SABATO 27 SETTEMBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 FONDATO NEL 1876 DAL 28 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE 2015 Internet Tempi liberi www.cersaie.it In Italia (con “IO Donna”) EURO 1,90 ANNO 139 - N. 229 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] Beni culturali Domani Costruirsi in Rete una finta vita I nuovi bugiardi L’arte in prestito? Non tutta e non sempre il servizio a pagina 31 di Vincenzo Trione nel supplemento DAL 28 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE 2015 Una battaglia, anche culturale Mafia e inchieste Dal processo all’ex generale Mori spunta il «Protocollo Farfalla». I Servizi: tutto legittimo I TERRORISTI CHE SONO TRA NOI Svelate le indagini occulte degli 007 di Sergio Romano I pm di Palermo: un patto per avere informazioni a pagamento dai boss in carcere Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano di Giovanni Bianconi Napoli Dopo la condanna A l processo d’appello contro l’ex generale Mori affiora il «Protocollo Farfalla» siglato da Sisde e Direzione delle carceri nel 2003-2004 — Mori guidava il servizio segreto civile — per pagare informazioni a mafiosi reclusi: per i Servizi è legittimo, per i pm una prova dell’attività «opaca e occulta» di Mori. a pagina 5 IL CASO PEDOFILIA ANSA / CIRO FUSCO N ella guerra contro lo Stato islamico vi sono almeno due battaglie da combattere con metodi diversi. La prima è militare. Sarà necessario liberare i territori iracheni occupati dalle milizie islamiste e riconquistare Raqqa (la loro capitale siriana) senza troppo disquisire sulla possibilità che l’operazione possa giovare al regime di Bashar al Assad. Questa guerra verrà fatta prevalentemente dall’aria per consentire ai peshmerga curdi di cacciare l’Isis dalle loro terre e all’esercito iracheno di riconquistare le regioni perdute. Ma non è escluso che qualche contingente occidentale debba partecipare alle operazioni. La posta è troppo alta perché l’Europa e gli Stati Uniti possano limitarsi a combattere per procura. Questa non è una vicenda in cui basti raccogliere qualche successo militare. Occorre dimostrare che il progetto del Califfato non è soltanto una intollerabile manifestazione di barbarie; è anche un disegno assurdo, irrealizzabile, dannoso per tutti i Paesi della regione. La guerra a oltranza, in questo caso, serve anche a convincere i giovani combattenti dell’Isis che il fanatismo non rende invulnerabili, che la vita non merita di essere bruciata in questo modo. La seconda battaglia deve essere combattuta in Occidente contro cellule composte da fanatici alla ricerca di una nuova fede e da veterani di altre battaglie islamiste (più di 3 mila secondo il coordinatore europeo della lotta contro il terrorismo). Conosciamo i loro obiettivi: creare quinte colonne che ci minaccino nelle nostre case, coinvolgere nella lotta le comunità musulmane, costringerci ad adottare misure che rendano lo scontro sempre più aspro, promuovere se stessi al rango di nemici ufficiali dei nostri Paesi. Sono gli obiettivi di tutti i terrorismi, dalle Brigate Rosse agli irlandesi dell’Ira e ai baschi dell’Eta. Vincono quando il loro nemico comincia a subire ricatti e a trattarli come combattenti. Spetta a noi evitare reazioni che possano favorire la loro strategia. Per vincere abbiamo un’arma che potrebbe rivelarsi efficace: i musulmani europei. Se sapremo coinvolgerli, saranno i nostri migliori alleati. Ne esistono le condizioni. Come quella creata durante la prima guerra del Golfo, la coalizione contro l’Isis non potrà mai essere definita una «crociata» composta da Paesi cristiani. È una ragionevole alleanza fra Paesi di tradizione cristiana e Paesi di tradizione musulmana. Mi piacerebbe che gli storici, un giorno, parlassero della guerra contro l’Isis come dell’evento che maggiormente avvicinò il mondo della cristianità e quello dell’Islam. Se questo è un sindaco De Magistris non molla e attacca anche i giudici di Pierluigi Battista S i inchioda alla poltrona di sindaco di Napoli malgrado le disposizioni della legge Severino, inveisce, ex magistrato d’assalto, contro una sentenza della magistratura. Luigi de Magistris resiste come un politico qualunque, come un politico che avrebbe messo volentieri ai ceppi. È il simbolo della fine di una stagione: quella del giustizialismo forcaiolo. a pagina 29 - alle pagine 2 e 3 Bufi, Garibaldi, Serra ● SETTEGIORNI Giannelli di Francesco Verderami Berlusconi, il governo e l’idea di sostituire Ncd B «B da pagina 6 a pagina 9 Galluzzo, Meli, L. Salvia Piano per risparmiare un miliardo. Tagli anche agli atenei, la protesta dei rettori 40 9 2 7> 9 771120 498008 a pagina 23 a pagina 21 LE MISURE asta slogan, va ridisegnata l’agenda politica dando priorità a famiglia e lavoro». Mentre il segretario della Conferenza episcopale italiana Galantino sferza il governo, dagli Usa il premier Renzi torna sull’articolo 18: «Il reintegro crea lavoratori di serie B». Maturità senza prof esterni, fine di un’era i concentrano su alcuni viaggi all’estero, durante i quali avrebbe partecipato a incontri a «luci rosse» con minori, gli accertamenti della gendarmeria vaticana sugli abusi sessuali di cui è accusato monsignor Jozef Wesolowski, arrestato quattro giorni fa. I vescovi al premier: «Ora basta slogan» continua a pagina 11 iente più membri esterni a partire dalla prossima Maturità: solo il presidente della commissione arriverà da un altro istituto. È una delle 42 voci del piano di spending review da un miliardo su Istruzione e ricerca. Prevista la riduzione di oltre 8 mila unità tra il personale tecnico-amministrativo: l’obiettivo è assumere 148 mila docenti precari. «Infuriati» i rettori per i 570 milioni di tagli che rischiano le università. S Lavoro Renzi: l’articolo 18 crea cittadini di serie A e B © RIPRODUZIONE RISERVATA N di Fiorenza Sarzanini di Alessandro Trocino erlusconi vuole allearsi con Ncd per i governi regionali o vuole sostituirsi a Ncd al governo nazionale? Ultimamente pensieri parole opere (e omissioni) del Cavaliere — assai contraddittori — hanno alimentato il dubbio sul suo reale intento: cerca Alfano o aspira a Renzi? di Leonard Berberi «Feste all’estero con minorenni» Controlli sui viaggi dell’ex nunzio ● IDEE& INCHIESTE TERZO SETTORE OLTRE LA CRISI RIFORMA VUOTA E TASSA INIQUA LA RIVINCITA DEI MESTIERI di Giangiacomo Schiavi di Maurizio Ferrera I M l decreto che ridisegna il welfare rischia di essere una scatola vuota. Le associazioni continuano la campagna no profit no Iva per ridurre le tasse sulla beneficenza. a pagina 29 estiere, una parola antica tornata di moda. E il rafforzamento della formazione «di mestiere» è indispensabile per risolvere il dramma della disoccupazione giovanile. a pagina 29 Sanità e Fisco: detrazioni Irpef solo per i redditi più bassi di Mario Sensini a pagina 46 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 2 # Primo piano Il caso Napoli Divorzio tra de Magistris e le toghe I giudici: le sue parole inaccettabili Il sindaco dopo la condanna: io resto, si dimettano i magistrati. Grasso: va sospeso dall’incarico La scheda ● La cosiddetta legge Severino (il decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235) disciplina «l’incandidabili tà e divieto di ricoprire cariche elettive e di governo» in conseguenza di sentenze definitive di condanna per delitti non colposi ● L’articolo 11 stabilisce la sospensione dalla carica per vari tipi di amministratori pubblici, tra i quali include i sindaci, che abbiano riportato una condanna anche non definitiva ● Tra i reati per i quali è prevista la sospensione c’è l’abuso di ufficio (articolo 323 del codice penale), vale a dire quello per il quale de Magistris ha subito la condanna a un anno e tre mesi NAPOLI Che non ha alcuna intenzione di dimettersi da sindaco, Luigi de Magistris lo aveva già detto l’altro giorno e pure il giorno prima, appena saputo della sentenza che lo condanna a un anno e tre mesi (pena sospesa) per abusi commessi quando, da pm di Catanzaro, acquisì senza autorizzazione del Parlamento, i dati relativi alle utenze telefoniche di alcuni deputati. Ma ieri è stato il giorno in cui dalla dichiarazione è passato ai proclami. E non solo. Ha pure lanciato messaggi, promesso (o minacciato) divulgazioni clamorose, espresso a voce alta disprezzo verso alcuni «non tutti, ma alcuni sì» — rappresentanti della categoria alla quale apparteneva prima di darsi alla politica: i magistrati. Del resto c’era da aspettarselo. Ieri mattina de Magistris aveva appuntamento con la sua platea di riferimento, che non è più quella delle piazze dove in campagna elettorale gridava «amma scassà», né è mai stata quella delle «assemblee di popolo» promesse, sempre in campagna elettorale, ma mai fatte. La sua assemblea ora è solo quella istituzionale del consiglio comunale, che Le reazioni In aula Il primo cittadino ieri si è presentato in consiglio comunale per la discussione del bilancio I nemici L’ex pm: i miei nemici sono i poteri criminali che vogliono conquistare la città da ieri è riunito per l’approvazione del bilancio. E qui il sindaco non solo ha ribadito che alle dimissioni non ci pensa proprio, ma ha detto che «dovrebbe piuttosto dimettersi chi mi ha condannato. E dovrebbe anche vergognarsi». Una bordata che gli è valsa immediatamente la replica dell’Associazione nazionale magistrati: «Pur non entrando nel merito della vicenda giudiziaria, le espressioni usate vanno ben oltre i limiti di una legittima critica a una sentenza, perché esprimono disprezzo verso la giurisdizione. Si tratta di parole tanto più inaccettabili poiché provenienti da un uomo delle istituzioni che ha per anni anche svolto la funzione giudiziaria». E Raffaele Cantone, ora a capo dell’Anticorruzione, amico dell’ex pm, sottolinea di «non condividere nessuna parola» pronunciata da de Magistris perché un «magistrato rispetta le sentenze». «Ma il mio non era un attacco alla sentenza ma alla magistratura corrotta», è la risposta di de Magistris che certo non attenua i toni. E meno male che invece si è tenuto basso nel commentare quanto dichiarato dal presidente del Senato ❞ ❞ Pietro Grasso La legge Severino va applicata, ci sarà un provvedimento del prefetto Renato Brunetta I fatti sono chiari e la legge è altrettanto chiara Grasso, ieri a Napoli, che ha detto: «La legge Severino va applicata, e quindi ci sarà un provvedimento del Prefetto non appena si renderà esecutiva la sentenza o si depositerà la motivazione». «Parole legittime», le ha definite il sindaco, che i suoi nemici li vede altrove. «Nei poteri criminali che vogliono mettere le mani sulla città», e perciò opererebbero contro di lui. Poteri criminali che, nel linguaggio di de Magistris, sono l’evoluzione dei poteri forti. Perché «la mafia ha deciso di infiltrarsi, di non colludere più con la politica e di prendere la forma delle istituzioni». De Magistris promette che se «malauguratamente» dovesse essere sospeso, «vorrà dire che starò meno a Palazzo San Giacomo e di più in mezzo alla strada». E attacca la Severino, autrice, quando era Guardasigilli, della legge che gli costerà la poltrona: «Guarda caso era anche l’avvocato di una mia controparte, e guarda caso ha fatto quella legge mentre il processo era in corso. Mi chiedo se sono solo coincidenze». F.B. ❞ Raffaele Cantone Non condivido le sue parole Un magistrato rispetta le sentenze «Rispetti la legge Severino come tutti gli altri» Casson: la norma si applica anche se il reato è commesso prima dell’elezione «Mi limiterei a rispettare le norme». Questo farebbe, al posto del sindaco di Napoli, Felice Casson, collega di de Magistris in quanto ex magistrato, e oggi senatore del Partito democratico, area Civati. Nel suo passato, le inchieste sulla strage di Peteano, su Gladio, sull’incendio alla Fenice, sulle morti da inquinamento. Cosa farebbe dunque? ROMA «Dal punto di vista giuridico la vicenda è semplicissima: la legge Severino si applica, ed è stata ripetutamente applicata, a tutti i condannati — anche solo in primo grado — per violazione dell’articolo 323, abuso d’ufficio». Nel dispositivo della sentenza di Roma non sarebbe indicato alla cancelleria di trasmettere l’atto alla Prefettura di Napoli. Senatore pd Felice Casson «Non ha importanza, l’iniziativa può essere presa dalla cancelleria o dalla segreteria della Procura». La sospensione può non essere dovuta perché la condanna si riferisce a fatti precedenti all’elezione a sindaco? «La legge Severino non commina una sanzione penale e quindi non è sottoposta alla questione della retroattività, come hanno stabilito ripetuti interventi di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Cassazione. La norma intende tutelare l’onorabilità delle persone elette». De Magistris annuncia che continuerà a fare il sindaco, magari per la strada. «Qui entriamo in una valutazione politica. De Magistris può agire politicamente nel modo secondo lui più opportuno. Allo stesso modo anche an- © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Stefano Caldoro Confermo pieno spirito garantista che per me vale a 360 gradi ticipare le dimissioni, senza aspettare che sia il prefetto di Napoli a sospenderlo, rientrerebbe nelle valutazioni di carattere politico». Anche invitare i giudici a dimettersi al posto suo è una scelta politica? «Politicamente ognuno si prende le sue responsabilità, che possono essere liberamente criticate». Lei, come ex magistrato e da tre legislature politico, le critica? «Dal punto di vista giuridico tutti devono rispettare le norme. Mi limiterei a rispettare le norme». Andrea Garibaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 3 # Lo scenario di Fulvio Bufi L’attesa del prefetto La sospensione partirà dopo il sì al bilancio Nessun atto prima della notifica della prossima settimana L’opportunità politica e l’opportunismo politico sono concetti che non possono entrare negli uffici di una prefettura, e certo non entrano nell’ufficio di Francesco Antonio Musolino, che della prefettura di Napoli è il numero uno dal novembre del 2012. Toccherà a lui, calabrese dell’Aspromonte, disporre, in base a quanto prevede la legge Severino, la sospensione di Luigi de Magistris da sindaco di Napoli. Non è contemplato che faccia valutazioni politiche: solo procedurali. Tecnicamente dovrà avviare la pratica quando dal Tribunale di Roma gli sarà trasmesso il dispositivo della sentenza, o, qualora i tempi dovessero slittare, le motivazioni. Fino ad allora al prefetto Musolino tocca fare come se non vedesse, non sentisse e non leggesse nulla di quello che sta accadendo. Come se non gli arrivasse nemmeno l’eco delle polemiche e dei toni sempre più alti che de Magistris sta usando per commentare la condanna subita dal Tribunale di Roma e le conseguenze che ne deriveranno. Ci sarà abituato: l’equilibrio per un prefetto, più che una dote è un «ferro del mestiere» e quindi ce l’avrà sicuramente anche lui. Certo sa che dovrà prendere una decisione forse non difficile ma sicuramente delicata. E infatti «delicata» è l’unica parola che utilizza in pubblico, sollecitato dai giornalisti, per definire questa vicenda. Delicata ma non urgente. Nel senso che non sarà in ogni caso la fretta ad orientare le mosse del prefetto. Non esiste da nessuna parte un countdown che scandisca le ultime ore di de Magistris a Palazzo San Giacomo, e non c’è ragione affinché lo avviino negli uffici di piazza del Plebiscito, dove sarà recapitata la sentenza di Roma. E dove certo nessuno si rammarica che non sia arrivata ancora. Napoli sta vivendo giorni difficili e allo stesso NAPOLI Ex pm Luigi de Magistris è sindaco di Napoli dal 1° giugno 2011 ❞ Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici Il rischio Il consiglio rimarrebbe in carica ma lo stop al sindaco avrebbe forti conseguenze politiche La prescrizione De Magistris potrebbe puntare alla dilatazione dei tempi per arrivare alla prescrizione tempo cruciali. La prospettiva di un sindaco obbligato a non essere più sindaco significa il fallimento di un progetto politico che, per quanto sia oggi criticato da tantissime parti, rappresenta comunque quello che i napoletani hanno scelto al momento del voto e che se vorranno bocceranno quando andranno a votare di nuovo. E, come se non bastasse, tutto questo accade nei giorni in cui il consiglio comunale si riunisce per approvare il bilancio. Formalmente se de Magistris venisse sospeso non cambierebbe nulla: il consiglio rimarrebbe in carica e il voto sull’azione economico-finanziaria del Comune ci sarebbe Sodano, numero due in giunta Il vice condannato pronto a sostituirlo «Il mio caso completamente diverso» MILANO Tommaso Sodano è il vice del sindaco di Assessore Tommaso Sodano, classe 1957, è assessore all’Ambiente del Comune di Napoli oltre che vice di de Magistris Napoli Luigi de Magistris. A rigor di logica, se l’ex magistrato venisse sospeso dall’incarico o si dimettesse, subentrerebbe al suo posto. Tuttavia anche Sodano, l’anno scorso, ha subito una condanna a un anno di reclusione con sospensione della pena. «Sì, ma nel mio caso non si applica la legge Severino, perché non è un reato previsto dal testo», replica Sodano, che chiarisce subito di non voler concedere interviste. «Stiamo approvando il bilancio, ne avremo per tutta la notte, preferisco lasciar passare qualche giorno in modo che il quadro si chiarisca». Ma perché dice che la sua condanna non è equiparabile a quella di de Magistris? «Era una vicenda del tutto diversa, riguardava una manifestazione che era in atto... E no, guardi, ho detto che questa non è un’intervista». Clic. L’accusa nei confronti di Sodano era di aggressione ai danni di una vigilessa. L’episodio risale al 2007, quando durante un consiglio comunale alcuni commercianti cercarono di entrare in aula; Sodano, allora senatore e consigliere comunale di Rifondazione comunista a Pomigliano, per lasciarli passare spinse una vigilessa, che lo denunciò. Il Tribunale di Nola un anno fa ha condannato il vicesindaco di Napoli per violenza. Lui commentò dicendo che la sua era stata «disobbedienza civile». Elvira Serra © RIPRODUZIONE RISERVATA comunque. Ma politicamente sarebbe devastante e con conseguenze imprevedibili. E tutto questo al prefetto non può sfuggire. Quindi la mancata trasmissione della sentenza, che a questo punto slitterà sicuramente almeno alla prossima settimana, gli dà l’opportunità non sgradita di avviare la procedura e disporre la (presumibile) sospensione del sindaco, quando il consiglio comunale avrà già votato il bilancio. E non solo: più tempo passa, più è probabile — o almeno è auspicato — che si abbassino i toni, in modo che la città possa accogliere la decisione del prefetto in un clima più disteso. Per ora siamo all’opposto. E nell’escalation di propositi bellicosi, de Magistris lancia, in maniera nemmeno tanto velata, un segnale anche a Musolino. «Innanzitutto la sospensione si può impugnare, si può fare ricorso. E comunque vedremo se sarò sospeso. E se sarò sospeso, vedremo quando sarò sospeso. Vedremo se qualcuno si prenderà la responsabilità di una sospensione lampo». Un «qualcuno» che può essere solo il prefetto. Ma è difficile credere che con quelle parole de Magistris abbia puntato a personalizzare uno scontro tra lui e il rappresentante del governo. Ben altri significati e strategie potrebbe nascondere il suo discorso. Potrebbe puntare alla dilatazione dei tempi sperando che si allunghino abbastanza da far maturare la prescrizione, in modo da uscire sicuramente pulito dall’Appello. O davvero è convinto (come del resto dice) di poter essere assolto in secondo grado. O ancora, per quanto al momento sentendolo parlare appaia impossibile, ha in mente un percorso che gli consenta di gestire, anche mediaticamente, la sua ribellione alla sentenza con ancora la fascia tricolore addosso, per poi dimettersi in tempo per evitare la sospensione ed essere quindi ricandidabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 5 # Primo piano Giustizia L’inchiesta Generale Mario Mori, 75 anni, ufficiale dell’Arma, entra nel Ros nel 1990. Ne diventa comandante nel 1998, promosso generale I servizi All’inizio della carriera, dal 1972 al 1975 è al Sid (Servizio informazioni difesa). Lasciata l’Arma, nel 2001, dirige il Sisde fino al 2006 (Di Vita) dal nostro inviato Giovanni Bianconi PALERMO Dalle carte del processo d’appello contro l’ex generale Mario Mori affiora uno dei segreti inseguiti più a lungo dalle indagini antimafia dell’ultimo decennio. Il cosiddetto Protocollo Farfalla, siglato dal Sisde e dalla Direzione delle carceri tra il 2003 e il 2004, quando Mori guidava il servizio segreto civile. Un patto per raccogliere informazioni a pagamento da detenuti di Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, all’insaputa di investigatori e inquirenti. Che ora, per la Procura generale di Palermo, diventa una nuova prova a carico dell’imputato. Dopo una vita spesa nei reparti antiterrorismo e anticrimine di servizi segreti e Arma dei carabinieri, a 75 anni Mori sembra un imputato più imputato degli altri. Chiamato a rispondere per la presunta trattativa tra Stato e mafia, dopo l’assoluzione definitiva per la perquisizione mai fatta al covo di Riina nel 1993 e quel- Fini occulti I pm palermitani: ha perseguito finalità occulte e disatteso i doveri di lealtà la di primo grado per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Ieri, al processo d’appello per quell’episodio, la Procura generale rappresentata in aula dal capo Roberto Scarpinato e dal sostituto Luigi Patronaggio ha chiesto l’acquisizione di nuove prove a carico di Mori. Con l’obiettivo di dimostrare che anche quando era ufficiale di polizia giudiziaria «ha sempre mantenuto il modus operandi tipico di un appartenente a strutture segrete, perseguendo finalità occulte, e per tale motivo ha sistematicamente disatteso i doveri istituzionali di lealtà istituzionale, traendo in inganno i magistrati». Passato dal servizio segreto militare tra il 1972 e il 1975, quando i vertici del Sid furono coinvolti in trame golpiste e despistaggi, nel 2001 Mori assunse la direzione del Sisde, il servizio segreto civile. E in questa veste atti- Il generale a processo e le accuse sul sistema «Farfalla» del Sisde «Soldi ai parenti di boss al 41 bis per ottenere informazioni» Il protocollo segreto di Mori La vicenda ● 17 luglio 2013, Mori è assolto per la mancata cattura di Provenzano nel 1995. Ieri il pg al processo di appello chiede la riapertura del dibattimento ● Nel 2006 Mori è assolto dall’accusa di favoreggiamento a Cosa nostra, per la mancata perquisizione del covo di Riina nel 1993 vò il Protocollo Farfalla, operazione «per la gestione di soggetti di interesse investigativo» che secondo il pg Scarpinato aveva un «punto critico»: «La mancanza di un controllo di legalità da parte della magistratura, unico organismo preposto alla gestione dei collaboratori di giustizia secondo severe e garantiste disposizioni di legge». Alla fine di luglio il governo ha annunciato di aver tolto il segreto di Stato dal protocollo. Ai magistrati di Palermo è giunto dalla Procura di Roma, alla quale l’aveva consegnato il successore di Mori al Sisde, Franco Gabrielli. Un appunto del Servizio datato luglio 2004 dà conto di una «avviata attività di intelligence convenzionalmente denominata Farfalla, attraverso l’ingaggio di preindividualizzati detenuti». Da mesi gli agenti segreti avevano verificato una «disponibilità di massima» a fornire informazioni da un gruppo di reclusi al «41 bis», il regime di carcere duro, «a fronte di idoneo compenso da definire». L’elenco comprende una decina di nomi tra appartenenti alla mafia, alla ‘ndrangheta e alla camorra da cui attingere notizie. Con alcune particolarità: «esclusività e riservatezza del rapporto», nel senso che gli informatori non potevano parlare con altri, né altri dovevano sapere della loro collaborazione; «canalizzazione istituzionale delle risultanze informative a cura del Servizio», per cui solo il Sisde avrebbe deciso se e quando avvertire inquirenti e investigatori, e di che cosa; «gestione finanziaria a cura del Servizio», con pagamenti «in direzione di soggetti esterni individuati dagli stessi fiduciari». Familiari dei detenu- La difesa I legali dell’imputato: si tenta di rileggere la storia di 40 anni, avremo molto da dire ti, presumibilmente. Tra i detenuti contattati ci sono quattro appartenenti a Cosa nostra. Tre dell’area palermitana: Cristoforo «Fifetto» Cannella, condannato all’ergastolo per la strage di via D’Amelio; Salvatore Rinella, della mafia di Caccamo, considerato vicino al boss Nino Giuffrè, braccio destro di Provenzano che in quel periodo stava collaborando con la magi- stratura; Vincenzo Buccafusca. E poi il catanese Giuseppe Di Giacomo, del clan Laudani. Tra i calabresi viene indicato Angelo Antonio Pelle, mentre per i campani ci sono Antonio Angelino e Massimo Clemente, più qualche altro. I risultati dei contatti non si conoscono, né quanto siano costati. Per gli uomini dei Servizi è tutto legittimo, mentre per i pm palermitani è un ulteriore prova dell’attività «opaca e occulta» di Mori. Il quale, secondo il testimone Angelo Venturi (ex uomo del Sid oggi 84enne, coinvolto e prosciolto nell’indagine sul golpe Borghese), «gli propose di aderire alla loggia P2 di Licio Gelli e fu allontanato dai Servizi perché intercettava abusiva- Documento L’appunto del 1974 fornito da un informatore di Mori (questo è nominato come «Dr. Amici»). Si parla della fuga di Licio Gelli, indicato come «Gerli» mente il telefono d’ufficio del suo superiore Maletti (iscritto alla P2, ndr)». Uno degli informatori di Mori era Gianfranco Ghiron, fratello dell’avvocato Giorgio, difensore dell’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino. Lo stesso Ghiron ha fornito un appunto del 1974, «nel quale si fa riferimento a Mori, indicato col criptonimo “dr. Amici”, per comunicazioni urgenti concernenti la fuga di Licio Gelli, indicato come “Gerli”». Lì si diceva che se l’allontanamento dall’Italia del Gran Maestro «danneggiava Mr. Vito» — probabilmente Miceli, l’ex capo del Sid, piduista, arrestato poco prima — «fate in modo di fermarlo, se è meglio che se ne va, lasciatelo partire». L’elenco delle nuove prove indicate da Scarpinato e Patronaggio è talmente lungo da sembrare già una requisitoria; Mori in aula ascolta e prende appunti, affiancato dagli avvocati Basilio Milio e Enzo Musco. «Quando toccherà a noi parleremo e replicheremo», si limita a commentare l’ex generale. Che ha rinunciato alla prescrizione del presunto reato, decorsa da tempo, con la volontà dichiarata di inseguire un’assoluzione piena. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 6 Politica Dietro le quinte La campagna Cantieri in selfie a Palazzo Chigi Un pre-consiglio per preparare la scelta del Csm E ora il Csm imita il governo. Se a Palazzo Chigi si svolge regolarmente il pre-consiglio dei ministri (per mettere a punto i provvedimenti), lunedì a Palazzo dei Marescialli si terrà per la prima volta un pre-plenum, in vista del plenum di martedì, su candidature e programmi per la poltrona della vicepresidenza. Informale e a porte chiuse, il pre-plenum è stato voluto dai 16 togati del Csm che hanno così costretto gli 8 eletti dal Parlamento a confrontarsi per evitare che i giochi si facciano un minuto prima del voto, in corridoio. L’operazione trasparenza, tutto sommato, non dispiace al vicepresidente in pectore, il pd Giovanni Legnini. L’unico, finora, ad avere avanzato la sua candidatura. (Dino Martirano) © RIPRODUZIONE RISERVATA I contatti russi di Salvini per vedere Putin Matteo Salvini tra il 10 e il 15 ottobre sarà in Russia. La domanda percorre la Lega: riuscirà il segretario a incontrare Putin? Per lui sarebbe oro. Anche perché il 16 ottobre il leader russo sarà a Milano. L’averlo appena incontrato darebbe gran luce mediatica al capo leghista, primo in Italia a riconoscere l’esito del referendum del 16 marzo in Crimea. La diplomazia leghista è convinta del poker: «Sarà un inverno freddissimo» sorride Gianluca Savoini, gran tessitore dei rapporti con la Russia. Come dire: quando servirà il gas russo, vedrete che tante asprezze saranno superate. (Marco Cremonesi) © RIPRODUZIONE RISERVATA Quelle nozze di rito renziano dell’amico Carrai Non è solo un matrimonio fiorentino, nella basilica di San Miniato a Monte; è un matrimonio «renziano». Lo sposo è Marco Carrai presidente della società che gestisce l’aeroporto di Firenze. La sposa è Francesca Campana Comparini, storica dell’arte al centro di una polemica per avere avuto l’incarico di co-curatrice di una mostra in città. I testimoni sono Renzi e la moglie Agnese. Tra i 330 gli invitati, il sottosegretario Lotti, il ministro Boschi, il tesoriere pd Bonifazi e il sindaco Nardella, oltre a Marco Tronchetti Provera, Paolo Mieli e Lilli Gruber. (Marco Gasperetti) © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzo Chigi raccoglie i selfie dai cantieri dell’operazione Italiasicura, lanciata a luglio per ammodernare le strutture idriche (1.732 i lavori in corso). Ieri sono arrivati i primi scatti. La campagna è partita con una serie di mail spedite dai dirigenti di Palazzo Chigi ai responsabili degli enti locali: Renzi, pur negli Stati Uniti, sollecita l’iniziativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il modello ● La proposta di Tito Boeri e Pietro Garibaldi prevede un contratto a tempo indeterminato con la sospensione del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa per i primi tre anni. Dopo, le tutele dell’articolo 18 sono complete Le critiche dei vescovi all’esecutivo: basta slogan, politica da ridisegnare Anche i sindacati nel mirino. Articolo 18, minoranza pd per la proposta Boeri-Garibaldi ROMA «Basta slogan, Renzi ridi- segni l’agenda politica». Il monito della Conferenza episcopale italiana arriva sul governo nell’imminenza della Direzione del Pd, che deciderà la linea del partito sul Jobs act e, in particolare sull’articolo 18. Uno scontro che si protrae da giorni e che vede su fronti opposti il segretario Matteo Renzi e la minoranza del partito. Si lavora a una possibile mediazione, ma in caso di mancato accordo i senatori del Pd pronti a non votare la legge delega sul lavoro sarebbero tra i 10 e i 12. Ieri il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha criticato il governo. Ha definito Renzi «simpatico», ma ha anche spiegato che non gli sembra che al centro dell’azione di governo siano la famiglia e la scuola, come vorrebbe la Cei. Quanto all’articolo 18, Galantino vede «troppe bandiere che sventolano»: «Bisogna guardare con più realismo alle persone, il dibattito su articolo 18 sì o no è meno centrale». E ancora: «Il problema non va affrontato solo in termini di 40 senatori del Pd su 109 hanno sottoscritto emendamenti in dissenso scontro altrimenti ci saranno morti da una parte e dall’altra». A Renzi chiede di passare ai fatti, ma attacca anche i sindacati, che devono «liberarsi dal loro conservatorismo». Sollecitazioni alle quali risponde il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che le definisce «utili»: «Il governo sta lavorando per rispondere con i fatti alle sofferenze di tanti lavoratori e famiglie». Intanto si discute su come risolvere la querelle articolo 18. Pier Luigi Bersani nega di volersi «riprendere un ruolo» e ribadisce il rischio di «apartheid» tra i lavoratori. La proposta di mediazione che l’opposizione metterà sul tavolo alla Direzione potrebbe ispirarsi alla proposta di Boeri e Garibaldi, come spiega lo stesso Bersani: «In quel testo c’è l’idea di una vera unificazione del percorso contrattuale». Nella tesi dei due economisti, si prevede la sospensione del reintegro per licenziamento economico (non di quello discrimi- Le riforme Veltroni: i partiti devono contribuire a fare le riforme non fermarle natorio) per i primi tre anni, con indennizzo di 6 mensilità. Ma si ipotizza di allungare il termine fino a sei anni, oltre i quali ci sarà la piena vigenza dell’articolo 18. Un termine considerato «troppo lungo» da Bersani. Ma che alla fine, nella proposta della minoranza potrebbe attestarsi sui 4 o 5 anni. Walter Veltroni, presente a una giornata di studi dedicata a Carlo Azeglio Ciampi a Sulmona, spiega che i partiti dovrebbero «contribuire a fare le riforme e non a fermarle». Parole che in qualche modo sembrano supportare l’azione di Renzi. Ma poi, riferendosi al Presidente emerito della Repubblica, spiega che la sua virtù era anche quella di «amare chi la pensava diversamente da lui»: «In democrazia la capacità di decisione è fondamentale, ma deve sempre accompagnarsi alla necessità di includere». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 7 8 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera POLITICA # Renzi: no a lavoratori di serie B Il premier a Detroit: speriamo di farcela come Fiat-Chrysler. Marchionne: noi due senza paura DAL NOSTRO INVIATO 12,6 per cento è il tasso di disoccupazione in Italia secondo i dati Istat pubblicati ad agosto 6,1 per cento è la disoccupazione negli Stati Uniti: creati nel mese di agosto 142 mila nuovi posti di lavoro DETROIT Il lungo corteo di scorta americana arriva ad Auburn Hills, infila il Chrysler Drive, il viale che introduce il quartiere generale di Fca, con un filo di ritardo. Dipendenti e manager, una rappresentanza dei 15 mila che qui lavorano ogni giorno, sono schierati per una stretta di mano. Renzi scende dalla macchina senza giacca, in camicia bianca e maniche arrotolate. Sergio Marchionne lo attende con l’immancabile maglione blu. La visita del premier inizia dal Centro Stile, la linea di montaggio dei nuovi modelli, al primo piano dell’edificio si comunica con orgoglio che per superficie è la seconda costruzione americana dopo il Pentagono. I giornalisti locali sono curiosi di vedere Renzi, ma ancora più interessati a chiedere al ceo di Fiat Chrysler Automobiles la data esatta della quotazione della nuova azienda: il nome Chrysler manca dal listino di Wall Street dal 1998. Torne- rà il 13 ottobre, per il Columbus day. «Ho visto macchine su macchine, ingegneri, progetti, il nuovo Voyager», insomma meglio non fare domande su Italia, mercato del lavoro, scontro interno nel partito, dice il presidente del Consiglio, non è qui per questo. Almeno all’inizio, poco dopo l’insistenza dei cronisti ha la meglio. Domanda sul partito: «Non vedo un rischio di spaccatura». Sullo Statuto dei lavoratori «ci apprestiamo a presentare un progetto organico, che riguarda non lo Statuto, ma un programma molto più ampio, sui prossimi 30 anni del mercato italiano». Le resistenze iniziali a questo punto cadono del tutto, il pre- Il reintegro e la Carta «Se è un obbligo costituzionale, perché non c’è per tutte le aziende?» mier viene invitato a fare paragoni con il mercato a stelle e strisce, ne approfitta per una considerazione a largo spettro e radicale: «Qui siamo al 6.1, da noi siamo al 12.6 di disoccupazione, io non sono interessato a discutere di correnti politiche, mi interessa capire come creare posti di lavoro e restituire speranza ai miei cittadini, la mia unica grande speranza è ridurre le persone che non hanno lavoro. Non ho capito una cosa: se il reintegro è un obbligo costituzionale per quale motivo c’è solo sopra i 15 dipendenti e non sotto, allora vuol dire che si tratta di una scelta politica e allora discutiamo se veramente garantisce occupazione o se viceversa non ha creato un mercato di serie A e uno di serie B». Marchionne gli è accanto ed anche lui fa un paragone: «Ci accomuna la mancanza di paura, lui ha davanti un’agenda enorme, un Paese da ricostruire e non ha paura, deve andare avanti senza farsi intimidire, Dio lo ❞ Spero mi accomuni a Marchionne il finale, lui ha preso due aziende bollite, sembravano arrivate alla fine e ce l’ha fatta. Tanti opinionisti considerano il nostro Paese bollito benedica». È il secondo grande endorsement in pochi giorni. La sera prima, l’ultima a New York, Renzi ha detto di esser pronto a sfidare «i poteri forti». Gli viene chiesto di indicarli; replica dicendo che «è un dibattito che si è aperto sui media, mi pare che ci siano soprattutto pensieri deboli, magari ci fossero poteri che ci aiutano a cambiare». Cosa invece accomuna i due, secondo Renzi: «Marchionne è a capo di un’azienda che ha rappresentato nel bene e nel male il Paese, ma oggi è una grande azienda con una grande e straordinaria capacità di sviluppo. È l’idea del made in Italy che vogliamo difendere, da italiano sono orgoglioso di Fca, non c’è solo il cibo, il vino e gli abiti, nel mercato globale una realtà cresciuta in Italia è oggi insieme ad una realtà americana e può competere nel mondo». Insomma la sintonia fra i due è assoluta, alla fine il presidente del Consiglio, visti i risultati aziendali di Fca, fa un ultimo paragone: «Spero mi accomuni a Marchionne anche il finale, lui ha preso due aziende bollite, sembravano arrivate alla fine, ha beneficiato di una grande scelta di Obama e ce l’ha fatta. Tanti opinionisti considerano il nostro Paese bollito, io invece scommetto che possiamo fare tutto, e se non rischia il premier è chiaro che non rischia nessuno, spero che fra qualche anno potremo dire ce l’abbiamo fatta, per i 60 milioni di cittadini italiani». Marco Galluzzo L’imprenditore Della Valle attacca il leader pd: ha fatto tilt Il faccia a faccia tra Renzi e Marchionne? «L’incontro tra due grandissimi sola». E cioé, in romanesco, persone inaffidabili. È molto duro il patron di Tod’s, Diego Della Valle, intervistato a Otto e mezzo su La7. Secondo l’imprenditore marchigiano, «l’incontro è stato vergognoso, non si può più tacere, siamo già all’ultima spiaggia con un premier ragazzo che promette e non mantiene e ministri con poca esperienza. Non è vero che è l’unico governo possibile». Aggiunge Della Valle che «Renzi ha preso il 40 per cento, ovvero la metà dei votanti. Ma la maggior parte sono voti che erano del Pd, e comunque non è il padrone del Paese e non è stato votato per fare il premier: si presenti alle elezioni». E ancora: «Marchionne e Renzi sono due persone che non attendono a quello che dicono. Non è un mancare di rispetto, cerco solo di essere diretto e preciso». Per finire, «Renzi non ha mai lavorato quindi non può parlare di lavoro come noi, secondo me ha fatto tilt». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro Martina: serve l’intesa Senza articolo 18 ma solo i primi 6 anni ROMA — «La proposta Boeri-Garibaldi sembra anche a me un’ipotesi di lavoro molto interessante. Una prima fase senza articolo 18, che potrebbe arrivare fino a sei anni. E poi il periodo di stabilità, con scelte che però migliorino le regole di oggi». Sulla disfida dell’articolo 18, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina (Pd) si iscrive al partito della trattativa. «Non userei quel termine. La trattativa si fa tra soggetti diversi. Qui lavoriamo per gli stessi obiettivi e per trovare soluzioni utili a tutti». Ma la proposta Boeri-Garibaldi non sembra il cambiamento violento di cui parla Renzi. «Credo sia una proposta utile. Bisogna fare un passo in avanti, arrivando al contratto unico e disboscando la giungla dei contratti precari». Sbagliato usare quella parola, «violento»? «Dietro quel termine ho letto l’ansia di dare una svolta su un tema centrale come quello del lavoro». Ma per lei, passati i primi sei anni tutto resterebbe come ora. Sarebbe una svolta? «L’articolo 18 va comunque aggiornato. Serve definire meglio le fattispecie del possibile reintegro, limitando la discrezionalità del giudice, e accelerare i tempi del giudizio del lavoro». È stato già fatto con la legge Fornero. «Bisogna fare di più. Tenendo presente che in questi anni, sulle cause, c’è stata un’evidente espansione delle conciliazioni fra lavoratore e azienda. Nel 2013 sono state 9 mila, la metà finite con un accordo. Prima della riforma erano 1.500 e solo una su tre andava a buon fine». Per Renzi non è l’ora dei compromessi. Dire che la riforma Fornero non era così male non significa cercarli? «Nessuno vuole fare pasticci. Dobbiamo guardare i dati, le proposte e muoverci per migliorare le condizioni del mercato del lavoro». Se alla fine la soluzione dovesse essere diversa lei che fa? «Un partito vero vive di confronto e di sintesi. Dentro questo meccanismo ci sono vissuto, ci sono cresciuto. E ci credo ancora». Lorenzo Salvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Chi è ● Maurizio Martina, classe 1978, sposato, due figli, è ministro delle Politiche agricole, forestali e ambientali nel governo Renzi ● È stato segretario regionale dei Ds e poi del Pd lombardi. Nel governo Letta era sottosegretario all’Agricoltura Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 POLITICA 9 Tra New York e Detroit Il consiglio: «Fregatene delle critiche» Il retroscena di Maria Teresa Meli «La musica è cambiata»: Matteo Renzi suona sempre lo stesso motivo. E il fatto che stia negli Usa non lo induce a cambiare lo spartito. Né gli fa mutare comportamento la compagnia. Ieri Marchionne, lunedì Bersani. Il segretario premier non ha intenzione alcuna di buttarsi «nei compromessi italiani»: «Non li ho mai fatti e non me ne frega niente». Morale della favola: «Nella riunione della Direzione di lunedì non dirò di sì ROMA I rischi scissione C’è chi dentro il Pd farebbe i conti sui beni del partito in vista di un’eventuale scissione nemmeno alla proposta di mediazione della parte dialogante della minoranza. Il mio sarà un no. Se esiste una minoranza veramente costruttiva seguirà la nostra linea». La quale linea per il premier è chiara. «È inutile che ci giriamo intorno e ci prendiamo in giro. Non è questione di anni, mesi e aggiustamenti. O c’è il reintegro o non c’è. E lunedì ognuno dirà la sua. Io su questo punto sono deciso e determinato. Se ne accorgeranno tutti quelli che pensano che stia facendo comunicazione e basta. Sono i soliti che di «Ho assorbito diverse critiche dall’Italia e me ne sono fregato», ha detto Marchionne in conferenza stampa, invitando il premier «a fare lo stesso». Cosa li accomuna? A parte lo stile informale (vedi foto), per il ceo Fiat Chrysler il fatto che Renzi «non ha paura». (Epa) me non hanno capito niente. E non hanno compreso che sono mesi che studio questi problemi. E che ho deciso come andare avanti». E andare avanti, nel lessico renziano, non significa certamente dare ragione a Bersani che un giorno apre e l’altro chiude e che, soprattutto, come l’ala più agguerrita della minoranza del Pd, vuole dimostrare che il segretario-premier non riesce a camminare da solo. È per questo stesso motivo che il presidente del Consiglio non presterà orecchio nemmeno alle altre proposte di trattativa più soft che provengono da quanti vorrebbero trovare un punto di ricaduta che vada bene alla «fu maggioranza» e ai renziani. Accettare quelle ipotesi significherebbe dare spazio a chi «resiste al cambiamento», per quanto «in maniera morbida», a chi non ha capito che «l’Italia va trasformata» e che a «un certo punto si arriverà inevitabilmente allo scontro tra noi e loro». Dove i «noi» sono facilmente individuabili, perché si raccolgono attorno all’inquilino di Palazzo Chigi. I «loro» invece sono una massa eterogenea che va dalle «minoranze del Pd» ai «cosiddetti poteri forti dotati di pensieri deboli». Il capo del governo è convinto che la situazione stia precipitando adesso non tanto e non solo perché si tocca il tabù della Lo «stravolgimento della Carta» mette d’accordo Brunetta e i 5 Stelle di Renato Benedetto U Al quartier generale di Chrysler ad Auburn Hill, in Michigan, lavorano 15mila operai, 10 mila nell’area di Detroit. «Portiamone qualcuno a Melfi», scherza Renzi. Secca la replica di Marchionne: «Ne ho già abbastanza per fare quello di cui ho bisogno». (Ansa) Scambio di idee con il laburista Miliband Prima di essere sconfitto nella corsa alla guida del Labour dal fratello Ed, sembrava l’erede di Blair. Ma David Miliband, ora a capo dell’International Rescue Committee, resta una voce forte del panorama riformista: Renzi l’ha incontrato giovedì sera. (Ansa) Il premier va allo scontro, «non c’è spazio» per mediare ● Il caso na lettera testimone dell’intesa. È firmata da Renato Brunetta, FI, e Federica Dieni, M5S. Chiedono alla Boldrini di essere coinvolti nelle modifiche delle regole della Camera. Anche in considerazione dello «stravolgimento dell’assetto costituzionale» del nuovo Senato. Che altro non sarebbe che il frutto del patto del Nazareno, altre volte criticato da Brunetta («io non l’ho «Portiamo quegli operai a Melfi» letto»), con parole non dissimili dai 5 Stelle («vogliamo leggerlo»). Così come altre volte le critiche dell’ex ministro a Renzi sono state energiche, non proprio al livello dei 5 Stelle, ma più risonanti rispetto alla sordina chiesta da Berlusconi. Spesso Brunetta litiga con i grillini, ma un’affinità c’è: un certo gusto per la polemica, soprattutto se il bersaglio è il premier. © RIPRODUZIONE RISERVATA «sinistra conservatrice», ossia l’articolo 18, ma perché ci si avvicina a un «momento di svolta». Se Renzi riuscisse a vincere la sua «battaglia sulla Pubblica amministrazione», se rintuzzasse «i mandarini della burocrazia», se avesse voce in capitolo «sull’elezione del capo dello Stato», per «la prima volta i soliti noti non toccherebbero palla». Ed è per questo, secondo lui, che c’è tutto questo agitarsi. La minoranza del suo partito, in qualche modo, si rende partecipe di questi tentativi di «scalzare un governo politico» per far «tornare i tecnocrati», anche se «gioca un ruolo da comprimaria e non da protago- nista». Chissà se in questa atmosfera a dir poco convulsa è giunta voce al presidente del Consiglio di incontri di ex Ds che ora militano nel Partito democratico che fanno i conti di quante proprietà e quanti denari sono rimasti nelle casse dei Democratici di sinistra in vista di un’eventuale scissione. Ipotesi, naturalmente, che, ora come ora, sembra appartenere al campo della fantapolitica. Come anche la possibilità della nascita di una Todi 3, di politici cattolici scontenti di Renzi, come di Alfano e Berlusconi. «Velleità», le bolla il premier, anche dopo il monito della Cei. Renzi non molla e non dà mostra di temere gli avversari a sinistra e al centro: «Siamo nel 2014 e la gente vera, i giovani disoccupati, i cinquantenni che hanno perso il lavoro si sono stufati di certi giochetti». © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera POLITICA La testimonianza di Napolitano e i «rischi» per il prestigio del Colle Dopo lo «stupore» per la convocazione, il fastidio per «certe letture interessate» La vicenda ● Il presidente Napolitano testimonierà al Quirinale nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia ● Il presidente sarà sentito sulla lettera che gli fu inviata nel 18 giugno 2012 dal consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, poi morto: sfogo in cui, tra l’altro, D’Ambrosio disse di sentirsi «un ingenuo e utile scriba» e uno «scudo per indicibili accordi» ROMA Giovedì aveva avuto la sgradevole «sorpresa» di sentirsi chiamato a rendere una testimonianza che già un anno fa pensava di evitare, avendo spiegato per iscritto di non avere alcuna conoscenza «utile al processo». Ieri, dopo che i giudici avevano insistito per ascoltare comunque dalla sua viva voce quel «dato negativo», e pur avendo offerto subito la propria disponibilità a farsi ascoltare, Giorgio Napolitano ha visto materializzarsi le prime avvisaglie di una temuta strumentalizzazione mediatico-politica. Con il rischio di una lesione del prestigio e dell’autorevolezza del presidente della Repubblica, che a norma di Costituzione è anche al vertice del Csm, trascinato (sia pur solo in veste di testimone, ma tanto può bastare a qualcuno per intorbidire le acque nel conflitto infinito tra politica e giustizia) in un procedimento assai controverso. Nel quale si adombra la pesantissima ipotesi di una trattativa tra pezzi dello Stato e la mafia. Sarà dunque con ogni probabilità carico di tensione e inquinato di polemiche l’intervallo di tempo (di sicuro breve) che separa Napolitano dall’udienza con la corte d’Assise di Palermo. Sono infatti bastate poche ore a far scattare qualche intervento dal sapore provocatorio, giocato su pretesti che appaiono giuridicamente infondati. La campagna Verso il raduno del Movimento lifica come «discutibile» l’iniziativa della Procura. Ecco il punto: per uscire dalla logica della confusione interessata, dietro la quale magari si gioca l’ennesima prova di forza nello scontro tra politica e giustizia,in questo caso conta fare chiarezza. E, stando a quel che preme al Quirinale, la si fa ricordando alcune cose. Anzitutto che Napolitano ha liberamente deciso di rendere una testimonianza che avrebbe anche potuto non accettare. E che le modalità della sua audizione non vengono stabilite in base a un capriccio, ma a quanto disposto dal Codice di procedura penale (articoli 205 e 502). Ancora: l’oggetto dell’interrogatorio sul La scelta di Grasso Il presidente del Senato: io scelsi di essere ascoltato a Palermo Grillo stile Ben Hur Al Circo Massimo sulla «biga» elettrica di Alessandro Trocino Per biga ha un segway, per mantello una bandiera a 5 Stelle. Beppe Grillo si fa riprendere in video mentre scorrazza per il Circo Massimo. Invoca Tarquino e urla: «Vogliamo incontrare le popolazioni del mondo». Programma ambizioso. Anche perché l’allerta tra i 5 Stelle è alta. Il raduno di metà ottobre è un oggetto misterioso: rischia di essere un flop (dura tre giorni), non si capisce bene cos’è («non-congresso») e costerà molto. Ci si aspettavano 500 mila euro di donazioni, ne sono arrivate 105 mila. La quadriga di Ben Hur rischia di rimanere a secco. © RIPRODUZIONE RISERVATA C’è chi, ad esempio, vorrebbe far intervenire in videoconferenza dal Colle i boss Riina e Provenzano. E chi, come Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato 22 anni fa dall’autobomba di via D’Amelio, vorrebbe che l’audizione si tenesse «a porte aperte, così che i cittadini possano ascoltarlo» (richiesta mutuata dal Movi- mento 5 Stelle). E, mentre il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricorda — un po’ sibillinamente — di aver «scelto di andare a Palermo per rendere la propria testimonianza», non sono poi moltissime le voci di solidarietà al capo dello Stato. Da Fabrizio Cicchitto (Ncd), che definisce «una prova di arroganza la chiamata a deporre di- sposta dalla magistratura siciliana», alla nota politica di Forza Italia, il Mattinale, che evoca una coincidenza «non casuale» in ciò che è accaduto. A questi si aggiungono attestati di stima e fiducia del Pd che, per bocca di Lumia e Verini, ricorda che il presidente della Repubblica è, e resta, «un riferimento istituzionale e morale del Paese» e qua- Colle (e là convocato perché così prevede la legge) è fissato dall’ordinanza della corte limitatamente alla lettera-sfogo del consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, poi stroncato da un infarto, relativamente alle preoccupazioni da lui espresse riguardo le telefonate con l’ex ministro Nicola Mancino, imputato di falsa testimonianza nel processo. Infine va segnalato che l’udienza (davanti ai soli giudici dell’Assise e ai magistrati della Procura) non sarà affatto segreta, ma — sempre stando al Codice — «non aperta al pubblico». Con la stesura di un verbale che sarà accessibile. Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA Il discorso del presidente Il gup del processo, ora al Csm «Ha centrato i problemi, giusto il richiamo alla Carta» Chi è ● Tra i togati del Csm, anche Piergiorgio Morosini (foto), da Cattolica, per oltre vent’anni magistrato a Palermo ● Morosini è stato il gup del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia in cui sono state intercettate le telefonate dell’ex ministro Mancino a Giorgio Napolitano ROMA «Devo restare in silenzio. Troppo delicato il ruolo di giudice che rivestivo fino a due giorni fa, occupandomi della libertà delle persone, e troppo delicato, ora, il ruolo di consigliere togato del Csm». Piergiorgio Morosini — il gup del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia che giovedì pomeriggio ha stretto la mano al capo dello Stato in occasione del giuramento del nuovo Csm — ascolta con paziente cortesia la domanda. Ma la sua replica è fermissima: «Non è il caso...». Dottore, ha provato un’emozione per questa bizzarria del calendario? Nello stesso giorno, la convocazione del capo dello Stato come testimone nel processo di Palermo e il suo debutto nell’organo di autogoverno al Quirinale. «Per le funzioni che ho svolto e per quella che svolgo ora, preferisco non dire una sola parola». Quale impressione ha ricavato però ascoltando il discorso del presidente? «Ho apprezzato il richiamo al lavoro che i padri costituenti hanno dedicato al Csm: ha colto nel segno quando ha ricordato perché il consiglio è a composizione mista, perché non è il Guardasigilli a guidare il plenum, perché i togati sono in maggioranza sui laici. Credo che il presidente abbia voluto valorizzare una scelta scaturita a suo tempo da una riflessione profonda». E le critiche mosse sul potere delle correnti e sui tempi lunghi delle nomine? «Ha rappresentato una serie di problematiche importanti, ancora aperte, che il nuovo Csm dovrà affrontare». La convince anche il richiamo a far presto sulla riforma della giustizia? «Il Csm, per legge, può esprimere pareri al ministro e sui disegni di legge in Parlamento e di frequente dà pareri pregiati da un punto di vista tecnico. Spesso, però, non vengono considerati con la dovuta attenzione nel dibattito pubblico e quindi non arrivano all’attenzione dello stesso Parlamento». E le donne che contano ancora poco nei posti chiave della magistratura? «Il problema è oggettivo». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 ● La Nota di Massimo Franco UN’INCOGNITA NEI RAPPORTI TRA VATICANO E PALAZZO CHIGI ● SETTEGIORNI POLITICA È inaspettato e insolitamente duro l’attacco al governo di Matteo Renzi arrivato ieri dalla Conferenza episcopale italiana. Il fatto che a pronunciare parole ruvide, quasi liquidatorie, sia stato il segretario, monsignor Nunzio Galantino, e non il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, può indurre a pensare a una presa di posizione meno impegnativa. In realtà, Galantino si è limitato a riportare le posizioni emerse la settimana scorsa durante una riunione di gran parte dei vescovi; e soprattutto, è considerato il tramite tra la Chiesa cattolica italiana e Casa Santa Marta, e cioè papa Francesco. Per questo, al di là delle polemiche inevitabili, e della lettura strumentale dei partiti su quanto è stato detto, si insinua un sospetto fastidioso: che la Cei abbia anche percepito una certa distanza, se non freddezza, nei rapporti tra il pontefice e l’attuale presidente del Consiglio. La visita privata dell’aprile scorso tra i due non sembra avere lasciato tracce. E allora si parlò sottovoce di un colloquio preparato troppo in fretta, e che per questo all’ultimo rischiò di essere annullato. Ora è in preparazione un incontro ufficiale a fine anno, ma nella visita di Francesco a Redipuglia del 13 settembre scorso è stata notata l’assenza di Renzi. Eppure, quando una decina di giorni fa il premier ha incontrato all’ambasciata presso la Santa Sede i cardinali italiani di nuova nomina, compreso il Segretario di Stato, Piero Parolin, l’atmosfera è stata cordiale. Renzi ha indicato il sottosegretario a Palazzo Chigi, Graziano Delrio, che pure era assente, come interlocutore di Parolin. E il dialogo è in atto. C’è dunque da chiedersi se e che cosa sia cambiato negli ultimi giorni; e se l’attacco della Cei sia rivolto al Pd in generale, o soprattutto al governo del suo leader. I toni perentori contro la «sordità» dell’esecutivo nei confronti delle famiglie in materia fiscale,il «basta a una politica degli slogan» e l’irritazione per la «disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto» elencano una serie di contrasti non da poco. E la preoccupazione per l’«accesso al matrimonio da parte di coppie dello stesso sesso», come recita il comunicato della Cei, segnala una novità. Rilancia temi tipici della Cei pre Bergoglio: un’eco di ritorno, dunque, di quei «valori non negoziabili» che il pontefice argentino sembrava avere messo in sordina. Che riemergano in polemica col governo Renzi è un indizio di smarcamento e di tensioni latenti. FI dà ragione alla Cei, e il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerrini, assicura che il governo sta già rispondendo alle sollecitazioni. La Cgil plaude per il «no allo scontro» sull’articolo 18, sebbene la Cei chieda al sindacato anche di uscire dai «conservatorismi». E le associazioni gay gridano all’ingerenza ecclesiastica. Ma il vero punto interrogativo non nasce da queste diatribe. Riguarda i veri rapporti tra Casa Santa Marta e Palazzo Chigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sostituire Ncd al governo, la tentazione di Berlusconi I dissidenti azzurri Il pressing di Fitto: FI non si rinnova con selezioni da Grande fratello Dopo il progetto (non riuscito) di attirare senatori alfaniani SEGUE DALLA PRIMA Vuole ricostruire una coalizione di centrodestra per battere poi Renzi nelle urne o pensa piuttosto di asfaltare il Nuovo centrodestra per poi allearsi con Renzi in Parlamento? È una domanda che ormai si pongono apertamente anche dentro Forza Italia, siccome gli indizi sono numerosi, tanti quante le impronte che Berlusconi ha lasciato sul telefonino nel corso dell’estate, passata a corteggiare i senatori transitati con Alfano: per Schifani e Bonaiuti — visti i rapporti di un tempo — non ha avuto bisogno di intermediari. Mentre a Verdini, Tajani, Ghedini e Romani ha lasciato il compito di saggiare la disponibilità degli altri a tornare insieme. Il Cavaliere, si sa, è abile nel toccare le corde giuste, e per ogni interlocutore — da Colucci a D’Alì, da Viceconte a Gentile — ha usato il tasto dei ricordi, il tono struggente dell’amarcord. Peccato che la cordialità (ricambiata) non abbia fatto breccia, per ragioni politiche e interessi personali. D’altronde quale senso avrebbe avuto — vista l’offerta che veniva avanzata — lasciare Ncd, passare un paio di giorni all’opposizione e poi tornare per una via diversa di nuovo in maggioranza? E in più, con Forza Italia in «overbooking» e la vecchia guardia azzurra minacciata dal ricambio generazionale, chi mai tornerebbe in Parlamento? Così l’«operazione Lassie», voluta da Berlusconi per togliere ad Alfano la golden share della maggioranza in Senato, non ha sortito effetti. E visto che non riusciva a superare l’ostacolo, il Cavaliere — come raccontava ieri Libero — ha provato ad aggirarlo, puntando a costruire un altro gruppo, nel quale far confluire pezzi di Ncd e di centristi, da unire ad altri parlamentari che militano nel gruppo delle Autonomie. Ma anche questa iniziativa non è decollata, e Schifani — Il «sì» a Luxuria Sabato sera al Gay Village per Pascale «Con la gioia nel cuore» Francesca Pascale (nella foto con la tessera Arcigay) accetta l’invito di Luxuria e conferma la partecipazione alla chiusura del Gay Village, stasera, a Roma. «Anche Berlusconi, se potesse, verrebbe», ha aggiunto in un’intervista a Radio Capital. «Perché è un vero liberale», ha scandito prima di ribadire che Forza Italia avrà un dipartimento Diritti civili. La Pascale, inoltre, ha spiegato che il cagnolino Dudù secondo lei è gay. E poi ha incassato il plauso del viceministro pd alle riforme Ivan Scalfarotto: «Benvenuta Francesca. Ora avanti con le leggi sui diritti civili». © RIPRODUZIONE RISERVATA stufo di vedersi tirato in ballo — spiega che «c’è piena sintonia con Alfano» e che «questi malevoli rumors sono finalizzati a ostacolare l’unificazione di Ncd con l’Udc e i Popolari di Mauro». Strana storia, quella del centrodestra: di giorno si riuniscono per stabilire come andare insieme alle Regionali, e la sera c’è chi si adopera per soffiare l’argenteria in casa altrui. Il «caso Buga- 59 i seggi di Forza Italia a Palazzo Madama. Sono 32 i senatori di Ncd ro» — l’ormai ex coordinatore ncd delle Marche — è emblematico. Non è certo un «selfie» che ha indotto Alfano a porsi l’interrogativo: «Berlusconi vuole ricostruire o vuole vendicarsi?». Domanda retorica, visti gli indizi, disseminati dal leader di Forza Italia. Dell’offerta di alleanza fatta in agosto a Renzi, per esempio, c’è traccia nei sondaggi che il Cavaliere aveva commissionato prima dell’incontro, e che pare abbia lasciato in copia sulla scrivania del premier. È un lavorio frenetico, quello di Berlusconi, che continua a ripetere di aver fatto la «cosa giusta» rompendo le larghe intese con il governo Letta. Però, mentre le sue parole provano a giustificare quella scelta, le sue azioni rivelano che sta tentando di rimediare all’errore. Non si spiega altrimenti il modo in cui ha argomentato le sue avances ad alcuni alfaniani, l’idea cioè — in prospettiva — di «farmi promotore di un partito popolare. Capisci, così sarebbe più facile avere un rapporto con Renzi, piuttosto che chiamarci Forza Italia». È un ripensamento strategico che sta dietro il sostegno al Jobs act e che cova sotto la cenere della riforma elettorale. Sull’Italicum infatti il Cavaliere tentenna, e coltiva intimamente il sogno di tenersi il proporzionale. Renzi ha fiutato puzza di bruciato. Così si torna alla domanda: Berlusconi vuole allearsi con Ncd alle Regionali o vuole sostituirsi a Ncd al governo? Tutto non può avere. Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA 11 ROMA Giurano da Perugia, Il caso ● Bufera selfie Ad agitare le acque nel Ncd continua a essere il caso di Giacomo Bugaro, numero uno delle Marche «dimissionato» da Gaetano Quagliariello per un selfie con Silvio Berlusconi (foto sopra). Il coordinatore nazionale difende la sua decisione, ma nel partito cresce il malessere per la linea filo renziana dove si sono riuniti a convegno, che nel partito «non c’è nessuna guerra», che si discute soltanto, che non sono in vista «rottamazioni» ma solo aperture a giovani e società civile. Da Toti alla Gelmini, da Fiori alla Bernini, da Gasparri a Tajani, i big azzurri si sforzano di dare l’immagine di una FI coesa e serena. Certo, c’è il leader dei Club Fiori che non fa nulla per smentire un suo eventuale ruolo ai vertici: «Se io sono lo strumento per far tornare a vincere FI, ben venga questo strumento». Toti però replica soavemente: «Liti, gelosie? Macché, siamo i più felici se arriva gente nuova». Ma l’annuncio di Berlusconi di voler far entrare «aria fresca» nel partito ha scosso la base parlamentare, e la linea sempre più filo-renziana voluta dal capo non aiuta. Così va crescendo il gruppone di deputati e senatori — già oltre trenta — che guidati da Raffaele Fitto si oppongono sia a quelle che lui stesso ieri, sempre da Perugia, ha definito «selezioni della classe dirigente da Grande fratello», sia a un «partito di “renzologi”». Nei prossimi giorni i dissidenti si incontreranno di nuovo: obiettivo, «consolidare» l’area, ufficializzando di fatto la nascita di una componente interna strutturata che, è una certezza, si farà sentire pesantemente nel partito. P.D.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 12 Esteri Anche i britannici bombardano l’Isis Cameron incassa il sì del Parlamento: via ai raid in Iraq. Allarme Ue: 3.000 miliziani dall’Europa Tre volte DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA I sei Tornado della Raf ● David Cameron (foto) è il terzo leader a promuovere un intervento britannico in Iraq, dopo John Major nel ‘91 (Guerra del Golfo) e Tony Blair che nel 2003 fu acceso sostenitore della guerra mercoledì notte hanno compiuto i primi voli di ricognizione e di preparazione nei cieli dell’Iraq, in collegamento con le truppe speciali dislocate a terra a supporto dell’esercito curdo. Nelle prossime ore si leveranno dalla base di Cipro e cominceranno a bombardare le postazioni dell’Isis. Assieme a Londra anche la D a n i m a rca h a d e c i s o d i schierare sette F-16. E la coalizione internazionale ha preso così forma. Sale però il livello di allerta: il responsabile antiterrorismo della Ue, il belga Gilles de Kerchove, intervistato dalla Bbc, ha rivelato che i jihadisti partiti dall’Europa e arruolatisi nel Califfato, lo Stato islamico, sono tremila. Ha poi messo in guardia dalle possibili ritorsioni nel continente. Nessuna frenata del Regno Unito. «Gli errori del passato non ci devono bloccare». David Cameron ha ottenuto il via libera da Westminster: 524 sì, 43 no dei nazionalisti scozzesi e gallesi, di una ventina di dissidenti laburisti e una decina di conservatori. Oltre al leader Ukip, Nigel Farage, che ha tuonato: «In dieci anni siamo stati capaci di compiere solo carneficine e la situazione è sempre peggiorata». Il premier britannico ha insistito: «Ci sono i presupposti giuridici dell’intervento in quanto ce lo ha chiesto il governo iracheno». Ma ha messo le mani avanti: la missione richiederà «non mesi ma anni». Non si è ripetuto lo psicodramma del 2013, quando Downing Street voleva spedire i suoi missili sulla testa del dittatore di Damasco, Assad, e i Comuni glielo impedirono con un voto a sorpresa. Il leader laburista Ed Miliband ha benedetto il testo concordato fra maggioranza e opposizione: «Lo appoggio perché l’Isis è una organizzazione criminale e perché è necessario proteggere la nostra sicurezza e i valori che sosteniamo». La mozione limita le incursioni al territorio iracheno controllato dall’Isis. Se Londra valuterà di allargare il raggio d’azione militare in Siria lo potrà disporre dopo un nuovo pronunciamento parlamentare. A suggellare l’unità è arrivato pure l’intervento dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che è intervenuto ai Comuni (lui è nella Camera dei Lord): «È giusto agire ora». La Chiesa d’Inghilterra sta con Westminster. Fabio Cavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dovere di manifestare? «Basta barbarie» I musulmani in piazza a Parigi di Stefano Montefiori PARIGI «Noi, musulmani di Francia, diciamo basta alla barbarie», ha detto ieri il presidente del Consiglio del culto musulmano, Dalil Boubakeur. Frase che ripete da anni. La novità, importante, è che davanti a lui in moschea ieri c’erano centinaia di persone con i cartelli «non in mio nome» e che si sono inginocchiate verso la Mecca pregando «in memoria di Hervé», decapitato in Algeria. Se l’Isis chiede ai musulmani di «sgozzare gli sporchi francesi», molti di loro rispondono «siamo tutti sporchi francesi», come hanno fatto i firmatari di un testo sul Figaro. Il collettivo contro l’islamofobia Ccif protesta: «Tutti ci chiedono di dissociarci dai terroristi, come se l’essere musulmani ci rendesse fiancheggiatori di quei pazzi. È un insulto». Eppure, per la prima volta, molti vogliono scendere in piazza, e lo faranno di nuovo domenica, per dire che il vero Islam non è quello dei jihadisti (foto Ansa). © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 13 ESTERI Distruzione Una serie di immagini che documentano la distruzione di una statua assira (nella foto grande, a Tell Ajajah), della Tomba della ragazza a Mosul (le due foto piccole in alto) e della Tomba del profeta Giona (sotto). Molti tesori archeologici dell’Iraq sono stati invece rubati e venduti dai miliziani dell’Isis. In basso, qui a fianco, un jihadista con un’antica statua Il caso di Paolo Beltramin I predatori dell’antica Ninive «I jihadisti rivendono i tesori» L’area degli scavi SIRIA Zakho 32 milioni di dollari il bilancio dello sfruttamento della città di Nebek: il ricavato delle «vendite» di centinaia di reperti archeologici 240 chilometri la lunghezza dei canali artificiali fatti costruire dal re Sennacherib nella valle di Ninive secoli prima degli acquedotti dei Romani 331 avanti Cristo l’anno in cui Alessandro Magno sconfisse l’imperatore persiano Dario a Tell Gomel, dove ha scavato la squadra italiana cheologica dell’Università di Udine in Assiria, è stato tra gli ultimi studiosi a poter ammirare il rilievo del palazzo reale di Nimrud, staccato probabilmente a colpi di piccone, e il ritratto in pietra del sovrano Tiglatpileser III, letteralmente sbriciolato da predoni a caccia di un (inesistente) scrigno d’oro nascosto. La sua missio- Affari per 32 milioni Su una chiavetta Usb, trovata dall’intelligence irachena, registrate «vendite» per 32 milioni ne, a capo di una trentina di specialisti tra archeologi, geologi, paleobotanici, antropologi fisici e restauratori, era cominciata tre anni fa. «Avevamo appena lasciato la Siria, dove era diventato impossibile lavorare per ragioni di sicurezza, entusiasti di poter trasferirci nel Kurdistan iracheno, che aveva appena riaperto le porte IRAQ Dohuk Akre km 40 Mosul Ninive La denuncia dell’archeologo italiano fuggito da Mosul. Il traffico in Occidente Nell’Ottocento i tesori dell’Impero Assiro viaggiavano in enormi casse di legno, stipati nelle stive dei vascelli, destinati ai saloni monumentali del Louvre e del British Museum, dove provocano ancora un effetto straniante. Oggi vengono avvolti in teloni di plastica e ammucchiati dai trafficanti nei portabagagli delle loro jeep. Per raggiungere il confine con la Turchia bastano poche ore di strada. Ad attenderli, gli intermediatori occidentali pronti a trasferirli — spesso attraverso la Svizzera — nelle maggiori piazze del mercato nero dell’arte: Londra, New York, Tokyo. La prima civiltà sedentaria nella storia dell’uomo, sorta tra il Tigri e l’Eufrate 9 millenni prima di Cristo, ci ha lasciato in eredità una produzione artistica imponente, in parte trafugata all’epoca del colonialismo e in parte rimasta in siti ancora da esplorare. Il traffico di questo patrimonio archeologico sta diventando una delle principali fonti di sostentamento dello Stato islamico, nel Kurdistan come in Siria, insieme all’estrazione di gas e petrolio. Nella chiavetta Usb di un militante dell’Isis recuperata dall’intelligence irachena ad agosto, è annotato il bilancio dello sfruttamento dei resti della città di Nebek: 32 milioni di dollari da centinaia di lapidi, iscrizioni, suppellettili e mosaici «messi sul mercato». È la prova del doppio binario seguito dai fondamentalisti. Da un lato, radono al suolo chiese, moschee e monumenti funerari — cercando la massima esposizione mediatica, proprio come fu per la demolizione dei Buddha di Bamiyan da parte dei Talebani in Afghanistan nel 2001 — per affermare i precetti del wahabismo, la riforma puritana che impone di abbattere ogni oggetto di culto non rivolto ad Allah. Dall’altro lato, ma in questo caso senza alcuna pubblicità, gli stessi capi dell’Isis danno in concessione le aree archeologiche occupate a squadre di scavatori professionisti, per poi dividersi i ricavi dei trafugamenti in base alla legge islamica del Khums: la quinta parte del bottino va riservata a Dio, cioè allo Stato islamico. Daniele Morandi Bonacossi, direttore della missione ar- Il sito Erbil Corriere della Sera dopo oltre vent’anni di conflitti ed embarghi». La squadra italiana ha scavato nel villaggio di Tell Gomel, probabilmente il sito dell’antica Gaugamela, dove nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse l’imperatore persiano Dario III, aprendosi la strada per Babilonia. Ma soprattutto, Morandi Bonacossi ha indagato «la rivoluzione agricola della valle di Ninive, capitale del primo impero globale dell’umanità», dove re Sennacherib costruì un sistema di dighe e canali artificiali lungo 240 chilometri, quattro secoli prima che fossero progettati i grandi acquedotti dell’Impero Romano. «Per trovare la forza lavoro necessaria a un sistema produttivo così complesso, che divenne il granaio di tutto l’Impero Assiro, fu deportata una massa di persone senza precedenti, circa mezzo milione, lungo le stesse vie che 2700 anni dopo sono state attraversate da migliaia di cristiani in fuga». A metà agosto, quando i miliziani hanno preso il controllo della vicina diga di Mosul e sono cominciati i bombardamenti degli Stati Uniti, la decisione di rientrare in Italia. «Ma faremo di tutto per tornare, forse già a gennaio», promette l’archeologo. Difficile prevedere cosa accadrà nel frattempo in quello come in decine di altri siti nella regione. «A Nimrud e a Horsabad, ad Assur e ad Hatra, in tutti i centri più importanti dell’Assiria caduti nelle mani dell’Isis, le guardie irachene sono dovute scappare, lasciando campo libero al saccheggio. E subito sono comparse le stesse gang di trafficanti che avevano devastato l’area a sud di Bagdad nel 2003, per poi spostarsi in Siria. Non sappiamo davvero cosa resterà fra pochi mesi di questo tesoro dell’umanità che è sopravvissuto per migliaia di anni». La destinazione più probabile, adesso come due secoli fa, è ancora l’Occidente, «nei salotti e nei caveau di collezionisti privi di scrupoli e della minima cultura, ma disposti a spendere centinaia di migliaia di euro». Soldi destinati in parte a finire, di mercante in mercante, di mediatore in mediatore, nelle casse dei miliziani per la Guerra Santa. © RIPRODUZIONE RISERVATA I lavori La «Missione Archeologica Italiana in Assiria» dell’Università di Udine, sotto la direzione di Daniele Morandi Bonacossi (nella foto), opera in collaborazione con la Direzione delle Antichità della Regione del Kurdistan iracheno e con il sostegno del ministero degli Esteri (insieme ad altri sponsor pubblici e privati). Il costo di una campagna di ricognizione e scavo archeologico in Kurdistan della durata di due mesi e mezzo è di circa 120 mila euro Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 14 Offerta valida per immatricolazioni fino al 30/09/2014 per Ford EcoSport 1.5 110CV a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2008 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock presso i FordPartner aderenti all’iniziativa. Prezzo raccomandato dalla Ford Italia S.p.A. 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Ma questo non è bastato a Vladimir Yevtushenkov (foto) da 15 giorni agli arresti domiciliari. Ieri un tribunale ha posto sotto sequestro le sue azioni nella società petrolifera Bashneft, acquisita cinque anni fa. E la procura generale russa ha chiarito che lo scopo è far passare allo Stato il controllo di quella che è la sesta compagnia del Paese. Gli analisti predicono che la Bashneft finirà sotto l’ala di Rosneft, il gruppo statale guidato da Igor Sechin, fedelissimo di Vladimir Putin. Quella stessa Rosneft che si è impadronita della società che fu di Khodorkovskij, la Yukos. Quanto sta avvenendo ora suscita molto allarme. Ora, non solo finisce davanti ai tribunali (e in galera) chi si oppone apertamente, ma l’arma giudiziaria è utilizzata semplicemente anche per acquisire proprietà, in un momento in cui lo Stato e il Cremlino hanno deciso di concentrare tutti gli sforzi per far fronte a quello che viene visto come un attacco esterno a seguito delle vicende ucraine. Si parla del progetto di riportare tutti i maggiori gruppi che operano nel settore energetico sotto il controllo del Cremlino. Il gas è già quasi tutto di Gazprom. Per il petrolio, il prossimo boccone potrebbe essere la Lukoil, l’ultimo gigante privato. Poi si potrebbe passare ad altri settori «strategici». L’ipotesi terrorizza gli oligarchi e rischia di peggiorare il clima degli affari, come ha detto ieri il preoccupatissimo ministro dell’Economia. Il rublo scende a nuovi minimi, anche perché tutti sanno che le aziende statali non riescono a essere efficienti e a pompare tutto il greggio che Mosca vuole esportare. Nemmeno l’ipotesi di un primo accordo sulle forniture di gas all’Ucraina è bastata a risollevare il morale. A Berlino si è fissato un prezzo provvisorio del gas (385 dollari) che a Kiev ancora non va bene. E poi va risolta la questione dei debiti accumulati dall’Ucraina. L’Unione europea sta cercando di mediare e forse qualche progresso potrebbe essere fatto la settimana prossima. © RIPRODUZIONE RISERVATA ESTERI 15 «Me lo chiede papà». L’ora di Bush III? Jeb vicino a candidarsi per la Casa Bianca. Discorsi da leader internazionale, la spinta della famiglia DAL NOSTRO INVIATO Il fratello NEW YORK Jeb Bush non ha anco- ra deciso, ma la pressione attorno a lui cresce. Quella dell’«establishment» del partito repubblicano che, dopo gli sbandamenti verso l’estrema destra negli anni dell’esplosione del fenomeno dei Tea Party, sta cercando un ancoraggio su posizioni conservative sì, ma più moderate. E quella del padre, George H. W. Bush, che ha invitato il figlio a candidarsi anche durante una festa in famiglia di tre mesi fa: quella per il novantesimo compleanno dell’ex presidente. Ieri l’informatissimo Ben White ha scritto su Politico.com che di recente George H. W. Bush ha detto a un ospite nel suo ritiro nel Maine, di considerare «quasi certa» una campagna presidenziale e «un ritorno della nostra dinastia politica». Ostacoli? Essenzialmente due: le idee di Jeb su immigrazione e scuola, troppo avanzate per un partito che su questi temi ha accentuato il suo conservatorismo. E, soprattutto, la famiglia. Se papà Bush insiste, la moglie Columba fin qui ha frenato. Non ama vivere sotto i riflettori, non vuole vedere sconvolgimenti nella vita sua e dei suoi ragazzi. A cominciare da quella della figlia Noelle, che in passato ha avuto grossi problemi di droga: la sua storia verrebbe inevitabilmente passata allo scandaglio dalla stampa. Ma il mondo produttivo è con lui: tanto i finanzieri di Wall Street quanto gli imprenditori puntano su un moderato. E il partito, stretto tra l’«autoaffondamento» di Chris Christie e la possibilità di una terza candidatura del «perdente seriale» Mitt Romney, senza Jeb Bush non saprebbe che pesci prendere. Lui non ha deciso, ma ha promesso che lo farà entro fine anno. L’energia con la quale sta partecipando alla campagna elettorale di «mid-term» appoggiando parecchi repubblicani, induce gli osservatori a ritenere che l’ex governatore della Florida stia per sciogliere la riserva. Jeb ha un atteggiamento molto diverso da quello di sei e due anni fa: allora si era tenuto più in disparte, anche se non aveva escluso la possibilità di scendere in campo all’ultimo momento. Chi lo conosce bene dice che il più giovane dei figli di George HW è realmente indeciso: da un lato pensa di poter essere utile all’America, sbloccare il Paese e la sua economia con poche ma incisive riforme. Dall’altro sente la responsabilità di un passo che condizionerà la vita di moglie e figli per sempre. Togliere libertà ai suoi cari, smettere di costruire un patrimonio familiare da lasciare loro, sono cose che gli pesano immensamente. Stavolta, però, non può rimandare come ha fatto nel 2008 e nel 2012: 11 settembre Tre pompieri di Ground Zero morti di cancro Tre vigili del fuoco che prestarono soccorso a Ground Zero l’11 settembre del 2001 sono morti di cancro lunedì, nello stesso giorno: si tratta di Howard Bischoff, 58 anni, Robert Leaver, 56, e Daniel Heglund, 58. «L’aria era tossica e rimase tossica per mesi», afferma l’associazione dei Vigili del fuoco. ● Jeb Bush, 61 anni, è il secondo figlio di George Bush. Repubblicano, è stato governatore della Florida dal 1999 al 2007 Dinastia Due generazioni di Bush. Da sinistra: George jr, 68 anni, il padre George, 90, e il fratello più giovane, Jeb arrivato a 61 anni, questa è la sua ultima occasione: la prossima volta – presumibilmente tra 8 anni – sarà quasi settantenne. L’ostilità della gente verso le dinastie politiche, i problemi di linea e il rischio di essere assaltato dal Tea Party alle primarie, lo preoccupano meno: Jeb ritiene che il ricordo negativo del fratello George stia svanendo nell’opinione pubblica, ora che Obama è costretto ad attaccare in Medio Oriente usando una retorica da «guerra contro le forze del male». E poi la questione dinastica è neutralizzata, sull’altro fronte, dalla (probabile) candidatura di Hillary Clinton. Quanto alla linea politica, l’ex governatore della Florida sa che molti, nel suo partito, non condividono le sue idee su una sanatoria almeno parziale per gli immigrati clandestini e sull’introduzione dei cosiddetti Common Core Standard nella pubblica istruzione. Ma Jeb crede che in politica contino soprattutto la capacità di leadership e il carisma: è convinto di poter spiegare in modo convincere le sue idee all’elettorato conservatore portandolo dalla sua parte. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Era al suo primo mandato quando la Florida, nel 2000, si trovò al centro del caso del riconteggio delle schede per le presidenziali 16 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 ESTERI Vinto il fiume Yangtze Un canale di 1.000 km realizza il sogno di Mao Deviato un affluente per irrigare il Nord della Cina Il progetto ● Il piano di portare più acqua dal Sud al Nord della Cina è costato 60 miliardi di dollari e ci sono voluti 15 anni per realizzarlo ● Ora manca solo la realizzazione di un terzo canale. Ma per completarlo serviranno almeno 30 anni Verso Nord Il canale costruito per trasportare l’acqua da un affluente dello Yangtze verso il Nord della Cina DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO La grande sfida alle leggi della natura che regolano il corso millenario dei grandi fiumi della Cina è quasi pronta. Ci sono voluti poco meno di quindici anni di lavori e 60 miliardi di dollari di spesa: ora il canale che devia di 1.267 chilometri verso settentrione l’acqua dello Yangtze dalle pianure centro-meridionali sta per essere aperto. Dal 31 ottobre porterà a Pechino 13 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno. Perché questo progetto faraonico? Perché il Nord della Cina ha solo un quinto dell’acqua dolce del Paese, ma i due terzi delle terre agricole. Perché, secondo i criteri internazionali, si parla di carenza d’acqua quando una persona ne ha a di- I tre canali d’acqua Pechino CINA km 700 Weihai Shanghai sposizione meno di mille metri cubi all’anno e gli abitanti di Pechino possono contare solo su 145 metri cubi, buona parte inquinati. È la natura della Cina, aggravata dai danni dell’industrializzazione massiccia. Mao negli anni Cinquanta disse, esprimendo uno dei suoi celebri pensieri: «Al Sud c’è molta acqua, al Nord poca. Se possibile, prenderla a prestito sarebbe un bene». Gli ingegneri idraulici cinesi apparentemente hanno compiuto il miracolo. Anche a costo di spostare oltre 330 mila contadini le cui case e terre 17 ● Il commento sono state invase da un enorme bacino. L’opera si chiama «Trasferimento di acqua da Sud a Nord» e si compone di tre grandi canali: Via orientale, centrale e occidentale. I primi due sono completi. Il percorso orientale porta lungo 1.156 chilometri 14 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno dallo Yangtze verso la regione di Tianjin, dirottandola anche attraverso il Gran Canale fatto costruire dagli imperatori quattordici secoli fa e ora allargato e reso più profondo; quello mediano che si inaugura a fine ottobre farà scorrere 13 miliardi di metri cubi verso la capitale, su una direttrice di 1.267 chilometri. Il terzo canale, quello occidentale, prevede lo scavo di tre tunnel giganteschi nella roccia dell’altopiano del Tibet, coinvolgendo anche il Fiume Giallo ed è il più controverso: si immagina di completarlo tra trent’anni e a quel momento saranno 44 i miliardi di metri cubi d’acqua dirottati da Sud a Nord. Lo Yangtze, con i suoi 6.300 chilometri, è il fiume più lungo dell’Asia, il quarto del mondo. Noi lo conosciamo anche come Fiume Azzurro. Si getta nell’Oceano vicino a Shanghai ed ha (aveva) un eccesso d’acqua. Ma restano dubbi anche sulla strategia di fondo. Dirottando più acqua verso il Nord non si affronterebbe il vero problema: la grande domanda delle megalopoli settentrionali come Pechino e Tianjin e l’inefficienza dell’uso che ne fanno le industrie. Le fabbriche e gli impianti cinesi, secondo i dati della Banca mondiale, impiegano dieci volte più acqua per i loro cicli produttivi rispetto alla media dei Paesi industrializzati. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Come un film di Herzog Quella sfida titanica tra l’Uomo e la Natura di Paolo Mereghetti U na sommessa proposta al governo cinese: se volete conservare una documentazione visiva di questa immane opera idrico-ingegneristica, c’è solo un regista da chiamare, Werner Herzog. Solo lui ha dimostrato di essere capace di filmare l’infilmabile, soprattutto quando si tratta di sfide dell’Uomo con la Natura. La memoria corre a Fitzcarraldo (foto) e alla scommessa (vinta) di ripetere l’«impossibile» impresa di trascinare un battello oltre una montagna, ma non era stato meno rischioso costringere Klaus Kinski a sfidare le rapide nel film Aguirre, furore di Dio (il regista arrivò a minacciare l’attore con un fucile perché non abbandonasse le riprese). Niente però eguaglia, come sfida titanica e faustiana, certi film che Herzog ha girato dove nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di andare: Apocalisse nel deserto è una delle più sconvolgenti testimonianze sulla devastazione della Terra da parte dell’uomo, girata in Kuwait dopo la prima guerra del Golfo. Anche se il vertice di questa sfida tra Natura e Cinema è il documentario La Soufrière, da un vulcano della Guadalupa che nel ’76 rischiava di esplodere. Questo non ha impedito a Herzog e a due operatori di filmarlo così da vicino da rischiare la vita. Se Pechino gli commissionasse un lavoro sulla deviazione dell’affluente dello Yangtze, sarebbe capace di farsi sommergere dalle acque pur di riprendere le scene migliori... © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 18 moncler.com Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 19 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 20 Cronache «So che sono amanti» Uccide la moglie e l’altro nell’ascensore dell’Inps ha agito, impedendo a Santoni, più alto di lui, qualsiasi reazione. L’ipotesi è che Micucci abbia pianificato con cura l’omicidio dei due, portandosi dietro il coltello. «E pensare che poche ore prima li avevamo visti parlare tranquillamente, prendere il caffè insieme — ricorda un collega di Micucci —, è sempre stata una coppia molto unita, tranquilla. Anche se negli ultimi tempi avevamo notato un po’ tutti che entrambi erano molto dimagriti». Tutti e tre impiegati nello stesso palazzo di Cinecittà «Venite a prendermi, ho ammazzato mia moglie e il suo amante». Poche parole, pronunciate senza emozione. Mauro Micucci ha confessato per telefono. Ai suoi piedi, stretti uno sull’altro nella cabina dell’ascensore, c’erano i corpi martoriati della moglie Daniela Nenni, 49 anni, e dell’uomo con il quale era convinto che lo tradisse, Alessandro Santoni (38), trafitti da decine di coltellate inferte con il Camillus, micidiale arma usata dai Marines. Per ucciderli, poco prima delle 18 di ieri, Micucci, 57 anni, perito informatico, ha scelto il luogo di lavoro di tutti e tre: il palazzo dell’Inps di via Umberto Quintavalle, a Cinecittà. Ma per essere sicuro che non scappassero, ha atteso che salissero in ascensore: una trappola di metallo di un metro quadrato dal quale la moglie — anche lei informatica — e il presunto amante — un elettricista — non sono riusciti a fuggire, né a chiedere aiuto. Quando le porte automatiche si sono aperte, si sono trovati di fronte l’assassino. Come in un ROMA 144 Le donne uccise in Italia nel periodo agosto 2013luglio 2014 70,7 Per cento I delitti avvenuti in ambito familiare e affettivo 51 Mila Il numero delle denunce per stalking nel periodo agosto 2013luglio 2014 L’omicida e la vittima ● Mauro Micucci, 57 anni, ha ucciso la moglie e quello che riteneva il suo amante ieri nella sede Inps a Roma (Proto) ● La vittima Alessandro Santoni, elettricista di 38 anni, lavorava nello stesso palazzo di Cinecittà dell’omicida e della moglie (Proto) film dell’orrore. All’arrivo dei carabinieri Micucci ha gettato sui corpi il coltello insanguinato, poi si è lasciato ammanettare. «Non entrerò mai più in quell’ascensore», racconta in lacrime una delle colleghe della moglie di Micucci. Nessuna di loro ha voluto tornare a casa. Sulla facciata di vetro del palazzo, le uniche luci provengono dall’ufficio di Daniela. Il marito invece è già nella caserma della compagnia Casilina per essere interrogato. In serata finisce in carcere, accusato di duplice omicidio. Da settimane sul suo profilo Facebook scriveva messaggi rabbiosi contro chi lo aveva tradito: non si esclude che si rivolgesse alla moglie e al presunto amante. Un post lo ha dedicato anche ai cinque figli avuti da Daniela: «Scusate, avevo dato il mio cuore alla persona sbagliata. Ora è tutto vostro». La conferma di un disagio profondo, esploso ieri pomeriggio prima di tornare a casa. Per gli investigatori dell’Arma il cinquantenne avrebbe pedinato la moglie fuori dalla sua stanza, L’aggressione Prima le coltellate a sangue freddo, poi la chiamata ai carabinieri: «Venite a prendermi» nei corridoi del palazzone che confina con il centro commerciale Cinecittà Due. Forse ha anche atteso che si incontrasse con l’elettricista. I carabinieri non escludono che li abbia visti salire sull’ascensore, per poi spostarsi dove sapeva di doverli aspettare: al piano -1, che conduce a un piccolo spiazzo a quell’ora poco frequentato. E lì Femminicidio Daniela Nenni, 49 anni, in una foto pubblicata su Facebook La donna era informatica (foto Proto) Per un altro impiegato però c’era qualcosa che non andava: «Ho sentito di frizioni fra i due, qualche volta i rapporti erano tesi anche qui dentro», racconta. Elementi ora al vaglio dei carabinieri che fino a tarda notte hanno perquisito le scrivanie di marito e moglie, oltre che il posto di lavoro dell’elettricista e l’abitazione della coppia fuori Roma, sulla Prenestina. Santoni invece viveva a Pomezia e aveva un figlio di 10 anni. «Un tipo atletico — rivelano le colleghe di Daniela —, però non abbiamo mai sentito di una tresca con lui. Lei era una donna solare. Lavorava qui da 15 anni, la conoscevano tutti. Aveva il sorriso più bello del mondo». Rinaldo Frignani © RIPRODUZIONE RISERVATA Garlasco, dalle scarpe al tappetino «Stasi doveva sporcarli di sangue» La nuova perizia: era sul luogo del delitto, impossibile che fossero puliti I reperti e i test Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Unico imputato Le scarpe da ginnastica La simulazione Alberto Stasi, 31 anni, era stato assolto in secondo grado nel 2011 ma due anni dopo la Cassazione ha annullato con rinvio il processo Le scarpe indossate da Alberto Stasi in una delle foto allegate alla consulenza di parte civile nel processo per l’omicidio di Chiara Poggi Una delle simulazioni della camminata di Stasi all’interno della villetta Poggi a Garlasco dove fu uccisa Chiara il 13 agosto 2007 Non soltanto la suola delle sue scarpe. Anche il tappetino della sua Volkswagen Golf non aveva tracce di sangue. Un dettaglio che da ieri è diventato un problema, l’ennesimo, per Alberto Stasi. Perché i periti dei giudici che stanno celebrando l’appello bis, sostengono che quel dato stona con la ricostruzione dei fatti e che quel tappetino non avrebbe dovuto essere pulito. Un passo indietro al 13 agosto del 2007. Alberto camminò nella villetta di Garlasco — dove fu uccisa la sua fidanzata, Chiara Poggi — e mise i piedi su un percorso disseminato di gocce e con qualche chiazza di sangue. Dopodiché uscì da quella casa e salì in macchina per andare dai carabinieri. In questi sette anni è stato un gran discutere del fatto che lui potesse sporcarsi oppure no di sangue le suole delle scarpe che aveva addosso e che consegnò ai carabinieri il giorno dopo il delitto, pulite. Nei processi di primo e secondo grado si disse che c’erano pochissime possibilità (quasi zero) che questo potesse accadere e l’argomento a favore di Alberto (da sempre unico sott’accusa per il delitto) è stato questo: se anche le avesse sporcate, era logico pensare che le suole avessero rilasciato le macchie fra l’ora del ritrovamento del corpo e la consegna delle scarpe. La nuova perizia depositata ieri va oltre. E stabilisce che se parliamo dell’ipotesi di «rilasciare» il sangue allora dobbia- mo ipotizzare che sul tappetino dell’auto doveva rimanerne. Perché, posto che è praticamente impossibile non intercettare macchie sulla scena del delitto (anche questo stabilito dalla stessa perizia), è anche impossibile che il sangue non sia finito sulla prima superficie di contatto, appunto, il tappetino. Scrivono i periti: «Si è evidenziato che dopo aver calpestato delle tracce di sangue, sia Le macchie rilevate I due esperimenti, con quattro diverse ipotesi di calpestio, hanno dato sempre lo stesso esito umide sia secche, le suole hanno captato particelle ematiche tanto da risultare costantemente positive al luminol nelle diverse ripetizioni, e inoltre sono state in grado di trasferire parte del materiale ematico ai tappetini d’auto calpestati sperimentalmente». In due esperimenti, eseguiti con quattro diverse ipotesi di calpestio, l’esito è stato sempre quello: il luminol ha rilevato tracce di sangue in quantità più o meno evidenti a seconda del numero di macchie calpestate, della loro grandezza e di quanto fossero secche. Quindi delle due l’una: o i periti sbagliano qualche passaggio o Alberto ha mentito. G. Fas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 Le carte di Fiorenza Sarzanini CRONACHE 21 Le missioni all’estero del vescovo per organizzare festini con minori Si indaga sui viaggi a Francoforte. I bambini testimoni: ci pagava dieci euro Chi è Jozef Wesolowski, 66 anni, polacco, sacerdote dal ‘72 e vescovo dal 2000, è stato a lungo un diplomatico della Santa Sede in Africa, Sudamerica, Asia. Nunzio in Bolivia, Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e, dal 2008, nella Repubblica dominicana, lì è indagato per pedofilia da settembre 2013. Martedì è stato arrestato in Vaticano ROMA Missioni all’estero per partecipare a incontri a «luci rosse» con minori. Viaggi pastorali che in realtà servivano a nascondere la doppia vita dell’allora nunzio di Santo Domingo, monsignor Jozef Wesolowski. Si concentrano su almeno tre soggiorni a Francoforte e su altri spostamenti all’estero avvenuti tra il 2011 e il 2013, gli accertamenti della gendarmeria vaticana che indaga sugli abusi sessuali su minori compiuti dall’alto prelato arrestato quattro giorni fa per volontà di papa Francesco e tuttora agli arresti domiciliari all’interno della Santa Sede, presso il Collegio dei Penitenzieri. Quanto emerso finora avvalora l’ipotesi che l’arcivescovo fosse inserito in una rete internazionale di pedofili e proprio su questo si concentrano le verifiche disposte dai promotori di giustizia. Anche tenendo conto che durante quei soggiorni in Germania risultano accessi ai siti specializzati in appuntamenti gay per cercare compagnia e scambiare materiale pedopornografico. È un abisso che sembra non avere fine quello svelato dall’indagine delle autorità dominicane che poi hanno trasmesso una parte degli atti alle autorità ecclesiastiche. Perché l’esame degli oltre 100 mila files trovati nel computer della nunziatura e nel portatile dell’arcivescovo, avrebbe già consentito di avere indicazioni utili sui suoi complici, sulle persone che lo aiutavano ad adescare i ragazzini e soprattutto su coloro che lo avrebbero protetto per anni. Appare infatti impossibile, vista la mole di materiale archiviato e l’attività definita «compulsiva» dagli stessi inquirenti, che nessuno sapesse che cosa accadeva. Per questo l’inchiesta riguarda tutti gli altri luoghi dove è stato prima di arrivare a Santo Domingo. I biglietti aerei Sono le ricevute dei biglietti a rivelare le date in cui Wesolowski è stato a Francoforte mentre aveva l’incarico di nunzio nel Paese centroamericano. E proprio i controlli sugli spostamenti del prelato hanno consentito di individuare le persone che erano con lui, coloro che lo hanno accompagna- to e assistito in quelle missioni. E avrebbero agevolato l’organizzazione di festini con ragazzini reclutati attraverso le connessioni Internet. Un viaggio certamente è avvenuto nel 2011 e da lì si parte per ricostruire la rete degli incontri in Germania e altrove. Oltre a «catalogare» foto e video «scaricati» da Internet, Wesolowski filmava gli appuntamenti con i ragazzini, talvolta utilizzando il telefonino. Aveva rapporti sessuali con loro oppure assisteva ai loro amplessi, coinvolgendo anche altri adulti. E quando arrivava in un posto nuovo, si preoccupava im- 100 Mila file pornografici trovati nei computer di Wesolowski 45 Mila Le immagini cancellate di cui è stata trovata traccia I tempi Già lunedì i promotori di giustizia dovrebbero fissare l’interrogatorio di Wesolowski mediatamente di attivare la connessione web per poter trovare compagnia. Un’attività alla quale si sarebbe dedicato anche quando era in missione in Germania e sono proprio questi gli indizi utili per svelare la «rete» di complicità che ha agito per anni. era un prete, lui non ce lo ha mai detto. Ci avvicinava e ci dava dieci euro ogni volta che accettavamo di andare con lui. Ci portava in una casa che aveva affittato a Boca Chica. Eravamo quattro o cinque, ci faceva stare tutti insieme e poi voleva sempre farci stare con lui». I tre piccoli e le mamme L’interrogatorio e il processo Le testimonianze dei tre bambini e delle loro mamme, allegate al fascicolo processuale, svelano quali fossero le aberranti modalità utilizzate dall’alto prelato. Alcuni di loro hanno accettato di raccontarlo davanti alle telecamere della televisione dominicana, che ha svolto un’approfondita inchiesta sugli abusi compiuti dal nunzio, provocando l’apertura dell’inchiesta da parte della magistratura del Paese. I minori hanno spiegato di non sapere che «quell’uomo Già lunedì i promotori di giustizia dovrebbero fissare l’interrogatorio di Wesolowski che dopo l’arresto aveva detto di voler «chiarire la mia posizione perché è uno sbaglio, non sono io ad aver commesso queste cose». In quella sede gli sarà contestata formalmente non solo l’accusa di aver abusato di minori, ma anche di aver commesso «grave violazione dei suoi doveri istituzionali tanto da aver cagionato un danno all’immagine dello Stato e della Santa Sede». Per arrivare al processo sono necessari anche numerosi accertamenti. L’ipotesi più probabile è che il dibattimento cominci entro la fine dell’anno, forse subito dopo il giudizio di appello contro la decisione di «dimissioni» dallo stato clericale presa nei confronti dell’arcivescovo pochi mesi dopo la scoperta dell’indagine avviata dalle autorità dominicane. [email protected] Le norme internazionali La risposta all’Onu «Santa Sede responsabile solo per i suoi cittadini» Il Vaticano riafferma il suo impegno nella lotta agli abusi sessuali ma ribadisce anche che la Santa Sede è responsabile solo per ciò che avviene sul suo territorio, per i suoi cittadini e i suoi diplomatici. Non per tutti i fedeli, i preti, i vescovi e i superiori degli ordini religiosi. Così il Vaticano ha risposto alle «Osservazioni conclusive» presentate a febbraio dal Comitato per i diritti del bambino dell’Onu, facendo avere a Ginevra i suoi 23 «Commenti» che sono stati pubblicati ieri sul Bollettino della Santa Sede. «L’obbedienza religiosa dei Vescovi», si legge, non implica vincolo legale ma concerne solo la dottrina della fede cattolica. Vescovi e preti sono responsabili secondo le leggi dei propri Paesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Kostner: la stagione non andava Alex diede i miei dati al suo medico I verbali dei pm di Bolzano. Ieri Carolina sentita al Coni: non ho mai coperto Schwazer Ex coppia Lei Carolina Kostner (nella foto, ieri al Coni), 27 anni, ex fidanzata di Alex Schwazer è stata sentita dalla Procura antidoping del Coni per presunta complicità nelle attività illecite del marciatore Lui Alex Schwazer, 29 anni, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino 2008 nella 50 km di marcia, nel 2012 ammise di essersi dopato Ha detto che non ha mai aiutato o «coperto» Alex Schwazer per un semplice motivo: «Non sapevo del doping». Nonostante lui fosse il fidanzato, nonostante la convivenza e nonostante l’ex marciatore altoatesino avesse un rapporto stretto con le sostanze proibite, nel senso che si documentava molto, scriveva mail, frequentava medici sportivi non proprio specchiati. No, Carolina Kostner non ha mai sospettato il doping. Sarà stato per ingenuità, per purezza, «ma di certo lei è in buona fede e anche quando mentì all’ispettore dell’antidoping l’ha fatto solo per tutelare la loro privacy, perché lui aveva dato la reperibilità altrove e non lì», ha precisato l’avvocato Giovanni Fontana, suo difensore, al termine dell’audizione di quattro ore davanti ai procuratori del Coni. L’accusa ipotizza per Carolina la complicità e l’omessa denuncia nei confronti di Schwazer, reo confesso alla vigilia delle Olimpiadi di Londra e per questo indagato dalla magistratura di Bolzano. La pattinatrice gardenese ha dovuto chiarire varie circostanze: oltre alla menzogna all’antidoping del 30 luglio 2012, l’uso della tenda ipossica con la quale condivideva le notti di coppia e che la Procura contesta a Schwazer come metodo vietato: «Pensavo servisse a dormire meglio visto che Alex usava spesso lo spray ora- le». E poi il suo rapporto con il medico sportivo di Lance Armstrong, Michele Ferrari, inibito. «Dopo una stagione andata malissimo (2010, ndr) io mi sentivo molto stanca e avevo problemi a rientrare nel peso forma — aveva dichiarato agli inquirenti dopo aver riconosciuto di averlo incontrato una volta, nel suo camper — Mi confidai con Alex, il quale mi consigliò di farmi un esame del sangue che poi sottopose alla valutazione di Ferrari, senza che io ne fossi a conoscenza. Dopo averlo fatto Alex mi disse che il mio problema poteva riguardare la tiroide, io ne presi atto ma decisi di non dare ulteriore seguito a questi approfondimenti». Non ne parlò a nessuno. «Neanche al mio medico federale di riferimento, dottor Tor- La tragedia In Veneto Il carabiniere scopre che il corpo è della figlia nese. In quel periodo ho preso autonomamente alcune decisioni drastiche come tornare ad allenarmi in Germania». Poi c’è la frequentazione dei genitori di Schwazer con Ferrari: «L’incontro del padre a Saint Moritz è sicuramente del periodo successivo alle Olimpiadi di Pechino (Schwazer vinse l’oro, ndr)... Per quanto io possa sapere anche la madre era a conoscenza della collaborazione con il dottor Ferrari». C’era da chiarire il rapporto con Francesco Conconi, il professore ferrarese al centro, negli anni 90, del primo scandalo italiano sul doping: «Lo conosco solo di nome e so- Gli avvocati «Quando mentì al delegato antidoping lo fece per tutelare la privacy della coppia» Un doppio dramma. Una giovane muore in un incidente stradale, si chiama Eleonora Cipriani (foto qui sopra, da Facebook), ha 26 anni, è di Bussolengo (Verona): nella notte tra giovedì e ieri sta guidando la sua auto — a bordo c’è anche un’amica — quando sbanda e si schianta contro un guardrail. Muore all’istante e l’amica, illesa, chiama i soccorsi. Sul posto arriva il maresciallo Nicola Cipriani. Il cadavere è quello di sua figlia. © RIPRODUZIONE RISERVATA no venuta a conoscenza della collaborazione di Alex con lui solo dopo le ultime indagini... mi disse che era andato da Conconi con Sandro Damilano (l’ex allenatore di Schwazer, ndr) per fare dei test». Infine il controllo di Oberstdorf, quando Carolina negò la presenza di Schwazer. «Per tutelare la privacy», invoca oggi la campionessa. Agli inquirenti aveva raccontato che era stato «Alex a chiedermi di dire che si trovava a Racines dove aveva dato la reperibilità. Così feci, arrabbiandomi poi con lui». La Procura antidoping sta vagliando il racconto per decidere il suo futuro. Andrea Arzilli Andrea Pasqualetto © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 CRONACHE La bozza ● Il commento I tagli previsti sul bilancio dell’Istruzione 600 milioni Scuola Nuove commissioni negli esami di Maturità (membri interni, presidente esterno) Amministrazione Riduzione dei contratti e del numero di funzionari di Gabinetto e dei vicecapo Riduzione di 8.190 unità dell’organico Ata (bidelli, applicati di segreteria, assistenti dei laboratori) Riduzione della pianta organica all’interno del ministero dell’Istruzione 400 milioni Università e ricerca Riduzioni al Fondo di finanziamento ordinario degli atenei (nella sua quota rimodulabile) 1 miliardo di euro CdS Un miliardo di risparmi sull’istruzione. La protesta dei rettori La storia ● Il primo ministro ad inserire la commissione tutta interna fu Letizia Moratti nel 2001 ● Prima di allora, a partire dal 1923, le commissioni erano o esterne o miste ● I maturandi dal 2001 al 2006 hanno dato l’esame con i propri docenti, fino al ritorno della commissione mista nel 2007 Una spending review sull’Istruzione da quarantadue voci e un miliardo di euro, di cui 400 milioni di sacrifici chiesti all’Università e alla ricerca. Una riduzione di oltre ottomila unità tra il personale tecnico-amministrativo degli istituti. E nuove commissioni alla Maturità. Il tutto con l’obiettivo di fornire al governo un’indicazione su dove si può tagliare. E di contribuire, nel 2015, all’assunzione di oltre 148 mila docenti precari. Sono questi alcuni dei punti principali del documento che il dicastero dell’Istruzione ha consegnato a quello dell’Economia nell’ambito del processo di risparmio. Un lungo elenco di «razionalizzazioni», «azzeramenti» e richieste. Una delle novità più rilevanti è che dalla prossima Maturità dalle commissioni spariranno i membri esterni. Al loro posto subentrano gli insegnanti in- terni. Soltanto il presidente della commissione arriverà da un altro istituto. Una decisione che porterà a risparmiare alcune decine di milioni di euro se è vero che nel 2013 la sessione è costata circa 163 milioni. Ogni commissario esterno comporta un costo di 900 euro (escluse le spese di trasferta), quello interno di 400. Oltre ai tagli possibili il Miur ha inviato alcune misure da inserire in legge di Stabilità che se da un lato puntano a mettere in atto il piano del governo sull’istruzione (la «Buona Scuola»), dall’altro cercano di allontanare la scure da 170 milioni sui finanziamenti agli atenei prevista dall’ex ministro Giulio Tremonti, rimandata con la Finanziaria 2014, ma che potrebbe essere attuata nel 2015. Se le cose non dovessero andare bene, infatti, al settore accademico potrebbe essere chiesto 900 Euro è il costo di ogni commissario esterno, escluse spese di trasferta quindi di contribuire con 570 milioni: 400 nell’ambito della spending review più i 170 previsti dall’ex capo dell’Economia. Cifre provvisorie che provocano la reazione di Stefano Paleari, il presidente della Conferenza dei rettori. Il professore si dice «infuriato per gli ulteriori sacrifici solo perché vogliono risolvere un problema di preca- Iniziativa dell’Humanitas Il sistema immunitario raccontato in un cartoon Il sistema immunitario spiegato con un cartoon inedito di Bozzetto. E un intervento del premio Nobel per la Medicina, l’immunologo Jules Hoffmann. Sono due degli eventi in programma al convegno internazionale di Immunologia che si terrà al policlinico Humanitas di Rozzano (Mi) da lunedì 29 settembre a mercoledì 1 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il prof forestiero che mi paralizzò come Medusa di MARCO MISSIROLI Riduzione del Fondo ordinario per il finanziamento degli enti di ricerca (come Cnr, Asi, Ifn) Commissario esterno addio Tagli su Maturità e atenei 23 ri nella scuola». Per questo chiede di «smettere di parlare di “spending review”: quella vera serve a trasferire le risorse dove sono più produttive. Qui si tratta di tagli e basta». E ancora: «È dal 2008 che riduciamo i costi — lamenta il docente —. Se le riduzioni resteranno allora le conseguenze politiche potrebbero essere imprevedibili. Intanto non ci chiedano più di competere con gli atenei stranieri: come facciamo senza soldi e con meno ricercatori?». Dal ministero dell’Istruzione provano a rassicurare. «La coperta è corta, bisogna intervenire su tutti i settori, anche sul personale che fa capo direttamente al Miur», ragionano. Ma precisano anche che oltre ai risparmi hanno chiesto al governo un miliardo di euro per dare il via alla «Buona Scuola», altri 130 milioni per la digitalizzazione, la rete Wi-Fi e i laboratori, 170 milioni per coprire i tagli stabiliti da Tremonti «e ulteriori finanziamenti per le borse di studio». Ricordano, poi, «che le cose possono cambiare fino all’ultimo minuto». Insomma: non è detta l’ultima parola. Non ancora. Leonard Berberi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA I ncontrai quest’uomo barbuto sulle scale del liceo, alto e spigoloso, lento nella camminata. Era il commissario esterno della mia commissione d’esame. Mi spaventai per un dettaglio: guardava a terra, non alzò la testa nemmeno quando incontrò la mia professoressa di italiano. Corsi a casa pensando al mito di Medusa che con lo sguardo pietrificava chiunque la guardasse negli occhi. Ecco cosa sarebbe accaduto a ognuno di noi della Quinta G, liceo Scientifico Serpieri di Rimini: ventitré diplomandi inceneriti su una sedia, lasciati come cimeli nel laboratorio di chimica con la scritta «non fecero il loro dovere». I miei sogni e il mio futuro sarebbero finiti alla sua prima occhiata. Il giorno dell’orale entrai a testa bassa, rimasi così mentre esponevo la mia tesina. Poi arrivò la sua domanda: dov’erano le roccaforti partigiane durante la Seconda guerra mondiale? La sentii di colpo: la pietrificazione. Un vuoto mitologico. Una disperazione antica. Così lo fissai: due occhietti acquosi a mezz’asta, appena compiaciuti. Fu quella: la mia vera maturità. La sfida, senza specchio, a Medusa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Il rito ● Il giorno della marmotta (in inglese «Groundhog day») è una ricorrenza che si celebra il 2 febbraio in tutto il Nordamerica Il caso della marmotta di de Blasio «L’ha uccisa e lo zoo l’ha coperto» ● Il commento La festa del riscatto Liberiamo le suocere dai pregiudizi di DIEGO DE SILVA Le accuse degli animalisti al sindaco per il roditore caduto durante l’evento annuale DAL NOSTRO INVIATO Galeotta fu la caduta della marmotta. Bill de Blasio, appena rientrato da Manchester dov’è stato l’ospite d’onore della conferenza annuale dei laburisti inglesi, si è dovuto occupare dell’allarme-bomba nella metropolitana di New York dislocando altri 700 poliziotti sui treni e nelle stazioni della Subway. Poi, in serata, l’incontro col nostro premier gratificato da sindaco di un «da progressista penso che l’Italia abbia NEW YORK bisogno di uno come lui e allora dico: forza Renzi». Con Matteo che, abbracciandolo, gli ha risposto: «Basta che tu non dica “Forza Italia!”». Ma, alla fine, sui giornali Usa il sindaco italoamericano c’è finito per la prematura morte di un roditore. Un caso scatenato da giornali di destra come il New York Post coi loro titoli sobri: «Scoppia il marmottagate», «Le mani di de Blasio sporche di sangue di marmotta». Alla fine, in tempi di infotainment, coi fatti che incu- riosiscono spesso più considerati delle notizie di sostanza, televisioni, siti e perfino il compassato New York Times si sono lanciati nella ricostruzione di un caso che risale al 2 febbraio scorso. Il giorno della marmotta, appunto. In breve: secondo una tradizione che viene dalla Pennsylvania, il comportamento della marmotta che esce dalla sua tana in questo giorno di febbraio consente di prevedere il clima dei mesi successivi. Se c’è il sole la marmotta esce, vede la sua ombra, si ❞ Nessuna censura: non diamo mai notizia delle morti avvenute nello zoo MGA GROUP ● Se invece vede il sole e torna subito nella sua tana, spaventata dalla propria ombra, l’inverno durerà ancora 6 settimane. Il rito risale almeno al 1841 Tre momenti dell’incidente del due febbraio che è valso al sindaco di New York Bill de Blasio l’accusa di «marmotticidio colposo» (così un ironico New York Times). Il primo cittadino ha preso una marmotta dalle braccia di un‘operatrice dello zoo di Staten Island per la cerimonia di previsione del meteo. Ma, forse a causa dei guanti che indossava (utili per proteggersi: il suo predecessore Michael Bloomberg era stato morso durante una cerimonia analoga), non è riuscito a tenere l’animale quando si è divincolato. E la marmotta è caduta (Photomasi) Stufa a pellet modello Doroty colore bianco ● La tradizione vuole che se quel giorno la marmotta esce dalla tana e trova un cielo nuvoloso, la primavera arriverà presto spaventa e torna nella tana. In questo caso l’inverno sarà rigido per altre sei settimane. Se il cielo è coperto e la marmotta resta fuori, arriverà presto la primavera. In molti luoghi d’America, così, si svolgono manifestazioni che hanno il roditore come protagonista. New York non fa eccezione: ogni anno il sindaco va a Staten Island e prende in braccio una marmotta. Lo ha fatto, sei mesi fa, anche de Blasio. L’animale si era divincolato e gli era sfuggito, cadendo. Ora si scopre che una settimana dopo il roditore è stato trovato morto nella gabbia. I segugi del Post attaccano lo zoo: «Ha nascosto la notizia». E scoprono che c’è anche dell’altro: la marmotta, presentata a de Blasio come Chuck, nome maschile, in realtà non era un «lui» ma una «lei»: il suo vero nome era Charlotte. Liquidare la cosa come un fatto minore? Macché: lo zoo è costretto a difendersi spiegando che non dà mai notizia dei molti animali che muoiono nelle sue gabbie. Poi, incalzato, precisa che l’animale era stato sottoposto ad accurata visita dopo la caduta ed era risultato vispo e in forma. L’autopsia ha rivelato lesioni interne che, però, sembrano legate a un altro fatto traumatico. Ma chi può escludere che l’episodio di febbraio sia stato fatale? Così si esaminano le immagini alla moviola per cercare di capire se è stato l’animale a divincolarsi con troppa forza o se la colpa sia di de Blasio. La gente si divide. Ma, in fondo, la colpa è anche degli stessi elettori: se, invece di eleggere un sindaco alto due metri, ne avessero scelto uno di bassa statura, come lo stesso Bloomberg, la caduta dell’animaletto sarebbe stata meno rovinosa. Massimo Gaggi A ppena appresa la notizia dell’esistenza di una Festa nazionale della suocera (la prima, che si svolge oggi e domani a Rocchetta Tanaro, un comune della provincia di Asti, con annesso Premio Mattarello), mi ha raggiunto come un lampo il ricordo di una scena del Nosferatu di Herzog, quella in cui gli abitanti della cittadina appestata dal vampiro, ormai condannati dalla conclamata infezione, banchettano all’aperto circondati dai topi, nel disperato tentativo di concedersi un’ultima occasione di allegria nella consapevolezza della morte imminente. Un magistrale esempio cinematografico di rimozione della tragedia. Intendiamoci, non ho particolari conflitti d’interessi con la categoria. Ho anche intitolato un romanzo, a una suocera atipica. Il fatto è che la suocera sconta un pregiudizio di antica data, che la inchioda a una reputazione di portatrice di zizzanie familiari, costruita per intromissioni e apprezzamenti non richiesti. Festeggiare la suocera può allora essere un’occasione di riscatto, un esorcismo collettivo di affrancazione dal pregiudizio. Liberiamo le suocere dal fisco culturale che le opprime. Cancelliamo il loro debito. E che peste non le colga. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA SUDOKU DIABOLICO 3 8 1 5 2 6 9 6 5 2 3 8 6 5 Altri giochi su www.corriere.it 8 8 9 1 2 4 9 4 2 8 2 1 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 5 7 9 1 4 2 8 3 6 4 3 2 9 8 6 7 5 1 6 1 8 7 5 3 4 9 2 9 4 3 8 6 5 2 1 7 2 5 1 4 3 7 6 8 9 7 8 6 2 1 9 5 4 3 8 6 7 5 9 1 3 2 4 3 9 5 6 2 4 1 7 8 1 2 4 3 7 8 9 6 5 Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 CRONACHE 25 # Le date ● Continuano, oggi e domani, gli appuntamenti del Tempo delle Donne alla Triennale di Milano, organizzati dal blog del Corriere La27ora, IoDonna, ValoreD e con la partecipazione di We-women for Expo. Incontri con scrittrici e scrittori, inchieste e teatro, workshop professionali e laboratori per ragazzi ● L’idea è che — adesso — qualcosa stia cambiando per le donne e che questo cambiamento possa essere accelerato, curato, diffuso attraverso la partecipazione di tutte e tutti e azioni, piccole e grandi, per costruire un vivere migliore Ecco il tempo delle donne Cortina Il sindaco rientra dall’esilio «Bello sentire aria di casa» Aperta a Milano la tre giorni di eventi. In tantissimi in sala e sui social Il ministro Pinotti: «Fine delle contrapposizioni, ora c’è più solidarietà» Non si è aperto con un discorso, ma con delle letture. Il Tempo delle Donne è iniziato ieri alla Triennale di Milano con le parole, tra gli altri, di Italo Svevo, di Simone de Beauvoir, di Oriana Fallaci e di Helen Zimmern, corrispondente del Corriere di fine Ottocento. Ma sul palco dove si è inaugurata la tre giorni organizzata dal Corriere della Sera e dedicata alle donne (ma pensata per essere ugualmente interessante per gli uomini) sono arrivate anche le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha ricordato: «La parità di genere non riguarda solo le donne, così come le battaglie per dare a tutti i cittadini una vita decorosa non riguardano solo i poveri, le lotte per la libertà politica non sono esclusiva dei dissidenti, quelle per la tolleranza non toccano solo le minoranze». Un messaggio che è sembrato condiviso vista la quantità di contributi e commenti che hanno affollato ieri i social network (compresi i tweet «d’autore» di Laura Pausini, Ligabue, Emma, Eros Ramazzotti e Gianna Nannini. Jovanotti ha invece mandato un videomessaggio) e considerati anche i posti spesso esauriti MILANO dei diversi incontri in Triennale. Come quello che ha visto protagonista il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha parlato di Libano, Isis ma anche di come stiano cambiando i rapporti tra donne: «La contrapposizione viene meno, c’è più solidarietà». Quella che, ad esempio, si è vista nelle storie di donne, cibo e sostenibilità raccontate nelle inchieste fatte in collaborazione con We-Women for Expo, ma anche la stessa che si è respirata nel Su Twitter Commenti, foto e cronache in tempo reale: per tutta la giornata di ieri l’hastag #tempodelledo nne è stato tra i più rilanciati su Twitter. Tra i tantissimi tweet, ne abbiamo scelti tre Il saluto di Napolitano «La parità di genere non riguarda solo le donne così come la libertà non tocca solo i dissidenti» pubblico (spesso molto giovane) accorso per assistere alle conversazioni con Paola Cortellesi o Sabina Ciuffini. Momenti di spettacolo, di interviste e di workshop pensati per adulti e per bambini. Per ogni categoria, il fiore simbolo di questo evento il cui scopo è «partecipare al cambiamento», prende un colore diverso. Quello viola, dedicato alla formazione, è stato tra i più gettonati, segno forse del desiderio che c’è di imparare, di approfondire. Nell’appuntamento di ieri a cura di Valore D e dedicato all’economia positiva è stato proiettato un video di Jacques Attali, presidente di PlaNet Finance Group ed è intervenuta Luisa Todini, presidente di Poste Italiane, che ha detto: «Le donne sono portatrici di un capitalismo solidale e non relazionale, con ricadute benefiche sull’intera collettività. Un loro maggior coinvolgimento genera vantaggi sistemici, quindi anche economici, non solo morali o filosofici». Si è discusso, imparato e si è perfino fatto il pane: le gemelle Simili hanno impastato e incantato la platea. Ma questo è stato solo il primo giorno. Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA CORTINA D’AMPEZZO ( BELLUNO) «È Gli ospiti Quattro momenti della giornata di ieri del Tempo delle Donne, alla Triennale di Milano Dall’alto, in senso orario: l’attrice Paola Cortellesi intervistata da Paola Piacenza, Ilaria D’Amico, Cristiana Capotondi e il ministro della Difesa Roberta Pinotti (foto di Guido De Bortoli) ● Tra gli eventi «Chiedimi se sono bella» (oggi, tutte le informazioni a pagina 35), «Storie di donne, di architettura e di design dal 1961» (domani, info a pagina 39) e «Liberi tutti (di trovare nuovi equilibri). Condivisione domestica e nuove paternità» (domani, info pagina 41) bello respirare aria di casa. Porto con me tanta voglia di normalità». Il sindaco di Cortina Andrea Franceschi (foto) sta per tornare dall’esilio al quale era costretto per le vicende giudiziarie che lo coinvolgono e su Facebook lascia trapelare l’entusiasmo. Un anno e mezzo senza poter mettere piede nel proprio paese. Una misura cautelare, il divieto di dimora, che scadrà il 3 ottobre. E c’è chi dice che andranno a prenderlo in carrozza. Con Cortina però fortemente divisa. Franceschi non vuole aggiungere altro. Il sindaco è in esilio per le accuse di aver pilotato un bando sui rifiuti e di aver fatto pressioni sul comandante della polizia perché riponesse autovelox ed etilometri in campagna elettorale. Tornerà a casa, ma il percorso giudiziario è ancora lungo, perché il processo che lo vede imputato con altri rappresentanti dell’amministrazione comunale e con un imprenditore è solo alle fasi iniziali e la prossima udienza è fissata per il 14 gennaio. Il caso scoppiò il 24 aprile 2013 con l’arresto di Franceschi e la successiva detenzione ai domiciliari, convertita poi in esilio. Dopo la focosa autodifesa del primo periodo, con anche la pubblicazione di un libro al veleno e le scorribande in varie località per la sua presentazione, i toni adottati da Franceschi sono stati più moderati. Più rari anche i suoi interventi su Facebook, come quello in cui anela alla normalità. O l’ultima esortazione l’11 settembre scorso in polemica col Trentino: «Venite in vacanza nelle Dolomiti bellunesi, noi non uccidiamo le mamme orse». Ad aspettarlo troverà un clima caldo, diviso tra i fautori delle sue dimissioni, mai prese in considerazione dal sindaco, e i suoi sostenitori a oltranza. Massimo Spampani © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutti in fila per l’iPhone 6. A Roma lanci di uova e farina Arriva in Italia il nuovo modello di smartphone Apple. Via libera a tablet e cellulari sugli aerei Ore d’attesa, lunghe code davanti ai negozi Apple, poi gli applausi ai primi clienti con in mano i loro trofei. Anche ieri il solito copione per il debutto in Italia dell’iPhone6. Con l’unica «novità» a Roma, dove i ragazzi del Blocco studentesco hanno sorpreso gli aspiranti acquirenti con il lancio di farina e uova. E tutto questo nel giorno in cui l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha dato il via libera all’utilizzo di apparecchi elettronici (non solo telefonini, ma anche tablet e altri dispositivi che sono in grado di connettersi a Internet) durante tutte le fasi del volo, dal 21 I Paesi in cui è uscito ieri il nuovo telefonino della Apple 10 I milioni di esemplari dei nuovi modelli venduti nei primi tre giorni decollo all’atterraggio. Per quanto riguarda l’iPhone, file disciplinate ovunque e una predilezione per il modello «Plus», quello più grande, la vera novità di Apple. «Ho preso un giorno di permesso al lavoro per arrivare qui in tempo — ha detto ai giornalisti Ginevra, tra le prime all’Apple store di Roma. — Ho preso il Plus. A mio parere non c’è un telefono migliore sul mercato». Anche a Milano i clienti hanno preferito il modello più grande, da 5,5 pollici, che ricalca altri concorrenti già presenti sul mercato. Dopo il lancio internazionale del 19 settembre, i nuovi melafonini sono arrivati ieri nel nostro Paese e in altre 20 nazioni. Quest’anno ci sono state file distinte per chi aveva preordinato l’iPhone online con il servizio specifico «Prenota e ritira». La preferenza per l’iPhone 6 Plus si era manifestata già nei preordini sul web (un modello che nella sua versione «top» da noi costa oltre mille euro). Quanto al blitz romano, gli attivisti del Blocco studentesco hanno spiegato che è stata «un’azione goliardica, una presa in giro per “svegliare” una gioventù ormai assuefatta, attirata da mode dettate da grandi multinazionali». Nei negozi I primi clienti entrano nell’Apple store di Torino. Fuori gli altri in fila (Ansa) © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 27 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 28 ● Il futuro dell’Asia Il continente che sembrava tra i più esposti a nuovi conflitti si avvia invece, grazie agli sforzi dei tre Paesi principali, Cina, India e Giappone, a un periodo di stabilità e di prosperità i cui benefici si rifletteranno sull’economia globale ANALISI & COMMENTI di Marco Imarisio Grillo e i soldi la grande ossessione del M5S S arà anche vero che i soldi non danno la felicità, ma aiutano a cercarla in un sacco di posti, compresa la politica. Il Movimento 5 Stelle deve molto ai soldi. Con le ruberie e gli sperperi da parte dell’odiata casta ci ha costruito la propria identità e le fortune elettorali. Come tutti i proverbi, anche quello citato qui sopra ha un fondo di verità. Il denaro resta l’ossessione di Beppe Grillo e dei suoi adepti. È l’unico filo capace di cucire un movimento che ormai mostra tremendi problemi di coesione, mascherati all’interno dall’appello continuo alla propria diversità di portafoglio e all’esterno dalla marginalità alla quale si è condannata la seconda forza del Paese. Nel maggio 2013, all’indomani del colpo grosso alle elezioni politiche, Beppe Grillo fu costretto a varcare la soglia dell’odiato Parlamento proprio a causa delle diatribe pecuniarie dei suoi onorevoli. Non è cambiato molto da allora. All’interno di M5S sembra che si discuta di un solo argomento. Avanti così e al padre fondatore toccherà un altro viaggio a Bruxelles dopo quello fatto a braccetto di Nigel Farage. Gli europarlamentari di M5S, poco entusiasti della convivenza con il leader dell’ultradestra inglese e delle gerarchie imposte da Gianroberto Casaleggio, in questi giorni vengono richiamati all’ordine mediante ricorso alla clava della diaria e delle indennità. La questione della «roba» produce infatti riflessi pavloviani nei militanti di M5S e l’installazione immediata della pubblica gogna. Al tempo stesso rappresenta il punto forte e la debolezza di M5S, è cartina di tornasole di una mancata crescita. La rinuncia ai soldi pubblici è sacrosanta ma non può venire usata per illudere che una volta lasciata a bocca asciutta la politica l’Italia entrerà in una nuova età dell’oro. Magari fosse così. Il vil denaro è benzina per l’indignazione, ma non può costituire l’unica ragione sociale di un movimento votato da un italiano su quattro. Altrimenti diventa davvero sterco del diavolo. Una condanna, come tutte le ossessioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it n Ucraina la Russia intensifica la sue pressioni, in Siria e in Iraq i jihadisti raccolgono i loro eserciti, mentre in Africa occidentale l’epidemia di Ebola semina morte: è palese che stiamo entrando in una fase estremamente turbolenta e che i governi occidentali fanno fatica a tenere il passo con gli avvenimenti. Ma in un’altra parte del pianeta si profila uno scenario più ottimistico. La forte leadership dimostrata da Cina, India e Giappone — i tre principali mercati nella regione più importante per il futuro dell’economia globale — ci offre uno spaccato promettente. Xi Jinping in Cina, Shinzo Abe in Giappone e Narendra Modi in India hanno tutti accettato l’enorme scommessa di introdurre nei rispettivi Paesi quelle riforme strutturali essenziali e ormai non più rinviabili. Stranamente, nessuno di questi capi di Stato si vede costretto ad agire dietro la spinta di una crisi, bensì si muove proprio per evitare future complicazioni. Nel dicembre 2012, Shinzo Abe è stato eletto primo ministro con una forte maggioranza, e ha saputo sfruttare il suo capitale politico per spingere un programma conosciuto con il nome di Abenomics, un piano audace per rilanciare la crescita dopo vent’anni di stagnazione. Nel 2013, Xi Jinping è salito al potere e ha messo in moto le riforme destinate a trasformare l’economia cinese, sino ad ora finalizzata all’esportazione, in un modello più sostenibile, basato sui consumi interni. A maggio, la vittoria travolgente di Narendra Modi ha evidenziato il forte sostegno popolare a un programma di governo indirizzato a riportare la crescita economica dell’India a livelli che non si vedono da anni. In tutti e tre questi Paesi le aspettative sono altissime. I tre capi di Stato devono affrontare tanto le resistenze dei poteri costituiti, che temono di perdere i loro privilegi, quanto le lungaggini di sistemi complessi. Gli americani e gli europei non possono aspettarsi da questi Paesi grandi aiuti per far fronte alle crisi in Medio Oriente, in Africa occidentale o in Europa dell’Est, ma gli sforzi compiuti per rilanciare la crescita economica e riportare una certa stabilità nel Sud e nell’Est asiatico sono preziosi e i loro effetti benefici si rifletteranno sull’economia globale. Tuttavia, non facciamoci illusioni, potrebbero esserci sorprese anche da questa regione. Di tanto in tanto, la Cina e i suoi vicini continueranno a scambiarsi dichiarazioni provocatorie, e le tensioni con il Vietnam e le Filippine nel Mar Cinese del Sud potrebbero far innalzare nuovamente il livello di guardia. In questo momento, peraltro, i capi di governo di Cina, Giappone e India si rendono conto di avere ciascuno un forte interesse nella stabilità e nel successo degli altri. Ai primi di settembre, Narendra Modi ha lasciato il Giappone con la promessa di circa 35 miliardi di dollari di investimenti giapponesi nelle infrastrutture indiane. Pochi giorni dopo, malgrado le scaramucce sul confine indo-cinese nell’Himalaya siano finite sulle prime pagine dei giornali, Modi ha accolto Xi Jinping in India, e l’annuncio di una ventina di miliardi di dollari di investimenti cinesi in infrastrutture e impianti industriali ha suggellato una nuova intesa commerciale. La storica rivalità tra Cina e Giappone è la conferma che assisteremo prima o poi a nuovi episodi di ostilità, scambi di parole dure, e di tanto in tanto a un riacutizzarsi delle tensioni. Nella primavera del 2014, secondo un sondaggio della Pew Research, solo il 7 per cento dei giapponesi si dichiarava ben disposto verso la Cina, allo stesso modo solo l’8 per cento dei cinesi nutriva sentimenti amichevoli verso il Giappone. Nel novembre 2013, i rapporti si sono guastati quando Pechino ha introdotto una Zona di identificazione dell’aviazione militare (ADIZ), che impone a tutti i velivoli di seguire le istruzioni emanate dalle autorità cinesi, persino nello spazio aereo di territori contestati. Il mese seguente, per tutta risposta, Shinzo Abe si è recato in visita al controverso santuario di Yasukuni, un luogo associato al militarismo e all’imperialismo giapponesi. Eppure, entrambi i Paesi si sono adoperati per scongiurare una escalation pericolosa. Il Giappone ha 23.000 aziende che opera- BEPPE GIACOBBE I ● Il corsivo del giorno LA VIA DELLA SETA VERSO L’OTTIMISMO di IAN BREMMER no in Cina e danno lavoro a dieci milioni di cinesi. Tanto basta a incoraggiare i due governi a mantenere le tensioni sotto controllo. Per di più, i cittadini di entrambi i Paesi hanno preso a gestire per conto proprio queste rivalità. A luglio, il Giappone ha contato un numero record di turisti, grazie soprattutto ai visitatori provenienti dalla Cina. Il raffreddamento delle tensioni tra Cina e Giappone ha coinciso con la fase cruciale del processo di riforme. Shinzo Abe ha impostato la marcia per affrontare la più difficile delle «tre frecce» del suo programma — una strategia comprensiva di crescita — e pertanto non può permettersi di distrarre o deludere il suo elettorato con nuove beghe geopolitiche con la Cina. Xi Jinping ha fatto enormi passi in avanti nella lotta alla corruzione e nei cambiamenti economici, al punto che i cinesi più influenti hanno cominciato a contestare il suo programma. Xi, Abe e Modi stanno raccogliendo i primi successi e, nel concentrarsi sul superamento degli ostacoli alle riforme in patria, non hanno alcun interesse a generare instabilità geopolitica. La situazione si farà pericolosa solo se il processo di riforme dovesse incepparsi per le esitazioni della leadership o per le proteste dei poteri costituiti. Per il momento, le tre economie emergenti sono interessate a conservare buoni rapporti geopolitici con i Paesi confinanti. In un mondo di progressivi sconvolgimenti, l’Occidente dovrebbe far tesoro di questa pausa di cooperazione pacifica e fattiva. ( traduzione di Rita Baldassarre) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 SCANDALO PEDOFILIA LA SFIDA DI FRANCESCO E LA NECESSITÀ DI UNA CHIESA UNITA di Mauro Magatti Giustizia Il Papa dimostra di meritare la fiducia del mondo sulla volontà di combattere questa piaga, ma si deve sperare che il clero resti al suo fianco L’ 11 febbraio 2013 papa Benedetto, comunicando al mondo la sua decisione di rassegnare le dimissioni, dichiarò di non avere più le forze per reggere la barca di Pietro. Eletto per effetto di quelle dimissioni, Francesco sapeva fin dall’inizio che avrebbe dovuto combattere una battaglia durissima. E che avrebbe dovuto guardarsi le spalle, persino dentro le stesse mura vaticane. Forse anche la scelta di rimanere a santa Marta, certamente espressione del desiderio di sobrietà del Pontefice, può essere interpretata come una decisione volta a togliere i tradizionali punti di riferimento a chi, sapendosi muovere felpatamente, sa tessere le proprie trame nelle stanze della Curia. Sta di fatto che, col passare del tempo, papa Francesco ha fatto capire che non è disposto a fermarsi davanti a nessuno: la buona battaglia va combattuta ovunque, anche dentro il Vaticano se serve. La giustizia deve fare il suo corso, in ogni caso. E nessuno può essere considerato colpevole prima di una condanna. Tuttavia, le notizie trapelate in questi giorni, al di là delle responsabilità personali che rimangono da accertare, aprono uno squarcio impressionante. Gli ingredienti alla base dello scandalo che colpisce oggi il Vaticano sono la perversione sessuale mediata, accentuata e rilanciata dall’uso degli ambienti informatici in una cornice di rapporti e scambi transnazionali. Da un lato, quell’attrazione fatale nei confronti dell’eccesso. Come se fosse possibile sentire ancora qualcosa solo oltrepassando qualsiasi soglia e valicando persino il senso minimo della umana dignità. Dall’altro, l’accumulo di migliaia di immagini negli hard disk dei computer, a formare una triste collezione che non è difficile pensare servisse poi per alimentare incontri e sostenere la rete degli scambi con i propri sodali. Quest’ultima vicenda chiarisce che nessuno è immune dai virus che imperversano nella contemporaneità. Non c’è posto al mondo che può pretendere di esserne protetto. Tutti sanno che la Chiesa cattolica in questi decenni ha combattuto, in solitudine, un’impegnativa battaglia in favore della vita e della famiglia, convinta che la profonda trasformazione dei costumi sessuali, intrecciandosi con formidabili innovazioni tecnologiche, conduca a un grave impoverimento antropologico. Il fatto che tra i preti e persino tra i vescovi siano venute alla luce non solo le pratiche omosessuali ma anche e soprattutto un numero impressionante di casi di pedofilia in tutto il mondo, non vuol dire che le ragioni della Chiesa non siano valide. Anche se ciò certamente ne indebolisce la credibilità. Ovviamente, sarebbe capzioso fare di tutta l’erba un fascio e condannare la Chiesa in quanto tale per gli errori di alcuni suoi membri, per quanto autorevoli. E, tuttavia, sarebbe ugualmente sbagliato liquidare la questione parlando di casi isolati. La sfida lanciata dalla cultura contemporanea — con cui la Chiesa non si è stancata di misurarsi in questi anni — è così potente e penetrante da far vacillare la stessa barca di Pietro che, come tutti noi — le nostre persone, le nostre famiglie, le nostre istituzioni —, è esposta a forti venti disgregativi. Papa Francesco, con la sua fede profonda, sincera e popolare, lo sa. E sa che il processo iniziato non si può più fermare, benché il rischio sia grande. Con quest’ultima incriminazione, Francesco mostra di meritare la fiducia del mondo intero circa la buona volontà della Chiesa cattolica di combattere risolutamente questa piaga; ma, allo stesso tempo, vuole riaffermare uno spazio di autonomia e di responsabilità che non può essere delegato a nessuno. Per riuscire a procedere su questa strada, Francesco deve avere sangue freddo, determinazione, lucidità. Ma ha bisogno dell’appoggio di tutto quel popolo che gli mostra straordinario affetto ogni volta che esce dai palazzi vaticani. Si deve sperare che anche il clero e le gerarchie siano, senza indugio e nella sostanza, al suo fianco. Mai come oggi la Chiesa ha bisogno di essere unita attorno al suo pastore. Il bene della Chiesa, a cui molti si sono inadeguatamente appellati per nascondere e sminuire il problema, è solo quello delle verità. E, dove necessario, del pentimento. È la situazione che lo esige. © RIPRODUZIONE RISERVATA ●L 29 DE MAGISTRIS NON MOLLA FINE DEL GIUSTIZIALISMO COMMENTI DAL MONDO Cosa vuole (veramente) l’iraniano Rouhani ● ❞ «L’ascesa dello Stato islamico in Iraq e Siria sta fornendo a Teheran un nuovo e solido strumento per portare avanti i propri obiettivi di politica estera», scrive Majid Rafizadeh, presidente dell’International American Council su Al Arabiya. All’indomani del discorso all’Onu del presidente dell’Iran Hassan Rouhani, lo studioso iranoamericano nota il clima assai diverso dai sorrisi di un anno fa. Rouhani è criticato per non aver ampliato diritti e libertà in Iran, ma punta sulla lotta all’Isis, in cui è alleato degli Usa, per difendere il suo programma nucleare. Vi spiego perché Tony Blair è un’icona gay Streisand, Annie ● ❞ Barbra Lennox... e Tony Blair. Tra le 30 icone gay degli ultimi 30 anni scelte dal Gay Times c’è anche l’ex premier britannico, e Benjamin Butterworth, giornalista della rivista, spiega sul Guardian perché: Blair «ha lottato per i nostri diritti», dalla fine della Section 28, legge che discriminava i gay nelle scuole, all’inizio delle unioni civili. «Ci ispirò tutti dicendo in tv che non c’era nulla di sbagliato nell’essere gay». Certo, aggiunge il giornalista, «non è solo merito suo». Nel 1983 il 53% degli inglesi reputava anormale essere gay, oggi lo crede il 22%. Quell’amicizia tra Holder e Obama nel difendere i ● ❞ «Forte diritti civili, debole sul piano delle libertà civili». Tra le opinioni sui 6 anni come ministro della Giustizia di Eric Holder, che si è dimesso ieri, c’è quella, su Usa Today, di Jonathan Turley. Il docente di Legge dell’Università di George Washington, vede nella carriera di Holder una «storia di successo»: primo afroamericano in quel ruolo, coraggioso nell’affrontare la questione razziale. Ma lo critica per tante altre scelte, legate all’aver appoggiato «da vero amico» Obama «che avrebbe però tratto più vantaggio da un ministro più distaccato da lui». a cura di Viviana Mazza uigi de Magistris che si inchioda alla poltrona di sindaco malgrado le disposizioni della legge Severino, che inveisce, ex magistrato d’assalto, contro una sentenza della magistratura, che resiste sì, ma come un politico qualunque, come un politico che avrebbe messo volentieri ai ceppi, è il simbolo della fine di una stagione: quella del giustizialismo forcaiolo, arrembante, aggressivo, santificato da un’intransigenza di ispirazione giacobina. Avremmo potuto aspettarcelo da un politico tradizionale, oppure avvezzo a denunciare le intrusioni e gli sconfinamenti della magistratura «politicizzata», ma non dal Torquemada delle inchieste che volevano purificare l’Italia da ogni malaffare no. Non per un omaggio astratto alla coerenza, che pure avrebbe una sua nobiltà. Ma per il rispetto che si deve a una storia. Anche alla mitologia: alla leggenda di una Giustizia immacolata e audace desti- nata a liberare il popolo dal Male che ha inquinato le istituzioni. Cruciale in questa costruzione mitologica, di cui il de Magistris magistrato ha voluto essere l’estrema e più oltranzista incarnazione, è la sacralità degli atti giudiziari, e ovviamente della Legge. La legge Severino, però, sebbene invocata per il Nemico, viene liquidata come un crudele automatismo senza anima. E la stessa sentenza di condanna in primo grado, dunque appellabile come per qualsiasi altro cittadino, viene da de Magistris delegittimata alla stregua di una rappresaglia politica. È il cuore dell’ideologia giustizialista ad essere colpito. Vent’anni di ideologia che trovano la metafora del loro esaurirsi in un sindaco che si appella alla «strada» in antitesi alle istituzioni. Qualsiasi decisione verrà presa, resta il vulnus a un’immagine e a una retorica. Vent’anni e passa che non potevano finire nel modo peggiore. Pierluigi Battista © RIPRODUZIONE RISERVATA RIFORMA VUOTA TASSA INIQUA NIENTE IVA PER IL NO PROFIT U na campagna d’opinione contro l’Iva sulla beneficenza ha riportato il mondo del no profit al centro dell’agenda politica, ma l’imbarazzato silenzio del governo non promette niente di buono per rimuovere questo assurdo balzello su chi fa del bene. Mentre nel resto d’Europa si punta sulla defiscalizzazione delle donazioni, il decreto legge per ridisegnare il welfare italiano rischia di essere una scatola vuota, con una copertura finanziaria insufficiente e poco coraggio nell’innovazione. Se questa è la risposta al deficit d’attenzione nei confronti del Terzo settore, la strada da fare è ancora in salita. Invece di spingere il no profit a un salto di qualità per avviare al meglio l’azione di supplenza nei servizi alla persona, nella ricostruzione di scuole e ospedali, nella salvaguardia dei patrimoni artistici, la politica italiana rimaneggia generiche linee guida e rinuncia a responsabilizzare associazioni e cittadini nel volontariato sociale. Un percorso che si può agevolare, come avviene in altri Paesi europei e negli Stati Uniti, dove le donazioni sono deducibili dalle tasse e le Onlus non devono pagare gabelle. L’Iva incassata dallo Stato con l’aliquota al 10 per cento (come nel caso denunciato dal Corriere per il polo scolastico del Comune di Cavezzo, distrutto nel terremoto dell’Emilia) è un’iniquità che scoraggia la generosità. Per questo la campagna no profit no Iva va avanti. Per aiutare chi governa a non commettere un altro errore, come la chiusura dell’Agenzia del volontariato (lo fece il premier Monti) che oggi sarebbe utile per verificare la correttezza dei comportamenti di Fondazioni e associazioni. Eliminare l’Iva, evitando tassazioni penalizzanti a chi fa del bene è un provvedimento semplice e concreto: non è una perdita, ma un’opportunità. Giangiacomo Schiavi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA LA RIVINCITA DEI MESTIERI FRUTTO FELICE DELLA CRISI S ta tornando di moda una parola antica: mestiere. La genealogia è nobile, viene dal latino ministerium, ossia servizio pubblico, ufficio. Dal Medioevo all’età moderna, mestiere significò «esercizio di un’arte». Nella seconda metà del Novecento la parola si è svilita. Il lavoro nobile è diventato «professione», il mestiere un’attività ripetitiva, faticosa. Con la proliferazione dei contratti precari e dei mini jobs, il termine ha però riacquistato credito. Sono nate molte iniziative volte a insegnare ai giovani vecchi e nuovi mestieri, appunto: gelataio, orefice, mobiliere, ma anche webmaster, esperto di social media, operatore grafico. Una delle esperienze più di successo è quella di Piazza dei Mestieri, a Torino. Si tratta di una Fondazione che offre formazione e percorsi di inserimento nel lavoro, soprattutto ad adolescenti. La «piazza» è sia un luogo reale (al centro di una ex conceria) sia ideale: una modalità di incontro e scambio fra partecipanti. Nelle aule della Fondazione negli ultimi 10 anni sono passati più o meno 3.000 ragazzi e ragazze (per la metà provenienti da famiglie disagiate). Dopo il corso, l’85% ha ottenuto un inserimento lavorativo immediato. Dal 2011 Piazza dei Mestieri ha aperto una sede a Catania, che ha già coinvolto 400 giovani. La settimana prossima a Torino la Fondazione celebra il proprio decennale: ne ha senz’altro ragione. Iniziative simili stanno diffondendosi anche nell’istruzione superiore. In Brianza ha aperto una scuola di specializzazione per il settore legno-arredo. A Pollenzo si allevano chef di eccellenza mondiale. Il rafforzamento della formazione «di mestiere» è condizione indispensabile per risolvere il dramma della disoccupazione giovanile. E si tratta di una sfida per tutti: governo, imprese, sindacati e organizzazioni della società civile. Maurizio Ferrera © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 30 D E S I G N P O R T R A I T. Charles, sistema di sedute disegnato da Antonio Citterio. B&B Italia Store Milano, via Durini 14 - T. 02 764441 - [email protected] - www.bebitalia.com Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 Tempiliberi Benessere Viaggi Food Moda Fonte Women in business 2014 Grant Torton 31 Ecco che cosa fanno le manager IMMAGINE Solo il 34% delle aziende nel mondo ha lo stesso numero di uomini e donne tra i dipendenti laureati. Il 12% dei Ceo è donna. Suddivise così nei settori Tecnologia Costruzioni Design 3% 12% Tecnologia Industria Green Economy 22% 16% Famiglia In mare Zilla Van Den Bon, olandese di 25 anni, si è fatta fotografare nel mare limpido della Thailandia. In realtà la foto è un falso: la ragazza l’ha creata con Photoshop e ha pubblicato l’immagine sui social network, ricevendo molti «mi piace» Le informazioni da Google e Wikipedia, il photoshop e poi tutto su Facebook e Twitter: come si confeziona un’esistenza virtuale Vivere per finta I bugiardi di Internet Dao e Stacey Smith, due artisti di Brooklyn. Per questo spopola il loro Instasham, dove si può scegliere tra migliaia di foto «cool» e caricarle sulla propria galleria di Instagram. Un modo per fare gli «splendidi». Anche se la vita vera è più «grigia». Un divario raccontato bene da Shaun Higton nel cortometraggio «What’s on your mind» dove l’esistenza piatta del protagonista diventa entusiasmante quando viene raccontata sui social network. «Abbiamo sempre fornito una presentazione selettiva di noi stessi, il web ha solo accentuato questa caratteristica», commenta il sociologo Adam Arvidsson, docente di Etnografia digitale e Digital media and global communication all’Università Statale di Milano. Per Arvidsson «identità reale e digitale sono sovrapposte. Siamo quello che pubblichiamo su Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn e i nostri account sono il nostro biglietto da visita, nella so- di Leonard Berberi B lagoveshchensk è una città curiosa. Calda d’estate e freddissima d’inverno. Piace perché è l’ultimo segno di vita dell’estrema Russia. La Cina è a meno di duecento metri, al di là del fiume Amur. A Blagoveshchensk è deliziosa la parte lungo il corso d’acqua: costruzioni in mattoni rossi, rifiniture in bianco, un grande arco con simboli comunisti che guarda alla città (cinese) di Heihe, dall’altra parte. Se poi volete assaporare un pezzo d’Unione Sovietica basta andare all’interno: palazzi grigi, mosaici che emanano patriottismo. Però senti di essere alla fine del mondo. Un po’ come a Cochrane, altro centro abitato alla fine del pianeta, nel sud del Cile, a pochi chilometri dalla Patagonia e dall’Argentina. Il cuore di Cochrane è fatto di cinque strade orizzontali che s’incrociano con otto verticali e una obliqua. L’aria è frizzantina, le case e le baracche sono basse e colorate, tutt’intorno c’è molto verde e un fiume accidentato. Magari fatelo un salto a Blagoveshchensk e a Cochrane. Noi però non ci siamo andati. Non fisicamente, almeno. Anche se l’impressione che abbiamo dato forse è stata quella. Le informazioni le abbiamo trovate sui motori di ricerca. Le temperature su Wikipedia. Le strade su Google Maps. L’«architettura» delle città su Google Street View. Potevamo raccontare il nostro (finto) viaggio pure su Facebook o Twitter, Instagram o Pinterest. O rendervi Single In Thailandia (a casa) Altre due foto dalla giovane olandese: in questa sopra ha tolto il volto di uno dei protagonisti e l’ha sostituito con il suo partecipi dei nostri pseudo-spostamenti con Foursquare: sarebbe bastato manipolare il Gps del telefonino. Potevamo pure parlare via Skype. Non l’abbiamo fatto. A tutto questo ci ha già pensato Zilla Van Den Bon, un’olandese di 25 anni. Qualche settimana fa ha fatto credere a parenti e amici di essere in vacanza in Thailandia. Si è fatta «immortalare» nel mare dell’Estremo Oriente e tra i monaci buddisti. Poi ha pubblicato le foto sul web. Ma da casa sua, ad Amsterdam, non s’è mai mossa. Le sono bastate un programma di fotoritocco e i profili social per ingannare tutti. «Volevo dimostrare come tramite i social media manipoliamo la nostra immagine e creiamo un “mondo online” poco reale», ha commentato lei. La nostra vita (digitale) in bilico tra realtà e finzione. Tra ciò che facciamo e ciò che vorremmo fare. Intanto un po’ la «abbelliamo». Soprattutto con le istantanee. Che, oggi, costituiscono una «prova». Fotografo e pubblico. Dunque è «vero». Ryan Broderick, giornalista del sito Buzzfeed, qualche mese fa ha raccontato la sua finta presenza al Coachella Festival, uno dei più famosi appuntamenti di musica elettronica. Poi ha dato 19 consigli su come dire attraverso i social network di esserci stati. Dimostrando che si può essere dei «bugiardi digitali». «Viviamo in una società che si fa conoscere, e spesso si vanta, attraverso i pixel», sostengono Andy Esperimenti pericolosi Una ragazza olandese ha simulato una vacanza in Thailandia. Ci hanno creduto tutti. La domanda è: perché lo facciamo? Risposte ed effetti collaterali cietà e nel lavoro». È qui che pubblichiamo in maniera selettiva ciò che ci riguarda. «Serve al nostro self branding». E siccome la reazione degli altri — i «mi piace», i retweet — è immediata, si innesca un meccanismo di competizione. «E questo ci porta pure a mentire». Da una ricerca (in corso) del Centro Studi Etnografia Digitale emerge, per esempio, che tanti ragazzi sostengono su Twitter di essere fan degli One Direction «soltanto perché questo aumenta i follower». Però se le bugie vengono scoperte «scatta un meccanismo di “punizione” che arriva fino alla cancellazione di ogni legame sui social media», avverte Arvidsson. «Non è un caso che Second Life sia fallito in pochi mesi. I profili falsi hanno allontanato gli utenti». Insomma: mentite sì, se proprio non potete farne a meno. Ma con moderazione. E, possibilmente, con dei complici. Digitali. @leonard_berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA di Antonella Baccaro IL VERO SEGRETO DI CHI STA INSIEME CINQUANT’ANNI? RICOMINCIARE «F orse dovresti scrivere due parole, visto che sei del mestiere». Il prete mi guarda fisso e non mi molla. «Dice?» domando. «Dico» sentenzia. Amen. Cinquanta anni di matrimonio dei miei, una cerimonia per consacrarla, e io, una figlia single che ha superato gli anta, a cercare le parole giuste per celebrare un vero caso di vero amore. Posso passare la mano per manifesta incompetenza? No, non posso. I miei sono seduti davanti, emozionati ma serenamente rocciosi, come sempre, vestiti da festa, gli amici di una vita intorno e io, per una volta, sono a corto di parole. Silenzio, occhi che già un po’ brillano intorno. Cerco mia sorella al primo banco che mi sorride, incoraggiante. Visualizzo un titolo per aiutarmi, come faccio al lavoro quando sono confusa. Opto per «La formula per durare». Pronti, via. «Ho avuto quasi 50 anni per studiarla la formula per durare 50 anni. Ho preso appunti non appena ho capito di trovarmi davanti a un caso promettente, diciamo 25 anni fa, quando eravamo di nuovo insieme per festeggiarli. Li ho osservati cercando di acquisire un punto di vista oggettivo, non da figlia. Ho scritto, cancellato, riscritto, elaborato. Il risultato sono tre punti che vi elenco, certa che ciascuno di voi avrebbe saputo fare di meglio: 1) credere fermamente che la vita insieme sia migliore 2) credere insistentemente che la vita con lui/lei sia migliore 3) fare in modo che lo sia, esercitando alternativamente sincero sostegno dell’altro, giocoso distacco dall’altro. Mica facile, direte. Non lo dite a me che mi sono già persa al primo punto. Non facile, ma possibile, evidentemente. Io non posso dire di più, ma se accettate una considerazione un po’ meno spassionata, credo che il quarto punto segreto, quello che mi ❞ Credere che la vita con lei/lui sia migliore: le 3 regole, più una quarta segreta è stato celato perché non mi spaventassi, è proprio questo: non è facile. Qualcuno lo ha detto meglio di me: «La costruzione di un amore è come un altare di sabbia in riva al mare». Occorre metterlo in conto, e avere la voglia e la forza di ricominciare tutte le volte che l’onda lunga spazza via tutto. Bisogna essere forti e un po’ visionari, come quelli che camminano senza guardarsi mai indietro ma nemmeno controllando ossessivamente quanto manca al traguardo. Oggi la bandiera dei 50 sventola per loro, ma sono sicura che neanche l’hanno vista sfilandoci davanti a passo svelto. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Moda Le sfilate di Parigi Sul Canale Non solo Amal Le spose di ieri (e di domani) www.corriere.it/moda Da Jacqueline alla signora Clooney Occhi puntati sull’abito di Amal Alamuddin, che oggi sposa George Clooney a Venezia. Michela Proietti ripercorre con una fotogallery gli abiti nuziali che hanno fatto storia: dal vestito «controcorrente» di Jacqueline Kennedy disegnato da una stilista nera a quello da fiaba di Lady Diana, commissionato alla coppia di esordienti David ed Elizabeth Emanuel. Panoramica sulle ultime, con la novità del vestito da utilizzare anche dopo le nozze. Beckham: «Basta, sto invecchiando» Quando David Beckham (foto) ha appeso le scarpette da calcio al chiodo, l’anno scorso, alle legioni di fan restava la consolazione delle campagne pubblicitarie del calciatore bello come un modello, che dopo aver posato per Armani ha lanciato una sua linea di biancheria in collaborazione con H&M. Adesso però Beckham, 39 anni, annuncia il ritiro: «Sto invecchiando, basta con la pubblicità delle mutande» Dai camicioni-lingerie alla tuta da astronauta: in passerella l’excursus di Raf Simons per «arrivare ad un futuro nuovo» L’invito a scucire e ricucire di Martin Margiela U n po’ come il dottor Who, che viaggia nei secoli per cambiare il destino del mondo, così Raf Simons per Dior va avanti e indietro e oltre nella storia della moda per «preparare un futuro». Lo stilista ha premuto il bottone della macchina del tempo solo due volte in luglio, all’haute couture, e ieri allo show del prêt à porter e gli effetti sullo stile della maison si vedranno la prossima estate. Sicuramente non saranno impercettibili. L’excursus scelto da Simons a partire dal XVIII secolo, dunque marsine e panier e mantelle, e le contaminazioni moderne, quindi lo spazio, la scuola e lo sport, è così ampio che l’alternanza dei rimandi lì per lì confonde, poi incuriosisce. Per convincere ha bisogno di più tempo perché se sono «facili» le tute da cosmonauta, sono meno da miss Dior gli abiti svasati Le età di Dior Abiti dal XVIII secolo ad oggi Come nella macchina del tempo Tutta pelle Loewe sfila al Palazzo dell’Unesco: capi di pelle lacerata, trattata, ricamata, arricciata con il collo montante come certi camicioni lingerie primi del Novecento. E hanno una silhouette difficile le gonne con il panier, ma indossate con i body si attualizzano perfettamente. Furbe poi le bermuda ampie da skaters sui lunghi gilet da ancien régime. Belli i completi nel nuovo micro-jacquard che ricorda lo storico Dior ma è ad effetto 3D. Impeccabili i pantaloni neri o le lunghe gonne ad A quasi da cavallerizza. Tocco per le nostalgiche dell’artigianato: tutte le scarpe sono tricottate a mano. «Che cos’è la modernità — si chiede lo stilista —? Ho voluto partire da un linguaggio che è l’esatto opposto per arrivare a un presente nuovo». Una bella sfida. Lavoro sul Dna anche da Loewe (pelletteria spagnola) dove al 29enne Jonathan Anderson è stata data in I modelli Le tute da cosmonauta, gli abiti svasati con il collo montante come certi camicioni lingerie primi del Novecento, le gonne con il panier indossate con il body, le bermuda ampie da skaters sui lunghi gilet da ancien régime, il microjacquard che ricorda lo storico Dior ma è in 3D mano una nave che vuole ripartire per i lidi del lusso vero. Location da grandi esordi, il palazzo dell’Unesco, e parterre da occasioni che contano: in prima fila c’è Delphine Arnault, figlia di Bernard, patron di Lvmh, ora proprietaria della griffe e poi tutto il gotha della moda. L’investitura non può passare inosservata: le aspettative sono alte. Il giovane Anderson non delude: con la pelle, che lacera, assemblea, taglia, strappa, ricama, crea abiti sofisticati e primordiali, allo stesso tempo. Ricorrono i pantaloni a vita alta serrati dalla cintura dei judoka con una serie infinita di top e bluse. Non di pelle ma di un nuovo tessuto di cotone, poliestere e fili elastici che con il vapore del ferro da stiro prende forma, come certi origami, è fatta praticamente tutta la collezione Issey Miyake by Myame. È già da un po’ di stagioni che la griffe giapponese punta sullo Steam Stretch ora 3D e l’esperienza sul materiale sta dando i suoi risultati: dal blazer alle bermuda, dalla gonna al caban, dalla t-shirt al tubino morbido in infinti colori, dal blu al nero al giallo, sono una nuova e moderna risposta allo storico plissè. Chez Martin Margiela è d’obbligo l’esame di coscienza: «Vai nel tuo armadio, disfa e cuci», è l’invito che sottintende la riflessioni su consumismo e crisi. Così la vecchia maglia infeltrita diventa un piccolo top, il blazer maschile si trasforma in un gilet femminile, il cappotto over è creato con un patchwork di tessuti di altri, le gonne sono asimmetriche perché confezionate con quello che c’è, la vecchia giacca di pelle è «rinverdita» con margherite dipinte. Messaggio recepito? Allora tutti a procurarsi ago e filo. Alberto Biani, infine, ancora a Parigi con la sua donna viaggiatrice fra Londra e Jaipur, fra sete e tagli inglesi: il pantalone con il cavallo basso e la giacca impeccabile da Jeremy Street, l’abito corto e morbido di seta cravatteria drappeggiato come un sahari, il cappottino di shantung da festa indiana. Very chic. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il red carpet di Verona Cinque top in prima fila per la danza sul ghiaccio firmata Intimissimi Una prima fila da togliere il respiro, quasi quanto le acrobazie sul ghiaccio del cast di medaglisti olimpici, mondiali ed europei, che si sono esibiti all’Arena di Verona. Sedute una accanto all’altra, nella prima fila di «Intimissimi on ice Operpop», lo scorso weekend c’erano 1) la supermodel brasiliana Ana Beatriz Barros, attuale testimonial di Intimissimi, 2) Katsia Zingarevich, 3) Bianca Balti, già testimonial Intimissimi, 4) Irina Shayk (lanciata proprio dal brand), 5) l’attrice spagnola Blanca Suarez. Un «front row» abbagliante, risposta italiana agli «angeli» di Victoria Secret, accomunato dalla comune passione per Intimissimi, anche nella sua versione «on ice». Lo show andato in scena sabato 20 e domenica 21 ha conquistato il pubblico con i volteggi dei campioni sulle note delle più famose arie liriche (tra cui l’Inverno di Vivaldi, Fortunae Plango Vulnera dai Carmina Burana, Nessun dorma di Puccini) e brani pop come Viva la vida dei Coldplay. Stella dello show Carolina Kostner che domenica ha deciso di stupire il pubblico con una sorpresa: un tributo alla sua medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sochi, con l’interpretazione dell’Ave Maria, ritenuta una delle sue migliori interpretazioni. Tra le superstar della serata Pharrell Williams, Giorgia, Kiesza e Anastacia, applauditi da un red Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 TEMPI LIBERI 17 rubini La «scheletratura» è quella complicazione (termine con cui si intendono i dispositivi aggiuntivi e le lavorazioni speciali non strettamente necessarie) che trasforma la parti metalliche del movimento in una sorta di merletto. Un tecnico specializzato proprio in questa complicazione lavora per togliere materiale da ponti, platine e persino dagli ingranaggi fin quando i singoli elementi rischiano di rompersi. Nel passato era un lavoro eseguito lasciando il tecnico libero di agire come preferiva, ma proprio L’orologio che mostra lo scheletro di Augusto Veroni Martin Margiela Gessato Cartier ha aperto una nuova strada, oggi seguita da molti: quella della scheletratura motivata da ragioni tecnico/estetiche, come nel grande Tank in cui il metallo viene traforato per ottenere gli indici in cifre romane, oppure come in questo Tank «Louis Cartier», nel quale alla scheletratura si aggiunge l’illusione che il movimento galleggi nel vuoto. La platina su cui sono disposti gli elementi del movimento viene scheletrata fino ad ottenere un cerchio: un motivo estetico che, al tempo stesso, Issey Miyake Nuovi tessuti Le stampe con il burqa di Chalayan Chiude con tre abiti lunghi meravigliosi con stampate le immagini di donne con il burqa, che richiamano subito alla memorabile sfilata del ’96 e dedicata al tradizionale abito. Hussein Chalayan, turco cipriota, ama raccontare il suo mondo. In passerella ci sono due grandi Dior Un modello di Raf Simons 1 2 3 carpet d’eccezione: Alessandro Benetton con la moglie Deborah Compagnoni, l’imprenditore Massimo Zanetti, Gerry Scotti e Federica Panicucci (di nuovo insieme dopo 20 anni per condurre la serata televisiva che porterà lo show su Canale5), Paolo Bonolis e la fashion blogger Chiara Ferragni. Un live show internazionale unico nel suo genere, partito dall’idea di Giulia Mancini e sviluppato da Marco Balich, fautore del successo di 4 5 numerose cerimonie olimpiche e show su scala mondiale, Sandro Veronesi, presidente del gruppo Calzedonia, di cui fa parte Intimissimi, e Francisco Negrin, regista dello show. Applausi anche per Ali Madhavi, il creativo iraniano che ha disegnato i costumi ispirati alla collezione Intimissimi in chiave «hot», sulla scia dello stesso claim dello show: «Ice has never been so hot». M. Pro. © RIPRODUZIONE RISERVATA consente di comprendere meglio come funziona il bel movimento prodotto dalla stessa Cartier. Il risultato, in linea con la tradizione della maison degli orologi «misteriosi», è affascinante, magnetico. Per comprendere questo aspetto poetico di Cartier consigliamo la visione dello splendido filmato di Bruno Aveillan, disponibile da domani anche sul sito del marchio: splendida realizzazione, con sorpresa finale. Il Tank LC Squelette costa 44 mila euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alberto Biani La sua viaggiatrice Nuovi sguardi I tre abiti di Hussein Chalayan 33 Loewe Pelle arricciata musharabiya, i pannelli di legno scolpiti e traforati, bianchi e da li escono le modelle: indossano occhiali-bandana a poi lunghe tuniche e cappe e gonne costruite a pannelli asimmetrici, piccoli short e bluse, plissè e drappeggi, djellaba moderni e kaftani. «Ho voluto esplorare il mondo del Maghreb, dalla Spagna al Marocco e ricreare quel mondo in leggerezza e modernità». Pa. Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Moda I protagonisti Il libro Duecento scatti per raccontare Louis Vuitton Duecento scatti di grandi fotografi di ieri e di oggi per la prima volta raccolti in un volume per raccontare la storia della moda rapportata alla maison Louis Vuitton: dalle campagne pubblicitarie agli editoriali pubblicati sulle testate di moda più influenti. «Louis Vuitton Fashion Photography» (Rizzoli International, 100 euro, in uscita l’1 ottobre) è un excursus temporale che va dagli Anni 50 al presente con fotografie di Mert Alas & Marcus Piggott, Henry Clarke, Patrick Demarchelier, Annie Leibovitz, Peter Lindbergh, Craig McDean, Steven Meisel, Helmut Newton, Juergen Teller, Mario Testino, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin. La prefazione del libro è a cura di Martin Harrison, curatore d’arte e di fotografia. Un’edizione limitata del libro sarà disponibile esclusivamente negli store Louis Vuitton e sul sito della casa. © RIPRODUZIONE RISERVATA La signora di Marni «Sono condannata a sperimentare» «U na volta ero in Giappone: in un’altra boutique, non di Marni. Una signora mi riconosce e mi chiede se sono Consuelo Castiglioni. Aveva una nostra borsa: prende un pennarello e mi chiede di firmarla. E’ sicura?, chiedo io. Sto per scrivere il mio nome, un po’ in disparte. Lei mi ferma: lo vuole più grande, al centro. Ma è proprio sicura? Mi sembrava di rovinarle la borsa». Difficile trovare clienti con questa definizione di Consuelo Castiglioni: in nove minuti ti giudicano per mesi di lavoro «borsa firmata», altrettanto difficile trovare stiliste che considerano scrivere il loro nome una specie di atto vandalico. Nel gran «volemose bene» del mondo della moda così prodigo di punti esclamativi, baci e «adoro» con la «o» finale prolungata a oltranza, Consuelo Castiglioni non ha ancora imparato a rispondere a un elogio senza abbassare lo sguardo con l’imbarazzo dei timidi, abituati per educazione a non strafare. E’ il ventennale di Marni e alla sfilata milanese di domenica scorsa ha fatto vedere una collezio- La stilista ● Consuelo Castiglioni (qui sopra, nel ritratto di Stefano Galuzzi), nata e cresciuta a Lugano, ha fondato Marni nel 1994. E’ sposata con Gianni Castiglioni, storico amministratore delegato del marchio. La figlia Carolina dirige il negozio online e i progetti speciali della casa. ● Domenica scorsa, alla Rotonda Besana di Milano, Marni ha presentato l’ultima idea di Carolina: il Marni Flower Market (foto in alto), mercato dei fiori benefico con giochi per i bambini. Prossime tappe del progetto: Hong Kong e Tokyo ne non di grandi successi ma di indicazioni su dove andrà il marchio, un viaggio dalla tela bianca di un dojo giapponese all’esplosione di colore delle stampe che l’hanno resa così amata dalle clienti «affezionate nel tempo: chi apprezza Marni è perché lo sente vicino a sé». L’innovatrice che rifiuta i panni di oracolo perché trova le imposizioni ansiogene, e che della moda rappresenta l’avanguardia dal volto umano, ha un’idea di bellezza che va in direzione opposta: «Non impongo niente». E proprio perché non alza la voce, la si ascolta con maggior attenzione: che si parli di una sfilata — «una collaborazione di persone che ci mettono l’anima, nove minuti nei quali sei giudicata per mesi di lavoro» — o di un evento come il mercato dei fiori creato da sua figlia Carolina alla Rotonda Besana poche ore dopo la sfilata. Un mercato aperto a tutti, specialmente ai bambini, benefico e sereno nel caos della settimana di sfilate. «Devi sempre cercare di dare di più, la gente si aspetta di più, non puoi rifare quella cosa lì, — spiega Consuelo — Marni deve essere sperimentazione: in tutto, non solo nella moda, anche al Salone del mobile». Non una condanna ma una ❞ Le aspettative degli altri Da mia figlia imparo un sacco di cose. Devi sempre cercare di dare di più, la gente si aspetta di più, non puoi rifare quella cosa lì necessità: «A volte c’è un progetto articolato, a volte la suggestione di un viaggio: il caso si inserisce e un’idea prende forma». Collezionista d’arte eclettica, le piace sorprendere: una volta collabora con Richard Prince e una volta con artisti sconosciuti — e straordinariamente bravi — in Zambia, una volta con Sir Peter Blake padre nobile della pop art britannica e della copertina di «Sgt Pepper’s» o Kim Gordon dei Sonic Youth e un’altra con le scoperte della outsider art lontana dalle gallerie di lusso. «Il mio lusso, la mia fortuna, è poter fare quello che mi piace in modo naturale, senza imposizioni. Le collezioni sono un work in progress con la libertà». Sorride quando le si ricorda che potentissime fashion editor straniere atterrano a Linate e sulla strada dell’albergo si fanno lasciare all’outlet di Marni dove comprano tutto quel che c’è, ma il suo orgoglio non è quell’omaggio così evidente, medaglia al valore fashionista, ma «è la sensazione di far sfilare cose mettibili e vendibili: quel che sfila arriva nei negozi». Essere guardata come uno dei punti di riferimento che influenzano il gusto globale nella moda la mette a disagio perché non vuole dettare regole, «chi veste Marni non vuole far piacere al fidanzato, non è un’imposizione: devi piacere a te stessa». Viaggia per pensare e per documentarsi, «ogni viaggio porta qualcosa in più», dal Sudamerica al Bhutan «dove tutti sono sorridenti, da loro si misura l’indice della felicità: ci vorrebbe nella moda», ma il luogo del cuore è la casa di famiglia a Celerina. Non ha una musa ma una figlia sensibile e intelligente, Carolina, «da lei imparo un sacco di cose: mi accorgo spesso di pensare a una ragazza tipo la Caro, a che cosa può avere bisogno quando esce al mattino». Ama l’immaginazione al potere di Frank Lloyd Wright e il rigore di Mies van der Rohe. Come metodo ha la trasparenza: delle intenzioni, dei mezzi e dei fini. La fotografa verso la quale continua a tornare è Cindy Sherman, che nella sua carriera ha creato solo autoritratti sotto mentite spoglie, e non sembra educato — perché arrossirebbe — far notare a Consuelo che lei, nella moda, da vent’anni fa esattamente la stessa cosa. Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 TEMPI LIBERI Moda Oggi a «Il tempo delle donne» Cabina armadio Cosa vuol dire essere belle? Adeguarsi a un’immagine di bellezza codificata o cercare di esprimere una propria individualità? Se ne discute al Tempo delle donne oggi alle 16 in Triennale, a Milano, nell’evento dal titolo «Chiedimi se sono bella», e chi può rispondere meglio di una bellezza quasi assoluta come Bianca Balti, fra le poche modelle italiane di eco internazionale? «Quasi» perfetta perché tutte noi per fortuna, belle e brutte, abbiamo un piccolo difetto, Bianca Balti, per In bianco Jessica Chastain, 37 anni, indossa un «Longue Saison» di Moncler, ultrasottile e leggerissimo, adatto anche sull’abito da sera 35 Cosa vuole dire essere belle? La risposta di Bianca esempio, due occhi di color mare e un corpo equilibrato agognato da stilisti e fotografi nel mondo, si arrovella per una piccola imperfezione, un po’ di «cellulitina» come la chiama lei. La differenza come sempre la fa la testa e Bianca sembra averne. Lo potrà dimostrare, discutendo di bellezza, delle sue croci e delle sue delizie con un intellettuale come Gian Arturo Ferrari, editorialista del Corriere della Sera e saggista. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il piumino da mettere subito (al posto del golf sulle spalle) S embrava superato a destra dal cappotto più consono al ritorno del bon ton nella moda. E invece rieccolo, in versione rivoluzionata a quattro stagioni. Il nuovo piumino ti traghetta direttamente dall’estate all’inverno, passepartout da portare anche in borsa, tecnologicamente adatto a proteggerti dai primi freddi. Leggerissimo, di tendenza, ha sostituito il golfino sulle spalle, ormai ritenuto antico anche dagli habitué di Portofino. Il piumino Longue Saison, lanciato nel 2008, è ormai un cult anche di Moncler, la griffe del capo antigelo per eccellenza (i primi vennero ideati nel 1954 per proteggere dal freddo gli operai dell’azienda nel piccolo stabilimento vicino a Grenoble). La caratteristica è l’estrema leggerezza. Il trattamento anti goccia lo rende repellente all’acqua, senza alternarne la traspirabilità. «Per ogni modello viene studiato un Sempre più leggero, ci traghetta nell’autunno. E d’inverno è ancora utile: s’infila sotto le giacche, perché il cambio di armadio non esiste più coefficiente di riempimento piuma affinché ogni singolo punto della giacca possa avere il massimo di confort e vestibilità», spiegano in azienda. Perfomance e stile sono imprescindibili. Da Fay il trapuntino da «attacco stagione», ultraleggero, è in bimateriale: fronte in lana tricot e retro in nylon trapuntato, con cappuccio staccabile. Qui è l’imbottitura in ovatta tecnica a garantire la tenuta del calore corporeo. I superleggeri sono fatti anche per essere portati sotto cappotti e mantelle quando l’inverno si manifesta. Da Woolrich la giac- china imbottita «adatta alle ultime passeggiate sulla spiaggia» ora è anche in versione chic, in alcantara 4 mm, marrone e panna. Pesa 30 grammi la giacchina «proofseasonal, per affrontare le stagioni» di Historic, griffe bresciana che ha battezzato i suoi piumini seconda pelle 3.6.5. perché si portano tutto l’anno. Il dettaglio moda sono le zip a scomparsa, le cerniere a contrasto in nuance con gli interni, le taschine applicate e bottoni in tinta. Hanno dettagli sartoriali gli imbottiti transisonal. Gli antipioggia e antivento di Add sono Travalica le stagioni ma anche gli stili il nuovo piumino. E così Woolrich lo propone in alternativa all’eskimo. Questo a giacchetta corta (ma c’è anche la versione blazer) packable, pensato per essere messo in borsetta e tirato fuori sull’abito da sera Gilet passepartout Nasce come capo da portare 365 giorni l’anno il piumino di Add in nylon che si evolve in gilet dal taglio sartoriale con collo a scialle. Si usa sul pullover o sulla giacca ai primi freddi. Abbinamenti suggeriti: blu e marrone. Per il bianco: blu e nero in versione blazer, sahariana, gilet lungo, cappa, parka, nei toni dell’ alabastro e il melanzana, molti dei quali disponibili anche in tessuti come duchesse, taffetà opaco, twill, nylon e seta matelassé o lisci. La giacca calda e leggera travalica anche le stagioni della vita, anche se è decisamente più adatto alle ragazze il bolerino corto di Duvetica dallo spirito fumettoso. «Il piumino a iniezione diretta (conferisce la leggerezza) è adatto a tutte le occasioni» assicura Francesca Tegon, titolare di Seventy. Come si indossa? «Il giacchino stile Chanel con le taschine è perfetto con la gonna Anni 50 o con i jeans over — per chi ama i contrasti —, al posto del golfino che fa sempre un po’ zia. Per le più classiche, l’alternativa è la cappa. Poi, la sera, infili la giacca con il collo alla coreana sotto un chiodo e una t-shirt e sei subito rock». Maria Teresa Veneziani © RIPRODUZIONE RISERVATA COME PORTARLO Giorno e sera Scopre la vita, il nuovo punto di seduzione il piumino di Duvetica svasato con manica ¾ color melanzana brillante. Adatto alle ragazze se indossato con la silhouette a vista ma perfetto per tutte sull’abito da cocktail quando cala la sera Cappuccio a parte È perfetto con la gonna a tubo il giacchino Fay imbottito di ovatta tecnica: ha il fronte in lana tricot e il retro in nylon trapuntato. Il cappuccio è un accessorio che si compra a parte e si può indossare anche sopra a maglioni e felpe 36 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 Novità Guida Gli immuno cosmetici anti età al benessere di Giancarla Ghisi La tavolozza degli ombretti con al centro il «punto luce» erzo atto per la palette 5 Couleurs di Dior. «Si rinnova — raccontano alla maison parigina — proponendo effetti estremi ed audaci con armonie cromatiche inedite. Quando è nata, nel 1976, proponeva solo quattro ombretti disposti come i colori di un pittore, secondo il loro ordine di applicazione sulle palpebre. Nell’87 ha aggiunto un quinto elemento: il colore centrale, punto importante per dare un tocco di luce». Prodotto icona, per un maquillage facile ma sofisticato. «Un guardaroba dello sguardo — spiegano — con i suoi capi cromatici principali e le sue sfumature come accessori. Al centro della palette è posizionata la nuance di riferimento, il fashion statement, il fattore moda che detta lo stile. Intorno quattro tonalità che creano il look, per uno sguardo dalle molteplici sfaccettature». Tra infinite possibilità di applicazione i make-up artist della maison hanno immaginato due sguardi, da realizzare utilizzando due associazioni di tre colori. Più naturale per il giorno, scegliendo il trio superiore della palette da abbinare al colore centrale, i due ombretti chiari della parte alta permettono di creare sfumature delicate adatte al quotidiano. Estremamente raffinato, ideale per la sera, con il trio inferiore della palette: le due nuances della parte bassa, insieme al colore centrale, creano sfumature più marcate, per uno sguardo intenso. Racchiuse in una boîte blu notte, con un set di applicatori professionali, sono in tutto tredici armonie di colori con la star della stagione Rouge Trafalgar (nella foto) perché spiegano: «Queste palette raccontano la storia della maison con i loro nomi e con i loro abbinamenti cromatici. Negli Anni Cinquanta, Christian Dior scandiva le sue sfilate con modelli rosso carminio, per risvegliare l’attenzione del pubblico. I suoi Trafalgar, come li chiamava lui». T © RIPRODUZIONE RISERVATA Natura e tecnologia. È il mix di Ultimune di Shiseido, un prodotto che porta a un nuovo approccio nella beauty routine. «Racchiude — spiegano i ricercatori— un complesso tecnologico riconosciuto da nove brevetti internazionali, dove si ritrova la rosa della Bulgaria e i betaglucani, a cui è stato aggiunto un insieme di estratti vegetali come gingko biloba, antiossidanti, e timo selvatico, antibaterico, entrambi efficaci conto le aggressioni ambientali. Attivi che vanno a rinforzare il sistema immunitario potenziando la capacità della pelle di resistere allo stress e 37 agli attacchi esterni». È un cosmetico trasversale, per uomo e donna. «Rappresenta — spiega Alberto Noè, presidente di Shiseido Italia — l’eccellenza scientifica dell’azienda che, per oltre 20 anni, ha impiegato risorse per capire come il sistema immunitario cutaneo fosse coinvolto nel preservare la salute e la bellezza della pelle. Risultati ottenuti con i laboratori di Harward che apriranno una nuova categoria di prodotti: gli immuno cosmetici». G. Gh. © RIPRODUZIONE RISERVATA I cinque beauty drink da provare Sono depurativi, drenanti, antistress. Le nuove miscele delle vecchie tisane di Rossella Burattino Come farle S orsi di benessere. Si definiscono anche beauty drink, le tisane vegetali a base di foglie, fiori, cortecce o radici che aiutano a ritrovare la forma fisica, a rilassarsi quando si è stressati o a ricaricarsi quando si è un po’ giù di tono. «Basta scegliere gli ingredienti giusti — spiega la naturopata, Carolina Nardone —, quelli biologici hanno un risultato migliore perché mantengono inalterati i principi attivi. Ma attenzione: affinché la tisana abbia effetto è necessario berne una o due al dì per almeno venti giorni. Ripetere il ciclo dopo due settimane di pausa e seguire la cura una volta ogni stagione». Le proprietà benefiche cambiano con l’infuso. Ecco cinque miscele messe a punto per il Corriere da Nicola Sorrentino, medico nutrizionista, specialista in Scienze dell’alimentazione e autore de «La dieta dell’acqua» (Salani Editore). Pelle purificata e levigata Quanto berle Una/due volte al giorno, a cicli di 3 settimane. Con gli ingredienti biologici il risultato è migliore La tisana ti fa bella. Perché contrasta anche gli inestetismi, come la pelle «impura»: lucida, grassa, oleosa al tatto e con la tendenza ai pori dilatati e all’acne. Il rimedio? «Viola del pensiero (è tossifuga, depurativa, antinfiammatoria, diuretica ed emolliente), bardana (contiene magnesio, fosforo, potassio, calcio e vitamine del gruppo B), lavanda (ha effetti balsamici) e rosa canina (ricca di vitamina C, lenitiva e rinfrescante). Insieme smaltiscono le scorie in eccesso», spiega Sorrentino. Per un sonno sano F i o r i e fo g l i e s vo l g o n o un’azione calmante e sedativa. Prima di coricarsi può essere utile un infuso rilassante per dormire senza interruzione almeno sette ore. Gli ingredienti: «Biancospino (dall’attività ansiolitica), primula (infuso delizioso e profumato, ha un potere calmante sui nervi), camomilla e tiglio (sedativi)». Un aiuto contro la cellulite Ideali per combattere la pelle a «buccia d’arancia», le tisane vanno bevute lontane dai pasti. «L’ippocastano, il mirtillo, la betulla e il sambuco diventano una strategia d’attacco alla cellulite — ricorda lo specialista —. Migliorano il metabolismo, stimolano la diuresi, depurano e svolgono un’azione antiossidante sulle cellule adipose». Una botta di energia Per ritrovare slancio un decotto tonificante è una piacevole alternativa al tè o al caffè: «Scegliete il rosmarino, la salvia, il pino greco, la menta, la corteccia del ginseng e la buccia di un ILLUSTRAZIONE DI NATALIA RESMINI ●Curiosando TEMPI LIBERI limone: hanno proprietà stimolanti e agiscono anche sul tono dei tessuti cutanei». Mai più gonfi «Finocchio, anice, melissa e menta. Questo è il mix ideale per chi soffre di pancia gon- fia», assicura Sorrentino. Un’ultima raccomandazione: «L’acqua per la preparazione di tutte le tisane deve essere leggermente mineralizzata con ph 7 (neutro) e un residuo basso di sali minerali. Dopo averla fatta bollire bisogna aspettare cinque minuti prima di immergere l’infusione, così non saranno alterati i principi attivi». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Qui accanto gli ingredienti delle cinque tisane messe a punto per il Corriere da Nicola Sorrentino. Necessitano di 400/500 ml di acqua, lasciata in infusione per 5 minuti (10 per la drenante e quella che dà energia) 38 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Abitare La storia Classico Greco, design Piero Lissoni, dal nome del quartiere del Refettorio Naturale Convivium, di Antonio Citterio: legno recuperato dalle briccole veneziane Dove nascono i tavoli per la Caritas Nel laboratorio di Riva 1920 si preparano 13 mense d’autore per offrire un ristoro durante l’Expo Di ciascuna saranno realizzati 6 esemplari: uno per il refettorio, 5 andranno all’asta da Sotheby’s U Maurizio Riva, proprietario di Riva 1920 Massimo Bottura, chef del ristorante Osteria Francescana Davide Rampello, direttore del Padiglione Zero di Expo 2015 n tavolo. Blocchetti di rovere tutti diversi compongono il piano e, impilati come dei mattoni, diventano la base che lo sostiene. In un angolo della falegnameria di Riva 1920, sotto gli occhi della progettista Terry Dwan, dal legno di scarto sta nascendo il primo: questo e altri dodici, ideati da altrettanti designer, arrederanno la nuova mensa solidale di Milano a partire dal primo giorno dell’Expo. Il messaggio è recuperare e riciclare, evitando lo spreco. «Si stima che siano 1,3 miliardi di tonnellate gli avanzi alimentari buttati e distrutti nel mondo. È un dato impressionante, e mentre guardavo un’opera dell’artista Sylvie Fleury che amo molto, un bidone della spazzatura dorato, ho ragionato che il suo senso recondito potesse diventare un messaggio da lanciare con l’Expo: anche dai rifiuti può nascere l’oro. Ovvero, chiamare a Milano gli chef più importanti del mondo a cucinare per i bisognosi usando le eccedenze alimentari dei padiglioni del mondo», racconta lo chef Massimo Generosità C’è chi donerà le posate, chi le sedie e chi, come Riva 1920, costruirà i tavoli Bottura, ideatore con Davide Rampello — direttore del Padiglione Zero di Expo 2015 — del progetto che è stato chiamato semplicemente «Refettorio Ambrosiano». Porte a cui bussare (della curia nella diocesi di Milano), loro due assieme, per trovare un luogo da adibire allo scopo, ed ecco la proposta dalla Caritas Ambrosiana dell’ex teatro adiacente alla parrocchia di Greco. «Un edificio dismesso a cui ridare una dignità. Come faremo con gli avanzi», dice Bottura, perché diventi un luogo, questa l’idea di Rampello, dove alla bontà si aggiunga la bellezza: «Anche uno spazio può contribuire a dare una qualità ulteriore al gesto: non sarà una mensa ma, secondo il significato originario del termine, un refettorio dove ci si ristora, anche intellettualmente». Il progetto di restauro chiesto al Politecnico, le opere d’arte contemporanea realizzate appositamente per tra- Musicale Tavola Armonica, design Mario Bellini. Le basi richiamano il ponticello di un contrabbasso, simbolo di armonia e condivisione sformare l’ambiente in una galleria permanente e i tavoli — 12 da otto posti, più uno nell’ingresso per la distribuzione del pane — ideati ciascuno da un designer famoso: «Un giro di telefonate, ed è stata un’adesione corale», racconta Rampello che, per l’allestimento, ha coinvolto anche i grandi marchi di design: c’è chi donerà le posate, chi le sedie, chi il rame per realizzare la cappa o la boiserie per le pareti, chi curerà il progetto d’illuminazione per ogni tavolo. E chi, come Riva 1920, si occuperà di costruirli: «Stesse dimensioni, tutti in rovere con una finitura naturale a olio», spiega Maurizio Riva, mostrando i disegni allineati su una mensola del suo ufficio, ciascuno corredato da una spiegazione scritta dal designer «Io li avrei voluti larghi solo 70 centimetri come i fratini, dove ci si siede alternati. Invece saranno più larghi, per poter essere usati anche in casa». Sì, perché dei sei esemplari per ogni tavolo, cinque saranno battuti da Sotheby’s Italia il prossimo 16 dicembre a pura copertura delle spese vive. Dal primo giorno dell’Expo, A Parma arrivano gli americani Modernariato più ricco e globale L’ America? Si trova a Parma. E la scoperta di un nuovo mondo inizia da un banco fisso che si troverà a Mercanteinfiera (la manifestazione di modernariato e antiquariato organizzata da Fiere di Parma 4-12 ottobre). È il primo passo di una partnership, sancita qualche mese fa con «Us Antiques show» la più grande organizzazione statunitense del settore, che punta a realizzare uno scambio continuativo tra investitori ed espositori: prodotti, marketing condiviso, confronto culturale e visibilità internazionale. «L’obiettivo è creare una rete che duri nel tempo — spiega Ilaria Dazzi, responsabile marketing di Mercanteinfiera — un legame tra fiere, che non devono più essere concorrenti ma partner, che permettano ai nostri prodotti e ai nostri espositori di avere una vetrina globale e di esplorare nuovi mercati in modo continuativo, e accolga a Parma investitori ed espositori di oltreoceano». Un’opportunità che anche se dovrà fare i conti con barriere burocratiche (dogane e permessi restano comunque ancora un ostacolo) e costi (spostarsi con la merce non è sempre facile, né in un senso né nell’altro) ha già catturato l’entusiasmo di molti venditori italiani e americani («Us Antiques» organizza 9 eventi annuali con oltre 3.000 espositori di 22 stati) e che renderà nel tempo l’offerta di Mercanteinfiera «ancora più ricca e competitiva». «È un progetto di internazionalizzazione», aggiunge Dazzi, «che può valorizzare il made in Italy, ma anche garantire un’offerta diversa per chi viene alla Fiera». Una nuova scossa per un settore, quello dell’antiquariato e del La fiera più grande Un espositore di Mercanteinfiera, la più grande fiera italiana. Dal 4 al 12 ottobre modernariato, che solo di recente sta dando segni di ripresa dopo anni di difficoltà, e che nel farlo sta lentamente cambiando volto. Perché il mercato non può essere solo oggetti e bancarelle. «Negli anni c’è stata una grande evoluzione: l’offerta sui banchi è molto più varia e ampia, la qualità diventa determinante come l’unicità dei pezzi, sempre più spesso certificata e al riparo da cattive sorprese. Anche il modo di esporre cambia: ricercato e attento», sottolinea Dazzi. A questo si aggiunge il «contorno», cioè tutte le iniziative collaterali che accompagnano «Mercante» (nato nel 1989, e che oggi conta 4 padiglioni, 45.000 metri quadrati, centinaia L’accordo Tra Mercanteinfiera e Us Antiques show uno scambio continuativo di espositori e visibilità di espositori e una media di 50.000 visitatori) e che spaziano dalle mostre alle conferenze, dai laboratori alle esposizioni (dal 27 settembre al 9 novembre, tutti i dettagli su mercanteinfiera.it). «La fiera deve essere un sistema, deve integrarsi con iniziative che si sviluppano su altri piani, come quello culturale e artistico». Ed è da qui che nasce il «Mercanteinfiera off». «Quello che c’è al mercato deve interagire con quello che c’è fuori, aprirsi al territorio e alle persone, soprattutto ai giovani: per loro, in particolare, tutto quello che ruota intorno alla fiera fa da traino. Il passo successivo è curiosare tra i banchi, trovare cose particolari, acquistarle magari a un prezzo ragionevole, esplorare storie e mondi diversi. E fare di quella che nasce come visita occasionale un appuntamento fisso da ripetere di anno in anno». Wladimir Calvisi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 TEMPI LIBERI 39 Domani a «Il tempo delle donne» Esiste un «design al femminile»? Tre storie di impresa, creatività e coraggio Tre punti di vista a confronto: quello dell’imprenditrice-progettista Carlotta de Bevilacqua, promotrice di una visione umanistica che va oltre il disegno del «bell’oggetto» e mette il benessere dell’uomo al centro della ricerca. Quello della designer emergente Cristina Celestino, che si è fatta notare grazie alla tenacia con cui sperimenta e autoproduce oggetti quotidiani. E infine, quello di Luisa Bocchietto, curatrice, architetto, past president di ADI (Associazione Italiana per il Senza tempo Piedone, di Aldo Cibic, privo di «virtuosismi di design»: un tavolo per sempre Design Industriale), oggi impegnata nella promozione del design made in Italy, in qualità di membro ICSID (International Council of Societies of Industrial Design). Domani alle 12.30, al Design Lab della Triennale di Milano, tre protagoniste racconteranno la loro storia, i successi, gli obiettivi da raggiungere. Sullo sfondo una domanda: esiste una qualità «femminile» nel design? Guida la conversazione Francesca Taroni, direttore di «Living», mensile del «Corriere». I bisogni primari e l’insegnamento di Gesù Anche gli ultimi hanno diritto al senso e al valore della bellezza Maria cosparge d’olio i piedi di Gesù, nel dipinto di Rubens «Cristo nella casa di Simone il fariseo», 1618 L’iniziativa quaranta tra i più importanti chef mondiali si alterneranno per un mese ai fornelli del refettorio: «Improvviseranno usando quello che sarà disponibile, un primo, un secondo e un dolce, almeno uno dei quali simbolicamente a base di pane secco. Ma contiamo sulla contaminazione culturale tra i cibi», dice Bottura, che per l’occasione proporrà un dolce a base di pane, latte e zucchero, «Pescando dalla memoria della mia infanzia, dove la regola Riciclo La designer Terry Dwan con il tavolo ReBlocks, per distribuire il pane, fatto con pezzi di rovere di recupero (Foto Marco Scarpa ) era non buttare via niente». Attrezzi di cottura ridotti al minimo: «Quelli essenziali: non ci sarà alcun ego del cuoco da soddisfare, ciascuno invece donerà la propria creatività». Introdotto da un portale realizzato da Mimmo Paladino, l’ingresso con il forno e il tavolo per il pane da una parte e dall’altra la distribuzione dell’acqua: «I due simboli più forti, ma tutto il progetto è una metafora: per dire come il buono debba andare di pari passo con il bello, e ●Dietro il giardino di Carlo Contesso Se il melo diventa un gigante Strategie per contenere l’incubo ubito prima di trasferirmi a studiare garden design in Inghilterra, era il lontano 1997, presi un melo ornamentale. Mancava il cartellino col nome, ma era garantito che il bell’esemplare a più fusti, accestito sin dalla base, avesse un portainnesto nanizzante e quindi non avrebbe superato i quattro metri in vent’anni. In meno della metà del tempo ne ha superati sette, e lo slancio verso l’alto s’è solo rallentato… Tra l’Inghilterra, l’America e «la montagna andrà pure a Maometto, ma son io che vado dai giardini», oltre alla sessione di potatura formativa fatta all’impianto, è cresciuto praticamente senza cure. Nuvola che ronza d’api in aprile e mensa frequentatissima da pennuti tra ottobre e febbraio, è un groviglio di rami alto più di otto metri e largo cinque: un incubo. Chiunque abbia provato a potare un melo, ornamentale o meno, in febbraio sa che il risultato sarà una massa di ricacci verticali la stagione seguente, tanto numerosi da far passare la voglia di potare. La potatura estiva invece non ha lo stesso effetto, la pianta si comporta assai meglio; sarebbe stato meglio farlo tra fine agosto e metà settembre, ma questo fine settimana ho ancora tempo. Inizio dall’interno eliminando tutti rami secchi (più facili da individuare ora che le foglie son ancora verdi), deboli, danneggiati, che strusciano sugli altri o con angoli strani dalla base senza intaccare il colletto. Poi elimino qualche altro ramo per far passare più aria e luce nell’albero e infine rifilo l’esterno della chioma per contenerla un po’ con tagli di ritorno. Va potato circa un terzo della chioma, speriamo non piova. [email protected] S © RIPRODUZIONE RISERVATA occorra nutrire il corpo ma anche l’anima», ribadisce Rampello, mentre Bottura racconta come questo sia già diventato un progetto pilota: «Ce l’hanno già chiesto da replicare in un quartiere povero di Lima». Una cosa è certa: nessuna spettacolarizzazione, tutto avverrà a porte chiuse. Entrerà solo chi sarà disposto a servire a tavola e aiutare in cucina. Designer inclusi. Silvia Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA «Refettorio Ambrosiano» è l’iniziativa ideata dallo chef Massimo Bottura con Davide Rampello per offrire una mensa, ad alto tasso estetico, per i più bisognosi. Dove l’arredo è stato ideato da designer celebri e i piatti portati in tavola saranno realizzati con il riutilizzo delle eccedenze di cibo dell’Expo. Dal primo giorno di Expo 40 noti chef mondiali si alterneranno ai fornelli del «Refettorio». di don Gino Rigoldi Immagino che accostare la bellezza al servizio ai poveri e agli emarginati possa suscitare qualche perplessità, probabilmente perché il bello non viene annoverato tra i bisogni primari, quasi fosse una forma di lussuoso spreco. È una reazione a prima vista comprensibile. Mi ricorda quella degli apostoli quando hanno visto Maria cospargere i piedi di Gesù «con una libbra di olio profumato di vero nardo». Sembrò loro che con il valore corrispondente a quell’olio si sarebbero potuti comprare molti viveri per i poveri. Ma quell’unguento non era una merce qualsiasi, così come il valore della bellezza è di altra natura rispetto al valore materiale. Genera prima di tutto un sentimento, un piacere interiore che può addirittura elevarci. Credo che in questo caso particolare diventi anche un segno di cura nei confronti degli ospiti che siederanno alla mensa. Sapranno che coloro che li accolgono desiderano non solo offrirgli del cibo, ma anche un luogo piacevole e bello, e capiranno allora che sono ospiti graditi. Ripenso, allora, alla risposta di Gesù ai suoi discepoli: disse loro di lasciarla fare, poiché quell’olio l’avrebbe accompagnato il giorno della sua sepoltura. Certo che a Gesù, il Dio divenuto Uomo, si poteva ben concedere un così delicato trattamento. Quello stesso Gesù, occorre ricordare, che ha voluto identificarsi con gli affamati e gli assetati, con i forestieri, gli ammalati, i carcerati. Per concludere con queste parole rivolte ai suoi discepoli che non l’avevano riconosciuto in quelle vesti: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». © RIPRODUZIONE RISERVATA 40 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera TEMPI LIBERI Abitare Questa è la mia casa Incontri L’«Hyper design» di Keiichi Matsuda dialoga col futuro Designer visionario, classe 1984, Keiichi Matsuda, origini giapponesi e inglesi, sarà il protagonista dell’appuntamento del 14 ottobre di Meet the Media Guru, alla Mediateca Santa Teresa in via della Moscova a Milano. Nel suo ultimo lavoro (Hyper Art) Matsuda esplora, con video e installazioni interattive, la dissoluzione dei confini tra virtuale e fisico, per dare vita a nuovi scenari urbani e spaziali, immaginando un nuovo modo di interagire con il mondo e con gli altri. Augmented (Hyper)Reality è infatti un ciclo di tre film in cui il designer che è anche filmaker racconta e visualizza una serie di ambienti saturati d’informazioni. Per tradurre il senso della realtà aumentata Matsuda ha esplorato gli ambienti connessi anche con installazioni interattive. Come Prism, ospitato nel 2012 al Victoria and Albert Museum di Londra: un prisma sul quale si rifletteva con dati in tempo reale dalla rete dei trasporti come dalle web cam cittadine, il flusso frenetico di turisti, businessman e cittadini londinesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scultore iraniano Bizhan Bassiri ha trasformato un capannone a Chiusi in studio e abitazione Addio colline, in questa grotta industriale i miei Guardiani dialogano con i treni Scenario Davanti al capannone «I guardiani», le imponenti sculture di Bassiri. Una di queste sarà collocata davanti alla Galleria d’arte moderna di Roma l’11 ottobre. A fianco, la casa al primo piano. Sotto, l’artista (Fotoservizio Guaitoli Benvegnù) «H Chi è Bizhan Bassiri (Teheran, 1954) è arrivato a Roma nel 1975. Lavora con alluminio, cartapesta, ferro, bronzo, lava e fotografie. Al centro dei suoi interessi, il fluire magmatico della materia in relazione con lo spazio architettonico Il luogo Chiusi Scalo è una vasta zona industriale e commerciale della cittadina «etrusca» a 82 km a sud di Siena. Chiusi si è anche candidata a diventare sede della nuova stazione ferroviaria prevista sulla linea ad alta velocità Firenze-Roma o capito che in fondo sono un grotticolo», dice Bizhan Bassiri per spiegare la sua casagrotta costruita dentro un capannone. Scultore di opere imponenti che evocano meteoriti, specchi solari, universi in evaporazione, Bassiri ha scoperto un anno fa un magazzino nella zona industriale di Chiusi e ne è rimasto sedotto. Alto come una palazzina di due piani, lungo come un palazzo rinascimentale, l’edificio si trova in mezzo a una mandria di costruzioni simili. Le più vicine ospitano un magazzino per lo stoccaggio dei prodotti alimentari, una vetreria, un laboratorio di zincatura. Tra i capannoni scivolano lenti gli autocarri con rimorchio. A un passo, l’autostrada e la linea dell’alta velocità. È per questo paesaggio che Bassiri ha abbandonato un antico casale sulle verdi colline di Montalcino pettinate a vigne, e lo studio in un vecchio edificio di San Casciano dei Bagni. «Lo trovo molto più stimolante della campagna quattrocentesca di Montalcino. Qui ho scoperto che le mie opere dialogano col paesaggio industriale, esattamente come i quadri di Piero della Francesca si riflettevano nella natura limpida del suo tempo. Questo enorme spazio mi ha dato inoltre la possibilità di unificare casa e laboratorio». Lui l’ha trasformato in una specie di matrioska, riproducendo in miniatura all’interno, su un lato soppalcato, il parallelepipedo della costruzione originale, con un ingresso e un’uscita sui due lati più corti. Per accedere all’abitazione bisogna attraversare il capannone, che si estende su oltre duemila metri quadrati. Si cammina tra sculture alte fino a sei metri, i muletti elettrici per spostarle, i sacchi di gesso per plasmare i modelli di queste opere che sembrano create con rocce grezze di basalto e invece sono in bronzo verniciato di nero. Un’intuizione che l’artista, nato in Persia e arrivato a Roma nel 1975, persegue da una trentina d’anni. Gli venne in mente durante una passeggiata sul Vesuvio: «Avevo trovato il mio interlocutore, una terra dove il tempo era assente, dove il vulcano era una specie di cervello con la lava che si illumina a causa del suo surriscaldarsi, un po’ come avviene per il pensiero». Scrisse il «Manifesto del pensiero magmatico» e cominciò a popolare i musei e le piazze del mondo con queste rocce che sembrano arrivate direttamente dalle profondità dell’universo. Si sale una scala di ferro e si varca una piccola porta rossa. Si entra in casa e la prima sorpresa è il silenzio. La seconda, l’impressione di essere immersi in uno spazio astratto. La penombra avvolge le pareti bianche e spoglie, i pavimenti in cotto trattati a cera color cinabro come si faceva nel Quattrocento, le tende leggere che velano le finestre affacciate dentro il laboratorio, il letto balinese, il tavolo fratino che l’artista ha ricavato da una mangiatoia trovata in una stalla. Casa spartana, il cui unico lusso sono le poltroncine in velluto vermiglio, i tappeti persiani, il bagno turco con i mosaici verdi. «Qui vivo come in apnea, in una sorta di assenza gravitazionale». Sulla facciata esterna una vetrata lunga e stretta inquadra il prato dove l’artista ha messo a dimora le sculture più alte: il Guardiano che verrà collocato davanti alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma per inaugurare, l’11 ottobre, la Giornata del Contemporaneo; l’altro Guardiano che sempre a ottobre andrà a presidiare l’ingresso dell’Agenzia spaziale italiana a Tor Vergata; il Sarcofago che ricalca la forma di isoletta mezzo affogata nel mar Baltico; il Meteorite-Narvalo nato dal corpo della roccia che si attorciglia verso l’alto fino a perdersi. Oltre Ispirazione Oltre il prato sfreccia l’alta velocità. Dentro la sorpresa è il silenzio. «Vivo e lavoro in apnea» il prato, sopra i rami della vegetazione arruffata, sfrecciano i treni dell’alta velocità. Passano ogni sette minuti, lasciandosi dietro un soffio appena. La casa, dice Bassiri, deve essere il luogo della Grazia. Lauretta Colonnelli [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 TEMPI LIBERI Controcopertina Domani a «Il tempo delle donne» Famiglie Ci sono i padri patinati, alla Brad Pitt, che esibiscono una intimità «femminile» con i figli; i padri assenti; i padri-bancomat; i padri esecutori; i padri separati, 4 milioni in Italia. La figura del padre sta mutando e coinvolge il rapporto con le compagne. Cambiare i pannolini ai neonati è «da donna»? Perché in Italia i papà che usufruiscono del congedo parentale sono il 6,9 % e in Norvegia quasi il 100%? Scricchiolano i ruoli rigidi, ma un nuovo modello ancora non c’è. E allora 41 Cambiare i pannolini è poco virile? Viaggio tra i papà che cambiano «Liberi tutti (di trovare nuovi equilibri). Condivisione domestica e nuove paternità», la serata di domani alle 20 al Teatro dell’Arte di Milano. Protagonisti i papà, intervistati o presenti sul palco: come gli scrittori Gianni Biondillo con le figlie, Michele Neri con il figlio, e Angelo Pisani, ex Pali e Dispari, con un monologo sulla sua vita con la piccola Agata. Intervengono i sociologi Lorenzo Todesco e Barbara Mapelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Proust ●Ilperquestionario bambini Scaricare il questionario e la liberatoria (da far firmare ai genitori) dal blog 27esima ora di Corriere.it. Spedirle con foto a proustperbambini @corriere.it Amore A destra l’attrice Shailene Woodley, che interpreta Hazel Grace Lancaster, e Ansel Elgort, che nel film ha il ruolo suo fidanzato, Augustus Waters. Il film «Colpa delle stelle» è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano John Green, campione di incassi Nome Età Dove abiti Che cosa ti piace della tua città E cosa non ti piace Il tuo migliore amico o amica I ragazzi sono cresciuti La prova in un film La scheda ● Il film, diretto da Josh Boone, è stato girato tra Pittsburgh e Amsterdam. Le riprese sono cominciate il 20 agosto 2013. ● La trama riproduce fedelmente l’omonimo libro di John Green nel quale i due giovani, gravemente ammalati di cancro, si incontrano in un centro di autoaiuto per pazienti oncologici Il successo di «Colpa delle stelle» dimostra che morte e malattia (unite all’amore) appassionano davvero gli adolescenti di oggi P rima scena: un pugno nello stomaco. Ma lei è serena, attenta, rapita dal botta e risposta dei due ragazzini, che nella trama del film, al di là di gamba bionica e tubicini nel naso, si stanno innamorando. Vanno al cinema a gruppi di due, tre, quattro, cinque. L’età è compresa fra i 13 e i 17 anni. La malattia sul grande schermo non li ha fermati. Hanno già letto il libro. Sono accorsi in massa a vedere (e rivedere) «Colpa delle stelle», il film già campione di incassi negli Stati Uniti, per poi lanciare e rilanciarsi in Rete frasi e passaggi che ora spopolano sui social network. Perché «non puoi scegliere di non soffrire a questo mondo, però puoi scegliere per chi soffrire». C’era una volta il «Tempo delle mele». Ci sono stati Superman e Batman. C’è stata poi «La febbre del sabato sera». E «Grease», «Top Gun»... Ricordiamo il tempo dei pigiama party a guardare «Dirty dancing». Eravamo più superficiali, noi, un tempo? Mentre i genitori si affannano a alleggerire loro la vita, le nuove generazioni stanno dicendo, con le loro scelte cinematografiche, televisive e letterarie, che hanno bisogno di valori forti, che non sono cinici. Che, forse, sono davvero cresciuti. «Un tempo i ragazzi vegliavano i defunti. Poi noi adulti abbiamo relegato alla sotto-cultura medicale la malattia e la morte, temi che appassionano gli adolescenti, perché riguardano il corpo, che loro stanno scoprendo. Libri e film ora ne parlano? Bene», commenta lo psichiatra e psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet, responsabile del Consultorio gratuito per adolescenti dell’Istituto Minotauro e Il difetto dei tuoi genitori L’ultima volta che hai pianto Vacanze preferite della Comunità per adolescenti del Caf Onlus di Milano. «È anche vero che questi ragazzi sono cresciuti in famiglie affettive, che li hanno abituati a vivere e condividere le emozioni, belle o brutte», aggiunge Laura Turuani, che con Pietropolli Charmet ha scritto per Bur «Narciso innamorato» (presentato oggi alla Triennale di Milano all’interno de «Il Tempo delle Donne»). «Non so se siano più maturi. Ma hanno sicuramente, anche grazie a Internet, una più ampia cultura musicale e ●Tendenze di Costanza Rizzacasa d’Orsogna Come gli uomini parlano d’amore Un matrimonio non finisce mai per un’infedeltà. Quello è un sintomo che qualcos’altro non va. Ah, sì? Beh, quel sintomo si sc**a mia moglie! (Bruno Kirby e Billy Crystal, mentre fanno la ola alla partita di football; Harry, ti presento Sally). C’era cascata pure Nora Ephron, il che la dice lunga sulla coriaceità dello stereotipo. Dagli anni ‘80 e ancora oggi, nelle romantic comedy, i maschi parlano d’amore tra di loro solo quando fanno sport, o almeno lo guardano. Slate ne ha fatto un montaggio esilarante: 35 anni di scene giustapposte, dallo squash di Woody Allen in Manhattan al ping pong di Ben Stone in Molto incinta. Perché se l’uomo affronta le emozioni è uno sfigato. Parlar di sentimenti è lecito solo se allo stesso tempo si rassicura il maschio sui propri attributi: Il tuo difetto mazza da baseball in mano e amici che dispensano consigli di virilità. Cliché secondo solo a quello che vede due donne lamentare la fatica di trovarsi un fidanzato mentre provano vestiti — e stando all’allarme del Pew Research sulla penuria di maschi da sposare chissà che gli sceneggiatori non abbiano ragione. E più la crisi del maschio moderno si acutizza, più al cinema lo sport diventa audace: in A casa con i suoi, Bradley Cooper e Matthew McConaughey riescono a discutere d’amore arrampicandosi mani nude sulle rocce. Non fermerà il luogo comune un film che finalmente ne fa la parodia. «Sai che c’è, avete ragione», ironizza Paul Rudd nell’altresì dimenticabile They came together. «Vado a chiederle la mano». E va da sé sbaglia canestro. © RIPRODUZIONE RISERVATA cinematografica. E sono abituati — dice Turuani — a vedere la malattia: più diffusa e non più nascosta dagli adulti». «Ciascuno di noi ha già vissuto un’esperienza, vicina o lontana, di cancro», conferma Marta, 15 anni, che ha superato quello della mamma assieme a lei. Nessuna impressione a riviverlo sullo schermo. «Se vedi un protagonista in difficoltà pensi alla svolta, e ti appassioni. Non è masochismo. Ogni tanto è bello sfogarsi con un film», dice Marcello, 14 anni tra pochi giorni. «Colpa delle stelle», comunque, è soprattutto una storia d’amore. Il protagonista maschile non è un bello-impossibile, dannato e ribelle. Ma un ragazzo normale (al di là della malattia), che piace perché «capace di accettare e affrontare qualsiasi realtà. E sorridere sempre», spiega Francesca, 13 anni, che ha visto il film tre volte. «È la proiezione dell’amore che cerchiamo nella realtà», confessano Giulia e Martina. Sognatrici quando ne vale la pena. «Oggi l’amore adolescenziale è un pezzo di strada condiviso — dice Pietropolli Charmet — che aiuta a crescere e risolvere i problemi della quotidianità». E August che continua a dire a Hazel «quanto sei bella» senza neanche vedere i tubicini dell’ossigeno smonta qualsiasi insicurezza. La frase del cuore? «Grazie per avermi donato questo piccolo infinito». Ebbene sì: faticano a ammetterlo, ma all’amore eterno credono. Almeno finché dura. «Speriamo di essere più bravi dei nostri genitori. Più fedeli, disposti a fare ciascuno la propria parte», suggerisce Francesca. L’amore romantico non era finito? Più concreto. Più realistico. «Ma l’amore vero — dice Giorgia per tutti — lo stiamo aspettando. Che si faccia avanti». Caterina Ruggi d’Aragona © RIPRODUZIONE RISERVATA Colore preferito Animale preferito Che cosa ti rende triste Che cosa non ti piace fare Che cosa ti fa paura Cosa vorresti fare da grande Libro o film preferito Gioco preferito I nomi che ti piacciono di più Bevanda preferita Piatto preferito Il tuo eroe o eroina Il peluche con cui dormi 42 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 43 44 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 Economia bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Õæ±Éz`ÐÉ ¤`pp° e Þ kÅ ¤É±æ|æ`¤Ð æ`zÊ° e "@Åb@¶ |±|pÉ`Êæ æ`|É° e /G, zææ ¤±ÉÕ`ÐÕ æ`ÐÕ° e bÂ@ ʱÊ|`Ð æ`¤z° e Â@XxÂÎk ±|æ`zz æ`Õæ° ,@Â~® @X|æ¯ |±Ð|`Éz æ`¤° e !@bÂb ¤æ±pz¤`|æ æ`Êа e 1®"k¯ ¤Ê±ÕÕ`pÊ æ`pp° @N ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤`ÕÉÐÕ ¤Ðp`Ðææ æ`ÉpæÉ ¤`Õæɤ b@ àk ÅÎkÂk x± Åݱ æ`¤z° æ`æа æ`æа æ`æ|° e e e 1Î b /Î@Î 1Î kb± ά ¤|¤zˤÕË¤Ê -×α .kb± kxx± ÕÊæ kÎÎ ° ¤`zææ° ¤æÕ`ÕÕ æ`Ðæ ά ¤|æ¤Ëæpˤ ¤`zææ° ¤æÕ`Õ| æ`p| ά pæ¤Ë¤¤ËÕ z`Õzæ° ¤ÕÉ`Êz Õ`|¤ ά ¤Ðæ¤ËæË|| |`Ézæ° ¤Õæ`ÊÐ Ð`¤¤ La Lente di Rita Querzè Il settore pubblico paga in ritardo Le aziende edili tagliano il lavoro I l nesso causa-effetto è lineare. Nel primo semestre 2014, l’81% delle imprese edili ha registrato ancora ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Di conseguenza, il 53% di queste ha ridotto gli investimenti. E il 36% ha dovuto tagliare il numero dei dipendenti. Questa la fotografia della situazione mostrata ieri dal presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, durante un’audizione alla Camera. Secondo le stime dell’associazione, le aziende edili aspettano ancora dalla pubblica amministrazione circa 10 miliardi di euro. Secondo l’Ance, lo Sblocca Italia non ha rilanciato il settore. Perciò l’associazione chiede investimenti in infrastrutture (scuole, strade, ferrovie) nella legge di Stabilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA 45 Dopo rivalutazione e limite al 3% al possesso azionario Bankitalia prepara il mercato per le sue quote La Banca d’Italia sta studiando la piattaforma per la negoziazione delle quote di Via Nazionale possedute in eccesso dalle banche socie, in prima fila Intesa Sanpaolo (42%) e Unicredit (22%). Il dossier è in mano al direttore generale, Salvatore Rossi. Coinvolti al tavolo tecnico i responsabili di Abi, Ania, Acri e associazioni dei fondi pensione: banche, assicurazioni, fondi e fondazioni sono i soggetti titolati ad acquisire quote di Bankitalia, dopo la riforma che ne ha consentito la rivalutazione a 7,5 miliardi. L’obiettivo è elaborare un sistema per rendere «liquido e trasparente» il mercato delle quote. Il limite azionario è fissato al 3%. F. Mas. © RIPRODUZIONE RISERVATA Telecom, sì a Martinez Addio all’Argentina Due anni per l’acquisto definitivo. Intesa entro ottobre MILANO La trattativa per la vendi- ta di Telecom Argentina resta aperta. L’accordo con la Fintech di David Martinez Guzman — firmato a novembre dell’anno scorso a fronte di un’offerta da 960 milioni di dollari per la controllata di Buenos Aires — , è stato prorogato ieri dal consiglio di Telecom Italia, che ha deciso di accettare la richiesta del finanziere messicano ed estendere fino al 24 ottobre la trattativa. Entro questa data, in base al mandato conferito all’amministratore delegato Marco Patuano, Telecom e Fintech dovranno trovare un accordo che consenta a Martinez di avere più tempo per risolvere le questioni Antitrust a Buenos Aires, che al momento non consentono il passaggio di controllo di Telecom Argentina per l’incrocio che ci sarebbe con la tv via cavo del Clarin, di cui la finanziaria argentina ha il 40%. Telecom Italia chiederà delle garanzie per accettare la proposta di Fintech, che per sbloccare l’impasse vorrebbe procedere a una sorta di acquisto «a tempo» con un’opzione per recedere entro due anni qualora non arrivasse il via libera Antitrust. Condizioni che verranno verificate nei prossimi 30 giorni. Oltre che di Argentina ieri il board di Telecom ha parlato anche di Brasile. La riunione era la prima dopo il nulla di fatto su Gvt. L’opzione Oi, ossia il possibile acquisto della compagnia telefonica brasiliana leader nella linea fissa, non sarebbe stata oggetto di discussione, anche se le spinte perchè Telecom apra il dossier sono forti, anche all’intero della stessa azienda. Un aggiornamento sarebbe stato fatto ● Generali sorpassa Axa di Fabio Savelli Il titolo in Borsa Ieri +1,41% 16,56 euro anche sul progetto della newco in cui conferire le torri di trasmissione, con la conferma della volontà di quotare poi la società in Borsa. Intanto si sta infittendo il mistero sull’interesse di Solomon «Sol» Trujillo per Telecom dopo che giovedì l’agenzia Bloomberg ha parlato di un’offerta da 7,5 miliardi per entrare nel gruppo telefonico. «Una proposta che forse viene da Disneyland — ha commentato ieri Tarak ben Ammar uscendo dal consiglio Telecom —, nel senso che non sappiamo niente, non la conosciamo, non ci ha contattato». Il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar, ha detto ieri di aver incontrato Trujillo «così come vedo tanti altri», senza specificare il motivo dell’incontro. E si è scoperto che il manager americano è stato anche vicino a Naguib Sawiris, la cui ombra da tempo aleggia attorno a Telecom. Il braccio destro dell’imprenditore egiziano, Khaled Bishara, ieri a Milano per Trujillo a Palazzo Chigi L’incontro di Trujillo con il vicesegretario di Palazzo Chigi, Tiscar e i legami con Sawiris 16,525 16,469 16,413 16,357 16,301 16,245 10 11 12 13 15 16 17 d’Arco G enerali sostituisce Axa nella lista dei preferiti di Bank of America Merrill Lynch. Il Leone balza in testa nell’indice dei titoli assicurativi europei per la migliore crescita del Roe (return on equity), cioè la redditività del capitale proprio, che sotto la gestione del ceo Mario Greco è fissato al 13% entro il 2015. la presentazione dell’Ipo di Italiaonline, ha raccontato che Trujillo lavorò insieme a Orascom sul dossier Wind e ha confermato che su Telecom «l’interesse resta». «Ben venga chi porta soldi — ha tagliato corto ben Ammar, che con Sawiris ha interessi comuni e un’alleanza in Quinta Communication Italia — ma Telecom non è in vendita». Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA Il manager passa a Janus Capital Il «re dei bond» Gross lascia Pimco E scuote il gigante delle polizze Allianz MILANO Terremoto ai piani alti e in Borsa a proposito di Pimco, una delle più grandi società di investimenti obbligazionari al mondo: si è dimesso «e lascerà la società con effetto immediato» il co-fondatore e direttore degli investimenti Bill Gross, soprannominato il «re dei bond» e arrivato a gestire ben 1.900 miliardi di dollari, all’incirca quanto il Pil italiano. Sui listini le reazioni, nelle ore successive alla nota ufficiale, sono state notevoli: a Francoforte Allianz, la controllante di Pimco, ha perso il 6%; e negli Stati Uniti durante le contrattazioni Janus Capital — la concorrente di Pimco dove andrà a lavorare Gross — ha guadagnato oltre il 30%. Sul mercato è stato indicato come successore all’incarico di direttore degli investimenti Ex vertici Mohamed El-Erian (a sinistra) e Bill Gross Daniel Ivascyn, che fino ad ora è stato il vice dello stesso ruolo. Solo pochi giorni fa Pimco era finita sotto la lente della Sec, l’Autorità di vigilanza della Borsa Usa, perché sospettata di aver gonfiato i rendimenti di uno dei suoi fondi. Accuse respinte dalla società. E all’inizio dell’anno era stato Mohamed El-Erian, allora Ceo, a dimettersi da Pimco. I cui vertici ieri, pur esprimendo «riconoscenza» a Gross, hanno parlato di «differenze sempre più marcate» tra la leadership della società e il suo co-fondatore. E probabilmente non hanno aiutato i riscatti miliardari dal fondo principale, il «Total Return». Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Stress test Il Fondo bacchetta le banche italiane Ma in Germania? di Fausta Chiesa «N on abbiamo bisogno che il Fondo monetario internazionale si occupi di noi perché ce ne stiamo occupando noi. Piuttosto forse sarebbe meglio a occuparsi delle banche tedesche che non sono sotto controllo Bce». Non le ha mandate a dire il presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri Giuseppe Guzzetti al Fmi, che ha dedicato un Working paper a come «riformare la corporate governance delle banche italiane» ed è stato critico verso i grandi istituti popolari e le fondazioni. «Sebbene le banche italiane abbiano compiuto progressi nel migliorare la governance aziendale, altrettanto deve essere fatto». Il fondo guidato da Christine Lagarde ha incitato, tra l’altro, a rafforzare la supervisione delle fondazioni quando sono azioniste di controllo e a facilitare la trasformazione delle grandi popolari in società per azioni. Cosa, quest’ultima, che sta facendo anche la Banca d’Italia. Per gli analisti di Washington soprattutto le Fondazioni bancarie e le grandi banche popolari presentano «specifiche sfide per la corporate governance». Le fondazioni «sono soggette all’influenza politica» che rischia di condizionare le nomine dei corpi decisionali e le attività. «Diverse fondazioni inoltre presentano una posizione finanziaria indebolita» e presentano limiti «nelle responsabilità interne e nella vigilanza esterna». Sul fronte delle popolari, «le restrizioni imposte al possesso azionario e all’esercizio dei diritti di voto (una testa un voto) indeboliscono la valutazione di mercato e la capacità di raccogliere capitale». 46 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera ECONOMIA Valdis Dombrovskis, vicepresidente Ue in pectore «Rimpiazzeremo la Troika, ora una struttura democratica» Energia Il petrolio risale a 93 dollari «Rivedere il ruolo della Troika, inclusa la possibilità di rimpiazzarla con una struttura che abbia maggiore legittimità democratica, basata su istituzioni Ue con controllo parlamentare sia nazionale sia europeo»: è una delle priorità del vicepresidente designato per l’euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis (nella foto). «Cercherò di capire come accelerare le riforme strutturali, riflettendo su come aumentare l’impegno Dopo due settimane di stabilità dei prezzi, ieri le quotazioni del petrolio hanno chiuso in rialzo: a New York, sulla scia della revisione al rialzo del Pil statunitense, il light crude Wti ha guadagnato 1,01 dollari salendo a 93,54 dollari al barile. A Londra, alle 18, il Brent viaggiava intorno a quota 96,7 dollari, in calo di circa 30 centesimi rispetto a giovedì. degli Stati e guardando alla possibilità di incentivi finanziari aggiuntivi», ha aggiunto Dombrovskis , uno dei tre responsabili dell’economia europea, insieme a Jyrki Katainen e al francese Pierre Moscovici, Ribadita comunque la linea dell’attento rispetto delle regole, ma allo stesso tempo i commissari promettono di aiutare i Paesi a combattere disoccupazione e scarsa crescita. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità, detrazioni Irpef solo ai redditi più bassi Stato, tetto ai prezzi su buoni pasto e spese per le pulizie ROMA I nuovi sgravi Irap allo stu- dio del governo potrebbero essere legati all’avvio della riforma del mercato del lavoro. L’ipotesi sarebbe quella di destinare le agevolazioni alle imprese che assumono con i nuovi contratti a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Sempre per le imprese si starebbe studiando il rafforzamento dell’Ace, il meccanismo che aiuta la capitalizzazione, mentre sembra difficile un’estensione della platea dei beneficiari del bonus Irpef, e perde quota anche l’idea di inserire in busta paga una parte del Tfr. Sul fronte dei tagli, pubblicati ieri i nuovi prezzi «benchmark» della Consip per gli acquisti dei beni e servizi della pubblica amministrazione, si starebbero valutando i possibili risparmi sulla sanità con l’introduzione di un parametro di reddito per la detrazione Irpef del 19% delle spese. Nel weekend i tecnici del ministero dell’Economia, insieme all’Ufficio parlamentare di Bilancio, definiran- ● Collocamento da 7 miliardi di Giovanni Stringa Il risveglio dei tassi L’asta dei Bot a 6 mesi IL RAPPORTO TRA DOMANDA DEGLI INVESTITORI E OFFERTA I RENDIMENTI Asta del 29 luglio 0,236% Asta del 29 luglio Asta del 27 agosto 0,136% Asta del 27 agosto Ieri 0,232% Ieri 0 0,05 0,15 7 miliardi i titoli venduti 0,25 1,75 1,63 1,85 0 0,5 1,0 1,5 2,0 13 miliardi gli ordini d’Arco I l Tesoro ha collocato tutti i 7 miliardi di euro di Bot a 6 mesi in asta ieri, con un tasso in rialzo allo 0,232% dal minimo storico dello 0,136% di agosto. La domanda da 13 miliardi ha alzato il rapporto di copertura a 1,85 da 1,63. E lunedì sarà il turno dei Btp a 5 e 10 anni fino a 5,5 miliardi. In programma, sempre dopodomani, c’è anche un’asta di Ccteu da 3 miliardi. Così il Tesoro punta a «incassare i dividendi» dei minitassi: perché — per quanto in salita, quasi in raddoppio i semestrali — i valori restano storicamente molto bassi. E molto allettanti per lo Stato-debitore. no il nuovo quadro di previsioni su cui costruire la legge di bilancio 2015. La nota di aggiornamento al Def arriverà difficilmente prima di mercoledì in Consiglio dei ministri, e conterrà, oltre al quadro macroeconomico tendenziale, anche gli obiettivi programmatici, cioè gli effetti delle misure che saranno adottate con la legge di Stabilità, entro il 15 ottobre. La nuova caduta del prodotto interno lordo dovrebbe spingere l’esecutivo a rinviare il pareggio effettivo di bilancio al 2017, evitando una manovra correttiva pesante nel prossimo anno: su una manovra lorda da poco più di 20 miliardi, per la riduzione del deficit sarebbero destinati circa 4 miliardi. Il bonus di 80 euro sarà confermato, ma molto difficilmente allargato a partite Iva o ai pensionati. Anche se i dati Inps-Istat confermano che in molte regioni, soprattutto del Sud, la pensione è tra le principali fonti di reddito (in Calabria arrivano al 21,8% del pil). Nel 2012 la spesa per le pensioni è cresciuta dell’1,8% a 270 miliardi. In media le più elevate sono in Lazio (19.163 euro), le più basse in Basilicata (13.858 euro). Nel Nordovest le pensioni di vecchiaia sono il 60%, quelle assistenziali il 13%. Nelle isole quelle di vecchiaia non arrivano al 40% del totale, e quelle assistenziali giungono al 27,7%. Mario Sensini IN BREVE SPENDING REVIEW Fondazione Carige dimezza il numero dei consiglieri Fondazione Carige dimezzerà il numero dei consiglieri di amministrazione (oggi 10) e del consiglio di indirizzo (26) e nominerà un solo vicepresidente. Le modifiche alla governance saranno contenute nel nuovo statuto. Dal 2016 si stima un calo di costi di 230 mila euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA GRANDE DISTRIBUZIONE Dopo l’intervento Antitrust stop alla Centrale Italiana La centrale d’acquisto creata da Coop, Despar, Il Gigante, Disco Verde e Sigma per spuntare buone condizioni dai fornitori si scioglie per l’intervento Antitrust. L’Autorità ritiene che lo stop alla Centrale Italiana e gli altri impegni «siano idonei a rimuovere le preoccupazioni concorrenziali». © RIPRODUZIONE RISERVATA COINVOLTO ANCHE L’EX REVISORE PWC Banche Marche, piccoli azionisti contro 31 ex amministratori Due associazioni di piccoli azionisti di Banca Marche, in dissesto e commissariata da Bankitalia, hanno avviato l’azione risarcitoria contro 31 ex amministratori, in carica tra il 2006 e il 2012, e contro la società di revisione dell’epoca, Pwc. Le lettere di diffida sono già partite. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA design R&S Euromobil e Roberto Gobbo gruppoeuromobil.com CREATIVITÀ, COLORE E GUSTO ECO-FRIENDLY. Cucina FiloLain33. Termostrutturato olmo NT cortex, ecolaccato cashmere e zafferano. 100% Made in Italy LIVINGANDCOOKING Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 ECONOMIA Mediobanca A ventisei anni nel consiglio della principale banca d’affari italiana: è il destino di Marie Bolloré, figlia di Vincent (foto), finanziere e industriale bretone che con il 7,5% è il secondo socio di Piazzetta Cuccia dopo Unicredit (all’8,76%). Il padre dovrebbe presentarla agli altri soci di Mediobanca alla riunione del patto di sindacato (che controlla il 30% dell’istituto) di lunedì 29 in vista dell’assemblea del 28 ottobre. Laurea in gestione all’Università Paris IX-Dauphine e due master, Marie Bolloré rappresenta la settima generazione della Marie Bolloré a 26 anni nel board di Piazzetta Cuccia ● Il caso Quegli ascensori (pubblici e privati) che l’Ue non voleva di Lorenzo Salvia E finalmente anche in Italia gli ascensori sono tutti uguali. Merito di un decreto che il governo ha appena trasmesso al Parlamento per chiudere una procedura d’infrazione voluta dall’Unione Europea. Non quella per eccesso di deficit (abbiamo già dato) ma quella per eccesso di regole nello strategico settore della messa in esercizio di montacarichi e affini. Per gli amanti del genere codici e codicilli, la storia inizia 20 anni fa, quando Bruxelles tira fuori una direttiva per il «riavvicinamento delle legislazioni relative agli ascensori». Era proprio necessaria ? Forse ma nel dubbio noi non ci siamo riavvicinati. Ancora adesso, in Italia, ci sono due sistemi di regole: uno più semplice e meno costoso per i palazzi privati, uno più complicato e più caro per gli edifici pubblici. Un doppio binario non previsto dalla direttiva, che ha portato alla procedura d’infrazione. Con il decreto ministeriale arrivato in Parlamento alziamo bandiera bianca: come già previsto per i cittadini, anche tutti gli ascensori sono uguali davanti alla legge. Ma non è stato mica semplice. Vista la rilevanza internazionale della materia, è intervenuto pure l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini che, nel suo ruolo di consigliere di Stato, ha firmato il parere sul decreto. Poi c’è stato il passaggio nella Conferenza Stato-Regioni, adesso si attende il via libera delle commissioni parlamentari. Si dice che davanti alla crisi ci voglia più Europa. Dipende da che Europa. E da che Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA dinastia, e dal 2011 siede in vari consigli del gruppo francese, principalmente quelli della holding Financiere de l’Odet e della Bolloré, che le hanno fatto acquisire i requisiti. Sarà tra le più giovani amministratrici di banca in Italia. Tra i 18 consiglieri dell’istituto ci saranno altre quattro donne: Elisabetta Magistretti e Maurizia Comneno (Unicredit), la responsabile delle risorse umane di Mediobanca, Alexandra Young (foto), e Vanessa Labarenne, anch’essa indicata da Bolloré. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Difficile togliere l’embargo a Mosca» Guidi martedì in Parlamento. Ma Snaidero: l’export dell’arredo da solo vale un miliardo C’è molta attesa per l’intervento che il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi pronuncerà al Senato tra pochi giorni (il 30 settembre) sulla controversa questione delle sanzioni commerciali applicate dalla Ue alla Russia e dei riflessi (negativi) che stanno creando per l’industria italiana. Da giorni prosegue il pressing delle associazioni di categoria della Confindustria per chiedere un ripensamento da parte del governo. Ieri si è aggiunto il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che rappresenta comunque un settore non direttamente coinvolto dalle sanzioni. Eppure Snaidero ha parlato di «segnali preoccupanti» che potrebbero mettere in difficoltà migliaia di imprese italiane che hanno «nel mercato russo un punto di riferimento forte». Procrastinare questa situazione in Russia rischia di rovinare, secondo Snaidero, «un mercato che vale solo per l’arredamento made in Italy più di un miliardo di euro». A Torino giovedì 25 si è tenuta persino un’iniziativa pubblica alla quale ha partecipato anche l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, che ha avvertito le imprese italiane presenti sul rischio «di perdere mercato da noi». Non è un mistero del resto che alcuni Paesi (segnatamente la Turchia) stanno cercando di approfittare della situazione per aprirsi nuovi spazi di mercato. Così come è stato segnalato il pericolo che la mancanza di prodotti importati dall’Italia aiuti il varo di nuove iniziative di italian sounding, se non di vera e propria contraffazione dei nostri prodotti di marca. La linea che il ministro Guidi terrà in Parlamento punta in primo luogo a ridimensionare l’allarme lanciato dalle associazioni di categoria. Le prime stime elaborate dal ministero per il solo settore agroalimentare — il più esposto — parlano per il 2014 di mancate esportazioni italiane per circa 100 milioni. In caso di prolungamento delle sanzioni anche Gli investimenti di Pechino in Italia Ansaldo, la vendita ora entra nel vivo La cordata cinese pronta alla maxiofferta La gara per la vendita di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts sta entrando nel vivo. E una delle offerte, che si annuncia generosa, sarà con ogni probabilità di una cordata di due società cinesi. Il problema è che negli ultimi mesi gli investimenti di Pechino in Italia hanno superato i 5 miliardi di euro e c’è chi sta storcendo il naso. Un rapporto del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, preparato per la Presidenza del consiglio, ha sottolineato i rischi dell’entrata massiccia delle società cinesi sul mercato italiano. La prudenza è comprensibile, ma recita soltanto una parte nella commedia e vanno messe al 47 primo posto due priorità: valorizzare al meglio gli asset che siamo costretti a sacrificare e garantire le opportunità migliori sia ai dipendenti delle aziende sia all’indotto e al Paese. Ecco perché, se l’offerta cinese sarà davvero vantaggiosa, ben venga. Gli effetti potranno risultare molto positivi, come sta dimostrando l’esperienza di Ansaldo Energia che, proprio grazie all’entrata del socio cinese e alle commesse portate in dote, sta ritrovando nuovo slancio, affiancata dal Fondo strategico. Chiedere, per saperne di più, ai 100 giovani ingegneri di cui è prevista l’assunzione a Genova. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA nel 2015 la cifra però potrebbe più che raddoppiare. Per il pellame stime analoghe si fermano poco oltre i 20 milioni di euro. Ma al di là della ricognizione sulle quantità la linea del governo sarà netta: non ci sono assolutamente le condizioni perché l’Italia possa rompere unilateralmente l’embargo e la solidarietà occidentale. Roma può fare sicuramente altre cose come implementare in tempi utili le procedure di aiuto ai settori che stanno pagando i prezzi maggiori e può alzare il livello del pressing diplomatico nei confronti della Interscambio Italia-Russia Gennaio-Giugno (valori in milioni di euro) I valori delle esportazioni per i settori più significativi (migliaia di euro) 10.000 Gen-Giu 2013 8.000 6.000 +10% -9% 4.000 2.000 0 Esportazioni Importazioni 2013 2014 Fonte: Elaborazioni Ice su dati Istat Gen-Giu 2014 Macchinari 1.183.676 1.141.422 industriali Articoli 523.747 483.955 abbigliamento Calzature 320.901 251.515 Mobili 301.957 291.467 Autoveicoli 219.889 128.119 d’Arco Turchia e gli altri Paesi che vogliono sostituirsi al prodotto italiano. Ovviamente poi tutti confidano che la crisi russoucraina abbia un’evoluzione positiva e di conseguenza si possano rivedere le misure decise ad agosto. Va aggiunto che in parallelo il ministero dello Sviluppo economico punta ad accelerare il piano export già predisposto per gli Usa, non ultimo per tentare in questo modo di controbilanciare le perdite subite dalle aziende italiane in Russia. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 48 AUTISTA, srilankese, 53enne, aiuto cuoco, addetto pulizie, esperienza Italia, Francia offresi a Milano. 333.49.23.845 COPPIA srilankese offresi come custodi domestici in villa, portineria, patente, esperienza. 329.33.17.621 CUOCO -maggiordomo e cameriera offresi per Italia ed estero [email protected] - cell.: 333.35.70.745 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 IGNORA bella presenza diplomata occuperebbesi come dama di compagnia tempo parziale, automunita, massima serietà. 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CGM Opport Global AZ F. CGM Opport Gov Bd AZ F. Commodity Trading AZ F. Conservative AZ F. Core Brands ACC AZ F. Core Brands DIS AZ F. Corporate Premium ACC AZ F. Corporate Premium DIS AZ F. Dividend Premium ACC AZ F. Dividend Premium DIS AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic ACC AZ F. European Dynamic DIS AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Absolute ACC AZ F. Formula 1 Absolute DIS AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS AZ F. Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income Data Valuta Quota/od. 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 29/08 29/08 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 6,496 5,682 3,925 6,621 5,636 5,633 5,732 5,391 5,852 5,125 6,442 3,224 5,206 5,239 5,238 3,406 5,413 5,401 5,598 5,524 4,835 6,183 5,626 5,023 4,515 4,218 5,339 5,197 5,387 5,223 6,390 5,859 4,759 4,421 5,606 5,567 3,460 3,458 4,962 4,778 6,202 5,019 4,465 7,047 6,475 5,339 5,243 5,378 5,145 5,341 6,306 5,100 4,972 6,203 5,748 6,042 5,168 5,168 6,605 5,754 Quota/pre. Nome 6,485 5,677 3,892 6,613 5,623 5,620 5,725 5,385 5,819 5,096 6,417 3,196 5,207 5,221 5,220 3,378 5,363 5,349 5,597 5,523 4,830 6,167 5,611 5,009 4,495 4,199 5,316 5,174 5,392 5,229 6,385 5,855 4,736 4,399 5,595 5,556 3,426 3,423 4,948 4,765 6,189 5,036 4,465 7,033 6,462 5,326 5,220 5,359 5,105 5,339 6,306 5,108 4,980 6,197 5,743 6,028 5,155 5,155 6,588 5,729 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Active Dollar Bond A Active Emerging Credit A Active Emerging Credit B Active European Credit A Active European Credit B Active European Equity A Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 23/09 23/09 17/09 17/09 17/09 23/09 23/09 23/09 USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1526,252 1676,700 1611,640 1458,601 1394,884 1412,931 1335,263 1240,271 1197,422 119,676 119,494 78,333 81,614 104,642 1080,999 1175,349 1030,490 24/09 25/09 25/09 EUR EUR EUR 53,570 98,050 925,980 25/09 25/09 25/09 17/09 25/09 24/09 EUR JPY USD EUR EUR EUR 120,060 9308,610 171,040 5505,960 106,500 10584,710 1525,956 1674,222 1609,275 1459,773 1396,021 1409,393 1331,939 1240,325 1197,486 120,094 119,909 79,182 82,488 104,694 1081,301 1182,485 1032,656 Data ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 Valuta 19/09 29/08 29/08 29/08 30/06 Quota/od. 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Cap P KIS - Target 2014 X 25/09 24/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 24/09 24/09 24/09 24/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 127,740 103,860 103,600 107,220 133,300 132,610 136,320 139,330 154,580 113,490 116,530 117,510 123,000 125,280 125,250 96,670 101,560 100,260 128,930 103,760 103,600 107,220 133,910 133,090 136,760 139,780 154,310 113,290 116,330 117,330 123,370 125,650 125,550 97,360 102,290 100,260 25/09 25/09 25/09 24/09 24/09 24/09 24/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 52,820 62,310 59,870 62,750 61,280 63,870 61,610 57,970 45,200 67,170 64,630 60,240 48,130 53,300 62,480 59,780 62,740 61,260 63,910 61,540 57,960 45,650 66,830 64,420 60,160 48,780 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,278 108,898 115,838 115,158 24,765 5,757 120,519 9233,892 13,163 109,376 115,807 115,966 24,783 5,770 120,796 9236,432 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD 25,240 16,210 14,430 14,040 14,460 10,335 15,030 14,710 9,215 12,659 17,011 12,841 11,041 5,844 5,728 60,780 15,130 11,538 43,360 10,527 13,088 11,877 47,720 35,160 3308,000 18,170 16,400 12,030 19,170 13,800 14,870 14,140 10,801 10,299 14,290 11,718 10,443 33,210 31,750 25/09 25/09 25/09 EUR EUR EUR 109,350 113,190 150,930 Tel: 02 77718.1 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 10,951 5,827 5,417 6,693 7,333 EUR EUR EUR EUR EUR 873974,630 570591,037 589705,032 536171,250 6,815 10,371 283,670 199,460 200,990 174,390 124,630 129,100 127,610 132,450 134,820 175,390 121,990 124,370 130,640 128,630 124,500 127,110 Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 25/09 115,030 PS - Absolute Return A EUR 25/09 121,490 PS - Absolute Return B EUR 25/09 110,630 PS - Algo Flex A EUR 25/09 105,870 PS - Algo Flex B EUR 25/09 86,750 PS - BeFlexible A EUR 25/09 85,280 PS - BeFlexible C USD 23/09 102,640 PS - Best Global Managers A EUR 23/09 106,740 PS - Best Global Managers B EUR 25/09 111,170 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 25/09 164,520 PS - Bond Opportunities A EUR 25/09 122,810 PS - Bond Opportunities B EUR 25/09 102,530 PS - Bond Opportunities C USD 23/09 123,010 PS - EOS A EUR 25/09 93,950 PS - Equilibrium A EUR 25/09 99,090 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 25/09 101,620 PS - Global Dynamic Opp A EUR 25/09 102,210 PS - Global Dynamic Opp B EUR 25/09 117,230 PS - Inter. Equity Quant A EUR 25/09 119,850 PS - Inter. Equity Quant B EUR 25/09 125,330 PS - Liquidity A EUR 25/09 100,550 PS - Liquidity B USD 25/09 98,170 PS - Opportunistic Growth A EUR 25/09 103,990 PS - Opportunistic Growth B EUR 23/09 99,570 PS - Prestige A EUR 23/09 104,050 PS - Quintessenza A EUR 23/09 108,720 PS - Target A EUR 23/09 108,870 PS - Target B EUR 23/09 104,860 PS - Target C USD 23/09 109,400 PS - Titan Aggressive A EUR 25/09 102,420 PS - Total Return A EUR 25/09 96,320 PS - Total Return B EUR 25/09 112,800 PS - Valeur Income A EUR 23/09 107,210 PS - Value A EUR 23/09 109,580 PS - Value B EUR 23/09 104,920 PS - Value C USD 114,900 121,350 110,190 105,440 86,810 85,340 102,610 106,690 111,260 164,550 122,830 102,560 123,790 94,110 99,240 101,080 101,700 116,130 118,730 125,340 100,560 98,320 104,140 100,750 104,130 108,490 108,630 104,610 109,590 102,500 96,390 112,660 106,900 109,260 104,570 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 25/09 103,280 103,400 Orazio Conservative A EUR 25/09 103,980 104,580 Sparta Agressive A EUR 25/09 161,030 163,700 EUR 25,420 WM Biotech A 16,330 WM Biotech I 25/09 1644,830 1672,030 EUR 14,540 14,150 14,530 10,353 15,000 14,716 9,219 12,671 17,012 www.newmillenniumsicav.com 12,842 11,039 Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 5,838 25/09 192,400 192,540 EUR 5,735 NM Augustum Corp Bd A 60,670 NM Augustum High Qual Bd A 25/09 146,490 146,520 EUR 15,100 NM Balanced World Cons A 25/09 138,140 138,220 EUR 11,543 NM Euro Bonds Short Term A 25/09 139,460 139,420 EUR 43,060 NM Euro Equities A 25/09 48,240 48,780 EUR 10,495 NM Global Equities EUR hdg A 25/09 73,900 74,900 EUR 13,088 NM Inflation Linked Bond Europe A 25/09 106,540 106,490 EUR 11,877 NM Italian Diversified Bond A 25/09 112,110 112,230 EUR 47,630 25/09 114,750 114,860 EUR 35,290 NM Italian Diversified Bond I 25/09 137,660 137,610 EUR 3269,000 NM Large Europe Corp A 25/09 105,970 105,970 EUR 17,930 NM Market Timing A 25/09 107,150 107,150 EUR 16,180 NM Market Timing I 25/09 60,420 60,560 EUR 11,920 NM Q7 Active Eq. Int. A 19,130 NM Q7 Globalflex A 19/09 105,110 105,420 EUR 13,770 NM Total Return Flexible A 19/09 122,520 122,140 EUR 14,760 NM VolActive A 25/09 104,870 105,380 EUR 14,030 NM VolActive I 25/09 105,670 106,180 EUR 10,805 10,206 14,230 11,753 10,474 32,980 31,530 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I www.kairospartners.com 53,080 98,650 Kairos Multi-Str. A 31/07 EUR 927,760 Kairos Multi-Str. B 31/07 EUR 31/07 Kairos Multi-Str. I EUR 121,300 Kairos Multi-Str. P 31/07 EUR 9198,530 Kairos Income 25/09 EUR 173,860 Kairos Selection 25/09 EUR 5574,580 KAIROS INTERNATIONAL SICAV 106,470 KIS - America A-USD 24/09 USD 10514,980 KIS - America P 24/09 EUR 24/09 KIS - America X EUR 25/09 KIS - Bond A-USD USD 25/09 KIS - Bond D EUR 25/09 KIS - Bond P EUR 25/09 KIS - Bond Plus A Dist EUR 25/09 KIS - Bond Plus D EUR 25/09 KIS - Bond Plus P EUR 25/09 KIS - Dynamic A-USD USD 25/09 KIS - Dynamic D EUR 25/09 KIS - Dynamic P EUR 24/09 KIS - Emerging Mkts A EUR 24/09 KIS - Emerging Mkts D EUR 25/09 KIS - Europa D EUR 25/09 KIS - Europa P EUR Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Grower D 25/09 5,972 EUR 199,280 CITIC Securities China Fd A 174,310 Fidela A 25/09 5,411 EUR 124,570 Income A 25/09 5,750 EUR 129,040 International Equity A 25/09 7,507 EUR 127,420 Italian Selection A 25/09 6,667 EUR 132,260 Liquidity A 25/09 5,336 EUR 134,620 25/09 5,244 American Eq.A EUR 175,020 Multimanager 25/09 4,847 EUR 121,730 Multimanager Asia Pacific Eq.A 25/09 4,557 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A EUR 124,100 25/09 4,556 EUR 129,800 Multimanager European Eq.A 25/09 5,267 EUR 127,800 Strategic A 25/09 6,206 EUR 125,670 Usa Value Fund A 128,300 Ver Capital Credit Fd A 25/09 5,543 EUR www.pegasocapitalsicav.com 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 25/09 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,440 107,600 105,850 105,980 102,310 100,010 107,600 107,750 105,990 106,100 102,400 100,110 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 25/09 95,860 95,800 Asian Equity B EUR 25/09 134,650 134,450 110,320 Asian Equity B USD 25/09 440,540 444,320 USD 114,020 Emerg Mkts Equity 25/09 430,390 434,180 EUR 152,050 Emerg Mkts Equity Hdg 25/09 277,010 279,220 European Equity EUR 25/09 341,870 344,590 European Equity B USD 25/09 111,670 111,760 Greater China Equity B EUR 25/09 158,860 158,970 Greater China Equity B USD 25/09 76,840 78,520 Growth Opportunities USD 25/09 84,150 85,990 Growth Opportunities Hdg EUR 25/09 139,610 137,510 Japanese Equity JPY 25/09 138,460 136,370 Japanese Equity B USD 25/09 181,400 178,650 Japanese Equity Hdg EUR 25/09 134,720 134,920 Swiss Equity CHF 25/09 102,350 102,510 Swiss Equity Hdg EUR 25/09 173,690 176,560 US Equity USD 25/09 191,240 194,450 US Equity Hdg EUR 7,073 7,701 6,087 5,816 5,974 5,389 5,753 7,571 Tel 0332 251411 6,720 www.ottoapiu.it 5,336 5,243 8a+ Eiger 25/09 6,143 6,207 EUR 4,854 8a+ Gran Paradiso 25/09 5,220 5,207 EUR 4,559 8a+ Latemar 25/09 5,845 5,862 EUR 19/09 EUR 789148,799 800569,758 4,550 8a+ Matterhorn 5,281 6,256 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133537EB www.kneip.com 5,551 Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 49 Sussurri & Grida I dubbi di Unicredit sul dossier delle sofferenze di Giacomo Ferrari Yoox e Cnh trainano i rialzi In recupero Ubi Banca e Bper L a crescita del Pil americano nel secondo trimestre (+4,6%) ha rafforzato la tesi di chi vede avvicinarsi il rialzo dei tassi Usa, con il conseguente miglioramento del cambio euro-dollaro, che è uno degli obiettivi della Bce. Le Borse europee hanno reagito positivamente a questa prospettiva, anche se gli indici sono cresciuti poco. Non a Milano dove il Ftse-Mib ha preso il volo, chiudendo in progresso dell’1,88%. Merito di un comparto bancario in ripresa, con Ubi in rialzo del 4,85%, seguita da Banco Popolare (+4,18%) e Popolare dell’Emilia-Romagna (+3,18%), ma anche dei rimbalzi di Yoox (+6,09) e Cnh Industrial (+5,03%). Un solo titolo, fra le blue-chips, è terminato il leggero calo: si tratta di Pirelli, sceso dello 0,64%. © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± (f.mas.) Sono rimasti in due in gara per acquisire i crediti problematici di Unicredit racchiusi nella controllata Uccmb. Ma non è detto che il gruppo guidato da Federico Ghizzoni (foto) accetti qualunque offerta dai due candidati, il private equity Lone Star (appoggiato dal fondo Usa Christofferson, Robb&company) con i consulenti di Kpmg, Rbs e Knight Frank, e la cordata Fortress-Italfondiario-Prelios, assistita da Mediobanca e Rothschild. Da un lato è mutato lo scenario macroeconomico, con una crisi persistente e dunque un valore dei crediti deteriorati più basso di quello atteso; dall’altro Unicredit ha già in pancia l’accordo con il Santander su Pioneer; di conseguenza, se non incontrasse valutazioni adeguate, il gruppo milanese potrebbe decidere di tenersi Uccmb in attesa di tempi migliori. Ad ogni modo sembra che il perimetro delle sofferenze venga ristretto dagli originari 4,1 a circa 3 miliardi, con effetti sul prezzo di cessione. Secondo stime di mercato, la piattaforma della controllata di Unicredit con sede a Verona — che gestisce 27 miliardi di non performing loan — varrebbe circa 350 milioni, mentre i crediti in sofferenza da cedere sarebbero valutati tra 400 e 550 milioni. Un tentativo di chiudere si farà comunque per novembre. Per questo motivo un’informativa al consiglio sullo stato delle trattative sarà data al board del 16 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Caltagirone tra Acea e call center (f. sav.) La questione è così ingarbugliata che la patata bollente ora è tutta nelle mani del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha chiesto ad Acea, controllata dal Comune di Roma (cioè lui), di applicare «la clausola di continuità occupazionale». In altri termini l’azienda subentrante nel servizio di assistenza al cliente (il cui bando scade il 30 settembre) dovrebbe prendersi in carico anche tutti e 400 i lavoratori dell’azienda uscente, in questo caso E-Care. Nel cui capitale sociale — il caso vuole — ci sono Francesco Gaetano Caltagirone con una quota del 15% (azionista forte proprio di Acea) e Alfio Marchini, imprenditore notissimo nella Capitale perdente 8@± .x± ® °¯ ´¤`¤ ´¤`pp ´æ`|Õ ¤`ÐÉ ´æ`ÐÊ æ`ÐÐ ´æ`Ép ´¤`¤p ´æ`ÊÉ r ´æ`ÊÐ ´¤`zÉ æ`ÐÕ ´æ`¤| ´¤`Õ¤ r æ`ÊÉ ´¤`Éz ´Õ`æ ´æ`ÊÐ æ`|Ê ´æ`æÉ ´¤`z ´¤`z| æ`ÐÉ æ`|Ê ´Ð`¤p ´æ`Êz ´|`¤p r ´¤`p| ¤`Éz ´æ`p¤ ¤`Éæ ´Õ`z ´|`ÕÕ æ`¤É ´æ`Éæ ´æ`zz r ´Ð`|Ê æ`Ðæ æ`|p ´¤`¤É ´æ`z| ¤`É| ´æ`ÉÊ Õ`p ´¤`æp æ`Ðp æ`pp ´æ`| ¤`æÊ r Õ`|É ´æ`|Õ ´Ê`¤Ê r ´æ`pz ´Ð`æz r ´æ`Êp ´æ`|É æ`ÐÉ Õ`|Ê r ´æ`pp æ`ÊÊ ´æ`ÕÉ ¤`ÉÕ ¤`Õ æ`æÉ ´æ`Õ ´æ`zÉ ´æ`Ê æ`Ép ´Ð`¤ r æ`ÊÉ ´¤`æp æ`¤É ´æ`|Ð ´É`|Õ ´z`æÐ ´¤`Ðæ r ´æ`| r æ`Ðp ´Ð`É r ´æ`¤ ´¤`¤p p`Õ¤ æ`æÉ æ`Ê ´æ`É| æ`æÉ æ`¤p æ`ÐÕ æ`Õ¤ ´æ`z| æ`æÐ ´Õ`Õp r æ`É| 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ æ`¤Õ æ`|Ê z`p æ`ÉÐÉ ´¤z`zÊ É`z Õæ`pp ¤Ð`p¤æ ´|É`ÕÕ æ`É| ´¤Ê`ÉÊ ¤`æzæ ´Ð|` `zz Ðz`zæ æ`æÕ| ´¤Õ|`ææ æ`Éæ¤ r r Ð`z Õ`ppÊ Ð`Êz æ`|Éæ ´É`zÕ Ð`Ê r Ð`Éææ ´ÕÊ`Ðæ Ê`zÕz r r ´æ`Ð ¤`Éæp Õæ`Ðz Ê`æææ ´¤z`zÊ ¤Ê`Ð¤æ ´Ð`z z`É|æ Ê`Éæ ¤æ`¤Õæ Õ`Ép ¤|`zæ ´z`p ¤É`¤Ðæ p`ÊÐ z`zpæ Ê`|¤ ¤`Õææ ´¤É`É ¤¤`zÉæ æ`Ð z`æÊz æ`æ¤ Ð`æÊ ´¤æ`ÊÊ p`ÉÕ r r |`ÊÊ Õ`¤ææ ´¤ÉÕ`¤É æ`pÕÐ ´Õ`ææ ¤æ`¤ææ |Ð`Ð| æ`¤æ| ´ÕÉ`|¤ æ`æ¤ ´¤É`æ æ`Ð¤É ´¤¤`Éæ Ð`æp ´ÕÉ`Éz æ`z¤æ ´Ê¤`æz æ`Ðp| r r ´ÉÕ`ÕÉ æ`¤ ´Õæ`¤ Õ`¤| ´Õ¤`ææ Õ`æÐp ´Õæ`|É Ê`Õ|z ´¤Õ`|Ê `zÐæ ´pÊ`ææ æ`Õz æ`ʤ æ`ÐpÉ ´¤p`Õp æ`|æ ´Õz`z ¤`|p ´¤Ð|`pÐ æ`ÕÕ| ´¤Ð`|z æ`|z ´|`| z`¤Ðæ Õæ`É| æ`Õæ r r ´`pÐ Õ`pÉæ ¤p`zz Õp`æææ `p| æ`ÉÐp |`æÉ æ`pæ ´Õ`Ð| ¤p`ppæ ´Ðp`|Ê æ`æÉÊ ÐÉ`æÉ ¤z`pÕæ Õæ`z ¤æ`Ð|æ `zÕ Ê`|Ðæ Ê`¤ Ð`pzæ z`ÉÊ z`Õz ´Õ`pÉ ¤`ÐpÊ ´¤Õ`Õæ ¤`z æ`¤ æ`ÉÕ É`æ z`ʤz ´ÕÉ`ÕÐ ¤`ÉÊæ ÐÊ`¤Õ ¤`Ð Õp`zÉ ¤Ð`ææ ´Ð|`æ¤ ¤`ÐÐÉ ´¤Ê`É p`Êææ ´¤|`ÕÊ |`¤ÊÕ ´ÉÊ`æ ¤`ÉÕÊ ´Êæ`zÊ æ`¤p| r |`|zæ ´æ`Êp æ`æÐÉ ´Ð`æÊ æ`ÕÐæ z`Ф æ`ÕÉæ ¤p`Õ¤ æ`Ðæ ´¤æz`pÕ æ`¤ÉÉ ÕÐ`|| z`Ðz ¤p`zÕ æ`||z r r Ðz`æÐ æ`Ðææ r r ´¤Ð`Õ z`ÊÊæ z`É| æ`Éæ| r r ´¤p`zz ¤`Фæ ÐÐ`æÕ æ`|Õz ÕÐ`Õ æ`æÉz ¤¤`zÉ Ð`æÕp ´|`Õæ ¤`ÕÐæ ¤É`Êz Õæ`ææ Ê`æ ¤|`Éæ ´¤`ÐÐ É`Éææ ´Ðæ`|p ¤¤`pÊæ ´¤Ê`|É ¤`ÕæÉ ´¤p`¤¤ ¤`¤pæ ¤z`|p Õp`Êpæ ´zæ`|¤ Õ`¤pæ Ф`ÊÕ Õ`zÉÕ ´Õ¤`|| ÐÐ`|zæ !@ß @¬Î@ä ® ®kׯ b kׯ æ`pz¤ ÕÊÉ` ¤`æÕ Õ|Ð`Ð ¤¤`Õææ ÕæÕæ` ÕÐ`¤Êæ ÊÊ`z ¤`|Ð Ð`p ¤`ÐÉz Ð`É ¤|`æææ ¤¤É`Ð æ`æzÉ Õp`¤ ¤`pÕÉ ¤Õ`¤ r r Ð`zp ¤Ð`Õ æ`Êpz |Ð` |`pæ æ`Ð |`zp ¤Ð¤|`| p`pÊæ ¤Ézp`Õ r r Õ`ÐÕÊ |Õæ`| p`Ðpæ zÉ`Ð Õ¤`Ð¤æ ¤zÊÉz` É`ÊÉz ¤ÊæÊ`| ¤Õ`zæ |Õ` ¤É`ÐÐæ ÊÊ` Õz`p|p Õppp`p p`Ê|æ ÊÊ`Ð Õz`¤¤æ Õ|Êz`Ð ¤Ê`Ðzæ pæp`p p`ÉÊÕ ÕæÉ`Ð |`|Êz ¤zzÕ`¤ ¤z`Épæ |æp`p r r Õ`z|Ê ¤Ð|`¤ Ð`pÉæ Ð` ¤|`æææ r æ`ÕÉ| ¤æÊz`Ð ¤`| Ð`Õ æ`z ¤Êp`Ê Ð`Êæ z|Ð`Ð ¤`æ|æ ¤Ð`Ê æ`ÉÕÉ ÕpÐÐ`| r r æ`|ÉÊ ÕÐÐ`Ê Ð`Ðp ФÕ`z Ð`¤z| ÐÕ`z É`pæ r ¤¤`Épæ ÉÐ`| æ`Ê|Õ ÊÊ`Õ æ`Êz| p|`Õ æ`ÊÐ ¤¤Õz`p Õ`ÕÐÊ ¤É`z æ`Ðæ Ð`æ æ`p|z ¤`Õ `zz Õ¤`Õ æ`|zæ ¤æ`p r r |`¤Ðæ pÐ`É Ðp`pæ ¤ÊÐ`Ê æ`Ð| Ðæ`z ¤`¤Éæ æ`p Õ`ÊÊæ ¤ÉÐ|`p æ`¤|É p|`¤ ÕÊ`Õzæ ¤¤ÕÐ` ¤z`¤zæ ¤ÉæÕ`z p`æzæ ÕÊæ`É z`Ðææ Ðp`É É`ÉÕæ ||æ` ¤`ÊÉæ ¤p`Õ Ð`æææ ÕÊz`É ¤`Ð|p ¤Õ` Ê`|Õæ ÐÕÊÕ`| Õ`ÉÉ ÕÐ`¤ Ð`ÐÐÕ Õ`æ ¤`Êpæ Ézp`¤ Ð`¤¤æ r ¤Õ`Õ|æ ¤É`Ð É`||æ Éʤ`æ z`Ðz Ðæ`z æ`Ðp¤ Õ|`Õ z`æææ |É` æ`æʤ ¤æ` æ`Фæ ÕÐ`Ð æ`|¤z zÕ`É ¤`ÕÕæ ÉФ`p æ`|¤| ¤æÕ`Õ p`pææ pÐzÉ`z æ`zɤ ÐÕ¤` r r æ`Ê|p ¤p`Ê r r É`Épæ Õ¤É`Ê ¤`Õæ ÊÕ` r r Õ`æ|p z¤`| æ`ÉÐ| ¤ÉÉ`| æ`¤Õp r |`Õææ zæ`É ¤`pææ ¤æÉ`Õ ÕÊ`pÐæ pÐz`| ¤p`æÉæ ʤÐ`z ¤æ`æææ |z`¤ ¤É`æææ ÕÐ|æ`Õ ¤`zÕ ||æ`Ð ¤`zæ ÕÕz` Ðz`Êæ ¤Êz¤`É Ð`pæÕ |Ê`Ð |`Êæ |`¤ ||`æææ ¤¤ÊÉ`Ê "k 1Î 1k± bŠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ !/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ±± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ X@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ k Âkk ,Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,9¯ kÂÝα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"8¯ ~kkÂ~ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Â~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â~à @¬Î@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Â~à @¬Î@ ¤ÊÞ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9 ¤Ê¯ ŬÂkÎ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.1¯ ×kbű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ ×ÂÎkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:$¯ ߬ÂÝ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯ @X .kkÞ@NkÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kÂÂ@~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ @Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ b@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kÂ@ !@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ X@Îk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ kX@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! 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!kÅk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`Õ| !!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`zæ !Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$" ¯ ¤¤`Õ¤æ !b@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`pÕ¤ !b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`É|Ê !Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`Ð|| !Îk ,@ÅX /±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ ¤`æÐÕ !Ýk@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æ|Ê !×Î×k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`ææ " "Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ Õ`|Õ "k@xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"$¯ |`pææ "k@xk ¤z Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±®9"$¤z¯ r "Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ r $ $b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`Ðpz ,@@Â@~Â׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`ÐÐÐ , ,@Â@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`zææ ,@Â@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|| ,@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`¤ææ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ɤР,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`¤p ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`ÉÕæ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`ææ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ ¤æ`Õpæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ Ê`z ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`Õpæ ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ÐÉ| ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õp¤ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤z`Ðææ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`ÐÐæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Ф¤ .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`ÊÕæ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ ¤`¤¤ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Õ`ppæ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ ʤ`|ææ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`Êzz .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤| .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`ÐÊÉ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Ð`|¤æ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`|z /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`|pæ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`Õ¤æ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Ê`zææ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ð`æ¤Ê /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ¤¤`ÉÊæ /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`ÉÉ /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Ð`Ðææ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`æææ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ r /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`|Õ| /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`|æÕ /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`Фæ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ p`ÕÉz /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æpÊ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÊÕæ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÐÊÊ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ð`¤¤p / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`zæz / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`æ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ r /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Фz /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ Ê`æææ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`Ðæ 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`z|Ê 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`zææ 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`Ф 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`ÕæÕ 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`ʤz 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`É¤É 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤p`¤zæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`|p 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`Éæ¤ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Êpæ 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æ| 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ pæ`|zæ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ z`ÉÕæ 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ p`¤|z 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ Ê`|pæ 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ Ê`Õ¤æ 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ p`æææ 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ |`æÕp 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`ÊÊÕ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`ÐÕæ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ÕÐ|`pææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`Ф| 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤|`æzæ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`ÐÉÉ 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ z`Ð|æ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ `ɤz 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ p`pæ ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤É`Ðæ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ z`|zæ >×XX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 ¯ æ`æʤ >×XX ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3 ¤|¯ æ`ææ¤ >×XX ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 .¯ æ`¤p¤ 8@± .x± ® °¯ ´¤`Ð| ´¤`ÉÐ ´¤`ɤ r r ´æ`Ð| æ`pÉ ´æ`¤æ ´æ`z| Õ`Ðp ´æ`Õ æ`¤É ´Õ`Ê æ`|Ð ¤`Ê ´æ`æÉ ´æ`Õ¤ r r Õ`æÊ ¤`¤ r r ¤`|¤ ´æ`Ê| r ´æ`Ðp æ`Éz æ`Ê| ´æ`Ép r r ¤`|Õ æ`p¤ ´æ`ÊÊ ´¤`Éæ ´æ`ÐÕ ´¤`ææ æ`æ æ`ÕÐ Õ`ÊÕ ´¤`zz ´¤`zæ ´¤`ÐÐ ´Õ`¤Ð ´¤`Ê ¤`ÕÊ ´æ`æ ´æ`É r ´¤`Õ¤ æ`¤É ´¤`ÕÉ ¤`|¤ r r r r ´¤`Éæ ´Ê`|Ê r ´æ`¤p æ`zp ´Õ`Õ ´æ`Êz æ`ÉÊ ¤`¤| ¤`Ð r r Õ`pÉ r ´¤`Ép ´¤`ÊÕ ´¤`æÕ r ´¤`pÊ æ`æp r ´¤`zÊ ´Õ`æp ´¤`p¤ æ`zp r ´¤`|z r ´æ`| ´¤`¤z ´æ` ´|`pz ´Õ`ÕÕ r ´æ`Ðæ æ`|| ´¤`Éz ´Õ`æ ´¤`æz ´æ`æÉ æ`¤z ´æ`Éz r ´¤`pÐ ´Ê`æ æ`ÐÉ ¤`Ф r |`É| 8@×Î@ @ Ðææ¤| ° ¤|±¤æ±¤| ¤|±¤¤±¤| ¤Õ±¤Õ±¤| ¤|±æ¤±¤z ¤Ð±æÕ±¤z ¤Ð±æб¤z ¤| |z ÉÐ ¤æÊ ¤ÐÊ ¤Ê| *À° iÌÌ ,i`° ` `Ð `æ `ɤ æ`æ¤ `Ðz æ`æ `¤Ê æ`¤¤ Guzzetti e Prodi con il «Sud sostenibile» (f.ch.) Si chiama «Con il Sud Sostenibile: la nuova linea del cambiamento», l’evento annuale di Fondazione Con il Sud, organizzato quest’anno a Milano con la collaborazione di Cariplo. Tema dell’edizione 2014 è la sostenibilità sociale, culturale, ambientale ed economica per promuovere modelli di sviluppo alternativi nel Mezzogiorno. L’evento si conclude oggi con Carlo Borgomeo, Giuseppe Guzzetti, Pietro Barbieri e Romano Prodi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤Õ`|É Õ`pææ ´É`Õ z`¤z ¤æ`¤z z`Õ¤æ ´Ê|`Ðæ æ`æÉÉ r r ¤¤`ÉÐ ¤`|pz Õæ`zæ ¤`¤|æ Ф`Ð| æ`|æ Ðæ`|Ê ¤¤`¤zæ |æ`| æ`pÕ¤ ´Õ|z`|æ æ`zæÕ Õ¤`æ æ`ÕÉÊ z`æ ¤`ææz ÕÊ`ÊÉ æ`æÐÕ ´¤`¤Ê |`æ¤æ ´Ê`pÐ Õ`ÉÕÊ ´ÐÐ`|p Ð`|Ê| r r r r Õ`Õp æ`ÐÊÕ ´¤`ÉÊ ¤`ÕÕ¤ ´æ`É Õ`|Êæ ´¤`ÊÐ ¤`|¤Ê ¤Õ`ÉÕ Õ`¤ææ ´ÐÉ`¤ æ`zæ| r r ¤`¤¤ Ð`æÊæ |`|| ¤`ɤР¤Õ`z ¤æ`ææ ´É`Ê| p`pææ ´¤z`¤| z`ææ z`¤Õ æ`ÕÊÕ Ð|`ÉÐ æ`ÐÉ| Õ`¤Õ æ`ÕÉz ´ÊÐ`zz `Õzæ ÕÐ`ææ ¤|`ææ ´¤z`pÐ æ`ÕÊ| ´¤`|Õ Õ`¤| ¤Ð`ÕÊ ¤`æÊ ´Õ|`Ê ¤æ`ÐÐæ ´|`Ép |`||æ ´¤p`Õz æ`|pz Õ`ÊÕ æ`¤|É ´Õ`pÊ ¤`ÕÉp ´|`zÕ ¤¤`ÕÉæ É`Õ¤ Ê`ÕÊz ¤p`zÉ z`|pæ ÐÊ`z ¤¤`Õææ ´Ê`pÉ ¤z`|Ðæ r r ÐÉ`|Ð Õ`pÐ| Ê`Ê ¤æ`Õzæ |`ÕÊ æ`ÉpÊ ´ÕÐ`æÐ ¤æ`pææ ´z`ÕÊ ¤¤`pÉæ r r ÕÉ`Ép æ`ææ¤ r r ´p`|Ð Ð`pÕ ´Ê|`æp æ`ÕÐz ´Ð`zÐ ¤¤`Ðpæ ´¤|`¤| É`Õ¤z Õæ`ææ æ`æpz ´¤`Õ¤ ¤`Ðz ´É`Ê Ð`É| ÕÉ`¤Õ Õ`Éææ ´¤Ð`|Ð z`ÊÐæ ¤æ`É ¤`pÊp r r r r ¤Ð`ÉÐ æ`Фæ r r ´|`pæ z`|Éæ ´Ê`¤Ð Õ`¤É| ´Ð|`Ê æ`ÐÕÕ ´Õ`æÊ æ`|ÊÉ ´Ð¤`ÐÐ æ`Éæ Õ`pæ ¤`¤Êæ ´ÕÕÐ`z 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ Ê`¤æz Î@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤`ææ ×Î~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ê`Ð|æ ×ÎÅÎÂ@b@ 1!±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ ¤æ`ÉÐæ ×ÎÅÎÂ@bk !k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®31!¯ ¤z`ÐÊæ ä×α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>!¯ Õæ`Ð|æ G /¬k@kÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`Ðæ @X@ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ¤`Ðææ @X@ xÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`æÐæ @X@ ,¬± @ .±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Ê`¤Éæ @X@ ,¬± /b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/$¯ Ð`|ÐÕ @X ,¬@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ¤¤`|Éæ @X ,¬@Âk Þ¤æ ±±±±±±±±±±±±±±±®9,¤æ¯ r @ÅXkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õ`Õ¤æ @ÅÎ~±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`Õ|æ ÎkX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤|`æææ X@ @Â~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`¤æ| X@ @Â~k  ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`Õzz X@ @Î K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|ÉÕ X@ ÎkÂN@Âk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ð`|ÉÊ X@ ,¬±ÎÂ×Â@ k @ä K±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ÊzÕ X@ ,¬±!@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,!¯ æ`Ê|Õ X@ ,¬±/¬kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,$¯ r X@ ,Âx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.$¯ æ`Ð|É X kÅÂ@ä@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`ÊÊæ X kÅÂ@ä@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Õ`|ÊÊ X /@Î@bk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"1¯ É`ÉÉæ X /@Âbk~@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.,¯ ¤¤`¤ææ kk 1k@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`|pÊ k~k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`|ÕÐ k /Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"/¯ æ`zpp kÅÎ 3 ± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤`pÉæ @kÎÎ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`zÕÉ @X@@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ æ`zÊz kÅÅk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ p`æz kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`Ðææ k @Âα ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ r ä K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>¯ Ð`Õ|æ ±kÂÂ@Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õp`pææ Â~ÅkÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`p¤¤ Â~ÅkÅ@ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$.¯ æ`Õæ ÂkN K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ ÕÊ`ÕÐæ ÂÅX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ æ`¤æp Â×k ×Xk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤Ê`zÕæ ×ää 3Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3¯ ¤æ`|¤æ ×ää 3Xk ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3.¯ Ê`|Êæ @b Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ |`ÐÐp @ ± K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ z`zÊæ @kxx ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`|Éæ @Î@~Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Õ`Õpæ @Î@~Âk b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`æ|p @¬@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,.¯ z`ÊÐz @¬k Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õpæ @ÂÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ..¯ ¤`Ð @ÎÎX@ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® //¯ ¤Ð`ææ k 1kÂ@¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1 ¯ ¤`Éæ kNÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ ¤æ`z¤æ kkΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® !¯ |`pzÊ kα @ÎÎk 1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 1¯ Ð`æzæ kÂ@± .XXkÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ æ`Õp kÂÝkb±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .8¯ |`ppæ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`æ|| ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕÊÐ XXk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`ÕpÊ Â±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ æ`Ð| @ÅÅ bα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ æ`Ðɤ " b×ÅÎÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® "¯ Ê`ÕÉæ xbk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ æ`|z¤ ~kk /kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ r @x ,ÂkÅÎÎÁ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ",¯ æ`ÐÊ Âkb± ÂÎ~@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Âkb± @±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ Ê`zæ Âkb± 8@ÎkkÅk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® 8¯ æ`pÉÊ ÂkŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® .¯ r Ŭ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /,¯ ¤`zzÐ ÁX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`|Ðæ ÁX ¤Ê Þ@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/¤Ê¯ æ`æÉ @b@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`æ|Õ @@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ ¤`Õ¤ @k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Õæ`|pæ @k ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯ ¤z`¤ææ @Î@~X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ p`|¤æ kÁ~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤z`z|æ k@ @¬Î@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`|zæ kX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ ¤`zææ @Å K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Õ`zæ ~Î@ ÂÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Ð`ÐÕ| @ Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Õ`Éæp !1 K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ |¤`|ææ ±$±1± nell’ultima corsa al Campidoglio proprio contro Marino. Nel mezzo ci sono i destini di 400 lavoratori che vedono a rischio il proprio posto per una vacatio legislativa che impedisce al settore dei call center di avere la clausola di salvaguardia invocata da Marino. Il casus belli è poi il bando in sé basato sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Secondo E-Care è irricevibile perché non permette di fare profitti. !kÎk @×Âkk $ ÕÊ ÅkÎ k@ kÎÎkÂ@ /ÎkÂ@ ®Ý±X¯ Õ¤Ê`¤ ÕÐ`zÐ /ÎkÂ@ ®±X¯ Õ¤`æÊ Õ|z`¤| /ÎkÂ@ ®¬ÅαÉ|¯ Õ¤`æÊ Õ|z`¤| Â×~kÂÂ@b Õ`æ ¤±æ¤Õ`æÉ !@Âk~ Î@@ ¤ÉÐ`¤| ¤É`p¤ !@Âk~ /Ýääk ¤ÉÕ`p ¤Ð`ÉÐ !@Âk~ Â@XkÅk¤É¤`z¤ ¤¤`ÕÊ $ !@ ®×ÂË~±¯ Ф`¤Ð Ðæ`p $ bÂ@ ®×ÅbËX@¯¤±ÕÕÕ`Õz ¤±Õ¤Ð`Éz Â~kÎ !@ ®×ÂË~±¯ r |ÊÊ`ɤ ,@Î !@ ®×ÂË~±¯ r Ð|`z| ,@@b !@ ®×ÂË~±¯ r Õ¤`Õ| ÕÊ ÅkÎ ×ÂN !@ÎÎ /kÂ@ ,k± ¤ ÅkÎα ¤ kÅk Õ kÅ Ð kÅ | kÅ z kÅ 1±ÐÊæ æ`ææ¤ æ`ææÉ æ`æ|Õ æ`æpÕ 1@ÅÅ ÐÊz æ`ææ¤ æ`ææÉ æ`æ|Ð æ`æpÐ ,k± 1±ÐÊæ Ê kÅ æ`¤pÐ É kÅ p kÅ kÅ æ`ÕzÐ ¤æ kÅ ¤¤ kÅ ¤Õ kÅ æ`Ð|¤ ÐÊz æ`¤pÊ æ`ÕzÉ æ`Ð|Ê -VÌ ÌiÀÛ Î@@ ä]äx ×Â¤É ä]äx @@b@ ä]Ç @@ÂX@ ä @b@ ä]äx Â@X@ ä]äx æ`æz æ`æz ¤ æ æ`æz æ`æz -VÌ ÌiÀÛ kÂ@@ @¬¬k ±± 3/ /Ýkä@ ä]äx ä]Î ä]Óx ä]Óx æ`æz æ`¤ æ`z æ`Õz æ`Õz $./ /1. "kÞ;ÂÝ@ÂkŬÂkÅÅb@Â`@bÂ@¬kXk`@ >×Â~xÂ@XÅÝääk±@Îb"kÞ;Âk1ÂÎ@~~ @Î@kÂkÕæ±ææ bX !. 1 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÊæ Ý@±° ÅÎkÂb@ ®k߯ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |¤p`| ´æ`Ðæ ÂkÎ bkß± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |`É ´æ`æz Â×ßkkÅk Õæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÕæÊ`| ´æ`Ðæ /Îßß × ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÕ¤`Ð ´æ`z¤ /Îßß ×Âzæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÕ¤`zp ´æ`z| /Îßß 3 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Ð|Õ`Ðæ ´æ`Õz /Îßß 3zæ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐæÊÐ`ɤ ´æ`¤z 1/ ×Âα¤ææ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉp`Ép ´æ`Õ| ~ ~ / ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÐÊÉp`|¤ æ`Ðp @kÅN×Â~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± |zÕÊ`ÕÉ ´¤`Õ| bÂ@®1/¤ææ¯ ± ± ± ± ± ± ± ± ÊÊ|`Ð ´æ`¤z !@bÂb NkßÐz ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤æpz¤`|æ ´æ`ÊÐ $Å 1¬ Õz ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zzz`¤Õ ´æ`ÐÊ /~@¬Âk /1 ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÐÕÕ`Õ¤ ´æ`æ| /àbkà ® $Âbů ± ± ± ± ± ± ± ± ± zФÊ`ÊÐ ¤`ÕÕ 1ÂήÐææ ¬¯± ± ± ± ± ± ¤zæÐz`p| ´æ`Ê 8k@ ®Î߯ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÕ¤z`Ép æ`É| >×Â~ ®/!¯± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pÉÉ|`ÐÊ ´æ`æÕ Åkkäk ." $$.1± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÊæ bb@Å ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Êæ`z| @ä ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õp`Õæ @àk ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤æ`æz kkÂÅbÂx± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÊÊ`|Õ Þ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± pz`Ê| kÂäN@ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õ`Õ| k×ÎÅXk @ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉ`Éæ k×ÎÅXk ,Åα ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õz`ÐÊ k×ÎÅXk 1kk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤¤`Ê Î ×xÎ@Å@ ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤Õ`ÊÊ ×~ ÅÅ ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± `Êp !kΠ~± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÊ`ÕÉ /kkÅ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Ð`¤ 8ÅÞ@~k ~ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤ÊÊ`Ðæ ,. ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÊæ  ¶×bk ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± z`Êz ÅÎ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ÕÉ`¤¤ ß@ / ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ¤`pÕ ¬ ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zÕ`pÐ @¬ k ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± zÊ`æp @ÂÂkx× ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± Õ|`zÊ @Å ± ± ± ± ± ± ± ± ± ± 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E dopo 7 anni di battaglia, i due in un comunicato congiunto dichiarano di avere fatto la pace: Albert, 87 anni, rinuncia alla causa per «violenze psicologiche» intentata contro la figlia. Il conflitto era cominciato quando Uderzo decise di vendere la società Albert René all’editore Hachette, autorizzandolo a proseguire le avventure di Asterix e Obelix anche dopo la sua morte. Asterix e i Pitti, l’ultimo album uscito il 23 ottobre 2013 e il primo scritto e disegnato senza gli autori originari, ha già venduto due milioni e mezzo di copie. (Stefano Montefiori) © RIPRODUZIONE RISERVATA Torna dopo 25 anni «La chimera» di Sebastiano Vassalli di Sebastiano Vassalli H o trascorso due anni della mia vita (il 1987 e il 1988) nel Seicento, e ho raccontato la storia di Antonia e del vescovo Carlo Bascapè, seguendo l’esempio e l’insegnamento di Alessandro Manzoni che credeva di dover scoprire in quel secolo le radici dell’Italia moderna e del carattere degli italiani. Secondo Manzoni, due grandi avvenimenti del passato: la Controriforma della Chiesa cattolica e la dominazione spagnola a Milano e a Napoli hanno modificato profondamente la nostra indole e i nostri costumi, facendoci diventare come eravamo ai suoi tempi e come in parte siamo ancora oggi. Anch’io mi ero convinto che il nostro carattere nazionale fosse nato lì, in quei cento anni tra la metà del Cinquecento e la metà del secolo successivo. Tra Controriforma e dominazione spagnola. La Controriforma, ci dicono i libri di storia, ha cambiato i connotati della Chiesa e di un papato, che era ormai diventato una corte rinascimentale. Ha imposto con forza, anche con gli strumenti del Sant’Uffizio e dell’Inquisizione, la religione come centro della vita degli uomini nei Paesi cattolici, sia per gli appartenenti alla nobiltà che per i ceti popolari. Ma anche la dominazione spagnola nel Nord e nel Sud del Paese, e l’influenza della Spagna nella politica italiana di quegli anni hanno lasciato un segno indelebile nella nostra organizzazione sociale e nel nostro modo di essere cittadini di uno Stato. Un segno che non è ancora scomparso. Manzoni è stato il primo a riflettere sul carattere degli italiani. E il suo romanzo I promessi sposi, oltre a rappresentare il passaggio della lingua italiana dall’uso letterario all’uso comune, doveva raccontare le origini di una nazione che era sempre esistita, tra le Alpi e la Sicilia, ma che sarebbe nata ufficialmente soltanto nel 1861, con il Il brano Pubblichiamo un estratto della postfazione scritta da Sebastiano Vassalli (foto) per la nuova edizione del suo libro La chimera, con cui vinse il premio Strega nel 1990. Ora Rizzoli lo ripropone a 25 anni dalla prima uscita (pagine 362, 16) Il mio viaggio nel Seicento che Manzoni non raccontò «Lui lo corresse con molto Ottocento, io cercavo più verità» raggiungimento dell’unità politica. Che bisogno avevo, io, di tornare nel Seicento, se già c’era stato un grande come lui, e se già esisteva un capolavoro come I promessi sposi per parlarci delle nostre origini? Cosa ancora avrebbe potuto rivelarmi quel secolo? In realtà, le cose non erano così semplici come queste domande farebbero supporre. Non lo erano perché nessuna opera letteraria, per quanto importante, può esaurire un tema tanto complesso com’è il carattere di un popolo; e perché nessun autore, nemmeno Manzoni, rappresenta un punto di vista fuori dell’epoca in cui vive. Un punto di vista definitivo anche per le epoche successive. L’ultima parola, in letteratu- ❞ Avevo messo gli occhi, per il mio romanzo, su una vicenda milanese raccontata da Achille Mauri ra, non è mai stata scritta né mai lo sarà. Uomo di fede ma anche uomo del Risorgimento, cioè della sua epoca, Manzoni aveva studiato a fondo i vizi e le virtù degli italiani e conosceva bene il nostro carattere nazionale. Avrebbe potuto rappresentarlo al peggio; scelse, invece, di rappresentarlo al meglio, perché l’Italia doveva ancora nascere e si sperava che potesse nascere con il suo aspetto migliore. Perciò il Seicento, che fu un secolo a tinte violente, un secolo terribile, nel suo romanzo è corretto con molto Ottocento. Don Abbondio è un prete contemporaneo del suo autore. I preti della Controriforma, quelli veri, non avrebbero potuto concedersi le sue abitudini e i suoi tic, impegnati com’erano a ripristinare diritti e prerogative che risalivano al Medioevo e che si erano persi con il trascorrere dei secoli, e a tiranneggiare i loro parrocchiani con sanzioni per noi oggi inimmaginabili, se non si confessavano e comunicavano almeno una volta all’anno e non seguivano i precetti della religione. Anche il cardinale Federigo Borromeo, rispetto al vero personaggio storico, nei Promessi sposi è molto idealizzato; e anche la conclusione del romanzo, con la nascita dell’industria, è rivolta più al secolo dell’autore e alle sue prospettive di sviluppo, che all’età barocca in cui è ambientata la vicenda dei due fidanzati. Perciò io ho scelto di raccontare una storia del Seicento. Perché tornare in quel secolo dopo Manzoni significava tor- D A L 17 0 7 VALUTAZIONE E CONSEGNE PER LE NOSTRE ASTE INTERNAZIONALI Gioielli e Orologi: Roma 7 ottobre – Milano 9 ottobre Per appuntamenti contattare: Roma, Piazza SS. Apostoli, 66, tel. +39 06 699 23 671, [email protected] Milano, Via Boito, 8, tel. +39 02 303 52 41, [email protected] www.dorotheum.com Bracciale in diamati di ca. 24 ct totali (part.), primo terzo del XX secolo, prezzo raggiunto € 24.700 Pendente con diamante Fancy Deep Brownish Yellow, Natural Color, 16,79 ct, prezzo raggiunto € 219.900 narci dopo l’Unità d’Italia; dopo la Grande Guerra e il fascismo; dopo la catastrofe e il naufragio della Seconda guerra mondiale. Quanti Conti zii e don Rodrighi e Innominati, quanti don Ferrante e donne Prassede e fra Cristofori, ma anche e soprattutto quanti Renzi e quante Lucie si erano poi persi, irrimediabilmente, in quel naufragio! Tornare nel Seicento dopo Manzoni significava compiere un viaggio alle origini del nostro carattere nazionale, senza le indulgenze e i correttivi messi in opera da chi, all’inizio dell’Ottocento, doveva parlare di un’entità culturale e politica: l’Italia, che già in qualche misura esisteva ma che ancora non aveva preso il suo posto nella geografia delle nazioni europee (...). Avevo messo gli occhi, per il mio romanzo, su una vicenda milanese dei primi anni del Seicento, già raccontata da uno scrittore contemporaneo di Manzoni, Achille Mauri, in una sua opera intitolata Caterina Medici di Brono. Novella storica del XVII secolo. Il Mauri mi aveva fatto scoprire una storia che non conoscevo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vincenzo Campi (Cremona, 1536 circa 1591), La Cucina (1580, olio su tela, Milano, Pinacoteca di Brera) Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 TERZA PAGINA Addii Libri ritrovati Darbois tra fotografia e impegno I quesiti matematici È scomparsa a 89 anni la fotografa francese Dominique di Lewis Carroll Darbois (nella foto). Figlia dello storico dell’arte orientale Philippe Stern, ricevette la Croix de Guerre per l’impegno celati nella marmellata durante la Resistenza; anticolonialista, fu autrice del reportage Gli algerini in guerra che, vietato in Francia, uscì nel 1961 in Italia, da Feltrinelli. Fu poi viaggiatrice e fotografò bambini per la collana di grande successo «Les Enfants du Monde», edita tra il ‘52 e il ‘78. Elzeviro L’EROS ANDANTE APPASSIONATO DI ROBERTO PAZZI Segna libro Q R © RIPRODUZIONE RISERVATA «Dalla tasca uscì una lingua: una lingua che raccontava solo scuse. Poi caddero di seguito le labbra, le tonsille, le corde vocali»...: così, tanto per capire il mondo di Yoko Ogawa. Autrice di culto in Giappone, già conosciuta in Italia, Vendetta (traduzione di Laura Testaverde, il Saggiatore, pp. 170, 15) è il suo nuovo romanzo: quasi un intrico di racconti a sé. E il titolo dice già molto, non tutto... a cura di Marco Del Corona Severino Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA L’economista anti-Piketty: «Solo la borghesia ci salverà» di Danilo Taino A Shanghai! A Shanghai! La città cinese resta il catalizzatore di un orientalismo che si nutre di intrighi e struggimenti. Con una protagonista «intrappolata fra l’amore e la necessità», vi torna Amy Tan, americana di sangue cinese. In La valle delle meraviglie (traduzione di Guido Calza, Salani, pp. 714, 18,60) i suoi due mondi si incrociano a inizi Novecento in una casa di piacere. 12) di Lewis Carroll (Charles Lutwidge Dodgson, 18321898). L’autore de Le avventure di Alice nel Paese delle meraviglie (1865), maestro del nonsense e matematico a Oxford, tenne sul periodico per ragazzi «The Monthly Packet» una rubrica: l’intenzione era di inserire in ogni racconto un quesito di algebra, aritmetica o geometria, «come la medicina così abilmente, ma inutilmente, nascosta nella marmellata della nostra infanzia». Deirdre McCloskey (che fino al ‘95 era un uomo) di Sebastiano Grasso uando, la mattina, Roberto Pazzi si guarda allo specchio, vede riflesso Giorgio Bassani. Se qualche suo ospite transita in quel momento e si dà conto di quello che vede, poco ci manca che svenga. Lo scrittore, invece, non solo s’è abituato, ma addirittura potrebbe sentirsi male se vedesse qualcos’altro. Perché ormai Pazzi s’è identificato a tal punto con l’autore de Il giardino dei Finzi-Contini, da seguirlo passo passo anche in alcune tematiche. D’altronde, a parte la data di nascita (Bassani, nel ’16; Pazzi, nel ’46), non sono pochi i punti in comune tra i due scrittori. Entrambi, di famiglie ferraresi, sono nati altrove; si sono laureati a Bologna; hanno pubblicato poesie, romanzi ambientati nel capoluogo emiliano («Ferrara è il mio osservatorio permanente, la mia camera da letto», ha scritto Pazzi) e collaborato a giornali. Bassani — che se n’è già andato, altrimenti ci sarebbero state altre comunanze —, è autore de Gli occhiali d’oro (Einaudi, 1958) romanzo breve, scritto e riscritto più volte, che parla di un medico di Ferrara, il quale, una volta presa coscienza della sua omosessualità, manifesta il suo amore ad uno studente universitario dal quale verrà poi abbandonato. Finirà col suicidarsi. Gli occhiali d’oro? Metafora della diversità con cui guardare il mondo. Ed ecco, adesso, che l’«allievo» Pazzi, con La trasparenza del buio (Bompiani, pp. 286, € 18) riprende il tema di Bassani. Naturalmente con sviluppo e finali diversi. Il suo protagonista è un docente universitario padovano, di 65 anni, che, una volta divorziato, decide di lasciarsi andare ad esperienze omosessuali. In pochi giorni ha tre partner: un rappresentante di caramelle e surgelati, incontrato in palestra; uno stilista famoso e ricco, conosciuto chattando, che vive a Parigi; uno studente che lo ha fermato fuori dall’ateneo. *** All’inizio, nel docente restano sensi di colpa, dovuti soprattutto all’educazione religiosa, ma quando si convince che l’importante è amare — non importa chi e come — e che la sessualità non conosce limiti d’età (l’erotismo bussa alla porta anche dopo i sessant’anni), la paura passa ed egli guarda il mondo in maniera completamente diversa, mentre «si dissolve l’oscurità del senso di colpa». Ricordate Franco Battiato quando cantava che «i desideri non invecchiano quasi mai con l’età»? Se la trama de La trasparenza del buio segue quello che, in musica, si potrebbe definirebbe un «andante senza moto», il linguaggio scandaglia la psicologia di un omosessuale che si confronta con una società dalla quale, solo in parte, si accettano tali divari. Non importa — dice Pazzi — se, in letteratura, ci si richiama a precedenti come i personaggi di Achille e Patroclo (Iliade), Eurialo e Niso (Eneide) o ad autori come Saffo (liriche), Shakespeare (sonetti d’amore), Kavafis, Penna, Pasolini, Bellezza, Auden, Saba (Ernesto), Morante (L’isola di Arturo), Yourcenar, Tondelli, Patroni Griffi, Busi, Siti ed altri. *** Il narratore insiste sul fatto che ormai la diversità non è più tale, anche perché «d’amore non esistono peccati», come recita un verso di Vittorio Sereni, tratto da Strumenti umani (ripreso, fra l’altro, da Pazzi come titolo di un suo romanzo, pubblicato due anni addietro). Tutt’al più, «esistono soltanto peccati contro l’amore», continua Sereni, anche lui «maestro» e mentore di Pazzi. Fu proprio l’autore del Diario d’Algeria, infatti a dare, nel 1969, al ventitreenne Roberto, il battesimo ufficiale di poeta, presentandogli un buon numero di versi sulla rivista «Arte e poesia» dell’editore De Luca. [email protected] Matta Matica è un’eccentrica signora decisa a far scoprire alla nipote Clara le meraviglie di Londra. Dalla stazione di Charing Cross le due partono nello stesso momento in direzioni opposte: la ferrovia è circolare e i treni, con una frequenza di 15 minuti, impiegano a percorrere l’intero anello 3 ore quelli diretti a est, 2 quelli diretti a ovest. Quanti treni incontra ogni viaggiatrice lungo il tragitto? Perfetto per un ripasso a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, esce 10 nodi da sciogliere (traduzione di Emanuela Platania, Malcor D’, pp. 120, 51 icordate la borghesia? E la middle class? Esistono ancora. A nome loro, un’economista americana lancia un’accusa all’intellighenzia dell’Occidente: dal 1848 le svalutate, ma sono tuttora la nostra ricchezza. Su questa base, Deirdre McCloskey ha deciso di montarne una poderosa rivalutazione, storica e attuale. Fatto non frequente tra gli economisti, lo fa su basi etiche: sono il solo rimedio contro la povertà. La professoressa di Economia alla University of Illinois, Chicago, e alla Gothenburg University, Svezia, ha consegnato allo stampatore il terzo volume di una trilogia, The Bourgeois Era, che viene dopo The Bourgeois Virtues e The Bourgeois Dignity. In Italia ha appena pubblicato I vizi degli economisti, le virtù della borghesia, edito da Ibl Libri (pp. 138, 16). E in questi giorni è nel nostro Paese per una serie di incontri e conferenze organizzati dall’Istituto Bruno Leoni. «Il fallimento delle rivoluzioni liberali del 1848 — sostiene in questa intervista — ha provocato nei ceti intellettuali di Italia, Germania, Francia, Spagna una reazione contro le classi medie che è arrivata fino a oggi». Un’opposizione che ha preso la forma del conservatorismo, del materialismo storico, del marxismo, del fascismo, dello statalismo: del rifiuto della carica innovativa e liberale della borghesia. «Ancora oggi c’è la tendenza a creare nuove aristocrazie», dice. Il punto fondante dell’elaborazione della signora McCloskey sta nel ritenere le idee il motore dello sviluppo di quello che — termine che non apprezza — è chiamato capitalismo. «Il nostro benessere — sostiene — viene dalle idee. Nel 1800, il reddito giornaliero di un italiano era di tre dollari; oggi, a parità di valori, è di ottanta. In più, ci sono gli avanzamenti della medicina, dei trasporti, della tecnologia. Una completa trasformazione. Ma non è il risultato della lotta di classe, come sostiene la sinistra, o degli investimenti, come sostengono i conservatori. È il risultato delle idee che hanno prodotto innovazioni come l’elettricità, la radio, i sistemi idraulici». E, passaggio chiave, queste idee sono nate e hanno trovato gambe «dalla liberazione delle persone, dal liberalismo di Adam Smith e dalla caduta delle gerarchie che ponevano al centro l’aristocrazia». Sono le persone comuni e le idee lasciate libere di correre che creano la base del capitalismo. La professoressa individua la nascita di questo spirito nell’Olanda della guerra contro la Spagna — dal 1568 al 1648 — e poi nella guerra civile inglese — dal 1642 al 1651. «Tutto avvenne per un accidente della storia, grazie alla Riforma: ma non in senso weberiano, nel senso invece che il movimento protestante dette al popolo la governance, la possibilità di scegliere i propri pastori e quindi di liberarsi dalle gerarchie della Chiesa. I Paesi Bassi furono pionieri dell’attività borghese. Poi, gli inglesi presero tutto dagli olandesi: importarono il re, aprirono anch’essi una Borsa, Docente Qui sopra: Deirdre McCloskey, 72 anni (fino al 1995 si chiamava Donald). A fianco: George Tooker (1920-2011), Government Bureau (1950, olio su tela, New York, Metropolitan Museum of Art) crearono una banca centrale. Diventarono la New Holland. Lo spirito si estese poi all’America e immagino che, se non fosse successo, le forze della reazione avrebbero vinto. Mi spingo a dire che, senza i Paesi Bassi e l’Inghilterra, la Francia non avrebbe mai avuto una rivoluzione industriale, perché tutto era centralizzato, sottoposto ad autorizzazioni. Anche Italia e Germania non vissero i cambiamenti». Dopo le rivoluzioni liberali fallite del 1848, «si comincia a scrivere che il capitalismo è brutto, l’intellighenzia si schiera contro la borghesia, contro Voltaire e Thomas Paine e il libero mercato. Il Romanticismo, che dura ancora oggi, è servito ai conservatori per idealizzare il passato e alla sinistra per idealizzare la città futura: il nazio- nalismo, il razzismo, il marxismo, il socialismo, l’eugenetica vanno a dominare il pensiero. Nel XVIII secolo si scopre che, se liberi la gente, se lasci fare le persone e onori i loro risultati, il limite è il cielo. Nel XIX secolo si dice invece che quel che conta è la scienza, non le idee. È un conflitto: quando, nei Promessi sposi, Manzoni parla del rapporto tra controllo dei prezzi e carestia, è un liberale, scrive pagine da Adam Smith; ma, vent’anni dopo, Flaubert odia la borghesia». L’incarnazione odierna di questi spiriti illiberali è nella tendenza a regolare tutto, a un paternalismo di Stato. Fino al 1995, Deirdre McCloskey era un uomo, Donald, poi ha cambiato sesso. Oggi scherza e dice di sentirsi, in opposizione al paternalismo di Stato, «una libertaria materna, e non avrebbe fun- zionato se fossi rimasta un ragazzo». Risultato: combatte battaglie attualissime. Di recente, è stata definita la più efficace economista anti-Piketty: ritiene che le teorie sulla diseguaglianza insita nel capitalismo, sostenute dall’economista francese Thomas Piketty, non stiano in piedi. «L’uguaglianza come questione etica — dice — è una sciocchezza. Etico è ridurre la povertà. Il gap tra poveri e ricchi non conta. Stabilire regole per diminuire le differenze non aiuta: il 90 per cento della riduzione della povertà deriva dalla crescita economica. E il dato di fatto è che, grazie alla libertà delle idee, alle innovazioni, alla middle class oggi siamo enormemente più ricchi. Anche nello spirito». @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI # Il regista russo Il clima da ricordi di guerra fredda tra Russia e Stati Uniti, alimentato dal caso Ucraina, fa sentire i propri effetti anche nel mondo della cultura, e del cinema in particolare. Andrei Konchalovsky ha infatti annunciato di ritirare la candidatura del suo fim Leone d’Argento all’ultima Mostra di Venezia, Le notti bianche di un postino (foto), alla nomination come miglior film straniero per gli Oscar, in vista della selezione da parte del Comitato russo che è in programma per domani. In una lettera aperta, il regista, fratello del cineasta Nikita La «guerra fredda» di Konchalovsky: non corro per l’Oscar Il confronto Share della prima puntata della stagione, valori in percentuale Servizio Pubblico (La7) Michele Santoro 2013 2014 11,4 5,7 Piazzapulita (La7) Ballarò (Rai3) Corrado Formigli Massimo Giannini Giovanni Floris 5,7 4,5 diMartedì (La7) 13,5* 11,8 *L’anno scorso era condotto da Floris La Gabbia (La7) Virus (Rai2) Gianluigi Paragone Nicola Porro non esisteva 3,4 Mikhalkov, uno degli intellettuali considerati più vicini al presidente russo Vladimir Putin, accusa Hollywood di distruggere i gusti cinematografici anche degli spettatori russi. Ma non solo, la categoria che riserva il premio al miglior film straniero, secondo Konchalovsky, è una segregazione che promuove una nozione «datata» del dominio culturale occidentale. Va ricordato che Konchalovsky negli anni Ottanta aveva lavorato negli Stati Uniti, dove aveva prodotto «A trenta secondi dalla fine» e «Tango & Cash». 3,9 5,3 2,4 4,8 Porta a Porta (Rai1) Bruno Vespa Matrix (Canale5) Luca Telese 12,2 6,5 19,3 10,5 Quinta Colonna (Rete4) Paolo Del Debbio 4,3 Talk, crolla anche Santoro Ascolti dimezzati, perso oltre un milione di spettatori. I casi Floris, Giannini, Porro ❞ L Cairo Non sono scontento dei dati, la parola non va in crisi Vedremo chi vincerà i duelli Telese Non è in affanno il genere, ma il sistema bipolare tra destra e sinistra che lo sosteneva Freccero Se manca lo scontro tra due fazioni la gente si astiene, proprio come alle elezioni la di trovare una nuova polarità che sia in grado di animarlo. Io credo nella tv che racconta il meglio e il peggio di quello che ci circonda: la fotografia di quello che succede. La scontro tra berlusconismo e antiberlusconismo non c’è più, bisogna cercare una nuova formula che colga lo spirito del tempo». Urbano Cairo, editore di La7, ha puntato tutto sul genere costruendo un palinsesto di prima serata dedicato all’approfondimento: «Avere un genere che totalizza il 10/11% di share non è La festa a Venezia Clooney, lo sposo-dem arriva in pullman di Chiara Maffioletti George Clooney e Amal Alamuddin sono arrivati a Venezia. Ma ci sono arrivati in pullman. Democratici e sorridenti, sono riusciti a insinuare il sospetto che il mezzo più proletario sia in realtà parecchio chic. Ad ogni modo a un bed and breakfast alla fine hanno preferito l’hotel Cipriani, dove ieri sono iniziati i festeggiamenti. Il gran ricevimento sarà però stasera, con gli amici da tutto il mondo. Domani però letti separati in attesa del sì, davanti a Veltroni, lunedì. Va in onda il copione unico delle coscienze di Aldo Grasso 4,9 Corriere della Sera a crisi di inizio stagione dei talk show è nei numeri e la caduta del maestro del genere, l’ultimo ad apparire in video, non fa che aggiungere la firma sul quadro. L’altra sera Michele Santoro con il suo 5,7% di share (1.203.000 spettatori) ha ottenuto un risultato che forse gli potrebbe far pensare che sarebbe stata questa la stagione giusta per dire basta al suo Servizio Pubblico e non la prossima come ha annunciato l’altro giorno. Il dato è basso non solo rispetto all’esordio (dimezzato) della stagione scorsa (11,4% con 2.462.000 spettatori), ma in assoluto è il suo secondo peggior risultato Auditel di sempre (l’ultima puntata della scorso anno si fermò al 5,6% di share). I marchi forti faticano. Dopo la buona partenza (11,8% alla prima puntata), dopata anche dalla presenza di Benigni, il nuovo Ballarò firmato da Giannini ha avuto un tracollo nella seconda, scendendo al 6,5%. La striscia giornaliera di Floris per ora è sospesa, ma galleggiava nelle paludi del 2%, il suo diMartedì ora è salito al 4,2%. Chi è in controtendenza è Luca Telese, che fa meglio dell’anno scorso: «Non penso a una crisi del talk — spiega il conduttore di Matrix —, ma alla crisi del modello bipolare che automaticamente veniva applicata al talk. Il vecchio format destra/sinistra più il fatto del giorno è ormai obsoleto, il trombone autorevole che parla con il voltaggio da vecchio circolo di partito ora fulminerebbe qualunque lampadina. Però il talk è uno spazio metafisico immortale, la strada è quel- ● Il commento affatto da buttar via». Il risultato — analizza — è la somma di Giannini e Floris, di Porro e Santoro. «Non sono scontento dei dati, si tratta di vedere chi vince i duelli: Santoro l’anno scorso non aveva competitor, mentre ora ha Porro; Formigli sfida Del Debbio; Paragone se la deve vedere con le inchieste di Iacona. Quanto a Floris ci vuole tempo perché diventi un volto della rete. Intanto nella seconda puntata diMartedì è cresciuto del 30% rispetto alla prima, mentre Ballarò ha perso il 40%: i numeri dei due programmi ora sono vicini e io comunque ho raddoppiato lo share del martedì rispetto a un anno fa. Concordo con quello che ha detto Giuliano Ferrara: la parola non va mai in crisi, la parola è il sale della comunicazione». Carlo Freccero, osservatore acuto e mai banale della tv di oggi, spiega così il calo di Santoro: «Non fa più evento. Lui è sempre stato in qualche modo visione, partito mediatico. In Rai il suo era l’unico programma di opposizione, era differenza e rottura. Ora si è omologato alla rete in cui si trova e il contesto determina anche il testo». Ragiona per immagini: «Il talk è un game travestito: o bianco o nero. Ma se manca il duello, non c’è gioco e il pubblico si astiene, come alle elezioni politiche. L’astensionismo dà la misura della crisi del talk. E poi la vita sociale non conta più, conta molto di più la vita privata: l’unico talk che vince sarà quello di Maria De Filippi». Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA I l destino delle parole è che invecchiano e si usurano con gli uomini che le usano. Il talk show è in crisi: meno pubblico, temi ripetitivi, compagnia di giro che scorrazza da un salotto all’altro, clima da «patto del Nazareno» che ammoscia gli animi. Ma i motivi principali del peggioramento sono tre. L’usura. L’altra sera, Santoro sembrava uno studente fuori corso: incazzato, demotivato, spaesato. Sarà anche stato il primo a introdurre certi temi, ma ormai ha perso smalto e voglia. Gli altri conduttori, pedagoghi indignati, sono quasi tutti sue imitazioni: già logorati dalla fatica di essere personaggi. Per durare nel tempo ci vuole involontaria lucidità. La saturazione. Dal mattino alla sera ci sono talk: costano poco e possono contare sul narcisismo degli invitati. Una Moretti, un Gasparri li trovi sempre, a qualunque ora. Quest’anno, poi, si porta la tristezza, querula e gemebonda. E forse La7 ha fatto un errore a ingaggiare Floris: ha rotto gli equilibri della rete, non ha portato nulla di nuovo, si è dimostrato poco incisivo. L’omologazione. Dal momento in cui è sparito l’uomo nero (Berlusconi), manca la rissa. Al Conduttore Unico delle Coscienze si è sostituito il Copione Unico delle Coscienze: un po’ di Scampia, i soldi che mancano per arrivare a fine mese, una bordata alla Casta, la non ripresa economica, moralismo e retorica, dramma dell’immigrazione, ragazzi abbandonati da scuola-famiglia-società, una spruzzatina di trattato statomafia, molto disagio sociale. Il CUC2 crea spettatori della propria impotenza. Alla fine, resta solo un insieme di parole con su impresso il sigillo arcano della noia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 SPETTACOLI 53 # 1916-2014 L’attore statunitense Don Keefer (a sinistra in una foto di scena della serie tv «Bonanza») è morto a 98 anni. Lo riferisce la rivista specializzata The Hollywood Reporter. Keefer, che fu protagonista della produzione originale a Broadway di «Morte di un commesso viaggiatore» di Arthur Miller nel 1949, era membro fondatore dell’Actors Studio di New York. L’attore prese parte a numerosissime serie televisive, tra le quali «The Virginian», «Colombo» e «The Twilight Zone». Keefer diede il volto allo scienziato che risvegliò Woody Allen in «Sleeper», del 1973, e recitò, con Paul Newman e Robert Redford in «Butch Cassidy», del 1969. La sua ultima apparizione sullo schermo fu insieme a Jim Carrey nella commedia «Bugiardo, bugiardo», del 1997. Dall’Actors Studio a «Butch Cassidy» Addio a Don Keefer L’appello Sorrentino: il cinema America deve riaprire «Se non riaprono il cinema America sono pronto a restituire la cittadinanza onoraria di Roma»: l’affermazione del premio Oscar per La grande bellezza Paolo Sorrentino, ospite a Radio2, ha avuto un’eco non minore della lettera di complimenti inviata dal presidente Napolitano ai ragazzi in lotta per la sopravvivenza della storica sala di Trastevere. Il regista, che aveva ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Marino all’indomani dell’Oscar, ha corretto poi il tiro: «Era una battuta per sottolineare la mia vicinanza alla vicenda del cinema America. La cittadinanza onoraria rimane per me un grande onore». La Maddalena del rock: torno dopo 40 anni per ritrovare il mio Gesù 1973 Ted Neeley (Gesù) e Yvonne Elliman (Maria Maddalena) in una scena di «Jesus Christ Superstar» (1973), diretto da Norman Jewison. L’opera è stata scritta da Andrew Lloyd Webber (autore delle musiche) e Tim Rice (parole) «Il mio ex marito mi aveva allontanato dal musical» «Q uando mi chiesero di diventare Maria Maddalena non avevo le idee molto chiare, credevo fosse la mamma di Gesù». Non aveva ancora vent’anni allora Yvonne Elliman e non immaginava che quello non sarebbe stato per lei un ruolo qualsiasi. Jesus Christ Superstar resta uno dei maggiori successi di sempre di Broadway e il film che ha ispirato, diretto da Norman Jewison, è diventato un cult. Ora, dopo più di 40 anni, la cantante ha ritrovato altri due protagonisti del cast storico, Ted Neeley (Gesù) e Barry Dennen (Pilato). E insieme, per la prima volta da allora, sono nella nuova versione del musical diretta da Massimo Romeo Piparo, che ha debuttato al Sistina di Roma (per poi spostarsi all’Arena di Verona e agli Arcimboldi di Milano). «Sono molto nervosa», spiega l’attrice. A parte i tre volti storici «il cast ha più o meno 20 anni. Ma questo musical unisce generazioni distanti: Gesù è una figura senza tempo. E al resto ci pensa il rock». Cosa è cambiato dal suo debutto? «Lo show è più imponente. Il cast è più grande, il suono amplificato, le luci fantastiche. La tecnologia ha fatto tanto: ora posso usare le mani mentre recito perché non devo più tenere il microfono...». Il ruolo di Maria Maddalena è rimasto quello con cui la gente la identifica: «Non mi dispiace. Fino a qualche anno fa a Broadway la gente mi gridava: Maria, Maria». Poi però la sua carriera si è interrotta: «È iniziata quando avevo 17 anni e ho smesso attorno ai 29. Mi sono dedicata ai figli». È vero che il suo ex marito ha avuto un ruolo in questa scelta? «Sì, mi ha detto che dovevo smettere di cantare. Era spaventato dallo spettacolo, dall’idea che stessi lontana. Ha cercato di allontanarmi in ogni modo da quella parte della mia vita. Forse ha fatto bene. Sono felice di aver seguito la mia famiglia ma un po’ di supporto mi avrebbe aiutata». Non è successo, e così «per i vent’anni che sono stata sposata ho smesso. Quando poi l’ho lasciato, nel 2001, un altro uomo mi ha spinta a riprende- Hawaiana ● Yvonne Elliman è nata a Honolulu il 29 dicembre 1951. È stata corista di Eric Clapton ● Deve la fama al personaggio di Maria Maddalena in «Jesus Christ Superstar», che oggi è tornata a interpretare Perugia Gabriele Lavia mette in scena Bergman e colora di grigio «Sinfonia d’autunno» DAL NOSTRO INVIATO PERUGIA Sono grigie le tappezzerie dei divani, i tappeti, il fondale, gli abiti di scena degli attori. È grigia la solitudine di Eva, la mesta rassegnazione del marito Viktor, il dolore di Helena, In rosso Anna Maria Guarnieri (80) gravemente handicappata, mentre fuori i lampi di un temporale lanciano segnali inquietanti di una tempesta annunciata. Domina il grigio in Sinfonia d’autunno, dall’omonimo film di Ingmar Bergman, nell’adattamento e regia di Gabriele Lavia. Siamo in un villaggio norvegese. Nel grigiore di una vita che scorre tranquilla, piomba Charlotte: pianista di fama, madre di Eva e di Helena, che fra una tournée e l’altra ha trascurato i legami familiari. «Mi sono sempre sentita in un altrove distante, dove c’ero solo io e il pianoforte». Il conflitto è inevitabile nel ruvido bilancio affettivo. Anna Maria Guarnieri (Charlotte), unico personaggio che spicca nel grigio dominante con un abito rosso, nell’incontro-scontro con i suoi familiari-avversari restituisce il disagio di una madre messa sotto accusa. Così Valeria Milillo (Eva), vittima che reclama attenzione. Convincenti anche Danilo Nigrelli e Silvia Salvatori negli altri due ruoli. Prodotto dallo Stabile dell’Umbria e dalla Fondazione Cucinelli, lo spettacolo ha debuttato con successo al Teatro Cucinelli (al Piccolo di Milano a dicembre). Il pubblico diventa testimone di una storia segreta, disperata e violenta, dove l’incapacità d’amare è chiusa nella prigione del risentimento. Emilia Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA re». Non è stato facile: «Non avevo più fiducia in me. Pensavo che la gente mi avrebbe giudicata, avrebbe fatto paragoni con il passato...». Tornando indietro rifarebbe tutto? «Farei del rock più pesante. Ma sono grata per la mia carriera, ho fatto tutto: musical, dischi, recitato. E sono stata nella band del mio idolo, Eric Clapton». Ora questo nuovo passo: «La sfida e’ coinvolgere il pubblico come un tempo». In un musical che ❞ Un ricordo del set? Eravamo nel deserto, una pioggia improvvisa ha sconvolto anche gli scettici «piace perché fa sentire più vicini a Dio». C’è un ricordo del set che Elliman non sa dimenticare: «Eravamo nel deserto ed era una giornata di sole. Dovevamo girare la scena in cui Gesù urla al padre perché l’ha abbandonato. In quel momento sono apparse delle nuvole scure e ha iniziato a piovere. Siamo ammutoliti tutti, anche i più scettici». C. Maf. © RIPRODUZIONE RISERVATA 54 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 55 ● Risponde Sergio Romano INGLESE LINGUA DEL MONDO I RISCHI E I VANTAGGI Caro Romano, il numero uno di Impregilo (l’impresa per il ponte sullo Stretto) ha dichiarato di rinunciare alle penali se il governo riprende il progetto per la realizzazione. Si tratta di circa 1 miliardo, che andrebbe perso, a fronte di un gettito fiscale potenziale di 4,5 miliardi dagli oltre 40 mila posti di lavoro che si creerebbero. Siccome la costruzione è a capitale privato con l’intervento dello Stato per soli 1,5 miliardi, è difficile dire grazie a Impregilo e riprendere il progetto per la realizzazione? Il premier Renzi avrebbe anche il merito dell’opera e l’Italia lustro per il mondo per l’uso della tecnologia nazionale! L. C. Guerrieri Montepagano (Te) Ho avuto spesso l’impressione che l’opposizione al ponte sullo Stretto fosse in buona parte un «no» a Berlusconi. Forse oggi, senza Berlusconi, la cosa sarebbe possibile e utile per il morale del Paese. Ogni articolo del Corriere della Sera è sempre più frequentemente infarcito di vocaboli inglesi. Qualche esempio: trend, brand, performance, step, road map, stalker, show room, player, talk show, big, outsider, killer, ticket, devolution. Potrei purtroppo continuare. In quasi tutti i casi, esistono — da sempre — gli equivalenti italiani che esprimono perfettamente il significato delle parole inglesi. (Paradosso: molti dei termini inglesi sono di origine latina). Tale pessimo andazzo è stato definito come una forma di servilismo o di provincialismo. È vero? È sufficiente per spiegarne la tendenza (spiacente il trend)? Come ci si può opporre, veramente non se ne può più. Amerei conoscere il suo pensiero in merito. Gianni Colombo ggcolombo@bluewin Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] La tua opinione su sonar.corriere.it Il presidente iraniano Rohani: l’Isis è il frutto dell’opera degli Usa e degli alleati nel Golfo. Ha ragione? Risposte alle ore 19 In tema di lavoro c’è molto da rivedere, ma quando sento che l’art. 18 sarebbe stato l’origine della crisi occupazionale e imprenditoriale, mi rendo conto che non c’è ancora la volontà politica di intervenire laddove veramente è necessario. La burocrazia estenuante per aprire una attività o un conto corrente bancario e/o per permessi comunali, provinciali, regionali, per i relativi controlli sanitari ecc., oltre ai costi notarili e quant’altro fanno si che diventi tutto un’avventura per la quale pochi sono disposti a scommettere. Decimo Pilotto Tombolo (Pd) Caro Colombo, giornali devono difendere il buon uso della lingua nazionale, ma sono i cronisti della società contemporanea e non possono ignorarne l’evoluzione. Può darsi che in questa alluvione di termini stranieri vi sia un po’ di provinciale esibizionismo, ma il fenomeno è più complicato e merita qualche riflessione. L’Europa è sempre stata bilingue: una lingua nazionale (ma sarebbe meglio definirla statale) per le esigenze di una comunità retta da uno stesso sovrano, e una lingua veicolare per le esigenze di quei ceti sociali, professionali e intellettuali che dovevano intrattenere rapporti attraverso le frontiere. Quest’ultima, per molto tempo, è stata il latino, ma dal XVII° secolo ai nostri giorni la lingua veicolare è quella del Paese che esercita sul continente una sorta di egemonia I SUL WEB LAVORO Le riforme necessarie politica e culturale: il francese dal Seicento all’Ottocento, l’inglese delle isole britanniche sino alla Seconda guerra mondiale e l’inglese degli Stati Uniti sino ai nostri giorni. Ma vi sono alcuni fattori, strettamente collegati, che hanno reso il fenomeno, oggi, alquanto diverso da quello del passato. Nelle società di massa il numero di coloro che hanno bisogno di una lingua veicolare, dai migranti ai turisti, è cresciuto esponenzialmente. Le nuove tecnologie della comunicazione e l’arrivo delle tigri asiatiche sui mercati mondiali hanno dato un contributo decisivo alla globalizzazione della economia. Gli Stati Uniti sono diventati il motore della modernizzazione, il luogo da cui sono giunte negli ultimi decenni molte delle innovazioni che hanno trasformato il nostro modo di comunicare, viaggiare, studiare, produrre e commerciare. Grazie a tutti questi fattori le parole finiscono in un grande frullatore che gira sempre più rapidamente e copre un’area sempre più vasta. In questo torrente di modernità proveniente dall’altra sponda dell’Atlantico vi sono molte scorie che sarebbe meglio ignorare, ma la modernizzazione parla inglese e l’esistenza di un lingua comune ha creato sinergie che sarebbero state, in altre circostanze, impossibili. È vero, caro Colombo, che quasi tutte le parole inglesi citate nella sua lettera hanno un equivalente italiano. Ma le parole possono avere significati diversi a seconda del contesto in cui vengono usate e la traduzione letterale, in molti casi, non trasmetterebbe il nuovo significato che la parola ha acquistato nell’uso inglese o americano. Questo fenomeno è troppo importante perché un grande giornale possa ignorarlo. Non sarebbe lo specchio dei tempi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sì 50% 50% No La domanda di oggi Il sindaco Luigi de Magistris ha dichiarato che non si dimetterà nonostante la condanna. Fa bene? ELIMINAZIONE ART. 18 Renzi e il Pd SPESE SANITARIE Fecondazione eterologa NUOVO FRECCIAROSSA Trasporto ferroviario Si continua a parlare dell’articolo 18, anche se questo viene applicato solo in pochissimi casi. Il premier Renzi fa sapere da oltreoceano che lui lo abolirà nonostante le resistenze del suo partito. Secondo me, pensare che abolendo l’articolo 18 si riuscirà a far ripartire l’economia, è sbagliato. Credo invece sia giusto discutere di questioni più importanti. Per quanto riguarda il costo del trattamento di fecondazione eterologa, tutte le nostre regioni, tranne la Lombardia, hanno fissato un ticket variabile tra i 400 e i 600 euro. Ci auguriamo, pur con il rispetto dei diritti di tutti, che le risorse necessarie a finanziare tale tecnica non finiscano per penalizzare le cure di anziani, malati cronici, disabili e non autosufficienti. Il nuovo Frecciarossa 1000 percorrerà il tratto MilanoRoma in poco più di 2 ore e la gara tra le due aziende di trasporto ferroviario, Fs e Ntv, continuerà. Peccato che si dovrà rinunciare a molte linee con minore traffico locale. I treni regionali saranno quindi ulteriormente penalizzati a favore di quelli ad alto traffico che potranno godere di servizi maggiori. Claudio Orlandi Renato Invernizzi Nicodemo Settembrini Acqualagna (PU) [email protected] Arezzo INTERVENTI E REPLICHE Testimonianze e funzione presidenziale Mi riferisco all’articolo «Un retrogusto amaro» di Michele Ainis pubblicato sul Corriere della Sera di ieri. L’art. 90 della Costituzione dice che il presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio del suo mandato. L’art. 205 del c.p.p. fissa le modalità per l’assunzione delle testimonianze del presidente della Repubblica. Si potrebbe dire che questa norma contrasta con il dettato costituzionale. Sarebbe esatto il rilievo se l’articolo 205 comprendesse esplicitamente gli atti compiuti dal presidente della Repubblica nell’esercizio del suo mandato, mentre è chiaro che così come formulato debba riferirsi a fatti compiuti fuori mandato. Il Tribunale di Palermo ha chiamato il presidente della Repubblica a testimoniare su un fatto avvenuto durante © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Gli Usa sostengono le rivendicazioni autonomiste dell’Ucraina in nome dell’autodeterminazione dei popoli. Il concetto di autodeterminazione è già abbastanza ambiguo per non dar adito a speculazioni politiche che non depongono a favore del diritto di sanzione, da parte di uno Stato nei confronti di un altro in lite con un proprio vicino, né delle motivazioni politiche all’origine. Le sanzioni preludono a conseguenze sui loro artefici, fra i quali il nostro Paese, in tema di approvvigionamenti di petrolio e di gas. La Russia ha tutte le ragioni di sospettare che l’intervento occidentale in un’area che, storicamente, fa parte della sua «sfera di influenza» preluda a un allargamento della Nato. I confini nazionali sono, da sempre, per Mosca, un nervo sensibile della concezione che essa ha della propria sicurezza. Dai tempi dello zar ai tempi della guerra fredda, i governi russi hanno cercato di allontanare i confini del Paese dal centro, la capitale, dei propri processi decisionali. Su quale fondamento giuridico Obama abbia deciso, poi, di sanzionare la Russia per la questione ucraina è difficile dire, e tantomeno si sa perché gli alleati degli Usa abbiano deciso di affiancarlo. Il diritto e la prassi internazionali del secondo dopoguerra assegnano la potestà di sanzione agli organismi collettivi preposti alla disciplina degli equilibri interstatuali. Le sanzioni, per non parlare del sequestro dei beni di un «amico di Putin», sono, oltre che inutili, una sciocchezza. Siamo membri dell’Alleanza atlantica e durante la guerra fredda siamo stati la portaerei americana nel Mediterraneo perché era nostra convenienza, col Partito comunista più forte dell’Occidente al nostro interno. Ma, oggi, dissoltasi l’Urss, integratosi il Pd nella democrazia rappresentativa, non sarebbe tradire i nostri impegni porsi qualche interrogativo su certe cervellotiche iniziative. © RIPRODUZIONE RISERVATA l’esercizio del mandato presidenziale. Ciò appare ardito e fuori dalle righe costituzionali. Capisco che il presidente Napolitano sia disposto a subire per dimostrare la sua corretta e lineare condotta. Ma sbaglia. Perché deve mettere da parte le sue buone ragioni e deve evitare che si crei un pericoloso precedente tale da intaccare l’equilibrio istituzionale. Se il presidente, per comprensibile sensibilità, non vorrà ricorrere alla Corte costituzionale, occorrerà che altri abbiano a farlo. Potrebbero essere le Camere o le Regioni che sono chiamate a formare il seggio elettorale per la nomina del presidente della Repubblica. Bisogna evitare questo ulteriore scivolamento verso una caotica trasgressione costituzionale lenta e disgregante. Rino Formica Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano FONDATO NEL 1876 DIRETTORE RESPONSABILE di Piero Ostellino Sanzioni alla Russia un’inutile severità LETTERE AL CORRIERE STRETTO DI MESSINA Importanza del ponte ●Il dubbio Offro un ulteriore elemento al giudizio dei lettori, citando un passaggio della sentenza costituzionale n. 1 del 2013 (punto 10 della motivazione): «Non mancano, nell’ordinamento, norme sintomatiche dell’incoercibilità della libertà personale del capo dello Stato. Si pensi ad esempio all’esclusione per quest’ultimo della possibilità di procedere nelle forme ordinarie (e dunque anche mediante l’eventuale accompagnamento coattivo) all’assunzione della testimonianza (art. 205, comma 3, cod. proc. pen., in relazione al comma 1 della stessa norma): lungi dal costituire una eccezione (in questo senso irragionevole) nell’ambito di una generalizzata possibilità di coercizione, la disposizione rappresenta piuttosto la regola applicativa, sul piano particolare, del più generale regime di tutela della funzione presidenziale». (Michele Ainis) Staino EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. 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Viaggio nel tempo” € 8,80; con “Tiziano Terzani” € 10,80; con “I capolavori dell’Arte” € 7,80; con “Ufo Robot” € 11,89; con “James Bond collection” € 11,89; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,89; con “English Express” € 12,89 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera 56 Sport Serie A 5ª giornata Le quote Snai Oggi ore 18 ROMA-VERONA (Russo) ore 20.45 ATALANTA-JUVENTUS (Orsato) Domani ore 12.30 SASSUOLO-NAPOLI (Peruzzo) ore 15 CESENA-MILAN (Guida) CHIEVO-EMPOLI (Massa) INTER-CAGLIARI (Banti) TORINO-FIORENTINA (Valeri) Ore 20.45 GENOA-SAMPDORIA (Damato) Lunedì ore 19 UDINESE-PARMA (Calvarese) Ore 21 PALERMO-LAZIO (Di Bello) 1 X 2 1,35 4,75 9,00 6,50 3,75 1,55 4,25 3,50 1,85 6ª giornata. Oggi, ore 15: Avellino-Livorno, BolognaCittadella, Crotone-Vicenza, Entella-Carpi, Latina-Ternana, Modena-Spezia, Perugia-Brescia, Pro Vercelli-Frosinone, Varese-Trapani; domani, ore 18: Catania-Pescara; lunedì, ore 20.30: Lanciano-Bari. Classifica: Perugia 11; Pro Vercelli, Carpi e Trapani 9; Frosinone, Ternana, Avellino e Livorno 8; Cittadella, Bari, Spezia e Bologna 7; Latina, Modena e Lanciano 6; Crotone, Vicenza e Brescia 5; Catania, Pescara e Varese 3; Entella 2. Joseph Blatter, presidente Fifa dal giugno 1998, si è candidato a un quinto mandato (congresso nel 2015). Lo ha detto a Zurigo, dopo l’Esecutivo nel quale è stato deciso di vietare la proprietà di giocatori da parte di terzi e ha confermato che fino a novembre rimarrà riservato il rapporto di Michael Garcia, ex procuratore di New York: ha indagato sulle presunte irregolarità nell’assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia e 2022 al Qatar. Dopo i successi con Tunisia, Croazia, Argentina e il giorno di riposo, già sicura della qualificazione alla seconda fase del Mondiale (a Bari), l’Italia femminile torna in campo stasera con la Germania (RaiSport1 ore 20) e domani con la Repubblica Dominicana. L’obiettivo è ottenere più punti possibili dalle due sfide: i risultati di questi match saranno validi anche per la classifica della fase che aprirà le porte delle finali di Milano (8-12 ottobre). Spettacolo? No grazie «Juve, solo i tre punti» Allegri: «Contro l’Atalanta i migliori, ai giallorossi penseremo poi» 5,25 3,75 1,65 2,25 3,20 3,30 1,43 4,50 7,50 2,65 3,25 2,65 2,70 3,15 265 2,20 3,30 3,30 3,00 3,25 2,40 Fonte: Snai - Dati: Monica Colombo CdS Roma Verona 4-3-3 4-3-3 95 Gollini 26 De Sanctis 25 Marques 13 Maicon 18 Moras 44 Manolas 4 Marquez 2 Yanga-Mbiwa 28 Brivio 3 Cole 8 Obbadi 4 Nainggolan 77 Thachtsidis 20 Keita 23 Ionita 15 Pjanic 7 Saviola 24 Florenzi 9 Toni 22 Destro 21 Gomez 8 Ljajic Arbitro: RUSSO di Nola Tv ore 18 Sky Supercalcio, Sky Calcio 1, Premium Calcio Atalanta Juventus 4-4-2 3-5-2 57 Sportiello 1 Buffon 22 Zappacosta 5 Ogbonna 29 Benalouane 19 Bonucci 20 Biava 3 Chiellini 93 Dramé 26 Lichtsteiner 8 Estigarribia 6 Pogba 21 Cigarini 8 Marchisio 17 Carmona 37 Pereyra 10 Gomez 33 Evra 99 Boakye 10 Tevez 9 Morata 19 Denis Arbitro: ORSATO di Schio Tv: ore 20.45 Sky Sport 1, Sky Supercalcio, Sky Calcio1, Premium Calcio Classifica JUVENTUS 12 ROMA 12 UDINESE 9 INTER 8 SAMPDORIA 8 VERONA 8 MILAN 7 GENOA 5 FIORENTINA 5 NAPOLI 4 Serie B Calcio Volley Il Perugia primo aspetta il Brescia Blatter annuncia: «Mi ricandido» L’Italia stasera sfida la Germania ATALANTA TORINO CESENA LAZIO PALERMO PARMA CHIEVO SASSUOLO EMPOLI CAGLIARI 4 4 4 3 3 3 3 3 2 1 No titolari, non parti(ta). «A Bergamo schiererò la formazione migliore». Anche a Massimiliano Allegri, come ad Antonio Conte, non piace il termine turnover. «Lo considero un diminutivo per quelli che giocano di meno. La rosa della Juventus è in grado di sopperire alle assenze e di fare delle buone prestazioni anche se mancano 4-5 pseudo-titolari». Pseudo perché nell’ideologia del tecnico livornese titolari sono tutti. Però c’è sempre qualcuno più uguale degli altri. «Non sono molto amante dello spettacolo fine a se stesso. Quello che conta è vincere, per questo schiererò la formazione migliore». Contro l’Atalanta ci potrebbe essere una sola novità perché l’eventuale riposo di Lichtsteiner è saltato per via dell’infortunio di Romulo che va ad aggiungersi agli indisponibili Barzagli, Caceres e Pirlo (que- Colloquio Massimiliano Allegri, 47 anni, parla con Carlitos Tevez, 30: l’attaccante argentino è stato il trascinatore della Juventus in questo inizio stagione, 4 gol in 4 presenze tra campionato e Champions, e sarà titolare anche con l’Atalanta (Action Images) sti due possibili con l’Atletico): Alvaro Morata dal primo minuto accanto a Tevez, reduce dalla panchina. «Il valore della squadra è di primordine, indipendentemente dal risul- tato di Bergamo, di mercoledì o di domenica» sostiene Allegri e spiega che con l’Atalanta «non sarà una partita facile: vincere a Bergamo non è semplice, per nessuno. L’Atalanta viene da due sconfitte, ma con buone prestazioni, soprattutto quella in casa con la Fiorentina. Su questo campo troveremo delle difficoltà, ne siamo consci e quindi dobbiamo es- sere preparati. E sappiamo che dobbiamo cercare di portare a casa i tre punti, fondamentali per poi affrontare prima l’Atletico e poi la Roma». Di nuovo lei, la squadra di Garcia e del giovanotto Totti. Domenica 5 ottobre l’incrocio pericoloso, ma sarà un lungo duello. Per ora è meglio stoppare i pensieri. «Alla Roma cominceremo a pensare da giovedì, dopo la Champions League. Sarà una partita di grande fascino, di grande importanza per il campionato, ma non decisiva. Via, saremo solamente alla sesta giornata. Il campionato è lungo, ci sono ancora tantissimi punti a disposizione e bisognerà trovarsi nelle migliori condizioni allo sprint finale». Allegri è soddisfatto del suo inizio alla Juventus. Con i risultati sta allontanando la diffidenza iniziale dei tifosi. Però vuole di più. «Questa è una squadra in grado di migliorare a livello tecnico. Questo avanzamento è molto importante per chi punta a rivincere lo scudetto e soprattutto deve fare meglio in Europa». Dove per esempio? «Nella velocità di passaggio, nello sviluppo offensivo soprattutto negli ultimi 20 metri, nella costruzione. Sotto questo aspetto la Juventus può e deve migliorare». Cosa succederà al campionato se riuscirà a farlo? Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA La Roma multilingue vuol farsi capire con il Verona Garcia parla 4 lingue, pretende che gli stranieri imparino l’italiano, Pjanic poliglotta è il traduttore Found in translation. La traduzione che faceva perdere il sentimento nel film di Sofia Coppola è diventata una forza che fa vincere la Roma di Rudi Garcia. Multinazionale, multietnica e multireligiosa, ma, come ha detto Francesco Totti nella lunga intervista al canale tematico giallorosso in occasione del suo trentottesimo compleanno, un gruppo molto unito: «Adattarsi al calcio italiano non è semplice e io non lo conoscevo, ma Garcia è una grande persona ed è riuscito a fare una grande squadra e a ricompattare un gruppo che si era sfaldato ROMA dopo due anni di brutte cose». Garcia è stato il primo a dare il buon esempio e si è messo a studiare l’italiano a tappe forzate per poter comunicare meglio con tutti. Ha preteso anche che i giocatori prendessero lezioni e, tranne che nel caso di Gervinho, con buoni risultati. Ma a Gervais, nel gruppo, vogliono tutti così bene che, le poche volte che parla, fanno finta di capirle. L’allenatore parla francese, spagnolo, inglese e italiano e, da perfezionista, cerca sempre di migliorarsi. L’unico vezzo francese che gli è rimasto è la parola «qualité». L’ultimo esempio di gram- Compleanno Totti e Garcia (Ansa) melot applicato al calcio è stata la punizione vincente di Pjanic, all’88’, contro il Parma. Prima di calciare il bosniaco si è confrontato con il greco Manolas (in inglese) per chiedergli come tirasse Holebas, suo ex compagno all’Olympacos, che si aggirava speranzoso intorno al pallone. Manolas ha risposto: «A volte segna». Pjanic ha sorriso, messo la palla a terra, tirato lui e segnato. Mire, del resto, è il traduttore ufficiale della squadra: parla bosniaco, tedesco, inglese, francese e italiano. Dice che quello bravo in famiglia, a studiare, è il fratellino Mirza. Il calcio ha una lingua universale, ma capirsi in campo e se possibile anche fuori dal campo aiuta a formare gruppi vincenti. La Roma, prima dei due big match contro Manchester City e Juve, proverà a confermarsi oggi, all’Olimpico, contro il Verona. Totti saprà come gli altri solo un’ora e mezza prima dell’inizio se festeggerà il compleanno in campo oppure in panchina. Il regalo se lo è scelto, per fine stagione: lo scudetto. «Una gioia indescrivibile. Spero di poterla riprovare prima che io smetta». Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 SPORT Ryder Cup Atletica Europa in vantaggio 5-3 sugli Usa Milano: 24 club per due scudetti Pugilato Il rilancio inizia da Marsili-Miszei L’Europa chiude in vantaggio, 5-3 contro gli Stati Uniti, la prima giornata della Ryder Cup. Victor Dubuisson e Graeme McDowell, non schierati nel fourball della mattina, hanno vinto 3-2 contro la coppia Phil Mickelson-Keegan Bradley. In mattinata l’inglese Justin Rose e lo svedese Henrik Stenson avevano guadagnato il primo punto per l’Europa battendo (5-4) gli statunitensi Bubba Watson e Webb Simpson. Il rilancio del pugilato in Italia, pianificato dalla nuova Lega Pro Boxe, prosegue stasera a Viterbo con il match tra il campione d’Europa dei leggeri, Emiliano Marsili, e lo sfidante ungherese Gyorgy Miszei. Il combattimento sarà trasmesso su Italia 1 alle 23.45, primo di una serie di sfide che l’emittente manderà in onda sino al 24 ottobre, con quattro boxeur italiani impegnati per il titolo europeo: Di Rocco, Dieli, Boschiero e Fragomeni. Visita settimanale Oggi e domani l’Arena di Milano ospita la finale Oro dei campionati di società: 24 squadre (12 maschili e 12 femminili) per conquistare gli scudetti 2014, con gli atleti che tornano dai club militari ai loro vecchi club civili di appartenenza. Favoriti la CaRiRi Rieti (uomini) e l’Acsi (donne). Da seguire Marani (Riccardi) nei 200, la Del Buono (Atl. Vicentina) nei 1.500; Dal Molin (A. Club 96 Ae) nei 110 hs e la Caravelli (Cus Cagliari) nei 100 hs. È di nuovo Strama La sua Udinese ora mette paura La profezia di Moratti, stage a L.A. E a scuola da Guardiola e Ancelotti Duo Inzaghi e Silvio Berlusconi (Buzzi) Berlusconi striglia la difesa e con Inzaghi studia l’attacco MILANO Dopo aver esortato in settimana Pippo Inzaghi ad ascoltare con attenzione i consigli dispensati nelle numerose visite a Milanello, ieri Silvio Berlusconi si è voluto sincerare di persona se il tecnico avesse assimilato i concetti. Atterrato alle 14.40 a Milanello, il presidente rossonero si è soffermato tre ore nel college milanista: prima il consueto pranzo con lo staff tecnico per analizzare i passi indietro mostrati dalla squadra con la Juve e l’Empoli, dopo un avvio di campionato più che promettente. Poi nella club house ha incontrato la squadra, a cui ha fatto colloqui separati per reparto. Sotto la lente d’ingrandimento di società e tecnico il rendimento della difesa che in quattro partite complessive ha incassato otto gol. «Siamo il miglior attacco ma prendiamo troppe reti. Solo il Parma ne ha subite di più» ha rilevato Adriano Galliani. Ecco perché l’ex Cavaliere si è soffermato in particolare con Bonera e De Sciglio, fra i più opachi e sotto tono in quest’inizio di stagione (il primo infatti si accomoderà in panchina a Cesena: Zapata titolare, giocherà uno fra Alex e Rami). Non solo. Amante del gioco spettacolare e offensivo Berlusconi ha poi dedicato particolare attenzione agli attaccanti che vorrebbe vedere sempre in campo, cioè Torres e Menez. Nonostante l’allenatore sia legato al 4-3-3, modulo su cui sta lavorando da due mesi, da due giorni sta allenando la squadra con lo schema che consentirebbe di vedere in campo contemporaneamente Torres e la linea formata da Honda-Menez-Bonaventura. Praticamente un 4-2-3-1 che in fase di copertura si trasforma in un 4-4-1-1: modulo spregiudicato quando si attacca, equilibrato se si difende. «Abbiamo un attacco super: è un Milan che ha uno spirito e un gioco nettamente superiore rispetto allo scorso anno» ha sottolineato Galliani. C’è da scommettere che la portata principale del pranzo sia stata la disposizione di mediani e di ali. Berlusconi dà consigli, Pippo ascolta. Domani verifica scritta allo stadio di Cesena. Nota a margine: sarà il San Lorenzo, la squadra di cui papa Bergoglio è tifoso, l’avversario nel Trofeo Berlusconi del 5 novembre. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA A vedere l’Udinese al terzo posto in classifica, alle spalle di Juve e Roma, forse bisogna dare ragione a Massimo Moratti. Era stato lui, nelle vesti di proprietario e presidente dell’Inter, ad affidare ad Andrea Stramaccioni la panchina nerazzurra: lunedì 26 marzo 2012 il tecnico romano (quartiere San Giovanni) subentrava a Claudio Ranieri. Sembrava che la carriera del giovane allenatore, promosso dalla Primavera alla prima squadra, fosse in discesa. Ma al termine del campionato successivo, 19 maggio 2013, era arrivato l’esonero dopo un nono posto a 33 punti dalla Juve. «Sono convinto delle sue qualità, diventerà uno dei migliori allenatori italiani. Più che una convinzione, la mia è una certezza. Le ragioni di questo cambio possono anche essere di salvaguardia della sua professionalità», era stato l’incoraggiamento di Moratti. In estate Stramaccioni è ripartito da Udine, dopo aver studiato Carlo Ancelotti e Pep Guardiola, senza dimenticare Luciano Spalletti, il suo punto di riferimento. Ha girato il mondo per studiare, imparare, apprendere e migliorare. È stato a Los Angeles, da gennaio a marzo, per irrobustire il suo inglese: anche questo fa parte del percorso di crescita professionale per tornare su una panchina di serie A. In un ambiente giovane e innovativo, l’ex allenatore dell’Inter è apparso infatti un uomo più maturo (presto diventerà padre) e consapevole degli errori del passato. In questa nuova avventura ha voluto al suo fianco la passione e le conoscenze di Sorpresa Andrea Stramaccioni, 38 anni, terzo in classifica dopo aver battuto la Lazio (LaPresse) Dejan Stankovic. Un mix che si sta rivelando vincente. La scelta più rivoluzionaria di Strama è stato il passaggio dalla difesa a 3 alla difesa a 4, senza che la squadra ne risentisse in maniera negativa. Decisivo anche il ripensamento di Totò Di Natale, 37 anni a ottobre, che a gennaio aveva annunciato al mondo il suo ritiro. Invece, il capitano è rimasto al Friuli e ha sposato il nuovo progetto. All’Olimpico è partito dalla panchina e Thereau, l’autore del gol vittoria con la Lazio, non lo ha fatto rimpiangere: «Lo volevo all’Inter come vice Milito», ha rivelato Stramaccioni. Ma a Milano gli avevano regalato Rocchi. Non proprio la stessa cosa. Gli errori del passato insegnano sempre qualcosa ed è meglio non ripeterli. Perché anche con l’Inter era partito forte per poi perdersi, tra infortuni e prestazioni non proprio eccellenti, nella seconda parte di stagione. Continuando così potranno arrivare altre soddisfazioni, come la vittoria dell’Olimpico contro la Lazio, per lui un derby personale. «Una bellissima emozione. Sono romano e questo è lo stadio nel quale sono cresciuto e dove da allenatore avevo sempre perso». Due volte con l’Inter fra maggio e dicembre 2012. Lunedì lo attende l’esame Cassano: ad Appiano nessuno si è mai dimenticato di quel litigio del marzo 2013. Salvatore Riggio © RIPRODUZIONE RISERVATA con Intel Inside® Più di quanto immagini Brillante schermo HD IPS: uno spettacolo per i tuoi occhi Intel Inside® Cattura ogni istante Il compagno ideale Prestazioni eccellenti: potenza Quad Core, batteria estesa.* Fotocamera posteriore da 5MP e anteriore da 2MP per scatti vibranti e ottimi selfie. Sottile e leggero: con soli 295g e 9 ore di autonomia ti accompagnerà ovunque. SCAR SC ARIC AR ICAA AS IC ASUS US PL PLUS US SUBITO PER TE CORRIERE DELLA SERA incluso per 2 mesi Maggiori informazioni sull’iniziativa al sito www.asusplus.it/app2014/ *La durata della batteria varia in funzione dell’uso. La durata è misurata con riproduzione video 720p, luminosità 100 nits, Wi-Fi/3G attivi. GAZZETTA GOLD incluso per 2 mesi 57 Quasi rissa in Lega Offese Claudio Lotito (Ansa) Lotito dimentica le squadre B Marotta attacca e lui lo insulta MILANO Sembrava dovesse essere una giornata tranquilla, invece c’è stata battaglia vera nell’assemblea di serie A. Un gruppo di società, guidate da Juve e Roma, ha contestato al presidente della Lazio, Claudio Lotito, di aver disatteso quanto era stato votato all’unanimità il 24 luglio, durante il Consiglio federale di metà settembre. Il verbale parlava di «revisione delle normativa sulle multiproprietà dei club per favorire lo sviluppo delle “seconde società” (qui la proposta innovativa potrebbe essere quella di autorizzare la proprietà di più club professionistici da parte di uno stesso soggetto, ma consentendo altresì il passaggio di calciatori fra le due società in corso di stagione ovviamente entro certi limiti come nel modello spagnolo). In combinazione, si potrebbe prevedere l’inserimento delle “squadre satelliti” dei club di serie A nelle categorie inferiori». In sintesi: multiproprietà (come vuole Lotito, proprietario di Lazio e Salernitana), ma anche seconde squadre come soluzioni sul tavolo da discutere. Il Cf ha dato via libera alle sole multiproprietà. Da qui la rivolta di ieri in Lega, illustrata dall’a.d. della Juve, Marotta. La discussione si è fatta caldissima, quando Lotito ha ripetuto: «Dovete crearvi consensi, farvi eleggere e poi potrete decidere. E tu Marotta devi stare zitto, perché qui parlano i presidenti». A questo punto è intervenuto Andrea Agneli: «Non hai capito che sei tu a dover stare zitto quando parla Marotta». Lotito ha anche mosso pesanti accuse al bilancio presentato della Figc, dall’ex presidente Abete, trovando anche in questo caso un forte opposizione. Il presidente/consigliere federale (con delega sulle riforme) ha lasciato la Lega con una battuta di pessimo gusto su Marotta, che ne disegna bene la figura e illustra anche la statura «politica» del presidente della Lega, ora vicepresidente vicario della Figc e che non fa nulla senza le indicazioni di Lotito. Resta il fatto che la presidenza Tavecchio, già fragile e chiacchierata, dà i primi segnali di cedimento a 47 giorni dall’elezione. f. mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA PRODOTTO E DISTRIBUITO DA ICCAB® SRL, LICENZIATARIO UFFICIALE MARINA MILITARE • Tel. +39 055 375222 • www.marina-militare.it • www.marinamilitare-sportswear.com 58 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 MotoGp ● Alle ore 9 è in programma la gara uomini junior. Alle 14 è il turno delle donne élite ● Domani ore 10 gara uomini élite. I 9 titolari del c.t. Cassani sono: Vincenzo Nibali, Fabio Aru, Alessandro De Marchi, Damiano Caruso, Giampaolo Caruso, Daniele Bennati, Manuel Quinziato, Giovanni Visconti e Sonny Colbrelli. Le riserve sono i «deb» veronesi Formolo e Zardini ● In diretta tv su RaiSport2 rimandato tutto, probabilmente, visti i suoi 74 punti di vantaggio, fra due settimane a Motegi, in Giappone, una tristezza di posto. Anche per questo MM, cattivo e ansioso di rivincita, non ha fatto prigionieri, dominando le libere del venerdì. Il primo tempo di Dovizioso non inganni: la Ducati va veloce, ma il passo di Marquez, secondo, è nettamente superiore. A completare il quadro c’è l’idiosincrasia della Yamaha per questo asfalto: Lorenzo è 7°, Valentino addirittura 10°: «Brutta DAL NOSTRO INVIATO Sulla pista di Marquez Dovizioso il più veloce Rossi è solo decimo Così oggi SPORT ALCANIZ Marc Marquez non vincerà qui il suo secondo titolo mondiale e la faccenda non gli piace. Cervera, il suo paese, è a solo due ore da questo bellissimo circuito nel deserto di Aragona, e il gatto Marc si era già fatto la bocca buona pensando alla festa «sulla mia pista preferita». Il trionfo di Valentino Rossi (foto) a Misano e il suo contemporaneo scivolone hanno invece giornata. Abbiamo poco grip sul posteriore, siamo lenti a centro curva e l’accelerazione soffre. La seconda fila, che di solito è l’obiettivo minimo, stavolta potrebbe essere un ottimo risultato». Per fortuna c’è il sabato per provare a ridurre le distanze (oggi le qualifiche in tv su SkyMotoGp dalle 14). Ma vincere qui, in casa di Marquez, al momento sembra solo un sogno. Bennati e gli azzurri si sentono Jovanotti in età da Mondiale DAL NOSTRO INVIATO LEON Sarà perché dal 1949 non ci presentiamo al Mondiale con un vincitore uscente del Tour de France: ieri Fausto Coppi, oggi Vincenzo Nibali. O perché dal 1992 non schieriamo in azzurro il «più combattivo» della Grande Boucle: ieri Massimo Ghirotto, oggi Alessandro De Marchi. Per non parlare del giovane più interessante per le corse a tappe, Fabio Aru. Fatto sta che l’Italia che domani arriva alla più sfuggente delle corse di un giorno senza nemmeno un vincitore di grandi classiche è una squadra che piace e che incuriosisce. Una squadra né troppo giovane, né troppo vecchia. Una squadra anche di Jovanotti a giudicare dall’incitamento costante del cantante via Twitter al suo amico Daniele Bennati, che il c.t. Cassani ha battezzato come «uomo chiave» della sua prima Nazionale. «Lorenzo ha scritto Amico Il cantante è amico di Daniele e segue la squadra tifando via Twitter delle parole bellissime dopo la vittoria di Nibali al Tour — ricorda il Benna — perché è matto per il ciclismo. Mi è sempre molto vicino, ci sentiamo spesso, anche per questo Mondiale: nonostante i suoi impegni riesce sempre a trovare un pensiero positivo per noi azzurri». Bennati da sprinter ha vinto tappe al Giro, al Tour e alla Vuelta, ma a 34 anni compiuti in ritiro mercoledì si è trasformato nella locomotiva di Alberto Amici Jovanotti e Daniele Bennati in una foto postata su Instagram Donne d’argento, podio mondiale n. 131 per Salvoldi La Bertizzolo aumenta la collezione di medaglie BOXBERTIZ Sofia Bertizzolo, 17 anni di Borso del Grappa (Treviso) è medaglia d’argento nella gara juniores dei mondiali di Ponferrada (Spagna) dietro alla danese Dideriksen, che fa il bis dopo il successo di un anno fa: «Un po’ me l’aspettavo — dice Sofia, che frequenta lo Scientifico — . E ora spero che lunedì non mi interroghino...». Festeggia il c.t. delle donne Dino Salvoldi, che in 13 anni è già arrivato a conquistare ben 131 medaglie. Tra gli Under 23 titolo al norvegese Bystrom. Filosi sesto. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Pasini © RIPRODUZIONE RISERVATA Contador che lo ha definito «un’assicurazione sulla vita»: «E ottengo più riconoscimenti adesso di quando vincevo — sottolinea Daniele —. Quando il c.t. ha detto che sarei stato io la sua voce nella squadra mi sono emozionato e ho sentito la responsabilità, che poi è quella di tutti i miei compagni: non partiamo da favoriti ma vogliamo giocarcela fino alla fine, perché corriamo per il nostro Paese e abbiamo l’obbligo di fare bene. Dovremo stare uniti e usare la testa». E un po’ anche l’improvvisazione. Per tutti ormai Bennati è «il regista» della Nazionale, l’uomo che nei momenti chiave della seconda parte di corsa e prima dell’ultimo ciak dovrà leggere il copione e dare le parti, partendo dalle indicazioni del produttore Cassani, che non è collegato via radio: «E allora visto che sono il regista mi ispiro al grande Roberto Benigni. Sono cresciuto nel suo Paese, Castiglion Fiorentino, e vivo ad Arezzo dove è stata girata “La vita è bella”. Io non sono certo un artista, ma so che dovrò dare messaggi diretti, efficaci, per dare fiducia e ottimismo e magari anche per sdrammatizzare certe situazioni. Questo circuito selettivo e veloce ci piace molto: Nibali è tra i pochi big che domani può rompere gli equilibri». E dare spettacolo, anche solo per vedere l’effetto che fa. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA NUOVO QUATTRORUOTE , L EVOLUZIONE DELLA SPECIE NUMERO SPECIALE DI OLTRE PAGINE 450 TANTE NOVITA’ PER LA PASSIONE DI SEMPRE. A SOLO 5 € IN PIÙ 59 Dal ‘56 Quattroruote nutre la nostra passione per l’automobile. Oggi Quattroruote cambia e, dal numero di ottobre, diventa ancora più inimitabile. Con una nuova grafica. Prove, test e rilevazioni ancora più complete. Listini di nuovo e usato rinnovati. E con solo 5 € in più, lo straordinario volume “L’automobile dalla A alla Z”: 600 pagine di tecnica, storia e personaggi dell’auto. Quattroruote di ottobre ti aspettainedicolaconunnumerodacollezione. QUATTRORUOTE.IT/DIGITALEDITION 60 Sabato 27 Settembre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Sabato 27 Settembre 2014 61 Daniela, Marco con Maria, Livia con Lorenzo, Sebastiano Alejandro Lavinia annunciano con immenso dolore la scomparsa del Roberto e Marina Chiesa sono vicini, nel dolore e nella preghiera, a Deda e alla famiglia per la scomparsa del Maestro e amico Prof. Ugo Ruberti Prof. Ugo Ruberti esempio di onestà, rettitudine e saggezza.- Con la sua grande cultura ci lascia un tesoro che conserveremo tutta la vita.- I funerali avranno luogo oggi alle 14.45 presso la cappella Santa Maria Annunciata dellUniversità degli Studi di Milano, via Francesco Sforza 32. - Milano, 26 settembre 2014. Carlantonio e Giancarla si stringono con affetto al grande dolore di Deda, Livia, Marco e famiglie per la perdita di Partecipano al lutto: Liliana Conti. Alberto, Milena Guerrieri. grande amico di una vita. - Milano, 26 settembre 2014. Il Presidente, Gabriele Pelissero, il Vice Presidente, Paolo Rotelli, gli Amministratori Delegati, Nicola Bedin e Andrea Mecenero, i membri del Consiglio di Amministrazione, la Direzione Sanitaria, i Medici ed il personale tutto dellI.R.C.C.S. Policlinico San Donato, partecipano al cordoglio per la dolorosa scomparsa del Professor - Milano, 26 settembre 2014. Partecipano al lutto: Costantino, Patrizia, Carlantonio e Margherita. Ugo - Milano, 26 settembre 2014. Ugo Michele, Paolo con Elisabetta e la loro mamma Giovanna partecipano alla triste perdita dellamato zio - San Donato Milanese, 25 settembre 2014. Casimiro Porro partecipa commosso al dolore di Daniela e Livia per la scomparsa del Maestro di chirurgia. - Milano, 26 settembre 2014. Dott. Prof. Ugo Ruberti - Milano, 26 settembre 2014. Ugo che mancherà tanto anche a noi.- Adri, Mauro e Silvia. - Milano, 26 settembre 2014. Ettore Maria Bortolani si unisce al dolore della famiglia nel commosso ricordo del suo grande Maestro Mimi e Gaston, Mirna e Furio con Irene e Andrea addolorati per la perdita di La Prima e Seconda Divisione di Cardiochirurgia del Policlinico San Donato e tutto il Centro Cardiovascolare Edmondo Malan partecipano al dolore della famiglia, Daniela, Livia e Marco per la scomparsa del Prof. Ugo Ruberti Prof. Ugo Ruberti - Milano, 26 settembre 2014. grande pioniere della chirurgia vascolare e cardiochirurgia in Italia. - Milano, 26 settembre 2014. Il Professor Ettore Maria Bortolani e lintera equipe della Clinica Chirurgica dellUniversità di Milano si stringono alla famiglia per la scomparsa del Il Presidente Marco Polli, il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Revisori, la Commissione Sportiva, i soci tutti e i dipendenti del Golf Club Monticello si uniscono con profondo e sentito cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa di Ugo Roberto, Silvia Celoria con Roberta e Federica sono affettuosamente vicini a Deda, Marco e Livia nel ricordo di Prof. Ugo Ruberti - Milano, 26 settembre 2014. Ugo - Pieve Emanuele, 26 settembre 2014. Ugo Ruberti e abbracciano Deda e Livia con tanto affetto. - Montefano, 26 settembre 2014. Pierluigi Vandone ricorda con infinita riconoscenza e sincero affetto il maestro Giorgio Tiberio ricorda con grande affetto lamico carissimo Prof. Ugo Ruberti - Milano, 26 settembre 2014. Gigi e Sabrina si stringono con affetto e tanta commozione a Deda, Marco e Livia nel ricordo del caro Prof. Ugo Ruberti e sono affettuosamente vicini a tutta la famiglia. - Milano, 27 settembre 2014. Caro Ugo sarai sempre nei nostri cuori.- Emilio Marisa Iaia Leo Andrea e i ragazzi. - Milano, 26 settembre 2014. Prof. Ugo Ruberti I direttori di Sothebys sono vicini a Matteo e Agata ricordando con stima e affetto clinico e maestro insigne della chirurgia, amico carissimo. - Milano, 26 settembre 2014. Anne Marie Sauzeau Boetti Ugo ,2" (( - Milano, 26 settembre 2014. 5!9 5 4 4@ 4@5 4:@ Dott. Luigi Vismara - Milano, 26 settembre 2014. "Assenza, più acuta presenza". (Attilio Bertolucci) Uniti nel dolore la moglie Wanda, i figli Francesco, Matteo e Sara con le rispettive famiglie, annunciano la scomparsa del caro Vittorina Dellavia Dopo 103 anni vivacemente vissuti, la nostra cara Vivi, mitica zietta, ha cessato di sorprenderci per ricongiungersi allamato Italo.- Alberto, Silvano, Clara con le loro famiglie, Rosi con Valentina, la ricordano con profondo affetto.- Si ringrazia Viorika per lamorevole assistenza.- La cerimonia funebre si terrà nella chiesa di Santa Maria Segreta, piazza Tommaseo, lunedì 29, ore 9. - Milano, 26 settembre 2014. Paolino Abbà già maestro e sindaco in Orio Litta. - Orio Litta (LO), 26 settembre 2014. I colleghi Rai di Milano che hanno conosciuto e lavorato con Domenico Alessi Pierantonio e Laura con Francesca, Diana e le loro famiglie abbracciano con affetto Silvano e tutti i Dellavia nel ricordo della cara piangono addolorati il loro Caporedattore, amante della vita e maestro di giornalismo. - Milano, 26 settembre 2014. Ing. Giuseppe Busacca Siamo vicini al nostro caro amico Pippo, alla sorella Titti, alla mamma Ina, a Ketty, Peppe e Marianna per la perdita del papà, marito e nonno esemplare.- Daniela e Filippo Mantegazza. - Milano, 26 settembre 2014. I condomini e lAmministratore del condominio di largo V Alpini 15 Milano porgono sentite condoglianze per la perdita della signora 4- 4@: LAccademia Nazionale dei Lincei annuncia con profondo dolore la scomparsa del socio della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche Circondato dallabbraccio dei suoi cari si è spento il Prof. Lionello Sozzi dott. Natalino Moreni - Roma, 27 settembre 2014. Lo annunciano con dolore la moglie Maria Teresa, i figli Elisabetta con Sergio e Stefano, insieme a Cinzia, Luna e Davide, Carla con Massimo, Davide e Magaly, Anna, Stefano con Elisabetta, Carlo e Federico.- I funerali si terranno oggi alle 14.45 nella chiesa SS. Silvestro e Martino. - Milano, 27 settembre 2014. 1984 - 2014 Corso e Simone ricordano la loro madre Aloisia Aloisi dei Conti Rucellai Una Santa Messa verrà celebrata lunedì 29 settembre alle ore 18,30 nella basilica di Santa Trinita a Firenze. - Firenze, 27 settembre 2014. Partecipano al lutto: Luca e Carolina. Roberta e Gisella Magnotti. Viviamo sempre nel ricordo di te Sergio Demè Francesco Micheli e i suoi cari sono affettuosamente vicini a Carla, Davide e Magaly nel dolore per la scomparsa del caro genitore Carlo Pucci Annagiulia. - Rapallo, 27 settembre 2014. Natalino 27 settembre 2013 - 27 settembre 2014 Francesco Radice Ci manchi e sei sempre nel nostro cuore!- I tuoi cari. - Milano, 27 settembre 2014. Ci ha lasciati, dopo 90 anni di vita straordinariamente intensa e creativa Ettore Sobrero SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Ne danno il triste annuncio la moglie Didielle e i figli Felice, Carlo, Roby con le rispettive famiglie.I funerali si terranno a Milano sabato 27 settembre alle 14,45 presso la parrocchia Santa Giustina di Affori. - Milano, 26 settembre 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] Ciao zio Ettore 4-! Maria Giustiniani Del Bono Ne danno il triste annuncio Giulia, Andrea con Costanza, Beatrice con Antonio, Ludovico e Tancredi, Vittorio con Raffaella, Ippolita ed Allegra, Pia con Luca, Federico, Tommaso e Filippo.- Le esequie avranno luogo domenica alle ore 16,00 nella chiesa di Santa Felicita a Firenze. - Firenze, 27 settembre 2014. Silvano e Cesarina Barbarani partecipano al grande dolore della famiglia per la scomparsa dellimpareggiabile amico ci mancherai tanto con le tue battute e la tua genialità!- Cristina, Silvio, Emilia, Mirella, Paolo e le loro famiglie. - Milano, 26 settembre 2014. ;2 % 4@- Il giorno 25 settembre si è spenta serenamente Annemarie Sauzeau 2),*8 (( -!: - 4 -+@! -+@! -+- - 9 -+@@ -+-: -+-! -+@@ nonno Gigi con cui attraverso lArchivio Alighiero Boetti ha condiviso anni di appassionato impegno per larte contemporanea. - Milano, 26 settembre 2014. 5 9 Caro La Casa editrice Electa ricorda con stima e affetto Prof. Ugo Ruberti Walter. - Milano, 27 settembre 2014. - Milano, 27 settembre 2014. Il Consiglio di Amministrazione, il Direttore Sanitario, i medici e tutto il personale della Casa di Cura La Madonnina partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del Mi stringo forte a Daniela e Livia e a tutta la famiglia nel ricordo di Prof. Carlo De Marco Professore Emerito di Biochimica, già Preside della Facoltà di Medicina e Direttore del dipartimento, maestro insigne di scienza e di vita. - Roma, 26 settembre 2014. che fu chimico esimio. - Milano, 27 settembre 2014. Pia porterò sempre nel cuore la nostra profonda amicizia ed il tuo esempio di grande dignità e coraggio.- Sesa con Margherita. - Milano, 26 settembre 2014. Il Professor Roberto Weinstein direttore Clinica Odontoiatrica IRCCS Galeazzi ricorda il ed è vicina a Daniela e Livia. - Milano, 26 settembre 2014. - Milano, 26 settembre 2014. esempio per tutti noi di forza e amore per la vita. - Brunello, 26 settembre 2014. Prof. Ugo Ruberti Ugo Prof. Ugo Ruberti Pia - Bologna, 27 settembre 2014. Anna Negrisoli Bellora partecipa al dolore per la scomparsa di Roberto Scorza piange il suo grande Maestro Pici e Giuliana abbracciano Luciano e Paola ricordando Il Professor Andrea Stella e il Collegio dei Professori Universitari di Chirurgia Vascolare tutto piangono la scomparsa di un grande maestro della chirurgia italiana, lamico uomo di grande cultura e maestro di chirurgia. - Milano, 26 settembre 2014. prof. Ugo Ruberti ti ricorderemo come una persona speciale, lucida e autentica.- Marco, Emanuela, Simone e Luca. - Milano, 26 settembre 2014. Maestro di accademia e di chirurgia. - Milano, 26 settembre 2014. Prof. Ugo Ruberti Giuseppe e Giuseppina Lombardi ricordano il caro e illustre amico Pia Ugo Ruberti Giorgio e Mariafranca Agrifoglio ricordando la lunga e affettuosa amicizia partecipano al dolore dei famigliari per la scomparsa del - Milano, 26 settembre 2014. sarai sempre il nostro nonno speciale, grazie per tutto lamore che ci hai dato.- I tuoi adorati nipoti Sofia, Andrea, Noemi, Lodovico e Goffredo. - Milano, 26 settembre 2014. Vittorina Dellavia Ciao Professor Prof. Ugo Ruberti e si unisce ai suoi cari nel dolore e nel rimpianto. - Milano, 26 settembre 2014. nonno Gigi - Milano, 26 settembre 2014. Pia Il Professor Francesco Donatelli insieme ai collaboratori della Cattedra e della Scuola di Specializzazione in Cardiochirurgia dellUniversità degli Studi di Milano si stringe commosso a Daniela e ai familiari tutti per la scomparsa del Il Dipartimento di Scienze Biochimiche "Alessandro Rossi Fanelli" dellUniversità di Roma "Sapienza" si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa del Ciao - Milano, 26 settembre 2014. grazie di essere stata tra noi, coraggiosa, stimolante mai banale.- Zia Lisi, Emanuela, Max, Luisa e Paola, ammutoliti dai ricordi si stringono con tutto il loro amore a Paola e Luciano e a Chiara, Anna e Gaia, uniti nel pianto e nel grande dolore. - Milano, 26 settembre 2014. Partecipano al lutto: Francesco e Umberto Bandiera. Michele Berardi. I dipendenti del Comprensorio Monticello. Anna e Riccardo Lenzi piangono lamico Prof. Ugo Ruberti amico e maestro forte e affettuoso di tutta una vita. - Milano, 26 settembre 2014. I tuoi genitori ti chiamarono così vedendo in te una rosa della Madonna.- Tale sei stata.- Ora ti attende il giardino che meriti.- Con amore, le tue sorelle e i tuoi nipoti. - Milano, 26 settembre 2014. grazie per tutto quello che ci hai dato, grazie per la tua umanità profonda, per il tuo insegnamento e il tuo esempio.- Tuo figlio Giovanni con Sabrina. - Milano, 26 settembre 2014. Addio Prof. Ugo Ruberti - Cassina Rizzardi, 26 settembre 2014. Mariarosa Colli Molea Gigi Vivi Pia sei stata fortissima.- Quattro è per sempre.- Chiara, Anna e Gaia con Leone, Sofia, Giacomo, Augusto, Erica, Cecilia, Antonio e la gatta Dorina. - Frugarolo (AL), 26 settembre 2014. Il Comprensorio Monticello partecipa con profondo e sentito cordoglio al dolore dei famigliari per la perdita del Prof. Ugo Ruberti Ciao Ciao Ugo Ruberti grande maestro di chirurgia. - Milano, 26 settembre 2014. Silvia Cirri con la figlia Virginia e i nipoti Giovanni e Francesco abbraccia con affetto Daniela, Livia e Marco nel ricordo del Pia Scavia Lo annunciano con grande dolore Luciano e Paola con Chiara Anna e Gaia.- Con profonda commozione ringraziamo: Patrizia Bernuzzi e lUnità di Ematologia dellOspedale di Piacenza; Lalla Bertè e lHospice "La Casa di Iris" di Piacenza; il Dottore Pietro Gazzaniga; Cristina Endrizzi e lUnità di Cure Domiciliari dellHospice "Il Gelso" di Alessandria; Olga Garrè, Laura Pesce, Saliah Bessalem, Viki Mamaval e le persone de La Camilla per la loro preziosa e insostituibile assistenza in questi lunghi anni.- Grazie a tutti gli amici, unici e impareggiabili nellaccompagnare Pia con amore e allegria.- I funerali si svolgeranno a Frugarolo (AL), lunedì 29 settembre 2014, alle ore 11.30 nella chiesa di San Felice.- Una Santa Messa sarà celebrata a Milano, giovedì 2 ottobre alle ore 17 nella chiesa di Santa Maria Incoronata, corso Garibaldi 116. - Frugarolo (AL), 26 settembre 2014. - Cassina Rizzardi, 26 settembre 2014. Tito e Uberta Odero con animo riconoscente sono affettuosamente vicini a Deda, Livia e Marco per la scomparsa del Partecipano al lutto: Giovanna Cavallaro. Mauro Raiteri. A "La Camilla" in una mattina di sole, è serenamente mancata - Milano, 26 settembre 2014. - Milano, 26 settembre 2014. Mamma eri il sole, la voglia di vivere, il fascino.Ci mancherai infinitamente Massimo Francesco Stefania Niccolò e Alexander. - Broni, 26 settembre 2014. terremo vivo nei nostri nipoti il tuo straordinario ricordo.- Loris Bianca e Vittorio Borocci. - Milano, 26 settembre 2014. Prof. Ugo Ruberti Prof. Ugo Ruberti Prof. Ugo Ruberti Maria Rosa Colli Molea Gigi Vismara Marco Ranucci e il servizio di Anestesia Cardiovascolare si uniscono al dolore della dottoressa Conti per la perdita del Il Dottore Giovanni Nano Direttore della Divisione di Chirurgia Vascolare Prima Policlinico San Donato IRCCS, con i collaboratori Dottori Malacrida, Occhiuto, Stegher, Righini, Mazzaccaro e il Professore Tealdi partecipa con profondo cordoglio al dolore della famiglia per la scomparsa del Maestro Guido e Michelle Keller, Valerio e Jana Tolva ricordano con affetto il abbracciano con tanto affetto Deda, Livia e Marco. - Milano, 26 settembre 2014. Ugo Ruberti - Cassina Rizzardi, 25 settembre 2014. prof. Ugo Ruberti - Milano, 26 settembre 2014. Cari Deda, Livia e Marco ci stringiamo a voi per dirvi tutto il nostro affetto e il nostro dolore per la perdita di Prof. Ugo Ruberti Vincenzo Rampoldi e la moglie Anna Maria Bonfatti partecipano con affetto al lutto della famiglia per la scomparsa di maestro e amico. - Milano, 26 settembre 2014. Prof. Ugo Ruberti - Mantova, 26 settembre 2014. Gilda Paolo Marco e Giulia Rotelli sono vicini con affetto a Daniela nel momento di grande dolore per la scomparsa del caro amico Professor - Milano, 26 settembre 2014. prof. Ugo Ruberti - Bologna, 26 settembre 2014. Il Professor Vincenzo Rampoldi e lequipe della chirurgia vascolare II, Policlinico San Donato, Centro Malan, partecipano al lutto per la scomparsa del Maestro Giorgio Biasi e il personale medico della Chirurgia Vascolare dellOspedale San Gerardo di Monza, Università degli Studi di Milano Bicocca, partecipano con stima e riconoscenza al grave lutto di Daniela, Marco e Livia per la scomparsa del Dopo una lunga vita insieme, felice e serena, è mancato Lo annuncia la moglie Anna.- I funerali avranno luogo il 27 settembre ore 11 presso la chiesa di Rosate (Mi). - Rosate, 26 settembre 2014. È mancata, il 26 settembre 2014 grande Maestro della chirurgia vascolare italiana e fondatore del "Centro Cardiovascolare Edmondo Malan" dellI.R.C.C.S. Policlinico San Donato. - Milano, 26 settembre 2014. Ugo Ruberti Marilda e Memo Tealdi con Lucilla e Filippo addolorati partecipano la scomparsa del Elisabetta e Giuseppe Kelescian, con Daniela e Vittoria, sono vicini alla famiglia Ruberti nel grande dolore per la perdita del carissimo Prof. Ugo Ruberti - San Donato Milanese, 26 settembre 2014. Ugo Ruberti Ugo Paola, Luciana, Franco, Roberto abbracciano Marco e famiglia nel ricordo di I Dottori Ballotta e Isgrò con tutto il personale della Terapia Intensiva Postoperatoria Adulti e Pediatrica Policlinico San Donato si uniscono al dolore della Dottoressa Daniela Conti per la perdita del marito illustre "*% "%,2*, ( (( 8; %88 3).2 ,* 8 *( 2,>32 ( 8(,*%*, 2%), 0;28, (8%), 0;28, :! 388)2 + ,88,2 ;,= %* - ,88,2 -5 ,88,2 SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ ,+58% +141% , 5% %,1 %##,,%# #1+#1 '+5,1 '#% 1++% '+%'+% %'+1%+( %+ #%+"8%# ,4 666(%+++(1/"% '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ * %).,**8 (8 .233%,* 2,$)%822* 3% 38%(%??8 3;( *,382, %*, 3;((18(% .,28*, ( 8)., 8*8, 3,( .2 8;88, %( >'* *, * )3 3(=, (%=% 38%% 3; =38 %),*8 3;(( (.% (;*& :+/ ,% )2,(& .2%), ,88,2 )% ( %2,(?%,* ,* (1(8 .233%,* # (122%=, % ;* .28;2?%,* 8(*8% =23, %( ,2 3; ,3* )2% 2# ,* .%,""/ *,2 3,( ( ;/ &%+ !$#((# ' ,22*8% %*38%(% *,28(*8%# %*8233*, %( ,2 ;2,. ,* .%< *;% ) .%,"" 33*?%()*8 3;(( ,2="% (,()*8 3;( 238, (( *%*=% 3%;88, (82,=/ (82 2 %*38%(% ,* .%,"" 3;(( .*%3,( %2% 3;( ; 38 ;2,. 3;(( 2"%,*% *82,$)2%%,*(% ( 2 2, 0;% *# ,* 2,=3% ,28%/ 2=( (1(8 .233%,* ,* ( 8)., 3;( 238, ( ,*8%**8/ $# #*"0 *"0'# ' :9 ,38 :9 ,2%*, :! %(*, :5 2*8, :9 *?% :! 2%38 *,= ,(,"* %2*? :- 2;"% :- *,* :@ 10;%( :! :! :5 :4 ,) - ).,33, :5 .,(% :5 / (2% :5 8*% : (2), :: 2% -4 ,8*? :+ ("#2, :4 "(%2% :9 8*?2, :5 (% '!# ,( ;=,(, ,.28, %,""% ,=3% ).,2(% = % !" +% #%# %,1 + % %# % 8#% +, &3 $ &. &3 $ & & !. 3& 33 33 33 3. 33 3 + "'%,,% 1# +%1%# 4#% +#8 #%5 !" !. &3 & 39 &9 &3 && & 33. 3& 3 32 3- ,2? @69 ,2? !6 ,2? 564 ,2? 6+ !" 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Il concerto è stato un tuffo nella memoria e nella nostalgia: c’è stato un tempo in cui le sigle Rai erano davvero, al pari di «Carosello», parte di un grande immaginario collettivo popolare, un tempo in cui la musica richiamava im- di Maria Volpe Gli italiani si raccontano a Salvatores S arà lo stesso Gabriele Salvatores (foto), ospite nella prima puntata di Fabio Fazio, a lanciare il suo film in onda in prima serata. Un interessante esperimento: il film infatti è il risultato della selezione e del montaggio dei video inviati a Salvatores da quasi 45 mila italiani. «Un film esclusivamente di montaggio, non altro. Le immagini, tutte le immagini, le hanno girate gli italiani, che sono i veri protagonisti. È un film sulla gente, girato dalla gente» ha detto il regista. Che si augura che i politici vedano la pellicola che racconta il vero Paese di oggi, le vite delle persone. Italy in a day Rai3, ore 21.30 63 SERVIZIO PUBBLICO Michele Santoro Santoro ha la meglio su Porro. Parte sottotono su La7 «Servizio pubblico» ma batte Rai2: 1.203.000 spettatori, 5,7% di share VIRUS Nicola Porro Porro superato da Santoro. A «Virus» si parla di Articolo 18: per Nicola Porro e il suo talk 910.000 spettatori, 4% di share mediatamente un’immagine e una trasmissione, costruendo quello che oggi si chiamerebbe un «brand». Il programma del concerto era composto di due parti, la prima dedicata ai grandi compositori classici la cui musica è stata usata per le sigle Rai: dall’«Almanacco», aperto e chiuso dalle note di Listz, a «Quark» con l’Aria sulla quarta corda di Bach, all’«Intervallo» accompagnato da Pietro Domenico Paradisi. L’orchestra ha anche suonato la mitica sigla che, in quei primi gloriosi anni di vita della tv, avvisava dell’inizio delle trasmissioni: le nuvole sullo schermo si alzavano e partiva maestoso il finale del «Gu- %, " % .<+ ,:4'. #%-- $% #%- ' % % .3 #% $ %%% % $-%- % *'%'., $-%! % ::<*': $$%! % 4' : $+%+- % $!%-- % ::<*': $ %,- % .0 0 4 $(%-- $% % $(%$ % ::3 $(%! 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Nella seconda parte del concerto sono stati ricordati i musicisti che hanno composto brani originali per i programmi Rai: Nino Rota, Ennio Morricone, Raffaele Gervasio, solo per citarne alcuni. Ed è stata una passerella di ricordi indelebili per chi quella stagione l’ha vissuta, da «Tv7» a «Ufo Robot», dalla «Pappa con il pomodoro» a «Scaramouche». +)%:"% 33%4+) ;%;+)+ +) 1:883+ ;%;%44%(% 44+88% :) %)"+(3)8 )40 +((% 83"8 %4)>0 - ) :+(+ 4% :8+:4 ' 8)88+ +(%%%+ '' (+"'% 44-38+ ' 4:+ 83%()8+0 1:'+4 )+) 8+3)0 +) 0 +-&%)40 - , + 4% %))(+3 +''()8 % 83% 1:)+ 4+-3 # ' 3"?? 4+44 :) "3) +'+3 4"'% % -3)34) :30 - %%! .%&%/ : 1:3)8))% -3+)+ %' ';+3+ ;)"+)+ 44:)8% +( 48"%48% -3 ++"' ( "":33%8%44%(% ;)8))% "'% 3))+ %'+ 8+330 - " 83) -34)? %) :) 4 ;%88+3%) 4:''2%4+' % 34> %88 :) ;+; .0 %()/ % : %"'%0 %3%" 0 ()30 - '% ..&"/ -+';+3+ ' ")3 483) %388+ 0 <&4 )' ,*! +) 0 >) 0 '% 80 - %%% ) ) "3:--+ % :+3% % 848 4-%'%??8+ %) 3-%()8% % )% % :% -38)+)+ :) 3%488+ %)-- )' 1:3:- ''2:+(+ 4"'%8+0 - )' ./&./ % !, ./&-/ !, ./&"! # % - ./&!/ !! .%&// !, $ !, !, %&%! !, %&"! # - ! %$&%! !, %$&.! !, %$&-/ ( - ! %$&-! !, %$&"/ - - ./&./ ( - ! .%&%/ ./%" - ! ..&./ % - ..&!/ !, - ! &-/ %"/ :((3 3) 3%= )$!%#!$' . >3 :-0 %388 - #!$' ( %.&"! % +3' 3%4 > ):'80 %388 )$!%#!$' %-&-/ %388 - #!$' ( %-&"! . >3 :-0 %388 - #!$' ( %"&!/ * %388 +' 3% 0 %388 - #!$' " %!&"! %388 - #!$' ( %*&// . >3 :-0 %388 - #!$' ( %)&// :((3 3) 3%=0 %388 )$!%#!$' %)&-/ %388 - #!$' ( %)&"! . >3 :-0 %388 - #!$' ( %$&-/ %388 #!$' ( %$&!/ & ./%" # #!$' " ./&// . >3 :- #!$' ( ./&"/ # 3% 0 %388 - #!$' " ..&.! & ./%"+%! 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