mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 1 numero IV, anno XXVI Festival Internazionale del Giornalismo 2014 Liceo Scientifico Giovanni Marinelli, giugno 2014 EDITORIALE: Cari marinelliani, ormai un altro anno, rinchiusi fra queste mura, è trascorso. Fra gli ultimi spasmi di chi di noi spera ancora di poter recuperare e i sospiri di chi ormai è rassegnato, giunge un nuovo numero di Preludio, presenza ormai insostituibile nei sottobanchi di molti affezionati lettori. Appena rientrata dal Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia la redazione vi presenta le interviste che siamo riusciti a “rubare” a diversi illustri relatori presenti al Festival: Beppe Severgnini, Domenico Quirico, Mario Calabresi e Stefano Feltri. In questo numero vi presentiamo inoltre i risultati del sondaggio che abbiamo svolto su alcune classi campione per verificare come i marinelliani abbiano percepito il lavoro dei rappresentanti di quest’anno e, dalla penna di Saverio, diamo a chi il nostro addio e a chi il nostro arrivederci. Annunciamo anche la recente fondazione di una pagina Twitter di Preludio: followers, accorrete numerosi! (@PreludioLSM) Ringraziamo il professor Fontanini per la realizzazione del cruciverba e, come di consuetudine, tutti coloro che si sono dati da fare per quest’ultimo numero dell’anno: giornalisti, vignettisti, disegnatori, scrittori e chi più ne ha più ne metta! “Last but not least” il professor Sciuto, che, oltre a supportarci sempre, ci ha riportati a casa da Perugia sani e salvi. Detto questo vi auguriamo buona lettura e (al più presto) buone vacanze! Camilla Persello 3^A Nicola Petrucco 3^H [email protected] Meetings, conferenze, interviste, workshops e dibattiti che riuniscono, sotto il cielo di Perugia, giornalisti provenienti da tutto il mondo, amanti del giornalismo, cittadini e studenti. Quest’anno, per la prima volta, anche la redazione del giornalino scolastico “Preludio”, accompagnata dal Professor Sciuto, si è recata a Perugia dall’1 al 3 maggio per partecipare all’IJF edizione 2014. continua a pagina 12 la redazione di Preludio a.s. 2013-2014 Intervista a Beppe Severgnini Potremmo farle qualche domanda per il Preludio, il giornale del liceo scientifico Marinelli di Indice sezioni: Speciale ijf14 Attualità Liceo Musica Terza Pagina Udine? Ah!! Beh i marinellisti per forza, grande la Girardi! Una donna, un mito! a pagina 3 pag.2 pag.7 pag.11 pag.17 pag.19 Gli Harlem Globetrotters in tour a pagina 24 Sondaggio: l’operato dei rappresentanti a pagina 14 Scienza Cucina Sport Racconti Relaz pag.22 pag.23 pag.24 pag.25 pag.27 mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 2 2 Festival del Giornalismo 2014 SPECIALE IJF14 La redazione di Preludio sbarca a Perugia Meeting, conferenze, interviste, workshop e dibattiti che riunis c o n o , sotto il cielo di Perugia, giornalisti provenienti da tutto il mondo, amanti del giornalismo, cittadini e studenti. Quest’anno, per la prima volta, anche la redazione del giornalino scolastico “Preludio”, accompagnata dal Professor Sciuto, si è recata a Perugia dall’1 al 3 maggio per partecipare all’IJF edizione 2014. Partendo dalle sorprendenti, inaspettate ma molto efficaci scale mobili, che portano al favoloso centro città, e dalle brulicanti piazze e sale di teatro, abbiamo subito avuto la palpabile percezione del dinamismo che caratterizza questo evento e con entusiasmo ci siamo tuffati in questo vortice, incontrando e ascoltando gli interventi di grandi nomi del giornalismo italiano ed internazionale, ma non solo. Una rigorosa tabella di marcia e una forte motivazione sono state le chiavi del successo della nostra partecipazione e degli incontri-interviste che siamo riusciti a realizzare. Sempre muniti del nostro Pass arancione e di tanta curiosità e voglia di imparare, abbiamo scattato foto, regi- conoscenza dei nuovi e tecnologici strato e intervistato alcuni dei perso- mezzi di comunicazione giornalistica, naggi che abbiamo incontrato, speri- come ad esempio lo “Storytelling” o i mentando nel nostro piccolo il vero “Google Glass”. lavoro del giornalista. Benchè l’attesa per entrare nelle sale Oltre alla presentazione del nuovo predisposte alle conferenze fosse tallibro di Feltri e Barbera “La lunga volta lunga, siamo stati ogni volta notte dell’euro: chi comanda davvero ripagati dalla vivacità delle tematiche in Europa” arricchita da preziosi proposte che ci hanno lasciati sempre interventi del senatore Monti, abbiamo assistito alla conferenza “Europa: orgoglio e pregiudizio. Leggende, miti, bugie e v e r i t à sull’Unione Europea” tenuta da Federico T a d d i a , G i o v a n n a Elias Ngombwa, Shani-Yael Baldacci e Nicola Petrucco con Beppe Severgnini all’hotel Brufani Pancheri, Ewelina Jelenkowska-Luca e Daniele spunti di dibattito, come è successo in De Bernardin, in una sala del presti- seguito alla conferenza “Terra dei gioso Hotel Brufani. fuochi: 25 anni di mala politica, corIn seguito, fradici per gli spostamenti ruzione e convenienza tra politici e sotto la pioggia da una sede all’altra criminali”, arricchita dagli interventi dell’evento ma con qualche Bacio del Ministro della Giustizia, Andrea Perugina in più nelle tasche, grazie Orlando, e dopo l’intervento di all’incontro con Domenico Quirico, Marco Travaglio. Mario Calabresi, Marco Barazzi e Il nostro soggiorno si è concluso Giordano Cossu, siamo venuti a sabato mattina con l’incontro di Beppe Severgnini al Teatro della Sapienza dove, alternato da intermezzi musicali e letture interpretative, ha presentato il suo nuovo libro “La vita è una viaggio”. Un evento che, chiusi i battenti di quest’anno con 60.000 visitatori, ha già l’edizione 2015 in cartellone per le giornate 14 al 19 aprile e un archivio web ricchissimo che consiglio a tutti i curiosi e agli appassionati. Shani-Yael Baldacci, 2^I Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 3 Intervista a Beppe Severgnini SPECIALE IJF14 Potremmo farle qualc h e domanda per il Preludio, il giornale del liceo scientifico Marinelli di Udine? Ah!! Beh, i marinellisti per forza, grande la Girardi! Una donna, un mito! Eh, è andata in pensione due anni fa, è stata la mia insegnate di inglese. Però tu dille che è merito suo se rispondo a queste domande! Beppe Severgnini è appena uscito dal Teatro della Sapienza dove ha presentato il suo nuovo libro “La vita è un viaggio” e dove ha soprattutto analizzato con la sua solita ironia il difficile rapporto fra gli italiani e l’Unione Europea. Dopo le numerose richieste di autorgrafi e di firme sulle copie del libro, riusciamo porgli alcune domande, Che consiglio può dare ai giovani che vogliono affacciarsi a questa professione che sembra oggi più che mai sempre più difficile? I consigli sono questi. Primo: non muovere la mano che regge il microfono. Secondo consiglio: dopo il liceo fare una facoltà che piace, una triennale. Basta farla con passione ed entusiasmo, poi durante l’università fare qualcosa come quello che state facendo adesso, ovvero qualche iniziativa legata ai media, magari il giornale dell’università, la radio dell’università, in modo da cominciare ad abituarsi. Poi leggere molto, viaggiare, imparare benissimo l’inglese. Quando hai tutte queste cose, a 22/23 anni, esci dall’università e fai la scuola di giornalismo. La scuola di giornalismo è un master, si può andare dalla triennale o anche dalla specialistica, ottima è la scuola di Milano “Valter Tobagi” che è un master 3 dell’Università statale di Milano. Poi opportuno che ci sia un Referendum c’è un ultimo consiglio: questo serve perché questo “un po’ dentro, un po’ per diventare professionista e avere fuori” “sì ma però” è come nelle copbuone probabilità di trovare un lavo- pie o nelle unioni o nei club: non è ro, ma è un mondo in grande difficol- che puoi continuare a discutere “e tà, è un’industria in grande difficoltà, non va bene il menù, e non va bene quindi dovete inventare qualcosa. l’arredamento, non va bene il tuo proNon potete copiare i nostri modelli: fumo.” Credo che Londra sia decisase tu pensi di poter fare una carriera mente una città filoeuropea, perché è come la mia (corrispondente a una città “ultraeuropea”, e penso che Londra, e poi a Mosca e poi a se qualcuno saprà esporre con chiaWashington, inviato speciale, lo scrit- rezza i disastri che accadrebbero nel tore...) non sarà così, perché è cam- Regno Unito, dalle professioni biato il mondo, perché ci sono stru- all’Economia, lasciando l’Europa, menti, compreso quello che tieni in penso che gli inglesi… Guarda gli mano, questo iPhone, che non esiste- inglesi li conosco molto bene: hanno i vano e che rendono gratuito e facile loro difetti come li abbiamo noi italiaquello che una volta era a pagamento ni, ma una caratteristica ce l’hanno: e difficile. Però “a pagamento” vuol sono molto, molto realisti, secondo dire che c’erano dei soldi che finiva- me solo i cinesi e gli italiani lo sono no ai giornalisti: adesso i giornalisti altrettanto. Quindi davanti al “dentro devono inventarsi delle cose, anche o fuori”, con il rischio di una catastrodentro i giornali. Tu andrai in un gior- fe, ci penseranno molto seriamente, tu nale, in una televisione, in una radio, non guardare le chiacchiere di adesso. e dovrai portare idee nuove, nuovi modi di fare le cose. L’attrice che era con lei sul palco (Marta Isabella Rizzi) ha parlato un po’ della sua esperienza nel Regno Unito, e ha detto che secondo lei gli inglesi non sono antieuropei ma “ultraeuropei”, Elias Ngombwa e Nicola Petrucco nel senso che si intervistano Beppe Severgnini sentono quasi stretti all’interno E se poi alla fine di tutto decideranno dell’Unione. Ma se il Referendum di uscire, amici come prima. che David Cameron ha promesso per Quale sarebbe il futuro dell’Europa il 2017 dovesse realmente avvenire, senza il Regno Unito? secondo lei quale sarebbe l’esito; il L’Europa senza il Regno Unito sarebRegno Unito sceglierebbe di uscire o be un po’ più povera, perché il Regno rimanere all’interno? Unito è importante, ma l’Europa Prima di tutto, come probabilmente senza Regno Unito va avanti, Il sai, il problema che si pone prima è se Regno Unito senza l’Europa va indiela Scozia rimarrà nel Regno Unito più tro. che il Regno Unito dall’Europa, per Elias Ngombwa 4^I cominciare, e poi secondo me è Nicola Petrucco 3^H Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 4 4 Intervista a Mario Calabresi... Al termine della conferenza sul storytelling e le nuove tecnologie che si possono applicare in questo campo, riusciamo a fermare Mario Calabresi, direttore della Stampa e gli poniamo alcune domande. Ecco le sue risposte. Attualmente è molto difficile per un giovane affacciarsi nel mondo del lavoro e il giornalismo è uno degli ambiti più difficili da affrontare per vari motivi, non da ultimo i miseri salari iniziali. Secondo lei oggi c’è speranza per un giovane che vuole provare a fare giornalismo in Italia? Allora, la prima cosa: uno deve distinguere il momento congiunturale, cioè questo preciso momento storico, dalla prospettiva. Dire che è impossibile diventare giornalista e fare i giornalisti oggi e per sempre perché il momento di adesso è un momento molto difficile è, secondo me, sbagliato. Attualmente tutti i giornali stanno attraversando un momento drammatico di ripensamento e di ridefinizione. Ci sono delle strutture tradizionali che non stanno più in piedi e quindi sono costrette a tagliare e a diminuire. E in questa fase in cui si rimpiccioliscono c’è meno possibilità di entrare. Ma, detto questo, secondo me questa è una fase, perché invece poi ci sarà sempre più bisogno di nuovi giornalisti e soprattutto di persone capaci di usare nuovi linguaggi e di incrociare diversi linguaggi. Dentro il nostro giornale stiamo dando spazio per far nascere figure che sono freelance e, quello che dicevo prima e che è poi il punto fondamentale, cerchiamo di dare valore alle cose. Noi siamo un giornale che non ha mai pagato le piccole collaborazioni un euro ad articolo, o i pezzi venti o trenta euro. Abbiamo sempre SPECIALE IJF14 cercato di dare un valore al lavoro che di mondo bene. viene fatto. Certamente, se devo dare Lei crede davvero che alla popolaun consiglio a chi oggi comincia e si zione occidentale interessi davvero affaccia, è quello di conoscere e capire le ragioni vere di un conflitto imparare bene i nuovi linguaggi, come quello siriano o di una situaquindi essere capaci di fare del gior- zione come quella in Mali oppure nalismo in modo tradizionale ma in oramai ci siamo troppo assuefatti modo tradizionale dal punto di vista all’informazione 2.0, che è forse solo dei valori: guardare, testimoniare, un titolo? esserci, raccontare, imparare studiare; Facciamo così: guardiamolo da un ma essere capaci poi anche di utiliz- altro punto di vista. Io, a chi mi chiezare linguaggi nuovi, quello del video de questa cosa, rispondo: “Ma voi è fondamentale o anche quello dei pensate che 50 o 30 anni fa ci fosse dati, delle infografiche. Dall’altra una maggioranza di popolazione inteparte penso che se un tempo c’era ressata?” Quando c’è stato il genocimolta meno gente che voleva diventa- dio in Ruanda 20 anni fa, poca gente re giornalista, perché noi non dimen- era interessata a quello. Certi tipi di tichiamoci che oggi di fronte ad una informazione sono sempre stati di scarsità dei posti ci sono molte più nicchia. Forse oggi gli ambiti sono persone che vogliono fare informa- più larghi, mai tanta gente ha seguito zione, non sia sufficiente saper scri- l’informazione come oggi. Se noi vere. Quelli che mandano un curricu- prendessimo il numero di persone che lum con scritto “so scrivere bene” è prima leggevano i giornali e guardiacome uno che vuole fare un provino di calcio e scrive “corro veloce”, vorrei vedere che non sapessi correre: è un prerequisito saper correre esattamente come è un prerequisito Saverio Papa e Nicola Petrucco intervistano Mario Calabresi saper scrivere. Fondamentale è avere una serie mo le percentuali, non è cambiata, di passioni e di capacità proprie. A non dovremmo secondo me andare in quelli che mi chiedono cosa andare a crisi per questo. studiare e mi dicono che vogliono Come ha vissuto lei il caso Quirico? fare scienze delle comunicazione, io L’ho vissuta tutti i giorni in prima gli consiglio di iscriversi ad un trien- persona. Ti racconto questo: le mie nio di fisica, matematica, chimica, figlie quando qualcuno mi fa notare i scienze, ingegneria, informatica e miei capelli oramai grigi, rispondono qualcos’altro che ti da delle compe- “Si ha, tutti quei capelli bianchi solo tenze e poi fare una specializzazione perché avevano rapito un giornalista giornalistica. La cosa migliore è del suo giornale…” avere anche una competenza forte che Saverio Papa 5^G ti renda capace di raccontare un pezzo Nicola Petrucco 3^H Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 5 ...e a Domenico Quirico SPECIALE IJF14 Dopo l’intervista con il Direttore Calabresi, ci avviciniamo a Domenico Quirico, reporter della Stampa rapito e tenuto prigioniero in Siria per 5 mesi mentre seguiva le vicende della Primavera Araba. Ecco cosa ci ha raccontato. Quando è tornato della Siria lei ha detto che avrebbe continuato comunque senza timore a fare questo lavoro. Con che coraggio? Eh, sa, se io non vado a contatto con quelle vicende lì in posti che sono pericolosi – guardi, detesto la guerra, non è che sono uno che vado li perché mi da sensazione di ebbrezza, di senso di onnipotenza – se non vado li devo aprire una pasticceria, devo fare, non so, l’accompagnatore turistico, altre cose ma non posso fare il giornalista. Se non racconto le cose che vedo, se il direttore mi proponesse di scrivere degli editoriali, sarei costretto a rispondergli: “No, grazie. Abbia pazienza non è il mio mestiere, io non ho delle idee sull’universo da trasmettere agli altri, ho solamente una piccolissima funzione: quella di andare in posti in cui altri non possono andare, per motivi evidenti, e fare come dei google glass ma vivente, che secondo me è meglio.” Un’altra cosa, ha mai avuto difficoltà ad entrare in sintonia, ad avere una partecipazione più empatica con le popolazioni con cui veniva in contatto? Ah be’, ci sono delle parti del mondo in cui di noi non hanno più alcuna considerazione e soprattutto non gli interessa niente. Cioè ci sono dei posti al mondo in cui io mi presento ai ribelli, ai rivoluzionari, a tutti quelli che vuoi e mi presento come un giornalista occidentale e a quelli non interessa niente. I siriani me lo hanno 5 detto, “ noi ci facciamo raccontare da adesso non gli importa più nulla. Al Jazeera, che c’entri tu? Resta a Questa cosa l’ha messa in difficoltà casa tua, non abbiamo più niente da o è riuscito a superarla? spartire”. Una volta se lei andava a Eh si eh. Ci sono dei posti in cui non qualsiasi paese dell’universo, fino a potrò più entrare perché nessuno 20 anni fa e diceva “sono un giornali- movimento ribelle o rivoluzionario sta occidentale , son la CNN o le mi vorrà. “Ma io voglio venire con Figaro o il Times” tutti ti correvano voi” e loro ti rispondo “Ma che ci dietro, ti dicevano “noi vogliamo fare importa di te, stai dove sei che è questo” anzi addirittura ti dicevano che volevano annientare noi occidentali, ma gli interessava trasmettere un messaggio. Adesso tutta la parte del mondo arabo-musulmana non ha più alcun interesse per noi e di quello che l’Occidente pensa Saverio Papa e Nicola Petrucco con Domenico Quirico di loro. E hanno degli strumenti di racconto, questo è meglio” oppure ti sequestrano per un elemento su cui forse dovremmo prendere dei soldi. Questo è il probleriflettere, che non siamo più noi. Al ma, è una cosa su cui i giornalisti Jazeera ha escluso tutta l’altra infor- devono riflettere perché ci sono già mazione da un pianeta che va della delle parti del mondo che sono offMauritania all’Indonesia. limits. Ad esempio, se lei vuole attraL’unico modo è quello di presentar- versare il Sahara dal fiume Niger, lo come un favore che ci fanno dove la savana finisce, alle sponde loro? del Mediterraneo, non può più farlo. Ma neanche quello! Nel comando Almeno che non abbia una divisione generale dell’Armata Siriana Libera corazzata o non so che altro. ad Aleppo, due anni fa -perché adesso Come si può risolvere questo problechi sa dov’è, forse l’hanno persino ma della stampa occidentale senza rasa al suolo, non lo so- avevano dover dipendere da Al Jazeera? messo su un press office. Allora, per Sinceramente non saprei dire. La mia giornalisti occidentali c’era una stan- idea di giornalismo, cioè che bisogna zetta minuscola, con un tavolo picco- essere lì, è un problema insolubile. O lino, tutto traballante e null’altro, sono sempre delle voci, come dire, neanche una matita. Ad Al Jazeera mediate, cioè qualcuno che ti racconavevano dato un piano intero, con- ta la realtà. Quello di cui ho orrore, è computer dell’ultima generazione e che ci sia qualcuno, il profugo, il paraboliche. Quello è il loro strumen- sopravvissuto, che mi viene a dire “ to di comunicazione, il mondo lo ah è successo questo, ho visto quello” guardano attraverso Al Jazeera, , no, non è quello che ho visto io! hanno sempre la televisione accesa , Saverio Papa 5^G 24 ore su 24. Una volta andavano Nicola Petrucco 3^H dalla CNN o al massimo BBC, erano quelli i canali attraverso cui si facevano vedere e si raccontavano fuori, Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 6 6 “La lunga notte dell’euro” SPECIALE IJF14 Intervista a Stefano Feltri B r e v e intervista a Stefano Feltri, giornalista de Il fatto Quotidiano e autore, insieme ad Alessandro Barbera, del libro La lunga notte dell'euro Cosa puo fare l'Europa per i giovani? Puo garantire un minimo di crescita che senza di essa non si potrebbe avere. L'europa è il nostro orizzonte; le persone sotto i quarant'anni che devono ancora impostare le loro carriere, i loro studi e le loro scelte di vita, lo possono fare solo nella dimensione europea: nessuno dalla Puglia dice che il suo orizzonte è Milano, nessuno da Roma dice di dover andare a Busto Arsizio per stare bene; se il tuo sole non è in un orizzonte europeo, che senso ha ragionare? La cosa migliore che ti offre è l'opportunità di avere opportunità. Qual è la forza politica che può garantire, al di là di tutti i populismi di facciata, al momento in Italia, uno sviluppo per l'Europa? Io non vi dico chi votare all'europeo, ma diciamo che tutti i partiti stanno facendo un tentativo di intercettare un malcontento, chi più chi meno, dal Pd, al Cinque stelle, alla Lega tutti cercano di clavacare un po' l'onda di euro-scetticismo, alcuni raccontando balle, altri stimolando un po' di polemica, come Renzi. Non credi che si debba votare sulla base degli interessi per l'Europa, si deve votare sulla base della valutazione del tipo di comincazione e di messaggio che danno; la scelta vera è tra i partiti che ti dicono “usciamo dall'euro, dall'europa” e quelli che ti dicono “cambiamo l'europa, iniziamo da dentro”, ognuno scelga da che parte stare sulla base di ciò che ritiene più interessan- te. Qual è il rischio maggiore se si dovesse uscire dall'euro? Ci sono due rischi: il primo nella fase di trasizione, falliscono le banche, falliscono le grandi imprese, gli italiani perdono una parte dei loro risparmi, shock e traumi che sono difficili da immaginare e che i fatti teorici dell'uscita dall'euro non riescono bene a raccontare come funziona il passaggio; e poi nel lungo periodo, ammesso che si sopravviva a questa fase, il rischio di non contare più niente, cioè nella globalizzazione tu come singola Italia non conti più niente e ti rassegni ad un declino molto rapido. Ai paesi del nord, come ad esempio la Germania, va bene un cambio molto forte a favore dell'euro, ai paesi del sud Europa invece è più utile un cambio debole. In questo contesto come si possono conciliare due esigenze così diverse? Non si può, nel senso che l'euro è una media più o meno quindi per alcuni paesi è troppo forte mentre per altri è troppo debole, il vantaggio per la Germania è che, essendo l'euro una media, loro sono la parte alta quindi loro esportano più di quello che dovrebbero sulla base dei loro fondamentali economici perchè a loro l'euro risulta deprezzato. Si posso fare due cose: la prima è che il cosiglio europeo indichi alla BCE di intervenire sul tasso di cambio, in teoria lo può fare, ma di fatto non lo si fa mai perchè è un modo per influenzare la politca monetaria; l'altro modo è rendere le economie più deboli e un po' più competitive in maniera che per loro l'euro non risulti più così forte. Io credo però che non sia l'euro il problema dell'Italia e nemmeno il tasso di cambio che incide marginalmente; ma se tu sei fuori da un mercato non è un problema di tasso di cambio, è un problema molto più profondo delLiceo Scientifico Giovanni Marinelli l'economia. Cosa pensa dell'idea secondo cui grazie al nostro patrimonio artisico, culturale e tecnologico in alcuno settori, possiamo presentarci ai mercati come un paese che non andrà in default? Il debito italiano è considerato sostenibile perchè dietro c'è l'economia italiana che include anche l'aspetto artisco-culturale del paese. Per le aziende è diverso, perchè dietro hanno delle infrastrutture, dei brevetti e il capitale di loro proprietà, per esempio l'Eni ha un rating, ovvero un prezzo del suo debito, migliore di quello dell'Italia; Terna, una società che fa infrastrutture, paga il suo debito molto meno dell'Italia perchè considerata più affidabile dello stato. Nonostante siano società pubbliche non sono lo stato. Cosa direbbe a un giovane, a uno studente che deve affrontare un ipotetico referendum sull'aderenza o meno all'euro e all'eurozona? Trascurando il fatto che tale referundum sarebbe anticostituzionale perchè la costituzione impedisce i referendum sui trattati internazionali, se mai arrivasse qualche tipo di consultazione l'unico consiglio che si può dare è di studiare e di farsi le proprie idee, e magari non solo su internet, perchè leggendo i blog di chi la pensa allo stesso modo non si smentiscono le proprie certezze, leggendo qualcosa di diverso per contaminare un po' le idee. Soprattutto bisogna essere consapevoli che le soluzioni più semplici a problemi complessi non sono mai quelle esatte. Saverio Papa 5^G Joseph Pudota 5^H a cura di Silvia Medori 3^A mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 7 Aggiornare l’atlante? ATTUALITA’ In giro per il mondo stanno avvenendo una serie di eventi che potrebbero rivoluzionare l’assetto geo-politico L’ondata di referendum che stanno avvenendo nell’Est dell’Ucraina ha un carattere anomalo. Gli abitanti della Crimea, in gran parte filorussi, si sono espressi ad ampia maggioranza per l’annessione alla Russia: tuttavia la trasparenza delle votazioni e la libertà di scelta dei cittadini è stata compromessa dalla pre- Una delle più antiche e convinte campagne indipendentiste è quella scozzese, e la popolazione potrà esprimere la propria volontà nel settembre 2014. Il referendum è stato approvato dalla corona e dal premier inglese e sarà dunque decisivo. Qualunque sia l’esito, la scelta degli scozzesi condizionerà indubbiamente i britannici, dovessero essere chiamati alle urne per decidere a riguardo della loro condizione di statomembro dell’Unione Europea. mondiale. Regioni che reclamano l’indipendenza, territori annessi ad altri stati, nazioni che potrebbero uni- senza militare russa durante il Referendum. Nella regione del Donetsk si è deciso per l’indipendenza, ma sono state rilevate alcune irregolarità (minacce da separatisti, persone che hanno votato più volte…). Si tratta di decisioni prese unilateralmente dalle regioni in questione, senza l’appro- 7 ficarsi... Sono molti i confini che potrebbero essere ridefiniti e vale la pena di fare il punto della situazione. vazione del governo centrale di Kiev. Da un punto di vista legale, quindi, questi cambiamenti di assetto geo-politico sono da considerare non validi, anche se l’Occidente non ha fatto più di tanto per annullarne anche la reale efficacia, limitandosi sostanzialmente a qualche sanzione. In Spagna i dialoghi tra secessionisti e potere centrale sono abbastanza tesi. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha dovuto fare i conti con la richiesta del leader catalano Artur Mas di ottenere un referendum per l’indipendenza della Catalogna. La proposta non è stata accolta da Madrid, ma Mas ha deciso di lanciare comunque una votazione non vincolante il 9 Novembre, causando la reazione del premier spagnolo Rajoy che vuole farla annullare dalla corte costituzionale. La posizione secessionista è condivisa dal principale partito catalano “Sinistra repubblicana Catalana” (ERC) e da un numero crescente di cittadini, anche se altre forze politiche suggeriscono soluzioni meno drastiche. Liceo Scientifico Giovanni Marinelli Dopo tante fratture, si parla anche di una riunificazione da qualche parte nel mondo. Dobbiamo spostarci ad Oriente, in una Penisola divisa tra uno stato povero e retto dal comunismo ed una grande potenza emergente capitalista: la Corea del Nord e la Corea del Sud. La presidentessa del Sud Corea ha affermato che “gettare le basi per la riunificazione della penisola è uno degli obbiettivi chiave per l’agenda politica di quest’anno”. Si dimostra convinta dei benefici economici di quest'ambizioso progetto e pensa che le enormi differenze tra Nord e Sud del paese possano essere superate, un po’ come avvenne in Germania dopo la caduta del muro di Berlino. Tuttavia gli oltre cinquant'anni di separazione hanno creato un distacco anche emotivo tra gli abitanti del Sud e del Nord, e per questo l’opinione pubblica da entrambe le parti è contraria al progetto, che, in definitiva, appare per il momento abbastanza irrealistico. Elias Ngombwa 4^I mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 8 How many languages can you speak? 8 ATTUALITA’ Eh sì, oggi l'educazione plurilingue è essenziale per noi giovani. Innanzitutto è chiaro che l’individuo plurilingue potrà accedere a informazioni di ogni genere e da più parti e dialogare con interlocutori di varie provenienze. Ma questa educazionecomprende obiettivi che riguardano la formazione globale dell’essere umano e non solo gli apprendimenti linguistici in senso stretto. I vantaggi che derivano da questo tipo di rapporto con le lingue sono molteplici: innanzitutto il plurilinguismo favorisce la formazione cognitiva, creando maggiore flessibilità mentale, capacità di analisi, pensiero divergente e creativo; facilita la formazione socioaffettiva creando maggiore capacità di rapportarsi agli altri e accrescendo la fiducia in sè stesso; infine contribuisce alla formazione professionale vista la crescente importanza del plurilinguismo nel commercio fra nazioni, nel turismo e nello sviluppo dell'informatica, consentendo così di costruire un futuro più sicuro, con maggiori opportunità nel campo lavorativo. Personalmente credo che al giorno d'oggi noi giovani siamo praticamente obbligati ad avviarci verso un'educazione plurilingue. In molti sostengono che l'inglese possa essere sufficiente, almeno da un punto di vista scolastico. Io invece credo che non basti. La comunicazione che si stabilisce con un austriaco, con uno sloveno, un francese o uno spagnolo parlando la loro lingua madre è a mio avviso completamente diversa da quella che si stabilisce parlando in una lingua neutra come l'inglese: la sensazione di muoversi su un terreno comune dà all'altro la fiducia nel dialogo. Penso che in Italia sia ancora troppo poco diffusa una cultura linguistica che consideri la ricchezza e la varietà linguistico-culturale come un vantaggio indispensabile per la maggior parte di noi cittadini. Abitudini quali la proiezione di film o spettacoli in lingua originale non doppiati, la lettura regolare di quotidiani e periodici stranieri, e la formazione linguistica al di fuori della scuola sono assai lontane dal nostro quotidiano, a differenza di quanto accade, ad esempio, nei Paesi nordici. Per quanto mi riguarda, oltre ad adoperarmi nell'apprendimento dell'inglese, studio la lingua tedesca da qualche anno e trovo che ciò abbia giovato molto al mio profitto scolastico generale. Per quanto riguarda le modalità di studio, devo dire che alle volte compro romanzi in lingua inglese e cerco di "decifrarli", anche se a volte molto lentamente. Provo un gran piacere nel sollevare, con l'aiuto del dizionario, il "velo opaco delle parole". Descrizioni e racconti sembrano darmi qualcosa in più se letti in lingua originale, li trovo più profondi e affascinanti rispetto alle traduzioni. Anche se comprendo benissimo per esperienza personale che dedicare ore di studio a materie facoltative sia molto impegnativo da parte di uno studente che deve adoperarsi già in una gamma di discipline non ristretta, lo trovo però indispensabile e molto utile per il nostro futuro in campo lavorativo, ma soprattutto per la nostra crescita personale. L’ashtag, nuova moda. Divertente, davvero: io ne faccio ampio uso sui social. Mi ha innescato però una riflessione, che cercherò di esporre in due righe. Ho notato il fatto che molti politici ormai fanno dei social il loro principale mezzo di comunicazione e per alcuni, la rete ha costituito una grande fonte di successo: vale per Renzi come per Grillo; internet docet. Faccio una associazione pericolosa ora, giacché uno lo sostengo e l’altro lo ritengo un personaggio deplorevole, se vogliamo considerare l’Italia un Paese democratico. Ecco: a proposito di democrazia. L’ashtag è quanto di Matilde Lodolo 2^H La (pericolosa) democraticità dell’ashtag Liceo Scientifico Giovanni Marinelli più democratico la rete abbia mai prodotto, non trovate? Chiunque può dar vita al proprio, solamente digitandolo, e se uno vuole lo può utilizzare senza il consenso del creatore. Un po’ come la creazione di un partito digitale che raccoglie al suo interno tutti i contenuti informatici fra loro affini. Metti un # ed il gioco è fatto: hai creato il tuo partito virtuale. Ma i partiti virtuali son pericolosi (e anche i Movimenti di tal natura, bada bene). L’ashtag è per sua caratteristica qualche cosa di profondamente democratico, ma nel contempo violentemente anarchico. Il “consumatore” tipico di contenuti Facebook non è assolutamente tutelato dal presentarsi di qualsiasi tipo di ashtag. Nel momento stesso in cui scrivo questo contributo sul mio pc potrei benissimo entrare in Facebook e creare l’ashtag (che esisterà, scommettiamo?) “#merda”. Ora: non è cosa grave, direte ridendo. Ma significa che chiunque, incoraggiato dall’ufficialità del termine online, si può mettere a postare foto di escrementi e sentirsi assolutamente in diritto di farlo; giustificato appunto dal fatto che Facebook abbia accettato come conforme ai propri principi morali tale espressione, che… vogliamo dirlo? È volgare. La uso pure io, ma è volgare. Se la democrazia di internet, spinta a livelli estremi, porta tale incontrollabile ingovernabilità in un sistema già fragile come il nostro assetto sociale, è destinata a destabilizzarlo del tutto. Ora io non so se Facebook abbia attivato un qualche sistema di filtro e controllo del contenuto degli ashtag e se così fosse sarei il primo a dirvi che questo mio articolo è inutile. Vi spingo solo a porvi questa domanda: questo controllo c’è oppure no? Informiamoci. Qualunque sia la risposta, il mio scopo sarà raggiunto; certi gesti li facciamo senza fermarci a riflettere: è lecito creare qualsiasi ashtag e metterlo online? “Quando la lingua è corrotta, la gente perde fede in quel che sente e ciò conduce alla violenza” (W. H. Auden) Tommaso Billiani 5^G mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 9 Test di medicina: fra ricorsi e denunce ATTUALITA’ 9 UdU e Giannini convergono su un sistema alla francese Dopo parecchi mesi di attesa sono stati finalmente divulgati i tanto temuti risultati del test di medicina. La graduatoria nazionale, attesa per il 12 maggio, ha però lasciato più di qualche scontento. Infatti, è stato registrato un aumento vertiginoso delle denunce; Codacons e UdU (Unione Degli Universitari) hanno dunque presentato un maxi ricorso che ha ricevuto parecchie adesioni da parte degli studenti di tutta Italia. A suscitare la maggior parte delle proteste è stata la vicenda che ha coinvolto l’università di Bari, nella quale è stato consegnato un plico anomalo con 49 buste anziché 50. Sono state quindi aperte le indagini dalla Digos per una sospetta truffa ai danni degli studenti. I membri dell’UdU hanno dunque presentato un esposto in procura chiedendo l’annullamento della prova, ma il ministro dell’istruzione ne ha subito confermato la validità dichiarando che non sarà ripetuta. Lo stesso Augusto Egidio Ripa, primo classificato in Italia, ha espresso qualche critica sul test, soprattutto riguardo alla tanto dibattuta data. “La nuova proposta del ministro Giannini prevede di abolire il test d’ingresso a medicina per passare al modello francese” Infatti l’esame, come ben sanno tutti i numerosi candidati, era stato spostato a metà anno scolastico creando non pochi problemi a chi come Ripa deve affrontare anche la maturità. Evidenti le numerose irregolarità dovute appunto alla data. Infatti, alcune delle domande riguardanti il programma dell’ultimo anno delle superiori hanno dato numerose difficoltà nello svolgimento agli studenti che, per l’anticipo del test, non avevano ancora affrontato determinati argomenti o erano stati costretti a tralasciare lo studio scolastico per la preparazione della prova. Ora non resta altro che augurare un buon esame a tutti gli sfortunati ragazzi di quinta che hanno dovuto affrontare la prova di aprile e sperare in un miglioramento futuro per tutti i nuovi candidati. candidati che superano circa 7-8 volte i posti disponibili in molte sedi italiane. Ciò renderebbe impossibile l’insegnamento senza un notevole ampliamento delle aule o un metodo per seguire le lezioni online. Inoltre questo porta a pensare ad una restrizione finale molto severa con una La fine del test d’ingresso Ultimamente si è sentito molto parlare della proposta del ministro Stefania Giannini di abolire il test d’ingresso a medicina per passare al Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini modello francese. Questo consisterebbe in un primo promozione di circa un settimo dei anno aperto a tutti con una selezione candidati totali. al suo termine tramite un esame ripe- Detto questo gli studenti che non tibile al massimo per due anni. dovessero passare la selezione avrebA suggerire l’idea sicuramente hanno bero a disposizione altri due anni contribuito i risultati alquanto delu- (secondo quanto previsto dal sistema denti della prova di quest’anno ed francese) per riprovare e dunque ad anche i numerosi ricorsi al TAR degli ogni annata di candidati dovremmo anni precedenti, grazie ai quali molti aggiungere gli studenti ripetenti arristudenti sono stati riammessi. Inoltre vando ad un numero totale impossibiil sistema dei test a risposta multipla, le da gestire. come gli è spesso stato rimproverato, Se l’innovazione dovesse essere non è in grado di misurare la reale gestita in maniera attenta e tenendo preparazione dello studente ed è lo presente delle varie necessità delle stesso ministro ad esprimere perples- sedi, sarebbe sicuramente un’idea sità a riguardo. interessante e potrebbe portare finalL’Udu ha accolto favorevolmente la mente ad un sistema giusto di selezionotizia definendo il riconoscimento ne, ma siamo ancora lontani da una della Giannini un “segnale positivo”, possibile soluzione dunque, a tutti gli ma ritiene comunque che l’unica studenti di quarta, consiglio di prepasoluzione possibile sia l’apertura di rarsi comunque per il solito test e di un tavolo di confronto. non riporre troppe speranze in questa Infatti una proposta del genere ha sia proposta che probabilmente darà lati positivi, ovvero eliminare l’ingiu- risultati solo tra qualche anno. sto e troppo difficile ostacolo per l’entrata, che negativi; Tra questi il più importante e sicuramente il meno Chiara Intini 4^C aggirabile è il numero eccedente di Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 10 Una selfie speciale ATTUALITA’ 10 Dialogo a teatro tra i giornalisti Il 22 marzo 2014 presso il Teatro Giovanni da Udine si è tenuta l’iniziativa organizzata dal Messaggero Veneto Scuola a favore degli studenti e di noi giovani. Una grande festa. Centinaia di ragazzi sul palco ed in platea hanno partecipato con entusiasmo al compleanno per i 15 anni dell'inserto speciale “Scuola” del quotidiano. Particolarmente entusiasmante ed interessante sono stati l’intervento di Debora Serracchiani, del simpaticissimo nonché bravissimo Andro Merkù e del rettore dell’università di Udine Alberto Felice De Toni, che hanno arricchito una mattinata densa di emozioni in cui gli argomenti toccati sono stati molti. Tutto ciò presidiato e condotto dalla giornalista della Rai Marinella Chirico. Una mattinata dedicata al talento giovanile e ad alcune espressioni dell'arte, quali, ad esempio, la musica, la danza e il teatro comico. Finita la conferenza abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Francesco Cosatti, giornalista sportivo di Sky Tg24, il quale ci ha raccontato la sua esperienza dedicata a coloro che vogliono intraprendere una carriera giornalistica: Scrivere è sempre stata la sua passione? È stato questo il motivo che l’ha spinto a diventare giornalista? Si, mi ricordo in seconda media quando l'insegnante di musica ci chiese “cosa volete fare da grandi?” io risposi che volevo fare il giornalista, specializzandomi sullo sport. Era il mio sogno ed ora lo sto vivendo e percorrendo. Secondo lei serve un briciolo di fortuna per arrivare a ciò che vogliamo ottenere? Secondo me ci vuole tanta, tanta fortuna. Se hai un minimo di talento, hai veramente voglia di fare e scrivere ed è tutto ciò che desideri di più al mondo, vorresti trascrivere tutto ciò che senti dentro, dimostrando di valere, di essere capace, smentendo ciò che dicono e pensano gli altri, perché tu in realtà vali molto di più. Allora dacci dentro sempre, facendo talvolta sacrifici che soprattutto da giovani è difficile accettare. Il suo lavoro le da tante soddisfazioni? Sì, dà un sacco di soddisfazioni che possono essere piccole o grandi. Le soddisfazioni ci sono, ma sono sempre correlate a quello che uno fa, sono orizzonti che possono essere provenienti da un quotidiano locale o da un media nazionale, non sono più brutti o più belli, sono diversi. Secondo lei provenire da un' università prestigiosa può essere un buon biglietto da visita per raggiungere i propri risultati per lanciarsi in questa carriera? Può raccontarci la sua esperienza riguardo l'università? Eh... sì e no. L'università serve molto perché è importante anche avere un buon titolo di studio che ti da delle conoscenze. Io ad esempio ho fatto scienze della comunicazione a Padova, una facoltà che consiglio per chi vuole intraprendere una carriera simile alla mia. Però attenzione: non tutti coloro che frequentano questa facoltà diventeranno giornalisti. Tutte le conoscenze che hai appreso all'università, in seguito tocca a te saperle spendere, sta sempre alla persona mettere in pratica ciò che ha imparato. Le esperienze sono la chiave, io consiglio di iniziare subito a cimentarsi nel giornalismo, accettare tutte le proposte anche le più semplici, perché saranno sempre un arricchimento e un’esperienza. I siti web e i quotidiani locali possono essere i primi passi. Come si è avvicinato al mondo del Liceo Scientifico Giovanni Marinelli giornalismo? In quali redazioni ha mosso i primi passi? Allora, prima di tutto ho scritto nel giornalino della scuola del Liceo Classico J. Stellini, poi nel Messaggero Veneto Scuola nel 1999. Il primo contratto vero e proprio è avvenuto con il Gazzettino di Udine all'età di 19anni , poi ho collaborato con Telefriuli, nell'estate del 2007 ho fatto uno stage a Sky da cui è nata una collaborazione, nel 2008 è nato SkySport24 al quale ho iniziato a lavorare fino ad oggi. Può dare dei consigli personali a coloro che vogliono intraprendere la carriera giornalistica? Scrivere, scrivere, scrivere non solo sulla carta ma anche nei siti web. Trovare qualcosa di esclusivo, cioè specializzarsi in qualcosa; quanti giovani giornalisti ci sono? Tantissimi. Soprattutto non ci sono spazi o redazioni che vi possono ospitare. Perciò tu devi trovare alcune qualità che ti contraddistinguono dagli altri concorrenti e non abbandonare il tuo sogno. Per chiudere in bellezza siamo riuscite ad avere del tempo per chiedergli di scattarci una selfie tutti insieme.... e per fortuna ha accettato con piacere! Barbara Blasutto 2^H Matilde Lodolo 2^H Beatrice Troppina 2^D mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 11 Hong Kong: un’esperienza unica ed indimenticabile LICEO Mettiamola così: se un giorno una professoressa venisse da voi e dicesse: “ragazzi solo alla vostra classe è stata offerta l’opportunità di trascorrere due settimane ad Hong Kong, ospiti di alcune famiglie con figli vostri coetanei!”, mi aspetterei che in un primo momento tutti rimanessero basiti. Trascorrere quindici giorni lontano da casa, vivere con persone mai viste prima, culturalmente diverse e senza poter usare la propria lingua non è affatto facile. Ma, superate le incertezze, gran parte delle persone accetterebbe con entusiasmo, convinta che questa sarà una grande avventura. Così è accaduto nella nostra classe e, in questo testo, vi racconterò gli episodi più curiosi e divertenti che mi sono capitati in questo fantastico viaggio. La partenza: l’importante e’ farsi riconoscere ovunque Finalmente arriva il giorno tanto atteso. La classe è riunita all’aeroporto, gli ultimi saluti e si parte! Neanche il tempo di superare il controllo bagagli, che iniziano subito i problemi: nonostante io abbia già viaggiato, sono l’unico a cui viene perquisito il bagaglio a mano. Infatti, senza dirmi niente, la mia gentilissima mamma mi aveva munito di shampoo e altri liquidi fuori misura nella valigia a mano. Già qui ho pensato: “Wow non poteva iniziare meglio!” Ciò nonostante, irritato ma senza timore, ho intrapreso questo viaggio. Arrivo: ti prego, dimmi che sto sognando! Immaginatevi di arrivare a Hong Kong di notte. Saliti sul pullman, subito ci aggrappiamo ai finestrini per osservare meglio questi enormi grattacieli illuminati: è stata un’ emozione fantastica. Prima tappa: arriviamo finalmente nella scuola che ci ospita. Scendiamo dalla corriera e tutti i nostri nuovi amici cinesi vengono a salutarci, io cerco Alex con lo sguardo , fino a quando qualcuno batte sulla mia spalla, abbasso lo sguardo e… immaginatevi il tipico ragazzino undicenne cinese, alto un metro e quaranta, con capelli a caschetto neri e un volto sorridente: sì, era proprio lui ragazzo che mi avrebbe ospitato. La casa: no non e’ un grattacielo! Arriviamo a casa sua, neanche il tempo di entrare ed iniziano subito i problemi: dopo solo 14 ore di viaggio, chi si dimentica di togliersi le scarpe prima di entrare in casa? (ovviamente io!) Entro, e, per cominciare bene, vengo subito ripreso per questo (mi sembra di essere a casa!). Risolto questo piccolo problema, mi mostrano la stanza dove dormirò. Il letto è lungo forse la metà di me e, particolare non trascurabile, io e le valige insieme non ci stiamo in camera! Ora immaginatevi questa scena: io dentro la camera, la valigia fuori nel corridoio aperta a metà perché era troppo grande, il tutto mentre io cerco di svuotarla. Sì, solo a ripensarci mi viene da ridere, ma credetemi in quel momento non ridevo di certo! Prima cena: finale con il botto Lasciata alle spalle la casa, io e la famiglia ci siamo diretti in una specie di ristorante. Bene, immaginatevi che significa ritrovarsi a fissare un menù scritto tutto in cinese, senza neanche un’ immagine, mentre ti chiedono: “cosa vuoi mangiare?”. Con un atto di grande coraggio ho detto: “Vorrei mangiare qualcosa di tipico del vostro paese, quindi ordinate voi per me.” Non saprei dirvi cosa ho mangiato, ma sono sopravvissuto, anche se il desiderio di una buona pastasciutta si faceva già sentire! Comunque il bello è arrivato quando la madre del ragazzino, in tono molto cordiale ed educato, mi ha chiesto se avessi apprezzato la cena e se fossi sazio, per poi esordire con un ‘rutto’ spaventoso, Liceo Scientifico Giovanni Marinelli 11 lasciandomi con gli occhi sbarrati e senza parole. Dopo di che si è alzata con estrema naturalezza dicendo: “Ok let’s go!”. Prima cena a Pechino: perchè le mie prime cene sono sempre un disastro!? Subito dopo essere arrivati a Pechino, siamo andati a mangiare: erano solo le 18 (un po’ prestino!). Ci viene servita la prima pietanza e indovinate un po’ cos’era: riso! Tutto normale, fino a quando ho scoperto che non c’erano forchetta e coltello quindi, dopo vari tentativi di usare le bacchette, mi sono rassegnato a mangiare con una specie di cucchiaio! Ancora niente di strano, direte, ma il bello arriva quando, assetato, ho notato che l’unica bevanda presente sul tavolo era il thè caldo (senza zucchero). Così ho chiesto ad un cameriere dell’acqua. Quando è tornato con una teiera, mi sono insospettito, ma la sete era tanta, così velocemente ne ho bevuto un sorso… peccato che l’acqua fosse bollente, così mi sono ustionato la lingua fra le risate di tutti i cinesi seduti al mio tavolo (non commento). La cena con principal Kun Durante una delle cene a Pechino in compagnia dei nostri amici cinesi, siamo andati a mangiare l’anatra. Fino a qui tutto normale, peccato che in questa occasione i posti a sedere nel mio tavolo erano troppo pochi. Così io, essendo arrivato per ultimo, sono stato spostato al tavolo in compagnia dei professori e del preside. mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 12 12 LICEO Proprio alla fine del pasto, mentre la professoressa Misdariis conversava elegantemente con il preside cinese (principal Kun), quest’ultimo emette un rutto grottesco proprio in faccia alla prof., per poi riprendere a parlare normalmente. Immaginate le nostre facce. Saremo mica famosi?! Dovete sapere che al nostro ritorno a Hong Kong, spesso e volentieri molte/i cinesi ci chiedevano foto e autografi. La mia esperienza più divertente è avvenuta quando, al termine di un partita di calcetto, una ragazza mi si avvicina e mi chiede un autografo, io l’accontento, anche se non poco stupito. Noto poi che, appena legge, corre via urlando di gioia dalle sue amiche. Solo subito dopo ho realizzato che lei aveva interpretato erroneamente il mio ‘with love’ con ‘con amore’, anziché ‘con affetto’. Ennesima figuraccia per me ma… povera lei. Finale in stile Dopo aver cominciato questo viaggio facendomi riconoscere sempre, ovunque e comunque, finirlo mantenendo questo stile era d’obbligo. Arriviamo a Zurigo, e mentre passo il metal detector questo suona, il poliziotto mi controlla e alla fine scopre che avevo dimenticato il telefono in tasca. Ma non è questo il bello. Appena tutti si sono radunati ci dirigiamo verso il controllo dei passaporti, mentre sto camminando controllo le tasche e… non c’è né il passaporto né il biglietto dell’aereo. In quel momento ho pensato di morire: dopo aver resistito due settimane senza perdere niente proprio ora all’ultimo controllo dovevo perdere qualcosa! Corro immediatamente indietro, chiedo ai poliziotti se avessero trovato un passaporto, questi cercano dappertutto, ma niente. Proprio quando sconsolato mi giro per andarmene, una poliziotta mi ferma e mi dice: “Maybe is this” io mi giro e noto che il passaporto era nella tasca posteriore dei miei pantaloni (non aggiungo altro!). Conclusioni Qui ho raccontato solo alcune delle moltissime esperienze capitatemi in Cina ma potrei andare avanti per pagine e pagine. Quello che voglio dire è che, grazie a quest’esperienza sono riuscito a conoscere, anche se solo in parte, un’altra cultura e un altro mondo. Ma, soprattutto, quello che quest’esperienza mi ha fatto scoprire è un’altra parte di me. Mi ha fatto capire cosa sono capace di fare da solo e quali problemi riesco a risolvere senza l’aiuto di qualcuno che parli la mia stessa lingua. Ed inoltre, cosa che può sembrare inutile e banale, mi ha fatto divertire come poche altre. La striscia che segue si ispira al mio attuale professore di matematica alla Lincoln Southwest High School, il Dr. Hartman. Ci tengo a mettere in chiaro, innanzitutto, che con la seguente vignetta non intendo indicare un “giusto” e uno “sbagliato”, voglio, invece, evidenziare due diversi punti di vista, due diversi modi di entrare in relazione e instaurare un rapporto. Basta entrare nella classe del Dr. Hartman, per trovare un senso di accoglienza, positività e ottimismo. Tutte e quattro le pareti dell’aula sono tappezzate con poster e immagini motivazionali, oltre a un lungo elenco di studenti sotto la scritta “Dr. Hartman ‘A’ club”. Inevitabilmente il primo pensiero è “Posso farcela!”. La cosa bella è che la stessa descrizione può essere fatta con ogni aula della scuola, perfino con i corridoi, dove è possibile trovare poster su come combattere l'ansia prima di un compito. Difficile non farcela e non applicarsi con tutti gli input che si ricevono. Ancora più difficile se i professori sono disponibili a dare ripetizioni prima e dopo scuola e ogni professore ha il proprio sito web in cui, a fine giornata, pubblicare un riassunto di ciò che si è fatto, e un promemoria su ciò che gli studenti devono fare. Il Dr. Hartman, ad esempio, pubblica ogni sera una video lezione riassuntiva di ciò che è stato affrontato nel corso della giornata. Dall'altra parte, c'è l'Italia con il buon vecchio Liceo Marinelli. Buono, perché a conti fatti offre ai suoi studenti una ottima e ampia preparazione in ogni materia, preparazione che viene invidiata oltreoceano. Vecchio, perché per quanto si sforzi ad ammodernarsi, continua ad essere legato a delle istituzioni che sono e rimarranno antiquate. Usa VS Italia Liceo Scientifico Giovanni Marinelli Riccardo Morassutti 3^F Gabriele Della Rosa 4^A mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 13 Aggiornamenti dalla Consulta LICEO 13 Tutto quello che non avete saputo in 10mesi A maggio gli studenti del Marinelli, si sa, sono impegnati in molteplici attività: dalle innumerevoli interrogazioni e simulazioni varie, alle rilassanti ore passate in giardino con giustificazioni più o meno valide. Fra queste, soprattutto con l’avvicinarsi del termine delle lezioni, non possono mancare i bilanci conclusivi con i quali si decreta se sia meglio dimenticare l’anno appena passato oppure dedicargli un capitolo intero di un immaginario annuario scolastico. Tocca quindi anche alla Consulta tirare le somme di quello che questo 2013/2014 ci ha portato e soprattutto comunicarlo agli studenti. Siamo partiti solo a novembre inoltrato, dopo la stagione elettorale; con i rappresentanti delle altre scuole abbiamo composto i vari organi istituzionali. Come alcuni di voi già sapranno (ben pochi, in realtà) entrambi siamo entrati nel Consiglio di Presidenza ed entrambi abbiamo presieduto una commissione (Iacopo quella sulla salute e Nicola quella sulla stampa). Da queste due posizioni abbiamo potuto seguire da vicino lo svolgimento delle collaborazioni con le tre aziende sanitarie presenti in provincia, l’andamento della trasmissione Effetto Friuli Giovani su Telefriuli e i lavori che porteranno entro fine giugno alla realizzazione del tg studenti. Oltre a queste, sono state molte le attività che ci hanno tenuti impegnati in questi mesi, dalla maratona per Telethon agli stand di Young, passando per le collaborazione con la Polizia Municipale e con il Comune di Udine. Un discorso più approfondito merita la collaborazione con la Saf con la quale abbiamo affrontato diverse problematiche (il costo dei servizi e i percorsi dei mezzi, solo per citarne alcune) e con la quale abbiamo già sviluppato un programma per il prossimo anno. Passando ora alle attività che hanno riguardato più da vicino il nostro liceo, citiamo la conferenza dedicata alle elezioni europee svoltasi ai primi di aprile con la presenza del on. Pittoni, del dott. Contin e del prof. Viscovich. Inoltre è doveroso ricordare il sostegno dato ad un’iniziativa unica in Italia, che ci rende orgogliosi della nostra città e che si è vista seriamente minacciata: il Palio, per il quale abbiamo avuto diversi incontri con l’assessore alla cultura del Comune di Udine Federico Pirone. Un altro tema che ci sta particolarmente a cuore è quello riguardante la valutazione docenti. Grazie al nostro intervento questa è stata posta all’attenzione del Consiglio di Presidenza già a gennaio, per poi essere discussa in plenaria da marzo. Attualmente sono tre le scuole che si stanno impegnando in questo senso: il liceo Copernico, l’educandato Uccellis e il Marinelli. La plenaria di aprile ha nominato Nicola coordinatore di queLiceo Scientifico Giovanni Marinelli sto progetto per riuscire a coinvolgere più scuole possibile. Come avranno sicuramente già notato gli studenti delle prime, è arrivata dal Miur la nuova carta IO STUDIO con qualche interessante novità, come, ad esempio, il cip del circuito PostPay che permette di usare la tessera come una prepagata. Non temete, le carte nuove per gli altri studenti arriveranno il prossimo anno. Grazie alle collaborazioni con i vari assessorati comunali, siamo riusciti ad ovviare il piccolo problema di viabilità dell’ingresso di via Galilei. Ora, come d’accordo con il Dirigente Stefanel e con l’assessore alla mobilità Pizza, sarà possibile entrare in sede staccata con la bici attraverso un cancello posto poco lontano dall’ingresso di via Galilei, eliminando così i problemi dati dalla presenza delle catene ai bordi del marciapiede. L’ultima cosa che teniamo a sottolineare prima di salutarvi, riguarda le collaborazioni con le varie scuole. Queste si sono sviluppate lungo tutto l’anno scolastico e hanno portato a diversi frutti, come i nascenti giornalini scolastici nei licei Stellini e Copernico. Detto questo, non ci resta che augurarvi un’estate rilassante e urlare un gran “in bocca al lupo” per tutti i maturandi! Iacopo Cainero 5^B Nicola Petrucco 3^H mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 14 Istituto e Consulta: ecco cosa ne pensano gli studenti LICEO 14 Come nello scorso, anche quest’anno abbiamo effettuato un sondaggio sul livello di gradimento dei rappresentanti di Istituto e di Consulta coinvolgendo circa 250 studenti. Consulta La presenza della consulta quest’anno risulta essere stata percepita maggiormente rispetto all’anno scorso perché, anche se resta predominante il numero delle persone che hanno votato “poco” e “ per nulla”, è aumentato quello delle persone che la ritengono “sufficientemente” e “abbastanza” soddisfacente. Anche la comunicazione tra marinelliani e i rappresentanti risulta migliorata. In conclusione quindi l’operato dei Rappresentanti della Consulta è stato decretato dalla maggior parte degli studenti postitivo. Istituto Dal grafico di quest’anno comparato a quello prece- Come valuteresti nel complesso l’operato dei rappresentanti dell’Istituto? Ti sembra che siano stati fatti seri tentativi per cercare di incrementare la partecioazione alle assemblee? Come valuteresti nel complesso l’operato dei rappresentanti della Consulta? dente si può notare un miglioramento in quanto vi è stata una riduzione delle persone che hanno votato “sufficientemente” seguito da un aumento di quelle che hanno votato “abbastanza”. Lo stesso vale per quanto riguarda lo scambio delle idee ma, in questo campo è anche aumentato il numero delle persone che lo ritengono “poco” soddisfacente. In merito all’organizzazione delle assemblee, la situazione è peggiorata perchè mentre l’anno scorso erano di più le persone che avevano votato “abbastanza”, quest’anno le due valutazioni “sufficientemente” e “ abbastanza” sono allo stesso livello. La maggior parte dei mari- nelliani crede inoltre che i tentativi di aumentare la partecipazioni a questa assemblee ci sia stata e ci sia ancora. Un dato positivo è evidenziato dal fatto che riguardo al mantenimento delle promesse elettorali in tutti e due gli anni si riscontra un’alta percentuale di persone che lo hanno decretato “sufficientemente” buono. La valutazione dello spirito d’iniziativa, della capacita di portare aventi idee, iniziative e progetti è rimasta positivamente invariata. Nel complesso quindi una grande porzione degli studenti del Marinelli è soddisfatta dell’operato dei Rappresentanti d’Istutito. Elisa Piccoli 3^A Quest’anno hai percepito la presenza della Consulta (collaborazioni, Saf, ...) Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 15 Alpe Adria 2014 LICEO Nelle giornate del 27 e 28 marzo 2014 presso il Villaggio Ge.Tur. e l’ ITT di Lignano Sabbiadoro si è svolta la 20^ Edizione delle “Giornate dello Sport e della Cultura dell’Alpe Adria”. L’ormai storica manifestazione, nata nel 1994 con l’intento di creare una sorta di tavola di confronto tra le varie realtà scolastiche dell’ Austria, della Slovenia, della Croazia, del Friuli, del Veneto e della Romania, è stata per quest’anno organizzata ed ospitata dal Liceo Scientifico Marinelli e ha visto partecipare le rappresentanze di ben cinque scuole, provenienti rispettivamente da Villacco, da Nuova Goriça, da Abazia, da Udine e da Bassano del Grappa (purtroppo, per motivi organizzativi, per quest’anno la rappresentativa dalla Romania non ha potuto presentarsi), le quali hanno avuto l’occasione, durante i due giorni in cui si è svolto l’ evento, di confrontarsi e sfidarsi in numerose discipline di vario tipo, dall’ Atletica alla Biologia, dalla musica alla Fisica. Durante la prima giornata, dopo la conclusione della Cerimonia di Apertura, che ha visto le giovanissime ginnaste del Liceo Marinelli esibirsi in coreografie spettacolari al ritmo dei vari inni nazionali, si sono svolte delle attività e dei tornei a squadre miste, durante i quali i ragazzi hanno potuto mettersi alla prova, sperimentando le gioie e le difficoltà del lavorare in gruppo. Inoltre, la sera, ha avuto luogo l’acclamatissima sfida tra i gruppi musicali delle varie scuole, che ha visto trionfare i ragazzi di Villacco, seguiti da quelli di Bassano e di Abazia. Nel secondo giorno, invece, si sono svolte le vere e proprie gare tra istituti che hanno visto gli studenti, individualmente e ciascuno nella propria disciplina, confrontarsi e scontrarsi con lealtà e sportività. In particolare presso il Palazzetto dello Sport del Villaggio Ge.Tur. hanno avuto luogo i tornei sportivi, primo fra tutti quello di Calcetto, che ha visto trionfare la squadra del Marinelli, seguita da quella di Bassano e da quella di Abazia, ma anche quello di Pallavolo (Nuova Goriça, Bassano, Udine) nonché l’ Atletica, con la splendida vittoria di Nicosia Agostino (L. S. G. Marinelli) nei 2000 metri maschili e la gara dei 1400 femminili (Villacco, Bassano, Bassano). Presso l’edificio dell’ ITT di Lignano Sabbiadoro, invece, si sono svolte le gare più prettamente scientifiche e culturali comprendenti materie come la Matematica (Trevisan Giulia Bassano, Prenassi Paolo - Udine, Bagnarolo Mirko - Udine), la Chimica (Blazic Manja - Nuova Goriça, Martina Riccardo - Udine, Anello Cristian - Udine), la Biologia (Muller Mariatherese- Villacco, Tosatto EmmanueleUdine, Rassinger Anna - Villacco), la Fisica (Zoratti Fabio - Udine, Edtmair Oliver - Villacco, Vuksic Antonio Abazia), gli scacchi (Simoni Paolo Udine, Pahor Kristjan - Nuova Goriça. Banevec Jernej - Nuova Goriça), la grafica (Pegar Jasmina Nuoa Goriça, Spitzer Felicia Villacco, Spadudziç Tina - Nuova Goriça) e infine il concorso di fotografia, a tema “l’uomo e l’ambiente”(Guderzo Isabella - Bassano, Schiesaro Giacomo - Bassano, Deskoviç Roberta - Abazia). Al termine delle gare hanno avuto luogo le premiazioni (durante le quali ha presenziato in qualità di ospite il professore Dannisi, ideatore del progetto Alpeadria e storico insegnante di educazione fisica del Liceo Scientifico Marinelli), seguite dalla cerimonia di chiusura, in cui il gruppo di danza della classe 3F del nostro istituto ha dato prova della propria abilità. Un'edizione sicuramente ricca di soddisfazioni e di emozioni che ha visto il nostro Liceo eccellere in numerose specialità, sia in campo sportivo sia in campo scientifico, ma che soprattutto ha visto trionfare l’amicizia, il rispetto e la concordia, a dimostrazione dell’ importanza e dell’unicità di questa manifestazione Carlo Selan 4^E Liceo Scientifico Giovanni Marinelli 15 An interview to a young athlete From AlpeAdria meeting... an interview to Julian Preissl, a young austrian athlete who arrived second in the 2000 metres track meet. Have you ever been to AlpeAdria before? Yes, I’ve been to the last Alpeadria meeting which took place one year ago in Nuova Goriça. Do you like how and where this meeting edition was organized? Well, I liked this edition, even if there were some practical problems with the organisation and I also think that Lignano is a good location for events like this one because it’s a beautiful seaside town, where you can relax and also join lots of interesting activities. Do you think that AlpeAdria is a good event for young people? Yes, because during this event you can come in contact with other youngsters like you who come from different country, so you can learn a lot about their culture and you can also practise your English. Last year, for example, I came in contact with another boy who came from Slovenia and we are still friends today, even if sometimes it’s hard for me to communicate with him because he doesn’t know English very well. What do you like most of this event? This event offers to young people the possibility to practice their favourite sport or activities against other teenagers who come from different countries and this is fantastic. You also have lots of free time so you can explore the city or the place where the event takes place and it’s a fantastic experience. Finally, the atmosphere during the meeting is incredible, all the people are nice and friendly. Do you think that sport is something important for young people? Why? I think that sport is one of the most important things for young people because when you practice sport, in particular hard and tiring sports like athletics, you learn how to win but also how to lose, the sense of pride but also the humility that one must have. Do you think that in the future you will take part in this event again? Sure, I can’t wait for the next Alpeadria edition to come, I’ m so enthusiastic about this last one! mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 16 16 Bella ciao LICEO Io mi sento di morir La fine della scuola è oramai vicina e come tutti gli anni, tranne alcuni affezionati, molti di quelli attualmente in quinta saluteranno per sempre le tristi mura del nostro liceo e i gioiosi tavolini del nostro bar. Essendo una persona estremamente malinconica, è quindi giunta per me l’ora di tirare le somme di questi cinque anni, che certamente ricorderò con nostalgia. A molti hanno lasciato più che altro un fegato disastrato; a me credo abbiano dato qualcosa in più. Soprattutto, mi hanno permesso di conoscere moltissime persone fantastiche. Professori, perché checché se ne dica, praticamente tutti quelli che insegnano al Marinelli mi hanno sempre dimostrato di interessarsi al futuro di noi mocciosi disgraziati. Ve ne sono dei più diversi: c’è quello che sacrifica i pomeriggi per tentare di salvare noi anime prave dai gironi della matematica; quello che in gita non paga i conti nei ristoranti o propone di buttare l’immondizia nei fiumi; e ancora, c’è quello che non è mai con le tasche vuote, quella che se potesse si ruberebbe le porte, quella che “portaccheo!!!”. Insomma, davvero sarebbero moltissimi i maestri, perché così voglio chiamarli, di cui parlare; voglio però citarne solo altri due: Alessia, a nome di tutti i professori referenti di qualche attività, ma soprattutto a nome suo, perché il mio giudizio su di lei è talmente edulcorato da causare iperglicemia; Sabrina, una grande amica che, oltre a odiarmi perché continuo a prendermi confidenze a caso, mi/ci sopporta anche troppo. Ricordo con lo stesso piacere anche il personale ATA, espressione davvero tristissima per indicare i nostri cari bidelli, di cui citerò solo Maura e il buon Umberto (colgo anzi l’occasione per chiedere che la scuola gli regali una stufetta perché in inverno, in corridoio, Umbi gela, e non basta il nostro amore a scaldarlo). Come non ricordare poi Rosi e Sabri, di cui non posso però dir molto adesso. Infine, gli studenti, ossia la vera risorsa di questo liceo. La maggior parte dei ragazzi conosciuti in questo mio quarto di vita non mi hanno mai deluso, rivelandosi persone fantastiche e dai mille talenti (fra tutti vorrei solo citare quei settari dei teatranti e i cantanti del MGC). Alcuni eccessivamente geniali per noi poveri scemi, altri mai troppo stupidi per i geniacci. Non mi riferisco a nessuno in particolare ma… starò calmo che è meglio. Sicuramente, sempre c’è stato molto da imparare da tutti. Fosse anche solo la triste sorte della corazzata Indianapolis o le tecniche per non essere interrogati (i prof sono come i serpenti, colgono il movimento: immobilizzati e non riusciranno a trovarti), comunque ho imparato. Ritengo poi di aver visto molto di ciò che può dare un senso all’esistenza: ho visto Majin Buu girare per il corridoi; ho visto gente di quinta che esce prima solo perché preferisce il bagno di casa; ho visto quanto possono essere buoni i succhi alla pera se bevuti nel modo corretto; ho visto cose che voi non marinelliani non potreste immaginare. In conclusione, dopo tante, troppe parole in libertà, spesso eccessivamente allusive per essere capite dai più, voglio solo ringraziare proprio tutti, dal primo all’ultimo, che in questo caso non può che essere il mio buon referente. Certo, mi ha rotto l’anima con la sue polemiche logoranti contro tutto e tutti; certo, ha minato radicalmente la mia sanità mentale tentando di convincermi dell’incostituzionalità dei calzetti a righe; certo, l’ombra del suo potere è diventata fin troppo inquietante. Ma va ringraziato, anche solo perché starà sveglio per correggere il mio ultimo articolo, puntuale come quelli precedenti. Detto ciò grazie, grazie davvero, perché mi avete reso orgoglioso di questa istituzione, magari decrepita per le strutture ma più che mai vitale per merito vostro. Saverio Papa 4^G Liceo Scientifico Giovanni Marinelli Poeta Ipocrita, il senso di Omero il sacro canto d’ angoli al tempio tradisci Lei Il verbo è il tempo, il figlio che fugge del pesco sull’ala del vento è il senso, l’immenso perduto del mio solito esistere muto lei, che non conosco lei, che non so dire lei che… Quanto Mi chiedo quanto sarebbe servito o quanto, ancora quanti tempi, quanti soli sudari di lacrime quanto scorrere sotto i ponti… ma il tempo fugge, dove, chissà… Visione Tra la folla Scale mobili, pavimenti di piastrelle io inaspettato Haiku Le rondini sfiorano il cielo solo il grano tradisce l’estate: non faccio che amare ora Carlo Selan 4^E mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 17 2014 checkpoint MUSICA Il 2014 mi spaventava inizialmente come numero, ma nonostante questo ho deciso di fare un sunto dei migliori nuovi dischi che ho ascoltato, con una piccola eccezione: per la prima volta ho deciso di inserire una recensione negativa di un artista piuttosto noto, più che altro per vedere se vi 17 trovate d’accordo o se devo iniziare a girare con il passamontagna. Enjoy, buon ascolto e buon tutto. Against Me! – Transgender Dysphoria Blues Dall’uscita di Reinventing Axl Rose, l’LP di debutto degli statunitensi Against Me!, sono passati 12 anni e tanta acqua sotto i ponti. Il punk anarchico e nichilista con contaminazioni folk degli esordi viene abbandonato in favore di un lavoro più maturo, soprattutto dal punto di vista delle tematiche. La leader del gruppo, infatti, pone al centro dell’opera l’analisi del lungo percorso verso l’accettazione della propria identità sessuale (culminata con il cambio di sesso, da uomo a donna, avvenuto nel 2012), una via fatta di solitudine e conflitti ma anche di gratificazione e speranza. Ma non facciamo certo fatica a individuare questi elementi: fin dai primissimi secondi veniamo travolti dalla squillante voce di Laura/Tom, che senza risparmiarci alcun dettaglio, ci introduce in un mondo crudele, in cui sono padroni il pregiudizio e la discriminazione del diverso. Nient’altro che il nostro mondo. Pur mantenendo una struttura-canzone fortemente semplice e legata al punk (come suggeriscono i primi quattro pezzi), l’album riesce a essere vario e coinvolgente. Accanto ai pezzi più veloci (ad esempio “Unconditional Love” e “Dead Friend”, reminescenti, come tutta l’opera del resto, dei Replacements e dei primissimi Green Day), e soprattutto alla fine, troviamo la parte più interessante del disco, dei pezzi più lenti che mostrano il grande passo compiuto dagli Against Me! con questo lavoro: “Osama Bin Laden”, che ricorda molto i Black Sabbath e il trittico finale (la breve e acustica “Two Coffins”, “Paralytics States” e il finale “Black Me Out”) costituiscono un autentico gioiellino da incorniciare tra i momenti migliori di questo 2014. Liars – Mess I Liars, negli anni, ci hanno abituati a una continua serie di cambiamenti: con il loro folle e schizofrenico andazzo sono passati dal dancepunk delle origini al rock più sperimentale di Drum’s not Dead,transitando per molti altri stili, fino a giungere al sound odierno che, a differenza del precedente WIXIW, dà pieno spazio all’elettronica, riuscendo per l’ennesima volta a reinventarsi e a stupire l’ascoltatore. Mess, ironicamente l’album meno caotico dell’intera discografia del gruppo, è comunque un disco dei Liars e quindi c’è da aspettarsi di tutto: troviamo pezzi bazzicanti tra synth pop e electro-industrial (l’imponente “Vox Tuned D.E.D.”, con la sua linea vocale che ci rimanda ai Depeche Mode e “Pro Anti Anti”), momenti di ordinaria follia (il frenetico singolone “Mess on a Mission”) e brani con un massiccio uso di drone (“Can’t Hear Well”, che si snoda in un gioco psichedelico tra voci e sintetizzatori e la conclusiva “Left Speaker Blown”). Inoltre vengono integrati moltissimi elementi dall’alternative dance di New Order e Primal Scream, ed è riconoscibile persino qualcosa dell’attitudine punk dei Suicide. Ma nonostante l’apparente minestrone (o, appunto, Mess), questi stili vengono conciliati ottimamente, creando un lavoro coinvolgente e accessibile a tutti, in cui caos, convulsioni, melodie alienanti e divertimento regnano incontrastati. Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 18 18 MUSICA CapaRezza – Museica Museica è il sesto album di CapaRezza, e, come suggerisce il nome, si tratta di un concept album, ossia un disco nel quale i brani sono legati da un filo conduttore. Non è certo la prima volta che il rapper pugliese inserisce dei contesti precisi o delle trame nei propri lavori, ma questa era l’occasione giusta per riscattarsi dal deludente Il sogno eretico (2011), date le premesse molto interessanti: Michele, per la creazione dei pezzi, prende spunto dai suoi quadri preferiti, tentando di esprimere tramite la musica le proprie emozioni e deducendo dalle tele i concetti chiave che riguardano i testi di ogni brano. Un vero peccato che l’occasione sia stata sprecata, riuscendo addirittura a peggiorare i difetti del disco precedente. Innanzitutto il tema del museo artistico non riesce minimamente a creare coesione tra le canzoni, che musicalmente appaiono slegate e indipendenti l’una dall’altra, creando un gran senso di confusione. Capa inserisce così tanti generi diversi in modo così esagerato ed esplicito (“Argenti vive” è un esempio incontestabile) da far sembrare quella del museo quasi una scusa, inventata per sopperire alla mancanza di interazione tra i pezzi dell’album e per inserire i soliti skit che ormai non fanno più ridere. Il rapper spazia dal metal al reggae, da vagiti dubstep, punk e swing a pop e rock, ma una tale esagerazione non riesce a risultare davvero convincente. Anche i testi deludono, dato che, ancora e più che mai (quando non è impegnato a difendersi dalle critiche, cosa di cui non aveva mai avuto bisogno), Michele riempie le sue liriche di una tale quantità di citazioni da rendere ogni suo verso snervante e privo di originalità. A volte si sfiora l’autoparodia: si sa che Michele ha una cultura molto vasta, ma era davvero necessario un pezzo come “Cover”? Almeno una volta le sue canzoni inutili erano simpatiche (“Kevin Spacey” da Il sogno eretico). Le speranze non erano molte e purtroppo l’album si rivela il punto più basso della discografia di CapaRezza. Ma sarebbe divertente immaginare le reazioni degli autori dei quadri ispiratori all’ascolto di Museica. Gridlink - Longhena I Gridlink sono un gruppo statunitense (formato da membri sia americani che giapponesi, come intuibile dalla copertina) che da anni si prefigge l’obiettivo di perforare i timpani dei propri fan, proponendo un grindcore velocissimo e urlato con tutto il fiato possibile. Longhena, il loro canto del cigno uscito quest’anno, pur mantenendo l’impostazione grind, inserisce nei suoi pezzi degli elementi progressivi che ricordano il mathcore (soprattutto i Converge) e che donano una nuova complessità alle strutture, prima quasi punk, dei brani. Questo grazie all’ottima interazione tra le due chitarre, che macinano riff supersonici e parti melodiche, come se nulla fosse, a un drumming sempre vario, preciso e fantasioso. In questi elementi l’album si avvicina molto ai capolavori del death metal (Symbolic e The Sound of Perseverance dei Death o Obscura dei Gorguts) senza però snaturare lo stile originale dei Gridlink, che qui alternano pezzi da trenta secondi a vere e proprie cavalcate mortali. Come se non bastasse troviamo anche un intermezzo strumentale, “Thirst Watcher”, che, per quanto possa sembrare una scelta azzardata in un album del genere, calza perfettamente con l’atmosfera impostata dai due pezzi precedenti. Anche se non è per tutti, si tratta effettivamente di una piccola perla nel panorama del metal estremo attuale che tutti i fan del genere apprezzeranno senza difficoltà. Matteo Nigris 3^G Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 19 Perché le favole diventino realtà, devi metterci del tuo! TERZA PAGINA ‘Cercasi Cenerentola’ è il titolo della nuova commedia musicale portata in scena dalla Compagnia della Rancia, che vede Saverio Marconi e Marco Iacomelli alla regia, Stefano Cenci alla stesura musicale e Stefano d’Orazio alle liriche. Lo spettacolo frizzante ed energico ripropone la favola di Cenerentola in una nuova chiave ironica ambientata negli anni ’50. La storia è narrata dal punto di vista del principe, interpretato dal simpaticissimo ed improvvisatore Paolo Ruffini, una figura nuova che non ha nessuna caratteristica da regnante. Un principe ‘Peter Pan’ che non vuole prendere le redini del regno ma che, costretto a sposarsi, troverà nella ragazza che ama la forza per cominciare a crescere e a prendersi delle responsabilità. Nel ruolo di ciambellano, aiutante e mediatore tra il volere del Re e il sogno del principe, un eccezionale Manuel Frattini che, da indiscusso re del musical italiano, sa essere comico, serio e commovente, senza mai perdere il ritmo delle sue claquettes. Beatrice Baldaccini, scelta tra più di 500 ragazze, per la sua voce che incanta e per la sua autoironia, riveste il ruolo di una Cenerentola moderna, felice di vivere la sua vita e non sottomessa dalle sorellastre e dalla matrigna, una Laura Di Mauro splendidamente comica ed eccentrica. Questa favola lascia al pubblico una splendida morale: ciò che ci accade nella vita avviene perché lo scegliamo noi, se ci succede una cosa poco piacevole, spetta a noi; trovare un rimedio per uscirne e far sì che i nostri sogni diventino realtà. Scenografie elaborate e colorate, coreografie meravigliose di Jillian Bruce, musiche spettacolari ed emozionanti, un ensamble affiatato e un accattivante coinvolgimento del pubblico, che per la durata della commedia è il popolo di Microbia, rendono questo spettacolo ricco di magia ed allegria. Prima dello spettacolo messo in scena al Teatro Rossetti di Trieste sabato 29 marzo, Manuel Frattini, mi ha gentil- mente rilasciato questa preziosa intervista: Mentre stavo facendo la prima domanda un segnale sonoro e una voce fuori campo annunciavano: “un quarto d’ora, un quarto d’ora ragazzi, un quarto d’ora.” Sappiamo che tu sei passato da ballerino in importanti show televisivi a performer di musical. Come hai vissuto le tue prime esperienze “live” in teatro? Allora, scusa se vado un po’ veloce perché hai sentito manca già “un quarto d’ora” ma ti dirò. Chiaramente è un mondo totalmente diverso quello della TV da quello del teatro, nel teatro hai la risposta immediata da parte del pubblico e nel mio caso, soprattutto, facendo quello che avrei sempre voluto fare, quindi assolutamente un’esperienza positiva…che continua ad esserlo. Noti differenze tra il modo di montare gli spettacoli e metterli in scena dagli anni ’90, quando hai cominciato la tua carriera, ad oggi? A oggi? Beh, dipende da con chi lavori. Nel senso che, per esempio, la Compagnia della Rancia, che è assolutamente la compagnia migliore, ha nel tempo modificato e migliorato notevolmente il modo di lavorare e di pianificare le prove, perché è importante risparmiare tempo e denaro; quindi nel tempo, sì, è cambiato molto, soprattutto con la Compagnia della Rancia è andato totalmente migliorando, altre compagnie non te lo so dire. Hai sempre desiderato lavorare in Italia, non andare all’estero; quale caratteristica del musical italiano o, dell’Italia in generale, ti ha fatto restare saldo in questa tua convinzione? In realtà, prima che ci fosse, avevo già deciso di voler rimanere qua, quindi non è stata la realtà del musical in Italia, è stata proprio una mia volontà quella di rimanere, sperare che un giorno sarebbe arrivato e fortunatamente è andata così. Affermi sempre di essere affetto Liceo Scientifico Giovanni Marinelli 19 dalla ‘sindrome di Peter Pan’ e, sicuramente, questo ti aiuta ad immedesimarti meglio nel personaggio. Però, è Manuel che cerca il personaggio o è il personaggio che entra nell’animo di Manuel? Beh, un po’ tutte e due, nel senso che in ogni personaggio, ovviamente, c’è tanto di Manuel. Peter Pan me lo porto nella vita e questa è una cosa a cui mi rassegno anche piacevolmente, nel senso che non voglio responsabilità, voglio rimanere così…però in ogni personaggio, ovviamente, c’è tanto di me. Parliamo di ‘Cercasi Cenerentola’. Con Paolo Ruffini, c’è tanto gioco d’improvvisazione. Tu eri abituato a questo tipo di lavoro, oppure eri solito a seguire il copione in tutte le sue parti? Ero assolutamente abituato a seguire un copione e ad essere un pochino più vincolato dalle mie battute, a parte un’esperienza con De Sica. Questa è una bellissima esperienza proprio in questo senso, perché è una scuola nuova, perché l’improvvisazione è una cosa a cui sono meno abituato e in questo momento mi sta stimolando molto. Che reazione pensi che l’improvvisazione abbia sul pubblico? Guarda, fino ad ora, per questo tipo di spettacolo, dove d’improvvisazione ce n’è tanta, la risposta è sempre stata ottima, sempre positiva… tanto entusiasmo, una formula diversa da quella tradizionale classica ma che sta funzionando… e sono contento. In questo musical, tu interpreti il ruolo del ciambellano, l’aiutante del principe che sta a metà tra il volere del Re e le speranze del principe. Hai mai avuto accanto una figura di mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 20 20 TERZA PAGINA mediatore tra la tua vita e il tuo sogno, come lo è il personaggio che porti in scena? Io ho sempre avuto delle persone a cui mi sono, in qualche modo appoggiato, diciamo, un po’ per tutto…questa cosa succede un po’ per tutto, nella mia vita quotidiana, in quella pratica, in quella artistica, cioè ho sempre bisogno di persone di cui fidarmi e che facciano anche da mediatori…da solo non ci riesco. Che consiglio dai a chi, come me, è affetto dalla Sindrome da Musical e sogna di lavorare in questo mondo? Rassicurare… allora, guarda, la cosa più importante è studiare, prepararsi perché il pubblico è diventato, giustamente, esigente così anche i registi e le produzioni. Il pubblico è quello da rispettare di più, ha bisogno di qualità e la qualità la puoi ottenere solo studiando, tu fai il conservatorio quindi sai cosa vuol dire il rigore, prepararsi in tutte e tre le arti, se le conosci tutte e tre, più frecce hai al tuo arco e meglio è, chiaramente, e poi cuore, cuore perché senza quello si riesce a fare poco o lo si fa male. Quello è l’augurio che ti faccio e che faccio a tutti quanti. Tutti (o quasi) da piccoli amavamo guardare i cartoni animati, soprattutto quelli della Walt Disney. Quante volte abbiamo visto il Re Leone, Cenerentola, la Sirenetta, Mulan e chi più ne ha più ne metta? I nostri genitori, per farci rilassare, a volte ci dicevano “smettila di correre e vai a vedere un cartone!”. E noi? Bè, ovviamente felici come una Pasqua! A chi non piacciono i cartoni animati della Disney? La cara Walt Disney, la grande e conosciuta azienda nata dal genio di Walter Disney e dal fratello Roy il 16 ottobre 1923 è, ad oggi, la seconda compagnia di media degli Stati Uniti, nonché leader assoluta dell’intrattenimento e dello spettacolo indirizzato ai più piccoli. La potenza di questa grande famiglia, “presente” fisicamente in quasi ogni casa del mondo tramite vecchie vhs, dvd e fumetti, è quantificabile con poco dispendio della nostra immaginazione. La verità è che un colosso del genere, ha una grande influenza sulle nostre vite, nonché sulla nostra educazione infantile, anche se a volte facciamo fatica a rendercene conto. Un esempio? La figura della principessa che attende il principe per essere salvata, si può tradurre nella vita reale con l’incapacità di noi donne di auto-definirci senza avere accanto un uomo che ci “liberi”, e, di conseguenza, a una visione prettamente maschilista della società che ci viene inculcata fin dalla tenera età. Ma questo, è un fatto che riguarda generalmente le fiabe e non necessariamente le fiabe targate Disney. Un fatto di cui pochi sono a conoscenza, in quanto la notizia è prima stata divulgata, poi immediatamente “ritirata e coperta”, è che la Walt Disney, nel 2004, ha dovuto sborsare la somma di 70 milioni di dollari per portare a termine l’estenuante processo che l’accusava di satanismo, distribuzione di immagini porno, razzismo e istigazione alla cocaina. È un dato di fatto, dunque, che i cartoni animati della Disney contengano dei messaggi subliminali. Non ci credete? Vi riporto gli esempi più famosi (in internet ne trovate a centinaia). Il Re Leone, uscito nel 1994 e vincitore del Premio Oscar l’anno seguente, pur ispirandosi a passi biblici e al grande Shakespeare, presenta in una scena, un messaggio subliminale a dir poco inequivocabile: quando Simba si accascia pesantemente, la polvere sollevata da terra , unita all’immagine delle stelle compone la scritta “sex”. Subito citati in causa, gli animatori del film dichiararono che le lettere significano "SFX" (una comune abbreviazione di "effetti speciali") e venne intesa come un'innocente "firma", creata dal team di animazione degli effetti. Interessante è la storia di Bianca e Bernie: nel gennaio 1999, la seconda distribuzione del celeberrimo cartone viene interrotta e circa 3,4 milioni di copie vengono ritirate dal mercato. Perché? Nella scena in cui Bianca e Bernie, planano tra i grattacieli nella scatola di sardine allacciata al dorso del gabbiano Orville, in una finestra appare l'immagine di una donna in topless con indosso una maschera caprina satanica. Da qui lo scoppio dello scandalo di cui vi ho parlato precedentemente. Ma la critica non risparmia nemmeno i fumetti! Alessandro Barbera ha ora raccolto in un libro gli ultimi trentacinque anni di critica all’ideologia di Disney, in cui si sofferma in particolare sull’interpretazione politica che è stata fatta della vita a Topolinia, Paperopoli e dintorni. Topolino è visto come una sorta di «cavaliere della fede nell’uomo», in qualche modo figlio della cultura di destra di Walt Disney. Lo stesso Barbera guarda a Paperino come come un reazionario, un comunista, mentre Paperon de Paperoni è il classico magnate figlio del capitalismo. L’accusa di razzismo, invece, nasce da un saggio del ’93 di Marc Eliot che cita una sequenza dei Tre porcellini dove il Lupo cattivo, travestito da venditore di spazzole, avrebbe naso adunco, cappello e mantello nero. Insomma, per Eliot, il Lupo sarebbe travestito da mercante ebreo: una rappresentazione nel segno del peggior antisemitismo! Vorrei concludere riportando la frase-simbolo della Disney “Se potete sognarlo, potete farlo”. Se potete far sognare i bambini, fatelo. Senza meschinità, sotterfugi e doppi sensi! Un ringraziamento caloroso al prof. Davide Sciuto referente del “Preludio”, alla dott.ssa Ilaria Lucari responsabile della Rassegna Stampa del Rossetti e ad Andrea, il Tour Manager di Manuel Frattini. Shani-Yael Baldacci 2^I Il mondo “incantato” della Disney Liceo Scientifico Giovanni Marinelli Micol Sartori 5^P mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 21 Il piacere della lettura TERZA PAGINA Ognuno di noi ha una passione: il calcio, la pallavolo, il nuoto o anche vedere film, collezionare francobolli o, per esempio, leggere. S’incomincia con le fiabe, piccoli racconti, miti, leggende che la mamma ci raccontava prima di addormentarci quando eravamo piccoli; poi andando a scuola abbiamo cominciato a dilettarci autonomamente in questa attività: dall’alfabeto alle prime parole, dai singoli termini alle frasi e così via fino a riuscire a leggere un libro intero. Oltre ad essere un mezzo di conoscenza la lettura è anche un piacere, un passatempo rilassante per riempire i momenti monotoni della giornata; basta andare in una biblioteca o in una libreria per poter avere il libro che cerchiamo: fantasy, avventura, horror, giallo, fiabe, ecc. Nonostante questa varietà di scelte i giovani d’oggi, ma non solo, non sembrano interessati alla lettura: gli adolescenti preferiscono impiegare il loro tempo stando con gli amici, navigando su internet, chattando, andando alle feste, così abbandonano con il passare del tempo questo bellissimo hobby. Gli insegnanti, inoltre, correggendo i temi dei propri alunni riscontrano nei loro testi una scarsa inventiva, poca elaborazione delle informazioni, un lessico povero e chi più ne ha più ne metta. Pertanto, per cercare di risolvere questo problema hanno trovato una soluzione che tuttavia non è molto apprezzata e che qualunque ragazzo frequenti una scuola elementare, media o superiore che sia, non può evitare: le famigerate letture estive. Le motivazioni, per le quali gli insegnanti fanno questo, sono le più nobili e dettate dal desiderio di aiutare i propri alunni a migliorare il loro les- sico, la loro capacità critica o semplicemente per aiutarli ad approfondire un autore, del programma scolastico, in particolare. Tuttavia i giovani non sembrano cogliere il motivo per cui gli insegnanti lo fanno. Se all’inizio bastava leggere un libro a piacere (purché lo si leggesse), più avanti si va con la carriera scolastica, più la libertà dei testi da leggere viene limitata fino a non essere più concesLiceo Scientifico Giovanni Marinelli 21 sa; in questo modo i giovani si ritrovano a leggere libri che, se fosse per loro, non si sognerebbero mai di leggere. Prendiamo, ad esempio, gli scrittori italiani più famosi della letteratura del Novecento: sono tutti nomi di grandi autori che hanno scritto mirabili capolavori; tuttavia il loro modo di scrivere, la storia, i personaggi, la realtà in cui quest’ultimi vivono sono talmente lontani dal mondo in cui viviamo noi giovani che dopo qualche pagina, ci ritroviamo ad abbandonare la lettura perché non riusciamo ad appassionarci alla storia ed ai personaggi. Ed è così che il fine principale della lettura va a perdersi e le speranze degli insegnanti vanno in fumo. Vi sono tuttavia anche altri possibili rischi: infatti se chi è già appassionato alla lettura viene continuamente costretto a leggere ciò che non vuole, perderà la propria passione e chi, invece, già non leggeva nulla così di certo non viene invogliato. La soluzione è semplice, anche se sembrerebbe alquanto dolorosa per gli insegnanti: lasciate leggere ai vostri ragazzi i libri che desiderano, quelli che li intrigano di più, quelli che li appassionano talmente, da farli “entrare” nel libro e vivere in prima persona la storia raccontata, anche se non sono proprio letture “alte”, espressione di qualche tuttologo visto in TV: l’importante è leggere e tutti sappiamo che ciò che appassiona è anche più facile da assorbire e noi siamo spugne. Elisa Putelli 4^L mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 22 22 Kepler e i pianeti abitabili Da ben cinque anni, il telescopio spaziale Kepler sta orbitando intorno al Sole per individuare pianeti al di fuori del sistema solare che presentino caratteristiche simili a quelle della Terra, e che siano quindi adatti alla nascita e allo sviluppo della vita come noi la conosciamo. Il progetto Kepler è stato organizzato dalla Nasa con la collaborazione di altre agenzie spaziali mondiali, tra le quali anche quella europea, l'Esa. Il telescopio compie un'orbita eliocentrica e il suo campo visivo comprende le costellazioni del Cigno, della Lira e del Drago. Esso è dotato di un fotometro (un sensore che misura le variazioni di luminosità) con il quale monitora costantemente la luminosità di più di 145000 stelle; i dati raccolti vengono inviati sulla Terra, dove, presso il Kepler Data Management Center, situato a Baltimora, in Maryland, sono esaminati dai ricercatori. Gli scienziati cercano in questi dati periodiche diminuzioni della luminosità, dovute al transito dei pianeti tra la loro stella e la sonda. Analizzando queste diminuzioni, gli esperti riescono a determinare il raggio del pianeta, conoscendo quello stellare, e il suo periodo orbitale, dal quale si possono stimare il semiasse maggiore della sua orbita (grazie alla terza legge di Keplero) e la sua temperatura. Per ogni stella che il pianeta “osserva”, viene calcolata la zona abitabile, ossia quell'area all'interno della quale si trovano le orbite che i pianeti dovrebbero compiere per essere considerati potenzialmente abitabili. L'abitabilità di un pianeta include diversi fattori: la condizione fondamentale è che esso presenti sulla sua superficie acqua allo stato liquido, quindi la sua temperatura superficiale dovrà essere per forza maggiore di 0°C e minore di 100°C; in secondo luogo il pianeta dovrà essere dotato di un'atmosfera e quindi la sua massa dovrà essere abbastanza grande al fine di avere una forza gravitazionale sufficiente a trattenere sulla sua superficie le moleco- SCIENZA le di ossigeno (perchè ciò avvenga, il suo raggio deve essere compreso tra 0,8 e 2 volte il raggio terrestre). Attualmente è stata confermata l'esistenza di 961 pianeti extrasolari, tra cui 69 sembrano essere potenzialmente abitabili. Questo non vuol dire però, che i nostri nipoti vivranno su un altro pianeta, in quanto la stella più vicina tra quelle analizzate da Kepler si trova a circa 200 anni luce di distanza dalla Terra. Molto recentemente (il 19 Marzo) è stata confermata l'esistenza di Kepler-186 f, il pianeta che ha le maggiori probabilità di ospitare la vita: infatti si trova all'interno della zona abitabile della stella nana rossa Kepler-186 ed ha un raggio pari a 1,1 volte quello terrestre. Kepler-186 f si trova però a circa 500 anni luce dalla Terra, e questo rende praticamente impossibile la sua osservazione diretta utilizzando i moderni telescopi. Un esempio di vita, diversa da come ce la immaginiamo, potrebbe invece trovarsi molto più vicino a noi nell'universo: infatti nell'ultimo periodo molti studiosi ritengono che sotto la spessa atmosfera di Titano (una delle lune di Saturno) si possa essere originato un ciclo idrologico degli idrocarburi e si possano quindi essere sviluppate delle forme di vita che, invece di inalare ossigeno e rilasciare anidride carbonica come scarto, assorbano idrogeno e rilascino metano. La missione Kepler ha anche compiuto una sensazionale scoperta, ossia ha provato l'esistenza di pianeti appartenenti a sistemi binari di stelle, cioè aventi ben due soli che orbitano intorno al comune centro di massa. Il primo pianeta scoperto ad orbitare in un sistema binario, Kepler-16b, è stato soprannominato Tatooine, in onore del celebre pianeta della saga cinematografica di Star Wars, caratterizzato da uno spettacolare tramonto di due Soli. Attualmente il telescopio spaziale non è più in funzione a causa di un guasto al giroscopio che permetteva il suo puntamento; rimane comunque ancora una grande quantità di dati che la sonda ha inviato in questi anni da analizzare. Filippo Pilutti 3^H Nuove lettere per l’alfabeto genetico Arriva dallo Scripps Research Institute (CA) una notizia che potrebbe aprire nuove, incredibili frontiere per le biotecnologie. Il team di ricerca guidato dal professor Floyd E. Romesberg, infatti, ha condotto con successo un nuovo esperimento in campo genetico: in un plasmide del batterio E.Coli è stata introdotta una Liceo Scientifico Giovanni Marinelli coppia di basi azotate non presenti in natura e gli enzimi del battere si sono dimostrati in grado di replicare le informazioni nonostante l’introduzione delle due “lettere” sconosciute. I nuovi nucleotidi, denominati d5SICS e dNAM, potrebbero rappresentare solo una delle tante possibili coppie di basi compatibili con il codice genetico ma non presenti in esso: la varietà di combinazioni, già incredibilmente vasta, diventerebbe inimmaginabile! Ma saremo davvero in grado di gestire tali potenzialità in campo genetico quando non conosciamo ancora appieno quelle che la natura già offre? Camilla Persello 3^A mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 23 CUCINA In cucina... 23 ...aspettando l’estate! Si vedono in lontananza le onde del mare, se ne sente il loro fruscio calmo… Ed ecco, invece, sulla pelle, una brezza leggera, il profumo del muschio, degli alberi, della montagna… Cosa c’è di meglio per pranzare o fare uno spuntino di un pasto leggero e rinfrescante? CESTINI di POMODORI Ingredienti: 3 pomodori 1 cipolla di tropea (piccola) basilico (qualche foglia) sale q.b. pepe q.b. olio q.b. Preparazione: Mettete i pomodori con la parte tonda verso l’alto e praticatevi per ciascuno due tagli, l’uno a circa un centimetro dall’altro, profondi fino a metà pomodoro, quindi tagliate verso l’esterno da entrambe le parti in orizzontale in modo da prelevare questi due pezzi e ottenere un manico. Riduceteli in cubetti, svuotate invece i cestini ottenuti. Mescolate i cubetti con la cipolla tagliata a fettine, il sale il pepe, l’olio e il basilico e utilizzate il composto ottenuto per riempire i cestini. Servite! STRACCETTI di POLLO alla SENAPE Ingredienti: 700 gr petto di pollo 2 scalogni 2 cucchiai di senape 4 cucchiai di yogurt magro acqua calda sale q.b. pepe q.b. olio q.b. Preparazione: Tagliate la carne a striscioline, sbucciate e tagliate gli scalogni a fettine sottili e fateli soffriggere nell’olio. Una volta dorati, unitevi le striscioline di carne e rosolatele per 5 minuti a fiamma vivace. Aggiungete la senape, bagnate con un mestolino di brodo e fate cuocere a fuoco medio-basso per altri 5 minuti, mescolando il tutto. Versate lo yogurt sugli straccetti e lasciate cuocere per qualche minuto finché non si formerà una cremina. Aggiungete sale e pepe a vostro gradimento. INSALATA di POMODORI e CETRIOLI con TZATZIKI Ingredienti: pomodori q.b. cetrioli q.b. 400 gr yogurt intero (meglio greco) mezzo cetriolo, sbucciato, privato dei semi e grattugiato 4 spicchi d’aglio tritati finemente succo di mezzo limone 2 cucchiai di olio Sale q.b. Preparazione: Cominciate lavando i pomodori e i cetrioli e tagliandoli a pezzettini, quindi mettendoli in uno scolapasta affinché perdano tutta la loro acqua. PER LO TZATZIKI Unite in una scodella l’olio e il succo di limone, poi aggiungete poco alla volta lo yogurt al composto d’olio. Unite l’aglio e il cetriolo mescolando finché non è tutto amalgamato. Condite l’insalata di pomodori e cetrioli con lo tzatziki. TIRAMISU’ di PESCHE SCIROPPATE Ingredienti: 300 gr savoiardi 500 gr mascarpone 200 ml panna 150 gr zucchero 500 gr pesche sciroppate 300 ml latte Preparazione: Scolate le pesche sciroppate e conservatene lo sciroppo. Aggiungete il latte a quest’ultimo. Nel frattempo lavorate il mascarpone con lo zucchero, quindi aggiungete la panna montata. Riprendete le pesche e tagliatele a fettine di circa mezzo centimetro. Prendete ora uno stampo da tiramisù e foderatelo con uno strato di savoiardi bagnati nello sciroppo con il latte. Cospargeteli con metà della crema al mascarpone, dunque con metà delle pesche. Ricoprite nuovamente con i savoiardi bagnati e concludete con la crema e le pesche rimanenti. Fate riposare in frigo un paio d’ore. Chiara Marchiol 4^E Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 24 24 Gli Harlem Globetrotters in tour Si è concluso lo scorso 4 maggio 2014 a Vigevano, il tour italiano degli Harlem Globetrotters iniziato il 27 aprile a Bari. Per descrivere questo gruppo di atleti bastano semplicemente due parole: basket e spettacolo. Ma per chi non li conoscesse, servono brevi accenni alla loro storia per capire veramente di che cosa si tratta. Gli Harlem Globetrotters nascono negli Stati Uniti come forma di intrattenimento alla fine degli anni ’20, più precisamente nel 1926. In quel periodo, infatti, a causa dei costi elevati delle big bands e dei vari musicisti, i promotori di spettacoli avevano difficoltà a riempire gli spazi vuoti durante gli shows. Un giorno, però, un ebreo di nome Abe Saperstein, decise, durante uno di questi intervalli, di montare due canestri e organizzare un incontro di basket tra cinque “giganti” di colore, i Five Savoy, e cinque spettatori scelti tra il pubblico. Il sorprendente risultato di questo strano esperimento portò enormi fortune al gruppo di giocatori che, presto, presero il nome di Harlem, per enfatizzare la loro provenienza dal quartiere afro- SPORT americano di New York. Gli Harlem Globetrotters diventarono, quasi subito, la squadra di pallacanestro più famosa del mondo, una vera ed autentica leggenda, conosciuta da tutti gli appassionati del parquet, e non solo. Nel 1930, i Globe vinsero il Campionato Mondiale organizzato dal Chicago Tribune, precursore dell'attuale NBA, contro i Lakers, che al tempo giocavano a Minneapolis; nonostante le grandi capacità tecniche e fisiche del gruppo e la loro fama, lo stesso Abe Saperstein capì che il pubblico era molto più interessato alla parte “comica e illusionistica” dello spettacolo piuttosto che a quella concretamente sportiva. Da quel momento in poi, allora, ci fu un cambiamento radicale che diede il via alla vera e propria storia degli Harlem come li conosciamo oggi. Tuttora, infatti, questo gruppo di showmen gira il mondo, intrattenendo i tifosi con schiacciate spettacolari, un perfetto ball handling, azioni di gioco al limite dell'incredibile e varie acrobazie. Molti giocatori famosi hanno militato in questa squadra, per esempio Wilt Chamberlain, stella dell'NBA tra gli anni '60 e '70, e Earvin “ M a g i c ” Johnson. Quasi ogni anno, il gruppo viene rinnovato, ma la qualità complessiva di questi atleti garantisce sempre ottime prestazioni. Gli Harlem Globetrotters, il 1 maggio 2014 sono sbarcati anche in Friuli Venezia Giulia, al Pala Bigot di Gorizia, dove hanno saputo dimostrare le Liceo Scientifico Giovanni Marinelli proprie abilità cestistiche e d’intrattenimento. Lo spettacolo è iniziato con l’ingresso di Globie, la simpatica mascotte del gruppo che, sulle note delle canzoni al momento più popolari, ha cominciato a coivolgere alcuni spettatori nel famoso “gioco delle sedie”, inscenando anche simpatici sketch con gli altri protagonisti dello show. Successivamente, è iniziata la partita, se così si può definire: un intreccio tra puro atleticismo e scenette comiche tra la squadra degli Harlem e quelle dei migliori tiratori scelti. Vestiti con la classica divisa a stelle e strisce, i Globe hanno mostrato, fin da subito, le proprie doti fisiche, arrampicandosi sui canestri o realizzando schiacciate spettacolari, e quelle da tipici showmen, confondendosi tra il pubblico e pescando alcune vittime per i loro scherzi. Il match che, nonostante tutto, ha avuto una durata regolamentare, è diventato, nel giro di pochi minuti, una vera e propria festa: ad un certo punto, per esempio, il pubblico è stato invitato ad alzarsi in piedi e a ballare, insieme ai giocatori, la celebre canzone dei Village People, YMCA. Protagonisti, poi, oltre agli stessi Harlem, sono stati i bambini che, più volte, sono stati chiamati al centro del campo per tirare a canestro o per cimentarsi in prove ricche di premi finali. Insomma, quello che gli Harlem Globetrotters portano in scena è un momento di puro spettacolo che intrattiene sia gli amanti della palla a spicchi sia quelli che di basket ne sanno poco. Ciò che veramente sorprende, infatti, è la facilità con cui questi atleti si cimentano in gesti tecnici, quali salti spettacolari e schiacciate, difficilmente realizzabili nella normalità di questo sport. Sicuramente l’intreccio tra i due aspetti dello show, basket e comicità, fa sì che il pubblico rimanga sempre affascinato e coinvolto a tal punto da vincere il proprio imbarazzo e partecipare attivamente allo spettacolo. Michela Trotta 5^F mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 25 Verde RACCONTI Sono davanti al verde. “Verde” è un vocabolo che esprime un colore, come tutti i vocaboli, per ogni persona allora il verde dovrebbe essere la stessa cosa. Invece, vi sono mille sfumature di verde che regalano sensazioni diverse pure omologate in uno stesso vocabolo. Non riesco a immaginare un vocabolo così compresso nella fantasia. Sento il verde come sinonimo di quiete e mi placa nel mio desiderio di muovermi. Diverso è invece il caso del rosso che mi cattura l’attenzione e mi vivacizza, come può accadere ad alcuni animali. Diverso è anche il caso dell’azzurro, che non mi ferma mai a un orizzonte ma è in grado sempre di portarmi oltre. Capisco quando la gente parla di una “giornata grigia” perché capita anche a me associandomi a quel colore. La caratteristica del verde invece non è quella di avere una peculiarità come tutti i colori hanno, ovviamente che tutti percepiscono diversamente, ma si distingue per l’infinita serie di cromature con cui si presenta in natura. Sono oggi davanti a un bosco e mi sono appena reso conto di quanti diversi verdi vivono davanti a me. Il vocabolo rimane sempre uno soltanto, le sfumature di esso tuttavia diventano mille, tanto che non saprei talvolta definirle. Mi sembrerebbe troppo banale catalogare il verde in “verde chiaro” e “verde scuro” perché troppo convenzionale, e non troverei nello stesso tempo aggettivi che mi definiscono queste differenti sfumature pari alle emozioni che inconsapevolmente mi regalano. L’unica soluzione che mi verrebbe, sarebbe quella di chiamare il verde con il nome della cosa su cui vedo il verde come vestito: verde pino, verde stelo, verde magnolia. Mi chiedo perché sia impossibile percepire i vari altri colori nelle stesse dimensioni gustative e tattili. Il verde è un colore che si mangia nella vita di tutti i giorni perché è in grado di spaziare dalla foglia, al ramo, all’albero, al bosco, ed è nello stesso tempo è capace di crescere o decrescere a seconda delle emozioni. L’azzurro invece non lo tocco, non lo sento mio, azzurro è il 25 cielo, il mare, lo cerco nell’infinito, ma è un colore lontano, così anche il bianco che avvicina la neve, o il nero alla notte, ma nessuno di questi colori li riesco a racchiudere in una mano. Il verde può diventare tuo prigioniero, o magari tuo amico, tuo complice. E’ un colore vivo, infatti io riesco a immaginare di odorare il verde, ma non riesco a figurarmi di annusare il viola o l’arancione nella stessa misura. Ma il verde non è soltanto questo, è anche natura, respiro il verde e nel verde io respiro meglio. Adesso scende la luce e più che mai mi accorgo di essere circondato da verdi che si avvicinano alla notte, al riposo, perché il verde, ti parla, il verde ti cerca. Vuole comunicare con te, ti tende una mano, è un colore nella tua vita, mi verrebbe voglia di dirgli: “ti capisco”, vorrei crescere insieme a te, maturare insieme alle tue foglie, splendere nell’armonia di un ciliegio che diventa bello quando è imbiancato, ma nasce sempre dal verde. Perché è lì che nasce la vita. Scende la notte, il nero prevale e torno a casa, ma ho il verde davanti agli occhi. A questo punto mi chiedo, la mia fortuna di percepire il verde come la vive un cieco? Cosa vuol dire “verde” per un cieco? Io mi immagino che sappia condividere l’aggettivo doloroso, paziente, malinconico, insomma tutto, ma non ha la fortuna di percepire l’avvicendarsi nel tempo, il succedersi nella vita di un colore e in particolare di questo colore. Quanto mi piacerebbe saperglielo efficacemente raccontare. E non mi curerei allora se qualcuno diventasse verde di rabbia. Federico Ponti 4^D disegno di Aurora Venir 2^H Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 26 Inizio 26 RACCONTI Pioveva, quel giorno, a dirotto. Non ti coprivi, l'ho visto, i tuoi capelli grondavano, un misto di lacrime e pioggia, giù dalle tue guance, e l'erba si chinava sotto i tuoi passi, l'hai visto, no?, che giornata perfetta quella. I miei fogli disordinati stavano in terra, bagnati, il disegno sbiadiva sotto le gocce. Il vecchio inchiostro, inaffidabile. Non me ne importava, perché non me ne importava? Non sapere, non avere idee, a volte l'ignoranza è un bene. Ha smesso di piovere. Avevi alzato gli occhi al cielo plumbeo, grigiastro, gravido di acqua e nubi, pronto, quasi pronto, a partorire. Anche il cibo aveva per me perduto ogni attrattiva, non il profumo, non l'aspetto, non il sapore, ma quale sapore? L'odio che mi scivolava sulla pelle, come acido corrosivo, quei tuoi occhi azzurri, quelle iridi, l'hanno lavato via. Magico momento. Del resto cos'altro poteva essere, se non una magia? Come un attimo morbido, una sorta di fredda carezza. Una voce metallica, poche parole, è ora. E' ora, dici? Non eri altissima, in realtà eri piuttosto piccola. Credo che mi saresti arrivata a fine sterno. I tuoi capelli corti scendevano ai lati della tua fronte, un po' di qua, un po' di là, in modo asimmetrico. Ho pensato di essere vivo, per quell'attimo. Quelle iridi stavano fissando me, senza saperlo credo. Un vento siberiano non avrebbe potuto raggelarmi maggiormente. Era una sensazione curiosa, oserei dire. Mi sentivo odiato da te, ma al contempo perfettamente in pace con me stesso. Ma guardati, quei seni appena accennati e quei capelli, quei capelli che parevano di stoppa, una bambina. E' questo che sei. E' questo? Un boato, in lontananza, le nuvole rissose si sono riscosse e aspettano. Deve succedere qualcosa. Deve succedere qualcosa. E lo scoppio. Ecco cosa accadde. Uno scoppio terribile, che mi lasciò indifferente. Completamente indifferente. Avrei potuto gridare, lacerarmi le vesti, strapparmi i capelli. Non so perché, ma le persone se lo aspettano. Attendono solo la reazione eclatante del protagonista, l'uomo che caccia un urlo straziante quando la vede, la vede lì, a terra. E c'è sangue ovunque, che bagna i suoi capelli, disordina il suo tagli asimmetrico, macchia il suo viso dai tratti leggeri, come se il suo scultore avesse sentito i gemiti del marmo che stava scolpendo. Dolore, piacere? L'erba era sommersa, pochi ciuffi verde sporco spuntavano dal liquido nero. Nero, sì. Non sembrava sangue, in realtà. Mi appoggiai al muro con la schiena, avvertendo il freddo del metallo sulla pelle. Era piacevole, non lo negherò mai, probabilmente. Brividi da tutto il corpo. Era morta? A quanto pare, non aveva avuto possibilità. Era nata così. Morta. Altri brividi. Era tutto così costruito; tutto. Sospiro. Brivido. Una risata, in lontananza. “Aiutateci!”, mormorano. Ricomincia a piovere. Non smetterà più. Così fece l’errore di voltarsi e guardare la strada percorsa fino a quel momento: vide tutti gli ostacoli che riuscì a superare, anche se con un po’ di fatica; riconobbe i volti delle persone che la abbandonarono, lasciandola sola durante i tratti più difficili del suo cammino, e di quelle persone che invece la aiutarono e la sostennero quando scivolava o perdeva l’equilibrio. E poi vide lui e quei suoi occhi, enormi, scintillanti, lontani. Si stupì di essere riuscita a scorgerlo nonostante egli fosse nella penombra, credeva e sperava di non doverlo più rivedere. Rimase a fissarlo negli occhi, si immerse nella profondità di quel colore così incantevole, si perse nell’universo racchiuso in essi; penetrò nell’oscurità della pupilla per poi ritrovarsi a nuotare nell’oceano dell’iride. Quando distolse lo sguardo da quegli occhi, si accorse che una lacrima le stava rigando la guancia: sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto il ragazzo. Le lacrime continuavano a scorrere mentre il suo cuore batteva sempre più veloce: avrebbe voluto tornare indietro per poterlo abbracciare ancora, ma ormai lui apparteneva al passato. Allora, per un’ultima volta, gli sussurrò quelle parole che un tempo non si stancava mai di ripetergli, e che non era mai stufa di sentirsele dire. Quindi si voltò e riprese a camminare con più sicurezza, quando all’improvviso un soffio di vento le accarezzò il viso, le scompigliò i capelli e le portò all’orecchio le parole che quel ragazzo, che fu così importante per la sua vita a che decise senza preavviso di non farne più parte, le sussurrò un attimo prima che lei riprendesse la sua strada: un lieve e dolcissimo “Ti amo”. Ricordi di un futuro passato Liceo Scientifico Giovanni Marinelli Francesca Blarasin 5^H Micaela Petris 3^A mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 27 ENIGMISTICA 27 ORIZZONTALI: 1. Bagna la Svezia e la Finlandia (due parole) - 11. Il giornalino del Marinelli - 12. Onorevole in breve - 14. Il pronome dell'egocentrico - 15. Fiume dell'Inghilterra - 17. Animale che vive al Polo - 21. Poco più di niente - 23. Apparecchio di ricerca in valanga (sigla) 24. Il Marinelli...che canta - 28. Il Tullio, re di Roma - 29. Simbolo del nichel - 30. Il gruppo teatrale del Marinelli - 34. Organuli cellulari di forma allungata - 35. Località settentrionale dell'Argentina 36. La lingua dei trovatori - 38. Un aggeggio...scassato - 40. Simbolo del sodio - 41. Forma il perimetro - 42. Una storica famiglia circense - 44. E' popolato da animali - 45. Il Willer dei fumetti 46. Dove...a Parigi. VERTICALI: 1. Ampia senza aia - 2. La targa di Arezzo - 3. Lo fu Carlo Magno 4. Il nome dell'attore Wallach - 5. Un augurio a tutti i Marinelliani 6. Anno Domini - 7. Abbreviazione per lira - 8. Un testo sacro per gli Ebrei - 9. Chi è sicuro di sé ne ha molta - 10. Un lago del Nord America - 13. Se...in inglese - 16. Fu amata da Leandro - 18. Metà di oggi - 19. Parecchio raffreddato - 20. Di ambiente sterilizzato 22. Poesia di Montale - 25. Sono a capo di conventi - 26. Alessio che fu imperatore bizantino - 27. Roma senza vocali - 31. Unpo' impreciso - 32. La fine di Conrad - 33. Le consonanti in zero - 37. Il prenome di Cesare - 38. Lo statista del 'libretto rosso' - 39. Si cercava nel Klondike - 41. Due lettere di lezione - 43. Indica chi è trapassato. prof. Bruno Fontanini Liceo Scientifico Giovanni Marinelli mgg_bozza.qxd 21/05/2014 0.49 Pagina 28 La forza premente è quella che preme ma questa è roba da preludio, ragazzi! (Zampa S.) Ti friendzonano tutte? Dopo che hai offerto la cena ti ha lasciato solo con Federica? Gay is the way Che il tuo TEO ti fulmini! Lucio Bergomas #idolo Speriamo che l’audio c’è (cit.) La riconferma che Carlo (4E) è un poeta: “la nutella non è cioccolata, è nutella.” “Pronto famiglia Cavallo? Ah no, ho sbagliato stalla” (cit. Gabriele Coluccino 4E) In 5B c’è un ragazzo dagli occhi belli Io non sbaglio mai. Di solito non sbaglio mai. Zampa S. Lezione di inglese: “Fate attenzione ragazzi, non è che sto SPACCANDO il pelo E ora... L’oroscopo! ARIETE: Venerdì, osservando colline, scoprirete che gli alberi sono verdi come le foglie e vi sentirete molto meglio masticando qualche scorza di corteccia e sorseggiando clorofilla. Per il lavoro tutto bene. TORO: Attenti al muro: a sbatterci le corna fa male. In amicizia: resterete soli molto presto. Vi consiglio infusi di the verde a tutto spiano. GEMELLI: La vostra energia positiva vi permetterà di ricaricarvi, così poi sul lavoro riuscirete a fare tutto bene. Attenti a non parlare troppo: i crampi alla lingua non promettono bene per la primavera. CANCRO: Domenica qualche biblioteca vi crollerà addosso, con tutti i volumi sulla testa, ma non preoccupatevi perchè la risposta si trova nell'aria: accettate il peso della cultura. LEONE: Continuate a tentare di essere buoni, ma quando uscite dalle macchinette tendete a comportarvi da MESSAGGINI e OROSCOPO nell’uovo” We love prof. Muzzatti <3 Stavi meglio quando avevi la ricrescita Prof A.R. se ti mangi le caccole, almeno fanno con eleganza!!! Yes, we can… no, we kant. Gli ombrelli hanno le zampe! Non lo sapevate? (Zampa S.) De Liva (1E) non si da pacco alla squadra Nicolino non è swag! Se per ogni respiro “dovremmo” spendere energia… Alè (cit. C.) I popoli non sorgono, si installano (cit) [come le app] Il cucchiaino del caffè era ovviamente un messaggio subliminale Sbagliate così tanto che mi fate dire soo frasi da P r e l u d i o (ZampaS.) In bocca al lupo ai duri. State aspettando il momento buono per prendere in mano la vostra vita? Bè, non è proprio questo. Meglio se vi chiudete in casa per un po': farete del bene a voi stessi e a quelli che vi circondano. VERGINE: Guardando il cielo, quando vedrete un tramonto con l'arcobaleno e le stelle, troverete il vostro vero amore, e lo perderete subito. Tanta elemosina pioverà sul vostro lavoro. Attenti alle amicizie equivoche. BILANCIA: Questa volta il vostro peso sarà sbilanciato, al punto di diventare grassi e brutti. Occhio al diabete. Amori impossibili. SCORPIONE: In amore tutto ok, anche se ancora per poco...molto poco. Ma non preoccupatevi: l'influenza che vi prenderete giusto prima di partire per le vacanze sarà rigeneratrice. SAGGITARIO: Qualche insulto sul lavoro vi ferirà molto, ma voi camminate a testa alta: il senso della vostra vita si nasconde dietro Liceo Scientifico Giovanni Marinelli maturandi! “Chissà se gli emo sanno zappare?” W I MATTIAMMAZZO by una di teatro Giulia D. 5M sei molto carina Liuk 3F sei bellissimo!! By “sono tuo” padre Ciao io sono nessuno. Nessuno è perfetto. Quindi io sono perfetto. Lec 5^G ci mancherete! dalla 3^A Ciao Marinelliani! 27 W il gruppo di teatro ke è fighissimo Gruppo carnevale siete dei copioni Un kilowattora è un kilo di wat… in un’ora (Zampa S.) “Neve gelata o ghiaccio bagnato? Il secondo è più scivoloso, ovviamente” Edona sei bellissima! By Edona #ForeverAlone (Anche noi stimiamo Flavio, ma lui dice che vuole la sua privacy :P) alle nubi. Quindi aspettate il bel tempo. CAPRICORNO: Forse una decina di giorni a mungere mucche in una malga vi darà le risposte che cercate. Altrimenti provate con il libro delle risposte. O chiedetelo direttamente a vostra madre. Lavoro tutto bene. ACQUARIO: A breve uscirà il vostro film, anche se rischierete qualche accusa di tipo morale. Quindi sul lavoro tutto male, ma in amore diventerete più buoni e a giugno vi innamorerete. Le amicizie... deprimetevi, perchè non succederà nulla. Salute gravemente compromessa dalla poca igiene orale. Non è il vostro anno, e non ce ne frega niente. PESCI: L'acquario con cui vi sposerete vi donerà vita. Forse vi mangerà una balena, ma sopravviverete nella sua pancia. Forse non è ancora il momento della prova costume. Diventerete pescatori.
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