Stagioneteatrale teatrale 2015 Stagione 2015 3 gennaio 2015 28 marzo 2015 L’ANTICA BELLEZZA - IL MITO DI ELENA A SLOW AIR 27 gennaio 2015 2 aprile 2015 LA ROSA BIANCA ADAGIO 1 marzo 2015 18 aprile MUTU POTEVO ESSERE IO 7 marzo 2015 L’INFINITO GIACOMO—VIZI E VIRTÙ DI GIACOMO LEOPARDI GLI SPETTACOLI DELLA STAGIONE TEATRALE 3 gennaio 2015 L’ANTICA BELLEZZA - IL MITO DI ELENA CON ELISABETTA POZZI REGIA DI ANDREA CHIODI MUSICHE DI DANIELE D’ANGELO DRAMMATURGIA DI DANIELE D’ANGELO DA OMERO, EURIPIDE, SEFERIS, RITSOS Chi non è rimasto affascinato dalla figura di Elena, una delle più belle donne dell’an chità? Per lei si scatenò a Troia una sanguinosa guerra durata dieci anni. Eppure un’altra Elena si scopre ai no‐ stri occhi nel monologo lirico che il poeta Ghiannis Ritsos compose nel 1970. Lontana dagli stereo‐ pi, è una donna del presente a noi più vicino, che valuta la propria esistenza, seppur eccezionale! La versione del mito che Ritsos ci offre è un vero e proprio ribaltamento dell’immagine di Elena che la tradizione le eraria ci ha donato. La Elena presentata da Elisabe a Pozzi fa a meno della bellezza effimera della giovinezza, quella è andata via mol anni addietro, la sua bellezza adesso è ben altra, quella dell’esperienza. L’espe‐ rienza di una vita vissuta all’insegna dell’amore, tra le braccia for dei vari aman trepidan per lei: quell’amore diventato adesso un ricordo che non genera più alcuna passione, ma solo malin‐ conia e forse rimpianto. Questa Elena è una donna del presente, a noi più vicina, quasi un’amica che tra un bicchiere di whisky e una sigare a si confida ad un soldato o al fantasma di un amante valutando la propria esistenza, eccezionale certo, ma che adesso sta volgendo alla fine. Senza più ritegno offre di sé un ritra o assai impietoso non vergognandosi di presentare nella sua vecchia abitazione fa scente quel degrado e senso di vuoto che ora la circonda, oramai derisa anche da ancelle irriveren che le fanno dispe . Eppure la “vecchia” Elena di Elisabe a Pozzi oltre a regala‐ re memorie, riflessioni, immagini che il tempo non scalfisce offre al suo pubblico il fascino eterno di chi ha acceso i cuori degli eroi, rendendo per questo anche lei un’eroina immortale. Recita con la classe della grande a rice, al colmo della maturità espressiva, dosando parole a ges , sussurri a declamazioni, ondeggiando il corpo dentro il suo lungo abito nero sulle belle note della musica di D’Angelo. 27 gennaio 2015 LA ROSA BIANCA anni. Mu , tu mu per anni, mu per fame e per necessità. Ma un giorno la coscienza ed il sangue cominciano ad urlare. C’è nell’aria puzza di mafia, puzza di qualcosa di sporco. L’organizzazione delle stragi si è trasformata in organizzazione imprenditoriale. Si è fusa con la poli ca, con le amministrazioni pubbliche e quelle private. In modo capillare è entrata nelle chiese, nei palazzi e sopra u o nelle case della povera gen‐ te. Rosario e Salvuccio, il nero ed il bianco, due 'recite' contrapposte per uno stesso fine, evadere, strap‐ pandosi tu e le maschere, una ad una, per ritrovarsi fratelli. Nessuno può fuggire senza l'aiuto di colo‐ ro che sono fuggi precedentemente. Ogni uomo può trovare un giorno la possibilità di evadere, di sen rsi libero, a condizione che egli sappia rendersi conto di essere in gabbia. 7 marzo 2015 L’INFINITO GIACOMO—VIZI E VIRTU’ DI GIACOMO LEOPARDI CON GIUSEPPE PAMBIERI DRAMMATURGIA E REGIA DI GIUSEPPE ARGIRO’ “L’imperfezione del genio, in tu a la sua irregolarità, conduce alla solitudine, a un pellegrinaggio este‐ nuante nell’universo. Leopardi è un re senza regno, è Amleto che arriva oltre il limite del conoscibile, supera la coscienza affermando la vita nel suo groviglio inestricabile di bene e male; per il genio tu o è noia, è tedio in‐ commensurabile. Il poeta di Recana , con lucido disincanto, affonda a piene mani nella verità e ne trae la radice del dolore. È inu le chiedersi a che punto sia la no e; la no e non finisce… mai. I regni, i globi, i sistemi, i mondi, non sono che una pallida rappresentazione del pensiero dell’uomo, ma l’ani‐ ma giace nelle profondità ed è a tu invisibile tranne al poeta che può profanare il suo mistero e consegnarlo all’uomo. Leopardi, affe uosamente Giacomo, nel nostro viaggio, non appare così distaccato e lontano dai pia‐ ceri terreni, non ci sembra affa o disinteressato a ciò a cui aspira la gente comune. Giacomo è vulne‐ rabile, ansioso, riservato, schivo, eppure è pervaso da un desiderio inesauribile di vita. Giacomo è goloso, non può fare a meno di dolci, cioccolata, paste alla crema e gela . In questo ricorda Mozart, altra creatura divina nella sua sregolatezza. Non a caso alcune delle sue più scandalose composizioni, fanno da contrappunto agli aneddo più diverten della vita di uno dei massimi autori italiani. Una ma na di febbraio del 1943, Hans e Sophie Scholl, fratelli e fondatori de La Rosa Bianca, gruppo di resistenza non violento e di propaganda contro il regime nazista, decidono di diffondere dei ciclos la inneggian alla resistenza non violenta nell’atrio dell'Università Ludwig Maximilian di Monaco. La biografia romanzata che esce fuori dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone, ci aiuta a costrui‐ re un ritra o singolare ed inedito del nostro poeta. Leopardi, con grande sincerità, confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua, un fas dio che giungerà al parossismo e alla comicità, culminan‐ do nel rifiuto del bagno almeno se manale. Non mancano gli spun diverten per rifle ere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. Nelle sue stesse parole, il desiderio di una vita normale, è incessan‐ te: il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso, lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. Ecco, questa è la figura dilaniata, spesso scissa, comba uta e affli a che la parola non può contenere. Il testo teatrale di Lillian Groag ripercorre gli ul mi cinque giorni di vita dei fratelli Scholl e degli altri tre giovani componen e fondatori del movimento, interroga dalla Gestapo prima, e succes‐ sivamente condanna a morte per decapitazione. Leopardi non è tu o nella sua poesia. La sua ricerca affe va a raversa i secoli e incontra una dispera‐ ta umanità che per sopravvivere alla storia che avanza, non può che stringersi in una solidarietà reale che diventa l’unica possibilità di sopravvivenza, ancora oggi per tu noi.” (G.Argirò) REGIA DI CARLO ORLANDO E EVA CAMBIALE CON CARLO ORLANDO E GLI STUDENTI DE LA COMPAGNIA DEL BARONE RAMPANTE SCENE E COSTUMI DI ANNA VARALDO Nel corso della rappresentazione, si racconterà di come il sen mento di indignazione e di impo‐ tenza abbia portato i cinque amici a decidere di ribellarsi e cercare di risvegliare negli animi del popolo tedesco i sen men di libertà e fratellanza, soffoca dal terrore Hitleriano, in uno stato che stava sopraffacendo il popolo tedesco, negando e perseguitando qualsiasi forma di libera espressione e opposizione al regime. Questa è la storia che i giovanissimi allievi a ori della scuola di recitazione del Barone Rampante di Borgio Verezzi ci racconteranno. Accanto a loro uno straordinario Carlo Orlando, che reciterà insieme ad i ragazzi dando vita ad una messa in scena unica, toccante ed estremamente dire a al cuore. 28 marzo 2015 A SLOW AIR DI DAVID ARROWER TRADUZIONE GIAN MARIA CERVO E FRANCESCO SALERNO CON NICOLA PANNELLI, RAFFAELLA TAGLIABUE REGIA DI GAMPIERO RAPPA E’ la storia di due fratelli, Morna e Athol. 1 marzo 2015 MUTU SCRITTO DA ALDO RAPE’ E MARCO CARLINO REGIA DI LAURO VERSARI Una storia che è una bomba ad orologeria. È la storia di due fratelli, due uomini del nostro tempo, uno prete e l’altro mafioso, ingabbia nelle loro ves e nei loro ruoli ma desiderosi di scappare. La mafia e la chiesa, come pretesto per parlare del vero male che colpisce i due protagonis : la solitudine ed il vuoto esistenziale che esiste nella nostra civiltà. Saro e Salvuccio. Il prete e il mafioso. Una storia di due fratelli. Due vocazioni a confronto. Due uomini so o lo sguardo dello stesso Dio. Insieme dopo tan Morna lavora come donna delle pulizie a Edimburgo e passa il tempo bevendo e cercando di capire la mente di suo figlio, il ventenne Joushua. Athol,; il fratello maggiore, vive invece vicino a Glasgow Air‐ port con la moglie e due figli. E’ il proprietario di una di a di piastrelle ed è orgoglioso dei suoi affari, conquista con fa ca nell’ovest della Scozia. Morna e AthoI non parlano da qua ordici anni. Nei loro monologhi alterna raccontano la propria vita, l’infanzia e i rappor con i genitori, facendo emergere sen men spesso contrastan . I ricordi e segre di fratello e sorella si intrecciano con l’arrivo di Joushua che a sorpresa andrà a trovare lo zio Athol, scatenando una serie di even nuovi e sorprenden . Questo testo poe co di Harrower ci parla della famiglia con ironia e amore. La mancanza di dialogo tra i due a ori in scena rende ancora più umana e auten ca l’incapacità di comunicare dei personaggi, che in realtà nella rappresentazione sembrano dialogare molto di più che nel loro passato. Lo spe a‐ tore non può non immedesimarsi nei loro confli e nelle loro soffe‐ renze: l’orgoglio che ci separa anche dalle persone amate, la difficoltà del perdono, il sen rsi a volte più estranei in famiglia che con il resto del mondo. (G. Rappa) GLI SPETTACOLI DELLA STAGIONE TEATRALE 18 aprile 2015 POTEVO ESSERE IO 2 aprile 2015 ADAGIO DI EMANUELLE DELLE PIANE DI RENATA CIAVARINO CON SARA CIANFRIGLIA, MAURO LAMANTIA, ALDO OTTOBRINO, SARAH PESCA CON ARIANNA SCOMMEGNA Un testo inedito di Emanuelle Delle Piane, drammaturga italo‐svizzera, sul tema della morte. Uno spe acolo sulla morte? Allegria! Viene da pensare, ma se della morte non si può ridere almeno si potrà sorriderne. SUPERVISIONE ALLA REGIA DI SERENA SINIGAGLIA La Morte che tormenta, preoccupa, che fa discutere o semplicemente arriva. Alla Morte c’è chi si prepara, chi l’aspe a, chi la ricerca volontariamente. C’è anche chi la organizza con metodo quando è ancora vivo e vegeto. Nove “dramme ”, ispira ad altre an Adagio musicali, dire da tre giovani regis , Elisa D’Andrea, Yuri D’Agos no e Elisabe a Granara, che andranno a comporre un unico spe acolo per ammiccare alla nera signora prima che lei, la morte, ci colga. "Il dramme o ‐ scrive l’autrice ‐ è una parola che non esiste (in francese), ma che ho inventato per l’occasione. In dramme o c’è la parola dramma, ovviamente, a cui è stato aggiunto “e o”; la serietà che molto spesso avvolge questo termine, è a enuata da quegli stessi aspe pate ci o tragici a cui sono lega . Più chiaramente, il dramme o è un dramma che deve essere preso alla lontana". I bambini coi genitori terroni che giocavano in cor le a lanciarsi palloncini con dentro le lame e, le mam‐ me che facevano le pulizie negli ospedali, i piedi impiglia in scarpe da tennis, con la punta tagliata che diventavano sandali da tennis, per risparmiare. I ragazzi che al parco si sputavano in faccia, dopo essersi ra i capelli in una piscina comunale, che face‐ vano la tangenziale contromano per scommessa, che facevano l’amore nei parcheggi vuo dei supermer‐ ca . Quei bambini e ragazzi poi sono cresciu : ognuno a procedere alla cieca cercando di salvarsi. Ma cosa ci fa salvare? E se uno si salva, veramente si è salvato? Cosa ci fa andare da una parte o dall’altra? Quante volte abbiamo de o: “Potevo essere io, e invece, poi, no.” “Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cor le. Niguarda. Periferia Nord Milano. Due partenze, stessi presuppos . Ma finali diversi. E in mezzo la vita. Un allenatore di kick boxing, la stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una cartomante, un animatore di matrimoni sulla Paullese…. Potevo essere io racconta tu o questo cercando la commedia che irrompe nella commozione. Un alles mento scarno, una frontalità assunta, senza mediazioni. Una sola concessione: affianco alle parole ci sono i video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non men re. Il bambino che siamo sta è lì sgranato in Super 8, metre guarda distese di finestre dal nono piano di un palazzo senza balconi e una voce dice “gira , s amo facendo il filmino. Sorridi!”. Si ringrazia: DOVE SIAMO CINEMA TEATRO GASSMAN Via IV Novembre 41 Borgio Verezzi (SV) ABBONAMENTI E PREVENDITA SINGOLI SPETTACOLI Singoli spe acoli: intero 18 € ‐ rido o 15 € Abbonamen : intero 115 € ‐ rido o 95 € La riduzione è applicata agli studen , ai soci dell’Associazione La Compagnia del Barone Rampante, agli under 10 e agli over 65. Biglie eria Cinema Teatro Gassman: Tu i giorni (escluse fes vità) dalle 16.00 alle 19.00 Tel. 019 615312 PER SAPERNE DI PIU’ Segreteria tel. 019 615312 [email protected] www.compagniabaronerampante.it Seguici su facebook! LA COMPAGNIA DEL BARONE RAMPANTE
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