GIOVEDÌ 2 OTTOBRE 2014 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 Soluzioni semplici per proteggere bene la salute, la casa e il tenore di vita! e Vieni a scoprir su tri prodotti i nos p.it www.uniqagrou Champions League Giustizia Battaglia Juve a Madrid Vince l’Atletico di Simeone Divorzio breve, la legge pronta tra una settimana di Roberto Perrone, Mario Sconcerti e Paolo Tomaselli alle pagine 46 e 47 di Alessandra Arachi a pagina 19 L’Europa divisa Parigi si ribella ai vincoli di bilancio della Ue. Renzi: rispetteremo i patti, ma non bastano economia e tecnica Strappo francese, Merkel non ci sta Napolitano: «L’Italia supererà le sue debolezze». Il presidente Bce insiste sulle riforme FIGLI E FIGLIASTRI DELLE RIGIDITÀ La Francia ha annunciato che non rispetterà i vincoli europei sul deficit. La cancelliera Merkel: fate i compiti a casa. Renzi: rispetteremo i patti, ma non bastano economia e tecnica. Nel 1964 picco di nascite Oggi sempre meno di Danilo Taino da pagina 2 a pagina 5 L Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano IMAGOECONOMICA, ANSA / CLAUDIO ONORATI IL DISCORSO SKY, OLYCOM a decisione annunciata ieri da Parigi, unilateralmente, di volere ritardare di altri due anni il rientro del suo deficit pubblico nei limiti stabiliti dai patti europei è un passaggio destinato a testare la solidarietà tra i 18 partner dell’eurozona. A verificare la tolleranza reciproca che ancora esiste tra i Paesi al cuore della moneta unica, innanzitutto la Germania, e i cosiddetti periferici, tra i quali l’Italia e sempre più la Francia. Sarà una navigazione burrascosa. Già ieri, Angela Merkel ha ribadito che non ci può essere crescita senza conti pubblici in ordine: si può prevedere che la posizione di Berlino — ripresa poi a Bruxelles — nei prossimi giorni sarà anche più netta. Ciò nonostante, questa può essere l’occasione per introdurre una nuova dinamica nella gestione della crisi. Le regole europee di stabilità sono importantissime, ma non possono diventare il feticcio contro il quale schiantare l’eurozona se non si trova un punto di mediazione tra chi non lo sopporta e chi lo difende. Ed è la storia stessa dell’euro a indicare metodo e contenuto dell’approccio che Bruxelles e le capitali nazionali possono seguire per affrontare il momento critico di un’area in semi-recessione e vicina alla deflazione. Tra il 2003 e il 2004, proprio Germania e Francia decisero di non rispettare gli impegni presi con il Trattato di Maastricht sui loro deficit: segno che possono esserci passaggi economici e politici che in casi eccezionali spingono in quella direzione. E ciò che valse per due capitali dai muscoli robusti non può non valere oggi per altri se ciò ha una giustificazione. Berlino, però, usò lo spazio di bilancio conquistato per rendere meno dolorose le riforme, soprattutto del mercato del lavoro, che in quegli anni realizzò; Parigi non fece alcuna riforma strutturale. Una lettura dei patti europei flessibile per quel che riguarda i tempi in cui rispettarli potrebbe dunque avere un senso se legata a impegni precisi, contratti stipulati a Bruxelles tra Paesi, sulle riforme da fare ai livelli nazionali. I bimbi dell’anno record hanno 50 anni di Margherita De Bac e Dario Di Vico C inquant’anni fa il record di nascite, il 1964 del baby-boom. Oggi il tempo delle culle vuote, con il punto più basso di parti nel 2013. Il frutto di quel primato sono il milione e 35 mila italiani che in questo 2014 hanno finora tagliato il traguardo del 50°compleanno. Tra loro molti nomi celebri (nelle foto in alto da sinistra la cantautrice Paola Turci, gli attori Valeria Bruni Tedeschi e Antonio Albanese, l’ex calciatore ed allenatore Gianluca Vialli). a pagina 23 Praticamente il doppio degli appena 514.308 bebè nati nel 2013. continua a pagina 2 Una fatica d’Ercole rilanciare la crescita di Mario Draghi a pagina 5 9 771120 498008 41 0 0 2> ministri dell’Istruzione e dei Beni culturali hanno varato il progetto «Libriamoci»: una manifestazione di lettura ad alta voce nelle scuole che si svolgerà il 29, 30 e 31 ottobre. Per tre giorni, la parola si «librerà» nell’aria per provare a risollevare le statistiche, che mostrano un calo di lettori, in Italia, dal 49 al 43 per cento in soli tre anni, tra il 2011 e il 2013. A declamare pagine saranno scrittori, cantanti, attori, sportivi. A firmare la sospensione è il prefetto. Ma ad annunciarla a tutta Italia è il ministro Alfano. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris da oggi non lo è più per la legge Severino, che così prevede per chi ha una condanna per abuso d’ufficio. E lui: «Resisterò in strada». alle pagine 10 e 11 Breda Bufi, Piccolillo, Sarzanini a pagina 21 ● I CASI INTERNAZIONALI SICUREZZA: VIA LA DIRETTRICE LA CINA E LE LIBERTÀ NEGATE QUEL PASTICCIO HONG KONG, L’ALIBI ALLA CASA BIANCA DELLA STABILITÀ di Guido Olimpio di Guido Santevecchi I I l Secret Service, l’agenzia che deve tutelare e proteggere il presidente Barack Obama, ha mostrato falle paurose. E alla fine è arrivato il conto. La direttrice, Julia Pierson, si è dimessa. a pagina 12 STRATEGIE La guerra all’Isis (solo dal cielo) che non rassicura l’America di Massimo Gaggi «L’ Isis sta imparando rapidamente ad adattarsi ai bombardamenti aerei degli Usa e degli alleati: i soldati dello Stato islamico si nascondono, si muovono di notte, si mescolano coi civili». Giudizi allarmanti, pronunciati pesando bene le parole: vengono dal Pentagono dove il maggiore Jeffrey Harrigian ha ammesso durante un recente «briefing» coi giornalisti: «Abbiamo davanti un avversario molto intelligente». continua a pagina 27 Il sindaco de Magistris sospeso subito «Resisterò in strada» L’iniziativa del governo: tre giorni di pagine ad alta voce con scrittori, attori, calciatori I UNIQA Assicurazioni SpA - Milano - Aut. D.M. 5716 18/08/1966 (G.U. 217 01/09/1966) ● GIANNELLI Ritorno a scuola per far leggere i ragazzi di Antonella De Gregorio ANNO 139 - N. 233 capitalisti a Hong Kong sognano la socialdemocrazia, i comunisti (cinesi) difendono la stabilità del capitalismo di Hong Kong. Ma negando elezioni libere. Una bella contraddizione. a pagina 26 IL COMMENTO La parabola del giustizialista narcisista di Marco Demarco a pagina 26 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 2 Primo piano I conti pubblici La Francia annuncia che non rispetterà i vincoli Ue sul deficit: «Rigettiamo l’austerità». Merkel: «Fate i compiti a casa» Flessibilità, duello Parigi-Berlino Ai vertici DAL NOSTRO INVIATO Diventa frontale lo scontro in Europa tra la Francia, che pretende flessibilità nei vincoli di bilancio per poter rilanciare la crescita e l’occupazione con gli investimenti pubblici, e la Germania, determinata a imporre misure di austerità e rigore finanziario ai Paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie. La Commissione europea di Bruxelles si è subito schierata con la cancelliera tedesca di centrodestra, Angela Merkel, frenando le aspettative del presidente francese, il socialista François Hollande, apparso in passato spesso in linea con Matteo Renzi. Il ministro delle Finanze francese, il socialista Michel Sapin, ha annunciato di «rigettare l’austerità» raccomandata dalla Commissione e si è appellato al ciclo eco- BRUXELLES ● Il presidente della Commissione europea JeanClaude Juncker (in alto), è un sostenitore delle misure di austerità ● Il finlandese Jyrki Katainen (al centro), commissario Ue per gli Affari economici, sarà vicepresidente con la supervisione di tutti i dicasteri economici ❞ Il patto di Stabilità e crescita si chiama così perché non può esserci crescita senza finanze solide Cancelliera Angela Merkel (Afp) gno di riportare in ordine i conti pubblici. Prevedono tagli di spese per 50 miliardi entro il 2017. Ma vogliono più tempo da Bruxelles sul disavanzo di bilancio per non far pagare troppo la crisi ai francesi. «La nostra politica economica non cambia — ha spiegato Sapin —. Ma il deficit verrà ridotto più lentamente rispetto a quanto previsto a causa delle circostanze economiche: crescita molto debole e inflazione molto debole». Secondo il governo di Hollande il disavanzo dello Stato passerà dal 4,4% del Pil di quest’anno al 4,3% nel 2015, al 3,8% nel 2016 per scendere al 2,8% solo nel 2017, cioè sotto il livello massimo del 3% come preteso da Bruxelles. La Francia avrebbe dovuto rispettare l’obiettivo Ue l’anno prossimo, grazie a una precedente concessione di due anni aggiuntivi rispetto all’iniziale 2013, ottenuta sempre Moscovici, missione impossibile assediato dai «falchi» del rigore Il commissario francese difficilmente otterrà delle deroghe DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI L’uomo del giorno è Pier- re Moscovici, il francese che deve fingere di sapersi comportare da tedesco, il pluridiplomato tecnocrate (due lauree in economia e legge, poi Sciences Po e Ena) che da ministro ha lasciato correre il deficit francese facendosi bacchettare dalla Commissione e che adesso, indossata la casacca di commissario, è chiamato a una missione impossibile: dare una mano agli ex colleghi a Parigi almeno quanto il predecessore finlandese Olli Rehn fece con lui, e allo stesso tempo mostrarsi rigoroso per non irritare Berlino e magari perdere il posto. Moscovici, 57 anni, figlio di un grande sociologo romeno e di una psicanalista di origine polacca, questa mattina alle 9 si presterà all’esercizio dell’audizione davanti al Parlamento europeo. Tre ore di domande e risposte con le quali la commissione Econ (Affari economici) presieduta dall’italiano Roberto Gualtieri (Pd) verificherà se Mo- scovici merita davvero il posto di commissario agli Affari economici e monetari. L’ex ministro dell’Economia e delle finanze francese si è preparato con cura, e per evitare anche le più remote accuse di conflitto di interesse ha già dichiarato ufficialmente ogni sua attività passata e presente, compresa l’adesione alla Confraternita della Salsiccia di Boitchu (associazione di salumieri del suo collegio, a Montbéliard). ● L’editoriale IN EUROPA FIGLI E FIGLIASTRI DELLE RIGIDITÀ SEGUE DALLA PRIMA Un piano riformista europeo vincolante, approvato e monitorato da Bruxelles — come immaginato dal presidente della Bce Mario Draghi — in cambio di flessibilità è un’ipotesi che potrebbe evitare una scissione verticale all’interno dell’eurozona, la rottura ufficiale dell’asse Berlino-Parigi e vedere un ruolo attivo di Paesi come l’Italia che hanno bisogno sia di riforme sia di manovrare un po’ il bilancio. Fatti salvi i vincoli europei, che se venissero ripudiati creerebbero — come ha avvertito Draghi — sfiducia diffusa nei mercati e nell’economia. Il passaggio è stretto, la crisi è diventata del tutto politica e mette in difficoltà domestiche il presidente francese Hollande come la cancelliera Merkel. Se la situazione sfuggisse di mano, la stessa Bce finirebbe stretta tra veti nazionali incrociati, impossibilitata a realizzare le iniziative di stimolo che ha annunciato nelle settimane scorse. Chiamata forte per i leader europei. Danilo Taino © RIPRODUZIONE RISERVATA per la perdurante crisi economica. Merkel è contraria a ulteriori slittamenti. Li considera negativi per la credibilità finanziaria e per la stabilità della zona euro. «È importante che tutti rispettino i loro impegni e obblighi in modo credibile». Katainen ha rafforzato il concetto facendo sapere che il ruolo della Commissione è di «verificare se i piani di bilancio sono in linea con gli impegni presi dagli Stati». Da novembre al suo posto arriva il socialista francese Moscovici. Ma Merkel l’ha di fatto già depotenziato mettendogli sopra, al vertice della Commissione, tre suoi fedelissimi sostenitori delle misure di austerità: il presidente lussemburghese Jean-Claude Juncker e due vicepresidenti come Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis. Ivo Caizzi © RIPRODUZIONE RISERVATO Scrupolo lodevole, ma non è sulla saucisse che si attarderanno i parlamentari a Bruxelles. Davvero Moscovici può occuparsi dell’economia europea, visto lo stato in cui versa quella francese, da lui peraltro guidata fino all’aprile 2014? Juncker e Merkel si fidano talmente delle sue rassicurazioni — «tutelerò gli interessi dell’Europa intera, non della Francia» — che il socialista Moscovici dovrà riferire a due vicepresidenti del Partito popolare europeo campioni dell’austerità, il lettone Valdis Dombrovskis e il finlandese Jyrki Katainen. In particolare, ogni decisione di Moscovici sul budget degli Stati membri (quello della Francia presentato ieri viola ancora una volta i parametri di Maastricht) dovrà essere concordata prima con Dombrovskis. La faglia più volte negata a Parigi tra Europa del Nord (austerità) e del Sud (accento su crescita e lavoro) si sta allargando, e Pierre Moscovici si trova nella posizione più scomoda: in mezzo, e semiesautorato. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA ©T&CO. 2014 ● Il francese Pierre Moscovici sarà commissario per gli Affari economici Il retroscena nomico più negativo del previsto. A Parigi non vogliono che tagli alla spesa pubblica aggravino la situazione, come è accaduto in Grecia dopo aver seguito le ricette di Bruxelles. Sapin ha polemicamente chiesto all’Ue di imporre a Berlino di usare il suo «surplus» nell’interscambio commerciale per rilanciare la crescita della zona euro. La Commissione si è finora limitata a richiamare la Germania sul «surplus» in modo ben più blando rispetto ai Paesi con alto deficit. Merkel ha subito replicato chiedendo al governo di Hollande di «fare i compiti a casa», che per lei significa attuare misure di austerità. Il commissario Ue per gli Affari economici, il finlandese Jyrki Katainen, da sempre vicino alla cancelliera, ha schierato la Commissione con lei. A Parigi mantengono l’impe- INTRODUCING TIFFANY T MILANO VIA DELLA SPIGA, 19/A MILANO EXCELSIOR, GALLERIA DEL CORSO, 4 BOLOGNA GALLERIA CAVOUR, 9/A VERONA VIA MAZZINI, 6 PRESSO EXCELSIOR FIRENZE VIA DE’ TORNABUONI, 37/R ROMA VIA DEL BABUINO, 118 ROMA VIA COLA DI RIENZO, 173 PRESSO COIN 02 76022321 | TIFFANY.COM Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 3 Le previsioni per l’Eurozona IL DEFICIT 2014 In percentuale sul Pil 2015 La crescita del Pil Germania Italia Francia -1 -0,3 -2 -3 -3 -2,9 Italia Eurozona % del Pil 0 -4,4 -4,3 Francia IL CONFRONTO Il deficit sul Pil 0,6 0 -0,1 Germania 2015 2014 I dati per l’Italia, in % 1 -2,5 -2,3 Eurozona LE STIME DEL GOVERNO -4 Spagna -5,6 -6,1 -5 -1,6 -1,0 Grecia Portogallo Cipro -6 -4,0 -7 -2,5 -3 -5,8 -6,1 -2,9 -8 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: Eurostat, governo italiano e governo francese Scatto d’orgoglio: il Pd ha più voti della Cdu «Oggi sono stato tutto il giorno a occuparmi della legge di Stabilità, punto. Noi manterremo il vincolo del 3 per cento. Il 23 ottobre al Consiglio europeo di Bruxelles mi presenterò con le carte a posto, ma non perché avrò fatto i compiti a casa che chissà chi mi chiede, ma perché avrò fatto le riforme che gli elettori mi hanno chiesto nelle urne delle Europee»: Renzi non vuole farsi trovare impreparato, ma non vuole neanche soggiacere ai diktat dei «rigoristi» europei. Il premier è pronto ad andare a Bruxelles e a scontrarsi anche con la Germania pur di portare a casa il risultato. «Io stimo la Merkel», continua a dire. Ma è anche vero che la situazione è cambiata. David Cameron, da cui sarà oggi, e che pure non fa parte dell’euro, si tiene lontano dalla politica au- adesso è la politica che «conta e i tecnocrati non contano più». Ma ciò nonostante, al contrario della Francia, l’Italia «manterrà il vincolo del tre per Scontro in vista Il premier è pronto ad andare a Bruxelles e a scontrarsi anche con la Germania stera inaugurata nella Ue, Hollande ha annunciato che sforerà senza se e senza ma. Insomma, ormai il premier, che pure non oltrepasserà la fatidica soglia del 3 per cento, qualche alleato in più ce l’ha. Senza contare che, come ha rivendicato anche l’altra sera, nella Direzione del suo partito, il Pd ha preso più voti della Cdu. E questo sul tavolo della Ue qualcosa dovrà pur contare. Certo, visto dall’Europa e dal mondo il Pd di fronte alla Cdu è piccola cosa, ma nel consesso europeo quei voti in più valgono. «Il mondo — dice Renzi — chiede politica, non bastano l’economia e la tecnica. Occorre la buona politica». Un richiamo, nemmeno tanto implicito, alle politiche ultrarigoriste che la Germania ha imposto all’Europa. «Torna l’Italia», avverte il premier. Come a dire, scordatevi dei governi tecnici o simil tecnici a cui vi siete abituati finora, perché A Londra ● A Downing Street A sei mesi dalla sua prima visita, Renzi torna a Londra. In mattinata l’incontro con Cameron, leader distante dalla politica austera inaugurata nella Ue ● Nella City La giornata londinese prosegue con la visita all’Economist e al Financial Times e si conclude nel pomeriggio con un intervento alla Guildhall, il cuore della City. Il premier illustrerà alla stampa finanziaria e agli investitori il cambiamento in corso in Italia: riforme e stato di avanzamento dei lavori 2013 2014 Corriere della Sera Renzi ha più alleati E rilancia la politica contro i tecnocrati ROMA 2012 Lo scenario dell’Unione cento»: «da quel dato non ci muoveremo». Ovvio. Perché è ciò che gli serve per condurre lo scontro con Bruxelles al prossimo consiglio europeo. Anche perché, per decisione sua e di Padoan, comunicata a Napolitano già da una ventina di giorni, la legge di stabilità non punterà a rispettare il pareggio di bilancio calcolato al netto delle fluttuazioni dell’economia. È da tempo che sia il premier che il ministro dell’Economia hanno deciso di non ridurre il deficit e di non far scendere il debito. Perché punteranno tutti i soldi della legge di Stabilità sulla crescita. E non si sta parlando solo del bonus di 80 euro. Ma punteranno anche sulla riduzione del costo del lavoro che è l’altro punto su cui Renzi si gioca la partita della vita. «La battaglia per la flessibilità ci permette di stare per tre anni alle nostre condizioni e ci consente di scambiare flessibilità con riforme, facilitando il piano europeo di investimenti da trecento miliardi». E siccome di Europa si parla, e di Italia vincente in Europa, era inevitabile la telefonata di congratulazioni a capitan Totti: «Sei un grande». E su questo non ci sono altri commenti da fare. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Ognuno fa per sé E a Bruxelles c’è vuoto ai vertici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES Niente «liberi tutti», niente addii all’austerità: rispettate gli impegni presi con l’Europa, fa sapere Bruxelles a Francia e Italia, che in casa propria vorrebbero tagliare le tasse e spendere di più, per togliere fiato alla recessione. Nessuno lo dice apertamente, ma sarebbe l’addio all’austerità, forse il funerale del Fiscal Compact. E di tutto ciò su cui veglia Berlino, custode del rigore. «Rispettare gli impegni», dice Angela Merkel. Gli appelli partiti da Roma e Parigi sono potenzialmente dirompenti, forse già una tentazione per altre capitali. Parigi, con il suo deficit quasi a briglia sciolta, rischia probabilmente una procedura di infrazione — se non altro come esempio per tutti — ma oltre a Roma la fiancheggiano Atene, Madrid, Lisbona, forse altri ancora. L’Europa unita non è mai apparsa così poco unita. Anche se poi si negozierà, e quasi certamente si troverà un compromesso. Il pareggio di bilancio italiano rimandato al 2017? Per ora niente commenti, risponde sorniona la Commissione europea, si vedrà se corrisponderà alle raccomandazioni Ue. Traduzione: no. O più precisamente, nelle parole di Simon O’Connor, portavoce del Commissario Ue agli affari economici e finanziari, Jyrki Katainen: «La nostra posizione è che gli impegni vanno rispettati». Il deficit francese sotto i limiti Ue (3% del Pil) solo nel 2017 e non già oggi? Valuteremo, risponde ancora la Commissione, l’importante è che si rispetti il patto di Stabilità della Ue: traduzione, no al quadrato. Così la ruota della storia compie un giro completo: 11 anni fa, nel 2003, proprio Berlino e non Roma o Madrid capeggiava almeno teoricamente la lista dei futuri Pigs, i governi-porcellini incontinenti e spendaccioni che sarebbero poi stati raggruppati sotto quella sigla (Portogallo, Irlanda — o Italia — Grecia e Spagna). Oggi sembra incredibile, ma fu proprio così: nel 2003, Germania e Francia furono additate dalla Commissione europea guidata da Romano Prodi per aver infranto i tetti imposti al deficit di bilancio dal patto di Stabilità e crescita, e dal suo pilastro, il Trattato di Maastricht. Era quello, ribadì Bruxelles, il nocciolo duro della comunità, la ragione del suo stare insieme. Berlino lo incrinava? Doveva pagare. Era già pronta e infiocchettata, la procedura di infrazione voluta dalla Commissione europea: ma quell’artiglio si trasformò in zampetta, e poi in piuma, quando l’Eurogruppo decise che certe infrazioni non sono tutto sommato dei peccati mortali, e bloccò sul nascere la stessa procedura. Se sei la prima potenza manifatturiera d’Europa, il primo della classe, è difficile che i Lucignoli degli ultimi banchi ti portino dal preside, anche se hai rotto un po’ di gessetti. La Germania si rimise poi in sella, facendo e non solo promettendo le riforme strutturali; la Francia pure, ma ricascò malamente. E l’ex piuma, tornata artiglio e frusta, punì i minori dei Pigs, come Grecia e Portogallo. Il 15 ottobre, tutte le leggi nazionali di Stabilità riviste e corrette giungeranno a Bruxelles, e allora si capirà di più. Nel frattempo, come se non bastasse il nebbione generale, ecco la solare certezza di David Cameron, premier britannico: «Dall’Europa otterrò quello che serve alla Gran Bretagna». Che poi, sostituendo di volta in volta la parola «Gran Bretagna», è esattamente quello che sperano tutti gli altri, ognuno per sé. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 4 Primo piano Il bilancio dello Stato Napolitano: l’Italia supererà le sue debolezze Il capo dello Stato ai banchieri centrali della Bce: impegnati a superare le nostre fragilità strutturali Draghi: necessario ridare fiducia a imprese e cittadini. «Le sfide? Occupazione, crescita, bassa inflazione» L’agenda ● Ieri il Consiglio direttivo della Banca centrale europea presieduto da Mario Draghi, è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ● A Napoli si tiene oggi la riunione periodica del Consiglio della Bce. Si regolamentera nno gli acquisti di prestiti cartolarizzati da parte di Francoforte Il vertice DALLA NOSTRA INVIATA «L’Italia supererà le sue debolezze»: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rassicura così l’intero Consiglio direttivo della Bce che riceve a Villa Rosebery. Intervengono il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, padrone di casa della riunione a Napoli della Banca centrale europea, il presidente della stessa Bce, Mario Draghi, e il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer. L’Italia, aggiunge Napolitano, «intende portare avanti con determinazione e accelerare un chiaro impegno di superamento di sue debolezze strutturali, a cominciare dall’elevato debito pubblico». La sfida «numero uno è aprire un nuovo sentiero di forte e sostenibile crescita in Europa. La nostra principale preoccupazione è naturalmente l’altissimo tasso di disoccupazione raggiunto nell’area euro e soprattutto in alcuni Paesi come l’Italia. Preoccupazione per il presente ma anche in una prospettiva più lunga». Sul compito «erculeo» di rilanciare la crescita, che si può affrontare solo sviluppando gli investimenti, e ridurre la disoccupazione insiste anche Draghi intervenendo alla cena di avvio nella Sala degli Ercoli a Palazzo NAPOLI 12,6 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il numero uno della Bce Mario Draghi, alla sua sinistra, e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ieri a Napoli in occasione dell’incontro con il Consiglio direttivo dell’Eurotower. Il titolare del Colle ha indicato come priorità la creazione di lavoro (Ansa) per cento la disoccupazione prevista in Italia dal Def per il 2014 -0,3 per cento il Prodotto interno lordo nel 2014 secondo il Def 3 per cento il rapporto tra deficit e reddito nazionale previsto per l’anno corrente Reale della riunione del Consiglio direttivo che proseguirà oggi. Il presidente dell’Eurotower, che si è intrattenuto più a lungo con Napolitano, raccoglie anche il richiamo del capo dello Stato per un’iniziativa europea, pur senza tralasciare le specificità italiane legate all’esigenza di riforme strutturali. «Le priorità europee sono anche quelle dell’Italia» afferma, ribadendo che è essenziale «riportare la fiducia» nelle imprese e nei cittadi- Discorso Al Palazzo Reale di Napoli Draghi ha detto che la Bce è anche la banca centrale dell’Italia ni sul futuro dei conti pubblici. Non è un problema di regole o di flessibilità, chiarisce. «Non dovremmo sederci agli opposti lati del tavolo come nemici. Ma dovremmo tutti sederci allo stesso lato del tavolo, con le nostre sfide — alta disoccupazione, bassa crescita e bassa inflazione — dall’altra parte». Anche Visco ha svolto un breve saluto, sottolineando come la Bce abbia dimostrato di essere pronta, se necessario «a imboc- care strade inesplorate. Il nostro pensiero e i nostri sforzi, a Roma e a Francoforte devono essere sempre rivolti al benessere delle persone e non ai parametri di formule astratti». Napolitano, Draghi e Visco parlano della coesione europea, ma intanto, mentre a Bruxelles si consuma lo strappo della Francia rispetto al patto di Stabilità, al Consiglio direttivo della Bce si potrebbe oggi accentuare la differenziazione di posizioni dei Paesi più rigidi, Germania in testa, e quelli meno severi, tra cui Italia e Francia. Tanto più che la discussione, e le decisioni, attese per questa riunione, riguarderanno il piano di acquisto di covered bond, obbligazioni bancarie garantite, e di Abs, cioè di titoli cartolarizzati rappresentativi di prestiti alle imprese e alle famiglie, che non convincono in primo luogo la Bundesbank e il suo presidente Jens Weidmann. Il quale solo una settimana fa ha ribadito il suo no all’eventuale garanzia pubblica per gli Abs non di prima qualità. Un’ipotesi questa, invece, che, come ha confermato al Corriere il ministro Pier Carlo Padoan — che ieri ha partecipato alla cena a Palazzo Reale — è allo studio di ministero dell’Economia e Banca d’Italia. S. Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA La paura di Napoli, a Capodimonte arrivano i «Block Bce» NAPOLI Dovrebbero essere circa in tremila a sfilare stamattina a Napoli contro il vertice della Banca centrale europea. Centri sociali, liste di disoccupati, studenti e rappresentanze di antagonisti in arrivo da Roma oltre che da Puglia e Calabria. I No tav non ci saranno, non quelli delle valli, almeno, ma la loro bandiera dovrebbe sventolare lo stesso: la tireranno fuori dagli armadi dei centri sociali napoletani, dove ne tengono conservate un paio. La manifestazione l’hanno chiamata «Block Bce». Un po’ 2.000 gli operatori della sicurezza coinvolti per garantire lo svolgimento del vertice della Banca centrale europea a Napoli per dichiarare l’intenzione — che tale rimarrà — di bloccare il vertice, e un po’ per evocare l’ombra dei Black bloc, entità vaga buona per qualsiasi disordine che però stamattina non è previsto che compaia. I manifestanti saranno sorvegliati da uno schieramento di forze dell’ordine talmente imponente (sono stati inviati rinforzi da Roma e da altre città) da creare un rapporto di quasi uno a uno: dovrebbe bastare questo a indurre tutti a stare calmi, ma tra i responsabili dell’ordine pubblico si nutrono ugualmente timori che nem- meno questo basti. Gli organizzatori, che nei giorni scorsi hanno chiesto l’autorizzazione in questura e di fatto l’hanno ottenuta (formalmente il questore non può autorizzare un corteo ma può vietarlo per motivi di ordine pubblico e in questo caso non l’ha fatto), sanno bene che c’è un itinerario concordato: si sfilerà nella zona di Capodimonte, quindi la stessa in cui si svolge il vertice, ma bisognerà tenersi alla larga dalla strada che porta verso la Reggia in cui sono riuniti i diciotto governatori. E sarà quando il corteo giungerà all’imbocco di quella strada il momento cruciale di tutta la mattinata. Se lì qualcuno tenterà di passare dovrà essere fermato. Con le capacità di mediazione dei funzionari della Digos di Napoli che hanno grandissima esperienza nella gestione della piazza, ma se non dovesse bastare, anche fisicamente. Una eventualità che però non conviene a nessuno: Napoli oggi è blindata, e la zona di Capodimonte poco si presta a blitz violenti: è un’area molto ampia e spaziosa, mancano stradine in cui dileguarsi dopo aver colpito, e uno scontro in campo aperto, visti i rapporti di forza, rappresenterebbe un suicidio per i manifestanti. Il buon senso, quindi, dovrebbe fare escludere pericolose escalation. L’esperienza, però, fa temere ugualmente. Fulvio Bufi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 5 Il fabbisogno statale Valori in milioni di euro 2012 2013 2014 La legge di Stabilità, che deve essere definita e inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre, dovrebbe avere un’entità fra i 15 e i 20 miliardi di euro. +20.000 7 miliardi 0 -20.000 per la stabilizzazione del bonus da 80 euro 2 calo del costo del lavoro 1 per la scuola -40.000 -60.000 68,6 -80.000 miliardi Settembre 2014 -100.000 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov 1,5 nuovi ammortizzatori sociali 4-5 di spese indifferibili, dai nuovi fondi per la cassa in deroga, alle missioni estere al 5 per mille Dic Corriere della Sera Spunta la clausola sui conti statali Il deficit garantito da aumenti Iva In calo il fabbisogno dei primi 9 mesi. Missione a Bruxelles del direttore del Tesoro Una nuova procedura per deficit eccessivo, dovuta al mancato rispetto della regola sul debito, il «braccio preventivo» del sistema di sorveglianza, ma anche una procedura dovuta alla permanenza di «squilibri macroeconomici» strutturali. Con il rinvio del pareggio di bilancio al 2017 l’Italia, questa volta, corre un rischio doppio con la Ue. E visto che lo strappo della Francia sui tempi di rientro del deficit rischia di complicare ulteriormente le cose, rafforzando la linea del rigore, il governo sta intensificando al massimo la sua azione diplomatica. E offre alla Ue, in cambio di flessibilità, la blindatura dei conti del futuro: un aumento ROMA dell’Iva e delle imposte indirette di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 nel 2017 e 21,4 nel 2018 che scatteranno per garantire e mantenere il pareggio di bilancio. Dopo la visita del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, mercoledì scorso, al neopresidente della Commissione, ieri a Bruxelles il direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, ha incontrato riservatamente il direttore generale degli Affari economici della Commissione, l’italiano Marco Buti, al quale ha consegnato l’aggiornamento del Def approvato martedì dal governo. E nonostante i rapporti con Bruxelles siano stati quotidiani in questi ultimi giorni, non deve aver Il discorso di Mario Draghi* Il testo ● Riportiamo qui la traduzione di uno stralcio dell’intervento del governatore della Bce Mario Draghi ieri sera a Napoli. Il discorso di saluto è stato pronunciato durante la cena di gala che si è svolta al Palazzo Reale in occasione del Consiglio Bce Noi siamo la banca centrale della zona euro, e pertanto siamo anche la banca centrale per l’Italia, anche se i nostri incontri si svolgono solitamente a Francoforte. Non è la prima volta che il Consiglio direttivo della Bce si è radunato in Italia. (...) Ritrovarci oggi a Napoli ci offre la terza occasione di avvicinare la Bce a un’altra regione italiana. Le manifestazioni annunciate per domani, non lontano dalla sede dell’incontro, ci ricordano le difficoltà che stiamo attraversando nello sforzo di superare i molti aspetti della crisi. (...) Siamo qui raccolti stasera nel Salone d’Ercole, una sede che ben si addice alla nostra attuale situazione. Nel nostro ruolo istituzionale sia in Italia che nella zona euro, spesso ci rendiamo conto di dover affrontare una fatica di Ercole per rilanciare la crescita e ridurre la disoccupazione. E proprio come Ercole quando si ritrovò a combattere contro l’Idra, anche noi abbiamo l’impressione, non appena superata una sfida — come la crisi del debito sovrano — che di colpo ne spuntino fuori altre due — come la bassa inflazione e una debole ripresa. tratto una buona impressione se, nelle stesse ore, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, ammetteva in Parlamento che «i commissari sembrano pensarla in modo diverso su un’applicazione più intelligente del patto Ue». Per giunta, sembra di capire, il giudizio sui conti italiani lo darebbe la Commissione uscente entro fine ottobre, e non la nuova L’obiettivo Nel 2015 una manovra espansiva finanziata in deficit per circa una decina di miliardi che si insedierà a inizio novembre. Per ora il governo rimane sulla sua posizione, che sposta al 2017 il pareggio di bilancio e punta per il 2015 ad una manovra espansiva finanziata in deficit per una decina di miliardi di euro, per favorire la crescita dell’economia, di nuovo in recessione. «Senza una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale sarebbe a rischio» scrive Padoan nell’aggiornamento del Def. Per rispettare il programma di riduzione del deficit concordato a suo tempo, nel 2015 sarebbe servita una manovra netta da 15 miliardi, che avrebbe tolto altri 3 decimi alla crescita del Pil. E se si dovesse ri- Draghi: la fatica di Ercole per rilanciare l’Europa Se mi consentite di estendere la metafora, vorrei ricordare in che modo Ercole riuscì a sconfiggere l’Idra: man mano che tagliava una testa, il nipote ne cauterizzava il collo. In altre parole, Ercole aveva capito che bisognava affrontare il problema sia in superficie che alla radice. Ed è proprio quello che occorre fare oggi nell’area euro. Siamo davanti, nello stesso momento, a un problema ciclico, cioè una domanda troppo bassa, e a una sfida strutturale, ovvero una crescita potenziale troppo bassa. Ma solo affrontando contemporaneamente i vari problemi potremo generare una ripresa sostenuta, assicurandoci che nessuna nuova «testa dell’Idra» rispunti all’improvviso da quella appena mozzata. Questo significa che ciascuna istituzione è chiamata a svolgere i propri compiti e a rispettare gli impegni. Per la Bce, abbiamo il dovere di tener fede al nostro principale impegno, che è quello di riportare l’inflazione sul 2 per cento, per quanto possibile. Discuteremo domani come possiamo avvicinarci a questo obiettivo. Tuttavia, ne sono certo, siamo tutti d’accordo sul fatto che la politica monetaria, da sola, non è in gra- do di restituire la fiducia e di riportare l’area euro verso la crescita. A questo punto del ciclo, la chiave per una ripresa sostenuta sta in un incremento degli investimenti. La politica monetaria può svolgere un ruolo in questo, abbassando il costo del capitale. Ma gli investimenti dipendono anche dalla certezza riguardo le finanze pubbliche. Una riduzione dei tassi di interesse non incoraggerà le aziende a prendere denaro in prestito per investire, se i loro margini di profitto vengono erosi da una fiscalità più pesante, o divorati da costi nascosti generati da normative superflue. Pertanto, anche le politiche fiscali e strutturali dovranno fare la loro parte. Il problema principale in questo momento è davvero quello di ricostruire la fiducia, che è fondata sul rispetto delle regole e sulla creazione di certezze. È solo quando si sentono fiduciose nelle finanze pubbliche e nella crescita del domani, che le aziende sono pronte a investire oggi. In tal senso, la fiducia è ciò che consente di anticipare al presente gli effetti positivi a medio termine delle riforme, riducendo così i loro costi a breve termine. Voglio essere chiaro: il rispetto Carriera Mario Draghi è il presidente della Banca centrale europea dal novembre 2011. In precedenza (2006-2011) è stato governatore della Banca d’Italia ● Il commento spettare anche la regola di riduzione del debito sarebbe stata necessaria una manovra monstre da 35 miliardi di euro, che avrebbe ridotto il Pil di altri 0,8 punti. Cosa «né fattibile, né auspicabile» dice il Tesoro. Meglio invocare le circostanze eccezionali, innegabili, sperare in un atteggiamento diverso della Ue e blindare il bilancio del futuro. Nella legge di Stabilità ci sarà dunque la clausola di salvaguardia che prevede aumenti dell’Iva molto consistenti. Ed evitabili solo con misure compensative. Si farà affidamento sui tagli di spesa, ma anche su un maggior recupero dell’evasione fiscale, stimata dal Tesoro in 91 miliardi l’anno, che crescerà già nel 2014 (11 miliardi contro i 10 previsti). Ieri, intanto il Tesoro ha diffuso i dati del fabbisogno dei primi 9 mesi del 2014, in calo rispetto all’anno scorso. Anche se quest’anno il deficit (3% del Pil) dovrebbe essere di poco superiore a quello del 2013 (2,8%). Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA delle regole non è un ostacolo alle riforme. A condizione che i Paesi si dotino di posizioni fiscali sufficientemente solide, il Patto contiene già la flessibilità necessaria per gestire i potenziali costi di bilancio delle riforme strutturali. Ma è anche importante sottolineare che questa interazione va in entrambe le direzioni. Mentre le politiche fiscali possono anche sostenere le riforme strutturali, le riforme strutturali sono essenziali per sostenere le politiche fiscali. Con un debito pubblico eccessivo in molti Paesi dell’area euro, solo attraverso le riforme strutturali — che rilanciano la crescita potenziale, e quindi la sostenibilità del debito — noi possiamo creare gli spazi necessari per ricorrere alla politica fiscale in futuro. (...) Pertanto, come ha detto Jean Monnet, non dobbiamo sederci ai lati opposti del tavolo in veste di nemici, bensì tutti come partner dallo stesso lato, mentre le nostre sfide — disoccupazione elevata, bassa crescita e bassa inflazione — saranno dall’altro lato del tavolo. La tavola europea non è un tavolo di negoziati dove ciascun Paese, ciascuna istituzione riversa i suoi problemi. Dovrebbe essere invece un tavolo di famiglia, dove ci raccogliamo tutti alla ricerca di soluzioni per i nostri problemi comuni. *presidente della Bce ( traduzione di Rita Baldassarre-Corriere della Sera) Francoforte, i prestiti e la strada stretta del governo sul Tfr di Stefania Tamburello L’ idea lanciata da Matteo Renzi di utilizzare i prestiti della Bce alle banche italiane per consentire alle piccole imprese di mettere in busta paga ai dipendenti il Tfr, apre non pochi dubbi di carattere tecnico. Innanzitutto i prestiti di cui si parla, il programma di Tltro, sono finalizzati alla concessione di finanziamenti alle imprese per sostenere l’economia e quindi per progetti produttivi. Lo stesso presidente della Bce, Mario Draghi ha sottolineato come la distribuzione di liquidità alle banche a tassi vantaggiosissimi, lo 0,15%, debba essere indirizzata a facilitare l’accesso al credito così da incentivare investimenti in grado di sostenere la domanda e far ripartire salari e prezzi. È pur vero però che la Bce non entra così nel dettaglio delle condizioni di concessione dei prestiti, lasciando alle banche il compito «di far bene il loro mestiere». Che potrebbe anche essere quello di finanziare una piccola impresa sana, costretta a rinunciare alla fonte di autofinanziamento costituito appunto dall’accumulo del Tfr. Tutto dipenderà da come verrà formulata la proposta del governo. «Bisogna prima capire bene la proposta e il meccanismo complessivo» dice l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, chiarendo che secondo lui «quello di Renzi più che una richiesta tecnica è un messaggio: avete preso questi soldi a prezzo competitivo, adesso usateli». Cosa comunque non facile visto che Ghizzoni rivela come l’Unicredit abbia raccolto finora dalle imprese manifestazioni di interesse per soli 3 miliardi sui 7,7 ricevuti dalla Bce con la prima tranche di Tltro. Quanto infine al Tfr, viene rivalutato dall’azienda l’1,5% annuo più il 70% del tasso d’inflazione che al momento è ininfluente. Difficilmente il finanziamento di una banca, che calcola con selettività il merito del credito, potrebbe essere così basso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 6 Politica Articolo 18, c’è il «paracadute» sociale Il governo prende tempo sui correttivi Dietro le quinte E ora Bruno vuole occuparsi di Italicum Donato Bruno (FI) rinuncia alla corsa per la Consulta (ha fatto il beau geste, con tanto di telefonata a Berlusconi) però, ora che è certa la sua permanenza in Parlamento, potrebbe riconquistare il posto ambito di correlatore della legge elettorale a Palazzo Madama, insieme a Doris Lo Moro (Pd). Il vecchio tandem Pd-FI sull’Italicum, tuttavia, non piace all’Ncd di Angelino Alfano, che teme di rimanere schiacciato dal «patto del Nazareno» anche in I commissione, dove si limeranno le soglie e si metterà mano al sistema di scelta dei candidati. Con Bruno alla Corte, la soluzione naturale sarebbe stata quella di affidare il ruolo del relatore al presidente della commissione, Anna Finocchiaro (Pd). (Dino Martirano) © RIPRODUZIONE RISERVATA Zaccariotto, per la Lega un caso a Venezia Autunno veneziano. Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia strappata alla sinistra dopo decenni, non ha rinnovato la tessera della Lega (lo racconta il Corriere del Veneto) per dissapori con il segretario Flavio Tosi. E auspica primarie del centrodestra per trovare il sindaco. Il centrodestra attende chissà quale Cavaliere Bianco. Ma in sua assenza, annuisce: «Una candidatura credibile». I guai arrivano parlando con la Lega: «Non è la nostra candidata». Fine? Mai dire mai. Matteo Salvini, il capo dei leghisti, è assai meno tranciante: «L’ho appena sentita. La Zaccariotto è una risorsa vera. Con lei si può giocare per vincere». (Marco Cremonesi) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il tweet sfuggito E la lista Tsipras rinuncia al blogger Il Gruppo della sinistra all’Europarlamento (dove siede anche la Lista Tsipras) ha ammesso l’errore: il blogger egiziano Alla Abdel Fattah, che su Twitter aveva invocato l’uccisione «di un buon numero di israeliani», non può essere proposto per il premio Sakharov. La presidente del gruppo ieri ha convocato una riunione e, all’unanimità, è stata decisa la marcia indietro. Sempre all’unanimità, qualche giorno prima, il gruppo aveva scelto il blogger: «Ma ci era sfuggito quel tweet» dicono ora a Bruxelles. (Massimo Rebotti) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ipotesi di partire dai lavoratori senza figli nei licenziamenti economici Il governo frena sull’emendamento che dovrebbe modificare le regole per i licenziamenti nel Jobs act, la riforma del lavoro all’esame del Senato. E in parallelo studia una clausola che potrebbe attutire l’impatto sociale del nuovo articolo 18. Ad approfondire questo capitolo, una new entry rispetto ai temi discussi finora, è Veronica De Romanis, uno degli economisti che Matteo Renzi ha portato questa estate nella sua squadra. La clausola riguarda i cosiddetti licenziamenti economici, quelli che dipendono dall’andamento negativo dell’azienda. E dice che quando un’impresa decide di licenziare deve partire dai lavoratori socialmente meno deboli: chi ha una famiglia a carico, ad esempio, rischierebbe meno di chi non ha figli. Questa strada viene seguita in Italia per i licenziamenti collettivi, quando in caso di crisi le procedure vengono concordate con i sindacati. Trasferirla anche ai licenziamenti individuali, regolati dall’articolo 18, significherebbe seguire il modello della Germania. Un Paese che la stessa De Romanis conosce bene, avendoci vissuto per alcuni anni e sul quale ha scritto paio di saggi. E anche un dettaglio che spiega quel «modello tedesco» sul quale lo stesso Renzi ha insistito più volte parlando proprio di lavoro. Resta però da vedere dove e quando la clausola potrebbe materializzarsi. Sembra perdere quotazioni l’emendamento che il governo dovrebbe presentare per portare dentro il Jobs act il documento votato lunedì scorso nella direzione del ROMA La vicenda ● Dopo il voto alla direzione nazionale del Pd si apre nel governo un dibattito sull’ipotesi di preparare un emendamento al disegno di legge delega sul mercato del lavoro che inglobi le modifiche all’articolo 18 promosse dal premier Matteo Renzi ● Questo emendamento potrebbe anche diventare solo un ordine del giorno, ossia un semplice impegno preso davanti al Parlamento: una soluzione gradita ai centristi dell’Ncd, determinanti con i loro voti per far passare la riforma in Senato Italia mia Pd. Il governo si è impegnato a mantenere aperta la strada del reintegro per i cosiddetti licenziamenti disciplinari, quelli che dipendono dal comportamento del lavoratore. Era questa l’apertura che lo stesso Renzi aveva gettato fra i piedi della minoranza del partito, pur rivendicando poi di aver fatto passare la sua linea. Ma l’emendamento in questione potreb- be essere «degradato» a semplice ordine del giorno: non una vera e propria modifica delle legge, ma un semplice impegno politico preso davanti al Parlamento che potrebbe anche essere lasciato cadere successivamente nel vuoto. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti lascia tutte le porte aperte: «Ci stiamo ancora ragionando sopra». Il «suo» sot- In Aula Da sinistra il sottosegretario Bellanova, il ministro del Lavoro Poletti, il vicepresidente del Senato Gasparri, il ministro della Difesa Pinotti (Benvegnù) Le parole di Vecchio, ma Scelta civica si dissocia Camera, attacco ai commessi. Boldrini li difende I commessi d’Aula? Per il deputato di Scelta civica Andrea Vecchio sono dei «protetti dalla politica, ridicolmente vestiti in livrea come dei camerieri, grottescamente remissivi e servizievoli con i cosiddetti onorevoli, e che per questa loro mansuetudine bovina percepiscono buste paga da sogno». Parole da cui ha preso le distanze Scelta civica e che hanno scatenato la reazione di Laura Boldrini: «Vecchio si permette espressioni offensive con le quali, pur di ottenere facile clamore, non esita a gettare fango su chi lavora per le Istituzioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Le larghe intese ambigue nella politica delle proroghe di Corrado Stajano C hissà perché, vien detto con sicumera, non esiste alcuna alternativa politica a Renzi. Sembra quasi un dogma. Assoluto, intoccabile. O forse è soltanto un lamento di chi al ragionamento, al dovere di studiare passato e presente, preferisce l’eterna delega al salvatore del momento. Renzi viene rappresentato come l’uomo dello stato di necessità, l’ultima spiaggia, il bagnasciuga. Dopo di lui il diluvio. Adesso che la sua corda, si ha l’impressione, comincia a sfilacciarsi, accanto alle critiche autorevoli affiorano anche i dubbi degli umili cittadini, forse suoi elettori. Le promesse, infatti, sono rimaste tali, la demagogia spicciola non risolve i problemi, nulla è accaduto, o quasi. Le riforme da fare in quattro e quattr’otto, strombazzate come da un altoparlante issato sul carretto in una fiera di paese — è arrivato lui a cambiare l’Italia — sono state via via prorogate nel tempo. I 100 giorni sono già diventati 1.000 e hanno cominciato a suscitare sospetti. E anche i famosi 80 euro (speriamo che abbiano veramente un seguito) sono serviti a poco, i consumi non sono risaliti, chi ha avuto i soldi ha pagato una bolletta o li ha nascosti sotto il materasso, riserva segreta per quel che può accadere, come in tempo di guerra. I motivati attacchi al presidente del Consiglio degli ultimi giorni, si è detto, hanno puntato sul suo carattere, tra il «Corriere dei piccoli» e i macchiaioli toscani, alla Renato Fucini, sul suo modo di porgere, non sul suo modo di governare. Si dimentica che quella di Renzi è la politica dell’io. Intorno a lui si muovono, con poche eccezioni — Padoan e qualcun altro — figure nere su uno sfondo nero che contano poco o nulla e in questi mesi hanno rivelato a chi non se ne fosse accorto la povertà culturale e politica della classe dirigente incapace di comprendere, sembra, che l’Italia è un Paese stanco, angosciato, con energie positive la- tosegretario Teresa Bellanova parla di «emendamento oppure ordine del giorno». Mentre il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi dice che si potrebbe anche «ritenere sufficiente il testo della delega e tradurre l’accordo politico nei decreti delegati». Una strada, questa, che piacerebbe molto a Ncd, decisiva al Senato per far passare la riforma. Non è solo un modo per prendere tempo, visto che in Aula si voterà la settimana prossima. Ma una strategia per aggirare il conflitto. Di fatto significherebbe rinviare la questione dei licenziamenti alle norme attuative, che spettano al governo e passano in Parlamento solo per un parere. La minoranza del Pd avrebbe meno armi per far pesare le sue perplessità. Lorenzo Salvia lorenzosalvia sciate in un angolo. Può suscitare passione, emozione, voglia di fare, di prender parte, la politica dei tweet, delle slide, degli spot? Manca una voce alta, nutrita di cultura, che inviti al coraggio. Le cose fatte, malgrado le vanterie, sono poche. La prima tappa della riforma del Senato non ha sortito alcun effetto in un momento di grave crisi economico-finanziaria che resta sempre volutamente quasi nascosta. All’Europa, il nostro vero puntello, non interessa nulla il bicameralismo vero o mascherato di un Paese della comunità. Interessa la legge di Stabilità, piuttosto, strumento essenziale di giudizio. E si sono persi dei mesi con il grottesco del Senato non più eletto dal popolo. Le promesse Prevale un clima ansiogeno ma dopo molte promesse le cose fatte sono poche L’altro grande obbiettivo sul quale Renzi si è impuntato è stato la nomina di Federica Mogherini, sconosciuta ai più, come addetta alla politica estera del Consiglio europeo. Renzi non deve avere avuto neppure per un attimo l’idea di indicare persone al di fuori del suo cerchio magico, Emma Bonino, per esempio. Prodi, anche, il nemico dei 101, lo stile dell’Italia normale e civile: basta sentir parlare il professore per tirare un respiro di sollievo. Renzi ha creato infatti un clima ansiogeno, con il suo linguaggio autoritario che vorrebbe essere moderno, televisivo, costruito sugli aut aut, le minacce, gli ultimatum. E poi l’ultima stilettata, l’articolo 18. La giusta causa sarebbe un ostacolo al crescere della competitività. Ma, come ha scritto sul manifesto, il costituzionalista Massimo Villone, «si può seriamente sostenere che si perseguono obiettivi di giustizia sociale e di eguaglianza togliendo i diritti a chi li ha?». In un’intervista a La Repub- blica di domenica scorsa, Renzi ha citato una decina di volte il suo 40,8% di voti alle elezioni europee. Ma si rende conto che gli elettori hanno votato soltanto per il Parlamento europeo, che non gli hanno dato per nulla il mandato di cancellare i diritti, le conquiste sociali e civili, la Costituzione? Grillo, il suo maggior propagandista a quelle elezioni — portatore di paura — si è placato, il suo elettorato ha in parte capito e si sta svuotando, la sinistra potrebbe cercare di ricomporsi, il sindacato ritrovare l’unità. In quell’intervista il problema nodale dell’oscuro patto del Nazareno non è mai affrontato. E il nome del convitato di pietra, Berlusconi — dai servizi sociali nell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone a ospite d’onore a Palazzo Chigi — non viene mai fatto. Pesa l’ambiguità delle larghe intese quando i principi politici, sociali, morali, civili non collimano. Non basta la giovinezza a risolvere i problemi provocati dai «gufi» che ossessionano Renzi. «A parlare coi giovani non c’è gusto», ha scritto un grande scrittore ingiustamente dimenticato, Francesco Biamonti, nel suo «Le parole e la notte». «Non sanno i mondi che sono caduti sulle nostre spalle». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 MILANO - Via Manzoni, 46 7 BOLOGNA - GENOVA - PIACENZA - PALERMO 8 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera POLITICA ● La Nota di Massimo Franco LA CRESCITA INVOCATA COME ANTIDOTO ALLA CRISI Il retroscena di Monica Guerzoni La vicenda ● Lunedì la direzione del Pd ha approvato, con maggioranza dell’80%, la relazione di Matteo Renzi sul Jobs act: 130 sì, 20 contrari e 11 astenuti. La linea del premier e segretario include l’abolizione dell’articolo 18 ● La prossima settimana è previsto il voto nell’aula di Palazzo Madama sul Jobs act, che è stato approvato in commissione Lavoro il 18 settembre. La maggioranza di Renzi conta 168 voti, 7 sopra il quorum ● Nel Pd, la minoranza è contraria all’abolizione dell’articolo 18. Ma il fronte di chi si oppone al segretario è diviso e le aperture di Renzi potrebbero far convergere diversi dissidenti ROMA — «Ma quale scissione, quale partito di D’Alema... Far cadere il governo? Non ci penso proprio, non mi interessa. Io resto nel Pd con tutti e due i piedi ben saldi, anzi tre. Ma non mi vengano a insegnare come si sta in un partito quelli che hanno fatto parte dei 101». Sono le sei del pomeriggio, Pier Luigi Bersani riesuma lo spettro del tradimento di Prodi e allude a un coinvolgimento dei renziani. Ha voglia di sfogarsi, ma anche di ragionare di lavoro, emergenze economiche e coperture, che per lui non ci sono. Approda a Montecitorio e subito smentisce progetti di rottura: «Io le cose voglio cambiarle da dentro e dove non sono d’accordo lo dico, ma quando voto non ho bisogno di farmi spiegare la ditta dai neofiti». Che farà sul Jobs Act? «Si discute, si presentano gli emendamenti, ma poi si sta con il Pd». Niente strappi dunque, la notizia (applaudita dai renziani) è che Bersani promette «lealtà verso il partito e il governo», sperando che il premier non ponga la fiducia e lasci al gruppo la libertà di presentare subemendamenti. L’accusa di essere un conservatore non gli va giù e Bersani, dopo aver spiegato che il riferimento al «metodo Boffo» riguardava «tutti» e non solo lui, energicamente la ribalta: «Questi innovatori non vengano a spiegare a me come si fanno le riforme. Perché io ne ho fatte più di loro. Prima le ho fatte e poi le ho annunciate». Tono di sfida e umore di uno che si sente tirato per la giacca, da sinistra: «Mi vengono a dire “o il Pd lo condizioniamo da dentro o dovremo andare da soli”...». Ma il sogno di un nuovo par- L’ dinamiche della Commissione Ue e quelle di Francia e Italia, costretta a rivedere i suoi calcoli di fronte all’abbinata negativa di deflazione e recessione. Il fatto che Forza Italia incoraggi Renzi a seguire l’esempio di Parigi «rompendo il tabù del 3 per cento» nel rapporto tra deficit e Pil sa di demagogia. Il sottosegretario Graziano Delrio sembra dargli ragione quando spiega che «in questo momento servono politiche per la crescita»; e rifiuta «l’utilizzo della parola austerity. Serve più disciplina che rigore». Rischia tuttavia di essere un dibattito nominalistico, che non cancella la durezza della crisi: in particolare per il nostro Paese. Le parole del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sono drammatiche: evocano la Grande accenno di ribellione della Francia contro i vincoli finanziari europei può apparire una solida stampella per il governo italiano. Asseconda infatti la tesi di quanti, come Matteo Renzi, ritengono che l’austerità vada temperata, se non disdetta. In realtà, il comportamento di Parigi sottolinea soprattutto l’ipoteca che l’ascesa delle forze populiste alle elezioni europee di maggio sta mettendo alle agende delle politiche economiche dei singoli Stati. Rappresenta dunque un segno di estrema debolezza, non di forza. La «sindrome francese» riflette un malessere destinato a tendere i rapporti nell’Ue ma non a migliorare la situazione. Per questo, il sogno di un asse franco-italiano è suggestivo quanto controverso. Significa sottovalutare l’egemonia tedesca in Europa: di quella Germania che ieri, con la cancelliera Angela Merkel, ha ribadito che «la crisi non è alle nostre spalle»; e che «i Paesi devono fare i compiti per il loro benessere»: un allarme dovuto anche alle crescenti difficoltà di Berlino. La coincidenza con l’annuncio di palazzo Chigi che il pareggio del bilancio sarà rinviato al 2017 è casuale. Ma evidenzia la sconnessione tra le La mano tesa Il capo dello Stato incontra la Bce e tende la mano a Renzi Il ministro Padoan evoca fratture sociali Depressione Usa del 1929. Renzi si trova ad affrontare le critiche del centrodestra per avere «annacquato», è questa la tesi, la riforma del mercato del lavoro. Quanto all’approvazione in Senato, definita dal premier «una questione di giorni», probabilmente lo è; ma con qualche margine di elasticità. E non perché la minoranza del Pd continui a minacciare di non votare il cosiddetto jobs act. L’ex segretario, Pierluigi Bersani, promette «lealtà». Le divisioni rendono evanescente una fronda per affossare il decreto. Aleggia la possibilità che il governo ricorra alla fiducia. Ma per ora l’unica certezza è che le opposizioni tenderanno a far slittare il «sì» a dopo l’8 ottobre: se non altro perché palazzo Chigi insiste su quella data. Lo si intuisce dalla cautela del ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elena Boschi, la quale assicura che «non c’è data tassativa». È un modo per smussare resistenze che lo stile conflittuale di Renzi alimenta. Ma il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, gli tende la mano. Nell’incontro avuto ieri a Napoli con Mario Draghi e il resto dei vertici della Bce, ha chiesto di nuovo all’Europa di imboccare il sentiero della crescita. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bersani tra rabbia e lealtà alla «ditta»: voterò con il Pd, ma no a lezioni dai 101 La galassia Le anime della minoranza del Pd: da chi ha aperto al dialogo con Renzi ai più intransigenti Matteo Renzi Matteo Orfini (Giovani Turchi) NEO RENZIANI Andrea Orlando Roberto Speranza Anna Rossomando Francesco Verducci Miguel Gotor (Area Dem) DIALOGANTI Micaela Campana Enzo Amendola Francesco Boccia Andrea De Maria Cecilia Guerra Maurizio Martina CRITICI NON ALLINEATI Giuseppe Fioroni RESISTENTI Pier Luigi Bersani Massimo D’Alema Pippo Civati Gianni Cuperlo Cesare Damiano Stefano Fassina Alfredo D’Attorre Lucrezia Ricchiuti CIVATIANI Corradino Mineo DISSIDENTI Walter Tocci Corriere della Sera tito non è il suo. Addossa alla destra il peso della precarietà e difende la Cgil: «Trovo profondamente ingiusto questo schiaffo ai sindacati». Rimprovera al premier di prendersela con tutti, dalla minoranza ai magistrati, tranne che con Berlusconi, che «ha governato dieci anni». Racconta le notti passate a trattare con Monti e Fornero per difendere il reintegro e dice che Renzi sull’articolo 18 lo ha impressionato: «Non mi aspettavo di ritrovarmi in casa ‘sta roba qua. Incredibile. Assurdo presentare l’abolizione come la palingenesi. E non mi si dica che l’imprenditore è libero di licenziare perché poi ci pensa lo Stato. Se un dipendente ti è antipatico te lo tieni, perché dietro c’è una famiglia». Il Tfr in busta paga? «Andiamoci molto cauti, quando ci si mangia oggi le risorse di domani». E l’assegno di disoccupazione? Qui Bersani sostiene che governo e Pd rischiano di «prendere una facciata», perché i soldi non ci sono: «Non si può raccontare che lo diamo a tutti come in Danimarca, è una cosa assurda, che può mandarci contro un muro. Con un miliardo e mezzo garantiamo l’assegno a 150 mila persone... Scherziamo? Ne servirebbero cinque o sei». Quindi una frecciatina per Marchionne, incontrato da Renzi a Detroit: «Le critiche poteva farle sui Paesi in cui paga le tasse e non sull’Italia. Il premier non glielo ha detto?». E quando gli chiedono se amici come Epifani e Stumpo lo abbiano deluso, l’ex leader difende la libertà di scelta delle giovani leve, bersaniane e dalemiane: «La minoranza non è un’organizzazione, è un’area fatta di sensibilità e opinioni. Non c’è una cupola, che ti obbliga a votare in un modo o in un altro». Non siete spaccati? «Tutti, chi si è astenuto e chi ha votato no, abbiamo pensato che si stava compiendo un passo avanti, ma non sufficiente». Bersani prova a chiudere così la coda polemica seguita alla direzione, dove la minoranza è arrivata alla resa dei conti in ordine sparso e alcuni fedelissimi suoi e di D’Alema hanno fatto un passo verso il carro di Renzi. Un riposizionamento che ha ingenerato attriti e rancori, anche se i protagonisti smentiscono voltafaccia e tradimenti. «Il Pd non è una casamatta — si difende il dalemiano Enzo Amendola — Sto in segreteria, sì. Ma cosa c’entra? Abbiamo trattato, Renzi ha fatto un’apertura e mi sono astenuto». Quanto al D’Alema furioso, non commenta: «Chiedetelo a lui. I rapporti guastati L’ex leader: «Da soli? Non ci penso proprio» I tanti rapporti guastati nella minoranza Questa storia dei vecchi e dei giovani a me non interessa e se qualcuno ha una questione personale con Renzi, se la veda lui. Io non faccio politica sui rapporti personali». Per l’articolo 18, tanti rapporti si sono guastati. Micaela Campana, un tempo tra le «dem» più bersaniane, è in segreteria con Renzi e si è astenuta. E così Stumpo: «Chi era bersaniano è rimasto bersaniano», assicura colui che fu l’uomo-macchina dell’ex segretario. Ma il clima è tale che Zoggia sente di dover garantire per l’amico: «L’affetto di Nico per Pier Luigi non è in discussione». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista al dissidente 5 Stelle Rizzetto contro Grillo e Di Maio: sbagliano sul lavoro, decida il web MILANO Non fa marcia indietro. Anzi. Walter Rizzetto, il dissidente Cinquestelle che ha innescato la discussione nel Movimento sull’articolo 18 criticando la posizione di Beppe Grillo (schierato a difesa della norma dello Statuto dei lavoratori), è sempre più determinato. «Lo ribadisco: il problema non è l’articolo 18, ma la disoccupazione», spiega il deputato, vicepresidente della Commissione Lavoro. Lei ha invocato un referendum ❞ Non abbiamo segretari che dettano la linea, non siamo un partito interno al Movimento in tema di welfare? «Sì, ho chiesto di ampliare il dibattito: Grillo è una parte importante, fondamentale, dei Cinque Stelle ma dobbiamo ascoltare i cittadini». Ha sentito Grillo? «No, non ho avuto il piacere di sentirlo». E i suoi colleghi? «Ne discuteremo insieme in Commissione e poi, spero, in assemblea». Ma Luigi Di Maio ha detto che «le tutele vanno mantenute» e che non si tratta di una sua posizione ma di quella del gruppo parlamentare. «Non abbiamo segretari di partito che dettano la linea, non siamo nemmeno un partito. Per quanto mi riguarda i segretari sono i cittadini, i meet-up, gli iscritti sul blog: accetterò ogni decisione verrà presa in caso di referendum». E cosa pensa della posizione dei sindacati? «Il sindacato, specie la Cgil, ha sofferto una caduta verticale in termini di consenso: dovrebbe pensare di più ai propri errori e a quei lavoratori non coperti dall’articolo 18 che all’articolo 18 stesso». Grillo oggi si è detto contrario al Tfr in busta paga. «Sono d’accordo con lui: sarebbe solo una misura populista». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 POLITICA 9 Berlusconi, la rete di protezione per Renzi Il leader è pronto a dare il soccorso azzurro al governo sul Jobs act se fosse necessario Ma per evitare l’abbraccio mortale farebbe mancare in Aula la presenza di alcuni dei suoi Se davvero vorrà aiutare Renzi nel delicato passaggio parlamentare sul Jobs act, la prossima settimana Berlusconi dovrà essere assente piuttosto che presente, dovrà cioè garantire al premier l’eventuale defezione dall’Aula di qualche senatore forzista, per compensare — qualora fosse necessario — il voto contrario di qualche dissidente democratico sulla riforma del lavoro. Non è detto che ce ne sarà bisogno, anzi è probabile che il Cavaliere rimarrà ai margini di una sfida giocata all’interno del partito di maggioranza. D’altronde, chi ha impiegato venti anni per traghettare dal Pci al Pds ai Ds e infine al Pd, non può nè vuole tornare indietro. E comunque il «soccorso azzurro», che è già stato predisposto, sarebbe efficace solo se fosse contumace. La verità è che Berlusconi non può abbracciare Renzi, perché lo farebbe cadere, e ROMA Il partito Ormai la frattura con Fitto è evidente, presentati emendamenti nessuno si può consentire una crisi di governo, tantomeno le urne: primo tra tutti il Cavaliere, viste le condizioni in cui versa Forza Italia. A preoccupare non è tanto il fixing settimanale dei sondaggi — che dà il suo partito in discesa tra il 13 e al 14% — quanto il dato tendenziale. Le analisi rivelano che la caduta è determinata dall’aumento dei votanti, oggi rilevati al 72%. L’iceberg dell’astensionismo si va insomma sciogliendo ma Berlusconi non sembra in grado di intercettarlo. E senza un’inversione di tendenza le proiezioni si fanno allarmanti: se i votanti infatti superassero quota 75%, Forza Italia scenderebbe attorno al 12%, per crollare addirittura sotto il 10% se l’affluenza alle urne toccasse l’80%. Sarà vero — come raccontano — che l’ex premier è ormai concentrato solo sui problemi di politica estera, come per proiettarsi fuori dalle questioni domestiche dove ha perso di centralità. Ma allora non si capisce perché — nonostante il fallimento dell’«operazione Lassie» — continui a premere sul Nuovo centrodestra per sottrargli la «golden share» della maggioranza. La resistenza cortese degli alfaniani si è ora tramutata in aperta ostilità, al punto che ieri il coordinatore di Ncd Quagliariello e il segretario dell’Udc Cesa hanno interrotto le trattative per gli accordi delle Regionali, chiedendo attraverso Matteoli — che gestisce la pratica per conto di Berlusconi — la convocazione di un tavolo urgente. E dire che l’Ufficio di presidenza di Forza Italia era stato convocato (anche) per lanciare la candidatura dell’azzurra Wanda Ferro a governatore della Calabria. Missione abortita. E Matteoli oggi non mancherà di sottolineare che «mentre c’è chi lavora alle intese, c’è chi lavora a distruggerle». Un ragionamento che l’ex ministro aveva fatto a Berlusconi per telefono, lunedì scorso: «Silvio, così va tutto per aria. E gli altri hanno ragione a far saltare tutto». E «Silvio» in quella occasione gli aveva dato ragione, «hai ragione Altero», scaricando le responsabilità su alcuni dirigenti del partito. Già, ma allora perché il Cavaliere non ha bloccato le iniziative di scouting sul territorio? Svolta per la Consulta Violante-Caramazza Oggi il voto: il cambio di Forza Italia ROMA Svolta improvvisa per l’elezione dei giudici costituzionali, anche se la prudenza è d’obbligo, perché sono già state consumate ben 15 fumate nere: al sedicesimo scrutinio, convocato per questa mattina alle 9, Pd, FI e Ncd hanno dato indicazione di votare per il dem Luciano Violante (che tiene duro da molte votazioni) e per la «new entry» Ignazio Francesco Caramazza, già sottosegretario all’Interno nel governo Dini (1995) e avvocato generale dello Stato, dal 2010 al settembre del 2012. Fu lui, nel luglio di quella torrida estate di due anni fa, a istruire, su mandato del capo dello Stato, il conflitto davanti alla Corte contro i magistrati palermitani, decisi all’epoca a non distruggere le intercettazioni in cui compariva anche la voce di Giorgio Napolitano. L’avvocato Caramazza è un moderato, ora indicato da Silvio Berlusconi (e da Gianni Letta in particolare), ma molto apprezzato anche a sinistra tra i parlamentari e i giuristi. Il nuovo ticket è asimmetrico, un politico e un tecnico. Però — a sentire il capogruppo di Fi Paolo Romani, al termine dell’incontro con Silvio Berlusconi al quale ha partecipato anche Re- nato Brunetta — «le indicazioni di voto sono queste e sono state trasmesse a tutti i componenti dei gruppi». Che quella di oggi potrebbe essere la volta buona, lo dice anche Ettore Rosato, segretario d’aula del Pd, che ha fatto diramare un sms fotocopia ai parlamentari del gruppo dem. Tuttavia, in tarda serata, è già entrato in azione il tam tam dei «malpancisti», dell’uno e dell’altro fronte: dopo la rinuncia di Donato Bruno (FI), che ha rimesso la candidatura nelle mani di Berlusconi, tutti giurano di voler rispettare le indicazioni dei rispettivi partiti votando la conferma del Pd, Violante, e la novità di FI, Caramazza. Ma oggi bisognerà contare fino all’ultima scheda perché il quorum è altissimo (570 voti). Rinvio, invece, per l’elezione dell’ottavo «laico» del Csm che dovrà prendere il posto della professoressa Teresa Bene (Pd), giudicata non eleggibile dal consiglio in quanto non in possesso dei titoli necessari. Oggi, come invece era stato previsto in un primo momento, non si voterà per il Csm perché devono decorrere i termini per eventuali ricorsi. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Lega Nord Il nuovo responsabile immigrazione Salvini: ecco Iwobi farà più di Kyenge Il segretario della Lega Matteo Salvini ha istituito il dipartimento per la sicurezza e l’immigrazione e nominato coordinatore Toni Iwobi, militante bergamasco di origine nigeriana, in Italia da 38 anni e leghista da 21. «Farà più lui in un mese per gli immigrati regolari che la Kyenge in una vita», dice Salvini. © RIPRODUZIONE RISERVATA Così l’appuntamento odierno di Forza Italia rischia di trasformarsi nell’ennesimo duello tra il leader e Fitto, che marcherà il suo ruolo di capo dell’opposizione interna, dichiarandosi contrario al modello congressuale adottato per il partito e insisterà per l’adozione delle primarie alle Regionali. Più volte Berlusconi ha smentito l’esistenza di contrasti con l’europarlamentare, peccato che ieri Fitto abbia voluto evidenziare la frattura, e a nome di tutta l’area del dissenso abbia invitato i senatori di Forza Italia a votare «i nostri emendamenti di segno liberale» sul Jobs act, presentati a palazzo Madama in contrapposizione al gruppo. Il tentativo è di picconare l’asse del Cavaliere con Renzi, per il quale è stato predisposto il «soccorso azzurro». Che non servirà, ma se servisse... Francesco Verderami © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel partito ● La linea dettata da Berlusconi per FI prevede un’opposizione «responsabile» al governo. Ma c’è chi, come Fitto, critica un atteggiamento «troppo morbido» verso Renzi ● Si sono poi create tensioni con Ncd, dopo che nei giorni scorsi si era parlato di un tentativo di far tornare con FI alcuni parlamentari alfaniani 10 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera POLITICA Sospeso de Magistris, Napoli senza sindaco L’annuncio di Alfano: sanzione di 18 mesi. La replica: «La sentenza? Salutatemela. Io non mi dimetto» In una Napoli palcoscenico del mondo si consumerà oggi la fine del primo atto della giunta de Magistris. Lui, l’ex pm di Why Not, stamane, con la fascia tricolore sul petto, avrebbe dovuto ricevere, oltre a Mario Draghi e ai governatori delle banche centrali, anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Invece non ci sarà perché ieri il prefetto ha firmato la sua sospensione per effetto della legge Severino, dopo la condanna a 1 anno e 3 mesi per abuso d’ufficio (subita a causa delle indagini svolte dal consulente della procura Genchi senza autorizzazione del Parlamento sui tabulati di politici che parlavano con gli indagati di Why Not). In attesa della notifica che arriverà oggi, annuncia che «andrà a prendersi un caffè “sospeso”, per solidarietà con il caffè». Sulla sentenza ironizza: «Salutatemela». E aggiunge: «Forse i magistrati pensavano che fossi Mago Merlino perché potevo sapere che delle utenze, che il mio consulente stava per acquisire, appartenessero a dei politici. Ma non ROMA Il verdetto ● Il 24 settembre Luigi de Magistris viene condannato a 1 anno e 3 mesi per abuso d’ufficio. La vicenda è quella delle utenze di alcuni parlamentari — tra cui Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti e Antonio Gentile — acquisite senza le relative autorizzazioni nel 2006, quando de Magistris era pm a Catanzaro e titolare dell’inchiesta «Why Not» ● La X sezione del tribunale di Roma, presieduta da Rosanna Ianniello, condanna anche Gioacchino Genchi, all’epoca consulente informatico di de Magistris. L’accusa, rappresentata da Roberto Felici, aveva chiesto l’assoluzione per il sindaco e la condanna del solo Genchi. Il giudice dispone però la sospensione condizionale della pena, che fa decadere per de Magistris l’interdizione dai pubblici uffici per un anno ● La sospensione per il sindaco arriva ai sensi dell’art. 11 della legge Severino, che la prevede per gli amministratori locali condannati per una serie di reati, compreso l’abuso d’ufficio, anche se la sentenza non è definitiva. A disporla è il prefetto lo sono e non so che farò». A parte una certezza: «Non mi dimetto, continuerò ad essere sindaco fino al 2016. Sia pure per strada tra i cittadini». Ma al di là delle battute, c’è grande amarezza a Palazzo San Giacomo. Ieri, in un’animata riunione che ha ridato «piena solidarietà al sindaco», si è cercata una soluzione per il periodo di 18 mesi in cui de Magistris resterà sospeso dall’incarico (in caso di ulteriore condanna altri 12). La via c’è: resta in carica il vicesindaco, Tommaso Sodano, suo fedelissimo. Ma la battaglia Imbarazzo Oggi avrebbe ricevuto Draghi e banchieri centrali: «Mi hanno tolto dall’imbarazzo» I sindacati «Ora la città deve voltare pagina» «Napoli deve voltare pagina». È il duro attacco di Cgil, Cisl e Uil al sindaco de Magistris nel giorno dell’annuncio della sospensione. I sindacati descrivono una «città illusa, ferita, divisa» con un «sindaco e un’amministrazione autoreferenziali, chiusi in se stessi, con un elevato grado di conflittualità istituzionale. Napoli ha perso autorevolezza, autonomia e il suo ruolo di grande capitale del Sud, per scelte sbagliate del sindaco». © RIPRODUZIONE RISERVATA per defenestrare l’ex magistrato, che sull’onda del consenso popolare acquisito con la vicenda Why Not venne eletto sindaco di Napoli il 31 maggio 2011, non è certo giudiziaria, ma politica. Così, tra i nomi alternativi, spunta anche quello di Annamaria Palmieri, assessore alla Scuola, gradito a Pd e Sel. La bufera sulla giunta ha cominciato a soffiare ieri alle 16, con l’intervento alla Camera del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che annunciava: per «de Magistris vale il principio già applicato che chi ha ricevuto una condanna non definitiva per una serie di reati nei quali è compreso espressamente quello di abuso d’ufficio: è sospeso di diritto da tutte le cariche elettive». Mentre per il suo vice Sodano, Alfano precisava, «la condanna in primo grado non comporta provvedimenti sanzionatori cautelari», e dunque «si applica quanto previsto dalla legge sulle Province, con la possibilità di supplenza del vicesindaco». Un’accelerazione che de Ma- Il ministro ❞ Principio Vale il principio già applicato: è sospeso di diritto da tutte le cariche elettive gistris ha accolto ostentando ironia. Dando il benvenuto in Comune all’artista Mazen Kerbaj, ha scherzato: «Conosce bene Napoli, facciamolo vicesindaco così risolviamo». E con determinazione a non mollare. Mentre i social network si scatenavano con una battaglia tra sostenitori («Io sto con Luigi» ha totalizzato 1.443 like) e oppositori («de Magistris dimettiti» ne ha avuti 1.849). L’ex magistrato che 11 anni fa indagò su una lobby politico-massonica e mise sotto accusa Clemente Mastella, e finito sotto processo a sua volta, tirò in ballo Napolitano, attende di vedere l’atto di sospensione, sicuro che «sarà breve». Nessun rammarico invece per il mancato saluto al vertice Bce: «Forse temevano che avrei fatto un discorso sul sistema delle banche che ci sta strangolando — dice sorridente — non l’avrei mai fatto. Avrei portato il saluto della nostra bellissima città. Ma almeno mi hanno tolto dall’imbarazzo». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA I provvedimenti e le polemiche La Zona a traffico limitato La raccolta differenziata La Coppa America e l’inchiesta Le corsie riservate per le bici 1 2 3 4 Il provvedimento con cui si è creata una Zona a traffico limitato nella zona del lungomare è stato apprezzato da molti cittadini napoletani ma ha anche dato adito a polemiche da parte di automobilisti e commercianti che, nel 2013, hanno protestato contro la Ztl Il retroscena di Fiorenza Sarzanini ROMA La rivelazione risale a cinque mesi fa, ma viene rilanciata nel giorno più «nero» da quando Luigi de Magistris è a palazzo San Giacomo. Mentre il prefetto di Napoli Francesco Musolino scrive il provvedimento di sospensione, viene rilanciato da un sito internet quanto l’allora sindaco aveva raccontato il 9 maggio scorso di fronte al tribunale di Roma: il coinvolgimento di Giorgio Napolitano nelle inchieste su Tangentopoli. All’epoca era apparsa una sortita innocua, una dichiarazione utile a giustificare il proprio lavoro di pubblico ministero. Oggi, tirata fuori dopo le accuse pubbliche rivolte da de Magistris al capo dello Stato, assume tutt’altro sapore. E rende ancor più incandescente lo scontro istituzionale nato dopo la condanna a un anno e tre mesi inflitta al primo cittadino una settimana fa. Un clima di veleni che in questo modo non viene certamente ras- C’è stata una guerra di numeri sulla gestione della raccolta differenziata a Napoli. Alcuni hanno sostenuto che nel capoluogo campano la differenziata fosse al 18% mentre per de Magistris il dato è quasi arrivato «al 30%», tanto da parlare di «miracolo laico» Nel 2013, i pm di Napoli hanno aperto un’indagine su presunti illeciti nell’affidamento degli appalti per la Coppa America a Napoli. Fra gli indagati, Attilio Auricchio, capo di gabinetto dell’ex sindaco e Claudio de Magistris, fratello di Luigi e collaboratore non retribuito del Comune Nel centro storico di Napoli, nel 2012, comparvero dei disegni di biciclette sul selciato per indicare corsie riservate ai ciclisti. Nessun cordolo, neppure una riga a delimitarne il percorso, nessuna vera pista ciclabile. Con proteste degli amanti delle due ruote Quei veleni dell’ex pm che durante il processo arrivò a citare Napolitano La scheda Nel ‘93 i pm napoletani indagarono su notizie, rivelatesi infondate, di tangenti pagate al Pci partenopeo per l’appalto della metropolitana: nell’indagine, poi archiviata, comparve il nome di Napolitano serenato. Si torna dunque al palazzo di Giustizia della capitale dove de Magistris è imputato insieme al perito Gioacchino Genchi per abuso d’ufficio. È il Corriere di Calabria, ieri pomeriggio, a rilanciare quanto detto in aula da de Magistris nella primavera scorsa. Durante la sua lunghissima deposizione l’ex pubblico ministero ripercorre la conduzione dell’inchiesta «Why Not» quando era in servizio a Catanzaro. E per giustificare la scelta di «secretare» alcune iscrizioni nel registro degli indagati dichiara: «Siccome avevo elementi per ritenere collegamenti strettissimi tra gli altri di Pittelli (avvocato indagato in quell’indagine) con il procuratore della Repubblica, tanto da fare una società col figlio del procuratore, ritenni di secretare. Atto sicuramente forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi sono anche consultato, c’era stato un precedente alla Procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo oggi procuratore della Repubblica e un altro magistrato oggi componente d’esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l’inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare un’iscrizione, in particolare quella dell’allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie». La storia è vera, risale al dicembre 1993. Ma, come chiarisce lo stesso Quatrano, «le modalità erano completamente diverse da quelle descritte da de Magistris». A ricostruire i fatti ci aveva pensato Pasquale Chessa nella sua biografia di Napolitano «L’ultimo comunista», pubblicata da Chiarelettere. Narra di quando «l’imprenditore Vincenzo Maria Greco, interrogato in Procura, parlando di un La deposizione Il riferimento per giustificare la sua decisione di secretare il nome di un indagato Archiviazione I fatti risalgono al 1993 e terminarono con l’archiviazione. «Erano solo un pettegolezzo» appalto di 500 milioni di lire per la metropolitana di Napoli, dichiara: “Pomicino ebbe a dirmi che aveva preso l’impegno con il capogruppo alla Camera del Pci dell’epoca, onorevole Napolitano, di permettere un ritorno economico al Pci”. Un indizio? Pur non votando la finanziaria, il Pci aveva approvato l’articolo per il finanziamento della metropolitana». I pubblici ministeri Cantelmo e Quatrano iscrivono nel registro un codice alfanumerico che nasconde l’identità dell’indagato, ma depositano nella cassaforte della cancelleria una busta sigillata che contiene il nome di Napolitano. Poi avviano gli accertamenti. Interrogano Pomicino che, come ricostruisce Chessa, «confessa di avere ricevuto fondi dalla Metropolitana per le sue campagne elettorali dal 1987 al 1990, ma nega di avere mai consegnato mazzette a Umberto Ranieri su indicazione di Napolitano. Le tangenti al Pci napoletano, scandì Pomicino, erano solo un pettegolezzo messo in giro dal responsabile della Metronapoli, l’ingegner Italo Della Morte, che nel frattempo era deceduto». Non ci sono dunque riscontri e l’indagine viene archiviata. Caso chiuso fino al 9 maggio scorso. Anzi, fino ai veleni di ieri. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 POLITICA 11 In piazza Luigi de Magistris, 47 anni, primo cittadino di Napoli dal 2011: al suo fianco in questa foto, scattata domenica scorsa, c’è il prefetto Francesco Antonio Musolino, che ieri ha proceduto alla sospensione del sindaco (Ansa) Il personaggio di Fulvio Bufi L’ultima riunione con la sua squadra «Mi prendo la prescrizione e torno» I tentativi falliti di cambiare equilibri in giunta. Favorito alla successione resta il vice La promessa: «Farò sempre l’amministratore, continuerò fuori dal palazzo» NAPOLI Agli amici più fidati lo ha detto: «Mi prendo la prescrizione e torno». Ma intanto deve andarsene, e ora che è arrivato il momento è come se all’improvviso Luigi de Magistris si fosse reso conto che tutti i proclami, gli annunci, i propositi battaglieri sbandierati nei giorni scorsi e ancora fino a ieri mattina, adesso sono solo parole, buone per i titoli dei giornali, ma poca cosa nel momento in cui la sospensione da sindaco non è più un timore — o «una possibilità ma non l’unica», come diceva lui — ma un decreto prefettizio con effetto immediato. La storia di «fare il sindaco per strada», per esempio: l’ha detta e ripetuta perché gli piace assai, gli ricorda i giorni della bandana e della piazza plaudente, ma lo sa pure lui che Napoli è l’ultima città al mondo che si possa amministrare con le trovate a effetto. Qui se la giunta barcolla se ne cade tutto, e perciò stavolta de Magistris, che in tre anni le decisioni importanti le ha prese sempre in riunioni ristrettissime tra lui e il capo di gabinetto Attilio Auricchio, ha voluto tutti intorno, gli assessori e pure i consiglieri di maggioranza, oltre allo staff al completo. «Dobbiamo riuscire a non far pesare sulla città la gravità del momento», è stato il suo messaggio. «Da domani dovrete ricominciare a lavorare in modo ordinario, perché è di questo che Napoli ha bisogno. La mia sospensione sarà breve, ne sono sicuro, ma voi nel frattempo dovrete restare uniti. Coesione ci vuole, mi raccomando». Un discorso da capo, che però male si concilia con i tentativi di cambiare gli equilibri in giunta all’ultimo momento, pur di non lasciare a Tommaso Sodano, che è vicesindaco sin dal primo giorno, il comando, 2011 Il 1° giugno parte il mandato di sindaco di Luigi de Magistris 235 È il numero del decreto legislativo del 2012 sulla incandidabilità seppure temporaneo, di Palazzo San Giacomo. De Magistris avrebbe voluto nominare suo vice Auricchio, perché è l’unico del quale si fidi davvero. Ma Auricchio è un colonnello dei carabinieri che ha ottenuto l’aspettativa per ricoprire un ruolo da funzionario, non un incarico politico. Fallito anche il tentativo di far digerire il triplo salto mortale dell’assessore alla scuola Annamaria Palmieri, la sola della giunta varata dopo l’elezione a non aver rotto con de Magistris, e di promuovere lei. Altro che coesione, era un’idea che suscitava troppe gelosie. Alla fine, per mancanza di tempo, rimarrà Sodano. Che comunque è avvertito: «Io farò il sindaco sospeso. Farò il sindaco fuori dal palazzo ma farò sempre il sindaco». Che non è la stessa cosa di fare il «sindaco per strada», perché quello significherebbe stare ❞ L’ironia Sul provvedimento che mi riguarda, d’accordo le varie parti politiche: sono un uomo che unisce ❞ La preoccupazione Dobbiamo riuscire a non far pesare sulla città la gravità del momento. Ci vuole coesione tra i cittadini — proprio lui che è stato accusato spesso di essersi chiuso a Palazzo San Giacomo — e de Magistris, pure se non lo ammetterà mai, è consapevole che il gradimento è in calo (a gennaio una indagine di Ipr Marketing per il Sole 24 Ore gli attribuiva 14 punti percentuali in meno rispetto ai giorni del successo elettorale), al di là delle telefonate tutte benevole che l’emittente locale di cui è ospite ogni venerdì sera gli fa puntualmente arrivare. Lui però ora è a questa «solidarietà dal basso» che si aggrappa per segnare la differenza tra l’affetto che dice di ricevere dai napoletani («Sono contento per le testimonianze che sto ricevendo in questi momenti, non dai politici ma dalla gente della strada») e il «maltrattamento» che ritiene di subire dallo Stato. Su quello ironizza: «Sono riuscito per la Numero 2 Il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano dovrebbe prendere il posto di de Magistris ● Il commento Il polverone sollevato per coprire la condanna di Marzio Breda «F rigido pacatoque animo», cioè con freddezza e pacatezza d’animo. Bisognerebbe ricorrere a quest’antica massima giuridica (di solito evocata nei processi come requisito di premeditazione, ma qui valida solo come indizio di un’atmosfera psicologica) per spiegare gli umori del Quirinale dopo le ultime «rivelazioni» uscite dal vulcano de Magistris. In quella filtrata ieri il sindaco chiamava obliquamente in causa il presidente per difendere il proprio lavoro di pm e una scelta che a suo tempo fece di secretare un’iscrizione nel registro degli indagati, raccontando un vecchio affaire giudiziario — archiviato perché senza riscontri — cui si sarebbe ispirato come precedente. E che riguardava Napolitano, nella stagione in cui fu alla presidenza della Camera. Ora, senza per forza azzardare retropensieri, la mossa dell’ex magistrato si qualifica da sola. Rientra nella logica di chi, per scansare gli effetti di un’accusa o di una sentenza, attizza polveroni mediatici tentando di coinvolgere i bersagli più alti e alzando il fuoco su di essi. Il questo caso, il più alto possibile. Il capo dello Stato ne ha avuto notizia a Napoli, in una giornata cruciale per il Paese, mentre stava per incontrare Mario Draghi e i vertici della Bce. Non si ha notizia di reazioni sue o dello staff. Quasi che, con un olimpico distacco (o, appunto, freddezza), si volesse sottolineare la totale irrilevanza della faccenda. Ma di sicuro la sfida a 360 gradi ingaggiata da de Magistris dopo la condanna è di quelle che acuiscono certe intermittenti inquietudini del Quirinale. Perché ha a che fare con la deontologia della funzione dei magistrati, con la loro terzietà e con certe performance dimostrate da alcuni una volta scesi in politica. E poi non va dimenticato che tutto questo accade a pochi giorni dalla richiesta d’interrogatorio confermatagli dalla Corte d’assise di Palermo impegnata nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. Tra le due cose non ci sono nessi. È però un fatto che entrambe tengono alta la tensione intorno al Colle. © RIPRODUZIONE RISERVATA prima volta nella storia a mettere d’accordo le varie parti politiche sulla necessità di questo provvedimento che mi riguarda. Posso definirmi a ragione un uomo che unisce». Lo aveva fatto anche prima che la situazione prendesse la piega che ha preso. A chi gli chiedeva se ci fossero novità, rispondeva: «No, nessuna, ma se arriva la sentenza salutatemela». E quando ha ricevuto la squadra di basket di Napoli, ci ha scherzato ancora: «Se mi sospendono vengo a giocare con voi». Poi Alfano ha fatto quell’annuncio, e subito dopo a Palazzo San Giacomo è arrivata la telefonata dello stesso prefetto Musolino. Un gesto di cortesia istituzionale ma anche un atto informale per dare al sindaco l’estrema opportunità di dimettersi ed evitare così il provvedimento di sospensione. Ma de Magistris lo ha ripetuto subito e per l’ennesima volta: «Non mi dimetto, io sarò sindaco di Napoli fino alla scadenza del mio mandato». E c’è una logica in questo comportamento: Luigi de Magistris davvero ha per intero la possibilità di essere il sindaco di Napoli fino alla fine della consiliatura. I diciotto mesi di sospensione sa che non li farà tutti, e non perché il Tar gli darà ragione se impugnerà il decreto. L’abuso d’ufficio per il quale è stato condannato si prescriverà al più tardi nella primavera del 2015, e il processo d’appello potrebbe servire soltanto a dichiarare l’estinzione del reato. A quel punto verrebbe a cadere automaticamente anche la sospensione da sindaco e lui ritornerebbe a Palazzo San Giacomo «nel giro di pochi mesi». Certo, potrebbe rinunciare alla prescrizione e subire il giudizio di secondo grado. Ma ha già deciso che non lo farà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 12 Esteri Armato in ascensore con Obama Ancora una clamorosa falla nella sicurezza. E la direttrice del Servizio perde il posto La voce dell’uomo della strada: «E’ Dio che protegge Obama». Anche perché, il Secret Service, l’agenzia che deve tutelarlo, ha mostrato falle paurose. E alla fine è arrivato il conto. La direttrice, Julia Pierson, si è dimessa. Impossibile per lei restare alla guida del Servizio. La veterana, 55 anni, nominata nel 2013 da Obama proprio per rimettere in piedi l’apparato, ha fallito. Possibile che altri funzionari seguano questa strada mentre il servizio è stato affidato, temporaneamente, a Joseph Clancy. Un agente speciale richiamato dalla pensione e che per molto tempo è stato membro dell’unità speciale, la Presidential Protective Division. Il disastro è sotto gli occhi di tutti. Se uno squinternato o un terrorista avesse tentato con maggiore convinzione forse sarebbe riuscito a colpire. Non sono speculazioni ma fatti. Così gravi da provocare lo sdegno dei parlamentari. «È doloroso lasciare ma è chiaro che il Congresso ha perso fiducia in me. Le dimissioni erano la cosa più nobile da fare», ha dichiarato la Pierson. Del resto, nell’audizione di martedì, l’avevano scorticata per le sue spiegazioni deboli davanti ad accuse severe. Nell’infinita serie di rivelazioni è spuntato l’uomo con la pistola. Pochi giorni fa, Obama è in visita al Cdc di Atlanta, centro medico prestigioso. Qui si stu- WASHINGTON Intrusioni ● L’incidente di Atlanta è avvenuto tre giorni prima di un altro clamoroso caso rivelato questa settimana dal «Washington Post»: il 42enne Omar Gonzalez, veterano dell’Iraq armato di coltello, è riuscito a scavalcare la cancellata della Casa Bianca, attraversare il prato ed entrare nella East Wing, l’ala della residenza dove si trovano gli uffici della First Lady diano anche le epidemie, compreso ebola. Il presidente sale in ascensore insieme ad alcuni agenti del Secret Service e all’usciere. Quest’ultimo inizia a scattare foto. Si comporta in un modo che non piace alla scorta. Quando arrivano al piano lo interrogano e scoprono che ha precedenti penali ma non si accorgono della pistola che porta in tasca. Sarà lui stesso a consegnarla, poco dopo, al suo superiore che gli aveva appena comunicato il licenziamento in tronco. Particolari sconcertanti emersi grazie ad un nuovo scoop del Washington Post. Julia Pierson A Bruxelles Il Segretario generale La storia di Atlanta è stata preceduta da episodi tutti preoccupanti. Una coppia di imbucati al ricevimento ufficiale alla Casa Bianca. Un tizio che spara con un Kalashnikov contro le finestre della residenza nel 2011: si accorgono dei danni solo dopo 4 giorni e tengono tutto nascosto. Omar Gonzalez, storia recente, perfora la sicurezza fino ad entrare nella East Wing. Lo blocca, quasi per caso, un agente smontante. Ieri il New York Times titolava un suo commento: «Il collasso del Secret Le dimissioni Julia Pierson: «È doloroso lasciare ma è chiaro che il Congresso ha perso fiducia in me» Jens Stoltenberg è il nuovo capo Nato Da ieri è il 13esimo Segretario generale della Nato. Il norvegese Jens Stoltenberg, 55 anni, laburista, premier per tre mandati, subentra al danese Anders Fogh Rasmussen. Noto come uomo di dialogo e compromesso, ha subito assunto un tono più conciliante verso la Russia: un miglioramento delle relazioni è possibile (foto Reuters). Service». L’agenzia si aggrappa alle attenuanti. Gli agenti scesi da 6.900 a 6.300 o la riduzione del budget da 1,9 miliardi di dollari a 1,8. Numeri comunque sufficienti per ridurre i rischi. Julia Pierson si è assunta la responsabilità sperando che bastasse. Un deputato ha replicato: «Prego Dio che lei protegga la Casa Bianca come sta proteggendo la sua reputazione». Non c’era più tempo neppure per quello. Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso Cane mangia gatto Fattoria degli animali a casa dei Le Pen di Stefano Montefiori J ean-Marie Le Pen ama i cani, naturalmente non dei barboncini, e nella grande residenza famigliare di Montretout tiene alcuni doberman; Marine preferisce docili gatti di razza bengalese. Le relazioni già difficili tra l’86enne fondatore del Front National e la figlia di 40 anni più giovane sono precipitate giorni fa, quando uno dei doberman ha azzannato e ucciso una gatta di Marine, che ha deciso allora di traslocare a Saint-Cloud. I comunicatori del Front National non avrebbero potuto trovare metafora più efficace: che differenza tra il vecchio e cattivo Jean-Marie, torturatore in Algeria e padrone di doberman assassini, e la mite Marine con le sue povere gatte sbranate. Lo scontro prevede un ultimo capitolo: al congresso del partito a novembre Marine Le Pen potrebbe abrogare la carica di presidente onorario, ed estromettere una volta per tutte il padre e i suoi doberman dal nuovo, più presentabile Front National. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 ESTERI 13 Diplomazie di Antonio Ferrari La svolta turca e la guerra contro Assad Rabbia Una donna siriana siede in un minibus ad Aleppo, dopo l’esplosione di un barile bomba per mano di truppe del regime di Damasco. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, 180.000 persone sono morte in Siria dal 2011 (Afp) O ggi è il giorno decisivo. Se non vi saranno eccessive resistenze, la Turchia accetterà ufficialmente di entrare nella guerra contro il terrorismo, promossa dagli Stati Uniti, sostenuta dall’Europa e da una coalizione nella quale figurano almeno cinque Paesi arabi. E’ una svolta importante, e il voto del Parlamento di Ankara dovrebbe chiudere una parentesi di ambigua attesa. I numeri sui quali il partito islamico moderato Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan può contare sono schiaccianti, e se prevalesse il centralismo democratico non vi sarebbero dubbi. Ma l’ambiguità avvelena i corridoi dell’Assemblea nazionale. La Turchia, bastione orientale della Nato, aveva chiesto e ottenuto di non aprire le proprie basi militari agli alleati, perché aveva 49 ostaggi nelle mani dei fanatici tagliagole dell’Isis: tutti i dipendenti e i famigliari del consolato di Mosul, a partire dal console. Ma ora che i prigionieri sono stati liberati, pagando un prezzo poco chiaro legato a un opaco scambio di prigionieri, Ankara ha le mani libere e obblighi internazionali da rispettare. Tuttavia i dubbi persistono, perché i passi che deve approvare il Parlamento turco non sono semplici. Entrare in guerra significa inviare propri soldati all’estero, quindi prepararsi a colpire fuori dal territorio nazionale. Ma colpire chi? I terroristi islamici, che il governo non ha mai seriamente combattuto, aiutando gli estremisti con ogni mezzo, in odio al regime di Bashar al Assad (un tempo amico di Erdogan); consentendo poi a volontari stranieri di attraversare la porosa frontiera con la Siria. Ai deputati turchi si chiede poi di autorizzare soldati stranieri a utilizzare le basi militari del Paese, di consentire partenze aeree per colpire obiettivi siriani e iracheni, e di creare una nofly zone lungo la doppia frontiera che separa la Turchia da Siria e Iraq. Il capo dello Stato si deve dunque rimangiare la propria rigidità, punendo coloro ai quali aveva dimostrato troppa tolleranza. Ma Erdogan e il suo partito hanno commesso troppi errori nel recente passato. Se vogliono salvare la faccia sono obbligati a non commetterne altri. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IRAQ E SIRIA La rivolta del popolo sunnita Così le tribù si battono con l’Isis DAL NOSTRO INVIATO Sono ormai trascorsi dieci giorni dall’inizio dei raid alleati guidati dagli americani in Siria e quasi due mesi dall’avvio di quelli in Iraq. Ma i risultati sembrano scarni. Come si spiega che lo Stato islamico riesca a tenere botta e persino a rilanciare le proprie offensive su larga parte dei fronti? La domanda viene spontanea osservando le scene della battaglia tra milizie curde siriane e guerriglia jihadista sunnita dalle colline in territorio turco di fronte alla cittadina siriana di Kobane. «Attaccano ancora per il semplice motivo che manca coordinamento tra noi curdi siriani e comandi americani», rispondevano sino a due giorni fa i combattenti dello Ypg (la milizia cur- MURSITPINAR Tagliagole «Sbagliate se credete che lo Stato islamico sia solo un gruppo di estremisti tagliagole» da). Ieri però per la prima volta i raid Usa hanno colpito le colonne dello Stato islamico: si contano almeno 87 dei loro uomini morti e una decina di mezzi distrutti. Eppure, l’attacco continua. Il pericolo che Kobane cada resta reale. Tanto che i comandi turchi spostano nuove unità corazzate sulla frontiera e studiano la fattibilità di «zone cuscinetto» in Siria. Una spiegazione più convincente alle capacità di tenuta dello Stato islamico viene dai militanti dei vecchi gruppi della resistenza siriana contro la dittatura di Bashar Assad conosciuti due anni fa nella regione di Aleppo e che oggi vivacchiano di espedienti tra i campi profughi e le cittadine turche a ridosso del confine. «La forza degli estremisti sunniti viene dalla Il gruppo ● Lo Stato islamico è un gruppo jihadista attivo in Siria e in Iraq, nato nell’aprile 2013 a partire da Al Qaeda ● Sono migliaia i combattenti, tra i quali molti jihadisti stranieri provenienti anche da Europa e Usa ● Il leader, Abu Bakr al Baghdadi, si è autoproclamato Califfo: si sarebbe unito alla jihad dopo l’intervento Usa nel 2003 ● debolezza dei loro avversari. Ma, soprattutto, nasce dalle radici profonde della rabbia popolare sunnita. Una rabbia esplosa contro gli americani dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003. In seguito alimentata in modo differente, ma speculare, in Siria e Iraq. Da una parte, la repressione terrificante della dittatura di Damasco contro la sua gente ha portato acqua al mulino dello Stato islamico. Dall’altra, il settarismo del regime sciita a Bagdad ha metodicamente estromesso i sunniti», dicono a Gaziantep nella sede dei «Jesh al Mujaheddin», una delle poche milizie non radicali ancora attive. «Voi occidentali sbagliate quando pensate che lo Stato islamico sia solo un gruppo di estremisti tagliagole aiutato dai volontari folli che arrivano dall’estero. Il suo consenso principale viene piuttosto dai sunniti. I confini della sua forza corrispondono con la geografia della demografia mediorientale», sostiene Nahel Ghadri, che fu uno dei leader dei comitati della rivolta popolare nella cittadina di Ariha (a ovest di Aleppo). «Ci 10 giorni trascorsi dall’inizio dei raid contro l’Isis in Siria. In Iraq sono iniziati quasi 2 mesi fa sentiamo traditi. Speravamo negli americani. Ma non solo non ci hanno mai aiutato a defenestrare quel criminale di Assad, come avevano promesso con la storiella delle linee rosse nel caso avesse usato le armi chimiche, soprattutto adesso con i loro blitz aiutano direttamente lo stesso regime fascista che pure dicevano di voler abbattere. Viene da impazzire!», esclama Mohammad Khader, ex portavoce di una delle brigate di Jebel km 200 TURCHIA Kobane Deir Ezzor SIRIA Damasco Mosul Tikrit Falluja Provincia IRAN di Anbar GIORDANIA Ramadi Bagdad ARABIA Quartieri SAUDITA occidentali LEGENDA IRAQ Roccaforti dell’appoggio sunnita per l’Isis Il commento «Maradona ct con la kefiah». Ma chi paga per i palestinesi? di Francesco Battistini I l corazón batte a tutt’e due: ai palestinesi quando vedono Maradona e a Maradona quando gli regalano una kefiah. E da anni loro ci provano a ingaggiarlo: citì della nazionale di calcio. Stavolta lo riscrivono un po’ di giornali arabi e russi. Citando l’ex capo della sicurezza di Arafat, Jibril Rajub, che oggi fa il presidente della federcalcio palestinese ed è convinto (come contraddirlo?) che dare un Pibe al popolo ormai sia più facile che dargli uno Stato. Nel 2011 girarono le voci sicure d’un ingaggio di Dieguito a Ramallah e un gruppetto d’esuli andò ad aspettarlo fuori dall’albergo di Dubai dove lui faceva l’allenatore, inkefiandolo. La Mano di Dio fece la V con le dita, disse d’essere «il vostro tifoso numero uno, sono cresciuto lottando contro l’ingiustizia» ma alla fine, don’t cry for me Palestina, smentì tutto. Motivo? I soldi. L’Autorità palestinese vive d’aiuti internazionali: complicato, spiegare ai donatori arabi e europei l’uso di fondi destinati a cose più urgenti del pallone. Tre anni dopo, nonostante Abu Mazen non paghi i dipendenti da tre mesi, dicono che la barriera finanziaria sarebbe perforabile: allenatore solo fino a gennaio, per la Confederation Cup asiatica. O mamma mamma mamma, tutti innamorati son. A patto che Maradona venga gratis. Se no, chi paga? Zawya (la regione collinosa presso Homs). A seguire gli eventi sul terreno le loro parole appaiono illuminanti. In Siria i jihadisti cambiano strategie di combattimento per evitare i raid aerei, si nascondono tra i civili, ma non si ritirano. In Iraq le loro colonne continuano ad avanzare verso Bagdad. Negli ultimi due mesi hanno circondato e ucciso migliaia di soldati regolari iracheni: battaglioni interi sono stati abbandonati alla loro sorte, privi di cibo, acqua e munizioni. Guarda caso, i punti di forza dello Stato islamico stanno nelle regioni sunnite di Ramadi e Falluja. Le maggiori tribù sono con loro: forniscono uomini, cibo, logistica e legittimità popolare. Ormai sono a una quindicina di chilometri dalla capitale e mirano ai suoi quartieri occidentali, dove la maggioranza della popolazione è sunnita. I media locali dipingono scenari da incubo per il neo-premier sciita Haider al Abadi. L’esercito non sembra aver imparato dalle recenti sconfitte. Gli ufficiali corrotti restano quasi tutti al loro posto. Gli odi settari imperano. I soldati che avevano disertato in massa tornano a ricomporre le loro vecchie unità, come nulla Punti di forza Non è un caso che le regioni sunnite di Ramadi e Falluja siano due roccaforti dell’Isis fosse stato. Ma loro teste di punta restano le milizie estremiste sciite, spesso legate a filo doppio ai pasdaran iraniani, le stesse che massacrarono decine di sunniti dopo la conquista della cittadina di Amerli (grazie alla copertura aerea Usa) un mese fa. Unico fronte alleato che segna qualche vittoria tangibile è quello dei curdi iracheni, i soli ad avere ottimi rapporti con i comandi americani. Ma anche qui le loro avanzate seguono linee demografiche. La liberazione della cittadina di Rabia due giorni fa è stata aiutata dal fatto che nel settore sono situati antichi villaggi yazidi e curdi. E Mosul, città a maggioranza sunnita per eccellenza, resta saldamente nelle mani dello Stato islamico. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 Il reportage di Guido Santevecchi ESTERI La Comune di Hong Kong «Stiamo vivendo un sogno» Il racconto di Ivan: sembra il comunismo, ma non quello cinese I volti ● Ivan Cheung, 19 anni, intervistato dal Corriere, è uno dei manifestanti della prima ora e uno dei leader studenteschi della protesta ● I manifestanti hanno dato l’ultimatum al Chief Executive di Hong Kong, CY Leung: «Deve dimettersi entro oggi, altrimenti comincerà l’occupazione dei palazzi governativi» ● Ieri, 1° ottobre, è stata la festa della fondazione della Repubblica popolare cinese. L’inviato speciale di Pechino, Zhang Xiaoming, ieri era a Pechino per un brindisi. Ha commentato: «Il sole sorge come al solito» DAL NOSTRO INVIATO HONG KONG Ad Admiralty, sul cavalcavia della superstrada, c’è uno striscione con la scritta «Do you hear the people sing?». Il motivo preso dal musical «I Miserabili» è diventato la colonna sonora degli studenti che da cinque notti occupano la city. E ieri la voce di questo popolo di decine di migliaia di giovani ha lanciato un ultimatum: «Il Chief Executive di Hong Kong, CY Leung, deve dimettersi entro oggi, altrimenti comincerà l’occupazione dei palazzi governativi». Che farà a quel punto la polizia che dopo aver attaccato la folla domenica sera è stata ritirata? Sulle sei corsie di Harcourt Road da giorni non passa un’auto. Solo il fiume calmo di ragazzi in maglietta nera e fiocco giallo del movimento democratico. E ora sono spuntati gazebo per ripararsi dal sole afoso e dai temporali; e tende da campeggio, perché in tanti passano qui la notte. Da una canadese spunta la testa occhialuta di Ivan Cheung, 19 anni. Lui è un dimostrante della prima ora, ha cominciato con il boicottaggio delle lezioni dieci giorni fa. «Quella è stata la cosa più facile», ride. Ma poi, quando venerdì scorso hanno deciso di andare davanti al palazzo del governo, di scavalcare i cancelli, la cosa si è fatta dannatamente seria. «Non eravamo più di duecento, quando la polizia ci ha trascinato via uno a uno ho pensato che fosse finita lì, sono state ore brutte. Ma al mattino sono arrivati altri, in tanti. E poi c’è stata la prima grande manifestazione di domenica e la polizia ci ha attaccato e la gente in strada è aumentata ancora». Dopo la violenza le autorità ❞ Divertirsi non è l’espressione giusta. Io dico che sono felice, siamo felici Hong Kong è una città che discrimina: tutti divisi da affari, studi, soldi È successa una cosa mai vista: si è mischiata gente di tutti gli strati sociali La notte dei lacrimogeni i genitori sono venuti a cercarmi: «Non fare pazzie» Ucraina orientale Bombe sugli studenti a Donetsk Strage nel primo giorno di scuola Era il primo giorno di scuola nell’Est dell’Ucraina. Quello che doveva essere un ritorno alla normalità si è trasformato in una strage, con bombe sulla città di Donetsk che hanno causato almeno nove morti, decine di feriti e tanta paura tra gli scolari, nonostante il cessate il fuoco firmato a settembre a Minsk. Il primo lancio di razzi, attribuito dai separatisti alle forze governative, ha raggiunto una fermata dell’autobus, uccidendo sei persone. Poco dopo, un colpo d’artiglieria è caduto vicino a una scuola dove si trovavano almeno 70 studenti. Mosca ha definito l’attacco «una sfacciata violazione del diritto internazionale». L’esercito ucraino ha smentito ogni responsabilità. Per gli osservatori di Amnesty International «i ribelli che collocano bersagli militari nei quartieri condividono la responsabilità della strage». locali stanno usando la tattica dell’attesa, pensano di far stancare i dimostranti e far perdere la pazienza alla gente che non prende posizione ma vede le strade impraticabili, gli autobus e i tram soppressi, i negozi e diverse banche chiusi. Tutto sommato qui a Harcourt Road, tra le tende e i banchetti che distribuiscono biscotti e ventagli si socializza, ci si diverte un sacco, o no? «Divertirsi non è l’espressione giusta, io dico che sono felice, siamo felici. Guardati intorno, siamo pacifici, non abbiamo capi ma solo portavoce. Sai, Hong Kong è una città che discrimina molto, tutti divisi dai propri affari, dagli studi, dai soldi. Ma qui ora c’è mischiata gente di tutti gli strati sociali. Il mio compagno di tenda fa l’operaio, di giorno lavora da manovale, la sera viene con noi. E poi ci distribuiamo i compiti e le cose, ci preoccupiamo l’uno dell’altro e tutti della nostra città. È una cosa che non avevo mai visto a Hong Kong, dove la gente di solito si innervosisce nel traffico, ti guarda male se solo la sfiori camminando tra la folla: ora no, tutti rilassati, sorridenti, uno spirito che non credevo esistesse. Ho trovato che in queste strade che abbiamo bloccato c’è una società di sogno». Insomma, Ivan ci sta spiegando che davanti all’Admiralty è nata una Comune? «Diciamo che si è creata una forma di comunismo supremo, non il socialismo con caratteristiche cinesi di cui parlano a Pechino». Ivan Cheung non è uno scemo, è figlio di un operaio che lavora con il martello pneumatico per le fondamenta dei grattacieli che sono il vanto della Hong Kong snodo finanziario del- 15 l’Asia. «La notte dei lacrimogeni, domenica, lui e mamma guardavano in diretta tv, si sono preoccupati e sono usciti a cercarmi. Mi hanno chiesto di non fare pazzie, ma non mi hanno detto di andar via con loro. Papà è una brava persona, anche lui vuole che Hong Kong sia democratica, ha deciso di rischiare il suo futuro, che sono io, per questo. Non lo voglio deludere. Lo so che non durerà a lungo, ma per ora facciamo del nostro meglio e siamo felici». Quanto pensate di restare? «Se le autorità non ci rispondono dovremo alzare il livello della protesta. Qualcuno suggerisce di marciare sul palazzo del governo. A me sembra una cosa difficile, perché la polizia a quel punto non potrà stare a guardare. Bisogna pensarci». Il 1° ottobre è la festa della fondazione della Repubblica popolare cinese. Mentre il centro di Hong Kong era occupato da 550 mila persone che chiedono elezioni libere e le dimissioni del proconsole cinese, lui, il governatore CY Leung, commemorava al chiuso. L’inviato speciale di Pechino, il signor Zhang Xiaoming, durante il brindisi a Hong Kong ha ostentato sicurezza: «Il sole sorge come al solito». Da Pechino guardano e ammoniscono: «Un pugno di persone sfida la legge e provoca, alla fine pagheranno le conseguenze delle loro azioni», ha scritto il Quotidiano del Popolo. Girando abbiamo visto un altro grande striscione che dà forza a Ivan Cheung e alla sua Comune di Admiralty: «We may say I’m a dreamer, but I’m not the only one». No, almeno per ora Ivan sogna, ma non è solo: ieri erano in mezzo milione. @Guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 16 Cronache Usa, incubo contagio dopo il primo caso: controllate 18 persone Il paziente è venuto in contatto anche con bambini Il paziente di Ebola ricoverato a Dallas è stato in contatto con alcuni bambini in età scolastica, che in questo momento sono sotto stretta osservazione sanitaria. È il governatore del Texas, Rick Perry, a fornire questo risvolto. E l’America da ieri ha paura e ricorda le parole di Barack Obama all’Onu: «Ebola peggio del terrorismo». Gli esperti, comunque, escludono rischi epidemici dopo il primo caso di Ebola diagnosticato in Texas. Thomas Eric Duncan, questo il nome del malato di Ebola nu- mero uno degli Stati Uniti, si era recato in un Pronto soccorso di Dallas dopo avere iniziato a stare male e aveva detto al personale di essere rientrato da un viaggio in Liberia. Tuttavia, gli diedero solo degli antibiotici e lo rimandarono a casa. La sorella, Mai Wureh, racconta i retroscena della malattia del fratello. «Thomas — dice — è poi andato al Texas Health Presbyterian Hospital due giorni dopo essere stato rimandato a casa. Era peggiorato. Solo allora fu ricoverato». Quindi per 3-4 giorni, già con i sintomi, è venuto a contatto con altre persone. Circa 18, bimbi compresi. Le autorità indagano. Ricostruito anche il viaggio di Duncan: da Monrovia a Dallas, via Bruxelles, in Belgio. Ma i sintomi li ha sviluppati 4 giorni dopo essere arrivato a Dallas. Nessun rischio quindi per chi ha viaggiato con lui. Il rischio contagio scatta quando compaiono i sintomi. Nove specialisti del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) sono attualmente a Dallas per Contagio Una bambina «sospetta» con gli operatori intervenuti in un villaggio vicino a Monrovia, in Liberia (AP Photo) monitorare, ogni giorno e per 21 giorni (periodo di incubazione), chi ha avuto contatti con Duncan. «Se compare la febbre, subito isolamento». Mario Pappagallo @Mariopaps © RIPRODUZIONE RISERVATA 7.178 casi di persone contagiate in Africa, 2.800 solo negli ultimi 21 giorni. I Paesi più colpiti sono la Liberia, con 3.696 contagi, la Sierra Leone, 2.304, e la Guinea, 1.157. Fra Nigeria e Senegal 21 casi 3.338 morti per l’epidemia, secondo il bollettino dell’Organizzaz ione mondiale della sanità, aggiornato ieri. Di questi 1.998 in Liberia, 622 in Sierra Leone e 710 in Guinea. Otto i morti in Nigeria e Senegal 208 WWW.VALENTINO.COM operatori sanitari sono deceduti. Prestavano soccorso alle comunità africane. Si tratta di medici, paramedici, infermieri, tecnici e ricercatori. Fra costoro il numero dei contagiati è di 373 Sul Web Nel Corriere.it, Salute, il video della conferenza stampa a Dallas (Texas) sul primo caso di Ebola negli Usa ● L’intervento Quei «camici bianchi» primi martiri del virus di Alberto Mantovani C ausa febbri emorragiche ed è spesso fatale: il virus Ebola, oggi alla ribalta delle cronache, è stato scoperto per la prima volta nel 1976. I primi casi in Congo, in un villaggio nei pressi del fiume Ebola da cui il virus ha preso il nome, e in Sudan. Ora ci troviamo di fronte ad un riaccendersi dell’epidemia, per lo più in Liberia e Sierra Leone, di proporzioni drammatiche. Secondo i calcoli dei Centers for disease control and prevention (Cdc) statunitensi, in questi Paesi africani l’epidemia potrebbe arrivare a 20 mila casi a novembre, per poi toccare quota 1,4 milioni entro gennaio. Un aneddoto ci dice che, con tutta probabilità, un punto focale di espansione della malattia è stato il funerale di un guaritore locale, al quale erano presenti numerosissime persone. Curava i malati di Ebola ed è morto contraendo lui stesso la malattia. L’aneddoto è solo una delle numerose testimonianze che ci ricordano come, nella tragica conta dei morti, siano in prima linea gli operatori sanitari: medici, paramedici, infermieri, tecnici e ricercatori. Fra coloro che prestano soccorso alle comunità africane il numero di contagiati è salito a 373, con 208 morti. Secondo una tabella diffusa dall’Oms, il prezzo più alto l’hanno pagato gli operatori in Liberia (182 infettati e 87 decessi) e Sierra Leone (113 infettati, 81 morti). Seguono Guinea (67 infettati e 35 vittime) e Nigeria (11 infettati, nessuno morto). Uno studio pubblicato su Science, che identifica a livello genetico e molecolare il virus, si conclude così: «In memoriam. Tragicamente, cinque co-autori che hanno contribuito alla sanità pubblica e agli sforzi di ricerca in Sierra Leone, hanno contratto Evd (Ebola virus diseases) e hanno perso la loro battaglia contro la malattia prima che il loro manoscritto venisse pubblicato (...)». Non è che l’ultimo caso nella storia della medicina. Fra i più recenti quello di Carlo Urbani, medico e microbiologo marchigiano che identificò la Sars e ne morì. La ricerca immunologica è cruciale per arginare e sconfiggere il virus. Su un duplice fronte: cura e prevenzione. Uno dei due farmaci sperimentati e somministrati negli Stati Uniti è un cocktail di anticorpi monoclonali. E ci sono buone prospettive anche per la messa a punto di un vaccino. Importante farlo finché il ceppo di Ebola in circolazione è così aggressivo, caratteristica che paradossalmente ne limita la diffusione. È come nell’antica favola greca della rana e dello scorpione: non conviene allo scorpione uccidere la rana che lo sta trasportando al di là del fiume, perché morirà annegato lui stesso. Attualmente sono in studio due vaccini, uno dei quali è giunto in sperimentazione clinica. Una corsa in cui i fattori critici sono il tempo — fare in 3 mesi un percorso che di regola richiede 10 anni — e la quantità di vaccino eventualmente disponibile. Le prime persone cui saranno somministrati i vaccini? Gli operatori sanitari: proteggere loro è il primo indispensabile passo per arginare l’epidemia. Direttore scientifico Istituto Clinico Humanitas © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 CRONACHE Il premier sfida le società di calcio «I poliziotti li paghino loro» +14% È l’incremento rispetto all’anno precedente delle forze dell’ordine impiegate durante l’ultima stagione calcistica di serie A e di serie B. È aumentato il numero degli incontri con feriti Renzi: alle squadre i costi degli straordinari. E i club minacciano lo sciopero ROMA «Gli Chi è ● Carlo Tavecchio (nella foto) è stato presidente della Lega nazionale dilettanti dal 1999 al 2014 ed è presidente della Federazione italiana giuoco calcio dall’11 agosto scorso. Contestato per le sue frasi fuori luogo, è stato eletto con il 63,63% dei voti ● Ha molto criticato l’idea del premier straordinari delle forze dell’ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio, non dai cittadini». Il tweet del premier Matteo Renzi lancia il voto di fiducia della Camera, oggi alle 17 (dichiarazioni di voto alle 15.30), sul decreto legge contro la violenza negli stadi. La politica tira dritto: tecnicamente il decreto Alfano vale per tutto lo sport, ma il testo indica la totalità degli eventi che innescano le misure del Gos (Gruppo Operativo per la sicurezza, un’estensione del Viminale), cioè praticamente, al 99%, solo le partite di pallone. E infatti il calcio, non a caso unico bersaglio del tweet di Renzi, non ci sta: a breve la serie A si riunirà in un’assemblea d’emergenza per decidere se passare dall’attuale stato d’agitazione allo sciopero. Le altre leghe, la B e la Legapro, seguono a ruota, pronte a fermare il pallone se non ci sarà almeno un confronto prima della ratifica in Parlamento. Minacce vere, quasi ad invocare una sorta di compensazione fiscale, il calcio spera che si possa almeno aprire una trattativa in proposito. Magari a tema Irap, la cui abolizione per i club era stata buttata lì in estate dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli. I motivi del subbuglio sono solo di matrice economica: come ha stabilito ieri la Commissione affari costituzionali della Camera, l’onere dello straordinario dei poliziotti in servizio negli stadi spetta ai club, in soldoni una quota di circa 25 milioni l’anno da intercettare al botteghino (dall’1 al 3% degli incassi) dopo che si è deciso di depennare dal testo il prelievo coatto su sulla totalità delle entrate, diritti tivù compresi. Oggi il decreto, che contiene altri punti come il Daspo di gruppo o l’uso delle pistole elettriche, ❞ I cittadini I costi non vanno addebitati ai cittadini ha lo step della fiducia alla Camera, poi dovrà passare al Senato ed essere convertito in legge entro il 21 ottobre, pena la decadenza. Se l’iter sarà rispettato si arriverà al nocciolo della questione: i club si occuperanno di pagare per la sicurezza dentro e fuori lo stadio, però altri continueranno a decidere se, dove e a quanti poliziotti far fare lo straordinario. Di fatto un nuovo bal- L’adolescente scomparsa a Londra Trovato il corpo di Alice Gross Il corpo è stato trovato ieri, lungo il fiume Brent. Scotland Yard indagava per scomparsa, adesso prosegue per omicidio. Alice Gross (Photomasi), 14 anni, era sparita il 28 agosto a Londra. È irreperibile il sospettato Arnis Zalkalns, già condannato per omicidio. © RIPRODUZIONE RISERVATA 17 zello che la serie A, già alle prese con la gestione degli steward («Che c’entriamo noi con la sicurezza fuori dagli impianti? Non dovrebbe essere già contemplata nelle tasse?», la posizione della Lega di A) e contribuente dell’Erario per quasi un miliardo sui soli diritti televisivi, non digerisce per niente. Se non altro, Renzi è riuscito nell’impresa di compattare il variegato mondo dello sport. Carlo Tavecchio, fresco numero 1 in Figc, aveva detto la sua prima del tweet del premier: «Occorre subito un confronto per evitare inutili demagogie». Il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, ha lanciato il suo segnale dicendosi «preoccupato dal provvedimento» e chiedendo «chiarezza» e un «minimo confronto». E il presidente del Coni, Giovanni Malagò, gli ha dato ragione: «Lo capisco. Se hai un bilancio e ti dicono dalla sera alla mattina che c’è una spesa supplementare, che peraltro ancora non ho capito come si quantifica, questo non va bene». Anche perché il Coni, che sul calcio aveva programmato dei sostanziosi tagli (circa 20 milioni sui 62 di fondi irrogati l’anno scorso), in caso di conversione in legge del decreto Alfano si troverebbe con un impedimento al varo della propria, e già annunciata, spending review. Andrea Arzilli © RIPRODUZIONE RISERVATA 25 Sono i milioni di euro spesi per l’impiego delle forze dell’ordine negli stadi. A causa delle violenze crescenti sono aumentati gli arresti, i feriti tra gli steward e gli agenti e quelli tra i tifosi 2.353 È il numero dei tifosi raggiunti dal provvedimento del Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) durante il campionato 2013-2014. I Daspo attualmente attivi sono oltre 5.000 403 Sono i gruppi degli ultrà riconosciuti in Italia. Una settantina ha connotazione politica: 46 sono di destra, venti di sinistra e dieci misti. Lo ha detto il capo della Polizia Alessandro Pansa 18 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE STORIE DI GIOVANI E ALCOL Il punto di vista del figlio «La noia mi pesava Per bere ho smesso di fare gare di nuoto» «C ❞ ercavo di tenere tutto nascosto ai miei genitori. Ma una mattina, alle sei e mezza, mentre uscivo per andare a scuola, mi è caduta dalle mani una bottiglia di vino...». Quel giorno nella casa di P. va in frantumi non solo il vetro. È una famiglia felice, senza problemi economici, vive in uno dei centri a est di Milano. Il padre ha un’avviata attività commerciale, la madre è casalinga per necessità per badare a 4 figli. P. è il più grande, quella mattina di 4 anni fa, è da poco sedicenne. «Il vino l’ho preso per una festa, mi sono giustificato. Ovviamente non mi hanno creduto». P. era già dipendente dall’alcol. Beveva, prima dopo e durante le lezioni. «Studiavo in un istituto professionale, un’ora di viaggio ogni mattina, poi sei ore in classe, tre pomeriggi a settimana in piscina, facevo agonismo. Tornavo a casa alle 7 e mezza di sera. Non mi passava più...». Ha iniziato così, un bicchiere per farsi passare la giornata. «Già la mattina in treno. A volte saltavo le prime ore di lezione e andavo al bar, da solo o con i compagni. La sera poi c’erano gli apertivi». I primi tempi va bene: «Mi tanta forza di volontà». P. adesso ha vent’anni ed è un adulto. «Il peggio è passato, gli ultimi test sul capello sono negativi». Ha accettato volentieri di raccontare la sua storia: «Non auguro a nessun sedicenne di passare quello che ho passato io». E l’alcol? «Il sabato sera, con gli amici, una birretta ci scappa. Ma adesso so dire basta». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dialogo Con i miei non c’era dialogo e continuavo a sbagliare Gli ultimi rapporti sull’alcol e i giovani disegnano un mondo molto più esteso di quanto si possa pensare. Secondo il ministero della Salute il 9,1% di chi è seguito dai servizi per l’alcoldipendenza ha meno di trent’anni. La prima sbronza arriva spesso quando si è poco più che bambini, neppure dodicenni. Il gioco diventa presto abitudine e poi dipendenza. Quella di P. è una storia «normale», non diversa né più drammatica di quella di molti altri giovani. La raccontiamo in questa pagina, da due punti di vista. Quello del ragazzo che ha iniziato a bere a 16 anni e adesso ventenne, grazie ai medici e agli assistenti del Sert, è riuscito a venirne fuori. E quello dei genitori, prima impreparati nel gestire una situazione che non toccava ad «altri», poi compagni in questo percorso non facile. pagina a cura di Riccardo Bruno © RIPRODUZIONE RISERVATA Il punto di vista dei genitori «Una bottiglia caduta mentre usciva all’alba Così abbiamo capito» ❞ «A Le paure I fratelli avevano paura che capitasse anche a loro ncora adesso ci chiediamo, come abbiamo fatto a non capire subito cosa stava succedendo a nostro figlio?». La madre di P. è un donna dai modi gentili ma decisi, nel tempo libero ama la montagna e gli sport estremi. «Tra il terzo e quarto anno delle superiori aveva cambiato carattere, era sempre arrabbiato. Poi d’estate decise di abbandonare il nuoto agonistico. E pensare che l’anno prima aveva rinunciato alle vacanze per non perdersi una gara». Tutto fu chiaro un mattina. «Stava per andare a scuola, gli cadde dalle mani una bottiglia di vino. Mio marito andò in cantina e vide che erano sparite quasi tutte». Cosa fare quando scopri che il tuo ragazzo è un alcolizzato? Meglio affrontarlo a muso duro, o usare le maniere accomodanti? Anche per i genitori non è facile restare lucidi. «Ci siamo detti: che facciamo, lo pediniamo? Alla fine siamo andati a parlare con il preside e i professori, ci hanno detto che saltava le lezioni, che spesso gli puzzava l’alito». Provano a parlargli, cercare di capire cos’è che non va. Inutile, la diffidenza cresce. «Passava i pomeriggi a dormire. Quando usciva la sera non si sapeva dove andava e quando sarebbe tornato. Le serate finivano sempre a bere, sia se usciva con i compagni di scuola o con gli amici della montagna». È a quel punto che decidono di andare tutti insieme da una psicologa. «Peggiorò la situazione, gli A scuola «I primi bicchieri di vino in treno: arrivavo a scuola già ubriaco I miei non mi capivano» La psicologa «La psicologa gli diede dei medicinali ma tutto peggiorò: è il Sert che ha capito come prenderlo» sentivo meglio, mi aiutava a vincere la noia». La dipendenza era in agguato: «Dopo un anno arrivavo in classe già ciucco. Un po’ di bottiglie le ho prese dalla cantina di mio padre, il resto al supermercato, un litro di vino a un euro e 80. Poi superalcolici, qualche Negroni. Gli shot (bicchierini da buttare tutti giù d’un fiato, ndr) non mi sono mai piaciuti». P. accumula assenze, abbandona il nuoto, sente il fiato pesante e quello sul collo dei genitori. «Loro non mi capivano e io continuavo a sbagliare». L’idea di andare da una psicologa peggiora la situazione. «Mi ordinò degli psicofarmaci. Mai presi. Non ero malato, ero convinto di poter smettere quando volevo». Ma P. non riesce a farlo, il confine verso altro, erba e droghe leggere, viene superato. Con il senno di poi, è la sua fortuna. «Andando in treno a un concerto, la polizia ci trovò della roba». Modica quantità, nessuna conseguenza penale ma una segnalazione al Sert di Gorgonzola. «Mezz’ora di colloquio due volte al mese, ma a me è bastato. Finalmente parlavo di cose interessanti con qualcuno che mi capiva. La psicologa mi ha seguito solo tre mesi, con l’assistente ho continuato per due anni. Ho capito di avere dentro diede dei medicinali e mio figlio si rifiutò di prenderli». Il momento peggiore è quando suonano alla porta per la notifica della convocazione al Sert. Non è più solo alcol, durante un controllo gli hanno trovato anche un po’ di erba. Ma è anche l’inizio della risalita. «Al Sert sono stati bravissimi. Il primo programma durava tre mesi, lui ha voluto continuare per altri due anni». A casa torna la serenità, anche a scuola va meglio. «È un ragazzo intelligente e curioso. Ha perso un anno ma poi ha ripreso regolarmente e si è diplomato». Da un mese ha iniziato a lavorare con il padre, un piccolo successo dopo anni di scontri. Pure i fratelli sono più tranquilli. «Ha sofferto soprattutto il più piccolo. Aveva sei anni quando è iniziato tutto, temeva che succedesse anche a lui qualcosa». Papà e mamma di P. sono felici di raccontare la loro vicenda, non solo perché il figlio adesso sta bene («Ha solo qualche chilo di troppo»), ma soprattutto perché è stato lui a chiedergli di farlo. Orgoglio da genitori: «Ci ha detto che così possiamo essere d’aiuto anche ad altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 CRONACHE Accelerazione sul divorzio breve La legge attesa tra una settimana Intesa tra Pd e Forza Italia. Il matrimonio potrà essere sciolto davanti all’avvocato La misura ● Nel decreto legge di riforma della giustizia civile approvato dal Consiglio dei ministri il 29 agosto ci sono anche due articoli (il 6 e il 12) che riguardano separazione e divorzio ● L’articolo 6 introduce la possibilità di separarsi tramite avvocato con la negoziazione assistita. Il 12 permette di divorziare di fronte all’ufficiale di stato civile se il divorzio è consensuale e non ci sono figli minori o liti sul patrimonio ROMA Il divorzio breve diventerà legge probabilmente già la prossima settimana. Le intenzioni ci sono e i numeri anche e adesso spetta alla commissione Giustizia del Senato la decisione finale. L’idea è di inserire il disegno di legge sul divorzio breve, già approvato a Montecitorio, all’interno della conversione in legge del decreto della riforma della giustizia civile (approvato il 29 agosto scorso dal Consiglio dei ministri). La proposta arriva dal Pd di Palazzo Madama, dal capogruppo Giuseppe Lumia, con la benedizione del ministro della Giustizia Andrea Orlando che proprio ieri è arrivato in commissione al Senato affrontando anche lì la questione della fine giudiziaria dei matrimoni. Parte proprio dal decreto legge del governo la questione, lì dove si affrontano già i temi dei divorzi e delle separazioni con l’intento di alleggerire i tribunali dai milioni di pratiche incombenti. «In quel decreto ci sono nodi da sciogliere per via di differenze profonde», ha detto il ministro Orlando alludendo principalmente all’opposizione manifestata dal Nuovo centrodestra. E auspicando: «Spero che si comprenda che con quel decreto non c’è la volontà di stravolge- re un istituto ma solo quello di sgravare la giurisdizione». I nodi da sciogliere, ovvero i punti contestati, sono due: l’articolo 6 e l’articolo 12. Nell’articolo 6 si prevede la possibilità di separarsi davanti a un avvocato invece che davanti a un giudice, grazie alla negoziazione assistita. Nell’articolo 12 si prevede invece la possibilità di sciogliere il matrimonio davanti all’ufficiale di stato civile, soltanto nel caso in cui non ci siano controversie patrimoniali, figli minori o figli disabili o in evidenti difficoltà. L’Ncd vorrebbe vedere stralciati questi due articoli dal decreto di conversione in legge, mentre in commissione Giustizia si sta pensando l’esatto contrario, ovvero di inserire nel decreto anche il testo di legge che porta a un anno (da tre anni) la durata del divorzio e anche a sei mesi in casi di consensuale e assenza di figli minori o disabi- Il confronto Italia Inghilterra e Galles Francia La riforma del divorzio approvata alla Camera prevede la riduzione della separazione a un anno, calcolato dalla richiesta di separazione. La legge attuale indica un periodo minimo di tre anni da quando i coniugi compaiono in Tribunale. In caso di divorzio consensuale e senza figli minori si scende a sei mesi Il divorzio può arrivare subito se c’è stato adulterio oppure un comportamento ritenuto insostenibile dall’altro coniuge (spesso i coniugi si accordano in tal senso). Altrimenti si può chiedere dopo cinque anni di separazione di fatto. Se non ci sono conflitti o minori coinvolti si può ottenere anche in sei mesi In caso di divorzio consensuale basta che i coniugi compaiano una volta di fronte al giudice per decidere su affidamento dei figli e questioni patrimoniali. Se il divorzio non è consensuale sono previste 2 fasi: il giudice sancisce il divorzio, la custodia dei figli, gli alimenti; il notaio dispone la divisione del patrimonio familiare Spagna Portogallo Finlandia Non serve né un periodo di separazione né una causa legale per il divorzio: è sufficiente che lo chieda un coniuge e il giudice lo dispone. Se non è consensuale, devono essere passati tre mesi dalle nozze (a meno che l’unione non metta in pericolo uno dei coniugi o i loro figli) Il divorzio è immediato tramite provvedimento amministrativo (non serve quindi rivolgersi a un giudice) se entrambi i coniugi sono d’accordo. Se lo chiede solo uno dei due, questi deve provare di fronte al giudice che c’è stata una violazione dei doveri coniugali Non c’è bisogno di una causa di divorzio: basta che uno dei due coniugi ne faccia richiesta alla Corte distrettuale di residenza. Il divorzio viene concesso dopo sei mesi (si ottiene subito solo se i due coniugi hanno vissuto separati nei due anni precedenti la richiesta) 19 li. L’idea di mettere il testo di legge nel decreto di conversione è per evitare che le modifiche (che sicuramente verranno apportate) al testo impongano una nuova votazione alla Camera . Dice Francesco Nitto Palma (FI), presidente della Commissione giustizia di Palazzo Madama: «L’idea di inserire il testo di legge nel decreto nasce all’interno della commissione ed è sostanzialmente appoggiata dalla commissione che, del resto, ha praticamente sempre agito con molta unità su tutti i provvedimenti, tranne pochi casi» . Francesco Nitto Palma fa sapere che questa decisione di inserire il testo di legge nel decreto verrà presa la prossima settimana, anche perché il decreto della riforma civile arriverà poi in aula il prossimo 14 ottobre. Approvato a fine agosto, il decreto deve essere trasformato in legge dal Parlamento in sessanta giorni. La possibilità di presentare emendamenti al testo di legge è già scaduta, dei due relatori al Senato ne è rimasto uno solo, anzi una sola, Rosanna Filippin del Pd, visto che Elisabetta Alberti Casellati è stata appena nominata membro laico del Csm . Aggiunge il senatore Nitto Palma: «Gli emendamenti di modifica che sono stati presentati sono sostanzialmente di natura tecnica. La prossima settimana vedremo come andrà a finire, ma ho fiducia nell’unità della commissione». Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGUICI ANCHE SU 20 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 CRONACHE Scrittori, cantanti e sportivi Letture a voce alta nelle scuole L’iniziativa del ministero: tre giorni per riavvicinare i ragazzi ai libri DALLA NOSTRA INVIATA Leggere, immaginare, vedere. È scolpito nelle pagine scritte quel senso in più che solo chi frequenta buoni libri può sviluppare. E per farlo scoprire ai ragazzi, al di là delle schede di lettura, dei riassunti, del profumo di obbligo e dell’ossessione della valutazione che spesso si percepiscono sui banchi, i ministri dell’Istruzione e dei Beni culturali hanno varato il progetto «Libriamoci»: una manifestazione di lettura ad alta voce nelle scuole che si svolgerà il 29, 30 e 31 ottobre. Per tre giorni, la parola si «librerà» nell’aria. E nelle scuole di ogni grado che aderiranno, «si respirerà senso di libertà», ha garantito Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura, motore dell’iniziativa presentata ieri a Bologna con, tra gli altri, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. «Libera la lettura nelle scuole» è lo slogan scelto per parlare ai ragazzi dell’amore che può nascere da, e per i libri; e per provare a risollevare le statistiche, che mostrano un calo di lettori, in Italia, dal 49 al 43% in soli tre anni, tra il 2011 e il 2013, sostiene Nielsen. Ancora più preoccupante il calo tra gli adolescenti: dal 70 al 60%, nella fascia d’età fra i 14 e i 19 anni. Resta da vedere se la corazzata messa in moto (Anci, enti loBOLOGNA ● Tra le iniziative collaterali alla maratona di lettura nelle scuole, c’è l’hashtag #unamoredilib ro. Si tratta di una evoluzione dell’iniziativa lanciata quest’estate dal Corriere scuola su Corriere.it con la sua «Biblioteca dei ragazzi»: una raccolta di titoli consigliati dalle firme del giornale da cui studenti e professori possono attingere liberamente cali, associazioni, Rai, Salone del libro di Torino, Fondazione Bellonci e Corriere della Sera) darà frutti. «Ci vorrà tempo, c’è molto da ricostruire», ha ammesso il ministro Franceschini, che ha rivolto un appello a tutti 43% I lettori in Italia: nel 2011 erano il 49 per cento «gli scrittori, musicisti, cantanti, attori, sportivi, giornalisti perché tornino tra i banchi, a leggere a voce alta nelle classi, contribuendo così ad accendere l’interesse dei giovani sui libri». «È la prima volta che si tenta in 14 mila scuole italiane di vivacizzare l’interesse per la lettura», dice ancora Montroni. Una mobilitazione culturale che vuole anche «rivendicare la lentezza della lettura, che consente di usare per se stessi la risorsa L’incontro La tragedia a Lampedusa di un anno fa Il Papa commosso con i sopravvissuti di Giusi Fasano Un anno fa hanno visto i loro compagni chiusi in un sacco di plastica. 368 morti e la speranza vana che non accadesse mai più. «Santità, aiutaci a fermare questo massacro» hanno chiesto ieri al Papa, che li ha ricevuti in Vaticano, i migranti eritrei sopravvissuti alla strage del 3 ottobre a Lampedusa. Molti indossavano la maglietta con la scritta: «Proteggere le persone, non i confini». Francesco, commosso, ha detto: «Chiedo all’Europa di aprire le porte dei loro cuori». © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 in assoluto più limitata: il tempo» ha specificato Franceschini, che ha anche invitato la tv ad occuparsi di più di letteratura. «Saranno tre giornate straordinarie — secondo Montroni —. Bibliotecari, sindaci con la fascia tricolore, calciatori, volontari, vigili urbani: tutti potranno “liberare” la lettura nelle scuole». A declamare pagine infatti potrà essere chiunque, dagli studenti agli autori che sarà possibile rintracciare e che le scuole potranno segnalare, immaginando in autonomia percorsi di lettura creativi, gare, maratone, audiolibri prodotti in classe. Consigli e format sono disponibili sul sito www.ilmaggiodeilibri.it. E una circolare del Miur ha informato i capi d’Istituto dell’iniziativa e delle modalità per partecipare. «Il senso e il valore di “Libriamoci” è quello di riportare al centro della scuola la parola», ha spiegato il ministro Giannini, presente all’incontro bolognese, ricordando come sia lei che Franceschini siano, nella vita privata, appassionati di parole e letture. «Dobbiamo ridare la parola ai ragazzi. Capire un testo e comprendere il mondo li aiuta ad esercitare i loro diritti». Il Corriere della Sera partecipa lanciando l’hashtag #unamoredilibro, con il quale invita i lettori di ogni età a segnalare il loro libro del cuore, quello che ha smosso un sentimento, cambiato il modo di vedere le cose. Ma anche mettendo a disposizione i propri giornalisti per le letture in classe e la «Biblioteca dei ragazzi»: una raccolta di titoli e di incipit consigliati dalle firme del giornale, accessibile via web, su Corriere.it/Scuola. Antonella De Gregorio © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 CRONACHE ● Il commento Società Baby boom Calabria, 1966 Una famiglia numerosa sorride a bordo di una carrozzella. In Italia sono gli anni del boom delle nascite, una tendenza cominciata nel 1963 e che tocca il suo apice nel ‘64 con 1.035.000 nuovi nati: quelli che quest’anno hanno spento 50 candeline (Bruno Barbey / Magnum) ROMA Culle vuote e una splendi- da cinquantenne. È il paradosso dell’Italia che, nel momento in cui tocca i minimi storici in fatto di natalità, si scopre impegnatissima a festeggiare la cifra tonda dei cinquant’anni. Nel 2014, infatti, ben 1.035.000 nostri connazionali hanno tagliato il traguardo del mezzo secolo. Sono i nati nel 1964, figli del baby boom, quelli concepiti sulla spinta del benessere, quando le famiglie erano propense alla natalità perché non avevano patemi economici. Di bambini, allora, se ne facevano anche due o tre o addirittura quattro. Ma mentre loro e i coetanei spengono le candeline, l’Italia di oggi stenta a riempire lettini e carrozzine. E festeggia un primato negativo, molto pericoloso. Lo scorso anno, secondo l’Istat, sono venuti al mondo 514.308 bebè (il valore più basso da quando si fanno le rilevazioni), circa 20 mila in meno rispetto all’anno precedente e 62 mila in meno rispetto al 2008, anno che ha segnato l’avvio della crisi. Le attese per il prossimo bilancio sono negative. «Temiamo una riduzione ulteriore. Neppure durante le guerre c’è stata tanta difficoltà nel progettare l’allargamento del nucleo familiare. Il paradosso è che i genitori hanno desiderio di procreare ma non La tendenza Rispetto al 2008 i nuovi nati sono 62 mila in meno e si prevede una ulteriore riduzione possono realizzarlo», dice Ketty Vaccaro, responsabile del settore Welfare e sanità del Censis che ha curato l’indagine su fertilità e infertilità intitolata «Diventare genitori oggi», in collaborazione con la Fondazione Ibsa per la ricerca scientifica. L’altra faccia della medaglia è la classe del ‘64. Tra i nati di quell’anno anche tante facce note: «La prossima intervista la farò quando ne avrò cento, i 50 non mi fanno paura. Sono viva, in salute, ho due figlie che adoro», dice fiera Monica Bellucci che tre giorni fa ha varcato la fatidica soglia senza un briciolo di rimpianto. Con lei Sabrina Ferilli, Francesca Neri, Isabella Ferrari, Paolo Virzì. E poi Antonio Albanese, Valeria Bruni Tedeschi, Gianluca Vialli, Paola Turci. Il fenomeno baby boom è racchiuso nell’arco di tre anni: ‘63 (978 mila nati), ‘64 e ‘65 (1.018.000). «Cosa succederà al- L’Italia dei cinquantenni Nati quando si facevano figli Nel 1964 si è toccato il picco, proprio come ora siamo al record negativo I numeri Valori in migliaia I nati vivi in Italia 1.400 1.044 1.035 3 5 6 6 3 4 6 8 7 4 2 1946 1954 1964 1984 Fonte: elaborazione Censis su dati Istat l’Italia quando i figli di quelle annate saranno vecchi tutti insieme e mancherà il ricambio? — si chiede la sociologa Vaccaro —. Il problema della denatalità è sottovalutato», denuncia la Vaccaro. Cristina Parodi, conduttrice de La Vita in diretta con Marco Liorni, esprime la gioia di una cinquantenne appagata: «Vengo da una realtà familiare fatta di figli — ne ho 3 — e di nipoti, è come se mi portassi dietro l’eredità del baby boom. Soffro nel vedere coppie prive di questa ricchezza. Mi auguro con tutto il cuore che i giovani cambino mentalità». Un cambio, però, subordinato anche agli interventi pubblici: per il 61% degli italiani — dice il rapporto del Censis-Ibsa — se questi migliorassero le coppie sarebbero più propense a mettere al mondo dei figli. Proprio ieri, in parallelo con la diffusione dell’indagine Censis, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin (molto lontana dai 50 anni) ha annunciato l’apertura del tavolo della fertilità e prevenzione delle cause dell’infertilità. Venticinque esperti di varia estrazione coordinati dalla ginecologa Eleonora Porcu, vicepresidente del Consiglio superiore di sanità, 2 5 7 8 6 2 3 8 5 1 6 7 Altri giochi su www.corriere.it 514 600 200 7 8 1.000 721 SUDOKU DIABOLICO 9 23 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 4 2 3 5 1 6 8 9 7 1 9 8 2 3 7 6 4 5 6 5 7 4 9 8 3 1 2 9 6 1 8 2 3 5 7 4 5 3 2 9 7 4 1 8 6 8 7 4 1 6 5 2 3 9 3 4 5 7 8 2 9 6 1 2 8 9 6 4 1 7 5 3 7 1 6 3 5 9 4 2 8 1994 2004 2013 d’Arco sono stati incaricati di elaborare entro sei mesi un documento che indichi strade per invertire la curva discendente. «Non sono solo le difficoltà economiche a frenare le coppie ma anche la disinformazione — dice il ministro —. Le donne non sono sufficientemente consapevoli del fatto che a un certo punto della loro vita le possibi- lità di restare incinte cala drammaticamente. Il tema della natalità e dell’inverno demografico è una grande questione da cui dipende lo sviluppo». Da qui il progetto di partire intanto con una campagna di sensibilizzazione. Margherita De Bac [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Le famiglie che mancano al nostro welfare di Dario Di Vico D ire che il calo della natalità è un altro dei frutti avvelenati della Grande Crisi è fin troppo semplice. Forse è più sensato osservare che si sommano più cause, quelle di breve periodo legate al ciclo economico sfavorevole di questi ultimi sei anni e quelle di lungo, dovute al cambiamento di stili di vita, valori e priorità. Individuate, seppur sommariamente, le cause, bisognerebbe però passare alle terapie o quantomeno agli antidoti. E la parola chiave non può che diventare welfare. Ci facciamo un vanto di avere un sistema di protezione sociale antico e nobile ma di fatto ormai questo presenta evidenti lacune. Il welfare italiano è riuscito a sommare due contraddizioni, costa troppo e risulta inefficace. È un sistema costruito sulla forza degli interessi rappresentati, sui cortei, gli emendamenti e i no. Ma via via che questa asimmetria si perpetua viene fuori che la società si trova scoperta, non ha quel supporto che le servirebbe per crescere. Se c’è una cosa, quindi, che la ricerca del Censis ci insegna è che dobbiamo annoverare tra i tanti outsider di questa complicata stagione della vita nazionale anche i figli che non sono nati. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 25 Moda Le sfilate di Parigi Moncler Gamme Rouge disegnata da Valli Alexander McQueen La rilettura del Giappone Hermès L’ultima collezione di Christophe Lemaire I Settanta (moderni) di Vuitton Miu Miu, la moda è finzione L’ispirazione retrò, criticata a Milano, viene celebrata a Parigi Il «rumor» più insistente: John Galliano alla Maison Martin Margiela DALLA NOSTRA INVIATA «Siete seduti in un luogo che non esiste ancora…» ripete la voce metallica dei volti di ragazzi proiettati sui megaschermi che corrono lungo le pareti. «Nel giorno zero e nel cuore del progetto. Nome in codice: Gehry 014». E il nuovo viaggio della maison Louis Vuitton ha inizio là dove, probabilmente, tutto continuerà nel futuro: la Fondazione, voluta da Bernard Arnault (patron di Lvmh) e realizzata da Frank Gehry. Una nave di 3.600 pannelli di vetro e 15 mila tonnellate di acciaio, circondata da una gigantesca foresta. Ospiterà mostre d’arte (inaugurazione il 27 ottobre) ma ieri è stato incubatore della nuova collezione Vuitton, la seconda firmata da Nicolas Ghesquière. Il designer si è tolto la maglietta della timidezza e ha indossato quella della fermezza, realizzando un capolavoro. Nell’aria gli anni a cavallo fra i Sessanta e Settanta con Simon&Garfunkel (The sound of silence) ma attualizzati magistralmente, dunque quasi irriconoscibile se non per certe iconicità: le lunghezze, il denim, le gonne pantalone, i gilet, i fiori e le bluse sbuffanti. Abiti cortissimi, per lo più, romantici. La vita alta. Le giacchette piccole. Patchwork fra i più tecnicamente avanzati fra macramè, tricot, un velluto di seta, anguilla e camoscio. Una bisaccia che è la nuova borsa. Uno stiv valetto che ha il tacco a forma del fiore simbolo della maison. La tela monogram per la prima volta è nera e con LV in rosso. Non c’è un capo o un accessorio che non porterebbe una ragazza d’oggi. È bravo Ghesquière a cogliere l’energia positiva di una generazione che non è solo la visione tormentata di un Saint Laurent by Slimane. Al francese anche l’onore di aver preso una strada completamente diversa da quella percorsa con Balenciaga. E ora gli Anni Settanta. Ovunque qui a Parigi, con peana e plausi. Peccato che la stessa ispirazione a Milano abbia suscitato le critiche più pesanti e tacciato la moda italiana di poca creatività. Chiamarla semplicemente tendenza no? Tranchant con iroPARIGI Miu Miu ● Gonna a tubo, cappottino, blusa, borsetta retrò. Pezzi «classici» con finzioni improvvise nella collezione di Miuccia Prada presentata ieri: ruche maliziose, un colletto di visone sulla vestaglia di nylon, una cintura intrecciata che non c’entra nulla, la scarpa in colore a contrasto e con il fiocco Dettagli/1 ● La collezione per la prossima estate di Equipment e Current/Elliott: modelli iconici Signature a due tasche e Brett a una tasca in colori pieni, insieme alle stampe floreali nia Miuccia Prada sull’argomento: «Si vede che mi hanno copiato! Li ho proposti per due anni ma adesso basta». Promette e mantiene. La sua Miu Miu è qualcosa di diverso da tutto quello che si è visto. Anche solo per l’età: non una ragazza ma già una donna, o forse no, è una ragazza che fa la donna. Perché è il gioco della finzione quello voluto dalla stilista. «Non sono costrette le donne a fingere per andare avanti? Quindi dico: usate tutti le armi, fingete, perché comunque l’uomo le usa, tant’è che il potere è sempre suo. Noi siano furbette, loro furbi». La moda di conseguenza, con brio. I capi sono presto detti per scelta: una gonna a tubo, un panta- lone slim, un cappottino, una blusa, un top, una borsetta retrò con personalità. Pezzi «classici» con finzioni improvvise: i crop top delle ragazze che lasciano l’ombelico scoperto, le ruche maliziose, un colletto di visone sulla vestaglia di nylon, una super zeppa, una cintura intrecciata che non c’entra nulla. Nel gioco anche le variante di colori e tessuti: neutri (rosa, bianco, nero) o improvvisi (rosso, verde, arancio) i primi; veri (broccati) e finti (nylon, per l’appunto). Signorissima la donna Hermès, l’ultima firmata da Christophe Lemaire. Ispirazione suggerita dalla passerella di sabbia finissima: il deserto africano, nei colori e nelle leggerezze di drappeggi anche quando sono in camoscio. Cappotti ampi d’ispirazione Masai color avorio, short di coccodrillo ocra, giubbotti di pitone ma anche camicioni svasati e ricamati come certe biancherie di lino. C’è la nuova tracolla a mezzo cerchio. È una collezione sicura, elegante, senza guizzi ma neppure sbavature. Da passaggio del testimone. Avanti il prossimo: Nadege Vanhee Cybulski, 31 anni, scuola di Anversa, esperienze da Celine e Margiela. E proprio sulla griffe che porta il nome del belga il rumor più forte della settimana: sembra che a guidare l’Atelier Margiela ci sarà presto John Galliano. Renzo Rosso, patron del gruppo proprietario, fa sapere che per policy non si danno notizie sugli stilisti. Ma se non è no, è… È tutto intorno a un coltissimo e romantico racconto sul kimono il nuovo lavoro di Sarah Burton per McQueen. Il tradizionale costume giapponese diventa ora un cappotto, una gonna, un blazer. Le modelle hanno un’acconciatura che ricorda certe figure di guerrieri e indossano scarpe come sospese. Rosso è il colore nuovo della prossima estate. Ci crede anche Giambattista Valli che lo usa come segno di stile per la Moncler Gamme Rouge. Per short e t-shirt di pizzo tecnologico, giacche a vento, gonne a fiori alternandolo a un bianco e una serie di glitter di grande effetto. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA Vuitton ● Richiami agli Anni Settanta per certe iconicità: le lunghezze, il denim, le gonne pantalone, i gilet, i fiori e le bluse sbuffanti. Abiti cortissimi, per lo più, romantici. La vita alta. Le giacchette piccole. Patchwork fra i più tecnicamente avanzati fra macramè, tricot, un velluto di seta, anguilla e camoscio d’oggi. Dettagli/2 ● L’evasione dalla realtà, il sole e la vita spensierata di Miami e Palm Springs influenzano la collezione primavera estate 2015 di H&M Studio, presentata a Parigi 26 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera ● Parabole Luigi de Magistris torna nel peggiore dei modi alle origini, al tempo in cui prometteva di «scassare» tutto A tratti incendiario quando tuona contro lo Stato, a tratti grottesco quando in diretta tv ripete: «Non mi dimetto...» ANALISI & COMMENTI di Guido Santevecchi La stabilità come alibi dei comunisti cinesi per negare la libertà ai cittadini di Hong Kong H ong Kong è stata per decenni l’avamposto del capitalismo occidentale di fronte alla Cina comunista. Quando gli inglesi l’hanno restituita alla Repubblica popolare, nel 1997, il governo di Pechino ha pensato bene di lasciarla prosperare, di continuare ad accogliere a braccia aperte gli investitori e i finanzieri della globalizzazione (e di spedire nell’ex colonia i suoi primi capitalisti d’assalto). «Stabilità» è la parola chiave che compare in tutti i discorsi pubblici degli uomini del Politburo. E con la stabilità e la forza dell’autocrazia costituita dal partito comunista, la Cina è riuscita a crescere fino a diventare la seconda, o forse già la prima economia del mondo. È la formula del «socialismo con caratteristiche cinesi»: arricchirsi, sempre di più, diventare capitalisti, senza disturbare il potere con inutili richieste di democrazia. Poi succede che per stare al gioco della stabilità, si garantisce a Hong Kong di essere democratica, ma con qualche caratteristica cinese: i candidati alle elezioni del 2017 dovranno essere al massimo due ed essere accettati da Pechino. La gente di Hong Kong si ribella, occupa la piazza finanziaria, minaccia gli affari. Le multinazionali si schierano per la stabilità (quella voluta da Pechino). A Hong Kong i ragazzi e anche i loro professori, e molti genitori, e i cardinali cattolici, e i vescovi anglicani, prendono lo spunto dalla richiesta di elezioni libere per dire che servono per poter influire finalmente su chi è al governo, per inseguire una riforma sociale. Perché agli hongkonghesi nati e cresciuti nel mondo capitalista non piace il dilagare della diseguaglianza, le case dai prezzi inarrivabili, la corruzione, la collusione tra businessmen e Repubblica popolare. Una bella contraddizione: i capitalisti che sognano la socialdemocrazia e i comunisti (con caratteristiche cinesi) che si trovano costretti a puntellare e difendere la stabilità del capitalismo di Hong Kong. Negando naturalmente elezioni libere e democratiche. @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it i dice «arrabbiato, indignato, offeso» e si propone come martire di uno Stato deviato e «in putrefazione». Vittima di bossing, di indebite pressioni, insomma. In realtà minaccia, allude, provoca, scalcia e così facendo Luigi de Magistris torna, ma nel peggiore dei modi, alle origini, a quando prometteva di «scassare» tutto per poi ricostruire. O, almeno, così faceva intendere e così qualcuno aveva voluto capire. Ora, invece, «scassa» e basta. E di brutto. Lo fa infatti programmaticamente, dando l’impressione di non avere per la testa altro progetto politico se non questo. Meno di una settimana fa, l’ex magistrato poi diventato sindaco di Napoli e ora incalzato da un provvedimento di sospensione cautelare perché condannato in primo grado, promise che avrebbe pubblicato i verbali delle deposizioni rese di fronte all’autorità giudiziaria e dai quali — disse — «si evinceranno alcuni nomi illustri che ancora oggi rivestono cariche importanti». Ora si è capito dove voleva andare a parare. In uno di questi verbali, attraverso un complicato gioco di rimandi, utilizzando cioè altre vicende giudiziarie come sponda, de Magistris fa infatti sapere che durante un’inchiesta su Tangentopoli «fu secretato il nome dell’attuale presidente». Un’inchiesta non sua, svolta da altri magistrati, in un’altra città, ma di cui de Magistris dice di essere venuto a conoscenza perché in cerca di precedenti. Più obliquo di così? Ma questo è il metodo. E non è certo quello di un moderno parresiaste, di un Diogene post moderno amante della DORIANO SOLINAS S ● Il corsivo del giorno IL GIOCO AL MASSACRO DEL SINDACO SOSPESO di Marco Demarco verità. Tutt’altro. Ma intanto il siluro all’indirizzo di Napolitano è partito, e guarda caso, arriva proprio quando il presidente è a Napoli, in una città che ospita un summit della Banca europea, affollata di «antagonisti» e per questo carica di tensione anti-capitalista, anti-Europa e anti-sistema. Per un sindaco che cita Che Guevara, che inneggia alla rivoluzione un giorno sì e l’altro pure, e che parla della giustizia formale come paravento dello Stato per esercitare la propria «violenza morale», è davvero un appuntamento con il destino. Più che tradire il giustizialismo, più che confonderlo col giustificazionismo berlusconiano («sono innocente, ho fatto solo il mio dovere...») oggi de Magistris lo sublima. E sì, perché il suo, ora che anche Travaglio, Ingroia, Vendola e tutti gli altri lo hanno lasciato solo, è un giustizialismo narcisistico: lui è il Bene, lui la Giustizia, lui la Verità. Chi tre anni fa si è illuso che prima o poi de Magistris si sarebbe tolto la bandana alla Masaniello per dedicarsi seriamente a Napoli se lo ritrova ora apparentemente in giacca e cravatta, come si è presentato l’altra sera da Floris, ma a ben vedere calato in ben altri panni. Quelli di Sansone, pronto a morire con tutti i filistei? Macché. Gli mancano il contesto e il physique du rôle. Piuttosto in quelli di un novello Joker, il nemico di Batman. A tratti burlone, quando si definisce «sospeso» come il caffè napoletano; a tratti grottesco, quando in diretta tv si liscia il mento con le mani e ripete «non mi dimetto, non mi dimetto, non mi dimetto»; a tratti incendiario, come quando tuona contro lo Stato lutulento e aggiunge fuoco, fiamme e fango. @mdemarco55 © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 STRATEGIE I DUBBI DELL’AMERICA: PER BATTERE L’ISIS L’AVIAZIONE NON BASTA di Massimo Gaggi Soldati Il Pentagono si rende conto delle difficoltà della guerra contro lo Stato islamico: occorre addestrare forze di terra dei Paesi alleati, ma passeranno anni SEGUE DALLA PRIMA S ono passate appena tre settimane da quando Barack Obama disse all’America che il Paese è di nuovo in guerra coi terroristi, stavolta quelli del «califfato» islamico: è certamente presto per dare giudizi definiti sul successo o il fallimento di una campagna di bombardamenti che, secondo la Casa Bianca, durerà parecchi mesi, mentre gli inglesi parlano addirittura di anni. Ma i risultati fin qui conseguiti e gli elementi raccolti sul terreno tanto in Iraq quanto in Siria, giustificano un elevato grado di allarme e, almeno per ora, sembrano dare ragione a chi fin dall’inizio ha sostenuto che coi soli attacchi dal cielo non è possibile non solo distruggere ma nemmeno arginare un’organizzazione complessa, ramificata, combattiva, molto ben finanziata e armata come l’Isis. Gli Stati Uniti hanno fatto un enorme sforzo diplomatico per mettere insieme una coalizione di Paesi arabi ed occidentali disposti a partecipare alla campagna di bombardamenti. Ma sul piano operativo, dopo i primi successi – la riconquista della diga di Mosul, la liberazione degli yazidi assediati sul monte Sinjar, l’aiuto ai peshmerga curdi nella difesa di Erbil – dal campo sono arrivate notizie meno buone. Nonostante la moltiplicazione degli airstrike già costati un miliardo di dollari ai soli Stati Uniti, l’Isis non sembra in ritirata. Anzi, è all’offensiva su vari fronti. Due giorni fa in Iraq i suoi militari, probabilmente colonne provenienti da Falluja, venivano dati all’offensiva ad appena un miglio dai quartieri occidentali di Bagdad. Non va molto meglio in Siria dove l’Isis assedia la cittadina curda di Kobani a pochi chilometri dalla frontiera con la Turchia. I peshmerga raggiunti dalle telecamere della Cbs denunciano: «Qui gli attacchi aerei americani non hanno avuto alcun effetto». Un’offensiva basata solo su attacchi dal cielo pone problemi enormi. Intanto quelli di coordinamento tra le forze aeree dei vari Paesi impegnati: dall’Arabia Saudita alla Gran Bretagna, dalla Francia, all’Australia, agli Emirati Arabi. Oltre, ovviamente, agli Usa. Ma il problema maggiore Washington ce l’ha sul terreno. A differenza delle campagne aeree del passato in Afghanistan, Pakistan e Yemen, oggi è molto scarso il supporto da terra di uomini dell’intelligence o, comunque, di collaboratori che aiutano a individuare i bersagli e forniscono informazioni sull’esito degli attacchi: gli americani non sembrano avere una vera rete di spie in Siria, non hanno rapporti con le forze armate di Assad, il dittatore di Damasco, e non dialogano nemmeno con le altre formazioni ribelli «moderate» che operano nel Paese. In Iraq c’è una migliore collaborazione col nuovo governo, con ciò che resta delle forze armate e coi combattenti curdi: ma nessuno di questi soggetti riesce a raccogliere un volume significativo di informazioni su quello che accade nei territori occupati dall’Isis. I bersagli vengono quindi scelti dal Pentagono sulla base delle ricognizioni aeree. E già più di una volta sono stati bombardati edifici già abbandonati da tempo dalle milizie del «califfato». La Casa Bianca si è mossa in ritardo, avendo a lungo sottovalutato la minaccia dell’Isis (Obama ha poco elegantemente scaricato la responsabilità sui servizi segreti che non erano stati abbastanza perentori nel sottolinearla, ma che certamente non erano rimasti in silenzio). Oggi, comunque, il presidente è consapevole della limitata efficacia dell’uso dell’arma aerea. Ma ha margini d’intervento limitati: non vuole schierare truppe americane sul campo di battaglia non solo per non perdere la faccia dopo sei anni passati a ritirare soldati da Iraq e Afghanistan, ma anche perché l’opinione pubblica americana, stremata da oltre dieci anni di guerre, è contraria a interventi di questo tipo. Combattere contro milizie invasate, alla ricerca della barbarie e del bagno di sangue, costringerebbe i militari Usa che dovessero essere messi in campo a comportarsi con altrettanta ferocia. Con quali conseguenze per il prestigio degli Stati Uniti nel mondo è facile immaginare. Del resto un serio problema d’immagine gli americani lo hanno già oggi anche coi soli attacchi aerei: l’uso degli aerei-robot eccita molte folle arabe indignate dalla scelta della superpotenza di schierare macchine contro uomini. E in Siria anche i ribelli anti-Isis sono irritati dalla scelta di Washington di bombardare non solo le postazioni dello Stato islamico, ma anche altre milizie percepite come terroriste, come quelle del Fronte al Nusra, mentre le forze armate del maggior massacratore dell’area, il dittatore di Damasco, non finiscono mai nel mirino dell’Air Force Usa. La speranza americana è che a tenere le posizioni sul terreno arrivino, oltre a quelle curde, le milizie moderate siriane e il rinnovato esercito iracheno: ma lo stesso Pentagono avverte che per formare e addestrare queste forze ci vorranno parecchi mesi, forse anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA ●L 27 PAYPAL SI SEPARA DA EBAY SPECIALIZZARSI PER CRESCERE COMMENTI DAL MONDO La classe media e le elezioni in America Latina ● ❞ Il commentatore spagnolo Miguel Ángel Bastenier su El País solleva dubbi sull’idea che protagonista della maratona elettorale in corso nei Paesi dell’America Latina (34 elezioni tra il 2009 e il 2016, di cui 3 in questo mese: in Brasile domenica, in Bolivia il 12 e il 26 in Uruguay) sia la nuova classe media, destinata a cambiare il volto politico del continente. Le sue perplessità tengono conto della probabile vittoria dei partiti al governo e della fine della crescita «a tassi cinesi» degli ultimi anni (la previsione per il 2014 è dello 0,9 % in Brasile). Perché Londra non è (più) un posto per donne leader ● ❞ Il Paese delle suffragette e di Margareth Thatcher si ritrova oggi al 65esimo posto al mondo per rappresentanza femminile in politica. Com’è possibile? si chiede Alice Thomson su The Times. Eppure le donne, da Angela Merkel a Christine Lagarde, «stanno guidando il mondo» osserva. E ricorda la sfida tutta al femminile per la presidenza in Brasile e i passi avanti dell’Africa, con il Rwanda, dove oltre metà dei parlamentari sono femmine. Thomson dà una risposta: ci siamo battute per il part time e il congedo maternità, siamo state (di nuovo) risucchiate dalla maternità. a cura di Alessandra Muglia a separazione di PayPal da eBay mette in luce due aspetti chiave dell’attuale momento competitivo. Il primo è il peso crescente degli investitori: soprattutto se sono attivi, potenti e veloci come Carl Icahn, determinato a giocare d’anticipo sul mercato dell’high tech. Da pochi mesi azionista di eBay, società di ecommerce della prima generazione di Internet, ha costantemente fatto pressione sul management perché PayPal, la stella in ascesa dei pagamenti online con altissimi tassi di crescita, potesse correre da sola e staccarsi dalla casa madre, per essere meglio e più valorizzata. Icahn ha raggiunto il suo obiettivo, nominato nuovi dirigenti e ottenuto l’okay di Wall Street allo scorporo. C’è riuscito grazie a un radicale smantellamento della strategia seguita finora non solo dall’attuale numero uno di eBay, John Donahoe, che si è sempre opposto allo spin-off, ma anche dalla manager che l’aveva preceduto, Meg Whitman, e che puntava a estendere il perimetro di eBay al di là delle aste, mettendo sotto lo stes- so tetto business troppo diversi. I mercati online sono cresciuti: oggi serve più specializzazione, più concentrazione, più stazza. Il secondo aspetto importante è l’accelerazione del ritmo nella gara per il dominio dei pagamenti online e del commercio elettronico mobile, cui ha impresso vigore l’annuncio, da parte della Apple, di un nuovo sistema di pagamento per iPhone e Watch. Carl Icahn, dicono le cronache finanziarie americane, non si fermerà qui. PayPal nel 2015 andrà in Borsa, ma non solo: dovrà fare acquisizioni, stringere accordi di fusione, insomma crescerà ancora perché in questo, come in altri campi della tecnologia, bisogna essere grandi, grossi e molto rapidi. È una lezione che dovremmo imparare bene anche qui, nella cara e vecchia Europa, dove i protagonisti del business sono più piccoli e lenti. Per non parlare del sistema delle regole, che finora non ha fatto che intralciare il consolidamento delle aziende. Edoardo Segantini @SegantiniE © RIPRODUZIONE RISERVATA IL SINDACATO ORA DELUDE ANCHE PISAPIA E DORIA A desso la polemica più calda è a Milano, ma in tempi recenti il copione si è ripetuto a Genova, a Roma, a Cagliari. Il confronto tra un sindaco di sinistra e i sindacati (la Cgil in particolare) spesso si tramuta in scontro, e anche duro. In ogni città il tema del contendere è stato diverso: a Genova furono i trasporti, a Roma gli stipendi dei dipendenti comunali, a Cagliari addirittura la nomina del soprintendente al teatro Lirico. La contesa però è simile: c’è un sindaco che denuncia il potere di veto dei sindacati, e i sindacati che rimproverano il sindaco di volerli scavalcare. A Milano, ed è materia di queste ore, Pisapia ha definito «difesa corporativa inaccettabile» l’opposizione dei sindacati ad alcuni (minimi) spostamenti di personale del Comune. E ieri ha rincarato la dose: «È la sacrosanta verità». La reazione della Cgil milanese assomiglia a quella avuta in precedenza in altre città: «In questi anni Pisapia non si è mai degnato di riceverci, mentre in campagna elettorale prometteva un cambiamento radicale». Il riferimento alla campagna elettorale è rivelatore. Al candidato sindaco di sinistra, evidentemente, la Cgil affida una serie di aspettative, forse anche quella di cogestire alcune decisioni. Quando quel candidato diventa sindaco e passa dall’altra parte del tavolo, la scena cambia. Se le scelte non coincidono con le aspettative, lo scontro si accende e, visto che il sindaco è considerato «vicino», si fa perfino più aspro: «Ha una doppia faccia, come dottor Jeckyll e mister Hyde» diceva la Cgil del sindaco Marco Doria nei giorni dello sciopero dei trasporti a Genova. E a Milano adesso non sono da meno: «Pisapia denigra i sindacati e ignora i lavoratori». Accuse che, si ritiene, faranno più male perché indirizzate a qualcuno che arriva dalla stessa storia. Ma la risposta di Pisapia indica che quella storia forse è finita: «Ho creduto nel sindacato, ma ci credo ogni giorno di meno» . Massimo Rebotti © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 28 Corriere della Sera - 02/10/2014 AVVISO AL PUBBLICO DECRETO N. 261 DEL 23.07.2014 RACCORDI 150 KV IN SEMPLICE E DOPPIA TERNA ALLA STAZIONE DI ALIANO DALL'ESISTENTE COLLEGAMENTO “ROTONDA – AGRI” VERSO “S. MAURO FORTE” Ditta 1AL006 Ditta 1AL012 Ditta 1AL018 Gallo Giuseppe Merlino Nicolina Di Leo Caterina Decreto di asservimento dei fondi da asservire nel Comune di Aliano (art. 23, D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e s.m.i con le modalità dell’ art. 52 ter comma 2 D.Lgs. 330/2004) Ditta 1AL026 Di Pierro Paolo TERNA - Rete Elettrica Nazionale S.p.A., con sede legale in Via Egidio Galbani 70, 00156 Roma Ditta 1AL030 Palmieri Antonia PREMESSO Ditta 1AL034 Colucci Antonia, Colucci Maria Rosa - che TERNA S.p.a è concessionaria dello Stato per la trasmissione e dispacciamento dell’energia elettrica e per lo sviluppo della Rete Elettrica Nazionale, giusta concessione emanata in data 20.4.2005 e divenuta efficace in data 1.11.2005, sulla base di quanto disposto dal D.P.C.M. 11.5.2004; - che con decreto n. 239/EL-107/99/2009 emanato il 06/08/2009 il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione da parte di TERNA S.p.A. delle opere in oggetto, con dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza e indifferibilità ed inamovibilità delle medesime; - che con il medesimo decreto n. 239/EL-107/99/2009, emanato il 06/08/2009, ai sensi dell'articolo 6, comma 8, del D.P.R. 327/2001 e successive modifiche ed integrazioni, è stata conferita delega (con facoltà di subdelega) alla società TERNA S.p.A., in persona del suo legale rappresentante pro tempore, ad esercitare tutti i poteri espropriativi previsti dal D.P.R. 327/2001 e dal D.Lgs. 330/2004 e ad emettere e sottoscrivere tutti i relativi atti e provvedimenti ivi inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i decreti di asservimento coattivo, di espropriazione e retrocessione, i decreti di occupazione ex articoli 22, 22-bis e 49 del citato D.P.R. 327/2001, le autorizzazioni al pagamento delle indennità provvisorie e definitive, e di espletare tutte le connesse attività necessarie ai fini della realizzazione dell'elettrodotto; - che con procura rep. n. 18955 per notaio Luca Troili di Roma, registrata a Roma il 08.06.2012, l’amministratore delegato e legale rappresentante pro tempore di TERNA Rete Elettrica Nazionale Società per azioni, ha dato incarico al dr. Luigi de Francisci, affinché lo stesso, in nome e per conto della predetta Società e nella qualità di Responsabile dell’Ufficio Espropri di Terna S.p.A , possa emettere e sottoscrivere tutti gli atti e i provvedimenti relativi al procedimento espropriativo ed espletare le connesse attività necessarie ai fini della realizzazione degli impianti per il rinnovo e lo sviluppo della Rete Elettrica Nazionale; - che in relazione all’impianto in oggetto, il dr. Luigi de Francisci, con lettera prot. TE/P20140010638 del 20.06.2014 ha individuato come Responsabile del Procedimento espropriativo l’ing. Roberto Cirrincione, nato a Palermo il 29.03.1971 e residente per la carica in Napoli, alla Via Aquileia 8; - che nella qualità di autorità espropriante, delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico, TERNA S.p.A. ha provveduto, ai sensi dell’art. 20 D.P.R. 327/2001, a compilare l’elenco dei beni da asservire e da occupare e dei relativi proprietari, determinando altresì l’indennità da offrire in via provvisoria; - che in applicazione dell’art. 52 ter, comma 2, D. Lgs. 330/2004, vista l’impossibilità di notificare l’occupazione dei beni immobili necessari per la realizzazione del predetto elettrodotto e la relativa indennità provvisoria, a causa della irreperibilità o assenza dei proprietari così come risultanti dalle visure catastali, essendo state inutilmente eseguite tutte le indagini idonee e sufficienti ad individuare i destinatari secondo la comune diligenza mediante apposite ricerche anagrafiche, - che tale notifica è sostituita dall’affissione del presente Avviso per almeno venti giorni consecutivi, decorrenti dalla data odierna, all’Albo Pretorio del Comune interessato e dalla contestuale pubblicazione del medesimo sui quotidiani Corriere della Sera, Gazzetta del Mezzogiorno e Il Fatto Quotidiano. - che la Società Terna S.p.A. – Rete Elettrica Nazionale (C.F. 05779661007) con sede legale in Via Egidio Galbani n. 70 è rappresentata dalla Società Terna Rete Italia S.p.A. (C.F. 11799181000), società con socio unico sottoposta a controllo e direzione di Terna S.p.A., con sede legale in Via Egidio Galbani n. 70 – 00156 ROMA, (giusta procura Rep. n. 18464 del 14 marzo 2012 per Notaio Luca Troili in Roma); Ditta 1AL040 Ditta 1AL042 Ditta 1AL050 La Bella Maria Rosa Colucci Giuseppe Bruno Rocco, Bruno Rosa, Bruno Senatro, Di Leo Filomena, Di Leo Giovanna, Longo Giuseppe, Lorenzo Vincenzo Colucci Antonia Curci Angela, Curci Antonia, Curci Carmine, Curci Rosa, La Bella Anna Maria Conte Cristina, Izzo Maria Rosa Guerriero Lucia Racioppi Rocco Micucci Rocco Padula Michele De Leo Francesco, La Vecchia Giaconto Ditta 1AL062 Ditta 1AL068 Ditta 1AL076 Ditta 1AL078 Ditta 1AL080 Ditta 1AL082 Ditta 1AL086 Ditta 1AL096 Fg. 37 P.lla 279 Fg. 49 P.lla 759 Fg. 46 P.lle 747, 588 Fg. 46 P.lle 554, 610, 552 Fg. 46 P.lle 548, 550 Fg. 46 P.lle 536, 540 Fg. 46 P.lla 544 Fg. 46 P.lla 546 Fg. 46 P.lle 524, 46 Fg. 46 P.lla 328 Fg. 46 P.lla 19 Fg. 45 P.lla 113 Fg. 45 P.lla 111 Fg. 45 P.lla 110 Fg. 45 P.lla 123 Fg. 45 P.lla 96 Fg. 45 part. 86 DECRETO N. 261 DEL 23.07.2014 Ditta 2AL002 Ditta 2AL010 Ditta 2AL12 Ditta 2AL16 Di Leo Lucia Donata, Izzo Rosina Conte Maria, Conte Rocco Donadio Rosa, Guarino Angiolina, Guarino Antonietta, Guarino Rosa La Bella Prospero Ditta 2AL17 Ditta 2AL019 Donadio Rosa, La Bella Prospero Ciruzzi Antonio Ditta 2AL024 Ditta 2AL032 Donadio Rosa, Labella Donata Barrella Giuseppe, Conte Cristina, Di Leo Antonio, Di Leo Maria, La Bella Rosa Ditta 2AL042 Ditta 2AL056 Ditta 2AL058 Guerriero Lucia Marino Paolo Padula Maria Ditta 2AL068 Ditta 2AL070 Ditta 2AL076 Micucci Rocco Padula Michele Di Leo Francesco, La Vecchia Giaconto, Fg. 45 P.lla 28 Fg. 45 P.lla 34 Fg. 45 P.lla 149 Fg. 45 P.lle 46, 219, 135, 160 Fg. 45 P.lla 165 Fg. 45 P.lle 47, 220,136 Fg. 45 P.lla 54; Fg. 45 P.lle 352, 375,117,307 Fg. 45 P.lla 358 Fg. 45 P.lla 290 Fg. 45 P.lle 242, 294 Fg. 45 P.lla 123 Fg. 45 P.lla 96 Fg. 45 P.lla 86 TUTTO CIO’ PREMESSO la Società TERNA Rete Italia S.p.A., con sede legale in Via Galbani 70 – 00156 Roma (C.F. 11799181000), AVVISA i sottoelencati proprietari, secondo le risultanze catastali, che per venti giorni consecutivi, decorrenti dalla data odierna, presso l’Albo Pretorio del Comune di Aliano è depositata la comunicazione nonché i relativi Decreti di asservimento nn. 261 e 262, emessi in data 23.07.2014 dall’Ufficio Espropri di Terna S.p.A., con indicazione dell’importo della relativa indennità provvisoria. Terna Rete Italia S.p.A Sede Legale Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma Reg. Imprese, C.F. e P.I. 11799181000 REA 1328587 Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v. – Socio Unico Direzione e coordinamento di “Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A” ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Sardegna Compartimento della viabilità per la Sardegna Compartimento della viabilità per la Sardegna AVVISO DI GARA ESPERITA AVVISO DI GARA ESPERITA AVVISO DI GARA ESPERITA GARA N° CALAV008-14_4S2014 - CIG 5622113A68 - Servizi di manutenzione ordinaria ricorrente - Opere in verde e pulizia pertinenze in tutte le strade del Centro Manutentorio “D” Oristano per il triennio 2014-2017 - Categoria prevalente: cat. 27 Allegato II B DLgs. 163/06, per l’importo di € 3.211.096,42 - Altre categorie: nessuna. Importo complessivo € 3.211.096,42 =. Offerte pervenute n. 9, offerte ammesse 7, impresa migliore offerente A.T.I. TERRA MARINA COOP. SOC. A RL - BELVERDE SOC. COOP - ALMA SNC - DEADDIS SCARL - SEGASIDDA SNC - SERVIZI PER L’AGRICOLTURA - SA.GE.S SOC. COOP. A RL - SASSARI; ribasso offerto -32,35%. Esito inviato alla GUCE il 18/09/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni capoluogo Regione Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) - sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. GARA N° CALAV009-14_5S2014 - CIG 5622077CB2 - Servizi di manutenzione ordinaria ricorrente - Opere in verde e pulizia pertinenze in tutte le strade del Centro Manutentorio “E” Sassari per il triennio 2014-2017 - Categoria prevalente: cat. 27 Allegato II B DLgs. 163/06, per l’importo di € 2.314.500,00 - Altre categorie: nessuna. Importo complessivo € 2.314.500,00=. Offerte pervenute n. 7, offerte ammesse 6, impresa migliore offerente A.T.I. TERRA MARINA COOP. SOC. A R.L. - SERVIZI PER L’AGRICOLTURA SNC - DEADDIS SCARL - SEGASIDDA SNC - SASSARI; ribasso offerto -37,1%. Esito inviato alla GUCE il 18/09/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni capoluogo Regione Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) - sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. GARA N° CALAV010-14_6S2014 - CIG 5622058D04 - Servizi di manutenzione ordinaria ricorrente - Opere in verde e pulizia pertinenze in tutte le strade del Centro Manutentorio “F” Tempio per il triennio 2014-2017 - Categoria prevalente: cat. 27 Allegato II B DLgs. 163/06, per l’importo di € 1.496.000,00 - Altre categorie: nessuna. Importo complessivo € 1.496.000,00=. Offerte pervenute n. 8, offerte ammesse 8, impresa migliore offerente A.T.I. TERRA MARINA COOP. SOC. A R.L. - SERVIZI PER L’AGRICOLTURA SNC - DEADDIS SCARL - SEGASIDDA SNC - SASSARI; ribasso offerto -31,5%. Esito inviato alla GUCE il 18/09/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni capoluogo Regione Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) - sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it Tribunale di Arezzo ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Sardegna AVVISO DI GARA ESPERITA GARA N° CALAV011-14_7S2014 - CIG 5622035A0A - Servizi di manutenzione ordinaria ricorrente - Opere in verde e pulizia pertinenze in tutte le strade del Centro Manutentorio “G” Buddusò per il triennio 2014-2017 - Categoria prevalente: cat. 27 Allegato II B DLgs. 163/06, per l’importo di € 1.625.000,00- Altre categorie: nessuna. Importo complessivo € 1.625.000,00=. Offerte pervenute n. 8, offerte ammesse 7, impresa migliore offerente A.T.I. ALMA SNC - S.A.GE.S. SCARL - BELVERDE SCARL - BUDDUSO’; ribasso offerto -27,57%. Esito inviato alla GUCE il 18/09/2014 e pubblicato sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni capoluogo Regione Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. Il Dirigente Amministrativo Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Campania, 59 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Concordato Preventivo n. 12/2010 REALIZZAZIONI E BONIFICHE AREZZO (già UNO-A-ERRE ITALIA) S.p.A. in liquidazione e in concordato preventivo Il Collegio di Liquidazione Giudiziale Estratto dal programma di liquidazione e invito a partecipare a procedura competitiva Il Dott. Gino Faralli, l’Avv. Alessandro Benocci e il Dott. Luciano Bertolini, in qualità di liquidatori giudiziali del Concordato Preventivo n. 12/2010 del Tribunale di Arezzo relativo alla società REALIZZAZIONI E BONIFICHE AREZZO (già UNO-A-ERRE ITALIA) S.p.A. in liquidazione e in concordato preventivo (“ReB”), hanno provveduto alla redazione delle disposizioni per la rinnovazione delle procedure competitive aventi per oggetto la vendita di alcuni beni costituenti l’attivo concordatario e hanno provveduto alla loro integrale pubblicazione nel sito internet www.patrimonio.unoaerre.it (sezione Programma di Liquidazione). Il programma di liquidazione è anch’esso pubblicato nel sito internet www.patrimonio.unoaerre.it (sezione Programma di Liquidazione) e fornisce la descrizione dei beni di proprietà di ReB e, per ognuno di essi, indica le modalità e i termini della relativa vendita. I liquidatori giudiziali di ReB invitano chiunque sia interessato a prendere visione del programma di liquidazione e delle disposizioni per la rinnovazione delle procedure competitive e a partecipare alle procedure competitive aventi per oggetto la vendita dei beni rimasti di proprietà di ReB. In particolare, i liquidatori giudiziali di ReB invitano chiunque sia interessato a partecipare alla procedura competitiva avente per oggetto la vendita dei seguenti beni: (1) IMMOBILE DI AREZZO VIA FIORENTINA (2) IMMOBILE DI AREZZO SAN ZENO VECCHIO - Descrizione dei beni: (1) L’Immobile di Arezzo Via Fiorentina è ubicato nel territorio del Comune di Arezzo (AR), Via Fiorentina n. 550; occupa circa 70.000 metri quadrati e circa 140.000 metri cubi, da convertire a diverse destinazioni d’uso; è qualificato dal vigente regolamento urbanistico comunale quale Area Strategica di Intervento (ASI). (2) L’Immobile di Arezzo San Zeno Vecchio è ubicato nel territorio del Comune di Arezzo (AR), località San Zeno Strada E n. 5; consiste di uno stabilimento industriale che a sua volta si compone di vari fabbricati per una superficie complessiva pari a circa 7.550 metri quadrati, che insistono su di un terreno di complessivi 20.680 metri quadrati; il bene è attualmente concesso in locazione alla società UNOAERRE INDUSTRIES S.p.A. a decorrere dal 1° settembre 2010 per una durata di anni sei, rinnovabile. - Regolamento delle procedure competitive: vedasi programma di liquidazione pubblicato in www.patrimonio.unoaerre.it. - Caratteri essenziali delle procedure competitive: per la procedura competitiva avente per oggetto l’Immobile di Arezzo Via Fiorentina, proposte con prezzo minimo di euro 12.036.850; per la procedura competitiva avente per oggetto l’Immobile di Arezzo San Zeno Vecchio, proposte con prezzo minimo di euro 4.913.000; per entrambe le procedure competitive, allegazione di affidavit bancario e di deposito cauzionale pari al 10% del prezzo proposto, possibilità di proposte migliorative in sede di gara con rilanci minimi non specificati, possibilità di ribassi del 15%. - Termine per presentazione proposte di acquisto: 30 novembre 2014, ore 16.00, per entrambe le procedure competitive, salvo proroghe. - Info, contatti ed eventuali aggiornamenti o modifiche: www.patrimonio.unoaerre.it. I Liquidatori Giudiziali Avv. Alessandro Benocci Dott. Luciano Bertolini Dott. Gino Faralli investiamo nel vostro futuro LA FONDAZIONE UNIVERSITA’ MAGNA GRAECIA INTENDE CONFERIRE N. 11 INCARICHI DI COLLABORAZIONE A PROGETTO PON RICERCA E COMPETITIVITA’ 2007/2013 PONa3_000359 PROGETTO DI RICERCA “CENTRO DI RICERCHE INTERREGIONALE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E LA SALUTE. INTERREGIONAL RESEARCH CENTER FOR FOOD SAFETY & HEALTH - IRC_FSH” Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per reportistica a fini comunicativi relativamente all’analisi dei nutraceutici in studi clinici di fase 1 già effettuati nell’ambito del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per l’attivazione della testata advances in food safety and health del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per lo sviluppo di un modello di organizzazione di un centro di ricerca della sicurezza degli alimenti del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la produzione dei contenuti informativi/ divulgativi dei prodotti multimediali ai fini della disseminazione dei risultati del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la progettazione funzionale ed il supporto organizzativo per la messa a punto dei protocolli metodologici del centro di bioimmagini del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la progettazione funzionale e l’organizzazione laboratoristica nei laboratori del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la reportistica a fini comunicativi degli studi di nutraceutica e lipidomica del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica a fini comunicativi nel settore cardiometabolico del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la redazione di 2 report ai fini comunicativi nel settore geriatrico del progetto di ricerca IRC-FSH; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica destinata all’informazione e pubblicità degli studi già realizzati nel progetto IRC-FSH PONa3-00359 in modelli di infiammazione; Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica destinata all’informazione e pubblicità sugli studi già realizzati nel progetto IRC-FSH PONa3-00359 sulla regolamentazione dei nutraceutici. TUTTI I BANDI SONO PUBBLICATI SUL SITO WWW.FONDAZIONEUMG.IT SEZIONE AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE-BANDI DI CONCORSO. SCADENZA: 9/10/2014. Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 Economia N ove mesi per accompagnare la riforma della governance dell’Inps e portare a compimento la fusione dell’istituto di previdenza con l’Inpdap (lavoratori pubblici) e l’Enpals (spettacolo). Questa la mission del commissario straordinario dell’Inps, Tiziano Treu, che ha preso il posto di Vittorio Conti, che ha tenuto l’istituto in questi ultimi tre mesi, dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua. Treu, nominato dal Consiglio dei ministri di martedì, ieri ha avuto un primo incontro con la tecnostruttura. Quando l’esecutivo avrà riformato la governance, probabilmente con la costituzione di un cda snello, Treu dovrebbe diventare presidente dello stesso SuperInps. © RIPRODUZIONE RISERVATA Imu 12 pre i 300 euro di rendita catastale, le amministrazioni locali hanno confermato l’esenzione totale dal pagamento della Tasi, così come avveniva per l’Imu. In altre città, invece, è stata mantenuta una progressione legata agli estimi catastali. Infatti i cittadini che abitano in case non di pregio pagheranno di Tasi meno rispetto a quello che prevedeva l’Imu: 16 euro a Roma (contro i 52 di due anni fa), 56 a Torino (dove se ne pagavano La sentenza Non riesce a pagare l’Iva la Cassazione lo assolve Non è stato in grado di pagare l’Iva perché l’unico suo cliente è fallito e ha preferito pagare gli stipendi ai dipendenti. La Cassazione ha così annullato la condanna pronunciata dalla Corte d’appello di Catania. È successo ieri a un imprenditore cooperativo che aveva «come quasi unico committente una società fallita proprio nell’imminenza della data di scadenza delle imposte», come ha rilevato la Corte suprema. © RIPRODUZIONE RISERVATA Un atto dovuto La Commissione: «Un atto dovuto su richiesta della Corte dei conti» ri o ia gl Ca o le Pa 89) e Catanzaro (61 contro 102). Addirittura dimezzata la Tasi a Potenza (26 euro contro 52). Per gli immobili con rendita di 500 euro, si pagherà una Tasi superiore all’Imu 2012 in 8 capoluoghi tra i quali Venezia (194 euro invece di 136), L’Aquila (168 contro 111), e Palermo (243 contro 203). A Firenze invece l’aumento è di 1 euro (137 rispetto a 136). Si pagherà, invece, una Tasi più leggera tra l’altro a Roma (150 euro contro 220), Torino (167 contro 283) e Napoli (177 contro 220). Scenario completamente diverso se consideriamo un immobile con rendita catastale di 1.000 euro: sono solo due i comuni capoluogo che pagano un importo superiore alla vecchia Imu (Trieste con 554 contro 455 euro e Firenze 484 contro 472). L’ampliamento della base imponibile e l’eliminazione della detrazione fissa universale, sottolineano dalla Cisl, di fatto hanno ampliato la platea dei paganti mantenendo intatto il gettito. Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA la borsa di Napoli. Il dipendente ha ricevuto una lettera firmata dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che intima di risarcire i danni erariali. Tra risarcimenti e interessi, la cifra potrebbe arrivare a 20 milioni. «È un atto dovuto a fronte di una richiesta in tal senso da parte della Corte dei conti, volta a interrompere la prescrizio- rm ri ar nz Ca d’Arco Condannata per una vicenda del '94, l’autorità si rivale sui funzionari di allora de fare ricorso in Cassazione) si riferisce ai ritardi con cui l’Auto r i t à è i n te r ve n u t a c o n un’ispezione presso l’agente di cambio. Nel frattempo, il 19 marzo di quest’anno, la Corte dei conti ha delegato Consob per predisporre una relazione e ha chiesto di costituire in mora i soggetti eventualmente responsabili per tutelare le ragioni patrimoniali della Commissione stessa. Da qui la chiamata in causa dei commissari dell’epoca e di alcuni dipendenti. Tra questi, uno solo è tuttora in forza all’Autorità e all’epoca dei fatti (il 1994) era incaricato dell’accesso alle informazioni presso gli agenti di cambio del- ta li Na Fonte: Dipartimento Politiche Fiscali e Previdenza della Cisl Consob, la multa e gli ex dipendenti Per la prima volta nella storia, Consob potrebbe rivalersi sui dipendenti per un risarcimento danni da 20 milioni per un fatto accaduto 20 anni fa. Il 28 aprile 2008 (sentenza n. 8844) il Tribunale di Roma ha accolto le domande risarcitorie di clienti truffati da un agente di cambio di Napoli, Guido De Asmundis, condannando la Commissione per omessa vigilanza. Il 5 maggio 2014 (sentenza n. 2828) la Corte di appello di Roma ha rigettato l’appello di Consob e ha condannato l’Autorità al risarcimento del danno. La condanna (che non è ancora definitiva e Consob inten- Ba a po e m Ro na Fi re nz a co An e gn st ie A Treu il piano per la super Inps e la riforma della governance Tasi 200 lo di Enrico Marro Rendita 1000 Imu 12 400 Bo La Lente Tasi 600 zia |`Ézæ° ¤Õ¤`ÐÕ Ð`æp Tr z`Õzæ° ¤Õp`¤| Õ`ÐÉ Î¬ ¤Ðæ¤ËæË|| ne ά pæ¤Ë¤¤ËÕ Rendita 300 800 Ve ¤`zææ° ¤æÕ`Ðp æ`p¤ o ¤`zææ° ¤æÕ`ÕÉ æ`ÕÉ Î¬ ¤|æ¤Ëæpˤ va ά ¤|¤zˤÕË¤Ê Abitazione principale - Tasi 2014 e Imu 2012 In euro no -×α .kb± kxx± 椤æ kÎÎ ° Ge kb± ● Il caso L’invito alle banche: maggiore credito, meno sportelli di Fabrizio Massaro S Il confronto no 1Î b /Î@Î 1Î Chi vive in case popolari pagherà quest’anno una Tasi più cara dell’Imu versata nel 2012. Quei cittadini, invece, che abitano in case di pregio dovranno pagare meno per la Tasi rispetto all’Imu di due anni fa. È questo l’amaro risultato di uno studio curato dal dipartimento politiche fiscali della Cisl sulle 20 città capoluogo di regione, analizzando le delibere delle aliquote pubblicate sul sito del ministero dell’Economia. Il sindacato ha paragonato le due imposte considerando, come prima casa, tre tipi di immobili con rendita catastale di 300, 500 e 1.000 euro. Nei conteggi sono state applicate le detrazioni deliberate dai singoli Comuni (senza considerare gli sgravi per i figli a carico, facoltà assegnata per legge ai singoli municipi). A conti fatti diminuiscono gli importi della Tasi rispetto all’Imu al crescere della rendita catastale. «È necessario superare le iniquità di Tasi e Imu – chiede Maurizio Petruccioli, segretario confederale della Cisl – facendo pagare proporzionalmente di più chi possiede più case e chi ha più valore catastale, anche per restituire risorse alle famiglie che hanno meno». La ricerca ha mostrato che in 11 città su 20 migliaia di cittadini, tra i ceti sociali più bassi, per una rendita catastale di 300 euro dovranno pagare la Tasi, quando prima l’Imu (in 9 casi su 20) costava «zero», grazie alla detrazione prevista per l’abitazione principale pari a 200 euro (indipendentemente dalla rendita catastale). Quest’anno per la tassa sui servizi indivisibili (illuminazione e manutenzione stradale e sicurezza) si oscilla dagli 11 euro di Milano ai 126 di Campobasso, passando per Venezia (46), Ancona (96), L’Aquila (100) e Bari (66), comprese Aosta (50) a Palermo (45). La Cisl rivela anche che a Trieste, Trento, Bologna e Firenze, tenendo come riferimento sem- ROMA rin e e e e To æ`¤z° æ`Ðæ° æ`¤¤° æ`æÉ° a b@ àk ÅÎkÂk x± Åݱ © RIPRODUZIONE RISERVATA Studio della Cisl: per le rendite catastali elevate l’imposta pagata è inferiore ila ¤`ÕÊæÐ ¤Ðp`zÐææ æ`ÉÉpÕ ¤`ÕæÉÕ si trasformerebbe «in un’azienda a predominanza cinese». Secondo la ricostruzione Gaillon, che avrebbe l’80% del Club, farebbe capo per l’86% a Fosun, il 7% a U-Tour, il 5% a Ardian. L’Unsa ritiene che «con un azionariato francese ai minimi l’ancoraggio europeo non può essere garantito». Il paradosso della nuova Tasi Case piccole, più cara dell’Imu st ¤ k× ¤ k× ¤ k× ¤ k× I sindacati (Unsa) di Club Med hanno scritto ieri al presidente del gruppo, Henri Giscard d’Estaing, contestando la nuova offerta di Gaillon (il veicolo messo in campo dalla cinese Fosun) considerando «il piano strategico sempre lo stesso nonostante le critiche degli ultimi mesi». In una lettera aperta i sindacati evidenziano che con l’opa di Gaillon il Club Med M @N Lettera a Giscard d’Estaing: azionariato francese ai minimi Club Med, i sindacati: «Così l’azienda diventa cinese» Ao bXk bkk ÂÅk @Î b "kÞ ; @~~Â@Î @k Âk Õæ±ææ 1/ ! Õæ±ÉæÊ`Ф æ`p° Þ kÅ ¤Ê±pÕÉ`æÕ ¤`Õɰ "@Åb@¶ |±|Ф`|Õ ¤`Ðp° /G, zææ ¤±z¤`zÊ ¤`æz° bÂ@ ʱzzÉ`zÕ æ`p° Â@XxÂÎk ±ÐpÕ`æÐ æ`ɰ ,@Â~® @X|æ¯ |±ÐÊz`ÕÉ ¤`¤z° !@bÂb ¤æ±ÉzÐ`Õæ æ`Êɰ 1®"k¯ ¤Ê±æpÕ`Õz æ`zʰ 29 ne» fa sapere la Commissione. La vicenda potrebbe non avere l’esito temuto dal dipendente, che ha comunque presentato istanza di revisione in cui sostiene che l’incarico non era stato attivato. La richiesta ha provocato reazioni da parte dei sindacati. «Ciò che stupisce è l’assenza di qualsivoglia istruttoria» si legge in un comunicato della Falbi, che parla di «macigno che irrompe nella vita delle persone per il semplice fatto che all’epoca si rivestiva un ruolo astrattamente idoneo a conoscere i fatti in contestazione». Fausta Chiesa © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda ● Tra poco più di due settimane, giovedì 16 ottobre, scade per milioni di contribuenti il termine per il versamento dell’acconto Tasi. La nuova imposta immobiliare si applica anche alle abitazioni principali e pertinenze ono finora solo 3 i miliardi di euro di prestiti che i clienti potrebbero chiedere a Unicredit sui 7,7 miliardi ottenuti dalla Bce con i finanziamenti agevolati «Tltro» a un tasso dello 0,15%. Come mai questo accesso così limitato? «L’imprenditore italiano, al di là del tasso, è ancora riluttante perché mancano le riforme dal lavoro o della giustizia» spiega il ceo Federico Ghizzoni. È la dimostrazione sul campo di quanto emerge dal «XIX rapporto sul sistema finanziario» della Fondazione Rosselli: le banche hanno disperato bisogno di richiesta di «buon credito», hanno spiegato i curatori Donato Masciandaro e Giampio Bracchi, per i quali «in un’economia in deflazione e senza investimenti la domanda di buon credito non è ripartita. Oggi il problema si è spostato dalla disponibilità di liquidità al suo trasferimento dalle banche all’economia reale». Dunque: da un lato c’è poca richiesta di credito da parte delle imprese in grado di ripagarli; al contrario non ci sono finanziamenti alle imprese a rischio di diventare insolventi; i tassi sono bassi, determinando il crollo di uno dei due rami di ricavi (l’interesse) su cui si fonda il business bancario. Dall’altro, le banche hanno costi fissi sempre alti, ancorché scesi al 53% circa in rapporto sui ricavi. Da qui la soluzione della Fondazione Rosselli: razionalizzare i costi con la riduzione degli sportelli. Di quanto? Il rapporto non fa stime ma Masciandaro dà un ordine di grandezza: «Se prendiamo la Germania come benchmark, gli sportelli italiani, compreso il Bancoposta, andrebbero dimezzati». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 30 AVVISO VENDITA SENZA INCANTO Ramo aziendale “PIANO DELLA SPINA - Società Cooperativa” AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE PER LA DESIGNAZIONE DEI MEMBRI DEL COLLEGIO DEI REVISORI CONTABILI DELL’ENTE PUBBLICO DIPENDENTE PER IL DIRITTO AGLI STUDI UNIVERSITARI DEL LAZIO - LAZIODISU Il Consiglio regionale del Lazio deve procedere, ai sensi dell’articolo 15, comma 1 della legge regionale 18 giugno 2008, n. 7 e successive modifiche, alla designazione dei membri del collegio dei revisori contabili dell’Ente pubblico dipendente per il diritto agli studi universitari del Lazio - LAZIODISU. Il Collegio dei revisori contabili è composto da tre membri effettivi e due supplenti. Le candidature devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Servizio Giuridico, Istituzionale, Area lavori Aula: supporto tecnico-regolamentare, Via della Pisana n. 1301 - 00163 Roma, entro il termine di quindici giorni successivi alla data di pubblicazione del presente avviso sul Bollettino ufficiale della Regione, con l’indicazione - a seconda delle modalità di presentazione di seguito riportate - sulla busta o nell’oggetto della email, della seguente dicitura: “Avviso pubblico per la presentazione delle candidature per la designazione dei membri del collegio dei revisori contabili dell’Ente pubblico dipendente per il diritto agli studi universitari del Lazio - LAZIODISU”. Le modalità di presentazione sono: a) consegna a mano all’accettazione corrispondenza del Consiglio regionale, ubicato presso la stessa sede del Consiglio regionale; b) a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno; c) per via telematica, tramite propria casella di posta elettronica certificata (PEC), esclusivamente al seguente indirizzo: [email protected]. Non sono prese in considerazione le domande presentate con modalità difformi da quelle di cui sopra. La presentazione delle domande entro il termine è comprovata, con riferimento alle modalità di presentazione di cui alle lett. a), b) e c), rispettivamente dal timbro apposto dall’accettazione corrispondenza del Consiglio, dal timbro apposto dall’ufficio postale accettante e dalla data attestazione di invio della email all’indirizzo di posta elettronica certificata. Qualora il termine per la presentazione della domanda cada in un giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo. Le candidature, ai sensi della vigente normativa, possono essere avanzate da soggetti iscritti nel registro dei revisori legali, istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze, di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39. Le candidature, ai sensi dell’articolo 81 del regolamento dei lavori del Consiglio regionale, possono essere, altresì, avanzate, tra i soggetti di cui sopra, anche dagli ordini e dai collegi professionali, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dalle università o dalle altre istituzioni culturali, dalle associazioni e dalle organizzazioni interessate. La domanda deve essere, a pena di esclusione, debitamente sottoscritta in ogni pagina e deve recare menzione dell’organo e della carica per la quale è proposta. Il candidato nella domanda deve, inoltre, attestare sotto forma di dichiarazione sostitutiva di certificazione o di atto di notorietà: a) i dati anagrafici e la residenza; b) il possesso del requisito dell’iscrizione al registro dei revisori legali di cui al d.lgs. 39/2010; e) di non trovarsi in nessuna delle condizioni ostative e di incompatibilità alla nomina previste dall’articolo 1, comma 97, della l.r. 12/2011 e dall’articolo 18, comma 1 della l.r. 7/2008 ovvero di obbligarsi a comunicare l’eventuale sopravvenienza delle stesse. La mancata attestazione di quanto previsto ai punti b) e c) è causa di esclusione. Alla domanda devono essere allegati, a pena di esclusione, la copia fotostatica del documento d’identità o di un documento di riconoscimento in corso di validità e il curriculum del candidato debitamente sottoscritto. Qualora la candidatura sia avanzata dagli ordini e dai collegi professionali, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dalle università o dalle altre istituzioni culturali, dalle associazioni e dalle organizzazioni interessate, alla stessa deve essere allegata, a pena di esclusione, l’accettazione della candidatura da parte dell’interessato, la quale deve contenere le attestazioni di cui sopra. In calce alla domanda e al curriculum, ovvero all’accettazione della candidatura, deve essere riportata, a pena di esclusione, la seguente dichiarazione: Il sottoscritto, consapevole che - ai sensi dell’art. 76 del d.P.R. 445/2000 - le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali, dichiara che le informazioni contenute nel presente documento rispondono a verità. In calce alla domanda e al curriculum, ovvero all’accettazione della candidatura, dovrà essere, altresì, riportata la seguente dichiarazione: Il sottoscritto in merito al trattamento dei dati personali contenuti nel presente curriculum esprime il proprio consenso al trattamento degli stessi nel rispetto delle finalità e modalità di cui al d.lgs. 196/2003. Per eventuali chiarimenti ed informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Area “lavori Aula: supporto tecnico-regolamentare” del Servizio Giuridico, Istituzionale - Via della Pisana, 1301 - 00163 Roma (tel. 06 65937253-2194-7679), PEC: [email protected]. f.to Il Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale - Avv. Costantino Vespasiano ESTRATTO BANDO DI GARA Oggetto: servizio di trasporto e messa a parco del carbone e biomasse legnose da banchina commerciale ai depositi della centrale di Sulcis. Tipo di appalto: SERVIZI – CATEGORIA 02 Tipo di procedura e criterio di aggiudicazione: Negoziata - Prezzo più basso. Gara n°: 0000074355 Luogo di prestazione: ITALIA – Sulcis – Porto Vesme . Termine per la ricezione delle domande di partecipazione: 20/10/2014 Testo integrale del bando: il testo integrale del bando è stato pubblicato sul Supplemento alla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea (GU/S) del 13/09/2014 n° 2014/S 176311245. Il bando è inoltre disponibile sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – V Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 109 del 24.09.2014. Riferimento: Enel Produzione S.p.A. – AdB Energy Management – Fuel Logistics and Ash Management - Viale Regina Margherita, 125 - 00198 Roma Società: Enel Produzione S.p.A. - Viale Regina Margherita, 125 - 00198 ROMA (p.iva 05617841001) Enel Produzione S.p.A AdB Energy Management Fuel Logistics and Ash Management Il Responsabile Laura Cassì COMUNE DI VICENZA Avviso di gara Il Comune di Vicenza intende appaltare il servizio di pulizia delle sedi comunali e giudiziarie del Comune di Vicenza e delle sedi della Biblioteca Civica Bertoliana per anni due. Importo complessivo stimato € 960.490,80. Scadenza termine per la presentazione delle offerte: 7.11.2014 ore 12.00. Il bando integrale e gli atti a questo allegati possono essere reperiti sul sito internet del Comune www.comune.vicenza.it. Pr ulteriori informazioni contattare il Settore “Provveditorato” (0444/221213). IL DIRETTORE - Alessandra Pretto Scadenza presentazione offerte (pena esclusione) e prima seduta pubblica per apertura offerte: 20 ottobre 2014 SI RENDE NOTO CHE In esecuzione alla comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione - prot. n. 0204422 del dì 11/12/2013, essendo andato deserto il primo tentativo di vendita, è pubblicato il presente avviso di seconda vendita senza incanto del ramo aziendale in Filiano (PZ), Località Piano della Spina, di proprietà della procedura “PIANO DELLA SPINA - Società Cooperativa”, in liquidazione coatta amministrativa, qui in appresso meglio descritto, secondo quanto desunto dalla perizia di stima redatta dal Dott. Giovanni Rosso, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della Circoscrizione del Tribunale di Bari, al n. 851 Sez. A ed asseverata con giuramento innanzi al Cancelliere presso il Tribunale Ordinario di Bari, giusta verbale in data 25 ottobre 2013, Cron. n. 2694/13, nonché da quella relativa al compendio immobiliare redatta dall’Ing. Bruno Chironi in data 3 febbraio 2011, come integrata sulla valutazione, giusta perizia redatta in data 22 luglio 2013, dal Geom. Francescantonio Masi, iscritto all’Albo dei Geometri della Provincia di Potenza al n. 1978 ed asseverata con giuramento innanzi al Giudice di Pace di Avigliano, giusta verbale in data 30 agosto 2013, Reg. Cron. n. 214/13, Ramo aziendale relativo alla produzione e commercializzazione di prodotti lattiero-caseari, costituita dall’insieme di tutti i beni materiali e immateriali utilizzati per l’esercizio della relativa attività, ed in particolare dai seguenti immobili: - da un opificio industriale, censito al Catasto Fabbricati del Comune di Filiano al foglio 4, particella 173 sub 3, particella 174 sub 1, particella 175 sub 1 (graffate insieme), Contrada Piano della Spina snc, piano S1 - T - 1 - 2, cat. D/1, R.C. Euro 30.690,00; - da unità abitativa, censita al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 173, sub. 2, Contrada Piano della Spina snc, piano T - 1 - 2, cat. A/2, cl. 1, vani 7,5, R.C. Euro 317,62; - da una cabina ENEL, censita alCatasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 603, Contrada Piano della Spina snc, piano T, cat. D/1, R.C. Euro 160,00; - da una cabina ENEL, censita al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 604, Contrada Piano della Spina snc, piano T, cat. D/1, R.C. Euro 152,00; - da un locale deposito, censito al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 574, sub. 4, Contrada Maio snc, piano T, cat. C/2, cl. 1, cons. 443 mq., R.C. Euro 251,67; - da un locale deposito, censito al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 574, sub. 5, Contrada Maio snc, piano T, cat. C/2, cl. 1, cons. 300 mq., R.C. Euro 170,43; in uno alle annesse aree pertinenziali; - da terreni agricoli, della superficie catastale complessiva di ha 01.09.73, distinti al Catasto Terreni del Comune di Filiano al foglio 4, particella 594, seminativo, cl. 3, ha 01.08.86, R.D. Euro 19,68, R.A. Euro 16,87 particella 597, incolto produttivo unico, ha 00.00.48, R.D. Euro 0,01, R.A. Euro 0,01; particella 600, seminativo, cl. 3, ha 00.00.39, R.D. Euro 0,07, R.A. Euro 0,06. Il ramo aziendale sarà ceduto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova attualmente, che si presume noto ed accettato dai partecipanti alla gara, anche in relazione alla vigente normativa edilizia, con ogni accessorio, dipendenza, pertinenza, ragione, diritto ed azione, servitù attive e passive; la vendita è a corpo e non a misura, eventuali differenze di misura non potranno dar luogo alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo. Inoltre la vendita non è soggetta alle norme concernenti la garanzia per vizi o mancanza di qualità, nè potrà esser risolta per alcun motivo. Conseguentemente l’esistenza di eventuali vizi, mancanza di qualità o difformità della cosa venduta, oneri di qualsiasi genere - ivi compresi quelli urbanistici o quelli derivanti dalla eventuale necessità di adeguamenti di impianti alle leggi vigenti - per qualsiasi motivo non considerati, anche se occulti, inconoscibili o comunque non evidenziati in perizia, non potranno dar luogo ad alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo, essendosi di ciò tenuto conto nella valutazione del bene. La gara si svolgerà presso l’Ufficio Secondario del Notaio Vito Pace di Avigliano, ubicato in Potenza alla via Nazario Sauro n. 102, il giorno 20 ottobre 2014 alle ore 16.00. Inoltre, presso lo studio sarà, altresì, disponibile la documentazione afferente alla gara (presente avviso e perizie di stima) e dovranno essere effettuati i depositi cauzionali e i depositi per le spese di trasferimento versati dagli eventuali interessati. Le offerte di acquisto, con la documentazione in appresso specificata, dovranno essere presentate personalmente o a mezzo procuratore legale, anche a norma dell’art. 579 ult. co., c.p.c., in busta chiusa e sigillata presso lo Studio del notaio Vito Pace entro e non oltre le ore 12,00 (dodici) del giorno della gara. Sull’esterno della busta dovrà essere indicato soltanto il nome del professionista delegato e la data fissata per la vendita. Nessuna altra indicazione dovrà essere apposta sulla busta. L’offerta dovrà contenere: 1. Il cognome, nome, luogo e data di nascita, codice fiscale, domicilio, stato civile, recapito telefonico, nonché una fotocopia della carta d’identità del soggetto cui andranno intestati gli immobili, il quale dovrà anche presentarsi il giorno e nel luogo fissato per la vendita per la partecipazione all’eventuale gara. Se l’offerente è minorenne, l’offerta dovrà essere sottoscritta dai genitori, previa autorizzazione del giudice tutelare; se l’offerente è una società dovrà essere acclusa anche una visura camerale aggiornata; 2. i dati identificativi dei beni per il quale l’offerta è proposta; 3. l’indicazione del prezzo offerto, che non potrà essere inferiore al prezzo base d’asta di Euro 1.162.500,00 (unmilionecentosessantaduemilacinquecento virgola zero zero); 4. l’impegno a versare il saldo del prezzo, nonché gli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, contestualmente all’atto pubblico di compravendita; atto che verrà redatto e stipulato dallo stesso notaio che ha presieduto la gara, entro 60 gg dalla data della stessa; 5. l’espressa dichiarazione di aver preso visione delle perizie di stima. Con l’offerta dovrà essere effettuato deposito, a titolo di cauzione, mediante assegno circolare NON TRASFERIBILE intestato alla procedura “Piano della Spina Società Cooperativa in liquidazione coatta amministrativa”, di importo non inferiore al 20% (venti per cento) del prezzo a base di gara, da inserirsi anch’esso nella busta chiusa. Dovrà, altresì, essere effettuato un deposito, a titolo di acconto sulle spese di trasferimento, mediante assegno circolare NON TRASFERIBILE intestato alla procedura “Piano della Spina - Società Cooperativa in liquidazione coatta amministrativa”, di importo non inferiore al 10% (dieci per cento) del prezzo a base di gara, da inserirsi anch’esso nella busta chiusa. L’offerta presentata è irrevocabile, anche in caso di mancata presentazione all’unico offerente, ovvero all’offerente il prezzo più alto, sempre che a seguito della gara, non venga offerto un prezzo maggiore. In caso di più offerte valide si procederà a gara sulla base della offerta più alta. Le offerte in aumento non potranno essere inferiori a Euro 10.000,00 (diecimila/00) e il ramo d’azienda verrà definitivamente aggiudicato a chi avrà effettuato il rilancio più alto. In caso di aggiudicazione, l’offerente è tenuto al versamento del saldo del prezzo, degli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, così come quantificati dal notaio delegato, contestualmente all’atto pubblico di compravendita. Le spese relative al trasferimento del ramo aziendale sono a carico dell’aggiudicatario, quelle relative alla cancellazione delle formalità gravanti sull’immobile sono a carico della procedura. A tal proposito si precisa che, avvenuto il versamento del prezzo da parte dell’acquirente e la stipula dell’atto di vendita, ai sensi dell’art. 5 della legge n. 400 del 17 luglio 1975, l’Autorità di Vigilanza su richiesta dei commissari liquidatori vistata dal comitato di sorveglianza provvederà a cancellare, con decreto, tutte le iscrizioni ipotecarie e tutte le trascrizioni presenti. In mancanza di versamento del saldo prezzo e degli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, con le modalità innanzi indicate, l’aggiudicatario perderà, a titolo di multa, tutte le somme versate per cauzione. Ai sensi di quanto stabilito dal provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico del dì 11 dicembre 2013, della presente vendita viene data pubblica notizia, una sola volta, almeno 15 giorni prima della gara mediante pubblicazione del relativo avviso di vendita sul “Quotidiano della Basilicata” e sul “Corriere della Sera”. Si applicano gli art. 570 e seguenti del c.p.c., in quanto compatibili. Data, 29 settembre 2014 Firma (I Commissari Liquidatori) Avv. Leonardo PATRONI GRIFFI - Avv. Michele RAFFAELE - Dott.ssa Giulia COLANGELO Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - CROB-IRCCS Rionero in Vulture (Pz) ESTRATTO AVVISO RETTIFICA DI GARA Il Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico CROB-IRCCS con sede in Rionero In Vulture (Pz) alla Via Padre Pio n. 1, in esecuzione della delibera N 513 del 22.09.2014, ha rettificato la gara (Lotto 2) per l’affidamento della fornitura di materiale di cancelleria e prodotti di convivenza di cui alla precedente Delibera n. 431 del 06.08.2014, per la durata di anni tre. Importo complessivo del lotto 2 rettificato €. 88.083,00. Termine di presentazione delle offerte ore 13:00 del giorno 23.10.2014. Data apertura delle offerte: ore 10:30 del 29.10.2014. Si rinvia ai documenti di gara disponibili anche sul sito Web: www.crob.it - sezione bandi e gare: responsabile del procedimento Dr.ssa Patrizia Aloè. Il bando è stato inviato alla GUCE in data 22.09.2014. IL DIRETTORE GENERALE - DOTT. PASQUALE F. AMENDOLA Autorità Portuale di Salerno Quadrifoglio Spa - Firenze (Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00 in G.U. n. 175 del 28/06/00) L’AUTORITA’ PORTUALE DI SALERNO rettifica il Bando per il “Appalto integrato nel settore speciale ex art. 206 e 2013 d.lgs 163/06 ss.mm.ii. sulla base del progetto preliminare prodotto dalla A.A. ex art. 53 c. 1 lett. c) D.lgs 163/06 ss.mm.ii. per l’affidamento della progettazione esecutiva, del coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione e dell’esecuzione dei lavori di prolungamento del molo di sopra flutto e di salpamento del tratto terminale del molo di sottoflutto nel Porto Commerciale di Salerno, previa acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta CIG 58455772BE”, siccome ha riaperto i termini per la presentazione delle offerte al 23/10/2014 ore 13,00, come da avviso pubblicato sulla G.U.R.I. n. 112 del 01.10.2014. Informazioni ai numeri: tel. 089/2588111, www.porto.salerno.it. IL PRESIDENTE On. Avv. Andrea Annunziata SERVIZIO DI AVVIO A RECUPERO DI RIFIUTI COSTITUITI DA SOTTOVAGLIOIN QUATTRO LOTTI AGGIUDICABILI SEPARATAMENTE E’ indetta procedura aperta per l’affidamento in appalto, per 24 mesi, con opzione di proseguimento fino a un massimo di ulteriori sei mesi, del servizio indicato nel titolo del presente avviso. Il bando integrale, pubblicato sulla G.U.R.I. n. 107 del 19 settembre 2014, è visionabile e scaricabile, insieme agli atti di gara, sul sito Internet www.quadrifoglio.org ACQUISTI GARE E CONTRATTI PROFILO DEL COMMITTENTE BANDI ED AVVISI DI GARE. Valore complessivo massimo dell’appalto, compresi oneri per la sicurezza e tutte le opzioni aggiuntive: Euro 16.257.560,00 oltre IVA. Scadenza presentazione offerte: entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 13 ottobre 2014. Per informazioni: Ufficio Acquisti (fax 0557339345; mail: [email protected]). Il Dirigente DAM - Alessandra Morandi ESTRATTO DI BANDO DI GARA PRATICA N. 335/2011/DIM Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 ECONOMIA 31 Piano per altri 1.300 L’agenzia Usa Mps centra il target di 5.100 uscite S&P’s taglia le previsioni e avvisa Finmeccanica: rating a rischio La controllata Enel Endesa, Brentan lascia la guida Altri 1.300 esodi volontari per Mps, che ha aggiunto l’obiettivo di 5.100 uscite previste dal piano industriale «in anticipo sui tempi» ha detto il direttore delle risorse umane di Mps, Ilaria Dalla Riva. Gli esodi volontari rientrano nell’accordo sull’attivazione del fondo di solidarietà firmato ad agosto. «Le parti hanno fatto veramente un buon lavoro» ha detto Dalla Riva «c’è reciproca soddisfazione tra azienda e sindacati». Andrea Brentan lascerà la guida della spagnola Endesa, controllata di Enel. Al suo posto sarà nominato amministratore delegato José Bogas, attuale direttore generale per la Spagna e il Portogallo da 30 anni nell’azienda. Il passaggio è previsto nel board convocato il 7 ottobre quando Brentan formalizzerà le dimissioni. Resterà nei consigli di Enersis ed Egp. © RIPRODUZIONE RISERVATA Rating sotto pressione per Finmeccanica. L’agenzia Standard & Poor’s ha rivisto il suo giudizio in vista delle prospettive future. Il rating del gruppo guidato da Mauro Moretti è stato mantenuto ma l’outlook è passato a negativo da stabile . «La revisione dell’outlook riflette il fatto che i risultati finanziari sono sotto le nostre aspettative» spiegano gli esperti di S&P’s in una nota, aggiungendo la conferma dei BB+/B a lungo e breve termine. Il motivo sono i parametri finanziari di Finmeccanica ancora al di sotto delle aspettative — spiega l’agenzia — a causa delle performance operative nel settore aerospaziale e della difesa. Giudicati deludenti anche i risultati del settore trasporti appesantito da Ansaldo Breda. La revisione, aggiunge, potrebbe portare a un downgrade nei prossimi 12 mesi. Svolta Benetton, focus sui marchi Ponzano Veneto torna alle origini e separa produzione, marketing e immobili Via libera di Edizione alla scissione in tre società. Indebitamento quasi azzerato Benetton torna alle origini e separa in tre le attività: produzione, commercializzazione e proprietà immobiliari. Il piano in preparazione da quasi un anno riporta l’assetto del gruppo dell’abbigliamento di Ponzano Veneto al tempo della quotazione al listino di Piazza Affari, lasciato nel 2012 dopo 25 anni di militanza. Il via libera definitivo è arrivato ieri dall’assemblea straordinaria dell’azionista, Edizione, la holding della famiglia Benetton. Dallo scorso maggio è stato affidato al nuovo amministratore delegato Marco Airoldi e al presidente Gianni Mion il compito di riposizionare la società sul «core business». E rilanciare i marchi dell’abbigliamento e della maglieria Benetton e Sisley, che soffrono la concorrenza delle catene internazionale di abbigliamento a basso prezzo. Il passaggio tecnico prevede la scissione parziale di Benetton e lo scorporo in tre società tutte controllate da Edizione. La produzione, con le piatta- ● Il caso L’Europa attacca il semaforo alimentare inglese La galassia dei Benetton Benetton Immobiliare Edizione Holding Sintonia 45,6% Schema Trentaquattro 50,1% Benetton Group (commercializzazione) Olimpias (produzione abbigliamento) d’Arco Corriere.it Sul canale Economia sul sito del Corriere della Sera inchieste, retroscena, spunti di finanza e risparmio forme industriali nell’area mediterranea, specializzate nella tessitura, maglieria, filatura, tintoria e confezione, saranno concentrate nella neocostituita Olimpias, l’unica delle tre «sorelle» a perdere il nome di famiglia. Benetton Group continuerà a occuparsi di commercializzazione, marketing, sviluppo, nonché dei rapporti di franchising. In Benetton immobiliare finirà parte della rete dei negozi, quelli di proprietà, con un valore stimato in 5-600 milioni di euro. «A partire dal primo genna- io – è scritto in una nota diffusa in serata – Benetton Group ritornerà così alla struttura di business originaria che le aveva consentito di essere una delle società di abbigliamento più innovative e di successo della storia internazionale del made in Italy e che le permetterà di essere sempre più snella, veloce e dinamica». Il nuovo schema, viene sottolineato, permetterà tra le altre cose autonomia giuridica, economica e organizzativa ai diversi rami di attività. L’intento del programma al 2016, e la sfida del nuovo capo azienda, è quello di riconquistare un posto anche sui mercati internazionali «aumentando significativamente la capacità di interpretare le nuove dinamiche mondiali, in linea con la tradizionale forza innovativa che ha sempre contraddistinto il marchio». Il ritorno in Borsa non è all’orizzonte, mentre appare per ora lontana la ricerca di eventuali soci per la parte industriale e commerciale, almeno non prima del ritorno alla crescita. Discorso diverso invece per gli immobili che potrebbero essere valorizzati. Di sicuro, a beneficiare è oltre all’efficienza anche il livello di indebitamento della «nuova Benetton», oggi già ridotto a 2300 milioni, che dovrebbe risultare azzerato per le due società della produzione e della commercializzazione e molto contenuto per l’immobiliare. Paola Pica [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Ligresti, i contrasti in famiglia e le case Pegasus volate in Svizzera di Corinna De Cesare L’ etichettatura a semaforo non piace all’Europa che ieri ha aperto una procedura di infrazione nei confronti di Londra con l’accusa di aver ostacolato gli scambi tra Paesi dell’Ue. Nel mirino c’è proprio quello che gli inglesi chiamano il «traffic light scheme» (schema a semaforo) presente dal 2013 sui prodotti alimentari con un’etichettatura a bollino (verde, giallo o rosso). L’idea è suggerire al consumatore se un alimento è più o meno «buono» o «cattivo» per la salute. Ma il semaforo, deciso sulla base della quota di sale, zuccheri e grassi nei prodotti, può per Bruxelles «creare un’errata idea presso il consumatore». Ne sono certi gli imprenditori italiani di Federalimentare secondo cui il semaforo metterebbe a rischio un quarto delle esportazioni italiane nel Regno Unito per un valore di 650 milioni. Tanto più che nell’elenco dei bocciati sono finite alcune delle eccellenze del made in Italy: dagli oli ai formaggi e prosciutti Dop. Senza parlare del fenomeno di «italian sounding» con prodotti che echeggiano quelli italiani ma vengono venduti a prezzi ridotti e con percentuali di sali e grassi adatti al bollino verde. Al momento l’Ue ha deciso l’invio di una lettera di «messa in mora» dando a Londra due mesi di tempo per rispondere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sotto l’incalzare delle inchieste, in cima alle preoccupazioni dei Ligresti c’era un nome: Pegasus. È’ la società proprietaria di 32 immobili nel quartiere residenziale di San Siro a Milano. Ma soprattutto lì dentro sono custodite le lussuose abitazioni di famiglia. Ora sembra tirare aria di resa dei conti all’interno della società e forse tra gli stessi Ligresti. I segnali sono di difficile interpretazione anche perché, nonostante inchieste, sequestri e dissequestri, la pratica della schermatura e dell’uso dei fiduciari svizzeri è ancora ampiamente in uso. Quando la Guardia di finanza si presentò a casa di Giulia Ligresti, sequestrò, tra le altre cose, un’agendina con una parola scritta a mano «Pegasus» con la voce «problemi». La Procura di Torino nel maxisequestro da 250 milioni dell’agosto 2013, poi definitivamente bocciato dalla Cassazione in aprile, chiese il congelamento anche delle quote Pegasus, ufficialmente in capo alla Compagnia fiduciaria nazionale, ma in realtà, secondo le indagini, reintestate nel 2012 direttamente a Salvatore (6,95%) e ai tre figli (31% a testa). Reintestate? Se questo è successo, poi però si è alzata di nuovo una cortina fumogena creata ad arte dal gruppo svizzero Fidinam, l’architetto della finanza offshore dell’ingegnere di Paternò. Il sequestro delle quote Pegasus non si è mai potuto concretizzare. In compenso il controllo dei 32 immobili di viale Ippodromo a Milano e delle case di famiglia (13,5 milioni tra ville, terreni, maneggi e parchi) è volato (o rivolato) in Svizzera. Per accogliere il 100% meno un’azione di Pega- sus era stata creata una struttura a doppia mandata con la Defendant di Lugano azionista diretta e due holding di copertura sopra, Zederfin e Inwestfinanzierung di Zurigo. Una azione è in mano al capostipite della famiglia. Di fatto Pegasus «come società non esiste», sostiene uno dei professionisti che ruotano intorno ai Ligresti. Ma per il resto la parola «Pegasus» è sufficiente, da sola, a interrompere qualsiasi telefonata o conversazione. I bilanci? Il minimo sindacale, anzi sembrano quasi un optional se quello del 2012 è stato approvato nel 2014 senza che il collegio sin- Le finanziarie La proprietà dei 32 immobili è stata trasferita a due holding di Zurigo © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA dacale abbia obiettato alcunché. La gestione è in mano a un professionista storico dei Ligresti, Stefano Conticello. Ora vogliono mandarlo a casa. Ed è qui che si apre il capitolo della resa dei conti. In assemblea la signora Rosanna Belloni ha appoggiato il ragioniere. È un appoggio di peso per due motivi: la signora rappresentava l’azionista di maggioranza relativa e poi è la segretaria personale di Salvatore Ligresti. Al contrario un altro socio (31%) ha spedito una sua delegata per attaccare l’uomo di Salvatore, chiedendo e ottenendo una nuova assemblea per il 13 ottobre per discutere della gestione condotta fin qui ed eventualmente revocare l’amministratore. Chi è quel socio? Se dietro le fiduciarie svizzere ci sono i soliti noti, non può essere che uno dei figli. Mario Gerevini © RIPRODUZIONE RISERVATA IN BREVE Auto, ripartono le vendite A settembre balzo del 3,4% Fiat fa meglio del mercato La svolta del mercato è ancora lontana ma dall’Europa comincia ad arrivare qualche timido segnale di miglioramento per il settore auto. «Parliamo del 3-4% di crescita quest’anno» ha detto Carlos Ghosn, presidente e direttore generale del gruppo Renault. La tendenza è confermata anche in Italia dove a settembre le vendite hanno registrato un incremento del 3,27% dopo un agosto sostanzialmente piatto. Meglio del mercato il gruppo Fiat/Chrysler che ha venduto 30.576 auto con un incremento del 4,3% e una quota di mercato salita al 27,69% (+0,3%). Nel dettaglio, le immatricolazioni di auto a marchio Fiat hanno segnato un aumento dell’1,4% mentre per Lancia la crescita è stata del 26,9%, grazie in particolare alla Ypsilon che ha raggiunto per la prima volta il 15,9% delle quote di mercato nel segmento B. Decisamente positivo anche l’andamento di Jeep che ha registrato un aumento delle vendite del 44,9% e della Fiat 500L, leader nel suo segmento con una quota vicina al 50%. Oggi al Salone dell’auto di Parigi il Lingotto presenterà la nuova 500X. © RIPRODUZIONE RISERVATA Santé ceduta a Ramsay Escono i soci italiani da DeA a Mediobanca Antonino Ligresti dice addio a Parigi, assieme a De Agostini e Mediobanca, tutti soci di Générale de Santé, primo gruppo d’Oltralpe della sanità privata. Un’operazione nata nell’estate e che ieri ha avuto il via libera dell’Antitrust. È stato così perfezionato ieri con il passaggio dell’83,4% del gruppo all’australiana Ramsay health care alleata a Crédit Agricole per un corrispettivo di 788 milioni incluso il dividendo. La cifra sarà utilizzata in parte per rimborsare i debiti finanziari pari a 360 milioni, in parte per la distribuzione di liquidità ai soci. L’incasso netto stimato per DeA Capital (ha il 43% della capofila Santé) sarà di 170 milioni di circa. Tutti lasceranno la Francia con una buona plusvalenza. Ligresti girerà parte dell’incasso alle Generali che attraverso Allegro sa detiene il 15% della sua società personale Santé holding. Gli acquirenti franco-australiani lanceranno poi un’offerta pubblica d’acquisto su Générale de Santé, quotata a Parigi. L’incasso dall’adesione all’opa servirà a Ligresti per altri progetti nella sanità. D. Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta Salvatore Ligresti e la figlia Giulia, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Torino del 2013 «Texas» italiano Museo del petrolio al via a Piacenza di Stefano Agnoli Il pozzo petrolifero qui a fianco potrebbe essere scambiato con quello storico che Edwin Drake perforò in Pennsylvania nel 1859. Invece è stato scavato negli anni 30 a Podenzano, vicino Piacenza. La storia del «Texas» italiano è da ieri visibile al «Museo del petrolio» inaugurato a Piacenza. Telecom, Recchi su Trujillo «Non ci ha mai chiamato e non lo abbiamo sentito» L’Unione Europea deve «cambiare sistema» nel suo approccio alle telecomunicazione o «rischiamo di essere colonizzati dall’estero». A lanciare l’allarme è il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, ieri a Bruxelles per il summit sull’agenda digitale europea organizzato da Financial Times ed Etno. La nuova Commissione deve «cambiare le regole con cui si gestiscono gli investimenti» perché «solo avendo strategie industriali chiare e regole certe» la situazione può evolvere, ha proseguito Recchi invitando la Ue a incentrare «il sistema di regolazione europeo sulla competizione per le tecnologie e non sul massimo ribasso dei prezzi». Il presidente di Telecom non ha escluso alleanze all’orizzonte, «sono sempre possibili», ma in merito alle voci di un interesse del manager americano Solomon Trujillo ha affermato di non averlo «mai sentito, non ci ha mai chiamato, non c’è niente». Detto questo «qualsiasi azionista può comprare azioni — ha aggiunto — anzi se le compra per noi è buon segno perché vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 32 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). AMMINISTRATIVA laureata, pluriennale esperienza, esamina proposte part-time per amministrazione, contabilità generale e bilancio presso aziende zona Piacenza ovest e Valtidone. 338.80.80.366 CONTABILE ragioniera esperienza pluriennale clienti-fornitori, banche, esamina proposte - [email protected] 338.70.59.620 DIPLOMATO geometra 23enne, residente Milano, offresi per serio impiego. 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Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. 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East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C DB Platinum IV Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A Fondi Unit Linked Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 26/09 26/09 24/09 24/09 24/09 26/09 26/09 26/09 USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1514,226 1663,505 1598,872 1451,654 1388,156 1399,485 1322,473 1239,317 1196,444 119,834 119,658 78,317 81,609 104,859 1079,818 1181,340 1031,658 29/09 30/09 30/09 EUR EUR EUR 53,580 96,710 923,260 30/09 30/09 30/09 24/09 30/09 24/09 EUR JPY USD EUR EUR EUR 121,310 9208,980 170,740 5345,180 106,550 10584,710 24/09 24/09 24/09 24/09 24/09 10,951 5,827 5,417 6,693 7,333 EUR EUR EUR EUR EUR 1518,890 1668,492 1603,718 1456,290 1392,640 1403,690 1326,504 1239,966 1197,105 119,821 119,643 78,333 81,614 104,642 1081,209 1180,359 1031,022 Data ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 26/09 29/08 29/08 29/08 30/06 Valuta Quota/od. 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Cap P KIS - Target 2014 X 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 29/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 29/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 127,280 103,380 103,570 107,190 133,080 132,430 134,690 137,670 154,080 113,100 116,140 117,170 122,860 125,150 125,150 96,240 101,130 100,270 128,200 103,710 103,600 107,220 133,610 132,850 135,230 138,220 154,280 113,250 116,290 117,300 122,760 125,040 125,070 95,790 100,660 100,260 30/09 30/09 30/09 24/09 24/09 24/09 24/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 53,120 62,460 59,880 62,750 61,280 63,870 61,610 58,040 45,520 66,860 64,470 60,210 49,240 52,940 62,360 59,770 62,740 61,260 63,910 61,540 57,960 45,360 67,100 64,620 60,270 48,390 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 13,128 108,773 115,914 116,050 24,713 5,724 119,836 9218,646 13,195 109,132 115,699 115,321 24,715 5,722 119,783 9215,622 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD EUR EUR EUR EUR USD USD USD USD USD EUR EUR EUR USD EUR JPY EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR USD USD USD USD Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 53,110 98,560 Kairos Multi-Str. A 31/07 EUR 923,990 Kairos Multi-Str. B 31/07 EUR 31/07 Kairos Multi-Str. I EUR 31/07 EUR 120,010 Kairos Multi-Str. P 30/09 EUR 9279,990 Kairos Income 30/09 EUR 171,460 Kairos Selection 5505,960 KAIROS INTERNATIONAL SICAV 106,720 KIS - America A-USD 29/09 USD 10514,980 KIS - America P 29/09 EUR 29/09 KIS - America X EUR 29/09 KIS - Bond A-USD USD 29/09 KIS - Bond D EUR 29/09 KIS - Bond P EUR 29/09 KIS - Bond Plus A Dist EUR 29/09 KIS - Bond Plus D EUR 29/09 KIS - Bond Plus P EUR 29/09 KIS - Dynamic A-USD USD 29/09 KIS - Dynamic D EUR 29/09 KIS - Dynamic P EUR 29/09 KIS - Emerging Mkts A EUR 29/09 KIS - Emerging Mkts D EUR 29/09 KIS - Europa D EUR 29/09 KIS - Europa P EUR 24,910 16,000 14,220 13,840 14,160 10,293 14,980 14,435 9,043 12,509 16,986 12,823 11,023 5,832 5,710 59,580 14,830 11,500 42,940 10,499 13,051 11,843 46,340 35,770 3276,000 17,950 16,200 11,930 19,040 13,700 14,800 14,070 10,798 10,403 14,180 11,570 10,312 32,780 31,340 280,730 197,370 198,910 174,120 124,420 128,900 127,120 131,920 134,300 175,320 121,930 124,310 128,020 126,030 124,030 126,650 Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 30/09 114,670 PS - Absolute Return A EUR 30/09 121,120 PS - Absolute Return B EUR 30/09 109,970 PS - Algo Flex A EUR 30/09 105,250 PS - Algo Flex B EUR 30/09 86,560 PS - BeFlexible A EUR 30/09 85,050 PS - BeFlexible C USD 23/09 102,640 PS - Best Global Managers A EUR 23/09 106,740 PS - Best Global Managers B EUR 30/09 110,950 PS - Best Gl Managers Flex Eq A EUR 30/09 164,000 PS - Bond Opportunities A EUR 30/09 122,450 PS - Bond Opportunities B EUR 30/09 102,170 PS - Bond Opportunities C USD 23/09 123,010 PS - EOS A EUR 30/09 94,090 PS - Equilibrium A EUR 30/09 98,690 PS - Fixed Inc Absolute Return A EUR 30/09 100,640 PS - Global Dynamic Opp A EUR 30/09 101,280 PS - Global Dynamic Opp B EUR 30/09 116,500 PS - Inter. Equity Quant A EUR 30/09 119,120 PS - Inter. Equity Quant B EUR 30/09 125,250 PS - Liquidity A EUR 30/09 100,450 PS - Liquidity B USD 30/09 97,750 PS - Opportunistic Growth A EUR 30/09 103,560 PS - Opportunistic Growth B EUR 23/09 99,570 PS - Prestige A EUR 23/09 104,050 PS - Quintessenza A EUR 23/09 108,720 PS - Target A EUR 23/09 108,870 PS - Target B EUR 23/09 104,860 PS - Target C USD 23/09 109,400 PS - Titan Aggressive A EUR 30/09 102,400 PS - Total Return A EUR 30/09 96,310 PS - Total Return B EUR 30/09 112,540 PS - Valeur Income A EUR 23/09 107,210 PS - Value A EUR 23/09 109,580 PS - Value B EUR 23/09 104,920 PS - Value C USD 114,900 121,360 110,410 105,670 86,610 85,090 102,610 106,690 111,010 164,330 122,690 102,380 123,790 93,860 98,850 101,080 101,720 116,810 119,440 125,340 100,530 98,030 103,850 100,750 104,130 108,490 108,630 104,610 109,590 102,380 96,290 112,670 106,900 109,260 104,570 www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 30/09 102,940 102,780 Orazio Conservative A EUR 30/09 103,200 103,110 Sparta Agressive A EUR 30/09 161,420 162,520 EUR 24,930 WM Biotech A 16,020 WM Biotech I 30/09 1648,870 1660,090 EUR 14,250 13,870 14,220 10,308 14,980 14,519 9,095 12,596 16,998 www.newmillenniumsicav.com 12,831 11,027 Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 5,830 30/09 191,590 191,330 EUR 5,715 NM Augustum Corp Bd A 59,720 NM Augustum High Qual Bd A 30/09 146,300 146,220 EUR 14,870 NM Balanced World Cons A 30/09 138,280 138,220 EUR 11,527 NM Euro Bonds Short Term A 30/09 139,450 139,400 EUR 42,980 NM Euro Equities A 30/09 48,510 48,100 EUR 10,516 NM Global Equities EUR hdg A 30/09 73,850 74,110 EUR 13,077 NM Inflation Linked Bond Europe A 30/09 106,630 106,520 EUR 11,867 NM Italian Diversified Bond A 30/09 111,550 111,420 EUR 46,580 30/09 114,180 114,050 EUR 35,630 NM Italian Diversified Bond I 30/09 137,590 137,520 EUR 3301,000 NM Large Europe Corp A 30/09 105,490 105,580 EUR 17,880 NM Market Timing A 30/09 106,680 106,770 EUR 16,140 NM Market Timing I 30/09 59,600 59,640 EUR 11,870 NM Q7 Active Eq. Int. A 19,070 NM Q7 Globalflex A 26/09 105,260 105,110 EUR 13,720 NM Total Return Flexible A 26/09 122,200 122,520 EUR 14,730 NM VolActive A 30/09 104,850 104,820 EUR 14,000 NM VolActive I 30/09 105,660 105,620 EUR 10,781 10,310 14,180 11,611 10,348 32,890 31,440 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 873974,630 570591,037 589705,032 536171,250 6,815 10,386 Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 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Grower D 30/09 5,838 EUR 199,080 CITIC Securities China Fd A 174,280 Fidela A 30/09 5,403 EUR 124,550 Income A 30/09 5,740 EUR 129,020 International Equity A 30/09 7,538 EUR 127,390 Italian Selection A 30/09 6,719 EUR 132,220 Liquidity A 30/09 5,337 EUR 134,590 30/09 5,267 American Eq.A EUR 175,260 Multimanager 30/09 4,804 EUR 121,890 Multimanager Asia Pacific Eq.A 30/09 4,505 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A EUR 124,270 30/09 4,528 EUR 129,250 Multimanager European Eq.A 30/09 5,286 EUR 127,250 Strategic A 30/09 6,241 EUR 124,940 Usa Value Fund A 127,570 Ver Capital Credit Fd A 30/09 5,511 EUR www.pegasocapitalsicav.com 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 30/09 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 107,310 107,470 105,720 105,850 102,200 99,900 107,310 107,470 105,730 105,860 102,080 99,780 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 30/09 95,190 95,720 Asian Equity B EUR 30/09 133,710 134,450 109,000 Asian Equity B USD 30/09 436,090 437,300 USD 113,010 Emerg Mkts Equity 30/09 426,050 427,240 EUR 150,720 Emerg Mkts Equity Hdg 30/09 277,810 277,000 European Equity EUR 30/09 342,860 341,850 European Equity B USD 30/09 109,290 109,260 Greater China Equity B EUR 30/09 155,510 155,440 Greater China Equity B USD 30/09 77,780 77,810 Growth Opportunities USD 30/09 85,160 85,200 Growth Opportunities Hdg EUR 30/09 137,890 139,470 Japanese Equity JPY 30/09 136,760 138,330 Japanese Equity B USD 30/09 179,190 181,240 Japanese Equity Hdg EUR 30/09 134,550 134,260 Swiss Equity CHF 30/09 102,230 102,010 Swiss Equity Hdg EUR 30/09 173,410 174,560 US Equity USD 30/09 190,920 192,190 US Equity Hdg EUR 7,049 7,681 5,994 5,802 5,825 5,398 5,738 7,519 Tel 0332 251411 6,659 www.ottoapiu.it 5,337 5,257 8a+ Eiger 30/09 6,169 6,114 EUR 4,793 8a+ Gran Paradiso 30/09 5,208 5,226 EUR 4,521 8a+ Latemar 30/09 5,842 5,829 EUR 19/09 EUR 789148,799 800569,758 4,527 8a+ Matterhorn 5,269 6,253 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13353C9B www.kneip.com 5,509 Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI ● Piazza Affari 33 Sussurri & Grida Torri in Borsa, Telecom prepara la squadra di Giacomo Ferrari Vendite su Saipem e Fiat Mediobanca in rialzo G ià deboli a causa del calo dell’indice manifatturiero dell’eurozona, le Borse europee hanno accentuato la caduta dopo l’avvio in ribasso di Wall Street. A perdere di più è stata Parigi (-1,15%), mentre Piazza Affari ha limitato la flessione allo 0,89%. La seduta è stata nervosa, in vista dell’odierno direttivo della Bce a Napoli. Sul listino le vendite hanno colpito alcuni industriali, come Saipem (-4,10%) e Fiat (2,55%), sempre penalizzata dalla vicenda dei presunti aiuti di Stato che l’Ue contesta al governo lussemburghese. Giù inoltre Yoox (-3,03%) e Prysmian (-2,38%). In controtendenza World Duty Free (+1,82%) e, nel comparto bancario, Mediobanca (+1,47%) e Banco Popolare (+1,46%). © RIPRODUZIONE RISERVATA $./ 1" "k 1Î 1k± (d.pol.) Telecom Italia aspetterà l’esito della quotazione di Rai Way e delle sue torri di trasmissione del segnale tv. In base all’appetito del mercato per questo genere di attività l’amministratore delegato Marco Patuano deciderà se stringere i tempi o rimandare un po’ i preparativi per lo sbarco in Borsa delle sue torri. Vale a dire otto mila siti sparsi a livello nazionale del valore stimato attorno a un miliardo. Ma intanto procedono analisi e approfondimenti con il direttore finanza Piergiorgio Peluso. Nessun incarico è stato ancora assegnato alle banche per il futuro collocamento.Tuttavia, gli istituti bussano alla porta di Telecom per candidarsi fornendo elaborazioni e prospettive in vista della futura ipo. L’istituto più vicino al dossier in questa fase risulta Deutsche Bank. Se l’incarico di advisor le fosse affidato, la banca dovrà contribuire a selezionare la squadra dei futuri collocatori dell’offerta che comunque non avverrà prima di metà anno prossimo, stima il mercato. Prima Telecom dovrà procedere al conferimento delle torri con i relativi contratti di servizio e decidere la quota in offerta. (d.pol.) L’abbigliamento a marchio North Sails, fin qui 100% made in Italy, lascia il Paese per unificarsi nel Connecticut al produttore di vele con lo stesso marchio, divenuto celebre per aver armato Alinghi e Luna Rossa oltre che per avere il 70% del mercato di fiocchi, gennaker e spinnaker. Regista dell’operazione è il fondo britannico Oakley capital, base a Londra, guidato dal fondatore Peter Dubens. Oakley è proprietario del brand azzurro e bianco dal 2008 quando lo rilevò dai proprietari Lowell North e Heiner Meldner. Adesso il fondo inglese si riappropria dell’altra gamba, quella dell’abbigliamento. A vendere il 100% di Tomasoni Top Sails è l’imprenditore Leopoldo Poppi (foto), inventore dei capi North Sails con ricavi di 50 milioni. Nella transazione, del valore pari al fatturato, l’azienda, che include anche la veleria di Carasco (Genova), è stata affiancata dall’advisor Ethica corporate finance. (m.sid.) Il Fatto quotidiano sta studiando la quotazione in Borsa. La società editoriale che peraltro controlla anche il 30,1% di ZeroStudio’s Srl, il produttore di Servizio pubblico che vede come maggiore azionista Michele Santoro, ha affidato a Integrae Sim la ricerca pre Ipo in vista di un progetto di quotazione del 20% circa del capitale. La società controllata per il 34,9% dai giornalisti, tra cui Antonio Padellaro e Marco Travaglio, e tra gli altri anche dall’editore Chiare Lettere (16,3%), punta a raccogliere 6,5 milioni di cui 5 in aumento di capitale. Il mercato di quotazione è l’Aim di Milano. Tra le strategie per l’atterraggio a Piazza Affari c’è il lancio di «Mia», la app che punta a rendere sempre più gestibile da mobile l’informazione: è difatti partita una campagna aggressiva con 30 giorni gratis. Al di là dell’aspetto tecnico, il progetto di quotazione è un indizio di un mercato editoriale che — nonostante l’era di transizione — continua ad avere un suo appeal. Almeno sulla «carta». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli inglesi comprano Se l’editoria ci riprova con il i capi North Sails mercato azionario -×Î@ä bÂkÎÎ@ Å× Îkkx_ Ý@ -3$1 Å~@ ÎÎ` @b kÅk¬_ -3$1 @ ×k |pÕÕ|Õ± ÅÎ æ`z × ¬k /!/ ÂXkÝ×α x Å× ÞÞÞ±XÂÂkÂk±ÎËkX@ ,Âkää .x± ®kׯ ±/± .@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ æ`ÊpÕ Õ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®Õ¯ æ`ÉpÕ Xk@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ¯ `Éæ XÎk Â׬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® $¯ ¤z`Épæ X¶×k ,Î@N ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® ,¯ ¤`æz XÅ~@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±® /¯ ¤`ÕzÐ bk¬±Âkäk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤Ð`Êæ kbkÅ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ æ`æÕ| kxxk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ ¤`pÕ £ .kkÞ@NkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ r k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ Ð`Õææ 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kXX@X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®" ¯ "! ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"!¯ ×Åß ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ @NkÎÎ ,±/± ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @Å ,×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ kxÂ@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kkÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ kß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ Â׬¬ bα ÁŬÂkÅű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÎkX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ kÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Â@b 8@~~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯ @ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ bkÅÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ b×ÅÎÂ@ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯ Îk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ Îk Â׬ ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Îk¬׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ÎkÅ@ /@¬@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,.¯ ÝkÅÎ k /Ý׬¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ Å@~ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Å@~ ä /Ý׬¬ K±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ 1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯ Î@Xkkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ Î@N@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ Î@N@Âk ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ 8/ Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ 8/ Â׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯ ×ÝkÎ×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯ ±.±kÂ~à±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ kß@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®":¯ @ Â@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯ @b .kä K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.¯ @ä ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ×ßÎÎX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯ ÝkÎ×Âk Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ! !@Âk 1kXÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ !@@~kkÎ k ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ !.. K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!..¯ !kb@XÎkX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®! ¯ ,Âkää .x± ®kׯ æ`pÊ æ`ÕÕz ÕÕ`p¤æ ¤`Êææ æ`ÉÊÊ |`¤zæ ¤`p |`ææ |æ`Êæ ¤p`ʤæ `ÉÉæ æ`¤¤Ð æ`æ¤É Ê`Õ¤z ¤`æ¤| ¤`ÉzÕ Ðæ`ÐÐæ æ`ÉÕ ¤`æÉæ Õ¤`Ðzæ É`||z Ð`¤ÐÊ Ê`Ðææ æ`Êz |`ÕÕ| É`Ê¤æ æ`Ê|z ¤`z ¤`¤Éæ |`Ðz| Ð`Êææ ¤Ê`zææ Õ`ÊÕp æ` ¤p`Êzæ Õ`æÉÊ æ`zp æ`Ê|æ æ`Êp Õp`æzæ æ`zÐæ ¤æ`Éææ æ`zÐÉ æ`Ðp| æ`Ê¤Ê ¤æ`æÐæ Õ`Ðp Õ`¤¤æ æ`zÐæ ¤`ppæ æ`æ ¤`ÉÉæ ¤`|Õ ¤`zÊ| z`¤pæ ÕÊ`æææ ¤z`pææ p`Õææ æ`ÐÉæ æ`ÕÐæ ¤`æzp ¤`zÕÐ z`ÉÐæ ¤`æpÊ æ`zzæ |æ`æ æ`ÉÐæ ¤`z| æ`æp ¤Õ`ÐÊæ ¤`æpÉ 8@± .x± ® °¯ æ`zæ ´¤`ÕÊ æ`pÐ r ´æ`ÐÐ ¤`Õ| ¤`Ðp æ`Õ| ´Õ`pp ¤`Ðp ´æ`¤z Õ`Õ| ¤`Ê ¤`z¤ ´æ`Êæ ¤`Êp ¤`ÐÐ ¤`ÕÕ ´æ`ÊÊ ¤`p| Õ`zz æ`Õz ´Õ`ÉÉ ´æ`¤z æ`ÐÐ ¤`ÕÐ ´æ`ÊÕ æ`Õz ¤`pz r æ`ÉÉ æ`Ê æ`|z Õ`¤¤ æ`pz æ`z ´Õ`æz Ð`ÉÊ æ`æÉ ´Ê`Êz Ð`p¤ ´æ`¤ ´æ`¤ æ`Õ æ`Êz ´æ`Ê æ`ÐÐ æ`ÊÊ æ`Ð ¤`Õ¤ æ`Êz æ`|z æ`æÉ ´æ`æ ´¤`É ´¤`Ê ´¤`| Õ`Ê ¤É`Ép ´æ`ÊÊ ´É`|¤ ´z`¤¤ ´æ`æ æ`zz æ`z| æ`zÊ Ð`Ф ´Õ`Ðæ |`Ð ´æ`| æ`¤p 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ p`Õ æ`pÉz ÕÊ`pÕ æ`¤Êæ ´|Ð`¤ ¤z`ɤæ z`ÕÉ ¤`zpÉ Ê` æ`É¤É ´ÐÕ`|Õ Ð`¤Ð| ´p`Õ 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±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`æÉÊ ,kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ɤ¤ ,kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯ r ,x@Â@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`Õ|p ,¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`Ézæ ,Âk G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ¯ ¤æ`pzæ ,Âk G ± ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®, ,¯ ¤æ`¤zæ ,~± /±@×ÅÎ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ Ê`Éæ ,~Â@xX bÎÂ@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`Õpz ,Âkű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ÐÊÐ ,Âk×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÉ ,Â@ b×ÅÎÂk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤z`æææ ,ÂàÅ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`ÐÊæ . .± k !kbX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Ðæ| .@ÎÎ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`Êzæ . / !kb@~Â׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. /¯ ¤`æzæ .kXÂb@Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®. ¯ ¤Õ`Ðæ .k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ ÊÐ`æææ .kÎkα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`ÉÕæ .Å@@kα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤zÕ .ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`|æ¤ / /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Ð`Éææ /@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`|z /@kÅ ÂX K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`|Ðæ /@x Â׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`zÊæ /@¬k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Ê`¤zæ /@¬k ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯ r /@ ¬Âk~ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`Õæ /@ ¬Âk~ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ r /@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`Ép /@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`ææ /@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`Õæ /XÂkk /kÂÝXk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ r /k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤ /k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ r /kÂÝä Î@@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÕÊp /kÂÝä Î@@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Ðzz /kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`zææ //±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ p`Ð|æ /ÎkÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æpÊ /@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÊÐæ /@ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÐÕÊ /~kx K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`p¤Ê / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤zæ / ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`Õæ /¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ¤æ`æææ /¬@Xk Þ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯ r /Îkx@k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Ðæ¤ /Îkx@k ÂŬ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯ r /1!XÂkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ Ê`æpæ 1 1@N× ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`Ðpp 1@N× ¤ÐÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91,¤z¯ æ`zÕÕ 1/±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`|z 1kkX 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`p¤ 1kkX 1 !kb@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`Õæp 1kkX 1 !kb@ ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`ÊÐp 1kkX 1 ÂX ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11.¯ æ`Êz 1k@ÂÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1"¯ ¤É`Éæ 1kÂ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1."¯ Ð`|Ê 1kÂkÂ~@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1.¯ ¤`Êæ 1kÅkX K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`Êp| 1ÅX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1/¯ æ`æzæ 1ÅX@ ¤|Þ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®91/¤|¯ æ`æææ 1bÁű±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1$¯ ÉÉ`Ézæ 1ÂkÝ ±b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ z`Ê|æ 1:1 kÅ×Î K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1:1¯ p`¤Ðz 3 3 @X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯ Ê`ʤæ 3XÂkbα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 ¯ Ê`Ðæz 3XÂkbÎ ÂŬ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3 .¯ É`¤z 3¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3"¯ Ð`p¤Õ 3¬ ¬Âݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3",¯ Ð`ÊÐæ 3¬/@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/¯ Õ`Õ¤p 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ ÕÕ`Ðææ 3¬/@ ÂŬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3/.¯ Õ`Õ¤Õ 8 8@Å@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ ¤|`æ|æ 8@ b×ÅÎÂ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯ ¤`Ð| 8@ @ݱ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8¯ z`zææ 8ÎÎÂ@ Åű K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯ `ÊÉæ 9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ `Õ¤z ; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤É`ÊÕæ > >~@~ 8kΠK±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>8¯ z`|Ðæ >×XX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 ¯ æ`æÊæ >×XX ¤| Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9>3 ¤|¯ æ`ææ¤ >×XX ÂX±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®>3 .¯ æ`¤ÉÕ 8@± .x± ® °¯ Õ`¤¤ ´¤`|É ¤`Ê æ`ÉÕ r æ`Êæ Ð`¤É æ`¤Ê r æ`pÉ æ`Ê| ´Ð`zÊ ¤`æz ¤`z æ`Õ| æ`p ´æ`p r r æ`æÐ ´¤`zp r ´æ`æÉ Õ`p¤ æ`| r æ`æÊ ´¤`æ| ¤`ææ ¤`ÕÊ ´æ`ÕÕ ´Ð`ææ ´Õ`Õz ´Õ`|Ê r Õ`Ðp æ`Ðæ ´¤`Ðæ ¤`Ê æ`Ð ´¤`Ép ´|`pp æ`z r ´¤`æÐ ´æ`ÊÕ æ`ÉÐ Õ`ÕÕ |`¤æ r Õ`|¤ r æ`ÐÉ r ´æ`pÐ r ´É`Ê r ´æ`ÐÐ Ð`z ´æ`ÉÐ Õ`ææ æ`Ð Õ`|æ ¤`ÕÐ Õ`ÕÕ æ`p¤ ¤`æÐ ¤`¤ r ´Ð`ÕÊ r æ`æ ´æ`¤É |`zÉ ´Ð`¤Ð ¤`pÕ æ`¤É |`¤| ¤`Õ¤ ¤`p æ`æ æ`z æ`|| ¤`Ðp r æ`p ´æ`|z æ`| æ`Éz ´æ`ÉÕ ´æ`æÊ æ`zÕ ´¤`z¤ æ`p æ`æ ¤`Ð| æ`Ê| r z`æ¤ ´æ`ÊÕ ´¤`pÕ Ð`æÐ ´æ`Êz æ` r |`pÊ 8@± ! æÕËæ¤ËÕæ¤| ® °¯ ®kׯ ¤|`æ Õ`pææ ´`z¤ z`¤z ¤Õ`ÐÉ z`Õ¤æ ´zÉ`æ æ`æÉÉ r r ¤¤`Õæ ¤`|pz ÕÊ`æÐ ¤`¤|æ ÐÐ`| æ`|æ Õ`æ ¤¤`¤zæ |Õ`|¤ æ`pæ¤ ´ÕÐÉ`Õ æ`zæÕ Õæ`pp æ`ÕÉÊ z`p¤ ¤`ææz Ф`ÕÉ æ`æÐÕ ´Õæ`pÕ |`æ¤æ ´z`Ðæ Õ`ÉÕÊ ´Ð`æ| Ð`|Ê| r r r r ¤`ÕÕ æ`ÐÊÕ ´Õ`p ¤`ÕÕ¤ ´æ`É Õ`|Êæ ´¤`zÊ ¤`|¤Ê 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Solo a una casa editrice di libri per bambini poteva toccare un destino che sembra l’incantesimo di una strega buona. Le Edizioni EL compiono quarant’anni e festeggiano con una galoppata per la penisola. «Una storia in una mostra» porta in giro i libri che hanno fatto... grande la piccola casa editrice, nata a Trieste nel 1974 come Editoriale Libraria. Gallery, esposizioni e percorsi dal 1° ottobre alle librerie dei Ragazzi di Milano (fino al 31), Fantasia di Bergamo (fino al 24) e L’aquilone di Verona (fino al 3 novembre); fino al 28, alle librerie Cuccumeo di Firenze e dei Ragazzi di Torino; in novembre alla Giannino Stoppani di Bologna. Poi: Bassano, Mantova, Modena, Acqui Terme, Rimini, Cagliari, Cremona e Vittorio Veneto. Severino Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Romanzo «L’amore che ti meriti», edito da Mondadori, attraversa le vicende di tre generazioni La ricerca di una verità difficile in una città immersa nella sua dimensione provinciale di Paolo Foschini S e uno non l’ha mai sentita dal vivo, forse, la «elle» ferrarese non potrà mai capirla fino in fondo. Più o meno è lo stesso suono con cui un londinese istruito indugerebbe sul finale della parola «well»: solo che un ferrarese quel suono lo usa per dire cose tipo «liscio», così come ingrassa la «esse» di «basta» per produrre quasi lo stesso fonema di un inglese di Oxford che dice «shame». Ferrara metafisica, si dice spesso. Ma dalla pronuncia contadina. Per raccontare il nuovo romanzo di Daria Bignardi, che nella sua Ferrara natale è ambientato, si può partire anche da un suono. Una storia di opposti che si cercano e di cose familiari che attraverso tre generazioni, come succede in famiglia, sembrano una cosa e sono un’altra. Dove la verità vera naturalmente è una sola, come sempre. Ma la verità che importa, la verità che serve alla vita, cambia a seconda di chi la racconta o l’ascolta. Così questa storia — L’amore che ti meriti (Mondadori, pp. 250, euro 18) — è condivisa con noi in prima persona da due persone diverse. Quella che conosciamo nelle prime tre righe è Alma. Ci racconta una cosa successa trent’anni addietro, quando lei di anni ne aveva 17 e insieme con suo fratello Maio «non lo sapevamo — dice — di essere felici». Più che fratello e sorella. Due complici innamorati della vita. Ci racconta di quell’estate magica di fine adolescenza in cui lei — come migliaia di altri in quell’epoca piena di morti da eroina, che adesso nessuno ricorda più — aveva proposto a lui di provare un almeno una volta un buco. Per Alma sarà anche l’ultimo. Per Maio l’inizio dell’inferno. Finché un giorno, dopo una dose fatale sull’argine del Po, Maio scompare. La seconda voce alternata alla prima per tutto il libro è quella di Antonia, trent’anni più tardi. È la figlia di Alma. E di quel fratello di sua madre non aveva mai saputo nulla: Alma gliene ha parlato solo adesso che Antonia è incinta a sua volta, dopo una L’autrice Innamorarsi e morire a Ferrara Daria Bignardi racconta una storia ambientata ai tempi della sua adolescenza vita spesa a difendere forse la figlia da un dolore o forse se stessa dal senso di colpa. Ma Antonia, scrittrice, compagna di un poliziotto col quale ora vive a Bologna, decide che quella «verità» su un ragazzo sparito non le basta. Siamo la storia che abbiamo dentro, per scrivere il seguito non possiamo ignorare come siamo arrivati fin lì. E così Antonia, per tutti Toni, torna a Ferrara per cercare il resto. Troverà molto di più. Il libro è un labirinto di temi che si inseguono e ciascuno dei quali genera il successivo. Quello della ricerca, come già era stato per i tre personaggi protagonisti de L’acustica perfetta, se ci si fermasse alla trama parrebbe essere anche questa volta il padre di tutti. Ricerca di sé o dell’amore nel precedente romanzo, ricerca della verità in questo. Una immagine della città di Ferrara presentata dalle Gallerie d’arte moderna e contemporanea in una rassegna dedicata a Michelangelo Antonioni Comunque quella urgenza insopprimibile di colmare il vuoto quando la vita ce ne piazza uno dentro. Un tema che appartiene alla Bignardi quanto la Provvidenza a Manzoni. E Antonia detta Toni, in questo, è una tranquilla macchina da guerra. Incapace di fermarsi davanti agli ostacoli nonché alle resistenze dei personaggi che incontra e che non potrebbero vivere in una metafora migliore della Ferrara in cui si muovono: ovatta e nebbia, bellezza e indolenza, porte chiuse e silenzi, e tutto quel carico di «provincia» che solo una ferrarese può a sua volta riconoscere, sorridendo, nel tono con cui i ferraresi descrivono il loro pur magnifico corso Ercole d’Este come «la strada più bella d’Europa». E salendo a ritroso fino ai suoi nonni ne trova parecchie di cose An- tonia. Compreso un segreto ignoto persino a sua madre, affondato nella Ferrara della comunità ebraica e delle leggi razziali. Scoprirà anche la verità su Maio, naturalmente. Ma qui entrano in gioco gli altri due temi forti. Il primo è quello dei punti di vista. Perché i protagonisti di questa storia sanno raccontarsi come molto più di se stessi. Alma è una madre, ma noi la troviamo in scena che è più giovane di sua figlia e il dramma della sua vita l’ha segnata in quanto sorella. Antonia è sua figlia ma si muove con la determinazione della futura madre del figlio che ha dentro. E Maio e la sua antica fidanzata e i vecchi genitori di Alma: ognuno avrà la sua, di verità. Forse quella che si merita. O forse quella che può sopportare. E siamo al tema centrale, rias- sunto in quel capolavoro che è il titolo del libro e ne percorre l’anima da cima a fondo. Pensateci: chi di voi riesce a dire, così al buio, se «l’amore che ti meriti» è una promessa di averne tanto o la minaccia di averne zero? L’amore è una cosa che bisogna «meritarsi»? Magari a volte sì. A volte semplicemente succede. Ma è una regola che vale sempre? Un figlio o una figlia li amiamo perché se lo «meritano»? Ma se l’amore, se il bene è una cosa che si «merita», allora vale lo stesso anche per il male? Daria Bignardi, dietro la sapiente apparenza di una «affermazione» su cui il romanzo rivelerà un punto di vista proprio, ripropone in realtà una domanda antica quanto scomoda. Di quelle che tra amici, a libro finito, potrete starci a litigare per ore. Daria Bignardi (Ferrara, 1961; foto in alto), giornalista, è autrice e conduttrice de «Le invasioni barbariche» su La 7. Tra i suoi libri, tutti editi da Mondadori, Non vi lascerò orfani (2009, premio Rapallo e premio Elsa Morante). L’ultimo lavoro, L’amore che ti meriti (pp. 250, 18; qui sopra la copertina) esce domani da Mondadori Gli incontri Daria Bignardi presenta il nuovo lavoro il 4 a Ferrara, con Jhumpa Lahiri (ore 18, Palazzo Roverella); il 9 alla Fiera del Libro di Francoforte, con Paola Barbon (ore 19, Sala Enit); e il 13 alla libreria Feltrinelli di Milano (ore 18.30 piazza Piemonte 2), con Renata Colorni e Antonella Lattanzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Prima abbatte Golia, poi Davide balla la giga Omaggio ad Alessandro Scarlatti: Milano si prepara ad ascoltare un oratorio rarissimo, capolavoro ritrovato di Paolo Isotta «E l’anima sdegnosa fuggì tra le ombre gemendo», vitaque cum gemitu fugit indignata sub umbras. È il verso 552 del XII libro dell’Eneide, ossia l’ultimo verso composto da Virgilio; ed è dedicato a descrivere il destino di Turno ucciso da Enea: Turno, gigante ed empio. Collo stesso verso lo Storico dell’Oratorio di Alessandro Scarlatti Davidis pugna et victoria, che la sera dell’8 inaugurerà la stagione barocca della milanese «Verdi», dice del destino di Golia ucciso da Da- La «Verdi» ● Mercoledì 8 la «Verdi» di Milano propone l’oratorio per voci, coro e orchestra Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti (16601725): dirigerà Ruben Jais vide: Golia, gigante ed empio. Il testo musicato da Alessandro è d’autore ignoto ma è un capolavoro sia di latino classico sia di latino moderno e rimato. È solo un particolare d’un’occasione eccezionale giacché quest’opera somma si esegue per la prima volta a Milano e una delle prime in Italia. Non è uno dei culmini del d r a m m a b a ro cco m a d e l dramma di tutti i tempi; e il fatto che non preveda scena e recitazione e, invero in piccola parte, mescoli l’epos e il dramma, serve solo ad aumentare la sua efficacia drammatica: la sola musica di Alessandro vale Caravaggio (1571-1610), David con la testa di Golia (16061607, particolare) Vienna, Kunsthistorisches Museum a porre innanzi a noi rem quasi actam, «la cosa come se fosse rappresentata». Il coro, trattato con superba maestria contrappuntistica a otto voci, è il personaggio più potente: le turbe ebraiche fuggono (Eamus, fugiamus) con l’inseguimento delle voci che dipinge la dispersione; mentre nel finale le otto voci si dividono in due semicori giacché i Filistei piangono, in tono minore, il loro destino, gli Ebrei in maggiore esultano. Ma Saul che geme e vuol fuggire, Gionata che vuol combattere, Davide che combatte, Golia che minaccia ottengono anch’essi raffigurazione icastica, potentissima. La chiusa dell’Oratorio non è un coro ma un’Aria di Davide: ed è una danza, precisamente una Giga. Giacché Davide non solo esulta, esulta danzando; e Alessandro, di cultura impareggiabile, vuol citare la terzina del X del Purgatorio che descrive Davide danzante per accogliere l’Arca dell’Alleanza: Lì precedeva al benedetto vaso./ Trescando alzato, l’umile salmista,/ e più e men che re era in quel caso. Sulla tomba napoletana di Alessandro è incisa una lapide dettata dal cardinale Pietro Ottoboni, uno dei genî della cultura settecentesca. Alessandro è chiamato musices instaurator maximus, «il massimo instauratore della musica». Sono venuti Bach e Haydn, Beethoven e Schubert, Wagner e Verdi: ma Scarlatti resta tale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera CULTURA I libri di BergamoScienza La tesi di Frank Wilczek, lo statunitense Premio Nobel per la fisica del 2004, riapre l’interrogativo anche sui rapporti tra noi e gli astri dell’universo: aveva ragione Giordano Bruno a sostenere che esistono altri mondi abitati da esseri intelligenti? di Armando Torno G li atomi emettono delle note, qualcosa che ricordi una musica? Un fisico razionale vi risponderebbe subito «no», ma non è semplice offrire certezze, pur frugando nei dettagli la storia del pensiero. Democrito, il filosofo greco che li amava tanto, non ne parla; tuttavia i pitagorici, che la pensavano in maniera opposta a lui e alla sua scuola, credevano nella musica delle sfere, che è poi quella nata dai movimenti dei pianeti e degli astri che vagolano nell’universo. Risalirebbe al fondatore Pitagora l’idea che i corpi celesti, per effetto del loro correre tra gli spazi non umani, emetterebbero un suono, impercettibile all’orecchio ma continuo; e queste note si abbraccerebbero diffondendo un’armonia. I latini la chiamavano musica universalis. Nel Medioevo essa era testimoniata e anche creduta, tuttavia senza gli antichi entusiasmi; inoltre, in quei secoli, i sapienti smisero sostanzialmente di pensare anche agli atomi, pur con delle eccezioni che si ritrovano nella Philosophia mundi di Guglielmo di Conches e nei Mutakallimun, una scuola musulmana di atomisti. Eppure una risposta al quesito è possibile, anzi l’ha offerta un protagonista scientifico del mondo attuale. Frank Wilczek, lo statunitense che ha vinto il Premio Nobel per la fisica del 2004, in una lezione tenuta a BergamoScienza parla di «musica degli atomi». L’universo di queste particelle — usiamo sue parole — «appaga in modo eccezionale i sogni di Pitagora di geometrie perfette, ed è persino vero, reale». Le sfere musicanti, sognate dai greci e anche da Keplero, avrebbero un corrispettivo nelle vibrazioni impercettibili che potrebbe emettere un atomo di idrogeno, con il protone nel mezzo e un elettrone intorno ad esso. Ammesso che si riesca un giorno ad ascoltare tali vibrazioni che giungono dagli abissi della realtà e riflettono armonie celesti, va precisato che esse svanirebbero se la materia venisse raffreddata con il laser cooling raggiungendo temperature di un microkelvin, vale a dire un milionesimo di grado Kelvin. Dopo un simile processo gli atomi diventano trecento milioni di volte più freddi dell’aria che percepiamo in un giorno d’estate. Ma a questo punto ec- La musica degli atomi C’è una geometria sonora come pensava Pitagora I corpi celesti correndo tra gli spazi non umani emettono vibrazioni: i Greci l’avevano già intuito Il libro Il volume Le forme della vita, realizzato da BergamoScienza e Rcs, domani sarà in edicola con il «Corriere» a 12,90 co un’ulteriore osservazione che è possibile trovare in un’altra lezione tenuta a BergamoScienza da Claude Cohen-Tannoudji, Premio Nobel per la fisica nel 1997: «A quelle velocità, o a quelle temperature, gli atomi si spostano di pochi millimetri al secondo, mentre a temperatura ambiente si muovono di vari chilometri ogni secondo». La misteriosa musica si congela dunque, quasi che si ritrovi nell’ipotesi accennata il possibile freddo universale che un giorno sarà recato dall’entropia. Inseguendo l’armonia delle sfere ci si dimentica di un altro quesito: c’è vita sugli altri pianeti? O essi dovrebbero pitagoricamente limitarsi a emettere soltanto un suono? Giordano Bruno riteneva che la Terra non fosse un unicum e, più convinto di Copernico, sostenne che esistono «pianeti come la Terra, L’astronomo L’universo sembra un grande pensiero non una macchina diceva Hopwood Jeans magari milioni di altri mondi abitati da esseri intelligenti». Le parole, sempre prese da una lezione di BergamoScienza, sono di un Premio Nobel, Jack W. Szostak, che vinse quello per la medicina nel 2009. Dopo aver parlato del telescopio Kepler (che ha scoperto migliaia di pianeti candidati a essere simili alla Terra) lo scienziato si pone un quesito fascinoso: «Se ci fossero forme di vita da qualche parte dell’universo, avrebbero le caratteristiche di quello che vediamo sulla Terra? Sarebbe una vita basata sull’acqua come solvente? Avrebbe il Dna o qual- 9 Sono i Premi Nobel le cui lezioni, presentate negli anni a BergamoScienza, sono pubblicate nel libro Le forme della vita cosa di simile? Avrebbe le proteine o molecole simili a sostenere i processi biochimici della cellula?». Certo, non è difficile continuare riprendendo le parole di James D. Watson, Premio Nobel per la medicina nel 1962, e della lezione che ha tenuto — sempre nell’ambito delle lezioni bergamasche — su Il Dna: il regista occulto della nostra vita. Si scoverebbero forse le possibili note che si consumano lì, ma il discorso si fa infinito. Basti soltanto aggiungere che da un quesito sugli atomi siamo finiti nell’universo e poi siamo ritornati nelle intime manifestazioni della vita, utilizzando come spirito-guida una musicafantasma che nessun critico potrà mai né comprendere né recensire. Non abbiamo risolto il problema posto da Frank Wilczek, tuttavia grazie ad esso ci siamo accorti quale legame unisca armonie impercettibili ai viaggi dei corpi celesti o alle folli corse delle infime particelle di materia. Sir James Hopwood Jeans, astronomo, matematico e fisico britannico che lasciò questo mondo nel lontano 1946, ci aiuta a meglio comprendere la nostra insolita odissea con una sua osservazione: «L’universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande macchina». © RIPRODUZIONE RISERVATA Che tempo faceva, l’oceano, la coscienza: il festival indaga la Natura È dedicata al mare la XII edizione di BergamoScienza, con importanti studiosi. E progetti per l’Expo di Ida Bozzi L a divulgazione scientifica consente spesso riflessioni interessanti, anche per chi non è uno specialista: è affascinante, in un’edizione di BergamoScienza dedicata al filo rosso del «Mare» — come quella che si svolgerà da domani al 19 ottobre a Bergamo — trovare incontri come quello sull’oceano della coscienza umana, con il neurofisiologo Marcello Massimini (il 12 ottobre); oppure scoprire «che tempo faceva» milioni di anni fa, a partire dai sedimenti oceanici, con Dominique Raynaud e Clara Mangili, che si occuperanno di paleoclima (il 5 ottobre). Un programma di oltre 150 tra incontri, spet- tacoli, lectio e attività, che domani prenderà il via al Teatro sociale con il Premio Nobel per la medicina 2002, il biologo sudafricano Sydney Brenner (e il 18 ospiterà un altro Nobel, Michael S. Brown): domani, in particolare, Brenner parteciperà alla presentazione del libro Le forme della Vita. Scienza e Bellezza nelle lezioni dei Nobel realizzato dall’Associazione BergamoScienza e da Rcs (in edicola da domani con il «Corriere», a 12,90 più il costo del quotidiano), e dialogherà con il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio de Bortoli (ore 17); in serata terrà la Levi Montalcini’s Lecture. Già oggi, per un’anticipazione sui temi del libro, Brenner sarà a Milano, in sala Buzzati (ore 17, ingresso solo su prenotazione, tel. 02 87 38 77 07). «È motivo di grande orgoglio — ha spiegato il presidente di BergamoScienza Mario Salvi — presentare questa pubblicazione sui “nostri” Nobel, quelli passati al festival, perché è un modo per raccontare la storia di un evento che è un esempio in un Paese in cui tutto sembra sia difficile, una sfida che non aveva precedenti in città e ora prende una dimensione internazionale». I temi più interessanti della scienza attuale saranno oggetto di mostre e tavole rotonde con gli scienziati: da citare la discussione sulla sperimentazione animale, con Giuseppe Remuzzi e Massimo Reichlin (il 12), l’incontro sullo spazio virtuale dell’«Exploratorium» di San Francisco, con Renato Angelo Ricci e Geroy Delacote (il 5), il dibattito con lo Il biologo Il biologo Sydney Brenner (1927) ha ottenuto il Premio Nobel per la medicina nel 2002 scienziato che dirige le indagini sui segreti dell’arte al Department of Scientific Research del Metropolitan Museum di New York, ed è un italiano, Marco Leona (il 10), e così via. E se il festival mantiene il proprio format, introduce però nuovi elementi che guardano, anche, al futuro. «Una delle novità — afferma Salvi — è che alcune mostre di quest’anno, sulla “Risorsa mare”, suggellano la collaborazione con la Fondazione Città della Scienza di Napoli; altra novità è che in vista dell’Expo abbiamo firmato un protocollo d’intesa sia con la Città della Scienza di Napoli sia con il festival di Genova: tutti e tre i festival organizzeranno eventi sia nel Padiglione Italia dell’Expo sia nelle città». © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 CULTURA Padova La Fiera delle Parole e la guerra La letteratura ricorda il centenario della Grande guerra: molti incontri della Fiera delle Parole, che sarà a Padova dal 7 al 12 ottobre, si occuperanno proprio del primo conflitto mondiale: così sarà l’8 ottobre, a partire dal libro Presagio di Andrea Molesini (foto), Campiello 2011, il 9 con le rievocazioni di Marco Crestani, Andrea Vollman, Claudio Rigon e Giulio Mozzi, e il 12 con Edoardo Pittalis, sulla guerra dei soldati del Nordest. Milano, Galleria Jannone Yves Berger insegna che prendersi cura è una forma d’arte Segna libro Stampa cattolica «Costi insostenibili»: chiude «Popoli» mensile dei gesuiti Proust e gli altri: i maestri della critica raccontano i maestri del romanzo di Cristina Taglietti «P «U Fragile Una delle opere di Yves Berger esposte alla Galleria Jannone, a Milano, da oggi sino al 27 ottobre tenui e segni mai assoluti, ma come sospesi nel tempo, tanto da restituire l’idea di un antico affresco al quale è stata ridata vita, di un qualcosa che è nascosto nella tenebra di un sogno tormentato che appare, improvvisa, come una liberatoria rivelazione. Ma è espressa anche attraverso il dipinto di un papavero che nella sua fragilità diventa metafora del nostro rapporto con la vita e la morte e che Berger ha voluto sulla copertina del volume che accompagna l’esposizione. Davvero la pittura di Yves si manifesta come una figurazione intima, quasi emergesse dall’inconscio, dalle paure del vivere. Una pittura perennemente sospesa (l’artista interviene molte volte sui dipinti, anche a distanza di anni) che evoca una costante perdita. E una costante ricerca. Ma anche una pittura che può, come solo può fare l’arte, lenire il dolore della mancanza. «Assenza, assenza, più acuta presenza» ricordano i versi di Attilio Bertolucci. I dipinti di Yves Berger (Saint-Jeoire, Alta Savoia, 1976) le sue delicatissime matite, o le chine raccolte in piccoli quaderni a spirali, raccontano un sentimento di smarrimento, ma anche di consapevolezza. È lui stesso a sottolineare come le sue opere raccontino «Uno stato di cordoglio» . «E quando si entra in questo stato di cordoglio, così personale—aggiunge— ci si rende conto che è la cosa meno personale che esista. Si soffre individualmente, ma è la sofferenza a unire tutti gli esseri umani». Berger dipinge con la «Cognizione del dolore», per ricordare le parole di Gadda. Sapendo bene che quel dolore individuale, in verità, appartiene a tutti. Anche la tecnica lo rivela: l’artista lavora dipingendo una tela che diventa una matrice per essere riportata, come fosse uno stampo, su un’altra tela. Quasi una sindone di tante pitture che poi si perdono, metafora di tante vite che si succedono all’infinito. Yves Berger è davvero un artista particolare. Non solo perché è figlio di una grande personalità come John («Una figura centrale, mi ha insegnato la disciplina del guardare, del disegnare») ma anche perché vive in un piccolo borgo di anime sotto le cime del Monte Bianco. D’estate raccoglie il fieno, fino a poco tempo fa accudiva le mucche. Anche per questo nelle sue opere si coglie quel sentimento struggente che possiede solo chi sa cosa vuol dire vivere con la verità della natura. E che invita a «prendersi cura delle candele» e, soprattutto, «Di chi verrà». © RIPRODUZIONE RISERVATA Con il Diario futile di un signore di mezza età di Marcello Marchesi (1912-1978), Bompiani riporta alla luce un’altra scatola nera di aforismi, battute e versi del grande umorista. Libro per tutte le età, soprattutto quelle di mezzo: «C’è chi si sente giovane perché in 50 anni non ha combinato niente e c’è chi si sente giovane perché tutto quello che ha combinato l’ha dimenticato». A volte, il libro (pp. 152, 9), fa letteralmente morir dal ridere: L’intransigente? «Sbagliando si spara». Del poeta Giorgio Orelli (1921-2013) Casagrande pubblica Quasi un abbecedario (pp. 76, 14,50). Quasi, perché manca la Z. Abbonda, invece, la B, di Bellinzona: «La zona del Belìn, scherzava Montale». Località che invade anche la D di Dostoevskij: «Visse e morì nelle contrade bellinzonesi — scrive Orelli — un poveraccio turbato nella mente. La gente per non chiamarlo idiota lo chiamava il Dostoevskij». a cura di Luca Mastrantonio L’interruzione della pubblicazione, però, «non va confusa — ha aggiunto Costa — con la fine di una missione». Nata nel 1915 come «Le missioni della Compagnia di Gesù», la testata nel 1970 assunse il nome di «Popoli e Missioni» mentre alla metà degli anni Ottanta si passò all’attuale dizione. Resteranno comunque accessibili i contenuti informatici della rivista dal sito www.popoli.info e continuerà a essere pubblicata l’altra rivista del Centro San Fedele, «Aggiornamenti sociali». La collana di Elliot a cura di Antonio Debenedetti di Gianluigi Colin rendersi cura delle candele. Prendersi cura dopo la pioggia dopo il sole. Prendersi cura delle mie scarpe. Prendersi cura di quel che vedo. Prendersi cura di prendersi cura. Di chi verrà». Yves Berger è un uomo delicato, a suo modo fragile e insieme denso, solido, potente come le montagne dell’Alta Savoia, dove vive vicino a suo padre John, il celebre scrittore, poeta e critico. Yves inaugura oggi, alla Galleria Antonia Jannone a Milano, la sua prima mostra italiana, dal titolo Caring (Prendersi cura) dove presenta una serie di opere pittoriche, oli, matite e acquerelli di rara intensità espressiva, opere che si presentano come sedimentazione di segni infiniti, quasi una pelle sovrapposta a un’altra, senza soluzione di continuità e che appaiono come un sentimentale racconto sulla fragilità dell’esistenza. Nei dipinti di Berger è decisamente presente la sofferenza. Non quella personale, soggettiva, ma quella che avvolge la moltitudine di ogni singola umanità. È espressa attraverso il corpo di una ragazza dai contorni indefiniti, il volto di un uomo che appare come una maschera che onora il mito della foresta, il ritratto di una figura maschile nuda, anche qui, dipinta con colori Cesserà le pubblicazioni a fine anno «Popoli», il mensile internazionale dei gesuiti italiani. Come ha spiegato ieri in un comunicato padre Giacomo Costa, presidente della Fondazione Culturale San Fedele che di «Popoli» è editore, «il numero di abbonati, pur sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi anni, è ormai troppo esiguo rispetto ai costi crescenti necessari per realizzare la rivista, il deficit annuale ammonta ad alcune centinaia di migliaia di euro e si fa sentire la generale crisi economica». 37 na collana fatta da un vecchio per i giovani»: così, con un pizzico di civetteria, Antonio Debenedetti, 76 anni, definisce «Maestri», il nuovo progetto editoriale diretto e curato per Elliot («gratis, ma d’altronde da vecchio che cosa spendi, se non per le medicine»), in questi giorni in libreria. Otto/dieci titoli all’anno di piccolo formato e di costo contenuto con saggi che analizzano i capolavori della narrativa dell’Ottocento e del Novecento. «Sembra — spiega Debenedetti — una collana tranquilla, consolatoria, come tutte quelle che ripropongono i grandi classici. In realtà è piuttosto aggressiva, nasce dalla constatazione che si è persa un po’ una grande tradizione italiana, quella della critica militante. Per anni sul “Corriere” ho letto i colonnini di Montale o di Cecchi, con il quale mi onoro di essermi formato, che mi ha fatto scoprire autori come Hemingway, Green, Waugh. Per loro l’articolo e il saggio erano quasi lo stessa cosa, due generi molto vicini, uno dentro l’altro. Ricordo un testo di Montale su Gozzano, che è quasi definitivo. O Descrizioni di descrizioni di Pasolini, uno dei più belli degli ultimi cinquant’anni. Se vuoi capire chi è Bassani, lì lo trovi, o uno scrittore dimenticato come Cassola, travolto dalle avanguardie. La critica militante in italia ha avuto esiti straordinari, basti pensare a Geno Pampaloni, o a quello che faceva Paolo Milano sull’”Espresso”. Grazie ai suoi articoli, facili, leggibili, chiari ho scoperto gli scrittori ebrei americani». La collana inizia con due volumi: Guerra e pace di Tolstoj di Viktor Sklovskij (con introduzione di Lucio Villari) e Lo stile di Flaubert che raccoglie i saggi di Albert Thibaudet e Marcel Proust (introduzione di Daria Galateria). «Non bisogna dimenticare che il saggio è un genere letterario, come il racconto, il romanzo, la poesia. Quando è al suo meglio il confine tra saggio e narrativa è molto labile: ci sono pagine di Proust dall’andamento saggistico, così come saggi che hanno il respiro del romanzo». Le prossime uscite già stabilite so- no Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, con cui Virginia Woolf spiega che cos’è l’anima russa (con la prefazione di Benedetta Bini) e Introduzione a me stesso di Raffaele La Capria (prefazione di Raffaele Manica). «Me l’ha regalato lui stesso. Siamo amici, abitiamo vicini. Nel volume, composto da due conferenze tenute alla Sorbona e all’Università di Salerno e da un inedito, parla di sé, cosa che gli piace molto e che gli viene molto bene perché riesce a tirar fuori una sorta di saggezza popolare, una dolcezza napoletana. Mi ha chiesto: il titolo ti sembra presuntuoso? Forse sì, ma quello è il fascino del libro». Debenedetti, figlio del grande critico Giacomo, è un po’ la memoria storica della letteratura italiana: è citato da Elsa Morante nelle lettere («scrive che, a cinque anni, non so come, l’ho aiutata per i romanzi»), è nelle poesie di Saba e di Caproni, «È il tentativo di riempire un vuoto editoriale, quello della saggistica letteraria. Mi aiuta a ritrovare musiche, pensieri, raffinatezze che non sono più del nostro tempo» Moravia ha scritto due volte su di lui. Per ora, però, la collana prevede sopratutto autori stranieri: «Mi sarebbero piaciuti i saggi di Savinio, ma sono di Adelphi che non concede facilmente i diritti». Tra le cose a cui tiene di più c’è Edmund Wilson su Dickens. «Un testo straordinario, che stiamo cercando di acquisire. È insieme saggio, racconto, biografia. Inizia con Dickens dodicenne che vede arrestare davanti ai suoi occhi il padre. Episodio su cui, argomenta Wilson, si fonda tutta la sua narrativa. D’altronde poi in La ferita e l’arco, partendo da Filottete, dimostra come tutto nasca da una ferita». Un’operazione, quella di «Maestri», che va effettivamente a riempire un vuoto editoriale: «Mi aiuta a ritrovare musiche, pensieri, raffinatezza che non sono più del nostro tempo. Attraverso i saggi si respira un po’ quell’atmosfera dei salotti, dei caffè letterari di un tempo, quando il pettegolezzo, la battuta, la conversazione leggera si intrecciavano con giudizi anche molto raffinati che poi facevano da lievito nelle giurie dei premi letterari. Penso ai salotti dei Bellonci, di Alba De Cespedes, ai bar di via Veneto dei Bianciardi, Flaiano, Cardarelli. Sarà una collana dandistica ma non snobistica, raffinata, ma senza puzza sotto il naso». Sono in libreria da ieri i primi due volumi della collana «Maestri» curata da Antonio Debenedetti (nella foto sopra): Lo stile di Flaubert che contiene testi di Albert Thibaudet e Marcel Proust (introduzione di Daria Galateria, pp. 128, 12) e Guerra e pace di Tolstoj di Viktor Sklovskij (introduzione di Lucio Villari, pp. 46, 8). Il mese prossimo usciranno: Tolstoj, Dostoevskij, Cechov di Virginia Woolf (introduzione di Benedetta Bini) e Introduzione a me stesso di Raffaele La Capria (introduzione di Raffaele Manica). Nella foto in alto a sinistra, Anton Cechov e Lev Tolstoj nel 1895 © RIPRODUZIONE RISERVATA Papini, Prezzolini e la scoperta di Indro Nel terzo e ultimo volume del carteggio si parla anche di Montanelli di Vittorio Gennarini U na meravigliosa storia d’amicizia riassume e conclude, con il terzo ed ultimo volume a cura di Sandro Gentili e di Gloria Manghetti, che raccoglie le lettere dal 1915 al 1956, il Carteggio tra Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini (Edizioni di storia e Letteratura, pagine 768, 88). Il poderoso tomo comprende infatti gli anni della Grande guerra, l’avvento del fascismo, il secondo conflitto mondiale e il dopoguerra, tutti avvenimenti straordinari attraverso i quali i due interlocutori passarono tuttavia come protetti dalla corazza della loro passione letteraria. Anche sotto il fascismo, pur essendosi Papini schierato con il regime, essi conservarono intatti il proprio senso critico e la propria dignità. Scelsero la cultura come unico mezzo per «cambiare l’uomo». Scrisse Papini nella lettera a Prezzolini dall’esilio mistico di Bulciano del 4 ottobre 1925: «La politica… mi fa schifo sempre di più». E il suo sodale, convinto di non poter far bene in Italia, si stabilì a New York per insegnare Letteratura italiana alla Columbia University. Peraltro, nell’epistolario compaiono i più importanti in- tellettuali della prima metà del Novecento. E per tutti i due fraterni amici hanno parole di sensibilità profonda. Gli anni della Seconda guerra mondiale passano nel più tragico silenzio e a riprendere la conversazione è Papini da Firenze, il 27 maggio 1945, con una lunga lettera che conclude: «Spero che gli anni e gli avveni- 13 agosto 1953 «Era tempo che non stavo con un Italiano, anzi un Toscano, parlando di tutto» menti non abbiano appannato e affiochito l’antico affetto». V’è poi la rivelazione magnifica delle ultime pagine dell’epistolario: il giovane Indro Montanelli. Nella lettera a Papini da New York del 13 agosto 1953, Prezzolini scrive entusiasta: «Prima di tutto, mi trovai molto bene con Montanelli. Era molto tempo che non stavo con un Italiano, anzi un Toscano, parlando un po’ di tutto e ricevendo risposte che capivo». Giovanni Papini si spense l’8 luglio 1956 e fino all’ultimo istante le parole di Prezzolini allietarono i momenti meno sereni della sua esistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 SPETTACOLI Firmato il decreto «È una cosa bellissima. Adesso sta a noi cercare di esserne degni e pensare di fare cose mai fatte prima». Così il sovrintendente del Teatro alla Scala, Alexander Pereira, ha commentato ieri sera — presentando il «Requiem» di Verdi che Riccardo Chailly dirigerà domani sera e sabato —, la firma del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini del decreto che individua i criteri per il riconoscimento dell’autonomia per l’ente scaligero e l’Accademia di Santa Cecilia. «Un passo importante — ha spiegato il ministro — attuato per Scala e Santa Cecilia avranno l’autonomia Pereira: ora al lavoro premiare le fondazioni più virtuose del panorama lirico-sinfonico italiano». Le procedure per l’autonomia risalgono a molti anni fa. Era stata ottenuta, poi il procedimento è tornato indietro in conseguenza della vittoria dei sindacati al Consiglio di Stato. Per questo motivo la Fondazione Scala (nella foto, Zubin Mehta sul podio) dovrà anche riapprovare il proprio statuto, atto che si vorrebbe raggiungere entro fine del 2014. A fine anno, infatti, scade anche il Cda. (p.pan.) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista «Le carriere belle sono quelle che durano, io sono sulla piazza da 40 anni» ROMA Il festival del cinema di Roma fa un’inversione a «U» e inchioda davanti a Diego Abatantuono. Da Aspettando il mare dell’impronunciabile regista Bakhtiar Khudojnazarov, nato nel Tagikistan, a Soap Opera del milanese Alessandro Genovesi. Come a dire, dalla Corazzata Potëmkin a un film leggero italiano. Abatantuono è uno dei protagonisti (con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Ale e Franz) del film che il 16 ottobre apre la rassegna. «Ma non bisogna essere diffidenti verso la nostra commedia, vedrete che non è del tutto tradizionale, per la storia e per il tipo di umorismo». Quante volte ha indossato la divisa al cinema? «Tante. Ho fatto Carabbinieri, Il commissario Corso... Meglio la guardia o il ladro? Dipende dal film. Tra le mie esperienze più belle, metto “Il giudice Mastrangelo” e Io non ho paura, dove sono cattivissimo. Il personaggio che mi piace di più è il cialtrone, in senso buono, che mi riporta a Sordi. L’ho fatto spesso con Gabriele Salvatores». Hanno detto che, per la sua aria monumentale e fragile, lei può ricordare Vittorio Gassman. «Mi ha fatto molto piacere anche se non sono stupido, la tara la metto da solo. Non sono di quelli che dicono: Totò mi considerava il suo erede. Tanto non può smentire. Però Gassman era molto carino con me. Abbiamo avuto un periodo storico di registi, attori e sceneggiatori impareggiabile nel mondo: nessuno, della mia generazione, può competere con loro, e naturalmente aggiungo Mastroianni e Volonté. In America, col bacino che ha, c’erano 39 Insieme Chiara Francini (34 anni) e Diego Abatantuono (59) in una scena del film di Alessandro Genovesi «Soap Opera». I due attori comici avevano già fatto coppia come conduttori tv di «Colorado» Abatantuono maresciallo a Roma: mi piacciono i cialtroni alla Sordi L’attore apre il festival con «Soap Opera»: in concorso non vinco mai, va bene così ❞ Auguro a Virzì il trionfo agli Oscar, sarei felice anche per Bentivoglio A volte mi rivedo in tv e mi prende un po’ di malinconia, penso a come ero solo Jack Lemmon e Walter Matthau. E Jerry Lewis, che è un’altra cosa, lo vedevo da bambino». Claudio Bisio ricordava giorni fa il divario tra il cinema popolare e i festival. «Sono andato a Venezia diverse volte. Con Regalo di Natale di Pupi Avati mi dicevano che avrebbero dato un ex aequo a me e a Carlo Delle Piane: vinse lui. Anni dopo, con Il Toro di Mazzacurati, stessa storia: vinse Roberto Citran. Per amore, solo per amore di Veronesi ebbe 12 nomination ai David: io ero San Giuseppe e Penelope Cruz la Madonna. Il premio lo diedero a Haber, che faceva il mio servo muto. Nirvana, stesso numero di nomination, vinse il fonico». Tirando le somme... «Mi ritengo contento, non ho rimpianti. Sono su piazza da 40 anni, sto arrivando ai 60. Le carriere sono quelle che durano. Ho fatto film comici e drammatici, le commedie brillanti, il ciclo con Salvatores. Il cruccio è quando non lavori, se non ritiri un premio, pazienza». Virzì ce la può fare agli Oscar? «Il Capitale umano è un bel film, fare pronostici è difficile, glielo auguro, anche a Fabrizio Bentivoglio, l’unico del gruppo di Salvatores che non c’era quando prendemmo l’Oscar per Mediterraneo». Lei andò a Los Angeles? «Andammo tutti. Stavamo girando Puerto Escondido in Messico, il produttore Maurizio Totti generosamente interruppe le riprese per qualche giorno. Eravamo in forma, abbronzati, c’era una bella allegria. Negli ascensori degli hotel di Los Angeles entrano 30 persone, pieni di attori. Vidi Burt Reynolds, all’epoca era una star. Si ventilava che avesse il parrucchino e che fosse omosessuale. In testa, effettivamen- Su «Vanity Fair» Le immagini Il bacio e le lacrime al «sì» di Clooney Su Vanity Fair in edicola trenta pagine sono dedicate al matrimonio di George Clooney e Amal Alamuddin. Nella foto il bacio degli sposi poco dopo il sì pronunciato di fronte a Walter Veltroni, con la sorella e i genitori della sposa (la mamma commossa) che applaudono. Clooney ha svelato di aver chiesto a Nora Sagal di cantare Always: «E’ stata la colonna sonora delle nozze dei miei genitori». Il cast ● «Soap opera» diretto da Alessandro Genovesi, 41 anni, milanese, è interpretato anche da Chiara Francini, Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi (nella foto) te, portava una specie di banana aperta. Mi sorrideva come se mi avesse riconosciuto, guardandomi dall’alto in basso. Mi sono chiesto, possibile che abbia visto Attila? Mi giro e non vedo nessuno. Mi rigiro una seconda volta e alle mie spalle mi accorgo della presenza di Danny DeVito, che non è un gigante. Allora ho capito, mi ero fatto un film in testa, Burt Reynolds guardava lui, si conoscono, sono amici. Ho altri aneddoti di quei giorni». Ce li racconta? «Mi ero rotto un dito. Chiunque mi desse la mano, mi piegavo in avanti, e la cosa veniva percepita come un gesto di sudditanza. La verità è che ero piegato dal dolore. Poi ci raggiunse Massimo Troisi, stavamo pensando di fare un film insieme, la storia di due camerieri bloccati in un ristorante da una banda. Massimo era una persona straordinaria, non conosceva l’invidia del cinema, dell’Oscar era più contento lui di noi». A 60 anni si fanno i bilanci. «Oh, ne ho 59, a quest’età gli anni si centellinano. Se mi rivedo? Sì, capita, ne danno tanti in tv. Talvolta mi prende un po’ di malinconia. Ho messo da parte la diffidenza per la tecnologia e ho creato un bel sito, parlo di cucina e di calcio, i miei figli da piccoli. Non riesco mai a pensare a un film, ma a come eravamo». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA IN BREVE EX DI «AMICI» CON IL «CORRIERE» LA PRECISAZIONE Nei guai per spaccio il rapper Amnesia Mika e il bullismo domani su «Sette» Chicago Orchestra: «Nessuna agitazione» La copertina di Sette, in edicola domani con il Corriere, è dedicata a Mika. La popstar, giudice anche di X Factor, si confessa in una lunga intervista e racconta di quando era vittima dei bulli: «A scuola mi tiravano le lattine. Io non li perdono, so come batterli». La Chicago Symphony Orchestra nega scioperi e agitazioni sindacali che nelle ultime settimane avrebbero compromesso il regolare svolgimento del suo cartellone. In una nota ufficiale si sottolinea che «la Chicago Symphony Orchestra ha aperto la sua stagione con diverse settimane di tutto esaurito e recensioni entusiastiche per il maestro Riccardo Muti (direttore musicale dal 2010, ndr) . Le notizie di rapporti tesi sono completamente false». Il resoconto di scioperi dei musicisti a Chicago era stato diffuso da un’agenzia di stampa che citava il Los Angeles Times. Dal talent «Amici» all’arresto per spaccio. Il rapper Lorenzo Venera, 26 anni, nome d’arte Amnesia, è stato arrestato dai carabinieri di Trofarello (Torino) per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Amnesia era entrato come concorrente della trasmissione condotta da Maria De Filippi nel febbraio 2013 e l’aveva lasciata dopo poco più di un mese. I militari gli hanno sequestrato 30 ovuli di hashish, 29 di marijuana, un arbusto di pianta di cannabis e un bilancino di precisione. L’arresto è stato convalidato ieri mattina con applicazione degli arresti domiciliari. 40 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI In platea 7 giorni sul palco di Claudia Provvedini Dodin per Schiller Progetto Alcesti Intrigo e amore Finisce in tragedia l’amore tra Luisa e Ferdinand: il padre di questi li divide con intrighi e ricatti. Giovani interpreti del Maly Teatr, sapienza amara nella regia del russo Lev Dodin che ama Beethoven ma anche Verdi e la sua Luisa Miller (dal 7, Piccolo Grassi, Milano) La sposa tragica Morire per amore. Da Euripide. Con Monica Piseddu, Daria Deflorian (foto a sinistra), Monica Demuru. Regia Massimiliano Civica, 20 spettatori a sera, spazio mai usato prima per spettacoli. Fondazione Pontedera Teatro (fino al 26, ex carcere delle Murate, Firenze) TEATRO E MUSICA Orvieto Lettura della Vita di Maria Vergine La nota dolce di Giannini dà eleganza all’Aretino Con Paolo Rossi anche Donatoni diventa surreale di Franco Cordelli D di Enrico Girardi T ra la comicità surreale e «schizzata» di Alfred Alfred di Franco Donatoni e quella parodistica di Gianni Schicchi di Puccini vi sono più analogie di quanto si creda. Però non risulta che tali atti unici fossero mai stati uniti in un dittico come è avvenuto al Lirico Sperimentale di Spoleto. Deus ex machina della godibile operazione è Paolo Rossi (foto in scena). Nei panni del moribondo di Donatoni (l’operina autobiografica racconta un ricovero in ospedale del maestro per coma diabetico) e del morto di Puccini, il funambolico regista prende parte allo spettacolo come capocomico di una squadra di mimi e mimo lui stesso, affollando ancor di più il palcoscenico spoletino già pieno di suo per la presenza dei numerosi cantanti. Trovata dopo trovata, si assiste a un caos organizzato che tiene sulla corda il pubblico divertendolo, tra sexy infermiere, medici senz’arte né parte e parenti assetati d’eredità. A capo dell’orchestra del teatro, Marco Angius guida una esecuzione esemplare dell’operina di Donatoni: tutto funziona come un meccanismo a orologeria che mette in risalto la trasparenza di scrittura del musicista veronese. Non altrettanto può dirsi per Gianni Schicchi, seppur arrivato in porto senza incidenti, perché l’equilibrio tra buca e palcoscenico in questo atto unico non è mai facile a trovarsi, alternandosi la vocalità e l’orchestra nella conduzione del discorso musicale. Ma lo spettacolo è più che godibile anche musicalmente, grazie anche alla prova scenicamente generosa e stilisticamente appropriata dei cantanti, tutti o quasi provenienti dalla locale Accademia dopo avere ben figurato nel celebre concorso di canto tenutosi nella città umbra. Applausi a non finire. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alfred Alfred e Gianni Schicchi Donatoni/Puccini ●●●●●●●●●● 7,5 opo Tom alla fattoria, di cui riferimmo due settimane fa, siamo di nuovo a Viterbo, nel Palazzo dei Papi. È qui che i viterbesi, infuriati con i cardinali per i loro indugi, li chiusero dentro con tanto di chiave. Da questo episodio nasce nel 1270 la parola conclave. A Viterbo siamo tornati per la presenza in scena di Giancarlo Giannini: recitare dal vivo non lo avevo mai visto. Evento nell’evento è che sul leggio c’è un testo a dir poco insolito: Vita di Maria Vergine di Pietro Aretino, volta in forma (lievemente) drammaturgica da Gian Maria Cervo, che con Alberto Bassetti dirige i Quartieri dell’Arte. La parte teatrale dello spettacolo è piuttosto blanda. Un solo esempio: quando Giuseppe si approssima alla morte, l’attore si sdraia su un fianco e Maria gli s’inginocchia vicino per ancora ascoltare la sua voce: una soluzione così semplice da essere ingenua. Ingenuo non è l’autore della Vita: tutto il contrario. Ma a me pare non si possa ridurre, come nella tradizione, un simile testo a roba scritta su commissione, per compiacere. Per noi tutti Pietro Aretino non è che l’astuto, abile, osceno autore di teatro (ne è appena uscita un’edizione critica presso la Fondazione Bembo) e dei Ragionamenti. Dalle sue tremila lettere Francesco De Sanctis ricava un ritratto dell’uomo — iper-sensuale, privo d’ogni autentica avventura spirituale. In quanto alle opere di tema religioso, si tende a liquidarle in modo sprezzante. Di diverso avviso, Massimo Bontempelli. Colui che si definì «segretario del mondo» fu invero un vendicatore: «egli è la vendetta sulla vecchia insolenza dei grandi d’un minuto verso i grandi per l’eternità». Per Bontempelli la colpa dell’Aretino fu di «non aver fiducia nell’uomo», la sua sostanziale solitudine, quella che lo accompagna ancor oggi, fu «non di contemplazione ma di disperazione». Ascoltando Vita di Maria Vergine non si può dedurre nulla di tutto ciò. Ma si coglie, in brevi incisi, in struggenti «in- Interprete L’attore Giancarlo Giannini (72) protagonista dello spettacolo andato in scena a Viterbo venzioni», una qualità non certo di pura facondia stilistica: dopo la morte del figlio, Maria è presa dal desiderio di «andare a riverire tutti i luoghi felici» dei suoi miracoli. Poi «ella cangiò deliberazione, parendole alterezza di superbia il ritornar a riveder gli erari de le memorie de le sue beatitudini». C’è infine da dire che il numeroso pubblico ha ascoltato questa storia (in cui, fulmineo, appare in video Franco Zeffirelli nelle vesti del Padre) dalla voce di Giannini. Ecco: Giannini, il suo modo di leggere Aretino, il suo modo di recitare, la sua musica, la sua stessa postura. Per me, è il grande interprete di Milonga, il film di Emidio Greco. È quell’eroe, malinconico, ostinato, compassionevole. Lo rivedo vestito nel modo più elegante che vi sia — che non ci si accorge della sua eleganza. E tale eleganza si fa materia viva appena comincia a leggere. A ogni frase, al suo inizio, egli alza in modo impercettibile il tono — a tutti giunge nel cuore. Il discorso, lo lascia lì, sospeso per una frazione di secondo. Viene con la dolcezza di una voce scandita su una nota bassa, che s’impenna poco dopo, con trattenuta energia, a ogni nuovo paragrafo — per la pura necessità del raccontare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vita di Maria Vergine regia di Gian Maria Cervo ●●●●●●●●●● 7 Teatro Studio Melato Se Amleto sembra un giardino zen di Magda Poli H arold Bloom sostiene che Shakespeare non abbia creato solo dei personaggi, ma noi uomini in quanto soggetti di passioni e emozioni. E anche il giovane regista iraniano Arash Dadgar lo pensa e, con la drammaturgia di Shahram Ahmadzadeh, presenta con la compagnia Quantum Group Theatre, un energico Hamlet (al Teatro Studio Melato), riscrittura nata da un seminario di quattro anni. Amleto è Dall’Iran Arash Dadgar (41), regista del Quantum Theater Group stato paragonato ad un giardino zen di Kyoto: da qualsiasi angolo lo guardi, non vedrai mai tutte le pietre che lo compongono. Uno sguardo che rivela qualcosa e altro nasconde, ma sempre illumina noi e l’oggi. Oggi che vive in una corte nevrotica, in un Hamlet, giovane arruffato, alla ricerca di risposte ai suoi interrogativi esistenziali, ardui da trovarsi quando legami familiari e di potere si intersecano così intimamente. Un Hamlet che diventa un serial killer che consegnerà gli 8 «assassi- nati» al becchino in un finale di morte che mai soddisfa. Una compagnia di giovani in costumi fuori dal tempo, un Laerte Edward mani di forbici, censore ostinato e sessuofobico, o Gertrude fascinosa Lana Turner, per raccontare di un giovane che cerca risposte e non le può trovare, in un susseguirsi di avvenimenti che sembrano governati dalla necessità e dal caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Hamlet regia di Shahram Ahmadzadeh ●●●●●●●●●● 7 DISCHI Classica Paris Cantautori Do l’anima Jazz (In)obediens Rock Una nave in una foresta La tromba nobile di Alison Fortis ritrova la melodia Il trio armonico di Sartori Subsonica tra arte e funk I l titolo di questo disco Warner è «Paris» perché i brani che vi sono contenuti, pur diversificati l’uno dall’altro, sono riconducibili a vario titolo alla cultura musicale della città. Compie questo viaggio tra i boulevard parigini la tromba di Alison Balsom, musicista britannica di 35 anni, già dieci cd alle spalle. È trombettista prodigiosa. Dal più squillante al più vellutato, il suono della sua tromba vanta infatti una varietà di colori che non si direbbe. Cosicché ogni brano trova la propria ideale definizione timbrica, si tratti dei divertissement di Satie o Ravel, del misticismo di Messiaen o delle atmosfere fumose e struggenti del jazz di Kosma. E a proposito di jazz, ottimo l’apporto della The Guy Barker Orchestra, così chiamata dal nome di chi la dirige. (E. Gir.) P er tornare alla ribalta con «Do l’anima» Alberto Fortis chiede un piccolo aiuto a colleghi forti... L’artista, che sarà di scena lunedì 6 ottobre al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, pubblica un disco che prova a creare le atmosfere di alcuni grandi successi delle origini con piccoli apporti vocali di Biagio Antonacci e Roberto Vecchioni. Succede nelle canzoni «Tu lo sai» e «Mi fa strano» (atmosfere da «Sedia di Lillà»). Vecchioni incoraggiò tanti anni fa lo sconosciuto Fortis, Fortis anni dopo, incoraggiò un ancora sconosciuto Biagio Antonacci. Il disco è fortemente melodico con testi che parlano dei valori fondamentali, ma calati nella realtà del quotidiano. Un lavoro piacevole perché ricco di cesellata, emozionante raffinatezza. (Mario Luzzatto Fegiz) © RIPRODUZIONE RISERVATA ●●●●●●●●●● 8 È un jazz astratto e passionale, che può ricordare il magnifico trio di Jimmy Giuffre con Paul Bley e Steve swallow, quello del disco «(In)obediens» inciso per Rudi Records da tre giovani musicisti di casa nostra: Fabio Sartori al pianoforte, Cristiano Calcagnile alle percussioni e Marco Colonna diviso fra sax tenore e clarinetti. Non c’è gerarchia fra gli strumenti: ritmo, armonia, melodia sono condivisi con saggia fraternità. Da sempre il jazz ama narrare delle storie; questi sono racconti contemporanei, un po’ stordenti, la cui struttura si pone al di là dalle architetture consuete ma convince in pieno grazie alla dimensione raccolta, intima, e ad una partecipazione corale che crea percorsi sonori multidimensionali, ricchi e articolati. (Claudio Sessa) © RIPRODUZIONE RISERVATA ●●●●●●●●●● 8 C ome nelle coppie aperte. Le scappatelle, qui artistiche, sono ben viste in casa Subsonica. Progetti paralleli (Deproducers e produzioni varie per Casacci, i Motel Connection di Samuel, dj set e tv per Boosta) in cui lo sperimentare aumenta il bagaglio dei singoli senza forzare le radici. Col settimo album i Subsonica tornano ad essere a fuoco e a servire la mission: alleanza fra rock ed elettronica per far ballare (e visioni cupe). Gli spunti sono tanti in ogni brano, ma l’essersi fermati a 10 brani (e 45 minuti) aiuta il gusto e evita l’indigestione. «Di domenica» ha una melodia che gira su synth anni 80, il funk di «Specchio» parla di anoressia, «Il Terzo Paradiso» ha la voce recitante di Michelangelo Pistoletto, un grande dell’arte contemporanea. (Andrea Laffranchi) © RIPRODUZIONE RISERVATA ●●●●●●●●●● 7,5 © RIPRODUZIONE RISERVATA ●●●●●●●●●● 8 Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 SPETTACOLI 41 Autodistruzione Balletto Mariinskij Torinodanza Da Moby Dick Archeologia della passione Don Giovanni Un virus la sua condotta di vita, nel segno della corruzione, nel terrore della morte. La regia del capolavoro tra Molière e Mozart è di Graham Vick, scene Stuart Nunn, dirige J.L. Gomez Rios. Nel cast Gezim Myshketa e Andrea Concetti (4, 5; Pergolesi, Jesi, Ancona) Trilogia superclassica «Il lago dei cigni», «Giselle» ma anche «Trittico ‘900» che spazia da Apollo (con Xander Parish, foto a sinistra) a Chopiniana, a Rubies. Orchestra Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Unica tournée italiana, conclude il XXV Ravenna Festival (da oggi all’8, Ravenna) Maguy Marin/Alain Platel Della prima è «Nocturnes», incontri surreali, apparsi dal buio. In «Plexus», di Bory, danza la giapponese Kaori Ito figura simbolo del lavoro di Platel che dirige poi «Coup fatal» per orchestra, controtenore, ballets C de la B (oggi; dal 7; dal 10, Fonderie Moncalieri) Una tazza di mare in tempesta Di e con Robero Abbiati, tutto il mare in un libro e piccoli oggetti. Poi, Ute Lemper interpreta «Canzoni d’amore (e di dolore)» di Pablo Neruda. Ad Aperto Festival anche «Souls» di Olivier Dubois Ballet du Nord (da oggi; il 4; il 5 teatri Reggio Emilia) Dolce vita Virgilio Sieni crea un Polittico, 5 quadri viventi sulla passione: corpi, bellezza, dolore, leggerezza. In «Epopea quotidiana» la fatica di non vivere con Lucia Calamaro, Federica Santoro, Roberto Rustioni (4-5, Argentina; dal 7, India, Roma) © RIPRODUZIONE RISERVATA CINEMA Take Five Cinque ladri imbranati sognano e litigano per un colpo al caveau di Maurizio Porro I riferimenti, più o meno casuali, sono ottimi e abbondanti: Take five di Guido Lombardi, già autore del buon Là-bas, fa pensare ai Soliti ignoti, meno buffo e malinconico, alle Iene tarantiniane ma meno violen- to, a quei bravi ragazzi alla Scorsese e soci, ma con meno ragù; viene in mente perfino Giungla d’asfalto di Huston. C’è quasi unità di tempo, luogo e azione, perché questi cinque improvvisati ladri cialtroni (un idraulico, un pugile, un fotografo, un ricettatore e uno sciomèn depresso), vorrebbero fare il colpo grosso nel Sin City 2 Box office Violenze e vendette con la sexy Eva Green 1 N 2 G N el panorama di uno skyline da fumetto con influssi alla Chandler, Sin City 2 è un intrecciarsi di violenze e vendette dove ciascuno porta in dote la sua amoralità. Eva Green è una femme fatale egoista e desnuda per Brolin, cui chiede criminale aiuto, magnifica sexy abitante della città del peccato disegnata da Miller e diretta da Rodriguez. Il film è un sequel in inutili 3D che inizia con ottimo ritmo e azzeramento di speranze, inseguendo i lasciti emotivi di una sceneggiatura che cerca di indagare nei lati oscuri, facendo del cinismo noir manifesto e bandiera d’un calligrafico replay. (m. po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 4 G 5 N ●●●●●●●●●● Pongo il cane milionario di Tom Fernández con Ivan Massagué 284.560 a nuova commedia di Federici, Fratelli unici, ha tanti «vabbè» nei dialoghi per mostrare che siamo moderni in tre atti divisi tra comico, melò e sentimentale. Medico, persa la memoria in incidente, è accudito dal fratello cialtrone (Argentero), mentre l’ex famiglia tenta la seconda chance. O no? Un film da pilota automatico, sceneggiatura priva di spirito (colpa anche di Luca Miniero), la morale è un bignè di retorica con spot di aziende pubbliche e stilisti sotto casa. Gli attori si agitano per contratto (Crescentini e Leone il sesso debole), Raoul Bova ha volto ed espressione neo natale fissa. (m. po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 Una promessa © RIPRODUZIONE RISERVATA ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 7,5 751.822 L Il duo Bova-Argentero in un festival di retorica che escono dalla Napoli di sempre. È una prova d’orchestra di jazz freddo, sincopato, dove tutti gli attori sono, per contagio e bravura, solisti di cui diventiamo complici, sor- Tartarughe Ninja di Jonathan Liebesman con Megan Fox N Fratelli unici Balordi Carmine Paternoster, uno dei cinque improbabili ladri di «Take Five» che sbalzo di temperatura narrativa, qualche rincorsa per i punti di sutura a un genere poco italiano, il regista è bravo nella descrizione caratteriale di questi tipi freschi di crisi ma Lucy di Luc Besson con Scarlett Johansson e Morgan Freeman 2.557.852 3 ●●●●●●●●●● caveau di una banca a Napoli. E, come nei gruppi virili di disperati alla Monicelli, si preparano, discutono, litigano, se la prendono col ragazzo delle pizze, osservati a vista dalla malavita organizzata. E intanto cambiano i rapporti interpersonali, dopo aver subìto male sorti, dal demone del gioco all’infarto. E se c’è qual- volando su peccati mortali e veniali ma inseguendo sbalzi emotivi e qualche scampolo di redenzione, mentre il solito noto scappa col bottino. Peppe Lanzetta comanda un gruppo di attori presi dalla strada con Salvatore Ruocco, Salvatore Striano, Carmine Paternoster, Gaetano di Vajo, Antonio Pennarella, fotografati in tre dimensioni umorali e caratteriali da Francesca Amitrano. Ormai in crisi irreversibile la commedia, è un bene che il nostro cinema affronti generi poco consueti come dimostra il poliziesco thriller Perez con Zingaretti, che tiene fino quasi alla fine suspense e malinconia. La buca di Daniele Ciprì con Sergio Castellitto e Rocco Papaleo 374.960 Sex tape Finiti in rete di Jake Kasdan con Cameron Diaz e Jason Segel 345.019 Amore da «recherche» ma privo di sussulti P atrice Leconte, regista che aveva un pizzico di follia, con Una promessa rientra nei ranghi del dècor riducendo un romanzo di Stefan Zweig, dove il grande viennese racconta l’amore, interrotto dalla guerra, tra un giovane ingegnere e la lady del capo, addì Germania 1912. In epoca di recherche austroungarica il film con le sue belle domande da Bergson (quanto l’Amore resiste al Tempo?) ha l’andamento della buona fiction, ben recitata (Rebecca Hall tra Alan Rickman e il Richard Madden del «Trono di spade»), ma mancano impeti e sussulti. Tutto è trattenuto, imploso. Vien quasi voglia di spettinare un po’ il film. (m. po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA ●●●●●●●●●● 6,5 O' GROOVE, TRAMP LIMITED, ZOCOTOCO IN COLLABORAZIONE CON MEDUSA FILM IN ASSOCIAZIONE CON IMPAT - AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT PRESENTANO PEREZ. UN FILM DI EDOARDO DE ANGELIS CON LUCA ZINGARETTI, MARCO D'AMORE, SIMONA TABASCO E CON GIANPAOLO FABRIZIO CON LA PARTECIPAZIONE DI MASSIMILIANO GALLO SOGGETTO E SCENEGGIATURA FILIPPO GRAVINO E EDOARDO DE ANGELIS FOTOGRAFIA FERRAN PAREDES RUBIO MONTAGGIO CHIARA GRIZIOTTI MUSICA RICCARDO CERES SCENOGRAFIA CARMINE GUARINO COSTUMI ELEONORA RELLA SUONO VINCENZO URSELLI AIUTO REGIA SIMONA BERENICE VIGNOLI DIRETTORE DI PRODUZIONE CAMILLA FAVA DEL PIANO ORGANIZZATORE GENERALE LINDA VIANELLO DELEGATO DI PRODUZIONE ANGELO RUSSO RUSSELLI PRODOTTO DA PIERPAOLO VERGA,ATTILIO DE RAZZA, EDOARDO DE ANGELIS, LUCA ZINGARETTI F ILM RICONOSCIUTO DI I NTERESSE C ULTURALE CON C ONTRIBUTO E CONOMICO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO - DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA CON LA COLLABORAZIONE DI FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA UNA DISTRIBUZIONE MEDUSA FILM. © O' GROOVE TRAMP LIMITED ZOCOTOCO 2014 IN DISCESA IN SALITA NOVITÀ' STABILE G A N = Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 42 Eventi La guida Tre giorni per imparare a risparmiare Veronafiere (ingresso Cangrande, Viale del Lavoro, 8) ospita dall’8 al 10 ottobre la seconda edizione di Smart Energy Expo, prima fiera internazionale dedicata a soluzioni, prodotti e tecnologie per l’efficienza energetica. L’appuntamento, riservato agli operatori professionali, ha lo scopo di contribuire alla diffusione della cultura del risparmio e dell’efficienza energetica, da ottenere diminuendo gli sprechi nelle trasformazioni e nei consumi finali e producendo sempre più energia in modalità diffusa. Ne è coinvolta l’intera filiera: sistemi di monitoraggio e gestione intelligente di elettricità, calore e acqua, isolamento degli edifici, cogenerazione ad alto rendimento, biomasse e auto elettriche, efficienza per l’edilizia e domotica. Biglietti: intero 15 € (online 13 €). Per informazioni: www.smartenergyexpo.net Social network: Facebook.com/SmartEnergyExpo; Twitter.com/smartenergyexpo. Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 9.30-18.30 (orario continuato) L’appuntamento Dagli scienziati della base «Concordia» in Antartide alle aziende che studiano i combustibili vegetali e il ciclo dei rifiuti: dall’8 ottobre Smart Energy Expo raduna a Veronafiere il top della ricerca sulle fonti d’energia di Giovanni Caprara EFFICIENZA «A CLIMATICA bitare in Antartide cambia un po’ la vita, ti fa capire molte cose nel rapporto con il mondo esterno, con le persone, influenza le abitudini e i gesti quotidiani. È la solitudine che porta a sentire diversamente e a guardare con occhi diversi». Tindari Ceraolo, 59 anni, ci parla dal luogo più sperduto della Terra, l’Antartide. È così lontano che la comunicazione subisce un breve distacco di tempo; una pausa d’attesa nella quale sembra quasi di percepire il freddo che attanaglia la sua voce. Fuori dalla finestra della base italo-francese Concordia il termometro oscilla tra i 70 e gli 80 gradi sotto lo zero. Tindari è un medico anestesista ed è arrivato nel febbraio scorso per un’esperienza unica, rara e anche un po’ rischiosa: trascorrere il periodo notturno del Continente Bianco nella fase invernale. «Il buio — racconta — si protrae per quattro mesi, i ghiacci crescono e la base diventa irraggiungibile con qualsiasi mezzo. Nessuno può venire in soccorso se fosse necessario. E questo ti fa sentire ancora più staccato dal resto del mondo, ma non ci inquieta, siamo preparati alle emergenze». Così le giornate scorrono tra osservazioni scientifiche nell’ambiente, oppure verso il cielo, essendo un luogo ideale anche per scrutare gli astri. Ma non solo. «Bisogna tener conto che per convenzioni internazionali — continua Tindari — qui l’uomo non deve lasciare traccia della sua presenza, bisogna rispettare in modo assoluto la candida superficie, evitando ogni forma di possibile inquinamento. Nello stesso tempo siamo totalmente dipendenti dai nostri sistemi, dalle ri- IL FUTURO VENUTO DAL GHIACCIO L’ITALIA NEL CONTINENTE BIANCO INSEGNA A RIDURRE OGNI SPRECO sorse di cui disponiamo portate faticosamente nella base quasi nel cuore dell’Antartide». Concordia, infatti, si trova a 600 chilometri di distanza dalla base russa Vostok e le altre strutture abitate sono addirittura a 1.200 chilometri. «Quindi — prosegue — dobbiamo ridurre al minimo i consumi di energie non rinnovabili e facciamo intenso uso di turbine eoliche e panelli fotovoltaici. I francesi installeranno un grande parco solare proprio verso la fine dell’anno per accrescere le disponibilità energetiche. Inoltre si cerca di riciclare tutto il possibile». Infatti nella base si sfrutta il calore residuo dei generatori elettrici e, grazie ad una collaborazione con l’agenzia spaziale europea Esa, si riutilizza l’80 per cento dell’acqua. L’acqua viene ricavata sciogliendo la neve, un’operazione che richiede consumo di elettricità, mantenendolo il più ridotto possibile. Alla fine, con i sistemi di filtraggio realizzati con Esa, l’acqua ritorna ad essere usata per i differenti bisogni e persino una parte delle acque nere delle toilette viene reimpiegata nelle docce. «Tutte queste necessità da rispettare — nota Tindari — mi hanno insegnato molto sui comportamenti che dovremmo avere tutti nella quotidianità, e sono certo che quando tornerò porterò con me simili valori per ridurre gli sprechi di cui non ci rendiamo conto». L’Antartide è un luogo estremo in ogni senso, anche nei misteri ambientali. Qui vi sono zone dove i ghiacci crescono, invece di diminuire come in altre zone della Terra e luoghi dove invece la distruzione è rilevante e La ricerca Isolati per mesi allo scopo di capire le ragioni primarie dei mutamenti ambientali I n futuro, all’interno di uno stesso contratto di energia, potremo noleggiare anche una bici, un motorino o un’auto elettrica. La nuova formula funzionerà un po’ come il settore della telefonia, dove basta sottoscrivere un abbonamento per ottenere in omaggio o a rate uno smartphone. Al momento però, l’iniziativa messa a punto dalla società svizzera Repower, è destinata esclusivamente alle aziende. La società elettrica presenterà le proprie iniziative legate alla mobilità elettrica all’interno di Smart Energy Expo, l’appuntamento internazionale dedicato all’efficienza energetica, in programma dall’8 al 10 ottobre a Veronafiere. Le colonnine per la ricarica elettrica della società, disegnate dall’architetto Italo Rota (Museo del Novecento) ed esposte in Triennale, al momento non si possono ancora installare sul suolo pubblico «per problematiche normative — afferma il responsabile di Repower Italia Fabio Bocchiola — mentre è possibile nelle strutture ricettive, come alberghi o ristoranti, dotate di spazi L’opportunità La proposta di Repower: noleggiare, con lo stesso contratto della luce, anche una bicicletta, un motorino o un’automobile elettrica © RIPRODUZIONE RISERVATA Ambientalista L’attore Leonardo DiCaprio, durante il suo discorso all’Onu, in occasione del summit sul clima dello scorso 23 settembre In mostra strategie e tecnologie per una scommessa verde privati come parcheggi o cortili interni». Nel Salone dedicato all’energia intelligente, ampio spazio verrà dedicato anche di sistemi di monitoraggio e gestione intelligente di elettricità, calore e acqua, isolamento degli edifici, cogenerazione ad alto rendimento e biomasse. «Viste anche le crisi internazionali come in Ucraina e le ripercussioni sul mercato dell’energia, quest’anno un’attenzione particolare sarà riservata proprio al settore dei combustibili vegetali, all’uso efficiente del suono ed al ciclo dei rifiuti», spiega Marco Pezzaglia di EfficiencyKnow, partner di Veronafiere nell’organizzazione della manifestazione. La biomassa, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile, nel 2030 potrebbe arrivare a rappresentare il 60% del consumo di ener- Nel regno bianco A destra, una colonia di pinguini imperatore; sotto la base italo-francese Concordia che ospita 13 ricercatori. È isolata dal resto del mondo per 4 mesi l’anno Il medico I Ceraolo: «Vivere qui a meno 80 gradi ci rende del tutto dipendenti del poco che abbiamo» Come ricaricare il pianeta con la gestione energetica di Barbara Millucci Il protagonista Tindari Ceraolo, 59 anni, medico anestesista e ricercatore nella base antartica progressiva. Ad esempio nella piattaforma Larsen-B, un’area grande quanto la valle d’Aosta e staccatasi nel 2002. Ora un gruppo internazionale di scienziati, tra cui alcuni studiosi dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste, hanno avanzato una spiegazione sulle cause legate in qualche modo al riscaldamento climatico. «Sono fenomeni nuovi davanti ai quali non ci sono ancora risposte precise», commenta Tindari. I Poli della Terra presentano delle condizioni particolari nella circolazione atmosferica ed è per questo che le spedizioni Antartiche sono importanti pure per le ricerche sul riscaldamento climatico e il «climate change», in generale. Nella base Concordia oggi vivono 13 persone, cinque sono italiani (giunti nell’ambito del Programma nazionale ricerche antartiche), sei francesi, più un russo ed un greco. «I rapporti sono buoni — precisa Tindari — la salute è ottima ma l’isolamento cambia il carattere delle persone perché ci si vede come si è realmente. Poi l’organismo si acclimata. Diminuiscono gli stimoli, compreso quello sessuale, e il cibo diventa un ottimo sostituto per ciò che manca. Il risultato è che nella base il cibo è curato, si mangia benissimo, spesso variando il tipo di cucina delle diverse nazionalità. Però tutto è surgelato, frutta compresa, perché nessuno può rifornirci nella notte antartica. Infine, i dati relativi ai nostri comportamenti fisici sono spediti agli specialisti dell’Esa che li analizzano in funzione delle spedizioni spaziali, con le quali la permanenza antartica ha diverse similitudini. «Il 20 novembre dovrei rientrare in Italia — conclude Tindari Ceraolo — se i ghiacci record di quest’anno consentiranno l’arrivo delle navi. Però partirò con un mal d’Antartide al quale è difficile sfuggire». gie rinnovabili, coprendo il 20% del fabbisogno energetico complessivo della Terra. Mentre già solo oggi, dagli scarti agricoli e prodotti forestali, si può ricavare un quinto dell’energia che serve al pianeta. La Fiera sarà anche l’occasione per fare il punto sulle tante novità in campo legate alla direttiva Europea sull’Efficienza Energetica. La legge, approvata lo scorso 30 giugno, introduce una serie di misure per una gestione più intelligente delle fonti di energia nelle aziende. «Tra queste la diagnosi energetica. Dal 5 dicembre 2015, le grandi imprese saranno tenute ad eseguire accertamenti energetici periodici, utili ad individuare gli interventi più efficaci per ridurre i consumi di energia — continua Pezzaglia —. È un nuovo strumento di certificazione, fino ad oggi volontario, che funziona come se si dovesse revisionare un’auto. Ma è anche uno strumento di qualità e competitività delle aziende». Sul raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla Commissione Europea, che impone un’accelerata al settore, interviene anche Ettore Riello, presidente di Veronafiere: «abbiamo scelto di mettere le nostre competenze al servizio del settore proponendo soluzioni su temi quali il contenimento dei costi, il risparmio e i consumi intelligenti delle risorse del pianeta. Soluzioni che vanno oltre la riduzione dei consumi, ma che incidono sulla crescita economica e sociale, compatibile con la sostenibilità ambientale». Secondo una stima di Cresme-Enea, negli ultimi 8 anni, per interventi di risparmio energetico realizzati grazie agli incentivi ed ecobonus, gli italiani hanno speso 27 miliardi di euro, pari a 3,4 miliardi in media all’anno. Con risparmi sulla bolletta però ancora molto bassi rispetto alle aspettative. Perché sull’efficienza energetica siamo solo all’inizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 Gli altri eventi Un summit internazionale e gli Stati generali Lo scenario di Marco Vinelli U n grattacielo alto 166 metri, l’edificio più alto di Torino, il nuovo Centro direzionale Intesa Sanpaolo progettato da Renzo Piano. Quasi ultimato, è il fiore all’occhiello di Alpiq InTec Milano, azienda elvetica leader nel settore della progettazione, realizzazione e gestione di impianti, che ne ha curato le installazioni elettriche e gli impianti tecnici speciali. Qualcosa come 300 Km di cavi elettrici e 350 di cavi per installazioni speciali, nonché 20.000 lampade oltre al collegamento delle postazioni di lavoro alla rete dati, con oltre 100 chilometri di cavi. A ciò si aggiungono 11.000 punti di misurazione e altrettanti punti di controllo, tra cui 150 lettori di badge, una rete di 400 telecamere per videosorveglianza e L’emblema L’ad di Alpiq InTec: «Il Centro Direzionale di Intesa Sanpaolo a Torino, nuova frontiera» 10.000 rilevatori di incendio. Tutte queste installazioni speciali vengono monitorate e controllate a livello centrale da un sistema di gestione dell’edificio Bms (Building management system). «Nei moderni edifici, la parte più difficile è quella di mettere insieme, e far funzionare in accordo, tutte le tecnologie — dice l’ingegner Fabio Vecchio Ad di Alpiq InTec Milano spa —. Il programma per la gestione degli edifici “intelligenti”, il Bms permette ai sensori di dialogare tra loro, attivando o meno alcune funzioni: ad esempio, accendendo le luci quando rilevano la EVENTI Ad inaugurare il Salone, mercoledì 8 ottobre (Auditorium Verdi, twitter: #Ves14) sarà il Verona Efficiency Summit (titolo: Efficienza energetica Make in Italy), forum internazionale in due sezioni, dedicato ai rapporto tra energia e cambiamenti climatici e all’approfondimento tecnico-normativo del settore. Intervengono tra gli altri il direttore dell’organizzazione per lo sviluppo industriale dell’Onu Li Yong e il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’Energia Maria van der Hoeven. Parte centrale del Summit sarà l’analisi delle agende europee e nazionali. Il 9 ottobre Smart Energy Expo ospiterà inoltre gli Stati Generali dell’Efficienza Energetica, momento conclusivo della consultazione pubblica promossa da Enea (con il supporto tecnico di EfficiencyKNow), il cui obiettivo è di chiamare a raccolta tutti gli attori pubblici e privati interessati all’efficienza energetica per contribuire a definire le politiche e le misure necessarie alla crescita di un settore fondamentale per il recupero della competitività del Sistema Paese. Scarica l’«app» Eventi La vita negli edifici «intelligenti» dove sale il valore degli impianti presenza di una persona e spegnendole appena si lascia la stanza. E ancora, disattivando il condizionamento/riscaldamento appena si apre una finestra o in assenza di occupanti, oppure regolando l’incidenza dei frangisole o intervenendo sulle facciate ventilate». Tutto ciò si traduce in una maggiore efficienza, permette di consumare e inquinare meno e, alla fine, si risparmiano un bel po’ di soldini. «È vero — conferma l’ing. Vecchio —. Ipotizzando due edifici identici, uno dotato di tecnologie “intelligenti” e l’altro con impianti tradizionali, la differenza tra i costi di gestione (dell’energia) potrebbe arrivare fino al 50-70%. D’altra parte, per contenere i consumi ci sono solo tre modi: ridurre gli sprechi; usare gli impianti in modo “consapevole” ed eventualmente, impiegare fonti energetiche alternative o rinnovabili». E, infatti, sulla facciata sud del Cen- L’architetto Renzo Piano (77 anni) è il progettista del grattacielo che sarà il centro direzionale di Intesa Sanpaolo a Torino (a sinistra). I lavori, avviati nel 2006 sono prossimi alla conclusione L’edificio Ospiterà, negli ultimi piani, una serra bioclimatica con giardino pensile, un ristorante panoramico, uno spazio espositivo e una caffetteria Le dimensioni Alto 166 metri (contro i 167,5 della Mole Antonelliana) ha 38 piani fuori terra e 6 interrati, per una superficie di 110.000 mq tro direzionale fanno bella mostra 1.600 mq di pannelli fotovoltaici per ridurre ulteriormente il fabbisogno energetico. Ma in realtà, la questione degli impianti è solo la punta dell’iceberg: gli scenari si sono pesantemente evoluti, rispetto a una cinquantina d’anni fa: mentre allora, nella realizzazione di un edificio, avevano grande peso (percentualmente) le opere murarie e gli impianti «valevano» solo il 10-20 per cento sul totale, oggi i valori si sono ribaltati. I lavori in muratura hanno perso importanza, diminuendo drasticamente il loro «peso» mentre gli impianti sono saliti al 30-50% del totale, con una nuova voce relativa ai «sistemi di facciata» che può valere fino al 20% dell’appalto. Mezzo secolo fa, negli anni del boom, c’era- Eventi 43 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Il progetto GR3 Al lavoro Operazioni di sfalciatura lungo i fiumi del Veneto L’erba dei parchi alternativa al mais per ottenere biogas T no solo 3-4 grosse società che avevano il know-how e le finanze per produrre, realizzare e gestire i grossi impianti. Oggi, la differenza si fa sulle capacità di investimento e sulla competenza tecnica. «Noi abbiamo quasi 70 tecnici, tra cui numerosi ingegneri, per affrontare ogni problema di natura impiantistica o gestionale — dichiara Fabio Vecchio —. E abbiamo appena concluso una partnership con una azienda che produce sistemi di facciata, per ottenere una integrazione ancora più spinta tra la tecnologia interna e la “pelle” dell’edificio». rasformare le erbacce del proprio giardinetto in energia. Si chiama GR3 ed è un progetto europeo che coinvolge 11 regioni green europee, tra cui il Veneto, volto a promuovere gli scarti come fonte di energia rinnovabile nella produzione di biogas. «Si tratta di recuperare erba di sfalcio, ottenuta dalla tosatura di parchi, terreni agricoli e campi golf — spiega Federico Correale, dirigente del settore Bioenergie e cambiamento climatico di Veneto Agricoltura — ed utilizzarla come materia prima per la produzione di biogas» grazie a macchinari di ultima generazione. L’idea, finanziata dalla Ue con 1,5 milioni di euro, è di creare una vera filiera, fornendo conoscenze e competenze di settore, al fine di attivare investimenti in grado di valorizzare i residui erbacei come materia prima per la produzione di biogas. Con evidenti vantaggi in termini di sostenibilità ambientale. L’erbetta di campo potrebbe infatti sostituire il mais. «Utilizzando le erbacee come carburante si userebbero sottoprodotti agricoli e non prodotti food destinati all’alimentazione, come appunto il mais». Non si sottrarrebbero aree verdi per la coltura di granoturco, senza più le oscillazioni di prezzo degli ultimi anni. «L’erba ha però una bassa resa energetica, la metà del mais. Per questo, la filiera dovrà essere corta. Un impianto distante 100km non conviene». Solo al lago di Garda, si potrebbero raccogliere oltre 500 tonnellate l’anno di fieno, due 2 ettari sono in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di una famiglia per un anno. «Per legge però, l’erba proveniente dai giardinetti comunali finisce negli impianti di compostaggio che raccolgono spazzatura». Ba. Mill. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Inversione di pesi Fino a pochi anni fa la tecnologia «valeva» il 20%, le opere murarie l’80. Oggi è il contrario 44 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 45 ● Risponde Sergio Romano IL PIANO RIFORMATORE CHE SALVÒ LA GERMANIA Caro Romano, penso che pochissimi abbiano capito il senso dell’inclusione di attività illegali nel Pil, secondo i nuovi dettami statistici della Comunità europea. Io, in particolare, ho capito ancor meno il senso della asserita riduzione del carico fiscale. È il classico pollo statistico di Trilussa. Se, indubbiamente, dal punto di vista statistico, aumentando il reddito complessivo e restando invariata, in termini assoluti, l’imposizione fiscale, la stessa diminuisce in percentuale; per chi paga le imposte non cambia una virgola. Questo porta a considerazioni amare sulla convenienza di essere onesti. Roberto Maitilasso [email protected] Temo che lei abbia ragione. Me se l’Istat ci dicesse che stiamo sbagliando, ne sarei felice. RISPARMI Scippo continuo Il ministro dell’Economia dichiara che il governo non si capacita del perché il Paese non riparta. Eppure la risposta è sotto gli occhi di tutti e si chiama: pressione fiscale insopportabile e tasse a getto continuo. Dalle rendite catastali al 160%, all’Imu, la Tari e la Tasi, c’è uno «scippo» continuo dei nostri risparmi. Spesso si legge che un cancelliere tedesco ha realizzato a suo tempo delle riforme sociali indovinate che hanno portato la Germania a essere in pochi anni il Paese leader in Europa. Francamente non mi ricordo quali siano state queste modifiche e mi chiedo se sarebbero applicabili in Italia. Può parlarcene? Piercamillo Celada [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] sonar.corriere.it Il governo: allo studio l’ipotesi di mettere, da gennaio, una parte del Tfr (la liquidazione) in busta paga. Una buona idea? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 50% [email protected] 50% No L’assemblea del Pd e il contorno di commenti hanno messo in luce ancor più l’atteggiamento dei vecchi leader del Pd che non intendono fare alcun gesto di solidarietà verso la nuova classe dirigente dando un sostegno leale. Cenzo Vargiu, Cagliari Caro Celada, uando i socialdemocratici tedeschi sconfissero i cristiano-democratici nelle elezioni politiche del 1998, il nuovo cancelliere, Gerhard Schröder, ereditò una situazione economica difficile. Il Paese stava ancora pagando le spese dell’unificazione (1500 miliardi di euro secondo un calcolo della Freie Universität di Berlino). Il tasso di disoccupazione era particolarmente elevato (% milioni), soprattutto nei Länder della Germania orientale (20%). Le industrie tedesche approfittavano dei bassi salari nei Paesi ex comunisti per delocalizzare i loro impianti, particolarmente nella Repubblica Ceca e in Polonia. Schröder capì che occorreva soprattutto trattenere gli industriali in Germania e che il risultato sarebbe stato raggiunto soltanto se il costo del lavoro fosse considerevolmente diminuito. La riforma del Vater Staat (lo «Stato papà») fu affidata a Peter Hartz, un uomo della industria che aveva diretto per molti anni il personale della Volkswagen, la maggiore azienda automobilistica tedesca. Il periodo durante il Q La tua opinione su Lamberto Gori I VECCHI LEADER Partito democratico di Beppe Severgnini Test di medicina evitiamo le farse LETTERE AL CORRIERE CALCOLO DEL PIL Attività illegali ● Il corsivo del giorno La domanda di oggi La Francia si ribella alla Ue allungando i tempi per il pareggio di bilancio. Approvate? LA NUOVA LEGGE Rischi nelle aziende Dal 1°giugno se non effettui la valutazione rischi dell’azienda sei punito con la reclusione e con ammende da 2.500 euro. Qui si parla di moglie e marito soci in un bar, commercianti al dettaglio con una commessa, la tabaccheria con un dipendente. Il legislatore non distingue tra il pizzicagnolo e la multinazionale. Alla faccia della semplificazione! Alberico Iacometti, Grosseto quale il disoccupato avrebbe percepito un sussidio fu ridotto a un terzo, da 36 mesi a 12/18. Il sussidio riservato ai disoccupati di lungo periodo (un fenomeno particolarmente diffuso all’Est dove quasi tutte le fabbriche dell’epoca comunista erano state chiuse) venne ridotto a una somma fra i 345 e i 331 euro. Gli uffici del lavoro divennero agenzie di collocamento. Ai disoccupati non fu più consentito rifiutare un lavoro anche quando l’offerta era meno conveniente di quello perduto. Furono creati nuovi tipi di contratto: d’inserimento, a tempo parziale, a chiamata e di condivisione (job sharing) quando due lavoratori assumono lo stesso impegno e hanno gli stessi obblighi. Altri provvedimenti concernevano l’età pensionabile e la riduzione della spesa sanitaria. Questa ventata di liberalizzazioni fu realizzata grazie alla collaborazione delle maggiori organizzazioni sindacali. In altri tempi e circostanze avrebbero organizzato scioperi e promosso agitazioni. Ma in quel particolare momento capirono che la disoccupazione all’est e la delocalizzazione all’ovest stavano minacciando l’economia e la stabilità politico-sociale del Paese. La crisi scoppiò invece nelle file del partito social-democratico. La sua sinistra massimalista si fuse con gli ex-comunisti della Germania orientale e creò Linke (sinistra), una formazione troppo piccola per conquistare il potere, ma abbastanza forte per impedire ai social-democratici di vincere la battaglia elettorale del 2008. Fu una sconfitta per Schröder, ma dopo una vittoria per l’intero Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA pubblica per ridurre il cuneo fiscale, accesso al credito, miglioramento dei sistemi burocratico e giudiziario, ecc.). Sono misure importanti, ma nessuno parla del più rilevante dei nostri problemi, cioè della ripresa della nostra competitività, purtroppo agonizzante. Per fare ciò è indispensabile: aumentare il rapporto ore lavorate/ore retribuite e incrementare la «resa» del lavoro. Altrimenti resteremo un Paese ex competitivo ed ex prospero. Giovanni Cama [email protected] PROPOSTE Riforma del lavoro Si parla sempre più della riforma del lavoro. Sento parlare di tagli alla spesa VENEZIA / 1 Richiamo mondiale In questi giorni Venezia ha aperto i notiziari italiani e stranieri per le nozze di George Clooney. Speriamo che qualche nostro politico o ministro capisca finalmente l’importanza che ha il turismo per il nostro bel Paese. Decimo Pilotto Tombolo (Pd) VENEZIA / 2 Bagarre inutile Storicamente noi veneziani siamo abituati ad incrociare persone famose, personalità di spicco, politici e regnanti. Non ci scomponiamo, né disturbiamo la privacy di chi incontriamo. La bagarre montata in questi giorni non appartiene a Venezia perché non ne ha bisogno. Carla Panfido A fine mese sono previste le prove per accedere alle scuole di specializzazione in medicina. Si svolgeranno con modalità nuove (quiz a risposte multiple, una graduatoria nazionale per l’assegnazione dei posti). Arrivano con uno strascico di ansie e polemiche: entrambe giustificate. Per un giovane medico onesto, l’accesso alla specializzazione è un bivio che decide quale strada prende la vita. Per un giovane medico disonesto è la grande occasione per imbrogliare i colleghi, la sanità, la società. Probabilmente, continuerà così. Se fossimo un Paese serio, dovremmo prenderne atto e correre ai ripari. Ma forse non siamo un Paese tanto serio. Altrimenti, non accadrebbe questo. 1.Il bando è uscito a ridosso della data dell’esame e in ritardo rispetto agli scorsi anni. La bibliografia non è stata chiarita. Risultato: il candidato deve prepararsi sull’intero programma di studi di medicina. 2.La graduatoria è nazionale, ma la valutazione dei candidati per l’accesso al test è diversa da ateneo ad ateneo.3.Il metodo di assegnazione dei posti non è chiaro come in Francia e Spagna, dove esiste una graduatoria nazionale (i primi classificati scelgono dove andare). In Italia il sistema è macchinoso. La destinazione dipende dalla graduatoria espressa da ciascun candidato al momento dell’iscrizione al test. 4.Il nuovo test nazionale arriva dopo anni di test locali. Chi non è entrato nella scuola di specializzazione, magari a causa dei soliti traffici baronali, è ora svantaggiato (a parità di graduatoria, passano i più giovani).5.Mancano ancora le sedi per il test. C’è bisogno di 15mila computer (che non s’impallino a metà della prova). 6.Rischio di irregolarità. Durante il concorso di Medicina Generale, il 17 settembre, in tutta Italia sono accadute cose sgradevoli. Mi scrivono tre giovani medici (Filippo Pesapane, Michele Ballabio, Stefano Marcelli): «Cellulari che suonavano, smartphone usati senza controllo e discussioni ad alta voce (...) Una prova equa scongiurerebbe inevitabili ricorsi con dispendio di tempo, soldi ed energie». Impeccabile. Aggiungo: un giovane medico, preparato e onesto, non tollera più queste farse. Prende e se ne va all’estero: Svizzera, Germania, Regno Unito lo accoglieranno a braccia aperte. L’Italia, che l’ha portato fino alla laurea, con costi collettivi non indifferenti, saluterà un bravo professionista. Gli altri, quello dello smartphone e dell’amico di papà, invece ce li teniamo qui: garantito. © RIPRODUZIONE RISERVATA [email protected] Vauro INTERVENTI E REPLICHE I tagli alla sanità ipotizzati dal governo Andando in direzione contraria, condivido l’ipotesi dei tagli nella sanità sostenuti da Renzi, a patto che rispecchi un’idea innovativa della sanità. Numerose buone pratiche, infatti, presenti anche nella sanità pubblica non diventano mai un modello. Con l’assistenza domiciliare di cui ha sottolineato l’importanza il ministro Lorenzin nell’ultima riunione dei ministri della sanità europei, oltre alla migliore qualità di vita, coniugata a una grande professionalità dell’intervento (noi la definiamo Eubiosia, la buona vita), Ant riesce, infatti, a raggiungere importanti risparmi e ottimizzazioni. Assieme ad Ant, altre organizzazioni sono pronte a impegnarsi per una sanità pubblica integrata con il «non profit» che sia universale e di qualità al nord come al sud. Bene ha fatto il ministro Lorenzin a sottolineare l’importanza del terzo settore affinché si possa superare un ostacolo che è innanzi tutto culturale, dove pubblico è in realtà sinonimo di Stato e ciò che sta fuori è accettato, quasi sempre, solo in situazioni emergenziali, mentre nella normalità non viene associato all’idea di bene comune. Raffaella Pannuti, presidente Fondazione Ant (Assistenza socio-sanitaria domiciliare oncologica gratuita e prevenzione) © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. 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Invero, a me pare che ormai il Parlamento abbia più che confermato che i predetti non riescano ad assicurarsi il quorum per essere eletti! Renzo Andreoli, [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere € 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. La tiratura di mercoledì 1 ottobre è stata di 379.353 copie PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,20; Argentina $ 15,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,20; Belgio € 2,20; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39;con “English Express” € 12,39 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera 46 Sport Presidenti a confronto Tavecchio ha incontrato Blatter a Zurigo La squalifica Insulti razzisti all’arbitro: 10 giornate di stop Il presidente della Fifa, Blatter, ha accettato l’ invito del n. 1 della Figc, Tavecchio e verrà presto in Italia. Con questa promessa si è concluso il primo incontro ufficiale alla Fifa House di Zurigo fra i due dirigenti, che si conoscono da anni e che sono da sempre in ottimi rapporti. Tavecchio, accompagnato dal neo d.g., Uva, ha illustrato a Blatter «il programma che intendiamo realizzare nei prossimi due anni». Si è discusso delle strategie per incrementare l’attività di base e di vertice, compreso l’utilizzo dei giovani calciatori eleggibili per le nazionali e la valorizzazione del calcio femminile. Il giudice sportivo della Lega Dilettanti ha ordinato uno stop di dieci giornate al centravanti dell’Este (ex di Verona, Sampdoria e Fiorentina), Emiliano Bonazzoli. La motivazione: «Domenica al termine della gara, ha rivolto espressioni discriminatorie per ragioni di razza, nazionalità e colore della pelle all’indirizzo dell’arbitro». Il giocatore avrebbe insultato l’arbitro di origini marocchine, Ramy Ibrahim Kamal Jouness, perché aveva fischiato la fine della partita mentre l’Este (capolista del girone D della serie D, 13 punti in cinque partite) stava attaccando nella partita con la Correggese, finita 1-1. ● L’analisi I bianconeri pagano l’«assenza» degli uomini migliori di Mario Sconcerti B rutta partita, confusa, molto fisica, quasi nessun tiro in porta. Due squadre che si equivalevano e avevano difficoltà a superarsi. Sono mancati alla Juve gli uomini migliori: in parte Marchisio, poi Tevez e Pogba. Hanno tenuto poco il pallone, sono stati pressati e picchiati, sportivamente s’intende, ma non hanno pesato. È stata così una partita inespressa, molta veemenza, pochissimo calcio, in cui la Juve non aveva molto da guadagnare. La Juve è stata a tratti quasi emozionata, non lucida, ma l’Atletico è stato praticamente la stessa cosa. In sostanza, per quello che ci si aspettava, una partita deludente, però un piccolo spettacolo fisico. Il calcio è anche questo, anche se solo ai suoi margini. Nessuna delle due squadre ne esce promossa davvero, ma l’Atletico fa 3 punti che lo tengono in corsa. Nel girone hanno vinto entrambe le squadre che avevano perso al primo turno. Ora sono 4 squadre a 3 punti, una bella domanda complessiva. È chiaro che la Juve ha buttato via una straordinaria occasione per rimanere da sola e tenere l’Atletico lontano. Ma non c’è molto da recriminare. Il gol si trova in tanti modi, l’Atletico ha messo intensità e ha approfittato di un buon liscio difensivo della Juve. Ma non sono al meglio nemmeno gli spagnoli, molto ingolfati, chiusi su se stessi, poco disposti anche al numero individuale. La Juve è stata abbastanza scolastica, come avesse molta fiducia in se stessa e cercasse di tenere la gara sulla normalità. C’è anche quasi sempre riuscita, non è stata inferiore ma ha fatto un po’ meno dell’Atletico. Il risultato più giusto sarebbe stato 0-0, pochissimo hanno inciso gli attaccanti. Llorente sta abituando la squadra a una sua presenza fisica che significa però niente tiri in porta. Tevez aveva troppi avversari davanti. Serviva uno spunto, una giocata di classe. Non c’è stata. L’unico tocco decisivo è stato quello di Arda Turan, non facile, di controbalzo, un gol da fantasista. Il futuro adesso non è oscuro, solo denso di probabilità. Sono tutti insieme in un girone un po’ zoppo, dove i migliori tardano a far sentire il peso. Non tornerei a parlare di dimensione internazionale. La Juve l’ha anche avuta a Madrid, ma non è stata aiutata dai suoi tre-quattro uomini di attacco. È solo calcio comune imperfetto e abbastanza complesso. Con il bello della provincia dentro. Ma è così per tutti, anche per l’Atletico. © RIPRODUZIONE RISERVATA Battuto Gigi Buffon osserva il pallone che si infila in rete, il colpo di Arda Turan regala all’Atletico Madrid vicecampione d’Europa la partita. Il girone è più che mai equilibrato (LaPresse) Champions La Juve sconfitta dall’Atletico Madrid, paga caro nel finale la rete di Arda Turan Prima sconfitta e primo gol subito da Buffon, girone equilibrato, quattro squadre a pari punti Juve, distrazione fatale Frenata DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Verde speranza? Per una questione di maglie la Juventus si presenta al Vicente Calderon addirittura con la terza, un verde pisello di grande impatto visivo ma non di eccezionale effetto scaramantico. Contro l’Atletico Madrid arriva la prima sconfitta dell’anno sociale 2014-2015 e il primo gol subito da Gigi Buffon in questo scorcio di stagione. Il gol di Arda Turan, assolutamente casuale, rende inutile una buona prova complessiva della squadra di Allegri, forse poco avanguardista, ma molto ordinata e tatticamente perfetta. La Juventus si appoggia alla sua grande solidità per controllare la partita. Non subisce mai gli attacchi in massa dell’Atletico, un po’ per bravura, un po’ perché anche Diego Simeone non vuole correre rischi. Il Cholo sembra preoccupato, dopo la sconfitta con l’Olympiacos. Teme che rischiando più del dovuto possa ritrovarsi, dopo due partite, con una situazione grave di classifica e la strada in salita. Alla fine, in effetti, con la vittoria del Malmoe sull’Olympiacos, la faccenda si ingarbuglia: tutte le squadre sono a tre punti dopo due giornate. Peccato perché Madama, che recupera Caceres e conferma Evra, mostra subito un forte personalità. Sono molto lontane le titubanze iniziali di MADRID ● Bilancio Compresi i preliminari, sono 36 le partite di Massimiliano Allegri da allenatore in Champions League: il tecnico ha un bilancio di 12 vittorie, 13 pareggi e 11 sconfitte ● Primo k.o. Quella di Madrid è la prima sconfitta per Allegri alla guida della Juventus: fino a ieri 5 vittorie su 5 gare in campionato e una (su una) in Champions 20 sconfitte per la Juventus contro i club spagnoli; 21 le vittorie; 11 i pari 13 vittorie per l’Atletico Madrid contro i club italiani; 11 sconfitte; 2 pari un anno fa quando la squadra di Conte, appena sconfitta dalla Fiorentina (rimonta da 0-2 a 4-2 per i viola) al Santiago Bernabeu ci mise un po’ prima di entrare in partita con il Real Madrid. Qui comincia subito, molto attenta con la difesa alta e, anche se i tifosi Colchoneros rumoreggiano (e anche l’Atletico appare nervoso, avvolto da una nuvola d’impotenza), quello degli juventini non è sicuramente catenaccio, ma un atteggiamento grintoso e studiato durante la settimana per mettere a freno la furia dell’Atletico. La Juventus fa possesso palla, come da nuova caratteristica 2014-2015. L’Atletico non trova varchi. La partita si trascina. Il primo tiro che impegna un portiere lo scaglia Mandzukic che pesca Buffon pron- Atletico Madrid Juventus 1 0 Marcatore: Arda Turan 30’ s.t ATLETICO MADRID (4-1-4-1): Moyà s.v.; Juanfran 7, Godin 7, Miranda 6,5, Ansaldi 5,5; Tiago 6,5; Raul Garcia 7, Koke 6, Saul 5,5 (Griezmann 6,5 8’ s.t.), Arda Turan 7 (Siqueira s.v. 45’ s.t.); Mandzukic 6 (Suarez s.v. 39 s.t.). All.: Simeone 6,5 JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6,5; Caceres 6 (Pereyra s.v. 33’ s.t.), Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 5,5 (Giovinco s.v. 44’ s.t.), Vidal 5 (Morata s.v. 38’ s.t.), Marchisio 5,5, Pogba 6, Evra 5; Llorente 5, Tevez 5,5. All.: Allegri 5,5 Arbitro: Brych (Germania) 6 Ammoniti: Bonucci, Raul Garcia, Chiellini, Ansaldi, Morata, Pogba, Giovinco Recuperi: 1’ più 4’ Dopopartita, tensione in tv tra Max e Sacchi Allegri: «Non abbiamo giocato per il pari» Buffon: «In Europa dobbiamo osare di più» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI MADRID Prima sconfitta della Juve, primo, pesante, gol incassato. Massimiliano Allegri si innervosisce con Arrigo Sacchi che sostiene la Juve abbia giocato per pareggiare: «Noi vediamo sempre due partite diverse. Abbiamo giocato per vincere, ma non ci siamo riusciti. A livello tecnico è stata una buona partita, con personalità, abbiamo limitato le loro mischie e abbiamo concesso poco. Non è facile giocare contro di loro: si difendono bene, vanno a folate, se ne sbattono d’impostare, è la loro forza. Nella ripresa, quando c’era un po’ di campo aperto, abbiamo sbagliato il passaggio decisivo, ma la partita da fare era questa». Buffon è d’accordo a metà: «Gara equilibrata, il pari ci stava, ma per prendere il diploma di maturità in Europa, dobbiamo osare di più». p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA to alla respinta dopo 25’. Il portierone c’è e dà sicurezza. Se è vero che la Juventus è molto solida nella sua manovra difensiva è anche vero, però, che trova raramente lo spunto per un’offensiva di rilievo. Il tiro migliore è di Pogba, poco oltre la mezz’ora, con palla a lato. Nel secondo tempo, l’Atletico mette un po’ più di furia nelle sue azioni, aggredisce, costringendo la Juventus ad arretrare la linea difensiva che nel primo tempo aveva tenuto più alta. In questa fase la squadra di Simeone cerca di costruire qualcosa in più, ma con scarsi risultati. Il palleggio bianconero — malgrado qualche errore da correggere — è sempre essenziale, anche se la stanchezza avanza e magari una piccola distrazione può diventare fatale. È una di quelle gare dove basta un niente per andare sotto (o sopra), dove si può cambiare facilmente il corso degli eventi. E così, quando tutto parla di uno 0-0, la Juventus finisce sotto su un cross di Juanfran, Mandzukic va a cercare la deviazione, invece il pallone passa oltre e arriva ad Arda Turan che sorprende Buffon nell’angolo più lontano, imprendibile. Una beffa. Il finale è aspro e fioccano le ammonizioni, ma per Madama questa è una sconfitta che servirà di lezione. Il controllo, da solo, non porta da nessuna parte. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 SPORT 47 Ancora a segno Immobile per il Borussia, Ronaldo in Bulgaria realizza un rigore su due Gruppo A Malmoe-Olympiacos 2-0 Atl. Madrid-JUVENTUS 1-0 Classifica JUVENTUS, Olympiacos, Malmoe e Atletico Madrid 3 Prossimo turno (22/10) Atletico Madrid-Malmoe Olympiacos-JUVENTUS Gruppo B Basilea-Liverpool 1-0 Ludogorets-Real Madrid 1-2 Classifica Real Madrid 6; Liverpool e Basilea 3; Ludogorets 0 Prossimo turno (22/10) Ludogorets-Basilea Liverpool-Real Madrid DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A MADRID Atletico Madrid Godin usa la clava Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Juventus Vidal non costruisce Gruppo D Arsenal-Galatasaray 4-1 Anderlecht-Borussia D. 0-3 Classifica Borussia Dortmund 6; Arsenal 3; Galatasaray e Anderlecht 1 Prossimo turno (22/10) Anderlecht-Arsenal Galatasaray-Borussia D. Gruppo E Cska Mosca-Bayern 0-1 Manchester City-ROMA 1-1 Classifica Bayern 6; ROMA 4; Manchester City 1; Cska Mosca 0 Prossimo turno (21/10) Cska Mosca-Manchester City ROMA-Bayern Gruppo F Psg-Barcellona Apoel Nicosia-Ajax Classifica Psg 4; Barcellona 3; Ajax 2; Apoel Nicosia 1 Prossimo turno (21/10) Apoel Nicosia-Psg Barcellona-Ajax 3-2 1-1 Gruppo G Sp. Lisbona-Chelsea 0-1 Schalke-Maribor 1-1 Classifica Chelsea 4; Schalke e Maribor 2; Sporting Lisbona 1 Prossimo turno (21/10) Schalke-Sporting Lisbona Chelsea-Maribor Totti-gol eroe senza tempo il 38enne conquista gli inglesi Le pagelle S.V. Moyà S’impappina su un retropassaggio. Ma parate non deve farne. Per un quasi debuttante, un lusso. 7 Juanfran La destra è la fascia che funziona, grazie a lui che sta molto alto. E fa partire il cross decisivo. 6,5 Miranda Vince la lotta di posizione con Tevez e soprattutto Llorente, che cerca di girarsi come un leone in gabbia. 7 Godin Il giustiziere dell’Italia al Mondiale dispensa qualche colpo di clava, ma anche anticipi puntuali. 5,5 Ansaldi Quasi sempre in difficoltà contro Lichtsteiner. Troppo schiacciato. 6,5 Tiago Davanti all’area mette ordine, anche nei momenti più complicati. E quando cambia il vento, fa partire l’azione del gol. Prezioso. 7 Raul Garcia Su di giri fin da subito, pressa alto e si rende pericoloso. L’uomo chiave. 6 Koke Poco rapido, ma quando ha più spazio si rende utile. 5,5 Saul Il 19enne del vivaio è in mezzo tra Vidal e Marchisio. E non ne esce bene. 7 Arda Turan Parte largo, ma ogni volta che si accentra è pericoloso. Dentro l’area, con la deviazione del gol, ancora di più. Un altro pericolo turco sbarra la strada alla Juve. 6 Mandzukic Prosegue un vecchio duello con Chiellini e Bonucci coi gomiti alti. Si toglie dopo 13’ anche la mascherina, messa dopo la frattura al naso: sotto c’è un centravanti che non va oltre un tiro da fuori area (25’ p.t.), ma lavora molto. 6,5 Griezmann Punta d’appoggio, costringe Lichtsteiner a spingere meno. E contribuisce a cambiare la partita. 6,5 Simeone L’Atletico nel secondo tempo trasforma il nervosismo in elettricità, guadagnando metri. Se in Europa, in casa, il Cholo ha vinto 11 partite su 13 non è un caso. Gruppo C Zenit-Monaco 0-0 B. Leverkusen-Benfica 3-1 Classifica Monaco e Zenit S. Pietroburgo 4; Bayer Leverkusen 3; Benfica 0 Prossimo turno (22/10) Bayer Leverkusen-Zenit Monaco-Benfica Ora spunta un nuovo rivale: Puskas recordman in Coppa Campioni Omaggio Il duello ● La classifica dei marcatori più anziani in Champions: «Barcollanti», ovvero tottering: così i giornali inglesi hanno celebrato il gol di «vintage» Totti criticando il ManCity ● Totti 38 anni, 3 gg. ● Giggs 37 anni, 289 gg. ● Inzaghi 37 anni, 87 gg. ● Zanetti 37 anni, 71 gg. ● Blanc 36 anni, 338 gg. ● In Coppa dei Campioni, antenata della Champions, il record è di Puskas: 38 anni e 150 giorni DAL NOSTRO INVIATO MANCHESTER È simbolico che proprio a Manchester, anche se dall’altra parte della città, Francesco Totti abbia portato via a Ryan Giggs il record di marcatore «meno giovane» in una partita di Champions League. Dire più vecchio sarebbe, più che una mancanza di rispetto, una descrizione non veritiera della realtà. I nomi del capitano della Roma e dell’ex ala del Manchester United sono spesso accostati quando si parla di carriere infinite. Con una grande differen- 16 gol segnati da Francesco Totti in Champions League za: a 38 anni Francesco Totti si permette di giocare quasi sempre da titolare e incidere sulle partite, Giggs alla stessa età era una meravigliosa riserva. Su Totti si sono spese molte parole, spesso dettate da sentimenti di amore o odio che prescindevano dall’analisi dei fatti. Non si può dire che sia il più grande calciatore di tutti i tempi, ma nessuno a 38 anni è mai stato decisivo come il numero 10 giallorosso. Almeno se parliamo di calcio «televisivo», visibile a tutti e non tramandato dal racconto come per Piola o Puskas, che segnò in Coppa Campioni a 38 anni e 150 giorni. Poiché a Roma il derby dura 365 giorni all’anno a cavalcare il gol di Puskas sono gli anti Totti della tifoseria laziale. La realtà è che la Uefa è stata chiara nell’attribuire a Totti il record della Champions League — molto diversa dalla vecchia Coppa dei Campioni — e carina nel dedicare sul suo sito uno speciale sui gol più belli del numero 10 romanista in Europa. Totti non aveva mai segnato in Inghilterra e, per farsi perdonare l’attesa, ha messo nella porta di Hart uno dei più bei gol Gruppo H Shakhtar-Porto 2-2 Bate B.-Athl. Bilbao 2-1 Classifica Porto 4; Bate Borisov 3; Shakhtar 2; Athletic Bilbao 1; Prossimo turno (21/10) Bate Borisov-Shakhtar D. Porto-Athletic Bilbao della sua carriera: il tiro al volo di Samp-Roma che strappò l’applauso anche allo sportivo pubblico blucerchiato; il «cucchiaio» inflitto a Van Der Sar; i pallonetti da fuori area a Peruzzi nel derby del 5-1 e a Julio Cesar in una vittoria 3-2 a San Siro. La partita di Totti non è stata soltanto il gol: ha giocato una gara di qualità, vicina al 70% di passaggi riusciti (68,6%). Percentuale che deve tenere conto del grado di difficoltà dei passaggi stessi, quasi sempre in profondità per smarcare un compagno. Totti ha anche subito 4 falli, il romanista più colpito dalla difesa dei Citizens. Celebrato dalla stampa inglese, chiamato al telefono dal premier Renzi («Non me lo aspettavo, ma sono contento»), osannato su Twitter da Rio Ferdin a n d , Tot t i d e ve l a s u a giovinezza calcistica, principalmente, a tre fattori: 1) una professionalità nei comportamenti che non sempre gli è stata riconosciuta; 2) la modernità del suo calcio da «falso nueve» ancor prima che questa definizione fosse stata inventata; 3) la luna di miele con Rudi Garcia. Domenica, se il compagno del Mondiale 2006 avrà recuperato, c’è la sfida con Andrea Pirlo. Calcio del presente, non del passato. Calcio senza tempo. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex nerazzurro Brehme in rovina un ex compagno gli offre un lavoro: pulire i bagni 6,5 Buffon Il primo frutto amaro della stagione è indigesto, ma lui non ha colpe. E nel primo tempo aveva parato bene su Mandzukic. 6 Caceres Rischia grosso in un paio di occasioni ma nel complesso regge. 6 Bonucci Contro una squadra che fa dei calci piazzati la sua forza, la difesa concede pochissimo. Ma non basta. 6 Chiellini Scintille con Mandzukic, ma senza mai scottarsi. Nell’appoggio alla manovra però lascia a desiderare. 5,5 Lichtsteiner Primo tempo da protagonista, con molto spazio a disposizione poi Simeone trova le contromisure. E lui sull’azione del gol non riesce a chiudere in tempo su Arda Turan. 5 Vidal Corre tanto, spezza la manovra degli spagnoli. Ma non riesce a costruire quasi nulla di buono. 5,5 Marchisio Da sradicapalloni un recupero su Mandzukic. La Juve a lungo ha il boccino in mano, ma non trova mai gli spazi. La mancanza di Pirlo ogni tanto è lecito sentirla. 6 Pogba Va vicino al gol nel primo tempo e sembra a lungo l’unico che può trovare un guizzo per cambiare la partita. Ma è un’illusione. 5 Evra Col passare dei minuti Juanfran guadagna territorio, fino al cross decisivo. 5 Llorente Pressa bene in avanti. Ma perde il confronto coi centrali avversari e resta a secco anche nella serata a cui teneva di più. 5,5 Tevez A furia di arretrare per cercare di riaccendere la manovra, spegne il fuoco in attacco. 5,5 Allegri La Juve affronta bene la partita, ma non si rende mai pericolosa. E quando c’è da cambiare passo, lo fa solo l’Atletico, che pure non sembra lo squadrone dell’anno scorso. Il vecchio euro-problema della prevedibilità della manovra bianconera torna d’attualità. Il terzino sinistro per eccellenza (all’Inter,scudetto del 1989), l’uomo che con il suo rigore all’Olimpico di Roma regalò il titolo mondiale alla Germania facendo piangere Maradona (8 luglio 1990). Andy Brehme — eroe dell’Inter di Trapattoni —, a 53 anni si ritrova rovinato, pieno di debiti e con un processo da affrontare a dicembre. Secondo quanto diffuso dall’emittente «Deutsche Welle», l’ex nerazzurro, indebitato per circa 200 mila euro, corre il pericolo di perdere la casa (su cui grava un’ipoteca pari al doppio delle perdite che ha accumulato). In tempi di recessione globale, nessuno si salva. Nemmeno le icone. Così Franz Beckenbauer, c.t. della nazionale campione del mondo in Italia, ha fatto un pubblico appello per dare una mano all’ex calciatore finito in miseria. «Abbiamo la responsabilità di cercare di portarlo fuori da questa situazione, ha dato molto al calcio tedesco, regalando il titolo mondiale al Paese. Il calcio tedesco ora deve ringraziarlo aiutandolo». La richiesta è stata raccolta da Olivier Straube, altro ex giocatore tedesco: «Siamo disposti ad assumere Andreas nella nostra impresa di pulizia di bagni e sanitari. Si renderà conto di cosa significhi il vero lavoro e la vera vita. Gli servirà per migliorare la sua immagine. Questo per me è aiutarlo». La palla ora passa a Brehme. Monica Colombo p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 SPORT Milan Europa League Gruppo B Gruppo F Gruppo I Gruppo K Oggi, ore 21.05 Hjk Helsinki-Bruges TORINO-Copenaghen (Italia 1, Premium Calcio) Classifica Copenaghen 3; Bruges e TORINO 1; Hjk Helsinki 0 Oggi, ore 21.05 St. Etienne-Dnipro INTER-Qarabag (Premium Calcio 1) Classifica INTER 3; St. Etienne e Qarabag 1; Dnipro 0 Oggi, ore 19 Sparta Praga-Young Boys Slovan Bratislava-NAPOLI (Premium Calcio) Classifica Young Boys e NAPOLI 3; Sparta Praga e Slovan Bratislava 0 Oggi, ore 19 Guingamp-Paok Salonicco Dinamo Minsk-FIORENTINA (Premium Calcio 1) Classifica FIORENTINA e Paok Salonicco 3; Guingamp e Dinamo Minsk 0 Lezione di calci piazzati Inzaghi ha deciso di tornare al 4-3-3 (a. rav.) Lezione di tattica ieri a Milanello, con un gruppo che si è dedicato ai calci piazzati, gioie e dolori della squadra di Inzaghi, brava (come è accaduto a Cesena) a sfruttarli in attacco, ancora fragile quando si tratta di difenderli. Sabato sera contro il Chievo degli ex Paloschi, Maxi Lopez e Birsa, il Milan — salvo imprevisti dell’ultima ora — 49 tornerà al 4-3-3 ed è probabile che El Shaarawy ritrovi il campo. Inzaghi era tentato di provare Bonaventura a sinistra nei tre di centrocampo, però serve più tempo per provare questa soluzione. Ménez sarà riproposto come falso nove, mentre dietro la coppia difensiva sarà costituita da Alex-Rami. © RIPRODUZIONE RISERVATA Missione Inter, da fantasma a squadra vera Mazzarri reduce dal flop col Cagliari: «Abbiamo capito la lezione, col Qarabag lo dimostreremo» Una sfida di fantasmi. È Inter-Qarabag. La squadra che è evaporata domenica contro quella che rappresenta una città sparita. Seconda giornata di Europa League; i nerazzurri hanno cominciato vincendo a Kiev contro il Dnipro (1-0, D’Ambrosio, 18 settembre); gli azeri hanno pareggiato con il St. Etienne. Quattro giorni dopo l’1-4 di San Siro con il Cagliari (e tre giorni prima di Firenze), i nerazzurri hanno la possibilità di riscattare una sconfitta che ha aperto inquietanti interrogativi su presente e futuro, sapendo che una vittoria rappresenterebbe un passo importante verso la qualificazione ai sedicesimi. Non ci sono, per acciacchi, Kovacic, Campagnaro, Dodò e Jonathan. Walter Mazzarri ha cercato di riaccendere la speranza: «Quella dell’1-4 con il Cagliari non è l’Inter; abbiamo il dovere di capire le ragioni della sconfitta, ma non possiamo pensare di essere quelli di domenica, così come non eravamo quelli che ci dipingevano dopo Sassuolo e Atalanta. Ci vuole equilibrio in momenti come questi. I ragazzi sono dispiaciuti e questi giorni ci sono serviti per analizzare gli MILANO I numeri ● In Italia L’Inter ha disputato finora 5 partite: 2 vittorie (7-1 al Sassuolo, 20 all’Atalanta), 2 pareggi (0-0 a Torino, 1-1 a Palermo) e la sconfitta per 4-1 in casa con il Cagliari ● In Europa I nerazzurri hanno disputato 3 partite: il turno preliminare di Europa League (2 vittorie per 3-0 e 6-0 con gli islandesi dello Stjarnan) e la prima partita della fase a gironi (1-0 al Dnipro) errori; abbiamo esaminato l’aspetto psicologico e quello tecnico, tutto con la massima cura. Anche gli infortuni che abbiamo avuto mi confermano che ho sbagliato alcune valutazioni, perché ho sottovalutato la continuità e l’intensità delle partite. Sono certo che i ragazzi hanno recepito il messaggio e che almeno proveremo a fare una partita diversa, come intensità, agonismo, corsa». Dopo cento analisi, Mazzarri resta convinto che «si è trattato di un incidente di percorso di una squadra in costruzione, che, come tale, deve passare an- Milano, ore 21.05 Inter Qarabag 3-5-1-1 4-2-3-1 1 Handanovic 13 Sehic 6 Andreolli 25 Agolli 23 Ranocchia 14 Sadygov 5 Juan Jesus 55 Guseynov 5 Medvedev 33 D’Ambrosio 88 Hernanes 2 Qarayev 90 M’Vila 20 R. Almeida 17 Kuzmanovic 10 Muarem 55 Nagatomo 17 Nadirov 13 Guarin 41 George Icardi 9 Reynaldo 9 Arbitro: KULBAKOV (Bielorussia) Tv: ore 21.05 Premium Calcio 1 Riscatto Il giapponese Nagatomo in cerca di riscatto questa sera dopo l’espulsione nella disastrosa partita con il Cagliari. Allegri punta su di lui (Getty Images) che attraverso momenti come questo. Purtroppo. Quando c’è un gruppo nuovo, è più facile sbagliare. Ad esempio, non siamo stati capaci di limitare i danni, far passare il momento difficile, arrivare all’intervallo con un punteggio diverso. Non solo, ma dopo l’espulsione di Nagatomo, mi sarei aspettato che qualcuno venisse verso di me per chiedermi istruzioni. Ma nessuno l’ha fatto, anche perché c’era grande sconforto. Spero che questa partita ci possa servire per crescere. Avendo partite così vicine fra di loro, ho chiesto a tutti di dirmi con chiarezza chi si sente un po’ stanco». In ogni caso, Mazzarri ha voluto ringraziare il pubblico: «Ci hanno sostenuto fino alla fine; hanno manifestato la loro delusione al 95’ e avevano ragione. In altre piazze ho visto di peggio. Ma è venuto il momento di ripartire; stasera ci aspetta un avversario da affrontare con la massima attenzione. Non sarà facile, perché sono forti fisicamente e non hanno niente da perdere». Ma stavolta l’Inter non può proprio sbagliare. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Europa League all’insegna del turnover per le italiane impegnate nella seconda giornata. Il Napoli, rinfrancato dal successo sul Sassuolo, cerca continuità in coppa in Slovacchia contro lo Slovan Bratislava. Partita speciale per Marek Hasmik, che affronterà la squadra che lo ha lanciato. «Se cambio i giocatori, lo faccio per vincere — spiega Rafa Benitez —. Per affrontare due partite alla settimana è normale cambiare gli interpreti». Senza Albiol, Zuniga e Jorginho, possibile spazio per Henrique, Inler e Michu (o Duvan-Zapata). La Fiorentina in Bielorussia contro la Dinamo Minsk si affida al talento di Bernardeschi, protagonista domenica contro il Torino: agirà da trequartista con Vargas alle spalle di Ilicic. Vincenzo Montella deve fare sempre i conti con le tante assenze, soprattutto in attacco e in difesa, e ritorna sulle critiche ricevute nei giorni scorsi. «Ho preso posizione per difendere la squadra, fa parte del lavoro dell’allenatore ricevere critiche». Esordio casalingo per il Torino contro il Copenaghen. Giampiero Ventura rilancia dal primo minuto Amauri con El Kaddouri in appoggio. «I danesi l’anno scorso hanno messo in difficoltà la Juventus in Champions — dice il tecnico del Toro —, ma sono alla nostra portata a patto di non commettere sbavature. Sarà un’altra verifica importante». f.bon. © RIPRODUZIONE RISERVATA reclam.com Napoli e Fiorentina fanno turnover Il Torino lancia Amauri ph. uezzo.com Le altre Siate egoisti, fate del bene! Fare del bene è il miglior modo per sentirsi bene. Dare una mano a Opera San Francesco significa dedicare una parte di sè e delle proprie risorse a chi ha bisogno di aiuto e può ricambiarci solo con un sorriso o uno sguardo di gratitudine: significa dare speranza e fiducia e, per questo, sentirsi meglio. Viale Piave, 2 - 20129 Milano ccp n. 456202 Tel. 02.77.122.400 www.operasanfrancesco.it Ringraziamo Chi sostiene OSF contribuisce a offrire ogni anno 850.000 pasti caldi, 66.000 docce e 40.000 visite mediche a poveri ed emarginati. Da più di 50 anni, con il lavoro di oltre 700 volontari, le donazioni di beni e danaro e i lasciti testamentari, OSF aiuta chi non ha nulla. Opera San Francesco per i Poveri Una mano all’uomo. Tutti i giorni. Gli avversari Senza casa da 21 anni per la guerra con gli armeni Per i ragazzi del Qarabag Agdam giocare a San Siro è un sogno che si avvera. Portano in campo una storia di esilio e guerra, loro che rappresentano la città fantasma di Agdam, la «Bianca Casa» teatro di una delle più violente battaglie del conflitto del NagornoKarabakh. Missili Grad, artiglieria pesante e carri armati, l’assedio durò undici giorni. Era il luglio 1993, la guerra andava avanti da oltre un anno, le forze di Baku tentavano di riprendere la regione a maggioranza armena che aveva proclamato l’indipendenza unilaterale dall’Azerbaigian pochi mesi dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Nella follia delle armi il calcio era un fascio di luce per la popolazione e alla squadra fu proibito lasciare gli allenamenti per unirsi all’esercito. Il coach Allahverdi Bagirov ignorò il divieto, fu ucciso da una mina anticarro a 46 anni e dichiarato eroe nazionale. Sessantamila sfollati, la città rasa al suolo, distrutto lo stadio Imarat. I combattimenti tra armeni e azeri terminarono nel 1994 ma da allora il conflitto resta congelato, la Repubblica non è riconosciuta dalla comunità internazionale e il confine è militarizzato. Agdam oggi è un deserto della memoria, pochi edifici rimasti in piedi e abbandonati, come la grande moschea ottocentesca (l’Azerbaigian è un Paese musulmano con una forte tradizione laica). È così che il Futbol Klubu Qarabag Agdam è diventato «il club dei rifugiati azeri», i «Cavalieri» in maglia bianconera con il mitico cavallo Karabakh nello stemma, la sede trasferita prima a Baku e poi a Quzanli. Una squadra che gioca di rabbia e d’orgoglio. La società azera con più successi in campo europeo, l’unica qualificata alla fase a gironi di Europa League. Dal 2008 alla guida c’è Gurban Gurbanov, che si è inventato la versione caucasica del tiki-taka puntando sui talenti locali con innesti come il brasiliano Reynaldo e ora dice: «Portiamo la tristezza degli esuli. A Milano vogliamo la vittoria, non firmo per il pareggio». I ragazzi del Qarabag sognano in grande. Maria Serena Natale [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 50 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 SPORT 51 Tennis McEnroe e Lendl, sfida a Milano Doping Frullani squalificato per 7 mesi Sci La libera emigra a Santa Caterina Presentata ieri a Milano, al palazzo della Regione Lombardia, la Grande Sfida 3, esibizione di tennis che quest’anno verrà spalmata su Genova (17 ottobre alle ore 21) e Milano (18 ottobre alle ore 16) con quattro leggende del tennis mondiale: John McEnroe e Ivan Lendl (foto), Michael Chang e Goran Ivanisevic. Biglietti in vendita sul sito www.lagrandesfida.net. Offerte per i tesserati Fit. Partite in diretta su Supertennis. Il bobbista William Frullani è stato squalificato sette mesi (a partire da ieri) dalla seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del Coni. L’atleta era stato deferito dalla Procura Antidoping, con richiesta di 12 mesi di stop, per la violazione dell’art. 2.1 del Codice Wada in relazione alle positività per metilesanamina ai controlli antidoping del 18 e 21 febbraio scorsi, in occasione dei Giochi olimpici invernali di Sochi. La discesa libera di Coppa del Mondo di fine anno emigra da Bormio (Sondrio) a Santa Caterina Valfurva, in Alta Valtellina. Resta, quindi, nella provincia di Sondrio. La Federsci aveva comunicato che dopo che la Società impianti di Bormio si era detta indisponibile a ospitare la gara, in programma il 29 dicembre, la libera non si sarebbe più svolta in Lombardia. Ieri, invece, la notizia del trasferimento a Santa Caterina. Cuore e sofferenza l’Italia schiaccia anche l’Azerbaigian Formula 1 Successo per 3-1, stasera sfida con il Belgio La vicenda ● Girone E R. DominicanaBelgio 3-2, CroaziaGiappone 3-2, ItaliaAzerbaigian 3-1, GermaniaCina 0-3 I soldi sono quelli del petrolio (e del gas). Così è cresciuta la pallavolo femminile in Azerbaigian. Ma se si parla di volley, sono ancora nostre le materie prime da esportazione. A Bari, l’Italia vince 3-1 (25-19, 25-21, 2125, 25-23) la prima partita del secondo girone dei Mondiali. È cominciata nel modo migliore la strada che arriva a Milano. Sedici squadre rimaste divise in due gironi. Ne passano tre per parte, che si affronteranno nella Final Six al Forum di Assago. Fino ad allora, sudore e talento. L’Italia per la sfida con l’Azerbaigian recupera Antonella Del Core e Carolina Costagrande, risolti per entrambe i problemi alla caviglia. Accanto a loro Marco Bonitta schiera Lo Bianco in regia, la coppia inamovibile di centrali Arrighetti e Chirichella, Diouf opposto e De Gennaro libero. E i primi due set fi- lano via così tranquilli che il c.t. non fa neanche un cambio. Ottima correlazione muro-difesa, attacco convincente e una battuta insidiosa. Ma nel terzo le azzurre si rilassano. Si inizia a soffrire e allora spazio per Bosetti, Signorile e Centoni. Non basta. Anche nel quarto l’Italia singhiozza. Soffre, cambia ancora pelle (Piccinini) ma vince. «Le ragazze si sono abituate a essere cambiate — spiega Marco Bonitta — questa è la nostra forza e così andiamo avanti». Lucida e grintosa, invece, Valentina Arrighetti. È suo l’ultimo punto. Lei è una delle due azzurre che in Azerbaigian ha accettato di emigrare. Assieme a Francesca Ferretti, ieri in tribuna, proveranno per la prima volta il brivido di sentirsi straniere. «Era arrivato il mio momento e ho deciso di mettermi in gioco», commenta. A Baku, palazzetti da quelle parti sono grandi ma il pubblico scarseggia, il palcoscenico è quello europeo. Francesca Ferretti è la palleggiatrice italiana più titolata in attività (5 scudetti in 7 stagioni). Trent’anni, un infortunio ad agosto che avrebbe fermato chiunque. Si è rimessa in piedi in tempi da record. È fidanzata con il palleggiatore (argentino) di Perugia Luciano De Cecco. «Ma a Natale ci vediamo. In Azerbaigian si ferma il campionato, mica come da noi, che il 25 dicembre ci alleniamo per essere in campo il 26». Più chiaro di così. Valentina Arrighetti è una genovese doc. Ama la sua città e i borghi marinari. Quando l’alluvione del 2011 ha colpito Genova lei era in Giappone con la nazionale. Rientrata si è prodigata in raccolte fondi. Ventinove anni, timida nella vita ma impulsiva e agonista dentro i 9 metri, «Piske» è seguitissima sui social. Sarà per questo che quando ha deciso di lasciare l’Italia ha registrato un video messaggio per i tifosi. Ma l’Azerbaigian è lontano. Ora si pensa solo all’Italia e oggi si torna in campo con il Belgio, poi sabato il Giappone e domenica la Cina. La materia (prima) c’è. Eleonora Cozzari In uscita Fernando Alonso (Colombo) Alonso e la Ferrari muro contro muro Si avvicina l’ora dell’addio Col destino (beffardo) aveva evidentemente già saldato il conto: quest’anno Giampaolo Caruso si era fatto scippare la Liegi-Bastogne-Liegi a 50 m dall’arrivo (carnefice l’australiano Gerrans) e la terza tappa della Vuelta a meno di 200 m, per mano di un altro «aussie», Michael Matthews. Ieri il siciliano (di Avola) si è consolato con la Milano-Torino, la più antica corsa ciclistica del mondo. Ha infilzato all’ultimo chilometro Rinaldo Nocentini, Dani Moreno e fuoriclasse del calibro di Aru, Rodriguez, Contador e Frank Schleck arrivati in ordine sparso nei primi dieci. Carriera anomala quella di questo scalatore 34enne che ha messo a segno la prima vittoria azzurra dell’anno in una corsa in linea di livello internazionale. Professionista dal 2003 sempre in squadre spagnole (Once, Liberty Seguros, Astana) incappa (nel 2007) nella famigerata Operacion Puerto, da cui esce completamente scagionato dopo un lungo iter giudiziario. Ripartito con un team minore, Caruso (corregionale ma non parente del Damiano che ha corso con lui a Ponferrada) si accasa nel 2010 con i russi della Katusha. Quella di ieri è la sua 3ª vittoria in 11 stagioni. Un bis al Giro di Lombardia di domenica (dove è tra i favoriti, sempre che capitan Rodriguez sia d’accordo) darebbe ben altro lustro alla carriera. Marco Bonarrigo Sussurri e grida sulla strada di Suzuka. Oggetto, sempre il rapporto tra Fernando Alonso e la Ferrari. Sembrava questione di ore per l’ennesimo clamoroso annuncio (quest’anno a Maranello non si sono fatti mancare nulla): quello del divorzio tra il più forte e la più desiderata. In Spagna le voci in questa direzione si moltiplicano, ma probabilmente non è ancora l’ora dell’addio, anche se alla Honda piacerebbe molto, in questi giorni in cui si corre sulla pista di proprietà, poter annunciare al mondo l’ingaggio del numero 1. Particolare non casuale, proprio ieri la casa giapponese ha mostrato le foto del nuovo motore che dovrebbe far volare la McLaren il prossimo anno, ma sul quale nessuno (nemmeno Fernando) ha garanzie. Particolare non casuale 2, il team di Woking ha inserito sul sito il nome di Alonso nell’elenco di quelli che hanno fatto grande la squadra (prima, visto come si erano lasciati alla fine del 2007, non c’era). È presto per il cambio di casacca, anche se i rapporti tra lo spagnolo e Maranello sono sempre più tesi e, di conseguenza, più difficili da gestire, anche perché, da oggi in pista, tutti i riflettori saranno puntati su reazioni, parole, sussurri degli uomini rossi. Le posizioni non sono cambiate: il pilota, arrabbiatissimo, è sempre più intenzionato ad andarsene ma ha bisogno del consenso della Ferrari, anche se il suo entourage sta studiando contratto e clausole; chi conta nella Rossa (a partire dal team principal Marco Mattiacci) non vuole trattenerlo a tutti i costi (come si sa, è già stato contattato Seb Vettel), ma preferirebbe che fosse il pilota a manifestare la volontà di andarsene. Anche per non prendersi la responsabilità di aver allontanato Alonso, una mossa quanto meno rischiosa, visto che lo spagnolo andrebbe a rafforzare la concorrenza. Chi prenderà l’iniziativa? Il muro contro muro continua, ma le possibilità di una retromarcia sono considerate sempre più flebili. Proprio a Suzuka, era iniziata la storia tra Alonso e la Rossa: un peccato che, cinque anni dopo, si stia per chiudere così, senza titoli e con tante incomprensioni. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Classifica Cina 11 ITALIA 10 R.Dominicana 8 Giappone 6 Croazia 5 Belgio 4 Azerbaigian 2 Germania 2 ● Oggi, ore 20 ITALIA-Belgio Tv: RaiSport1 Ciclismo Colpo di Caruso alla Milano-Torino Infila Contador e cancella le ombre Schiacciata Valentina Arrighetti, 11 punti, 3 muri vincenti e 2 ace nella partita vinta con l’Azerbaigian (Ansa) capitale affacciata sul Mar Nero, saranno avversarie. Perché la regista di Reggio Emilia giocherà nel Rabita, sei scudetti in altrettanti anni e una finale di Champions nel 2011. Mentre Valentina difenderà i colori del Lokomotiv. E poco importa se i © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 - Il Consiglio di Amministrazione Logic insieme a tutti i dipendenti e i collaboratori si stringe a Rachele, ai piccoli Francesca ed Emanuele e a tutti i famigliari in questo momento di grande tristezza per la prematura scomparsa di Marco Nava - Cassina de Pecchi, 30 settembre 2014. Partecipano al lutto: - Patrizia Addolorato. - Leonardo Andreoni. - Luca Antoni. - Ladislao Barzanò. - Damiano Betti. - Natalia Bini. - Felice Bonardi. - Raimondo Bonu. - Ezio Brugali. - Walter Cadorin. - Gianluigi Caloni. - Massimiliano Caloni. - Gabriele Campisi. - Simone Cantù. - Fabrizio Carenzi. - Giovanni Carolla. - Maurizio Carraro. - Andrea Casnati. - Baldassare Catanzaro. - Vinicio Chiaverini. - Francesco Cirillo. - Massimo Corbo. - Mauro Corno. - Massimo Crippa. - Alessandro Degli Agosti. - Gianbattista Degli Agosti. - Andrea Delrio. - Marianna Di Cello. - Ruggero Diaferio. - Elena Doni. - Giuseppe Evangelista. - Sarah Fatarella. - Filomena Ferrara. - Marziano Ferrario. - Marco Foresio. - Claudio Fortunati. - Fabrizio Frattini. - Maria Chiara Frigerio. - Roberto Galli. - Leonardo Gambaretto. - Ettore Gatti. - Massimo Gazzola. - Marco Gherardi. - Rosa Giarrusso. - Antonia Grandolfo. - Riccardo Grassetti. - Isabella Groppi. - Giuseppe Guarino. - Pierluigi Invernizzi. - Giovanni Ion Titapiccolo. - Stefania Italiani. - Gaetano Langellotti. - Antonella Langianese. - Riccardo Leusciatti. - Ruggero Maggi. - Walter Magni. - Roberto Manara. - Dario Mandelli. - Giuliano Manzini. - Pinuccio Mapelli. - Eleonora Marinoni. - Roberto Maritan. - Gianflavio Marta. - Arrigo Mezzano. - Riccardo Michieletto. - Stefano Milani. - Giuseppe Miraglia. - Stefano Morandi. - Giuseppe Mulé. - Valentina Padoan. - Marinella Pagani. - Piero Pagano. - Fabrizio Pagliari. - Gabriele Pastori. - Michele Pelagatti. - Antonio Pescuma. - Serena Piccinini. - Marco Pietrosanti. - Cinzia Pirovano. - Giorgio Pizzetta. - Sonia Pizzinato. - Andrea Pollastri. - Barbara Rastelli. - Miriam Reina. - Alfonso Rescigno. - Antonietta Ricci. - Giorgio Roda. - Stefano Rossi. - Fabrizio Rossini. - Loredana Salutari. - Maria Grazia Santambrogio. - Silvio Sottocorno. - Maria Rosa Specchio. - Bruno Stimabile. - Maurizio Stimabile. - Luigi Strada. - Ivan Stucchi. - Ilaria Teruzzi. - Roberto Tiraboschi. 53 "Beato luomo che retto procede". È andato in Paradiso un uomo veramente giusto Angela Tramarin. Antonella Tremolada. Igor Tremolada. Carmine Tucci. Cristina Tura. Giorgio Valerio. Giacomo Vanotti. Stefano Verri. Stefano Viscontini. Maria Speranza Vitellini. Laura Volpe. Vincenzo Vonella. Maike Wedershoven. Gino Zordan. Ferdinando e Anna Odella con Simonetta sono vicini a Barbara, Sabrina e Ivo per la perdita del caro Sandro Grippa Prof. Romano Marsano Lo annunciano la moglie Pinuccia, i figli Francesca con Franco, Lodovico con Silvia, Luca con Prisca, Chiara con Riccardo, Erminio e tutti i nipoti.- Per chi desidera ricordarlo, offerte al Centro Cardinal Schuster, ove avverrà il funerale oggi alle ore 14.45. - Milano, 2 ottobre 2014. Il condominio Scaldasole 20 Milano partecipa al lutto della famiglia Marsano per la perdita del Erminio Longhini, con tutta la famiglia, partecipa al grande dolore per la scomparsa dellamico fraterno Prof. Romano Marsano - Milano, 1 ottobre 2014. Sandro Robesio Pedante Laura con la mamma Rita ed il figlio Sergio con Doriana esprimono il loro dolore per la scomparsa della insostituibile Agostino Bertoni e con profonda commozione e rimpianto partecipano al suo immenso dolore e a quello di tutta la sua famiglia. - Roma, 1 ottobre 2014. zia Bianchina e si stringono con tanto affetto ai cugini Paola, Franca e Tullio. - Milano, 1 ottobre 2014. Partecipano al lutto: Annamaria Moretti e figli. Silvana, Gianni con Valentina Della Torre e Catherine Trutmann. Emilia e Angelo Bianchi. Gianna e Bruno Perego. È bello ricordarti, ricordarti sempre.- Una Santa Messa sarà celebrata in San Bartolomeo, via Moscova, 6/8 il giorno 3 ottobre 2014 alle ore 18.30.Lietta, Laura e Mariangela con famigliari tutti. - Milano, 2 ottobre 2014. Bianca Lopez Nunes Voghera - Milano, 1 ottobre 2014. nonno Besio Dopo lunga sofferenza è mancata Camilla, Giulia, Anna, Filippo, Elena, Riccardo, Federico, Caterina, Giorgia e Andrea. - Milano, 1 ottobre 2014. Da quattro anni il Mimma Ciurlo Prof. Dott. Ing. Carlo Doniselli Lo annunciano con profonda tristezza Camillo e Ornella, Marta, Francesco, Luca e Carlo con le loro famiglie.- Il funerale verrà celebrato venerdì 3 ottobre alle 10 nella chiesa del Padre Santo dei Frati Cappuccini in Genova.- Una messa in suffragio verrà celebrata mercoledì 8 ottobre alle 18.30 nella chiesa Santa Maria Incoronata di Milano. - Genova, 2 ottobre 2014. Massimo, Annika, Camilla, Filippo e Giorgia abbracciano affettuosamente la nonna Maria, Valeria, Laura ed Alberto nel momento della scomparsa del nonno Besio - Milano, 1 ottobre 2014. ci ha lasciati.- La moglie Cenzina, il figlio Andrea con Alessandra e Andreas lo ricorderanno per sempre.- Una Santa Messa sarà celebrata sabato 4 ottobre alle ore 10.30 nella chiesa di San Babila. - Milano, 2 ottobre 2014. Graziella, figli e nipoti lo ricordano sempre con grande affetto e nostalgia.- Una Santa Messa in suffragio si terrà il giorno 3 ottobre 2014 alle ore 18, parrocchia San Pio V, via Lattanzio 60 Milano. - Milano, 2 ottobre 2014. Italo Agosti Robesio Pedante Wilma, Massimo, Monica, Maria e i nipoti annunciano che i funerali avranno luogo a Corsico (MI) venerdì 3 ottobre alle ore 15 nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo. - Varese, 1 ottobre 2014. - Milano, 1 ottobre 2014. Giangi, Milvia, Valeria, Guia partecipano al dolore di Maria e famiglia per la scomparsa dell Ing. Robesio Pedante A trentanni dalla tua scomparsa la famiglia ti ricorda con nostalgia e rimpianto. - Milano, 2 ottobre 2014. È mancato improvvisamente il nostro Sandro marito, papà, zio, ne danno increduli ed addolorati lannuncio la moglie Tina, Valentina, Rossella, Domenico, Albina, Sandro Maria, Giulia, Davide, Salvatore, Fabiana, Vittoria, Maria Cristina, Agostino, Silvio, Francesco.- Le esequie si terranno presso la chiesa di San Luca ad Arco Felice, giovedì 2 ottobre alle ore 15. - Pozzuoli, 1 ottobre 2014. Giovanna Moroni, Paolo, Roberta e Giorgio Amadori abbracciano con affetto la famiglia Pedante nel ricordo di Robesio - Milano, 1 ottobre 2014. Le famiglie Cavenago e Ferrari partecipano al lutto della famiglia Pedante per la perdita dell A dieci anni dalla scomparsa il ricordo, laffetto e lindimenticabile sorriso di Maria (Jetta) Vanzina Zaccheo sono sempre vivi in quanti le hanno voluto bene.Le figlie. - Milano, 2 ottobre 2014. Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e i collaboratori di Tendercapital partecipano al grave lutto che ha colpito Carlo per la scomparsa di Ing. Robesio Pedante 2 ottobre 2009 - 2 ottobre 2014 Avv. Franco Fumagalli Giorgio Cavazzoni Un abbraccio alla nonna Maria, a Valeria, Laura, Alberto, Camilla, Filippo e Giorgia. - Milano, 1 ottobre 2014. 8 ottobre 2014 ore 18.00 Università Bocconi Aula Magna Via Röntgen 1 Milano 1984 - 2014 Alceste Cantoni Sandro Di Falco uomo esemplare a tutto campo. - Milano, 1 ottobre 2014. Introduce e modera Tito Boeri Università Bocconi 4 agosto 2014 - 4 ottobre 2014 Alberto Sangregorio Il dolore per la perdita lascerà il posto alla gioia di averlo avuto come marito, padre e nonno esemplare Carlo, Lidia sono vicini a Maria e famiglia per la scomparsa di Incontro con Thomas Piketty su “Il capitale nel XXI secolo”, in occasione dell’uscita in Italia dell’omonimo volume per Bompiani. 2005 - 2014 Dott. Giuseppe Acquadro Lo Studio Lado partecipa sentitamente al dolore dellamica e collega Paola per la scomparsa della mamma Grazie nel XXI secolo Laura e Francesco Vassalli si stringono alla loro amica Anna Bertoni Olivo per limmatura scomparsa del fratello - Milano, 1 ottobre 2014. ha raggiunto lamata figlia Daniela nella casa del Padre.- Lo annunciano con tanta tristezza la moglie Maria, i figli Valeria, Laura e Alberto, i generi e i nipoti.- I funerali saranno celebrati nella chiesa di SantAgostino, via Copernico 9.- Per informazioni chiamare il n. 3405861044. - Milano, 1 ottobre 2014. ll capitale uomo sensibile, generoso e grande maestro della chirurgia ortopedica. - Milano, 1 ottobre 2014. Gabriella ti ricorda sempre con immutato affetto. - Milano, 2 ottobre 2014. - Londra, 1 ottobre 2014. Iscrizioni online su www.unibocconi.it/eventi Per informazioni 02 5836.3023 Rachele, Antonio e Marco Vitali e famiglie partecipano al lutto per la perdita di RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Robesio Pedante SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE - Milano, 1 ottobre 2014. di Commossi piangono insieme a Paolo la perdita ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Adriana Mazzalveri Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it - e-mail: [email protected] Daria e Francesco Pesce, Delfina Betto. - Milano, 1 ottobre 2014. SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Partecipano al lutto: Antonella Dainotto. Wilma Trenkwalder. Alfonso Massimo Villasanta. Silvio Bonetti. Alfonso De Rienzo. Corriere della Sera PER PAROLA: A MODULO: Mercoledì 1 ottobre 2014 si è spento l Architetto )/! %% 2 /&)'5 %% *6 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito L’incontro si svolgerà in inglese. È previsto un servizio di traduzione simultanea. Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] 1<* 1** 1** 172 * ( * 2 * *(<( * 1<2 17< 17* 1< *(< ** ** *(<6 8/ # Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 Nicola De Menna Lo annunciano la moglie e i figli a quanti lo hanno conosciuto, stimato ed apprezzato.- I funerali avranno luogo venerdì 3 alle ore 11 presso la Cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta. - Roma, 2 ottobre 2014. TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Gazzetta dello Sport Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 !'# !#)/') % %% 58 #55 0&+/ )' 5 ( " $$$"( '% /):0/ % 5%)'#') /#&) -8/5) %5#&) -8/5) 7 055&/ ( )55)/ 8)9 #' * )55)/ *2 )55)/ ,+58% +141% , 5% %,1 %##,,%# #1+#1 '+5,1 '#% 1++% '+%'+% %'+1%+( %+ #%+"8%# ,4 666(%+++(1/"% '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ +/58/;#)' 5%'5# " #/# " /!!#8'5) #% )/ % )0' )!!# 0# +)/5 08%% /!#)'# /#5#" 9/0) #% 8 )' /)90# 5&+)/%# #80#, # !#)/'# 0800#9# #% 5&+) &#!%#)// #0&'5 % )/ )9 9/&) -8%" +#)!!# 0)%) 08%% %+# &'5/ %.#'05#%#5 #80 #'5/00/ ')/ % 8!%# )' 5&+)/%# /-8'5# '" )/5# &') '585 08%% %5/ /!#)'# % 8, %8'$ '8)9 +/58/;#)' % )/, &%+ !$#((# ' ' 905) &+) # %5 +/00#)' +)0#;#)'5) # )''# %%.8/)+ )/#'5% &'5#' 5&+) 05#% 08 -805# 055)/#, .%5 +/00#)' %% ;;)// 0# 5/)9 #' )') 5%'5#) #'%8'; 8)' +/5 %% ;)' )#'5%# % )'5#''5, 8% #5//') &/##)'% !#0 8' +/00#)' " +)/5 +#)!! 08%% '#0)% #5%#' &/##)'%, %5/ +#)!! 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REGIA DI ROBERTO BURCHIELLI PRODOTTA DA IN COLLABORAZIONE CON La scelta di Catia è anche visibile all’indirizzo marina.difesa.it Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014 Tv 55 A FIL DI RETE di Aldo Grasso I comici di «Made in Sud» e l’ombra di «Zelig» TELERACCOMANDO di Maria Volpe Politicamente scorretto, lode a «South Park» N el tentativo di ringiovanire il proprio pubblico, Rai2 affronta la sfida non facile di «Made in Sud», il programma comico in diretta dall’Auditorium del centro di produzione di Napoli condotto da Gigi e Ross con Fatima Trotta ed Elisabetta Gregoraci. Confermati nel cast il prof. Enzo Fischetti e il musicista dj Frank Carpentieri (martedì, ore 21.16). «Made in Sud» è giunto intanto alla quinta edizione e negli anni lo abbiamo visto su Comedy Central, su Canale 34 Telenapoli, su Mtv e infine, buon’ultima, su Rai2. Perché sfida non facile? Non entriamo E h sì, sono già passati 18 anni dalla nascita di «South Park» e l’irriverenza non ha perso forza. Dopo l’anteprima dello scorso giovedì, parte da stasera il doppio appuntamento: tornano i personaggi più dissacranti e sfacciati con nuovi argomenti e fenomeni sociali trattati come sempre in modo politicamente scorretto (evviva!). Attenzione: la prima puntata va in onda in italiano e, a seguire, la seconda in versione originale sottotitolata in italiano. Confermato il testimone d’eccezione, Frank Matano (foto) che si è tatuato sul corpo un personaggio della serie. South Park Comedy Central, ore 22 UN’ALTRA VITA Vanessa Incontrada Vince la fiction. Pieno d’ascolti per Rai1: «Un’altra vita», con Incontrada ci sono 6.942.000 spettatori, 26,7% di share UN’ESTATE AL MARE Nancy Brilli La commedia superata dalla fiction. Martedì su Canale 5 «Un’estate al mare», con Nancy Brilli: per 2.142.000 spettatori, 8,6% di share *&! & 99;(%9 $$&$. & 99;(%91 ,*; (%3 3,2% $-&.. & 2%91 ,*; *9,*(( (2%% $,&,. & $!&.. $ & 99;(%9 $!&. & 2%91 ,*; *9,*(( (2%% $!&!. 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Questioni di gusto, lo so bene, ma i testi mi sono parsi molto modesti. L’impressione che «Made in Sud» genera, sia detto con tutto il rispetto, è quella di uno «Zelig dei poveri», di un «Colorado da Cassa del Mezzogiorno». Figuriamoci, è in fase discendente una )&.. & 99;(%9 )&,. & 99;(%9 &.. & 99;(%9 $.&.. & 991 $$&.. & 99;(%9 $$&$. , & ,& $-&.. ,& $-&- , & 99;(%9 $-&! & 991 $,&$. & 99;(%9 $!&.. " & $!&-. ,& ,& $!& . & 991 $!& , & && $ &.. -& ( %() $ &! & ,1 $*&!. & ,;)*9% $#&.. ,& " & -.&.. & 99;(%9 -.&$ & (%9> -.&, & ,. -$&. & 2%1 ,* (( 22> %2,>;'% * ,2* %3*&% --&! (& 99;(%9 -,&,. & 99;(%9 -,& . %9 ,) -!&.. , & .&$. & ,& &$ & (*,<( #&!. & ( %() $.&! ( & 99;(%9 $$&,. ! " & $-&.. & ( %() $,&.. & ( %() $!&.. & 99;(%9 $ &,. -$& ( %() $*&, ( & /<<*9;2 -+!501 $& . !& $& ! " & $#&, & (*,<( -.&,. (& ,. .2 -$&$ " & /2))9%, *7272)7 %..171 *%9,7 :@--01 "% % ;) ,((9$221 ,* %) 3,* %* 2;"2 *;2> ,*3 -,&, !& 99;(%9 -,&!. 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Ormai un bravo comico (e ce ne sono) non segue più la trafila del vecchio teatro: si produce lo spettacolino e lo mette in rete saltando ogni tradizionale mediazione «artistica». «Made in Sud» è un programma di Paolo Mariconda e Nando Mormone, per la regia di Sergio Colabona, prodotto in collaborazione con la Tunnel produzioni. ¤±Õz /1, 3, | .8$31$" /k@ Å @Â@ b à` N@kÂ@ k x~@ bk¿× Îkä@Î @ Â@bkÂk @ Å× ¶×@ÂÎkÂk X× Å @k@ Â@~@ää± /à k@ ÎÅ Õ¤±ææ $,.>$" /$11$8/1 ± Â@Î k 1± ×ÂÎÅ Å ¬ÂÎ@~ÅÎ b ×@ ~Â@xx@Îk Å@ÎÂ@ @ÎÎ@ÂÅÎ@ xÂ@Î@ ± bÞ@ÂbÅ k @NkÎ@Î@ × ÅÎÎ@± /à k@ @ÅÅXÅ ,//$" ./1$ Âk~ÅÎ@ !k NÅ Å XXkÎÂ@ Å×k ×Îk ¤Õ Âk b ÝÎ@ b kÅÛ` b@¿@ÂÂkÅÎ x @¿@ÎÂXk x@~k@äk± /à k@ ×Î 8 "$ $" 8$$ ×Â@Îk @ ~×kÂÂ@ b ÅkXkÅÅk` × ¬Ýk k~Â@Îk k x~ b × ÂXX ¬Â¬ÂkÎ@ b@ k~ b Åk XΠ"ÂbÅα /à k@ ,@ÅÅ Õ¤±¤æ . 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