ANICA ANICA SCENARIO 02/07/2014 Brescia Oggi Massimo Ranieri è Pasolini nel « noir » di David Grieco 4 02/07/2014 Corriere Mercantile - Genova Enrico Vanzina «Con Carlo torno al film di Natale» 5 02/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale Depardieu tra eccessi e anarchia: mi godo la vita, odio le etichette 7 02/07/2014 Il Giornale - Nazionale Niente bionde, tanto Freud Ecco la vita da cinema dell' attore più esistenziale 9 02/07/2014 Il Giornale - Milano Film da «annusare» Arriva il cinema a cinque dimensioni 11 02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale «Lo cunto de li cunti», una sfida fantasy 12 02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Una resistenza più che naturale 13 02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale Frammenti di realtà, raccordi di invenzione 14 02/07/2014 Il Mattino - Nazionale Ranieri è Pasolini nel film sul mistero della morte 16 02/07/2014 Il Messaggero - Nazionale «La magia ti rende normale» 18 02/07/2014 Il Messaggero - Nazionale Guzman e tanti attori ballerini star di Giffoni 19 02/07/2014 Il Secolo XIX - Basso Piemonte IL PERICOLO È UN BEL MESTIERE 20 02/07/2014 Il Tempo - Roma Bonelli: ecco i trucchi per fare cinema 21 02/07/2014 Il Tirreno - Lucca Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax 22 02/07/2014 Il Tirreno - Nazionale Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione" 23 02/07/2014 La Nuova Sardegna - Nazionale Sotto le stelle con i grandi film 24 02/07/2014 La Stampa - Nazionale "Il mio supereroe dei sentimenti" 25 02/07/2014 Libero - Nazionale NERI PARENTI «Dirigo ancora Massimo Boldi ma non tornerà con De Sica» 26 02/07/2014 Quotidiano del Molise Tra corti e lungometraggiil cinema 'trionf il cinema 'trionfa' sempre 27 ANICA SCENARIO 19 articoli 02/07/2014 Brescia Oggi Pag. 48 (diffusione:16000) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato CINEMA . Iniziate ieri le riprese del nuovo film del regista che iniziò la carriera proprio con l´ autore di «Salò» Massimo Ranieri è Pasolini nel « noir » di David Grieco L´attore Massimo Ranieri: sarà Pasolini nel film La Macchinazione Quando il 2 novembre del 1975 il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini fu trovato all´Idroscalo di Ostia, David Grieco fu tra i primi a giungere sul posto insieme al medico legale Faustino Durante. Grieco, allora 23 anni, aveva cominciato a lavorare nel cinema giovanissimo proprio con Pasolini e i due erano legati da profonda amicizia; a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte civile del primo processo per l´omicidio. Ieri sono iniziate a Roma, le riprese di La Macchinazione di Grieco che racconterà gli ultimi tre mesi di vita di Pasolini - interpretato da Massimo Ranieri - e del suo rapporto con il giovane ragazzo di vita Pino Pelosi. Non solo quindi Abel Ferrara con Willem Dafoe nei panni dell´indimenticabile poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano. Il 2015 sarà infatti l´anno dedicato al genio pasoliniano con questo nuovo inedito progetto. Un omicidio che ad oggi è ancora uno dei misteri italiani più discussi. Nel film di Grieco si ricorda Pasolini, coscienza critica e anticonformista del nostro paese, alla vigilia di cambiamenti epocali per l´Italia, mentre lavora al suo film, sta scrivendo Petrolio, opera che denuncia le trame di un potere politico ormai corrotto fino al midollo. In quegli stessi giorni, Pasolini frequenta Pelosi ragazzo di borgata. Una borgata dove comincia a muovere i primi passi un´organizzazione criminale che si avvia a diventare padrona della città: la Banda della Magliana. Quando, la notte del 26 agosto, viene sottratto dagli stabilimenti della Technicolor il negativo di Salò, scatta una trappola mortale che vede la sinergia fra delinquenza comune, crimine organizzato e una criminalità politico-finanziaria che forse a tutt´oggi conserva larghe sacche di potere nel nostro Paese. Nella notte fra l´1 e il 2 novembre del ´75, Pasolini si reca all´Idroscalo per riavere il negativo del film. Pasolini che circolano da anni sono tante» spiega Grieco: «Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il furto delle bobine di Salò e poi da esca per l´agguato all´Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla famigerata Banda della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perché indagava sui loschi traffici del presidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2. Oppure Pasolini si è fatto uccidere e si è fatto Cristo, come sostiene l´amico e pittore Giuseppe Zigaina? La Macchinazione sposa tutte queste ipotesi». Ranieri darà vita a Pasolini: «È un attore straordinario ed è l´interprete ideale di questo film. Pochi mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Ranieri prima di una partita di calcio. Lo guardò intensamente e gli disse: "Sai che è proprio vero che tu ed io ci somigliamo?"» ricorda Grieco, che definisce La Macchinazione un film politico ma anche un noir intrigante fruibile da chi non sa nulla degli eventi dell´epoca. Il film, una co-produzione Italia-Francia, è prodotto da Propaganda Italia e To be continued Productions in associazione con la Lazio Film Commission. Scritto da Guido Bulla e David Grieco, è interpretato oltre che da Ranieri, da Libero De Rienzo, Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, Francois Xavier Demaison e dal giovane Alessandro Sardelli per la prima volta sullo schermo. Fabio Zamarion è il direttore della fotografia. Il film si girerà a Roma e dintorni fino a metà agosto. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 4 02/07/2014 Corriere Mercantile - Genova Pag. 17 (diffusione:10321, tiratura:13833) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato GENOVA FILM FESTIVAL L'ospite della kermesse Enrico Vanzina «Con Carlo torno al film di Natale» Lo sceneggiatore: «Intanto giriamo una commedia con Raoul Bova» ELIANA QUATTRINI nrico Vanzina ha per le mani almeno due film. Uno lo produce e l'altro lo gira, sempre insieme al fratello Carlo. «Il primo è un film di Natale, il secondo una commedia sentimentale con Raoul Bova», dice. Lo sceneggiatore romano ieri era ospite del Genova Film Festival alla multisala The Space. Nell'ambito della sezione "Ingrandimenti" è stato intervistato da Oreste De Fornari e ha introdotto "Un matrimonio da favola", l'ultimo dei suoi cento titoli. Tornate ai film di Natale? «Una rivincita. Proprio quando De Laurentiis divorzia artisticamente da Neri Parenti e Christian De Sica, producendo un film con Lillo e Greg, noi torniamo dopo tanto tempo con lui, nostro grande amico, che dirigerà il prossimo film di Natale "Ma tu di che segno sei?" con Massimo Boldi, Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Ricky Memphis e quattro attori giovani». C'è per caso un genovese? «L'unico genovese con cui ho lavorato è Paolo Villaggio, un vero intellettuale come Proietti. Sono due attori che amo moltissimo, perché conoscono Shakespeare ma amano la cultura popolare. Sanno che la comicità è una, con le sue leggi. Non diranno mai, il mio film fa ridere però, cercando nel però una giustificazione che non esiste». Il pregiudizio dei critici sulla commedia. «Dal dopoguerra a oggi la commedia all'italiana è stato il genere più importante che ha descritto i cambiamenti della società». Quale limite non si deve superare? «La commedia non deve diventare una formula, serializzarsi, diventare televisione. Mi è capitato di serializzare, ma abbiamo fatto film molto innovativi, come "Eccezzziunale veramente", parlando di calcio, citando gli anni Sessanta in "Sapore di mare", o con i nostri sei, sette film di Natale. Sono stati gli altri a farne decine. Ci fa imbestialire: quando hanno iniziato gli altri sono diventati cinepanettoni, una parola che mi fa schifo. Il cinema è quando tu entri in una sala, ti raccontano una storia e non ti aspetti quello che accade, né le frasi che dicono». La volgarità? «Cos'è volgare? Io credo che un certo modo di parlare riguardi la vita. Chi attacca le parolacce non va nei bar, in discoteca, sull'autobus, per strada. La gente parla così e il cinema deve cogliere questo linguaggio scorretto e vero. Volgare è specularci sopra». Perché i segni zodiacali? «Sono molto interessanti, perché portano l'uomo a essre irrazionale e incoerente. È un argomento buffo che riguarda tutti». Qual è il suo segno? «Ariete, sono molto Ariete. Impulsivo, iracondo, superficiale, litigo e poi dimentico tutto. Carlo è Pesci, silenzioso, malinconico, non vuole vedere le cose che vanno male. Non ascolto l'oroscopo alla radio né lo leggo per non farmi condizionare». Che film girate con Raoul Bova? «"Torno indietro e cambio vita", una commedia sentimentale che dirige mio fratello, prodotta dalla Cattleya. Gli altri attori sono Giulia Michelini, Ricky Memphis, Max Tortora. È la storia di un uomo lasciato dalla moglie. Disperato, dice a un amico che farebbe qualsiasi cosa pur di ritornare indietro nel tempo e scegliere un'altra donna. Come in "Ritorno al futuro", accade veramente. Ritorna bambino, quando ha conosciuto lei, e tutto il film consiste nello sforzo di non innamorarsi non abbiamo mai litigato, abbiamo letture simili. Scriviamo insieme, Carlo fa la regia, al montaggio ho voce il capitolo, della produzione mi occupo più io. Tutto per il bene del film. È stato un grandissimo colpo di fortuna, benedetto da nostro padre, Stefano Vanzina, in arte Steno. Subito siamo stati osteggiati, lui non voleva, ma facciamo cinema perché siamo nati in quella famiglia». Il primo a disubbidire chi è stato? «Carlo, che nonostante la disopprovazione a 17 anni lavorò con Mario Monicelli e a 23 girò il suo primo film. Poi ho mollato io. Lavorare insieme è stato un piacere lungo quarant'anni. Il patto iniziale dura ancora». Com'era Steno? «Uno dei grandissimo del cinema italiano. È stato il regista di Totò, Alberto Sordi, ha inventato il poliziottesco con "La polizia ringrazia", recitato da Mariangela Melato ed Enrico Maria Salerno, l'unico film firmato con il suo nome vero per non fare pensare a una commedia. Poi siccome aveva una moglie, nostra madre, che spendeva più di quanto lui guadagnasse, ha fatto un po' di tutto, anche i film con Franchi e Ingrassia. Attraverso di noi è rimasto in contatto con i giovani e ha lanciato Renato Pozzetto, Diego Abatantuono». Anche voi siete identificati con la commedia. «Ma abbiamo fatto anche film di genere come "Tre colonne in cronaca", il melò "Sotto il vestito niente"». Cosa ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 5 02/07/2014 Corriere Mercantile - Genova Pag. 17 (diffusione:10321, tiratura:13833) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato pensa di Pietro Germi? «È il più grande regista italiano di tutti i tempi, più di Fellini e Visconti. Germi non ha avuto la stessa attenzione perché osteggiato dai critici militanti di sinistra. Mio fratello ha avuto a che fare con lui quando doveva dirigere "Amici miei", poi passato a Monicelli. Aveva una lucidità totale sulla commedia. È il regista più asciutto e ironico, con una capacità stupefacente di scegliere gli attori e a sua volta attore eccezionale. Nelle sue commedia non ci sono né una scena né una battuta di troppo. Sono perfette». della donna della sua vita». Com'è lavorare fra fratelli? Lo fanno i Manetti, i Coen, i Taviani, voi. «I fratelli Marx fecero un film con i Warner Brothers, ma questi fecero causa per un contrasto. Groucho disse: "Mettiamola così, siamo stati fratelli prima di loro". Noi lo stesso: siamo stati fratelli prima dei Manetti. Fra fratelli si lavora come in un ristorante a conduzione familiare: uno sta in cucina, l'altro in sala. Ci capiamo perfettamente, L'unico genovese con cui ho lavorato è Paolo Villaggio, un vero intellettuale come Proietti. Li amo moltissimo, perché conoscono Shakespeare e la cultura popolare. Sanno che la comicità è una, con le sue leggi. Non dicono, il mio film fa ridere però, cercando nel però una giustificazione che non esiste. "Ma tu di che segno sei?" L'esempio di papà Steno PAPÀ STENO, GLI INIZI, I PREMI Enrico Vanzina (nella foto di Paolo Zeggio), nato a Roma il 26 marzo 1949, è uno sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. È il primogenito del regista e sceneggiatore Steno (pseudonimo di Stefano Vanzina) e di Maria Teresa Nati, e fratello maggiore del regista e produttore Carlo Vanzina. Ha frequentato il Lycée Chateaubriand di Roma. Da circa 25 anni anni è produttore dei suoi film. Ha vinto infiniti premi tra i quali una Grolla D'oro, il Premio De Sica, il Premio Flaiano, il Nastro d'Argento, il Premio Charlot, il Premio America, il Telegatto. Ha collaborato per cinque anni al "Corriere della Sera" e da diciassette scrive sul "Il Messaggero". UN UOMO ABBANDONATO Nel film "Torno indietro e cambio tutto", Raoul Bova (nella foto) interpreta il ruolo di un uomo abbandonato dalla moglie. Disperato, si sfoga con un amico sognando di tornare indietro nel tempo. Quando accade, cerca di non innamorarsi più di lei. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 6 02/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 36 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'intervista L' attore sarà protagonista al Festival di Spoleto. «Non sono di destra né di sinistra, vengo dalla terra ma non lavoro per le tasse» Depardieu tra eccessi e anarchia: mi godo la vita, odio le etichette «I registi italiani? Tutti comunisti con case ovunque» Valerio Cappelli SPOLETO - Non aspetta le domande, comincia subito a parlare lui (in un italiano mischiato all'inglese), di Love Letters di Gurney, lo spettacolo che il 5 luglio porterà al Festival di Spoleto: lui, il ciclone Gérard Depardieu, un attore per cui la regola è l'eccesso, la norma è la dismisura. Intervalla le parole a qualche imprecazione. Dal ventre enorme dell'attore escono idee «strettamente personali». «Questo è uno spettacolo molto intimista, siamo solo noi due sul palco, Anouk Aimée e il sottoscritto. Forse avremo un microfono, mi sembra un po' esagerato andare in Piazza Duomo, dovevano scegliere una chiesa. Mi dispiace perché quello di Spoleto è un grande festival, lo conosco da trent'anni, non ci avevo mai lavorato». È il percorso epistolare di due amanti che non riusciranno mai a vivere insieme: qual è la lettera che l'ha colpita di più? «Una delle ultime, quella che parla di morte, ne prende consapevolezza. Questo testo è una bella pagina, molto americana, ma l'amore è universale. Anche se è scritto per due personaggi anziani, l'amore dentro di loro è immortale». Lo scambio epistolare è stato spazzato via da sms e email. «Ho un cattivo rapporto col telefonino e anche col telefono fisso. Gli sms ti fanno perdere il vocabolario, è un nuovo linguaggio che non mi interessa. Io scrivo ancora lettere». C'è qualcosa, come artista, che vorrebbe avere di Anouk Aimée, della sua natura di attrice? «Anouk è un miracolo, ha 82 anni ed è rimasta bambina. Il teatro ti lascia giovani. Abbiamo già recitato insieme Love Letters al Teatro Antoine a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito. Ma la Francia mi rompe... Allora ho lasciato tutto il compenso ad Anouk, non voglio lavorare per pagare il 100 per cento di tasse». Lei è stato criticato per aver preso, in polemica con il Fisco, la cittadinanza in Russia . «Non sono andato a Mosca per evadere le tasse ma perché Putin mi ha dato un passaporto e perché mi piace la letteratura russa. Non è una questione di soldi, io vengo dalla terra, sono nato povero, sai che me ne frega dei soldi. Amo più di tutto l'Italia (dove si mangia bene ovunque e non c'è bisogno di andare nei grandi ristoranti, bastano le trattorie), e la Russia, dove non conosco nessuno, specialmente i giornalisti. In Francia dicono che Putin è un dittatore. Io dico che cerca solo di fare il meglio per il suo Paese. Intanto in Francia hanno ucciso i piccoli agricoltori, quanto alla cultura ad Avignone gli attori protestano... Non ci sono più festival in Francia, solo bagarre. Bisogna viverci in un Paese prima di criticarlo, hanno sbagliato indirizzo, che andassero nella Corea del Nord». Pochi giorni fa in tv Ettore Scola ha pronunciato parole dure contro di lei, ha detto che è un evasore fiscale, e che per lavorare insieme deve esserci stima reciproca... «Abbiamo un progetto per un film, una bellissima storia di cui non voglio parlare. Prima Scola non voleva farlo perché lo produceva Berlusconi e ora non so. Non credo che troveranno i soldi. Amo Ettore Scola anche se mi ha criticato. Io non sono né di sinistra né di destra, glielo dissi tanto tempo fa a Bertolucci, voi registi italiani siete tutti comunisti, però avete case dappertutto. Mi rispose che in Russia è pieno di Mercedes. Io sono un essere vivente, mi piace la vita. Sono un cittadino del mondo, in Russia sono un viaggiatore e basta». Lei e Anouk Aimée siete legati al cinema d'oro italiano . «Marcello Mastroianni era straordinario, lo era anche Gassman ma quando faceva l'intellettuale mi infastidiva... Ricordo Novecento di Bertolucci, Robert De Niro che prendeva continuamente appunti e io niente, poi mi guardava con gli occhi di fuori quando facevo colazione: cinque uova, il lambrusco... Preferisco ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 7 02/07/2014 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 36 (diffusione:619980, tiratura:779916) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato il cinema italiano dagli anni 50 agli 80, ma avete ancora registi importanti, sono contento per l'Oscar a Sorrentino, anche se preferivo Il divo a La grande bellezza , che trovo un po' meccanico. Il problema è che la televisione ha ucciso la cultura, l'immaginazione e anche il grande cinema. La verità è che si fanno centinaia di brutti film all'anno». Che cosa risponde alle accuse al film di Abel Ferrara sugli scandali sessuali dell'ex ministro Strauss-Kahn, che lei impersona? «Welcome to New York non è un film su di lui ma su qualcuno che gli somiglia. Dentro ci sono tanti intrighi, anche quelli della Cia. Strauss-Kahn è un uomo intelligente, migliore di Hollande». E i recenti fatti politici? «Sui guai giudiziari di Sarkozy non ho niente da dire. Seguo con interesse il vostro Renzi, mentre Beppe Grillo non mi piace... Ho conosciuto Fidel Castro, Giovanni Paolo II, Mitterrand. Ma parliamo di Love Letters , la politica mi annoia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Dice di loro Robert De Niro «Sul set di "Novecento" strabuzzava gli occhi per la mia colazione: 5 uova e lambrusco» Anouk Aimée «Abbiamo già recitato insieme "Love Letters" a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito» Vladimir Putin «In Francia dicono che è un dittatore: per me cerca solo di fare il meglio per il suo Paese» Foto: Il set scandalo Jacqueline Bisset (69 anni) e Gérard Depardieu (65) nei panni di Strauss Kahn in «Welcome to New York» ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 8 02/07/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:192677, tiratura:292798) La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato MARLON BRANDO Niente bionde, tanto Freud Ecco la vita da cinema dell' attore più esistenziale Dieci anni fa, obeso e senza soldi, moriva il «Selvaggio» Fu il più bello e il più ricco. Una psico-biografia d' autore Luigi Mascheroni Dieci anni fa moriva, a 80 anni, obeso, malato, senza soldi, l'attore che era stato il più bravo, il più bello, il più ricco di tutti. MarlonBrando.Lasua vita,cinematografica, e il suo cinema, esistenziale, sono raccontati in una nuova eccellente psico-biografia del critico Goffredo Fofi: Marlon Brando , dal perfetto sottotitolo Una tragedia americana (Castelvecchi). Sfogliando la quale (soprattutto le 50 pagine del Prologo ) si scopre che: INTELLETTUALI AL PASSO COI TEMPI Nel 1951, dopo il successo del film Un tram che si chiama Desiderio di Elia Kazan, i giornalisti italiani che cominciarono a parlare di Brandononsapevano come tradurre jeans etshirt,edicevano«magliette con le maniche corte» e «calzoni da tuta di lavoro». ESSENZA DELL'ATTORE L'elogio di Kazan: «C'era in Brando qualcosa di miracoloso: gli spiegavo cosa volevo e ascoltava, ma la sua attenzione era così assoluta che parlargli era un'esperienzastupefacente; non rispondeva immediatamente, ma se ne andava e poi faceva qualcosa che spesso mi sorprendeva. Quel che pensavo era allora: "Signore, è meglio di quel che gli ho detto!"». GENIO E GENI Il padre, taciturno, disinteressato ai figli, era un bell'uomo, donnaiolo. La madre, che poi ebbe grossi problemi con l'alcol, secondo l'insegnante di recitazione di Marlon era «una creatura bellissima, celestiale, svagata». IL MEGLIO Interpretazione migliore (per Fofi): nel film Riflessi in un occhio d'oro di John Huston (1967). IL PEGGIO Interpretazione peggiore (per Fofi): nel film In fuga col malloppo , di Yves Simoneau (1998): «In questo ignobile farsetto,Brando siprestaa mostrarsi in una decadenza assoluta, più ributtante che squallida». SOGNI Quellodi Marlonera didiventare un batterista famoso. Adorava il jazzista Gene Krupa. FREUD E STANISLAVSKIJ Brando cominciò, su consiglio di Kazan, la sua interminabile psicanalisi nello stesso momento in cui iniziò a frequentare l'Actors Studio. « HOLLYWOOD? FA SCHIFO» Brando, primo vero divo «antidivo»diHollywood, non sopportava il cinema, né la professione d'attore («Non ho nessun rispetto per la recitazione. Recitare è in massima parte l'espressione di un impulso nevrotico»), tanto meno Hollywood.Innumerevoli le sue battute contro la lobby ebraica e gli studios . Tipo: «Hollywood è un grosso registratore di cassa che squilla ingoiando soldi da mattina a sera». MACCHINA DA SOLDI Dopo l'Oscar per Fronte del porto , del '54, per un decennio Brando fu tra i ten top money-makers d'America, i dieci attori che facevano incassare di più. FORSE ERA MEGLIO SE... Film che avrebbe dovuto fare: Senso di Luchino Visconti con Ingrid Bergman (non lo volle il produttore Gualino: era troppo poco di cassetta in Europa), Giulietta e Romeo di Castellani accanto alla Taylor(nonlopresero perchécostava troppo), un Amante di lady Chatterly francese, Paris Blòues conMarilynMonroe (poi lo feceroPaul NewmaneJoanneWoodward), il Casanova di Fellini e, sempre di Fellini, un film su Picasso. FORSE ERA MEGLIO SE NON... Film che non avrebbe dovuto fare: tanti, a partire da Candy (1968), «il più stupido tra i suoi molti film stupidi». IMPROVVISAZIONI Discorso di ringraziamento per l'Oscar del '54: «Grazie, molte grazie... ehm , è molto più pesante di quel che credevo... ehm , io, ehm , ho qualcosadadire,e, ehm ,non mi ricordo cosa, ehm , stavo per dire... per la mia vita... Non credo che, ehm ,stavoperdire...per la mia vita...Non credo che, ehm , mainellamia vita ci sono state tante persone così direttamente responsabili di come sono. Sono molto, molto contento... Grazie». FLIRT Centinaia, fra i quali Rita Moreno, Anna Maria Pierangeli, l'allora diciannovenne Josiane Béranger, conosciuta sul set di Désirée (1954). Ebbe tre mogli e diversi figli: cinque legittimi e almeno altri sei da amanti sparse in tutto il mondo. NIENTE BIONDE Le sue donne erano tutte di carnagione e capigliatura scura, spesso asiatiche o messicane. Respinse sempre lebionde,cioèledonneche potevano ricordargli la madre. PETTEGOLEZZI Quelli sulla sua omo e bisessualità, si sprecano. ITALIANE Nel 1961 accettò di girare, per un milione di dollari, il film Pelle di serpente con Anna Magnani. Non fu un rapporto facile,elalavorazionefutempestosa.«Le mani miprudevano spesso», disse ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 9 02/07/2014 Il Giornale - Ed. Nazionale Pag. 24 (diffusione:192677, tiratura:292798) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 10 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato l'italiana. E certamente prudevano anche a Brando. Invece, mentre girava La contessa di Hong Kong con Sophia Loren, disse a un amico: «Se dovessi morire, evitate soltanto che quella venga a piangere sulla mia tomba con tanti fotografi attorno». E per tenerla a bada, un giorno, nel mezzo di una scena sentimentale, arrivò a dire alla Loren: «Hai molti peli neri nelle narici». SCHERZI Ne faceva di tutti i tipi, sempre, a tutti. Tra i più frequenti, il mooning , che consisteva nel calarsi i pantaloni e mostrare il culo in pubblico all'improvviso. Il migliore, fatto a milioni di telespettatori, quando la notte degli Oscar del '73, dove vinse la statuetta per Il padrino , mandò al suo posto una giovane apache. RADICAL CHIC Nelperiodopoliticamente più azzardato della sua vita, si accostò anche alle Pantere nere . Dei politici diceva: «Anche loro sono dei bravi attori come noi. Per il loro business sapere recitare è molto importante». COMMEDIA Nel '78, per recitare pochissimiminuti in Superman , ottenne 2 milioni e mezzodidollari.«Trattandosi di un film ridicolo, tanto valefarsipagare a peso d'oro» disse. TRAGEDIA La figlia Cheyenne si uccise a 25 anni, obesa e depressa, nel '95. Il figlio Christian, cinque anni prima, le aveva ucciso il fidanzato da cui lei aspettava un figlio. Al processo, Marlon Brando disse: «È probabile che comepadre siastatounfallimento». Come dice Fofi, probabile. Foto: FASCINO, AFFETTI E SUPERPOTERI Foto: DRAMMA Con il figlio Christian, che uccise il ragazzo della sorellastra ed è morto all'età di 49 anni Foto: CAMEO Nel film «Superman» (1978), percepì un faraonico cachet per recitare solo pochissimi minuti Foto: ICONA Marlon Brando nel film «Il selvaggio» (1953). Gli Oscar li vinse con «Fronte del porto» e «Il padrino» 02/07/2014 Il Giornale - Milano Pag. 8 (diffusione:192677, tiratura:292798) Film da «annusare» Arriva il cinema a cinque dimensioni Poltrone che si muovono, vento e profumo per pellicole sulla città Stefano Giani Cinema da sentire. Non solo da vedere. Negli studios di Hollywood è una novità già da qualche anno, ma sommessa. Il grande schermo non ha ancora dimestichezza totale con le cinque dimensioni. Così capita di vedere Shrek , ma non l'ultima creatura di Guillermo Del Toro. A Milano le 5D arrivano adesso, in punta di piedi. Oltre alle canoniche due e alla maggiore profondità, tipica della versione 3D oggi diffusa, si aggiungono anche movimento e sensorialità. Un esempio. Ciuchino, voce di Eddie Murphy, sputacchia acqua che arriva sul volto dello spettatore. L'effetto del vento. Il sobbalzare della carrozza sul terreno accidentato attraverso lo scossone della poltrona. Insomma dipende dai soggetti e si adatta alle tematiche. In città questa nuova formulazione è attiva da poche settimane. Un assaggio. Una prova. E gli effetti - specialissimi - sono applicati ai documentari scientifici. Vengono direttamente da Nasa, Cnr o Istituto di geofisica e vulcanologia e riguardano tsunami, delfini, plancton e i pianeti nella volta celeste. Oltre a un videorama di 30 minuti in italiano e inglese dal titolo Milano e i suoi mastri d'arte e La Belle epoque , filmato di particolare attualità perché celebra il primo e ultimo Expo ospitato finora dalla metropoli, nel lontanissimo 1906. Interessante vederlo oggi. E magari fare i dovuti raffronti. La sala cineteca «Milano a memoria» si trova in piazza Diaz, sotto i portici al lato sinistro del grattacielo con la terrazza Martini, ed è questo e molto altro ancora. Attualmente, alle 19, è in corso di svolgimento un ciclo di proiezioni d'antan che hanno fatto storia. Domani tocca a Metropolis di Fritz Lang, dopodomani L'Angelo azzurro di Josef von Sternberg con Marlene Dietrich, sabato Amanti perduti di Marcel Carné e domenica alle 16 La passione di Giovanna d'Arco di Carl Dreyer. Ma la sala 5D è disponibile per chi amasse il cinema al punto da volervi festeggiare qualche ricorrenza. Il margine è ampissimo e basta telefonare e concordare un data compatibile con la programmazione e il gioco è fatto. Allo stesso modo è possibile una visione collettiva per una durata stabilita con noleggio del locale. Il prezzo varia tra i 5 e i 7 euro a persona per mezz'ora, che sale leggermente se viene riservato per 60 minuti. Più vantaggioso invece per compagnie teatrali dilettanti. È possibile esibirsi senza spese particolari con i «rischi» di dividere l'incasso. Nel bene e nel male. La sala contiene fino a 70 posti per il cinema, che diventano 99 in versione teatro, grazie all'abbattimento di una parete che rende più estesa la platea. Per le scuole è invece in funzione il «3D Lab», un laboratorio dove le scolaresche vengono ospitate per tutta la mattina e viene loro mostrata l'elaborazione tridimensionale dell'immagine fatta con il telefonino. Un procedimento che permette di far tornare sul cellulare il prodotto finito. Foto: NUOVI MONDI Dall'alto in senso orario: la sala, l'ingresso, il foyer e la galleria della cineteca ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 11 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato NOVITÀ La sala «Milano a memoria» in piazza Diaz 02/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:24728, tiratura:83923) «Lo cunto de li cunti», una sfida fantasy Leonardo Gregorio CASTEL DEL MONTE CASTEL DEL MONTE Non è abituato a parlare di un suo film quando le riprese sono in corso, lo confessa, «anche per scaramanzia». Del resto, aggiunge, «girare un film equivale un po' a farlo da bendati e, al momento, non sono in grado di dire quale sia l'idea precisa di ciò che sto facendo; è un'incognita anche per me». Dopo le riprese in Toscana e in Sicilia, Matteo Garrone da ieri è a Castel del Monte, in Puglia, col set di Il racconto dei racconti, «libera interpretazione» del Lo cunto de li cunti (o Pentamerone), seicentesca raccolta di cinquanta fiabe popolari di Giambattista Basile, un serbatoio cui attingeranno Charles Perrault e i Grimm. «La dimensione fiabesca è presente in tutti i miei film - racconta Garrone- Ma è la prima volta che mi ritrovo a raccontare storie legate a elementi soprannaturali, magici; il fantasy è nuova sfida per uno come me che si diverte sempre ad attraversare i generi». Sono tre le storie che ha scelto, con i suoi sceneggiatori Massimo Gaudioso, Ugo Chiti ed Edoardo Albinati: «Storie che si intrecciano, un po' come ho fatto con Gomorra». E, per la prima volta, il cast è internazionale: John C. Reilly, Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones. Fra gli italiani, Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini. Le musiche saranno di Alexandre Desplat, sei volte candidato all'Oscar, presidente di giuria alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, che torna a lavorare con il regista romano dopo Reality. Le scenografie che si intravedono nel cortile centrale di Castel del Monte (una pedana e panche dipinte, un trono, lunghi arazzi che attraversano in lunghezza uno dei lati dell'ottagono di Federico II, luogo dalla «forza esoterica» per Garrone) sono di Dimitri Capuani, che in passato ha lavorato con Scorsese. Questa volta il regista si autoproduce con la sua Archimede Film, con Rai Cinema, Recorded Picture e Le Pacte. Cineasta capace di coniugare sguardo documentaristico e slancio visionario, Garrone ritiene Il racconto dei racconti in linea con il suo percorso: «In passato partivo dal contemporaneo per trasfigurarlo in una dimensione fantastica, qui parto dal fantastico, dalle streghe, dagli orchi, per arrivare a una dimensione contemporanea, e facendo questo film mi rendo conto quanto sia stato difficile realizzare quelli precendenti». Cercherà, infine, di riportare i racconti di Basile alla loro forma originaria, perché «nascono come forma di intrattenimento e si prestano a uno sviluppo drammaturgico. Spero di riuscire a dare al film altrettanta spettacolarità». ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 12 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato SUL SET Matteo Garrone: «Giro una fiaba che mi porta al contemporaneo» 02/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 12 (diffusione:24728, tiratura:83923) Una resistenza più che naturale Giuliana Muscio ISCHIA ISCHIA Ci sono degli eventi culturali in Italia che restituiscono la speranza che qualcosa si possa ancora salvare in un panorama di sprechi, mazzette e miliardi assegnati a chi non li merita, mentre chi lavora bene riceve le briciole. L'Ischia Film Festival è una di queste realtà, soprattutto se si pensa alla minuscola quota decimale di fondi che riceve rispetto all'altro più noto evento isolano, gratificato da cifre astronomiche pur non avendo sull'isola, o sul cinema, una vera ricaduta. Giunto alla dodicesima edizione l'Ischia Film festival è un «International Location Film Festival», ovvero, come verrebbe da dire sbrigativamente, un evento dedicato al cineturismo, alle molteplici attività delle Film Commission regionali e locali, fiorite ovunque in Italia e nel mondo. In effetti all'interno del festival si svolge anche un convegno internazionale condotto da Ciro Cinetiempo, su «L'opportunità di promuovere i prodotti tipici del territorio attraverso l'audiovisivo», quello che si è scoperto con film quali Resistenza naturale di Nossiter, o In grazia di Dio di Winspeare (presente nel cartellone), e che si dovrebbe fare oggi. Ma non si tratta di questo. Difatti il festival, per bocca del suo direttore artistico Michelangelo Messina, parla di cineturismo in termini di «identità culturale» piuttosto che di una vetrina per bei paesaggi - come dimostra l'inclusione nel programma di Il Sud è niente di Fabio Mollo, e soprattutto di Piccola Patria di Alessandro Rossetto. O di La luna su Torino di Davide Ferrario, che mostra un capoluogo piemontese quasi irriconoscibile, magicamente cinematografico . Il programma offre anche una selezione internazionale di corti e documentari, sempre focalizzati su territorio e identità culturale, con una sezione di denuncia: Location negata mostra gli scempi che l'uomo fa sul territorio o sul tessuto sociale ad esso connesso. Dal degrado di Genova alle contraddizioni di Taranto; dal ghetto nero dei raccoglitori in Puglia alla fuga dalla Siria distrutta;dai sobborghi di Napoli, tra contrabbando e sogni musicali, alle dighe nella Patagonia cilena, all'aumento vertiginoso dei prezzi immobiliari a Berlino. Ci sono quest'anno alcuni omaggi speciali: a Nelson Mandela con Goodbye Bafana di uno degli «amici» del festival Bille August, a Eduardo De Filippo con un suo film e il corto Incontro con Eduardo di Nello Mascia, e un tributo al poliedrico Arnoldo Foà, con Almeno io Fo...à' di Alan Bacchelli e Lorenzo degli Innocenti. Oltre a presenze illustri come il documentarista (e assistente di Custeau) Thierry Ragobert che presenta Amazonia, e Amos Gitai con Ana Arabia. Non manca un pizzico di mondanità con l'attore di Beautiful, Sean Kanan, che si propone in Failing Hope di Mark Blanchard. Una sezione è dedicata al Nord Europa, con il norvegese North in the Sun, gli islandesi Of Horses and Man e Whale Valley e il finlandese Things We Do For Love. Il programma può sfruttare «la più bella location festivaliera al mondo», come dicono tutti gli ospiti quando vi giungono: il castello aragonese. Le proiezioni avvengono infatti in diversi spazi del castello: la suggestiva cattedrale barocca dell'Assunta, col suo soffitto sfondato, il piazzale delle Armi, il Terrazzo del Convento e, da quest'anno, anche la Chiesa di S.Pietro in Pantaniello. Un percorso a saliscendi a rincorrere un film, una presentazione, un sorprendente esordio, davanti al panorama, fuori di retorica, spettacolare di Ischia. E anche questo è un piccolo miracolo culturale ischitano. Il monumento è gestito da privati, essendo stato acquistato dalla famiglia Mattera nei primi del Novecento, quando era un cumulo di rovine. É stato restaurato per gradi, senza fondi pubblici, ma finanziandosi con il percorso turistico al suo interno, e ora con un ristorante e un albergo di qualità', che utilizzano i prodotti dell'orto biologico creato sul cucuzzolo, incluso un vino eccellente. Rispetto per il territorio e la sua cultura coerenti nella forma , come nei contenuti del festival, che ha dovuto creare un «Friends' corner» per ospitare film e progetti di chi, venuto una volta, vuole a tutti i costi tornarci. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 13 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato ISCHIA Si è aperto il Film Fest, al centro il rapporto col territorio 02/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 12 (diffusione:24728, tiratura:83923) Frammenti di realtà, raccordi di invenzione In concorso , tra gli altri, Paul Vecchiali e Eric Baudelaire. Un omaggio a Oscar Micheaux, il primo regista african american della storia Cristina Piccino Marsiglia Danza ha visto annullare i suoi spettacoli uno dopo l'altro dalle proteste degli intermittenti, i precari dello spettacolo francesi che da oltre un mese stanno manifestando duramente contro la riforma - peraltro già firmata dalle parti sociali e dal governo - del sussidio di disoccupazione. Nelle acque intorno al Vecchio Porto galleggiano le bare della cultura - il nuovo statuto colpisce i lavoratori al ribasso - mentre i teatri per ora rimangono sbarrati. A Avignone,che da Marsiglia dista pochi chilometri, seguendo il profumo estivo della Provenza, l'assemblea dei lavoratori ha deciso invece per lo svolgimento del Festival-inaugurazione dopodomani affidata al Principe di Homburg, regia di Giorgio Barberio Corsetti - anche se con modalità «militanti», ovvero interruzioni e sospensione di qualche spettacolo. Un segnale positivo, visto che la rassegna teatrale nella città dei Papi era l'evento intorno al quale si concentrava la maggiore tensione - l'altro giorno era intervenuta anche la ministra della cultura Aurélie Filppetti. Capitale europea della cultura lo scorso anno, che nelle ultime elezioni ha riconfermato l'Ump alla guida della città (sindaco è Jean-Claude Gaudin), preferendo il Fronte nazionale ai socialisti (finiti al terzo posto) Marsiglia, città di confine in ogni senso, è anche la sede del Fid, il Festival internazionale del documentario che si è aperto ieri (fino al 7), e che quest'anno compie 25 anni. L'indicazione nel nome però, cioè documentario, non rende il senso di un progetto che nei suoi molti itinerari una tripla competizione, internazionale, francese e per le opere prime, e una serie di schermi paralleli che spesso raccolgono le scoperte più spregiudicate della programmazione - mette a punto una ricerca che respinge qualsiasi etichetta del «genere». Cosa significa documentario al Fid Marseille, nelle molte sale (stavolta anche il nuovo Mucem, il Museo del Mediterraneo) che accendono in questi giorni i loro schermi è difficile dirlo. O meglio: possiamo affermare che è una sorta di intreccio, di caleidoscopio, un terreno in cui si incontrano (e si scontrano) infinite linee, senza separazione, dell'immaginario. Crossover, installazione, archivi, memoria, attualità, romanzesco, autobiografia, narrazione: le scelte del Fid non si pongono il problema del limite, questo è il manifesto teorico rivendicato dal direttore, Jean-Pierre Rehm, col suo gruppo di lavoro. Ci sono nomi noti nel cartellone, e altri meno conosciuti almeno da noi in Italia. Per esempio Paul Vecchiali con Faux raccords (che verrà presentato anche al Med Film festival di Roma, 4-13 luglio, nell'ambito di un omaggio al regista corso). Ritroviamo Eric Baudelaire, autore del sorprendente Anabase, in gara a Marsiglia qualche anno fa, una sorta di conversazione incrociata tra lui e il regista giapponese Masao Adachi, tra la Storia e l'esperienza personale, tra le false partenze e i falsi ritorni. In Letters to Max il regista francese racconta una corrispondenza epistolare che diviene, al tempo stesso, riflessione sull'idea di confine geografico e politico, nazione, realtà e finzione. Il Max del titolo vive in Abhkazia, lo stato nato dalla separazione con la Georgia, che ha una bandiera, dei confini appunto, ma non è mai stato riconosciuto a livello internazionale. Esiste dunque o no? La Siria, e la sua condizione di guerra, massacri, esodi, violenze cerca una sua immagine in Our terrible Country di Mohammad Ali Atassi e Ziad Homs, un anno nella vita dello scrittore Yassin Haj Saleh, figura chiave della dissidenza siriana contro il regime di Assad, che dalla guerra viene costretto all'esilio a Istanbul. La Siria è anche Eau Argentée - Syrie autoportrait di Ossama Mohamamd e Wiam Simav Bedirxan, il film più bello dello scorso Festival di Cannes, che la selezione artistica assurdamente non ha messo in concorso prigionieri del «paletto» che esclude i «documentari» - e che il Fid ripropone, giustamente, nonostante la sua ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 14 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato FestivalSi è aperto a Marsiglia il Fid, dedicato al documentario fuori dal genere Un omaggio a Marguerite Duras e alla sua poetica, che ispira il programma dell'edizione 02/07/2014 Il Manifesto - Ed. Nazionale Pag. 12 (diffusione:24728, tiratura:83923) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 15 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato predilizione per le anteprime mondiali (quasi tutti i film nel cartellone lo sono). Una relazione a distanza tra i due registi, uno a Parigi, l'altra a Homs durante l'assedio, tra bombe, morti, macerie, e il dolore acuto di diventare clandestini nella propria città, lontani dalla casa in cui si è sempre vissuti, dagli amici scomparsi o uccisi o fuggiti, dalla famiglia perduta per sempre. C'è solo un bimbo che gioca coi morti, e porta un fiore con sé, cammina senza avere paura dei cecchini e delle pallottole, forse per non impazzire lo ha trasformato in un gioco. Le sezioni parallele si ispirano a Marguerite Duras, scrittrice e regista, di cui verranno riproposti alcuni «classici» come Le Camion e India song. La Vie Matérielle, La Douleur, La Java de la Source, Les Yeux Verts sono i titoli che raggruppano i programmi, e rimandano alla poetica della scrittice. Mentre sotto la parola Esilio troviamo l'omaggio al regista Oscar Micheaux. È la scommessa del festival, la sua unicità, questo lavoro di riflessione, e messa alla prova costante delle immagini. Senza fermarsi alla vetrina. Foto: «THE GIRL FROM CHICAGO» DI OSCAR MICHEAUX; «TIL MADNESS ...» DI WANG BING GIURATO AL FID: «EAU ARGENTEE»; SOTTO DURAS SUL SET 02/07/2014 Il Mattino - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:79573, tiratura:108314) Ranieri è Pasolini nel film sul mistero della morte Oscar Cosulich > Segue a pag. 20 «Con la vita che faccio io pago un prezzo. È come uno che scende all'inferno. Ma quando torno - se torno - ho visto altre cose, più cose», così, in una delle ultime interviste da lui rilasciate, Pier Paolo Pasolini mostrava consapevolezza dei rischi cui andava incontro, pur non potendo immaginare la brutale fine che gli toccò nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 1975 sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia, percosso a morte e travolto dalla sua stessa automobile, in circostanze tuttora mai chiarite del tutto. Dagli Usa «Non faccio indagini racconto una perdita collettiva» In Italia «Cerco la verità sepolta sotto tante ipotesi» Oscar Cosulich PAGINA "L'incontro L'intellettuale disse al cantattore: «Sai che è vero che tu ed io ci somigliamo molto?» Allavigiliadelquarantesimo anniversario di quel brutale omicidio che ha privato l'Italia di uno dei suoi più lucidiescomodiintellettuali, il cinema si appresta a ricordare Pasolini con ben due film: «Pasolini» di Abel Ferrara, di cui oggi sarà presentato il trailer alle Giornate Professionali di Riccione (uscirà a settembre ed è in predicato per Venezia)e«Lamacchinazione», noir diDavidGrieco di cui giusto ieri è stato battuto il ciak di inizio riprese. Prodotto da Capricci Productions e coprodottoda UraniaPictures, Tarantula eDublin Films, distribuito da Europictures in associazione con AKAI, il film diFerraravedeWillemDafoenei panni del poeta e regista, con Riccardo Scamarcio («Ferraraèfinalmente tornato ai suoi migliori livelli registici», ha commentato l'attore entusiasta del girato già visionato) nel ruolo di PinoPelosi, il ragazzo di borgata condannato per l'omicidio. Nel cast anche Adriana Asti, Giada Colagrande, Valerio Mastandrea, Maria De Medeiros e Ninetto Davoli. Ferrara, almeno a giudicare da quanto dichiarato finora, non èsembrato interessato a svelare il mistero della morte di Pasolini: «Me ne frego, questo è un film, non un'indagine. Non m'importa nientedichil'haammazzato e come. Io mi occupo della tragedia, di quello che abbiamo perduto. Pasolini è morto a 53 anni, avrebbe potuto continuare a dire e a fare tantissimo. Molti suoi contemporanei sonoancora qui».Mentre Willem Dafoe, secondo la migliore tradizione degli attori statunitensi, ha fatto un lungo studio sulla fisicità di Pasolini, arrivando a riprodurne perfino il timbro vocale: «Ci sono tanti libri, tante lettere, tante congetture. È stato un tale gigante! Ho visto tutti i suoi film. E ho cominciato a leggere e a pensare alla forma di questo materiale», ha spiegato. «Partedel dialogo vienedalle cose che ha detto, ma non abbiamocercato di attenercialla realtà.Abbiamo incontrato persone che hanno conosciuto Pasolini e non volevamo tradire. Vorremmo onorare la suamemoria senza paralizzarci,dobbiamo considerare l'uomo e le sue azioni, evitare qualsiasi tentazione di lodi eccessive, evitare la propaganda». Totalmente diverso l'approccio al tema di David Grieco, già regista dell'ottimo «Evilenko»: quandoil corpo senza vita di Pasolini fu trovato all'Idroscalo, Grieco, giovanegiornalista, fu tra i primi a giungere sul posto,insieme conil medico legale FaustinoDurante. Ilregista aveva cominciatoa lavorarenel cinemagiovanissimo proprio con Pasolini e i due erano legati da profonda amicizia, tanto che proprio a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte civile del primo processo per l'omicidio. «Le verità ipotetiche sulla morte di Pasolini che circolano da anni sono tante», spiega lui: «Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il furto delle bobine di "Salò" e poi da esca per l'agguato all'Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla famigerata Banda della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perché indagava sui loschitraffici delpresidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2 e nel '62 fatto precipitare l'aereo di Mattei. Pasolini si è fatto uccidere e si è fatto Cristo pianificando il suo martirio nei minimi dettagli, come sostiene l'amico e pittore Giuseppe Zigaina». «In "La macchinazione" si sposano tutte queste ipotesi intrecciandole in un ordito semplice e verosimile», continua il cineasta, «perché c'è del vero in ognuna di queste tesi. Una verità sepolta sotto tante verità», concludeGrieco, che ha scelto come protagonista del film Massimo Ranieri non solo perché, dice, «è un attore straordinario», ma anche perché «èl'interprete ideale di questo film: pochi mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Massimo prima di una partita di calcio. Lo guardò intensamente e gli disse: "Saicheèpropriovero che tu ed io ci somigliamo molto?"». E Ranieri ricorda: ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 16 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Il caso 02/07/2014 Il Mattino - Ed. Nazionale Pag. 1 (diffusione:79573, tiratura:108314) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 17 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato «Quando cominciai a recitare, nel '75, mi dicevano: assomigli a Eduardo. O a Pasolini». Non a caso, qualche anno fa gli era già stato proposto il ruolo dello scrittore in un film di Federico Bruno. «La macchinazione», scritto da Guido Bulla e David Grieco, è interpretato,oltreche dalcantattorenapoletano, da Libero De Rienzo, Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, François Xavier Demaison. Immedesimazione Willem Dafoe è «Pasolini» diretto da Ferrara La tragedia Novembre '75 il mistero di un omicidio Pier Paolo Pasolini venne assassinato nella notte tra il primo e il 2 novembre del 1975, all'Idroscalo di Ostia. La sua morte per la quale venne condannato Pino Pelosi, ragazzo di vita e di borgata - per molti aspetti resta un mistero. Non è mai stato chiarito se Pelosi, detto «Pino la rana» - abbia agito da solo o abbia avuto dei complici. Né, tantomeno, se l'omicidio del più famoso e autorevole intellettuale italiano di quegli anni, spietato critico della società del neocapitalismo, sia stato il risultato di un complotto. 02/07/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:210842, tiratura:295190) «La magia ti rende normale» «IL PROTAGONISTA NON BRILLA NELLO SPORT NÉ NELLO STUDIO DESIDERA SOLO CHE UNA COMPAGNA DI CLASSE LO NOTI» Gloria Satta R i c c i o n e Alla guerra dei cinepanettoni con un supereroe di 13 anni. Il nuovo film di Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile , uscirà l'11 dicembre con 01 Distribution sfidando le commedie di Natale. «Ma abbiamo le armi per difenderci: il mio è un film trasversale e mi auguro che porti al cinema sia gli adolescenti sia i genitori. Come E.T. di Spielberg: mica puoi definirlo un film per ragazzi», dice il regista premio Oscar a Ciné, la vetrina cinematografica che a Riccione riunisce in questi giorni distributori ed esercenti alla scoperta dei nuovi listini. Salvatores torna al cinema cambiando completamente registro rispetto al crudo Educazione siberiana . Prodotto da Indigo ( La grande bellezza ), girato a Trieste, interpretato dal giovanissimo Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, il nuovo film ha per protagonista un ragazzino timido e introverso che all'improvviso, mentre tenta di catturare l'attenzione di una compagna di scuola che gli piace, si scopre il potere di diventare invisibile. Comincerà, tra sorprese ed effetti speciali, la più incredibile avventura della sua vita. I GIOVANISSIMI Perché i giovanissimi che amano i supereroi americani dovrebbero appassionarsi a questa storia made in Italy? «Perché il protagonista del film appartiene al loro immaginario», risponde Salvatores. «Anche lui è un supereroe come tutti gli adolescenti che nel momento di passaggio dalla giovinezza all'età adulta si scoprono in possesso di poteri eccezionali, pur non sapendo come usarli». Il regista precisa che il suo Ragazzo invisibile è impegnato in un compito molto semplice e naturale: «Non deve combattere contro alieni o altri supereroi ma la sua sfida è quella di noi tutti: diventare grande. Non brilla nello studio, non eccelle negli sport, ma la possibilità di scomparire quando vuole gli cambia la vita». E cosa può piacere agli adulti di questa storia?«Il fatto», spiega ancora Salvatores, «che affronti argomenti in cui possono riconoscersi: l'adozione, la maternità, il rapporto genitori-figli. E il dilemma che all'inizio della vita riguarda tutti: meglio diventare supereroe o rimanere normale? Io avrei scelto la prima opzione». Nel film abbondano gli effetti speciali. «Ma niente esplosioni, astronavi o mondi fantastici», rivela il regista. «Abbiamo puntato sugli effetti più difficili, quelli che consentono di rendere straordinarie le cose normali: un oggetto che si muove da solo, un abito vuoto... E forse abbiamo fatto centro. L'ho capito dalla battuta di una ragazzina che dopo una proiezione-test ha esclamato: questo film è normale ma anche magico». Si parla anche di bullismo: il protagonista viene preso in giro dai compagni per la sua timidezza. «Ma quando diventa invisibile si vendica». E com'era Salvatores da adolescente? «Anch'io ero impacciatissimo, non mi sentivo pronto ad avvicinare le ragazze e ad affrontare la vita. Avrei voluto essere invisibile... Mi ha salvato la musica. Mi bastava prendere una chitarra per tornare visibile». Foto: Una foto del film "Il ragazzo invisibile" e la tavola del fumetto che uscirà con Panini Sotto, il regista Salvatores ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 18 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Gabriele Salvatores parla del suo nuovo film "Il ragazzo invisibile", a Natale nelle sale «La sfida del mio supereroe? Diventare grande» IL RITORNO 02/07/2014 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 26 (diffusione:210842, tiratura:295190) Guzman e tanti attori ballerini star di Giffoni Tante le anteprime alla 44esima edizione del Giffoni Experience, festival del cinema dedicato ai ragazzi che si svolgerà dal 18 al 27 luglio. E il 23 luglio si ballerà, dentro e fuori il grande schermo, in Sala Truffaut dove sarà proposto Step Up All In , V capitolo della fortunata saga dance, accompagnato a Giffoni dall'attore texano Ryan Guzman (foto), da Lorella Boccia, sorpresa italiana del film e dal rapper italiano Gué Pequeno. Questo film riunisce molti degli attori già protagonisti degli episodi precedenti. Oltre a Rayan Guzman, ci sono Briana Evigan e Adam G. Sevani. Ambientato a Las Vegas, è diretto dalla coreografa e regista Trish Sie, vincitrice di un Grammy Award per il video Here It goes Again degli OK Go. Tutto comincia quando lo street dancer di Miami Sean Asa (Guzman), si traferisce a Hollywood per inseguire i suoi sogni di fama e fortuna per poi scoprire le quasi insormontabili difficoltà per sfondare nel mondo della danza professionista... ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 19 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'ANTEPRIMA 02/07/2014 Il Secolo XIX - Basso Piemonte Pag. 29 (diffusione:103223, tiratura:127026) IL PERICOLO È UN BEL MESTIERE Esce in Italia il 10 luglio il film campione di incassi negli Usa Il regista Bay: «Gli effetti speciali sono belli perché veri » FRANCESCA SCORCUCCHI in un mondo in cui viene annunciata la fine dell'era dei Transformers, acquista un vecchio camion, con l'intenzione di smantellarlo e rivenderne i pezzi. Salvo poi scoprire che il veicolo non è altri che Optimus Prime, leader degli Autobots. «Il mio personaggio ha una figlia adolescente (interpretata da Nicola Peltz n.d.r.) e alla fine la sua missione diventa proteggere la figlia dagli eventi straordinari che accadono intorno a loro» racconta «mi è piaciuto interpretare la parte di un padre un po' più avanti negli anni. Io ho una figlia, ancora bambina, ma un giorno dovrò anch'io affrontare le problematiche adolescenziali che affronta Cade. Mi ha sempre affascinato il rapporto degli adulti con i ragazzi, che non sono più bambini, non puoi più trattarli come tali, ma non sono ancora completamente adulti. Diciamo che, per me, questa è stata una palestra, non solo fisica - e di allenamento fisico per un film del genere ne devi avere -, ma anche psicologica, per il mio futuro di padre». Il film è stato girato in parte a Detroit, dove sono stati ricostruiti interi quartieri di Hong Kong in zone industriali dismesse. E portare nella città dell'industria automobilistica, una delle zone degli Stati Uniti che più ha subito la crisi degli ultimi anni, un film su automobili che si trasformano in mostri meccanici ha un suo significato, anche metaforico, profondo. «Non è la prima volta che giro a Detroit» dice il regista Bay, che nella città del Michigan ha girato anche "The Island" e parte degli altri film della saga di "Transformers" «ho iniziato a farlo quando nessuno aveva mai pensato di portare l'industria cinematografica da queste parti. Trovo che questa città, nonostante i suoi problemi, abbia un'energia straordinaria». L'effetto visivo in città era davvero imponente. Tutto il centro di Hong Kong, e una parte della Cina è stata ricostruita. E poi fatta esplodere. © RIPRODUZIONE RISERVATA DURA TRE ORE buone e alla critica non è piaciuto, ma tutto questo a Hollywood poco importa. Quello che conta è, invece, che il quarto capitolo della saga dei Transformers, dallo scorso fine settimana al cinema negli Stati Uniti - e in arrivo in Italia il 10 luglio - è un successo al botteghino. Il film ha incassato 100 milioni di dollari nei pochi giorni di proiezione negli States. Una cifra considerevole, che ha consentito di arrivare ai 300 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo, grazie soprattutto al boom registrato in Cina. Il segreto di questi numeri da record non è certamente il filo drammatico della storia che supporta l'azione, giudicato da gran parte della critica piuttosto debole. Piuttosto, la fortuna del quarto episodio della serie si deve al mix di azioni spettacolari, con l'inevitabile effetto collaterale del rumore oltre la normale sopportazione. "Transformers 4: l'era dell'estinzione", è tutto questo. Il regista Michael Bay sa bene cosa il pubblico vuole dai suoi film ed è in grado di esaudire i desideri con un certo grado di originalità. «Quello che ogni volta mi ripropongo di fare è di mettere il pubblico di fronte a qualcosa di mai visto» dice Bay «essere originali è il nostro obiettivo. Il nostro tipo di pubblico si annoia facilmente, non sempre è facile essere all'altezza delle aspettative» spiega Jim Schwalm, realizzatore degli effetti speciali del film «come creare un'esplosione memorabile? Per esempio mettendo sacchi di cemento sopra l'esplosivo». Chi pensa che ormai gli effetti speciali siano tutti creati al computer si sbaglia. Sul set di "Transformers 4" c'era un intero camion pieno del solo equipaggiamento per le esplosioni. E chi dice che il mestiere dell'attore è un mestiere sicuro non è mai stato su un set come questo. Mark Wahlberg, Nicola Peltz e Jack Reynor, che fanno parte del cast, insieme a Kelsey Grammer e Stanley Tucci, hanno dovuto correre in mezzo ad un percorso disseminato di esplosivo. «Anche se è tutto attentamente preparato, quando corri e senti le deflagrazioni alle tue spalle, l'adrenalina e la paura ti prendono alla gola» dice Mark Wahlberg che nel film interpreta il nuovo protagonista, Cade Yeager, che Foto: Da sinistra, Nicola Peltz e Mark Wahlberg, protagonisti del film Foto: Le incredibili trasformazioni dei veicoli di "Transformers 4" ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 20 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato XTE / ARRIVA " TRANSFORMERS 4 " 02/07/2014 Il Tempo - Roma Pag. 13 (diffusione:50651, tiratura:76264) Bonelli: ecco i trucchi per fare cinema Fabrizio Finamore Il messaggio ai giovani di un'artista di teatro che ha voluto cimentarsi anche dietro la macchina da presa e che fa dell'entusiasmo la caratteristica di ogni suo progetto. Stasera alle 20,30, nell'ambito de «L'isola del cinema» presso il Cinelab dell'Isola Tiberina di Roma, Elena Bonelli cantante e attrice da sempre impegnata a valorizzare la cultura romana anche all'estero, incontrerà i giovani in occasione della proiezione del film «A sud di New York» da lei diretto e interpretato. La Bonelli parlerà ai ragazzi della sua opera prima e soprattutto di come si possa creare un prodotto cinematografico indipendente, dalla ideazione, al reperimento dei fondi, sino alla sua diffusione. Il film, che vede la partecipazione di un cast di protagonisti del cinema e della tv come Francesco Paolantoni, Franco Neri, Fioretta Mari, Patrick Rossi Castaldi e Luca Napolitano e che andrà in onda su Rai Movie il prossimo 7 luglio, narra la storia di una grande artista trapiantata in America che, tornando in Italia, scopre una ragazza di provincia di enorme talento canoro e la convince a fare il grande salto verso la Grande Mela. «È l'esperienza di un'attrice di teatro che per la prima volta si è cimentata dietro la macchina da presa nella triplice veste di regista, sceneggiatrice e attrice - ci ha detto la Bonelli - Per me è stata un'esperienza nuova, entusiasmante. Molti mi chiedono se sia possibile debuttare in tre ruoli così importanti. Certo, lo è, ma bisogna rendersi conto dell'energia che richiede un progetto del genere. È un messaggio per i tanti giovani che ci saranno stasera e che ascolteranno con me diversi professionisti del cinema. Racconteremo come abbiamo realizzato quest'opera e come fare per creare un nuovo film dal nulla, come reperire i fondi, come portare avanti la realizzazione di un film dalla a alla zeta fino alla sua distribuzione. Questo incontro all'Isola Tiberina è insomma un invito ai giovani a darsi da fare». Foto: Regista Elena Bonelli è anche sceneggiatrice e attrice del film ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 21 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La cantante all'Isola Tiberina per parlare del suo «A sud di New York» 02/07/2014 Il Tirreno - Lucca Pag. 20 (diffusione:80832, tiratura:102004) Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax Ad Artemisia dal 10 luglio al 6 settembre c'è la rassegna la "Bella Estate" con occasioni di svago per adulti e bimbi TASSIGNANO La "Bella Estate" è il titolo (ispirato al romanzo di Cesare Pavese) della stagione culturale estiva che dal 10 luglio al 6 settembre si svolgerà in Corte Mattaccio, lo spazio all'aperto del polo culturale Artémisia. Oltre ai quasi due mesi di cinema, teatro e musica sotto le stelle per «offrire ai capannoresi opportunità culturali e svago a tutti, giovani, adulti, bambini in un luogo bello e accogliente divenuto simbolo della cultura a Capannori» dice l'assessore alla cultura Silvia Amadei. La manifestazione promossa dal Comune in collaborazione col cineforum Ezechiele 25,17, Festival Gaber, Centro culturale di Tassignano, Festival internazionale della Via Francigena e Fita avrà un inizio all'insegna della musica d'autore giovedì 10 alle 21.30 col musicista Giulio D'Agnello con un omaggio al talento musicale di Giorgio Gaber. Domenica 13 i Chiasso Barletti e lunedì 14 lo spettacolo Gaber se fosse Gaber, scritto ed interpretato da Andrea Scanzi. Il cinema . Il via mercoledì 16 luglio con Belle e Sebastien, celebre cartone francese degli anni ottanta, la storia appassionante dell'amicizia speciale tra un piccolo orfano ed il suo gigantesco cane di montagna dei Pirenei. Giovedì 17 per il ciclo "il cinema d'autore di Ezechiele" Il Passato di Asghar Farhadi con Bérénice Bejo. Venerdì 18 The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio. Domenica 20 Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek con Kasia Smutniak. Lunedì 21 Saving Mr Banks con Tom Hanks ed Emma Thompson, la storia vera di come Walt Disney convinse l'autrice del libro da cui è tratto Mary Poppins a fidarsi di lui e permettergli di produrre il celebre film. Martedì 22 Still Life di Uberto Pasolini (miglior film dell'anno per Ezechiele). Mercoledì 23 Frozen, il regno del ghiaccio. Giovedì 24 Philomena di Stephen Frears. Domenica 27 Un Boss in salotto con Rocco Papaleo e Paola Cortellesi. Lunedì 28 Piccola Patria di Alessandro Rossetto. Mercoledì 30 Rio 2 Missione in Amazzonia. Giovedì 31 La mafia uccide solo d'estate di Pierfrancesco Diliberto (Pif) con Pif, Cristiana Capotondi. Venerdì 1 agosto Storia di una ladra di libri, con Geoffrey Rush. Lunedì 4 A proposito di Davis di Joel e Ethan Coen. Un cantautore folk dei primi anni sessanta in una gelida New York. Mercoledì 6 A spasso con i dinosauri. Giovedì 7 Venere in pelliccia di Roman Polanski. Venerdì 8 Cattivissimo me 2. Azione, colpi di scena e gag a getto continuo. Domenica 10 Blue Jasmine di Woody Allen con Cate Blanchett, Alec Baldwin. Lunedì 11 Il Capitale Umano di Paolo Virzì (David di Donatello come miglior film italiano dell'anno). Mercoledì 13 Piovono Polpette 2. Giovedì 14 La vita di Adele (Palma d'Oro a Cannes nel 2013). Venerdì 15 The Amazing Spiderman 2. Secondo episodio della rinnovata saga delle avventure dell'Uomo Ragno. Sabato 16 American Hustle. La nuova Hollywood con un quartetto d'attori eccezionale in un film appassionante. I film iniziano alle 21.30, in caso di pioggia non avranno luogo. Biglietti : Intero euro 5 (3 euro bambini sotto i dieci anni). Abbonamento a cinque film 20 euro. Teatro. La rassegna culturale proseguirà sabato 19 con la Compagnia Teatro Studio che metterà in scena L'ospite inatteso di Agatha Christie. Venerdì Tanto gentile e tanto onesta pare con Eros Pagni e i Solisti della Francigena, tra Dante, Catullo, Petrarca, Leopardi, Rimbaud,Majakovskij e Bach, Mozart, Chopin, Debussy. Sabato 26 la commedia di Georges Feydeau Il gatto in tasca dalla Croce Verde di Viareggio. Martedì 29 luglio Betta Dj Canzoni dallo stivale. Sabato 2 agosto la Compagnia Orario Provvisorio rappresenterà Nella vita degli altri di Elisa Guarascio, ispirato al romanzo "Le luci nelle case degli altri" di Chiara Gamberale. Spazio al teatro in vernacolo domenica 3 agosto con La Combriccola e sabato 9 la Compagnia dell'Azzardo e Il temporale di Luigi Buchignani. E un tributo ai Beatles sabato 30 agosto. Il 6 settembre la commedia Qualcuno è di troppo della compagnia Il teatro delle stranezze. Foto: Una scena del film "Il capitale umano" in programmazione ad Artemisia la sera dell'11 agosto ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 22 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax Ad Artemisia dal 10 luglio al 6 settembre c'è la rassegna la "Bella Estate" con occasioni di svago per adulti e bimbi 02/07/2014 Il Tirreno - Ed. Nazionale Pag. 44 (diffusione:80832, tiratura:102004) Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione" Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione" CINEMA ROMA Quando il 2 novembre del 1975 il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini fu trovato all'Idroscalo di Ostia, David Grieco fu tra i primi a giungere sul posto insieme al medico legale Faustino Durante. Grieco, allora 23 anni, aveva cominciato a lavorare nel cinema giovanissimo proprio con Pasolini e i due erano legati da profonda amicizia; a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte civile del primo processo per l'omicidio. Iniziano oggi a Roma, le riprese di "La Macchinazione" di Grieco che racconterà gli ultimi tre mesi di vita di Pasolini - interpretato da Massimo Ranieri - e del suo rapporto con il giovane ragazzo di vita Pino Pelosi. Non solo quindi Abel Ferrara con Willem Dafoe nei panni dell'indimenticabile poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano. Il 2015 sarà infatti l'anno dedicato al genio pasoliniano con questo nuovo inedito progetto. Un omicidio che ad oggi è ancora uno dei misteri italiani più discussi. Nel film di Grieco si ricorda Pasolini, coscienza critica e anticonformista del nostro paese, alla vigilia di cambiamenti epocali per l'Italia, mentre lavora al suo film, sta scrivendo Petrolio, opera che denuncia le trame di un potere politico ormai corrotto fino al midollo. «Le verità ipotetiche sulla morte di Pasolini che circolano da anni sono tante - spiega Grieco - Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il furto delle bobine di Salò e poi da esca per l'agguato all'Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla famigerata Banda della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perchè indagava sui loschi traffici del presidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2 e nel '62 fatto precipitare l'aereo di Mattei. Pasolini si è fatto uccidere e si è fatto Cristo pianificando il suo martirio nei minimi dettagli, come sostiene l'amico e pittore Giuseppe Zigaina?. "La Macchinazione" sposa tutte queste ipotesi intrecciandole in un ordito semplice e verosimile. Perchè c'è del vero in ognuna di queste tesi. Una verità sepolta sotto tante verità». Massimo Ranieri darà vita a Pasolini: «È un attore straordinario ed è l'interprete ideale di questo film. Pochi mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Ranieri prima di una partita di calcio. Lo guardò intensamente e gli disse: "Sai che è proprio vero che tu ed io ci somigliamo molto?"» ricorda Grieco, che definisce "La Macchinazione" un film politico ma anche un noir intrigante fruibile da chi non sa nulla degli eventi dell'epoca. Il film, una co-produzione Italia-Francia, edè interpretato oltre che da Ranieri, da Libero De Rienzo, Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, Francois Xavier Demaison e dal giovane Alessandro Sardelli. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 23 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione" CINEMA 02/07/2014 La Nuova Sardegna - Ed. Nazionale Pag. 39 (diffusione:59819, tiratura:72030) Sotto le stelle con i grandi film Sotto le stelle con i grandi film Sassari Estate: dal 7 luglio al 28 agosto ogni sera un titolo per la rassegna di cinema all'aperto di Fabio Canessa wSASSARI Cinquanta film in cinquanta giorni. La dieta dell'appassionato di cinema a Sassari è ricca di ogni genere necessario a passare un'estate di grandi visioni: commedie, action, drammatici, pellicole d'animazione, di fantascienza, documentari. "Alimentazione" varia per una scorpacciata di film, nella più bella sala possibile: sotto le stelle. Torna nel cortile della scuola media numero 2 l'appuntamento con "Sassari Estate Cinema". Dal 7 luglio al 28 agosto, ogni sera dalle 21.15 un film diverso. Come ormai consuetudine negli ultimi anni, a inaugurare la rassegna sarà, lunedì prossimo a ingresso gratuito, una selezione dei migliori cortometraggi dell'ultima edizione del Sardinia Film Festival che si è appena conclusa. La proposta è ovviamente del Cineclub Sassari, una delle associazioni che collaborano con Giorgia Guarino nell'iniziativa che è diventata nel corso degli anni sempre più amata dal pubblico sassarese. «La formula è ormai consolidata - spiega Guarino - e quest'anno siamo particolarmente contenti per la qualità del programma. Ogni giorno della settimana sarà contraddistinto da un tema». Il lunedì sarà protagonista il cinema italiano. Tra i vari titoli da segnalare "Il capitale umano" di Paolo Virzì che ha conquistato i principali premi nazionali e "La mia classe" di Daniele Gaglianone, sorprendente film con protagonista Valerio Mastandrea insieme a un gruppo di immigrati. Il martedì sarà caratterizzato da una parte da film biografici, come "Grace di Monaco", "Yves Saint Laurent" e "Tutte le storie di Piera", il documentario di Peter Marcias (che sarà presente alla proiezione il 29 luglio) sull'attrice Piera Degli Esposti; dall'altra presenterà un carrellata su alcuni dei migliori film europei della stagione passata come i due capitoli del discusso "Nymphomaniac" del danese Lars Von Trier. Il mercoledì sarà invece il giorno del Nuovo Circolo del Cinema, la storica associazione che da sempre punta sul cinema d'autore e con coraggio sulle visioni in lingua originale con sottotitoli. «Abbiamo sette film diversissimi tra loro - sottolinea il direttore artistico Renato Quinzio - Si va da un regista super classico nella forma come Clint Eastwood con il suo "Jersey Boys" a un innovatore moderno dello stile e dei colori come Wes Anderson con "Grand Budapest Hotel". Portiamo poi un altro capolavoro del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki, "Principessa Mononoke", e due interessanti film italiani diversissimi tra loro come il chiassoso e divertente "Song'e Napule" dei Manetti Bros, e il coraggioso, freddo "I corpi estranei" di Mirko Locatelli. Infine "Solo gli amanti sopravvivono" di Jim Jarmush, storia bellissima di due vampiri che non riescono ad accettare le brutture del presente e "Jimmy P." del francese Arnaud Desplechin». Il giovedì sarà diviso tra documentari a sfondo musicale come "Duran Duran: Unstaged" firmato dal grandissimo David Lynch e le favole al cinema per adulti e bambini reinterpretate per il grande schermo come "Belle e Sebastien", commovente storia d'amicizia tra un bambino e un cane, e "Maleficent" con una memorabile Angelina Jolie. Il venerdì vedrà a luglio protagonista la Collettiva femminista che presenterà i documentari "Pussy Riots" e "Femen" e il film di finzione "We Are The Best" dello svedese Lukas Moodysson. Ad agosto invece le proposte saranno quelle della Libreria Azuni con la migliore produzione cinematografica 2014 dedicata agli eroi del fumetto: "The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro", "Captain America: The Winter Soldier", "Capitan Harlock" X-Men: Giorni di un futuro passato". Il sabato sarà dedicato invece ai film che hanno trionfato agli Oscar: «Riproporremo anche "La grande bellezza - anticipa Giorgia Guarino - Un film come quello di Sorrentino merita di essere visto e rivisto su grande schermo». Infine la domenica spazio ad altri grandi successi dell'anno scorso come "The Wolf of Wall Street" di Scorsese. ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 24 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Sotto le stelle con i grandi film Sassari Estate: dal 7 luglio al 28 agosto ogni sera un titolo per la rassegna di cinema all'aperto 02/07/2014 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 32 (diffusione:309253, tiratura:418328) "Il mio supereroe dei sentimenti" "Il ragazzo invisibile", anomalo film di Natale del premio Oscar "Una storia trasversale, dedicata ai giovani e ai loro genitori" «L'adolescenza mi ha sempre interessato, in quella parte della vita il punto è tutto lì, non si sa ancora se si è visibili o invisibili agli altri» «Io da ragazzo avrei voluto essere invisibile, non ero timido, perché essere timidi è troppo facile, ma avevo paura del buio e delle donne» INVIATA A RICCIONE FULVIA CAPRARA Tutto inizia una mattina come tante, con la solita sveglia e la corsa per lavarsi, vestirsi e andare a scuola. Uscito dalla doccia, con addosso l'accappatoio bianco, Michele (Ludovico Gilardello, 13 anni, scelto tra 600 coetanei) inizia a lavarsi i denti, niente di strano, fino al momento in cui alza la testa e nello specchio non vede la sua faccia, ma solo una spazzolino che va su e giù nel vuoto: «Tutti abbiamo dei superpoteri, magari non lo sappiamo». L'ultima sfida di Gabriele Salvatores, ospite d'onore ieri alle Giornate estive di cinema di Riccione, è raccontare, nel Ragazzo invisibile , sugli schermi l'11 dicembre con 01Distribution, la favola contemporanea di un adolescente che scopre di poter scomparire. D'altra parte che cosa c'è di più misterioso e ingestibile del passaggio dall'età infantile a quella adulta? «In fondo tutti i ragazzi, in quella fase, si trovano davanti alla necessità di scegliere tra diventare normali oppure supereroi». Sulle prime la (nuova) vita di Michele, capelli biondi e grandi occhi azzurri, diventa abbastanza complicata. Succede che la madre (Valeria Golino) lo cerchi nella sua stanza senza vederlo mentre lui è ancora lì, succede che il cagnolino di casa continui ad abbaiare avvertendone la presenza, succede che le sue penne svolazzino nel nulla come quelle di Harry Potter , che le palline delle partite da tennis dei compagni di scuola antipatici si mettano a rotolare per conto loro provocando sonore sconfitte, che i registri e i compiti in classe si riempiano da soli di nomi e parole. Ancora una volta racconta una storia che parla di giovinezza e delle sue difficoltà. «E' vero, ho pensato che forse, non avendo avuto figli, me ne sto crescendo uno a furia di film. L'adolescenza mi ha sempre interessato, la parola stessa viene dal termine olescum , riconoscere il proprio odore, esattamente quello che ci si trova a fare in quella parte della vita. In fondo il punto dell'adolescenza è tutto lì, non si sa ancora se si è visibili o invisibili». Che film è Il ragazzo invisibile ? «Un film trasversale, un po' come E.T. . Un film che gioca con tutti i "topoi" del genere supereroi e che immagino possa essere visto dai genitori insieme ai figli quattordicenni». C'era il problema di far convivere due piani, realistico e fantastico. E' stato difficile? «Sì, bisognava essere insieme magici e normali, creare credibilità in qualcosa che è assolutamente fuori dai canoni dell'ordinario. La sceneggiatura è forte e gli effetti speciali hanno avuto un gran peso, ma soprattutto conta stabilire il patto con il pubblico, ribaltare la prospettiva tra soggettivo e oggettivo». Prima di scoprire il suo dono straordinario, Michele è un ragazzo timido e preso di mira dai compagni di scuola. Qualcuno ha detto che il suo è un film sul bullismo. E' così? «No,non direi, anche se Michele è introverso, ci sono due ragazzi un po' bulletti che lo prendono in giro e lui, una volta invisibile, si prenderà le sue vendette». Che tipo di ragazzo era Salvatores? «Avrei voluto essere invisibile, insomma non ero timido, perchè essere timidi mi dà fastidio ed è troppo facile, però avevo paura del buio e delle conversazioni con le ragazze. Non mi sentivo pronto, l'unico modo per vincere l'imbarazzo era prendere in mano la chitarra, allora, finalmente, sentivo di diventare visibile». Il film esce a Natale, in piena guerra di incassi, che effetto le fa? «Sì, saremo nell'occhio del ciclone, in mezzo ai cinepanettoni, ma credo che siamo provvisti delle armi per combattere. In fondo questa è la storia di un supereroe, solo che mentre quelli americani decidono sempre di andare a combattere per salvare il mondo, il mio lotta per crescere». Il film sarà annunciato dal tre raccolte di fumetti, il 6 e 30 novembre e l'11 dicembre, e, per scegliere la canzone che lo accompagnerà, avete lanciato un concorso on-line aperto a musicisti under 26. Il futuro è tutto su Internet? «Ci sono arrivati 2300 brani, ne abbiamo selezionati 200 che ora stiamo visionando. Con Internet non si può realizzare la democrazia diretta, ma credo molto nelle possibilità della più ampia comunicazione». Foto: «Il ragazzo invisibile» film (foto grande) e graphic novel (sotto) di Gabiele Salvatores (in basso) ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 25 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato GABRIELE SALVATORES 02/07/2014 Libero - Ed. Nazionale Pag. 32 (diffusione:125215, tiratura:224026) Il regista racconta «Ma di che segno sei?», il suo prossimo cinepanettone Nel cast Proietti e Salemme. E la produzione non è di De Laurentiis ANNAMARIA PIACENTINI Dopo anni di collaborazione con il produttore Aurelio De Laurentiis, Neri Parenti cambia squadra e il film di Natale lo gira con la Key film. Si riprende Massimo Boldi e lo coinvolge in una storia scaramantica dal titolo Ma di che segno sei? , a cui aggiunge un cast di professionisti come Gigi Proietti, Vincenzo Salemme e Ricky Memphis. Una esilarante avventura che inizia a girare a fine agosto tra Roma e il mare del Circeo. Parenti si cambia, ma si può sempre tornare a casa De Laurentiis, giusto? «Questo dipende da lui. Dopo tanti anni di collaborazione con la Filmauro, volto pagina ma mi sembra strano non esserci più anche se qui mi trovo bene. Quello che mi ha sorpreso è Christian De Sica. È misterioso che De Laurentiis non abbia confermato anche lui. Ho cercato di non entrare nell'argomento, ma mi ha colpito questa sua assenza. Probabilmente è stata una scelta di Christian». Intanto ha ripreso Boldi. Lo ammetta: è stato un bel colpo... «Sì. Quando l'ho chiamato al telefono è stato felice di partecipare al film. È uno dei protagonisti di varie storie che si intrecciano in episodi interpretati anche da Gigi Proietti, Vincenzo Salemme e Ricky Memphis. Il film è corale. Nel cast ci sono 12 attori. Se sono soddisfatto? Sì, mi considero sempre un uomo positivo». La sua positività può funzionare contro il «malocchio» natalizio? «Per me la positività è una conquista. Mi diverto a raccontare storie un po' particolari che fanno parte della vita di tante persone. Credere nella fortuna è una bella cosa. Se poi arriva, è anche un bella rivincita. Unico neo? Il film doveva uscire a gennaio e forse sarei stato più contento». Dove prende l'ispirazione? «Giro spesso nella mia città (Roma) a bordo di una moto. Mi piace scrutare i comportamenti delle persone che incontro. Quando mi fermo, trovo spunti interessanti sui giornali di provincia, nei quartieri dove mi reco e al mercato. Se ne sentono di tutti i colori». Oggi pesa la crisi. E soprattutto pesa la politica. Ha pensato ad un film su questo argomento? «Sulla politica non si fanno film comici. C'è poco da ridere! I miei film sono di pura fantasia con uno sguardo divertito verso la vita reale. Il resto sarebbe un disastro». Con Fantozzi, in chiave ironica ha anticipato già molti anni fa, quello che poi sarebbe accaduto nelle industrie italiane e nelle riunioni di condominio. Fantozzi farebbe ancora ridere? «Penso di no. È diventato un personaggio realistico. Quello che aveva scritto Paolo Villaggio in quegli anni invece era un tipo di vita che ti portava a sbellicarti dalle risate. L'unica cosa che Fantozzi non avrebbe cambiato è quella sana abitudine di guardare i campionati i calcio mangiando davanti al televisore la sua frittata gigante e scolandosi una birra in canottiera e mutande». Il pubblico era pazzo di lui . «Infatti dopo averlo fatto morire siamo stati costretti a farlo resuscitare. Ora Fantozzi è citato anche in un vocabolario». Vuole dire che hanno confermato l'esistenza del Fantozzismo? «Sì. Il Fantozzismo viene spiegato come prostrazione morale nei confronti dei potenti . E la storia resta: i deboli perdono sempre». Ora che ha cambiato produzione, sta pensando anche ad un ritorno sugli schermi della coppia De Sica- Boldi? «Impensabile il ritorno di Boldi e De Sica. Come ragazzi irresistibili, non funzionerebbero più. Stessa cosa tra Bud Spencer e Terence Hill. Indietro non si torna, ma si può sempre trovare una bella storia, cambiando i toni della comicità. Ho mille idee, e tanta voglia di portarle sul grande schermo». Foto: Nella foto, il regista Neri Parenti [Olycom] ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 26 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato NERI PARENTI «Dirigo ancora Massimo Boldi ma non tornerà con De Sica» 02/07/2014 Quotidiano del Molise Pag. 18 Grande successo per il Kimera Film Festival Ventitré cortometraggio in concorso, 6 film di lungometraggio in competizione, 3 corti molisani e una retrospettiva dedicata al cinema "B" italiano con oltre un centinaio di persone al giorno che hanno riempito la sala del cinema Sant'Antonio. Sono questi i numeri della dodicesima edizione del Kimera International Film Festival ma "il grande cinema non va in ferie e il Kimera tornerà per dal 10 luglio al 2 agosto nel cortile della scuola Principe di Piemonte con un cartellone ricco di proiezioni sotto le stelle. La 12° edizione del Kiff, organizzata dal Cineclub Kimera di Termoli, insieme alla Uicc (Unione Italiana Circoli del Cinema), al Ministero per i beni e le Attività Culturali, l'Università degli Studi del Molise, l'Associazione Jac&Paz, il Comune di Termoli e la Ticonzero Editing, è stata un successo". Molto frequentati e graditi anche gli incontri con alcuni degli ospiti. Il clou sicuramente è stata l'esibizione al Liceo "Jacovitti" del comico Rocco Barbaro. Davanti agli studenti l'artista calabrese ha offerto un ampio saggio delle sue capacità di intrattenitore e comico, partendo dalle colonne portanti del suo repertorio per finire con delle travolgenti improvvisazioni. Gli altri due incontri hanno visto protagonisti uno dei programmatori del canale satellitare RaiMovie, Alberto Farina, anche fine critico e storico cinematografico; ultima, ma non ultima; la critica Mariangela Sansone, tra le firme di punta di "Sentieri Selvaggi". Ma il Kimera non si è limitato a questi, per quanto importanti, nomi di caratura nazionale. Ospite della rassegna, per altro con una pellicola in concorso, anche il documentarista turco Orhan Tekeloglu. Alla fine le premiazioni hanno visto due premi per il film ucraino "Haytarma" sulla deportazione stalinista dei tartari dalla penisola di Crimea (Miglior Film e Migliore Regia), altrettanti per la pellicola turca "I Loved You So Much" narrante la vicenda delle immigrate ucraine e russe nella Turchia degli anni '90 (Miglior Attore e Migliore Attrice). Altri premi sono stati assegnati all'italiano "Solving" di Giovanni Mazzitelli (Premio del pubblico per il miglior lungometraggio) film/documentario su come reagire alla crisi economica. Un premio arriverà anche in Messico con la storia di "Rosario", anche in questo caso un documentario su una vicenda decisamente misconosciuta in Italia, quella dei desaparecidos messicani negli anni '70/ '80 (menzione speciale d e l l a giuria). Tra i cortometraggi la giuria ha ritenuto meritevole del primo premio nella sezione Fiction il brillante corto spagnolo "Democracia" diretto da Borja Cobeaga. Piazza d'onore per l'horror, sempre di provenienza iberica, "No Mires Ahi", per la regia di Daniel Romero. Ancora spagnolo il miglior corto per il pubblico del Sant'Antonio, si tratta di "Acabo de Tener un Sueno" ed il regista è Javier Navarro. Si rimane in ambito latino, ma si attraversa l'Atlantico, con "El Regreso del Vampiro" di Christian Alain Vazquez Carrasco, corto di anim a z i o n e messicano p r e m i a t o come migliore nella sezione dedicata al disegno, a mano come su computer. Ultimo premio ass e g n a t o , ma sicuramente caratterizzante la kermesse, quello dedicato all'Articolo 3 della Costituzione per i corti di impegno sociale. Ancora una volta la Spagna porta a casa il risultato con "Sinceridad" gradevole digressione sulla disoccupazione e la crisi realizzata da Andrea Casaseca. "Nel complesso una buona risposta di pubblico ed una edizione soddisfacente" questo il pensiero di Mimmo Farina, presidente del Kimera Cineclub che poi prosegue "Considerato il periodo elettorale, del tutto inatteso quando sono state scelte le date, si deve ammettere che la risposta cittadina è stata in linea con le migliori previsioni. Questo ci dà la spinta per allestire la tredicesima edizione ma, naturalmente, l'appoggio degli enti pubblici dovrà essere fattivo per dimostrare che non è solo il Kimera, con le sue risorse limitatissime, a credere in un e vento che qualifica Termoli dentro e fuori la regione e l'Italia, in maniera senza dubbio positiva". ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014 27 La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Tra corti e lungometraggiil cinema 'trionf il cinema 'trionfa' sempre
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