sicilia

ANNO XXI Numero 11
21 MARZO 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
BUFERA FORMAZIONE
Nel fotomontaggio, Francantonio Genovese
I GIUDICI DI MESSINA
CHIEDONO L’ARRESTO
DEL LEADER DEL PD.
ECCO I RETROSCENA
DI UNA INCHIESTA
DESTINATA A RIDEFINIRE
GLI EQUILIBRI
DENTRO IL PARTITO.
E ALLA REGIONE
Holding
Genovese
21 Marzo 2014
il punto
EDITORIALE
Politica e affari
binomio perverso
Politica e affari. Il binomio che emerge
dall’inchiesta sulla formazione
professionale sfociata nella richiesta di
arresto dell’onorevole Francantonio
Genovese a Messina è un quadro davvero
disarmante. Da una parte il quadro
familistico, delle cose fatte in famiglia,
con la logica del piccolo clan: dispense,
incarichi, il rito benevolo dell’affiliazione.
Dall’altra la cintura dei professionisti, una
serie di soggetti al servizio della causa e
del vapore. Un coacervo di attività
aziendali, che si incrociano come in un
puzzle: lavagne, gessetti, compravendite
di corsi, affitti, rendicontazioni,
intestazioni a raffica. Un modo di
procedere utile a far venire il mal di testa
anche a quelli che fanno i corsi per
parrucchieri ed estetisti. C’è da dire che i
magistrati di Messina arrivano come al
solito troppo tardi. Quando la materia è
stata trattata dai giornali e la frittata è
fatta. Il settore spremuto a dovere. E le
inchieste raschiano il fondo del barile.
Genovese, mettendosi nella Formazione,
ha commesso un doppio errore: politico e
strategico. Politico perché il consenso non
si cerca con una trama così complessa,
quale quella dei corsi professionali: roba
da sindacalisti e biscazzieri da sottoscala.
Strategico perché non sono gli ereditieri,
ma gli scassinatori professionisti, il
binomio del ricatto lavoro-formazione,
quelli che puntano a fare soldi con il
sistema illusorio della promessa diluita
nel tempo di un lavoro, il vero furto
sociale degli ultimi anni.
Quello che emerge da questa inchiesta è
solo una grande dose di ingenuità e
dilettantismo, misto alla speranza del
sentirsi impuniti. Una partita a scacchi tra
pedine e cavalieri, ora del tutto
disarcionati. Vorremmo però che lo stesso
impegno utilizzato per facili prede come
Genovese i magistrati ora cominciassero
ad adottarlo per la nuova emergenza che
si vive il Sicilia, perché gli affari con la
Formazione li fanno i dilettanti. I
professionisti in Sicilia fanno cose più
“tecniche”: si infiltrano nell’Antimafia,
disegnano gli scenari contro le
emergenze, dettano sapide ricette per
superare le emergenze, attività nelle
quali sono veri specialisti. Sì, Anche quelli
sono affari. Politici e giudiziari
Massimo D’Alema
Gemelli per forza
DI
DOMENICO BARRILÀ
La presentazione del nuovo volume di
Massimo D’Alema, vero leader della sinistra del Pd,
fattosi surrogare alle ultime primarie dal
prestanome Gianni Cuperlo, è stata solennizzata dalla presenza di
Matteo Renzi, il nemico pro tempore del baffino. V’è ne sono stati
altri, di nemici interni, sempre poco fortunati. Lui, invece, è
inamovibile, aiutato da una sinistra, interna ed esterna al Pd, che
produce successori improbabili, anzi non ne produce affatto.
Ora è arrivato Matteo Renzi, candidato all’anonimato in altre
stagioni, ma fenomeno in questa. All’inizio D’Alema, come da
copione, aveva cercato di inattivarlo con il sarcasmo da (finto)
primo della classe. Forse era pure convinto di avercela fatta a
liberarsi della nuova insidia, dopo la vittoria di Pierluigi Bersani
alle primarie di fine 2012. Renzi, però, quanto a sete di potere è il
suo gemello identico, così è rimasto sul pezzo vincendo per
distacco le consultazioni che sceglievano il segretario dei partito,
portandosi a casa pure il premierato.
Comunque nessuno esulti, D’Alema è come Alien, e si è
preoccupato di mettere in anticipo il suo dna nel gelato del
presidente del consiglio, che ora se lo ritrova nella pancia, in
attesa di vederlo sbucare fuori dall’ombelico, nelle sembianze di
una creatura inafferrabile. Si, il baffino è immortale, la sua
dipendenza dalla politica ricorda quella Leonardo Sciascia per il
fumo, può essere curata solo con la politica stessa, magari con
dosi a scalare, questo lo sa bene anche Renzi, portatore del
medesimo paesaggio interiore, cinismo incluso. L’identica
dipendenza dislocata in due corpi diversi, produrrà un accordo.
Salvarsi reciprocamente è come accudire la parte di sé trasmigrata
nell’altro. Un dovere, un atto di autotutela per interposta persona.
La situazione del Paese, dal punto di vista del deficit e del debito,
è catastrofica, per questo a Renzi, se vuole evitare la
veltronizzazione, serve un partito in grado di assecondarlo. Dal
canto suo D’Alema necessita delle sue vitali dosi giornaliere di
cariche istituzionali. Ora ci sono due ghiotte scadenze alle viste, le
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano,
Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana
Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Graziella Lombardo
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
elezioni europee, innanzi tutto, con la cascata di commissari che
poi genereranno. Quindi il baffino si è sentito in dovere di
comunicare a Renzi, con un saggio ad hoc, che le loro idee di
Europa coincidono. Ci mancherebbe. Dopo, non molto dopo, ci
sarà il piatto più ricco, quello sfiorato proprio da D’Alema 8 anni
fa, la presidenza della Repubblica.
Passate le procelle e le gelosie del dopo primarie, i due
contendenti sono costretti a celebrare il rito della pacificazione, i
finti nemici, siamesi del potere, potrebbero rimanere senza
avversari, se non le loro smisurate ambizioni. La sinistra interna
al Pd si metterebbe in frigorifero da sola, mentre la minoranza
civatiana, ricca di vivacità ma povera di numeri, farebbe
testimonianza. Può darsi sia fantapolitica, tuttavia i tremendi
impegni europei potrebbero azzoppare anche un leader verboso
come Renzi ma privo della spinta propulsiva che può arrivare
solo se alle spalle c’è un partito compatto, quindi urge sedare le
sacche di resistenza all’interno del Pd attraverso annessioni di
peso.
Non sarà facile nei prossimi mesi trovare alchimie per portare a
casa soldi freschi, il Paese non regge più neppure un centesimo di
pressione fiscale, dunque quella porta è serrata, mentre l’Europa,
cioè la padrona di casa Angela Merkel, non si sposta dalla linea
del rigore, pure avendo accordato qualche buffettino
propagandistico al nostro presidente del consiglio. Questo
significa niente sconti sostanziali e rispetto del fiscal compact,
ossia piano di riduzione ventennale del nostro spaventoso debito
pubblico, che ci costerà ulteriori 50 miliardi di euro all’anno. Dove
si prenderanno questi danari Renzi non lo dice, forse non ne
possiede la più pallida idea, per adesso osserva sgomento il debito
salire senza sosta, solo a gennaio è aumentato di 80 miliardi.
L’emorragia è potente e le battutine non bastano, trovare il modo
per tappare la falla senza soffocare l’economia è impresa ai limiti
dell’impossibile. In certi casi la solitudine pesa e anche i
rottamatori possono diventati amanti del riciclo.
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21 Marzo 2014
riservato
MESSINA. Il secondo appuntamento dedicato al Mediterraneo vedrà l’esposizione del pittore di Gela Iudice sui clandestini
La Notte della Cultura diventa plurale
TOP SECRET
SOCIETÀ MISTE
MESSINA. La notte della cultura
diventa...plurale. Sarà infatti dedicato
alle culture del mondo che nei secoli
sono approdate in Sicilia il secondo dei
tre appuntamenti che l’assessore
Tonino Perna ha previsto per il 12
aprile. Il tema della seconda delle
“notti” nasce da un’intuizione del
predecessore di Perna, Sergio
Todesco, dimissionario dalla giunta
Accorinti perchè diventato direttore
della biblioteca regionale, e vedrà
come momento clou l’esposizione di
venti opere del pittore di Gela
Giovanni Iudice dedicate al tema
“spiagge e clandestini”, alcune delle
quali provenienti dalla collezione
privata dell’avvocato milanese
Giuseppe Iannaccone. L’artista da
anni segue il filone dei migranti e delle
condizioni disumane alle quali sono
costretti sia durante le traversate che
nel periodo di “fermo” una volta a
terra. Tema che ha portato uno dei
suoi dipinti, il 3x3 intitolato “umanità”,
ad essere definito da Arte Newspaper
(più prestigioso giornale d’arte del
mondo) “una delle poche perle rare
della biennale di Venezia del 2011”.
L’esposizione, che si terrà nel foyer del
teatro Vittorio Emanuele (che in una
MESSINA. Un nuovo esperto studia la transazione
Derivati al Comune
Arriva Cannizzaro
Pausa di riflessione al Comune di Messina
sulla “questione derivati”. Nominato un
nuovo consulente, esperto in finanza,
Giuseppe Cannizzaro di Messina, che ha già
passato al setaccio tutte le clausule capestro
sottoscritte dal Comune prima con Bnl, ai
tempi della giunta Buzzanca, poi con Dexia
Group, ai tempi dell’amministrazione
Genovese, dopo la sentenza negativa della
Cassazione che ha respinto il ricorso del
Comune, si sta valutando, con il supporto
tecnico del legale Nino Parisi, l’ipotesi di una
transazione globale con gli istituti di credito. I
primi approcci in questa direzione hanno già
delineato le linee-guida della possibile intesa
“tombale”. I contratti sottoscritti, secondo
l’analisi dei flussi, esplicherebbero i loro
effetti fino al 2036, con quote in gestione
che vanno da 86 a 190 milioni di euro. In
linea con tutte le amministrazioni che stanno
annullando i contratti, Messina studia
l’accordo meno oneroso di market-tomarket, la clausula che permette la
rescissione contrattuale con un
riconoscimento di un premio. Sul piatto della
trattative legale il ritiro delle cause promosse
in sede amministrativa e civile da parte
dell’ente.
Leonia spa, nominati
Ceccio e Grussu
MESSINA. L’esperto tributarista
Gianfilippo Ceccio e il commercialista Dario Grussu sono i due professionisti messinesi nominati dal
prefetto Chiusolo, commissario straordinario del Comune di Reggio,
per curare la liquidazione della Leonia spa, la società che si è occupata
a Reggio Calabria della raccolta e del
trattamento dei rifiuti, sotto la lente
della magistratura per infiltrazioni
mafiose.
TENDENZE
Messina, tre alberghi
diventeranno case di riposo
“Umanità”, tela di Giovanni Iudice del 2010
delle precedenti notti della cultura ha
ospitato la “Vucciria” di Renato
Guttuso), aprirà i battenti sabato 12
aprile, preceduta da un vernissage al
quale sarà presente l’artista, e si
concluderà l’8 maggio. Il catalogo
dell’esposizione sarà edito da Magika
edizioni, a cura di Giuseppe
Morgana e Katia Giannetto, e
porterà le testimonianze di Renato
Accorinti, sindaco di Messina da
sempre dalla parte degli “ultimi”, e di
Franco Montenegro, arcivescovo di
Agrigento e Lampedusa, isola che per
molti migranti è diventata una tomba.
I proventi del catalogo saranno
destinati all’acquisto di materiale
didattico per i migranti e per i giovani
svantaggiati di Messina.
(A.C.)
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6. Formazione, l’ora di Genovese
Il Gip De Marco convalida la richiesta di
carcerazione per il leader messinese del Pd.
Nel mirino una rete di enti che incrociavano corsisti, noleggi, consulenzer pagate
a peso d’oro. E tutto a spese di Mamma
Regione Sicilia
10. Messinambiente, si cambia
Alessio Ciacci nuovo “numero uno” dell’azienda
12. Un vaucher per Saija
L’imprenditore punta alla sindacatura
SICILIA
13. Via don Blasco, all’assalto
Fondi, espropri ed affari all’ombra dell’opera
che libererebbe la città dai tir. Ecco quali
16. Siremar, il no alla gara
Annullata la procedura che affidava
alla Compagnia delle Isole il ramo
d’azienda della Siremar
17. Villafranca, sogno da... A
La squadra alla sfida decisiva
18. Pacco tedesco
Multinazionale condannata per truffa
19. Avvocato sulla carta
A giudizio Patrizia Coppolino
20. Occupazioni da sgomberare
Il Pinelli a Messina il teatro Coppola a Catania
ECONOMIA
21. Il futuro? Nel...Pac
Rosa Giovanna Castagna, neo presidente
regionale della Cia guarda all’Europa
22. Alle estrazioni ci pensa Bruno
L’azienda nebroidea leader nella gestione
di cave, manutenzioni stradali e opere
idrauliche.
23. Ram, 600 milioni di investimenti
La Raffineria di Milazzo vara il piano
per il periodo 2014 - 2018
POSTER
26. Arte, Fai la cosa giusta!
Il Fondo per l’Ambiente Italiano apre le porte
della Prefettura e di San Giovanni di Malta
RUBRICHE
3. Riservato
4-5. Settegiorni
24. Consumatori / Consulenti
28. Libri/La Classifica
28. Lacerti di Letture
29. Nuove Visioni/Musica/De Gustibus
30-31. Lettere & Commenti
30. Qui Scuola
30. Heritage
30. Ecologia
31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
31. Animal House / Antibuddaci
centonove pagina 3
MESSINA. Più che una città turistica,
una città per la terza età. E’ la nuova
tendenza che prende piede sullo
Stretto. Dopo l’hotel Liberty di via
Primo Settembre altri due alberghi,
passati di mano a Messina, stanno
chiedendo il cambio di destinazione
d’uso per essere classificati come
“case di riposo”.
CONCESSIONII
Cava di San Marco,
fascicolo al Prefetto
MESSINA. E’ finito sul tavolo del prefetto di Messina, Trotta, il braccio di
ferro tra l’impresa Agnello di Brolo
e la ditta Teodoro Bruno relativa alla
concessione quindicennale per lo
sfruttamento della cava di San
Marco d’Alunzio. La titolarità della
concessione, secondo il Comune di
San Marco d’Alunzio, andrebbe riconosciuta al primo concessionario,
Agnello. Non è dello stesso avviso
l’avvocato Starvaggi, che ha Presentato denunce per conto di Bruno a
ben quattro Tribunali.
21 Marzo 2014
settegiorni
CHI SALE
Lucio Catania
SAN FILIPPO DEL MELA. Il segretario comunale di San Filippo del Mela si appresta ad
essere nominato vice presidente di sezione della commissione tributaria provinciale. Catania, 49 anni, sarà il vice
presidente più giovane della Sicilia e tra i più giovani d’Italia.
Fino ad oggi ricopriva la carica
di giudice tributario.
Filippo Nicosia
MILANO. Va “Leggiu, leggiu”,
ma macina chilometri di lettura.
Il Fiat 900 Panorama del libraio
itinerante messinese va “Pianissino”, ma, con il suo carico di
libri, è arrivato fino a Milano,
davanti alla scuola elementare
di via Vigevano dove, invitato
dall’editore Terre di Mezzo, ha
dato corso alla lettura di brani
per l’infanzia.
MESSINA
Mostra ceramiche Zipelli,
centinaia di visite in Ateneo
Messina. Sono state oltre un centinaio le
visite, registrate nella mattinata di giovedì 20,
alla mostra di antiche ceramiche della
collezione “Zipelli” che è stata allestita
nell’Antiquarium dell’Università.. I primi ad
arrivare sono stati gli alunni di seconda media
della sez. A e C “Don Orione”dell’Istituto
comprensivo “Giovanni XXIII” .
I ragazzi accompagnati dalla Preside e dalla
professoressa Arena sono stati accolti da
Giacomo Pace Gravina, delegato del Rettore
Vincio Siracusano
MESSINA. Il dj, tra i fondatori
dei seguitissimi Audiodrama, si
è laureato in architettura discutendo una tesi sui Bozzetti di
Giulio Aristide Sartorio per i
mosaici del Duomo di Messina.
La discussione è stata caratterizzata da un virtual Tour e da
una ricollocazione virtuale dei
mosaici. Sorpresi gli amici, che
lo hanno visto in giacca e cravatta e lo hanno sentito chiamare “Vincenzo”.
Gaetano Cacciola
MESSINA. L’assessore alla Mobilità del comune di Messina ha
incassato uno spiritoso supporto da parte dei consiglieri di
“Cambiamo
Messina
dal
basso”. Minacciato da ignoti
con la frase «hai gli squali intorno», i quattro consiglieri
hanno fatto trovare sulla porta
del gruppo una vignetta con
scritto: «Forza Assessore» e un
segnale di divieto d’accesso ai
predatori del mare.
Messina, le discriminazioni dei migranti in una conferenza alla Provincia
MESSINA. Oggi, venerdì 21 marzo, alle 10, si svolgerà nel Salone degli Specchi
della Provincia Regionale la conferenza "Le discriminazioni e le persecuzioni dei
migranti disvelate dal giornalismo d’inchiesta. L’incontro è a cura
dell’associazione Migralab “A. Sayad” di Messina. Alle 16 al Palazzo della Cultura
è prevista la tavola rotonda sul tema "I Comuni e l’accoglienza dei migranti"
Messina, architetti a confronto su terremoti e maremoti nello Stretto
MESSINA. Si svolgerà sabato, alle 9, al Teatro Vittorio Emanuele il simposio dal
titolo “Terremoti e maremoti nell’area dello stretto. Studi e analisi dei processi
che precedono eventi sismici e strategia per la mitigazione del rischio”. Evento
organizzato dall’Ordine degli Architetti con la collaborazione della Fondazione
Architetti nel Mediterraneo, delI’Ingv e dell’Enea.
Messina, arriva il mercatino di primavera “I giardini di Marzo”
MESSINA. L’iniziativa si chiama “I giardini di Marzo” ed è prevista per domenica
23 marzo. Un mercatino di primavera che si svolgerà dalle 11 alle 18 al ristorante
Verdepetrazza, nei locali di Forte Petrazza a Camaro Superiore.
Spadafora “rivive” la festa di San Giuseppe con le immagini sacre
Benedetto Sidoti
PATTI. Il funzionario della Provincia regionale sembra essere
diventato un jolly. Oltre a ricoprire l’incarico a Palazzo dei
Leoni, Sidoti, nel giro di pochi
giorni, è stato nominato in rappresentanza dell’ente in due distinti consigli di amministrazione, entrambi nel comune di
Patti: le ipab Santa Rosa e
Sciacca Baratta. Quasi certamente dovrà lasciare una poltrona.
SOCIETÀ
SPADAFORA. Una mostra di immagini della sacra famiglia fino a sabato 22 fa
rivivere il sapore delle tradizioni religiose dentro il castello spadaforese.
Grazie alla Confraternita di San Giuseppe, trascinata dalla guida di Mimmo
Alizzi, e alla Pro Loco locale del presidente Piero Giacobello, nelle stanze del
maniero sono stati allestiti dei pannelli con le immagini sacre di varie
collezioni di appassionati del comprensorio.
alla Gestione del Patrimonio artistico e
culturale dell’Ateneo e curatore della mostra.
Nel pomeriggio la visita degli allievi del Master
universitario di I livello ed in apprendistato
“Esperto in management di strutture
alberghiere , agenzie di viaggi e tour
operator”, guidati da Filippo Grasso,
direttore del Master. A partire da prossimo
aprile, invece, la mostra sarà aperta al
pubblico ogni primo giovedì del mese dalle 9
alle 13. Al di fuori dei giorni programmati, la
mostra potrà essere visitata da gruppi non
inferiori a 25 persone su prenotazione; a tal
fine sarà necessario inviare una mail avente
per oggetto “Visita mostra Zipelli” al
seguente indirizzo mail: [email protected]
INIZIATIVE. Le selezioni di Travelexpo entro il 30 marzo
“Penne in Agrodolce” cerca giornalisti-cuochi
Sono ancora aperte le selezioni per i giornalisti con la
vena culinaria. Anche quest'anno infatti Travelexpo, il
Salone internazionale del Turismo in programma dall’11 al
13 aprile, sta cercando reporter che abbiano la voglia di
cimentarsi nella cucine di Città del Mare nella ricetta a loro
più congeniale. Per la quattordicesima edizione di “Penne
all’Agrodolce” saranno 8 gli sfidanti che prepareranno il loro piatto forte. Sia che si
tratti della tradizione gastronomica siciliana o italiana che di piatti con influenze più
esotiche. L'obiettivo sarà conquistare i voti della giuria popolare e quella degli chef
professionisti. I giornalisti potranno iscriversi al concorso fino al 30 marzo 2014,
utilizzando il form di iscrizione disponibile sul sito www.travelexpo.it
EVENTI. La gara prevista il 26 e il 27 aprile. Organizzata dalla Messina Racing Team in collaborazione con il Comune
Messina scalda i motori, al via il “1° Rally Day”
Al via il “1° Messina Rally Day”. La manifestazione sportiva
della Scuderia Messina Racing Team, presentata nei giorni scorsi
al Comune di Messina, è in programma per sabato 26 e
domenica 27 aprile. Ed ha ottenuto la collaborazione del sindaco
Renato Accorinti che, nel corso della conferenza stampa, si è
soffermato in modo particolare sull’importanza dell’educazione
stradale. «Mi piace parlare di sport nel pieno rispetto delle
regole – ha detto il primo cittadino - educare alla legalità, a
partire dalle nuove generazioni, è molto importante». Non a
caso, infatti, nel programma della manifestazione è stato
inserito anche un incontro sul tema della sicurezza stradale
rivolto agli studenti messinesi. Intanto la macchina organizzativa
si è già messa in moto per curare i dettagli della competizione
che partirà da Piazza Unione Europea, dinnanzi al Municipio.
«Questa iniziativa - continua Accorinti - ha un forte valore
simbolico per una città come Messina che ama questo sport e
che ha alle spalle una grande tradizione».
Della prerogativa dell’Automobile Club Italia in genere e di
centonove pagina 4
quello messinese in particolare, verso lo sport e le iniziative
promozionali legate alla sicurezza e al turismo, come è il rally, ha
parlato Massimo Rinaldi, presidente dell’AC Messina. «Spero ha detto - in un dialogo sempre più diretto ed aperto con
l’amministrazione comunale che ha già dimostrato particolare
interesse nei confronti di questa manifestazione. E’ stato, invece,
Mauro Amendolia, direttore sportivo della Messina Racing
Team, ad esporre tecnicamente il programma della
competizione.
Le verifiche sportive sono previste nel pomeriggio di sabato 26
all’interno del Municipio di Messina e quelle tecniche in Piazza
Unione Europea. Mentre alla sera è prevista la Cerimonia di
partenza dalla Piazza. Domenica 27 le due prove speciali “Colli
San Rizzo” e “Campo Italia”, ciascuna da percorrere tre volte.
Parchi assistenza e riordinamenti presso il Centro Sportivo
Universitario di Messina in Viale Annunziata.
Traguardo finale e premiazione di nuovo in Piazza Unione
Europea alle 18 di domenica 27 aprile.
21 Marzo 2014
settegiorni
PREMI. Il regista messinese triofa con“Come le Onde” dove parla delle case basse di villaggio Paradiso. Con Maria Costa
Fabio Schifilliti vince il Cubo Vision Award
MESSINA. Doppietta di premi per Fabio
Schifilliti a Roma: il giovane regista
messinese ha vinto il Cubo Vision Web Film
Award nella categoria miglior documentario
e il premio speciale del concorso nazionale,
assegnato dalla giuria presieduta dal
cineasta americano Ron Howard. A
consegnargli i prestigiosi riconoscimenti, che
l'hanno visto primeggiare fra 300 colleghi
iscritti da tutta Italia, Carlo Verdone,
particolarmente felice di aver fatto parte
della commissione giudicatrice: «Con
sorpresa abbiamo riscontrato un alto livello
di qualità delle opere, ci sono professionisti
emergenti davvero interessantI».
Alla cerimonia di premiazione, al cinema
The Space di Piazza Repubblica, diversi
interpreti del cinema italiano: oltre Verdone,
Claudio Bisio e Alessio Boni, anche gli attori
Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia
Guidone, Francesco Bracci e Milena
Vukotic, interpreti dell'ultimo film di
Francesco Bruni "Noi 4", proiettato in
anteprima. Lo stesso Bruni, già premio
Controcampo alla Mostra del Cinema di
Venezia, David di Donatello e Nastro
d'Argento per "Scialla!", ha fatto parte
della giuria del bando promosso dalla tv di
Telecom Italia, insieme con Cristiana
Capotondi, Paolo Del Brocco, Raffaella
CHI SCENDE
Piero Poguish
MESSINA. Il componente il direttivo del Partito democratico
di Messina mostra di non
amare i giiornalisti: alla riunione della direzione a Cristo
Re ha sbarrato il passo agli operatori di una televisione nazionale, che nel frattempo rimprendevano
la
scena
mostrandolo come un buttafuori.
Stefania Scolaro
Il regista Fabio Schifilliti premiato a Roma dall’attore Carlo Verdone
Leone e Guglielmo Scilla. All'unanimità
hanno apprezzato il lavoro del regista dal
titolo "Come le onde", che racconta la
storia delle "case basse" del villaggio
Paradiso di Messina, arricchita dalla voce
narrante della poetessa siciliana Maria
Costa. Il Cubo Vision prevede per il primo
classificato uno stage di dieci giorni a
Hollywood al fianco di Howard: un "sogno
nel cassetto" per chiunque voglia lavorare
nel grande schermo. Schifilliti era stato già
applaudito a Salina, celebre isola del film
"Il Postino", nella kermesse Mare Festival.
Appena 28enne, ha ricevuto due premi nel
2012 e 2013, per aver firmato il
documentario biografico su Giuseppe
Tornatore, dal titolo "Nell'occhio di un
genio", di recente proiettato a Messina
alla presenza del celebre premio Oscar, e il
thriller "The Circle", realizzato insieme con
il laboratorio di cinema del liceo scientifico
Seguenza, il Centro internazionale di studi
sulle arti performative dell'Università di
Messina e LifeSolution.
ROSA E NERO
Scaletta in festa per i 100 anni di nonna Maria
SCALETTA ZANCLEA. Cento anni per nonna Maria. La comunità
scalettese ha festeggiato martedì scorso la signorina Maria
Falconeri, a tutti nota come “a bidella”, per aver raggiunto il
traguardo del secolo di vita. Per festeggiarla è stata celebrata
dal parroco Padre Jean Claude nella chiesa dedicata alla
Madonna del Carmelo l’Eucaristia di ringraziamento.
Sant’Angelo di Brolo, 103 candeline per nonna Carmela
MONFORTE SAN GIORGIO. Presenti 800 ragazzi della Diocesi
La Quaresima della Pastorale giovanile
Quaresima di riflessione per gli operatori della Pastorale
giovanile guidata da Padre Dario Mostaccio. Domenica 16 marzo,
a Monforte San Giorgio, per la giornata di ritiro quaresimale il
Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di
Messina ha raccolto oltre 800 adolescenti e giovani provenienti da
Contesse, Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga, Giardini
Naxos, Barcellona, Fiumedinisi, Torregrotta, Olivarella, Milazzo e
da tanti altri centri della provincia. Il ritiro quaresimale, intitolato
“Ma come ti vesti?!”, ha avuto la riflessione sui brani liturgici
curata da Don Federico Porrello, della Diocesi di Roma. La
“provocazione” per la curiosità giovanile dello slogan scelto per la
giornata la spiega Padre Mostaccio:”Il Vangelo fa riferimento alle
vesti candide come neve - sintetizza Padre Dario, che ha ricevuto
varie esortazioni a continuare il suo impegno, dopo l’intimidazione
che ha subito con l’incendio della sua automobile - Vestiti interiori,
ovvero ai doni della fede che abbiamo ricevuto col Battesimo.
Siamo veramente testimoni luminosi della Parola di Dio?”. Nel
pomeriggio la solenne concelebrazione eucaristica presieduta
dall’Arcivescovo di Messina Mons. Calogero La Piana(nella foto
riceve il saluto del sindaco di Monforte Giuseppe Cannistrà).
SANT’ANGELO DI BROLO. Centotre candeline per nonna
Carmela Caruso di Sant’Angelo di Brolo. L’anziana signora,
che vive in contrada Santa Maria Lo Piano, ha festeggiato
con una mega torta e una visita del sindaco Basilio Caruso.
Milazzo, Frà Alessandro Sframeli sarà presbitero il 6 aprile
MILAZZO. Ordinazione presbiterale al Santuario San Francesco
di Paola. Domenica 6 aprile, alle 18, sarà ordinato sacerdote
Frà Alessandro Sframeli. Il giorno dopo la sua prima
celebrazione eucaristica a Monforte San Giorgio.
MESSINA. Il medico-attore scomparso a 66 anni
Si è spento Franco Toldonato
Franco Toldonato, scomparso a 66 anni, era un medico
prestato al teatro. Calcava le scene per la sua grande
passione come salvare una vita umana. Va sicuramente
ricordata l'assistenza che prestava agli anziani nella casa
di cura dell'ex Città del ragazzo. Già dal tempo di "Messinesissima" ebbe
occasione di esplicitare il suo talento d'attore e di autore. In "Messina
anni Cinquanta" aveva ricordato sul filo della nostalgia personaggi e
abitudini di quegli anni d'oro della nostra città. Per un periodo prese in
gestione il teatro Pirandello alla Città del ragazzo. Ultimamente aveva
partecipato a due film: "Scosse", dedicato al terremoto del 1908, e
"Sicilian comedy" di Daniele Gonciaruk. Franco lascia un vuoto
incolmabile per la moglie Patrizia, il figlio Claudio, maestro compositore.
centonove pagina 5
MILAZZO. Il vice sindaco di Milazzo rimane attaccata alla poltrona. Nonostante i cinque consiglieri comunali del suo
partito, il Pd, abbiamo “sfiduciato” l’amministrazione Pino e
chiesto di abbandonare l’incarico, la coriacea dirigente scolastica non ne ha alcuna intenzione.
Pietro Navarra
MESSINA. Il rettore dovrà rimettere mano al sito istituzionale dell’Università degli Studi
di Messina. Con alcuni motori di
ricerca, sia la homepage che le
sezioni sono infarcite da finestre pubblicitarie esterne (a pagamento) e da pop up che rendono la navigazione quasi
impossibile.
Antonio Ortoleva
SANT’AGATA MILITELLO. Sciatore o terrorista? L’ex consigliere della Provincia regionale
di Messina in vacanza sulla
neve a Breuil (cervinia) corre il
rischio di far terrorizzare chi ha
la ventura di incontrarlo sulle
piste. Ortoleva, infatti, è stato
ritratto in una foto su facebook
in cui più che un atleta per proteggersi dalla basse temperature è travisato da “bombarolo”.
Luca Bianchi
MESSINA. «Il Pd ha commesso
degli errori: trascurare il passaggio in aula del decretolegge
sui pagamenti perchè impeato
inn discussioni sul rimpasto
della giunta». Sono le motivazioni con le quaòi l’assessore
regionale alle Economia ha gettato la spugna, abbandonando
la poltrona nell’esecutivo Crocetta. Il primo colpo “mortale”
all’attività svolta dal tesserato
del Partito Democratico era arrivato dal commissario dello
Stato Carmelo Aronica, con la
maxi impugnativa alla finanziaria regionale.
21 Marzo 2014
primopiano
TERREMOTI. Il Gip convalida la richiesta di carcerazione per il deputato e leader del Pd di Messina
Formazione, l’ora di Genovese
La palla passa adesso alla Camera. Nelle quasi 400 pagine dell’ordinanza, un sistema familiare di società
collegate, affitti, noleggi, assunzioni e consulenze. Tutto a spese della Regione. Ma anche della Tourist
DI
DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Una bomba giudiziaria che
diventa politica e potrebbe anche
diventare economica. La richiesta di
arresto in carcere per Francantonio
Genovese firmata dal Gip Giovanni
De Marco vola alla Camera dei
deputati e aleggia su una Messina divisa
tra “bagnatori di pane” e partecipanti a
un sistema che dallo Stretto rimbalzava
su Palermo, Trapani, Agrigento e le altre
province grazie alla politica.
L’INCHIESTA. Portata avanti da
Sebastiano Ardita, da un anno
puntava a toccare il presunto vertice di
quella che, nell’ordinanza del giudice
per le indagini preliminari, si configura
come una vera e propria associazione.
Un’associazione di parenti e fedelissimi,
di tante sigle collegate fra loro, di
prestanome, di acquisti, affitti e noleggi,
con due basi operative: via Primo
Settembre a Messina, sede della
segreteria di Genovese, e l’assessorato
alla Formazione e Istruzione di Palermo.
LE MISURE. Quelle in carcere per il
deputato ed ex segretario del Pd e ai
domiciliari per Salvatore Lamacchia,
Domenico Fazio, Roberto Giunta e
Stefano Galletti sono l’ultima pianta
nata da un terreno il cui humus sono
tredici faldoni che ormai arredano le
stanze della Procura. L’attività
d’indagine riguarda complessivamente
25 persone, sotto indagine a vario titolo,
per un totale di ben 54 capi
d’imputazione. Indagati nell’ambito
dell’inchiesta sono la consore di
genovese, Chiara Schirò, Franco
Rinaldi (deputato all'Ars e cognato di
Genovese), la moglie Elena Schirò, la
cognata Giovanna Schirò, i coniugi
Francantonio Genovese con la moglie Chiara Schirò
Natale Lo Presti e Giuseppina
Pozzi, i fratelli Natale e Melino
Capone, l’ex tesoriera del Pd
Concetta Cannavò, Liliana Imbesi,
il costruttore Orazio De Gregorio,
Francesco Buda, Roberto La
Fauci, Salvatore Natoli, Antonio
Di Lorenzo, Paola Piraino,
Francesco Cambria, Liliana
Chiaia, Elio Sauta e Graziella
Feliciotto. Nel mirino, le attività a
delinquere, di cui, secondo la Procura e
il Gip, il deputato nazionale del Pd
(sospesosi dalle cariche) sarebbe capo e
promotore, attraverso una associazione
finalizzata alla commissione di una serie
indeterminata dei reati di peculato,
truffa aggravata, riciclaggio, falso in
bilancio, reati finanziari e contro la
pubblica amministrazione (in concorso
con pubblici ufficiali), grazie alle attività
degli enti di formazione professionale
Aram, Lumen, E.S.O.F.O.P., Training
Service, L&C Learning & Consulting,
Cesam, Apindistria, Ecap, Ial, Enfap,
Reti (direttamente o indirettamente
riconducibili) e delle società Caleservice
srl, Centro Servizi 2000 srl, Sicilia
Service srl, Elfi Immobiliare srl, Trinacria
2001 srl, Napi Service srl.
PERCORSI PARALLELI. Alcuni enti
erano già nell’orbita di Genovese, altri
furono acquisiti dopo un determinato
passaggio politico: l’ingresso nella giunta
regionale del Pd con una cena
organizzata proprio a casa del leader
messinese in cui si sancì l’ingresso alla
Formazione di Mario Centorrino, in
barba alla mozione del segretario
regionale eletto (e sostenuto da
Genovese), Giuseppe Lupo, che era
contraria ad aperture di credito al
presidente Raffaele Lombardo. Da
quel momento, il nuovo assessore e il suo
staff, dove entra Salvatore
Lamacchia, si mettono a lavoro per
una riforma che mette in crisi alcuni
storici colossi, attraverso l’istituziuone del
parametro unico per le ore, e aprendo le
porte a enti che prima non potevano
accedere ai fondi per la Formazione. Ed è
così che passano di mano Ial Cisl e Enfap
e vengono acquistate tante strutture più
piccole, ma utili.
SCAMBIAMO GLI ALLIEVI? Grazie
ad alcune intercettazioni della
Procura di patti, il Gip descrive la
pratica del commercio dei corsisti,
fondamentali per i finanziamenti.
Dalle intercettazioni emerge come i
corsisti venissero scambiati a
“pacchetti”, “come voti di una
campagna elettorale inquinata”. In
cambio, si era disposti a corrispondere
una quota dei finanziamenti ricevuti.
Esemplare, ad esempio, la trattativa
riferita da Massimiliano
Lamacchia alla moglie con Elena
Schirò e tale “Giarrizzo”, dipendente
del Consorzio Noè di Patti: questi
avrebbe “venduto” 17 apprendisti al
gruppo facente capo alla Schirò in
cambio di una quota dei
finanziamenti. Addirittura aveva
chiesto il 10%, ma tutto si chiuse con
un 15 sugli importi finanziati.
ASSUNZIONI FAKE. Insieme ai
finanziamenti che aveva ottenuto,
l’acquisto dell’Enfap portò con sé anche la
CONSEGUENZE
Maxisequestro al via
FIRMATO IL 17 MARZO IL DECRETO CHE BLOCCA
CONTI CORRENTI DEI PROTAGONISTI E DELLE SRL
MESSINA. E, insieme all’ordinanza, viaggia anche il
decreto di sequestro preventivo a carico di
Francantonio Genovese, Roberto Giunta, Elio
Sauta, Giovanna Schirò, Stefano Galletti,
Giuseppina Pozzi, Cettina Cannavò, Natale Lo
Presti, Chiara Schirò, Graziella Feliciotto, Melino
Capone, Natale Capone, Orazio de Gregorio,
Franco Rinaldi e Salvatore Natoli, tutti chiamati,
secondo l’istanza del pubblico ministero dello scorso
28 dicembre, accolta dal Gip il 17 marzo, a risarcire
gli importi relativi ai valori corrispondenti al profitto
dei reati che sono stati rubricati. E così, il giudice per
le indagini preliminari Giovanni de Marco ha
disposto il sequestro preventivo delle somme
esistenti su conti correnti bancari o postali, o su
qualunque rapporto acceso presso istituti, intestati a
persone fisiche e agli enti indicati (in caso di
cointestazione nei limiti della quota di pertinenza),
fino alla concorrenza dei seguenti importi. Roberto
Giunta, 333.003; Elio Sauta, 681.350; Giovanna
Schirò, 74.495; Stefano Galletti, 307.000; Giuseppina
Pozzi, 354.350; Cettina Cannavò, 95.430; Natale Lo
Presti, 661.350; Chiara Schirò, 119.552; Graziella
Feliciotto, 20.000; Melino Capone, 53.000; Natale
Capone, 53.000; Orazio de Gregorio, 71.250; Franco
Rinaldi, 81.920; Salvatore Natoli, 307.000; Sicilia
Service srl, 307.000; Na.Pi. Service srl, 354.350; Centro
centonove pagina 6
Servizi 2000 srl, 235.424; Caleservice srl, 235.424,92. Il
sequestro più cospicuo va a toccare direttamente
Francantonio Genovese, per una cifra complessiva
pari a 733.659. Le somme ricomprendono anche gli
importi quantificati dalla Guardia di Finanza per i
reati tributari.
Nello scorso mese di luglio, erano già stati posti
sotto sequestro beni per diversi milioni, sempre su
disposizione del gip di Messina. Il provvedimento era
stato eseguito dalla Guardia di finanza. I sigilli erano
stati posti a conti correnti e attività economiche in
istituti di credito per complessivi 3,5 milioni di euro.
Sequestrati anche due immobili nel centro di
Messina, uno dei quali di particolare pregio e
grandezza. Il sequestro preludeva alla confisca dei
beni anche se parti delle somme avrebbero potuto
essere recuperate e restituite ai corsisti. (D.D.J.)
21 Marzo 2014
primopiano
IN PILLOLE
possibilità di assumere dipendenti che poi
non si recavano a lavoro. Tutti
dell’entourage di Genovese. Ma, come è
noto, in famiglia possono nascere
delusioni e rabbie. Come quella di
Domenico Fazio (che in passato si era
speso in persona con Orazio La Ganga,
funzionario della Regione, sollecitando la
liquidazione di progetti NT Soft e
Apindustria), ripagato con appena 1150
euro al mese. Un affronto che lo porta a
dire a Piero Poguish: “Quasi quasi
vado veramente a lavorare allo sportello”.
CALESERVICE. Il Gip la definisce una
“cartiera”. In che senso? La società di
famiglia che emetteva fatture per i servizi
resi da Genovese “non aveva alcuna
struttura o organizzazione idonea ad
erogare i servizi indicati nelle fatture, ne
è stato riscontrato alcun servizio
concretamente pagato. Tutti i movimenti
di denaro avevano come base la società”.
LE CONSULENZE. Da avvocato, il
deputato guadagnava cospicue somme
di denaro anche da società non
appartenenti alla Formazione. È il caso
di Tourist Ferry Boat e Caronte & Tourist
spa, di cui è comproprietario. Così le
fatture riguardanti la prima: 408.000
euro nel 2006, 357.000 nel 2007,
459.000 nel 2008, 402.900 nel 2009,
353.000 nel 2010, 291.200 nel 2011 e
altrettanti nel 2012. Così, invece,
Caronte & Tourist; 147.900 nel 2009,
162.240 nel 2010, 124.800 nel 2011 e
161.200, l’anno seguente. Prestazioni
anche per un’altra proprietà navale, la
Ngi, ma anche dal Consorzio Autostrade
Siciliane: 121.302. Eppure, scrive il Gip,
“ secondo quanto riferito dal notaio
Parisi, che pur avrebbe rogato un
notevole numero di contratti aventi
come parti il Genovese o le società ad
esso riferibili, questi non svolgerebbe,
sostanzialmente, attività di avvocato o
di professionista, né avrebbe mai svolto
attività di consulenza nei confronti delle
società al medesimo riconducibili”.
STRATEGIE ED ECCESSI. A spingere
gli inquirenti, una circostanza: il sistema
Genovese non si limitava solo a “fare
impresa” con i soldi pubblici, attraverso i
quali poteva gestire un bel po’ di
assunzioni, ma andava oltre, come
dimostrano i corsisti a pacchetto, i
noleggi e gli affitti incrociati tra le diverse
società (tutte “imparentate” tra loro) e le
consulenze. Ciò che si elaborava a
Messina, veniva certosinamente seguito a
Palermo all’interno dell’amministrazione,
dove si poteva anche aver peso su scelte
non necessariamente “lucrative”, ad
esempio le sedi scolastiche e le dirigenze.
IL DIALOGO. Troppi nipoti per l’onorevole
Parenti & guai
LUIGI GULLO E SALVATORE LAMACCHIA ANALIZZANO I PROBLEMI
DEL CAPO. E SCONFINANO IN SEQUESTRI E PRESTANOME
MESSINA. I problemi di Francantonio? Derivano dai
parenti: quelli della moglie e quelli acquisiti. Di questo
conversano in auto l’ex consigliere provinciale Luigi Gullo
(già candidato a sindaco di Patti) e Salvatore Lamacchia
all’indomani dell’ordiunanza cautelare che ha portato al
sequestro di alcuni beni, il 9 luglio 2013. Parlano quindi del
danno derivato dal sequestro dei beni e del prestanome
messo da Genovese alla testa di Caleservice.
GULLO: “Non ha ‘ndrangheta, non ha… minchia e se ne è
uscito,,, e la dico qya e l’ho pure detto… l’87% l’88% delle
responsabilità è determinata dal cniugio…”
LAMACCHIA: “Sì, sì”
GULLO: “Perché se non c’era quella sfilza di persone da
allocare, non aveva il pèroblema, perché poi il problema
perché diventano i 1500 euro… perché deve dare 1500
euro a questo nipote, e a questo che facciamo non gli
diamo nioente? Poi ogni nipote si fa fidanzato… ci sono i
suoceri, i consuoceri… mamma mia…”
LAMACCHIA: “Entri in un meccanismo bestiale…”
GULLO: “Cioè sono sei sorelle? Non so diciotto figli hanno
in sei?”
LAMACCHIA: “Mah, un bel numero”
GULLO: “Sono tutti fidanzati, poi ci sono le famiglie dei
fidanzati… cioè è una cosa… io mi ricordo allo studio,
arrivava gente… sono il nipote di Francantonio… in realtà
era il fidanzato”
LAMACCHIA: “Si poi quelli sono più pericolosi ancora…”
GULLO: “E penso che là siamo perché poi se tu pensi
quante persone erano coinvolte nella famiglia e il numero
è destinato a crescere perché ancora manca il pezzo più
grosso, Salvatore tu lo sai quale è, no? Il pezzo più
grosso?”
LAMACCHIA: “Si, certo”
GULLO: “Certo lui quando fa 18 anni è candidato alla
Regione…”
LAMACCHIA: “Anche capisci io lo vedevo nella
quotidianità, nella eccessiva presenza su tutto, su
qualunque cosa…”
GULLO: “Sì, il cerchio magico non era di collaboratori
politici, era di sera a tavola… e non si vede… Io ho un’altra
convinzione… parlando con un amico comune collega
mio… a lui lo vogliono mettere dentro… a lui lo vogliono
prendere qua…”
LAMACCHIA: “Già oggi lo hanno fatto”
Salvatore Lamacchia
GULLO: “…nella tasca… che gli hanno sequestrato?”
LAMACCHIA: “Certo… i beni legati agli affitti
(incomprensibile)”
GULLO: “Ah… vogliono arrivare in alto…”
LAMACCHIA: “La…”
GULLO: “E lo ammazzano… Michia tu devi vedere la
pericolosità della magistratura…”
LAMACCHIA: “No, certo… a me la cosa che mi sembra più
strana è il fatto che lui non si sia attrezzato, non è che ci
vuole niente,! Certamente…”
GULLO: “A me quello che mi da fastidio e che io ho
contezza che c’è stato un momento che a lui glielo hanno
detto se fai così… se fai così… se fai così ti danno… allora
un cretino come me, l’ultima ruota del carro, no di quelli
avvocati… di quelli di scorta (incomprensibile)… vuoi
vedere yba cosa… mi sono chiamato a (incomprensibile)…
ma chi cazzo ti è venuto… prendi un cretino come me…”
LAMACCHIA: “No, gliel’ho detto pure io prima”
GULLO: “Ti sto dicendo , ma io non lo sap… i meccanismi
non li conoscevo… quando sono entrato e ho visto come
funzionavano… ma chi cazzo ti porta… cioè è ovvio che…”
LAMACCHIA: “Certo…”
GULLO: “No è trasparente… no, è un problema”
LAMACCHIA: “Così mi ha detto.. a me ha detto la prima
volta che gli ho posto il problema che lui… discutevamo
dice sai chi mettiamo chi non mettiamo… io vorrei che
tu…ah, io metto… gli ho detto ma scusa… Ma poi per
quale motivo?”
GULLO: “Ma poi per quale motivo?”
LAMACCHIA: “Meglio essere trasparenti perché col
prestanome, poi, comunque…”
GULLO: “…cioè, a prescindere che poi, quando quella
diventa la presidente della società che ti affitta le cose
(incomprensibile)… Calaservice giust, là… gli hai firmato…
la dichiarazione…”. (D.D.J.)
centonove pagina 7
Basta una tessera
LE CHIACCHIERATE CON LUDOVICO
ALBERT E CON GALLO, CHE DICE...
Spulciando tra le intercettazioni che
arricchiscono la corposa ordinanza firmata
dal gip De Marco, due danno la misura di
quanto il personaggio Genovese potesse
essere determinante per la qualificazione
di un funzionario, il questo caso un
dirigente generale, e come, nel suo
ambito, venisse analizzata la giustizia
messinese nei suoi cambi di vertice
G ALBERT E GENOVESE. È il 4 dicembre
2011, quando viene captata questa
conversazione tra il dirigente generale
alla Formazione, Ludovico Albert, e
Salvatore Lamacchia. Oggetto? L’incontro
avuto il giorno prima con Francantonio
Genovese .
ALBERT: “Sono molto arrabbiato con te
(ride)”
LAMACCHIA: “Stai rientrando”
ALBERT: “Sto andando, andiamo a Cefalù
a vedere l’Antonello da Messina”
ALBERT: “Siamo stati molto bene, siamo
stati molto bene, eh?”
Successivamente il 30 agosto, Albert dirà
a Lamacchia, parlando delle sue dimissioni:
“MI accusano di essere colui che ha creato
la strada del tuo amico Francantonio…”
G LA MAGISTRATURA. Mentre è intento
alla stesura dello Statuto dell’ente appena
acquistato dalla Uil, l’Enfap, Francesco
Gallo, già assessore della giunta Genovese
quando era sindaco di Messina che
segretario provinciale del Pdm parla con
Lamacchia della magistratura in generale
e messinese in particolare. È il 9 luglio 2013
LAMACCHIA: “Ah, oggi hanno indagato
a Lombardo ed al figlio per voto di
scambio”
GALLO: “Dice, se non sei mafioso quanto
meno…”
GALLO: “Ma che cazzo… si ma così è,
Lombardo lo hanno preso di mira e basta!
Gli è finito il rapporto con D’Agata, da
quando è saltato D’Agata”
LAMACCHIA: “E c’è…”
GALLO: “… ed è venuto quello là, il
fratello di. di…”
LAMACCHIA: “Sì, di Salvi”
GALLO: “… di Salvi, gli è finita di fare
politica e qua pure. Se n’è andato siciliano
è arrivato questo giovane in cerca di
gloria…”
LAMACCHIA: ride
GALLO: “… e sono saltati gli equilibri. Lui
non è che sa… lui quando va a Roma gli
domanda chi… al Csm chi mandate a
Messina, che gli interessa”
LAMACCHIA: ride
GALLO: “…tanto poi gli diamo la tessera
della Caronte e ce li facciamo amici…”
LAMACCHIA: ride (D.D.J.)
21 Marzo 2014
primopiano
ESPANSIONI. Ecco come la corrente del Pd riuscì ad appropriarsi del colosso Ial Cisl
Innovazioni & shopping
La tripartizione degli interessi nelle province siciliane secondo le riflessioni di Michele Cappadona
ad Arturo Alonci. Il passo seguente? La lunga trattativa con la Uil per l’acquisizione dell’Enfap
In realtà, la Formazione
professionale non è solo una questione
relativa a Genovese, ma sembra
coinvolgere anche altri leader della
corrente “Innovazioni”, creata da
Genovese all’indomani della nascita
del governo Lombardo con l’appoggio
del Pd e la poltrona di assessore
conferita a Mario Centorrino. A
raccontare come, è una intercettazione
tra Michele Cappadona (che il gip
indica come legato all’ente Agc),
Antonella Cappadona e Arturo
Alonci, già assessore della giunta
Genovese dal 2005 al 2007. La
discussione risale al 20 maggio 2012, e
racconta di come fosse stato acquisito
il non più fiorente Ial Cisl, fiaccato
dalle nuove norme regionali.
MICHELE: “Questa cosa, ora, scoppia
in questo caso. Raffaele Bonanni,
che cosa ha combinato, aveva il
discorso dell’Ial che era indebitato.
Quindi non poteva più pagare non
poteva avere Durc, non poteva avere
più niente. Quindi hanno mandato ad
Albert per sanare questa situazione,
dal Piemonte. E l’Ial se la sono
comprata, e chi se l’è comprata? Ora è
privata non è più che l’Ial è Cisl , tant’è
verop che si chiama Ial, l’hanno
modificata. Lì c’è Genovese che ha
comprato… Genovese e… D’Antoni.
ARTURO: “Insieme…”
MICHELE: “L’ex assessore Nino
Papania…”
ARTURO: “Eh…”
MICHELE: “Della stessa corrente di
Innovazione con Genovese, e l’altro,
Luigi Cocilovo. Lì, secondo me, non
so quanto lo hanno comprato questo
Ente e quanto lo hanno valutato. Però,
in questo caso, penso che esplode
questo coso, Ial, perché, per ora sono
in cassa integrazione a zero ore.
Questo passaggio all’Ial così, questa
cosa che hanno sistemato. Minchia, se
la magistratura mette mano a come
hanno ceduto questo ente, questi che
fanno politica, anche se hanno messo
gente, però i dirigenti e i funzionari…
che una serva siamo stati a mangiare
con una, che è una dirigente, quella
che prepara i mandati…”
MICHELE: “Mi segui a me… queste
cose… sono politici che si comprano
l’ente, ed tutti, come si chiama… ed
hanno tutti persone, come si chiama,
prestanome. Tutti, uno è un
commercialista quello di Papania,
avvocato – incomprensibile – cioè hai
capito chi se l’è presa l’Ial Cisl…”
MICHELE: “Cosa hanno fatto alla
fine? Si sono gestiti l?ial, se lo sono
diviso in tre province. Genovese, penso
Nino Papania
che gli interessi solo la provincia di
Messina, delle altre non gli interessa
un cazzo. Dell’Ial Cisl, hai capito?”
MICHELE: “Gli altri, Cocilovo…
camorrie… cazzi, storie, se la vedono gli
altri. Papania, penso che gli interessa
parte di Trapani e qualche alòtra cosa,
Cocilovo… ti ho detto gli altri si sono
presi, tutte queste cose qua. Questo me
lo ha detto una, quella che prepara i
mandati, che hanno nominato a questi.
Questo qua non voleva firmargli i
mandati. Non sapeva niente, dice
“signora”, dottoressa io non so quello
che firmo. Lei gli ha detto: lo vedi
questo mandato, qua c’è il mio
nominativoi, ho firmato io, che pensa
che me ne vado pure in galera? E quello
ha firmato. Che ti devo dire. Una sera,
alle dieci alla Capannina, ti dico pure il
posto di dove eravamo… quindi,… ecco
la situazione… ora ti dico: Lombardo gli
hya fatto la guerra a Cuffaro, e ora si
trova nella stessa situazione”
ARTURO: “Sì”
MICHELE: “Genovese, Genovese…
sta facendo le stesse operazioni che
faceva Cuffaro, quello li faceva con la
Sanità e questo li fa con gli enti della
formazione. Se ci mettono mano la e la
Corte dei Conti va avanti, e fa
denuncia alla magistratura…”
ANTONELLA: “Fa saltare tutte le
cose…”
MICHELE: “Fa saltare tutte cose,
questi, si ritrovano in manette, a
tutti. Direttamente, nion ti dico… mi
segui a me. Perché, quello che hanno
messo, quello là, un Avvocato –
incomprensibile – e quello non
voleva firmare neanche il mandato…
ormai lo sanno tutti, ormai lo sanno
tutti, hai capito? Questi fanno
politica per arricchirsi, mica fanno
politica perché… hanno bloccato
tutta questa situazione, a gente che
poteva campare, facete le cose
pulite…”.
E ANCHE L’ENFAP. A finire nella
galassio degli enti di formazione
riconducibili a Genovese, anche l’Enfap
Sicilia, che con l’avviso 20/2011 viene
ammesso al finanziamento nel giugno
del 2012: 13.992.819 per 98.178 ore di
attività. All’epoca, era riconducibile alla
Uil. Secondo il gip, quasi in
contemporanea, attraverso Giuseppe
Biundo, Pietro Gaglio e Antonino
Di Lorenzo, il deputato nazionale si
attivava per prenderne il controllo. Il 29
giugno, infatti, Biundo comunica a
Salvatore Lamacchia che sarebbe
giunto in città con Pietro Gaglio. I due
commentano in serata l’incontro, ma
Biundo ha perplessità sull’intenzione di
coinvolgere Elio Sauta e non
condivide alcune strategie gestionali.
Lamacchia lo tranquillizza, in quanto la
consistenza delle operazioni in corso
riguardavano “il cinquanta per cento di
quello che doveva arrivare a Messina”.
Biundo ha altri dubbi, in questo caso sul
coinvolgimento di Gallo, Francesco
Gallo verosimilmente, che viene
incaricato di redigere lo statuto. Per
completare l’operazione, viene
programmato un vertice a Roma, con i
capi della Uil, che si svolge l’11 luglio. A
capo dell’ente, andrà Nino Di
Lorenzo, all’epoca al vertice dell’Ecap
di Palermo. Dopo tira e molla,
l’acquisizione avviene con l’ingresso di
“prestanome”, secondo il Gip, e le
dimissioni dei soci. A suggellare tutto,
un incontro a Milazzo tra Lamacchia,
Genovese e Claudio Barone il 10
agosto del 2012. (D.D.J.)
QUI SCUOLA
“O Alcamo o sfiducia”
IL DIKTAT DI NINO PAPANIA PER LE DIREZIONI SCOLASTICHE
E GLI ACCORPAMENTI DISPOSTI DALL’ASSESSORATO
Nino Papania, leader di Innovazioni come Genovese, è
presente anche in un altro campo dell’assessorato,
l’Istruzione. Oggetto, è una direzione scolastica ad Alcamo:
“In particolare - scrive il Gip - come si comprende dalle
conversazioni, pretendeva un determinato assetto (fusione
piuttosto che aggregazione), che sarebbe stato incompatibile
con i criteri che erano stati adottati dall’assessorato. Per tale
ragione, il Genovese (interessato alla Petrarca di Ganzirri) e
il Papania, nella giornata del 6 marzo 2012, aggredivano
verbalmente prima l’assessore Centorrino, poi il Lamacchia.
centonove pagina 8
Questi due, infatti, immediatamente dopo, si confrontavano
sgomenti: (Mario Centorrino: “Ma cosa ha fatto uscire di
testa Francantonio?”; Salvatore Lamacchia: “…Ora mi
ha fatto una telefontata, lui e Papania di fuoco, mandandomi
a fanculo, di qua, di là… dicendo… che cazzo ci sto a fare,
me ne dovrei andare a casa, che praticamente non conosco
la sicilia… che Castellammare ha 10000 abitanti, che
Alcamo ne ha 30000, ma io gli ho detto guarda…”). La
situazione tarda a risolversi. Così Centorrino a Lamacchia il
6 marzo: “Qua Francantonio ha perso la testa! Perché mi ha
mandato adesso un messaggino, mi dice che Papania domani
dichiarerà che non vota la sfiducia a Lupo e non la vota lui.
Fagli una telefonata e dici che domani presento le dimissioni,
quindi possono benissimo votare la sfiducia, mi levo dai
coglioni!”. Lamacchia non riesce a spuntarla, ma nel decreto
del 30 marzo, “tutte le richieste del Papania, sostenute dal
Genovese, venivano accolte”. (D.D.J.)
primopiano
Angelino Alfano
REBUS. Come si pronuncerà la Giunta per le Autorizzazioni a procedere del Parlamento?
Camera, la patata bollente
Mentre i democratici prendono ufficialmente le distanze dall’onorevole, si avvia la conta dei voti.
Un salvataggio imprevisto potrebbe arrivare dagli avversari ufficiali. Complici le europee alle porte
Come si comporterà la Camera
dei deputati sulla richiesta di arresto
dell’onorevole Francantonio
Genovese? Accostato al leader
“Renzi” da tutte le testate
giornalistiche nazionali, il gruppo
dei Renziani, nel prenderne
ufficialmente le distanze, dichiarano
apertamente che” lette le carte” non
avranno nessun problema a dire sì
all’arresto. Più intransigente ancora è
il drappello dei Grillini: Genovese
per loro avrebbe già perso tempo,
“dovrebbe consegnarsi
spontaneamente”.
Come in altre laceranti vicende,
come il caso Cosentino, il
coordinatore di Forza Italia in
Campania, a fare la parte dei
“garantisti” saranno le forze che
dovrebbero essere sulla carta avverse
a Genovese: Ncd di Angelino
Alfano e il gruppo forzista del
Cavaliere. Un controsenso per un
deputato che milita nei Ds, nell’area
vicina a Fioroni e Franceschini.
In effetti, in questo comportamento
politico, ci sono le ultime
“riflessioni” di Genovese leader, che
dentro il Pd si sentiva sempre meno
a suo agio. Contatti sono stati avviati
con la sua corrente a Messina, per
sondare un eventuale passaggio
nell’area del Partito Popolare
europeo, il grande contenitore dei
Moderati che dovrebbe fare
convivere Casini con Berlusconi e
D’Alia con Alfano. Ma l’eccessivo
movimentismo della politica e il
precipitare di alcuni eventi. Come la
staffetta a Montecitorio tra Letta e
Renzi, hanno più volte rallentato le
strategia di avvicinamento.
Ora sono in tanti a chiedersi: “che
succede?”. Pur con le truppe in
21 Marzo 2014
disarmo, Genovese, come è nella sua
tradizione, non perde la calma: ha
dichiarato che chiarirà tutto. E
subito si è dimesso dalle cariche
ricoperte dentro il partito. Carlo
Paliero, il professore di procedura
penale che ha assunto la difesa della
moglie Chiara Schirò si mostra
serafico: “Ho saputo la notizia. Ma
non voglio fare alcun commento se
prima non ho modo di leggere le
pagine dell’ordinanza…”.
Calma e gesso, si raccomanda anche
in via Primo Settembre, dove la
segreteria di Genovese, fino all’altro
giorno “aperta per ricevimento”,
trova i suoi abituali inquilini. Che
succederà? Sfumano i sogni di gloria
di un posto di ministro, che in tanti
dentro il partito erano pronti a
riconoscere a Genovese. Sfuma
l’ipotesi di una candidatura-ombrello
alle europee: il nome non può essere
speso fino a quando tutta la partita
giudiziaria non sarà chiarita.
Perdono peso dentro la giunta
Crocetta gli uomini, come l’assessore
Nino Bartolotta, da tanti in via
Notarbartolo, sede dell’assessore ai
Lavori Pubblici, definito “una
persona per bene e un gran
lavoratore”, quasi certamente
destinato al sacrificio di fare posto
agli altri contendenti dello stesso
partito. Si sfalda la Corrente
Innovazioni della quale Genovese era
leader: azzoppato Nino Papania,
re delle preferenze a Trapani ed ex
assessore al lavoro, (firmò lui il
contratto al dirigente generale
dell’Agenzia per l’impiego Rino Lo
Nigro), l’ex ministro Salvatore
Cardinale ha preferito appaiarsi
sotto l’ombra dei Drs.
E in sede locale? Truppe
sparpagliate. I fedelissimi, come il
capogruppo al Comune Paolo
David o la presidente del consiglio
comunale Emilia Barrile,
aspettano che passi la buriana. Altri
sono già in fuga per nuovi lidi
politici, consci che la bufera
giudiziaria durerà anni e anni. Come
succede per processi così complessi.
R.C.
LA RIFLESSIONE
Se il futuro è incerto
7000 ASSUNZIONI FUORILEGGE E 8000 FORMATORI
DA ROTTAMARE. OCCHIO AL PIANO GIOVANI
Un calderone senza fine: sono 7000 le assunzioni
fuorilegge nella formazione censite dal gruppo 5Stelle
dopo il blocco legale del 2008. Ma mentre molti enti
continuano a inscenare manifestazioni di protesta, il
gruppo Forza Italia promuove una nuova indagine sulla
Formazione, segno che quella portata avanti dal
presidente Filippo Panarello altro che non era che una
analisi superficiale: in primis, la Formazione così
concepita non produce “formazione vera” verso il
lavoro, ma solo “il posto di lavoro” per i formatori.
Dai primi censimenti sono ottomila i formatori da
“rottamare”. E mentre continuano a fioccare gli scandali
sulle carovane del lavoro che spendevano 12 milioni di
euro senza creare neanche 12 occupati, si fa la stima di
quanto è costato il settore negli ultimi dieci anni: 4
miliardi di euro: ottomila miliardi di vecchie lire al vento.
Quasi una finanziaria. E’ l’esatto buco che oggi si registra
nei conti della Regione siciliana che ha co-finanziato il
settore ed oggi per pagare i debiti valuta se ricorrere
ancora a un debito trentennale da un miliardo di euro.
Un investimento, quello fatto dal gruppo Genovese che
non poteva passare inosservato: una holding del settore,
che ha rastrellato undici sigle storiche, da sempre in
mano al sottobosco dei sindacati, delle quali è stato
comprato “l’avviamento” dei corsi. Ora questo modello
la giunta Crocetta, prova a rivederlo mettendo in piedi il
“Piano Giovani”, una serie di incentivi mirati al
centonove pagina 9
microcredito e agli studi professionali che tendono a fare
scattare la determinazione dei giovani “a fare da sé”.
Perché se è vero che tra le schiere di articolisti si trovano
le cooperative più fantasiose, radunate a fare lavori
spesso “socialmente inutili”, oggi emerge drammatica
nei conti degli uffici di collocamento e nelle agenzie di
lavoro interinale, che per i prossimi vent’anni resterà il
blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione al
Sud, sbarrate da una schiera di precari in lista di attesa
più che decennale. Solo dal lavoro “autonomo” può
scattare “la ripresina” che tutti cercano. Ma a
scoraggiare anche gli investimenti personali, che
darebbero alla lunga allo Stato l’ossatura anche fiscale
per fare ripartire l’economia, spesso a scoraggiare sono le
tasse: l’Irap più alta d’Italia, alberga in Sicilia, la Regione
che ha il numero di giovani disoccupati più alto d’Italia, il
51% delle popolazione tra i 18 e i 35 anni. (E.B.)
21 Marzo 2014
politica
PALAZZO ZANCA. Alessio Ciacci nominato“numero uno” della partecipata. In liquidazione. Ma con licenza di rilancio
Messinambiente, si cambia
Classe 1980, curriculum lungo, idee chiare: “L’80% delle risorse se ne va in stipendi, il resto in debiti”.
Chi è, cosa ha fatto e cosa farà il nuovo manager. E che fine farà il “vecchio” Armando Di Maria
In primo piano renato Accorinti, accanto a lui Alessio Ciacci, Daniele Ialacqua e Antonio Le Donne
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Dall’emergenza
all’eccellenza” e “Sostenibilità e
partecipazione”. Il futuro di
Messinambiente ha la barba di quattro
giorni, l’inflessione pesantemente
toscana e la faccia un po’ smarrita di
Alessio Ciacci, trentaquattrenne di
Lucca che nonostante la giovane età ha
già un curriculum lungo mezzo metro:
2007 al 2013 è stato Assessore
all’ambiente del Comune di Capannori
(del quale era direttore generale
l’attuale city manager di palazzo Zanca
Antonio Le Donne), il primo comune
in Italia ad aver aderito alla strategia
internazionale “Rifiuti Zero, e’ stato poi
membro del Consiglio
d’Amministrazione dell’Ato rifiuti della
Provincia di Lucca (anche qui mentre Le
Donne era segretario generale), e nel
2013 è stato nominato Personaggio
Ambiente italiano dell’anno. A lui
toccherà il compito di condurre la
partecipata alla liquidazione e, nel
frattempo, di rilanciarla. Come si fa a
coniugare due pratiche tra loro
Armando Di Maria
diametralmente opposte? Con le idee
chiare, tanto per iniziare.
UNA NOTTE DA LIQUIDATORE. C’è
voluta una riunione fiume di dodici ore,
dall’una di pomeriggio all’una di notte,
perchè l’assemblea dei soci prendesse
atto delle dimissioni del liquidatore
Armando Di Maria e della nomina di
Ciacci. Pratica che sarebbe durata tre
minuti (Di Maria le dimissioni le aveva
già consegnate, caldamente
raccomandato dall’amministrazione), se
non fosse stato per il fatto che Ciacci ha
voluto vederci chiaro su un po’ di
questioni. Quelle che ha riferito,
stringatamente, durante la conferenza
stampa in cui è stato presentato. “Serve
stabilità economica per l’azienda”, ha
spiegato il nuovo liquidatore, che sta per
prendere in mano una partecipata
gravata da una sessantina di milioni di
euro di debiti, come ha spiegato
l’assessore all’Ambiente Daniele
Ialacqua. “Un’azienda che deve
diventare parca, attenta alle spese e
aperta alle esperienze ed alle
competenze. Perchè oggi
Messinambiente ha una dotazione
finanziaria che per l’80% serve a pagare
gli stipendi e per il restante 20% serve a
pagare i debiti e le spese. Per questo - ha
concluso - serve un maggior impegno
finanziario da parte del Comune”. Una
frase, quella conclusiva, che ha fatto
fischiare le orecchie a dirigenti e
funzionari di Messinambiente presenti
alla conferenza, che per avere garanzia
di un maggiore (o anche solo puntuale)
impegno finanziario del Comune in
questi anni avrebbero acceso ceri a tutte
le divinità conosciute. “Da cinque mesi
diamo a Messinambiente la cifra
stanziata”, ha aggiunto il direttore
generale Antonio Le Donne, a
sostegno delle tesi di Ciacci.
Un’affermazione davanti alla quale
nessuno dei dipendenti della partecipata
ha fiatato, anche se gli sguardi non
erano dei più convinti. Comunque sia,
da domani si cambia. Anche nelle
cariche di garanzia e controllo.
INDISCREZIONI
Il signor (Raphael) Rossi
CHI È IL “SUPERCONSULENTE” AMBIENTALE SUL CUI NOME
ACCORINTI E IALACQUA MANTENGONO ASSOLUTO RISERBO...
Raphael Rossi
MESSINA. “Il nome non ve lo dico, ma sappiate che si
tratterà di un fuoriclasse, vi lascerà a bocca aperta”, ha
spiegato uno stranamente reticente Renato Accorinti
subito dopo la conferenza stampa di presentazione del
nuovo numero uno di Messinambiente, Alessio Ciacci. E la
stessa segretezza ha ammantato le parole di Daniele
Ialacqua, assessore all’Ambiente di palazzo Zanca, che
mercoledi mattina ha personalmente preso all’aeroporto
di Catania sia Ciacci che il misterioso consulente sul quale
l’amministrazione mantiene il riserbo assoluto in attesa di
rivelarlo come asso nella manica. Il cui nome è Raphael
Rossi. Classe 1974, doppia nazionalità, italiana e francese,
centonove pagina 10
Rossi è esperto nella progettazione di sistemi avanzati e
virtuosi di gestione rifiuti da Trento a Bari, a Roma, Napoli
e Parma. E’ stato amministratore delle aziende di gestione
rifiuti a Torino, Napoli, Reggio Calabria, Parma Reggio
Emilia e Piacenza e cura un blog sul sito de Il Fatto
Quotidiano. Come arriva a Messina il superconsulente in
materia ambientale? Tramite il comitato scientifico di
“Rifiuti Zero” di Capannori, comune del quale Alessio
Ciacci è stato assessore all’Ambiente. Non sarà la prima
volta che Raphael Rossi (che già nella mattinata di giovedi
s’è fatto un giro per sede, impianti, autoparco ed officine
di Messinambiente) si affaccia sullo Stretto di Messina: il
12 dicembre 2012 è stato nominato amministratore
delegato della Leonia spa la società di raccolta rifiuti del
Comune di Reggio Calabria dopo lo scioglimento dell’ente
per contiguità con la ‘ndrangheta. La Leonia è una società
mista pubblico privata e secondo gli inquirenti proprio la
Leonia è stata uno dei principali luoghi di penetrazione
mafiosa. (A.C.)
politica
IL COLLEGIO. Nel collegio dei sindaci
entrano i “decani” Domenico
Santamaura e Santi Cutugno. Il
primo è stato liquidatore della
partecipata Feluca, il secondo presidente
dell’Ordine dei commercialisti. Insieme, i
due hanno fatto parte del collegio dei
sindaci di Cartour, una delle società del
gruppo Franza. Poi c’è Elio Azzolina
che ha fatto parte del Cesv (del quale
presidente era Nino Mantineo, oggi
assessore ai Servizi sociali) fornendo
consulente fiscale, contabile e tributaria,
ed è tra i sottoscrittori del manifesto a
supporto della candidatura di Accorinti
a sindaco ad inizio 2013. Proprio la
nomina dei tre ha fatto prolungare di
qualche ora la riunione fiume, per un
problema di iscrizione all’albo di uno dei
tre. Una riunione fiume che, per Di
Maria, ha rappresentato l’ultima sera
alla giuda di Messinambiente, società
della quale è stato prima direttore
generale, poi amministratore e infine
commissario liquidatore. Un’esperienza
che gli lascerà addosso la riconoscenza
di chi a Messinambiente ci ha lavorato.
E qualche cicatrice.
SALVATE IL SOLDATO DI MARIA.
Mercoledi, fuori dall’ufficio di gabinetto
di palazzo Zanca, al cui interno va
avanti da ore l’assemblea dei soci che
cambierà i vertici di Messinambiente, Di
Maria fuma nervosamente, nemmeno
fosse fuori dalla sala parto. “Non si fa
così, sono qui dalle sei e sono le nove.
Non si trattano così le persone.”
Soprattutto quelle alle quali negli ultimi
anni è toccato il lavoro sporco. L’obbligo
morale che l’amministrazione ha nei
confronti di Di Maria lo testimoniano sia
il ruolo di consulente che gli è stato
ritagliato addosso per accompagnare
Ciacci nel periodo di transizione, sia le
parole di sincero apprezzamento che gli
ha riservato, non sollecitato, il direttore
generale Le Donne. “Siamo grati a Di
Maria per aver operato e portato avanti
la società in condizioni non ottimali”.
Un eufemismo, quello di Le Donne.
Perchè l’esperienza di Di Maria a
Messinambiente gli lascerà addosso i
segni. Venerdi 28 andrà probabilmente a
sentenza il processo penale che lo vede
imputato, insieme a Nino Dalmazio
(commissario giudiziario, poi
presidente, poi amministratore della
società fino alle dimissioni che nel 2011
hanno messo in sella Di Maria) per
evasione di Iva tra il 2007 ed il 2010. La
FINANZE. Varato il nuovo piano di riequilibrio targato Guido Signorino e Antonio le Donne
Ora ti sistemo i conti
ASSESSORE AL BILANCIO E DIRETTORE GENERALE SPIEGANO
COME RECUPERARE 463 MILIONI IN DIECI ANNI
MESSINA. E’ stato un parto travagliatissimo, ma alla fine il
piano di riequilibrio è arrivato. A presentarlo in commissione
Bilancio ci hanno pensato l’assessore alle finanze Guido
Signorino ed il direttore generale Antonio Le Donne, la cui
impronta sul documento è molto più marcata di quanto non
si potrebbe pensare. In origine immaginato per essere votato
entro il 29 marzo (a due mesi dalla “bocciatura tecnica” di
quello di gennaio) il piano, nella tempistica, è stato stravolto
dal nuovo decreto “salvaRoma”, e completamente
rimodulato rispetto sia alla “bozza” di gennaio che al
precedente piano di riequilibrio, quello prodotto dalla giunta
commissariale di Luigi Croce un anno fa. Cosa c’è dentro il
piano di rientro dai debiti dell’amministrazione di Renato
Accorinti? Intanto 463 milioni di euro di entrate e 432 di
tutto ciò che è assimilabile a “debiti”. Poi un’altra trentina di
milioni di entrate probabili ma non certe, e diciassette di
riserve da reperire eventualmente attraverso dismissioni di
patrimonio immobiliare. La domanda è: come farà il comune
di Messina, notoriamente ente pubblico dalle mani bucate, a
garantire entrate per quasi mezzo miliardo di euro in dieci
anni? Il commissario Croce ci aveva provato col contratto di
servizio Amam, che avrebbe garantito i 145 milioni presentati
con una cospicua iniezione di liquidità proveniente dalla
partecipata che gestisce l’acquedotto verso le casse di palazzo
Zanca. Poi il contratto di servizio è stato bocciato dal consiglio
comunale, quindi su quell’ipotesi ci si è messa una pietra
sopra (l’amministrazione Accorinti ha rimodulato a 31
milioni). E quindi Signorino e Le donne hanno guardato
altrove. Ai 46 milioni di euro di risparmio energetico, per
esempio. Ad occuparsene è Gaetano Cacciola, assessore
all’Energia ma soprattutto direttore del Cnr di Contesse, da
anni al’avanguardia nella sperimentazione di fonti di energia
alternativa e pulita. Secondo i piani, nel decennio palazzo
Zanca dovrebbe diventare autonomente sostenibile dal punto
di vista energetico. Una settantina di milioni si recupererà dal
personale che andrà in pensione. I calcoli di Croce, sul tema,
erano stati di molto inferiori. La spiegazione che ha fornito Le
Donne, però, è ineccepibile. E cioè che ogni unità di
personale che va in pensione non graverà più sulle casse di
palazzo solo per l’anno di quiescenza, ma sarà un risparmio
che l’ente godrà per tutti i dieci anni del periodo di durata
del piano di riequilibrio. Cosa che aprirà le porte ad
assunzioni: ne sono previste almeno trecento, metà in
Guido Signorino
mobilità e metà a concorso. Venti milioni, poi, arriveranno in
cassa dalla riforma delle zone catastali. CI saranno, cioè,
rendite differenziate a seconda delle zone in cui sorgono gli
immobili: riforma che interesserà anche gli oneri concessori
(tributo alzato a livelli esorbitanti da Croce e oggi riportato a
livelli più umani), dai quali arriverebbero cinque o sei milioni.
Una mini rivoluzione, poi, Le Donne la promette con
riferimento all’evasione dai tributi. Il progetto, qui, è di
mettere in un’unica rete tutte le banche dati del Comune,
incrociare i risultati e stanare chi per anni l’ha fatta franca
non pagando tasse e tributi. Mossa che, secondo Signorino,
garantirebbe 40 milioni di euro. Da stropicciarsi gli occhi per
la sorpresa, invece, i 55 milioni che l’amministrazione inserisce
come entrate alla voce Atm, azienda speciale che è da sempre
stata divoratrice più che produttrice di reddito. Aumentando i
mezzi in strada (in arrivo 80 bus) e rimodulando il contratto di
servizio, l’amministrazione immagina di poterla far diventare
prima sostenibile e poi produttiva. Per ultimo, Signorino e Le
Donne immagina che 37 milioni possano arrivare da giudizi
ancora pendenti. A patto di vincerne qualcuno.
(A.C.)
centonove pagina 11
21 Marzo 2014
storia è nota, e riporta alle differenze tra
la cifra stanziata dall’amministrazione
per Messinambiente e quello che ogni
mese arrivava nelle casse della
partecipata di via Dogali. Differenza che
obbligava a pagare gli stipendi o i
contributi, i fornitori o il fisco. E per
evitare emergenze, all’amministratore
toccava sistematicamente accumulare
debiti contributivi e fiscali. Tanto da
arrivare al processo. Non solo: da
liquidatore, teoricamente Di Maria
potrebbe essere chiamato a rispondere
di ogni centesimo di debiti contratti
durante la fase della liquidazione.
Motivo per il quale, un mese fa, alla
notifica di una cartella esattoriale da
due milioni e rotti, il messo ha preteso
che la firma fosse quella del
commissario e non, come prassi, quella
delle segreteria di Messinambiente.
Perchè, benchè il consiglio comunale
abbia ormai due anni fa ratificato al
decisione della giunta presieduta da
Giuseppe Buzzanca di porre in
liquidazione la società, Messinambiente
ha sempre continuato ad esercitare
l’incarico di raccolta e spazzamento,
continuando ad accumulare debiti,
contrariamente alla prassi di
liquidazione che imporrebbe la
cristallizzazione della situazione
contabile, la separazione tra massa
attiva e passiva, la soddisfazione dei
creditori e la chiusura.
MESSINAMBIENTE CHE VERRA’. Il
primo dei problemi che Alessio Ciacci ha
sollevato è quello del personale: 537
dipendenti, oggi, sono troppi, per il
servizio che Messinambiente offre. E
dato che è impensabile credere che
l’amministrazione Accorinti abbia
intenzione di tagliare forza lavoro, è
probabile immaginare che alla
partecipata di via Dogali saranno
assegnati un bel po’ di servizi aggiuntivi.
Quali? Le scerbature, per esempio;
servizio che per anni l’Ato3 ha appaltato
a cooperative esterne e che, secondo Di
maria, Messinambiente ha svolto spesso
“in supplenza”. Uno dei motivi, quello
dei servizi rivendicati da
Messinambiente e negati dall’Ato3, alla
base dello sfiancante contenzioso tra le
due partecipate. La definizione dei
debiti è il primo passo per ridare vigore
all’azione di rinnovamento intrapresa,
ha spiegato ialacqua. Ed il secondo? la
partenza della raccolta differenziata,
intanto. Da Palermo arrivano notizie
confortanti: ad aprile dovrebbe arrivare
il finanziamento che permetterà lo
“start”, e fare il paio con il raddoppio
degli “iscritti” al servizio di differenziata
garantito dalle isole ecologiche, come ha
orgogliosamente annunciato Accorinti.
Poi c’è la questione infrastrutture. Su
Pace, per esempio, si punta forte, sia per
il “capannone” per la frazione secca, che
per il bando per l’impianto di
biostabilizzazione. Le offerte sono tre,
ma a Palermo se la prendono comoda, e
le buste non sono state ancora aperte.
Nel frattempo, Accorinti ha incassato il
via libera di Legambiente
21 Marzo 2014
politica
ROCCALUMERA
SPADAFORA. Il giovane imprenditore sfida il gruppo Pappalardo
Un vaucher per Saija
Nel programma elettorale buoni alle famiglie in cambio
di servizi sociali. Farsaci e Di Mento sfogliano la margherita
Paolo Saija
DI
ANTONIO BONACCORSO
Spadafora. Tra prime uscite ufficiali e
successive prove tecniche, la corsa per
le prossime amministrative a Spadafora
sembra aver ricevuto una “brusca
frenata”. Mentre appare scontata la
ricandidatura della compagine
dell'uscente primo cittadino, Giuseppe
Pappalardo, con il “vociferato” unico
cambio tra Emanuele Mondo e
l'assessore Pietro Monzù, il primo a
scendere è stato a gennaio Paolo Saija,
trentottenne imprenditore locale. La
candidatura a sindaco di quest'ultimo è
sostenuta da una lista giovane e da
alcune associazione del comune
tirrenico. Per Saija non si tratterebbe
della prima esperienza politica, ha
ricoperto, infatti, la carica di assessore
allo Sport, Spettacolo, Turismo e ai
Servizi sociali durante
l'amministrazione di Giovanni Giaimis.
Il giovane imprenditore ha iniziato a
promuovere alcune idee per il rilancio
di Spadafora a partire dalla
“sistemazione e la manutenzione delle
strade, la cura del verde pubblico, il
rilancio del turismo e del commercio” e
su facebook è stata lanciata la pagina
“100 idee per Spadafora - Paolo Saija
Sindaco”. «Per le famiglie più
bisognose, mettere a disposizione dei
voucher lavoro, quindi – scrive sul
social-network Saija - non offrire solo
contributi economici, ma dare a queste
persone la possibilità di avere un lavoro,
salvaguardando così la loro dignità. Con
il voucher i lavoratori vengono coperti
sia dal punto di vista assicurativo, che
da quello degli oneri previdenziali, e il
loro lavoro consiste nel pulire e tenere
in ordine, tutto il territorio del
comune». A stretto di giro, però, ha
fatto irruzione nello scenario il nome
del radiologo Pippo Di Mento, che al
suo seguito avrebbe il sostegno di una
lista di nomi quasi completa. I contatti
tra i vari esponenti, comunque, si
sarebbero intensificati nell'ultimo
periodo tanto da lasciare aperta
qualsiasi ipotesi. Tant'è vero che in
ultimo è venuto fuori il nome di un
nuovo “papabile” candidato, ovvero
quello di Nino Farsaci, già eletto in
consiglio nel 2004 con Pappalardo. Ma
regna davvero ancora troppa confusione
nella politica spadaforese, così il
consigliere di minoranza Domenico
Romano, attraverso i post del suo blog,
scrive: «Attendiamo che nel frattempo
tutti si chiariscano le idee, che tutti non
si nascondano ma dicano chiaramente
ciò che vogliono fare. Io nel frattempo –
dice Romano - faccio di tutto per non
accrescere questa confusione e continuo
a dire che la battaglia non è e non deve
essere contro la persona Pappalardo, ma
è e deve essere contro il sistema
Pappalardo. Una vittoria con un
coacervo di persone che nulla hanno in
comune chi fa vincere? Fa perdere
sicuramente il paese, fa perdere (forse)
il sindaco attuale, fa perdere ancora più
fiducia ai cittadini».
Gaetano Argiroffi
Argiroffi, la politica dei videogiochi
LA REGOLAMENTAZIONE PENALIZZA UN AVVERSARIO DI “PATTO GENERAZIONALE”
DI
GIUSEPPE PISTONE
ROCCALUMERA. «Questo modo di
amministrare è un altro esempio di
come il sindaco intende reprimere gli
avversari politici, dovrebbe pensare a
cose più importanti». I consiglieri
comunali di minoranza commentano
così l’ordinanza numero 9 del 7 marzo
scorso che impone il nuovo orario di
accensione degli apparecchi nelle sale
giochi, dalle 11 del mattino sino alle
23,30. Una questione che ha creato non
poche tensioni in paese tra
commercianti e amministrazione. Il 13
marzo scorso, infatti, arriva il mezzo
passo indietro. Il sindaco Argiroffi cassa
le limitazioni relative ai bar e tabacchi,
lasciando in vigore le restrizioni solo
per le sale giochi e per i circoli ricreativi.
«Abbiamo fatto solo una piccola
rettifica, c’è stata una svista nel
redigere l’ordinanza – chiarisce
Gaetano Argiroffi – ma sull’orario di
accensione dei video giochi per i
minorenni non transigeremo». Un
provvedimento che per i veterani del
palazzo municipale avrebbe il sapore di
un vero e proprio “atto politico”.
L’obiettivo? Walter Marisca, titolare di
una grossa azienda di noleggio e
assistenza video giochi, acerrimo
avversario politico nelle ultime
competizioni elettorali con la lista
“Patto Generazionale”. Ma non solo.
Lo scorso 17 gennaio ha dato vita ad
un’eclatante protesta in cui assieme a
decine di cittadini ha bruciato le
salatissime bollette della Tares in piazza
municipio. «Ho fatto solo ciò che mi è
stato chiesto dal Prefetto. Questa
regolamentazione è imposta per legge
– puntualizza Argiroffi - C’è un orario
ben preciso per utilizzare i videogiochi
ed i minorenni lo devono rispettare, ma
prima di tutto lo dovranno rispettare i
gestori delle sale giochi. Non c’è alcuna
pressione politica contro nessuno».
L’imprenditore Walter Marisca, rimasto
fuori dagli scranni comunali, tenta di
buttare acqua sul fuoco. «Non voglio
pensare che questa ordinanza sia
mirata – chiarisce – noi con il nostro
gruppo “Patto Generazionale”
intendiamo portare avanti delle
battaglie per il bene della comunità».
MISTRETTA
Tatà, Testa e la Santa alleanza
LA MAGGIORANZA SCEGLIE PIPPO TESTA. L’OPPOSIZIONE CERCA IL SINDACO
Tatà Sanzarello
MISTRETTA. La chiamano la Santa alleanza. Era stata creata nella stagione invernale
da tre notabili della politica locale. Il patto vincolante della terna da cui doveva
venir fuori il sindaco in pectore era stato tacitamente, sottoscritto da Vincenzo
Tamburello, ex vicesindaco costretto a dimettersi da amministratore per conflitto
di parentela con il suocero (e consigliere) Nino Saitta; da Rino Andreanò,
consigliere comunale, coordinatore del Megafono, presidente dell’Irsap; e
dall’attuale capogruppo dell’opposizione Lirio Porracciolo (Udc). Scardinata l’intesa
dei tre, nel promuovere uno di loro a sindaco, l’alleanza è rimasta nella ricerca di
un “papa nero”. Nel frattempo a riscaldarsi c’è l’ex deputato Tatà Sanzarello. Lui
fa il prezioso, ma il solo fatto che porta il nome del protettore della città, depone
a suo favore. Domenica, intanto, al ritrovo “Giardino d’Inverno”, verrà
ufficializzata la candidatura a primo cittadino di Pippo Testa, genero del consigliere
Giordano (PD), sponsorizzata dal sindaco Antoci. (N.D.)
centonove pagina 12
sicilia
Capannoni da espropriare sul percorso della via don Blasco. le strutture appartengono alla ditta Rifotras
MESSINA. Fodi, espropri e affari all’ombra del progetto di riqualificazione. Che libererebbe la città dai Tir
Via don Blasco, all’assalto
Opera da ventisei milioni tra Stao, regione e Autorità portuale. Un milione e mezzo a Rfi per
liberare 13mila metri quadrati di area ferrata. E il resto? Tre milioni. Ai privati. Ecco quali
DI
TIZIANA CARUSO
MESSINA. Una colata d'asfalto che
congiungerà il viale Europa al viale
Gazzi, dopo 25 anni si appresta a
diventare realtà. Con tutto quel che
segue. A cominciare dalle battaglie per
gli espropri, per finire con gli appetiti
che ha già iniziato a generare un'area in
cui gli edifici adiacenti, non soltanto
aumenteranno il proprio valore
immobiliare ma si potrebbero inserire in
un circuito commerciale di non poco
conto. Per il progetto di riqualificazione
della via Don Blasco (che fu pensato
nell'89 e commissionato dalla giunta
Provvidenti tra il 1994 e il 98) entro sei
mesi dovrebbe essere bandita la gara
d'appalto. Un totale di 26 milioni, di cui
5 già stanziati dall’Autorità portuale,
mentre 14,7 milioni arriveranno dallo
Stato con sblocco dei fondi per le reti di
trasporto e 6,3 milioni da Palermo. Il
grosso dell'intervento verrà effettuato
nelle aree di proprietà di Fs: saranno
infatti liberati esattamente 13.039 metri
quadri di territorio che verranno
indennizati con la bellezza di 1 milione
Santi Interdonato
FOCUS
Le case “in mezzo alla strada”
DODICI FAMIGLIE, UNA CAUSA PER USUCAPIONE, ED IL PROGETTO
PREVEDE CHE IL PERCORSO LE ATTRAVERSI. LA STORIA
MESSINA. Una striscia di terreno composta da circa una
decina di case accatastate l'una sull'altra. Una dozzina di
famiglie che stanno mandando avanti una causa per
usucapione con gli “eredi D'Arrigo” che da tempo
avevano abbandonato quegli edifici che si trovano
proprio all'inizio di Maregrosso e, come orizzonte, sulla
destra, hanno lo scempio di Fondo Saccà. Attualmente a
fare da contorno alle case D'Arrigo c'è una porta da
calcio costruita con pezzi di legno e stracci cuciti e un
pallone in mezzo al fango. E' questa la “piazza” dove
giocano i bimbi. Accanto un muretto di mattoni “grezzi”
fanno, invece, da recinto al “giardino” di una delle
strutture che, ad oggi, sono abitate da circa 12 nuclei
familiari. Un lembo di case della cui espropriazione e
demolizione la nascitura via Don Blasco ha
necessariamente bisogno. Perchè è proprio da lì che per
lo stradone che dovrà congiungere il viale Europa al
viale Gazzi era più “comodo” passare. Una situazione,
quella delle case D'Arrigo, che rischia di mettere a rischio
il progetto di via Don Blasco anche secondo il presidente
della III circoscrizione Lino Cucè che durante la seduta
aperta sull'argomento fissata qualche settimana nella
sala ovale di Palazzo Zanca alla presenza del progettista
Antonio Rizzo ha puntato i riflettori dando ampio spazio
a una questione che potrebbe impantanare le procedure
propedeutiche alla gara d'appalto. Perchè oltre al
problema di trovare una soluzione abitativa per gli
attuali residenti, da dirimere c'è anche la matassa legale
che interessa gli edifici. (T.C.)
centonove pagina 13
21 Marzo 2014
e 450 mila euro. Per un'area in cui binari
arrugginiti e strutture in disuso negano
ormai da anni l'affaccio a un litorale da
meraviglia. In totale le somme previste
per espropri e delocalizzazioni ammonta
a 4 milioni e mezzo. Ma raggiunto
l'accordo con Fs, restano altri “nodi” da
sciogliere. Anticipati in parte da una
seduta aperta della III circoscrizione e,
ancor prima, dal consigliere Santi
Interdonato che ha sollevato cinque
questioni che interessano
rispettivamente: alcune abitazioni di via
Santa Cecilia e in particolare quelle
adiacenti alle aree ex Fs che ospitavano i
depositi per i treni commerciali, che
sarebbero troppo vicine alla nuova via
Don Blasco; il viale Europa basso con la
delocalizzazione delle ultime strutture
rimaste del mercatino “Shangai”; la via
Salandra con le ex case D'Arrigo al
centro della nascitura arteria e di una
diatriba giudiziaria; le aree di via
Gibilterra e via San Cosimo a
Maregrosso dove si dovrebbe procedere
con altri espropri di attività artigianali; il
viale Gazzi e la delocalizzazione del
mercato settimanale e il probabile
spostamento del capolinea del tram.
GLI ESPROPRI. Il più grande scoglio
che Palazzo Zanca si troverà ad
affrontare con tutta probabilità saranno
espropri e indennizzi. E, in questo senso,
si sta già muovendo. A breve, infatti,
dovrebbero essere recapitate tutte le
lettere di avviso ai residenti e proprietari
delle aree da acquisire. Tolto il milione e
mezzo da girare ad Fs restano circa 3
milioni di euro che saranno spartiti per
espropri di attività produttive e
conseguenti delocalizzazioni e per gli
immobili residenziali. In proporzione, la
fetta più grande degli indennizzi sarà
corrisposta ai titolari di attività
produttive che, dalla loro, potrebbero
anche rivendicare la “storicità”
dell'azienda e il fatturato.
LA “RIFOTRAS”. Una di queste, la più
grande, è la “Rifotras” della famiglia
Panebianco, titolare di due particelle
catastali che dovranno essere
espropriate e in cui attualmente
insistono i locali dell'azienda che si
occupa di commercio di rottami,
demolizioni e smaltimento di materiali
ferrosi con un volume d'affari che
supera i 3 milioni di euro annuali in
un'area ampia circa 6000 mq. Per loro
l'ammontare dell'indennizzo relativo alla
sola superficie da acquisire è di 600 mila
euro. Più 300 mila euro per la
delocalizzazione. Tra l'altro, la ditta,
aveva già richiesto una variante al
progetto per evitare l'esproprio anche
perchè per l'attività di smaltimento
rifiuti adopera macchinari che è
possibile utilizzare solo in determinate
aree. Una variante che secondo il
verbale dell'accordo di programma
siglato davanti all'allora prefetto
Stefano Alecci il 17 ottobre del 2008,
non poteva essere realizzata in quanto
nell'area alternativa insistevano i binari
di Fs e un impianto di depurazione
ancora in funzione. “Quell'impianto non
funziona da anni” sostiene il consigliere
di Cambiamo Messina dal basso Nina
Lo Presti che tiene gli occhi aperti >>
21 Marzo 2014
>>> sugli espropri ed ha già richiesto
tutta la documentazione relativa al
progetto di via Don Blasco. “Prendendo
le parti” di Panebianco che, nel
frattempo, comunque, ha già avanzato
richiesta per ottenere un'area nelle aree
ex Asi di Larderia e che è stata invitata a
proporre al Comune una perizia per i
costi di delocalizzazione dell'azienda.
E GLI ALTRI... Oltre alla “Rifotras” ci
sono altre attività produttive che si
trovano sulla strada del “curvone” che
dovrà collegare il viale Europa al viale
Gazzi, passando per il rettilineo della zir.
Tra queste la “S.P. Arredamenti” che in
linea d'aria si trova a poca distanza dalla
parte più a valle della sede dell'Atm.
Un'altra è la Ferrobeton, sui però la
matassa “esproprio” sembra già ben che
definita. Ed altre piccole aziende che, in
totale tra indennizzo relativo
all'esproprio della superficie e
dell'attività produttiva, se la matematica
non inganna dovrebbero dividersi una
torta da circa 1 milione di euro, perchè
con 80 mila euro a testa i residenti delle
ex case D'arrigo, dovrebbero incassare in
tutto circa 900 mila euro.
IL FUTURO. Tutto questo mentre, dallo
sfondo, prendono corpo progetti di non
poco conto. Come quello portato avanti
dai deputati regionali dei Dr, Marcello
Greco e Beppe Picciolo che
caldeggiano un cambio di destinazione
d'uso nelle more del futuro PRG
all'interno delle aree zir. Gli aspetti
tecnici del ddl presentato alla Regione
sono stati studiati dall’ex assessore
all’urbanistica Pippo Corvaja e
dall’avvocato Paolo Cigala. Per
arrivare alla redazione del Piano
Integrato ci vorranno non meno quattro
anni secondo Picciolo e Greco, che
parlano di un'occasione per creare
sviluppo e chiedono cambi di
destinazione d’uso, non residenziale,
senza incrementi di volume per
permettere la conversione delle attività
in base alle richieste del mercato. Ma già
è scontro con l'ingegnere capo del Genio
Civile Gaetano Sciacca che senza
mezzi termini, anche in riferimento a
questo provvedimento ha dichiarato
“Basta con gli interessi di bottega o, per
meglio dire, da supermercato”.
sicilia
L’INTERVENTO. La dismissione di arre militari apre scenari inediti per la città. Ecco quali. E perchè
Di caserme & beni comuni
Area ex ospedale militare, Bisconte, Campo Italia ma anche ex Margherita ed casa dello Studente.
Proposte per riqualificazione, rigenerazione, riconnessione urbana. A patto di “mettersi d’accordo”
di Luciano Marabello*
MESSINA. Ma su 385 caserme da
dismettere in Italia, possibile che a
Messina ci debbano rifilare le aree
militari e gli immobili meno
appetibili e forse meno utili alle
necessità della città? Le ex aree
militari di Bisconte e Campo Italia,
sono aree strategiche per le
connessioni e la rigenerazione
urbana? Il patrimonio costituito
dalle caserme si è formato
storicamente in epoche diverse e
con differenti origini, così da essere
insieme unitario e diversificato.
Dopo l’unità d’Italia, l’estensione
della leva obbligatoria all’intera
nazione obbligò a potenziare le
strutture di acquartieramento:
prima furono utilizzati ex conventi,
scuole, e altri immobili convertiti
all’uso militare. Questi beni, spesso
esempi architettonici e testimoniali,
furono da subito ritenuti poco
adatti e presentano ancor oggi le
maggiori criticità, trattandosi
d’immobili spesso tutelati,
localizzati in aree urbane centrali,
difficili e costosi da riqualificare
(fortezze, castelli, etc). La maggior
parte degli insediamenti si è invece
formata nel periodo dal 1863 al
1940-50, seguendo modelli ben
codificati. La città dello Stretto
ebbe in epoca umbertina
l’insediamento del sistema dei
fortini, che rappresentarono la
dimostrazione dell’incapacità di
leggere l’evoluzione militare: così i
forti nacquero per controllare il
mare e la terra mentre nel
L’ingresso dell’ospedale militare di Messina
frattempo le bombe arrivavano dal
cielo. Il resto del patrimonio militare
fu costruito dopo il sisma; immense
aree interne ed esterne alla città sono
state strutturate con tipologie a
padiglioni immerse in grandi spazi
aperti o piantumati. Con questo
schema, ogni fabbricato-padiglione
assume una specifica funzione.
Messina ne ha di pregiatissime,
spesso in zone di grande valore
immobiliare e fondiario: aree che per
posizione e caratteristiche sarebbero
una risorsa per gli usi pubblici e di
rigenerazione urbana. Potrebbero
assumere un valore strategico nel
sistema città, riconnettere i quartieri
finora separati, promuovere nuove
attività e iniziative economiche di
interesse locale e sovracomunale.
Prendendo spunto da un dibattito
sull’area militare di viale Europa,
occorrerebbe fare il punto sulle
trattative possibili per l’area in cui
insistono l’ex Ospedale Militare e
altre caserme. Un’area immensa per
superficie, cosi come enorme e
interessante è quella di via Taormina
su cui insiste la caserma Ainis o
Marisicilia. L’Area dell’ex Ospedale
ZOOM
Quella zona contesa
DUE IMPRESE SI SONO “SFIDATE” PER UN FONDO.
UNA SARÀ ESPROPRIATA. L’ALTRA NO. ECCO PERCHÈ
MESSINA. Non è la prima volta che, sulla titolarità
della strada che attraverserà Maregrosso, si va per
tribunali. A “contendersi” un fondo, a Maregrosso,
anni fa, sono state due ditte, la Rifotras - industria
rifusione e trasformazione rottami di Nunzio
Panebianco (che oggi chiede seicentomila euro al
Comune), e la Vincenzo Miloro Snc, titolari
rispettivamente della concessione (con regolare
atto di compravendita) e di servitù di passaggio. Su
quella strada, il comune di Messina ha ipotizzato
debba venirci la prosecuzione della via Don Blasco,
ma il consorzio Asi in mente aveva altro: un
capannone per la Rifotras. Che sarebbe sorto però
giusto di fronte allʼaltro capannone, quello della
ditta di Vincenzo Miloro. Una vicenda che risale al
2008, quando l’allora prefetto (ancora coi poteri da
commissario per l’emergenza traffico che di lì a
qualche mese sarebbero passati al sindaco
Giuseppe Buzzanca), contesta l’atto di
compravendita stipulato dalla la Rifotras stipula un
atto per un lotto di terreno con il consorzio Asi di
Messina. Motivo? Il fondo concesso alla Rifotras (e
contestato dalla Miloro snc) rientra tra le ipotesi di
revisione progettuale della importante opera che
potrebbe snellire il caotico traffico pesante
messinese, e la prefettura lo segnala con due
distinte disposizioni: Rifotras che passato qualche
giorno si appella prima al Tar e poi anche al Cga,
soccombendo entrambe le volte, contro la delibera
commissariale numero 17 del 9 febbraio 2009, che
risolve lʼatto di compravendita del
centonove pagina 14
2008. Il consorzio emetteva provvedimento per
recuperare lʼarea sanzionando nel contempo la
ditta Rifotrans che aveva realizzato opere che
erano interdette. Passano i mesi, e allʼAsi cambia il
commissario. A Calogero Beringheli subentra
Angelo Sottile. Che immediatamente emette la
delibera commissariale numero 129, che sospende
per un anno la precedente delibera (di
Beringheli) e, di conseguenza, anche lʼordinanza
prefettizia. Contro la decisione ricorre al Tar la
Vincenzo Miloro, che chiama di fronte alla
giustizia amministrativa il Consorzio Asi. Secondo i
giudici aministrativi catanesi, “Sussiste il danno
grave ed irreparabile”. Perchè, secondo il Tar, alla
Vincenzo Miloro Snc è impedita di fatto “la
fruizione dellʼaccesso carrabile sulla via
Maregrosso”. Oggi la Rifotras è sulla ,ista delle arre
da espropriare. la Miloro invece no.
(A.C.)
sicilia
Militare a detta di tanti nel corso
degli anni, sarebbe la localizzazione
ideale per il nuovo Tribunale: facile
da trasformare per i padiglioni edilizi
di buona qualità; facile da
raggiungere e facile da dotare di
superfici a parcheggi. Tutti fatti
concreti per la buona costruzione
della città, che dovrebbero smuovere
le montagne e consentire di operare,
eppure a questo si oppone la solita
risposta governativa d’indisponibilità
dell’area; mentre negli anni scorsi,
parti della stessa area sembravano
disponibilissime alle
infrastrutturazioni di Eurolink nelle
opere connesse al Ponte. In questi
mesi il tema Tribunale è tornato
all’ordine del giorno. Urgenza,
presunti accordi estivi e discutibili
giochi di gruppo, hanno mostrato il
patrimonio pubblico cittadino e
variamente intitolato a Comune,
Ministeri, Regione o Università,
diventare l’oggetto del gioco “chi
tardi arriva male alloggia”, ecco
quindi che nel gioco di società si
mettono in campo vari immobili con
vari giocatori, il giro pazzo, destinerà
i manufatti secondo nuovi ordini,
nuove titolarità e nuove destinazioni
d’uso, persino quelle più irrazionali, il
tutto con l’indecisione apparente
della Giunta e lo sfondo gesticolante
di un Consiglio Comunale agitato e
agito più dagli interessi di precisi
corpi sociali forti piuttosto che dalla
ricomposizione dei vari interessi nella
visione di città pubblica.
In questo ragionamento le poste in
gioco sono La Casa dello Studente di
via Battisti di proprietà comunale, l’ex
ospedale Regina Margherita in viale
della Libertà, sono di proprietà
Regionale; vari uffici Giudiziari sparsi
nella città per i quali il Comune
sborsa robusti canoni d’affitto; il
vecchio Palazzo Piacentini; l’immobile
satellite in via Taormina con una gara
di acquisto bloccata da un ricorso, e
infine come jolly: l’area dell’ex
caserma di Bisconte. Il Rettore, il
Sindaco, il Presidente della Regione, Il
Presidente del Tribunale, Il Presidente
dell’Ordine degli Avvocati.
In questa partita dove gli immobili
vengono shakerati e assegnati o
accaparrati, non vige la logica né la
buona costruzione della città, gli
avvocati vogliono via Battisti,
l’Università vuole viale Libertà, il
Comune sembra optare sì per una ex
caserma, ma forse vuole l’unica
EDILIZIA. Richiesta per l’assessore De Cola: Valutazione d’incidenza dall’Annunziata a Ganzirri
Zps, punto di non ritorno
LA COMMISSIONE PER LA V.I.A. LANCIA L’ALLARME:
“BASTA CARICO EDILIZIO IN ZONA NORD”
MESSINA. Se con la riqualificazione della via Don
Blasco la zona sud di Messina potrebbe riprendere a
respirare ed a guardare con più tranquillità alle ipotesi
di sviluppo futuro, la riviera nord è invece ormai
soffocata dal cemento. A tal punto che la commissione
consiliare per le valutazioni d’incidenza ha lanciato il
grido d’allarme: per noi si è raggiunta la saturazione,
impossibile dare parere favorevole ai progetti che
stanno per arrivare. Una bomba esplosa in mano
all’assessore al territorio Sergio De Cola, e innescata
ufficialmente (la richiesta è stata messa a verbale) dai
cinque membri della commissione durante la prima
riunione dopo la nomina da parte dell’amministrazione
di Renato Accorinti. Secondo la commissione, la zona
che dall’Annunziata arriva a Ganzirri ha superato il
limite massimo di cumulabilità edilizia compatibile con
gli standard imposti dall’essere una zona a protezione
speciale. Problema è che non esiste un parametro
univoco per stabilire quando cemento e mattoni sono
troppi. DI risolvere il nodo se ne farà carico De Cola,
che interrogherà l’assessorato regionale al Territorio
per avere lumi sulle procedure da seguire e su eventuali
casi simili già accaduti. Problema, un altro, è che di casi
simili non ne sono mai accaduti, principalmente perchè
la superficie che a Messina è sottoposta a vincoli per
costruire sulla quale è necessaria la valutazione
d’incidenza, è soprattutto nell’area in questione,
praticamente pari all’area cartografica: tutta la zona
nord, infatti, è sito d’interesse comunitario e zona a
protezione speciale. Un grattacapo del quale De Cola
farebbe volentieri a meno, anche perchè, se nè la
regione, nè lo Stato nè la Comunità europea fissano
paletti in merito, potrebbe essere compito del comune
di Messina fissare un’area sulla quale effettuare una
valutazione d’impatto ambientale g all’interno della
mappatura, per esempio, le montagne di sabbia, un
altro è limitarsi a qualche centinaio di metri sopra la
panoramica, la zona effettivamente suscettibile di
edificabilità. A seconda del metodo che si userà,
l’aliquota di fabbricato varierebbe pericolosamente. E
uno studio simile sarebbe comunque soggetto alla
scure dei tribunali amministrativi ai quali
immediatamente si appellerebbero i costruttori che
Sergio De Cola
sulla zona avevano appetiti che potrebbero venire
castrati. Un casino, a risolvere il quale potrebbe non
giovare nemmeno la valutazione d’incidenza globale
propedeutica alla stesura del piano regolatore prevista
per legge.
Nel frattempo, dopo il terremoto che ha rivoltato come
un calzino gli uffici Vas, la commissione ha ripreso a
riunirsi. Al posto della dimissionaria Giuliana
Mirabito, è subentrato Guido Di Bella, ingegnere
anch’egli. Se la Mirabito era però esperta di ingegneria
ambientale, il nuovo arrivato in commissione è esperto
in energie alternative e ingegneria dei materiali. Di
Bella è ricercatore presso il distretto tecnologico
Navtec, presidente del consiglio d’amministrazione del
quale è Gaetano Cacciola, attuale assessore a
Mobilità ed Energia dell’amministrazione guidata da
Renato Accorinti. La commissione ha esaminato i
primi progetti, ereditati dalla precedente, e ha ribadito
la necessità che qualcuno dall’amministrazione, dia un
segnale sulla strada da percorrere in merito alla
sostenibilità di ulteriori edificazioni. (A.C.)
centonove pagina 15
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caserma che gli hanno promesso, cioè
quella un po’ sfigata di Bisconte; in
cui seppure l’estensione è
considerevole, non si può proprio
dire che sia agevole e connessa alla
città. Area in cui poi il portato delle
opere di urbanizzazione necessarie
diventa fortemente vincolante, e per
posizione logistica destinata a
fomentare grandi spaccature sociali
pertinenti e anche strumentali.
Navarra che è il Rettore
dell’Università e non del Tribunale,
non sembra preoccuparsi tanto dei
suoi studenti attuali, prefigurando
cittadelle universitarie nei locali ex
Margherita da attuarsi nei prossimi
anni, quando forse si racimoleranno
quegli studenti (e finanziamenti) che
al momento sono in evidente
flessione. Il Presidente del Tribunale e
quello degli Avvocati si preoccupano
dei soli avvocati e delle posizioni dei
loro studi privati, mentre il Sindaco
appoggia le sue scelte soltanto sulle
avare promesse di dismissione del
Ministero della Difesa.
Ricapitolando: qualcuno aveva
preparato questo schema di gioco
forse saltato: l’area ex Ospedale
Margherita che è della Regione, va
all’Università attraverso il Comune
che la prende in comodato d’uso
dallo stesso Crocetta, per poi
affidarlo a Navarra che a sua volta lo
patteggia dentro un grande progetto
di finanziamento degli anni a venire,
per farci poi la Città degli Studenti
che forse un giorno ritorneranno a
studiare a Messina; intanto il Comune
cede l’immobile destinato a Casa
dello Studente per farne un Tribunale
bis, per cui è necessario il totale
sventramento della tipologia
riconfigurata 15 anni fa; nel
frattempo la Regione Sicilia dopo
aver ceduto gli immobili e le aree
dell’ex ospedale Margherita
continua a dilapidare soldi pubblici
per gli affitti cittadini della biblioteca
regionale di Messina e per gli uffici
della Soprintendenza Regionale.
Insomma il business plan che
sottende questa ipotetica operazione
di shakeraggio immobiliare è davvero
creativo. Allo scattare della gara, il
giro pazzo, assegnerà luoghi e
immobili secondo regole sui generis e
alla fine i giocatori formuleranno la
solita frase a chi non si è posizionato:
"Chi Tardi Arriva Male Alloggia!"
Ma se si prendessero le carte
prodotte in questi anni sull’area ex
Ospedale Militare, si convocassero i
soggetti che negli anni hanno intuito,
lavorato, ipotizzato intorno a questa
idea e si facesse un'istruttoria per
aprire una trattativa politica forte per
l’uso di quell’area, non sarebbe una
pratica concreta di tavolo operativo
per il bene comune della città? E
immaginare che forse Chi prima
arriva (forse) sceglie l’Alloggio.
*architetto
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sicilia
INCHIESTE. Annullata la procedura che affidava alla Compagnia delle Isole il ramo d’impresa della Siremar
Siremar, il no alla gara
E mentre l’avvocatura dello Stato valuta i passi legali da seguire le parti decidono di garantire
la continuità dei servizi. Una vicenda destinata a un lungo braccio di ferro. Ecco perchè
Sarà l’avvocatura dello Stato a
indicare i passi legali da seguire,
dopo la sentenza del Consiglio di
Stato del 21 gennaio 2014 che ha
dichiarato nulla la gara che nel 2011
ha permesso alla Compagnia delle
Isole l’aggiudicazione del ramo di
impresa della Siremar che assicura i
collegamenti con le Isole minori
della Sicilia. Con una articolata
sentenza la sesta sezione del
Consiglio di Stato, presieduta da
Giuseppe Severini, ha passato in
rassegna la complessa vicenda della
dismissione della società marittima
dell’ex capogruppo Tirrenia, società
dell’ex galassia Iri nata nel 1975, e
dismessa dal Ministero dello
Sviluppo Economico con una gara
affidata a un commissario.
Due i contendenti in Sicilia, da una
parte la Compagnia delle Isole, un
gruppo di imprenditori privati, anche
siciliani, radunato dall’armatore
napoletano Salvatore Lauro e
dall’altra la società di navigazione
Sicilia, che fa capo alla Ustica Lines
di Vittorio Morace e agli armatori
Franza di Messina. Un elemento, in
particolare, ha alterato ad avvisi dei
massimi giudici amministrativi, il
naturale svolgimento della gara: la
presentazione di una fidejussione da
parte della Compagnia delle Isole,
rilasciata da Unicredit su garanzie
prestate dalla Regione. Un
controsenso, per una azienda che si
vuole privatizzare e che già all’epoca
della contrastata aggiudicazione era
stata al centro di una infuocata
querelle politica: il ragioniere
generale della Regione, Vincenzo
Emanuele, aveva chiesto un parere
pro-veritate al professore messinese
Alberto Stagno d’Alcontres, che
aveva dato il via libera alla
fidejussione. Un fatto che i giudici
giudicano in pieno contrasto con le
norme europee che regolano la
concorrenza e che avrebbe alterato
anche la “par condicio” in sede di
valutazione dell’offerta: il gruppo
Morace-Franza aveva offerto un
pagamento dilazionato, con rate
spalmate in sei anni.
Ma sono gli effetti della sentenza ora
a preoccupare i sindaci non solo delle
Eolie ma anche della Egadi e delle
Pelagie e di Pantelleria che già a
febbraio sono andati a protestare alla
commissione trasporti della Regione,
presieduta dal grillino Gianpiero
Trizzino. In quella circostanza, i
deputati imposero alla compagnia
amministrata da Alessandro
Seminara una serie di prescrizioni
per assicurare la puntualità delle
corse e il potenziamento della flotta.
Ora a questa “grana” sulla quale si è
anche registrata la mediazione con il
Ministero dell’Economia, che
dovrebbe assicurare la quota parte di
contributi per le tratte sociali
dell’assessore alle Infrastrutture Nino
Bartolotta, si è aggiunta
l’interpretazione reale della sentenza:
va annullato il contratto di cessione e
va quindi rescissa la convenzione con
il contratto di servizio con la
Compagnia delle isole? Ad avviso del
gruppo Morace-Franza sì, gli effetti
della sentenza sarebbero proprio
questi. Ad avviso della Compagnia
delle isole, no. Contratto e
convenzione restano inalterati fino al
2024. In una riunione operativa di
lunedì 17 a Palermo le parti si sono
incontrate e in considerazione del
fatto che si avvicina l’estate si è
deciso che, mentre l’avvocatura
valuta il percorso legale, “i livelli di
servizio vanno mantenuti inalterati”.
L’impressione di alcuni sindaci è che
si stia studiando una possibile
soluzione da “piano b” nel caso non
dovesse essere mantenuta la
continuità di servizio, già oggetto di
feroci contestazioni da parte dei
sindaci, in testa il sindaco Giusi
Nicolini di Lampedusa. Nel
frattempo a seguito delle polemiche
insorte, il presidente di Ustica
Lines, Vittorio Morace, ha
querelato per diffamazione
l’amministratore di Compagnie
delle Isole. Ma è solo una delle
tappe giudiziarie di una vicenda
destinata a un lungo braccio di
ferro in vari gradi di giustizia, non
solo amministrativa. (R.C.)
DIBATTITI
E Morace querela
IL PATRON DI USTICA LINES DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE
LAURO E SEMINARA. COLPA DELLE DICHIARAZIONI
«Mi sono visto costretto a presentare denuncia per
diffamazione per tutelare la mia azienda e coloro
che vi lavorano da una campagna denigratoria
messa in atto dalla Compagnia delle Isole», così
spiega Vittorio Morace, patron di Ustica Lines, il
perché della denuncia-querela per diffamazione a
carico di Salvatore Lauro ed Alessandro
Seminara della Compagnia delle Isole (ex
Siremar). La causa? Le tante dichiarazioni rilasciate
ai media nelle scorse settimame. Morace ha
presentato la querela alla Procura della Repubblica
di Palermo per reagire alle prese di posizione degli
“avversari” dopo la sentenza del Consiglio di Stato
che ha visto perdente la Compagnia delle Isole.
“Evidentemente - argomenta il manager di Ustica
Lines” - i vertici della Società continuano a non
avere ben chiaro il concetto di libera concorrenza e
ritengono che con accuse infamanti e prive di
fondamento possano raggiungere l’obiettivo di
mettere in difficoltà un’azienda come l’Ustica Lines
la cui unica responsabilità è quella di avere negli
anni investito per migliorare i propri servizi a
beneficio dell’utenza. Sarà la magistratura a questo
punto a valutare tali atteggiamenti. Da parte mia
non posso non rilevare che gli atteggiamenti
diffamatori nei confronti dell’Ustica Lines fanno
seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che, così
centonove pagina 16
come aveva già fatto il Tar Lazio, ha accolto la
domanda di annullamento degli atti che avevano
condotto alla cessione di Siremar in favore di
Compagnia delle Isole”.
All’interno degli articoli scritti immediatamente
dopo la sentenza, con all’interno le esternazioni di
Lauro e Seminara, veniva sostenuto che Ustica Lines
sarebbe stata beneficiata da un trattamento
preferenziale nella predisposizione e
nell’aggiudicazione di gare d’appalto pubbliche, con
lo scopo unico di “denigrare - si legge nella
denuncia – il ruolo commerciale della società, di
screditare un concorrente (dotato di una flotta ben
più moderna ed attrezzata) in una gara (ancora
aperta) e dall’altro di operare un’indebita
(attraverso i media di settore) pressione sull’ente
appaltante”. (R.C.)
21 Marzo 2014
sicilia
SFIDE. La squadra di calcio a 5 alla sfida decisiva per la massima serie
Villafranca, sogno da... A
In testa al girone F della serie B, solo nello scorso wek end il team
di Picciolo è stato scavalcato dal Belvedere. Che arriva in Sicilia
DI
FRANCESCO PINIZZOTTO
VILLAFRANCA. Ci sono intere
stagioni che passano dal successo di
un impegno, da una gara. Come dal
big match sempre più entusiasmante
che si annuncia quale prossimo
impegno casalingo per il Città di
Villafranca di calcio a 5, finora
protagonista di uno strepitoso
campionato di serie B, e in testa al
girone F della competizione sin dalla
prima giornata di campionato. Ma
proprio nell’ultimo week end è
avvenuto il cambio della guardia in
vetta. L’Atletico Belvedere ha
liquidato per 8-2 il Kroton ed è
riuscito a sfruttare al massimo lo
scivolone del Città di Villafranca a
Putignano, dove il CSG si è imposto
per 3-1, condannando alla seconda
sconfitta stagionale la formazione del
presidente Picciolo. Cosicchè il Città
di Villafranca è stato scavalcato in
testa proprio dai diretti concorrenti
che li hanno sopravanzati di due
punti. Quindi diventa necessario il
controsorpasso a poche giornate dalla
fine del torneo.Ma la coincidenza
rende ancora più accattivante la sfida.
Perché il duello in vetta alla classifica
con l’ Atletico Belvedere, compagine
cosentina partita con i favori del
pronostico, dovrà venire a far visita ai
tirrenici di mister Rinaldi proprio
sabato 22 marzo al palasport
“Cavallaro” di Villafranca Tirrena,
dove con il sostegno del proprio
pubblico il Villafranca conta di poter
realizzare il proprio sogno chiamato
A2. C’è all’orizzonte il nuovo sorpasso
e la compagine villafranchese non
può farsi sfuggire l’occasione. Sarebbe
un vero peccato dover ricorrere al
post regular season. ovvero alla
lotteria dei play off, che diventano
una vera possibilità di promozione
concreta, ma sarebbe un “ripiego” per
Il Città di Villafranca di calcio a 5 con l’organico al completo
il team dopo il posizionamento al
vertice della graduatoria del girone
meridionale della serie B sin dalle
prime battute della stagione. Daranno
il massimo tutti i giocatori, e cercherà
di non farsi sfuggire nulla che possa
risultare determinante l’allenatore
Antonino Rinaldi, coadiuvato dal
viceallenatore e preparatore dei
portieri Gianluca Piscardi. Il supporto
del pubblico delle grandi occasioni è
stato chiesto dello staff dirigenziale e
sportivo anche con manifesti e le
premesse per una bellissima giornata
di sport presso il Palazzetto ci sono
proprio tutte.
Sofia Sfameni
TENNISTAVOLO
Sofia Sfameni, l’azzurro nel cuore dell’Astra Valdina
Valdina. La prima convocazione in Nazionale venne salutata con sorpresa dai più, ma
adesso la “stellina” della società tirrenica per meriti consolidati con la chiamata a
difendere i colori dell’Italia ci ha preso gusto. E’ stato infatti ancora azzurro intenso
per la giovanissima Sofia Sfameni, nel frattempo divenuta la numero 1 della classifica
italiana categoria ragazzi, che ha partecipato al torneo internazionale Swedish
Junior & Cadett Open, a Orebro (Svezia) dal 19 al 23 febbraio 2014. Inoltre, dal 9
marzo a Lignano Sabbiadoro l’azzurrina dell’Astra Valdina ha disputato un torneo
internazionale con la maglia azzurra. Sofia al suo secondo torneo ufficiale in Svezia
con la maglia della Nazionale, dopo quello di agosto 2013 a Strasburgo, migliora
sempre più. Dopo aver superato il girone di qualificazione vincendo contro una
ragazza norvegese e un’avversaria olandese, approda al tabellone dei sedicesimi
dove gioca e vince contro la norvegese Gielle Maja con il risultato di 3 a 1, e si
arrende negli ottavi di finale alla francese Mostafavi Lelli. Ma dalla sua Sofia ha una
grande determinazione, ineguagliabile voglia di crescere, e il sostegno di un intero
team che sogna anche per lei sempre migliori palcoscenici.
centonove pagina 17
21 Marzo 2014
sicilia
SAN PIER NICETO. Multinazionale condannata per truffa
Pacco tedesco
La Emba trading ha venduto un macchinario da 250 mila euro
ma non l’ha mai consegnato. In ginocchio la cartiera Kolbip
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
SAN PIER NICETO. Volevano fare il
grande salto e diventare cartiera leader
non solo in Sicilia ma nel Sud Italia. Se
di mezzo non si fosse messa una
multinazionale tedesca che, non si sa
per quali motivi, prima gli ha venduto
un macchinario che avrebbe
rivoluzionato la lavorazione del cartone
della ditta messinese, e poi non gliel’ha
consegnato facendo chiudere l’azienda
che si è ritrovata con un pesante leasing
da pagare. Al centro della storia che ha
visto la condanna di Otfried Anton
Rihel, amministratore della
multinazionale Emba Trading Gmbh, e
Marco Ghelardi, agente italiano
dell’azienda, i fratelli D’Andrea di San
Pier Niceto, la cui famiglia da più di
ottant’anni lavora nell’ambito
dell’industria della carta e del cartone. Il
giudice monocratico del tribunale di
Barcellona, Maria Abate, ha ritenuto
Rihel e Ghelardi colpevoli del reato di
truffa aggravata per aver causato alle
persone offese un danno patrimoniale di
rilevante gravità. Sono stati condannati
a 6 mesi di reclusione, al pagamento di
una multa da 300 euro, delle spese
legali e del risarcimento danni da
stabilirsi in separata sede.
I fatti sono avvenuti a San Pier Niceto
tra il 22 giugno 2006, data di inizio
delle trattative, fino al giugno 2007.
La truffa è consistita nel proporre ai
fratelli D’Andrea l’acquisto di un
macchinario, il “Corrugator” (modello
Srp 1800) inducendoli a stipulare un
contratto di leasing per l’importo di 250
mila euro con la Mcc Spa. (Banco di
Sicilia). Il contratto per l’acquisto veniva
stipulato il 22 giugno 2006, mentre il
contratto di leasing il 28 agosto. I fratelli
D’Andrea pensavano di avere dato una
svolta alla loro società, la Kolbip, che nel
periodo di massimo fulgore aveva
fatturato 2 milioni e mezzo di euro e
dato lavoro a 18 operai. Un
investimento che avrebbe messo a
repentaglio la concorrenza. La felicità,
però, è durata poco: il macchinario
nonostante le promesse non veniva
consegnato. Il 5 gennaio 2007 i
D’Andrea, addirittura, venivano convinti
alla sottoscrizione di un falso
documento di consegna e collaudo, sul
presupposto che tale sottoscrizione (poi
rivelatasi falsa) avrebbe accelerato la
consegna del macchinario. Del
Corrugator nemmeno l’ombra. La
centonove pagina 18
multinazionale
rappresentata dall’agente
Ghelardi convinceva, a
quel punto, i fratelli
D’Andrea a stipulare il 12
agosto 2006, un ulteriore
contratto di un altro
macchinario,
complementare al primo,
il “Casemaker” dietro il
pagamento di 4 assegni
dell’importo di 8.750 euro
l’uno. In buona sostanza,
il Corrugator produceva il
cartone dalla materia
prima, mentre il Casemaker trasformava
il cartone in scatole. Con questo
acquisto avrebbero potuto seguire tutte
le fasi di trasformazione della carta fino
a confezionare il prodotto finito.
Tuttavia, a causa della mancata
consegna del Corrugator, il Casemaker
restava inutilizzato. Dall’altro lato la
multinazionale tedesca aveva percepito
l’intero prezzo del Corrugator, 250 mila
euro, nonché i 4 assegni relativi al
Casemaker. A quel punto la famiglia
D’Andrea ha presentato una denuncia in
procura, assistita dagli avvocati Pinuccio
Calabrò e Giuseppe Ciminata, e
costituitasi parte civle ha chiesto la
condanna degli imputati, nonché il
risarcimento dei danni.
sicilia
21 Marzo 2014
BARCELLONA. A giudizio Patrizia Coppolino. Si spacciava per legale ma era solo una segretaria
Avvocato sulla carta
Nel corso del processo che partirà a luglio dovrà difendersi dalle denunce presentate dai suoi
cinque ex clienti del comprensorio di Milazzo. A costituirsi parte civile anche uno studio legale
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
BARCELLONA. All’interno di
uno dei più conosciuti studi
legali di Barcellona faceva
lavoro di segreteria, all’esterno
si spacciava per avvocato. Si
faceva pagare anticipi dai
propri clienti, richiedeva
perizie necessarie per i
processi, ma poi, non avendo
mai ottenuta l’abilitazione
professionale, non portava a
compimento la difesa,
provocando enormi danni di
immagine e patrimoniali ai
malcapitati. Sono queste, in
sintesi, le accuse che il
tribunale di Barcellona ha
mosso nei confronti di Patrizia
Tindara Coppolino, 49 anni,
residente a Merì, già al centro
di vicende giudiziarie. Il
sostituto procuratore Fabio
Sozio ha emesso un decreto di
citazione diretta a giudizio a
Una ricevuta firmata da Patrizia Coppolino i qualità di “avvocato”
conclusione delle indagini
preliminari del procedimento avviato
depositata in un processo penale ma
nel 2011. La data dell’udienza è stata
che tuttavia non fu mai utilizzata. La
fissata l’11 luglio prossimo. A doversi
terza vicenda risale al febbraio 2010.
presentare in aula saranno anche
La vittima sarebbe Antonella
Luigi Vaccarino, 63 anni, originario di
Cavallaro, titolare di una farmacia ad
Pace del Mela, e Salvatora Bartolone,
Olivarella, frazione a cavallo tra
67 anni di Barcellona. I coniugi si
Milazzo e San Filippo del Mela.
sarebbero prestati a depositare assegni
Patrizia Coppolino da un lato si
nel proprio conto corrente su richiesta
sarebbe attribuita sempre il titolo di
di Coppolino. Le parti offese sono,
avvocato, dall’altro avrebbe formato
invece, Anna Arcoraci, 40 anni, di
un falso documento apparentemente
Barcellona; Domenica Salvia, 36 anni
inviato dall’Agenzia delle Entrate di San Filippo del Mela; Antonella
Direzione centrale normativa e
Cavallaro, 50 anni, di Villafranca
Contenzioso che certificava l’esistenza
Tirrena; Mattia Russo, 56 anni, di San
di un debito con il fisco di 232 mila
Filippo del Mela; Luisa Bellinvia, 44
euro. A quel punto si era impegnata a
anni, di Barcellona. Nel processo si
farsi parte attiva per ottenere la
costituirà parte civile l’avvocato
rateizzazione del debito per conto
Franco Calabrò. Molti clienti, infatti,
della farmacista, assumendosi anche
si sarebbero affidati alla Coppolino in
l’onere dei versamenti. Un escamotage
quanto quest’utima si qualificava
che le avrebbe consentito di farsi
come avvocato «sfruttando la sua
firmare assegni per un totale di 170
posizione di collaboratrice dello
mila euro. Quando il ruolo di
studio legale Calabrò inducendo in
collaboratrice dello studio Calabrò,
errore le parti offese». Cinque le
cominciava a a starle stretto, la
vicende in cui si sarebbero verificati i
Coppolino avrebbe millantato di
“raggiri”. La signora Anna Arcoraci
essere diventata collaboratrice
credeva di averle affidato la pratica di
dell’avvocato calabrese Armando
separazione dal marito. In più riprese
Veneto. Ad un cliente
- tra il 2009 e il 2011 - le avrebbe
extracomunitario che aveva subito
pagato 500 euro, senza tuttavia
furti e chiedeva insistentemente
compiere alcun atto processuale in
notizie della sua “pratica”, la
suo favore. La seconda vicenda
Coppolino, secondo l’accusa, avrebbe
riguarda Domenica Salvia, e si
addirittura comunicato la “lieta”
sarebbe svolta tra il marzo e il
notizia: il giudice gli aveva
dicembre 2010. Secondo l’accusa,
riconosciuto la somma di 100 mila
Coppolino avrebbe convinto la donna
euro a titolo di risarcimento danni.
a redigere una relazione tossicologica
Peccato che non fosse vero. La cliente
in materia di muffe che doveva essere
centonove pagina 19
che avrebbe subito il maggior danno
rimane Mattia Russo, con oltre 25
mila euro di pagamenti in contanti e
ricariche in una carta prepagata
paypal. Facendo credere il buon
andamento dei giudizi in corso
convinceva la signora, titolare di un
tabacchi che poi è stata costretta a
vendere per pagare i debiti cagionati
da questa brutta vicenda, ad
effettuare i versamenti. Anche i questo
casi i giudizi non sarebbero mai stati
incardinati. Tra le vittime anche Luisa
Bellinvia, la quale avrebbe versato
oltre 2.500 euro. Agli atti del processo
che si celebrerà a luglio vi sono anche
ricevute di pagamento con la
sottoscrizione “Patrizia Coppolino collega di studio avv. Calabrò” e
minute degli atti relativi ai
procedimenti che in realtà non
venivano mai depositati e relativi
procedimenti mai instaurati. Oltre a
lettere con la sottoscrizione Avv.
Patrizia Coppolino.
Coppolino, difesa dall’avvocato
Tommaso Calderone, in più occasioni
ha ritenuto di poter dimostrare la sua
estraneità ai fatti. Addirittura ha
presentato denunce contro alcuni dei
suoi accusatori.
21 Marzo 2014
sicilia
CHIAROSCURI. Dal Pinelli di Messina al Teatro Coppola di Catania aperture e chiusure improvvise
Occupazioni da sgombrare
L’ultimo episodio, alle falde dell’Etna, riguarda il Cso Contrasto, all’interno della scuola Capponi
Recupero. A mettere fine all’esperienza, gli agenti di Polizia, secondo i ragazzi senza ordinanza
DI SIMONE OLIVELLI
Messina, Palermo, Catania. La
storia recente delle tre future città
metropolitane è stata segnata, tra le
tante cose, anche dall’occupazione di
immobili pubblici, con l’intento di
liberarli dall’anchilosato stato di
abbandono in cui versavano.
L’esperienza del Teatro Pinelli è stata,
infatti, replicata a Palermo con il
Teatro Mediterraneo e preceduta a
Catania - esattamente un anno prima,
il 15 dicembre 2011 - con
l’occupazione del Teatro Coppola. Qui
a riaprire i battenti è stato il più antico
teatro comunale: inaugurato nel
1821, il Coppola fu distrutto durante
la Seconda guerra mondiale,
successivamente trasformato in
laboratorio scenografico del Teatro
Massimo Vincenzo Bellini e infine
lasciato scivolare lentamente nel
dimenticatoio dalle amministrazioni
succedutesi nei decenni.
Fino allo scorso gennaio, il pericolo
sgombero a Catania sembrava
scongiurato: d’altronde, dopo i fatti
che coinvolsero il centro sociale
Experia nel 2009, i problemi da
affrontare per il Comune erano stati e sono - tali da lasciar pensare che
un’occupazione che ridia vita, in nome
della cultura e della condivisione, a
quella che era diventata poco più di
una baracca non fosse in cima alla
lista delle priorità. Questo almeno fino
all’invio di due agenti di polizia
giudiziaria che hanno “verificato
l’effettivo stato di abbandono
dell’immobile”.
Da quel momento, è nata una
polemica a distanza tra gli occupanti,
che rivendicano il valore sociale e
Un momento di attività all’interno del Cso Contrasto
politico della loro presenza, e
l’assessore al Patrimonio, Giuseppe
Girlando, il quale a nome
dell’amministrazione guidata dal
sindaco Enzo Bianco, ha ribadito la
necessità di riportare innanzitutto la
legalità, per poi eventualmente aprire
alla possibilità di cooperazioni tra
Comune e manifestanti. Il Coppola,
dal canto suo, ha risposto di non
essere disposto ad alcuna trattativa,
dimostrando - nonostante una prima
smentita dell’assessore - come già nel
2005 l’allora amministrazione
Scapagnini avesse stanziato 225mila
euro per lavori di ristrutturazione che
non sono mai stati completati.
Quella tra chi invoca una legalità
senza condizioni e chi, invece,
rivendica il rispetto di diritti sempre
più spesso dimenticati è una disputa
che periodicamente si ripete a
qualsiasi latitudine, e i messinesi ne
sanno qualcosa.
Tuttavia, ultimamente a Catania sono
accaduti anche episodi che
trascendono i canovacci tradizionali.
È il caso del Cso Contrasto e della ex
scuola Capponi Recupero. Da anni
abbandonato, il 6 marzo, l’ex istituto,
che si trova nel quartiere di Picanello,
è stato occupato dal Collettivo Aleph,
con l’obiettivo di trasformarlo in
laboratorio sociale per esprimere il
dissenso - da lì l’idea di chiamare il
centro sociale Contrasto - nei
confronti di una politica distante dai
cittadini.
L’impegno, però, è durato ben poco.
Tre giorni dopo, alcuni agenti di
polizia, coadiuvati da vigili del fuoco e
vigili urbani, hanno fatto irruzione
alla Capponi Recupero, in quel
momento presidiata da quattro
ragazze. Le occupanti sono state
identificate sul posto e portate alla
Scientifica: «Eravamo in quattro racconta G. - eppure gli agenti hanno
avuto un comportamento fin troppo
aggressivo, con intimidazioni e
minacce». Il tutto si sarebbe svolto in
una strana atmosfera: «Non avevano
un’ordinanza di sgombero - continua e nonostante abbiano motivato
l’operazione parlando di sicurezza, le
perplessità rimangono».
In un comunicato, il collettivo ha
parlato di modalità di sgombero che
fanno pensare all’interessamento di
qualche “potere nascosto”: «Questo è
un quartiere difficile - dice L. - Non è
da escludere nulla. L’input non è
partito dall’amministrazione: qualche
giorno dopo avremmo dovuto
incontrare l’assessore Girlando.
Un’azione del genere sarebbe stata
insensata».
La conferma arriva dallo stesso
Girlando, il quale, pur ribadendo la
necessità di ripristinare la legalità, si è
detto «stupito per le tempistiche»,
confermando che l’amministrazione
non si era ancora pronunciata sulla
questione.
Sulla possibilità dell’intervento di non
meglio precisati poteri nascosti,
Girlando ha glissato: «Onestamente,
non so a cosa si faccia riferimento».
Chiarimenti non sono arrivati neanche
dalle forze dell’ordine. Dalla questura
di Catania, infatti, dopo aver aperto
alla possibilità di un’intervista al
questore Salvatore Longo, fanno
sapere che «il questore ha letto le
domande, ma preferisce rispondere
prossimamente tramite comunicati
ufficiali». Nell’attesa di saperne di più,
il collettivo Aleph è tornato a occupare
la scuola Capponi Recupero
proponendo attività sportive e
doposcuola a decine di ragazzini di
Picanello.
TENTATIVI
Domande a vuoto
I QUATTRO QUESITI AL QUESTORE LONGO,
RIMASTI SENZA RISPOSTA: SOLO COMUNICATI
Salvatore Longo
Nell’intento di far luce su quanto accaduto il 9 marzo
scorso a Picanello, dove lo sgombero del neonato Cso
Contrasto è avvenuto nonostante all’interno della ex scuola
Capponi Recupero fossero presenti soltanto quattro ragazze,
era stata concordata un’intervista con la segreteria del questore
di Catania Salvatore Longo.
Non fosse che, dalla segreteria, è stato fatto sapere che il
Questore, dopo aver letto i quesiti posti da Centonove, ha
deciso di non rispondere, preferendo rimandare a futuri
comunicati ufficiali qualunque commento sulla vicenda.
centonove pagina 20
Queste, le domande al questore Longo: 1) Gli occupanti del
Cso Contrasto hanno denunciato che lo sgombero è avvenuto
in un contesto particolare: come si giustifica l’assenza della
Digos e soprattutto di un'ordinanza di sgombero? 2) Da cosa
è stata motivata l'urgenza di venire meno alle consuete
modalità? 3) In un comunicato, gli occupanti hanno
dichiarato che la “particolarità” dello sgombero potrebbe
essere sintomatica dell'interesse di qualche “potere nascosto”
a cui il CSO a Picanello stava scomodo, qualcuno “che ha la
facoltà di chiedere un favore in questura”. Cosa si sente di
dichiarare in merito? 4) L’assessore al Patrimonio Girlando,
pur ribadendo la necessità di ripristinare la legalità in tutti i
casi di occupazione, ha ammesso di essere rimasto un po’
stupito dalle tempistiche di intervento. Escludendo, dunque,
che l’input sia partito dall’amministrazione comunale, può
confermare che l’iniziativa dello sgombero è partita dalla
questura? (S.O.)
economia
21 Marzo 2014
TUSA. La nuova presidente regionale della Cia guarda all’Europa
Il futuro? Nel...Pac
Rosa Giovanna Castagna, neo presidente della Confederazione
italiana agricoltori, chiede regole certe per i fondi 2014-2020
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
TUSA. «Il rilancio dell’agricoltura
siciliana passa dalla cooperazione.
Specialmente le piccole e medie
imprese non possono pensare di
affrontare da soli i mercati dominati
dalle multinazionali». Rosa Giovanna
Castagna, 40 anni, imprenditrice
agricola di Tusa è il nuovo presidente
della Cia Sicilia. E’ stata eletta
all’unanimità dall’Assemblea regionale,
presieduta dal vicepresidente nazionale
Cinzia Pagni, che si è svolta a Palermo
con lo slogan “Più agricoltura per
nutrire il mondo, più reddito per gli
agricoltori”. Castagna ha già le idee
chiare. In questi giorni l’attenzione è
focalizzata principalmente sulla Pac, i
programmi comunitari che
determineranno con i relativi contribui
il destino delle imprese fino al 2020.
«Siamo convinti che l’agricoltura
siciliana debba essere considerata nella
sua complessità come un laboratorio di
progetti e di competenze - spiega - in
grado di trainare la nostra economia,
Dario Cartabellotta
anche in questa lunga fase di
transizione. L’agricoltura della Sicilia
può contare su straordinarie eccellenze
che vanno valorizzate e stimolate, ma
bisogna aggredire da subito i veri freni
che impediscono lo sviluppo dell’intero
comparto. Solleciteremo interventi che
puntino al recupero di redditività per le
aziende agricole, al riequilibrio della
catena del valore della filiera
alimentare e al rilancio della
competitività».
Secondo Castagna il marchio del «made
in Sicilia» va da se. Sui mercati non vi
sono dubbi sulla qualità del prodotto, a
cominciare dagli agrumi ritenuti un
fiore all’occhiello. Ma un incentivo alla
cooperazione risulta indispensabile.
«Anche le politiche europee
sottolineano la necessita d dare
maggiore vigore alla cooperazione. Con
questo mercato internazionale, con le
nuove leggi sull’economia e sullo
scambio, nessuna impresa da sola
potrebbe fronteggiare la concorrenza
delle multinazionali. Noi come Cia
stiamo cercando di fissare regole certe
in un panorama complesso. Un settore
che sta avendo il riconoscimento
maggiore sono il vino siciliano e
l’arancia rossa. Ma stiamo parlando di
gloria - sorride amara la presidente
regionale della Cia - le aziende siciliane
sono grandi produttori di vino ma
imbottigliano poco. Il costo del vino è
crollato perché le regole non sono state
rispettate. L’Ue ha consentito al nord
Europa il cosiddetto “zuccheraggio”,
l’aggiunta di saccarosio per aumentare
la gradazione, dunque il nostro mosto
rimasto nelle cantine: A soffrirne
principalmente il trapanese». Con il
Al centro Rosa Giovanna Castagna, 40 anni
governo regionale c’è un confronto
pacato. La priorità nell’agenda ce
l’hanno i Pac (Politiche agricole
comunitarie) perché da questa
programmazione si deciderà il futuro
delle risorse nel settore agricolo fino al
2020: misure di mercato, pagamenti
diretti e sviluppo rurale. I Pac hanno
un costo di circa 53 miliardi di euro
all’anno e rappresenta circa il 40% del
bilancio totale dell’Unione Europea. Poi
la riforma dei consorzi di bonifica.
«Abbiamo la fortuna di avere l’assessore
Dario Cartabellotta che definire
competente è riduttivo. Le scelte non
sono tutte condivisibili ma almeno è un
politico che conosce la materia» dice.
In questo momento ci sono tante
emergenze in Sicilia, tante situazioni da
fronteggiare. «Non stiamo seguendo
solo una cosa in particolare. Tutti i
comparti che stanno soffrendo. Dalla
zootecnia ai vivaisti del messinese». La
presidente Castagna commenta
l’interesse del colosso francese Danone
nei confronti dei limoni siciliani. «Oltre
ad essere un’opportunità per produttori
è uno straordinario veicolo
pubblicitario per l’immagine di una
agricoltura sana che sa stare sul
mercato e proporsi da tutti i punti di
vista Se un’impresa biologica riesce a
piazzare prodotti alla Danone significa
che c’è una idea forte di
imprenditorialità e che può essere presa
come punto di riferimento». In Sicilia i
terreni coltivati a biologico sono circa
200 mila ettari.
CAPO D’ORLANDO
Limoni siciliani per la Danone
IL COLOSSO FRANCESE SCEGLIE GLI AGRUMI MESSINESI PER UN NUOVO
YOGURT BIOLOGICO. UNA TROUPE RIPRENDE LE COLTIVAZIONI
CAPO D’ORLANDO. I limoni biologici dei più selettivi agrumeti dei Nebrodi
negli yogurt della Danone. A stringere accordi con il colosso francese sono state
”Euro Food” di Capo d'Orlando e “Citro Globe” di Palermo le società che
forniranno le materie prime per uno yogurt bioogico di alta quaità. La Danone
ha inviato un equipe in Sicilia per girare le immagini nei campi dove vengono
prodotti gi agrumi. sarano inserite in un video sui luoghi di coltivazione,
produzione e trattamenti del limone: dal campo al prodotto finito.
Nell’agrumeto dell’azienda agricola a gestione familiare, condotta da Giancarlo
Paparoni, in contrada Contura, accanto alla troupe sono intervenuti i
rappresentanti della Danone; dell’Agrana Fruit France, azienda con 45 anni di
esperienza nella creazione dei preparati di frutta selezionata; Antonio Ferrara
giovane manager della Citro Globe; Giuseppe Ingrilli, direttore commerciale di
Euro Food; i due padroni di casa, il proprietario Giancarlo Paparoni e
l’agricoltore Luciano Sgro. «La Danone cerca le eccellenze nel mondo, il latte in
Francia, il mirtillo in Polonia, il cacao in Tanzania, la canna da zucchero in Brasile,
e per il limone genuino è venuta a trovarlo in Sicilia dove la grande
industrializzazione per fortuna non è riuscita a cancellare la tradizione ed il
rispetto dei luoghi, del lavoro, e del coltivare sano», dice Silvie Aubineau che
sulla maglietta porta la scritta “Bio it’s beautiful”.
«Quello con la Danone è un progetto a lungo termine, appena iniziato e
focalizzato sul biologico per fornire un prodotto privo di pesticidi o altri processi
nocivi alla salute», spiega Giuseppe Ingrilli,presentando l’azienda Agri Food
fondata quarant’anni fa dal padre Francesco, e che fornisce adesso, all’inizio, 10
tonnellate di succo di limone per il prodotto premium che il colosso
agroalimentare francese oggi distribuisce esclusivamente al mercato nazionale,
per poi estenderlo all’Europa ed al Mondo. (N.D.)
centonove pagina 21
21 Marzo 2014
economia
UOMINI&BUSINESS. L’azienda nebroidea leader nella gestione di cave e opere idrauliche
L’ANALISI
Alle estrazioni, ci pensa Bruno
Impero di sabbia
Lo straordinario sviluppo attribuibile al fondatore Teodoro è stato frenato dalla crisi dell’edilizia
degli ultimi sei anni. Ma c’è anche la questione ambientale.
DI
VINCENZO LOMBARDO
La storia di Teodoro Bruno,
sembra uscita dalla penna di Vasco
Pratolini. Nasce a Brolo nel 1936.
Povero come l’economia dei luoghi,
inizia fin da bambino a lavorare in
campagna adattandosi alla fatica dei
lavori manuali. Nel dopoguerra i
territori Nebroidei versavano in una
diffusa povertà e la strada
dell’emigrazione sembrava essere
l’unica chance di riscatto per intere
fasce della popolazione. L’idea di dover
essere anche lui un anello della catena
dell’emigrazione non lo allettava per
niente. Comincia in quelle circostanze
a formarsi un carattere forte come le
pietre che ben presto comincerà ad
estrarre dalle cave. Decide di non
emigrare. Forte dei suoi straordinari
capitali: le braccia e una invincibile
volontà di lavoro, trova nella terra il
suo eldorado. Alla maggiore età, si
mette in proprio e concentra il suo
impegno nelle attività estrattive delle
cave, trasporta gli inerti con il camion
che egli stesso guida. In breve tempo,
grazie anche al «miracolo economico»
italiano, Teodoro Bruno si organizza
per offrire alla impetuosa crescita
dell’edilizia, civile e privata, le materie
prime, i semi lavorati e i servizi di cui
essa ha bisogno. In breve riesce a
costruire un’ impresa multifunzionale
che lavora nel settore dell’estrazione di
materiali inerti, negli sbancamenti,
nella manutenzione di strade, nella
sistemazione di opere idrauliche.
Costruisce edifici a uso civile in ogni
dove. Realizza opere pubbliche di
rilevante importanza come il
raddoppio ferroviario FiumetortoCefalù-Castelbuono; gli svincoli di Tusa
e di Santo Stefano Camastra e la messa
in sicurezza di quello di Brolo; gli
interventi per il raddoppio del ciclo
combinato presso la Centrale
Termoelettrica di Termini Imerese
dell’Enel; la poderosa costruzione del
porto del Comune di Sant’Agata di
Militello; le opere di arredo del centro
abitato del Comune di Reitano.
Teodoro Bruno è un lavoratore
indefesso: il primo ad entrare in
cantiere e l’ultimo ad uscire. A
imperitura memoria della sua
ultradecennale attività, egli ha eretto il
più grande monumento allo sfregio
paesaggistico. Con le attività della sua
cava, infatti, è riuscito a deturpare le
colline che spiovono lungo l’alveo del
torrente Rosmarino all’altezza della
Strada statale 113, sfigurando i dolci
declivi dei monti che per il loro aspetto
dolomitico, con i fondovalle percorsi
da fiumi e torrenti, vengono chiamati
LA SCHEDA
RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 4,75
Storia ultra decennale: 7
Andamento economico: 6
Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 6
Sponsor Attività Sportive: non risultano
nelle guide turistiche le “Alpi di Sicilia”.
Crescita urbana ed esecuzione di
infrastrutture hanno rappresentato i
canali principali attraverso i quali è
passata la compromissione
irrimediabile dell’equilibrio
idrogeologico di quei territori.
La pesantissima crisi economica che
flagella da qualche anno il nostro
paese assume un connotato disperato
nel settore edilizio. I numeri delle
ultime rilevazioni pubblicate dall’Ance
parlano chiaro. Il 2012 è stato per le
costruzioni un anno nero. Il 2013 è il
sesto anno consecutivo di caduta. Una
lunga fila di segni meno che portano il
settore a perdere il 29% degli
investimenti. Le proiezioni al 2014,
poi, dicono che questa contrazione è
destinata a lievitare fino al 32%. In
questo contesto si inscrive la parabola
delle imprese di Teodoro Bruno.
Per rimanere sul mercato occorre
sintonizzare la gestione delle imprese
sulla lunghezza d’onda dei tempi
moderni. Economie di scala e
ottimizzazione dei costi in uno ad una
profonda ristrutturazione del proprio
modello di business sono scelte
forzate, non negoziabili. Regolare i
rapporti con i propri fornitori e clienti,
in maniera chiara e puntuale, evita
dispendiosi contenziosi, che si
traducono in ricorsi giudiziari, con
relative trascrizioni nel registro delle
formalità Cerved. Purtroppo il
carattere litigioso di un uomo, tutto di
un pezzo, come Teodoro Bruno non è
incline a correggere il proprio sistema
relazionale. Il che provoca gravi
conseguenze nella determinazione del
rating, con gravi conseguenze sulla
tenuta generale dell’equilibrio
finanziario dell’impresa.
In seguito alle modifiche apportate al
modello di business, la guida e la
responsabilità del gruppo sono state
trasferite ai figli. Ma benché egli non
rivesta più cariche sociali rilevanti il
suo carattere lo porta ad esercitare
ancora un ruolo importante.
L’esperienza che lo sostiene si sta
rivelando il suo più grande nemico.
Guidare un gruppo imprenditoriale nel
mare magnum del cambiamento
permanente vuol dire accettare la sfida
del rinnovamento gestionale.
Cambiamento significa movimento,
frizione: è una legge della vita. Coloro
che si ostinano a guardare sempre solo
al passato, o si concentrano
unicamente sul presente, possono
essere sicuri di perdersi il futuro. E in
questa strettoia passa il destino
prossimo venturo delle imprese, dei
112 dipendenti, di Teodoro Bruno . Ai
figli l’ardua sentenza.
[email protected]
centonove pagina 22
Messina. Le imprese del gruppo Bruno
fanno capo ai fratelli Andrea, Cono e
Francesco. I quali possiedono la totalità
delle quote societarie della SOGECAB
S.r.l., attiva nel settore dell’estrazione di
ghiaia e sabbia, argilla e caolino; COCIB
S.r.l., che si occupa di compravendita di
beni immobili; H. B. Srl – Servizi Finanza
e Controllo, holding del gruppo con sede
a Roma. Quest’ultima, rappresentata da
Cono Bruno, ha un capitale sociale di
euro 204.000 suddiviso tra i tre fratelli, ed
è proprietaria delle principali società
operative: EUROASFALTI SRL ( Cap. Sociale
euro 102.000, Fatturato 2012 euro
5.641.411 48% in meno rispetto al 2011,
Utile 2012 euro 19.316 66,4% in meno
rispetto al 2011); NORD SUD IMPIANTI SRL
( Cap. Sociale euro 100.000, Fatturato
2012 euro 861.000 Perdita Esercizio 2012
euro 14.000) e COSTRUZIONI BRUNO
TEODORO SPA.
Il gruppo non presenta un bilancio
consolidato d’insieme. Pertanto, l’analisi
riguarda la capofila COSTRUZIONI BRUNO
TEODORO SPA, Cap. Sociale Euro
1.300.000, Presidente: Cono Bruno. Nel
2012 il fatturato realizzato è stato di
euro 7.057.000, il 58% in meno rispetto
agli 11.881.000 euro del 2011 a causa
delle dinamiche negative del settore dei
lavori pubblici. Il Patrimonio Netto è
rimasto sostanzialmente invariato: euro
1.366.000. Confortante è il fronte dei
crediti, ovvero delle somme che deve
incassare per lavori eseguiti, che
ammonta a euro 6.355.000. Problematica
è, invece, la sinossi dell’indebitamento
che assomma complessivamente a euro
7.067.000. Di questi ben 742.213 euro
sono di natura tributaria. Somme in
contestazione con l’Agenzia delle Entrate.
Come tutti i contenziosi anche quello
dell’impresa col fisco si sa come comincia
ma non si sa come può finire. Tuttavia il
rapporto Indebitamento/Patrimonio
Netto (2,4%) si colloca entro il limite
massimo di sostenibilità. L’utile è stato
modestissimo, euro 15.932, il 60% in
meno rispetto all’anno precedente. Il
segno positivo sugli utili è solo un caso
fortuito, in quanto esso è derivato da una
definizione stragiudiziale, ammontante a
circa 150mila euro, con una società
consortile. Il margine operativo lordo
(MOL), che evidenzia il reddito di
un'azienda basato solo sulla sua gestione
caratteristica, al lordo, quindi, di interessi
(gestione finanziaria), tasse (gestione
fiscale), deprezzamento di beni e
ammortamenti è positivo ( 234), il 37%
in meno rispetto al 2011, non sufficiente
a spesare gli investimenti e il costo del
debito. La redditività dell’impresa è
misurata in un modesto + 1,2% (Roe).
Negativa la liquidità aziendale (– 115) e,
infine, negativo è il cash flow aziendale
(– 397). La struttura patrimoniale è
equilibrata, ma l’eccesso di contenzioso,
non proietta l’impresa in un orizzonte di
tranquillità. Outlook: Stabile versus
Negativo
21 Marzo 2014
economia
MILAZZO. La Raffineria di Milazzo vara il piano 2014-2018. Ecco i dettagli
L’ELENCO
Ram, 600 milioni di investimenti
Così i progetti
In un periodo buio per la raffinazione Eni e Kuwait Petroleum scommettono sugli impianti mamertini.
Nel 2014 previsti 92milioni di lavori. Dal trattamento acque ad un nuovo ingresso dell’azienda
Raffineria di Milazzo
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Novantadue milioni di euro
nel 2014. Quasi 600 milioni nel
quinquennio 2014-2018. Nonostante la
crisi del settore petrolifero che ha
portato alla chiusura di diverse
raffineria da Roma a Mantova (in
Europa nel 2013 in Europa sono stati
chiusi impianti per 350mila barili al
giorno), la Ram continua ad investire
negli impianti di Milazzo. Solo nel corso
dell’anno verranno ristrutturati i pontili
utilizzati dalle petroliere (2,5 milioni),
migliorato il processo di trattamento
acque di processo (8,5 milioni di euro),
effettuati adeguamenti ambientali sugli
impianti di desolforazione (15 milioni di
euro). Nei giorni scorsi, nel corso di un
incontro promosso da Confindustria, la
società controllata al 50% da Eni e
Kuwait Petroleum ha presentato ai
rappresentanti sindacali della Ram e alle
segreterie territoriali Filctem-Cgil,
Femca-Cisl e Uiltec-Uil il piano
d’investimento 2014, come previsto dal
Protocollo d’intesa sulle Relazioni
Industriali nell’indotto Ram firmato nel
2007. La Raffineria è riuscita a limitare
le perdite ed a mantenersi competitiva
grazie ai cospicui investimenti degli
ultimi 15 anni.
Novanta milioni di euro nel 2013, 92
quelli previsti dalla Ram per il 2014 di
cui la maggior parte per interventi di
carattere ambientale e di mantenimento
degli standard di sicurezza. L’azienda ha
evidenziato ai sindacati l’importanza di
ottenere le necessarie autorizzazioni da
parte degli organi locali e regionali per
permettere di rispettare il programma
deciso dagli azionisti. Proprio in questi
Questi gli investimenti più
significativi che verranno effettuati
nel corso del 2014: Adeguamento
Elettromecca Revamping
(trattamento acque di processo):
8,5 milioni; Protezioni antincendio
4 milioni; Nuova strada d'accesso
alla Ram: 2 milioni; nuova rimessa
antincendio: 1 milione; Interventi di
security: 800 mila euro;
Ristrutturazione Pontili, 2, 6
milioni; Interventi su impianti di
conversione: 20 milioni di euro;
Interventi su impianti di
desolforazione: 15 milioni;
Interventi di recupero energetico: 8
milioni; Turboexpander: 11 milioni.
giorni si stanno ottenendo
autorizzazioni richieste 7 anni fa (negli
altri paesi europei gli iter vengono
ultimati in meno di 1 anno). Nel corso
del 2014 sono previste anche 3 fasi di
fermata per manutenzione straordinaria,
nei mesi di febbraio-marzo, maggio e
ottobre. Durante questi periodi il
personale dell’indotto raddoppierà
passando da 600 a 1200.
Sia i lavori per investimenti, sia i lavori
di manutenzione continueranno ad
essere affidati prevalentemente alle
principali ditte locali già attive in
raffineria, che nel corso di questi ultimi
anni hanno garantito, attraverso una
manodopera quasi esclusivamente
locale.
«Il Piano industriale della Raffineria ci
soddisfa - ha aggiunto Salvatore
Chiofalo, esponente sindacale della Cgil
- ed era fondamentale questo primo
confronto per avere una proiezione dell'
occupazione per il breve e medio
termine. Adesso però sarà importante
portare avanti alcune questioni non
secondarie come quelle dei livelli
professionali, della stabilizzazione dei
lavoratori precari che operano in queste
condizioni nelle ditte, anche da ben
dieci anni».
SAN FILIPPO DEL MELA
Edipower al lumicino
SEMPRE PIÙ VICINA LA CHIUSURA DELLA CENTRALE
TERMOELETTRICA. NUOVO SCIOPERO IL 26 MARZO
La centrale operativa Edipower
SAN FILIPPO DEL MELA. Prende sempre più corpo
l’ipotesi di chiusura della centrale termoelettrica Edipower.
Dopo gli infruttuosi incontri in Prefettura sulla vertenza
Edipower, le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Flaei
Cisl e Uiltec Uil hanno deciso di proclamare una ulteriore
azione di sciopero di 4 ore del personale per il prossimo 26
marzo. I sindacati hanno inviato una nuova lettera al
prefetto, alla Direzione di Edipower, al ministero delle
Attività Produttive, agli Assessorati regionali Ambiente e
Territorio, Attività Produttive ed Energia, e ai sindaci di
San Filippo del Mela, Milazzo, Pace del Mela e Santa Lucia
centonove pagina 23
del Mela. «E' stato illuminante sapere dall' assessore
regionale all' Ambiente che, dall' inizio della vertenza,
nessuna interlocuzione con il Governo regionale è mai
stata richiesta da Edipower/A2A, così come non è mai
stata avanzata autorizzazione per modifica di impianti o
per l'impiego di un nuovo carburante». L' ipotesi aziendale
fatta davanti al prefetto di Messina riguarda l' impiego su
uno dei 4 gruppi di produzione rimasti, di un carburante
di nuova generazione (CSS), ricavato dal trattamento di
una parte della raccolta differenziata dei rifiuti. «Se
Edipower/A2A credesse davvero a questa soluzione,
anziché attardarsi ostinandosi in un preoccupante silenzio
- proseguono Cgil-Cisl e Uil - avrebbe dovuto unirsi alle
richieste del sindacato, sostenendo con maggiore forza l'
attivazione di quel tavolo di confronto permanente con i
soggetti istituzionali, dove verificare realmente volontà,
disponibilità, risorse ed accelerare la conclusione dell' iter
autorizzativo».
21 Marzo 2014
economia
NOMINE
CONSORZI - RAGUSA
Lotta alla droga, alleanza Ue-Russia
DI SALVATORE
CIFALÀ
La cooperazione tra Unione europea
e Russia, già attiva in un'ampia gamma
di aree d'azione, ha compiuto un
ulteriore passo avanti: durante il vertice
di Ekatarinburg è stato, infatti, raggiunto
un accordo di collaborazione nella lotta
al traffico di droga. Grazie a questo
accordo sarà possibile controllare in
modo più efficace il traffico di
stupefacenti, con particolare attenzione
al mercato dei precursori, sostanze
utilizzate nella produzione di droghe
illecite, come cocaina e eroina. Questi
precursori chimici sono però utilizzati
legalmente anche nella fabbricazione di
medicine, profumi e cosmetici, il che
rende particolarmente difficile una loro
regolamentazione. La Russia è già il
dodicesimo paese con cui l'Unione
Europea ha concluso questa
convenzione, che ha come obiettivo
principale lo scambio transfrontaliero
d'informazioni. Si vuole, infatti, facilitare
uno scambio di informazioni, sia tecniche
sia scientifiche, tra le varie autorità
nazionali, per garantire che questi
prodotti chimici non vengano utilizzati
per fini illeciti. La convenzione, firmata
da Catherine Ashton, Vicepresidente
della Commissione europea, e Viktor
Ivanov, Alto Rappresentante della
Federazione russa, si focalizza in
particolare su 23 sostanze chimiche, il cui
utilizzo era già oggetto di regolazioni
internazionali. E' del 1988, infatti, la
Convenzione delle Nazioni Unite contro
il traffico illecito di sostanze stupefacenti
e psicotrope, quadro di riferimento per
ogni azione successiva. Il tema del
traffico di droga è di competenza di
Algirdas Šemeta, Commissario europeo
responsabile per la fiscalità e l'unione
doganale. Come sottolinea proprio il
Commissario, le dogane svolgono oggi
RAGUSA. Mario Molè, imprenditore quarantunenne della ditta «Fratelli Molè srl»
di Chiaramonte Gulfi, presidente del
Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Ragusa, è stato eletto all' unanimità, presidente del Coexport, consorzio
di promozione export. Le aziende associate sono 17 e provengono anche dalla
province di Siracusa, Messina, Catania e
Trapani.
FILT CGIL - CATANIA
Grasso nuovo segretario
CATANIA. Alessandro Grasso, 43 anni, è il
nuovo segretario della Filt Cgil di Catnia, il
sindacato dei trasporti. Grasso è stato
eletto a conclusione del congresso di categoria. Nella Cgil dal 2001, ha militato prima
come Rsa della Sac, poi di Katane e da
sette anni è componente della segreteria
provinciale della Filt come responsabile del
trasporto aereo.
AVVOCATI AMMINISTRATIVISTI
Rubino delegato siciliano
Girolamo Rubino è stato nominato nuovo
delegato regionale per la Sicilia della Società italiana avvocati ammnistrativisti; la
prima iniziativa che il neo delegato regionale ha adottato è stata l' organizzazione di un convegno di studi sul contributo unificato, il ben noto balzello che
rende eccessivamente oneroso il ricorso
alla giustizia amministrativa.
CONSUMATORI
CONFINDUSTRIA
I codici nelle etichette
Formazione in un Fad
Saper leggere le etichette
significa in un certo senso,
sapere fare la spesa in modo
intelligente . Decifrare le
indicazioni presenti sulle
confezioni dei prodotti
alimentari in realtà non è molto facile ,
perché spesso si tratta di numeri e sigle
misteriose . E’ noto che l’etichetta è una
sorta di carta di identità dei cibi
confezionati , ed è uno strumento
attraverso il quale le aziende informano i
consumatori sul contenuto del prodotto .
L’etichetta non può essere composta
arbitrariamente perché deve attenersi
alle indicazioni generali previste dalla
legge: deve essere scritta in lingua
italiana, in forma corretta e
comprensibile per chi legge. Soprattutto
le indicazioni non devono: indurre in
errore l’acquirente sulle caratteristiche
del prodotto; attribuire al prodotto
proprietà atte a prevenire e curare
malattie; vantare come qualità esclusive
caratteristiche comuni a prodotti dello
stesso tipo La funzione delle etichette e
quelle di informare e tutelare il
consumatore.
MESSINA. Stretto Servizi Industrie
srl, società di Confindustria Messina
e Confindustria Reggio Calabria, ha
attivato un innovativo servizio per la
formazione aziendale. La
formazione generale obbligatoria in
materia di sicurezza sul lavoro può
adesso essere effettuata a distanza
(sistema "FAD", Formazione a
Distanza). Grazie alla piattaforma elearning messa a disposizione da
Stretto Servizi Industrie, le imprese
possono adempiere agli obblighi
formativi e far svolgere ai propri
dipendenti i corsi obbligatori presso
le postazioni di lavoro aziendali. La
FAD costituisce un’efficace
alternativa al classico intervento
d’aula e consente alle imprese, a
costi decisamente contenuti, di
risparmiare su trasferte e tempi di
distacco del dipendente dall'attività
aziendale. Tramite la piattaforma elearning di Stretto Servizi Industrie, i
lavoratori destinatari della
formazione possono seguire il corso
generale in materia di sicurezza sul
lavoro dal proprio pc.
Francesco Sabatino,
Adoc UIl Messina
un duplice compito: da un lato
contribuiscono alla sicurezza della
società, arginando quindi i traffici
illegali, dall'altro agevolano invece gli
scambi commerciali e lo sviluppo di reti
d'impresa transfrontaliere. Nel caso
specifico, quindi, le dogane dovranno
garantire il passaggio di queste sostanze
chimiche, fondamentali per numerose
imprese europee, assicurandosi però che
non finiscano nelle mani sbagliate.
Questa convenzione con la Russia
costituisce quindi un passo importante
per garantire ai cittadini europei sempre
più sicurezza, all'interno del mercato
unico.
Molè guiderà Coexport
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Bonus produttività, il decreto del Ministero
Il Ministero del Lavoro ha predisposto il decreto con i limiti e
le regole gestionali per l’applicazione dello sgravio contributivo
sui premi di produttività erogati nel corso del 2013.
In attesa dell’emanazione delle istruzioni operative da parte
dell’Inps (che dovrà illustrare le procedure per effettuare le
istanze) i datori di lavoro interessati possono iniziare a verificare la sussistenza di
tutte le condizioni per accedere alla “decontribuzione”. Entrando nel dettaglio, il
Dm Lavoro-Economia del 14 febbraio 2014 ha fissato al 2,25% della retribuzione
contrattuale annua (corrisposta al lavoratore e imponibile ai fini contributivi,
comprensiva della retribuzione variabile interessata allo sgravio) il limite degli
emolumenti di secondo livello assoggettabili alla riduzione contributiva. Lo sgravio
è pari al 25% dell’aliquota dovuta dai datori di lavoro mentre riguarda l’intera
contribuzione a carico del lavoratore, senza perdita di copertura pensionistica. Vi
sono però alcuni requisiti da rispettare: intanto, le somme interessate al beneficio
e previste dagli accordi collettivi di secondo livello dovevano essere incerte nella
loro corresponsione o nel loro ammontare, in linea con lo spirito incentivante.
Altro requisito è il collegamento degli emolumenti a parametri di produttività e di
competitività: vi possono rientrare anche le intese stipulate ai sensi dell’articolo 8
del Dl 138/2011 (contratti di prossimità). Inoltre, gli accordi aziendali o territoriali
istitutivi dei salari di secondo livello dovranno essere depositati presso la Direzione
Territoriale del Lavoro entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Dm. I fondi a
disposizione ammontano a 607 milioni di euro; nell’ipotesi in cui le richieste
dovessero eccedere detto limite, l’Inps provvederà a riproporzionare le quote
spettanti ai datori interessati. Per accedere all’agevolazione, è altresì necessario
che l’impresa rispetti le condizioni previste in materia di regolarità contributiva e
il rispetto della parte economica prevista dagli accordi e contratti collettivi. I
Consulenti del Lavoro possono fornire l’adeguato supporto alle aziende
interessate, sia per quanto concerne la verifica degli aspetti di cui sopra, sia per
operare – per conto dei datori di lavoro – tutti gli adempimenti propedeutici
all’ottenimento dello sgravio, nonché il successivo monitoraggio dell’iter delle
istanze.
centonove pagina 24
MEMORIA
Arte, Fai la cosa giusta!
Pagina 26. Il Fondo per l’Ambiente Italiano
apre le porte della Prefettura e di San Giovanni di Malta
poster
21 Marzo 2014
LIBRI
Antonio Bassarelli, il messinese
Pagina 28. Sbarca in città, al Circolo della Borsa,
l’ex magistrato con la sua fatica letteraria
MURALES DI UMANITÀ VARIA
IN BREVE
PALERMO - PRESENTAZIONI
Ricordando Rocco Chinnici
PALERMO. In occasione della giornata della
memoria e dell'impegno per le vittime
delle mafie, verrà presentato oggi (venerdì
28, ndr) alle 18,30, alla libreria Modusvivendi di Palermo, “Così non si può vivere”,
il libro su Rocco Chinnici scritto dai giornalisti messinesi Fabio de Pasquale ed
Eleonora Iannelli. Interverranno gli autori
e l'autista sopravvissuto alla strage, Giovanni Paparcuri. Modererà la giornalista Elvira Terranova.
HAPPENING
Arte e parole nell’Isola
Giovanni Renzo
Ninni Bruschetta
EVENTI. L’opera di Prokof'ev cambia provocatoriamente titolo. Contro la Regione
“Pierino contro il Lupo”
Lo spettacolo, in programma per venerdì 28 marzo, è organizzato dagli orchestrali del Teatro
Vittorio Emanuele di Messina. Per richiamare l’attenzione sulle problematiche della struttura
DI
ALESSANDRA TIMMONERI
Uno spettacolo che vuole essere
un'offerta alla città ma anche un
appello, per mettere in evidenza le
criticità in cui il Teatro Vittorio
Emanuele versa e dalle quali si sta in
questi giorni cercando una via d'uscita.
Queste le intenzioni che animano
l'Orchestra del Vittorio Emanuele che
ha ideato lo spettacolo previsto per
venerdì 28 marzo con in programma
l'opera di S. Prokof'ev "Pierino e il lupo",
alcuni estratti dalla "Norma" di V. Bellini
e dal "Nabucco" di G. Verdi, e la suite
"La distanza della Luna" del pianista
messinese Giovanni Renzo.
«Lo spettacolo nasce da un'idea degli
orchestrali - spiega Renzo - in quanto
sono loro in prima persona ad essere
colpiti dalla situazione caotica che
ormai da troppo tempo ci condiziona.
Se lo stato delle cose dovesse rimanere
quello attuale, la musica a Messina non
avrebbe più sbocchi, e a soffrirne
sarebbe la città tutta». Sì, perché tanto
si è discusso nei giorni scorsi sulla sorte
che dovrà toccare al Teatro. Si sono
tenuti degli incontri-scontri tra
l'amministrazione della città e
l'assessore Stancheris: la Regione ha in
un primo tempo negato lo stanziamento
dei fondi che avrebbero dovuto
permettere la creazione di un
programma primaverile;
successivamente ha invece garantito
che questi ci saranno, promettendo di
finanziare per il 50% il calendario degli
spettacoli. Si era poi parlato di
"declassamento" riguardo il teatro lirico
di Messina che da teatro di produzione
e musica si sarebbe dovuto ridurre a
teatro di prosa, eliminando dunque
l'Orchestra che è la sua punta di
diamante, e con il rischio di diventare
una specie di teatro di provincia. Ma
anche questo negli ultimi giorni è stato
smentito: la Stancheris ha puntualizzato
che non ci sarà alcuna penalizzazione
nei confronti del Vittorio Emanuele e
che l'Orchestra continuerà ad esistere e
operare. Terzo punto d'attrito tra
Regione e Teatro era la questione
nomine del consiglio
d'amministrazione; una situazione
paradossale che si protrae da mesi e che
sembra finalmente sul punto di
risolversi di qui a pochi giorni, con la
ratifica delle nomine dei componenti
del consiglio di amministrazione.
Riguardo lo spettacolo di giorno 28,
non è casuale per Renzo la scelta
dell'opera "Pierino e il Lupo": «Avrebbe
dovuto aprire la mini stagione per la
primavera, che però poi è saltata.
Quindi, in un certo senso, è una scelta
simbolica, come lo è anche la mia suite
"La distanza della luna", nata nel 1997
proprio al V. Emanuele». L'opera di
Prokof'ev prevede anche una voce
narrante, che sarà quella del celebre
attore Ninni Bruschetta: «Non è facile
parlare adesso di teatro a Messina, c'è
una paralisi incomprensibile che è un
danno sotto due aspetti diversi, quello
economico e quello culturale. Da un
lato, infatti, bisogna tener presente che
il teatro a Messina è una piccola
industria, dall'indotto enorme, ma
attualmente c'è gente che va avanti da
mesi senza stipendio. Dall'altro lato,
poi, il danno culturale: è un luogo che
produce cultura, e che deve essere in
primo luogo teatro di musica e di
produzione. Vorrei essere ottimista, ma
è da irresponsabili, bisogna essere svegli
e attenti. Ero qui in città quando ad
agosto scorso venne nominato
presidente del teatro Maurizio Puglisi,
ed è da allora che si parla di firma e di
consiglio d'amministrazione. Per
questioni burocratiche non si può
tenere fermo così un teatro, con tutte le
persone che ci lavorano. Mi domando
come la questione non si sia già risolta
ad agosto».
centonove pagina 25
MESSINA. Domenica 23 marzo, alle 17,
presso l’Isola Pedonale, il Collettivo Studenti Unime e il Teatro Pinelli organizzano
“Arte e Parole contro privatizzazioni e rendite”, terzo appuntamento del ciclo di seminari sul diritto alla città. Si tratta di un
happening - Seminario Arte e Parole contro le Privatizzazioni.
SANTA LUCIA DEL MELA
“Mai più silenzi”
SANTA LUCIA DEL MELA. Dalle 17 e 30 in
poi, domenica 23, nell’Aula consiliare di
via Nenni, l’Associazione "Piccolo Teatro"
invita a “Mai più silenzi”, uno spettacolo
teatrale con monologhi contro ogni violenza di genere, liberamente tratti dal libro
"Ferite a morte" di Serena Dandini, e alla
mostra fotografica di Marilena Manna.
JAZZ
Max Ionata all’Officina
MESSINA. Alle 21 di sabato 22, nell’ambito
di “Off in Jazz”, a cura di Mimmo Papa e
Antonella Casuscelli, si esibiranno Max Ionata e Urban Fabula al Centro Multiculturale Officina di via Croce Rossa. Musicista
e compositore, Ionata è considerato attualmente uno dei più importanti sassofonisti italiani. I musicisti del trio “Urban
Fabula” sono Seby Burgio (pianoforte), Alberto Fidone (contrabbasso) e Peppe Tringali (batteria). Ingresso 12 euro.
CONCERTI
Managment al Retronouveau
MESSINA. Tornano nel luogo che li ha fatti
conoscere a Messina i “Managment del
dolore post operatorio”. A distanza di due
anni dall'acclamato “Auff!!”, alle 22 e 30 di
sabato 22 il gruppo presenterà al Retronouveau di via Croce Rossa il nuovo disco,
"Mcmao" , in uscita l'11 di marzo su Universal/ColorSound Indie. Prima di produrre
“Auff” con MArteLabel, i “Managment”
hanno vinto numerosi premi: Italia Wave,
Primo Maggio Tutto l’Anno, Il Rock è
Tratto, UPLOAD di Bolzano. Nel 2010 la
svolta discografica con la vittoria del “Premio produzione al festival MArteLive” che
li fa entrare di diritto nel roster dell'etichetta MArteLabel.
21 Marzo 2014
postermemoria
EVENTI. Il Fondo per l’Ambiente Italiano apre le porte della Prefettura e di San Giovanni di Malta
Arte, Fai la cosa giusta!
Sabato 22 e domenica 23 sarà possibile visitare due emblemi della città ricostruita e di quella preesistente al 1908
che, insieme, rappresentano una continuità dall’epoca ellenistica a oggi. Ecco le novità raccontate dalla Soprintendenza
DI
DANIELE DE JOANNON
Due luoghi, uno accanto all’altro, che
rappresentano la continuità storica di
Messina dall’epoca ellenistica ai giorni
nostri. Sono la Prefettura e la chiesa di
San Giovanni di Malta di Messina, che
fanno parte del medesimo comparto e
sono state individuate dalla delegazione
del Fai dello Stretto come mete per le
“Giornate di Primavera” di sabato 22 e
domenica 23 marzo. La visita ai due
edifici, che rappresentano rispettivamente
la ricostruzione post terremoto e una
delle principali sopravvivenze della città
smantellata dopo il 1908, riserva molte
sorprese grazie al lavoro svolto dalla
Soprintendenza di Messina, guidata da
Rocco Scimone, che, attraverso
pannelli didattici, racconterà per la prima
volta il patrimonio di Palazzo del
Governo e affronterà i tesori e le
sopravvivenze di San Giovanni di Malta,
fino ad ora, in parte, mai approfonditi.
Ma, a rappresentare una delle novità,
sarà anche il capitello rinvenuto nel
cortile della Prefettura, che Grazia
Musolino, direttrice dell’Unità Storico
Artistica, data al sesto secolo dopo Cristo.
Un manufatto che fa riemergere il passato
paleocristiano dell’intera area,
riannodando i fili della memoria.
«Abbiamo individuato questi siti e
prepararto una serie di pannelli
relativamente a vicissitudine
architettoniche, archeologice, storico
artistiche e archivistiche», spiega
Scimone. A coordinare le singole sezioni
sono stati i dirigenti Marisa Mercurio
(architettonica), Gabriella Tigano
(archeologica), Musolino (arredi e
apparati decorativi) e Carmela
Prestipino (Beni Librari).
L’androne centrale della Prefettura
Il capitello “ritrovato” e datato al sesto secolo dopo Cristo
MILLENNI DI STORIA. «Lo scavo
della Prefettura è uno dei più famosi tra
quelli effettuati negli anni della
ricostruzione. Nel 1914, infatti, fu trovato
un lembo della necropoli romana»,
spiega la dottoressa Tigano. Che
aggiunge: «A condurre la campagna fu
Paolo Orsi, che in una relazione
assicurava che i resti sarebbero rimasti
sotto il Palazzo della Prefettura. In realtà,
purtroppo, la decisione venne meno, e
ciò che rimane sono la documentazione e
i reperti che si trovano al Museo di
Messina. L’area in oggetto è un lembo
della Necropoli Nord, che si sviluppò in
epoca ellenistica e fu molto utilizzata in
epoca romana. In tal senso, ad esempio, i
ritrovamenti durante la costruzione della
chiesa di San Giovanni di Malta, nel
1588, appartengono allo sviluppo della
Necropoli tra il primo e il III° secolo dopo
Cristo, e non a San Placido e gli altri
martiri».
LA PREFETTURA. A curare i pannelli
su decori e arredi di Palazzo del Governo
sono stati Luigi Giacobbe e Valeria
Bottari. I loro contributi, come tutti gli
altri, saranno oggetto di una più
approfondita pubblicazione. A concepire
l’apparato plastico decorativo del
prospetto, degli ambienti interni, le opere
in ferro battuto e alcuni arredi della
Prefettura fu lo stesso progettista,
Cesare Bazzani. “A coronamento della
facciata fu previsto anche un gruppo
scultoreo raffigurante L'Italia e Messina
risorta, mai realizzato. Tuttavia, nell'arco
di tempo che interessò la realizzazione
dell'edificio, dall'approvazione del
progetto (1913) al collaudo finale (1921)
i programmi decorativi originari furono
rimodulati a causa delle ristrettezze
finanziarie dovute al primo conflitto
mondiale”, scrivono. “Si avvicendarono
così, dopo il 1917, numerose ditte e
maestranze locali alle dipendenze
dell'impresa Bazzani con il probabile
intervento dell'artista materano Michele
Amoroso (1882-1970). Alcuni arredi
furono commissionati alla Società
Anonima Ducrot e al Cavalier
Alfredo Ainis di Messina; le vetrate
interne ed esterne furono richieste alla
ditta Lazzaris di Spresiano (Treviso), le
persiane avvolgibili si ordinarono alla
L’INCONTRO
Messina dopo il sisma
LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI GIULIO ROMANO
IL 23 MARZO A SANTA MARIA ALEMANNA
MESSINA. La storia della grande
ricostruzione di Messina dopo il
terremoto del 1908, progettisti e
imprese protagoniste, la cultura del
tempo rivissuta attraverso documenti
inediti, storie, aneddoti e preziose
testimonianze raccolte dallo studioso
Giulio Romano nel volume “200”. Libro
che sarà presentato domenica 23 marzo
alle 18 a Santa Maria Alemanna.
L’incontro, promosso dall’editore Costantino Di Nicolò
insieme con il Rotaract Club Messina, presieduto da
Marilù Verzera, avrà un testimonial speciale: l’attore
messinese Ninni Bruschetta leggerà parte della
prefazione curata dallo scrittore Vanni
Ronsisvalle.
L’opera, di circa 160 pagine, è un
racconto appassionato e puntuale, in
grado di restituire alla memoria
collettiva uno spaccato di architettura,
ingegneria e pianificazione urbanistica,
con una descrizione analitica di isolati e
palazzi di pregio artistico, corredata da
fotografie di Giovanni Isolino e
Deborah D’Angelo. Il coordinamento
editoriale è di Giulia e Gabriele
Romano.
centonove pagina 26
Argomenti sui quali si confronteranno in un dibattito
moderato dal giornalista Massimiliano Cavaleri, oltre
all’autore, il presidente della Fondazione Architetti nel
Mediterraneo Pino Falzea, l’architetto Nino Principato e
lo storico e docente dell’Università di Palermo Marcello
Saija. Prenderanno parte alcuni sostenitori
dell’iniziativa editoriale: il presidente dell’Ordine dei
medici Giacomo Caudo, il presidente della Commissione
Cultura del Comune Piero Adamo, la presidente
dell’Archeoclub Mariella Paladini, la vicepresidente
dell’Associazione mogli medici italiani Francesca De
Domenico, la priora generale della Dame Templari
Federiciane di Messina Rosamaria Petrelli e il presidente
del Rotary Club Messina Ferdinando Amata.
Ad arricchire l’evento, l’intervento musicale del
chitarrista Gianluca Rando, che accompagnerà la voce
di Carla Andaloro.
postermemoria
Particolare degli affreschi dell’abside di San Giovanni di Malta
Pestalozza &C.o di Torino. Dal
capoluogo piemontese arrivarono pure,
nel settembre del 1818, le porte interne
costruite dalla “Fratelli Bocca Fabbrica di
mobili e serramenti”. Per i pavimenti vi
fu l’intervento di Domenico Crovatto
e gli infissi del salone di rappresentanza
furono realizzati e collocati, nel gennaio
del 1922, dalla celebre ditta messinese
Scilipoti che Bazzani chiamò anche a
Roma per gli edifici della Pubblica
Istruzione e dell’Aeronautica militare”.
“Nella Stanza del Capo di Gabinetto - si
legge - l’apparato plastico decorativo
comprende due fasce marcapiano
sovrapposte a rilievo che fondono in un
colto eclettismo elementi ora
neorinascimentali (un pregevole fascione
con motivi decorativi vegetali stilizzati
sovrapposti, in cui sono riconoscibili
alloro e palmette) ora liberty (profilo a
festoni intercalati da paffute testine a
rilievo tra nastri e fiocchi). I mobili
(scrivania, tre scaffali, una vetrina, due
mobili con graticcio sul fronte, le sedie, il
divano e due poltrone) ripetono tutti il
motivo delle protomi leonine finemente
intagliate. Sulla parete è collocato il
dipinto raffigurante la Veduta del Palazzo
del Gran Priorato con figure tratto da una
cartolina postale preterremoto dove si
nota a sinistra la chiesa di San Giovanni
di Malta, il Gran Priorato (poi Palazzo del
Prefetto) e la Strada Garibaldi, a destra
Via Porta Reale Bassa. È probabile che
Giuseppe Bonsignore abbia
realizzato il dipinto nella metà degli Venti
in analogia con il Martirio di San Placido
dipinto nel 1929 per l’attigua chiesa di
San Giovanni di Malta”. Tra i tesori da
segnalare negli interni, un frammento di
decorazione architettonica a voluta,
probabilmente proveniente dall’antica
Chiesa di San Giovanni di Malta o
dall’edificio del Gran Priorato scampato
al terremoto del 1908, un monumentale
lampadario dai tipici elementi neorinascimentali in legno dorato a sei bracci
e volute fitomorfe, decorato da testine a
rilievo e punte di cristallo di rocca al
centro, la libreria lungo le pareti con ante
vetrate, e il grande lampadario a otto
bracci in legno intagliato nella stanza del
Prefetto, “un piccolo capolavoro di
artigianato per la finezza di elaborazione
delle modanature, dei decori a foglia di
acanto e delle forme baccellate dei
reggilampada”. “Il mobilio è
probabilmente da riferire alla fornitura
(gennaio 1921) della ditta Alfredo Ainis
di Messina”. Tra i dipinti in dotazione,
oltre a due del secolo XVIII con “rovine”
provenienti dal Museo Regionale di
Messina, nei lati minori della sala sono
collocati due tele di Pasquale De
Angelis del 1920. La Sala di
rappresentanza è invece impreziosita da
incisioni e da una copia novecentesca di
Salvatore De Pasquale dal Concerto
di Tiziano Vecellio conservato nella
Galleria Palatina di Palazzo Pitti a
Firenze. Alle pareti della sala da pranzo,
invece, una raccolta di dipinti del pittore
Salvatore De Pasquale e la suggestiva
Piazza del Duomo di Messina di Luigi
Di Giovanni, presentata all’Esposizione
Nazionale di Palermo del 1891-1892.
SAN GIOVANNI DI MALTA. Una
prima novità rappresenta la
riorganizzione delle sale espositive
curata da Stefania Lanuzza,
Virginia Buda, Maria Katja Guida
e Maria Pia Mistretta (paramenti) e
Grazia Musolino (argenti). Dell’antica
chiesa medievale (risalente, secondo
tradizione a San Placido, VI secolo dopo
Cristo), restano il sepolcro marmoreo di
Luca primo archimandrita di Messina,
risalente al XII secolo, che fu forse
trasportato nella chiesa dal Monastero
basiliano di San Salvatore dei Greci, la
tavoletta postbizantina della Madonna
della Consolazione incoronata dagli
angeli (entrambi ora al Museo
Regionale) ed il Crocifisso in mistura dei
primi decenni del Cinquecento
conservato in sagrestia. La nuova chiesa
fu costruita tra il 1588 e il 1653.
“Dell’imponente edificio sopravvive oggi
solo la tribuna, al cui interno è ancora
ben visibile l’intervento progettuale di
Jacopo del Duca (architetto del
Senato dal 1589 al 1600)
nell’articolazione planimetrica dei due
vani esagonali raccordati dall’arco
sostenuto da semicolonne, nella ritmica
scansione delle pareti e delle due
calotte costolonate. Anche i due grandi
angeli in stucco dorato posti ai lati del
21 Marzo 2014
cancello in bronzo del sacello
rimandano a quelli ideati dall’architetto
cefaludense per l’abside del Sacramento
nella Cattedrale, oggi privi di doratura”.
Ma è a questo punto che gli storici
dell’arte raccontano l’interno della
Chiesa: “A questa fase appartengono nel
sacello le tele e le tarsie pavimentali
datate 1624 e, nella cappelletta della
chiesa, la decorazione in stucco della
calotta e il dipinto con la Madonna
della Lettera con S. Placido e S. Rocco.
Sembrano invece eseguiti tra il XVII e il
XVIII secolo i puttini ad affresco della
calotta, alcuni dei quali rifatti
successivamente, e le statue in stucco di
Santi Benedetto, Flavia, Eutichio e
Vittorino nelle quattro nicchie. Altre
importanti testimonianze coeve alle
trasformazioni del primo Seicento si
rintracciano nella cappella Maurolico o
del Santissimo Sacramento a destra
dell’aula. Da lì proviene il monumento
del grande matematico e umanista
Francesco Maurolico che, ultimato
nel primo decennio del Seicento,
prevede entro una nicchia il busto
dell'abate realizzato verosimilmente da
Rinaldo Bonanno alla fine del XVI
secolo”. Al centro dell’attenzione anche
la committenza dell’Ordine
Gerosolimitano: “Giovanni Di
Giovanni, dal 1672 Principe dei
Cavalieri della Stella, nel 1683 erige la
cappella dell'Idria e, dopo il terremoto
del 1693, divenuto Gran Priore di
Messina, si dedica alla riparazione dei
danni subiti dalla chiesa; a lui
probabilmente è da riferire l'altare in
raffinate tarsie marmoree ora in S.
Caterina Valverde... Michele Maria
Paternò Bonajuto, Gran Priore dal
1773, dopo il terremoto del 1783
‘rifabbricò a proprie spese la Chiesa
priorale’ e la dotò di arredi, decorazioni,
suppellettili sacre”. Molte opere sono in
altre chiese di Messina, mentre il dipinto
con la “Maddalena penitente” è l’unico
superstite del ciclo realizzato nel 1786
da Giuseppe Paladino per gli altari.
Il Priorato annesso, dopo i danni causati
al Palazzo Reale dal sisma del 1783, fu
destinato a sede reale dal re di Napoli, e
la chiesa assunse il titolo di Cappella
Palatina, che ancora oggi conserva.
IL LIBRO
I borghi fuori le mura
IL LIBRO DI FRANCO CHILLEMI EDITO DALLA CIOFALO.
PER RACCONTARE LA STORIA URBANISTICA PELORITANA
MESSINA. La Biblioteca Comunale “Tommaso
Cannizzaro” di Messina, che assieme all’Archivio Storico
mira a coinvolgere sempre più la città a partecipare
nella prestigiosa sede del Palantonello ad eventi di
spessore, ha dato ampio spazio alla presentazione di un
bel volume di Franco Chillemi, edito dalla Libreria
Ciofalo: “Messina. I borghi fuori le mura” (Messina 2013,
pp. 197). L’autore ha già dato alle stampe diversi volumi
sulla storia urbanistica e il patrimonio artistico di
Messina, Milazzo ed altri luoghi della provincia
peloritana, ma in quest’occasione dedica la sua
attenzione, ampliando e approfondendo le precedenti
ricerche, agli antichi borghi della città, quelli che, posti
un tempo fuori dalla cerchia muraria e costituenti fino
al 1908 la periferia cittadina, fanno oggi parte a tutti gli
effetti della città. Può così scaturire dalla memoria di
tempi trascorsi la ricostruzione, permeata di un pizzico
di malinconia che Giovanni Molonia effettua, nella
prefazione all’opera, sul borgo del Ringo, di cui segue i
mutamenti sino agli anni Cinquanta, elencando di esso
palazzi e botteghe, tradizioni e feste, che ci
restituiscono un quadro dei luoghi assai diverso
dall’odierno. Proprio questo è, in fondo, il leit-motiv del
libro di Chillemi che, proseguendo sul versante della
storia urbanistica, tende ad evidenziare le strutture
urbane nella loro evoluzione: emerge la necessità,
secondo l’autore, che prosegue d’altronde sulla linea già
centonove pagina 27
evidenziata nel suo precedente volume dedicato al
centro storico, di evidenziare con lo studio una struttura
urbana complessa, ricostruendone i connotati nelle sue
componenti storiche. Così, dopo una prima parte
dedicata nel libro a notizie di carattere generale sui
borghi, da Zaera a Portalegni, da Boccetta a San Leone e
al Ringo, dal braccio di San Raineri alle contrade di
Montepiselli, Castellaccio e Scoppo, con uno sguardo
attento all’edilizia civile e ai luoghi di culto, nonché al
patrimonio artistico; si passa all’esame del patrimonio
architettonico degli stessi borghi “tra continuità e
ricostruzione”; e si esaminano infine i materiali degli
edifici distrutti. Si tratta di un lavoro attento e
documentatissimo, con una bibliografia molto ampia e
un corredo fotografico che arricchisce il volume e lo
rende prezioso per chi voglia veramente conoscere
come sia mutata nel tempo la città.
F.I.
21 Marzo 2014
posterlibri
LA RECENSIONE. Sbarca in città, al Circolo della Borsa, l’ex magistrato con la sua nuova fatica letteraria
Antonio Bassarelli, il messinese
In “tredici pretesti per tredici racconti”, l’autore ripercorre l’infanzia e la fanciullezza trascorse
in riva allo Stretto, dalle passeggiate sul viale alla mentalità borghese. E alcuni amici speciali
DI LUIGI FERLAZZO
NATOLI
Recensendo su questo giornale i
racconti di Sara Bassarelli “In punta
di mare” (Morgan Miller Edizioni)
dicevo che i Bassarelli scrittori sono due,
Antonio e Sara, fornendo così la prova
che nel Dna di famiglia scorre la vena
narrativa. Ed ecco che a distanza di
pochi mesi ho la fortuna di leggere
“Tredici pretesti per tredici racconti”
(Nuova Ipsa Editore, pp.163, euro 14),
la più recente produzione letteraria di
Antonio Bassarelli, nato a Messina,
magistrato dal 1959 e pensionato dal
2001, quando ha lasciato per limiti di
età il Tribunale di Reggio Emilia. Il libro,
tra l’altro, sarà presentato in città
domenica 23 marzo, alle ore 18, al
Circolo della Borsa (sarà presente
l’editore).
Il suo esordio letterario con La trovatura
(edito da Rizzoli nel 1972) gli valse
numerosi riconoscimenti tra cui il
“Premio Pisa” e “Il Premio letterario
Basilicata”, allora presieduto da Carlo
Bo. Successivamente a distanza di circa
trenta anni ecco la raccolta di racconti
Di Elena e dell’ombra e un altro
romanzo Per questi motivi. Adesso come dice Fabrizio Ottaviani - i
Tredici pretesti per tredici racconti «conferma l’assoluta statura di Bassarelli
come scrittore». E, se mi si consente,
voglio condividere ciò che aggiunge lo
stesso Ottaviani, e cioè che Antonio
Bassarelli «potrebbe essere annoverato
fra i maggiori scrittori italiani»,
perfettamente sulla scia di Pirandello,
Sciascia, Tomasi di Lampedusa e,
aggiungerei io, Bufalino, «se solo gli
ultimi kingmakers in circolazione (i
Citati e gli Arbasino) si accorgessero di
questo autore», sia pure tardivamente.
Del resto basta il giudizio di Carlo Bo,
quando apparve La trovatura: il
LACERTI DI LETTURE
romanzo è caratterizzato da «una
rigorosa tessitura stilistica, al di fuori di
mode avanguardistiche, ma anche fuori
da cifre retoriche».
Ciò detto, l’originalità degli attuali
racconti sta a parer mio anche
nell’avere svelato, per così dire, il gioco
letterario che si cela dietro i suoi
racconti, vale a dire i pretesti dai quali
hanno preso le mosse. Come dichiara,
infatti, lo stesso autore nella Prefazione
«di certo il reperimento di siffatta genesi
non è sempre semplice e non è mai
indispensabile…» e «non v’è motivo
diverso dalla spilorceria per non offrire
la stessa possibilità di consolazione agli
eventuali lettori».
La Sicilia e i ricordi dell’infanzia
trascorsa a Messina, gli amici, le
passeggiate per il Viale San Martino, ma
anche la mentalità dei nobili e dei
borghesi messinesi, sono raccontati con
ironia spesso sferzante. E non inganni il
distacco dalle storie raccontate, in
quanto Antonio Bassarelli guarda da
lontano e con la lente dei ricordi, perché
emerge alla fine il coinvolgimento totale
con i problemi della gente del Sud e il
profondo amore per la sua Messina.
Non potendo dare conto di tutti i
racconti vorrei additare all’attenzione
dei lettori soprattutto “Amici miei”, in
cui la crescita insieme ad amici speciali
come il commissario Boris Giorgio
Giuliano e il magistrato Antonino
Scopelliti, uccisi rispettivamente dalla
mafia siciliana e dalla ndrangheta
calabrese, si conclude con una risposta
ad altro amico non bene identificato che
diceva all’autore: “ In confronto noi
siamo stati fortunati”. “Fortunati in che
senso, imbecille?...chiunque e dovunque
tu sia”. E Antonio Bassarelli aggiunge:
“Giorgio e Nino morirono in buona
salute e vissero da immortali, perché
non ebbero il tempo di pensare alla
morte…Insomma, fortunati, niente!
perché sono vecchio da tanto e loro non
lo sono mai stati; perché la terra finale è
meno afflittiva del freddo della
vecchiezza…”
In conclusione, oltre alla centralità della
Sicilia con i suoi paradossi , fra
tradimenti inaspettati e morti violente,
c’è anche quella della vecchiaia
incipiente, ma condita da tanta ironia
come nel racconto del vecchio signore
che, uscendo dal circolo, si fa
accompagnare in carrozza e
raccontando al cocchiere storie di
LA CLASSIFICA
IN BREVE
MAGAZINE
Ecco il nuovo Sicilia & Donna
CATANIA. È in edicola Sicilia&Donna, il
magazine diretto da Alessandra Bonaccorsi, della "Sicilia che piace". In questo
numero, l'editoriale di Daniele Lo Porto
"La primavera che verrà"; l'attrice Marianna De Martino svela i suoi prossimi
progetti artistici: " Dopo Leonardo Pieraccioni, Hugh Grant". A Catania Giancarlo Gianni si racconta, durante il seminario alla Scuola di cinema, ricordando i
suoi inizio in "Mimì metallurgico". A Siracusa l'associazione "Accoglie rete",
salva i minori migranti. Modica, la città
delle cento chiese. E ancora, cultura, enogastronomia, medicina e salute.
“corna” scopre de visu che la
integerrima moglie lo tradisce, o in
quello dello zio che non sopporta i
complimenti del nipote per il suo
78esimo compleanno : “E’ come se mi
stessi dicendo complimenti per la
bellissima bara! Stronzo!”.
DI FELICE IRRERA
Esce, in un’edizione filologicamente corretta, e con traduzione a fronte, questo libro di
“cunti” (pubblicato postumo fra il 1634 e il 1636), forse il più bello dell’età barocca
Giovan Battista Basile, Lo cunto de li cunti (a cura di Carolina Stromboli),
voll. 1-2, pp. 1058, Salerno Editrice, € 98,00
Espinosa
Michael Connelly
1Albert
Braccialetti rossi - Salani
4
Il quinto testimone - Piemme
Alan Friedman
Clara Sánchez
2Ammazziamo
il Gattorpardo - Rizzoli
5
Le cose che sai di me - Garzanti
Andrea Vitali
Serra
3Rizzoli
Premiata ditta Sorelle Ficcadenti
6Michele
Gli sdraiati - Feltrinelli
www.wuz.it
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
Io mi batto!
Il perbenismo dei mediocri critica la
stravaganza del talento per tacere delle
irraggiungibili qualità.
“Spadacino! Scienziato! Musicista! Per non
parlare dell’aspetto! Sapete come si veste!
Bizzar-ro, eccessivo, stravagante, svanito,
troppo esagerato!”
Stare antipatico a chi? Ai mediocri? Ai codardi? E’ questo
essere antipatici? Si deve andar fieri di non provocare alcun
patos a certe categorie di uomini.
“Mi piace non piacere. Adoro essere odiato. Si cammina
meglio sotto il fuoco eccitante degli sguardi ostili! Che
macchie piacevoli ti lasciano addosso il fiele degli invidiosi e la
bava dei vi-gliacchi.”
Innamorarsi è un processo di idealizzazione; di una donna o
di un uomo è comunque innamorarsi di un’idea, di un sogno.
“Apparteniamo a quella razza d’uomini che per amante si
prendono un sogno soffiato nella bolla d’un nome.”
La sublime tenera infinita sapida dolcezza di quei baci
profondi bagnati dal pianto. “Siete passata dal sorriso al
sospiro e dal sospiro al pianto. Andate avanti, ancora un poco
e vedrete: dalle lacrime al bacio non c’è che un brivido.”
Spesso al tradimento dei vigliacchi si aggiunge la
commiserazione di chi, vile, non si è mai compromesso e non
ha prestato aiuto.
“Non lo commiserate troppo: ha scelto di vivere senza
compromessi, libero di fare e pensare ciò che vuole.” La
trasgressione prevede lucido metodo e sobria applicazione.
Niente debolezza, viltà o approssimazione. Per esser
centonove pagina 28
trasgressivi bisogna esser seri. “E’ un guascone. I guasconi,
quelli veri, sono pazzi con la testa a posto.” C’è chi rifiuta
l’emozione della rinascita rifugiandosi in una placida e noiosa
morte anticipata .
“La mia tristezza sorride, lei che rifiuta l’aprile si lascia sedurre
dall’autunno.” Non importa vincere quanto lottare per
vincere. “Dite che è inutile resisterle? Lo so. Ma non si
combatte solo per vincere ! So che alla fine l’avrete vinta voi,
ma non mi importa, io mi batto!”
La grazia e la tenerezza delle donne sono la simbiosi umana.
“Signore belle, dateci da sognare, illuminate la morte con i
vostri sorrisi.” E’ coi baci e non col sesso che si saggia l’infinito.
“Un bacio? Un frammento d’eternità, un modo per
scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima.”
Lacerti tratti da: “Cirano di Bergerac” - 1897
Edmond Rostand
posterrubriche
NUOVE VISIONI
PALERMO
DI MARCO OLIVIERI
MUSICA
Il mondo cerebrale di Jonze
PREMIO OSCAR 2014
per la migliore
sceneggiatura
originale, “Her”,
scritto e diretto da
Spike Jonze,
conferma al meglio il mondo
cerebrale e creativo del regista
statunitense, già emerso nel
celebre “Essere John
Malkovich”. Per alcuni, come
Christian Raimo sul blog di
“Minima & Moralia”, la storia
d’amore tra l’alienato
Theodore (Joacquin Phoenix) e
il sistema operativo Samantha,
con la voce sensuale (premiata
al Festival di Roma) di Scarlett
Joahnsson - e nella versione
italiana di Micaela Ramazzotti è solo funzionale a un film da
culto per “fighetti
quarantenni”, da consumare in
mille dibattiti sui media.
Tuttavia, anche se “Essere John
Malkovich” si era avvalso della
sceneggiatura del bravo
Charlie Kaufman e qui la sua
assenza a tratti si nota, il
nuovo film di Spike Jonze non
manca di fascino narrativo e
originalità, pur tenendosi
lontano dalla perfezione.
Con un buon cast (da Amy
Admas a Rooney Mara e Olivia
Wilde) e la fotografia di Hoyte
van Hoytema, si sviluppa una
commedia amara che racconta
un futuro prossimo fatto di
tecnologia e tanta solitudine,
al confine con i luoghi comuni
ma senza troppe cadute. Certo,
“2001: Odissea nello spazio” di
Kubrick rimane un modello
insuperato.
CATANIA
Il cinema della paura
CATANIA. Per la prima volta a
Catania Dario Argento, protagonista
del seminario "Il cinema della paura",
L’appuntamento, previsto
per sabato 28 e domenica 29 marzo, è
organizzato dalla Scuola di cinema
a Catania, nei locali del Centro
studi laboratorio d'arte.
Il regista sarà affiancato
dall'"effettista" Pietro Tenoglio,
che ha collaborato in decine di film.
Si tratta del terzo seminario
organizzato quest'anno
da Alfredo Lo Piero, direttore artistico
del Centro studi ed è in calendario
dopo quello che ha visti protagonisti
Giancarlo Giannini,
Enzo G. Castellari e George Hilton,
che hanno partecipato a quello dal
tema “Western all'italiana”.
21 Marzo 2014
DI CESARE NATOLI
Max Ionata all’Off
Lina Prosa
Lampedusa Beach
Lo spettacolo di Lina Prosa in scena al teatro Biondo dal 21 marzo al 17 aprile
DI PAOLO
RANDAZZO
Non ci vuole molto a capire che, se c’è
un aspetto dell’attuale realtà
mediterranea che merita d’esser
raccontato, questo non può che essere
l’imponente fenomeno migratorio che,
dalle coste africane e mediorientali, sta
toccando in questi anni le cose meridionali
dell’Europa e quindi la Sicilia e le sue isole
minori. Un fenomeno imponente, troppo
spesso tragico, i cui effetti demografici
sono già visibili e annunciano grandi
cambiamenti sociali, politici e culturali.
Disinteressarsi di un fenomeno del genere
significa non aver voglia di capire come
funziona il mondo e però tutto può esser
l’arte tranne che indifferente al mondo.
Da questo punto di vista, al contrario, Lina
Prosa, drammaturga e regista palermitana
ha sempre avuto vista lunga e sguardo
profondo: la sua ricerca drammaturgica
ha intersecato negli anni frontiere che
riguardano i segmenti più vivi, mobili e
fecondi della cultura contemporanea: le
grandi migrazioni, il corpo, la diversità, la
malattia. E la sua scrittura teatrale ha già
avuto i riconoscimenti che si merita, ma in
Francia, dove è stata accolta con una
messa in scena, nella primavera scorsa, del
DE GUSTIBUS
testo “Lampedusa Beach” sulla scena
parigina della Comédie Française e,
sempre in que-sto teatro (che è il più
autorevole di Francia), con la realizzazione scenica dell’intera “Trilogia del
Naufragio” (oltre “Lampedusa Beach”,
anche “Lampedusa Snow” e “Lampedusa
Way”) presentata tra gennaio e febbraio
appena trascorsi. Dal 21 marzo al 17
aprile, “Lampedusa Beach” sarà
finalmente in scena anche da noi, al
Teatro “Biondo” di Palermo, con un
nuovo spettacolo firmato dalla
drammaturga, anche in veste di regista, e
con l’ interpretazione della giovane Elisa
Lucarelli. Si tratta del racconto (in forma
monologica) dell’esperienza terribile di
una giovane migrante africana
clandestina, Shauba, mentre af-fonda nel
mare di fronte a Lampedusa: «Il tempo
della discesa del suo corpo negli abissi del
mare coincide col tempo della scrittura –
spiega Lina Prosa –. La parola annegata di
Shauba dà vita a un’odissea sott’acqua in
cui la fine, l’arrivo al fondo, è un respiro
lungo elevato a racconto. La visione finale di un mondo rivoltato, come un errore
di frontiera, conse-gna a Shauba la sua
Lampedusa Beach, dove trasforma la sua
fi-ne in un evento rivoluzionario».
SARANNO MAX IONATA
e gli “Urban Fabula”,
domenica 23 marzo
2014, i protagonisti del
prossimo
appuntamento con “Off in Jazz
2013/2014”, la rassegna curata da
Mimmo Papa e Antonella
Casuscelli. Max Ionata è
considerato attualmente uno dei
più importanti sassofonisti italiani.
In pochi anni ha conquistato
l'approvazione di critica e
pubblico, riscuotendo sempre
grandi successi. Ha suonato nei più
importanti jazz club e jazz festival
del mondo, e ha collaborato con
grandi musicisti nazionali ed
internazionali. Conduce un'intensa
attività concertistica e discografica
in Italia e all'estero, in particolare
in Giappone, dove gode di una
notevole fama artistica e dove ha
stabilito consolidati rapporti
professionali. Oltre a guidare
diversi progetti a proprio nome,
collabora stabilmente con alcuni
dei migliori musicisti della scena
internazionale. Suoneranno con
lui, in questa unica data per la
Sicilia, i musicisti del trio “Urban
Fabula”: Seby Burgio al pianoforte,
Alberto Fidone al contrabbasso e
Peppe Tringali alla batteria; vecchie
conoscenze per i musicofili di “Off
in Jazz . Il Trio è stato finalista al
prestigioso “European Jazz
Contest” e ha vinto numerosi
premi in diversi concorsi nazionali
ed internazionali.
L’appuntamento, dunque, è per le
ore 21,00 presso il Centro
Multiculturale Officina di Via Croce
Rossa 69.
DI MASSIMO LANZA
Benvenuto Brunello 2014
Continuando la panoramica su Benvenuto
Brunello 2014 mi sembra doveroso segnalarvi la
buona performance del Brunello di Montalcino Il
Marroneto ‘09 piacevolissimo nei toni di frutta e
liquirizia ben tenuti su dall’acidità mentre al naso è
delicatamente speziato e balsamico. Ben fatto il
Brunello ’09 La Poderina floreale e pepato al naso, persistente,
ricco di tannini ancora scalpitanti e persistente all’assaggio.
Piacevolissimo anche il Brunello ’09 Le Macioche aromatico e
balsamico al naso, ricco di frutto e spezie alla beva, ampia e
succosa. Di alto livello anche il Brunello VV ’09 Le Ragnaie, pulito e
fitto al naso, avvolgente, caldo ma equilibratissimo al sorso, lungo
e persistente. Anche Lisini ha presentato un gran bel Brunello ’09
fiori di campo, ribes, spezie, come la cannella, al naso arricchito da
centonove pagina 29
una bella nuance minerale, fresco, sapido e di rara finezza al
palato. Molto gradevole il millesimo ’09 di Madonna Nera, frutta
di bosco a bacca nera al naso, spezie e legno nobile, mentre la
beva denuncia un coerente ritorno del frutto e un finale di fresca
e lunga persistenza. Belle note boisè al naso ben inserite in un
contesto dove è il frutto a farla da padrone per il Brunello ’09
Piombaia ancora fremente di gioventù alla beva ma già ben
profilato e persistente. Sempre molto elegante il Brunello Altero
’09 di Poggio Antico frutta rossa, melograno, agrumi e spezie al
naso a far da controcanto ad una bocca complessa, balsamica e di
bella lunghezza. All’altezza delle aspettative il Brunello ’09 Poggio
di Sotto raffinato e complesso al naso dove si alternano piccoli
frutti rossi, marasca, sorbo, spezie e un filo di mineralità fumè ad
esaltare il tutto, mentre in bocca è gia ampio, maturo, fitto e di
rara eleganza. Di piacevole beva il Brunello ’09 San Polo caldo di
frutto, more e ciliegia, fragrante di spezie al naso mentre in bocca
ha ciccia e freschezza acida.
21 Marzo 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI SERGIO BERTOLAMI
DI ANDREA SMITH
Per ricordare e parlare
Personale Ata
Al via le nomine
IL MIUR ha dato il via alle immissioni in
ruolo del personale ATA. Sono 3.730 le
assunzioni a tempo indeterminato
autorizzate ed avranno decorrenza
giuridica dall’a.s. 2013/14 ed economica
dal 1° settembre 2014. Le assunzioni
riguardano tutti i profili ATA. In Sicilia
sono stati destinati 270 posti, di cui 144
assistenti amministrativi, 93 assistenti
tecnici, 31 collaboratori scolastici, 1
addetto all’azienda agraria e 1
infermiere. Purtroppo la dotazione non
sarà interamente a disposizione dei
precari perché dal contingente
dovranno essere detratti i posti
destinati al personale docente inidoneo
alla propria funzione, ma idoneo ad altri
compiti che ha presentato domanda per
transitare nei ruoli ATA. Quindi, prima
verrà dato corso alle assegnazioni per
gli inidonei e solo successivamente alle
nomine degli ATA, utilizzando
esclusivamente le graduatorie vigenti
nell’a.s. 2013/2014. Le operazioni
dovranno essere effettuate con celerità
perché il personale interessato dovrà
poter presentare la domanda di
mobilità secondo il vigente contratto
sulla mobilità per ottenere la sede di
titolarità dall’a.s. 2014/2015. Trattandosi
di nomina con decorrenza dal 1°
settembre 2013, per il personale
nominato, attualmente in servizio con
contratto a tempo determinato, il
periodo di prova decorre dalla data di
sottoscrizione del contratto a tempo
indeterminato. Ricorrendone i requisiti e
le condizioni, è anche possibile stipulare,
contratti in regime di part-time.
Nell’operazione sono interessati anche i
supplenti, perché la nota ministeriale
precisa che le supplenze assegnate fino
alla nomina dell’avente diritto devono
essere trasformate in contratti annuali o
fino al termine delle attività didattiche,
in considerazione delle nomine in ruolo
degli inidonei.
ECOLOGIA&AMBIENTE
MESSINADRASTICA
DI FABIO AMATO
Calma piatta
Questa settimana non so che cosa scrivere. Penso che dipenda
dagli stimoli che mi trasmette questa città, fervida ed eccitante. L'altra
sera passeggiavo per il Viale San Martino e mi sembrava di essere nella Savana.
Marciapiedi sporchi, negozi chiusi, nessun passante, mancavano solo i leoni e le tigri.
Sarei voluto andare al Teatro, ma l'ho trovato chiuso, mi sono diretto al cinema ed
era strapieno, e quindi sono andato a prendere un aperitivo da Doddis, ma non me
l'hanno concesso, perchè ero a piedi e non avevo il Suv posteggiato in terza fila, gli
ho detto timidamente, che potevo posteggiare una Vespa e mi hanno insultato e
sputato in faccia, spiegandomi che i barboni non possono prendere l’aperitivo.
Quindi sono andato in Piazza San Vincenzo, dove anche se ci sono le panchine vuote
o con i pensionati seduti che filosofeggiano sui grandi interrogativi della vita c'è una
salumeria con i tavolini sul marciapiede dove ti puoi bere un buon bicchiere di vino, e
te lo danno solo se non hai il Suv! Il problema era che dopo l'aperitivo non sapevo
cosa fare ed allora mi sono seduto anche io su una panchina ed ho cominciato
anch'io a sparare cazzate! Sembravo Kant! Il vino rosso stava facendo effetto ed ero
felice. Tutt'intorno c'era silenzio, i negozi chiudevano, le persone tornavano a casa ed
io sono rimasto seduto sulla panchina a pensare tutta la notte. L'indomani ho preso
la macchina e mi sono messo in fila. Questo è uno dei modi più comuni del cittadino
messinese di passare le giornate. Partire dall'Annunziata, arrivare a Villa Dante,
fermarsi, comprare la focaccia,e tornare a casa felice. In confronto a Las Vegas sono
dei dilettanti! Lo so che sto scrivendo idiozie e proprio questo che questa città mi
trasmette. Ma si puo' vivere in questo modo!!! Senza un concerto, senza una mostra,
una conferenza, uno sciopero, una volta, ogni tanto, arrivava una scossa di
terremoto, che provocava una scossa di adrenalina, adesso, per fortuna, neanche
quello. L'unica trasgessione che abbiamo è, la focaccia con l'acciuga o senza o
l'arancino al sugo oppure al burro, non parliamo poi del pitone al forno o fritto ,
altrimenti rischiamo di cadere nel fetish o nel bondage. Troppo avanti, troppo in là,
oltre l'orizzonte! Concittadini calmatevi, non divertitevi troppo, volate basso,
altrimenti rischiate di morire dalla felicità, la salute è importante! Buonanotte!
Gli editori? «Tipografi
lungimiranti e
intellettuali sofisticati,
utopisti e sognatori,
filantropi e manager,
apostoli della cultura di
massa e visionari seguaci
di ideali d’avanguardia». Experiences
è un po’ di tutto questo. Ha il
progetto di contribuire a diffondere
idee e cultura. Per tale ragione ha
pubblicato “Venti farfalle e una
nuova primavera” di Teresa Lazzaro,
perché è un libro che cammina e
scuote le coscienze. Nel giardino di
rose bianche della scuola di
Bullenhuser Damm (Amburgo) è
scritto: “Qui sosta in silenzio, ma
quando ti allontani parla”. Nel
cantinato dell’istituto, il 20 aprile
1945, venti bambini ebrei provenienti
da vari paesi d’Europa furono uccisi
spietatamente. Sergio De Simone era
italiano. Insieme agli altri fu
ingannato ed usato come cavia in
esperimenti contro la tubercolosi.
All’arrivo delle truppe
angloamericane, i bambini furono
impiccati e i loro corpi trasportati col
vagone postale a Neuengamme, per
farne sparire ogni traccia nel forno
crematorio. Teresa, cattolica
praticante, insegna ai suoi piccoli
allievi a guardare il mondo. Aderendo
alle indicazioni della conferenza di
Stoccolma del 2000 contribuisce «a
promuovere l’istruzione, la memoria e
la ricerca sull’Olocausto». L’idea di
comporre il libro è sorta a marzo dello
scorso anno quando è stata invitata a
Uppsala in Svezia, per testimoniare la
propria esperienza d’insegnamento
della Shoah. Ora il suo libro esiste e
nel 2015 sarà ad Amburgo, anche in
inglese, per la ricorrenza del 70°
anniversario. Mentre le colorate
farfalle dei suoi piccoli ometti sono
già esposte nel museo della memoria.
[email protected]
DI ANNA GIORDANO
Il gioco delle parti
Falchi di palude, a decine, nel mezzo sparvieri,
gheppi, grillai, albanelle minori, pallide, reali,
nibbi bruni, cicogne bianche e nere, e il
pensiero va a quelle dannate carte che se
dovessi leggerle tutte e scrivere ciò che trovo,
non basterebbe un mese non stop. L’Etna erutta, i falchi ci
passano davanti, lo sfondo di neve e di fumo, di lava invisibile
nella luce diurna. Uno spettacolo che vale una vita intera di
battaglie contro tutti coloro che con fucili o turbine eoliche, ne
vogliono ancora oggi la morte. Il pensiero, tra un falco e l’altro,
va alla vicenda discariche, piano dei rifiuti, risposte, diffide,
esposti, carte che si mischiano e confondono tutto. Settimane
di lavoro, ore e ore al pc, inorridendo tutti di fronte a palesi
anomalie (eufemismo) e voci che si inseguono nei corridoi dei
palazzi, per le quali i pazzi siamo noi. L’italiano non è
un’opinione, le carte raccontano, e se volere il rispetto delle
leggi è sintomo di pazzia, beh, allora siamo veramente pazzi.
Passa una splendida albanella reale maschio, un piumaggio
spettacolare, perfetto, un volo alle spalle di migliaia di km e
chissà quanti ne deve fare ancora, prima di arrivare alla meta.
Un’altra esplosione del vulcano che rende questi paesaggi
ancora più affascinanti, fiumi di falchi, aquile minori una dopo
l’altra, stupende, nel loro variegato esprimersi, in fase chiara,
scura o intermedia, per i profani e non solo, non sempre facili
da riconoscere. Mi informano che per alcuni, con il nostro
opporci alla discarica in Zps, facciamo un favore alla mafia. In
questa terra dove, come dice Alfio Caruso in un suo bellissimo
libro, la massoneria porta al guinzaglio la mafia, si arriva
anche a questo. A dire che chi chiede il semplice rispetto delle
centonove pagina 30
leggi, fa un favore alla mafia. Voci di corridoio, ma spesso,
seppur passino di bocca in bocca, da qualche parte sono state
dette e mette tristezza. Già, una discarica taciuta, si ostinano a
dire che è un biostabilizzatore, non una discarica, peccato che
in tutti i documenti, nessuno escluso, la parola “discarica RU”
sia scritta nero su bianco. Nei decreti Aia, nello studio di
impatto ambientale, nel bando di gara, in ogni elaborato.
Chissà chi è veramente pazzo, noi di sicuro nel perseverare,
quasi sempre inascoltati, nel rispetto di leggi e procedure. Gli
altri, in quel senso di impunità che aleggia e si consolida,
nonostante l’egregio lavoro della magistratura che fa quel che
può, indaga quanto può e riporta ai cittadini onesti, la speranza
che giustizia esista, nonostante tanto e tanti. Guardo i falchi
mentre passano su questi monti, ignari delle fatiche disumane
di tutti noi, per consentire loro di non morire per mano umana,
qualunque sia la forma assassina con la quale si manifesta.
postercommenti
21 Marzo 2014
IL COMMENTO
Le Valchirie di Montecitorio e un seggio sicuro
DI
GIOVANNI FRAZZICA
L'autoreferenzialità, usata per bollare gli
avversari nelle correnti dispute politiche,
rappresenta sicuramente un problema per
chi vorrebbe un mondo politicamente
corretto, ed in egual misura diventa una
difficoltà il bisogno per taluni di inventarsi
degli "schemini" con cui meglio rapportarsi
alla realtà della cosiddetta gente comune,
per entrare nelle grazie dell'opinione
pubblica. Si tratta di due concetti spesso
correlati, perché capita che certi personaggi
più sono autoreferenziali, tanto più
sembrano essere prigionieri di luoghi comuni
che evocano puntualmente nei loro, discorsi
apparentemente inutili, argomentati con
idee guida semplici, fondate frequentemente
su un apparente canovaccio ambientalista.
Fanno leva sull’istintivo ribellismo popolare,
esaltato dalla crisi economica, che eccita la
voglia di dire no a tutto ciò che comporta
spesa pubblica e che, a torto o a ragione,
minaccia di danneggiare la salute e
l’ambiente e inneggiano,
indiscriminatamente, a tutto ciò che appare
come nuovo, al cambiamento ed
all’imitazione di ciò che è stato fatto altrove
(Isole pedonali). Spesso agli enunciati non
fanno seguito robusti ragionamenti, ma chi si
contrappone alle direttive che partono da chi
conduce questi giochi, viene travolto da
autentiche ondate di linciaggio mediatico,
come chi ad esempio è favorevole alla Tav in
Val di Susa. Talvolta, dietro certe apparenti
banalità, si addensano interessi economici o
150 PAROLE DA PALERMO
L’intrusa
DI
MARIA D’ASARO
Chiunque abbia familiarità con la
Settimana Enigmistica conosce “cerca
l’intruso”, che consiste nel trovare
l’elemento spurio in un insieme di
cose affini. A Palermo, se una donna
entra in un negozio di ferramenta per
duplicare una chiave o in un
magazzino di ceramiche per comprare
mattoni, è un’intrusa. Come tale attira
gli sguardi curiosi, talora un po’
insistenti o comunque di compassione
bonaria, di gestori e avventori, tutti di
genere maschile. E allora l’acquirente
vorrebbe divenire invisibile, trovare
all’istante le mattonelle e tornare a
casa, tra i libri, i fornelli e il lavoro a
maglia, al riparo da sguardi indiscreti.
Un appello allora per una effettiva
uguaglianza: sebbene il comico Paolo
Migone dica che gli uomini vengono
da Marte e le donne da Venere,
entrambi hanno comunque diritto a
essere trattati come normali esseri
umani, sia che si trovino in un
“maschile” negozio di ferramenta che
in una “femminile” profumeria.
politici che si appalesano solo quando l’idea,
passata come spontanea, prende corpo nel
tessuto sociale. Queste modalità, inserite nel
dibattito quotidiano che si consuma sui
media e che vengono censurate solo quando
per le bestialità di qualche conduttore
raggiungono picchi di intollerabilità (Siracusa
è un paesino sperduto del sud), in realtà,
anche quando per così dire si svolgono
normalmente, producono comunque danno.
Sottraggono tempo e spazio al buon senso
ed al ragionamento che, grazie ad una
corretta interlocuzione con i media,
potrebbe in alcuni casi aiutare a trovare il
comune sentire del Paese. Ciò varrebbe per la
Legge elettorale. Liquidata da tutti con
sconcertante superficialità la questione della
preferenza perché Lui (Berlusconi) non la
vuole, Renzi ha introdotto, come surrogato
della libertà di scelta del candidato, le liste
corte. Per i partiti che raggiungono il
quoziente, Liste corte significa che è certo
solo il capolista. A questo punto è partita la
cavalcata delle Valchirie, delle parlamentari
che hanno capito che per essere
riconfermate con la nuova legge devono
essere in cima alla lista bloccata. Il discorso si
complica ulteriormente perché, oltre alle
donne di Montecitorio si devono garantire,
nell’ambito degli stessi numeri, anche quelle
di Palazzo Madama, stante la preannunciata
chiusura del Senato. Giorni in cui dietro una
facciata di perbenismo si tenta di praticare il
baratto più osceno e si rischia di avere sin da
ora, in via ufficiosa s’intende, l’elenco dei
nomi dei futuri parlamentari. Il buon senso
vorrebbe che si reintroducesse la preferenza,
ma trentacinque eroici e ben pasciuti
parlamentari hanno fatto la differenza ed
alla Camera hanno impedito che fosse il
popolo sovrano a scegliere il proprio
rappresentante. Invocare il ripristino della
sovranità popolare che passa anche
attraverso la reintroduzione del voto di
preferenza significa uscire dal luogo comune,
venire catalogati come nostalgici e antiRenzi. Pronti per la rottamazione, cioè
l’equivalente della scomunica del terzo
millennio.
ANIMAL HOUSE
ELIODORO
Il nuovo centrodestra riparte da Catania
CATANIA - I sondaggi lo danno al 5%, ma per il suo fondatore è al 15%. Una
differenza non da poco alla vigilia di una tornata di elezioni amministrative
e di quelle per il Parlamento europeo. Angelino Alfano, uno dei fondatori
del partito che vorrebbe essere la nuova balena bianca, ma rischia di essere
poco più di un tonno, tenta il rilancio da Catania, città del suo colonnello,
Giuseppe Castiglione, che, mentre il ministro dell'interno flirta con Renzi,
finge, pudicamente, di resistere alle avances di Crocetta. Gli odiati forzisti,
intanto, si organizzano per schiacciare gli ormai ex parenti serpenti, con i
quali litigano anche sul così detto "voto utile" e sugli "inutili idioti".
ANTIBUDDACI
DI DINO CALDERONE
A tutta birra
I lavoratori della ex
Triscele sono abituati a
lottare. Sedici di loro
hanno fondato la
cooperativa “Birrificio
Messina” che in questi giorni ha vinto
un'altra battaglia, questa volta contro
la burocrazia regionale, per
raggiungere l'obiettivo finale: fare
rinascere la tradizione birraia
messinese che rischiava di scomparire
dopo la chiusura dell'azienda. Adesso,
con la consegna dei due capannoni
dell'area industriale di Larderia, è
cominciata la fase più concreta e
operativa del progetto. Sembra quasi
un miracolo che da una situazione di
grave crisi, senza apparenti segnali
positivi, sia emersa la volontà di
ripartire e continuare. Tutto merito
dei lavoratori che in questi mesi,
anziché piangere e disperarsi, hanno
saputo lottare con determinazione e
intelligenza, per guardare al futuro
con speranza e con occhi diversi da
chi, troppo spesso, in questa città, ha
ridotto ogni problema a pura protesta
e sterile lamentazione. L'ostacolo
forse più grande che questi lavoratori
devono infatti superare è, soprattutto,
la mentalità disfattista e rinunciataria,
molto diffusa in questa città.
Comunque, alcuni segnali emersi in
questi mesi fanno comprendere che
non pochi messinesi hanno a cuore il
futuro di “Birrificio Messina”, non solo
per il senso di solidarietà che scatta
spontaneamente nei confronti di chi
ha perso il lavoro, ma anche per il
forte attaccamento che l'intera città
ha verso la tradizione birraia locale.
Ed è proprio su questo elemento
identitario che dovranno fare leva,
con saggezza ed equilibrio, i
lavoratori associati in cooperativa. Nei
prossimi mesi “Birrificio Messina”
dovrà affrontare, infatti, problemi
legati non solo alla produzione del
prodotto, ma soprattutto alla sua
commercializzazione che, per avere il
successo che merita, dovrà
attraversare lo Stretto e raggiungere
le città più lontane, senza fermarsi alla
simpatia dei nativi messinesi.
[email protected]
DI ROBERTO SALZANO
Emergenza orsi polari
Il rischio di estinzione si sta tramutando, di
anno in anno, in una vera e propria emergenza
per gli orsi polari. Il Wwf sta intensificando gli
sforzi volti a salvare dalla sparizione una
creatura divenuta un simbolo amato, popolare e riconoscibile
in ogni angolo del mondo. L'ultima iniziativa è la campagna
lanciata sul Web per la salvaguardia della specie e del suo
habitat, a cui chiunque può partecipare cliccando la pagina
wwf.it/orsobianco. Come sempre, sono le storture del genere
umano il vero problema. L’uomo produce inquinamento.
L’inquinamento provoca l’effetto serra. L’effetto serra causa
l’aumento delle temperature medie. Le variazioni climatiche
hanno un impatto devastante sulle abitudini degli esemplari: i
ghiacci si stanno letteralmente fondendo sotto le loro zampe,
costringendoli a percorrere parecchi chilometri in cerca di cibo,
centonove pagina 31
anche a nuoto. Percorsi così lunghi da farli arrivare tanto
stremati per la fame e la fatica da comprometterne la
sopravvivenza. Pure la pesca e la presenza dell'industrie del
petrolio incidono negativamente sulla cura dell'ecosistema
artico. Non si può non chiedere un esame di coscienza
all’uomo, il principale artefice dei cambiamenti climatici, del
massiccio inquinamento, della distruzione degli habitat. Non
possono non essere messi sotto accusa, ancora una volta,
l’egoismo e la scarsa attenzione degli uomini verso tutto ciò
che li circonda. Eppure agli uomini, gli unici in grado di
rimediare ai propri errori, il Wwf si rivolge per un aiuto che dia
la possibilità di sviluppare strategie per la difesa e la
conservazione degli orsi polari, sperando che ci sia una risposta
abbastanza veloce, dal momento che fino ad oggi la razza
umana ha, purtroppo, sempre confermato di essere molto
abile a distruggere rapidamente ma poco capace di risolvere
altrettanto celermente.