RdS 196 - Rifondazione Santa Fiora

ROSSO DI SERA
Periodico fondato nel settembre del 1997 dal Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea - Santa Fiora GR
Edizione del 27/01/2014 – fotocopiato in proprio
N° 196
Supplemento al n°29/2013 di “Liberamente”
Viva viva la
GeoTARmia
LA FRETTA E LA
PRECAUZIONE
C’E’ CHI FA I SOLDI E
CHI VENDE AI SALDI
A BAGNORE SI’ A
MONTENERO NO.
Ricapitolando. Quali compiti ha il
TAR? Il TAR valuta la correttezza
degli atti amministrativi.
I
comitati, per far saltare il progetto
di Bagnore 4, presentarono ricorso
contro una serie di questi atti e
deliberazioni.
La recente sentenza punisce
parzialmente la Regione, annullando l’atto denominato “Autorizzazione unica alla costruzione ed
esercizio della centrale geotermica
Bagnore 4”, perché lo ha rilasciato
a Enel prima che questa rispondesse a delle prescrizioni importanti sulla VIA (Valutazione
Impatto Ambientale), poi vediamo
quali. Insomma, è punita la fretta
di chiudere la partita, la stessa
fretta, ricordiamolo, che portò un
po’ di tempo fa il presidente della
Regione Rossi o chi per lui a
sostituire la Bramerini e i tecnici
regionali diciamo “prudenti”, che
quella autorizzazione non stavano
rilasciando. Infatti, tolti di mezzo,
cessata l’empasse.
(segue a pag. 2)
Da qualche tempo, in particolare
nelle ultime settimane, leggiamo i
numerosi interventi di amministratori dei Comuni geotermici
dell’Amiata, che magnificano
l’accordo stipulato nel 2007 tra la
Regione, i Comuni stessi ed Enel
Green Power sulle compensazioni
che
quest’ultima
versa,
e
continuerà a farlo per i prossimi
dieci anni, a fronte della
realizzazione della nuova centrale
di produzione, cosiddetta Bagnore
quattro.
Sicuramente
sono
cifre
significative per i bilanci locali, ma
noi di Rifondazione Comunista
vogliamo provare a far riflettere i
cittadini sulla reale entità di questa
vicenda.
Lo facciamo tralasciando tutti gli
aspetti controversi legati al vero
impatto di questo nuovo impianto,
nonché il recente giudizio del TAR
della Toscana, pur contraddittorio,
che ha sospeso l’autorizzazione
unica alla sua costruzione.
(segue a pagina 4)
Giovedì 15 gennaio 2014 si è
svolta a Montenero, un’affollata
assemblea: più di cento persone
per discutere del “Progetto di un a
centrale
geotermoelettrica
sperimentale tra le vigne e gli ulivi
di Montenero”. Questa assemblea
è stata il proseguimento naturale
del primo incontro informativo
sullo stesso tema organizzato dal
circolo ARCI di Montenero
mercoledì 9 gennaio 2014. A
questa assemblea, come al
precedente
incontro,
hanno
partecipato produttori agricoli,
imprenditori e cittadini che si sono
dichiarati contrari al progetto per
le conseguenze economiche e
ambientali in questa zona che da
anni si è specializzata in prodotti
agricoli di qualità (Vino DOCG
Montecucco, Olio d’oliva IGP
Toscana, Olio DOP Olivastra
Seggianese, grano duro, farro, ceci
ecc.). Alcuni cittadini hanno
lamentato la scarsa informazione
su questi progetti fornita dalle
amministrazioni. (segue a pag. 4)
GRANDI OPERE SANTAFIORESI E TELERISCALDAMENTO
(p. 6-8)
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“Liberamente”, periodico mensile del gruppo consiliare del PRC/Sinistra Europea della Regione Toscana.
Direttore Responsabile: Alfio Nicotra
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Segue dalla Prima
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GeoTARrmia
LA FRETTA E LA PRECAUZIONE
Allo stesso tempo la sentenza riconosce che su
altri atti e procedure impugnate dai comitati la
Regione ha fatto quello che doveva fare, seguendo
gli opportuni passaggi. A questo proposito il TAR
cita tutti gli studi, i pareri, le analisi di impatto
ecc.., effettuate a supporto di tali atti. Ovviamente
non esegue analisi né esprime giudizi scientifici,
semplicemente accerta che ci sono, che sono
sufficienti, e quindi prende per buone le
conclusioni di chi li ha pronunciati (Arpat,
Università ecc..); conclusioni sulle quali, come si
sa, i comitati e gli esperti da questi interpellati
sono di diverso avviso. In questo caso però
punisce i comitati: secondo il Tar si sarebbero
appellati quasi esclusivamente al principio di
precauzione, che non ha un vero e proprio
fondamento giuridico.
Dunque da una parte la fretta, dall’altra la
prudenza. Rigettate entrambe. Ognuno scelga il
principio che più gli sembra giusto. Io non ho
dubbi su quale debba essere preso a riferimento
dalla politica e da chi amministra. E dico: magari
si fosse usato, in luogo della fretta la precauzione,
quando qualcuno, per interesse, ha messo in giro
l’eternit, l’amianto… oppure diceva che certe
sostanze, poi rivelatesi mortali, non facevano
nulla, “persuadendo” di ciò con metodi conosciuti.
Ma vediamo quali sono le prescrizioni alle quali
Enel non ha risposto e che sono costate
l’annullamento dell’Autorizzazione. Stanno tutte
in fondo alla sentenza, dal punto 16.3 in poi.
“Per quanto attiene alla dedotta violazione dei
principi di precauzione e prevenzione, connessi al
difetto di istruttoria, le ricorrenti lamentano che
alcune delle prescrizioni imposte dalla pronuncia
di VIA sono state disapplicate al fine di consentire
il rilascio ad Enel Greenpower dell'autorizzazione
all'esercizio dell'impianto, traducendosi sostanzialmente in una modifica della natura e della
funzione di tali prescrizioni che, da condizioni del
rilascio dell'autorizzazione unica, sono state
degradate a meri prodromi dell’avvio dei lavori e,
in taluni casi, dell'avvio dell'esercizio degli
impianti”.
In sostanza il TAR ammette che queste
prescrizioni, ad applicarle, stravolgerebbero il
progetto iniziale su cui si è basata la VIA. Quindi
vanno rispettate. Si tratta prevalentemente di
prescrizioni inerenti il monitoraggio delle
emissioni e le modalità di gestione dei fuori
servizio della centrale e degli impianti AMIS. Il
seguito della sentenza è ancora lungo e
interessante.
A mio avviso nessuno dei soggetti in campo può
gridare alla vittoria definitiva. Al di là dei ricorsi,
N°196
dei livelli di giudizio che saranno interpellati in
seguito, dell’esito che la battaglia legale produrrà,
il tema politico e scientifico resta tutto. Anzi va
sviluppato.
Enel è una multinazionale, come tante, che di
lavoro produce energia. E’ un’eccellenza italiana.
Fa il suo, e non va condannata a priori. Decide di
fare una centrale e poi, solo poi, ne giustifica la
sostenibilità, molto spesso, non saprei dire con
certezza se è il caso di Bagnore 4, facendo leva su
dati e studi di scienziati e tecnici prezzolati. Della
stessa pasta, per capirci, dell’ok Porto Marghera,
Ilva, eternit e amianto, appunto; che se dopo
qualche decennio si scoprono inghippi, pazienza,
hanno incassato… e ammazzato. Da remoti serragli, spettri di manager mandano di tanto in tanto
facce conosciute, che ispirino fiducia - il vicino di
casa, il bravo lavoratore - in giro per i territori a
spiegare che è tutto a posto, e sono certo che lo
stesso vicino di casa e bravo lavoratore era stato a
sua volta convinto e addestrato prima di partire,
come al fronte un soldatino; perché non di rado
sembra che Enel arruoli, mica assuma, i propri
dipendenti!
E chi amministra? I poteri democratici? Dovrebbero fare esattamente il contrario: cautela, tutela;
invece per certi versi sono prezzolati anche loro,
se non perché direttamente corrotti (voglio sempre
credere nella buona fede) di sicuro perché i bilanci
comunali ormai si faranno sempre più con i soldi
di Enel... e posti di lavoro e sponsorizzazioni
varie. Le chiamano compensazioni ambientali,
sono ricompensazioni semmai, che trovo al limite
della legalità, perché è quasi come comprarsi il
consenso e le autorizzazioni: nel dubbio, nella
diatriba infinita tra posizioni antagoniste, l’uomo
e/o amministratore qualunque è portato alla
benevolenza verso il benefattore a parecchi zeri,
lo difende, parlandone dice “noi”.
Ma ditemi se secondo voi, in un territorio come
questo, con uno sfruttamento già importante,
un'altra centrale è sostenibile? Rispondete a
questo, perché il gioco dei "contrari o favorevoli
alla geotermia” è ridicolo. È come dire “contrari o
favorevoli alle auto”…. servono, sì, ma quando in
una data città ce n'è tante scattano comunque le
targhe alterne o i blocchi al traffico. E qui, in fatto
di centrali, forse è il momento di fermarsi un
attimo. E anche parcheggiate, le auto, non puoi
certo ammassarle tutte in uno stesso posto.
Ci sono cose che cambiano l’ambiente,
l’economia, la salute; ci sono cose che cambiano
la vita e anche la morte, dobbiamo pensaci su,
senza fretta.
Leonardo Savelli
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GEOTERMIA IN AMIATA: COME IL CARBONE
Uno studio dimostra che la geotermia in Amiata non è “carbon free”
E' stato pubblicato sul numero di Novembre della
rivista scientifica internazionale “Journal of
Cleaner Production” uno studio elaborato da
Mirko Bravi e Riccardo Basosi dell'Università di
Siena dal titolo “L'impatto ambientale della
produzione
elettrica
da
alcune
centrali
geotermiche in Italia”. Si tratta di un lavoro molto
accurato, che risponde a criteri oggettivi verificati
attraverso una serie di confronti con altri studiosi
particolarmente
competenti
nella
materia
affrontata e che solo a seguito di questi controlli
può ottenere il nulla-osta per la pubblicazione.
La ricerca analizza, in particolare, gli effetti dello
sfruttamento geotermico delle centrali amiatine,
Bagnore 3, Piancastagnaio 3, Piancastagnaio 4 e
Piancastagnaio 5, sulla base dei dati di emissione
in atmosfera delle sostanze gassose rilevati da
ARPAT negli anni fra il 2002 ed il 2009.
Vengono presi in considerazione tre parametri, il
Potenziale di riscaldamento globale (GWP), che
fornisce una misura del grado di influenza delle
sostanze climalteranti emesse dalle centrali
sull'innalzamento della temperatura terrestre; il
Potenziale di Acidificazione (ACP), che valuta la
capacità di produrre sostanze in grado di
determinare la ricaduta di precipitazioni dannose
per la vegetazione e per il suolo; e il Potenziale di
Tossicità per l'Uomo (HTP), che considera la
possibilità di un'influenza negativa delle sostanze
emesse sulla salute umana.
I valori ricavati per questi indici sono stati
confrontati con quelli ottenuti dall'analisi di altri
sistemi di generazione dell'energia elettrica di
analoga potenza ed in particolare di centrali a gas
naturale ed a carbone (le più inquinanti in
assoluto), per le quali si è tenuto conto dell'intero
ciclo di vita, dalla costruzione al funzionamento,
all'approvvigionamento del combustibile fino allo
smantellamento,
mentre
per
le
centrali
geotermiche sono stati considerati solo i dati
relativi alla produzione. Inoltre, per le centrali
dotate di sistemi di abbattimento degli inquinanti
(AMIS), non si è tenuto conto dei loro periodi di
fuori servizio, che corrispondono a circa il 10% del
totale, ma durante i quali le emissioni di mercurio
ed idrogeno solforato aumentano di 7-8 volte
rispetto ai valori misurati da ARPAT.
Per evitare il rischio di fornire interpretazioni non
corrette dei risultati dello studio, riportiamo di
seguito le conclusioni cui giungono i due
ricercatori al termine della loro analisi.
“5. Conclusioni. In questo studio è stato usato
un metodo di valutazione ambientale per
analizzare l'impatto ambientale in atmosfera della
produzione di elettricità da centrali geotermiche.
In alcuni casi l'impatto della produzione di
elettricità da geotermia è perfino maggiore di
quello della produzione di elettricità da
combustibili fossili. L'analisi mostra che la
produzione di elettricità dalle centrali geotermiche
dell'area del Monte Amiata non può essere
considerata “carbon free” come fin qui dichiarato
in
base
alla
letteratura
menzionata
nell'introduzione. Sebbene il Potenziale di
Tossicità per l'Uomo (HTP) non fornisca valori
preoccupanti, le emissioni di gas serra sono in
diversi casi generalmente più alte di quelle
prodotte da centrali a gas naturale ed in alcuni
casi non molto lontane dai valori di centrali a
carbone.
Inoltre il Potenziale di Acidificazione (ACP)
dell'elettricità prodotta dalle centrali geotermiche
considerate qui è 2,2 volte maggiore rispetto alle
centrali a carbone. Nel caso del campo geotermico
di Bagnore questa differenza aumenta di un
fattore 4,4 ed è circa 28 volte più elevata dell'ACP
di una centrale a gas naturale.
Non può essere ignorata la sicura incompatibilità
fra la produzione di elettricità da fonte geotermica
e le emissioni da processi naturali attraverso cicli
geologici di lungo periodo (che pongono i gas
contenuti nei fluidi geotermici a contatto con
l'atmosfera). Perciò è necessario sviluppare
appropriate tecnologie in grado di riconciliare le
centrali geotermoelettriche con il carattere
rinnovabile della risorsa energetica.
Mentre è certo che, al momento attuale, il ciclo
binario non è la migliore soluzione dal punto di
vista dei costi e dell'efficienza, l'idea di
considerare la minimizzazione degli impatti
(attraverso la completa reiniezione dei fluidi
incondensabili all'interno del serbatoio) è
necessariamente una strada promettente sulla
base di considerazioni ambientali, per le centrali
geotermiche del futuro.
In ogni caso il profitto finanziario non può essere
il principale criterio nel processo decisionale per lo
sviluppo di centrali geotermiche nell'area
dell'Amiata”.
Non c'è alcuna ragione, quindi, che giustifichi la
concessione alle centrali geotermiche di incentivi,
per altro pagati da tutti noi attraverso la bolletta
elettrica, ed agevolazioni fino al punto di
escluderle dall'applicazione del protocollo di
Kyoto, che impone il contenimento delle emissioni
in atmosfera di gas ad effetto serra.
Carlo Balducci
N°196
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Segue dalla Prima
A BAGNORE SI’ E A MONTENERO NO?
Sono intervenuti anche esponenti del
Comitato di salvaguardia ambientale Val
d’Orcia inferiore, in passato protagonisti
vincenti contro il progetto della centrale a
biomasse di Borgo S.Rita (comune di
Cinigiano).
Erano
presenti
diversi
amministratori della zona tra i quali il
sindaco di Castel del Piano, Claudio Franci,
e di Montalcino. I due sindaci, durante il
loro intervento, hanno dichiarato che le loro
amministrazioni e quelle dei comuni di
Arcidosso e Cinigiano si sono espresse
negativamente nelle procedura di VIA della
Regione Toscana che ha assegnato il
permesso di ricerca geotermico denominato
“MONTALICNO” (un’area di 65 kmq che
interessa Montalcino, Castel del Piano,
Cinigiano e Arcidosso) alla società Gesto
Italia nella quale è localizzato il progetto
della centrale. I due sindaci presenti hanno
dichiarato
la
loro
contrarietà
alla
prosecuzione del progetto!! Bisognerebbe
chiedere all’ex onorevole Claudio Franci,
perché a Montenero non la vuole mentre a
Bagnore sì.
All’assemblea
è
intervenuto
anche
l’avvocato Greco che ha seguito l’azione del
Comitato di salvaguardia ambientale Val
d’Orcia inferiore. Nella sua relazione ha
spiegato, in modo dettagliato, gli strumenti
giuridici che i cittadini, i comitati e le
amministrazione hanno per opporsi a questi
progetti devastanti. Gli esponenti di
SOSGEOTERMIA, intervenuti in assemblea
hanno parlato delle battaglie in corso contro
le centrali Enel dell’Amiata e dei problemi di
salute
e
inquinamento
che
queste
determinano
sul territorio. Al termine
dell’assemblea è stato deciso di proseguire
la mobilitazione costituendo un comitato.
Ci sembra chiaro che questa battaglia non è
scollegata da quella in corso per la
realizzazione di Bagnore 4. Stesse mire,
stessi interessi, stessi problemi. Bagnore e
soprattutto i suoi cittadini non sono peggio
di quelli di Montenero. Giusto?
Giuseppe Merisio
::::::::::::
Segue dalla Prima
C’E’ CHI FA I SOLDI E CHI VENDE AI SALDI
Probabilmente ci saranno ulteriori gradi di
giudizio, ma ora soffermiamoci solo sulla
questione del deprezzamento immobiliare
che inevitabilmente colpirà un’ampia fascia
di territorio nelle immediate vicinanze del
nuovo impianto. Infatti, per gli immobili, le
aree agricole, i terreni edificabili, quanto
inciderà la naturale svalutazione che
inesorabilmente li colpirà? Le compensazioni versate ai Comuni colmeranno anche
questo ineluttabile impoverimento di valore
immobiliare?
Proviamo a fornire un po’ di cifre: il
Ministero dello Sviluppo economico con il
D.M. del 6 luglio 2012 ha definito il nuovo
sistema d’incentivi per la produzione di
energia da fonti rinnovabili elettriche non
fotovoltaiche
(idroelettrico,
geotermico,
eolico, biomasse, biogas), e la tariffa
incentivante base prevista per centrali
geotermiche di oltre 20MW è di 85 € /MWh,
questa tariffa base è incrementata di
15€/MWh per le centrali in grado di
abbattere il 95% dell’idrogeno solforato e
del mercurio. Quindi la tariffa incentivante
complessiva è pari a 100€/MWh. Nel caso di
Bagnore 4, ipotizzando una produzione
annua di 310 GWh, che è quanto dichiarato
ufficialmente dall’Enel, l’incasso annuale per
quest’ultima sarà di 31 milioni di euro
l’anno; considerando che sarà erogato per il
periodo di vita media della centrale, che è
di
venticinque
anni,
il
totale
dell’incentivazione riscossa, al di là degli
incassi per la vendita dell’energia elettrica,
sarà di 775 milioni di euro.
Secondo il protocollo d’intesa Enel –
Regione del 2007, le compensazioni
ambientali ai Comuni geotermici per
Bagnore 4 sono 26 milioni di euro ripartiti in
10 anni, quindi una cifra irrilevante a fronte
di quanto l’Enel riceverà da parte dello
Stato, perciò da tutti i cittadini, per
realizzare quell’impianto; il bilancio tra
incentivi incassati e compensazioni versate
ai Comuni, di fatto è incommensurabile.
Queste sono le cifre, e considerando che
una volta realizzata la centrale, la ricaduta
occupazionale sul territorio sarà pressoché
prossima allo zero, sembra poco giustificato
l’atteggiamento trionfale che pervade alcuni
amministratori locali, un profilo un poco più
sobrio non guasterebbe.
Sergio Bovicelli
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Riceviamo e pubblichiamo
DA CHE PARTE STANNO
LEGAMBIENTE E GEENREPORT?
Greenreport, a firma di Lucia Venturi, di
Legambiente, l'associazione che ha interessi
economici con Sorgenia Spa (1), società che
investe nella geotermia, ha scritto un articolo (2),
con il quale vorrebbe informare e canta “vittoria”.
Questo il titolo: “Geotermia, il Tar boccia i
comitati su Bagnore 4: c’è effetto Nimby”.
Sottotitolo: “L'autorizzazione unica è stata
annullata per motivi di forma”. Il Forum
Ambientalista di Grosseto augura alla Giunta
toscana e a Legambiente tante “vittorie” come
quest'ultima sentenza del TAR (3), che ha
ordinato la chiusura del Cantiere della centrale
geotermoelettrica in Amiata, perchè per noi significherebbe che tanti impianti pericolosi per la
salute verrebbero chiusi. I lavori su Bagnore 4 (Amiata) sono stati autorizzati con una procedura che
la Sentenza dichiara illegittima, messa in atto da Enel con il consenso interessato degli
amministratori locali, che avrebbero dovuto verificare la legittimità dell'operato.
Questa è la sentenza e i tentativi di Greenreport di cambiarne il significato, escludendo la VIA, è
una menzogna che merita una risposta.
La lettura attenta della Sentenza dimostra che il Giudice ha fatto una scelta, che noi non
condividiamo, ma che ha la sua logica: non è entrato nel merito dei contenuti della VIA da noi
contestati, ha lasciato larghissima discrezionalità alle scelte politiche, ma è stato attento e puntuale
sulle prescrizioni rilasciate congiuntamente alla VIA. Purtroppo in Toscana è ormai prassi
consolidata, come è avvenuto per tanti altri impianti che i tecnici, non volendo contraddire le scelte
già compiute a priori dai politici in carriera, approvano la realizzazione di impianti altamente
pericolosi per la salute pubblica, ma, volendosi scaricare da ogni responsabilità, prescrivono a
futura memoria prescrizioni sul merito, essendo il progetto non autorizzabile. Tali prescrizioni, che
nel caso dell'Amiata, se davvero venissero realizzate modificherebbero sostanzialmente il Progetto
presentato da Enel, sono ben 53 (formalmente 38, ma diverse articolate in punti distinti) e sono state
date perché il progetto non rispettava i requisiti di legge. La Sentenza afferma nel punto 16.3, quello
accolto, che “le ricorrenti (noi) lamentano che alcune delle prescrizioni imposte dalla pronuncia di
VIA sono state disapplicate al fine di consentire il rilascio ad Enel dell'autorizzazione...”. Questo
significa aggirare la legalità e lo dimostra il fatto che nessun Sindaco dell'Amiata, né Legambiente,
sa spiegare per quale causa in Amiata negli uomini si registra il +13% di mortalità e nei Comuni di
Arcidosso, Pincastagnaio e Abbadia S. Salvatore raggiunge il + 30% per le mortalità per tumori
negli uomini.. Di questo dovrebbe vergognarsi Legambiente e Geenreport.
Roberto Barocci
Forum Ambientalista Provincia di Grosseto
(1) http://www.legambiente.it/aziende/sorgenia
(2)http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/geotermia-il-tar-boccia-i-comitati-subagnore-4-ce-effetto-nimby/
(3) Sentenza del Tar toscano del 20.1.2014 sul Ricorso N°1853 del 2012 Registro Generale
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Grandi opere santafioresi
GRANDI OPERE… BUGIE… ELEZIONI
A Santa Fiora, dove il tempo si misura in anni luce
Inesorabilmente si avvicina la data delle prossime elezioni amministrative che pare si svolgeranno nella tarda
primavera (maggio?). Di solito gli amministratori uscenti fanno un bilancio del proprio mandato, elencando le
opere fatte e quelle in corso di realizzazione, i problemi risolti e le scelte effettuate in tutti i settori di
competenza del Comune. Alcuni anni fa, un Sindaco del quale la cittadinanza assolutamente non ne avverte
la mancanza, con raro sprezzo del ridicolo affermò che la sua decennale gestione, aveva rappresentato una
svolta epocale per Santa Fiora. Chissà l'Amministrazione attuale quali apprezzamenti si auto attribuirà? Certo
che sarà un compito difficile riempire di contenuti dieci anni di totale insipienza, di pressoché assoluta vacuità.
Dieci anni nei quali gli unici elementi di esaltazione sono quelli della folcloristica attività canora.
In queste ultime settimane questa Giunta e il suo Sindaco stanno con affanno tentando di ultimare alcune
opere, o dare il via a qualche nuovo esaltante progetto. Elenchiamole queste opere.
Ex Cinema Gambrinus.
Questo immobile fu acquistato dal Comune con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 56 del 2005, per la
somma di 245 mila euro. L’immobile fatiscente (poco dopo l’acquisto fu oggetto di un crollo) fu rilevato dal
proprietario, che peraltro è stato Consigliere Comunale e Assessore dal 14 giugno 1999 al 14 giugno 2004, il
quale aveva cessato da qualche tempo di utilizzarlo come locale per spettacoli.
Il progetto di recupero dell’ex cinema è approvato dalla Giunta nell’ottobre 2008, nel 2009 sono consegnati i
lavori e immediatamente sono sospesi per dare vita a una nuova progettazione che prevede non più il
recupero ma la demolizione e rifacimento di un nuovo edificio.
Sarebbe troppo lungo rievocare tutte le tappe di questo farraginoso percorso, saltiamo all’8 agosto 2010, il
Sindaco Verdi dichiara testualmente alla Nazione “…entro la fine del 2012 ci sarà l’inaugurazione del
nuovo Gambrinus…”.
Arriviamo a gennaio del 2014, l’ex cinema è naturalmente ancora in fase di realizzazione ma
quest’Amministrazione sta facendo di tutto per arrivare ad aprire ad aprile, come ufficialmente ci ha
confermato Verdi, quindi di inaugurare in piena campagna elettorale questa struttura che, a detta del Sindaco
e dei suoi assessori, sarà fantasmagorica. Per adesso di eccezionale ci sono i costi. Una delle ultime spese è
stata per la sistemazione esterna che è costata circa 120 mila euro. I soldi spesi finora sono 1.912.647,86
euro e di tutto questo daremo dettagliatamente conto ai cittadini nei prossimi giorni. Ma ci saranno tutti in
questo riepilogo? Soprattutto, ce ne vorranno ancora? Inoltre, quanto costerà la sua gestione, considerando
che non ci risulta che l’Amministrazione abbia fatto un piano finanziario per tenerla aperta e funzionante?
Palestra
Questo è davvero un brutto pasticcio iniziato nel 2003, allorquando il Comune e la Provincia sottoscrissero un
Accordo di Programma per la realizzazione di una palestra per attività ludico motoria a servizio dell’Istituto
Professionale e dell’intero comune di Santa Fiora. Il Comune si faceva carico della redazione del progetto,
dell’espletamento della gara, della direzione dei lavori e l’importo complessivo dell’opera era fissato in €
515.000, di cui € 155.000 a carico del Comune e 366.000 a carico della Provincia.
Il Comune però non rispettò tale Accordo e progettò un’opera faraonica e sproporzionata alle reali esigenze,
che sarebbe costata quattro volte rispetto al progetto iniziale. Non avendo soldi a sufficienza, comincio con la
realizzazione della struttura per stralci (non funzionali). Naturalmente una cosa così pianificata non poteva
avere un lungo respiro e, infatti, tutto si bloccò. Il Sindaco ha chiesto negli anni più volte i soldi alla Provincia
per completare i lavori, ma questa era vincolata dall’Accordo del 2003 e quindi giuridicamente impossibilitata a
sostenere la follia santafiorese. Fino al punto di superare il vecchio accordo di programma con uno nuovo,
mettendoci altri soldi oltre a quelli che il Comune ha dovuto trovare accendendo mutui e indebitando
l’Amministrazione. Sono passati undici anni dal primo atto e in questi giorni un quotidiano intitolava; “ Sono
ripresi i lavori di completamento della palestra comunale di Santa Fiora… La conclusione dei lavori è
prevista per il mese di maggio 2014”. Nell’articolo il vice Sindaco Balocchi dichiara: “La mancanza di
adeguate strutture per l’esercizio dell’attività sportiva sul territorio comunale ci ha spinto a voler completare nel
più breve tempo possibile questo impianto…”. Gli fa eco il Sindaco: “…Sono molto contento per la prossima
ultimazione della palestra”.
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Grandi opere santafioresi
Non è il primo falso annuncio, infatti, Verdi il 3
ottobre 2009, in un’intervista a un quotidiano
locale affermava: “Entro un anno la palestra
sarà pronta”.
Non sappiamo a che punto siano i lavori
all’interno del complesso, però abbiamo visto le
condizioni dell’area esterna, dove i lavori sono in
corso, finanziati da una recente variazione di
bilancio che ha stanziato oltre 100 mila euro,
che si vanno ad aggiungere a una voragine
senza fine di quella che si può definire, come il
Gambrinus, una cattedrale nel deserto.
Comunque, anche per quest’opera l’apertura è
prevista a maggio prossimo, prima delle
elezioni. Auguri!
Piscina
Si parla da qualche lustro di questa struttura; ogni tanto qualcuno si sveglia e recupera l’idea. In questi ultimi
mesi la realizzazione di un’orrenda tubazione da parte dell’Enel, che partendo dai poggi sopra le Aiole, dove
esiste un pozzo geotermico chiamato Bagnore tre bis, porterà il fluido alla nuova centrale. È stata fatta
passare come una “condotta per scaldare la nuova piscina delle Aiuole”. C’è voluto poco a svelare la bugia,
nonostante che i Comuni di Santa Fiora e Arcidosso, con piani delle opere pubbliche farlocchi, abbiano
previsto stanziamenti per tre milioni e 400 mila euro (!) per finanziare il progetto. Forse hanno intenzione di
fare una piscina a tre piani, chissà! Ci sarebbe da riderci su, se non si stesse parlando di atti pubblici, di
documenti ufficiali.
Il problema è sempre lo stesso: utilizzare un “lancio pubblicitario” utile per le prossime elezioni. E non è finita
qui, infatti, alcuni giorni fa c’è stato un incontro tra le Amministrazioni di Arcidosso e Santa Fiora, con Enel
Green Power e un professionista locale, per dare vita ai primi disegni reali dell’impianto ricreativo - sportivo.
Chissà, avranno pensato che se fanno vedere qualche disegno, se riusciamo a riempire le cronache locali dei
quotidiani, finalmente saranno credibili, e questo è una bella propaganda elettorale. Ma sono sicuri che i
cittadini ancora una volta saranno disponibili a credergli? (Sergio Bovicelli)
::::::
PUBBLICITÀ INGANNEVOLE
Lo sappiamo, a ogni scadenza elettorale la nostra Amministrazione tenta nelle settimane che precedono il responso
delle urne, di apparire virtuosa, disponibile, sensibile ai bisogni dei cittadini… provando a far dimenticare tanti anni di
pessima gestione. Basta dare un’occhiata all’Albo Pretorio, per cogliere tutto questo interessato e tardivo fervore verso i
bisogni dei cittadini. Ad esempio: con una bella Determinazione Dirigenziale (la n. 181 del 21 dicembre 2013) si scopre
che c’è un grande bisogno d’interventi sul territorio per 593.340 euro di brecciolino, cemento, manutenzione del verde,
ecc.
Questa modalità non è nuova rispetto al passato, infatti, oltre ai soliti interventi specifici sopra descritti, oggi sono state
introdotte alcune varianti per tentare di ingraziarsi i cittadini, ad esempio si da grande risalto, quasi come se fosse merito
del Comune, ai provvedimenti presi dalla Regione per il sostegno alle famiglie bisognose, per il sostegno ai nuovi nati,
alla frequentazione degli asili nido ecc.
Ma la cosa più pubblicizzata è il sostegno alle vecchie e nuove imprese del territorio comunale, attraverso un
provvedimento preso all’ultimo tuffo. E’ sicuramente una cosa utile, ma da quanto ci pare di capire, i cittadini sono indotti
a fraintendere quante risorse sono riservate per finanziare l’operazione; infatti, si parla genericamente di 50 mila euro
(20 mila + 30 mila) pensando che queste cifre siano relative al contributo per ogni azienda.
Purtroppo non è così, se si legge con attenzione il comunicato fatto affiggere dal Comune, quella cifra è
complessivamente per tutti gli interventi, quindi se ad esempio le richieste fossero 20, i finanziamenti sarebbero per
ognuna 2.500 euro. I diretti interessati sicuramente sono informati di questo, ma il resto dei cittadini è portato a ritenere
che per ogni intervento siano disponibili 50 mila euro. Non è così e siamo sicuri che questa confusione di cifre, alla fine
risulterà utile a chi è interessato che la gente scambi “lucciole per lanterne”. Insomma un po’ di pubblicità, anche se
ingannevole, è sempre vantaggiosa per chi sente vacillare il consenso popolare. (SB)
N°196
www.rifondazionesantafiora.it
ROSSO DI SERA___
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Teleriscaldamento
TELERISCALDAMENTO,
IL COMUNE È UNA TIGRE DI CARTA.
Chiesta la convocazione del Consiglio Comunale
Non sono molte le certezze che abbiamo nella vita, una di queste è che la situazione disastrosa nella quale si
trova il teleriscaldamento nel nostro comune e totalmente a carico delle amministrazioni che si sono
succedute dal 1999 a oggi. Peggio di quanto hanno fatto non è possibile immaginarlo, si pensi solo come e
quanto si è ignorata la gestione che Amiata Energia ha svolto in tutti questi anni, dei lavori, del servizio, dei
rapporti con i cittadini. Ci sono voluti anni di denunce, di assemblee, di raccolta firme, di proteste, affinché
l’Amministrazione si svegliasse, nominando un tecnico a rappresentare il proprio 20% di azioni. Temiamo
che la cosa sia avvenuta fuori tempo massimo; gli amministratori oggi con poca convinzione provano a
digrignare i denti, ma la figura è di una “tigre di carta”.
Il 13 gennaio scorso la Giunta con la Deliberazione n. 1 ha approvato un atto d’indirizzo per disporre che il
rappresentante del Comune all’assemblea dei soci di Amiata Energia, convocata per il giorno seguente, per
approvare il bilancio chiuso al 30 giugno 2013, votasse contro, con queste motivazioni:
• Considerato che, secondo quanto riferito dal rappresentante del comune nel Consiglio di
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Amministrazione della suddetta società, negli atti che compongono il suddetto bilancio e dallo stesso
esaminati, risulta che: a differenza dei precedenti esercizi che presentavano risultati fortemente
negativi, l’esercizio 01.07.2012 - 30.06.2013 propone un risultato che, prima delle imposte, è
positivo;
che il positivo risultato operativo netto deriva essenzialmente da due effetti straordinari (maggiori
incassi derivanti dalla vendita dei Titoli di Efficienza Energetica e minori oneri finanziari alla luce della
riduzione dei tassi sui finanziamenti in essere), che avrebbero potuto incidere ancora più
positivamente nel migliorare il risultato finale se solo i due soci privati non avessero chiesto
l’applicazione di uno spread addizionale rispetto a quello deliberato dall’assemblea, nonché
l’indennità di mora per ritardato pagamento di forniture;
Non conosciamo l’esito dell’assemblea dei soci, ma il nostro Gruppo Consiliare, insieme a tutta l’opposizione,
aveva già chiesto, il 4 gennaio 2014 la convocazione del Consiglio Comunale, con questa nota:
I sottoscritti consiglieri comunali Giacomo Albertini, Sergio Bovicelli, Riccardo Ciaffarafà e Anna
Moscatelli,
• Premesso che il Comune di Santa Fiora, concedente del servizio pubblico di teleriscaldamento, con
atti della Giunta ha iniziato la procedura di arbitrato, prevista dal contratto in essere con Amiata
Energia concessionaria del servizio stesso, avverso il mancato versamento di polizza fideiussoria di
garanzia.
• Che Amiata Energia Spa, nell’assemblea dei soci del 1° luglio 2013 approvò una deliberazione per
disdire tutti i contratti in essere e applicare un aumento generalizzato del 42% sulle tariffe, e a
seguito di questa decisione, spedì una lettera agli utenti nel mese di agosto scorso, contenente tra
l’altro la comunicazione che “… è in procinto di attivare la revisione delle tariffe… per interrompere il
flusso di pesanti perdite…” e inoltre gli utenti se vogliono possono disdire il contratto di fornitura.
•
Che negli ultimi mesi si sono verificate numerose rotture nella rete di distribuzione del
teleriscaldamento, con acume interruzioni del servizio.
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Che, a quanto risulta agli scriventi consiglieri, per l’esercizio finanziario chiuso al 30 giugno 2013, il
bilancio parrebbe essere stato approvato fuori dei termini di legge, solo alcuni giorni fa.
Chiedono, ai sensi del regolamento del Consiglio e dello Statuto vigente, la convocazione del
Consiglio Comunale per la discussione degli argomenti in premessa e soprattutto perché sia
illustrato al Consiglio stesso il bilancio della Società Amiata Energia, di cui l’Amministrazione è socia
al 20%.
A questo proposito chiedono che siano forniti ai sottoscritti, come a tutti i Consiglieri, anche in forma
digitale gli atti che si riferiscono al Bilancio ordinario d’esercizio del 30.06.2013 composto dalle
seguenti parti: Nota integrativa. Relazione di gestione. Relazione Sindaci. Relazione di certificazione.
Verbale assemblea ordinaria. Chiedono inoltre al Sindaco di valutare la possibilità di convocare detto
Consiglio in forma “aperta”, questo in considerazione dell’importanza tra la popolazione degli
argomenti in discussione. (SB)
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