maggio 2014 - Liceo Scientifico G. Marinelli

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numero IV, anno XXVI
Festival Internazionale del
Giornalismo 2014
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli, giugno 2014
EDITORIALE:
Cari marinelliani,
ormai un altro anno, rinchiusi fra
queste mura, è trascorso. Fra gli ultimi spasmi di chi di noi spera ancora
di poter recuperare e i sospiri di chi
ormai è rassegnato, giunge un nuovo
numero di Preludio, presenza ormai
insostituibile nei sottobanchi di molti
affezionati lettori.
Appena rientrata dal Festival
Internazionale del Giornalismo di
Perugia la redazione vi presenta le
interviste che siamo riusciti a “rubare” a diversi illustri relatori presenti
al Festival: Beppe Severgnini,
Domenico Quirico, Mario Calabresi
e Stefano Feltri.
In questo numero vi presentiamo
inoltre i risultati del sondaggio che
abbiamo svolto su alcune classi campione per verificare come i marinelliani abbiano percepito il lavoro dei
rappresentanti di quest’anno e, dalla
penna di Saverio, diamo a chi il
nostro addio e a chi il nostro arrivederci.
Annunciamo anche la recente fondazione di una pagina Twitter di
Preludio: followers, accorrete numerosi! (@PreludioLSM)
Ringraziamo il professor Fontanini
per la realizzazione del cruciverba e,
come di consuetudine, tutti coloro
che si sono dati da fare per quest’ultimo numero dell’anno: giornalisti,
vignettisti, disegnatori, scrittori e chi
più ne ha più ne metta!
“Last but not least” il professor
Sciuto, che, oltre a supportarci sempre, ci ha riportati a casa da Perugia
sani e salvi.
Detto questo vi auguriamo buona lettura e (al più presto) buone vacanze!
Camilla Persello 3^A
Nicola Petrucco 3^H
[email protected]
Meetings, conferenze,
interviste, workshops e
dibattiti che riuniscono,
sotto il cielo di Perugia,
giornalisti provenienti
da tutto il mondo,
amanti del giornalismo,
cittadini e studenti.
Quest’anno, per la
prima volta, anche la
redazione del giornalino
scolastico “Preludio”,
accompagnata
dal
Professor Sciuto, si è
recata a Perugia dall’1
al 3 maggio per partecipare all’IJF edizione
2014.
continua a pagina 12
la redazione di Preludio a.s. 2013-2014
Intervista a Beppe Severgnini
Potremmo farle
qualche domanda
per
il
Preludio, il giornale del liceo
scientifico
Marinelli
di
Indice sezioni:
Speciale ijf14
Attualità
Liceo
Musica
Terza Pagina
Udine?
Ah!! Beh i marinellisti per forza,
grande
la
Girardi!
Una
donna, un mito!
a pagina 3
pag.2
pag.7
pag.11
pag.17
pag.19
Gli Harlem Globetrotters
in tour
a pagina 24
Sondaggio:
l’operato dei rappresentanti
a pagina 14
Scienza
Cucina
Sport
Racconti
Relaz
pag.22
pag.23
pag.24
pag.25
pag.27
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2
Festival del Giornalismo 2014
SPECIALE IJF14
La redazione di Preludio sbarca a Perugia
Meeting,
conferenze,
interviste,
workshop e
dibattiti
che riunis c o n o ,
sotto il cielo di Perugia, giornalisti
provenienti da tutto il mondo, amanti
del giornalismo, cittadini e studenti.
Quest’anno, per la prima volta, anche
la redazione del giornalino scolastico
“Preludio”,
accompagnata
dal
Professor Sciuto, si è recata a Perugia
dall’1 al 3 maggio per partecipare
all’IJF edizione 2014.
Partendo dalle sorprendenti, inaspettate ma molto efficaci scale mobili,
che portano al favoloso centro città, e
dalle brulicanti piazze e sale di teatro,
abbiamo subito avuto la palpabile
percezione del dinamismo che caratterizza questo evento e con entusiasmo ci siamo tuffati in questo vortice,
incontrando e ascoltando gli interventi di grandi nomi del giornalismo italiano ed internazionale, ma non solo.
Una rigorosa tabella di marcia e una
forte motivazione sono state le chiavi
del successo della nostra partecipazione e degli incontri-interviste che
siamo riusciti a realizzare.
Sempre muniti del nostro Pass arancione e di tanta curiosità e voglia di
imparare, abbiamo scattato foto, regi- conoscenza dei nuovi e tecnologici
strato e intervistato alcuni dei perso- mezzi di comunicazione giornalistica,
naggi che abbiamo incontrato, speri- come ad esempio lo “Storytelling” o i
mentando nel nostro piccolo il vero “Google Glass”.
lavoro del giornalista.
Benchè l’attesa per entrare nelle sale
Oltre alla presentazione del nuovo predisposte alle conferenze fosse tallibro di Feltri e Barbera “La lunga volta lunga, siamo stati ogni volta
notte dell’euro: chi comanda davvero ripagati dalla vivacità delle tematiche
in Europa” arricchita da preziosi proposte che ci hanno lasciati sempre
interventi
del
senatore Monti,
abbiamo assistito
alla conferenza
“Europa: orgoglio e pregiudizio. Leggende,
miti, bugie e
v e r i t à
sull’Unione
Europea” tenuta
da
Federico
T a d d i a ,
G i o v a n n a Elias Ngombwa, Shani-Yael Baldacci e Nicola Petrucco con
Beppe Severgnini all’hotel Brufani
Pancheri,
Ewelina Jelenkowska-Luca e Daniele spunti di dibattito, come è successo in
De Bernardin, in una sala del presti- seguito alla conferenza “Terra dei
gioso Hotel Brufani.
fuochi: 25 anni di mala politica, corIn seguito, fradici per gli spostamenti ruzione e convenienza tra politici e
sotto la pioggia da una sede all’altra criminali”, arricchita dagli interventi
dell’evento ma con qualche Bacio del Ministro della Giustizia, Andrea
Perugina in più nelle tasche, grazie Orlando, e dopo l’intervento di
all’incontro con Domenico Quirico, Marco Travaglio.
Mario Calabresi, Marco Barazzi e Il nostro soggiorno si è concluso
Giordano Cossu, siamo venuti a sabato mattina con l’incontro di
Beppe Severgnini al Teatro della
Sapienza dove, alternato da intermezzi musicali e letture interpretative, ha
presentato il suo nuovo libro “La vita
è una viaggio”.
Un evento che, chiusi i battenti di
quest’anno con 60.000 visitatori, ha
già l’edizione 2015 in cartellone per
le giornate 14 al 19 aprile e un archivio web ricchissimo che consiglio a
tutti i curiosi e agli appassionati.
Shani-Yael Baldacci, 2^I
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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Intervista a Beppe Severgnini
SPECIALE IJF14
Potremmo
farle qualc
h
e
domanda
per
il
Preludio, il
giornale
del liceo
scientifico Marinelli di Udine?
Ah!! Beh, i marinellisti per forza,
grande la Girardi! Una donna, un
mito!
Eh, è andata in pensione due anni
fa, è stata la mia insegnate di inglese.
Però tu dille che è merito suo se
rispondo a queste domande!
Beppe Severgnini è appena uscito dal
Teatro della Sapienza dove ha presentato il suo nuovo libro “La vita è un
viaggio” e dove ha soprattutto analizzato con la sua solita ironia il difficile rapporto fra gli italiani e l’Unione
Europea. Dopo le numerose richieste
di autorgrafi e di firme sulle copie del
libro, riusciamo porgli alcune domande,
Che consiglio può dare ai giovani
che vogliono affacciarsi a questa
professione che sembra oggi più che
mai sempre più difficile?
I consigli sono questi. Primo: non
muovere la mano che regge il microfono. Secondo consiglio: dopo il liceo
fare una facoltà che piace, una triennale. Basta farla con passione ed
entusiasmo, poi durante l’università
fare qualcosa come quello che state
facendo adesso, ovvero qualche iniziativa legata ai media, magari il giornale dell’università, la radio dell’università, in modo da cominciare ad
abituarsi. Poi leggere molto, viaggiare, imparare benissimo l’inglese.
Quando hai tutte queste cose, a 22/23
anni, esci dall’università e fai la scuola di giornalismo. La scuola di giornalismo è un master, si può andare
dalla triennale o anche dalla specialistica, ottima è la scuola di Milano
“Valter Tobagi” che è un master
3
dell’Università statale di Milano. Poi opportuno che ci sia un Referendum
c’è un ultimo consiglio: questo serve perché questo “un po’ dentro, un po’
per diventare professionista e avere fuori” “sì ma però” è come nelle copbuone probabilità di trovare un lavo- pie o nelle unioni o nei club: non è
ro, ma è un mondo in grande difficol- che puoi continuare a discutere “e
tà, è un’industria in grande difficoltà, non va bene il menù, e non va bene
quindi dovete inventare qualcosa. l’arredamento, non va bene il tuo proNon potete copiare i nostri modelli: fumo.” Credo che Londra sia decisase tu pensi di poter fare una carriera mente una città filoeuropea, perché è
come la mia (corrispondente a una città “ultraeuropea”, e penso che
Londra, e poi a Mosca e poi a se qualcuno saprà esporre con chiaWashington, inviato speciale, lo scrit- rezza i disastri che accadrebbero nel
tore...) non sarà così, perché è cam- Regno Unito, dalle professioni
biato il mondo, perché ci sono stru- all’Economia, lasciando l’Europa,
menti, compreso quello che tieni in penso che gli inglesi… Guarda gli
mano, questo iPhone, che non esiste- inglesi li conosco molto bene: hanno i
vano e che rendono gratuito e facile loro difetti come li abbiamo noi italiaquello che una volta era a pagamento ni, ma una caratteristica ce l’hanno:
e difficile. Però “a pagamento” vuol sono molto, molto realisti, secondo
dire che c’erano dei soldi che finiva- me solo i cinesi e gli italiani lo sono
no ai giornalisti: adesso i giornalisti altrettanto. Quindi davanti al “dentro
devono inventarsi delle cose, anche o fuori”, con il rischio di una catastrodentro i giornali. Tu andrai in un gior- fe, ci penseranno molto seriamente, tu
nale, in una televisione, in una radio, non guardare le chiacchiere di adesso.
e dovrai portare
idee
nuove,
nuovi modi di
fare le cose.
L’attrice che era
con lei sul palco
(Marta Isabella
Rizzi) ha parlato
un po’ della sua
esperienza nel
Regno Unito, e
ha detto che
secondo lei gli
inglesi non sono
antieuropei ma
“ultraeuropei”,
Elias Ngombwa e Nicola Petrucco
nel senso che si
intervistano Beppe Severgnini
sentono quasi stretti all’interno E se poi alla fine di tutto decideranno
dell’Unione. Ma se il Referendum di uscire, amici come prima.
che David Cameron ha promesso per Quale sarebbe il futuro dell’Europa
il 2017 dovesse realmente avvenire, senza il Regno Unito?
secondo lei quale sarebbe l’esito; il L’Europa senza il Regno Unito sarebRegno Unito sceglierebbe di uscire o be un po’ più povera, perché il Regno
rimanere all’interno?
Unito è importante, ma l’Europa
Prima di tutto, come probabilmente senza Regno Unito va avanti, Il
sai, il problema che si pone prima è se Regno Unito senza l’Europa va indiela Scozia rimarrà nel Regno Unito più tro.
che il Regno Unito dall’Europa, per
Elias Ngombwa 4^I
cominciare, e poi secondo me è
Nicola Petrucco 3^H
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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4
Intervista a Mario Calabresi...
Al termine
della conferenza sul
storytelling
e le nuove
tecnologie
che si possono applicare
in
questo campo, riusciamo a fermare
Mario Calabresi, direttore della
Stampa e gli poniamo alcune domande. Ecco le sue risposte.
Attualmente è molto difficile per un
giovane affacciarsi nel mondo del
lavoro e il giornalismo è uno degli
ambiti più difficili da affrontare per
vari motivi, non da ultimo i miseri
salari iniziali. Secondo lei oggi c’è
speranza per un giovane che vuole
provare a fare giornalismo in Italia?
Allora, la prima cosa: uno deve
distinguere il momento congiunturale, cioè questo preciso momento storico, dalla prospettiva. Dire che è
impossibile diventare giornalista e
fare i giornalisti oggi e per sempre
perché il momento di adesso è un
momento molto difficile è, secondo
me, sbagliato. Attualmente tutti i
giornali stanno attraversando un
momento drammatico di ripensamento e di ridefinizione. Ci sono delle
strutture tradizionali che non stanno
più in piedi e quindi sono costrette a
tagliare e a diminuire. E in questa fase
in cui si rimpiccioliscono c’è meno
possibilità di entrare. Ma, detto questo, secondo me questa è una fase,
perché invece poi ci sarà sempre più
bisogno di nuovi giornalisti e soprattutto di persone capaci di usare nuovi
linguaggi e di incrociare diversi linguaggi. Dentro il nostro giornale stiamo dando spazio per far nascere figure che sono freelance e, quello che
dicevo prima e che è poi il punto fondamentale, cerchiamo di dare valore
alle cose. Noi siamo un giornale che
non ha mai pagato le piccole collaborazioni un euro ad articolo, o i pezzi
venti o trenta euro. Abbiamo sempre
SPECIALE IJF14
cercato di dare un valore al lavoro che di mondo bene.
viene fatto. Certamente, se devo dare Lei crede davvero che alla popolaun consiglio a chi oggi comincia e si zione occidentale interessi davvero
affaccia, è quello di conoscere e capire le ragioni vere di un conflitto
imparare bene i nuovi linguaggi, come quello siriano o di una situaquindi essere capaci di fare del gior- zione come quella in Mali oppure
nalismo in modo tradizionale ma in oramai ci siamo troppo assuefatti
modo tradizionale dal punto di vista all’informazione 2.0, che è forse solo
dei valori: guardare, testimoniare, un titolo?
esserci, raccontare, imparare studiare; Facciamo così: guardiamolo da un
ma essere capaci poi anche di utiliz- altro punto di vista. Io, a chi mi chiezare linguaggi nuovi, quello del video de questa cosa, rispondo: “Ma voi
è fondamentale o anche quello dei pensate che 50 o 30 anni fa ci fosse
dati, delle infografiche. Dall’altra una maggioranza di popolazione inteparte penso che se un tempo c’era ressata?” Quando c’è stato il genocimolta meno gente che voleva diventa- dio in Ruanda 20 anni fa, poca gente
re giornalista, perché noi non dimen- era interessata a quello. Certi tipi di
tichiamoci che oggi di fronte ad una informazione sono sempre stati di
scarsità dei posti ci sono molte più nicchia. Forse oggi gli ambiti sono
persone che vogliono fare informa- più larghi, mai tanta gente ha seguito
zione, non sia sufficiente saper scri- l’informazione come oggi. Se noi
vere. Quelli che mandano un curricu- prendessimo il numero di persone che
lum con scritto “so scrivere bene” è prima leggevano i giornali e guardiacome uno
che vuole
fare un provino di calcio e scrive
“corro veloce”, vorrei
vedere che
non sapessi
correre: è un
prerequisito
saper correre esattamente come
è un prerequisito
Saverio Papa e Nicola Petrucco intervistano Mario Calabresi
saper scrivere. Fondamentale è avere una serie mo le percentuali, non è cambiata,
di passioni e di capacità proprie. A non dovremmo secondo me andare in
quelli che mi chiedono cosa andare a crisi per questo.
studiare e mi dicono che vogliono Come ha vissuto lei il caso Quirico?
fare scienze delle comunicazione, io L’ho vissuta tutti i giorni in prima
gli consiglio di iscriversi ad un trien- persona. Ti racconto questo: le mie
nio di fisica, matematica, chimica, figlie quando qualcuno mi fa notare i
scienze, ingegneria, informatica e miei capelli oramai grigi, rispondono
qualcos’altro che ti da delle compe- “Si ha, tutti quei capelli bianchi solo
tenze e poi fare una specializzazione perché avevano rapito un giornalista
giornalistica. La cosa migliore è del suo giornale…”
avere anche una competenza forte che
Saverio Papa 5^G
ti renda capace di raccontare un pezzo
Nicola Petrucco 3^H
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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...e a Domenico Quirico
SPECIALE IJF14
Dopo l’intervista con
il Direttore
Calabresi,
ci avviciniamo
a
Domenico
Quirico,
reporter
della Stampa rapito e tenuto prigioniero in Siria per 5 mesi mentre
seguiva le vicende della Primavera
Araba. Ecco cosa ci ha raccontato.
Quando è tornato della Siria lei ha
detto che avrebbe continuato
comunque senza timore a fare questo lavoro. Con che coraggio?
Eh, sa, se io non vado a contatto con
quelle vicende lì in posti che sono
pericolosi – guardi, detesto la guerra,
non è che sono uno che vado li perché
mi da sensazione di ebbrezza, di
senso di onnipotenza – se non vado li
devo aprire una pasticceria, devo fare,
non so, l’accompagnatore turistico,
altre cose ma non posso fare il giornalista. Se non racconto le cose che
vedo, se il direttore mi proponesse di
scrivere degli editoriali, sarei costretto a rispondergli: “No, grazie. Abbia
pazienza non è il mio mestiere, io non
ho delle idee sull’universo da trasmettere agli altri, ho solamente una
piccolissima funzione: quella di andare in posti in cui altri non possono
andare, per motivi evidenti, e fare
come dei google glass ma vivente,
che secondo me è meglio.”
Un’altra cosa, ha mai avuto difficoltà ad entrare in sintonia, ad avere
una partecipazione più empatica con
le popolazioni con cui veniva in contatto?
Ah be’, ci sono delle parti del mondo
in cui di noi non hanno più alcuna
considerazione e soprattutto non gli
interessa niente. Cioè ci sono dei
posti al mondo in cui io mi presento
ai ribelli, ai rivoluzionari, a tutti quelli che vuoi e mi presento come un
giornalista occidentale e a quelli non
interessa niente. I siriani me lo hanno
5
detto, “ noi ci facciamo raccontare da adesso non gli importa più nulla.
Al Jazeera, che c’entri tu? Resta a Questa cosa l’ha messa in difficoltà
casa tua, non abbiamo più niente da o è riuscito a superarla?
spartire”. Una volta se lei andava a Eh si eh. Ci sono dei posti in cui non
qualsiasi paese dell’universo, fino a potrò più entrare perché nessuno
20 anni fa e diceva “sono un giornali- movimento ribelle o rivoluzionario
sta occidentale , son la CNN o le mi vorrà. “Ma io voglio venire con
Figaro o il Times” tutti ti correvano voi” e loro ti rispondo “Ma che ci
dietro, ti dicevano “noi vogliamo fare importa di te, stai dove sei che è
questo” anzi addirittura ti dicevano
che
volevano
annientare noi occidentali, ma gli interessava trasmettere
un
messaggio.
Adesso tutta la
parte del mondo
arabo-musulmana
non ha più alcun
interesse per noi e
di
quello
che
l’Occidente pensa
Saverio Papa e Nicola Petrucco con Domenico Quirico
di loro. E hanno
degli strumenti di racconto, questo è meglio” oppure ti sequestrano per
un elemento su cui forse dovremmo prendere dei soldi. Questo è il probleriflettere, che non siamo più noi. Al ma, è una cosa su cui i giornalisti
Jazeera ha escluso tutta l’altra infor- devono riflettere perché ci sono già
mazione da un pianeta che va della delle parti del mondo che sono offMauritania all’Indonesia.
limits. Ad esempio, se lei vuole attraL’unico modo è quello di presentar- versare il Sahara dal fiume Niger,
lo come un favore che ci fanno dove la savana finisce, alle sponde
loro?
del Mediterraneo, non può più farlo.
Ma neanche quello! Nel comando Almeno che non abbia una divisione
generale dell’Armata Siriana Libera corazzata o non so che altro.
ad Aleppo, due anni fa -perché adesso Come si può risolvere questo problechi sa dov’è, forse l’hanno persino ma della stampa occidentale senza
rasa al suolo, non lo so- avevano dover dipendere da Al Jazeera?
messo su un press office. Allora, per Sinceramente non saprei dire. La mia
giornalisti occidentali c’era una stan- idea di giornalismo, cioè che bisogna
zetta minuscola, con un tavolo picco- essere lì, è un problema insolubile. O
lino, tutto traballante e null’altro, sono sempre delle voci, come dire,
neanche una matita. Ad Al Jazeera mediate, cioè qualcuno che ti racconavevano dato un piano intero, con- ta la realtà. Quello di cui ho orrore, è
computer dell’ultima generazione e che ci sia qualcuno, il profugo, il
paraboliche. Quello è il loro strumen- sopravvissuto, che mi viene a dire “
to di comunicazione, il mondo lo ah è successo questo, ho visto quello”
guardano attraverso Al Jazeera, , no, non è quello che ho visto io!
hanno sempre la televisione accesa ,
Saverio Papa 5^G
24 ore su 24. Una volta andavano
Nicola
Petrucco 3^H
dalla CNN o al massimo BBC, erano
quelli i canali attraverso cui si facevano vedere e si raccontavano fuori,
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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“La lunga notte dell’euro”
SPECIALE IJF14
Intervista a Stefano Feltri
B r e v e
intervista a
Stefano
Feltri,
giornalista
de Il fatto
Quotidiano
e autore, insieme ad Alessandro
Barbera, del libro La lunga notte dell'euro
Cosa puo fare l'Europa per i giovani?
Puo garantire un minimo di crescita
che senza di essa non si potrebbe
avere. L'europa è il nostro orizzonte;
le persone sotto i quarant'anni che
devono ancora impostare le loro carriere, i loro studi e le loro scelte di
vita, lo possono fare solo nella
dimensione europea: nessuno dalla
Puglia dice che il suo orizzonte è
Milano, nessuno da Roma dice di
dover andare a Busto Arsizio per stare
bene; se il tuo sole non è in un orizzonte europeo, che senso ha ragionare? La cosa migliore che ti offre è
l'opportunità di avere opportunità.
Qual è la forza politica che può
garantire, al di là di tutti i populismi
di facciata, al momento in Italia,
uno sviluppo per l'Europa?
Io non vi dico chi votare all'europeo,
ma diciamo che tutti i partiti stanno
facendo un tentativo di intercettare un
malcontento, chi più chi meno, dal
Pd, al Cinque stelle, alla Lega tutti
cercano di clavacare un po' l'onda di
euro-scetticismo, alcuni raccontando
balle, altri stimolando un po' di polemica, come Renzi. Non credi che si
debba votare sulla base degli interessi per l'Europa, si deve votare sulla
base della valutazione del tipo di
comincazione e di messaggio che
danno; la scelta vera è tra i partiti che
ti dicono “usciamo dall'euro, dall'europa” e quelli che ti dicono “cambiamo l'europa, iniziamo da dentro”,
ognuno scelga da che parte stare sulla
base di ciò che ritiene più interessan-
te.
Qual è il rischio maggiore se si
dovesse uscire dall'euro?
Ci sono due rischi: il primo nella fase
di trasizione, falliscono le banche,
falliscono le grandi imprese, gli italiani perdono una parte dei loro
risparmi, shock e traumi che sono difficili da immaginare e che i fatti teorici dell'uscita dall'euro non riescono
bene a raccontare come funziona il
passaggio; e poi nel lungo periodo,
ammesso che si sopravviva a questa
fase, il rischio di non contare più
niente, cioè nella globalizzazione tu
come singola Italia non conti più
niente e ti rassegni ad un declino
molto rapido.
Ai paesi del nord, come ad esempio
la Germania, va bene un cambio
molto forte a favore dell'euro, ai
paesi del sud Europa invece è più
utile un cambio debole. In questo
contesto come si possono conciliare
due esigenze così diverse?
Non si può, nel senso che l'euro è una
media più o meno quindi per alcuni
paesi è troppo forte mentre per altri è
troppo debole, il vantaggio per la
Germania è che, essendo l'euro una
media, loro sono la parte alta quindi
loro esportano più di quello che
dovrebbero sulla base dei loro fondamentali economici perchè a loro l'euro risulta deprezzato. Si posso fare
due cose: la prima è che il cosiglio
europeo indichi alla BCE di intervenire sul tasso di cambio, in teoria lo
può fare, ma di fatto non lo si fa mai
perchè è un modo per influenzare la
politca monetaria; l'altro modo è rendere le economie più deboli e un po'
più competitive in maniera che per
loro l'euro non risulti più così forte. Io
credo però che non sia l'euro il problema dell'Italia e nemmeno il tasso
di cambio che incide marginalmente;
ma se tu sei fuori da un mercato non
è un problema di tasso di cambio, è
un problema molto più profondo delLiceo Scientifico Giovanni Marinelli
l'economia.
Cosa pensa dell'idea secondo cui
grazie al nostro patrimonio artisico,
culturale e tecnologico in alcuno settori, possiamo presentarci ai mercati
come un paese che non andrà in
default?
Il debito italiano è considerato sostenibile perchè dietro c'è l'economia
italiana che include anche l'aspetto
artisco-culturale del paese. Per le
aziende è diverso, perchè dietro
hanno delle infrastrutture, dei brevetti e il capitale di loro proprietà, per
esempio l'Eni ha un rating, ovvero un
prezzo del suo debito, migliore di
quello dell'Italia; Terna, una società
che fa infrastrutture, paga il suo debito molto meno dell'Italia perchè considerata più affidabile dello stato.
Nonostante siano società pubbliche
non sono lo stato.
Cosa direbbe a un giovane, a uno
studente che deve affrontare un ipotetico referendum sull'aderenza o
meno all'euro e all'eurozona?
Trascurando il fatto che tale referundum sarebbe anticostituzionale perchè la costituzione impedisce i referendum sui trattati internazionali, se
mai arrivasse qualche tipo di consultazione l'unico consiglio che si può
dare è di studiare e di farsi le proprie
idee, e magari non solo su internet,
perchè leggendo i blog di chi la pensa
allo stesso modo non si smentiscono
le proprie certezze, leggendo qualcosa di diverso per contaminare un po'
le idee. Soprattutto bisogna essere
consapevoli che le soluzioni più semplici a problemi complessi non sono
mai quelle esatte.
Saverio Papa 5^G
Joseph Pudota 5^H
a cura di Silvia Medori 3^A
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Aggiornare l’atlante?
ATTUALITA’
In giro per il mondo stanno avvenendo una serie di eventi che potrebbero
rivoluzionare l’assetto geo-politico
L’ondata di referendum che
stanno avvenendo nell’Est
dell’Ucraina ha un carattere
anomalo. Gli abitanti della
Crimea, in gran parte filorussi, si sono espressi ad ampia
maggioranza per l’annessione
alla Russia: tuttavia la trasparenza delle votazioni e la
libertà di scelta dei cittadini è
stata compromessa dalla pre-
Una delle più antiche e
convinte campagne indipendentiste è quella
scozzese, e la popolazione potrà esprimere la
propria volontà nel settembre 2014. Il referendum è stato approvato
dalla corona e dal premier inglese e sarà dunque decisivo. Qualunque
sia l’esito, la scelta degli
scozzesi condizionerà
indubbiamente i britannici, dovessero essere
chiamati alle urne per
decidere a riguardo della
loro condizione di statomembro
dell’Unione
Europea.
mondiale. Regioni che reclamano
l’indipendenza, territori annessi ad
altri stati, nazioni che potrebbero uni-
senza militare russa durante il
Referendum. Nella regione
del Donetsk si è deciso per
l’indipendenza, ma sono state
rilevate alcune irregolarità
(minacce da separatisti, persone che hanno votato più
volte…).
Si tratta di decisioni prese
unilateralmente dalle regioni
in questione, senza l’appro-
7
ficarsi... Sono molti i confini che
potrebbero essere ridefiniti e vale la
pena di fare il punto della situazione.
vazione del governo centrale
di Kiev. Da un punto di vista
legale, quindi, questi cambiamenti di assetto geo-politico
sono da considerare non validi, anche se l’Occidente non
ha fatto più di tanto per
annullarne anche la reale efficacia, limitandosi sostanzialmente a qualche sanzione.
In Spagna i dialoghi tra secessionisti e potere centrale sono abbastanza tesi. Il premier spagnolo Mariano
Rajoy ha dovuto fare i conti con la
richiesta del leader catalano Artur
Mas di ottenere un referendum per
l’indipendenza della Catalogna. La
proposta non è stata accolta da
Madrid, ma Mas ha deciso di lanciare comunque una votazione non
vincolante il 9 Novembre, causando
la reazione del premier spagnolo
Rajoy che vuole farla annullare
dalla corte costituzionale. La posizione secessionista è condivisa dal
principale partito catalano “Sinistra
repubblicana Catalana” (ERC) e da
un numero crescente di cittadini,
anche se altre forze politiche suggeriscono soluzioni meno drastiche.
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
Dopo tante fratture, si parla
anche di una riunificazione
da qualche parte nel mondo.
Dobbiamo spostarci ad
Oriente, in una Penisola divisa tra uno stato povero e retto
dal comunismo ed una grande potenza emergente capitalista: la Corea del Nord e la
Corea del Sud. La presidentessa del Sud Corea ha affermato che “gettare le basi per
la riunificazione della penisola è uno degli obbiettivi
chiave per l’agenda politica
di quest’anno”. Si dimostra
convinta dei benefici economici di quest'ambizioso progetto e pensa che le enormi
differenze tra Nord e Sud del
paese possano essere superate, un po’ come avvenne in
Germania dopo la caduta del
muro di Berlino. Tuttavia gli
oltre cinquant'anni di separazione hanno creato un distacco anche emotivo tra gli abitanti del Sud e del Nord, e
per questo l’opinione pubblica da entrambe le parti è contraria al progetto, che, in
definitiva, appare per il
momento abbastanza irrealistico.
Elias Ngombwa 4^I
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How many languages can you speak?
8
ATTUALITA’
Eh sì, oggi l'educazione plurilingue è
essenziale
per
noi
giovani.
Innanzitutto è chiaro che l’individuo
plurilingue potrà accedere a informazioni di ogni genere e da più parti e
dialogare con interlocutori di varie
provenienze. Ma questa educazionecomprende obiettivi che riguardano
la formazione globale dell’essere
umano e non solo gli apprendimenti
linguistici in senso stretto. I vantaggi
che derivano da questo tipo di rapporto con le lingue sono molteplici:
innanzitutto il plurilinguismo favorisce la formazione cognitiva, creando
maggiore flessibilità mentale, capacità di analisi, pensiero divergente e
creativo; facilita la formazione socioaffettiva creando maggiore capacità
di rapportarsi agli altri e accrescendo
la fiducia in sè stesso; infine contribuisce alla formazione professionale
vista la crescente importanza del plurilinguismo nel commercio fra nazioni, nel turismo e nello sviluppo dell'informatica, consentendo così di
costruire un futuro più sicuro, con
maggiori opportunità nel campo lavorativo. Personalmente credo che al
giorno d'oggi noi giovani siamo praticamente obbligati ad avviarci verso
un'educazione plurilingue. In molti
sostengono che l'inglese possa essere
sufficiente, almeno da un punto di
vista scolastico. Io invece credo che
non basti. La comunicazione che si
stabilisce con un austriaco, con uno
sloveno, un francese o uno spagnolo
parlando la loro lingua madre è a mio
avviso completamente diversa da
quella che si stabilisce parlando in
una lingua neutra come l'inglese: la
sensazione di muoversi su un terreno
comune dà all'altro la fiducia nel dialogo. Penso che in Italia sia ancora
troppo poco diffusa una cultura linguistica che consideri la ricchezza e
la varietà linguistico-culturale come
un vantaggio indispensabile per la
maggior parte di noi cittadini.
Abitudini quali la proiezione di film o
spettacoli in lingua originale non
doppiati, la lettura regolare di quotidiani e periodici stranieri, e la formazione linguistica al di fuori della
scuola sono assai lontane dal nostro
quotidiano, a differenza di quanto
accade, ad esempio, nei Paesi nordici.
Per quanto mi riguarda, oltre ad adoperarmi nell'apprendimento dell'inglese, studio la lingua tedesca da
qualche anno e trovo che ciò abbia
giovato molto al mio profitto scolastico generale. Per quanto riguarda le
modalità di studio, devo dire che alle
volte compro romanzi in lingua inglese e cerco di "decifrarli", anche se a
volte molto lentamente. Provo un
gran piacere nel sollevare, con l'aiuto
del dizionario, il "velo opaco delle
parole". Descrizioni e racconti sembrano darmi qualcosa in più se letti in
lingua originale, li trovo più profondi
e affascinanti rispetto alle traduzioni.
Anche se comprendo benissimo per
esperienza personale che dedicare ore
di studio a materie facoltative sia
molto impegnativo da parte di uno
studente che deve adoperarsi già in
una gamma di discipline non ristretta,
lo trovo però indispensabile e molto
utile per il nostro futuro in campo
lavorativo, ma soprattutto per la
nostra crescita personale.
L’ashtag, nuova moda. Divertente,
davvero: io ne faccio ampio uso sui
social. Mi ha innescato però una
riflessione, che cercherò di esporre in
due righe. Ho notato il fatto che molti
politici ormai fanno dei social il loro
principale mezzo di comunicazione e
per alcuni, la rete ha costituito una
grande fonte di successo: vale per
Renzi come per Grillo; internet docet.
Faccio una associazione pericolosa
ora, giacché uno lo sostengo e l’altro
lo ritengo un personaggio deplorevole, se vogliamo considerare l’Italia un
Paese democratico. Ecco: a proposito
di democrazia. L’ashtag è quanto di
Matilde Lodolo 2^H
La (pericolosa) democraticità dell’ashtag
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
più democratico la rete abbia mai
prodotto, non trovate? Chiunque può
dar vita al proprio, solamente digitandolo, e se uno vuole lo può utilizzare
senza il consenso del creatore. Un
po’ come la creazione di un partito
digitale che raccoglie al suo interno
tutti i contenuti informatici fra loro
affini. Metti un # ed il gioco è fatto:
hai creato il tuo partito virtuale. Ma i
partiti virtuali son pericolosi (e anche
i Movimenti di tal natura, bada bene).
L’ashtag è per sua caratteristica qualche cosa di profondamente democratico, ma nel contempo violentemente
anarchico. Il “consumatore” tipico di
contenuti Facebook non è assolutamente tutelato dal presentarsi di qualsiasi tipo di ashtag. Nel momento
stesso in cui scrivo questo contributo
sul mio pc potrei benissimo entrare in
Facebook e creare l’ashtag (che esisterà, scommettiamo?) “#merda”.
Ora: non è cosa grave, direte ridendo.
Ma significa che chiunque, incoraggiato dall’ufficialità del termine online, si può mettere a postare foto di
escrementi e sentirsi assolutamente
in diritto di farlo; giustificato appunto dal fatto che Facebook abbia accettato come conforme ai propri principi
morali tale espressione, che…
vogliamo dirlo? È volgare. La uso
pure io, ma è volgare. Se la democrazia di internet, spinta a livelli estremi,
porta tale incontrollabile ingovernabilità in un sistema già fragile come il
nostro assetto sociale, è destinata a
destabilizzarlo del tutto. Ora io non
so se Facebook abbia attivato un
qualche sistema di filtro e controllo
del contenuto degli ashtag e se così
fosse sarei il primo a dirvi che questo
mio articolo è inutile. Vi spingo solo
a porvi questa domanda: questo controllo c’è oppure no? Informiamoci.
Qualunque sia la risposta, il mio
scopo sarà raggiunto; certi gesti li
facciamo senza fermarci a riflettere: è
lecito creare qualsiasi ashtag e metterlo online? “Quando la lingua è
corrotta, la gente perde fede in quel
che sente e ciò conduce alla violenza” (W. H. Auden)
Tommaso Billiani 5^G
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Test di medicina: fra ricorsi e denunce
ATTUALITA’
9
UdU e Giannini convergono su un sistema alla francese
Dopo parecchi mesi di attesa sono
stati finalmente divulgati i tanto
temuti risultati del test di medicina.
La graduatoria nazionale, attesa per il
12 maggio, ha però lasciato più di
qualche scontento.
Infatti, è stato registrato un aumento
vertiginoso delle denunce; Codacons
e UdU (Unione Degli Universitari)
hanno dunque presentato un maxi
ricorso che ha ricevuto parecchie adesioni da parte degli studenti di tutta
Italia.
A suscitare la maggior parte delle
proteste è stata la vicenda che ha
coinvolto l’università di Bari, nella
quale è stato consegnato un plico anomalo con 49 buste anziché 50. Sono
state quindi aperte le indagini dalla
Digos per una sospetta truffa ai danni
degli studenti.
I membri dell’UdU hanno dunque
presentato un esposto in procura chiedendo l’annullamento della prova, ma
il ministro dell’istruzione ne ha subito confermato la validità dichiarando
che non sarà ripetuta.
Lo stesso Augusto Egidio Ripa,
primo classificato in Italia, ha espresso qualche critica sul test, soprattutto
riguardo alla tanto dibattuta data.
“La nuova proposta del
ministro Giannini prevede
di abolire il test d’ingresso a medicina per passare
al modello francese”
Infatti l’esame, come ben sanno tutti i
numerosi candidati, era stato spostato
a metà anno scolastico creando non
pochi problemi a chi come Ripa deve
affrontare anche la maturità.
Evidenti le numerose irregolarità
dovute appunto alla data. Infatti, alcune delle domande riguardanti il programma dell’ultimo anno delle superiori hanno dato numerose difficoltà
nello svolgimento agli studenti che,
per l’anticipo del test, non avevano
ancora affrontato determinati argomenti o erano stati costretti a tralasciare lo studio scolastico per la preparazione della prova.
Ora non resta altro che augurare un
buon esame a tutti gli sfortunati
ragazzi di quinta che hanno dovuto
affrontare la prova di aprile e sperare
in un miglioramento futuro per tutti i
nuovi candidati.
candidati che superano circa 7-8 volte
i posti disponibili in molte sedi italiane. Ciò renderebbe impossibile l’insegnamento senza un notevole
ampliamento delle aule o un metodo
per seguire le lezioni online. Inoltre
questo porta a pensare ad una restrizione finale molto severa con una
La fine del test
d’ingresso
Ultimamente si è
sentito molto parlare della proposta
del
ministro
Stefania Giannini di
abolire il test d’ingresso a medicina
per passare al
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini
modello francese.
Questo consisterebbe in un primo promozione di circa un settimo dei
anno aperto a tutti con una selezione candidati totali.
al suo termine tramite un esame ripe- Detto questo gli studenti che non
tibile al massimo per due anni.
dovessero passare la selezione avrebA suggerire l’idea sicuramente hanno bero a disposizione altri due anni
contribuito i risultati alquanto delu- (secondo quanto previsto dal sistema
denti della prova di quest’anno ed francese) per riprovare e dunque ad
anche i numerosi ricorsi al TAR degli ogni annata di candidati dovremmo
anni precedenti, grazie ai quali molti aggiungere gli studenti ripetenti arristudenti sono stati riammessi. Inoltre vando ad un numero totale impossibiil sistema dei test a risposta multipla, le da gestire.
come gli è spesso stato rimproverato, Se l’innovazione dovesse essere
non è in grado di misurare la reale gestita in maniera attenta e tenendo
preparazione dello studente ed è lo presente delle varie necessità delle
stesso ministro ad esprimere perples- sedi, sarebbe sicuramente un’idea
sità a riguardo.
interessante e potrebbe portare finalL’Udu ha accolto favorevolmente la mente ad un sistema giusto di selezionotizia definendo il riconoscimento ne, ma siamo ancora lontani da una
della Giannini un “segnale positivo”, possibile soluzione dunque, a tutti gli
ma ritiene comunque che l’unica studenti di quarta, consiglio di prepasoluzione possibile sia l’apertura di rarsi comunque per il solito test e di
un tavolo di confronto.
non riporre troppe speranze in questa
Infatti una proposta del genere ha sia proposta che probabilmente darà
lati positivi, ovvero eliminare l’ingiu- risultati solo tra qualche anno.
sto e troppo difficile ostacolo per
l’entrata, che negativi; Tra questi il
più importante e sicuramente il meno
Chiara Intini 4^C
aggirabile è il numero eccedente di
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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Una selfie speciale
ATTUALITA’
10
Dialogo a teatro tra i giornalisti
Il 22 marzo 2014 presso il Teatro
Giovanni da Udine si è tenuta l’iniziativa organizzata dal Messaggero
Veneto Scuola a favore degli studenti
e di noi giovani. Una grande festa.
Centinaia di ragazzi sul palco ed in
platea hanno partecipato con entusiasmo al compleanno per i 15 anni dell'inserto speciale “Scuola” del quotidiano. Particolarmente entusiasmante
ed interessante sono stati l’intervento
di Debora Serracchiani, del simpaticissimo nonché bravissimo Andro
Merkù e del rettore dell’università di
Udine Alberto Felice De Toni, che
hanno arricchito una mattinata densa
di emozioni in cui gli argomenti toccati sono stati molti. Tutto ciò presidiato e condotto dalla giornalista
della Rai Marinella Chirico. Una mattinata dedicata al talento giovanile e
ad alcune espressioni dell'arte, quali,
ad esempio, la musica, la danza e il
teatro comico. Finita la conferenza
abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Francesco Cosatti, giornalista
sportivo di Sky Tg24, il quale ci ha
raccontato la sua esperienza dedicata
a coloro che vogliono intraprendere
una carriera giornalistica:
Scrivere è sempre stata la sua passione? È stato questo il motivo che
l’ha spinto a diventare giornalista?
Si, mi ricordo in seconda media quando l'insegnante di musica ci chiese
“cosa volete fare da grandi?” io risposi che volevo fare il giornalista, specializzandomi sullo sport. Era il mio
sogno ed ora lo sto vivendo e percorrendo.
Secondo lei serve un briciolo di fortuna per arrivare a ciò che vogliamo
ottenere?
Secondo me ci vuole tanta, tanta fortuna. Se hai un minimo di talento, hai
veramente voglia di fare e scrivere ed
è tutto ciò che desideri di più al
mondo, vorresti trascrivere tutto ciò
che senti dentro, dimostrando di valere, di essere capace, smentendo ciò
che dicono e pensano gli altri, perché
tu in realtà vali molto di più.
Allora dacci dentro sempre, facendo
talvolta sacrifici che soprattutto da
giovani è difficile accettare.
Il suo lavoro le da tante soddisfazioni?
Sì, dà un sacco di
soddisfazioni
che
possono
essere piccole o
grandi.
Le soddisfazioni
ci sono, ma sono
sempre correlate
a quello che uno
fa, sono orizzonti che possono
essere
provenienti da un quotidiano locale o
da un media
nazionale, non sono più brutti o più
belli, sono diversi.
Secondo lei provenire da un' università prestigiosa può essere un buon
biglietto da visita per raggiungere i
propri risultati per lanciarsi in questa carriera? Può raccontarci la sua
esperienza riguardo l'università?
Eh... sì e no. L'università serve molto
perché è importante anche avere un
buon titolo di studio che ti da delle
conoscenze. Io ad esempio ho fatto
scienze della comunicazione a
Padova, una facoltà che consiglio per
chi vuole intraprendere una carriera
simile alla mia. Però attenzione: non
tutti coloro che frequentano questa
facoltà diventeranno giornalisti.
Tutte le conoscenze che hai appreso
all'università, in seguito tocca a te
saperle spendere, sta sempre alla persona mettere in pratica ciò che ha
imparato.
Le esperienze sono la chiave, io consiglio di iniziare subito a cimentarsi
nel giornalismo, accettare tutte le proposte anche le più semplici, perché
saranno sempre un arricchimento e
un’esperienza. I siti web e i quotidiani locali possono essere i primi passi.
Come si è avvicinato al mondo del
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
giornalismo? In quali redazioni ha
mosso i primi passi?
Allora, prima di tutto ho scritto nel
giornalino della scuola del Liceo
Classico J. Stellini, poi nel
Messaggero Veneto Scuola nel 1999.
Il primo contratto vero e proprio è
avvenuto con il Gazzettino di Udine
all'età di 19anni , poi ho collaborato
con Telefriuli, nell'estate del 2007 ho
fatto uno stage a Sky da cui è nata una
collaborazione, nel 2008 è nato
SkySport24 al quale ho iniziato a
lavorare fino ad oggi.
Può dare dei consigli personali a
coloro che vogliono intraprendere la
carriera giornalistica?
Scrivere, scrivere, scrivere non solo
sulla carta ma anche nei siti web.
Trovare qualcosa di esclusivo, cioè
specializzarsi in qualcosa; quanti
giovani
giornalisti
ci
sono?
Tantissimi. Soprattutto non ci sono
spazi o redazioni che vi possono ospitare. Perciò tu devi trovare alcune
qualità che ti contraddistinguono
dagli altri concorrenti e non abbandonare il tuo sogno.
Per chiudere in bellezza siamo riuscite ad avere del tempo per chiedergli
di scattarci una selfie tutti insieme....
e per fortuna ha accettato con piacere!
Barbara Blasutto 2^H
Matilde Lodolo 2^H
Beatrice Troppina 2^D
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Hong Kong: un’esperienza unica ed indimenticabile
LICEO
Mettiamola così: se un giorno una
professoressa venisse da voi e dicesse: “ragazzi solo alla vostra classe è
stata offerta l’opportunità di trascorrere due settimane ad Hong Kong,
ospiti di alcune famiglie con figli
vostri coetanei!”, mi aspetterei che in
un primo momento tutti rimanessero
basiti. Trascorrere quindici giorni
lontano da casa, vivere con persone
mai viste prima, culturalmente diverse e senza poter usare la propria lingua non è affatto facile. Ma, superate
le incertezze, gran parte delle persone
accetterebbe con entusiasmo, convinta che questa sarà una grande avventura. Così è accaduto nella nostra
classe e, in questo testo, vi racconterò
gli episodi più curiosi e divertenti che
mi sono capitati in questo fantastico
viaggio.
La partenza: l’importante e’ farsi
riconoscere ovunque
Finalmente arriva il giorno tanto atteso. La classe è riunita all’aeroporto,
gli ultimi saluti e si parte! Neanche il
tempo di superare il controllo bagagli, che iniziano subito i problemi:
nonostante io abbia già viaggiato,
sono l’unico a cui viene perquisito il
bagaglio a mano. Infatti, senza dirmi
niente, la mia gentilissima mamma
mi aveva munito di shampoo e altri
liquidi fuori misura nella valigia a
mano. Già qui ho pensato: “Wow non
poteva iniziare meglio!” Ciò nonostante, irritato ma senza timore, ho
intrapreso questo viaggio.
Arrivo: ti prego, dimmi che sto
sognando!
Immaginatevi di arrivare a Hong
Kong di notte. Saliti sul pullman,
subito ci aggrappiamo ai finestrini per
osservare meglio questi enormi grattacieli illuminati: è stata un’ emozione fantastica. Prima tappa: arriviamo
finalmente nella scuola che ci ospita.
Scendiamo dalla corriera e tutti i
nostri nuovi amici cinesi vengono a
salutarci, io cerco Alex con lo sguardo , fino a quando qualcuno batte
sulla mia spalla, abbasso lo sguardo
e… immaginatevi il tipico ragazzino
undicenne cinese, alto un metro e
quaranta, con capelli a caschetto neri
e un volto sorridente: sì, era proprio
lui ragazzo che mi avrebbe ospitato.
La casa: no non e’ un grattacielo!
Arriviamo a casa sua, neanche il
tempo di entrare ed iniziano subito i
problemi: dopo solo 14 ore di viaggio, chi si dimentica di togliersi le
scarpe prima di entrare in casa?
(ovviamente io!) Entro, e, per cominciare bene, vengo subito ripreso per
questo (mi sembra di essere a casa!).
Risolto questo piccolo problema, mi
mostrano la stanza dove dormirò. Il
letto è lungo forse la metà di me e,
particolare non trascurabile, io e le
valige insieme
non ci stiamo in
camera!
Ora
immaginatevi
questa scena: io
dentro la camera,
la valigia fuori
nel
corridoio
aperta a metà
perché era troppo grande, il
tutto mentre io
cerco di svuotarla. Sì, solo a ripensarci mi viene da
ridere, ma credetemi in quel momento non ridevo di certo!
Prima cena: finale con il botto
Lasciata alle spalle la casa, io e la
famiglia ci siamo diretti in una specie
di ristorante. Bene, immaginatevi che
significa ritrovarsi a fissare un menù
scritto tutto in cinese, senza neanche
un’ immagine, mentre ti chiedono:
“cosa vuoi mangiare?”. Con un atto
di grande coraggio ho detto: “Vorrei
mangiare qualcosa di tipico del vostro
paese, quindi ordinate voi per me.”
Non saprei dirvi cosa ho mangiato,
ma sono sopravvissuto, anche se il
desiderio di una buona pastasciutta si
faceva già sentire! Comunque il bello
è arrivato quando la madre del ragazzino, in tono molto cordiale ed educato, mi ha chiesto se avessi apprezzato
la cena e se fossi sazio, per poi esordire con un ‘rutto’ spaventoso,
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
11
lasciandomi con gli occhi sbarrati e
senza parole. Dopo di che si è alzata
con estrema naturalezza dicendo: “Ok
let’s go!”.
Prima cena a Pechino: perchè le
mie prime cene sono sempre un
disastro!?
Subito dopo essere arrivati a Pechino,
siamo andati a mangiare: erano solo
le 18 (un po’ prestino!). Ci viene servita la prima pietanza e indovinate un
po’ cos’era: riso! Tutto normale, fino
a quando ho scoperto che non c’erano
forchetta e coltello quindi, dopo vari
tentativi di usare le bacchette, mi
sono rassegnato a mangiare con una
specie di cucchiaio!
Ancora niente di strano, direte, ma il
bello arriva quando, assetato, ho notato che l’unica bevanda presente sul
tavolo era il thè caldo (senza zucchero). Così ho chiesto ad un cameriere
dell’acqua. Quando è tornato con una
teiera, mi sono insospettito, ma la sete
era tanta, così velocemente ne ho
bevuto un sorso… peccato che l’acqua fosse bollente, così mi sono
ustionato la lingua fra le risate di tutti
i cinesi seduti al mio tavolo (non
commento).
La cena con principal Kun
Durante una delle cene a Pechino in
compagnia dei nostri amici cinesi,
siamo andati a mangiare l’anatra.
Fino a qui tutto normale, peccato che
in questa occasione i posti a sedere
nel mio tavolo erano troppo pochi.
Così io, essendo arrivato per ultimo,
sono stato spostato al tavolo in compagnia dei professori e del preside.
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12
LICEO
Proprio alla fine del pasto, mentre la
professoressa Misdariis conversava
elegantemente con il preside cinese
(principal Kun), quest’ultimo emette
un rutto grottesco proprio in faccia
alla prof., per poi riprendere a parlare
normalmente. Immaginate le nostre
facce.
Saremo mica famosi?!
Dovete sapere che al nostro ritorno a
Hong Kong, spesso e volentieri
molte/i cinesi ci chiedevano foto e
autografi. La mia esperienza più
divertente è avvenuta quando, al termine di un partita di calcetto, una
ragazza mi si avvicina e mi chiede un
autografo, io l’accontento, anche se
non poco stupito. Noto poi che, appena legge, corre via urlando di gioia
dalle sue amiche. Solo subito dopo ho
realizzato che lei aveva interpretato
erroneamente il mio ‘with love’ con
‘con amore’, anziché ‘con affetto’.
Ennesima figuraccia per me ma…
povera lei.
Finale in stile
Dopo aver cominciato questo viaggio
facendomi riconoscere sempre, ovunque e comunque, finirlo mantenendo
questo stile era d’obbligo. Arriviamo
a Zurigo, e mentre passo il metal
detector questo suona, il poliziotto mi
controlla e alla fine scopre che avevo
dimenticato il telefono in tasca. Ma
non è questo il bello. Appena tutti si
sono radunati ci dirigiamo verso il
controllo dei passaporti, mentre sto
camminando controllo le tasche e…
non c’è né il passaporto né il biglietto
dell’aereo. In quel momento ho pensato di morire: dopo aver resistito due
settimane senza perdere niente proprio ora all’ultimo controllo dovevo
perdere qualcosa! Corro immediatamente indietro, chiedo ai poliziotti se
avessero trovato un passaporto, questi
cercano dappertutto, ma niente.
Proprio quando sconsolato mi giro
per andarmene, una poliziotta mi
ferma e mi dice: “Maybe is this” io
mi giro e noto che il passaporto era
nella tasca posteriore dei miei pantaloni (non aggiungo altro!).
Conclusioni
Qui ho raccontato solo alcune delle
moltissime esperienze capitatemi in
Cina ma potrei andare avanti per
pagine e pagine. Quello che voglio
dire è che, grazie a quest’esperienza
sono riuscito a conoscere, anche se
solo in parte, un’altra cultura e un
altro mondo. Ma, soprattutto, quello
che quest’esperienza mi ha fatto scoprire è un’altra parte di me. Mi ha
fatto capire cosa sono capace di fare
da solo e quali problemi riesco a
risolvere senza l’aiuto di qualcuno
che parli la mia stessa lingua. Ed inoltre, cosa che può sembrare inutile e
banale, mi ha fatto divertire come
poche altre.
La striscia che segue si ispira al mio
attuale professore di matematica alla
Lincoln Southwest High School, il
Dr. Hartman. Ci tengo a mettere in
chiaro, innanzitutto, che con la
seguente vignetta non intendo indicare un “giusto” e uno “sbagliato”,
voglio, invece, evidenziare due diversi punti di vista, due diversi modi di
entrare in relazione e instaurare un
rapporto. Basta entrare nella classe
del Dr. Hartman, per trovare un senso
di accoglienza, positività e ottimismo.
Tutte e quattro le pareti dell’aula sono
tappezzate con poster e immagini
motivazionali, oltre a un lungo elenco
di studenti sotto la scritta “Dr.
Hartman ‘A’ club”. Inevitabilmente il
primo pensiero è “Posso farcela!”. La
cosa bella è che la stessa descrizione
può essere fatta con ogni aula della
scuola, perfino con i corridoi, dove è
possibile trovare poster su come combattere l'ansia prima di un compito.
Difficile non farcela e non applicarsi
con tutti gli input che si ricevono.
Ancora più difficile se i professori
sono disponibili a dare ripetizioni
prima e dopo scuola e ogni professore ha il proprio sito web in cui, a fine
giornata, pubblicare un riassunto di
ciò che si è fatto, e un promemoria su
ciò che gli studenti devono fare. Il Dr.
Hartman, ad esempio, pubblica ogni
sera una video lezione riassuntiva di
ciò che è stato affrontato nel corso
della giornata. Dall'altra parte, c'è
l'Italia con il buon vecchio Liceo
Marinelli. Buono, perché a conti fatti
offre ai suoi studenti una ottima e
ampia preparazione in ogni materia,
preparazione che viene invidiata
oltreoceano. Vecchio, perché per
quanto si sforzi ad ammodernarsi,
continua ad essere legato a delle istituzioni che sono e rimarranno antiquate.
Usa VS Italia
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
Riccardo Morassutti 3^F
Gabriele Della Rosa 4^A
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Aggiornamenti dalla Consulta
LICEO
13
Tutto quello che non avete saputo in 10mesi
A maggio gli studenti del Marinelli, si
sa, sono impegnati in molteplici attività: dalle innumerevoli interrogazioni e simulazioni varie, alle rilassanti
ore passate in giardino con giustificazioni più o meno valide. Fra queste,
soprattutto con l’avvicinarsi del termine delle lezioni, non possono mancare i bilanci conclusivi con i quali si
decreta se sia meglio dimenticare
l’anno appena passato oppure dedicargli un capitolo intero di un immaginario annuario scolastico. Tocca quindi
anche alla Consulta
tirare le somme di
quello che questo
2013/2014 ci ha portato e soprattutto comunicarlo agli studenti.
Siamo partiti solo a
novembre inoltrato,
dopo la stagione elettorale; con i rappresentanti delle altre
scuole abbiamo composto i vari organi istituzionali. Come alcuni
di voi già sapranno
(ben pochi, in realtà)
entrambi siamo entrati nel Consiglio
di Presidenza ed entrambi abbiamo
presieduto una commissione (Iacopo
quella sulla salute e Nicola quella
sulla stampa). Da queste due posizioni abbiamo potuto seguire da vicino
lo svolgimento delle collaborazioni
con le tre aziende sanitarie presenti in
provincia, l’andamento della trasmissione Effetto Friuli Giovani su
Telefriuli e i lavori che porteranno
entro fine giugno alla realizzazione
del tg studenti.
Oltre a queste, sono state molte le
attività che ci hanno tenuti impegnati
in questi mesi, dalla maratona per
Telethon agli stand di Young, passando per le collaborazione con la
Polizia Municipale e con il Comune
di Udine.
Un discorso più approfondito merita
la collaborazione con la Saf con la
quale abbiamo affrontato diverse problematiche (il costo dei servizi e i
percorsi dei mezzi, solo per citarne
alcune) e con la quale abbiamo già
sviluppato un programma per il prossimo anno.
Passando ora alle attività che hanno
riguardato più da vicino il nostro
liceo, citiamo la conferenza dedicata
alle elezioni europee svoltasi ai primi
di aprile con la presenza del on.
Pittoni, del dott. Contin e del prof.
Viscovich. Inoltre è doveroso ricordare il sostegno dato ad un’iniziativa
unica in Italia, che ci rende orgogliosi della nostra città e che si è vista
seriamente minacciata: il Palio, per il
quale abbiamo avuto diversi incontri
con l’assessore alla cultura del
Comune di Udine Federico Pirone.
Un altro tema che ci sta particolarmente a cuore è quello riguardante la
valutazione docenti. Grazie al nostro
intervento questa è stata posta all’attenzione del Consiglio di Presidenza
già a gennaio, per poi essere discussa
in plenaria da marzo. Attualmente
sono tre le scuole che si stanno impegnando in questo senso: il liceo
Copernico, l’educandato Uccellis e il
Marinelli. La plenaria di aprile ha
nominato Nicola coordinatore di queLiceo Scientifico Giovanni Marinelli
sto progetto per riuscire a coinvolgere più scuole possibile.
Come avranno sicuramente già notato
gli studenti delle prime, è arrivata dal
Miur la nuova carta IO STUDIO con
qualche interessante novità, come, ad
esempio, il cip del circuito PostPay
che permette di usare la tessera come
una prepagata. Non temete, le carte
nuove per gli altri studenti arriveranno il prossimo anno.
Grazie alle collaborazioni con i vari
assessorati
comunali,
siamo riusciti ad ovviare il
piccolo problema di viabilità dell’ingresso di via
Galilei. Ora, come d’accordo con il Dirigente
Stefanel e con l’assessore
alla mobilità Pizza, sarà
possibile entrare in sede
staccata con la bici attraverso un cancello posto
poco lontano dall’ingresso
di via Galilei, eliminando
così i problemi dati dalla
presenza delle catene ai
bordi del marciapiede.
L’ultima cosa che teniamo
a sottolineare prima di
salutarvi, riguarda le collaborazioni
con le varie scuole. Queste si sono
sviluppate lungo tutto l’anno scolastico e hanno portato a diversi frutti,
come i nascenti giornalini scolastici
nei licei Stellini e Copernico.
Detto questo, non ci resta che augurarvi un’estate rilassante e urlare un
gran “in bocca al lupo” per tutti i
maturandi!
Iacopo Cainero 5^B
Nicola Petrucco 3^H
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Istituto e Consulta: ecco cosa ne pensano gli studenti
LICEO
14
Come nello scorso, anche
quest’anno abbiamo effettuato un sondaggio sul
livello di gradimento dei
rappresentanti di Istituto e
di Consulta coinvolgendo
circa 250 studenti.
Consulta
La presenza della consulta
quest’anno risulta essere
stata percepita maggiormente rispetto all’anno
scorso perché, anche se
resta predominante il
numero delle persone che
hanno votato “poco” e “
per nulla”, è aumentato
quello delle persone che la
ritengono “sufficientemente” e “abbastanza” soddisfacente. Anche la comunicazione tra marinelliani e i
rappresentanti
risulta
migliorata. In conclusione
quindi
l’operato
dei
Rappresentanti
della
Consulta è stato decretato
dalla maggior parte degli
studenti
postitivo.
Istituto
Dal grafico di quest’anno
comparato a quello prece-
Come valuteresti nel complesso l’operato dei rappresentanti dell’Istituto?
Ti sembra che siano stati fatti seri tentativi per cercare
di incrementare la partecioazione alle assemblee?
Come valuteresti nel complesso l’operato dei rappresentanti della Consulta?
dente si può notare un
miglioramento in quanto vi
è stata una riduzione delle
persone che hanno votato
“sufficientemente” seguito
da un aumento di quelle
che hanno votato “abbastanza”. Lo stesso vale per
quanto riguarda lo scambio
delle idee ma, in questo
campo è anche aumentato
il numero delle persone che
lo ritengono “poco” soddisfacente. In merito all’organizzazione delle assemblee, la situazione è peggiorata perchè mentre l’anno scorso erano di più le
persone che avevano votato
“abbastanza”, quest’anno
le due valutazioni “sufficientemente” e “ abbastanza” sono allo stesso livello.
La maggior parte dei mari-
nelliani crede inoltre che i
tentativi di aumentare la
partecipazioni a questa
assemblee ci sia stata e ci
sia ancora. Un dato positivo è evidenziato dal fatto
che riguardo al mantenimento delle promesse elettorali in tutti e due gli anni
si riscontra un’alta percentuale di persone che lo
hanno decretato “sufficientemente” buono. La valutazione dello spirito d’iniziativa, della capacita di portare aventi idee, iniziative e
progetti è rimasta positivamente invariata. Nel complesso quindi una grande
porzione degli studenti del
Marinelli è soddisfatta dell’operato
dei
Rappresentanti d’Istutito.
Elisa Piccoli 3^A
Quest’anno hai percepito la presenza della Consulta
(collaborazioni, Saf, ...)
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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Alpe Adria 2014
LICEO
Nelle giornate del 27 e 28 marzo
2014 presso il Villaggio Ge.Tur. e l’
ITT di Lignano Sabbiadoro si è svolta la 20^ Edizione delle “Giornate
dello Sport e della Cultura dell’Alpe
Adria”. L’ormai storica manifestazione, nata nel 1994 con l’intento di
creare una sorta di tavola di confronto tra le varie realtà scolastiche dell’
Austria, della Slovenia, della
Croazia, del Friuli, del Veneto e della
Romania, è stata per quest’anno organizzata ed ospitata dal Liceo
Scientifico Marinelli e ha visto partecipare le rappresentanze di ben cinque scuole, provenienti rispettivamente da Villacco, da Nuova Goriça,
da Abazia, da Udine e da Bassano del
Grappa (purtroppo, per motivi organizzativi, per quest’anno la rappresentativa dalla Romania non ha potuto presentarsi), le quali hanno avuto
l’occasione, durante i due giorni in
cui si è svolto l’ evento, di confrontarsi e sfidarsi in numerose discipline di
vario tipo, dall’ Atletica alla Biologia,
dalla musica alla Fisica. Durante la
prima giornata, dopo la conclusione
della Cerimonia di Apertura, che ha
visto le giovanissime ginnaste del
Liceo Marinelli esibirsi in coreografie spettacolari al ritmo dei vari inni
nazionali, si sono svolte delle attività
e dei tornei a squadre miste, durante i
quali i ragazzi hanno potuto mettersi
alla prova, sperimentando le gioie e le
difficoltà del lavorare in gruppo.
Inoltre, la sera, ha avuto luogo l’acclamatissima sfida tra i gruppi musicali delle varie scuole, che ha visto
trionfare i ragazzi di Villacco, seguiti
da quelli di Bassano e di Abazia. Nel
secondo giorno, invece, si sono svolte le vere e proprie gare tra istituti che
hanno visto gli studenti, individualmente e ciascuno nella propria disciplina, confrontarsi e scontrarsi con
lealtà e sportività. In particolare presso il Palazzetto dello Sport del
Villaggio Ge.Tur. hanno avuto luogo i
tornei sportivi, primo fra tutti quello
di Calcetto, che ha visto trionfare la
squadra del Marinelli, seguita da
quella di Bassano e da quella di
Abazia, ma anche quello di Pallavolo
(Nuova Goriça, Bassano, Udine) nonché l’ Atletica, con la splendida vittoria di Nicosia Agostino (L. S. G.
Marinelli) nei 2000 metri maschili e
la gara dei 1400 femminili (Villacco,
Bassano, Bassano). Presso l’edificio
dell’ ITT di Lignano Sabbiadoro,
invece, si sono svolte le gare più prettamente scientifiche e culturali comprendenti
materie
come
la
Matematica (Trevisan Giulia Bassano, Prenassi Paolo - Udine,
Bagnarolo Mirko - Udine), la
Chimica (Blazic Manja - Nuova
Goriça, Martina Riccardo - Udine,
Anello Cristian - Udine), la Biologia
(Muller Mariatherese- Villacco,
Tosatto
EmmanueleUdine,
Rassinger Anna - Villacco), la Fisica
(Zoratti Fabio - Udine, Edtmair
Oliver - Villacco, Vuksic Antonio Abazia), gli scacchi (Simoni Paolo Udine, Pahor Kristjan - Nuova
Goriça. Banevec Jernej - Nuova
Goriça), la grafica (Pegar Jasmina Nuoa Goriça, Spitzer Felicia Villacco, Spadudziç Tina - Nuova
Goriça) e infine il concorso di fotografia, a tema “l’uomo e l’ambiente”(Guderzo Isabella - Bassano,
Schiesaro Giacomo - Bassano,
Deskoviç Roberta - Abazia). Al termine delle gare hanno avuto luogo le
premiazioni (durante le quali ha presenziato in qualità di ospite il professore Dannisi, ideatore del progetto
Alpeadria e storico insegnante di educazione fisica del Liceo Scientifico
Marinelli), seguite dalla cerimonia di
chiusura, in cui il gruppo di danza
della classe 3F del nostro istituto ha
dato prova della propria abilità.
Un'edizione sicuramente ricca di soddisfazioni e di emozioni che ha visto
il nostro Liceo eccellere in numerose
specialità, sia in campo sportivo sia in
campo scientifico, ma che soprattutto
ha visto trionfare l’amicizia, il rispetto e la concordia, a dimostrazione
dell’ importanza e dell’unicità di questa manifestazione Carlo Selan 4^E
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
15
An interview to a young athlete
From AlpeAdria meeting... an interview to
Julian Preissl, a young austrian athlete who
arrived second in the 2000 metres track
meet.
Have you ever been to AlpeAdria before?
Yes, I’ve been to the last Alpeadria meeting
which took place one year ago in Nuova
Goriça.
Do you like how and where this meeting
edition was organized?
Well, I liked this edition, even if there were
some practical problems with the organisation and I also think that Lignano is a good
location for events like this one because it’s
a beautiful seaside town, where you can
relax and also join lots of interesting activities.
Do you think that AlpeAdria is a good
event for young people?
Yes, because during this event you can
come in contact with other youngsters like
you who come from different country, so
you can learn a lot about their culture and
you can also practise your English. Last
year, for example, I came in contact with
another boy who came from Slovenia and
we are still friends today, even if sometimes it’s hard for me to communicate with
him because he doesn’t know English very
well.
What do you like most of this event?
This event offers to young people the possibility to practice their favourite sport or
activities against other teenagers who come
from different countries and this is fantastic. You also have lots of free time so you
can explore the city or the place where the
event takes place and it’s a fantastic experience. Finally, the atmosphere during the
meeting is incredible, all the people are nice
and friendly.
Do you think that sport is something
important for young people? Why?
I think that sport is one of the most important things for young people because when
you practice sport, in particular hard and
tiring sports like athletics, you learn how to
win but also how to lose, the sense of pride
but also the humility that one must have.
Do you think that in the future you will
take part in this event again?
Sure, I can’t wait for the next Alpeadria edition to come, I’ m so enthusiastic about this
last one!
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16
Bella ciao
LICEO
Io mi sento di morir
La fine della scuola è oramai vicina e
come tutti gli anni, tranne alcuni affezionati, molti di quelli attualmente in
quinta saluteranno per sempre le tristi
mura del nostro liceo e i gioiosi tavolini del nostro bar. Essendo una persona estremamente malinconica, è
quindi giunta per me l’ora di tirare le
somme di questi cinque anni, che certamente ricorderò con nostalgia. A
molti hanno lasciato più che altro un
fegato disastrato; a me credo abbiano
dato qualcosa in più.
Soprattutto, mi hanno permesso di
conoscere moltissime persone fantastiche. Professori, perché checché se
ne dica, praticamente tutti quelli che
insegnano al Marinelli mi hanno sempre dimostrato di interessarsi al futuro di noi mocciosi disgraziati. Ve ne
sono dei più diversi: c’è quello che
sacrifica i pomeriggi per tentare di
salvare noi anime prave dai gironi
della matematica; quello che in gita
non paga i conti nei ristoranti o propone di buttare l’immondizia nei
fiumi; e ancora, c’è quello che non è
mai con le tasche vuote, quella che se
potesse si ruberebbe le porte, quella
che “portaccheo!!!”. Insomma, davvero sarebbero moltissimi i maestri,
perché così voglio chiamarli, di cui
parlare; voglio però citarne solo altri
due: Alessia, a nome di tutti i professori referenti di qualche attività, ma
soprattutto a nome suo, perché il mio
giudizio su di lei è talmente edulcorato da causare iperglicemia; Sabrina,
una grande amica che, oltre a odiarmi
perché continuo a prendermi confidenze a caso, mi/ci sopporta anche
troppo. Ricordo con lo stesso piacere
anche il personale ATA, espressione
davvero tristissima per indicare i
nostri cari bidelli, di cui citerò solo
Maura e il buon Umberto (colgo anzi
l’occasione per chiedere che la scuola gli regali una stufetta perché in
inverno, in corridoio, Umbi gela, e
non basta il nostro amore a scaldarlo).
Come non ricordare poi Rosi e Sabri,
di cui non posso però dir molto adesso.
Infine, gli studenti, ossia la vera risorsa di questo liceo. La maggior parte
dei ragazzi conosciuti in questo mio
quarto di vita non mi hanno mai deluso, rivelandosi persone fantastiche e
dai mille talenti (fra tutti vorrei solo
citare quei settari dei teatranti e i cantanti del MGC). Alcuni eccessivamente geniali per noi poveri scemi,
altri mai troppo stupidi per i geniacci.
Non mi riferisco a nessuno in particolare ma… starò calmo che è meglio.
Sicuramente, sempre c’è stato molto
da imparare da tutti. Fosse anche solo
la triste sorte della corazzata
Indianapolis o le tecniche per non
essere interrogati (i prof sono come i
serpenti, colgono il movimento:
immobilizzati e non riusciranno a trovarti), comunque ho imparato.
Ritengo poi di aver visto molto di ciò
che può dare un senso all’esistenza:
ho visto Majin Buu girare per il corridoi; ho visto gente di quinta che esce
prima solo perché preferisce il bagno
di casa; ho visto quanto possono essere buoni i succhi alla pera se bevuti
nel modo corretto; ho visto cose che
voi non marinelliani non potreste
immaginare.
In conclusione, dopo tante, troppe
parole in libertà, spesso eccessivamente allusive per essere capite dai
più, voglio solo ringraziare proprio
tutti, dal primo all’ultimo, che in questo caso non può che essere il mio
buon referente. Certo, mi ha rotto l’anima con la sue polemiche logoranti
contro tutto e tutti; certo, ha minato
radicalmente la mia sanità mentale
tentando di convincermi dell’incostituzionalità dei calzetti a righe; certo,
l’ombra del suo potere è diventata fin
troppo inquietante. Ma va ringraziato,
anche solo perché starà sveglio per
correggere il mio ultimo articolo,
puntuale come quelli precedenti.
Detto ciò grazie, grazie davvero, perché mi avete reso orgoglioso di questa istituzione, magari decrepita per le
strutture ma più che mai vitale per
merito vostro.
Saverio Papa 4^G
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
Poeta
Ipocrita,
il senso di Omero
il sacro canto d’ angoli
al tempio
tradisci
Lei
Il verbo
è il tempo, il figlio che fugge
del pesco sull’ala del vento
è il senso, l’immenso perduto
del mio solito esistere muto
lei, che non conosco
lei, che non so dire
lei che…
Quanto
Mi chiedo quanto
sarebbe servito
o quanto, ancora
quanti tempi, quanti
soli sudari di lacrime
quanto scorrere
sotto i ponti…
ma il tempo fugge,
dove, chissà…
Visione
Tra la folla Scale mobili, pavimenti di piastrelle
io
inaspettato
Haiku
Le rondini sfiorano il cielo
solo il grano tradisce l’estate:
non faccio che amare ora
Carlo Selan 4^E
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2014 checkpoint
MUSICA
Il 2014 mi spaventava inizialmente
come numero, ma nonostante questo
ho deciso di fare un sunto dei migliori nuovi dischi che ho ascoltato, con
una piccola eccezione: per la prima
volta ho deciso di inserire una recensione negativa di un artista piuttosto
noto, più che altro per vedere se vi
17
trovate d’accordo o se devo iniziare a
girare con il passamontagna. Enjoy,
buon ascolto e buon tutto.
Against Me! – Transgender Dysphoria Blues
Dall’uscita
di
Reinventing Axl
Rose, l’LP di debutto degli statunitensi
Against Me!, sono
passati 12 anni e
tanta acqua sotto i
ponti. Il punk anarchico e nichilista con contaminazioni folk degli
esordi viene abbandonato in favore di un lavoro
più maturo, soprattutto dal punto di vista delle
tematiche. La leader del gruppo, infatti, pone al
centro dell’opera l’analisi del lungo percorso
verso l’accettazione della propria identità sessuale (culminata con il cambio di sesso, da uomo a
donna, avvenuto nel 2012), una via fatta di solitudine e conflitti ma anche di gratificazione e
speranza. Ma non facciamo certo fatica a individuare questi elementi: fin dai primissimi secondi
veniamo travolti dalla squillante voce di
Laura/Tom, che senza risparmiarci alcun dettaglio, ci introduce in un mondo crudele, in cui
sono padroni il pregiudizio e la discriminazione
del diverso. Nient’altro che il nostro mondo.
Pur mantenendo una struttura-canzone fortemente semplice e legata al punk (come suggeriscono
i primi quattro pezzi), l’album riesce a essere
vario e coinvolgente. Accanto ai pezzi più veloci
(ad esempio “Unconditional Love” e “Dead
Friend”, reminescenti, come tutta l’opera del
resto, dei Replacements e dei primissimi Green
Day), e soprattutto alla fine, troviamo la parte più
interessante del disco, dei pezzi più lenti che
mostrano il grande passo compiuto dagli Against
Me! con questo lavoro: “Osama Bin Laden”, che
ricorda molto i Black Sabbath e il trittico finale
(la breve e acustica “Two Coffins”, “Paralytics
States” e il finale “Black Me Out”) costituiscono
un autentico gioiellino da incorniciare tra i
momenti migliori di questo 2014.
Liars – Mess
I Liars, negli anni,
ci hanno abituati a
una continua serie
di cambiamenti:
con il loro folle e
schizofrenico
andazzo
sono
passati dal dancepunk delle origini
al rock più sperimentale di Drum’s not
Dead,transitando per molti altri stili, fino a
giungere al sound odierno che, a differenza del
precedente WIXIW, dà pieno spazio all’elettronica, riuscendo per l’ennesima volta a reinventarsi e a stupire l’ascoltatore.
Mess, ironicamente l’album meno caotico dell’intera discografia del gruppo, è comunque un
disco dei Liars e quindi c’è da aspettarsi di
tutto: troviamo pezzi bazzicanti tra synth pop e
electro-industrial (l’imponente “Vox Tuned
D.E.D.”, con la sua linea vocale che ci rimanda
ai Depeche Mode e “Pro Anti Anti”), momenti
di ordinaria follia (il frenetico singolone “Mess
on a Mission”) e brani con un massiccio uso di
drone (“Can’t Hear Well”, che si snoda in un
gioco psichedelico tra voci e sintetizzatori e la
conclusiva “Left Speaker Blown”). Inoltre vengono integrati moltissimi elementi dall’alternative dance di New Order e Primal Scream, ed è
riconoscibile persino qualcosa dell’attitudine
punk dei Suicide. Ma nonostante l’apparente
minestrone (o, appunto, Mess), questi stili vengono conciliati ottimamente, creando un lavoro
coinvolgente e accessibile a tutti, in cui caos,
convulsioni, melodie alienanti e divertimento
regnano incontrastati.
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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MUSICA
CapaRezza – Museica
Museica è il sesto
album di CapaRezza,
e, come suggerisce il
nome, si tratta di un
concept album, ossia
un disco nel quale i
brani sono legati da
un filo conduttore.
Non è certo la prima
volta che il rapper
pugliese inserisce dei contesti precisi o delle trame nei
propri lavori, ma questa era l’occasione giusta per
riscattarsi dal deludente Il sogno eretico (2011), date
le premesse molto interessanti: Michele, per la creazione dei pezzi, prende spunto dai suoi quadri preferiti, tentando di esprimere tramite la musica le proprie
emozioni e deducendo dalle tele i concetti chiave che
riguardano i testi di ogni brano. Un vero peccato che
l’occasione sia stata sprecata, riuscendo addirittura a
peggiorare i difetti del disco precedente. Innanzitutto
il tema del museo artistico non riesce minimamente a
creare coesione tra le canzoni, che musicalmente
appaiono slegate e indipendenti l’una dall’altra, creando un gran senso di confusione. Capa inserisce così
tanti generi diversi in modo così esagerato ed esplicito (“Argenti vive” è un esempio incontestabile) da far
sembrare quella del museo quasi una scusa, inventata
per sopperire alla mancanza di interazione tra i pezzi
dell’album e per inserire i soliti skit che ormai non
fanno più ridere. Il rapper spazia dal metal al reggae,
da vagiti dubstep, punk e swing a pop e rock, ma una
tale esagerazione non riesce a risultare davvero convincente. Anche i testi deludono, dato che, ancora e
più che mai (quando non è impegnato a difendersi
dalle critiche, cosa di cui non aveva mai avuto bisogno), Michele riempie le sue liriche di una tale quantità di citazioni da rendere ogni suo verso snervante e
privo di originalità. A volte si sfiora l’autoparodia: si
sa che Michele ha una cultura molto vasta, ma era davvero necessario un pezzo come “Cover”? Almeno una
volta le sue canzoni inutili erano simpatiche (“Kevin
Spacey” da Il sogno eretico).
Le speranze non erano molte e purtroppo l’album si
rivela il punto più basso della discografia di
CapaRezza. Ma sarebbe divertente immaginare le reazioni degli autori dei quadri ispiratori all’ascolto di
Museica.
Gridlink - Longhena
I Gridlink
sono
un
gruppo statunitense
(formato da
membri sia
americani
che giapponesi, come
intuibile
dalla copertina) che da anni si prefigge l’obiettivo
di perforare i timpani dei propri fan, proponendo
un grindcore velocissimo e urlato con tutto il fiato
possibile. Longhena, il loro canto del cigno uscito quest’anno, pur mantenendo l’impostazione
grind, inserisce nei suoi pezzi degli elementi progressivi che ricordano il mathcore (soprattutto i
Converge) e che donano una nuova complessità
alle strutture, prima quasi punk, dei brani. Questo
grazie all’ottima interazione tra le due chitarre,
che macinano riff supersonici e parti melodiche,
come se nulla fosse, a un drumming sempre vario,
preciso e fantasioso. In questi elementi l’album si
avvicina molto ai capolavori del death metal
(Symbolic e The Sound of Perseverance dei
Death o Obscura dei Gorguts) senza però snaturare lo stile originale dei Gridlink, che qui alternano pezzi da trenta secondi a vere e proprie cavalcate mortali. Come se non bastasse troviamo
anche un intermezzo strumentale, “Thirst
Watcher”, che, per quanto possa sembrare una
scelta azzardata in un album del genere, calza
perfettamente con l’atmosfera impostata dai due
pezzi precedenti.
Anche se non è per tutti, si tratta effettivamente di
una piccola perla nel panorama del metal estremo
attuale che tutti i fan del genere apprezzeranno
senza difficoltà.
Matteo Nigris 3^G
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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Perché le favole diventino realtà, devi metterci del tuo!
TERZA PAGINA
‘Cercasi Cenerentola’ è il titolo della
nuova commedia musicale portata in
scena dalla Compagnia della Rancia,
che vede Saverio Marconi e Marco
Iacomelli alla regia, Stefano Cenci
alla stesura musicale e Stefano
d’Orazio alle liriche. Lo spettacolo
frizzante ed energico ripropone la
favola di Cenerentola in una nuova
chiave ironica ambientata negli anni
’50. La storia è narrata dal punto di
vista del principe, interpretato dal
simpaticissimo ed improvvisatore
Paolo Ruffini, una figura nuova che
non ha nessuna caratteristica da
regnante. Un principe ‘Peter Pan’ che
non vuole prendere le redini del regno
ma che, costretto a sposarsi, troverà
nella ragazza che ama la forza per
cominciare a crescere e a prendersi
delle responsabilità. Nel ruolo di
ciambellano, aiutante e mediatore tra
il volere del Re e il sogno del principe, un eccezionale Manuel Frattini
che, da indiscusso re del musical italiano, sa essere comico, serio e commovente, senza mai perdere il ritmo
delle sue claquettes. Beatrice
Baldaccini, scelta tra più di 500
ragazze, per la sua voce che incanta e
per la sua autoironia, riveste il ruolo
di una Cenerentola moderna, felice di
vivere la sua vita e non sottomessa
dalle sorellastre e dalla matrigna, una
Laura Di Mauro splendidamente
comica ed eccentrica. Questa favola
lascia al pubblico una splendida
morale: ciò che ci accade nella vita
avviene perché lo scegliamo noi, se ci
succede una cosa poco piacevole,
spetta a noi; trovare un rimedio per
uscirne e far sì che i nostri sogni
diventino realtà. Scenografie elaborate e colorate, coreografie meravigliose di Jillian Bruce, musiche spettacolari ed emozionanti, un ensamble
affiatato e un accattivante coinvolgimento del pubblico, che per la durata
della commedia è il popolo di
Microbia, rendono questo spettacolo
ricco di magia ed allegria. Prima
dello spettacolo messo in scena al
Teatro Rossetti di Trieste sabato 29
marzo, Manuel Frattini, mi ha gentil-
mente rilasciato questa preziosa intervista:
Mentre stavo facendo la prima
domanda un segnale sonoro e una
voce fuori campo annunciavano: “un
quarto d’ora, un quarto d’ora ragazzi,
un quarto d’ora.”
Sappiamo che tu sei passato da ballerino in importanti show televisivi a
performer di musical. Come hai vissuto le tue prime esperienze “live” in
teatro?
Allora, scusa se vado un po’ veloce
perché hai sentito manca già “un
quarto d’ora” ma ti dirò. Chiaramente
è un mondo totalmente diverso quello
della TV da quello del teatro, nel teatro hai la risposta immediata da parte
del pubblico e nel mio caso, soprattutto, facendo quello che avrei sempre voluto fare, quindi assolutamente
un’esperienza positiva…che continua
ad esserlo.
Noti differenze tra il modo di montare gli spettacoli e metterli in scena
dagli anni ’90, quando hai cominciato la tua carriera, ad oggi?
A oggi? Beh, dipende da con chi lavori. Nel senso che, per esempio, la
Compagnia della Rancia, che è assolutamente la compagnia migliore, ha
nel tempo modificato e migliorato
notevolmente il modo di lavorare e di
pianificare le prove, perché è importante risparmiare tempo e denaro;
quindi nel tempo, sì, è cambiato
molto, soprattutto con la Compagnia
della Rancia è andato totalmente
migliorando, altre compagnie non te
lo so dire.
Hai sempre desiderato lavorare in
Italia, non andare all’estero; quale
caratteristica del musical italiano o,
dell’Italia in generale, ti ha fatto
restare saldo in questa tua convinzione?
In realtà, prima che ci fosse, avevo
già deciso di voler rimanere qua,
quindi non è stata la realtà del musical in Italia, è stata proprio una mia
volontà quella di rimanere, sperare
che un giorno sarebbe arrivato e fortunatamente è andata così.
Affermi sempre di essere affetto
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
19
dalla ‘sindrome di Peter Pan’ e, sicuramente, questo ti aiuta ad immedesimarti meglio nel personaggio.
Però, è Manuel che cerca il personaggio o è il personaggio che entra
nell’animo di Manuel?
Beh, un po’ tutte e due, nel senso che
in ogni personaggio, ovviamente, c’è
tanto di Manuel. Peter Pan me lo
porto nella vita e questa è una cosa a
cui mi rassegno anche piacevolmente,
nel senso che non voglio responsabilità, voglio rimanere così…però in
ogni personaggio, ovviamente, c’è
tanto di me.
Parliamo di ‘Cercasi Cenerentola’.
Con Paolo Ruffini, c’è tanto gioco
d’improvvisazione. Tu eri abituato a
questo tipo di lavoro, oppure eri solito a seguire il copione in tutte le sue
parti?
Ero assolutamente abituato a seguire
un copione e ad essere un pochino più
vincolato dalle mie battute, a parte
un’esperienza con De Sica. Questa è
una bellissima esperienza proprio in
questo senso, perché è una scuola
nuova, perché l’improvvisazione è
una cosa a cui sono meno abituato e
in questo momento mi sta stimolando
molto.
Che reazione pensi che l’improvvisazione abbia sul pubblico?
Guarda, fino ad ora, per questo tipo di
spettacolo, dove d’improvvisazione
ce n’è tanta, la risposta è sempre stata
ottima, sempre positiva… tanto entusiasmo, una formula diversa da quella tradizionale classica ma che sta
funzionando… e sono contento. In
questo musical, tu interpreti il ruolo
del ciambellano, l’aiutante del principe che sta a metà tra il volere del Re
e le speranze del principe.
Hai mai avuto accanto una figura di
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20
TERZA PAGINA
mediatore tra la tua vita e il tuo
sogno, come lo è il personaggio che
porti in scena?
Io ho sempre avuto delle persone a
cui mi sono, in qualche modo appoggiato, diciamo, un po’ per tutto…questa cosa succede un po’ per tutto,
nella mia vita quotidiana, in quella
pratica, in quella artistica, cioè ho
sempre bisogno di persone di cui
fidarmi e che facciano anche da
mediatori…da solo non ci riesco.
Che consiglio dai a chi, come me, è
affetto dalla Sindrome da Musical e
sogna di lavorare in questo mondo?
Rassicurare… allora, guarda, la cosa
più importante è studiare, prepararsi
perché il pubblico è diventato, giustamente, esigente così anche i registi e
le produzioni. Il pubblico è quello da
rispettare di più, ha bisogno di qualità e la qualità la puoi ottenere solo
studiando, tu fai il conservatorio
quindi sai cosa vuol dire il rigore, prepararsi in tutte e tre le arti, se le conosci tutte e tre, più frecce hai al tuo
arco e meglio è, chiaramente, e poi
cuore, cuore perché senza quello si
riesce a fare poco o lo si fa male.
Quello è l’augurio che ti faccio e che
faccio a tutti quanti.
Tutti (o quasi) da piccoli amavamo
guardare i cartoni animati, soprattutto
quelli della Walt Disney. Quante volte
abbiamo visto il Re Leone,
Cenerentola, la Sirenetta, Mulan e chi
più ne ha più ne metta? I nostri genitori, per farci rilassare, a volte ci dicevano “smettila di correre e vai a vedere un cartone!”. E noi? Bè, ovviamente felici come una Pasqua! A chi non
piacciono i cartoni animati della
Disney? La cara Walt Disney, la grande e conosciuta azienda nata dal
genio di Walter Disney e dal fratello
Roy il 16 ottobre 1923 è, ad oggi, la
seconda compagnia di media degli
Stati Uniti, nonché leader assoluta
dell’intrattenimento e dello spettacolo indirizzato ai più piccoli. La potenza di questa grande famiglia, “presente” fisicamente in quasi ogni casa del
mondo tramite vecchie vhs, dvd e
fumetti, è quantificabile con poco
dispendio della nostra immaginazione. La verità è che un colosso del
genere, ha una grande influenza sulle
nostre vite, nonché sulla nostra educazione infantile, anche se a volte
facciamo fatica a rendercene conto.
Un esempio? La figura della principessa che attende il principe per essere salvata, si può tradurre nella vita
reale con l’incapacità di noi donne di
auto-definirci senza avere accanto un
uomo che ci “liberi”, e, di conseguenza, a una visione prettamente maschilista della società che ci viene inculcata fin dalla tenera età. Ma questo, è
un fatto che riguarda generalmente le
fiabe e non necessariamente le fiabe
targate Disney. Un fatto di cui pochi
sono a conoscenza, in quanto la notizia è prima stata divulgata, poi immediatamente “ritirata e coperta”, è che
la Walt Disney, nel 2004, ha dovuto
sborsare la somma di 70 milioni di
dollari per portare a termine l’estenuante processo che l’accusava di
satanismo, distribuzione di immagini
porno, razzismo e istigazione alla
cocaina. È un dato di fatto, dunque,
che i cartoni animati della Disney
contengano dei messaggi subliminali.
Non ci credete? Vi riporto gli esempi
più famosi (in internet ne trovate a
centinaia). Il Re Leone, uscito nel
1994 e vincitore del Premio Oscar
l’anno seguente, pur ispirandosi a
passi biblici e al grande Shakespeare,
presenta in una scena, un messaggio
subliminale a dir poco inequivocabile: quando Simba si accascia pesantemente, la polvere sollevata da terra ,
unita all’immagine delle stelle compone la scritta “sex”. Subito citati in
causa, gli animatori del film dichiararono che le lettere significano "SFX"
(una comune abbreviazione di "effetti speciali") e venne intesa come
un'innocente "firma", creata dal team
di
animazione
degli
effetti.
Interessante è la storia di Bianca e
Bernie: nel gennaio 1999, la seconda
distribuzione del celeberrimo cartone
viene interrotta e circa 3,4 milioni di
copie vengono ritirate dal mercato.
Perché? Nella scena in cui Bianca e
Bernie, planano tra i grattacieli nella
scatola di sardine allacciata al dorso
del gabbiano Orville, in una finestra
appare l'immagine di una donna in
topless con indosso una maschera
caprina satanica. Da qui lo scoppio
dello scandalo di cui vi ho parlato
precedentemente. Ma la critica non
risparmia nemmeno i fumetti!
Alessandro Barbera ha ora raccolto in
un libro gli ultimi trentacinque anni di
critica all’ideologia di Disney, in cui
si sofferma in particolare sull’interpretazione politica che è stata fatta
della vita a Topolinia, Paperopoli e
dintorni. Topolino è visto come una
sorta di «cavaliere della fede nell’uomo», in qualche modo figlio della
cultura di destra di Walt Disney. Lo
stesso Barbera guarda a Paperino
come come un reazionario, un comunista, mentre Paperon de Paperoni è il
classico magnate figlio del capitalismo. L’accusa di razzismo, invece,
nasce da un saggio del ’93 di Marc
Eliot che cita una sequenza dei Tre
porcellini dove il Lupo cattivo, travestito da venditore di spazzole, avrebbe naso adunco, cappello e mantello
nero. Insomma, per Eliot, il Lupo
sarebbe travestito da mercante ebreo:
una rappresentazione nel segno del
peggior antisemitismo! Vorrei concludere riportando la frase-simbolo
della Disney “Se potete sognarlo,
potete farlo”. Se potete far sognare i
bambini, fatelo. Senza meschinità,
sotterfugi e doppi sensi!
Un ringraziamento caloroso al prof.
Davide Sciuto referente del
“Preludio”, alla dott.ssa Ilaria Lucari
responsabile della Rassegna Stampa
del Rossetti e ad Andrea, il Tour
Manager di Manuel Frattini.
Shani-Yael Baldacci 2^I
Il mondo “incantato” della Disney
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
Micol Sartori 5^P
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Il piacere della lettura
TERZA PAGINA
Ognuno di noi ha una passione: il calcio, la pallavolo, il nuoto o anche
vedere film, collezionare francobolli
o, per esempio, leggere.
S’incomincia con le fiabe, piccoli
racconti, miti, leggende che la
mamma ci raccontava prima di addormentarci quando eravamo piccoli; poi
andando a scuola abbiamo cominciato a dilettarci autonomamente in questa attività: dall’alfabeto alle prime
parole, dai singoli termini alle frasi e
così via fino a riuscire a leggere un
libro intero.
Oltre ad essere un mezzo di conoscenza la lettura è anche un piacere,
un passatempo rilassante per riempire
i momenti monotoni della giornata;
basta andare in una biblioteca o in
una libreria per poter avere il libro
che cerchiamo: fantasy, avventura,
horror, giallo, fiabe, ecc.
Nonostante questa varietà di scelte i
giovani d’oggi, ma non solo, non
sembrano interessati alla lettura: gli
adolescenti preferiscono impiegare il
loro tempo stando con gli amici, navigando su internet, chattando, andando
alle feste, così abbandonano con il
passare del tempo questo bellissimo
hobby.
Gli insegnanti, inoltre, correggendo i
temi dei propri alunni riscontrano nei
loro testi una scarsa inventiva, poca
elaborazione delle informazioni, un
lessico povero e chi più ne ha più ne
metta.
Pertanto, per cercare di risolvere questo problema hanno trovato una soluzione che tuttavia non è molto
apprezzata e che qualunque ragazzo
frequenti una scuola elementare,
media o superiore che sia, non può
evitare: le famigerate letture estive.
Le motivazioni, per le quali gli insegnanti fanno questo, sono le più nobili e dettate dal desiderio di aiutare i
propri alunni a migliorare il loro les-
sico, la loro capacità critica o semplicemente per aiutarli ad approfondire
un autore, del programma scolastico,
in particolare.
Tuttavia i giovani non sembrano
cogliere il motivo per cui gli insegnanti lo fanno.
Se all’inizio bastava leggere un libro
a piacere (purché lo si leggesse), più
avanti si va con la carriera scolastica,
più la libertà dei testi da leggere viene
limitata fino a non essere più concesLiceo Scientifico Giovanni Marinelli
21
sa; in questo modo i giovani si ritrovano a leggere libri che, se fosse per
loro, non si sognerebbero mai di leggere.
Prendiamo, ad esempio, gli scrittori
italiani più famosi della letteratura del
Novecento: sono tutti nomi di grandi
autori che hanno scritto mirabili
capolavori; tuttavia il loro modo di
scrivere, la storia, i personaggi, la
realtà in cui quest’ultimi vivono sono
talmente lontani dal mondo in cui
viviamo noi giovani che dopo qualche pagina, ci ritroviamo ad abbandonare la lettura perché non riusciamo
ad appassionarci alla storia ed ai personaggi.
Ed è così che il fine principale della
lettura va a perdersi e le speranze
degli insegnanti vanno in fumo.
Vi sono tuttavia anche altri possibili
rischi: infatti se chi è già appassionato alla lettura viene continuamente
costretto a leggere ciò che non vuole,
perderà la propria passione e chi,
invece, già non leggeva nulla così di
certo non viene invogliato.
La soluzione è semplice, anche se
sembrerebbe alquanto dolorosa per
gli insegnanti: lasciate leggere ai
vostri ragazzi i libri che desiderano,
quelli che li intrigano di più, quelli
che li appassionano talmente, da farli
“entrare” nel libro e vivere in prima
persona la storia raccontata, anche se
non sono proprio letture “alte”,
espressione di qualche tuttologo visto
in TV: l’importante è leggere e tutti
sappiamo che ciò che appassiona è
anche più facile da assorbire e noi
siamo spugne.
Elisa Putelli 4^L
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22
Kepler e i pianeti abitabili
Da ben cinque anni, il telescopio spaziale Kepler sta orbitando intorno al
Sole per individuare pianeti al di
fuori del sistema solare che presentino caratteristiche simili a quelle della
Terra, e che siano quindi adatti alla
nascita e allo sviluppo della vita
come noi la conosciamo. Il progetto
Kepler è stato organizzato dalla Nasa
con la collaborazione di altre agenzie
spaziali mondiali, tra le quali anche
quella europea, l'Esa. Il telescopio
compie un'orbita eliocentrica e il suo
campo visivo comprende le costellazioni del Cigno, della Lira e del
Drago. Esso è dotato di un fotometro
(un sensore che misura le variazioni
di luminosità) con il quale monitora
costantemente la luminosità di più di
145000 stelle; i dati raccolti vengono
inviati sulla Terra, dove, presso il
Kepler Data Management Center,
situato a Baltimora, in Maryland,
sono esaminati dai ricercatori. Gli
scienziati cercano in questi dati
periodiche diminuzioni della luminosità, dovute al transito dei pianeti tra
la loro stella e la sonda. Analizzando
queste diminuzioni, gli esperti riescono a determinare il raggio del pianeta, conoscendo quello stellare, e il
suo periodo orbitale, dal quale si possono stimare il semiasse maggiore
della sua orbita (grazie alla terza
legge di Keplero) e la sua temperatura. Per ogni stella che il pianeta
“osserva”, viene calcolata la zona
abitabile, ossia quell'area all'interno
della quale si trovano le orbite che i
pianeti dovrebbero compiere per
essere considerati potenzialmente
abitabili. L'abitabilità di un pianeta
include diversi fattori: la condizione
fondamentale è che esso presenti
sulla sua superficie acqua allo stato
liquido, quindi la sua temperatura
superficiale dovrà essere per forza
maggiore di 0°C e minore di 100°C;
in secondo luogo il pianeta dovrà
essere dotato di un'atmosfera e quindi la sua massa dovrà essere abbastanza grande al fine di avere una
forza gravitazionale sufficiente a trattenere sulla sua superficie le moleco-
SCIENZA
le di ossigeno (perchè ciò avvenga, il
suo raggio deve essere compreso tra
0,8 e 2 volte il raggio terrestre).
Attualmente è stata confermata l'esistenza di 961 pianeti extrasolari, tra
cui 69 sembrano essere potenzialmente abitabili. Questo non vuol dire
però, che i nostri nipoti vivranno su
un altro pianeta, in quanto la stella
più vicina tra quelle analizzate da
Kepler si trova a circa 200 anni luce
di distanza dalla Terra. Molto recentemente (il 19 Marzo) è stata confermata l'esistenza di Kepler-186 f, il
pianeta che ha le maggiori probabilità di ospitare la vita: infatti si trova
all'interno della zona abitabile della
stella nana rossa Kepler-186 ed ha un
raggio pari a 1,1 volte quello terrestre. Kepler-186 f si trova però a circa
500 anni luce dalla Terra, e questo
rende praticamente impossibile la sua
osservazione diretta utilizzando i
moderni telescopi.
Un esempio di vita, diversa da come
ce la immaginiamo, potrebbe invece
trovarsi molto più vicino a noi nell'universo: infatti nell'ultimo periodo
molti studiosi ritengono che sotto la
spessa atmosfera di Titano (una delle
lune di Saturno) si possa essere originato un ciclo idrologico degli idrocarburi e si possano quindi essere sviluppate delle forme di vita che, invece di
inalare ossigeno e rilasciare anidride
carbonica come scarto, assorbano
idrogeno e rilascino metano. La missione Kepler ha anche compiuto una
sensazionale scoperta, ossia ha provato l'esistenza di pianeti appartenenti a
sistemi binari di stelle, cioè aventi
ben due soli che orbitano intorno al
comune centro di massa. Il primo pianeta scoperto ad orbitare in un sistema binario, Kepler-16b, è stato
soprannominato Tatooine, in onore
del celebre pianeta della saga cinematografica di Star Wars, caratterizzato
da uno spettacolare tramonto di due
Soli. Attualmente il telescopio spaziale non è più in funzione a causa di
un guasto al giroscopio che permetteva il suo puntamento; rimane comunque ancora una grande quantità di
dati che la sonda ha inviato in questi
anni da analizzare.
Filippo Pilutti 3^H
Nuove lettere per l’alfabeto genetico
Arriva dallo Scripps Research
Institute (CA) una notizia che potrebbe aprire nuove, incredibili frontiere
per le biotecnologie. Il team di ricerca guidato dal professor Floyd E.
Romesberg, infatti, ha condotto con
successo un nuovo esperimento in
campo genetico: in un plasmide del
batterio E.Coli è stata introdotta una
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
coppia di basi azotate non presenti in
natura e gli enzimi del battere si sono
dimostrati in grado di replicare le
informazioni nonostante l’introduzione delle due “lettere” sconosciute.
I nuovi nucleotidi, denominati
d5SICS e dNAM, potrebbero rappresentare solo una delle tante possibili
coppie di basi compatibili con il codice genetico ma non presenti in esso:
la varietà di combinazioni, già incredibilmente vasta, diventerebbe inimmaginabile! Ma saremo davvero in
grado di gestire tali potenzialità in
campo genetico quando non conosciamo ancora appieno quelle che la
natura già offre?
Camilla Persello 3^A
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CUCINA
In cucina...
23
...aspettando l’estate!
Si vedono in lontananza le onde del mare, se ne sente il loro fruscio calmo… Ed ecco, invece, sulla pelle, una brezza
leggera, il profumo del muschio, degli alberi, della montagna… Cosa c’è di meglio per pranzare o fare uno spuntino
di un pasto leggero e rinfrescante?
CESTINI di POMODORI
Ingredienti:
3 pomodori
1 cipolla di tropea (piccola)
basilico (qualche foglia)
sale q.b.
pepe q.b.
olio q.b.
Preparazione:
Mettete i pomodori con la parte tonda verso l’alto e praticatevi per ciascuno due tagli, l’uno a circa un centimetro dall’altro, profondi fino a metà pomodoro, quindi
tagliate verso l’esterno da entrambe le parti in orizzontale in modo da prelevare questi due pezzi e ottenere un
manico. Riduceteli in cubetti, svuotate invece i cestini
ottenuti. Mescolate i cubetti con la cipolla tagliata a fettine, il sale il pepe, l’olio e il basilico e utilizzate il composto ottenuto per riempire i cestini. Servite!
STRACCETTI di POLLO alla SENAPE
Ingredienti:
700 gr petto di pollo
2 scalogni
2 cucchiai di senape
4 cucchiai di yogurt magro
acqua calda
sale q.b.
pepe q.b.
olio q.b.
Preparazione:
Tagliate la carne a striscioline, sbucciate e tagliate gli
scalogni a fettine sottili e fateli soffriggere nell’olio. Una
volta dorati, unitevi le striscioline di carne e rosolatele
per 5 minuti a fiamma vivace. Aggiungete la senape,
bagnate con un mestolino di brodo e fate cuocere a fuoco
medio-basso per altri 5 minuti, mescolando il tutto.
Versate lo yogurt sugli straccetti e lasciate cuocere per
qualche minuto finché non si formerà una cremina.
Aggiungete sale e pepe a vostro gradimento.
INSALATA di POMODORI e CETRIOLI con
TZATZIKI
Ingredienti:
pomodori q.b.
cetrioli q.b.
400 gr yogurt intero (meglio greco)
mezzo cetriolo, sbucciato, privato dei semi e grattugiato
4 spicchi d’aglio tritati finemente
succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio
Sale q.b.
Preparazione:
Cominciate lavando i pomodori e i cetrioli e tagliandoli
a pezzettini, quindi mettendoli in uno scolapasta affinché perdano tutta la loro acqua.
PER LO TZATZIKI Unite in una scodella l’olio e il
succo di limone, poi aggiungete poco alla volta lo
yogurt al composto d’olio. Unite l’aglio e il cetriolo
mescolando finché non è tutto amalgamato.
Condite l’insalata di pomodori e cetrioli con lo tzatziki.
TIRAMISU’ di PESCHE SCIROPPATE
Ingredienti:
300 gr savoiardi
500 gr mascarpone
200 ml panna
150 gr zucchero
500 gr pesche sciroppate
300 ml latte
Preparazione:
Scolate le pesche sciroppate e conservatene lo sciroppo.
Aggiungete il latte a quest’ultimo. Nel frattempo lavorate il mascarpone con lo zucchero, quindi aggiungete la
panna montata. Riprendete le pesche e tagliatele a fettine di circa mezzo centimetro.
Prendete ora uno stampo da tiramisù e foderatelo con
uno strato di savoiardi bagnati nello sciroppo con il latte.
Cospargeteli con metà della crema al mascarpone, dunque con metà delle pesche. Ricoprite nuovamente con i
savoiardi bagnati e concludete con la crema e le pesche
rimanenti. Fate riposare in frigo un paio d’ore.
Chiara Marchiol 4^E
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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24
Gli Harlem Globetrotters in tour
Si è concluso lo scorso 4 maggio
2014 a Vigevano, il tour italiano degli
Harlem Globetrotters iniziato il 27
aprile a Bari. Per descrivere questo
gruppo di atleti bastano semplicemente due parole: basket e spettacolo.
Ma per chi non li conoscesse, servono
brevi accenni alla loro storia per capire veramente di che cosa si tratta.
Gli Harlem Globetrotters nascono
negli Stati Uniti come forma di intrattenimento alla fine degli anni ’20, più
precisamente nel 1926. In quel periodo, infatti, a causa dei costi elevati
delle big bands e dei vari musicisti, i
promotori di spettacoli avevano difficoltà a riempire gli spazi vuoti durante gli shows. Un giorno, però, un
ebreo di nome Abe Saperstein, decise,
durante uno di questi intervalli, di
montare due canestri e organizzare un
incontro di basket tra cinque “giganti” di colore, i Five Savoy, e cinque
spettatori scelti tra il pubblico. Il sorprendente risultato di questo strano
esperimento portò enormi fortune al
gruppo di giocatori che, presto, presero il nome di Harlem, per enfatizzare
la loro provenienza dal quartiere afro-
SPORT
americano di New York. Gli Harlem
Globetrotters diventarono, quasi subito, la squadra di pallacanestro più
famosa del mondo, una vera ed autentica leggenda, conosciuta da tutti gli
appassionati del parquet, e non solo.
Nel 1930, i Globe vinsero il
Campionato Mondiale organizzato
dal Chicago Tribune, precursore dell'attuale NBA, contro i Lakers, che al
tempo giocavano a Minneapolis; nonostante le grandi capacità tecniche e
fisiche del gruppo e la loro fama, lo
stesso Abe Saperstein capì che il pubblico era molto più interessato alla
parte “comica e illusionistica” dello
spettacolo piuttosto che a quella concretamente sportiva. Da quel momento in poi, allora, ci fu un cambiamento radicale che diede il via alla vera e
propria storia degli Harlem come li
conosciamo oggi. Tuttora, infatti,
questo gruppo di showmen gira il
mondo, intrattenendo i tifosi con
schiacciate spettacolari, un perfetto
ball handling, azioni di gioco al limite dell'incredibile e varie acrobazie.
Molti giocatori famosi hanno militato
in questa squadra, per esempio Wilt
Chamberlain,
stella dell'NBA
tra gli anni '60 e
'70, e Earvin
“ M a g i c ”
Johnson. Quasi
ogni anno, il
gruppo viene rinnovato, ma la
qualità complessiva di questi
atleti garantisce
sempre ottime
prestazioni.
Gli
Harlem
Globetrotters, il
1 maggio 2014
sono
sbarcati
anche in Friuli
Venezia Giulia,
al Pala Bigot di
Gorizia,
dove
hanno
saputo
dimostrare
le
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
proprie abilità cestistiche e d’intrattenimento. Lo spettacolo è iniziato con
l’ingresso di Globie, la simpatica
mascotte del gruppo che, sulle note
delle canzoni al momento più popolari, ha cominciato a coivolgere alcuni
spettatori nel famoso “gioco delle
sedie”, inscenando anche simpatici
sketch con gli altri protagonisti dello
show. Successivamente, è iniziata la
partita, se così si può definire: un
intreccio tra puro atleticismo e scenette comiche tra la squadra degli
Harlem e quelle dei migliori tiratori
scelti. Vestiti con la classica divisa a
stelle e strisce, i Globe hanno mostrato, fin da subito, le proprie doti fisiche, arrampicandosi sui canestri o
realizzando schiacciate spettacolari, e
quelle da tipici showmen, confondendosi tra il pubblico e pescando alcune
vittime per i loro scherzi. Il match
che, nonostante tutto, ha avuto una
durata regolamentare, è diventato, nel
giro di pochi minuti, una vera e propria festa: ad un certo punto, per
esempio, il pubblico è stato invitato
ad alzarsi in piedi e a ballare, insieme
ai giocatori, la celebre canzone dei
Village People, YMCA. Protagonisti,
poi, oltre agli stessi Harlem, sono
stati i bambini che, più volte, sono
stati chiamati al centro del campo per
tirare a canestro o per cimentarsi in
prove ricche di premi finali.
Insomma, quello che gli Harlem
Globetrotters portano in scena è un
momento di puro spettacolo che
intrattiene sia gli amanti della palla a
spicchi sia quelli che di basket ne
sanno poco. Ciò che veramente sorprende, infatti, è la facilità con cui
questi atleti si cimentano in gesti tecnici, quali salti spettacolari e schiacciate, difficilmente realizzabili nella
normalità
di
questo
sport.
Sicuramente l’intreccio tra i due
aspetti dello show, basket e comicità,
fa sì che il pubblico rimanga sempre
affascinato e coinvolto a tal punto da
vincere il proprio imbarazzo e partecipare attivamente allo spettacolo.
Michela Trotta 5^F
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Verde
RACCONTI
Sono davanti al verde. “Verde” è un
vocabolo che esprime un colore,
come tutti i vocaboli, per ogni persona allora il verde dovrebbe essere la
stessa cosa. Invece, vi sono mille sfumature di verde che regalano sensazioni diverse pure omologate in uno
stesso vocabolo. Non riesco a immaginare un vocabolo così compresso
nella fantasia. Sento il verde come
sinonimo di quiete e mi placa nel mio
desiderio di muovermi. Diverso è
invece il caso del rosso che mi cattura l’attenzione e mi vivacizza, come
può accadere ad alcuni animali.
Diverso è anche il caso dell’azzurro,
che non mi ferma mai a un orizzonte
ma è in grado sempre di portarmi
oltre. Capisco quando la gente parla
di una “giornata grigia” perché capita
anche a me associandomi a quel colore. La caratteristica del verde invece
non è quella di avere una peculiarità
come tutti i colori hanno, ovviamente
che tutti percepiscono diversamente,
ma si distingue per l’infinita serie di
cromature con cui si presenta in natura. Sono oggi davanti a un bosco e mi
sono appena reso conto di quanti
diversi verdi vivono davanti a me. Il
vocabolo rimane sempre uno soltanto, le sfumature di esso tuttavia
diventano mille, tanto che non saprei
talvolta definirle. Mi sembrerebbe
troppo banale catalogare il verde in
“verde chiaro” e “verde scuro” perché
troppo convenzionale, e non troverei
nello stesso tempo aggettivi che mi
definiscono queste differenti sfumature pari alle emozioni che inconsapevolmente mi regalano.
L’unica soluzione che mi verrebbe,
sarebbe quella di chiamare il verde
con il nome della cosa su cui vedo il
verde come vestito: verde pino, verde
stelo, verde magnolia. Mi chiedo perché sia impossibile percepire i vari
altri colori nelle stesse dimensioni
gustative e tattili. Il verde è un colore
che si mangia nella vita di tutti i giorni perché è in grado di spaziare dalla
foglia, al ramo, all’albero, al bosco,
ed è nello stesso tempo è capace di
crescere o decrescere a seconda delle
emozioni. L’azzurro invece non lo
tocco, non lo sento mio, azzurro è il
25
cielo, il mare, lo cerco nell’infinito,
ma è un colore lontano, così anche il
bianco che avvicina la neve, o il nero
alla notte, ma nessuno di questi colori li riesco a racchiudere in una mano.
Il verde può diventare tuo prigioniero, o magari tuo amico, tuo complice.
E’ un colore vivo, infatti io riesco a
immaginare di odorare il verde, ma
non riesco a figurarmi di annusare il
viola o l’arancione nella stessa misura. Ma il verde non è soltanto questo,
è anche natura, respiro il verde e nel
verde io respiro meglio. Adesso scende la luce e più che mai mi accorgo di
essere circondato da verdi che si avvicinano alla notte, al riposo, perché il
verde, ti parla, il verde ti cerca. Vuole
comunicare con te, ti tende una mano,
è un colore nella tua vita, mi verrebbe
voglia di dirgli: “ti capisco”, vorrei
crescere insieme a te, maturare insieme alle tue foglie, splendere nell’armonia di un ciliegio che diventa bello
quando è imbiancato, ma nasce sempre dal verde. Perché è lì che nasce la
vita. Scende la notte, il nero prevale e
torno a casa, ma ho il verde davanti
agli occhi. A questo punto mi chiedo,
la mia fortuna di percepire il verde
come la vive un cieco? Cosa vuol dire
“verde” per un cieco? Io mi immagino che sappia condividere l’aggettivo
doloroso, paziente, malinconico,
insomma tutto, ma non ha la fortuna
di percepire l’avvicendarsi nel tempo,
il succedersi nella vita di un colore e
in particolare di questo colore.
Quanto mi piacerebbe saperglielo
efficacemente raccontare. E non mi
curerei allora se qualcuno diventasse
verde di rabbia.
Federico Ponti 4^D
disegno di Aurora Venir 2^H
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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Inizio
26
RACCONTI
Pioveva, quel giorno, a dirotto. Non ti
coprivi, l'ho visto, i tuoi capelli grondavano, un misto di lacrime e pioggia, giù dalle tue guance, e l'erba si
chinava sotto i tuoi passi, l'hai visto,
no?, che giornata perfetta quella. I
miei fogli disordinati stavano in terra,
bagnati, il disegno sbiadiva sotto le
gocce. Il vecchio inchiostro, inaffidabile.
Non me ne importava, perché non me
ne importava? Non sapere, non avere
idee, a volte l'ignoranza è un bene. Ha
smesso di piovere.
Avevi alzato gli occhi al cielo plumbeo, grigiastro, gravido di acqua e
nubi, pronto, quasi pronto, a partorire.
Anche il cibo aveva per me perduto
ogni attrattiva, non il profumo, non
l'aspetto, non il sapore, ma quale
sapore?
L'odio che mi scivolava sulla pelle,
come acido corrosivo, quei tuoi occhi
azzurri, quelle iridi, l'hanno lavato
via. Magico momento. Del resto
cos'altro poteva essere, se non una
magia? Come un attimo morbido, una
sorta di fredda carezza. Una voce
metallica, poche parole, è ora. E' ora,
dici? Non eri altissima, in realtà eri
piuttosto piccola. Credo che mi saresti arrivata a fine sterno. I tuoi capelli
corti scendevano ai lati della tua fronte, un po' di qua, un po' di là, in modo
asimmetrico. Ho pensato di essere
vivo, per quell'attimo. Quelle iridi
stavano fissando me, senza saperlo
credo. Un vento siberiano non avrebbe potuto raggelarmi maggiormente.
Era una sensazione curiosa, oserei
dire. Mi sentivo odiato da te, ma al
contempo perfettamente in pace con
me stesso. Ma guardati, quei seni
appena accennati e quei capelli, quei
capelli che parevano di stoppa, una
bambina. E' questo che sei. E' questo?
Un boato, in lontananza, le nuvole
rissose si sono riscosse e aspettano.
Deve succedere qualcosa.
Deve succedere qualcosa.
E lo scoppio. Ecco cosa accadde. Uno
scoppio terribile, che mi lasciò indifferente.
Completamente indifferente.
Avrei potuto gridare, lacerarmi le
vesti, strapparmi i capelli. Non so
perché, ma le persone se lo aspettano.
Attendono solo la reazione eclatante
del protagonista, l'uomo che caccia
un urlo straziante quando la vede, la
vede lì, a terra. E c'è sangue ovunque,
che bagna i suoi capelli, disordina il
suo tagli asimmetrico, macchia il suo
viso dai tratti leggeri, come se il suo
scultore avesse sentito i gemiti del
marmo che stava scolpendo. Dolore,
piacere?
L'erba era sommersa, pochi ciuffi
verde sporco spuntavano dal liquido
nero. Nero, sì.
Non sembrava sangue, in realtà.
Mi appoggiai al muro con la schiena,
avvertendo il freddo del metallo sulla
pelle. Era piacevole, non lo negherò
mai, probabilmente. Brividi da tutto il
corpo.
Era morta? A quanto pare, non aveva
avuto possibilità. Era nata così.
Morta.
Altri brividi. Era tutto così costruito;
tutto.
Sospiro. Brivido.
Una risata, in lontananza.
“Aiutateci!”, mormorano.
Ricomincia a piovere. Non smetterà
più.
Così fece l’errore di voltarsi e guardare la strada percorsa fino a quel
momento: vide tutti gli ostacoli che
riuscì a superare, anche se con un po’
di fatica; riconobbe i volti delle persone che la abbandonarono, lasciandola sola durante i tratti più difficili
del suo cammino, e di quelle persone
che invece la aiutarono e la sostennero quando scivolava o perdeva l’equilibrio. E poi vide lui e quei suoi occhi,
enormi, scintillanti, lontani.
Si stupì di essere riuscita a scorgerlo
nonostante egli fosse nella penombra,
credeva e sperava di non doverlo più
rivedere. Rimase a fissarlo negli
occhi, si immerse nella profondità di
quel colore così incantevole, si perse
nell’universo racchiuso in essi; penetrò nell’oscurità della pupilla per poi
ritrovarsi a nuotare nell’oceano dell’iride. Quando distolse lo sguardo da
quegli occhi, si accorse che una lacrima le stava rigando la guancia: sapeva che quella sarebbe stata l’ultima
volta che avrebbe visto il ragazzo. Le
lacrime continuavano a scorrere mentre il suo cuore batteva sempre più
veloce: avrebbe voluto tornare indietro per poterlo abbracciare ancora, ma
ormai lui apparteneva al passato.
Allora, per un’ultima volta, gli sussurrò quelle parole
che un tempo non si
stancava mai di
ripetergli, e che non
era mai stufa di sentirsele dire. Quindi
si voltò e riprese a
camminare con più
sicurezza, quando
all’improvviso un
soffio di vento le
accarezzò il viso, le scompigliò i
capelli e le portò all’orecchio le parole che quel ragazzo, che fu così
importante per la sua vita a che decise senza preavviso di non farne più
parte, le sussurrò un attimo prima che
lei riprendesse la sua strada: un lieve
e dolcissimo “Ti amo”.
Ricordi di un futuro passato
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
Francesca Blarasin 5^H
Micaela Petris 3^A
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ENIGMISTICA
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ORIZZONTALI:
1. Bagna la Svezia e la Finlandia (due parole) - 11. Il giornalino del
Marinelli - 12. Onorevole in breve - 14. Il pronome dell'egocentrico
- 15. Fiume dell'Inghilterra - 17. Animale che vive al Polo - 21.
Poco più di niente - 23. Apparecchio di ricerca in valanga (sigla) 24. Il Marinelli...che canta - 28. Il Tullio, re di Roma - 29. Simbolo
del nichel - 30. Il gruppo teatrale del Marinelli - 34. Organuli cellulari di forma allungata - 35. Località settentrionale dell'Argentina 36. La lingua dei trovatori - 38. Un aggeggio...scassato - 40.
Simbolo del sodio - 41. Forma il perimetro - 42. Una storica famiglia circense - 44. E' popolato da animali - 45. Il Willer dei fumetti 46. Dove...a Parigi.
VERTICALI:
1. Ampia senza aia - 2. La targa di Arezzo - 3. Lo fu Carlo Magno 4. Il nome dell'attore Wallach - 5. Un augurio a tutti i Marinelliani 6. Anno Domini - 7. Abbreviazione per lira - 8. Un testo sacro per
gli Ebrei - 9. Chi è sicuro di sé ne ha molta - 10. Un lago del Nord
America - 13. Se...in inglese - 16. Fu amata da Leandro - 18. Metà
di oggi - 19. Parecchio raffreddato - 20. Di ambiente sterilizzato 22. Poesia di Montale - 25. Sono a capo di conventi - 26. Alessio
che fu imperatore bizantino - 27. Roma senza vocali - 31. Unpo'
impreciso - 32. La fine di Conrad - 33. Le consonanti in zero - 37.
Il prenome di Cesare - 38. Lo statista del 'libretto rosso' - 39. Si cercava nel Klondike - 41. Due lettere di lezione - 43. Indica chi è trapassato.
prof. Bruno Fontanini
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
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La forza premente
è quella che preme
ma questa è roba
da preludio, ragazzi! (Zampa S.)
Ti friendzonano
tutte? Dopo che
hai offerto la cena
ti ha lasciato solo
con Federica? Gay
is the way
Che il tuo TEO ti
fulmini!
Lucio Bergomas
#idolo
Speriamo
che
l’audio c’è (cit.)
La riconferma che
Carlo (4E) è un
poeta: “la nutella
non è cioccolata, è
nutella.”
“Pronto famiglia
Cavallo? Ah no,
ho sbagliato stalla” (cit. Gabriele
Coluccino 4E)
In 5B c’è un
ragazzo
dagli
occhi belli
Io non sbaglio
mai. Di solito non
sbaglio
mai.
Zampa S.
Lezione di inglese: “Fate attenzione ragazzi, non è
che sto SPACCANDO il pelo
E ora... L’oroscopo!
ARIETE: Venerdì, osservando colline, scoprirete che gli
alberi sono verdi come le
foglie e vi sentirete molto
meglio masticando qualche scorza di corteccia e sorseggiando clorofilla. Per il lavoro tutto bene.
TORO: Attenti al muro: a sbatterci le
corna fa male. In amicizia: resterete soli molto
presto. Vi consiglio infusi di the verde a tutto
spiano.
GEMELLI: La vostra energia positiva vi permetterà di ricaricarvi, così poi sul lavoro
riuscirete a fare tutto
bene. Attenti a non parlare troppo: i crampi alla lingua non
promettono bene per la primavera.
CANCRO: Domenica qualche
biblioteca vi crollerà
addosso, con tutti i volumi sulla testa, ma non
preoccupatevi perchè la
risposta si trova nell'aria: accettate il
peso della cultura.
LEONE: Continuate a tentare di
essere buoni, ma quando
uscite dalle macchinette
tendete a comportarvi da
MESSAGGINI e OROSCOPO
nell’uovo”
We
love
prof.
Muzzatti <3
Stavi
meglio
quando avevi la
ricrescita
Prof A.R. se ti
mangi le caccole,
almeno fanno con
eleganza!!!
Yes, we can… no,
we kant.
Gli
ombrelli
hanno le zampe!
Non lo sapevate?
(Zampa S.)
De Liva (1E) non
si da pacco alla
squadra
Nicolino non è
swag!
Se per ogni respiro
“dovremmo”
spendere
energia… Alè (cit. C.)
I popoli non sorgono, si installano
(cit) [come le app]
Il cucchiaino del
caffè era ovviamente un messaggio subliminale
Sbagliate
così
tanto che mi fate
dire soo frasi da
P r e l u d i o
(ZampaS.)
In bocca al lupo ai
duri. State aspettando il momento
buono per prendere in mano la vostra
vita? Bè, non è proprio questo.
Meglio se vi chiudete in casa per un
po': farete del bene a voi stessi e a
quelli che vi circondano.
VERGINE: Guardando il cielo,
quando vedrete un tramonto con l'arcobaleno e
le stelle, troverete il
vostro vero amore, e lo
perderete subito. Tanta elemosina
pioverà sul vostro lavoro. Attenti alle
amicizie equivoche.
BILANCIA: Questa volta il vostro
peso sarà sbilanciato, al
punto di diventare grassi
e brutti. Occhio al diabete. Amori impossibili.
SCORPIONE: In amore tutto ok,
anche se ancora per
poco...molto poco. Ma
non preoccupatevi: l'influenza che vi prenderete
giusto prima di partire per le vacanze
sarà rigeneratrice.
SAGGITARIO: Qualche insulto sul
lavoro vi ferirà molto,
ma voi camminate a testa
alta: il senso della vostra
vita si nasconde dietro
Liceo Scientifico Giovanni Marinelli
maturandi!
“Chissà se gli emo
sanno zappare?”
W I MATTIAMMAZZO by una di
teatro
Giulia D. 5M sei
molto carina
Liuk 3F sei bellissimo!! By “sono
tuo” padre
Ciao io sono nessuno. Nessuno è
perfetto. Quindi io
sono perfetto. Lec
5^G ci mancherete! dalla 3^A
Ciao Marinelliani!
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W il gruppo di teatro ke è fighissimo
Gruppo carnevale
siete dei copioni
Un kilowattora è
un kilo di wat… in
un’ora (Zampa S.)
“Neve gelata o
ghiaccio bagnato?
Il secondo è più
scivoloso, ovviamente”
Edona sei bellissima! By Edona
#ForeverAlone
(Anche noi stimiamo Flavio, ma lui
dice che vuole la
sua privacy :P)
alle nubi. Quindi aspettate il bel
tempo.
CAPRICORNO: Forse una decina
di giorni a mungere mucche in una malga vi darà
le risposte che cercate.
Altrimenti provate con il
libro delle risposte. O chiedetelo
direttamente a vostra madre. Lavoro
tutto bene.
ACQUARIO: A breve uscirà il
vostro film, anche se
rischierete qualche accusa di tipo morale. Quindi
sul lavoro tutto male, ma
in amore diventerete più buoni e a
giugno vi innamorerete. Le amicizie... deprimetevi, perchè non succederà nulla. Salute gravemente compromessa dalla poca igiene orale.
Non è il vostro anno, e non ce ne
frega niente.
PESCI: L'acquario con cui vi sposerete vi donerà vita. Forse
vi mangerà una balena,
ma sopravviverete nella
sua pancia. Forse non è
ancora il momento della prova costume. Diventerete pescatori.