11_LaRassegna_20_marzo_2014

la Rassegna
Economico
CONOMICO e
E Finanziario
INANZIARIO
SETTIMANALE
ettimanale e
Numero 11 - 20 marzo 2014 - Anno 70 - Euro 0,90
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353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
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27/02/2004
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1, DCB
Bergamo
Imprese femminili
nella Bergamasca,
in dieci anni cresciute
di 3mila unità
Ascom, grazie
alle delegazioni
servizi e assistenza
più vicini alle imprese
► a pagina
[
Spending review
]
Zapperi
E
segue a pagina
L'aumento del prelievo
Lo shopping rappresenta un’esperienza memorabile
che accompagna ogni viaggio ed un’occasione unica
per rivitalizzare i centri storici, eppure in pochi ne hanno colto le potenzialità fornendo tour e pacchetti turistici dedicati. Rodolfo Baggio, docente del Master in
Economia del Turismo dell’Università Bocconi di Milano e presidente di IfittItaly ha presentato a Bergamo
un progetto europeo di valorizzazione dello shopping
come fattore strategico per il turismo urbano. «È un forte strumento di destagionalizzazione e ad avere grandi
9 770393 750004
13
È giovane ed ha obiettivi ambiziosi il nuovo Direttivo delle “Botteghe di Borgo Palazzo”. «Ci siamo
messi in gioco – racconta il neopresidente Roberto
Marchesi, 34 anni - perché non volevamo andasse
disperso quanto di positivo è stato fatto sino ad ora e
salvaguardare l’unità. Ciò che vogliamo fare è valorizzare ogni zona a seconda delle sue caratteristiche.
Per la parte definita borgo storico – annuncia -, in
particolare, stiamo valutando la possibilità di dare
vita ad un distretto del commercio. Stiamo cercando
di capire come realizzarlo, in base anche alle indicazioni della Regione. Potrebbe essere un’aggregazione con altri borghi storici della città». La richiesta
all’amministrazione futura? «Un restyling completo
che renda la via a misura d’uomo e di commercio.
Oggi siamo assediati da un traffico che crea solo confusione e disagi per chi abita e che non porta vantaggi
nemmeno ai negozi».
]
ravaschio
aumento, sembra da maggio, dal 20%
al 26% delle imposte su tutte le rendite
finanziarie (interessi, cedole, dividendi,
capital gain…), esclusi i titoli di Stato, che resteranno al 12,5%, dovrebbe portare allo Stato, secondo il governo, 2,5 miliardi di euro, in pratica
un quarto dei 10 miliardi destinati alla riduzione
delle tasse a una ristretta fascia di contribuenti.
Non un vero taglio, quindi, quanto un rimescolamento: un prendere dalle tasche di qualcuno per
metterle in quelle di qualcun altro. A volte anche
la stessa persona.
I mille euro in più in busta paga, se ci si può rifare all’annuncio del governo, arriveranno attraverso una detrazione Irpef sul lavoro dipendente e riguarderà alla fine solo i contribuenti che
dichiarano un reddito inferiore ai 25 mila euro.
Nessun beneficio quindi per gli incapienti, cioè
quelli che dichiarano meno di 8 mila euro l’anno
e pertanto già non pagano l’Irpef.
Le maggiori imposte sulle rendite finanziarie
sono teoricamente la parte più “sicura” della
copertura di 10 miliardi necessaria per tagliare
segue a pagina
3
potenzialità inespresse sono soprattutto le città di media
grandezza – racconta nella nostra intervista -. Il problema è che manca una vera e propria offerta dedicata, per
non parlare dei servizi annessi e connessi, dai personal shopper ad itinerari guidati ad hoc». «I negozi sono
espressione del territorio. Continuano tutti a parlare di
turismo culturale, ma il turista non vive rinchiuso nei
musei. Bisogna indirizzarlo. È anche necessario cambiare mentalità, ritoccando gli orari di apertura, specialmente nei fine settimana»
a pagina 9
Il nuovo Direttivo dell’associazione al lavoro
anche su questa idea. Marchesi:
«Potrebbe essere un’aggregazione
con altri borghi storici della città»
3
L'
40011
► a pagina
Borgo palazzo, le “Botteghe”
ora pensano al distretto
Rendite finanziarie,
tutti i dubbi
sulla nuova tassazione
di stefano
7
Intervista all’esperto Rodolfo Baggio: «È un forte strumento di destagionalizzazione.
Grandi potenzialità nelle città di media grandezza, ma ancora inespresse»
se invece la chiusura del commissariato
di Polizia di Treviglio fosse una decisione
giusta? Sia lecito, nel mare di petizioni,
cortei di protesta e comunicati carichi di sdegno, avanzare sommessamente qualche dubbio.
Consapevoli, certo, che il tema va maneggiato
con estrema cura, poiché chiama in causa un
bene fondamentale per la convivenza civile qual
è quello della sicurezza. Ma altrettanto persuasi
che sia necessario andare al cuore della questione, evitando di farsi intrappolare dal populismo facile dei politici che si svegliano a babbo
morto da un lato e dall’emotività pur comprensibile dei cittadini.
Il dato da cui bisogna partire è che in questo
benedetto paese l’ultradecennale stagione degli
sprechi di risorse pubbliche è finita. Ed è finita,
diciamolo forte, per la terribile crisi economica
che ci ha ridotti in mutande, non certo per l’acquisita consapevolezza generale che uno Stato
non si governa all’insegna del “laissez faire,
laisser passer”. E’ iniziata un’altra era, quella
dei sacrifici, della spesa oculata, dell’attenzione
[
► a pagina
Shopping, «una risorsa per il turismo tutta da scoprire»
Treviglio, i buoni
motivi per chiudere
il commissariato
di cesare
10
Artigiani
sempre più digitali,
potenziata la formazione
sulle nuove tecnologie
► alle pagine 4 e 5
IL poLemIco
di Marco
«S
Losma (Piccola
Industria): «La crescita
delle pmi deve essere
nelle dimensioni
ma anche nei valori,
nelle competenze,
nell'impegno
e nelle conoscenze»
a pagina
6
ciMMino
Il sabato cittadino
in uno stato di "spolizia"
iamo in uno stato di polizia!» berciava il tale,
per raccattare due voti.
Finiremo con l’essere uno stato di
polizia…”, replicava quell’altro, per
far capire ai suoi che eravamo messi
male davvero. Mi sarebbe piaciuto
esserci, ogni tanto, in quelle accesissime dispute televisive: con quei
tacchinoni dai bargigli incendiati che si arrabattano a dimostrare
quanto sono bravi. E, invece, sono
Piccole imprese,
la salvezza
arriva
dall’export
Da oltre 45 anni al servizio dei nostri clienti
ignoranti come un somaro et ultra.
Avrei domandato loro, con la mia vocina più flautata, con la boccuccia a
cuore: “Scusate, ma lo sapete cos’è
uno stato di polizia?”. Perché uno
stato di polizia non è mica un posto
dove comanda la pubblica sicurezza:
un governo latinoamericano anni
Settanta, con sgherri dalle ascelle
sudate e dal baffo stillante tequila.
è semplicemente un sinonimo di governo dei principi illuminati, in cui
segue a pagina
2
tavolame, tranciati,
pannelli e pavimenti
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20 marzo 2014
Il polemIco
PUNTI DI VISTA
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Il sabato cittadino
in uno stato di "spolizia"
Franco
Frigeri
di di
Franco
Frigeri
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PUNTI DI VISTA
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PUNTI DI VISTA
una forma di diritto naturale (Jus Politiae) temperi
l’assolutismo. Insomma, magari si stava perfino meglio in uno stato di polizia settecentesco che oggi.
Oggi, invece, siamo in uno stato di spolizia. Nel senso
proprio della pubblica sicurezza, intendiamoci: perché di principi in giro, per fortuna, non ce n’è più, a
parte quelli che si guadagnano la pagnotta facendo i
ballerini in tv. E anche, di illuminati, veri o presunti,
purtroppo, c’è autentica penuria: ciarlatani quanti ne
vuoi, venditori di materassi a pacchi, ma illuministi
illuminati nix. Dicevo: uno stato di spolizia. Intendo
uno stato in cui la polizia, e segnatamente quella che
si autodefinisce “locale”, è una specie di lemure inafferrabile: buona a spaventare i bambini, ma spesso
insufficiente ad intimidire i malintenzionati. Si tranquillizzi il capo della polizia locale, che altre volte
non ha gradito i miei articoletti: non intendo montare
una campagna antighisa. Non starò qui a ricordare i
venditori abusivi in via XX settembre, che offrono alla
gente piumini taroccati e borsette false, sotto gli occhi
dei due solerti agenti, che stazionano in permanenza
dove non servono a nulla. Nemmeno rammenterò la
sagacia con cui vengono appioppate le contravvenzioni per divieto di sosta da vigili che hanno parcheggiato, a loro volta, in divieto: ne ho già parlato e, obbiettivamente, sembrerebbe un accanimento. Non voglio
nemmeno fare della facile ironia sul fatto che, ogni
volta che capita un ingorgo coi controfiocchi, scopri
che, a dirigere il traffico, al posto del semaforo, è
stato messo un vigile urbano, che ha definitivamente
incasinato la circolazione. Ci mancherebbe: una volta basta ed avanza. Vorrei solo citare tre casi, che mi
hanno colpito recentemente, perché mi sono capitati
in un lasso di tempo molto breve: a volte, bisogna credere ai segni del destino. Caso numero uno: stavo per
attraversare in Porta Nuova, sabato scorso, in compagnia di un mio amico che mi faceva una testa così sui
vigili, sul fatto che li paghiamo noi e su quello che, se
denunci loro qualcosa, ti rispondono con sufficienza
e ti dicono invariabilmente: “Lei non si preoccupi!”.
Io cercavo di difendere l’istituzione ed argomentavo
faticosamente a favore dei prodi difensori dell’ordine,
quando due ragazzotti, vestiti come in un film sulla
droga nel Bronx, porconando all’indirizzo del mondo,
hanno attraversato bel belli, col semaforo rosso, proprio sotto gli occhi dell’agente motociclista (appiedato), messo lì a controllare il rispetto del codice. Questo
non se li è filati di striscio: neanche fossero stati trasparenti, ha continuato a guardare un punto dell’uni-
verso visibile a lui solo, dietro le spesse lenti verdi dei
Ray-Ban. Caso numero due: Borgo Santa Caterina,
qualche giorno fa. Auto, come sempre, in doppia fila
e, talvolta, in tripla. Un’auto era parcheggiata in curva: non negli spazi blu o un po’ messa male, proprio
in curva in curva. Da una parte, le auto, tra cui una
macchina della polizia locale e, dall’altra, l’autobus.
Ovviamente, grazie a quel cafone che aveva parcheggiato il suo carro in maniera tanto oscena, si è formata
subito un bel po’ di coda, smaltita dalla pazienza della
gente e dalla perizia del conducente del bus. Pensate
che gli agenti si siano fermati per dare un multone al
parcheggiatore idiota? Nemmeno per sogno: altri altissimi compiti dovevano attenderli, perché se ne sono
andati via all’inglese. Misteri della vigilanza! Caso
numero tre. Di nuovo sabato pomeriggio, giorno in
cui, evidentemente, le maestranze della polizia locale ricevono particolari direttive, che li rendono delle
mammolette arcicomprensive, a differenza dei giorni
infrasettimanali: Piazza Pontida, ore diciassette. La
gente passeggia, mercè la bella giornata: molti parcheggiano dove non dovrebbero, essendoci una bella
ztl, ma che volete che sia? E’ primavera: zefiro torna
eccetera eccetera. C’è la solita fiat Bravo bianca e
verde. Arriva in divietissimo una X5, con targa bulgara: difficile pensare che sia un residente dotato di permesso. La faccia del conducente rafforza l’ipotesi che
non sia nato precisamente all’ombra del Campanone:
una specie di orango, una via di mezzo tra Maradona
e KingKong. Il fatto è che questo simpaticissimo straniero in visita, avendo evidentemente capito che, in
Italia, uno può farsi impunemente i cavolacci suoi,
oltre ad imboccare via Broseta a zigzag cercando un
improbabile parcheggio, tentava, al contempo, di telefonare, esibendo un cellulare delle dimensioni di una
piastrella di cesso, che rendeva ancor più ondivaga
la sua già precaria traiettoria. “Ci siamo!” mi sono
detto: “Lampeggiante, sirena, e il buzzurro verrà debitamente rispedito sulle rive del Danubio a calci nel
preterito!”. Da Starsky e Hutch, viceversa, nemmeno
un plissé. Adesso voglio fare un esperimento: siccome possiedo anch’io una bella BMW, voglio provare a
passare in una ztl (magari non in quella in cui abito:
sarebbe troppo facile…) andando a viole col telefonino all’orecchio, sotto gli occhi di qualche vigile.
Giuro che, se mi ferma, scrivo un articolo in cui mi
lamento della polizia locale: comandante o non comandante…
PUNTI DI VISTA
PUNTI DI VISTA
dalla prima pagina
 I rischi
dell'Unione europea
Nell’anno in corso l’Ue dovrà affrontare passaggi delicatissimi: le elezioni per
il Parlamento, la formazione di una nuova Commissione, la definizione del nuovo sistema di accordi contrattuali che dovrebbero incentivare ma anche facilitare l’agenda delle riforme nei vari Paesi, soprattutto periferici. La pressione sui
partiti pro-Ue, sia a livello nazionale sia a livello europeo è già fortissima dato
l’assedio delle vecchie e nuove formazioni euro-scettiche. Sul piano simbolico
ed emotivo è difficile contrastare le immagini sanguigne e aggressive che sono
usate per aizzare l’antieuropeismo. E’ chiaro che la metafora della “comunità di
vicini” non esercita grande richiamo per quei segmenti di elettorato già molto
risentiti contro la Ue. Ma potrà servire per dare una prospettiva “di giustizia” a
quegli elettori pro-europei che ascoltano le invettive euroscettiche e non sanno
bene come reagire.
Il grosso rischio è infatti che gli elettori pro-europei non siano consapevoli della
posta in gioco, non vadano a votare e lascino il campo a chi vuole disfare l’Uem.
L’obiettivo prioritario per i partiti pro-europei deve essere il contenimento: far si
che la diga di sostegno popolare non smotti ed evitare che nel prossimo Parlamento le formazioni euro scettiche si rafforzino fino a diventare un potere di veto.
Il sistema Ue (m) è malato. Essere pragmatici e realistici non significa pensare
che “tanto prima o poi le cose si aggiusteranno da sole”. Per aggiustare le cose
serve moltissimo “lavoro”, sia intellettuale sia politico. Auguriamoci che le élite
dei Paesi europei siano all’altezza della loro chiamata storica.
 Gli strumenti
per agganciare la ripresa
Grande è l’attenzione sui modi di “agganciare” la ripresa economica sul piano
delle politiche o del quadro normativo e fiscale. Un loro primo esame ci induce
però a pensare che non sono soltanto responsabilità dello Stato e della politica.
Entrano in gioco anche precisi fattori culturali, inerenti alla propensione al
rischio, alle scelte di investimento, alle prospettive di vita. Da questo punto di
vista la demografia gioca contro di noi: in modo quasi naturale la propensione
a investire e a intraprendere, e la capacità di innovare, si riducono al crescere
dell’età e questo può risultare preoccupante in un Paese in cui la percentuale
dei giovani continua a diminuire.
Altrettanto importanti sono gli orientamenti culturali di fondo rispetto a ciò a
cui una società dà valore e promuove, anche attraverso le leggi che si dà. Ormai
da tempo nell’immaginario collettivo finanza e speculazione hanno sostituito
industria e manifattura come fonti per acquisire ricchezza e potere. Lo stesso accade nelle scelte di destinazione del risparmio: gli impieghi speculativi,
anche grazie al moltiplicarsi degli strumenti finanziari e alle prospettive di
redditività che promettono, soppiantano man mano quelli legati all’economia
reale e al mondo produttivo.
Tocchiamo qui uno dei più profondi conflitti della nostra società: quello tra
coloro che guadagnano producendo (lavoratori e imprenditori) e coloro che
guadagnano perché godono di una qualche forma di rendita. Intervenire su
queste dinamiche è un problema politico, ma la sua soluzione richiede anche
che nella società maturi il consenso a sostegno delle riforme.
Serve grande forza politica per poter avere la libertà (dai poteri precostituiti e
dagli interessi di parte) necessaria a liberalizzare il sistema.
 La deriva tecnologica
E’ molto diffusa l’illusione che mediante i numeri possiamo trovare la soluzione di problemi altrimenti indisponibile, che sia possibile mettere a confronto
situazioni diverse mediante un indice statistico. Ma la validità di simili indici
dipende dalla loro accuratezza e adeguatezza, dalla quantità di informazioni
che riescono a riassumere (senza perderle) e dall’uniformità di tali informazioni. Altrimenti i numeri possono essere più fuorvianti dai giudizi qualitativi
degli esperti.
La deriva tecnologica della ricerca finisce per sostituire il giudizio degli esperti
competenti come strumenti “oggettivi”, utilizzabili anche da burocrati o osservatori esterni, per definizione incompetenti: un paradosso analogo a quello per
cui le decisioni politiche vengono progressivamente sottratte all’ambito propriamente politico, a favore di chi sa denunciare la “corruzione” della politica.
In entrambi i casi, chi valuta la denuncia è al di fuori dell’arena, ma non è
privo di interessi propri, se non altro quello della propria conservazione e promozione.
Così i media e i burocrati hanno interesse a invocare la “purezza” delle procedure contro le istituzioni politiche, sanitarie o accademiche, nelle quali peraltro
si ritagliano ampi spazi di sopravvivenza.
Si giunge a eleganti prese in giro come l’idea che un governo sia “tecnico”: più
che quantificarne il lavoro, per definizione politico, l’aggettivo indica piuttosto
il tentativo di attribuirsi la paternità del governo da parte di chi non ha questo
ruolo. Rimane il problema di come garantire un equilibrio tra l’esigenza di
trasparenza delle istituzioni e la qualità del lavoro svolto dagli esperti senza
sacrificare né l’una né l’altra.
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Presidente: Ivan Rodeschini
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la Rassegna
20 marzo 2014
3
COMMENTI
Spending review
Treviglio, i buoni motivi
per chiudere il commissariato
dalla prima pagina
rigorosa al rapporto costo-benefici. La si è voluta chiamare, per italico servilismo, “spending review”, ma
questo significa. Giù per li rami, comporta tagli, razionalizzazioni, risparmi. Dovunque, anche nei settori più
delicati quale indubitabilmente è quello della gestione
dell’ordine pubblico e della sicurezza.
Uno dei nodi mai sciolti, pur se in passato aveva anche
nobili ragioni a suo sostegno, è la convivenza tra Arma
dei carabinieri e Polizia di Stato. Al cittadino sfugge
dove stia la differenza tra gli uni e gli altri. All’addetto
ai lavori sul versante della comunicazione è risultato
evidente più volte come si tenda ad andare avanti ciascuno per proprio conto. E così abbiamo visto indagare
sui medesimi fatti, magari inseguendo la stessa pista,
sia poliziotti e carabinieri, con evidente spreco di risorse e di uomini. Quanti servizi non coordinati e, spiace
dirlo, quante piccole gelosie e invidie che talvolta hanno vanificato energie che sarebbe stato meglio sfruttare
in altro modo.
A Treviglio, per tornare a bomba, hanno sede sia il
Commissariato di Polizia che la Compagnia dei Carabinieri (ma c’è pure la Guardia di Finanza). Ora,
va bene che stiamo parlando di una cittadina di quasi
30 mila abitanti, capitale di un territorio, quello della Bassa, densamente urbanizzato e vieppiù destinato
a diventare importante con l’ormai prossima apertura
della Brebemi. Ma qui non si tratta di piantare bandierine o di gocare al Monopoli delle sedi. Più seriamente
si deve valutare la qualità del lavoro svolto dalle forze
LA LETTERA
C
dell’ordine nel loro complesso e di stabilire, eventualmente, se organizzato in modo diverso non possa essere
anche più efficace. Poliziotti e carabinieri per l’uomo
della strada pari sono. Purché, è ovvio, diano le risposte di cui c’è bisogno. E’ questa la sostanza, ed è lì che
bisogna entrare con i piedi nel piatto per cercare di capire se la presenza contemporanea di due presidi non
abbia prestato il fianco a sprechi ed inefficienze. Ma su
questo fronte nessuno ha detto niente, naturalmente a
partire dai sindacalisti di polizia, attenti più alle questioni logistiche che a quelle di merito sulla bontà del
lavoro fatto.
Così come nessuno ha fatto un salto sulla sedia nel leggere che il Comune di Treviglio ha percepito finora 100
mila euro all’anno di affitto dallo Stato per dare ospitalità al Commissariato. Solo in un paese delle banane come il nostro si spendono risorse tra enti pubblici
messi sotto lo stesso cappello per garantire servizi essenziali. Adesso il sindaco si dice disposto a rivedere il
canone. Bella forza. Ma se davvero ci tiene vada fino in
fondo e ci rinunci del tutto. Il Comune di Treviglio potrà ben recuperare quel mancato introito in altro modo.
Tutto ciò per dire, insomma, che le alzate di scudo e le
mobilitazioni di per sé non sono disdicevoli. Ma, specie
da chi svolge ruoli di responsabilità o istituzionali, si
vorrebbe anche uno sforzo di realismo per far sì che
anche la capitale della Bassa contribuisca, con i suoi
sacrifici, al risanamento generale.
Cesare Zapperi
(commenti su www.larassegna.it)
Paghiamo le conseguenze
di un certo modo di “fare politica”
aro Cimmino,
comprendo benissimo la sua rabbia a proposito dell’articolo “Usciamo dalla gabbia che
uccide chi fa impresa” apparso sul numero scorso della Rassegna. è quella che qualcuno di noi
manifestava già anni or sono, quando ci stavamo rendendo conto di ciò che si stava delineando
intorno a noi.
E qualcuno di noi lo aveva anche denunciato, questo stato di cose.
Lo avevamo anche detto che un certo modo di “fare politica”, ci avrebbe condotto dove poi ci
avrebbe condotto. Ma questo lo capiva chiunque.
Ma tutti, e dico tutti, coloro che avrebbero potuto e dovuto intervenire, si erano voltati dall’altra
parte pur di non vedere e non sentire.
Oggi ne paghiamo, chi più chi meno, un prezzo molto alto. L’ombra di certi tragici gesti peserà a
lungo, spero, su molte di queste coscienze.
Un caro saluto
Giuseppe Zilli
L’aumento deL preLievo
Rendite finanziarie,
tutti i dubbi
sulla nuova tassazione
dalla prima pagina
un po’ di tasse ai lavoratori dipendenti che prendono tra i 600
e 1.900 euro lordi circa al mese (tredicesima inclusa): il grosso
infatti è affidato ai minori interessi a carico dello Stato grazie
alla riduzione dello spread e soprattutto alla spending review,
che non andranno quindi alla riduzione del debito.
L’aumento delle tasse però non sempre - forse quasi mai - porta automaticamente agli incassi desiderati. I flussi finanziari si
spostano anche in base alla convenienza fiscale. Se è vero che
con questo rialzo ci adeguiamo alle aliquote medie dei principali
paesi europei (ma, ad esempio in Francia, l’imposta è collegata
anche al reddito complessivo), si perde però in termini di competitività finanziaria: sulla carta - in realtà incidono altre variabili
- il provvedimento rende ancora più “conveniente” lo spostamento dei capitali su mercati, anche dell’Unione europea, che
mantengono a tassazione inferiore, proprio mentre si cerca di
farli rientrare, o rende meno “conveniente” l’afflusso di capitali
stranieri. Quando si parla di milioni, infatti, un punto percentuale può fare la differenza.
C’è già un precedente molto recente di cattivo auspicio. La Tobin
Tax, la tassa sulle transazioni finanziaria importata dal governo
Monti anche in questo caso in un’ottica redistributiva. I risultati sono molto deludenti: si attendeva un incasso a regime di
un miliardo, ma il preconsuntivo 2013, (quando devono arrivare
ancora solo i versamenti sui movimenti di dicembre) è fermo a
260 milioni. E mancano i dati per valutare se come in Svezia,
che aveva sperimentato l’imposta negli anni Novanta, c’è stata
una riduzione delle altre entrate fiscali, data la fuga dei capitali
verso altre piazze finanziarie e la flessione dei volumi di trading.
A cambiare la destinazione degli investimenti potrebbe essere
poi proprio quella riduzione degli spread dalla quale si attendono risparmi. A settembre i Btp a tre anni avevano un rendimento
del 2,72%, adesso sono scesi all’1,12%. Con questi tassi, riferiti
ad esempio ad obbligazioni che viaggiano di pari passo, un’aliquota al 26% sui rendimenti attuali darebbe un introito dimezzato rispetto al 20% sui rendimenti di settembre. C’è anche da
dire che nel 2013, con un preconsuntivo 2013 che si chiude con
entrate tributarie per 428,5 miliardi (più 0,6%), le rendite finanziarie sono la voce che, dopo l’Imu sulle azienda, hanno dato il
maggior contributo aggiuntivo alla crescita, oltre 3 miliardi, con
un incremento del 30% da poco meno di 10 miliardi ad oltre 13
miliardi.
Il calo dei tassi peraltro, non solo per la componente fiscale,
comporterà un ripensamento della destinazione, non solo geografica, degli investimenti. I Bot ormai sono equivalenti al materasso, con la discesa del rendimento lordo allo 0,595%. Per un
investimento di mille euro, secondo gli operatori di Assiomforex,
tolte le tasse (12,5%) e le spese, l’interesse si riduce allo 0,218%.
E considerata la mini patrimoniale dello 0,2%, alla fine il guadagno netto non arriva a venti centesimi.
L’esclusione dei Bot dall’aumento delle imposte probabilmente
è stata pensata anche perché nel caso di rendimenti così bassi
il risultato sarebbe andato in negativo. Ma tasse che riducono
rendimenti già così bassi - pensiamo anche alle cedole azionarie,
di pochi centesimi, quando addirittura non distribuite - inevitabilmente incideranno sulla destinazione del risparmio, portando allo spostamenti su investimenti più rischiosi anche solo per
evitare il deprezzamento di un’inflazione peraltro anch’essa ai
minimi prezzi. Con tutte le conseguenze del caso sull’aleatorietà
dei guadagni e anche delle entrate tributarie.
Stefano Ravaschio
(commenti su www.larassegna.it)
4
la Rassegna
20 marzo 2014
IL COMMERCIO...
Borgo Palazzo,
le "Botteghe" rilanciano
e puntano al distretto
Giovane e rinnovato, il Direttivo dell’associazione dei negozianti
e artigiani vuole «percorrere tutte le strade che permettano
di portare risorse sulla zona». Il presidente Marchesi:
«Stiamo valutando le modalità dell’aggregazione,
potrebbe essere con altri borghi storici di Bergamo».
«Ci siamo messi in gioco per non disperdere quanto
di positivo è stato fatto sino ad ora e salvaguardare l’unità»
di anna
Ha obiettivi ambiziosi il nuovo
Direttivo delle “Botteghe di Borgo
Palazzo”, compreso quello di dare vita
ad un distretto del commercio, ma ha
anche cominciato a lavorare da subito
sulle questioni di più stretta attualità
e sulle iniziative di animazione. È un
gruppo giovane, a cominciare dal presidente, Roberto Marchesi, dell’omonimo panificio al civico 106. Ha 34
anni, una laurea in Scienze politiche
ed ha deciso di dedicarsi all’attività di
famiglia (che oggi conta quattro punti
vendita) solo da un paio d’anni, dopo
essersi fatto le ossa nella gestione di
fiere. È anche nel Consiglio direttivo
del gruppo Giovani dell’Ascom.
Il vertice dell’Associazione è stato
ampiamente rinnovato, una sorta di
rifondazione?
«Ci siamo fatti avanti perché non volevamo andasse disperso quanto di
positivo è stato fatto sino ad ora. Negli ultimi tempi, occorre ammetterlo,
le attività dell’Associazione avevano
cominciato a trascinarsi un po’ per
inerzia, come la festa di settembre,
sottotono rispetto agli esordi. Aleggiava anche l’idea di una divisione tra la
parte alta della via, da piazza Sant’Anna verso via Camozzi, e quella bassa,
per differenza di caratteristiche. Abbiamo deciso di metterci in gioco per
salvaguardare l’unità, primo requisito
se si vuole essere ascoltati e cercare
di portare avanti progetti di un certo
respiro. Il Consiglio è ben assortito tra
nuovi ingressi e conferme, forze giovani ed esperienza».
Vi siete insediati a novembre, su
cosa avete cominciato a lavorare?
«Innanzitutto sulle luminarie di Natale. Siamo riusciti a coinvolgere tutto il
tratto che va dal cavalcavia a via Camozzi. Non succedeva da quattro anni,
può essere considerato un buon inizio... Abbiamo anche organizzato una
festa di Carnevale, che un po’ di bambini li ha portati nonostante il maltempo, e recentemente abbiamo incontrato
l’assessore alla Mobilità Gianfranco
Ceci per sottoporgli il problema della
sosta nella zona dal cavalcavia all’incrocio con viale Pirovano. Mentre più
avanti è regolata dal disco orario, qui
non solo è libera ma non ci sono nemmeno le strisce a delimitare gli spazi.
La conseguenza sono auto che stazionano per tutto il giorno - e più -, in una
disposizione caotica, anche sui marciapiedi. La soluzione non dovrebbe
Facci
La richiesta alla futura amministrazione
«Assediati dal traffico,
serve un restyling completo»
Da sinistra, Roberto Marchesi,
Elisa Alghisi e Nicola Viscardi
essere difficile, si tratta di introdurre
una regolamentazione anche qui».
Viabilità e parcheggi sono una criticità costante per il commercio in
città...
«Penso che l’accessibilità di Borgo
Palazzo dovrebbe essere completamente rivista e con questo intendo viabilità, parcheggi e trasporto pubblico.
Oggi la via sopporta un grande traffico, che crea disagio ai residenti ma
non dà molto nemmeno alle attività
commerciali. Se si è in colonna o non
si trova parcheggio non si è di certo
invogliati a fermarsi per fare acquisti. È un sistema da ripensare tenendo
conto delle esigenze sia di chi abita sia
di chi lavora nella via».
A quale bacino di clientela si rivolge
prima di tutto via Borgo Palazzo, ai
residenti o a chi viene da fuori?
«Per prima cosa occorre rinsaldare il
legame con chi vive qui. Si tratta più
che altro di far capire che il commercio ha un ruolo centrale nel determinare la qualità della vita e degli spazi
urbani, che la presenza delle attività
è importante anche per chi possiede
casa. Una via senza negozi e servizi
fa presto spazio al degrado e i valori
degli immobili scendono. Rendersene
conto potrebbe portare anche a fare
scelte diverse per i propri acquisti, decidendo di privilegiare i negozi sotto
casa anche per questo motivo».
Sembra una specie “beneficenza” ai
negozi di vicinato...
«Affatto, significa capire che far vivere una zona è responsabilità di tutti.
Comporta andare un po’ più in là con
la visione, non fermarsi al prezzo dei
Le cariche
Sette i volti nuovi
Nel consiglio direttivo dell’Associazione di commercianti e
artigiani Le Botteghe di Borgo
Palazzo, il presidente Roberto
Marchesi è affiancato da altre
sei new entry: il vicepresidente
Nicola Viscardi (Ottica Skandia), la segretaria e tesoriera
Elisa Alghisi (Aterlier), i consiglieri Andrea Caprile (Il pastificio del Borgo), Zain Ottelli
(BG Birra), Maria Grazia Voltattorni (Parrucchiera Patrizia) e
Cristiano Rota (Pasticceria Sessantini). La squadra è completata dalle conferme di Ivar Foglieni (ristorante Ol Giopì e la
Margì) e Andreina Facchinetti
dell'omonima gioielleria, già in
carica nel mandato precedente.
”
«La via mi sembra
un barcone
senza motore.
Sono necessarie
le forze
sia dei residenti
sia delle attività
economiche
per ridarle una rotta»
Mica roba da poco. Ciò che il neopresidente delle Botteghe di
Borgo Palazzo Roberto Marchesi chiede alla prossima Amministrazione della città è «un restyling completo che renda la via a misura
d’uomo e di commercio». «Oggi la zona è assediata da un traffico
che crea solo confusione e disagi per chi abita – fa notare – e che non
porta vantaggi nemmeno ai negozi, perché si viaggia in colonna ed è
difficile parcheggiare». La soluzione non ce l’ha già in tasca, ciò che
propone è un confronto approfondito tra i diversi gruppi d’interesse,
residenti e commercianti su tutti, perché, con il coordinamento del
Comune, si arrivi a dare un nuovo volto per la zona, che tenga conto
delle esigenze di tutti in tema di accessibilità, viabilità, parcheggi,
aree verdi, zone per i bambini etc. «Oggi via Borgo Palazzo sembra
un barcone senza motore – osserva Marchesi -. Sono necessarie le
forze distinte ma sinergiche di due rimorchiatori, ossia la componente
dei residente e quella delle attività economiche, per fargli riprendere
una rotta». «In sinergia dovrebbero lavorare anche i diversi assessorati, dalla viabilità all’urbanistica, al commercio, per realizzare un
rinnovamento che sia davvero efficace».
Sul versante più strettamente commerciale auspica invece una visione più “manageriale” del settore. «D’accordo, l’insediamento delle
attività è liberalizzato – rileva – ma un’analisi dettagliata dell’offerta
e dei bisogni di una zona può rappresentare un importante supporto
per chi intende aprire un’attività. Oggi il turn over è alto anche perché
manca una guida. Sapere invece cosa c’è e cosa manca può essere
d’aiuto per dare vita ad una proposta più pensata, a realizzare un mix
merceologico interessante e realizzare eventi su misura e ben distribuiti. Anche così si possono evitare le tante serrande abbassate che
oggi ritroviamo soprattutto nella parte alta della via».
prodotti. Naturalmente anche i commercianti devono dare il proprio meglio nella proposta».
Come è caratterizzata l’offerta
commerciale della via?
«Ci sono circa 200 negozi. L’offerta
dei beni alimentari e di prima necessità è completa e permette di trovare
tutto senza dover prendere l’auto. Non
mancano nemmeno produzioni di
qualità, dal pastificio alla pasticceria.
La seconda anima è quella dell’artigianato, delle decorazioni, dell’arte. È
un mix interessante».
In questi giorni state ultimando il
tesseramento. La particolarità è
che con chiedete alcuna quota di
iscrizione...
«Chiediamo solamente di riconsegnarci un modulo con un indirizzo di posta
elettronica, di essere connessi con la
nostra pagina Facebook e di collaborare nella promozione di ogni evento.
Il contributo viene richiesto sulla singola iniziativa alla quale si decide di
aderire. Non vogliamo che il solo fatto
di aver versato l’iscrizione induca in
qualche modo a pretendere un pacchetto completo di idee e soluzioni.
Con questo metodo, invece, crediamo
che si possano rinnovare su ogni progetto la condivisione e la partecipazione. Che significa anche, semplicemente, adeguarsi nel seguire un tema
per l’allestimento delle vetrine, così
da rafforzare tutti assieme l’immagine
della via».
In apertura ha raccontato dell’ipotesi che circolava di una diversa
rappresentanza per le botteghe della parte più antica di Borgo Palazzo. In effetti, la via presenta volti
differenti tra loro...
«Non è un buon motivo per rinunciare all’unità, che è la vera forza di
un’associazione. Ciò che vogliamo
fare è valorizzare ogni zona a seconda delle sue caratteristiche. Per la
parte definita borgo storico, in particolare, stiamo valutando la possibili-
la Rassegna
... e LA CITTà
20 marzo 2014

5
I commercianti: «La crisi pesa,
ma ben vengano le nuove idee»
di laura
tà di dare vita ad un distretto del commercio. Stiamo cercando di capire
come realizzarlo, in base anche alle
indicazioni della Regione. Potrebbe
essere un’aggregazione con altri borghi storici della città».
Distretto, allora puntate in alto…
«Vogliamo percorrere tutte le strade
che permettano di portare risorse sul
territorio e il distretto può essere uno
strumento, soprattutto per realizzare
una politica integrata di comunicazione».
La sua tesi di laurea era dedicata al
marketing urbano e prendeva via
XX settembre come caso di studio.
Oggi quei concetti sono ampiamente acquisiti, ma è arrivato anche
qualche risultato?
«Piazza Pontida, per esempio, è sicuramente più bella di dieci anni fa.
Noi ci abbiamo aperto un nuovo punto vendita del nostro panificio e sta
vivendo un più generale ritorno alle
funzioni di vicinato che aveva perso».
Nel Direttivo delle Botteghe siete in
maggioranza giovani, anche le nuove
generazioni di commercianti, dunque, hanno voglia di impegnarsi…
«Fino a qualche anno fa avere
trent’anni era considerato un limite,
oggi è un merito. In realtà non è né
l’uno né l’altro, Renzi ha però sdoganato il fattore età e si sta facendo largo l’idea che i giovani possano dare
un proprio contributo. Per quanto riguarda la mia scelta, ho cominciato
ad occuparmi dell’attività di famiglia
da due anni ed ho pensato che la mia
esperienza di studio e professionale
potesse essere messa al servizio anche
dell’Associazione. Il nostro approccio
è realistico, ci siamo messi al lavoro
da subito, con proposte concrete. Se ci
saranno risultati andremo avanti e accelereremo pure, altrimenti passeremo
il testimone a qualcun altro».
Le prossime iniziative?
«Probabilmente una festa a primavera
inoltrata e una “bomba” per la festa
di settembre, una manifestazione che
aveva già un format interessante perché portava in primo piano le attività
della via e che vogliamo rilanciare in
grande stile».
Elisa Alghisi Manganello
Marco Catoia
Ofelia Capitanio
Angelo Mangili
Con i suoi 200 negozi e tutti quei locali tipici,
capaci di soddisfare le esigenze di ogni palato,
Borgo Palazzo oggi ha assunto le sembianze di un
grande centro commerciale all'aperto. Un quartiere in costante cambiamento dove alle botteghe
storiche si alternano esercizi seminuovi, ma anche saracinesche abbassate col desolante cartello
“Vendesi”. Nel percorrere questa lunga via si rivivono scenari variegati in cui il meltin’ pot culturale la fa da padrone. E così il profumo intenso
dei biscotti artigianali, del pane appena sfornato
e del minestrone che qualche vecchietta sta preparando per cena si mischia ai sapori orientali
di quei cibi speziati che kebabbari e ristorantini
etnici vendono a qualsiasi ora del giorno e della
sera. Giovane, espansiva e determinata, Elisa Alghisi Manganello lavora nella zona da un anno
e mezzo, ormai. Il suo “Artelier” è un piccolo laboratorio artigianale in cui si diletta a dar forma a
originali creazioni artistiche dettate dalla sua fantasia. Nonostante lei sia nuova, qui nel quartiere,
ha molta voglia di fare. Per questo ha pensato di
entrare a far parte del direttivo delle Botteghe di
Borgo Palazzo: «Dobbiamo lavorare tutti insieme
per tenere viva e unita la via, più siamo e più ci
possiamo aiutare – conferma –. La zona che va
dalla Morla a via Camozzi sta subendo un forte
degrado. Tante attività chiudono. Anche il problema della criminalità si sente molto e
va tenuto sotto controllo. Poco tempo
fa è stata addirittura sfondata una vetrina a un commerciante. Però è anche
vero che questa è una strada molto dinamica, il passaggio di gente c’è, dalle
mamme che portano i bambini all’asilo alle bici, per non parlare delle auto.
E poi ci sono i negozi storici che, con
la loro clientela abituale, contribuiscono a portare movimento. Anche quando sono state organizzate iniziative
come il Carnevale, per esempio, è stato fatto il possibile per mettere postazioni di truccabimbi e bancarelle per
la distribuzione gratuita di chiacchiere
in tre punti strategici: in prossimità del
cavalcavia, in Sant’Anna e al Balicco. In questo
modo tutti i commercianti di questa lunga via ne
hanno tratto beneficio. Comunque, dal mio punto
di vista, ci vuole davvero un ritorno di fiducia da
parte di tutti. Se un commesso è musone e scoraggiato dalla crisi, infatti, trasmette una visione
negativa anche ai suoi potenziali clienti».
Un po’ scoraggiato Marco Catoia, a dire il vero,
lo è. Da quando due anni e mezzo fa lui e la sua
ragazza hanno preso in gestione la storica cartoleria Bonfanti, la situazione per loro è tutt’altro
che rosea: «Si lavora poco ed è dura – ammette –. Per la maggior parte del tempo non arriva
nessuno e quando entra uno studente si compra
un quaderno solo e non più sette o otto per avere
la scorta, come si faceva prima. Sentiamo molto
la concorrenza dei centri commerciali, purtroppo.
Tra l’altro siamo in affitto e tra bollette e tutto
il resto, fatico a ricavare uno stipendio per una
persona sola, figuriamoci per due. Per fortuna c’è
tanta collaborazione tra i commercianti del Borgo
antico, gli altri li conosco poco. Insieme si può
fare molto, il problema è che ognuno ha le proprie esigenze e accontentare tutti è impossibile.
Per esempio non è possibile che anche chi lavora
nella zona debba pagare 1,40 euro all’ora per parcheggiare. È stato chiesto più volte al Comune di
fare delle convenzioni per i commercianti ma non
ci è mai stato risposto nulla».
Ofelia Capitanio, titolare dell’Officina, ha risolto temporaneamente il problema del parcheggio
con un abbonamento mensile: «Io spendo 65 euro
al mese per parcheggiare l’auto in via Malfassi.
D’altronde come si fa? Non posso uscire ogni ora
a mettere 1,40 euro con il rischio che mi diano
la multa. I vigili sono sempre dietro l’angolo,
anche il sabato pomeriggio quando in centro c’è
un bel movimento di persone. Persino due anni
ceresoli
fa, quando c’era l’emergenza neve, non avevano
pietà per gli automobilisti che avevano la macchina bloccata nel ghiaccio al ciglio del marciapiede
e, se qualche commerciante non si fosse ribellato, avrebbero dato sanzioni a raffica». C’è poi il
problema della pulizia delle strade perché, secondo Ofelia, «manca il senso civico nella gente».
«Molti lasciano mozziconi e cartacce per terra –
rileva -. Ma a casa loro faranno così? Per non parlare dei bisogni dei cani, se ne trovano ovunque
la mattina. Anche l’asfaltatura provvisoria che
avevano messo qualche anno fa non è più stata
rimossa. Comunque devo ammettere che qui c’è
troppo campanilismo, tutti si lamentano, dicono
sempre che era meglio prima e quindi nessuno è
mai contento. Personalmente sono un’artigiana,
lavoro qui da non molto tempo e mi trovo bene.
Ho molta fiducia nel nuovo direttivo perché è
composto da gente giovane che ha voglia di fare
e ha tante idee propositive. Spero continuino il
buon lavoro fatto da Franca (Pedroni ndr.), la ex
presidente del comitato, che si è fatta sempre portavoce con gli enti pubblici delle nostre esigenze.
Il problema è che si è ottenuto poco».
Appena si varca la soglia del negozio di abbigliamento “Alba” si ha l’impressione che il tempo si
sia cristallizzato. Le luci al neon, i bancali un po’
retro e quei maglioncini eleganti ben riposti sugli scaffali rimandano a un’atmosfera d’altri tempi. Eppure
tutto è cambiato. Di voglia di
spendere la gente ormai ne ha
poca e nella desolazione della sua bottega vuota Angelo
Mangili osserva con sommessa rassegnazione i passanti
che si soffermano distratti per
qualche secondo davanti alle
sue vetrine. «È un momento
difficile per tutti», commenta.
Poi viene interrotto dalla madre che dice con un velo di irritazione: «Finché non ci sono
i soldi la gente non spende».
In questi anni di iniziative per
vivacizzare la zona, a dire il vero, ne sono state
organizzate parecchie, ma Mangili non è del tutto soddisfatto: «Gestisco questo negozio con mia
madre da molto tempo e in questi anni ho notato che quando c’è Borgo Palazzo in festa, a settembre, c’è un bel movimento. Il fatto è che non
basta un giorno per risolvere tutti i nostri problemi. Pensiamo ai parcheggi, per esempio. Le
auto possono sostare sulle strisce blu al massimo
un’ora. Se da un lato questo è limitante perché la
gente non può fermarsi a lungo a fare la spesa,
dall’altro è un vantaggio perché c’è una maggiore rotazione di automobili. Purtroppo, però,
le strade sono strette e i posti auto non bastano
mai. La nascita di un distretto del commercio
forse potrebbe essere una soluzione. Di recente è
cambiato il direttivo dell’associazione della via e
spero che si continui a dare un aiuto concreto ai
commercianti».
Con l’arrivo dell’era digitale e dei quotidiani online, anche gli edicolanti hanno risentito parecchio
della crisi: «Ormai i giornali non sono ritenuti
un bene di prima necessità – spiega Graziano
Ciaschini dell’edicola Sant’Anna –, Internet ci
ha messo in croce, tutti consultano le notizie sul
web e i consumi sono calati. In un’edicola poco
si può fare per rivitalizzare l’economia e attirare
la clientela. Il giornale ti deve interessare, punto e
basta. Certo la festa che le associazioni del Borgo
organizzano a settembre, oppure in occasione del
Carnevale o di Halloween, creano un po’ di movida, ma non risolvono niente. Se la gente non ha
i soldi per spendere, è inutile». Di certo l'associazione Le botteghe di Borgo Palazzo non si lascerà
abbattere dalla crisi e cercherà in tutti i modi di
promuovere al meglio questo pezzo di storia che,
ormai da secoli, contraddistingue la vita quotidiana di molti bergamaschi.
«Le feste
creano
movimento,
non bastano
però
per risolvere
tutti i nostri
problemi»
6
la Rassegna
20 marzo 2014
Piccole imprese,
la salvezza è l’export
Crescere, internazionalizzarsi,
innovare. Non c’è molto da inventare nella ricerca di una maggiore competitività per le piccole e medie imprese. Così anche
Giancarlo Losma, presidente della
Piccola Industria di Confindustria
Bergamo, ha insistito su questi
tre elementi durante l’assemblea
annuale sul tema: “Guardare il
futuro: le imprese che crescono”.
“Una crescita che deve essere nelle
dimensioni fisiche - ha suggerito ma anche di valori, di competenze,
di impegno, di conoscenze”.
L’internazionalizzazione deve andare di pari passo con l'innovazione, “perché sui nuovi mercati dobbiamo arrivarci con i nostri migliori
prodotti, con le nostre novità e con
la nostra migliore organizzazione”.
Fondamentale anche cogliere opportunità come le reti d'impresa,
proprio per puntare a progetti di internazionalizzazione più complessi
e duraturi.
“La piccola impresa – ha sottolineato Ercole Galizzi, presidente di
Confindustria Bergamo – è il cuore
di Confindustria ed è caratterizzata
da velocità di reazione, dinamismo,
agilità, rapporto diretto con i collaboratori, visione completa delle
aree strategiche, tutte caratteristiche
essenziali in un mercato globale”.
La spinta continua all’innovazione
è anche per Gianluigi Viscardi, presidente regionale della Piccola Industria, la chiave di volta. “I fondi
europei ci saranno, occorre intercettarli, servono vincoli molto saldi fra
università e industria”. L’innova-
All’assemblea della
Piccola Industria
di Confindustria
Bergamo il focus sui
progetti di sostegno
allo sviluppo
e all’innovazione.
Losma: «La crescita
deve essere
nelle dimensioni
ma anche nei valori,
nelle competenze,
nell'impegno
e nelle conoscenze»
■
Giancarlo Losma
zione continua è anche la protagonista delle due aziende testimonial.
Massimo Carboniero, direttore
generale di Omera srl, azienda in
provincia di Vicenza che spazia
dalle cesoie tagliaferri alle presse
idrauliche, in gran parte orientata
all’estero, punta su macchinari “su
misura” . “Avere un buon indotto –
ha spiegato, sollecitato dal giornalista del Corriere della Sera Dario Di
Vico – anche se non sempre economicamente concorrenziale è essen-
ziale. L’indotto va salvaguardato
perché apporta qualità e velocità
di reazione”. Marco Stella, amministratore delegato della Duerre
Tubi Style spa di Maranello, costruttore di nicchia di componenti
auto, ha insistito sull’importanza
dell’innovazione continua, l’unica in grado di garantire margini.
“Siamo la sola classe dirigente
del paese – ha sottolineato Alberto Baban, da pochi mesi presidente
nazionale della Piccola Industria
di Confindustria – e dobbiamo esserne consapevoli. Per l’imprenditore padovano alle eccellenze
locali si contrappone l’inefficienza nazionale, “la totale incapacità di gestire l’impresa Italia”.
La sfida più importante è, secondo
Baban, mantenere il forte legame
con il territorio, con la comunità.
“Solo così – ha precisato – l’impresa è creatrice di ricchezza”.
Pur fra mille problemi, anche legati a fattori esterni ma decisivi,
fra cui l’euro troppo forte che
mina ulteriormente la competitività, non manca la speranza per la
crescita d’importanza delle aziende italiane “perché c’è sempre più
bisogno di chi sa fare le cose per
bene, con creatività, magari mettendosi in rete”.
Pmi Day 2013, le aziende premiate
Al termine dell’assemblea della Piccola Industria
sono state premiate le aziende che hanno partecipato
all’edizione 2013 del Pmi Day. Ecco l’elenco: Acerbis
Italia Spa, Aesys, Basf Poliuretani Italia Spa, Belotti Spa, Bianchi Vending Group, C.A.T. Snc, Capoferri
Serramenti Spa, Cartiere Paolo Pigna Spa, Cascina Italia
Spa, Centax Telecom Srl, Colombo Filippetti Spa, Cosberg Spa, Dow Agrosciences Italia Srl, Elframo Spa,
Eurogravure Spa, Fassi Gru Spa, Gamba Srl, Giasini
Spa, Gmm Spa, Grazioli Angelo E F.Lli Srl, Gusmini S.
Lanificio Feltrificio Srl, Imex Srl, Ims Deltamatic Spa,
Losma Spa, Marlegno Srl, Martinelli Ginetto Spa, Meccanica Gervasoni Srl, Mi - Me Minuterie Metalliche Meles Spa, Mpe Spa, Nolan Group Spa, Nuova Termostampi Spa, P.M. Srl, Panestetic Srl, Persico Spa, Piazzalunga
Srl, Plastik Spa, Pneumax Spa, Reggiani Macchine Spa,
Robur Spa, Rohm And Haas Italia Srl, Rotolificio Bergamasco Srl, Salf Laboratorio Farmacologico Spa, San
Pellegrino Spa, Santini Maglificio Sportivo Srl, Scaglia
Indeva Spa, Scame Parre Spa, Scorpion Bay, Stemin
Spa, Technix Spa, Technoframes Scrl, Tesmec Spa, Tino
Sana Srl, Vega Srl, Vin Service Srl.
deLocaLizzazioni
Perché il raffronto
con la Polonia ci vede perdenti
di
N
on sono poche le aziende italiane che
varcano la frontiera. La maggior parte lo fanno per trovare nuovi e più dinamici mercati di sbocco. E nella stragrande
maggioranza dei casi i loro sforzi di imporsi
all’estero sono stati ampiamente ripagati da
ottime performance. Altre aziende, spesso in
situazioni di difficoltà, perseguono strategie
di delocalizzazione. Non si tratta solo di fuga
verso la Cina o altri paesi del Sud-Est asiatico.
C’è ancora il fattore Est Europa, ed in particolare la Polonia. Un confronto può essere utile
per capire cosa accade.
Membro dell’Unione Europea dal 2004 (sono
passati ormai dieci anni) e membro della NATO
dal 1999, con i suoi 38 milioni di abitanti la
Polonia sta divenendo un mercato di sbocco
rilevante e un hub di servizi. McKinsey vi ha
messo lì uno dei suoi quattro knowledge center
sparsi per il globo, solo per fare un esempio.
La Polonia è sì sempre più un mercato di destinazione, ma evidentemente attira ancora parecchi investimenti produttivi, spesso destinati non
tanto al mercato locale quanto all’export.
L’Electrolux, azienda svedese, è alle prese con
una imponente ristrutturazione delle attività in
Italia. La vittima predestinata è lo stabilimento
di Porcia, in provincia di Pordenone, che produce lavatrici. Il costo del lavoro dell’azienda
matteo Ferrazzi e matteo tacconi
in Italia (di circa 24 euro l’ora), non compete
con gli stabilimenti in Polonia e Ungheria (circa 7 euro l’ora).
La Indesit della famiglia Merloni è insediata
da parecchio in Polonia ma sta ipotizzando
di spostare ulteriori segmenti di produzione.
Fabriano, un tempo company town dell’elettrodomestico, potrebbe pagarne le conseguenze. Mentre il proprietario della Firem, azienda
del settore metalmeccanico con sede nel modenese, è balzato all’onore delle cronache lo
scorso Ferragosto; e la Polonia era ancora
una volta protagonista. Gli operai, al ritorno
dalle ferie, si trovarono infatti con una brutta
sorpresa. La fabbrica non c’era più ed i macchinari erano stati spostati proprio ad Olawa,
non lontano da Wroclav.
Infine, la Polonia è da parecchi anni il fiore
all’occhiello della produzione Fiat, tanto che si
è prodotto lì per lungo tempo uno dei simboli
del Made in Italy, la nuova Fiat 500. La bergamasca Brembo è anch’essa insediata nel paese
di Chopin.
Perché le aziende puntano sulla Polonia?
Intanto l’economia è solida: quella polacca è
addirittura l’unica economia europea che ha
evitato la recessione nel 2009. E anche ora le
cose non vanno poi così male in termini di performance economica. E poi perché in tema di
costo del lavoro vi è una forte differenza, questo
è noto. Il salario minimo polacco non supera i
400 euro al mese (ma i salari medi sono più elevati). L’energia per uso industriale costa dal 15
al 20% in meno rispetto all’Italia. La tassazione
sulle imprese gode di aliquote di una dozzina
di punti, se non di più, inferiore a quelle italiane. Tali divergenze sono raccolte anche in indici compositi quali quelli prodotti dalla Banca
Mondiale (Ease of Doing Business, dove la
Polonia è posizionata 20 posti prima dell’Italia) e del World Economic Forum (6 posizioni
meglio dell’Italia). La corruzione, secondo i
sondaggi fatti da Transparency International, è
notevolmente inferiore tra Stettino e Cracovia
(la Polonia è avanti di ben 30 posizioni rispetto
all’Italia).
Solitamente i paesi a più basso costo del lavoro hanno un contesto operativo per le imprese
meno favorevole. C’è una sorta di trade-off:
o l’uno o l’altro. La Polonia invece ci batte
su entrambe le dimensioni. E quindi non può
sorprenderci che le imprese italiane guardino oltrefrontiera anche per produrre, finché le
condizioni per fare impresa in Italia non miglioreranno.
In collaborazione con
http://rassegnaest.com
iL 1° apriLe
“Mud 2014”,
seminario
della Camera
di Commercio
Una giornata formativa sulla comunicazione ambientale 2014
(Mud) è in programma prossimo
1° aprile, dalle 9, all’ex Borsa
Merci di Bergamo. Il seminario promosso dalla Camera di
Commercio è rivolto alle imprese, agli enti, alle associazioni di
categoria e ai professionisti interessati a questo adempimento.
Il programma prevede al mattino
il focus sul “Modello unico di
dichiarazione ambientale 2014”:
che cosa è e a che cosa serve;
le principali novità introdotte
dal DPCM 12 dicembre 2013;
quali imprese e quali enti sono
tenuti a compilarlo; le esclusioni
dall’obbligo; le modalità di presentazione per i diversi soggetti
obbligati;
l’invio telematico della dichiarazione. Si parlerà inoltre della
“Struttura della dichiarazione “
(quindi i principi fondamentali per la compilazione; le funzioni delle diverse schede e dei
differenti moduli; le semplificazioni per i piccoli produttori
di rifiuti) e di “Casi concreti di
compilazione del MUD”, più in
dettaglio: produttori di rifiuti;
trasportatori di rifiuti; gestori
di impianti di recupero e smaltimento;
intermediari e commercianti
senza detenzione di rifiuti; gestori di veicoli fuori uso; comunicazione RAEE; comunicazione AEE; comunicazione rifiuti
urbani, assimilati e raccolti in
convenzione.
Nella sessione pomeridiana, dalle 14 alle 18, i fari saranno puntati sul “SISTRI. Gli obblighi e
le responsabilità dei produttori
di rifiuti speciali pericolosi”.
Diversi gli argomenti al centro
dell’attenzione:
individuazione dei soggetti obbligati e delle
tipologie di rifiuti per le quali
sussiste l’obbligo; iscrizione al
SISTRI e modifica dell’iscrizione esistente mediante l’impiego
dell’area azienda; il Registro
cronologico dei rifiuti prodotti
e avviati a recupero o smaltimento; la predisposizione della
scheda area movimentazione;
l’associazione della scheda area
movimentazione al registro cronologico; il ritiro dei rifiuti da
luoghi diversi dall’unità locale
del produttore; la procedura di
trasporto con utilizzo contestuale
dei dispositivi USB del veicolo e
l’area conducente; la procedura
di trasporto senza utilizzo contestuale dei dispositivi USB del
mezzo presso produttori e gestori; procedure particolari e modalità semplificate; le sanzioni.
La relazione è a cura di Paolo
Pipere, responsabile del Servizio
adempimenti ambientali della
Camera di commercio di Milano.
La partecipazione all’evento, realizzato con il coordinamento di
Unioncamere Lombardia, è gratuita e aperta a tutti, previa iscrizione tramite modulo presente
sul sito www.bg.camcom.gov.it.
la Rassegna
20 marzo 2014
7
Ascom, servizi e assistenza
sempre più vicini alle imprese
La politica di radicamento sul territorio
dell’Ascom, declinata nelle dieci delegazioni
che abbracciano idealmente tutta la provincia,
dal Sebino alle Valli, dalla Bassa all’Isola, è un
percorso ormai consolidato, costruito sin dalla
fine degli anni Settanta grazie ad un’intuizione
lungimirante, visto il successo attuale delle politiche di decentramento che coinvolgono ormai
anche le istituzioni. «Per favorire il consolidamento sul territorio delle piccole e medie imprese, l’Ascom ha rafforzato costantemente negli
anni la sua presenza nelle sedi periferiche vicino
alle aziende associate, affiancando alla consulenza fiscale tutti i servizi offerti dall’organizzazione, che spaziano dall’area lavoro alla garanzia creditizia, dall’ente di patronato all’assistenza previdenziale, fino alla consulenza generale
- sottolinea Giuseppina Manzoni, funzionario
Ascom, coordinatrice delle delegazioni del territorio -. Una consulenza a tutto campo che ha
consentito di accompagnare nella loro nascita e
crescita molte imprese, rispondendo alle esigenze degli imprenditori, garantendo un servizio di
informazione, supporto e presenza costante sul
territorio per affrontare le sfide che i profondi
processi di evoluzione della rete distributiva e
dei servizi hanno portato».
Le dieci sedi periferiche assicurano
il supporto alle aziende direttamente
nel territorio in cui operano. Oltre all’area
fiscale, sportelli di consulenza generale,
lavoro, credito e patronato. Manzoni:
«Presenza costante per affrontare
le sfide imposte dall’evoluzione
della rete distributiva e dei servizi»
La presenza sul territorio è stata costruita attraverso una politica di avvicinamento alle imprese e alle realtà dove esse operano, per andare
incontro alle necessità delle Mpmi, aiutandole
a districarsi nel groviglio di norme e oneri burocratici sempre più gravosi e supportandole in
questa difficile fase di congiuntura economica.
«le delegazioni - continua Giuseppina Manzoni
-, sono delle piccole e grandi Ascom che, grazie
all’impegno di consulenti e funzionari, forniscono tutti i servizi di una grande associazione
nei piccoli centri,
facendo evitare agli
imprenditori
soci
dispendiosi spostamenti ed inutili perdite di tempo. Funzionari
e delegati ogni giorno
supportano da vicino ogni
esigenza imprenditoriale, si confrontano con i bisogni del territorio e fanno valere
le istanze delle imprese nelle sedi istituzionali.
■ Il calendario della consulenza
I funzionari del servizio di consulenza generale
dell’Ascom, oltre che nella sede centrale dell’Associazione in via Borgo Palazzo 137 a Bergamo, sono
a disposizione nelle delegazioni provinciali. Nei
giorni e negli orari indicati gli associati o gli aspi-
delegazione
orario
ranti commercianti potranno richiedere informazioni
e assistenza sulle normative tecniche e sanitarie, su
contratti di compravendita, iscrizione ad albi, contratti di locazione, esame dell’assetto patrimoniale
delle imprese.
giorno
referente
14.15 - 17
lunedì
Francesco Cortinovis
tel. 035 773344
Trescore Balneario
8.45 - 12
martedì
Angelo Manzoni
tel. 035 941541
Sarnico
14.15 - 17
martedì
Angelo Manzoni
tel. 035 910523
via Locatelli 19/h
via della Libertà 40
Zogno
8.45 - 12
giovedì
Angelo Manzoni
tel. 0345 93878
Clusone
14.15 - 17
giovedì
Francesco Cortinovis
tel. 0346 23940
Osio Sotto
14.15 - 17
giovedì
Angelo Manzoni
tel. 035 4185740
Treviglio
8.30 - 12
14 - 17
da lunedì
a venerdì
Carlo Garzetta
tel. 0363 48404
/ 302622
Lovere
8.30 - 12
14 - 17
da lunedì
a venerdì
Marcella Gualeni
tel. 035 983862
8.45 - 12
lunedì
Carlo Garzetta
tel. 0363 902028
via degli Alpini 11
via de’ Paoli 18/20
piazzetta Gandossi 1
via Madreperla 14/c
via S. Giovanni al Rio, 23
Romano di Lombardia
via Pigola, 1
■ Patronato Enasco, assistenza fino al primo aprile
Gli sportelli di assistenza in provincia del patronato Enasco saranno momentaneamente sospesi dal primo aprile fino a giugno. È possibile rivolgersi da lunedì a
venerdì, dalle 8.45 alle 12 e dalle 14.15 alle 17, agli sportelli presso la sede di Bergamo (info: tel. 035 4120127).
delegazione
Trescore
orario
9 - 12.30
giorno
giovedì
■ Area Lavoro, cinque
gli sportelli in provincia
Per le consulenze in tema di lavoro è attivo nelle delegazioni di Treviglio, Trescore Balneario, Zogno e Sarnico uno sportello dedicato. Su appuntamento il
servizio è disponibile anche ad Osio Sotto (per informazioni e richieste tel. 035
4185740). Il calendario è il seguente:
delegazione
orario
giorno
referente
contatti
Treviglio
14.15 - 17
lunedì
Anna
Martellosio
tel. 0363 48404
/ 302622
Trescore
14.15 - 17
mercoledì
Anna
Martellosio
tel. 035 941541
Zogno
8.45 - 12
Anna
Martellosio
tel. 0345 93878
Sarnico
14.15 - 17
Anna
Martellosio
tel. 035 910523
contatti
Albino
via Moro 2/19
Di fondamentale importanza la presenza
nelle delegazioni di Angelo Manzoni e Francesco
Cortinovis, Marcella Gualeni e Carlo Garzetta per la consulenza generale, di Romano
Belotti per quella fiscale, di
Anna Martellosio per la consulenza lavoro, della Fogalco
per il credito con Antonio
Arrigoni, Matteo Milesi e
Alessandro Rota, di Daniela
Maggioni per i 730, dell’Enasco, con Laura
Benigni e Roberto Maffioletti».
referente
Laura Benigni
contatti
tel. 035 941541
Sarnico
14 - 17
giovedì
Laura Benigni
tel. 035 910523
Zogno
14.30 - 17
martedì
ogni 15
giorni
Roberto
Maffioletti
tel. 0345 93878
giovedì
ogni
15 giorni
giovedì
ogni
15 giorni
■ Credito, a disposizione la cooperativa Fogalco
La Cooperativa di Garanzia Fogalco è a disposizione per consulenze sul credito
in tutte le delegazioni dell’Ascom (per informazioni e richiesta appuntamenti tel.
035 4120211 Nadia Piazzalunga). Il mercoledì e il venerdì i funzionari della
Cooperativa incontrano le imprese del commercio, del turismo e dei servizi a Sarnico, Trescore, Albino e Osio Sotto.
delegazione
Sarnico
orario
giorno
9 - 12.30 mercoledì
referente
contatti
Matteo Milesi
tel. 035 910523
Trescore
14 - 17
mercoledì
Matteo Milesi
tel. 035 941541
Albino
9 - 12
venerdì
Antonio Arrigoni
Alessandro Rota
tel. 035 773344
Osio Sotto
14 - 17
venerdì
Antonio Arrigoni
Alessandro Rota
tel. 035 4185740
8
la Rassegna
20 marzo 2014
Imprese storiche, riaperte le iscrizioni
Scade il 30 giungo
il termine
per presentare
le domande
alla Camera
di Commercio
Sono aperte le iscrizioni al Registro nazionale
delle imprese storiche per il 2014. Obiettivo: incoraggiare e premiare quelle imprese che nel tempo
hanno trasmesso alle generazioni successive un patrimonio di esperienze e valori imprenditoriali.
L’iniziativa è rivolta a tutte le imprese di qualsiasi
forma giuridica operanti in qualsiasi settore economico, iscritte nel Registro delle imprese e attive, con
esercizio ininterrotto dell’attività nell’ambito del
medesimo settore merceologico per un periodo non
inferiore a 100 anni. Tale requisito temporale deve
essere maturato al 31 dicembre 2013 (ovvero, l’attività deve esistere almeno dal 1913).
Le imprese interessate possono reperire tutte
le informazioni e la modulistica sul sito www.
bg.camcom.gov.it alla sezione Registro Imprese
Storiche Italiane. La scadenza di presentazione della domanda è il 30 giugno 2014
Sant'omoBono terme
Mager, a 60 anni dall’apertura arriva
il riconoscimento di “storica attività”
Dopo la festa per i sessant’anni, la boutique di calzature e pelletterie “A.Mager”
di Sant’Omobono Terme si gode un altro
traguardo: la Regione le ha concesso il
prestigioso marchio di “storica attività”.
E’ stata l’unica domanda bergamasca accolta tra quelle presentate nel 2013. “Lo
consideriamo un riconoscimento all’impegno e alla passione della nostra famiglia, ma anche allo spirito imprenditoriale
che anima il nostro territorio” commenta
Giordano Facchinetti, nipote della titolare
Amelia.
La bottega fu inaugurata nel 1953 da
Amelia Micheletti, che ancora oggi, a 85
anni, distribuisce i suoi consigli ai clienti.
A darle man forte ci sono la figlia Luigina
Mager e, dal 2000, il nipote Giordano. Un
“team” affiatato che ben resiste anche in
un periodo difficile per chi si cimenta in
un’attività economica. I tempi sono cambiati, e i gusti anche. Ma il negozio della
famiglia Mager fa di tutto per incontrare le
esigenze della clientela. “Quando mia nonna aprì nel 1953 bastavano quattro modelli
per servire l’intera valle - spiega Giordano
Facchinetti -. Oggi invece non ne bastano
quattromila....”.
Sapersi adattare e ampliare l’offerta è
sempre stato il segreto del successo del
negozio. “Mantenere la tradizione e continuare a coccolare i nostri clienti ci ha
permesso di arrivare fin qui, anche se non
è stato facile. Quello che conta è l’attenzione alla qualità: paga sempre” osserva
Facchinetti, che ha saputo tenere l’attività
al passo con i tempi: “Abbiamo aperto una
pagina Facebook e presto avremo anche il
sito Internet. Oggi sono strumenti necessari se si vuole migliorare il rapporto con la
clientela”.
Guardare avanti è una necessità. Guai,
però, dimenticare le origini. “E’ stata mia
nonna a insegnarmi il mestiere - racconta
Facchinetti -. Guardandola ogni giorno le
ho rubato i segreti. Ho iniziato da bambino: durante le vacanze venivo qui a vendere le mie prime scarpette. Posso dire
di essere diventato grande in negozio. Il
ricambio generazionale è fondamenta-
Da sinistra, Amelia Micheletti,
il nipote Giordano Facchinetti
e la figlia Luigina Mager
le: tante attività muoiono proprio perché
questo non si verifica più”. Ma per restare
sulla cresta dell’onda bisogna anche saper
“leggere” il momento e regolarsi di conseguenza. “Per contrastare la crisi - sottolinea Facchinetti - abbiamo introdotto
marchi di prestigio, ma anche il servizio
riparazione, in collaborazione con un calzolaio. La gente ha apprezzato le novità,
tanto che i nostri clienti sono aumentati.
Da noi vengono anche molti turisti, a conferma dei dati che vedono la Valle Imagna
in crescita. Ogni tanto spunta anche qualche straniero: il made in Italy è sempre più
apprezzato e noi facciamo di tutto per valorizzarlo”.
Master in Europrogettazione, al via la seconda edizione
Al via, dal 24 marzo prossimo, alla fiera a Bergamo, la seconda
edizione del master in Europrogettazione per la piccola e media impresa e le reti scolastiche, frutto della collaborazione tra Promoberg
e il Centro Universitario di Formazione in Europrogettazione attivo
presso la Venice International University. Il progetto è coordinato dalla società di consulenza Silvia Bernardini Sas.
Il master ha come obiettivo quello di mettere a disposizione un’iniziativa dedicata espressamente al miglioramento e allo sviluppo delle
capacità competitive delle pmi e le reti scolastiche nell’acquisizione
e nella gestione dei finanziamenti europei e di facilitare l’incontro tra
la domanda e l’offerta di servizi di consulenza e assistenza per quanto
riguarda l’acquisizione e la gestione dei fondi.
Con lo Stato e gli enti locali sempre più a corto di liquidità, i contributi dell’Unione europea rappresentano una grande opportunità per le
imprese. Contributi non certo regalati (dato che sono il frutto di parte
di quanto i cittadini dei singoli Paesi dell’Ue versano nelle casse della
stessa Unione), e che spesso, per mancanza di informazioni o per la
non perfetta conoscenza delle procedure, non si riescono ad utilizzare.
Formula, struttura, docenti e costi del Master che si tiene a Bergamo
sono uguali al Master Official, con la particolarità che esercitazioni
e docenze hanno costantemente un focus specifico indirizzato ai programmi europei di maggiore interesse per l’impresa.
I destinatari. Diversi e articolati i destinatari del Master: imprese di
qualsiasi dimensione e settore di attività, banche, enti di promozione
economica a servizio dell’impresa, associazioni di categoria e sindacali, università e enti di ricerca, consulenti e liberi professionisti,
giovani (iscritti almeno all’ultimo anno di corso di laurea triennale,
con prospettiva di conseguire il Master una volta conseguita la laurea)
e neolaureati. Quest’anno il Master si apre anche alle Reti scolastiche.
È previsto un programma formativo di una settimana d’aula, e un
semestre di lavoro progettuale individualizzato, supportato dal Centro
di Formazione in Europrogettazione via help-desk con un sostegno
sul territorio di Bergamo per verifiche, approfondimenti, inserimento
dal vivo nei team di progettazione. Nel semestre gli allievi svilupperanno un loro, vero, progetto europeo attinente un caso d’impresa a
tutti gli effetti assimilabile ad una tesi, che sarà valutato da una commissione composta da docenti e valutatori, che, delibererà il rilascio
del Master, e il punteggio in centesimi conseguito.
il presidente della Sezione Fallimentare
del tribunale di Bergamo
Concordato in bianco
Vitiello: «Messo
un freno agli abusi»
Fare chiarezza sul concordato preventivo, riflettere
sui corretti criteri di interpretazione delle norme e sugli
orientamenti che la materia fallimentare ha acquisito negli anni. Sono stati questi i temi dell’incontro organizzato
mercoledì scorso dall’Ordine dei Dottori Commercialisti
di Bergamo. In due distinte tavole rotonde, commercialisti
e avvocati hanno fatto il punto sulle modifiche apportate
al concordato preventivo dai decreti Sviluppo e Del Fare,
soffermandosi specificatamente sulla cosiddetta procedura “con riserva”, specie se “in continuità”. Introdotta nel
2012, la procedura consente all’imprenditore in difficoltà
di presentare al Tribunale una domanda di concordato, a
partire dalla quale decorrerà un lasso di tempo (di solito
tra i 60 e 180 giorni) che l’imprenditore dovrà impiegare
per lavorare a un piano di ristrutturazione da sottoporre ai
creditori. Il concordato preventivo assicura in tal modo al
soggetto in difficoltà la possibilità di essere messo al riparo da azioni esecutive e cautelari fin dal deposito della
richiamata domanda per la concessione dei termini, entro
i quali formulare una proposta al ceto creditorio
Lo strumento, pur rientrando nelle volontà del legislatore quella di creare istituti che favorissero la continuità
aziendale in caso di crisi (dalla temporanea difficoltà, al
declino, fino alla vera e propria insolvenza), è stato spesso soggetto a utilizzi scorretti. Molti i casi di abusi messi
in atto per ottenere effetti meramente dilatori in situazioni di conclamata insolvenza, con un ulteriore aggravio
di costi prededucibili a danno dei creditori concorsuali.
Per porre fine a questa tendenza, il legislatore ha disposto alcune importanti modifiche. Prima tra tutte, la novità
apportata dal Decreto del Fare del 2013 che riconosce
al Tribunale la possibilità di nominare il Commissario
Giudiziale fin dalla fase interinale, così da favorire un
controllo più serrato sull’esistenza di presupposti concreti alla domanda. Precedentemente, infatti, il commissario
entrava in scena solo una volta che l’impresa debitrice
veniva ammessa al concordato. Inoltre, in molti i casi di
richiesta di concordato in bianco, diversi Tribunali (tra i
quali quello di Bergamo) richiedono il versamento di una
somma a titolo cauzionale, il cui importo varia a seconda
della dimensione della crisi. L’ulteriore e recentissimo
intervento sui crediti prededucibili, previsto dal Decreto
“Destinazione Italia”, si inserisce proprio in questa direzione, ribadendo l’intento di arginare possibili usi surrettizi di questo strumento concorsuale.
“Le questioni aperte in materia concorsuale sono ancora molte ed i continui correttivi apportati alla Legge
fallimentare non agevolano certamente gli operatori. E’
auspicabile pertanto avere una normativa chiara di riferimento ed essere ben coscienti di quali siano i limiti e
gli eventuali spazi di miglioramento degli strumenti utilizzati” - ha commentato Angelo Galizzi, dottore commercialista di Bergamo che ha ccoordinato l’incontro.
“Le più recenti modifiche alla normativa fallimentare - ha sottolineato Mauro Vitiello, presidente Sezione
Fallimentare del Tribunale di Bergamo disincentiveranno il ricorso al concordato in bianco, specie in continuità, in carenza di presupposti seri e concreti: ove l’imprenditore in crisi non fosse in grado di
predisporre preliminarmente una bozza avanzata di piano, che induca gli interlocutori a sostenere il percorso di
ristrutturazione, rafforzando i presupposti per la futura
ammissione alla Procedura, difficilmente tale procedura
avrà possibilità di successo”.
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la Rassegna
20 marzo 2014
9
Shopping e turismo, «la città
valorizzi questa alleanza»
Esperto di Ict, il docente ha presentato a Bergamo un progetto europeo
di valorizzazione dei circuiti commerciali urbani. «Una componente in grado
di creare un importante valore aggiunto e di rivitalizzare i centri storici.
Ma manca un’offerta dedicata, per non parlare dei servizi
annessi, dai personal shopper agli itinerari guidati»
di Laura
D
Bernardi LocateLLi
i fronte alla trasformazione di shopping center e factory outlet in mete e destinazioni, i negozi e le botteghe storiche non possono stare a guardare. Lo shopping
rappresenta un’esperienza memorabile che accompagna
ogni viaggio ed un’occasione unica per rivitalizzare i
centri storici, eppure in pochi ne hanno colto le potenzialità fornendo tour e pacchetti turistici dedicati. Rodolfo
Baggio (nella foto), docente del Master in Economia del
Turismo dell’Università Bocconi di Milano e presidente
di IfittItaly - la principale comunità globale per lo scambio e lo sviluppo di conoscenze sull’uso e l'impatto delle
nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel settore dei viaggi e del turismo - ha presentato con
Magda Antonioli Corigliano e Cristina Mottironi un proQuanto vale lo shopping dei turisti?
«Difficile dare una stima degli acquisti perché
non esiste, purtroppo, un dato che restituisca in
modo fedele il quadro. La Banca d’Italia ogni
anno fornisce l’indotto legato al turismo, ma
nessuno è entrato nell’ordine di idee di valorizzare una componente in grado di creare un
importante valore aggiunto e di rivitalizzare i
centri storici che fanno i conti con consumi interni in picchiata. Esistono le gite organizzate
negli outlet, ma la rete del piccolo commercio,
depositaria della tradizione e della tipicità non
rientra nei tour».
Quali sono le opportunità offerte dagli shopping tour?
«Lo shopping è un forte strumento di destagionalizzazione e ad avere grandi potenzialità
inespresse sono soprattutto le città di media
grandezza. Il problema è che manca una vera
e propria offerta dedicata per non parlare dei
servizi annessi e connessi, dai personal shopper
ad itinerari guidati ad hoc. A Torino, ad esempio, è stato lanciato un itinerario per boutique
alla scoperta di indirizzi storici, atelier di stilisti
emergenti, grandi firme ma anche indirizzi per
chi cerca pezzi vintage e di antiquariato».
Lo shopping è un’esperienza irrinunciabile
che accompagna ogni viaggio?
«Qualcosa si acquista sempre, souvenir e
“tourist junk” inclusi, e se non si compra si fa
window-shopping, perché i “leccavetrine” esistono da sempre. Lo shopping è un’esperienza
memorabile non solo per i viaggi di piacere ma
anche per quelli business».
Quali sono le premesse per diventare una
meta per i turisti amanti dello shopping?
«Bisogna anzitutto cambiare mentalità, ritoccando gli orari di apertura, specialmente nei
fine settimana. La forza di outlet e centri commerciali è sempre stata quella delle aperture in
pausa pranzo, serali e nel fine settimana. Abbassare la saracinesca alle 19.30 limita le occasioni
d’acquisto specialmente per il turista d’affari
per cui la sera e la pausa-pranzo rappresentano i
getto europeo di valorizzazione dello shopping
come fattore strategico per il turismo urbano. La
piattaforma TOURISMlink (www.tourismlink.
eu) mette per la prima volta a disposizione delle
pmi un’offerta integrata - dai ristoranti ai cinema,
dai musei ai negozi - che consente di creare pacchetti
su misura di ogni esigenza di turista. Non manca una
riflessione, a margine del convegno “Il turismo
culturale europeo verso il 2020”, sull’importanza della valorizzazione dello shopping come motivo di viaggio o visita e
sui limiti della nostra presenza sul web,
con uno dei più grandi esperti al mondo
di Ict a servizio del turismo.
momenti da dedicare allo shopping. Serve poco
o nulla aprire bottega di prima mattina».
Crede che Bergamo possa attrarre i turisti
dello shopping?
«Non conosco la città, ma sono certo che le insegne delle vie del centro e di Bergamo Alta
non siano state abbastanza valorizzate in chiave turistica, né più né meno di altre città italiane. Le strade dello shopping delle città europee
sono invece ben attrezzate…».
Le vie dello shopping d’Europa e del mondo si assomigliano sempre di più, con una
proposta omologata di insegne, non crede?
Come far emergere la tipicità nell’omologazione?
«Le botteghe storiche non possono essere sostituite da grandi gruppi e negozi in franchising.
Urge ora come non mai una pianificazione territoriale ed iniziative per rendere più sostenibili
i canoni di locazione. Non è affatto vero che il
mercato si regola da solo e tutta questa smania
di liberismo si è rivelata deleteria».
In alcuni centri storici, tra cui Bergamo ed
alcuni comuni della provincia, sono state
prese misure restrittive per le licenze di kebab e phone center. Cosa ne pensa?
«Le restrizioni ci vogliono e le istituzioni pubbliche devono intervenire per salvaguardare la
tipicità di ogni luogo. I negozi sono espressione e parte integrante del territorio. Continuano
tutti a parlare di valorizzazione del turismo culturale, ma il turista non vive rinchiuso nei musei. Bisogna indirizzarlo con suggerimenti ed
informazioni sugli indirizzi, le vie , le botteghe,
i ristoranti che valgono una sosta».
Bergamo è la capitale, via Orio al Serio, dei
turisti low cost. Quale può essere la proposta più interessante per questa tipologia di
turisti?
«Bisogna ribadire che non è affatto vero che
il turista low cost cerchi sempre il risparmio a
tutti i costi. A conti fatti la spesa per un viaggio
è più o meno sempre la stessa, anzi chi risparmia su volo e alloggio spesso destina maggiori
risorse agli acquisti».
Per diventare a tutti gli effetti una città a
prova di turista qualcuno dice che si debba puntare su grandi marchi e firme della
moda. È d’accordo?
«Tutti si concentrano sul target del lusso quando in realtà sono i consumi meno vistosi a dare i
maggiori risultati. Nei concept store della moda
la maggior parte della gente si limita ad acquistare l’articolo meno costoso pur di uscire con
il pacchetto griffato. Il vero obiettivo è fornire
al turista un’esperienza unica. Spesso la boutique di iper-lusso di una grande maison di moda
non lascia gli stessi ricordi di una trattoriaccia
o di una vecchia salumeria, con un mix unico
di profumi e colori. Le grandi boutique come le
grandi catene alberghiere invece si assomigliano tutte. Il turista cerca un’esperienza di viaggio
unica e autentica, che gli consenta di entrare in
contatto profondo con il luogo visitato».
Expo porterà milioni di turisti e visitatori in
Lombardia. Siamo pronti ad accoglierli?
«Mi sembra che, anche in questo, siamo in clamoroso ritardo, specialmente sul fronte dell’organizzazione dei grandi flussi di traffico dai
Paesi più lontani, che si affidano da sempre ai
tour operator. Creare itinerari di shopping su
misura di turista in concomitanza con l’Esposizione Universale rappresenta una scommessa
interessante per attrarre un turista diverso dal
cliente di tutti i giorni o dal turista italiano. Per
organizzare proposte di appeal non ci si può
aggrappare all’arte dell’improvvisazione, né si
può pensare che il singolo commerciante che si
muove da solo possa avere dei grandi risultati».
Quali sono i vantaggi della piattaforma
TOURISMlink che avete ideato?
«La piattaforma favorisce l’adozione delle
”
«I negozi sono
espressione del territorio.
Continuano tutti a parlare
di turismo culturale,
ma il turista non vive rinchiuso
nei musei. Bisogna indirizzarlo
con suggerimenti
ed informazioni sulle vie,
le botteghe, i ristoranti
che valgono una sosta»
tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte delle pmi per il business
to business. Il progetto integra l’offerta turistica con i servizi complementari, dai negozi
ai ristoranti, ai musei. Si offre la possibilità
di creare con immediatezza pacchetti su misura delle molteplici esigenze del turista moderno. A Valencia, ad esempio, è stata creata
un’offerta complementare nuova integrando
servizi come le piccole attività del commercio che non avevano ancora trovato una rappresentanza. Così si dà una chance in più alla
destinazione turistica e si offre un’opportunità
alle agenzie di viaggio, massacrate dal fai da
te, che possono proporre senza grandi investimenti dei pacchetti interessanti».
Il turismo non rientra tra le priorità dei
governi italiani e compare solo di sfuggita
nell’agenda del governo Renzi. È la nostra
grande occasione persa?
«Di turismo si parla molto ma si fa davvero
poco. C’è stato uno sprazzo di attenzione con
il Piano strategico per lo sviluppo del turismo
l’anno scorso, che però si è rivelato un po’ inconsistente nella pratica. La pianificazione
deve essere unitaria e il Governo deve dare
indirizzi precisi. Le nostre risorse, ancora più
di quelle degli altri Paesi, non sono illimitate
e bisogna scegliere gli asset strategici per lo
sviluppo. Gli altri Paesi hanno piani dettagliati, noi invece vogliamo sempre fare di tutto un
po’. Non possiamo fare ricerca in qualunque
disciplina, nessun Paese se lo può permettere.
È ora di finirla con gli investimenti a pioggia
che rendono poco o nulla e sono estremamente
dispersivi. Una pioggerellina non risolve niente, serve un bell’acquazzone».
Lei è un esperto di informatica e tecnologie
della comunicazione. Come valuta la nostra
promozione mediante il web?
«I siti si moltiplicano e si copiano a vicenda e
il portale unitario (il controverso www.italia.it,
ndr.) è figlio di errori clamorosi. Gli altri Paesi
hanno realizzato grandi portali turistici venti anni fa ed oggi sono al passo coi tempi nel
fornire esperienze uniche al visitatore. Penso al
sito della Svizzera, dell’Islanda, della Norvegia, dell’Australia e del Canada, per citare i migliori. Noi invece siamo decisamente indietro.
In collaborazione con l’Università di Catania
stiamo cercando di ricostruire con sforzi titanici la rete web italiana che presenta una struttura
davvero anomala con siti legati a senso unico».
Quali sono i principali limiti?
«L’unica cosa sensata del web è il collegamento e invece in Italia si entra in un sito e si ha la
sensazione di essere chiusi a chiave a doppia
mandata in una stanza. Internet dà l’opportunità unica di realizzare idealmente il mercato
medievale che riuniva nella stessa piazza tutte le attività. Poi è chiaro, una volta aperto il
mercato, si affilano i coltelli e ognuno bada al
suo cassetto. Intanto però si è raggiunto lo scopo principale di farsi trovare, che è la molla di
ogni investimento effettuato nel web».
Quali sono gli investimenti peggiori effettuati nel web?
«Il web è splendido perché dà spazio alla creatività e alla fantasia ma non perdona di avere
l’idea per secondi. Ora c’è una vera e propria
rincorsa nella creazione di sistemi di prenotazione on-line che è di per sé perdente, a meno
che non si vogliano investire più risorse di Booking.com che investe 1 miliardo e 200 milioni
l’anno in pubblicità online. Non credo che le
Regioni e tanto meno i Comuni e le Province
abbiano queste somme da investire».
10
la Rassegna
20 marzo 2014
Imprese femminili, in dieci
anni cresciute di 3mila unità
In dieci anni ci sono 18mila imprese di donne in più in Lombardia:
sono passate dalle 153.755 del 2003
alle 172.167 dello scorso anno. Quasi la metà delle nuove realtà ha sede a
Milano (8mila imprese in più), quasi
3mila aziende si registrano invece a
Bergamo e a Brescia.
In dieci anni, le donne imprenditrici
sono passate dal 20% al 21% del totale delle imprese lombarde. Nella finanza, la percentuale è salita dal 18%
al 21% mentre nel settore dei servizi
alla persona è avvenuto addirittura il
sorpasso con le 19mila imprese femminili che rappresentano il 52% di
tutte quelle del comparto. Nell’ultimo
anno perdono meno le società guidate da donne rispetto a quelle maschili:
in Lombardia c’è un calo del -1% per
gli uomini imprenditori contenuto a
-0,5% per le donne mentre nella sola
Milano crescono dello 0,2% gli uomini
e dello 0,6% le donne. I dati emergono
da un’elaborazione del Servizio Studi
della Camera di commercio di Milano
su dati Infocamere.
Nel solo capoluogo lombardo sono
58.238 le imprese “rosa” risultate attive nel 2013, pari al 34% del totale lombardo. Rispetto al 2012 crescono dello
0,6%, unico trend positivo in uno scenario lombardo che registra in media
un calo dello 0,5%. Le imprese femminili a Milano sono attive soprattutto nel
settore del commercio (15.578 imprese, un terzo del totale lombardo di settore), delle attività immobiliari (6.701
imprese, il 41% lombardo e l’11% del
totale nazionale) e delle attività di servizi vari (5.681 imprese).
In Lombardia - Nel 2013 s'è registrato
un leggero calo delle imprese femmi-
Al dicembre scorso erano 18.500 quelle attive nella
Bergamasca. Nel commercio la maggior parte delle attività
E anche nell'agricoltura
conquistano più spazi
Anche l’agricoltura bergamasca é sempre più “rosa”. Circa il 25% delle imprese del settore infatti è guidato da una
donna. Lo rileva Donne Impresa, l’organismo della Coldiretti
che promuove lo sviluppo dell'imprenditoria femminile agricola per riconoscerne il ruolo determinante nello sviluppo del
tessuto economico e produttivo. “Le donne impegnate in agricoltura - spiega Elena Lazzarini, responsabile di Donne Impresa Bergamo - sono molto spesso il fulcro dell’azienda, delle
campionesse nel far coincidere i tempi della famiglia e della
vita privata con gli impegni imprenditoriali. Il loro contributo
è rilevante per la diffusione di un
nuovo modello di sviluppo sostenibile che si caratterizza per
innovazione e creatività. E’ inoltre fondamentale per la custodia
di importanti valori familiari che
sono propri della tradizione contadina e rappresentano un patrimonio per Coldiretti”. Nell’agricoltura bergamasca la rete imprenditoriale femminile è formata da 1.260 aziende operanti nei
diversi comparti produttivi (su un totale regionale di 10.850).
Le donne sono particolarmente numerose nel settore dell’agriturismo e della vendita diretta oltre che nelle attività dove la
fantasia e la sensibilità femminile sono una valore aggiunto che
fa la differenza. “Le agri manager - sottolinea Lazzarini - hanno
saputo dare un nuovo impulso al settore e hanno sperimentato e
sviluppato un nuovo modo di fare agricoltura come ad esempio
le fattorie didattiche e sociali, gli agriturismi e attività legate
all’agribenessere. La multifunzionalità è il filo conduttore che
lega le imprese agricole al femminile e ne esalta la capacità
di cogliere la sfida con il mercato coniugandola con il rispetto
dell'ambiente e delle peculiarità del territorio”.
Nella nostra provincia
le aziende guidate
dalle agri-manager
sono 1.260
impreSe femminili nel 2003 e nel 2013 in lombardia
2003
2013
Differenza
2013 - 2003
BERGAMO
15.521
18.419
2.898
BRESCIA
20.750
23.256
2.506
COMO
8.012
9.141
1.129
CREMONA
5.292
5.732
440
LECCO
4.530
5.154
624
LODI
2.800
3.117
317
MANTOVA
7.485
8.289
804
MILANO
62.873
71.064
8.191
PAVIA
9.615
10.178
563
SONDRIO
4.194
3.773
- 421
VARESE
12.683
14.044
1.361
LOmBARDiA
153.755
172.167
18.412
Elaborazione: Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere anno 2013
nili passate da 173.033 attive nel 2012 a
172.167 (-0,5%). Settori principali sono
il commercio (quasi 46mila imprese attive), le altre attività di servizi (19.812)
e le attività manifatturiere (17.996). Di
rilievo anche il settore delle attività immobiliari: in regione oltre 16mila imprese su 62mila attive in Italia (il 25,9%).
Per numero di imprese, tra le province,
dopo Milano vengono Brescia (23.256
imprese), Bergamo (18.419) Varese
(14.044), Monza e Brianza (12.826) e
Pavia (10.178). Focalizzando l'attenzione
sugli addetti nelle imprese femminili, a
Milano lo scorso anno sono risultate oltre 139mila, in aumento rispetto al 2012
(circa 137mila) dell’1,8%. I settori col
maggior numero di addetti sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio (oltre
27.300 addetti), le attività manifatturiere
(oltre 21.600) ed il noleggio, agenzie di
viaggio, servizi di supporto alle imprese (oltre 16.200). Bene anche le attività
dei servizi di alloggio e di ristorazione
(15.400 addetti) e altre attività di servizi (quasi 11 mila addetti). A livello lombardo, il numero di addetti si è attestato
invece a quasi 412mila unità. Circa 85
mila sono occupati nel commercio, tra
dettaglio e ingrosso, le attività manifatturiere (84.339) e attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (52.605 addetti).
PROGETTO “SONO SOSTENIBILE”
Quando il business è amico dell’ambiente
È aperta l’edizione 2014 del progetto “Sono Sostenibile”, che mira a fornire alle imprese di Bergamo e provincia, attraverso azioni di
sensibilizzazione, formazione, check-up aziendali e consulenze personalizzate e gratuite, suggerimenti e indicazioni per migliorare la
propria sostenibilità ambientale. Possono partecipare all’iniziativa le attività artigianali del settore alimentare con vendita al
pubblico e le attività commerciali, sia esercizi di vicinato (negozi/attività di servizi con superficie fino a 250mq), sia pubblici esercizi.
Al termine dell’edizione, per dare visibilità alle attività partecipanti giudicate “sostenibili”, verrà attribuito il marchio di qualità “Sono
Sostenibile”.
Il progetto verrà presentato sul territorio attraverso 4 focus group di animazione, che permetteranno di illustrare i contenuti,
raccogliere input ed esigenze. Gli incontri si svolgeranno, a partire dalle ore 20.30, secondo il seguente calendario:
Martedì 1 aprile a Bergamo, nel Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni della CCIAA (via Petrarca 10)
Giovedì 3 aprile a Treviglio, nella sede della Cassa Rurale Banca di Credito Cooperativo (via C. Carcano 6)
Martedì 8 aprile ad Albino, nella sede della Comunità Montana Valle Seriana (viale Libertà, entrata dal n. 27)
Giovedì 10 aprile a Piazza Brembana, nella sede della Comunità Montana Valle Brembana (via Tondini 16)
LA PARTECIPAZIONE, PREVIA ISCRIZIONE ONLINE, È LIBERA E GRATUITA.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI SUL PROGETTO:
www.bergamosviluppo.it - referente iniziativa: Francesca Raso, tel. 035/3888011
Il progetto è finanziato dalla CCIAA e realizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo, il sistema associativo locale e il Centro di Etica Ambientale
la Rassegna
la tavola
rotonda
20 marzo 2014
11
Expo, innovazione ed estero:
le tre carte per rilanciare Bergamo
La crisi è drammatica. E anche nella Bergamasco molte imprese hanno chiuso, è aumentato il ricorso alla cassa integrazione e
il tasso di disoccupazione è aumentato, dal 2008 al 2012, salendo
al 7%. Ma se Bergamo ha subito gli effetti della crisi, soprattutto
nel settore trainante dell’edilizia, ha anche tutte le carte in regola
per intraprendere la strada del rilancio. E' quanto è emerso nella tavola rotonda organizzata dal mensile economico Espansione
“Il territorio di Bergamo e la sua economia: sfide e opportunità
per uscire dalla crisi” condotta dal direttore di Espansione Angela
Maria Sculicca e da Achille Perego, caposervizio economia e finanza di Quotidiano Nazionale.
Formazione, innovazione, internalizzazione e turismo sono stati
i temi discussi da un parterre che di territorio bergamasco se ne
intende. Maria Luisa Bertuletti, vicepresidente Confimi-Impresa
Bergamo, Cristiano Carrus, direttore territoriale del Credito Bergamasco, Giuseppe Guerini, presidente di Imprese&Territorio,
Giacomo Meloni della Cisl-Bergamo, Osvaldo Ranica, direttore generale della Banca Popolare di Bergamo, Ida Rocca, presidente del Comitato Imprenditoria femminile della camera di
Commercio, Gianfranco Rusconi, direttore del Dipartimento di
Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi dell’Università di Bergamo e Luigi Trigona, presidente Turismo Bergamo e membro della Camera di Commercio.
“Dobbiamo combinare l’internazionalizzazione con l’innovazione senza dimenticare la formazione - ha dichiarato Trigona -.
La Camera di Commercio si sta impegnando nello stanziamento di risorse per favorire l’occupazione, premiando le aziende
che assumono, e l’accesso al credito. Da alcuni anni ci stiamo
inoltre impegnando per valorizzare il nostro patrimonio territoriale, artistico, culturale e anche gastronomico. Expo 2015
potrà essere una grande leva per una provincia che può vantare numerosi chef stellati e nove formaggi Dop. Bisogna legare
il turismo al mondo della produzione, non solo pensando alla
filiera del cibo, tema centrale di Expo, ma anche narrando le
nostre storie industriali: dal passato del Villaggio Villa Crespi
d’Adda al futuristico Kilometro Rosso”.
“La nostra realtà economica comincia finalmente a guardare al di
là del mercato domestico - spiega Giuseppe Guerini, presidente
di Imprese&Territorio -. Il nostro obiettivo non è solo quello di
individuare le Pmi capaci di andare all’estero ma anche di essere
un territorio attrattivo per gli investimenti stranieri, valorizzando
RISORSE UMANE
Trigona (Camera di Commercio): «Anche la formazione può giocare un ruolo
decisivo». Bertuletti (Confimi): «Va ridotto il peso della fiscalità sulle imprese».
Ranica (Popolare di Bergamo): «Occorre un grande sforzo come sistema
per spingere altri imprenditori ad affrontare l'internazionalizzazione»
Luigi Trigona
in nostro tessuto economico. La crisi ha imposto un ripensamento
e una conversione dei settori in cui investire. Davvero interessante
in merito è l’iniziativa della Camera di Commercio che ha chiesto
all’OCSE di studiare e fotografare la nostra economia fornendo
parametri che ci indicheranno la strada per cambiare passo”.
E sul tema del ruolo degli istituti di credito, Guerini ha aggiunto:
“La sfida è quella di migliorare la collaborazione tra banche ed
imprese. Come Imprese&Territorio stiamo mettendo a fuoco gli
strumenti sui cui sarà utile lavorare: non solo confidi o gli sportelli-credito delle nostre realtà associative ma, dove possibile, affiancare le imprese nel dialogo con la banca”.
“In un mercato dove la qualità è data per scontata e la concorrenza
si fa sul prezzo è difficile resistere per le imprese - spiega Maria
Luisa Bertuletti, vicepresidente Confimi-Impresa Bergamo -. E
se non ci saranno stimoli al fare impresa nel giro di pochi anni
molte aziende chiuderanno. Quando parlo di stimoli mi riferisco
IL CONSULENTE RISPONDE
soprattutto alla riduzione del peso della fiscalità”. Dal canto loro
gli istituti di credito si sono prodigati a spiegare le difficoltà che
l’economia locale sta vivendo, illustrando tutte le iniziative intraprese a sostegno del sistema imprenditoriale bergamasco.
“Nei primi mesi del 2013 abbiamo erogato oltre 500 milioni di
euro, il 20% ai privati e il resto alle Pmi. Abbiamo attivato iniziative per stimolare a “fare impresa” come un finanziamento per le
start-up innovative. Piccole iniziative che sono servite per riportare fiducia dopo anni di crisi” - dichiara Osvaldo Ranica direttore
generale della Banca Popolare di Bergamo -. “In merito all’internazionalizzazione, è indubbio che chi ha saputo per tempo guardare all’estero non ha sofferto. Occorre quindi fare un grande sforzo
come sistema per spingere anche altri imprenditori a vagliare le
opportunità offerte dal mercato estero, un lungo processo che darà
risultati positivi solo se si punterà su formazione manageriale, innovazione e rinnovamento del tessuto imprenditoriale”.
E sul ruolo dell’imprenditoria femminile, Ida Rocca, presidente
del Comitato per l'Imprenditoria femminile, ha dichiarato che “di
fronte alla mancanza di posti di lavoro, le donne sono state costrette a diventare imprenditrici ma risulta difficile conciliare impresa e famiglia, le banche concedono poco credito e lo Stato non
aiuta. Il nostro “Punto nuova impresa” ha realizzato un incubatore per le start-up femminili e sportelli aperti per le donne, una rete
sul territorio al servizio di chi vuole cominciare a fare impresa”.
Infine l’intervento di Giacomo Meloni, della Cisl, sulle proposte
del mondo sindacale per il rilancio dell’economia. “Siamo disponibili - ha detto - a sederci attorno ad un tavolo con le imprese
per trattare uno scambio tra aumento di flessibilità nell’organizzazione del lavoro rivedendo anche i contratti (esclusa la parte
salariale), in cambio di un maggior ricorso alla redistribuzione
del lavoro attraverso contratti di solidarietà espansivi, part-time e
staffette generazionali”.
di Marco Bergamaschi
Incapacità di staccare la spina,
la sindrome che "pesa" sull'azienda
Personalmente ho sempre cercato di delineare un filo invisibile, ma netto tra “sfera privata”
e “sfera lavorativa”, consapevole che se combinati male, il risultato può divenire rischioso per
la qualità della mia vita e per la vita di coloro che
mi stanno accanto. Conosco persone che già alla
mattina, mentre si recano al lavoro, pensano a
come organizzare la serata (e la riflessione continua durante tutto l’arco della giornata lavorativa)
e altri invece, che proprio sul finire del giorno,
inventano ogni scusa per rimanere ancora un
paio d’ore in ufficio, lamentando di dover portare
a termine quella pratica o quel progetto, perché
devono essere “assolutamente” chiusi; per non
parlare poi di coloro che una volta spento il pc in
ufficio, si portano a casa il lavoro e trascorrono
la serata a lavorare. Non bisogna essere psicologi per capire che in entrambi i casi c'è qualcosa che non va, o meglio, c’è qualche cose che
dovrebbe essere rivisto e rivalutato. Tuttavia il
vero problema è quando il lavoro diventa l’unica
ragione di vita al punto da trasformare l’individuo in una specie di esiliato, non più capace di
comprendere quando è il momento di staccare.
A tal riguardo uno dei casi più eclatanti è stato
quello di Antonio Horta-Osorio, numero uno del
Lloyds Banking Group in Gran Bretagna, che
nel 2011 ha dovuto interrompere la propria attività professionale per seguire una precisa prescrizione redatta dal suo medico.
Colpito da quella che gli esperti definiscono
“ITSO - Inability to switch Off” ovvero la “Sindrome dell’incapacità di staccare la spina”, il
D
ottor Bergamaschi
insieme ad un socio gestisco una realtà
imprenditoriale che, malgrado la crisi, continua a regalarci diverse soddisfazioni. C' è
però un fatto nuovo che mi sta angosciando.
Ultimamente, il mio socio ha cambiato atteggiamento, ha di fatto trasformato l’ufficio
nella sua seconda casa: lavora costantemente,
anche dieci ore al giorno, anche durante il fine
settimana, spesso salta pure la pausa pranzo e
quando se la ricorda si limita a un panino veloce davanti al pc. Questa eccessiva e ossessiva
dedizione al lavoro mi sta mettendo un po' in
difficoltà, anche perché il mio socio mi pare
sempre più nervoso, atteggiamento che inevitabilmente ricade sui collaboratori e sul clima
aziendale. Non so come affrontare la situazione, se lasciar correre, sperando che il tutto si
sistemi da solo, o intervenire con fermezza e
imporre un cambio di rotta al mio socio. Vorrei un suo parere.
e-mail, Treviglio
manager era entrato in una spirale che lo aveva portato all’incapacità di conciliare la propria
vita personale e sociale con quella lavorativa:
esisteva solo il lavoro e non solo di giorno,
anche di notte, tanto è vero che con il passare
del tempo, aveva cominciato a dormire 2-3 ore
e a lavorare al buio fino a che non spuntavano
le prime luci dell’alba; allora si vestiva, andava in ufficio e ricominciava a lavorare. Ovvia-
mente il resto della sua vita, gli affetti, le passioni
e gli interessi di una volta in un primo momento
erano passati in secondo piano e poi dimenticati.
Non si creda che il caso di Horta-Osorio debba
essere considerato un caso isolato e così straordinario, perché la sua vicenda ha messo in risalto un fenomeno sul quale è opportuno rivolgere
maggiore attenzione e responsabilità. Infatti,
quando la dedizione al lavoro si trasforma in una
forma di dipendenza, che implica l’incapacità
di regolare i propri ritmi e che spinge alla continua ed ossessiva ricerca di compiti da portare
a termine, allora è necessario correre ai ripari,
soprattutto perché chi ne è coinvolto, non percepisce il problema, mentre a farne le spese sono
i famigliari e le persone più vicine per i disagi
derivanti dalla sua auto-esclusione sociale. Non
bisogna quindi andare fino in Gran Bretagna per
incontrare persone incapaci di staccare la spina,
è sufficiente rimanere anche qui in città, per scoprire individui che hanno investito moltissimo
sulla loro vita professionale a discapito di quella sociale, caratterizzata da relazioni, affetti ed
emozioni che la sfera lavorativa non può offrire.
È sufficiente sbirciare tra le ricerche in tema di
“qualità della vita” per avere la conferma che
trascorrere undici ore a lavorare, aumenta di due
volte e mezzo il rischio di cadere in depressione
e al contrario, mentre chi segue un ritmo di vita
più regolare e non lavora più di otto ore al giorno, mostra un migliore benessere psicologico.
Anche perché, non dimentichiamolo, dormire
adeguatamente, intrattenere delle relazioni, disporre di congrui momenti per il relax e avere del
tempo libero, è la “condicio sine qua non” per
un’esistenza sana ed equilibrata. Il vero problema è che le persone incapaci di staccare la spina,
non solo non si rendono conto di vivere una disarmonia, ma non hanno nessuna intenzione di
modificare il proprio stile di vita, proprio perché
non la riconoscono come un elemento negativo
per la propria vita. Ci sono soluzioni? Un amico
medico mi racconta che quando si trova davanti
agli “incalliti di lavoro”, che stanchi e stressati gli chiedono pillole ricostituenti, lui propone
anche una terapia alternativa come il valutare
l’abbonamento al cinema e a teatro o l’iscrizione a qualche corso serale, fino a suggerire con
il tempo qualche fine settimana alla scoperta di
luoghi che aiutano a rigenerarsi. Non tutti prendono bene questi consigli e la differenza sostanziale la fa la moglie, il marito o le persone che
sono vicine all’individuo che non vuole staccare
la spina; ma è anche vero che nei casi più seri,
sarebbe auspicabile un percorso di psicoterapia,
per ri-appropriarsi dei valori della vita e ri-scoprire che si può essere occupati e realizzati anche in molti altri modi. Pertanto se è vero che il
lavoro rappresenta una parte fondamentale della
propria vita, è altrettanto necessario gestirlo con
proporzione, non dimenticando mai il piacere di
delle piccole pause, dei rapporti umani reali e
alle soddisfazioni che comportano.
12
la Rassegna
20 marzo 2014
Premio Arrigoni ai ristoranti
Trattoria Visconti e La Corte del Noce
Sono due ristoranti i vincitori della terza edizione del
premio dedicato alla memoria di Francesco Arrigoni, il giornalista e critico enogastronomico bergamasco, allievo di Veronelli, penna del Gambero Rosso e del Corriere della Sera,
scomparso prematuramente nell’agosto del 2011. Premiati per
la tipicità e l’attenzione nella selezione delle materie prime e
alla filiera corta sono La Corte del Noce di Villa d’Adda e la
Trattoria Visconti di Ambivere. Il primo, collocato in casolare del 1400 nel Parco dell’Adda, è guidato dal 1983 dallo
chef Graziano Foresti e dalla moglie Mina Putelli, mentre il
secondo si trova nel centro storico di Ambivere ed è gestito dalla famiglia Visconti da tre generazioni. La consegna, in
programma nella serata di giovedì 20 marzo, sarà affidata a
Ellen Hidding, conduttrice del programma tv Mela Verde, insieme al vicedirettore dell’Ascom Oscar Fusini e al presidente di PromoIsola Silvano Ravasio. L’iniziativa è inserita tra
a LiLLiput
Salumieri Ascom,
degustazioni
per piccoli gourmet
Il Gruppo gastronomi e salumieri
dell’Ascom torna ad incontrare i piccoli
buongustai a Lilliput, il Villaggio Creativo organizzato dalla Promoberg alla Fiera di Bergamo dal 20 al 23 marzo. Lo fa con il progetto
“Educare al gusto”, che propone agli alunni
delle scuole elementari dei momenti alla scoperta dei prodotti tipici della Bergamasca. Nei
giorni della manifestazione dedicati alla visita
delle scolaresche (giovedì 20 e venerdì 21),
le classi possono iscriversi alle degustazioni
guidate condotte dai professionisti del Gruppo e della Pia Unione San Lucio, che condivide l’iniziativa. Come nelle degustazioni
solitamente proposte agli adulti, i bambini riceveranno dei piattini con degli assaggi di salumi e formaggi e potranno apprendere come
gli appuntamenti della Fiera del Libro, in svolgimento fino a
domenica 23 al centro commerciale “Il Continente” di Mapello, con la regia di Promoisola, Comunità Isola Bergamasca,
Comune di Mapello e Sistema Bibliotecario Area nord-ovest
della provincia di Bergamo.
Il Premio Arrigoni è realizzato in collaborazione con l’Ascom
e vuole portare in evidenza le eccellenze della Bergamasca e,
in particolare, l’importanza della dimensione etica nel campo
enogastronomico, ossia la capacità di offrire al consumatore
tutti i piaceri della buona tavola coniugando la massima attenzione alla scelta delle materie prime, la cura nella preparazione dei piatti e la passione per i prodotti della propria terra. La
prima edizione è andata a Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori dell’Ascom, mentre lo scorso anno il riconoscimento
era stato assegnato all’Azienda Agricola Magni di Tassodine,
che si è distinta nella produzione di vino.
il 29 marzo
vengono prodotti e imparare a riconoscerne le
caratteristiche osservandoli e gustandoli. Nei
due giorni successivi quando l’accesso è riservato alle famiglie, lo stand ospiterà invece
dei laboratori a tema che uniscono gioco e degustazione sempre con la guida degli esperti
assaggiatori.
L’iniziativa debutta ufficialmente a Lilliput
dopo una “sperimentazione” avvenuta lo scorso anno (che ha avuto come protagonisti i 120
alunni delle scuole elementari di Villa d’Ogna
al termine di un percorso di otto merendelezione) e si inserisce a pieno titolo nei programmi dell’associazione, che ha tra i propri
obiettivi promuovere la cultura del gusto e le
conoscenze dei consumatori. «È importante
– dicono i promotori - che le giovani generazioni comincino presto a capire cosa stanno mangiando, indipendentemente dal fatto
che stiano addentando una merendina, pane e
salame o la torta fatta in casa. Non vogliamo
promuovere una merenda rispetto ad altre,
ma mostrare ai bambini che possono scegliere con consapevolezza». Portando in primo
piano il lavoro dei salumieri, la presenza a
Lilliput ricorda inoltre il valore delle piccole
attività indipendenti all’interno della vita di
un città o di un paese.
Trent’anni
di solidarietà,
incontro con
don Chino Pezzoli
Le Associazioni “Alle Radici
della Comunità”, “Torquato Tasso” e Alleanza Cattolica organizzano sabato 29 marzo alle ore
17 nella sede dell’associazione
Torquato Tasso, a Bergamo in
via Tasso 7, un incontro con don
Chino Pezzoli, fondatore di Promozione e Solidarietà Umana su
trent’anni di solidarietà e attenzione agli ultimi. Interverrà don
Mario Sozzi, collaboratore di don
Chino. Per l’occasione don Chino
illustrerà il suo ultimo volume,
“Le catene della dipendenza”.
Presenterà Luca Urbani di “Alle
Radici della Comunità”. Demetrio Polimeno per l’Associazione
Torquato Tasso rivolgerà un indirizzo di saluto. Info: http://alleradicidellacomunita.myblog.it/
Gelato, coni a 1 euro
e concorso
per la Giornata Europea
In Bergamasca, il gelato vive due giorni da grande protagonista. In occasione della Giornata Europea del Gelato
Artigianale, istituita dal Parlamento di Strasburgo per sottolineare il valore di questo alimento e la capacità di chi
lo produce, il Comitato Gelatieri dell’Ascom promuove
due appuntamenti. Il primo, domenica 23 marzo, è rivolto ai consumatori e fa propria l’iniziativa internazionale
che accomuna le gelaterie artigianali di almeno 12 Paesi
nella proposta di un gusto speciale (per il 2014 è stato
scelto “Stracciatella d’Europa”, gelato fior di latte variegato al cioccolato fondente e succo di arance) al prezzo
di un euro. I golosi non avranno che l’imbarazzo della
scelta, visto che sono più di cinquanta le insegne di città
e provincia che aderiscono. Lunedì 24, invece, si terrà la
seconda edizione del “Concorso di gelateria artigianale di
Bergamo” aperta e gelatieri e studenti degli istituti alberghieri. Tema è la riscoperta del gusto lattemiele abbinato
a prodotti di eccellenza bergamaschi o alla rielaborazione
ricette di pasticceria e gastronomia tipiche. All’Istituto
alberghiero Alfredo Sonzogni di Nembro una giuria di
nomi eccellenti valuterà le creazioni di 27 gelatieri e di
14 squadre, ognuna composta da due allievi, degli istituti
alberghieri di Nembro e San Pellegrino.
■ Le
In città: Cuore, Frigidarium, Lekka Lekka, Safarà Soft,
Tassino Café, Tuttifrutti. In provincia: Il Dolce Freddo
(Albano Sant’Alessandro), Franca (Albino, due punti vendita), Fior di Panna (Almenno San Bartolomeo),
Petite Fleur (Almenno San Salvatore), Rosa (Arcene),
Artigel (Azzano San Paolo), La Piazza (Bolgare), La
Gabbia (Capriate San Gervasio), Megaron (Casnigo),
Baciamicocco (Chiari), Il Gelato da Giò (Chiuduno), Il
Gelato di Ubaldo (Chiuduno), Artigiana Gelati (Clusone), Da Claudio (Clusone), Selz Café (Clusone), Vanilla
(Cologno al Serio), Biffi (Credaro), Blitz (Curno), Sottosopra (Dalmine), Oasi (Fara Gera d’Adda), Artigiana
Gelati (Gazzaniga), Agriall (Grassobbio), Tutta Panna
(Grumello del Monte), Franca (Leffe), Pasticceria Laura
(Medolago), Willy Wonka (Medolago), Bar Commercio
(Osio Sotto), Pasticceria Bonati (Paladina), La Gelatteria (Pedrengo), Bonazzi (Ponte Nossa), Taverna del
Caio (Ponteranica), Arlecchina (San Paolo d’Argon),
La Gelateria (San Pellegrino Terme), La Gatteria (Sarnico), Temptations Non solo Gelato (Scanzorosciate),
Gelato Matto (Seriate), Paradiso del Gelato (Seriate),
Latte Zucchero (Terno d’Isola), Rubis (Torre Boldone),
Gelatiamo (Treviolo), Fantasia (Villa d’Almè), L’Oasi
(Villongo), Il Gioppino (Zanica), Voglia Matta (Zanica).
■i
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Sergio Pezzoli (Laboratorio Gelateria Franca, Albino),
Enrica Natali (Petite Fleur, Almenno San Salvatore), Daniela Nodari (Rosa, Arcene), Simone Rota Biasetti (Artigel, Azzano San Paolo), Pierangelo Suardi (Cherubino,
Bergamo), Viviana Elena Cremaschi (Cuore, Bergamo),
Roberto Acerbis (Frigidarium, Bergamo), Cristian Daldossi (Safarà Soft, Bergamo), Manuel Fratus (La Piazza,
Bolgare), Francesca Gelmi (Il Gelato da Giò, Chiuduno),
Alessandro Bosio (Selz Café, Clusone), Pietro Andreoli
(Gelatissimo, Darfo Boario Terme), Colombano Mariani
(Oasi, Fara Gera d’Adda), Paolo Mariani (Gelateria Dolce Vita, Lallio), Laura Colombelli (Pasticceria Laura,
Medolago), Graziella Molinari (Gelateria Arizzi, Olmo
al Brembo), Simona Pansa (La Gelatteria, Pedrengo),
Luigi Cornolti (Taverna del Caio, Ponteranica), Marco
Mangini (La Gelateria, San Pellegrino Terme), Giuseppe
Giudici (La Gatta, Sarnico), Andrea Giudici (La Gatteria, Sarnico), Marco Pietrobono (Gelato Matto, Seriate),
Matteo Corna (Gelatiamo, Treviolo), Giuseppe Mologni
(L’Oasi, Villongo), Marcello Gusmini (La Crem, Vertova), Maria Angela Giassi (Il Gioppino, Zanica), Daniel
Rossi (Voglia Matta, Zanica).
la Rassegna
20 marzo 2014
13
Artigiani, l’impresa digitale “fa scuola”
Nell’offerta formativa di via Torretta potenziati
i corsi sui social network, il commercio elettronico
e la gestione aziendale. Trevaini: «Occorre
cavalcare l’innovazione per non rimanere
esclusi». In calendario anche percorsi
per le diverse categorie. Circa 200 le proposte
Un ventaglio di proposte per
l’aggiornamento professionale di
tutte le categorie, con un occhio di
riguardo agli aspetti dell’e-commerce e delle nuove forme di comunicazione quali strumenti indispensabili
per la competitività.
È quanto propone la nuova offerta
formativa di Confartigianato Bergamo, un elenco di circa duecento
corsi (tra obbligatori, professionalizzanti, gestionali e per il conseguimento di abilitazioni e certificazioni) che è possibile trovare nella
“Guida all’offerta formativa” distribuita in questi giorni in tutte le sedi
dell’Organizzazione di via Torretta e
scaricabile anche dal sito www.artigianibg.com.
«In un mondo sempre più veloce,
digitale, informatizzato e “smart” –
spiega Valentina Trevaini, membro
di giunta e coordinatrice del gruppo
di lavoro Formazione e Comunicazione – è ormai imprescindibile
Martinengo,
imprenditori
in cattedra
alla scuola media
saper cavalcare queste dinamiche
per non rimanere esclusi dal mercato. A questo scopo abbiamo voluto
dare un taglio più innovativo alla
proposta formativa, potenziando i
corsi che riguardano le nuove tecnologie di comunicazione e gestione aziendale. Innanzitutto, il corso
“Lavorare con i social network”, che
Confartigianato Bergamo per prima
ha organizzato in provincia e che riprenderà il prossimo mese di aprile
dopo svariate edizioni. Anche le imprese artigiane più tradizionali stanno finalmente comprendendo l’importanza di veicolare i propri contenuti sul web potendo raggiungere
una platea più ampia possibile».
Aiutare gli artigiani a saper gestire
l’impresa in modo efficace ed efficiente è un altro degli aspetti su cui
l’offerta formativa investe parecchio, proponendo con cadenza periodica corsi per strutturare piani di
marketing “low cost”, per la prepa-
Valentina Trevaini, membro
di giunta e coordinatrice
del gruppo di lavoro
Formazione e Comunicazione
razione degli addetti all’ufficio acquisti (buyer), per l’organizzazione
di un clima lavorativo interno propositivo e favorevole, fino ad arrivare al “public speaking”, ovvero alle
tecniche per migliorare le proprie
capacità di presentazione e di promozione dell’azienda all’esterno.
«Il 19 maggio – continua Valentina Trevaini – partirà poi la seconda
edizione del corso sul commercio
elettronico, l’e-commerce, dopo
una prima edizione molto partecipata. La sua caratteristica è che, oltre ad approfondire tutti gli aspetti
legati alla proiezione della propria
impresa sul web, affiancherà una
parte consulenziale per aiutare an-
che l’imprenditore meno esperto ad
esplorare queste nuove dimensioni
di business».
Per ciascuna categoria, inoltre, sono
stati studiati specifici pacchetti formativi volti ad accrescere il livello
tecnico e manageriale delle diverse
attività artigiane. Tra i prossimi appuntamenti, l’Area Servizi alle persone vedrà un corso sul massaggio
in estetica (24 marzo) e un corso di
specializzazione per acconciatori
della durata di 400 ore (31 marzo).
Per gli impiantisti elettrici, il 25
marzo e il 22 maggio, sono in programma i corsi sulla norma CEI 1127 per l’ottenimento delle qualifiche
di persona esperta (Pes) e idonea
(Pei) a lavori sotto tensione. Per gli
impiantisti termoidraulici, a cadenza periodica, sono invece previsti
corsi sulle normative riguardanti la
gestione e la manutenzione delle diverse tipologie di caldaie e centrali
termiche, mentre il 3 aprile si terrà
il corso valido per il rinnovo della
convenzione con la Provincia di Milano (necessario per poter lavorare
sul quel territorio).
Per tutte le categorie, infine, il 27
marzo è programmato il nuovo corso sulla lingua inglese e l’8 maggio
quello di informatica. L’elenco completo è consultabile sulla “Guida
all’offerta formativa”.
Per maggiori informazioni: ufficio
Formazione (tel. 035 274307 – 306; email: [email protected]).
Costa Volpino
pronta la nuova sede
Da lunedì prossimo la nuova delegazione di Costa Volpino di Confartigianato Bergamo sarà pienamente operativa.
Apriranno infatti il 24 marzo, in via Nazionale 305, i nuovi uffici della delegazione territoriale a cui fanno riferimento le imprese artigiane di
dieci Comuni dell’Alto Sebino: Costa Volpino, Bossico, Castro, Fonteno,
Lovere, Pianico, Riva di Solto, Rogno, Solto Collina e Sovere. La sede,
che lascia gli spazi occupati finora al civico 57 della stessa via, è più funzionale all’aumento dei servizi di consulenza, paghe, amministrazione e
formazione offerti alle imprese, oltre ad essere comodamente raggiungibile (si trova a circa a 200 metri dall’uscita della superstrada) e dotata di
ampio parcheggio.
L’inaugurazione ufficiale è fissata per sabato 17 maggio e sarà preceduta,
martedì 13 maggio, da un seminario dedicato al settore delle costruzioni
e agli incentivi fiscali, organizzato con la collaborazione del Comune di
Costa Volpino.
Restano invariati sia gli orari di apertura al pubblico (da lunedì a venerdì
dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18; chiusura il mercoledì pomeriggio)
sia i recapiti telefonici (tel. 035 972194 – fax 035 972440).
AGEnDA
Giovani studenti di Martinengo “a
scuola” di artigianato. Gli alunni di
terza media del paese della Bassa
hanno, infatti, assistito ad una lezione davvero speciale, che ha avuto
in veste di insegnanti un gruppo di
imprenditori artigiani. L’obiettivo è
stato quello di orientare le scelte professionali degli studenti, illustrando
le caratteristiche e i requisiti, ma anche le opportunità e le soddisfazioni
dell’attività artigiana.
Gli imprenditori che hanno preso
parte alla lezione, raccontando le loro
esperienze e riuscendo a coinvolgere
la giovane platea, sono stati Laura
Guagliano (restauratrice artistica di
Romano di Lombardia), Simona Salini (impiantista di Calcio) e Mario
Seghezzi (mobiliere di Martinengo).
Accanto a loro, Ombretta Pizzamiglio dello Spazio Giovani e Michele
Lamera, sindaco e capo Polo di Romano di Confartigianato Bergamo.
materiali da costruzione,
carpentieri a convegno
È in programma venerdì 28 marzo alle 16,
nell’Auditorium di via Torretta, un seminario
rivolto a fabbri e carpentieri sulla nuova normativa Uni En 1090 che rivoluzionerà gli adempimenti riguardanti i materiali da costruzione
ad uso strutturale. L’incontro, a partecipazione
gratuita, approfondirà tutti gli aspetti applicativi
e gli obblighi che riguarderanno le imprese artigiane in merito alla valutazione di conformità e
alla marcatura Ce dei relativi prodotti.
Dopo l’apertura dei lavori, affidata al capo Area
Produzione e Subfornitura Alessandro Bonzi,
relazionerà il responsabile tecnico della società
Asqsts (servizi e tecnologie di saldatura) Enrico
Albarelli. Seguirà il dibattito.
Il seminario fa parte dell’iniziativa di Confartigianato Bergamo “I venerdì dell’innovazione”
che vede l’organizzazione, con cadenza mensile,
di eventi formativi e informativi mirati alla competitività delle imprese.
Per informazioni e adesioni: ufficio Innovazione
& Qualità (tel. 035 274.291;
e-mail: [email protected]).
anap, a Clusone
l’assemblea annuale
Sabato 22 marzo, alle ore 10.30, il cineteatro
dell’oratorio Mons. Tomasini di Clusone, ospiterà
la 38ª Assemblea annuale dell’Anap, Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato Bergamo.
Il programma prevede alle 9.30 la celebrazione
della Messa a cui seguirà l’assemblea con la relazione del presidente provinciale Anap Giuseppe
Carrara e gli interventi del presidente nazionale
Anap Confartigianato Gianpaolo Palazzi, del presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara e del presidente del consorzio fidi Confiab
Angelo Ondei. Infine, la consegna delle benemerenze e il pranzo sociale al ristorante Vecchio Mulino di Rovetta.
anziani, un incontro
sulle malattie del cuore
“Le malattie del cuore: come prevenirle e curarle”. È questo il titolo di un incontro organizzato dal gruppo Anap Bergamo, in programma
mercoledì 26 marzo alle 15 nell’Auditorium
di via Torretta. Realizzato con la collaborazione dell’associazione di volontariato per la lotta
alle malattie cardiovascolari “Cuore Batticuore”, l’incontro avrà come relatore il dottor Angelo Casari, già responsabile della divisione di
Cardiologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo e
consigliere dell’associazione stessa.
Per informazioni e iscrizioni contattare la segreteria Anap al numero: 035 274240.
pos, accordo
con la banca popolare
Entro il 30 giugno le imprese hanno l’obbligo di
dotarsi del Pos, il dispositivo per accettare pagamenti mediante carta di credito e bancomat. Per
andare incontro agli associati, Confartigianato
Bergamo ha stipulato un accordo commerciale
con la Banca Popolare di Bergamo, che consente l’installazione e l’attivazione del dispositivo
senza spese e senza canone per il primo anno.
Beneficiari dell’accordo gli associati già clienti
della banca o che apriranno un rapporto di conto
corrente entro il 31 dicembre 2014.
Per informazioni: Ufficio Marketing (tel. 035
274228; e-mail: [email protected]).
14
la Rassegna
20 marzo 2014
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FORPLAST
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la Rassegna
20 marzo 2014
15
Le ultime novità fiscali
Con la collaborazione del Centro Studi Seac
aCCertamento
■ raddoppio termini accertamento
Sentenza CTR Lombardia
15.1.2014, n. 147/24/2014
In caso di fruizione, da parte dell’Ufficio, del
raddoppio dei termini di accertamento lo stesso deve adeguatamente riportare nelle motivazioni le ragioni che hanno comportato detto
allungamento.
■ annullamento accertamento
nei confronti di società
Sentenza CTR Lazio
11.2.2014, n. 767/38/2014
Qualora l’atto emesso nei confronti di una società per distribuzione ai soci dell’utile accertato venga annullato, devono essere annullati
anche i conseguenti accertamenti emessi nei
confronti dei soci.
■ Studi di settore e mancata
partecipazione al contradditorio
Sentenza Corte Cassazione
26.2.2014, n. 4624
L’accertamento basato sugli studi di settore è
legittimo qualora il contribuente non abbia partecipato al contradditorio preventivo con l’Ufficio. In tal caso quest’ultimo non è obbligato a
tenere in considerazione “la realtà economica
del professionista o dell’imprenditore”.
■ versamenti “sospetti” su c/c
Sentenza Corte Cassazione
6.3.2014, n. 10811
La presenza di versamenti “sospetti” sul c/c
dell’imprenditore o dei suoi familiari non legittima, da sola, la condanna penale per evasione fiscale e per mancata presentazione della
dichiarazione. Spetta al Giudice penale valutare la sussistenza di altre prove che consentono
di stabilire la presenza di “ricavi in nero”, ossia
l’intervenuta evasione.
■ redditometro
Sentenza Corte Cassazione
7.3.2014, n. 5365
Ai fini dell’accertamento basato sul redditometro rileva esclusivamente il contributo
economico dei familiari “stretti”, ossia dei
componenti la famiglia naturale (coniuge convivente e figli) e non anche quello di terzi o
affini conviventi, in quanto estranei al nucleo
familiare.
agevolaZioni
■ manifestazioni di interesse storico
e esenzione ireS 2014
Decreto MEF 18.2.2014
È stato pubblicato sulla G.U. 5.3.2014, n. 53 il
Decreto che individua le associazioni che, operando per la realizzazione o che partecipano a
manifestazioni di particolare interesse storico,
artistico e culturale, legate agli usi ed alle tradizioni delle comunità locali ai sensi dell’art.
1, comma 185, Legge n. 296/2006, sono, per il
2014, equiparate ai soggetti esenti IRES.
■ agevolazioni prima casa e utenze
Sentenza Corte Cassazione
27.2.2014, n. 4662
Le agevolazioni prima casa non spettano al
soggetto che non ha acquisito, entro i termini
previsti, la residenza nell’immobile ancorché
sia già intervenuta la sottoscrizione dei contratti relativi alle utenze (acqua, gas, ecc.). Si
rammenta che ai fini dell’agevolazione non
è necessario che la residenza sia acquisita
nell’immobile agevolato essendo sufficiente
acquisirla nel medesimo Comune in cui è situata l’abitazione.
ContenZioSo
■ tardivo pagamento conciliazione
Sentenza CTR Liguria n. 6/4/2014
Il ritardato pagamento delle somme dovute a
seguito della conciliazione non produce effetto
sull’istituto definitorio ma determina “soltanto” il pagamento “degli interessi e/o del maggior danno, anche sanzionatorio … conseguente al mancato adempimento tempestivo”.
■ notifica al portiere dello stabile
Sentenza Corte Cassazione
26.2.2014, n. 4627
Qualora l’ufficiale giudiziario effettui la
notifica di un atto nelle mani del portiere
dello stabile, lo stesso deve dimostrare,
oltre all’assenza del destinatario, anche di
aver effettuato la ricerca delle altre persone
potenzialmente abilitate a ricevere l’atto.
Contratti
■ interessi di mora automatici
primo semestre 2014
Comunicato MEF 3.3.2014
È stato pubblicato sulla G.U. 3.3.2014, n. 51
il Comunicato del Ministero dell’Economia e
delle Finanze con il quale sono individuati i
tassi di interesse applicabili ai ritardati pagamenti nel periodo 1.1 – 30.6.2014:
– 8,25% (0,25% + maggiorazione 8%) per la
vendita dei prodotti in genere;
– 10,25% (0,25% + maggiorazione 10%) per la
vendita di alimenti deteriorabili.
preliminari di compravendita contenenti una
clausola risolutiva “troppo difficile da realizzarsi”, può essere contestato il diritto alla detrazione dell’IVA nonché l’utilizzo di fatture
false. Nel caso di specie una società immobiliare stipulava, con altre società del gruppo,
contratti preliminari di compravendita immobiliare contenenti una clausola risolutiva la cui
irrealizzabilità era nota alle parti fin dall’origine. La società, a fronte degli acconti incassati,
emetteva una fattura e, a fronte della redazione dell’atto risolutivo del contratto, stante il
mancato verificarsi della condizione prevista,
emetteva una nota di credito di pari ammontare. Secondo i verificatori tale modalità consentiva alle società del gruppo di “modificare
la normale liquidazione” dell’IVA, evitando il
pagamento della stessa.
■ indennità perdita avviamento
commerciale
Norma di comportamento AIDC n. 190
L’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale, dovuta alla cessazione della locazione
di un immobile diverso da quelli ad uso abitativo:
“valido piano di ristrutturazione aziendale, al
di là dell’abbattimento dell’utile e quindi del
risparmio d’imposta”.
■ omesso versamento imposte
Sentenza Corte Cassazione
5.3.2014, n. 5105
L’amministratore che non ha effettuato il
versamento delle imposte dovute dalla società per mancanza di liquidità è tenuto al risarcimento del danno subito dalla stessa. Detto
soggetto, infatti, a fronte di tale situazione
avrebbe dovuto proporre ai soci di deliberare
l’aumento del capitale o la liquidazione della
società.
riSCoSSione
■ avviso di pagamento contributo
unificato
Sentenza CTP Pisa n. 225/06/13
Non può essere proposto ricorso avverso
l’avviso di pagamento del contributo unificato, in quanto lo stesso non è assimilabile ad
un atto impositivo ma costituisce uno strumento che consente al contribuente di regolarizzare gli errori commessi nel versamento
del contributo senza oneri accessori, prima
dell’iscrizione a ruolo da parte dell’Amministrazione finanziaria.
■ mancata notifica avviso bonario
Sentenza CTR Liguria
19.12.2013, n. 164/02/13
La mancata notifica dell’avviso bonario determina la nullità della cartella di pagamento
emessa ex art. 36-bis, DPR n. 600/73.
■ mancata sottoscrizione ruolo
Sentenza CTP Enna 16.1.2014,
n. 88/03/2014
La mancata sottoscrizione del ruolo, anche a
mezzo di firma elettronica, da parte del funzionario dell’Ufficio, determina la nullità della
cartella di pagamento.
SanZioni
imU
■ Coefficienti fabbricati categoria d
Decreto MEF 19.2.2014
È stato pubblicato sulla G.U. 24.2.2014, n. 45
il Decreto che stabilisce i coefficienti utilizzabili per l’individuazione del valore dei fabbricati classificabili nella categoria catastale D,
non iscritti in Catasto, posseduti da imprese e
distintamente contabilizzati, ai fini della determinazione dell’IMU e della TASI
dovute per il 2014.
irap
■ Studio associato tra familiari
Sentenza Corte Cassazione
27.2.2014, n. 4663
Non è soggetto ad IRAP lo studio associato costituito tra familiari (nel caso di specie, padre e
figlia) non configurandosi, in tal caso, l’autonoma organizzazione.
iva
■ acquisto di garage e aliquota iva
agevolata
Sentenza Corte Cassazione
28.1.2014, n. 1735
L’acquisto di un’autorimessa separatamente
all’abitazione, non potendo configurarsi come
pertinenza, non può usufruire dell’aliquota
IVA agevolata (10%) prevista per l’acquisto
di abitazioni non di lusso, salvo il caso in cui
l’abitazione costituisca “prima casa”.
■ Società immobiliare e vendita con
clausola risolutiva “impossibile”
Sentenza Corte Cassazione
26.2.2014, n. 4618
Alla società immobiliare che stipula contratti
− è fuori campo IVA se ha natura di indennizzo;
− è soggetta ad IVA se rappresenta il corrispettivo di un’obbligazione di fare o non fare (ad
esempio, in caso di negoziazione della risoluzione del contratto di locazione).
reati SoCietari / tribUtari
■ riqualificazione di atti negoziali e
abuso di diritto
Sentenza CTR Lombardia
29.1.2014, n. 519/36/2014
Non può essere riqualificata cessione d’azienda l’operazione di conferimento di un’azienda
in una società di nuova costituzione con contestuale cessione parziale delle quote sociali
ad un terzo, con la conseguenza che non possono ravvisarsi i profili dell’elusività e quindi
dell’abuso di diritto. Ciò può invece sussistere
qualora il trasferimento delle quote interessi
l’intero capitale sociale della conferitaria.
■ dichiarazione infedele
Sentenza Corte Cassazione 18.2.2014, n. 7615
La dichiarazione infedele non determina la
punibilità ai fini penali qualora non sia superata la soglia di € 50.000 di imposta evasa.
■ miglioramento aziendale e
elusione fiscale
Sentenza Corte Cassazione
26.2.2014, n. 4604
Il miglioramento dell’azienda rappresenta una
valida ragione per l’annullamento dell’accertamento per abuso di diritto. Nel caso di specie
è stata ritenuta insussistente l’elusione fiscale
per una società che aveva acquistato un pacchetto azionario da una società lussemburghese in quanto detta operazione rientrava in un
■ ravvedimento operoso ed errato
calcolo della sanzione ridotta
Sentenza CTP Cremona 24.10.2013,
n. 93/03/13
Qualora, in sede di ravvedimento operoso, venga commesso un errore nel calcolo
della sanzione ridotta dovuta (nel caso di
specie applicazione della sanzione nella
misura del 3% anziché del 6%), lo stesso
non determina l’irrogazione della sanzione
nella misura piena (30%). Trattandosi, infatti, di errore scusabile, l’Ufficio procede
all’iscrizione a ruolo della sola differenza
di aliquota.
■ omessa presentazione
dichiarazione
Sentenza CTP Milano
11.11.2013, n. 379/03/2013
L’omessa presentazione della dichiarazione
non è sanzionabile in capo al contribuente
qualora la violazione sia imputabile esclusivamente all’intermediario abilitato che ha fornito
al proprio cliente, a prova dell’avvenuto invio,
false ricevute, per le quali lo stesso è stato denunciato all’Autorità giudiziaria.
verSamenti
■ Codici tributo regolarizzazione
rateazione istituti definitori
Risoluzione Agenzia Entrate
4.3.2014, n. 25/E
Sono stati istituiti i codici tributo per il
versamento, con il mod. F24, della sanzione e degli interessi per la regolarizzazione
dell’omesso versamento della rata (successiva alla prima) riferita alle somme dovute
per effetto dell’acquiescenza all’accertamento, dell’accertamento con adesione,
della conciliazione giudiziale e della mediazione tributaria. Detta regolarizzazione
va effettuata entro il termine di versamento
della rata successiva.
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