Corriere della sera

GIOVEDÌ 2 OTTOBRE 2014
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Giustizia
Battaglia Juve a Madrid
Vince l’Atletico di Simeone
Divorzio breve,
la legge pronta
tra una settimana
di Roberto Perrone, Mario Sconcerti
e Paolo Tomaselli alle pagine 46 e 47
di Alessandra Arachi
a pagina 19
L’Europa divisa Parigi si ribella ai vincoli di bilancio della Ue. Renzi: rispetteremo i patti, ma non bastano economia e tecnica
Strappo francese, Merkel non ci sta
Napolitano: «L’Italia supererà le sue debolezze». Il presidente Bce insiste sulle riforme
FIGLI E FIGLIASTRI
DELLE RIGIDITÀ
La Francia ha annunciato che
non rispetterà i vincoli europei
sul deficit. La cancelliera Merkel: fate i compiti a casa. Renzi:
rispetteremo i patti, ma non bastano economia e tecnica.
Nel 1964 picco di nascite Oggi sempre meno
di Danilo Taino
da pagina 2 a pagina 5
L
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
IMAGOECONOMICA, ANSA / CLAUDIO ONORATI
IL DISCORSO
SKY, OLYCOM
a decisione annunciata ieri da
Parigi, unilateralmente, di volere
ritardare di altri due anni il rientro
del suo deficit pubblico nei limiti
stabiliti dai patti europei è un
passaggio destinato a testare la solidarietà
tra i 18 partner dell’eurozona. A verificare la
tolleranza reciproca che ancora esiste tra i
Paesi al cuore della moneta unica,
innanzitutto la Germania, e i cosiddetti
periferici, tra i quali l’Italia e sempre più la
Francia. Sarà una navigazione burrascosa.
Già ieri, Angela Merkel ha ribadito che non
ci può essere crescita senza conti pubblici
in ordine: si può prevedere che la posizione
di Berlino — ripresa poi a Bruxelles — nei
prossimi giorni sarà anche più netta. Ciò
nonostante, questa può essere l’occasione
per introdurre una nuova dinamica nella
gestione della crisi.
Le regole europee di stabilità sono
importantissime, ma non possono
diventare il feticcio contro il quale
schiantare l’eurozona se non si trova un
punto di mediazione tra chi non lo
sopporta e chi lo difende. Ed è la storia
stessa dell’euro a indicare metodo e
contenuto dell’approccio che Bruxelles e le
capitali nazionali possono seguire per
affrontare il momento critico di un’area in
semi-recessione e vicina alla deflazione.
Tra il 2003 e il 2004, proprio Germania e
Francia decisero di non rispettare gli
impegni presi con il Trattato di Maastricht
sui loro deficit: segno che possono esserci
passaggi economici e politici che in casi
eccezionali spingono in quella direzione. E
ciò che valse per due capitali dai muscoli
robusti non può non valere oggi per altri se
ciò ha una giustificazione. Berlino, però,
usò lo spazio di bilancio conquistato per
rendere meno dolorose le riforme,
soprattutto del mercato del lavoro, che in
quegli anni realizzò; Parigi non fece alcuna
riforma strutturale.
Una lettura dei patti europei flessibile per
quel che riguarda i tempi in cui rispettarli
potrebbe dunque avere un senso se legata a
impegni precisi, contratti stipulati a
Bruxelles tra Paesi, sulle riforme da fare ai
livelli nazionali.
I bimbi dell’anno record hanno 50 anni
di Margherita De Bac e Dario Di Vico
C
inquant’anni fa il record di nascite, il 1964 del baby-boom. Oggi il tempo
delle culle vuote, con il punto più basso di parti nel 2013. Il frutto di quel
primato sono il milione e 35 mila italiani che in questo 2014 hanno finora
tagliato il traguardo del 50°compleanno. Tra loro molti nomi celebri (nelle
foto in alto da sinistra la cantautrice Paola Turci, gli attori Valeria Bruni
Tedeschi e Antonio Albanese, l’ex calciatore ed allenatore Gianluca Vialli).
a pagina 23
Praticamente il doppio degli appena 514.308 bebè nati nel 2013.
continua a pagina 2
Una fatica d’Ercole
rilanciare la crescita
di Mario Draghi
a pagina 5
9 771120 498008
41 0 0 2>
ministri dell’Istruzione e dei
Beni culturali hanno varato il
progetto «Libriamoci»: una
manifestazione di lettura ad alta voce nelle scuole che si svolgerà il 29, 30 e 31 ottobre. Per
tre giorni, la parola si «librerà»
nell’aria per provare a risollevare le statistiche, che mostrano
un calo di lettori, in Italia, dal
49 al 43 per cento in soli tre anni, tra il 2011 e il 2013. A declamare pagine saranno scrittori,
cantanti, attori, sportivi.
A firmare la sospensione è il
prefetto. Ma ad annunciarla a tutta Italia è il ministro Alfano. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris
da oggi non lo è più per la legge
Severino, che così prevede per chi
ha una condanna per abuso d’ufficio. E lui: «Resisterò in strada».
alle pagine 10 e 11 Breda
Bufi, Piccolillo, Sarzanini
a pagina 21
● I CASI INTERNAZIONALI
SICUREZZA: VIA LA DIRETTRICE
LA CINA E LE LIBERTÀ NEGATE
QUEL PASTICCIO
HONG KONG, L’ALIBI
ALLA CASA BIANCA DELLA STABILITÀ
di Guido Olimpio
di Guido Santevecchi
I
I
l Secret Service, l’agenzia che
deve tutelare e proteggere il
presidente Barack Obama, ha
mostrato falle paurose. E alla fine
è arrivato il conto. La direttrice,
Julia Pierson, si è dimessa.
a pagina 12
STRATEGIE
La guerra all’Isis
(solo dal cielo)
che non rassicura
l’America
di Massimo Gaggi
«L’
Isis sta imparando rapidamente ad adattarsi ai
bombardamenti aerei degli Usa e
degli alleati: i soldati dello Stato
islamico si nascondono, si muovono di notte, si mescolano coi
civili». Giudizi allarmanti, pronunciati pesando bene le parole:
vengono dal Pentagono dove il
maggiore Jeffrey Harrigian ha
ammesso durante un recente
«briefing» coi giornalisti: «Abbiamo davanti un avversario
molto intelligente».
continua a pagina 27
Il sindaco de Magistris
sospeso subito
«Resisterò in strada»
L’iniziativa del governo: tre giorni di pagine ad alta voce con scrittori, attori, calciatori
I
UNIQA Assicurazioni SpA - Milano - Aut. D.M. 5716 18/08/1966 (G.U. 217 01/09/1966)
● GIANNELLI
Ritorno a scuola per far leggere i ragazzi
di Antonella De Gregorio
ANNO 139 - N. 233
capitalisti a Hong Kong sognano la socialdemocrazia, i
comunisti (cinesi) difendono
la stabilità del capitalismo di
Hong Kong. Ma negando elezioni
libere. Una bella contraddizione.
a pagina 26
IL COMMENTO
La parabola
del giustizialista
narcisista
di Marco Demarco
a pagina 26
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
2
Primo piano I conti pubblici
La Francia annuncia che non rispetterà i vincoli Ue sul deficit:
«Rigettiamo l’austerità». Merkel: «Fate i compiti a casa»
Flessibilità, duello Parigi-Berlino
Ai vertici
DAL NOSTRO INVIATO
Diventa frontale lo
scontro in Europa tra la Francia,
che pretende flessibilità nei vincoli di bilancio per poter rilanciare la crescita e l’occupazione con
gli investimenti pubblici, e la Germania, determinata a imporre misure di austerità e rigore finanziario ai Paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie. La Commissione
europea di Bruxelles si è subito
schierata con la cancelliera tedesca di centrodestra, Angela Merkel, frenando le aspettative del
presidente francese, il socialista
François Hollande, apparso in
passato spesso in linea con Matteo Renzi.
Il ministro delle Finanze francese, il socialista Michel Sapin, ha
annunciato di «rigettare l’austerità» raccomandata dalla Commissione e si è appellato al ciclo eco-
BRUXELLES
● Il presidente
della
Commissione
europea JeanClaude Juncker
(in alto), è un
sostenitore
delle misure di
austerità
● Il finlandese
Jyrki Katainen
(al centro),
commissario
Ue per gli Affari
economici, sarà
vicepresidente
con la
supervisione di
tutti i dicasteri
economici
❞
Il patto di
Stabilità e
crescita si
chiama così
perché non
può esserci
crescita
senza
finanze
solide
Cancelliera Angela Merkel (Afp)
gno di riportare in ordine i conti
pubblici. Prevedono tagli di spese
per 50 miliardi entro il 2017. Ma
vogliono più tempo da Bruxelles
sul disavanzo di bilancio per non
far pagare troppo la crisi ai francesi. «La nostra politica economica
non cambia — ha spiegato Sapin
—. Ma il deficit verrà ridotto più
lentamente rispetto a quanto previsto a causa delle circostanze
economiche: crescita molto debole e inflazione molto debole». Secondo il governo di Hollande il disavanzo dello Stato passerà dal
4,4% del Pil di quest’anno al 4,3%
nel 2015, al 3,8% nel 2016 per scendere al 2,8% solo nel 2017, cioè sotto il livello massimo del 3% come
preteso da Bruxelles. La Francia
avrebbe dovuto rispettare l’obiettivo Ue l’anno prossimo, grazie a
una precedente concessione di
due anni aggiuntivi rispetto all’iniziale 2013, ottenuta sempre
Moscovici, missione impossibile
assediato dai «falchi» del rigore
Il commissario francese difficilmente otterrà delle deroghe
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI L’uomo del giorno è Pier-
re Moscovici, il francese che deve fingere di sapersi comportare da tedesco, il pluridiplomato
tecnocrate (due lauree in economia e legge, poi Sciences Po e
Ena) che da ministro ha lasciato
correre il deficit francese facendosi bacchettare dalla Commissione e che adesso, indossata la
casacca di commissario, è chiamato a una missione impossibile: dare una mano agli ex colleghi a Parigi almeno quanto il
predecessore finlandese Olli
Rehn fece con lui, e allo stesso
tempo mostrarsi rigoroso per
non irritare Berlino e magari
perdere il posto.
Moscovici, 57 anni, figlio di
un grande sociologo romeno e
di una psicanalista di origine
polacca, questa mattina alle 9 si
presterà all’esercizio dell’audizione davanti al Parlamento europeo. Tre ore di domande e risposte con le quali la commissione Econ (Affari economici)
presieduta dall’italiano Roberto
Gualtieri (Pd) verificherà se Mo-
scovici merita davvero il posto
di commissario agli Affari economici e monetari.
L’ex ministro dell’Economia e
delle finanze francese si è preparato con cura, e per evitare
anche le più remote accuse di
conflitto di interesse ha già dichiarato ufficialmente ogni sua
attività passata e presente, compresa l’adesione alla Confraternita della Salsiccia di Boitchu
(associazione di salumieri del
suo collegio, a Montbéliard).
● L’editoriale
IN EUROPA FIGLI E FIGLIASTRI DELLE RIGIDITÀ
SEGUE DALLA PRIMA
Un piano riformista europeo
vincolante, approvato e monitorato da
Bruxelles — come immaginato dal
presidente della Bce Mario Draghi —
in cambio di flessibilità è un’ipotesi
che potrebbe evitare una scissione
verticale all’interno dell’eurozona, la
rottura ufficiale dell’asse Berlino-Parigi
e vedere un ruolo attivo di Paesi come
l’Italia che hanno bisogno sia di
riforme sia di manovrare un po’ il
bilancio. Fatti salvi i vincoli europei,
che se venissero ripudiati creerebbero
— come ha avvertito Draghi — sfiducia
diffusa nei mercati e nell’economia.
Il passaggio è stretto, la crisi è
diventata del tutto politica e mette in
difficoltà domestiche il presidente
francese Hollande come la cancelliera
Merkel. Se la situazione sfuggisse di
mano, la stessa Bce finirebbe stretta tra
veti nazionali incrociati,
impossibilitata a realizzare le iniziative
di stimolo che ha annunciato nelle
settimane scorse. Chiamata forte per i
leader europei.
Danilo Taino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
per la perdurante crisi economica.
Merkel è contraria a ulteriori
slittamenti. Li considera negativi
per la credibilità finanziaria e per
la stabilità della zona euro. «È importante che tutti rispettino i loro
impegni e obblighi in modo credibile». Katainen ha rafforzato il
concetto facendo sapere che il
ruolo della Commissione è di «verificare se i piani di bilancio sono
in linea con gli impegni presi dagli Stati». Da novembre al suo posto arriva il socialista francese Moscovici. Ma Merkel l’ha di fatto già
depotenziato mettendogli sopra,
al vertice della Commissione, tre
suoi fedelissimi sostenitori delle
misure di austerità: il presidente
lussemburghese Jean-Claude Juncker e due vicepresidenti come
Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis.
Ivo Caizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATO
Scrupolo lodevole, ma non è
sulla saucisse che si attarderanno i parlamentari a Bruxelles.
Davvero Moscovici può occuparsi dell’economia europea, visto lo stato in cui versa quella
francese, da lui peraltro guidata
fino all’aprile 2014?
Juncker e Merkel si fidano
talmente delle sue rassicurazioni — «tutelerò gli interessi dell’Europa intera, non della Francia» — che il socialista Moscovici dovrà riferire a due vicepresidenti del Partito popolare
europeo campioni dell’austerità, il lettone Valdis Dombrovskis
e il finlandese Jyrki Katainen.
In particolare, ogni decisione
di Moscovici sul budget degli
Stati membri (quello della Francia presentato ieri viola ancora
una volta i parametri di Maastricht) dovrà essere concordata
prima con Dombrovskis. La faglia più volte negata a Parigi tra
Europa del Nord (austerità) e
del Sud (accento su crescita e lavoro) si sta allargando, e Pierre
Moscovici si trova nella posizione più scomoda: in mezzo, e semiesautorato.
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
©T&CO. 2014
● Il francese
Pierre
Moscovici sarà
commissario
per gli Affari
economici
Il retroscena
nomico più negativo del previsto.
A Parigi non vogliono che tagli alla spesa pubblica aggravino la situazione, come è accaduto in Grecia dopo aver seguito le ricette di
Bruxelles. Sapin ha polemicamente chiesto all’Ue di imporre a Berlino di usare il suo «surplus» nell’interscambio commerciale per
rilanciare la crescita della zona euro. La Commissione si è finora limitata a richiamare la Germania
sul «surplus» in modo ben più
blando rispetto ai Paesi con alto
deficit.
Merkel ha subito replicato chiedendo al governo di Hollande di
«fare i compiti a casa», che per lei
significa attuare misure di austerità. Il commissario Ue per gli Affari economici, il finlandese Jyrki
Katainen, da sempre vicino alla
cancelliera, ha schierato la Commissione con lei.
A Parigi mantengono l’impe-
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
3
Le previsioni per l’Eurozona
IL DEFICIT
2014
In percentuale sul Pil
2015
La crescita del Pil
Germania
Italia
Francia
-1
-0,3
-2
-3
-3
-2,9
Italia
Eurozona
% del Pil
0
-4,4
-4,3
Francia
IL CONFRONTO
Il deficit sul Pil
0,6
0
-0,1
Germania
2015
2014
I dati per l’Italia, in %
1
-2,5
-2,3
Eurozona
LE STIME DEL GOVERNO
-4
Spagna
-5,6
-6,1
-5
-1,6
-1,0
Grecia
Portogallo
Cipro
-6
-4,0
-7
-2,5
-3
-5,8
-6,1
-2,9
-8
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Fonte: Eurostat, governo italiano e governo francese
Scatto d’orgoglio: il Pd ha più voti della Cdu
«Oggi sono stato tutto il
giorno a occuparmi della legge
di Stabilità, punto. Noi manterremo il vincolo del 3 per
cento. Il 23 ottobre al Consiglio
europeo di Bruxelles mi presenterò con le carte a posto,
ma non perché avrò fatto i
compiti a casa che chissà chi
mi chiede, ma perché avrò fatto le riforme che gli elettori mi
hanno chiesto nelle urne delle
Europee»: Renzi non vuole farsi trovare impreparato, ma non
vuole neanche soggiacere ai
diktat dei «rigoristi» europei.
Il premier è pronto ad andare a Bruxelles e a scontrarsi anche con la Germania pur di
portare a casa il risultato. «Io
stimo la Merkel», continua a
dire. Ma è anche vero che la situazione è cambiata. David Cameron, da cui sarà oggi, e che
pure non fa parte dell’euro, si
tiene lontano dalla politica au-
adesso è la politica che «conta
e i tecnocrati non contano
più».
Ma ciò nonostante, al contrario della Francia, l’Italia
«manterrà il vincolo del tre per
Scontro in vista
Il premier è pronto ad
andare a Bruxelles e a
scontrarsi anche con la
Germania
stera inaugurata nella Ue, Hollande ha annunciato che sforerà senza se e senza ma. Insomma, ormai il premier, che pure
non oltrepasserà la fatidica soglia del 3 per cento, qualche alleato in più ce l’ha. Senza contare che, come ha rivendicato
anche l’altra sera, nella Direzione del suo partito, il Pd ha
preso più voti della Cdu. E questo sul tavolo della Ue qualcosa
dovrà pur contare.
Certo, visto dall’Europa e dal
mondo il Pd di fronte alla Cdu
è piccola cosa, ma nel consesso europeo quei voti in più valgono. «Il mondo — dice Renzi
— chiede politica, non bastano l’economia e la tecnica. Occorre la buona politica». Un richiamo, nemmeno tanto implicito, alle politiche ultrarigoriste che la Germania ha
imposto all’Europa. «Torna
l’Italia», avverte il premier. Come a dire, scordatevi dei governi tecnici o simil tecnici a cui vi
siete abituati finora, perché
A Londra
● A Downing
Street
A sei mesi dalla
sua prima
visita, Renzi
torna a Londra.
In mattinata
l’incontro con
Cameron,
leader distante
dalla politica
austera
inaugurata
nella Ue
● Nella City
La giornata
londinese
prosegue con la
visita
all’Economist
e al Financial
Times e si
conclude nel
pomeriggio con
un intervento
alla Guildhall, il
cuore della City.
Il premier
illustrerà alla
stampa
finanziaria e
agli investitori il
cambiamento
in corso in Italia:
riforme e stato
di avanzamento
dei lavori
2013
2014
Corriere della Sera
Renzi ha più alleati
E rilancia la politica
contro i tecnocrati
ROMA
2012
Lo scenario dell’Unione
cento»: «da quel dato non ci
muoveremo». Ovvio. Perché è
ciò che gli serve per condurre
lo scontro con Bruxelles al
prossimo consiglio europeo.
Anche perché, per decisione
sua e di Padoan, comunicata a
Napolitano già da una ventina
di giorni, la legge di stabilità
non punterà a rispettare il pareggio di bilancio calcolato al
netto delle fluttuazioni dell’economia. È da tempo che sia
il premier che il ministro dell’Economia hanno deciso di
non ridurre il deficit e di non
far scendere il debito. Perché
punteranno tutti i soldi della
legge di Stabilità sulla crescita.
E non si sta parlando solo del
bonus di 80 euro. Ma punteranno anche sulla riduzione
del costo del lavoro che è l’altro
punto su cui Renzi si gioca la
partita della vita.
«La battaglia per la flessibilità ci permette di stare per tre
anni alle nostre condizioni e ci
consente di scambiare flessibilità con riforme, facilitando il
piano europeo di investimenti
da trecento miliardi». E siccome di Europa si parla, e di Italia
vincente in Europa, era inevitabile la telefonata di congratulazioni a capitan Totti: «Sei un
grande». E su questo non ci sono altri commenti da fare.
Maria Teresa Meli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ognuno fa per sé
E a Bruxelles
c’è vuoto ai vertici
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES Niente «liberi tutti», niente addii
all’austerità: rispettate gli impegni presi con
l’Europa, fa sapere Bruxelles a Francia e Italia, che in
casa propria vorrebbero tagliare le tasse e spendere
di più, per togliere fiato alla recessione. Nessuno lo
dice apertamente, ma sarebbe l’addio all’austerità,
forse il funerale del Fiscal Compact. E di tutto ciò su
cui veglia Berlino, custode del rigore. «Rispettare gli
impegni», dice Angela Merkel. Gli appelli partiti da
Roma e Parigi sono potenzialmente dirompenti,
forse già una tentazione per altre capitali. Parigi, con
il suo deficit quasi a briglia sciolta, rischia
probabilmente una procedura di infrazione — se
non altro come esempio per tutti — ma oltre a Roma
la fiancheggiano Atene, Madrid, Lisbona, forse altri
ancora. L’Europa unita non è mai apparsa così poco
unita. Anche se poi si negozierà, e quasi certamente
si troverà un compromesso. Il pareggio di bilancio
italiano rimandato al 2017? Per ora niente commenti,
risponde sorniona la Commissione europea, si vedrà
se corrisponderà alle raccomandazioni Ue.
Traduzione: no. O più precisamente, nelle parole di
Simon O’Connor, portavoce del Commissario Ue agli
affari economici e finanziari, Jyrki Katainen: «La
nostra posizione è che gli impegni vanno rispettati».
Il deficit francese sotto i limiti Ue (3% del Pil) solo
nel 2017 e non già oggi? Valuteremo, risponde
ancora la Commissione, l’importante è che si rispetti
il patto di Stabilità della Ue: traduzione, no al
quadrato. Così la ruota della storia compie un giro
completo: 11 anni fa, nel 2003, proprio Berlino e non
Roma o Madrid capeggiava almeno teoricamente la
lista dei futuri Pigs, i governi-porcellini incontinenti
e spendaccioni che sarebbero poi stati raggruppati
sotto quella sigla (Portogallo, Irlanda — o Italia —
Grecia e Spagna). Oggi sembra incredibile, ma fu
proprio così: nel 2003, Germania e Francia furono
additate dalla Commissione europea guidata da
Romano Prodi per aver infranto i tetti imposti al
deficit di bilancio dal patto di Stabilità e crescita, e
dal suo pilastro, il Trattato di Maastricht. Era quello,
ribadì Bruxelles, il nocciolo duro della comunità, la
ragione del suo stare insieme. Berlino lo incrinava?
Doveva pagare. Era già pronta e infiocchettata, la
procedura di infrazione voluta dalla Commissione
europea: ma quell’artiglio si trasformò in zampetta,
e poi in piuma, quando l’Eurogruppo decise che
certe infrazioni non sono tutto sommato dei peccati
mortali, e bloccò sul nascere la stessa procedura. Se
sei la prima potenza manifatturiera d’Europa, il
primo della classe, è difficile che i Lucignoli degli
ultimi banchi ti portino dal preside, anche se hai
rotto un po’ di gessetti. La Germania si rimise poi in
sella, facendo e non solo promettendo le riforme
strutturali; la Francia pure, ma ricascò malamente. E
l’ex piuma, tornata artiglio e frusta, punì i minori dei
Pigs, come Grecia e Portogallo. Il 15 ottobre, tutte le
leggi nazionali di Stabilità riviste e corrette
giungeranno a Bruxelles, e allora si capirà di più. Nel
frattempo, come se non bastasse il nebbione
generale, ecco la solare certezza di David Cameron,
premier britannico: «Dall’Europa otterrò quello che
serve alla Gran Bretagna». Che poi, sostituendo di
volta in volta la parola «Gran Bretagna», è
esattamente quello che sperano tutti gli altri,
ognuno per sé.
Luigi Offeddu
[email protected]
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
4
Primo piano Il bilancio dello Stato
Napolitano: l’Italia supererà le sue debolezze
Il capo dello Stato ai banchieri centrali della Bce: impegnati a superare le nostre fragilità strutturali
Draghi: necessario ridare fiducia a imprese e cittadini. «Le sfide? Occupazione, crescita, bassa inflazione»
L’agenda
● Ieri il
Consiglio
direttivo della
Banca centrale
europea
presieduto da
Mario Draghi, è
stato ricevuto
dal presidente
della
Repubblica
Giorgio
Napolitano
● A Napoli si
tiene oggi la
riunione
periodica del
Consiglio della
Bce. Si
regolamentera
nno gli acquisti
di prestiti
cartolarizzati da
parte di
Francoforte
Il vertice
DALLA NOSTRA INVIATA
«L’Italia supererà le sue
debolezze»: il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, rassicura così l’intero Consiglio direttivo della Bce che riceve a Villa Rosebery. Intervengono il governatore della Banca
d’Italia, Ignazio Visco, padrone
di casa della riunione a Napoli
della Banca centrale europea, il
presidente della stessa Bce, Mario Draghi, e il governatore della
Banca di Francia, Christian
Noyer.
L’Italia, aggiunge Napolitano,
«intende portare avanti con determinazione e accelerare un
chiaro impegno di superamento di sue debolezze strutturali, a
cominciare dall’elevato debito
pubblico». La sfida «numero
uno è aprire un nuovo sentiero
di forte e sostenibile crescita in
Europa. La nostra principale
preoccupazione è naturalmente
l’altissimo tasso di disoccupazione raggiunto nell’area euro e
soprattutto in alcuni Paesi come
l’Italia. Preoccupazione per il
presente ma anche in una prospettiva più lunga».
Sul compito «erculeo» di rilanciare la crescita, che si può
affrontare solo sviluppando gli
investimenti, e ridurre la disoccupazione insiste anche Draghi
intervenendo alla cena di avvio
nella Sala degli Ercoli a Palazzo
NAPOLI
12,6
Il presidente
della Repubblica
Giorgio
Napolitano
con il numero
uno della Bce
Mario Draghi,
alla sua sinistra,
e il governatore
della Banca
d’Italia
Ignazio Visco
ieri a Napoli
in occasione
dell’incontro
con il Consiglio
direttivo
dell’Eurotower.
Il titolare
del Colle ha
indicato come
priorità la
creazione
di lavoro (Ansa)
per cento la
disoccupazione
prevista in
Italia dal Def
per il 2014
-0,3
per cento
il Prodotto
interno lordo
nel 2014
secondo il Def
3
per cento
il rapporto tra
deficit e reddito
nazionale
previsto per
l’anno corrente
Reale della riunione del Consiglio direttivo che proseguirà oggi. Il presidente dell’Eurotower,
che si è intrattenuto più a lungo
con Napolitano, raccoglie anche
il richiamo del capo dello Stato
per un’iniziativa europea, pur
senza tralasciare le specificità
italiane legate all’esigenza di riforme strutturali. «Le priorità
europee sono anche quelle dell’Italia» afferma, ribadendo che
è essenziale «riportare la fiducia» nelle imprese e nei cittadi-
Discorso
Al Palazzo Reale di
Napoli Draghi ha detto
che la Bce è anche la
banca centrale dell’Italia
ni sul futuro dei conti pubblici.
Non è un problema di regole o
di flessibilità, chiarisce. «Non
dovremmo sederci agli opposti
lati del tavolo come nemici. Ma
dovremmo tutti sederci allo
stesso lato del tavolo, con le nostre sfide — alta disoccupazione, bassa crescita e bassa inflazione — dall’altra parte».
Anche Visco ha svolto un breve saluto, sottolineando come la
Bce abbia dimostrato di essere
pronta, se necessario «a imboc-
care strade inesplorate. Il nostro
pensiero e i nostri sforzi, a Roma e a Francoforte devono essere sempre rivolti al benessere
delle persone e non ai parametri di formule astratti».
Napolitano, Draghi e Visco
parlano della coesione europea,
ma intanto, mentre a Bruxelles
si consuma lo strappo della
Francia rispetto al patto di Stabilità, al Consiglio direttivo della Bce si potrebbe oggi accentuare la differenziazione di posizioni dei Paesi più rigidi, Germania in testa, e quelli meno
severi, tra cui Italia e Francia.
Tanto più che la discussione, e
le decisioni, attese per questa
riunione, riguarderanno il piano di acquisto di covered bond,
obbligazioni bancarie garantite,
e di Abs, cioè di titoli cartolarizzati rappresentativi di prestiti
alle imprese e alle famiglie, che
non convincono in primo luogo
la Bundesbank e il suo presidente Jens Weidmann. Il quale
solo una settimana fa ha ribadito il suo no all’eventuale garanzia pubblica per gli Abs non di
prima qualità. Un’ipotesi questa, invece, che, come ha confermato al Corriere il ministro Pier
Carlo Padoan — che ieri ha partecipato alla cena a Palazzo Reale — è allo studio di ministero
dell’Economia e Banca d’Italia.
S. Ta.
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La paura di Napoli,
a Capodimonte
arrivano i «Block Bce»
NAPOLI Dovrebbero essere circa
in tremila a sfilare stamattina a
Napoli contro il vertice della
Banca centrale europea. Centri
sociali, liste di disoccupati, studenti e rappresentanze di antagonisti in arrivo da Roma oltre
che da Puglia e Calabria. I No
tav non ci saranno, non quelli
delle valli, almeno, ma la loro
bandiera dovrebbe sventolare
lo stesso: la tireranno fuori dagli armadi dei centri sociali napoletani, dove ne tengono conservate un paio.
La manifestazione l’hanno
chiamata «Block Bce». Un po’
2.000
gli operatori della sicurezza
coinvolti per garantire lo
svolgimento del vertice della
Banca centrale europea a Napoli
per dichiarare l’intenzione —
che tale rimarrà — di bloccare
il vertice, e un po’ per evocare
l’ombra dei Black bloc, entità
vaga buona per qualsiasi disordine che però stamattina non è
previsto che compaia.
I manifestanti saranno sorvegliati da uno schieramento di
forze dell’ordine talmente imponente (sono stati inviati rinforzi da Roma e da altre città)
da creare un rapporto di quasi
uno a uno: dovrebbe bastare
questo a indurre tutti a stare
calmi, ma tra i responsabili dell’ordine pubblico si nutrono
ugualmente timori che nem-
meno questo basti.
Gli organizzatori, che nei
giorni scorsi hanno chiesto
l’autorizzazione in questura e
di fatto l’hanno ottenuta (formalmente il questore non può
autorizzare un corteo ma può
vietarlo per motivi di ordine
pubblico e in questo caso non
l’ha fatto), sanno bene che c’è
un itinerario concordato: si sfilerà nella zona di Capodimonte, quindi la stessa in cui si svolge il vertice, ma bisognerà tenersi alla larga dalla strada che
porta verso la Reggia in cui sono riuniti i diciotto governatori. E sarà quando il corteo giungerà all’imbocco di quella strada il momento cruciale di tutta
la mattinata. Se lì qualcuno
tenterà di passare dovrà essere
fermato. Con le capacità di mediazione dei funzionari della
Digos di Napoli che hanno
grandissima esperienza nella
gestione della piazza, ma se
non dovesse bastare, anche fisicamente.
Una eventualità che però
non conviene a nessuno: Napoli oggi è blindata, e la zona di
Capodimonte poco si presta a
blitz violenti: è un’area molto
ampia e spaziosa, mancano
stradine in cui dileguarsi dopo
aver colpito, e uno scontro in
campo aperto, visti i rapporti di
forza, rappresenterebbe un suicidio per i manifestanti.
Il buon senso, quindi, dovrebbe fare escludere pericolose escalation. L’esperienza, però, fa temere ugualmente.
Fulvio Bufi
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
5
Il fabbisogno statale
Valori in milioni di euro
2012
2013
2014
La legge di Stabilità, che deve essere definita e
inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre, dovrebbe
avere un’entità fra i 15 e i 20 miliardi di euro.
+20.000
7
miliardi
0
-20.000
per la stabilizzazione
del bonus da 80 euro
2
calo del costo
del lavoro
1
per la scuola
-40.000
-60.000
68,6
-80.000
miliardi
Settembre
2014
-100.000
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
1,5
nuovi ammortizzatori
sociali
4-5
di spese indifferibili, dai nuovi
fondi per la cassa in deroga,
alle missioni estere al 5 per
mille
Dic
Corriere della Sera
Spunta la clausola sui conti statali
Il deficit garantito da aumenti Iva
In calo il fabbisogno dei primi 9 mesi. Missione a Bruxelles del direttore del Tesoro
Una nuova procedura per
deficit eccessivo, dovuta al mancato rispetto della regola sul debito, il «braccio preventivo» del sistema di sorveglianza, ma anche
una procedura dovuta alla permanenza di «squilibri macroeconomici» strutturali. Con il rinvio
del pareggio di bilancio al 2017
l’Italia, questa volta, corre un rischio doppio con la Ue. E visto
che lo strappo della Francia sui
tempi di rientro del deficit rischia
di complicare ulteriormente le
cose, rafforzando la linea del rigore, il governo sta intensificando al massimo la sua azione diplomatica. E offre alla Ue, in cambio di flessibilità, la blindatura
dei conti del futuro: un aumento
ROMA
dell’Iva e delle imposte indirette
di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 nel
2017 e 21,4 nel 2018 che scatteranno per garantire e mantenere il
pareggio di bilancio.
Dopo la visita del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan,
mercoledì scorso, al neopresidente della Commissione, ieri a
Bruxelles il direttore generale del
Tesoro, Vincenzo La Via, ha incontrato riservatamente il direttore generale degli Affari economici della Commissione, l’italiano Marco Buti, al quale ha consegnato l’aggiornamento del Def
approvato martedì dal governo. E
nonostante i rapporti con Bruxelles siano stati quotidiani in questi ultimi giorni, non deve aver
Il discorso
di Mario Draghi*
Il testo
● Riportiamo
qui la
traduzione di
uno stralcio
dell’intervento
del
governatore
della Bce Mario
Draghi ieri sera
a Napoli. Il
discorso di
saluto è stato
pronunciato
durante la
cena di gala
che si è svolta
al Palazzo
Reale in
occasione del
Consiglio Bce
Noi siamo la banca centrale
della zona euro, e pertanto siamo
anche la banca centrale per l’Italia, anche se i nostri incontri si
svolgono solitamente a Francoforte.
Non è la prima volta che il
Consiglio direttivo della Bce si è
radunato in Italia. (...) Ritrovarci
oggi a Napoli ci offre la terza occasione di avvicinare la Bce a
un’altra regione italiana.
Le manifestazioni annunciate
per domani, non lontano dalla
sede dell’incontro, ci ricordano
le difficoltà che stiamo attraversando nello sforzo di superare i
molti aspetti della crisi.
(...)
Siamo qui raccolti stasera nel
Salone d’Ercole, una sede che
ben si addice alla nostra attuale
situazione. Nel nostro ruolo istituzionale sia in Italia che nella
zona euro, spesso ci rendiamo
conto di dover affrontare una fatica di Ercole per rilanciare la crescita e ridurre la disoccupazione.
E proprio come Ercole quando si
ritrovò a combattere contro
l’Idra, anche noi abbiamo l’impressione, non appena superata
una sfida — come la crisi del debito sovrano — che di colpo ne
spuntino fuori altre due — come
la bassa inflazione e una debole
ripresa.
tratto una buona impressione se,
nelle stesse ore, il sottosegretario
agli Affari europei, Sandro Gozi,
ammetteva in Parlamento che «i
commissari sembrano pensarla
in modo diverso su un’applicazione più intelligente del patto
Ue». Per giunta, sembra di capire, il giudizio sui conti italiani lo
darebbe la Commissione uscente
entro fine ottobre, e non la nuova
L’obiettivo
Nel 2015 una manovra
espansiva finanziata
in deficit per circa
una decina di miliardi
che si insedierà a inizio novembre.
Per ora il governo rimane sulla
sua posizione, che sposta al 2017
il pareggio di bilancio e punta per
il 2015 ad una manovra espansiva
finanziata in deficit per una decina di miliardi di euro, per favorire
la crescita dell’economia, di nuovo in recessione. «Senza una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale sarebbe a
rischio» scrive Padoan nell’aggiornamento del Def. Per rispettare il programma di riduzione
del deficit concordato a suo tempo, nel 2015 sarebbe servita una
manovra netta da 15 miliardi, che
avrebbe tolto altri 3 decimi alla
crescita del Pil. E se si dovesse ri-
Draghi: la fatica di Ercole
per rilanciare l’Europa
Se mi consentite di estendere
la metafora, vorrei ricordare in
che modo Ercole riuscì a sconfiggere l’Idra: man mano che tagliava una testa, il nipote ne cauterizzava il collo. In altre parole, Ercole aveva capito che bisognava affrontare il problema sia in
superficie che alla radice. Ed è
proprio quello che occorre fare
oggi nell’area euro.
Siamo davanti, nello stesso
momento, a un problema ciclico,
cioè una domanda troppo bassa,
e a una sfida strutturale, ovvero
una crescita potenziale troppo
bassa. Ma solo affrontando contemporaneamente i vari problemi potremo generare una ripresa
sostenuta, assicurandoci che
nessuna nuova «testa dell’Idra»
rispunti all’improvviso da quella
appena mozzata. Questo significa che ciascuna istituzione è
chiamata a svolgere i propri
compiti e a rispettare gli impegni.
Per la Bce, abbiamo il dovere
di tener fede al nostro principale
impegno, che è quello di riportare l’inflazione sul 2 per cento, per
quanto possibile. Discuteremo
domani come possiamo avvicinarci a questo obiettivo. Tuttavia,
ne sono certo, siamo tutti d’accordo sul fatto che la politica
monetaria, da sola, non è in gra-
do di restituire la fiducia e di riportare l’area euro verso la crescita.
A questo punto del ciclo, la
chiave per una ripresa sostenuta
sta in un incremento degli investimenti. La politica monetaria
può svolgere un ruolo in questo,
abbassando il costo del capitale.
Ma gli investimenti dipendono
anche dalla certezza riguardo le
finanze pubbliche. Una riduzione dei tassi di interesse non incoraggerà le aziende a prendere denaro in prestito per investire, se i
loro margini di profitto vengono
erosi da una fiscalità più pesante,
o divorati da costi nascosti generati da normative superflue. Pertanto, anche le politiche fiscali e
strutturali dovranno fare la loro
parte.
Il problema principale in questo momento è davvero quello di
ricostruire la fiducia, che è fondata sul rispetto delle regole e
sulla creazione di certezze. È solo
quando si sentono fiduciose nelle finanze pubbliche e nella crescita del domani, che le aziende
sono pronte a investire oggi. In
tal senso, la fiducia è ciò che consente di anticipare al presente gli
effetti positivi a medio termine
delle riforme, riducendo così i
loro costi a breve termine.
Voglio essere chiaro: il rispetto
Carriera
Mario Draghi è
il presidente
della Banca
centrale
europea dal
novembre
2011. In
precedenza
(2006-2011)
è stato
governatore
della Banca
d’Italia
● Il commento
spettare anche la regola di riduzione del debito sarebbe stata necessaria una manovra monstre da
35 miliardi di euro, che avrebbe
ridotto il Pil di altri 0,8 punti. Cosa «né fattibile, né auspicabile»
dice il Tesoro. Meglio invocare le
circostanze eccezionali, innegabili, sperare in un atteggiamento
diverso della Ue e blindare il bilancio del futuro. Nella legge di
Stabilità ci sarà dunque la clausola di salvaguardia che prevede aumenti dell’Iva molto consistenti.
Ed evitabili solo con misure compensative. Si farà affidamento sui
tagli di spesa, ma anche su un
maggior recupero dell’evasione
fiscale, stimata dal Tesoro in 91
miliardi l’anno, che crescerà già
nel 2014 (11 miliardi contro i 10
previsti). Ieri, intanto il Tesoro ha
diffuso i dati del fabbisogno dei
primi 9 mesi del 2014, in calo rispetto all’anno scorso. Anche se
quest’anno il deficit (3% del Pil)
dovrebbe essere di poco superiore a quello del 2013 (2,8%).
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
delle regole non è un ostacolo alle riforme. A condizione che i Paesi si dotino di posizioni fiscali
sufficientemente solide, il Patto
contiene già la flessibilità necessaria per gestire i potenziali costi
di bilancio delle riforme strutturali.
Ma è anche importante sottolineare che questa interazione va
in entrambe le direzioni. Mentre
le politiche fiscali possono anche
sostenere le riforme strutturali,
le riforme strutturali sono essenziali per sostenere le politiche fiscali. Con un debito pubblico eccessivo in molti Paesi dell’area
euro, solo attraverso le riforme
strutturali — che rilanciano la
crescita potenziale, e quindi la
sostenibilità del debito — noi
possiamo creare gli spazi necessari per ricorrere alla politica fiscale in futuro.
(...)
Pertanto, come ha detto Jean
Monnet, non dobbiamo sederci
ai lati opposti del tavolo in veste
di nemici, bensì tutti come partner dallo stesso lato, mentre le
nostre sfide — disoccupazione
elevata, bassa crescita e bassa inflazione — saranno dall’altro lato
del tavolo. La tavola europea non
è un tavolo di negoziati dove ciascun Paese, ciascuna istituzione
riversa i suoi problemi. Dovrebbe
essere invece un tavolo di famiglia, dove ci raccogliamo tutti alla ricerca di soluzioni per i nostri
problemi comuni.
*presidente della Bce
( traduzione di Rita Baldassarre-Corriere della Sera)
Francoforte, i prestiti
e la strada stretta
del governo sul Tfr
di Stefania Tamburello
L’
idea lanciata da
Matteo Renzi di
utilizzare i prestiti
della Bce alle banche italiane
per consentire alle piccole
imprese di mettere in busta
paga ai dipendenti il Tfr, apre
non pochi dubbi di carattere
tecnico. Innanzitutto i prestiti
di cui si parla, il programma
di Tltro, sono finalizzati alla
concessione di finanziamenti
alle imprese per sostenere
l’economia e quindi per
progetti produttivi. Lo stesso
presidente della Bce, Mario
Draghi ha sottolineato come
la distribuzione di liquidità
alle banche a tassi
vantaggiosissimi, lo 0,15%,
debba essere indirizzata a
facilitare l’accesso al credito
così da incentivare
investimenti in grado di
sostenere la domanda e far
ripartire salari e prezzi. È pur
vero però che la Bce non
entra così nel dettaglio delle
condizioni di concessione dei
prestiti, lasciando alle
banche il compito «di far
bene il loro mestiere». Che
potrebbe anche essere quello
di finanziare una piccola
impresa sana, costretta a
rinunciare alla fonte di
autofinanziamento costituito
appunto dall’accumulo del
Tfr. Tutto dipenderà da come
verrà formulata la proposta
del governo. «Bisogna prima
capire bene la proposta e il
meccanismo complessivo»
dice l’amministratore
delegato di Unicredit,
Federico Ghizzoni, chiarendo
che secondo lui «quello di
Renzi più che una richiesta
tecnica è un messaggio: avete
preso questi soldi a prezzo
competitivo, adesso usateli».
Cosa comunque non facile
visto che Ghizzoni rivela
come l’Unicredit abbia
raccolto finora dalle imprese
manifestazioni di interesse
per soli 3 miliardi sui 7,7
ricevuti dalla Bce con la
prima tranche di Tltro.
Quanto infine al Tfr, viene
rivalutato dall’azienda l’1,5%
annuo più il 70% del tasso
d’inflazione che al momento
è ininfluente. Difficilmente il
finanziamento di una banca,
che calcola con selettività il
merito del credito, potrebbe
essere così basso.
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
6
Politica
Articolo 18, c’è il «paracadute» sociale
Il governo prende tempo sui correttivi
Dietro
le quinte
E ora Bruno
vuole occuparsi
di Italicum
Donato Bruno (FI) rinuncia
alla corsa per la Consulta (ha
fatto il beau geste, con tanto
di telefonata a Berlusconi)
però, ora che è certa la sua
permanenza in Parlamento,
potrebbe riconquistare il
posto ambito di correlatore
della legge elettorale a
Palazzo Madama, insieme a
Doris Lo Moro (Pd). Il
vecchio tandem Pd-FI
sull’Italicum, tuttavia, non
piace all’Ncd di Angelino
Alfano, che teme di rimanere
schiacciato dal «patto del
Nazareno» anche in I
commissione, dove si
limeranno le soglie e si
metterà mano al sistema di
scelta dei candidati. Con
Bruno alla Corte, la soluzione
naturale sarebbe stata quella
di affidare il ruolo del
relatore al presidente della
commissione, Anna
Finocchiaro (Pd).
(Dino Martirano)
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Zaccariotto,
per la Lega
un caso a Venezia
Autunno
veneziano.
Francesca
Zaccariotto,
presidente
della
Provincia
strappata
alla sinistra
dopo decenni, non ha
rinnovato la tessera della
Lega (lo racconta il Corriere
del Veneto) per dissapori
con il segretario Flavio Tosi.
E auspica primarie del
centrodestra per trovare il
sindaco. Il centrodestra
attende chissà quale
Cavaliere Bianco. Ma in sua
assenza, annuisce: «Una
candidatura credibile». I
guai arrivano parlando con
la Lega: «Non è la nostra
candidata». Fine? Mai dire
mai. Matteo Salvini, il capo
dei leghisti, è assai meno
tranciante: «L’ho appena
sentita. La Zaccariotto è una
risorsa vera. Con lei si può
giocare per vincere».
(Marco Cremonesi)
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Il tweet sfuggito
E la lista Tsipras
rinuncia al blogger
Il Gruppo della sinistra
all’Europarlamento (dove
siede anche la Lista Tsipras)
ha ammesso l’errore: il
blogger egiziano Alla Abdel
Fattah, che su Twitter aveva
invocato l’uccisione «di un
buon numero di israeliani»,
non può essere proposto
per il premio Sakharov. La
presidente del gruppo ieri
ha convocato una riunione
e, all’unanimità, è stata
decisa la marcia indietro.
Sempre all’unanimità,
qualche giorno prima, il
gruppo aveva scelto il
blogger: «Ma ci era sfuggito
quel tweet» dicono ora a
Bruxelles.
(Massimo Rebotti)
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L’ipotesi di partire dai lavoratori senza figli nei licenziamenti economici
Il governo frena sull’emendamento che dovrebbe
modificare le regole per i licenziamenti nel Jobs act, la riforma del lavoro all’esame del Senato. E in parallelo studia una
clausola che potrebbe attutire
l’impatto sociale del nuovo articolo 18. Ad approfondire questo capitolo, una new entry rispetto ai temi discussi finora, è
Veronica De Romanis, uno degli economisti che Matteo Renzi ha portato questa estate nella
sua squadra. La clausola riguarda i cosiddetti licenziamenti economici, quelli che dipendono dall’andamento negativo dell’azienda. E dice che
quando un’impresa decide di
licenziare deve partire dai lavoratori socialmente meno deboli: chi ha una famiglia a carico,
ad esempio, rischierebbe meno di chi non ha figli. Questa
strada viene seguita in Italia
per i licenziamenti collettivi,
quando in caso di crisi le procedure vengono concordate
con i sindacati. Trasferirla anche ai licenziamenti individuali, regolati dall’articolo 18, significherebbe seguire il modello della Germania. Un Paese
che la stessa De Romanis conosce bene, avendoci vissuto per
alcuni anni e sul quale ha scritto paio di saggi. E anche un
dettaglio che spiega quel «modello tedesco» sul quale lo
stesso Renzi ha insistito più
volte parlando proprio di lavoro.
Resta però da vedere dove e
quando la clausola potrebbe
materializzarsi. Sembra perdere quotazioni l’emendamento
che il governo dovrebbe presentare per portare dentro il
Jobs act il documento votato lunedì scorso nella direzione del
ROMA
La vicenda
● Dopo il voto
alla direzione
nazionale del
Pd si apre nel
governo un
dibattito
sull’ipotesi di
preparare un
emendamento
al disegno di
legge delega
sul mercato del
lavoro che
inglobi le
modifiche
all’articolo 18
promosse dal
premier Matteo
Renzi
● Questo
emendamento
potrebbe
anche
diventare solo
un ordine del
giorno, ossia un
semplice
impegno preso
davanti al
Parlamento:
una soluzione
gradita ai
centristi
dell’Ncd,
determinanti
con i loro voti
per far passare
la riforma in
Senato
Italia mia
Pd. Il governo si è impegnato a
mantenere aperta la strada del
reintegro per i cosiddetti licenziamenti disciplinari, quelli
che dipendono dal comportamento del lavoratore. Era questa l’apertura che lo stesso Renzi aveva gettato fra i piedi della
minoranza del partito, pur rivendicando poi di aver fatto
passare la sua linea. Ma l’emendamento in questione potreb-
be essere «degradato» a semplice ordine del giorno: non
una vera e propria modifica
delle legge, ma un semplice
impegno politico preso davanti
al Parlamento che potrebbe anche essere lasciato cadere successivamente nel vuoto.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti lascia tutte le porte
aperte: «Ci stiamo ancora ragionando sopra». Il «suo» sot-
In Aula
Da sinistra il
sottosegretario
Bellanova, il
ministro del
Lavoro Poletti, il
vicepresidente
del Senato
Gasparri, il
ministro della
Difesa Pinotti
(Benvegnù)
Le parole di Vecchio, ma Scelta civica si dissocia
Camera, attacco ai commessi. Boldrini li difende
I commessi d’Aula? Per il deputato di
Scelta civica Andrea Vecchio sono dei
«protetti dalla politica, ridicolmente
vestiti in livrea come dei camerieri,
grottescamente remissivi e servizievoli
con i cosiddetti onorevoli, e che per
questa loro mansuetudine bovina
percepiscono buste paga da sogno».
Parole da cui ha preso le distanze Scelta
civica e che hanno scatenato la reazione
di Laura Boldrini: «Vecchio si permette
espressioni offensive con le quali, pur di
ottenere facile clamore, non esita a
gettare fango su chi lavora per le
Istituzioni».
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Le larghe intese ambigue
nella politica delle proroghe
di Corrado Stajano
C
hissà perché, vien detto
con sicumera, non esiste alcuna alternativa
politica a Renzi. Sembra
quasi un dogma. Assoluto, intoccabile. O forse è soltanto un
lamento di chi al ragionamento, al dovere di studiare passato
e presente, preferisce l’eterna
delega al salvatore del momento. Renzi viene rappresentato
come l’uomo dello stato di necessità, l’ultima spiaggia, il bagnasciuga. Dopo di lui il diluvio.
Adesso che la sua corda, si ha
l’impressione, comincia a sfilacciarsi, accanto alle critiche
autorevoli affiorano anche i
dubbi degli umili cittadini, forse suoi elettori. Le promesse,
infatti, sono rimaste tali, la demagogia spicciola non risolve i
problemi, nulla è accaduto, o
quasi. Le riforme da fare in
quattro e quattr’otto, strombazzate come da un altoparlante issato sul carretto in una fiera di
paese — è arrivato lui a cambiare l’Italia — sono state via via
prorogate nel tempo. I 100 giorni sono già diventati 1.000 e
hanno cominciato a suscitare
sospetti. E anche i famosi 80
euro (speriamo che abbiano veramente un seguito) sono serviti a poco, i consumi non sono
risaliti, chi ha avuto i soldi ha
pagato una bolletta o li ha nascosti sotto il materasso, riserva segreta per quel che può accadere, come in tempo di guerra.
I motivati attacchi al presidente del Consiglio degli ultimi
giorni, si è detto, hanno puntato sul suo carattere, tra il «Corriere dei piccoli» e i macchiaioli toscani, alla Renato Fucini,
sul suo modo di porgere, non
sul suo modo di governare. Si
dimentica che quella di Renzi è
la politica dell’io. Intorno a lui
si muovono, con poche eccezioni — Padoan e qualcun altro
— figure nere su uno sfondo
nero che contano poco o nulla
e in questi mesi hanno rivelato
a chi non se ne fosse accorto la
povertà culturale e politica della classe dirigente incapace di
comprendere, sembra, che
l’Italia è un Paese stanco, angosciato, con energie positive la-
tosegretario Teresa Bellanova
parla di «emendamento oppure ordine del giorno». Mentre il
ministro per le Riforme Maria
Elena Boschi dice che si potrebbe anche «ritenere sufficiente il testo della delega e tradurre l’accordo politico nei decreti delegati». Una strada,
questa, che piacerebbe molto a
Ncd, decisiva al Senato per far
passare la riforma. Non è solo
un modo per prendere tempo,
visto che in Aula si voterà la settimana prossima. Ma una strategia per aggirare il conflitto.
Di fatto significherebbe rinviare la questione dei licenziamenti alle norme attuative, che
spettano al governo e passano
in Parlamento solo per un parere. La minoranza del Pd
avrebbe meno armi per far pesare le sue perplessità.
Lorenzo Salvia
lorenzosalvia
sciate in un angolo. Può suscitare passione, emozione, voglia
di fare, di prender parte, la politica dei tweet, delle slide, degli
spot? Manca una voce alta, nutrita di cultura, che inviti al coraggio. Le cose fatte, malgrado
le vanterie, sono poche. La prima tappa della riforma del Senato non ha sortito alcun effetto in un momento di grave crisi
economico-finanziaria che resta sempre volutamente quasi
nascosta. All’Europa, il nostro
vero puntello, non interessa
nulla il bicameralismo vero o
mascherato di un Paese della
comunità. Interessa la legge di
Stabilità, piuttosto, strumento
essenziale di giudizio. E si sono
persi dei mesi con il grottesco
del Senato non più eletto dal
popolo.
Le promesse
Prevale un clima
ansiogeno ma dopo
molte promesse le
cose fatte sono poche
L’altro grande obbiettivo sul
quale Renzi si è impuntato è
stato la nomina di Federica Mogherini, sconosciuta ai più, come addetta alla politica estera
del Consiglio europeo. Renzi
non deve avere avuto neppure
per un attimo l’idea di indicare
persone al di fuori del suo cerchio magico, Emma Bonino,
per esempio. Prodi, anche, il
nemico dei 101, lo stile dell’Italia normale e civile: basta sentir
parlare il professore per tirare
un respiro di sollievo. Renzi ha
creato infatti un clima ansiogeno, con il suo linguaggio autoritario che vorrebbe essere moderno, televisivo, costruito sugli aut aut, le minacce, gli ultimatum.
E poi l’ultima stilettata, l’articolo 18. La giusta causa sarebbe
un ostacolo al crescere della
competitività. Ma, come ha
scritto sul manifesto, il costituzionalista Massimo Villone, «si
può seriamente sostenere che
si perseguono obiettivi di giustizia sociale e di eguaglianza
togliendo i diritti a chi li ha?».
In un’intervista a La Repub-
blica di domenica scorsa, Renzi
ha citato una decina di volte il
suo 40,8% di voti alle elezioni
europee. Ma si rende conto che
gli elettori hanno votato soltanto per il Parlamento europeo,
che non gli hanno dato per nulla il mandato di cancellare i diritti, le conquiste sociali e civili,
la Costituzione? Grillo, il suo
maggior propagandista a quelle elezioni — portatore di paura — si è placato, il suo elettorato ha in parte capito e si sta
svuotando, la sinistra potrebbe
cercare di ricomporsi, il sindacato ritrovare l’unità. In quell’intervista il problema nodale
dell’oscuro patto del Nazareno
non è mai affrontato. E il nome
del convitato di pietra, Berlusconi — dai servizi sociali nell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone a ospite d’onore a
Palazzo Chigi — non viene mai
fatto. Pesa l’ambiguità delle larghe intese quando i principi
politici, sociali, morali, civili
non collimano. Non basta la
giovinezza a risolvere i problemi provocati dai «gufi» che ossessionano Renzi.
«A parlare coi giovani non c’è
gusto», ha scritto un grande
scrittore ingiustamente dimenticato, Francesco Biamonti, nel
suo «Le parole e la notte».
«Non sanno i mondi che sono
caduti sulle nostre spalle».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
MILANO - Via Manzoni, 46
7
BOLOGNA - GENOVA - PIACENZA - PALERMO
8
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
POLITICA
● La Nota
di Massimo Franco
LA CRESCITA
INVOCATA
COME ANTIDOTO
ALLA CRISI
Il retroscena
di Monica Guerzoni
La vicenda
● Lunedì
la direzione
del Pd ha
approvato, con
maggioranza
dell’80%, la
relazione di
Matteo Renzi
sul Jobs act:
130 sì, 20
contrari e 11
astenuti. La
linea del
premier e
segretario
include
l’abolizione
dell’articolo 18
● La prossima
settimana è
previsto il voto
nell’aula di
Palazzo
Madama sul
Jobs act,
che è stato
approvato in
commissione
Lavoro il 18
settembre. La
maggioranza di
Renzi conta
168 voti, 7
sopra il quorum
● Nel Pd, la
minoranza
è contraria
all’abolizione
dell’articolo 18.
Ma il fronte di
chi si oppone
al segretario
è diviso e le
aperture
di Renzi
potrebbero far
convergere
diversi
dissidenti
ROMA — «Ma quale scissione, quale partito di D’Alema...
Far cadere il governo? Non ci
penso proprio, non mi interessa. Io resto nel Pd con tutti e
due i piedi ben saldi, anzi tre.
Ma non mi vengano a insegnare come si sta in un partito
quelli che hanno fatto parte dei
101». Sono le sei del pomeriggio, Pier Luigi Bersani riesuma
lo spettro del tradimento di
Prodi e allude a un coinvolgimento dei renziani. Ha voglia
di sfogarsi, ma anche di ragionare di lavoro, emergenze economiche e coperture, che per
lui non ci sono.
Approda a Montecitorio e
subito smentisce progetti di
rottura: «Io le cose voglio cambiarle da dentro e dove non sono d’accordo lo dico, ma quando voto non ho bisogno di farmi spiegare la ditta dai neofiti». Che farà sul Jobs Act? «Si
discute, si presentano gli
emendamenti, ma poi si sta
con il Pd». Niente strappi dunque, la notizia (applaudita dai
renziani) è che Bersani promette «lealtà verso il partito e il governo», sperando che il premier non ponga la fiducia e lasci al gruppo la libertà di presentare subemendamenti.
L’accusa di essere un conservatore non gli va giù e Bersani,
dopo aver spiegato che il riferimento al «metodo Boffo» riguardava «tutti» e non solo lui,
energicamente la ribalta:
«Questi innovatori non vengano a spiegare a me come si fanno le riforme. Perché io ne ho
fatte più di loro. Prima le ho
fatte e poi le ho annunciate».
Tono di sfida e umore di uno
che si sente tirato per la giacca,
da sinistra: «Mi vengono a dire
“o il Pd lo condizioniamo da
dentro o dovremo andare da
soli”...».
Ma il sogno di un nuovo par-
L’
dinamiche della Commissione Ue e quelle di
Francia e Italia, costretta a rivedere i suoi calcoli
di fronte all’abbinata negativa di deflazione e
recessione.
Il fatto che Forza Italia incoraggi Renzi a seguire
l’esempio di Parigi «rompendo il tabù del 3 per
cento» nel rapporto tra deficit e Pil sa di
demagogia. Il sottosegretario Graziano Delrio
sembra dargli ragione quando spiega che «in
questo momento servono politiche per la
crescita»; e rifiuta «l’utilizzo della parola
austerity. Serve più disciplina che rigore».
Rischia tuttavia di essere un dibattito
nominalistico, che non cancella la durezza della
crisi: in particolare per il nostro Paese.
Le parole del ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan, sono drammatiche: evocano la Grande
accenno di ribellione della Francia
contro i vincoli finanziari europei
può apparire una solida stampella per
il governo italiano. Asseconda infatti
la tesi di quanti, come Matteo Renzi,
ritengono che l’austerità vada temperata, se non
disdetta. In realtà, il comportamento di Parigi
sottolinea soprattutto l’ipoteca che l’ascesa delle
forze populiste alle elezioni europee di maggio
sta mettendo alle agende delle politiche
economiche dei singoli Stati. Rappresenta
dunque un segno di estrema debolezza, non di
forza. La «sindrome francese» riflette un
malessere destinato a tendere i rapporti nell’Ue
ma non a migliorare la situazione.
Per questo, il sogno di un asse franco-italiano è
suggestivo quanto controverso. Significa
sottovalutare l’egemonia tedesca in Europa: di
quella Germania che ieri, con la cancelliera
Angela Merkel, ha ribadito che «la crisi non è
alle nostre spalle»; e che «i Paesi devono fare i
compiti per il loro benessere»: un allarme
dovuto anche alle crescenti difficoltà di Berlino.
La coincidenza con l’annuncio di palazzo Chigi
che il pareggio del bilancio sarà rinviato al 2017 è
casuale. Ma evidenzia la sconnessione tra le
La mano tesa
Il capo dello Stato incontra la Bce
e tende la mano a Renzi
Il ministro Padoan
evoca fratture sociali
Depressione Usa del 1929. Renzi si trova ad
affrontare le critiche del centrodestra per avere
«annacquato», è questa la tesi, la riforma del
mercato del lavoro. Quanto all’approvazione in
Senato, definita dal premier «una questione di
giorni», probabilmente lo è; ma con qualche
margine di elasticità. E non perché la minoranza
del Pd continui a minacciare di non votare il
cosiddetto jobs act. L’ex segretario, Pierluigi
Bersani, promette «lealtà». Le divisioni rendono
evanescente una fronda per affossare il decreto.
Aleggia la possibilità che il governo ricorra alla
fiducia. Ma per ora l’unica certezza è che le
opposizioni tenderanno a far slittare il «sì» a
dopo l’8 ottobre: se non altro perché palazzo
Chigi insiste su quella data. Lo si intuisce dalla
cautela del ministro per le Riforme istituzionali,
Maria Elena Boschi, la quale assicura che «non
c’è data tassativa». È un modo per smussare
resistenze che lo stile conflittuale di Renzi
alimenta. Ma il capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, gli tende la mano. Nell’incontro
avuto ieri a Napoli con Mario Draghi e il resto dei
vertici della Bce, ha chiesto di nuovo all’Europa
di imboccare il sentiero della crescita.
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Bersani tra rabbia e lealtà alla «ditta»:
voterò con il Pd, ma no a lezioni dai 101
La galassia
Le anime della minoranza del Pd: da chi ha aperto al dialogo con Renzi
ai più intransigenti
Matteo Renzi
Matteo
Orfini
(Giovani
Turchi)
NEO RENZIANI
Andrea
Orlando
Roberto
Speranza
Anna
Rossomando
Francesco
Verducci
Miguel
Gotor
(Area Dem)
DIALOGANTI
Micaela
Campana
Enzo
Amendola
Francesco
Boccia
Andrea
De Maria
Cecilia
Guerra
Maurizio
Martina
CRITICI
NON ALLINEATI
Giuseppe
Fioroni
RESISTENTI
Pier Luigi
Bersani
Massimo
D’Alema
Pippo
Civati
Gianni
Cuperlo
Cesare
Damiano
Stefano
Fassina
Alfredo
D’Attorre
Lucrezia
Ricchiuti
CIVATIANI
Corradino
Mineo
DISSIDENTI
Walter
Tocci
Corriere della Sera
tito non è il suo. Addossa alla
destra il peso della precarietà e
difende la Cgil: «Trovo profondamente ingiusto questo
schiaffo ai sindacati». Rimprovera al premier di prendersela
con tutti, dalla minoranza ai
magistrati, tranne che con Berlusconi, che «ha governato dieci anni». Racconta le notti passate a trattare con Monti e Fornero per difendere il reintegro
e dice che Renzi sull’articolo 18
lo ha impressionato: «Non mi
aspettavo di ritrovarmi in casa
‘sta roba qua. Incredibile. Assurdo presentare l’abolizione
come la palingenesi. E non mi
si dica che l’imprenditore è libero di licenziare perché poi ci
pensa lo Stato. Se un dipendente ti è antipatico te lo tieni, perché dietro c’è una famiglia». Il
Tfr in busta paga? «Andiamoci
molto cauti, quando ci si mangia oggi le risorse di domani».
E l’assegno di disoccupazione?
Qui Bersani sostiene che governo e Pd rischiano di «prendere
una facciata», perché i soldi
non ci sono: «Non si può raccontare che lo diamo a tutti come in Danimarca, è una cosa
assurda, che può mandarci
contro un muro. Con un miliardo e mezzo garantiamo l’assegno a 150 mila persone... Scherziamo? Ne servirebbero cinque
o sei». Quindi una frecciatina
per Marchionne, incontrato da
Renzi a Detroit: «Le critiche poteva farle sui Paesi in cui paga
le tasse e non sull’Italia. Il premier non glielo ha detto?».
E quando gli chiedono se
amici come Epifani e Stumpo
lo abbiano deluso, l’ex leader
difende la libertà di scelta delle
giovani leve, bersaniane e dalemiane: «La minoranza non è
un’organizzazione, è un’area
fatta di sensibilità e opinioni.
Non c’è una cupola, che ti obbliga a votare in un modo o in
un altro». Non siete spaccati?
«Tutti, chi si è astenuto e chi ha
votato no, abbiamo pensato
che si stava compiendo un passo avanti, ma non sufficiente».
Bersani prova a chiudere così la
coda polemica seguita alla direzione, dove la minoranza è
arrivata alla resa dei conti in ordine sparso e alcuni fedelissimi
suoi e di D’Alema hanno fatto
un passo verso il carro di Renzi.
Un riposizionamento che ha
ingenerato attriti e rancori, anche se i protagonisti smentiscono voltafaccia e tradimenti.
«Il Pd non è una casamatta — si
difende il dalemiano Enzo
Amendola — Sto in segreteria,
sì. Ma cosa c’entra? Abbiamo
trattato, Renzi ha fatto un’apertura e mi sono astenuto».
Quanto al D’Alema furioso, non
commenta: «Chiedetelo a lui.
I rapporti guastati
L’ex leader: «Da soli?
Non ci penso proprio»
I tanti rapporti guastati
nella minoranza
Questa storia dei vecchi e dei
giovani a me non interessa e se
qualcuno ha una questione
personale con Renzi, se la veda
lui. Io non faccio politica sui
rapporti personali». Per l’articolo 18, tanti rapporti si sono
guastati. Micaela Campana, un
tempo tra le «dem» più bersaniane, è in segreteria con Renzi
e si è astenuta. E così Stumpo:
«Chi era bersaniano è rimasto
bersaniano», assicura colui che
fu l’uomo-macchina dell’ex segretario. Ma il clima è tale che
Zoggia sente di dover garantire
per l’amico: «L’affetto di Nico
per Pier Luigi non è in discussione».
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L’intervista al dissidente 5 Stelle
Rizzetto contro Grillo e Di Maio: sbagliano sul lavoro, decida il web
MILANO Non fa marcia indietro. Anzi.
Walter Rizzetto, il dissidente
Cinquestelle che ha innescato la
discussione nel Movimento
sull’articolo 18 criticando la posizione
di Beppe Grillo (schierato a difesa
della norma dello Statuto dei
lavoratori), è sempre più determinato.
«Lo ribadisco: il problema non è
l’articolo 18, ma la disoccupazione»,
spiega il deputato, vicepresidente
della Commissione Lavoro.
Lei ha invocato un referendum
❞
Non
abbiamo
segretari
che dettano
la linea,
non siamo
un partito
interno al Movimento in tema di
welfare?
«Sì, ho chiesto di ampliare il dibattito:
Grillo è una parte importante,
fondamentale, dei Cinque Stelle ma
dobbiamo ascoltare i cittadini».
Ha sentito Grillo?
«No, non ho avuto il piacere di
sentirlo».
E i suoi colleghi?
«Ne discuteremo insieme in
Commissione e poi, spero, in
assemblea».
Ma Luigi Di Maio ha detto che «le
tutele vanno mantenute» e che
non si tratta di una sua posizione
ma di quella del gruppo
parlamentare.
«Non abbiamo segretari di partito che
dettano la linea, non siamo nemmeno
un partito. Per quanto mi riguarda i
segretari sono i cittadini, i meet-up, gli
iscritti sul blog: accetterò ogni
decisione verrà presa in caso di
referendum».
E cosa pensa della posizione dei
sindacati?
«Il sindacato, specie la Cgil, ha sofferto
una caduta verticale in termini di
consenso: dovrebbe pensare di più ai
propri errori e a quei lavoratori non
coperti dall’articolo 18 che all’articolo 18
stesso».
Grillo oggi si è detto contrario al Tfr
in busta paga.
«Sono d’accordo con lui: sarebbe solo
una misura populista».
Emanuele Buzzi
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
POLITICA
9
Berlusconi, la rete di protezione per Renzi
Il leader è pronto a dare il soccorso azzurro al governo sul Jobs act se fosse necessario
Ma per evitare l’abbraccio mortale farebbe mancare in Aula la presenza di alcuni dei suoi
Se davvero vorrà aiutare
Renzi nel delicato passaggio
parlamentare sul Jobs act, la
prossima settimana Berlusconi
dovrà essere assente piuttosto
che presente, dovrà cioè garantire al premier l’eventuale defezione dall’Aula di qualche senatore forzista, per compensare — qualora fosse necessario
— il voto contrario di qualche
dissidente democratico sulla
riforma del lavoro. Non è detto
che ce ne sarà bisogno, anzi è
probabile che il Cavaliere rimarrà ai margini di una sfida
giocata all’interno del partito
di maggioranza. D’altronde,
chi ha impiegato venti anni per
traghettare dal Pci al Pds ai Ds e
infine al Pd, non può nè vuole
tornare indietro. E comunque
il «soccorso azzurro», che è già
stato predisposto, sarebbe efficace solo se fosse contumace.
La verità è che Berlusconi
non può abbracciare Renzi,
perché lo farebbe cadere, e
ROMA
Il partito
Ormai la frattura
con Fitto è evidente,
presentati
emendamenti
nessuno si può consentire una
crisi di governo, tantomeno le
urne: primo tra tutti il Cavaliere, viste le condizioni in cui
versa Forza Italia. A preoccupare non è tanto il fixing settimanale dei sondaggi — che dà il
suo partito in discesa tra il 13 e
al 14% — quanto il dato tendenziale. Le analisi rivelano che la
caduta è determinata dall’aumento dei votanti, oggi rilevati
al 72%. L’iceberg dell’astensionismo si va insomma sciogliendo ma Berlusconi non
sembra in grado di intercettarlo. E senza un’inversione di
tendenza le proiezioni si fanno
allarmanti: se i votanti infatti
superassero quota 75%, Forza
Italia scenderebbe attorno al
12%, per crollare addirittura
sotto il 10% se l’affluenza alle
urne toccasse l’80%.
Sarà vero — come raccontano — che l’ex premier è ormai
concentrato solo sui problemi
di politica estera, come per
proiettarsi fuori dalle questioni domestiche dove ha perso di
centralità. Ma allora non si capisce perché — nonostante il
fallimento dell’«operazione
Lassie» — continui a premere
sul Nuovo centrodestra per sottrargli la «golden share» della
maggioranza. La resistenza
cortese degli alfaniani si è ora
tramutata in aperta ostilità, al
punto che ieri il coordinatore
di Ncd Quagliariello e il segretario dell’Udc Cesa hanno interrotto le trattative per gli accordi delle Regionali, chiedendo attraverso Matteoli — che
gestisce la pratica per conto di
Berlusconi — la convocazione
di un tavolo urgente.
E dire che l’Ufficio di presidenza di Forza Italia era stato
convocato (anche) per lanciare
la candidatura dell’azzurra
Wanda Ferro a governatore
della Calabria. Missione abortita. E Matteoli oggi non mancherà di sottolineare che
«mentre c’è chi lavora alle intese, c’è chi lavora a distruggerle». Un ragionamento che l’ex
ministro aveva fatto a Berlusconi per telefono, lunedì
scorso: «Silvio, così va tutto
per aria. E gli altri hanno ragione a far saltare tutto». E «Silvio» in quella occasione gli
aveva dato ragione, «hai ragione Altero», scaricando le responsabilità su alcuni dirigenti del partito. Già, ma allora
perché il Cavaliere non ha
bloccato le iniziative di scouting sul territorio?
Svolta per la Consulta
Violante-Caramazza
Oggi il voto: il cambio di Forza Italia
ROMA Svolta improvvisa per
l’elezione dei giudici costituzionali, anche se la prudenza è
d’obbligo, perché sono già state
consumate ben 15 fumate nere:
al sedicesimo scrutinio, convocato per questa mattina alle 9,
Pd, FI e Ncd hanno dato indicazione di votare per il dem Luciano Violante (che tiene duro da
molte votazioni) e per la «new
entry» Ignazio Francesco Caramazza, già sottosegretario all’Interno nel governo Dini
(1995) e avvocato generale dello
Stato, dal 2010 al settembre del
2012. Fu lui, nel luglio di quella
torrida estate di due anni fa, a
istruire, su mandato del capo
dello Stato, il conflitto davanti
alla Corte contro i magistrati
palermitani, decisi all’epoca a
non distruggere le intercettazioni in cui compariva anche la
voce di Giorgio Napolitano.
L’avvocato Caramazza è un moderato, ora indicato da Silvio
Berlusconi (e da Gianni Letta in
particolare), ma molto apprezzato anche a sinistra tra i parlamentari e i giuristi.
Il nuovo ticket è asimmetrico,
un politico e un tecnico. Però —
a sentire il capogruppo di Fi Paolo Romani, al termine dell’incontro con Silvio Berlusconi al
quale ha partecipato anche Re-
nato Brunetta — «le indicazioni
di voto sono queste e sono state
trasmesse a tutti i componenti
dei gruppi». Che quella di oggi
potrebbe essere la volta buona,
lo dice anche Ettore Rosato, segretario d’aula del Pd, che ha
fatto diramare un sms fotocopia
ai parlamentari del gruppo
dem. Tuttavia, in tarda serata, è
già entrato in azione il tam tam
dei «malpancisti», dell’uno e
dell’altro fronte: dopo la rinuncia di Donato Bruno (FI), che ha
rimesso la candidatura nelle
mani di Berlusconi, tutti giurano di voler rispettare le indicazioni dei rispettivi partiti votando la conferma del Pd, Violante,
e la novità di FI, Caramazza. Ma
oggi bisognerà contare fino all’ultima scheda perché il quorum è altissimo (570 voti).
Rinvio, invece, per l’elezione
dell’ottavo «laico» del Csm che
dovrà prendere il posto della
professoressa Teresa Bene (Pd),
giudicata non eleggibile dal
consiglio in quanto non in possesso dei titoli necessari. Oggi,
come invece era stato previsto
in un primo momento, non si
voterà per il Csm perché devono
decorrere i termini per eventuali ricorsi.
Dino Martirano
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Lega Nord Il nuovo responsabile immigrazione
Salvini: ecco Iwobi
farà più di Kyenge
Il segretario della Lega Matteo Salvini ha
istituito il dipartimento per la sicurezza e
l’immigrazione e nominato coordinatore Toni
Iwobi, militante bergamasco di origine
nigeriana, in Italia da 38 anni e leghista da 21.
«Farà più lui in un mese per gli immigrati
regolari che la Kyenge in una vita», dice Salvini.
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Così l’appuntamento odierno di Forza Italia rischia di trasformarsi nell’ennesimo duello
tra il leader e Fitto, che marcherà il suo ruolo di capo dell’opposizione interna, dichiarandosi contrario al modello congressuale adottato per il partito
e insisterà per l’adozione delle
primarie alle Regionali. Più volte Berlusconi ha smentito l’esistenza di contrasti con l’europarlamentare, peccato che ieri
Fitto abbia voluto evidenziare la
frattura, e a nome di tutta l’area
del dissenso abbia invitato i senatori di Forza Italia a votare «i
nostri emendamenti di segno
liberale» sul Jobs act, presentati a palazzo Madama in contrapposizione al gruppo. Il tentativo è di picconare l’asse del
Cavaliere con Renzi, per il quale
è stato predisposto il «soccorso
azzurro». Che non servirà, ma
se servisse...
Francesco Verderami
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Nel partito
● La linea
dettata
da Berlusconi
per FI prevede
un’opposizione
«responsabile»
al governo. Ma
c’è chi, come
Fitto, critica un
atteggiamento
«troppo
morbido»
verso Renzi
● Si sono poi
create tensioni
con Ncd, dopo
che nei giorni
scorsi si
era parlato
di un tentativo
di far tornare
con FI alcuni
parlamentari
alfaniani
10
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
POLITICA
Sospeso de Magistris, Napoli senza sindaco
L’annuncio di Alfano: sanzione di 18 mesi. La replica: «La sentenza? Salutatemela. Io non mi dimetto»
In una Napoli palcoscenico del mondo si consumerà oggi la fine del primo atto della
giunta de Magistris. Lui, l’ex pm
di Why Not, stamane, con la fascia tricolore sul petto, avrebbe
dovuto ricevere, oltre a Mario
Draghi e ai governatori delle
banche centrali, anche il capo
dello Stato, Giorgio Napolitano.
Invece non ci sarà perché ieri il
prefetto ha firmato la sua sospensione per effetto della legge Severino, dopo la condanna a
1 anno e 3 mesi per abuso d’ufficio (subita a causa delle indagini svolte dal consulente della
procura Genchi senza autorizzazione del Parlamento sui tabulati di politici che parlavano con
gli indagati di Why Not). In attesa della notifica che arriverà oggi, annuncia che «andrà a prendersi un caffè “sospeso”, per solidarietà con il caffè». Sulla sentenza ironizza: «Salutatemela».
E aggiunge: «Forse i magistrati
pensavano che fossi Mago Merlino perché potevo sapere che
delle utenze, che il mio consulente stava per acquisire, appartenessero a dei politici. Ma non
ROMA
Il verdetto
● Il 24
settembre Luigi
de Magistris
viene
condannato a 1
anno e 3 mesi
per abuso
d’ufficio. La
vicenda è quella
delle utenze di
alcuni
parlamentari —
tra cui Romano
Prodi,
Francesco
Rutelli,
Clemente
Mastella, Marco
Minniti e
Antonio Gentile
— acquisite
senza le relative
autorizzazioni
nel 2006,
quando de
Magistris era
pm a Catanzaro
e titolare
dell’inchiesta
«Why Not»
● La X sezione
del tribunale di
Roma,
presieduta
da Rosanna
Ianniello,
condanna
anche
Gioacchino
Genchi,
all’epoca
consulente
informatico
di de Magistris.
L’accusa,
rappresentata
da Roberto
Felici, aveva
chiesto
l’assoluzione
per il sindaco e
la condanna del
solo Genchi.
Il giudice
dispone però la
sospensione
condizionale
della pena, che
fa decadere per
de Magistris
l’interdizione
dai pubblici
uffici per un
anno
● La
sospensione
per il sindaco
arriva ai sensi
dell’art. 11 della
legge Severino,
che la prevede
per gli
amministratori
locali
condannati per
una serie di
reati, compreso
l’abuso
d’ufficio, anche
se la sentenza
non è definitiva.
A disporla
è il prefetto
lo sono e non so che farò». A
parte una certezza: «Non mi dimetto, continuerò ad essere sindaco fino al 2016. Sia pure per
strada tra i cittadini».
Ma al di là delle battute, c’è
grande amarezza a Palazzo San
Giacomo. Ieri, in un’animata
riunione che ha ridato «piena
solidarietà al sindaco», si è cercata una soluzione per il periodo di 18 mesi in cui de Magistris
resterà sospeso dall’incarico (in
caso di ulteriore condanna altri
12). La via c’è: resta in carica il vicesindaco, Tommaso Sodano,
suo fedelissimo. Ma la battaglia
Imbarazzo
Oggi avrebbe ricevuto
Draghi e banchieri
centrali: «Mi hanno tolto
dall’imbarazzo»
I sindacati
«Ora la città deve voltare pagina»
«Napoli deve voltare pagina». È
il duro attacco di Cgil, Cisl e Uil
al sindaco de Magistris nel
giorno dell’annuncio della
sospensione. I sindacati
descrivono una «città illusa,
ferita, divisa» con un «sindaco
e un’amministrazione
autoreferenziali, chiusi in se
stessi, con un elevato grado di
conflittualità istituzionale.
Napoli ha perso autorevolezza,
autonomia e il suo ruolo di
grande capitale del Sud, per
scelte sbagliate del sindaco».
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per defenestrare l’ex magistrato,
che sull’onda del consenso popolare acquisito con la vicenda
Why Not venne eletto sindaco di
Napoli il 31 maggio 2011, non è
certo giudiziaria, ma politica.
Così, tra i nomi alternativi,
spunta anche quello di Annamaria Palmieri, assessore alla
Scuola, gradito a Pd e Sel.
La bufera sulla giunta ha cominciato a soffiare ieri alle 16,
con l’intervento alla Camera del
ministro dell’Interno, Angelino
Alfano, che annunciava: per «de
Magistris vale il principio già
applicato che chi ha ricevuto
una condanna non definitiva
per una serie di reati nei quali è
compreso espressamente quello di abuso d’ufficio: è sospeso
di diritto da tutte le cariche elettive». Mentre per il suo vice Sodano, Alfano precisava, «la condanna in primo grado non comporta provvedimenti sanzionatori cautelari», e dunque «si
applica quanto previsto dalla
legge sulle Province, con la possibilità di supplenza del vicesindaco».
Un’accelerazione che de Ma-
Il ministro
❞
Principio
Vale
il principio
già
applicato:
è sospeso
di diritto
da tutte
le cariche
elettive
gistris ha accolto ostentando
ironia. Dando il benvenuto in
Comune all’artista Mazen Kerbaj, ha scherzato: «Conosce bene Napoli, facciamolo vicesindaco così risolviamo». E con determinazione a non mollare.
Mentre i social network si scatenavano con una battaglia tra sostenitori («Io sto con Luigi» ha
totalizzato 1.443 like) e oppositori («de Magistris dimettiti» ne
ha avuti 1.849). L’ex magistrato
che 11 anni fa indagò su una lobby politico-massonica e mise
sotto accusa Clemente Mastella,
e finito sotto processo a sua volta, tirò in ballo Napolitano, attende di vedere l’atto di sospensione, sicuro che «sarà breve».
Nessun rammarico invece
per il mancato saluto al vertice
Bce: «Forse temevano che avrei
fatto un discorso sul sistema
delle banche che ci sta strangolando — dice sorridente — non
l’avrei mai fatto. Avrei portato il
saluto della nostra bellissima
città. Ma almeno mi hanno tolto
dall’imbarazzo».
Virginia Piccolillo
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I provvedimenti e le polemiche
La Zona a traffico limitato
La raccolta differenziata
La Coppa America e l’inchiesta
Le corsie riservate per le bici
1
2
3
4
Il provvedimento con cui si è creata una
Zona a traffico limitato nella zona del
lungomare è stato apprezzato da molti
cittadini napoletani ma ha anche dato
adito a polemiche da parte di
automobilisti e commercianti che, nel 2013,
hanno protestato contro la Ztl
Il retroscena
di Fiorenza Sarzanini
ROMA La rivelazione risale a
cinque mesi fa, ma viene rilanciata nel giorno più «nero» da
quando Luigi de Magistris è a
palazzo San Giacomo. Mentre
il prefetto di Napoli Francesco
Musolino scrive il provvedimento di sospensione, viene
rilanciato da un sito internet
quanto l’allora sindaco aveva
raccontato il 9 maggio scorso
di fronte al tribunale di Roma:
il coinvolgimento di Giorgio
Napolitano nelle inchieste su
Tangentopoli.
All’epoca era apparsa una
sortita innocua, una dichiarazione utile a giustificare il proprio lavoro di pubblico ministero. Oggi, tirata fuori dopo le
accuse pubbliche rivolte da de
Magistris al capo dello Stato,
assume tutt’altro sapore. E
rende ancor più incandescente lo scontro istituzionale nato
dopo la condanna a un anno e
tre mesi inflitta al primo cittadino una settimana fa. Un clima di veleni che in questo modo non viene certamente ras-
C’è stata una guerra di numeri sulla
gestione della raccolta differenziata a
Napoli. Alcuni hanno sostenuto che nel
capoluogo campano la differenziata
fosse al 18% mentre per de Magistris il
dato è quasi arrivato «al 30%», tanto da parlare
di «miracolo laico»
Nel 2013, i pm di Napoli hanno aperto
un’indagine su presunti illeciti
nell’affidamento degli appalti per la
Coppa America a Napoli. Fra gli indagati,
Attilio Auricchio, capo di gabinetto
dell’ex sindaco e Claudio de Magistris, fratello di
Luigi e collaboratore non retribuito del Comune
Nel centro storico di Napoli, nel 2012,
comparvero dei disegni di biciclette
sul selciato per indicare corsie
riservate ai ciclisti. Nessun cordolo,
neppure una riga a delimitarne il
percorso, nessuna vera pista ciclabile. Con
proteste degli amanti delle due ruote
Quei veleni dell’ex pm
che durante il processo
arrivò a citare Napolitano
La scheda
Nel ‘93 i pm
napoletani
indagarono
su notizie,
rivelatesi
infondate,
di tangenti
pagate al Pci
partenopeo
per l’appalto
della
metropolitana:
nell’indagine, poi
archiviata,
comparve
il nome di
Napolitano
serenato.
Si torna dunque al palazzo
di Giustizia della capitale dove
de Magistris è imputato insieme al perito Gioacchino Genchi per abuso d’ufficio. È il
Corriere di Calabria, ieri pomeriggio, a rilanciare quanto
detto in aula da de Magistris
nella primavera scorsa. Durante la sua lunghissima deposizione l’ex pubblico ministero
ripercorre la conduzione dell’inchiesta «Why Not» quando
era in servizio a Catanzaro. E
per giustificare la scelta di
«secretare» alcune iscrizioni
nel registro degli indagati dichiara: «Siccome avevo elementi per ritenere collegamenti strettissimi tra gli altri
di Pittelli (avvocato indagato
in quell’indagine) con il procuratore della Repubblica,
tanto da fare una società col figlio del procuratore, ritenni di
secretare. Atto sicuramente
forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi
sono anche consultato, c’era
stato un precedente alla Procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo
oggi procuratore della Repubblica e un altro magistrato oggi componente d’esame, Quatrano, mi dissero che anche
loro durante l’inchiesta di
Tangentopoli procedettero a
secretare un’iscrizione, in particolare quella dell’allora presidente della Camera, Giorgio
Napolitano e secretarono per
evitare che ci potesse stare una
fuga di notizie».
La storia è vera, risale al dicembre 1993. Ma, come chiarisce lo stesso Quatrano, «le
modalità erano completamente diverse da quelle descritte da de Magistris». A ricostruire i fatti ci aveva pensato Pasquale Chessa nella sua
biografia di Napolitano «L’ultimo comunista», pubblicata
da Chiarelettere. Narra di
quando «l’imprenditore Vincenzo Maria Greco, interrogato in Procura, parlando di un
La deposizione
Il riferimento per
giustificare la sua
decisione di secretare il
nome di un indagato
Archiviazione
I fatti risalgono al 1993
e terminarono con
l’archiviazione. «Erano
solo un pettegolezzo»
appalto di 500 milioni di lire
per la metropolitana di Napoli, dichiara: “Pomicino ebbe a
dirmi che aveva preso l’impegno con il capogruppo alla Camera del Pci dell’epoca, onorevole Napolitano, di permettere
un ritorno economico al Pci”.
Un indizio? Pur non votando la
finanziaria, il Pci aveva approvato l’articolo per il finanziamento della metropolitana».
I pubblici ministeri Cantelmo e Quatrano iscrivono nel
registro un codice alfanumerico che nasconde l’identità dell’indagato, ma depositano nella cassaforte della cancelleria
una busta sigillata che contiene il nome di Napolitano. Poi
avviano gli accertamenti. Interrogano Pomicino che, come ricostruisce Chessa, «confessa di avere ricevuto fondi
dalla Metropolitana per le sue
campagne elettorali dal 1987
al 1990, ma nega di avere mai
consegnato mazzette a Umberto Ranieri su indicazione di
Napolitano. Le tangenti al Pci
napoletano, scandì Pomicino,
erano solo un pettegolezzo
messo in giro dal responsabile
della Metronapoli, l’ingegner
Italo Della Morte, che nel frattempo era deceduto».
Non ci sono dunque riscontri e l’indagine viene archiviata. Caso chiuso fino al 9 maggio scorso. Anzi, fino ai veleni
di ieri.
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
POLITICA
11
In piazza Luigi de Magistris, 47 anni, primo cittadino di Napoli dal 2011: al suo fianco in questa foto, scattata domenica scorsa, c’è il prefetto Francesco Antonio Musolino, che ieri ha proceduto alla sospensione del sindaco (Ansa)
Il personaggio
di Fulvio Bufi
L’ultima riunione con la sua squadra
«Mi prendo la prescrizione e torno»
I tentativi falliti di cambiare equilibri in giunta. Favorito alla successione resta il vice
La promessa: «Farò sempre l’amministratore, continuerò fuori dal palazzo»
NAPOLI Agli amici più fidati lo
ha detto: «Mi prendo la prescrizione e torno». Ma intanto
deve andarsene, e ora che è arrivato il momento è come se all’improvviso Luigi de Magistris
si fosse reso conto che tutti i
proclami, gli annunci, i propositi battaglieri sbandierati nei
giorni scorsi e ancora fino a ieri mattina, adesso sono solo
parole, buone per i titoli dei
giornali, ma poca cosa nel momento in cui la sospensione da
sindaco non è più un timore —
o «una possibilità ma non
l’unica», come diceva lui — ma
un decreto prefettizio con effetto immediato.
La storia di «fare il sindaco
per strada», per esempio: l’ha
detta e ripetuta perché gli piace assai, gli ricorda i giorni della bandana e della piazza plaudente, ma lo sa pure lui che Napoli è l’ultima città al mondo
che si possa amministrare con
le trovate a effetto. Qui se la
giunta barcolla se ne cade tutto, e perciò stavolta de Magistris, che in tre anni le decisioni importanti le ha prese sempre in riunioni ristrettissime
tra lui e il capo di gabinetto Attilio Auricchio, ha voluto tutti
intorno, gli assessori e pure i
consiglieri di maggioranza, oltre allo staff al completo.
«Dobbiamo riuscire a non far
pesare sulla città la gravità del
momento», è stato il suo messaggio. «Da domani dovrete ricominciare a lavorare in modo
ordinario, perché è di questo
che Napoli ha bisogno. La mia
sospensione sarà breve, ne sono sicuro, ma voi nel frattempo dovrete restare uniti. Coesione ci vuole, mi raccomando».
Un discorso da capo, che però male si concilia con i tentativi di cambiare gli equilibri in
giunta all’ultimo momento,
pur di non lasciare a Tommaso
Sodano, che è vicesindaco sin
dal primo giorno, il comando,
2011
Il 1° giugno
parte il
mandato di
sindaco di Luigi
de Magistris
235
È il numero
del decreto
legislativo
del 2012 sulla
incandidabilità
seppure temporaneo, di Palazzo San Giacomo. De Magistris
avrebbe voluto nominare suo
vice Auricchio, perché è l’unico del quale si fidi davvero. Ma
Auricchio è un colonnello dei
carabinieri che ha ottenuto
l’aspettativa per ricoprire un
ruolo da funzionario, non un
incarico politico. Fallito anche
il tentativo di far digerire il triplo salto mortale dell’assessore
alla scuola Annamaria Palmieri, la sola della giunta varata
dopo l’elezione a non aver rotto
con de Magistris, e di promuovere lei. Altro che coesione, era
un’idea che suscitava troppe
gelosie. Alla fine, per mancanza di tempo, rimarrà Sodano.
Che comunque è avvertito: «Io
farò il sindaco sospeso. Farò il
sindaco fuori dal palazzo ma
farò sempre il sindaco». Che
non è la stessa cosa di fare il
«sindaco per strada», perché
quello significherebbe stare
❞
L’ironia
Sul provvedimento che
mi riguarda, d’accordo le
varie parti politiche: sono
un uomo che unisce
❞
La preoccupazione
Dobbiamo riuscire a non
far pesare sulla città
la gravità del momento.
Ci vuole coesione
tra i cittadini — proprio lui che
è stato accusato spesso di essersi chiuso a Palazzo San Giacomo — e de Magistris, pure
se non lo ammetterà mai, è
consapevole che il gradimento
è in calo (a gennaio una indagine di Ipr Marketing per il Sole
24 Ore gli attribuiva 14 punti
percentuali in meno rispetto ai
giorni del successo elettorale),
al di là delle telefonate tutte benevole che l’emittente locale di
cui è ospite ogni venerdì sera
gli fa puntualmente arrivare.
Lui però ora è a questa «solidarietà dal basso» che si aggrappa per segnare la differenza tra l’affetto che dice di ricevere dai napoletani («Sono
contento per le testimonianze
che sto ricevendo in questi
momenti, non dai politici ma
dalla gente della strada») e il
«maltrattamento» che ritiene
di subire dallo Stato. Su quello
ironizza: «Sono riuscito per la
Numero 2
Il vicesindaco
di Napoli
Tommaso
Sodano
dovrebbe
prendere il posto
di de Magistris
● Il commento
Il polverone sollevato per coprire la condanna
di Marzio Breda
«F
rigido pacatoque animo»,
cioè con freddezza e
pacatezza d’animo.
Bisognerebbe ricorrere a quest’antica
massima giuridica (di solito evocata
nei processi come requisito di
premeditazione, ma qui valida solo
come indizio di un’atmosfera
psicologica) per spiegare gli umori del
Quirinale dopo le ultime «rivelazioni»
uscite dal vulcano de Magistris. In
quella filtrata ieri il sindaco chiamava
obliquamente in causa il presidente
per difendere il proprio lavoro di pm e
una scelta che a suo tempo fece di
secretare un’iscrizione nel registro
degli indagati, raccontando un vecchio
affaire giudiziario — archiviato perché
senza riscontri — cui si sarebbe
ispirato come precedente. E che
riguardava Napolitano, nella stagione
in cui fu alla presidenza della Camera.
Ora, senza per forza azzardare
retropensieri, la mossa dell’ex
magistrato si qualifica da sola. Rientra
nella logica di chi, per scansare gli
effetti di un’accusa o di una sentenza,
attizza polveroni mediatici tentando di
coinvolgere i bersagli più alti e alzando
il fuoco su di essi. Il questo caso, il più
alto possibile. Il capo dello Stato ne ha
avuto notizia a Napoli, in una giornata
cruciale per il Paese, mentre stava per
incontrare Mario Draghi e i vertici della
Bce. Non si ha notizia di reazioni sue o
dello staff. Quasi che, con un olimpico
distacco (o, appunto, freddezza), si
volesse sottolineare la totale irrilevanza
della faccenda. Ma di sicuro la sfida a
360 gradi ingaggiata da de Magistris
dopo la condanna è di quelle che
acuiscono certe intermittenti
inquietudini del Quirinale. Perché ha a
che fare con la deontologia della
funzione dei magistrati, con la loro
terzietà e con certe performance
dimostrate da alcuni una volta scesi in
politica. E poi non va dimenticato che
tutto questo accade a pochi giorni dalla
richiesta d’interrogatorio
confermatagli dalla Corte d’assise di
Palermo impegnata nel processo sulla
presunta trattativa Stato-mafia. Tra le
due cose non ci sono nessi. È però un
fatto che entrambe tengono alta la
tensione intorno al Colle.
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prima volta nella storia a mettere d’accordo le varie parti politiche sulla necessità di questo
provvedimento che mi riguarda. Posso definirmi a ragione
un uomo che unisce». Lo aveva
fatto anche prima che la situazione prendesse la piega che
ha preso. A chi gli chiedeva se
ci fossero novità, rispondeva:
«No, nessuna, ma se arriva la
sentenza salutatemela». E
quando ha ricevuto la squadra
di basket di Napoli, ci ha scherzato ancora: «Se mi sospendono vengo a giocare con voi».
Poi Alfano ha fatto quell’annuncio, e subito dopo a Palazzo San Giacomo è arrivata la telefonata dello stesso prefetto
Musolino. Un gesto di cortesia
istituzionale ma anche un atto
informale per dare al sindaco
l’estrema opportunità di dimettersi ed evitare così il provvedimento di sospensione. Ma
de Magistris lo ha ripetuto subito e per l’ennesima volta:
«Non mi dimetto, io sarò sindaco di Napoli fino alla scadenza del mio mandato». E c’è
una logica in questo comportamento: Luigi de Magistris
davvero ha per intero la possibilità di essere il sindaco di Napoli fino alla fine della consiliatura. I diciotto mesi di sospensione sa che non li farà
tutti, e non perché il Tar gli darà ragione se impugnerà il decreto. L’abuso d’ufficio per il
quale è stato condannato si
prescriverà al più tardi nella
primavera del 2015, e il processo d’appello potrebbe servire
soltanto a dichiarare l’estinzione del reato. A quel punto verrebbe a cadere automaticamente anche la sospensione
da sindaco e lui ritornerebbe a
Palazzo San Giacomo «nel giro
di pochi mesi». Certo, potrebbe rinunciare alla prescrizione
e subire il giudizio di secondo
grado. Ma ha già deciso che
non lo farà.
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
12
Esteri
Armato in ascensore con Obama
Ancora una clamorosa falla nella sicurezza. E la direttrice del Servizio perde il posto
La voce dell’uomo
della strada: «E’ Dio che protegge Obama». Anche perché, il
Secret Service, l’agenzia che deve tutelarlo, ha mostrato falle
paurose. E alla fine è arrivato il
conto. La direttrice, Julia Pierson, si è dimessa. Impossibile
per lei restare alla guida del Servizio. La veterana, 55 anni, nominata nel 2013 da Obama proprio per rimettere in piedi l’apparato, ha fallito. Possibile che
altri funzionari seguano questa
strada mentre il servizio è stato
affidato, temporaneamente, a
Joseph Clancy. Un agente speciale richiamato dalla pensione
e che per molto tempo è stato
membro dell’unità speciale, la
Presidential Protective Division.
Il disastro è sotto gli occhi di
tutti. Se uno squinternato o un
terrorista avesse tentato con
maggiore convinzione forse sarebbe riuscito a colpire. Non sono speculazioni ma fatti. Così
gravi da provocare lo sdegno
dei parlamentari. «È doloroso
lasciare ma è chiaro che il Congresso ha perso fiducia in me.
Le dimissioni erano la cosa più
nobile da fare», ha dichiarato la
Pierson. Del resto, nell’audizione di martedì, l’avevano scorticata per le sue spiegazioni deboli davanti ad accuse severe.
Nell’infinita serie di rivelazioni
è spuntato l’uomo con la pistola. Pochi giorni fa, Obama è in
visita al Cdc di Atlanta, centro
medico prestigioso. Qui si stu-
WASHINGTON
Intrusioni
● L’incidente di
Atlanta è
avvenuto tre
giorni prima di
un altro
clamoroso caso
rivelato questa
settimana dal
«Washington
Post»: il
42enne Omar
Gonzalez,
veterano
dell’Iraq
armato di
coltello, è
riuscito a
scavalcare la
cancellata della
Casa Bianca,
attraversare il
prato ed
entrare nella
East Wing, l’ala
della residenza
dove si trovano
gli uffici della
First Lady
diano anche le epidemie, compreso ebola. Il presidente sale
in ascensore insieme ad alcuni
agenti del Secret Service e all’usciere. Quest’ultimo inizia a
scattare foto. Si comporta in un
modo che non piace alla scorta.
Quando arrivano al piano lo interrogano e scoprono che ha
precedenti penali ma non si accorgono della pistola che porta
in tasca. Sarà lui stesso a consegnarla, poco dopo, al suo superiore che gli aveva appena comunicato il licenziamento in
tronco. Particolari sconcertanti
emersi grazie ad un nuovo scoop del Washington Post.
Julia Pierson
A Bruxelles Il Segretario generale
La storia di Atlanta è stata
preceduta da episodi tutti preoccupanti. Una coppia di imbucati al ricevimento ufficiale alla
Casa Bianca. Un tizio che spara
con un Kalashnikov contro le finestre della residenza nel 2011:
si accorgono dei danni solo dopo 4 giorni e tengono tutto nascosto. Omar Gonzalez, storia
recente, perfora la sicurezza fino ad entrare nella East Wing.
Lo blocca, quasi per caso, un
agente smontante. Ieri il New
York Times titolava un suo commento: «Il collasso del Secret
Le dimissioni
Julia Pierson: «È
doloroso lasciare ma è
chiaro che il Congresso
ha perso fiducia in me»
Jens Stoltenberg
è il nuovo capo Nato
Da ieri è il 13esimo Segretario generale
della Nato. Il norvegese Jens
Stoltenberg, 55 anni, laburista, premier
per tre mandati, subentra al danese
Anders Fogh Rasmussen. Noto come
uomo di dialogo e compromesso, ha
subito assunto un tono più conciliante
verso la Russia: un miglioramento delle
relazioni è possibile (foto Reuters).
Service». L’agenzia si aggrappa
alle attenuanti. Gli agenti scesi
da 6.900 a 6.300 o la riduzione
del budget da 1,9 miliardi di
dollari a 1,8. Numeri comunque
sufficienti per ridurre i rischi.
Julia Pierson si è assunta la responsabilità sperando che bastasse. Un deputato ha replicato: «Prego Dio che lei protegga
la Casa Bianca come sta proteggendo la sua reputazione». Non
c’era più tempo neppure per
quello.
Guido Olimpio
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● Il caso
Cane mangia gatto
Fattoria degli animali
a casa dei Le Pen
di Stefano Montefiori
J
ean-Marie Le Pen ama i
cani, naturalmente non
dei barboncini, e nella
grande residenza famigliare
di Montretout tiene alcuni
doberman; Marine
preferisce docili gatti di
razza bengalese. Le relazioni
già difficili tra l’86enne
fondatore del Front National
e la figlia di 40 anni più
giovane sono precipitate
giorni fa, quando uno dei
doberman ha azzannato e
ucciso una gatta di Marine,
che ha deciso allora di
traslocare a Saint-Cloud. I
comunicatori del Front
National non avrebbero
potuto trovare metafora più
efficace: che differenza tra il
vecchio e cattivo Jean-Marie,
torturatore in Algeria e
padrone di doberman
assassini, e la mite Marine
con le sue povere gatte
sbranate. Lo scontro
prevede un ultimo capitolo:
al congresso del partito a
novembre Marine Le Pen
potrebbe abrogare la carica
di presidente onorario, ed
estromettere una volta per
tutte il padre e i suoi
doberman dal nuovo, più
presentabile Front National.
@Stef_Montefiori
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
ESTERI
13
Diplomazie
di Antonio Ferrari
La svolta turca
e la guerra
contro Assad
Rabbia
Una donna
siriana
siede in un
minibus ad
Aleppo, dopo
l’esplosione di
un barile
bomba per
mano di truppe
del regime di
Damasco.
Secondo
l’Osservatorio
siriano dei diritti
umani, 180.000
persone sono
morte in Siria
dal 2011 (Afp)
O
ggi è il giorno
decisivo. Se non vi
saranno eccessive
resistenze, la Turchia
accetterà ufficialmente di
entrare nella guerra contro
il terrorismo, promossa
dagli Stati Uniti, sostenuta
dall’Europa e da una
coalizione nella quale
figurano almeno cinque
Paesi arabi.
E’ una svolta importante,
e il voto del Parlamento di
Ankara dovrebbe chiudere
una parentesi di ambigua
attesa. I numeri sui quali il
partito islamico moderato
Akp del presidente Recep
Tayyip Erdogan può contare
sono schiaccianti, e se
prevalesse il centralismo
democratico non vi
sarebbero dubbi. Ma
l’ambiguità avvelena i
corridoi dell’Assemblea
nazionale. La Turchia,
bastione orientale della
Nato, aveva chiesto e
ottenuto di non aprire le
proprie basi militari agli
alleati, perché aveva 49
ostaggi nelle mani dei
fanatici tagliagole dell’Isis:
tutti i dipendenti e i
famigliari del consolato di
Mosul, a partire dal console.
Ma ora che i prigionieri
sono stati liberati, pagando
un prezzo poco chiaro
legato a un opaco scambio
di prigionieri, Ankara ha le
mani libere e obblighi
internazionali da rispettare.
Tuttavia i dubbi persistono,
perché i passi che deve
approvare il Parlamento
turco non sono semplici.
Entrare in guerra significa
inviare propri soldati
all’estero, quindi prepararsi
a colpire fuori dal territorio
nazionale. Ma colpire chi? I
terroristi islamici, che il
governo non ha mai
seriamente combattuto,
aiutando gli estremisti con
ogni mezzo, in odio al
regime di Bashar al Assad
(un tempo amico di
Erdogan); consentendo poi
a volontari stranieri di
attraversare la porosa
frontiera con la Siria.
Ai deputati turchi si chiede
poi di autorizzare soldati
stranieri a utilizzare le basi
militari del Paese, di
consentire partenze aeree
per colpire obiettivi siriani e
iracheni, e di creare una nofly zone lungo la doppia
frontiera che separa la
Turchia da Siria e Iraq.
Il capo dello Stato si deve
dunque rimangiare la
propria rigidità, punendo
coloro ai quali aveva
dimostrato troppa
tolleranza. Ma Erdogan e il
suo partito hanno
commesso troppi errori nel
recente passato. Se vogliono
salvare la faccia sono
obbligati a non
commetterne altri.
[email protected]
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IRAQ E SIRIA
La rivolta del popolo sunnita
Così le tribù si battono con l’Isis
DAL NOSTRO INVIATO
Sono ormai trascorsi dieci giorni dall’inizio dei
raid alleati guidati dagli americani in Siria e quasi due mesi
dall’avvio di quelli in Iraq. Ma i
risultati sembrano scarni. Come
si spiega che lo Stato islamico
riesca a tenere botta e persino a
rilanciare le proprie offensive su
larga parte dei fronti? La domanda viene spontanea osservando le scene della battaglia tra
milizie curde siriane e guerriglia
jihadista sunnita dalle colline in
territorio turco di fronte alla cittadina siriana di Kobane. «Attaccano ancora per il semplice
motivo che manca coordinamento tra noi curdi siriani e comandi americani», rispondevano sino a due giorni fa i combattenti dello Ypg (la milizia cur-
MURSITPINAR
Tagliagole
«Sbagliate se credete
che lo Stato islamico
sia solo un gruppo di
estremisti tagliagole»
da). Ieri però per la prima volta i
raid Usa hanno colpito le colonne dello Stato islamico: si contano almeno 87 dei loro uomini
morti e una decina di mezzi distrutti. Eppure, l’attacco continua. Il pericolo che Kobane cada
resta reale. Tanto che i comandi
turchi spostano nuove unità corazzate sulla frontiera e studiano la fattibilità di «zone cuscinetto» in Siria.
Una spiegazione più convincente alle capacità di tenuta dello Stato islamico viene dai militanti dei vecchi gruppi della resistenza siriana contro la dittatura di Bashar Assad conosciuti
due anni fa nella regione di
Aleppo e che oggi vivacchiano
di espedienti tra i campi profughi e le cittadine turche a ridosso del confine. «La forza degli
estremisti sunniti viene dalla
Il gruppo
● Lo Stato
islamico è un
gruppo
jihadista attivo
in Siria e in Iraq,
nato nell’aprile
2013 a partire
da Al Qaeda
● Sono migliaia
i combattenti,
tra i quali molti
jihadisti
stranieri
provenienti
anche da
Europa e Usa
● Il leader, Abu
Bakr al
Baghdadi, si è
autoproclamato
Califfo: si
sarebbe unito
alla jihad dopo
l’intervento Usa
nel 2003
●
debolezza dei loro avversari.
Ma, soprattutto, nasce dalle radici profonde della rabbia popolare sunnita. Una rabbia esplosa
contro gli americani dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003. In seguito alimentata in modo differente, ma speculare, in Siria e
Iraq. Da una parte, la repressione terrificante della dittatura di
Damasco contro la sua gente ha
portato acqua al mulino dello
Stato islamico. Dall’altra, il settarismo del regime sciita a Bagdad ha metodicamente estromesso i sunniti», dicono a Gaziantep nella sede dei «Jesh al
Mujaheddin», una delle poche
milizie non radicali ancora attive. «Voi occidentali sbagliate
quando pensate che lo Stato
islamico sia solo un gruppo di
estremisti tagliagole aiutato dai
volontari folli che arrivano dall’estero. Il suo consenso principale viene piuttosto dai sunniti.
I confini della sua forza corrispondono con la geografia della
demografia mediorientale», sostiene Nahel Ghadri, che fu uno
dei leader dei comitati della rivolta popolare nella cittadina di
Ariha (a ovest di Aleppo). «Ci
10
giorni trascorsi
dall’inizio dei
raid contro l’Isis
in Siria. In Iraq
sono iniziati
quasi 2 mesi fa
sentiamo traditi. Speravamo negli americani. Ma non solo non
ci hanno mai aiutato a defenestrare quel criminale di Assad,
come avevano promesso con la
storiella delle linee rosse nel caso avesse usato le armi chimiche, soprattutto adesso con i loro blitz aiutano direttamente lo
stesso regime fascista che pure
dicevano di voler abbattere. Viene da impazzire!», esclama
Mohammad Khader, ex portavoce di una delle brigate di Jebel
km
200
TURCHIA
Kobane
Deir Ezzor
SIRIA
Damasco
Mosul
Tikrit
Falluja
Provincia
IRAN
di Anbar
GIORDANIA
Ramadi
Bagdad
ARABIA
Quartieri
SAUDITA
occidentali
LEGENDA
IRAQ
Roccaforti dell’appoggio
sunnita per l’Isis
Il commento
«Maradona ct con la kefiah». Ma chi paga per i palestinesi?
di Francesco Battistini
I
l corazón batte a tutt’e due: ai palestinesi
quando vedono Maradona e a Maradona
quando gli regalano una kefiah. E da anni
loro ci provano a ingaggiarlo: citì della
nazionale di calcio. Stavolta lo riscrivono un po’
di giornali arabi e russi. Citando l’ex capo della
sicurezza di Arafat, Jibril Rajub, che oggi fa il
presidente della federcalcio palestinese ed è
convinto (come contraddirlo?) che dare un Pibe
al popolo ormai sia più facile che dargli uno
Stato. Nel 2011 girarono le voci sicure d’un
ingaggio di Dieguito a Ramallah e un gruppetto
d’esuli andò ad aspettarlo fuori dall’albergo di
Dubai dove lui faceva l’allenatore, inkefiandolo.
La Mano di Dio fece la V con le dita, disse
d’essere «il vostro tifoso numero uno, sono
cresciuto lottando contro l’ingiustizia» ma alla
fine, don’t cry for me Palestina, smentì tutto.
Motivo? I soldi. L’Autorità palestinese vive d’aiuti
internazionali: complicato, spiegare ai donatori
arabi e europei l’uso di fondi destinati a cose più
urgenti del pallone. Tre anni dopo, nonostante
Abu Mazen non paghi i dipendenti da tre mesi,
dicono che la barriera finanziaria sarebbe
perforabile: allenatore solo fino a gennaio, per
la Confederation Cup asiatica. O mamma
mamma mamma, tutti innamorati son. A patto
che Maradona venga gratis. Se no, chi paga?
Zawya (la regione collinosa
presso Homs).
A seguire gli eventi sul terreno le loro parole appaiono illuminanti. In Siria i jihadisti cambiano strategie di combattimento per evitare i raid aerei, si nascondono tra i civili, ma non si
ritirano. In Iraq le loro colonne
continuano ad avanzare verso
Bagdad. Negli ultimi due mesi
hanno circondato e ucciso migliaia di soldati regolari iracheni: battaglioni interi sono stati
abbandonati alla loro sorte, privi di cibo, acqua e munizioni.
Guarda caso, i punti di forza dello Stato islamico stanno nelle
regioni sunnite di Ramadi e Falluja. Le maggiori tribù sono con
loro: forniscono uomini, cibo,
logistica e legittimità popolare.
Ormai sono a una quindicina di
chilometri dalla capitale e mirano ai suoi quartieri occidentali,
dove la maggioranza della popolazione è sunnita. I media locali dipingono scenari da incubo per il neo-premier sciita Haider al Abadi. L’esercito non
sembra aver imparato dalle recenti sconfitte. Gli ufficiali corrotti restano quasi tutti al loro
posto. Gli odi settari imperano. I
soldati che avevano disertato in
massa tornano a ricomporre le
loro vecchie unità, come nulla
Punti di forza
Non è un caso che le
regioni sunnite di
Ramadi e Falluja siano
due roccaforti dell’Isis
fosse stato. Ma loro teste di punta restano le milizie estremiste
sciite, spesso legate a filo doppio ai pasdaran iraniani, le stesse che massacrarono decine di
sunniti dopo la conquista della
cittadina di Amerli (grazie alla
copertura aerea Usa) un mese fa.
Unico fronte alleato che segna
qualche vittoria tangibile è
quello dei curdi iracheni, i soli
ad avere ottimi rapporti con i
comandi americani. Ma anche
qui le loro avanzate seguono linee demografiche. La liberazione della cittadina di Rabia due
giorni fa è stata aiutata dal fatto
che nel settore sono situati antichi villaggi yazidi e curdi. E Mosul, città a maggioranza sunnita
per eccellenza, resta saldamente
nelle mani dello Stato islamico.
Lorenzo Cremonesi
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14
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
Il reportage
di Guido Santevecchi
ESTERI
La Comune di Hong Kong
«Stiamo vivendo un sogno»
Il racconto di Ivan: sembra il comunismo, ma non quello cinese
I volti
● Ivan Cheung,
19 anni,
intervistato dal
Corriere, è uno
dei
manifestanti
della prima ora
e uno dei leader
studenteschi
della protesta
● I
manifestanti
hanno dato
l’ultimatum al
Chief Executive
di Hong Kong,
CY Leung:
«Deve
dimettersi
entro oggi,
altrimenti
comincerà
l’occupazione
dei palazzi
governativi»
● Ieri, 1°
ottobre, è stata
la festa della
fondazione
della
Repubblica
popolare
cinese.
L’inviato
speciale di
Pechino, Zhang
Xiaoming, ieri
era a Pechino
per un brindisi.
Ha
commentato:
«Il sole sorge
come al solito»
DAL NOSTRO INVIATO
HONG KONG Ad Admiralty, sul cavalcavia della superstrada, c’è
uno striscione con la scritta «Do
you hear the people sing?». Il
motivo preso dal musical «I Miserabili» è diventato la colonna
sonora degli studenti che da
cinque notti occupano la city. E
ieri la voce di questo popolo di
decine di migliaia di giovani ha
lanciato un ultimatum: «Il Chief
Executive di Hong Kong, CY
Leung, deve dimettersi entro
oggi, altrimenti comincerà l’occupazione dei palazzi governativi». Che farà a quel punto la polizia che dopo aver attaccato la
folla domenica sera è stata ritirata?
Sulle sei corsie di Harcourt
Road da giorni non passa un’auto. Solo il fiume calmo di ragazzi
in maglietta nera e fiocco giallo
del movimento democratico. E
ora sono spuntati gazebo per ripararsi dal sole afoso e dai temporali; e tende da campeggio,
perché in tanti passano qui la
notte. Da una canadese spunta
la testa occhialuta di Ivan
Cheung, 19 anni. Lui è un dimostrante della prima ora, ha cominciato con il boicottaggio
delle lezioni dieci giorni fa.
«Quella è stata la cosa più facile», ride. Ma poi, quando venerdì scorso hanno deciso di andare davanti al palazzo del governo, di scavalcare i cancelli, la cosa si è fatta dannatamente seria.
«Non eravamo più di duecento,
quando la polizia ci ha trascinato via uno a uno ho pensato che
fosse finita lì, sono state ore
brutte. Ma al mattino sono arrivati altri, in tanti. E poi c’è stata
la prima grande manifestazione
di domenica e la polizia ci ha attaccato e la gente in strada è aumentata ancora».
Dopo la violenza le autorità
❞
Divertirsi
non è
l’espressione giusta.
Io dico che
sono felice,
siamo felici
Hong Kong
è una
città che
discrimina:
tutti divisi
da affari,
studi, soldi
È successa
una cosa
mai vista: si
è mischiata
gente di tutti
gli strati
sociali
La notte dei
lacrimogeni
i genitori
sono venuti
a cercarmi:
«Non fare
pazzie»
Ucraina orientale
Bombe sugli studenti a Donetsk
Strage nel primo giorno di scuola
Era il primo giorno di scuola
nell’Est dell’Ucraina. Quello
che doveva essere un ritorno
alla normalità si è trasformato
in una strage, con bombe sulla
città di Donetsk che hanno
causato almeno nove morti,
decine di feriti e tanta paura
tra gli scolari, nonostante il
cessate il fuoco firmato a
settembre a Minsk. Il primo
lancio di razzi, attribuito dai
separatisti alle forze
governative, ha raggiunto una
fermata dell’autobus,
uccidendo sei persone. Poco
dopo, un colpo d’artiglieria è
caduto vicino a una scuola
dove si trovavano almeno 70
studenti. Mosca ha definito
l’attacco «una sfacciata
violazione del diritto
internazionale». L’esercito
ucraino ha smentito ogni
responsabilità. Per gli
osservatori di Amnesty
International «i ribelli che
collocano bersagli militari nei
quartieri condividono la
responsabilità della strage».
locali stanno usando la tattica
dell’attesa, pensano di far stancare i dimostranti e far perdere
la pazienza alla gente che non
prende posizione ma vede le
strade impraticabili, gli autobus
e i tram soppressi, i negozi e diverse banche chiusi. Tutto sommato qui a Harcourt Road, tra le
tende e i banchetti che distribuiscono biscotti e ventagli si socializza, ci si diverte un sacco, o
no? «Divertirsi non è l’espressione giusta, io dico che sono felice, siamo felici. Guardati intorno, siamo pacifici, non abbiamo
capi ma solo portavoce. Sai,
Hong Kong è una città che discrimina molto, tutti divisi dai
propri affari, dagli studi, dai soldi. Ma qui ora c’è mischiata gente di tutti gli strati sociali. Il mio
compagno di tenda fa l’operaio,
di giorno lavora da manovale, la
sera viene con noi. E poi ci distribuiamo i compiti e le cose, ci
preoccupiamo l’uno dell’altro e
tutti della nostra città. È una cosa che non avevo mai visto a
Hong Kong, dove la gente di solito si innervosisce nel traffico, ti
guarda male se solo la sfiori
camminando tra la folla: ora no,
tutti rilassati, sorridenti, uno
spirito che non credevo esistesse. Ho trovato che in queste strade che abbiamo bloccato c’è una
società di sogno».
Insomma, Ivan ci sta spiegando che davanti all’Admiralty è
nata una Comune? «Diciamo
che si è creata una forma di comunismo supremo, non il socialismo con caratteristiche cinesi di cui parlano a Pechino».
Ivan Cheung non è uno scemo, è figlio di un operaio che lavora con il martello pneumatico
per le fondamenta dei grattacieli che sono il vanto della Hong
Kong snodo finanziario del-
15
l’Asia. «La notte dei lacrimogeni, domenica, lui e mamma
guardavano in diretta tv, si sono
preoccupati e sono usciti a cercarmi. Mi hanno chiesto di non
fare pazzie, ma non mi hanno
detto di andar via con loro. Papà
è una brava persona, anche lui
vuole che Hong Kong sia democratica, ha deciso di rischiare il
suo futuro, che sono io, per questo. Non lo voglio deludere. Lo
so che non durerà a lungo, ma
per ora facciamo del nostro meglio e siamo felici».
Quanto pensate di restare?
«Se le autorità non ci rispondono dovremo alzare il livello della
protesta. Qualcuno suggerisce
di marciare sul palazzo del governo. A me sembra una cosa
difficile, perché la polizia a quel
punto non potrà stare a guardare. Bisogna pensarci».
Il 1° ottobre è la festa della
fondazione della Repubblica
popolare cinese. Mentre il centro di Hong Kong era occupato
da 550 mila persone che chiedono elezioni libere e le dimissioni
del proconsole cinese, lui, il governatore CY Leung, commemorava al chiuso. L’inviato speciale di Pechino, il signor Zhang
Xiaoming, durante il brindisi a
Hong Kong ha ostentato sicurezza: «Il sole sorge come al solito». Da Pechino guardano e
ammoniscono: «Un pugno di
persone sfida la legge e provoca,
alla fine pagheranno le conseguenze delle loro azioni», ha
scritto il Quotidiano del Popolo.
Girando abbiamo visto un altro
grande striscione che dà forza a
Ivan Cheung e alla sua Comune
di Admiralty: «We may say I’m a
dreamer, but I’m not the only
one». No, almeno per ora Ivan
sogna, ma non è solo: ieri erano
in mezzo milione.
@Guidosant
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
16
Cronache
Usa, incubo contagio
dopo il primo caso:
controllate 18 persone
Il paziente è venuto in contatto anche con bambini
Il paziente di Ebola ricoverato
a Dallas è stato in contatto con
alcuni bambini in età scolastica,
che in questo momento sono
sotto stretta osservazione sanitaria. È il governatore del Texas,
Rick Perry, a fornire questo risvolto. E l’America da ieri ha paura e ricorda le parole di Barack
Obama all’Onu: «Ebola peggio
del terrorismo». Gli esperti, comunque, escludono rischi epidemici dopo il primo caso di
Ebola diagnosticato in Texas.
Thomas Eric Duncan, questo
il nome del malato di Ebola nu-
mero uno degli Stati Uniti, si era
recato in un Pronto soccorso di
Dallas dopo avere iniziato a stare male e aveva detto al personale di essere rientrato da un
viaggio in Liberia. Tuttavia, gli
diedero solo degli antibiotici e
lo rimandarono a casa. La sorella, Mai Wureh, racconta i retroscena della malattia del fratello.
«Thomas — dice — è poi andato al Texas Health Presbyterian
Hospital due giorni dopo essere stato rimandato a casa. Era
peggiorato. Solo allora fu ricoverato». Quindi per 3-4 giorni,
già con i sintomi, è venuto a
contatto con altre persone. Circa 18, bimbi compresi. Le autorità indagano.
Ricostruito anche il viaggio
di Duncan: da Monrovia a Dallas, via Bruxelles, in Belgio. Ma i
sintomi li ha sviluppati 4 giorni
dopo essere arrivato a Dallas.
Nessun rischio quindi per chi
ha viaggiato con lui. Il rischio
contagio scatta quando compaiono i sintomi. Nove specialisti
del Centro per la prevenzione e
il controllo delle malattie (Cdc)
sono attualmente a Dallas per
Contagio Una bambina «sospetta» con gli operatori intervenuti in un villaggio vicino a Monrovia, in Liberia (AP Photo)
monitorare, ogni giorno e per
21 giorni (periodo di incubazione), chi ha avuto contatti con
Duncan. «Se compare la febbre,
subito isolamento».
Mario Pappagallo
@Mariopaps
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7.178
casi di persone
contagiate in
Africa, 2.800
solo negli ultimi
21 giorni. I
Paesi più colpiti
sono la Liberia,
con 3.696
contagi, la
Sierra Leone,
2.304, e la
Guinea, 1.157.
Fra Nigeria e
Senegal 21 casi
3.338
morti per
l’epidemia,
secondo il
bollettino
dell’Organizzaz
ione mondiale
della sanità,
aggiornato ieri.
Di questi 1.998
in Liberia, 622
in Sierra Leone
e 710 in
Guinea. Otto i
morti in Nigeria
e Senegal
208
WWW.VALENTINO.COM
operatori
sanitari sono
deceduti.
Prestavano
soccorso alle
comunità
africane. Si
tratta di medici,
paramedici,
infermieri,
tecnici e
ricercatori. Fra
costoro il
numero dei
contagiati è di
373
Sul Web
Nel Corriere.it,
Salute, il video
della
conferenza
stampa a Dallas
(Texas) sul
primo caso di
Ebola negli Usa
● L’intervento
Quei «camici bianchi»
primi martiri del virus
di Alberto Mantovani
C
ausa febbri emorragiche ed è spesso
fatale: il virus Ebola, oggi alla ribalta
delle cronache, è stato scoperto per la
prima volta nel 1976. I primi casi in Congo, in
un villaggio nei pressi del fiume Ebola da cui
il virus ha preso il nome, e in Sudan. Ora ci
troviamo di fronte ad un riaccendersi
dell’epidemia, per lo più in Liberia e Sierra
Leone, di proporzioni drammatiche. Secondo
i calcoli dei Centers for disease control and
prevention (Cdc) statunitensi, in questi Paesi
africani l’epidemia potrebbe arrivare a 20
mila casi a novembre, per poi toccare quota
1,4 milioni entro gennaio. Un aneddoto ci
dice che, con tutta probabilità, un punto
focale di espansione della malattia è stato il
funerale di un guaritore locale, al quale erano
presenti numerosissime persone. Curava i
malati di Ebola ed è morto contraendo lui
stesso la malattia. L’aneddoto è solo una delle
numerose testimonianze che ci ricordano
come, nella tragica conta dei morti, siano in
prima linea gli operatori sanitari: medici,
paramedici, infermieri, tecnici e ricercatori.
Fra coloro che prestano soccorso alle
comunità africane il numero di contagiati è
salito a 373, con 208 morti. Secondo una
tabella diffusa dall’Oms, il prezzo più alto
l’hanno pagato gli operatori in Liberia (182
infettati e 87 decessi) e Sierra Leone (113
infettati, 81 morti). Seguono Guinea (67
infettati e 35 vittime) e Nigeria (11 infettati,
nessuno morto). Uno studio pubblicato su
Science, che identifica a livello genetico e
molecolare il virus, si conclude così: «In
memoriam. Tragicamente, cinque co-autori
che hanno contribuito alla sanità pubblica e
agli sforzi di ricerca in Sierra Leone, hanno
contratto Evd (Ebola virus diseases) e hanno
perso la loro battaglia contro la malattia
prima che il loro manoscritto venisse
pubblicato (...)». Non è che l’ultimo caso
nella storia della medicina. Fra i più recenti
quello di Carlo Urbani, medico e
microbiologo marchigiano che identificò la
Sars e ne morì. La ricerca immunologica è
cruciale per arginare e sconfiggere il virus. Su
un duplice fronte: cura e prevenzione. Uno
dei due farmaci sperimentati e somministrati
negli Stati Uniti è un cocktail di anticorpi
monoclonali. E ci sono buone prospettive
anche per la messa a punto di un vaccino.
Importante farlo finché il ceppo di Ebola in
circolazione è così aggressivo, caratteristica
che paradossalmente ne limita la diffusione.
È come nell’antica favola greca della rana e
dello scorpione: non conviene allo scorpione
uccidere la rana che lo sta trasportando al di
là del fiume, perché morirà annegato lui
stesso. Attualmente sono in studio due
vaccini, uno dei quali è giunto in
sperimentazione clinica. Una corsa in cui i
fattori critici sono il tempo — fare in 3 mesi
un percorso che di regola richiede 10 anni —
e la quantità di vaccino eventualmente
disponibile. Le prime persone cui saranno
somministrati i vaccini? Gli operatori
sanitari: proteggere loro è il primo
indispensabile passo per arginare l’epidemia.
Direttore scientifico Istituto Clinico Humanitas
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
CRONACHE
Il premier sfida le società di calcio
«I poliziotti li paghino loro»
+14%
È l’incremento rispetto all’anno
precedente delle forze dell’ordine
impiegate durante l’ultima
stagione calcistica di serie A e di
serie B. È aumentato il numero
degli incontri con feriti
Renzi: alle squadre i costi degli straordinari. E i club minacciano lo sciopero
ROMA «Gli
Chi è
● Carlo
Tavecchio
(nella foto)
è stato
presidente della
Lega nazionale
dilettanti dal
1999 al 2014
ed è presidente
della
Federazione
italiana giuoco
calcio dall’11
agosto scorso.
Contestato per
le sue frasi fuori
luogo, è stato
eletto con il
63,63% dei voti
● Ha molto
criticato l’idea
del premier
straordinari delle forze dell’ordine impegnate negli
stadi devono essere pagati dalle
società di calcio, non dai cittadini». Il tweet del premier Matteo
Renzi lancia il voto di fiducia della Camera, oggi alle 17 (dichiarazioni di voto alle 15.30), sul decreto legge contro la violenza negli stadi. La politica tira dritto:
tecnicamente il decreto Alfano
vale per tutto lo sport, ma il testo
indica la totalità degli eventi che
innescano le misure del Gos
(Gruppo Operativo per la sicurezza, un’estensione del Viminale), cioè praticamente, al 99%, solo le partite di pallone.
E infatti il calcio, non a caso
unico bersaglio del tweet di Renzi, non ci sta: a breve la serie A si
riunirà in un’assemblea d’emergenza per decidere se passare
dall’attuale stato d’agitazione allo sciopero. Le altre leghe, la B e
la Legapro, seguono a ruota,
pronte a fermare il pallone se
non ci sarà almeno un confronto
prima della ratifica in Parlamento. Minacce vere, quasi ad invocare una sorta di compensazione
fiscale, il calcio spera che si possa almeno aprire una trattativa in
proposito. Magari a tema Irap, la
cui abolizione per i club era stata
buttata lì in estate dal presidente
della Juventus, Andrea Agnelli.
I motivi del subbuglio sono
solo di matrice economica: come
ha stabilito ieri la Commissione
affari costituzionali della Camera, l’onere dello straordinario dei
poliziotti in servizio negli stadi
spetta ai club, in soldoni una
quota di circa 25 milioni l’anno
da intercettare al botteghino
(dall’1 al 3% degli incassi) dopo
che si è deciso di depennare dal
testo il prelievo coatto su sulla totalità delle entrate, diritti tivù
compresi.
Oggi il decreto, che contiene
altri punti come il Daspo di gruppo o l’uso delle pistole elettriche,
❞
I cittadini
I costi
non vanno
addebitati
ai cittadini
ha lo step della fiducia alla Camera, poi dovrà passare al Senato ed essere convertito in legge
entro il 21 ottobre, pena la decadenza. Se l’iter sarà rispettato si
arriverà al nocciolo della questione: i club si occuperanno di
pagare per la sicurezza dentro e
fuori lo stadio, però altri continueranno a decidere se, dove e a
quanti poliziotti far fare lo straordinario. Di fatto un nuovo bal-
L’adolescente scomparsa a Londra
Trovato il corpo
di Alice Gross
Il corpo è stato trovato ieri, lungo il fiume Brent.
Scotland Yard indagava per scomparsa, adesso
prosegue per omicidio. Alice Gross
(Photomasi), 14 anni, era sparita il 28 agosto a
Londra. È irreperibile il sospettato Arnis
Zalkalns, già condannato per omicidio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
17
zello che la serie A, già alle prese
con la gestione degli steward
(«Che c’entriamo noi con la sicurezza fuori dagli impianti? Non
dovrebbe essere già contemplata
nelle tasse?», la posizione della
Lega di A) e contribuente dell’Erario per quasi un miliardo sui
soli diritti televisivi, non digerisce per niente.
Se non altro, Renzi è riuscito
nell’impresa di compattare il variegato mondo dello sport. Carlo
Tavecchio, fresco numero 1 in Figc, aveva detto la sua prima del
tweet del premier: «Occorre subito un confronto per evitare
inutili demagogie». Il presidente
della Lega di A, Maurizio Beretta,
ha lanciato il suo segnale dicendosi «preoccupato dal provvedimento» e chiedendo «chiarezza» e un «minimo confronto». E
il presidente del Coni, Giovanni
Malagò, gli ha dato ragione: «Lo
capisco. Se hai un bilancio e ti dicono dalla sera alla mattina che
c’è una spesa supplementare,
che peraltro ancora non ho capito come si quantifica, questo
non va bene».
Anche perché il Coni, che sul
calcio aveva programmato dei
sostanziosi tagli (circa 20 milioni
sui 62 di fondi irrogati l’anno
scorso), in caso di conversione in
legge del decreto Alfano si troverebbe con un impedimento al varo della propria, e già annunciata, spending review.
Andrea Arzilli
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25
Sono i milioni di euro spesi per
l’impiego delle forze dell’ordine
negli stadi. A causa delle violenze
crescenti sono aumentati gli
arresti, i feriti tra gli steward e gli
agenti e quelli tra i tifosi
2.353
È il numero dei tifosi raggiunti dal
provvedimento del Daspo (Divieto
di accedere alle manifestazioni
sportive) durante il campionato
2013-2014. I Daspo attualmente
attivi sono oltre 5.000
403
Sono i gruppi degli ultrà
riconosciuti in Italia. Una settantina
ha connotazione politica: 46 sono
di destra, venti di sinistra e dieci
misti. Lo ha detto il capo della
Polizia Alessandro Pansa
18
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
CRONACHE
STORIE DI GIOVANI E ALCOL
Il punto di vista del figlio
«La noia mi pesava
Per bere ho smesso
di fare gare di nuoto»
«C
❞
ercavo di tenere tutto
nascosto ai miei genitori. Ma una mattina, alle sei e mezza, mentre
uscivo per andare a scuola, mi è
caduta dalle mani una bottiglia
di vino...». Quel giorno nella casa di P. va in frantumi non solo il
vetro. È una famiglia felice, senza problemi economici, vive in
uno dei centri a est di Milano. Il
padre ha un’avviata attività commerciale, la madre è casalinga
per necessità per badare a 4 figli. P. è il più grande, quella
mattina di 4 anni fa, è da poco
sedicenne. «Il vino l’ho preso
per una festa, mi sono giustificato. Ovviamente non mi hanno
creduto».
P. era già dipendente dall’alcol. Beveva, prima dopo e durante le lezioni. «Studiavo in un
istituto professionale, un’ora di
viaggio ogni mattina, poi sei ore
in classe, tre pomeriggi a settimana in piscina, facevo agonismo. Tornavo a casa alle 7 e
mezza di sera. Non mi passava
più...».
Ha iniziato così, un bicchiere
per farsi passare la giornata.
«Già la mattina in treno. A volte
saltavo le prime ore di lezione e
andavo al bar, da solo o con i
compagni. La sera poi c’erano
gli apertivi».
I primi tempi va bene: «Mi
tanta forza di volontà».
P. adesso ha vent’anni ed è un
adulto. «Il peggio è passato, gli
ultimi test sul capello sono negativi». Ha accettato volentieri
di raccontare la sua storia: «Non
auguro a nessun sedicenne di
passare quello che ho passato
io». E l’alcol? «Il sabato sera, con
gli amici, una birretta ci scappa.
Ma adesso so dire basta».
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Il dialogo
Con i miei
non c’era
dialogo e
continuavo
a sbagliare
Gli ultimi rapporti sull’alcol
e i giovani disegnano un mondo molto più esteso di quanto
si possa pensare. Secondo il
ministero della Salute il 9,1% di
chi è seguito dai servizi per
l’alcoldipendenza ha meno di
trent’anni. La prima sbronza
arriva spesso quando si è poco
più che bambini, neppure
dodicenni. Il gioco diventa
presto abitudine e poi dipendenza. Quella di P. è una storia
«normale», non diversa né più
drammatica di quella di molti
altri giovani. La raccontiamo in
questa pagina, da due punti di
vista. Quello del ragazzo che
ha iniziato a bere a 16 anni e
adesso ventenne, grazie ai
medici e agli assistenti del
Sert, è riuscito a venirne fuori.
E quello dei genitori, prima
impreparati nel gestire una
situazione che non toccava ad
«altri», poi compagni in questo percorso non facile.
pagina a cura di
Riccardo Bruno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il punto di vista dei genitori
«Una bottiglia caduta
mentre usciva all’alba
Così abbiamo capito»
❞ «A
Le paure
I fratelli
avevano
paura che
capitasse
anche a loro
ncora adesso ci
chiediamo, come
abbiamo fatto a
non capire subito cosa stava
succedendo a nostro figlio?».
La madre di P. è un donna dai
modi gentili ma decisi, nel
tempo libero ama la montagna e gli sport estremi. «Tra il
terzo e quarto anno delle superiori aveva cambiato carattere, era sempre arrabbiato.
Poi d’estate decise di abbandonare il nuoto agonistico. E
pensare che l’anno prima aveva rinunciato alle vacanze per
non perdersi una gara».
Tutto fu chiaro un mattina.
«Stava per andare a scuola, gli
cadde dalle mani una bottiglia di vino. Mio marito andò
in cantina e vide che erano
sparite quasi tutte».
Cosa fare quando scopri
che il tuo ragazzo è un alcolizzato? Meglio affrontarlo a
muso duro, o usare le maniere accomodanti? Anche per i
genitori non è facile restare
lucidi. «Ci siamo detti: che
facciamo, lo pediniamo? Alla
fine siamo andati a parlare
con il preside e i professori, ci
hanno detto che saltava le lezioni, che spesso gli puzzava
l’alito».
Provano a parlargli, cercare
di capire cos’è che non va.
Inutile, la diffidenza cresce.
«Passava i pomeriggi a dormire. Quando usciva la sera
non si sapeva dove andava e
quando sarebbe tornato. Le
serate finivano sempre a bere,
sia se usciva con i compagni
di scuola o con gli amici della
montagna». È a quel punto
che decidono di andare tutti
insieme da una psicologa.
«Peggiorò la situazione, gli
A scuola
«I primi bicchieri di vino
in treno: arrivavo
a scuola già ubriaco
I miei non mi capivano»
La psicologa
«La psicologa gli diede
dei medicinali ma tutto
peggiorò: è il Sert che ha
capito come prenderlo»
sentivo meglio, mi aiutava a vincere la noia». La dipendenza era
in agguato: «Dopo un anno arrivavo in classe già ciucco. Un po’
di bottiglie le ho prese dalla
cantina di mio padre, il resto al
supermercato, un litro di vino a
un euro e 80. Poi superalcolici,
qualche Negroni. Gli shot (bicchierini da buttare tutti giù d’un
fiato, ndr) non mi sono mai piaciuti».
P. accumula assenze, abbandona il nuoto, sente il fiato pesante e quello sul collo dei genitori. «Loro non mi capivano e io
continuavo a sbagliare». L’idea
di andare da una psicologa peggiora la situazione. «Mi ordinò
degli psicofarmaci. Mai presi.
Non ero malato, ero convinto di
poter smettere quando volevo».
Ma P. non riesce a farlo, il
confine verso altro, erba e droghe leggere, viene superato.
Con il senno di poi, è la sua fortuna. «Andando in treno a un
concerto, la polizia ci trovò della
roba». Modica quantità, nessuna conseguenza penale ma una
segnalazione al Sert di Gorgonzola.
«Mezz’ora di colloquio due
volte al mese, ma a me è bastato.
Finalmente parlavo di cose interessanti con qualcuno che mi
capiva. La psicologa mi ha seguito solo tre mesi, con l’assistente ho continuato per due
anni. Ho capito di avere dentro
diede dei medicinali e mio figlio si rifiutò di prenderli».
Il momento peggiore è
quando suonano alla porta
per la notifica della convocazione al Sert. Non è più solo
alcol, durante un controllo gli
hanno trovato anche un po’ di
erba. Ma è anche l’inizio della
risalita.
«Al Sert sono stati bravissimi. Il primo programma durava tre mesi, lui ha voluto
continuare per altri due anni».
A casa torna la serenità, anche a scuola va meglio. «È un
ragazzo intelligente e curioso.
Ha perso un anno ma poi ha
ripreso regolarmente e si è diplomato». Da un mese ha iniziato a lavorare con il padre,
un piccolo successo dopo anni di scontri. Pure i fratelli sono più tranquilli. «Ha sofferto
soprattutto il più piccolo.
Aveva sei anni quando è iniziato tutto, temeva che succedesse anche a lui qualcosa».
Papà e mamma di P. sono
felici di raccontare la loro vicenda, non solo perché il figlio adesso sta bene («Ha solo qualche chilo di troppo»),
ma soprattutto perché è stato
lui a chiedergli di farlo. Orgoglio da genitori: «Ci ha detto
che così possiamo essere
d’aiuto anche ad altri».
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
CRONACHE
Accelerazione sul divorzio breve
La legge attesa tra una settimana
Intesa tra Pd e Forza Italia. Il matrimonio potrà essere sciolto davanti all’avvocato
La misura
● Nel decreto
legge di
riforma della
giustizia civile
approvato dal
Consiglio dei
ministri il 29
agosto ci sono
anche due
articoli (il 6 e il
12) che
riguardano
separazione e
divorzio
● L’articolo 6
introduce la
possibilità di
separarsi
tramite
avvocato con la
negoziazione
assistita. Il 12
permette di
divorziare di
fronte
all’ufficiale di
stato civile se il
divorzio è
consensuale e
non ci sono figli
minori o liti sul
patrimonio
ROMA Il divorzio breve diventerà legge probabilmente già la
prossima settimana. Le intenzioni ci sono e i numeri anche
e adesso spetta alla commissione Giustizia del Senato la
decisione finale.
L’idea è di inserire il disegno di legge sul divorzio breve, già approvato a Montecitorio, all’interno della conversione in legge del decreto della riforma della giustizia civile
(approvato il 29 agosto scorso
dal Consiglio dei ministri).
La proposta arriva dal Pd di
Palazzo Madama, dal capogruppo Giuseppe Lumia, con
la benedizione del ministro
della Giustizia Andrea Orlando che proprio ieri è arrivato
in commissione al Senato affrontando anche lì la questione della fine giudiziaria dei
matrimoni.
Parte proprio dal decreto
legge del governo la questione, lì dove si affrontano già i
temi dei divorzi e delle separazioni con l’intento di alleggerire i tribunali dai milioni
di pratiche incombenti.
«In quel decreto ci sono
nodi da sciogliere per via di
differenze profonde», ha detto il ministro Orlando alludendo principalmente all’opposizione manifestata dal
Nuovo centrodestra. E auspicando: «Spero che si comprenda che con quel decreto
non c’è la volontà di stravolge-
re un istituto ma solo quello
di sgravare la giurisdizione».
I nodi da sciogliere, ovvero
i punti contestati, sono due:
l’articolo 6 e l’articolo 12. Nell’articolo 6 si prevede la possibilità di separarsi davanti a un
avvocato invece che davanti a
un giudice, grazie alla negoziazione assistita.
Nell’articolo 12 si prevede
invece la possibilità di sciogliere il matrimonio davanti
all’ufficiale di stato civile, soltanto nel caso in cui non ci siano controversie patrimoniali, figli minori o figli disabili o
in evidenti difficoltà.
L’Ncd vorrebbe vedere
stralciati questi due articoli
dal decreto di conversione in
legge, mentre in commissione Giustizia si sta pensando
l’esatto contrario, ovvero di
inserire nel decreto anche il
testo di legge che porta a un
anno (da tre anni) la durata
del divorzio e anche a sei mesi
in casi di consensuale e assenza di figli minori o disabi-
Il confronto
Italia
Inghilterra e Galles
Francia
La riforma del divorzio approvata alla
Camera prevede la riduzione della
separazione a un anno, calcolato dalla
richiesta di separazione. La legge attuale
indica un periodo minimo di tre anni da
quando i coniugi compaiono in Tribunale.
In caso di divorzio consensuale e senza
figli minori si scende a sei mesi
Il divorzio può arrivare subito se c’è stato
adulterio oppure un comportamento
ritenuto insostenibile dall’altro coniuge
(spesso i coniugi si accordano in tal
senso). Altrimenti si può chiedere dopo
cinque anni di separazione di fatto. Se
non ci sono conflitti o minori coinvolti si
può ottenere anche in sei mesi
In caso di divorzio consensuale basta che
i coniugi compaiano una volta di fronte al
giudice per decidere su affidamento dei
figli e questioni patrimoniali. Se il divorzio
non è consensuale sono previste 2 fasi: il
giudice sancisce il divorzio, la custodia
dei figli, gli alimenti; il notaio dispone la
divisione del patrimonio familiare
Spagna
Portogallo
Finlandia
Non serve né un periodo di separazione
né una causa legale per il divorzio: è
sufficiente che lo chieda un coniuge e il
giudice lo dispone. Se non è consensuale,
devono essere passati tre mesi dalle
nozze (a meno che l’unione non metta in
pericolo uno dei coniugi o i loro figli)
Il divorzio è immediato tramite
provvedimento amministrativo (non
serve quindi rivolgersi a un giudice) se
entrambi i coniugi sono d’accordo. Se lo
chiede solo uno dei due, questi deve
provare di fronte al giudice che c’è stata
una violazione dei doveri coniugali
Non c’è bisogno di una causa di divorzio:
basta che uno dei due coniugi ne faccia
richiesta alla Corte distrettuale di
residenza. Il divorzio viene concesso
dopo sei mesi (si ottiene subito solo se i
due coniugi hanno vissuto separati nei
due anni precedenti la richiesta)
19
li.
L’idea di mettere il testo di
legge nel decreto di conversione è per evitare che le modifiche (che sicuramente verranno apportate) al testo impongano una nuova votazione
alla Camera .
Dice Francesco Nitto Palma
(FI), presidente della Commissione giustizia di Palazzo
Madama: «L’idea di inserire il
testo di legge nel decreto nasce all’interno della commissione ed è sostanzialmente
appoggiata dalla commissione che, del resto, ha praticamente sempre agito con molta unità su tutti i provvedimenti, tranne pochi casi» .
Francesco Nitto Palma fa
sapere che questa decisione
di inserire il testo di legge nel
decreto verrà presa la prossima settimana, anche perché il
decreto della riforma civile
arriverà poi in aula il prossimo 14 ottobre. Approvato a fine agosto, il decreto deve essere trasformato in legge dal
Parlamento in sessanta giorni.
La possibilità di presentare
emendamenti al testo di legge è già scaduta, dei due relatori al Senato ne è rimasto
uno solo, anzi una sola, Rosanna Filippin del Pd, visto
che Elisabetta Alberti Casellati è stata appena nominata
membro laico del Csm .
Aggiunge il senatore Nitto
Palma: «Gli emendamenti di
modifica che sono stati presentati sono sostanzialmente
di natura tecnica. La prossima
settimana vedremo come andrà a finire, ma ho fiducia nell’unità della commissione».
Alessandra Arachi
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
CRONACHE
Scrittori, cantanti e sportivi
Letture a voce alta nelle scuole
L’iniziativa del ministero: tre giorni per riavvicinare i ragazzi ai libri
DALLA NOSTRA INVIATA
Leggere, immaginare,
vedere. È scolpito nelle pagine
scritte quel senso in più che solo chi frequenta buoni libri può
sviluppare. E per farlo scoprire
ai ragazzi, al di là delle schede
di lettura, dei riassunti, del profumo di obbligo e dell’ossessione della valutazione che spesso
si percepiscono sui banchi, i
ministri dell’Istruzione e dei Beni culturali hanno varato il progetto «Libriamoci»: una manifestazione di lettura ad alta voce
nelle scuole che si svolgerà il 29,
30 e 31 ottobre. Per tre giorni, la
parola si «librerà» nell’aria. E
nelle scuole di ogni grado che
aderiranno, «si respirerà senso
di libertà», ha garantito Romano Montroni, presidente del
Centro per il libro e la lettura,
motore dell’iniziativa presentata ieri a Bologna con, tra gli altri, il direttore del Corriere della
Sera Ferruccio de Bortoli.
«Libera la lettura nelle scuole» è lo slogan scelto per parlare
ai ragazzi dell’amore che può
nascere da, e per i libri; e per
provare a risollevare le statistiche, che mostrano un calo di
lettori, in Italia, dal 49 al 43% in
soli tre anni, tra il 2011 e il 2013,
sostiene Nielsen. Ancora più
preoccupante il calo tra gli adolescenti: dal 70 al 60%, nella fascia d’età fra i 14 e i 19 anni.
Resta da vedere se la corazzata messa in moto (Anci, enti loBOLOGNA
● Tra le
iniziative
collaterali alla
maratona di
lettura nelle
scuole,
c’è l’hashtag
#unamoredilib
ro. Si tratta di
una evoluzione
dell’iniziativa
lanciata
quest’estate dal
Corriere scuola
su Corriere.it
con la sua
«Biblioteca dei
ragazzi»:
una raccolta
di titoli
consigliati dalle
firme del
giornale da cui
studenti e
professori
possono
attingere
liberamente
cali, associazioni, Rai, Salone
del libro di Torino, Fondazione
Bellonci e Corriere della Sera)
darà frutti. «Ci vorrà tempo, c’è
molto da ricostruire», ha ammesso il ministro Franceschini,
che ha rivolto un appello a tutti
43%
I lettori in Italia:
nel 2011 erano
il 49 per cento
«gli scrittori, musicisti, cantanti, attori, sportivi, giornalisti
perché tornino tra i banchi, a
leggere a voce alta nelle classi,
contribuendo così ad accendere
l’interesse dei giovani sui libri».
«È la prima volta che si tenta in
14 mila scuole italiane di vivacizzare l’interesse per la lettura», dice ancora Montroni. Una
mobilitazione culturale che
vuole anche «rivendicare la lentezza della lettura, che consente
di usare per se stessi la risorsa
L’incontro La tragedia a Lampedusa di un anno fa
Il Papa commosso
con i sopravvissuti
di Giusi Fasano
Un anno fa hanno visto i loro compagni chiusi in un sacco di plastica. 368 morti
e la speranza vana che non accadesse mai più. «Santità, aiutaci a fermare questo
massacro» hanno chiesto ieri al Papa, che li ha ricevuti in Vaticano, i migranti
eritrei sopravvissuti alla strage del 3 ottobre a Lampedusa. Molti indossavano
la maglietta con la scritta: «Proteggere le persone, non i confini». Francesco,
commosso, ha detto: «Chiedo all’Europa di aprire le porte dei loro cuori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
21
in assoluto più limitata: il tempo» ha specificato Franceschini, che ha anche invitato la tv ad
occuparsi di più di letteratura.
«Saranno tre giornate straordinarie — secondo Montroni
—. Bibliotecari, sindaci con la
fascia tricolore, calciatori, volontari, vigili urbani: tutti potranno “liberare” la lettura nelle
scuole». A declamare pagine infatti potrà essere chiunque, dagli studenti agli autori che sarà
possibile rintracciare e che le
scuole potranno segnalare, immaginando in autonomia percorsi di lettura creativi, gare,
maratone, audiolibri prodotti
in classe. Consigli e format sono disponibili sul sito www.ilmaggiodeilibri.it. E una circolare del Miur ha informato i capi
d’Istituto dell’iniziativa e delle
modalità per partecipare.
«Il senso e il valore di “Libriamoci” è quello di riportare al
centro della scuola la parola»,
ha spiegato il ministro Giannini, presente all’incontro bolognese, ricordando come sia lei
che Franceschini siano, nella vita privata, appassionati di parole e letture. «Dobbiamo ridare
la parola ai ragazzi. Capire un
testo e comprendere il mondo li
aiuta ad esercitare i loro diritti».
Il Corriere della Sera partecipa lanciando l’hashtag #unamoredilibro, con il quale invita i
lettori di ogni età a segnalare il
loro libro del cuore, quello che
ha smosso un sentimento, cambiato il modo di vedere le cose.
Ma anche mettendo a disposizione i propri giornalisti per le
letture in classe e la «Biblioteca
dei ragazzi»: una raccolta di titoli e di incipit consigliati dalle
firme del giornale, accessibile
via web, su Corriere.it/Scuola.
Antonella De Gregorio
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
CRONACHE
● Il commento
Società
Baby boom
Calabria, 1966
Una famiglia
numerosa
sorride a bordo
di una
carrozzella. In
Italia sono gli
anni del boom
delle nascite,
una tendenza
cominciata nel
1963 e che
tocca il suo
apice nel ‘64
con 1.035.000
nuovi nati: quelli
che quest’anno
hanno spento
50 candeline
(Bruno Barbey
/ Magnum)
ROMA Culle vuote e una splendi-
da cinquantenne. È il paradosso dell’Italia che, nel momento
in cui tocca i minimi storici in
fatto di natalità, si scopre impegnatissima a festeggiare la cifra
tonda dei cinquant’anni. Nel
2014, infatti, ben 1.035.000 nostri connazionali hanno tagliato il traguardo del mezzo secolo. Sono i nati nel 1964, figli del
baby boom, quelli concepiti
sulla spinta del benessere,
quando le famiglie erano propense alla natalità perché non
avevano patemi economici.
Di bambini, allora, se ne facevano anche due o tre o addirittura quattro. Ma mentre loro
e i coetanei spengono le candeline, l’Italia di oggi stenta a
riempire lettini e carrozzine. E
festeggia un primato negativo,
molto pericoloso. Lo scorso anno, secondo l’Istat, sono venuti
al mondo 514.308 bebè (il valore più basso da quando si fanno
le rilevazioni), circa 20 mila in
meno rispetto all’anno precedente e 62 mila in meno rispetto al 2008, anno che ha segnato
l’avvio della crisi. Le attese per il
prossimo bilancio sono negative. «Temiamo una riduzione
ulteriore. Neppure durante le
guerre c’è stata tanta difficoltà
nel progettare l’allargamento
del nucleo familiare. Il paradosso è che i genitori hanno
desiderio di procreare ma non
La tendenza
Rispetto al 2008 i nuovi
nati sono 62 mila
in meno e si prevede
una ulteriore riduzione
possono realizzarlo», dice Ketty
Vaccaro, responsabile del settore Welfare e sanità del Censis
che ha curato l’indagine su fertilità e infertilità intitolata «Diventare genitori oggi», in collaborazione con la Fondazione
Ibsa per la ricerca scientifica.
L’altra faccia della medaglia è
la classe del ‘64. Tra i nati di
quell’anno anche tante facce
note: «La prossima intervista la
farò quando ne avrò cento, i 50
non mi fanno paura. Sono viva,
in salute, ho due figlie che adoro», dice fiera Monica Bellucci
che tre giorni fa ha varcato la fatidica soglia senza un briciolo
di rimpianto. Con lei Sabrina
Ferilli, Francesca Neri, Isabella
Ferrari, Paolo Virzì. E poi Antonio Albanese, Valeria Bruni Tedeschi, Gianluca Vialli, Paola
Turci.
Il fenomeno baby boom è
racchiuso nell’arco di tre anni:
‘63 (978 mila nati), ‘64 e ‘65
(1.018.000). «Cosa succederà al-
L’Italia dei cinquantenni
Nati quando si facevano figli
Nel 1964 si è toccato il picco, proprio come ora siamo al record negativo
I numeri
Valori in migliaia
I nati vivi in Italia
1.400
1.044
1.035
3
5 6
6
3 4
6
8
7 4
2
1946
1954
1964
1984
Fonte: elaborazione Censis su dati Istat
l’Italia quando i figli di quelle
annate saranno vecchi tutti insieme e mancherà il ricambio?
— si chiede la sociologa Vaccaro —. Il problema della denatalità è sottovalutato», denuncia
la Vaccaro. Cristina Parodi, conduttrice de La Vita in diretta
con Marco Liorni, esprime la
gioia di una cinquantenne appagata: «Vengo da una realtà familiare fatta di figli — ne ho 3
— e di nipoti, è come se mi portassi dietro l’eredità del baby
boom. Soffro nel vedere coppie
prive di questa ricchezza. Mi
auguro con tutto il cuore che i
giovani cambino mentalità».
Un cambio, però, subordinato
anche agli interventi pubblici:
per il 61% degli italiani — dice il
rapporto del Censis-Ibsa — se
questi migliorassero le coppie
sarebbero più propense a mettere al mondo dei figli.
Proprio ieri, in parallelo con
la diffusione dell’indagine Censis, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin (molto lontana
dai 50 anni) ha annunciato
l’apertura del tavolo della fertilità e prevenzione delle cause
dell’infertilità. Venticinque
esperti di varia estrazione coordinati dalla ginecologa Eleonora Porcu, vicepresidente del
Consiglio superiore di sanità,
2 5
7
8
6
2 3
8
5 1
6
7
Altri giochi su www.corriere.it
514
600
200
7
8
1.000
721
SUDOKU DIABOLICO
9
23
Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
LA SOLUZIONE DI IERI
4
2
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4
2
8
1994
2004
2013
d’Arco
sono stati incaricati di elaborare entro sei mesi un documento
che indichi strade per invertire
la curva discendente. «Non sono solo le difficoltà economiche a frenare le coppie ma anche la disinformazione — dice
il ministro —. Le donne non
sono sufficientemente consapevoli del fatto che a un certo
punto della loro vita le possibi-
lità di restare incinte cala drammaticamente. Il tema della natalità e dell’inverno demografico è una grande questione da
cui dipende lo sviluppo». Da
qui il progetto di partire intanto
con una campagna di sensibilizzazione.
Margherita De Bac
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le famiglie
che mancano
al nostro welfare
di Dario Di Vico
D
ire che il calo della
natalità è un altro dei
frutti avvelenati della
Grande Crisi è fin troppo
semplice. Forse è più sensato
osservare che si sommano
più cause, quelle di breve
periodo legate al ciclo
economico sfavorevole di
questi ultimi sei anni e quelle
di lungo, dovute al
cambiamento di stili di vita,
valori e priorità. Individuate,
seppur sommariamente, le
cause, bisognerebbe però
passare alle terapie o
quantomeno agli antidoti. E
la parola chiave non può che
diventare welfare. Ci
facciamo un vanto di avere
un sistema di protezione
sociale antico e nobile ma di
fatto ormai questo presenta
evidenti lacune. Il welfare
italiano è riuscito a sommare
due contraddizioni, costa
troppo e risulta inefficace. È
un sistema costruito sulla
forza degli interessi
rappresentati, sui cortei, gli
emendamenti e i no. Ma via
via che questa asimmetria si
perpetua viene fuori che la
società si trova scoperta, non
ha quel supporto che le
servirebbe per crescere. Se
c’è una cosa, quindi, che la
ricerca del Censis ci insegna
è che dobbiamo annoverare
tra i tanti outsider di questa
complicata stagione della
vita nazionale anche i figli
che non sono nati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
25
Moda Le sfilate di Parigi
Moncler Gamme Rouge disegnata da Valli
Alexander McQueen La rilettura del Giappone
Hermès L’ultima collezione di Christophe Lemaire
I Settanta (moderni) di Vuitton
Miu Miu, la moda è finzione
L’ispirazione retrò, criticata a Milano, viene celebrata a Parigi
Il «rumor» più insistente: John Galliano alla Maison Martin Margiela
DALLA NOSTRA INVIATA
«Siete seduti in un luogo
che non esiste ancora…» ripete la voce metallica dei volti di
ragazzi proiettati sui megaschermi che corrono lungo le
pareti. «Nel giorno zero e nel
cuore del progetto. Nome in codice: Gehry 014». E il nuovo viaggio della maison Louis Vuitton
ha inizio là dove, probabilmente,
tutto continuerà nel futuro: la
Fondazione, voluta da Bernard
Arnault (patron di Lvmh) e realizzata da Frank Gehry. Una nave
di 3.600 pannelli di vetro e 15 mila tonnellate di acciaio, circondata da una gigantesca foresta.
Ospiterà mostre d’arte (inaugurazione il 27 ottobre) ma ieri è
stato incubatore della nuova collezione Vuitton, la seconda firmata da Nicolas Ghesquière. Il
designer si è tolto la maglietta
della timidezza e ha indossato
quella della fermezza, realizzando un capolavoro. Nell’aria gli
anni a cavallo fra i Sessanta e
Settanta con Simon&Garfunkel
(The sound of silence) ma attualizzati magistralmente, dunque
quasi irriconoscibile se non per
certe iconicità: le lunghezze, il
denim, le gonne pantalone, i gilet, i fiori e le bluse sbuffanti.
Abiti cortissimi, per lo più, romantici. La vita alta. Le giacchette piccole. Patchwork fra i più
tecnicamente avanzati fra macramè, tricot, un velluto di seta,
anguilla e camoscio. Una bisaccia che è la nuova borsa. Uno stiv
valetto
che ha il tacco a forma del
fiore simbolo della maison. La
tela monogram per la prima volta è nera e con LV in rosso. Non
c’è un capo o un accessorio che
non porterebbe una ragazza
d’oggi. È bravo Ghesquière a cogliere l’energia positiva di una
generazione che non è solo la visione tormentata di un Saint
Laurent by Slimane. Al francese
anche l’onore di aver preso una
strada completamente diversa
da quella percorsa con Balenciaga.
E ora gli Anni Settanta. Ovunque qui a Parigi, con peana e
plausi. Peccato che la stessa ispirazione a Milano abbia suscitato
le critiche più pesanti e tacciato
la moda italiana di poca creatività. Chiamarla semplicemente
tendenza no? Tranchant con iroPARIGI
Miu Miu
● Gonna a
tubo,
cappottino,
blusa, borsetta
retrò. Pezzi
«classici» con
finzioni
improvvise
nella collezione
di Miuccia
Prada
presentata ieri:
ruche maliziose,
un colletto di
visone sulla
vestaglia di
nylon, una
cintura
intrecciata che
non c’entra
nulla, la scarpa
in colore a
contrasto e con
il fiocco
Dettagli/1
● La collezione
per la prossima
estate di
Equipment e
Current/Elliott:
modelli iconici
Signature a
due tasche e
Brett a una
tasca in colori
pieni, insieme
alle stampe
floreali
nia Miuccia Prada sull’argomento: «Si vede che mi hanno copiato! Li ho proposti per due anni
ma adesso basta». Promette e
mantiene. La sua Miu Miu è
qualcosa di diverso da tutto
quello che si è visto. Anche solo
per l’età: non una ragazza ma già
una donna, o forse no, è una ragazza che fa la donna. Perché è il
gioco della finzione quello voluto dalla stilista. «Non sono costrette le donne a fingere per andare avanti? Quindi dico: usate
tutti le armi, fingete, perché comunque l’uomo le usa, tant’è
che il potere è sempre suo. Noi
siano furbette, loro furbi». La
moda di conseguenza, con brio.
I capi sono presto detti per scelta: una gonna a tubo, un panta-
lone slim, un cappottino, una
blusa, un top, una borsetta retrò con personalità. Pezzi
«classici» con finzioni improvvise: i crop top delle ragazze che lasciano l’ombelico scoperto, le ruche maliziose, un colletto di visone sulla vestaglia di nylon, una super
zeppa, una cintura intrecciata
che non c’entra nulla. Nel gioco
anche le variante di colori e tessuti: neutri (rosa, bianco, nero) o
improvvisi (rosso, verde, arancio) i primi; veri (broccati) e finti
(nylon, per l’appunto).
Signorissima la donna Hermès, l’ultima firmata da Christophe Lemaire. Ispirazione suggerita dalla passerella di sabbia
finissima: il deserto africano, nei
colori e nelle leggerezze di drappeggi anche quando sono in camoscio. Cappotti ampi d’ispirazione Masai color avorio, short di
coccodrillo ocra, giubbotti di pitone ma anche camicioni svasati
e ricamati come certe biancherie
di lino. C’è la nuova tracolla a
mezzo cerchio. È una collezione
sicura, elegante, senza guizzi ma
neppure sbavature. Da passaggio
del testimone. Avanti il prossimo: Nadege Vanhee Cybulski, 31
anni, scuola di Anversa, esperienze da Celine e Margiela. E
proprio sulla griffe che porta il
nome del belga il rumor più forte
della settimana: sembra che a
guidare l’Atelier Margiela ci sarà
presto John Galliano. Renzo Rosso, patron del gruppo proprietario, fa sapere che per policy non
si danno notizie sugli stilisti. Ma
se non è no, è…
È tutto intorno a un coltissimo
e romantico racconto sul kimono il nuovo lavoro di Sarah Burton per McQueen. Il tradizionale
costume giapponese diventa ora
un cappotto, una gonna, un blazer. Le modelle hanno un’acconciatura che ricorda certe figure di
guerrieri e indossano scarpe come sospese. Rosso è il colore
nuovo della prossima estate. Ci
crede anche Giambattista Valli
che lo usa come segno di stile
per la Moncler Gamme Rouge.
Per short e t-shirt di pizzo tecnologico, giacche a vento, gonne a
fiori alternandolo a un bianco e
una serie di glitter di grande effetto.
Paola Pollo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vuitton
● Richiami agli
Anni Settanta
per certe
iconicità: le
lunghezze, il
denim, le gonne
pantalone, i
gilet, i fiori e le
bluse sbuffanti.
Abiti cortissimi,
per lo più,
romantici.
La vita alta.
Le giacchette
piccole.
Patchwork
fra i più
tecnicamente
avanzati fra
macramè,
tricot, un velluto
di seta, anguilla
e camoscio
d’oggi.
Dettagli/2
● L’evasione
dalla realtà,
il sole e la vita
spensierata
di Miami e
Palm Springs
influenzano
la collezione
primavera
estate 2015 di
H&M Studio,
presentata a
Parigi
26
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
●
Parabole Luigi de Magistris torna nel peggiore dei modi
alle origini, al tempo in cui prometteva di «scassare» tutto
A tratti incendiario quando tuona contro lo Stato, a tratti
grottesco quando in diretta tv ripete: «Non mi dimetto...»
ANALISI
& COMMENTI
di Guido Santevecchi
La stabilità come alibi
dei comunisti cinesi
per negare la libertà
ai cittadini di Hong Kong
H
ong Kong è stata per decenni
l’avamposto del capitalismo
occidentale di fronte alla Cina
comunista. Quando gli inglesi
l’hanno restituita alla Repubblica
popolare, nel 1997, il governo di Pechino ha
pensato bene di lasciarla prosperare, di
continuare ad accogliere a braccia aperte gli
investitori e i finanzieri della globalizzazione (e
di spedire nell’ex colonia i suoi primi capitalisti
d’assalto). «Stabilità» è la parola chiave che
compare in tutti i discorsi pubblici degli
uomini del Politburo. E con la stabilità e la
forza dell’autocrazia costituita dal partito
comunista, la Cina è riuscita a crescere fino a
diventare la seconda, o forse già la prima
economia del mondo. È la formula del
«socialismo con caratteristiche cinesi»:
arricchirsi, sempre di più, diventare capitalisti,
senza disturbare il potere con inutili richieste
di democrazia. Poi succede che per stare al
gioco della stabilità, si garantisce a Hong Kong
di essere democratica, ma con qualche
caratteristica cinese: i candidati alle elezioni
del 2017 dovranno essere al massimo due ed
essere accettati da Pechino. La gente di Hong
Kong si ribella, occupa la piazza finanziaria,
minaccia gli affari. Le multinazionali si
schierano per la stabilità (quella voluta da
Pechino). A Hong Kong i ragazzi e anche i loro
professori, e molti genitori, e i cardinali
cattolici, e i vescovi anglicani, prendono lo
spunto dalla richiesta di elezioni libere per dire
che servono per poter influire finalmente su chi
è al governo, per inseguire una riforma sociale.
Perché agli hongkonghesi nati e cresciuti nel
mondo capitalista non piace il dilagare della
diseguaglianza, le case dai prezzi inarrivabili,
la corruzione, la collusione tra businessmen e
Repubblica popolare. Una bella
contraddizione: i capitalisti che sognano la
socialdemocrazia e i comunisti (con
caratteristiche cinesi) che si trovano costretti a
puntellare e difendere la stabilità del
capitalismo di Hong Kong. Negando
naturalmente elezioni libere e democratiche.
@guidosant
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i dice «arrabbiato, indignato,
offeso» e si propone come
martire di uno Stato deviato e
«in putrefazione». Vittima di
bossing, di indebite pressioni,
insomma. In realtà minaccia,
allude, provoca, scalcia e così
facendo Luigi de Magistris
torna, ma nel peggiore dei
modi, alle origini, a quando
prometteva di «scassare» tutto per poi ricostruire. O, almeno, così faceva intendere e così qualcuno aveva voluto capire. Ora, invece, «scassa» e basta. E di brutto. Lo fa infatti
programmaticamente, dando
l’impressione di non avere per
la testa altro progetto politico
se non questo.
Meno di una settimana fa,
l’ex magistrato poi diventato
sindaco di Napoli e ora incalzato da un provvedimento di
sospensione cautelare perché
condannato in primo grado,
promise che avrebbe pubblicato i verbali delle deposizioni rese di fronte all’autorità
giudiziaria e dai quali — disse
— «si evinceranno alcuni nomi illustri che ancora oggi rivestono cariche importanti».
Ora si è capito dove voleva
andare a parare. In uno di
questi verbali, attraverso un
complicato gioco di rimandi,
utilizzando cioè altre vicende
giudiziarie come sponda, de
Magistris fa infatti sapere che
durante un’inchiesta su Tangentopoli «fu secretato il nome dell’attuale presidente».
Un’inchiesta non sua, svolta
da altri magistrati, in un’altra
città, ma di cui de Magistris
dice di essere venuto a conoscenza perché in cerca di precedenti. Più obliquo di così?
Ma questo è il metodo. E non
è certo quello di un moderno
parresiaste, di un Diogene
post moderno amante della
DORIANO SOLINAS
S
● Il corsivo del giorno
IL GIOCO AL MASSACRO
DEL SINDACO SOSPESO
di Marco Demarco
verità. Tutt’altro. Ma intanto il
siluro all’indirizzo di Napolitano è partito, e guarda caso,
arriva proprio quando il presidente è a Napoli, in una città
che ospita un summit della
Banca europea, affollata di
«antagonisti» e per questo carica di tensione anti-capitalista, anti-Europa e anti-sistema.
Per un sindaco che cita Che
Guevara, che inneggia alla rivoluzione un giorno sì e l’altro
pure, e che parla della giustizia formale come paravento
dello Stato per esercitare la
propria «violenza morale», è
davvero un appuntamento
con il destino.
Più che tradire il giustizialismo, più che confonderlo col
giustificazionismo berlusconiano («sono innocente, ho
fatto solo il mio dovere...»)
oggi de Magistris lo sublima.
E sì, perché il suo, ora che anche Travaglio, Ingroia, Vendola e tutti gli altri lo hanno lasciato solo, è un giustizialismo narcisistico: lui è il Bene,
lui la Giustizia, lui la Verità.
Chi tre anni fa si è illuso che
prima o poi de Magistris si sarebbe tolto la bandana alla
Masaniello per dedicarsi seriamente a Napoli se lo ritrova
ora apparentemente in giacca
e cravatta, come si è presentato l’altra sera da Floris, ma a
ben vedere calato in ben altri
panni. Quelli di Sansone,
pronto a morire con tutti i filistei? Macché. Gli mancano il
contesto e il physique du rôle.
Piuttosto in quelli di un novello Joker, il nemico di Batman.
A tratti burlone, quando si definisce «sospeso» come il caffè napoletano; a tratti grottesco, quando in diretta tv si liscia il mento con le mani e ripete «non mi dimetto, non mi
dimetto, non mi dimetto»; a
tratti incendiario, come quando tuona contro lo Stato lutulento e aggiunge fuoco, fiamme e fango.
@mdemarco55
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
STRATEGIE
I DUBBI DELL’AMERICA:
PER BATTERE L’ISIS
L’AVIAZIONE NON BASTA
di Massimo Gaggi
Soldati Il Pentagono
si rende conto delle
difficoltà della guerra
contro lo Stato islamico:
occorre addestrare forze
di terra dei Paesi alleati,
ma passeranno anni
SEGUE DALLA PRIMA
S
ono passate appena tre settimane da
quando Barack Obama disse all’America che il Paese è di nuovo in guerra
coi terroristi, stavolta quelli del «califfato» islamico: è certamente presto
per dare giudizi definiti sul successo o il fallimento di una campagna di bombardamenti
che, secondo la Casa Bianca, durerà parecchi
mesi, mentre gli inglesi parlano addirittura
di anni.
Ma i risultati fin qui conseguiti e gli elementi raccolti sul terreno tanto in Iraq quanto in Siria, giustificano un elevato grado di allarme e, almeno per ora, sembrano dare ragione a chi fin dall’inizio ha sostenuto che coi
soli attacchi dal cielo non è possibile non solo distruggere ma nemmeno arginare un’organizzazione complessa, ramificata, combattiva, molto ben finanziata e armata come
l’Isis.
Gli Stati Uniti hanno fatto un enorme sforzo diplomatico per mettere insieme una coalizione di Paesi arabi ed occidentali disposti a
partecipare alla campagna di bombardamenti. Ma sul piano operativo, dopo i primi successi – la riconquista della diga di Mosul, la
liberazione degli yazidi assediati sul monte
Sinjar, l’aiuto ai peshmerga curdi nella difesa
di Erbil – dal campo sono arrivate notizie meno buone. Nonostante la moltiplicazione degli airstrike già costati un miliardo di dollari
ai soli Stati Uniti, l’Isis non sembra in ritirata.
Anzi, è all’offensiva su vari fronti.
Due giorni fa in Iraq i suoi militari, probabilmente colonne provenienti da Falluja, venivano dati all’offensiva ad appena un miglio
dai quartieri occidentali di Bagdad. Non va
molto meglio in Siria dove l’Isis assedia la cittadina curda di Kobani a pochi chilometri
dalla frontiera con la Turchia. I peshmerga
raggiunti dalle telecamere della Cbs denunciano: «Qui gli attacchi aerei americani non
hanno avuto alcun effetto».
Un’offensiva basata solo su attacchi dal cielo pone problemi enormi. Intanto quelli di
coordinamento tra le forze aeree dei vari Paesi impegnati: dall’Arabia Saudita alla Gran
Bretagna, dalla Francia, all’Australia, agli
Emirati Arabi. Oltre, ovviamente, agli Usa. Ma
il problema maggiore Washington ce l’ha sul
terreno. A differenza delle campagne aeree
del passato in Afghanistan, Pakistan e Yemen, oggi è molto scarso il supporto da terra
di uomini dell’intelligence o, comunque, di
collaboratori che aiutano a individuare i bersagli e forniscono informazioni sull’esito degli attacchi: gli americani non sembrano avere una vera rete di spie in Siria, non hanno
rapporti con le forze armate di Assad, il dittatore di Damasco, e non dialogano nemmeno
con le altre formazioni ribelli «moderate»
che operano nel Paese.
In Iraq c’è una migliore collaborazione col
nuovo governo, con ciò che resta delle forze
armate e coi combattenti curdi: ma nessuno
di questi soggetti riesce a raccogliere un volume significativo di informazioni su quello
che accade nei territori occupati dall’Isis. I
bersagli vengono quindi scelti dal Pentagono
sulla base delle ricognizioni aeree. E già più
di una volta sono stati bombardati edifici già
abbandonati da tempo dalle milizie del «califfato».
La Casa Bianca si è mossa in ritardo, avendo a lungo sottovalutato la minaccia dell’Isis
(Obama ha poco elegantemente scaricato la
responsabilità sui servizi segreti che non erano stati abbastanza perentori nel sottolinearla, ma che certamente non erano rimasti in
silenzio). Oggi, comunque, il presidente è
consapevole della limitata efficacia dell’uso
dell’arma aerea. Ma ha margini d’intervento
limitati: non vuole schierare truppe americane sul campo di battaglia non solo per non
perdere la faccia dopo sei anni passati a ritirare soldati da Iraq e Afghanistan, ma anche
perché l’opinione pubblica americana, stremata da oltre dieci anni di guerre, è contraria
a interventi di questo tipo. Combattere contro milizie invasate, alla ricerca della barbarie
e del bagno di sangue, costringerebbe i militari Usa che dovessero essere messi in campo
a comportarsi con altrettanta ferocia. Con
quali conseguenze per il prestigio degli Stati
Uniti nel mondo è facile immaginare.
Del resto un serio problema d’immagine
gli americani lo hanno già oggi anche coi soli
attacchi aerei: l’uso degli aerei-robot eccita
molte folle arabe indignate dalla scelta della
superpotenza di schierare macchine contro
uomini. E in Siria anche i ribelli anti-Isis sono
irritati dalla scelta di Washington di bombardare non solo le postazioni dello Stato islamico, ma anche altre milizie percepite come terroriste, come quelle del Fronte al Nusra,
mentre le forze armate del maggior massacratore dell’area, il dittatore di Damasco, non
finiscono mai nel mirino dell’Air Force Usa.
La speranza americana è che a tenere le posizioni sul terreno arrivino, oltre a quelle curde, le milizie moderate siriane e il rinnovato
esercito iracheno: ma lo stesso Pentagono avverte che per formare e addestrare queste forze ci vorranno parecchi mesi, forse anni.
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●L
27
PAYPAL SI SEPARA DA EBAY
SPECIALIZZARSI PER CRESCERE
COMMENTI
DAL MONDO
La classe media
e le elezioni
in America Latina
●
❞
Il commentatore
spagnolo Miguel Ángel
Bastenier su El País solleva
dubbi sull’idea che
protagonista della maratona
elettorale in corso nei Paesi
dell’America Latina (34
elezioni tra il 2009 e il 2016,
di cui 3 in questo mese: in
Brasile domenica, in Bolivia
il 12 e il 26 in Uruguay) sia la
nuova classe media,
destinata a cambiare il volto
politico del continente. Le
sue perplessità tengono
conto della probabile vittoria
dei partiti al governo e della
fine della crescita «a tassi
cinesi» degli ultimi anni (la
previsione per il 2014 è
dello 0,9 % in Brasile).
Perché Londra
non è (più) un posto
per donne leader
●
❞
Il Paese delle
suffragette e di
Margareth Thatcher si
ritrova oggi al 65esimo
posto al mondo per
rappresentanza femminile in
politica. Com’è possibile? si
chiede Alice Thomson su
The Times. Eppure le donne,
da Angela Merkel a Christine
Lagarde, «stanno guidando il
mondo» osserva. E ricorda la
sfida tutta al femminile per
la presidenza in Brasile e i
passi avanti dell’Africa, con il
Rwanda, dove oltre metà dei
parlamentari sono femmine.
Thomson dà una risposta: ci
siamo battute per il part
time e il congedo maternità,
siamo state (di nuovo)
risucchiate dalla maternità.
a cura di Alessandra Muglia
a separazione di PayPal
da eBay mette in luce
due aspetti chiave dell’attuale momento
competitivo. Il primo è
il peso crescente degli investitori: soprattutto se sono attivi,
potenti e veloci come Carl
Icahn, determinato a giocare
d’anticipo sul mercato dell’high
tech. Da pochi mesi azionista di
eBay, società di ecommerce della prima generazione di Internet, ha costantemente fatto
pressione sul management
perché PayPal, la stella in ascesa dei pagamenti online con altissimi tassi di crescita, potesse
correre da sola e staccarsi dalla
casa madre, per essere meglio e
più valorizzata. Icahn ha raggiunto il suo obiettivo, nominato nuovi dirigenti e ottenuto
l’okay di Wall Street allo scorporo. C’è riuscito grazie a un radicale smantellamento della
strategia seguita finora non solo dall’attuale numero uno di
eBay, John Donahoe, che si è
sempre opposto allo spin-off,
ma anche dalla manager che
l’aveva preceduto, Meg Whitman, e che puntava a estendere
il perimetro di eBay al di là delle aste, mettendo sotto lo stes-
so tetto business troppo diversi. I mercati online sono cresciuti: oggi serve più specializzazione, più concentrazione,
più stazza.
Il secondo aspetto importante è l’accelerazione del ritmo
nella gara per il dominio dei
pagamenti online e del commercio elettronico mobile, cui
ha impresso vigore l’annuncio,
da parte della Apple, di un nuovo sistema di pagamento per
iPhone e Watch. Carl Icahn, dicono le cronache finanziarie
americane, non si fermerà qui.
PayPal nel 2015 andrà in Borsa, ma non solo: dovrà fare acquisizioni, stringere accordi di
fusione, insomma crescerà ancora perché in questo, come in
altri campi della tecnologia, bisogna essere grandi, grossi e
molto rapidi. È una lezione che
dovremmo imparare bene anche qui, nella cara e vecchia Europa, dove i protagonisti del
business sono più piccoli e lenti. Per non parlare del sistema
delle regole, che finora non ha
fatto che intralciare il consolidamento delle aziende.
Edoardo Segantini
@SegantiniE
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IL SINDACATO ORA DELUDE
ANCHE PISAPIA E DORIA
A
desso la polemica
più calda è a Milano, ma in tempi recenti il copione si è
ripetuto a Genova, a
Roma, a Cagliari. Il confronto
tra un sindaco di sinistra e i
sindacati (la Cgil in particolare)
spesso si tramuta in scontro, e
anche duro. In ogni città il tema del contendere è stato diverso: a Genova furono i trasporti, a Roma gli stipendi dei
dipendenti comunali, a Cagliari addirittura la nomina del soprintendente al teatro Lirico.
La contesa però è simile: c’è un
sindaco che denuncia il potere
di veto dei sindacati, e i sindacati che rimproverano il sindaco di volerli scavalcare.
A Milano, ed è materia di
queste ore, Pisapia ha definito
«difesa corporativa inaccettabile» l’opposizione dei sindacati ad alcuni (minimi) spostamenti di personale del Comune. E ieri ha rincarato la dose:
«È la sacrosanta verità». La reazione della Cgil milanese assomiglia a quella avuta in precedenza in altre città: «In questi
anni Pisapia non si è mai degnato di riceverci, mentre in
campagna elettorale prometteva un cambiamento radicale».
Il riferimento alla campagna
elettorale è rivelatore. Al candidato sindaco di sinistra, evidentemente, la Cgil affida una
serie di aspettative, forse anche
quella di cogestire alcune decisioni. Quando quel candidato
diventa sindaco e passa dall’altra parte del tavolo, la scena
cambia. Se le scelte non coincidono con le aspettative, lo
scontro si accende e, visto che
il sindaco è considerato «vicino», si fa perfino più aspro:
«Ha una doppia faccia, come
dottor Jeckyll e mister Hyde»
diceva la Cgil del sindaco Marco Doria nei giorni dello sciopero dei trasporti a Genova. E a
Milano adesso non sono da
meno: «Pisapia denigra i sindacati e ignora i lavoratori».
Accuse che, si ritiene, faranno
più male perché indirizzate a
qualcuno che arriva dalla stessa storia. Ma la risposta di Pisapia indica che quella storia forse è finita: «Ho creduto nel sindacato, ma ci credo ogni giorno di meno» .
Massimo Rebotti
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
28
Corriere della Sera - 02/10/2014
AVVISO AL PUBBLICO
DECRETO N. 261 DEL 23.07.2014
RACCORDI 150 KV IN SEMPLICE E DOPPIA TERNA ALLA STAZIONE DI ALIANO DALL'ESISTENTE COLLEGAMENTO
“ROTONDA – AGRI” VERSO “S. MAURO FORTE”
Ditta 1AL006
Ditta 1AL012
Ditta 1AL018
Gallo Giuseppe
Merlino Nicolina
Di Leo Caterina
Decreto di asservimento dei fondi da asservire nel Comune di Aliano (art. 23, D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e s.m.i
con le modalità dell’ art. 52 ter comma 2 D.Lgs. 330/2004)
Ditta 1AL026
Di Pierro Paolo
TERNA - Rete Elettrica Nazionale S.p.A., con sede legale in Via Egidio Galbani 70, 00156 Roma
Ditta 1AL030
Palmieri Antonia
PREMESSO
Ditta 1AL034
Colucci Antonia, Colucci Maria Rosa
- che TERNA S.p.a è concessionaria dello Stato per la trasmissione e dispacciamento dell’energia elettrica e per lo sviluppo della
Rete Elettrica Nazionale, giusta concessione emanata in data 20.4.2005 e divenuta efficace in data 1.11.2005, sulla base di
quanto disposto dal D.P.C.M. 11.5.2004;
- che con decreto n. 239/EL-107/99/2009 emanato il 06/08/2009 il Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione da
parte di TERNA S.p.A. delle opere in oggetto, con dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza e indifferibilità ed inamovibilità
delle medesime;
- che con il medesimo decreto n. 239/EL-107/99/2009, emanato il 06/08/2009, ai sensi dell'articolo 6, comma 8, del D.P.R.
327/2001 e successive modifiche ed integrazioni, è stata conferita delega (con facoltà di subdelega) alla società TERNA S.p.A.,
in persona del suo legale rappresentante pro tempore, ad esercitare tutti i poteri espropriativi previsti dal D.P.R. 327/2001 e
dal D.Lgs. 330/2004 e ad emettere e sottoscrivere tutti i relativi atti e provvedimenti ivi inclusi, a titolo esemplificativo e non
esaustivo, i decreti di asservimento coattivo, di espropriazione e retrocessione, i decreti di occupazione ex articoli 22, 22-bis e
49 del citato D.P.R. 327/2001, le autorizzazioni al pagamento delle indennità provvisorie e definitive, e di espletare tutte le
connesse attività necessarie ai fini della realizzazione dell'elettrodotto;
- che con procura rep. n. 18955 per notaio Luca Troili di Roma, registrata a Roma il 08.06.2012, l’amministratore delegato e
legale rappresentante pro tempore di TERNA Rete Elettrica Nazionale Società per azioni, ha dato incarico al dr. Luigi de
Francisci, affinché lo stesso, in nome e per conto della predetta Società e nella qualità di Responsabile dell’Ufficio Espropri di
Terna S.p.A , possa emettere e sottoscrivere tutti gli atti e i provvedimenti relativi al procedimento espropriativo ed espletare le
connesse attività necessarie ai fini della realizzazione degli impianti per il rinnovo e lo sviluppo della Rete Elettrica Nazionale;
- che in relazione all’impianto in oggetto, il dr. Luigi de Francisci, con lettera prot. TE/P20140010638 del 20.06.2014 ha
individuato come Responsabile del Procedimento espropriativo l’ing. Roberto Cirrincione, nato a Palermo il 29.03.1971 e
residente per la carica in Napoli, alla Via Aquileia 8;
- che nella qualità di autorità espropriante, delegata dal Ministero dello Sviluppo Economico, TERNA S.p.A. ha provveduto, ai
sensi dell’art. 20 D.P.R. 327/2001, a compilare l’elenco dei beni da asservire e da occupare e dei relativi proprietari,
determinando altresì l’indennità da offrire in via provvisoria;
- che in applicazione dell’art. 52 ter, comma 2, D. Lgs. 330/2004, vista l’impossibilità di notificare l’occupazione dei beni
immobili necessari per la realizzazione del predetto elettrodotto e la relativa indennità provvisoria, a causa della irreperibilità o
assenza dei proprietari così come risultanti dalle visure catastali, essendo state inutilmente eseguite tutte le indagini idonee e
sufficienti ad individuare i destinatari secondo la comune diligenza mediante apposite ricerche anagrafiche,
- che tale notifica è sostituita dall’affissione del presente Avviso per almeno venti giorni consecutivi, decorrenti dalla data
odierna, all’Albo Pretorio del Comune interessato e dalla contestuale pubblicazione del medesimo sui quotidiani Corriere della
Sera, Gazzetta del Mezzogiorno e Il Fatto Quotidiano.
- che la Società Terna S.p.A. – Rete Elettrica Nazionale (C.F. 05779661007) con sede legale in Via Egidio Galbani n. 70 è
rappresentata dalla Società Terna Rete Italia S.p.A. (C.F. 11799181000), società con socio unico sottoposta a controllo e
direzione di Terna S.p.A., con sede legale in Via Egidio Galbani n. 70 – 00156 ROMA, (giusta procura Rep. n. 18464 del 14
marzo 2012 per Notaio Luca Troili in Roma);
Ditta 1AL040
Ditta 1AL042
Ditta 1AL050
La Bella Maria Rosa
Colucci Giuseppe
Bruno Rocco, Bruno Rosa, Bruno Senatro, Di Leo Filomena,
Di Leo Giovanna, Longo Giuseppe, Lorenzo Vincenzo
Colucci Antonia
Curci Angela, Curci Antonia, Curci Carmine, Curci Rosa, La Bella Anna Maria
Conte Cristina, Izzo Maria Rosa
Guerriero Lucia
Racioppi Rocco
Micucci Rocco
Padula Michele
De Leo Francesco, La Vecchia Giaconto
Ditta 1AL062
Ditta 1AL068
Ditta 1AL076
Ditta 1AL078
Ditta 1AL080
Ditta 1AL082
Ditta 1AL086
Ditta 1AL096
Fg. 37 P.lla 279
Fg. 49 P.lla 759
Fg. 46 P.lle 747,
588
Fg. 46 P.lle 554,
610, 552
Fg. 46 P.lle 548,
550
Fg. 46 P.lle 536,
540
Fg. 46 P.lla 544
Fg. 46 P.lla 546
Fg. 46 P.lle 524, 46
Fg. 46 P.lla 328
Fg. 46 P.lla 19
Fg. 45 P.lla 113
Fg. 45 P.lla 111
Fg. 45 P.lla 110
Fg. 45 P.lla 123
Fg. 45 P.lla 96
Fg. 45 part. 86
DECRETO N. 261 DEL 23.07.2014
Ditta 2AL002
Ditta 2AL010
Ditta 2AL12
Ditta 2AL16
Di Leo Lucia Donata, Izzo Rosina
Conte Maria, Conte Rocco
Donadio Rosa, Guarino Angiolina, Guarino Antonietta, Guarino Rosa
La Bella Prospero
Ditta 2AL17
Ditta 2AL019
Donadio Rosa, La Bella Prospero
Ciruzzi Antonio
Ditta 2AL024
Ditta 2AL032
Donadio Rosa, Labella Donata
Barrella Giuseppe, Conte Cristina, Di Leo Antonio, Di Leo Maria, La Bella Rosa
Ditta 2AL042
Ditta 2AL056
Ditta 2AL058
Guerriero Lucia
Marino Paolo
Padula Maria
Ditta 2AL068
Ditta 2AL070
Ditta 2AL076
Micucci Rocco
Padula Michele
Di Leo Francesco, La Vecchia Giaconto,
Fg. 45 P.lla 28
Fg. 45 P.lla 34
Fg. 45 P.lla 149
Fg. 45 P.lle 46,
219, 135, 160
Fg. 45 P.lla 165
Fg. 45 P.lle 47,
220,136
Fg. 45 P.lla 54;
Fg. 45 P.lle 352,
375,117,307
Fg. 45 P.lla 358
Fg. 45 P.lla 290
Fg. 45 P.lle 242,
294
Fg. 45 P.lla 123
Fg. 45 P.lla 96
Fg. 45 P.lla 86
TUTTO CIO’ PREMESSO
la Società TERNA Rete Italia S.p.A., con sede legale in Via Galbani 70 – 00156 Roma (C.F. 11799181000),
AVVISA
i sottoelencati proprietari, secondo le risultanze catastali, che per venti giorni consecutivi, decorrenti dalla data odierna,
presso l’Albo Pretorio del Comune di Aliano è depositata la comunicazione nonché i relativi Decreti di asservimento nn. 261
e 262, emessi in data 23.07.2014 dall’Ufficio Espropri di Terna S.p.A., con indicazione dell’importo della relativa indennità
provvisoria.
Terna Rete Italia S.p.A
Sede Legale Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma
Reg. Imprese, C.F. e P.I. 11799181000 REA 1328587
Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v. – Socio Unico
Direzione e coordinamento di “Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A”
ANAS S.p.A.
ANAS S.p.A.
ANAS S.p.A.
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per la Sardegna
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Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a:
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Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268.
Il Dirigente Amministrativo
Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it
Il Dirigente Amministrativo
Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it
Il Dirigente Amministrativo
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Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it
Tribunale di Arezzo
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070 52971 - Fax 070 5297268.
Il Dirigente Amministrativo
Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it
Per la pubblicità legale e finanziaria
rivolgersi a:
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Concordato Preventivo n. 12/2010
REALIZZAZIONI E BONIFICHE AREZZO (già UNO-A-ERRE ITALIA) S.p.A.
in liquidazione e in concordato preventivo
Il Collegio di Liquidazione Giudiziale
Estratto dal programma di liquidazione e invito a partecipare a procedura competitiva
Il Dott. Gino Faralli, l’Avv. Alessandro Benocci e il Dott. Luciano Bertolini, in qualità di liquidatori
giudiziali del Concordato Preventivo n. 12/2010 del Tribunale di Arezzo relativo alla società REALIZZAZIONI E BONIFICHE AREZZO (già UNO-A-ERRE ITALIA) S.p.A. in liquidazione e in concordato
preventivo (“ReB”), hanno provveduto alla redazione delle disposizioni per la rinnovazione delle
procedure competitive aventi per oggetto la vendita di alcuni beni costituenti l’attivo concordatario
e hanno provveduto alla loro integrale pubblicazione nel sito internet www.patrimonio.unoaerre.it
(sezione Programma di Liquidazione). Il programma di liquidazione è anch’esso pubblicato nel
sito internet www.patrimonio.unoaerre.it (sezione Programma di Liquidazione) e fornisce la descrizione dei beni di proprietà di ReB e, per ognuno di essi, indica le modalità e i termini della relativa vendita. I liquidatori giudiziali di ReB invitano chiunque sia interessato a prendere visione
del programma di liquidazione e delle disposizioni per la rinnovazione delle procedure competitive
e a partecipare alle procedure competitive aventi per oggetto la vendita dei beni rimasti di proprietà
di ReB.
In particolare, i liquidatori giudiziali di ReB invitano chiunque sia interessato a partecipare alla procedura competitiva avente per oggetto la vendita dei seguenti beni:
(1) IMMOBILE DI AREZZO VIA FIORENTINA
(2) IMMOBILE DI AREZZO SAN ZENO VECCHIO
- Descrizione dei beni: (1) L’Immobile di Arezzo Via Fiorentina è ubicato nel territorio del Comune
di Arezzo (AR), Via Fiorentina n. 550; occupa circa 70.000 metri quadrati e circa 140.000 metri
cubi, da convertire a diverse destinazioni d’uso; è qualificato dal vigente regolamento urbanistico
comunale quale Area Strategica di Intervento (ASI). (2) L’Immobile di Arezzo San Zeno Vecchio
è ubicato nel territorio del Comune di Arezzo (AR), località San Zeno Strada E n. 5; consiste di
uno stabilimento industriale che a sua volta si compone di vari fabbricati per una superficie complessiva pari a circa 7.550 metri quadrati, che insistono su di un terreno di complessivi 20.680
metri quadrati; il bene è attualmente concesso in locazione alla società UNOAERRE INDUSTRIES
S.p.A. a decorrere dal 1° settembre 2010 per una durata di anni sei, rinnovabile.
- Regolamento delle procedure competitive: vedasi programma di liquidazione pubblicato in
www.patrimonio.unoaerre.it.
- Caratteri essenziali delle procedure competitive: per la procedura competitiva avente per oggetto
l’Immobile di Arezzo Via Fiorentina, proposte con prezzo minimo di euro 12.036.850; per la procedura competitiva avente per oggetto l’Immobile di Arezzo San Zeno Vecchio, proposte con
prezzo minimo di euro 4.913.000; per entrambe le procedure competitive, allegazione di affidavit
bancario e di deposito cauzionale pari al 10% del prezzo proposto, possibilità di proposte migliorative in sede di gara con rilanci minimi non specificati, possibilità di ribassi del 15%.
- Termine per presentazione proposte di acquisto: 30 novembre 2014, ore 16.00, per entrambe
le procedure competitive, salvo proroghe.
- Info, contatti ed eventuali aggiornamenti o modifiche: www.patrimonio.unoaerre.it.
I Liquidatori Giudiziali
Avv. Alessandro Benocci
Dott. Luciano Bertolini
Dott. Gino Faralli
investiamo nel vostro futuro
LA FONDAZIONE UNIVERSITA’ MAGNA GRAECIA
INTENDE CONFERIRE N. 11 INCARICHI DI COLLABORAZIONE A PROGETTO
PON RICERCA E COMPETITIVITA’ 2007/2013 PONa3_000359
PROGETTO DI RICERCA
“CENTRO DI RICERCHE INTERREGIONALE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E LA SALUTE.
INTERREGIONAL RESEARCH CENTER FOR FOOD SAFETY & HEALTH - IRC_FSH”
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per reportistica a fini comunicativi
relativamente all’analisi dei nutraceutici in studi clinici di fase 1 già effettuati nell’ambito del progetto
di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per l’attivazione della testata advances in
food safety and health del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per lo sviluppo di un modello di
organizzazione di un centro di ricerca della sicurezza degli alimenti del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la produzione dei contenuti informativi/
divulgativi dei prodotti multimediali ai fini della disseminazione dei risultati del progetto di ricerca
IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la progettazione funzionale ed il
supporto organizzativo per la messa a punto dei protocolli metodologici del centro di bioimmagini
del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la progettazione funzionale e
l’organizzazione laboratoristica nei laboratori del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la reportistica a fini comunicativi degli
studi di nutraceutica e lipidomica del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica a fini comunicativi
nel settore cardiometabolico del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per la redazione di 2 report ai fini
comunicativi nel settore geriatrico del progetto di ricerca IRC-FSH;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica destinata
all’informazione e pubblicità degli studi già realizzati nel progetto IRC-FSH PONa3-00359 in modelli
di infiammazione;
Conferimento di n. 1 incarico di collaboratore a progetto per attività di reportistica destinata
all’informazione e pubblicità sugli studi già realizzati nel progetto IRC-FSH PONa3-00359 sulla
regolamentazione dei nutraceutici.
TUTTI I BANDI SONO PUBBLICATI SUL SITO WWW.FONDAZIONEUMG.IT SEZIONE AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE-BANDI DI CONCORSO. SCADENZA: 9/10/2014.
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
Economia
N
ove mesi per
accompagnare la
riforma della
governance dell’Inps e portare
a compimento la fusione
dell’istituto di previdenza con
l’Inpdap (lavoratori pubblici)
e l’Enpals (spettacolo).
Questa la mission del
commissario straordinario
dell’Inps, Tiziano Treu, che ha
preso il posto di Vittorio
Conti, che ha tenuto l’istituto
in questi ultimi tre mesi, dopo
le dimissioni di Antonio
Mastrapasqua. Treu,
nominato dal Consiglio dei
ministri di martedì, ieri ha
avuto un primo incontro con
la tecnostruttura. Quando
l’esecutivo avrà riformato la
governance, probabilmente
con la costituzione di un cda
snello, Treu dovrebbe
diventare presidente dello
stesso SuperInps.
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Imu 12
pre i 300 euro di rendita catastale, le amministrazioni locali
hanno confermato l’esenzione
totale dal pagamento della Tasi,
così come avveniva per l’Imu. In
altre città, invece, è stata mantenuta una progressione legata
agli estimi catastali. Infatti i cittadini che abitano in case non
di pregio pagheranno di Tasi
meno rispetto a quello che prevedeva l’Imu: 16 euro a Roma
(contro i 52 di due anni fa), 56 a
Torino (dove se ne pagavano
La sentenza
Non riesce a pagare l’Iva
la Cassazione lo assolve
Non è stato in grado di pagare l’Iva perché l’unico
suo cliente è fallito e ha preferito pagare gli
stipendi ai dipendenti. La Cassazione ha così
annullato la condanna pronunciata dalla Corte
d’appello di Catania. È successo ieri a un
imprenditore cooperativo che aveva «come quasi
unico committente una società fallita proprio
nell’imminenza della data di scadenza delle
imposte», come ha rilevato la Corte suprema.
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Un atto dovuto
La Commissione:
«Un atto dovuto
su richiesta della
Corte dei conti»
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Ca
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89) e Catanzaro (61 contro 102).
Addirittura dimezzata la Tasi a
Potenza (26 euro contro 52).
Per gli immobili con rendita
di 500 euro, si pagherà una Tasi
superiore all’Imu 2012 in 8 capoluoghi tra i quali Venezia (194
euro invece di 136), L’Aquila
(168 contro 111), e Palermo (243
contro 203). A Firenze invece
l’aumento è di 1 euro (137 rispetto a 136). Si pagherà, invece, una
Tasi più leggera tra l’altro a Roma (150 euro contro 220), Torino (167 contro 283) e Napoli
(177 contro 220).
Scenario completamente diverso se consideriamo un immobile con rendita catastale di
1.000 euro: sono solo due i comuni capoluogo che pagano un
importo superiore alla vecchia
Imu (Trieste con 554 contro 455
euro e Firenze 484 contro 472).
L’ampliamento della base imponibile e l’eliminazione della
detrazione fissa universale, sottolineano dalla Cisl, di fatto
hanno ampliato la platea dei
paganti mantenendo intatto il
gettito.
Francesco Di Frischia
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la borsa di Napoli. Il dipendente ha ricevuto una lettera firmata dal presidente della Consob,
Giuseppe Vegas, che intima di
risarcire i danni erariali. Tra risarcimenti e interessi, la cifra
potrebbe arrivare a 20 milioni.
«È un atto dovuto a fronte di
una richiesta in tal senso da
parte della Corte dei conti, volta a interrompere la prescrizio-
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Ca
d’Arco
Condannata per una vicenda del '94, l’autorità si rivale sui funzionari di allora
de fare ricorso in Cassazione) si
riferisce ai ritardi con cui l’Auto r i t à è i n te r ve n u t a c o n
un’ispezione presso l’agente di
cambio. Nel frattempo, il 19
marzo di quest’anno, la Corte
dei conti ha delegato Consob
per predisporre una relazione e
ha chiesto di costituire in mora
i soggetti eventualmente responsabili per tutelare le ragioni patrimoniali della Commissione stessa. Da qui la chiamata
in causa dei commissari dell’epoca e di alcuni dipendenti.
Tra questi, uno solo è tuttora in
forza all’Autorità e all’epoca dei
fatti (il 1994) era incaricato dell’accesso alle informazioni
presso gli agenti di cambio del-
ta
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Na
Fonte: Dipartimento Politiche Fiscali e Previdenza della Cisl
Consob, la multa e gli ex dipendenti
Per la prima volta nella storia, Consob potrebbe rivalersi
sui dipendenti per un risarcimento danni da 20 milioni per
un fatto accaduto 20 anni fa. Il
28 aprile 2008 (sentenza n.
8844) il Tribunale di Roma ha
accolto le domande risarcitorie
di clienti truffati da un agente
di cambio di Napoli, Guido De
Asmundis, condannando la
Commissione per omessa vigilanza. Il 5 maggio 2014 (sentenza n. 2828) la Corte di appello
di Roma ha rigettato l’appello
di Consob e ha condannato
l’Autorità al risarcimento del
danno.
La condanna (che non è ancora definitiva e Consob inten-
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A Treu il piano
per la super Inps
e la riforma
della governance
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di Enrico Marro
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Abitazione principale - Tasi 2014 e Imu 2012
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● Il caso
L’invito alle banche:
maggiore credito,
meno sportelli
di Fabrizio Massaro
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Il confronto
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Chi vive in case popolari
pagherà quest’anno una Tasi
più cara dell’Imu versata nel
2012. Quei cittadini, invece, che
abitano in case di pregio dovranno pagare meno per la Tasi
rispetto all’Imu di due anni fa. È
questo l’amaro risultato di uno
studio curato dal dipartimento
politiche fiscali della Cisl sulle
20 città capoluogo di regione,
analizzando le delibere delle
aliquote pubblicate sul sito del
ministero dell’Economia.
Il sindacato ha paragonato le
due imposte considerando, come prima casa, tre tipi di immobili con rendita catastale di 300,
500 e 1.000 euro. Nei conteggi
sono state applicate le detrazioni deliberate dai singoli Comuni (senza considerare gli sgravi
per i figli a carico, facoltà assegnata per legge ai singoli municipi). A conti fatti diminuiscono
gli importi della Tasi rispetto all’Imu al crescere della rendita
catastale. «È necessario superare le iniquità di Tasi e Imu –
chiede Maurizio Petruccioli, segretario confederale della Cisl –
facendo pagare proporzionalmente di più chi possiede più
case e chi ha più valore catastale, anche per restituire risorse
alle famiglie che hanno meno».
La ricerca ha mostrato che in
11 città su 20 migliaia di cittadini, tra i ceti sociali più bassi, per
una rendita catastale di 300 euro dovranno pagare la Tasi,
quando prima l’Imu (in 9 casi su
20) costava «zero», grazie alla
detrazione prevista per l’abitazione principale pari a 200 euro
(indipendentemente dalla rendita catastale). Quest’anno per
la tassa sui servizi indivisibili
(illuminazione e manutenzione
stradale e sicurezza) si oscilla
dagli 11 euro di Milano ai 126 di
Campobasso, passando per Venezia (46), Ancona (96), L’Aquila (100) e Bari (66), comprese
Aosta (50) a Palermo (45). La Cisl rivela anche che a Trieste,
Trento, Bologna e Firenze, tenendo come riferimento sem-
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
Studio della Cisl: per le rendite catastali elevate l’imposta pagata è inferiore
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si trasformerebbe «in un’azienda a
predominanza cinese». Secondo la
ricostruzione Gaillon, che avrebbe l’80% del
Club, farebbe capo per l’86% a Fosun, il 7% a
U-Tour, il 5% a Ardian. L’Unsa ritiene che «con
un azionariato francese ai minimi l’ancoraggio
europeo non può essere garantito».
Il paradosso della nuova Tasi
Case piccole, più cara dell’Imu
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I sindacati (Unsa) di Club Med hanno scritto ieri
al presidente del gruppo, Henri Giscard
d’Estaing, contestando la nuova offerta di
Gaillon (il veicolo messo in campo dalla cinese
Fosun) considerando «il piano strategico
sempre lo stesso nonostante le critiche degli
ultimi mesi». In una lettera aperta i sindacati
evidenziano che con l’opa di Gaillon il Club Med
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Lettera a Giscard d’Estaing: azionariato francese ai minimi
Club Med, i sindacati: «Così l’azienda diventa cinese»
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29
ne» fa sapere la Commissione.
La vicenda potrebbe non avere
l’esito temuto dal dipendente,
che ha comunque presentato
istanza di revisione in cui sostiene che l’incarico non era
stato attivato. La richiesta ha
provocato reazioni da parte dei
sindacati. «Ciò che stupisce è
l’assenza di qualsivoglia istruttoria» si legge in un comunicato della Falbi, che parla di «macigno che irrompe nella vita
delle persone per il semplice
fatto che all’epoca si rivestiva
un ruolo astrattamente idoneo
a conoscere i fatti in contestazione».
Fausta Chiesa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
● Tra poco
più di due
settimane,
giovedì 16
ottobre, scade
per milioni
di contribuenti
il termine per
il versamento
dell’acconto
Tasi. La nuova
imposta
immobiliare si
applica anche
alle abitazioni
principali
e pertinenze
ono finora solo 3 i
miliardi di euro di
prestiti che i clienti
potrebbero chiedere a
Unicredit sui 7,7 miliardi
ottenuti dalla Bce con i
finanziamenti agevolati
«Tltro» a un tasso dello 0,15%.
Come mai questo accesso così
limitato? «L’imprenditore
italiano, al di là del tasso, è
ancora riluttante perché
mancano le riforme dal lavoro
o della giustizia» spiega il ceo
Federico Ghizzoni. È la
dimostrazione sul campo di
quanto emerge dal «XIX
rapporto sul sistema
finanziario» della Fondazione
Rosselli: le banche hanno
disperato bisogno di richiesta
di «buon credito», hanno
spiegato i curatori Donato
Masciandaro e Giampio
Bracchi, per i quali «in
un’economia in deflazione e
senza investimenti la
domanda di buon credito non
è ripartita. Oggi il problema si
è spostato dalla disponibilità
di liquidità al suo
trasferimento dalle banche
all’economia reale». Dunque:
da un lato c’è poca richiesta di
credito da parte delle imprese
in grado di ripagarli; al
contrario non ci sono
finanziamenti alle imprese a
rischio di diventare
insolventi; i tassi sono bassi,
determinando il crollo di uno
dei due rami di ricavi
(l’interesse) su cui si fonda il
business bancario. Dall’altro,
le banche hanno costi fissi
sempre alti, ancorché scesi al
53% circa in rapporto sui
ricavi. Da qui la soluzione
della Fondazione Rosselli:
razionalizzare i costi con la
riduzione degli sportelli. Di
quanto? Il rapporto non fa
stime ma Masciandaro dà un
ordine di grandezza: «Se
prendiamo la Germania come
benchmark, gli sportelli
italiani, compreso il
Bancoposta, andrebbero
dimezzati».
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
30
AVVISO VENDITA SENZA INCANTO
Ramo aziendale
“PIANO DELLA SPINA - Società Cooperativa”
AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE PER LA DESIGNAZIONE DEI MEMBRI DEL COLLEGIO
DEI REVISORI CONTABILI DELL’ENTE PUBBLICO DIPENDENTE PER IL DIRITTO AGLI STUDI UNIVERSITARI DEL LAZIO - LAZIODISU
Il Consiglio regionale del Lazio deve procedere, ai sensi dell’articolo 15, comma 1 della legge regionale 18 giugno 2008, n. 7 e successive
modifiche, alla designazione dei membri del collegio dei revisori contabili dell’Ente pubblico dipendente per il diritto agli studi universitari del
Lazio - LAZIODISU. Il Collegio dei revisori contabili è composto da tre membri effettivi e due supplenti.
Le candidature devono essere presentate per iscritto al Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Servizio Giuridico, Istituzionale, Area lavori
Aula: supporto tecnico-regolamentare, Via della Pisana n. 1301 - 00163 Roma, entro il termine di quindici giorni successivi alla data di pubblicazione del presente avviso sul Bollettino ufficiale della Regione, con l’indicazione - a seconda delle modalità di presentazione di seguito riportate
- sulla busta o nell’oggetto della email, della seguente dicitura: “Avviso pubblico per la presentazione delle candidature per la designazione dei
membri del collegio dei revisori contabili dell’Ente pubblico dipendente per il diritto agli studi universitari del Lazio - LAZIODISU”.
Le modalità di presentazione sono:
a) consegna a mano all’accettazione corrispondenza del Consiglio regionale, ubicato presso la stessa sede del Consiglio regionale;
b) a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno;
c) per via telematica, tramite propria casella di posta elettronica certificata (PEC), esclusivamente al seguente indirizzo:
[email protected].
Non sono prese in considerazione le domande presentate con modalità difformi da quelle di cui sopra.
La presentazione delle domande entro il termine è comprovata, con riferimento alle modalità di presentazione di cui alle lett. a), b) e c), rispettivamente dal timbro apposto dall’accettazione corrispondenza del Consiglio, dal timbro apposto dall’ufficio postale accettante e dalla data attestazione di invio della email all’indirizzo di posta elettronica certificata. Qualora il termine per la presentazione della domanda cada in un giorno
festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo.
Le candidature, ai sensi della vigente normativa, possono essere avanzate da soggetti iscritti nel registro dei revisori legali, istituito presso il
Ministero dell’economia e delle finanze, di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39.
Le candidature, ai sensi dell’articolo 81 del regolamento dei lavori del Consiglio regionale, possono essere, altresì, avanzate, tra i soggetti di cui
sopra, anche dagli ordini e dai collegi professionali, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dalle università o dalle altre
istituzioni culturali, dalle associazioni e dalle organizzazioni interessate.
La domanda deve essere, a pena di esclusione, debitamente sottoscritta in ogni pagina e deve recare menzione dell’organo e della carica per la
quale è proposta.
Il candidato nella domanda deve, inoltre, attestare sotto forma di dichiarazione sostitutiva di certificazione o di atto di notorietà:
a) i dati anagrafici e la residenza;
b) il possesso del requisito dell’iscrizione al registro dei revisori legali di cui al d.lgs. 39/2010;
e) di non trovarsi in nessuna delle condizioni ostative e di incompatibilità alla nomina previste dall’articolo 1, comma 97, della l.r. 12/2011 e
dall’articolo 18, comma 1 della l.r. 7/2008 ovvero di obbligarsi a comunicare l’eventuale sopravvenienza delle stesse.
La mancata attestazione di quanto previsto ai punti b) e c) è causa di esclusione.
Alla domanda devono essere allegati, a pena di esclusione, la copia fotostatica del documento d’identità o di un documento di riconoscimento
in corso di validità e il curriculum del candidato debitamente sottoscritto.
Qualora la candidatura sia avanzata dagli ordini e dai collegi professionali, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dalle
università o dalle altre istituzioni culturali, dalle associazioni e dalle organizzazioni interessate, alla stessa deve essere allegata, a pena di esclusione,
l’accettazione della candidatura da parte dell’interessato, la quale deve contenere le attestazioni di cui sopra.
In calce alla domanda e al curriculum, ovvero all’accettazione della candidatura, deve essere riportata, a pena di esclusione, la seguente
dichiarazione: Il sottoscritto, consapevole che - ai sensi dell’art. 76 del d.P.R. 445/2000 - le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di
atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali, dichiara che le informazioni contenute nel presente documento rispondono
a verità.
In calce alla domanda e al curriculum, ovvero all’accettazione della candidatura, dovrà essere, altresì, riportata la seguente dichiarazione:
Il sottoscritto in merito al trattamento dei dati personali contenuti nel presente curriculum esprime il proprio consenso al trattamento degli
stessi nel rispetto delle finalità e modalità di cui al d.lgs. 196/2003.
Per eventuali chiarimenti ed informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Area “lavori Aula: supporto tecnico-regolamentare” del Servizio
Giuridico, Istituzionale - Via della Pisana, 1301 - 00163 Roma (tel. 06 65937253-2194-7679), PEC: [email protected].
f.to Il Direttore del Servizio Giuridico, Istituzionale - Avv. Costantino Vespasiano
ESTRATTO BANDO DI GARA
Oggetto: servizio di trasporto e messa a
parco del carbone e biomasse legnose da
banchina commerciale ai depositi della centrale di Sulcis.
Tipo di appalto: SERVIZI – CATEGORIA 02
Tipo di procedura e criterio di aggiudicazione: Negoziata - Prezzo più basso.
Gara n°: 0000074355
Luogo di prestazione: ITALIA – Sulcis –
Porto Vesme .
Termine per la ricezione delle domande di
partecipazione: 20/10/2014
Testo integrale del bando: il testo integrale
del bando è stato pubblicato sul Supplemento alla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea (GU/S) del 13/09/2014 n° 2014/S 176311245.
Il bando è inoltre disponibile sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana – V Serie
Speciale - Contratti Pubblici n. 109 del
24.09.2014.
Riferimento: Enel Produzione S.p.A. – AdB
Energy Management – Fuel Logistics and
Ash Management - Viale Regina Margherita,
125 - 00198 Roma
Società: Enel Produzione S.p.A. - Viale Regina Margherita, 125 - 00198 ROMA (p.iva
05617841001)
Enel Produzione S.p.A
AdB Energy Management
Fuel Logistics and Ash Management
Il Responsabile
Laura Cassì
COMUNE DI VICENZA
Avviso di gara
Il Comune di Vicenza intende appaltare il servizio di pulizia delle sedi comunali e giudiziarie
del Comune di Vicenza e delle sedi della Biblioteca Civica Bertoliana per anni due. Importo complessivo stimato € 960.490,80.
Scadenza termine per la presentazione delle
offerte: 7.11.2014 ore 12.00. Il bando integrale e gli atti a questo allegati possono essere reperiti sul sito internet del Comune
www.comune.vicenza.it. Pr ulteriori informazioni contattare il Settore “Provveditorato”
(0444/221213).
IL DIRETTORE - Alessandra Pretto
Scadenza presentazione offerte (pena esclusione) e prima seduta pubblica per apertura offerte: 20 ottobre 2014
SI RENDE NOTO CHE
In esecuzione alla comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione - prot. n. 0204422 del dì 11/12/2013,
essendo andato deserto il primo tentativo di vendita, è pubblicato il presente avviso di seconda vendita senza incanto del ramo aziendale in Filiano (PZ), Località
Piano della Spina, di proprietà della procedura “PIANO DELLA SPINA - Società Cooperativa”, in liquidazione coatta amministrativa, qui in appresso meglio descritto, secondo quanto desunto dalla perizia di stima redatta dal Dott. Giovanni Rosso, iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della Circoscrizione del Tribunale di Bari, al n. 851 Sez. A ed asseverata con giuramento innanzi al Cancelliere presso il Tribunale Ordinario di Bari, giusta verbale in data
25 ottobre 2013, Cron. n. 2694/13, nonché da quella relativa al compendio immobiliare redatta dall’Ing. Bruno Chironi in data 3 febbraio 2011, come integrata
sulla valutazione, giusta perizia redatta in data 22 luglio 2013, dal Geom. Francescantonio Masi, iscritto all’Albo dei Geometri della Provincia di Potenza al n. 1978
ed asseverata con giuramento innanzi al Giudice di Pace di Avigliano, giusta verbale in data 30 agosto 2013, Reg. Cron. n. 214/13,
Ramo aziendale relativo alla produzione e commercializzazione di prodotti lattiero-caseari, costituita dall’insieme di tutti i beni materiali e immateriali
utilizzati per l’esercizio della relativa attività, ed in particolare dai seguenti immobili:
- da un opificio industriale, censito al Catasto Fabbricati del Comune di Filiano al foglio 4, particella 173 sub 3, particella 174 sub 1, particella 175 sub 1
(graffate insieme), Contrada Piano della Spina snc, piano S1 - T - 1 - 2, cat. D/1, R.C. Euro 30.690,00;
- da unità abitativa, censita al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 173, sub. 2, Contrada Piano della Spina snc, piano T - 1 - 2, cat.
A/2, cl. 1, vani 7,5, R.C. Euro 317,62;
- da una cabina ENEL, censita alCatasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 603, Contrada Piano della Spina snc, piano T, cat. D/1, R.C.
Euro 160,00;
- da una cabina ENEL, censita al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 604, Contrada Piano della Spina snc, piano T, cat. D/1, R.C.
Euro 152,00;
- da un locale deposito, censito al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 574, sub. 4, Contrada Maio snc, piano T, cat. C/2, cl. 1,
cons. 443 mq., R.C. Euro 251,67;
- da un locale deposito, censito al Catasto Fabbricati del detto Comune al foglio 4, particella 574, sub. 5, Contrada Maio snc, piano T, cat. C/2, cl. 1,
cons. 300 mq., R.C. Euro 170,43;
in uno alle annesse aree pertinenziali;
- da terreni agricoli, della superficie catastale complessiva di ha 01.09.73, distinti al Catasto Terreni del Comune di Filiano al foglio 4,
particella 594, seminativo, cl. 3, ha 01.08.86, R.D. Euro 19,68, R.A. Euro 16,87
particella 597, incolto produttivo unico, ha 00.00.48, R.D. Euro 0,01, R.A. Euro 0,01;
particella 600, seminativo, cl. 3, ha 00.00.39, R.D. Euro 0,07, R.A. Euro 0,06.
Il ramo aziendale sarà ceduto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova attualmente, che si presume noto ed accettato dai partecipanti alla gara, anche in relazione
alla vigente normativa edilizia, con ogni accessorio, dipendenza, pertinenza, ragione, diritto ed azione, servitù attive e passive; la vendita è a corpo e non a misura,
eventuali differenze di misura non potranno dar luogo alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo. Inoltre la vendita non è soggetta alle norme concernenti
la garanzia per vizi o mancanza di qualità, nè potrà esser risolta per alcun motivo. Conseguentemente l’esistenza di eventuali vizi, mancanza di qualità o difformità
della cosa venduta, oneri di qualsiasi genere - ivi compresi quelli urbanistici o quelli derivanti dalla eventuale necessità di adeguamenti di impianti alle leggi vigenti
- per qualsiasi motivo non considerati, anche se occulti, inconoscibili o comunque non evidenziati in perizia, non potranno dar luogo ad alcun risarcimento,
indennità o riduzione del prezzo, essendosi di ciò tenuto conto nella valutazione del bene.
La gara si svolgerà presso l’Ufficio Secondario del Notaio Vito Pace di Avigliano, ubicato in Potenza alla via Nazario Sauro n. 102, il giorno 20 ottobre 2014 alle
ore 16.00. Inoltre, presso lo studio sarà, altresì, disponibile la documentazione afferente alla gara (presente avviso e perizie di stima) e dovranno essere effettuati
i depositi cauzionali e i depositi per le spese di trasferimento versati dagli eventuali interessati.
Le offerte di acquisto, con la documentazione in appresso specificata, dovranno essere presentate personalmente o a mezzo procuratore legale, anche a norma
dell’art. 579 ult. co., c.p.c., in busta chiusa e sigillata presso lo Studio del notaio Vito Pace entro e non oltre le ore 12,00 (dodici) del giorno della gara.
Sull’esterno della busta dovrà essere indicato soltanto il nome del professionista delegato e la data fissata per la vendita. Nessuna altra indicazione dovrà essere
apposta sulla busta.
L’offerta dovrà contenere:
1. Il cognome, nome, luogo e data di nascita, codice fiscale, domicilio, stato civile, recapito telefonico, nonché una fotocopia della carta d’identità del soggetto cui
andranno intestati gli immobili, il quale dovrà anche presentarsi il giorno e nel luogo fissato per la vendita per la partecipazione all’eventuale gara. Se l’offerente
è minorenne, l’offerta dovrà essere sottoscritta dai genitori, previa autorizzazione del giudice tutelare; se l’offerente è una società dovrà essere acclusa anche
una visura camerale aggiornata;
2. i dati identificativi dei beni per il quale l’offerta è proposta;
3. l’indicazione del prezzo offerto, che non potrà essere inferiore al prezzo base d’asta di Euro 1.162.500,00 (unmilionecentosessantaduemilacinquecento virgola
zero zero);
4. l’impegno a versare il saldo del prezzo, nonché gli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, contestualmente all’atto pubblico di compravendita;
atto che verrà redatto e stipulato dallo stesso notaio che ha presieduto la gara, entro 60 gg dalla data della stessa;
5. l’espressa dichiarazione di aver preso visione delle perizie di stima.
Con l’offerta dovrà essere effettuato deposito, a titolo di cauzione, mediante assegno circolare NON TRASFERIBILE intestato alla procedura “Piano della Spina Società Cooperativa in liquidazione coatta amministrativa”, di importo non inferiore al 20% (venti per cento) del prezzo a base di gara, da inserirsi anch’esso
nella busta chiusa. Dovrà, altresì, essere effettuato un deposito, a titolo di acconto sulle spese di trasferimento, mediante assegno circolare NON TRASFERIBILE
intestato alla procedura “Piano della Spina - Società Cooperativa in liquidazione coatta amministrativa”, di importo non inferiore al 10% (dieci per cento) del
prezzo a base di gara, da inserirsi anch’esso nella busta chiusa.
L’offerta presentata è irrevocabile, anche in caso di mancata presentazione all’unico offerente, ovvero all’offerente il prezzo più alto, sempre che a seguito della
gara, non venga offerto un prezzo maggiore.
In caso di più offerte valide si procederà a gara sulla base della offerta più alta.
Le offerte in aumento non potranno essere inferiori a Euro 10.000,00 (diecimila/00) e il ramo d’azienda verrà definitivamente aggiudicato a chi avrà effettuato
il rilancio più alto.
In caso di aggiudicazione, l’offerente è tenuto al versamento del saldo del prezzo, degli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, così come quantificati
dal notaio delegato, contestualmente all’atto pubblico di compravendita.
Le spese relative al trasferimento del ramo aziendale sono a carico dell’aggiudicatario, quelle relative alla cancellazione delle formalità gravanti sull’immobile sono
a carico della procedura.
A tal proposito si precisa che, avvenuto il versamento del prezzo da parte dell’acquirente e la stipula dell’atto di vendita, ai sensi dell’art. 5 della legge n. 400 del
17 luglio 1975, l’Autorità di Vigilanza su richiesta dei commissari liquidatori vistata dal comitato di sorveglianza provvederà a cancellare, con decreto, tutte le
iscrizioni ipotecarie e tutte le trascrizioni presenti.
In mancanza di versamento del saldo prezzo e degli ulteriori oneri, diritti e spese consequenziali alla vendita, con le modalità innanzi indicate, l’aggiudicatario
perderà, a titolo di multa, tutte le somme versate per cauzione.
Ai sensi di quanto stabilito dal provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico del dì 11 dicembre 2013, della presente vendita viene data pubblica notizia,
una sola volta, almeno 15 giorni prima della gara mediante pubblicazione del relativo avviso di vendita sul “Quotidiano della Basilicata” e sul “Corriere della Sera”.
Si applicano gli art. 570 e seguenti del c.p.c., in quanto compatibili.
Data, 29 settembre 2014
Firma
(I Commissari Liquidatori)
Avv. Leonardo PATRONI GRIFFI - Avv. Michele RAFFAELE - Dott.ssa Giulia COLANGELO
Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - CROB-IRCCS
Rionero in Vulture (Pz)
ESTRATTO AVVISO RETTIFICA DI GARA
Il Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata Istituto di Ricovero e Cura a Carattere
Scientifico CROB-IRCCS con sede in Rionero In Vulture (Pz) alla Via Padre Pio n. 1, in esecuzione della delibera N 513 del 22.09.2014, ha rettificato la gara (Lotto 2) per l’affidamento
della fornitura di materiale di cancelleria e prodotti di convivenza di cui alla precedente Delibera n. 431 del 06.08.2014, per la durata di anni tre. Importo complessivo del lotto 2 rettificato €. 88.083,00. Termine di presentazione delle offerte ore 13:00 del giorno 23.10.2014.
Data apertura delle offerte: ore 10:30 del 29.10.2014. Si rinvia ai documenti di gara disponibili anche sul sito Web: www.crob.it - sezione bandi e gare: responsabile del procedimento Dr.ssa Patrizia Aloè. Il bando è stato inviato alla GUCE in data 22.09.2014.
IL DIRETTORE GENERALE - DOTT. PASQUALE F. AMENDOLA
Autorità Portuale di Salerno
Quadrifoglio Spa - Firenze
(Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00 in G.U.
n. 175 del 28/06/00)
L’AUTORITA’ PORTUALE DI SALERNO
rettifica il Bando per il “Appalto integrato nel settore speciale ex art. 206 e 2013 d.lgs 163/06
ss.mm.ii. sulla base del progetto preliminare
prodotto dalla A.A. ex art. 53 c. 1 lett. c) D.lgs
163/06 ss.mm.ii. per l’affidamento della
progettazione esecutiva, del coordinamento
per la sicurezza in fase di progettazione e dell’esecuzione dei lavori di prolungamento del
molo di sopra flutto e di salpamento del tratto
terminale del molo di sottoflutto nel Porto
Commerciale di Salerno, previa acquisizione
del progetto definitivo in sede di offerta
CIG 58455772BE”, siccome ha riaperto i termini
per la presentazione delle offerte al 23/10/2014
ore 13,00, come da avviso pubblicato sulla
G.U.R.I. n. 112 del 01.10.2014. Informazioni ai
numeri: tel. 089/2588111, www.porto.salerno.it.
IL PRESIDENTE
On. Avv. Andrea Annunziata
SERVIZIO DI AVVIO A RECUPERO DI RIFIUTI
COSTITUITI DA SOTTOVAGLIOIN QUATTRO LOTTI
AGGIUDICABILI SEPARATAMENTE
E’ indetta procedura aperta per l’affidamento in appalto, per 24 mesi, con opzione di proseguimento
fino a un massimo di ulteriori sei mesi, del servizio
indicato nel titolo del presente avviso. Il bando integrale, pubblicato sulla G.U.R.I. n. 107 del 19 settembre 2014, è visionabile e scaricabile, insieme agli atti
di gara, sul sito Internet www.quadrifoglio.org ACQUISTI GARE E CONTRATTI PROFILO DEL COMMITTENTE BANDI ED AVVISI DI GARE. Valore
complessivo massimo dell’appalto, compresi oneri
per la sicurezza e tutte le opzioni aggiuntive: Euro
16.257.560,00 oltre IVA. Scadenza presentazione
offerte: entro e non oltre le ore 12:00 del giorno
13 ottobre 2014. Per informazioni: Ufficio Acquisti
(fax 0557339345; mail: [email protected]).
Il Dirigente DAM - Alessandra Morandi
ESTRATTO DI BANDO DI GARA
PRATICA N. 335/2011/DIM
Per la pubblicità
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Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
ECONOMIA
31
Piano per altri 1.300
L’agenzia Usa
Mps centra il target di 5.100 uscite S&P’s taglia le previsioni e avvisa Finmeccanica: rating a rischio
La controllata Enel
Endesa, Brentan lascia la guida
Altri 1.300 esodi volontari per Mps, che ha aggiunto l’obiettivo
di 5.100 uscite previste dal piano industriale «in anticipo sui
tempi» ha detto il direttore delle risorse umane di Mps, Ilaria
Dalla Riva. Gli esodi volontari rientrano nell’accordo
sull’attivazione del fondo di solidarietà firmato ad agosto. «Le
parti hanno fatto veramente un buon lavoro» ha detto Dalla
Riva «c’è reciproca soddisfazione tra azienda e sindacati».
Andrea Brentan lascerà la guida della spagnola Endesa,
controllata di Enel. Al suo posto sarà nominato
amministratore delegato José Bogas, attuale direttore
generale per la Spagna e il Portogallo da 30 anni
nell’azienda. Il passaggio è previsto nel board convocato
il 7 ottobre quando Brentan formalizzerà le dimissioni.
Resterà nei consigli di Enersis ed Egp.
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Rating sotto pressione per Finmeccanica. L’agenzia
Standard & Poor’s ha rivisto il suo giudizio in vista delle
prospettive future. Il rating del gruppo guidato da Mauro
Moretti è stato mantenuto ma l’outlook è passato a
negativo da stabile . «La revisione dell’outlook riflette il
fatto che i risultati finanziari sono sotto le nostre
aspettative» spiegano gli esperti di S&P’s in una nota,
aggiungendo la conferma dei BB+/B a lungo e breve
termine. Il motivo sono i parametri finanziari di
Finmeccanica ancora al di sotto delle aspettative —
spiega l’agenzia — a causa delle performance operative
nel settore aerospaziale e della difesa. Giudicati
deludenti anche i risultati del settore trasporti
appesantito da Ansaldo Breda. La revisione, aggiunge,
potrebbe portare a un downgrade nei prossimi 12 mesi.
Svolta Benetton, focus sui marchi
Ponzano Veneto torna alle origini e separa produzione, marketing e immobili
Via libera di Edizione alla scissione in tre società. Indebitamento quasi azzerato
Benetton torna alle origini e
separa in tre le attività: produzione, commercializzazione e
proprietà immobiliari. Il piano
in preparazione da quasi un
anno riporta l’assetto del gruppo dell’abbigliamento di Ponzano Veneto al tempo della
quotazione al listino di Piazza
Affari, lasciato nel 2012 dopo
25 anni di militanza.
Il via libera definitivo è arrivato ieri dall’assemblea straordinaria dell’azionista, Edizione, la holding della famiglia
Benetton. Dallo scorso maggio
è stato affidato al nuovo amministratore delegato Marco
Airoldi e al presidente Gianni
Mion il compito di riposizionare la società sul «core business». E rilanciare i marchi
dell’abbigliamento e della maglieria Benetton e Sisley, che
soffrono la concorrenza delle
catene internazionale di abbigliamento a basso prezzo.
Il passaggio tecnico prevede
la scissione parziale di Benetton e lo scorporo in tre società
tutte controllate da Edizione.
La produzione, con le piatta-
● Il caso
L’Europa attacca
il semaforo
alimentare inglese
La galassia dei Benetton
Benetton
Immobiliare
Edizione Holding
Sintonia
45,6%
Schema
Trentaquattro
50,1%
Benetton Group
(commercializzazione)
Olimpias
(produzione
abbigliamento)
d’Arco
Corriere.it
Sul canale
Economia
sul sito del
Corriere della
Sera inchieste,
retroscena,
spunti di finanza
e risparmio
forme industriali nell’area mediterranea, specializzate nella
tessitura, maglieria, filatura,
tintoria e confezione, saranno
concentrate nella neocostituita Olimpias, l’unica delle tre
«sorelle» a perdere il nome di
famiglia. Benetton Group continuerà a occuparsi di commercializzazione, marketing,
sviluppo, nonché dei rapporti
di franchising. In Benetton
immobiliare finirà parte della
rete dei negozi, quelli di proprietà, con un valore stimato
in 5-600 milioni di euro.
«A partire dal primo genna-
io – è scritto in una nota diffusa in serata – Benetton Group
ritornerà così alla struttura di
business originaria che le aveva consentito di essere una
delle società di abbigliamento
più innovative e di successo
della storia internazionale del
made in Italy e che le permetterà di essere sempre più snella, veloce e dinamica». Il nuovo schema, viene sottolineato,
permetterà tra le altre cose autonomia giuridica, economica
e organizzativa ai diversi rami
di attività. L’intento del programma al 2016, e la sfida del
nuovo capo azienda, è quello
di riconquistare un posto anche sui mercati internazionali
«aumentando significativamente la capacità di interpretare le nuove dinamiche mondiali, in linea con la tradizionale forza innovativa che ha
sempre contraddistinto il
marchio».
Il ritorno in Borsa non è all’orizzonte, mentre appare per
ora lontana la ricerca di eventuali soci per la parte industriale e commerciale, almeno
non prima del ritorno alla crescita. Discorso diverso invece
per gli immobili che potrebbero essere valorizzati. Di sicuro,
a beneficiare è oltre all’efficienza anche il livello di indebitamento della «nuova Benetton», oggi già ridotto a 2300 milioni, che dovrebbe risultare azzerato per le due
società della produzione e della commercializzazione e molto contenuto per l’immobiliare.
Paola Pica
[email protected]
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Ligresti, i contrasti in famiglia
e le case Pegasus volate in Svizzera
di Corinna De Cesare
L’
etichettatura a
semaforo non piace
all’Europa che ieri ha
aperto una procedura di
infrazione nei confronti di
Londra con l’accusa di aver
ostacolato gli scambi tra Paesi
dell’Ue. Nel mirino c’è proprio
quello che gli inglesi chiamano
il «traffic light scheme»
(schema a semaforo) presente
dal 2013 sui prodotti alimentari
con un’etichettatura a bollino
(verde, giallo o rosso). L’idea è
suggerire al consumatore se un
alimento è più o meno
«buono» o «cattivo» per la
salute. Ma il semaforo, deciso
sulla base della quota di sale,
zuccheri e grassi nei prodotti,
può per Bruxelles «creare
un’errata idea presso il
consumatore». Ne sono certi
gli imprenditori italiani di
Federalimentare secondo cui il
semaforo metterebbe a rischio
un quarto delle esportazioni
italiane nel Regno Unito per un
valore di 650 milioni. Tanto
più che nell’elenco dei bocciati
sono finite alcune delle
eccellenze del made in Italy:
dagli oli ai formaggi e
prosciutti Dop. Senza parlare
del fenomeno di «italian
sounding» con prodotti che
echeggiano quelli italiani ma
vengono venduti a prezzi
ridotti e con percentuali di sali
e grassi adatti al bollino verde.
Al momento l’Ue ha deciso
l’invio di una lettera di «messa
in mora» dando a Londra due
mesi di tempo per rispondere.
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Sotto l’incalzare delle inchieste, in cima alle preoccupazioni
dei Ligresti c’era un nome: Pegasus. È’ la società proprietaria di
32 immobili nel quartiere residenziale di San Siro a Milano. Ma
soprattutto lì dentro sono custodite le lussuose abitazioni di famiglia. Ora sembra tirare aria di
resa dei conti all’interno della società e forse tra gli stessi Ligresti.
I segnali sono di difficile interpretazione anche perché, nonostante inchieste, sequestri e dissequestri, la pratica della schermatura e dell’uso dei fiduciari
svizzeri è ancora ampiamente in
uso. Quando la Guardia di finanza si presentò a casa di Giulia Ligresti, sequestrò, tra le altre cose,
un’agendina con una parola
scritta a mano «Pegasus» con la
voce «problemi». La Procura di
Torino nel maxisequestro da 250
milioni dell’agosto 2013, poi definitivamente bocciato dalla Cassazione in aprile, chiese il congelamento anche delle quote Pegasus, ufficialmente in capo alla
Compagnia fiduciaria nazionale,
ma in realtà, secondo le indagini,
reintestate nel 2012 direttamente
a Salvatore (6,95%) e ai tre figli
(31% a testa). Reintestate? Se questo è successo, poi però si è alzata
di nuovo una cortina fumogena
creata ad arte dal gruppo svizzero
Fidinam, l’architetto della finanza offshore dell’ingegnere di Paternò.
Il sequestro delle quote Pegasus non si è mai potuto concretizzare. In compenso il controllo
dei 32 immobili di viale Ippodromo a Milano e delle case di famiglia (13,5 milioni tra ville, terreni,
maneggi e parchi) è volato (o rivolato) in Svizzera. Per accogliere
il 100% meno un’azione di Pega-
sus era stata creata una struttura
a doppia mandata con la Defendant di Lugano azionista diretta e
due holding di copertura sopra,
Zederfin e Inwestfinanzierung di
Zurigo. Una azione è in mano al
capostipite della famiglia.
Di fatto Pegasus «come società
non esiste», sostiene uno dei
professionisti che ruotano intorno ai Ligresti. Ma per il resto la
parola «Pegasus» è sufficiente,
da sola, a interrompere qualsiasi
telefonata o conversazione. I bilanci? Il minimo sindacale, anzi
sembrano quasi un optional se
quello del 2012 è stato approvato
nel 2014 senza che il collegio sin-
Le finanziarie
La proprietà dei 32
immobili è stata
trasferita a due
holding di Zurigo
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dacale abbia obiettato alcunché.
La gestione è in mano a un professionista storico dei Ligresti,
Stefano Conticello.
Ora vogliono mandarlo a casa.
Ed è qui che si apre il capitolo
della resa dei conti. In assemblea
la signora Rosanna Belloni ha appoggiato il ragioniere. È un appoggio di peso per due motivi: la
signora rappresentava l’azionista
di maggioranza relativa e poi è la
segretaria personale di Salvatore
Ligresti. Al contrario un altro socio (31%) ha spedito una sua delegata per attaccare l’uomo di Salvatore, chiedendo e ottenendo
una nuova assemblea per il 13 ottobre per discutere della gestione condotta fin qui ed eventualmente revocare l’amministratore. Chi è quel socio? Se dietro le
fiduciarie svizzere ci sono i soliti
noti, non può essere che uno dei
figli.
Mario Gerevini
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IN BREVE
Auto, ripartono le vendite
A settembre balzo del 3,4%
Fiat fa meglio del mercato
La svolta del mercato è ancora lontana ma
dall’Europa comincia ad arrivare qualche timido
segnale di miglioramento per il settore auto.
«Parliamo del 3-4% di crescita quest’anno» ha
detto Carlos Ghosn, presidente e direttore
generale del gruppo Renault.
La tendenza è confermata anche in Italia dove a
settembre le vendite hanno registrato un
incremento del 3,27% dopo un agosto
sostanzialmente piatto. Meglio del mercato il
gruppo Fiat/Chrysler che ha venduto 30.576 auto
con un incremento del 4,3% e una quota di
mercato salita al 27,69% (+0,3%). Nel dettaglio, le
immatricolazioni di auto a marchio Fiat hanno
segnato un aumento dell’1,4% mentre per Lancia la
crescita è stata del 26,9%, grazie in particolare alla
Ypsilon che ha raggiunto per la prima volta il 15,9%
delle quote di mercato nel segmento B.
Decisamente positivo anche l’andamento di Jeep
che ha registrato un aumento delle vendite del
44,9% e della Fiat 500L, leader nel suo segmento
con una quota vicina al 50%. Oggi al Salone
dell’auto di Parigi il Lingotto presenterà la nuova
500X.
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Santé ceduta a Ramsay
Escono i soci italiani
da DeA a Mediobanca
Antonino Ligresti dice addio a Parigi, assieme a
De Agostini e Mediobanca, tutti soci di Générale
de Santé, primo gruppo d’Oltralpe della sanità
privata. Un’operazione nata nell’estate e che ieri
ha avuto il via libera dell’Antitrust. È stato così
perfezionato ieri con il passaggio dell’83,4% del
gruppo all’australiana Ramsay health care alleata
a Crédit Agricole per un corrispettivo di 788
milioni incluso il dividendo. La cifra sarà
utilizzata in parte per rimborsare i debiti
finanziari pari a 360 milioni, in parte per la
distribuzione di liquidità ai soci. L’incasso netto
stimato per DeA Capital (ha il 43% della capofila
Santé) sarà di 170 milioni di circa. Tutti
lasceranno la Francia con una buona plusvalenza.
Ligresti girerà parte dell’incasso alle Generali che
attraverso Allegro sa detiene il 15% della sua
società personale Santé holding. Gli acquirenti
franco-australiani lanceranno poi un’offerta
pubblica d’acquisto su Générale de Santé,
quotata a Parigi. L’incasso dall’adesione all’opa
servirà a Ligresti per altri progetti nella sanità.
D. Pol.
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L’inchiesta
Salvatore
Ligresti
e la figlia Giulia,
coinvolti
nell’inchiesta
della Procura di
Torino del 2013
«Texas» italiano
Museo del petrolio
al via a Piacenza
di Stefano Agnoli
Il pozzo petrolifero qui a fianco
potrebbe essere scambiato con
quello storico che Edwin Drake
perforò in Pennsylvania nel
1859. Invece è stato scavato
negli anni 30 a Podenzano,
vicino Piacenza. La storia del
«Texas» italiano è da ieri
visibile al «Museo del petrolio»
inaugurato a Piacenza.
Telecom, Recchi su Trujillo
«Non ci ha mai chiamato
e non lo abbiamo sentito»
L’Unione Europea deve «cambiare sistema» nel
suo approccio alle telecomunicazione o
«rischiamo di essere colonizzati dall’estero». A
lanciare l’allarme è il presidente di Telecom Italia,
Giuseppe Recchi, ieri a Bruxelles per il summit
sull’agenda digitale europea organizzato da
Financial Times ed Etno. La nuova Commissione
deve «cambiare le regole con cui si gestiscono gli
investimenti» perché «solo avendo strategie
industriali chiare e regole certe» la situazione
può evolvere, ha proseguito Recchi invitando la
Ue a incentrare «il sistema di regolazione
europeo sulla competizione per le tecnologie e
non sul massimo ribasso dei prezzi». Il
presidente di Telecom non ha escluso alleanze
all’orizzonte, «sono sempre possibili», ma in
merito alle voci di un interesse del manager
americano Solomon Trujillo ha affermato di non
averlo «mai sentito, non ci ha mai chiamato, non
c’è niente». Detto questo «qualsiasi azionista può
comprare azioni — ha aggiunto — anzi se le
compra per noi è buon segno perché vuol dire
che stiamo facendo un buon lavoro».
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
32
tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422,
fax 02/6552.436
Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del
9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi
rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della
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5,018
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5,280
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AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
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AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
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AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
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AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
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6,210
5,755
6,044
5,159
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Active Dollar Bond A
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Multiman.Target Alpha A
SB Bond B
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Croci Euro R1C B
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KIS - Key X
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125,150
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SELECTED BOND CAP RET EUR
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30/09
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30/09
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30/09
30/09
30/09
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USD
USD
USD
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127,120
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126,030
124,030
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Data
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112,670
106,900
109,260
104,570
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
30/09
102,940
102,780
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EUR
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EUR
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16,020 WM Biotech I
30/09
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10,308
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14,519
9,095
12,596
16,998
www.newmillenniumsicav.com
12,831
11,027
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
5,830
30/09
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EUR
5,715 NM Augustum Corp Bd A
59,720 NM Augustum High Qual Bd A
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146,300
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30/09
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EUR
42,980 NM Euro Equities A
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10,516 NM Global Equities EUR hdg A
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30/09
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106,680
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11,870 NM Q7 Active Eq. Int. A
19,070 NM Q7 Globalflex A
26/09
105,260
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14,730 NM VolActive A
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EUR
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30/09
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EUR
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10,310
14,180
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AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
873974,630
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI
● Piazza Affari
33
Sussurri & Grida
Torri in Borsa, Telecom prepara la squadra
di Giacomo Ferrari
Vendite su Saipem e Fiat
Mediobanca in rialzo
G
ià deboli a causa del calo dell’indice
manifatturiero dell’eurozona, le Borse
europee hanno accentuato la caduta
dopo l’avvio in ribasso di Wall Street. A
perdere di più è stata Parigi (-1,15%), mentre
Piazza Affari ha limitato la flessione allo
0,89%. La seduta è stata nervosa, in vista
dell’odierno direttivo della Bce a Napoli. Sul
listino le vendite hanno colpito alcuni
industriali, come Saipem (-4,10%) e Fiat (2,55%), sempre penalizzata dalla vicenda
dei presunti aiuti di Stato che l’Ue contesta
al governo lussemburghese. Giù inoltre Yoox
(-3,03%) e Prysmian (-2,38%). In
controtendenza World Duty Free (+1,82%) e,
nel comparto bancario, Mediobanca
(+1,47%) e Banco Popolare (+1,46%).
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(d.pol.) Telecom Italia aspetterà l’esito della quotazione di Rai Way e delle sue torri di trasmissione del segnale tv. In base all’appetito del mercato
per questo genere di attività l’amministratore
delegato Marco Patuano deciderà se stringere i
tempi o rimandare un po’ i preparativi per lo
sbarco in Borsa delle sue torri. Vale a dire otto
mila siti sparsi a livello nazionale del valore stimato attorno a un miliardo. Ma intanto procedono analisi e approfondimenti con il direttore finanza Piergiorgio Peluso. Nessun incarico è stato ancora assegnato alle banche per il futuro collocamento.Tuttavia, gli istituti bussano alla
porta di Telecom per candidarsi fornendo elaborazioni e prospettive in vista della futura ipo.
L’istituto più vicino al dossier in questa fase risulta Deutsche Bank. Se l’incarico di advisor le
fosse affidato, la banca dovrà contribuire a selezionare la squadra dei futuri collocatori dell’offerta che comunque non avverrà prima di metà
anno prossimo, stima il mercato. Prima Telecom
dovrà procedere al conferimento delle torri con i
relativi contratti di servizio e decidere la quota in
offerta.
(d.pol.) L’abbigliamento a marchio North Sails, fin qui 100%
made in Italy, lascia il Paese per
unificarsi nel Connecticut al
produttore di vele con lo stesso marchio, divenuto celebre per aver armato Alinghi e Luna Rossa oltre che per avere il 70% del mercato di fiocchi, gennaker e spinnaker. Regista dell’operazione è il fondo britannico Oakley capital, base a
Londra, guidato dal fondatore Peter Dubens.
Oakley è proprietario del brand azzurro e bianco
dal 2008 quando lo rilevò dai proprietari Lowell
North e Heiner Meldner. Adesso il fondo inglese
si riappropria dell’altra gamba, quella dell’abbigliamento. A vendere il 100% di Tomasoni Top
Sails è l’imprenditore Leopoldo Poppi (foto), inventore dei capi North Sails con ricavi di 50 milioni. Nella transazione, del valore pari al fatturato, l’azienda, che include anche la veleria di Carasco (Genova), è stata affiancata dall’advisor
Ethica corporate finance.
(m.sid.) Il Fatto quotidiano sta studiando la quotazione in Borsa. La società editoriale che peraltro controlla anche il 30,1% di ZeroStudio’s Srl, il
produttore di Servizio pubblico che vede come
maggiore azionista Michele Santoro, ha affidato
a Integrae Sim la ricerca pre Ipo in vista di un
progetto di quotazione del 20% circa del capitale.
La società controllata per il 34,9% dai giornalisti,
tra cui Antonio Padellaro e Marco Travaglio, e tra
gli altri anche dall’editore Chiare Lettere (16,3%),
punta a raccogliere 6,5 milioni di cui 5 in aumento di capitale. Il mercato di quotazione è
l’Aim di Milano. Tra le strategie per l’atterraggio
a Piazza Affari c’è il lancio di «Mia», la app che
punta a rendere sempre più gestibile da mobile
l’informazione: è difatti partita una campagna
aggressiva con 30 giorni gratis. Al di là dell’aspetto tecnico, il progetto di quotazione è un
indizio di un mercato editoriale che — nonostante l’era di transizione — continua ad avere
un suo appeal. Almeno sulla «carta».
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Gli inglesi comprano Se l’editoria ci riprova con il
i capi North Sails
mercato azionario
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߬‰݉@ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®:,.¯
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אÅ‰ß ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3¯
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@Å ,×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯
kxÂ@˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯
k˜kÂ@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯
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K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯
 /k Õ| $Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/Õ|¯
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˜bkʼnΠ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯
˜b×ÅΉ@ k ˜˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"¯
˜Îk ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®¯
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˜Îk¬ד¬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯
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ÂXk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
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1 9; K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®19¯
Î@Xk“k˜Î‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯
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Î@“N‰‰@Âk ˜X±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯
8/ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8/¯
8/ ׬ ¤Ê Þ@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®98/¯
×Ýk˜Î×Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®38¯
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@䉝 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
×ߝÎΉX@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®3:¯
Ýk˜Î×Âk ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®8"¯
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!kb‰N@˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ê`™¤æ
!kb‰@˜×“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ z`zÕz
!k‰b‰k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ æ`¤Õ|
!‰b ˜b×ÅÎÂà @¬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!
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!‰ÎÎk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ ¤`|™™
!kŏ‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`¤ÊÕ
!!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`|™|
!˜Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"
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!˜b@bÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`pæ¤
!˜b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`Éæz
!˜Â‰x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`Ð|™
!˜Îk ,@ÅX†‰ /‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ ¤`æÐÐ
!Ý‰k“@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æ|Ð
!×Î׉˜‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`™Êp
" "‰Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"
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"Ý@Âk±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®".¯
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$ $‰b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`Ðp™
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,@“@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|™Ð
,‰@~~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`æÉÊ
,‰kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ɤ¤
,‰kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯
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,‰˜‰˜x@‰˜@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ Ð`Õ|p
,‰¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`Ézæ
,‰Âk‰ G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
¯ ¤æ`pzæ
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,‰~± /±@×ÅΉ˜ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,/¯ Ê`əæ
,‰~Â@x‰X‰ b‰ÎÂ‰@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`Õpz
,Âk‰Å±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ÐÊÐ
,Âk“×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`Õə
,‰“@ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤z`æææ
,Âàœ‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`ÐÊæ
. .± k !kb‰X‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`Ðæ|
.@ÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`Êzæ
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/ !kb‰@~׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
/¯ ¤`æzæ
.kXÂb@Ή K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ ¤Õ`™Ðæ
.k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ ÊÐ`æææ
.kÎk‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`ÉÕæ
.‰Å@˜@“k˜Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`¤zÕ
.ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`|æ¤
/ /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Ð`Éææ
/@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Ê`|™z
/@kŠ˜X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`|Ðæ
/@x‰ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤æ`zÊæ
/@‰¬k“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Ê`¤zæ
/@‰¬k“ ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯
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/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`™Õæ
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯
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/@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`əp
/@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`™ææ
/@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Ð`ՙæ
/XÂkk˜ /kÂ݉Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
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/k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤
/k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯
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/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÕÊp
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Ðzz
/kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`zææ
//±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ p`Ð|æ
/‰˜Îkʼn ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æpÊ
/˜@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`ÊÐæ
/˜@“ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ |`ÐÕÊ
/~kx‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`p¤Ê
/ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤zæ
/Â‰˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`™Õæ
/¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ¤æ`æææ
/¬@Xk Þ@ÂÂ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯
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1 1@“N׉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1,¯ Õ`Ðpp
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1kkX“ 1 ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®11¯ æ`p™¤
1kkX“ 1 !kb‰@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!¯ ¤`Õæp
1kkX“ 1 !kb‰@ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1!.¯ æ`ÊÐp
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9 9Âb ×Îà Âkk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9¯ ™`Õ¤z
; ;ß K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®;$$:¯ ¤É`ÊÕæ
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34
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
35
Cultura
& Spettacoli
Il compleanno
Gran Tour in Italia
per le edizioni EL
Crescere senza invecchiare. Solo a
una casa editrice di libri per bambini
poteva toccare un destino che
sembra l’incantesimo di una strega
buona. Le Edizioni EL compiono
quarant’anni e festeggiano con una
galoppata per la penisola. «Una
storia in una mostra» porta in giro i
libri che hanno fatto... grande la
piccola casa editrice, nata a Trieste
nel 1974 come Editoriale Libraria.
Gallery, esposizioni e percorsi dal 1°
ottobre alle librerie dei Ragazzi di
Milano (fino al 31), Fantasia di
Bergamo (fino al 24) e L’aquilone di
Verona (fino al 3 novembre); fino al
28, alle librerie Cuccumeo di Firenze
e dei Ragazzi di Torino; in novembre
alla Giannino Stoppani di Bologna.
Poi: Bassano, Mantova, Modena,
Acqui Terme, Rimini, Cagliari,
Cremona e Vittorio Veneto.
Severino Colombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Romanzo
«L’amore che ti meriti», edito da Mondadori, attraversa le vicende di tre generazioni
La ricerca di una verità difficile in una città immersa nella sua dimensione provinciale
di Paolo Foschini
S
e uno non l’ha mai sentita
dal vivo, forse, la «elle»
ferrarese non potrà mai
capirla fino in fondo. Più
o meno è lo stesso suono con
cui un londinese istruito indugerebbe sul finale della parola
«well»: solo che un ferrarese
quel suono lo usa per dire cose
tipo «liscio», così come ingrassa la «esse» di «basta» per produrre quasi lo stesso fonema di
un inglese di Oxford che dice
«shame». Ferrara metafisica, si
dice spesso. Ma dalla pronuncia
contadina.
Per raccontare il nuovo romanzo di Daria Bignardi, che
nella sua Ferrara natale è ambientato, si può partire anche da
un suono. Una storia di opposti
che si cercano e di cose familiari
che attraverso tre generazioni,
come succede in famiglia, sembrano una cosa e sono un’altra.
Dove la verità vera naturalmente
è una sola, come sempre. Ma la
verità che importa, la verità che
serve alla vita, cambia a seconda
di chi la racconta o l’ascolta.
Così questa storia — L’amore
che ti meriti (Mondadori, pp.
250, euro 18) — è condivisa con
noi in prima persona da due
persone diverse. Quella che conosciamo nelle prime tre righe
è Alma. Ci racconta una cosa
successa trent’anni addietro,
quando lei di anni ne aveva 17 e
insieme con suo fratello Maio
«non lo sapevamo — dice — di
essere felici». Più che fratello e
sorella. Due complici innamorati della vita. Ci racconta di quell’estate magica di fine adolescenza in cui lei — come migliaia di altri in quell’epoca piena di
morti da eroina, che adesso nessuno ricorda più — aveva proposto a lui di provare un almeno
una volta un buco. Per Alma sarà
anche l’ultimo. Per Maio l’inizio
dell’inferno. Finché un giorno,
dopo una dose fatale sull’argine
del Po, Maio scompare.
La seconda voce alternata alla
prima per tutto il libro è quella
di Antonia, trent’anni più tardi.
È la figlia di Alma. E di quel fratello di sua madre non aveva mai
saputo nulla: Alma gliene ha
parlato solo adesso che Antonia
è incinta a sua volta, dopo una
L’autrice
Innamorarsi e morire a Ferrara
Daria Bignardi racconta una storia ambientata ai tempi della sua adolescenza
vita spesa a difendere forse la figlia da un dolore o forse se stessa dal senso di colpa. Ma Antonia, scrittrice, compagna di un
poliziotto col quale ora vive a
Bologna, decide che quella «verità» su un ragazzo sparito non
le basta. Siamo la storia che abbiamo dentro, per scrivere il seguito non possiamo ignorare
come siamo arrivati fin lì. E così
Antonia, per tutti Toni, torna a
Ferrara per cercare il resto. Troverà molto di più.
Il libro è un labirinto di temi
che si inseguono e ciascuno dei
quali genera il successivo. Quello della ricerca, come già era stato per i tre personaggi protagonisti de L’acustica perfetta, se ci
si fermasse alla trama parrebbe
essere anche questa volta il padre di tutti. Ricerca di sé o dell’amore nel precedente romanzo, ricerca della verità in questo.
Una immagine
della città di
Ferrara
presentata dalle
Gallerie d’arte
moderna e
contemporanea
in una rassegna
dedicata a
Michelangelo
Antonioni
Comunque quella urgenza insopprimibile di colmare il vuoto
quando la vita ce ne piazza uno
dentro. Un tema che appartiene
alla Bignardi quanto la Provvidenza a Manzoni.
E Antonia detta Toni, in questo, è una tranquilla macchina
da guerra. Incapace di fermarsi
davanti agli ostacoli nonché alle
resistenze dei personaggi che
incontra e che non potrebbero
vivere in una metafora migliore
della Ferrara in cui si muovono:
ovatta e nebbia, bellezza e indolenza, porte chiuse e silenzi, e
tutto quel carico di «provincia»
che solo una ferrarese può a sua
volta riconoscere, sorridendo,
nel tono con cui i ferraresi descrivono il loro pur magnifico
corso Ercole d’Este come «la
strada più bella d’Europa». E salendo a ritroso fino ai suoi nonni ne trova parecchie di cose An-
tonia. Compreso un segreto
ignoto persino a sua madre, affondato nella Ferrara della comunità ebraica e delle leggi razziali. Scoprirà anche la verità su
Maio, naturalmente.
Ma qui entrano in gioco gli altri due temi forti. Il primo è
quello dei punti di vista. Perché
i protagonisti di questa storia
sanno raccontarsi come molto
più di se stessi. Alma è una madre, ma noi la troviamo in scena
che è più giovane di sua figlia e il
dramma della sua vita l’ha segnata in quanto sorella. Antonia
è sua figlia ma si muove con la
determinazione della futura
madre del figlio che ha dentro. E
Maio e la sua antica fidanzata e i
vecchi genitori di Alma: ognuno
avrà la sua, di verità. Forse quella che si merita. O forse quella
che può sopportare.
E siamo al tema centrale, rias-
sunto in quel capolavoro che è il
titolo del libro e ne percorre
l’anima da cima a fondo. Pensateci: chi di voi riesce a dire, così
al buio, se «l’amore che ti meriti» è una promessa di averne
tanto o la minaccia di averne zero? L’amore è una cosa che bisogna «meritarsi»? Magari a volte
sì. A volte semplicemente succede. Ma è una regola che vale
sempre? Un figlio o una figlia li
amiamo perché se lo «meritano»? Ma se l’amore, se il bene è
una cosa che si «merita», allora
vale lo stesso anche per il male?
Daria Bignardi, dietro la sapiente apparenza di una «affermazione» su cui il romanzo rivelerà
un punto di vista proprio, ripropone in realtà una domanda antica quanto scomoda. Di quelle
che tra amici, a libro finito, potrete starci a litigare per ore.
Daria Bignardi
(Ferrara, 1961;
foto in alto),
giornalista, è
autrice e
conduttrice de
«Le invasioni
barbariche» su La
7. Tra i suoi libri,
tutti editi da
Mondadori, Non vi
lascerò orfani
(2009, premio
Rapallo e premio
Elsa Morante).
L’ultimo lavoro,
L’amore che ti
meriti (pp. 250,
18; qui sopra la
copertina) esce
domani
da Mondadori
Gli incontri
Daria Bignardi
presenta il nuovo
lavoro il 4
a Ferrara, con
Jhumpa Lahiri
(ore 18, Palazzo
Roverella); il 9 alla
Fiera del Libro di
Francoforte, con
Paola Barbon (ore
19, Sala Enit);
e il 13 alla libreria
Feltrinelli di
Milano (ore 18.30
piazza Piemonte
2), con Renata
Colorni e
Antonella Lattanzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Prima abbatte Golia, poi Davide balla la giga
Omaggio ad Alessandro Scarlatti: Milano si prepara ad ascoltare un oratorio rarissimo, capolavoro ritrovato
di Paolo Isotta
«E
l’anima sdegnosa
fuggì tra le ombre
gemendo», vitaque
cum gemitu fugit indignata
sub umbras. È il verso 552 del
XII libro dell’Eneide, ossia l’ultimo verso composto da Virgilio; ed è dedicato a descrivere il
destino di Turno ucciso da
Enea: Turno, gigante ed empio. Collo stesso verso lo Storico dell’Oratorio di Alessandro
Scarlatti Davidis pugna et
victoria, che la sera dell’8 inaugurerà la stagione barocca della milanese «Verdi», dice del
destino di Golia ucciso da Da-
La «Verdi»
● Mercoledì 8
la «Verdi» di
Milano propone
l’oratorio per
voci, coro e
orchestra
Davidis pugna
et victoria di
Alessandro
Scarlatti (16601725): dirigerà
Ruben Jais
vide: Golia, gigante ed empio.
Il testo musicato da Alessandro è d’autore ignoto ma è un
capolavoro sia di latino classico sia di latino moderno e rimato.
È solo un particolare
d’un’occasione eccezionale
giacché quest’opera somma si
esegue per la prima volta a Milano e una delle prime in Italia.
Non è uno dei culmini del
d r a m m a b a ro cco m a d e l
dramma di tutti i tempi; e il
fatto che non preveda scena e
recitazione e, invero in piccola
parte, mescoli l’epos e il dramma, serve solo ad aumentare la
sua efficacia drammatica: la
sola musica di Alessandro vale
Caravaggio
(1571-1610),
David con la testa
di Golia (16061607, particolare)
Vienna, Kunsthistorisches
Museum
a porre innanzi a noi rem quasi
actam, «la cosa come se fosse
rappresentata».
Il coro, trattato con superba
maestria contrappuntistica a
otto voci, è il personaggio più
potente: le turbe ebraiche fuggono (Eamus, fugiamus) con
l’inseguimento delle voci che
dipinge la dispersione; mentre
nel finale le otto voci si dividono in due semicori giacché i Filistei piangono, in tono minore, il loro destino, gli Ebrei in
maggiore esultano. Ma Saul
che geme e vuol fuggire, Gionata che vuol combattere, Davide che combatte, Golia che
minaccia ottengono anch’essi
raffigurazione icastica, potentissima.
La chiusa dell’Oratorio non
è un coro ma un’Aria di Davide: ed è una danza, precisamente una Giga. Giacché Davide non solo esulta, esulta danzando; e Alessandro, di cultura
impareggiabile, vuol citare la
terzina del X del Purgatorio
che descrive Davide danzante
per accogliere l’Arca dell’Alleanza:
Lì precedeva al benedetto
vaso./ Trescando alzato,
l’umile salmista,/ e più e men
che re era in quel caso.
Sulla tomba napoletana di
Alessandro è incisa una lapide
dettata dal cardinale Pietro Ottoboni, uno dei genî della cultura settecentesca. Alessandro
è chiamato musices instaurator maximus, «il massimo instauratore della musica». Sono
venuti Bach e Haydn, Beethoven e Schubert, Wagner e Verdi: ma Scarlatti resta tale.
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36
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
CULTURA
I libri di BergamoScienza
La tesi di Frank Wilczek, lo statunitense Premio Nobel per la fisica del 2004,
riapre l’interrogativo anche sui rapporti tra noi e gli astri dell’universo: aveva ragione
Giordano Bruno a sostenere che esistono altri mondi abitati da esseri intelligenti?
di Armando Torno
G
li atomi emettono delle
note, qualcosa che ricordi una musica? Un
fisico razionale vi risponderebbe subito «no», ma
non è semplice offrire certezze,
pur frugando nei dettagli la storia del pensiero. Democrito, il
filosofo greco che li amava tanto, non ne parla; tuttavia i pitagorici, che la pensavano in maniera opposta a lui e alla sua
scuola, credevano nella musica
delle sfere, che è poi quella nata
dai movimenti dei pianeti e degli astri che vagolano nell’universo. Risalirebbe al fondatore
Pitagora l’idea che i corpi celesti, per effetto del loro correre
tra gli spazi non umani, emetterebbero un suono, impercettibile all’orecchio ma continuo; e
queste note si abbraccerebbero
diffondendo un’armonia. I latini la chiamavano musica universalis. Nel Medioevo essa era
testimoniata e anche creduta,
tuttavia senza gli antichi entusiasmi; inoltre, in quei secoli, i
sapienti smisero sostanzialmente di pensare anche agli
atomi, pur con delle eccezioni
che si ritrovano nella Philosophia mundi di Guglielmo di
Conches e nei Mutakallimun,
una scuola musulmana di atomisti.
Eppure una risposta al quesito è possibile, anzi l’ha offerta
un protagonista scientifico del
mondo attuale. Frank Wilczek,
lo statunitense che ha vinto il
Premio Nobel per la fisica del
2004, in una lezione tenuta a
BergamoScienza parla di «musica degli atomi». L’universo di
queste particelle — usiamo sue
parole — «appaga in modo eccezionale i sogni di Pitagora di
geometrie perfette, ed è persino vero, reale». Le sfere musicanti, sognate dai greci e anche
da Keplero, avrebbero un corrispettivo nelle vibrazioni impercettibili che potrebbe emettere
un atomo di idrogeno, con il
protone nel mezzo e un elettrone intorno ad esso.
Ammesso che si riesca un
giorno ad ascoltare tali vibrazioni che giungono dagli abissi
della realtà e riflettono armonie
celesti, va precisato che esse
svanirebbero se la materia venisse raffreddata con il laser cooling raggiungendo temperature di un microkelvin, vale a dire
un milionesimo di grado Kelvin. Dopo un simile processo gli
atomi diventano trecento milioni di volte più freddi dell’aria
che percepiamo in un giorno
d’estate. Ma a questo punto ec-
La musica degli atomi
C’è una geometria sonora
come pensava Pitagora
I corpi celesti correndo tra gli spazi non umani
emettono vibrazioni: i Greci l’avevano già intuito
Il libro
Il volume Le
forme della vita,
realizzato da
BergamoScienza
e Rcs, domani
sarà in edicola
con il «Corriere»
a 12,90
co un’ulteriore osservazione
che è possibile trovare in un’altra lezione tenuta a BergamoScienza da Claude Cohen-Tannoudji, Premio Nobel per la fisica nel 1997: «A quelle velocità, o
a quelle temperature, gli atomi
si spostano di pochi millimetri
al secondo, mentre a temperatura ambiente si muovono di
vari chilometri ogni secondo».
La misteriosa musica si congela
dunque, quasi che si ritrovi nell’ipotesi accennata il possibile
freddo universale che un giorno
sarà recato dall’entropia.
Inseguendo l’armonia delle
sfere ci si dimentica di un altro
quesito: c’è vita sugli altri pianeti? O essi dovrebbero pitagoricamente limitarsi a emettere
soltanto un suono? Giordano
Bruno riteneva che la Terra non
fosse un unicum e, più convinto
di Copernico, sostenne che esistono «pianeti come la Terra,
L’astronomo
L’universo sembra
un grande pensiero non
una macchina diceva
Hopwood Jeans
magari milioni di altri mondi
abitati da esseri intelligenti». Le
parole, sempre prese da una lezione di BergamoScienza, sono
di un Premio Nobel, Jack W.
Szostak, che vinse quello per la
medicina nel 2009. Dopo aver
parlato del telescopio Kepler
(che ha scoperto migliaia di
pianeti candidati a essere simili
alla Terra) lo scienziato si pone
un quesito fascinoso: «Se ci fossero forme di vita da qualche
parte dell’universo, avrebbero
le caratteristiche di quello che
vediamo sulla Terra? Sarebbe
una vita basata sull’acqua come
solvente? Avrebbe il Dna o qual-
9
Sono i Premi
Nobel le cui
lezioni,
presentate
negli anni a
BergamoScienza, sono
pubblicate nel
libro Le forme
della vita
cosa di simile? Avrebbe le proteine o molecole simili a sostenere i processi biochimici della
cellula?».
Certo, non è difficile continuare riprendendo le parole di
James D. Watson, Premio Nobel
per la medicina nel 1962, e della
lezione che ha tenuto — sempre nell’ambito delle lezioni
bergamasche — su Il Dna: il regista occulto della nostra vita.
Si scoverebbero forse le possibili note che si consumano lì,
ma il discorso si fa infinito. Basti soltanto aggiungere che da
un quesito sugli atomi siamo finiti nell’universo e poi siamo ritornati nelle intime manifestazioni della vita, utilizzando come spirito-guida una musicafantasma che nessun critico
potrà mai né comprendere né
recensire. Non abbiamo risolto
il problema posto da Frank Wilczek, tuttavia grazie ad esso ci
siamo accorti quale legame unisca armonie impercettibili ai
viaggi dei corpi celesti o alle folli corse delle infime particelle
di materia. Sir James Hopwood
Jeans, astronomo, matematico
e fisico britannico che lasciò
questo mondo nel lontano
1946, ci aiuta a meglio comprendere la nostra insolita odissea con una sua osservazione:
«L’universo comincia a sembrare più simile ad un grande pensiero che non a una grande
macchina».
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Che tempo faceva, l’oceano, la coscienza: il festival indaga la Natura
È dedicata al mare la XII edizione di BergamoScienza, con importanti studiosi. E progetti per l’Expo
di Ida Bozzi
L
a divulgazione scientifica consente
spesso riflessioni interessanti, anche
per chi non è uno specialista: è affascinante, in un’edizione di BergamoScienza dedicata al filo rosso del «Mare» — come quella
che si svolgerà da domani al 19 ottobre a Bergamo — trovare incontri come quello sull’oceano della coscienza umana, con il neurofisiologo Marcello Massimini (il 12 ottobre);
oppure scoprire «che tempo faceva» milioni
di anni fa, a partire dai sedimenti oceanici,
con Dominique Raynaud e Clara Mangili, che
si occuperanno di paleoclima (il 5 ottobre).
Un programma di oltre 150 tra incontri, spet-
tacoli, lectio e attività, che domani prenderà
il via al Teatro sociale con il Premio Nobel per
la medicina 2002, il biologo sudafricano Sydney Brenner (e il 18 ospiterà un altro Nobel,
Michael S. Brown): domani, in particolare,
Brenner parteciperà alla presentazione del libro Le forme della Vita. Scienza e Bellezza
nelle lezioni dei Nobel realizzato dall’Associazione BergamoScienza e da Rcs (in edicola da
domani con il «Corriere», a 12,90 più il costo del quotidiano), e dialogherà con il direttore del «Corriere della Sera» Ferruccio de
Bortoli (ore 17); in serata terrà la Levi Montalcini’s Lecture. Già oggi, per un’anticipazione
sui temi del libro, Brenner sarà a Milano, in
sala Buzzati (ore 17, ingresso solo su prenotazione, tel. 02 87 38 77 07).
«È motivo di grande orgoglio — ha spiegato il presidente di BergamoScienza Mario Salvi — presentare questa pubblicazione sui
“nostri” Nobel, quelli passati al festival, perché è un modo per raccontare la storia di un
evento che è un esempio in un Paese in cui
tutto sembra sia difficile, una sfida che non
aveva precedenti in città e ora prende una dimensione internazionale».
I temi più interessanti della scienza attuale
saranno oggetto di mostre e tavole rotonde
con gli scienziati: da citare la discussione sulla sperimentazione animale, con Giuseppe
Remuzzi e Massimo Reichlin (il 12), l’incontro sullo spazio virtuale dell’«Exploratorium» di San Francisco, con Renato Angelo
Ricci e Geroy Delacote (il 5), il dibattito con lo
Il biologo
Il biologo
Sydney
Brenner (1927)
ha ottenuto il
Premio Nobel
per la medicina
nel 2002
scienziato che dirige le indagini sui segreti
dell’arte al Department of Scientific Research
del Metropolitan Museum di New York, ed è
un italiano, Marco Leona (il 10), e così via.
E se il festival mantiene il proprio format,
introduce però nuovi elementi che guardano,
anche, al futuro. «Una delle novità — afferma
Salvi — è che alcune mostre di quest’anno,
sulla “Risorsa mare”, suggellano la collaborazione con la Fondazione Città della Scienza di
Napoli; altra novità è che in vista dell’Expo
abbiamo firmato un protocollo d’intesa sia
con la Città della Scienza di Napoli sia con il
festival di Genova: tutti e tre i festival organizzeranno eventi sia nel Padiglione Italia dell’Expo sia nelle città».
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
CULTURA
Padova
La Fiera delle Parole e la guerra
La letteratura ricorda il centenario della Grande guerra:
molti incontri della Fiera delle Parole, che sarà a
Padova dal 7 al 12 ottobre, si occuperanno proprio del
primo conflitto mondiale: così sarà l’8 ottobre, a partire
dal libro Presagio di Andrea Molesini (foto), Campiello
2011, il 9 con le rievocazioni di Marco Crestani, Andrea
Vollman, Claudio Rigon e Giulio Mozzi, e il 12 con
Edoardo Pittalis, sulla guerra dei soldati del Nordest.
Milano, Galleria Jannone
Yves Berger insegna
che prendersi cura
è una forma d’arte
Segna
libro
Stampa cattolica
«Costi insostenibili»:
chiude «Popoli»
mensile dei gesuiti
Proust e gli altri: i maestri della critica
raccontano i maestri del romanzo
di Cristina Taglietti
«P
«U
Fragile
Una delle
opere di
Yves Berger
esposte alla
Galleria
Jannone, a
Milano, da
oggi sino al
27 ottobre
tenui e segni mai assoluti, ma come sospesi nel
tempo, tanto da restituire l’idea di un antico affresco al quale è stata ridata vita, di un qualcosa che è
nascosto nella tenebra di un sogno tormentato che
appare, improvvisa, come una liberatoria rivelazione. Ma è espressa anche attraverso il dipinto di un
papavero che nella sua fragilità diventa metafora
del nostro rapporto con la vita e la morte e che
Berger ha voluto sulla copertina del volume che
accompagna l’esposizione. Davvero la pittura di
Yves si manifesta come una figurazione intima,
quasi emergesse dall’inconscio, dalle paure del
vivere. Una pittura perennemente sospesa (l’artista
interviene molte volte sui dipinti, anche a distanza
di anni) che evoca una costante perdita. E una costante ricerca. Ma anche una pittura che può, come
solo può fare l’arte, lenire il dolore della mancanza.
«Assenza, assenza, più acuta presenza» ricordano i versi di Attilio Bertolucci. I dipinti di Yves Berger (Saint-Jeoire, Alta Savoia, 1976) le sue delicatissime matite, o le chine raccolte in piccoli quaderni
a spirali, raccontano un sentimento di smarrimento, ma anche di consapevolezza. È lui stesso a sottolineare come le sue opere raccontino «Uno stato
di cordoglio» . «E quando si entra in questo stato
di cordoglio, così personale—aggiunge— ci si
rende conto che è la cosa meno personale che esista. Si soffre individualmente, ma è la sofferenza a
unire tutti gli esseri umani». Berger dipinge con la
«Cognizione del dolore», per ricordare le parole di
Gadda. Sapendo bene che quel dolore individuale,
in verità, appartiene a tutti. Anche la tecnica lo
rivela: l’artista lavora dipingendo una tela che diventa una matrice per essere riportata, come fosse
uno stampo, su un’altra tela. Quasi una sindone di
tante pitture che poi si perdono, metafora di tante
vite che si succedono all’infinito. Yves Berger è
davvero un artista particolare. Non solo perché è
figlio di una grande personalità come John («Una
figura centrale, mi ha insegnato la disciplina del
guardare, del disegnare») ma anche perché vive in
un piccolo borgo di anime sotto le cime del Monte
Bianco. D’estate raccoglie il fieno, fino a poco tempo fa accudiva le mucche. Anche per questo nelle
sue opere si coglie quel sentimento struggente che
possiede solo chi sa cosa vuol dire vivere con la
verità della natura. E che invita a «prendersi cura
delle candele» e, soprattutto, «Di chi verrà».
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Con il Diario
futile di un
signore di mezza
età di Marcello
Marchesi
(1912-1978),
Bompiani
riporta alla luce
un’altra scatola
nera di aforismi,
battute e versi
del grande
umorista. Libro
per tutte le età,
soprattutto
quelle di mezzo:
«C’è chi si sente
giovane perché
in 50 anni non
ha combinato
niente e c’è chi
si sente giovane
perché tutto
quello che ha
combinato l’ha
dimenticato».
A volte, il libro
(pp. 152, 9),
fa letteralmente
morir dal ridere:
L’intransigente?
«Sbagliando si
spara».
Del poeta
Giorgio Orelli
(1921-2013)
Casagrande
pubblica
Quasi un
abbecedario (pp.
76, 14,50).
Quasi, perché
manca la Z.
Abbonda,
invece, la B, di
Bellinzona: «La
zona del Belìn,
scherzava
Montale».
Località che
invade anche la
D di Dostoevskij:
«Visse e morì
nelle contrade
bellinzonesi —
scrive Orelli —
un poveraccio
turbato nella
mente. La gente
per non
chiamarlo idiota
lo chiamava il
Dostoevskij».
a cura di
Luca
Mastrantonio
L’interruzione della pubblicazione, però, «non va
confusa — ha aggiunto Costa — con la fine di una
missione». Nata nel 1915 come «Le missioni della
Compagnia di Gesù», la testata nel 1970 assunse il
nome di «Popoli e Missioni» mentre alla metà degli
anni Ottanta si passò all’attuale dizione. Resteranno
comunque accessibili i contenuti informatici della
rivista dal sito www.popoli.info e continuerà a essere
pubblicata l’altra rivista del Centro San Fedele,
«Aggiornamenti sociali».
La collana di Elliot a cura di Antonio Debenedetti
di Gianluigi Colin
rendersi cura delle candele. Prendersi cura dopo la pioggia dopo il
sole. Prendersi cura delle mie scarpe. Prendersi cura di quel che vedo.
Prendersi cura di prendersi cura. Di chi verrà».
Yves Berger è un uomo delicato, a suo modo fragile
e insieme denso, solido, potente come le montagne dell’Alta Savoia, dove vive vicino a suo padre
John, il celebre scrittore, poeta e critico. Yves inaugura oggi, alla Galleria Antonia Jannone a Milano,
la sua prima mostra italiana, dal titolo Caring
(Prendersi cura) dove presenta una serie di opere
pittoriche, oli, matite e acquerelli di rara intensità
espressiva, opere che si presentano come sedimentazione di segni infiniti, quasi una pelle sovrapposta a un’altra, senza soluzione di continuità e che
appaiono come un sentimentale racconto sulla
fragilità dell’esistenza. Nei dipinti di Berger è decisamente presente la sofferenza. Non quella personale, soggettiva, ma quella che avvolge la moltitudine di ogni singola umanità. È espressa attraverso
il corpo di una ragazza dai contorni indefiniti, il
volto di un uomo che appare come una maschera
che onora il mito della foresta, il ritratto di una
figura maschile nuda, anche qui, dipinta con colori
Cesserà le pubblicazioni a fine anno «Popoli», il
mensile internazionale dei gesuiti italiani. Come ha
spiegato ieri in un comunicato padre Giacomo Costa,
presidente della Fondazione Culturale San Fedele che
di «Popoli» è editore, «il numero di abbonati, pur
sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi anni, è
ormai troppo esiguo rispetto ai costi crescenti
necessari per realizzare la rivista, il deficit annuale
ammonta ad alcune centinaia di migliaia di euro e si fa
sentire la generale crisi economica».
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na collana fatta da un
vecchio per i giovani»:
così, con un pizzico di
civetteria, Antonio
Debenedetti, 76 anni, definisce «Maestri», il nuovo progetto editoriale
diretto e curato per Elliot («gratis, ma
d’altronde da vecchio che cosa spendi, se non per le medicine»), in questi giorni in libreria. Otto/dieci titoli
all’anno di piccolo formato e di costo
contenuto con saggi che analizzano i
capolavori della narrativa dell’Ottocento e del Novecento. «Sembra —
spiega Debenedetti — una collana
tranquilla, consolatoria, come tutte
quelle che ripropongono i grandi
classici. In realtà è piuttosto aggressiva, nasce dalla constatazione che si è
persa un po’ una grande tradizione
italiana, quella della critica militante.
Per anni sul “Corriere” ho letto i colonnini di Montale o di Cecchi, con il
quale mi onoro di essermi formato,
che mi ha fatto scoprire autori come
Hemingway, Green, Waugh. Per loro
l’articolo e il saggio erano quasi lo
stessa cosa, due generi molto vicini,
uno dentro l’altro. Ricordo un testo
di Montale su Gozzano, che è quasi
definitivo. O Descrizioni di descrizioni di Pasolini, uno dei più belli degli
ultimi cinquant’anni. Se vuoi capire
chi è Bassani, lì lo trovi, o uno scrittore dimenticato come Cassola, travolto dalle avanguardie. La critica militante in italia ha avuto esiti straordinari, basti pensare a Geno Pampaloni, o a quello che faceva Paolo Milano
sull’”Espresso”. Grazie ai suoi articoli, facili, leggibili, chiari ho scoperto
gli scrittori ebrei americani».
La collana inizia con due volumi:
Guerra e pace di Tolstoj di Viktor
Sklovskij (con introduzione di Lucio
Villari) e Lo stile di Flaubert che raccoglie i saggi di Albert Thibaudet e
Marcel Proust (introduzione di Daria
Galateria). «Non bisogna dimenticare che il saggio è un genere letterario,
come il racconto, il romanzo, la poesia. Quando è al suo meglio il confine
tra saggio e narrativa è molto labile:
ci sono pagine di Proust dall’andamento saggistico, così come saggi
che hanno il respiro del romanzo».
Le prossime uscite già stabilite so-
no Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, con
cui Virginia Woolf spiega che cos’è
l’anima russa (con la prefazione di
Benedetta Bini) e Introduzione a me
stesso di Raffaele La Capria (prefazione di Raffaele Manica). «Me l’ha
regalato lui stesso. Siamo amici, abitiamo vicini. Nel volume, composto
da due conferenze tenute alla Sorbona e all’Università di Salerno e da un
inedito, parla di sé, cosa che gli piace
molto e che gli viene molto bene perché riesce a tirar fuori una sorta di
saggezza popolare, una dolcezza napoletana. Mi ha chiesto: il titolo ti
sembra presuntuoso? Forse sì, ma
quello è il fascino del libro».
Debenedetti, figlio del grande critico Giacomo, è un po’ la memoria
storica della letteratura italiana: è citato da Elsa Morante nelle lettere
(«scrive che, a cinque anni, non so
come, l’ho aiutata per i romanzi»), è
nelle poesie di Saba e di Caproni,
«È il tentativo di riempire
un vuoto editoriale, quello
della saggistica letteraria.
Mi aiuta a ritrovare
musiche, pensieri,
raffinatezze che non sono
più del nostro tempo»
Moravia ha scritto due volte su di lui.
Per ora, però, la collana prevede sopratutto autori stranieri: «Mi sarebbero piaciuti i saggi di Savinio, ma
sono di Adelphi che non concede facilmente i diritti». Tra le cose a cui
tiene di più c’è Edmund Wilson su
Dickens. «Un testo straordinario, che
stiamo cercando di acquisire. È insieme saggio, racconto, biografia. Inizia
con Dickens dodicenne che vede arrestare davanti ai suoi occhi il padre.
Episodio su cui, argomenta Wilson,
si fonda tutta la sua narrativa. D’altronde poi in La ferita e l’arco, partendo da Filottete, dimostra come
tutto nasca da una ferita».
Un’operazione, quella di «Maestri», che va effettivamente a riempire un vuoto editoriale: «Mi aiuta a ritrovare musiche, pensieri, raffinatezza che non sono più del nostro tempo. Attraverso i saggi si respira un po’
quell’atmosfera dei salotti, dei caffè
letterari di un tempo, quando il pettegolezzo, la battuta, la conversazione leggera si intrecciavano con giudizi anche molto raffinati che poi facevano da lievito nelle giurie dei premi
letterari. Penso ai salotti dei Bellonci,
di Alba De Cespedes, ai bar di via Veneto dei Bianciardi, Flaiano, Cardarelli. Sarà una collana dandistica ma
non snobistica, raffinata, ma senza
puzza sotto il naso».
Sono in libreria
da ieri i primi due
volumi della
collana
«Maestri» curata
da Antonio
Debenedetti
(nella foto sopra):
Lo stile di
Flaubert che
contiene testi di
Albert Thibaudet
e Marcel Proust
(introduzione di
Daria Galateria,
pp. 128, 12)
e Guerra e pace di
Tolstoj di Viktor
Sklovskij
(introduzione di
Lucio Villari, pp.
46, 8).
Il mese prossimo
usciranno:
Tolstoj,
Dostoevskij,
Cechov di
Virginia Woolf
(introduzione di
Benedetta Bini) e
Introduzione a
me stesso di
Raffaele La
Capria
(introduzione di
Raffaele Manica).
Nella foto in alto
a sinistra, Anton
Cechov e Lev
Tolstoj nel 1895
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Papini, Prezzolini e la scoperta di Indro
Nel terzo e ultimo volume del carteggio si parla anche di Montanelli
di Vittorio Gennarini
U
na meravigliosa storia
d’amicizia riassume e
conclude, con il terzo ed
ultimo volume a cura di Sandro
Gentili e di Gloria Manghetti,
che raccoglie le lettere dal 1915
al 1956, il Carteggio tra Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini
(Edizioni di storia e Letteratura, pagine 768, 88).
Il poderoso tomo comprende infatti gli anni della Grande
guerra, l’avvento del fascismo,
il secondo conflitto mondiale e
il dopoguerra, tutti avvenimenti straordinari attraverso i quali
i due interlocutori passarono
tuttavia come protetti dalla corazza della loro passione letteraria. Anche sotto il fascismo,
pur essendosi Papini schierato
con il regime, essi conservarono intatti il proprio senso critico e la propria dignità. Scelsero
la cultura come unico mezzo
per «cambiare l’uomo». Scrisse Papini nella lettera a Prezzolini dall’esilio mistico di Bulciano del 4 ottobre 1925: «La politica… mi fa schifo sempre di
più». E il suo sodale, convinto
di non poter far bene in Italia,
si stabilì a New York per insegnare Letteratura italiana alla
Columbia University.
Peraltro, nell’epistolario
compaiono i più importanti in-
tellettuali della prima metà del
Novecento. E per tutti i due fraterni amici hanno parole di
sensibilità profonda.
Gli anni della Seconda guerra mondiale passano nel più
tragico silenzio e a riprendere
la conversazione è Papini da Firenze, il 27 maggio 1945, con
una lunga lettera che conclude:
«Spero che gli anni e gli avveni-
13 agosto 1953
«Era tempo che non
stavo con un Italiano,
anzi un Toscano,
parlando di tutto»
menti non abbiano appannato
e affiochito l’antico affetto».
V’è poi la rivelazione magnifica delle ultime pagine dell’epistolario: il giovane Indro
Montanelli. Nella lettera a Papini da New York del 13 agosto
1953, Prezzolini scrive entusiasta: «Prima di tutto, mi trovai
molto bene con Montanelli.
Era molto tempo che non stavo
con un Italiano, anzi un Toscano, parlando un po’ di tutto e
ricevendo risposte che capivo».
Giovanni Papini si spense l’8
luglio 1956 e fino all’ultimo
istante le parole di Prezzolini
allietarono i momenti meno
sereni della sua esistenza.
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
SPETTACOLI
Firmato il decreto
«È una cosa bellissima. Adesso sta a noi cercare di
esserne degni e pensare di fare cose mai fatte prima».
Così il sovrintendente del Teatro alla Scala, Alexander
Pereira, ha commentato ieri sera — presentando il
«Requiem» di Verdi che Riccardo Chailly dirigerà
domani sera e sabato —, la firma del ministro dei Beni
culturali Dario Franceschini del decreto che individua
i criteri per il riconoscimento dell’autonomia per l’ente
scaligero e l’Accademia di Santa Cecilia. «Un passo
importante — ha spiegato il ministro — attuato per
Scala e Santa Cecilia
avranno l’autonomia
Pereira: ora al lavoro
premiare le fondazioni più virtuose del panorama
lirico-sinfonico italiano». Le procedure per l’autonomia
risalgono a molti anni fa. Era stata ottenuta, poi il
procedimento è tornato indietro in conseguenza della
vittoria dei sindacati al Consiglio di Stato. Per questo
motivo la Fondazione Scala (nella foto, Zubin Mehta sul
podio) dovrà anche riapprovare il proprio statuto, atto
che si vorrebbe raggiungere entro fine del 2014. A fine
anno, infatti, scade anche il Cda. (p.pan.)
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L’intervista
«Le carriere
belle sono quelle
che durano, io
sono sulla piazza
da 40 anni»
ROMA Il festival del cinema di
Roma fa un’inversione a «U» e
inchioda davanti a Diego Abatantuono. Da Aspettando il
mare dell’impronunciabile regista Bakhtiar Khudojnazarov,
nato nel Tagikistan, a Soap
Opera del milanese Alessandro
Genovesi. Come a dire, dalla
Corazzata Potëmkin a un film
leggero italiano. Abatantuono
è uno dei protagonisti (con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Ale e
Franz) del film che il 16 ottobre
apre la rassegna. «Ma non bisogna essere diffidenti verso la
nostra commedia, vedrete che
non è del tutto tradizionale,
per la storia e per il tipo di
umorismo».
Quante volte ha indossato
la divisa al cinema?
«Tante. Ho fatto Carabbinieri, Il commissario Corso... Meglio la guardia o il ladro? Dipende dal film. Tra le mie esperienze più belle, metto “Il giudice Mastrangelo” e Io non ho
paura, dove sono cattivissimo.
Il personaggio che mi piace di
più è il cialtrone, in senso buono, che mi riporta a Sordi. L’ho
fatto spesso con Gabriele Salvatores».
Hanno detto che, per la sua
aria monumentale e fragile,
lei può ricordare Vittorio
Gassman.
«Mi ha fatto molto piacere
anche se non sono stupido, la
tara la metto da solo. Non sono
di quelli che dicono: Totò mi
considerava il suo erede. Tanto
non può smentire. Però Gassman era molto carino con me.
Abbiamo avuto un periodo storico di registi, attori e sceneggiatori impareggiabile nel
mondo: nessuno, della mia generazione, può competere con
loro, e naturalmente aggiungo
Mastroianni e Volonté. In America, col bacino che ha, c’erano
39
Insieme
Chiara Francini
(34 anni) e
Diego
Abatantuono
(59) in una
scena del film di
Alessandro
Genovesi «Soap
Opera». I due
attori comici
avevano già
fatto coppia
come conduttori
tv di «Colorado»
Abatantuono maresciallo a Roma:
mi piacciono i cialtroni alla Sordi
L’attore apre il festival con «Soap Opera»: in concorso non vinco mai, va bene così
❞
Auguro
a Virzì
il trionfo
agli Oscar,
sarei felice
anche per
Bentivoglio
A volte mi
rivedo in tv
e mi prende
un po’ di
malinconia,
penso a
come ero
solo Jack Lemmon e Walter
Matthau. E Jerry Lewis, che è
un’altra cosa, lo vedevo da
bambino».
Claudio Bisio ricordava
giorni fa il divario tra il cinema popolare e i festival.
«Sono andato a Venezia diverse volte. Con Regalo di Natale di Pupi Avati mi dicevano
che avrebbero dato un ex aequo a me e a Carlo Delle Piane:
vinse lui. Anni dopo, con Il Toro di Mazzacurati, stessa storia:
vinse Roberto Citran. Per amore, solo per amore di Veronesi
ebbe 12 nomination ai David: io
ero San Giuseppe e Penelope
Cruz la Madonna. Il premio lo
diedero a Haber, che faceva il
mio servo muto. Nirvana, stesso numero di nomination, vinse il fonico».
Tirando le somme...
«Mi ritengo contento, non
ho rimpianti. Sono su piazza da
40 anni, sto arrivando ai 60. Le
carriere sono quelle che durano. Ho fatto film comici e
drammatici, le commedie brillanti, il ciclo con Salvatores. Il
cruccio è quando non lavori, se
non ritiri un premio, pazienza».
Virzì ce la può fare agli
Oscar?
«Il Capitale umano è un bel
film, fare pronostici è difficile,
glielo auguro, anche a Fabrizio
Bentivoglio, l’unico del gruppo
di Salvatores che non c’era
quando prendemmo l’Oscar
per Mediterraneo».
Lei andò a Los Angeles?
«Andammo tutti. Stavamo
girando Puerto Escondido in
Messico, il produttore Maurizio Totti generosamente interruppe le riprese per qualche
giorno. Eravamo in forma, abbronzati, c’era una bella allegria. Negli ascensori degli hotel
di Los Angeles entrano 30 persone, pieni di attori. Vidi Burt
Reynolds, all’epoca era una
star. Si ventilava che avesse il
parrucchino e che fosse omosessuale. In testa, effettivamen-
Su «Vanity Fair» Le immagini
Il bacio e le lacrime
al «sì» di Clooney
Su Vanity Fair in edicola trenta pagine sono dedicate al
matrimonio di George Clooney e Amal Alamuddin. Nella
foto il bacio degli sposi poco dopo il sì pronunciato di
fronte a Walter Veltroni, con la sorella e i genitori della
sposa (la mamma commossa) che applaudono. Clooney
ha svelato di aver chiesto a Nora Sagal di cantare Always:
«E’ stata la colonna sonora delle nozze dei miei genitori».
Il cast
● «Soap opera»
diretto da
Alessandro
Genovesi, 41
anni, milanese, è
interpretato
anche da Chiara
Francini, Fabio
De Luigi
e Cristiana
Capotondi
(nella foto)
te, portava una specie di banana aperta. Mi sorrideva come
se mi avesse riconosciuto,
guardandomi dall’alto in basso. Mi sono chiesto, possibile
che abbia visto Attila? Mi giro e
non vedo nessuno. Mi rigiro
una seconda volta e alle mie
spalle mi accorgo della presenza di Danny DeVito, che non è
un gigante. Allora ho capito, mi
ero fatto un film in testa, Burt
Reynolds guardava lui, si conoscono, sono amici. Ho altri
aneddoti di quei giorni».
Ce li racconta?
«Mi ero rotto un dito. Chiunque mi desse la mano, mi piegavo in avanti, e la cosa veniva
percepita come un gesto di
sudditanza. La verità è che ero
piegato dal dolore. Poi ci raggiunse Massimo Troisi, stavamo pensando di fare un film
insieme, la storia di due camerieri bloccati in un ristorante
da una banda. Massimo era
una persona straordinaria, non
conosceva l’invidia del cinema,
dell’Oscar era più contento lui
di noi».
A 60 anni si fanno i bilanci.
«Oh, ne ho 59, a quest’età gli
anni si centellinano. Se mi rivedo? Sì, capita, ne danno tanti in
tv. Talvolta mi prende un po’ di
malinconia. Ho messo da parte
la diffidenza per la tecnologia e
ho creato un bel sito, parlo di
cucina e di calcio, i miei figli da
piccoli. Non riesco mai a pensare a un film, ma a come eravamo».
Valerio Cappelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE
EX DI «AMICI»
CON IL «CORRIERE»
LA PRECISAZIONE
Nei guai per spaccio
il rapper Amnesia
Mika e il bullismo
domani su «Sette»
Chicago Orchestra:
«Nessuna agitazione»
La copertina di Sette, in
edicola domani con il Corriere,
è dedicata a Mika. La popstar,
giudice anche di X Factor, si
confessa in una lunga
intervista e racconta di quando
era vittima dei bulli: «A scuola
mi tiravano le lattine. Io non li
perdono, so come batterli».
La Chicago Symphony
Orchestra nega scioperi e
agitazioni sindacali che nelle
ultime settimane avrebbero
compromesso il regolare
svolgimento del suo cartellone.
In una nota ufficiale si
sottolinea che «la Chicago
Symphony Orchestra ha aperto
la sua stagione con diverse
settimane di tutto esaurito e
recensioni entusiastiche per il
maestro Riccardo Muti
(direttore musicale dal 2010,
ndr) . Le notizie di rapporti tesi
sono completamente false». Il
resoconto di scioperi dei
musicisti a Chicago era stato
diffuso da un’agenzia di stampa
che citava il Los Angeles Times.
Dal talent «Amici» all’arresto
per spaccio. Il rapper Lorenzo
Venera, 26 anni, nome d’arte
Amnesia, è stato arrestato dai
carabinieri di Trofarello
(Torino) per produzione e
spaccio di sostanze
stupefacenti. Amnesia era
entrato come concorrente della
trasmissione condotta da Maria
De Filippi nel febbraio 2013 e
l’aveva lasciata dopo poco più
di un mese. I militari gli hanno
sequestrato 30 ovuli di hashish,
29 di marijuana, un arbusto di
pianta di cannabis e un
bilancino di precisione.
L’arresto è stato convalidato ieri
mattina con applicazione degli
arresti domiciliari.
40
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
SPETTACOLI
In platea
7 giorni sul palco
di Claudia Provvedini
Dodin per Schiller
Progetto Alcesti
Intrigo e amore Finisce in tragedia
l’amore tra Luisa e Ferdinand: il
padre di questi li divide con intrighi
e ricatti. Giovani interpreti del Maly
Teatr, sapienza amara nella regia
del russo Lev Dodin che ama
Beethoven ma anche Verdi e la sua
Luisa Miller
(dal 7, Piccolo Grassi, Milano)
La sposa tragica Morire per amore.
Da Euripide. Con Monica Piseddu,
Daria Deflorian (foto a sinistra),
Monica Demuru. Regia
Massimiliano Civica, 20 spettatori a
sera, spazio mai usato prima per
spettacoli. Fondazione Pontedera
Teatro (fino al 26, ex carcere delle
Murate, Firenze)
TEATRO E MUSICA
Orvieto
Lettura della Vita di Maria Vergine
La nota dolce di Giannini
dà eleganza all’Aretino
Con Paolo Rossi
anche Donatoni
diventa surreale
di Franco Cordelli
D
di Enrico Girardi
T
ra la comicità surreale e «schizzata» di Alfred Alfred di Franco Donatoni e quella parodistica di Gianni Schicchi di Puccini vi sono più analogie di quanto si creda. Però non risulta che tali atti unici fossero mai stati uniti in un
dittico come è avvenuto al Lirico Sperimentale di
Spoleto. Deus ex machina della godibile operazione è Paolo Rossi (foto in scena). Nei panni del
moribondo di Donatoni (l’operina autobiografica
racconta un ricovero in ospedale del maestro per
coma diabetico) e del morto di Puccini, il funambolico regista prende parte allo spettacolo come
capocomico di una squadra di mimi e mimo lui
stesso, affollando ancor di più il palcoscenico
spoletino già pieno di suo per la presenza dei numerosi cantanti. Trovata dopo trovata, si assiste a
un caos organizzato che tiene sulla corda il pubblico divertendolo, tra sexy infermiere, medici
senz’arte né parte e parenti assetati d’eredità.
A capo dell’orchestra del teatro, Marco Angius
guida una esecuzione esemplare dell’operina di
Donatoni: tutto funziona come un meccanismo a
orologeria che mette in risalto la trasparenza di
scrittura del musicista veronese. Non altrettanto
può dirsi per Gianni Schicchi, seppur arrivato in
porto senza incidenti, perché l’equilibrio tra buca
e palcoscenico in questo atto unico non è mai facile a trovarsi, alternandosi la vocalità e l’orchestra
nella conduzione del discorso musicale. Ma lo
spettacolo è più che godibile anche musicalmente, grazie anche alla prova scenicamente generosa
e stilisticamente appropriata dei cantanti, tutti o
quasi provenienti dalla locale Accademia dopo
avere ben figurato nel celebre concorso di canto
tenutosi nella città umbra. Applausi a non finire.
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Alfred Alfred e Gianni Schicchi
Donatoni/Puccini
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7,5
opo Tom alla fattoria, di cui riferimmo
due settimane fa,
siamo di nuovo a Viterbo, nel Palazzo
dei Papi. È qui che i viterbesi,
infuriati con i cardinali per i loro indugi, li chiusero dentro
con tanto di chiave. Da questo
episodio nasce nel 1270 la parola conclave. A Viterbo siamo
tornati per la presenza in scena
di Giancarlo Giannini: recitare
dal vivo non lo avevo mai visto.
Evento nell’evento è che sul
leggio c’è un testo a dir poco insolito: Vita di Maria Vergine di
Pietro Aretino, volta in forma
(lievemente) drammaturgica
da Gian Maria Cervo, che con
Alberto Bassetti dirige i Quartieri dell’Arte. La parte teatrale
dello spettacolo è piuttosto
blanda. Un solo esempio: quando Giuseppe si approssima alla
morte, l’attore si sdraia su un
fianco e Maria gli s’inginocchia
vicino per ancora ascoltare la
sua voce: una soluzione così
semplice da essere ingenua.
Ingenuo non è l’autore della
Vita: tutto il contrario. Ma a me
pare non si possa ridurre, come
nella tradizione, un simile testo
a roba scritta su commissione,
per compiacere. Per noi tutti
Pietro Aretino non è che l’astuto, abile, osceno autore di teatro (ne è appena uscita un’edizione critica presso la Fondazione Bembo) e dei Ragionamenti. Dalle sue tremila lettere
Francesco De Sanctis ricava un
ritratto dell’uomo — iper-sensuale, privo d’ogni autentica avventura spirituale. In quanto alle opere di tema religioso, si
tende a liquidarle in modo
sprezzante. Di diverso avviso,
Massimo Bontempelli. Colui
che si definì «segretario del
mondo» fu invero un vendicatore: «egli è la vendetta sulla
vecchia insolenza dei grandi
d’un minuto verso i grandi per
l’eternità». Per Bontempelli la
colpa dell’Aretino fu di «non
aver fiducia nell’uomo», la sua
sostanziale solitudine, quella
che lo accompagna ancor oggi,
fu «non di contemplazione ma
di disperazione».
Ascoltando Vita di Maria
Vergine non si può dedurre nulla di tutto ciò. Ma si coglie, in
brevi incisi, in struggenti «in-
Interprete
L’attore
Giancarlo
Giannini (72)
protagonista
dello spettacolo
andato in scena
a Viterbo
venzioni», una qualità non certo di pura facondia stilistica:
dopo la morte del figlio, Maria è
presa dal desiderio di «andare a
riverire tutti i luoghi felici» dei
suoi miracoli. Poi «ella cangiò
deliberazione, parendole alterezza di superbia il ritornar a riveder gli erari de le memorie de
le sue beatitudini». C’è infine
da dire che il numeroso pubblico ha ascoltato questa storia (in
cui, fulmineo, appare in video
Franco Zeffirelli nelle vesti del
Padre) dalla voce di Giannini.
Ecco: Giannini, il suo modo
di leggere Aretino, il suo modo
di recitare, la sua musica, la sua
stessa postura. Per me, è il
grande interprete di Milonga, il
film di Emidio Greco. È quell’eroe, malinconico, ostinato,
compassionevole. Lo rivedo vestito nel modo più elegante che
vi sia — che non ci si accorge
della sua eleganza. E tale eleganza si fa materia viva appena
comincia a leggere. A ogni frase, al suo inizio, egli alza in modo impercettibile il tono — a
tutti giunge nel cuore. Il discorso, lo lascia lì, sospeso per una
frazione di secondo. Viene con
la dolcezza di una voce scandita
su una nota bassa, che s’impenna poco dopo, con trattenuta
energia, a ogni nuovo paragrafo
— per la pura necessità del raccontare.
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Vita di Maria Vergine
regia di Gian Maria Cervo
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7
Teatro Studio Melato
Se Amleto sembra un giardino zen
di Magda Poli
H
arold Bloom sostiene che
Shakespeare non abbia
creato solo dei personaggi, ma noi uomini in quanto
soggetti di passioni e emozioni.
E anche il giovane regista iraniano Arash Dadgar lo pensa e,
con la drammaturgia di
Shahram Ahmadzadeh, presenta con la compagnia Quantum
Group Theatre, un energico
Hamlet (al Teatro Studio Melato), riscrittura nata da un seminario di quattro anni. Amleto è
Dall’Iran
Arash Dadgar
(41), regista
del Quantum
Theater Group
stato paragonato ad un giardino
zen di Kyoto: da qualsiasi angolo lo guardi, non vedrai mai tutte le pietre che lo compongono.
Uno sguardo che rivela qualcosa e altro nasconde, ma sempre illumina noi e l’oggi. Oggi
che vive in una corte nevrotica,
in un Hamlet, giovane arruffato, alla ricerca di risposte ai suoi
interrogativi esistenziali, ardui
da trovarsi quando legami familiari e di potere si intersecano così intimamente. Un Hamlet che diventa un serial killer
che consegnerà gli 8 «assassi-
nati» al becchino in un finale di
morte che mai soddisfa. Una
compagnia di giovani in costumi fuori dal tempo, un Laerte
Edward mani di forbici, censore
ostinato e sessuofobico, o Gertrude fascinosa Lana Turner,
per raccontare di un giovane
che cerca risposte e non le può
trovare, in un susseguirsi di avvenimenti che sembrano governati dalla necessità e dal caso.
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Hamlet
regia di Shahram Ahmadzadeh
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7
DISCHI
Classica Paris
Cantautori Do l’anima
Jazz (In)obediens
Rock Una nave in una foresta
La tromba nobile di Alison Fortis ritrova la melodia Il trio armonico di Sartori Subsonica tra arte e funk
I
l titolo di questo disco Warner è «Paris» perché
i brani che vi sono contenuti, pur diversificati
l’uno dall’altro, sono riconducibili a vario titolo
alla cultura musicale della città.
Compie questo viaggio tra i boulevard parigini
la tromba di Alison Balsom, musicista britannica
di 35 anni, già dieci cd alle spalle. È trombettista
prodigiosa. Dal più squillante al più vellutato, il
suono della sua tromba vanta infatti una varietà
di colori che non si direbbe. Cosicché ogni brano
trova la propria ideale definizione timbrica, si
tratti dei divertissement di Satie o Ravel, del misticismo di Messiaen o delle atmosfere fumose e
struggenti del jazz di Kosma. E a proposito di jazz,
ottimo l’apporto della The Guy Barker Orchestra,
così chiamata dal nome di chi la dirige. (E. Gir.)
P
er tornare alla ribalta con «Do l’anima» Alberto Fortis chiede un piccolo aiuto a colleghi forti... L’artista, che sarà di scena lunedì 6 ottobre al
Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, pubblica
un disco che prova a creare le atmosfere di alcuni
grandi successi delle origini con piccoli apporti
vocali di Biagio Antonacci e Roberto Vecchioni.
Succede nelle canzoni «Tu lo sai» e «Mi fa strano» (atmosfere da «Sedia di Lillà»). Vecchioni incoraggiò tanti anni fa lo sconosciuto Fortis, Fortis
anni dopo, incoraggiò un ancora sconosciuto Biagio Antonacci. Il disco è fortemente melodico con
testi che parlano dei valori fondamentali, ma calati nella realtà del quotidiano. Un lavoro piacevole perché ricco di cesellata, emozionante raffinatezza. (Mario Luzzatto Fegiz)
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8
È
un jazz astratto e passionale, che può ricordare il magnifico trio di Jimmy Giuffre con Paul
Bley e Steve swallow, quello del disco «(In)obediens» inciso per Rudi Records da tre giovani
musicisti di casa nostra: Fabio Sartori al pianoforte, Cristiano Calcagnile alle percussioni e Marco Colonna diviso fra sax tenore e clarinetti. Non
c’è gerarchia fra gli strumenti: ritmo, armonia,
melodia sono condivisi con saggia fraternità.
Da sempre il jazz ama narrare delle storie; questi sono racconti contemporanei, un po’ stordenti, la cui struttura si pone al di là dalle architetture
consuete ma convince in pieno grazie alla dimensione raccolta, intima, e ad una partecipazione corale che crea percorsi sonori multidimensionali, ricchi e articolati. (Claudio Sessa)
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8
C
ome nelle coppie aperte. Le scappatelle, qui
artistiche, sono ben viste in casa Subsonica.
Progetti paralleli (Deproducers e produzioni varie per Casacci, i Motel Connection di Samuel, dj
set e tv per Boosta) in cui lo sperimentare aumenta il bagaglio dei singoli senza forzare le radici.
Col settimo album i Subsonica tornano ad essere a fuoco e a servire la mission: alleanza fra
rock ed elettronica per far ballare (e visioni cupe).
Gli spunti sono tanti in ogni brano, ma l’essersi
fermati a 10 brani (e 45 minuti) aiuta il gusto e evita l’indigestione. «Di domenica» ha una melodia
che gira su synth anni 80, il funk di «Specchio»
parla di anoressia, «Il Terzo Paradiso» ha la voce
recitante di Michelangelo Pistoletto, un grande
dell’arte contemporanea. (Andrea Laffranchi)
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7,5
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8
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
SPETTACOLI
41
Autodistruzione
Balletto Mariinskij
Torinodanza
Da Moby Dick
Archeologia della passione
Don Giovanni Un virus la sua
condotta di vita, nel segno della
corruzione, nel terrore della morte.
La regia del capolavoro tra Molière
e Mozart è di Graham Vick, scene
Stuart Nunn, dirige J.L. Gomez Rios.
Nel cast Gezim Myshketa e Andrea
Concetti
(4, 5; Pergolesi, Jesi, Ancona)
Trilogia superclassica «Il lago dei
cigni», «Giselle» ma anche «Trittico
‘900» che spazia da Apollo (con
Xander Parish, foto a sinistra) a
Chopiniana, a Rubies. Orchestra
Teatro Mariinskij di San
Pietroburgo. Unica tournée italiana,
conclude il XXV Ravenna Festival
(da oggi all’8, Ravenna)
Maguy Marin/Alain Platel Della
prima è «Nocturnes», incontri
surreali, apparsi dal buio. In
«Plexus», di Bory, danza la
giapponese Kaori Ito figura simbolo
del lavoro di Platel che dirige poi
«Coup fatal» per orchestra,
controtenore, ballets C de la B (oggi;
dal 7; dal 10, Fonderie Moncalieri)
Una tazza di mare in tempesta
Di e con Robero Abbiati, tutto il
mare in un libro e piccoli oggetti.
Poi, Ute Lemper interpreta
«Canzoni d’amore (e di dolore)» di
Pablo Neruda. Ad Aperto Festival
anche «Souls» di Olivier Dubois
Ballet du Nord (da oggi; il 4; il 5
teatri Reggio Emilia)
Dolce vita Virgilio Sieni crea un
Polittico, 5 quadri viventi sulla
passione: corpi, bellezza, dolore,
leggerezza. In «Epopea
quotidiana» la fatica di non vivere
con Lucia Calamaro, Federica
Santoro, Roberto Rustioni (4-5,
Argentina; dal 7, India, Roma)
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CINEMA
Take Five
Cinque ladri imbranati
sognano e litigano
per un colpo al caveau
di Maurizio Porro
I
riferimenti, più o meno
casuali, sono ottimi e abbondanti: Take five di
Guido Lombardi, già autore del buon Là-bas, fa
pensare ai Soliti ignoti, meno
buffo e malinconico, alle Iene
tarantiniane ma meno violen-
to, a quei bravi ragazzi alla
Scorsese e soci, ma con meno
ragù; viene in mente perfino
Giungla d’asfalto di Huston.
C’è quasi unità di tempo,
luogo e azione, perché questi
cinque improvvisati ladri cialtroni (un idraulico, un pugile,
un fotografo, un ricettatore e
uno sciomèn depresso), vorrebbero fare il colpo grosso nel
Sin City 2
Box office
Violenze e vendette
con la sexy Eva Green
1
N
2
G
N
el panorama di uno skyline da fumetto con
influssi alla Chandler, Sin City 2 è un intrecciarsi di violenze e vendette dove ciascuno porta
in dote la sua amoralità. Eva Green è una femme
fatale egoista e desnuda per Brolin, cui chiede
criminale aiuto, magnifica sexy abitante della
città del peccato disegnata da Miller e diretta da
Rodriguez. Il film è un sequel in inutili 3D che
inizia con ottimo ritmo e azzeramento di speranze, inseguendo i lasciti emotivi di una sceneggiatura che cerca di indagare nei lati oscuri,
facendo del cinismo noir manifesto e bandiera
d’un calligrafico replay. (m. po.)
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7
4
G
5
N
●●●●●●●●●●
Pongo il cane
milionario
di Tom
Fernández
con Ivan
Massagué
284.560
a nuova commedia di Federici, Fratelli unici,
ha tanti «vabbè» nei dialoghi per mostrare
che siamo moderni in tre atti divisi tra comico,
melò e sentimentale. Medico, persa la memoria
in incidente, è accudito dal fratello cialtrone (Argentero), mentre l’ex famiglia tenta la seconda
chance. O no? Un film da pilota automatico, sceneggiatura priva di spirito (colpa anche di Luca
Miniero), la morale è un bignè di retorica con
spot di aziende pubbliche e stilisti sotto casa. Gli
attori si agitano per contratto (Crescentini e Leone il sesso debole), Raoul Bova ha volto ed
espressione neo natale fissa. (m. po.)
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5
Una promessa
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● ● ● ● ● ● ● ● ● ● 7,5
751.822
L
Il duo Bova-Argentero
in un festival di retorica
che escono dalla Napoli di
sempre. È una prova d’orchestra di jazz freddo, sincopato,
dove tutti gli attori sono, per
contagio e bravura, solisti di
cui diventiamo complici, sor-
Tartarughe
Ninja
di Jonathan
Liebesman
con Megan Fox
N
Fratelli unici
Balordi Carmine Paternoster, uno dei cinque improbabili ladri di «Take Five»
che sbalzo di temperatura narrativa, qualche rincorsa per i
punti di sutura a un genere poco italiano, il regista è bravo
nella descrizione caratteriale di
questi tipi freschi di crisi ma
Lucy
di Luc Besson
con Scarlett
Johansson
e Morgan
Freeman
2.557.852
3
●●●●●●●●●●
caveau di una banca a Napoli.
E, come nei gruppi virili di disperati alla Monicelli, si preparano, discutono, litigano, se la
prendono col ragazzo delle pizze, osservati a vista dalla malavita organizzata.
E intanto cambiano i rapporti interpersonali, dopo aver subìto male sorti, dal demone del
gioco all’infarto. E se c’è qual-
volando su peccati mortali e veniali ma inseguendo sbalzi
emotivi e qualche scampolo di
redenzione, mentre il solito
noto scappa col bottino.
Peppe Lanzetta comanda un
gruppo di attori presi dalla
strada con Salvatore Ruocco,
Salvatore Striano, Carmine Paternoster, Gaetano di Vajo, Antonio Pennarella, fotografati in
tre dimensioni umorali e caratteriali da Francesca Amitrano.
Ormai in crisi irreversibile la
commedia, è un bene che il nostro cinema affronti generi poco consueti come dimostra il
poliziesco thriller Perez con
Zingaretti, che tiene fino quasi
alla fine suspense e malinconia.
La buca
di Daniele Ciprì
con Sergio
Castellitto
e Rocco
Papaleo
374.960
Sex tape Finiti in rete
di Jake Kasdan
con Cameron
Diaz e Jason
Segel
345.019
Amore da «recherche»
ma privo di sussulti
P
atrice Leconte, regista che aveva un pizzico
di follia, con Una promessa rientra nei ranghi del dècor riducendo un romanzo di Stefan
Zweig, dove il grande viennese racconta l’amore,
interrotto dalla guerra, tra un giovane ingegnere
e la lady del capo, addì Germania 1912. In epoca
di recherche austroungarica il film con le sue
belle domande da Bergson (quanto l’Amore resiste al Tempo?) ha l’andamento della buona fiction, ben recitata (Rebecca Hall tra Alan Rickman e il Richard Madden del «Trono di spade»),
ma mancano impeti e sussulti. Tutto è trattenuto, imploso. Vien quasi voglia di spettinare un
po’ il film. (m. po.)
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6,5
O' GROOVE, TRAMP LIMITED, ZOCOTOCO IN COLLABORAZIONE CON MEDUSA FILM IN ASSOCIAZIONE CON IMPAT - AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT PRESENTANO PEREZ.
UN FILM DI EDOARDO DE ANGELIS CON LUCA ZINGARETTI, MARCO D'AMORE, SIMONA TABASCO E CON GIANPAOLO FABRIZIO CON LA PARTECIPAZIONE DI MASSIMILIANO GALLO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA FILIPPO GRAVINO E EDOARDO DE ANGELIS FOTOGRAFIA FERRAN PAREDES RUBIO MONTAGGIO CHIARA GRIZIOTTI MUSICA RICCARDO CERES
SCENOGRAFIA CARMINE GUARINO COSTUMI ELEONORA RELLA SUONO VINCENZO URSELLI AIUTO REGIA SIMONA BERENICE VIGNOLI DIRETTORE DI PRODUZIONE CAMILLA FAVA DEL PIANO
ORGANIZZATORE GENERALE LINDA VIANELLO DELEGATO DI PRODUZIONE ANGELO RUSSO RUSSELLI PRODOTTO DA PIERPAOLO VERGA,ATTILIO DE RAZZA, EDOARDO DE ANGELIS, LUCA ZINGARETTI
F ILM RICONOSCIUTO DI I NTERESSE C ULTURALE CON C ONTRIBUTO E CONOMICO DEL MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO - DIREZIONE GENERALE
PER IL CINEMA CON LA COLLABORAZIONE DI FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA UNA DISTRIBUZIONE MEDUSA FILM. © O' GROOVE TRAMP LIMITED ZOCOTOCO 2014
IN DISCESA
IN SALITA
NOVITÀ'
STABILE
G
A
N
=
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
42
Eventi
La guida
Tre giorni
per imparare
a risparmiare
Veronafiere (ingresso Cangrande, Viale del Lavoro, 8)
ospita dall’8 al 10 ottobre la seconda edizione di
Smart Energy Expo, prima fiera internazionale
dedicata a soluzioni, prodotti e tecnologie per
l’efficienza energetica. L’appuntamento, riservato agli
operatori professionali, ha lo scopo di contribuire alla
diffusione della cultura del risparmio e dell’efficienza
energetica, da ottenere diminuendo gli sprechi nelle
trasformazioni e nei consumi finali e producendo
sempre più energia in modalità diffusa. Ne è coinvolta
l’intera filiera: sistemi di monitoraggio e gestione
intelligente di elettricità, calore e acqua, isolamento
degli edifici, cogenerazione ad alto rendimento,
biomasse e auto elettriche, efficienza per l’edilizia e
domotica.
Biglietti: intero 15 € (online 13 €).
Per informazioni: www.smartenergyexpo.net
Social network: Facebook.com/SmartEnergyExpo;
Twitter.com/smartenergyexpo. Orari: mercoledì,
giovedì e venerdì 9.30-18.30 (orario continuato)
L’appuntamento Dagli scienziati della base «Concordia»
in Antartide alle aziende che studiano i combustibili vegetali
e il ciclo dei rifiuti: dall’8 ottobre Smart Energy Expo
raduna a Veronafiere il top della ricerca sulle fonti d’energia
di Giovanni Caprara
EFFICIENZA
«A
CLIMATICA
bitare in
Antartide cambia un
po’ la vita, ti fa
capire molte cose nel rapporto
con il mondo esterno, con le persone, influenza le abitudini e i gesti quotidiani. È la solitudine che
porta a sentire diversamente e a
guardare con occhi diversi». Tindari Ceraolo, 59 anni, ci parla dal
luogo più sperduto della Terra,
l’Antartide. È così lontano che la
comunicazione subisce un breve
distacco di tempo; una pausa d’attesa nella quale sembra quasi di
percepire il freddo che attanaglia
la sua voce. Fuori dalla finestra
della base italo-francese Concordia il termometro oscilla tra i 70 e
gli 80 gradi sotto lo zero.
Tindari è un medico anestesista ed è arrivato nel febbraio scorso per un’esperienza unica, rara e
anche un po’ rischiosa: trascorrere il periodo notturno del Continente Bianco nella fase invernale.
«Il buio — racconta — si protrae
per quattro mesi, i ghiacci crescono e la base diventa irraggiungibile con qualsiasi mezzo. Nessuno può venire in soccorso se fosse
necessario. E questo ti fa sentire
ancora più staccato dal resto del
mondo, ma non ci inquieta, siamo preparati alle emergenze».
Così le giornate scorrono tra
osservazioni scientifiche nell’ambiente, oppure verso il cielo, essendo un luogo ideale anche per
scrutare gli astri. Ma non solo.
«Bisogna tener conto che per
convenzioni internazionali —
continua Tindari — qui l’uomo
non deve lasciare traccia della sua
presenza, bisogna rispettare in
modo assoluto la candida superficie, evitando ogni forma di possibile inquinamento. Nello stesso
tempo siamo totalmente dipendenti dai nostri sistemi, dalle ri-
IL FUTURO VENUTO DAL GHIACCIO
L’ITALIA NEL CONTINENTE BIANCO
INSEGNA A RIDURRE OGNI SPRECO
sorse di cui disponiamo portate
faticosamente nella base quasi
nel cuore dell’Antartide».
Concordia, infatti, si trova a
600 chilometri di distanza dalla
base russa Vostok e le altre strutture abitate sono addirittura a
1.200 chilometri. «Quindi — prosegue — dobbiamo ridurre al minimo i consumi di energie non
rinnovabili e facciamo intenso
uso di turbine eoliche e panelli
fotovoltaici. I francesi installeranno un grande parco solare proprio verso la fine dell’anno per accrescere le disponibilità energetiche. Inoltre si cerca di riciclare
tutto il possibile».
Infatti nella base si sfrutta il calore residuo dei generatori elettrici e, grazie ad una collaborazione con l’agenzia spaziale europea
Esa, si riutilizza l’80 per cento dell’acqua. L’acqua viene ricavata
sciogliendo la neve, un’operazione che richiede consumo di elettricità, mantenendolo il più ridotto possibile. Alla fine, con i sistemi di filtraggio realizzati con Esa,
l’acqua ritorna ad essere usata per
i differenti bisogni e persino una
parte delle acque nere delle toilette viene reimpiegata nelle docce.
«Tutte queste necessità da rispettare — nota Tindari — mi
hanno insegnato molto sui comportamenti che dovremmo avere
tutti nella quotidianità, e sono
certo che quando tornerò porterò
con me simili valori per ridurre
gli sprechi di cui non ci rendiamo
conto». L’Antartide è un luogo
estremo in ogni senso, anche nei
misteri ambientali. Qui vi sono
zone dove i ghiacci crescono, invece di diminuire come in altre
zone della Terra e luoghi dove invece la distruzione è rilevante e
La ricerca
Isolati per mesi allo
scopo di capire le
ragioni primarie dei
mutamenti ambientali
I
n futuro, all’interno di uno stesso contratto di
energia, potremo noleggiare anche una bici,
un motorino o un’auto elettrica. La nuova formula funzionerà un po’ come il settore della
telefonia, dove basta sottoscrivere un abbonamento per ottenere in omaggio o a rate uno smartphone. Al momento però, l’iniziativa messa a
punto dalla società svizzera Repower, è destinata
esclusivamente alle aziende. La società elettrica
presenterà le proprie iniziative legate alla mobilità elettrica all’interno di Smart Energy Expo, l’appuntamento internazionale dedicato all’efficienza energetica, in programma dall’8 al 10 ottobre a
Veronafiere. Le colonnine per la ricarica elettrica
della società, disegnate dall’architetto Italo Rota
(Museo del Novecento) ed esposte in Triennale, al
momento non si possono ancora installare sul
suolo pubblico «per problematiche normative —
afferma il responsabile di Repower Italia Fabio
Bocchiola — mentre è possibile nelle strutture ricettive, come alberghi o ristoranti, dotate di spazi
L’opportunità
La proposta di Repower: noleggiare,
con lo stesso contratto della luce,
anche una bicicletta, un motorino
o un’automobile elettrica
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Ambientalista
L’attore
Leonardo
DiCaprio,
durante il suo
discorso all’Onu,
in occasione del
summit sul
clima dello
scorso 23
settembre
In mostra strategie e tecnologie per una scommessa verde
privati come parcheggi o cortili interni».
Nel Salone dedicato all’energia intelligente,
ampio spazio verrà dedicato anche di sistemi di
monitoraggio e gestione intelligente di elettricità, calore e acqua, isolamento degli edifici, cogenerazione ad alto rendimento e biomasse. «Viste
anche le crisi internazionali come in Ucraina e le
ripercussioni sul mercato dell’energia, quest’anno un’attenzione particolare sarà riservata proprio al settore dei combustibili vegetali, all’uso efficiente del suono ed al ciclo dei rifiuti», spiega
Marco Pezzaglia di EfficiencyKnow, partner di Veronafiere nell’organizzazione della manifestazione. La biomassa, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile, nel 2030 potrebbe arrivare a rappresentare il 60% del consumo di ener-
Nel regno
bianco
A destra, una
colonia di
pinguini
imperatore;
sotto la base
italo-francese
Concordia che
ospita 13
ricercatori. È
isolata dal
resto del
mondo per
4 mesi l’anno
Il medico
I Ceraolo: «Vivere qui a
meno 80 gradi ci rende
del tutto dipendenti
del poco che abbiamo»
Come ricaricare il pianeta
con la gestione energetica
di Barbara Millucci
Il protagonista
Tindari Ceraolo,
59 anni, medico
anestesista e
ricercatore nella
base antartica
progressiva. Ad esempio nella
piattaforma Larsen-B, un’area
grande quanto la valle d’Aosta e
staccatasi nel 2002. Ora un gruppo internazionale di scienziati,
tra cui alcuni studiosi dell’Istituto
nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste, hanno avanzato una spiegazione sulle cause legate in qualche modo al
riscaldamento climatico. «Sono
fenomeni nuovi davanti ai quali
non ci sono ancora risposte precise», commenta Tindari. I Poli della Terra presentano delle condizioni particolari nella circolazione atmosferica ed è per questo
che le spedizioni Antartiche sono
importanti pure per le ricerche
sul riscaldamento climatico e il
«climate change», in generale.
Nella base Concordia oggi vivono 13 persone, cinque sono italiani (giunti nell’ambito del Programma nazionale ricerche antartiche), sei francesi, più un russo ed un greco. «I rapporti sono
buoni — precisa Tindari — la salute è ottima ma l’isolamento
cambia il carattere delle persone
perché ci si vede come si è realmente. Poi l’organismo si acclimata. Diminuiscono gli stimoli,
compreso quello sessuale, e il cibo diventa un ottimo sostituto
per ciò che manca. Il risultato è
che nella base il cibo è curato, si
mangia benissimo, spesso variando il tipo di cucina delle diverse nazionalità. Però tutto è surgelato, frutta compresa, perché
nessuno può rifornirci nella notte
antartica. Infine, i dati relativi ai
nostri comportamenti fisici sono
spediti agli specialisti dell’Esa che
li analizzano in funzione delle
spedizioni spaziali, con le quali la
permanenza antartica ha diverse
similitudini. «Il 20 novembre dovrei rientrare in Italia — conclude
Tindari Ceraolo — se i ghiacci record di quest’anno consentiranno
l’arrivo delle navi. Però partirò
con un mal d’Antartide al quale è
difficile sfuggire».
gie rinnovabili, coprendo il 20% del fabbisogno
energetico complessivo della Terra. Mentre già
solo oggi, dagli scarti agricoli e prodotti forestali,
si può ricavare un quinto dell’energia che serve al
pianeta.
La Fiera sarà anche l’occasione per fare il punto
sulle tante novità in campo legate alla direttiva
Europea sull’Efficienza Energetica. La legge, approvata lo scorso 30 giugno, introduce una serie
di misure per una gestione più intelligente delle
fonti di energia nelle aziende. «Tra queste la diagnosi energetica. Dal 5 dicembre 2015, le grandi
imprese saranno tenute ad eseguire accertamenti
energetici periodici, utili ad individuare gli interventi più efficaci per ridurre i consumi di energia
— continua Pezzaglia —. È un nuovo strumento
di certificazione, fino ad oggi volontario, che funziona come se si dovesse revisionare un’auto. Ma
è anche uno strumento di qualità e competitività
delle aziende».
Sul raggiungimento degli obiettivi prefissati
dalla Commissione Europea, che impone un’accelerata al settore, interviene anche Ettore Riello,
presidente di Veronafiere: «abbiamo scelto di
mettere le nostre competenze al servizio del settore proponendo soluzioni su temi quali il contenimento dei costi, il risparmio e i consumi intelligenti delle risorse del pianeta. Soluzioni che vanno oltre la riduzione dei consumi, ma che incidono sulla crescita economica e sociale, compatibile
con la sostenibilità ambientale». Secondo una stima di Cresme-Enea, negli ultimi 8 anni, per interventi di risparmio energetico realizzati grazie agli
incentivi ed ecobonus, gli italiani hanno speso 27
miliardi di euro, pari a 3,4 miliardi in media all’anno. Con risparmi sulla bolletta però ancora
molto bassi rispetto alle aspettative. Perché sull’efficienza energetica siamo solo all’inizio.
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
Gli altri eventi
Un summit
internazionale
e gli Stati generali
Lo scenario
di Marco Vinelli
U
n grattacielo alto 166
metri, l’edificio più alto
di Torino, il nuovo Centro direzionale Intesa
Sanpaolo progettato da Renzo
Piano. Quasi ultimato, è il fiore
all’occhiello di Alpiq InTec Milano, azienda elvetica leader nel
settore della progettazione, realizzazione e gestione di impianti, che ne ha curato le installazioni elettriche e gli impianti
tecnici speciali. Qualcosa come
300 Km di cavi elettrici e 350 di
cavi per installazioni speciali,
nonché 20.000 lampade oltre al
collegamento delle postazioni
di lavoro alla rete dati, con oltre
100 chilometri di cavi. A ciò si
aggiungono 11.000 punti di misurazione e altrettanti punti di
controllo, tra cui 150 lettori di
badge, una rete di 400 telecamere per videosorveglianza e
L’emblema
L’ad di Alpiq InTec:
«Il Centro Direzionale
di Intesa Sanpaolo a
Torino, nuova frontiera»
10.000 rilevatori di incendio.
Tutte queste installazioni speciali vengono monitorate e controllate a livello centrale da un
sistema di gestione dell’edificio
Bms (Building management system).
«Nei moderni edifici, la parte
più difficile è quella di mettere
insieme, e far funzionare in accordo, tutte le tecnologie — dice l’ingegner Fabio Vecchio Ad
di Alpiq InTec Milano spa —. Il
programma per la gestione degli edifici “intelligenti”, il Bms
permette ai sensori di dialogare
tra loro, attivando o meno alcune funzioni: ad esempio, accendendo le luci quando rilevano la
EVENTI
Ad inaugurare il Salone, mercoledì 8 ottobre
(Auditorium Verdi, twitter: #Ves14) sarà il Verona
Efficiency Summit (titolo: Efficienza energetica Make
in Italy), forum internazionale in due sezioni, dedicato
ai rapporto tra energia e cambiamenti climatici e
all’approfondimento tecnico-normativo del settore.
Intervengono tra gli altri il direttore dell’organizzazione
per lo sviluppo industriale dell’Onu Li Yong e il direttore
esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’Energia
Maria van der Hoeven. Parte centrale del Summit sarà
l’analisi delle agende europee e nazionali. Il 9 ottobre
Smart Energy Expo ospiterà inoltre gli Stati Generali
dell’Efficienza Energetica, momento conclusivo della
consultazione pubblica promossa da Enea (con il
supporto tecnico di EfficiencyKNow), il cui obiettivo è di
chiamare a raccolta tutti gli attori pubblici e privati
interessati all’efficienza energetica per contribuire a
definire le politiche e le misure necessarie alla crescita
di un settore fondamentale per il recupero della
competitività del Sistema Paese.
Scarica
l’«app»
Eventi
La vita negli edifici «intelligenti»
dove sale il valore degli impianti
presenza di una persona e spegnendole appena si lascia la
stanza. E ancora, disattivando il
condizionamento/riscaldamento appena si apre una finestra o in assenza di occupanti,
oppure regolando l’incidenza
dei frangisole o intervenendo
sulle facciate ventilate». Tutto
ciò si traduce in una maggiore
efficienza, permette di consumare e inquinare meno e, alla
fine, si risparmiano un bel po’
di soldini. «È vero — conferma
l’ing. Vecchio —. Ipotizzando
due edifici identici, uno dotato
di tecnologie “intelligenti” e l’altro con impianti tradizionali, la
differenza tra i costi di gestione
(dell’energia) potrebbe arrivare
fino al 50-70%. D’altra parte, per
contenere i consumi ci sono solo tre modi: ridurre gli sprechi;
usare gli impianti in modo
“consapevole” ed eventualmente, impiegare fonti energetiche
alternative o rinnovabili». E, infatti, sulla facciata sud del Cen-
L’architetto
Renzo Piano (77
anni) è il
progettista del
grattacielo che
sarà il centro
direzionale di
Intesa Sanpaolo
a Torino (a
sinistra). I lavori,
avviati nel 2006
sono prossimi
alla conclusione
L’edificio
Ospiterà, negli
ultimi piani, una
serra
bioclimatica con
giardino pensile,
un ristorante
panoramico, uno
spazio espositivo
e una caffetteria
Le dimensioni
Alto 166 metri
(contro i 167,5
della Mole
Antonelliana)
ha 38 piani
fuori terra e 6
interrati, per
una superficie
di 110.000 mq
tro direzionale fanno bella mostra 1.600 mq di pannelli fotovoltaici per ridurre ulteriormente il fabbisogno energetico.
Ma in realtà, la questione degli impianti è solo la punta dell’iceberg: gli scenari si sono pesantemente evoluti, rispetto a
una cinquantina d’anni fa: mentre allora, nella realizzazione di
un edificio, avevano grande peso (percentualmente) le opere
murarie e gli impianti «valevano» solo il 10-20 per cento sul
totale, oggi i valori si sono ribaltati. I lavori in muratura hanno
perso importanza, diminuendo
drasticamente il loro «peso»
mentre gli impianti sono saliti
al 30-50% del totale, con una
nuova voce relativa ai «sistemi
di facciata» che può valere fino
al 20% dell’appalto. Mezzo secolo fa, negli anni del boom, c’era-
Eventi
43
Informazione, approfondimenti,
gallery fotografiche e la mappa
degli appuntamenti più
importanti in Italia. È
disponibile sull’App Store
di Apple la nuova applicazione
culturale del «Corriere della
Sera Eventi».
È gratis per 7 giorni.
Il progetto GR3
Al lavoro Operazioni di sfalciatura lungo i fiumi del Veneto
L’erba dei parchi
alternativa al mais
per ottenere biogas
T
no solo 3-4 grosse società che
avevano il know-how e le finanze per produrre, realizzare e gestire i grossi impianti. Oggi, la
differenza si fa sulle capacità di
investimento e sulla competenza tecnica. «Noi abbiamo quasi
70 tecnici, tra cui numerosi ingegneri, per affrontare ogni
problema di natura impiantistica o gestionale — dichiara Fabio Vecchio —. E abbiamo appena concluso una partnership
con una azienda che produce sistemi di facciata, per ottenere
una integrazione ancora più
spinta tra la tecnologia interna e
la “pelle” dell’edificio».
rasformare le erbacce del proprio
giardinetto in energia. Si chiama GR3 ed è
un progetto europeo che coinvolge 11
regioni green europee, tra cui il Veneto,
volto a promuovere gli scarti come fonte di energia
rinnovabile nella produzione di biogas. «Si tratta
di recuperare erba di sfalcio, ottenuta dalla
tosatura di parchi, terreni agricoli e campi golf —
spiega Federico Correale, dirigente del settore
Bioenergie e cambiamento climatico di Veneto
Agricoltura — ed utilizzarla come materia prima
per la produzione di biogas» grazie a macchinari
di ultima generazione. L’idea, finanziata dalla Ue
con 1,5 milioni di euro, è di creare una vera filiera,
fornendo conoscenze e competenze di settore, al
fine di attivare investimenti in grado di valorizzare
i residui erbacei come materia prima per la
produzione di biogas. Con evidenti vantaggi in
termini di sostenibilità ambientale. L’erbetta di
campo potrebbe infatti sostituire il mais.
«Utilizzando le erbacee come carburante si
userebbero sottoprodotti agricoli e non prodotti
food destinati all’alimentazione, come appunto il
mais». Non si sottrarrebbero aree verdi per la
coltura di granoturco, senza più le oscillazioni di
prezzo degli ultimi anni. «L’erba ha però una bassa
resa energetica, la metà del mais. Per questo, la
filiera dovrà essere corta. Un impianto distante
100km non conviene». Solo al lago di Garda, si
potrebbero raccogliere oltre 500 tonnellate l’anno
di fieno, due 2 ettari sono in grado di soddisfare il
fabbisogno energetico di una famiglia per un
anno. «Per legge però, l’erba proveniente dai
giardinetti comunali finisce negli impianti di
compostaggio che raccolgono spazzatura».
Ba. Mill.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Inversione di pesi
Fino a pochi anni fa la
tecnologia «valeva» il
20%, le opere murarie
l’80. Oggi è il contrario
44
Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
45
●
Risponde Sergio Romano
IL PIANO RIFORMATORE
CHE SALVÒ LA GERMANIA
Caro Romano, penso che
pochissimi abbiano capito il
senso dell’inclusione di
attività illegali nel Pil, secondo
i nuovi dettami statistici della
Comunità europea. Io, in
particolare, ho capito ancor
meno il senso della asserita
riduzione del carico fiscale.
È il classico pollo statistico di
Trilussa. Se, indubbiamente,
dal punto di vista statistico,
aumentando il reddito
complessivo e restando
invariata, in termini assoluti,
l’imposizione fiscale, la stessa
diminuisce in percentuale; per
chi paga le imposte non
cambia una virgola. Questo
porta a considerazioni amare
sulla convenienza di essere
onesti.
Roberto Maitilasso
[email protected]
Temo che lei abbia ragione.
Me se l’Istat ci dicesse che stiamo sbagliando, ne sarei felice.
RISPARMI
Scippo continuo
Il ministro dell’Economia
dichiara che il governo non si
capacita del perché il Paese
non riparta. Eppure la
risposta è sotto gli occhi di
tutti e si chiama: pressione
fiscale insopportabile e tasse a
getto continuo. Dalle rendite
catastali al 160%, all’Imu, la
Tari e la Tasi, c’è uno «scippo»
continuo dei nostri risparmi.
Spesso si legge che un cancelliere tedesco ha
realizzato a suo tempo delle riforme sociali
indovinate che hanno portato la Germania a
essere in pochi anni il Paese leader in
Europa. Francamente non mi ricordo quali
siano state queste modifiche e mi chiedo se
sarebbero applicabili in Italia. Può
parlarcene?
Piercamillo Celada
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
sonar.corriere.it
Il governo: allo
studio l’ipotesi
di mettere, da
gennaio, una
parte del Tfr (la
liquidazione) in
busta paga.
Una buona
idea?
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
50%
[email protected]
50%
No
L’assemblea del Pd e il
contorno di commenti hanno
messo in luce ancor più
l’atteggiamento dei vecchi
leader del Pd che non
intendono fare alcun gesto di
solidarietà verso la nuova
classe dirigente dando un
sostegno leale.
Cenzo Vargiu, Cagliari
Caro Celada,
uando i socialdemocratici tedeschi
sconfissero i cristiano-democratici
nelle elezioni politiche del 1998, il
nuovo cancelliere, Gerhard Schröder,
ereditò una situazione economica difficile. Il
Paese stava ancora pagando le spese dell’unificazione (1500 miliardi di euro secondo un calcolo della Freie Universität di Berlino). Il tasso
di disoccupazione era particolarmente elevato
(% milioni), soprattutto nei Länder della Germania orientale (20%). Le industrie tedesche
approfittavano dei bassi salari nei Paesi ex comunisti per delocalizzare i loro impianti, particolarmente nella Repubblica Ceca e in Polonia.
Schröder capì che occorreva soprattutto trattenere gli industriali in Germania e che il risultato sarebbe stato raggiunto soltanto se il costo
del lavoro fosse considerevolmente diminuito.
La riforma del Vater Staat (lo «Stato papà»)
fu affidata a Peter Hartz, un uomo della industria che aveva diretto per molti anni il personale della Volkswagen, la maggiore azienda automobilistica tedesca. Il periodo durante il
Q
La tua
opinione su
Lamberto Gori
I VECCHI LEADER
Partito democratico
di Beppe Severgnini
Test di medicina
evitiamo le farse
LETTERE
AL CORRIERE
CALCOLO DEL PIL
Attività illegali
● Il corsivo del giorno
La domanda
di oggi
La Francia si
ribella alla Ue
allungando i
tempi per il
pareggio di
bilancio.
Approvate?
LA NUOVA LEGGE
Rischi nelle aziende
Dal 1°giugno se non effettui la
valutazione rischi dell’azienda
sei punito con la reclusione e
con ammende da 2.500 euro.
Qui si parla di moglie e marito
soci in un bar, commercianti
al dettaglio con una
commessa, la tabaccheria con
un dipendente. Il legislatore
non distingue tra il
pizzicagnolo e la
multinazionale. Alla faccia
della semplificazione!
Alberico Iacometti, Grosseto
quale il disoccupato avrebbe percepito un sussidio fu ridotto a un terzo, da 36 mesi a 12/18. Il
sussidio riservato ai disoccupati di lungo periodo (un fenomeno particolarmente diffuso all’Est dove quasi tutte le fabbriche dell’epoca comunista erano state chiuse) venne ridotto a
una somma fra i 345 e i 331 euro. Gli uffici del
lavoro divennero agenzie di collocamento. Ai
disoccupati non fu più consentito rifiutare un
lavoro anche quando l’offerta era meno conveniente di quello perduto. Furono creati nuovi
tipi di contratto: d’inserimento, a tempo parziale, a chiamata e di condivisione (job sharing) quando due lavoratori assumono lo stesso impegno e hanno gli stessi obblighi. Altri
provvedimenti concernevano l’età pensionabile e la riduzione della spesa sanitaria.
Questa ventata di liberalizzazioni fu realizzata grazie alla collaborazione delle maggiori organizzazioni sindacali. In altri tempi e circostanze avrebbero organizzato scioperi e promosso agitazioni. Ma in quel particolare momento capirono che la disoccupazione all’est e
la delocalizzazione all’ovest stavano minacciando l’economia e la stabilità politico-sociale
del Paese. La crisi scoppiò invece nelle file del
partito social-democratico. La sua sinistra
massimalista si fuse con gli ex-comunisti della
Germania orientale e creò Linke (sinistra), una
formazione troppo piccola per conquistare il
potere, ma abbastanza forte per impedire ai social-democratici di vincere la battaglia elettorale del 2008. Fu una sconfitta per Schröder,
ma dopo una vittoria per l’intero Paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblica per ridurre il cuneo
fiscale, accesso al credito,
miglioramento dei sistemi
burocratico e giudiziario,
ecc.). Sono misure importanti,
ma nessuno parla del più
rilevante dei nostri problemi,
cioè della ripresa della nostra
competitività, purtroppo
agonizzante. Per fare ciò è
indispensabile: aumentare il
rapporto ore lavorate/ore
retribuite e incrementare la
«resa» del lavoro. Altrimenti
resteremo un Paese ex
competitivo ed ex prospero.
Giovanni Cama
[email protected]
PROPOSTE
Riforma del lavoro
Si parla sempre più della
riforma del lavoro. Sento
parlare di tagli alla spesa
VENEZIA / 1
Richiamo mondiale
In questi giorni Venezia ha
aperto i notiziari italiani e
stranieri per le nozze di George
Clooney. Speriamo che
qualche nostro politico o
ministro capisca finalmente
l’importanza che ha il turismo
per il nostro bel Paese.
Decimo Pilotto
Tombolo (Pd)
VENEZIA / 2
Bagarre inutile
Storicamente noi veneziani
siamo abituati ad incrociare
persone famose, personalità
di spicco, politici e regnanti.
Non ci scomponiamo, né
disturbiamo la privacy di chi
incontriamo. La bagarre
montata in questi giorni non
appartiene a Venezia perché
non ne ha bisogno.
Carla Panfido
A
fine mese sono previste le prove
per accedere alle scuole di
specializzazione in medicina. Si
svolgeranno con modalità nuove
(quiz a risposte multiple, una
graduatoria nazionale per l’assegnazione dei
posti). Arrivano con uno strascico di ansie e
polemiche: entrambe giustificate. Per un
giovane medico onesto, l’accesso alla
specializzazione è un bivio che decide quale
strada prende la vita. Per un giovane medico
disonesto è la grande occasione per
imbrogliare i colleghi, la sanità, la società.
Probabilmente, continuerà così. Se fossimo
un Paese serio, dovremmo prenderne atto e
correre ai ripari. Ma forse non siamo un Paese
tanto serio. Altrimenti, non accadrebbe
questo.
1.Il bando è uscito a ridosso della data
dell’esame e in ritardo rispetto agli scorsi
anni. La bibliografia non è stata chiarita.
Risultato: il candidato deve prepararsi
sull’intero programma di studi di medicina.
2.La graduatoria è nazionale, ma la
valutazione dei candidati per l’accesso al test
è diversa da ateneo ad ateneo.3.Il metodo di
assegnazione dei posti non è chiaro come in
Francia e Spagna, dove esiste una graduatoria
nazionale (i primi classificati scelgono dove
andare). In Italia il sistema è macchinoso. La
destinazione dipende dalla graduatoria
espressa da ciascun candidato al momento
dell’iscrizione al test. 4.Il nuovo test nazionale
arriva dopo anni di test locali. Chi non è
entrato nella scuola di specializzazione,
magari a causa dei soliti traffici baronali, è
ora svantaggiato (a parità di graduatoria,
passano i più giovani).5.Mancano ancora le
sedi per il test. C’è bisogno di 15mila
computer (che non s’impallino a metà della
prova). 6.Rischio di irregolarità. Durante il
concorso di Medicina Generale, il 17
settembre, in tutta Italia sono accadute cose
sgradevoli. Mi scrivono tre giovani medici
(Filippo Pesapane, Michele Ballabio, Stefano
Marcelli): «Cellulari che suonavano,
smartphone usati senza controllo e
discussioni ad alta voce (...) Una prova equa
scongiurerebbe inevitabili ricorsi con
dispendio di tempo, soldi ed energie».
Impeccabile. Aggiungo: un giovane medico,
preparato e onesto, non tollera più queste
farse. Prende e se ne va all’estero: Svizzera,
Germania, Regno Unito lo accoglieranno a
braccia aperte. L’Italia, che l’ha portato fino
alla laurea, con costi collettivi non
indifferenti, saluterà un bravo professionista.
Gli altri, quello dello smartphone e dell’amico
di papà, invece ce li teniamo qui: garantito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[email protected]
Vauro
INTERVENTI E REPLICHE
I tagli alla sanità ipotizzati dal governo
Andando in direzione contraria, condivido
l’ipotesi dei tagli nella sanità sostenuti da Renzi, a
patto che rispecchi un’idea innovativa della
sanità. Numerose buone pratiche, infatti,
presenti anche nella sanità pubblica non
diventano mai un modello. Con l’assistenza
domiciliare di cui ha sottolineato l’importanza il
ministro Lorenzin nell’ultima riunione dei ministri
della sanità europei, oltre alla migliore qualità di
vita, coniugata a una grande professionalità
dell’intervento (noi la definiamo Eubiosia, la
buona vita), Ant riesce, infatti, a raggiungere
importanti risparmi e ottimizzazioni. Assieme ad
Ant, altre organizzazioni sono pronte a
impegnarsi per una sanità pubblica integrata con
il «non profit» che sia universale e di qualità al
nord come al sud. Bene ha fatto il ministro
Lorenzin a sottolineare l’importanza del terzo
settore affinché si possa superare un ostacolo
che è innanzi tutto culturale, dove pubblico è in
realtà sinonimo di Stato e ciò che sta fuori è
accettato, quasi sempre, solo in situazioni
emergenziali, mentre nella normalità non viene
associato all’idea di bene comune.
Raffaella Pannuti, presidente Fondazione Ant
(Assistenza socio-sanitaria domiciliare
oncologica gratuita e prevenzione)
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Auspicio: Costituzione comune per l’Europa
Sarebbe bello, come ha auspicato un lettore
(Corriere, 30 settembre) trasformare la Ue in Sue
(Stati Uniti d’Europa). Prima, però, bisogna
trovare un accordo su una comune Costituzione.
Francesco Italo Russo, Montecatini Terme (Pt)
L’impasse per i giudici della Consulta
Un lettore definisce «avvilente» lo spettacolo per
l’elezione dei giudici della Consulta. Invero, a me
pare che ormai il Parlamento abbia più che
confermato che i predetti non riescano ad
assicurarsi il quorum per essere eletti!
Renzo Andreoli, [email protected]
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
46
Sport
Presidenti a confronto
Tavecchio ha incontrato Blatter a Zurigo
La squalifica
Insulti razzisti all’arbitro: 10 giornate di stop
Il presidente della Fifa, Blatter, ha accettato l’ invito del n. 1 della Figc,
Tavecchio e verrà presto in Italia. Con questa promessa si è concluso il primo
incontro ufficiale alla Fifa House di Zurigo fra i due dirigenti, che si conoscono
da anni e che sono da sempre in ottimi rapporti. Tavecchio, accompagnato
dal neo d.g., Uva, ha illustrato a Blatter «il programma che intendiamo
realizzare nei prossimi due anni». Si è discusso delle strategie per
incrementare l’attività di base e di vertice, compreso l’utilizzo dei giovani
calciatori eleggibili per le nazionali e la valorizzazione del calcio femminile.
Il giudice sportivo della Lega Dilettanti ha ordinato uno stop di dieci giornate
al centravanti dell’Este (ex di Verona, Sampdoria e Fiorentina), Emiliano
Bonazzoli. La motivazione: «Domenica al termine della gara, ha rivolto
espressioni discriminatorie per ragioni di razza, nazionalità e colore della
pelle all’indirizzo dell’arbitro». Il giocatore avrebbe insultato l’arbitro di origini
marocchine, Ramy Ibrahim Kamal Jouness, perché aveva fischiato la fine
della partita mentre l’Este (capolista del girone D della serie D, 13 punti in
cinque partite) stava attaccando nella partita con la Correggese, finita 1-1.
● L’analisi
I bianconeri
pagano l’«assenza»
degli uomini migliori
di Mario Sconcerti
B
rutta partita, confusa,
molto fisica, quasi
nessun tiro in porta.
Due squadre che si
equivalevano e avevano
difficoltà a superarsi. Sono
mancati alla Juve gli uomini
migliori: in parte Marchisio,
poi Tevez e Pogba. Hanno
tenuto poco il pallone, sono
stati pressati e picchiati,
sportivamente s’intende, ma
non hanno pesato. È stata
così una partita inespressa,
molta veemenza,
pochissimo calcio, in cui la
Juve non aveva molto da
guadagnare. La Juve è stata a
tratti quasi emozionata, non
lucida, ma l’Atletico è stato
praticamente la stessa cosa.
In sostanza, per quello che ci
si aspettava, una partita
deludente, però un piccolo
spettacolo fisico. Il calcio è
anche questo, anche se solo
ai suoi margini. Nessuna
delle due squadre ne esce
promossa davvero, ma
l’Atletico fa 3 punti che lo
tengono in corsa. Nel girone
hanno vinto entrambe le
squadre che avevano perso
al primo turno. Ora sono 4
squadre a 3 punti, una bella
domanda complessiva. È
chiaro che la Juve ha buttato
via una straordinaria
occasione per rimanere da
sola e tenere l’Atletico
lontano. Ma non c’è molto
da recriminare. Il gol si trova
in tanti modi, l’Atletico ha
messo intensità e ha
approfittato di un buon
liscio difensivo della Juve.
Ma non sono al meglio
nemmeno gli spagnoli,
molto ingolfati, chiusi su se
stessi, poco disposti anche
al numero individuale. La
Juve è stata abbastanza
scolastica, come avesse
molta fiducia in se stessa e
cercasse di tenere la gara
sulla normalità. C’è anche
quasi sempre riuscita, non è
stata inferiore ma ha fatto
un po’ meno dell’Atletico. Il
risultato più giusto sarebbe
stato 0-0, pochissimo hanno
inciso gli attaccanti.
Llorente sta abituando la
squadra a una sua presenza
fisica che significa però
niente tiri in porta. Tevez
aveva troppi avversari
davanti. Serviva uno spunto,
una giocata di classe. Non
c’è stata. L’unico tocco
decisivo è stato quello di
Arda Turan, non facile, di
controbalzo, un gol da
fantasista. Il futuro adesso
non è oscuro, solo denso di
probabilità. Sono tutti
insieme in un girone un po’
zoppo, dove i migliori
tardano a far sentire il peso.
Non tornerei a parlare di
dimensione internazionale.
La Juve l’ha anche avuta a
Madrid, ma non è stata
aiutata dai suoi tre-quattro
uomini di attacco. È solo
calcio comune imperfetto e
abbastanza complesso. Con
il bello della provincia
dentro. Ma è così per tutti,
anche per l’Atletico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Battuto Gigi Buffon osserva il pallone che si infila in rete, il colpo di Arda Turan regala all’Atletico Madrid vicecampione d’Europa la partita. Il girone è più che mai equilibrato (LaPresse)
Champions La Juve sconfitta dall’Atletico Madrid, paga caro nel finale la rete di Arda Turan
Prima sconfitta e primo gol subito da Buffon, girone equilibrato, quattro squadre a pari punti
Juve, distrazione fatale
Frenata
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Verde speranza? Per
una questione di maglie la Juventus si presenta al Vicente
Calderon addirittura con la
terza, un verde pisello di grande impatto visivo ma non di
eccezionale effetto scaramantico. Contro l’Atletico Madrid
arriva la prima sconfitta dell’anno sociale 2014-2015 e il
primo gol subito da Gigi Buffon in questo scorcio di stagione. Il gol di Arda Turan, assolutamente casuale, rende inutile una buona prova complessiva della squadra di Allegri,
forse poco avanguardista, ma
molto ordinata e tatticamente
perfetta.
La Juventus si appoggia alla
sua grande solidità per controllare la partita. Non subisce
mai gli attacchi in massa dell’Atletico, un po’ per bravura,
un po’ perché anche Diego Simeone non vuole correre rischi. Il Cholo sembra preoccupato, dopo la sconfitta con
l’Olympiacos. Teme che rischiando più del dovuto possa
ritrovarsi, dopo due partite,
con una situazione grave di
classifica e la strada in salita.
Alla fine, in effetti, con la vittoria del Malmoe sull’Olympiacos, la faccenda si ingarbuglia:
tutte le squadre sono a tre punti dopo due giornate.
Peccato perché Madama,
che recupera Caceres e conferma Evra, mostra subito un forte personalità. Sono molto
lontane le titubanze iniziali di
MADRID
● Bilancio
Compresi
i preliminari,
sono 36
le partite di
Massimiliano
Allegri
da allenatore
in Champions
League:
il tecnico
ha un bilancio
di 12 vittorie,
13 pareggi
e 11 sconfitte
● Primo k.o.
Quella
di Madrid è la
prima sconfitta
per Allegri
alla guida della
Juventus: fino
a ieri 5 vittorie
su 5 gare
in campionato
e una (su una)
in Champions
20
sconfitte
per la Juventus
contro i club
spagnoli; 21 le
vittorie; 11 i pari
13
vittorie
per l’Atletico
Madrid contro
i club italiani; 11
sconfitte; 2 pari
un anno fa quando la squadra
di Conte, appena sconfitta dalla Fiorentina (rimonta da 0-2 a
4-2 per i viola) al Santiago Bernabeu ci mise un po’ prima di
entrare in partita con il Real
Madrid. Qui comincia subito,
molto attenta con la difesa alta
e, anche se i tifosi Colchoneros
rumoreggiano (e anche l’Atletico appare nervoso, avvolto da
una nuvola d’impotenza),
quello degli juventini non è sicuramente catenaccio, ma un
atteggiamento grintoso e studiato durante la settimana per
mettere a freno la furia dell’Atletico. La Juventus fa possesso
palla, come da nuova caratteristica 2014-2015. L’Atletico non
trova varchi. La partita si trascina. Il primo tiro che impegna un portiere lo scaglia Mandzukic che pesca Buffon pron-
Atletico Madrid
Juventus
1
0
Marcatore: Arda Turan 30’ s.t
ATLETICO MADRID (4-1-4-1): Moyà
s.v.; Juanfran 7, Godin 7, Miranda 6,5,
Ansaldi 5,5; Tiago 6,5; Raul Garcia 7,
Koke 6, Saul 5,5 (Griezmann 6,5 8’ s.t.),
Arda Turan 7 (Siqueira s.v. 45’ s.t.);
Mandzukic 6 (Suarez s.v. 39 s.t.). All.:
Simeone 6,5
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6,5;
Caceres 6 (Pereyra s.v. 33’ s.t.), Bonucci
6, Chiellini 6; Lichtsteiner 5,5 (Giovinco
s.v. 44’ s.t.), Vidal 5 (Morata s.v. 38’ s.t.),
Marchisio 5,5, Pogba 6, Evra 5; Llorente
5, Tevez 5,5. All.: Allegri 5,5
Arbitro: Brych (Germania) 6
Ammoniti: Bonucci, Raul Garcia,
Chiellini, Ansaldi, Morata, Pogba,
Giovinco
Recuperi: 1’ più 4’
Dopopartita, tensione in tv tra Max e Sacchi
Allegri: «Non abbiamo giocato per il pari»
Buffon: «In Europa dobbiamo osare di più»
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
MADRID Prima sconfitta della Juve,
primo, pesante, gol incassato.
Massimiliano Allegri si innervosisce con
Arrigo Sacchi che sostiene la Juve abbia
giocato per pareggiare: «Noi vediamo
sempre due partite diverse. Abbiamo
giocato per vincere, ma non ci siamo
riusciti. A livello tecnico è stata una
buona partita, con personalità, abbiamo
limitato le loro mischie e abbiamo
concesso poco. Non è facile giocare
contro di loro: si difendono bene, vanno
a folate, se ne sbattono d’impostare, è la
loro forza. Nella ripresa, quando c’era un
po’ di campo aperto, abbiamo sbagliato
il passaggio decisivo, ma la partita da
fare era questa». Buffon è d’accordo a
metà: «Gara equilibrata, il pari ci stava,
ma per prendere il diploma di maturità
in Europa, dobbiamo osare di più».
p.tom.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
to alla respinta dopo 25’. Il portierone c’è e dà sicurezza. Se è
vero che la Juventus è molto
solida nella sua manovra difensiva è anche vero, però, che
trova raramente lo spunto per
un’offensiva di rilievo. Il tiro
migliore è di Pogba, poco oltre
la mezz’ora, con palla a lato.
Nel secondo tempo, l’Atletico mette un po’ più di furia
nelle sue azioni, aggredisce,
costringendo la Juventus ad arretrare la linea difensiva che
nel primo tempo aveva tenuto
più alta. In questa fase la squadra di Simeone cerca di costruire qualcosa in più, ma con
scarsi risultati. Il palleggio
bianconero — malgrado qualche errore da correggere — è
sempre essenziale, anche se la
stanchezza avanza e magari
una piccola distrazione può diventare fatale. È una di quelle
gare dove basta un niente per
andare sotto (o sopra), dove si
può cambiare facilmente il
corso degli eventi. E così,
quando tutto parla di uno 0-0,
la Juventus finisce sotto su un
cross di Juanfran, Mandzukic
va a cercare la deviazione, invece il pallone passa oltre e arriva
ad Arda Turan che sorprende
Buffon nell’angolo più lontano, imprendibile. Una beffa.
Il finale è aspro e fioccano le
ammonizioni, ma per Madama questa è una sconfitta che
servirà di lezione. Il controllo,
da solo, non porta da nessuna
parte.
Roberto Perrone
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Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
SPORT
47
Ancora a segno Immobile per il Borussia, Ronaldo in Bulgaria realizza un rigore su due
Gruppo A
Malmoe-Olympiacos
2-0
Atl. Madrid-JUVENTUS 1-0
Classifica
JUVENTUS, Olympiacos,
Malmoe e Atletico Madrid 3
Prossimo turno (22/10)
Atletico Madrid-Malmoe
Olympiacos-JUVENTUS
Gruppo B
Basilea-Liverpool
1-0
Ludogorets-Real Madrid 1-2
Classifica
Real Madrid 6; Liverpool
e Basilea 3; Ludogorets 0
Prossimo turno (22/10)
Ludogorets-Basilea
Liverpool-Real Madrid
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A MADRID
Atletico Madrid
Godin usa la clava
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Juventus
Vidal non costruisce
Gruppo D
Arsenal-Galatasaray
4-1
Anderlecht-Borussia D. 0-3
Classifica
Borussia Dortmund 6; Arsenal
3; Galatasaray e Anderlecht 1
Prossimo turno (22/10)
Anderlecht-Arsenal
Galatasaray-Borussia D.
Gruppo E
Cska Mosca-Bayern
0-1
Manchester City-ROMA 1-1
Classifica
Bayern 6; ROMA 4; Manchester
City 1; Cska Mosca 0
Prossimo turno (21/10)
Cska Mosca-Manchester City
ROMA-Bayern
Gruppo F
Psg-Barcellona
Apoel Nicosia-Ajax
Classifica
Psg 4; Barcellona 3;
Ajax 2; Apoel Nicosia 1
Prossimo turno (21/10)
Apoel Nicosia-Psg
Barcellona-Ajax
3-2
1-1
Gruppo G
Sp. Lisbona-Chelsea
0-1
Schalke-Maribor
1-1
Classifica
Chelsea 4; Schalke e Maribor 2;
Sporting Lisbona 1
Prossimo turno (21/10)
Schalke-Sporting Lisbona
Chelsea-Maribor
Totti-gol eroe senza tempo
il 38enne conquista gli inglesi
Le pagelle
S.V. Moyà S’impappina su un
retropassaggio. Ma parate non deve
farne. Per un quasi debuttante, un lusso.
7 Juanfran La destra è la fascia che
funziona, grazie a lui che sta molto alto. E
fa partire il cross decisivo.
6,5 Miranda Vince la lotta di posizione
con Tevez e soprattutto Llorente, che
cerca di girarsi come un leone in gabbia.
7 Godin Il giustiziere dell’Italia al
Mondiale dispensa qualche colpo di
clava, ma anche anticipi puntuali.
5,5 Ansaldi Quasi sempre in difficoltà
contro Lichtsteiner. Troppo schiacciato.
6,5 Tiago Davanti all’area mette ordine,
anche nei momenti più complicati. E
quando cambia il vento, fa partire
l’azione del gol. Prezioso.
7 Raul Garcia Su di giri fin da subito,
pressa alto e si rende pericoloso. L’uomo
chiave.
6 Koke Poco rapido, ma quando ha più
spazio si rende utile.
5,5 Saul Il 19enne del vivaio è in mezzo
tra Vidal e Marchisio. E non ne esce bene.
7 Arda Turan Parte largo, ma ogni volta
che si accentra è pericoloso. Dentro
l’area, con la deviazione del gol, ancora di
più. Un altro pericolo turco sbarra la
strada alla Juve.
6 Mandzukic Prosegue un vecchio
duello con Chiellini e Bonucci coi gomiti
alti. Si toglie dopo 13’ anche la
mascherina, messa dopo la frattura al
naso: sotto c’è un centravanti che non va
oltre un tiro da fuori area (25’ p.t.), ma
lavora molto.
6,5 Griezmann Punta d’appoggio,
costringe Lichtsteiner a spingere meno. E
contribuisce a cambiare la partita.
6,5 Simeone L’Atletico nel secondo
tempo trasforma il nervosismo in
elettricità, guadagnando metri. Se in
Europa, in casa, il Cholo ha vinto 11
partite su 13 non è un caso.
Gruppo C
Zenit-Monaco
0-0
B. Leverkusen-Benfica 3-1
Classifica
Monaco e Zenit S. Pietroburgo 4;
Bayer Leverkusen 3; Benfica 0
Prossimo turno (22/10)
Bayer Leverkusen-Zenit
Monaco-Benfica
Ora spunta un nuovo rivale: Puskas recordman in Coppa Campioni
Omaggio
Il duello
● La classifica
dei marcatori
più anziani
in Champions:
«Barcollanti»,
ovvero
tottering:
così i giornali
inglesi hanno
celebrato il gol
di «vintage»
Totti criticando
il ManCity
● Totti
38 anni, 3 gg.
● Giggs
37 anni, 289 gg.
● Inzaghi
37 anni, 87 gg.
● Zanetti
37 anni, 71 gg.
● Blanc
36 anni, 338 gg.
● In Coppa
dei Campioni,
antenata della
Champions,
il record
è di Puskas:
38 anni
e 150 giorni
DAL NOSTRO INVIATO
MANCHESTER È simbolico che
proprio a Manchester, anche se
dall’altra parte della città, Francesco Totti abbia portato via a
Ryan Giggs il record di marcatore «meno giovane» in una partita di Champions League. Dire
più vecchio sarebbe, più che
una mancanza di rispetto, una
descrizione non veritiera della
realtà. I nomi del capitano della
Roma e dell’ex ala del Manchester United sono spesso accostati quando si parla di carriere infinite. Con una grande differen-
16
gol
segnati da
Francesco Totti
in Champions
League
za: a 38 anni Francesco Totti si
permette di giocare quasi sempre da titolare e incidere sulle
partite, Giggs alla stessa età era
una meravigliosa riserva. Su
Totti si sono spese molte parole,
spesso dettate da sentimenti di
amore o odio che prescindevano dall’analisi dei fatti. Non si
può dire che sia il più grande
calciatore di tutti i tempi, ma
nessuno a 38 anni è mai stato
decisivo come il numero 10 giallorosso. Almeno se parliamo di
calcio «televisivo», visibile a tutti e non tramandato dal racconto come per Piola o Puskas, che
segnò in Coppa Campioni a 38
anni e 150 giorni. Poiché a Roma
il derby dura 365 giorni all’anno
a cavalcare il gol di Puskas sono
gli anti Totti della tifoseria laziale. La realtà è che la Uefa è stata
chiara nell’attribuire a Totti il record della Champions League
— molto diversa dalla vecchia
Coppa dei Campioni — e carina
nel dedicare sul suo sito uno
speciale sui gol più belli del numero 10 romanista in Europa.
Totti non aveva mai segnato
in Inghilterra e, per farsi perdonare l’attesa, ha messo nella
porta di Hart uno dei più bei gol
Gruppo H
Shakhtar-Porto
2-2
Bate B.-Athl. Bilbao
2-1
Classifica
Porto 4; Bate Borisov 3;
Shakhtar 2; Athletic Bilbao 1;
Prossimo turno (21/10)
Bate Borisov-Shakhtar D.
Porto-Athletic Bilbao
della sua carriera: il tiro al volo
di Samp-Roma che strappò l’applauso anche allo sportivo pubblico blucerchiato; il «cucchiaio» inflitto a Van Der Sar; i pallonetti da fuori area a Peruzzi nel
derby del 5-1 e a Julio Cesar in
una vittoria 3-2 a San Siro. La
partita di Totti non è stata soltanto il gol: ha giocato una gara
di qualità, vicina al 70% di passaggi riusciti (68,6%). Percentuale che deve tenere conto del
grado di difficoltà dei passaggi
stessi, quasi sempre in profondità per smarcare un compagno. Totti ha anche subito 4 falli, il romanista più colpito dalla
difesa dei Citizens.
Celebrato dalla stampa inglese, chiamato al telefono dal premier Renzi («Non me lo aspettavo, ma sono contento»), osannato su Twitter da Rio Ferdin a n d , Tot t i d e ve l a s u a
giovinezza calcistica, principalmente, a tre fattori: 1) una professionalità nei comportamenti
che non sempre gli è stata riconosciuta; 2) la modernità del
suo calcio da «falso nueve» ancor prima che questa definizione fosse stata inventata; 3) la luna di miele con Rudi Garcia.
Domenica, se il compagno
del Mondiale 2006 avrà recuperato, c’è la sfida con Andrea Pirlo. Calcio del presente, non del
passato. Calcio senza tempo.
Luca Valdiserri
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L’ex nerazzurro
Brehme in rovina
un ex compagno
gli offre un lavoro:
pulire i bagni
6,5 Buffon Il primo frutto amaro della
stagione è indigesto, ma lui non ha colpe.
E nel primo tempo aveva parato bene su
Mandzukic.
6 Caceres Rischia grosso in un paio di
occasioni ma nel complesso regge.
6 Bonucci Contro una squadra che fa
dei calci piazzati la sua forza, la difesa
concede pochissimo. Ma non basta.
6 Chiellini Scintille con Mandzukic, ma
senza mai scottarsi. Nell’appoggio alla
manovra però lascia a desiderare.
5,5 Lichtsteiner Primo tempo da
protagonista, con molto spazio a
disposizione poi Simeone trova le
contromisure. E lui sull’azione del gol non
riesce a chiudere in tempo su Arda Turan.
5 Vidal Corre tanto, spezza la manovra
degli spagnoli. Ma non riesce a costruire
quasi nulla di buono.
5,5 Marchisio Da sradicapalloni un
recupero su Mandzukic. La Juve a lungo
ha il boccino in mano, ma non trova mai
gli spazi. La mancanza di Pirlo ogni tanto
è lecito sentirla.
6 Pogba Va vicino al gol nel primo tempo
e sembra a lungo l’unico che può trovare
un guizzo per cambiare la partita. Ma è
un’illusione.
5 Evra Col passare dei minuti Juanfran
guadagna territorio, fino al cross decisivo.
5 Llorente Pressa bene in avanti. Ma
perde il confronto coi centrali avversari e
resta a secco anche nella serata a cui
teneva di più.
5,5 Tevez A furia di arretrare per cercare
di riaccendere la manovra, spegne il
fuoco in attacco.
5,5 Allegri La Juve affronta bene la
partita, ma non si rende mai pericolosa. E
quando c’è da cambiare passo, lo fa solo
l’Atletico, che pure non sembra lo
squadrone dell’anno scorso. Il vecchio
euro-problema della prevedibilità della
manovra bianconera torna d’attualità.
Il terzino sinistro per eccellenza
(all’Inter,scudetto del 1989),
l’uomo che con il suo rigore
all’Olimpico di Roma regalò il
titolo mondiale alla Germania
facendo piangere Maradona (8
luglio 1990). Andy Brehme —
eroe dell’Inter di Trapattoni —,
a 53 anni si ritrova rovinato,
pieno di debiti e con un
processo da affrontare a
dicembre. Secondo quanto
diffuso dall’emittente «Deutsche
Welle», l’ex nerazzurro,
indebitato per circa 200 mila
euro, corre il pericolo di perdere
la casa (su cui grava un’ipoteca
pari al doppio delle perdite che
ha accumulato). In tempi di
recessione globale, nessuno si
salva. Nemmeno le icone. Così
Franz Beckenbauer, c.t. della
nazionale campione del mondo
in Italia, ha fatto un pubblico
appello per dare una mano all’ex
calciatore finito in miseria.
«Abbiamo la responsabilità di
cercare di portarlo fuori da
questa situazione, ha dato molto
al calcio tedesco, regalando il
titolo mondiale al Paese. Il
calcio tedesco ora deve
ringraziarlo aiutandolo». La
richiesta è stata raccolta da
Olivier Straube, altro ex
giocatore tedesco: «Siamo
disposti ad assumere Andreas
nella nostra impresa di pulizia
di bagni e sanitari. Si renderà
conto di cosa significhi il vero
lavoro e la vera vita. Gli servirà
per migliorare la sua immagine.
Questo per me è aiutarlo». La
palla ora passa a Brehme.
Monica Colombo
p.tom.
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
SPORT
Milan
Europa League
Gruppo B
Gruppo F
Gruppo I
Gruppo K
Oggi, ore 21.05
Hjk Helsinki-Bruges
TORINO-Copenaghen
(Italia 1, Premium Calcio)
Classifica
Copenaghen 3; Bruges
e TORINO 1; Hjk Helsinki 0
Oggi, ore 21.05
St. Etienne-Dnipro
INTER-Qarabag
(Premium Calcio 1)
Classifica
INTER 3; St. Etienne
e Qarabag 1; Dnipro 0
Oggi, ore 19
Sparta Praga-Young Boys
Slovan Bratislava-NAPOLI
(Premium Calcio)
Classifica
Young Boys e NAPOLI 3; Sparta
Praga e Slovan Bratislava 0
Oggi, ore 19
Guingamp-Paok Salonicco
Dinamo Minsk-FIORENTINA
(Premium Calcio 1)
Classifica
FIORENTINA e Paok Salonicco 3;
Guingamp e Dinamo Minsk 0
Lezione di calci piazzati
Inzaghi ha deciso
di tornare al 4-3-3
(a. rav.) Lezione di tattica ieri a
Milanello, con un gruppo che si è
dedicato ai calci piazzati, gioie e
dolori della squadra di Inzaghi,
brava (come è accaduto a Cesena)
a sfruttarli in attacco, ancora fragile
quando si tratta di difenderli.
Sabato sera contro il Chievo degli ex
Paloschi, Maxi Lopez e Birsa, il Milan
— salvo imprevisti dell’ultima ora —
49
tornerà al 4-3-3 ed è probabile che
El Shaarawy ritrovi il campo. Inzaghi
era tentato di provare Bonaventura
a sinistra nei tre di centrocampo,
però serve più tempo per provare
questa soluzione. Ménez sarà
riproposto come falso nove, mentre
dietro la coppia difensiva sarà
costituita da Alex-Rami.
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Missione Inter, da fantasma a squadra vera
Mazzarri reduce dal flop col Cagliari: «Abbiamo capito la lezione, col Qarabag lo dimostreremo»
Una sfida di fantasmi. È
Inter-Qarabag. La squadra che è
evaporata domenica contro
quella che rappresenta una città
sparita. Seconda giornata di Europa League; i nerazzurri hanno
cominciato vincendo a Kiev
contro il Dnipro (1-0, D’Ambrosio, 18 settembre); gli azeri hanno pareggiato con il St. Etienne.
Quattro giorni dopo l’1-4 di San
Siro con il Cagliari (e tre giorni
prima di Firenze), i nerazzurri
hanno la possibilità di riscattare
una sconfitta che ha aperto inquietanti interrogativi su presente e futuro, sapendo che una
vittoria rappresenterebbe un
passo importante verso la qualificazione ai sedicesimi. Non ci
sono, per acciacchi, Kovacic,
Campagnaro, Dodò e Jonathan.
Walter Mazzarri ha cercato di
riaccendere la speranza: «Quella dell’1-4 con il Cagliari non è
l’Inter; abbiamo il dovere di capire le ragioni della sconfitta,
ma non possiamo pensare di
essere quelli di domenica, così
come non eravamo quelli che ci
dipingevano dopo Sassuolo e
Atalanta. Ci vuole equilibrio in
momenti come questi. I ragazzi
sono dispiaciuti e questi giorni
ci sono serviti per analizzare gli
MILANO
I numeri
● In Italia
L’Inter
ha disputato
finora 5 partite:
2 vittorie (7-1
al Sassuolo, 20 all’Atalanta),
2 pareggi
(0-0 a Torino,
1-1 a Palermo)
e la sconfitta
per 4-1 in casa
con il Cagliari
● In Europa
I nerazzurri
hanno
disputato 3
partite: il turno
preliminare di
Europa League
(2 vittorie
per 3-0 e 6-0
con gli islandesi
dello Stjarnan)
e la prima
partita della
fase a gironi
(1-0 al Dnipro)
errori; abbiamo esaminato
l’aspetto psicologico e quello
tecnico, tutto con la massima
cura. Anche gli infortuni che
abbiamo avuto mi confermano
che ho sbagliato alcune valutazioni, perché ho sottovalutato la
continuità e l’intensità delle
partite. Sono certo che i ragazzi
hanno recepito il messaggio e
che almeno proveremo a fare
una partita diversa, come intensità, agonismo, corsa».
Dopo cento analisi, Mazzarri
resta convinto che «si è trattato
di un incidente di percorso di
una squadra in costruzione,
che, come tale, deve passare an-
Milano, ore 21.05
Inter
Qarabag
3-5-1-1
4-2-3-1
1 Handanovic
13 Sehic
6 Andreolli
25 Agolli
23 Ranocchia
14 Sadygov
5 Juan Jesus
55 Guseynov
5 Medvedev
33 D’Ambrosio
88 Hernanes
2 Qarayev
90 M’Vila
20 R. Almeida
17 Kuzmanovic
10 Muarem
55 Nagatomo
17 Nadirov
13 Guarin
41 George
Icardi
9 Reynaldo
9
Arbitro: KULBAKOV (Bielorussia)
Tv: ore 21.05 Premium Calcio 1
Riscatto Il giapponese Nagatomo in cerca di riscatto
questa sera dopo l’espulsione nella disastrosa partita
con il Cagliari. Allegri punta su di lui (Getty Images)
che attraverso momenti come
questo. Purtroppo. Quando c’è
un gruppo nuovo, è più facile
sbagliare. Ad esempio, non siamo stati capaci di limitare i danni, far passare il momento difficile, arrivare all’intervallo con
un punteggio diverso. Non solo,
ma dopo l’espulsione di Nagatomo, mi sarei aspettato che qualcuno venisse verso di me per
chiedermi istruzioni. Ma nessuno l’ha fatto, anche perché c’era
grande sconforto. Spero che
questa partita ci possa servire
per crescere. Avendo partite così vicine fra di loro, ho chiesto a
tutti di dirmi con chiarezza chi
si sente un po’ stanco».
In ogni caso, Mazzarri ha voluto ringraziare il pubblico: «Ci
hanno sostenuto fino alla fine;
hanno manifestato la loro delusione al 95’ e avevano ragione.
In altre piazze ho visto di peggio. Ma è venuto il momento di
ripartire; stasera ci aspetta un
avversario da affrontare con la
massima attenzione. Non sarà
facile, perché sono forti fisicamente e non hanno niente da
perdere». Ma stavolta l’Inter
non può proprio sbagliare.
Fabio Monti
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Europa League all’insegna del
turnover per le italiane
impegnate nella seconda
giornata. Il Napoli, rinfrancato
dal successo sul Sassuolo, cerca
continuità in coppa in Slovacchia
contro lo Slovan Bratislava.
Partita speciale per Marek
Hasmik, che affronterà la
squadra che lo ha lanciato. «Se
cambio i giocatori, lo faccio per
vincere — spiega Rafa Benitez
—. Per affrontare due partite alla
settimana è normale cambiare gli
interpreti». Senza Albiol, Zuniga
e Jorginho, possibile spazio per
Henrique, Inler e Michu (o
Duvan-Zapata). La Fiorentina in
Bielorussia contro la Dinamo
Minsk si affida al talento di
Bernardeschi, protagonista
domenica contro il Torino: agirà
da trequartista con Vargas alle
spalle di Ilicic. Vincenzo
Montella deve fare sempre i conti
con le tante assenze, soprattutto
in attacco e in difesa, e ritorna
sulle critiche ricevute nei giorni
scorsi. «Ho preso posizione per
difendere la squadra, fa parte del
lavoro dell’allenatore ricevere
critiche». Esordio casalingo per il
Torino contro il Copenaghen.
Giampiero Ventura rilancia dal
primo minuto Amauri con El
Kaddouri in appoggio. «I danesi
l’anno scorso hanno messo in
difficoltà la Juventus in
Champions — dice il tecnico del
Toro —, ma sono alla nostra
portata a patto di non
commettere sbavature. Sarà
un’altra verifica importante».
f.bon.
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reclam.com
Napoli e Fiorentina
fanno turnover
Il Torino
lancia Amauri
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Gli avversari
Senza casa
da 21 anni
per la guerra
con gli armeni
Per i ragazzi del Qarabag
Agdam giocare a San Siro è
un sogno che si avvera.
Portano in campo una storia
di esilio e guerra, loro che
rappresentano la città
fantasma di Agdam, la
«Bianca Casa» teatro di una
delle più violente battaglie
del conflitto del NagornoKarabakh. Missili Grad,
artiglieria pesante e carri
armati, l’assedio durò undici
giorni. Era il luglio 1993, la
guerra andava avanti da
oltre un anno, le forze di
Baku tentavano di
riprendere la regione a
maggioranza armena che
aveva proclamato
l’indipendenza unilaterale
dall’Azerbaigian pochi mesi
dopo la dissoluzione
dell’Unione Sovietica. Nella
follia delle armi il calcio era
un fascio di luce per la
popolazione e alla squadra
fu proibito lasciare gli
allenamenti per unirsi
all’esercito. Il coach
Allahverdi Bagirov ignorò il
divieto, fu ucciso da una
mina anticarro a 46 anni e
dichiarato eroe nazionale.
Sessantamila sfollati, la città
rasa al suolo, distrutto lo
stadio Imarat. I
combattimenti tra armeni e
azeri terminarono nel 1994
ma da allora il conflitto resta
congelato, la Repubblica
non è riconosciuta dalla
comunità internazionale e il
confine è militarizzato.
Agdam oggi è un deserto
della memoria, pochi edifici
rimasti in piedi e
abbandonati, come la
grande moschea
ottocentesca (l’Azerbaigian è
un Paese musulmano con
una forte tradizione laica). È
così che il Futbol Klubu
Qarabag Agdam è diventato
«il club dei rifugiati azeri», i
«Cavalieri» in maglia
bianconera con il mitico
cavallo Karabakh nello
stemma, la sede trasferita
prima a Baku e poi a
Quzanli. Una squadra che
gioca di rabbia e d’orgoglio.
La società azera con più
successi in campo europeo,
l’unica qualificata alla fase a
gironi di Europa League. Dal
2008 alla guida c’è Gurban
Gurbanov, che si è inventato
la versione caucasica del
tiki-taka puntando sui
talenti locali con innesti
come il brasiliano Reynaldo
e ora dice: «Portiamo la
tristezza degli esuli. A
Milano vogliamo la vittoria,
non firmo per il pareggio». I
ragazzi del Qarabag sognano
in grande.
Maria Serena Natale
[email protected]
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
SPORT
51
Tennis
McEnroe e Lendl, sfida a Milano
Doping
Frullani squalificato per 7 mesi
Sci
La libera emigra a Santa Caterina
Presentata ieri a Milano, al palazzo della Regione
Lombardia, la Grande Sfida 3, esibizione di tennis che
quest’anno verrà spalmata su Genova (17 ottobre alle
ore 21) e Milano (18 ottobre alle ore 16) con quattro
leggende del tennis mondiale: John McEnroe e Ivan
Lendl (foto), Michael Chang e Goran Ivanisevic. Biglietti
in vendita sul sito www.lagrandesfida.net. Offerte per i
tesserati Fit. Partite in diretta su Supertennis.
Il bobbista William Frullani è stato squalificato sette
mesi (a partire da ieri) dalla seconda sezione del
Tribunale Nazionale Antidoping del Coni. L’atleta era
stato deferito dalla Procura Antidoping, con richiesta di
12 mesi di stop, per la violazione dell’art. 2.1 del Codice
Wada in relazione alle positività per metilesanamina
ai controlli antidoping del 18 e 21 febbraio scorsi,
in occasione dei Giochi olimpici invernali di Sochi.
La discesa libera di Coppa del Mondo di fine anno
emigra da Bormio (Sondrio) a Santa Caterina Valfurva, in
Alta Valtellina. Resta, quindi, nella provincia di Sondrio.
La Federsci aveva comunicato che dopo che la Società
impianti di Bormio si era detta indisponibile a ospitare la
gara, in programma il 29 dicembre, la libera non si
sarebbe più svolta in Lombardia. Ieri, invece, la notizia
del trasferimento a Santa Caterina.
Cuore e sofferenza
l’Italia schiaccia
anche l’Azerbaigian
Formula 1
Successo per 3-1, stasera sfida con il Belgio
La vicenda
● Girone E
R. DominicanaBelgio 3-2,
CroaziaGiappone 3-2,
ItaliaAzerbaigian
3-1, GermaniaCina 0-3
I soldi sono quelli del petrolio (e del gas). Così è cresciuta la
pallavolo femminile in Azerbaigian. Ma se si parla di volley, sono ancora nostre le materie prime da esportazione. A Bari,
l’Italia vince 3-1 (25-19, 25-21, 2125, 25-23) la prima partita del
secondo girone dei Mondiali. È
cominciata nel modo migliore
la strada che arriva a Milano. Sedici squadre rimaste divise in
due gironi. Ne passano tre per
parte, che si affronteranno nella
Final Six al Forum di Assago. Fino ad allora, sudore e talento.
L’Italia per la sfida con l’Azerbaigian recupera Antonella Del
Core e Carolina Costagrande, risolti per entrambe i problemi
alla caviglia. Accanto a loro
Marco Bonitta schiera Lo Bianco in regia, la coppia inamovibile di centrali Arrighetti e Chirichella, Diouf opposto e De Gennaro libero. E i primi due set fi-
lano via così tranquilli che il c.t.
non fa neanche un cambio. Ottima correlazione muro-difesa,
attacco convincente e una battuta insidiosa. Ma nel terzo le
azzurre si rilassano. Si inizia a
soffrire e allora spazio per Bosetti, Signorile e Centoni. Non
basta. Anche nel quarto l’Italia
singhiozza. Soffre, cambia ancora pelle (Piccinini) ma vince.
«Le ragazze si sono abituate a
essere cambiate — spiega Marco Bonitta — questa è la nostra
forza e così andiamo avanti».
Lucida e grintosa, invece, Valentina Arrighetti. È suo l’ultimo punto. Lei è una delle due
azzurre che in Azerbaigian ha
accettato di emigrare. Assieme
a Francesca Ferretti, ieri in tribuna, proveranno per la prima
volta il brivido di sentirsi straniere. «Era arrivato il mio momento e ho deciso di mettermi
in gioco», commenta. A Baku,
palazzetti da quelle parti sono
grandi ma il pubblico scarseggia, il palcoscenico è quello europeo. Francesca Ferretti è la
palleggiatrice italiana più titolata in attività (5 scudetti in 7
stagioni). Trent’anni, un infortunio ad agosto che avrebbe fermato chiunque. Si è rimessa in
piedi in tempi da record. È fidanzata con il palleggiatore (argentino) di Perugia Luciano De
Cecco. «Ma a Natale ci vediamo.
In Azerbaigian si ferma il campionato, mica come da noi, che
il 25 dicembre ci alleniamo per
essere in campo il 26». Più chiaro di così.
Valentina Arrighetti è una genovese doc. Ama la sua città e i
borghi marinari. Quando l’alluvione del 2011 ha colpito Genova
lei era in Giappone con la nazionale. Rientrata si è prodigata in
raccolte fondi. Ventinove anni,
timida nella vita ma impulsiva e
agonista dentro i 9 metri,
«Piske» è seguitissima sui social. Sarà per questo che quando ha deciso di lasciare l’Italia
ha registrato un video messaggio per i tifosi. Ma l’Azerbaigian
è lontano. Ora si pensa solo all’Italia e oggi si torna in campo
con il Belgio, poi sabato il Giappone e domenica la Cina. La
materia (prima) c’è.
Eleonora Cozzari
In uscita Fernando Alonso (Colombo)
Alonso e la Ferrari
muro contro muro
Si avvicina
l’ora dell’addio
Col destino (beffardo) aveva
evidentemente già saldato il
conto: quest’anno Giampaolo
Caruso si era fatto scippare la
Liegi-Bastogne-Liegi a 50 m
dall’arrivo (carnefice
l’australiano Gerrans) e la terza
tappa della Vuelta a meno di
200 m, per mano di un altro
«aussie», Michael Matthews.
Ieri il siciliano (di Avola) si è
consolato con la Milano-Torino,
la più antica corsa ciclistica del
mondo. Ha infilzato all’ultimo
chilometro Rinaldo Nocentini,
Dani Moreno e fuoriclasse del
calibro di Aru, Rodriguez,
Contador e Frank Schleck
arrivati in ordine sparso nei
primi dieci. Carriera anomala
quella di questo scalatore
34enne che ha messo a segno la
prima vittoria azzurra dell’anno
in una corsa in linea di livello
internazionale. Professionista
dal 2003 sempre in squadre
spagnole (Once, Liberty
Seguros, Astana) incappa (nel
2007) nella famigerata
Operacion Puerto, da cui esce
completamente scagionato
dopo un lungo iter giudiziario.
Ripartito con un team minore,
Caruso (corregionale ma non
parente del Damiano che ha
corso con lui a Ponferrada) si
accasa nel 2010 con i russi della
Katusha. Quella di ieri è la sua
3ª vittoria in 11 stagioni. Un bis
al Giro di Lombardia di
domenica (dove è tra i favoriti,
sempre che capitan Rodriguez
sia d’accordo) darebbe ben altro
lustro alla carriera.
Marco Bonarrigo
Sussurri e grida sulla strada di
Suzuka. Oggetto, sempre il
rapporto tra Fernando Alonso e
la Ferrari. Sembrava questione
di ore per l’ennesimo
clamoroso annuncio
(quest’anno a Maranello non si
sono fatti mancare nulla):
quello del divorzio tra il più
forte e la più desiderata. In
Spagna le voci in questa
direzione si moltiplicano, ma
probabilmente non è ancora
l’ora dell’addio, anche se alla
Honda piacerebbe molto, in
questi giorni in cui si corre
sulla pista di proprietà, poter
annunciare al mondo
l’ingaggio del numero 1.
Particolare non casuale,
proprio ieri la casa giapponese
ha mostrato le foto del nuovo
motore che dovrebbe far volare
la McLaren il prossimo anno,
ma sul quale nessuno
(nemmeno Fernando) ha
garanzie. Particolare non
casuale 2, il team di Woking ha
inserito sul sito il nome di
Alonso nell’elenco di quelli che
hanno fatto grande la squadra
(prima, visto come si erano
lasciati alla fine del 2007, non
c’era). È presto per il cambio di
casacca, anche se i rapporti tra
lo spagnolo e Maranello sono
sempre più tesi e, di
conseguenza, più difficili da
gestire, anche perché, da oggi
in pista, tutti i riflettori saranno
puntati su reazioni, parole,
sussurri degli uomini rossi. Le
posizioni non sono cambiate: il
pilota, arrabbiatissimo, è
sempre più intenzionato ad
andarsene ma ha bisogno del
consenso della Ferrari, anche
se il suo entourage sta
studiando contratto e clausole;
chi conta nella Rossa (a partire
dal team principal Marco
Mattiacci) non vuole trattenerlo
a tutti i costi (come si sa, è già
stato contattato Seb Vettel), ma
preferirebbe che fosse il pilota
a manifestare la volontà di
andarsene. Anche per non
prendersi la responsabilità di
aver allontanato Alonso, una
mossa quanto meno rischiosa,
visto che lo spagnolo andrebbe
a rafforzare la concorrenza. Chi
prenderà l’iniziativa? Il muro
contro muro continua, ma le
possibilità di una retromarcia
sono considerate sempre più
flebili. Proprio a Suzuka, era
iniziata la storia tra Alonso e la
Rossa: un peccato che, cinque
anni dopo, si stia per chiudere
così, senza titoli e con tante
incomprensioni.
Arianna Ravelli
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● Classifica
Cina
11
ITALIA
10
R.Dominicana 8
Giappone
6
Croazia
5
Belgio
4
Azerbaigian 2
Germania
2
● Oggi, ore 20
ITALIA-Belgio
Tv: RaiSport1
Ciclismo
Colpo di Caruso
alla Milano-Torino
Infila Contador
e cancella le ombre
Schiacciata
Valentina
Arrighetti,
11 punti, 3 muri
vincenti e 2 ace
nella partita vinta
con l’Azerbaigian
(Ansa)
capitale affacciata sul Mar Nero,
saranno avversarie. Perché la
regista di Reggio Emilia giocherà nel Rabita, sei scudetti in altrettanti anni e una finale di
Champions nel 2011. Mentre Valentina difenderà i colori del
Lokomotiv. E poco importa se i
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
-
Il Consiglio di Amministrazione Logic insieme a
tutti i dipendenti e i collaboratori si stringe a Rachele, ai piccoli Francesca ed Emanuele e a tutti i
famigliari in questo momento di grande tristezza
per la prematura scomparsa di
Marco Nava
- Cassina de’ Pecchi, 30 settembre 2014.
Partecipano al lutto:
- Patrizia Addolorato.
- Leonardo Andreoni.
- Luca Antoni.
- Ladislao Barzanò.
- Damiano Betti.
- Natalia Bini.
- Felice Bonardi.
- Raimondo Bonu.
- Ezio Brugali.
- Walter Cadorin.
- Gianluigi Caloni.
- Massimiliano Caloni.
- Gabriele Campisi.
- Simone Cantù.
- Fabrizio Carenzi.
- Giovanni Carolla.
- Maurizio Carraro.
- Andrea Casnati.
- Baldassare Catanzaro.
- Vinicio Chiaverini.
- Francesco Cirillo.
- Massimo Corbo.
- Mauro Corno.
- Massimo Crippa.
- Alessandro Degli Agosti.
- Gianbattista Degli Agosti.
- Andrea Delrio.
- Marianna Di Cello.
- Ruggero Diaferio.
- Elena Doni.
- Giuseppe Evangelista.
- Sarah Fatarella.
- Filomena Ferrara.
- Marziano Ferrario.
- Marco Foresio.
- Claudio Fortunati.
- Fabrizio Frattini.
- Maria Chiara Frigerio.
- Roberto Galli.
- Leonardo Gambaretto.
- Ettore Gatti.
- Massimo Gazzola.
- Marco Gherardi.
- Rosa Giarrusso.
- Antonia Grandolfo.
- Riccardo Grassetti.
- Isabella Groppi.
- Giuseppe Guarino.
- Pierluigi Invernizzi.
- Giovanni Ion Titapiccolo.
- Stefania Italiani.
- Gaetano Langellotti.
- Antonella Langianese.
- Riccardo Leusciatti.
- Ruggero Maggi.
- Walter Magni.
- Roberto Manara.
- Dario Mandelli.
- Giuliano Manzini.
- Pinuccio Mapelli.
- Eleonora Marinoni.
- Roberto Maritan.
- Gianflavio Marta.
- Arrigo Mezzano.
- Riccardo Michieletto.
- Stefano Milani.
- Giuseppe Miraglia.
- Stefano Morandi.
- Giuseppe Mulé.
- Valentina Padoan.
- Marinella Pagani.
- Piero Pagano.
- Fabrizio Pagliari.
- Gabriele Pastori.
- Michele Pelagatti.
- Antonio Pescuma.
- Serena Piccinini.
- Marco Pietrosanti.
- Cinzia Pirovano.
- Giorgio Pizzetta.
- Sonia Pizzinato.
- Andrea Pollastri.
- Barbara Rastelli.
- Miriam Reina.
- Alfonso Rescigno.
- Antonietta Ricci.
- Giorgio Roda.
- Stefano Rossi.
- Fabrizio Rossini.
- Loredana Salutari.
- Maria Grazia Santambrogio.
- Silvio Sottocorno.
- Maria Rosa Specchio.
- Bruno Stimabile.
- Maurizio Stimabile.
- Luigi Strada.
- Ivan Stucchi.
- Ilaria Teruzzi.
- Roberto Tiraboschi.
53
"Beato l’uomo che retto procede".
È andato in Paradiso un uomo veramente giusto
Angela Tramarin.
Antonella Tremolada.
Igor Tremolada.
Carmine Tucci.
Cristina Tura.
Giorgio Valerio.
Giacomo Vanotti.
Stefano Verri.
Stefano Viscontini.
Maria Speranza Vitellini.
Laura Volpe.
Vincenzo Vonella.
Maike Wedershoven.
Gino Zordan.
Ferdinando e Anna Odella con Simonetta sono
vicini a Barbara, Sabrina e Ivo per la perdita del
caro
Sandro Grippa
Prof. Romano Marsano
Lo annunciano la moglie Pinuccia, i figli Francesca
con Franco, Lodovico con Silvia, Luca con Prisca,
Chiara con Riccardo, Erminio e tutti i nipoti.- Per
chi desidera ricordarlo, offerte al Centro Cardinal
Schuster, ove avverrà il funerale oggi alle ore
14.45. - Milano, 2 ottobre 2014.
Il condominio Scaldasole 20 Milano partecipa al
lutto della famiglia Marsano per la perdita del
Erminio Longhini, con tutta la famiglia, partecipa
al grande dolore per la scomparsa dell’amico fraterno
Prof. Romano Marsano
- Milano, 1 ottobre 2014.
Sandro
Robesio Pedante
Laura con la mamma Rita ed il figlio Sergio con
Doriana esprimono il loro dolore per la scomparsa
della insostituibile
Agostino Bertoni
e con profonda commozione e rimpianto partecipano al suo immenso dolore e a quello di tutta la
sua famiglia. - Roma, 1 ottobre 2014.
zia Bianchina
e si stringono con tanto affetto ai cugini Paola,
Franca e Tullio. - Milano, 1 ottobre 2014.
Partecipano al lutto:
– Annamaria Moretti e figli.
– Silvana, Gianni con Valentina Della Torre e
Catherine Trutmann.
– Emilia e Angelo Bianchi.
– Gianna e Bruno Perego.
È bello ricordarti, ricordarti sempre.- Una Santa
Messa sarà celebrata in San Bartolomeo, via Moscova, 6/8 il giorno 3 ottobre 2014 alle ore 18.30.Lietta, Laura e Mariangela con famigliari tutti.
- Milano, 2 ottobre 2014.
Bianca Lopez Nunes Voghera
- Milano, 1 ottobre 2014.
nonno Besio
Dopo lunga sofferenza è mancata
Camilla, Giulia, Anna, Filippo, Elena, Riccardo, Federico, Caterina, Giorgia e Andrea.
- Milano, 1 ottobre 2014.
Da quattro anni il
Mimma Ciurlo
Prof. Dott. Ing. Carlo Doniselli
Lo annunciano con profonda tristezza Camillo e
Ornella, Marta, Francesco, Luca e Carlo con le loro
famiglie.- Il funerale verrà celebrato venerdì 3 ottobre alle 10 nella chiesa del Padre Santo dei Frati
Cappuccini in Genova.- Una messa in suffragio
verrà celebrata mercoledì 8 ottobre alle 18.30 nella chiesa Santa Maria Incoronata di Milano.
- Genova, 2 ottobre 2014.
Massimo, Annika, Camilla, Filippo e Giorgia abbracciano affettuosamente la nonna Maria, Valeria, Laura ed Alberto nel momento della scomparsa del
nonno Besio
- Milano, 1 ottobre 2014.
ci ha lasciati.- La moglie Cenzina, il figlio Andrea
con Alessandra e Andreas lo ricorderanno per sempre.- Una Santa Messa sarà celebrata sabato 4 ottobre alle ore 10.30 nella chiesa di San Babila.
- Milano, 2 ottobre 2014.
Graziella, figli e nipoti lo ricordano sempre con
grande affetto e nostalgia.- Una Santa Messa in
suffragio si terrà il giorno 3 ottobre 2014 alle ore
18, parrocchia San Pio V, via Lattanzio 60 Milano.
- Milano, 2 ottobre 2014.
Italo Agosti
Robesio Pedante
Wilma, Massimo, Monica, Maria e i nipoti annunciano che i funerali avranno luogo a Corsico (MI)
venerdì 3 ottobre alle ore 15 nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo.
- Varese, 1 ottobre 2014.
- Milano, 1 ottobre 2014.
Giangi, Milvia, Valeria, Guia partecipano al dolore di Maria e famiglia per la scomparsa dell’
Ing. Robesio Pedante
A trent’anni dalla tua scomparsa la famiglia ti ricorda con nostalgia e rimpianto.
- Milano, 2 ottobre 2014.
È mancato improvvisamente il nostro Sandro marito, papà, zio, ne danno increduli ed addolorati
l’annuncio la moglie Tina, Valentina, Rossella, Domenico, Albina, Sandro Maria, Giulia, Davide, Salvatore, Fabiana, Vittoria, Maria Cristina, Agostino,
Silvio, Francesco.- Le esequie si terranno presso la
chiesa di San Luca ad Arco Felice, giovedì 2 ottobre
alle ore 15. - Pozzuoli, 1 ottobre 2014.
Giovanna Moroni, Paolo, Roberta e Giorgio
Amadori abbracciano con affetto la famiglia Pedante nel ricordo di
Robesio
- Milano, 1 ottobre 2014.
Le famiglie Cavenago e Ferrari partecipano al
lutto della famiglia Pedante per la perdita dell’
A dieci anni dalla scomparsa il ricordo, l’affetto
e l’indimenticabile sorriso di
Maria (Jetta) Vanzina Zaccheo
sono sempre vivi in quanti le hanno voluto bene.Le figlie. - Milano, 2 ottobre 2014.
Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e i
collaboratori di Tendercapital partecipano al grave
lutto che ha colpito Carlo per la scomparsa di
Ing. Robesio Pedante
2 ottobre 2009 - 2 ottobre 2014
Avv. Franco Fumagalli
Giorgio Cavazzoni
Un abbraccio alla nonna Maria, a Valeria, Laura,
Alberto, Camilla, Filippo e Giorgia.
- Milano, 1 ottobre 2014.
8 ottobre 2014
ore 18.00
Università Bocconi
Aula Magna
Via Röntgen 1
Milano
1984 - 2014
Alceste Cantoni
Sandro Di Falco
uomo esemplare a tutto campo.
- Milano, 1 ottobre 2014.
Introduce e modera
Tito Boeri Università Bocconi
4 agosto 2014 - 4 ottobre 2014
Alberto Sangregorio
Il dolore per la perdita lascerà il posto alla gioia
di averlo avuto come marito, padre e nonno esemplare
Carlo, Lidia sono vicini a Maria e famiglia per la
scomparsa di
Incontro con Thomas Piketty
su “Il capitale nel XXI secolo”,
in occasione dell’uscita
in Italia dell’omonimo volume
per Bompiani.
2005 - 2014
Dott. Giuseppe Acquadro
Lo Studio Lado partecipa sentitamente al dolore
dell’amica e collega Paola per la scomparsa della
mamma
Grazie
nel XXI secolo
Laura e Francesco Vassalli si stringono alla loro
amica Anna Bertoni Olivo per l’immatura scomparsa del fratello
- Milano, 1 ottobre 2014.
ha raggiunto l’amata figlia Daniela nella casa del
Padre.- Lo annunciano con tanta tristezza la moglie
Maria, i figli Valeria, Laura e Alberto, i generi e i
nipoti.- I funerali saranno celebrati nella chiesa di
Sant’Agostino, via Copernico 9.- Per informazioni
chiamare il n. 3405861044.
- Milano, 1 ottobre 2014.
ll capitale
uomo sensibile, generoso e grande maestro della
chirurgia ortopedica. - Milano, 1 ottobre 2014.
Gabriella ti ricorda sempre con immutato affetto.
- Milano, 2 ottobre 2014.
- Londra, 1 ottobre 2014.
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Per informazioni 02 5836.3023
Rachele, Antonio e Marco Vitali e famiglie partecipano al lutto per la perdita di
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Robesio Pedante
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di
Commossi piangono insieme a Paolo la perdita
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L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
Partecipano al lutto:
– Antonella Dainotto.
– Wilma Trenkwalder.
– Alfonso Massimo Villasanta.
– Silvio Bonetti.
– Alfonso De Rienzo.
Corriere della Sera
PER PAROLA:
A MODULO:
Mercoledì 1 ottobre 2014 si è spento l’
Architetto
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L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito
L’incontro si svolgerà in inglese. È previsto un servizio di traduzione simultanea.
Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
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Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 258,00
Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
Nicola De Menna
Lo annunciano la moglie e i figli a quanti lo hanno
conosciuto, stimato ed apprezzato.- I funerali
avranno luogo venerdì 3 alle ore 11 presso la Cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta.
- Roma, 2 ottobre 2014.
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
Gazzetta dello Sport
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 300,00
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera
54
PRESENTA LA WEB SERIE
ONLINE SU CORRIERE.IT
La Scelta di Catia è la nuova web serie di Corriere della Sera: 10 puntate, 60 giorni di navigazione con il comandante
Catia Pellegrino e i suoi uomini sulla nave Libra, nello stretto di Sicilia, a salvare vite umane.
Un esercito di persone spinto dalla disperazione, nel mediterraneo, davanti alle nostre coste.
La realtà è sempre come ci appare?
REGIA DI ROBERTO BURCHIELLI
PRODOTTA DA
IN COLLABORAZIONE CON
La scelta di Catia è anche visibile all’indirizzo marina.difesa.it
Corriere della Sera Giovedì 2 Ottobre 2014
Tv
55
A FIL DI RETE di Aldo Grasso
I comici di «Made in Sud» e l’ombra di «Zelig»
TELERACCOMANDO
di Maria Volpe
Politicamente
scorretto, lode
a «South Park»
N
el tentativo di ringiovanire il
proprio pubblico, Rai2 affronta la sfida non facile di «Made
in Sud», il programma comico in diretta dall’Auditorium
del centro di produzione di Napoli condotto da Gigi e Ross con Fatima Trotta ed
Elisabetta Gregoraci. Confermati nel cast
il prof. Enzo Fischetti e il musicista dj
Frank Carpentieri (martedì, ore 21.16).
«Made in Sud» è giunto intanto alla
quinta edizione e negli anni lo abbiamo
visto su Comedy Central, su Canale 34
Telenapoli, su Mtv e infine, buon’ultima,
su Rai2.
Perché sfida non facile? Non entriamo
E
h sì, sono già passati 18
anni dalla nascita di
«South Park» e
l’irriverenza non ha perso
forza. Dopo l’anteprima
dello scorso giovedì, parte
da stasera il doppio
appuntamento: tornano i
personaggi più dissacranti
e sfacciati con nuovi
argomenti e fenomeni
sociali trattati come sempre
in modo politicamente
scorretto (evviva!).
Attenzione: la prima
puntata va in onda in
italiano e, a seguire, la
seconda in versione
originale sottotitolata in
italiano. Confermato il
testimone d’eccezione,
Frank Matano (foto) che si
è tatuato sul corpo un
personaggio della serie.
South Park
Comedy Central, ore 22
UN’ALTRA VITA
Vanessa Incontrada
Vince la fiction. Pieno
d’ascolti per Rai1: «Un’altra
vita», con Incontrada ci sono
6.942.000 spettatori,
26,7% di share
UN’ESTATE AL MARE
Nancy Brilli
La commedia superata dalla
fiction. Martedì su Canale 5
«Un’estate al mare», con
Nancy Brilli: per 2.142.000
spettatori, 8,6% di share
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nel merito dei singoli comici. Il pubblico
presente in sala rideva a crepapelle alle
battute dei quattro conduttori, di Pigroman, dei Sud58, dei Ditelo voi che facevano il verso a «Gomorra», dei Doppia
Coppia, dei Duo x Duo, dei Malincomici,
di Matranga e Minafò, di Mariano Bruno
e di altri ancora. A me faceva ridere solo
il pubblico che rideva. Questioni di gusto, lo so bene, ma i testi mi sono parsi
molto modesti.
L’impressione che «Made in Sud» genera, sia detto con tutto il rispetto, è
quella di uno «Zelig dei poveri», di un
«Colorado da Cassa del Mezzogiorno».
Figuriamoci, è in fase discendente una
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macchina potente come «Zelig» e Rai2
spera di trovare nuovi comici da lanciare
nei suoi programmi nella comicità regionale?
«Zelig», «Colorado», «Made in Sud»
devono oggi fare i conti con la Rete. Ormai un bravo comico (e ce ne sono) non
segue più la trafila del vecchio teatro: si
produce lo spettacolino e lo mette in rete
saltando ogni tradizionale mediazione
«artistica».
«Made in Sud» è un programma di Paolo Mariconda e Nando Mormone, per la
regia di Sergio Colabona, prodotto in collaborazione con la Tunnel produzioni.
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Giovedì 2 Ottobre 2014 Corriere della Sera