UNA NORMATIVA CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI Definizioni La Direttiva Europea 98/83/CE del Consiglio del 3 novembre 1998 norma i parametri da analizzare per definire la “qualità delle acque destinate al consumo umano” che all’articolo 2 vengono così definite: a) tutte le acque trattate o non trattate, destinate a uso potabile1, culinario o per la preparazione di cibi o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori; b) tutte le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle la cui qualità — secondo quanto determinato dalle autorità nazionali competenti — non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale. Proseguendo nella lettura cominciano le prime stranezze all’articolo 3, Esenzioni: la presente direttiva non si applica alle acque minerali naturali, […] a norma della direttiva 80/777/CEE del Consiglio, 15 luglio 1980 […] che nell’Allegato I così definisce le acque minerali naturali (tra parentesi un commento dell’autore): […] un'acqua batteriologicamente pura, la quale abbia per origine una falda o un giacimento sotterranei e provenga da una sorgente con una o più emergenze naturali o perforate. (ma l’acqua potabile o per capirci meglio l’acqua di rubinetto, da dove proviene ? dalla luna ? l’origine non è quasi sempre la stessa ? Basta prendere a riferimento i Dati Istat2 e “scoprire” che – per esempio per la Regione Campania – il 100% dell’acqua potabile proviene da acque sotterranee, le stesse delle acque minerali). L'acqua minerale naturale si distingue nettamente dall'acqua ordinaria da bere: […] tenuta al riparo da ogni rischio di inquinamento. (Questa è una completa assurdità geologica. Le rocce con cui le acque sotterranee vengono a contatto sono ricche di molti elementi che possono facilmente “disciogliersi” in esse: è il caso per esempio di diverse acque minerali localizzate nelle aree vulcaniche campane e laziali dove le rocce sono ricche di arsenico, cancerogeno. Basta leggere uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica italiana LeScienze3. Il fatto che un’acqua venga prelevata dal sottosuolo non è condizione necessaria e sufficiente della sua purezza, esiste comunque un inquinamento NATURALE dovuto alle caratteristiche intrinseche delle rocce, siamo piemontese o campane). <<Che può essere bevuto senza danno per la salute>>, Vocabolario Treccani Giornata Mondiale dell’Acqua: le statistiche ISTAT 2013 (http://www.istat.it/it/archivio/57514) 3 Che acqua beviamo. LeScienze, Maggio 2010 1 2 In Italia il Decreto Ministeriale 25/01/1992 n°105, attuativo della 80/777/CEE così definisce la acque minerali: 1. Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, proprietà favorevoli alla salute. 2. Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi e/o altri costituenti e per i loro effetti. Esse vanno tenute al riparo da ogni rischio di inquinamento. Negli anni la normativa, in parallelo con il progresso scientifico, dovrebbe apportare miglioramenti alle successive modiche, e infatti nel Decreto Legislativo n. 339 del 1999 - a fare ancora più confusione - si introduce una nuova definizione << acque di sorgente >>: acque destinate al consumo umano, allo stato naturale e imbottigliate alla sorgente, che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengano da una sorgente con una o più emergenze naturali o perforate. ma se si è pazienti e si continua a leggere, l’articolo 17 apporta modifiche al precedente DL n°105 del 1992 (che riportiamo in rosso e sottolineato): 1. Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute. 2. Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi e/o altri costituenti e per i loro effetti , eventualmente, per taluni loro effetti. Esse vanno tenute al riparo da ogni rischio di inquinamento. Con la parola “eventualmente” si spalanca il mercato delle acque in bottiglia che secondo i dati BeverFood4 – per il solo 2012 ammontano a 2.420 milioni di euro, forse la cifra merita di essere scritta per intera: duemiliardiequattrocentoventimilionidieuro. Se i nostri nonni compravano l’acqua minerale solo in farmacia per le sue proprietà curative (?!), ad oggi un’indagine Istat5 mostra che quasi il 62% della popolazione fa uso di acqua minerale, ritenendola migliore di quella di rubinetto (fig.1). Bevitalia Annuario del Bere 2013-2014 – Edizione Beverfood.com http://www.coffeeurope.eu/files/bevitalia.pdf 5 Giornata Mondiale dell’Acqua: le statistiche ISTAT 2013 (http://www.istat.it/it/archivio/57514) 4 Figura 1: PERCENTUALE DI FAMIGLIE CHE CONSUMANO ACQUA MINERALE (da Statistiche Istat 2013) La qualità dell’acqua di rubinetto e di quella in bottiglia La composizione dell’acqua, che sia di rubinetto o imbottigliata, è influenzata da tutto ciò che incontra nel suo passaggio dalle profondità delle falde freatiche alla nostra tavola: sia che siano caratteristiche naturali come la geologia e geochimica delle rocce attraversate o il sempre più presente inquinamento antropico (inquinamento agricolo con pesticidi e fertilizzanti, inquinamento industriale e inquinamento ambientale con discariche abusive e non che quasi sempre sono mal progettate e che facilmente vanno ad inquinare le acque profonde. E’ quindi di prioritaria importanza analizzare in dettaglio la composizione dell’acqua che beviamo perché molti elementi in traccia in essa presenti potrebbero eventualmente compromettere la nostra salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fin dagli anni 50 pubblica le linee guida6 sulla qualità dell’acqua potabile, nel tempo arricchendole di aggiunte, sostituzioni e modifiche in funzione del progresso scientifico: sono raccomandazioni rivolte a tutte le Nazioni sui possibili rischi di inquinanti naturali e non. In dettaglio nell’ultima edizione del 2011 l’OMS individua 133 contaminanti chimici nell’acqua potabile e per ben 86 di questi ne definisce le concentrazioni limite, che se superate possono causare rischi per la salute umana. Sia la normativa europea che quella italiana, nel definire le concentrazioni limite degli elementi in traccia potenzialmente pericolosi per l’uomo, definisce una netta distinzione tra le acque potabili e le acque minerali, circa 60 sono gli elementi in traccia considerati per le acque potabili, appena 19 sono gli elementi in traccia considerati per le acque minerali. E’ sconcertante constatare che a livello internazionale non esiste un’omogeneizzazione dei dati: almeno per l’Italia, il lavoro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità viene preso solo a riferimento ma non utilizzato. E’ inspiegabile la superficialità con cui la normativa nazionale ed europea distingua l’acqua potabile da quella minerale, sia nelle definizioni sia negli elementi in traccia potenzialmente inquinanti che potrebbero esserci disciolti, sia per cause naturali che antropiche. GUIDELINES FOR DRINKING-WATER QUALITY, FOURTH EDITION – 2011 WHO http://whqlibdoc.who.int/publications/2011/9789241548151_eng.pdf?ua=1 6 In figura 2 una tabella di alcuni contaminanti per l’acqua potabile, con l’indicazione delle concentrazioni limite di attenzione definite da vari Enti internazionali (dove non compaiono dati, la normativa di riferimento non prevede concentrazioni di riferimento). E’ sconcertante ancora notare che la stragrande maggioranza delle acque minerali presenti sul territorio italiano presenta delle etichette informative insufficienti per il consumatore (è la legge che lo prevede): - - Non è riportata la data di imbottigliamento dell’acqua minerale Non sono riportati tutti gli elementi contaminanti che la normativa italia sulle acque minerali obbliga a ricercare (19, mentre sull’etichetta ne compaiono sempre poco meno della metà) Non sono riportati i valori limite di riferimento. In questo modo il consumatore che non deve necessariamente avere una laurea con lode in chimica o fisica o biologia o geologia, non avendo un valore di riferimento non ha la possibilità di capire la qualità del prodotto che sta comprando. Concentrazioni limite per acque minerali e acque destinate al consumo umano (*) Limite di legge per le acque destinate al consumo da parte dei neonati; (g.v.) valori guida DM 29/12/2003 (Italia) Acque minerali Ec (µS/cm) pH Alluminio (µg/L) Ammonio (mg/L) Antimonio (µg/L) Arsenico (µg/L) Bario (µg/L) Berillio (µg/L) Boro (µg/L) Cadmio (µg/L) Cloruri (mg/L) Cromo (µg/L) Ferro (µg/L) Fluoruri (mg/L) Fosforo (mg/L) Piombo (µg/L) Manganese (µg/L) Mercurio (µg/L) Molibdeno (µg/L) Nickel (µg/L) Nitrati (mg/L) Nitriti (mg/L) Rame (µg/L) Selenio (µg/L) Sodio (mg/L) Solfati (mg/L) Tallio (µg/L) Uranio (µg/L) Vanadio (µg/L) Zinco (µg/L) 5 10 1000 5000 3 50 5 (1,5*) 10 500 1 20 45 (10*) 0,02 1000 10 - D.L. 31/2001 (Italia) Acque Direttiva UE destinate al 2003/40/EC consumo Acque minerali umano 2500 (g.v.) ≥ 6,5 - ≤ 9,5 (g.v.) 200 (g.v.) 0,5 (g.v.) 5 10 1000 5 250 (g.v.) 50 200 (g.v.) 1,5 10 50 (g.v.) 1 50 0,5 1000 10 200 (g.v.) 250 ( g.v.) 50 - 5 10 1000 3 50 5 10 500 1 20 50 0,1 1000 10 - Direttiva UE 1998/83/EC Acque destinate al consumo umano 2500 (g.v.) ≥ 6,5 - ≤ 9,5 (g.v.) 200 (g.v.) 0,5 (g.v.) 5 10 1000 5 250 (g.v.) 50 200 (g.v.) 1,5 5 10 50 (g.v.) 1 20 50 0,5 2000 10 200 (g.v.) 250 (g.v.) - EPA (Stati Uniti) 2009 Valori guida OMS 2011 ≥ 6,5 - ≤ 8,5 6 50 2000 4 5 100 200 4 15 2 10 1 1300 50 0,5 30 - 200 20 10 700 2400 3 250 50 1,5 10 400 6 70 70 50 3 2000 40 200 500 30 3000 Deroghe per le acque potabili La normativa prevedeva possibili deroghe (max 3 volte) per dare modo ai gestori di adeguarsi (previa autorizzazione dell’Istituto Superiore della Sanità). Il problema è che un pò i gestori un pò gli enti di controllo (come sempre) se ne sono approfittati tant'è che ora non sono + state concesse le deroghe perchè l'Europa "ci ha tirato le orecchie" e sembrerebbe che la Campania si sia adeguata… Prendendo a riferimento il dossier7 di Legambiente e Cittadinanzattiva del 2012 si legge che dal 2003 al 2009 sono state 13 le regioni che hanno chiesto deroghe (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) per un totale di 13 parametri (arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato, trialometani, tricloroetilene, vanadio). Nella tabella vengono riportati alcuni eclatanti esempi delle sole regioni Campania e Lazio. Regione Contaminante Campania Fluoruri Arsenico Floruro Selenio Vanadio Lazio Comuni Interessati 14 74 Concentrazione Concentrazione limite da legge in deroga 1,5 μg/l 3 μg/l 0,01μg/l 0,05 μg/l 1,5 μg/l 2,5 μg/l 0.01 μg/l 0.02 μg/l 0.05 μg/l 0.16 μg/l Se territori come il Lazio e la Campania presentano caratteristiche geologiche e vulcanologiche tali da avere un tenore di metalli pesanti in tracce superiore alle norme definite dalla legge, non è ovviamente con una deroga che si risolve il problema, ma con uno studio di dettaglio delle aree investigate e la predisposizione di misure di controllo, analisi e purificazione delle acque potabili tali da risolvere il problema all’origine. Nella sostanza, con delle deroghe – che non hanno alcuna giustificazione scientifica – si lascia bere (secondo di dati di Legambiente e Cittadinanza attiva) acqua inquinata a poco meno di un milione di persone. ACQUE IN DEROGA – LEGAMBIENTE & CITTADINANZATTIVA - 2012 http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_derogheacquepotabili_2012.pdf 7 I controlli Acqua di Rubinetto In Italia i Decreti Legislativi n°31/2001 e n°27/2007, definendo la procedura per controllare l’acqua ad uso potabile, stabiliscono che ci debbano essere: - Controlli interni: di responsabilità del Gestore del Servizio Idrico integrato, effettuato in laboratori interni, che deve conservare tali analisi per almeno 5 anni, - Controlli esterni: effettuati dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) insieme alle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA). E citando la normativa (art.6 del DL 31/2001) i Controlli che devono essere effettuati: a) b) c) d) e) f) g) Ai punti di prelievo delle acque superficiali e e sotterranee […] Agli impianti di adduzione8, di accumulo e di potabilizzazione Alle reti di distribuzione Agli impianti di confezionamento di acqua in bottiglia o contenitori Nelle acque confezionate Sulle acque utilizzate nelle imprese alimentari Sulle acque fornite mediante cisterna, fissa o mobile Controlli che possono riguardare anche elementi contaminanti non citati nella normativa (nell’allegato I) se vi sia motivo di sospettarne la presenza in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Procedendo con alcune precisazioni l’art 6 conclude con un rigo evidenziato in grassetto il giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano spetta all’azienda ASL territorialmente competente. E’ sempre il DL 31/2001, nella tabella B1 dell’allegato II a stabilire la frequenza dei controlli, in funzione della quantità di acqua che viene contenuta o che viaggia in una conduttura durante un giorno: - uguale a 100 m³ di acqua, la frequenza di analisi deve essere stabilita dall’azienda sanitaria locale, tra i 100 e i 1000 m³, la frequenza di analisi è di 1+1 ogni 3300 m³/g del volume, tra i 1000 e i 10.000 m³, la frequenza di analisi è di 3 + ogni 10.000 m³/g, oltre i 10.000 m³, la frequenza di analisi è di 10+1 ogni 25.000 m³/g. Questi valori possono essere tradotti con centinaia di punti di campionamento sparsi per il territorio e in migliaia di analisi fatte in un solo anno. Nei sistemi di distribuzione idrica è il passaggio dai punti di prelievo dell'acqua potabile ai serbatoi, prima dell'immissione nella rete di distribuzione (wikipedia) 8 Acqua Minerali La Circolare n°19 del Ministero della Sanità 12/05/1993 regola la qualità delle acque minerali. La norma, nella sezione B.1 – Controlli Qualità così recita il controllo completo di un’Acqua Minerale alla Sorgente deve essere effettuato almeno ogni 12 mesi da un laboratorio autorizzato, a cura dell’Azienda […] Vale la pena allegare un estratto di un articolo9 del Corriere della Sera del 10 marzo 2003 del giornalista M.Pappagallo (in grassetto, le notizie che ci devono far riflettere) (la cui affidabilità resta tutta da verificare): Cinquecento fax inviati ad altrettante aziende di acque minerali. Praticamente tutte le aziende italiane del settore. Sono partiti dal ministero della Salute e ingiungono l'immediata notifica delle ultime analisi effettuate in conformità con quanto stabilisce la legge. Pena: il ritiro dell'autorizzazione. […]. L' ultimo atto dell'inchiesta avviata dal procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, sulle acque minerali fuorilegge ha portato alla chiusura di una sorgente piemontese, «Pian della Mussa», 50 mila bottiglie al giorno. Un blitz degli uomini di Guariniello, oltre alla grave presenza nelle acque imbottigliate di batteri coliformi e streptococchi, avrebbe riscontrato che le analisi di controllo periodiche (da effettuare per legge) venivano eseguite dalla segretaria dell'azienda. Inoltre, le etichette riportavano qualità per le quali non vi è mai stata alcuna autorizzazione e la zona di imbottigliamento era contaminata da olio di macchina e altro. Tutto ciò nonostante risultassero frequenti le «visite» dell'ASL e dell'Arpa. La situazione ha allarmato la procura che aveva già scoperto, indagando su alcune bottiglie di acqua Fiuggi contaminate […], che in tutt' Italia i laboratori di analisi, anche quelli a cui si rivolgono normalmente i Nas per i loro controlli, non eseguivano gli esami secondo gli standard richiesti dalla legge, ma in modo più «permissivo»: in altre parole, dagli esami fatti in questo modo risultavano assenti sostanze nocive invece presenti […]. Guariniello aveva subito segnalato al ministero quanto scoperto e il ministro Girolamo Sirchia aveva scritto ai presidenti delle Regioni per avvertirli del problema. Senza molti risultati. La situazione è precipitata dopo la sospensione dell'autorizzazione per l'acqua «Pian della Mussa» e dopo l'aggravarsi del caso Fiuggi. Tra gli appunti del procuratore sono cominciate a spuntare ipotesi di reato (dalla certificazione falsa all' omissione di atti d' ufficio) che potrebbero riguardare anche gli organismi di controllo: laboratori autorizzati, Arpa (agenzia per l'inquinamento ambientale), Asl, Regioni e uffici del ministero competenti. Anche perché il magistrato avrebbe scoperto che il problema degli standard di analisi era noto al ministero e all' Istituto superiore di Sanità già da tempo […]. E’ superfluo ogni ulteriore commento. ACQUE MINERALI, 500 AZIENDE DEVONO RIFARE SUBITO LE ANALISI http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/10/Acque_minerali_500_aziende_devono_co_0_03031 0003.shtml 9 CHE ACQUA MINERALE BEVIAMO? Nel 2010 la rivista di divulgazione scientifica LeScienze pubblica10 i risultati di un lavoro di Lima11, Cicchella12, Giaccio, Dinelli13, Albanese11, Valera14 e De Vivo11 sulle acque minerali. Nel 2008-2009 nell’ambito di un progetto europeo finalizzato alla caratterizzazione geochimica delle acque minerali imbottigliate dell’intero territorio europeo, gli Autori, in collaborazione con ricercatori del EuroGeoSurveyes Geochemistry Expert Group, hanno realizzato un Atlante Europeo delle Acque minerali, analizzando 186 campioni d’acqua delle maggiori acque minerali italiane, prelevati anzi acquistati nei maggiori punti vendita nazionali. Per ogni campione sono stati misurati - da un laboratorio del Servizio Geologico Tedesco – alcune caratteristiche fisiche soprattutto le concentrazioni di 69 elementi chimici e ioni, potenzialmente contaminanti, che il sito di LeScienze mette a disposizione15 della comunità. Alla luce delle analisi fatte, gli Autori dell’articolo di LeScienze trattano in dettaglio alcuni risultati ottenuti per alcuni elementi (alluminio, arsenico, berillio, boro, cloro, fluoro, uranio) confrontando i dati con i limiti imposti dalla normativa italiana, europea, americana (EPA) e a livello internazionale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A conclusione dell’articolo gli Autori scrivono: […] visto il cospicuo consumo, le acque minerali dovrebbero essere considerate alla stregua delle acque potabili destinate al consumo umano, ed essere quindi sottoposte alla stessa regolamentazione e agli stessi controlli […] in aggiunta, si dovrebbero imporre etichette più complete e dettagliate […]. La credenza popolare che l’acqua imbottigliata sia << pura >> viene comunque sfatata, dal momento che molti elementi tossici possono essere presenti naturalmente nelle acque minerali e in alcuni casi […] la loro concentrazione può essere sorprendentemente elevata e superare il limite imposto dalla normativa vigente. E’ forse non superfluo specificare che questo studio di dettaglio non è stato finanziato da alcun Ente Istituzionale, ma gli Autori hanno fatto fronte alle tante spese – tra le quali le 186 analisi fisicochimiche – con fondi personali. CHE ACQUA BEVIAMO – LESCIENZE, MAGGIO 2010 Dipartimento Scienze della Terra, Università Federico II di Napoli 12 Dipartimento studi geologici e ambientali, Università del Sannio, Benevento 13 Dipartimento Scienze della Terra e geologico-ambientali, Università di Bologna 14 Dipartimento di geo ingegneria e tecnologie ambientali, Università di Cagliari 15 http://temi.repubblica.it/UserFiles/limes/File/Analisi_Acque_Minerali.pdf 10 11 Interpretazione dei dati del Movimento 5 Stelle Ottaviano Gli Autori dell’Atlante Europeo delle Acque Minerali nelle loro analisi conclusive si sono basati sui limiti di concentrazione dettati dalla normativa italiana specifica per le acque minerali. E se per gli stessi elementi chimici analizzati in dettaglio si prendono a riferimento i limiti di concentrazione delle acque potabili, molto più restrittive? Quali sono i risultati? E se si prendono a riferimento i limiti di concentrazione dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ancora più stringenti ? E se – a favore di sicurezza - in base al principio di precauzione inteso come politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche ed economiche sulla gestione delle questioni scientificamente controverse si prendo a riferimento tutti i valori minimi delle varie classificazioni: italiana (acqua potabile e acqua minerale, normativa europea, americana (EPA) e internazionale (OMS) quali potrebbero essere i risultati ? E se – ancora – si rendono quelle stesse tabelle pubblicate da LeScienze di facile lettura per il cittadino che non necessariamente debba avere una laurea in materie tecnicoscientifiche per capire la bontà del dato ? Il Movimento 5 Stesse Ottaviano ha lavorato a rendere più semplice la visualizzazione dei dati, creando una legenda i facile lettura in cui: - in giallo: viene indicato il parametro di riferimento da normativa in nero: tutte quelle concentrazioni che eguagliano o superano i parametri di riferimento e per tutti quei dati che non eguagliano le concentrazioni limite di riferimento, al fine di poter comunque relazionare e facilmente visualizzare le marche di acque minerali con concentrazione di contaminante MINORE (in bianco) da quelle a concentrazione di contaminante maggiore (in rosso) è stata scelta la scala cromatica Bianco-Rosso che il foglio di calcolo excel imposta in automatico con formattazione condizionale, impostando il valore minimo in bianco e il valore massimo in rosso (che comunque è bene precisare ulteriormente non eguaglia e non supera la concentrazione limite di riferimento). Oltre quindi ad una formattazione semplificata dei dati di LeScienze, sono state eseguite diverse elaborazioni, prendendo a riferimento i limiti di concentrazione definiti dalla normativa nazionale e internazionale. Alla presente relazione tecnica generale si allegano due elaborazione dei dati di LeScienze, entrambe presentano la stessa formattazione condizionale. Ma differiscono per valori di concentrazione limite di riferimento: la prima si basa sui dati della normativa italiana per le acque minerali (DM 29/12/2003), la seconda invece prende a riferimento – ragionando a vantaggio della salute della collettività - i minimi di tutte le indicazioni dettate da vari enti nazionali e internazionali. Nella figura che segue viene riportata la stessa tabella, ma prendendo a riferimento a sinistra le concentrazioni limite della normativa italiana per le acque minerali, a destra le concentrazioni limite dei MINIMI proposti da vari enti nazionali e internazionali. Tragga il lettore le sue riflessioni. Questo lavoro è stato esposto16 e consegnato ai Parlamentari del Movimento 5 Stelle nel 3° Tavolo Tecnico del Movimento Campania a Benevento il 02/03/2014 Il Movimento 5 Stelle Ottaviano chiede: 1) Omogeneizzazione della stima della qualità dell’acqua: eliminando la distinzione tra acqua di rubinetto e acque minerali /di sorgente. 2) Maggiore controlli da Enti indipendenti, soprattutto per le acque minerali 3) Maggiore informazione alla popolazione sulla qualità dell’acqua minerale acquistata: attualmente le etichette informative sono – come quelle della stragrande maggioranza degli alimenti – carenti di tutto. Ottaviano, 02/03/2014 Il Responsabile di DiamoUnaMano Onlus e Referente di questa istanza del Movimento 5 Stelle Ottaviano geol. Vittorio Emanuele Iervolino 16 http://www.youtube.com/watch?v=zhscx7_OkZI#t=9426 (intervento al 2h 37min) PER APPROFONDIMENTI Normativa Per le acque destinate al consumo umano DECRETO LEGISLATIVO 2 FEBBRAIO 2002, N. 27 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, recante attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano" http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/02027dl.htm DECRETO LEGISLATIVO 2 FEBBRAIO 2001, N. 31 "Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualita' delle acque destinate al consumo umano" http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/01031dl.htm DIRETTIVA 98/83/CE DEL CONSIGLIO del 3 novembre 1998 La qualità delle acque destinate al consumo umano http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:1998:330:0032:0054:IT:PDF Per le acque minerali DECRETO MINISTERIALE 29/12/2003 Attuazione della direttiva n. 2003/40/CE nella valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali e alle condizioni di utilizzazione dei trattamenti delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_838_allegato.pdf DIRETTIVA 2003/40/CE Della Commissione del 16 maggio 2003 che determina l'elenco, i limiti di concentrazione e le indicazioni di etichettatura per i componenti delle acque minerali naturali, nonché le condizioni d'utilizzazione dell'aria arricchita di ozono per il trattamento delle acque minerali naturali e delle acque sorgive http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2003:126:0034:0039:IT:PDF DECRETO LEGISLATIVO 4 AGOSTO 1999, n. 339 Disciplina delle acque di sorgente e modificazioni al decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 105, concernente le acque minerali naturali, in attuazione della direttiva 96/70/CE http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:1999;339 CIRCOLARE N°19 MINISTERO DELLA SANITA’ 12/05/1993 Vigilanza sulla utilizzazione e la commercializzazione delle Acque Minerali http://www.regione.piemonte.it/sanita/cms/documentazione/category/1231993.html?download=1662%3Acircolare-del-ministero-sanit-12-5-1993-n.-19 DIRETTIVA 96/70/CE Del Consiglio in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri sull’utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali – che modifica la direttiva 80/777/CEE http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:1996:299:0026:0028:IT:PDF DECRETO MINISTERIALE 12 NOVEMBRE 1992 N°542 Regolamento recante i criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali http://www.acqueinbottiglia.fondazioneamga.org/pdf/DM_542.pdf DECRETO MINISTERIALE 25 GENNAIO 1992 n°105 Attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali naturali http://www.acqueinbottiglia.fondazioneamga.org/pdf/DLgs_105.pdf DIRETTIVA 80/777/CEE Ravvicinamento della legislazione degli stati membri sull'utilizzazione commercializzazione delle acque minerali naturali http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31980L0777:IT:HTML e la Pubblicazioni & Dossier 2014 - Wikipedia DRINKING WATER QUALITY STANDARDS http://en.wikipedia.org/wiki/Drinking_water_quality_standards 2013 - LEGAMBIENTE & ALTRECONOMIA ACQUE IN BOTTIGLIA, UN’IMBARAZZANTE STORIA ALL’ITALIANA http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/2013_legambiente_altreconomia_acq ue_in_bottiglia_unimbarazzante_storia_allitaliana_0.pdf 2012 – LEGAMBIENTE & CITTADINANZATTIVA ACQUE IN DEROGA http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_derogheacquepotabili_2012.p df 2011 - WORLD HEALTH ORGANIZATION (OMS) GUIDELINES FOR DRINKING-WATER QUALITY, FOURTH EDITION http://whqlibdoc.who.int/publications/2011/9789241548151_eng.pdf?ua=1 2011 – ALIMENTI E BEVANDE (Numero 10/2011) ACQUE SICURE: UNA NORMATIVA CON TANTI “BUCHI” 2010 – Legambiente e FederUtility ACQUA DI RUBINETTO ? SI, GRAZIE: CONTROLLATA, ECONOMICA E RISPETTODA DELL’AMBIENTE http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/Dossier_AcquarubinettoSIgrazie_2010_0 000000535.pdf 2010 – Consumatori, DIRITTI E MERCATO (Numero 2/2010) L’ACQUA DEL RUBINETTO È BUONA, MA NON CI FIDIAMO file:///C:/Users/Vittorio/Desktop/l-acqua-del-rubinetto-e-buona-ma-non-ci-fidiamoconsumatori-diritti-e-mercato-14-n533070.pdf 2010 – LESCIENZE (del Novembre 2010) NON SOLO ARSENICO. 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