ANNO XXI Numero 11 21 MARZO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 BUFERA FORMAZIONE Nel fotomontaggio, Francantonio Genovese I GIUDICI DI MESSINA CHIEDONO L’ARRESTO DEL LEADER DEL PD. ECCO I RETROSCENA DI UNA INCHIESTA DESTINATA A RIDEFINIRE GLI EQUILIBRI DENTRO IL PARTITO. E ALLA REGIONE Holding Genovese 21 Marzo 2014 il punto EDITORIALE Politica e affari binomio perverso Politica e affari. Il binomio che emerge dall’inchiesta sulla formazione professionale sfociata nella richiesta di arresto dell’onorevole Francantonio Genovese a Messina è un quadro davvero disarmante. Da una parte il quadro familistico, delle cose fatte in famiglia, con la logica del piccolo clan: dispense, incarichi, il rito benevolo dell’affiliazione. Dall’altra la cintura dei professionisti, una serie di soggetti al servizio della causa e del vapore. Un coacervo di attività aziendali, che si incrociano come in un puzzle: lavagne, gessetti, compravendite di corsi, affitti, rendicontazioni, intestazioni a raffica. Un modo di procedere utile a far venire il mal di testa anche a quelli che fanno i corsi per parrucchieri ed estetisti. C’è da dire che i magistrati di Messina arrivano come al solito troppo tardi. Quando la materia è stata trattata dai giornali e la frittata è fatta. Il settore spremuto a dovere. E le inchieste raschiano il fondo del barile. Genovese, mettendosi nella Formazione, ha commesso un doppio errore: politico e strategico. Politico perché il consenso non si cerca con una trama così complessa, quale quella dei corsi professionali: roba da sindacalisti e biscazzieri da sottoscala. Strategico perché non sono gli ereditieri, ma gli scassinatori professionisti, il binomio del ricatto lavoro-formazione, quelli che puntano a fare soldi con il sistema illusorio della promessa diluita nel tempo di un lavoro, il vero furto sociale degli ultimi anni. Quello che emerge da questa inchiesta è solo una grande dose di ingenuità e dilettantismo, misto alla speranza del sentirsi impuniti. Una partita a scacchi tra pedine e cavalieri, ora del tutto disarcionati. Vorremmo però che lo stesso impegno utilizzato per facili prede come Genovese i magistrati ora cominciassero ad adottarlo per la nuova emergenza che si vive il Sicilia, perché gli affari con la Formazione li fanno i dilettanti. I professionisti in Sicilia fanno cose più “tecniche”: si infiltrano nell’Antimafia, disegnano gli scenari contro le emergenze, dettano sapide ricette per superare le emergenze, attività nelle quali sono veri specialisti. Sì, Anche quelli sono affari. Politici e giudiziari Massimo D’Alema Gemelli per forza DI DOMENICO BARRILÀ La presentazione del nuovo volume di Massimo D’Alema, vero leader della sinistra del Pd, fattosi surrogare alle ultime primarie dal prestanome Gianni Cuperlo, è stata solennizzata dalla presenza di Matteo Renzi, il nemico pro tempore del baffino. V’è ne sono stati altri, di nemici interni, sempre poco fortunati. Lui, invece, è inamovibile, aiutato da una sinistra, interna ed esterna al Pd, che produce successori improbabili, anzi non ne produce affatto. Ora è arrivato Matteo Renzi, candidato all’anonimato in altre stagioni, ma fenomeno in questa. All’inizio D’Alema, come da copione, aveva cercato di inattivarlo con il sarcasmo da (finto) primo della classe. Forse era pure convinto di avercela fatta a liberarsi della nuova insidia, dopo la vittoria di Pierluigi Bersani alle primarie di fine 2012. Renzi, però, quanto a sete di potere è il suo gemello identico, così è rimasto sul pezzo vincendo per distacco le consultazioni che sceglievano il segretario dei partito, portandosi a casa pure il premierato. Comunque nessuno esulti, D’Alema è come Alien, e si è preoccupato di mettere in anticipo il suo dna nel gelato del presidente del consiglio, che ora se lo ritrova nella pancia, in attesa di vederlo sbucare fuori dall’ombelico, nelle sembianze di una creatura inafferrabile. Si, il baffino è immortale, la sua dipendenza dalla politica ricorda quella Leonardo Sciascia per il fumo, può essere curata solo con la politica stessa, magari con dosi a scalare, questo lo sa bene anche Renzi, portatore del medesimo paesaggio interiore, cinismo incluso. L’identica dipendenza dislocata in due corpi diversi, produrrà un accordo. Salvarsi reciprocamente è come accudire la parte di sé trasmigrata nell’altro. Un dovere, un atto di autotutela per interposta persona. La situazione del Paese, dal punto di vista del deficit e del debito, è catastrofica, per questo a Renzi, se vuole evitare la veltronizzazione, serve un partito in grado di assecondarlo. Dal canto suo D’Alema necessita delle sue vitali dosi giornaliere di cariche istituzionali. Ora ci sono due ghiotte scadenze alle viste, le Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 elezioni europee, innanzi tutto, con la cascata di commissari che poi genereranno. Quindi il baffino si è sentito in dovere di comunicare a Renzi, con un saggio ad hoc, che le loro idee di Europa coincidono. Ci mancherebbe. Dopo, non molto dopo, ci sarà il piatto più ricco, quello sfiorato proprio da D’Alema 8 anni fa, la presidenza della Repubblica. Passate le procelle e le gelosie del dopo primarie, i due contendenti sono costretti a celebrare il rito della pacificazione, i finti nemici, siamesi del potere, potrebbero rimanere senza avversari, se non le loro smisurate ambizioni. La sinistra interna al Pd si metterebbe in frigorifero da sola, mentre la minoranza civatiana, ricca di vivacità ma povera di numeri, farebbe testimonianza. Può darsi sia fantapolitica, tuttavia i tremendi impegni europei potrebbero azzoppare anche un leader verboso come Renzi ma privo della spinta propulsiva che può arrivare solo se alle spalle c’è un partito compatto, quindi urge sedare le sacche di resistenza all’interno del Pd attraverso annessioni di peso. Non sarà facile nei prossimi mesi trovare alchimie per portare a casa soldi freschi, il Paese non regge più neppure un centesimo di pressione fiscale, dunque quella porta è serrata, mentre l’Europa, cioè la padrona di casa Angela Merkel, non si sposta dalla linea del rigore, pure avendo accordato qualche buffettino propagandistico al nostro presidente del consiglio. Questo significa niente sconti sostanziali e rispetto del fiscal compact, ossia piano di riduzione ventennale del nostro spaventoso debito pubblico, che ci costerà ulteriori 50 miliardi di euro all’anno. Dove si prenderanno questi danari Renzi non lo dice, forse non ne possiede la più pallida idea, per adesso osserva sgomento il debito salire senza sosta, solo a gennaio è aumentato di 80 miliardi. L’emorragia è potente e le battutine non bastano, trovare il modo per tappare la falla senza soffocare l’economia è impresa ai limiti dell’impossibile. In certi casi la solitudine pesa e anche i rottamatori possono diventati amanti del riciclo. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Il tema della seconda delle “notti” nasce da un’intuizione del predecessore di Perna, Sergio Todesco, dimissionario dalla giunta Accorinti perchè diventato direttore della biblioteca regionale, e vedrà come momento clou l’esposizione di venti opere del pittore di Gela Giovanni Iudice dedicate al tema “spiagge e clandestini”, alcune delle quali provenienti dalla collezione privata dell’avvocato milanese Giuseppe Iannaccone. L’artista da anni segue il filone dei migranti e delle condizioni disumane alle quali sono costretti sia durante le traversate che nel periodo di “fermo” una volta a terra. Tema che ha portato uno dei suoi dipinti, il 3x3 intitolato “umanità”, ad essere definito da Arte Newspaper (più prestigioso giornale d’arte del mondo) “una delle poche perle rare della biennale di Venezia del 2011”. L’esposizione, che si terrà nel foyer del teatro Vittorio Emanuele (che in una MESSINA. Un nuovo esperto studia la transazione Derivati al Comune Arriva Cannizzaro Pausa di riflessione al Comune di Messina sulla “questione derivati”. Nominato un nuovo consulente, esperto in finanza, Giuseppe Cannizzaro di Messina, che ha già passato al setaccio tutte le clausule capestro sottoscritte dal Comune prima con Bnl, ai tempi della giunta Buzzanca, poi con Dexia Group, ai tempi dell’amministrazione Genovese, dopo la sentenza negativa della Cassazione che ha respinto il ricorso del Comune, si sta valutando, con il supporto tecnico del legale Nino Parisi, l’ipotesi di una transazione globale con gli istituti di credito. I primi approcci in questa direzione hanno già delineato le linee-guida della possibile intesa “tombale”. I contratti sottoscritti, secondo l’analisi dei flussi, esplicherebbero i loro effetti fino al 2036, con quote in gestione che vanno da 86 a 190 milioni di euro. In linea con tutte le amministrazioni che stanno annullando i contratti, Messina studia l’accordo meno oneroso di market-tomarket, la clausula che permette la rescissione contrattuale con un riconoscimento di un premio. Sul piatto della trattative legale il ritiro delle cause promosse in sede amministrativa e civile da parte dell’ente. Leonia spa, nominati Ceccio e Grussu MESSINA. L’esperto tributarista Gianfilippo Ceccio e il commercialista Dario Grussu sono i due professionisti messinesi nominati dal prefetto Chiusolo, commissario straordinario del Comune di Reggio, per curare la liquidazione della Leonia spa, la società che si è occupata a Reggio Calabria della raccolta e del trattamento dei rifiuti, sotto la lente della magistratura per infiltrazioni mafiose. TENDENZE Messina, tre alberghi diventeranno case di riposo “Umanità”, tela di Giovanni Iudice del 2010 delle precedenti notti della cultura ha ospitato la “Vucciria” di Renato Guttuso), aprirà i battenti sabato 12 aprile, preceduta da un vernissage al quale sarà presente l’artista, e si concluderà l’8 maggio. Il catalogo dell’esposizione sarà edito da Magika edizioni, a cura di Giuseppe Morgana e Katia Giannetto, e porterà le testimonianze di Renato Accorinti, sindaco di Messina da sempre dalla parte degli “ultimi”, e di Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e Lampedusa, isola che per molti migranti è diventata una tomba. I proventi del catalogo saranno destinati all’acquisto di materiale didattico per i migranti e per i giovani svantaggiati di Messina. (A.C.) SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Formazione, l’ora di Genovese Il Gip De Marco convalida la richiesta di carcerazione per il leader messinese del Pd. Nel mirino una rete di enti che incrociavano corsisti, noleggi, consulenzer pagate a peso d’oro. E tutto a spese di Mamma Regione Sicilia 10. Messinambiente, si cambia Alessio Ciacci nuovo “numero uno” dell’azienda 12. Un vaucher per Saija L’imprenditore punta alla sindacatura SICILIA 13. Via don Blasco, all’assalto Fondi, espropri ed affari all’ombra dell’opera che libererebbe la città dai tir. Ecco quali 16. Siremar, il no alla gara Annullata la procedura che affidava alla Compagnia delle Isole il ramo d’azienda della Siremar 17. Villafranca, sogno da... A La squadra alla sfida decisiva 18. Pacco tedesco Multinazionale condannata per truffa 19. Avvocato sulla carta A giudizio Patrizia Coppolino 20. Occupazioni da sgomberare Il Pinelli a Messina il teatro Coppola a Catania ECONOMIA 21. Il futuro? Nel...Pac Rosa Giovanna Castagna, neo presidente regionale della Cia guarda all’Europa 22. Alle estrazioni ci pensa Bruno L’azienda nebroidea leader nella gestione di cave, manutenzioni stradali e opere idrauliche. 23. Ram, 600 milioni di investimenti La Raffineria di Milazzo vara il piano per il periodo 2014 - 2018 POSTER 26. Arte, Fai la cosa giusta! Il Fondo per l’Ambiente Italiano apre le porte della Prefettura e di San Giovanni di Malta RUBRICHE 3. Riservato 4-5. Settegiorni 24. Consumatori / Consulenti 28. Libri/La Classifica 28. Lacerti di Letture 29. Nuove Visioni/Musica/De Gustibus 30-31. Lettere & Commenti 30. Qui Scuola 30. Heritage 30. Ecologia 31. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 31. Animal House / Antibuddaci centonove pagina 3 MESSINA. Più che una città turistica, una città per la terza età. E’ la nuova tendenza che prende piede sullo Stretto. Dopo l’hotel Liberty di via Primo Settembre altri due alberghi, passati di mano a Messina, stanno chiedendo il cambio di destinazione d’uso per essere classificati come “case di riposo”. CONCESSIONII Cava di San Marco, fascicolo al Prefetto MESSINA. E’ finito sul tavolo del prefetto di Messina, Trotta, il braccio di ferro tra l’impresa Agnello di Brolo e la ditta Teodoro Bruno relativa alla concessione quindicennale per lo sfruttamento della cava di San Marco d’Alunzio. La titolarità della concessione, secondo il Comune di San Marco d’Alunzio, andrebbe riconosciuta al primo concessionario, Agnello. Non è dello stesso avviso l’avvocato Starvaggi, che ha Presentato denunce per conto di Bruno a ben quattro Tribunali. 21 Marzo 2014 settegiorni CHI SALE Lucio Catania SAN FILIPPO DEL MELA. Il segretario comunale di San Filippo del Mela si appresta ad essere nominato vice presidente di sezione della commissione tributaria provinciale. Catania, 49 anni, sarà il vice presidente più giovane della Sicilia e tra i più giovani d’Italia. Fino ad oggi ricopriva la carica di giudice tributario. Filippo Nicosia MILANO. Va “Leggiu, leggiu”, ma macina chilometri di lettura. Il Fiat 900 Panorama del libraio itinerante messinese va “Pianissino”, ma, con il suo carico di libri, è arrivato fino a Milano, davanti alla scuola elementare di via Vigevano dove, invitato dall’editore Terre di Mezzo, ha dato corso alla lettura di brani per l’infanzia. MESSINA Mostra ceramiche Zipelli, centinaia di visite in Ateneo Messina. Sono state oltre un centinaio le visite, registrate nella mattinata di giovedì 20, alla mostra di antiche ceramiche della collezione “Zipelli” che è stata allestita nell’Antiquarium dell’Università.. I primi ad arrivare sono stati gli alunni di seconda media della sez. A e C “Don Orione”dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII” . I ragazzi accompagnati dalla Preside e dalla professoressa Arena sono stati accolti da Giacomo Pace Gravina, delegato del Rettore Vincio Siracusano MESSINA. Il dj, tra i fondatori dei seguitissimi Audiodrama, si è laureato in architettura discutendo una tesi sui Bozzetti di Giulio Aristide Sartorio per i mosaici del Duomo di Messina. La discussione è stata caratterizzata da un virtual Tour e da una ricollocazione virtuale dei mosaici. Sorpresi gli amici, che lo hanno visto in giacca e cravatta e lo hanno sentito chiamare “Vincenzo”. Gaetano Cacciola MESSINA. L’assessore alla Mobilità del comune di Messina ha incassato uno spiritoso supporto da parte dei consiglieri di “Cambiamo Messina dal basso”. Minacciato da ignoti con la frase «hai gli squali intorno», i quattro consiglieri hanno fatto trovare sulla porta del gruppo una vignetta con scritto: «Forza Assessore» e un segnale di divieto d’accesso ai predatori del mare. Messina, le discriminazioni dei migranti in una conferenza alla Provincia MESSINA. Oggi, venerdì 21 marzo, alle 10, si svolgerà nel Salone degli Specchi della Provincia Regionale la conferenza "Le discriminazioni e le persecuzioni dei migranti disvelate dal giornalismo d’inchiesta. L’incontro è a cura dell’associazione Migralab “A. Sayad” di Messina. Alle 16 al Palazzo della Cultura è prevista la tavola rotonda sul tema "I Comuni e l’accoglienza dei migranti" Messina, architetti a confronto su terremoti e maremoti nello Stretto MESSINA. Si svolgerà sabato, alle 9, al Teatro Vittorio Emanuele il simposio dal titolo “Terremoti e maremoti nell’area dello stretto. Studi e analisi dei processi che precedono eventi sismici e strategia per la mitigazione del rischio”. Evento organizzato dall’Ordine degli Architetti con la collaborazione della Fondazione Architetti nel Mediterraneo, delI’Ingv e dell’Enea. Messina, arriva il mercatino di primavera “I giardini di Marzo” MESSINA. L’iniziativa si chiama “I giardini di Marzo” ed è prevista per domenica 23 marzo. Un mercatino di primavera che si svolgerà dalle 11 alle 18 al ristorante Verdepetrazza, nei locali di Forte Petrazza a Camaro Superiore. Spadafora “rivive” la festa di San Giuseppe con le immagini sacre Benedetto Sidoti PATTI. Il funzionario della Provincia regionale sembra essere diventato un jolly. Oltre a ricoprire l’incarico a Palazzo dei Leoni, Sidoti, nel giro di pochi giorni, è stato nominato in rappresentanza dell’ente in due distinti consigli di amministrazione, entrambi nel comune di Patti: le ipab Santa Rosa e Sciacca Baratta. Quasi certamente dovrà lasciare una poltrona. SOCIETÀ SPADAFORA. Una mostra di immagini della sacra famiglia fino a sabato 22 fa rivivere il sapore delle tradizioni religiose dentro il castello spadaforese. Grazie alla Confraternita di San Giuseppe, trascinata dalla guida di Mimmo Alizzi, e alla Pro Loco locale del presidente Piero Giacobello, nelle stanze del maniero sono stati allestiti dei pannelli con le immagini sacre di varie collezioni di appassionati del comprensorio. alla Gestione del Patrimonio artistico e culturale dell’Ateneo e curatore della mostra. Nel pomeriggio la visita degli allievi del Master universitario di I livello ed in apprendistato “Esperto in management di strutture alberghiere , agenzie di viaggi e tour operator”, guidati da Filippo Grasso, direttore del Master. A partire da prossimo aprile, invece, la mostra sarà aperta al pubblico ogni primo giovedì del mese dalle 9 alle 13. Al di fuori dei giorni programmati, la mostra potrà essere visitata da gruppi non inferiori a 25 persone su prenotazione; a tal fine sarà necessario inviare una mail avente per oggetto “Visita mostra Zipelli” al seguente indirizzo mail: [email protected] INIZIATIVE. Le selezioni di Travelexpo entro il 30 marzo “Penne in Agrodolce” cerca giornalisti-cuochi Sono ancora aperte le selezioni per i giornalisti con la vena culinaria. Anche quest'anno infatti Travelexpo, il Salone internazionale del Turismo in programma dall’11 al 13 aprile, sta cercando reporter che abbiano la voglia di cimentarsi nella cucine di Città del Mare nella ricetta a loro più congeniale. Per la quattordicesima edizione di “Penne all’Agrodolce” saranno 8 gli sfidanti che prepareranno il loro piatto forte. Sia che si tratti della tradizione gastronomica siciliana o italiana che di piatti con influenze più esotiche. L'obiettivo sarà conquistare i voti della giuria popolare e quella degli chef professionisti. I giornalisti potranno iscriversi al concorso fino al 30 marzo 2014, utilizzando il form di iscrizione disponibile sul sito www.travelexpo.it EVENTI. La gara prevista il 26 e il 27 aprile. Organizzata dalla Messina Racing Team in collaborazione con il Comune Messina scalda i motori, al via il “1° Rally Day” Al via il “1° Messina Rally Day”. La manifestazione sportiva della Scuderia Messina Racing Team, presentata nei giorni scorsi al Comune di Messina, è in programma per sabato 26 e domenica 27 aprile. Ed ha ottenuto la collaborazione del sindaco Renato Accorinti che, nel corso della conferenza stampa, si è soffermato in modo particolare sull’importanza dell’educazione stradale. «Mi piace parlare di sport nel pieno rispetto delle regole – ha detto il primo cittadino - educare alla legalità, a partire dalle nuove generazioni, è molto importante». Non a caso, infatti, nel programma della manifestazione è stato inserito anche un incontro sul tema della sicurezza stradale rivolto agli studenti messinesi. Intanto la macchina organizzativa si è già messa in moto per curare i dettagli della competizione che partirà da Piazza Unione Europea, dinnanzi al Municipio. «Questa iniziativa - continua Accorinti - ha un forte valore simbolico per una città come Messina che ama questo sport e che ha alle spalle una grande tradizione». Della prerogativa dell’Automobile Club Italia in genere e di centonove pagina 4 quello messinese in particolare, verso lo sport e le iniziative promozionali legate alla sicurezza e al turismo, come è il rally, ha parlato Massimo Rinaldi, presidente dell’AC Messina. «Spero ha detto - in un dialogo sempre più diretto ed aperto con l’amministrazione comunale che ha già dimostrato particolare interesse nei confronti di questa manifestazione. E’ stato, invece, Mauro Amendolia, direttore sportivo della Messina Racing Team, ad esporre tecnicamente il programma della competizione. Le verifiche sportive sono previste nel pomeriggio di sabato 26 all’interno del Municipio di Messina e quelle tecniche in Piazza Unione Europea. Mentre alla sera è prevista la Cerimonia di partenza dalla Piazza. Domenica 27 le due prove speciali “Colli San Rizzo” e “Campo Italia”, ciascuna da percorrere tre volte. Parchi assistenza e riordinamenti presso il Centro Sportivo Universitario di Messina in Viale Annunziata. Traguardo finale e premiazione di nuovo in Piazza Unione Europea alle 18 di domenica 27 aprile. 21 Marzo 2014 settegiorni PREMI. Il regista messinese triofa con“Come le Onde” dove parla delle case basse di villaggio Paradiso. Con Maria Costa Fabio Schifilliti vince il Cubo Vision Award MESSINA. Doppietta di premi per Fabio Schifilliti a Roma: il giovane regista messinese ha vinto il Cubo Vision Web Film Award nella categoria miglior documentario e il premio speciale del concorso nazionale, assegnato dalla giuria presieduta dal cineasta americano Ron Howard. A consegnargli i prestigiosi riconoscimenti, che l'hanno visto primeggiare fra 300 colleghi iscritti da tutta Italia, Carlo Verdone, particolarmente felice di aver fatto parte della commissione giudicatrice: «Con sorpresa abbiamo riscontrato un alto livello di qualità delle opere, ci sono professionisti emergenti davvero interessantI». Alla cerimonia di premiazione, al cinema The Space di Piazza Repubblica, diversi interpreti del cinema italiano: oltre Verdone, Claudio Bisio e Alessio Boni, anche gli attori Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci e Milena Vukotic, interpreti dell'ultimo film di Francesco Bruni "Noi 4", proiettato in anteprima. Lo stesso Bruni, già premio Controcampo alla Mostra del Cinema di Venezia, David di Donatello e Nastro d'Argento per "Scialla!", ha fatto parte della giuria del bando promosso dalla tv di Telecom Italia, insieme con Cristiana Capotondi, Paolo Del Brocco, Raffaella CHI SCENDE Piero Poguish MESSINA. Il componente il direttivo del Partito democratico di Messina mostra di non amare i giiornalisti: alla riunione della direzione a Cristo Re ha sbarrato il passo agli operatori di una televisione nazionale, che nel frattempo rimprendevano la scena mostrandolo come un buttafuori. Stefania Scolaro Il regista Fabio Schifilliti premiato a Roma dall’attore Carlo Verdone Leone e Guglielmo Scilla. All'unanimità hanno apprezzato il lavoro del regista dal titolo "Come le onde", che racconta la storia delle "case basse" del villaggio Paradiso di Messina, arricchita dalla voce narrante della poetessa siciliana Maria Costa. Il Cubo Vision prevede per il primo classificato uno stage di dieci giorni a Hollywood al fianco di Howard: un "sogno nel cassetto" per chiunque voglia lavorare nel grande schermo. Schifilliti era stato già applaudito a Salina, celebre isola del film "Il Postino", nella kermesse Mare Festival. Appena 28enne, ha ricevuto due premi nel 2012 e 2013, per aver firmato il documentario biografico su Giuseppe Tornatore, dal titolo "Nell'occhio di un genio", di recente proiettato a Messina alla presenza del celebre premio Oscar, e il thriller "The Circle", realizzato insieme con il laboratorio di cinema del liceo scientifico Seguenza, il Centro internazionale di studi sulle arti performative dell'Università di Messina e LifeSolution. ROSA E NERO Scaletta in festa per i 100 anni di nonna Maria SCALETTA ZANCLEA. Cento anni per nonna Maria. La comunità scalettese ha festeggiato martedì scorso la signorina Maria Falconeri, a tutti nota come “a bidella”, per aver raggiunto il traguardo del secolo di vita. Per festeggiarla è stata celebrata dal parroco Padre Jean Claude nella chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo l’Eucaristia di ringraziamento. Sant’Angelo di Brolo, 103 candeline per nonna Carmela MONFORTE SAN GIORGIO. Presenti 800 ragazzi della Diocesi La Quaresima della Pastorale giovanile Quaresima di riflessione per gli operatori della Pastorale giovanile guidata da Padre Dario Mostaccio. Domenica 16 marzo, a Monforte San Giorgio, per la giornata di ritiro quaresimale il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Messina ha raccolto oltre 800 adolescenti e giovani provenienti da Contesse, Santo Stefano Medio e Santo Stefano Briga, Giardini Naxos, Barcellona, Fiumedinisi, Torregrotta, Olivarella, Milazzo e da tanti altri centri della provincia. Il ritiro quaresimale, intitolato “Ma come ti vesti?!”, ha avuto la riflessione sui brani liturgici curata da Don Federico Porrello, della Diocesi di Roma. La “provocazione” per la curiosità giovanile dello slogan scelto per la giornata la spiega Padre Mostaccio:”Il Vangelo fa riferimento alle vesti candide come neve - sintetizza Padre Dario, che ha ricevuto varie esortazioni a continuare il suo impegno, dopo l’intimidazione che ha subito con l’incendio della sua automobile - Vestiti interiori, ovvero ai doni della fede che abbiamo ricevuto col Battesimo. Siamo veramente testimoni luminosi della Parola di Dio?”. Nel pomeriggio la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Messina Mons. Calogero La Piana(nella foto riceve il saluto del sindaco di Monforte Giuseppe Cannistrà). SANT’ANGELO DI BROLO. Centotre candeline per nonna Carmela Caruso di Sant’Angelo di Brolo. L’anziana signora, che vive in contrada Santa Maria Lo Piano, ha festeggiato con una mega torta e una visita del sindaco Basilio Caruso. Milazzo, Frà Alessandro Sframeli sarà presbitero il 6 aprile MILAZZO. Ordinazione presbiterale al Santuario San Francesco di Paola. Domenica 6 aprile, alle 18, sarà ordinato sacerdote Frà Alessandro Sframeli. Il giorno dopo la sua prima celebrazione eucaristica a Monforte San Giorgio. MESSINA. Il medico-attore scomparso a 66 anni Si è spento Franco Toldonato Franco Toldonato, scomparso a 66 anni, era un medico prestato al teatro. Calcava le scene per la sua grande passione come salvare una vita umana. Va sicuramente ricordata l'assistenza che prestava agli anziani nella casa di cura dell'ex Città del ragazzo. Già dal tempo di "Messinesissima" ebbe occasione di esplicitare il suo talento d'attore e di autore. In "Messina anni Cinquanta" aveva ricordato sul filo della nostalgia personaggi e abitudini di quegli anni d'oro della nostra città. Per un periodo prese in gestione il teatro Pirandello alla Città del ragazzo. Ultimamente aveva partecipato a due film: "Scosse", dedicato al terremoto del 1908, e "Sicilian comedy" di Daniele Gonciaruk. Franco lascia un vuoto incolmabile per la moglie Patrizia, il figlio Claudio, maestro compositore. centonove pagina 5 MILAZZO. Il vice sindaco di Milazzo rimane attaccata alla poltrona. Nonostante i cinque consiglieri comunali del suo partito, il Pd, abbiamo “sfiduciato” l’amministrazione Pino e chiesto di abbandonare l’incarico, la coriacea dirigente scolastica non ne ha alcuna intenzione. Pietro Navarra MESSINA. Il rettore dovrà rimettere mano al sito istituzionale dell’Università degli Studi di Messina. Con alcuni motori di ricerca, sia la homepage che le sezioni sono infarcite da finestre pubblicitarie esterne (a pagamento) e da pop up che rendono la navigazione quasi impossibile. Antonio Ortoleva SANT’AGATA MILITELLO. Sciatore o terrorista? L’ex consigliere della Provincia regionale di Messina in vacanza sulla neve a Breuil (cervinia) corre il rischio di far terrorizzare chi ha la ventura di incontrarlo sulle piste. Ortoleva, infatti, è stato ritratto in una foto su facebook in cui più che un atleta per proteggersi dalla basse temperature è travisato da “bombarolo”. Luca Bianchi MESSINA. «Il Pd ha commesso degli errori: trascurare il passaggio in aula del decretolegge sui pagamenti perchè impeato inn discussioni sul rimpasto della giunta». Sono le motivazioni con le quaòi l’assessore regionale alle Economia ha gettato la spugna, abbandonando la poltrona nell’esecutivo Crocetta. Il primo colpo “mortale” all’attività svolta dal tesserato del Partito Democratico era arrivato dal commissario dello Stato Carmelo Aronica, con la maxi impugnativa alla finanziaria regionale. 21 Marzo 2014 primopiano TERREMOTI. Il Gip convalida la richiesta di carcerazione per il deputato e leader del Pd di Messina Formazione, l’ora di Genovese La palla passa adesso alla Camera. Nelle quasi 400 pagine dell’ordinanza, un sistema familiare di società collegate, affitti, noleggi, assunzioni e consulenze. Tutto a spese della Regione. Ma anche della Tourist DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. Una bomba giudiziaria che diventa politica e potrebbe anche diventare economica. La richiesta di arresto in carcere per Francantonio Genovese firmata dal Gip Giovanni De Marco vola alla Camera dei deputati e aleggia su una Messina divisa tra “bagnatori di pane” e partecipanti a un sistema che dallo Stretto rimbalzava su Palermo, Trapani, Agrigento e le altre province grazie alla politica. L’INCHIESTA. Portata avanti da Sebastiano Ardita, da un anno puntava a toccare il presunto vertice di quella che, nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, si configura come una vera e propria associazione. Un’associazione di parenti e fedelissimi, di tante sigle collegate fra loro, di prestanome, di acquisti, affitti e noleggi, con due basi operative: via Primo Settembre a Messina, sede della segreteria di Genovese, e l’assessorato alla Formazione e Istruzione di Palermo. LE MISURE. Quelle in carcere per il deputato ed ex segretario del Pd e ai domiciliari per Salvatore Lamacchia, Domenico Fazio, Roberto Giunta e Stefano Galletti sono l’ultima pianta nata da un terreno il cui humus sono tredici faldoni che ormai arredano le stanze della Procura. L’attività d’indagine riguarda complessivamente 25 persone, sotto indagine a vario titolo, per un totale di ben 54 capi d’imputazione. Indagati nell’ambito dell’inchiesta sono la consore di genovese, Chiara Schirò, Franco Rinaldi (deputato all'Ars e cognato di Genovese), la moglie Elena Schirò, la cognata Giovanna Schirò, i coniugi Francantonio Genovese con la moglie Chiara Schirò Natale Lo Presti e Giuseppina Pozzi, i fratelli Natale e Melino Capone, l’ex tesoriera del Pd Concetta Cannavò, Liliana Imbesi, il costruttore Orazio De Gregorio, Francesco Buda, Roberto La Fauci, Salvatore Natoli, Antonio Di Lorenzo, Paola Piraino, Francesco Cambria, Liliana Chiaia, Elio Sauta e Graziella Feliciotto. Nel mirino, le attività a delinquere, di cui, secondo la Procura e il Gip, il deputato nazionale del Pd (sospesosi dalle cariche) sarebbe capo e promotore, attraverso una associazione finalizzata alla commissione di una serie indeterminata dei reati di peculato, truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio, reati finanziari e contro la pubblica amministrazione (in concorso con pubblici ufficiali), grazie alle attività degli enti di formazione professionale Aram, Lumen, E.S.O.F.O.P., Training Service, L&C Learning & Consulting, Cesam, Apindistria, Ecap, Ial, Enfap, Reti (direttamente o indirettamente riconducibili) e delle società Caleservice srl, Centro Servizi 2000 srl, Sicilia Service srl, Elfi Immobiliare srl, Trinacria 2001 srl, Napi Service srl. PERCORSI PARALLELI. Alcuni enti erano già nell’orbita di Genovese, altri furono acquisiti dopo un determinato passaggio politico: l’ingresso nella giunta regionale del Pd con una cena organizzata proprio a casa del leader messinese in cui si sancì l’ingresso alla Formazione di Mario Centorrino, in barba alla mozione del segretario regionale eletto (e sostenuto da Genovese), Giuseppe Lupo, che era contraria ad aperture di credito al presidente Raffaele Lombardo. Da quel momento, il nuovo assessore e il suo staff, dove entra Salvatore Lamacchia, si mettono a lavoro per una riforma che mette in crisi alcuni storici colossi, attraverso l’istituziuone del parametro unico per le ore, e aprendo le porte a enti che prima non potevano accedere ai fondi per la Formazione. Ed è così che passano di mano Ial Cisl e Enfap e vengono acquistate tante strutture più piccole, ma utili. SCAMBIAMO GLI ALLIEVI? Grazie ad alcune intercettazioni della Procura di patti, il Gip descrive la pratica del commercio dei corsisti, fondamentali per i finanziamenti. Dalle intercettazioni emerge come i corsisti venissero scambiati a “pacchetti”, “come voti di una campagna elettorale inquinata”. In cambio, si era disposti a corrispondere una quota dei finanziamenti ricevuti. Esemplare, ad esempio, la trattativa riferita da Massimiliano Lamacchia alla moglie con Elena Schirò e tale “Giarrizzo”, dipendente del Consorzio Noè di Patti: questi avrebbe “venduto” 17 apprendisti al gruppo facente capo alla Schirò in cambio di una quota dei finanziamenti. Addirittura aveva chiesto il 10%, ma tutto si chiuse con un 15 sugli importi finanziati. ASSUNZIONI FAKE. Insieme ai finanziamenti che aveva ottenuto, l’acquisto dell’Enfap portò con sé anche la CONSEGUENZE Maxisequestro al via FIRMATO IL 17 MARZO IL DECRETO CHE BLOCCA CONTI CORRENTI DEI PROTAGONISTI E DELLE SRL MESSINA. E, insieme all’ordinanza, viaggia anche il decreto di sequestro preventivo a carico di Francantonio Genovese, Roberto Giunta, Elio Sauta, Giovanna Schirò, Stefano Galletti, Giuseppina Pozzi, Cettina Cannavò, Natale Lo Presti, Chiara Schirò, Graziella Feliciotto, Melino Capone, Natale Capone, Orazio de Gregorio, Franco Rinaldi e Salvatore Natoli, tutti chiamati, secondo l’istanza del pubblico ministero dello scorso 28 dicembre, accolta dal Gip il 17 marzo, a risarcire gli importi relativi ai valori corrispondenti al profitto dei reati che sono stati rubricati. E così, il giudice per le indagini preliminari Giovanni de Marco ha disposto il sequestro preventivo delle somme esistenti su conti correnti bancari o postali, o su qualunque rapporto acceso presso istituti, intestati a persone fisiche e agli enti indicati (in caso di cointestazione nei limiti della quota di pertinenza), fino alla concorrenza dei seguenti importi. Roberto Giunta, 333.003; Elio Sauta, 681.350; Giovanna Schirò, 74.495; Stefano Galletti, 307.000; Giuseppina Pozzi, 354.350; Cettina Cannavò, 95.430; Natale Lo Presti, 661.350; Chiara Schirò, 119.552; Graziella Feliciotto, 20.000; Melino Capone, 53.000; Natale Capone, 53.000; Orazio de Gregorio, 71.250; Franco Rinaldi, 81.920; Salvatore Natoli, 307.000; Sicilia Service srl, 307.000; Na.Pi. Service srl, 354.350; Centro centonove pagina 6 Servizi 2000 srl, 235.424; Caleservice srl, 235.424,92. Il sequestro più cospicuo va a toccare direttamente Francantonio Genovese, per una cifra complessiva pari a 733.659. Le somme ricomprendono anche gli importi quantificati dalla Guardia di Finanza per i reati tributari. Nello scorso mese di luglio, erano già stati posti sotto sequestro beni per diversi milioni, sempre su disposizione del gip di Messina. Il provvedimento era stato eseguito dalla Guardia di finanza. I sigilli erano stati posti a conti correnti e attività economiche in istituti di credito per complessivi 3,5 milioni di euro. Sequestrati anche due immobili nel centro di Messina, uno dei quali di particolare pregio e grandezza. Il sequestro preludeva alla confisca dei beni anche se parti delle somme avrebbero potuto essere recuperate e restituite ai corsisti. (D.D.J.) 21 Marzo 2014 primopiano IN PILLOLE possibilità di assumere dipendenti che poi non si recavano a lavoro. Tutti dell’entourage di Genovese. Ma, come è noto, in famiglia possono nascere delusioni e rabbie. Come quella di Domenico Fazio (che in passato si era speso in persona con Orazio La Ganga, funzionario della Regione, sollecitando la liquidazione di progetti NT Soft e Apindustria), ripagato con appena 1150 euro al mese. Un affronto che lo porta a dire a Piero Poguish: “Quasi quasi vado veramente a lavorare allo sportello”. CALESERVICE. Il Gip la definisce una “cartiera”. In che senso? La società di famiglia che emetteva fatture per i servizi resi da Genovese “non aveva alcuna struttura o organizzazione idonea ad erogare i servizi indicati nelle fatture, ne è stato riscontrato alcun servizio concretamente pagato. Tutti i movimenti di denaro avevano come base la società”. LE CONSULENZE. Da avvocato, il deputato guadagnava cospicue somme di denaro anche da società non appartenenti alla Formazione. È il caso di Tourist Ferry Boat e Caronte & Tourist spa, di cui è comproprietario. Così le fatture riguardanti la prima: 408.000 euro nel 2006, 357.000 nel 2007, 459.000 nel 2008, 402.900 nel 2009, 353.000 nel 2010, 291.200 nel 2011 e altrettanti nel 2012. Così, invece, Caronte & Tourist; 147.900 nel 2009, 162.240 nel 2010, 124.800 nel 2011 e 161.200, l’anno seguente. Prestazioni anche per un’altra proprietà navale, la Ngi, ma anche dal Consorzio Autostrade Siciliane: 121.302. Eppure, scrive il Gip, “ secondo quanto riferito dal notaio Parisi, che pur avrebbe rogato un notevole numero di contratti aventi come parti il Genovese o le società ad esso riferibili, questi non svolgerebbe, sostanzialmente, attività di avvocato o di professionista, né avrebbe mai svolto attività di consulenza nei confronti delle società al medesimo riconducibili”. STRATEGIE ED ECCESSI. A spingere gli inquirenti, una circostanza: il sistema Genovese non si limitava solo a “fare impresa” con i soldi pubblici, attraverso i quali poteva gestire un bel po’ di assunzioni, ma andava oltre, come dimostrano i corsisti a pacchetto, i noleggi e gli affitti incrociati tra le diverse società (tutte “imparentate” tra loro) e le consulenze. Ciò che si elaborava a Messina, veniva certosinamente seguito a Palermo all’interno dell’amministrazione, dove si poteva anche aver peso su scelte non necessariamente “lucrative”, ad esempio le sedi scolastiche e le dirigenze. IL DIALOGO. Troppi nipoti per l’onorevole Parenti & guai LUIGI GULLO E SALVATORE LAMACCHIA ANALIZZANO I PROBLEMI DEL CAPO. E SCONFINANO IN SEQUESTRI E PRESTANOME MESSINA. I problemi di Francantonio? Derivano dai parenti: quelli della moglie e quelli acquisiti. Di questo conversano in auto l’ex consigliere provinciale Luigi Gullo (già candidato a sindaco di Patti) e Salvatore Lamacchia all’indomani dell’ordiunanza cautelare che ha portato al sequestro di alcuni beni, il 9 luglio 2013. Parlano quindi del danno derivato dal sequestro dei beni e del prestanome messo da Genovese alla testa di Caleservice. GULLO: “Non ha ‘ndrangheta, non ha… minchia e se ne è uscito,,, e la dico qya e l’ho pure detto… l’87% l’88% delle responsabilità è determinata dal cniugio…” LAMACCHIA: “Sì, sì” GULLO: “Perché se non c’era quella sfilza di persone da allocare, non aveva il pèroblema, perché poi il problema perché diventano i 1500 euro… perché deve dare 1500 euro a questo nipote, e a questo che facciamo non gli diamo nioente? Poi ogni nipote si fa fidanzato… ci sono i suoceri, i consuoceri… mamma mia…” LAMACCHIA: “Entri in un meccanismo bestiale…” GULLO: “Cioè sono sei sorelle? Non so diciotto figli hanno in sei?” LAMACCHIA: “Mah, un bel numero” GULLO: “Sono tutti fidanzati, poi ci sono le famiglie dei fidanzati… cioè è una cosa… io mi ricordo allo studio, arrivava gente… sono il nipote di Francantonio… in realtà era il fidanzato” LAMACCHIA: “Si poi quelli sono più pericolosi ancora…” GULLO: “E penso che là siamo perché poi se tu pensi quante persone erano coinvolte nella famiglia e il numero è destinato a crescere perché ancora manca il pezzo più grosso, Salvatore tu lo sai quale è, no? Il pezzo più grosso?” LAMACCHIA: “Si, certo” GULLO: “Certo lui quando fa 18 anni è candidato alla Regione…” LAMACCHIA: “Anche capisci io lo vedevo nella quotidianità, nella eccessiva presenza su tutto, su qualunque cosa…” GULLO: “Sì, il cerchio magico non era di collaboratori politici, era di sera a tavola… e non si vede… Io ho un’altra convinzione… parlando con un amico comune collega mio… a lui lo vogliono mettere dentro… a lui lo vogliono prendere qua…” LAMACCHIA: “Già oggi lo hanno fatto” Salvatore Lamacchia GULLO: “…nella tasca… che gli hanno sequestrato?” LAMACCHIA: “Certo… i beni legati agli affitti (incomprensibile)” GULLO: “Ah… vogliono arrivare in alto…” LAMACCHIA: “La…” GULLO: “E lo ammazzano… Michia tu devi vedere la pericolosità della magistratura…” LAMACCHIA: “No, certo… a me la cosa che mi sembra più strana è il fatto che lui non si sia attrezzato, non è che ci vuole niente,! Certamente…” GULLO: “A me quello che mi da fastidio e che io ho contezza che c’è stato un momento che a lui glielo hanno detto se fai così… se fai così… se fai così ti danno… allora un cretino come me, l’ultima ruota del carro, no di quelli avvocati… di quelli di scorta (incomprensibile)… vuoi vedere yba cosa… mi sono chiamato a (incomprensibile)… ma chi cazzo ti è venuto… prendi un cretino come me…” LAMACCHIA: “No, gliel’ho detto pure io prima” GULLO: “Ti sto dicendo , ma io non lo sap… i meccanismi non li conoscevo… quando sono entrato e ho visto come funzionavano… ma chi cazzo ti porta… cioè è ovvio che…” LAMACCHIA: “Certo…” GULLO: “No è trasparente… no, è un problema” LAMACCHIA: “Così mi ha detto.. a me ha detto la prima volta che gli ho posto il problema che lui… discutevamo dice sai chi mettiamo chi non mettiamo… io vorrei che tu…ah, io metto… gli ho detto ma scusa… Ma poi per quale motivo?” GULLO: “Ma poi per quale motivo?” LAMACCHIA: “Meglio essere trasparenti perché col prestanome, poi, comunque…” GULLO: “…cioè, a prescindere che poi, quando quella diventa la presidente della società che ti affitta le cose (incomprensibile)… Calaservice giust, là… gli hai firmato… la dichiarazione…”. (D.D.J.) centonove pagina 7 Basta una tessera LE CHIACCHIERATE CON LUDOVICO ALBERT E CON GALLO, CHE DICE... Spulciando tra le intercettazioni che arricchiscono la corposa ordinanza firmata dal gip De Marco, due danno la misura di quanto il personaggio Genovese potesse essere determinante per la qualificazione di un funzionario, il questo caso un dirigente generale, e come, nel suo ambito, venisse analizzata la giustizia messinese nei suoi cambi di vertice G ALBERT E GENOVESE. È il 4 dicembre 2011, quando viene captata questa conversazione tra il dirigente generale alla Formazione, Ludovico Albert, e Salvatore Lamacchia. Oggetto? L’incontro avuto il giorno prima con Francantonio Genovese . ALBERT: “Sono molto arrabbiato con te (ride)” LAMACCHIA: “Stai rientrando” ALBERT: “Sto andando, andiamo a Cefalù a vedere l’Antonello da Messina” ALBERT: “Siamo stati molto bene, siamo stati molto bene, eh?” Successivamente il 30 agosto, Albert dirà a Lamacchia, parlando delle sue dimissioni: “MI accusano di essere colui che ha creato la strada del tuo amico Francantonio…” G LA MAGISTRATURA. Mentre è intento alla stesura dello Statuto dell’ente appena acquistato dalla Uil, l’Enfap, Francesco Gallo, già assessore della giunta Genovese quando era sindaco di Messina che segretario provinciale del Pdm parla con Lamacchia della magistratura in generale e messinese in particolare. È il 9 luglio 2013 LAMACCHIA: “Ah, oggi hanno indagato a Lombardo ed al figlio per voto di scambio” GALLO: “Dice, se non sei mafioso quanto meno…” GALLO: “Ma che cazzo… si ma così è, Lombardo lo hanno preso di mira e basta! Gli è finito il rapporto con D’Agata, da quando è saltato D’Agata” LAMACCHIA: “E c’è…” GALLO: “… ed è venuto quello là, il fratello di. di…” LAMACCHIA: “Sì, di Salvi” GALLO: “… di Salvi, gli è finita di fare politica e qua pure. Se n’è andato siciliano è arrivato questo giovane in cerca di gloria…” LAMACCHIA: ride GALLO: “… e sono saltati gli equilibri. Lui non è che sa… lui quando va a Roma gli domanda chi… al Csm chi mandate a Messina, che gli interessa” LAMACCHIA: ride GALLO: “…tanto poi gli diamo la tessera della Caronte e ce li facciamo amici…” LAMACCHIA: ride (D.D.J.) 21 Marzo 2014 primopiano ESPANSIONI. Ecco come la corrente del Pd riuscì ad appropriarsi del colosso Ial Cisl Innovazioni & shopping La tripartizione degli interessi nelle province siciliane secondo le riflessioni di Michele Cappadona ad Arturo Alonci. Il passo seguente? La lunga trattativa con la Uil per l’acquisizione dell’Enfap In realtà, la Formazione professionale non è solo una questione relativa a Genovese, ma sembra coinvolgere anche altri leader della corrente “Innovazioni”, creata da Genovese all’indomani della nascita del governo Lombardo con l’appoggio del Pd e la poltrona di assessore conferita a Mario Centorrino. A raccontare come, è una intercettazione tra Michele Cappadona (che il gip indica come legato all’ente Agc), Antonella Cappadona e Arturo Alonci, già assessore della giunta Genovese dal 2005 al 2007. La discussione risale al 20 maggio 2012, e racconta di come fosse stato acquisito il non più fiorente Ial Cisl, fiaccato dalle nuove norme regionali. MICHELE: “Questa cosa, ora, scoppia in questo caso. Raffaele Bonanni, che cosa ha combinato, aveva il discorso dell’Ial che era indebitato. Quindi non poteva più pagare non poteva avere Durc, non poteva avere più niente. Quindi hanno mandato ad Albert per sanare questa situazione, dal Piemonte. E l’Ial se la sono comprata, e chi se l’è comprata? Ora è privata non è più che l’Ial è Cisl , tant’è verop che si chiama Ial, l’hanno modificata. Lì c’è Genovese che ha comprato… Genovese e… D’Antoni. ARTURO: “Insieme…” MICHELE: “L’ex assessore Nino Papania…” ARTURO: “Eh…” MICHELE: “Della stessa corrente di Innovazione con Genovese, e l’altro, Luigi Cocilovo. Lì, secondo me, non so quanto lo hanno comprato questo Ente e quanto lo hanno valutato. Però, in questo caso, penso che esplode questo coso, Ial, perché, per ora sono in cassa integrazione a zero ore. Questo passaggio all’Ial così, questa cosa che hanno sistemato. Minchia, se la magistratura mette mano a come hanno ceduto questo ente, questi che fanno politica, anche se hanno messo gente, però i dirigenti e i funzionari… che una serva siamo stati a mangiare con una, che è una dirigente, quella che prepara i mandati…” MICHELE: “Mi segui a me… queste cose… sono politici che si comprano l’ente, ed tutti, come si chiama… ed hanno tutti persone, come si chiama, prestanome. Tutti, uno è un commercialista quello di Papania, avvocato – incomprensibile – cioè hai capito chi se l’è presa l’Ial Cisl…” MICHELE: “Cosa hanno fatto alla fine? Si sono gestiti l?ial, se lo sono diviso in tre province. Genovese, penso Nino Papania che gli interessi solo la provincia di Messina, delle altre non gli interessa un cazzo. Dell’Ial Cisl, hai capito?” MICHELE: “Gli altri, Cocilovo… camorrie… cazzi, storie, se la vedono gli altri. Papania, penso che gli interessa parte di Trapani e qualche alòtra cosa, Cocilovo… ti ho detto gli altri si sono presi, tutte queste cose qua. Questo me lo ha detto una, quella che prepara i mandati, che hanno nominato a questi. Questo qua non voleva firmargli i mandati. Non sapeva niente, dice “signora”, dottoressa io non so quello che firmo. Lei gli ha detto: lo vedi questo mandato, qua c’è il mio nominativoi, ho firmato io, che pensa che me ne vado pure in galera? E quello ha firmato. Che ti devo dire. Una sera, alle dieci alla Capannina, ti dico pure il posto di dove eravamo… quindi,… ecco la situazione… ora ti dico: Lombardo gli hya fatto la guerra a Cuffaro, e ora si trova nella stessa situazione” ARTURO: “Sì” MICHELE: “Genovese, Genovese… sta facendo le stesse operazioni che faceva Cuffaro, quello li faceva con la Sanità e questo li fa con gli enti della formazione. Se ci mettono mano la e la Corte dei Conti va avanti, e fa denuncia alla magistratura…” ANTONELLA: “Fa saltare tutte le cose…” MICHELE: “Fa saltare tutte cose, questi, si ritrovano in manette, a tutti. Direttamente, nion ti dico… mi segui a me. Perché, quello che hanno messo, quello là, un Avvocato – incomprensibile – e quello non voleva firmare neanche il mandato… ormai lo sanno tutti, ormai lo sanno tutti, hai capito? Questi fanno politica per arricchirsi, mica fanno politica perché… hanno bloccato tutta questa situazione, a gente che poteva campare, facete le cose pulite…”. E ANCHE L’ENFAP. A finire nella galassio degli enti di formazione riconducibili a Genovese, anche l’Enfap Sicilia, che con l’avviso 20/2011 viene ammesso al finanziamento nel giugno del 2012: 13.992.819 per 98.178 ore di attività. All’epoca, era riconducibile alla Uil. Secondo il gip, quasi in contemporanea, attraverso Giuseppe Biundo, Pietro Gaglio e Antonino Di Lorenzo, il deputato nazionale si attivava per prenderne il controllo. Il 29 giugno, infatti, Biundo comunica a Salvatore Lamacchia che sarebbe giunto in città con Pietro Gaglio. I due commentano in serata l’incontro, ma Biundo ha perplessità sull’intenzione di coinvolgere Elio Sauta e non condivide alcune strategie gestionali. Lamacchia lo tranquillizza, in quanto la consistenza delle operazioni in corso riguardavano “il cinquanta per cento di quello che doveva arrivare a Messina”. Biundo ha altri dubbi, in questo caso sul coinvolgimento di Gallo, Francesco Gallo verosimilmente, che viene incaricato di redigere lo statuto. Per completare l’operazione, viene programmato un vertice a Roma, con i capi della Uil, che si svolge l’11 luglio. A capo dell’ente, andrà Nino Di Lorenzo, all’epoca al vertice dell’Ecap di Palermo. Dopo tira e molla, l’acquisizione avviene con l’ingresso di “prestanome”, secondo il Gip, e le dimissioni dei soci. A suggellare tutto, un incontro a Milazzo tra Lamacchia, Genovese e Claudio Barone il 10 agosto del 2012. (D.D.J.) QUI SCUOLA “O Alcamo o sfiducia” IL DIKTAT DI NINO PAPANIA PER LE DIREZIONI SCOLASTICHE E GLI ACCORPAMENTI DISPOSTI DALL’ASSESSORATO Nino Papania, leader di Innovazioni come Genovese, è presente anche in un altro campo dell’assessorato, l’Istruzione. Oggetto, è una direzione scolastica ad Alcamo: “In particolare - scrive il Gip - come si comprende dalle conversazioni, pretendeva un determinato assetto (fusione piuttosto che aggregazione), che sarebbe stato incompatibile con i criteri che erano stati adottati dall’assessorato. Per tale ragione, il Genovese (interessato alla Petrarca di Ganzirri) e il Papania, nella giornata del 6 marzo 2012, aggredivano verbalmente prima l’assessore Centorrino, poi il Lamacchia. centonove pagina 8 Questi due, infatti, immediatamente dopo, si confrontavano sgomenti: (Mario Centorrino: “Ma cosa ha fatto uscire di testa Francantonio?”; Salvatore Lamacchia: “…Ora mi ha fatto una telefontata, lui e Papania di fuoco, mandandomi a fanculo, di qua, di là… dicendo… che cazzo ci sto a fare, me ne dovrei andare a casa, che praticamente non conosco la sicilia… che Castellammare ha 10000 abitanti, che Alcamo ne ha 30000, ma io gli ho detto guarda…”). La situazione tarda a risolversi. Così Centorrino a Lamacchia il 6 marzo: “Qua Francantonio ha perso la testa! Perché mi ha mandato adesso un messaggino, mi dice che Papania domani dichiarerà che non vota la sfiducia a Lupo e non la vota lui. Fagli una telefonata e dici che domani presento le dimissioni, quindi possono benissimo votare la sfiducia, mi levo dai coglioni!”. Lamacchia non riesce a spuntarla, ma nel decreto del 30 marzo, “tutte le richieste del Papania, sostenute dal Genovese, venivano accolte”. (D.D.J.) primopiano Angelino Alfano REBUS. Come si pronuncerà la Giunta per le Autorizzazioni a procedere del Parlamento? Camera, la patata bollente Mentre i democratici prendono ufficialmente le distanze dall’onorevole, si avvia la conta dei voti. Un salvataggio imprevisto potrebbe arrivare dagli avversari ufficiali. Complici le europee alle porte Come si comporterà la Camera dei deputati sulla richiesta di arresto dell’onorevole Francantonio Genovese? Accostato al leader “Renzi” da tutte le testate giornalistiche nazionali, il gruppo dei Renziani, nel prenderne ufficialmente le distanze, dichiarano apertamente che” lette le carte” non avranno nessun problema a dire sì all’arresto. Più intransigente ancora è il drappello dei Grillini: Genovese per loro avrebbe già perso tempo, “dovrebbe consegnarsi spontaneamente”. Come in altre laceranti vicende, come il caso Cosentino, il coordinatore di Forza Italia in Campania, a fare la parte dei “garantisti” saranno le forze che dovrebbero essere sulla carta avverse a Genovese: Ncd di Angelino Alfano e il gruppo forzista del Cavaliere. Un controsenso per un deputato che milita nei Ds, nell’area vicina a Fioroni e Franceschini. In effetti, in questo comportamento politico, ci sono le ultime “riflessioni” di Genovese leader, che dentro il Pd si sentiva sempre meno a suo agio. Contatti sono stati avviati con la sua corrente a Messina, per sondare un eventuale passaggio nell’area del Partito Popolare europeo, il grande contenitore dei Moderati che dovrebbe fare convivere Casini con Berlusconi e D’Alia con Alfano. Ma l’eccessivo movimentismo della politica e il precipitare di alcuni eventi. Come la staffetta a Montecitorio tra Letta e Renzi, hanno più volte rallentato le strategia di avvicinamento. Ora sono in tanti a chiedersi: “che succede?”. Pur con le truppe in 21 Marzo 2014 disarmo, Genovese, come è nella sua tradizione, non perde la calma: ha dichiarato che chiarirà tutto. E subito si è dimesso dalle cariche ricoperte dentro il partito. Carlo Paliero, il professore di procedura penale che ha assunto la difesa della moglie Chiara Schirò si mostra serafico: “Ho saputo la notizia. Ma non voglio fare alcun commento se prima non ho modo di leggere le pagine dell’ordinanza…”. Calma e gesso, si raccomanda anche in via Primo Settembre, dove la segreteria di Genovese, fino all’altro giorno “aperta per ricevimento”, trova i suoi abituali inquilini. Che succederà? Sfumano i sogni di gloria di un posto di ministro, che in tanti dentro il partito erano pronti a riconoscere a Genovese. Sfuma l’ipotesi di una candidatura-ombrello alle europee: il nome non può essere speso fino a quando tutta la partita giudiziaria non sarà chiarita. Perdono peso dentro la giunta Crocetta gli uomini, come l’assessore Nino Bartolotta, da tanti in via Notarbartolo, sede dell’assessore ai Lavori Pubblici, definito “una persona per bene e un gran lavoratore”, quasi certamente destinato al sacrificio di fare posto agli altri contendenti dello stesso partito. Si sfalda la Corrente Innovazioni della quale Genovese era leader: azzoppato Nino Papania, re delle preferenze a Trapani ed ex assessore al lavoro, (firmò lui il contratto al dirigente generale dell’Agenzia per l’impiego Rino Lo Nigro), l’ex ministro Salvatore Cardinale ha preferito appaiarsi sotto l’ombra dei Drs. E in sede locale? Truppe sparpagliate. I fedelissimi, come il capogruppo al Comune Paolo David o la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, aspettano che passi la buriana. Altri sono già in fuga per nuovi lidi politici, consci che la bufera giudiziaria durerà anni e anni. Come succede per processi così complessi. R.C. LA RIFLESSIONE Se il futuro è incerto 7000 ASSUNZIONI FUORILEGGE E 8000 FORMATORI DA ROTTAMARE. OCCHIO AL PIANO GIOVANI Un calderone senza fine: sono 7000 le assunzioni fuorilegge nella formazione censite dal gruppo 5Stelle dopo il blocco legale del 2008. Ma mentre molti enti continuano a inscenare manifestazioni di protesta, il gruppo Forza Italia promuove una nuova indagine sulla Formazione, segno che quella portata avanti dal presidente Filippo Panarello altro che non era che una analisi superficiale: in primis, la Formazione così concepita non produce “formazione vera” verso il lavoro, ma solo “il posto di lavoro” per i formatori. Dai primi censimenti sono ottomila i formatori da “rottamare”. E mentre continuano a fioccare gli scandali sulle carovane del lavoro che spendevano 12 milioni di euro senza creare neanche 12 occupati, si fa la stima di quanto è costato il settore negli ultimi dieci anni: 4 miliardi di euro: ottomila miliardi di vecchie lire al vento. Quasi una finanziaria. E’ l’esatto buco che oggi si registra nei conti della Regione siciliana che ha co-finanziato il settore ed oggi per pagare i debiti valuta se ricorrere ancora a un debito trentennale da un miliardo di euro. Un investimento, quello fatto dal gruppo Genovese che non poteva passare inosservato: una holding del settore, che ha rastrellato undici sigle storiche, da sempre in mano al sottobosco dei sindacati, delle quali è stato comprato “l’avviamento” dei corsi. Ora questo modello la giunta Crocetta, prova a rivederlo mettendo in piedi il “Piano Giovani”, una serie di incentivi mirati al centonove pagina 9 microcredito e agli studi professionali che tendono a fare scattare la determinazione dei giovani “a fare da sé”. Perché se è vero che tra le schiere di articolisti si trovano le cooperative più fantasiose, radunate a fare lavori spesso “socialmente inutili”, oggi emerge drammatica nei conti degli uffici di collocamento e nelle agenzie di lavoro interinale, che per i prossimi vent’anni resterà il blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione al Sud, sbarrate da una schiera di precari in lista di attesa più che decennale. Solo dal lavoro “autonomo” può scattare “la ripresina” che tutti cercano. Ma a scoraggiare anche gli investimenti personali, che darebbero alla lunga allo Stato l’ossatura anche fiscale per fare ripartire l’economia, spesso a scoraggiare sono le tasse: l’Irap più alta d’Italia, alberga in Sicilia, la Regione che ha il numero di giovani disoccupati più alto d’Italia, il 51% delle popolazione tra i 18 e i 35 anni. (E.B.) 21 Marzo 2014 politica PALAZZO ZANCA. Alessio Ciacci nominato“numero uno” della partecipata. In liquidazione. Ma con licenza di rilancio Messinambiente, si cambia Classe 1980, curriculum lungo, idee chiare: “L’80% delle risorse se ne va in stipendi, il resto in debiti”. Chi è, cosa ha fatto e cosa farà il nuovo manager. E che fine farà il “vecchio” Armando Di Maria In primo piano renato Accorinti, accanto a lui Alessio Ciacci, Daniele Ialacqua e Antonio Le Donne DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Dall’emergenza all’eccellenza” e “Sostenibilità e partecipazione”. Il futuro di Messinambiente ha la barba di quattro giorni, l’inflessione pesantemente toscana e la faccia un po’ smarrita di Alessio Ciacci, trentaquattrenne di Lucca che nonostante la giovane età ha già un curriculum lungo mezzo metro: 2007 al 2013 è stato Assessore all’ambiente del Comune di Capannori (del quale era direttore generale l’attuale city manager di palazzo Zanca Antonio Le Donne), il primo comune in Italia ad aver aderito alla strategia internazionale “Rifiuti Zero, e’ stato poi membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Ato rifiuti della Provincia di Lucca (anche qui mentre Le Donne era segretario generale), e nel 2013 è stato nominato Personaggio Ambiente italiano dell’anno. A lui toccherà il compito di condurre la partecipata alla liquidazione e, nel frattempo, di rilanciarla. Come si fa a coniugare due pratiche tra loro Armando Di Maria diametralmente opposte? Con le idee chiare, tanto per iniziare. UNA NOTTE DA LIQUIDATORE. C’è voluta una riunione fiume di dodici ore, dall’una di pomeriggio all’una di notte, perchè l’assemblea dei soci prendesse atto delle dimissioni del liquidatore Armando Di Maria e della nomina di Ciacci. Pratica che sarebbe durata tre minuti (Di Maria le dimissioni le aveva già consegnate, caldamente raccomandato dall’amministrazione), se non fosse stato per il fatto che Ciacci ha voluto vederci chiaro su un po’ di questioni. Quelle che ha riferito, stringatamente, durante la conferenza stampa in cui è stato presentato. “Serve stabilità economica per l’azienda”, ha spiegato il nuovo liquidatore, che sta per prendere in mano una partecipata gravata da una sessantina di milioni di euro di debiti, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua. “Un’azienda che deve diventare parca, attenta alle spese e aperta alle esperienze ed alle competenze. Perchè oggi Messinambiente ha una dotazione finanziaria che per l’80% serve a pagare gli stipendi e per il restante 20% serve a pagare i debiti e le spese. Per questo - ha concluso - serve un maggior impegno finanziario da parte del Comune”. Una frase, quella conclusiva, che ha fatto fischiare le orecchie a dirigenti e funzionari di Messinambiente presenti alla conferenza, che per avere garanzia di un maggiore (o anche solo puntuale) impegno finanziario del Comune in questi anni avrebbero acceso ceri a tutte le divinità conosciute. “Da cinque mesi diamo a Messinambiente la cifra stanziata”, ha aggiunto il direttore generale Antonio Le Donne, a sostegno delle tesi di Ciacci. Un’affermazione davanti alla quale nessuno dei dipendenti della partecipata ha fiatato, anche se gli sguardi non erano dei più convinti. Comunque sia, da domani si cambia. Anche nelle cariche di garanzia e controllo. INDISCREZIONI Il signor (Raphael) Rossi CHI È IL “SUPERCONSULENTE” AMBIENTALE SUL CUI NOME ACCORINTI E IALACQUA MANTENGONO ASSOLUTO RISERBO... Raphael Rossi MESSINA. “Il nome non ve lo dico, ma sappiate che si tratterà di un fuoriclasse, vi lascerà a bocca aperta”, ha spiegato uno stranamente reticente Renato Accorinti subito dopo la conferenza stampa di presentazione del nuovo numero uno di Messinambiente, Alessio Ciacci. E la stessa segretezza ha ammantato le parole di Daniele Ialacqua, assessore all’Ambiente di palazzo Zanca, che mercoledi mattina ha personalmente preso all’aeroporto di Catania sia Ciacci che il misterioso consulente sul quale l’amministrazione mantiene il riserbo assoluto in attesa di rivelarlo come asso nella manica. Il cui nome è Raphael Rossi. Classe 1974, doppia nazionalità, italiana e francese, centonove pagina 10 Rossi è esperto nella progettazione di sistemi avanzati e virtuosi di gestione rifiuti da Trento a Bari, a Roma, Napoli e Parma. E’ stato amministratore delle aziende di gestione rifiuti a Torino, Napoli, Reggio Calabria, Parma Reggio Emilia e Piacenza e cura un blog sul sito de Il Fatto Quotidiano. Come arriva a Messina il superconsulente in materia ambientale? Tramite il comitato scientifico di “Rifiuti Zero” di Capannori, comune del quale Alessio Ciacci è stato assessore all’Ambiente. Non sarà la prima volta che Raphael Rossi (che già nella mattinata di giovedi s’è fatto un giro per sede, impianti, autoparco ed officine di Messinambiente) si affaccia sullo Stretto di Messina: il 12 dicembre 2012 è stato nominato amministratore delegato della Leonia spa la società di raccolta rifiuti del Comune di Reggio Calabria dopo lo scioglimento dell’ente per contiguità con la ‘ndrangheta. La Leonia è una società mista pubblico privata e secondo gli inquirenti proprio la Leonia è stata uno dei principali luoghi di penetrazione mafiosa. (A.C.) politica IL COLLEGIO. Nel collegio dei sindaci entrano i “decani” Domenico Santamaura e Santi Cutugno. Il primo è stato liquidatore della partecipata Feluca, il secondo presidente dell’Ordine dei commercialisti. Insieme, i due hanno fatto parte del collegio dei sindaci di Cartour, una delle società del gruppo Franza. Poi c’è Elio Azzolina che ha fatto parte del Cesv (del quale presidente era Nino Mantineo, oggi assessore ai Servizi sociali) fornendo consulente fiscale, contabile e tributaria, ed è tra i sottoscrittori del manifesto a supporto della candidatura di Accorinti a sindaco ad inizio 2013. Proprio la nomina dei tre ha fatto prolungare di qualche ora la riunione fiume, per un problema di iscrizione all’albo di uno dei tre. Una riunione fiume che, per Di Maria, ha rappresentato l’ultima sera alla giuda di Messinambiente, società della quale è stato prima direttore generale, poi amministratore e infine commissario liquidatore. Un’esperienza che gli lascerà addosso la riconoscenza di chi a Messinambiente ci ha lavorato. E qualche cicatrice. SALVATE IL SOLDATO DI MARIA. Mercoledi, fuori dall’ufficio di gabinetto di palazzo Zanca, al cui interno va avanti da ore l’assemblea dei soci che cambierà i vertici di Messinambiente, Di Maria fuma nervosamente, nemmeno fosse fuori dalla sala parto. “Non si fa così, sono qui dalle sei e sono le nove. Non si trattano così le persone.” Soprattutto quelle alle quali negli ultimi anni è toccato il lavoro sporco. L’obbligo morale che l’amministrazione ha nei confronti di Di Maria lo testimoniano sia il ruolo di consulente che gli è stato ritagliato addosso per accompagnare Ciacci nel periodo di transizione, sia le parole di sincero apprezzamento che gli ha riservato, non sollecitato, il direttore generale Le Donne. “Siamo grati a Di Maria per aver operato e portato avanti la società in condizioni non ottimali”. Un eufemismo, quello di Le Donne. Perchè l’esperienza di Di Maria a Messinambiente gli lascerà addosso i segni. Venerdi 28 andrà probabilmente a sentenza il processo penale che lo vede imputato, insieme a Nino Dalmazio (commissario giudiziario, poi presidente, poi amministratore della società fino alle dimissioni che nel 2011 hanno messo in sella Di Maria) per evasione di Iva tra il 2007 ed il 2010. La FINANZE. Varato il nuovo piano di riequilibrio targato Guido Signorino e Antonio le Donne Ora ti sistemo i conti ASSESSORE AL BILANCIO E DIRETTORE GENERALE SPIEGANO COME RECUPERARE 463 MILIONI IN DIECI ANNI MESSINA. E’ stato un parto travagliatissimo, ma alla fine il piano di riequilibrio è arrivato. A presentarlo in commissione Bilancio ci hanno pensato l’assessore alle finanze Guido Signorino ed il direttore generale Antonio Le Donne, la cui impronta sul documento è molto più marcata di quanto non si potrebbe pensare. In origine immaginato per essere votato entro il 29 marzo (a due mesi dalla “bocciatura tecnica” di quello di gennaio) il piano, nella tempistica, è stato stravolto dal nuovo decreto “salvaRoma”, e completamente rimodulato rispetto sia alla “bozza” di gennaio che al precedente piano di riequilibrio, quello prodotto dalla giunta commissariale di Luigi Croce un anno fa. Cosa c’è dentro il piano di rientro dai debiti dell’amministrazione di Renato Accorinti? Intanto 463 milioni di euro di entrate e 432 di tutto ciò che è assimilabile a “debiti”. Poi un’altra trentina di milioni di entrate probabili ma non certe, e diciassette di riserve da reperire eventualmente attraverso dismissioni di patrimonio immobiliare. La domanda è: come farà il comune di Messina, notoriamente ente pubblico dalle mani bucate, a garantire entrate per quasi mezzo miliardo di euro in dieci anni? Il commissario Croce ci aveva provato col contratto di servizio Amam, che avrebbe garantito i 145 milioni presentati con una cospicua iniezione di liquidità proveniente dalla partecipata che gestisce l’acquedotto verso le casse di palazzo Zanca. Poi il contratto di servizio è stato bocciato dal consiglio comunale, quindi su quell’ipotesi ci si è messa una pietra sopra (l’amministrazione Accorinti ha rimodulato a 31 milioni). E quindi Signorino e Le donne hanno guardato altrove. Ai 46 milioni di euro di risparmio energetico, per esempio. Ad occuparsene è Gaetano Cacciola, assessore all’Energia ma soprattutto direttore del Cnr di Contesse, da anni al’avanguardia nella sperimentazione di fonti di energia alternativa e pulita. Secondo i piani, nel decennio palazzo Zanca dovrebbe diventare autonomente sostenibile dal punto di vista energetico. Una settantina di milioni si recupererà dal personale che andrà in pensione. I calcoli di Croce, sul tema, erano stati di molto inferiori. La spiegazione che ha fornito Le Donne, però, è ineccepibile. E cioè che ogni unità di personale che va in pensione non graverà più sulle casse di palazzo solo per l’anno di quiescenza, ma sarà un risparmio che l’ente godrà per tutti i dieci anni del periodo di durata del piano di riequilibrio. Cosa che aprirà le porte ad assunzioni: ne sono previste almeno trecento, metà in Guido Signorino mobilità e metà a concorso. Venti milioni, poi, arriveranno in cassa dalla riforma delle zone catastali. CI saranno, cioè, rendite differenziate a seconda delle zone in cui sorgono gli immobili: riforma che interesserà anche gli oneri concessori (tributo alzato a livelli esorbitanti da Croce e oggi riportato a livelli più umani), dai quali arriverebbero cinque o sei milioni. Una mini rivoluzione, poi, Le Donne la promette con riferimento all’evasione dai tributi. Il progetto, qui, è di mettere in un’unica rete tutte le banche dati del Comune, incrociare i risultati e stanare chi per anni l’ha fatta franca non pagando tasse e tributi. Mossa che, secondo Signorino, garantirebbe 40 milioni di euro. Da stropicciarsi gli occhi per la sorpresa, invece, i 55 milioni che l’amministrazione inserisce come entrate alla voce Atm, azienda speciale che è da sempre stata divoratrice più che produttrice di reddito. Aumentando i mezzi in strada (in arrivo 80 bus) e rimodulando il contratto di servizio, l’amministrazione immagina di poterla far diventare prima sostenibile e poi produttiva. Per ultimo, Signorino e Le Donne immagina che 37 milioni possano arrivare da giudizi ancora pendenti. A patto di vincerne qualcuno. (A.C.) centonove pagina 11 21 Marzo 2014 storia è nota, e riporta alle differenze tra la cifra stanziata dall’amministrazione per Messinambiente e quello che ogni mese arrivava nelle casse della partecipata di via Dogali. Differenza che obbligava a pagare gli stipendi o i contributi, i fornitori o il fisco. E per evitare emergenze, all’amministratore toccava sistematicamente accumulare debiti contributivi e fiscali. Tanto da arrivare al processo. Non solo: da liquidatore, teoricamente Di Maria potrebbe essere chiamato a rispondere di ogni centesimo di debiti contratti durante la fase della liquidazione. Motivo per il quale, un mese fa, alla notifica di una cartella esattoriale da due milioni e rotti, il messo ha preteso che la firma fosse quella del commissario e non, come prassi, quella delle segreteria di Messinambiente. Perchè, benchè il consiglio comunale abbia ormai due anni fa ratificato al decisione della giunta presieduta da Giuseppe Buzzanca di porre in liquidazione la società, Messinambiente ha sempre continuato ad esercitare l’incarico di raccolta e spazzamento, continuando ad accumulare debiti, contrariamente alla prassi di liquidazione che imporrebbe la cristallizzazione della situazione contabile, la separazione tra massa attiva e passiva, la soddisfazione dei creditori e la chiusura. MESSINAMBIENTE CHE VERRA’. Il primo dei problemi che Alessio Ciacci ha sollevato è quello del personale: 537 dipendenti, oggi, sono troppi, per il servizio che Messinambiente offre. E dato che è impensabile credere che l’amministrazione Accorinti abbia intenzione di tagliare forza lavoro, è probabile immaginare che alla partecipata di via Dogali saranno assegnati un bel po’ di servizi aggiuntivi. Quali? Le scerbature, per esempio; servizio che per anni l’Ato3 ha appaltato a cooperative esterne e che, secondo Di maria, Messinambiente ha svolto spesso “in supplenza”. Uno dei motivi, quello dei servizi rivendicati da Messinambiente e negati dall’Ato3, alla base dello sfiancante contenzioso tra le due partecipate. La definizione dei debiti è il primo passo per ridare vigore all’azione di rinnovamento intrapresa, ha spiegato ialacqua. Ed il secondo? la partenza della raccolta differenziata, intanto. Da Palermo arrivano notizie confortanti: ad aprile dovrebbe arrivare il finanziamento che permetterà lo “start”, e fare il paio con il raddoppio degli “iscritti” al servizio di differenziata garantito dalle isole ecologiche, come ha orgogliosamente annunciato Accorinti. Poi c’è la questione infrastrutture. Su Pace, per esempio, si punta forte, sia per il “capannone” per la frazione secca, che per il bando per l’impianto di biostabilizzazione. Le offerte sono tre, ma a Palermo se la prendono comoda, e le buste non sono state ancora aperte. Nel frattempo, Accorinti ha incassato il via libera di Legambiente 21 Marzo 2014 politica ROCCALUMERA SPADAFORA. Il giovane imprenditore sfida il gruppo Pappalardo Un vaucher per Saija Nel programma elettorale buoni alle famiglie in cambio di servizi sociali. Farsaci e Di Mento sfogliano la margherita Paolo Saija DI ANTONIO BONACCORSO Spadafora. Tra prime uscite ufficiali e successive prove tecniche, la corsa per le prossime amministrative a Spadafora sembra aver ricevuto una “brusca frenata”. Mentre appare scontata la ricandidatura della compagine dell'uscente primo cittadino, Giuseppe Pappalardo, con il “vociferato” unico cambio tra Emanuele Mondo e l'assessore Pietro Monzù, il primo a scendere è stato a gennaio Paolo Saija, trentottenne imprenditore locale. La candidatura a sindaco di quest'ultimo è sostenuta da una lista giovane e da alcune associazione del comune tirrenico. Per Saija non si tratterebbe della prima esperienza politica, ha ricoperto, infatti, la carica di assessore allo Sport, Spettacolo, Turismo e ai Servizi sociali durante l'amministrazione di Giovanni Giaimis. Il giovane imprenditore ha iniziato a promuovere alcune idee per il rilancio di Spadafora a partire dalla “sistemazione e la manutenzione delle strade, la cura del verde pubblico, il rilancio del turismo e del commercio” e su facebook è stata lanciata la pagina “100 idee per Spadafora - Paolo Saija Sindaco”. «Per le famiglie più bisognose, mettere a disposizione dei voucher lavoro, quindi – scrive sul social-network Saija - non offrire solo contributi economici, ma dare a queste persone la possibilità di avere un lavoro, salvaguardando così la loro dignità. Con il voucher i lavoratori vengono coperti sia dal punto di vista assicurativo, che da quello degli oneri previdenziali, e il loro lavoro consiste nel pulire e tenere in ordine, tutto il territorio del comune». A stretto di giro, però, ha fatto irruzione nello scenario il nome del radiologo Pippo Di Mento, che al suo seguito avrebbe il sostegno di una lista di nomi quasi completa. I contatti tra i vari esponenti, comunque, si sarebbero intensificati nell'ultimo periodo tanto da lasciare aperta qualsiasi ipotesi. Tant'è vero che in ultimo è venuto fuori il nome di un nuovo “papabile” candidato, ovvero quello di Nino Farsaci, già eletto in consiglio nel 2004 con Pappalardo. Ma regna davvero ancora troppa confusione nella politica spadaforese, così il consigliere di minoranza Domenico Romano, attraverso i post del suo blog, scrive: «Attendiamo che nel frattempo tutti si chiariscano le idee, che tutti non si nascondano ma dicano chiaramente ciò che vogliono fare. Io nel frattempo – dice Romano - faccio di tutto per non accrescere questa confusione e continuo a dire che la battaglia non è e non deve essere contro la persona Pappalardo, ma è e deve essere contro il sistema Pappalardo. Una vittoria con un coacervo di persone che nulla hanno in comune chi fa vincere? Fa perdere sicuramente il paese, fa perdere (forse) il sindaco attuale, fa perdere ancora più fiducia ai cittadini». Gaetano Argiroffi Argiroffi, la politica dei videogiochi LA REGOLAMENTAZIONE PENALIZZA UN AVVERSARIO DI “PATTO GENERAZIONALE” DI GIUSEPPE PISTONE ROCCALUMERA. «Questo modo di amministrare è un altro esempio di come il sindaco intende reprimere gli avversari politici, dovrebbe pensare a cose più importanti». I consiglieri comunali di minoranza commentano così l’ordinanza numero 9 del 7 marzo scorso che impone il nuovo orario di accensione degli apparecchi nelle sale giochi, dalle 11 del mattino sino alle 23,30. Una questione che ha creato non poche tensioni in paese tra commercianti e amministrazione. Il 13 marzo scorso, infatti, arriva il mezzo passo indietro. Il sindaco Argiroffi cassa le limitazioni relative ai bar e tabacchi, lasciando in vigore le restrizioni solo per le sale giochi e per i circoli ricreativi. «Abbiamo fatto solo una piccola rettifica, c’è stata una svista nel redigere l’ordinanza – chiarisce Gaetano Argiroffi – ma sull’orario di accensione dei video giochi per i minorenni non transigeremo». Un provvedimento che per i veterani del palazzo municipale avrebbe il sapore di un vero e proprio “atto politico”. L’obiettivo? Walter Marisca, titolare di una grossa azienda di noleggio e assistenza video giochi, acerrimo avversario politico nelle ultime competizioni elettorali con la lista “Patto Generazionale”. Ma non solo. Lo scorso 17 gennaio ha dato vita ad un’eclatante protesta in cui assieme a decine di cittadini ha bruciato le salatissime bollette della Tares in piazza municipio. «Ho fatto solo ciò che mi è stato chiesto dal Prefetto. Questa regolamentazione è imposta per legge – puntualizza Argiroffi - C’è un orario ben preciso per utilizzare i videogiochi ed i minorenni lo devono rispettare, ma prima di tutto lo dovranno rispettare i gestori delle sale giochi. Non c’è alcuna pressione politica contro nessuno». L’imprenditore Walter Marisca, rimasto fuori dagli scranni comunali, tenta di buttare acqua sul fuoco. «Non voglio pensare che questa ordinanza sia mirata – chiarisce – noi con il nostro gruppo “Patto Generazionale” intendiamo portare avanti delle battaglie per il bene della comunità». MISTRETTA Tatà, Testa e la Santa alleanza LA MAGGIORANZA SCEGLIE PIPPO TESTA. L’OPPOSIZIONE CERCA IL SINDACO Tatà Sanzarello MISTRETTA. La chiamano la Santa alleanza. Era stata creata nella stagione invernale da tre notabili della politica locale. Il patto vincolante della terna da cui doveva venir fuori il sindaco in pectore era stato tacitamente, sottoscritto da Vincenzo Tamburello, ex vicesindaco costretto a dimettersi da amministratore per conflitto di parentela con il suocero (e consigliere) Nino Saitta; da Rino Andreanò, consigliere comunale, coordinatore del Megafono, presidente dell’Irsap; e dall’attuale capogruppo dell’opposizione Lirio Porracciolo (Udc). Scardinata l’intesa dei tre, nel promuovere uno di loro a sindaco, l’alleanza è rimasta nella ricerca di un “papa nero”. Nel frattempo a riscaldarsi c’è l’ex deputato Tatà Sanzarello. Lui fa il prezioso, ma il solo fatto che porta il nome del protettore della città, depone a suo favore. Domenica, intanto, al ritrovo “Giardino d’Inverno”, verrà ufficializzata la candidatura a primo cittadino di Pippo Testa, genero del consigliere Giordano (PD), sponsorizzata dal sindaco Antoci. (N.D.) centonove pagina 12 sicilia Capannoni da espropriare sul percorso della via don Blasco. le strutture appartengono alla ditta Rifotras MESSINA. Fodi, espropri e affari all’ombra del progetto di riqualificazione. Che libererebbe la città dai Tir Via don Blasco, all’assalto Opera da ventisei milioni tra Stao, regione e Autorità portuale. Un milione e mezzo a Rfi per liberare 13mila metri quadrati di area ferrata. E il resto? Tre milioni. Ai privati. Ecco quali DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Una colata d'asfalto che congiungerà il viale Europa al viale Gazzi, dopo 25 anni si appresta a diventare realtà. Con tutto quel che segue. A cominciare dalle battaglie per gli espropri, per finire con gli appetiti che ha già iniziato a generare un'area in cui gli edifici adiacenti, non soltanto aumenteranno il proprio valore immobiliare ma si potrebbero inserire in un circuito commerciale di non poco conto. Per il progetto di riqualificazione della via Don Blasco (che fu pensato nell'89 e commissionato dalla giunta Provvidenti tra il 1994 e il 98) entro sei mesi dovrebbe essere bandita la gara d'appalto. Un totale di 26 milioni, di cui 5 già stanziati dall’Autorità portuale, mentre 14,7 milioni arriveranno dallo Stato con sblocco dei fondi per le reti di trasporto e 6,3 milioni da Palermo. Il grosso dell'intervento verrà effettuato nelle aree di proprietà di Fs: saranno infatti liberati esattamente 13.039 metri quadri di territorio che verranno indennizati con la bellezza di 1 milione Santi Interdonato FOCUS Le case “in mezzo alla strada” DODICI FAMIGLIE, UNA CAUSA PER USUCAPIONE, ED IL PROGETTO PREVEDE CHE IL PERCORSO LE ATTRAVERSI. LA STORIA MESSINA. Una striscia di terreno composta da circa una decina di case accatastate l'una sull'altra. Una dozzina di famiglie che stanno mandando avanti una causa per usucapione con gli “eredi D'Arrigo” che da tempo avevano abbandonato quegli edifici che si trovano proprio all'inizio di Maregrosso e, come orizzonte, sulla destra, hanno lo scempio di Fondo Saccà. Attualmente a fare da contorno alle case D'Arrigo c'è una porta da calcio costruita con pezzi di legno e stracci cuciti e un pallone in mezzo al fango. E' questa la “piazza” dove giocano i bimbi. Accanto un muretto di mattoni “grezzi” fanno, invece, da recinto al “giardino” di una delle strutture che, ad oggi, sono abitate da circa 12 nuclei familiari. Un lembo di case della cui espropriazione e demolizione la nascitura via Don Blasco ha necessariamente bisogno. Perchè è proprio da lì che per lo stradone che dovrà congiungere il viale Europa al viale Gazzi era più “comodo” passare. Una situazione, quella delle case D'Arrigo, che rischia di mettere a rischio il progetto di via Don Blasco anche secondo il presidente della III circoscrizione Lino Cucè che durante la seduta aperta sull'argomento fissata qualche settimana nella sala ovale di Palazzo Zanca alla presenza del progettista Antonio Rizzo ha puntato i riflettori dando ampio spazio a una questione che potrebbe impantanare le procedure propedeutiche alla gara d'appalto. Perchè oltre al problema di trovare una soluzione abitativa per gli attuali residenti, da dirimere c'è anche la matassa legale che interessa gli edifici. (T.C.) centonove pagina 13 21 Marzo 2014 e 450 mila euro. Per un'area in cui binari arrugginiti e strutture in disuso negano ormai da anni l'affaccio a un litorale da meraviglia. In totale le somme previste per espropri e delocalizzazioni ammonta a 4 milioni e mezzo. Ma raggiunto l'accordo con Fs, restano altri “nodi” da sciogliere. Anticipati in parte da una seduta aperta della III circoscrizione e, ancor prima, dal consigliere Santi Interdonato che ha sollevato cinque questioni che interessano rispettivamente: alcune abitazioni di via Santa Cecilia e in particolare quelle adiacenti alle aree ex Fs che ospitavano i depositi per i treni commerciali, che sarebbero troppo vicine alla nuova via Don Blasco; il viale Europa basso con la delocalizzazione delle ultime strutture rimaste del mercatino “Shangai”; la via Salandra con le ex case D'Arrigo al centro della nascitura arteria e di una diatriba giudiziaria; le aree di via Gibilterra e via San Cosimo a Maregrosso dove si dovrebbe procedere con altri espropri di attività artigianali; il viale Gazzi e la delocalizzazione del mercato settimanale e il probabile spostamento del capolinea del tram. GLI ESPROPRI. Il più grande scoglio che Palazzo Zanca si troverà ad affrontare con tutta probabilità saranno espropri e indennizzi. E, in questo senso, si sta già muovendo. A breve, infatti, dovrebbero essere recapitate tutte le lettere di avviso ai residenti e proprietari delle aree da acquisire. Tolto il milione e mezzo da girare ad Fs restano circa 3 milioni di euro che saranno spartiti per espropri di attività produttive e conseguenti delocalizzazioni e per gli immobili residenziali. In proporzione, la fetta più grande degli indennizzi sarà corrisposta ai titolari di attività produttive che, dalla loro, potrebbero anche rivendicare la “storicità” dell'azienda e il fatturato. LA “RIFOTRAS”. Una di queste, la più grande, è la “Rifotras” della famiglia Panebianco, titolare di due particelle catastali che dovranno essere espropriate e in cui attualmente insistono i locali dell'azienda che si occupa di commercio di rottami, demolizioni e smaltimento di materiali ferrosi con un volume d'affari che supera i 3 milioni di euro annuali in un'area ampia circa 6000 mq. Per loro l'ammontare dell'indennizzo relativo alla sola superficie da acquisire è di 600 mila euro. Più 300 mila euro per la delocalizzazione. Tra l'altro, la ditta, aveva già richiesto una variante al progetto per evitare l'esproprio anche perchè per l'attività di smaltimento rifiuti adopera macchinari che è possibile utilizzare solo in determinate aree. Una variante che secondo il verbale dell'accordo di programma siglato davanti all'allora prefetto Stefano Alecci il 17 ottobre del 2008, non poteva essere realizzata in quanto nell'area alternativa insistevano i binari di Fs e un impianto di depurazione ancora in funzione. “Quell'impianto non funziona da anni” sostiene il consigliere di Cambiamo Messina dal basso Nina Lo Presti che tiene gli occhi aperti >> 21 Marzo 2014 >>> sugli espropri ed ha già richiesto tutta la documentazione relativa al progetto di via Don Blasco. “Prendendo le parti” di Panebianco che, nel frattempo, comunque, ha già avanzato richiesta per ottenere un'area nelle aree ex Asi di Larderia e che è stata invitata a proporre al Comune una perizia per i costi di delocalizzazione dell'azienda. E GLI ALTRI... Oltre alla “Rifotras” ci sono altre attività produttive che si trovano sulla strada del “curvone” che dovrà collegare il viale Europa al viale Gazzi, passando per il rettilineo della zir. Tra queste la “S.P. Arredamenti” che in linea d'aria si trova a poca distanza dalla parte più a valle della sede dell'Atm. Un'altra è la Ferrobeton, sui però la matassa “esproprio” sembra già ben che definita. Ed altre piccole aziende che, in totale tra indennizzo relativo all'esproprio della superficie e dell'attività produttiva, se la matematica non inganna dovrebbero dividersi una torta da circa 1 milione di euro, perchè con 80 mila euro a testa i residenti delle ex case D'arrigo, dovrebbero incassare in tutto circa 900 mila euro. IL FUTURO. Tutto questo mentre, dallo sfondo, prendono corpo progetti di non poco conto. Come quello portato avanti dai deputati regionali dei Dr, Marcello Greco e Beppe Picciolo che caldeggiano un cambio di destinazione d'uso nelle more del futuro PRG all'interno delle aree zir. Gli aspetti tecnici del ddl presentato alla Regione sono stati studiati dall’ex assessore all’urbanistica Pippo Corvaja e dall’avvocato Paolo Cigala. Per arrivare alla redazione del Piano Integrato ci vorranno non meno quattro anni secondo Picciolo e Greco, che parlano di un'occasione per creare sviluppo e chiedono cambi di destinazione d’uso, non residenziale, senza incrementi di volume per permettere la conversione delle attività in base alle richieste del mercato. Ma già è scontro con l'ingegnere capo del Genio Civile Gaetano Sciacca che senza mezzi termini, anche in riferimento a questo provvedimento ha dichiarato “Basta con gli interessi di bottega o, per meglio dire, da supermercato”. sicilia L’INTERVENTO. La dismissione di arre militari apre scenari inediti per la città. Ecco quali. E perchè Di caserme & beni comuni Area ex ospedale militare, Bisconte, Campo Italia ma anche ex Margherita ed casa dello Studente. Proposte per riqualificazione, rigenerazione, riconnessione urbana. A patto di “mettersi d’accordo” di Luciano Marabello* MESSINA. Ma su 385 caserme da dismettere in Italia, possibile che a Messina ci debbano rifilare le aree militari e gli immobili meno appetibili e forse meno utili alle necessità della città? Le ex aree militari di Bisconte e Campo Italia, sono aree strategiche per le connessioni e la rigenerazione urbana? Il patrimonio costituito dalle caserme si è formato storicamente in epoche diverse e con differenti origini, così da essere insieme unitario e diversificato. Dopo l’unità d’Italia, l’estensione della leva obbligatoria all’intera nazione obbligò a potenziare le strutture di acquartieramento: prima furono utilizzati ex conventi, scuole, e altri immobili convertiti all’uso militare. Questi beni, spesso esempi architettonici e testimoniali, furono da subito ritenuti poco adatti e presentano ancor oggi le maggiori criticità, trattandosi d’immobili spesso tutelati, localizzati in aree urbane centrali, difficili e costosi da riqualificare (fortezze, castelli, etc). La maggior parte degli insediamenti si è invece formata nel periodo dal 1863 al 1940-50, seguendo modelli ben codificati. La città dello Stretto ebbe in epoca umbertina l’insediamento del sistema dei fortini, che rappresentarono la dimostrazione dell’incapacità di leggere l’evoluzione militare: così i forti nacquero per controllare il mare e la terra mentre nel L’ingresso dell’ospedale militare di Messina frattempo le bombe arrivavano dal cielo. Il resto del patrimonio militare fu costruito dopo il sisma; immense aree interne ed esterne alla città sono state strutturate con tipologie a padiglioni immerse in grandi spazi aperti o piantumati. Con questo schema, ogni fabbricato-padiglione assume una specifica funzione. Messina ne ha di pregiatissime, spesso in zone di grande valore immobiliare e fondiario: aree che per posizione e caratteristiche sarebbero una risorsa per gli usi pubblici e di rigenerazione urbana. Potrebbero assumere un valore strategico nel sistema città, riconnettere i quartieri finora separati, promuovere nuove attività e iniziative economiche di interesse locale e sovracomunale. Prendendo spunto da un dibattito sull’area militare di viale Europa, occorrerebbe fare il punto sulle trattative possibili per l’area in cui insistono l’ex Ospedale Militare e altre caserme. Un’area immensa per superficie, cosi come enorme e interessante è quella di via Taormina su cui insiste la caserma Ainis o Marisicilia. L’Area dell’ex Ospedale ZOOM Quella zona contesa DUE IMPRESE SI SONO “SFIDATE” PER UN FONDO. UNA SARÀ ESPROPRIATA. L’ALTRA NO. ECCO PERCHÈ MESSINA. Non è la prima volta che, sulla titolarità della strada che attraverserà Maregrosso, si va per tribunali. A “contendersi” un fondo, a Maregrosso, anni fa, sono state due ditte, la Rifotras - industria rifusione e trasformazione rottami di Nunzio Panebianco (che oggi chiede seicentomila euro al Comune), e la Vincenzo Miloro Snc, titolari rispettivamente della concessione (con regolare atto di compravendita) e di servitù di passaggio. Su quella strada, il comune di Messina ha ipotizzato debba venirci la prosecuzione della via Don Blasco, ma il consorzio Asi in mente aveva altro: un capannone per la Rifotras. Che sarebbe sorto però giusto di fronte allʼaltro capannone, quello della ditta di Vincenzo Miloro. Una vicenda che risale al 2008, quando l’allora prefetto (ancora coi poteri da commissario per l’emergenza traffico che di lì a qualche mese sarebbero passati al sindaco Giuseppe Buzzanca), contesta l’atto di compravendita stipulato dalla la Rifotras stipula un atto per un lotto di terreno con il consorzio Asi di Messina. Motivo? Il fondo concesso alla Rifotras (e contestato dalla Miloro snc) rientra tra le ipotesi di revisione progettuale della importante opera che potrebbe snellire il caotico traffico pesante messinese, e la prefettura lo segnala con due distinte disposizioni: Rifotras che passato qualche giorno si appella prima al Tar e poi anche al Cga, soccombendo entrambe le volte, contro la delibera commissariale numero 17 del 9 febbraio 2009, che risolve lʼatto di compravendita del centonove pagina 14 2008. Il consorzio emetteva provvedimento per recuperare lʼarea sanzionando nel contempo la ditta Rifotrans che aveva realizzato opere che erano interdette. Passano i mesi, e allʼAsi cambia il commissario. A Calogero Beringheli subentra Angelo Sottile. Che immediatamente emette la delibera commissariale numero 129, che sospende per un anno la precedente delibera (di Beringheli) e, di conseguenza, anche lʼordinanza prefettizia. Contro la decisione ricorre al Tar la Vincenzo Miloro, che chiama di fronte alla giustizia amministrativa il Consorzio Asi. Secondo i giudici aministrativi catanesi, “Sussiste il danno grave ed irreparabile”. Perchè, secondo il Tar, alla Vincenzo Miloro Snc è impedita di fatto “la fruizione dellʼaccesso carrabile sulla via Maregrosso”. Oggi la Rifotras è sulla ,ista delle arre da espropriare. la Miloro invece no. (A.C.) sicilia Militare a detta di tanti nel corso degli anni, sarebbe la localizzazione ideale per il nuovo Tribunale: facile da trasformare per i padiglioni edilizi di buona qualità; facile da raggiungere e facile da dotare di superfici a parcheggi. Tutti fatti concreti per la buona costruzione della città, che dovrebbero smuovere le montagne e consentire di operare, eppure a questo si oppone la solita risposta governativa d’indisponibilità dell’area; mentre negli anni scorsi, parti della stessa area sembravano disponibilissime alle infrastrutturazioni di Eurolink nelle opere connesse al Ponte. In questi mesi il tema Tribunale è tornato all’ordine del giorno. Urgenza, presunti accordi estivi e discutibili giochi di gruppo, hanno mostrato il patrimonio pubblico cittadino e variamente intitolato a Comune, Ministeri, Regione o Università, diventare l’oggetto del gioco “chi tardi arriva male alloggia”, ecco quindi che nel gioco di società si mettono in campo vari immobili con vari giocatori, il giro pazzo, destinerà i manufatti secondo nuovi ordini, nuove titolarità e nuove destinazioni d’uso, persino quelle più irrazionali, il tutto con l’indecisione apparente della Giunta e lo sfondo gesticolante di un Consiglio Comunale agitato e agito più dagli interessi di precisi corpi sociali forti piuttosto che dalla ricomposizione dei vari interessi nella visione di città pubblica. In questo ragionamento le poste in gioco sono La Casa dello Studente di via Battisti di proprietà comunale, l’ex ospedale Regina Margherita in viale della Libertà, sono di proprietà Regionale; vari uffici Giudiziari sparsi nella città per i quali il Comune sborsa robusti canoni d’affitto; il vecchio Palazzo Piacentini; l’immobile satellite in via Taormina con una gara di acquisto bloccata da un ricorso, e infine come jolly: l’area dell’ex caserma di Bisconte. Il Rettore, il Sindaco, il Presidente della Regione, Il Presidente del Tribunale, Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati. In questa partita dove gli immobili vengono shakerati e assegnati o accaparrati, non vige la logica né la buona costruzione della città, gli avvocati vogliono via Battisti, l’Università vuole viale Libertà, il Comune sembra optare sì per una ex caserma, ma forse vuole l’unica EDILIZIA. Richiesta per l’assessore De Cola: Valutazione d’incidenza dall’Annunziata a Ganzirri Zps, punto di non ritorno LA COMMISSIONE PER LA V.I.A. LANCIA L’ALLARME: “BASTA CARICO EDILIZIO IN ZONA NORD” MESSINA. Se con la riqualificazione della via Don Blasco la zona sud di Messina potrebbe riprendere a respirare ed a guardare con più tranquillità alle ipotesi di sviluppo futuro, la riviera nord è invece ormai soffocata dal cemento. A tal punto che la commissione consiliare per le valutazioni d’incidenza ha lanciato il grido d’allarme: per noi si è raggiunta la saturazione, impossibile dare parere favorevole ai progetti che stanno per arrivare. Una bomba esplosa in mano all’assessore al territorio Sergio De Cola, e innescata ufficialmente (la richiesta è stata messa a verbale) dai cinque membri della commissione durante la prima riunione dopo la nomina da parte dell’amministrazione di Renato Accorinti. Secondo la commissione, la zona che dall’Annunziata arriva a Ganzirri ha superato il limite massimo di cumulabilità edilizia compatibile con gli standard imposti dall’essere una zona a protezione speciale. Problema è che non esiste un parametro univoco per stabilire quando cemento e mattoni sono troppi. DI risolvere il nodo se ne farà carico De Cola, che interrogherà l’assessorato regionale al Territorio per avere lumi sulle procedure da seguire e su eventuali casi simili già accaduti. Problema, un altro, è che di casi simili non ne sono mai accaduti, principalmente perchè la superficie che a Messina è sottoposta a vincoli per costruire sulla quale è necessaria la valutazione d’incidenza, è soprattutto nell’area in questione, praticamente pari all’area cartografica: tutta la zona nord, infatti, è sito d’interesse comunitario e zona a protezione speciale. Un grattacapo del quale De Cola farebbe volentieri a meno, anche perchè, se nè la regione, nè lo Stato nè la Comunità europea fissano paletti in merito, potrebbe essere compito del comune di Messina fissare un’area sulla quale effettuare una valutazione d’impatto ambientale g all’interno della mappatura, per esempio, le montagne di sabbia, un altro è limitarsi a qualche centinaio di metri sopra la panoramica, la zona effettivamente suscettibile di edificabilità. A seconda del metodo che si userà, l’aliquota di fabbricato varierebbe pericolosamente. E uno studio simile sarebbe comunque soggetto alla scure dei tribunali amministrativi ai quali immediatamente si appellerebbero i costruttori che Sergio De Cola sulla zona avevano appetiti che potrebbero venire castrati. Un casino, a risolvere il quale potrebbe non giovare nemmeno la valutazione d’incidenza globale propedeutica alla stesura del piano regolatore prevista per legge. Nel frattempo, dopo il terremoto che ha rivoltato come un calzino gli uffici Vas, la commissione ha ripreso a riunirsi. Al posto della dimissionaria Giuliana Mirabito, è subentrato Guido Di Bella, ingegnere anch’egli. Se la Mirabito era però esperta di ingegneria ambientale, il nuovo arrivato in commissione è esperto in energie alternative e ingegneria dei materiali. Di Bella è ricercatore presso il distretto tecnologico Navtec, presidente del consiglio d’amministrazione del quale è Gaetano Cacciola, attuale assessore a Mobilità ed Energia dell’amministrazione guidata da Renato Accorinti. La commissione ha esaminato i primi progetti, ereditati dalla precedente, e ha ribadito la necessità che qualcuno dall’amministrazione, dia un segnale sulla strada da percorrere in merito alla sostenibilità di ulteriori edificazioni. (A.C.) centonove pagina 15 21 Marzo 2014 caserma che gli hanno promesso, cioè quella un po’ sfigata di Bisconte; in cui seppure l’estensione è considerevole, non si può proprio dire che sia agevole e connessa alla città. Area in cui poi il portato delle opere di urbanizzazione necessarie diventa fortemente vincolante, e per posizione logistica destinata a fomentare grandi spaccature sociali pertinenti e anche strumentali. Navarra che è il Rettore dell’Università e non del Tribunale, non sembra preoccuparsi tanto dei suoi studenti attuali, prefigurando cittadelle universitarie nei locali ex Margherita da attuarsi nei prossimi anni, quando forse si racimoleranno quegli studenti (e finanziamenti) che al momento sono in evidente flessione. Il Presidente del Tribunale e quello degli Avvocati si preoccupano dei soli avvocati e delle posizioni dei loro studi privati, mentre il Sindaco appoggia le sue scelte soltanto sulle avare promesse di dismissione del Ministero della Difesa. Ricapitolando: qualcuno aveva preparato questo schema di gioco forse saltato: l’area ex Ospedale Margherita che è della Regione, va all’Università attraverso il Comune che la prende in comodato d’uso dallo stesso Crocetta, per poi affidarlo a Navarra che a sua volta lo patteggia dentro un grande progetto di finanziamento degli anni a venire, per farci poi la Città degli Studenti che forse un giorno ritorneranno a studiare a Messina; intanto il Comune cede l’immobile destinato a Casa dello Studente per farne un Tribunale bis, per cui è necessario il totale sventramento della tipologia riconfigurata 15 anni fa; nel frattempo la Regione Sicilia dopo aver ceduto gli immobili e le aree dell’ex ospedale Margherita continua a dilapidare soldi pubblici per gli affitti cittadini della biblioteca regionale di Messina e per gli uffici della Soprintendenza Regionale. Insomma il business plan che sottende questa ipotetica operazione di shakeraggio immobiliare è davvero creativo. Allo scattare della gara, il giro pazzo, assegnerà luoghi e immobili secondo regole sui generis e alla fine i giocatori formuleranno la solita frase a chi non si è posizionato: "Chi Tardi Arriva Male Alloggia!" Ma se si prendessero le carte prodotte in questi anni sull’area ex Ospedale Militare, si convocassero i soggetti che negli anni hanno intuito, lavorato, ipotizzato intorno a questa idea e si facesse un'istruttoria per aprire una trattativa politica forte per l’uso di quell’area, non sarebbe una pratica concreta di tavolo operativo per il bene comune della città? E immaginare che forse Chi prima arriva (forse) sceglie l’Alloggio. *architetto 21 Marzo 2014 sicilia INCHIESTE. Annullata la procedura che affidava alla Compagnia delle Isole il ramo d’impresa della Siremar Siremar, il no alla gara E mentre l’avvocatura dello Stato valuta i passi legali da seguire le parti decidono di garantire la continuità dei servizi. Una vicenda destinata a un lungo braccio di ferro. Ecco perchè Sarà l’avvocatura dello Stato a indicare i passi legali da seguire, dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 21 gennaio 2014 che ha dichiarato nulla la gara che nel 2011 ha permesso alla Compagnia delle Isole l’aggiudicazione del ramo di impresa della Siremar che assicura i collegamenti con le Isole minori della Sicilia. Con una articolata sentenza la sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giuseppe Severini, ha passato in rassegna la complessa vicenda della dismissione della società marittima dell’ex capogruppo Tirrenia, società dell’ex galassia Iri nata nel 1975, e dismessa dal Ministero dello Sviluppo Economico con una gara affidata a un commissario. Due i contendenti in Sicilia, da una parte la Compagnia delle Isole, un gruppo di imprenditori privati, anche siciliani, radunato dall’armatore napoletano Salvatore Lauro e dall’altra la società di navigazione Sicilia, che fa capo alla Ustica Lines di Vittorio Morace e agli armatori Franza di Messina. Un elemento, in particolare, ha alterato ad avvisi dei massimi giudici amministrativi, il naturale svolgimento della gara: la presentazione di una fidejussione da parte della Compagnia delle Isole, rilasciata da Unicredit su garanzie prestate dalla Regione. Un controsenso, per una azienda che si vuole privatizzare e che già all’epoca della contrastata aggiudicazione era stata al centro di una infuocata querelle politica: il ragioniere generale della Regione, Vincenzo Emanuele, aveva chiesto un parere pro-veritate al professore messinese Alberto Stagno d’Alcontres, che aveva dato il via libera alla fidejussione. Un fatto che i giudici giudicano in pieno contrasto con le norme europee che regolano la concorrenza e che avrebbe alterato anche la “par condicio” in sede di valutazione dell’offerta: il gruppo Morace-Franza aveva offerto un pagamento dilazionato, con rate spalmate in sei anni. Ma sono gli effetti della sentenza ora a preoccupare i sindaci non solo delle Eolie ma anche della Egadi e delle Pelagie e di Pantelleria che già a febbraio sono andati a protestare alla commissione trasporti della Regione, presieduta dal grillino Gianpiero Trizzino. In quella circostanza, i deputati imposero alla compagnia amministrata da Alessandro Seminara una serie di prescrizioni per assicurare la puntualità delle corse e il potenziamento della flotta. Ora a questa “grana” sulla quale si è anche registrata la mediazione con il Ministero dell’Economia, che dovrebbe assicurare la quota parte di contributi per le tratte sociali dell’assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta, si è aggiunta l’interpretazione reale della sentenza: va annullato il contratto di cessione e va quindi rescissa la convenzione con il contratto di servizio con la Compagnia delle isole? Ad avviso del gruppo Morace-Franza sì, gli effetti della sentenza sarebbero proprio questi. Ad avviso della Compagnia delle isole, no. Contratto e convenzione restano inalterati fino al 2024. In una riunione operativa di lunedì 17 a Palermo le parti si sono incontrate e in considerazione del fatto che si avvicina l’estate si è deciso che, mentre l’avvocatura valuta il percorso legale, “i livelli di servizio vanno mantenuti inalterati”. L’impressione di alcuni sindaci è che si stia studiando una possibile soluzione da “piano b” nel caso non dovesse essere mantenuta la continuità di servizio, già oggetto di feroci contestazioni da parte dei sindaci, in testa il sindaco Giusi Nicolini di Lampedusa. Nel frattempo a seguito delle polemiche insorte, il presidente di Ustica Lines, Vittorio Morace, ha querelato per diffamazione l’amministratore di Compagnie delle Isole. Ma è solo una delle tappe giudiziarie di una vicenda destinata a un lungo braccio di ferro in vari gradi di giustizia, non solo amministrativa. (R.C.) DIBATTITI E Morace querela IL PATRON DI USTICA LINES DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE LAURO E SEMINARA. COLPA DELLE DICHIARAZIONI «Mi sono visto costretto a presentare denuncia per diffamazione per tutelare la mia azienda e coloro che vi lavorano da una campagna denigratoria messa in atto dalla Compagnia delle Isole», così spiega Vittorio Morace, patron di Ustica Lines, il perché della denuncia-querela per diffamazione a carico di Salvatore Lauro ed Alessandro Seminara della Compagnia delle Isole (ex Siremar). La causa? Le tante dichiarazioni rilasciate ai media nelle scorse settimame. Morace ha presentato la querela alla Procura della Repubblica di Palermo per reagire alle prese di posizione degli “avversari” dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha visto perdente la Compagnia delle Isole. “Evidentemente - argomenta il manager di Ustica Lines” - i vertici della Società continuano a non avere ben chiaro il concetto di libera concorrenza e ritengono che con accuse infamanti e prive di fondamento possano raggiungere l’obiettivo di mettere in difficoltà un’azienda come l’Ustica Lines la cui unica responsabilità è quella di avere negli anni investito per migliorare i propri servizi a beneficio dell’utenza. Sarà la magistratura a questo punto a valutare tali atteggiamenti. Da parte mia non posso non rilevare che gli atteggiamenti diffamatori nei confronti dell’Ustica Lines fanno seguito alla sentenza del Consiglio di Stato che, così centonove pagina 16 come aveva già fatto il Tar Lazio, ha accolto la domanda di annullamento degli atti che avevano condotto alla cessione di Siremar in favore di Compagnia delle Isole”. All’interno degli articoli scritti immediatamente dopo la sentenza, con all’interno le esternazioni di Lauro e Seminara, veniva sostenuto che Ustica Lines sarebbe stata beneficiata da un trattamento preferenziale nella predisposizione e nell’aggiudicazione di gare d’appalto pubbliche, con lo scopo unico di “denigrare - si legge nella denuncia – il ruolo commerciale della società, di screditare un concorrente (dotato di una flotta ben più moderna ed attrezzata) in una gara (ancora aperta) e dall’altro di operare un’indebita (attraverso i media di settore) pressione sull’ente appaltante”. (R.C.) 21 Marzo 2014 sicilia SFIDE. La squadra di calcio a 5 alla sfida decisiva per la massima serie Villafranca, sogno da... A In testa al girone F della serie B, solo nello scorso wek end il team di Picciolo è stato scavalcato dal Belvedere. Che arriva in Sicilia DI FRANCESCO PINIZZOTTO VILLAFRANCA. Ci sono intere stagioni che passano dal successo di un impegno, da una gara. Come dal big match sempre più entusiasmante che si annuncia quale prossimo impegno casalingo per il Città di Villafranca di calcio a 5, finora protagonista di uno strepitoso campionato di serie B, e in testa al girone F della competizione sin dalla prima giornata di campionato. Ma proprio nell’ultimo week end è avvenuto il cambio della guardia in vetta. L’Atletico Belvedere ha liquidato per 8-2 il Kroton ed è riuscito a sfruttare al massimo lo scivolone del Città di Villafranca a Putignano, dove il CSG si è imposto per 3-1, condannando alla seconda sconfitta stagionale la formazione del presidente Picciolo. Cosicchè il Città di Villafranca è stato scavalcato in testa proprio dai diretti concorrenti che li hanno sopravanzati di due punti. Quindi diventa necessario il controsorpasso a poche giornate dalla fine del torneo.Ma la coincidenza rende ancora più accattivante la sfida. Perché il duello in vetta alla classifica con l’ Atletico Belvedere, compagine cosentina partita con i favori del pronostico, dovrà venire a far visita ai tirrenici di mister Rinaldi proprio sabato 22 marzo al palasport “Cavallaro” di Villafranca Tirrena, dove con il sostegno del proprio pubblico il Villafranca conta di poter realizzare il proprio sogno chiamato A2. C’è all’orizzonte il nuovo sorpasso e la compagine villafranchese non può farsi sfuggire l’occasione. Sarebbe un vero peccato dover ricorrere al post regular season. ovvero alla lotteria dei play off, che diventano una vera possibilità di promozione concreta, ma sarebbe un “ripiego” per Il Città di Villafranca di calcio a 5 con l’organico al completo il team dopo il posizionamento al vertice della graduatoria del girone meridionale della serie B sin dalle prime battute della stagione. Daranno il massimo tutti i giocatori, e cercherà di non farsi sfuggire nulla che possa risultare determinante l’allenatore Antonino Rinaldi, coadiuvato dal viceallenatore e preparatore dei portieri Gianluca Piscardi. Il supporto del pubblico delle grandi occasioni è stato chiesto dello staff dirigenziale e sportivo anche con manifesti e le premesse per una bellissima giornata di sport presso il Palazzetto ci sono proprio tutte. Sofia Sfameni TENNISTAVOLO Sofia Sfameni, l’azzurro nel cuore dell’Astra Valdina Valdina. La prima convocazione in Nazionale venne salutata con sorpresa dai più, ma adesso la “stellina” della società tirrenica per meriti consolidati con la chiamata a difendere i colori dell’Italia ci ha preso gusto. E’ stato infatti ancora azzurro intenso per la giovanissima Sofia Sfameni, nel frattempo divenuta la numero 1 della classifica italiana categoria ragazzi, che ha partecipato al torneo internazionale Swedish Junior & Cadett Open, a Orebro (Svezia) dal 19 al 23 febbraio 2014. Inoltre, dal 9 marzo a Lignano Sabbiadoro l’azzurrina dell’Astra Valdina ha disputato un torneo internazionale con la maglia azzurra. Sofia al suo secondo torneo ufficiale in Svezia con la maglia della Nazionale, dopo quello di agosto 2013 a Strasburgo, migliora sempre più. Dopo aver superato il girone di qualificazione vincendo contro una ragazza norvegese e un’avversaria olandese, approda al tabellone dei sedicesimi dove gioca e vince contro la norvegese Gielle Maja con il risultato di 3 a 1, e si arrende negli ottavi di finale alla francese Mostafavi Lelli. Ma dalla sua Sofia ha una grande determinazione, ineguagliabile voglia di crescere, e il sostegno di un intero team che sogna anche per lei sempre migliori palcoscenici. centonove pagina 17 21 Marzo 2014 sicilia SAN PIER NICETO. Multinazionale condannata per truffa Pacco tedesco La Emba trading ha venduto un macchinario da 250 mila euro ma non l’ha mai consegnato. In ginocchio la cartiera Kolbip DI GIANFRANCO CUSUMANO SAN PIER NICETO. Volevano fare il grande salto e diventare cartiera leader non solo in Sicilia ma nel Sud Italia. Se di mezzo non si fosse messa una multinazionale tedesca che, non si sa per quali motivi, prima gli ha venduto un macchinario che avrebbe rivoluzionato la lavorazione del cartone della ditta messinese, e poi non gliel’ha consegnato facendo chiudere l’azienda che si è ritrovata con un pesante leasing da pagare. Al centro della storia che ha visto la condanna di Otfried Anton Rihel, amministratore della multinazionale Emba Trading Gmbh, e Marco Ghelardi, agente italiano dell’azienda, i fratelli D’Andrea di San Pier Niceto, la cui famiglia da più di ottant’anni lavora nell’ambito dell’industria della carta e del cartone. Il giudice monocratico del tribunale di Barcellona, Maria Abate, ha ritenuto Rihel e Ghelardi colpevoli del reato di truffa aggravata per aver causato alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravità. Sono stati condannati a 6 mesi di reclusione, al pagamento di una multa da 300 euro, delle spese legali e del risarcimento danni da stabilirsi in separata sede. I fatti sono avvenuti a San Pier Niceto tra il 22 giugno 2006, data di inizio delle trattative, fino al giugno 2007. La truffa è consistita nel proporre ai fratelli D’Andrea l’acquisto di un macchinario, il “Corrugator” (modello Srp 1800) inducendoli a stipulare un contratto di leasing per l’importo di 250 mila euro con la Mcc Spa. (Banco di Sicilia). Il contratto per l’acquisto veniva stipulato il 22 giugno 2006, mentre il contratto di leasing il 28 agosto. I fratelli D’Andrea pensavano di avere dato una svolta alla loro società, la Kolbip, che nel periodo di massimo fulgore aveva fatturato 2 milioni e mezzo di euro e dato lavoro a 18 operai. Un investimento che avrebbe messo a repentaglio la concorrenza. La felicità, però, è durata poco: il macchinario nonostante le promesse non veniva consegnato. Il 5 gennaio 2007 i D’Andrea, addirittura, venivano convinti alla sottoscrizione di un falso documento di consegna e collaudo, sul presupposto che tale sottoscrizione (poi rivelatasi falsa) avrebbe accelerato la consegna del macchinario. Del Corrugator nemmeno l’ombra. La centonove pagina 18 multinazionale rappresentata dall’agente Ghelardi convinceva, a quel punto, i fratelli D’Andrea a stipulare il 12 agosto 2006, un ulteriore contratto di un altro macchinario, complementare al primo, il “Casemaker” dietro il pagamento di 4 assegni dell’importo di 8.750 euro l’uno. In buona sostanza, il Corrugator produceva il cartone dalla materia prima, mentre il Casemaker trasformava il cartone in scatole. Con questo acquisto avrebbero potuto seguire tutte le fasi di trasformazione della carta fino a confezionare il prodotto finito. Tuttavia, a causa della mancata consegna del Corrugator, il Casemaker restava inutilizzato. Dall’altro lato la multinazionale tedesca aveva percepito l’intero prezzo del Corrugator, 250 mila euro, nonché i 4 assegni relativi al Casemaker. A quel punto la famiglia D’Andrea ha presentato una denuncia in procura, assistita dagli avvocati Pinuccio Calabrò e Giuseppe Ciminata, e costituitasi parte civle ha chiesto la condanna degli imputati, nonché il risarcimento dei danni. sicilia 21 Marzo 2014 BARCELLONA. A giudizio Patrizia Coppolino. Si spacciava per legale ma era solo una segretaria Avvocato sulla carta Nel corso del processo che partirà a luglio dovrà difendersi dalle denunce presentate dai suoi cinque ex clienti del comprensorio di Milazzo. A costituirsi parte civile anche uno studio legale DI GIANFRANCO CUSUMANO BARCELLONA. All’interno di uno dei più conosciuti studi legali di Barcellona faceva lavoro di segreteria, all’esterno si spacciava per avvocato. Si faceva pagare anticipi dai propri clienti, richiedeva perizie necessarie per i processi, ma poi, non avendo mai ottenuta l’abilitazione professionale, non portava a compimento la difesa, provocando enormi danni di immagine e patrimoniali ai malcapitati. Sono queste, in sintesi, le accuse che il tribunale di Barcellona ha mosso nei confronti di Patrizia Tindara Coppolino, 49 anni, residente a Merì, già al centro di vicende giudiziarie. Il sostituto procuratore Fabio Sozio ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio a Una ricevuta firmata da Patrizia Coppolino i qualità di “avvocato” conclusione delle indagini preliminari del procedimento avviato depositata in un processo penale ma nel 2011. La data dell’udienza è stata che tuttavia non fu mai utilizzata. La fissata l’11 luglio prossimo. A doversi terza vicenda risale al febbraio 2010. presentare in aula saranno anche La vittima sarebbe Antonella Luigi Vaccarino, 63 anni, originario di Cavallaro, titolare di una farmacia ad Pace del Mela, e Salvatora Bartolone, Olivarella, frazione a cavallo tra 67 anni di Barcellona. I coniugi si Milazzo e San Filippo del Mela. sarebbero prestati a depositare assegni Patrizia Coppolino da un lato si nel proprio conto corrente su richiesta sarebbe attribuita sempre il titolo di di Coppolino. Le parti offese sono, avvocato, dall’altro avrebbe formato invece, Anna Arcoraci, 40 anni, di un falso documento apparentemente Barcellona; Domenica Salvia, 36 anni inviato dall’Agenzia delle Entrate di San Filippo del Mela; Antonella Direzione centrale normativa e Cavallaro, 50 anni, di Villafranca Contenzioso che certificava l’esistenza Tirrena; Mattia Russo, 56 anni, di San di un debito con il fisco di 232 mila Filippo del Mela; Luisa Bellinvia, 44 euro. A quel punto si era impegnata a anni, di Barcellona. Nel processo si farsi parte attiva per ottenere la costituirà parte civile l’avvocato rateizzazione del debito per conto Franco Calabrò. Molti clienti, infatti, della farmacista, assumendosi anche si sarebbero affidati alla Coppolino in l’onere dei versamenti. Un escamotage quanto quest’utima si qualificava che le avrebbe consentito di farsi come avvocato «sfruttando la sua firmare assegni per un totale di 170 posizione di collaboratrice dello mila euro. Quando il ruolo di studio legale Calabrò inducendo in collaboratrice dello studio Calabrò, errore le parti offese». Cinque le cominciava a a starle stretto, la vicende in cui si sarebbero verificati i Coppolino avrebbe millantato di “raggiri”. La signora Anna Arcoraci essere diventata collaboratrice credeva di averle affidato la pratica di dell’avvocato calabrese Armando separazione dal marito. In più riprese Veneto. Ad un cliente - tra il 2009 e il 2011 - le avrebbe extracomunitario che aveva subito pagato 500 euro, senza tuttavia furti e chiedeva insistentemente compiere alcun atto processuale in notizie della sua “pratica”, la suo favore. La seconda vicenda Coppolino, secondo l’accusa, avrebbe riguarda Domenica Salvia, e si addirittura comunicato la “lieta” sarebbe svolta tra il marzo e il notizia: il giudice gli aveva dicembre 2010. Secondo l’accusa, riconosciuto la somma di 100 mila Coppolino avrebbe convinto la donna euro a titolo di risarcimento danni. a redigere una relazione tossicologica Peccato che non fosse vero. La cliente in materia di muffe che doveva essere centonove pagina 19 che avrebbe subito il maggior danno rimane Mattia Russo, con oltre 25 mila euro di pagamenti in contanti e ricariche in una carta prepagata paypal. Facendo credere il buon andamento dei giudizi in corso convinceva la signora, titolare di un tabacchi che poi è stata costretta a vendere per pagare i debiti cagionati da questa brutta vicenda, ad effettuare i versamenti. Anche i questo casi i giudizi non sarebbero mai stati incardinati. Tra le vittime anche Luisa Bellinvia, la quale avrebbe versato oltre 2.500 euro. Agli atti del processo che si celebrerà a luglio vi sono anche ricevute di pagamento con la sottoscrizione “Patrizia Coppolino collega di studio avv. Calabrò” e minute degli atti relativi ai procedimenti che in realtà non venivano mai depositati e relativi procedimenti mai instaurati. Oltre a lettere con la sottoscrizione Avv. Patrizia Coppolino. Coppolino, difesa dall’avvocato Tommaso Calderone, in più occasioni ha ritenuto di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti. Addirittura ha presentato denunce contro alcuni dei suoi accusatori. 21 Marzo 2014 sicilia CHIAROSCURI. Dal Pinelli di Messina al Teatro Coppola di Catania aperture e chiusure improvvise Occupazioni da sgombrare L’ultimo episodio, alle falde dell’Etna, riguarda il Cso Contrasto, all’interno della scuola Capponi Recupero. A mettere fine all’esperienza, gli agenti di Polizia, secondo i ragazzi senza ordinanza DI SIMONE OLIVELLI Messina, Palermo, Catania. La storia recente delle tre future città metropolitane è stata segnata, tra le tante cose, anche dall’occupazione di immobili pubblici, con l’intento di liberarli dall’anchilosato stato di abbandono in cui versavano. L’esperienza del Teatro Pinelli è stata, infatti, replicata a Palermo con il Teatro Mediterraneo e preceduta a Catania - esattamente un anno prima, il 15 dicembre 2011 - con l’occupazione del Teatro Coppola. Qui a riaprire i battenti è stato il più antico teatro comunale: inaugurato nel 1821, il Coppola fu distrutto durante la Seconda guerra mondiale, successivamente trasformato in laboratorio scenografico del Teatro Massimo Vincenzo Bellini e infine lasciato scivolare lentamente nel dimenticatoio dalle amministrazioni succedutesi nei decenni. Fino allo scorso gennaio, il pericolo sgombero a Catania sembrava scongiurato: d’altronde, dopo i fatti che coinvolsero il centro sociale Experia nel 2009, i problemi da affrontare per il Comune erano stati e sono - tali da lasciar pensare che un’occupazione che ridia vita, in nome della cultura e della condivisione, a quella che era diventata poco più di una baracca non fosse in cima alla lista delle priorità. Questo almeno fino all’invio di due agenti di polizia giudiziaria che hanno “verificato l’effettivo stato di abbandono dell’immobile”. Da quel momento, è nata una polemica a distanza tra gli occupanti, che rivendicano il valore sociale e Un momento di attività all’interno del Cso Contrasto politico della loro presenza, e l’assessore al Patrimonio, Giuseppe Girlando, il quale a nome dell’amministrazione guidata dal sindaco Enzo Bianco, ha ribadito la necessità di riportare innanzitutto la legalità, per poi eventualmente aprire alla possibilità di cooperazioni tra Comune e manifestanti. Il Coppola, dal canto suo, ha risposto di non essere disposto ad alcuna trattativa, dimostrando - nonostante una prima smentita dell’assessore - come già nel 2005 l’allora amministrazione Scapagnini avesse stanziato 225mila euro per lavori di ristrutturazione che non sono mai stati completati. Quella tra chi invoca una legalità senza condizioni e chi, invece, rivendica il rispetto di diritti sempre più spesso dimenticati è una disputa che periodicamente si ripete a qualsiasi latitudine, e i messinesi ne sanno qualcosa. Tuttavia, ultimamente a Catania sono accaduti anche episodi che trascendono i canovacci tradizionali. È il caso del Cso Contrasto e della ex scuola Capponi Recupero. Da anni abbandonato, il 6 marzo, l’ex istituto, che si trova nel quartiere di Picanello, è stato occupato dal Collettivo Aleph, con l’obiettivo di trasformarlo in laboratorio sociale per esprimere il dissenso - da lì l’idea di chiamare il centro sociale Contrasto - nei confronti di una politica distante dai cittadini. L’impegno, però, è durato ben poco. Tre giorni dopo, alcuni agenti di polizia, coadiuvati da vigili del fuoco e vigili urbani, hanno fatto irruzione alla Capponi Recupero, in quel momento presidiata da quattro ragazze. Le occupanti sono state identificate sul posto e portate alla Scientifica: «Eravamo in quattro racconta G. - eppure gli agenti hanno avuto un comportamento fin troppo aggressivo, con intimidazioni e minacce». Il tutto si sarebbe svolto in una strana atmosfera: «Non avevano un’ordinanza di sgombero - continua e nonostante abbiano motivato l’operazione parlando di sicurezza, le perplessità rimangono». In un comunicato, il collettivo ha parlato di modalità di sgombero che fanno pensare all’interessamento di qualche “potere nascosto”: «Questo è un quartiere difficile - dice L. - Non è da escludere nulla. L’input non è partito dall’amministrazione: qualche giorno dopo avremmo dovuto incontrare l’assessore Girlando. Un’azione del genere sarebbe stata insensata». La conferma arriva dallo stesso Girlando, il quale, pur ribadendo la necessità di ripristinare la legalità, si è detto «stupito per le tempistiche», confermando che l’amministrazione non si era ancora pronunciata sulla questione. Sulla possibilità dell’intervento di non meglio precisati poteri nascosti, Girlando ha glissato: «Onestamente, non so a cosa si faccia riferimento». Chiarimenti non sono arrivati neanche dalle forze dell’ordine. Dalla questura di Catania, infatti, dopo aver aperto alla possibilità di un’intervista al questore Salvatore Longo, fanno sapere che «il questore ha letto le domande, ma preferisce rispondere prossimamente tramite comunicati ufficiali». Nell’attesa di saperne di più, il collettivo Aleph è tornato a occupare la scuola Capponi Recupero proponendo attività sportive e doposcuola a decine di ragazzini di Picanello. TENTATIVI Domande a vuoto I QUATTRO QUESITI AL QUESTORE LONGO, RIMASTI SENZA RISPOSTA: SOLO COMUNICATI Salvatore Longo Nell’intento di far luce su quanto accaduto il 9 marzo scorso a Picanello, dove lo sgombero del neonato Cso Contrasto è avvenuto nonostante all’interno della ex scuola Capponi Recupero fossero presenti soltanto quattro ragazze, era stata concordata un’intervista con la segreteria del questore di Catania Salvatore Longo. Non fosse che, dalla segreteria, è stato fatto sapere che il Questore, dopo aver letto i quesiti posti da Centonove, ha deciso di non rispondere, preferendo rimandare a futuri comunicati ufficiali qualunque commento sulla vicenda. centonove pagina 20 Queste, le domande al questore Longo: 1) Gli occupanti del Cso Contrasto hanno denunciato che lo sgombero è avvenuto in un contesto particolare: come si giustifica l’assenza della Digos e soprattutto di un'ordinanza di sgombero? 2) Da cosa è stata motivata l'urgenza di venire meno alle consuete modalità? 3) In un comunicato, gli occupanti hanno dichiarato che la “particolarità” dello sgombero potrebbe essere sintomatica dell'interesse di qualche “potere nascosto” a cui il CSO a Picanello stava scomodo, qualcuno “che ha la facoltà di chiedere un favore in questura”. Cosa si sente di dichiarare in merito? 4) L’assessore al Patrimonio Girlando, pur ribadendo la necessità di ripristinare la legalità in tutti i casi di occupazione, ha ammesso di essere rimasto un po’ stupito dalle tempistiche di intervento. Escludendo, dunque, che l’input sia partito dall’amministrazione comunale, può confermare che l’iniziativa dello sgombero è partita dalla questura? (S.O.) economia 21 Marzo 2014 TUSA. La nuova presidente regionale della Cia guarda all’Europa Il futuro? Nel...Pac Rosa Giovanna Castagna, neo presidente della Confederazione italiana agricoltori, chiede regole certe per i fondi 2014-2020 DI GIANFRANCO CUSUMANO TUSA. «Il rilancio dell’agricoltura siciliana passa dalla cooperazione. Specialmente le piccole e medie imprese non possono pensare di affrontare da soli i mercati dominati dalle multinazionali». Rosa Giovanna Castagna, 40 anni, imprenditrice agricola di Tusa è il nuovo presidente della Cia Sicilia. E’ stata eletta all’unanimità dall’Assemblea regionale, presieduta dal vicepresidente nazionale Cinzia Pagni, che si è svolta a Palermo con lo slogan “Più agricoltura per nutrire il mondo, più reddito per gli agricoltori”. Castagna ha già le idee chiare. In questi giorni l’attenzione è focalizzata principalmente sulla Pac, i programmi comunitari che determineranno con i relativi contribui il destino delle imprese fino al 2020. «Siamo convinti che l’agricoltura siciliana debba essere considerata nella sua complessità come un laboratorio di progetti e di competenze - spiega - in grado di trainare la nostra economia, Dario Cartabellotta anche in questa lunga fase di transizione. L’agricoltura della Sicilia può contare su straordinarie eccellenze che vanno valorizzate e stimolate, ma bisogna aggredire da subito i veri freni che impediscono lo sviluppo dell’intero comparto. Solleciteremo interventi che puntino al recupero di redditività per le aziende agricole, al riequilibrio della catena del valore della filiera alimentare e al rilancio della competitività». Secondo Castagna il marchio del «made in Sicilia» va da se. Sui mercati non vi sono dubbi sulla qualità del prodotto, a cominciare dagli agrumi ritenuti un fiore all’occhiello. Ma un incentivo alla cooperazione risulta indispensabile. «Anche le politiche europee sottolineano la necessita d dare maggiore vigore alla cooperazione. Con questo mercato internazionale, con le nuove leggi sull’economia e sullo scambio, nessuna impresa da sola potrebbe fronteggiare la concorrenza delle multinazionali. Noi come Cia stiamo cercando di fissare regole certe in un panorama complesso. Un settore che sta avendo il riconoscimento maggiore sono il vino siciliano e l’arancia rossa. Ma stiamo parlando di gloria - sorride amara la presidente regionale della Cia - le aziende siciliane sono grandi produttori di vino ma imbottigliano poco. Il costo del vino è crollato perché le regole non sono state rispettate. L’Ue ha consentito al nord Europa il cosiddetto “zuccheraggio”, l’aggiunta di saccarosio per aumentare la gradazione, dunque il nostro mosto rimasto nelle cantine: A soffrirne principalmente il trapanese». Con il Al centro Rosa Giovanna Castagna, 40 anni governo regionale c’è un confronto pacato. La priorità nell’agenda ce l’hanno i Pac (Politiche agricole comunitarie) perché da questa programmazione si deciderà il futuro delle risorse nel settore agricolo fino al 2020: misure di mercato, pagamenti diretti e sviluppo rurale. I Pac hanno un costo di circa 53 miliardi di euro all’anno e rappresenta circa il 40% del bilancio totale dell’Unione Europea. Poi la riforma dei consorzi di bonifica. «Abbiamo la fortuna di avere l’assessore Dario Cartabellotta che definire competente è riduttivo. Le scelte non sono tutte condivisibili ma almeno è un politico che conosce la materia» dice. In questo momento ci sono tante emergenze in Sicilia, tante situazioni da fronteggiare. «Non stiamo seguendo solo una cosa in particolare. Tutti i comparti che stanno soffrendo. Dalla zootecnia ai vivaisti del messinese». La presidente Castagna commenta l’interesse del colosso francese Danone nei confronti dei limoni siciliani. «Oltre ad essere un’opportunità per produttori è uno straordinario veicolo pubblicitario per l’immagine di una agricoltura sana che sa stare sul mercato e proporsi da tutti i punti di vista Se un’impresa biologica riesce a piazzare prodotti alla Danone significa che c’è una idea forte di imprenditorialità e che può essere presa come punto di riferimento». In Sicilia i terreni coltivati a biologico sono circa 200 mila ettari. CAPO D’ORLANDO Limoni siciliani per la Danone IL COLOSSO FRANCESE SCEGLIE GLI AGRUMI MESSINESI PER UN NUOVO YOGURT BIOLOGICO. UNA TROUPE RIPRENDE LE COLTIVAZIONI CAPO D’ORLANDO. I limoni biologici dei più selettivi agrumeti dei Nebrodi negli yogurt della Danone. A stringere accordi con il colosso francese sono state ”Euro Food” di Capo d'Orlando e “Citro Globe” di Palermo le società che forniranno le materie prime per uno yogurt bioogico di alta quaità. La Danone ha inviato un equipe in Sicilia per girare le immagini nei campi dove vengono prodotti gi agrumi. sarano inserite in un video sui luoghi di coltivazione, produzione e trattamenti del limone: dal campo al prodotto finito. Nell’agrumeto dell’azienda agricola a gestione familiare, condotta da Giancarlo Paparoni, in contrada Contura, accanto alla troupe sono intervenuti i rappresentanti della Danone; dell’Agrana Fruit France, azienda con 45 anni di esperienza nella creazione dei preparati di frutta selezionata; Antonio Ferrara giovane manager della Citro Globe; Giuseppe Ingrilli, direttore commerciale di Euro Food; i due padroni di casa, il proprietario Giancarlo Paparoni e l’agricoltore Luciano Sgro. «La Danone cerca le eccellenze nel mondo, il latte in Francia, il mirtillo in Polonia, il cacao in Tanzania, la canna da zucchero in Brasile, e per il limone genuino è venuta a trovarlo in Sicilia dove la grande industrializzazione per fortuna non è riuscita a cancellare la tradizione ed il rispetto dei luoghi, del lavoro, e del coltivare sano», dice Silvie Aubineau che sulla maglietta porta la scritta “Bio it’s beautiful”. «Quello con la Danone è un progetto a lungo termine, appena iniziato e focalizzato sul biologico per fornire un prodotto privo di pesticidi o altri processi nocivi alla salute», spiega Giuseppe Ingrilli,presentando l’azienda Agri Food fondata quarant’anni fa dal padre Francesco, e che fornisce adesso, all’inizio, 10 tonnellate di succo di limone per il prodotto premium che il colosso agroalimentare francese oggi distribuisce esclusivamente al mercato nazionale, per poi estenderlo all’Europa ed al Mondo. (N.D.) centonove pagina 21 21 Marzo 2014 economia UOMINI&BUSINESS. L’azienda nebroidea leader nella gestione di cave e opere idrauliche L’ANALISI Alle estrazioni, ci pensa Bruno Impero di sabbia Lo straordinario sviluppo attribuibile al fondatore Teodoro è stato frenato dalla crisi dell’edilizia degli ultimi sei anni. Ma c’è anche la questione ambientale. DI VINCENZO LOMBARDO La storia di Teodoro Bruno, sembra uscita dalla penna di Vasco Pratolini. Nasce a Brolo nel 1936. Povero come l’economia dei luoghi, inizia fin da bambino a lavorare in campagna adattandosi alla fatica dei lavori manuali. Nel dopoguerra i territori Nebroidei versavano in una diffusa povertà e la strada dell’emigrazione sembrava essere l’unica chance di riscatto per intere fasce della popolazione. L’idea di dover essere anche lui un anello della catena dell’emigrazione non lo allettava per niente. Comincia in quelle circostanze a formarsi un carattere forte come le pietre che ben presto comincerà ad estrarre dalle cave. Decide di non emigrare. Forte dei suoi straordinari capitali: le braccia e una invincibile volontà di lavoro, trova nella terra il suo eldorado. Alla maggiore età, si mette in proprio e concentra il suo impegno nelle attività estrattive delle cave, trasporta gli inerti con il camion che egli stesso guida. In breve tempo, grazie anche al «miracolo economico» italiano, Teodoro Bruno si organizza per offrire alla impetuosa crescita dell’edilizia, civile e privata, le materie prime, i semi lavorati e i servizi di cui essa ha bisogno. In breve riesce a costruire un’ impresa multifunzionale che lavora nel settore dell’estrazione di materiali inerti, negli sbancamenti, nella manutenzione di strade, nella sistemazione di opere idrauliche. Costruisce edifici a uso civile in ogni dove. Realizza opere pubbliche di rilevante importanza come il raddoppio ferroviario FiumetortoCefalù-Castelbuono; gli svincoli di Tusa e di Santo Stefano Camastra e la messa in sicurezza di quello di Brolo; gli interventi per il raddoppio del ciclo combinato presso la Centrale Termoelettrica di Termini Imerese dell’Enel; la poderosa costruzione del porto del Comune di Sant’Agata di Militello; le opere di arredo del centro abitato del Comune di Reitano. Teodoro Bruno è un lavoratore indefesso: il primo ad entrare in cantiere e l’ultimo ad uscire. A imperitura memoria della sua ultradecennale attività, egli ha eretto il più grande monumento allo sfregio paesaggistico. Con le attività della sua cava, infatti, è riuscito a deturpare le colline che spiovono lungo l’alveo del torrente Rosmarino all’altezza della Strada statale 113, sfigurando i dolci declivi dei monti che per il loro aspetto dolomitico, con i fondovalle percorsi da fiumi e torrenti, vengono chiamati LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 4,75 Storia ultra decennale: 7 Andamento economico: 6 Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 6 Sponsor Attività Sportive: non risultano nelle guide turistiche le “Alpi di Sicilia”. Crescita urbana ed esecuzione di infrastrutture hanno rappresentato i canali principali attraverso i quali è passata la compromissione irrimediabile dell’equilibrio idrogeologico di quei territori. La pesantissima crisi economica che flagella da qualche anno il nostro paese assume un connotato disperato nel settore edilizio. I numeri delle ultime rilevazioni pubblicate dall’Ance parlano chiaro. Il 2012 è stato per le costruzioni un anno nero. Il 2013 è il sesto anno consecutivo di caduta. Una lunga fila di segni meno che portano il settore a perdere il 29% degli investimenti. Le proiezioni al 2014, poi, dicono che questa contrazione è destinata a lievitare fino al 32%. In questo contesto si inscrive la parabola delle imprese di Teodoro Bruno. Per rimanere sul mercato occorre sintonizzare la gestione delle imprese sulla lunghezza d’onda dei tempi moderni. Economie di scala e ottimizzazione dei costi in uno ad una profonda ristrutturazione del proprio modello di business sono scelte forzate, non negoziabili. Regolare i rapporti con i propri fornitori e clienti, in maniera chiara e puntuale, evita dispendiosi contenziosi, che si traducono in ricorsi giudiziari, con relative trascrizioni nel registro delle formalità Cerved. Purtroppo il carattere litigioso di un uomo, tutto di un pezzo, come Teodoro Bruno non è incline a correggere il proprio sistema relazionale. Il che provoca gravi conseguenze nella determinazione del rating, con gravi conseguenze sulla tenuta generale dell’equilibrio finanziario dell’impresa. In seguito alle modifiche apportate al modello di business, la guida e la responsabilità del gruppo sono state trasferite ai figli. Ma benché egli non rivesta più cariche sociali rilevanti il suo carattere lo porta ad esercitare ancora un ruolo importante. L’esperienza che lo sostiene si sta rivelando il suo più grande nemico. Guidare un gruppo imprenditoriale nel mare magnum del cambiamento permanente vuol dire accettare la sfida del rinnovamento gestionale. Cambiamento significa movimento, frizione: è una legge della vita. Coloro che si ostinano a guardare sempre solo al passato, o si concentrano unicamente sul presente, possono essere sicuri di perdersi il futuro. E in questa strettoia passa il destino prossimo venturo delle imprese, dei 112 dipendenti, di Teodoro Bruno . Ai figli l’ardua sentenza. [email protected] centonove pagina 22 Messina. Le imprese del gruppo Bruno fanno capo ai fratelli Andrea, Cono e Francesco. I quali possiedono la totalità delle quote societarie della SOGECAB S.r.l., attiva nel settore dell’estrazione di ghiaia e sabbia, argilla e caolino; COCIB S.r.l., che si occupa di compravendita di beni immobili; H. B. Srl – Servizi Finanza e Controllo, holding del gruppo con sede a Roma. Quest’ultima, rappresentata da Cono Bruno, ha un capitale sociale di euro 204.000 suddiviso tra i tre fratelli, ed è proprietaria delle principali società operative: EUROASFALTI SRL ( Cap. Sociale euro 102.000, Fatturato 2012 euro 5.641.411 48% in meno rispetto al 2011, Utile 2012 euro 19.316 66,4% in meno rispetto al 2011); NORD SUD IMPIANTI SRL ( Cap. Sociale euro 100.000, Fatturato 2012 euro 861.000 Perdita Esercizio 2012 euro 14.000) e COSTRUZIONI BRUNO TEODORO SPA. Il gruppo non presenta un bilancio consolidato d’insieme. Pertanto, l’analisi riguarda la capofila COSTRUZIONI BRUNO TEODORO SPA, Cap. Sociale Euro 1.300.000, Presidente: Cono Bruno. Nel 2012 il fatturato realizzato è stato di euro 7.057.000, il 58% in meno rispetto agli 11.881.000 euro del 2011 a causa delle dinamiche negative del settore dei lavori pubblici. Il Patrimonio Netto è rimasto sostanzialmente invariato: euro 1.366.000. Confortante è il fronte dei crediti, ovvero delle somme che deve incassare per lavori eseguiti, che ammonta a euro 6.355.000. Problematica è, invece, la sinossi dell’indebitamento che assomma complessivamente a euro 7.067.000. Di questi ben 742.213 euro sono di natura tributaria. Somme in contestazione con l’Agenzia delle Entrate. Come tutti i contenziosi anche quello dell’impresa col fisco si sa come comincia ma non si sa come può finire. Tuttavia il rapporto Indebitamento/Patrimonio Netto (2,4%) si colloca entro il limite massimo di sostenibilità. L’utile è stato modestissimo, euro 15.932, il 60% in meno rispetto all’anno precedente. Il segno positivo sugli utili è solo un caso fortuito, in quanto esso è derivato da una definizione stragiudiziale, ammontante a circa 150mila euro, con una società consortile. Il margine operativo lordo (MOL), che evidenzia il reddito di un'azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti è positivo ( 234), il 37% in meno rispetto al 2011, non sufficiente a spesare gli investimenti e il costo del debito. La redditività dell’impresa è misurata in un modesto + 1,2% (Roe). Negativa la liquidità aziendale (– 115) e, infine, negativo è il cash flow aziendale (– 397). La struttura patrimoniale è equilibrata, ma l’eccesso di contenzioso, non proietta l’impresa in un orizzonte di tranquillità. Outlook: Stabile versus Negativo 21 Marzo 2014 economia MILAZZO. La Raffineria di Milazzo vara il piano 2014-2018. Ecco i dettagli L’ELENCO Ram, 600 milioni di investimenti Così i progetti In un periodo buio per la raffinazione Eni e Kuwait Petroleum scommettono sugli impianti mamertini. Nel 2014 previsti 92milioni di lavori. Dal trattamento acque ad un nuovo ingresso dell’azienda Raffineria di Milazzo DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Novantadue milioni di euro nel 2014. Quasi 600 milioni nel quinquennio 2014-2018. Nonostante la crisi del settore petrolifero che ha portato alla chiusura di diverse raffineria da Roma a Mantova (in Europa nel 2013 in Europa sono stati chiusi impianti per 350mila barili al giorno), la Ram continua ad investire negli impianti di Milazzo. Solo nel corso dell’anno verranno ristrutturati i pontili utilizzati dalle petroliere (2,5 milioni), migliorato il processo di trattamento acque di processo (8,5 milioni di euro), effettuati adeguamenti ambientali sugli impianti di desolforazione (15 milioni di euro). Nei giorni scorsi, nel corso di un incontro promosso da Confindustria, la società controllata al 50% da Eni e Kuwait Petroleum ha presentato ai rappresentanti sindacali della Ram e alle segreterie territoriali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil il piano d’investimento 2014, come previsto dal Protocollo d’intesa sulle Relazioni Industriali nell’indotto Ram firmato nel 2007. La Raffineria è riuscita a limitare le perdite ed a mantenersi competitiva grazie ai cospicui investimenti degli ultimi 15 anni. Novanta milioni di euro nel 2013, 92 quelli previsti dalla Ram per il 2014 di cui la maggior parte per interventi di carattere ambientale e di mantenimento degli standard di sicurezza. L’azienda ha evidenziato ai sindacati l’importanza di ottenere le necessarie autorizzazioni da parte degli organi locali e regionali per permettere di rispettare il programma deciso dagli azionisti. Proprio in questi Questi gli investimenti più significativi che verranno effettuati nel corso del 2014: Adeguamento Elettromecca Revamping (trattamento acque di processo): 8,5 milioni; Protezioni antincendio 4 milioni; Nuova strada d'accesso alla Ram: 2 milioni; nuova rimessa antincendio: 1 milione; Interventi di security: 800 mila euro; Ristrutturazione Pontili, 2, 6 milioni; Interventi su impianti di conversione: 20 milioni di euro; Interventi su impianti di desolforazione: 15 milioni; Interventi di recupero energetico: 8 milioni; Turboexpander: 11 milioni. giorni si stanno ottenendo autorizzazioni richieste 7 anni fa (negli altri paesi europei gli iter vengono ultimati in meno di 1 anno). Nel corso del 2014 sono previste anche 3 fasi di fermata per manutenzione straordinaria, nei mesi di febbraio-marzo, maggio e ottobre. Durante questi periodi il personale dell’indotto raddoppierà passando da 600 a 1200. Sia i lavori per investimenti, sia i lavori di manutenzione continueranno ad essere affidati prevalentemente alle principali ditte locali già attive in raffineria, che nel corso di questi ultimi anni hanno garantito, attraverso una manodopera quasi esclusivamente locale. «Il Piano industriale della Raffineria ci soddisfa - ha aggiunto Salvatore Chiofalo, esponente sindacale della Cgil - ed era fondamentale questo primo confronto per avere una proiezione dell' occupazione per il breve e medio termine. Adesso però sarà importante portare avanti alcune questioni non secondarie come quelle dei livelli professionali, della stabilizzazione dei lavoratori precari che operano in queste condizioni nelle ditte, anche da ben dieci anni». SAN FILIPPO DEL MELA Edipower al lumicino SEMPRE PIÙ VICINA LA CHIUSURA DELLA CENTRALE TERMOELETTRICA. NUOVO SCIOPERO IL 26 MARZO La centrale operativa Edipower SAN FILIPPO DEL MELA. Prende sempre più corpo l’ipotesi di chiusura della centrale termoelettrica Edipower. Dopo gli infruttuosi incontri in Prefettura sulla vertenza Edipower, le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno deciso di proclamare una ulteriore azione di sciopero di 4 ore del personale per il prossimo 26 marzo. I sindacati hanno inviato una nuova lettera al prefetto, alla Direzione di Edipower, al ministero delle Attività Produttive, agli Assessorati regionali Ambiente e Territorio, Attività Produttive ed Energia, e ai sindaci di San Filippo del Mela, Milazzo, Pace del Mela e Santa Lucia centonove pagina 23 del Mela. «E' stato illuminante sapere dall' assessore regionale all' Ambiente che, dall' inizio della vertenza, nessuna interlocuzione con il Governo regionale è mai stata richiesta da Edipower/A2A, così come non è mai stata avanzata autorizzazione per modifica di impianti o per l'impiego di un nuovo carburante». L' ipotesi aziendale fatta davanti al prefetto di Messina riguarda l' impiego su uno dei 4 gruppi di produzione rimasti, di un carburante di nuova generazione (CSS), ricavato dal trattamento di una parte della raccolta differenziata dei rifiuti. «Se Edipower/A2A credesse davvero a questa soluzione, anziché attardarsi ostinandosi in un preoccupante silenzio - proseguono Cgil-Cisl e Uil - avrebbe dovuto unirsi alle richieste del sindacato, sostenendo con maggiore forza l' attivazione di quel tavolo di confronto permanente con i soggetti istituzionali, dove verificare realmente volontà, disponibilità, risorse ed accelerare la conclusione dell' iter autorizzativo». 21 Marzo 2014 economia NOMINE CONSORZI - RAGUSA Lotta alla droga, alleanza Ue-Russia DI SALVATORE CIFALÀ La cooperazione tra Unione europea e Russia, già attiva in un'ampia gamma di aree d'azione, ha compiuto un ulteriore passo avanti: durante il vertice di Ekatarinburg è stato, infatti, raggiunto un accordo di collaborazione nella lotta al traffico di droga. Grazie a questo accordo sarà possibile controllare in modo più efficace il traffico di stupefacenti, con particolare attenzione al mercato dei precursori, sostanze utilizzate nella produzione di droghe illecite, come cocaina e eroina. Questi precursori chimici sono però utilizzati legalmente anche nella fabbricazione di medicine, profumi e cosmetici, il che rende particolarmente difficile una loro regolamentazione. La Russia è già il dodicesimo paese con cui l'Unione Europea ha concluso questa convenzione, che ha come obiettivo principale lo scambio transfrontaliero d'informazioni. Si vuole, infatti, facilitare uno scambio di informazioni, sia tecniche sia scientifiche, tra le varie autorità nazionali, per garantire che questi prodotti chimici non vengano utilizzati per fini illeciti. La convenzione, firmata da Catherine Ashton, Vicepresidente della Commissione europea, e Viktor Ivanov, Alto Rappresentante della Federazione russa, si focalizza in particolare su 23 sostanze chimiche, il cui utilizzo era già oggetto di regolazioni internazionali. E' del 1988, infatti, la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, quadro di riferimento per ogni azione successiva. Il tema del traffico di droga è di competenza di Algirdas Šemeta, Commissario europeo responsabile per la fiscalità e l'unione doganale. Come sottolinea proprio il Commissario, le dogane svolgono oggi RAGUSA. Mario Molè, imprenditore quarantunenne della ditta «Fratelli Molè srl» di Chiaramonte Gulfi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Ragusa, è stato eletto all' unanimità, presidente del Coexport, consorzio di promozione export. Le aziende associate sono 17 e provengono anche dalla province di Siracusa, Messina, Catania e Trapani. FILT CGIL - CATANIA Grasso nuovo segretario CATANIA. Alessandro Grasso, 43 anni, è il nuovo segretario della Filt Cgil di Catnia, il sindacato dei trasporti. Grasso è stato eletto a conclusione del congresso di categoria. Nella Cgil dal 2001, ha militato prima come Rsa della Sac, poi di Katane e da sette anni è componente della segreteria provinciale della Filt come responsabile del trasporto aereo. AVVOCATI AMMINISTRATIVISTI Rubino delegato siciliano Girolamo Rubino è stato nominato nuovo delegato regionale per la Sicilia della Società italiana avvocati ammnistrativisti; la prima iniziativa che il neo delegato regionale ha adottato è stata l' organizzazione di un convegno di studi sul contributo unificato, il ben noto balzello che rende eccessivamente oneroso il ricorso alla giustizia amministrativa. CONSUMATORI CONFINDUSTRIA I codici nelle etichette Formazione in un Fad Saper leggere le etichette significa in un certo senso, sapere fare la spesa in modo intelligente . Decifrare le indicazioni presenti sulle confezioni dei prodotti alimentari in realtà non è molto facile , perché spesso si tratta di numeri e sigle misteriose . E’ noto che l’etichetta è una sorta di carta di identità dei cibi confezionati , ed è uno strumento attraverso il quale le aziende informano i consumatori sul contenuto del prodotto . L’etichetta non può essere composta arbitrariamente perché deve attenersi alle indicazioni generali previste dalla legge: deve essere scritta in lingua italiana, in forma corretta e comprensibile per chi legge. Soprattutto le indicazioni non devono: indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto; attribuire al prodotto proprietà atte a prevenire e curare malattie; vantare come qualità esclusive caratteristiche comuni a prodotti dello stesso tipo La funzione delle etichette e quelle di informare e tutelare il consumatore. MESSINA. Stretto Servizi Industrie srl, società di Confindustria Messina e Confindustria Reggio Calabria, ha attivato un innovativo servizio per la formazione aziendale. La formazione generale obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro può adesso essere effettuata a distanza (sistema "FAD", Formazione a Distanza). Grazie alla piattaforma elearning messa a disposizione da Stretto Servizi Industrie, le imprese possono adempiere agli obblighi formativi e far svolgere ai propri dipendenti i corsi obbligatori presso le postazioni di lavoro aziendali. La FAD costituisce un’efficace alternativa al classico intervento d’aula e consente alle imprese, a costi decisamente contenuti, di risparmiare su trasferte e tempi di distacco del dipendente dall'attività aziendale. Tramite la piattaforma elearning di Stretto Servizi Industrie, i lavoratori destinatari della formazione possono seguire il corso generale in materia di sicurezza sul lavoro dal proprio pc. Francesco Sabatino, Adoc UIl Messina un duplice compito: da un lato contribuiscono alla sicurezza della società, arginando quindi i traffici illegali, dall'altro agevolano invece gli scambi commerciali e lo sviluppo di reti d'impresa transfrontaliere. Nel caso specifico, quindi, le dogane dovranno garantire il passaggio di queste sostanze chimiche, fondamentali per numerose imprese europee, assicurandosi però che non finiscano nelle mani sbagliate. Questa convenzione con la Russia costituisce quindi un passo importante per garantire ai cittadini europei sempre più sicurezza, all'interno del mercato unico. Molè guiderà Coexport NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Bonus produttività, il decreto del Ministero Il Ministero del Lavoro ha predisposto il decreto con i limiti e le regole gestionali per l’applicazione dello sgravio contributivo sui premi di produttività erogati nel corso del 2013. In attesa dell’emanazione delle istruzioni operative da parte dell’Inps (che dovrà illustrare le procedure per effettuare le istanze) i datori di lavoro interessati possono iniziare a verificare la sussistenza di tutte le condizioni per accedere alla “decontribuzione”. Entrando nel dettaglio, il Dm Lavoro-Economia del 14 febbraio 2014 ha fissato al 2,25% della retribuzione contrattuale annua (corrisposta al lavoratore e imponibile ai fini contributivi, comprensiva della retribuzione variabile interessata allo sgravio) il limite degli emolumenti di secondo livello assoggettabili alla riduzione contributiva. Lo sgravio è pari al 25% dell’aliquota dovuta dai datori di lavoro mentre riguarda l’intera contribuzione a carico del lavoratore, senza perdita di copertura pensionistica. Vi sono però alcuni requisiti da rispettare: intanto, le somme interessate al beneficio e previste dagli accordi collettivi di secondo livello dovevano essere incerte nella loro corresponsione o nel loro ammontare, in linea con lo spirito incentivante. Altro requisito è il collegamento degli emolumenti a parametri di produttività e di competitività: vi possono rientrare anche le intese stipulate ai sensi dell’articolo 8 del Dl 138/2011 (contratti di prossimità). Inoltre, gli accordi aziendali o territoriali istitutivi dei salari di secondo livello dovranno essere depositati presso la Direzione Territoriale del Lavoro entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Dm. I fondi a disposizione ammontano a 607 milioni di euro; nell’ipotesi in cui le richieste dovessero eccedere detto limite, l’Inps provvederà a riproporzionare le quote spettanti ai datori interessati. Per accedere all’agevolazione, è altresì necessario che l’impresa rispetti le condizioni previste in materia di regolarità contributiva e il rispetto della parte economica prevista dagli accordi e contratti collettivi. I Consulenti del Lavoro possono fornire l’adeguato supporto alle aziende interessate, sia per quanto concerne la verifica degli aspetti di cui sopra, sia per operare – per conto dei datori di lavoro – tutti gli adempimenti propedeutici all’ottenimento dello sgravio, nonché il successivo monitoraggio dell’iter delle istanze. centonove pagina 24 MEMORIA Arte, Fai la cosa giusta! Pagina 26. Il Fondo per l’Ambiente Italiano apre le porte della Prefettura e di San Giovanni di Malta poster 21 Marzo 2014 LIBRI Antonio Bassarelli, il messinese Pagina 28. Sbarca in città, al Circolo della Borsa, l’ex magistrato con la sua fatica letteraria MURALES DI UMANITÀ VARIA IN BREVE PALERMO - PRESENTAZIONI Ricordando Rocco Chinnici PALERMO. In occasione della giornata della memoria e dell'impegno per le vittime delle mafie, verrà presentato oggi (venerdì 28, ndr) alle 18,30, alla libreria Modusvivendi di Palermo, “Così non si può vivere”, il libro su Rocco Chinnici scritto dai giornalisti messinesi Fabio de Pasquale ed Eleonora Iannelli. Interverranno gli autori e l'autista sopravvissuto alla strage, Giovanni Paparcuri. Modererà la giornalista Elvira Terranova. HAPPENING Arte e parole nell’Isola Giovanni Renzo Ninni Bruschetta EVENTI. L’opera di Prokof'ev cambia provocatoriamente titolo. Contro la Regione “Pierino contro il Lupo” Lo spettacolo, in programma per venerdì 28 marzo, è organizzato dagli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Per richiamare l’attenzione sulle problematiche della struttura DI ALESSANDRA TIMMONERI Uno spettacolo che vuole essere un'offerta alla città ma anche un appello, per mettere in evidenza le criticità in cui il Teatro Vittorio Emanuele versa e dalle quali si sta in questi giorni cercando una via d'uscita. Queste le intenzioni che animano l'Orchestra del Vittorio Emanuele che ha ideato lo spettacolo previsto per venerdì 28 marzo con in programma l'opera di S. Prokof'ev "Pierino e il lupo", alcuni estratti dalla "Norma" di V. Bellini e dal "Nabucco" di G. Verdi, e la suite "La distanza della Luna" del pianista messinese Giovanni Renzo. «Lo spettacolo nasce da un'idea degli orchestrali - spiega Renzo - in quanto sono loro in prima persona ad essere colpiti dalla situazione caotica che ormai da troppo tempo ci condiziona. Se lo stato delle cose dovesse rimanere quello attuale, la musica a Messina non avrebbe più sbocchi, e a soffrirne sarebbe la città tutta». Sì, perché tanto si è discusso nei giorni scorsi sulla sorte che dovrà toccare al Teatro. Si sono tenuti degli incontri-scontri tra l'amministrazione della città e l'assessore Stancheris: la Regione ha in un primo tempo negato lo stanziamento dei fondi che avrebbero dovuto permettere la creazione di un programma primaverile; successivamente ha invece garantito che questi ci saranno, promettendo di finanziare per il 50% il calendario degli spettacoli. Si era poi parlato di "declassamento" riguardo il teatro lirico di Messina che da teatro di produzione e musica si sarebbe dovuto ridurre a teatro di prosa, eliminando dunque l'Orchestra che è la sua punta di diamante, e con il rischio di diventare una specie di teatro di provincia. Ma anche questo negli ultimi giorni è stato smentito: la Stancheris ha puntualizzato che non ci sarà alcuna penalizzazione nei confronti del Vittorio Emanuele e che l'Orchestra continuerà ad esistere e operare. Terzo punto d'attrito tra Regione e Teatro era la questione nomine del consiglio d'amministrazione; una situazione paradossale che si protrae da mesi e che sembra finalmente sul punto di risolversi di qui a pochi giorni, con la ratifica delle nomine dei componenti del consiglio di amministrazione. Riguardo lo spettacolo di giorno 28, non è casuale per Renzo la scelta dell'opera "Pierino e il Lupo": «Avrebbe dovuto aprire la mini stagione per la primavera, che però poi è saltata. Quindi, in un certo senso, è una scelta simbolica, come lo è anche la mia suite "La distanza della luna", nata nel 1997 proprio al V. Emanuele». L'opera di Prokof'ev prevede anche una voce narrante, che sarà quella del celebre attore Ninni Bruschetta: «Non è facile parlare adesso di teatro a Messina, c'è una paralisi incomprensibile che è un danno sotto due aspetti diversi, quello economico e quello culturale. Da un lato, infatti, bisogna tener presente che il teatro a Messina è una piccola industria, dall'indotto enorme, ma attualmente c'è gente che va avanti da mesi senza stipendio. Dall'altro lato, poi, il danno culturale: è un luogo che produce cultura, e che deve essere in primo luogo teatro di musica e di produzione. Vorrei essere ottimista, ma è da irresponsabili, bisogna essere svegli e attenti. Ero qui in città quando ad agosto scorso venne nominato presidente del teatro Maurizio Puglisi, ed è da allora che si parla di firma e di consiglio d'amministrazione. Per questioni burocratiche non si può tenere fermo così un teatro, con tutte le persone che ci lavorano. Mi domando come la questione non si sia già risolta ad agosto». centonove pagina 25 MESSINA. Domenica 23 marzo, alle 17, presso l’Isola Pedonale, il Collettivo Studenti Unime e il Teatro Pinelli organizzano “Arte e Parole contro privatizzazioni e rendite”, terzo appuntamento del ciclo di seminari sul diritto alla città. Si tratta di un happening - Seminario Arte e Parole contro le Privatizzazioni. SANTA LUCIA DEL MELA “Mai più silenzi” SANTA LUCIA DEL MELA. Dalle 17 e 30 in poi, domenica 23, nell’Aula consiliare di via Nenni, l’Associazione "Piccolo Teatro" invita a “Mai più silenzi”, uno spettacolo teatrale con monologhi contro ogni violenza di genere, liberamente tratti dal libro "Ferite a morte" di Serena Dandini, e alla mostra fotografica di Marilena Manna. JAZZ Max Ionata all’Officina MESSINA. Alle 21 di sabato 22, nell’ambito di “Off in Jazz”, a cura di Mimmo Papa e Antonella Casuscelli, si esibiranno Max Ionata e Urban Fabula al Centro Multiculturale Officina di via Croce Rossa. Musicista e compositore, Ionata è considerato attualmente uno dei più importanti sassofonisti italiani. I musicisti del trio “Urban Fabula” sono Seby Burgio (pianoforte), Alberto Fidone (contrabbasso) e Peppe Tringali (batteria). Ingresso 12 euro. CONCERTI Managment al Retronouveau MESSINA. Tornano nel luogo che li ha fatti conoscere a Messina i “Managment del dolore post operatorio”. A distanza di due anni dall'acclamato “Auff!!”, alle 22 e 30 di sabato 22 il gruppo presenterà al Retronouveau di via Croce Rossa il nuovo disco, "Mcmao" , in uscita l'11 di marzo su Universal/ColorSound Indie. Prima di produrre “Auff” con MArteLabel, i “Managment” hanno vinto numerosi premi: Italia Wave, Primo Maggio Tutto l’Anno, Il Rock è Tratto, UPLOAD di Bolzano. Nel 2010 la svolta discografica con la vittoria del “Premio produzione al festival MArteLive” che li fa entrare di diritto nel roster dell'etichetta MArteLabel. 21 Marzo 2014 postermemoria EVENTI. Il Fondo per l’Ambiente Italiano apre le porte della Prefettura e di San Giovanni di Malta Arte, Fai la cosa giusta! Sabato 22 e domenica 23 sarà possibile visitare due emblemi della città ricostruita e di quella preesistente al 1908 che, insieme, rappresentano una continuità dall’epoca ellenistica a oggi. Ecco le novità raccontate dalla Soprintendenza DI DANIELE DE JOANNON Due luoghi, uno accanto all’altro, che rappresentano la continuità storica di Messina dall’epoca ellenistica ai giorni nostri. Sono la Prefettura e la chiesa di San Giovanni di Malta di Messina, che fanno parte del medesimo comparto e sono state individuate dalla delegazione del Fai dello Stretto come mete per le “Giornate di Primavera” di sabato 22 e domenica 23 marzo. La visita ai due edifici, che rappresentano rispettivamente la ricostruzione post terremoto e una delle principali sopravvivenze della città smantellata dopo il 1908, riserva molte sorprese grazie al lavoro svolto dalla Soprintendenza di Messina, guidata da Rocco Scimone, che, attraverso pannelli didattici, racconterà per la prima volta il patrimonio di Palazzo del Governo e affronterà i tesori e le sopravvivenze di San Giovanni di Malta, fino ad ora, in parte, mai approfonditi. Ma, a rappresentare una delle novità, sarà anche il capitello rinvenuto nel cortile della Prefettura, che Grazia Musolino, direttrice dell’Unità Storico Artistica, data al sesto secolo dopo Cristo. Un manufatto che fa riemergere il passato paleocristiano dell’intera area, riannodando i fili della memoria. «Abbiamo individuato questi siti e prepararto una serie di pannelli relativamente a vicissitudine architettoniche, archeologice, storico artistiche e archivistiche», spiega Scimone. A coordinare le singole sezioni sono stati i dirigenti Marisa Mercurio (architettonica), Gabriella Tigano (archeologica), Musolino (arredi e apparati decorativi) e Carmela Prestipino (Beni Librari). L’androne centrale della Prefettura Il capitello “ritrovato” e datato al sesto secolo dopo Cristo MILLENNI DI STORIA. «Lo scavo della Prefettura è uno dei più famosi tra quelli effettuati negli anni della ricostruzione. Nel 1914, infatti, fu trovato un lembo della necropoli romana», spiega la dottoressa Tigano. Che aggiunge: «A condurre la campagna fu Paolo Orsi, che in una relazione assicurava che i resti sarebbero rimasti sotto il Palazzo della Prefettura. In realtà, purtroppo, la decisione venne meno, e ciò che rimane sono la documentazione e i reperti che si trovano al Museo di Messina. L’area in oggetto è un lembo della Necropoli Nord, che si sviluppò in epoca ellenistica e fu molto utilizzata in epoca romana. In tal senso, ad esempio, i ritrovamenti durante la costruzione della chiesa di San Giovanni di Malta, nel 1588, appartengono allo sviluppo della Necropoli tra il primo e il III° secolo dopo Cristo, e non a San Placido e gli altri martiri». LA PREFETTURA. A curare i pannelli su decori e arredi di Palazzo del Governo sono stati Luigi Giacobbe e Valeria Bottari. I loro contributi, come tutti gli altri, saranno oggetto di una più approfondita pubblicazione. A concepire l’apparato plastico decorativo del prospetto, degli ambienti interni, le opere in ferro battuto e alcuni arredi della Prefettura fu lo stesso progettista, Cesare Bazzani. “A coronamento della facciata fu previsto anche un gruppo scultoreo raffigurante L'Italia e Messina risorta, mai realizzato. Tuttavia, nell'arco di tempo che interessò la realizzazione dell'edificio, dall'approvazione del progetto (1913) al collaudo finale (1921) i programmi decorativi originari furono rimodulati a causa delle ristrettezze finanziarie dovute al primo conflitto mondiale”, scrivono. “Si avvicendarono così, dopo il 1917, numerose ditte e maestranze locali alle dipendenze dell'impresa Bazzani con il probabile intervento dell'artista materano Michele Amoroso (1882-1970). Alcuni arredi furono commissionati alla Società Anonima Ducrot e al Cavalier Alfredo Ainis di Messina; le vetrate interne ed esterne furono richieste alla ditta Lazzaris di Spresiano (Treviso), le persiane avvolgibili si ordinarono alla L’INCONTRO Messina dopo il sisma LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI GIULIO ROMANO IL 23 MARZO A SANTA MARIA ALEMANNA MESSINA. La storia della grande ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908, progettisti e imprese protagoniste, la cultura del tempo rivissuta attraverso documenti inediti, storie, aneddoti e preziose testimonianze raccolte dallo studioso Giulio Romano nel volume “200”. Libro che sarà presentato domenica 23 marzo alle 18 a Santa Maria Alemanna. L’incontro, promosso dall’editore Costantino Di Nicolò insieme con il Rotaract Club Messina, presieduto da Marilù Verzera, avrà un testimonial speciale: l’attore messinese Ninni Bruschetta leggerà parte della prefazione curata dallo scrittore Vanni Ronsisvalle. L’opera, di circa 160 pagine, è un racconto appassionato e puntuale, in grado di restituire alla memoria collettiva uno spaccato di architettura, ingegneria e pianificazione urbanistica, con una descrizione analitica di isolati e palazzi di pregio artistico, corredata da fotografie di Giovanni Isolino e Deborah D’Angelo. Il coordinamento editoriale è di Giulia e Gabriele Romano. centonove pagina 26 Argomenti sui quali si confronteranno in un dibattito moderato dal giornalista Massimiliano Cavaleri, oltre all’autore, il presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo Pino Falzea, l’architetto Nino Principato e lo storico e docente dell’Università di Palermo Marcello Saija. Prenderanno parte alcuni sostenitori dell’iniziativa editoriale: il presidente dell’Ordine dei medici Giacomo Caudo, il presidente della Commissione Cultura del Comune Piero Adamo, la presidente dell’Archeoclub Mariella Paladini, la vicepresidente dell’Associazione mogli medici italiani Francesca De Domenico, la priora generale della Dame Templari Federiciane di Messina Rosamaria Petrelli e il presidente del Rotary Club Messina Ferdinando Amata. Ad arricchire l’evento, l’intervento musicale del chitarrista Gianluca Rando, che accompagnerà la voce di Carla Andaloro. postermemoria Particolare degli affreschi dell’abside di San Giovanni di Malta Pestalozza &C.o di Torino. Dal capoluogo piemontese arrivarono pure, nel settembre del 1818, le porte interne costruite dalla “Fratelli Bocca Fabbrica di mobili e serramenti”. Per i pavimenti vi fu l’intervento di Domenico Crovatto e gli infissi del salone di rappresentanza furono realizzati e collocati, nel gennaio del 1922, dalla celebre ditta messinese Scilipoti che Bazzani chiamò anche a Roma per gli edifici della Pubblica Istruzione e dell’Aeronautica militare”. “Nella Stanza del Capo di Gabinetto - si legge - l’apparato plastico decorativo comprende due fasce marcapiano sovrapposte a rilievo che fondono in un colto eclettismo elementi ora neorinascimentali (un pregevole fascione con motivi decorativi vegetali stilizzati sovrapposti, in cui sono riconoscibili alloro e palmette) ora liberty (profilo a festoni intercalati da paffute testine a rilievo tra nastri e fiocchi). I mobili (scrivania, tre scaffali, una vetrina, due mobili con graticcio sul fronte, le sedie, il divano e due poltrone) ripetono tutti il motivo delle protomi leonine finemente intagliate. Sulla parete è collocato il dipinto raffigurante la Veduta del Palazzo del Gran Priorato con figure tratto da una cartolina postale preterremoto dove si nota a sinistra la chiesa di San Giovanni di Malta, il Gran Priorato (poi Palazzo del Prefetto) e la Strada Garibaldi, a destra Via Porta Reale Bassa. È probabile che Giuseppe Bonsignore abbia realizzato il dipinto nella metà degli Venti in analogia con il Martirio di San Placido dipinto nel 1929 per l’attigua chiesa di San Giovanni di Malta”. Tra i tesori da segnalare negli interni, un frammento di decorazione architettonica a voluta, probabilmente proveniente dall’antica Chiesa di San Giovanni di Malta o dall’edificio del Gran Priorato scampato al terremoto del 1908, un monumentale lampadario dai tipici elementi neorinascimentali in legno dorato a sei bracci e volute fitomorfe, decorato da testine a rilievo e punte di cristallo di rocca al centro, la libreria lungo le pareti con ante vetrate, e il grande lampadario a otto bracci in legno intagliato nella stanza del Prefetto, “un piccolo capolavoro di artigianato per la finezza di elaborazione delle modanature, dei decori a foglia di acanto e delle forme baccellate dei reggilampada”. “Il mobilio è probabilmente da riferire alla fornitura (gennaio 1921) della ditta Alfredo Ainis di Messina”. Tra i dipinti in dotazione, oltre a due del secolo XVIII con “rovine” provenienti dal Museo Regionale di Messina, nei lati minori della sala sono collocati due tele di Pasquale De Angelis del 1920. La Sala di rappresentanza è invece impreziosita da incisioni e da una copia novecentesca di Salvatore De Pasquale dal Concerto di Tiziano Vecellio conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Alle pareti della sala da pranzo, invece, una raccolta di dipinti del pittore Salvatore De Pasquale e la suggestiva Piazza del Duomo di Messina di Luigi Di Giovanni, presentata all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892. SAN GIOVANNI DI MALTA. Una prima novità rappresenta la riorganizzione delle sale espositive curata da Stefania Lanuzza, Virginia Buda, Maria Katja Guida e Maria Pia Mistretta (paramenti) e Grazia Musolino (argenti). Dell’antica chiesa medievale (risalente, secondo tradizione a San Placido, VI secolo dopo Cristo), restano il sepolcro marmoreo di Luca primo archimandrita di Messina, risalente al XII secolo, che fu forse trasportato nella chiesa dal Monastero basiliano di San Salvatore dei Greci, la tavoletta postbizantina della Madonna della Consolazione incoronata dagli angeli (entrambi ora al Museo Regionale) ed il Crocifisso in mistura dei primi decenni del Cinquecento conservato in sagrestia. La nuova chiesa fu costruita tra il 1588 e il 1653. “Dell’imponente edificio sopravvive oggi solo la tribuna, al cui interno è ancora ben visibile l’intervento progettuale di Jacopo del Duca (architetto del Senato dal 1589 al 1600) nell’articolazione planimetrica dei due vani esagonali raccordati dall’arco sostenuto da semicolonne, nella ritmica scansione delle pareti e delle due calotte costolonate. Anche i due grandi angeli in stucco dorato posti ai lati del 21 Marzo 2014 cancello in bronzo del sacello rimandano a quelli ideati dall’architetto cefaludense per l’abside del Sacramento nella Cattedrale, oggi privi di doratura”. Ma è a questo punto che gli storici dell’arte raccontano l’interno della Chiesa: “A questa fase appartengono nel sacello le tele e le tarsie pavimentali datate 1624 e, nella cappelletta della chiesa, la decorazione in stucco della calotta e il dipinto con la Madonna della Lettera con S. Placido e S. Rocco. Sembrano invece eseguiti tra il XVII e il XVIII secolo i puttini ad affresco della calotta, alcuni dei quali rifatti successivamente, e le statue in stucco di Santi Benedetto, Flavia, Eutichio e Vittorino nelle quattro nicchie. Altre importanti testimonianze coeve alle trasformazioni del primo Seicento si rintracciano nella cappella Maurolico o del Santissimo Sacramento a destra dell’aula. Da lì proviene il monumento del grande matematico e umanista Francesco Maurolico che, ultimato nel primo decennio del Seicento, prevede entro una nicchia il busto dell'abate realizzato verosimilmente da Rinaldo Bonanno alla fine del XVI secolo”. Al centro dell’attenzione anche la committenza dell’Ordine Gerosolimitano: “Giovanni Di Giovanni, dal 1672 Principe dei Cavalieri della Stella, nel 1683 erige la cappella dell'Idria e, dopo il terremoto del 1693, divenuto Gran Priore di Messina, si dedica alla riparazione dei danni subiti dalla chiesa; a lui probabilmente è da riferire l'altare in raffinate tarsie marmoree ora in S. Caterina Valverde... Michele Maria Paternò Bonajuto, Gran Priore dal 1773, dopo il terremoto del 1783 ‘rifabbricò a proprie spese la Chiesa priorale’ e la dotò di arredi, decorazioni, suppellettili sacre”. Molte opere sono in altre chiese di Messina, mentre il dipinto con la “Maddalena penitente” è l’unico superstite del ciclo realizzato nel 1786 da Giuseppe Paladino per gli altari. Il Priorato annesso, dopo i danni causati al Palazzo Reale dal sisma del 1783, fu destinato a sede reale dal re di Napoli, e la chiesa assunse il titolo di Cappella Palatina, che ancora oggi conserva. IL LIBRO I borghi fuori le mura IL LIBRO DI FRANCO CHILLEMI EDITO DALLA CIOFALO. PER RACCONTARE LA STORIA URBANISTICA PELORITANA MESSINA. La Biblioteca Comunale “Tommaso Cannizzaro” di Messina, che assieme all’Archivio Storico mira a coinvolgere sempre più la città a partecipare nella prestigiosa sede del Palantonello ad eventi di spessore, ha dato ampio spazio alla presentazione di un bel volume di Franco Chillemi, edito dalla Libreria Ciofalo: “Messina. I borghi fuori le mura” (Messina 2013, pp. 197). L’autore ha già dato alle stampe diversi volumi sulla storia urbanistica e il patrimonio artistico di Messina, Milazzo ed altri luoghi della provincia peloritana, ma in quest’occasione dedica la sua attenzione, ampliando e approfondendo le precedenti ricerche, agli antichi borghi della città, quelli che, posti un tempo fuori dalla cerchia muraria e costituenti fino al 1908 la periferia cittadina, fanno oggi parte a tutti gli effetti della città. Può così scaturire dalla memoria di tempi trascorsi la ricostruzione, permeata di un pizzico di malinconia che Giovanni Molonia effettua, nella prefazione all’opera, sul borgo del Ringo, di cui segue i mutamenti sino agli anni Cinquanta, elencando di esso palazzi e botteghe, tradizioni e feste, che ci restituiscono un quadro dei luoghi assai diverso dall’odierno. Proprio questo è, in fondo, il leit-motiv del libro di Chillemi che, proseguendo sul versante della storia urbanistica, tende ad evidenziare le strutture urbane nella loro evoluzione: emerge la necessità, secondo l’autore, che prosegue d’altronde sulla linea già centonove pagina 27 evidenziata nel suo precedente volume dedicato al centro storico, di evidenziare con lo studio una struttura urbana complessa, ricostruendone i connotati nelle sue componenti storiche. Così, dopo una prima parte dedicata nel libro a notizie di carattere generale sui borghi, da Zaera a Portalegni, da Boccetta a San Leone e al Ringo, dal braccio di San Raineri alle contrade di Montepiselli, Castellaccio e Scoppo, con uno sguardo attento all’edilizia civile e ai luoghi di culto, nonché al patrimonio artistico; si passa all’esame del patrimonio architettonico degli stessi borghi “tra continuità e ricostruzione”; e si esaminano infine i materiali degli edifici distrutti. Si tratta di un lavoro attento e documentatissimo, con una bibliografia molto ampia e un corredo fotografico che arricchisce il volume e lo rende prezioso per chi voglia veramente conoscere come sia mutata nel tempo la città. F.I. 21 Marzo 2014 posterlibri LA RECENSIONE. Sbarca in città, al Circolo della Borsa, l’ex magistrato con la sua nuova fatica letteraria Antonio Bassarelli, il messinese In “tredici pretesti per tredici racconti”, l’autore ripercorre l’infanzia e la fanciullezza trascorse in riva allo Stretto, dalle passeggiate sul viale alla mentalità borghese. E alcuni amici speciali DI LUIGI FERLAZZO NATOLI Recensendo su questo giornale i racconti di Sara Bassarelli “In punta di mare” (Morgan Miller Edizioni) dicevo che i Bassarelli scrittori sono due, Antonio e Sara, fornendo così la prova che nel Dna di famiglia scorre la vena narrativa. Ed ecco che a distanza di pochi mesi ho la fortuna di leggere “Tredici pretesti per tredici racconti” (Nuova Ipsa Editore, pp.163, euro 14), la più recente produzione letteraria di Antonio Bassarelli, nato a Messina, magistrato dal 1959 e pensionato dal 2001, quando ha lasciato per limiti di età il Tribunale di Reggio Emilia. Il libro, tra l’altro, sarà presentato in città domenica 23 marzo, alle ore 18, al Circolo della Borsa (sarà presente l’editore). Il suo esordio letterario con La trovatura (edito da Rizzoli nel 1972) gli valse numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Pisa” e “Il Premio letterario Basilicata”, allora presieduto da Carlo Bo. Successivamente a distanza di circa trenta anni ecco la raccolta di racconti Di Elena e dell’ombra e un altro romanzo Per questi motivi. Adesso come dice Fabrizio Ottaviani - i Tredici pretesti per tredici racconti «conferma l’assoluta statura di Bassarelli come scrittore». E, se mi si consente, voglio condividere ciò che aggiunge lo stesso Ottaviani, e cioè che Antonio Bassarelli «potrebbe essere annoverato fra i maggiori scrittori italiani», perfettamente sulla scia di Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa e, aggiungerei io, Bufalino, «se solo gli ultimi kingmakers in circolazione (i Citati e gli Arbasino) si accorgessero di questo autore», sia pure tardivamente. Del resto basta il giudizio di Carlo Bo, quando apparve La trovatura: il LACERTI DI LETTURE romanzo è caratterizzato da «una rigorosa tessitura stilistica, al di fuori di mode avanguardistiche, ma anche fuori da cifre retoriche». Ciò detto, l’originalità degli attuali racconti sta a parer mio anche nell’avere svelato, per così dire, il gioco letterario che si cela dietro i suoi racconti, vale a dire i pretesti dai quali hanno preso le mosse. Come dichiara, infatti, lo stesso autore nella Prefazione «di certo il reperimento di siffatta genesi non è sempre semplice e non è mai indispensabile…» e «non v’è motivo diverso dalla spilorceria per non offrire la stessa possibilità di consolazione agli eventuali lettori». La Sicilia e i ricordi dell’infanzia trascorsa a Messina, gli amici, le passeggiate per il Viale San Martino, ma anche la mentalità dei nobili e dei borghesi messinesi, sono raccontati con ironia spesso sferzante. E non inganni il distacco dalle storie raccontate, in quanto Antonio Bassarelli guarda da lontano e con la lente dei ricordi, perché emerge alla fine il coinvolgimento totale con i problemi della gente del Sud e il profondo amore per la sua Messina. Non potendo dare conto di tutti i racconti vorrei additare all’attenzione dei lettori soprattutto “Amici miei”, in cui la crescita insieme ad amici speciali come il commissario Boris Giorgio Giuliano e il magistrato Antonino Scopelliti, uccisi rispettivamente dalla mafia siciliana e dalla ndrangheta calabrese, si conclude con una risposta ad altro amico non bene identificato che diceva all’autore: “ In confronto noi siamo stati fortunati”. “Fortunati in che senso, imbecille?...chiunque e dovunque tu sia”. E Antonio Bassarelli aggiunge: “Giorgio e Nino morirono in buona salute e vissero da immortali, perché non ebbero il tempo di pensare alla morte…Insomma, fortunati, niente! perché sono vecchio da tanto e loro non lo sono mai stati; perché la terra finale è meno afflittiva del freddo della vecchiezza…” In conclusione, oltre alla centralità della Sicilia con i suoi paradossi , fra tradimenti inaspettati e morti violente, c’è anche quella della vecchiaia incipiente, ma condita da tanta ironia come nel racconto del vecchio signore che, uscendo dal circolo, si fa accompagnare in carrozza e raccontando al cocchiere storie di LA CLASSIFICA IN BREVE MAGAZINE Ecco il nuovo Sicilia & Donna CATANIA. È in edicola Sicilia&Donna, il magazine diretto da Alessandra Bonaccorsi, della "Sicilia che piace". In questo numero, l'editoriale di Daniele Lo Porto "La primavera che verrà"; l'attrice Marianna De Martino svela i suoi prossimi progetti artistici: " Dopo Leonardo Pieraccioni, Hugh Grant". A Catania Giancarlo Gianni si racconta, durante il seminario alla Scuola di cinema, ricordando i suoi inizio in "Mimì metallurgico". A Siracusa l'associazione "Accoglie rete", salva i minori migranti. Modica, la città delle cento chiese. E ancora, cultura, enogastronomia, medicina e salute. “corna” scopre de visu che la integerrima moglie lo tradisce, o in quello dello zio che non sopporta i complimenti del nipote per il suo 78esimo compleanno : “E’ come se mi stessi dicendo complimenti per la bellissima bara! Stronzo!”. DI FELICE IRRERA Esce, in un’edizione filologicamente corretta, e con traduzione a fronte, questo libro di “cunti” (pubblicato postumo fra il 1634 e il 1636), forse il più bello dell’età barocca Giovan Battista Basile, Lo cunto de li cunti (a cura di Carolina Stromboli), voll. 1-2, pp. 1058, Salerno Editrice, € 98,00 Espinosa Michael Connelly 1Albert Braccialetti rossi - Salani 4 Il quinto testimone - Piemme Alan Friedman Clara Sánchez 2Ammazziamo il Gattorpardo - Rizzoli 5 Le cose che sai di me - Garzanti Andrea Vitali Serra 3Rizzoli Premiata ditta Sorelle Ficcadenti 6Michele Gli sdraiati - Feltrinelli www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Io mi batto! Il perbenismo dei mediocri critica la stravaganza del talento per tacere delle irraggiungibili qualità. “Spadacino! Scienziato! Musicista! Per non parlare dell’aspetto! Sapete come si veste! Bizzar-ro, eccessivo, stravagante, svanito, troppo esagerato!” Stare antipatico a chi? Ai mediocri? Ai codardi? E’ questo essere antipatici? Si deve andar fieri di non provocare alcun patos a certe categorie di uomini. “Mi piace non piacere. Adoro essere odiato. Si cammina meglio sotto il fuoco eccitante degli sguardi ostili! Che macchie piacevoli ti lasciano addosso il fiele degli invidiosi e la bava dei vi-gliacchi.” Innamorarsi è un processo di idealizzazione; di una donna o di un uomo è comunque innamorarsi di un’idea, di un sogno. “Apparteniamo a quella razza d’uomini che per amante si prendono un sogno soffiato nella bolla d’un nome.” La sublime tenera infinita sapida dolcezza di quei baci profondi bagnati dal pianto. “Siete passata dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto. Andate avanti, ancora un poco e vedrete: dalle lacrime al bacio non c’è che un brivido.” Spesso al tradimento dei vigliacchi si aggiunge la commiserazione di chi, vile, non si è mai compromesso e non ha prestato aiuto. “Non lo commiserate troppo: ha scelto di vivere senza compromessi, libero di fare e pensare ciò che vuole.” La trasgressione prevede lucido metodo e sobria applicazione. Niente debolezza, viltà o approssimazione. Per esser centonove pagina 28 trasgressivi bisogna esser seri. “E’ un guascone. I guasconi, quelli veri, sono pazzi con la testa a posto.” C’è chi rifiuta l’emozione della rinascita rifugiandosi in una placida e noiosa morte anticipata . “La mia tristezza sorride, lei che rifiuta l’aprile si lascia sedurre dall’autunno.” Non importa vincere quanto lottare per vincere. “Dite che è inutile resisterle? Lo so. Ma non si combatte solo per vincere ! So che alla fine l’avrete vinta voi, ma non mi importa, io mi batto!” La grazia e la tenerezza delle donne sono la simbiosi umana. “Signore belle, dateci da sognare, illuminate la morte con i vostri sorrisi.” E’ coi baci e non col sesso che si saggia l’infinito. “Un bacio? Un frammento d’eternità, un modo per scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima.” Lacerti tratti da: “Cirano di Bergerac” - 1897 Edmond Rostand posterrubriche NUOVE VISIONI PALERMO DI MARCO OLIVIERI MUSICA Il mondo cerebrale di Jonze PREMIO OSCAR 2014 per la migliore sceneggiatura originale, “Her”, scritto e diretto da Spike Jonze, conferma al meglio il mondo cerebrale e creativo del regista statunitense, già emerso nel celebre “Essere John Malkovich”. Per alcuni, come Christian Raimo sul blog di “Minima & Moralia”, la storia d’amore tra l’alienato Theodore (Joacquin Phoenix) e il sistema operativo Samantha, con la voce sensuale (premiata al Festival di Roma) di Scarlett Joahnsson - e nella versione italiana di Micaela Ramazzotti è solo funzionale a un film da culto per “fighetti quarantenni”, da consumare in mille dibattiti sui media. Tuttavia, anche se “Essere John Malkovich” si era avvalso della sceneggiatura del bravo Charlie Kaufman e qui la sua assenza a tratti si nota, il nuovo film di Spike Jonze non manca di fascino narrativo e originalità, pur tenendosi lontano dalla perfezione. Con un buon cast (da Amy Admas a Rooney Mara e Olivia Wilde) e la fotografia di Hoyte van Hoytema, si sviluppa una commedia amara che racconta un futuro prossimo fatto di tecnologia e tanta solitudine, al confine con i luoghi comuni ma senza troppe cadute. Certo, “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick rimane un modello insuperato. CATANIA Il cinema della paura CATANIA. Per la prima volta a Catania Dario Argento, protagonista del seminario "Il cinema della paura", L’appuntamento, previsto per sabato 28 e domenica 29 marzo, è organizzato dalla Scuola di cinema a Catania, nei locali del Centro studi laboratorio d'arte. Il regista sarà affiancato dall'"effettista" Pietro Tenoglio, che ha collaborato in decine di film. Si tratta del terzo seminario organizzato quest'anno da Alfredo Lo Piero, direttore artistico del Centro studi ed è in calendario dopo quello che ha visti protagonisti Giancarlo Giannini, Enzo G. Castellari e George Hilton, che hanno partecipato a quello dal tema “Western all'italiana”. 21 Marzo 2014 DI CESARE NATOLI Max Ionata all’Off Lina Prosa Lampedusa Beach Lo spettacolo di Lina Prosa in scena al teatro Biondo dal 21 marzo al 17 aprile DI PAOLO RANDAZZO Non ci vuole molto a capire che, se c’è un aspetto dell’attuale realtà mediterranea che merita d’esser raccontato, questo non può che essere l’imponente fenomeno migratorio che, dalle coste africane e mediorientali, sta toccando in questi anni le cose meridionali dell’Europa e quindi la Sicilia e le sue isole minori. Un fenomeno imponente, troppo spesso tragico, i cui effetti demografici sono già visibili e annunciano grandi cambiamenti sociali, politici e culturali. Disinteressarsi di un fenomeno del genere significa non aver voglia di capire come funziona il mondo e però tutto può esser l’arte tranne che indifferente al mondo. Da questo punto di vista, al contrario, Lina Prosa, drammaturga e regista palermitana ha sempre avuto vista lunga e sguardo profondo: la sua ricerca drammaturgica ha intersecato negli anni frontiere che riguardano i segmenti più vivi, mobili e fecondi della cultura contemporanea: le grandi migrazioni, il corpo, la diversità, la malattia. E la sua scrittura teatrale ha già avuto i riconoscimenti che si merita, ma in Francia, dove è stata accolta con una messa in scena, nella primavera scorsa, del DE GUSTIBUS testo “Lampedusa Beach” sulla scena parigina della Comédie Française e, sempre in que-sto teatro (che è il più autorevole di Francia), con la realizzazione scenica dell’intera “Trilogia del Naufragio” (oltre “Lampedusa Beach”, anche “Lampedusa Snow” e “Lampedusa Way”) presentata tra gennaio e febbraio appena trascorsi. Dal 21 marzo al 17 aprile, “Lampedusa Beach” sarà finalmente in scena anche da noi, al Teatro “Biondo” di Palermo, con un nuovo spettacolo firmato dalla drammaturga, anche in veste di regista, e con l’ interpretazione della giovane Elisa Lucarelli. Si tratta del racconto (in forma monologica) dell’esperienza terribile di una giovane migrante africana clandestina, Shauba, mentre af-fonda nel mare di fronte a Lampedusa: «Il tempo della discesa del suo corpo negli abissi del mare coincide col tempo della scrittura – spiega Lina Prosa –. La parola annegata di Shauba dà vita a un’odissea sott’acqua in cui la fine, l’arrivo al fondo, è un respiro lungo elevato a racconto. La visione finale di un mondo rivoltato, come un errore di frontiera, conse-gna a Shauba la sua Lampedusa Beach, dove trasforma la sua fi-ne in un evento rivoluzionario». SARANNO MAX IONATA e gli “Urban Fabula”, domenica 23 marzo 2014, i protagonisti del prossimo appuntamento con “Off in Jazz 2013/2014”, la rassegna curata da Mimmo Papa e Antonella Casuscelli. Max Ionata è considerato attualmente uno dei più importanti sassofonisti italiani. In pochi anni ha conquistato l'approvazione di critica e pubblico, riscuotendo sempre grandi successi. Ha suonato nei più importanti jazz club e jazz festival del mondo, e ha collaborato con grandi musicisti nazionali ed internazionali. Conduce un'intensa attività concertistica e discografica in Italia e all'estero, in particolare in Giappone, dove gode di una notevole fama artistica e dove ha stabilito consolidati rapporti professionali. Oltre a guidare diversi progetti a proprio nome, collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale. Suoneranno con lui, in questa unica data per la Sicilia, i musicisti del trio “Urban Fabula”: Seby Burgio al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria; vecchie conoscenze per i musicofili di “Off in Jazz . Il Trio è stato finalista al prestigioso “European Jazz Contest” e ha vinto numerosi premi in diversi concorsi nazionali ed internazionali. L’appuntamento, dunque, è per le ore 21,00 presso il Centro Multiculturale Officina di Via Croce Rossa 69. DI MASSIMO LANZA Benvenuto Brunello 2014 Continuando la panoramica su Benvenuto Brunello 2014 mi sembra doveroso segnalarvi la buona performance del Brunello di Montalcino Il Marroneto ‘09 piacevolissimo nei toni di frutta e liquirizia ben tenuti su dall’acidità mentre al naso è delicatamente speziato e balsamico. Ben fatto il Brunello ’09 La Poderina floreale e pepato al naso, persistente, ricco di tannini ancora scalpitanti e persistente all’assaggio. Piacevolissimo anche il Brunello ’09 Le Macioche aromatico e balsamico al naso, ricco di frutto e spezie alla beva, ampia e succosa. Di alto livello anche il Brunello VV ’09 Le Ragnaie, pulito e fitto al naso, avvolgente, caldo ma equilibratissimo al sorso, lungo e persistente. Anche Lisini ha presentato un gran bel Brunello ’09 fiori di campo, ribes, spezie, come la cannella, al naso arricchito da centonove pagina 29 una bella nuance minerale, fresco, sapido e di rara finezza al palato. Molto gradevole il millesimo ’09 di Madonna Nera, frutta di bosco a bacca nera al naso, spezie e legno nobile, mentre la beva denuncia un coerente ritorno del frutto e un finale di fresca e lunga persistenza. Belle note boisè al naso ben inserite in un contesto dove è il frutto a farla da padrone per il Brunello ’09 Piombaia ancora fremente di gioventù alla beva ma già ben profilato e persistente. Sempre molto elegante il Brunello Altero ’09 di Poggio Antico frutta rossa, melograno, agrumi e spezie al naso a far da controcanto ad una bocca complessa, balsamica e di bella lunghezza. All’altezza delle aspettative il Brunello ’09 Poggio di Sotto raffinato e complesso al naso dove si alternano piccoli frutti rossi, marasca, sorbo, spezie e un filo di mineralità fumè ad esaltare il tutto, mentre in bocca è gia ampio, maturo, fitto e di rara eleganza. Di piacevole beva il Brunello ’09 San Polo caldo di frutto, more e ciliegia, fragrante di spezie al naso mentre in bocca ha ciccia e freschezza acida. 21 Marzo 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI SERGIO BERTOLAMI DI ANDREA SMITH Per ricordare e parlare Personale Ata Al via le nomine IL MIUR ha dato il via alle immissioni in ruolo del personale ATA. Sono 3.730 le assunzioni a tempo indeterminato autorizzate ed avranno decorrenza giuridica dall’a.s. 2013/14 ed economica dal 1° settembre 2014. Le assunzioni riguardano tutti i profili ATA. In Sicilia sono stati destinati 270 posti, di cui 144 assistenti amministrativi, 93 assistenti tecnici, 31 collaboratori scolastici, 1 addetto all’azienda agraria e 1 infermiere. Purtroppo la dotazione non sarà interamente a disposizione dei precari perché dal contingente dovranno essere detratti i posti destinati al personale docente inidoneo alla propria funzione, ma idoneo ad altri compiti che ha presentato domanda per transitare nei ruoli ATA. Quindi, prima verrà dato corso alle assegnazioni per gli inidonei e solo successivamente alle nomine degli ATA, utilizzando esclusivamente le graduatorie vigenti nell’a.s. 2013/2014. Le operazioni dovranno essere effettuate con celerità perché il personale interessato dovrà poter presentare la domanda di mobilità secondo il vigente contratto sulla mobilità per ottenere la sede di titolarità dall’a.s. 2014/2015. Trattandosi di nomina con decorrenza dal 1° settembre 2013, per il personale nominato, attualmente in servizio con contratto a tempo determinato, il periodo di prova decorre dalla data di sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato. Ricorrendone i requisiti e le condizioni, è anche possibile stipulare, contratti in regime di part-time. Nell’operazione sono interessati anche i supplenti, perché la nota ministeriale precisa che le supplenze assegnate fino alla nomina dell’avente diritto devono essere trasformate in contratti annuali o fino al termine delle attività didattiche, in considerazione delle nomine in ruolo degli inidonei. ECOLOGIA&AMBIENTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Calma piatta Questa settimana non so che cosa scrivere. Penso che dipenda dagli stimoli che mi trasmette questa città, fervida ed eccitante. L'altra sera passeggiavo per il Viale San Martino e mi sembrava di essere nella Savana. Marciapiedi sporchi, negozi chiusi, nessun passante, mancavano solo i leoni e le tigri. Sarei voluto andare al Teatro, ma l'ho trovato chiuso, mi sono diretto al cinema ed era strapieno, e quindi sono andato a prendere un aperitivo da Doddis, ma non me l'hanno concesso, perchè ero a piedi e non avevo il Suv posteggiato in terza fila, gli ho detto timidamente, che potevo posteggiare una Vespa e mi hanno insultato e sputato in faccia, spiegandomi che i barboni non possono prendere l’aperitivo. Quindi sono andato in Piazza San Vincenzo, dove anche se ci sono le panchine vuote o con i pensionati seduti che filosofeggiano sui grandi interrogativi della vita c'è una salumeria con i tavolini sul marciapiede dove ti puoi bere un buon bicchiere di vino, e te lo danno solo se non hai il Suv! Il problema era che dopo l'aperitivo non sapevo cosa fare ed allora mi sono seduto anche io su una panchina ed ho cominciato anch'io a sparare cazzate! Sembravo Kant! Il vino rosso stava facendo effetto ed ero felice. Tutt'intorno c'era silenzio, i negozi chiudevano, le persone tornavano a casa ed io sono rimasto seduto sulla panchina a pensare tutta la notte. L'indomani ho preso la macchina e mi sono messo in fila. Questo è uno dei modi più comuni del cittadino messinese di passare le giornate. Partire dall'Annunziata, arrivare a Villa Dante, fermarsi, comprare la focaccia,e tornare a casa felice. In confronto a Las Vegas sono dei dilettanti! Lo so che sto scrivendo idiozie e proprio questo che questa città mi trasmette. Ma si puo' vivere in questo modo!!! Senza un concerto, senza una mostra, una conferenza, uno sciopero, una volta, ogni tanto, arrivava una scossa di terremoto, che provocava una scossa di adrenalina, adesso, per fortuna, neanche quello. L'unica trasgessione che abbiamo è, la focaccia con l'acciuga o senza o l'arancino al sugo oppure al burro, non parliamo poi del pitone al forno o fritto , altrimenti rischiamo di cadere nel fetish o nel bondage. Troppo avanti, troppo in là, oltre l'orizzonte! Concittadini calmatevi, non divertitevi troppo, volate basso, altrimenti rischiate di morire dalla felicità, la salute è importante! Buonanotte! Gli editori? «Tipografi lungimiranti e intellettuali sofisticati, utopisti e sognatori, filantropi e manager, apostoli della cultura di massa e visionari seguaci di ideali d’avanguardia». Experiences è un po’ di tutto questo. Ha il progetto di contribuire a diffondere idee e cultura. Per tale ragione ha pubblicato “Venti farfalle e una nuova primavera” di Teresa Lazzaro, perché è un libro che cammina e scuote le coscienze. Nel giardino di rose bianche della scuola di Bullenhuser Damm (Amburgo) è scritto: “Qui sosta in silenzio, ma quando ti allontani parla”. Nel cantinato dell’istituto, il 20 aprile 1945, venti bambini ebrei provenienti da vari paesi d’Europa furono uccisi spietatamente. Sergio De Simone era italiano. Insieme agli altri fu ingannato ed usato come cavia in esperimenti contro la tubercolosi. All’arrivo delle truppe angloamericane, i bambini furono impiccati e i loro corpi trasportati col vagone postale a Neuengamme, per farne sparire ogni traccia nel forno crematorio. Teresa, cattolica praticante, insegna ai suoi piccoli allievi a guardare il mondo. Aderendo alle indicazioni della conferenza di Stoccolma del 2000 contribuisce «a promuovere l’istruzione, la memoria e la ricerca sull’Olocausto». L’idea di comporre il libro è sorta a marzo dello scorso anno quando è stata invitata a Uppsala in Svezia, per testimoniare la propria esperienza d’insegnamento della Shoah. Ora il suo libro esiste e nel 2015 sarà ad Amburgo, anche in inglese, per la ricorrenza del 70° anniversario. Mentre le colorate farfalle dei suoi piccoli ometti sono già esposte nel museo della memoria. [email protected] DI ANNA GIORDANO Il gioco delle parti Falchi di palude, a decine, nel mezzo sparvieri, gheppi, grillai, albanelle minori, pallide, reali, nibbi bruni, cicogne bianche e nere, e il pensiero va a quelle dannate carte che se dovessi leggerle tutte e scrivere ciò che trovo, non basterebbe un mese non stop. L’Etna erutta, i falchi ci passano davanti, lo sfondo di neve e di fumo, di lava invisibile nella luce diurna. Uno spettacolo che vale una vita intera di battaglie contro tutti coloro che con fucili o turbine eoliche, ne vogliono ancora oggi la morte. Il pensiero, tra un falco e l’altro, va alla vicenda discariche, piano dei rifiuti, risposte, diffide, esposti, carte che si mischiano e confondono tutto. Settimane di lavoro, ore e ore al pc, inorridendo tutti di fronte a palesi anomalie (eufemismo) e voci che si inseguono nei corridoi dei palazzi, per le quali i pazzi siamo noi. L’italiano non è un’opinione, le carte raccontano, e se volere il rispetto delle leggi è sintomo di pazzia, beh, allora siamo veramente pazzi. Passa una splendida albanella reale maschio, un piumaggio spettacolare, perfetto, un volo alle spalle di migliaia di km e chissà quanti ne deve fare ancora, prima di arrivare alla meta. Un’altra esplosione del vulcano che rende questi paesaggi ancora più affascinanti, fiumi di falchi, aquile minori una dopo l’altra, stupende, nel loro variegato esprimersi, in fase chiara, scura o intermedia, per i profani e non solo, non sempre facili da riconoscere. Mi informano che per alcuni, con il nostro opporci alla discarica in Zps, facciamo un favore alla mafia. In questa terra dove, come dice Alfio Caruso in un suo bellissimo libro, la massoneria porta al guinzaglio la mafia, si arriva anche a questo. A dire che chi chiede il semplice rispetto delle centonove pagina 30 leggi, fa un favore alla mafia. Voci di corridoio, ma spesso, seppur passino di bocca in bocca, da qualche parte sono state dette e mette tristezza. Già, una discarica taciuta, si ostinano a dire che è un biostabilizzatore, non una discarica, peccato che in tutti i documenti, nessuno escluso, la parola “discarica RU” sia scritta nero su bianco. Nei decreti Aia, nello studio di impatto ambientale, nel bando di gara, in ogni elaborato. Chissà chi è veramente pazzo, noi di sicuro nel perseverare, quasi sempre inascoltati, nel rispetto di leggi e procedure. Gli altri, in quel senso di impunità che aleggia e si consolida, nonostante l’egregio lavoro della magistratura che fa quel che può, indaga quanto può e riporta ai cittadini onesti, la speranza che giustizia esista, nonostante tanto e tanti. Guardo i falchi mentre passano su questi monti, ignari delle fatiche disumane di tutti noi, per consentire loro di non morire per mano umana, qualunque sia la forma assassina con la quale si manifesta. postercommenti 21 Marzo 2014 IL COMMENTO Le Valchirie di Montecitorio e un seggio sicuro DI GIOVANNI FRAZZICA L'autoreferenzialità, usata per bollare gli avversari nelle correnti dispute politiche, rappresenta sicuramente un problema per chi vorrebbe un mondo politicamente corretto, ed in egual misura diventa una difficoltà il bisogno per taluni di inventarsi degli "schemini" con cui meglio rapportarsi alla realtà della cosiddetta gente comune, per entrare nelle grazie dell'opinione pubblica. Si tratta di due concetti spesso correlati, perché capita che certi personaggi più sono autoreferenziali, tanto più sembrano essere prigionieri di luoghi comuni che evocano puntualmente nei loro, discorsi apparentemente inutili, argomentati con idee guida semplici, fondate frequentemente su un apparente canovaccio ambientalista. Fanno leva sull’istintivo ribellismo popolare, esaltato dalla crisi economica, che eccita la voglia di dire no a tutto ciò che comporta spesa pubblica e che, a torto o a ragione, minaccia di danneggiare la salute e l’ambiente e inneggiano, indiscriminatamente, a tutto ciò che appare come nuovo, al cambiamento ed all’imitazione di ciò che è stato fatto altrove (Isole pedonali). Spesso agli enunciati non fanno seguito robusti ragionamenti, ma chi si contrappone alle direttive che partono da chi conduce questi giochi, viene travolto da autentiche ondate di linciaggio mediatico, come chi ad esempio è favorevole alla Tav in Val di Susa. Talvolta, dietro certe apparenti banalità, si addensano interessi economici o 150 PAROLE DA PALERMO L’intrusa DI MARIA D’ASARO Chiunque abbia familiarità con la Settimana Enigmistica conosce “cerca l’intruso”, che consiste nel trovare l’elemento spurio in un insieme di cose affini. A Palermo, se una donna entra in un negozio di ferramenta per duplicare una chiave o in un magazzino di ceramiche per comprare mattoni, è un’intrusa. Come tale attira gli sguardi curiosi, talora un po’ insistenti o comunque di compassione bonaria, di gestori e avventori, tutti di genere maschile. E allora l’acquirente vorrebbe divenire invisibile, trovare all’istante le mattonelle e tornare a casa, tra i libri, i fornelli e il lavoro a maglia, al riparo da sguardi indiscreti. Un appello allora per una effettiva uguaglianza: sebbene il comico Paolo Migone dica che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, entrambi hanno comunque diritto a essere trattati come normali esseri umani, sia che si trovino in un “maschile” negozio di ferramenta che in una “femminile” profumeria. politici che si appalesano solo quando l’idea, passata come spontanea, prende corpo nel tessuto sociale. Queste modalità, inserite nel dibattito quotidiano che si consuma sui media e che vengono censurate solo quando per le bestialità di qualche conduttore raggiungono picchi di intollerabilità (Siracusa è un paesino sperduto del sud), in realtà, anche quando per così dire si svolgono normalmente, producono comunque danno. Sottraggono tempo e spazio al buon senso ed al ragionamento che, grazie ad una corretta interlocuzione con i media, potrebbe in alcuni casi aiutare a trovare il comune sentire del Paese. Ciò varrebbe per la Legge elettorale. Liquidata da tutti con sconcertante superficialità la questione della preferenza perché Lui (Berlusconi) non la vuole, Renzi ha introdotto, come surrogato della libertà di scelta del candidato, le liste corte. Per i partiti che raggiungono il quoziente, Liste corte significa che è certo solo il capolista. A questo punto è partita la cavalcata delle Valchirie, delle parlamentari che hanno capito che per essere riconfermate con la nuova legge devono essere in cima alla lista bloccata. Il discorso si complica ulteriormente perché, oltre alle donne di Montecitorio si devono garantire, nell’ambito degli stessi numeri, anche quelle di Palazzo Madama, stante la preannunciata chiusura del Senato. Giorni in cui dietro una facciata di perbenismo si tenta di praticare il baratto più osceno e si rischia di avere sin da ora, in via ufficiosa s’intende, l’elenco dei nomi dei futuri parlamentari. Il buon senso vorrebbe che si reintroducesse la preferenza, ma trentacinque eroici e ben pasciuti parlamentari hanno fatto la differenza ed alla Camera hanno impedito che fosse il popolo sovrano a scegliere il proprio rappresentante. Invocare il ripristino della sovranità popolare che passa anche attraverso la reintroduzione del voto di preferenza significa uscire dal luogo comune, venire catalogati come nostalgici e antiRenzi. Pronti per la rottamazione, cioè l’equivalente della scomunica del terzo millennio. ANIMAL HOUSE ELIODORO Il nuovo centrodestra riparte da Catania CATANIA - I sondaggi lo danno al 5%, ma per il suo fondatore è al 15%. Una differenza non da poco alla vigilia di una tornata di elezioni amministrative e di quelle per il Parlamento europeo. Angelino Alfano, uno dei fondatori del partito che vorrebbe essere la nuova balena bianca, ma rischia di essere poco più di un tonno, tenta il rilancio da Catania, città del suo colonnello, Giuseppe Castiglione, che, mentre il ministro dell'interno flirta con Renzi, finge, pudicamente, di resistere alle avances di Crocetta. Gli odiati forzisti, intanto, si organizzano per schiacciare gli ormai ex parenti serpenti, con i quali litigano anche sul così detto "voto utile" e sugli "inutili idioti". ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE A tutta birra I lavoratori della ex Triscele sono abituati a lottare. Sedici di loro hanno fondato la cooperativa “Birrificio Messina” che in questi giorni ha vinto un'altra battaglia, questa volta contro la burocrazia regionale, per raggiungere l'obiettivo finale: fare rinascere la tradizione birraia messinese che rischiava di scomparire dopo la chiusura dell'azienda. Adesso, con la consegna dei due capannoni dell'area industriale di Larderia, è cominciata la fase più concreta e operativa del progetto. Sembra quasi un miracolo che da una situazione di grave crisi, senza apparenti segnali positivi, sia emersa la volontà di ripartire e continuare. Tutto merito dei lavoratori che in questi mesi, anziché piangere e disperarsi, hanno saputo lottare con determinazione e intelligenza, per guardare al futuro con speranza e con occhi diversi da chi, troppo spesso, in questa città, ha ridotto ogni problema a pura protesta e sterile lamentazione. L'ostacolo forse più grande che questi lavoratori devono infatti superare è, soprattutto, la mentalità disfattista e rinunciataria, molto diffusa in questa città. Comunque, alcuni segnali emersi in questi mesi fanno comprendere che non pochi messinesi hanno a cuore il futuro di “Birrificio Messina”, non solo per il senso di solidarietà che scatta spontaneamente nei confronti di chi ha perso il lavoro, ma anche per il forte attaccamento che l'intera città ha verso la tradizione birraia locale. Ed è proprio su questo elemento identitario che dovranno fare leva, con saggezza ed equilibrio, i lavoratori associati in cooperativa. Nei prossimi mesi “Birrificio Messina” dovrà affrontare, infatti, problemi legati non solo alla produzione del prodotto, ma soprattutto alla sua commercializzazione che, per avere il successo che merita, dovrà attraversare lo Stretto e raggiungere le città più lontane, senza fermarsi alla simpatia dei nativi messinesi. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Emergenza orsi polari Il rischio di estinzione si sta tramutando, di anno in anno, in una vera e propria emergenza per gli orsi polari. Il Wwf sta intensificando gli sforzi volti a salvare dalla sparizione una creatura divenuta un simbolo amato, popolare e riconoscibile in ogni angolo del mondo. L'ultima iniziativa è la campagna lanciata sul Web per la salvaguardia della specie e del suo habitat, a cui chiunque può partecipare cliccando la pagina wwf.it/orsobianco. Come sempre, sono le storture del genere umano il vero problema. L’uomo produce inquinamento. L’inquinamento provoca l’effetto serra. L’effetto serra causa l’aumento delle temperature medie. Le variazioni climatiche hanno un impatto devastante sulle abitudini degli esemplari: i ghiacci si stanno letteralmente fondendo sotto le loro zampe, costringendoli a percorrere parecchi chilometri in cerca di cibo, centonove pagina 31 anche a nuoto. Percorsi così lunghi da farli arrivare tanto stremati per la fame e la fatica da comprometterne la sopravvivenza. Pure la pesca e la presenza dell'industrie del petrolio incidono negativamente sulla cura dell'ecosistema artico. Non si può non chiedere un esame di coscienza all’uomo, il principale artefice dei cambiamenti climatici, del massiccio inquinamento, della distruzione degli habitat. Non possono non essere messi sotto accusa, ancora una volta, l’egoismo e la scarsa attenzione degli uomini verso tutto ciò che li circonda. Eppure agli uomini, gli unici in grado di rimediare ai propri errori, il Wwf si rivolge per un aiuto che dia la possibilità di sviluppare strategie per la difesa e la conservazione degli orsi polari, sperando che ci sia una risposta abbastanza veloce, dal momento che fino ad oggi la razza umana ha, purtroppo, sempre confermato di essere molto abile a distruggere rapidamente ma poco capace di risolvere altrettanto celermente.
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