mensile, che per 100 Megabit è piuttosto alto». I dirigenti hanno poi segnalato la mancanza di un calorifero nel laboratorio di disegno meccanico e del collegamento alla rete del gas per il funzionamento della serra all'Itis-lpsia, e la scarsa illuminazione dell'ingresso e l'umidità presente in alcune aule al Luzzato. «Se non cambierà qualcosa con la legge di stabilità - commenta il dirigente provinciale Andrea Menin - le scuole superiori della Provincia di Venezia avranno ben poche risorse a disposizione. Se quest'anno avevamo a bilancio 9 milioni di euro, il prossimo anno ce ne saranno solo 6 e dovranno servire anche per tutti gli interventi sulla viabilità». © riproduzione riservata Codice abbonamento: 068391 Connessione lumaca nelle scuole superiori. Non è solo il problema della copertura dell'lpsia D'Alessi o la mancanza di spazi a disposizione dei due licei ad impensierire i presidi. Nel corso dell'incontro tra l'assessore provinciale all'Edilizia scolastica Giacomo Gasparotto, l'assessore comunale all'Istruzione Irina Drigo, i dirigenti scolastici e i presidenti dei consigli di istituto sono infatti emersi diversi altri problemi che dovranno per forza essere affrontati dalla futura Città metropolitana. E, tra questi, la mancanza di una stabile connessione Internet. «Abbiamo la necessità - spiega la dirigente dell'Istituto Da Vinci-D'Ales si, Raffaella Guer- ra - di avere un rete in fibra, non solo per lavorare all'interno dell'istituto, ma anche per lo scambio di dati tra le varie scuole. Ormai lavoriamo da tempo con il registro elettronico, ma qui la connessione è scadentissima». Eppure le direttive ministeriali indicano la via della digitalizzazione dei processi burocratici come un obbligo per le amministrazioni pubbliche, per adeguarsi all'evoluzione tecnologica e per migliorare i servizi. «Se vogliamo stare al passo con i tempi - aggiunge Lorenzo Zamborlini dirigente del liceo "Belli" - serve una connessione a banda larga. Dalle prime informazioni che sono riuscito ad avere - aggiunge - sarebbero sufficienti appena 3.500 euro per allacciarsi alla rete tramite dei ponti radio. Il problema sarebbe poi il costo da sostene- Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non Pag. 34 Quotidiano Data Pagina lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO Foglio 09-12-2014 XIV 1 GLI ATTIVISTI DEL MOVIMENTO CINOUE STELLE INVITANO IL COMUNE ASFRUTTARE AL MASSIMO I FONDI Dura PER MILLE «Tutte le scuole richiedono lavori» appello dei grillini aPalazzo di città entro il quale il Comune potrà pre· sentare progetti tesi a recuperare fondi per la ristrutturazione di edifici scolastici - ricordano dal M5S -. Considerato che tanti sono i plessi scolastici che necessitano di interventi corposi e urgenti, i calcinacci caduti qualche mese fa alla scuola Benedetto XIII e qualche giorno fa alla Giovanni Paolo II ne sono la prova evidente, siamo a reiterare la questione, nella speranza che riusciate a candidare altre scuole gravinesi entro i termini stabiliti per l'anno in corso». si legge nella missiva inviata a Palazzo di città. Con l'obiettivo di estendere la vittoria della scuola Padre Pio che necessita di lavori di manutenzione interna ed es terna, oltre alla sostituzione di alcuni infissi e alla sistemazione dei pannelli e delle coperture finalizzate al risparmio energetico, ad altre realtà scolastiche sanguinanti. Riepilogo delle puntate precedenti. Ogni anno, in occasione della dichiarazione dei redditi, il contribuente può compiere una scelta in merito alla destinazione dell'8 per mille. A partire dal corrente anno, grazie a un emendamento del M5S alla legge di stabilità 2014, lo Stato 068391 Il GRAVINA. Promemoria con suggerimento dalle parti dei Cinque Stelle. Perché certi treni non ripas· sano. Dopo l'ok del Municipio a can· didare ai fondi ministeriali dell'8 per mille del gettito Irpef gli interventi di edilizia scolastica presso la scuola primaria Padre Pio, proposta a firma dei grillini, i pentastellati tornano alla carica. Strizzando gli occhi alla possibilità di allargare la rosa degli istituti locali «malaticcÌ». Uinterlocutore è ora l'assessore all'Istruzione. «Assessore Vito Loglisci, le scriviamo per ricordarle che il 15 dicembre scadrà il termine può destinare 1'8 per mille oltre che a «interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturalÌ», anche per «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all'istruzione scolastica». In attesa dell'ok sulle nuove candidature al restyling, una carezza sfiora la missiva rivolta all' assessore Loglisci. «Vista la ciclicità delfondo, d'ora innanzi auspichiamo che annualmente vorrete sfruttare appieno questo fIlone di finanziamenti dedicati. Approfittiamo della missiva per augurarle un buon lavoro e per manifestarle un apprezzamento per i fondi che avete destinato in Consiglio comunale alla messa in sicurezza della scuola dell'infanzia Andersen, da noi più volte denunciata e dal Prefetto sollecitata». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo Codice abbonamento: GRAViNA Calcinacci caduti alla scuola Benedetto XII del destinatario, non riproducibile. Pag. 35 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 06-12-2014 33 1 Tar e ministero bocciano il Comune cambiato il bando per le maestre precarie caso Contestato il criterio temporale che escludeva molte concorrenti Nuova scadenza: 10 gennaio Valerio Esca Dopo due schiaffi - il primo della presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento funzione pubblica, l'altro del Tar Campania - il Comune di Napoli corre ai ripari emodifica il bando per l'assunzione delle maestre. <<In una riunione tenutasi nel pomeriggio (di ieri, ndr), - si legge in una nota diffusa dal Comune -, gli assessori al Personale, Francesco Moxedano e alla Scuola, Annamaria Palmieri, insieme al presidente della commissione, Arnaldo Maurino, hanno chiesto e ottenuto dal Forrnez la modifica del bando per la procedura speciale transitoria del concorso per educatori e maestre per favorire l'accesso più ampio attraverso il calcolo degli anni di servizio come anni scolastici e non anni solari, e la conseguente proroga della scadenza dei termini di presentazione delle domande alla prima decade di gennaio». In realtà più che un merito dell'amministrazione è stata una necessità, visto il parere della funzione pubblica e il doppio decreto emesso ieri mattina dal presidente della V sezione del Tar Campania, Luigi Domenico N appi, che in sostanza bocciano il precedente bando. Il perché è molto chiaro: le procedure avrebbero dovuto essere aperte al personale docente con il «requisito di tre anni di anzianità considerando l'anno scolastico e non l'anno solare», come previsto invece dal Comune. Cosa alquanto curiosa riguarda proprio il criterio di calcolo, visto che perle stabilizzazioni del 201 Ol' amministraione aveva utilizzato come requisito di anzianità, proprio l'anno scolastico. E allora perché cambiare? Se lo chiede anche uno dei due avvocati che ha presentato ricorso: «È forse un escamotage per eliminare un po' di concorrenti scrive Riccardo Marone - considerato che il numero di posti da mettere a concorso è di gran lunga inferiore al numero degli aspiranti?» si legge nel documento patrocinato dalla Ci- slfp. Altro problema riguarda i profili, che non essendo cumulabili avrebbero lasciato fuori più di cento precarie e su questo fa leva l'altro ricorso presentato dall' avvocato Andrea Abbamonte. I decreti del Tar di fatto sospendevano il bando proprio per l'incongruenza della richiesta dei requisiti ammettendo «con riserva» i ricorrenti. In pratica il Comune ha fatto un pasticcio e soltanto dopo la doppia batosta ha messo la classica pezza a colori. A seguito dell' avvenuta modifica, i giorni del requisito passano da 1095 a 864, cosa che accontentereb be tutte le maestre, che a questo punto potranno concorrere per i 185 posti messi a bando. «Apprendiamo con piacere della modifica» sottolineano la deputata napoletana del Pd, Valeria Valente e il consigliere comunale Tonino Borriello. «È esattamente in questa direzione - dicono - che abbiamo lavorato nei mesi scorsi». Mentre Vincenzo Varriale di Idvricorda: «Firmai insieme ad altri consiglieri un documento presentato dal collega Pace e se l' assessore Moxedano e l'amministrazione ci avessero ascoltato si sarebbe evitata una figuraccia». Codice abbonamento: 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio Il 09-12-2014 13 1 Asorpresa Cosenza al19° posto della classifica degli atenei italiani L'Università della Calabria fucina di start up e spin off =. . . alla ricerca e alle imprese: Cala- straordinario potenziale», afferbria Innova, il Parco scientifico, i ma Riccardo Barberi, per dieci ancentri di trasferimento tecnologi- nidelegato dal Rettore dell'Unical co delle università (Liaison offi- alla ricerca e al trasferimento tec--... :L ce), la rete dei Poli di innovazione. nologico. Ponendo tra le righe un Donata Marrazzo La principale fucina di impren- problema di politiche regionali. Un territorio in continua ditori high-tech è l'Unical, l'uniExeura, con sede a Rende, è uno emergenza sociale e produttiva. versità di Cosenza: ha un portfolio spinoffdell'Unical: sulmercatoda Una regione a rischio di deserti- di 70 brevetti, 12 dei quali ceduti in diversi anni, è stata molto apprezficazione umana e industriale, licenza. Trentaseiaziendetraspin zatainBelgio echiuderàaccordidi con il Pil procapite più basso del off e start up, di cui 9 all'interno di collaborazione per le sue soluzioSud (15.989 euro). Un tasso di di- Technest, incubatore per la cono- ni all'avanguardia nel campo della soccupazione pari alZZ%, dc156,1 scenza, la ricerca e lo sviluppo per BusinessAnalytics. T rentadipen% quello relativo ai giovani. Que- imprese a tecnologia avanzata. dentiperAltiliaGroup,spinoffdel sta è la Calabria. Con questi numeri l'ateneo cala- Cnr, specializzato in Big Data, con Eppure, in questa terra, che si brese compete con realtà ben più una piattaforma tecnologica uniconferma fanalino di coda in Italia grandi e articolate del centro- ca sul mercato: diffonde il proprio pertuttigliindicatorieconomici,il nord:isuoizzspinoffloposiziona- prodotto a livello mondiale. sistema della ricerca scientifica e no,peril20l3,al I 9°postonellac1as- Ec04c1oud lavora sul risparmio tecnolo!,>1ca svela un paradosso: sifica delle iniziative imprendito- energetico e ha flImato un conesiste una Calabria virtuosa, inno- riali nate in ambito universitario, tratto triennale conTelecom. Pervativa e reattiva. I datisuglispin off come la Sapienza di Roma e l'Uni- sonalfactoryinvece è unastartup delle università e sulle start up in- versità di Pavia. Lo seguono Trie- fondata a Simbario, provincia di novative disegnano un territorio steeSiena(19spinoff),poiFerrara Vibo Valentia: ha ideato Origarni vitale. Si contano 4.000 società di (15). E per ilzo14 giù si registra un 4, uno stabilimento brevettato per capitali con oltre 500.000 euro di incremento. <<È necessario capire, la produzione di premiscelati per fatturato e imprese innovative credere e scommettere sull'inno- l'edilizia che in 6 metri quadrati nelle quali investono fondi di ven- vazione, sapere che siamo in gra- traccia l'intera produzione. ture capitalo Numerosi i supporti do di gestire tutto questo nostro It,RIPROOl;ZIONERlSERVATA ~~~~- Codice abbonamento: 068391 - -~~- Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 09-12-2014 13 1 Nuovi corsi di laurea in sinergia con l'Università di Bari Puglia, alleanza tra ricerca e distretto dell'aerospazio lavorano Regione Puglia e Aeroporti di Puglia, la società pubb lica che gestisce gli scali. Capisaldi del progetto sono lo stabilimento Alenia-Aermacchi, attivo da anni nella costruzione delle fusoliere in fibra di carbonio perilBoeing787, eil porto di Taranto, che a fine 2015 dovrebbe essere interessato da 500 milioni di investimenti tra piattaforma logistica, ammodernamento del terminaI container e altri progetti. A sostegno della linea cargo, anche una serie di investimenti pubblici tra ampliamento della pista di rullaggio e del piazzale dell'aeroporto a carico di Adp (21 milioni), ammodernamento della strada provinciale Grottaglie-Monteiasi (Provincia di Taranto pefl2 milioni), trasformazione della stazione di Monteiasi in uno snodo di scambio ferro-gomma a servizio della 10gistica (Rete ferroviaria italiana per circa 10 milioni). If.. r~;PWj[)rJONr R:S[ r{vA1 A Codice abbonamento: 068391 civile. In questo modo il Politecnico ha inteso legare meglio la sua offerta formativa al territorio. L'ingegneria aerospaziale, infatti, si aggancia al ruolo dello Domenico Palmìotti stabilimento Alenia-AermacIngegneria aerospaziale e chi di Grottaglie-Monteiasi, ingegneria dell'ambiente sono i dell' attiguo aeroporto come podue nuovi corsi di laurea cui lo aerospaziale e del Distretto pensa il Politecnico di Bari per pugliese dell'aerospazio. la sede di Taranto. I nuovi indiIngegneria ambientale è inrizzi potrebbero essere attivati vece pensata come supporto a partire dall'anno 2015-2016. ai progetti di disinquinamenPer ora c' è il via libera del Senato to e di bonifica che interessaaccademico, entro fine gennaio no l'area di Taranto ma anche dovrebbe essere definito l'ordi- per rafforzare il Polo scientinamento, entro aprile il regola- fico-tecnologico inaugurato mento, quindi l'attesa per l'ac- di recente e di cui il Politecnicreditamento dell'Anvur, co è partner insieme all'Unil'Agenzia nazionale di valuta- versità di Bari e all'Arpa Puzione del sistema universitario. glia, 1'Agenzia per la protezioIl corso per l'aerospazio è una ne ambientale. novità. Quello dell'ambiente è Dare sempre più all'aeroporinvece una riprogettazione con to, a meno di venti chilometri una più marcata caratterizza- dal capoluogo, una fisionomia zione in chiave ambientale del- industriale e a servizio del tral'attuale corso di laurea che uni- sporto cargo creando una piatsce due specializzazioni: inge- taforma logistica col porto di gneria ambientale e ingegneria Taranto. Questa la traccia su cui Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Ila Repubblica Quotidiano I . sul futuro dell'Unione: selVe uno scatto dei giovani L'Europa salvata _ _ _ o •• _. ___ - _ _ _. ' - - -_ _ _ _ TlM01'HY GAR1'Ol'l! ASII dai ragazzi di Erasmus Mai visto tanto pessimismo Data Pagina ARIO, studente italiano, mi dice che ce l'aveva conme. Sieraarrabbiato per l'articolo che scrissi dopo le europee di maggio, in cui criticavo la candidatura di JeanClaude J uncker alla presidenza della Commissione europea definendola la risposta più sbagliataaldiffusoscontentoemerso da quell' elezione. Ora che M Foglio Juncker tira fuori dal cilindro un pacchetto di investimenti a sostegno della traballante economia europea e l'ex primo ministro polacco Donald Tusk si prepara a presiedere il primo vertice dei capi di governo dell'Ue, vale la pena di tornare a chiedersi chi salverà il progetto Europa. La mia risposta è che non si può salvare senza un più attivo coinvolgimento di Mario e dei suoi contemporanei. la generazione Erasmus e Eeasyjet. Ovviamente il salvataggio esige anche valide politiche dall'alto. Ma Super Mario cioè Dra- 09-12-2014 1 1 /2 ghi, il presidente della Banca Centrale Europea non può farcela da solo, neppure con un altro migliaio di miliardi di dollari in bilancio. Serve anche il giovane Mario. Non ho mai visto tanto pessimismo intellettuale riguardo al futuro dell'Ue tra chi (come me) ne è stato appassionato sostenitore. Le cause sono principalmente tre. Innanzitutto l'Eurozona. Loukas Tsoukalis, un' autorità in materia, nonché filoeuropeo, osserva che «il progetto era sbagliato tanto quanto le adesioni». SEGUE A PAGINA 35 L'EUROPASALVATA DAI RAGAZZI DI ERASMUS <SEGUE DALLAFRIMA PAGINA TlMOTIIY GARTOl'l! ASII Ritaglio Universita' stampa ad tra gli Spitzenkandidaten, i principali candidati dei raggruppamenti partitici europei per il seggio di presidente della Commissione, sono stati seguiti da meno di 500.000 spettatori, mentre l'audience del primo dibattito trai candidati allapresidenza Usa Barack Obama e Mitt Romney nel 2012 era sopra i 67 milioni, Questo mi porta alla terza triste considerazione. Non mancano i manifesti, i progetti e i libri mirati al salvataggio dell'Unione Europea, ma in massima parte sono scritti da persone che si collocano dalla parte sbagliata dello spartiacque anagrafico dei 50 anni. Un valanga di appelli a rafforzare la "leadership" vengono da leader in pensione con l'idea che ai loro tempilecose andassero meglio. Vedo poche proposte da parte della generazione del giovane Mario. È strano, perché la sua è la prima generazione che ha vissuto l'Europa come unico spazio di libertà da Lisbona a Tallin, ad Atene, a Edimburgo. Ho chiesto su Twitter dei suggerimenti per questo articolo e qualcuno ha risposto «parla dei bambini nati da Etasmus». Dan Nolan ha aggiunto «Erasmus obbligatorio per tutti», facendo riferimento all'intervista in cui Umberto Eco, il grande saggio, sostiene che «l'Erasmus ha dato vita alla prima generazione di giovani europei ed ha segnato una rivoluzione sessuale: un giovane catalano incontra una ragazza fiamminga; i due si innamorano, si sposano e diventano europei, come pure iloro figli. L 'Erasmus dovrebbe essere uso esclusivo del obbligatorio, e non solo per gli studenti: anche peri tassisti. gli idraulici e i lavoratori». Non sono proprio certo che il religioso Desiderius Erasmus da Rotterdam apprezzerebbe il fatto di essere sinonimo di rivoluzione sessuale, ma davvero esisteunarealtàquotidiana vissuta così, un amalgama transnazionale. Nei sondaggi Eurobarometer condotti in tutta l'Ue la risposta più comune al quesito «che cosa significa per te l'Ue?» è «libertà di viaggiare, studiareelavorarein tuttiiPaesi dell'Unione». Anche se coloro che tendenzialmente non hanno fiducia nell'Ue sono quasi il doppio rispetto a quelli che tendono a riporvi fiducia, quest'ultima cresce col diminuire dell'età degli intervistati. Ad essere fiduciosi sono solo il 46% dei giovani tra i 15 e i 24 anni. Un giovane su due in Grecia e in Spagna è disoccupato e può a buona ragione domandarsi «cosa ha fatto per me l'Europa ultimamente?». Ciò nonostante sono numerosi i giovani - incluso un intero esercito di cittadini dell' est e del centro Europa post-1989ad aver tratto grande beneficio dal progetto europeo. Malaloro voce in Europa si sente poco. In parte, credo, è proprio perché hanno già a disposizione l'Europa cui aspiravano le generazioni precedenti. Amano l'Europa ma essa non è la loro causa, ilIoro sogno. Ad appassionarli sono altre tematiche, altri luoghi: l'ambiente, la parità sessuale, la povertà globale, i diritti degli animali, la libertà di Internet, il cambiamento climatico, la Cina, l'Africa. Se le libertà fonda- destinatario, non 068391 ,,@):{OPPE Codice abbonamento: economie, troppo eterogenee, legate da una valuta comune sen" za fondi comuni. Questi fondamentali difetti difabbrica sono stati aggravati dalla politica di austerità a guida tedesca che sottovaluta le differenze tra le culture economiche nazionali e la necessità di maggiori investimenti e di aggregazione della domanda all'interno dell'Ue. La seconda causa di pessimismo è la politica. Elezione dopo elezione, sondaggio dopo sondaggio, è emersa la profonda delusione degli elettoririspetto alle politiche e ai politici attuali. Essa trova espressione sia in una maggiore apatia che nel successo elettorale dei partiti anti-sistema di ogni colore dallo Jobbik in Ungheria al FronteNazionalefrancese, passando per l'Ukip britannico e il tedesco Alternativa per la Germania finDal Movimento 5Stelle italiano al Podemos spagnolo e al Syriza greco. Lo scontento nei confronti delle istituzioni europee supera quello a livello nazionale. Il pianeta Bruxelles è diventato simbolo della distanza tra élite politiche e cittadinanza. In occasione dei vertici europei le tv trasmettono a ripetizione immagini di uomini di mezza età ingiaccaecravattacheentrano ed escono da berline nere. Benché il Parlamento europeo sia a elezione diretta e gli siano stati attribuiti maggiori poteri, !'impressione è di una rappresentanza popolare scarsa. E non esiste un' arena politica pan europea. I tre dibattiti televisivi '1f riproducibile. Pag. 40 Quotidiano la Repubblica Foglio mentali che apprezzano nell'Uevenissero improvvisamente revocate, senza dubbio simobiliterebbero per difenderle ma il declino dell'Europa, se ci sarà, probabilmente non porterà a questo. Le istituzioni resteranno, ma gradualmente si svuoteranno, come quelle del Sacro Romano Impero. Forse non sarà lanciato un allarme serio finché non sarà troppo tardi. (Per alcuni est europei il campanello d'allarme è Vladimir Putin, ma a quanto sembra non per la maggior parte degli eu- ropei dell' Ovest). Però io sono anche del parere che noi europei più anziani non chlediamo ai giovani con frequenza e insistenza sufficiente che tipo diEuropa essi vogliano. Qualche tempo fa sono stato contattato da un'istituzione europea che voleva verificare la mia disponibilità a partecipare alla formulazione di una nuova versione della dichiarazione di Schuman, che nel 1950 pose le basi di quelli che sarebbero stati i primi passi del cammino verso l'U e odierna. Ho risposto che 09-12-2014 1 2/2 era meglio chledere alla generazione post '89, alla generazione Erasmus. A quanto ne so !'istituzione ha in programma di contattare un gruppo di capi di Stato per redigere questa nuova dichlarazione. Buona fortuna. Abbiamo giusto bisogno di un' altra cosa del genere. Sono quindi davvero grato al giovane Mario che si è dato la pena di arrabbiarsi conme. Forza, arrabbiatevi. Prendetevela con noi. Ma cambiate l'Europa. Bisogna farlo. (Traduzione di Emilia Benghi) Elezione dopo elezione sondaggio dopo sondaggio è emersa la profonda delusione degli elettori Codice abbonamento: 068391 L'amarezza supera quella a livello nazionale Bruxelles è diventato simbolo di distanza tra le élite e i cittadini Data Pagina Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Quotidiano LA STAMPA Data Pagina Foglio OCCUPAZIONE, LIMPORTANZA DELLUNNERSITÀ ANDREA SmONI RETIORE UNIVERsrfÀ BOCCONI DI MILANO li effetti più pesanti della difficile situazione economica che il nostro Paese sta attraversando si fanno sentire sull'occupazione, in particolar modo quella giovanile. Ad aumentare non è solo la disoccupazione, ma anche il numero di quanti, scoraggiati dall'assenza di reali prospettive, rinunciano a cercare attivamente lavoro ed escono cosi dalle statistiche ufficiali. Aumenta anche la popolazione dei cosiddetti «Neet» - giovani «not in education, employment or training», alimentando fenomeni di disagio sociale, di economia sommersa e di attività ai margini della legalità. Dati recenti eVidenziano la natura qualitativa, e non solo quantitativa, dello squilibrio fra domanda e offerta di lavoro. Da un lato giovani che non trovano un'occupazione, dall'altro imprese che faticano a trovare risorse con le competenze, le capacità e le attitudini richieste. Studi recenti della Banca d'Italia mostrano come uno dei fattori che limita la propensione delle imprese a investire in nuove tecnologie ci punti inferiore (67%) per coloro che hanno un diploma di scuola superiore. Analoga eVidenza si ottiene per il tasso di disoccupazione. Quest'ultimo era pari nel 2012 al 5% per i laureati, sensibilmente inferiore a quello medio della p0polazione, pari al 7%. Anche i dati Eurostat relativi ai Paesi dell'De mostrano un chiaro impatto dell'istruzione universitaria sulle prospettive occupazionali: il tasso di occupazione risulta pari all'84% per i laureati contro il 73% di coloro che hanno un diploma di scuola superiore. Sul fronte del reddito l'evidenza è ancora più netta. A fine 2012 il differenziale di reddito medio nei Paesi Ocse fra laureati e diplomati di scuola superiore con età compresa fra 25 e 34 anni risultava pari al 40%. Nel nostro Paese queste evidenze sono meno marcate ma comunque significative. TI tasso di occupazione dei laureati risulta superiore a quello dei diplomati: 79% versus 71%. Analogamente, il differenziale retributivo fra laureati e diplomati, limitandosi a considerare i giovani con età compresa fra 25 e 34 anni, seppure positivo, è inferiore alla media degli altri Paesi sviluppati (25% Italia, 40% Ocse e 38% Ue) e a quello di Paesi come Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. In questo contesto, soprattutto sul fronte dell'occupazione giovanile, le università hanno un'importante responsabilità. Non si tratta solo di formare giovani competenti e preparati. Occorre sviluppareun chiaro e strutturato percorso di avvicinamento al mercato del lavoro sin dai primi anni del percorso di studi, offrendo opportunità di esperienze professionali e occasioni di confronto con imprese e istituzioni. Codice abbonamento: 068391 G sia rappresentato dalla difficoltà che le stesse imprese incontrano nel trovare adeguate competenze. A fronte di questo squilibrio il nostro Paese risulta agli ultimi posti in Europa per quanto attiene la quota di laureati nella fascia di età fra i 25 e i 34 anni: il mA, rispetto a una media del 37%. Inoltre, nel corso degli ultimi dieci anni, in Italia è diminuito di oltre il 20% il numero di giovani che si iscrivono all'università. Questa tendenza rende non solo impossIbile conseguire l'obiettivo fissato dall'De nell'ambito della «strategia di Lisbona» 40% di laureati entro il 2020 - ma anche difficile perseguire l'obiettivo più contenuto del 27% fissato dal nostro Paese. Si tratta di una tendenza opposta a quella prevalente nei Paesi Ocse, dove l'accesso all'istruzione universitaria continua a crescere e non è ostacolato dalla crisi economica, la quale, al contrario, riduce il costo opportunità dell'investimento in istruzione. Le conseguenze non possono essere sottostimate. L'evidenza empirica mostra come l'investimento in istruzione, e in generale in capitale umano, presenti un rilevante impatto positivo non solo sul1a èrescitaeconomica, ma anche su altri aspetti del benessere collettivo, qua1i la salute, la distribuzione del reddito, la riduzione della criminalità e la coesione sociale. Non stupisce che in un contesto come quello che vive oggi il nostro Paese vengano sollevati dubbi circa il valore per un giovane di investire nella propria istruzione superiore. E' bene tuttavia chiarire che i dati disponibili smentiscono questi dubbi, ed evidenziano chiariunente la valenza personale e sociale di questo investimento. Nei Paesi Ocse, 1'82% delle persone con una laurea sono occupate. Lo stesso dato è di quindi- 08-12-2014 25 1 Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 42 Quotidiano Data Pagina Foglio APPUNTAMENTO EROi 19 ~N 09-12-2014 17 1 BALBI 5 Primarie, candidati all' esame-studenti: confronto a tre all'Vniversità Saranno soltanto i ragazzi a porre le domande a Cofferati, Paita e Tovo RAFFAELLAPAITAha accusato più volte il suo rivale diretto, Sergio Cofferati, di essere «un uomo da foyer»? L'ex leader della Cgil ha spesso criticato l'assessore spezzina, grande frequentatrice di circoli e bocciofile, nella sua veste di «sindaco della Liguria»? Ebbene, per una volta, entrambi si incontreranno su un campo,percosìdire, neutro e sicuramente non dei più facili: quello dell'Università. Né sale ovattate della cultura né chiassose associazioni di pensionati: il 19 dicembre, dalle 16 alle 17.30, Paita e Cofferati, assieme al terzo sfidante alle primarie di gennaio, Massimiliano Tovo, si schiereranno davanti agli studenti universitari nell'Aula della Meridiana, in via Balbi 5. Dove si sottoporranno a una raffica di domande da parte degli stessi ragazzi, secondo un copione piuttosto collaudato negli incontri pubblici coi giovani. Le primarie del centrosinistra per la Regione irrompono, così, nelle aule universitarie su iniziativa di un gruppo di studenti che fanno capo all'associazione Idee Giovani UniGe. «Siamo stati noi a invitare i candidati alle primarie, nessuna pressione da parte loro», si affretta a precisare il presidente del sodalizio studentesco, nato lo scorso marzo, Simone Botta, studente di Giurisprudenza. E se il centrodestra dovesse, asua volta, dar vita a consulta- zioni interne per la scelta del candidato presidente alle regionali dimarzo (o maggio)? «Ovviamente inviteremmo anche i candidati di quella parte politica», risponde senza indugio Botta. Che spiega: «lntanto, però, il centrosinistra merita la nostra attenzione, perché in questa Regione ha unruolo politico di primo piano». L'associazione, del resto, non è nuova a eventi del genere: «Siamo stati noi, lo scorso maggio, a organizzare il primo confronto tra i candidati alla carica di Rettore. Perché siamo convinti che l'Università non debba richiudersi in se stessa ma aprirsi ai problemi del territorio>}. Detto fatto. Gli studenti hanno chiesto la disponibilità di uno spazio nell'ambito dell'ex facoltà di Giurisprudenza, dopo aver ottenuto l'ok del neo rettore Paolo Comanducci. VoG. AT:~At:"~~';I';~Tfi;hi"'O"'''''''"n:~DI,'TN''OH'Dm'Am''"'''''A;~;g~;, m~~~r:1~'i'" Codice abbonamento: 068391 sotto l'albem ' , ma il simlaeo nOI1 c'è Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 43 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 09-12-2014 6 2/2 I disciplinari prima e dopo la delega Doppia ipotesi per la reintegra In base alla legge Fornero (la 92/2012) nei licenziamenti disciplinari, il giudice dispone la reintegra per insussistenza del fatto contestato o perché il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa dai contratti collettivi o dai codici disciplinari. Per queste due fattispecie il giudice annulla il licenziamento, condanna l'impresa alla reintegrazione nel posto di lavoro e al pagamento di una indennità risarcitoria commisurata all'ultima retribuzione globale Viail richiamoai Ceni L'orientamentoèdieliminareil richiamoalledeclaratoriedei contratti collettivi nazionali per individuarei casi di licenziamenti disciplinari che possono dare luogo alla reintegra. La tutela reale s.catterà solo con riferi mento all'insussistenza del fatto materiale grave che viene contestato al lavoratore. In molti casi ilrichiamoai (cnlha creato incertezzeinterpretative, poiché leinfrazionichedeterminano sanzioni conservative sono indicate in modo molto generico, ampliandola discrezionalità dei giudici Codice abbonamento: 068391 Jobsa"r Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 45 Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 09-12-2014 7 1 Allo studio i correttivi da inserire nella legge di stabilità Pensioni anticipate: penalità per gli assegni oltre 3.500 euro Allo studio del Governo nuovi correttivi alla riforma delle pensioni da inserire nella legge di stabilità. I ritocchi riguardano il ritorno alle penalizzazioni e il parziale di- . vieto di cumulo reddito-pensione per chi percepisce un· assegno superiore a 3.500 euroalmese, vale a dire sette volte il minimo pensionistico. Colombo e Rogari ~ pagina 1 Discussione in corso su due ritocchi: ritorno alla tassazione agevolata sulle liquidazioni in busta paga e nuovagovernance degli enti previdenziali sulla previdenza I Si cambia ancora per gli assegni anticipati oltre 3.500 euro lordi. Torna anche il divieto di cumulo parziale ()ggi le scelte Nel menù fondi pensione, Irap, «imbullonati» e Regioni. Local tax: sale l'opzione decreto Pensioni alte, torna la penalità ROMA Ritorno alle penalizzazioni per chi anticipa l'uscita pensionistica, ma solo se l'assegno saràsuperiore a sette volte il minimo (3.500 euro lordi). E ritorno anche del parziale divieto di cumulo reddito-pensione per chi ha un assegno retributivo, ha meno di 66 anni e si colloca sempre sopra l'asticella del 3-500 euro al mese. Sarebbero questi i due ultimi ritocchi, in ordine cronologico, al capitolo previdenziale dellaleggediStabilitàacuistalavorando il Governo. Che avrebbe anche altre due ulteriori opzioni aperte: il ripristino della tassazione agevolata per la destinazione del Tfr in busta paga e l'immediata riformadellagovernancedell'Inps edell1nail basatasu uncdaleggero (a tre membrL uno dei quali presidente), il taglio a14membri del Comitati di indirizzo e vigilanza (Civ) e la trasformazione della figura del direttore generale, che dovrà riferirealCda. La scelta sull'inserimento o meno di questi ultimi due correttivi nella manovra a palazzo Madama sarà probabilmente presa oggi nel corso della riunione prevista a palazzo Chigi per definire il pacchetto di modifiche del Governo e del relatore (Giorgio Santini, Pd) da presentare almeno in gran parte in Commissione Bilancio giovedì. Un pacchetto del quale fararmo parte· anche gli interventi sui "minimi" peri professionisti (si veda altro articolo in pagina), i correttivi per le Regioni e le misure di coordinamento per il riordino delle province, i nuovi interventi su «imbullonati», Irap (franchigia Pmi e forse stagionali), tassazione sui rendimenti dei fondi pensione, Casse privatizzate e Tfr rivalutato destinato alla previdenza integrativa. Sulle partecipate invece non ci dovrebbero essere novità nel passaggio della manovra a Palazzo Madama. li Governo punta ad accelerare sul taglio delle municipalizzate,masenzaricorrereadecreti legge ad hoc. La strada resta quella della delega Madia con due opzioni: far scattare un intervento organico con il conseguente decreto legislativo oppure varare alcune misuregiàconl'arrivodelnuovoarmo a prescindere dal varo del provvedimento attuativo. Anche la riforma del canone Rai alla fme non do- vrebbe entrare nella manovra. Sempre oggi dovrebbe essere deciso il destino della nuova local tax.Almomentol'ipotesipiùgettonata sarebbe quella del ricorso a un decreto ad hoc afme armo,mal'opzione di un suo inserimento nella Stabilità continua a restare sul tavolo.liricorsoaunprovvedimento adhoc potrebbe cùncretizzarsi ancheperilridisegnodellagovernance degli enti previdenziali peri quali, valericordarlo, sono in scadenza a dicembre i due direttori generali. Untesto sarebbe già pronto ericalcherebbe la vecchia proposta Damiano consentendo tra l'altro diridurre il perimetro dei revisori, visto che oggi ce ne sarebbero 9 fuori ruolo all'Inps per un costo di circa 2,8 milioni e 7 all'Inail per un costo di 2,5 milioni. Tra i nodi che verrebbero sciolti con l'intervento anche quello di consentire all'Esecutivo dinominareneinuovi Cda, quantomeno a tempo, anche un membro attualmente in pensione. Anche sul Tfr in busta paga al momento appare in salita la strada per il ritorno alla tassazione separata. L'intervento sarebbe già pronto,maneIGovernocisonoancora diverse perplessità anche per i problemi di copertura. Anzitutto la tassazione agevolata, se ripristinata, farebbe infatti uscire di scena le addizionali regionali ecomÙnali sull'Irpef.Sistaancoraragionando se pagare il Tfr in busta mensilmente o concentrandolo inun'unica soluzione armua, nel triennio a venire, in modo da moltiplicarne gli effetti espansivi sui consumi. Altro tema aperto riguarda il mantenimento o meno del versamento al fondo Inps delle quote maturandediTfrperleaziendeconPlùdi50 dipendenti nel Caso di opzione all'anticipodeilavoratori, un passaggio quest'ultimo che avrebbe effetti sui saldi del bilancio dell'Istituto previdenziale. . Ieri intanto l'Ocse nel suo Pension Outlook 2014 ha confermato come, nonostante le riforme adimpatto "importante" e ad "ampio spettro" operate dal 2012, la spesa pensionistica italiana continuerà ad aumentare in rapporto al Pil, sia abrevechealungotermine.L'organizzazione parigina stima che nel nostro Paese la spesa pensionistica arriveràal14,9% delPilnel20l5e salirà fmo al 15,7% all'orizzonte 2050. L'aumento sarà però contenuto rispetto a quello registrato in altri Paesi europei. ©RlPROOlJZION!:. RISERVATA Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 46 Codice abbonamento: Davide Colombo Marco Rogari 068391 Ocse: spesa al top, bene la riforma -Partecipate, si accelera ma senza decreto Quotidiano nSole9]{l mmrn Data Pagina Foglio 09-12-2014 7 1 Governo al lavoro sull'emendamento per il personale in «esubero» Prepensionarnenti estesi a Regioni e partecipate ROMA Codice abbonamento: 068391 Ma quali sono i numeri in gioco scolastica), altri 12-3rniIa andrebLa soluzione all'emergenza- nei107 enti di secondo livello inte- bero alle 10 città metropolitane, Provincepotrebbearrivaredauna ressati dal riordino? Nel 2013 se- . y6rniIaverrcbberoconferrnatisu serie di prepensionamenti a ca- condo i numeri su cui stanno ra- funzioni trasversali di tipo ammiscata. Negli enti di area vasta, in- gionandoitecniciechedovrebbe- nistrativo e tecnico, mentre altri nanzitutto, che potrebbero collo- ro esser~ confermati a giorni dal 8rniIa addetti dei Centri per l'imcare a riposo con i requisiti pre- Conto annuale della Ragioneria piego resterebbero a questa funFornero tutti gli addetti risultati in generale dello Stato, sono 52rniIa i zione con trasferimento o regioesuberodopolosvuotamentodel- dipendenti con contratto a tempo nale o nazionale a seconda della le funzioni provinciali previsto indeterminato. Di questi, circa configurazione che avrà la futura dalla legge Demo. Ma anche nelle . 13rniIaverrebbero conferrnatisul- Agenzia nazionale per l'occupaRegioni e nelle partecipate regio- le nuove funzioni fondamentali zioneprevista dal Jobs Act. Restenalicoinvoltenel travaso di perso- attribuite ai futuri enti riformati rebbero dunque da ricollocare, nale. A prevederlo è una bozza di (ambiente, viabilità ed edilizia appunto, 12/13rniIa persone che, emendamento che il Governo ha stando alla lettera della legge 56 e agli accordi successivi con le Remesso a punto nei giorni scorsi e gioni e i sindacati, non possono esche è stato inviato, per conoscenZa, ai presidenti regionali. Per sasere tecnicamente definiti come pere con quale esito bisognerà atesuberi, ma che difatto lo diventatendere la riunione odierna a Pano. Per la gestione di queste eccelazzo Chigi sulle modifiche alla denze - al netto della mobilità che manovra da introdurre al Senato. comunque ci sarà e che il ministro Riprendendo in parte quanto Marianna Madia considera come previsto da una proposta di modiun"bancodiprova"perquelladelfica che sembrava sul punto di esl'interaPa previstancIDI90 -ecco sere depositata alla Camera (su spuntare, comedetto,l'estensione cui si veda li Sole 24 Ore del 29 no~ dei pensionamenti via vecchi revembre) salvo poi essere rinviata quisiti pre-Fornero, quelli indicati a tempi migliori, l'Esecutivo connel DI 9y2012 e tutt'ora in vigore. sentirebbe a Province e Città meAltro nodo tutto da affrontare riACCERTAMENTI. DI FINE ANNO tropolitane di pre-pensionare tutDOMANI guardainfmeil personale delle soLO SPECIALE DEL SOLE ti coloro che matureranno entro il cietà controllate dalla vecchie 31dicembre20l8irequisiti pensioProvince. QUnumeri ufficiali non nistici ante riforma Fornero. esistono, ma fonti sindacali molto Tutte le regole, itermini in Estendendopoilastessafacoltàalquotate parlano di altri 50rniIa adscadenza peri controlli sui vari le Regioni e agli enti strumentali detti. Che fme faranno? È molto tributielepossibilidifesedel che potrebbero cosÌ creare i vuoti probabile che la partita sarà giocacontribuente dagli accertamenti d'organico necessari ad accoglieta su un altro campo: quello della fiscalidifineanno re, insieme alle funzioni di derivarazionalizzazione, appunto, delle zione provinciale, anche i dipenmedesime partecipate. Uncantiedenti che saranno chiamati asvolre che si aprirà dopolanascita delIn vendita gerle. Rispetto a quel testo scomleProvince2.oche,secondolalega0,50 parirebbe invece la ge Delrio, scatterà ilIO gennaio eurooltre quantificazione ex lege dei dipenprossimo. al prezzo denti in soprannumero che era EU.B. del statafissataal50%nelleprovincee D.Col. quotidiano al30% nelle Città metropolitane. ©RIPRODUZIONE R!SERVA1A Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 47 Quotidiano Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 09-12-2014 15 2/2 Chi è Il Maurizio lupi, 55 anni, alla Camera dal .La l>reoceupazione Dobbiamo far diminuire la tensione sociale, ma l'assistenzialismo non è una risposta ; 200I,ex , Sul «Corriere» 068391 l'intervista a Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. pubblicata sul Corriere di ieri: «II numero degli scioperi ha assunto connotati patologici. Il governo deve tornare a mediare. le istituzioni? Pavide e autoreferenziali» Codice abbonamento: I deputato azzurro e ora del Nuovo centrodestra, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Renzi, incarico già ricoperto nel governo letta Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 53 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Data Pagina Foglio 07 -12-2014 9 1 /3 Il governo Possibili modifiche già a gennaio. 1tIinime, solo un euro e mezzo in più Pensioni, cosa cambierà Più flessibilità sull'età, mini-assegno anticipato a chi è vicino al ritiro n piano per rendere più flessibile l'uscita di chi è vicino all'età della pensione, un mini-assegno per chi è prossi- di Enrico Marro mo al ritiro erogato dietro richiesta dei lavoratori cui manchino 2-3 anni per i limiti fissati a suo tempo dalla legge For- PEN IO I nero. Il governo Renzi sarebbe pronto a varare, in gennaio, un provvedimento comprendente anche la riforma della governance dell'Inps. a pagina 9 minipensione anticipata sotto forma di prestito a se stessi, altre ipotesi prevedono la possibilità di lasciare il lavoro qualche anno prima ma con una pensione più bassa o attraverso penalizzazioni per ogni anno di anticipo o con il calcolo dell'assegno col metodo contributivo, cioè sulla base dei versamenti effettuati durante tutta la vita lavorativa. Tre anni dopo la riforma Fomero i piani per rendere più flessibile 1'uscita ai lavoratori vicini all' età del ritiro L'estensione dell' «opzione donna» considerazione. Ma anche se il Braccio di ferro referendum non fosse ammesQualunque fosse l'ipotesi All'Inps pensano che sia ne- so, alcune partite andranno presa in considerazione, docessaria qualche modifica alla ugualmente sistemate. vrebbe però fare i conti con le riforma Fornero. Lo aveva detto resistenze della Ragioneria geil precedente commissario Esodati nerale dello Stato, fermamente straordinario, Vittorio Conti, e Secondo l'esecutivo la vicen- intenzionata a impedire nuovi lo ha ribadito l'attuale, Tiziano da esplosa dopo la riforma For- varchi nella riforma Fornero, Treu. Il ministro del Lavoro, nero, quando l'Inps quantificò oltre quelli che si sono già Giuliano Poletti, ha ripreso in in 328.650 i lavoratori che ri- aperti: gli esodati prima di tutmano il vecchio progetto di schiavano di restare senza lavo- to, ma anche la decisione presa una minipensione anticipata ro e senza pensione per effetto di recente con la legge di Stabi(6-7 00 euro al mese) erogata dell'improvviso aumento dei lità di eliminare fino a tutto il dietro richiesta dei lavoratori requisiti, si è chiusa con i sei 2017 le penalizzazioni per chi cui manchino 2-3 anni ai requi- «decreti di salvaguardia» ap- lascia il lavoro con 4 2 anni e siti Fornero e che poi verrebbe provati finora, che consentono mezzo (41 e mezzo le donne) di restituita in piccolissime rate a 170mila lavoratori di andare contributi ma prima di aver dal momento in cui scatta la in pensione con le regole vi- raggiunto 62 anni d'età. Ma alpensione piena. Ma questa no- genti prima della riforma. tri varchi sono dietro l'angolo. vità non sarebbe sufficiente se Un'operazione che costerà al L'«opzione donnCl», per esemla Corte costituzionale dovesse bilancio pubblico circa 12 mi- pio. Si tratta della possibilità, ammettere il referendum pro- liardi di euro fino al 2020. Se- prevista dalla legge 243 del mosso dalla Lega per abrogare condo i comitati degli esodati 2004, per le lavoratrici con alla stessa riforma. La decisione ci sarebbero invece almeno al- meno 35 anni di contributi e 57 della Consulta, dice il segreta- tre 50 mila posizioni da sanare. anni d'età di andare in pensiorio della Lega Matteo Salvini, Al di là di questo braccio di fer- ne, se lo vogliono, ma con l'asarriverà questo mese, per con- ro, che riguarda comunque segno interamente calcolato sentire l'eventuale voto in pri- persone che hanno perso il la- col contributivo, che di regola mavera. È chiaro che se il.refe- voro prima della riforma For- comporta un taglio del 15-20%, rendum foss~ ~~sso,. il go- nero, va affrontato il tema dei rispetto al calcolo retributivo. ~erno, pe! eVItare il nschio del- lavoratori anziani che stanno L'opzione scade il 31 dicembre l abrogazIOne della Fornero che perdendo o perderanno il lavo- 2015. L'Inps, contrariamente a apri~ebbe ~?a voragin~ nei ro senza essere coperti dagli quanto disposto in precedencon~I pubbliCI, dovre?be rnte.r- ammortizzatori sociali fino al za, ha deciso di continuare ad venITe sulla stessa nforma rn raggiungimento della pensio- accettare le domande di chi I?odo da otte~~re .che.l? Cort.e ne. Di qui il tema della flessibi- matura i requisiti fjno alla fine ntenga non plU ~ustlf!.cato Il lità in uscita: stabilire cioè re- del 2015. La Ragioneria aveva voto. Uno scenarIO da IDcubo gole che consentano, in deter- invece spinto per una interpreche al momento nessuno, n.el minati casi, di andare in pen- tazione che, tenendo conto governo, vuole prendere ID sione prima. Oltre alla della vecchia «finestra mobi- za è sempre aperto. Sono passati tre anni dal 6 dicembre 2011, quando col decreto salva Italia il governo Monti decise una stretta sulle pensioni senza precedenti. La riforma Fornero abolì infatti le pensioni di anzianità, aumentò l'età per quella di vecchiaia a 66 anni ed estese il calcolo contributivo pro rata a tutti i lavoratori. Il risparmio di spesa previsto per il primo decennio (2012-2021) supera gli 80 miliardi. Ma nemmeno la riforma Fornero sarà l'ultima. Con insistenza tra gli addetti ai lavori si parla di un provvedimento di legge del governo che potrebbe arrivare a gennaio per introdurre qualche elemento di flessibilità sull'età pensionabile. Con lo stesso provvedimento o con uno parallelo dovrebbe essere varata la riforma della governance dell'Inps per chiudere la lunga fase del commissariamento. L'ipotesi che ha più chanceprevede un presidente, un consiglio snello (3 membri) mentre il consiglio di indirizzo e vigilanza designato da sindacati e associazioni imprenditoriali verrebbe ridimensionato. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 54 Codice abbonamento: ROMA Il cantiere della previden- 068391 L'incubo referendum di Enrico Marro Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA al mese. La rivalutazione si applica in pieno agli assegni non superiori a tre volte il minimo, cioè fino a 1.502,64 euro lordi. Sopra c'è un adeguamento parziale a scalare. E oltre 14 volte il minimo, cioè 7. 012,32 euro lordi al mese scatta il contributo di solidari~tà introdotto dal governo Letta: del 6% che diventa del 12% sopra lo.0~7,60 euro e del 18% oltre 15.026,40. Intanto, giusto per elencare un'altra questione aperta, la Corte costituzionale si pronuncerà a marzo sul blocco della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo de ciso con il salva Italia per gli anni 2012 e 2013. E anche sul nuovo contributo di solidarietà la Consulta, che aveva già bocciato quello deciso dal governo Berlusconi nel 2011, potrebbe tornare a esprimersi. "" RIPRODUZIONE RISERVATA Informazione a casa et La riforma Fornero delle pensioni è entrata in vigore nel 2012. Pensioni di vecchiaia con requisiti più elevati, assegni determinati con il sistema contributivo anche per chi aveva conservato il più vantaggioso metodo retributivo, sostanziale cancellazione per le pensioni di anzianità Intanto, l'anno prossimo dovrebbe essere quello buono per il lancio della cosiddetta «busta arancione»: In queste settimane l'Inps sta sperimentando verso lOmila lavoratori che hanno già il pin di accesso al sito il sistema di simulazione della pensione. Treu è deciso a estendere progressivamente questa possibilità a tutti i lavoratori iscritti all'Inps, partendo da quelli più vicini al pensionamento, dove il margine d'erro- et Riforma cruciale per il re è più basso. Assegni congelati Nel frattempo per il 2015 chi è già in pensione vedrà il proprio assegno restare pressoché feTIDO. L'indicizzazione in base all'inflazione sarà infatti solo dello 0,3% mentre il dato definitivo 2014 è stato fissato al1'1,1% contro 1'1,2% provvisorio. Dovrà quindi essere restituito lo 0,1. La pensione minima lorda salirà dai 500,88 euro del 2014 ai 502,38 euro del 2015: appena un euro e mezw in più Ritaglio Lavoro e previdenza ad 2/3 66 anni L'età per la pensione di vecchiaia con la riforma Fornero, niente pensione di anzianità 80 miliardi Il risparmio di spesa previsto perii primo decennio (2012- 2021) con la riforma Fornero le resistenze La Ragioneria Generale è intenzionata ad impedire nuovi «varchi» nella riforma Le parole $ Il sistema di calcolo delle pensioni viene ritoccato ancora nel 2004 (riforma Maroni). L'età per andare in pensione di anzianità sale a 60 anni et Nel 2007 la riforma Maroni viene resa più graduale rispetto all'aumento dell'età della pensione: si passa dallo «scalone» ai cosiddetti «scalini» Il sistema retributivo, che calcolava l'assegno sulla media dei redditi degli ultimi 10 anni di lavoro per gli statali, è stato definitivamente superato dalla riforma Fornero-Monti del 2012 Dal 2012 il sistema contributivo pro rata vale per tutti: si andrà in pensione solo al raggiungimento di una soglia minima d'età e si riceverà un ammontare calcolato sulla base dei contributi versati Quest'anno, a causa della lunga recessione, l'indice per la rivalutazione del totale delle somme versate da ogni lavoratore è negativo (-0,1927%), ma l'lnps ha congelato la svalutazione La busta arancione è l'estratto conto delle contribuzioni effettuate che ogni assicurato dovrebbe ricevere ogni anno, con una busta arancione. Introdotta 19 anni fa, forse partirà nel 2015 sistema delle pensioni fu quella voluta da Lamberto Dini nel '95 con cui si introdusse il sistema di calcolo contributivo (sistema misto riservato solo a chi nel '95 aveva almeno 18anni di contributi) stampa Foglio ciiiIBlEBE DELLA SERA" _.~y;~3;;~~:i.~~.~.~. Roma,trO\"Uil"tJIlUaU'e,lcro \Ilrl nomi nell\"lnll"'\'<'Itl •.irmi 068391 mai. Le riforme 07 -12-2014 9 Codice abbonamento: le», chiudesse l'operazione nel 2014. L'Inps attende ora le indicazioni del ministero del Lavoro al quale si è rivolto mentre la stessa legge 243 prevede che entro il 2015 il governo decida se prorogare l' «opzione donna». Una ipotesi che potrebbe essere presa in conside.razi~ne, magan alzando la soglia del 57 anni. E qua~cuno. d~ce este~de~d?la agli uo;mm. I cont.nbU~1 SI svalutaJ?O. Altra questIone m sospe~o e .quella del ~ontante contributivo. Per la pnrna volta quest'anno, ~ caus~ d~lla prolung~ta rece~slOne, lmdice per la nvalutazlOne del totale d~lle s~mme versa~e all'istituto dI preVl,denza ~a CIaScun lavoratore e negatIvo (-0,19 27%). Qpesto signi.fica che: per esem: pIO, su ogm 100 mIla euro dI contributi se ne perderebbero 19 2. Per fortuna l'Inps ha deciso di non applicare la svalutazione. Ma anche in questo caso attende l'avallo dei ministeri vigilanti: Lavoro ed Economia. Il problema non è di poco conto. Se non si trova una soluzione, anche nel 2015 l'indice potrebbe essere negativo. Per evitare ciò l'Inps ha proposto che esso sia calcolato sulla media degli ultimi lO anni del Pil anziché 5, sul presupposto che una recessione così lunga non si verifica Data Pagina uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 55 Quotidiano Pagina 07 -12-2014 9 Foglio 3/3 Data COBBIEBE DELLA SEBA I numeri e le condizioni Requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia ordinario per i dipendenti del settore privato Requisito contributivo minimo 20 anni Requisiti per l'accesso al pensionamento anticipato per i dipendenti del settore privato I requisiti anagrafici saranno adeguati sulla base dell'aumento della speranza di vita Anzianità contributiva indipendente dall'età anagrafica Anni Uomini Donne Anni Uomini Pensione minima lorda Contributo di solidarietà * da 500,88 euro dél2014 6% che diventa 120/0 a 502,38 sopra 10.017,60 euro e 180/0 oltre 15,026,40 del 2015 'introdotto dai governo Letta Spesa pubblica per pensioni _ pensioni _ pensionati Donne Spesa in rapporto al PIL ""~~'''--.~-, 2018~~e7me$i 66"~7tl)i\ìSl '~e___l1mesi(i;6 e:'~~;mesl ,.,."._.. _,_",, '" ,," _.--2019 - - ,._, __ . ~~Q, 2021 I 2022 2023 ,+_~" ,,,_,_,,,,,_,*",~,,,,,"4,_,C_ ~'6 El 11 mesi .--?2&~f'!l~!~ .ore 2. ml;lsl 67~~.mesl ~67e2mesi67~:m;si v~';;"'~~"_~ ___~v _ _ _ . -'~''''''--''''---''Jto- . 57 e 5 mesi eleo mesi I~Q~,,-_C167~~~~l!:.~~L __ ,,~],:!&t!~~ 2025 2026 -_."-"- 67 e8 mesi 57 Ersme:si .67f.e8mesi , 1;>7\$:8 mesi .-_~.~'-~""~~ "-20~~~='~~~MéSi---6ì~['1me$1 1.2028"_??_~.!_;J:!I,!:~),,,~ç!~'i~!T1éSl 202968e 1 mese (5$::811 mese 2030 58e1mese5$è>1 mese 2017,,~~~~~iJl!.tO '!'.!:~L~ an~ie:tO~l!1e$1 2018 42 anni el0.mesi 41 an.!'!_e lQ:mes~ 201943ai'lhle2-mesi. 42annl.e2-mE!sl _2~~_=4:iah~I~I~~~I=~3.~~rif;i~esi· 2021 2022 4:3li1nr\iEl~~mes~~~3,!!'!!L~!;imEisl. "."~lJ~~~I!l}~~~E.1~~~_ 42 anni e!:lnl~sl. _~~2~ ___~_~1 ~.8 mesi _._.. ~~annl El 8 mesl. 42 anni es mesi 2024 43 anl"lf es mési 2025 43 anni e 11 mesi 42 anni e l1mesl -~~---.". . '. ~~"'_.~~--'----< - Numero di pensioni/pensionati in rapporto al numero di occupati '.~~----~-'''-~~-'-'-'"~-<--'-'-<~'''---"''-':''- 2026~È_<:II'lI'lI.~'!!:~~~~~5 anniel1""~~t_ 2027 44 ar\nie 2 mesi 43anhie2m.èsl . 44annié4mesi 44 anni El .. mesi 43 anni è4mési 43 tintll \;!4mesl "--202i3--·-~~ri~;~:~~L~:,~~~~J~-;me~l. 2029 2030 .,~ .....•. ,_~,1..".,.-..,_~.,. ....... _ _ _ ~~ " ''''-'''f-t-.." 2000 I· onle.Inps 2010 2020 2030 2040 2050 2060 Mc:f Camere della Se:-a Codice abbonamento: 068391 ~onte: Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 56 Quotidiano COBBIEBE DELLA SEBA Dipend~nti Data Pagina Foglio 07 -12-2014 33 1 UM§,IIU'U,"" Statali, buste paga più leggere Persi quasi 600 euro in 4 anni Buste paga più leggere per gli statali e senza contare l'impatto dell'inflazione: tra il 2010 e il 2013, secondo gli ultimi dati dell'Istat, i dipendenti pubblici hanno perso a testa quasi 600 euro. n blocco della contrattazione, il congelamento dei tetti salariali e il freno al turnover hanno impedito ogni aumento. Chi ha lasciato la PA, andando in pensione, in media poteva contare su stipendi più alti rispetto a quelli che sono rimasti a lavoro, subendo gli effetti della stretta retributiva. Così la cifra è gradualmente scesa, passando dai 34.662 del 2010 ai 34.079 euro lordi pro capite nel 2013. E' un ribasso di 583 euro, risultato del semplice raffronto tra quanto intascato. In questo caso si parla di un calcolo in termini correnti, che noil tiene conto dell'andamento dei prezzi, o meglio del loro contributo distinto. Se invece si considera l'inflazione a parte, depurando il dato dalla sua incidenza, si ha il dato reale, che misura la perdita di potere d'acquisto. Oggi il peso dei prezzi si sente meno, visto che si parla di deflazione, ma non è stato sempre così (1,5% nel 2010, 2,8% nel 2011, 3% nel 2012 e 1,2% nel 2013). (s) RIPRODUZIONE RISERVATA - .~' Codice abbonamento: 068391 Economia Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 57 Quotidiano la Repubblica Foglio Lavoratore assunto e licenziato dopo un anno Reddito mensile dati in euro Benefici e sgravi: contributivi : annui 09-12-2014 28/29 2/2 FONTE: Elaborazione Uii Servizio Politiche Territoriali Benefici taglio Irap annui Totale benefici dell'anno Indennizzo licenziamento 923 470 1.385 1.153 656 1.730 1.385 843 2.078 1.692 1.091 1.923 1.278 2.538· 2.8$5· 2.692 1.7S1 4,038 3.461 ·2.276 5.192 Differenza tra benefici e indennizzo Codice abbonamento: 068391 Reddito annuo Data Pagina Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 59 Quotidiano LA STAMPA S i parla sempre di riduzione della spesa pubblica come di un elemento essenziale perché l'economia italiana possa tornare a crescere. La spesa pubblica è fatta di mille rivoli che .però, messi insieme, si trasformano in un pericoloso torrente di risorse sprecate che spesso alimenta la corruzione. Per ridurre il torrente, bisogna incidere sui rivoli. Ogni volta che ciò accade, però, qualche "autorevole personaggio" si premura di segnalare l'importanza, per il benessere dei cittadini, del rivoletto prosciugato. Mi riferisco specificamente al Nucleo di valutazione della spesa pensionistica, da me chiuso, come Ministro del Lavoro, nel 2012. Di questa chiusura si è rammaricato ieri, in un'intervistà a La Stampa, Alberto Brambilla, sottosegretario al Lavoro nel II e III governo Berlusconi. Il Nucleo ha avuto importanti meriti in anni passati, quando gli esercizi di comparazione internazionale dei sistemi pensionistici erano ancora agli albori e criteri e metodi di valutazione ancora rudimentali. Tale funzione è successivamente venuta meno e sembrò giusto e opportuno procedere alla sua chiusura, peraltro già decisa, anche se poi rinviata, dal mio predecessore. A fronte di tale chiusura, ho ottenuto, superando molte resistenze, che i dati Inps e Inail fossero messi a disposizione di tutti gli studiosi. Oggi ogni studioso indipendente - e non solo i membri di una commissione - è in grado di valutare le caratteristiche .. e gli andamenti del sistema. (Mi sono anche battuta perché a ciascun cittadino venissero fo~nite - tramite la cosiddetta "busta arancione" - le informazioni sulla propria posizione pensionistica. Questa volta senza successo, forse per la diffusa paura tra i politici di dover rendere conto a cittadini bene informati). Risuscitare il Nucleo di valutazione della Spesa Pensionistica oggi non servirebbe a nulla se non, eventualmente, a fornire una vetrina per chi ne facesse parte ed è l'ultima cosa di cui il Paese ha bisogno. ex ministro del Lavoro Ritaglio Lavoro e previdenza 068391 ELSA FOHNEHO Foglio 08-12-2014 16 1 Codice abbonamento: Per le pensioni un sistema più trasparente Data Pagina stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 60 Quotidiano LA STAMPA Pagina 08-12-2014 20 Foglio 1 /2 Data TI part-time era un'opportunità Con la crisi diventa una condanna il lavoro a metà è cresciuto de140OJo, lo si sceglie per evitare situazioni peggiori n pochi anni è cresciuto del 40%, passando da tre milioni a oltre quattro milioni di persone, ma il suo cammino è lastricato di trappole. Il part time, vale a dire un orario di lavoro ridotto rispetto all'orario pieno, è passato quasi indenne dalle polemiche contro i finti contratti autonomi (lavoro a progetto, false partite Iva), ma viene spesso citato dalle statistiche nella sua versione di part time involontario, a definire un lavoro accettato in mancanza di alternative full time. Secondo l'Istat la riduzione di orario involontaria ha un'incidenza del 63,6% sul totale dei lavoratori a tempo parziale. La formula è tradizionalmente più femminile che maschile, anche se il mix sta cambiando. Che sia verticale, orizzontale, dipendente o indipendente, il part time oltre all'involontarietà nasconde un altro terribile segreto, figlio della crisi Lo hanno scoperto due ricercatori Istat, Carlo De Gregorio e Annelisa Giordano, che ne scrivono in un working paper passato del tutto inosservato: «Nero a metà, contratti part-time e posizioni full-time fra i dipendenti delle imprese italiane». Dietro il linguaggio delle cifre, i ricercatori rivelano e documentano una triste pratica, quella dei falsi part time. La formula è cresciuta molto in questi anni di crisi, in particolare nel Mezzogiorno, e ha coinvolto un numero crescente di uomini. Ma mentre in Germania, per esempio, la crescita del part time si accompagna alla crescita di tutta l'occupazione, in Italia si manifestano fenomeni inversi: il part time sembra una risposta autoctona, "all'italiana", alla crisi. Come? I ricercatori mettono sotto la lente un campione di 113mila lavoratori dipendenti, corrispondenti all'universo di 11,8 milioni. Ne emergono un paio di eclatanti incoerenze, che fotografano due situazioni speculari e opposte: i falsi part time e i falsi full time. Incrociando i dati delle ore lavorate con quelli economici e retributivi, i ricercatori hanno scoperto che "i falsi part-time mostrano una quota pro capite di ore lavorate di poco inferiore, ma una retribuzione netta oraria di oltre il 20% più bassa, un imponibile contributivo per ora lavorata pari a circa la metà e un rapporto fra imponibile e retribuzione netta inferiore di un terzo. Questi squilibri si accentuano nel caso della componente maschile e sembrano evidenziare sia la presenza di ore lavorate e non retribuite sia la presenza di ore retribuite fuori busta, cui corrisponde evidentemente un imponibile contributivo non dichiarato". La quota maschile di falsi part time è arrivata al 40%. Queste incongruenze rivelano che dietro il falso part time c'è un'evasione contributiva e retributiva. Il lavoro effettivo è a tempo pieno, ma le aziende versano contributi e retribuzioni ridotte. Viene retribuito regolarmente solo il 65-70% delle ore lavorate, il resto è al nero o non pagato, come se fosse una tassa per avere un lavoro. E' la prova dell'incrocio di ricatti e connivenze, di risposte illegali ai costi delle imprese e al bisogno di lavoro dei lavoratori. Ai falsi part time si accompagnano i falsi full time. Perché dichiarare un orario pieno e in realtà lavorare di meno? Per le aziende ci sono vantaggi fiscali e la costituzione di una banca di ore al nero. Per un lavoratore facilitazioni nelle graduatorie, pur avendo lavorato meno· o senza essere pagato. Tragica consolazione dover pagarsi in parte un lavoro o lavorare gratis, pur di avere un lavoro. [w. P.l È Codice abbonamento: 068391 una ore Il resto è in nero * o non viene Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 61 Quotidiano LA STAMPA r--~ Foglio • • Occupati per tipologia di orario,lII trimestre 2014 18.469 08-12-2014 20 2/2 -- -~- : Quanto vale il parziale- c - - - - - - - - - iI Data Pagina 4.083 12.074 2.594 1.742 A tempo pieno A tempo parziale 677 4.653 ! J I I ! 1 rf'~ Dipendenti ,ce.ntime.tri - LA STAMPA ' Codice abbonamento: 068391 Fonte Istat, valori in 000 Collaboratori W. 375 llIJIlIf 17.086 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 62 Quotidiano LA STAMPA Data Pagina I Foglio 06-12-2014 11 1 /2 Pensioni, si cambia: Via ai limiti d'età con 41 anni di contributi Così il governo prova a superare la legge Fornero WAI;rEH PASSE/U~I MILANO on è ancora calata la polvere delle polemiche sul Jobs Act, che si sta aprendo un altro fronte economico e politico: quello di rifare un accurato tagliando alla recente riforma delle pensioni. Dopo le modifiche attuate dalla riforma del governo Monti-Forne'ro del 2012, il cantiere della previdenza resta aperto. I tecnici del ministero del Lavoro, dell'Inps, del Tesoro stanno lavorando a un nuovo piano per attutire le rigidità di quella riforma, che secondo molti ha inferto una ferita nel corpo sociale e non determinerà i risparmi previsti. L'ipotesi è quella di rimediare all'errore tecnico, prima ancora che politico, contenuto nel cuore della riforma: la doppia indicizzazione, che lega il progressivo crescere della speranza di vita sia ai requisiti di età per la vecchiaia (fino a 66-67 anni e oltre) sia all'anzianità per la pensione anticipata (arrivata a oltre 42 anni di contribuzione per gli uomini). Le due indicizzazioni hanno prodotto l'effetto di tenere in stand-by milioni di lavoratori, costringendoli a rimanere in azienda fino a sei-sette nanziarie. Si sa che la coperta è corta, ma l'esigenza di sbloccare i due canali di uscita, che reciprocamente creano una paralisi, connettendola agli effetti stimabili di una incisiva riforma del lavoro, rimane ineludibile. Per questo dovrebbe entrare in campo anche il prestito pensionistico, un'idea del governo Letta: dare a chi esce in anticipo un assegno di 700 euro al mese, da restituire a rate al momento del raggiungimento dei requisiti di pensione, misura che potrebbe servire anche per esodati e precoci. L'altra novità che bolle nel pentolone della previdenza è quella della cosiddetta busta arancione. Consiste nel ricevere via posta o di consultare online l'estratto conto dei propri contributi (il tesoretto personale maturato nel tempo), insieme alla simulazione dell'ammontare della futura pensione: uno strumento indispensabile con l'avvento del sistema contributivo, per ripristinare e dare a tutti responsabilmente la possibilità di scegliere il momento di andare in pensione, secondo parametri soggettivi, anziché subire lunghe e indesiderate permanenze al lavoro o forti penalizzazioni. Le ultime stime ci dicono infatti che il cambio di modello di calcolo arriva a decurtare l'assegno di pensione del 25-30% stampa del rispetto al reddito percepito. Restano sul tappeto anche molti altri nodi strutturali del sistema previdenziale. A partire dagli effetti della rivalutazione dei montanti contributivi delle pensioni in occasione dei cali quinquennali negativi del Pii: da questo punto di vista il rischio sembra sventato, portando a zero l'incremento negativo dello 0,1927% di decrescita del Pii e per il 2015 a una stima positiva dello 0,50%, effetto di uno 0,40 di Pil e di uno 0,10 di inflazione. L'altro tema è la previdenza integrativa. Quest'anno la contraddizione tra sviluppo della previdenza integrativa e incremento della tassazione su Casse private, Fondi complementari e Tfr in busta paga dovrebbe essere in parte sanata: le Casse pagherebbero il 20%, i Fondi dall'lI dovrebbero passare al 15% e non al 20%, mentre resterebbe la tassazione ordinaria e sfavorevole del Tfr in busta paga. Dopo l'approvazione della legge di Stabilità, a gennaio queste misure verranno introdotte nell'ormai canonico Milleproroghe. Per le donne verrà prorogata la possibilità di andare in pensione prima del tempo con un binario preferenziale, avendo almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi, anche se con una penalizzazione stimata del 20% per il metodo di calcolo totalmente contributivo. Codice abbonamento: 068391 N anni in più o a uscirne con una forte penalizzazione (fino al 5% per chi va in pensione a 5960 anni pur avendo maturato i contributi). La doppia indicizzazione e la penalizzazione bloccano il sistema, senza che sia stata fatta una coerente riforma del lavoro sui nuovi ingressi, ciò che rischia di creare future generazioni di senza pensione. Il merito della riforma Fornero è stato l'introduzione del metodo di calcolo contributivo pieno, più equo rispetto al retributivo, con conseguenze pericolose per carriere intermittenti e discontinue (giovani e donne). L'idea è ora quella di una parziale ma significativa marcia indietro: plafonare entro un certo arco di tempo l'anzianità contributiva a 41 anni, svincolandola dai limiti di età. Tra l'altro la misura avrebbe anche l'effetto di sanare la questione esodati, senza costringerli a restare senza lavoro e senza pensione per troppo tempo: secondo le ultime stime agli ufficiali 185mila salvaguardati dovranno essere aggiunti altri 130mila esodati, attualmente senza tutele, per un totale di 315mila. Ovviamente, ed è il punto critico, il tagliando alla riforma chiama in causa la capacità di avere le relative coperture fi- Ritaglio Lavoro e previdenza ad uso esclusivo destinatario, non riproducibile. Pag. 63 Quotidiano Data LA STAMPA Pagina Foglio 06-12-2014 11 2/2 Le pensioni col decreto Monti-Fornero nel2015 . (PIRii."tVltèH,AIA Fonte: Tuttoprevidenza.it (~:!~ita (:~~~~!~~i~;:l I 01/01/1952 I il 01/02/1952 I i I ! 01/10/2015 01/11/2015 Età Data necessaria di nascita I 01/03/1952 l01/04/1952) '%~,=",="",,"~,,,,,,,,,,-_,,,,,,,\<=>",,"" t 01/12/2015 1 01/11/2017 01/01/1949 • 01/04/2015 01/02/1949 • 01/05/2015 I --------~c-----------+-~~----~~~--~ 01/03/1949 I 01/06/2015 01/04/1949 01/07/2015 01/05/1949 01/08/2015 01/06/1949 01/09/2015 01/07/1949 01/10/2015 01/08/1949 01/11/2015 01/09/1949 . 01/12/2015 01/10/1949 01/05/2016 'Y""~'''''''''"",I''''''~_''''''''''''M'\'H.~''''''',",'~N~)'' Solo per le donne nate fino al marzo 1952 è possibile accedere al pensionamento nel corso del 2015 con 63 anni e 9 mesi di contribuzione. Per le nate da aprile 1952 in poi sono necessari 65 anni e 9 mesi Solo per gli uomini nati fino al settembre 1949 è possibile accedere al pensionamento nel corso del 2015 con 66 anni e 3 mesi di contribuzione. Per i nati da ottobre 1949 in poi sono necessari 66 anni e 7 mesi Età Compimento età pensionabile . necessaria 66 anni ... :3 mesi 66 anni + :3 mesi 66 anni ... :3 méSi 66 anni ... 3 méSi 66 anni -+ :3 mesi 66 anni ... :3 mesi 66 anni ... :3 mesi 66 anni -+ :3 mesi 66 anni ... :3 mesi 66 anni ... "1 mesi PENstONEANTIEIPATA (ex 8nziilhità) anni El' 6 mesi di contribuzione .,' DAll'fIfA"· .LA"IVI "\,:2811" . ~m:r:g~~ al 201.2 . la fotografia detrlstat denza al ribasso, con i primi effetti della riforma Fornero. I nuovi pensionati (hanno iniziato a percepire l'assegno nel 2012) sono 559.634 e in media hanno un reddito di 13.1.5"2 euro, più basso della media dei pensionati precedenti (16.761 euro, ma molti di loro cumulano più pensioni) e inferiore ai pensionati 2012 di circa 900 euro. Codice abbonamento: 068391 _ Oltre il 41% dei PIiInsionaft ha un reddito da pensione inferiore a mille euro af mese: è quanto risulta dal Rapporto Istat 201à: la percentuale sale al 50,5% tra te donne. la spesa complessiva nell'anno è aumentata dello 0,7% rispetto al 20tZ (arrivando a 21t.;1 miliardi di euro). La fotografia dell'lstat evidenzia anche Ur'la rapida ten- Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 64 Quotidiano 07 -12-2014 Data Pagina Foglio 16 1 Stipendi degli statali, persi 600 euro in 3 anni ~ I dati Istat fotografano il congelamento degli aumenti concordati lE ROMA In tre anni i dipendenti pubblici hanno perso circa 600 euro lorde in busta paga. E questo senza contare la perdita derivante dal blocco del contratto e dall'erosione dell'inflazione. La cifra viene fuori dalle tabelle Istat sulla retribuzione lorda procapite dei dipendenti pubblici del 20l3, raffrontate con le stesse tabelle relative all'anno 2010. Ebbene si è passati da 34.662 euro lordi percepiti in media nel 2010 a 34.079 euro nel 20l3: ovvero 583 euro in meno. Fino al 2010 non si era mai registrata una diminuzione delle retribuzioni lorde pro capite nella pubblica amministrazione. Chiariamo: non è che tutti i dipendenti pubblici hanno avuto un taglio secco di queste dimensioni della loro retribuzione. Le tabelle Istat sono elaborate sulla base del conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche e i relativi aggregati in conformità alle nuove regole sulla contabilità (Sistema europeo dei conti - Sec201O). Tengono conto del numero dei dipendenti totali che, nel periodo preso in considerazione, per l'effetto combinato dei pensionamenti e del blocco del turnover, è sceso da 3 milioni 510 mila a 3 milioni 372 mila (-l38mila unità di lavoro equivalenti a tempo pieno). E visto che quelli che vanno in pensione in genere, a causa degli scatti di carriera, hanno retribuzioni più alte, ecco che la media procapite si abbassa. La busta paga più leggera si spiega però anche con il congelamento, accanto al rinnovo del contratto, delle varie voci accessorie e indennità. Secondo i sindacati in realtà la perdita secca nel- la busta paga degli statali è stata ancora più alta rispetto a quella evidenziata dall'Istat. C'è ad esem pio da aggi ungere l'erosione dei redditi da inflazione. Oggi oscilla intorno alla soglia dello zero, ma non è stato sempre così: nel 2010 il tasso di inflazione si è attestato alI '1,5 % per crescere nel 2011 al 2,8% e arrivare al 3% nel 2012; poi è iniziata la discesa e comunque nel 2013, anno a cui si riferiscono gli ultimi dati Istat sulle retribuzioni lorde procapite, !'inflazione è stata dell'l,2%. Inoltre ci sono i mancati aggiornamenti dovuti al blocco dei contratti. Secondo la Cgilla perdita reale è intorno ai 4.000 euro. Per la Cisl, a seconda dei comparti, il buco varia tra i 3 e i 5.000 euro. E potrebbe allargarsi nei prossimi anni visto che, come ricorda la Uil, nel Dpef non sono previste risorse per il rinnovo dei contratti e quindi il congelamento potrebbe protrarsi fino a tutto il 2018. Gi.Fr. Codice abbonamento: 068391 © RIPRODUZIONE RISERVATA Buste paga a picco per gli statali Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 71 Quotidiano Data Pagina Foglio 06-12-2014 13 1 Istat e BankitaUa Pensioni, sale la spesa pressione fiscale record Oltre iI 41% dei pensionati ha un reddito da pensione inferiore a mille euro al mese: è quanto risulta dal Rapporto Istatsu trattamenti pensionistici e beneficiari 2013 nel quale si sottolinea come la percentuale salga al 50,5% tra le donne. La spesa complessiva nell'anno è aumentata dello 0,7% rispetto al 2012 (arrivando a 272,7 miliardi di euro) portando la percentuale sul PiI al 16,85%. La fotografia dell'lstat evidenzia anche una rapida tendenza al ribasso delle pensioni, che registrano quelli che possono essere considerati i primi effetti della riforma Fornero. I nuovi pensionati (coloro che hanno iniziato a percepire l'assegno nel 2012) sono 559.634 e in media hanno un reddito di 13.152 euro, più basso di quello della media dei pensionati sopravviventi nell'anno (16.761 euro). Intanto non si ferma la corsa della pressione fiscale che arriva al record del 43,3% del PiI. Il peso del Fisco nel 2013 in Italia è cresceiuto ancora dello 0,1% rispetto al 43,2% del 2012. A certificarlo è la Banca d'Italia in un supplemento al suo bollettino periodico dedicato alla finanza pubblica dei Paesi europei. Codice abbonamento: 068391 Debito a rischio, S&P boccia l'Italia Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 72
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