I t a l i a n S a i l i n g 4 9 e r 49er T e a m I t a l i a n 49er S a i l i n g T e a m 49er • IL PUNTO CON IL TECNICO LUCA DE PEDRINI Progettato dall'australiano Julian Bethwaite nel 1995, il 49er, uno skiff per due persone d’equipaggio concepito secondo i più moderni criteri sia di progettazione che di costruzione, è entrato a far parte del programma olimpico a partire dalle Olimpiadi di Sydney del 2000. Quella di Rio de Janeiro, quindi, sarà la quinta edizione dei Giochi a cui partecipa e in questi anni la scelta dell’ISAF si è rivelata più che azzeccata. Il 49er ha uno scafo planante a svuotamento molto leggero e lungo quasi 5 metri, con doppio trapezio, terrazze rigide regolabili, una randa di grandi dimensioni, un fiocco autovirante ed un enorme gennaker murato su un bompresso retrattile per le andature portanti: grazie a queste caratteristiche, è considerata la deriva per equipaggi di due persone più veloce e spettacolare in circolazione. A partire dal 2009, ha subito una modifica rispetto al progetto originale, con l’introduzione di una nuova randa a testa a quadra e di un albero in carbonio diviso in 3 parti. Tra i pionieri del windsurf in Italia, prima come atleta e poi come tecnico, Luca De Pedrini è nato a Finale Ligure il 15 novembre 1965, è sposato e ha tre figli. Dopo una brillante carriera nell’ambito delle tavola a vela, è diventato Tecnico federale nel 1994 lavorando al fianco del grande Valentin Mankin. Per lui, cinque edizioni dei Giochi da Tecnico, tre con Alessandra Sensini e le altre due con il 49er dei fratelli Sibello e nel ruolo di DT della Squadra Nazionale (a Londra 2012, quando era anche tecnico del 470 Maschile). “Il programma dei 49er è stato impostato attraverso gli obiettivi che erano stati condivisi con il DT Marchesini e diviso in due step, culminati nell’Europeo, che faceva parte del primo ciclo, e nel Mondiale di Santander. La crescita dei ragazzi è stata buona, siamo riusciti a centrare la Medal race all’Europeo di Helsinki con due equipaggi, Angilella-Zucchetti, che hanno seguito la preparazione centralizzata della FIV, e Plazzi-Molineris, che invece hanno svolto una preparazione autonoma. Con altri due, Cherin-Tesei e Dubbini-Dubbini, abbiamo centrato la flotta Gold, a conferma che anche loro sono in crescita”, spiega De Pedrini. “Questo inverno gli allenamenti a Cagliari sono stati molto utili, perché la location, che io conosco bene per il mio passato da windsurfista, è davvero molto buona: le condizioni sono sempre varie - tanto e poco vento, idem per l’onda - poi il circolo e i velisti locali sono tutti molto ospitali, e la struttura alberghiera è perfetta. Una situazione ideale, tanto che l’anno prossimo probabilmente ci torneremo ed è probabile che avremo con noi anche qualche nazionale straniera. Al momento, per i risultati ottenuti e l’esperienza specifica, l’equipaggio di punta della squadra resta quello formato da Angilella e Zucchetti, con cui ultimamente abbiamo lavorato molto a livello mentale, visto che il problema fisico subito da Giuseppe a inizio stagione - un infortunio alla schiena che li ha tenuti lontani dall’acqua per diversi mesi - poteva condizionarli. Abbiamo cercato di riprendere senza forzare sui punti che avevano creato il problema, cambiando legger- mente la preparazione atletica e il lavoro in acqua: ovviamente non si è potuto lavorare con grandi carichi, ma la loro esperienza e il lavoro fatto negli anni scorsi, ci sono stati d’aiuto. Un grazie particolare, in proposito, va a Michele Basile, il preparatore atletico che segue da molti anni Giuseppe e che è stato sia l'artefice del suo rientro per Londra che, in seguito, del recupero in vista dell'Europeo di Helsinki. Senza il suo prezioso contributo molto probabilmente non saremmo riusciti ad essere in pista”. E i nostri due sfortunati azzurri non avrebbero chiuso l’Europeo con un ottimo sesto posto. Risultati a parte, però, quello che emerge nel gruppo dei 49er è la coesione e la collaborazione reciproca. “E’ vero ed è un aspetto che ovviamente fa piacere riscontrare. I ragazzi vanno tutti verso la stessa direzione, non ci sono prime donne e non ci sono segreti, anche con gli equipaggi in preparazione autonoma. Il nostro è un gruppo unito, dove ci si scambiano le informazioni al fine di crescere tutti, nessuno escluso, anche perché isolarsi non serve, a meno che tu non abbia in squadra un fenomeno assoluto. Avere invece una platea di equipaggi allargata che collabora autonomamente, senza spinte esterne, è molto buono, anche quando i ragazzi si sorreggono l’uno con l’altro, a crescere è tutto il movi- mento e la crescita è anche il risultato di questo clima positivo. Sono persone molto concrete, con la testa sulle spalle, quindi la collaborazione è diventata automatica. Anche i briefing, per il sottoscritto, diventano più facili e più utili per tutti”. Il 49er oltretutto è una classe particolare, con una preparazione fisica specifica diversa dalle altre barche. “Atleticamente il 49er non richiede una preparazione dura, gli sforzi maggiori riguardano più il prodiere che il timoniere, ma a parte questa differenza, gran parte della preparazione atletica, come abbiamo già capito negli anni scorsi, viene fatta in acqua, durante gli allenamenti, perché gli atleti devono acquisire agilità per sapersi muovere bene in barca. Come le altre classi, anche noi abbiamo iniziato questo lavoro con il monitoraggio all’Istituto di Medicina e dello Sport del CONI. Successivamente per ognuno dei ragazzi è stato stilato dal preparatore della FIV Luca Parisi un programma personalizzato, che a sua volta è stato condiviso con i preparatori degli atleti che avevano già un loro trainer”. Capitolo avversari, per concludere: “Il livello è molto alto, i migliori sono i soliti, a partire dai giovani neozelandesi Burling-Tike, ma direi che i papabili per la vittoria non mancano. Il nostro obiettivo è qualificare la nazione per Rio, poi per il resto si vedrà”. I t a l i a n 49er S a i l i n g T e a m 49er • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE • Giuseppe Angilella-Pietro Zucchetti • ITA 22 Risultati 2013: Campioni Italiani, 13mi all’ISAF World Cup di Palma, 13mi all’Europeo. Risultati 2014: sesti al Campionato Europeo. Giuseppe Angilella • Timoniere Nato a Palermo il 27 agosto 1984, diploma di Maturità classica, tesserato per il Club Canottieri Roggero di Lauria. Luogo preferito per allenarsi? Marsala d’inverno e l’alto Garda d’estate. Campo di regata preferito? Marsala e Palma di Maiorca. Il ricordo più bello legato alla vela? La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra. Il ricordo peggiore legato alla vela? Tutte le volte che ci siamo dovuti fermare per colpa della mia schiena. Altri sport praticati? Calcio e tennis. Passioni extra sportive? Mi piace lavorare, fare l’imprenditore. Ho aperto da poco un locale a Palermo, si chiama I Grilli. Musica preferita? RDS, solo grandi successi… e poi mi piace molto la musica da discoteca Anni ’70. Libri? Le biografie di sportivi. L’ultima che ho letto è quella di Agassi, dove tra l’altro ho trovato delle connessioni con la mia attualità quando parla del mal di schiena. Film? Ne vedo tanti. Direi Blow e Studio 54. “Sono molto pignolo, anche troppo, ad esempio tendo ad essere eccessivamente ordinato. Ma sono anche tenace, se ho un obiettivo faccio di tutto per raggiungerlo e non mollo l’osso finché non sono arrivato al traguardo. Anche Pietro è così, in questo devo dire che siamo simili. All’ultimo Europeo, ad esempio, siamo andati bene perché eravamo entrambi arrabbiati, avevamo una voglia di rivalsa pazzesca e siamo riusciti a canalizzare questa arrabbiatura nel modo migliore. Vado d’accordo con molte persone, ho un carattere aperto e credo di farmi volere bene più o meno da tutti. In barca, le condizioni ideali sono di vento medio: sono quelle che preferiamo e in cui ci esprimiamo meglio. Anche con vento forte ce la caviamo bene, riusciamo ad essere grintosi, mentre soffriamo un po’ il vento leggero, aspetto su cui stiamo lavorando. Quello che vogliamo è dimostrare a noi stessi che possiamo restare costantemente nei primi dieci a livello internazionale e poi, come dicevo, migliorare con vento leggero. Riguardo ai Giochi, parliamo del massimo evento sportivo al mondo, che per qualsiasi atleta rappresenta un sogno, anche la sola partecipazione. Da questo punto di vista, entrambi lo abbiamo già realizzato ed entrambi abbiamo concluso la nostra esperienza nei primi dieci, una bella soddisfazione. Per quanto mi riguarda, partecipare ai Giochi con Pietro sarebbe il coronamento di un progetto in cui credo e la chiusura di un ciclo, ma non mi basta partecipare. Vogliamo fare bene e migliorare il quarto posto ottenuto da Pietro a Londra in 470. E poi la prima volta che siamo andati in barca assieme risale al 2006, a Rio sarebbero 10 anni giusti giusti…”. Pietro Zucchetti • Prodiere Nato a Brescia il 25 gennaio 1981, laureato in Architettura, tesserato per le Fiamme Gialle. Luogo preferito per allenarsi? Il lago di Garda. Mi sono trovato molto bene anche a Cagliari. Campo di regata preferito? Dipende dalla prestazioni… al momento Helsinki. Il ricordo più bello legato alla vela? Le Olimpiadi di Londra, il coronamento di uno dei sogni che rincorro da tempo. Il ricordo peggiore legato alla vela? Prima di Palma, quest’anno, quando stavamo per partire per la World Cup e Giuseppe mi ha chiamato, dicendomi che stava molto male con la schiena e non sarebbe partito. Ho chiamato i tecnici e ho deciso subito di andare in montagna, per staccare di netto. Altri sport praticati? Lista lunga… Maratona, triathlon, kite surf e tutti, ma proprio tutti gli sport che hanno a che fare con la montagna. Passioni extra sportive? Sono “addicted to sport”, quindi le mie passioni vanno tutte verso quella direzione. L’unica eccezione è la musica, mi piace ascoltarla e andare ai concerti. Musica preferita? Rock in generale: Pearl Jam, Who, Bruce Springsteen… Libri? Volumi dedicati alla montagna: Bonatti, Messner… Film? Non sono un grande appassionato di film. “Sono una persona irascibile, mi arrabbio con poco, ma mi passa altrettanto in fretta. Il problema però è che proprio non riesco a mandare giù i bocconi amari e questo può creare qualche problema… Di positivo sono uno che si dà parecchio da fare, non mi tiro mai indietro se c’è da lavorare a testa bassa e credo che questo non lo possa negare nessuno. La mia regata ideale si svolge in condizioni di vento medio, quelle in cui ci esprimiamo meglio. Come già ha spiegato Peppe, siamo veloci anche con vento forte, mentre dobbiamo ancora superare qualche mancanza con vento leggero. A tal proposito, siamo molto contenti delle sessioni di allenamento che abbiamo svolto a Santander ad agosto, proprio perché avendo incontrato poca aria, abbiamo potuto lavorare sui nostri punti deboli. Se parliamo di obiettivi, al momento quello principale è riuscire a fare le cose normalmente, senza avere più problemi di infortuni, perché sono convinto che allenandoci nel modo giusto e con continuità, possiamo dire la nostra, che significa rappresentare l’Italia ai prossimi Giochi. Per me l’Olimpiade è la massima espressione dello sport, l’obiettivo finale a cui ambire. A Londra ho vissuto un’esperienza bellissima, chiusa con un quarto posto che nonostante tutti dicano che sia un brutto risultato, la famosa medaglia di legno, secondo me è stato notevole, quantomeno sempre meglio di un decimo. Chiaro, se dovessimo riuscire ad andare a Rio, vorrei tornare a casa con un risultato migliore…”. I t a l i a n 49er S a i l i n g T e a m 49er • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE • Jacopo Plazzi-Umberto Molineris • ITA 23 Risultati 2013: 11mi all’ISAF World Cup di Palma, sesti all’EUROSAF di Medemblik. Risultati 2014: sesti all’EUROSAF di Kiel, terzi alla Garda Trentino Olympic Week, ottavi all’Europeo. Jacopo Plazzi • Timoniere Nato a Ravenna il 28 gennaio 1991, iscritto alla Facoltà di Economia e Commercio, tesserato per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? L’oceano: Cadice o Santander. E poi Ravenna, casa mia. Campo di regata preferito? Riva del Garda. Il ricordo più bello legato alla vela? L’EUROSAF di Medemblik dell’anno scorso, chiusa al sesto posto. Il primo risultato importante in 49er. Il ricordo peggiore legato alla vela? Il Mondiale di Marsiglia, sempre dell’anno scorso: un disastro. Altri sport praticati? La corsa. E poi lo sci. Passioni extra sportive? I miei hobby sono praticare altri sport oltre la vela. Mi piace molto la montagna. Musica preferita? Queen, Kings of leon e i classici cantautori italiani: Battisti, De André e Dalla. Libri? Preferisco i classici romanzi, magari di fantasia. Ad esempio i libri di Dan Brown. Recentemente ho apprezzato la biografia di Agassi. Film? Sul tema sono fortissimo: scelgo Slevin Patto Criminale, V per Vendetta e come registra Guy Ritchie. “Sono un tipo preciso e molto pignolo, un pregio e un difetto allo stesso tempo. Penso tanto a tutti i particolari, non voglio che mi sfugga niente ed è parte integrante della mia personalità: è molto utile, ma quando esagero diventa un problema. Mi piace fare lo spiritoso, quando posso lo faccio volentieri. Tendenzialmente sono paziente, mantengo la calma e tendo a non arrabbiarmi. Le condizioni meteo preferite sono anche le stesse in cui andiamo meglio: vento medioforte, tra i 16 e i 20 nodi, con mare mosso o piatto, è uguale. Come andatura prediligo di gran lunga la bolina, sono un bolinista nato, mi piace arrivare su da primo. Poi la sfida dell’uomo è sempre stata risalire il vento, mica scenderlo. Anche le andature portanti sono belle, anzi, tecnicamente è più difficile andare più forte di poppa, parlo della conduzione della barca, ma la bolina è più nelle mie corde… Se parliamo di obiettivi, il nostro, che siamo in preparazione autonoma, era cercare di arrivare a regatare costantemente con i primi dieci. Quest’anno all’inizio non siamo andati molto bene, poi siamo cresciuti e abbiamo raggiunto un buon livello. L’obiettivo di adesso è qualificare la nazione per Olimpiade: è ovvio che vogliamo andare meglio di tutti, ma se uno degli altri ragazzi della squadra dovesse vincere il titolo, con noi due comunque in top ten, saremmo felicissimi lo stesso. I Giochi Olimpici sono una di quelle esperienze riservate a poche persone, è una regata con un’energia diversa: vorrei esserci per poter vivere qualcosa da tenere in eterno tra i ricordi”. Umberto Molineris • Prodiere Nato a Ravenna il 4 maggio 1990, iscritto alla Facoltà di Economia e Commercio, tesserato per il Circolo Canottieri Aniene. Luogo preferito per allenarsi? Cadice, sono due anni che andiamo lì ed è davvero un bel posto. Campo di regata preferito? Palma di Maiorca. Il ricordo più bello legato alla vela? In questi anni di 49er ne ho collezionati davvero parecchi. Fatico a sceglierne uno. Il ricordo peggiore legato alla vela? Cerco di archiviarli e dimenticarli. Se proprio devo scegliere, il Mondiale di Marsiglia dell’anno scorso: avevamo delle buone aspettative e invece è andato tutto storto. Altri sport praticati? Calcio, calcetto, beach volley, surf da onda, sci… sono sempre stato uno sportivo. Passioni extra sportive? Tra studio e vela ho pochissimo tempo. Che dedico ad altri sport. Musica preferita? Mi piace molto a 360°. Fino a 13 anni ho fatto il conservatorio, ogni tanto suono ancora un po’ di pianoforte. Ora principalmente ascolto musica italiana Anni ’80’90. E musica classica. Libri? Leggo poco. Prediligo le biografie. Film? Pulp Fiction, Bastardi senza gloria, Slevin Patto Criminale… come registi Quentin Tarantino e Guy Ritchie. “Come molti dei miei compagni di squadra, sono molto ma molto testardo, e quando qualcuno mi dà dei consigli faccio fatica ad accettarli. Sono abbastanza ordinato, ma dipende molto dai contesti e dai periodi: ad esempio se qualcosa mi interessa particolarmente sono preciso, sul resto invece lo sono molto meno. Tendo ad essere un po’ timido, all’inizio, con le persone che non conosco, ma poi, una volta che scatta la molla, divento una persona di buona compagnia. Le condizioni meteo preferite per uscir in barca sono sui 15-20 nodi con un bel sole, non troppo caldo perché soffro un po’ l’afa, quindi direi che 25° vanno più che bene. E un po’ di mare, senza esagerare, la classica ondina mediterranea. Sono anche le condizioni in cui rendiamo meglio, credo che sia per questo che mi piacciono. Personalmente ho quasi sempre regatato su barche con spi o gennaker, quindi la poppa è l’andatura che preferisco perché riesce a darmi le sensazioni giuste, però, anche per le mie caratteristiche fisiche - sono alto, quindi ho una buona leva - sono sempre andato meglio di bolina. Obiettivi? Il focus primario, quando abbiamo iniziato in 49er, era quello di cercare di rientrare nei primi dieci al mondo e di avere un livello tale da rimanere sempre lì, a giocarcela con i migliori. Poi, chiaro, visto che si tratta di una classe olimpica, l’obiettivo è la partecipazione ai Giochi, comune a tutti. Per me sono sempre stati un sogno, ma non era così forte, poi è diventata la linfa quotidiana, quella che nei momenti più difficili non ti fa gettare la spugna e che ti spinge ogni giorni ad andare avanti, a fare i sacrifici necessari per provare a realizzarlo: basta pensarci un attimo e diventa tutto più facile”. I t a l i a n 49er S a i l i n g T e a m 49er • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE • Stefano Cherin-Andrea Tesei • ITA 969 Risultati 2013: secondi all’EUROSAF di La Rochelle, 12mi all’EUROSAF di Medemblik, secondi al Campionato Italiano,. Risultati 2014: decimi alla Garda Trentino Olympic Week, 14mi all’Europeo. Stefano Cherin • Timoniere Nato a Trieste il 28 febbraio 1987, diplomato in Ragioneria, tesserato per lo Yacht Club Porto San Rocco. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari, abbiamo passato un inverno eccellente. Campo di regata preferito? Ne ho davvero tanti: scelgo Scarlino, Hyeres e l’alto Garda. Il ricordo più bello legato alla vela? Il podio all’EUROSAF de La Rochelle, l’anno scorso. Il ricordo peggiore legato alla vela? Il secondo giorno delle qualifiche all’ISAF World Cup di Palma: dopo il primo eravamo messi bene, poi abbiamo fatto un disastro. Altri sport praticati? Apnea, bicicletta e motociclismo. Passioni extra sportive? I viaggi in moto, anche se ultimamente ne faccio pochi, e in barca a vela. Poi mi piace molto curare il mio orto. Musica preferita? Ascolto di tutto, dai Queen a Frankie Hi-nrg. Libri? Ho davvero poco tempo per leggere… Film? A beautiful mind. “Principalmente credo di essere una persona molto determinata, gli obiettivi voglio perseguirli fino alla fine anche quando vengono da lontano. Per quanto riguarda i difetti, sono disordinato, molto disordinato. Mi arrabbio con chi non rispetta la parola data, con chi non mantiene le promesse, e amo la compagnia, cerco e credo di essere abbastanza socievole ed estroverso. Le condizioni meteo ideali? Tanto o poco vento non conta, mi piace regatare con il vento oscillante, più casino c’è sul campo di regata e più trovo a mio agio. Adoro guardarmi intorno e far funzionare la testa, lavorare di tattica e strategia, sui buoni e gli scarsi, osservare la corrente. All’inizio con Andrea andavamo bene con vento leggero, quest’anno invece ci siamo espressi bene anche con vento più forte e adesso siamo abbastanza allround: poco o tanto vento è uguale, basta che non sia una corsa di cavalli. Bolina o poppa? Mi piace tutto, però ad essere onesto provo una grande soddisfazione nella planata, che ovviamente è più facile da vivere alle portanti: adoro l’estasi di scendere le onde, di planarle a velocità massima, di liberare i cavalli del 49er e andare al massimo, portando la barca sempre al limite. Se parliamo di obiettivi, quello a breve termine è entrare in Medal race ai Mondiali di Santander, mentre quello a lungo termine è vincere una medaglia ai prossimi Mondiali del 2015 e poi alle Olimpiadi. Non voglio sembrare presuntuoso, ma è la nostra ambizione e non mi piace nascondermi. Ai Giochi ci pensavo fin da ragazzino, da quando ero in Optimist, anzi, esattamente dal primo podio europeo che ho ottenuto nel 2001: è stata un’emozione enorme e da quel momento ho pensato che mi sarebbe piaciuto raggiungere il sogno Olimpico”. Andrea Tesei • Prodiere Nato Trieste il 23 maggio 1991, laureato in Economics and Management of Innovation, tesserato per lo Yacht Club Adriaco. Luogo preferito per allenarsi? Loano. Campo di regata preferito? Hyeres. Il ricordo più bello legato alla vela? Gli allenamenti a Santander prima della World Cup: sono stati davvero molto utili per la nostra crescita. Il ricordo peggiore legato alla vela? Il secondo giorno dell’ISAF World Cup di Palma, una giornata davvero disastrosa. Altri sport praticati? Sci e bicicletta. Passioni extra sportive? Mi piace viaggiare con il furgone e la tavola da surf, alla ricerca di spot per surfare le onde. Musica preferita? Mobb Deep. In generale tutto l’Hip hop. Libri? Non sono un gran lettore. Film? Slevin, patto criminale. “Molto difficile descriversi… credo di essere un po’ testardo, ma sono anche un gran lavoratore. Generalmente mi ritengo una persona tranquilla e riservata. Se parliamo di condizioni meteo ideali, un tempo avrei detto che preferivo il poco vento, adesso invece sono diventato molto più all round, mi va bene qualsiasi condizione, anche perché è importante riuscire ad adeguarsi a quello che passa il convento per ottenere sempre il massimo. E magari anche per non avere alibi al momento in cui le cose non vanno particolarmente bene. Questo riguarda anche le condizioni in cui ci esprimiamo meglio: ultimamente abbiamo fatto bene con vento forte, mentre all’inizio eravamo più bravi con vento leggero. Sta a noi, appunto, riuscire a ottenere la performance migliore a prescindere dalle condizioni, anche se di base siamo più competitivi con vento leggero. L’obiettivo più importante del nostro futuro sono le Olimpiadi: chiaro, è un sogno comune a tutti noi, ma rimane quello ed è preponderante. Per restare in ambiti più vicini nel tempo, vorremmo essere costantemente nei migliori 20 a livello mondiale, regatare con costanza durante l’anno, e al Mondiale di Santander riuscire a selezionare la nazione e riuscire a migliorare il Gruppo C che abbiamo conquistato all’Europeo, passando al B. Il Gruppo A al momento lo vedo ancora come un miraggio, ma al B ci si può pensare. Durante questo inverno abbiamo lavorato parecchio e le qualità le abbiamo, ma è meglio fare un gradino alla volta. La prima volta che ho pensato ai Giochi? Non ricordo, ma è diventato un obiettivo concreto quando ho iniziato con il 49er insieme a mio fratello Giovanni. Ci vogliono tanto lavoro e sacrifico, ma è la nostra aspirazione”. I t a l i a n 49er S a i l i n g T e a m 49er • GLI AZZURRI DELLA SQUADRA NAZIONALE • Luca e Roberto Dubbini • ITA 444 Risultati 2013: terzi all’Italiano, 27mi all’ISAF World Cup di Palma. Risultati 2014: 18mi all’ISAF World Cup di Palma, secondi alla Garda Trentino Olympic Week. Luca Dubbini • Timoniere Nato a Bergamo il 18 marzo 1988, iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, tesserato per la Marina Militare. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari. E Ostia e Torbole. Campo di regata preferito? Helsinki è un bel campo. E poi Hyeres. Il ricordo più bello legato alla vela? Il Mondiale 470 del 2009, a Copenaghen. E’ stato un bel campionato e abbiamo chiuso 13mi, un gran risultato. Ci metto però anche la Garda Olympic Week di quest’anno. Il ricordo peggiore legato alla vela? Medemblik di quest’anno, quando siamo rimasti fuori dalla Medal per un solo punto, sul filo di lana e a causa di una concatenazione di eventi tutti sfavorevoli. Altri sport praticati? Tennis, kite e arrampicata. Passioni extra sportive? Sono un tipo molto sportivo, quindi appena ho un attimo di tempo mi dedico allo sport. Musica preferita? Oasis e Coldplay, i primi di una lunga lista. Libri? Giorgio Faletti e Dan Brown. In generale i gialli. Film? Un po’ di tutto: come film dico Un mercoledì da leoni, come attore Denzel Washington. “Con mio cugino ci completiamo, abbiamo caratteri diversi e complementari: io sono molto razionale, puntiglioso, a volte mi faccio prendere anche troppo dalla precisione, dal volere che sia tutto in ordine. Lui invece è più spensierato e riesce a gestire più tranquillamente le situazioni. Tornando a me, sono un tipo attivo, un mix tra razionalità e istinto, ma tendenzialmente più razionale, e un perfezionista. Con Roberto siamo entrambi molto determinati, non molliamo mai la presa: da quando abbiamo iniziato in 49er ab- biamo sempre lavorato tanto e a testa bassa, ma d’altronde sotto la guida del nostro Tecnico Luca De Pedrini non puoi fare altrimenti… Le condizioni in cui soffriamo di più sono quando c’è vento medio e acqua piatta, perché rispetto alla media dei 49er siamo un po’ bassi, quindi abbiamo meno leva e a livello di velocità pura fatichiamo di più. Ci troviamo invece bene quando c’è da fare un po’ più di conduzione della barca, con onda e poco vento, o anche con tanto vento, cambia poco: a Cagliari, durante gli allenamenti, ne abbiamo avuto parecchio. Personalmente preferisco l’andatura di poppa, istintivamente mi ci trovo meglio perché mi piace scendere le onde. L’obiettivo di adesso è selezionare la nazione e restare sempre nei primi 20 al Mondiale e nelle prossime regate internazionali. Quello a lungo termine, è entrare nei primi della ranking list ISAF, per partecipare al gran finale della World Cup di Abu Dhabi. L’Olimpiade sarebbe la realizzazione di un sogno, di un traguardo che ormai da due quadrienni cerchiamo di raggiungere con determinazione, pianificando l’attività in modo serio e continuo” Roberto Dubbini • Prodiere Nato a Bergamo il 9 gennaio 1988, laureato in Economia e Commercio, tesserato per la Canottieri Garda Salò. Luogo preferito per allenarsi? Cagliari. Campo di regata preferito? Melbourne, in Australia. Il ricordo più bello legato alla vela? Europeo Juniores 470 vinto a Zara, nel 2008. Prima della Medal eravamo quarti, ma siamo riusciti comunque a centrare l’obiettivo. Il ricordo peggiore legato alla vela? Tutte le regate in cui non siamo andati bene, ma sono ricordi che ho cancellato in fretta. Altri sport praticati? Fino ai 16 anni ho sciato a livello agonistico, adesso molto meno. Vado invece spesso in bicicletta. Passioni extra sportive? Mi piace girare in moto. Musica preferita? Ligabue. Libri? Lasciamo stare… Film? Pearl Harbour. “Devo descrivermi? Allora, un pregio, ma anche un difetto, è che a volte sono troppo buono e comprensivo, quindi non capisco se la persona davanti a me è sincera oppure no. Mi piace relazionarmi con tutti, credo anche di essere di buona compagnia e adoro stare con gli amici. Inizialmente tendo ad essere molto discreto, a restare un po’ sulle mie, poi quando mi apro, non subito ovviamente, mi trasformo. Le condizioni meteo ideali? Mi diverto molto con 18-20 nodi, onda formata e caldo, aspetto che è fondamentale per me. Sono anche quelle in cui ci esprimiamo meglio, ma andiamo bene anche con poco vento, tra i 5 e gli 8 nodi. Diciamo che le condizioni peggiori per noi sono quelle di acqua piatta e vento medio e stabile: in quel contesto facciamo più fatica perché fisicamente, come ha già spiegato mio cugino Luca, siamo un po’ bassini rispetto alla media. In generale, riusciamo a rendere meglio quando la situazione diventa più complicata, quando c’è da lavorare sulla tattica e sulla conduzione, anche perché la scuola del 470 ci ha insegnato a condurre bene la barca e quando c’è da scendere le onde, mixiamo la vecchia tecnica del 470 con quella del 49er. L’obiettivo attuale è selezionare la nazione per Rio, poi si vedrà, non vogliamo fare altri ragionamenti e preferiamo fare un passo alla volta: è l’obiettivo primario sia per noi che per tutta la squadra e credo che sia alla portata. I Giochi, per me, sono un sogno che cerco in tutti i modi di realizzare, e per cui vale la pena fare tanti sacrifici. E’ chiaro che si tratta di un obiettivo molto ambito e comune anche agli altri ragazzi della squadra, ed è anche questa la sua difficoltà”. I t a l i a n 49er • GLI ALTRI ITALIANI IN REGATA Ruggero Tita-Giacomo Cavalli • ITA 26 Andrea e Alessandro Savio • ITA 140 Risultati 2013: 22mi al Mondiale. Risultati 2014: 13mi all’ISAF World Cup di Palma, 18mi all’ISAF World Cup di Hyeres, 28mi all’Europeo (terzi Under 23), 19mi al Mondiale Juniores. Risultati 2013: primi alla Regata Nazionale a Dongo, 21mi al Mondiale Juniores. Risultati 2014: 25mi all’ISAF World Cup di Palma, 14mi alla Garda Trentino Olympic Week, primi alla Regata Nazionale ad Arco, settimi al Mondiale Jun. Ruggero Tita (timoniere) Nato a Rovereto (TN) il 20 marzo 1992, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Informatica, tesserato per il Circolo Vela Torbole. Giacomo Cavalli (prodiere) Nato a Brescia, il 22 febbraio 1994, iscritto alla Facoltà di Economia, tesserato per il Circolo Vela Arco. Andrea Savio (timoniere) Nato a Trieste l’8 aprile 1994, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Navale, tesserato per il Circolo della Vela di Muggia. Alessandro Savio (prodiere) Nato a Trieste il 3 giugno 1992, iscritto alla Facoltà di Ingegneria Navale, tesserato per la Marina Militare. 49er S a i l i n g T e a m
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