L’ECO DI BERGAMO 36 MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014 Provincia Il caso scoppiò nel 2009 Cinque paesi coinvolti La vicenda cromo iniziò nel 2009, quando l’Arpa diBergamoinformòiComunidiVerdellino,Ciserano, Arcene, Treviglio e Castel Rozzone dell’esistenza di una contaminazione della falda acquifera. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Cromo, ancora pericolo Bonifiche avanti tutta Lo stato dell'inquinamento <=5 microg/I CrVI 5-50 microg/I CrVI PATRIK POZZI «Nella falda acquifera è stata trovata una seria contaminazione di cromo VI (esavalente)»: nell’estate del 2009 l’Arpa Bergamo informava in questo modo i Comuni di Verdellino, Ciserano, Arcene, Treviglio e Castel Rozzone dell’esistenza, nel loro territorio, di una contaminazione dell’acqua della falda acquifera di cromo VI, sostanzachepergliesseriumanipuò risultare cancerogena. A cinque anni da quella notizia checosaècambiato?Abbiamofatto il punto sulla contaminazione con i tecnici dell’Arpa Bergamo che da allora hanno seguito tutte le operazioni di contenimento, bonifica e monitoraggio che sono state svolte sul territorio compreso tra Zingonia e il Trevigliese. I focolai Queste operazioni hanno anche permesso, in tempi diversi, di individuare le quattro aziende ritenute responsabili dell’inquinamento, concentrate nella zona industriale di Zingonia, nei confini di Verdellino: si tratta della Cromoplastica international, della Nuova Igb, della Cds e della Rubinetterie Mariani. Ilnumerodeiresponsabilièdestinato a non aumentare visto che, a cinque anni dalla scoperta, l’Arpa Bergamo, per bocca del suo direttore Fiorenzo Songini, si sente di escludere che esistano altri «focolai» di cromo VI in altri complessi industriali. Il cromo VI, però, continua a diffondersi nella falda acquifera. Il come lo si può vedere in una cartografia realizzata dall’Arpa Bergamo che dà l’idea dei confini dei plumes (ossia pennacchi) dellasostanzainquinanteperogni singola azienda responsabile. Il motivo per cui sta continuando a diffondersi non è perché non è ancora stata individuata la possibile perdita negli impianti delle quattro aziende responsabili; è perché le perdite verificatisi prima che l’inquinamento venisse scoperto, e quindi che si desse il via a tutte le necessarie azioni di contenimento e bonifica, hanno impregnato una determinata fascia di terreno (detto insaturo) che a contatto con l’acqua della falda acquifera nello strato sotterraneo (detto saturo) inevitabilmente rilascia cromo VI. secondo motivo per stare tranquilli è che la concentrazione di cromo VI in questi plumes viene continuamente tenuta monitorata dall’Arpa attraverso una vastissima rete di piezometri presente sul territorio. I valori più alti sono stati registrati nella zona produttiva di Zingonia dove ovviamente ci si trova in prossimità dei focolai di inquinamento: i primi piezometri a valle della Cromoplastica registrano valori tra 38 e 78 microgrammi ogni litro d’acqua (dopo 5 la legge parla di inquinamento ambientale; dopo 50 che l’acqua non è più potabile); a Le aree di diffusione valle della Cds fra 176 e Dalla cartografia del114; a valle della Nuova l’Arpa è evidente che il Igb fra 307 e 146; appeplume derivante dalla na però si scende a sud Rubinetterie Mariani della provinciale Franè praticamente circocesca, crollano molto al scritto nel perimetro di sotto del livello della dell’azienda; molto potabilità. A cinque andiffusi sono invece i ni dalla scoperta delplumes derivanti dalle Fiorenzo Songini l’inquinamento l’ataziende Cds, Cromotenzione rimane, coplastica e Nuova Igb munque, sempre molche, seguendo il corso to alta. «E al momento della falda acquifera Circoscritti – afferma il direttore che va da nord a sud, si Bergamo – i focolai, dell’Arpa espandono verso il non si può nemmeno Trevigliese. Nessuno ma il terreno dire quando la contasi preoccupi, però, per potrà dirsi ancora minazione la qualità dell’acqua del tutto esaurita». che viene pescata dai impregnato Nel frattempo, propozzi pubblici: la priprio perché il terreno ma motivazione è che, come rife- impregnatodacromoVIcontinua rito ancora dal direttore dell’Arpa a inquinare la falda acquifera, proSongini, «il cromo VI si trova a una seguono a pieno regime le operaprofondità oscillante tra i 15 e i 18 zioni di bonifica e contenimento. metri mentre i pozzi pubblici pescano dai cento metri in giù; per di Le bonifiche più nella zona fra Zingonia e Tre- Nella Cromoplastica è in corso viglio, fra i 22 e i 26 metri, si trova l’iniezione di una miscela detossiuno strato di argilla che fortunata- ficante direttamente nel terreno mente impedisce al cromo VI di inquinato; a valle del complesso diffondersi più in profondità». Il produttivo è stata poi realizzata una barriera di 70 metri di piezometri attraverso i quali la miscela detossificante viene direttamente iniettata nella falda acquifera; alle Rubinetterie Mariani sono stati realizzati 7 piezometri di cui tre aspirano l’acqua inquinata dalla falda acquifera per poi convogliarla nei depuratori dell’azienda; nella Cds ci sono sei piezometri attraverso i quali viene iniettata la miscela detossificante nel terreno e nella falda; recentemente, avendo l’azienda cessato l’attività, è stata anche rimossa la vasca che veniva utilizzata per la cromatura. Nella Nuova Igb, finora, erano attivi quattro piezometri che operavano come quelli nella Rubinetterie Mariani. Recentemente, però, il monitoraggio relativo all’azienda ha rilevato un aumento dei valori del cromo VI dovuti probabilmente (come avviene nella stagione estiva) all’innalzamento della falda acquifera che «lava» maggiormente il terreno impregnato di cromo VI. La Regione ha quindi chiesto all’azienda di intensificare le operazioni di bonificaecontenimento:partirannoanche qui le iniezioni di miscela detossificantenelterrenoinquinato; a valle del complesso produttivo è stato inoltre già realizzato un pozzo barriera che, a 30 metri di profondità, preleverà l’acqua inquinata dalla falda e la convoglierà nel depuratore aziendale. Dalla Nuova Igb è stata rilevata anche una diffusione di nichel i cui valori, come il cromo VI, sono recentemente aumentati. «Fortunatamente – conclude Songini – il nichel ha una solubilità molto inferiore al cromo VI: la sua diffusione, quindi, è rimasta contenuta. Anche in questo caso, comunque, l’attenzione rimane alta». 1 Rubinetterie Mariani CDS di Zoboli Renzo Nuov Area di possibile miscelazione Ciserano Arcene C R ©RIPRODUZIONE RISERVATA Le fasi «Bollini rossi», la mappa e le soluzioni sperimentate La notizia dell’inquinamento da cromo VI viene alla luce nell’agosto 2009 quando l’Arpa Bergamo comunica a Ciserano, Verdellino, Arcene, Castel Rozzone e Treviglio che è stata rilevata una «seria» contaminazione nella falda acquifera. Per la sua messa in sicurezza nel gennaio 2010 il Comune di Ciserano viene incaricato dalla Regione di predisporre il progetto di una barriera idraulica. A luglio l’Arpa comunica ai Comuni interessati di aver individuato un focolaio dell’inquinamento a Zingonia, nella ditta Cromoplastica. Gli altri focolai vengono scoperti successivamente: nel settembre 2011 nella Nuova Igb; nel febbraio 2012 nella Cds; nel gennaio del 2013 nella Rubinetterie Mariani. Nel gennaio 2012 viene quindi messa in funzione a Ciserano la barriera idraulica che viene spenta nel dicembre 2013. Le quattro aziende individuate come responsabili dell’inquinamento stanno invece continuando con la bonifica della falda acquifera attraverso l’iniezione di una miscela detossificante sperimentata per la prima volta nell’estate del 2011 dalla Cromoplastica. Cromoplastica International >50 microg/I CrVI Zingonia: a cinque anni dalla scoperta, l’inquinamento non si ferma Quattro aziende sotto la lente. L’Arpa: attenzione sempre alta Bassa Zingonia Treviglio 37 L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2014 Sostanza presente in natura La forma esavalente è tossica l cromo è presente nell’ambiente dove lo si può trovare in diversi stati di ossidazione: negli organismi viventi si trova la forma trivalente; il cromo esavalente, invece, è derivante da processi industriali. Fra i due c’è una sostanziale differenza: la forma trivalente I è caratterizzata da una bassa tossicità ed è considerato, purché non venga preso in dosi massicce, un nutriente essenziale; lo si trova in molte verdure, frutti, carne, lieviti e farinacei. Quella esavalente, che ha diversi impieghi industriali perché utilizzata per cromature, saldature e produzione di vernici ed inchiostri, è invece altamente tossica: è stato classificato dalla Iarc (Agenzia per la ricerca sul cancro) cancerogeno per l’uomo. Il principale bersaglio della sua azione tossica e cancerogena è l’apparato respiratorio; studi americani, però, hanno rilevato che anche l’ingestione Da recuperare i 2,5 milioni spesi per la barriera dei pozzi Il Comune di Ciserano chiederà al Tribunale la nomina di un tecnico Ripartirà le responsabilità tra i privati. Intanto furto delle pompe va Igb Castel Rozzone Ciserano «A breve presenteremo la richiesta al Tribunale di Bergamo di nominare un Ctu (consulente tecnico di ufficio) per provvedere ad analizzare la percentuale di responsabilità a carico delle aziende che hanno inquinato la nostra falda acquifera. Dopodiché procederemo con la richiesta di risarcimento dei soldi pubblici spesi finora per la bonifica». Il sindaco di Ciserano Enea Bagini fa il punto sulle prossime mosse che il Comune compirà per assolvere un compito che ha ricevuto formalmente dalla Regione: recuperare i soldi pubblici che sono stati spesi per il funzionamento della barriera di pozzi di sbarramento installata sul territorio di Ciserano, in via Solferino. Questa barriera (ieri oggetto di un furto) è stata la prima contromisura di cui i Comuni di Arcene, Ciserano, Verdellino, Treviglio e Castel Rozzone avevano chiesto a Palazzo Lombardia l’adozione in modo da intercettare il plume di cromo VI proveniente dalla zona produttiva di Zingonia e limitare così il più possibile la sua diffusione nel trevigliese. Dopodiché, mano a mano che venivano individuate dall’Arpa Bergamo le aziende ritenute responsabili dell’inquinamento, hanno dato il via a ulteriori operazioni di contenimento e bonifica. Questo mix di pubblico e privato ha ottenuto risultati positivi tanto che a dicembre, dopo due anni di attività, è stato deciso lo spegnimento della barriera idraulica dal momento che si è ritenuto il suo compito assolto. L’impianto di via Solferino con la barriera idraulica contro l’inquinamento da cromo esavalente Ogni «iniezione» costa 6 mila euro Circa 6 mila e 700 euro più Iva: è questo il costo di ogni singola iniezione di miscela detossificante che finisce nella falda acquifera per combattere la contaminazione di cromo VI. Un costo non irrilevante che non tutte le quattro aziende individuate dall’Arpa Bergamo come responsabili dell’inquinamento sono finora riuscite a sostenere senza problemi. Lo dimostra il caso della Cds che nel febbraio 2013 aveva dichiarato di non avere più la possibilità economica di continuare a effettuare le iniezioni. Allora era stato deciso che al posto euro, incaricando il Comune di Ciserano di recuperarli attraverso una azione di rivalsa nei confronti delle quattro aziende individuate dall’Arpa Bergamo come responsabili: la Cromoplastica, la Nuova Igb, la Cds e la Rubinetterie Mariani. «Non tutte, però – afferma ancora Bagini – possono essere ritenute ugualmente responsabili». Per capirlo basta esaminare la cartografia realizzata dall’Arpa Bergamo in cui sono stati riportati i confini dei plumes di cromo VI derivanti da ogni singolo complesso produttivo. Per quanto riguarda la Rubinetterie Mariani il plume appare praticamente circoscritto al perimetro industriale: si può, quindi, prevedere che la sua percentuale di responsabilità per l’inquinamento che ha reso necessario l’installazione a Ciserano della barriera idraulica sarà ritenuta minima. A breve, comunque, il Comune di Ciserano, come detto, presenterà la richiesta al Tribunale di Bergamo della nomina di un Ctu a cui affidare il compito di accertare la percentuale di responsabilità di ogni azienda in merito all’inquinamento di cromo VI; e poi, quindi, in che percentuale dovrà rimborsare alla Regione i 2,5 milioni di euro utilizzati per l’installazione della barriera idraulica. Il furto Uno dei pozzi per contenere la diffusione del cromo esavalente, a Ciserano Il conto Ora rimane il conto da pagare: per il suo funzionamento la Regione ha sborsato 2,5 milioni di di acqua contaminata da cromo esavalente può risultare cancerogena per cavità orale ed intestino. Un fattore di rischio potenziale che si cerca di neutralizzare attraverso le bonifiche del caso, con monitoraggi e specifiche tecnologie di detossificazione. dell’azienda, che successivamente ha anche cessato la sua attività, sarebbe dovuto intervenire il pubblico e così è stato: dalla primavera del 2013 è infatti il Comune di Verdellino, con i finanziamenti della Regione e la collaborazione dei tecnici dell’Arpa Bergamo, a effettuare le iniezioni della miscela detossificante utilizzando i sei piezometri che sono stati realizzati all’interno del perimetro industriale della Cds. L’autorizzazione a questa sostituzione pubblico-privato era arrivata dalla Regione a marzo; il primo finanziamento L’installazione del pozzo nel 2010 di 40 mila euro a maggio: tutto, quindi, si era mosso in tempi relativamente brevi. Il motivo è che era stato ritenuto fondamentale non far passare troppo tempo da una iniezione all’altra ed evitare così che il plume di cromo VI derivante dalla Cds si diffondesse nella falda acquifera senza essere contrastato da alcuna azione di contenimento e bonifica. Anche in considerazione del fatto che si tratta di un plume esteso: lo si evince chiaramente dalla cartografia realizzata dall’Arpa Bergamo in cui sono stati riportati i confini dei plumes di cromo VI derivanti dalle quattro aziende individuate come responsabili dell’inquinamento. Anche in questo caso la Re- Barriera che è stata oggetto di un furto scoperto ieri mattina. Dopo il suo spegnimento a dicembre, la maggior parte delle attrezzature che la componevano è stata portata via da via Solferino proprio per timore che potessero essere rubate; erano state lasciate sul posto solo due pompe a servizio di due piezometri che venivano utilizzati dall’Arpa per effettuare le regolari attività di monitoraggio della qualità della falda acquifera. Proprio per questo motivo ieri mattina i tecnici dell’agenzia si sono recati in via Solferino, scoprendo che le pompe erano state rubate. «È un furto deprecabile – commenta Bagini – il valore delle pompe è ridotto, circa mille euro; erano però necessarie a effettuare i controlli della qualità dell’acqua della falda, un bene che a tutti dovrebbe stare a cuore». 1 Pa. Po.. gione chiederà che i soldi pubblici spesi per le operazioni di bonifica eseguiti vengano recuperati; Palazzo Lombardia ha incaricato il Comune di Ciserano di recuperare tramite una azione di rivalsa su chi ha inquinato i 2,5 milioni di euro spesi per intercettare il cromo VI attraverso l’installazione sul suo territorio di una barriera idraulica; lo stesso ha fatto con il Comune di Verdellino, incaricandolo di proporre una azione di rivalsa sulla Cds per recuperare i soldi pubblici che si stanno spendendo per portare avanti l’azione di bonifica e contenimento del cromo VI che sarebbe dovuta essere a suo carico. 1 P. Po.
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